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ECO
DELLE VALLI VALDESI
LIOTECA VALDESE
RE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVII - N. 30
Una copia lire 50
\^BBONAMENTI ^ Tinterno | Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis
\ L. 3.500 per l’estero 1 Cambio di indirizzo Lire 50
TORRE PELLICE — 28 Luglio 1967
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
INVITO AL CIABAS
VERSO LA GUERRA CHIMICA
Esigenza critica della fede “s®*®” ‘‘®' •■®*®i'®"*'
piccola nota sulla nostra spondente al «seminare il sale» di
Un gruppo (li amici ha deciso di
rilanciare le « giornate del Ciabas ».
Non era impresa da poco. Uomini
come Giovanni Miegge e Bruno Revel sono difficilmente sostituibili.
Assai diversa è la temperie spirituale attuale e altro il clima dell’ambiente in cui viviamo. Mentre il
primo Ciabas costituiva un fenomeno unico nel protestantesimo italiano e offriva a chi lo desiderava e
cercava nn luogo in cui discutere in
libertà l’impegno della fede comune neH’ora che volgeva, oggi si può
dire che le occasioni di incontro, di
discussione si sono fatte così numerose da divenire perfino pletoriche.
E forse cpialcuno si chiederà; era il
caso di aggiungerne nn’altra ancora? Ci ¡lare di sì. Infatti, malgrado
■queste imdteplici possibilità, quello
che viviamo è senza dubbio un momento in cui notevoli tensioni, da
non drammatizzare ma da non sottovalutare, si manifestano nelle nostre chiese ed è necessario che con
la vecchia libertà di pensiero e di
parola le discutiamo fraternamente.
Non si tratta tanto di chiederci reciprocamente conto delle nostre posizioni e scelte, e del loro fondamento, ([inulto di ricercare insieme, nella diversità dei doni e delle carenze, che cosa significa e che cosa implica oggi la nostra fede neU’Evangelo di Gesìi Cristo, a Fede e impegno protestante nel mondo contemporant o », dunque.
Vi sono, come accennavamo, differenze sensibili fra il a primo » e
il « secondo Ciabas ». Non solo perchè sono scom[)arsi degli uomini e
ne sono ajiparsi altri — per molti di
noi il ¡irimo Ciabas è già storia, anche se recente e palpitante — ma
perciò'' la situazione è profondamente mutala. Cluella del mondo in cui
viviamo e abbiamo ricevuto la vocazione alla tede e airimpegno; nuovi [iroblemi sembrano imporre nuove scelte. La nostra generazione, per
molti versi meno ’provata’ di quella
che l’ha ¡ireceduta, è però forse più
disincantata, meno fidnciosa nella
efficacia storica della lede, pur riconoscendo qui una direttrice fonda
mentale della vocazione cristiana
odierna. Forse è giusto dire che
molte perplessità e lentezze sono
dovute al fatto che non abbiamo ancora saputo individuare in modo
preciso quale è o quali sono i punti
cruciali su cui oggi si gioca la prova
della nostra fede. Nella distretta di
venticinque anni fa, questi punti
erano forse più evidenti, sebbene
ardui. Ma oggi? Per questo dobbiamo soffermarci a meditare insieme.
In fondo, non è tanto l’impostazione de/le ’giornate del Ciabas’ ad essere mutata .—. come dimostra il
confronto del tema di oggi con i temi di ieri —: quanto piuttosto la
Chiesa. Si può comunque porre l’interrogativo : anche se non ancora in
modo generalizzato, non sta forse
maturando nelle nostre comunità
una fede che desidera riflettere su
se stessa più di quanto non avvenisse in passato? non sta lentamente e
faticosamente venendo alla luce un
tipo di fede critica, o per lo meno
più critica?
In questa esigenza critica della
fede ci sembra di vedere la conti
nuità fra il primo e il secondo Cia
bas. Non basta credere, ma bisogna
sapere perchè si crede; in quale si
tuazione, qui e ora, si crede; in qua
le direzione dobbiamo camminare
per fede. Come dicevamo, non è an
cora evidente quali siano oggi i pun
ti cruciali della nostra fede e del
nostro impegno di riformati; ma ci
sembra di individuare, in vari segni
rallegranti, una ricerca e uno sforzo
reali in tal senso. Il gruppo relati
vamente ristretto, e pur fecondo di
stimoli per le chiese, del primo Cia
bas si sta allargando: speriamo che
queste ’giornate’ dimostrino nel di
battito fraterno che non vi è décala
ge di temperie spirituale; e ci augu
riamo che si apra quest’anno una
nuova serie di queste giornate che
possa significare, nel mutare delle
situazioni storiche ed ecclesiastiche,
quel che il primo Ciabas ha significato 20-25 anni or sono.
Questo incontro vuole essere
largamente aperto a tutti coloro che
sentono vitali questi problemi; te
Giornate del Ciabas 1967
Sono indette, per il 18 e il 19 agosto, nel tempio del Ciabas, due
giornate di riflessione e di dibattito su questo tema :
Fede e impegno protestante
nel mondo contemporaneo
Il programma delle due giornate, che si svolgerà sotto la presidenza del past. Aldo Comba e del prof. Giorgio Peyronel, sarà il seguente :
venerdì 18
ore 9-12; prof. VITTORIO SUBILIA - Dalla Riforma alla sociologia.
past. GIORGIO BOUCHARD - Presenza del credente nella società moderna.
past. ERMANNO ROSTAN - Il messaggio attuale della Chiesa.
ore 15-18: discussione.
sabato 19
ore 9-12: past. GIORGIO TOURN - La diaconia nell'Evangelo.
past. PIERLUIGI JALLA - La Chiesa in una situazione di crisi
economica e socia>le.
dott. GUIDO RIBET - Validità, significato e forme delle opere
sociali della Chiesa.
ore 15-18: discussione.
Queste giornate, immediatamente prima del Sinodo, vogliono essere un momento di riflessione comune su alcuni temi vitali nella vita delle
nostre chiese; ci auguriamo che i loro membri rispondano largamente
al nostro invito fraterno e si raccolgano numerosi al Ciabas, il 18 e 19
agosto.
Il comitato promotore
malica e linguaggio terranno conto
di questa volontà di apertura il più
larga ¡lossibile e invitiamo quindi
tutti i membri di chiesa a parteciparvi: dalle Valli, dalle zone viciniori; il fatto che (preste ’giornate’
si tengano immediatamente prima
del Sinodo — e pur senza voler fare
una specie di pre-sinodo, la tematica deH’incontro & quella sinodale
avranno larghe C(>nsonanze — dovrebbe facilitare anche praticamente la partecipazione di un certo numero di fratelli e sorelle di chiese
più lontane, delegati al Sinodo.
Vale la pena di ricercare insieme
che cosa significa fede e impegno
protestante nel mondo contemporaneo. Cominceremo così, in un certo
senso, le nostre celebrazioni del
450" anniversario della Riforma.
In una piccola nota sulla nostra
grande stampa quotidiana, è stata
pubblicata una notizia da New York:
il Dipartimento della Difesa degli
Stati Uniti ha ordinato a otto società
prodotti chimici per un valore di 57,69
milioni di dollari (circa 36 miliardi di
lire) per defoliare le zone della giungla del 'Vietnam in cui operano i vietcong.
Una piccola notizia senza rilievo.
Possiamo già prevedere che come le
bombe, sul Nord Vietnam,, non sono
sempre cadute su « obiettivi militari »,
non sarà solo a giungla vietnamita ad
essere defoliata, ma coltivazioni, risaie... Ricordiamo ohe cosa hanno fatto, anche sul suolo italiano, gli apparecchi « Liberator ». La guerra moderna si fa sempre più totale.
Siamo dunque alla guerra chimica
su larga scala. Un amico, cui ha parlato turbato della cosa, mi ha risposto : « beh, meno male ohe non usano
ancora i gas asfissianti! ». Certo, meno
male. Siamo a questo ,punto: che la
defoliazione di un territorio — corri
LO DICONO MlOLTl AMERICANI
Il tempo della ràtenza é giunto
Secondo quanto ha pubblicato il B.I.P.,
servìzio stampa della ¿‘ ederazione protestante francese, parecchie centinaia di docent
universitari e di personalità di chiese, cittadini degli Stati Uni ti,^.diversi dei quali di
alto rilievo e vasta ruptorietà, hanno < reso
di pubblica ragione un « Ap,pelle alla resistenza contro rautorità illegittima». Tale
appello, giuridicamente fondato, considera
che l'azione militare degli U.S.A. nel Vietnam fa del governo americano attuale
un’autorità illegittima. Traendo le conseguenze da questa analisi, chiama ogni cittadino americano, sia o no mobilitato, a
impegnare o proseguire una resistenza attiva che ì firmatari s’impegnano a sos enere. Ecco il testo dell’appello in questione.
Ai giovani americani, a tutto il popolo
americano, a tutti gli uomini cii buona
volontà;
1. - Un numero crescente di giovani
negli Stati Uniti, sentono la guerra nel
Vietnam come un affronto così grave alla
loro coscienza morale o religiosa, da non
potere in alcun modo pensare di parteciparvi. Noi pure sentiamo con loro tale affronto.
2. - Ino!ltre pensiamo che questa guerra è illegale perchè anticostituzionale. Infatti non è stata dichiarata dal Congresso,
come esige la Costituzione. Inoltre, in base
ai termini di questa, i trattati firmati dal
Presidente e ratificati dal Senato hanno il
medesimo valore che la Costituzione ; è il
caso della Carta delle Nazioni Unite, la
quale specifica che gli Stati Uniti, nelle loro
relazioni internazionali, devono evitare la
forza o la minaccia della forza. La Carta
esige dai suoi membri che utilizzino tutti
i mezzi pacifici possibili per regolare i contrasti e che, in caso di insuccesso, .ricorrano
al Consiglio di sicurezza. Da 13 anni gli
Stati Uniti hanno sistematicamente infranto queste norme della Carta.
3. - D’altro lato, questa guerra costituisce una violazione degli accordi internazionali, dei trattatL e dei principi giuridici che il governo degli Stati Uniti ha solennemente accettato e sottoscritto. La funzione bellica dalle truppte americane nel
Vietnam va contro gli accordi di Ginevra
del 1954, che il nostro Governo ha promesso di appoggiare e che invece sprezza.
La distruzione dei raccolti e del bestiame,
l’incendio di interi villaggi che non presentano alcun caraittere di obiettivo militare, il
loro livellamento a forza di bulldozers, Tinternamento di civili non combattenti in
campi di concentramento o la loro esecuzione sommaria nei villaggi catturati,
quando essi non possono fornire la prova
dei loro « lealismo » ovvero si rifiutano di
lasciarsi condurre nei campi o ancora hanno osato minacciare col pugno gli elicotteri americani che sorvolano i loro campi:
tutto ciò rientra nella categoria degli atti
che gli Stati Uniti e i loro alleati, vincitori
della seconda guerra mondiale, hanno dichiarato essere crimini contro rumanità.
Hanno dichiarato, inoltre, che coloro i
quali si rendevano colpevoli di tali atti se
ne assumevano la responsabilità personale, anche quando agivano in nome del loro
Governo. A Norimberga dei tedeschi sono
stati condannati a pesanti pene detentive e
persino alla pena capitale, per aver compiuto atti di quest’ordine. Questi .principi
sono stati solennemente incorporati in un
testo di legge dalle Convenzioni di Ginevra del 1949, che gli Stati Uniti hanno
ratificato.
4. - Consideriamo come negazione anticostituzionale della libertà religiosa e
della protezione dovuta imparzialmente a
tutti dalla legge, il fatto che si rifiuti l’esenzione dal servizio militare a uomini che i
loro principi religiosi e filosofici obbligane ad opporsi alle guerre che la tradizione
religiosa occidentale qualifica da tempo
come ingiuste.
5. - Di co.nseguenza, pensiamo che
ogni cittadino americano è moralmente tenuto e giuridicamente giustificato a fare
tutto ciò che è in suo potere per por fine
a questa guerra, rifiutare di parteciparvi e
incora.ggiare altri in tale rifiuto. I giovani
che si trovano sotto le armi o che sono
minacciati dalla coscrizione si trovano di
fronte a decisioni drammatiche. Secondo le
diverse forme di resistenza, rischiano di essere separati dalle loro famiglie, tagliati
fuori dal loro paese, di vedere la loro carriera spezzata, di perdere la loro libertà e
perfino la vita Ciascuno deve scegliere la
forma di resistenza che gli dettano la propria coscienza e le circostanze.
Fra coloro che già sono alle armi, gli
uni rifiutano di ubbidire a ordini specificamente illegali e immorali, altri cercano di
far prendere coscienza ai loro compagni
d'arma della natura criminale e barbara di
questa guerra, altri infine disertano.
Fra coloro che non sono mobilitati, alcuni rivendicano lo statuto di obiettori di
coscienza .per ciò che riguarda l’aggressione americana nel Vietnam, altri rifiutano
la coscrizione.
Sicché, siano o no mobilitati, ve ne sono
che resistono apertamente e pagano il prezzo alto, coloro che si sforzano di diffonder©
la resistenza negli Stati Uniti e coloro che
cercano, rifugioi alTestero.
6. - Pensiamo che ciascuna di queste forme di resistenza a un’autorità illegittima è coraggiosa, morale, giuridicamente giustificata. Molti di noi pensano
che l’opposizione aperta alla guerra e alla
coscrizione, consolida la nostra volontà
morale di lottare, è il mezzo più efficace
per porre fine alTa-ggressione.
7. - Continueremo a sostenere coloro
che si danno a questo com.pito. Raccogliamo dei fondi destinati a ; organizzare
gruppi di resistenza alla coscrizione, assicurare la difesa giuridica, regolare le cauzioni, venire in aiuto alle famiglie, assicurare l’appoggio a tutte le forme appropriate di resistenza.
8. - Crediamo fermamente che, secondo il Primo Emendamento, un manifesto
come questo non può essere vietato e che
l'azione che ci disponiamo a intraprendere
è altrettanto legale quanto la resistenza dei
giovani. Riconosciamo tuttavia che i tribunali potrebbero decidere altrimenti. In tal
caso, non potremmo rifiutare di assumere
nè le nostre responsabilità come intellettuali e come membri di chiesa, nè la' nostra
responsabilità verso .il ,paese di cui siamo
liberi cittadini e verso le antiche tradizioni
religiose e filosofiche che ci sforziamo di
mantenere vive nelle generazione attuale.
9. - Facciamo appello a tutti gli uomini di. buona volontà affinchè si uniscano
a noi. Facciamo appello in particolare alle
Università, affinchè adempiano la loro missione umanistica e alle Chiese affinchè fac
spondente al «seminare il sale» di
cui parla la Bibbia, come maledizione
perenne di un suolo — è un «male
minore », quasi tm tratto di umanità,
di fronte a ciò che la guerra oggi può
significare.
Non è in discussione la ferocia delle
due parti in lotta: la selvaggia guerriglia coinvolge sempre più gli uni e
gli altri; fra i serpenti velenosi dei
vietcong e i mezzi chimici statunitensi vi è differenza di tecnica (e quindi di capacità distruttiva), ma sostanziale identità di ferocia in una lotta
all’ultimo sangue. Mi pare comunque
ohe la guerra vietnamita dimostri
sempre più ohe le forze americane si
trovano a combattere non solo bande
di guerriglieri, ma un popolo. Quasi
600.0CO uomini, a giorni, accanto alle
forze del governo fantoccio di Saigon,
una profusione di mezzi tecnici che
comincia a incidere seriamente suireconomia americana (anche se avvantaggia determinati interessi ristretti) non riescsono a venire a capo
dell’opposizione vietnamita. Lungi da
me l’intento di fare gli uni tutti candidi e gli Mtri tutti neri, ma il fatto
sussiste. La guerra chimica potrà alla
lunga anche annientare un popolo,
comprometterne per decenni l’agricoltura, le più elementari possibilità
di sussistenza; ma scaverà un solco
sempre più incolmabile nei confronti
dei « liberatori ».
La nostra « civiltà » evolve vertiginosamente dal punto di vista tecnico.
Ma assistiamo a scatenamenti di ferocia tremendi. Questa ferocia ha
contraddistinto tutti gli ultimi conflitti, piccoli o grandi. Osservatori del
Consiglio ecumenico hanno scritto da
Damasco di aver visto soldati siriani
arsi dal napalm ebraico; la nostra
stampa ha dato la notizia della crocifissione di un aviatore israeliano catturato dai siriani. I vili attentati altoatesini non valgono di più.
Davvero, « solo » dei defolianti.
Ma comprendo che negli stessi Stati Uniti vi sia chi comincia a invitare,
alto e forte, alla disubbidienza civile
contro un governo ohe compie azioni
anticostituzionali. Siamo con questa
America, contro l’altra. Onore a un
paese in cui, comunque, questa opposizione può farsi pubblicamente udire :
non è così dovunque. g. c.
Essere bruciato
al napalm
Il napalm è una sostairza infiammabile, prodotto da una miscela di benzina con 4*'6% di saponi d'alluminio
o di sodio che gli danno una consistenza gelatinosa. E’ stato utilizzato
sia da solo sia aggiungendo fosforo
per provocare ustioni più pericolose,
da molti anni nel Vietnam del Sud
e dalViìiizio del 1965 anche nel VieU
nam del Nord. Contenuto in bombe
di vario tipo, costituisce un'arma crudele, poiché si attacca alla pelle e
brucia a lungo, da 5 a 15 minuti,
quando si tratta di grosse gocce,
creando una temperatura di 800«
lOOQo C e persino di 1200, 1500,
2000® quando è associato a certi metalli come il magnesio, Valluminio,
ecc. Ne risulta che la superficie della
pelle colpita e la carne adiacente si
infiammano ancKesse e .sono calcinate.
Le bombe al napalm contengono
sostanze esplosive che proiettano la
gelatina incendiaria in tutte le direzioni, creando nel raggio di 10-20 m.
un incemlio che Vazione dolVacqua.
anziché spegnere, estende anche maggiormente; il napalm, infatti, si spegne solo per mancanza di ossigeno.
Il fosforo bianco é contenuto in
obici d artiglieria ed é proiettato all’esterno quando il proiettile si disintegra colpendo. Prendendo l’ossigeno
delVarta, s’infiamma automaticamente quando il calore raggiunge SO-óO'^C,
emettendo un denso fumo bianco. Sotto il clima tropicale del Vietnam, c
soprattutto nella stagione calda, l ossidazione è tanto più rapida e Vincendio quasi istantaneo. La temperatura puh elevarsi fino a 1200®C. Il
fosforo può penetrare profondamente
nelle piaghe e consumarvisi lentamente, causando cosi una grave intos
ciano onore aireredità della fraieriiità, dinanzi al confronto con rassassinio collettivo, barbaro e inumano.
IL TEMPO DELLA RESISTENZA È
GIUNTO.
2
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Pi».
N. 30 — 28 luglio 1967
Non c e Ebreo“nè Arabo
Le manifestazioni in favore di Israele erano realmente necessarie nel momento in cui una superiorità numerica minacciava l’esistenza stessa di
questo Stato. Potrebbero rendersi ancora necessarie più tardi, se questo
diritto all’estótenza non dovesse essere riconosciuto dagli Stati vicini.
Ma fin dall’inizio delle ostilità sarebbe stato altrettanto necessario intervenire nettamente, coraggioramente
in favore delle vittime arabe della
guerra, soprattutto di quelle più miserabili, i rifugiati ohe hanno dovuto
fuggire una seconda volta.
Infatti il cancro ohe si deve guarire,
se si vuole che siano regolati i conflitti armati del 1948, del 1956 e del
1967 è precisamente il milione di rifugiati e fuggiaschi arabi. Non vi è
oggi pace possible, se non si risolve
tale problema. Se in certi ambienti si
pretende ohe aiutando Israele si aiutano pure i rifugiati, dato ohe una
gran parte di questi si trova sotto
l'autorità militare israeliana, dobbiamo affermare il contrario e dire
che è invece indirettamente, aiutando i rifugiati arabi, che si aiuta ipiù
direttamente Israele.
Il regno e la giustizia di Dio! Che
cosa signiflca, questo, in faccia a que
Culto radio
domenica 30 luglio
Pastore NINO BULZIS
Roma
domenica 8 agosto
Past. A. SOORSONELLI
Genova
sti rifugiati e a questi fuggiaschi? È
semplice: il diritto al ritorno per gli
Ebrei dopo 2000 armi e per gli Arabi
dopo 19 anni. Solo che questo diritto
non può essere nè per gli uni nè per
gli altri un diritto assoluto. Voler im
umana dignitosa è un principio umano per il quale il cristiano deve intervenire, senza riserve, con tutti i
suoi mezzi e impegnandosi totalmente.
Tre mesi fa ho avuto occasione di
vedere il lavoro intelligente e costruttivo fatto da cristiani nei campi dei
rifugiati a Gerico. Venivano formati
fra l’altro, giovani falegnami, fabbri
d’arte, meccanici. Con questa preparazione come capitale, ipotevano poi
lasciare il campo e stabilirsi diove ci
fosse bisogno di loro e crearsi un’esistenza. Dovrebbe spezzarci il cuore,
pensare che la guerra ha fatto saltare
in aria tutto questo lavoro. Penso pure al cammino lungo e duro di quel
ricco rifugiato che, avendo riconosciuto ohe non c’era da attendersi un ritorno a breve scadenza, si era messo
al lavoro, aveva creato una fattoria
gigante nella piana di Gerico, su un
terreno prima sterile, coperto di sale
0, sfidando l’opposizione dei suoi amici e del governo, vi aveva accolto centinaia di orfani arabi. Che è avvenuto
di lui, di questi ragazzi, di diciotto
anni di lavoro costruttivo?
Si può prevedere che gli avvenimenti. in particolare l’imilaterale partito
preso dei popoli occidentali in favore
di Israele non faciliterà il compito di
coloro ohe mandiamo in Asia e in
Africa. La simpatia .popolare dell’Occidente per Israele, nel migliore dei
casi, sarà compresa come l’espressione della cattiva coscienza degli Occidentali nei confronti degli Ebrei, e in
generale come l’appoggio naturale
dato a un rappresentante orientale
della civiltà occidentale. La vittoria
d’Israele, laggiù, costituisce in primo
luogo la vittoria della tecnica e dell’organizzazione occidentali maneggiate
da colonialisti dell’Ovest. Non rappresenta, come la vediamo noi, la vittoria
di un piccolo paese su nemici numericamente superiori, bensì una vittoria « imperialista ». Poco importa che
cosa ne penseremo : questa è la situa
zione psicolopca nella quale dovranno lavorare i nostri collaboratori oltremare. Prima di incominciare a
spiegare la posizione degli Occidendali, dovranno sforzarsi di comprendere il granello di verità che vi è nell’atteggiamento anticolonialista del
mondo afroasiatico.
Laggiù non si ha molta comprensiosione per il modo cosi poco critico per
cui vediamo come tutt’uno lo Stato
d’Israele, gli Ebrei di tutto il mondo
e l’antico Israele biblico. Un intervento in favore del diritto aU’esistenza degli Ebrei non deve in nessun
caso, neppure in apparenza, farsi
a spese del diritto dell’ esistenza
degli Arabi. In Cristo non vi è nè
Ebreo nè Arabo. Dovremmo confessarlo francamente, rispondendo all’appello delle vittime della .^erra nel
Medio Oriente, senza considerazioni
di nazionalità o di religione.
Jacques Rosse!
(Abbiamo letto su « La Vie protestante »
(juesti estratti di un rapporto presentato alla
assemblea della Missione di Basilea).
J. Rossel è presidente della Missione di
Basilea; egli ha una conoscenza notevole del
Terzo Mondo e ne ha dato prova in tutta
una serie di scritti. Le edizioni ginevrine
Labor et Fides, nella collezione curata dal
Dipartimento missionario delle Chiese romande, hanno pubblicato in questi giorni un
suo libro di alto interesse : Mission dans urte
société dinamique. che presenteremo prossimamente ai nostri lettori.
GWATT (spp) — La seconda campagna
« Pane per il Prossimo », organizzata dalla
Federazione delle Chiese protestanti svizzere
nel 1965 e 1966. ha reso la somma netta di
12.900.000 franchi (circa 1 miliardo e 900
milioni di lire), che saranno devoluti all’aiuto al Terzo Mondo tramite il Consiglio
elvetico delle Missioni evangeliche e l’EPER. Questi dati sono stati resi noti nel
corso della recente sessione del Consiglio
delle Missioni, riunito a Gwatt, presso Thun.
Violenze segrete
Nahash morì e Davide disse: Voglio usare benevolenza verso
Hantin perchè suo padre ne usò verso di me. E inviò dei
messi a consolarlo della perdita del padre. Ma i principi dissero ad Hanun: Credi che Davide t’abbia mandato dei consolatori per onorare tuo padre? Non sono piuttosto venuti
per esplorare la città e distruggerla e spiare il paese?
La carità non sospetta il male; crede ogni cosa.
Il vostro sì sia sì e il vostro no, no.
1 Cronache 19: 1-3; 1 Corinzi 13: 5-7; Giacomo 5: 12
Gli uomini e le donne della Bibbia ci vengono spesso consegnati
pienamente immersi nella loro condizione umana, tra bassezze ed
errori. Così Davide. In essi non dobbiamo mai cercare i campioni
delle virtù cristiane, ma sempre solo i segni della grazia di Dio che si
fa strada proprio nel peccato. Se l’invio dei messi è un atto compiuto
a cuore aperto, la gloria va data a Dio, non a Davide, che vuole usare
benevolenza verso Hanun perchè il padre di questi ne aveva usata
verso «li lui. Tuttavia il gesto è sospetto per i consiglieri politici di
Hanun. Non sarà un tranello?, devono essersi chiesto, se vedono nella delegazione di Davide una minaccia al loro territorio. Sono invasi
da diffidenza e paura, temono « l’ingerenza esterna negli affari del
loro paese ».
L’episodio è trasparente per i nostri rapporti individuali e collettivi, di lavoro, di chiesa, e internazionali. Non possiamo più fidarci
di nessuno. Chi è ancora limpido nelle sue parole? Non si può esser
tanto ingenui da credere che ognuno dica la verità al suo prossimo
(Efesini 4: 25). Infatti siamo diventati realisti. Diplomatici e calcolatori, attenti a scontentare meno gente che si può, a compiacerne
più che si può. Dei molti modi con cui si può usare violenza, il più
sottile è quello che riveste la falsità con le sembianze della comprensione tollerante, della sopportazione paziente, della sollecitudine fraterna. Anche il « tu » è una piccola sopraffazione verbale, quando
sotto l’affabilità nasconde il paternalismo.
Forse il proposito di Davide non meritava l’atteggiamento dei
¡principi di Hanun, come le nostre intenzioni non giustificano sempte
quello circospetto dei nostri simili. Ma certo non occorrono violenze
vistose per impedire l’altrui carità e fiducia. Sono sufficienti le vii;
lenze segrete che si celano dietro i nostri sì e i nostri no.
Renzo Turinf.tto
porre questo diritto in modo assoluto,
significa causare nuove ingiustizie.
La cosa è fin troppo chiara : la fondazione dello Stato d’Israele, con lo stabilirsi di due milioni di Ebrei, ha provocato la fuga, voluta o spontanea, di
un milione di Arabi. Inversamente, il
reinserimento di un milione di Arabi
entro le frontiere dell’armistizio del
1948 avrebbe avuto conseguenze incalcolabili per coloro che durante 19 anni
hanno lavorato le terre abbandonate.
Il cristiano non può quindi intervenire in linea di principio per il diritto
al ritorno dei rifugiati, ma per il diritto di tutti, compresi i rifugiati e i
fuggiaschi, a una esistenza umana, a
una incorporazione e a un radicamento umani. Il diritto al ritorno è un
principio politico che può, come tutti
gli altri, creare la giustizia e l’ingiustizia. Invece il diritto a un’esistenza
iiiiiiKiiiiiiiimmiimiiiniiiiiiii
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UNA SETTIMANA DI STUDIO AD ORSaBA DI PUGLIA
11 problema dell'emigrazione meridionale
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Dal 23 al 29 luglio si svolge a Orsara dì
Puglia, in provincia di Foggia, a cura di
quella Unione giovanile valdese, una settimana di studio sul problema dell’emigrazione meridionale. Non abbiamo ricevuto il
programma in tempo utile per la pubblicazione, ma, attendendo gli echi dell’incontro,
ci auguriamo che si stia svolgendo nel modo
più soddisfacente. Le relazioni in programma sono : L’emigrazione meridionale : aspetti, cause, conseguenze, prospettive (A. Cericola) — Le migrazioni verso Vinterno e ver.
so Vestero (past, L. Naso) — Prospettive di
sviluppo delVagricoltura meridionale, con
particolare riferimento alle zone del subAppennino irpino (prof. Gavazza, dell’Università di Bari) — Esperienze associazionistiche e cooperativistiche: possibilità di cooperative agricole nelle nostre zone (G. Fois) —
La funzione della nostra Chiesa nel mondo
degli emigrati e degli emigranti (past. T.
Magri). Ed ecco come i responsabili presentavano quest’incontro.
imiiNiitiiKinimmimimiiiimiiniiiniMiiiiii
wiitHitiiiHMimiiiuiiiiimHHmHHtiMiiiiiiiiiiimiuiti
iiiiiiinmiiitiiiiiiiiiiii
iiiiiiiiiimiiiiiiHiiiiiiiiiiiinii
iiiimmiiiiiiiiiiiiiitiiiiti
mtntcronaca
ELETTROSQUILLO
Si potesse star dietro a molte notizie
che capita di leggere, talvolta troveremmo
spunti per modeste riflessioni forse non
sempre inutili. Il 20 luglio si è aperto a
Ginevra la « Conferenza mondiale della
pace attraverso il diritto ». I 2.500 giuristi
convenuti da tutto il mondo avrebbero tra
l'altro esaminato un progetto considerato
rivoluzionario che contribuirebbe, sia pure
indirettamente, alle soluzione di vertenze
internazionali. Detta così la faccenda fa
un certo effetto e subito si pensa, per
esempio, a un recentissimo libro dove il
personaggio principale non ha problemi
perchè gli arrivano delle veline dove tutto
è previsto, e basta seguire i modelli di
comportamento suggeriti. Senonchè nel caso della nostra macchina l'impressione si
attenua, quando si sa che tale strumento
« di coordinazione » si limiterebbe a fornire tutta la documentazione necessaria
per l’esame approfondito di una diatriba
tra due Paesi. Lo si consulta via radio o
telescrivente e in pochi secondi trasmette
i dati mentre per i normali canali occorrono mesi. Con tutto il rispetto, è un po'
svilito; ciò nonostante molti lo saluteranno con gioia: estende la settimana corta e
incrementa il week-end.
PER UN PUGNO DI LIRE
Di nuovo un povero ricco perseguitato.
Il suo legale lo ha assistito nella divisione
dell’eredità paterna, e siccone il povero
ricco avrebbe avuto venti miliardi, l’avvocato reclama cento milioni di onorario. La parcella non farebbe altro che applicare le tabelle delia categoria, che fi.ssano una percentuale sul valore toccato al
diente. Pertanto la richiesta è stata ritenuta legittima dal tribunale. Naturalmente il povero ricco si oppone. Nega d'aver
intascato venti miliardi e si è preso un
nuovo avvocato. Infatti ha chiesto al tribunale di pronunciarsi in seconda istanza. Ma questa volta con un giudice diverso.
(Forse perchè il primo non si è ricordato
delle benemerenze acquisite dalla famiglia
quando possedeva un famoso cotonifìcio.
Fallito nel '65, certo per gli insopportabili
gravami fiscali e la troppa munificenza
verso i dipendenti).
UN UOMO DABBENE
C'è chi muore per il re e per la patria,
e chi soffre per i figli e i lavoratori. È an
cora di scena un povero ricco, eppure questi fatterelli non sono stati selezionati con
faziosità, credetelo. Quell'industriale che
fa correre i ciclisti con i soldi dei maiali,
è stato arrestato col veterinario del paese
per sospetta macellazione di suini non sani In attesa del processo sono però tornati in libertà. Piccola meraviglia: il dottore
è voluto tornare a casa a piedi. Un voto a
qualche potente madonna italiana'! La cronaca non commenta, dà semplicemente la
cornice. L'uscita dal carcere alle 13 (col
caldo di luglio), i familiari in attesa, il
sanitario che si avvia verso la sua abitazione seguito dalla moglie e dal figlio (dieci chilometri di strada). L’industriale parte
anche lui con i congiunti. Non ci è detto
come e perciò si presume con mezzi meno
penitenziali. Mentre il marciatore scompare dalla vicenda, il giorno successivo il capitano d'industria diffonde una comunicazione ai giornali, che si apre con un cappelli accattivante: « Sono lieto di aver potuto recuperare la libertà e ciò per poter
riabbracciare mia moglie e i mie due figli ». Se non fossimo già catturati dalla
riaffermazione vigorosa del posto preminente della famiglia, subito segue la sollecitudine verso i proprii simili: « Sono anche lieto di aver tolto dalle ansie i miei
seicento dipendenti che temevano che da
una protratta mia detenzione avrebbero
potuto correre il rischio di perdere il lavoro e quindi la fonte di sussistenza per
loro e per le loro famiglie » (torna il focolare, il paesaggio è idillico, altro che
crisi dei valori familiari). Vengono poi le
dolorose e fastidiose necessità burocratiche. l’integrità dei cittadini, le debite assicurazioni, l’assoluta buona fede, la massima fiducia nel responso definitivo della magistratura, quindi la chiusa: « Nel frattempo intendo riprendere con maggior lena,
per riguadagnare il tempo perduto (per carità. il tempo, non i quattrini), la direzione delle mie aziende nell'interesse (non
certo del proprio) della nua famiglia (appunto, e ci risiamo) e delle maestranze
(immediatamente dopo) che con commovente partecipazione hanno seguito la mia
disavventura ». Uomo esemplare. Totale
disinteresse di sè, una moglie sola, due
creature innocenti, l’amor del prossimo. Ma
davvero la perfezione non è di questo
mondo: perchè non ha fatto pure lui la
maratona della fede. r. t.
La mutata situazione, naziormle e internazionale, che ha portato sul piano economico, a manifestazioni di crisi recessive nei
paesi verso i quali si dirigeva l’emigrazione; le limitaizoni e le restrizioni poste in
questi ultimi anni al flusso migratorio, in
conseguenza delle recessioni suddette, da parte dei paesi che ricevono l'emigrazione; il
mancato riconoscimento, sul piano giuridico
e sindacale di alcuni diritti fondamentali a
tutela del lavoratore emigrato, impongono
oggi un riesame serio e approfondito di tutto il problema dell'emigrazione meridioruile.
Di qui l’iniziativa deWU.G.V. di Orsara,
di promuovere questa settimana di studio sul
problema dell’emigrazione, con la quale, non
ci proponiamo tanto di discutere, ad un livello piuttosto alto e specializzato, del problema dell’emigrazione; nè tanto metto di
limitarci ad agitare il problema, perchè "altri” lo risolvano; quanto piuttosto di ricer
care i modi concreti attraverso i quali ovviare all’esodo massiccio dalle nostre zone.
Ciò è possibile, a nostro avviso, a condizione di avviare un processo di trasformazione
radicale dell’agricoltura delle nostre zone.
Trasformazione, tuttavia, da non attendersi
dall’alto, tanto per intenderci, solamente
’’governativa’’; ma che, al contrario, parta
dal basso, dalla volontà dei lavoratori, braccianti e piccoli proprietari.
A tal fine, una indicazione o una prospettiva, la cui validità ci proponiamo di verificare in questa settimana di studio, può essere costituita dalla creazione di forme associative in agricoltura, che, operando attraverso cooperative di produzione, trasformaz'ione, consumo dei prodotti agricoli, avrebbero il duplice vantaggio di far rinascere la
nostra agricoltura, portandola dal livello estremamente arretrato in cui attualmente
versa, ad uno più elevato, moderno e razionale, e allo stesso tempo frenare la fuga dalle nostre campagne, permettendo l’impiego
di una gran parte della mano d’opera, oggi
costretta ad emigrare, qui in loco.
In tal senso è il nostro impegno, in quanto
giovani meridionali. In quanto giovani cristiani, poi, questo ci pare il solo modo valido di testimoniare la nostra fede, non
astraendoci dai problemi angosciosi e secolari
che travagliano coloro in mezzo ai quali viviamo, e che sono, poi, i nostri stessi problemi, bensì cooperando alla loro soluzione.
SI.
Ila
ile,
ib
lo
-la
aio
('!
Ile
lei
Proseguendo con lodevole continuità
stematicità le sue sessioni di studio
storia religiosa della Francia inendi
ristituto Cattolico di Tolosa bn lesicbLcato il programma del prossimo ft
quio 1) estivo di Fanjeaux, con.sacrato i
volta ai Catari (25-29 luglio 1967).
previste tredici comunicazioni, tra cui
le dei Proff. Etienne Delaruelle {Stato
ricerche sul Catarismo), Giovanni C
(Le a dosa Pater » catare e valdesi).
Dossat (/ Catari secondo i documenii
l’Inquisizione), Christine Thouzellier
Bibbia dei Catari di Linguadoca ed i
uso nella controversia), René Nelli (Il t c.larismo attraverso i trovatori); Marie-Hur -¡.ert
Vicaire (I Catari secondo i polemisti e i leologi). Raoul Manselli (Teologia e crislo'igia
catare e Morale e culto catari), Eugenii^ Uupré-Theseider (Il catarismo di Linguadooii e
l’Italia), Henri Blaquière (Confessioni ( .'edite di catari del Quercy), Raymonde l'oreville (Innocenzo III e i Catari). Elie '.idre
(Il catarismo nella diocesi di Carcassoi.. - e
il Lauragais) e Canonico Bécamel di V'ibi
(Il catarismo nella diocesi di Alb'i).
lei.
i La
siilo
Vita della
Laici arrabbiati
Chiesa
Christchurch, Nuova Zelanda (spr) — Re.
centemente, durante un culto nella Chiesa
presbiteriana di St.-John a Opotiki, D. N.
Perry, già moderatore dell’assemblea generale della Chiesa presbiteriana neozelandese
e membro del comitato internazionale dei
laici del CEC e della Conferenza cristiana
dell’Asia orientale, ha dichiarato; «Se gli
ecclesiastici responsabilili delle nostre Chiese non sono disposti a procedere a un serio
esame di coscienza, a ’fare il punto’ sulla
situazione della Chiesa e a prestare maggio'
re attenzione alla teologia pratica ed evan
gelica, potrebbe anche darsi che i laici di
questa generazione escano dalle Chiese co
stituite. (...) Ne abbiamo fin sopra i capelli
dell’aUuale dogmatismo, sia esso liberale o
conservatore. (...) E’ tempo che i pastori voi,
gano le spalle ai club ecclesiastici’ e che
lancino una sfida ai laici a formare con loro
un'équipe impegnandosi nel medesimo compito. E' tempo che i pastori si preoccupino
degli uomini e delle donne di oggi, della
missione e del servizio, nel senso più autentico di questi termini ».
velano che il 1«> gennaio 1966 l’Indonesia
contava sei milioni di protestanti.
Secondo l’inchiesta, la popolazione indonesiana protestante è aumentata di circa
due milioni negli ultimi cinque anni. Le
statistiche uificiali del governo indonesiano
indicano che alla fine del 1961 il numero
dei protestanti ammontava a 4.043.698 in
tutto il paese; il 1« gennaio 1964 era passato a cinque milioni.
Una guida a Calvino
Intanto è uscito il fascicolo n. 2 tiei
« Cahiers de Fanjeaux » dedicalo ai ' .ildesi di Linguadoca e Poveri Cattolici icf.
n. LS del 14-4-67 di questo giornale). .’One il sommario: Ch. Higounet. L amine ile
sociale ed economico di Linguadoca l’^ersu il
1200; M. Mollai. Il problema della potarla
nel secolo XII: E. Delaruelle, Il prohunna
della povertà visto dai teologi e canonisti
nella seconda metà del secolo XII; idem,
L’ideale di povertà a Tolosa nel secolo i\ll:
G. Gönnet, La figura e Vopera di Vaklnsto
nella tradizione storica e s^ecoiido le ultime
ricerche; K. V. Selge, Caratteristiche del pri‘
ino movimento valdese e crisi nel corso della
sua espansione; M. H. Vicaire, Incontro (t
Pamiers delle correnti valdese e domenicana.
1207; G. M. de Llobet, Pamiers alVìnizìo
del secolo XIII; Y. Dossat, / Valdesi meridionali secondo i documenti delVInquisizione; K. V. Selge, Discussioni sulVapostollcità
tra Valdesi^ Catari e Cattolici; idem, L’ala
destra dei Valdesi e nascita dei Poveri Cat‘
tolici; M. H. Vicaire, / Valdesi e Poveri
Cattolici contro i Catari; Centenario della
nascita di Jean Guìraud a Carcassonne.
Protestanti indonesiani
Secondo un rapporto pubblicato in Olanda — riferisce il Service de Presse Réformé
(spr) — i risultati di una inchiesta condotta
dal prof. Tan Goan Tiong, docente di scienze economiche all’univer.sità di Giakarfa, ri
Hartford, Connecticut (USA) (spr) — La
fondazione tedesca Volkswagen ha accordato
un sussidio di 31.500 DM in favore di un
progetto di concordanza, preparata su schedatura, della « Institution de la Religion
Chrétienne » di Giovanni Calvino. Il prof.
F. L. Batlles, direttore del progetto, annuncia che a fine aprile si è conclusa la registrazione su schede perforate del testo latino
del 1559 dell’« Institution » (ediz. Barth-Niesel); due terzi del necessario lavoro di verifica e di correzione è già compiuto. Ognuna
delle 49.000 righe del testo è stata registrata su apposita scheda. Il lavoro è effettuato
al centro meccanografico dell’Istituto di
Tecnologia del Massachusetts. A conclusione
della fase attuale saranno fissati i dettagli
definitivi della stampa e della pubblicazione.
Come avviene in generale per le concordanze, ogni parola sarà situata nel suo contesto.
Il prof. Battles è un calvinologo di fama
internazionale: ha tradotto in inglese T« Institution » e il suo testo c stato pubblicato
Segnaliamo infine un contributo di Giovanni Gönnet, intitolato Waldensia, nella
« Rivista di storia e letteratura religiosa »
deirUniversità di Torino (Anno II, n. .3,
1966, pp. 461-484): colloquio con Romolo
Cegna sul nome di Valdo, sul carattere cattolico 0 riformato del Valdismo medioevale,
sulle citazioni della Bibbia presso i Valdesi
medioevali e sui polemisti Ca.ssini e Ziegler
degli inizi del secolo XVI.
uuiiiiiiiiiiiiitiiimiii
nel 1960 nella n Library of Christian Classics ».
Nel suo rapporto recente il prof. Battle.“
dichiara che sebbene la concordanza si proponga di offrire uno strumento prezioso c
necessario agli studi teologici e linguistici,
il suo scopo immediato è « di affrettare la
preparazione del commento definitivo della
’Institution’, progettato nel 1963 dal compianto prof. Otto Weber, di Gottinga, e da
me ».
3
r
luglio 1967 — N. 30
pag. 3
movimento pentecostale italiano fu fieramente perseguitato a partire dal 1930 e
specialmente dopo la circolare BuffariniGuidi (9-4-1935) (15). Giorgio Spini spiega
che il criminale Buffarin¡-Guidi (ministio
deirinterno di Mussolini) aveva firmato la
suddetta circolare perchè l'Italia aveva bisogno dell’appoggio del Papa per la sua
politica aggressiva nei confronti dell’Abissinia, appoggio che in seguito ottenne (16).
11 valdese Peyrot la considera come il « più
grave provvedimento di intolleranza religiosa che sia stato emanato in Italia dopo
che l’epopea risorgimentale... aveva travolto la legislazione degli antichi Stati
italiani» (17).
Peyrot, Pestalozza, Spini ed altri ricavano dai verbali dei tribunali italiani una
documentazione schiacciante. Ma ancor
più grave è il fatto che i pentecostali italiani siano stati perseguitati persino dopo
la seconda guerra mondiale. Nel 1944
A. C. Jemolo, professore airuniversità di
Roma, partendo da un punto di vista liberale, difendeva al tempo stesso la struttura di chiesa di massa del cattolicesimo e
la libertà politica e religiosa. Egli scongiurava la chiesa cattolica di non insiste.e
testardamente suirosservanza del trattato
del Lateranoi. Lo stato fascista aveva perseguitato i protestanti con cattiva coscienza
e per tristo opportunismo sperando ottenere cosi rassenso dèlia chiesa cattolica;
ma questa avrebbe dovuto respingere da
sè tali tendenze (18). Purtroppo questo savio consiglio non venne allora ascoltato
nè dai vescovi nè dai preti italiani. Così fu
possibile un episodio come quello di Michele Curci, Anziano delia comunità pentecostale, il quale il 30-7-1952 aveva cercato di salvare un comipagno da una ci^ sterna rimanendo soffocato dalle esalazioni.
Il .1 agosto doveva aver luogo il funerale
e una grande folla voleva offrire il suo
tributo al coraggioso concittadino partecipando al funerale evangelico. Ma il prete
cattolico-romano vi si oppose ; per lunghe
giornate rautorità comunale rifiutò di concedere sepoltura nel cimitero che non era
di proprietà ecclesiastica. Nonostante la
calura e le ripetute proteste il cadavere rimase insepolto fino al 7 agosto. Una energica protesta dei comunisti riuscì finalmente a far ottenere giustizia alla famiglia
Curci (19). Spini commenta; «Tutto ciò
è avvenuto nel 1952, anno 4» della Costituzione repubblicana ed 82° dalla caduta del
potere temporale dei papi » (20). Le dure
parole di Spini sono com,prensLbili ; il ministro degli Interni ritiene di dover rispettare la Costituzione nei confronti dei pregiudicati della repubblica fascista di Salò,
ma essa per lui diventa uno scherzo quando si tratta di onesti cittadini che vogliono
tenere in pace il loro culto (21). Sulla base
della, circolare Buffarini-Guidi i pentecostali furono perseguitati fino al 1955 per
la loro opposizione al fascismo;
« La difesa delle libertà costituzionali rischia di restare monopolio dei comun's i,
con qual frutto per la chiarezza della vita
politica italiana è facile immaginare » (2la),
«E soprattutto, in nome del Cielo, ma
che crede di ottenere questo benedetto clero italiano, coll’istigare il governo alla persecuzione’.' Crede che il foglio di via obbligatorio e l'arresto siano la maniera migliore per convertire un protestante al cattolicesimo.' Credono che la polizia possa
arrestare l'emorragia delle conversioni al
cristianesimo evangelico? Dove chiudono
un locale di culto gli evangelici si dividono
in tanti gruppetti, che si radunano clandestinamente di casa in casa... Occorre mettere un carabiniere di fazione davanti alla
porta di casa di ciascun protestante, per
vedere se non centri della gente per radunarsi attorno al Vangelo. Ma, fatto questo, occorre anche mettere lot prete accanto ad ogni carabiniere, per controllare se
poi il carabiniere stesso, di nascosto, no ;
provi la tentazione di leggere il Vangelo.
Al tempo del fascismo, era noto un certo
anziano pentecostale che, ogni volta che
era messo in prigione, si dedicava a convertire i secondini » (22).
In contrasto con i precetti costituzionali
i protestanti ed in particolare i ipentecos ali
vennero privati dei loro diritti. Nel censimento essi figurano automaticamente come
cattolici (23) in quanto, per es., nel 1951
non venne più chiesta l'appartenenza religiosa, ma si doveva semplicemente dire a
quale parrocchia cattolica si apparteneva.
Per anni fu accettato ¡1 vecchio slogan
secondo cui i culti pentecostali sarebbero
stati dannosi alla salute e dovessero essere
proibiti per motivo dj « moralità e di ordine pubblico » (25).
« L’articolo 8 della Costituzione italiana
dice "Tutte le confessioni religiose sono
egualmente libere davanti alla legge". Però
il governo cattolico-conservatore ed i suoi
giudici non ne applicai otto affatto i precetti relativi alla libertà religiosa avanzando logore scuse. Si diceva che non tutti gli
articoli della Costituzione sa ebbero stati
precettivi: essi contenevano soltanto un
programma ed un ordine per il futuro legislatore. Ma anche gli articoli precettiv'
non potevano tutti essere applicati immediatamente perchè dovevano essere precidati da leggi speciali. Naturalmente tra
luesti ultimi venivano comprese le dispndizioni sulla libertà religiosa » (26).
Al ministro degli Interni Sceiba, che si
richiamava ancor sempre alla circolare
Buffarini-Guiic'i, « Il Mondo » suggerì sarcasticamente di aggiungere ai suoi molti
titoli anche quello di «Supremo Tutore e
Curatore dei nostri nervi e della nostra
dolute » (27).
• Nel 1955 gli avvocati Leopoldo Plccardi,
Cario Arturo Jemolo e Giacomo Rosapepe
•Mieme con il Consiglio Federale delle
Chiese Evangeliche ottennero la revoca
tlcMa circolare Buffarini; ma ci volle o ancora degli anni prima che le autorità provinciali finalmente si rendessero conto ohe
lu persecuzione contro i protestanti era
anticostituzionale. Occasionalmente accanono a.ncora oggi degli atti persecutori ma
ta Suprema Corte li condanna regolarmente.
Peyrot lascia aperta la questione « se la
2^- IL RISf'EGLIO PENTECOSTALE iiV ITALIA
Religione deTia iieiezza dei poveri
revoca della circolare Buffarini-Guidi costituisca un primo passo verso una politica di legalismo costituzionale in tema di
libertà religiosa, oppure soltanto l'abbandono di una posizione ormai insostenibile
da parte delle autorità governative » (28).
Le Assemblee di Dio, che per influenza
americana diventano visibilmente sempre
più fondamenta'listiche, guardano con aittidenza la teologia moderatamente critica
della Chiesa valctese (29) sebbene essi debbano molto al Consiglio Federale cei.e
Chiese Evangeliche, di cui i valdesi portano
il peso maggiore. I colloqui tra valdesi e
pentecostali continuano ; il loro esito è
ancora impregiudicato.
Nei confronti del Consiglio Ecumenico
delle Chiese la diffidenza è esitrema perchè
si teme che esso faccia molto troppe concestsioni alla Chiesa cattolica. « Questi unitaristi vorrebbero rafforzarsi assimilando
movimenti in pieno rigoglio, come quegli
a,gricoltori che, per rinvigorire una partita
di vino scadente, lo mescolano con un altra
partita di migliore qualità. In queste mescolanze è sempre il vino buono che patisce nocumento » (30).
I pentecostali non hanno perdonato alla
Chiesa cattolica la sua alleanza col fascismo contro di loro. Non pochi italiani
(cattolici e protestanti) considerano quell alleanza come una pesante ipoteca sui
rapporti tra cattolici e protestanti (31). 11
cattolico Jemolo, specialista ai dir.tto ecclesiastico, scrive al riguardo ; « Al nostro
tazione cattolica della Costituzione chiamandola fascista e non si peritano di mobilitare i comunisti in difesa di ciò che
essi intendono per libertà religiosa, sebbene le loro società missionarie nei paesi
d origine (per esempio le Assemblies ot
God negli Stati Uniti) si oppongano radicalmente al comunismo. La « Feaerazione
delle Chiese evangeliche operanti in Italia »
ha costituito « un vero fronte unico di battaglia » mirante da un lato « a combattere
unitariamente la Chiesa Cattoj.ca e la religione del popolo Italiano e dall adro a
far breccia suU’autorità legislativa, giudiziaria ed amministrativa i^r ottene.ne, essi dicono, la perfetta parificazione ai ogni
setta, senz’alcuna limitazione di ordine pubblico e di buon costume... » (38). Quelle
stesse chiese che nei loro ^esi d origine si
lamentano -per i progressi del l.be.aiismo
vogliono offrire in Italia l’aiuto di quei
medesimi principi che nei loro paesi hanno favorito il liberalismo anticristiano.
(( Può mai la Chiesa cattolica consentire a
questa inversione di posizioni e di privilegi, e tollerare che gente spesso senza dignità e senza scrupoli, italvolta per sola
bramosia di lauti stipendi, di popolarità,
per sforzo di passione e di vendette, sotto
il pretesto della nuova veste "pasiorale"
e con rusbergo di una troppo recente cittadinanza americana, insidino i fedeli cattolici, ingiurino la Chiesa e la religione
del popolo italiano, trascinino gli erranti
non a una diversa religione, ma in definitiva all'abbandono di ogni religione e credenza soprannaturale'.' » (39).
1 pentecostali italiani da nn punto di vista ecumenico
Continuiamo la pubblicazione dello studio del past. Walter J. Hollenweger, direttore del Dipartimento della Evangelizzazione e Missione del
C.E.C., sul movimento pentecostale italiano, di cui è apparsa la prima
puntata nel n. 28 e che si concluderà nel n. prossimo. Tale studio è apparso su un numero speciale in italiano del periodico « Coneept », edito
a cura del Dipartimento Evangelizzazione e Missione del C.E.C.
orecchio suona amaro il coiustatare che
in Italia possa avvenire quel che non sarebbe -pensabile nè negli Stati Uniti, -nè in
Francia, nè in Finlandia, nè in Danimarca,
nè in Svizzera, nè i-n Inghilterra. Queste
scene di ’’dragonate”, d’invasio-ni di case
dove persone cantano salmi o pregano, con
insulti, minacce, percosse, arresti, tutto ciò
senza ohe -si profili la più lontana res-ponsabilità per dii ordina e per ohi esegue, non
possono che causare un disgusto mescolato
ad umiliazione. Che l’Italia qui sia nel
gruppo della Spagna, della Grecia e di altri paesi ohe restano -sul terreno de-lla intolleranza religiosa ci mortifica » (32).
I vari tentativi di giustificazione da parte -di alti dignitari cattolici (33) non migliorano le cose e la -fastidiosa ripetizione
deH’idea che il culto pentecostale sia dannoso alla salute sarebbe ridicola se non
dovesse essere qualificata come mimetizzazione di rimasugli dell’ideologia fascista.
In un articolo più famigerato che famoso
Cavalli scrive che la Chiesa cattolica, in
fo-rza dei suoi divini privilegi e -per il fatto
di essere la sola vera chiesa, deve esigere
per sè sola il diritto alla libertà. La libertà
va concessa solo alla verità e -non all’errore (35). L’arcivescovo di Milano si lamenta che l’inquisizione sia stata soppressa e
vorrebbe che « per motivi superiori d’o-rdine religioso e politico » si imbrigliasse -la
libertà, -specialmente per gli ex-preti (36J.
S. Lener S. J. descrive in numerosi artico-li i pericoli del pro-testantesimo, la sua
alleanza con il comuniSmo, rinvasione dell'Italia da parte di predicatori ed evangelisti, la smania di conversioni dei -pentecostali (37); costoro calunniano l'interpre
Nella loro letteratura essi diffondono
menzogne sul papa e seminano il -dubbio
nei confronti dela religione^ cattolica.
li Convoglia-re gli animi semplici ancora
credenti in Dio e nel Figlio suo -unigenito
a forme esotiche -di vaporosa religiosità comunisteggiante. Se il Sommo Pontefice riceve -gli spo-rtivi lo si accusa di trascurare
la religione e la cultura. Se riceve scienziati e filosofi, si grida alla propaganda politica. Se accoglie paternamente poveri, lavoratori e infelici, si -propalano frottole sulle ricchezze -del Vaticano! Se il clero cattolico-, fedele alla sacrosanta legge di Dio
in-discus-samente acce-tta-ta dagli stessi -protestanti... insiste perchè venga mantenuto
santo e casto il matrimonio, lo si accusa
di usar del confessionale per soddisfare insane e morbose curiosità... » (40).
Queste accuse non -dimostrano affatto la
malvagità dei penteco-stali ma piuttosto
l'incapacità dell’autore di entrare in ra-pporto con persone -di diversa fede, altrimenti che non ingiurie e maligne insinuazioni sulla loro moralità. .Si comprende
dunque che i -pentecostali oggi, dopo il concilio, abbiano difficoltà a credere a una
vera conversione del cattolicesimo.
11 già citato Cario Falconi risponde alle
accuse sopra riportate dicendo che è assolutamente impossibile considerare il -protestantesimo, ed in particolare il movimento -pentecostale, come primo passo verso
rincredulità ; basta -leggere le lettere dei
pentecostali a-ppa-rse su « Nuovi Argomenti » o «Il Mondo». Esse «costituiscono,
senza esagerazione, un capitolo -di letteratura religiosa popolare paragonabile, per
freschezza spontaneità e incandescenza di
Conferenza dei giovani dell Alleanza Riformata Mondiale
Risveglio e rinnovamenfo
Ad Agape si terrà, dal 3 al 7 settembre, subito prima dell’assemblea regionale
europea dell’ARM (Torre Pellice, 7-12 settembre), la Conferenza giovanile, centrata
sul medesimo tema dell’assemblea. Questa conferenza è stata preparata dall’équipe
di Agape e da un rappresentante dell'A-RM; sarà diretta dai pastori Pierre Tuscher
di Losanna e Franco Giampiccoli di Agape.
Ecco il programma :
Domenica 3 :
ore 16 Partenza da Torino (Via Pio V, 1.5).
ore 18.30 Arrivo ad Agape.
ore 19.15 Cena e culto d’apertura (past. F. Giampiccoli).
ore 21.15 -Presentazione delle delegazioni e delle Chiese rappresentate.
Lunedì 4: Scambio di vedute e conversazioni sui segni di rinnovamento nelle Chiese
riformate europee.
Mattino: Presentazione dei questionari, direttive di lavoro.
Lavoro per gruppi linguistici:
1) Chiese riformate di maggioranza.
2) Chiese riformate di minoranza Paesi latini.
3) Chiese riformate anglosassoni.
4) Chiese riformate dei paesi comunisti.
Pomeriggio: Relazione dei gruppi, discussione plenaria.
Sera: Informazioni internazionali.
Martedì 5:
Mattino: Escursione.
Pomeriggio: Studio biblico su Marco 2: 21-22 (Past. Giorgio Tourn).
Discussione a gruppi linguistici.
Sera: Sintesi dello studio biblico.
Mercoledì 6: La ricerca ecumenica sul rinnovamento della Chiesa.
Mattino: Esposizione del past. Hérald Châtelain - Discussione per gruppi linguistici.
Pomeriggio: Sintesi.
Sera: Libera per contatti personali.
Giovedì 7:
Mattino: Conversazione conclusiva — Proposte da presentare all’assemblea da parte
dei responsabili giovanili — Santa Cena.
Pomeriggio: Partenza per Torre Pellice, per TAssemblea regionale europea dell’ARM.
fede, alla migliore letteratura paleocrislina » (41). In quanto alle convulsioni dei
pentecostali, esse sarebbero — per quanto
riguarda l’Italia — «assolutamente leggendarie » (42). Falconi respinge -parimenti l'accusa di ami-italianità, la cui inconsistenza
è già dimostrata dalla storia valdese. Inoltre il coltivare artificialmente il nazionalismo italiano, in questo tempo in cui i popoli devono riawicina-rsi, sarebbe un delitto contro « l’umana fraternità » (43).
Secondo Peyrot « ...nel caso dell’Italia in
particolare... la -politica religiosa del governo e la condizione giuridica riservata
alle minoranze non cattoiliche, sono attualmente indice e testimonianza della posizione -politica di cui il mondo protestante e
quello laico extra italiano debbono avere
esatta conoscenza » (44). A quella Chiesa
cattolica appartengono però non soltanto
la maggioranza dei preti e vescovi eternamente arretrati, ma vi appartengono anche
professori come Jemolo e Rosape-pe che
rendono un servizio a quella chiesa richiamandola alla ragione ed alla tolleranza.
Dal fatto ohe i comunisti si siano impegnati con vigore a favore -dei pentecostali, molti pubblicisti cattolici hanno dedotto che d -pentecostali sarebbero i battistrada del comunismo. Come stanno le cose
realmente? Nel suo scritto « Il -diritto di
tremolare » l’autore comunista Luigi Pestalozza riprende un’espressione di Gaetano Salvemini: « ...chè, se si nega ai Tremolanti il diritto di tremolare, dove va a
finire il mio diritto di non -tremolare? » (45).
L'opuscolo molto ben documentato è
un’accusa spietata al ministro degli Interni
Sceiba :
« Proprio nei confronti dei pentecostali,
infatti, s’è avuto nel 1953 un clamoroso
intervento ufficiale del potere esecutivo,
nella persona dell’allora ministro degli Interni on. Sceiba, che -testimonia di quale
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
(15) La documentazione ed i verbali dei
processi sono riportati nel mio Handbuch
der Pfingstbewegung, Ginevra 1965-67 (ciclostilato). Copie fotografiche o xerografiche
ottenibili presso: ATLA Board of Microtext,
Library of Yale University Divinity School,
New Haven, Connecticut, U.S.A. L’originale
si trova a Zurigo, Berlino, Darmstadt e in
diverse biblioteche degli Stati Uniti. Cfr, specialmente Giorgio Peyrot, La cireolare Buffarini-Guidi e i Pentecostali, Attuare la Costituzione, Associazione Italiana per la Libertà della Cultura 26, 1955, pag. 12-13.
(16) Giorgio Spini, La persecuzione contro gli Evangelici in Italia, Il Ponte, 9/1,
genn. 1953, pag. 5.
(17) Peyrot, op. cit., pag. 5.
(18) A. C. Jemolo, Per la pace religiosa
d'Italia, Firenze, 1944, pag. 35.
(19) Peyrot, L’intolleranza religiosa in
Italia nell’ultimo quinquennio. Protestantesimo 8/1, genn.-marzo 1953, pag. 25. Carlo
Falconi, La Chiesa e le organizzazioni cattoliche in Italia (1945-1955), Torino, 1956,
pag. 304. Cam. Dep. Res. Somm. Interr.
N. 9710 (on. Preti). Lettera dell’Alto Commissario per l’Igiene e Sanità pubblica, del
12.12.1952n. 970/2.160.
(20) Spini, La persecuzione.... Il Ponte
9/1, genn. 1953, pag. 8.
(21) Spini, ibid., pag. 2.
(21a) Spini, ibid., pag. 12.
(22) Spini, ibid., pag. 13-14.
(23) Peyrot, L’intolleranza religiosa in
Italia, Protestantesimo 8/1, genn.-marzo
1953, pag. 8. La Luce 14.12.1951.
(24) C. Falconi, La Chiesa e le organizzazioni cattoliche in Italia (1945-55), pag. 51.
(25) Documentazione in Peyrot, op. cit.,
pag. 28 e Peyrot, La circolare BufferiniGuidi.
(26) Ad. Guggenbiihl, Ein ehristlicher
Advokat und der Kampf um die Religionsfreiheit in Italien, Geschäftsmann und
Christ 2/9, giugno 1962, pag. 15.
(27) 11 Mondo 5, 1953, N. 211, pag. 2,
Ritorno dell’inquisizione. Analoagmente Pestalozza che intitola il primo capitolo del suo
« Diritto di non tremolare » cosi : La salute
degli acattolici preoccupa Sceiba.
(28) Peyrot, circolare Buffarini-Guidi, p. 6.
(29) Cfr. al riguardo la discussione tra
G. Miegge e R. Bracco sul nuovo Dizionario
Biblico in Risveglio Pentecostale 12/5, maggio 1957, pag. 6-9; 12/7-8, lug.-ago. 1957,
pag. 18-20.
(30) Guido Scalzi, Unità non uniformità.
Risveglio Pentecostale 11-12, die. 1956,
pag. 3, 4.
(31) Numerose fonti segnalate da Falconi.
(32) A. C. Jemolo, citato sulla copertina
di L. Pestalozza, Il diritto di non tremolare.
(33) F. Stefano, vescovo di Teggiano, I
protestanti nella diocesi di Teggiano, Fides
maggio-giugno 1958, pag. 151-157. Card.
Schuster, arcivescovo di Milano, Osservatore
Romano, 15.10.1953. Il vescovo di Padova
nel Gazzettino del Lunedì, Venezia, 2.6.’52.
L’Avvenire d’Italia, Bologna, 17.6.1952. Cavalli, Civiltà cattolica 3.4.1948.
(35) Civiltà cattolica 3.4.1948.
(36) Idelfonso Schuster, Osservatore Romano 15.10.1952.
(37) S. Lener, S. J., La propaganda dei
protestanti in Italia, Civiltà cattolica 104,
1953/IV, pag. 254.
(38) Lener, ibid., pag. 255.
(39) Lener, ibid., pag. 266.
(40) Lener, ibid., pag. 267.
(41) Carlo Falconi, La Chiesa e le organizzazioni cattoliche in Italia, 1945-1955,
Torino 1955, pag. 308.
(42) Falconi, op. cit., pag. 101.
(43) Falconi, op. cit., pag. 309.
(44) Peyrot, L’intolleranza..., pag. 1.
(45) L. Pestalozza, Il diritto di non tremolare, Milano 1956.
/ lettori
ci scrivono
Un lettore, da Torino:
Caro Direttore,
con vivo rammarico ho letto sull ultimo numero delt a Eco-Luce » il
ureve — troppo breve — servizio di
cronaca suUa visita di Billy Graham
a Ibrino, già presentata nel numero
precedente in modo assai discutibile;
su questa giornata che 1 evangelista
americano ha passato a Torino viene
ritento in modo cosi succinto, che,
a coloro cne non hanno potuto partecipare ne al colloqui ne al culto, non
r.iuane altro che consigliare, per ave.
re iiuuzie piu ampie, di rivolgersi alla stampa quotidiana o ai reportages
di taluni qumdicmali. Ed evidentemente la cosa è spiacevole. INaturalmente si può non concordare sui mctoui seguiti, sulla torma di presentaz.one, sulla teologia di base di Billy
oraiiam, tuttavia non si può disconoscere ene il 5 luglio Eristo e stato
annunziato ad una folla, che non è
stata adunata in nessun altra occasione nene nostre entese. E certamente
non sta a noi valutare il risultato di
questa predicazione : semmai dobbiamo preiulere atto del lenomeno con
senso di umiltà.
ij articolo dell « Eco-Luce » mi semina pertanto voier minimizzare il valore di questa testimonianza evangelica nella citta e nella diaspora, non
solo ma non voler riconoscere che essa ha avuto un eltetto notevole e, direi, cniariiicatore, nelle riunioni che
Hanno seguito, ridimensionando taluni atteggiamenti non formali e proprio alla base delle nostre chiese, di
uiiierenti denominazioni.
se me lo permetti vorrei puntualizzare alcuni pensieri :
1) n Assemblea del 5 luglio era
evidentemente mterdenominazionale
come IO sono state quelle delle riunioni di Corso Uddone, Corso Vittorio, Via Bassalacqua, come è rilevato dait « Eco-Euce ». Questa ius.one
e stata possibile, viva, etficace perchè
catalizzata dalla Parola di Dio : e stata spontanea, non retta da regolamenti e norme. Vien fatto di domandarsi seriamente se i nostri pensieri
su lederazioni, patti di unione et simula, non siano originati dalla nostra preoccupazione di applicare alle
chiese e ai credenti i metodi validi
nel mondo. E peraltro sappiamo
quanto poco questi progetti sono « sentiti » dalla base e quanto risentano
„di ragionamenti di alcuni pochi.
2) Nell’articolo dell’« Eco-Luce »
viene latta la seguente osservazione:
« da chiedersi com’è possibile che un
messaggio come questo possa riunire
grandi lolle, qua e là per il mondo ».
Ea risposta mi pare ovvia : la predicazione era centrata tutta sulla Carola e Pannunzio della salvezza chiaro, limpido, elementare, comprensibile anche a chi, come capita anche
ai nostri membri di chiesa — sappiamo quanto poco conoscono la Parola
i nostri catecumeni — non ha una
conoscenza della Bibbia.
Sono certo che per molti si sarà
posto il problema di riscoprire — prima di tante altre riscoperte — la verità vera della Parola.
3) Nell’articolo si parla delle impressioni suscitate negli ascoltatori c
si nota che se per molti l’adesione è
stata completa, gioiosa, entusiasta,
per altri « forse meno numerosi, ma
altrettanto convinti, la perplessità,
ecc. » (ved. punto precedente).
Ora, da quanto ho potuto constatare nella riunione del 9 u. se. in
Corso Oddone, alla quale ho partecipato, e in quelle successive in Corso
Vittorio e in Via Passalacqua, a
quanto mi è stato riferito, l’apporto
di questa predicazione di Billy Graham ha posto in seria discussione il
tipo di predicazione che spesso va
per la maggiore al giorno d’oggi. La
massima parte degli interventi è stata per un annuncio semplice, chiaro
della salvezza in Cristo, fuori dai riferimenti costanti ai fatti, seppure
gravi, del mondo. Due voci soltanto
hanno citato... il Vietnam e — vedi
caso — i poveri arabi, argomenti tra
loro legati dalla disciplina, se non di
partito, di ideologia.
L’impressione riportata è stata che
finalmente, e forse per la prima volta, e per il contributo umile, ma fermo e sereno di membri delle Chiese
dei Fratelli e dei Pentecostali, è stato fatto un richiamo ad una predicazione più concreta della Parola. E
non si venga a dire che in tal modo
la Parola è disincarnata, perchè quando un uomo è preso da Cristo, sa testimoniare.
Penso ad un caro fratello — della
Chiesa dei Fratelli — in fabbrica con
me, la cui fede è nota chiaramente
a tutti.
Non mi illudo di trovarti consenziente con me in tutto quanto sopra
ho scritto : ti prego tuttavia di pubblicarmi e di ricevere i miei affettuosi saluti. Guido Ribet
Ma la predicazione alla Billy Graham è appunto quella che va per la
maggiore, salvo eccezioni sui nostri
pulpiti.. Evidentemente ci figuriamo
in modo un po’ diverso la ’’concretezza’’. Fraternamente, g. c.
4
pag. 4
N. 30 — 28 luglio 1967
Cirai
E
l'EECl
Apoliticità [ulti ràdio per i ragazzi
e parodia
SulVuUimo numero, 3-4/1^67, di « Christianisme social» sotto il titolo a Apoliticità
e parodia: Paolo VI a Fatima», abbiamo
letto questa nota critica abbastanza eccezionale nella stampa protestante francese.
Dopo aver sorvolato la Spagna, « nazione
cattolica e dilettissima », il papa tocca il
suolo del « Portogallo cattolico », « questa
benedetta terra di santa Maria ».
Gli Spagnoli e i Portoghesi hanno infatti
il privilegio raro di avere come capi, e da
vari decenni, i signori Franco e Salazar. Una
vera benedizione!
Ma questo viaggio non ha detto nulla degli assassini politici, delle torture politiche,
delle prigioni politiche...
Questo viaggio non ha nulla di politico,
dato che Paolo VI si è accontentato di dare
un appoggio indiretto a governi che hanno
servito bene la sua Chiesa mantenendo cattoliche e preservando dalla repubblica le loro nazioni.
Questo viaggio non ha nulla di politico,
dato che il papa non ha parlalo nè dell’Angola nè del Mozambico, terre in cui si vivono altri Vietnam di cui il Santo Padre non
sente parlare valentieri, dato che i G.I.s di
laggiù sono soldati cattolici di governi cattolici.
Se il papa non vuol fare politica, non ne
faccia. Ma non ne faccia per nulla. Allora
la sua posizione sarà sostenibile, in linea di
principio.
Ma egli fa della politica, anche solo salutando la Spagna di Franco e il Portogallo
di Salazar.
Egli vuole la Pace. Invoca la Pace con
tutta Tanima. Prega per la Pace. Farebbe
meglio ad agire in conseguenza e, dato che
fa della politica, sarebbe bene che facesse la
politica della Pace appunto là, nei paesi cattolici, dove ha qualche possibilità di essere
efficace : in questo caso, nella Spagna e nel
Portogallo. Ma come il papato di avantieri
non ha condannato al momento opportuno
la Germania di Hitler, ma anche dei Concordato, il papato di oggi non pare voler
condannare la Spagna di Franco o il Portogallo di Salazar!
Eppure questo papa si preoccupa della libertà e •— naturalmente — della libertà religiosa. Un pensiero a anima e agita la sua
preghiera », volge « il suo ricordo ai paesi
nei quali la libertà religiosa è praticamente
oppressa ». Ma non pensa che alle difficoltà
cui sono esposti i fedeli della sua Chiesa.
Nella Spagna di Franco ai protestanti non
resta che accontentarsi dello statuto derisorio che ci si è degnati di concedere loro!
Sul piano strettamente spirituale, che cosa
pensare del pellegrinaggio del papa? Paolo VI
ha scelto Fatima, luogo poco convincente,
è il meno che si possa dire...
Se non si trattasse che di una questione
cattolica, non avremmo che da tacere con
10 stesso rispetto che dobbiamo avere davanti alle manifestazioni di qualsiasi fede
che ci sia estranea.
Ma per il mondo il papa si presenta come
11 rappresentante della cristianità e, per il
mondo, lo è effettivamente. Disponendo di
tutti i mezzi più efficaci e più potenti di comunicazione, egli, lo vogliamo o no, parla
in nome di tutti quelli che portano il nome
cristiano. La sua voce è quella che ha le migliori probabilità di essere ascoltata da quelli — e sono centinaia di milioni — per i
quali l'Evangelo non significa nulla.
E la sua voce, questa voce ascoltata, si
leva a celebrare i meriti di una nostra Signora di Fatima...
Non si tratta qui di Maria, di ciò che essa
rappresenta per noi, di ciò che rappresenta
per ogni vera chiesa, ma di una delle innumerevoli Marie.
In tal modo viene proposta agli uomini
di oggi una caricatura della chiesa. Ed è
qui, in modo tutto particolare, che dobbiamo esprimere il nostro netto rifiuto di qualsiasi compromesso.
In questo, come in ogni secolo, TEvangelo solo, puro, senza escrescenze benigne o
infette, dev'essere annunziato da tutti i fedeli di tutte le chiese riunite in uno spirito
autentico di ecumenismo.
Sulla via di Fatima Paolo VI ha preso a
TORME PELUCE
IL GRUPPO FILODRAMMATICO
«AMICI DEL COLLEGIO»
presenterà
la sera del 4
del 5 Agosto
AULA MAGNA
DEL COLLEGIO VALDESE
ore 21.15
il dramma in tre atti
Fine dell’alibi
di Dario G. Martini
lina commedia su un argomento dì
grande alliialità: il costante pericolo
della guerra totale e dello sterminio
atomico; il profondo anelito di tutti
gli uomini alla pace: « La pace vera
nata daH'amore deH’uomo per l’uomo.
Basterà un grido, Sid, e io ti dico che
quel grido verrà. Vogliamo vivere! ».
Biglietti presso la Cartoleria Mura
prestito la macchina per risalire il tempo,
ma non l’ha saputa fermare a tempo. Circondato da dittatori in funzione e da principi pretendenti, il sommo pontefice ha dato,
in onore della vergine, una tristissima parodia.
Arnaud Maine
Sul quaderno 2807 de « La Civiltà Cattolica » (.3.6.’67) il gesuita Giovanni Caprile
dedica un articolo al recente viaggio di
Paolo VI a Fatima, Dimensioni di un pellegrinaggio. L’autore afferma che il carattere
del viaggio è stato « esclusivamente religioso », respingendo le valutazioni e le critiche
espresse da laicisti e protestanti (fra questi
viene citato un articolo di G. Richard-Molard su (( Réforme » e articoli comparsi su
« Nuovi tempi »), secondo cui il papa avrebbe indirettamente appoggiato il regime salazariano: « Abbiamo così assistito ai soliti
tentativi di accaparramento e a conseguenti annunci di ’proteste’, a interpretazioni
unidirezionali e a dare suggerimenti su
quanto il papa avrebbe dovuto fare o non
lare, tanto più irriguardosi, ingenui e fuori
luogo quanto meno richiesti e opportuni ».
Mentre la risposta su questo punto ci pare
poco convincente, interessante è la contestazione della tesi di coloro che si stupiscono
e si scandalizzano, da un punto di vista ecu.
menico, che Paolo VI abbia indulto a un
cattolicesimo deteriore (ancora vengono citati gli stessi organi di stampa protestante):
« In che cosa si debbono scorgere ’quegli
aspetti più tradizionali e deteriori della pietà cattolica' o quegli altri ’aspetti meno
evangelici e spesso chiaramente superstiziosi’ del culto verso la Vergine dì Fatima, o
le ’sopravvivenze pagane’ in seno alla Chiesa? In che cosa Paolo VI avrebbe avallato
e incoraggiato ’un cattolicesimo deteriore’,
al punto di far temere ’una battuta d’arresto
sul cammino deirecumenismo’? Timori e
commenti che si giudicano da sè ». E su
questo secondo punto ci sembra che lo scrittore gesuita abbia ragione.
L’abate agit-prop
In una chiesa cattolica del Vallese, in una
delle ultime domeniche, un ’comunista’ con
pullover rosso ha interrotto la predica del
curato. Affermava di non credee in Dio. I
fedeli stavano per mettere alla porta il perturbatore, ma il predicatore ha invitato l’uomo a impegnare il dialogo sull’esistenza di
Dio. La predica si è così trasformata in un
contradditorio, con in sordina i commenti
dei fedeli indignati. Si è poi venuti a sapere
che il preteso comunista era un autentico
abate. Strategie della predicazione...
Rinnioiti del IS Agosto
Si comunica che le riunioni del 15
agosto avranno luogo a Bobbio Pellice
(Fontana della salute) e a S. Germano Chisone (località Chiabrandi). Sul
prossimo numero verrà pubblicato il
programma dettagliato.
La Comm. del I Distretto
Come già l’anno scorso, pur questa
estate, nelle ultime due domeniche di
luglio e nelle prone due domeniche di
agosto, l’Emission protestante di Radio Sottens, nella Svizzera romanda,
associerà i ragazzi al culto degli adulti (responsabile di questa serie di
culti è il past. Bernard Reymond).
Segnaliamo in modo particolare
questi culti (Radio Sottens, la domenica alle ore 11) ai dispersi nella diaspora delle vacanze. Forse potranno
venirne pure utili indicazioni per una
ripresa periodica dell’iniziativa tentata in Italia la domenica 16 luglio dal
nostro Servizio Culto Radio. Vi ricordiamo; scriveteci le vositre impressioni, le vostre critiche, i vostri desiderata.
Poiché parliamo della cosa, non sarebbe possibile una certa diversificazione in queste nostre brevi radiotrasmissioni? Nessuno si sogna di contestarne la validità; ma ci si può anche chiedere se una formula che si
protrae invariata da oltre vent’anni,
non potrebbe essere utilmente diversificata. Non sarebbe possibile e anzi
efficace avere ogni tanto un culto preparato da diaconesse e infermiere,
particolarmente rivolto agli ammalati? o un culto presieduto da una
donna, da un giovane? Non si tratta
tanto di « variare la formula » a scopo psicologico-utilitario, ma piuttosto
di fare effettivamente sentire quella
molteplicità di doni, quella varietà di
servizi di cui le nostre chiese non
sono prive.
Una proposta, gettata lìi
SPIGOLANDO NELLA STAMPA
Echi della settimana
a A nelle gli australiani vanno ad
ammazzare e a morire in Vietnam ». Così
inizia la prima puntata di un articolo di
Tiziano Terzaohi, dedicato a una profonda
analisi della situazione politica dell’Austiralia Noi italiani siamo troppo lontani da
quella nazione (grande quanto gli U.S.A.,
ma con una popolazione di appena 11 milioni e 750.000 abitanti), per poter agevolmente comprendere le ragioni della sua
politica. Siamo facilmente indotti a giudizi severi, attribuendo agli australiani (di
a cura di Tullio Viola
ciamo francamente) o « stupidità politica », o « perversione morale »! Ora è bensì
vero che gli australiani partecipano della
stoltezza e del peccato di tutti gli uomini,
ma non è detto ohe siano più stolti o più
peccatori degl’italiani, o dei sovietici, o
degl'inglesi, ecc. Perciò l’articolo del Terzaghi ci sembra una fonte preziosissima
d’informazioni.
« L’Australia è potenzialmente un paese
ricchissimo. Le sue riserve di carbone sono
immense, quelle di bauxite le più vaste de!
mondo, quelle di ferro sono stimate a circa
otto miliardi di tonnellate, la sua produzione di piombo è la prima del mondo,
quella di zinco la terza, ma il suo problema sono i capitali e questi non sono reperibili sul mercato nazionale. L’industria
chimica, quella alimentare, quella elettrica,
Comunione fraterna a Rorà
Ovunque noi volgiamo lo sguardo non
vediamo che i segni della separazione di
classi e di popoli. I segni di una umanità
vittima delle proprie oscure macchinazioni
in cui ognuno cerca il proprio interesse. Oggi ancora gli uomini appaiono divisi tra loro. A parlare di amore fraterno, di comunione, di aiuto reciproco e di disinteresse si
ha l’impressione di essere cc un ramo risonante o uno squillante cembalo » anche, alle
volte, all’intemo delle nostre stesse comunità.
Ma a Rorà domenica 16 luglio è successo
qualcosa che ha gettato un giudizio decisamente negativo su tutto questo mondo dell'uomo perchè è stata una giornata dal netto significato della presenza dello Spirito
del Signore che ha unito simbolicamente due
comunità che fino a qualche anno fa si ignoravano. Nel tempio gremito si sono ritrovate
le comunità di BaUysillan (Irlanda) e di
Rorà con i rispettivi pastori. Un gruppo di
circa quaranta persone è venuto a Rorà per
consegnare ufficialmente e dedicare al servizio del Signore uno stupendo piccolo organo elettronico costruito secondo i principi
della tecnica più progredita. E realmente
tutti noi abbiamo sentito che in questo avve
nimento vi era la presenza del Signore pel
chè altrimenti nessuno avrebbe potuto rea
lizzare quanto è stato fatto. Il culto svolto
nelle due lingue alternate nelle varie part
liturgiebe, il canto di inni dalla stessa me
lodia cantati simultaneamente nelle due lin
gue e la celebrazione della S. Cena, celebra
ta dai due Pastori delle due comunità e eoa
diuvati da un Anziano per ogni comunità
mililllliilillllliiilliii
Religione della fierezza dei poveri
SEGUE DALLA TERZA PAGINA
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 173, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre PeUice (To)
trattainento sono onorati i cittadini italiani che non professano la religione cattolica,
apostolica, romana e in quale conto siano
tenuti dai nostri governanti i precetti costituzionali che affermano la piena libertà
religiosa, in ogni sua forma e manifestazione.
« Va premesso che il culto pentecostale
venne proibito in Italia con la circolare
Buffarini-Guidi, 9 aprile 1935 n. 600/158,
perchè ”i suoi riti si sono dimostrati nocivi
alla salute fisica e psichica della razza’.
Per essere stati quelli i tempi in cui Nicola
Pende andava elaborando fantastiche teorie biologiche per affiancare al tipo germanico di Hitler un ’’tipo” italiano di Mussolini, la motivazione deU'allora ministro
degli Interni Buffarini-Guidi al provvedimento contro i pentecostali aveva se non
altro il merito di essere alla pari con la
tragica stupidità dei tempi. Di questo parere, peraltro, non doveva essere 1 on. Sceiba che, il 10 febbraio 1953. rispondendo a
una interrogazione dell’on. Preti sulla persistente intolleranza di cui era fatta oggetto la chiesa pentecostale, ebbe a dichiarare testualmente; ’'L’esercizio del cosiddetto culto pentecostale non è ammesso in
Italia per la particolarità dei riti i quali si
sono dimostrati nocivi alla salute fisica e
psichica degli adepti”.
« Va dato atto aH’allora ministro degli
Interni democristiano di non essersela sentita di ripetere la dizione originale del
suo collega e predecessore fascista, avendo cioè reputato più saggia cosa impiegare
il termine "adepti” al posto di quello abbondantemente screditato di ’’razza . Resta tuttavia il fatto che per i nostri governanti la validità della famigerata circolare,
con tanto di motivazione, era evidentemente perdurante, e quindi regolarmente applicata dagli organi statsili, noncnstante la
chiara smentita che le veniva dagli articoli
8 e 19 della Costituzione... » (46).
Pestalozza sa benissimo che i pentecostali non sono interessati alla politica (47).
« Non è certo una costruttiva antitesi all'ordine costitutivo quella del pentecostale
che trova conforto alla pena terrena nella
certezza della gioia ultraterrena, che si
consola della povera esistenza quotidiana
nella mistica partecipazione alla vita delia
comunità religiosa, che placa i conflitti
umani nella lettura dei Vangeli, in una
rassegnata sopportazione; se mai anzi
sono, questi, atteggiamenti negativi, si intende dal punto di vista della lotta di
classe. Ma inseriti nel tessuto sociale meridionale oppresso da ataviche soggezioni,
proprio in quanto, e solo in quanto determinino una sottrazione al dominio spirituale dell’ autorità tradizionale, questi
atteggiamenti divengono perciò stesso un
fatto sociale ben individuabile nelle sue
premesse e conseguenze». (48).
Ciò significa che j .pentecostali neU’insieme non sono affatto comunisti, sebbene molti di loro votino per il partito comunista. Ma come è possibile che la Chiesa cattolica rinfacci seriamente queste cose
ai protestanti quando nella cattolica Italia
il 40 della popolazione vota per il partito
comunista? Sarebbe molto più ragionevole
dire che sono i cattolici che hanno mandato i comunisti in Parlamento. Inoltre: per
chi dovrebbero votare i pentecostali? forse
per i « democristiani » e la loro pluriennale politica di persecuzione? D'altra parte
Pestalozza ha perfettamente ragione quando smentisce Ottaviani il quale ritiene che
la maggior parte dei convertiti evangelici
siano dei comunisti autentici (49). Questa
politica Mario Miegge la definisce come
« infantilisme d» qui se plaît à trouver un
seul casier pour y mettre tous ses adversaires » (50).
(46) Pestalozza, ibid., pag. 3, 4.
(47) Ciò si ricava dagli Statuti delle Assemblee di Dio.
(48) Pestalozza, ibid., pag. 25.
(49) Pestalozza, ibid., pag. 25, 26.
(50) Mario Miegge, La diffusion du protestantisme dans les zones sous-développce.s
de l’Italie méridionale, Archives de Sociologie des religions 4-8, lug.-dic. 1959, pag. 87.
sono stati di una edificazione profondamente sentita da tutti : le due comunità in quei
momenti così intensamente carichi di significato si sono trovate unite di fronte al loro
unico Signore.
Eccoci allora di fronte ad un avvenimento che viene a mettere in crisi il nostro pessimismo per la vita della Chiesa e che ci fa
vedere come lo Spirito di Dio è ancora alt opera in mezzo a noi: la nostra parte è solo nello scoprire l’azione dello Spirito per
rallegrarcene e riprendere nuove forze da dedicare al Suo servizio.
Subito dopo il culto il gruppo irlandese
con alcuni rorenghi si sono radunati intorno
ai nuovo organo e, per oltre un’ora, cantavano inni di lode al Signore per esternare
tutta la gioia cristiana e fraterna per essere
a Rorà in una occasione così unica. Alle ore
i3 presso la trattoria dei sigg. Giusiano, nostri validi collaboratori, veniva servito ai
nostri fratelli irlandesi l’ottimo pranzo offerto dai Concistoro. Alle 15 si dava inizio al
bazar di beneficenza che, allestito in collaborazione dell Unione femminile per questa
speciale occasione, dava risultati veramente
insperati. Prima di concludere la nostra
giornata il pastore Wynne proiettava im film
girato alle Valli due anni prima. Dopo una
giornata così intensa i nostri cari Amici iriandesi potevano riprendere la via del ritorno a Torre Pellice.
L avvenimento di domenica 16 luglio non
è che l’epilogo di un’azione intrapresa circa
quattro anni fa quando il pastore Wynne
della comunità di BaUysillan di Belfast,
nell’Irlanda del Nord, chiese al nostro Moderatore di voler effettuare uno scambio di
ministerio pastorale con un pastore valdese.
iNoi rispondemmo a queUa richiesta e subito
se ne iniziarono le trattative. Dopo due anni
circa lo scambio avvenne : era l’estate 1965,
e i due Pastori con le rispettive famiglie al
completo si incontravano a Londra per conoscersi personalmente e prendere gli ultimi
accordi. Per noi tutti era una esperienza assolutamente nuova e con molte incognite,
ma eravamo sicuri che il Signore era con noi.
La nostra permanenza in Belfast e il nostro
ministerio in BaUysillan sono stati di una
ricchezza grandissima. Sebbene quella comunità sia composta di oltre 2500 persone
con il conseguente notevolissimo carico di
lavoro pure è stato veramente beUo servire
il Signore in quella comunità e fra quei fratelli. Ci siamo sentiti come a casa nostra per
cui i disagi e le difficoltà in cui improvvisa,
mente con i nostri bambini siamo venuti a
trovarci vivendo in un paese così differente
e così lontano, sono stati felicemente superati : questo nostro lavoro è stato come una
offerta ebe abbiamo fatto al Signore nel servizio della comunità in cui lavoriamo ancora
oggi
Dopo un certo tempo il pastore Wynne ci
faceva sapere di voler donare alla nostra comunità un organo i cui fondi egli avrebbe
raccolto proiettando il film che egli stesso
aveva girato in Italia ed iniziava così quella lenta ma progressiva raccolta di fondi che,
grandemente integrata dalla comunità di
BaUysillan, portava alla realizzazione del
progetto: il 21 giugno l’organo arrivava a
Rorà direttamente dalla Hohner, fabbrica
tedesca di strumenti musicali.
Domenica 9 luglio il gruppo arrivava a
Torre PeUice, ospite della Foresteria, e fino
al giorno 21 ha visitato gran parte delle 'Valli con due gite alla Riviera ligure.
Nel riferire queste sommarie note non
possiamo non esprimere la nostra gioia e
soddisfazione nel Signore perchè attraverso
le nostre fatiche ed i nostri impegni abbiamo potuto realizzare non solo un dono cosi
bello ed utile alla nostra comunità di Rorà,
ma soprattutto un legame nuovo, di apertura verso altri fratelli. Abbiamo cosi riscoperto ancora una volta che ogni nostra fatica fatta nel Signore non è mai vana. Ed è
appunto in questa prospettiva ed in questa
convinzione che noi ripetiamo ancora una
volta il nostro più sentito ringraziamento nel
Signore alla comunità di BaUysillan. A. R.
quella metallica, quella dei cosmetici sono
controllate da capitali stranieri in percentuali. superiori, al 60% con punte fino al
97% (l'industria farmaceutica), al 95%
(quella meccanica). Delle più grandi 872
aziende australiane, 506 sono completamente in mano a investitori stranieri. L'afflusso
ai capitali dall’estero è stato negli ultimi
anni, di circa 400 milioni di dollari all’anno... Oggi, sul totale di questi investimenti,
la maggioranza è ancora di origine inglese
(46% contro 38% USA), ma la maggioranza
dei nuovi afflussi di danaro è sostanzialmente
americana. È anche per questo che l’Australia ha oggi in Vietnam più di 6.000 soldati,
due navi da guerra, uno squadrone di bombardieri ed è in ragione o con la scusa di
questa guerra che l’Australia ha accettato
senza scosse una decisione che in momenti
ben più drammatici non era stato possibile
prendere: la coscrizione obbligatoria...
« Però il Vietnam non è che l’occasione
per la coscrizione obbligatoria. Dietro tutto
questo sta un nuovo e deciso orientamento
delta politica estera australiana, fienaia da
Menzies, ma ora portata avanti senza ripensamenti da Holt ormai in carica da più d’un
anno e mezzo: la politica asiatica...
« Alla base di ogni politica estera c'è la
sopravvivenza nazionale; alla base dell’atteggiamento politico dell’Australi a c'è anche una ben manovrata paura. Una paura
precisa, un diffuso timore d’essere un’isola
sperduta nell’Oceano Pacifico, un’isola bùiiica in mezzo ad un mondo di colore. E
questa paura generica che oggi è facii- far
sedimentare attorno a un concetto non chiarito, ma pieno di suggestioni e di minucce:
la Cina...
a In Australia la teoria del dominie non
si discute, non si discute che lAuoralia
sarebbe una delle carte a cadere s< rade
la prima. Lo slogan è banale: ’’con-aliamoti là prima doverli combattere qui’.
Da aggiungere a tutto questo, pc-. spiegare l'atteggiamento australiano, < lo
sforzo fondamentale di questo paese ricco,
ma tutto sommato in via di sviluppo v"rso
una identificazione nazionale, verso :: concretizzarsi di una sua immagine, v- so lo
stabilirsi in una precisa geografia p-cinca.
« L’Australia accettando la sua po .zione
geografica, tenta di farsi unimmagii.j come paese asiatico, alleato di paesi cicalici
Uberi, parte di un sistema asiatico d: difesa
contro il comuniSmo, contro la Cinu Pino
all’ultima guerra mondiale, VAustrauo, legata da ogni possibile rapporto ali • gbilterra, tendeva all’Europa, combatte a in
Europa, si sentiva una nazione ec --pea
posta per un "caso geografico” nei tiare
dell’A.sia. Fu solo dopo l’affondamene della "Prince of Wales” e della "Repiiis. nel
¡941, dopo la caduta dell’ "iinpien. mie’
Singapore, quando i Giapponesi b i -.¡bardavano Darwin ed erano ormai alle corte
come invasori, che l’Australia ha ■ cyiito
liconoscere la sua asiaticità, la sua .acolmabile distanza dall’Europa, la su vulnerabilità all’attacco dei paesi suoi ■icini
dell’Asia (allora fu il Giappone, ut anni
'50 era l’Indonesia, oggi sarebbe le. . aia).
« Con la caduta di Singapore, rAui.iralia
dovette constatare che, oltre ad ess. ¡e un
paese strategicamente asiatico, non .n-eva
più far conto sulla protezione deli .’ghilterra nel caso che questa fosse im¡ ’nata
politicamente o militarmente altrove, cè poteva difendersi da sola. Mentre la r-.iggioranza delle sua truppe erano a 7000 ai glia
di distanza nei campi di battaglia da: africa
e i giapponesi invadevano la Nuov., Guinea, l’allora Prima Ministro John urtin
dichiarava: ”Io voglio far chiaro .senza
inibizioni di sorta che l’Australia n/i/n
ora all’America”. E l’America, \,..-.iulo
nell’Australia una base sicura milita, lu .nte,
e politicamente stabile per la sua i ,,,, offensiva nel Pacifico, venne e l’aiutò i .valvarsi... ».
(Da « L’Astrolabio » del 16-7-’67).
Il quadro, indubbiamente preoccupante,
che emerge da quanto ripoirtalo, basui ad
orientare j lettori su molte questioni, vicine
e lontane aH’argomento. Per es. non sarà
difficile trovare delle risposte a domande
cerne queste; Quale terribile influenza può
esercitare il capitalismo, su una nazione
che non è ancora riuscita a liberarsi da una
condizione di mezza-colonia? Pochi milioni di cittadini possono pretendere di conservare il possesso d'un territorio ricchissimo ed immenso, circondato da un
mero enorme di esseri umani in miseria
Perchè ringhilterra cerca così attivamente
d unirsi all’Europa? ecc.
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