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Anno IX — N. 11.
II SERIE
15 Giugno 11
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
-.AAATtOuVVx/^
Seguendo la verità nella carità. — Efk^. VI. 10
PREZZO DI ASSOCIAZIONE { LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
l'er lo Stato [franco a destinazione] £. 3 00 < In ToKiMOairUflSzio del Giornale, via del Principe
Per la Svizzera e Francia» id........... „ 4 25 < Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per r Inghilterra, id................... „ 5 50 5 Nelle Provikcib per mezzo di franco-lolli pO'
Per la Germania id. .................. „ 5 50 ( sioZt, che dovranno essere Inviati franco al Di •
Non si ricevono associazioni per meno di un anno. ^ rettore della Buona Notslla.
AU’estero, a’ seguenti indiiizzi : Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, me Rivoli ;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra per mezzo di franco-bolli
inglesi spediti franco al Direttore della Buona Novella.
SOMMARIO
Attualità: r protestantesimo ed il cattolicesimo nei loro rapporti colla civiltà. II. — Meditazione
hìòUca: Il vero Consolatore. — Varietà: Un granello nel deserto. — Corrispondenza della Bitona
Novella: Torre — Notizie relioìo$e : Pinerolo — Piacenza — Roma — Svezia — Boemia.
ATTVItlj^T/k
IL PROTESTANTESIMO ED IL CATTOLICESIMO NEI LORO RAPPORTI
COLLA civiltà’.
II
Libertà, civilizzazione, progres-so sono di quelle parole, di cui
tento si fa uso generalmente, quanto poco se ne raggiunge il senso;
parole, che per avvolgere una certa idea vaga, molto facile a percepirsi, presentano la ingannatrice apparenza d’intera chiarezza, quandoché, perla moltitudine e varietà degli oggetti ai quali si applicano,
possano usurparsi in mille diversi sensi, per cui rendesi sommamente
difficile il comprenderne il significato. Cionondimeno qualunque sia
il significato in cui si usurpi la parola di libertà, abbiamo di leggieri
a rilevare, che sempre in sè comprende la non esistenza di musa,
che impedisca o coarti l’esercizio di qualche facoltà.
Così il vocabolo civilizzaziom va soggetto a svariatissime interpretazioni. Altri per essa intendono la commodità e mitezza della
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vita esteriore; altri la coltura de’ bisogni morali, intellettuali; altri
lo sviluppo d’ogni individualità; altri finalmente credono esprimere
con quel vocabolo il maximum dell’ordine civile ed equalità sociale.
Mentre è manifesto, clie l’idea fondamentale della parola civilizzazione sia l’idea della perfettibilità umana. Ma ch’è mai cotesta? Qui
evvi la più grande difficoltà, e di qui prendono origine gli equivoci
del vocabolo. Tuttavia la etimologia sembra, che presenti una maniera a rispondere assai chiara e soddisfacente. Essa esprime il perfezionamento della vita civàie, la formazione della società propriamente detta, l’armonia delle relazioni degli uomini fra loro. Ecco il
senso usuale, naturale della parola civilizzazione. Si domanda davvantaggio : è essa questa parola un segno correspettivo ad una idea
astratta, indeterminata, o sì vero ad un fatto reale più o meno largo
e complessivo? L’osservazione e l’esperienza ci ammaestrano, che la
civilizzazione sia uno de’ grandi fatti sintetici, de’ quali componesi
l’istoria dell’umanità, e che, applicata l’analisi allo studio di essa, si
apprenda molteplici essere i fatti cooperatori dell’organizzazione di
quello, i quali a due grandi categorìe ponno subordinarsi. Lo stato
dell’individuo e lo stato della società. Ora, i*e consultati i grandi
monumenti della storia si rileverà, che sì quello, che questo siano
stati portati dal Cristianesimo in genere, e dal Protestantesimo, comc
forma più perfetta di esso, in ispecie, al culmine di quella eccellenza,
cui scorgesi essere oggi ambedue locati, sarà mestieri di dedi rre,
che il primo sia tutta opera dell’autore divino dell’uomo in ind viduo ed in società, ed il secondo sia la formola più vera, più adequata, più logica e più espressiva dell’idea evangelica.
In che stato fu trovato il mondo dal Cristianesimo? Questa è una
interrogazione, in cui debbesi fissare bene l’attenzione, ee vuoisi apprezzare debitamente i benefici dispensati da questa Eeligione divina
all’individuo ed alla società, se bramiamo conoscere il vero carattere
della civiltà cristi-ana. Fosco certamente era il quadro, che presentava la società, nel mezzo della quale nacque il cristianesimo. Adorna
di vaghe apparenze, era ferita nel cuore da morbo letale : la morale senza base, i costumi senza pudore, senza freno le passioni,
le leggi senza sanzione, la religione senza Dio, fluttuanti le idee in
balìa delle prevenzioni, del fanatismo religioso e delle cavillazioni
filosofiche.
Con siffatti elementi dovea diffondersi, presto o tardi, la dissoluzione sociale ; e, sebbene sopraggiunta non fosse la violenta invasione del settentrione, qnella società sarebbe andata a soqquadro.
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j'oichè non avea in sè uii'idtìa feconda, nè un ixsnsiere consolatore,
nè un barlume di si)eranza, cho potesse preservarla dalla ruina. 11
]X)liteismo avea scemato ogni prestigio. L’osservazione filosofica fu
il suo fuoco dissolvente.
Ma se la religione era impotente, rimaneva per quanto pare, la
scienza. Su di che primieramente è da osservare, che la scienza di
per se stessa non ha snfiìcienza alcuna o a fondare una società, o a
restituire il perduto equilibrio. Di qui veggasi di quanto tui'pe contraddizione si maculino coloro, i quali anche ne’ moderni tempi
¡wngono Gesù Cristo nostro divino Sfflvatore nella sfera de’ Socrati,
Fiatoni e Pittagora, e lo celebrano per grande controversista e filosofo umanitario, sociale, economista ecc. Si apra l’istoria, e si troveranno a capo di alcuni popoli uomini eminenti, i quali esercitando
un influsso magico sul cuore de’ loro simili dettano leggi, reprimono
abusi, rettificano le idee, raddrizzano i costumi, e gettano sopra savie
istituzioni un governo, operando così più o meno perfettamente la
fortuna e la prosperità de’ popoli. Ma s’ingannerebbe a partito, chi
credesse, che cotali uomini procedessero dietro le illazioni di ciò che
noi diciamo combinazioni scientifiche. E che? furono per avventura
i migliori tempi della Grecia, quelli, ne’ quali fiorirono i Fiatoni e
gli Aristotili? Ed i secoli moderni potrebbero somministrarci altresì
abbondanti prove delle sterilità della scienza nelle istituzioni sociali.
E poi, sebbene i nomi di quegli oracoli della ragione rammentino
alcun che di ragguardevole, tuttavia è manifesto, che quando apj)arve il Cristianesimo, rimanevano soffocati i germi del sapei's diffuso da quei grandi uomini. I sogni occupavano il posto de’ pensieri
alti e fecondi; il prurito di disputare stava in vece dell’amore della
sapienza; ed i sofismi e le cavillazioni erano succedute alla maturità
c severità del raziocinio. E la tanto commendata legislazione romana
bastò a prevenire la dissoluzione di cui era minacciata la società ?
Siano pure le leggi perfette quanto si voglia, e la giurisprudenza
elevata sino al più alto grado di splendore, nulla gioveranno, se il
cuore della società è corrotto, se i principj morali hanno perduto la
forza, se i costumi sono in perpetua lotta con le leggi. Quid sunt leges
siile moribusf esclamava Orazio. Sì, è uopo confessarlo: unicamente
la grazia redentrice deli’lIoBio-Dio, Gesù Cristo, poteva e potè salvare il mondo d’allora, e potrà altresì salvare il nostro, qualora la
la civiltà e la coltura moderna Lui prenderà per pietra angolare del
suo edificio. Egli stesso lo disse, chi metterà altra pianta fuori di
quella gettata dal mio Padre celeste, sarà eradicata. Senza una virtù
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superiore, divina, die ritempri l’interno, rimargini la piaga proibiidamente aperta nel cuore deU’uomo dal primo fallo, indarno speriamo vera libertà, vero progresso, vera civilizzazione de’ popoli.
È poiché qui cade in acconcio, voglio fare una mia schietta confessione, la quale benché importi ima breve digressione dal mio argomento, tuttavia mi permetto di farla, giacché molto si attaglia ad
un punto del suo svolgimento. Tuttodì ed in tutti i crocchi odo a
piena gola magnificarsi la moderna età, i suoi progressi, la sua coltura, la sua civiltà, ed io, in simili congiunture, sempre domando a
me stesso quali siano i titoli Selle mie speranze nell’attuale movimento del risorgimento italiano? Studiato il quesito, senza studio di
parti, tolta ogni preoccupazione di mente, e riandatovi sopra per
molte fiate e per molteplici guise, ho dovuto, mio malgrado, apprendere, che molto languidi dovranno essere le mie sperajize se non
vorrò illudermi, mentre molto deboli sono i titoli di esse. Veggo
bensì una lotta impegnata di principj e di fatti, ma non veggo con
quanto felice successo potrai tu infelice mia patria sortirne. Se non
chè io penso, che a non lungo andare tu ripiomberai nell’antico bàratro di ndserie, ed il despota di Eoma tornerà riporre le tue belle
membra sotto le sue ritorte. Parrà ad alcuni una geremiade cotesta,
e chè io sia nno di quei eterni piagnoloni che disperano delle sorti
dell’umanità, sì bene posti in deriso da Voltaire. Ma sono di avviso,,
che questo pregiudizio tosto cesserà quando si porrà mente, che le
idee stanno innanzi ai fatti, che quelle e non questi sono le leve del
mondo; che ciò che nel giro della politica è l’Austria risguardo all’Italia è il Papa nel giro della Eeligione; che un popolo qualunque
piiò durarla con uu Simbolo, benché falso, ma non con nessuno; che
la superstizione può in alcuna guisa per alcun tempo supplii e, in
riguoirdo alla prosperità materiale di una nazione, alla Eeligione, ma
non l’empietà, siccome direbbe Plutarco. L’avvenire, dice un grande
storico, è simile al passato, e quindi questo a buon diritto è maestro
di quello, e la divina Sapienza ci ammaestra, che nihH sii sub sole
novum. A conferma di che non sarà fuori di proposito invocare la
Storia. Tratteggiare il quadro, che de’ costumi romani ci hanno
lasciato i medesimi loro storici, farne il giudizio comparativo, rilevarne la grande affinità con quei della moderna nostra Italia saranno
per mio avviso le migliori maniere di dimostrare se l’equità, la giustizia, il buon senso delle leggi, bastino a redimere un paese e farlo
grande, e se i presentimenti intorno al futuro destino della nostra
patria sieno destituiti affatto di qualunque base. Per evitare la prò-
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lissitìi basti ricordare a tal uopo la famosa sentenza di Giovenale. li
poiwlo re che prima distribuiva l’im|X!ro, i fasci, le legioni e tutto,
allora non bramava anziosamcnte, che due cose, pane e six;ttacoli.
. E quando giunse la pienezza de’ tempi, il Cristianesimo apparve,
e senza pubblicare alcuna alterazione ndle forme politiche, senza
macchinare contro di alc\in governo, senza impacciarsi in cose che
sapessero di mondano e di terreno, siccome viceversa ado|iera il
Cristianesimo di Roma moderna, arrecò agli uomini una dopj)ia salute, chiamandoli al sentiero di una felicità imperitura, e frattanto
andava sjìargendo a piene mani l’unico preservativo contro la dissoluzione Sigiale, il germe cioè di una rigenerazione de’ cuori prodotta
non per le magiche parole di un opus operaium alla foggia cattolica,
ma gittate, fomentato, e cresciuto coti il fuoco divino di quella parola
medesima che creò il mondo.
Come adumpie (jue.sta istessa parola genuina, semplice, immacolata qual è tuttora nel S. Evangelo, e non corrotta, c falsata dalle
vane tradizioni di una Chie.sa o casta tralignata, non basterà a redimere il mondo, e l’Italia de’ nostri dì ? Forse la natura metafisica
degli uomini ha cangiato ? Forse il Vangelo è sì vietfj, o sì circoscritto, che nella sua ampiezza non abbraccia l’epoca presente ?
Tui pi calunnie sono coteste, tante fiate combattute, quante vennero
pronunciate. E se il gi-ande segretario fiorentino Niccolò Macchiavelli osò accagionare il Cristianesimo della decadenza umana dal
fastigio di quella grandezza pagana ch’egli tanto vagheggiava, ciò
debbesi attribuire al mezzo nel quale egli studiò il Cristianesimo.
Il Cattolicismo romano era per essolui come la lente, con la quale
ammirava il tipo divino del Vangelo; e non deve quindi recare maraviglia se alterata la potenza visiva, si alterasse altresì a quel sublime
spirito l’oggetto stesso della visione. Se il grande storico e jwlitico,
studiat.0 avesse il Codice divino della cristiana legislazione in sè
stesso, con il conforto della grazia superiormente irradiante, fatta
a.strazione dai mendaci oracoli di una pretesa infallibilità umana, non
avrebbe minato certamente in sì turpe errore, corretto poi, ed emendato con tanto vantaggio dall’autore dello “spirito delle leggi” quando
sentenziava così: “ Gran che ! quel Codice, il quale pare diretto a
formare la felicità eterna degli uomini, forma ancora la presente. ”
Come il Cristianesimo trovatosi faccia a faccia con il paganesimo
fe’ to.sto sentire in maniera sensibilissima la sua superiorità in confronto di questo, e fu apportatore de’grandi ammiglioramenti .sociali
di cui fruirono in gran copia que’ tempi fortunati, e noi in parte
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godiamo; così io porto opinione, che il Cristianesimo ricondotto alla
primitiva sua interezza e purità, abdicate le formole, le bolle, i brevi,
i riti, gli usi che gli uomini osarono sagrilegamento sostituire
airaugusta e semplice maestà del Vangelo, arrogantisi il diritto
d’interpretarlo, tradurlo nel giro pratico dell’umano consorzio, farà
sentire all’Italia il bisogno di porre a base d’ogni edificio sociale
gl’inconcussi principj della religione e della morale, e con ciò lo
grandi istituzioni di libertà, progresso, civilizzazione potranno avere
corpo, e duratura permanenza sino a ricondurla sopra il culmine
dell’àvita sua grandezza.
Questo, e non altro è Protestantesimo; quel sistema di religione sì
famigerato, intorno al quale gl’italiani hanno idee preventive sì bizzarre, che se l’astuzia clericale non n’avesse la gran- colpa, non lieve
torto arrecherebbero all’eminenza già riconosciuta del loro ingegno,
il Protestantesimo non è che il Cristianesimo com’è nel Vangelo.
L’Etimologìa del nome, l’istoria della sua origine, de’ suoi svolgimenti, progressi, vantaggi concorrono a giustificare questa definizione. E studiato il Protestantesimo da questo lato dicesi, che egli
di lunga mano avvantaggi la causa della libertà, progresso, e civilizzazione de’ popoli, meglio che il Cattolicismo, come il Cristianesimo l’avvantaggiò meglio che il Paganesimo. E veramente, non
vi è religione che abbia eguagliato il Cristianesimo nel conoscere il
segreto di regolare un uomo, e che nel regolarlo abbia, con la sua
condotta, fatta una testimonianza più solenne di riconoscere l’alta
dignità umana. Il Cristianesimo è partito sempre da questo principio:
che il primo passo per rendersi padrone di tutto l’uomo sia quello di
farsi padrone del di lui intelletto con la libera convinzione del vero,
ed interna persuasione del bene; che quando si tratta o di estirpare
un male, o di produrre un bene è necessario prendere per iscopo
principale le idee, dando così un colpo mortale ai sistemi di violenza
che tanto dominano ovunque esso non esiste, e pubblicando la salutare verità, che quando si tratta di regolare gli uomini il mezzo più
indegno ed insieme il più debole è la forza. Verità benefica e feconda,
che apriva all’Umanità un nuovo e prosperoso avvenire.
La filosofia del Cristianesimo è stata più risoluta, od ha avuto il
coraggio di dire agli uomini la verità intera e nuda, in pubblico, ad
alta voce, e con quel generoso ardimento, ch’è il compagno inseparabile della verità, e che la Chiosa romana ammirando ne’ grandi
autori della Riforma, od in quei eroi che la precedettero e sospirarono, disse csscie pcrtitiacia d’intelletto c ribellione di cuore.
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D(»po ciò facciiisi ili grazia uu’appello alla coscienza, e si dimandi,
è egli ({ucsto il Cristianesimo ? E se sì, domandisi ancora, quali sono
i caratteri di maggiore simiglianza con l’archetipo di questa sua legislazione ? Forse quei del Cattolicismo romano, o del Protestantesimo ? S’invochi la storia, si giudichino i fatti. Fu il Cattolicismo
o il Protestanti.«mo die proclamò la grande teorìa del libero esame,
senza cui, come oggi è manifesto, non può ottenersi libera, profonda
convenzione che soggioghi l'intelletto umano all’ossequio della fede
giusta 8. Paolo: “ Tutto esperimentate, ciò ch’è buono tenete. ”
Fu il Protestantismo, o il Cattolicismo, che diè il co1}K) mortale
al sistema di violenza ? Chi insegno l’autorità esterna di magistero
infallibile? Chi per l’osservanza degli oracoli di cotesto magistero
accese i roghi, adunò le catasto, em^)iè le carceri, eresse i patilwli,
insanguinò le bi[jenni ? La storia dell’inquisizione appartiene al
Cattolic;ismo, od al Protestantismo ? Chi della dottrina evangelica
fa un jirivilegio di casta, un deposito di tradizione sino a distinguere la Chiesa in attiva e j)assiva, insegnante ed insegnata ?
Si getti un rapido sguardo su le nazioni protestanti; ivi veggasi
se i grandi principj del Vangelo prosperino meglio sotto l’influsso o
di questo o di quello, e quindi si giudichi se il Protestantismo sia
più remoto al Cristianesimo, come vuoisi da teologi romani costantemente affermare.
Non è egli vero che gli annali de’ tempi più floridi del Cattolicismo
romano abbiano delle pagine così bruttate di sangue umano da non
disgradarne quelli deH’islamisino, e che i papi, anzi che parere i vicari
di Colui il quale, oltre che con la parola fe’ manifestissimo divieto
della forza, giusta l’energica frase di Agostino, domuit mundum
non ferro sed Ugno crucis, sembrano i successori dell’autore del Corano, che con il terrore della scimitarra conquistò quella parte di
mondo, che oggidì ancora occupa la mezza luna ?
Ed il fatale errore di Roma contemporanea, la quale, {jer conservare il giudicato necessario dominio politico, minaccia tuttodì di
avvolgere questa infelice nostra penisola e l’Europa intera in uu
cataclisma di sangue e di fuoco, non è egli una logica necessaria
illazione di quel genio infernale della violenza che sempre gli bollì
in petto. Avrebbe un Pio IX ubbidito al divino Maestro, se per avventura nell’orto di Gethsemane gli avesse imposto, siccome a Pietro,
di porre nella vagina la spada ? o si sarebbe adagiato ai divino giudizio di (ìesù, di non fare discendere le dodici mila legioni di angeli
in sun sostegno, egli che da tutti gli angoli del mondo cattolico
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aduna i fratelli al macello de’ fratelli ? No, non ewi Cristianesimo
in quella Chiesa, i ministri della quale hanno dimenticato la nobile
loro missione di vincere l’orgoglio e la miscredenza del mondo cou
l’umiliazione, con l’abnegazione e la morte. “ Questa, diceva Gr. C.
in Paolo, è la vittoria, che vince il mondo, la nostra fede. ” Con il
l>atire e morire cangiarono la faccia al mondo gli apostoli, ebbero
aperto il cielo, santificata la terra. Chi non ha spirito che basti a tal
noix) sorta dal Santuario, ch’egli non è pastore ma lupo, e non dia
mano alla forza mentre è espressamente vietato: “ I re delle genti
dominano i loro soggetti, non così voi però. ” Che maraviglia quindi
.se il Vangelo così trasformato dal Cattolicismo romano torni ad
essere stoltezza alle genti, e come ostacolo alla loro prosperità materiale il tolgano quindi lungi da loro, ed il principio pagano rieda a
penetrare i gabinetti, i fori, i templi, i fondachi, le case, ad investire gl’individui, le famiglie, le società, le nazioni, l’umanità, come
giustamente te.stè deplorava il grande scrittore italiano Massimo
d’Azeglio ?
MEDITAZIONE BIBLICA
IL VERO CONSOLATORE
“ Io pregherò il mio Padre, il quale vi darà un’altro
“ conBolatore, affichè Egli dimori con voi eterna“ mente. Giov. xrv, 16.
Allorché ci è stato rapito un’amico carissimo, quanta è la forza
con la quale il cuore si sente tratto verso coloro che rimangono !
Giunto Gesiì all’istante di togliersi al consorzio de’ suoi afflitti discepoli, volle diriggerli a qualcuno, il quale con la sua presenza bastasse ad empiere il vacuo, che la sua partenza avrebbe lasciato. Il
nome di cotesto amico é il Consolatore ; la missione di Lui è il dimorare eternamente con essi. Quindi, tostochè furono di nuovo chiuse
le porte del cielo, dopo l’ingresso del Salvatore mediante la sua
ascensione, la Chiesa rimasta orfana ed afflitta fu battezzata con il
fuoco della,.Pentecoste, secondo la sua misericordiosa promessa,
giacche Gesiì avea detto: “ quando me ne anderò, io ve lo manderò. ”
Lettori, tripudia di giubilo il vostro cuore per l’inestimabile privi-
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Icgiü di vivere sotto la dispensazione dello Spirito Santo ? Lo scopo
della vostra quotidiana preghiera è egli quello di conseguire, che
questo buono Spirito siavi elargito in tutta la pienezza delle sue celesti grazie ? Che torni alle vostre anime, come la pioggia sopra
l’erba segata, come pioggia minuta, che irriga la terra (Ps. lxxii, 6)?
Voi non potete vivere senza lo spirito del Signore, senza una santa
ispirazione, senza un sospiro di amore, senza uno sguardo di fede, il
(jiiale si ha unicamente dalla sua misericordiosa iuiiuenza. Indipendentemente da Esso Lui, non trovasi efficacia nella S. Parola, non si
ha benedizione nelle religiose cerimonie, non si coglie il frutto durev'ole della giustizia al tempo deiratflizione. Come l’Angelo diriggeva
Agar verso la nascosta sorgente, non altrimenti il santo Consolatore
fedele al suo nome ed alla sua missione conduce il popolo alle acque
della salute, limpide e fre.sche, con il fare risplendere le divine promesse d’una gloria affatto nuova, e rivestendo l’opera e la persona
del Salvatore d’una grazia e d’una bellezza altresì inusitata. Ah !
ch’è veramente prezioso il nome, che donale Gesù in questo luogo :
“ Il Consolatore! ” Qual parola per il suo popolo afflitto!
La Chiesa militante ha la sua tenda collocata in una valle di lagrime, ed il nome del divino visitatore, che a Lei si reca, e vuole a’
suoi bisogni provvedere è il Consolatore. Grande è la famiglia degli
afflitti, ma egli ha per tutti un balsamo benefico. Egli ne ha per il
debole, j)er quegli il quale lotta con la tentazione, ne ha per il mal.ato,
j)er l’infelice, per il povero, jier il morente. Oh! ch’è pur differente
dagli altri questo Consolatore, figlio della consolazione ! Gli amici fra
gli uomini possono per un rispetto umano alienarsi l’uno dàll’altro,
un’avversità può disunirli, la morte separarli per sempre. Ma Gesù
ci tiene parola d’un’amico, officio ed attributo del quale sono di dimorare “eternamente” con noi; Egli è più forte di quello che siano
le vicende della vita. Egli sopravvive alla morte medesima.
E se può esserci alcuna cosa per la quale ci si rende più cara la
sua missione misericordiosa verso la Chiesa di Cristo, non è questa
il sapere, che Egli ci viene direttamente da Dio, siccome frutto, e
dono dell’intercessione del nostro buon Salvatore? “ Io pregherò mio
Padre, dice G. Cristo, il quale vi donerà un’altro Consolatore. ” Sì,
quest’Ambasciatore di pace e consolazione ci giunge per parte di
Gesù medesimo, di quest’arco misterioso dell’alleanza. E quanto è
questo dono facile a conseguirsi, altrettanto è glorioso. La parola, lo
sguardo di un bambino malato non attraggono gli occhi, ed il cuoie
di un padre terrestre? “ So [«rtarito voi i quali siete cattivi sapete
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donare delle buone cose a vostri figliuoli, quanto i)iù il vostro Padre
Celeste donerà il santo Spirito a coloro, i quali il dimanderanno ? ”
“ Egli v’insegnerà ogui cosa, e vi farà ricondurre a memoria tutte
quelle le quali io vi ho detto. ”
VARBETA
UN GRANELLO NEL DISERTO
Sotto questo titolo abbiam pubblicato piiì volte brani di corrispondenze di alcuni campagnuoli del Lombardo-Veneto i quali
veuuti in cognizione deU’Evangelo, vi perseverano con grande fermezza e coraggio. La lettera che qui sotto stampiamo è della stessa
fonte, e come a noi riescirà di conforto ai nostri lettori, mostrando
loro come, in ogni angolo d’Italia, il buon grano germogli e prometta,
per un tempo non lontano, messe preziosa ed abbondante.
Caro fratello in G. C.,
Ho ricevuto con somma allegrezza il vostro foglio dal qu;ile intesi i
riguardi che avete per me, essendo io in terra di nemici, 3Ia por quanti
ne abbia, non sarà mai vero che questi possano ridurmi al loro volere, e
distaccarmi dai sani addottrinamenti.
Ritenete per sicuro che non è scemato o avvilito il mio spirito riguai-do
alla religione che io voglio assolutamente osservare: parmi vedere il tutto
nell’avvenire, come sarebbero insulti, strapazzi, derisioni, prigionìa e forse
qualche condanna; ogni cosa proveniente dall’egoismo o superstizione dei
religiosi, i quali sono divenuti più cho mai collerici, e predicano tuttodì
l’infallibilità del loro capo. — Schiamazzino pure quanto vogliono ! Contro
i fedeli osservatori della dottrina evangelica nulla potranno. — Facciano
mercato delle cose sante ; sacrifichino per danaro 1 A nulla varranno lo
loro ipocrite insinuazioni. E ben vero che di me stesso non posso fidarmi,
perchè l’uomo è debole da por sè; ma quand'è guidato dal suo Dio alla
conoscenza della verità, ha il sacrosanto dovere di difenderla nino allo
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spargimento deHultima goccia del proprio sangue. Quanti martiri non vi
sono stati difensori del santo Evangelio nella primitiva Chiesa ? Ed ora
occorrono nuovi militi pel cielo, essendosi alterate oltre ogni credere le
leggi, le discipline, i regolamenti dei primi cristiani.
Cotesti nostri odierni materialisti vogliono a tutta possa dominarci nello
spirito e nel corpo: ma poi, qual sorta di persone li seguono? Gli superstiziosi, gli avari, quelli che non sono per nulla liberali di cuore. Coloro invece
chc pensano al vero bene della patria nostra non possono e non potranno
mai dare ascolto agli ipocriti loro comandi; Infatti ne abbiamo un recente
esempio: in questa parrocchia fu esposta al pubblico una cassetta coll'iscrizione, — Fate elemosina a S. Pietro. — Dopo un mese, cioè alla fine dell’aprile scorso, fu aperta, e si trovarono circa 12 soldi della vostra moneta
ossia CO centisimi di franco. Ecco il profitto ricavato in questo paese!
In quanto a noi siam pochi, ma stretti insieme nella fratellanza di G. C.
Vi assicuro, è di rado che non si parli di cose religiose, or all'uno ora
all’altro di questa popolazione, in guisa che saranno costretti i preti a smorzare il fuoco che han preso per le cose temporali. L’artigiano ne discorre,
il civile discute, il contadino nei solchi pur ne favella. Cosa veramente maravigliosa ! Grande è il progresso che si vede e si sente in tutte le classi di
persone da un’anno a questa parte ! Dicono apertamente essere il pretismo
una professione, un mestiere, perchè vedono questi ministri degli altari
tendere ad arrichire tuttodì le famiglie loro......
Sommo è il nostro dispiacere di non poter avere un culto onde edificarci
in comune; io e qualche altro fratello facciamo secondo le deboli nostre
forze ; ci occorrerebbero più libri di preghiera onde imparare tutte le cose
necessarie, e vorressimo la spiegazione delle profezie di Daniele e di san
Giovanni nell’Apoealisse, che risguardano i tempi attuali, e ciò « per non
essere trasportati da ogni vento di dottrina » ecc. (Efesi iv, 14, 15), e per
raffermarci nella promessa fatta « Che è di raccogliere nella dispensazione
del compimento dei tempi, sotto un capo, in Cristo, tutte le cose » ecc..
(Efesi I, 10).
Chiudo la presento colle parole di Paolo ai Filippesi, (capo i, 2-6),
« Grazia a voi, e pace, da Dio nostro Padre, c dal Signor Gesù Cristo. Io
rendo grazie airidd'.o mio, di tutta la memoria che io ho di voi; (facendo
sempre, con allegrezza, preghiera per tutti voi, in ogni mia orazione); per
la vostra communione nell’Evangelo, dal primo di infino ad ora; avendo di
questo stesso fidanza, che colui che ha cominciata in voi l’opera buona, la
compirà anche in noi fino al giorno di Cristo Gesù, i>
Pace e salute e grazie dal nostro Signor G. Cristo a voi ed ai fratelli
piemontesi.
G F. — G. E. — G. L, — G. F.
D. G. — ecc, ecc.
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CORRISPONDENZA DELLA B. NOVELLA
Torre, addì 13 giugno 1860.
Caro fratello,
Le giornate dei 5 e 13 giugno rimarranno come giorni di lieta e gi'adevole
rimembranza a coloro cui fu dato di riunirsi, in quei dì, al Corpo dei pastori
della nostra Chiesa. Per la prima volta, da secoli, presentavansi al cospetto
della Chiesa, domandando di essere ammessi all’ imposizione delle mani,
candidati i quali i loro studj avessero compiti nelle Valli, e senza ricorrere
a scuole straniere. Io non chiamerò al certo brillante dal lato dello stile e
della precisione del pensiero l’esame di dottrina che sostennero ; ma la serietà che manifestarono nelle loro risposte, ci è pegno sicuro ch’essi prosegui
ranno nello studio e nei lavori del ministerio, con uno spirito consentaneo
alla loro vocazione. L’accento altamente commosso con cui — nell’atto di
rispondere alla gi’an domanda : « quali sono i motivi che vi spingono ad
abbracciare la carriera del ministerio? » —• palesarono al cospetto dei loro
fratelli primogeniti, gl’intimi loro pensieri; le loro dichiarazioni, le lagrime
che spargevano facendole, svegliarono in quanti si trovavano presenti i
sensi della più viva simpatia. « Va pure ; non temere, perciocché io sarò
teco », ecco quello che ciascuno diceva loro, nell’intimo del cuor suo, vedendo come in Dio riponessero ogni loro confidenza. — Anche l’individualità di ciascuno dei due candidati emerse, a primo aspetto, da questo
esame; e siccome ad ambedue si era lasciato un po’ di tempo all’oggetto di
raccogliere i loro pensieri, ben si videro sì dell'uno che dell’altro i lati forti
e quelli un po’ più deboli. Il nostro fratello S......dotato di maggiore facilità di elocuzione espose i suoi concetti in modo piano cd abbastanza
chiaro; e ciascuno potè convincersi aver egli, sui punti dottrinali più importanti, idee attinte alle pure sorgenti del vero, ed a cui nou manca che
un lavoro più intenso di assimilazione.
Il nostro fratello G.. ha una difficoltà di elocuzione che varranno a superare, lo speriamo, l’esercizio ed un’assiduo lavoro; ed allora egli potrà svolgere, con frutto, un fondo ricco d'idee che, con sommo interesse degli
uditori, si lasciava travedere nella discussione, quantunque avvolto ancora
in una forma imperfetta di linguaggio.
La prima (¿uestioiie : V Ispirazione delle Scrilhire, manifestò ad un tratto
la differenza dei duo metodi e delle due direzioni di mente. Il primo svolse
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gli argomenti essenziali a stabilire l’ispirazione con ordiue ed esattezza ; il
secondo rannodò tutto le prove intorno a G. Cristo ed esordì presso a poct»
in questi termini: “ Avendo Iddio creato l’uomo ad immagine sua, e l’uomo
“ essendo caduto, Iddio formò il disegno di salvarlo per G. Cristo. G. C.
“ adunque è il centro della storia intiera del mondo ; tutto ciò che appare
“ prima è una preparazione alla di lui venuta ; e tutto ciò che viene dopo,
“ ne è il risultato. L’Antico Testamento trae dunque la principale sua
“ autorità dall’essere una preparazione a Gesù Cristo e daU’csscre da Lui
“ riconosciuto come dato da Dio; il Nuovo Testamento la ritrae invece dal
“ fatto, prenunziato da Cristo, che vi sarebbero testimonj ispirati del suo
“ Evangelo. ”
La seconda questione sulla Legge e la Grazia venne dai duo candidati
svolta con verità : quantunque sia cosa rara, per non dire impossibile, che
giovani intelletti, lasciati appena gli studj, giungano ad afferrare in tutta
la sua profondità il misterio di pietà : Gesù Cristo purificandoci realmente
col suo sangue.
La terza questione trattava della Penitenza, ed era interessante lo scorgere, così nella mente degli esaminati, cho dei pastori che gl’interrogavano,
due concetti della penitenza, legittimi ambedue, l’uno dei quali espresso da
Geremia in questi termini : “ Mi converti, o Signore, e quando mi avrai
“ convcrtito io mi pentirò, ” e che fa scaturire la penitenza dalla rigenerazione ; e l’altro da Gio: Battista ed anche da S. Pietro nel giorno della
Pentecoste, quando esclama: “ Ravvedetevi e siate battezzati nel nome del
“ Signore G. Cristo in remissione dei peccati, ” e che ammette la penitenza trovarsi di già, sebbene incompleta, prima del dono dello Sp. Santo,
allo stato di dolore e di vergogna cagionata dal peccato, unitamente ad una
speranza di risorgimento.
La quarta questione si riferiva al 3Iinisterio, stabilito il quale i candidati furono invitati ad esporre i motivi che gli spingevano a dedicarvisi.
Conservi Iddio nel loro cuore le disposizioni chc ci hanno manifestate in
un modo affatto commovente. Nel loro sermone di prova recitato oggi stesso
nel tempio del Villar, ci vennero svolte con purezza le dottrine vitali dell’Evangelo ; ma speriamo che Iddio arruolerà vieppiù nelle loro mani la
spada dello Spirito, il di cui tagliente penetra fino allo spartimento delle
giunture e delle midolle.
Al sig. G.. erano state date per testo queste parole di S. Paolo (2 Cor,
IV, 3) “ Io ho creduto, epperciò ho parlato; ” ed al sig. S...... quest’altre
del medesimo Apostolo: “ Noi vi scongiuriamo; siate riconciliati con Dio. ”
(2 Cor. V, 20). L’udienza prestò grande attenzione fino alla fine ; ed uno
fra gli uditori, uu fratello straniero, ci esternava all’uscire, il vivo interesse
che in lui avea destata questa cerimonia.
Si pongano i nostri giovani fratelli coraggiosamente all’opera! Li accom-
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fagliano i nostri più sinceri voti, e le preghiere della Chiesa tutta. Rinnovino giorno dopo giorno colla preghiera, colla meditazione delle sacre carte,
e con un lavoro ostinato, il dono che hanno ricevuto, e l’opera loro non
Karà vana al cospetto del Signore.
L’epoca probabile della loro consecrazione è il 29 di giugno, e secondo
ogni probabilità, combinerà colla dedica del tempio di Pinerolo.
Gradite ecc.
NOTIZIE RELIGIOSE
PtiNEROLO. — Consecrazione di un nuovo Tempio.— Se siamo bene informati, venerdì 29 giugno, sarebbe il giorno scolto per dedicare solennemente
al Signore il tempio che la Chiesa Valdese ha eretto nella città di Pinerolo.
Non dubitiamo che quest’interessante cerimonia, cui può darsi che vada
unita la consecrazione dei due primi candidati usciti dalla scuola di Teologia delle Valli, chiami nel capo-luogo del circondario stuolo numerosissimo di fedeli bramosi di attestare al Signore la loro gratitudine per questo
doppio avvenimento, sì l’uno che l’altro così improbabili, 12 anni or sono.
Piacenza. — Turlolenze clericali..— Ecco sull’accaduto di Piacenza,
noi giorno del Corpus Domini alcuni particolari, che si danno per autentici ;
“ Fino dalla mattina del 7 s’era sparsa la voce in Piacenza che quel
clero, per recare sfregio al nostro governo ed a quelle autorità, non le avesse
invitate a far parte della processione del Cmpus Domini, e, per tema di
esservi costretto, avesse anticipata l’ora della funzione.
“ Dal susurrare, si passò verso le 9 ant. ad una dimostrazione pacifica
in chiesa, ove erano raccolte già le varie corporazioni religiose. Vedendo
inutile questa misura, la popolazione cominciò a schiamazzare ed a portarsi
minacciosa verso la sacristía. Varj preti, veduta la mal parata, se la svignarono. Alcuni, più protervi, si fecero incontro alla turba, ed usando modi
insolenti, la provocarono alFeccesso. Difatti, pochi momenti dopo, gli stessi
preti impauriti e tremanti, si barricavano in sacristía, e ne succedeva un
frastuono indiavolato. Avvisato di tutto ciò l’intendente, sig. Visone, vi
spediva la forza armata, onde salvare i malcapitati da una vendetta popolare.
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“ Alle duo oro o mezio pom. l'autorità non poteva ancora rispondere
della loro salvezza, e solo verso le tre, difesi da due file di bajonett«, sfilarono in luogo sicuro, non senza pero sentirsi i ben meritati epiteti.
Si dicono fatti molti arresti di canonici del Duomo. — Altri canonici
però, di altre collegiate della città hanno protestato contro l’operato dei loro
confratelli. — Anche a Genova pare si sia dovuto ricorrere all'arresto di
qualche prete in seguito delle intemperanti diatribe lanciata dal pergamo
durante la funzione del mese Mariano.
Roma. — Jl danaro di 8. Pietro. — Quel famoso danaro di S. Pietro, a
raccogliere il quale si era messo sottosopra l’Europa. l’Asia e l'America, e
che pareva, stando ai diarii clericali, dovesse fare affluire a Roma ricchezze
non mai udite, non ha prodotto che la somma relativamente meschinissima
di 500,000 scudi, assai meno cioè di quello che raccolga annualmente una
sola fra le tante società religiose che esistono in Inghilterra ! Ed è questa
la prova della rigogliosità così decantata del Cattolicismo-roniano !
— Moralità cardinalizia. — Scrivono alla Perseveranza da Roma, in
data 6 giugno :
“ Vi confermo in tutti i suoi dettagli la rivelazione fatta al Papa dal
“ principe di Torlonia, dei 7 milioni di scudi fatti passare, col suo mezzo,
“ sui Banchi di Londra e Parigi dal cardinale Antonelli. Essa continua a
“ formare il soggetto delle conversazioni del giorno, e se ne tirano le indù
“ zioni le più oltraggiose all’onore dello stesso Pontefice, conservando tut“ tora al potere l’infedele e rapace ministro. Il cardinale Wiseman prese
“ motivo da questo fatto scandaloso per fare gravi e serie rimostranze a
“ Pio IX sulla dissolvente amministrazione del suo primo ministero; ed
“ avendone avuto per tutta risposta la benedizione, segno convenzionale di
“ congedo, si assicura che finisse per dirgli: “ È dunque, beatissimo Pa“ dre, decretato da Dio, per i nostri peccati, che il governo temporale dei
“ papi cessi d’esistere! ”
Svezia. — Oliilgal, il vituperio è folto. — Queste parole si sono affac
date alla nostra mente, leggendo che alla fine la proposta governativa, più
volte respinta, deH’abolizione delle pene comminate contro coloro che abbandonassero la religione dello Stato, venne adottata da tre dei quattro
grandi ordini che costituiscono la Dieta Svedese, e quindi ha acquistato
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forza di legge. Così d’or innanzi non si potrà più dire che in un paese evangelico esistano leggi lesive della libertà di coscienza, e Roma unitamente
ai paesi sottoposti alla di lei influenza, avrà l’esclusivo monopolio di quella
triste merce, che è l’intolleranza religiosa.
Boemia.—Movimmto anti-papale. — Srivono da Praga aU’.4pe del Nord:
“ Inquanto alla Boemia, gli studj storici vi hanno ridestato uno spirito
affatto ostile alla Chiesa romana. Boemi in gran numero passano al Protestantesimo. Non v'ha che l’alto clero che sia papista ; inquanto al clero inferiore egli è patriotta. Sa benissimo tutto il popolo, che, colla forza, egli è
stato conquistato alla romana chiesa, e non si parla, in seno a lui che di
Ziska e di Huss, Termina il 1860 un periodo di 1000 anni da chè venne
la Boemia convertita al Cristianesimo per opera dei santi Cirillo e Metodio,
gli stessi che hanno convertiti i Russi, Si ha l’intenzione in Boemia di domandare che sieno ristabiliti il rituale e la lingua liturgica, primitivi, che
aveano questi apostolati introdotto nella Boemia, e che Roma le ha tolti
più tardi. ”
Domenico Grosso gerente,
LE MINISTRE ET LES PRÊTRES
ou RÉPONSE
AUX ATTAQUES DU PARTI CLÉRICAL SARDE
CONTRE
LE PROTESTANTISME
PRIX L. 1, 50.
TORINO — Tipografia CLAUDIANA, diretta da R. Trombetta.