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ANNO LXXIII
Torre Pellic€, 2 Oennaio 1942-XX
N. 1
L’ECO DELLE
Riguardate alla roccia onde foste tagliati?*^ '.»
(isaia^Wrl)"
ABBONAMENTI
Italia e Impero .... Anno L. 15 — Semestre L. 8
Estero................> . 25 — » .15
Nuljaf sia più forte della vostra fede 1
PELLICI1
Direlter«: Prof. GINO IoÌsTASÌiIl
AMMINISTRAZIONE: Via.Carlo Alberto, 1 bis - Torrb Peixicr
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - ToititK Peli.ice
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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Lct defezione di Cpio>'anni il
Profeta e più che profeta, il precursore del Messia soggioga e sgomenta le
folle con la sua possente predicazione.
Molte anime, turbate da quella voce,
scendono nelle acque del Giordano per
essere battezzate. E Giovanni, per l'interna guida dello Spirito Santo del quale è ripieno fin dal seno di sua madre,
annuncia loro l’appassionatamente atteso momento della venuta del Cristo.
Nel mezzo di voi è presente uno, il qual
voi non conoscete. Esso è colui che vien
dietro a me, il qual mi è stalo antiposto
di cui io non son degno di sciogliere il
correggiuol della scarpa. (Giov. 1: 2627; Mt. 3: 11; Me. 1: 7; Le. 3: 15). Ed
ecco Gesù apparire. Egli viene al Battista per compiere l’atto iniziale della
èonversione; Lui il Fedele, per lasciare
ài mondo un perfetto esempio di obbedienza e di sottomissione.
A Giovanni, Iddio aveva promesso un
segno di riconoscimento proveniente
dal cielp, segno preciso e inconfutabile,
del Cristo: « Io ho veduto lo Spirito die
I è sceso dal cielo in somiglianza di co^ lomba e si è fermato sopra lui. E quanp to s me, io noi conosceva; ma colui che
g- mi ha mandato a battezzar con acqua
y mi aveva detto: Colui sopra il quale tu
r vedrai scendere lo Spirito e fermarsi è
' quel che battezza di Spirito Santo. Ed
10 l’ho veduto e testifico che costui è il
• Figliuol di Dio (Giov. 1: 32-34).
. , « E il giorno seguente, Giovanni vide
i Gesù che veniva a lui, e disse: Ecco
: l’Agnello di Dio che toglie il peccato dal
^ mondo » (Giov. 1: 29); « ....il Padre ama
11 Figliuolo e gli ha dato ogni cosa in
mano Chi crede nel Figliuol ha la vita
eterna, ma chi non crede al Figliuolo
non vedrà la vita, ma l’ira di Dio dimora «opra lui» (Giov. 28: 36).
: Ormai il profeta mandato per prepa
o' rare, addirizzare la via del Signore ha
compiuto la sua missione; dinanzi alla
fulgida gloria del Messia egli diminui/ sce finché le lugubri porte del carcere
si chiuderanno sopra di lui, per sem
I
Chi può narrare le angosce della sua
I prigionia? I suoi discepoli si recano a
S visitarlo e gli riportano tutto quanto si
dice di Colui che egli, il Battista, ha
pubblicamente riconosciuto e dichiarato
i quale il Salvatore del mondo, il Cristo
i promesso da secoli; gli riferiscono la
I eco della sua nuòva, sconvolgente dotl, trina, le sue parole, il suo operare, E
: nelle tristi ore di relegazione, il Battista. dopo aver invano attesa la sua libeI' razione, uomo anch’egli malgrado la sua
I alta elezione, lascia lo scoramento inval’dergli il cuore e presta l’orecchio alla
peifida voce del serpente antico: « sarà
I, egli veramente colui che doveva venire? » Satana gli ha inoculato il veleno
fi.
terribile del dubbio. E Giovanni manda
I i suoi discepoli a Gesù per domandargli;
fe « Sei tu veramente colui che ha da ve^nire o pur ne aspetteremo noi un’alftro?» (Mt. 11; 3).
Orfanotrofio Valdese
di Pomaretto
Questo Istituto, recentemente
ingrandito e rimesso a nuovo,
sarà inaugurato nella sua nuova forma, Dio v., il giorno dell’Epifania: martedì 6 gennaio
1942, alle ore 16 precise.
L’ampliamento e la. completa
sistemazione sono dquuie alla
munificenza del cav. Antonio
Cabella; al quale la cerimonia
inaugurativa dirà tutta la ricoscenza della, Chiesa.
Il pubblico Valdese, quello in
ispecie della Valle interessata,
è invitato cordialmente.
La Commissione.
f
Gesù gli risponde soltanto con la dimostrazione della potenza che gli vien
dal Padre, adempiendo cosi le profetiche visioni d’Isaia. « ...andate e rapportate a Giovanni le cose che udite e vedete: i ciechi ricoverano la vista, e gli
zoppi camminano; il lebbrosi sono mondati e i sordi odono; i morti risuscitano
e Vevangelo è annunziato ai poveri. E
beato è colui che non si sarà scandalezzato di me » (Mt. 11: 5-6). Poi voltosi. alla folla disse: « ...io vi dico in verità che
fra quelli nati di donna, non sorse giammai alcuno maggiore di Giovanili Battista, ma il minimo nel regno O.ei cieli è
maggiore di lui» (Mt. 11; 11).
E beato colui che non si sarà scandalezzcÈo di me: Ora Giovanni, profeta,
più che profeta, malgrado il segno dal
cielo e la voce di Dio, malgrado la rivelazione dello Spirito Santo, così come gli
scribi ed i farisei, anche lui si scandalizza di Gesù. E dubita. Quale caduta per
una simile altezza! Egli ne porterà la
Gonseguenza: il rhinimò nel “regno dei
cieii sara maggiore di lui. A chiunque è
stato dato assai, sarà ridomandato assai.
(Le. 12: 48).
Quale lezione per noi. Fino a qual limite giunge la nostra fede, o il nostro
dubbio? Non abbiamo noi il fermo fondamento della Parola di Dio alla quale
dobbiamo strettamente attenerci ?
Quanti di noi non si scandalezzano della Parola stessa di Dio e dell’opera di
Cristo? E opponiamo la nostra sensata,
equilibrata, ragionata saviezza alla infinita saggezza di Dio, così come è rivelata nella sua Parola! Ci saranno lei
«grandi» spiritualmente parlando, ;he
saranno minimi nel Regno dei Cieli. Ora l’opera di Cristo continua e rimane
immutata. Essa ha dei segni precisi e
caratteristici, così come sono spiegati
nel capitolo 16, vers. 15-20 deU’Ev. di
S. Marco. Il segno dal Cielo.
Noi li dobbiamo riconoscere. Guai
alla nostra defezione!
Il Battista ci insegni!
Aida Chauvie.
5
[oniipgiileiizii del [appellano
I Tempo fa, parlando dell’utilità dì
un’adeguata assistenza religiosa presso
1 nostri militari, un m,io amico Valdese,
il quale aveva personalmente conosciuto le lotte ed i sacrifizi dell’ultima
guerra, mi faceva la seguente osservaizìtoe, a prima vista un po’ strana, eppur significativa: « Ora che sono più innanzi negli anni, ho rìmpressione che,
per quanto utile ed apprezzata sui campi di battaglia, l’assistenza spirituale
sia ancor più necessaria ai giovani i
quali non si trovano direttamente impegnati su di un fronte di combattimento ». '
L’osservazione del mio interlocutore
va considerata in ciò che essa racchiude
di vero e non tanto nella sua forma un
po’ paradossale.
j Non v’ha dubbio, infatti, che l’assistenza religiosa presso i militari è
stata e sarà sempre necessaria là dove
si soffre e si lotta; i primi ad affermarlo
sono i nostri fratelli in fede combattenti
i quali, specialmente nell’altra grande
-guerra, sono stati confortati dalla pre(senza e dalla parola d’un loro cappellano.
E’ innegabile, però, che la guerra,
con le rinunzie eh’essa impone, con i
dolori ch’essa rivela, con i sentimenti
eh’essa suscita nel cuore di chi effettivamente la vive, è tale un’esperienza
da maturare, da sola, il carattere e la
coscienza d’un uomo e da indurlo a dare alla propria vita un’impostazione
nettamente religiosa, cioè cristiana.
Mi direte che la guerra non ha sempre prodotto un tale risultato nel cuore
degli uomini, ed io lo ammetto; molti,
anziché avvicinarsi a Dìo, se ne sono
allontanati. Ciò non toglie, però, che la
crisi interiore, determinatasi nell’ora
solenne della guerra, si sia risolta talvolta, anche senza una normale assistenza religiosa, riconducendo l’uomo a
Dio, sulla via della fede in Cristo Salvatore.
La guerra, anche oggi, può maturare
religiosamene dei giovani Valdesi, lontani da un cappellano, per necessità di
cose, mentre invece là dove non si combatte ancora, là dove non si soffre tanto, là dove non si é costretti a considerare Dio, la vita, la morte, in tutta la
loro austera realtà, è facile, troppo facile, tragicamente facile, lasciar.si aogliere
dall’indifferenza religiosa e vivere soltanto per le cose di questo mondo.
Che la guerra maturi religiosamente
molti uomini, lo dicono certe lettere di
giovani Valdesi lontani, al servizio della
loro Patria.
« Mi sanguina il cuore, scriveva tempo fa un alpino Valdese dall’Albania,
al pensiero della lontananza dalle persone che amo più di ogni cosa al mondo.
Rivedere i miei genitori, per il momento è impossibile; me lo impedisce il mio
dovere di soldato, quel dovere che impone al militare italiano di essere fedele e di servire la Patria fino alla completa vittoria. Il Signore mi ha salvato
fino ad ora e voglio sperare che un giorno Egli mi schiuderà le vie della Patria... L’anima mia si è temprata alle
dure fatiche di guerra e sono diventato
più uomo, ma sppratutto ho trovato la
fede, quella fede che veramente prima
di venire in Albania non aveva. Talvolta sono necessarie al giovane certe
dure esperienze che insegnino a meglio
conoscere la vita... Debbo ancora dirvi,
sig Cappellano, che prima della guerra
bestemmiavo un po’; ora posso dirvi a
testa alta: non più ! Sono contento di
essermi liberato da quel flagello che
colpisce tanti giovani » !
Non possiamo che apprezzare una tale testimonianza e chiedere a Dìo che
essa susciti nel cuore di chi la legge delle buone, profonde impressioni. Il Signore è fedele éd adempie così la sua
promessa: « Invocami nel giorno della
distretta, io te ne trarrò fuori, e tu mi
glorificherai ». (Salmo 50; 15).
Convinto, d’altronde, della necessità
di alimentare la vita cristiana di tanti
altri giovani Valdesi sotto le armi, ho
visitato, in questi ultimi 'due mesi, alcune centinaia di militari nostri fratelli in
fede, riuscendo a celebrare, nelle località più diverse, 26 culti, dei quali uno
con la S. Cena. Due volte ho attraversato le Alpi per recarmi nella zona di
occupazione, una prima volta in novem,bre e, ultimamente, in occasione del
Natale.
L’inverno, fino ad ora eccezionalmente benigno, mi ha risparmiato alcune
lunghe camminate nella neve; in compenso il freddo è stato pungente e quando, di notte, il termometro scendeva a
21 gradi sotto zero, non c’era tempo da
fermarsi a guardar le stelle !
Ho riunito parecchie volte« i nostri
alpini nei loro accantonamenti, meditando insieme con loro la Parola di Dio;
il giorno di Natale ci trovò raccolti in
una modestissima stanzetta, più semplice ancora delle nostre piccole scuole di
montagna, uniti gli uni agli altri dal
vincolo della comune fede nel Salvatore. L’assemblea era tutt’altro che imponente, mancava il canto, il dolce,
commovente canto di Natale, ma abbiamo sentito come anche nelle ore più
cupe della vita, anche oggi, anzi sopratutto oggi, vi possa esser, gioia nel cuore
del cristiano, perché l’amore di Dio in
Cristo Gesù è la grande realtà manifestatasi in modo speciale a Betlemme.
Fondati su questa certezza, abbia'mo
insieme celebrato, in modo semplice eppur sempre solenne, la Cena del Signore.
Nel pomeriggio di quel giorno, in una
località situata a più di 1700 metri di
altidudine, potevo celebrare un secondo
culto con altri giovani alpini. In quell’occasione, mentre stavo per raggiungere la sommità d’un colle, un signore,
il quale percorreva la stessa via, mi
fermò e mi disse: « Sapete che questo è
uno storico colle ? » Convinto che egli
alludesse a qualche episodio di storiq
Valdese, risposi di sì; ed egli lo confermò, ricordandomi come su queU’altur^
i Valdesi, guidati da Enrico Arnaud,
avessero pernottato nell’agosto del 1689.
Mentre continuavo il cammino, il mio
pensiero riandava ai tempi passati, in
cui, anche nel campo religioso, ubbidire
a Cristo voleva dire combattere per
Cristo.
In altre occasioni ho potuto presiedere quattro culti, nella cinta d’un for-
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L’ECO DELLE VALLI VaìJDESI
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te montano, con numerosi alpini Valde-’
si. Ne ho raggiunto’’ altri, più in^ alto,
sui campi di sci, dove i nostri baldi
montanari danno prova di vigore e di abilità; e in una stanzetta vicina alla camerata abbiamo insieme ascoltato la
parola del Vangelo.
Allo scopo di visitare, prima del Natale, il maggior numero possìbile di militari Valdesi, mi sono poi recato presso
vari reparti dove i Valdesi sono meno
numerosi ed un po’ più isolati. Ho avuto così la possibilità di celebrare altri
culti con militari Valdesi, dei quali ricordo alcuni nomi soltanto: artiglieri
Martinat Femarido, Gay Aldo, Richard
Emilio, Gönnet Stefano, Bounons Gustavo, Besson Ermanno, Zoppi Enrico,
Sappei Alberto, Baret Giulio, Pellenco
Isidoro, Reynaiud Giovanni, Ciordan Alberto, alpini Buffa. Emilio, Soulier Cesare, Lausarot Davide, Meynet Ernesto,
Bouchard Alberto, Sappè Arturo.
Dovunque hoi potuto esercitare il mio
ministero liberamente e con piena comprensione da parte dei comandanti di
reparto.
Mi sono adoprato a distribuire ai nostri giovani giornali ed opuscoli religiosi; l’opuscolo natalizio, da m,e perso
nalmente cons^egnato ad un numero rilevante di militari Valdesi, è stato gradito. Chiunque non l’avesse ricevuto,
me lo richieda e gli verrà possibilmente
spedito o consegnato.
Ci sarebbero, infine, tante altre cose da dire, parecchie altre osservazioni
da fare, perchè l’opera del Cappellano
non si svolge sempre, come molti cre^dono, in mezzo a belle soddisfazioni; egli incontra anche, da parte di giovani
Valdesi, una certa ostilità, una certa indifferenza.
Ma non ne voglio parlare oggi.
Termino comunicando che, insieme ad
alcune offerte inviatemi da generosi amici per l’opera di assistenza di cui mi
occupo, mi sono state consegnate da alcuni militari Valdesi i seguenti doni per
l’Eco delle Valli;
Alpini 'Valdesi 26 Comp. Batt. Pinerolo
L. 150 - Artiglièri Alp. Gruppo Val Chisone, 75 - Aùt. Cordin Carlo, Cougn Aldo, Ribet Arturo, 50 - Sold. Michelin
Salomon Gilberto, 10 - Alp. Rostan Emanuele, 10 - Alp. Buffa Emilio, 10 Alp. Sappè Arturo, 10.
A tutti diciamo il, nostro grazie di
cuore.
T nuovi donatori saranno benvenuti.
Il Cappellano Militare Valdese
Capitano E. Rostan.
LJ IflOlM/ì DELLA QIQVCMT(j VflLDC5C
Onelio che ci tnanca e come procnrarcclo
La fine di un anno e l’inizio dell’anno nuovo rappresentano il moifiento più
adatto per fare il bilancio delle cose che
ci mancano.
Non parliamo naturalmente delle cose della vita materiale, bensì delle deficienze che scopriamo in relazione colla vita spirituale.
Non è davvero difficiile enumerare
tutte le cose che ci mancano perchè la
nostra vita spirituale possa essere definita florida e prosperosa. Ogni membro
delle nostre Unioni è in grado di fare
l’elenco delle deficienze spirituali che
troppo spesso paralizzano la nostra vita
religiosa. Forse, però, non tutti sono in
grado di indicare con sicurezza dove stia
il rimedio, contro aUe debolezze della
nostra vita religiosa e come possiamo
procurarci quello che ci manca.
Si parla molto di « risveglio » ma se
ne parla come di qualcosa di lontano, di
difficile: qualcosa di misterioso ed anche - lasciateci dire la parola brutalmente sincera - come di qualcosa di artificióso e poco simpatico.
Tutto ciò indica un concetto errato di
quello che sia un « risveglio » spirituale
e di ciò che occorra perchè esso si manifesti.
Il risveglio è composto di due elementi: quello divina e quello umano.
Molti si fermano a fissare lo sguardo,,
esclusivamente m ciò che Dio deve fare
perchè un’anima si risvegli; e dimenticano di considerare ciò che essi stessi
devono fare.
L’azione di Dio nel risveglio della
vita religiosa ci riguarda per un solo
aspetto: noi dobbiamo credere a ciò che
Dio ha fatto per noi ed a ciò che mille
volte ha offerto ad ognuno di noi.
Dio ha tutto preparato per arricchire
lo spirito nostro con i doni maravigliosi
della sua Grsizia. Dio ha messo a nostra '
disposizione quei doni offrendoceli gratuitamente. Essi sono per noi; non abbiamo che da stendere la mano e prenderli. Basta credere per ricevere.
Spesso gli uomini dissertano su quei
doni, invece di stendere ìa mano della
fede e dire: « dammi, o Padre, ciò che
mi hai offerto in Cristo» fanno come
quei bambini di ima Scuola domenicale
i quali, al termine di una lezione s^pra
la Fede, videro il loro Monitore trarre
di tasca un lucente orologio di nickel;
poi rivolgersi a loro con un sorriso, e
dire, tenendo l’orologio sul palmo della
sua mano: « A voi, bambini; ho deciso
di farvi un regalo; chi vuole questo orologio se lo prenda ! » I bambini risero
allegramente, e toccandosi col gomito e
strizzando l’occhio, assunsero l’aria di
persone che la sanno lunga... Che burlone quel maestro ! Il più piccino, però,
dopo aver guardato con desiderio il bell’orologio e dopo aver fissato il volto del
maestro, stese la mano e prese l’orologio; e l’orologio fu suo, mentre gli airi
bambini si disperavano per non aver
saputo credere alla semplice offerta del
maestro. Egli aveva voluto, con quel
gesto, imprimere in modo indelebile,
nelle menti dei bambini, la lezione della
Fede per mezzo della quale noi non
abbiamo che da prendere quello che il
Signore ci offre.
Perchè la nostra vita spirituale sia risvegliata, abbiamo bisogno del dono
dello Spirito Santo. E’ perchè troppi
cristiani ignorano o non capiscono l’offerta e la promessa del Signore, che la
vita spirituale di molti declina fino al
sonno.
Eppure Gesù Cristo laveva parlato
ben chiaro quando aveva spiegato ai
suoi Apostoli che Egli doveva salire al
cielo.per poter mandare un dono nuovo
ed infinitamente prezioso: una nuova
manifestazione dello Spirito. Rileggansi,
in proposito il Gap. 14 del Vangelo
Giov'ahnì vers.-15-31; ed il Gap. 16 deUó ’
stesso Vangelo vers. 1-15. Quanti, pui>^
troppo, che leggono e rileggono quelle
parole con la mente avvolta da un velo'
di scetticismo e di incredulità o con là
mente turbata dalle loro interpretazioni
teologiche materialistiche che oscurano
la verità.
Quello Spirito Santo - manifestazióne
potente derivata da tutta l’Opera redentrice del Cristo e capace di comunicarci il frutto del sacrificio e della vittoria del Salvatore - è a disposizione di
tutti quelli che credono in Gesù, figliolo
di Dio.
Che cosa dobbiamo fare per riceverlo ? - Prenderlo per mezzo della mano
della fede ! - Gesù Cristo ce lo assicura.'
Uditelo: « Se voi che siete malvagi sapete dare buoni doni ai vostri figliuoli,
quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo
domandano ! » (Luca 11: 13) E Pietro
ripeterà quella solenne promessa nel
giorno della Pentecoste, in cui égli stesso avrà sperimentato il dono dello Spi-j
rito: « Poiché per voi è la promessa e
per i vostri figliuoli e per tutti quelli
che sono lontani, per quanti il Signore
Iddio nostro ne chiamerà... » (Atti 2:
38-39).
L’azione che Dio vuole compiere per
il nostro risveglio è chiara ed evidentè,.
La parte che Egli solo può compiere ^
già stata compiuta. La sua offerta è già
stata fatta e per sempre. La sua promessa sussiste del continuo.
Quella che manca è la nostra parte:
parte molto semplice e facile e nient’affatto misteriosa o artificiosa. E’ la parte
del bambino che tende la mano con fede
e ptendé il dono offertogli. Una camr
pagna di risveglio non è altro che la
proclamazione di queste verità, con forza speciale. Quando udiamo annunziare
quese verità, invece di discutere sul risveglio, diciamo a Dìo: Io voglio ! Tendiamo la mano della fede per prendere
il dono del suo Spirito e noi riceveremo
e lo Spirito suo opererà in noi con potenza.
►h
Noi abbiamo conosciuto un giovai^e
studente il quale, molti anni orsono, udì
annunziare questo Evangelo. Tornato
a casa sua incominciò ad assediare il
I trono di Dio con le sue preghiere. Egli
era debole, ...la sua fede era così ìncerta... tanti dubbi lo agitavano... Ma la sua
I decisione era ferrea: « Se ciò che il "Van1 gelo promette è vero, io voglio ricevere
! il dono dello Spirito Santo ! »
i E lo ricevette ! La luce si fece nella
sua mente, i suoi dubbi svanirono, una
forza nuova entrò nella sua vita per
aiutarlo nella lotta contro il male e da
quel giorno egli è camminato di luce in
, luce, di progresso ìn progresso, per
l’azione dello Spirito in lui. E, da lui, lo
Spirito si è riversato su altri attorno a
lui
\ Volete voi ? Siete voi decisi a che il
; risveglio diventi una realtà per voi e,
per mezzo di voi, in quelli che vi circondano ? Impegnate decisamente la
vostra lotta per ricevere il dono, promesso a chi lo domanda con fede e con
perseveranza. « Ma chiedete con fede
senza star punto in dubbio perchè chi
dubita è simile ad un’onda;... non pensi già quel tale di ricever nulla dal Signore... » (Giacomo 1: 6-8).
Non cessate di chiedere ed otterrete
e l'alba di un nuovo giorno illuminerà
j lo spirito vostro; così come i vostri occhi
sono illuminati dal sole al vostro risveglio quotidiano. Paolo Bosio.
FttalODt ddle OolDDl Valdesi
Gruppo Valli
Il buon esito del Referendum 1941 ci
incoraggia a lanciarne un altro quest’anno. La procedura è la stessa. Ogni Unione riceverà le copie richieste da distribuire a tutti i giovani, i quali prepareranno la loro risposta scritta da consegnare al Presidente o chi per esso.
Questi esamina le varie risposte e ne
riferisce in una seduta plenaria. I migliori lavori possono venir premiati. Il
riassunto degli studi individuali e della
discussione viene inviato sotto forma di
unico lavoro al Capo-Gruppo il quale
a nome, del Comitato premierà, nel Convegno di giugno, l’Unione che ha dato
la migliore risposta.
Confidiamo che tutti i giovani vorranno, secondo le loro capacità, meditare sul seguente tema di grande importanza;
PERCHE’ SONO E RIMANGO
VALDESE
1 - Quali sono i princìpi della fede
evangelica valdese.
2 - Per quali motivi questi principi
sono diventati i miei principi (cioè
perchè sono e sento d’esser valdese).
3 - Quali sono i pericoli che minac
ciano la mia fede.
4 - Perchè intendo vivere e morire
nella fede evangelica valdese.
IL COMITATO DI GRUPPO.
Capodanno 1942 -XX.
Convegno di Pomaretto
7 dicembre 1941-XX
r:
Pomaretto, avanguardia della Val
Balziglia. Sulla vasta spianata del tempio, malgrado la rigidezza della temperatura, poco più di zero, un gran numero di giovani sono presenti, per assistere al Convegno Generale.
Saluti, strette di mano, s’incrociano
a vicenda; intanto scoccano le 15, ed il
Capo-Gruppo delle Valli, sig. Bertin di
S. Germano Chisone, invita ì convenuti
ad entrare nel tempio.
Prende la parola il pastoie Mathieu,
della parrocchia ospitante; dopo la lettu.ra del Salmo 62, ed un brano dell’Epistola ai Galati, tratta il tema: La gioventù Valdese, nell'ora che volge. -fi
Più che, un tema è un problema, e
della .più alta im.portànza, ed egli lo "'Ì
affronta con l’acume di chi, pur sentendo ancora pulsare nelle vene, caldo ed d
impetuoso il sangue di gioventù, è tut- .J
tavia reso saggio da una salda esperienza. J
Perciò, ne cottiprende le lotte, le gioie,
le angosce, le aspirazioni, ed in fine i
pericoli, e ne tratteggia quello che è
forse il maggiore.
Infatti, egli dice, la Gioventù Valdese
resisterebbe forse aH’attacco del peccato, se questo gli si presentasse dinanzi,
così in modo brutale, come di solito si
presenta; resisterebbe forse ad una persecuzione chè insospettate riserve d’energia e di coraggio giaciono languenti
in fondo ad ogni cuore.
Però se un fatto è certo, è questo; è
molto più difficile, resistere aU’insidia
lenta e metodica, che il mondo ci tende.
Lasciarsi trascinare lentamente, cosi,
Ieri essendo fermi ed irremovibili, oggi, tentennando digià, venendo ad un compromesso che lascerà aperto il varco ad t
ogni trasgressione delle leggi di Dio,
domani, ormai preda dell’ingranaggio^
fatale.
Ed è contro questo pericolo, termina
il pastore Mathieu, che occorre volgere,
la nostra vigilanza, le nostre forze, si da
non restare mai, neppure un istante dimentichi, che Satana c’insidia ad ogni
attimo della nostra vita. ^
Il Capo-Gruppo, sig. Bertin, ci fa percoiTère a grandi tappe, tutta la vita
umana, almeno quelle che hanno una
ripercussione di carattere religioso sull’individuo. “§
Cioè battesimo, confermazione, matrimoriio, e la dipartita, soffermandosi '..y
sulla più importante fase della vita, che i
è la giovinezza, ne dipìnge con verismo
impressionante l’assillo comune a quell’età: emanciparsi, sfuggire ad ogni
controllo, in una parola, diventare qualcuno, fare da sè.
Ed a questo punto, il Capo-Gruppo,
ci pone dinanzi, vividi e precisi, i pe- ■■
rìcoli nei quali ci sì può imbattere. ^
Sui cantieri, nelle officine, al servizio
militare, per le giovani, al servizio nelle • J
città, la voce del mondo, l’esempio, sono'-'p
come un tarlo, che inavvertito dap-^
prima, poco a poco finisce per consu- %
3
Iinate quella fede, che non è veramente
;'isalda.
In seguito egli tocca il tasto che più
I di tutti stride, cioè quello dell’indif
ferenza.
^ In ultimo.
Í»
con una immagine proi' fonda e pur naturale, l’oratore personi-,
l'fica la chiesa, nella nostra madre spi; rituale.
La chiesa è altresì un corpo in cui
5 ogni membro esercita la sua funzione,
succedendo il contrario, si verifiche' rebbe la tragedia ch’egli dipinge in mo‘ do tale, da farne provare l’orgasmo:
\,le mani che dovrebbero lottare, conqui;^tare, spargere la semente, e mietere,
cadono inerti, le- gambe che dovrebbero avanzare, correre anzi, s’afflosciano, e si immobilizzano, inerti e gepide... la chiesa non rimarrebbe così che
un tronco, vivo sì, ma condannato, a
.fine più o meno vicina.
Vien fatto, come sempre, l’appello
- delle Unioni, che risultano tutte ben
Lrappresentate, e caso eccezionale, v’è
fpure una rappresentante dell’Unione
Ì^di Catania, che ne porta il fraterno
¡saluto.
Il Convegno si chiude con alcuni
inni giovanili e in ultimo con il canto
' del Rimpatrio. Sia per noi un motto
pa frase che sintetizza tutto lo spirito,
I il carattere Valdese, la frase che si dirà
parlando di noi, se lo avremo meritato:
? « L’han giurato, o passare o morire,, son
^passati, falange immortai! » R. B,
— Questa cronaca non ci dà una re^dazione completa dei lavori del ConItvegno. E’ tuttavia molto interessante
perchè ci fa vedere ciò che un giovane
.agricoltore e operaio com,prende e sente
^-di quanto è stato detto in uno dei no" stri raduni. E voglia Iddio che tutti i
|:iiostri giovani riportino sempre a casa
’'impressioni, ricordi e proponimenti così
fermi ed elevati!
A Pomaretto abbiamo visto una mas^a compatta dì giovani seri e attenti!
p più lontani venivano da Torino, An.-^rogna, Frali e Rodoretto.
L’atmosfera era quella autentica del
la Federazione.
Si è sentito la mancanza di una rac■••colta di Canti Giovanili, la vecchia espsendo esaurita. Sappiamo cfie il Comitato Nazionale la sta compilando, e
raspettiam.0 con fiducia.
La colletta per l’Eco ai militari ha
fruttato L. 182.
— NelVora che volge. Ogni Valdese
„può far sua la seguente dichiarazione
dell’Ugonotto Augusto Sabatier: « Dio
mi ha dato una madre che non era altro che 'un’umile montanara: voglio
dire la Chiesa delle Cevenne, chiesa di
s,Tnandriani e di contadini, che, perseguitata atrocemente durante due secoli
e Vissuta senza sacerdozio nè sacramenti, senza infallibilità, persino senza
pastori, unicamente coUa Bibbia nel
focolare domestico e la testimonianza
dello Spirito Santo in fondo al cuore.
Nella sua miseria, nella sua distretta,
.nella sua ignoranza, questa madre che
per lungo tempo non ha avuto altro
rifugio che le gole dei boschi o le caverne delle montagne, ha pur generato
^ delle forti generazioni di cristiani viSventi e fedeli che si sforzano da un se“Colo a questa parte di darle ciò che le
manca. Possono sbagliare e non sempre
nuseire ma almeno amano la madre
»comune d'un amore fedele fino alla
morte.
Quanto a me, non so dire quanto
provo per essa dì riconoscenza e di
.pietà figliale allorché penso a queste
due cose che ho trovato nella sua eredità e che stimo essere ì tesori più grandi di quaggiù: l’Evangelo e la libertà ».
Appunto perchè la Chiesa ha l’Evan,gelo, la gioventù valdese può trovare
nella Chiesa la soluzione a tutti i suoi
^problemi e la difesa contro tutti ì pe¿ricoli che la minacciano.
Poniamoci la domanda: Ha la nostra
Chiesa l'Evangelo? - Ma come in un or
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
ganismo le cui estremità sono paralizzate e nelle quali non circola più il
sangue vivificatore, còsi nella nostra
Chiesa il cuore bàtte,,-la Parola di Dio
è predicata, ma essa non giunge sino
alle estremità, circola solo nel tronco,
nel nucleo centrale dei fedeli,, e le
membra giacciono atrofizzate e inerti,
sì che la Chiesa non agisce e non cammina.
Nell’ora che volge, primo compito e
prima responsabilità della gioventù
valdese è di far circolare in tutto il
corpo della chiesa, colla testimonianza
della parola e della vita e coll’attività
santa al servizio dì Cristo, il sangue
dell’Evangelo. G. B.
CONVEGNO A TORINO
Epifania - 6 gennaio - ore 15
Sala Valdese di Via Pio V, 15
Sarebbe desiderabile che a questo
raduno che è il primo del genere nel
nostro gruppo, indetto da noi per mezzo e sotto gli auspici dell’Alleanza Giovanile Evangelica partecipassero molti
rappresentanti delle nostre Unioni, le
quali dovrebbero concorrere alle spese
di viaggio, se necessario.
JnfomazioBi Varie
— Dalla pagina della Gioventù de
« La Luce » sappiamo che hanno avuto
luogo nell’autunno dqe Convegni, uno a
Como il 26 ottobre. Hanno parlato il
pastore Moreschini sulla lotta di Giacobbe con l’angelo e il pastore Carlo
Lupo e il col. De Nicola sul tema « Confessione di fede ».
a Bari il 1 novembre. Erano presenti
giovani delle varie chiese battiste e
valdesi della Puglia. Hanno parlato
sulla « Bibbia nella vita del giovane
credente » i pastori Nesterini, Mollica
e Castiglione. ,,
Questi raduni sono stati molto viventi e benedetti. Essi sono l’unica occasione in tutto l’anno di riunire la gioventù di un Gruppo e rinsaldare i vincoli fraterni coi giovani di altre denominazioni.
— Sabato 29 novembre ho avuto il
piacere di visitare l’Unione di Pinerolo.
Non è molto numerosa ma è molto attiva. L’elemento femm,inile è preponderante come numero e come... voce.
Vi è molto affiatamento; lo si vede anche nella • partecipazione in massa ai
Convegni. Auguriamo a questa fiorente
Unione di città di continuare ad occupare nel nostro gruppo una posizione
centràle e di avanguardia.
— Il COMITATO DI GRUPPO ha aavuto una buona seduta sabato 20 dicembre in Torre Pellice, nella Casa
Valdese. Quanto prima sarà inviata alle
Unioni ima circolare sui lavori svolti.
— Il Conto Corrente Postale del Cassiere della FUV al quale le Unioni sono
pregate d’inviare con sollecitudine le
quote è:
Rag. Alfredo Giocoli, Via IV Novembre 107 - Roma - C. C. P. n. 1-1216.
— La prossima pagina della Gioventìl
dedicata ai Militari uscirà la prima settimana di febbraio.
— A tutte le Unioni invio all’inìzio
del nuovo anno un fraterno saluto e
l’augurio di prosperare in ogni cosa
santa e buona, con l’aiuto del Signore.
IL CAPO GRUPPO.
Gustavo Bertin - San Germano Chisone.
La gravità dei tempi, l’onore del nome valdese vi impongono di rinunciare
alle solite balcU>Tie e ai soliti schiamazzL
Siate dei Coscritti Valdesi!
Fm US
Fra 15 giorni a
le riunioni della
quali saranno allo
potremo presentar
per il Collegio di
Quello che poss:
ti hanno risposto,
raggiunto un risù
situazione è tutto
Bisognerebbe c'
mente gli antichi
inviassero una lor
mo spirito di un j
«Quale Valdese
legio, mi sono se
addolorato per qui
« Grato per l’ist
ta costì impartita
principi di educaz
desidero concorrei
i molti miei com
classe facciano al
I vostri Pastori,
della Tavola (sig.
IV Novembre, 107
ti dì ricevere le vo
La Comm
^lovni I
iranno luogo a Roma
Venerabile Tavola, e
ra i risultati che noi
e riguardo all’appello
irorre PeUice?
amo dirvi è che mole che ..abbiamo già
tato discreto; però la
ra allarmante.
Jie tutti, ma specialalunni del Collegio, ci
3 offerta, nel medesìmico, il quale scrive:
ed ex alunno del Colntito particolarmente
anto da Voi reso noto,
ruzione che mi è staunitamente a sani
ione morale e sociale,
e... augurandomi che
bagni di collegio e di
tjrettanto e dì più ».
nonché il Cassiere
Guido Comba - Via
- Roma) saranno grastre offerte.
ssione Distrettuale.
CRONXlQ/1 VfiLDESE
fo;
ANOROONA (Serre)
Il giorno dì Ni
a Pra del Torno
dalla S. Cena.
Il dopopranzo,
zeppo fino al punti
sone non trovaropi
(vorremmo che
ogni nostro culto)
l’albero di Natale
Scuola Domenicale
co e ben preparato
piccoli attori. Il P
c(ùel giorno è un
dobbiamo riceveifi
mente sempre; il
di Sè stesso a noi
auguriamo di cuoh
novella » sia stati
tenuta da tutti, gr
Domenica 28 Ci
la festa di Natale
deltorno. Nuòvi
intorno all’albero
mente. E l’annunzii
fatto a noi da Dio
Il Signore faccia
per noi ed in noi
che, nella Sua gra:
di udire.
Ringraziamo v
Arnaldo Comba
nostro culto pome
atale è stato celebrato
Con un culto seguito
pel tempio del Serre,
o che parecchie per
si svolse la festa delper i bimbi della
Un programma ricfu svolto dai nostri
Òstorè ricordò che in
dono particolare che
e è trattenere saldarono che Dio ha fatto
in Gesù Cristo. E ci
e che questa « buona
a ricevuta e sia tratandi e piccini.^
orrente aveva luogo
per i bambini a Prabanti, nuove poesie
adornato artisticao del medesimo dono
PEHRERO-MANIOL
Il Natale è stati
colare solennità,
frequentati. Molti
la S. Cena.
Sono state prep
tale per le Scuole
ro, il 21 dicembre,
bini sì riunirono
vità gremita di p
le recite degli allib
nicale e deU’union
La sera di Nata!
tem,pio di Maniglia
citato e tutti ha
ciò gli inni di Nat
La stessa sera
del Crosetto si r
di quartiere per a
-no preparato da
nicale.
Un vivo ringra
loro che si sono
riuscita dì queste
— Abbiamo riv
militari in breve
delle feste natalizi
— Gli abbonati
Valdesi hanno se
in seguito all’invl
saggio.
o più posto a sedere,
sse sempre così, ad
Egli stesso fruttare
l’Evangelo di Natale
zia. Egli ci ha dato
fvamente il pastore
che ha presieduto il
ijridiano al Serre.
e. a.
ÌA
celebrato con particulti sono stati ben
hanno partecipato al
prate tre feste di Nadomenicali. A Perreun’ottantina di bamnella Sala delle attiubblico per ascoltare
vi della scuola domee giovanile,
e la festa si tenne nel
I piccoli hanno re-o cantato con slanale.
dì Natale il villaggio
accolse nella scuoletta
•Sicoltare il programmi-*
quella Scuola dome
nni
ai
ziamento a tutti coioperati per la buona
simpatiche feste,
isto con piacere molti
]3ermesso in occasione
e.
all’Eco delle Valli
bsibilmente aumentato
o dei tre numeri di
POMARETTO
Martedì 28 dicembre è deceduto alla
Paiola dell’Inverso Pìnasca dopo violenta malattia Baret Ettore di Enrico
di anni 8. La sepoltura ha avuto luogo
il giorno di Natale con la partecipazione
di un largo stuolo di bambini; di parenti
e dì amici‘*^della famiglia in lutto.
— Martedì 29 dicembre hanno avuto
luogo le esequie del nostro fratello Bertetto Emilio del fu cav. Giovanni deceduto dopo lunga e penosa malattia nella sua abitazione del Reynaud di Inverso Pinasca in età di 72 anni.
Tanto ai genitóri ed ai fratelli del
piccolo Ettore, quanto alla vedova ed
ai figli del nostro fratello Bertetto Emilio rinnoviamo l’espressione della
nostra viva simpatìa cristiana additando agli uni ed agli altri le dimore celesti.
— Il culto di Natale nel Tempio è
stato reso quanto ' mai. solenne da una
larga partecipazione di fedeli, dall’esecuzione di un coro di circostanza da
parte della nostra Corale diretta dal
sig. Pietro Bazzotta, dalla cèlebrazione
della Santa Cena cui hanno partecipàto
più di 150 comunicanti.
— La sera di letale un altro culto
con Santa Cena è stato celebrato nella
Cappella del Clot gremita di persone,
quasi tutti sì sono avvicinati al tavolo
della Comunione.
Benedica il Signore quei culti e dia a
tutti di perseverare nella comunione
con Lui.
— La festa dei nostri bambini è stata
celebrata nel Tempio nel pomeriggio
della domenica 28 dicembre. Più di 200
bambini con i loro genitori si sono raccolti intorno ad un ■ bellissimo albero
pieno di luci, e sono stati rallegrati dal
programma fatto di poesie e dialoghi,
canti, proiezioni luminose e la distribuzione di un pacco Natalizio.
— Ospedale. Anche i malati degenti
nel nostro ospedale sono stati rallegrati
la vigilia di Natale dà una riuscita festicciola attorno al tradizionale abete.
Piccoli e grandi si sono stretti intorno
ai ricoverati per esprimere loro il loro
affetto' cristiano e per rallegrarsi con
loro per la venuta nel mondo del divino
Consolatore e del gran Medico dei corpi
e delle anime.
I malati riconoscenti ringraziano la
direttrice suor Margherita Grill, U personale dell’ospedale e quanti a Ipro si
sono uniti per rendere meno penoso il
Natale lontano dal focolare.
— Orfanotrofio. In una atmosfera di
famìglia, i 24 ricoverati dell’orfanotrofio hanno festeggiato Natale Tanti vigilia nel pomeriggio sotto la direzione
della buona Direttrice, sig.na Adele
Pons che non ha risparmiato fatiche e
lavoro perchè tutto riuscisse nel miglior
modo. Una buona merenda li riuniva
poi tutti, in allegria, attorno al desco
comune.
PRALI
All’età di 84 anni, si è serenamente
addormentata nel Signore la nostra sorella Grill Susanrva, dei Pomieri. Ai funerali, svoltisi nel pomeriggio del 15
c. m., hanno partecipato molti parenti
ed amici. Esprimiamo la nostra simpatia cristiana ai fratelli, di cui uno è il
pastore emerito Filippo GrUl ed un altro nostro anziano da diversi anni ed ai
parenti tutti.
RORA’
Fiori, canti e lacrime!
Domenica 14 dicembre al culto principale ebbe luogo la celebrazione del
matrimonio dei giovani Guido Durand
e Luisa Toum. L’assemblea, particolarmente numerosa per la circostanza, lì
circondò di calda e fraterna simpatia.
Natale. In mattinata, prima del culto
principale, venne celebrato il battesimo
di Benecchio Arnaldo di Albino e di
Tourn Niccolina: bimbo buono che si
comportò come se capisse la solennità
del momento ed al quale auguriamo la
’ '’SS
4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
stessa serietà, verso le cose di Dio, per
tutta la vita.
li culto acquistò solennità ancor maggiore del consueto per l’ammissione di
cinque nuovi fratelli alla chiesa. Cinque
giovani che non erano stati ammessi
all’età consueta per motivi svariati e
che lo furono ora in seguito alla campagna d’appello. Due di essi essendo
sotto le armi, ottennero un permesso
apposta per la circosanza grazie all’interessamento del nostro Cappellano
Militare. L’atmosfera esultante del culto di Natale, ' mostrò bene con quanta
gioia la chiesa vedesse queste, confirmazioni.
La chiesa gremita offriva uno spettacolo di bellezza purtroppo rara. Si
accostarano alla Sacra Mensa una ottantina di comunicanti, tra i quali molti
in divisa militare. Numero eccezionale.
per Rorà, che persino dei vecchi affermavano di non aver mai visto... Com’è
bello camminare in novità di vita quando soffia lo Spirito del Signore ! Oh se
invece di parlare così d’un giorno solo,
potessimo dirlo d’un’annata intera !
Feste dei Bimbi. Ebbero luogo rispettivamente a Rumer il 22, alle Fucine
il 25 ed al centro il 26. Dinanzi a numerosi uditori i bimbi éseguirono i programmi preparati dalle, rispettive insegnanti; anziani e fratelli sì prodigarono
nel preparare gli abeti; cari e generosi
Amici lontani provvidero utili regali
pe rutti i cento e più bimbi della parrocchia. Una piccola colletta effettuata
tra costoro, permise di mandare un modesto regalo ad una Chiesetta dell’Evangeiizzazione. A tutti coloro che si
sono generosamente prodigati per queste feste diciamo ancora la nostra profonda gratitudine.
Lunedì 29 dicembre. Il nostro tempio
si affollò un’altra volta per accogliere
un lungo cortèo salito dalle Fucine onde
accompagnare la salma di Rivoira Clotilde in Malan di anni 69, che il Signore
ha richiamato a sè dopo pochi giorni di
malattia. Essa lascia in mezzo a noi il
ricordo del suo sorriso affabile e buono,
del gran piacere che prendeva nel partecipare alle riunioni e dello zelo col
quale si prestava ad accompagnare numerosi gruppi di bimbi alla Scuola domenicale ed alle feste dei bimbi.
SAN GERMANO CHISONE
Una durissima prova ha cdpito il 21
corrente la famiglia Bouchard dei Bernardi. La figlia Rachele nella giovane
età di anni 16, in una repentina crisi di
nefrite, ha abbandonato questo mondo
malvagio per rispondere alla chiamata
celeste.
Col cuore rotto dal dolore, dinanzi al
mistero impenetrabile della volontà di
Dio cerchiamo nella preghiera luce,
consolazione e pace! Se il Padre Celeste ha colto cosi presto questo fiore purissimo dì fede e di bontà è certamente
perché Egli ha voluto metterlo al riparo dalle tribolazioni della vita e dalle
insidie di Satana, e dare alla nostra giovane sorella una missione nei Cieli più
grande e più bella di'quella che avrebbe potuto avere nella famiglia e nella
chiesa.
A colei che è stata catecumena esemplare, figlia e nipotina affettuosa e servizievole, unionista fedele, diamo l’estremo saluto fraterno. Non vedremo
più quaggiù il suo volto sereno ed il suo
sorriso ma un giorno la ritroveremo
lassù, nelle dimore celesti.
Alla famiglia Bouchard che nella sua
afflizione ha sentito la profonda simpatia di tutta la parrocchia diciamo: Non
piangete, ella non è morta, ma è vivente nella luce, del suo Redentor?.
— In occasione del Natale è stata distribuita in tutta la parrocchia una
Lettera Pastorale contenente un messaggio ai fedeli dopo cinque anni di ministerio, notizie raccomandazioni, resoconto della Settimana di Beneficenza,
riflessioni sul IV Anno di Catechismo e
infine una rievocazione storica della no
stra parrocchia com’era einquant’annì
fa. L’avvenimento più notevole di quell’epoca fu la costruzione dell’edificio
scolastico del Concistoro ad iniziativa
del pastore C. A. Tron. Era bene di non
lasciar passare inosservato quell’avvenimento.
Il Culto di Natale ha raccolto nel
tèmpio l’assemblea delle grandi occasioni. Nonostante la folla vì erq raccoglimento e perciò la proclamazione della
Buona Novella e la celebrazione della
Santa Cena sono state edificanti.
La Corale ha eseguito un bell’inno di
circostanza.
Alla Festa dei Fanciulli tenutasi Domenica scorsa nel pom,eriggio non sono
mancate le poesie tradizionali e neppure i canti. V’erano anche i sacchettini di
cose dolci e in più una novità: Papà Natale in persona. I bimbi si ricorderanno
per un pezzo del suo lungo manto verde
e della sua candida barba e speriamo
anche delle sue parole.
— La campagna per nuovi abbonati
all’Eco ha avuto ottimi risultati. In un
quartiere vi sono stati 12 nuovi abbo
nati. Le iscrizioni sono sempre aperte
plressò il Pastore o l’Anziano.
— E’ deceduto all’Asilo dei Vecchi, il
2 dicembre Schwartz Giovanni nativo
di Mantova.
TORRE PELLICE
Sabato scorso, 27 dicembre, nel tempio è stato celebrato il matrimonio del
prof. Ernesto Bein e della prof.sa Mirella Argentieri. Imploriamo ancora sul
nuovo focolare le celesti benedizioni.
,v La famiglia della compianta
BOUCHARD RACHELE
ringrazia sentitamente tutti coloro che
hanno preso parte al suo grande dolore
e in modo particolare le famiglie Miè e
Ferrier, il Pastore e il Maestro sig.
Jàhier.
S. Germano Chisone (Bernardi),
22 dicembre 1941-XX.
il
«li fami^litoi
(Meditazioni preparate sui testi del Calwidario Biblico doUa Chiesa Morava)
Lunedi Colui che viene a me, io non
5 Gennaio ip caccerò fuori Giov. 6: 36.
Stando un giorno sulla piazza del
mercato di Atene, Diogene, come se
avesse qualcosa d’importante da dire,
gridava alla folla: Uomini avvicinatevi!
— Eccoci, risposero alcuni presenti.
Ma, armatosi di un bastoné, lo strano filosofo fu loro addosso, esclamando: Ho
invitato degli uomini a venire non degli ammassi di letame.
Ecco il modo di fare degli uomini, degli uomini savi !
Non cosi Gesù. Sentite:
Se alcuno ha sete, venga a me e beva. ! Colui che viene a me non avrà fame ! Venite' a me, voi tutti che siete
travagliati ed aggravati !
E’ tutta una fioritiura di promesse paterne, dolci, amorevoli, rassicuranth
Se poi amici lettori, voi avete il minimo dubbio sul seguito di questi inviti,
andate a chiederlo a tutti i pubblicani
che Egli ha incontrati sulla sua strada;
chiedetelo alle peccatrici, veri ammassi
di letame, ch’Egli ha redente; chiedetelo specialmente a voi stessi, alla vostra esperienza.
Ma, ditemi ne avete voi davvero una ?
Martedì [ Magi, entràti nella casa,
6 Oennalouidero il fanciullino con Maria sua madre; e, prostratisi, lo adorarono; ed aperti i loro tesori, gli offrirotio
*dei doni, oro, incenso e mirra.
Matt. 2: 11.
Entra anche tu: C’è del posto nell’umile stalla.
— Ma non ho nulla da offrire, proprio nulla.
— Sei certo, davvero ?
Non hai oro, dici? Ebbene, offrigli il
tuo cuore, il tuo povero cuore, con tutte
le sue miserie, le sue brutture, le sue
angosce. Non c’è dono ch’Egli gradisca
di più; e poi, lo sai, non è con l’oro che
sei stato riscattato (1 Piet. i: 18).
Non hai incenso? Pazienza ! C’è qualcosa di più prezioso dell’incenso: l’adorazione spontanea, puro omaggio della
tuii anima, scevra da ogni preoccupazione umana.
Non hai mirra ? Oh ! non importa !
Portagli il profumo del tuo amore figliale e devoto, incondizionato e profondo. Egli ti ha amato ed ha dato sè stesso
per te in offerta e sacrificio a Dio, qual
profumo d’odor soave (Ef. 5: 2). Offrigli
la mirra del tuo amore corrisposto.
Portagli, insomma, te stesso, soltanto
te stesso, tutto te stesso.
E’ Lui il Signore, che l’anima tua cerca il tuo Salvatore: Contemplalo, prostrati e adora.
• Mercoledì Avete imparato ad essere
7 Gennaio rinnovati nello spirito della
vostra mente. Ef. 4: 23.
I.’uom,o nuovo è una vera e nuova
creazione. Egli diventa tale con la sua
unione con Cristo (v. 20, 21), poi per il
rinnovamento dello spirito della sua
mente, cioè di tutto ciò che v’è di più
spirituale e di più intimo nell’essere
morale (v. 23).
Senza questa intima trasformazione
la nuova creatura non è che un abbozzo di creatura che va per il mondo, in
• gannando e ingannandosi.
Perchè è purtroppo vero che si può
avere Dio sulle labbro e l’egoismo nel
cuore, che si può avere l’esteriorità della pietà e non possederne la forza, nascondere. sotto le apparenze religiose
rispettabilissime un cuore riempito di
empietà.
In questo lavoro di trasformazione
bisogna scavare profondamente. Intonacate e rintonacate fin che volete, tappate le crepe, se le fondamente non sono buone non s’impedirà all’edificio di
crollare, bisogna rinnovare tutto. Le
apparenze e le consistenze, il cuore e la
mente.
Nessuna riparazione, dunque, ma
nuovo edificio, coll’aiuto del divino. Architetto che solo può impararci un simile rinnovamento.
Giovedì Tu sei Pietro, e su questa
8 Gennaio pietra io edificherò la mia
Chiesa e le porte dell’Ades non la, potranno vincere. Matt. 16: 18.
Lasciamo da parte la polemica che
non edifica nulla, nè la Chiesa, nè le
anime. Non abbiamo difficoltà, del resto, di ammettere che quella pietra sulla quale Cristo ha inteso edificare la
Sua Chiesa, sia l’Apostolo Pietro stesso.
Purché Cristo ne sia la pietra angolare,
anche Paolo non teme di considerarla
come « edificata sul fondamento degli
Apostoli ».
Si può dire infatti, che, se tale fu il
com,pito di Pietro riconosciutogli da Gesù, altri Apostoli, Paolo con la sua indefessa autorità, Giovanni coi suoi scritti sono stati più grandi ancora di lui in
quest’opera costruttiva.
Ma quello che più conta - specie in
questi tempi in cui tutti i valori morali
sono messi a dura prova - è la promessa
di Gesù che la sua Chiesa, fedele e santa, non soccomberà. Tutte le forze di distruzione e di morte raffigurate qui in
quello che si riteneva di più incrollabile
e di più ermeticamente chiuso, Ì’Ades,
o soggiorno dei morti, non la potranno
vincere.
Rassicurante promessa che deve trovare i credenti di tutti i secoli sempre
pronti e fedeli nella lotta per Cristo
per la Chièsa.
Venerdì Chiunque^ avrà invocato t
9 Gennaio Nome del Signore sara salvato. Atti 2: 21.:
Ricordate la scena del lago di Tibériade. Una barca ha lasciato la riva. Il
mare, poc’anzi calxho, si è fatto via via^
agitato e minaccioso e le sue onde sfer-J
zano ora con rabbia l’incauta imbarca-^
zione. NeH’imminenza di una catastro-fe, i discepoli si agitano, poi si serrano
paurosi intorno a Gesù che dorme in
fondo alla barca e gli gridano la loro
ansia angosciosa: Signore, salvaci, siam
perduti !
E il suo intervento riconduce tosto laj
calma e la salvezza.
L’uomo rassomiglia stranamente aliaci
barca sballottata dalla tempesta, in pe-^
ricolo di naufragio. Anche la Chiesaf
talora, è presa dal vortice della tempesta e la minacciano mille insidie.
Considerando tutto ciò, il cuore si 4
stringe. Ah ! possa il mondo disormeg-1
giato attuale essere ridotto a si mal par-j
rio olio oz*\1 r» 11+rxr*ì_..?M
tito da dover ricorrere alla sola autori-Ì
tà capace di ridar calma, « all’unico no- 'l
me che sia stato dato agli uomini per il.
quale noi abbiamo ad essere salvati
Ma per essere ridotto a ciò, bLogna, s
anzitutto, riconoscere il proprio stato
disperato. ^
OSabato [Guardate fratelli^ che talora t
10 Gennaio non si trovi in alcuno di voi.
un malvagio cuore incredulo che vi por- ;
ti a ritrarvi dall’Iddio vivente.
Ebr. 3: 12. -<
Incom,prensibile mi è sempre parsa
rincredulità degli abitanti di Nazaret.
Nelle sue varie visite alla sua città, )
11 Cristo non ha potuto compiervi dei;
miracoli a causa precisamente di essa.
Ma per, quanto incomprensibile essa sia, ’
ve n’è un’altra che lo è molto più
quella dei concittadini di Gesù. Questi
potevano, al postutto, invocare « il nes- ’
suno è profeta in patria », ma il mondodi oggi quale scusa può egli addurre?
Non abbiamo noi sentito con tutto il
nostro essere che l’Evangelo è la verità? J
Non siamo noi stati, le mille volte con- '
solati, liberati, vivificati? Ci siamo noi qualche volta avvicinati a Cristo' sen-■
za sentire che Egli è il principe della
pace e la sorgente della vita ? E allora^,perchè tanta incredulità, perchè tantaj
ritrattazione dall’Iddio vivente?
Il cuore, il cuore malvagio, ecco la,
causa prima. '.i
Se fra i lettori di questa meditazione,^
ci fossero cuori increduli e induriti, Si-^
gnor Gesù, salvali dal giudizio a venite,. ’
In nome di tutto ciò che hai soffertó''^
per loro, trova nella tua misericordia, il^
segreto idi renderli sensibili alla tua ^
chiamata, fintanto che tu li abbia vinti c salvati, fintanto che essi abbiano'
imparato ad amarti, in risposta dell’a-'
mor tuo infinito. S
Signore, preservali e preservaci tuttidall’avere un cuore malvagio ! 1
E. Tra i. *|
Prof. Gino Costabkl, direttore responsabile f
ARTI GRAFICHE . L’ALPINA. - Torre Pellicer
POMPE - FILTRI
par Acqua, Acati, Vini, Liquori, Sciroppi,
OHI, Madlclnall, Profumi, Colla.
IMPIANTI PER CANTINE
par Vini Spumanti, par Aequa Oasaoaa
a Saitz • Catalano gratta.
BELLAVITA • VIA PARINI, 1
_____________ gMI P.l* PARINI 3
La Ditta nan ha daaoaltl aa raapraaantaatL
nompe
Spelli
ERCOLE MARELLI & C. S. A. - MILANO
CORSO VENEZIA, 16