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Anno 120 - n. 33
31 agosto 1984
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3
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
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Punti
di vista
INTERVISTA A GIANNA SCICLONE, PRESiDENTE DELLA COMMISSIONE D’ESAME
Il Sinodo e il suo contesto
leggi attuali sul fenomeno
del terrorismo basano tutta la
loro elflcacia sul concetto del
« pentimento » e per questo i terroristi in carcere sono stati divisi in due grandi categorie: i
pentiti e gli irriducibili.
i primi, « i pentiti » sono coloro che per convenienza o per
convinzione hanno recitato il
mea culpa ed hanno dato un
contributo di « eccezionale rilevanza » per la sconfìtta e la disit'uzione dell’organizzazione terroristica di cui facevano parte
e per questo hanno ottenuto notevoli vantaggi sul piano processuale e della pena e, non di rar
do, libertà unita a denaro.
I secondi, i cosiddetti « irriducibili » sono tutti gli altri, coloro
che pur essendo condannati a
gravi pene o accusati di gravi
delitti non rifiutano il loro passat(s e rivendicano ralterità del
loro sistema di pensiero e delle
azioni violente che ne conseguono rispetto a quello dello stato.
In questo gruppo rientrano anc!m; molti presunti terroristi accusati di reati associativi (es.
partecipazione a banda armata)
che si sono sempre dichiarati
innocenti, ma sui quali pesa l’aceusa di un pentito. Sono « irrifUscibili » semplicemente perchè
— dicono — non possono pentirsi! di cose non commesse.
A queste due categorìe se ne
è aggiunta un’altra nata nelle
carceri e nei processi: i cosiddeUi « dissociati » cioè coloro
che attraverso un processo di
autocritica del loro passato rilitUi'iio la lotta armata come
mezzo di lotta politica pur continuando a considerarsi militanti « rivoluzionari ». A costoro è riservato lo stesso trattamento processuale e penale degli
irriducibili e vengono condannati a pene ben più severe di quelle cui sono sottoposti i grandi
pentiti colpevoli di reati molto
più gravi.
Quello dei « dissociati » è un
fenomeno ormai maggioritario
tra detenuti.
Termini come « ravvedimento, espiazione, riconciliazione »
entrano spesso negli scritti pubblici dei dissociati ed alcuni di
loro hanno maturato la loro decisione attraverso un travaglio
interiore che li ha portati in contatto col messaggio cristiano. Essi si rivolgono dunque alle chiese non solo per attrarre l’attenzione sulla loro condizione, ma
con desiderio autentico di approfondire l’annuncio cristiano
del ravvedimento e presentano
la loro dissociazione come un
autentico atto della fede che ha
messo in soqquadro le vecchie
certezze.
Ci chiedono di essere dèi loro
interlocutori reali. Noi evangelici, di fronte a queste richieste
non dovremo essere esitanti, ma
capaci di testimoniare che il ravvedimento che a loro e a noi è
richiesto è l’accettazione dell’Evangelo di Gesù, di un nuovo
orientamento della propria vita.
« Ravvedetevi e credete nell’Evangelo » (Me. 1; 15), questo è
stato il messaggio dì Gesù. Questo non ha niente a che fare
con gli atti di contrizione di una
cattiva teologia cattolica, che altri propongono come legge dello stato per i dissociati.
Giorgio Gardiol
La Commissione d’Esame ha trasmesso al Sinodo tre lettere che sollevano problemi etici
e teologici e che indicano il quadro in cui si situano i problemi all’esame della sessione 84
Gianna Sciclone, pastore in Abruzzo, è presidente della Commissione d’Esame, il quartetto — due pastori e due laici — che
ogni anno lavora intensamente per un mese prima del Sinodo per
valutare l’operato della Tavola valdese e delle altre Commissioni
sinodali amministrative e riferirne al Sinodo orientando i suoi lavori. La distogliamo dalle ultime battute del lavoro della CdE
per rivolgerle alcune domande.
— In che quadro si situa il
Sinodo 1984?
— La CdE ha ricevuto questo
anno tre lettere molto interessanti, tutte riguardanti grandi
problemi etici: la prima viene
dalla Riverside Church di New
York, una grande chiesa impegnata per i diritti umani, nella
quale a suo tempo ha predicato Martin Luther King; contiene l’invito a istituire dei gemellaggi con le chiese italiane
in vista di un lavoro comune
per la pace e il disarmo.
La seconda viene dal carcere
di Rebibbia da parte di due giovani che scontano pesanti condanne per trascorsi terroristici,
dai quali ormai si dissociano;
chiedono di entrare in dialogo
con noi e ci pongono l’inquietante quesito di cosa sia l’espiazione.
La terza viene daH’internp delle nostre chiese, dal Movimento
TEV (« Testimonianza Evangelica Valdese »), è corredata di un
certo numero di firme e chiede
al Sinodo di condannare l’omosessualità e riaffermare principi
saldi che mettano al sicuro la
famiglia in pericolo.
Molte altre sollecitazioni ci
pervengono dalla vita quotidiana
e dal panorama internazionale.
Di fronte a questi, i nostri problemi sinodali si ridimensionano: non ne vogliamo trascurare
neppure uno, ma vorremmo anche tener presente il quadro più
ampio in cui si colloca la nostra testimonianza.
Il pastore Gianna Sciclone mentre parla atta festa del XV agosto.
— In che modo vi siete proposti di non trascurare neppure
uno dei problemi che si pongono al Sinodo?
— La CdE di quest’anno, per
una volta, ha cercato di estrarre dalla Relazione al Sinodo
stampata a cura della Tavola tutto ciò che è sembrato utile e
importante e che non va tralasciato. Buona parte del volume
infatti non viene letto dai mem
ATTI 8: 4-25
Ora so che fare della mia vita
bri del Sinodo (gran parte dei
quali lo riceve solo il giorno in
cui si apre il Sinodo) e relazioni di commissioni, rapporti di
circuiti e di distretti non arrivano ad essere discussi. Abbiamo quindi fatto lo sforzo di incorporare nella nostra relazione
tutto ciò che ci pare utile per
la discussione, talvolta riassumendo relazioni delle commissioni, in modo che i vari problemi siano presentati al Sinodo.
E’ costato molto lavoro ma ci
è sembrato importante farlo.
Il libro degli Atti degli Apostoli ci parla di un certo Simone
che « esercitava nella città di Samaria le arti magiche ». E Simone non era che il più famoso di
una lunga schiera di maghi, di
santoni, di guaritori in attività
a Samaria, ad Efeso, ed in altre
città. Per non parlare poi dette
varie espressioni di superstizione che facevano registrare dei
notevoli fatturati.
La comunità dei discepoli si
trova per la prima volta a predicare Vevangelo in questa realtà.
Come se la cava? Ci interessa
saperlo perchè non si tratta di
un fenomeno del passato di cui
sarebbe rimasto solo qualche residuo che il processo di Vercelli
a « mamma Ebe » avrebbe cancellato.
Il bisogno del sacro, il fascino
dell’occulto, la sete di magia rifioriscono in forme nuove anche
nelle regioni più evolute del nostro Paese.
Pensiamo al successo degli oroscopi, della chiromanzia, dette
varie pratiche divinatorie. Guaritori, santoni, visioni, miracoli,
stimmate, ecc.
Il numero dette persone coinvolte in questo redditizio pianeta è davvero impressionante
stando a recenti statistiche.
Alcuni organi di stampa hanno analizzato il fenomeno. « Si
ricorre al guaritore quando si è
persa la speranza, quando ci si
sente delusi ». « I santoni trovano spesso le parole giuste ed i
gesti giusti per entrare in un
rapporto di comunicazione con
chi cerca sollievo attraverso la
parola ». « Svolgono un ruolo sociale: quello di rispondere alla
domanda di chi cerca di lenire
i propri disagi affidandosi a terapie che alleviano lo spirito per
curare il corpo ». « Espressioni
di un bisogno di salvezza e di
giustificazione ». « Un profondo
bisogno di certezza, speranza, felicità ». Sono, in fondo, gli stessi
motivi per cui si ricorreva alle
arti magiche di Simone. Se è così, non basta una sentenza di tribunale, perchè i problemi restano in quanto sono il prodotto
dette contraddizioni del nostro
sistema e della nostra cultura.
Bisognerebbe fare un lungo discorso sul nostro sistema sociale, sulle nostre strutture sanitarie, ecc... Ma qui ci interessa di
sapere in particolare come orientare la nostra predicazione.
Filippo, Pietro, Giovanni non
affrontano il fenomeno con sarcasmo, con un senso di superiorità, ma nemmeno con indulgenza. « Filippo, sceso netta città di
Samaria, vi predicò il Cristo ».
« Filivpo annunciava loro la Buona Novella relativa al Regno di
Dio e al nome di Gesù Cristo ».
« Pietro e Giovanni pregavano
per loro perchè ricevessero lo
Spirito Santo ».
Così la gente è posta di fronte
ad una precisa alternativa.
Da una parte Simone. Sortilegi, arti magiche ed occulte. Stupiti, affascinati, posseduti, plagiati, sequestrati. Devozione religiosa e dipendenza da un mago, da un guru, da una mamma
Ebe, da un uomo straordinario.
Dall'altra parte la Buona Novella, l’Evangelo di Cristo che
guarisce, che libera da ogni schiavitù. Fede e battesimo nel nome del Signore Gesù Cristo che
ci lega ad un Dio Padre e non
ad un uomo.
Da una parte c’è Simone che
è grande per l’esaltazione dette
sue virtù umane e per la sua
frequenza delle forze occulte.
Dall’altra parte c’è un Dio che
Valdo Benecchi
(continua a pag. 2)
— E di tutti questi problemi,
quali ti hanno interessato di più
nel corso del tuo lavoro di indagine?
— Soprattutto l’Intesa, sullo
sfondo del quadro più ampio dei
rapporti chiese-stato: l’insegnamento della religione a scuola
e le questioni fiscali connesse
ai finanziamento delle chiese.
Personalmente ero tra quelli che
non ritenevano indispensabile
l’Intesa; ma i Sinodi degli ultimi anni hanno insistentemente
Intervista a cura di
Franco Giampiccoli
(continua a pag. 8)
L'Intesa è legge
La Gazzetta Ufficiale n. 222
del 13 agosto u. s. ha pubblicato la legge n. 449 deU’ll
agosto 1984 « Norme per la
regolazione dei rapporti tra
lo Stato e le chiese rappre^
sentate dalla Tavola Valde
se ».
Si tratta della legge di approvazione dell’Intesa firmata il 21 febbraio scorso che
costituisce un allegato alla
legge stessa.
Il testo della legge è quello
pubblicato dal nostro giornale nel n. 29 del 20 luglio 1984.
Con questo atto si conclude l’iter legislativo della Intesa e la relativa legge entra
in vigore, come tutte le leggi
dello Stato, il decimoquinto
giorno dalla sua pubblicazione, nel nostro caso, il 28 agosto.
Cessano pertanto da questa
data l’efficacia e l’applicabilità alle chiese e agli istituti
rappresentati dalla Tavola
Valdese della legge « dei culti
ammessi », ma per la completa applicazione della legge si dovranno attendere decreti e circolari applicative
dei vari ministeri, che dovranno, secondo lo spirito dell’Intesa, essere emanati previa consultazione con la Tavola Valdese.
2
2 vita delle chiese
31 agosto 1984
LA SPEZIA
Giornate della Bibbia
Ora so che fare
■ !■
Nei giorni 15-16-17 giugno, nel
centro comunale « Salvador Allende », promosse dal « Centro
Evangelico », si sono svolte le
« Giornate della Bibbia », primo
tentativo delle locali chiese battista e metodista, di testimonianza pubblica dell'Evangelo, dopo
anni (troppi!) di ripiegamento
nel culto domenicale.
La manifestazione è iniziata il
venerdì sera con l’esecuzione di
cinque « spirituals », presentati
da Paolo Ribet; è stato, ad avviso dello scrivente, il momento
più « pubblico » delle giornate.
Infatti, forse attirati dalla musica, eseguita magistralmente dalla « Big Band », formazione jazzistica giovanile, i non evangelici
erano in maggioranza... Il sabato,
il past. Alfredo Sonelli ha presentato il bel libro di Umberto
Stagnaro: « L’uomo di Wittenberg », alla presenza dell’autore,
con l’aiuto della mostra su Lutero
•messa a disposizione dalla chiesa
di Savona.
La sera, dopo la proiezione del
film « Profezia », procurato dal
centro audiovisivo evangelico
ffSPAV» di Roma, abbiamo dibattuto il problema della pace, in
rapporto alla produzione di armi belliche e alla possibile riconversione civile di fabbriche come
la « Termomeccanica italiana » e
la « Otomelara », aziende leader
nel settore, che, come noto, hanno' la loro sede in La Spezia. L’incontro è stato .presieduto da Pietro Lazagna, (fratello del più noto G. Battista) dirigente nazionale delle AGLI e dal pastore
Michele Foligno. Purtroppo la
partecipazione di pubblico, evangelici inclusi, è stata scarsa; a
dimostrazione che, tra la paura
di perdere posti di lavoro (La
Spezia vive suU’industria bellica;
Arsenale Militare, Nato, fabbriche varie) e Tindifferenza al problema, bisogna lavorare ancora
sodo sia nelle nostre chiese, sia
nei quartieri, nelle fabbriche e
nelle scuole in vista di una educazione permanente alla pace.
La domenica mattina le chiese
sono restate chiuse; e al culto
nel centro « Salvador Allende »,
vivacizzato dal coro nostrano rinforzato da alcuni fratelli battisti
di Genova, abbiamo avuto la gioia di vedere tra noi alcuni fratelli cattolici del disciolto gruppo
locale dei « Cristiani per il socialismo », e tanti bambini, che ci
•hanno allietato con i loro cori
diretti da Anna Sinigaglia. La
predicazione, centrata sul tema
della pace, ha visto una serie di
interventi (Scaramuccia, Naso,
Stretti) che hanno cercato di motivare teologicamente il nostro
impegno pacifista.
Il pomeriggio, il pastore Michele Sinigaglia, predicando su Giovanni 9, ha affermato che Gesù
Cristo « apre gli occhi » ancora
oggi, liberando gli uomini del
nostro tempo dalla schiavitù della religione.
Dulcis in fundo, il « giovane »
pastore emerito Paolo Sanfilippo, noto cultore della «microstoria » ' mazziniana ed evangelica, ci ha mostrato i suoi francobolli sul « Protestantesimo », aggiornati al recente centenario
luterano. Eugenio Stretti
(segue da pag. 1)
è glorificato nell’abbassamento di
suo Figlio nella croce e che è
, creduto nella libertà.
Da una parte c’è Simone che
« prende » le persone e che offre
del denaro ai discepoli per acquistare il brevetto dello Spirito
Santo. Se potesse firmare le sue
circolari e le sue ricette nel nome di Gesù cadrebbero molte
riserve e molta gente in più sarebbe disposta ad affidargli le
proprie risorse spirituali e materiali.
Dall’altra parte c’è un Signore
che « dona » una vita libera e
felice. Ci libera dalla schiavitù
dell’angoscia della salvezza e delle certezze. La parola giusta che
andiamo a cercare dai santoni
ci è donata gratuitamente-, è
Gesù Cristo. Ci viene donata la
felicità. La felicità di sapere che
Dio ci ama e che Gesù Cristo
è morto ed è risorto per noi.
Felicità: ora so bene che uso
fare della mia vita. Guardo con
speranza al futuro perchè Dio
ha un piano per me. Ma allora
non torno più indietro. Non intendo più affidare la mia vita
agli oroscopi, ai maghi, ai santoni. La mia coscienza ha ricevuto da Cristo una nuova dignità e non intendo più farla degradare sottoponendola alla terapia dei santoni.
Questi i termini dell’alternativa che i discepoli pongono con
la loro predicazione. E nei confronti di Simone e di tutte le
sue versioni moderne, nella predicazione della comunità non c’è
scomunica, nè spirito di crociata, nè tacita indulgenza. L’alter
nativa ricorda a Simone e a tutti
i suoi clienti che tutte quelle attività non hanno nulla a che
spartire con la Parola di Dio.
La volontà di Dio nei loro confronti è che si convertano e preghino Dio « affinché, se possibile, sia perdonato il pensiero del
loro cuore ».
Dunque di fronte a quel fenomeno così rilevante anche nella nostra società moderna, ancora una volta si tratta per noi di
rispondere alla vocazione di predicare l’Evangelo di Cristo, senza lasciare spazio a tentazioni,
senza scomuniche, senza indulgenze, ma con chiarezza, con intelligenza e con saldezza di fede
nell’unico Signore e Salvatore
Gesù Cristo.
Vaido Benecchi
FFEVM
In vista del
Congresso
Il Consiglio della Federazione
Femminile Evangelica ValdeseMetodista ricorda che il 30 giugno scadeva il termine per presentare le adesioni al Congresso
FFEVM ■ FDEI che avrà luogo
ad Ecumene il 27-3# settembre
p. V. Sollecita pertanto le Unioni e i gruppi che non lo avessero ancora fatto ad inviare con
urgenza la propria adesione.
A colloquio
con i lettori
CORRISPONDENZE
Sabotaggio a Radio Trieste Evangelica
Radio Trieste Evangelica ha
subito un grave atto vandalico.
Nella notte tra il 10 e l’il luglio
ignoti sono penetrati nel giardino della Chiesa Metodista di
Trieste, sede di R.T.E., e arrampicandosi sul tetto dello stabile hanno asportato l’antenna parabolica del ponte di trasferimento in microonde che invia
il segnale in alta frequenza dagli studi dell’emittente fino ai
trasmettitori sul Carso, da dove
il sanale viene irradiato su tutto il territorio regionale. Analoga operazione è stata compiuta
ai danni della gemella antenna
di ricezione posta in località Conconello. Il furto è stato messo
in opera tra la mezzanotte e
l’una e trenta del mattino com’è
stato possibile ricostruire sulla
base del servizio tecnico di ascolto. Indagini sono subito state avviate dalla Questura e dal
nucleo di polizia scientifica.
Non è affatto da escludersi che
il furto non sia fine a se stesso
ma nasconda un’azione di sabotaggio per « tagliare la voce » all’emittente evangelica che è in
costante crescita d’ascolto, e ciò
anche in considerazione del fatto che le antenne paraboliche
non sono commerciabili senza i
relativi trasmettitori accordati.
In ogm caso sono state mani
particolarmente esperte ad agire
causando a R.T.E. un danno di
oltre quattro milioni di lire non
coperte da assicurazione. La radio ha potuto riprendere le sue
trasmissioni grazie ad un ponte
di trasferimento provvisorio dopo circa 24 ore di silenzio. Ampio risalto è stato dato al fatto
dalla stampa e dalla radiotelevisione in sede regionale e molte
attestazioni di solidarietà e di
stima sono giunte a Radio Trieste Evangelica da parte di cittadini, di ascoltatori e di autorità.
Saluto ai Bertolino
PALERMO — Dopo quattordici anni di permanenza a Palermo il pastore Archimede Bertolino lascia la comunità di via
Spezio per andare a svolgere
il suo ministero presso la comunità di San Secondo di Pinerolo. La domenica mattina 1°
luglio egli si è, infatti, accomiatato ufficialmente dalla comunità
con un culto al quale hanno
partecipato anche alcuni fratelli cattolici del gruppo S.A.E.
Nel pomeriggio un’agape fraterna ha dato modo alla comunità
di esprimere il suo affetto e la
sua riconoscenza al pastore e
a sua moglie Peggy.
Negli anni trascorsi insieme si
è instaurato tra la famiglia pastorale e la comunità un rapporto di sincera amicizia che è
andato al di là del normale rapporto pastore-comunità. Ciò ha
contribuito notevolmente a rinsaldare i vincoli di fraternità,
che in molti casi si erano allentati, tra i membri stessi della comunità. Così a Palermo
via Spezio si è formata a poco
a poco una grande famiglia nella quale è stato possibile sperimentare molte volte, in modo
semplice ma sincero, l’amore
fraterno.
La comunità non dimenticherà facilmente tutto ciò e, nel
salutare affettuosamente Archimede e Peggy Bertolino, li ringrazia ancora jier l’impegno e
la fedeltà dimostrati nell’opera
di servizio e di testimonianza
svolta durante il loro lungo soggiorno a Palermo e augura loro di poter continuare a servire il Signore con la medesima
gioia.
Al nuovo pastore Dino Magri
e a sua moglie la comunità porge un caldo e sincero saluto di
benvenuto, assicurando loro tutta la sua fraterna solidarietà
nel non facile compito di testimoniare l’Evangelo in una città
come Palermo.
intenso lavoro
CARRARA — Dopo aver condiviso per vari anni il pastore
con la comunità di La Spezia,
lo scorso anno ecclesiastico la
comunità di Carrara ha condiviso il suo pastore. Salvatore
Briante, con la chiesa di Pisa.
Un validissimo aiuto ha dato il
candidato in teologia Eugenio
Stretti di La Spezia, che ha predicato due volte al mese alternandosi col pastore e che in
vari altri momenti con grande
impegno ed entusiasmo ha partecipato attivamente alla vita comunitaria. Grazie a questi due
fratelli la comunità ha avuto
molti momenti di intenso lavoro, sia negli studi biblici molto
ben frequentati, guidati da S.
Briante col tema delle parabole,
sia negli incontri con la chiesa
dei fratelli locale, presieduti con
sensibilità e preparazione da E.
Stretti. La partecipazione ai culti domenicali è sensibilmente aumentata.
Il gruppo delle donne della comunità è riuscito, con i propri
mezzi, a far restaurare l’interno
del bel tempio di Carrara, alla
cui costruzione ed inaugurazione
più di 60 anni fa alcune di loro
avevano assistito! Sono rimasti
inalterati gli affreschi, creati dal
pastore Me, vent’anni fa, ma tutto l’interno si presenta ora molto più luminoso e accogliente.
La comunità è molto riconoscente per questo sferzo, che un
gruppo così piccolo è riuscito a
compiere quasi esclusivamente
con i ricavi di Bazars e la vendita di carta straccia. Ringrazia
in particolare il fratello Idrio
Ratti di Torano, che ha messo
a disposizione il suo furgoncino,
per il trasporto della carta.
TOSCANA
III Incontro a Tresanti
Da alcuni anni si sta affermando, sempre di più, la consuetudine di molti evangelici toscani delle Comunità cittadine e della
diaspora, di incontrarsi periodicamente a Montespertoli, presso la
Casa Comunitaria di Tresanti, con scopi di testimonianza e fraternizzazione.
In aprile e in giugno si sono svolti i primi due incontri di questo 1984 e, prossimamente, domenica 16 settembre dalle ore 9 alle
ore 17, avrà luogo il 3° incontro.
Al centro di questa Assemblea sarà il Culto con Santa Cena e
nel pomeriggio, la conferenza del Dr, Daniele Propato, magistrato
presso il Tribunale di Firenze, sul tema; Nuovi rapporti tra Stato
e Chiesa. Saranno ospiti dell’incontro Amministratori del Comune,
rappresentanti religiosi cattolici e politici dei vari partiti operanti
nella zona.
Un caloroso invito ad ogni evangelico toscano!
I partecipanti potranno consumare il pasto di mezzogiorno
prenotandosi in tempo, entro venerdì 14.9.’84, telefonando al 608.355
(prefisso 0571) e per ogni informazione necessaria.
C’E’ IL C.E.O.
In merito all'intervista rilasciata dal
Pastore Taccia, Presidente della CIOV,
sull'Eco-Luce del 27.7 circa il progetto del cosiddetto Dipartimento diaconale, il Prof. Peyrot, con la lettera
pubblicata sull'Eco-Luce del 24.8 (nella rubrica Lettere all'Eco delle Valli,
n.d.r.) ha già esaurientemente, secondo me, esaminato l’aspetto diaconale
della «nuova politica».
Vorrei brevemente fare alcune considerazioni sulle implicazioni — diciamo così — tecnico-operative connesse al progetto.
Nell’intervista si dice che « le questioni da discutere possono riguardare
l'azione diaconale della chiesa in genere, i rapporti ed i contatti con le
chiese, la formazione spirituale e l'aggiornamento professionale del personale, i rapporti con gli Enti pubblici territoriali, I rapporti di lavoro ecc... ».
A parte l’opportunità che un organismo diaconale oltre che interessarsi propriamente deH'azione diaconale
della Chiesa, dei rapporti con le chiese, della formazione spirituale, promuova anche dei contatti a livello politico con enti pubblici e proceda magari alla discussione e stipula di contratti di lavoro (in quale veste? di
controparte o di rappresentante dei
lavoratori?), occorre ricordare che, in
questo settore, esiste già chi si occupa di questi problemi da anni.
E’ il C.E.O. (Coordinamento Evangelico Ospedaliero).
Creato nel 1980 su iniziativa della
Tavola ha, tra gli altri, i seguenti
compiti fissati nell’atto costitutivo:
— preparare il personale idoneo all'esercizio delle funzioni sue proprie:
— predisporre quanto occorre in
ordine al Regolamento Organico, lo
stato giuridico. Il trattamento economico, previdenziale e assistenziale di
tutto il personale dipendente:
— seguire le trattative inerenti i
contratti collettivi di lavoro propri della categoria.
E’ aperto a tutti gli Istituti assistenziali della chiesa come previsto
dall'art. 7 il quale recita: « Il CEO è
aperto anche ad altri Istituti evangelici aventi finalità socio-sanitarie ».
Durante questi anni il CEO ha già
avuto modo di espletare il proprio
compito a livello nazionale; suoi rappresentanti hanno, per esempio, firmato presso II Ministero della Sanità
lo schema di convenzione dei nostri
ospedali insieme con le Regioni, il
Ministro della Sanità e le OO.SS. di
categoria. Sono già state prese le
«SPECIALE SINODO»
Il prossimo numero, interamente dedicato al Sinodo, 12
pp. L. 400 la copia per ordini
di almeno 10 copie.
opportune iniziative perchè sia possibile sedere allo stesso tavolo con la
parte pubblica e le OO.SS. quando si
tratterà di discutere e approvare il
nuovo accordo di lavoro per II comparto della sanità, anche convenzionato. Sono state svolte indagini presso tutte le chiese per un censimento
del personale evangelico operante nel
settore sanitario e previste iniziative
ai fini della formazione del personale.
Tra l'altro è anche stata predisposta e posta in discussione una bozza
di Statuto per la trasformazione del
CEO in Consorzio Evangelico Ospitaliero, per renderne cioè più incisivo
e qualificante l'operato sotto l'aspetto
tecnico-giuridico e operativo.
Ma queste cose i membri del CEO
le sanno.
Appare quindi strano che non si
cerchi di potenziare e meglio sfruttare
strutture operative già funzionanti per
affidarsi ad ipotesi organizzative incerte e prive comunque di specifiche
esperienze.
Se si deve predisporre un contratto
di lavoro o un Regolamento Organico
non bastano le buone intenzioni, occorre anche conoscere leggi e disposizioni.
Comunque auguri!
Luciano Giuliani, Torre Pellice
•«i
3
a
31 agosto 1984
fede e cultura 3
L’ESAME DI FEDE E LE PREDICAZIONI DEI NUOVI PASTORI
DUE PASTORI
Promossi al pastorato a.
0Í
Alla vigilia della loro consacrazione al pastorato Artus, Genre, Tomassone hanno dato una chiara testimonianza di fede e di cultura teologica
Due figli di pastore e una
donna, figlia dell’evangelismo
militante, il giorno prima della
loro consacrazione al pastorato
avvenuta nel corso del culto di
apertura del Sinodo, sono stati,
è il caso di dirlo, ’esaminati’ dal
corpo pastorale. Domande teologiche e storiche si sono alternate a interrogativi concernenti
la vocazione di ciascun candidato.
Nelle loro risposte, soprattutto quando il soggettivo scavalcava il dato culturale o teologico, abbiamo tutti colto molta
vivacità e partecipazione. Ognuno di loro, come forse il lettore
avrà notato leggendo nello scorso numero gli ’autoritratti’ che
i consacrandi hanno fatto di loro stessi, è arrivato alla scelta
del pastorato per una sua strada particolare e affascinante.
La più ardua è stata quella di
Artus: otto anni di fabbrica, dal
1975 l’esilio volontario — con
una famiglia di quattro figli —
da un’Argentina schiacciata dalla dittatura, poi rincontro con
il mondo dei profughi in Europa, la ripresa non facile degli
studi teologici iniziati a Buenos
Aires, quindi il lavoro pastorale nelle piccole chiese di Coazze e di Piossasco. Due ambienti
diversi, dove la riflessione e razione hanno avuto un peso nella decisione di concludere gli
studi (tra l’altro con un’originale tesi documentaria sulla lettura della Bibbia nel pinerolese
negli ambienti del dissenso e della Chiesa valdese negli ultimi
dieci anni) e quindi presentarsi
alla consacrazione.
Genre, figlio di pastore, ricco
di doti d’animazione e di comunicativa, una bella tesi su Paul
Tillich, energico, giovane, lieto,
per non dire entusiasta, di poter « lavorare in una chiesa minoritaria» ha difeso e spiegato
la sua vocazione al pastorato
come una scelta di vita : « per
crescere insieme alla comunità
dei credenti verso chiari obiettivi di testimonianza a Cristo
nella società di oggi ».
Incisiva, particolarmente preparata sui temi della teologia
femminista, Erika Tomassone
si è presentata all’esame del corpo pastorale con un ottimo curriculum studi. Inoltre due anni
all’estero (Parigi e la Yale University negli U.S.A.) le hanno
permesso un’ampiezza di conoscenze su tematiche per noi
pressoché nuove. Agape, la
FGEI e la Facoltà valdese sono
stati i luoghi fondamentali della sua maturazione. Non mancano i problemi. Essere donna pastore in un ministero sino a ieri
di segno esclusivamente maschile ha il sapore di una sfida che
Erika, mi pare, accoglie con la
serenità che viene dalla fede e
insieme ad una capacità di dialogo e confronto sempre intessuta da argomenti convincenti.
E ne ha dato ampia prova di
fronte ai suoi futuri colleghi.
Ora tutta questa vivacità nello spiegare, nel raccontare se
stessi, le proprie scelte di vita o
addentrarsi in spiegazioni di ordine teologico o storico hanno
presto lasciato il posto, sulle
labbra dei tre candidati, ad un
tono più dimesso e accademico
quando, nello storico Tempio
dei Coppieri di Torre Pellice, è
scoccata l’ora della predicazione.
Alle prese con tre testi biblici
concernenti lo Spirito Santo (la
scelta voleva essere anche un
omaggio al Riformatore Zwingli,
nell’anno del suo cinquecentenario) i candidati, partiti benissimo, davanti ad un uditorio numeroso ed attento, hanno progressivamente perso di mordente lungo il percorso omiletico.
Chi conosce questo tipo di incontri sa bene che in quelle ore
si vive una situazione diversa
dal solito culto : il pubblico composito, di tipo sinodale, è li attento e benevolo nei confronti
dei giovani predicatori, poi ci
sono tutti i pastori e i professori che prendono appunti... E
ovviamente, come ogni anno, nella discussione che ne è seguita,
sono fioccate le critiche. Artus,
illustrando l’incontro di Gesù
con Nicodemo, ha insistito sulla
incompatibilità tra il Dio biblico e gli idoli del nostro tempo
ma non ha insistito abbastanza.
Genre, che aveva davanti a sé il
testo più difficile (II Corinzi
3: 17): « dov’è lo Spirito, li c’è
libertà», ha ricordato che l’azione dello Spirito di Dio è un’azione di libertà, ma non ha offerto esempi concreti. La Tomassone partendo da II Corinzi
3: 1-6 « Voi siete una lettera di
Cristo» ha — tra gli altri spunti
— sostenuto che è necessario
presentarsi al Signore con tutte
le nostre debolezze e le nostre
Giuseppe Platone
(continua a pag. 8)
E’ morto a Nappli.-ih-pastore
emerito Agostino Piccirillo, aveva 92 anni. Primo di sette figli
era stato avviato agli studi in
seminario e si era laureato in
teologia alla Gregoriana di Roma.
Nel 1918 era entrato nell’Ordine dei carmelitani ed operò
come predicatore in varie sedi
italiane e per due anni anche a
Rio de Janeiro in Brasile. Ritornato da questa missione, mentre
era al convento di S. Giovanni
a Tedduccio (Napoli), venne in
contatto con la chiesa metodista
della vicina Portici della quale
entrò a far parte nel 1927. Si
mise di nuovo a studiare teologia a Roma e nel 1928 iniziò un
lungo ministerio pastorale nelle
chiese di Roma - Fara Novarese - Vintebbio - Luino.
Da qui fu mandato al confino,
prima a Lagonegro ed in seguito a Venosa, perchè sospettato
di collaborazione con gli inglesi,
in quanto operaio della chiesa
metodista.
Liberato dal confino riprese il
lavoro pastorale a Salerno, a
Intra, a L’Aquila, a Carrara, a
Padova, a Gorizia ed infine si
ritirò in pensione a Napoli, sua
città natale, visitando ancora
per un certo tempo i gruppi metodisti della diaspora casertana.
■ La moglie Maria, che lo ha
accompagnato per cinquantasette anni di questa lunga vicenda
e che ci ha dato le notizie di
cui sopra, ha voluto come testo
di predicazione per i funerali il
Salmo 23, il salmo della grazia,
aveva annotato il pastore Piccirillo in un suo commentario.
S. Rakotoarimah
Era nato nel 1914 a Antsirane
nel Madagascar. Come tutti i
malgasci amava profondamente
la sua terra e il suo popolo.
Dopo che il paese ebbe raggiunto la piena autonomia politica
egli lottò strenuamente contro
ogni forma di neocolonialismo e
contro ogni tentativo di asser
INTERVISTA AL PASTORE G. GANDOLFO DI RITORNO DAL FESTIVAL DI LOCARNO
Un buon film vale un sermone
Il pastore Giuliana Gandolfo ha partecipato al 37” Festival Internazionale del Film di Locamo, che ha avuto luogo dal 10 al 20
agosto. Al suo ritorno ha rilasciato questa intervista per il nostro
settimanale.
— Giuliana, è la prima volta
che partecipi ufficialmente, come membro di una giuria, a un
Festival del Cinema?
— No. Quest’anno sono stata
richiesta per la terza volta consecutiva di far parte della « Giuria Ecumenica » al Festival Internazionale del Film di Locarne.
— Come mai una « Giuria Ecumenica »?
— A differenza di Giurie confessionali, solo cattoliche o solo protestanti, la « Giuria Ecumenica », composta da sei membri, rappresenta in parti uguali
le due organizzazioni confessionali che operano, a livello internazionale, nel settore del Cinema: riNTERFILM da parte protestante e rOCiC da parte cattolica. La direzione del Festival
di Locamo è stata la prima a
istituire una « Giuria Ecumenica », già nel 1972. E da allora
ogni anno il Festival di Locamo
invita una Giuria interconfessionale. Ma « Giurie Ecumeniche »
sono presenti ormai in molti Festival, anche molto importanti,
come Cannes e Montreal...
— E in Italia?
— C’è stato Un tentativo di
costituire una « Giuria Ecumenica » al Festival di Venezia nel
1980, fallito. Per difficoltà — cosi è parso — sorte da parte
dell’organizzazione cattolica per
il Cinema (OCIO, da sempre
presente a Venezia con il suo
premio.
— Anche la « Giuria Ecumenica » assegna premi?
— Si. Un premio e, di solito,
anche una menzione speciale. I
film scelti devono rispondere a
caratteristiche precise: non solo devono essere film buoni sotto il profilo tecnico ed artistico,
ma devono anche contenere un
messaggio: esprimere nel modo
migliore un comportamento o
una testimonianza conformi all’Evangelo, o sensibilizzare lo
spettatore a valori spirituali, sociali e umani. Il compito della
« Giuria Ecumenica » è dunque ■
diverso da altre Giurie: non tutti i film, anche bellissimi, possono essere presi in considerazione.
— Possono sorgere contrasti
confessionali, dal momento che
vi trovate a lavorare insieme,
cattolici e protestanti?
— Nella mia esperienza di tre
Giurie non ho incontrato problemi confessionali. Ci sono state
molte discussioni, anche contrasti e dissensi, ma la linea di demarcazione non è stata mai confessionale. Nelle divergenze si
tratta piuttosto di mentalità, del
modo di vedere e comprendere
i film, di considerare i problemi che ne scaturiscono.
Per esempio: quest’anno la nostra Giuria era divisa per l’assegnazione del premio al film
Trilogy di Terence Davies. Fa
vorevoli al premio erano alcuni
cattolici e alcuni protestanti,
mentre altri cattolici ed altri
protestanti erano contrari. Proprio di fronte a questo film che
con grande coraggio affronta il
problema del sesso, dell’omosessualità, denunciando l’oppressione presente in certe forme di
educazione coercitiva, di religione alienante e di falsati rapporti familiari, non si trattava di
un giudizio « confessionale », ma
di « mentalità », di maturazione,
di sensibilità, di « lettura del
film ».
— E a chi avete dato il premio?
— Siamo giunti a un compromesso. Abbiamo assegnato un
premio ex aequo (a pari merito)
a due film: alla Terence Davies
Trilogy per il messaggio di liberazione e speranza, al di là della sofferenza descritta nel film,
e a Tlznao: un film venezuelano,
che descrive i sentimenti degli
abitanti di un povero villaggio
che dovrà essere evacuato per
la costruzione di una riserva
idrica: una critica a un progresso disumanizzante. Abbiamo dato anche una menzione speciale
al film Stranger than Paradise,
(Più strano che il Paradiso) dell’americano Jim Jarrausch. che
ha vinto il premio della Giuria
ufficiale del Festival. Non senza
polemiche, perchè a molti è sembrata di gran lunga più meritevole del riconoscimento la Terence Davies Trilogy, per novità di
linguaggio filmico e coraggio di
confessione autobiografica.
— E’ sempre così difficile trovare un accordo per il premio?
— Nel 1982 molti film erano
degni di un premio della « Giuria Ecumenica », ma ci siamo
orientati con una certa facilità
nell’assegnare il riconoscimento
al film della regista protestante
svizzera Jacqueline Veuve: Parti
sans laisser d’adresse, un film
che descrive il terribile calvario
degli ultimi mesi di vita, in carcere, di un giovane drogato. L’anno scorso la scelta è stata più
difficile: pochi film del Festival
avevano caratteristiche utili per
la nostra Giuria. Abbiamo dato
il premio al film Pianeta Krawiec
del regista polacco Jerzy Domaradzki. La storia di una persona semplice, scopritore astronomo, in conflitto con il mondo
ufficiale ed accademico della
scienza.
— Che impressione globale hai
avuto del Festival di Locamo?
— Il Festival di Locamo è la
più grande manifestazione svizzera nel settore del Cinema. E’
di grande qualità. Rispetto ad altri Festival... posso fare il confronto solo con quello di Venezia, che conosco: è più raccolto,
meno affollato, meno mastodontico...
— Quanti dei film che hai potuto vedere al Festival passeranno in visione nelle sale cinematografiche?
— Relativamente pochi: i
grandi nomi, i film che hanno
vinto premi. Molti ottimi film
non arriveranno mai sui nostri
schermi. Alcuni sembrano nascere e morire a un Festival. Per
questo sarebbe importante avere
una rete di distribuzione protestante: le nostre comunità potrebbero, con relativa facilità,
creare dei Cinefórum, e proiettare i film che altrimenti non
raggiungono il pubblico italiano.
Un buon film può dire più, che
un sermone. G. P.
vimento del Madagascar alla politica dell’uno o dell’altro blocco.
Nato in una famiglia di credenti era diventato predicatore
laico della Chiesa Evangelica Luterana del Madagascar. Egli è
stato direttore e redattore del
quotidiano di opposizione Maresaka, attraverso cui propugnò le
sue idee di libertà, indipendenza e autodeterminazione politica del paese. A seconda del tipo di governo al potere, o
veniva sequestrato il giornale,
o venivano sequestrati i giornalisti. Per questo Rakotoarimah
conobbe anche la prigione.
A 30 anni è consacrato pastore
della sua Chiesa e diventa presto
■sovrintendente di uno dei distretti meridionali, il più povero, desolato ed emarginato del paese. Le esigenze della predicazione dell’Evangelo e la cura delle
comunità del vastissimo territorio di cui era responsabile ebbero la prevalenza sulla sua attività giornalistica e politica che
tuttavia non abbandonò continuando a pagare lo scotto della
sua coerenza.
Colpito da una grave forma
tumorale continuò il suo lavoro
senza scoraggiarsi. Il giorno in
cui il medico avrebbe dovuto
visitarlo su appuntamento dei
suoi familiari, egli si trovava
a 700 chilometri di distanza a
visitare le sue chiese! L’inesorabile progressione del male lo
ha portato a Torino in una corsa disperata, con l’unico obiettivo di poter recuperare un minimo di forze per proseguire
la sua missione. Ma alla fine
di maggio la morte doveva stroncare il suo organismo ormai totalmente debilitato. Al suo funerale pochi familiari, qualche
compatriota, ma la solidarietà
affettuosa della comunità evangelica che ha salutato con commozione questo fedele testimone
dell’Evangelo in terra malgascia.
« Beati coloro che muoiono nel
Signore, si riposane delle loro
fatiche e le loro opere li seguono » (Apoc. 14/13).
Abbonamenti 1985
L’importo degli abbonamenti ’85 è;
annuo 24.000; semestr. 13.000; sostenitore e estero 50.000. Supplemento
estero aereo 24.000.
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31 agosto 1984
XXII SESSIONE DEL SEGRETARIATO ATTIVITÀ’ ECUMENICHE
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Chiese a confronto sul B.E.M.
Ogni volta che riusciamo a porci in discussione, a scrollarci di dosso le nostre marmoree
certezze, abbiamo fatto un passo avanti verso la conversione a Cristo - Chi possiede la verità?
Dal 28 luglio al 5 agosto si è
svolta al passo della Mendola la
XXII sessione di formazione ecumenica organizzata dal S.A.E.
(Segretariato Attività Ecumeniche).
Il tema del convegno era « La
credibilità ecumenica delle chiese e il S-E.M. » K 1 partecipanti
erano oltre 450 di cui 53 evangelici, 9 ortodossi e 6 ebrei.
Come tutti gli anni rincontro
prevedeva meditazioni bibliche
che aprivano la giornata nel segno della Parola; cinque relazioni
che hanno arricchito non solo oultmalmente tutti noi; due testimonianze storiche; il lavoro dei dodici gruppi di studio. Alla fine di
ogni giornata ci raccoglievamo
in preghiera: ci sono state due
liturgie eucaristiche cattoliche,
un vespro ortodosso, un culto di
S. Cena evangelico e due liturgie
libere, una ispirata al battesimo,
l'altra all’impegno missionario.
il sacramento e la stessa incarnazione di Gesù vengono svalutati.
Superando il dualismo il B.E.M.
cerca di riportare in luce la potenza di Cristo attraverso lo Spirito Santo sia sullo spirito che
sul corpo.
Il pastore Sonelli, dopo un riepilogo degli esplosivi avvenimenti deirultimo cinquantennio, ci
ha parlato del B.E.M. notando
come esso cerchi di ricondurre
il battesimo, ormai divenuto anagrafe dello stato, l’eucarestia, vissuta per lo più come un rito ripetitivo, e il ministero, strumento di potere, alla loro vera funzione dando allo Spirito Santo,
attivo dispensatore di doni, il suo
giusto significato.
La recezione del REM
Tavola rotonda
Tralasciando le due interessanti relazioni, s^la credibilità della
chiesa, vorrei soffermarmi sulla
tavola rotonda intitolata « Il
BEM nel suo itinerario, nei suoi
contenuti, nei sum nodi e nel suo
significato », i cui relatori erano
Giovanni Vodopivec, teologo cattolico, iDumitru Popescu, teologo
del Patriarcato ortodosso rumeno e Alfredo Sonelli, pastore valdese.
Il professor Vodopivec ci ha
illustrato le tappe del cammino
del B.E.M.: questo è un testo di
convergenza che affonda le sue
radici nei primordi deU’ecumenismo (circa sette decenni fa) e che
è cresciuto attraverso varie stesure. Nella sua compilazione ci
sono state tre fasi nel metodo e
nei risultati: 1* fase — metodo
comparativo, le chiese hanno cercato di conoscersi (Losanna 19271952); 2* fase — metodo cristologico, avvicinandosi a Cristo le
chiese si avvicinano tra loro
(1952-1975); 3“ fase — via delle
chiese, via verso il consenso, parziale ma crescente (1975-oggi).
Dumitru Popescu ha spiegato
come, a partire da Platone, si è
creato un dualismo tra la divinità
trascendente e la natura immanente. In realtà, dice Popescu,
Gesù non è venuto a condannare
la naitura ma a salvarci dalla corruzione. Intesi in senso platonico
Ma la relazione che mi ha più
entusiasmata è stata quella del
pastore Paolo Ricca su « Le chiese di fronte alla recezione del
B.E.M. e dell’ecumenismo ». Il
B.E.M. è una tappa, un momento del cammino che dovrà essere
superato e smentito.
1) Verso la recezione del
B.E.M. La recezione non è accettazione, è im processo fatto di
incontro, confronto, vita vissuta
insieme. Accogliere il B.EM. significa accettare la convergenza
come tappa verso il consenso, si
apre così una pagina nuova dell’ecumenismo: non più storie parallele ma convergenza verso il
Cristo che è, per Ricca, sul confine tra cristianità e umanità,
tra chiesa e mondo. Ma forse il
B.E.M. non è sufficientemente
orientato sul confine. Ci sono
chiese che non si sentono prese
in considerazione, forse ohe sono
addirittura rifiutate. Il B.E.M. è
infatti troppo permissivo verso
alcuni e troppo selettivo verso
altri, non è ancora abbastanza
ecumenico. Le chiese hanno sviluppato un sistema per « esorcizzare » Gesù: le chiese devono diventare più cristiane: se la comunità di Gesù diventa più importante della propria, allora
nuove persone si incontreranno
(Rom. 15: 3-7).
2) Quale recezione. Esistono .tre libertà fondamentali che
devono essere rigorosamente praticate: a) la libertà della Parola
di Dio. Nel B.E.M. l’uso della
Bibbia lascia in molti casi a de
Richiesta alla RAI
Dalla Mendola è partita questa richiesta indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri, al presidente della Camera dei Deputati, al presidente del Senato, alla Commissione di Vigilanza
RAI-TV, al presidente della RAI-TV.
I partecipanti alla XXII“ Sessione di formazione ecumenica
del Segretariato Attività Ecumeniche, riunita a La Mendola nei
giorni 28 luglio - 5 agosto 1984,
quali cittadini italiani membri
delle varie Confessioni Cristiane
e delle Comunità Ebraiche,
fanno presente
al Governo italiano e ai responsabili del Servizio pubblico
RAI-TV:
1° — che i programmi «Sorgente di Vita » e « Protestantesimo » interessano non soltanto
le minoranze religiose evangeliche ed ebraiche, ma anche moltissimi membri italiani della
Chiesa Cattolica romana e della Chiesa Ortodossa nell’attuale
clima d®l movimento ecumenico;
2° — che l’attuale colloca
zione delle succitate rubriche in
ore assolutamente inadeguate
(a lunedì alternati ore 23-23,30,
e talvolta oltre), non soltanto
costituisce un’emarginazione contraria ai principi della Costituzione per le Comunità ebraiche
ed evangeliche, ma priva tanta
parte degli italiani anche cattolici di programmi culturali
e religiosi per loro molto interessanti.
Pertanto chiedono al Governo
Italiano e ai responsabili della
RAI-TV:
1“ — che alle rubriche sopraindicate sia data una collocazione temporale più adatta all’ascolto;
2” — che nei vari programmi culturali sia date maggior
spazio alla presentazione del pensiero ebraico ed evangelico.
siderare, mentre in realtà più siamo biblici più siamo ecumenici,
b) <? La congregazione vivente del
Signore vivente » (K. Barth). Nel
B.E.M. non emerge con sufficiente rilievo la comunità locale come protagonista dell’azione e della testimonianza cristiana. L’unico servo utile è Cristo, l’unico
ministro utile è Cristo e questo
nel B.E.M non è detto. L’unico
rappresentante di Cristo nel mondo è il suo Corpo e il suo Corpo
è la comunità cristiana, c) La
libertà dello Spirito. Nel Nuovo
Testamento c’è la chiesa, il mondo e il Regno: quest’ultimo è il
cuore pulsante della predicazione
di Gesù mentre, al contrario, nelle chiese e nel B.E.M., si cade
nella bipolarità Chiesa-Mondo.
3) Oltre la recezione. Riconoscere l’altro significa scoprire che egli era già tuo fratello ma
tu non lo sapevi: si può essere
cristiani diversamente: questa è
la gioia ecumenica. Noi dobbia
mo esercitarci nell’accoglienza
del diverso.
Mentalità ecumenica
L’ultima relazione è stata tenuta da Luigi Sartori su « 7 principi
basilari della mentalità ecumenica ». È stata una relazione didattica ma proprio per questo « basilare »: troppo spesso dimentichiamo TABC deH’ecumenismo.
Bisogna estendere la mentalità
(cioè qualcosa di costante, costitutivo, totale) ecumenica; essa
è una scelta nuova anche se è
un’operazione divina: non c’è fede totale finché non c’è ecumenismo. L’ecumenismo è oggi di élite ma deve diventare « cultura
di massa », per far ciò le chiese
devono riformarsi e convertirsi.
Infine Sartori ha richiamato
quelli che a suo avviso sono i
principi della mentalità ecumenica:
a) gerarchia delle verità;
b) distinguere la sostanza divina
dal rivestimento culturale;
c) la varietà di forme, segni,linguaggi, ecc. è logica e necessaria;
d) convocazione di tutte le forze per giungere alla convergenza
nella mutua provocazione e correzione.
Il testo completo delle relazioni e le sintesi finali dei gruppi di
studio saranno contenuti come
sempre in un volume (ed. Il Segno, Verona) che uscirà verso
primavera.
Avrei voluto aggiungere delle
mie impressioni ma mi limiterò
a dire che secondo me questi incontri sono veramente un dono
del Signore. E non alludo tanto
al cammino verso l’eventuale unità formale delle chiese (alla quale non credo) ma al fatto che
ogni volta che riusciamo a porci in discussione, a scrollarci di
dosso le nostre marmoree certezze, abbiamo fatto un passo verso
la conversione a Cristo. Con quale presunzione, infatti, riteniamo
di avere la Verità in tasca quando nel Vangelo leggiamo: « Io
sono la via, la verità e la vita »
(Giovanni 14: 6)?
Erica Sfredda
1 Battesimo Eucarestia Ministero.
Testo della Commissione Fede e Costituzione, Lima 1982, Elle di ci - Claudiana.
Echi dal mondo
cristiano
a cura di Renato Co'isson
Liberato II Dr. Kao
dopo 4 anni di carcere
(RPS) — Il Dr. C.M. Kao, segretario generale della Chiesa
presbiteriana di Taiwan, è stato
rilasciato sulla parola il 15 agosto dopo più di 4 anni di carcere, annuncia un messaggio telefonico giimto da Taiwan all’ufficio ginevrino dell’Alleanza Riformata Mondiale (ARM), confermato più tardi da un telex.
Il Dr. C.M. Kao era stato condannato il 5 giugno 1980 a 7 anni
di carcere per l’accusa di aver
« ospitato » l’ex direttore della
rivista «Formosa» che era stato a sua volta condannato all’ergastolo per le sue rivendicazioni dei diritti umani.
Durante i suoi anni di prigionia il Dr. Kao ha tenuto studi
biblici con i suoi compagni di
cella, ha scritto poesie e inni che
sono diventati ben noti tra i
membri delle chiese presbiteriane e riformate di tutto il
mondo. Uno di questi inni fu
cantato da delegati provenienti
da ogni parte del mondo al culto di chiusura del Consiglio generale dell’ARM a Ottawa nell’agosto del 1982.
Il giorno prima il moderatore,
il vice-moderatore e altri leaders
della Chiesa presbiteriana in
Taiwan erano stati ricevuti dal
vice-presidente della Repubblica.
In quell’occasione, oltre a discutere la legislazione religiosa e
altri argomenti connessi, era
stato affrontato anche il tema
della scarcerazione del Dr. Kao
e le autorità governative avevano dato assicurazione che questo sarebbe avvenuto entro una
settimana : in effetti ciò è avvenuto nel giro di poche ore.
Insieme al Dr. Kao sono stati
rilasciati altri tre detenuti che
erano stati imprigionati per la
stessa vicenda e cioè Lin Yihsiung, la signorina Lin Wenchen, che già era stata scarcerata sulla parola nel 1983 per cure
mediche, e Hsu Ching-fu.
rimonia . di presentazione delle
credenziali del nuovo ambasciatore del Sudan presso la Santa
Sede, il papa Giovanni Paolo II
ha fortemente sottolineato l’importanza del dialogo, della tolleranza e della libertà religiosa,
nell’incontro che ha avuto con
il nuovo diplomatico sudanese
facendo così implicita allusione
alla situazione che si è venuta a
creare in quel paese con l’applicazione della legge islamica (Sharia).
gliono vivere la loro fede che si
urtano con la politica di incoraggiamento dell’ateismo condotta
dal governo del loro paese.
In Svìzzera delle associazioni
jugoslave cercano infatti di allontanare gli immigrati ed i loro bambini dalla Chiesa e quanti ritornano in patria per le vacanze vengono sottoposti ad interrogatori sui loro impegni cristiani in Svizzera. Il servizio
sociale della Chiesa aperto agli
jugoslavi di ogni confessione dispone soltanto di una assistente
sociale che per di più è anche
impegnata nella comunità, e non
riesce a soddisfare tutte le richieste di aiuto che riceve.
Svizzera: agevolazioni
per pastori anziani
Il giudizio che la storia dell’umanità porta su una nazione,
ha detto il Papa, dipende in
gran parte dalla sua capacità
di fare rispettare la dignità umana e la libertà dei suoi membri. Il Papa ha fatto notare che
il Sudan è caratterizzato da una
grande diversità di credenze religiose e per questo è chiamato
più di ogni altro a promuovere
ed a difendere la libertà di culto. Il Papa si è augurato che
al di là delle differenze etniche,
religiose e culturali della popolazione, il Sudan possa sempre
salvaguardare la dignità ed i
diritti di tutti.
(SPP) — La Chiesa Riformata del Cantone di S. Gallo ha
preso diverse misure per venire incontro ai pastori alla fine
della loro carriera nell’esercizio
del loro ministero:
una sesta settimana di vacanza a partire dal 55° anno di
età;
un esame medico completo
a carico della Chiesa, a partire dal 60° anno;
- la dispensa, a partire dal 60°
anno, dall’insegnamento religioso nelle classi superiori
delle scuole pubbliche;
Ha infine insistito sulla necessità di garantire la libertà religiosa sostenendo che ogni uomo ha il diritto di onorare Dio
in pubblico o in privato, secondo le sue convinzioni personali.
E ciascuno deve essere libero
di esprimere le sue convinzioni
senza paura di essere emarginato.
la pensione anticipata sotto
certe condizioni.
Con queste decisioni la Chiesa del Cantone di S. Gallo intende mantenere i suoi servitori nelle migliori condizioni fisiche e spirituali e dare loro la
possibilità di coprire momentaneamente dei posti scoperti dopo la loro emeritazione.
Difficoltà per emigrati
jugoslavi credenti
Svizzera: comunità
araba greco-ortodossa
Il papa caldeggia
la tolleranza In Sudan
(SPP) — La comunità serboortodossa, il più numeroso raggruppamento ortodosso in Svizzera, conosce numerose difficoltà. Una sola coppia pastorale si
occupa delle centinaia di famiglie sparpagliate nella Svizzera
tedesca celebrando le funzioni religiose regolarmente a Basilea,
Zurigo, Berna ed occasionalmente nella Svizzera Romanda e nel
Ticino.
(SPP) — Una nuova comunità
araba greco-ortodossa è stata
creata presso il centro del Patriarcato Ortodosso di Chambésy a Ginevra. Raggruppa circa
200 fedeli di Ginevra, Losanna e
della vicina Francia, venuti dal
Medio Oriente, gente di passaggio o immigrati da poco. L’archimandrita Elie Kfoury, originario del Libano ne ha assunto
la responsabilità.
(Soepi) — Nel corso della ce
A ciò si aggiunge la difficoltà
per 1 cittadini jugoslavi che vo
Verrà celebrata una funzione
al mese in arabo mentre le altre
tre funzioni saranno in greco.
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31 agosto 1984
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PREPARATA PER IL CULTO EVANGELICO TENUTO ALLA XXII SESSIONE DEL SAE ALLA MENDOLA
Una liturgia per ia Cena dei Signore
Ogni anno, alla sessione di formazione ecumenica del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) che ha luogo a La Mendola (Trento), si
celebra, in giorni diversi, per l’intera comunità
(quest’anno era di oltre 450 persone), una liturgia
ortodossa, una messa cattolica e un culto evangelico.
11 culto evangelico, che comprende la Cena
dii Signore, si svolge secondo la liturgia ordinaria in uso nelle nostre chiese. Riproduciamo qui
con qualche variante la liturgia adottata quest’anno per la Cena. E’ un po’ diversa dal solito
e può forse interessare qualcuno, in particolare
quanti vedono con favore proposte innovative —
da vagliare ancora e migliorare — che aiutino le
chiese a vivere la Cena (e il culto!) con maggior
libertà e creatività, uscendo almeno ogni tanto
dai modelli familiari, consacrati dall’uso e da
una tradizione secolare, che però non sono gli
unici modi in cui si può celebrare una Cena evangelica. E’ significativo che in tutto il Nuovo Testamento non si trovi un solo « ordine del culto » :
vuol dire, secondo ogni evidenza, che in questo
campo 1’« ordine » evangelico non è uno schema
liturgico fisso ma, al contrario, l’assenza di uno
schema e l’esercizio corale e responsabile della libertà della fede in risposta alla parola vivente di
Dio.
A La Mendola, come abitualmente nelle chiese, la Cena ha avuto luogo dopo la predicazione
(testo 1 Corinzi 10: 17), seguita dal canto di un
inno e dalla colletta. Dopo qualche attimo di silenzio, è iniziata la liturgia della Cena.
PREGHIERA INIZIALE
Pastore (o chi presiede) — Signore, che hai moltiplicato i
pani dei discepoli. Tu dai il pane per vivere; Signore, che hai
moltiplicato il dono di te stesso
per tutti gli uomini. Tu sei il
p.ane vivente. Perciò veniamo a
Te, sapendo che tu apri la tua
inano, e sazi il desiderio di tutto ciò che vive (Salmo 145: 16).
Assemblea — (d’un sol cuore)
Amen!
INVITO
Pastore — Quella alla quale
siamo invitati a partecipare è
- vuole essere — la cena del
Signore, non di una chiesa o
confessione particolare. Se fosse di una chiesa o confessione
particolare sarebbe una cena
privata, come quella riservata
ai soci di un club. Ma il nostro
Dio non è privato, è pubblico;
pubblica e non privata è la sua
parola; pubblica, e non privata,
è la sua salvezza; pubblica, e
neri privata, è la sua cena. Qui
non c’è una chiesa che invita e
altre che sono invitate. Qui c’è
un Signore che invita — la cena
è sua! — e ognuno di noi è invitato.
Ma l’invito del Signore non è
così bene accolto come si potrebbe immaginare. « Uno dei
commensali disse a Gesù: Beato chi mangerà del pane nel regno di Dio! Ma Gesù gli disse:
Un uomo fece una gran cena e
invitò molti; e all’ora della cena
mandò il suo servitore a dire
agli invitati: Venite, perché tutto è già pronto. E tutti, ad una
voce, cominciarono a scusarsi.
Il primo disse [ora, anziché
leggere nel testo biblico, cerchiamo di leggere nei nostri
cuori, cerchiamo di dire ad alta
voce le nostre scuse] — il primo, dunque, disse: Sarà uno
scherzo! E se non è uno scherzo, sarà un errore. Perché mai
dovrei essere invitato da Te?
Forse non sai neppure che esisto, Non sono nessuno. Non sono uno che valga la pena di invitare. A una ’’gran cena” si
invitano grandi uomini, non uomini piccoli e insignificanti come me. Il tuo invito è bello,
troppo hello, troppo bello per
essere vero, verrei volentieri,
ma sarà uno scherzo, oppure
un errore...
pane, tu, in qualche modo, entri nella mia vita, nel mio orizzonte, nella mia memoria. Sento che succederebbe qualcosa,
mi sentirei legato, e io non voglio legarmi. Tu mi capisci: verrei volentieri, ma sento che
quest’invito potrebbe portarmi
lontano, cosa dico, potrebbe
portarmi troppo vicino a te,
potrebbe stabilire tra noi una
comunione, che a esser sincero preferisco evitare... Semmai,
un’altra volta.
Il servitore [qui abbandoniamo la lettura del nostro cuore e riprendiamo la lettura del
testo biblico] — il servitore,
dunque, tornato, riferì queste
cose al suo signore. Allora il
padron di casa, adiratosi, disse
al suo servitore: Va’ presto per
le piazze e per le vie della città,
e porta qui i poveri, gli storpi,
i ciechi e gli zoppi. Poi il servitore disse: Signore, s’è fatto
come hai comandato, e ancora
c’è posto. E il signore disse al
servitore: Va’ fuori per le strade e lungo le siepi e costringili
ad entrare, affinché la mia casa sia piena. Perché io vi dico
che nessuno di quegli uomini
ch’erano stati invitati, assaggerà la mia cena» (Luca 14:
15-24).
PAUSA DI RIFLESSIONE
PREGHIERA
Il secondo disse: Grazie per
l’invito, ma, vedi, ho appena finito di banchettare, e sono proprio sazio. Mi trovo a non avere né fame né sete. Come potrei accettare il tuo invito? Sai,
ho anch’io la mia mensa, e a
esser sincero mi sembra meglio
imbandita della tua. Non vorrei offenderti, ma preferisco la
mia! Non te la prendere, è come se avessi accettato!
Il terzo disse: Verrei volentieri ma, sai com’è, accettando
un invito si resta in qualche
modo obbligati. E’ vero che tu
non chiedi niente: tutto è gratis e senza impegno. Però, se entro in casa tua e mangio il tuo
Pastore — Signore, in quante contraddizioni viviamo. Tu
le sveli tutte. Noi siamo gli invitati recalcitranti, che non osano 0 non vogliono accettare il
tuo invito :’itemiamo 'Che. tu vi
venga troppo vicino, temiamo
di comprometterci con te. Ma
siamo anche i non invitati che
alla fine assaggiano la tua cena,
siamo gli stranieri, gli indegni,
gli storpi, il nostro posto è lungo le siepi — come mai siamo
qui? chi ci ha fatti entrare? Chi
ci ha costretto, sì, costretto? Chi
ha vinto tutte le nostre resistenze? Ma non ci avevi detto,
o noi non abbiamo capito, che
questo era un banchetto di nozze. Ora ce ne rendiamo conto,
vedendo che il nostro abito non
è da nozze. Perciò rivestici con
l’abito della festa! Tu che hai
preparato la cena, devi anche
preparare noi invitati! Signore,
rendici abbastanza poveri da
poter essere arricchiti, abbastanza mendicanti da poter essere colmati di beni, abbastanza affamati da poter essere saziati.
blea si dispone in ampio cerchio o semicerchio intorno al tavolo della Cena.
Perché la celebrazione sia il più possibile raccolta e intensa, è indispensabile che sia il più possibile unitaria e
che non si trascini troppo a lungo
{questo accade più facilmente quando
il numero dei partecipanti è elevato).
Si consiglia quindi che la Cena sia servita da molti diaconi {meglio se di età
e di sesso diversi, per esprimere Vuniversalità delVEvangelo e della chiamata di Dio). Ad esempio, un diacono
ogni 10-12 partecipanti.
Sul tavolo vi saranno tanti piatti
{o cestini) e calici (o bicchieri) quanti
sono i diaconi. Il pane può essere
spezzato prima oppure nel corso della
celebrazione.
I diaconi porgono il piatto del pane
iniziando simultaneamente in diversi
punti del cerchio ■— come s’è detto
ogni 10-12 persone.
Ciascun partecipante prende dal piatto il pane per sé — spezzandolo se non
è ancora spezzato — oppure lo riceve
dal suo vicino di sinistra e a sua volta
lo porge al suo vicino di destra. È
ovvio che se il pane dev’essere spezzato, il diacono reggerà il piatto. Se invece è già spezzato, ciascuno passerà
al suo vicino il piatto, o dopo aver preso il pane per sé, oppure dopo aver servito il fratello porgendogli il pane prima e poi passandogli il piatto. Tutte
queste varianti {altre ancora sono possibili) sono lasciate alla libertà della
chiesa: ciascuna ha il suo valore particolare.
Importante! A differenza di quanto
accade abitualmente i partecipanti sono
invitati a non mangiare il pane subito
dopo averlo preso o ricevuto. Lo tengano in mano, appettando che 'tutti lo
abbiano.
Dopo che l’ultimo dei 10-12 partecipanti si è servito {o lo è stato), U diacono riporta il piatto sul tavolo : uno
dei diaconi farà servire anche il pastore, e viceversa. A questo punto, essendo tutti serviti di pane, può avvenire la celebrazione, scandita in due
momenti, uno del pastore {o liturgo),
l’altro dell’assemblea).
INVOCAZIONE DELLO
SPIRITO
Assemblea — (d’un sol cuore
e d’una sola voce) Amen!
Questa invocazione dello Spirito viene fatta da molte chiese ma non è
prescritta dalla Scrittura, non nel senso che non è necessaria (è indispensa,
bile!) ma nel senso che vale anche
per Iq Cena l’invocazione dello Spirito
fatta all’inizio del culto. Quando Gesù
celebrò la prima Cena, non sembra
abbia fatto una particolare invocazione dello Spirito. Essa può comunque
essere fatta, anzi è da raccomandare,
anche per ricordarci che «. è lo Spirito quel che vivifica, la carne non giova a nulla-» {Giov. 6:63).
Assemblea — canta la 2" strofa dell’Inno 209 dell’Innario Cristiano.
Questa mensa consacrata
per noi tutti è preparata:
all’invito del Signore
rispondiam con umil cuore!
Lui seguiam, che a noi concede
grazia, amor, sincera fede;
flnch’Ei venga qui annunziamo
il Vivente che attendiamo!
{Dopo il canto dell’inno, l’assem
memoria viva e comumone piena con te. Signore vivente e presente, che eri, che sei e che vieni. Amen.
Assemblea — canta l’inno 208,
la 1“ e la 3‘ strofa.
Cristo è il pane, oh gran mistero !
[per noi sceso giù dal del;
è di vita il cibo vero che
[nutrisce i suoi fedel.
Questo vin per noi figura del suo
[sangue ognor sarà
finché nell’età futura. Egli a noi
[ritornerà.
Pastore — « Nella notte in
cui fu tradito, Gesù prese del
pane; e dopo aver rese grazie
10 ruppe e disse: Questo è il
mio corpo che è dato per voi;
fate questo in memoria di me».
Assemblea — (ad una voce)
«Il pane che noi rompiamo è
la comunione col corpo di Cristo, rotto per noi e per tutti».
[Dopo aver pronunciato queste parole, tutti mangiano il pane. La simultaneità del gesto sottolinea l’unità del
corpo di Cristo raccolto nella celebrazione della Cena.
Dopo- aver manata il pane, i diaconi prendono dal tavolo i calici (o
bicchieri) e si portano di nuovo nel
punto in cui ciascuno aveva iniziato
la distribuzione del vino. Prima di
porgere il calice, il pastore e Vassernblea dicono, in due tempi distinti e
successivi, le parole della istituzione
e consacrazione) :
Pastore — « Parimenti, dopo
aver cenato, Gesù prese anche
11 calice dicendo: Questo calice
è il nuovo patto nel mio san- ,
gue; fate questo^-ogni volia che
ne berrete, in memoria di me».
Assemblea — (ad una voce)
« Il calice della benedizione, per
il quale rendiamo grazie, è la
comunione con il sangue di Cristo, sparso per noi e per tutti».
Pastore — «Sempre tenendoci per mano, cantiamo l’iimo
’’Celebriamo il Signore”».
’Celebriamo il Signore, perchè
[egli è buono;
e la sua benignità dura in
[eterno.
Ho cercato il Signore: Egli mi
i[ha risposto;
il Signore è la mia salvezza.
Alleluia, alleluia, lode a lui per
[ogni età».
[A questo punto, il cerchio intorno al tavolo della Cena si scioglie e i
partecipanti ritornano nei banchi. Il
pastore pronuncia la preghiera finale):
PREGHIERA FINALE
BENEDIZIONE
{A questo punto il diitcono ■—
ciascun diacono — inizia la distribuzione del calice, che ciascun partecipante, dopo aver bevuto, porgerà al
suo vicino, senza restituirlo ogni volta
al diacono. Si eviti anche l’operazione,
quanto mai sgradevole, di pulire ogni
volta il calice. Ogni calice, come s’è
detto, servirà per 10-12 persone. Quando
l’ultimo partecipante dei 10-12 avrà
finito di bere, il diacono — ogni diacono — riporterà il calice sul tavolo.)
Pastore — « Ciascuno dia ora
la mano al suo fratello — so
Pastore — O Spirito Santo
creatore, tu che fai rivivere le
ossa secche trasformandole in
un popolo vivente, tu che susciti fede, amore e speranza trasformando i cuori di pietra in
cuori di carne, deh, soffia anche su noi qui raccolti, e fa’ che
riceviamo dalla mano del Cristo
questo pane di grano come pane vivente, questo frutto della
vigna come vino del Regno, e
il pane e il vino insieme come
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rella — di destra e di sinistra.
Tenendoci così per mano, diciamo insieme la preghiera che
Gesù ci ha insegnato».
Assemblea — pronuncia all’unisono il « Padre Nostro ».
Pastore — Signore, gli occhi
di tutti sono intenti verso di te,
e tu dai loro il loro cibo a suo
tempo.
Beati gli affamati, perché sono stati saziati. Beati gli assetati, perché non avranno più
sete.
Tu apparecchi davanti a me
la mensa al cospetto dei miei
nemici. Tu ungi il mio capo con
olio, la mia coppa trabocca'.
Perciò la mia bocca proclamerà la tua lode, ed ogni carne
benedirà il nome tuo santo. Io
loderò il Signore finché vivrò,
salmeggerò al mio Dio, finché
, esisterò.' ÌBalmo 145; Matteo 5;
Salmo 23; Salmo 146).
Pastore — Il Signore ti benedica e ti guardi...
Assemblea — Amen!
Pastore — Il Signore faccia
risplendere il suo volto su di te
e ti sia propizio...
Assemblea — Amen!
Pastore — Il Signore volga
verso di te il suo volto, e ti dìa
la pace.
Assemblea — Amen!
[L’a Amen » della assemblea — come quelli precedenti — dev’essere
pronunciato ad una voce ' sola, con
intensità e partecipazione].
Paolo Ricca
2;
6
6 cronaca delle Valli
31 agosto 1934
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Le strade
della pace
Chi arriva in questi giorni a
Torre Pellice, all’inizio del paese
è confrontato con tre striscioni
fatti affiggere dal gruppo filodrammatico valdese di Luserna
S. Giovanni, che hanno suscitato
già parecchia discussione. Si comincia con una affermazione di
Einstein secondo cui la prossima
guerra mondiale potrebbe essere
combattuta nuovamente con le
clave, per passare ad una vignetta raffigurante Dio che guarda
la terra dopo uno scoppio nucleare, per poi arrivare ad un interrogativo diretto: « Forse anche
per colpa tua un giorno la Val
Pellice potrebbe diventare così ».
Ed il disegno raffigura una Val
Pellice desertica.
Una forma originale di fare
teatro dove gli attori sono diventati gli striscioni, che interpellano direttamente la gente.
Il tema della pace e della guerra nucleare è posto R, direttaniente e crudelmente alla riflessione di ciascuno di noi. Non
vengono proposte soluzioni. Ciascuno scelga quella che più gli
aggrada: disarmo bilanciato, disarmo unilaterale, obiezione fiscale, obiezione di coscienza, denuclearizzazione del territorio,
referendum.
«L’importante è discutere del
problema » — mi dice un ragazzo
del gruppo.
E’ certamente una iniziativa
stimolante che ha già raggiunto
il suo scopo perché discussioni
anche accese sono state fatte.
Impermeabili a questi interrogativi rimangono però i componenti del COREGO di Pinerolo
che nei mesi scorsi hanno nuovamente bocciato le delibere dei
comuni che avevano dichiarato
denuclearizzato il proprio territorio. Per la burocrazia questo
non è possibile. Non importa se
tra la gente si fa strada una crescente inquietudine per i rischi
di guerra nucleare e contro questi rischi i comuni iniziano una
educazione alla pace che coinvolge simbolicamente tutto il territorio amministrato. Come si fa
ad essere amministratori pubblici se non si riflettono le idee e
le aspirazioni degli amministrati? E’ un interrogativo cui anche
la burocrazia dovrà prima o poi
rispondere.
Non importa se il COREGO
boccia, la risposta della gente è
diversa e questi striscioni lo
stanno a dimostrare.
Gli striscioni sono a disposizione di quanti vorranno farli circolare sulle strade della Val Pellice, la Filodrammatica Valdese
li presta a coloro che vorranno
utilizzarli in una originale forma
di teatro. Per averli basta telefonare allo 0121/90498 chiedendo
di Erica.
Giorgio Gardiol
Con questo titolo accattivante
si sono svolte a cura deH’Amministrazione comunale di Torre Pellice e della locale U.S.S.L.
due interessanti serate coordinate dal Dott. Mathieu, primario dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice e dal Dott. Rissone,
coordinatore dell’U.S.S.L. 43.
Con l’avvento della Riforma
Sanitaria Analmente anche nel
nostro paese ci si è posti il problema che sta a monte dello
stato di malattia ed è quello del
prevenire il suo insorgere. Il
concetto di per sé molto semplice richiede però un grosso
cambiamento nel modo stesso
di intendere il ruolo del medico,
della medicina e non solo fra
gli addetti ai lavori, ma anche
fra la popolazione che è l’utente. In fondo siamo ancora legati
allo schema del medico della
mutua al quale ci rivolgiamo
quando qualcosa non va, ci sottoponiamo alle sue prescrizioni,
ma non appena rileviamo qualche sintomo di ripresa, dimentichiamo tutte le precauzioni Ano alla prossima volta in cui
avremo nuovamente bisogno di
lui. Ci è quindi ancora diAìcile
pensare alia Agura dell’operatore sanitario come consulente del
nostro mantenerci in salute, come colui che controlla e dà in
dicazioni su come intervenire
sulle cause che ingenerano malattie, ecc.
Ed ancora non siamo abituati
a considerare che i problemi della salute sono intimamente legati ai problemi sociali, all’organizzazione che ci diamo sul
territorio, alla qualità delle abitazioni, alla qualità e quantità
di servizi presenti.
Per dimostrare questo nesso
nella seconda serata sono stati
gli operatori stessi, sia sanitari
che sociali, a presentare il loro
lavoro, i programmi e gli obiettivi. Non a caso ad aprire la serie degli interventi è stato il veterinario come operatore chiamato ad operare non solo nel
campo della zootecnia ma come
controllore della materia prima
degli alimenti. Si è passati poi
a parlare di controlli sulla produzione degli alimenti; al controllo della nocività degli ambienti, delle lavorazioni industriali ed artigianali, sino ai programmi per la tutela dell’infanzia ad iniziare dal concepimento ed inAne dei programmi per
la terza età (foyer, centri d’incontro, assistenza domiciliare)
compresa la ginnastica riabilitativa e quella per gli « anta » e
naturalmente del medico di ba
se e dell’uso dei farmaci. Da tutto questo caleidoscopio di iniziative è emersa l’esigenza di assicurarne un costante collegamento. Gli operatori della zona
da parte loro hanno confermato la loro volontà di operare
questa saldatura che naturalmente necessita della collaborazione della popolazione a tutti
i livelli. Questo processo di maturazione e di partecipazione attiva deve continuare progressivamente, non ci si può illudere
che vi siano vistosi salti di qualità, ma acquisizioni culturali
stabili è possibile prevederne.
Da questo quadro di iniziative
verrà anche rivalutato il ruolo
del medico, richiesto non solo
più come dispensatore di terapie e medicinali, ma come consulente della salute. Egli ha a
sua disposizione le tècniche più
avanzate della ricerca, ma ha
anche l’onere di interpretare con
attenzione le linee di tendenza.
Questo concetto è stato bene
sottolineato nella prima serata
dal Dott. Mathieu.
In deAnitiva un quadro interessante si pone dinanzi per
gli anni a venire. A tutti spetta
con la propria partecipazione
darne il tono e le sfumature.
Adriano Longo
INCONTRO IN VAL GERMANASCA
Eritrea ieri e oggi
Circa 70 persone hanno partecipato alla riunione annuale agli
Eiciassie nel pomeriggio di domenica 19 corr. E’ una riunione
tenuta in comune tra le comunità di Villasecca e quella di Pomaretto nella suddetta località,
situata a metà strada tra le due
parrocchie.
E’ un momento di incontro comunitario importante perché segno del superamento dei conñni parrocchiali, segno di comunione fratenia, volontà di ascolto della Parola, e di riflessione
comune sulla nostra responsabilità di credenti chiamati a
mettere in pratica le proposte
operative.
L’argomento è stato; « Eritrea,
ieri e oggi », incisivamente presentato dal past. Bruno Tron,
ivi nato e vissuto fino a qualche
anno fa.
I tanti interrogativi sorti in
seguito alla sua esposizione possono essere ricondotti ad uno
solo: « cosa possiamo fare? »,
ben sapendo di essere pochi con
tutti ,i limiti che ciò comporta.
Ma sapendo anche di essere
« una componente significativa e
non una minoranza » della società italiana, sono state indicate
tre risposte possibili. Innanzitutto impegnandoci ad informarci
ed informare gli altri sulla drammatica realtà eritrea dove la
morte per fame è un avveni
mento giornaliero su vasta sca
la. Poi, partecipare e far partecipare gli altri alia realizzazione di fondi da destinare al popolo eritreo tramite la Chiesa
Evangelica Svedese che ne gestisce la destinazione e la distribuzione sotto la garanzia dell’onestà e della equità. Infine,
chiedere alla Tavola di far pressione nei confronti del governo
italiano affinché faccia quanto
è in suo potere perché sia posta
fine alla guerra folle e fratricida
che da oltre 20 anni, in buona
compagnia con la morte per fame, non contribuisce certamente
alla costruzione di un sistema
sociale tale da offrire e garantire le condizioni di minimo vitale, necessario perché il cittadino eritreo possa riacquistare
la propria dignità di creatura
umana, amata da Dio e bisognosa di rispetto.
La colletta, certamente modesta ma significativa, è stata devoluta al « Fondo di solidarietà » gestito dalla Redazione del
nostro giornale.
Vivi ringraziamenti e gratitudine al past. Tron anche per tutte le altre interessanti notizie
dateci sulla situazione eritrea di
oggi
Aldo Rutigliano
TORRE PELLICE
Dibattito sulle Intese
L’Associazione culturale « Francesco Lo Bue » organizza per
sabato 1° settembre 1984 alle ore 20.30 nell’Aula Sinodale una con
ferenza dibattito su;
Le « Intese », innovazione e limiti in un rapporto Stato-Chiesa.
Sono invitati a parlare: l’on. Giuliano Amato, sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio, l’on. Aldo Bozzi (PLI). l’on. Mauro
Mellini (PR), il prof. Carlo Cardia, dell’Università di Pisa, il prof.
Giorgio Peyrot, dell’Università di Perugia, l’on. Sergio Soave (PCI).
Giornata del Collegio
il mantenimento dello stato di salute della persona al centro dell’attenzione del sistema sanitario voluto dalla riforma di cinque anni fa
TORRE PELLICE — La ’Giornata del Collegio’ organizzata
dall’Associazione « Amici del
Collegio » si terrà presso la Foresteria Valdese domenica 2 settembre. Il programma inizia alle ore 12,30' con il pranzo. Informazioni e prenotazioni : tei. n.
0121/91.277.
Mostra
dell’artigianato
PRAMOLLO — Anche quest’anno il comune di Pramollo,
con il patrocinio dell’Assessorato alla Montagna ed all’Artigianato della Provincia di Torino
ed in collaborazione con la Pro
Loco (sez. Ruata), ha organizzato la 3” Mostra-Mercato dell’Artigianato locale, dal 12 al 18
agosto.
Numerosi sono stati gli espositori pramollini i cui lavori sono stati apprezzati da un gran
numero di visitatori ed acquirenti.
Crisi al Comune
PINEROLO — La proposta
(poi rientrata) di costruire una
piscina comunale ha fatto una
vittima illustre. E’ il vice-sindaco liberale. Franco Menassero,
che ha dimissionato dalla carica
e da consigliere comunale per
evidenti contrasti sulla questione non solo con gli altri partiti che reggono il comune, ma
anche col proprio. Erano stati i
socialisti a criticarne senza mezzi termini l’operato e nessuno
del gruppo liberale aveva creduto opportuno di intervenire in
sua difesa.
Di qui la crisi — negata dal
sindaco — dell’attuale maggioranza che dovrà ricercare nuovi equilibri.
Inoltre la sopravvenuta morte
del consigliere liberale Nicolao
Chiaraviglio, avrà come eAetto
la sostituzione di due consiglieri liberali su tre. Entreranno in
Consiglio : Giorgio Manfredi, industriale di Luserna, e Arnaldo
Fiammotto.
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carattere di struttura aperta verso il mondo esterno,
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che avrà luogo sabato 1“ settembre a partire dalle ore
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31 agosto 1984
cronaca delleValli 7
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#3
Cara Magna Linota,
Anzitutto debbo ringraziarti
per aver voluto rispondere alla
mia lettera sull’ omosessualità.
Ma permettimi di esporti le ragioni per cui i tuoi argomenti
non mi hanno convinto.
Mi pare di aver capito che, ^secondo te, l’omosessualità non dev'essere considerata come un vizio e meno che mai un peccato
condannato dalla Scrittura. Si
tratterebbe di una semplice malformazione fisica trasmessa dai
genitori. Come uno nasce mancino, così un altro nasce omosessuale. Perciò gli omosessuali,
>empre che abbia ben capito il
tuo pensiero, dovrebbero essere
considerati soltanto degli indivij.iti tarati dalla nascita.
In un certo senso si potrebbe
L ondividere questo punto di vista.
Per molti secoli e fino a pochi anni fa, il culto nelle Chiese Riformate aveva inizio con questa soienne dichiarazione dell’Assemblea: « Nous confessons et recon'¡aissons, devant la sainte Majes:é. que nous sommes de pauvres
r Jeheurs conçus et nés dans le pé: hé et la corruption » {Noi confessiamo e riconosciamo davanti
epa tua santa Maestà di essere
ici poveri peccatori, concepiti e
sii nel peccato e nella corruzio). Con questa dichiarazione che
li,-Ite volte ho sentito ai culti
è.li a Villar Pellice, l’assemblea
; s¡clamava che ogni generazione
i iismette alla seguente la tara
sN proprio peccato. Però questa
: ilidarietà non ci esime punto
ridia nostra responsabilità indii.Iiiale, che è anzi resa più pe'.nite se rifiutiamo la nuova na>.:ta, secondo quanto ha dichiai. :o il Signore: « In verità, in
■.rità io ti dico che se uno non
c nato di nuovo non può vedere
ìi Regno di Dio» {Giovanni 3:3).
Mi sembra però che tu non ti
riferisca a questa solidarietà, ma
li collochi piuttosto sulla linea
del famoso psichiatra del secolo
.'..orso, Cesare Lombroso, secondo
il quale la condotta dei delinquenti dipende dall’ereditarietà ed
esclude quindi la volontà e la
responsabilità dell’individuo. Di
conseguenza l’essere omosessuale è una semplice anomalia come
l'essere mancino. Le teorie del
Lombroso, come mi insegni, sono oggi generalmente respinte.
Sorprende l’accostamento fra
l'essere mancino e omosessuale.
Infatti si nasce mancini (che, tra
parentesi, non è una menomaz.'ione nè fisica nè psichica) ma
si diventa omosessuali. Se l’.omosessualità fosse una tendenza determinata da non si sa bene quali disfunzioni ormoniche, sarebbe sulla linea di ^ualsiasi altro
perverso istinto che ci portiamo
dalla nascita. Il Signore, che conosceva il cuore umano più di
qualsiasi psicologo, diceva ■. « Dal
cuore vengono pensieri malvagi,
omicidi, adulteri, fornicazioni,
furti, false testimonianze, diffamazioni » {Matteo 15:19). Però
il fatto che noi ci portiamo dalla
nascita tutto questo patrimonio
genetico, non significa punto che
dobbiamo rassegnarci a lasciare
via libera ai nostri istinti.
In un forte articolo del prof.
Caponetto, pubblicato sull’EcoLuce del 4 maggio u.s. ci viene
ricordato che la grazia di Dio è
più forte della nostra natura e
delle nostre tendenze bestiali e
aggiunge: « Se si deve ritenere
l’orno sessualità una condizione
umanamente irreversibile, che
neppure la potenza di Dio può modificare, dobbiamo avere il coraggio di dire che la stessa giustificazione vale per tptto quello che
attiene alla sfera della sessualità,
dalla fornicazione all’adulterio!
Addio, dunque, alla morale cristiana e addio alla Sacra Scrittura come unica norma di fede e di
condotta! ».
Nella mia lettera ho fatto rife-rimento all’Aids, la terribile malattia che colpisce sovrattutto gli
omosessuali e che potrebbe essere considerata come una punizione di Dio su chi commette auesto
peccato. Questo ti ha dato l’occasione di scandalizzarti ripetendo
il solito tema dello spirito farisaico. Però non è di me che Magna Linota deve scandalizzarsi,
bensì dell’apostolo Paolo, il qua.le, precisamente a proposito degli omosessuali dice che « ricevono in loro stessi la condegna
mercede del proprio traviamento » {Romani 1:27). Perciò quando Paolo in Romani 14 ci esorta
a non giudicare il nostro prossimo, non è punto in contraddizione con il citato passo di Romani 1:27, ma non fa che constatare
dei fatti. È a lui, non a me che
dev’essere indirizzata la comunicazione giudiziaria.
Con fraterni saluti
Umberto Pascal
Villar Pellice
Cara Magna Linota,
non ci capisco più molto, sono
oramai vecchio e vorrei chiedere
il tuo aiuto a proposito degli
omosessuali. Non me ne sono mai
preoccupato e non ho visto fra
le mie conoscenze nulla che potesse allarmarmi, ma ecco che
il giornale della Chiesa ne parla,
ti scrivono, tu rispondi ed ora vedo un appèllo che sembra ufficiale della Chiesa perchè è in grande sul giornale nostro -. appello
per firmare contro gli omosessuali. Cosa devo fare? Non ho
ben capito se quel peccato, così
lo chiamano, mette in pericolo
la Chiesa, ma poi ho pensato che
vi sono anche altri peccati. 'Vi è
l’avarizia, vi è la maldicenza, vi
è l’egoismo ed allora io proporrei
alla Tev di presentare almeno
una decina di petizioni contro
tutti i più pericolosi peccati ed
invitare tutti a firmare perchè il
Sinodo... ma poi mi sono chiesto,
cosa può fare il Sinodo? Io sono
vecchio ed ho sempre visto che
quello ohe conta è la volontà di
ciascuno di non cader nel peccato, non di dire agli altri che sono
peccatori.
Cosa ne pensi? Devo firmare?
Devo proporre anche io per il Sinodo altri appelli contro l’ipocrisia? Consigliami tu perchè mi
pare che vi sia sempre più confusione. Ti ringrazio. Magna Linota e ti voglio bene.
Barba Ricou
Caro signor Pascal,
a quanto pare non ho proprio
saputo spiegarmi. Proverò di
nuovo:
1) gli omosessuali: io sbaglierò, rna sono convinta che la
maggioranza di loro non decide
di diventarlo, come si può decidere di ammazzare una persona:
scopre di esserlo come un altro
si accorge di essere invece eceitato da una ragazza. La moralità
non riguarda le nostre tendenze,
ma l’uso che ne facciamo. E tutti, « normali » e « diversi », possiamo fare un uso sporco del nostro corpo. Perciò la responsabilità deirindividuo è chiara ed
evidente;
2) il giudizio sugli altri: non
sono una teologa, ma mi pare che
i farisei fossero credenti seri, che
cercavano di fare la volontà di
Dio e di evitare il peccato. Il
loro sbaglio, una colpa terribile
secondo il Vangelo, era di badare
più alla Legge ohe alle persone,
giudicando duramente gli altri,
mentre Gesù, senza giustificare
certo il peccato, amava e frequentava pubblicani, adulteri e peccatori.
Certo, il salario del peccato è
la morte, ma l’Eterno afferma
che Suo è il giudizio.
Invece, attraverso i secoli, noi
che ci dichiariamo cristiani abbiamo voluto metterci al Suo posto per condannare il nostro
prossimo: è molto più facile ohe
amarlo.
Quanto a me, sulla prima pagina del Nuovo 'Testamento che mi
è stato dato alla confermazione
il pastore aveva scritto: « Voi
siete un reale sacerdozio, una
gente santa ». Di fronte a questa
promessa di Dio, e al mio impegno di risposta, mi sento così
disperatamente debole e incerta,
che non mi avanza tempo e coraggio di giudicare, né te né altri. Quindi niente comunicazioni
giudiziarie.
Con affetto
magna Linota
Caro barba Ricou,
credo di aver risposto anche a
te parlando con il signor Pascal.
Vorrei soltanto aggiungere che
qualche volta gli omosessuali mi
sembrano solo il pretesto del
giorno, per sfogare quella voglia
di procurarci una buona coscienza prendendocela con il cattivo
di turno, che avvelena i rapporti
fra gli uomini nel mondo esterno, ma anche nelle nostre chiese.
Quand’ero giovane, ci si abbaruffava tra A-C.D.G. e F.U.V., tra
Valli ed evangelizzazione, poi sul
pastorato femminile, sui rapporti coi metodisti, su fede e politica, sul Collegio, sulla F.G.E.L o
sulla T.E.V. e così via.
L’argomento cambia, ma rimane costante la mancanza di stima e di affetto per « l’altro », che
è sempre brutto e cattivo. E io
vorrei ripetere, con la prima
epistola di Giovanni: «Diletti,
amiamoci gli uni gli altri ».
Cordialmente
magna Linota
Il nucleo Val Pellice di Amnesty International è presente alla
Mostra dell’Artigianato di Pinerolo con un suo stand nella sezione culturale della rassegna.
Fino a domenica 2 settembre
è possibile visitarlo, sottoscrive^re petizioni a favore di detenuti
per ragioni di coscienza e acquistare materiale informativo sull’associazione.
Errata
Nel numero 25 del 22 giugno abbiamo pubblicato il necrologio della
signora
Mafalda Musmeci
nata Bertolino
indicando erroneamente Tetà in 72 anni, in realtà l’età della defunta era di
62 anni. Ci scusiamo dell’orrore involontario.
RINGRAZIAMENTO
« Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho
serbata la fede » (II Tim. 4; 7).
I familiari di
Francesco Martinat
ringraziano il personale ed i medici
deR’ospedale valdese di Pomaretto e
tutti coloro che hanno manifestato affetto e simpatia in questa circostanza.
Orgere di Frali, 22 agosto 1984.
RINGRAZIAMENTO
c< Nel tornare a me e nel tenervi in riposo starà la vostra
salvezza » (Isaia 30: 15)
La figlia ed i familiari della cara.
Silvia Codino wed. Fornerone
sentitamente ringraziano tutti coloro
che hanno preso parte al loro dolore
e sono stati vicini alla loro cara durante la lunga malattia.
Un particolare grazie esprimono al
l’USSL 44.
Frarostino, 26 luglio 1984
RINGRAZIAMENTO
I fratelli del compianto
Lorenzo Benech
commossi e riconoscenti ringraziano
tutti coloro ohe con scritti e parole di
conforto, hanno preso parte al loro
dolore.
Un particolare ringraziamento al Signor Franco Bouquet e a tutti i vicini
di casa. Un grazie al pastore e signora
per le confortanti parodie.
Prarostino, 3 agosto 1984
RINGRAZIAMENTO
La moglie ed i familiari del compianto
Alberto Poet
riconoscenti per la manifestatone di
affetto manifestata in occasione deUa
dipartenza del loro caro congiunto, ringraziano il medico curante dottor Vivalda, i medici, gli infermieri e tutto
il personale dell’ospedale valdese di
Pomainetto, il pastore Paolo Ribet, la
Croce Verde di Porosa Argentina,
TANA di Perrero, la Comunità Montana, tutti i vicini di casa e tutti coloro che in qualche modo sono stati
vicini neUa triste circostanza.
Forengo di Ferrerò, 16 agosto 1984
AVVISI ECONOMICI
FAMIGLIA (3 persone) cerca casa in
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anche rustica e con riscaldamento indipendente, nei Comuni di Villar
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Via Umberto I, 1 - Tel. 83904.
Ambulanza :
Croce Verde Porosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo; 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
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59774.
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Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
8
8 itonio 6 società
31 agosto 1984
A COMISO E ADELFiA || Sfnocio 6 ¡I SUO contosto
Pochi ma con ECO
GN evangelici attivi nella ’’Estate Comisana Ottantaquattro” succeduta al Raduno Intemazionale antimissilistico IMAC dell’anno scorso
W
. '
Í-VF
Comiso, 6 agosto 1984, 39° anniversario _ della distruzione atomica di Hiroshima: una settantina di membri di comitati per la
pace, seguiti da circa 200 aderenti aH’Autonomia Operaia e da
una cinquantina di militanti di
Lotta Continua per i} ComuniSmo, si avviano in corteo verso
il cancello principale della base
NATO di Comiso. I numeri parlano chiaro: il Raduno ECO
(Estate Comisana Ottantaquattro), lanciato dal Coordinamento
Nazionale dei Comitati per la Pace, è stato im'iniziativa sostanzialmente differente dalTIMAC
(Raduno Intemazionale contro la
militarizzazione e i missili Cruise) dello scorso anno. Tuttavia
PECO non è stato, né intendeva
èssere, una riproposizione fallimentare dellTMAC, o l’iniziativa
di pochi irriducibili. Nato dalla
consapevolezza della difficile fase che il movimento per la pace,
italiano e intemazionale, attrav^a, è riuscito con dignità, a
dispetto dello scarso numero di
presenze, a indicare nuove vie
da segmre, sia a livello teorico,
sia a livelip pratico.
Il RadUlK^ si è aperto a Comiso col Convegno « Per un Mediterraneo mare di pace », organizzato dal Comitato per la pace
della T Circoscrizione di Roma,
dal CUDIP di Comiso, dalla Lega
per i Diritti dei Pof^i e dal Centro di Documentazione e di Iniziative per la Pace (CEDIP) di
Catania, sotto il patrocinio del
Coniune di Vittoria (27, 28 e 29
luglio). Indubbiamente il momento più « alto » del Raduno ECO,
sia per la qualità della partecipazione (120 persone, con delegati
di movimenti per la pace e per
la liberazione dalla Jugoslavia,
dal Libano, dalla Palestina, da
Israele, dalla Francia, dalla Spagna), sia per l’attenzione ad esso
riservata dalla stampa, l’incon
« L’Eco delle Valli Valdesi ■
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Rea.
Comitato di Redazione: Valdo Benecchi, Mario F. Berutti, Franco Carri,
Giorgio GardioI, Marcella Gay, Adrlano Longo, Claudio H. Martelli,
Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
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Redazione l'Eco delle Valli Valdesi:
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delle Valli . La Luce • - Casella postale- 10066 Torre Pellice.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm
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Inserzioni; prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna: mortuari
350 - sottoscrizioni 180.
Economici 200 e partecipazioni personali 350 per parola, i suddetti
prezzi si intendono esclusa IVA.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a ■ La Luce; fondo di solidarietà «, Via Pio V. 15 • Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
tro è proseguito presso il Centro Giovanile Evangelico di Adelfia, a 20 km. dalla base della
morte e a 50 metri dal Mediterraneo, « il mare più militarizzato
del mondo », come l’ha definito
nella sua relazione Bernard Ràvenel del CODENE francese. Ad
Adelfia è riuscito quello che non
era riuscito alla 3“ Convenzione
europea per il disarmo nucleare
di Perugia: per la prima volta
vi è stato un abbozzo di confronto fra movimenti per la pace europei — sia pur limitato a quelli
del Sud Europa — e movimenti
nordafricani e medio-orientali;
per la prima volta, in un incontro
fra movimenti cosi diversi fra
loro, si è convenuto sulla necessità che la costruzione della pace
passi daU’instaurazione di nuovi rapiporti economici e tecnologici basati sulla complementarietà e non più sullo sfruttamento
e la dominazione. Secondo Bishara Rader, palestinese, professore presso l’Università belga di
Lovanio, esiste fra le regioni del
Sud Europa più svantaggiate (fra
le quali il Mezzogiorno d’Italia)
e i paesi arabi im comune interesse a superare l’attuale condizione di dipendenza tecnologica
ed economica nei confronti dei
paesi maggiormente industrializzati, anche se tale interesse non
è sinora sfociato in alcun serio
programma di cooperazione. È
in questa direzione ohe occorre
muoversi, hanno concordato i
partecipanti al Convegno, parallelamente alla lotta per la smilitarizzazione del bacino Mediterraneo a partire dagli armamenti
nucleari e dalle flotte delle due
superpotenze.
Trasferitisi all’ex campo IMAC,
una trentina di pacifisti hanno
successivamente partecipato a im
« training » o seminario nonviolento, allo scopo di sperimentare
alcune prime forme di educazio
ne alla « convivenza con la bomba » : un’esperienza da riproporre, con l’ausilio delle tecniche di
animazione ivi adottate, tipiche
della cultura nonviolenta, ma ormai abbondantemente utilizzate
anche in altri ambienti, ivi compresi i gruppi FGEI.
Il 6 e il 7 agosto, con uno striscione multicolore decorato nella
piazza di Comiso il giorno precedente, i partecipanti aU’ECÒ
— fra i quali ima decina di giovani evangelici provenienti da
Adelfia e dalle comunità più vicine — hanno bloccato per alcune ore i due cancelli della base
dai quali usciranno i TEL (Trasportatori Elevatori Lanciatori),
gli autocarri adibiti al trasporto
e al lancio dei missili Cruise e il
10 agosto, dopo uno spettacolo in
piazza nella serata delTS, i pacifisti dell’Eco, seguendo i prossimi probabili itinerari dei TEL,
hanno raggiunto Caronia, una cittadina di poche migliaia di abitanti sui monti Nebrodi, uno dei
centri maggiormente colpiti dal
progettato esproprio di 14.000 ettari di bosco da adibire a poligono di tiro. Diversamente da Comiso, qui le amministrazioni e le
forze politiche locali hanno già
espresso livelli assai alti di mobilitazione contro i piani del Ministero della difesa.
■ Il contatto fra questa realtà
e il movimento per la pace potrebbe far crescere entrambi.
Se riMAC aveva rappresentato
11 punto d’arrivo d’una prima
fase del movimento per la pace
italiano, dunque, TECO ha cercato, a dispetto dei numeri, di
aprirne una nuova: Comiso rimane centrale, ma all’interno di ima
lotta più generale ai processi di
militarizzazione, in Sicilia come
nel resto del Mediterraneo, in
Veneto come in Toscana, in Liguria come nel Lazio.
Bruno Gabrielli
Fondo di solidarietà
Le due sottoscrizioni attualmente aperte e che hanno carattere permanente, sono a sostegno:
— della lotta contro la fame
nel mondo e
— del programma di lotta al
razzismo.
Per la lotta contro la fame ricordiamo l’appello lanciato a favore delle popolazioni eritree i
cui fondi saranno inoltrati attraverso la Missione evangelica
svedese, impegnata già da tempo in questa zona.
Vi preghiamo di fare giungere le vostre offerte tramite il
ccp n. 11234101 intestato « La
Luce - Pondo di solidarietà, Via
Pio V 15 Torino », e diamo qui
di seguito l’elenco dei versamenti ricevuti dal dicembre ’83;
L. 2.000: Mimi Tron Bernoulli;
L. 10.000': Myriam Bein Buzzi, Tito
Cassano, Giovanni Giambarresi, Alba
Jazeolla Kovacs, Diana Satti, Elena
Selis, Giuseppe Giorgiolé, Rodolfo e
Jole Tomasini;
L. 15.000: Myriam Bein Buzzi, Maddalena Jourdan, Alice Jouve;
L. 20.000: Davide Anziani, Alunni J'
F Scuola elementare S, Caterina Reggio Calabria, Ida e Vitale Jahier, Francesca Reggiani, Maria Raviglione, Ersilia Mathieu, Ingrid Signore Friis;
L. 25.000: Dario Falbo, Stefano Alberto Rostan, Etisia Martini, Mirelia
Scorsonelli, Rosetta Vittone due volte;
L. 30.000; Maria Armosini, Stefano
Alberto Rostan, Salvatore Scordar!;
L. 45.0CO: Gudrun e Nino Gullotta;
L. 50.000: fratelli Fortunato In mem.
della madre, E. M. ricordando. Chiesa valdese di Coazze, Elena e Silvia
Maurin, Sara e Sauro Gottardi, Sara
Pasqui Revedi, C. R. Peyrot, Unione
femm. valdese Reggio Calabria, Marisa Bitto, R. M. F. C., Giuseppina Pepe, Scuola domenicale Coppieri chiesa valdese Torre P., Scuola domenicale chiesa valdese Angrogna, M. G.,
NN Torre P., NN Ravadera Torre P., Liliana e Gioachino Venturi in mem, nipotino Davide Marcheselli;
L. 60.000; Antoinette Torsello;
L. 70.0J0: Mirella ed Ernesto Bein;
L. 80.000; Olindo Bufalo;
L. 85.000; Ernesto e Mirella Bein;
L. 100.000: Giulio Coucourde, Chiesa
valdese di Susa, Delia Fontana due
volte, A. C. Vetta, Ida Coisson Mathieu,
Annalisa Coisson, Mario Coisson, Doris Bonjour, Silvana Grassi, Giuseppe
Tosi, famiglia L'Abate, Anonimo Chiesa valdese Milano, Amelia Hiirzeler,
Vanda Brundo;
L. 200.000: Giulio Coucourde in ricordo fratello Vittorio, Aldo Clemenzi;
L. 285.000: Chiesa valdese Reggio
Calabria;
L. 450.000: Marcella Revello;
L. 918.000: Corale valdese Pomaretto per concerti a Crest e Die (Franeia) per l'Eritrea;
L. 1.000.000: S. C.;
L. 20.000.000; Giuseppina Canobbio
Cobianchi per fratello Antonio Canobbio.
Inoltre ci sono pervenute L. 175.000
anziché alla Tavola valdese per il Mozambico (N. Gullotta 100.000, A. Marricano 10.000, M. Jourdan 15.000 e S.
Pasqui Revedi 50.000) e L. 50.000 an.
zichè alla FCEI prò terremotati Sud Italia da A. Passarelli, che non abbiamo
contabilizzato e trasferito.
Tot. ricevuto 26.250.000, interessi
anno '83 55.155, saldo prec. 538.341,
in cassa L. 26.843.996.
{segue da pag. 1)
dato mandati molto precisi alla
Tavola per concluderla. E quindi mi sembra che la Tavola abbia fatto bene ad andare alla
Arma pur accettando alcune modifiche del testo dell’Intesa che
del resto non mi sembrano oltremodo rilevanti anche se pongono qualche problema in ordine
al non avvalersi deH’insegnamento religioso nelle scuole.
Sono inoltre di grande interesse i problemi etici che emergono dalle tre lettere che ho
citato. In gran parte si tratta di
temi che hanno già occupato e
travagliato la vita e la ricerca
delle chiese. Basta pensare al
lavoro sulla pace e al fatto che
sul tema della sessualità ampiamente dibattuto sulla nostra
stampa, già da qualche anno è
stato avviato lo studio di una
commissione che riferisce quest’anno.
— E’ una chiesa in difficoltà,
che non riesce a saldare due situazioni profondamente diverse,
l’essere chiesa alle Valli valdesi,
dove, in piccolo, è chiesa di popolo, e l’essere chiesa nella diaspora dove manteniamo la stessa struttura di chiesa di popolo
che in una situazione disseminata incontra crescenti difficoltà.
Ma non è una chiesa malata.
Piuttosto è affaticata dal crescente numero di richieste di testimonianze e contributi culturali
che le vengono chiesti e per i
quali non abbiamo forze sufficienti.
— Cosa pensi della richiesta
della TEV riguardo aUa condanna dell’omosessualità?
— L’abbiamo presa sul serio.
Sapevamo delTintenzione di presentare la petizione al Sinodo
e abbiamo preso noi l’iniziativa
di chiedere alla TEV di esserne
informati per poter istruire il
problema e per evitare difficoltà procedurali che sarebbero sorte dall’invio di una lettera alla
presidenza a Sinodo già iniziato.
Ci sembra infatti che dobbiamo
ascoltare la preoccupazione che
viene da tutto un settore delle
nostre chiese e di altre chiese
dell’evangelismo italiano.
D’altra parte non vorremmo
che il Sinodo si esprimesse (pesantemente) in una condanna.
Un orientamento va cercato con
pazienza, nel dialogo, nel confronto, costruendo un’etica evangelica, ma senza scomuniche e
condanne.
— Vale la pena impegnarsi in
questa chiesa per la testimonianza deil’Evangelo?
— Certe! Mi viene in mente
la parola di Paolo: « tutto è vostro e voi siete di Cristo e Cristo è di Dio ». Viviamo questa
parola come l’annuncio della libertà e della responsabilità nel
quadro di possibilità sconfinate.
Insieme. E’ bello essere insieme, fratelli e sorelle diversi gli
uni dagli altri ma che insieme
leggono TEvangelo e costruiscono insieme una teologia e una
linea di servizio, un continuo tentativo di capire TEvangelo e viverlo.
Franco Giampiccoli
Pastorato
— Dopo un mese di faticosa e
impegnativa indagine hai ormai
« ii polso » della situazione complessiva della nostra chiesa. Che
impressione globale ne hai?
— Ho l’impressione che abbiamo bisogno di una grossa ristrutturazione. Mi sembra che
molto del nostro lavoro sia parecchio accentrato, anche se poi
il Sinodo lo governa abbastanza bene. Credo che dovremmo
invece decentrare in due sensi.
Non pretendere di fare ogni anno col Sinodo un’indagine dalTA
alla Z discutendo tutto quanto;
e dare maggior spazio alle assemblee di circuito e alle conferenze distrettuali che dovrebbero avere maggior responsabilità amministrativa e funzionare come dei « sinodi regionali ».
(segue da pag. 3)
capacità affinché il suo Spirito
renda autentica la nostra vita.
Tutto giusto, ma il contesto storico è rimasto troppo nell’ombra. Qualcuno ha notato che i
candidati sono stati molto più
convincenti nel colloquio davanti al corpo pastorale per l’esame di fede che non nei loro sermoni dal pulpito ; interessanti,
dotti, ma un po’ freddi. Altri
hanno invece apprezzato il tono
pacato, la capacità di esposizione e la convinzione profonda
che, pur con modi e accenti diversi, scaturiva da ciascun mes
— Ma a parte le questioni
strutturali, com’è questa chiesa,
sana o malata?
saggio.
Rilanciata continuamente da
un Moderatore in forma e un
po’ caustico la discussione è
stata, per oltre tre ore, viva, appassionante, sostenuta anche da
due begli interventi di Paolo Ricca della Facoltà valdese e di
Giorgio Tourn, pastore a Torre
Pedice. Alla fine della giornata,
con un voto lusinghiero (a scheda segreta), il corpo pastorale
ha accolto tra le sue file questi
tre nuovi, giovani, ministri della Parola. E lo ha fatto con un
senso di riconoscenza al Signore
che, malgrado la nostra pochezza, continua ad alimentare la
nostra speranza e la nostra fiducia nel lavoro della chiesa.
Giuseppe Platone
A 50 metri dalla spiaggia — ambiente familiare — ottimi ì
servizi e il trattamento.
ARREDAMENTI
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
FABBRICA • ESPOSIZIONE
Via S. Secondo, 38 - PINEROLO - Tei. (0121) 201712
(di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
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