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»UD AFRICAI
Aids, il flagello che schiaccia l'Africa
di FEBECAVAZZUTl ROSSI
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Università andie in vai Penice
di MASSIMO GNONE
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■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
ALIBI
APOCALITTICI
((Quando udrete guerre e rumori di
mrre, non vi turbate»
Marco 13, 7
A partire dall’11 settembre del
2001 siamo entrati in un’epoca
ipocalittica. L’aria che respiriamo e
la situazione che viviamo ce lo confermano. Perciò ricorrere a testi e
linguaggi apocalittici non è un fuggire dalla situazione. Se prestiamo fede
ai messaggi che i diversi mass-media
ci scaricano addosso come un vero e
proprio bombardamento (usiamo di
proposito questo vocabolo), la guerra contro l’Iraq non è ancora scoppiata sul campo, ma viene già combattuta. Si dice che questa guerra è
contro l’impero del male, un paese
canaglia», che potrebbe prima o poi
fare danni maggiori. È diretta contro
chi semina terrore, contro la «nuova
béstia», quindi si deve approvare
senza esitazione. Con questa decisione ci si deve schierare. Ma molti, anche in una situazione apocalittica,
amano capire. Perché questa guerra?
Si tratta elei petrolio, dice qualcuno
(l’Iraq è il secondo produttore al
mondo); è la solita guerra all’esterno
per ricompattare il fronte interno,
far dimenticare i problemi interni o
per rilanciare l’economia americana
(e di riflesso quelle occidentali) dicono altri. E ancora: si stanno cercando
le scuse per dare inizio all’attacco,
così da forzare la resistenza dei più
tiepidi. É la rivincita del complesso
militare-industriale americano (mai
pensato che fosse morto), dice un al
tro. La foglia di fico dell’Onu è un
semplice pretesto. In questi tempi
vecchi amici diventano nemici e vecchi nemici diventano amici. Siamo
in piena apocalisse.
Nella letteratura apocalittica
trionfano immagini e metafore
<ii guerra, ma noi sentiamo parlare
più che di semplici metafore. Qui si
sta preparando una guerra reale, non
solo simbolica. Ma c’è anche chi ci
ricorda che la guerra non è il mezzo
por la soluzione dei conflitti internarionali (anche la nostra Costituzione, art. 11). C’è chi ritiene che nessuna guerra risolva i problemi (se non
facendoli rinascere più avanti), e chi
pensa che le chiese non dovrebbero
partecipare a questo coro. Già, in situazioni apocalittiche, la ragione
non conta più, come non vale più la
diplomazia. Vige solo la legge del più
‘Urte, sia sul piano militare che su
Quello mediologico.
C sufficiente svegliarci dal sonno
■Ljapocalittico, dalla visione della
Uria metafisica del bene contro il
ntale, per scongiurare definitivamente questi rumori di guerra? Ci dicono
^ne le cose sono ormai così avanzate
^ e non è possibile fermarle. E allora
n visione diventerà una realtà apoeu Ittica. Una volta avviata l’ideolo8*u apocalittica non è facile fermarla,
^nzi si può rimanere stritolati dal
rito avanzare. Ma non possiamo
eanche rassegnarci. Chi governa il
Ondo? Il Signore della storia, opPUre Uno che vuol recitare quella
®rie, indossandone la maschera sfilis*^*^^' ^'‘-fu'viola tutta: qui l’Apocac’entra: è un alibi ideologista ^fura? Non vi turbate, ma resiu> vigilate e pregate.
Domenico Tomasetto
Le coste della Sicilia sono diventate luogo di morte di troppi immigrati e rifugiati
Il mare non è un muro
Il mare della Sicilia è un luogo di pesca, di lavoro, di vacanze. Può diventare anche
un luogo di morte, ma non sarà mai un muro, nonostante una legge lo pretenda
:fÌ»
FRANCESCO SCIOnO
Quarantotto. Tante sono le
persone che negli ultimi giorni
hanno perso la vita provando a raggiungere le coste della Sicilia. E il
«bilancio delle vittime è tristemente
destinato ad aumentare», ha detto
un giornalista di una rete locale. Il
bilancio. Ogni volta che in televisione si racconta di fatti di sangue di
una certa gravità si dice «bilancio»
delle vittime, come se si parlasse di
soldi, di cose, di oggetti. La nostra
lingua è davvero così povera, mi
chiedo, da non trovare un altro modo, meno freddo, meno asettico, per
parlare di simili tragedie?
Eppure, forse, in quest’occasione è
giusto utilizzare un linguaggio simile. In fondo il migrante non è che un
oggetto: lo è per coloro che ne organizzano il viaggio, o il traffico. Sigarette, esseri umani, droga, armi salgono sugli stessi camion, partono
dagli stessi porti, vengono alla bisogna gettati nello stesso mare. I migranti sono delle cose anche per i
governi, che ne studiano i flussi e li
regolamentano o li bloccano a seconda del loro colore politico. E così
la vita di queste persone diventa
sempre più clandestina, una vita in
nero, potremmo definirla: lavorano
in nero, abitano in nero, si fanno curare in nero, vivono in nero, qualcuno, ogni tanto, muore in nero, senza
che se ne trovi mai il corpo.
Ogni tanto c’è qualcuno, tuttavia,
che prova a utilizzare un linguaggio
differente, figlio di una pratica dell’accoglienza. Medici, volontari, pro
Foto Sabbadini
fessionisti. Per i nostri governanti si
tratta forse di sognatori, gente priva
di senso pratico, che mischia il fatto
umanitario alle questioni politiche.
Io, da siciliano, poco avvezzo al pragmatismo dei Palazzi, ho fiducia nelle
loro posizioni e nei loro giudizi, perché credo che la Caritas, il mondo
sindacale e delle associazioni, parlino
di accoglienza dopo aver toccato con
mano, nel loro lavoro quotidiano, le
difficoltà di chi lascia la propria terra
per trovare precariato e sfruttamento.
Anche le chiese evangeliche, a Palermo, a Catania e in altri luoghi, hanno
avviato progetti di accoglienza, affiancando a volte associazioni laiche.
È un lavoro forse poco visibile, non
eclatante ma continuo, quotidiano,
Segueapag. Il
Lo ha annunciato il ministro Letizia Moratti
Nessun crocifisso per decreto
ra e delle tradizioni nazionali, soprattutto in funzione antiislamica.
Che cosa farà la Lega Nord a questo punto? Non dimentichiamo che
stava raccogliendo le firme per una
proposta di legge che ponga il crocifisso «in luogo elevato e ben visibile»
delle aule e uffici di tutti gli enti
pubblici centrali e periferici. «La Padania», il quotidiano del Carroccio,
il 20 settembre (notare la data!), titolava in prima pagina: «Segnalateci se
c’è il crocifisso nell’aula di vostro figlio», segno evidente dell’inizio di
una campagna di intimidazione verso dirigenti di istituti scolastici, insegnanti e genitori che si battono affinché, almeno la scuola pubblica
italiana, sia la casa di tutti in uno
stato laico e non confessionale. Non
ne siamo sicuri, ma speriamo che
sulla vicenda del «crocifisso per decreto» sia stata messa definitivamente una croce sopra. (e.b.)
«Non ci sarà alcun decreto, il crocifisso in aula non sarà obbligatolo». Il ministro Letizia Moratti, con
una dichiarazione in Senato del sottosegretario Valentina Aprea, ha annunciato di voler chiudere una polemica che dura da settimane e che ha
diviso trasversalmente le forze politiche di maggioranza e opposizione.
Evidentemente il ministro ha già abbastanza problemi concreti da affrontare per la sua «riforma» scolastica che non parte e mostra di fare
acqua da tutte le parti, per impegnarsi in una battaglia «di bandiera»
che non trova concorde neppure il
mondo cattolico. Infatti persino alcuni vescovi e cardinali, pur difendendo l’esposizione del crocifisso
anche in luoghi diversi da quelli cattolici, non sono disposti ad accettare
la strumentalizzazione che si è fatta
di questo simbolo di fede facendolo
passare per un emblema della cultu
Valli valdesi
Gli ospedali
nel Pinerolese
A differenza di alcune altre realtà
piemontesi toccate dai piani di risanamento delle casse sanitarie (Canavesano e vai d’Ossola), il Pinerolese
non vede per ora minacciato dai tagli
il proprio presidio ospedaliero più
grande, l’Ospedale civile di Pinerolo.
Continua l’attesa di novità positive,
invece, per gli ospedali valdesi di
Torre Pellice e Pomaretto; è sempre
in corso la trattativa con la Regione
mentre si susseguono gli incontri fra
il nuovo comitato Ciov e gli amministratori locali. «Sarà necessario - ha
detto in una di queste occasioni Marco Jourdan, incaricato dalla Tavola
sulla questione - un accordo con la
Asl 10 per armonizzare le nostre
strutture con quelle del Civile».
Apag.7
LA «NUOVA»
SCUOLA
L’anno scolastico è iniziato con le
cattedre coperte, i precari sistemati e
la sperimentazione della riforma avviata. Questa la sostanza di una dichiarazione rilasciata recentemente dal
ministro Moratti. Tutto a posto? La
realtà è più complessa. Il personale: si
taglieranno 34.000 posti in tre anni;
l’immissione in ruolo di oltre 30.000
precari, prevista per quest’anno dal
precedente governo, non è avvenuta.
Per una questione di graduatorie contestate potrebbe verificarsi un grosso
carosello di docenti nelle classi. Il concorso per dirigenti scolastici non è stato indetto. Gli stanziamenti per il contratto di lavoro del personale, scaduto
da un anno, sono considerati inadeguati dagli interessati. La Finanziaria
prevede la riduzione del 20% del personale non docente, del 40% del personale fuori ruolo e un aumento degli allievi per classe che potrebbe causare la
soppressione di 18.575 classi e 37.150
posti di lavoro. Il ritorno al maestro
«prevalente» potrebbe cancellare
80.000 posti nella scuola elementare.
Quanto ai portatori di handicap, il rapporto attuale docente-alunni, di 1/132,
passerà il prossimo anno a 1/145. Con
queste prospettive è sensato supporre
che il personale scolastico, stressato
da difficoltà vecchie e nuove, non condivida la serenità del ministro.
Le strutture scolastiche: secondo Legambiente il 15% degli edifici è a rischio di amianto e uno su tre può definirsi fatiscente, eppure la facoltà per gli
enti locali di contrarre mutui quindicennali per l’edilizia scolastica è stata
ridotta. Calano gli stanziamenti per
l’offerta formativa, cioè per l’autonomia. Con l’introduzione della commissione interna pe^iora la scuola secondaria, sottratta a qualsiasi forma di valutazione esterna (con notevoli vantaggi economici per gli istituti paritari). Il
Dpef 2003-2006 taglia 500 miliardi, accentuando una tendenza al calo della
spesa per l’istruzione già registratasi
sotto i governi precedenti. Si prevedono «misure finanziarie», ma per ora
non si stanzia nulla. Proseguono invece
le elargizioni delle Regioni di centrodestra (buoni scuola) agli studenti delle Università e delle scuole private.
La sperimentazione: in 200 scuole
elementari decolla la «riforma» (anticipo della frequenza a 5 anni e maestro
unico). Ma la mancata consultazione
dei docenti e dei genitori, le scelte organizzative, l’anticipo della scuola a 5
anni, l’assenza di validi presupposti
pedagogici, le risorse non indicate
hanno suscitato critiche, non solo nel
Consiglio nazionale della pubblica
istruzione ma anche in settori cattolici
del personale e all’interno dell’alleanza di governo. Proseguono gli accordi
tra governo e Regioni per l’adempimento dell’ultimo anno di obbligo nella formazione professionale. Così si
orientano i tredicenni di famiglie povere verso il lavoro meno qualificato e
più precario. L’insieme di queste misure cambia sì la scuola, ma in quanto la
rende più povera, meno qualificata ed
equa, più clericale, più ottocentesca;
non merita il nome di riforma, bensì di
Controriforma. Può servire solo nel
breve periodo a interessi particolari e
di corto respiro, non a una società solidale come la disegna la Costituzione.
Che a essa si addica come simbolo il
crocifisso non è evangelico. Nessuno,
neanche la signora ministro, imprenditrice, può servire due padroni.
Maurizio Girolami
2
PAG. 2 RIFORMA
All’As
VENERDÌ 4
«'^Gesìi tornò
presso la riva del
lago. Tutta la folla
gli andava dietro
ed egli continuava
a insegnare.
'^Passando, vide
un certo Levi, figlio
diAlfeo, che stava
seduto dietro
il banco dove
si pagano le tasse.
Gesù gli disse:
“Vieni con me”:
Quello si alzò
e cominciò
a seguirlo.
^^Più tardi Gesù
si trovava in casa
di Levi a mangiare.
Con lui e con i suoi
discepoli c’aerano
molti agenti
delle tasse e altre
persone di cattiva
reputazione.
Molta di questa
gente infatti
andava con Gesù.
^^Alcuni maestri
della legge, i quali
erano del gruppo
dei farisei, videro
che Gesù era a
tavola con persone
di quel genere.
Allora dissero ai
suoi discepoli:
“Perché mangia
con quelli delle
tasse e con gente
di cattiva
reputazione?”
^^Gesù sentì le loro
parole e rispose:
“Le persone sane
non hanno
bisogno del
medico; ne hanno
bisogno invece
i malati. Io non
sono venuto
a chiamare quelli
che si credono
giusti, ma quelli
che si sentono
peccatori”»
(Marco 2.13-17)
<é'[Dio ha] dato
prova della sua
potenza, ha
distrutto i superbi
e i loro progetti.
^^Ha rovesciato dal
trono i potenti, ha
rialzato da terra
gli oppressi.
^^Ha colmato
i poveri di beni, ha
rimandato i ricchi
a mani vuote»
(Luca 1,50-53)
DALLA PARTE DEGLI ESCLUSI
Il racconto di Marco 2,25-n d parìa di una comunione che legava Gesù a coloro
che vivevano pericolosamente ai margini della società: i «peccatori» e i poveri
MAURO PONS
N EI giorni precedenti il jran
de esodo estivo Lino Banfi,
un noto attore del piccolo teleschermo, è apparso nel corso
del Tgl per pregare le famiglie
italiane di non «abbandonare» i
vecchi in questo periodo dell’anno. Nei panni di «nonno Libero», personaggio di una serie
televisiva, Banfi ha posto alla
nostra attenzione un problema,
quello delle persone anziane,
che proprio nel periodo estivo
rischiano di essere ancora più
emarginate del solito dalla nostra comunità sociale.
Poveri in una società
ricca e opulenta
Quello che mi ha colpito
nell’intervento dell’attore è
stato però un episodio che lui ha
raccontato nel corso della sua
apparizione televisiva. Qualche
giorno prima Banfi era stato avvicinato da un professore di lettere, pensionato e abitante nel
suo stesso palazzo, il quale, con
grande dignità, gli aveva chiesto
se per caso avesse della carne in
scatola, magari anche scaduta,
da regalargli, perché, con la sua
pensione egli non era più in grado di tirare avanti, mangiare pasti decenti. Questa storia credo
illustri molto bene la situazione
di un paese, una delle otto potenze economiche del mondo,
dove il tema della povertà crescente in molti strati della popolazione è decisamente ignorato
e nascosto anche se, probabilmente, milioni di persone sono
continuamente esposte al rischio di diventare, da un giorno
all’altro, dei «poveri».
Nella nostra società, «narcotizzata» dal sistema dei massmedia, la povertà è roba da paesi
in via di sviluppo o sottosviluppati. Ogni giorno vediamo immagini di bambini e bambine,
non solo denutriti ma in lenta
agonia, coperti di mosche che
non hanno più neanche la forza
di scacciare, sdraiati su luride
stuoie o in lettini di ospedali fatiscenti. Raramente, e sempre in
orari impossibili, abbiamo la fortuna di vedere qualche servizio
televisivo che illustra la situazione delia povertà nelle nazioni
ricche del mondo occidentale:
l’emarginazione sociale che provoca povertà è maledettamente
noiosa, perturbante, evocativa di
un tempo, neanche troppo lontano, in cui la maggioranza della
popolazione del nostro paese
era veramente povera.
Gesù sulle beatitudini dei poveri
(Le 6, 20s) e il detto sul «guai» ai
ricchi (Le 6, 24ss.). Questo annuncio è ancora oggi di un’attualità impressionante perché,
nonostante tutti i progressi della
tecnologia in campo agricolo e
industriale, nonostante la profusione di risorse materiali e umane impegnate nella soluzione
del problema, nonostante i fin
troppo pubblicizzati impegni
dei governi occidentali nella lotta alla fame e alla povertà quest’ultima, come già aveva detto
Gesù (Me 14, 7), è ancora un nostro problema.
essere umano, perché Dio si
prende cura di ogni peccatore o
peccatrice. Se nell’ambito del
più antico movimento di Gesù vi
fu una predicazione di ravvedimento, ben difficilmente questa
si indirizzò ai poveri, ai pubblicani e ai peccatori, il cui «peccato» consisteva più in una condizione di miseria che in una condotta personale: l’esigenza del
ravvedimento doveva essere diretta ai potenti d’Israele.
La comunità di Gesù
IL racconto di Me 2, 13-17 ci
L'Evangelo annunciato
ai poveri
SECONDO |a più antica tradi
: ■
Le mille facce della povertà
A povertà ha mille facce: non
Preghiamo
Padre nostro,
provvedi tu alla mia vita, donami ciò che è sufficiente,
non ciò che io desidero, ma ciò che mi è necessario.
Liberami dal sogno di una ricchezza materiale che non
mi spetta, per aiutarmi ad accettare la sobrietà della vita
che mi hai donato.
Gesù, Signore mio e mio Salvatore,
insegnami a guardare il mondo con i tuoi occhi, non permettere che il mio egoismo trovi giustificazione in una fede che ignori l’amore che tu hai manifestato agli «ultimi».
Rendimi capace di accettare il tuo giudizio per la mia
condizione di «primo», senza per questo abbandonarmi
alla mia angoscia di privilegiato.
Manifesta anche a me il tuo amore e la tua grazia, liberami dalla mia impotenza e passività.
Dio, Spirito vivente,
vieni a guidarmi nella lotta contro il mio cinismo, non lasciarmi isolato, ma aiutami a rinnovare la vocazione che
ho ricevuto, concretizzandola in una vita di non sole parole, ma di solidarietà fattiva con quelle donne e quegli
uomini, che a motivo della loro «povertà», sono i «primi»
chiamati alla speranza del Regno.
lè solo l’indigenza materiale
(la fame brutta e perpetua); la
mancanza di ogni risorsa minima per la sopravvivenza; l’impossibilità di accesso a una vita
dignitosa. La povertà è un cancro che pervadeva nostra società, esteriormente ricca e opulenta, in cui, per esempio, a causa di una ristrutturazione industriale, un operaio a monoreddito si trova improvvisamente licenziato e senza più la possibilità di mantenere se stesso e la
propria famiglia. Negli Stati Uniti, per esempio, tredici milioni di
bambine e bambini, sotto i dodici anni, vanno a letto ogni notte
a stomaco vuoto. È un dato di un
certo interesse, specialmente se
messo a confronto con quello
che ci informa che, nello stesso
paese, un terzo della popolazione è obeso (un po’ di più di 80
milioni di persone). Fame e obesità, non facciamoci ingannare,
sono le due facce dello stesso fenomeno: la povertà. Infatti la
stragrande maggioranza della
popolazione obesa degli Stati
Uniti è costituita da persone che,
a causa dei loro bassi redditi, si
nutrono normalmente con cibi a
costo relativamente contenuto,
ricchi di proteine «non nobili», le
quali appagano il senso della fame, ma devastano il corpo.
In questo contesto risuona
per noi la parola provocatoria di
zione su Gesù, l’Evangelo è
un annuncio di speranza per i
poveri; la rivelazione della centralità nel piano di Dio di una
salvezza che riguarda unicamente loro, in quanto «ultimi»,
il cui destino (ma forse sarebbe
meglio parlare della «volontà» di
Dio) è di diventare, anzi di essere i «primi» nel regno di Dio. I
ricchi sono di fatto esclusi dal
regno, non per colpa loro ma
per quel che sono nella vita che
conducono; dei privilegiati. Nella prospettiva dell’Evangelo non
si può scegliere di «diventare
poveri»: lo si è, punto e basta.
Non c’è moralismo in questa
posizione c’è, piuttosto, la consapevolezza di una situazione
storica e sociale che sarà rovesciata nel dispiegarsi della realizzazione del regno di Dio.
Da che parte sta la chiesa di
Cristo? Mi scuso, la domanda è
sbagliata: oggi, la chiesa di Cristo
è la chiesa dei «poveri»? Non credo, come non credo che lo sia
mai stata veramente al di fuori
del primissimo movimento che
si raccolse intorno a Gesù. Gli
stessi Vangeli sinottici tentano in
tutti i modi di ridimensionare
questo aspetto radicale della
predicazione originaria di Gesù.
Per esempio, al centro del Vangelo di Luca si trova il tema del
ravvedimento (metanoia) di
pubblicani e peccatori, però, rispetto a Me 2, 17, Le 5, 32, afferma che Gesù è venuto per chiamare i peccatori al ravvedimento. Per Luca, il pentimento dei
pubblicani e dei peccatori è il tema teologico centrale in relazione all’atteggiamento dell’essere
umano davanti a Dio, ma questo
pentimento assume una dimensione universalistica e viene richiesto indistintamente ad ogni
parla di una comunione che
legava Gesù a coloro che vivevano pericolosamente ai margini
della società: non solo donne e
uomini che erano ritenuti moralmente indegni di essere considerati membri della società
giudaica, ma donne e uomini
che, a motivo del lavoro che
svolgevano, potevano essere
emarginati dal sistema economico, condannati alla povertà,
«precari a vita». In generale si ritiene che i pubblicani fossero
gente di buone condizioni economiche e di pochi scrupoli, disprezzati dal popolo per il loro
atteggiamento collaborazionistico nei confronti dell’amministrazione romana e per la loro
disonestà. In realtà gli impresari
minori della popolazione locale,
i quali concludevano accordi
con l’amministrazione romana
per l’esazione delle «gabelle»,
erano tenuti a pagare anticipatamente l’appalto e dovevano
poi cercare di trarne un profitto
nel corso dell’anno di durata del
contratto d’appalto.
È assolutamente evidente che
questo tipo di attività fosse
estremamente rischiosa, per cui
essi erano coloro che, alla base
di quel sistema fiscale, dovevano sopportare il peso maggiore
di una pressione economica. È
del tutto evidente che gli addetti
doganali appartenessero dunque a un gruppo di persone assai fluttuante e socialmente indifeso. Sono uomini che, spesso,
non trovano altra occupazione e
devono accontentarsi di questo
lavoro ingrato, semplici impiegati che possono venire facilmente indotti alla frode e che
per di più non ne traggono grande profitto. Il dato di fatto è che
essi, insieme ai peccatori ed alle
meretrici, furono chiamati a costituire la comunità di Gesù.
(Seconda di una serie
di quattro meditazioni)
Il racconto diMri'
17 rappresenta una^
Note
omiletidi,^
na ideale», anche.?
stanzialmente fede^
situazione storiaT^ II] PLIO
riferisce. L'intero.^ ^ o»/
Marco è rivolto alla'3
bilità di dimostrareà
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(cfr. Me 3, 6), sia la p '
autorità del Figlio dp( t AV
mo a rimettere i pecd // Ijsvi
peccatori (cfr. Mc2j ine
racconto, di originai 5?«
farisei come nemic?^
cabili di Gesù,
cani e
né Ir
persone i
ni religio®
che]
I
il
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I peccatori J
prototipo di tutti i 09 tuie
tori. Anche se è veri ttaloiog'
dal racconto, risulta^ »e flou'
rapporto di Gesù co Di“”’
pubblicani e i pecci Hein^
suscitasse dei coni mente ii
non si deve necess, tfinaui
mente concludere eli ncumeni
avversari dei pubb; jofortedi
ni, dei peccatori e del adeU’Hi
ro amici vanno iden nuovopn
cati con il gruppo deiy
sei il cui afteggiamd l'inaUgU
in questo testo, api ,„dor
piuttosto serio e me( se
to. Qui, infatti,! farti .
terrogano i discepoli’ S pp.,
motivazioni che spM .1®' A
Gesù a non tenere ! '®t®“oe
stanze rispetto ai p( thè i}“ ni
cani e ai peccatori.ù »di de
sposta di Gesù a qui jicumeni
domanda (2, 17) forti ¡litàevan
la spiegazione del sigi
cato della sua ami'
verso i peccatori.
In questo testo, pulì
cani e peccatori,verij,
definiti corre «malaì
«peccatori», ossia som
li non solo secondo
nione della gente ma
che davanti a Dio. Il su
ficato teologico del
ne «malato», lo si pi
durre dalla contrai
zione di «giusti» e «|
tori». La risposta di Gl
ai farisei è dunque fi
lata in categorie tei
che che riprendono
ma della misericordli
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catori, tema che
grande rilievo anche
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pubblicani e di qm
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zione con i «peccai
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terpretazione che G®’
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co, si tratta di tu'®
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di diverse confessioné I pili Sgiose, di ideologie e cul" « che pur essendo lontane
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teggiamej l'inaugurazione del Centro
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hi, I farisj
discepoli
che
con un culto, presieduto dal
prof. Peter Steinacker, mode
latore
della chiesa regionale,
iìie ha ricordato l’importandi definire nel dialogo
sempre e di nuovo, al testo
biblico anziché approdare a
generiche forme di religiosità. Questo doversi distinguere in quanto cristiani dal
resto della società non è solo
questione di oggi, ha osservato Steinacker, era già un problema specifico delle origini
cristiane, come dimostrano
ampiamente gli stessi scritti
neotestamentari.
All’inaugurazioné del nuovo Centro hanno partecipato
circa 200 persone, dall’Europa e oltreoceano. La nuova
sede ecumenica, piena di luce, immersa nel verde (ma
non fuori città) è architettonicamente bella e funzionale.
L-idea è quella di spazi aperti,
contigui con l’esterno, arredati con solida sobrietà. L’edificio è ubicato in una zona
residenziale ben collegata dai
mezzi pubblici con tutta
l’area di Francoforte. 11 nuovo «Zentrum Ökumene» si articola in alcune diverse sezioni di lavoro: «Sviluppo e par-,
tenariato», «pace e conflitto»,
spint
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esù a qui .ecumenico la propria iden, 17) fon ,là evangelica ancorandosi,
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farisei. I fi Iteologo svedese Hans Ucko, del Consiglio ecumenico delle chiese
D sorpresili
«testimonianza e dialogo»,
«formazione e incontri». 25
uffici, sale e salette per incontri e seminari, stanze per
gli ospiti, cucina funzionale,
ampio giardino.
Un lungo processo
con molte discussioni
Ma il nuovo Centro, per
così dire, non è calato dall’alto. Non nasce da una decisione di vertici ecclesiastici
ma interpreta un’esigenza
che nasce sul terreno stesso
della realtà ecclesiastica.
Spiega il nuovo direttore
Dejung che ci sono voluti più
di cinque anni, all’interno
della chiesa regionale evangelica, per giungere a questo
importante risultato. Ci sono
state, prima di decidere concretamente l’erezione del
Centro, molte discussioni,
conflitti. Alla fine del lungo
processo è prevalsa la volontà di dare un profilo chiaro e organizzato, alla Chiesa
evangelica dell’Hessen Nassau, all’impegno ecumenico.
Religioni e violenza
Tra le prime manifestazioni, nella ricca serie inaugurale, una tavola rotonda su «le
chiese dopo l’il settembre» e
una relazione del teologo
svedese Hans Ucko, direttore
presso il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) di Ginevra, sul tema «religione e violenza». Ucko, reduce da una
difficilissima seduta del Comitato centrale del Cec dedicata soprattutto a grossi problemi finanziari (non a caso
la colletta del culto inaugurale è stata destinata al Cec), ha
svolto un’ampia analisi della
violenza insita in alcune religioni. La stessa Bibbia ha pagine e pagine che trasudano
violenza, da Caino e Abele alla distruzione di Sodoma e
Gomorra, per non dire dei sacrifici rituali cruenti. Ma nella Bibbia c’è anche e soprattutto un altro filone che partendo dai dieci comandamenti («non uccidere») approda alla nonviolenza di
Cristo. Una nonviolenza, storicamente, in ambito cristiano più evocata che vissuta salvo l’eccezione di chiese
storiche pacifiste come i
mennoniti o i quaccheri o testimoni isolati per non dire
dello stesso movimento valdese medioevale.
Intensificare il dialogo
interreligioso
Questa ambivalenza, fatte
le dovute differenze, tra violenza e nonviolenza, è certamente presente nel cristianesimo ma lo è anche nell’induismo, nell’ebraismo, nell’
islamismo e in tante altre fedi
viventi. Secondo Hans Ucko,
mai come oggi occorre intensificare il dialogo non solo tra
cristiani ma tra diverse religioni proprio sulla questione
della giustizia e dei mezzi che
occorre utilizzare per stabilirla. C’è un enorme deficit di
conoscenza reciproca. Sul
terreno interreligioso si vive
soprattutto di pregiudizi. Le
religioni, nelle loro diverse
tradizioni ed espressioni,
hanno le potenzialità per
mettere in campo alternative
ai sistemi violenti di governo.
La nonviolenza è,un mezzo
formidabile di trasformazione dei conflitti, ma su questo
terreno non si può improvvisare. Contrariamente a quel
che sembra il sentimento religioso è tutt’altro che secondario nella civiltà tecnologica, si tratta appunto di met
le di qiii
di que
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acce
Il vescovo della Chiesa di Hannover si è dimessa dal Comitato centrale del Cec
Màrgot Kassmann: «No aH'abolizLone dei culti ecumenici»
Come abbiamo già riferito
Mi Riforma n. 35), la vescowluterana tedesca Margot
Kassmann, una delle perso’’^tà più influenti del Consiilio ecumenico delle chiese
ICec), si è dimessa dal Comico centrale del Cec in segno
"Pratesta dopo l’adozione di
proposte miranti ad agevolare
“Partecipazione delle Chiese
Wodosse all’organizzazione,
wste proposte, che vertono
cambiamenti importanti
®cail culto e la presa di deci*roni, sono state adottate dal
editato centrale e mirano a
jj^rre le tensioni tra i mem
protestanti e ortodossi
all organizzazione.
I «culti ecumenici»
, "Hi tratta della mia credibi® per quanto riguarda il
Odo in cui la mia chiesa
^prende il ministero e la
jjp®«’ tra cui l’ordinazione
|,|.® tionne», ha sottolineato
, «ssmann in una dichiara
che la sua efficacia è condizionata da tensioni tra il protestantesimo e l’ortodossia.
Se non è possibile risolvere
queste divergenze, ha detto,
le chiese protestanti e ortodosse dovrebberó riflettere
sull’eventualità di avere organizzazioni mondiali separate.
La raccomandazione presentata al Comitato centrale
di non usare più l’espressione «culto ecumenico» in
quanto essa può essere male
interpretata, viene considerata da alcuni membri (come
la Kassmann) come un modo
di cedere alle richieste degli
ortodossi. In futuro, il Cec
dovrà fare la distinzione tra
«preghiera comune confessionale» (secondo i riti di una
tradizione particolare») e
«preghiera comune interconfessionale». Quest’ultima
«dovrà evitare di dare l’impressione che si tratta del
culto di una chiesa».
Nella sua dichiarazione, la
Kassmann ha ricordato che
«per me, personalmente, in
questi venti ultimi anni, i culti
ecumenici sono stati al cuore
del Consiglio. Se non è possibile celebrare un culto comune anche senza eucarestia, e
se perfino il riconoscimento
reciproco del battesimo viene
rimesso in discussione, non
vedo come possiamo far fronte alle controversie». Durante
la riunione del Comitato, la
Kassmann aveva dato un’indicazione delle sue intenzioni
Pone,
spiegando i motivi del
eizer,
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j f^af^
Il Vang^
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’ '^nieganao 11
dimissioni. Membro
[ggl'^mitato centrale dal
niett precisato che si diperché non sarà più
s, ™‘oile, secondo tali propo(;i„’.''®i^*7rare «culti ecumenie ini? °^epsione di assemblee
stp'^^ri del Cec. Le propocenj I Hate dal Comitato
te „11 intendono rispondeOttnri PF^necupazioni degli
che rinfacciano al
egemodalle posizioni prote
He
, su temi quali la teolon ™t)uzione delle donne
sitigJIJ’^^Tioni etiche. La Kas«Cec f’ dice di volere un
°tte», ha fatto notare
Sorge a Hamm, nel Nord Westfalia
Il più grande tempio indù
La città tedesca di Hamm, nella Renania-Nord Westfalia,
ospita il più grande tempio indù d'Europa. L’edificio, dedicato alla dea «Sri Kamadchi Ampal», si erge su una superficie di
circa 700 metri quadrati. L’inaugurazione del tempio, svoltasi
il 7 luglio scorso, è stata seguita da diversi guru dello Sri
Lanka e dell’India e da diverse migliaia di indù. La cerimoriia
è stata animata dalla musica e dai canti indiani, dalla recita
dei tantra e dall’aspersione delle torri con acqua santa.
La costruzione del tempio, il cui costo ammonta a circa 1,5
milioni di euro, è l’iniziativa del prete tamil Arumugam Paskaran, che è fuggito dalla guerra civile nello Sri Lanka nel
1995 per raggiungere la Germania. «Il tempio non appartiene
soltanto agli indù, ma a tutti», ha affermato. La costruzione è
stata affidata a un architetto tedesco di Hamm. La torre più
alta svetta a 17 metri di altezza, un’altra a 11 metri. All’interno, oltre 200 divinità sono accolte su numerosi altari. La città
di Hamm, che conta circa 180.000 abitanti, è un centro d’incontro degli indù esiliati in Germania. La festa del tempio attira ogni anno circa 15.000 credenti. (bip/kna)
dichiarando; «Se, nell’ambito
del Cec, non possiamo più celebrare culti ecumenici, non
credo che vorrei essere ancora coinvolta». Anche se ha deciso di non essere più membro del Comitato centrale, essa ha espresso il desiderio di
continuare a sostenere il Cec.
La prima donna vescovo
nel Comitato centrale
Margot Kassmann, 44 anni,
ha studiato teologia in Germania e in Scozia. Dirige la
Chiesa evangelica luterana di
Hannover che conta oltre tre
milioni di membri e che è
una delle più grandi chiese
luterane del mondo. La sua
elezione a vescova di questa
chiesa nel 1999 aveva fatto di
lei la prima donna vescovo
membro del Comitato centrale del Cec. Al tempo della
sua elezione aveva dichiarato
che la Germania aveva un
gran bisogno di un «rinnovamento spirituale» e che essa
poteva ispirarsi ad altre forme di esperienza cristiana
nel mondo. Aveva citato in
particolare, come esempio, la
liturgia e le preghiere delle
chiese ortodosse. In un intervento al Comitato centrale
nel 1997, aveva sottolineato
che la chiesa doveva essere
«uno spazio sicuro in cui le
donne siano incoraggiate a
parlare e non ridotte al silenzio». Al momento della sua
installazione come vescovo,
aveva detto: «È stato difficile
per i cristiani di questi due
primi millenni, ed è tuttora
difficile per alcuni oggi, riconoscere le donne come responsabili di chiesa». (eni)
Il direttore del nuovo Centro ecumenico, Karl Heinz Dejung
terlo a fuoco e valorizzarne
gli aspetti che sappiano porre al centro la persona umana e il suo ambiente. È un
terreno immenso tutto da
esplorare sul quale costruire
strade e ponti per far circolare persone e idee senza paura di contaminazioni.
L'ecumenismo
come pratica quotidiana
Il nuovo Centro ecumenico di Francoforte inizia dunque i suoi lavori muovendosi
a vari livelli: dalla formazione
ai convegni via via sino agli
scambi interculturali e al dialogo interreligioso. La Chiesa
evangelica dell’Hessen Nassau ha investito, nella realizzazione del nuovo centro, un
milione e mezzo di euro. E
tutto questo avviene, occorre
dirlo, in un momento di crisi
economica generale. Evidentemente l’ecumenismo è
considerato una priorità.
Non tanto come evento isolato o episodico ma l’ecumenismo come pratica quoti
diana, il confronto continuo
con teologi e laici che, in sostanza, cercano di rispondere a questioni attuali e contemporanee.
In comunione con il Cec
La ricerca non avviene in
un vuoto siderale ma in forte
comunione con le linee del
Cec in un momento non facile nel rapporto con il mondo
ortodosso e di fronte alla crisi
partecipativa del protestantesimo classico. Più che crisi,
osserva un pastore della Corea del Sud, Oh-Sung Kwon,
in Europa il protestantesimo
vive una certa stagnazione.
Sembra che l’individualismo
prevalga sul senso della comunità. Ma sul fronte ecumenico la vivacità, almeno in
Germania, non manca. Non è
un caso che a fine maggio
2003 si svolgerà a Berlino, per
la prima volta nella storia, un
Kirchentag (festa delle chiese) ecumenico. Ma su questo
importante appuntamento
torneremo un’altra volta.
DAL MONDO CRISTIANO
In occasione dell'anniversario dell'll settembre
Appello alla pace della Chiesa
awentista del settimo giorno
USA— In occasione dell’anniversario dell’11 settembre, la
Chiesa awentista ha espresso le sue riflessioni in un documento elaborato dalla Conferenza generale, il suo massimo
organo a livello mondiale, dal titolo «Appello alla pace della
Chiesa awentista del 7° giorno». I responsabili, preoccupati
che il terrorismo utilizzi anche il nome di Dio per perpetrme
i suoi crimini, ribadiscono la prospettiva cristiana per una
pace duratura indicando quattro percorsi per raggiungerla:
dialogo, giustizia, perdono e riconciliazione. (nev/adn)
' Premio mondiale metodista per la pace
Premiato il presidente della Macedonia
SKOPJE — Il Premio mondiale metodista per la pace
dell’anno 2002 è stato attribuito al presidente della Macedonia, Boris Trajkovski, che lo ha ricevuto nel corso di una
solenne cerimonia svoltasi a Oslo. Trajkovski è un predicatore laico della piccola chiesa metodista macedone e frequenta regolarmente la chiesa di Skopje. (nev/ns)
„ Per una tassa imposta dal governo israeliano
Rischio di chiusura per l'ospedale
luterano di Gerusalemme Est
GERUSALEMME — Non sono solo i piccoli ospedali italiani
a rischiare la chiusura. A Gerusalemme Est, rende noto la Federazione luterana mondiale (Firn), l’introduzione di una pesante tassazione voluta dal governo israeliano porta pericolosamente vicino alla chiusura il noto Augusta Victoria Hospital, l’unico che offre trattamenti specialistici per la dialisi e la
cura del cancro agli abitanti dei Territori palestinesi. L’ospedale, fondato nel 1910, è gestito dal 1950 dalla Firn, (neu/eni)
Conterrà anche alcuni inni di Martin Lutero
Nuovo innario per i cattolici danesi
COPENAGHEN - È in fase di lavorazione un nuovo innario per la minoritaria Chiesa cattolica in Danimarca. La pubblicazione è prevista entro il prossimo anno e conterrà irini
cattolici "tradizionali e numerose composizioni di matrice
protestante, tra cui alcuni inni di Martin Lutero. (nevicnd)
4
PAG. 4 RIFORMA
È Stato il tema della VI Conferenza internazionale battista di istruzione teologica
La formazione dei leader spirituali
Quale preparazione forniscono i seminari e le istituzioni teologiche a coloro che dovranno
svolgere un ministero nelle chiese? Come affrontare le crisi di valori, motivazioni e fiducia?
SOLOMON ADEMOLA ISHOLA
Questa conferenza non è
la prima nella quale professori di teologia si interrogano sulla qualità della preparazione di coloro che passano
attraverso i nostri seminari e
istituzioni teologiche. In tante
altre occasioni e in modi diversi è stata espressa la necessità di rivedere, valutare e rivalutare quanto accade nelle
istituzioni dove noi formiamo
pastori e leader per il ministero. Questo interesse è espresso insieme a un certo senso di
insoddisfazione rispetto a
quanto accade nel campo
dell’insegnamento teologico,.
particolarmente evidente nella distanza che c’è fra le sfide
poste al ministero e la qualità
dei ministri formati dalle no
Dal 4 al 6 luglio scorsi alcuni docenti di teologia provenienti
da molte culture e paesi del mondo si sono incontrati a Siviglia
per la VI Conferenza internazionale battista di istruzione teologica (Bicte). Sponsorizzata dal gruppo di lavoro su «Insegnamento accademico e teologico dell'Alleanza mondiale battista»
coordinata da Timothy George, decano della Benson Divinity
School della Samford University di Alabama, questa conferenza
ha trattato il tema «Educare leader spirituali per il servizio della chiesa». Attraverso momenti di culto, conversazioni conviviali, relazioni di commissioni teologiche continentali, sessioni
plenarie e discussioni di gruppo, sono state espresse posizioni,
riconoscimenti, affermazioni, impegni e raccomandazioni che
sono stati poi schematicamente raccolti in una dichiarazione
che pubblichiamo in questa pagina. Il gruppo incaricato per la
stesura della dichiarazione includeva JeffWilletts, Valerla Ghiletchi, Nigel Wright e Geoff Pound. Pubblichiamo su questo numero alcuni stralci tratti dagli interventi di alcuni relatori mentre sul prossimo è in preparazione un’intervista sullo stesso tema al prof Paolo Ricca, (a.m.)
stre istituzioni.
La presa di coscienza di
questa distanza è stata all’origine dell’organizzazione di
un incontro nazionale che fu
tenuto a Pietermaritzburg nel
1996 per definire il compito
dell’insegnamento teologico
nel Sud Africa del postapartheid. Nella relazione introduttiva Barney Pityana ha
messo in luce tre aspetti della
crisi che oggi l’istruzione teologica deve affrontare in Africa. Sebbene egli si riferisse
particolarmente al contesto
sudafricano questa triplice
crisi trova espressione in diverse parti delTAfnca in modi
diversi. Pityana definisce la
prima come una crisi di valori. Poiché il continente africano continua a rivestire il
doublé face delle sue culture
tradizionali e di quelle dell’occidente, che inesorabilmente sconfinano verso una
cultura globale, le nostre facoltà teologiche rimangono
senza risposte alle contraddizioni che derivano dal conflitto fra il passato e il futuro
che va emergendo. Questo si
applica anche al materialismo espresso dal movimento
del «prosperity gospel» proveniente dal Nord America
che continua a farsi strada
nella coscienza cristiana africana attizzando braci di consumismo in un continente di
diffusa povertà e privazione.
La seconda crisi cui Pityana si è riferito come a una
piaga deU’istruzione teologica in Africa oggi è la crisi di
motivazione nella chiesa. La
forza di questa crisi ci raggiunge mentre siamo di fronte alla situazione di disordine
L'integrità al centro
del ministero cristiano
DAVID CRUTCHLEY
IL figlio dell’uomo ha lasciato all’umanità una tovaglia
da servo, una coppa di sofferenza, una corona di spine e
un sepolcro preso a prestito.
Servizio e semplicità hanno
caratterizzato la vita del Signore. (...) Come si insegna a
uno studente di seminario di
integrare la fede con la conoscenza e la fede con la vita?
Come insegnare a uno studente di seminario che essere
sale e luce implica anche essere una voce profetica? La
croce deve essere portata nelle camere del potere politico,
nei luoghi di istruzione, nei
mondi dello sport e del commercio, e in quello dell’intrattenimento. Non possiamo costruire altari solo sulle montagne ma scendere nei quartieri
ghetto del nostro mondo. È
tempo di esporsi al puzzo dei
rifiuti, di sentire la disperazione di gran parte del mondo, di
sperimentare la fame che
prende allo stomaco. Le piaghe di questo mondo hanno
bisogno del cuore del discepolo. Come il ricco che ingrassava nella sua opulenza
mentre Lazzaro si consumava, fa maggior patte della
chiesa ci dorme su. Incallita
indifferenza alle endemiche
globali ingiustizie, abuso di
potere e attentati alla umana
dignità sono la regola più che
l’eccezione. (...)
L’eticista Stanley Hauerwas
ha affermato che la verità richiede una vita veritiera e
che noi dobbiamo resistere
alla tendenza endemica all’autoinganno e operare nella
verità costi quel che costi.
Noi viviamo in un mondo di
mezze verità e distorta giustizia e sulle nostre spalle c’è
l’onere di dimostrare agli studenti che l’integrità è il cen
tro (nel testo: mine n.d.t.) per
il ministero cristiano. La Bibbia ebraica intende la verità
come attendibilità e fedeltà
così come sono esemplificate
nel carattere di Dio. Gli autori del Nuovo Testamento richiamano la necessità di verità nel cuore del credente
prima che lui o lei possano
smascherare inganno e eresia
negli altri. Una versione di
Efesini 4, 15 legge «dire e vivere la verità nell’amore».
Noi dobbiamo aiutare gli
studenti di teologia a conoscere il Dio della giustizia come il Dio dell’amore. Dietrich
Bonhoeffer scrisse che noi
possiamo sfidare l’ingiustizia
cercando di fare della nostra
vita «una risposta alla domanda e alla chiamata di Dio».
(...) Noi ci chiediamo insieme
ai nostri studenti: quali sono
le stimmate che scaturiscono
dalla testimonianza e che stile
di leadership ministeriale riflette il servo sofferente? Le
stimmate della chiesa del I secolo sono, per la maggior parte, assenti in maniera cospicua nella chiesa occidentale
del XXI secolo. I nostri studenti devono scoprire negli
anni di seminario che è facile
scivolare nello stampo pappagallesco di cliché ecclesiastici
domenica dopo domenica. I
nostri studenti dovrebbero
guardarsi dall’abuso del ministero e dalla scorrettezza. Lo
storico Robert Caso ha detto:
«Dimentica il vecchio adagio
secondo il quale il potere corrompe. Il potere rivela. Il modo in cui le persone che lo
hanno l’utilizzano ti dice chi
essi sono realmente».
(stralcio dalla relazione di
David Crutchley, professore
al Southwestern Theological
College in Texas su «Una spiritualità per tutte le stagioni:
una ricerca del sacro Graal»)
sociale ed economico che affrontiamo in Africa, dobbiamo porci la domanda se nel
contesto di tanti disastri e
conflitti c’è qualche scopo
più ampio per la chiesa che
non sia soltanto l’autopreservazione. Qual è il significato
della Buona notizia nei confronti di un continente saccheggiato dalla morte e dalle
malattie? C’è un qualche
eterno valore nella chiesa
all’interno della cultura della
disperazione che è in qualche modo diventata norma
fra la nostra gente? O il suo
proposito è semplicemente
continuare a predicare un
Vangelo il cui interesse è solo
quello di condurre la gente in
cielo? Qual è lo scopo della
chiesa? E quali sono le sfide
poste davanti a noi in Africa
che richiedono una leadership robusta e competente?
La terza sfida che il mini
stero cristiano deve affrontare oggi, secondo Pityana, è la
crisi di fiducia nel ministri
della chiesa e da parte dei
ministri della chiesa. Solo in
apparenza questo si applica
solo al contesto sudafricano
per il ruolo ignobile che la
chiesa in quella nazione ha
rivestito nel sostenere il regime ora smantellato dell’apartheid. Potrebbe infatti
sembrare che il grosso del
continente africano non abbia problemi con i propri ministri. Eppure con la complessità derivante dalle attuali tendenze, particolarmente
nella propagazione di nuovi
modelli culturali ed economici, i leader emergenti in
molte chiese cristiane in Africa trovano difficile afferrare
le implicazioni del ministero
cristiano in un contesto in rapido cambiamento. Le diffi' coltà sta nella loro incapacità
di dare risposte ai problemi
generati dai rapidi cambiamenti sociali che stanno raggiungendo la gente. La situazione peggiora in presenza di
passi falsi di carattere morale
da parte di ministri che hanno provocato problemi di
credibilità per alcuni di loro.
Queste realtà, a loro volta,
presentano il conto alla fiducia che i ministri stessi hanno
nel ministero.
Teologia ed esperienza
con lo Spirito Santo
GHASSAN KHALAF
Nella nostra tradizione
battista generalmente
c’è un equilibrio fra teologia
ed esperienza. (...) Cronologicamente l’esperienza viene
prima. La Bibbia testimonia
di questo fatto. Nella Bibbia i
nostri padri hanno incontrato Dio e hanno avuto grandi
esperienze spirituali prima
che potessero cominciare a
fare teologia a partire dalla
loro esperienza. Viene prima
l’evento e poi la formulazione della definizione di quell’evento.
Lo Spirito Santo, che è attivo nel rivelare il significato
delle azioni di Dio nella storia, illumina le menti degli
autori biblici per dire in termini teologici gli eventi di
redenzione come l’evento
dell’Esodo e l’evento di Cristo con tutte le relative implicazioni. Questo è quanto
espresso da tutta la letteratura biblica. Cronologicamente
l’esperienza viene prima, ma
questo non la rende primaria. In fatti l’evento stesso ci
influenza nel comprenderlo
in un certo modo. Conseguentemente l’evento e la
sua comprensione diventano
una unità, corpo e anima.
C’è nella pratica una relazione dialettica fra teologia e
esperienza: Luna riflette l’altra. La validità della teologia
è affermata dall’esperienza e
l’esperienza prova se un certo insegnamento è sano o
eretico. Quante volte nella
storia della chiesa una certa
teologia ha trascinato la vita
della chiesa lontano da una
sana fede e da una sana condotta? E quante volte una sana teologia ha corretto credenze errate basate su sogni,
sensazioni ed espressioni di
spiritualità soggettiva? L’in
II segretario della Convenzione battista nigeriana, Solomon A Isb
(stralcio dalla relazione di Salomon Ademola Ishola, segretario
generale della Convenzione nigeriane battista, su «Nutrire leaders
spirituali per il servizio della
chiesa: dall’istruzione teologica
alla formazione teologica»)
terdipendenza fra teologia
ed esperienza produce un’equilibrata visione di Dio,
della vita e del mondo. Poiché teologia ed esperienza
sono in una relazione dialettica, ogni tentativo di separarle non potrà avere che disastrose conseguenze.
Da una parte separare l’esperienza da teologia produce quello che possiamo definire come «teologia arida»,
dove si intende una teologia
della sfera razionale, o una
teologia di una élite intellettuale, una teologia che può
essere anche chiamata «a
perla di tutte le scienze» ma
che è priva di «potenza di trasformazione vitale». Molte
volte i professori di teologia o
anche pastori teologicamente
accorti portano avanti il loro
lavoro sviluppando inconsciamente la sensazione che
essi stiano crescendo nella
conoscenza di Dio, mentre
magari crescono solo nella
conoscenza su Dio.
La teologia, o la conoscenza di Dio non può essere acquisita solo attraverso i libri,
le discussioni in classe, il ragionamento razionale, ma attraverso la preghiera e rincontro personale con Dio.
(...) Nel cristianesimo sperimentare Dio e la realtà della
sua presenza nella vita personale e nella vita della comunità è inseparabile dall’opera
dello Spirito Santo; è la terza
persona della Trinità che rende possibile rincontro con
Dio e applica l’opera redentiva di Cristo alla vita degli
umani. Lo Spirito Santo rende la presenza di Dio reale e
sempre attuale.
(stralcio dalla relazione
di Ghassan Khalaf presidente
del Seminario teologico battista
arabo a Beirut, Ubano,
su «Teologia ed esperienza»)
DOCUMENTI
La «Dichiarazione
di Siviglia»
Ecco li testo della Dichiarazione di Siviglia dei docenti diti
logia presenti alla VI Conferenza Bicte.
Noi confessiamo
- la nostra fede in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Sani
nella fede cristiana storica;
- il sorprendente privilegio che ci è stato donato di studi
le Scritture, di esplorare le nostre ricche tradizioni e di coiit
buire alla formazione di donne ed uomini nella sequela di Gì
sù Cristo;
- che la formazione spirituale è prima di tutto opera di D
che ci invita a partecipare in questa gioiosa responsabilità.
Noi riconosciamo
- che le nostre vie non hanno spesso corrisposto conlenòiiutiotU
stre parole e che non siamo riusciti a vivere quelle verità cl» jtoderà
abbiamo cercato di trasmettere nel nostro insegnamento;
- che noi abbiamo acriticamente preso a prestito dàalt letameni
contesti approcci agli studi teologici non sempre appropd flssembl
al nostro patrimonio- battista, alla cultura locale e alla socìé Id nove
contemporanea,
- che non ci siamo sempre adoperati per costruire unafoi lancio i'
collaborazione fra accademia e chiese e che abbiamo sp^imnero u
agito con spirito altero e indipendente verso gli altri.
Noi affermiamo
- il delicato compito di servire fedelmente le nostre chi(
nel contempo di esercitare verso loro un ministero profetico
- i tesori del nostro patrimonio battista e nel coni
nostro apprezzamento per le ricchezze che si ritrovai------
nell’ambito più vasto della chiesa cristiana; ; ^
- la necessità che gli studi teologici siano ancorati neflaì g'
flessione biblica e forgiati attraverso l'esperienza di unafedef
di un ministero vivi nella chiesa e nel mondo; ' |I||a
- che l’identità personale e ministeriale vada meglio da UllQ
neata attraverso l’esperienza della comunità cristiana.
Noi ci impegniamo
- nel discepolato cristiano e nel compito di rendere Diof^
le per i nostri studenti attraverso Teccellenza della prep®
zione accademica, un’istruzione intelligente e una fpd® „
jllagueri'
ti
passate, pt
(¡assister
avviato, si
vanti strut
(afar pan
diffici
onnalità.
ferprogt
(jgeri, nc
portanti, c
toppi stra
Ésione.
lilituzioni
iue con^
ni probi
ìldopo K
Se a qui
spentiti;
luti di f
siete (ah
Co
lefechies
loesto pr
riur
la 23
kaperte
Sto manr
scaturisce dalla lettura delle Scritture, dalla preghiera, dall
missione;
■ a rivestirci giornalmente di Cristo avendo piena cosà0 kiiuova
nica del
'nauadi
Intarla, c
che tale dedizione è il centro dal quale riceviamo la vita;
- ad esplorare e sperimentare forme di insegnamento teolO|l)i
gico che risultino autentiche per il nostro contesto; . ^
- ad articolare e nutrire una spiritualità robusta, cristotS tppassioi
trica che si radichi e cresca nei vari terreni di cultura nei qu^Selici e c
i nostri studenti vivono e servono;
- a provvedere per i nostri studenti un insegnamento
co integrato che si articoli fra accademia, chiesa e società;
- per il compito di guida e modello per i nostri studenti
che insegnanti e studenti possano comprendere la loro
cità e identità e crescere da cristiani nel carattere e nei co
portamento etico; , ^
- a imparare dai nostri studenti e sviluppare un’espen®
di comunità nella quale insegnanti e studenti possano m
trare Dio nel culto, nello studio, nella comunione di ‘
nella missione.
Noi raccomandiamo
- che si instaurino forti legami di amicizia fra
professori e tra studenti stessi, legami che possano provve^
re quel necessario contesto di responsabile supporto ati
so gli anni di studio e di ministero;
- che SI sviluppino relazioni fra seminari e Facoltà
r____1______________________________„«raVfifSO • V
COSÌ da favorire la condivisione delle risorse e,
prezzamento della diversità di approcci, ne venga glo
arricchito il compito di insegnamento teologico; , •
- che si instaurino relazioni più strette tra
sponsabili denominazionali e i seminari così che il
formazione spirituale possa essere maggiormente con
fra membri di chiesa, pastori, studenti e insegnanti:
- che si coltivi il lavoro di insegnamento teologico e
zione in team che comprendano giovani, anziani, don
mini e persone di diversi background culturali così che
ro di gruppo possa rappresentare una forte testitno
dell’opera trasformatrice dello Spirito Santo;
- che ci si impegni in un nuovo patto fra teologi,
der deniminazionali perché insieme si studino le Seti
rifletta sui nostri contesti così da sviluppare modi p*“
di preparare ministri al servizio cristiano.
e SI
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5
Il 4 OTTOBRE 2002
Chiese
PAG. 5 RIFORMA
PLa decisione è del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
=cei al Social Forum europeo di Firenze
lo presenza sarà coordinata dalla Commissione globalizzazione e ambiente. L'attività
(jel Consiglio negli ultimi due anni di lavoro, tra difficoltà finanziarie e nuovi impegni
GIAMPICCOLI
I 4 vita della Federazione
’I delle chiese evangeliche
lltalia (Fcei) conosce un’al^anzadi periodi di espan^ di contrazione. Cosi a
Upio al grande attivismo
^ — con il terremoto
tflrpinia dell’80 è seguito
Scile periodo di assestale smaltimento di intered eredità, talora pesanIdopo terremoto. Ugualela Fcei ha conosciuto
jmpo di intensa attività
collegata con la lunga
nei Balcani e soprattutto
Jillasuerra del Kosovo nella
'°"*-'«Cnda metà degli Anni 90.
facendo tesoro di esperienze
Late, per il notevole lavoro
¡¡assistenza e ricostruzione
Lato, si sono evitati interWti stmtturali pesanti, facili
jafar partire nell’emergenza
(a difficili da gestire nella
lormalità. Si è preferito agire
i|)etprogetti», con interventi
^eri, non meno utili e immtìdiu urtanti, che non lasciassero
i loppistrascichi alla loro coniasione. Ciò non toghe che
rito Sant iuzionalmente la Federa™ Éine conosca comunque al.. wiprohlemi di contrazione
e dkoÌ W°PoKossovo. _
uelarii ft Se a questo si aggiunge la
“ I spentina diminuzione di
...r imtidi finanziamento sia^hTtà ^ interecclesiasti
' ’ ' mdel Consiglio ecumenico
jde chiese) che interne (conI con le no iati otto per mille), si com! verità eh fjenderà come il Consiglio
tento; i Ma Federazione, uscito inito dàalt hamente rinnovato dalapprofìi ilssemblea di Santa Severa
alla sodi iti novembre 2000, abbia
: lavato nella quadratura del
•eunafoiqllancio il proprio problema
ÌlBiero uno. La centralità di
fiesto problema si è riflessa
Ma riunione del Consiglio
23-24 settembre) che
imo sf«
i.
tre chief
irofetii
ontèmpi
ritrovani
paperto l’ultimo anno del
»mandato triennale. Più
che dell’esercizio in corso
(che ha visto un notevolissimo impegno delle chiese
membro che hanno aumentato considerevolmente il loro contributo annuale a fronte di un altrettanto forte impegno della Federazione per
ridurre i costi) il Consiglio si è
occupato del bilancio preventivo per il 2003. Ore di lavoro
minuzioso, voce per voce,
con la bella collaborazione
dei responsabili dei Servizi
che hanno dimostrato piena
consapevolezza del delicato
momento che la Federazione
sta attraversando, sono valse
a raggiungere un faticoso pareggio che non include tuttavia, per ora, il doveroso rinnovo contrattuale per il personale della Fcei. 11 Consiglio
non ha quindi ancora tutte le
carte in regola per affrontare
l’ultima frazione del proprio
percorso. Su questo nodo si
aprirà quindi in ottobre il dibattito con il Comitato generale, l’organo rappresentativo
delle chiese membro che, tra
un’assemblea e l’altra, costituisce l’autorevole interlocutore del Consiglio che lo incontra due volte l’anno.
Nella riunione di settembre
il Consiglio ha completato la
ridistribuzione degli incarichi
interni a seguito delle dimissioni del pastore luterano
Flans-Michael Uhi che da Roma si è ritrasferito in Germania. Gli è subentrato il pastore
battista Martin Ibarra che ha
iniziato a giugno ad occupare
il posto vacante nel Consiglio.
La vicepresidenza da Uhi era
già passata a David Cavanagh, capitano dell’Esercito della Salvezza. Ora la tesoreria è
passata da Doriana Giudici,
dimissionaria per motivi di
salute, a Martin Ibarra.
Il Consiglio, che già l’anno
scorso aveva sostenuto la
propria Federazione regionale ligure nell’adesione al Ge
Un momento pubblico delle iniziative della Fcei durante il vertice
G8 di Genova (luglio 2001 ) (foto A. Bonnes)
noa Social Forum, ha dato la
propria adesione al Social Forum Europeo (Sfe) che si terrà
a Eirenze dal 6 al 10 novembre e in particolare alla grande manifestazione europea
che è convocata per sabato 9.
In particolare, la Commissione «Globalizzazione e ambiente» (Glam) ha potuto inserirsi, offrendo il contributo
di prestigiosi oratori, nella
programmazione di due seminari del Sfe su argomenti
in cui la Fcei è impegnata da
tempo: uno su «L’impegno
per una società fondata su
giustizia, pace e salvaguardia
del creato», l’altro su «Cristianesimo, ebraismo, islamismo», che si terranno rispettivamente nei pomeriggi del 7
e dell’S novembre. Alla Glam
il Consiglio ha dato l’incarico
di offrire il proprio coordinamento agli evangelici che vorranno partecipare al Sfe.
Come è noto la «31 ottobre», nata nel ’99 per affermare la laicità nella scuola, ha
compiuto una svolta nel proprio congresso dello scorso
febbraio: lasciando la tradizionale posizione centrata sul
rifiuto dell’insegnamento religioso confessionale, ha ritenuto importante proporre in
positivo lo studio del fatto religioso come settore strutturato nell’ambito dell’insegnamento della storia. Una richiesta è giunta al Consiglio,
di canalizzare una proposta
in questo senso come contributo alla discussione anche a
livello istituzionale. Il Consiglio ha reagito incoraggiando
la «31 ottobre» a elaborare la
proposta e si è ripromesso di
dibattere questo nuovo orientamento aU’interno dell’evangelismo italiano che comprende posizioni differenziate in merito.
Menzioniamo infine il fatto
che il Consiglio ha rOevato come la Federazione sia talvolta
percepita come qualcosa di
distante dalle chiese e dai singoli. Per quanto chiese e singoli spesso ben conoscano
Protestantesimo e il Culto radio, il materiale per la scuola
domenicale e l’azione a favore
degli immigrati, c’è poca comunicazione tra chi istituisce
e chi utilizza questi servizi. È
per contribuire a ridurre questa distanza che il Consiglio
ha deciso di predisporre regolarmente un articolo informativo, da offrire ai periodici
evangelici, di cui il presente è
il primo esemplare.
!AGENDA!
atineijl' [3 ppesentazione è avvenuta nel duomo di Salerno da parte della Società biblica
¡unafe®il '
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Una traduzione ecumenica del Vangelo di Matteo
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Vangelo di Matteo
ento deduzione letterale e let«aria, che ha impegnato e
passionato traduttori evane cattolici in un lavoro
Srande rigore scientifico.
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CABATO 14 settembre, nel"la splendida cornice del
di Salerno, la Società
’®ca in Italia ha presentato
Innova traduzione ecume
iig
come già accaduto per il Vangelo di Giovanni due anni fa.
La serata, presieduta dal dott.
Valdo Bertalot, ha visto presenti il gruppo dei traduttori,
quello dei promotori, i rappresentanti delle chiese che
hanno ricevuto ufficialmente
copia del Vangelo. Con loro
anche la società civile e politica rappresentata dalla presenza del presidente della
Provincia di Salerno, dalla
facoltà valdese di teologia
Pietro Cessa, 40 Roma - Aula magna
Sabato 19 ottobre 2002 ore 17,30
’’’^ugurazione del 148- anno accademico
^^o/us/one
prof. FULVIO FERRARIO
^^OLOGIA COME PREGHIERA
® ^’apertura
•-hies,
*®nica 20 ottobre ore 10,45
Pi'edic,
valdese - via IV Novembre, 107
■azione del prof. Martin HirzeI
9 settembre 2002
Il decano
prof. Emanno Genre
Il prof. Paolo Ricca
«Camerata strumentale» dell’Università di Salerno che ha
poi chiuso la serata con uno
splendido concerto e dall’affluenza di moltissime persone, molte di più dei cinquecento posti a sedere previsti.
Monsignor Ravasi, il noto
biblista cattolico, a cui era affidata la conferenza sulle influenze dell’Evangelo di Matteo nella cultura europea, ci
ha «accompagnati» a osservare la luce che accompagna
il dito di Gesù nella Vocazione di Levi del Caravaggio, e ci
ha coinvolti in un nuovo
ascolto della Passione secondo San Matteo di J. Sebastian
Bach, tenendo l’assemblea
con il fiato sospeso. Accanto
a lui, ma non in secondo piano, il saluto dei promotori (il
presidente della Società biblica in Italia, prof. Paolo Ricca, del decano dei padri do
menicani di Salerno e del pastore Grillo del Collegio dei
pastori evangelici della città),
ha dato sostanza biblica e
teologica all’evento.
Il professor Ricca in particolare ha sottolineato come il
fatto di tradurre insieme le
Scritture costituisca il fondamento di un edificio ecumenico che mette in relazione
chiese cristiane così vicine,
ma anche così lontane fra loro. Veri e propri «mattoni»
per una casa comune, nella
quale il dialogo è ben fondato
perché è anzitutto concentrato sulla parola di Dio e da essa ispirato. Ha auspicato che
non ci si fermi qui, ma che si
possa trovare la forza di proseguire, almeno nella traduzione dei quattro Vangeli.
Le preghiere di intercessione del vicesegretario della
Conferenza episcopale e di
pastori evangelici rappresentativi delle diverse aree, e dei
2 rappresentanti delle chiese
ortodosse romena e greca
hanno reso visibile la presenza delle chiese oltre che come
promotrici del lavoro di traduzione, anche come chiese
che pregano perché la parola
di Dio risuoni dentro e fuori
di esse e perché avvicini in un
dialogo aperto e costruttivo. E
pregano insieme, con linguaggi oltre che con lingue diversi, senza forzature ma nella consapevolezza di prendere
parte, anche proprio quella
sera, a un frammento di vita
cristiana comune.
4 ottobre
TORINO — Alle 20,30, per l’organizzazione della V circoscrizione e del Centro evangelico di cultura «Lodovico e Paolo
Paschetto», al Centro culturale Principessa Isabella (via Verolengo, 210) il past. Giorgio Bouchard parla sul tema «Protestanti in Piemonte all’inizio dell’età dei Lumi».
5 ottobre
MILANO — Alle 10, al Centro San Fedele (v. Hoepli 3/3), si
tiene la prima parte della Festa del creato, organizzata dal
Consiglio delle chiese cristiane cittadine, con una tavola rotonda sul tema «L’acqua: un dono, una responsabilità». Partecipano Marco Manunta, magistrato, e i proff. Teresa Isenburg e Simone Morandini. Alle 14,30 ritrovo in piazza San
Fedele con la «Caccia al tesoro dell’acqua», e alle 18 al Centro San Fedele, «Recital sull’acqua» dei giovani della «The
Chatty’s Company». Chiusura con preghiera ecumenica.
FIRENZE — Alle ore 17,30, alla libreria Claudiana (borgo
Ognissanti 14/r), Annapaola Laidi e Raffaele Volpe presentano il libro di Paolo Arzani «Parabole di trasformazione» (Moretti & Vitali editore). Sarà presente l’autore.
6 ottobre
MEANA DI SUSA (To) — Alle 16,30, nella chiesa evangelica,
si tiene un incontro di giovani sul tema «Dag Hammarskjoeld, segretario generale delle Nazioni Unite, martire della pace». Relatori Giorgio Bouchard e Piera Egidi.
8 ottobre
MANTOVA —Alle 21, nella sala del Plenipotenziario (p. Sordellq 43), il Sae organizza il primo di 4 incontri dedicati a
«Bibbia e popoli della terra». Daniele Garrone parla su «Benedizione del genere umano ed elezione del popolo ebraico».
10 ottobre
FIRENZE — Alle 18,30, alla libreria Claudiana (borgo Ognissanti 14/r), Maria Patrizia Sciumbata e Alessandra Pecchioli
presentano il programma del corso di ebraico biblico organizzato dal Centro culturale protestante «Pietro Martire Vermigli». Per informazioni telefonare allo 055-282896.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve
inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima
del venerdì di uscita del settimanale.
CRONACHE DALLE CHIESE
TORRE PET I ,IGF. — La comunità ha condiviso la gioia delle famiglie di Noemi Malan e Rachele Chauvie, che sono state battezzate, e delle coppie che si sono sposate Flavio Geymonat con Alice Cappai e Ivan Rivoira con Luisa Lausarot.
• Ci hanno lasciati in attesa della resurrezione Alfredo
Avondet e Luigi Chiavia.
PRAMOLLO — Domenica 22 settembre il culto è stato seguito da un pranzo comunitario a cui molti di noi hanno
partecipato per esprimere la propria gratitudine e per salutare Milena Martinat che ci ha lasciato per raggiungere la chiesa di Siena. La ringraziamo di cuore per quello che ci ha dato
e per quanto ha fatto insieme a noi e le auguriamo un ministerio sereno e sempre benedetto dal Signore.
• Ci ha lasciati il fratello Guido Clot, i cui funerali si sono
svolti a Combagarino, dove risiedeva. Ai familiari l’espressione sincera della solidarietà cristiana della comunità.
i TELE^/ISI^)blE..
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federa— zinne delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 13 ottobre ore 24 circa, andrà in onda: «Un testimone credibile»;
«Dietro le parole», rubrica biblica. La replica sarà trasmessa
lunedì 14 ottobre alle ore 24 e lunedì 21 ottobre alle 9,30 circa.
CENTRO CULTURALE PROTESTANTE
Milano (v. Sforza 12/a)
Formazione teologica a distanza
Facoltà valdese di teologia
giornate di formazione teologica
sabato ore 10,30-12,30 e 14,30-17
«Il Dio che ama nella libertà:
la teologia di Karl Barth»
docente: prof. Fulvio Ferrarlo
12 ottobre: Le origini della teologia dialettica
16 novembre: Barth e la chiesa confessante. Barmen
14 dicembre: L'umanità di Dio
Le giornate di formazione teologica sono offerte, congiuntamente, dal Centro culturale protestante e dalla Facoltà valdese di teologia. Si rivolgono a tutti gli interessati e agli studenti iscritti al
Corso di diploma in teologia, per i quali è prevista l'acquisizione
di crediti didattici.
Credito didattico per gli studenti della Facoltà valdese di teologia, corso di Diploma:
Indirizzo: sistematico-etico
Esame riferimento: Storia del pensiero cristiano (XIX e XX sec.)
Iscrizione studenti iscritti al corso: euro 15,00.
Iscrizione uditori non iscritti: euro 30,00.
6
PAG. 6 RIFORMA
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Commenti
venerdì 4
PER UN RISVEGLIO
DELLE COSCIENZE
PIERA ECIDI BOUCHARD
Ma di che cosa ha bisogno oggi-Pltalia? Questa la domanda
che mi pongo ogni giorno col
cuore stretto, in questa svolta
d’autunno. È il nostro paese, lo
amiamo, ne conosciamo i difetti, le colpe, i salti della storia.
L’Italia è stata fatta in due successivi Risorgimenti: il primo,
col 1848 dello Statuto Albertino,
anche col riconoscimento di noi
minoranze religiose; il secondo,
cent’anni dopo, con la Resistenza e il varo della Costituzione
repubblicana, in cui abbiamo
fissato i principi della coesistenza civile, e i diritti e doveri. Questa nostra grande Carta segna il
quadro inderogabile che ci ha
costituito paese
libero-e democratico, è stata
tenuta ferma in
tutti i momenti
difficili e, anche
tragici, dal dopoguerra a oggi.
Perciò i principi
fondamentali: libertà di opinione, di stampa, di
associazione, """..........""""
uguaglianza della legge per tutti,
no al razzismo, al sessismo, alla
discriminazione religiosa. Ubero
gioco dei partiti e dei sindacati
sono le linee guida del nostro essere pienamente cittadini, e ce lo
hanno ultimamente ricordato i
«girotondini», riaffermando con
grande civiltà proprio questo:
«Giù le mani dalla nostra Costituzione» e «Siamo cittadini e
non sudditi»: per i quali giustamente si è espresso l’ex presidente Scalfaro dicendo sinteticamente: «Vi ringrazio, vi ringrazio, vi ringrazio».
L’ondata dell’anti-politica,
con la foga di destrutturazione
selvaggia delle regole deUa convivenza civUe, si sta sgretolando
in una rinnovata consapevolezza. C’è bisogno di un risveglio
delle coscienze, di una spinta,
che è innanzitutto etica, alla responsabUità, alla concretezza, alla solidarietà. Siamo a una svolta
della storia, in cui l’Europa si
configura come nuovo soggetto,
con tutto U suo passato, ma con
sempre più la consapevolezza di
radici e linguaggi comuni. Quando alcuni anni fa per la prima
volta sono sbarcata nella stupenda New York, ho avuto una
sensazione improvvisa: mi sono
sentita profondamente europea.
Quello che mi differenziava non
era essere italiana, era essere
europea! Eppure riconoscevo
tanti linguaggi, tante radici comuni, ma emulsionati in modo
diverso, che ne faceva un mondo
affascinante, si, ma diverso.
Finalmente, l'ondata
dell'anti-politica
si sta sgretolando
in una rinnovata
consapevolezza
L’Italia ha gravi problemi non
risolti, che l’attuale crisi economica rende più drammatici ed
evidenti: sacche di povertà e arretratezza, non solo al Sud, carenze culturali e ossificazioni
burocratiche, presenza di una
mentalità premoderna che è alla
base di quel tribalismo e familismo amorale su cui si innestano
le forze mafiose, che sono il primo ostacolo allo sviluppo. Diceva Romano Prodi, commentando le elezioni in Germania: «È la
fine del pensiero unico». Sì, perché la nostra ricchezza di europei è proprio la pluralità e la diversità delle nostre culture e religioni, unite oggi in un reciproco
__________ riconoscimento
di legittimità, dopo secoli di tentativi di «azzerare»
l’altro, identificandolo come il
Nemico. Alibiamo imparato a
coesistere, nel ferro e nel fuoco di
due guerre mondiali, nel passaggio attraverso la
tragedia del fascismo e del nazismo. Chi ci vuole ancora irregimentare negli schemi «amiconemico» della ormai defunta
guerra fredda, sbaglia; sbaglia
per sé e per i nostri popoli.
Di fronte alla attuale crisi economica e politica, giustamente il
presidente Ciampi ricordava la
necessità dello spirito di dialogo
e della «concertazione». E questo
sia sul piano economico, dove
andiamo necessariamente a ima
stretta e dove non dobbiamo andare al «muro contro muro» ma
a un rinnovato «patto tra i produttori», sia sul piano civile e
politico. L’attuale governo si è
dimostrato incapace di instaurare questo clima di concordia nazionale, avvitandosi invece intorno a un «libro dei sogni» destinati a rimanere tali, e per i
quali il risveglio può manifestarsi davvero brusco, e provvedendo a varare leggi negative, come
la Bossi-Fini, contro cui si è
espresso il Sinodo valdese, e a
occuparsi, invece che dei gravi
problemi del paese, dei problemi
personali e giudiziari del premier. Non ci appartiene questa
politica che dice e disdice, e
confonde ogni cosa e che fa solo
gli interessi del più furbo e del
più forte, in una rinnovata legge
della giungla. Abbiamo bisogno
invece di credibilità, di onestà, di
competenza, di responsabilità,
di rispetto reciproco, in uno spirito di unità nazionale, per uscire dal tunnel. Perché «sì, sì; no.
no: il di più vien dal maligno».
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
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.. .. _ordinario: euro 57,00; ridotto: euro 44,00; semestr: euro 30,00;
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La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con II numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 37 del 27 settembre 2002 è stato spedito dall'Ufficio
CMP Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 25 settembre 2002.
2002
Astociato alla
Unione stampa
periodica Italiana
Riflessioni sul crollo inaspettato di grandi imprese Usa
Etica puritana e capitalismo
La causa profonda della crisi del mercato americano e delle regole
che lo disciplinano è nella degenerazione dell'etico comune del lavoro
PAOLO FABBRI
IL capitalismo americano è
la locomotiva d’Europa e
riferimento per tutto il mondo. A sostenere il complesso
meccanismo c’è un insieme
di regole fra cui emergono,
per la loro importanza, la legge antitrust, il diritto societario e la disciplina delle società di revisione. Si tratta di
regole considerate molto seriamente, basti pensare al re-.
cente intervento della Authority antitrust nei confronti
della Microsoft che deve cedere una parte rilevante delle
sua attività. Le posizioni di
monopolio possono anche
formarsi, ma il loro persistere
viene duramente contrastato.
Il diritto societario e le disciplina dei revisori devono, tra
le altre cose, garantire che i
bilanci delle imprese siano
trasparenti e veritieri. Proprio in questo settore si è
aperta una falla gravissima.
Il sistema di autocontrollo
non ha funzionato
Che cosa è successo? Tutto
è iniziato con la Enron, la più
grande società per il commercio di prodotti energetici
del mondo (la sua capitalizzazione in borsa ha toccato
77 miliardi di dollari) che ha
presentato bilanci in cui manipolazioni finanziarie alteravano la consistenza patrimoniale del gruppo, migliorandola. Di qui il crollo in
borsa poi la bancarotta, la
maggiore mai verificatasi
nella storia del capitalismo,
superata poco dopo da quella
della WorldCom, il colosso
delle telecomunicazioni, il
cui dissesto è stato stimato in
107 miliardi di dollari e seguita da quella della Global
Crossing, che era riuscita a
espandersi a livello planetario senza mai realizzare un
attivo, per poi vedere quasi
azzerato il valore delle azioni
in borsa con danni enormi
per i risparmiatori ma non
per i manager, che avevano
venduto prima quelle di loro
proprietà. Il bilancio è lo
strumento principe utilizzato
dalle borse per quotare i titoli
delle aziende, sorgono quindi
le domande; quante altre società presentano bilanci in
condizioni analoghe? Perché
le società di revisione non
hanno rilevato gravi anomalie come gli occultamenti di
passività, che traevano in inganno gli analisti?
Sergio Romano, con articoli sul Corriere della sera in luglio e agosto, ha tentato una
prima analisi della situazione
post Enron, concludendo.
Questa domenica torniamo a parlare della preghiera grazie alla lettera di un
ascoltatore evangelico di Terni, il quale ci chiede: «Durante il culto da voi trasmesso,
dopo le preghiere e i sermoni, non si recita il Padre Nostro. Mi chiedo, con altri confratelli, quale ne sia la ragione». È una domanda del tutto
pertinente perché centrata su
una preghiera che ha un significato e un’importanza
unica. E questo almeno per
due motivi. Primo, perché il
Padre Nostro è Tunica preghiera recitata da tutti i cristiani; essa risuona tanto nelle chiese cattoliche come in
quelle protestanti e ortodosse. È la preghiera ecumenica
per eccellenza, quella che
unisce anche coloro che sono
divisi sotto tanti altri aspetti,
e che tutti i cristiani italiani,
grazie a una traduzione ecumenica, possono recitare con
le stesse parole e con lo stes
nella sostanza, che il capitalismo produce disfunzioni imprevedibili, ma che l’America
si è mossa con grande tempestività, sotto la spinta dei
media, per elaborare rimedi a
livello legislativo e organizzativo e su questo si baserà in
futuro il giudizio sull’accaduto piuttosto che sugli scandali finanziari. Marco Vitale,
che è stato a lungo partner
della Arthur Andersen mondiale (la società di revisione
che controllava la Enron) e
conosce molto bene dalTinterno il mondo societario e
professionale americano, ha
ripreso l’argomento con due
vasti articoli di approfondimento sul Corsera del 18 e 19
settembre.
La rottura del codice etico
In sintesi estrema Tanalisi
rigorosa, puntuale, raffinata
di Marco Vitale dice questo:
1) La Arthur Andersen degli
Anni 50, 60, 70 era dotata di
un codice etico molto rigoroso e i suoi operatori a tutti i
livelli erano persone di altissimo profilo professionale e
integrità ineccepibile. 2) Gradualmente la Andersen è diventata un’organizzazione
amorale, nel senso che ha dimenticato di essere al servizio del pubblico per appiattirsi sul controllo formale
delle regole, spinta a questa
deriva anche dagli interessi
coinvolti nell’attività di consulenza, che favorisce una logica di accrescimento senza
fine delle dimensioni e dell’utile. 3) Le regole, sotto l’influenza del top management,
sono diventate sempre più
ambigue o addirittura fraudolente, rendendo vano un
controllo solo formale. 4) I
provvedimenti in corso di
elaborazione dal governo Bush sono largamente inadeguati, come attestano autorevoli economisti come J. Stiglitz o importanti giornali come Business week. 5) La vera
causa dell’involuzione in atto
va ricercata in una degenerazione dei principi etici comuni nell’attività professionale,
che coinvolge, insieme con i
revisori, top manager, investment bank, avvocati, società
di rating, politici, che ha finito col porre l’utile come standard etico unificante, senza
sottoporlo ad alcun limite o
vincolo e con il permettere illeciti guadagni personali a
danno dei risparmiatori;
In conclusione: a) non basterà mettere a punto alcune
regole perché tutto torni come prima, b) «ad aver fallito è
soprattutto il nuovo sistema
di deregolamentazione impo
sto sulla base di un liberismo
troppo dogmatico. L’autoregolamentazione del mercato
non ha funzionato». L’analisi
e la conclusione di Marco Vitale sono così ampiamente
condivisibili da meritare solo
alcune glosse. I principi comuni, cioè l’etica involuta cui
si fa riferimento è la stessa
che ha favorito il sorgere e lo
sviluppo del capitalismo americano; l’etica puritana del lavoro. Sostiene emblematicamente il teologo Richard Steel
(1668): «La vocazione particolare o temporale è un impiego
stabilito in una occupazione
specifica che vi viene assegnata da Dio per il bene nostro e per il bene degli altri»,
(cfr. M. Miegge, Vocazione e
lavoro, Bovolenta, 1985). Aggiunge R. Baxter, celebre teologo della Ecclesia Pura, che il
lavoro è lo specifico dell’uomo, come è lo specifico di Dio
(cfr. E. Fuchs, L’etica protestante, Dehoniane, ’94, p. 60).
L'etica professionale
del protestantesimo
In questi fondamenti II sociologo W. Mills riconosce la
base per cui: «la psicologia
dell’uomo religioso e quella
dell’uomo economico coincidevano, e in questa -visione il
sobrio imprenditore borghese concretò nel lavoro e attraverso il lavoro la sua esistenza». [Colletti bianchi, Einaudi, 1966). Aggiunge M. Weber; «In tutto il mondo soltanto l’etica professionale del
protestantesimo ascetico ha
introdotto in linea di principio una salda unità sistematica tra etica professionale e
certezza religiosa della salvezza». Questo pilastro del
capitalismo americano già da
tempo ha manifestato segni
di quella crisi che qra è resa
evidente dalle vicende in esame. Scriveva il teologo riformato Eric Fuchs nel 1990:
«Non si agisce più, come nel
caso dei riformatori, spinti
dalla riconoscenza per la grazia ricevuta, ma in vista di un
risultato, che diventa allora la
giustificazione della azione».
(E. Fuchs, op. cit. p. 70). Lo
stesso teologo afferma nella
sua perorazione per un ascetismo moderato: «L’ascetismo moderato preferirà rinunciare a un profitto se esso
è frutto della violenza sull’altro o sulla natura». Un limite
questo che, insieme ad altri
riguardanti la professione, va
proclamato da una chiesa
che deve ripensare la sua dimensione profetica in una situazione di crisi più grave di
quanto non si pensi, considerando anche l’economia.
LUCA BARAHO
so spirito di gratitudine verso
colui che ce Tha donata.
E qui già passiamo al motivo principale per cui il Padre
Nostro è così speciale: è la
preghiera del Signore, la risposta di Gesù ai discepoli
che gli chiedevano: «Signore,
insegnaci a pregare!». Quando pregate, dite così... e segue il testo che tutti conosciamo. Il Padre Nostro è la
preghiera che Gesù ci ha insegnato, ma che mttavia non
ci ha imposto. È piuttosto la
preghiera che fa da modello
ad ogni altra, che ci parla del
la vicinanza di Dio come
quella di un genitore verso i
propri figli; che ci fa esclamare «Venga il tuo regno!» intendendo tanto la nostra attesa quanto il nostro impegno per la realtà del nuovo
mondo incarnato da Gesù.
Ma è anche la preghiera che
prende sul serio i nostri bisogni e le nostre debolezze: c’è
la richiesta del pane e quella
di non essere lasciati soli davanti agli egoismi, alle violenze, ai privilegi, alle tentazioni
del vecchio mondo.
Il Padre Nostro è la pre
IL FOGUfl
Calvinista convii^
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venerdì 4 OTTOBRE 2002
PAG. 7 RIFORMA
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Artigianato del legno a Villar Porosa
Fiera permanente
Dopo l’apertura della sala cinema e teatro e dell’ufficio turistico, un’altra parte della «Finestra sulle valli» di Villar Perosa è a disposizione dei cittadini. Sabato 28 settembre infatti è
stata aperta al pubblico la parte della struttura posta all’inizio
del paese che ospita la fiera permanente dell’artigianato in
valle. La fiera, ultimo tassello di un progetto che fa della struttura villarese voluta dal Comune un vero e proprio primo
punto di-accoglienza per i turisti in valle, ospita i lavori di 14
artigiani delle valli Chisone e Gemianasca (per il momento
per lo più artigiani che lavorano il legno ma l’intenzione è di
ampliarla prossimamente anche ad airi settori) ed è visitabile
dalle 10,30 alle 17, il sabato dalle 16,30 alle 18,30.
Rievocazione storica a Pinerolo
'■ Jf. ' La Maschera di ferro
Torna la Maschera di ferro a Pinerolo. Sabato 5 e domenica
6 ottobre infatti formai tradizionale manifestazione storica riporterà Pinerolo ai tempi del Re Sole, coinvolgendo anche
quest’anno centinaia di persone che sfileranno in costume
dell’epoca. La manifestazione inizierà sabato, alle 21, in piazza
del Duomo con il bando e la sfida dei falconieri per proseguire
domenica alla mattina a San Verano, ad Abbadia Alpina, e il
pomeriggio alle 15 con il via alla «Grande rievocazione storica»
per le vie del centro storico accompagnata da numerosi gruppi musicali itineranti. Molte anche quest’anno le manifestazioni collaterali, dalle conferenze alle mostre che tratteranno
di vari aspetti sia artigianali che di vita dell’epoca.
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Fondato nel 1848
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11 «Civile» di Pinerolo e i due presidi delle valli valdesi di fronte ai tagli della sanità
Il futuro degli ospedali nel Pinerolese
Per le strutture di Torre Pellice e Pomaretto si susseguono gli incontri fra il nuovo comitato Ciov e le
amministrazioni pubbliche. Da ricercare anche un'intesa con laAsI 10 per coordinare alcuni servizi
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La situazione della sanità in Italia e soprattutto dei finanziamenti,
0 meglio dei tagli che si
profilano ancora, preoccupa. La Finanziaria che
si sta predisponendo a
Roma coinvolgerà, ma
non si sa ancora in che
misura, anche la sanità;
a livello regionale, la discussione della scorsa
settimana in Consiglio a
Torino fa riferimento a
razionalizzazioni, riduzione di posti letto negli
ospedali, aggregazioni di
Asl (i «quadranti») ecc.
Risultato; varie realtà,
come il Canavesano o la
vai Dossola, si stanno già
mobilitando per difendere le loro piccole realtà ospedaliere e i servizi
presenti sul territorio.
Nel Pinerolese, al momento, non sembra avere
problemi particolari l’ospedale civile di Pinerolo,
mentre l’Asl 10 nel suo
msieme è invece coinvolta nell’aggregazione con
altre Asl, essendo stata
inserita nel primo «quarante» insieme all’Asl 1
m Torino e alla 8 di Chieri. Ma il Pinerolese ha
anche un altra realtà parnnolare sul versante della
sanità che preoccupa in
Prticolare i cittadini; la
Orione degli ospedali
p esi di Torre Pellice e
‘'omaretto. Mentre si atandono esiti ulteriori ala trattativa in corso, or®aida mesi, tra Tavola
„ ?®^'Ciov e Regione,
fontinua in tutte le Valli
«accolta di firme awiaa alcuni operatori deJ ospedali e da altre asp O'azioni. come le Adi.
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linea degli ospedali. Parallelamente a questa nostra necessità di informazione, abbiamo anche
comunicato alla Ciov la
nostra disponibilità ad
azioni di sostegno all’azione di pressione nei
confronti della Regione
per cercare di risolvere al
più presto la situazione».
Da parte della Ciov,
Marco Jourdan ha dichiarato agli amministratori locali la piena disponibilità a un dialogo costruttivo e a un confronto, nel rispetto reciproco
della distinzione dei ruoli
e delle responsabilità, e
ha confermato l’impegno
a fare di tutto per salvaguardare le due realtà
ospedaliere di Torre Pellice e Pomaretto, sia offrendo un servizio sanitario adeguato alle esigenze della popolazione, sia
a livello di salvaguardia
dei posti di lavoro. «Per
far questo, però - ha detto lourdan - dovremo
trovare un accordo con
l’Asl 10 che ci consenta di
operare in modo integrato con l’ospedale civile di
Pinerolo e ci riconosca
una giusta remunerazione dei servizi da parte
della Regione».
La nuova Ciov nominata dalla Tavola dopo il dibattito sinodale è composta, oltre che da Jourdan
e da Bernardini, anche da
Piervaldo Durand, che si
occupa in particolare dei
progetti e dell’organizza
zione, e da Elio Forneron,
che segue gli aspetti più
strettamente amministrativi degli ospedali. «Tutti
e quattro i nuovi amministratori, tra l’altro - come ha fatto notare Jourdan -, sono anche membri della Commissione sinodale per la diaconia,
un segno del forte impegno istituzionale della
Chiesa valdese» e questo
in una situazione in cui le
incertezze della Regione
mettono in discussione
l’esistenza stessa degli
ospedali valdesi.
Dopo l’incontro della
scorsa settimana con gli
amministratori locali, il
Comitato Ciov sta facendo una serie di incontri,
per così dire ancora esplorativi, con i dipendenti degli ospedali e con
la realtà valligiana e torinese. In settimana è previsto un nuovo incontro
con gli amministratori
delle Valli per definire meglio le linee di un
fronte comune locale, così come sollecitato anche
dalle Comunità montane, in difesa dei nosocomi di Torre Pellice e Pomaretto, ritenuti fondamentali. 11 numero delle
firme raccolte finora, più
di 1.500, lo testimonia.
Nel quadro dell’iniziativa
«Autunno in vai d’Angrogna», il 23 ottobre, nel
tempio del Serre, ci sarà
un incontro pubblico sulla situazione degli ospedali valdesi delle Valli.
Incontro pubblico a S. Germano
Il progetto della
variante di Porte
«I lavori di realizzazione della varinate di Porte
dovrebbero iniziare nella
primavera del prossimo
anno ed essere finiti nel
2005». Sono parole di Erminio Ribet, del Toroc,
che venerdì scorso in
una riunione tenutasi alla borgata Turina a San
Germano ha incontrato
la popolazione facendo il
punto sulla situazione
sia sugli interventi previsti sugli assi viari della vai
Chisone e Germanasca in
vista delle olimpiadi di
Torino 2006 sia sulla variante di Porte, il cui percorso per la maggior parte passa nel territorio di
San Germano. «La prossima settimana - ha detto
Ribet - dovrebbe essere
consegnato in Regione il
1“ preliminare di progetto per la variante che
prevederà investimenti
per oltre 77 milioni di euro con ii raccordo con la
tangenziale di Pinerolo
realizzata all’altezza di
Abbadia Alpina e il ricongiungimento con l’ex statale 23 a Malanaggio».
Una nuova rotonda
verrà realizzata di fronte
al ponte di San Germano
e interventi significativi
per 44 milioni di euro sono previsti anche sul tratto di strada che da San
Germano arriva a Perosa.
Osservazioni non proprio
entusiaste sono state avanzate dal comitato la
Tartaruga (da anni impegnato anche per la messa
in sicurezza dell’intera
statale 23) sul fatto che
gli interventi viari non
coinvolgano anche Perosa dove però non sono
stati ritenuti appropriati
né gli interventi che prevedevano una variante
che costeggiasse il Chisone per giungere al di sopra dell’abitato di Perosa
né l’eventualità di una
galleria che entrando
sotto la montagna uscisse sopra Perosa nella zona di Meano. Alla fine
comunque l’impressione
è di soddisfazione generalizzata, almeno nella
parte bassa della vai Chisone, che a lavori finiti
dovrebbe poter essere
percorsa su una strada finalmente sicura e soprattutto che non attraversa più i vari paesi.
ICONTRAPPUNTOI
LA MIA PARROCCHIA
È IL MONDO
MARCO ROSTAN
«La mia parrocchia è il
mondo» Non capita tutti i
giorni di sentire citare John
Wesley, il fondatore del metodismo, in un convegno
della Chiesa cattolica. Lo ha
fatto Rino Fisichella, rettore magnifico deU’Università
pontificia lateranense, nella
sua relazione introduttiva
al Convegno diocesano di
Pinerolo. Titolo: «La parrocchia, frontiera
delTevangelizzazione ed esperienza di
comunione».
Una riflessione
molto vicina a
quelia in atto
nel mondo valdese, come è
apparso nel recente Forum della cultura a
Ecumene: fine della modernità, incertezza della postmodernità, pericolo del sincretismo religioso, difficoltà per le comunità di
comprendere, in tale contesto, la loro missione e di
esprimere con parole comprensibili la realtà di Gesù
Cristo che, è stato detto,
non è una possibilità religiosa fra le altre, ma «la via,
la verità, la vita».
Il giorno dopo Luigi Berzano, parroco e sociologo,
si è interrogato su «I volti
nuovi della parrocchia»,
con un’analisi molto interessante sui mutamenti
dalla parrocchia rurale a
quella urbana, dalla parrocchia come luogo dell’abitare insieme alla parrocchia che rischia di diventare un non-luogo, cioè uno
spazio nel quale degli individui si incontrano, fanno
determinate attività insieme, ma non lo abitano.
Mentre lo ascoltavo pensavo che un’analisi di questo
genere sarebbe molto utile
anche per le trasformazioni
delle nostre chiese alle Valli. Per Berzano la sfida del
futuro è di riscoprire la
parrocchia come rete di relazioni, come capitale sociale; molti interventi hanno segnalato il pericolo che
la chiesa diventi soltanto
più erogatrice di servizi,
tuttavia non ci può essere
diaconia senza comunione,
senza annuncio. Torneremo con più calma sui contenuti di questo convegno,
nel quale sono stati citati
Bonhoeffer, Kierkegaard e
Max Weber purtroppo senza menzionare U protestantesimo. Mi limito qui a pochi veloci commenti.
Il primo: nessun valdese
presente, salvo i redattori di
Al convegno
diocesano discussi
temi che
coinvolgono anche
le chiese valdesi
leva la pena esserci. Mi si
accusa di fare indebite battute sull’Anticristo, che turberebbero il dialogo ecumenico. Ma io sono andato per
ascoltare e capire gli altri.
Ho anche detto la mia. Come mai non c’erano nessun
pastore, nessun membro
della Commissione distrettuale per l’ecumenismo nonostante l’invito ricevuto?
È strano che
non si colgano queste occasioni di un
confronto su
problemi largamente comuni sia alle
parrocchie
cattoliche sia
a quelle vaidesi, e si continui invece a
gestire stancamente la Settimana per l’unità.
Secondo: Cristo non è il
cristianesimo e tanto meno
il cattolicesimo. È giusto
sottolineare che Cristo è «la
via, la verità e la vita» e lo è
per tutti, non solo per me
che lo annuncio. Ma appunto, lo è prima di tutto per
me. Di fronte a questa verità io cristiano non sono
più avanti dell’ebreo o del
musulmano, di fronte a Dio
siamo sullo stesso piano. Il
cristiano dunque testimoni
della Verità in modo mite,
senza imposizioni. I crocifissi si vivano nel cuore e
non si impongano sui muri.
Terzo: anche i protestanti al forum culturale a Ecumene hanno detto che la
sostanza della predicazione
e del discorso culturale scaturisce dall’interpretazione
dei testi biblici. Fisichella
ha detto che ciò che fonda
la cultura è la fede. Dovremmo dunque stimolare
i governi ad assumere come criterio del bene comune la sofferenza, la debolezza degli ultimi, non la competizione fondata sul Prodotto interno lordo o la
quantità di beni consumati
da quelli che sono i primi.
Infine un punto di accordo e uno di dissenso. L’accordo è sull’incoraggiamento dato alle chiese locali di essere più accoglienti, meno giudicanti, luoghi
di ascolto, di relazioni autentiche. Il disaccordo è su
che cosa fonda la chiesa:
per i cattolici, lo ha ripetuto con forza Fisichella, è
l’eucarestia, il mistero del
sacrificio di Cristo reso visibile nella messa; per noi,
al contrario, vale Matteo
18, 20: «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì
questo giornale. Eppure va- sono io in mezzo a loro».
8
PAG. 8 RIFORMA
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RIPULIAMO IL PIAN DEL RE — Successo, nonostante il tempo pessimo di domenica 27 settembre, per l’iniziativa di pulizia dai rifiuti organizzata da Legambiente al Pian del Re in occasione
dell’Anno internazionale delle montagne. La
manifestazione ha visto la partecipazione di circa 200 persone provenienti dalle provinole di
Torino e Cuneo e anche dalle sezioni di Pinerolo
e vai Pellice. Alcuni volontari sono arrivati dalla
vai Pellice a piedi, attraverso il Colle della Gianna. La giornata, conclusa con danze e giochi, è
stata anche l’occasione per iniziare un dialogo
fra Legambiente, Parco del Po cuneese e amministrazione comunale di Crissolo su alcuni problemi, come traffico e gestione della torbiera.
PARCO ORSIERA-ROCCIAVRÈ: SUMMIT DELLE
COMUNITÀ MONTANE — Il 24 settembre a Giaveno si sono incontrati sindaci e presidenti delle
tre Comunità montane (vai Chisone, Bassa vai
Susa e vai Sangone) per fare il punto sulle attività del parco Orsiera-Rocciavrè. Attualmente i
lavori in corso sul territorio ammontano a un investimento di circa 900.000 euro; si va dal recupero dalla Certosa di Montebenedetto-Villarfocchiardo al campeggio di Pian dell’Alpe, ai sentieri e aree attrezzate in vai Chisone (53.000 euro).
È stato sostituito anche il consigliere dimissionario, Zussino, con il consigliere delegato al turismo del Comune di Coazze, Ruffino.
CONSIGLIO COMUNALE A TORRE PELLICE — La
seduta di venerdì 27 settembre si è aperta con la
presentazione alla cittadinanza della campagna
Verde Sacchetto curata dall’Acea; positiva la risposta di pubblico. 11 Consiglio ba poi approvato
la variazione di bilancio; nel corso della serata
sono state presentate anche due interrogazioni
scritte della minoranza; la prima riguardante la
pulizia del paese e la seconda in cui si chiede un
resoconto della situazione della scuola materna;
il sindaco risponderà nel prossimo Consiglio.
8.000 EURO PER LE STRADE DI INVERSO RINASCA
— Il Consiglio comunale di Inverso Rinasca ha
approvato nella sua seduta del 25 settembre alcune importanti variazioni di bilancio all’esercizio
per il 2002. Circa 10.000 euro in più infatti sono
stati iscritti in entrata nelle casse comunali dovuti
a maggiori trasferimenti statali oltre a maggiori
introiti dovuti per la maggior parte alla vendita
dei loculi e ad alcuni aggiustamenti di bilancio. 11
Consiglio ha deciso di destinare circa 8.000 euro
di questi maggiori introiti all’asfaltatura delle
strade comunali mentre altri 4.000 saranno utilizzati per interventi in opere pubbliche.
MARKETING AGROALIMENTARE — Approvato
dalla commissione Agricoltura del Consiglio regionale il disegno di legge che prevede la creazione dell’Istituto per il marketing dei prodotti
agroalimentari del Piemonte. «La valorizzazione
dei prodotti agroalimentari di qualità - dichiara
il consigliere regionale Emilio Bolla, relatore del
disegno di legge - è uno degli obiettivi di maggior rilievo della politica agricola regionale». In
questi anni sono nate numerose iniziative di
promozione, avviate sia dal pubblico cbe dal privato, non però collocate all’interno di una strategia regionale complessiva organica e stabile.
«Una buona azione di marketing deve essere
orientata anche alla promozione del territorio
che esprime i prodotti per sollecitare maggiori
flussi turistici, utilizzando la forte attrattiva
dell’enogastronomia piemontese». Il disegno di
legge dovrà comunque seguire il suo iter in Con-_
siglio prima di diventare legge operativa.
A PROPOSITO DI NOMI «ITALIANIZZATI» — Una
«piccola vittoria»; così Jean-Louis Sappé, già
maestro e sindaco di Angrogna, definisce il decreto prefettizio che gli consente di modificare,
secondo la volontà dei suoi genitori, non realizzata a causa delle leggi vigenti a suo tempo, il
proprio nome da «Gianluigi» come imposto
dall’ufficio anagrafico di Angrogna nel periodo
bellico a Jean-Louis, nome con cui egli è sempre
stato chiamato. Il cambiamento è stato possibile
grazie alla legge 482 del ’99 che consente appunto, nelle zone di minoranze linguistiche, di ripristinare il proprio nome originale. «Spero che anche altri valligiani possano seguire questo esempio», commenta soddisfatto l’ex sindaco.
il
TRASPORTI
E ONORANZE FUNEBRI
VAL PELLICE
di Giacotto & c.
Funerali ovunque
Corso universitario di agricoltura a partire dal 2004
Il biologico in vai Pellice
k Villa Olanda e all'azienda «La malva» di Bibiana sarà
istituita una disciplina specifica. Un campus alla Crumière
Valli Chisone e Germanasca
Approvate le
variazioni di bilancio
MASSIMO CNONE
Questa volta sarà
l’Università ad andare alla montagna e non il
contrario. Nel 2004, il
terzo anno del corso di
laurea in agricoltura biologica dell’Università degli studi di Torino sarà
trasferito da Grugliasco
alla vai Pellice. Ad aprire
le porte a docenti e studenti saranno Villa Olanda di Luserna San Giovanni e l’azienda sperimentale «La malva» di
Bibiana. Il polo ricettivo
dell’Agess, che oltre a
Villa Olanda comprende
anche il villaggio Crumière, costituirà un vero
e proprio campus presso
il quale sarà ricavata la
sistemazione degli iscritti al corso che, inoltre, si
confronteranno con la
pratica a Bibiana.
La presentazione ufficiale delTlniziativa congiunta di Provincia e Facoltà di agraria è avvenuta giovedì 26 settembre a
Torino. «In vai Pellice spiega l’assessore ad
Agricoltura e Montagna
della Provincia, Marco
Bellion - l’agricoltura
biologica ha da sempre
ottenuto un forte interesse, tanto che sul territorio
sono censite ben 50 delle
250 aziende certificate
presenti in provincia di
Torino». Primo in Italia, il
corso di laurea di primo
livello in agricoltura biologica della Facoltà di
agraria è stato attivato
nell’anno accademico
2001-2002, riscuotendo
da subito un grande successo, tanto che sono stati ben 65 i nuovi immatricolati, provenienti anche
da fuori Piemonte e quest’anno ci si aspetta di
bissare il risultato; tra gli
iscritti soprattutto neodiplomati, ma anche laureati in altre facoltà e titolari di aziende agricole.
«Il corso - rileva la professoressa della Facoltà
di agraria Maria Ludovica
Gullino - è articolato in
materie di tipo propedeutico comuni a tutti i
corsi di laurea della Facoltà di agraria e in materie strettamente professionali, quindi l’esigenza
era di trovare spazi esterni per l’attività didattica e
venire incontro alle richieste del territorio e
delle aziende». Da queste
premesse, con il coinvolgimento della Comunità
montana vai Pellice e
dell’Agess Spa, si è così
arrivati al progetto di trasferimento, collocando il
terzo anno sul territorio
della Provincia e particolarmente in vai Pellice.
Prossima tappa del
progetto sarà la costituzione di un comitato di
aziende, enti e imprese
che finanzino l’iniziativa,
consentendo così, commenta Bellion, «una piena integrazione con il
mondo del lavoro»; per
completare il proprio ciclo di studi (180 ore in totale) gli studenti dovran
Comunità montana vai Pellice
Gestire il territorio
Via T Maggio 8,10062 Lusama San Giovanni (To)
lai. • fax 0121/954340 cali.3354254673
{notturno e festivo)
Un bilancio in forte
sofferenza; la pesante situazione determinata dal
sempre maggior ricorso
agli anticipi di tesoreria è
emersa dal Consiglio della Comunità montana
vai Pellice di giovedì 26
settembre. Non è una novità ma gli interessi passivi che l’ente paga alla
banca finiscono per bloccare ogni attività; «È un
bilancio “groviera”, visti i
tanti buchi» ha tuonato il
consigliere del Ccd Colomba, ma in realtà il
problema è nel dna delle
Comunità montane. Praticamente prive tìi entrate dirette proprie, le Comunità vivono di trasferimenti regionali e statali
(sempre in ritardo) e sui
progetti cbe vengono realizzati; ma ogni intervento viene pagato dagli
enti superiori a fine lavori mentre le spese ci sono
già a realizzazione in
corso; da qui la necessità
di ricorrere agli anticipi
di tesoreria. A margine
della discussione sulle
variazioni di bilancio la
minoranza ha riproposto
la necessità di conoscere
più direttamente là situazione economica e
progettuale dell’Agess e il
presidente Bertalot si è
impegnato a organizzare
a breve un Consiglio informale con il Consiglio
di amministrazione dell’agenzia per lo sviluppo
creata dalla Comunità
montana stessa.
La presa d’atto, prevista per legge, degli equilibri di bilancio, ha permesso al Consiglio di fare
una riflessione sugli stanziamenti che, provenen
do dallo Stato, dalla Regione e dalla Provincia
verranno nei prossimi
mesi destinati a un aspetto assai rilevante; la
gestione del territorio, sia
come interventi postalluvione che sotto il profilo
della prevenzione e della
manutenzione ambientale. In tutto in vai Pellice
dovrebbe essere investita
una cifra superiore al milione di euro. Il Consiglio
ha infine approvato la
convenzione con la Provincia di Torino e le altre
12 Comunità montane
provinciali per la gestione
dei controlli sugli enti di
certificazione in materia
di agricoltura biologica; a
campione verranno verificati, dai tecnici delle
Comunità stesse, i controlli sulle aziende condotti dalle associazione
private che certificano i
prodotti biologici.
Villa Olanda
no trascorrere periodi di
tirocinio pratico-applicativo nei vari livelli della filiera; produttori, trasformatori, certificatori, assistenza tecnica, comunicazione, marketing e divulgazione. C’è da augurarsi che alcuni giovani
delle Valli scelgano questo percorso formativo.
Negli ultimi cinque anni l’agricoltura biologica
sta vivendo un vero boom di consumi e quantità di prodotto; anche se
l’offerta non è ancora in
grado di soddisfare la domanda, sono numerose
le imprese che stanno
convertendo parte della
propria produzione dalle
coltivazioni tradizionali
alle biologiche. Nel mirino della Provincia c’è il
raddoppio delle imprese
che si dedicano a questo
tipo di coltivazioni certificate, con la costituzione di un osservatorio dei
prezzi del biologico.
LILIANA VICLIELMO
Lì APPROVAZIONE di
alcuni ordini del
giorno di routine ba riunito il Consiglio della Comunità montana valli
Chisone e Germanasca,
lunedì 23 settembre. Soltanto alla fine due domande, una del sindaco
di Frali, Franco Grill, e
l’altra del sindaco di Inverso Pinasca, Andrea
Coucourde, hanno portato all’attenzione problemi di attualità. Il sindaco
di Frali ha segnalato la rigida applicazione da parte delle guardie forestali
di una legge risalente al
1923, sempre disattesa,
che obbliga i mandriani a
portare sotto i 1.500 metri le bestie prima della fine di settembre, pena
multe sostanziose, malgrado la grande disponibilità di erba dovuta all’estate piovosa. La richiesta di informazioni
del sindaco Grill è però
caduta nel vuoto; nessuno ha saputo rispondere.
Maggior attenzione è
stata dedicata alla domanda del sindaco Andrea Coucourde, relativa
alle iniziative da prendere a sostegno dell’ospedale di Pomaretto. Ha risposto il presidente della
Comunità Roberto Prinzio, riferendo sui contatti presi col nuovo comitato incaricato dal Sinodo
di trattare la questione.
Prinzio ha anche segnalato la crisi della Sach-Boge
di Villar Perosa, che richiederà un intervento
vener
della Comunità montate'
Per la parte di ord%
ria amministrazione sono stati inseriti nel Coi^
siglio i rappresentam
del Comune di Fenest«
le, la cui amministri
ne è stata recenteniei
rinnovata; Livio Girauc.
sindaco. Mauro Passete
Roberto Blanc per la
noranza. Per il Conni
di Usseaux, Maria Ieri
Fenoglio è stata desi^
ta rappresentante del
minoranza. È stato poi
approvato l’adeguante^
to del regolamento di
contabilità per convei
re in euro le somme an- ‘
cora espresse in lire e peti
rendere più speditele
procedure di pagamenà
Altre modifiche al regoH
mento per il funziona
mento dello Sportelli
unico per le attività pro-t
duttive si sono rese na
cessarie per sveltire le
pratiche dei richiedenlB
Il punto di maggioril
lievo del Consiglio peri!
ha riguardato la salv¿
guardia degli equilibri di
bilancio, con l’esame di*
una lunga relazione suIqj
stato di attuazione dri'
programmi. Ogni ass^
sore ha illustrato i ten!
di propria competen^
sui progetti già attuati e
quelli in prospettiva; la
votazione ha registrai^
l’astensione della min;
ranza, che si è pure astK'
nuta riguardo alle var^
zioni al bilancio di praÉ
sione per l’esercizio 2002
che, in entrata e in usata, raggiungono la cifri;
di 650.000 euro.
Rift
pi
Una tavola rotonda alla manifestazione di Porte
Pace: l'impegno delle religioni
DAVIDE ROSSO
PARLARE di pace e
confrontarsi su di essa. Questo si è vissuto dal
24 al 29 settembre a Porte in vai Chisone. La manifestazione «Porte per la
pace» tenutasi appunto
dal 24 al 29 è stata caratterizzata da un’interessante mostra fotografica
«Costruttori di pace tra
XX e XXI secolo. Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Daisaku Ikeda» visitata tra l’altro da
moltissimi bambini delle
elementari pinerolesi ma
soprattutto dall’incontro
di mercoledì 25 settembre intitolato «Il ruolo
delle religioni a favore
della pace».
Intorno al tavolo dell’
incontro, moderato da
don Vittorio Morero, direttore de L’eco del Chisone, si sono seduti rap
presentanti di cinque
realtà religiose diverse,
cattolici (il vescovo di Pinerolo, Piergiorgio Debernardi), protestanti (il
pastore Giorgio Bouchard) ebrei (il direttore
della rivista Ha Keillah,
David Sorani) buddisti
(Michele Berton del Soka
Gakkai), musulmani (Kalil Hmoud), che si sono
confrontati sul tema della pace facendone emergere le varie sfaccettature ma anche i preconcetti e le cattive interpretazioni che spesso portano
alla sua negazione.
Ne è emerso un interessante sviluppo del
concetto di pace. Nell’arco delle relazioni che si
sono susseguite gli ascoltatori hanno per così dire
visto passare di fronte a
loro i diversi significati
che questa parola, apparentemente semplice.
Alla Fiera dei Santi, dal 28 ottobre al 3 novembre
Un trenino per Luserna Alta
In treno da San Giovanni a Luserna Alta.
Non è un sogno ma una
delle iniziative che caratterizzeranno la Fiera dei
Santi di Luserna di quest’anno. A favorire la visita di negozi e botteghe
artigiane sul territorio lusernese sarà un trenino
turistico, di quelli abilitati al servizio su strada.
Gli organizzatori (Comune, Pro Loco e commercianti) non nascondono di voler dimenticare le polemiche dell’anno
scorso, pur contenendo
le spese. In piazza Partigiani, il programma inizierà lunedì 28 ottobre
con la presentazione di
«Verde sacchetto» curata
dall’Acca e una serata
danzante. Martedì 29 si
terrà l’inaugurazione ufficiale con la degustazione di prodotti locali organizzata da ristoranti e
produttori della valle. Si
prosegue mercoledì 30
con una serata di ballo liscio e il convegno dedicato alla pietra di Luser
na. Giovedì 31 si festeggia Halloween con la
musica di Radio Beckwith. Venerdì 1" novembre la castagnata e,
sul palco, Bandamania,
mentre sabato 2 spazio
alla musica celtica del
Tacabanda e a una serata
enogastronomica curata
dall’associazione macellai. In questa giornata i
negozi saranno aperti fino alle 23. Domenica 3
gran finale con la sfilata
di moda organizzata da
commercianti e artigiani.
porta con sé. Alla fine®
è emersa una sostanzi^
unità di visione sulla pace con l’amore contri
posto alla guerra ma coi
anche il dialogo e la fr^
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tfNERPÌ4 ottobre 2002
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11 futuro del Colle arriva fra qualche mese
Cantieri alla Vaccera
0acimento del tratto finale della strada e ripristino della
pista di fondo. Possibile l'installazione di un telescopio
massimo CNONE
ANGROGNA.punta il
suo futuro turistico
sul Colle della Vaccera. Il
gioco
è scoperto ma la
partita sarà chiusa sol.tanto tra qualche mese,
quando si saprà se, come
nitri sperano, la Regione
finanzierà i progetti di
stìuppo per un totale di
oltre 470.000 euro. La
prima carta da giocare è
rappresentata dal Pia
(Piano integrato d’area),
che vale 450 milioni di lire e che è stato approvato nel corso dell’ultimo
Consiglio comunale.
Quali sono i contenuti
del progetto? Un intervento di sistemazione e
riasfaltatura degli ultimi
4 chilometri di strada che
conducono alla Vaccera,
il ripristino della pista di
fondo, che diventerebbe
anche pista ciclabile nel
periodo estivo, e la sostituzione dei vecchi e antiestetici depositi sul Colle con una nuova struttura, che dovrebbe fungere
;niass#| da punto d’accoglienza
ie informazione turistica. Inoltre, sulla terrazza
della stessa struttura, si
installerebbe un telescopio fornito dall’Associazione astrofili Urania di
Luserna San Giovanni.
Completano il quadro
due balconi panoramici
con vista sulla pianura.
«La scadenza per la presentazione del progetto spiega il sindaco, Ezio
Borgarello - è stata spostata dal 30 settembre alla fine di ottobre: questo
ritardo farà slittare i tempi di risposta della Regio>ni as- Se tutto andrà per il
#111 ” meglio, entro il mese di
febbraio 2003 dovrebbero iniziare i lavori». Il
progetto prevede una copertura finanziaria del
to sulla strada per 100
milioni di lire perciò vogliamo che si tenga conto di questa spesa».
Il secondo asso nella
manica è un progetto da
460 milioni di lire che
rientra nella cornice della Marca pinerolese; gli
interventi riguarderanno
ancora la strada d’accesso (nella sua parte più a
valle), la passeggiata storica e una serie di piste
ciclabili. «Il costo dei lavori è coperto per il 50%
dalla Regione - rileva il
Sindaco -, da parte sua il
Comune ha già provveduto ad accantonare gli
altri 230 milioni». Una risposta definitiva dovrebbe arrivare nei primi mesi del prossimo anno.
Complice il maltempo,
l’estate 2002 ha registrato un forte calo delle presenze alla Vaccera. Soltanto il rifugio «La Jumarre», aperto all’inizio
del 2001 grazie al contributo europeo Docup,
non ne ha risentito perché destinato a ospitare
gruppi e scolaresche che
organizzano il soggiorno con molto anticipo.
«Qualsiasi nuovo intervento che serva a migliorare l’accoglienza di turisti e visitatori - dice Paola Oddono, gestore di rifugio Vaccera e Jumarre
- serve alla nostra attività». Anche dalla trattoria Monte Servin arriva
un giudizio favorevole.
«L’asfaltatura della strada - aggiunge Silvia Rivoira - va a beneficio di
tutti gli operatori».
Ventiquattresima edizione
Torna l'«Autunno
in vai d'Angrogna»
PIERVALDOROSTAN
ORMAI più che maggiorenne (siamo a 24
edizioni) torna dal 3 ottobre r«Autunno in vai
d’Angrogna» e nella tradizione della manifestazione si alternano concerti e dibattiti, mostre e
gare sportive. Ancora una
volta alla ribalta sono i
servizi nelle zone montane, ancora una volta a rischio. Due dei tre dibattiti della rassegna sono infatti dedicati alle scuole
di montagna e agli ospedali valdesi. Due realtà
La piazza di San Lorenzo a Angrogna
Ito i temil
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lelTaltioa
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e
Utile sportello per le valli Chisone e Germanasca
L'Informagiovani dei desideri
Un recente sondaggio condotto in
vai Chisone e Germanasca segnalava
che il 79% dei giovani dai 15 ai 19 anni
sentono la mancanza di un ufficio
informagiovani. In risposta a questa
necessità, ma anche alla richiesta che
proveniva dai Comuni valligiani, la Comunità montana ha deciso di aprire a
Perosa Argentina in via Roma 22 un’ufficio Informagiovani. «L’ufficio - dicono in Comunità - vuole essere uno
spazio aperto, un punto di riferimento
per chi cerca informazioni d’ogni genere: scuola, lavoro, tempo libero, accesso alle strutture per i disabili, viaggi. Oltre alle bacheche e al materiale
informativo, sarà possibile utilizzare
anche Internet per sbrigare le pratiche
dell’Università e una persona qualificata informerà sulle occasioni dedi
cate ai giovani per turismo e vacanze».
Inoltre l’Informagiovani di Perosa,
nelle intenzioni della Comunità montana, sarà anche un centro di riferimento sulle iniziative per i Ragazzi del
2006 e un luogo dove promuovere la
nuova formula del «Servizio civile volontario» e si proporrà come un punto
d’appoggio per le associazioni che «lavorano e progettano in ambito giovanile». Incaricata di seguire l’Informagiovani è Laura Giarrusso,.laureata in
Scienze della formazione, che tra l’altro si è già occupata della ricerca «Area
2000» sulla condizione giovanile nelle
valli Chisone e Germanasca. Gli orari
deirinformagiovani di Perosa sono:
martedì 10-13 e giovedì 13,30-17, tei.
0121-802517, e-mail: chisone.sportello@reteunitaria.piemonte.it. (dr)
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iw!
Il bilancio a 10 anni dall'istituzione della struttura di soccorso
Il ruolo di «Televita» in una rete di servizi
ADRIANO LONGO
lentaliz^ IVfELL’AMBITO delle iniziative
aej^ ' promosse per celebrare i 10
di Televita, venerdì 20 setmbre si è svolta a palazzo VittoI ®°inerolo una tavola rotonda
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'^atatti „ in un’epoca in cui i
'''■ il telpr^°*^^' erano significatibUovi da portato con sé
’%Po la ' di '^ifa e nello stesso
società nel suo insieme si
è fatta più complessa per cui sono
sorte nuove necessità nel comunicare. Con il telesoccorso, c’è una
persona estranea alla famiglia che
risponde, e questo può costituire
un problema da fare accettare a
una persona anziana, a meno che
si possa contare su una figura che
goda della sua fiducia.
Con l’incremento della popolazione longeva, si porrà sempre di
più il problema di come prevenire
le situazioni a rischio, ritardando
nel tempo il momento della non
autosufficienza. Tenere il più possibile l’anziano in casa, in un contesto familiare conosciuto, significa anche mantenere un’apertura
con la comunità locale integrando
sempre più i servizi fra di loro. In
quest’ottica sarà necessario rivisitare l’insieme dei servizi sociali per
affinare gli strumenti già a disposizione 0 di crearne dei nuovi, se necessario, in modo da capire il malessere e personalizzare le risposte.
E i problemi che possono essere affrontati con l’allargamento degli
orizzonti che questo strumento
può offrire, sono molteplici: per i
disabili gravi, non solo aiuto ma
anche apertura verso il mondo
esterno, e così anche per i convalescenti che rischiano di rimanere
soli molte ore, per i malati a rischio, per le donne con gravidanze
problematiche, per le mamme con
bambini piccoli. Il telesoccorso
quindi si può trasformare in strumento per la presa in carico della
persona, affrontando, oltre all’e
mergenza, anche le altre necessità
della vita. È la fantasia degli operatori che può creare nuovi servizi legati alle esigenze del quotidiano.
Dal punto di vista della tecnologia, che cosa ci può riservare il futuro? A questo quesito ha risposto
il dr. Parise, di una nota casa torinese di apparecchiature per la telefonia. Anzitutto si andrà verso
una visione di estensione del concetto di emergenza prevedendo,
ad esempio, sistemi di sicurezza e
accessibilità nei luoghi pubblici e
sistemi di rilevazione delle emergenze e di vigilanza nelle città. Per
quanto riguarda il singolo utente,
le nuove apparecchiature sono già
predisposte per essere connesse a
dei sensori che in caso di fughe gas
per distrazione o guasto all’impianto, fanno scattare una richiesta di soccorso. Le possibilità sono
molte, si tratta caso per caso di
scegliere le più appropriate.
Nel dibattito successivo è stato
evidenziato come per l’accesso al
servizio di telesoccorso si renda
necessario acquisire da parte di
chi lo utilizzerà una certa familiarità sia con l’apparecchio che con
l’organizzazione che lo propone, i
cui operatori devono saper conquistare la fiducia dell’utente. È
quindi emersa una proposta operativa di concedere l’apparecchiatura in prova gratuitamente per
un certo periodo, al fine di sperimentarne il funzionamento e le
possibilità relazionali, prima della
sottoscrizione del contratto.
importanti per la vai Pellice in difficoltà. «Le autorità scolastiche non parlano direttamente di soppressione delle scuole
montane - dice il sindaco, Borgarelloma attraverso una progressiva riduzione del personale insegnante finiscono per
rendere le scuole ingestibili e irrazionali e quindi
inevitabilmente sopprimibili»; scuole periodicamente a rischio dunque
eppure considerate dalle
amministrazioni locali
«presidio culturale di vitale importanza».
Altrettanto si può dire
degli ospedali valdesi (in
questo caso il più direttamente interessato è quello di Torre Pellice. La crisi economica è nota e si
sta cercando una strada
per il risanamento; un
progetto dovrà essere redatto fra breve. «Anche
in questo caso - aggiunge
il sindaco di Angrogna l’ospedale valdese, in
quanto privato non può
essere soppresso d’autorità, ma è anche vero che
ci sono altri strumenti
per arrivare alla chiusura
0 alla conversione di
queste strutture in modo
indiretto. Noi non intendiamo subire passivamente decisioni che danneggerebbero in modo
irreparabile i nostri cittadini». La manifestazione
darà poi spazio al teatro
locale con una ricerca di
Jean-Louis Sappé e segnalerà in modo tangibile la rinascita della locanda Pomo d’oro, che ospiterà il pranzo delTimmancabile castagnata.
SERVIZI .
GUARDIA MEDICA
notturna, prefestiva, festiva:
teiefono 800-233111
GUARDIA FARMACEUTICA
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 6 OTTOBRE
Bibiana: Garella - via Pinerolo 21, tei. 55733
San Germano Chisone:
Farmacia Tron, tei. 58771
Pinerolo: San Lazzaro - corso Torino 196, tei. 393858
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
TORRE PELLICE — Il
Trento propone, giovedì
e venerdì, ore 21,15, Bloody sunday; sabato, ore
20.15, e domenica, ore 16
e 18,15, Scoobydoo; sabato 5, ore 22,20, domenica, ore 21,15 e lunedì,
ore 21,15, About a boy.
VILLAR PEROSA — Il
Nuovo cinema comunale
presenta, sabato 5, ore
21.15, domenica 6, ore
16.30 e 21,15, lunedì 7,
ore 21,15, Menin black2.
BARGE — Il cinema
Comunale propone, venerdì 4, ore 21, Bloody
sunday; sabato 5, ore 21,
Bed company; domenica,
ore 15, 17, 19, 21, lunedì,
martedì e giovedì ore
21.15, Men In black2.
PINEROLO — La Mul
tisala Italia propone, alla
sala «2cento», Possessioni una storia romantica; feriali 20,20 e 22,20,
sabato 20,20 e 22,30, domenica 16,20, 18,20, 22,
20 e 22,20. Alla «5cento» è
in visione Minority report; unico spettacolo feriale 21,30, domenica
15.30.18.30 e 21,30.
PAG. 9 RIFORMA
NELLE CHIESE VALDESI
ANGROGNA — Domenica 6 ottobre riprenderemo le
attività dopo la pausa estirà. Il culto avrà luogo alle
10 nel tempio del capoluogo. Seguirà nella sala un
pranzo comunitario a base di assado. Prenotarsi
presso il pastore e gli anziani. Nel pomeriggio, a
partire dalle ore 14,30, nella Sala unionista sarà aperto il bazar autunnale preparato dall’Unione
femminile. Inizio degli incontri; corale: venerdì 4
alle ore 21 nella scuola grande; Unione giovanile;
lunedì 7 alle ore 20,45 al presbiterio; scuola domenicale e precatechismo; sabato 12 alle ore 15; catecumeni di tutti gli anni alle ore 16,30. Riunione
' quartierale, ore 20,30, martedì 8 a Buonanotte.
PINEROLO — Sabato 5 ottobre la corale terrà un concerto a Volverá. Domenica 6, alle 10, culto con assemblea di chiesa con la relazione sul Sinodo; giovedì 10, alle 15, incontro dell’Unione femminile.
POMARETTO — Domenica 6 ottobre, alle 10, culto di
inizio attività. Il 5 ottobre, alle 14,30, riprende la
scuola domenicale. Le prossime riunioni quartierali si terranno venerdì 4, alle 15, all’Inverso Clot,
lunedì 7, alle 20, ai Masselli e mercoledì 9 alle
20,30 alla Lausa; tema; «Sofferenza e morte».
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 6 ottobre, alle 10,
a Maniglia, culto di apertura delle attività con la
corale; seguono pranzo e pomeriggio comunitario.
PRALI — Domenica 6, alle 10,30, culto d’inizio attività.
RORÀ — Domenica 6 ottobre, alle 10, culto di inizio
attività con santa cena; segue agape comunitaria.
TORRE PELLICE — Domenica 6 ottobre, alle 15,
l’Unione femminile riprende la sua attività incontrando Vanda Tourn, vicepresidente nazionale
della Ffevm. Sabato 5 ottobre alle 10 alla casa
unionista, inizio degli incontri del precatechismo.
VILLAR PELLICE — Sabato 5 ottobre alle 14, nella sala polivalente, primo appuntamento per i bambini della scuola domenicale e del precatechismo.
Domenica 6, alle 10, culto di inizio attività con
santa cena; al termine pranzo comunitario.
VILLASECCA— La corale inizia i suoi incontri giovedì 3 ottobre alle 20,15. La scuola domenicale
inizia con rincontro di programmazione il 4 ottobre alle 17,30 a Perrero.
APPUNTAMENTI 1^—
3 ottobre, giovedì
ANGROGNA; A San Lorenzo si svolge la tradizionale fiera di autunno.
4 ottobre, venerdì
PINEROLO; Alle 17, al museo della diocesi, inaugurazione della mostra «Scultura deH’anima. Omaggio a •
Giovanni Taverna». Orari; feriali 16-18 escluso il lunedì; domenica 10,30-12, 16-18. La mostra rimarrà
aperta fino al 13 ottobre
5-6 ottobre
PINEROLO; 4® edizione della rievocazione storica
per le vie del centro medievale «La Maschera di ferro.
Storia e leggènda». Nel foyer del Teatro sociale rimarranno aperte per tutt’e due le giornate le mostre; «Le
roi qui danse»; «L’arte del decoupage al servizio della
Maschera di ferro»; «Un uovo, un uomo, un volto».
5 ottobre, sabato
LUSERNA SAN GIOVANNI; Ultimo appuntamento
per la rassegna «Jeux d’orgues»; alle 21, nella chiesa di
San Giovanni Battista, l’organista Lidia Cremona proporrà musiche di Froberger, Correa de Arauxo, Byrd,
Kerll, Frascobaldi, Zipoli e Storace.
ANGROGNA; Per l’«Autunno in vai d’Angrogna», alle 21, nel tempio del Serre, concerto del coro «La
draia», dei «Fiati del Boucle» e di «Alessandra e Anna
in concerto».
PINEROLO; Alle 10, al «Punto gioco» di via Novarea
38, la «Leche league» propone un incontro su «Parto e
inizio deH’allattamento».
TORRE PELLICE: Il gruppo teatrale «Vecchio teatro» e l’associazione «Senza confini» vai Pellice organizzano, alle 21, al teatro del Forte, lo spettacolo «Paparino», due atti brillanti di Dino Falconi. Serata a favore dei bambini di Cernobil; eventuali prenotazioni
al negozio «Fantasy» di via Caduti per la Libertà.
PINEROLO: Al museo storico del Mutuo Soccorso,
via Silvio Pellico 19, inaugurazione della mostra
«Lungo la via della solidarietà». Apertura la domenica
dallel0,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 18.
6 ottobre, domenica
PORTE: Polentata alla Fontana degli Alpini.
7 ottobre, lunedì
PEROSA ARGENTINA; Rassegna zootecnica.
9 ottobre, mercoledì
ANGROGNA: Per l’«Autunno in vai d’Angrogna», alle 21, nella sala delle associazioni a San Lorenzo,
l’Acea presenta l’iniziativa «Verde sacchetto», per la
raccolta differenziata.
- PERRERO: Dal mattino inizia la «Fiera autunnale».
Nuovi orari per gli uffici
comunali di Pinerolo
Dal 1° ottobre gli uffici comunali di Pinerolo sono
aperti lunedì, martedì e giovedì, ore 9-11 e 14,45-16; il
mercoledì 9-11 e 15-18,30; il venerdì ore 10-12,30. 1
settori lavori pubblici e urbanistica saranno chiusi al
pubblico martedì e giovedì. 11 dirigente del settore
Urbanistica, i tecnici della sezione Edilizia privata e
della sezione Progettazione riceveranno il pubblico il
venerdì dalle 8,45 alle 12,30. Il nuovo orario non si
applica a biblioteca, centro rete, asili nido, istituto
Gorelli, cimiteri, centri sociali e parco giochi, che
continueranno a osservare i propri orari.
10
PAG. 10 RIFORMA
^LLI mOESI
VENERDÌ 4 (
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verde
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CONSORZIO
energia «ambiente
verde
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Via Vigorie, 42
Pinerolo (TO)
Tel. 0121.2361
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L’“UMIDO”: UNA NUOVA RACCOLTA DIFFERENZIATA
VERDE SACCHETTO
E’ IN DISTRIBUZIONE CON
LA COLLABORAZIONE DI
Associazione
Commercianti
ed Esercenti
del Pinerolese
Associazione Macelui
e/e-/
Associazione panificatori
della provincia di Torino
L’ACEA sarà presente nei comuni del bacino, per incontrare i cittadini in assemblee pubbliche,
con il mezzo mobile, i materiali informativi, i manifesti, ecc.. nelle seguenti date;
COMUNE
AVVIO CAMPAGNA
Giorno CONSIGUO
COMUNALE APERTO*
COIVNM
AVVIO CAMPAGNA.
..
GIORNO CC
COMUNALE <
Perosa Argenrina
Perrero
Fenestrelle
Roure
Usseaux
Massello
Pomaretto
Pragelato
Proli
Solzo di Pinerolo
Bobbio Pellice
Rorò
Torre Pellice
Lusemo Son Giovanni
Lusemetto
Villar Pellice
Angrogna
dall 6/09 d 27/09
'dall 6/09 d 27/09
dal 16/09 d 27/09
dall 6/09 d 27/09
dal 16/09 d 27/09
dall 6/09 d 27/09
dal 16/09 d 27/09dall 6/09 d 27/09
dal 16/09 d 27/09
dal 16/09 d 27/09
dd 23/09 d 4/10
dd 23/09 d 4/10
dd-23/Ò9al4/10
dd 23/09 d 4/10
dd 23/09 d 4/10
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dd 23/09 al4/10
17-09-2002
25- 09-2002
20-09-2002
24-09-2002
27-09-2002
26- 09-2002
26- 09-2002
27- 09-2002
1-10-2002
2-10-2002
24-09-2002
26- 09-2002
27- 09-2002
1-10-2002
2-10-2002
3-10-2002
9-10-2002
Bricherasio
Bibiana
San Secondo di Pinerolo
Cumiana
Roletto
Canlalupa
Prarostino
Macello
! Villafranca
rinasca
Biià 30/09 all 1/10
'cbÌ 30/09 alll/IO
3009-2002
Pramolb « Vdal30/09al 11/10
Porte. * - dal 3,0/09 al 11 /10
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San Pleiro ^ learona ^ifdal 30/09 ql ] 1/10
i-ia2002^^ m
2-10-2002
Osasco
Garzigliana
Vigono
Cefcenasco
Cavour
Burìasco
Canopiglione Fenile
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Piscina
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ViMar Perosa , , dal 30/09 d 11/10
^A0-20pr
9-10-2002
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Scdenghe
Pinerolo
Frossasco
dal 7/10 al 18/10
dal 7/10 al 18/10
dal 7/10 al 18/10
dal 7/10 al 18/10
dal 7/10 al 18/10
dal 7/10 al 18/10
dal 7/10 al 18/10
dal 14/10 al 25/10
dal 14/10 al 25/10
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11
roí 4 OTTOBRE 2002
Dei Lettori
PAG. 11 RIFORMA
Il niare non e un muro
te
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tie,
Richiedenti asiio aiie prese con i documenti
(foto HCR/Wenk)
che crea legami veri. Mi chiedo se non sia questo il vero
pragmatismo. Mi chiedo se i
sognatori, quelli senza i piedi
per terra, non siano a volte il
legislatore e i loro compari,
che vogliono fare del mare un
muro. Noi siciliani sappiamo
che il mare di Scoglitti, di Por
to Empedocle, di Eraclea Minoa, della Sicilia in generale,
può essere un luogo di pesca,
di lavoro, di vacanze. Può diventare, tristemente, un luogo
di morte ma non sarà mai un
muro, anche se una legge lo
pretende.
Francesco Sciotto
Tutelare il diritto d'asilo
In Italia la tutela del diritto
d’asilo è diventata «una sorta
di appendice dei tema dell’immigrazione», mentre si
tratta di un diritto umano
fondamentale, sancito dalla
Costituzione e da Convenzioni internazionali di cui l’Italia
è firmataria: la denuncia arriva da un folto gruppo di associazioni e istituzioni che si
occupano di immigrazione,
che nei giorni scorsi ha diffuso un «Appello sulla situazione dei richiedenti asilo in Italia». Fra i firmatari e promotori dell’iniziativa c’è il Servizio
rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Srm/Fcei).
I recenti tragici avvenimenti, che hanno visto la morte di
decine di immigrati sulle coste siciliane, scrivono le assodazioni, «sono stati presentafi aii’opinione pubblica come
l’ennesimo tentativo di sbarco in Italia da parte di clandestini 0 immigrati irregolari.
Poche voci hanno sottolineato la presenza, tra queile persone, di tanti che sono scappati da realtà di guerra o di
conflitto, come la Liberia, e
che si attendevano di trovare
to Itaiia un aiuto di carattere
umanitario e il riconoscimentodelloro diritto di asilo».
Fra le numerose organizZKioni che hanno aderito al‘Appello, oltre al Srm, ci so
no la Caritas diocesana di
Roma, la casa dei diritti sociali Focus, il Centro Astalli,
il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), l’Assessorato alle
politiche sociali del Comune
di Roma, la Fondazione Migrantes, il Consorzio italiano
di sohdarietà (Ics), il Progetto
«Casa Verde».
Le organizzazioni denunciano il fatto che in Italia
manca una legge organica
che tuteli i richiedenti asilo. E
la situazione «si è aggravata
dopo l’approvazione della
Legge Bossi-Fini. In vista della piena efficacia degli articoli in materia di asilo (non prima del 2003) - prosegue l’Appello - è iniziato una sorta di
“periodo di attesa”, nel quale
sono state sospese le già esigue misure di assistenza previste dalle normative in vigore e la stessa procedura per il
riconoscimento dello status
di rifugiato è divenuta nebulosa e sempre più incerta».
Le associazioni firmatarie
invitano quindi il Parlamento
«a porre al più presto in discussione le proposte di legge già presentate in materia
di asilo, perché l’Italia possa
dotarsi di uno strumento capace di prevedere in forma
organica adeguate misure di
accoglienza, assistenza e integrazione dei richiedenti
asilo e rifugiati». (neu)
a cura di Ferruccio Corsani
were.
p presumibile che a molte
persone che non hanno
0 ta dimestichezza con la
ande musica, i sommi compo„ °j,'"m®ici diano l’impressioessere stati dei tipi seri,
j| Pedanti, insomma noioL ® |”''ece piacere rilevare
di 1« anche i più gran
siano lasciati an
p. r:herzosi, che li avvicip a noi sul piano umano.
Mozart, allora, che var
di fabbrica
t pianoforti, ansioso di prova
cost"modello; al
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tooTr:, chia
r Ftazom., (che è
r. rovescia);
è poi Mozart
ma quando
I Cnm' • CjUcinOO
" giostrare con le
ttasecni' uomo,
^®irnipi*^°’ “Ecco: uno
Ito P'^'^fForti è stato suotart!„ t:he da Mo
«littò t Beethoven,
'’tata t^tilo
oltre che dalla sordità,
tioso'IL'm
• mu zivei
obligaten Augengläsern (cioè
«duetto con obbligo di occhiali»): era il duetto per viola e
violoncello in due tempi, pubblicato poi postumo nel XX secolo; Beethoven minimizzava
la propria infermità, con questo
titolo quasi burlesco.
Sappiamo come Bach fu in
vita stimato più come straordinario organista che come compositore; a chi sbigottito gli
chiedeva come si potesse suonare con tanta maestria, rispondeva con un candore non
privo, direi, di malizia: «Niente di più facile: basta premere
il tasto opportuno al momento
giusto». Infine Lutero, con la
rude e realistica schiettezza
che era nel suo carattere, parlando di certe melodie profane
o popolari, dai testi talvolta
piuttosto audaci o triviali, melodie da lui usate per creare
nuovi inni di chiesa, commentava il fatto all’incirca così:
«Non è davvero necessario
che il diavolo si tenga per sé
tutte queste belle melodie», e
sulla base di questo concetto
un po’ paradossale elaborò diversi splendidi corali liturgici.
POSTA
^ Quale sarà il
prossimo passo?
I ministri Moratti e Bossi
con decreto legge imporranno l’esposizione del crocifisso in tutti i locali pubblici:
Parlamento, ministeri, scuole, ospedali, musei, caserme,
amministrazioni regionali,
provinciali e comunali. Bisogna salvaguardare la tradizione della «cristianità» dello
stato italiano. Questo sarà il
primo decreto. Plaude il Vaticano. Ci saranno successivi
decreti Moratti-Bossi per i
cittadini dello stato cattolico
italiano: I) obbligo di andare
a messa tutte le mattine; 2)
divieto di usare le pillola e di
aborto; 3) abolizione del divorzio. Con questi successivi
e ulteriori decreti si ristabilirà, per sempre, la cattolicità
dello stato italiano quale fulgido esempio non solo europeo ma mondiale. Blandiranno Moratti, Bossi e il Vaticano. Viva l’Italia. Quale?
Roberto Mollica
San Mauro (To)
II crocifisso
strumentalizzato
L’europarlamentare Borghezio, tra gli applausi dei
suoi sostenitori, ha affermato
recentemente in un pubblico
discorso che è giusto «buttare
nei canali i clandestini e che,
per fortuna, “l’Ulivo ha cessato di imbastardire il nostro
Sangue infettandosi [sic] con
quello degli extracomunitari”». (cfr. La Stampa del 16
settembre scorso). Stiamo
parlando dello stesso partito
che, in piena armonia con il
«pronunciamento» del ministro dell’Istruzione, Letizia
Moratti, sta battendosi per il
ripristino del crocifisso in
tutti gli uffici pubblici. Sta avvenendo, insomma, che 1’
emblema di colui che ha predicato l’amore universale
«viene usato come riaffermazione della propria particolarità e differenza» (cito Gian
Enrico Rusconi su La Stampa
del 20 settembre, una data
che ci ricorda una ricorrenza
di segno opposto, non a caso
rimossa e ignorata).
Credo che questa paradossale situazione dovrebbe portare tutti a riflettere su come
la religione possa essere
sfruttata a fini politici e per
avallare i feroci egoismi dei
singoli e dei gruppi. Di qui
l’importanza e l’esigenza di
battersi per un’effettiva e assoluta laicità dello stato. Penso che su questo non ci sia divergenza tra i lettori di Riforma. Però, a questo punto, mi
sembra logico chiedere a quei
fratelli che lamentano spesso
che sul giornale ci si occupi di
questioni politiche: ma, come
cristiani, non ci importa se si
propaganda l’odio, se le leggi
vengono pensate e usate in
disprezzo del diritto? Al di là
delle personali opinioni e
simpatie, manteniamo vigile
il nostro spirito critico per valutare le situazioni «alla luce
dell’Evangelo» (anche se l’espressione è un po’ abusata e
si suoi contenuti totalmente
estranei alla mentalità corrente).
Mirella Argentieri Bein
Torre Pellice
Mosaici
di crociata
Nel giorno in cui nella
' Chiesa cattolica si celebra la
festa dell’esaltazione della
croce, il papa chiede il rirpristino, in tutti gli ospedali ialiani e in tutte le aule scolastiche dello stato nonché nei
pubblici uffici, del crocefisso. Francamente non ho la
personale sensazione che il
crocefisso sia stato mai rimosso, forse in qualche caso
soltanto. Nel medesimo
giorno, a Venezia, durante la
manifestazione nazionale
indetta annualmente dalla
Lega Nord, si sono udite invocazioni, da parte di un prete, Ugo Cantarini, che a Rimini dirige il Centro studi «G.
Federici», per «frenare con
leggi eque e più severe la minaccia che incombe sulla nostra religione». Un’associazione cattolica tradizionalista
ha chiesto il ripristino della
messa tradizionale, in latino,
a salvaguardia dell’identità
dei popoli alpini e padani,
mentre il sindaco di Treviso,
Gentilini, chiede al papa di
«convertire i preti rossi che
insegnano l’immigrazione libera e quindi la cancellazione
del cristianesimo in Europa».
Ma abbiamo proprio bisogno di tutti questi differenti
mosaici di crociata o non
piuttosto di cristiani convinti
che vivano la loro fede non
solo tra le mura del tempio
ma giorno dopo giorno, in
ogni segmento della propria
vita? San Pietro, che per i cattolici romani è stato il primo
papa, esorta i credenti del
suo tempo a stringersi a Cristo, pietra viva; «Anche voi scrive - siete impiegati come
pietre vive per la costruzione
di un edificio spirituale, per
un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi
a Dio» (I Pietro, 2). Ecco il
«segreto» del primitivo cristianesimo valido sino ai nostri giorni e nel futuro: meno
crocifissi, meno chiese (templi), meno crociate, più cristianesimo vivo.
Giovanni L Giudici - Mestre
IDEE DI FUTURO (Novara)
CENTRO STUDI DOLCINIANI (Biella)
Venerdì 4 ottobre - ore 21 - Novara
Consiglio circoscrizionale del Quartiere Centro
(corso Italia 48)
Serata in memoria di GIOACCHINO DA FIORE
Interventi di
Corrado Mornese («Gioacchino da Fiore e l’eresia»)
Giannino Piana («Gioacchino da Fiore e gii Spirituaii»)
La scuola
domenicale
Abbonamento per l’interno ......................euro 18,08
Abbonamento sostenitore per l’interno...........euro 25,82
Abbonamento per l’estero .......................euro 20,66
6 0 più abbonamenti
allo stesso indirizzo (l’uno)...................euro 15,49
da versare sul c.c.p. n. 18345223 intestato a «Comitato Scuole Domenicali»
via Porro LambertenghI 28 - 20159 Milano - www.fcei.lt
La Bibbia
su «Riforma»
Dovendo fare un riordi- no
d’archivio delle meditazioni
bibliche pubblicate su Riforma in questi ultimi anni, ho
avuto modo di gettare un’occhiata anche sul loro numero
complessivo e sui loro temi
biblici. Non so se la cosa sia
di interesse, ma per chi ama
le statistiche dall’ottobre
1998 (n. 41) all’agosto 2002
(n. 31) sono apparse 467 meditazioni bibliche (considerando solo quelle con specifica indicazione del testo biblico, non quelle sulla Bibbia in
generale), delle quali 143 su
passi biblici dell’Antico Testamento e 324 del Nuovo.
Per l’Antico Testamento il libro dei Salmi è quello maggiormente preso in considerazione con 27 meditazioni
(il Salmo 51 è il più «predicato»: 7 volte); seguono Isaia
(22), Genesi (21), Geremia
(11), Esodo (9), Deuteronomio (9) e tutti gli altri libri
che sono sotto le cinque meditazioni ciascuno.
Del Nuovo Testamento,
Matteo è il più predicato: 63
volte (ben 23 delle quali soltanto sui tre capitoli - 5, 6 e 7
- del Sermone sul monte).
Seguono Giovanni (53), Luca (39), Marco (38), Romani
(21), I Corinzi (21), Atti (20),
Efesini (15), II Corinzi (9),
Filippesi (8), Ebrei (8) e tutti
gli altri sono sotto quota 5.
Dal punto di vista dell’autore biblico. Paolo è ovviamente il più «trattato», con
96 meditazioni complessive
sui suoi scritti. Il libro di Daniele e i Dieci comandamenti risultano invece tra i
testi più dimenticati: neanche una meditazione negli
anni considerati.
La nostra cultura di fede,
quale si evincerebbe da questo quadro, appare dunque
essere biblicamente fondata
in primo luogo sugli Evangeli, soprattutto Matteo e Giovanni (e con particolare sensibilità ancora oggi come ai
tempi di Valdo nei confronti
del Sermone sul monte), impostata e strutturata fondamentalmente dalla predicazione dell’Apostolo Paolo, e
confortata dall’Antico Testamento, principalmente dai
Salmi e dai due grandi profeti Isaia e Geremia, nel ricordo sempre presente ancora
della Genesi.
Alberto Romussi -Amburgo
Generazioni
future
Questa vuole essere una
sorta di riflessione autocritica
che rendo pubblica ad uso di
chi, pur essendo tutt’altro che
superficiale e/o egoista, ha
tuttavia bisogno di un appiglio
concreto a cui riferire il suo
comportamento quotidiano.
Ci sono problemi di cui percepiamo la gravità ma, proprio
per questo, tendiamo a considerare fuori della nostra immediata competenza, troppo
grandi perché la nostra piccola azione quotidiana possa inciderli in misura tangibile.
L’ambiente è uno di questi;
quante volte abbiamo detto e
pensato cbe si deve vegliare
per lasciare ai nostri nipoti un
mondo ancora vivibile? Ecco,
ora una nipote io ce l’ho veramente. Una bambina che con
il suo spontaneo ottimismo
sorride a tutti coloro che le si
avvicinano, che spalanca gli
occhi, con uno stupore che
non si può descrivere, osservando il movimento delle foglie sugli alberi; ebbene questa bambina fra vent’anni
avrà solo vent’anni! Avrà davanti a sé una vita intera e,
sebbene abbia avuto la fortuna di nascere nella parte ricca
del mondo, come la potrà vivere dipenderà anche, se non
soprattutto, da quanto si sarà
consumata questa nostra
Terra in quei vent’anni.
Ecco, ora so perché e per
chi dovrò sprecare meno acqua, perché e per chi dovrò
lasciare meno luci accese
inutilmente, perché e per chi
dovrò usare meno l’automobile, perché e per chi dovrò
selezionare i rifiuti della mia
casa, perché e per chi continuerò a considerare non inutile quel po’ d’impegno politico inteso come partecipazione alle vicende della società
in cui vivo. Con sincera riconoscenza per coloro che fanno già tutto questo più e meglio di me senza avere nipoti!
Piero Rostagno -Torre Pellice
Una fede, tante culture
la scuola domenicale davanti alla sfida della multiculturalità
seminario di formazione a cura del Sie
relazione introduttiva
di Lucrezia Pedrali, di Cem Mondialità
sabato 12 ottobre 200'
dalle 9,45 alle 13 nella chiesa metodista
via Porro Lambertenghi, Milano
a richiesta il Sie rilascerà un attestato di frequenza al seminario
per informazioni segreteria del Sie tei. 02-69000883
CSD-ISTITUTO GOULD
FIRENZE
La Foresteria (Dell'Istituto Gould-Centro giovanile
protestante, in occasione del
Social Forum Europeo
(secondo fine settimana di novembre 2002)
offre la disponibilità di alloggio a membri
delle nostre chiese
al prezzo scontato di 18 euro per persona
(camere a tre e quattro letti)
I posti ancora disponibili sono pochi!
Tel 055-212576 Fax 055-280274
e-mail: gould.reception(@dada.it
12
PAG. 12 RIFORMA
nasi*
BALE
La mobilitazione della Chiesa metodista di Pietermaritzburg, nel KwaZulu-Natal
Hiv-Aids, il flagello che schiaccia l'Africa
Il Sud Africo è fra i paesi dove il virus si diffonde con maggiore celerità: ogni giorno 1.500
nuovi casi. I più colpiti sono le donne e i migliaio di bambini che muoiono o restano orfani
FEBE CAVAZZUTI ROSSI
IN Africa la morte ha una
lunga falce che inesorabile
passa di casa in casa e uccide
come mai prima d’ora. Ormai
sappiamo che il suo nome è
Hiv-Aids e che il suo impatto
sociale ed economico sui popoli dell’Africa è incalcolabile. È un fattore macroeconomico che mina alla radice
ogni possibilità di sviluppo e
innesca quel circolo vizioso
che, portando la morte, incrementa la povertà in modo
esponenziale. Disgraziatamente per molti anni questo
fattore, confrontato ad altre
priorità di intervento, è stato
sottovalutato e trascurato.
Il Sud Africa è fra i paesi
dove il virus dell’Hiv si diffonde con maggiore celerità:
vede ogni giorno una media
di 1.500 nuovi casi, un individuo su otto vive con l’Aids, il
calcolo dei probabili contagiati entro il 2005 è di oltre
sei milioni e per allora 2,5 milioni ne saranno già morti lasciando circa un milione di
orfani sotto i 15 anni. Grande
è lo spavento che questa epidemia ha prodotto nella popolazione e l’effetto a macchia d’olio è l’esclusione e la
discriminazione del contagiato con tutta la sua famiglia. Così la paura paralizzante di essere emarginati diventa il più grave ostacolo all’accesso volontario ai servizi sanitari, aumenta la vulnerabilità dei contagiati e accelera
l’espandersi dell’epidemia.
La tragedia delle donne...
La condizione della donna
è una tragedia nella tragedia.
Sono le donne che devono
prendere decisioni che, in
ogni caso, avranno per loro
conseguenze terrificanti. Immaginiamo il dilemma che
travaglia una donna africana
prima e dopo il parto: sottoporsi o no al test Hiv? Se risulterà sieropositiva saprà in
anticipo che morirà, dopo essere stata stigmatizzata ed
espulsa dalla famiglia e dalla
società; saprà anche che la
creatura che ha in grembo è
molto probabilmente destinata a morire e che, comunque, sarà lei a trasmetterle la
morte attraverso l’allattamento al seno. I nascituri di
madri sieropositive hanno tra
il 30 e il 60% di probabilità di
essere contagiati e la loro
aspettativa di vita è inferiore
ai 2 anni. Pochi raggiungeranno l’età scolare.
Le donne si infettano a
un’età più giovane degli uomini, perché hanno rapporti
sessuali con compagni più
vecchi che, con tutta probabilità, sono già sieropositivi.
Nella fascia di età fra i 15 e i
19 anni le ragazze sono contagiate cinque volte di più.
Ma la loro vulnerabilità ha
parecchie sfaccettature oltre
alla povertà, alla discriminazione e all’insicurezza del
domani: l’analfabetismo,
l’impossibilità di accedere a
informazioni e consigli, la
violenza e lo sfruttamento
sessuale sempre dietro l’angolo. Perciò lo stato di dipendenza e di sottomissione delle donne viene ad essere amplificato a dismisura e, a sua
volta, moltiplica la diffusione
dell’epidemia.
...e dei bambini
A differenza della maggior
parte delle malattie infettive
che colpiscono i bambini e
gli anziani, la demografia di
questa epidemia coinvolge in
maggioranza gli adulti giovani e determina una nuova
struttura di popolazione nel
volgere di pochi anni. Quin
di, non solo bambini che
muoiono, ma tanti che restano orfani e soli. Benché il sistema familiare africano sia
molto elastico e accolga i
bambini orfani, è già ora
messo in crisi. Migliaia cominciano a ingrossare le file
dei «bambini di strada» che
in qualche modo cercano di
sopravvivere, ed è anche
questo uno degli elementi
che hanno spinto l’Alta Corte
Costituzionale a cancellare la
discriminazione contro le
coppie di omosessuali che
vogliono adottare dei figli.
L'impegno della Chiesa
metodista in Sud Africa
Nel corso degli ultimi due
anni la Conferenza generale
metodista del Sud Africa ha
sentito il dovere di organizzarsi e attrezzarsi per la lotta a
questa calamità mettendo in
atto un progetto di interventi
concreti a largo raggio. È bene
ricordare che la Chiesa metodista del Sud Africa è la chiesa
cristiana più numerosa per
membri africani neri e che è
in grado di raggiungere aree
remote. Sarà anche interessante per i lettori di Riforma
sapere che il promotore e organizzatore del piano di intervento è il pastore Sol Jacob,
che già la Tavola valdese assiste con l’otto per mille per il
supporto alla scuola interrazziale di Pietermaritzburg.
Al fine di coinvolgere e mobilitare, la Chiesa ha prodotto un opuscolo che informa
con linguaggio chiaro, corredato da un glossario minimo
dei termini tecnici corretti,
sulle cause e le conseguenze
del contagio, sull’utilità di rivolgersi ai servizi medici per
conoscere la diagnosi e la cura, per ricevere consulenza e
quella educazione che favoriscono la prevenzione nei pazienti sintomatici dell’Aids.
Ma prima di tutto il discorso
si radica nell’Evangelo di Gesù Cristo, di colui che offre al
mondo la vita e vita in abbondanza. Gesù non disprezza e non stigmatizza quelli
che la società rifiuta, mostra
loro compassione, li ama: i
pubblicani e le prostitute, i
semplici, i piccoli, i minimi
del mondo, quelli che praticano lavori disprezzati, le
donne di dubbia moralità. La
proclamazione della buona
novella esige che i cristiani
escano allo scoperto, dimentichino paura o vergogna e
abbraccino gli infettati dall’Hiv-Aids, se ne prendano
cura con competente e amo
revole determinazione, mettendo da parte i giudizi ipocriti. Una chiesa di credenti
in Gesù Cristo deve essere lo
strumento della sua presenza risanante, incarnata nel
mondo. Il messaggio più forte dell’opuscolo è infatti che
l’Hiv-Aids non è il giudizio di
Dio sui contagiati ma è invece l’opportunità offerta ai cristiani metodisti di assumerne
la cura e la responsabilità.
A chi si impegna si raccomanda di avere come quadro
di riferimento i diritti umani,
e quindi il dovere della riservatezza e l’attenzione alla
cultura e alle tradizioni delle
persone, per esempio favorendo l’uso di erbe medicinali. Per gli africani, specialmente per le comunità che
vivono l’assoluta indigenza,
le erbe medicinali hanno una
storia antica e preziosa e sono usate nelTintero spettro di
malattie collaterali all’Aids.
Ma si raccomanda anche 1’
impegno serio a sfidare le
pratiche e i rituali dannosi
che rendono più esposti e
vulnerabili all’Hiv-Aids.
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Uno dei poster fatti per strada dai ragazzi malati di Aids
La Methodist Care Love Box
Non è possibile qui dilungarsi sui vari modi di intervento che vengono messi in
atto, ma vale la pena di soffermarsi su uno strumento
che tanti membri delle comunità hanno cominciato a usare e che vorremmo raccomandare anche a quei lettori
che sentissero il desiderio di
lasciarsi coinvolgere. Si tratta
della Methodist Care Love
Box: un pacco che contiene i
medicamenti necessari per il
trattamento delle infezioni
associate all’Aids, molto diffuse e prima causa di morte,
come polmonite, tosse, diarrea, candidosi delle mucose e
infezioni della pelle, febbri,
erpes, ed altro. Questi farmaci
vengono sostituiti man mano
che sono usati e sono accompagnati da istruzioni semplici
Sostenuti da Greenpeace, hanno bloccato il fiume Jaraucu
Amazzonia: gli indios bloccano un fiume
per protestare contro la deforestazione
Il 19 settembre circa 600 indios hanno bloccato il fiume
Jaraucu, nel Farà, la parte
orientale dell’Amazzonia brasiliana, per protestare contro
la distruzione della foresta. La
popolazione locale chiede
l’istituzione di una riserva naturale sul modello di quelle
create da Chico Mendes, il
sindacalista brasiliano, assassinato nel 1988 per le sue battaglie ambientaliste. Le canoe
degli indios, sostenuti da Greenpeace, hanno bloccato il
fiume, largo un centinaio di
metri, che viene utilizzato per
trasportare il legno tagliato illegalmente nelle loro terre.
Hanno anche srotolato uno
striscione di 17 metri con
scritto «Stop alla distruzione»
e celebrato una messa sul fiume. Nell’area della protesta.
Porto de Moz, vivono in armonia con la natura 15.000
persone appartenenti a 125
comunità.
Le aziende del legname si
insediano con facilità nell’area, aprendo strade illegali
e minacciando la cultura locale, che dipende dalla foresta
per la propria sopravvivenza.
Lo sfruttamento industriale
su larga scala è iniziato nel
1990 con l’esaurimento delle
foreste vicine dopo anni di
sfruttamento intensivo: molte
aree forestali sono state con
vertite, in pascoli. L’Amazzonia brasiliana ha perso quasi
il 15% della copertura forestale negli ultimi 30 anni.
Le comunità locali vogliono creare un’area protetta
nella quale continuare a vivere nel rispetto della natura di
1,3 milioni di ettari, l’equivalente di metà Belgio, per
bloccare la distruzione delle
foreste in atto. «Siamo qui
per sostenere la battaglia delle comunità locali che si battono contro l’invasione delle
multinazionali che deforestano - afferma Marcelo Marquesini, della campagna Amazzonia di Greenpeace il
governo brasiliano deve intervenire ora per salvare la foresta amazzonica». (Greenews)
ì Appello dell'organizzazione.deirOnu
Salvare 6 milioni di bambini
Gruppo di bambini orfani nel centro operativo di Pietermaritzburg'|
Come trovare sowenzios
per tutto ciò? Donne ammaJ
late di Aids si autofinanzian3
producendo oggetti, colti«'
e chiare; vengono consegnati
da infermiere, operatori sanitari e volontari appositamente istruiti, che fanno capo a
un medico. Il costo di una Love Box è intorno ai 20 euro al
mese, per persona.
Ma è pressoché inutile dare dei farmaci a chi prima di
tutto non ha il minimo di alimentazione decente. Perciò
ogni paziente riceve mensilmente un pacco di cibi appropriati secondo la fascia di
età, con delle linee guida che
indirizzino alla scelta di
quelle sostanze più comunemente accessibili, capaci di
rafforzare il sistema immunitario. Il costo è di 50 euro al
mese, per persona.
Il centro operativo
di Pietermaritzburg
Per la regione del KwaZulu-Natal, i locali della Chiesa
metodista di Pietermaritzburg sono il centro operativo.
Offre un servizio permanente
di consultorio e assistenza
psicologica, di soccorso per
le emergenze con cibo, abiti,
coperte, sbriga le pratiche
per la ospedalizzazione, raccoglie gli orfani e dà assistenza pastprale. Una cucina distribuisce quotidianamente
circa 350 pasti a senzatetto e
disoccupati. Circa 250 senzatetto ricevono 1 rand (0,10
euro) al giorno per un letto
nel rifugio che il dr. Jacob ha
creato fin dal 1995. Con questi dieci centesimi di euro ricevono anche i servizi, la
doccia, colazione e cena.
Giugno è stato un mese eccezionalmente freddo ed è stato necessario provvedere un
extra di coperte.
vando piccoli orti, dove è stà
to possibile avere delle mac- ì
chine da cucire imparano ta- ;
glio e cucito. E poi, le donne ^
ricorrono alla loro arte antica
di comporre oggetti con le
perline colorate: soprattutto
una piccola spilla con il sim- •
bolo della lotta all’Hlv-Aids;
adottato dalla Chiesa meto-)
dista, che è venduta ovunque '
è possibile ed è a disposizlo-i
ne di chi la richiedesse anchequi da noi. Ma fondamentale
è sempre l’istruzione: il 70%!
della popolazione della ba->
raccopoli è analfabeta.
grande sforzo è teso alla alfabetizzazione degli adulti. Pei;
i piccoli lo sforzo maggiore ^
diretto agli orfani e non vogliamo dimenticare la nostra^
scuola interrazziale e interreT]
ligiosa che opera da 25 annl f
che molti ormai conoscono*:
«Sei
s
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giustiz
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La spilla di perline colorate col
simbolo della lotta all’Hiv-Ai(K
Grave lutto per la Chiesa di Gesù Cristo
Il Madagascar, un paese
che cerca di rialzare la testa
DARIO TRON
L’Unicef ha lanciato un appello a favore dei 6 milioni di bambini minacciati di morire di fame nella parte subsahariana
dell’Africa. Secondo una dichiarazione dell’Unicef pubblicata a
Colonia (Germania) nel luglio scorso, 2,3 milioni di bambini
hanno bisogno di un aiuto alimentare immediato per potere
sopravvivere nei prossimi mesi. Nel Malawi, la carestia ha provocato morti. Complessivamente, 12,8 milioni di persone hanno bisogno di aiuto in quella parte dell’Africa. La maggior parte
dei bambini soffrono di malnutrizione. Il loro stato di salute sta
peggiorando, provocando malattie infettive, diarree e morbillo.
In Malawi, Zambia e Zimbabwe, l’Unicef ha lanciato prograrnmi di aiuto d’urgenza. Questi programmi comportano la distribuzione di aiuti edimentari, lo scavo di pozzi nonché una cam.pagna di vaccinazione contro il morbillo nello Zimbabwe dove
il 70% delle strutture mediche mancano di medicine. Le persone indebolite dalla carestia sono più esposte alle malattie, e soprattutto i bambini hanno bisogno di vitamine e di proteine
per evitare importanti disturbi di crescita. In Malawi, Zambia,
Zimbabwe, Angola, Lesotho e Swaziland, una siccità estreñía,
varie inondazioni e una cattiva gestione da parte delle autorità
hanno portato a una grave crisi alimentare. (bip/epd)
Da più di due mesi ormai
il Madagascar è libero, o
meglio, liberato dall’ex dittatore Didier Ratsiraka ebe, vistosi isolato, abbandonato da
gran parte del suoi collaboratori e circondato da ogni parte dall’esercito regolare, ha
lasciato il paese con due aerei carichi di familiari e amici, portando via le poche ricchezze di cui poteva ancora
impossessarsi e vuotando le
casse dello stato; la Francia lo
ha accolto, ancora una volta,
a braccia aperte. Intanto il legittimo presidente Marc Ravalomanana e il suo governo
stanno lavorando per cercare
di rimettere in piedi il paese,
le sue strutture (tra cui i numerosi ponti fatti saltare in
aria dai prò Ratsiraka) e infrastrutture, la sua economia.
quanto vicepresidente della
Fjkm e membro del consi^p
Cevaa dal 1988 al 1992. Di'
scendente da una famigW
nobiliare, il pastore Ralibeii
studiò teologia a Parigi gtS'
zie a una borsa di studio otferragli dalla sua parrocc^
di Ambavahadimitafo, néffl
quale servì come pastore
1960 al 1996, anno della
emeritazione. Negli anni de
suo servizio ricoprì mota
carichi di presidenza in '
associazioni protestanti
cristiane dell’«isola
cappellano degli stun®® . ^
malgasci in Francia ,
suoi studi, professore d}
ria della chiesa al
teologico di Ivato e alla r
coltà di teologia di Ai^, . '
«..una ui icuiugio . .
nakanga, presidente dei
Morto il pastore Ralibera
In questo paese che sta
cercando di rialzare la testa,
anche con la collaborazione
delle chiese e delle varie organizzazioni non governative, la Chiesa di Gesù Cristo in
Madagascar (Fjkm, membro
della Cevaa) sta vivendo un
grave lutto: all'età di quasi ottant’anni è morto il pastore
Daniel Ralibera, molto conosciuto anche all’estero, in
mitato degli archivi FJKW
mpmbro della Accade^
malgascia: le chiese
e la società civile lo
per le sue predicazioni, c®
pure per la sua
la storia e le sue numero®
me partecipazioni a m
stazioni culturali a citi era <
frequente invitato.
un ol
conti
giusti
quell;
resse
cadi
«Sei t
no p;
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