1
Anno 120 - n. 29
20 luglio 1984
L. 500
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a * casella postale - 10066 Torre Pellice.
Sig. PELÌr'EGRUÌI Elio
Via Caduti Libertà* 3
10066 TORRE PELLICE
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
IMPORTANTE PASSO VERSO LA LEGGE DI APPROVAZIONE
La cronaca delle ultime settimane ci dimostra quanto sia
difliciie essere bambini nelia nostra società. Pochi esempi.
I piccoii Matteo e Natale di
11 e 12 anni imprigionati e seviziati per cinque giorni in una
catapecchia del rione Capo di
Palermo. Teresa, 12 anni, di Castel di Sangro, finge un rapimento per stare con una sua
compagna di scuola. Centinaia
di bambini e di adolescenti nel
nostro Paese sono talmente
sconvolti interiormente da giungere a pensare di togliersi la
vita per una bocciatura, per im
rimprovero, per il dolore per
la perdita di un parente. Bambini che diventano ladri, spacciatori di droga, che sono costretti a prostituirsi.
Gli esperti ci dicono che si
tratta di segnali clamorosi per
farsi ascoltare, di ritorsioni verso i genitori, di conseguenze di
uno stato di inquietudine e di
angoscia, di conseguenze di certi codici di comportamento che
ricevono dai mass media, da
noi adulti. Assenza di prospettive future rassicuranti. Dunque
ragioni politiche, sociali, economiche. umane.
Leggo sul « Corriere della Sera » che un grande esperto, dopo aver ammesso di non possedere delle ricette pronte, conclude: « E’ una questione di amore di cui i bambini hanno
più bisogno degli altri. I genitori si stupiscono quando dico
queste cose: mi parlano del loro bambino coccolato e al centro di tutte le attenzioni. Ma io
ho detto ’’amore”: né troppo, né
troppo poco ». E’ la pista giusta.
Un giorno, ai discepoli che
cercavano di impedire ai bambini di avvicinarsi a Lui ritenendoli insignificanti per assorbire
l’attenzione del Maestro, Gesù
dice: « Lasciate che i piccoli fanciulli vengano a me». Nessuna
retorica sul giovani, non idealizza i fanciulli, non pronuncia dei
giudizi, né scodella dei consigli
moralistici. Li accoglie. Sono loro, bambini, i più fragili, i più
vulnerabili sui quali si abbattono
in maniera devastante le nostre
crisi, le nostre contraddizioni, i
nostri egoismi.
Ricevere, accogliere: nel Vangelo è ospitalità, è mettersi in
rapporto di comunione, è sentire l’altro parte di me stesso, è
considerare l’altro come un dono che arricchisce la mia umar
nità, è creare un ambiente nel
quale sia possibile per lui o per
lei progettare, nella libertà e
nella solidarietà, il proprio futuro, è non sprecare il suo desiderio di affetto e di amore. Sapere ascoltare. Se la parola «amore » ti sembra oggi troppo
fumosa traducila con « accoglienza ».
E’ certo che la nostra società
in generale (chiese comprese)
non sa accogliere i bambini, i
giovani, come non sa accogliere
gli handicappati, i diversi, gli
anziani. Sa anzi essere spietata
nonostante alcuni suoi autentici
moti di commozione. La nostra
società deve essere aiutata ad
imparare una cultura defi’accoglienza che modifichi radicalmente la propria mentalità, il
proprio modo di essere, le proprie strutture.
Valdo Benecchi
La Camera approva l'Intesa
Favorevoli DC, PCI, PSI, PRI, PSDI, PLI, PdUP, DP, astenuti i missini, non partecipanti al
voto i radicali, con 18 voti contrari, la legge di approvazione passa con 302 voti il 10 luglio
« Comunico l'esito della votazione: presenti 330, votanti 320,
astenuti 10, voti favorevoli 302,
voti contrari 18. La Camera approva ». Così, alle ore 20 di martedì 10 luglio, il vice presidente
della Camera dei Deputati, Giuseppe Azzaro, concludeva la discussione del disegno di legge
n. 1356 («Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e
le chiese rappresentate dalla Tavola Valdese »).
Un importante passo verso la
concreta attuazione dell’Intesa
raggiunta il 21 febbraio scorso
è stato dunque fatto a soli cinque mesi dalla sua firma. Tocca
ora al Senato approvare il testo
prima che questo diventi definitivamente legge con la firma del
presidente della Repubblica. Il
disegno di legge era stato presentato dal presidente del (Consiglio Craxi alla Camera il 1“
marzo 1984. Secondo il regolamento della Camera, era stato
assegnato alla Commissione Affari Costituzionali per un preventivo esame. Questa Taveva
esaminato in due sedute il 31
maggio e il 6 giugno. Già in sede
di discussione della Commissio
ne molti sono stati i pareri favorevoli al testo del disegno di
legge (vedi pag. 8) ed in particolare il presidente della stessa
Silvano Labriola (PSI) aveva osservato che esso « è una conquista di civiltà... che misura il grado di civiltà di una società come la nostra » ed il deputato comunista Sergio Soave che « esso
contiene nel suo articolato punti di approdo assai avanzati ed
esemplari per quanto attende
ai rapporti tra lo stato e le confessioni religiose ». Anche per
Carlo Fusaro (PRI) si -tratta di
un disegno di legge « esemplare
e corretto ». Perplessità sull’art.
4 sono state manifestate da Fiorentino Sullo (DC): « se non si
applica solo alla chiesa valdese,
la norma è equivoca e densa di
rischi » anche se poi annunciava
un giudizio complessivamente
positivo della DC.
II MSI aveva invece sollevato
una questione giuridica, ritenendo che lo stato potesse modificare la legge conseguente all’Intesa, ciò « per tutelare le prerogative dello stato ».
Questione poi anche affrontata nella successiva riunione del
la Commissione. Per Giovanni
Galloni (DC e relatore) il problema « dell’esercizio e della tutela della libertà religiosa non
può che essere risolto su base
pattizia... Il Parlamento può dunque approvare o respingere, ma
non può varare una legge in contrasto con le Intese. Gli emendamenti (da parte dei parlamentari) sono ammissibili solo a quelle parti che attengono all’applicazione dell’Intesa, ma essi non
possono modificare i contenuti
dell’Intesa ». Su questo punto
della emendabilità anche il deputato Francesco Loda (PCI) ha
espresso la richiesta di approfondimento della questione e critiche rispetto aH’impostazione
del governo (procedura adottata).
La discussione
in aula
Con la sola astensione dei deputati missini presenti la Commissione aveva poi approvato
senza emendamenti il testo del
disegno di legge che è stato poi
MARCO 3: 20 E SEG., 31-35
Fratello^ sorella., madre
In un momento cruciale della
sua attività in Galilea, entrano
in scena i familiari di Gesù. Lo
vengono a cercare preoccupati,
« per impadronirsi di lui ». Che
cos’ha fatto, infine? Ha operato
guarigioni, si è pericolosamente
sbilanciato di fronte ai suoi avversari, si è anche scelto dodici
compagni per affrontare un percorso che si prevede molto rischioso.
I parenti di Gesù dicono che
egli è diventato pazzo. La sua famiglia assume qui un ruolo tipico di ogni famiglia e di ogni
tempo: un ruolo di controllo e
di normalizzazione rispetto all’eccesso, alla trasgressione delle
norme.
I suoi parenti. Il testo nomina
a chiare lettere sua madre e
i suoi fratelli: preziosa testimonianza dell'umanità di Gesù, che
non va passata sotto silenzio. Anche lui, dunque, aveva dei fratelli. Anche lui ha conosciuto dall’interno, nella loro materialità,
i rapporti e i legami familiari;^
ha vissuto la casa paterna, con i
suoi arredi e i suoi odori, la famiglia con le sue abitudini, il suo
lessico particolare, lo spazio diviso con i fratelli e con le sorelle,
l'autorità dei genitori.
Autorità e legame familiare si
danno la mano. La famiglia del
tempo di Gesù è una famiglia patriarcale, che trova la sua identità nel senso di appartenenza alla tribù. In essa vivono insieme
molte persone legate fra loro da
precisi rapporti di subordinazione, i giovani verso gli anziani, le
mogli verso i mariti, i figli verso
i genitori, i fratelli minori verso
i maggiori... La famiglia è un
gruppo ben coeso, ed è anche
un’impresa economica per i contadini, i pastori, i pescatori, gli
artigiani. Stando così le cose, se
il singolo è tagliato fuori dalla
famiglia si trova sicuramente
senza alcun appoggio materiale
e morale.
E’ in rappresentanza di questa
famiglia « necessaria alla vita »
che sua madre e i suoi fratelli lo
cercano, facendolo passare per
matto, per sottrarlo alle pericolose novità « pubbliche » in cui
si è cacciato, e per riportarlo alla
normale vita del clan. Stanno facendo di Gesù la « vittima designata » delle loro cure sinceramente amorevoli: come quando,
anche oggi, in una famiglia o in
un gruppo ci si allea e si stabilisce una linea di azione nei confronti di un membro del gruppo
stesso, decidendo che è il più debole e il più bisognoso di aiuto,
e ottenendo magari il risultato
di indebolirlo effettivamente.
Anche per la presenza di questa contraddizione, la vicenda
che si sta consumando è altamente drammatica. Gesù è stato
appena accusato dagli scribi di
avere Beelzebub dalla sua parte:
i suoi familiari, in quanto cercano di bloccarlo, sono adesso
un ostacolo in più per lui, tendono ad indebolirlo più che a pror
teggerlo, stanno di fatto dalla
parte dei suoi avversari. Essi sono la voce della saggezza domestica che si oppone alla via della
croce che egli ha già imboccato.
« Chi è mia madre? e chi sono
i miei fratelli? E, guardàti in giro
coloro che gli sedevano d'intorno... ». Gesù pone qui come domanda un’affermazione che si darebbe per scontata, poi si sofferma a guardare quelli che sono
con lui, quasi per riconoscerli.
« Ecco mia madre e i miei fratelli! ». Con questo, prende le distanze da chi lo sta aspettando
fuori dalla casa, da chi gli è parente per legame di sangue. Si
sottrae a una tutela non dovuta;
rivendica la sua responsabilità e
soprattutto la solidarietà con il
gruppo di quelli che egli si è
scelti e che lo seguono.
Tra parentesi, questa stessa
solidarietà radicale e assoluta
egli richiederà anche ai suoi seguaci e compagni: in Matteo
(« Chi ama padre o madre più di
me... », Matt. 10: 37) e ancora più
energicamente in Luca (14; 26).
Sottraendosi dunque all’autorità familiare Gesù indica il rapporto che egli stabilisce con i
suoi: un rapporto non gerarchico, ma fondato sulla reciprocità
e sull'unione tra uguali.
Qui Gesù pronuncia una parola dura nei confronti della sua
famiglia « naturale », ma non una
parola di quelle che noi forse
desidereremmo, per opposti motivi. Egli guarda in faccia delle persone. Non gli interessa affermare un diverso tipo di istituto familiare, né tantomeno saSaverio Merlo
(continua a pag. 3)
esaminato dalla Camera nei giorni di lunedì 9 e martedì 10 luglio
La Camera ha discusso il disegno di legge sulla base di una
relazione scritta dall'on. Giovanni Galloni (E>C, relatore per la
Commissione) che sottolineava i
seguenti punti: disegno di legge
come primo esempio di attuazione dell’art. 8 della Costituzione, importanza politica del collegamento dell’Intesa con la revisione del Concordato, autonomia delle Intese tra di loro e necessità che lo stato regoli i rapporti con le confessioni religiose su basi pattizie.
« (...) tanto il Concordato con
la Chiesa cattolica o la sua revisione, ratificata dal Parlamento,
quanto le intese con le confessioni diverse dalla cattolica, approvate con legge ordinaria, costituiscono norme quadro di legislazione ecclesiastica che rimangono ferme a garanzia delle
libertà religiose e non possono
essere variate per decisione unilaterale dello Stato (e non solo
del Governo, ma dello stesso
Parlamento con legge ordinaria).
Questo significa che il Parlamento non solo non può emanare
leggi ordinarie di disciplina dei
rapporti con la Chiesa cattolica
in contrasto con il Concordato,^
ma neppure può emanare leggi
che disciplinano i rapporti con
le confessioni diverse da quella
cattolica, in contrasto con le intese raggiunte con le singole confessioni religiose e ritualmente
trasformate in legge ».
Tuttavia secondo Galloni il
Parlamento deve assicurarsi che
« i contenuti degli accordi stipulati fra lo Stato ed una singola
confessione religiosa debbono
essere armonizzabili:
a) con norme di carattere
generale relative a situazioni e
ad istituti trascendenti i definiti
ambiti di interesse delle confessioni religiose;
b) con le norme contenute
nelle disposizioni di attuazione
degli accordi eventualmente intercorsi con altre confessioni religiose (Concordato, intese), nonché con i princìpi generali comuni ispiranti la legislazione
italiana in materia ecclesiastica.
Occorre cioè da una parte tenere conto dell’esigenze di tutelare interessi fondamentali dell'ordinamento italiano, così come espressi in singole norme,
nonché di garantirsi verso eventuali troppo accentuati divari
con il vigente sistema giuridico,
onde evitare tra l'altro problemi
più o meno gravi nella pratica
attuazione di quanto convenuto;
e, dall'altra parte, occorre^ evitare squilibri e contraddizioni
fra i singoli complessi normativi attuativi degli accordi fra lo
Stato e le confessioni religiose,
che possono dare luogo a disparità di trattamento non giustificate. A maggior ragione è necessario fare attenzione a che
i contenuti di un accordo con
una confessione non vengano,
direttamente o indirettamente,
ad incidere nella sfera di inte
a cura di Giorgio Gardiol
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
20 luglio 1984
La Camera approva l’Intesa
(segue da pag. 1)
resse di altra, o di altre, confessioni religiose ».
Per questo motivo ha fatto alcune osservazioni sull’art. 5 (assistenza spirituale ai militari):
« la norma non trova riscontro
nel Concordato e bisogna armonizzarla con le esigenze del servizio » e all’art. 8 (assistenza spirituale negli istituti penitenziari), agli art. 9 e 10 (insegnamento della religione nelle scuole.
« Tale norma, infatti, non potrebbe impedire l’istituzione (ad
esempio nella scuola secondaria
superiore) di un insegnamento
obbligatorio, simile a quello di
storia e filosofìa, sulla storia delle religioni, o in genere sulle religioni, senza un particolare taglio confessionale, che sarebbe
invece riservato all’insegnamento facoltativo per i culti religiosi che lo richiedano ».
Altre « perplessità » del relatore ritardano l’art. 12 (enti ecclesiastici): « La innovazione qui
è di rilievo perché nella tradizione della nostra cultura giuridica
e del nostro ordinamento positivo il fine di istruzione e quello
di beneficenza non entrano a
qualificare il carattere ecclesiastico di un ente. (...) Se si introduce infatti nel- nostro ordinamento la nuova categoria degli
enti _ ecclesiastici che abbiano
congiuntamente finalità di culto,
di istruzione e di beneficenza, la
conseguenza è il suo allargamento a tutto il sistema del diritto
ecclesiastico italiano vigente e
quindi anche agli enti ecclesiastici della Chiesa cattolica. Automaticamente anche in sede di
revisione del Concordato con la
Chiesa cattolica il riconoscimento dell’ente ecclesiastico non dovrebbe più essere limitato — come è ora — agli enti che hanno
esclusivo o prevalente fine di religione o di culto, ma anche agli
enti che hanno, congiuntamente
alle finalità di culto — ancorché
non prevalenti —, finalità di
istruzione e beneficenza ».
E infine l’art. 18 (rapporti con
la Tavola Valdese per l’elaborazione delle norme di applicazione dell'Intesa): « La norma dovrà essere dunque interpretata
nel senso che le parti contraenti l’intesa potranno procedere ad
opportune consultazioni e potranno realizzare gli opportuni
accordi ai auali le parti si impegnano a far seguire, nel rispettivo ordine, le disposizioni di attuazione dell’accordo intercor
Spini (PSD
Nella discussione è intervenuto Valdo Spini (PSI): « Con
l’approvazione da parte delle Camere del disegno di legge in esame si darà per la prima volta
attuazione all’articolo 8 della Costituzione e si abroga — per la
parte relativa alle chiese vaìdesi
e metodiste — la legislazione fascista sui culti ammessi del 1930.
(...) Il fatto poi che la Camera deliberi su questa materia mentre è
ancora in itinere la procedura
relativa al Concordato con la
Chiesa cattolica, dimostra che
non vi è alcuna subordinazione
della prima materia rispetto alla seconda. (...) Non concordo
con quanto asserito dal relatore
Galloni: se infatti si istituisse
l’insegnamento obbligatorio di
storia delle religioni ciò potrebbe incidere sul principio garantito dall’articolo 9, per quanto riguarda gli studenti di religione
valdese o metodista.
Ricordo che il Parlamento si
trova di fronte ad un disegno di
legge di approvazione di un’intesa: si tratta di una procedura
corretta rispettosa delle competenze di quest’ultimo, che diferisce dal Concordato. Il Concordato è un trattato internazionale
a differenza dalle intese con le
altre confessioni religiose.
In definitiva, il provvedimento
in esame rappresenta un atto di
giustizia nei confronti delle chiese valdesi e metodiste; ed auspico che, dopo la Camera anche il
Senato sia altrettanto celere, af
liare di ciascuna delle intese previste dall’articolo 8 delta Costituzione, non ritengo, a differenza del relatore, che da una difformità di disciplina delle intese con diverse confessioni possa
discendere l’illegittimità.
In conclusione, auspico che nel
caso di contenzioso in sede applicativa si proceda secondo la logica pattizia ».
Bressani (DC)
Per Pier Giorgio Bressani (DC):
« Lo Stato non è più quello confessionista delineato dallo Statuto albeftino, ma non per questo accoglie il principio del separatismo. (...) Condivido le ar
Roma 21 febbraio 1984 - La firma dell’Intesa da parte del Presidente del Consiglio, Bettino Craxi, e del Moderatore della Tavola
Valdese, Giorgio Bouchard.
finché il disegno di legge divenga legge quanto prima ».
Bozzi (PLI)
Aldo Bozzi (PLI), dopo aver
sottolineato che il ritardo con
cui si giunge a perfezionare l’Intesa ne « evidenzia il collegamento con la revisione del Concordato », osserva che « l’intesa
con la Tavola valdese sia incentrata sul fatto religioso: non vi
è infatti alcunché negli articoli
dell’intesa che attenga a interessi di carattere materiale, tutto
è rimesso all’autonomia della coscienza e dell’organizzazione religiosa.
Sotto il profilo giuridico, avrei
preferito che il disegno di legge
in esame si fosse configurato come atto d’approvazione dell’intesa, come per altro previsto dall’intesa stessa. L’atto legislativo
da una parte e l'intesa dall’altra
mantengono invece, con la procedura seguita, ciascuno la propria autonomia, mentre l’articolo 8 della Costituzione sembra
piuttosto delineare un procedimento riconducibile alle figure
delle autorizzazioni alla ratifica
dei trattati internazionali e della approvazione degli statuti regionali. (...)
Quanto all’articolo 18 dell’intesa, dissentendo dal relatore, ritengo che anche la normazione
secondaria avrebbe bisogno di
una previa pattuizione con la Tavola valdese; in tal senso auspico che si muoverà il Governo.
In relazione al carattere pecu
gomentazioni del relatore sugli
enti ecclesiastici, la cui disciplina prevedendo le “finalità di culto, istruzione e beneficenza", quali presupposti per il riconoscimento, suscita perplessità e si
discosta dalle norme generali in
materia e, segnatamente, da quelle previste per gli enti cattolici,
il cui riconoscimento è limitato
a quelli che hanno esclusivo o
prevalente fine di religione o di
culto.
Su questo punto esiste pertanto una disparità di trattamento
che non appare sufficientemente motivata ».
Fusaro (PRI)
Pier Carlo Fusaro (PRI): «(...)
l’intesa non si differenzia sostanzialmente dal Concordato: analoga la materia trattata, analoga
la natura di strumento pattizio
per la definizione fra Stato e confessioni, analoga la procedura
impiegata con delegazioni bilaterali che addivengono a testi su
Cui concordano.
Resta da dire però che se sotto
il profilo formale si ha una sostanziale equiparazione Concordato-intesa, ben differenti sono i
contenuti dei due atti che danno
ai medesimi problemi risposte la
cui diversità è notevole. Nel Concordato la logica resta quella,
sia pure attenuata, del coordinamento: nell’intesa in esame la logica è quella della separazione
fra Stato e Chiesa, il che, da laici, non può che essere registrato
con notevole compiacimento.
La filosofia di fondo dell’intesa è quella ben nota delle Chiese evangeliche: nessun privilegio,
massima indipendenza, nessuna
interferenza , nessun giurisdizionalismo. (...) dal momento in cui
l’intesa sarà legge dello Stato, la
Repubblica sarà un po’ più vicina a quella delineata dal costituente, e il nostro paese un po'
più civile e laico^ i nostri concittadini più uguali ».
Soave (PCI)
Per Sergio Soave (PCI):
« ...L’intesa con la Tavola valdese ha_ concretizzato il rifiuto di
qualsiasi privilegio nei confronti di ogni confessione religiosa.
Pertanto, il gruppo comunista,
condividendo questa impostazione politica, non avanzerà nessun
rilievo sostanziale sul provvedimento in esame... ».
Galloni (DC)
Ancora Galloni (DC) replicando: « Circa il problema degli enti ecclesiastici, sottolineo la novità della formulazione che considera, nel caso di specie, ecclesiastici gli enti che abbiano congiuntamente fini di culto, d’istruzione e di beneficenza. Non si
può, per altro, sottacere i problemi che comporterebbe una
estensione di tale formulazione
nell’ambito della sfera concordataria; tuttavia non sarebbe peregrino il ricorso, al riguardo, all’articolo 3 della Costituzione,
qualora non si riconducesse ad
omogeneità l’intero sistema, alla
luce anche di indicazioni fornite
dallo stesso articolo 12 del disegno di legge in esame ».
Amato per il Governo
Giuliano Amato, sottosegretario della Presidenza del Consiglio
intervenendo a nome del Governo: « ...Il Governo, ha ritenuto di
accedere alla tesi che riconosce
la piena autonomia delle confessioni diverse dalla cattolica, ma
all’interno dell’ordinamento statuale: non a caso nel provvedimento si parla di ’’approvazione”
dell’intesa. (...)
Concordo con l’esigenza di armonizzare le singole intese con
l’ordinamento generale ad evitare disparità di trattamento o privilègi.
Quanto all’art. 12, riguardante
il riconoscimento degli enti ecclesiastici, ritengo che una sua
lettura organica, specie del terzo
comma, consenta di affermare
che non esistono sostanziali diversità rispetto agli enti cattolici,
in base al nuovo Concordato ».
Labriola (PSI)
Nella dichiarazione di voto: Labriola (PSI) annunciando il voto
favorevole, esprime una riserva
della sua parte politica per il ritardo con cui si è giunti alla conclusione deH’intesa sottoposta all’approvazione della Camera.
Guerzoni (Sin. Ind.)
Luciano Guerzoni (Sin. Ind.), si
lamenta del ritardo con cui viene attuata la Costituzione: « Non
1-4704 5
MIRAMARE
DI RIMINI
VIA SAPS'NA,49
TEUEF (05 5.'»)
325 e
325-^9
A 50 metri dalla spiaggia — ambiente familiare — ottimi i
servizi e il trattamento.
SAI
Agenzia Generale di PINEROLO
MAURO MARIO
Corso Torino, 89 - Tel. 71.957
ASSICURAZIONI IN TUTTI I RAMI
SUB AGENZIE: CUMIANA • FROSSASCO • VILLAFRANCA
• CAVOUR • LUSERNA SAN GIOVANNI •
SAN SECONDO DI PINEROLO
condivido integralmente, poi, le
critiche mosse da alcuni settori,
soprattutto della DC, volte a conseeuire una sorta di preventiva
armonizzazione con il futuro
nuovo Concordato dell’intesa con
le chiese valdese e metodista.
E a maggior ragione non può
essere condivisa questa obiezione se tesa — come è avvenuto in
tema di enti ecclesiastici —, in
nome dell’ armonizzazione, ad
estendere certi benefìci a favore
della confessione cattolica ».
Mellini (PR)
Mauro Mellini (P.R.): « ... nel
caso in esame si è voluta sancire la simultaneità dell’accordo
con la Tavola valdese e della restaurazione del Concordato fascista voluta dal Presidente Craxi.
A fronte delle varie forme di discriminazione attuate dallo Stato nei confronti dei culti minori,
si è poi registrato un atteggiamento della Tavola valdese che è
sfociato in una intesa che non è
nient’altro che una deteriore realizzazione del principio concordatario. L’intesa presenta, per altro,
un carattere dì unicità rispetto
alle intese con gli altri culti, e si
caratterizza come una sorta di
alibi rispetto al Concordato firmato con la Chiesa cattolica.
L’intesa con la Tavola valdese
ha in sé, quindi, un profondo carattere di ambiguità, reso più rigido dal principio, che si è voluto affermare, della inemendabilità del disegno di legge che la recepisce.
Per questi motivi il gruppo radicale non voterà il disegno di
legge che è — lo ribadisco — una
succedanea affermazione del principio neo-concordatario sul quale la mia parte politica è profondamente critica ».
Tassi (MSI)
Carlo Tassi (MSI), annunciando l’astensione del suo gruppo:
« il legislatore costituente volle
l’acquisizione dei Patti lateranensi nel nostro ordinamento mediante l’approvazione dell'articolo 1 della Costituzione.
E da tale decisione derivano
conseguenze per le confessioni
religiose diverse dalla cattolica.
Il Parlamento non deve limitarsi
solo a recepire le intese raggiunte dal Governo cori le confessioni
religiose diverse dalla cattolica,
senza cioè poter incidere in materia. (...) Proprio ver la dignità
dello Stato, il mio gruppo non
può accettare che il Parlamento
si trasformi in organo di mera
resistrazione della volontà espressa mediante un accordo tra
una confessione non cattolica ed
il Governo ».
Russo (DP)
Franco Russo (Democrazia Proletaria) annuncia il voto favorevole « all'intesa che cancella una
norma fascista che aveva ghettizzato le minoranze religiose, e attua, sia pur con ritardo, una norma costituzionale.
Il provvedimento afferma alcuni importanti principi che non
dovrebbero neppure essere sanciti per legge. Ma non si può dimenticare la storia del nostro
paese e la posizione di privilegio
della Chiesa cattolica, che la mia
parte politica non può certo condividere.
Do atto dell’importanza dell’apporto della Comunità valdese
alla nostra società sia sul piano
culturale sia su quello della difesa dei diritti delle minoranze.
(...) Anche in sede di applicazione della intesa si deve procedere attraverso accordi di carattere pattizio con la Tavola valdese che auspico continui a muoversi sempre nello spirito dell’affermazione dei valori di libertà ».
Non sono intervenuti nel dibattito i rappresentanti del PSDI e
del PdUP.
A cura di
Giorgio Gardiol
3
20 luglio 1984
fede e cultura 3
CONVEGNO INTERNAZIONALE A CUNEO
Dalle valli alla Francia
IVE PONS
è
Si è svolto a Cuneo l’l-2-3 giugno un convegno internazionale
dal titolo « Migrazioni attraverso
le Alpi Occidentali ». Lo scopo
era di riflettere sulle Alpi come
area specifica, dotata di caratteristiche proprie, zona di transito
per un intenso movimento di uomini che per una stagione, un
certo numero di anni o una vita
intera emigravano in cerca di lavoro, o per motivi di dissidenza
religiosa e politica. Ciò ha contemporaneamente sviluppato una
circolazione di idee, abitudini,
comportamenti, influenze reciproche fra Tal di qua e Tal di là
delle Alpi.
Il sottotitolo era « Relazioni
fra Piemonte, Provenza e Delfinato dal Medioevo ad oggi »: un
arco di tempo lungo, comprensivo di modificazioni e contingenze, che permette di ricostruire il
fenomeno migratorio nel suo
complesso.
E’ difficile raccontare uno per
uno gli interventi, piccole tessere
di un mosaico ancora da approfondire, cercheremo di individuare alcune ipotesi, alcuni stimoli
di ricerca. La prima batteria di
comunicazioni affronta l'aspetto
sociale ed economico déiVemigrazione medioevale. Aix en Provence
è un centro di emigrazione piemontese ricostruibile dai testamenti 1400-1475 (N. Coulet) e cosi
le alte valli nizzarde, terre d’accoglienza e terre in cui il pascolo
incide sugli spostamenti degli uomini (J.P. Boyer). Le migrazioni
stagionali e definitive sono interrelate con le microeconomie locali IR. Comba) e con l’eresia
delle valli a'pine aperta al catarismo e al valdismo (G. Merlo).
Sono sempre le persecuzioni e
la povertà a fornire popolazione
immigrata tra il 1460 e il 1530,
specie nel Luberon fG. Audisio).
L’emigrazione
moderna
Un altro gruppo di interventi
ha affrontato l’emigrazione in
età moderna. L’emigrazione chierese del ’500 (L. Allegra) e in Provenza occidentale dove a Marsiglia nel 18” secolo la popolazione
di origine italiana era il 6%, proveniente dalla Liguria, operai
marittimi di Genova, e dal Piemonte, specie muratori, calzolai
e artigiani (M. Vovelle).
Nel Canavese ci sono tre zone
« campione »: Ivrea, che attrae
dal circondario manodopera generica, la valle dell'Orco con la
presenza del caratteristico « magnin », assente per otto mesi
l’anno dalla sua comunità, occupato in giro nella vendita di oggetti di rame e, infine, la vai
Chiusella, legata alla metallurgia
del ferro e la cui emigrazione è
legata all’esaurimento di tale attività nel 19° secolo (D. Pasinato).
Le correnti migratorie verso la
Francia hanno comunque origine
antica. Ciò significa che nel momento in cui si avrà, verso l’ultimo scorcio del secolo 19°, la
« grande emigrazione », l’esperienza migratoria di molti individui si inserisce dentro una memoria familiare o comunitaria
che già la conosce, come una
scelta in qualche modo prevista
in quanto una delle diverse opportunità di vita aperte nel ventaglio delle scelte possibili e già
sperimentate nelle venerazioni.
Come già nel medioevo, anche
nel 17” secolo i valdesi sono forza
d’emigrazione. Dopo il 1686 cosa
fare degli imprigionati e come ripopolare le terre delle valli? Esse rappresentano la « frontiera »,
un’area marginale da espansione,
tipo modello del nuovo mondo e
le terre requisite venivano vendute senza tuttavìa la garanzia
dei supporti agrari necessari all’economia contadina (P. Sereno).
Per l’età contemporanea sono
analizzati alcuni poli di attrazio
ne. La Savoia (P. Milza) accoglie
per via-Modane molti italiani
collocati come salariati agricoli,
artigiani, operai sulle spalle dei
quali si compie la prima industrializzazione, tipica delle valli
alpine {ferrovie ed aziende elettriche). Le Bocche del Rodano
(E. Temine - G. Claude) alla fine
del 19“ secolo sono un dipartimento fortemente italiano. A
Marsiglia nel 1911 il 18% della
popolazione è di origine italiana
e mentre i napoletani si addensano nel centro cittadino, i piemontesi tendono a disperdersi in
ogni quartiere e soprattutto in
periferia.
I tre quarti degli italiani ohe
lavorano in ambiente rurale sono
originari del cuneese specie della
valle Stura di Demonte, Cuneo,
Roccaforte. A Marsiglia i piemontesi sono piccoli commercianti,
lattai, panettieri o piccoli coltivatori. In campagna l’emigrante
è sovente pastore, boscaiolo, contadino.
La vai d’Isère accoglie durante
e dopo la II guerra mondiale l’emigrazione spontanea e clandestina (P. Guillen) ripresa negli
anni ’50 con cifre pari a quelle
del 1936.
Nel Var su 10.000 domande di
naturalizzazione fra il 1890 e il
1940, la regione piemontese raggruppa il 46% dei richiedenti, di
cui i 3/4 provengono dalla provincia di Cuneo (J. Girault).
In ogni caso le statistiche ufficiali francesi ed italiane sottostimano l’entità del fenomeno migratorio. Tra gli anni ’80 delT800 e la I guerra mondiale, la
emigrazione italiana subì una
formidabile impennata ed i rapporti politico-diplomatici, tesi,
fra Italia e Francia, condizionarono i movimenti di popolazione
fra i due paesi (R. Allio).
Gli aspetti culturali
Si sono studiati anche gli
aspetti culturali dei fenomeni
migratori. Come, ad es. è stata
vissuta e ricordata l’esperienza
dell’emigrazione in Francia a
Sampeyre nel 1900-950, quali erano i modelli di comportamento
rispetto al lavoro e alla partecipazione politica (F. Farinasso).
Nel periodo 1923-39 il fascismo
è stato vissuto anche nella co
lonia italiana delle Alpi Marittime con l’attività dei fasci ed un
particolare rapporto con la popolazione italiana immigrata, non
priva di incidenti politici.
L’emigrazione può diventare
uno stile di vita, un modello culturale per avere riconoscimenti
sociali, come i muratori delle
comrmità walser del monte Rosa che si dirigono verso la Svizzera, TAlsazia..., formando piccole colonie o confraternite esclusive, con autonomia economica
(P. Sibilla).
Il cammino dell’emigrante piemontese ha un percorso tipico
in « Cesare », un personaggio che
riassume nella sua vita la storia
linguistica e culturale di due
« patrie » (J.C. Bouvier).
L’emigrazione mette in contatto usanze, costumi, canzoni diverse (Bronberger) e per quanto
riguarda le nostre valli è difficile
stabilire se esiste un patrimonio
canòro specifico valdese sull’argomento.
Come si può constatare il panorama è stato molto vasto ed
ha sollevato molti problemi di
storiografia e di fonti, spesso incomplete; di spazi sociali indagabili, ad es. la necessità di raccordare la zona di emigrazione
con quella di provenienza, dei legami mantenuti con le famiglie;
della predisposizione all’eresia
della popolazione alpina e l’uso
delle risorse umane e naturali;
dell’incrocio di congiunture economiche, sociali e religiose con le
loro specifiche soluzioni...
Infine è da segnalare per la
particolare efficacia comunicativa un film di René Allio « L’heure exquise », che racconta la storia della sua famiglia, emigrata
da due generazioni a Marsiglia,
con lo sfondo di questa « sua »
città, ricostruita con ricordi, cartoline ingiallite, strade nelle quali la cinepresa scopre il vecchio
e il nuovo. E’ un lungometraggio in tensione fra un dialogo
con se stesso e un’evocazione a
spezzoni fatta di documenti e interviste. Se si segue l’immagine,
si dimentica la voce, ma non si
scade nel nostalgico. E’ un raro
esempio di riproposta storica ad
un ottimo livello divulgativo e
sarebbe interessante riuscire a
proiettarlo alle valli.
Bruna Peyrot
STORIA DEI VALDESI DI CALABRIA
Gli ultramontani
In questi ultimi anni sono stati pubblicati alcuni studi interessanti sui Calabro-Valdesi, quali:
« Gian Luigi Pascale nella storia
dei Valdesi di Calabria » di Antonio De Pasquale (Cosenza
1981); la monografìa di Giovanni Gönnet: « I Valdesi di Calabria — secoli XIV-XVI — ricerca storiografica» (Bari 1982) e
ora un saggio assai completo di
Enzo Stancati: « Gli Ultramontani - Storia dei Valdesi di Calabria» (Aiello ed., Cosenza, ’84).
L’A., pur dedicandovi tre interi capitoli, non si dilunga sul
martirio di G.L. Pascale e sul
periodo delle stragi del 1561, già
ampiamente trattati da altri
storici e vuole invece darci una
storia completa dei Valdesi in
Calabria e della loro vita sotto
le dominazioni Sveva, Angioina e
Aragonese, inquadrandola nella
storia della Calabria, e, anche
se in quei periodi la documentazione specifica è scarsa o nulla,
tenendo presente la storia di altre minoranze calabre in quei
secoli (Albanesi ed Ebrei), riesce a ricostruire le vicende dei
Valdesi.
Accenna al formarsi fra di lo
ro di una certa divisione in classi con una nascente borghesia
che si è arricchita e che, secondo
lui, sarà poi quella parte che al
momento della tormenta tenderà più facilmente all’abiura che
al martirio.
Il libro termina con una « Bibliografia ragionata » assai completa, ma a cui è sfuggita la sucitata monografia del Gönnet,
che gli avrebbe permesso di
completare alcune indicazioni.
Qualche piccolo errore, più che
altro di stampa, ho riscontrato
durante la lettura: a p. 47: duchessa lolante, anziché Iolanda; a p. 48: Sinodo del Lans, anziché Laus; a p. 49: Mailer anziché Haller; Chanforans, scritto
più volte con la s finale; a p.
55: Vilor anziché Villar (Pellice). Meno «tipografica» la svista a p. 102, in cui Gilles des
Gilles viene dato come avo paterno dello storico Gilles, anziché padre.
L’A., nella introduzione, ringrazia l’amico pastore Vincenzo
Sciclone per le indicazioni biblio■grafiche e per alcuni particolari inediti fornitigli.
Osvaldo Coìsson
Così anche Ive se ne è andata, ha
alzato le vele per il lungo viaggio. Siamo In molti a dolerci della sua scomparsa. Persone così vorremmo averle
sempre con noi: danno più di quello
che chiedono.
Ho esitato a lungo a scrivere e inviare queste righe (che infatti giungono in ritardo — ma nella vita eterna
non ci sono ritardi), per non ferire
un pudore che Ive amava e che noi
-pure vogliamo custodire. Non avventurarti a parlare del tuo prossimo (o di
te stesso!), perché finirai per dire
troppo, oppure troppo poco. Ma una
parola non posso non dirla — come
per un saluto estremo — anche se altri hanno già parlato di lei così bene, nel modo e nella sostanza.
Una parola sola, non su Ive come
credente (questo non si può: la fede,
anche e proprio quando è confessata,
è un segreto tra l'uomo e Dio), ma
su Ive come l'ho conosciuta nella
chiesa di Corso Principe Oddone, a
Torino, che lei frequentava e di cui
sono stato per alcuni anni pastore.
E' un privilegio, per un pastore, avere nella comunità persone come
Ive. Ti insegn-ano molte cose, piccole
e grandi, quasi senza volerlo, E ti
incoraggiano. Sono i pastori dei pastori.
Fra i tanti ricordi, questi due. Ricordo la sua passione per la Parola
predicata: ciò che le stava a cuore
era che l'Evangelo risuonasse; è quella la tonte della vita. Ma ricordo anche
la tenerezza con cui hà assistito fino
alla fine sua mamma molto anziana,
« onorandola » come vuole il comandamento.
Donna forte e dolce, combattiva e
paziente, espansiva e schiva ad un
tempo, generosa e frugale, sapeva
vivere in comunità perché sapeva vivere da sola. Nella sua vita è sempre
.stata dalla parte del rinnovamento,
forse proprio perché forte era in lei,
e profondo, il senso delle radici antiche.
Aveva le virtù migliori dei valdesi,
senza averne i difetti.
Spero di rivederti un giorno (ma ci
saranno ancora i giorni?), anche se
allora avrai « un nome nuovo » (Apocalisse 2; 17 e 3; 12).
Paolo Ricca, Roma
NIEMOELLER E IL
COMUNISMO
Con la lettera pubblicata da « La
Luce » il 4 maggio '84, un connazionale del past. M. Niemoller ha inteso farci sapere che questi, mentre era stato " un esempio luminoso di fedeltà
alla propria fede » nei confronti del
nazismo, non lo fu invece nei confronti della « propaganda antireligiosa organizzata » deiru.R.S.S. e della R.D.
T., tanto da meritarsi ben due alte
onorificenze sovietiche.
Dell'atteggiamento di quel pastore
verso il comuniSmo i lettori di questo
giornale avevano però potuto rendersi
conto già nel 1967, da un'intervista
dallo stesso rilasciata in occasione di
un soggiorno ad Hanoi per scopi assistenziali. («La Luce» 5.5.67). Egli
infatti aveva detto, senza remora alcuna: » I cattolici erano molto numerosi
nel Vietnam del Nord, ma la maggior
parte di essi a suo tempo emigrò nel
Sud ». Ed ancora: « Non ho avuto contatto con pastori evangelici, non rientrava nei miei compiti ».
Quindi nessun interessamento per
la sorte dei cristiani perseguitati, ma
incondizionato aiuto ai guerrieri avviati alla conquista del Vietnam del
Sud. Probabilmente però il Niemoller
era convinto che il Cristo, per tanti
anni « crocifisso a Saigon » sarebbe
gloriosamente risorto ad Ho-Chi-Minh
Ville.
L'atteggiamento politico del Niemòller non si differenziava da quello
del dott. Knock, pastore luterano e
docente di Nuovo Testamento e di
Marxismo a Berlino Est, che afferma:
« Il comuniSmo ha liberato la Chiesa
e le ha dato la possibilità di diventare
un movimento che collabora al cambiamento deH'uomo e della società ».
(«La Luce» 12.10.79).
Esaminando la questione sulla base
degli scritti apparsi su « La Luce », si
può rilevare che il comportamento
dei nostri politici impegnati è analogo
a quello dei due pastori luterani, e
non solo per quanto riguarda la nota
e dibattuta vicenda vietnamita. Diversi valdesi sono accorsi alle « Conterenze per la pace » di Mosca e di Praga seguendo il volo della famosa colomba picassiana che K. Barth definì
« avvoltoio anti-americano » (« La Luce » 18.6.76). E il sig. Moderatore ha
giudicato interessante per l'Italia una
prospettiva di « finlandizzazione » (« La
Luce» 15.2.82), mentre Tullio Vinay ha
spinto il suo pacifismo fino a dichiarare: « in caso di invasione nulla ci
impedirà di amare i nostri avversari
ed essere con loro nella lotta per la
libertà e la democrazia » (sic). (« La
Luce» 11.6.82).
Da queste dichiarazioni si può desumere che si auspichi, per l'Italia,
il trapasso dalla « pax americana » alla « pax sovietica » e per la Chiesa la
« liberazione » sperimentata favorevolmente dal suddetto dott. Knock.
Ovvia conseguenza sarebbe allora
la scomparsa dei borghesi (sepolcri imbiancati — simili ai militi delle S.S.),
con II plauso di coloro che non credono che la Chiesa sia « la casa di
tutti », essendo questa una definizione
ignota al Nuovo Testamento ed escogitata a titolo di armistizio nei giorni
dell'aspro dibattito su « Chiesa e politica ». (Ermanno Gente, «La Luce»
25.2.77).
Renato Paschetto, Milano
Fratello
( segue da pag. 1)
cralizzare quello esistente; ma
neppure giudicarlo o dichiararlo
superato.
« Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e
madre». E’ questa ricerca ubbidiente della volontà di Dio, il legame che viene posto al centro:
esso si traduce in uguaglianza
e condivisione di tutto e davanti a tutti. Questo può forse lasciarci stupiti, se ci riconosciamo facilmente propensi — specialmente nell’ora del
confronto con gli avversari più
temibili — a regredire nel nostro
rassicurante rifugio, famiglia o
non-famiglia che sia. Eppure, anche e proprio quando ci scopriamo sequestrati da una tutela
esterna non dovuta, o dall’autorità del buon senso trionfante e
dall’inerzia, possiamo anche noi
rialzare la testa, guardare in faccia quelli che il Signore ha scélto
e ci ha posti accanto nell’opera
della sua testimonianza, e confessare anche noi con gratitudine:
« Ecco mia madre e i miei fratelli! ».
Diranno anche di noi che siamo diventati pazzi? Potrebbe essere il segno che siamo sulla
strada giusta. Certamente, la presenza invisibile ma reale del Risorto in mezzo a noi ci promette
dei frutti: condivisione fraterna,
abolizione delle tutele oppressive, demolizione delle gerarchie
(anche di quelle interiorizzate),
e una uguaglianza sempre più vera, in famiglia, nella chiesa e
con tutti.
Saverio Merlo
Avviso
Alcuni istituti delle valli interessati alla ristrutturazione dei servizi sanitari acquisteranno una partita di box prefabbricati (WC. doccia,
lavabo). Concistori ed altri istituti
possono associarsi alla trattativa.
Per informazioni rivolgersi ad Adriano Longo, via Arnaud 34, 10066
Torre Pellice, tei. 0121/91801.
4
4 ecumenismo
RIFLESSIONI SU UNA ESPERIENZA I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
CattOlicesilìlO anriGricano H Papa in Svizzera
Una corrispondenza del past. Giambarresi dopo un soggiorno in Canada - Il protestantesimo canadese mette in questione se stesso
La potenza emergente del cattolicesimo nordamericano ÈEBè
-f...
la^ua pnma mamtestazione con
l’elezione di un cattolico tilla presidenza degli Stati Uniti. Mi riferisco alla presidenza Kennedy,
la quale non dev’essere considerata come un episodio dovuto alla maturità civile e alla generosità dei protestanti nordamericani.
Al giorno d’oggi è divenuto
chiaro che il voto cattolico è
condizinnantp al pnntn ria im-~
porre il dissolversi di antiche
tradizioni giuridicamente consolidate, come quella della laicità
dello Stato. Gli U.S.A. hanno ormai rapporti diplomatici con la
S. Sede e si è già partiti in quarta per ottenere quell’emendamento costituzionale che consentirebbe in un primo momento
l'introduzione della preghiera
nella Scuola di Stato e, forse, in
un secondo momento l’istituzione della S.cuola confessionale
cattolica pagàfà~cOt Pubblico de-'
naro. '
"Tl fatto che l’attuale Papa tenga tanto a stare continuamente
sulla prima pagina dei giornali
e sui nostri schermi televisivi
potrebbe essere capito con molta dìù chiarezza se fosse messo
in relazione col ipito del .succe.svgo, che è uno dei piu importanti dogmi della religione dell’ame- .
ncaìntà cBè si usa chiamare
« American Way of Life ».
11 cararieré persOnalè più o
meno vanitoso c’entra poco. In
realtà si deve tenere in conto
che in America ruomn di Tlio
¿ev'essere fisicamente hello, deve avere una famiglia modello
con Isella moglie e figli tutti ben
riusciti e sottomessi, deve aver
raggiunto le vette più alte del
successo, deve venire dal nulla
e, possibilmente, da un paese
nord-europeo, dev’essere canace
di suscitare- delle emozioni religiose e di promuovere, da una
parte, l’amore del prossimo che
si traduce in azione sociale e,
dall'altra, l’odio verso i nemici
della società americana.
L’inconveniente del Papa non
sposato si supera facilmente con
la sua azione in favore della famiglia modello tradizionale e
considerando che la famiglia del
Papa è costituita da tutti i cattolici, e in particolare da quelli
americani, che erano negli U.S.A.
ri% della popolazione nel 1789,
il 20% nel 1953 e oggi sono al
punto di poter trattare da una
posizione di forza, grazie alla
forte immigrazione da paesi cattolicl~~e~ allo sviluppo CbnsiderevSlF'del capitalismo, cattolico.
La crisi che attualmente stanno attraversando molte chiese
americane, contrapposta ai folEprariti successi propagandistici
deH’atroaié' Pontefice," nietfe in
crisi inoits Coscienze proprio
sulla base del mito del successo.
In questo contesto, il Papa si
presenta con tutti i titoli trionialisiici deiruomo di Dio amerfggno. Spera che, nel tempo della
crisi, questo popolo che è abituato ad una impressionante mobilità decida finalmente di spostarsi in direzione di Roma. Bisogna riconoscere che la situazione non è ancora tale e quale
il Papa la vorrebbe. Ma la posta
in gioco è la conquista cattolica
del continente nordamericano e
si sa che, in un caso come questo, tentar non nuoce.
Due indizi
La sera del 12 giugno 1984,
presi parte alla riunione del Toronto West Presbytery della United Church of Canada. C’era in
programma, tra l’altro, l'insediamento del nuovo chairman per
Tanno 1984-85. Si trattava del
Rev. Harold Moddle, pastore
della chiesa di'Delma Street, in
cui si svolgeva la riunione del
Presbiterio.
La cerimonia d’insediamento
avvenne con la tradizionale semplicità anche se c’era la novità
della tQga verde del candidato.
Il culto di s. Cena che segui su~
bito dopo fu invece un misoig^io di Messa cattolica e di ratusiasnici~Dentecostale. ~IT nuovo
chairman era riuscito in pochi
momenti a spogiiarsi della sua
semplicissima toga verde e a rivestirsi di sontuosi paramenti
che facevano pensare a quelli di
un vescovo cattolico. Entrò in
chiesa alla testa della solenne
processione composta dai ministri che dovevano ofiìciare e dai
membri della numerosa corale,
tutti vestiti in speciali paramenti che sono tradizionali in molte
chiese evangeliche americane. La
novità consisteva nel fatto che
alcuni membri della chiesa locale e persino alcuni membri
della corale cantavano ad occhi
chiusi, dimenando la testa e alzando le mani come si può vedere in certe assemblee di qanspiatici. La liturgia andò avanti
con molti resDonsori Hi tipo cattolico. in parte recitati e in parte cantati e, alla fine, mi ritrovai
a dover prendere, per la prima
volta in vita mia, l’ostia invece
del pane della S. Cena e uno
strano inìruglio dolciastro invece di vino.
La Chiesa Unita del Canada si
formò nel 19^ con l’unione di
Metodisti. Presbiteriani e Congregazionalisti7 In essa convivòriò teologie—riformate, liberali
e fondamentaliste. La libertà che
ha ogni congregazione di fare
ciò che vuole consente persino
la convivenza con settori molto
avanzati sul fronte della lotta
per la pace e sono molto contundenti le varie prese di posizione dell’attuale Moderatore della Chiesa Unita thè Rt. Rev.
Clarke MacDonald. Le congregazioni e i pastori che sono sgnsibili al fa.srinr» rifila liturgia glf
glo-cattolica e al "cafismatismo
sono molto pochi, ma nel Presbiterio di Toronto West hanno
l’appoggio delle autorità e vai la
pena di denunziarli pubblicamente, anche perché le loro tendenze potrebbero creare delle Jl. lusioni nelTanimn del Pontefice
Romano che si accinge a~'^itare l'ofonto nel prossimo mese
di settembre.
La sera del 12 giugno, me ne
tornai a casa abbastanza sconvolto. Per distrarmi, accesi subito la televisione, ma c’era una
notizia sensazionale. Il premier
deil’Ontario William Dains aveva colto di sorpresa persino i
membri del suo partito conservatore, annunziando che, a partire da settembre 1985, le scuole
private cattoliche saranno finanziate fino al grado 13.
Fino ad ora, nelTOntario, c’era
la seguente situazione: al momento della dichiarazione dei
redditi, ogni contribuente dichiarava la sua intenzione di sostenere la scuola pubblica o la scuola separata. Questo sistema consentiva di finanziare la scuola
confessionale cattolica dall’Asilo
infantile fino al grado 10. Negli
ultimi anni le famiglie cattoliche
sono state visitate una per una,
con minacce di scomunica e di
negazione di tutti i servizi ecclesiastici (cresima, matrimonio,
funerale, etc.) per chi osasse continuare a mandare i figli alla
scuola pubblica. Rimaneva da
superare la difficoltà dovuta al
fatto che dal grado 11 al grado
13 la scuola confessionale cattolica era a pagamento. Ma ora il
gioco è fatto. Davis ha annunziato la costituzione di una commissione per studiare dove prendere i soldi che saranno necessari e ha tenuto a precisare che
la sua decisione non ha niente
a che vedere con la prossima visita papale a Toronto.
Molti maestri e professori della scuola pubblica sono stati già
licenziati per mancanza di alunni. I cattolici si dichiarano disposti ad assumere anche insegnanti non cattolici nelle loro
scuole, però a condizione che
accettino tutti i programmi e si
impegnino aiTosservanza di tutti i regolamenti che saranno loro
imposti. Gli edifici delle scuole
pubbliche che sono stati chiusi
dovranno essere ceduti alla scuola confessionale cattolica e quelli che non possono più agire al
100% delle loro possibilità dovranno essere usati in comune.
Ancora protestanti
Tuttavia, qualunque possa essere il progetto del Papa, il protestantesimo americano è ancora profondamente protestante.
Nei mesi scorsi c’è stata nella
Chiesa Unita la durissima battaglia per Tammissione alla consacrazione pastorale degli studenti in teologia che si sono dichiarati omosessuali. La Toronto
Conference ha rifiutato lo scorso
maggio sia l’impostazione fon- i
damentalista che l’impostazione
liberale del problema. Altre Con- ^
ferenze haimo fatto lo stesso e
il prossimo Sinodo (General
Csuncil) che si "svolgerà iif "Mànitoba il prossimo agosto non
potrà che decretare altri 4 anni
di studio su questo problema
che, per forza di cose, imporrà
una seria riflessione sui temi centrali del messaggio evangelico.
Ma la ricerca che potrà avere
sviluppi più clamorosi in tutto
il Nordamerica riguarda i rapporti tra Chiesa e Stato. I tempi in cui le chiese si sentivano
di approvare « toto corde » la politica dello Stato e il sistema capitalista cominciano a essere lontani. La bandiera nazionale è già
sparita da molte chiese e si sentono discorsi come quello fatto
a Vancouver dall’arcivescovo anglicano Edward Scott in cui si
mettono sullo stesso piano il materialismo sovietico e quello americano. Le chiese sono alla ricerca di un sistema economico
che consenta ai poveri di mangiare; esse manifestano sempre
più apertamente contro la corsa
agli armamenti, dichiarano —
come Scott — che gli Stati Uniti
stanno difendendo soltanto i loro « goods » e la Chiesa Unita
arriva a chiedere ufficialmente
un Canada libero da basi nucleari statunitensi.
Lo stesso gesto di Richard
Shaull di andarsene—con una
Commissione ad indagare sulle
malefatte del suo governo in America Centrale rappresenta un
fatto totalmente nuovo nella storia delle chiese protestanti americane. Sta dunque succedendo
che, nel tempo della crisi, il protestantesimo americano, sia pure in rnezzo a molte contraddizioni, si piega al giudizio della
Parola di Dio e mette in questione se stesso, la politica militare dello Stato e persino il sistema capitalista.
In questa situazione, sono possibili gli sbandamenti di singoli
individui o di singole congregazioni. E’ anche possibile che lo
Stato continui ad appoggiare
quei settori fondamentalisti che
sono ancora fedeli alla sua politica e cerchi di guadagnare il favore dei cattolici per mezzo di
regali che sono al limite della
provocazione di una guerra civile. Ma, in fin dei conti, la democrazia americana è ancora
salda e il popolo finisce sempre
con lo scoprire e vanificare Í
trucchi di chi vorrebbe ingannarlo.
Samuele Giambarresi
La frase più significativa, che
in qualche modo riassume la
reazione svizzera alla visita papale, è forse quella di un giornale di Zurigo, riportata da Repubblica, che la definisce una
«onnipresenza opprimente». Il
ohe riassume bene i contenuti,
quando si consideri ohe, dal largo spazio datole da tutta la
stampa, si desume che essa si è
concretata in
— una riaffermazione della indispensabile centralità papale fatta al Centro Ecumenico
di Ginevra, che riunisce protestanti e ortodossi che tale
centralità rifiutano;
— un solenne « cicchetto » ai
banchieri di quel paese invitati a curare meglio e con
fini « puliti » Tutilizzo del de
Ìnaro loro affidato, senza ricordare né le vicende dello
lOR di Marcinkus, né il fatto che il CEC ha ritirato i
suoi depositi dalle banche di
cui non approvava l’operato;
— una polemica non conclusa,
ma rinviata a nuovi incontri,
con sacerdoti e teologi cattolici su diversi punti del magistero romano dichiarati irrinunciabili dal papa.
I II tutto senza il conforto di
¡ quelle adunate di grandi masse
che avevano caratterizzato altri viaggi in altri paesi, laddove
la religione cattolica conserva
/ancora quei contenuti «magici»
che la teologia curiale non pare
aver ancora completamente dimenticato, o, in positivo, quei
contenuti sociali dei quali i cattolici sono stati indubbiamente
alfieri in molti di tali paesi. Il
vescovo Romero, Teresa di Calcutta e, in qualche misura, anche Clara Lubitch ne sono indubbi segnali.
Credo però, se mi è consentito, che da tutto questo si possa
trarre un insegnamento e cioè
che un ecumenismo di vertice,
tendente a realizzare una unica
teologia, una unica esegesi e, soprattutto, una unica ecclesiologia non ha molte speranze di
realizzarsi; mentre un ecumenismo di base (in esso inclusi contatti continui a tutti i livelli,
quello teologico compreso) ha
reali possibilità di progredire,
una volta che ci rendiamo conto che hanno diritto di vita tutte
le interpretazioni vissute dai di
versi raggruppamenti cristiani,
purché sia in esse riconosciuta,
pur nelle loro diversità, la comune ispirazione in Cristo.
Sempre viva la discussione
nella stampa cattolica circa Tapplicazione dei nuovi principi
concordatari, affidata ai vescovi
italiani. E’ di scena, questa volta, il problema dell’insegnamento
religioso intorno ai quale stanno
discutendo la Commissione Episcopale Italiana e il Ministero
della P.I. Si può intanto rilevare nei vari contributi ospitati
dalla stampa la percezione della necessità di trasformare una
chiesa « regale » e quindi autoritaria', ,~in~TIna~chiesa « mlssio^
nana » e quindi volontaristica.
Appare poi l’intenzione della C.
E.I. di fare una revisione dei
catechismi usati in Italia ed accusati in gran parte di non rispettare gli esiti del Concilio
Vaticano II. Viene anche discusso il progetto Scoppola di un
insegnamento « religioso » obbligatorio, inteso come informazione storica sullo sviluppo del
pensiero religioso, ed uno facoltativo centrato sulla religione
cattolica. E infine il problema,
forse il più importante, della
qualificazione che dovranno avere gli insegnanti di religione
nelle varie scuole; fino ad ora
ci voleva un placet dei vescovi
per l’insegnamento cattolico;
d’ora in poi cosa sarà deciso?
Larga eco di stampa alle nozze di don Gianni Gennari. Particolarmente ampio l’articolo di
Adriana Zarri sul Manifesto.
Notizie varie:
— dopo la moschea per i musulmani, anche una Sala Congressi per i Testimoni di Geova
è stata approvata in Roma;
— su Famiglia Cristiana mons.
Sartori, rispondendo ad un lettore, riconosce che la chiesa vive anch’essa nel peccato ed ha
come tale bisogno della Grazia
divina; sbaglia quindi, secondo
Sartori, chi dice di accettare il
Vangelo ma rifiuta la chiesa
perché non è perfetta.
— Popoli e Missioni riprende
lo spunto dalla visita papale alla chiesa luterana di Roma, per
illustrare le varie reazioni del
mondo protestante all’avvenimento.
Niso De Michelis
ADELFIA, 27-29 LUGLIO
Convegno
sul Mediterraneo
« Per un Mediterraneo mare
di pace » si incontrano a Comi
so dal 27 al 29 luglio, pacifisti
italiani e delegazioni dei movi
menti per la pace, dei movimen
ti giovanili e di quelli di libera
zione degli altri paesi rivieraschi
Il convegno — promosso dal
comitato per la pace della seconda circoscrizione di Roma,
dalla lega per i diritti dei popoli, dal CUDIP di Comiso, dal
centro di documentazione e di
iniziative per la pace di Catania,
dal centro « Giuseppe Impastato » di Palermo, dal coordinamento nazionale dei comitati
per la pace, da esponenti delle
AGLI e del PCD e da alcuni parlamentari europei — lavorerà
per gruppi sui seguenti temi:
strategie militari e nucleari nel
Mediterraneo (introduzione di
B. Ravenal), non allineamento
(introduzione di delegati jugoslavi ed algerini), rapporti nordsud nel Mediterraneo, modelli
di sviluppo, ccoperazione (introduzione di A. Kader e di S
Amin), emigrazione, associazioni
smo giovanile, scambi interna
zinnali culturali, formazione prò
fessionale, condizione della don
na.
A eccezione della prima sera
ta, l’iniziativa — che apre uffi
cialmente il raduno pacifista
ECO (estate comisana 84) — si
svolgerà presso il Centro evange
Ileo giovanile di Adelfia, a 20 km
da Comiso, che ospiterà il gros
so dei convenuti mettendo a disposizione, oltre alle proprie
strutture, uno spazio tende.
Per iscriversi, versare caparra di lire italiane 25.000 sul conto corrente n. 10545978 intestato
ad Adelfia, via Garibaldi 60, Vittoria (Rg) e telefonare al Centro 0932/980132. Costo dell’incontro (comprensivo di vitto,
alloggio, materiale e documentazione sui temi trattati): L. 50
mila.
il’
5
20 luglio 1984
obiettivo aperto $
VIAGGIO NELLA SPIRITUALITÀ’ CONTEMPORANEA
L’ORIENTE? LA’, IN FONDO A SINISTRA
Ci fu un momento, agli inizi
degli anni 70 in cui sembrò che
si dovesse assistere ad una grandiosa fuga dall’occidente. Milioni di giovani, in tutti i paesi a
capitalismo avanzato, voltavano
le spalle alla società dei consumi per rifugiarsi in « ashram »
più o meno grandi, più o meno
isolati. Non tutti questi giovani
finivano necessariamente in India o nel Tibet: la fi^a spesso
comportava un seìflplice biglietto della metropolitana. Perché « ashram » e templi sorge\ano dovunque, nelle periferie e
nei centri residenziali delle città grandi e piccole di tutto il
mondo occidentale. La fuga, ov\ i amente, era soltanto ideale, ma
non per questo meno drammatica e definitiva.
Fu così che cominciò un fiordo coro m erri n di artigianatò~e
cultura orientale: bastoncini di
sandalo o di incenso, mandala,
ciabatte, sari, meditazione, capelli rasati, « mantra », introspezioni e passività. E ancora, di
seguito, cibi macrobiotici, e poi
\oga, e poi centri di mistica e
via dicendo. L'occidente, ricco,
spietato, dominatore, disincantato, violento si faceva conquistare da un oriente succube, dimesso, tetro, disarmato ed incantato. Come potè avvenire tutto questo? E perché? E da chi?
Le prime fughe — ancora isolate, da avanguardie — risalgono
alla prima metà degli anni ’50.
Erano frange della prima contestazione giovanile del dopoguerra. Saranno famosi... Erano
Alien Ginsberg. Iaej< Kerouac ed
aTtfT intellettuali della <7 lpeaT~generation » americana^^ Ma non faclvano''ancori stòria. Il secondo,
grande esodo (e questa volta fu
un esodo « fisico »: la gente andava « veramente » in India e nel
Nepal), avvenne aH’inizio degli
anni '70. Erano i primi sconfitti della contestajjengr glPTrfTPàzTcffiiti, quelli chi, atteso un anno, due, non vedendo sbucare
da dietro l’angolo la rivoluzione
pi evista, avevano deciso di cambiare strada.
Ma perché l’Jndia? I perché
glieli avevano iorniti gli intellettuali americani della « beat generation ». yt grande xjrisf- —
che era allo^sfessó tempo crisi
economica, crisi ideale e crisi di
progetti — aveva ormai colpito
tutta l’area occidentale. La tracedia del Vietnam aveva messo
in~qtrestionè anche le ultime illusioni sul primato morale delTarea capitalistica. I giovani americani pagavano a caro prezzo
queste illusioni: lo pagavano con
la delusione per le sconfitte economiche ed ideali dell’« american way of fife», e lo pag^ano
con la vita, sui campi di battaglia dell’Oriente. Lo pagavano
con la mancanza di speranze in
quella che potrebbe essere l’era
cleirolocausto atomico, come dissero chiaramente in quella tragica profezia apparsa sui muri
dell’università di Berkeley:_ « Siamo forse l’ultima generazione a
fare l’esperimento della vita... ».
Questa disperazione portò moltissimi giovani, prima americani
e poi anche europei, a cercare
scampo il più possibile lontani
dai responsabili di questo disastro. In un posto sicuro. Ginsberg e Kerouac avevano indicato loro la via di fuga. Era il luogo giusto: dentro se stessi.
L’Oriente, con le sue filosofie,
con la sua pratica sperimentata
in più di seimila anni di storia,
era il punto di partenza ideale
per questo viaggio. Ed il flusso
di giovani verso il Gange,_ verso
la città sacra di Benares, ingros^ sò di giorno in giorno. Ma con
temporaneamente iniziò un nuoto flusso, questa volta in direzione esattamente opposta: decine e centinaia di guru, di maestri e di santoni cominciarono
ad invadere l’occidente. Alcuni
si sono limitati ad aprire isolati
ashram in ogni parte del mondo, altri invece hanno dato vita
a movimenti che, partendo sempre dagli Stati Uniti, hanno invaso poi tutti i paesi europei.
Le strade delle capitali di tutto il mondo occidentale cominciarono a riempirsi di una nuova generazione di postulanti: capelli rasati, vestiti con un leggerissimo sari, sandali leggerissimi, i nuovi accattoni ofiErivano
un genere inusitato di letture:
Bhagavad Gita, Upanisad, riviste
strapiene di giovani rasati e
sorridenti, e canti di « mantra »
che i Beatles avevano provveduto a rendere noti in tutto il
mondo.
Anche da noi, in Italia, il fenomeno — fino all’ ’80 — fu talmente clamoroso da destare sospetto e preoccupazione nella
stampa e nelle questure. Poi è
andato lentamente calando. Forse sarebbe pi.ù corretto parlare
di « assestamento »: il calo riguarda la crescita, non il fenomeno. Il fatto è lì, ormai consolidato. Le stesse famiglie dei fuggiaschi — dopo le prime reazioni disperate — sono passate dalla rassegnazione al consenso. Ed
anche la stampa non dedica ormai più spazio al fenomeno ma
riporta le notizie sui raduni e
sulle manifestazioni nelle rassegne culturali.
Il mondo, dunque, non si è
orientalizzato, né ha aumentato
la sua dipendenza. Che del re
sto, non è mai stata una dipendenza dall’oriente « vero », bensì
da quello mediato e corretto dagli Stati Uniti. Lo swami Bhaktivedanta Prabhupada è diventato il grande santo di milioni
di giovani occidentali solo dopo
aver fatto la sua « svolta ad occidente ». Lo stesso dovette fare
10 yqgi Maharishi. per imporre
nel inoiidu iirtéfo la sua Meditazione trascendentale. Lo shree
ghagwan, il santone degli « arancìoHT», è stato l’unico a restare
in India. In occidente ci era arrivato soltanto in effigie, stampato sui medaglioni che i suoi
« sannyasi » portano al collo. Per
anni ed anni il movimento (dalla sua origine fino ad un paio di
anni fa) ha avuto il suo centro, il
suo « sancta sanctorum » nell’ashram di Poona, a poche centinaia di chilometri da Benares,
in piena India. Poi avvenne un
fatto abbastanza misterioso. Improvvisamente il santone scomparve da Poona. Cominciarono a
circolare voci di « fuga ». Si disse ohe Bhagwan era scomparso
con la cassa del movimento (è
un uomo che possiede una trentina di Rolls Royce: insomma,
11 movimento « tira »). Ci fu sgomento nelle sue fila. Riappai^e
però. I suoi tirarono un sospiro
di sollievo. Ma non riapparve a
Poona, bensì negli Stati Uniti.
Aveva spostato lì l’intero movimento.
Dalla politica
alia “nuova coscienza
II
Raccontando la sua seconda
rivoluzione, uno dei leaders della « nuova coscienza » (che fino
a poco prima era stato uno dei
leaders di Lotta Continua) disse
sostanzialmente questo: « Ho
passato tanti anni della mia vita
a pensare agli altri. Poi ho detto ’basta’. Ed ho cominciato a
pensare a me stesso ». Questo
leader non era (e non è) uno stupido. Eppure nella sua affermazione sembra esserci una ingenuità. E’ mai possibile che questo singolare personaggio — un
intellettuale, un filosofo — potesse considerare « altruistica »
la sua utopia rivoluzionaria ed
egoistica invece la sua utopia
religiosa?
Per molta gente e ancora difficile credere che gli anni della
« contestazione » avessero una
matrice altruistica. La difficoltà
deriva forse dal fatto che, quando migliaia e migliàia di giovani — nella primavera del ’68 —
cominciarono a scendere in piazza in tutto il mondo occidentale, nessuno si aspettava tutto
quel furore rivoluzionario. Dunque, le parole d’ordiiie che facevano da colonna sonora alle loro manifestazioni sconcertarono
e preoccuparono l’opinione pub;
blica mondiale. Furono molti
quelli che videro in esse soltanto incitamenti all’odio di classe
ed esaltazioni continue della violenza. Ed anche le manifestazioni stesse, nei loro « gesti », per
molti parlavano lo stesso linguaggio. La gente dunque si chie;
deva: è possibile che i giovani
abbiano imparato ad odiare prima che ad amare? Non è difficile dare torto a queste osse^azioni. Senza capirne le motivazioni, come si poteva considerare « altruistica » la bastonata in
testa ai dissenzienti o la molotov lanciata contro le camionette della polizia? Difficile da digerirlo.
Eppure ormai è noto che, dietro a quelle intemperanze, dietro a quelle difficoltà di comunicazione, si poteva leggere —
e peraltro venne anche letto —
un progetto. Si leggeva una speranza. Si leggevano degli ideali.
Ed erano progetti, speranze,
ideali che parlavano di giustizia, di pace, di uguaglianza. Quei
biare « cultura » — avevano seguito altre strade. Alcuni di essi, dopo aver passato così tanta
parte del loro tempo a guardarsi attorno, avevano cominciato
a guardarsi « dentro ». Si erano
resi conto che — per loro almeno — era finito il tempo di lavorare per « gli altri » ed avevano
deciso di mettersi a lavorare per
■ « se stessi ». Il « personale » prima era diventato importante —
nella loro storia privata — perché anch’esso era un fatto politico, poi diventò importante proprio perché era « personale ».
La « svolta ad oriente » fu la
conseguenza logica di questa loro svolta personale. Tutta l’esperienza pluridecennale di Alien
Ginsberg, di Jack Kerouac e di
tanta parte della « beat generation » divenne inevitabilmente la
loro esperienza. Essi furono le
teste di ponte dell’avanzata dei
movimenti neo-orientali nell’Europa (gli esploratori, ripeto, furono tutti americani). Furono loro a « rovesciare il mondo », a
metterlo a testa in giù, se così
si può dire. Furono loro, cioè,
a ribaltare la pratica tradizionale dell’esperienza: prima di
questa svolta, le conoscenze, _ i
rapporti procedevano m maniera rigorosamente rettilinea (da
sé agli altri). C’era un gioco permanente di relazioni — che potevano essere positive o negative — con il mondo. A partire
dalla loro esperienza, i rapporti
procedono invece in maniera circolare (da sé a sé: gli altri sono
incidenti).
giovani volevano cambiare il
mondo e si buttarono a corpo
morto in questa impresa. Avevano degli ideali!
Per attuarli usarono — è vero
— strumenti che possono essere
criticati. Usarono la violenza.
Avevano però anche delle giustificazioni alle quali appellarsi per
motivare questa scelta. La prima
giustificazione era dedotta: rispondevano con la violenza alla
violenza che la società esercitava su di loro (e più in generale
sui « deboli »). La seconda giustificazione era invece indotta.
L’antropologia ci insegna che le
reazioni che caratterizzano il cittadino di una società fortemente urbanizzata sono le stesse reazioni che caratterizzano l’animale selvatico costretto alla cattività. Insomma, la gente che vive
nelle grandi concentrazioni urbane finisce per comportarsi come un animale in galjbia; perde
quella che potremmo definire la
coscienza sociale, diventa indo^
lÌntè~To passivuT~é~diventa ag!
^ssivo in malora immotivafe
^noto che perfino il coniglio in
gabbia tende a mangiarsi i piccoli appena nati, se non gli vengono sottratti prima).
I giovani dunque reagivano a
« questa » società e non potevano farlo che rispettando le regole del gioco, regole che peraltro non avevano né inventato né
imposto loro.
Ho fatto tutto questo discorso
non per giudicare né giustificare
i giovani di allora ma soltanto
per dire che essi — al di là dei
modi — avevano dei progetti,
degli ideali. E questi ideali se
li sono portati dietro anche quelli che, alle prime difficoltà, abbandonarono la battaglia. Se li
portarono dietro perché rappresentavano la loro « cultura ».
Quando questa sconcertante
guerra finì (con la sconfitta), la
generazione della speranza divenne la generazione della disperazione. Gli fleafi erano stati
sconfitti con la sconfitta delle
speranze, ed alle utopie si sostituirono le vie della disperazione: il tèirorismo e la drqga.^
Quelli, però, che !>1 'eì'aiiu alloii’^
tanati prima — che non avevano
dunque fatto in tempo a cam
Aveva dunque ragione il leader di cui parlavo all’inizio. Il
suo nuovo rapporto con il mondo era decisamente un rapporto
« egoistico ». Ma bisogna dme a
questo punto che il mondo occidentale é cristiano ha delle grosse responsabilità su questo tipo
di scelte, perché non è stato capace di dare, a lui ed agli altri,
delle alternative valide a_ questo
tipo. di„ chiusura. Ha lasciato solo lui e tutti coloro che avevano
fatto quel tipo di scelta. Non li
hanno aiutati né capiti (e poi:
poteva aiutarli e capirli?).
Da allora sono passati quasi
dieci anni. In questo percorso i
movimenti della « nuova coscienza » hanno fatto altra strada.
Nuovi « arancioni », _« devoti di
Krisna », nuovi induisti, zen e
via dicendo si sono uniti a questi primi « vagabondi del dharma». Ma ho l’impressione che
si tratti soltanto di compagni di
viaggio occasionali. Il fenomeno,
è vero, si è radicato, ma non è
esploso, come forse alcuni temevano. La ragione, tragica, c’è.
Per qualche anno le offerte per
coloro che affrontavano le strade dell’angoscia erano ancora
numerose (e variopinte). Da allora, in questi ultimi tre-quattro
anni, molto è cambiato, le percorrenze sono mutate, nuove proposte si sono affermate alle prime — originali — indirizzandone
anche le finalità e gli sbocchi.
« Gli » sbocchi? « Lo » sbocco,
dovrei dire... Lo sbocco finale ormai è uno: la morte per ov^
dose. -«
Le grandi divisioni
Direi che, sostanzialmente, possiamo dividere i movimenti della
« nuova coscienza » in almeno
due grandi filosi: da ima parte
quelli ohe si fSanno (direi « meccanicamente ») alla tradizione
culturale deH’Griente, e quelli invece che sono nati, per così dire,
già in versione destinata all’esportazione (ma dove collocare allora i « devoti di Krisna »?).
I movimenti
neiia tradizione
In questo settore collocherei
l’induismo meno compromesso
con tecniche e modelli psicanalitici. Intendo quelle scuole — ora
in fase calante — che nascono
attorno alla figura di un « maestro » o di un « guru ». Esse rappresentano sostanzialmente un
induismo da week-end: forse limitato nella sua esperienza (i discepoli si vedono con il maestro
e tra di loro prevalentemente nei
momenti liberi, quasi mai nella
settimana) ma il rapporto, come
nella tradizione orientale, tra
maestro e discepolo non è mediato né da discipline né da « vice »:
è personale e diretto. In questo
filone, naturalmente, va inserito
— al primo posto — il bi^ismo
tibetano, con i suoi morSstè'n ed"
Ì~suoi monaci. Il fenomeno è limitatissimo ma esiste. Infine, collocherei qui anche il movimento
dei « Devoti per la coscienza di
Kr^a », uno dei momenti più
I^lofeschi e spettacolari di
questo mondo già di per sé colorato. Questo movimento è stato
importato in occidente (sulla falsariga di una « setta » indiana,
caratteristica per la sua cocciuta difesa della tradizione vedica)
meno di 20 anni fa da un « maestro » indiano, lo swami Bhaktivedanta Prabhupada. Il movimento interessò subito intellettuali già sensibili al fascino dell’oriente (da Ginsberg ai Beatles)
e si sviluppò rapidamente, come
il suo lato più caratteristico, il
« mantra » Hare__Krisna. E’ un
movimento meSfattere praticamente monastico, con regole molto rigide. Ma aperto anche ai
modelli americani di propaganda
ed. organizzativi.
I movimenti
di ’’esportazione”
In questo secondo settore colloco invece i movimenti più noti
e spettacolari, a partire da quello
più industrializzato: la M'T, ov- j
vero la Meditazione Trascendentale. Più di un milione e mezzo
di praticanti (forse due milioni,
forse tre, chi può dirlo?). Questo
movimento nacque negli Stati
Uniti nel 1959. Venne fondato da
un « maestro » (naturalmente indiano), lo yogi Maharishi Mahesh. Nato in sordina, questo
movimento si è subito presentato
come una pratica utile per far
superare ai suoi militanti lo
stress della società industrializzata. E’ una pratica che richiede
dedizione e fedeltà, ma che non
costringe il suo praticante a dolorose scelte di campo, a « farsi
orientale ». Il movimento è impostato su basi rigidamente manageriali ed ha un grosso giro di
affari.
In questa categoria, e in ottima
classifica, compare anche il movimento detto degli « arancioni »,
cioè di quei « neo orientali » ohe
si rifanno agli insegnamenti dello Shree Bhagwan Rajneesh ed
al suo ormai mitico (anche perché non è più lì) ashram di
Poona, in India. E’ forse il movimento più recente ma più chiacchierato. I libri dello Shree fondatore sono arguti e pungenti, e
prendono di mira tutti i difetti
della società occidentale, i suoi
miti e la sua cultura, da Reagan
a Cristo. Anche gli arancioni —
e questo è un dato ohe accomuna
tutti i movimenti di questo paragrafo — non devono fare mediazioni con se stessi e con la loro
cultura: non devono tantomeno
farsi orientali. Sono e restano
occidentali. Ma lo fanno « standone al di fuori ».
A cura di
Giovanni Ribet
6
6 cronaca delleValli
20 luglio 1984
In corteo
con la
Madonna
Ci sarà o non ci sarà la statua
della Madonna nella vrocessione
diocesana che, il 2 settembre, attraverserà Pinerolo? Dopo Vaffijigmento del mondo a Mama,
coinptat»-d^ papa tre iñSSTJa,
tocca ora alìè^ divSTse diocesi cattoliche di consacrarsi alla Madonna. Ma la più recalcitrante a
farlo pare essere la diocesi di Pinerolo che, intanto, ha avviato
una vivace discussione ospitata
dal locale giornale cattolico
« L’Eco del Unisone ».
Da un lato la comunità pinerolese di San Lazzaro, con un suo
documento, sostiene che l’affidamento a Maria essendo un atto
privo di fondamento biblico ñon
10 si può imporre a tutti i cattolici. Si tratterebbe solo di una
speciale forma di devozione. Il
documento conclude con il suggerimento di "riformare” la processione di consacrazione eliminando la statua della Madonna e
sostituendola, eventualmente, con
una sola immagine. Posizione,
Cfuest’ultima, che pare trovare
d’accordo anche il vescovo di Pinerolo. Più tardi è intervenuto il
sacerdote Franco Trombetto sostenendo, tra l’altro, anche per
ragioni ecumeniche, di « riformare in senso evanselico l(T precessione, facendola séñza Statue,
in preghiera e in meditazione.
Perché ad esempio — chiede don
Trombetto — non trasferire la
processione al sabato sera e farla diventare una splendida fiaccolata di tipo lourdiano? ».
Nel quadro di questa polemica,
destinata a continuare, non è
chiaro quale significato si dà al
verbo: riformare.
Ma se il significato è quello
che pensiamo, ovvero quello di
confrontarsi direttamente con la
parold~~biblicartn vista " di uria
maggiore fedeltà all’Evangelo, allora riformare la processione alla Madonna non significa solo
eliminare statue o immagini ma
si tratta di eliminare la stessa
processione che mette al centro
11 rapporto tra la comunità dei
credenti e la Madonna.
Non basta mettere giù una
statua e tirare su un’ immagine. Si tratta se s’intende realmente riformare in senso evangelico antiche pratiche devozionali del Medioevo, di sgombrare
il campo da fgrme idolatriche
per ritrovarci ìul terreno nuao~
del discepolato di Cristo.
E’ difficile ed è una sfida fondamentale per tutti. Però, al di
là di questo, il resto è secondario. Almeno, mi pare.
Giuseppe Platone
la rinniiiirtirii
4(1 VIQNBTTA • aU4t.IBl.MONm A C.
Conceaalonario
prodotti e servizi riscaldamerto
IgAglpPetroU
10064 PINEROLO . Via C. Alberto, 34
Tel. 0121/74035 - 74546
Gestioni riscaldamento - Caldaie, bruciatori, termoregolatori - Installazione, trasformazione, assistenza tecnica e
manutenzione impianti.
A PROPOSITO DI DUE PROPOSTE DI INIZIATIVA POPOLARE
Leggi sulla pace, perchè?
Da un paio di mesi sono state proposte, dai comitati-pace
italiani, due leggi di iniziativa
popolare concernenti l’installazione di missili a testata nucleare sul territorio italiano.
Nonostante l’importanza della
questione della pace e del disarmo, non si può certo dire
che l’interesse, la partecipazione e, perché no, i risultati siano
stati, almeno fino a questo momento, molto incoraggianti e significativi.
Approfitto quindi dell’occasione per spiegare brevemente il
senso di queste due proposte:
la prima legge di iniziativa propone l’indizione di un referendum popolare straordinario sull’installazione a Comiso o su altre parti del territorio nazionale
di missili a testata nucleare. La
seconda propone la modifica dell’articolo 80 della Costituzione
concerriente la partecipazione democratica alle scelte di politica
militare.
Al di là del loro elevato significato politico, vorrei prendere
queste due proposte come spunto per alcune rifiessioni più generali sul problema della pace
e degli spazi democratici che come cittadini abbiamo. Queste
due iniziative mi sembrano essere, in primo luogo, un ulteriore strumento per affermare
sempre più decisamente il no
stro ferrno rifiuto di porci sotto
la protezione di armamenti e di
potenze militari che nulla hanno
a che fare con gli ideali di democrazia, di solidarietà e di fratellanza tra i popoli, che ci caratterizzano come credenti e come
cittadini liberi.
In secondo luogo mi sembra
che ognuno di noi sia posto di
fronte alle proprie responsabilità per quel che riguarda un
problema così centrale e così
caratterizzante della nostra esistenza, come il mantenimento
della pace e il rifiuto della « follia nucleare e militare ». E alla
luce di questa riflessione stupisce ancora di più notare quanto
inconsìstente sia stata, soprattutto tra noi valdesi, la partecipazione a queste due iniziative.
Ritengo che firmandole, possiamo e dobbiamo anche affermare la centralità della scelta libera e democratica, la possibilità
irrinunciabile di poter esprimere il proprio pensiero, le proprie scelte, politiche e di fede
in modo libero e responsabile.
Credo che la lotta per la democrazia passi anche attraverso il
problema della pace, perché se
un giorno mancassero la pace e
la libertà cosa ce ne faremmo
della democrazia? Come potremmo definirci « democratici » se
accettassimo passivamente le decisioni che altri prendono per
omeopatìa
IflJ^URINO
IL CORRIERE DEL SESTRIERE
SERVIZIO GIORNALIERO
MILANO - TORINO - PINEROLO
VALLI CHISONE - PELLICE - GERMANASCA
AUTOCARRI TUTTE LE PORTATE PER
ITALIA - FRANCIA - SVIZZERA
10063 PEROSA ARGENTINA - VIA ROMA, 33
TEL. (0121) 81242 - 81046
SGP 76 s.n.c.
di Gargantini & C.
INGROSSO FRUTTA E VERDURA
VIA ASSIETTA, 2 - PEROSA ARGENTINA (To)
noi, se non ci opponessimo alle
assurde scelte di morte e di distruzione; ma soprattutto come
potremmo definirci cristiani se
non denunciassimo il « non senso » della nostra esistenza minacciata, in particolare, dalla follìa delle guerre e degli armamenti?
Ma proprio perché riaffermiamo i principi di democrazia e
di libertà, penso, non dobbiamo assolutamente correre il rischio di chiuderci in noi stessi
nelle nostre convinzioni e nelle
nostre tradizioni ma al contrario lottare perché questi nostri
diritti rimangano tali e diventino sempre più dominio di tutti i
popoli, evitando così di rimanere inerti di fronte a decisioni
così gravi ed importanti come
quella deH’installazione di missili nucleari in uno stato (in particolare nel nostro paese) che
suonano come una limitazione
di quella libertà e di quella democrazia per le quali ognuno
dì noi sì batte.
Claudio Garrone
Comunità Montana
Chisone - Germanasca
2 comunità
alloggio
Nell’ambito del Progetto di
Tutela delle Persone Anziane, saranno aperte, a partire dal 15
settembre ’84, due Comunità Alloggio con sede a Villar Perosa
e Porte.
La Comunità Alloggio vuole
essere una risposta alle esigenze
di anziani ancora autosuflìcienti
che vivono in situazioni di abbandono e solitudine per la lontananza dal centro del paese e
con problemi economici.
La Comunità Alloggio può essere una sistemazione per tutto
l’anno oppure i soli mesi invernali, per evitare l’isolamento
in borgata ad anziani che, durante i mesi estivi, preferiscono
ritornare nelle proprie abitazioni.
La Comunità Alloggio di Villar Perosa potrà ospitare 1# persone, quella di Porte 4 persone,
con sistemazione in camere a
due letti in alloggi ristrutturati
e con tutte le comodità. Una Assistente Domiciliare sarà incaricata di seguire i gruppi per la
parte più gravosa della gestione
della casa. Si provvederà inoltre
alla preparazione dei pasti.
Cinema e Stadio
del Ghiaccio chiusi
TORRE PELLICE — Due problemi
gravano sulle strutture per il tempo
libero dell’ex « Ginevra italiana >■: i
due più importanti luoghi di ritrovo,
Palaghiaccio e Cinema sono chiusi e
la loro riapertura rappresenta cosa ancora vaga.
I due argomenti sono stati discussi dal Consiglio comunale di Torre
nell’ultima seduta di mercoledì 4 luglio scorso.
Delle peripezie per l’acquisto del Cine Trento già tutto o quasi è noto,
ma ora, finalmente autorizzata l’operazione economica, incombono altre nuvole ■ cioè le norme di sicurezza antincendio: si rendono necessarie opere
per un costo di circa 160 milioni, quasi
il costo dell’acquisto.
Per avere le idee più chiare è stata
affidata una perizia ad un ingegnere
esperto del settore.
Una speranza, in tema di fondi per
l’opera, arriva da una specifica legge
regionale in via di approvazione, vista
la situazione quasi « impossibile » per
la maggior parte dei locali dì spettacolo.
Sul Palaghiaccio, dopo che il Consiglio aveva affidato ad una nuova Cooperativa la gestione, il gruppo estromesso ha presentato opposizione al
Co.Re.Co. L’amministrazione ha presentato all’Ente di controllo i richiesti
chiarimenti ma due problemi si pongono, in attesa deH’approvazione delle
delibere: i tempi del passaggio delle
consegne si allungano tanto non solo
da bloccare l’auspicata stagione estiva ma da mettere addirittura in pericolo l’inizio di quella invernale: le
strutture esistenti nell’impianto sono
state inoltre asportate dalia Sogest
senza in precedenza arrivare ad un
confronto con la Cooperativa interessata al subentro del materiale.
In chiusura segnaliamo ancora la
concessione di 200 milioni dalla Provincia per la costruzione di un campo
da rugby sull’area dell’ex discarica
delTAIbertenga.
Piervaldo Rostan
Jazz in Val Pellice
TORRE PELLICE — L'Associazione culturale F. Lo Bue, recentemente costituitasi in Val Pellice, inaugura domenica 22 luglio, ore 21, in collaborazione con «Oli Jazz Promotion», la
stagione 84-85.
Gli incontri musicali si terranno presso il ristorante « Fonte Blando » con
prezzo di ingresso a 3.000 lire; riduzioni
sono previste per i soci della "Lo
Bue".
La prevendita dei biglietti avviene
presso il negozio « Concerto » di Sibille, via Roma 8, Torre Pellice.
Domenica sera si esibiranno i componenti lo Oli Jazz Quartet.
COMPRO E RESTAURO MOBILI D’EPOCA
TORNITURA LEGNO E LUCIDATURA RAME
Dei GIORnO ITOLO
Laborat.: TORRE PELLICE (To)
Via Arnaud, 1 - Tel. (0121 ) 91.430
(3
Orsello
Elmo
TECNICO RISCALDAMENTO
AUTOMATISMI CANCELLI
SERRANDE NEGOZI
Via Moffa di Lisio, 17 - PINEROLO - Tel. 0121/78377
«I
m
7
«
<4^
fd
20 luglio 1984
cronaca delle Valli 7
PENTECOSTE '84
Tempo di consuntivi
Martedì 3 luglio un gruppo di
coloro che hanno partecipato
aU’organizzazione della festa di
Pentecoste ’84 si è riunito per
fare un primo bilancio della manifestazione.
Il giudizio che tutti i presenti
hanno espresso è stato nettamente positivo. Basti un dato
per tutti, che può riassumere il
successo della giornata, centrando in pieno uno degli scopi che
ci si era prefìssati: rincasso netto, da devolvere all’Asilo di S.
Germano per la sua ristrutturazione, è stato di quasi sei miliO:.
ni e rnezzo di lire. E’ una cìlfa
faggUarSevole, che non si sarebbe raggiunta se molte persone,
provenienti da diverse comunità, non avessero lavorato con
passione e intelligenza. Certo,
qualche aspetto era forse da discutere, e nella riunione di bilancio si è discusso a lungo. Un
esempio solo: la partecipazione
è stata meno massiccia che nelle precedenti manifestazioni? Se
si. perché? Grosso modo, abbiamo avuto 600 presenti. Quanti a
Frali, due anni fa. Certo meno
che a Ferrerò, quando nel 1980 si
lanciò per la prima volta questa
manifestazione. Ognuno avrà il
suo parere a riguardo; ma forse
non sono le cento persone in
più o in meno, che fanno la riuscita della festa. E’ piuttosto la
qualità della partecipazione, e,
come detto prima, questa è stata ampia e motivata, come è
dimostrato dall’attenzione che
si poteva notare in tutti i momenti e a tutte le proposte che
venivano fatte. Sia alla mattina
che al pomeriggio, sia al pranzo
che alla veglia del sabato o davanti agli stands, noi abbiamo
sempre visto persone che sentivano il tutto come cosa propria:
era la vita della Chiesa, della
nostra Chiesa che si stava svolgendo in quel momento, ed ognuno se ne sentiva parte.
Un discorso a parte lo merita la veglia del sabato sera: era
la prima volta che facevamo
qualcosa di simile. Dopo lo spettacolo, molto apprezzato e se
□ XV AGOSTO
güito in religioso silenzio, del
Gruppo Teatro Angrogna, un’ottantina di giovani si è fermata
a cantare attorno ad im piccolo falò. L’idea va probabilmente
ripresa: è un modo antico, eppure sempre nuovo per esprimere la comunione.
E infine l’Asilo di S. Germa
no. Volevamo convogliare l’interesse di tutti verso questa
grande scommessa. In molti volevano sapere ed un numero
non indifferente di persone ha
anche sottoscritto. Da qui, ora
andiamo avanti.
Paolo Rìbet
FISCO E RIMBORSI
SuirUnità del 24 maggio scorso c'è
un articoletto che dice: « Il fisco:
dopo 10 anni decadono i rimborsi ».
Vale a dire che tutti i contribuenti se
dopo dieci anni non hanno ancora ottenuto ii rimborso delle imposte pagate in più, corrono il rischio di perdere tutto (rimborsi e interessi).
Questa è una truffa vera e propria.
Se il contribuente sbaglia nel fare
i conti e non ha consegnato il giusto,
l’anno dopo riceve subito una cartella
esattoriale con l'importo e in più l'interesse che si.aggira sul 20%. Questo è successo a me.
Al contrario se è il contribuente che
deve essere rimborsato dallo Stato
la cosa cambia, lo Stato lascia trascorrere 10 anni, poi tutto quanto è
prescritto.
Il contribuente paga il fisco, poi
deve anche pagare ingiustamente le
leggi truffaldine dello Stato?
Questo sarebbe Democrazia?
All’opinione pubblica pare giusto
questo?
Pensionato Cario Ferrerò,
Pomaretto
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Chiude un anno ecclesiastico
FERRERÒ — La chiusura dell'anno
ecclesiastico non ha certo coinciso
con un periodo di « stanca ». Al contrario, abbiamo avuto molte occasioni
di incontro e di riflessione importanti, dei momenti belli e di festa e dei
momenti di tristezza. Noi li vogliamo
ricordare, elencandoli uno dopo l'altro,
senza ordine cronologico.
Innanzitutto, abbiamo avuto il piacere di vedere tre bambini presentati
alla comunità per il battesimo: essi
sono Federico Valetti e Alessandro
Foto BONARDO
• Matrimoni
• Battesimi
• Cerimonie e Partecipazioni
VIA SILVIO PELLICO, 3 - 10064 PINEROLO
TEL. (0121 ) 75086
Ghigo di Ferrerò e Fabrizio Tron di Ro
doretto. Qualche tempo dopo, la nostra sorella Silvana Massel si è unita in
matrimonio con Renzo Scapolo, un giovane della comunità cattolica di Villar Perosa. I due fidanzati hanno voluto coinvolgere le loro Chiese con
una « lettera di intenti » inviata al
Concistoro di Ferrerò ed al Vescovo di
Pinerolo. Questo fatto ha creato un
po' di discussione, in quanto essi chiedevano anche che un rappresentante
della Chiesa cattolica fosse presente
alla cerimonia religiosa che si sarebbe
tenuta nel nostro tempio e che avrebbe fatto seguito al rito civile. Era la
prima volta che una simile richiesta
veniva presentata alla nostra comunità e questo fatto, come detto, ha suscitato un certo dibattito, al termine
del quale si è accettato che Don Gallea, parroco a Villar Perosa, portasse,
al te»mine della cerimonia, un saluto
agli sposi. I due giovani si sono stabiliti a Ferrerò e noi speriamo che il
loro « coinvolgimento » prosegua. Per
una famiglia che nasce, ve n’è un’altra che ha superato un traguardo importante: Felice Costabel e Alessandrina Tessere hanno ricordato con la
loro numerosa famiglia i cinquant'an
Grande vendita al mobilificio
Cicpcilclì
nu
(ex LIBRALON)
per cambiamento proprietario
Via Nazionale, 154 - VILLAR PEROSA ■ Tel. 0121/51037
Camere classiche L. 1.790.000 Porta TV L. 120.000
Soggiorni con tavolo e sedie L. 950.000 Specchi L. 28.000
Camere da ragazzi L. 420.000 Settimanali L. 140.000
Camere moderne L. 1.590.000 Mobili letto L. 130.000
Trasporto e montaggio gratis
A CHI ACQUISTA CAMERA E SOGGIORNO REGALIAMO UN DIVANO
Non è una vendita è una stravendita. Beati i primi
L'assemblea popolare del 15 agosto
avrà luogo quest’anno a Massello,
presso Campo La Salza (le indicazioni
sulla strada rerrderanno agevole trovare il luogo del raduno).
Programma;
Qre 10: Culto con predicazione del Pastore Salvatore Ricciardi.
Ore 11: Messaggio del Moderatore
della Chiesa Valdese/Zona del Rio
de la Piata, Pastore Ricardo Ribeiro.
Qre 14: li significato delle Intese tra
la Chiesa Valdese e lo Stato italiano.
Ore 15: La presenza evangelica nel
Mezzogiorno. Vari interventi sull'evangelizzazione, le opere diaconali, le opere di istruzione delle
nostre chiese nel sud.
Mostra fotografica.
In caso di cattivo tempo l'incontro
si terrà nel tempio di Massello.
La C.E.D.
Pastore assente
ANGROGNA — Sino al 18 agosto i
pastori Be-llion e M. Pons di Luserna
San Giovanni sostituiranno il past.
Platone assente per un viaggio negli
U.S.A.
ni di matrimonio. Al Signore, che è
ricco in benedizioni, noi abbiamo affidato questa famiglia.
Accanto ai momenti lieti, dobbiamo
annoverare però anche quelli tristi:
il 20 maggio abbiamo salutato il fratello Emilio Reynaud di Maniglia, che,
a 88 anni, ci ha lasciato dopo una penosa malattia. Alla vedova noi vogliamo trasmettere la nostra simpatia anche da queste colonne.
Gli adempimenti di fine d'anno, con
la relazione del Concistoro discussa
dall'Assemblea, ci hanno fornito l’occasione per una riflessione sui nostri
problemi: sia a Ferrerò che a Massello, infatti, bisogna rinnovare parte
del Concistoro. Non è facile, però,
trovare delle persone che siano disponibili per questo incarico. Che fare?
L'Assemblea di Perrero ha chiesto
agli abitanti del quartiere di Maniglia
(che è rimasto « scoperto ») di discutere il problema in una riunione apposita. Questa si è tenuta il 24 giugno
ed il nome emerso è quello di Sylvaine
Dupont Barai. L’Assemblea di Massello, invece, dopo aver fornito alcuni
nomi, ha richiesto che si svolgessero
ampie consultazioni e che in autunno
si potessero tenere le elezioni.
Pomeriggio
del Rifugio
Domenica 29 luglio 1984 alle ore
14.30 avrà luogo presso il Rifugio
Re Cario Alberto di Luserna San
Giovanni il tradizionale pomeriggio
del Rifugio.
Non mancate, vi aspettiamo numerosi per esprimere la vostra solidarietà.
AVVISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporti por qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta i
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei. (011) 6270463 - 6272322.
USSL 42 - VALLI
CHISONE ■ GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica ;
22 LUGLIO 1984
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766.
Fenestrelle: FARMACIA GRIPPQ Via Umberto I, 1 - Tel. 83904.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica ;
22 LUGLIO 1984
Bricherasio: FARMACIA FERRARIS Via Vittorio Emanuele 83/4 - Tel
59774.
Villar Penice: FARMACIA GAY
Piazza Jervis - Tei. 930705.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pelllce: telefono 91.996.
8
s documenti
20 luglio 1984
il testo di legge approvato dalla Camera
Norme per la regolazione dei
rapporti tra lo Stato e le chiese rappresentate dalla Tavola
Valdese.
Art. 1.
I rapporti tra lo Stato e le chiese
rappresentate dalla Tavola valdese sono redolati dalie disposizioni degli articoli che seguono, sulla base della
Intesa stipulata 11 21 febbraio 1984, allegata alla presente legge.
Dalla data di entrata in vigore della
presente legge cessano pertanto di
avere efficacia ed applicabilità nei confronti delle chiese rappresentate dalla
Tavola valdese, degli istituti ed opere
che ne fanno parte e degli organi e
persone che le costituiscono, le disposizioni della legge 24 giugno 1929,
n. 1159 e del regio decreto 28 febbraio 1930, n. 289,
Art. 2.
La Repubblica italiana dà atto delrautonomia e della indipendenza dell'ordinamento valdese.
La Repubblica italiana, richiamàndosi ai diritti di libertà garantiti dalla
Costituzione, riconosce che le nomine
dei ministri di culto, la organizzazione
ecclesiastica e la giurisdizione in materia ecclesiastica, nell'ambito dell’ordinamento valdese, si svolgono senza
alcuna ingerenza statale.
La Repubblica italiana prende atto
che la Tavola valdese, gli organi e
gli istituti delie chiese che essa rappresenta continueranno a non fare ricorso, per l’esecuzione di provvedimenti dà essi presi in materia disciplinare o spirituale, agli organi dello
Stato.
Art. 3.
La Repubblica italiana, accogliendo
la richiesta della Tavola valdese, provvede a cattceilare dal bilancio dello
Stato II capitolo delle spese fisse relativo all’assegno perpetuo per II mantenimento del culto valdese, previsto,
a titolo di risarcimento di danni anteriormente subiti, dal regio biglietto
29 aprile 1843, ora corrisposto nella
misura di lire 7.754,75 annue.
Art. 4.
La Repubblica Italiana prende atto
che la Tavola valdese, nella convinzione che la fede non necessita di tutela ptenale diretta, riafferma il principio ohe la tutela penale in materia
religiosa deve essere attuata solamente attraverso la protezione dell’esercizio dei diritti di libertà riconosciuti
e garantiti dalla Costituzione, e non
mediante la tutela specifica del sentimento religioso.
Art. 5.
I militari, aventi parte nelle chiese
rappresentate dalla Tavola valdese,
hanno diritto di partecipare, nel giorni
e nelle ore fissate, alle attività religiose ed ecclesiastiche evangeliche
che si svolgono nelle località dove essi risiedono per ragioni del loro servizio militare.
Ove nelle predette località non sia
in atto alcuna attività di culto evangelico, i ministri iscritti nei ruoli tenuti
dalla Tavola valdese e competenti per
territorio sono autorizzati a svolgere
riunioni di culto, per i militari interessati, nei locali predisposti di intesa con il comando da cui detti militari dipendono.
In caso di decesso in servizio di
militari aventi parte nelle chiese rappresentate dalla Tavola valdese, il comando militare competente adotta le
misure per assicurare che il funerale
segua secondo la liturgia evangelica.
I pastori iscritti nei ruoli tenuti
dalla Tavola valdese che prestano servizio militare sono posti in condizione di poter svolgere, unitamente agli
obblighi di servizio, anche il loro ministero di assistenza spirituale nei confronti dei militari che lo richiedono.
Gli oneri finanziari per lo svolgimento delle suddette forme di assistenza spirituale sono a carico degli
organi ecclesiastici competenti.
Art. 6.
L’assistenza spirituale dei ricoverati aventi parte nelle chiese rappresentate dalla Tavola valdese o di altri ricoverati che ne facciano richiesta, negli istituti ospedalieri, nelle
case di cura o di riposo e nei pensionati, è assicurata tramite ministri
iscritti nei ruoli tenuti dalla Tavola
valdese.
L’accesso di tali ministri ai predetti
istituti è a tal fine libero e senza limitazioni di orario.
Le direzioni di tali istituti sono tenute a trasmettere ai suddetti ministri
di culto le richieste di assistenza spirituale ricevute dai ricoverati.
Gli oneri finanziari per lo svolgimento della predetta assistenza spirituale sono a carico degli organi ecclesiastici competenti.
Art. 7.
Gli ospedali evangelici esistenti in
Genova, Napoli, Pomaretto, Torino,
Torre Pellice non sono tenuti a dispor,re il servizio di assistenza religiosa
,previsto dal decreto del Presidente
della Repubblica 27 rnarzo 1969, n. 128.
Nel rispetto della libertà di coscienza dei ricoverati e delle loro famiglie,
l’assistenza spirituale ai ricoverati di
qualsiasi confessione religiosa è assicurata nei detti ospedali, senza limiti di orario, a cura della direzione
dell’ospedale, tramite gli organi di ciascuna confessione religiosa e ad esclusivo carico del medesimi.
Art. 8.
Negli istituti prenitenziari è assicurata l’assistenza spirituale tramite ministri di culto designati dalla Tavola
valdese.
A tal fine la Tavola valdese notifica
all’autorità competente i nominativi dei
ministri di culto, iscritti nei ruoli tenuti dalla Tavola valdese e competenti
per teirritorio, responsabili della assistenza spirituale negli istituti penitenziari ricadenti nella circoscrizione delle
predette autorità statali competenti.
Tali ministri responsabili sono compresi tra i soggetti ohe possono visitare i medesimi istituti senza particolare autorizzazione.
L’assistenza spirituale è svolta nei
suddetti istituti a richiesta dei detenuti o delle loro famiglie o ad iniziativa dei ministri di culto.
Il direttore dell’istituto informa di ogni richiesta proveniente dai detenuti il
ministro di culto responsabile, competente per territorio.
Gli oneri finanziari per lo svolgimento della suddetta assistenza spirituale sono a carico degli organi ecclesiastici competenti.
Art. 9.
La Repubblica italiana prende atto
che la Tavola valdese, nella convinzione che l’educazione e la formazione
religiosa dei fanciulli e della gioventù sono di specifica competenza delle
famiglie e delle chiese, non richiede
di svolgere nelle scuole gestite dallo
Stato 0 da altri enti pubblici, per
quanti hanno parte nelle chiese da
essa rappresentate, l’insegnamento di
catechesi o di dottrina religiosa o pratiche di culto.
La Repubblica Italiana, neH’assicurare rinsegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, materne,
elementari, medie e secondarie superiori, riconosce agli alunni di dette
scuole, al fine di garantire la libertà
di coscienza di tutti, il diritto di non
avvalersi delle pratiche e dell’insegnamento religioso per loro dichiarazione, se maggiorenni, o altrimenti per
dichiarazione di uno dei loro genitori
o tutori.
Per dare reale efficacia all’attuazione di tale diritto, l’ordinamento scolastico provvede a che l’insegnamento
religioso ed ogni eventuale pratica religiosa, nelle classi in cui sono presenti alunni che hanno dichiarato di
non avvale^^ei'.®' oon abbiano luogo
In occasione déll’iosegnamento di altre materia, né, secondo orari che abbiarro per i detti alunni effetti comunque discriminanti.
Art. 10.
La Repubblica italiana, allo scopo di
garantire che la scuola pubblica sia
centro di promozione culturale, sociale
e civile aperto aH’apporto di tutte le
componenti della società, assicura alle chiese rappresentate dalla Tavola
valdese il diritto di rispondere alle eventuali richieste provenienti dagli
alunni, dalle loro famiglie o dagli organi scolastici, in ordine allo studio
del fatto religioso e delle sue implicazioni. Le modalità sono concordate
con gli organi previsti dall’ordinamento
scolastico. Gli oneri finanziari sono a
carico degli organi ecclesiastici competenti.
ralità dei sistemi di celebrazione cui
si ispira il suo ordinamento, riconosce
gli effetti civili ai matrimoni celebrati secondo le norme deH’ordinamento
valdese, a condizione che l’atto relativo sia trascritto nei registri dello
stato civile, previe pubblicazioni alla
casa comunale.
Coloro che intendono celebrare il
matrimonio secondo le norme dell’ordinamento valdese debbono comunicare tale intenzione all’ufficiale dello
stato civile al quale richiedono le
pubblicazioni.
L’ufficiale dello stato civile, il quale abbia proceduto alle pubblicazioni
richieste dai nubendi, accerta che
nulla si oppone alla celebrazione del
matrimonio secondo le vigenti norme
di legge e ne dà attestazione in un
nulla osta che rilascia ai nubendi in
duplice originale. Il nulla osta, oltre
a precisare che la celebrazione nuziale seguirà secondo le norme dell’ordinamento valdese e nel comune
indicato dai nubendi, deve altresì attestare che ad essi sono stati spiegati, dal predetto ufficiale, 1 diritti e i
doveri dei coniugi, dando ad essi lettura degli articoli del codice civile al
riguardo.
Il ministro di culto, davanti al quale ha luogo la celebrazione nuziale,
allega il nulla osta rilasciato dall’ufficiaie dello stato civile all’atto di matrimonio che egli redige in duplice
originale subito dopo la celebrazione.
La trasmissione di un originale dell’atto di matrimonio per la trascrizione è fatta dal ministro di culto, davanti al quale è avvenuta la celebrazione, all’ufficiale dello stato civile del
comune del luogo non oltre I cinque
giorni- dalla celebrazione. L’ufficiale
dello stato civile, constatata la regolarità dell’atto e l’autenticità del nulla osta allegatovi, effettua la trascrizione entro le ventiquattro ore dal
ricevimento dell’atto e ne dà notizia al ministro di culto.
Il matrimonio ha effetti civili dal
momento della celebrazione anche se
l’ufficiale dello stato civile, che ha ricevuto l'atto, abbia omesso di effettuare la trascrizione nel termine prescritto.
Art. 11.
La Repubblica italiana, attesa la plu
Art. 12.
Ferma restando la personalità giuridica degli enti ecclesiastici valdesi
aventi fini di culto, istruzione e beneficenza e attualmente riconosciuti per
antico possesso di stato, quali la Ta
vola valdese e I quindici Concistori
delle chiese delle Valli valdesi, e sai
vo quanto previsto dal successivo ar
ticolo 13, la Repubblica italiana rico,
nosce la personalità giuridica degli
enti ecclesiastici aventi congiuntamente i tre suddetti fini, su richiesta
della Tavola valdese che allega, quale
documentazione sufficiente a dare titolo al iriconoscimento, la delibera sinodale motivata con cui l’ente è stato eretto in istituto autonomo nell’ambito dell’ordinamento valdese.
Sulla base della documentazione ad
essi fornita, i competenti organi statali verificano la rispondenza dell’ente, di cui si chiede il riconoscimento
della personalità giuridica, al carattere
ecclesiastico ed ai tre predetti fini.
Le attività di istruzione o di beneficenza svolte dagli enti ecclesiastici
sopra menzionati, sono soggette, nel
rispetto dell’autonomia e dei fini degli
enti che le svolgono, alle leggi dello
Stato concernenti le stesse attività
svolte da enti non ecclesiastici.
Gli acquisti di beni immobili, l’accettazione di donazioni ed eredità ed
il conseguimento di legati sono soggetti alla autorizzazione prevista dalle
leggi civili per gli acquisti delle persone giuridiche.
La gestione ordinaria e gli atti di
straordinaria amministrazione dei predetti enti ecclesiastici si svolgono
sotto il controllo e con l’approvazione
della Tavola valdese senza ingerenza
da parte dello Stato, delle regioni o
altri enti territoriali, stante che non
ricorrono oneri di mantenimento a carico dei medesimi.
La notifica dell’avvenuta revoca dell’erezione in istituto autonomo, da parte
del Sinodo, determina la cessazione
con provvedimento statale della personalità giuridica dell’ente ecclesiastico e la devoluzione del suo patrimonio ali'ente morale indicato neiia
medesima delibera sinodale.
Il mutamento dei fini dell’ente comporta la revoca del riconoscimento
della personalità giuridica dell’ente me
desimo.
Gli enti di cui ai presente articolo
nonché quelli di cui al successivo articolo 13 sono soggetti al regime tributario previsto dalle leggi dello
Stato.
Art. 13.
Con l’entrata in vigore della presente
legge, l’Istituto Artigianelli valdesi,
con sede in Torino, ente morale come
da statuto approvato con regio decreto 9 giugno 1895, è soppresso ed il
relativo patrimonio è devoluto alla Tavola valdese che di tale ente riassume il fine.
La Fondazione ospedali valdesi di
Torre Pellice e Pomaretto, riconosciuta in ente morale con regio decreto
4 luglio 1858, ed 11 Rifugio Re Carlo
Alberto per gli incurabili con sede in
Luserna San Giovanni, eretto in ente
morale con regio decreto 6 settembre 1902, conservando la personalità
giuridica, sono trasformati In istituti
autonomi nel quadro dell’ordinamento
valdese ai sensi del precedente articolo 12. Tale trasformazione nulia innova quanto ài loro fini, al loro patrimonio ed all’ordinamento del personale dipendente, anche in ordine al
trattamento di previdenza e di quiescenza. Tali istituti sono regolati dagli
statuti per essi emanati dal Sinodo
valdese.
In esecuzione del Patto di integrazione tra le chiese valdesi e metodiste,
approvato dal Sinodo valdese e dalla
Conférenza metodista nelle rispettive
sessioni dell’agosto 1975, l’ente Chiesa evangelica metodista d’Italia (CEMl), civilmente riconosciuto con decreto del Presidente della Repubblica
20 marzo 1961, n. 602, conservando la
personalità giuridica e il proprio patrimonio, è trasformato in istituto autonomo nel quadro deH’ordinamento
valdese ai sensi del precedente articolo 12, assume il nome di Opera per
le chiese evangeliche metodiste in
Italia (OPCE'MI) ed è regolato dallo
statuto per esso emanato dal Sinodo
valdese.
Art. 14.
E’ garantita l’autonomia giuridicoamministrativa degli ospedali evangelici di cui al precedente articolo 7, secondo i criteri disposti daH’articolo 1,
comma quinto, della legge 12 febbraio
1968, n. 132, e successive modifiche
e integrazioni.
Art. 15.
Le lauree e i diplomi in teologia
rilasciati dalla Facoltà valdese di teologia sono riconosciuti dalla Repubblica italiana.
Gli studenti della predetta Facoltà
possono usufruire degli stessi rinvi!
dal servizio militare accordati agli studenti delle università statali.
La gestione ed 11 regolamento della
Facoltà, nonché la nomina del personale insegnante, spettano agli organi
ecclesiastici competenti ed a loro carico rimangono i relativi oneri finanziari.
Art. 16.
Nel rispetto delle libertà in tema' di
religione, le affissioni e la distribuzione di pubblicazioni e stampati relativi
alla vita religiosa e alla missione delle chiese rappresentate dalla Tavola
valdese, effettuate all’interno ed all’ingresso dei luoghi di culto e degli edifici ecclesiastici utilizzati dalle suddette chiese, nonché le collette ai fini
ecclesiastici, avvengono senza autorizzazione né altra ingerenza da parte
degli organi dello Stato.
Art. 17.
La Repubblica italiana e la Tavola
valdese collaborano per la tutela e la
valorizzazione dei beni culturali afferenti al patrimonio storico, morale e
materiale delle chiese rappresentate
dalla Tavola valdese, istituendo a tale
fine apposite commissioni miste.
Tali commissioni hanno tra l'altro il
compito della compilazione e dell'aggiornamento dell’Inventario dei beni
culturali suddetti.
Art. 18.
Per la formulazione delle norme di
applicazione della presente legge, i
competenti organi dello Stato e la Tavola valdese procederanno d’accordo
alla elaborazione dei testi relativi.
Art. 19.
Ogni norma contrastante con la presente legge cessa di avere efficacia,
nei confronti delle chiese rappresen
tate dalla Tavola valdese, degli istituti ed opere che ne fanno parte e degli
organi e persone che le costituiscono,
dalla data di entrata in vigore della
legge stessa.
Art. 20.
Le parti sottoporranno a nuovo esame il contenuto della allegata Intesa
al termine del decimo anno dall’entrata
in vigore della presente legge.
Ove, nel frattempo, una delle due
parti ravvisasse la opportunità di modifiche al testo della allegata Intesa,
le parti torneranno a convocarsi a tale fine. Alle modifiche si procederà
con la stipulazione di una nuova intesa e oon la conseguente presentazione al Parlamento di apposito disegno
di legge di approvazione, ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione.
In occasione di disegni di legge
relativi a materie che coinvolgono rapporti delle chiese rappresentate dalla
Tavola valdese con lo Stato, verranno promosse previamente, in conformità all’articolo 8 della Costituzione,
le intese del caso.
ALLEGATO
Intesa tra il Governo della Repubblica e la Tavola Valdese, in attuazione
deH’articolo 8, comma terzo della Costituzione.
(Omissis)
Nota: Il testo dell’Intesa è stato pubblicato sul n. 9 datato 2
marzo 1984 del nostro periodico.
COLLEGIO VALDESE
Comunicato
Gli studenti / studentesse
elle intendano frequentare il
Liceo Classico o Linguistico
al Collegio ed abbiano interesse ad essere ospitati presso il mini-convitto, sono pregati di contattare tempestivamente la segreteria (che rimarrà aperta ogni mattina
fino al 31 luglio e dal 27 agosto in poi) al seguente indirizzo: Collegio Valdese, via
Beckwith, 1 - 10066 Torre
Pellice (To), tei. (0121) 91260.
I « L’Eco delle Valli Valdesi •: Rea.
rribunale di Pinerolo N. 175.
1
Comitato di Redazione; Valdo Benecchi, Mario F. Beruttl, Franco Carri,
Giorgio GardioI, Marcella Gay, Adriano Longo, Claudio H. Martelli,
Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Corettore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Hedazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278.
Redazione l’Eco delle Valli Valdesi:
Via Arnaud, 23 - 10066 Torre Pellice.
Editore; AlP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Regist'o nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481,
Abbonamenti ’84: Annuo L. 21.000:
Semestrale 12.000; Estero 40.000 (posta aerea 64.000): Sostenitore 40.000.
Decorrenza 1° genn. e 1“ luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato » L’Eco
delle Valli - La Luce » - Casella postale- 10066 Torre Pellice
Pubblicità: prezzo a modulo (mm
49x53) L. 9.000 (oltre IVA),
inserzioni: prezzi per mm. di altez•a larghezza 1 colonna: mortuari
350 - sottoscrizioni 180.
Economici 200 a partecipazioni personali 350 per parola, i suddetti
prezzi si intendono esclusa IVA.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a <■ La Luce: fondo di solidarietà ». Via Pio V. 15 - Torino
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
7