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DELLE miLT VALDESI
Prdìf.
ARlíAííD JBDG0IÍ AUGUSTO
Case Kucre
TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCII - Num. 17-18
Una copia Lire 30
ABBONAMEPfTI / ' * P*’’ l’»»‘erno
t L. 1.800 per l’egtero
a Eco » e « Presenza Evangelictt » |
interno L. 2.000 - estero L. 2.800 j
Spedii, abb. poetale - I Grappo
Cambio d’indirizzo Lire 50
TORRE PF.LLKE —30 Aprile 1962
Ammin. Claadiana Torre Pellice - C.C.P. 2-175S7
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“’Pomenloà' dallar FucoUà di Teologia
Vor.azinnì pastorali
Le opere di Martin Lutero donate
alla Facoltà di Teologia di Roma
Ho esitato assai prima di scrivere
queste righe in occasione della Domenica della Facoltà di teologia. Prima di tutto, per non aggiungere altro
alle iniziative della Facoltà stessa; in
secondo luogo, per non correre il rischio di venir facilmente frainteso
parlando di « ministero pastorale ».
j Sento tuttavia il dovere di dire alcune
I cose che mi stanno a cuore e che ritengo importanti per le nostre famiglie e per tutta la Chiesa.
11 problema delle « vocazioni pastorali » si ripropone del continuo all’attenzione della Chiesa ed alla nostra sensibilità spirituale. Si è molto
parlato della necessità di sviluppare il
senso del servizio nelle comunità, riconoscendo in tal modo la pluralità
dei ministeri secondo i doni concessi
dallo Spirito Santo ai credenti. Non
ho nulla da aggiungere a quanto è
stato detto; ma se sottolineo oggi un
aspett.) particolare del ministero cristiano. cioè quello « pastorale », è
perdi',: credo fermamente che la nostra Citiesa, posta di fronte alle sue
respon.sabilità in Italia ed in altri paesi. ha ancora oggi bisogno di giovani
disposti a rispondere alla divina chiamata ed a consacrare la loro vita al
servizio degli uomini nel ministero
« pastorale ».
Metto a ragion veduta l’accento sulTaspclto « pastorale » di quel ministero. che intendo non come uno strumento di dominio ma come una via
aperta al contatto con gli uomini e in
uno spirito di servizio. Il giovane che
è chiamato al pastorato nella nostra
Chiesa o altrove si prepari dunque ad
essere prima di tutto « pastore » : uomo con gli uomini, sensibile ai problemi ed alle sofferenze del tempo
presente, ma con una vocazione chiara che lo spinga alla fedele predicazione della Parola di Dio, all’insegnamento. alla cura d’anime. Non sia
essenzialmente un « teologo », anche
se la « teologia » dev’essere il terreno
in cui affondano le radici della sua
vera e propria personalità, la struttura nascosta del suo edificio spirituale.
E se è vero, che ogni vocazione viene
da Dio. quella vocazione dev’essere
ogni giorno ridomandata e ritrovata
nella preghiera oltre che nel contatto
con i fratelli, onde non avvenga che
l’esercizio del ministero pastorale a
pieno tempo si trasformi in una professione « ecclesiastica » e che il pastore inavvertitamente ma a poco a
poco cessi d’essere tale per il gregge
che Dio gli aveva affidato.
Quest’anno gli studenti « interni »
iscritti alla nostra Facoltà di teologia
sono 24. E’ certo un numero rallegrante; però se si tien conto del fatto
che 6 di essi sono stranieri in soggiorno temporaneo nel nostro paese.
5 appartengono alla Chiesa Metodista, uno è battista, un altro è luterano, è evidente che il numero degli studenti valdesi si riduce assai. Ve ne
sono undici in tutto, così suddivisi:
un solo studente proveniente effettivamente dalle Valli Valdesi; gli altri
dieci, compresi una studentessa e tre
ex sacerdoti, provengono da altre località.
Non dico nulla di nuovo affermando che c’è una grave carenza di vocazioni pastorali nelle parrocchie delle
Valli Valdesi; e non mi dilungo a ricercarne le cause. Sono passati gli
anni in cui le chiese delle Valli inviavano ogni anno da tre a cinque studenti alla Facoltà in vista del ministero pastorale; e molte altre comunità da anni ed anni rimangono improduttive in quel campo, anche se
difficilmente si adatterebbero ad una
vita ecclesiastica priva della presenza
di un pastore.
Nei prossimi mesi la nostra Chiesa
si troverà in difficoltà nella sistemazione del suo campo dì lavoro. Alle
Valli un giovane pastore ha risposto
ad una vocazione « missionaria » e
partirà alEinizio dell’autunno per il
continente africano; ringraziamo Dio
per questa ripresa di più intimi contatti con le giovani Chiese sorte dalla missione, ma un posto rimarrà vuoto in mezzo a noi. Un altro vuoto si
creerà tra pochi mesi con la nomina
di un titolare della cattedra di Nuovo
Testamento alla Facoltà di teologia,
in seguito alla morte del prof. Giovanni Miegge. A non lunga scadenza
si prevedono alcuni posti vacanti in
seguito all’emeritazione di pastori ora
in attività di servizio. Le Chiese Valdes deir America del Sud sono sempre
in attesa di qualche pastore proveniente dall’Italia. E forse mai, come
ora, le Chiese Protestanti dell’estero
ci domandano con insistenza l’aiuto
di pastori, evangelisti, colpwrtori per
un urgente lavoro da compiere in
mezzo ad una massa di operai italiani
colà residenti. Senza parlare, px)i, della necessità di non abbandonare i Valdesi che scendono dai villaggi montani e si trasferiscono altrove, disperdendosi talvolta nella diaspora o nelle grandi città. Non è vero che non ci
siano oggi grandi possibilità di lavoro e di testimonianza al servizio dell’Evangelo; è vero anzi il contrario
ed il male di cui soffriamo è la nostra
avarizia spirituale, che non riusciamo
a nascondere dietro una notevole ed
le » non esaurisce in tutta la sua vastità e ricchezza il ministero dei credenti nel mondo. So anche quanto il
ministero di quei credenti sia necessario all’edificazione del Corpw di
Cristo. Ma sono ancora convinto che
la nostra Chiesa, nella sua situazione
storica attuale, ha bisogno di uomini
« messi a parte » per l’opera del Signore; uomini che possano dedicare
tutta la loro giornata terrena all’adempimento del ministero al quale Dio li
ha chiamati e che lo facciano con fede, unita ad una viva ed umana sensibilità.
:J5 ♦ ^
Perciò il problema delle « vocazioni
pastorali » continua ad interessarci da
vicino. Esso tuttavia non si risolve
con delle iniziative personali, ma riguarda tutte le comunità; è un problema che investe la responsabilità
della Chiesa e l’impegna in una comune preghiera. Non per nulla Gesù
disse: « Ben è la messe grande, ma
pochi sono gli operai. Pregate dunque
il Signore della messe che spinga degli operai nella messe ».
Abbiamo molto parlato di « ministeri » e ne riparleremo ancora; la nostra Chiesa ne ha bisogno, nella varietà delle vocazioni e dei doni spirituali che arricchiscono la vita delle comunità. Ed ha anche bisogno di « vocazioni pastorali » chiare, penetranti,
sicure. Shunto temo che in tutto il
vasto settore della nostra vita ecclesiastica abbiamo molto parlato e assai px)co pregato il « Signore della
messe » affinchè mandi.gli operai nella « sua messe ».
Corriamo il ris'chio di impestare
teoricamente i nostri problemi, forse
ci prepariamo ad affrontarli con una
notevole attrezzatura « tecnica » o
<t teologica ». Ma ciò ¡non basta, se
manca la preghiera; soprattutto la
preghiera costante e solidale di tutta
la Chiesa. Non intendo fare del puro
e semplice sentimentalismo: voglio
invece dire che sarebbe grave p>er la
nostra Chiesa se, malgrado i doni che
ha ricevuto e che ancora riceve, essa
non sapesse più pregare il « Signore
della messe » e non avvertisse più con
vizio e del saePifizio nil nome di ‘Gesù
Cristo e in favore dei nostri fratelli.
La grande legge delTEvangelo è valida anche oggi p>er la nostra Chiesa
Valdese : « Se il granello di frumento
caduto in terra non muore, riman solo; ma se muore, produce molto frutto ».
La domenica della Facoltà di teologia riproponga dunque alla nostra
Chiesa il problema delle « vocazioni
pastorali » sul piano della costante
preghiera della fede. Non saranno mai
troppi in Italia e altrove i giovani
pronti a servire il Signore nel ministero pastorale, che è ministero della predicazione e della consolazione
cristiana. |
&MANNO ROSTAN
In un’aula della
facoltà Valdese dì
Teologia il Prof
Sucker, della direzione della Chiesa evangelica tedesca e delTUni
versità di Mainz,
consegna uno dei
54 volumi della
«Weimarana» (la
edizione compie
ta delle opere dì
Lutero ) : un dono munifico. Da
sinistra, il decano
Prof. V. Subilìa,
il rappresentante
della Tavola Pastore C. Gay.
I A BUENOS AIRES |
Inau|urato l’anno accademico
alla Facultad
Con un culto solenne tenutosi la
sera del 26 marzo nella Chiesa Metodista Centrale, è incominciato l’anno
accademico 1962 nella Facoltà Evangelica di 'Teologia di Buenos Aires.
La mattina del 27 marzo, prima dell’inizio delle classi, ha avuto luogo un
culto con Santa Cena nella Cappella
della Facoltà.
Durante l’anno, oltre alle lezioni ordinarie, saranno tenute conferenze
’"•ÇfliftU dal Past. Walter'Lüthi e da
• di Facoltà straniere,
corsi della scutn» 5
annessa alla Facoltà.
Numerosi sono gli studenti iscritti
ai vari corsi in vista dei due titoli rilasciati da questa Facoltà: baccalaureato e licenza. Essi provengono
da molti paesi del Sud-America e rappresentano varie Chiese evangeliche.
Gli studenti valdesi, iscritti ai corsi in vista del baccaileureato, sono:
Benjamin Barolin, Osvaldo Tron,
Fanny Geymonat, Liddy Gönnet,
Gladys Bertinat, Paolo S. Cattaneo e
Nelly Charbonnier. Si trovano pure
nel Convitto della Facoltà le signorine Marta Felix, iscritta al 2° corso
della Scuola di Musica e Miriam Artus, che frequenta un corso di Educazione Cristiana. Inoltre la Sig.na Violetta Geymonat e il signor Carlos del
Monte, che hanno terminato gli stu
di nella Facoltà, stanno facendo il
loro anno di prova; mentre i giovani
David Baret e Gerald Nansen, candidati in teologia, stanno facendo il loro anno di studio all’estero nella Facoltà di Roma.
La Facoltà Evangelica di Teologia
di Buenos Aires prepara gli operai per
molte Chiese evangeliche del vasto
continente snd-mnericano. La messe
è grande, ma gli operai sono pochi.
Che il Signore benedica il lavoro di
preparazione degli studenti della Facoltà e conceda a molti altri giovani
n/^er^iispondere alla Sua chiamaprofeta Isaia \v». ». o,, il
Paolo Stefano Cattaneo
Dal VII Distretto
Si ha notizia del felice ritorno del Post.
tPilfrido Arlus e Signora, rientrati a Colonia Vaidense con un buon ricordo del
loro soggiorno in Italia: essi esprimono
a tutti la loro riconoacenza per le accoglienze ricevute; ma anche noi li ringraziamo per la loro visita e auguriamo un
ministero benedetto nel distretto.
All’inizio di marzo ha avuto luogo la
Conferenza del Distretto rioplatense a San
Pedro, in occasione del cinquantenario di
quella comunità. Un augurio fraterno alle
nostre chiese d’oltre oceano, e in particolare a quella di San Pedro.
Il servizio delia Chiesa è il niioistero della Parola
Domenica 29 aprile tutte le nostra
comunità saranno invitate a pensare
in preghiera e a sostenere con la propria offerta la nostra Facoltà di Teologia.
Ultimamente, si è molto parlato dei
ministeri laici, giustamente; con speranza pensiamo al Centro di preparazione che ad Agape sta facendo le
sue prime prove; e in ogni comunità
si pensa a coloro che, insieme al pastore, assumono non di rado una parte considerevole di responsabilità nella vita della chiesa, mentre non sono
pochi quelli che si sforzano di dare
iuoìri, nel mondo in cui vivono e lavorano, la loro testimonianza cristiana.
Tuttavia, tutto questo non può nè
deve far dimenticare Timportanza —
per noi sempre fondamentale — di
quello che è, per eccellenza, il ministero della Parola. Certo, l’Anziano o
il fratello che visitano un ammalato,
il giovane ohe presiede ima seduta
dell’Unione^ il pr^catore laico che
presiede un culto, il credente che con
fermezza e gioia rende conto della sua
fede agli altri, esercitano tutti il ministero della Parola: pure, esso è affidato — da Dio, per riconoscimento
della Chiesa — in modo tutto particolare (e con particolare responsabilità D a coloro che per questo scmo
stati preparati; e la Facoltà teologica
che li prepara ha, nella vita della
Chiesa, un’importanza di prim’ordine
Diamo ogni tanto, sulle nostre colonne, notizie della vita della Facoltà
di Teologia di Roma. Tutti i lettori
CaMno chiedeva : 1:%^ ® ^
Dateci del legno
vi ¿anderemo delle frecce
ricordano come (lest’anno accademico — il 107" — si iniziato con il senso doloroso dellamancanza del prol
Giovanni Miegg; « un docente cos
ricco di doni itellettuali, spirituali
ed umani» (se fi ricorda la completa personalità : l’opera multiforme
sul n. 1/1962 d « Protestantesimo »,
la rivista pubbliata sotto gli auspici
della Facoltà) ; e come la sua sostituzione sia stai assicurata, per periodi più o mep lunghi, da docenti
esteri e da suplenti: nel primo semestre il prof.pVilhelm Vischer, del
la Facoltà di lontpellier, che con ;
suoi libri ha poto delle pietre miliari
per la rivalutajone teologica dell’Antico Testamenf; e il Dr. Rodolphe
Kasser, di Gifevra, studioso di manoscritti biblide gnostici in lingua
greca e copta.jhe Insieme con il Dr.
Bruno Corsari provvede alla supplenza per rifegnamento delle materie esegeticH anche jier il secondo
semestre. Il ¿tatto con metodi di
in.segnamen to'diversi è stimolante
per i nostri sdenti. Sono pure giunti o sono atti nel secondo semestre
il prof. Oscaiyullmann, amico di antica data ola Facoltà, il prol.
Hertzsch e lafrof. Jursch di Jena, il
prof. Quispei di Utrecht.
Gli studenti iscritti alla Facoltà sono, quest’anno, 48, di cui 6 per un semestre (3 dalla Svizzera e 3 dalla Germ-d,nia), 2 per due semestri (1 dall’Uruguay, 1 dalla Geimania) e 18 seguenti il corso completo in vista del
servizio nelle Chiese evangeliche in
Italia. Inoltre, 9 esterni e 3 speciali,
oltre a 10 candidati alla licenza teologica che lavorano alla preparazione
della loro tesi e degli esami finali. Un
bel gruppo di studenti, motivo di soddisfazione per la Facoltà e di speranza per il futuro lavoro delle Chiese.
Data la particolare situazione determinatasi per l’avvicendarsi dei docenti, quest’anno gli studenti non
hanno potuto, fra il primo e il secondo semestre, compiere la loro ormai
tradizionale visita a qualche Chiesa;
tradizione che sarà però ripresa.
Un lutto ha colpito ultimamente la
Facoltà, con la scomparsa della Sigja
Margherita Wiltsch, direttrice del
Convitto, che aveva assolto questo
compito con responsabilità e con amore.
Grazie al dono generoso di amici in
Italia e all’estero, un’ala della Facoltà è stata sopraelevata, sotto la dire
zione deiring. G. Girardet, disponendo coà di un alloggio f«r il titolare
della quarta cattedra: si attende ormai fra non molto il ritorno da Gerusalemme del Prof. J. Alberto Soggin. Grazie ad un altro dono, è stata
costituita una borsa di studio permanente alla memoria della Sig.a Alice
Ricci Revel.
Nell’autunno scorso è uscito il 5"
volume della collana della Facoltà:
un significativo contributo del Prof.
Valdo Vinay all’attività scientifica
del Protestantesimo italiano, dal titolo: «Evangelici Italiani esuli a Londra durante il Risorgimento». In vista del prossimo Concilio Vaticano è
in preparazione un lavoro del Prof
Vittorio Subilia sulle tendenze del
Cattolicesimo attuale di fronte al problema dell’unità della Chiesa e della
crisi della civiltà.
La rivista trimestrale « Protestantesimo », pubblicata sotto gli auspici
della Facoltà, prosegue il suo fecondo lavoro d’informazione, di meditazicne, largamente apprezzato anche
fuori del nostro ambiente. Forse, meriterebbe di esserlo di più proprio nel
nostro ambiente!
E per finire, ricordate Tesistema degli « Amici della Factrità »? Comunque, si possa o meno s<»tenerla con
la propria offerta particolare, ogni comunità e ogni membro può e deve sostenerla con la sua intercessione :
perchè non è un’accademia che vive
d’intelligenza soltanto, vive dello Spirito Santo, che è dato da quelli che
lo chiedono per l’ùtile comune.
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N. 17-18 — 30 aprile 1962
Spillature di àttu^ma" '.
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EI TRMilLLMl
Ora che gli stadi, per le consuete
ferie estive, sono chiusi, sarebbe interessante conoscere in quale guisa
le migliaia e migliaia di spettatori
che li affollavano trascorrono i pomeriggi domenicali.
Pomeriggi caldi, nel periodo delle competizioni, con discussioni, dispute, beghe a non finire, prima,
durante e dopo la partita: lo stesso
Socrate non suscitava tanto clamore,
nonostante la nota propensione degli Ateniesi alla dialettica.
Ogni partita allo stadio scatena
una scalmana che fa trasecolare quanti, ingenui, non immaginerebbero
mai un così paradosstde ’’pathos”
per una palla da cacciare in rete;
tanto ’’pathos” che, spesso, qualcuno finisce in guardina, qualche altro al pronto soccorso, qualche altro ancora rimane addirittura stecchito, stroncato dall’infarto.
Nell’attesa che le competizioni ricomincino col prossimo autunno, le
domeniche sono diventate squallide
e tetre. Giovani dal volto aggrondato si aggirano per le strade cittadine e camminano sconsolati; per ravvivare il loro spirito accendono il
focherello della rimembranza, e rievocano le gare più combattute, gli
’’eroi” più popolari, e si alimentano di ricordi, e si sbizzarriscono nei
pronostici per il prossimo futuro.
‘’Trecentosessanta milioni per
l’acquisto della mezz’ala...”.
” Duecentocinquanta per il terzino...”.
’’Quest’anno il campionato lo vinceremo noi...”.
La mèta agognata è questa: vincere, il campionato. Ne va di mezzo
l’orgoglio cittadino, il prestigio della propria regione, così come il grande uomo d’affari sa di compromettere il suo decoro se acquista per meno di cento milioni la casetta in Riviera o se non possiede il panfilo ancora,to notlv Ttienofìiato nel
suo prestigio e addirittura disonorato, Vatel, in una crisi di disperazione per il mancato arrivo del pesce
fresco da portare sulla tavola di re
Luigi XIV, si uccise. Come ci narra
madame de Sévigné, nella sua lettera a madame Grignan, ”cet homme,
voyant que ce matin à huit heures
la marèe n’était pas arrivée, n’a pu
sontenir Vaffront et, en un mot, il
s’est poignardé”.
Si noti che Vatel era al servizio di
Condé, famoso, se non altro, per
aver dormito saporitamente alla vigilia della battaglia di Rocroi. E’
certo che il principe doveva possedere nervi saldi e che il suo sonno
non fu procurato dall’ingozzamento
di tranquillanti, per il semplice fatto che a quell’epoca essi non esistevano. Ci sarebbero voluti, invece,
per il povero Vatel, troppo precipitoso nella sua insana determinazione, tanto più che la ’’marèe” arrivò poco dopo la sua morte. E ci vorrebbero per certi giocatori rissosi,
gelosi custodi dei propri preziosissimi stinchi, ma poco riguardosi per
quelli dei competitori.
Ci pare che il suggerimento non
sia da buttar via: tranquillanti, in
sostituzione delle droghe...
Alberto Gnadalaxara
Un bel Gorangio
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A
S
Q
U
A
Giorno dei morti
Un giorno il Signore venne alla
casa del capo della Sinagoga la cui
figliuola era morta. Secondo l'abitudine locale la gente si era adunata
per far strepito e suonare il flauto.
Non v'era ormai alcun dubbio sulla
realtà della morte nè c'era da ingannarsi sull'irrimediabilità dell'accaduto. Il non rendersene conto avrebbe
suscitato il riso dei presenti. Non dobbiamo dimenticare che questa è anche la situazione del Venerdì Santo
e del giorno della nostra fine.
A^nche noi siamo circondati dal
chiasso delle nostre conclusioni e dei
nostri ragionamenti ogni volta che
siamo confrontati dalla morte. Essa è
infatti, una realtà tremenda ed implacabile che, ad una ad una, spegna
quelle vite nelle quali il Signore si
era compiaciuto... Se noi cercassimo
di negare la gravità di questo fatto
susciteremmo anche oggi il ridicolo.
Eppure che diremmo se il Signore facesse lacere ancora il chiasso dei nostri lamenti tradizionali e lo strepito
dei nostri cuori feriti? Egli ha conosciuto la morte e per tre giorni Israe
Rembrandt: La risurrezione di Lazzaro.
Giorno dei vivi
le lo ha ritenuto abbandonato da Dio.
Eppure la morte non l'ha trattenuto
ed Egli è veramente risuscitato. E'
per questo che Cristo può negare la
realtà cui alludono i suonatori di 'ilauto, nella casa del capo della sinagoga. « La fanciulla non è morta, ma
dorme ».
Non è ancora questo che il Signore dice ai nostri cuori, morti nelle loro preoccupazioni indifferenti e morti perchè non palpitano all'unisono
con la Parola? Egli soltanto può dichiarare, secondo le intenzioni della
Sua grazia, che questa nostra umanità non è morta, ma dorme. Non v'è
in tutto ciò una grande promessa e
una grande gioia?
Il Signore è risorto e ci tende oggi la Sua mano affinchè reagiamo alla Sua parola pronunciata su di noi,
come reagì a suo tempo la figlia del
capo della sinagoga. Vivere questo
momento vuol dire respirare l'aria di
Pasqua e pregustare il giorno in cui,
pur essendo morti, udremo ancora la
Sua voce potente e ci rialzeremo per
essere con Lui. R. Bertalot
Contro lo "molo erbo
A Milano...
Da un boìlellino di chiesa:
Natiiralmenle, la frequenlazione riel
mito, delle riunioni, delle Unioni, della
Corale è « libera »; solíanlo, molti nella
Chiesa di X. non hanno ancora rapito
questa plementarissima verità: che la A'^era
libertà eonsisle nel fare ciò che Dio vuole,
e che invece, fare il nostro comodo è la
peggiore schiavitù delfuomo, che dimoBtra in lui la presenza sicura di un cuore
inconverlito. Gli antichi Valdesi hanno
pagato con l’esilio, la confisca dei beni e
con la vita il loro desiderio intenso di radunarsi Hberamenle per udire la predicazione della Parola di Dio; noi oggi siamo
{>iù «progrediti» di loro: siamo liberi di
riunirci, abbiamo numerose occasioni per
riunirci ad ascoltare questa Parola... ma
troviamo più comodo, starcene a casa nostra mentre l’Evangelo è predicato... ai
bandii. E poi abbiamo ancora il coraggio
di latnentarci che « il mondo va male »!
Abbiamo davvero un bel coraggio!
Processo in Italia
Il giorno 28 aprile 1962 compariranno davanti al tribunale di Roma
due imputati, predicatori della Chiesa di Cristo. Il primo, Otello Pandoltìni evangelista di Piombino (Livorno). per aver diffuso 3.000 manifestini
di contenuto anticlericale, contro l’invadenza del « pretismo » in Italia,
l’altro, Giovanni Luigi Giudici di Civitavecchia per aver fatto affiggere in
luogo pubblico manifesti a stampa nei
quali, tra l’altro, si dice che « i dogmi
cattolici sono invenzione dei preti ».
Tre avvocati del Consiglio federale
delle Chiese Evangeliche sono stati
incaricati di preparare la linea di difesa. L’accusa è grave. In Italia, iiggi che siamo in tempo di libertà, una
vùiv'W^.ij/icAiiii'tflìtusi ha scelto come introduzione un brano della
lettera che Giovanni Pascoli, il poeta
di cui si celebra quest’anno il cinquantenario della morte, inviò nel
1906 al reverendo padre Pistelli. Sono parole roventi e pensavamo di trattarne in un prossimo articolo: per
questo desideriamo attenerci, per oggi, alla questione iniziale. Impossibilitati a servirsi della radio, della televisione, senza speranza di ottenere un
solo rigo dalla stampa italiana, guardati di traverso ad ogni tentativo di
approccio amichevole, i nostri fratelli
della Chiesa di Cristo sono ricorsi ad
un’azione « volante ». E per non fare
le cose a mezzo hanno calcato la mano sulla situazione attuale nel nostro
Paese, così come si presenta sotto la
dominazione del clero cattolico, organizzatissimo e introdotto in ogni
forma di vita sociale, dalla scuola alla banca, dal campo assistenziale a
quello politico. I due imputati hanno
battuto strade diverse; esaminando il
primo problemi di carattere materiale, l’altro addentrandosi in questioni
religiose, confutando, Bibbia alla mano, dogmi e dottrina cattolici. Non è
il caso di fare pronostici sull’esito del
processo che verrà celebrato pter direttissima; certamente la difesa avrà
da combattere una dura battaglia, ma
è opportuno soffermarci a considerare
questo avvenimento con una più accentuata partecipazione cristiana. Il
contenuto dei 3.000 manifestini ripete le accuse che ogni libero pensatore
e ogni italiano di buon senso non può
fare a meno di rivolgere all’invadente
clero cattolico, ma come abbiamo detto, siamo sempre nel campo delle
questioni contingenti, nel problema
sociale e politico; l’altro manifesto invece parla delle cose « di sopra » : rivendica come unico intercessore tra
Dio e gli uomini Cristo Gesù, si pronuncia contro la tradizione riconoscendo l’Evangelo come unica fonte
di verità, si appella a Paolo, a Matteo e a Giovanni. Ne deduciamo quindi che il vero imputato è la Bibbia, e
qui la cosa cambia aspetto. Se da anni siamo costretti a subire il continuo
iinfikramento clericale negli organismi della vita pubblica, nell’altro caso si tratta di schierarsi non più al
centro o alla sinistra, più o meno pro
nunciatamente, ma di unirci in una
azione di solidarietà cristiana per riconoscere apertamente l’assoluta sovranità della Parola di Dio.
Quanti di noi sono a conoscenza del
processo che si svolgerà il 28 aprile a
Roma contro i due cristiani imputati
di un atto di fede? La diversa concezione del culto, la formalità esteriore, il dissidio teologico, non dovrebbero impedire, in casi simili, una
completa subitanea azione di solidarietà e simpatia, anche operante, di
tutti i fratelli evangelici. Le testimonianez più evidenti ed efficaci sono
quelle che si rendono davanti ai tribunali e alle polizie. Facciamo sentire
ai cristianiJ.n\tvw.taj|^cheunfl^,gQnGiiSP\i
addormentate possano essere le coscienze degli spettatori davanti a questo specchio dei tempi noi potremo
ancora fare un’opera di chiarificazione e di convincimento. La tiepidezza
del comodo e prudente riserbo non è
che un sintomo di fiacca ed è pericolosa, perchè la tranquillità e l’isolamento hanno il loro fascino, un fascino tentatore che ci porta a rinunciare,
ogni volta sempre più, al buon combattimento. Il processo di Roma non
si presenta solamente come un’azione
punitiva di ordinaria amministrazione. Esso inizia in un’atmosfera troppo favorevole ai « padroni del vapore ». La stampa tìce, nessuno è informato, nessuno, ci conseguenza, può
prendere posizioni in favore o contro,
comunque semprj pronunciandosi e
mettendo il gran pubblico in condizioni di sapere, di incuriosirsi e di voler « conoscere miglio ». In Italia basta la tappa di uni corsa ciclistica per
polarizzare l’atteizione di tutti distraendola da un iwenimento che pure ha in sè gli elenenti per gravi conseguenze future.
Il processo di Roma sarà una
manifestazione che pur avendo tutta
l’impronta della Itgalità più scrupo
losa costituirà un grave colpo al concetto della libertà. Anche come cittadini siamo in dovere di scuoterci e
metterci a guardare e, se occorre, anche a parlare. L’Evangelo deve poter
contare in Italia, su di una forza viva.
Quando dall’altra parte intendono
muoverci un’accusa oramai divenuta
abituale si parla e si ironizza anche,
sulle denominazioni e suddivisioni delle nostre chiese; quando però c’è da
condannare in blocco la Riforma, la
dottrina, o altri elementi allora siamo
presi tutti nel fascio deH’eresia: dai
pentecostali ai valdesi, dai metodisti
ai mormoni. Restiamoci, allora, in
certe circostanze, dentro a questo fa
§fÀP„.^S(S,^E>’dafiB^-3tè'ssi1efféno'‘dOT^^^
il Seme cadde e germogliò più fecondo? Noi cristiani « fratelli separati »
non sapremmo schierarci gli uni accanto agli altri quando ci chiama un
impegno così grave quale la testimonianza verso il Libro della Verità? La
prova ci unisce e ci collauda nello spirito delle antiche battaglie; ricorrere
ai sottili argomenti e alle riserve velate sarebbe un sottrarci al dovere di
cristiani, e è pericoloso; si finisce col
fare il gioco degli altri e gli altri sanno giocare bene, sanno anche barare
come un tempo, quando dicevano che
Galileo era dannato; fu un processo
imbastito con tutte le regole, tanto
che anche quelli i quali sapevano come la terra girasse intorno al sole stavano zitti per la paura. Marco
Siamo d accordo coti il nostro collaboratore, e il fatto che il Consiglio Federale
delle Chiese Evangeliche in Italia si è assunto la difesa di questi due predicatori
— la cui Chiesa non fa parte del Consiglio
stesso — mostra che la causa della libertà
di culto .sta a cuore a tutti noi. Occorre
però e.ssere obiettivi: non di rado l’atteggiamento della Chiesa di Cristo è poco fraterno, talvolta intollerante (sia ^rur verbalmente) non solo nei confronti di Roma ma
anche della Riforma; e non tutta questa
vigoria può essere gabellata per fedeltà
cristiana. ^ed.
A CATANZARO
Studio biblico comunitario
■Si legge negli Ani egli Aitostoli che i
credenti di Berea eliminavano tutti !
giorni le Scritture « pt vedere se le cose
stavano così » (At. 17 11).
Il nostro studio bibco del giovedì si
è arricchito da qualch mese di un elemento nuovo: una dteussione che si
.svolge dopo una introazione più o meno breve. Questa innovzione è stala delùsa dal Cduslglio di Ciesa ed è cominciala con lo studio deiiocumenti preparatori della Terza Asenblea Ecumenica
di Nuova Delhi. Non s tratta veramente
come alcuBi vogliono ciiere di una specie di « tribuna evangeli » (cioè del genere messo in onda daa TV il mercoledì sera), ma si tratta i una nuova forma di testimonianza ehi cerca di eliminare il complesso di iniHorità dei laici,
come è stato scritto di cente, per dare
con l’aiuto dello SpiritoSanto una nuova forza alla testimonian che la Chiesa
ha bisogno di dare al molo. Questa esperienza cristiana ha dato ei buoni risultati. Oggi si sente con p calore per la
città la voce dei discepi del Risorto,
che viene per essere guida e consiglio di
lutti quelli che vogliono vivere la vita
vera e santa dei figlioli di Dio. Voglia il
Signore benedire ed accrescere il numero
degli eletti nella nostra città ed in tutta
l’Italia bisognosa delTEvangelo.
Questo è anche il secondo anno che si
tiene il venerdì un corso di Cultura Biblica nella casa del Pastore, dedicato specialmente a quelli che devono sostituirlo
nella predicazione ma anche ad altri', che
qnesl’anno si son fatti più numerosi. Come si vede, la Chiesa di Catanzaro — anche se ci sono .pochi fatti di cronaca e
pochi articoli sul nostro giornale che la
riguardano — è una chiesa che vive e
confessa coH’amore la gloria di Colui che
con il suo sguardo divino ci dà nuove
forze per poter camminare con Lui. Come Enoc, con nuova gioia, conquistati
dalle sofferenze di Colui che sopportando
ogni cosa vinse la morte dandoci la vita
eterna, siamo sicuri di essere un giorno
rapiti alla luce dello vita eterna.
B. Scorza
...il Mi.ssionario Roberto Coisson ha fatto
qui pure una visita gradita a fine febbraio: conferenza con diapositive su a Magia e religione », messaggio ai bimbi della
scuola domenicale e al culto. L'opera niissionaria non perde il suo valore neppure
nel secolo delle rivendicazioni degli AfroAsialici.
...si lamenta che le presenze alla scuola
domenicale e ai corsi di catechisnio sono
jtiulloslo scarse.
...il piccolo gruppo di studio prosegue la
lettura dei profeti, con vivo intere.sse dei
parlecipanti.
...la Corale presta un prezioso servizio.
...la Lega femminile ha avuto le .sue riunioni regolari; rallivilà si intensifica: si
è ormai alla vigilia del thè di beneficenza.
l'he avrà luogo il 6 maggio. Non c solo
mi mezzo per ottenere un aiuto economico per le opere di beneficenza: vuole essere un’occasione di incontro e di fraternità. La Lega progetta i>ure per il 13 e 11
maggio una gita in torpedone alle I alli:
nernollamenlo alla Foreai.>i-;.- .1: Torre
reilice e visita ad alcune comuiillà delle
Valli e alle prineipali isritiizioiii henefi(“Iie e rii assìslenza.
...1 Unione giovanile ha coTilinualo lo studio dei problemi del .fesso; seffiiilf' eon
interesse e vivacemente discusse due conversazioni del dr. Marco Ricca ((( Espressioni della sessualità e loro sijinijficato
nelle varie epoche della vita » e « Psicologia differenziale dei sessi ») e una del
past. Giorgio Bouchard, che ha inquadrato
il matrimonio nel suo significato più autentico, più sincero, veramente cristiano.
...la diaspora si estende: domenica 28 maggio inizieranno visite regolari a Cnveglio,
dov’è stata attrezzata una sala, per un
piccolo gruppo di simpatizzanti.
...sono stati celebrati, ultimamenle, alcuni
matrimoni: Carla Vago e Paolo Ro.ston.
Ester Lessami e Fulvio Ghiriiighelli. Diana
Gilmore e Sergio Perticucci, Maria Mozzali e Roi Evali.
...alcuni lutti: Alfredo Bullow^ Ezzelino
Cavillato — per lunghi anni memliro del
Consiglio di Chiesa della comunità di Via
Fabbri e poi di quella riunita di S. Giovanni in Conca — Ernesto Torchio.
A Trieste...
... il doti. Giorgio Peyrot ha temilo, per
due sere consecutive, conferenze che hanno
ottenuto un gran successo: gremita, la sala
di Via Torrebianca; temi delle conferenze:
« Valori educativi della Riforma » e « Presupposti e riflessi di una politica delPecuinenismo cattolico ».
... il past. Musacchio si è assentato per
una \Uecina di giorni, in missione nello
Hessen (Germania), e in particolare nella
zona di Frankenberg am Eder, dove ha ripetutamente avuto occasione di parlare delia Chiesa Valdese e dei problemi dell’attività evangelica in Italia; caldo interesse
c fraterna solidarietà.
... rUnione femminile ha svolto un’intensa attività, e si progetta un’unione piò
stretta dei vari gruppi evangelici femminili della città, \ccanto alle conversazioni e
agli studi (fra l’altro, sull’opera per i cicchi e suirallività del Centro di servizio crisliaiiu a Rìesi). si comincia a preparare il
l/i«zai delPeslate.
... an;he l’Unione giovanile continua nn
huoii lavoro; nel gruppo prevalgono gh
elementi « seri », tanto è vero che le serale ricreative — occasione, talvolta, d’incontro ecumenico - - non sono state mollo feli
ci. Menzione speciale merita la memorabile gita del 19 marzo ad Aurisina-S. Croce,
cui hanno partecipato ben cinque persone!
Gli elementi « seri » di cui sopra si sono
Immersi in una lunga e impegnativa serie
di studi e discus.sioni : da Geremia alla storia del movimenlo ecumenico, dai problemi so ‘iologico-relìgiosi dell’Africa alla trattazione - - da parte di un nolo esperto allualmenle in missione di studio in Sicilia - di questioni complesse quali la iw*
tura della democrazia parlamentare e della
civiltà di massa
3
30 aprile 1962 — N. 17-18
PM- 3
Il gran corruttore
In occasione del processo celebrato in Roma in seguito alla gazzarra
inscenata da giovani neofascisti che
protestavano contro il convegno antifranchista che aveva luogo in Roma, i quotidiani hanno pubblicato
una documentazione fotografica delravvenimento. Abbiamo cosi rivisto
la figura, lugubre e sinistra, dell’on.
Ezio Maria Cray: testa pelata, vestire corretto, fazzolettino occhieggiantc dal taschino, egli ha seguito le
vicende del processo, ed i fotografi
hanno ripreso il suo aspetto di austero, distinto pensionato. Ci sono
ritornati alla memoria i bei tempi
lontani della gioventù: un certo Ezio
M. Cray che con frasi roboanti e stile dannunziano esaltava i valori della stirpe e della religione: Italia cattolica, Italia romana. Era uno dei
fondatori del « nazionalismo » (inteso come movimento politico); uno
dei capi delle « camice azzurre » che
sfilartino anche a Torre Pellice!
Ezio M. Cray, Federzoni, Rocco.
Gentile... Poi le Camice azzurre diventarono Camice nere, e la cricca
nazionalista diventò fascista. Ezio M.
Cray profuse la sua eloquenza per il
nuovo ordine. Cadde il fascismo e
Grav ( Ezio Maria) rimase a galla.
Oggi, come ieri, è pronto a esaltare i valori immortali della stirpe,
ITtalia cattolica e romana; è pronto
a tradire la a causa » ed a salvare la
sua pelle nel momento del pericolo;
assiste al processo, il gran corruttore; c ci sono dei giovani, che iioii
sanno, che credono, si bruciano le
ali.
Imiiinralitii
Le cronache dei nostri giornali
hanno riferito, con abbondanza di
particolari, gli incidenti che hanno
provocato la morte di un cittadino
svizzero che riforniva di sigarette i
contrabbandieri italiani.
Sembra che un colpo sparato in
Italia, in aria, abbia, casualmente,
colpito a terra sul territorio svizzero un ciittadSno svizzlero. Sono Jin
corso inchieste e controinchieste.
L’aspetto giuridico della quistione
non c’interessa. C’interessa l’aspetto
morale: queste sigarette sono veleno; infatti è stata proibita la reclame delle sigarette, del tabacco in genere, colpevole di favorire lo sviluppo ilei cancro.
Però la vendita del veleno continua ed il nostro moralissimo governo non esita a correre il rischio del1 omicidio involontario, nella persona del suo agente che distrattamente spara, pur di stroncare un’illecita
concorrenza.
Solo l’Autorità costituita ha il diritto di spacciare veleno!
Tntti vescovi
Come preambolo al Concilio ecumenico Vaticano II (aspetto sempre
che i miei amici ecumenici mi spieghino come, dopo il Concilio Vaticano 1 — infallibilità papale ex cathedra —, si possa parlare di Concilio) il j>apa Giovanni XXIII (felicemente pontificante) ha deciso la
consacrazione vescovile obbligatoria
dei cardinali.
Luigi Salvatorelli, fra l’altro eminente studioso della storia del Cristianesimo, ha attirato l’attenzione
dei lettori del quotidiano La Stampa
sull’importanza di questo fatto in
cui egli ravvisa « una riaffermazione
dello spirito, al di sopra della organizzazione esteriore: del valore superiore del fine, rispetto al mezzo ».
Scrive ancora Salvatorelli: « Ma
prima d’oggi i cardinali che non erano vescovi — fino a meno di un secolo fa c’erano quelli che non erano
neanche preti — si trovavano superiori ai vescovi (successori, per il
domma cattolico, degli apostoli), in
forza della loro elevazione cardinalizia: il valore religioso cedeva il passo a quello gerarchico-curiale. Con
il suo decreto, Giovanni XXIII ha
affermato che per l’elezione gerarchica-curiale occorre la consacrazione religiosa episcopale ».
E’ proprio, come vuole Salvatorelli, una « riaffermazione dello spirito, al di sopra della organizzazione
esteriore..■ », o non piuttosto una
15 aprile: 'Quando si
vedeva in Socrate un precursore di Gesù, una specie di profeta Imco del salvatore si sbagliava il rapporto che è inverso, non da
Socrate a Gesù ma da Gesù a Socrate. E" il processo
di Gesù che spiega, illustra, drammatizza quello di
Socrate.
Il processo di Gesù è il prototipo, l’esempio classico^ del processo umano con tutto il suo contorno di
viltà e di interessi, dì violenza e di paura.
Il processo def Cristo raccoglie e porta alla sua
esasperata espressione tutto il negativo della nostra
natura umana: è perciò comprensibile che l’ottusa
gelosia di qualche ignorarne abbia condotto a morte
un filosofo. E’ leggendo attentamente e meditando la
Passione di Gesù che si comprende come e perchè
accadano certe cose nel nostro mondo.
23 aprile: L’editore Boringhieri di Torino ha
edito nella sua accurata e pregevole collana di autori
classici le lettere di Tommaso Moro scritte dal carcere nel 1534-35. Si tratta di 13 brevi missive inviate
alla figlia ed agli amici, accompagnate da alcuni altri
documenti che illustrano la situazione del prigioniero.
Il cancelliere di Enrico Vili è in carcere per aver
rifiutato il giuramento al sovrano dopo la rottura di
questi col Papa sulla questione dell’autorità sulla
chiesa d’Inghilterra.
La questione è di quelle tipiche del Medio Evo:
aggrovigliati e complessi contrasti di potere e di giurisdizione, in cui giuristi e chierici si gettavano con
r ausilio della Scrittura e dei Padri.
Comunque sia. Moro è in carcere perchè si ostina a non giurare e non vuole darne ragione, non dice
perchè, anche se è facile intuire che egli considerava
abusiva rautorità assunta dal re in materia di fede,
autorità che compete — egli crede — ed papa.
Tommaso Moro, l’amico di Erasmo, e come questi rappresentante di quel cattolicesimo evangelico e
riformista che .si diffuse agli albori del XVl secolo,
è uomo istruito ma mite e semplice; pure diventa in ■
fiessibile nel caso del giuramento.
Per questa ribellione interiore, per questa affermazione del diritto individuale opposto ai despotismo esteriore sia religioso che politico Tommaso Moro appartiene odia schiera degli uomini liberi. Per
questo ci è vicino e forse per questo molti ledei Io
rivendicano come esponente di un pensiero indipendente da costrizioni.
Certo, caro e vicino ci è c¡ueH’uomo sobrio ma
libero in un tempo in cui sempre più scarsi .sono gli
uomini veramente liberi, capaci di pensare e di vi
TA COU INO
vere con coerenza. Eppure
quanto lontano non solo
nel tempo ma nel pensiero
ci appare quel cancelliere
inglese quale ce lo ha raffigurato il fine pennello di
Holbein.
Moro vede appena, e se ne spaventa, l’inizio di
quel potere civile dello Stato di cui noi vediamo la
disintegrazione nel delirio dei dittatori pazzi o nella
anonima brutalità della burocrazia.
Moro è ancora figlio di una Europa unita, non
dal papa o dairimpero ma dall’amore dell’uomo; noi
dopo i Re Sole, i Napoleone ed i Bisnwrck non sappiamo più parlare che di patria nel senso retrivo e
gretto, la patria della bandiera nazionede.
Ma non è soltanto la situazione esteriore, l’ambiente ed i suoi problemi che mi rerulono lontano,
sia pur non estraneo, questo fine uomo di corte, è la
sua situazione interiore. Mi colpisce in questo breve
epistedario la mancanza di passione, di pathos. In
questo testamento spirituale non c’è rimpianto, recriminazione, è assente ogni ribellione, ogni disprezzo:
sereno, corretto, misurato, rispettoso, educato. Moro
attende la morte. Perchè? per chi? per se stesso, direbbe un marxista e forse c’è del vero. La chiave per
intendere questa situazione c’è, è la parola che ricorre sempre nelle sue lettere: la coscienza. Tommaso
Moro va alla morte perchè la sua coscienza gli giustifica il rifiuto del giuramento. Si inganna chi crede
che la coscienza significhi: libero pensiero, libertà
individuale, rivendicazione di una legge personale di
fronte allo Stato o alla Chiesa.
La coscienza di Tommaso Moro ricorda quella
di Lutero a Worms ’’non si può agire contro coscienza”. Per quegli uomini del ’500 coscienza è un termine neU’ordine della verità non della libertà, non è
il sentimento della propria giustizia e del proprio
diritto ma della verità di Dio. La coscienza è per
loro semplicemente la fede, la realtà della volontà
divina trascritta in termini umani.
Per questo mi appare lontano Tommaso Moro
perchè la nostra generazione è assuefatta a parlare
dell’uo u i come di ima realtà indipendente, autonoma, isolata o comunitaria poco importa, ma di una
realtà senza Dio ed accade a volte che noi credenti
parliamo di Dio come di un essere reale, autonomo,
isolato, senza creature.
Tommaso Moro apparteneva alla schiera di quegli uomini che hanno saputo vivere lasciandosi determinare dalla presenza divina. 1 laici ne fanno un
martire e i cattolici si sono sentiti in dovere di farne
or son 25 anni un santo; era probabilmente un semplice cristiano che cercava di vivere sulla terra da
uomo coerente. Giorgio Tourn
A TrapanL..
Vita evangeliìia
a Bergamo
Complesso di inferiorità dei laici? La
« i-oinunità cristiana evangelica » di Bergamo .sembra aver accettato di porsi il problema, anclie se molta è la distanza che
ancora la divide da una provvisoria presa
di posizione. Grazie alila solerzia del nostro
Pastore, die è pars magna nella Commissione ecclesiologica e nella Commissiono
per i ministeri (oltre die, naturalmente,
in moltissime altre), è stato possibile alla
comunità farsi un’idea dell’attuale travaglio della nostra Chiesa, alla ricerca dei
modi e delle strutture che le consentano di
esplicare la atta vera vocazione; quella, per
dirla col Kraemer, di essere missione (non
di avere delle missioni), di essere ministe
IO (non di avere dei ministeri), di essere
diaconia (non di avere dei servizi). Anzitutto il Gruppo del Vangelo, che nei mesi
scorsi aveva avuto come base di studio il
fascicolo « Gesù Cristo luce del mondo i>
(e sull’Assemblea di Nuova Delhi ci avevano egregiamente parlato in febbraio il
Moderatore e in marzo il Vice-moderatore^,
ha ora iniziato un serie di dibattiti sul te
riaffermazione della concezione dogmatica della successione apostolica,
in vista del « concilio »?
E il messaggio pasquale del papa non ha forse ribadito, ai vari
Moderatori e visitatori della Santa
Sede, che Giovanni XXIII, pur nella sua umiltà e giovialità, è il successore di Pietro?
Le vie della censura
Le vie della censura italiana sono
veramente misteriose. Ha reso difficile la vita al discutibile film di Autant-Lara, considerandolo pericoloso
per la dignità ecc. ecc. dello spirito
militare, e lascia circolare liberamente certi apprezzamenti sull’intelligenza del generale Jouhaud, che costituiscono un oltraggio intollerabile
all’intelligenza dei generali francesi ! !
Leggiamo infatti che il suddetto
generale <c non si è mai distinto per
le doti di un’intelligenza particolare »... « bisogna anzi riconoscere che
difettano in lui le qualità della riflessione ».
Che tempi! Che generali! Che censura! L. A. Vaimal
ma della Chiesa nel Nuovo Testamento.
Mentre scriviamo la questione dei carismi
e dei ministeri è di scottante attualità: e
c’è già <‘lìi si è reso conio che l’altril>uto
di « laici )) appaiato al termine « ministeri » è quanto mai ambiguo nella sua pur
indispensahile funzione polemica.
Inoltre abbiamo avuto qui il pastore
Franco Giampiccoli, direttore del Centro
per la formazione dei laici ad Agape e facente parte della équipe di «Diakonia»;
egli ci ha parlato delle difficoltà e degli
interrogativi che si pongono alla testimonianza e al servizio cristiano nel mondo. La
discussione è stata timida, forse la parola
inondo inibisce ancora le piccole e non giovani comunità di provincia. Eppure il pastore Roberto Coisson, missionario in Rodesia, ci ha insegnato, in una sua visita a
Bergamo, ihe quello che conta è lasciarsi
« mandare » proprio nel vasto mondo, là
dove Dio vuole, e ivi « servire » con umilia e coraggio, consci di essere solamente
degli imperfettissimi strumenti del perfetto e fedele amore del Padre.
Recentemente ci ha riempiti di gioia la
visita del pastore Tullio Vinay, che illustrando con il suo consueto stile, che chiamerei di profetica semplicità, il suo lavoro a Riesi, è riuscito, ci pare, a conquistarsi la fiducia e l’appoggio della comunità bergamasca. Ora non ci rimane che sperare che il governo italiano riesca a snidare la mafia prima che questa si ponga dei
problemi attorno al team di via Faraci.
Ma da queste colonne vogliamo sopraltiillo ringraziare il nostro Pastore per la
sua predicazione, che pazientemente, infaiHabiliiiente, una domenica dopo l’altra, ci
insegna die la vita della nostra comunità
dev’essere proprio vita di servizio nel mondo. Chi sa! Forse un giorno, quando egli
sarà pastore altrove, il seme gettato comincerà timidamente a germogliare: allora non
si avrà più paura, evangelizzando, di fare
del proselitismo; impegnandosi nel servizio, di fare del socialismo; rinnovando i
quadri, di rinnegare la tradizione. Forse
non si avrà più paura di niente, fuorché
di essere dei servitori infedeli. r.
Novità allo Claudiana
...e diaspora (qnrila trapanese è au
delle più disperse, malgrado le non enormi distanze: oltre al capoloogo, vi sono i
griq^i di Marsala, Mazara del Vallo, Campobello e Castelvetrano) si attmde, dopo
Pasqua, l’Evangelista Giorgio Resini, che
ultimamente è stato a PaWmo quale coadiutore. Egli si recherà settimanaknente a
Campobellu e a Castelvetrano, dando anche in questa diaspora la collaborazione
per cui è stato già molto apprezzato altrove. La comunità gli dà il più fraterno benvenuto.
LETTERA
da Londra
In occasione di un’altra manifestazione
di disubbidienza civile che ha avuto luogo
sabato 24 marzo, in Parliainent Square, dinnanzi alla Camera dei Comuni, Bertrand
Russel, impossibilitato a prendervi parte
per ragioni di salute, in data 21 marzo ha
reso noto alla stampa quanto segue:
’’Ognuno di noi è responsabile della prevenzione della terza guerra mondiale e
dobbiamo agire per sopravvivere. La Ca
mera dei Comuni ha appena votato lo stan
ziamento della somma di un miliardo
•settecento milioni di sterline a scopi belli
ci. Sabato, quindi, discuteremo seriamen
le — poiché non è stato fatto nel suo am
bito — le misure da prendersi onde arre
stare la corsa dell’umanità che si precipi
la a capofitto verso una morte dovuta a
guerra nucleare”.
Due punti vorrei sottolineare; la difficol
là d’informare il pubblico in maniera ohia
ra e precisa tramite i comuni mezzi d’in
formazione quando si tratti di questioni
collegate ai bilanci nazionali e alla politi
ca nucleare sia in una nazione che in al
Ira. (In questo caso lo spreco deUa somma
favolosa di cui sopra in contrapposizione
aH’esiguità dei fondi devoluti al miglioramento dei servizi sociali. Per citare un
esempio, il recente proposto aumento di 1
penny da parte del ministero della Sanità
Pubblica nei salari delle infermiere).
In secondo luogo, il miglioramento nei
rapporti fra il singolo privato ed i rappresentanti dello Stato; miglioramento conI armato da testimoni oculari quali alcuni
membri del Parlamento appartenenti al
partito laburista, che per l’occasione (21
marzo) si sono recati apposta in Parliaincnt Square a constatare lo svolgimento
degli eventi. E’ interessante notare come,
a volte, ci si trovi di fronte a situazioni
nelle quali i personaggi principali portano
a termine il proprio ruolo senza per questo
provocarsi l’un l’altro, nè tanto meno spargendo sangue.
Questo passo avanti nell’edueazione civica avvenuto 11 24 marzo, mi fa pensare
che abbia le radici nel sistema di governo
parlamentare, in un codice civile, in una
costituzione non scritta ma in continua evoluzione che va di pari passo con quella
della nazione stessa: in questo caso il Regno Unito e rirlanda del Nord.
Liliana Munzi
A Firenze...
...i culti della Settimana Santa si sono tenuti in comune con le adese sorelle: il
Giovedì santo nella Chiesa battista di
Borgognissanti, Venerdì santo nella ChieM valdese di Via Micheli e la sera nella
Gliiesa metodista di Via dei Benci.
l’Assemblea di Chiesa deU’8 aprile ha,
fra 1 altro, eletto così il Consiglio di Chiesa: Raffaele Banlenci, Cornelio Bartoletli, Mario Borra, Osvaldo Coisson, Angelo
Favellini, Aldo Gay, Nella Greppi, Aldo
Long, Franco Massa, Giovanni Ribet, Leopoldo Sansone, Fernanda Sbolci, Anna
Spini. Cinque di essi sono di nuova nomina e saranno prossimamente insediati.
...da oltre due mesi si sono tenute, il mercoledì e il giovedì sera, riunioni per grup*
pi familiari, in diversi punti della città.
L iniziativa che si va facendo sempre
più semita nei grandi centri urbani — ha
incontrato in genere un buon suecesso; vi
lianno collaborato attivamente i fratelli
L. Cattai, D. Maselli e G. Salvagnini.
...il 25 aprile si è avuta una gita della coinunità a Ferrara e a Felonica Po, con
visita al Castello Estense, ospitalità d^le
famiglie evangeliche di Feloniea, conosi'enza di un’altra comunità.
...la dia.spora è stata visita in modo parti
colare in questo tempo di Pasqua; il set
tore adriatico ha potuto essere 'particolar
niente ■curato in questo iperiod-o grazie al
la presenza a Rimini dello stud. tlieol.
Gerard Nansen, che si è avvicendalo al
past. Santini e all’Anziano S. Caponetto
nel presiedere i culti nel Centro comunitario di Rimini, che raccoglie spesso un
buon numero di membri della diaspora.
Con il mese di maggio inizieranno pure
i culli in tedesco, grazie alla presenza del
past. Tecklcnburg.
...la generosità de! membri è stala nel
complesso buona: si raggiungerà la meta
prefissata per le contribuzioni?
...sabato 28 dprile nella sala di Via Manzoni il past. B. Corsani parlerà ai monitori e alle inonilriei della Scuola domenicale; l’indomani, domenica della Facoltà
di Teologia, egli. Professore incaricato
presso la stessa, presiederà il culto.
...per il 13 maggio è in programma l’annua gita della Scuola domenicale.
A Genova...
EDINA RIBET-ROSTAIN
L’araldo dell’Evangelo
(L’apostolo Paolo)
Pp. 183 , 8 iUnstr. fuori testo
4 carline. L. 1.000
ROLAND DE PURY
Giobbe, l’uomo in rivolta
Trad. Berta Subilia
Piccola Collana Moderna. N. 3
Pp. 76. L. 500
... la celebrazione del XVII febbraio è
stata caratterizzata, quest’anno, da un nuovo senso di responsabilità e di problematica di fronte al Movimento ecumenico. Dopo la consueta agape fraterna, la sera, il
past. Sbaffi ha presentato e commentato delle diapositive sull’Assemblea di Nuova Delhi.
... continuano mensilmente le riunioni
per la comunità: nel mese di marzo, intelessante conferenza del Missionario R. Cois.
son, sul tema « Evangelo e magia », accompagnata da belle diapositive zambesiane.
Egli ha pure presieduto il cullo, domenica
4 marzo.
... l’Unione giovanile si è impegnala in
vari studi di notevole importanza, sul problema del male e su « Marrismo e Cristianesimo »; riuscito incontro interdenomina
zionale per studiare il tema del prossimo
Convegno deUa Gioventù evangelica, a Roma.
... l’Unione femminile continua la sua
buona attività, con la rallegrante partecipazione di giovani sorelle. 11 14 marzo, in
comunione con tutte le donne del mondo,
riunione nel tempio di Via Assarotti delle
donne evangeliclie di Genova, Sampierdarena e Sestri, pregando per la pace del
mondo.
... continuano i cicli di riunioni quartierali. 11 prossimo tratterà di uno dei temi propi>sti dal Sinodo allo studio delle
Chiese; il pastorato femminile.
... il ritmo delle contribuzioni è stato rallegrante, e si guarda con fiducia aUa possibilità di inviare, quest’anno, oltre aUa
forte somma prò risanamento deficit, il
20% in più delle contribuzioni dello scorso anno. Inoltre la Chiesa di Genova è particolarmente impegnata quale « madrina »
deU’lstitato Gould di Firenze.
... si ricordano i prossimi
CULTI A NERVI
(ore 15,30)
Domenica 6 maggio
Domenica 20 maggio.
CULTI A GHIA VARI
(Chiesa Battista, ore 16)
Domenica 22 aprile
Domenica 27 maggio.
... nella Settimana Santa hanno avuto
luogo questi culti ecumenici: la Domenica
delle Palme nella Chiesa Battista (past.
Me Vicar e A. Sbaffi) e Giovedì santo nella Cliiesa Valdese (past. J. Rostrup e R.
Nisbet).
4
pag.
N. 17-18 — 30 aprile 1962
Una Chiesa e una rivoluzione
Cinema
C U IB A
L'Alleanza Riformata Mondiale ha diffuso^ in suo bollettino, la traduzione
di un iopuscolo pubblicato dal pastore riformato cubano Rafael Cepeda, sotto il
titolo: *'El Septimo Cielo y Otros Temas'*; si tratta di una raccolta di articoli
comparsi fra Vaprile e Vottobre 1%1 nelVa Heraldo Cristiano y> di Cuba. I nostri
lettori saranno lieti di sapere thè la Chiesa riformata di Cuba continua a reiulere
una testimonianza fedele e coraggiosa.
Adagilo i06i
Il settimo cielo
Durante le ultime Bettimane, e date le
diffieollà ohe sempre più inieombono su di
noi, Fidel Castro ha ripetutamente insistito — nei suoi frequenti messaggi —
sul fatto che il popolo non mancherà mai
di sei elementi di prima necessità: abito,
calzature, eibo, medicine, istruzione, divertimenti.
Benissimo. Spetta al primo ministro
annunziare le future restrizioni e assicurare contemporaneamente al popolo che
le cose essenziali non gli verranno a mancare. Sorprende però raudacia di queste
promesse, proprio qtiando si sa die giorni diflfloili per tutti noi si avvicinano.
Se Fidel Castro ce Favesise domandàto,
avremmo aggiunto una settima necessità
essenziale, che sarà soddisfatta in qualsiasi tempo, in qualunque circostanza. Ciò
di cui parlo, non sta a lui, ma a noi, di
offrirlo. Noi, la Chiesa di Gesù Cristo,
possiamo dare alla nazione l’assicurazione
che la sua esigenza fondamentale di nutrimento spirituale sarà, andi’essa, soddisfatta in modo pieno, e a tempo debito. In altri termini, annunciamo die predicheremo la Parola « a tempo e fuor di
tempo », che in qualsiasi circostanza annunceremo l’Evangelo della salvezza, die
saremo dei testimoni fedeli di Gesù Cristo nelle situazioni polilidie più ostili,
qualora si verificassero. Questo il Signore
attende da noi. Lo faremo. Questo è quel
(he il popolo cubano attende da noi. Lo
faremo.
Non è mia situazione del genere a regnare a Cuba, tutt’altro. Tuttavia, lio affermato più di una volta (per tranquillizzare i paurosi e far lacere gli scettici) che
ci sarà un modo solo di impedirmi dii
parlare e di ostacolare i miei sforzi missionari: raellermi un bavaglio, e i ferri
ai piedi. Inlauto, finché questo non si verifiicherà, penso che il mio dovere — e
quello di ogni cristiano militante — è di
assicurare alla nazione che il soccorso
spirituale, (( il settimo : cielo », la presenza costante di Gesù Cristo, Signore della
vita e della storia, non le verrà a mancare... E’ per momenti come (piesti che
siamo (pii, per una teslimonianza in tempi difikiili il Signore d ha dviamati: non
siamo delle fragili piante di serra, siamo
delle querce robuste, proiMe a resistere
alFascia :e alla tormenta...
Ma come manterremo la nostra promessa? Cosa dire al popolo, in un’ora che
può risultare terribile, piena com’è di ango.scia e di dolore? Ebbene, gli diremo
— nè più nè meno — ciò die dice la Parola di Vita, con il suo messaggio di riconciliazione, che ci parla della nuova
creatura, di abbondanza di vita, di gioia
e di pace. La promessa della Chiesa al
popolo cubano non può essere altra che
questa: la settima cosa di cui ha bisogno,
quella che è il vertice e il coronamento
di tutte le alitre, gli sarà ugualmente accordata, poiché è la missione fondamentale della Chiesa.
Alaggio 1961
Addottrinamento
e proclamazione
Il processo rivoluzioTiario cubano —
die già si trasforma in sistema socialista
— è stato aocomipagnato da un costante
ed efficace addottrinamento. I capi della
rivoluzione hanno saputo dire le cose,
perche le hanno accomipagnate con promettenti conquiste, al momento opportuno e nel modo più concreto. Il popolo è
stalo sapientemente addottrinato ed ha risposto con entusiasmo e spirito di sacrifìcio airappello del governo.
La tecnica non è nuova. Ogni movìmenio politico o rivoluzionario è andato
di pari passo con un’esposizione {•oiitinua
delle ragioni che lo motivavano e delle
leggi su cui si appoggiava. Ogni rivolutone ha i suoi dogmi, e in spede quelle
che - come la cubana — portano a profonde riforme politiche e sociali.
Ma pure la reazione ha il suo sistema
d’adidoltrinamento. Forse non si presenta
.sotto un aspetto esplosivo o minaccioso:
utilizza al contrario i lunghi anni di staticità per iniettare lentamente il virus del
conformismo, quello dei miti immutahili. degli slogan. Di fallo, ognuno addottrina a modo suo.
• A Culba ci sono atlualimenile dei cristiani scoraggiali e inquieti perchè non possono resistere al d’inlensìvo ad
dolLrinamenlo adottato dalla rivoluzione.
Dimenticano che la fede cristiana è anch’essa rivoluzionaria, e che dei primi cristiani si diceva: «mettono sossopra il
mondo ». Poiché dimenticano qualcosa di
molto importante; sono i sistemi filosofici, economici, politici, sociali e anche religiosi che addottrinano: devono cioè mettere in discussione una serie di idee, ricorrere alla dialettica, razionalizzare con
argomentazioni sofistiche e speculare servendosi di tutte le sottigliezze dell’intelligenza.
Ija fede cristiana, che è la nostra ragion di vita, non ha bisogno di ricorrere
a questi metodi; per una
ragione semplicissima :
Dio non è un’idea, è
una persona. Perciò
noi non vendiamo delle idee come hanno
dello dei capi sovreccitali, nè proponiam.)
degli ideali, come fanno i «isiemi politJiiv.
La nostra fede non si
nutre essenzialmente
di speculazioni intellettuali, ma di esperienze venute dal cuore. La nostra fede è
sentita, benché sia pure pensata. In proposito, Juan Ramon
Jimenez diceva: «Come si ha la fronte serena, quando si pensa ciò che si sente! ».
Occorre quindi stabilire la differenza.
Se si dice che la rivoluzione addottrina,
(fuesto non ci to(x:a, peir(diè noi prodamuano. La dottrina di un sistenta politico, ben(Jiè abbia ripercussioni sulla vita
intera, parte da un’idea o da una serie
di idee che si indeboliscono o si diffondono, si mescolano o si conjservano pure,
secondo le circostanze storiche e l’ambiente. Niente di simile per la fede da
cui abbiamo la vita. Il nostro messaggio
— iniinutabile — non parte da un’idea
o da una serie di idee, ma da un’esperienza che ci rigenera, dal (( cuore battuto
e umiliato » che sente la presenza di Dio
in Gesù Cristo. E’ una cosa che nessuna
ideologia può offrire. In mezzo alle agitazioni ideologiche, il nostro contributo è
unico, insostituibile, e porta davvero la
salvezza.
La fede della Chiesa non si trasmette
dunque con una propaganda addottrinairice, ma con l’esperienza che edifica (...)
Non siamo degli avvocati, siamo del testimoni.
Se crediamo die Dio è una persona, crederemo che l’uomo può imteniderlo, stabilire con lui un’intima comunione, confidarsi in lui. E questa fiducia lo porterà
ad esclamare: «Siamo più che vincitori
in virtù di colui che ci ha amati ». Il problema, per noi, sta nel fatto che la Chiesa non mostra questo spirito trionfante,
e che dà talvolta l’impreasione che i rivoluzionari dottrinari hanno più fede nel
trionfo finale della loro causa di quella
che i eristiani hanno nel Signore che proclamano, sebbene questo Signore tenga in
pugno tulle le potenze di questo mondo.
UN HIM DI CLAUDI AUTANT-IAUA _
“ Non uccidere
Giugno 1961
li ritmo
rivoluzionario
Non è necessario essere un esperto di
rivoluzioni per rendersd conto del fatto
che (piesta rivoluzione — la cubana —
coniserva un ritmo di (( allegro vivace »,
senzia « silenzi » o (( sospiri ». Ci dà appena il tempo di assimilare, di riflettere, di
riprenderci. Attacca i problemi e si sforza di risolverli in un turbinio di nuove
organizzazioni, di frenetici appelli alla
produzione, ricordando costantemente i
veeolii mali e i rimedi immediati. Piaccia
o no, questo è il ritmo rivoluzionario:
comunità che si creano dalla mattina alla
sera, leggi che demoliscono una sovrastruttura secolare, la miobOitazione delle masse, un ardore febbrile per il lavoro e per
l’azione rivoluzionaria.
Le cose sono quelle che sono e non
quelle che oi piacerebbero. Così è per la
riiVoluzioue cubana, con il suo ritmo di
uragano che libera tutte le forze esplosi
ve di un popolo che, per la prima volta,
è saldato a formare una nazione: al punto che le istituzioni tradizionali — club,
logge, assoiciazioni di ogni genere — non
respirano che con difficoltà, perchè il
ritmo rivoluzionario fa loro mancare il
fiato. Abituali ad un lento passo di minuetto, sono incapaci di danzare al frenetico ritmo di jazz adottato dalla rivoluzione. Perciò si vedono tagliate fuori
dall’ambiente, soprawdvendo senza progetti nè obiettivi validi.
In mezzo a questo turbine rivoluzionario, con il suo incessante va e vieni di
gente e di veicoli, di miliziani, di « brigadieri » e di trattori, si elevano, silenziosi, maestosi, ieratici, i templi evangelici. Che posto occupano, attualmente, a
Cùba queste (( istituzioni »? Difficile dirlo, poiché nel sistema protestante prevale
la tendenza che ogni comunità di credenti
decida il proprio modo d’agire (...). Nel
caso specifico della Chiesa presbiteriana,
(yltre le direttive generali definite dai eomitati della circoscrizione ecclesiastica, si
ha l’introduzione di una nuova strategia,
cui porge l’occasione il piano quinquennale.
Tuttavia, che cosa dire del nostro ritmo
in rapporto a quello rivoluzionario? Ho
la impressione che molti di noi non abbiano ancora compreso ohe è inipoissibile
alla Chiesa di esercitare un’influenza cristiana in una rivoluzione, se non si muove al suo stesso ritmo. Voglio dire che
non possiamo continuare con gli stessi
metodi di prima: Fora presente esige da
noi uno zelo rinnovato per l’evangelizzazione e per ristruzione cristiana ad un
ritmo acceleralo, per quanto equilibrato e
armonioso. Dobbiamo fregare e oliare i
nostri vecchi slTumenli, e aggiungere lutti
i nuovi strumenti necessari perchè la nostra orchestra eseptisM con maestria questa partitura aisisai difficile. Altrimenti, il
pubblico si annoSétà, e passerà al teatro
di faccia, dove suonano con strumenti più
adeguali e con più calore ed entusiasmo.
Tutto questo — lo ripeto — comeerne
essenzialmente le (diiese locali. Ogni giorno più mi convinco (die la Chiesa deve
combattere le sue battaglie sulle frontiere locali: nella trincea di ogni comunità,
utilizzando le grandi risorse offerte da
ogni famiglia, da ogni membro, da ogni
organizzazione, da ogni amico o simpatizzante, da ogni alunno delle nostre
scuole domenicali. Questa (( battaglia »
conisiste nel vedere chi accorda meglio i
suoi strumenti e chi suona secondo il
ritmo più rivoluzionario: colui che non
si occupa che di soddisfare le imcessità
economiche, sociaili, culturali deiruomo,
o colui che tiene conto di questo (ne tiene conto?) e di altro ancora: il sentimento della pienezza di vita che soltanto
la Chiesa può offrire nel nome di Gesù
Cristo. Rafael Cepeda
(segue al prossimo numero)
¡idiiana, tetra di coiivedno
Pasquetta in passato era alle Valli intensamente sfruttata per le attività giovanili
ma delusi per la scarsa rispondenza trovala negli ultimi anni, abbiamo pensato, questa volta a Villar Pellice di cercare miglior fortuna più lontano, a Bassignana,
vivente comunità imetodista nell’-Alessandrino: catecumeni, alunni più grandi della
Scuola Domenicale, monitori, trombettieri, volonterosi; due pullmann fecero preslo a riempirsi... Da Pomarelto, rispondendo al nostro invilo, giunse un altro pulmann: il past. Bouchard con la sua valente Corale. Da Intra, un altro pullmann
aiu’ora con quella comunità metodista ed
il suo pastore Carsaniga ben noto tra noi
per aver spesso ospitato comitive nostre
dirette verso il Lago Maggiore. Da Milano, altre macelline ancora con il capo-circuito (sopraintendenle) Scorsonelli...
.Aspettavano a Bassignana i fratelli del
luogo e quelli di numerose piccole comunìlà del vicinato.
Il progranMiia dell’incontro, in gran parte iiiiprowisato, si svolse quasi continuo
dal mattino alla sera.
Culto nel tempio con messaggi del sopraintendente Scorsonelli e del Pastore di
Villar. Canti della Corale di Pomaretto ed
inni (Iella gioventù villarese in varie lin
gue: tsigana, cinese, francese e italiana, e
suono delle trombe.
Quindi pranzo per 130 commensali offerto gratuitamente dai fratelli di Bassignaiia. Breve gita al Po a piccoli gruppi; poi
nuova adunata nel tempio, fervido messaggio del pastore Bouchard e allocuzione della villarese « iGemeindehelferin » Alberta
Gönnet, e canti e trombe ancora prima del
té c.onclusivo. Il tutto costantemente ac
ff
Con una vittoria del buon senso sulla
censura e — giustamente è stato scritto —
anche della censura su sé stessa, finalmente il tanto discusso film di Claude AutanlLara è comparso anche sugli schermi delle nostre città.
Confesso che mi sono recato alla proiezione con una certa prevenzione per un
film « a lesi » quale esso è, e perchè così
spesso temi, spettacoli al centro di troppo
accese polemiche alla fin fine deludono.
Ma il film mi ha toccato profondamente.
Smaltito il momento di rabbia iniziale,
per le didascalìe che fanno da cappello e
da viatico al film (due citazioni di Pio XII
e di Giovanni XXIII, belle se si vuole, ma
che fin troppo scopertamente sono propagandistiche e interessate), le inquadrature
si impongono, e il travaglio del prolagonistra prende di petto ognuno.
Qualche tempo fa abbiamo pubblicato,
traendolo da Cité nouvelle, un ampio e
caldo articolo di Henri Roser intorno a
questo film, e non staremo a ripetere cose
dette allora così bene. Raeconiandando vi'
vamenle a lutti di non lasciarsi sfuggire
questo film, fortunatamente conservalo neiPoriginale franco- tedesco, incisivo, con
buone didascalie italiane, vogliamo soltanto aggiungere alcune note.
Bella la fotografia — quella stupenda sequenza iniziale, file e file di tombe di guerra, con nomi in tutte le lingue, sotto lutti
i cieli, mentre Charles Aznavour canta una
di quelle canzoni di cui solo gli ebansonniers sembrano oggi aver conservato l’estro, e in cui talvolta si esprime poetica'
mente anclie una trasparente e coraggiosa
satira politica e sociale (non si dimenlìclù
che il film è sempre rigorosamente vietato
in Francia) — sobrio, mai retorico il dialogo (e pure sarebbe stato così facile, a ogni
passo, scivolare); buoni tulli gli attori, mai
al>hassalì a caricature, efficacissimo il prolagouisla Laurent Terzieff;
Per quel che riguarda il soggetto, la lesi
è dicliiarala, e l’intreccio risulta un poco
artificioso. Quella contrapposizione fra il
prete tedesco che durante la guerra uccide, ubbidendo agli ordini superiori, un
maquisard, e l’obiettore di cosi'ienza, quelrinlricarsi dei due processi, pur senza apparire forzali, lo sono, in peallà. Il problema sarebbe stato posto assai più reltamen
le se nella situazione di guerra del 1941
(in Germania o in Francia o dovunque) —
come nella situazione attuale, francese ad
esempio, fossero siati messi a fronte due
atleggiameiili conlraslanli scaliiriti dalla decisione — diversa - - assunta di fronte ad
una uiedesinia siliiazioue. E’ per questo
che, mentre Tal leggi amento deirobiellore
di coscienza è mollo vìvo e vero, il suo
polo negativo, il sacerdote tedesco, non lo
è altrettanlo. In altre parole, vero sarebbe
stalo ¡1 film se ci avesse mostrato Pobiei
tore di coscienza — il suo travaglio, i suoi
dubbi, il suo coraggio — nella situazione
cruciale del 1944 oppure nella Francia alle
prese con la guerra algerina e con l’OAS.
Quindi, ripensando a freddo alla commozione profonda che mi ha afferralo seguendo Tu ne tueras point. mi accorgo che è
stata essenzialmente la commozione dì
fronte al dramma personale di un uomo
che non può vivere secondo la sua coscienza, a meno di essere per un anno, e poi
per un altro e un altro ancora — fino a
quando? — messo al bando della società
civile e delFordine costituito. Non sono
invece di ùn briciolo più convinto che l’ohiezione di coscienza sia la posizione cristiana, la posizione umanamente logica e
(Gerente, hi sola. Non è davvero cosi facile
risolvere il problema. L'obiettore che rifiutava, nella Francia 1961, di combattere
contro l’FLN. rifiuta pure di lottare contro
rO-AS? se no, qiial’è la sua coerenza? se
sì, non si fa involontario collaboratore di
violenza e dì sopruso e di assassinio? Non
sarà ancora la nostra generazione, nè la
seguente a risolvere il problema, che non
deve comunque essere semplificato, se non
si vuole immediatamente scivolare nella
meglio inlenzioiiala retorica.
11 valore del film - - a parte il lato l inematografico, del resto assai notevole sta
nel riproporre alla coscienza di vaste [datee e nel profondo di ognuno questo prò])lema: comunque lo si affronti, qualunque
decisione si assuma non si può farlo — un
cristiano, poi! — «così come viene», «coinè fanno lutti»; perchè non tutti fanno
così, e ci sono almeno alcune diecine di
giovani che intristiscono, dì processo ir*
processo, nelle carceri militari dì Fiaiuia.
d’Italia, e probabilmente di altri paesi,
molti dei quali non pretendono *li esser*’,
essi soli, nel giusto, ma vivono ( soffrono
il loro «non posso altrimenli»; si può dissentire, ma si dev(! rispettare. E nsceu'lo
dal cin*^ina ci sì sente, almeno, inlensaiiienle impegnali ad operare perchè anche nel
nostro paese sìa finalmente rieonoseiulo lo
stato giuridico agli obiettori di coscienza.
Dunque la tesi, appassìonalamenie sosU‘nula, non convince tolalmenle; ma se si
|)ensa ai registri odierni — quelli Pelle cui
mani il cineiuu si fa arte squisita - clu'
si gingillano con le vite privale, gli anni
scorsi a Marìeiibad, le ragazze dagli oci hi
d’oro e le notti e le eclissi... si è pieni di
rispello e di riconoscenza per mi regista
che ha avuto il coraggio e la lorza di darci questo bel iilm robusto e ajipassionato.
G(7io (d>nte.
La Martin Luther
di Detmold in
Kantorei
Italia
conipagnato dalla parola amica e dal premuroso affetto del caro pastore Anziani di
Bas.signana.
Tornando a casa, la sera, tutti erano
contenti di cjuella gioia spontanea che sboccia là dove ha fiorilo un amor fraterno sincero coronato dalla benedizione divina.
Addio cara Bassignana, e grazie per la
tua accoglienza. Non potremo mal esagerare nel cercare di farti una buona stampa.
Quelli die verranno a celebrare un culto
con te, non torneranno delusi. E. Geymet.
La co sa nacque co sì :
Due studenti s’ineonlrano in un’aula dell’Università di Heidelberga: l’uno studia
teologia e proviene da Detmold, importante centro della Weslfalia e Fallro dal Sud,
da Villar Pellice in Piemonte.
Sai, fra due mesi debbo andare verso
il Sud con la corale Evangelica della mia
città per una tournée di canto presso varie
comunità svizzere.
— E pert-bè non andreste fino in Italia,
nelle Valli Valdesi? Anche là ci sono delle Chiese Protestanti e sarebbero ben lelici di udirvi!
— Davvero? E a chi potremmo rivolgerci?
Detto fatto, vien consegnato Pindirizzo
della chiesa di Villar Pellice e i due studenti si separano senza neppure sapere il
nome l’uno delFaltro. Questo dettaglio non
è più necessario quando c’è la credenziale
del Nome di Cristo.
E infatti numerose lettere prendono a
correre tra Detmold e Villar. E la corale
venne.
Quarantacintjue voci, membri della pri
1 (orale di una chiesa di 16.000 membri
servila da quattro pastori. Un’altra corale,
quella cadetta è rimasta sul posto, i suoi
membri che contano dagli otto ai quattordici anni sostituiranno la prima durante la
sua assenza. La nostra, quella « maggiorenne », è composta per due terzi da studenti ginnasiali e liceali, non ancora giunti alla maturità classica ohe affronteranno
tra uno o due anni.
...... iiilii'iii: -illiunllhie-H ......... mimi.. il
Gruppi del Vangelo a Pachino
Per iniziativa del Consiglio di Chiesa, si
sono formati dei «. Gruppi del Vangelo ».
E’ la prima volta che ciò avviene nella
Chiesa (li Pachino (Siracusa) e con l’aiuto
del Signore abbiamo fede die porteranno
frullo a lode e gloria di Dio. Fin’ora si
sono formati 4 Gruppi, ognuno dei quali
In un Capo gruppo e diversi membri di
Chiesa e catecumeni. Si riuniscono in case
private dei vari membri, tutti però allo
stesso giorno e cioè il giovedì di ogni settimana. 11 Capo gruppo riunisce il proprio
gruppo e incomincia il servizio con una
preghiera al Signore e con qualche cantico.
Dopo, procede alla lettura del Vangelo e
ad una diiarificazione. Non fa una predica, od un commento, ma lascia che la stessa
Parola del Signore parli ai nostri cuori per
fortificare la nostra fede e renderci più
volenterosi nel propagarla e nel compiere
il servizio in cui ci siamo impegnati, quando abbiamo ricevuto la gloriosa vocazione
di cristiani. 11 Capogruppo cerca poi di
stimolare l’interesse e la partecipazione del
proprio gruppo alla Parola adita, rivolgendo loro delle domande e nella risposta di
molti, trova motivo di ringraziare il Signori per la edificazione di quelle anime.
11 Pastore ogni sabato, riunisce i Capo
gruppi e li islniisce sul passo dell’Evangeli) da trattare dando loro anche delle elaborate note esplicative da servire di guida
ai Capo gruppi.
Egli ha scelto per questo servizio l’Epistola ai Filippesi in vista dell’approssimarsi della Pasqua che ci ricorda il martirio
dèi nostro Signore perchè ognuno di noi
nella meditazione di questa lettera scritta
poco prima del martirio di Paolo, possa
sentire con più vivezza l’orrore per il nostro peccalo, e riconsacrarsi con più fedeltà ed impegno al servizio del nostro Signore e Salvatore.
Una Capo gruppo
Li dirige il M» Eberhard Popp, un uomo giovane ancora ma di un talento straordinario, che ha avuto come guida nei suoi
studi superiori il grande Alberto Schweitzer. Egli è ad un tempo professore in un
Conservatorio di Detmold e direttore della corale della sua chiesa. E questo fatto
soprattutto ci ha colpiti: la sua personalità di artista e di credente che con la stessa facilità batteva il tempo oppure giungeva le mani per pregare. Tutta l’attività
della sua corale d’altronde era profondamente religiosa: agli esercizi di canto si
alternavano degli studi biblici. Tutto il
programma di musica sacra per la Settimana Santa era stato preparato da studi
esegetici diligenti. « Non è possibile cantare Flsaia 53 di Christoph Demantius
(1567-1643) senza averne analizzato il testo esegeticamente, e così per i lesti di
Distler, di Schütz, Paleslrina e G. S.
Bach », ci spiegava con convinzione e passione.
E cosi è passala rapidissima la loro visita bella come un raggio di sole, buona
come una benedizione dispensata da Dio.
Partendo dal Villar hanno visitato le
chiese di S. Germano Chisone, Torino, Pinerolo, Pomaretto e Luserna S. Giovanni.
Dappertutto hanno incontralo il consenso
più entusiastico e incondizionato e tutti li
hanno insistentemente pregati di tornare.
Ma non hanno soltanto visitato le chiese.
Nel poco tempo libero han pure trovalo
il modo di visitare il nostro ospedale di
Torre Pellice e i profughi russi di Villa
Olanda. Qui, in particolare ci commosse
di vedere un gruppo di giovani della corale cantare un inno in lingua russa studialo poche ore prima. Si, era commovente vedere quei vecchi rifugiati del tempo
zarista, piangere e asciugarsi gli ocelli
mentre dei giovani credenti tedesclii cantavano per loro... Oli se potessero tulli conoscere com’è felice e grande l’amore ohe
il nome di Cristo sa stabilire tra coloro
die iin tempo furono nemici e separati
dalle trincee.
Le collette effettuale dopo i culti-concer.
ti non diedero una somma enorme ma gli
amici di Detmold vollero tuttavia lasciarne i tre quarti per le opere valdesi localiDa ini punto di vista finanziario la loro
visita alle Valli fn per loro molto onerosa.
Ma non rimpiansero di essere venuti.
L’amore fraterno trovato tra noi li commosse e li invogliò a ritornare ancora.
Inviamo al caro Maestro E. Popp, ed alla sua Martin Luther Kantorei il nostro
messaggio cordiale: Grazie, cari fratelli in
Cristo, per la vostra cara visita e per il
bene che ci avete fatto con il vostro cantó
e con il vostro esempio. Ritornate! Qui
tutti sono pronti ad accogliervi a braccia
aperte ! Enrico Geymett
5
30 aprile 1962 - N. 17-18
PM- 5
Alcune attività sociali
della Chiesa di Cerignola
IL 18 E 19 MARZO A CATANIA
Convegno siculo-calabro dell’Ai CE
L’anno 1961-62 è cootraddietùHo do no
ai-eoi>piameutio di Parola predicata ed attività eociale intesa a rendere ancora più
incarnata che nel passato la predìcaziotie.
Questa possibilità di apertura nel campo
sociale ed assiateiniz-iale è stata possibile
grazie aJl’interessamento di umici tedeschi
residenti a So'liugen ed a Colonia che hanno preso a cuore la nostra situazione di
CoJiiunilà minoritaria in zona depressa.
Il Ai primi di novetnhre è stato aperto
lui Ricreatorio per bamhim dai 4 ai 6
anni. Per questo scopo è stata rimessa a
nuovo la saletta adiacente al locale di
culto che è stata trasformata in un’aula
aocogliemte fornita di baniclii (ci sono stati
tlali da Orsara che ne ha ricevuto iti buon
numero dalla Svizzera), di attaccapanni e
di servizio igienico adeguato. Il piccolo
terrapieno attraverso il quale si accede
ajraula, è stato recintato da una ringbicna die permette ai bambini di trattenersi
aiU’aria libera. Il mese prossimo d bambini riceveranno una minestra e potranno
fermarsi fino alle 16, mentre fino ad ora
si sono trattenuti fino alle 14. Ci oecorrerehbc una persona adatta a questo lavoro,
il ohe implica amebe una maggiore disponiiibiUlà finanziaria per avere la prestazione di personale preparato. Si desiderereblie essere incoraggiati in questo lavoro!
2) Iza fine di dicembre ha visto l’anrivo
di una attrezzatura per l’apertura di un
Lnhorulorio ¡ter ma^lieriste : una Dubietl
12/lOfl, lina sopraggitto elettrica, un bobinatoio elettrico, una maecbina da cucire. 11 tutto ci è stato donato dalla Comunità di Soldingen. L’avvio di questo laboratorio non è stato semplice: abbiamo
dovuto affittare un locale (L. 9.000 mensili) ed affrontare delle spese non indifferentii per il filato da lavorare onde fornire campioni ai clienti e per dare la
possibilità alle lavoranti di fare la loro
esperienza con una allrezzalura moderna.
Dopo tre mesi di lavoro, appoggiato dal
Consiglio di Cliiesa che ha dovuto affrontare le spese necessarie per l’avvio, il laboraiorio sembra avviarsi verso i’autonomia. Servirebbe ancora im tavolo e sopratiliitito uno scaffale per riporre i nianui'atti. Speriamo di completare presto questa altirezzatura.
.'SI Nel locale retrostaule al laboratorio,
clic viene amebe adoperato per le riunioni dell’Unione Giovanile, per i Cadetti
ed i Cateeiiimeni, a metà marzo abbiamo
eomiiiciaiio i due turni del Dopo-Scuolu
clic c già frequentato da una dozzina di
ragazzi (bilia Scuola Domeuicale. Prcislo
ci giiiingcrà una lavagna regalataci da un
l'ralcilo (b'IVa .comunità di Eogigia. Tanto
il Ricreatorio die il Dopo-Seuola sono
aiutati dai fratelli di Golonia.
Noin d è ancora possibile dire 4i più
su questo lavoro. Sappiamo che il Signore
ci mette ndlie mani degli strumenti utili,
che Egli stesso se ne serva per l’avanzainenio del Suo Regno! Carmen Trobia
MARSEILLE
Doni ricevuti dal Pastore A. Genre:
Union Vaudoise frs. f. 20.000; M.me
Magnone 1.000; M.me Durbec de la
Treille 5.000; Armand-Bosc Maschetti 1.000; Gönnet Clementine 1.000;
Gras Madeleine 1.000; Familles Rivoir (Le Tholonet) 4.000; Porneron
Michel 1.000; Berten Richard 1.000;
Perret Henri 1.000; Berton David
1.000; Berton Emile 1.000; RomanoPlavan 2.000; ArmellinoBeux Elsa
Lire 3.000,
Si è svolto, nei giorni 18 e 19 marzo,
nei locali della Chiesa Valdese di via Naumachia in Catania, il terzo Convegno Magistrale, dopo quelli di Messina (1957) e
di Pachino (1959), della sezione sieulo-calabra dell’AICE.
Erano presenti 30 convegnisti di scuole
di ogni ordine e grado ; più scarsa è stata
la partecipazione da parte dei provenienti
dalla Calabria e da Messina, per il maltempo.
La maggior parte dei convenuti ha partecipalo al culto tenuto dal pastore Samuele Giambarresi, da Pachino, Domenica 18
alle ore 11.
Nelle prime ore del pomeriggio si è svolta una gita in pullman sull’Etna ammantata di neve in maniera eccezionale, fino
alla Cantoniera m. 1990 sul livello del mare. La gita è ben riuscita ed ì convegnisti
hanno potuto apprezzare l’attività turistica
della zona sempre in crescente aumento.
La sera è stata offerta una cena aUa quale hanno partecipato anche membri della
Chiesa Valdese.
Alle ore 9.30 del giorno 19 si sono iniziali ! lavori.
11 prof. Salvatore Navarria ha svolto una
ampia conferenza sul tema: «La Scuola
pubblica laica espressione di libertà dì religione e di coscienza ». L’oratore, prendendo le mosse dal fatto (die organizzazioni della Si-noia in Italia, come ad es.
l'ADESSPl, promuovono il rinnovamento
democratico della Scuola italiana neUo spirito del laicismo al fine di assicurare la
piena libertà tanto degli insegnanti quanto
degli scolari da ogni autoritarismo e con
formìsino confessionale, ideologico o burocratico, si domanda se un insegnante evangelico possa sottoscrivere o meno la visione della Scuola ('ome Scuola laica. La vasta disamina non può, in questa sede, che
essere esposta solo nelle linee «(-beiuatiche.
Il relatore ha esposto innanzi lutto il significato del vocabolo laiciemo dal punto
d( visla storico, cbiare-ulo i risu.lali dello
studio del Passerin d’Entrèves.
Ha quindi presentalo un panorama storico del tentativo li attuazione della Scuola laica in Italia dal 3815 ai nostri giorni
e della stia conlraslata esistenza; poi la lesi catlolica conlraria al laicismo secondo
le tesi dell Agazzi e del Gozzer, diiareiMbi
i inolivi di tale opposizione; poi la tesi
dei laici favorevoli al laicismo nella Scuola, attraverso le principali lesi del Pepe,
del Calogero, del'Borghi, del Peyrot, del
Morglien. dislinguendo in esse una lorni.a
estrema (Pt-pei e una più moderala. Si e
in ultimo soffermato sulla tesi cristiano
evangelica di una Scuola laica, esaminando il probleniii anche come è stato visto
dalla Federazione protestante francese dell’insegnamento nel 1957.
Le conelusioTÌ dell’oratore sono state ie
seguenti :
Il Siccome laicismo, specie nei popoli
latini, hi significalo da un lato la formulazione di un credo laico di valore metafisico e dall’altro la necessità della libertà
(lell’insegnamenlo dalTeccessiva influenza
confessionale cattolica, il cristiano evangelico è bene che accetti la lesi laica come
linea di principio senza che questo significhi accettazione nella scuola di un credo
metafisico laico che a priori si ponga al
posto della visione cristiana della vita.
2| La scuola pubblica laica può, in questo caso. divenire espressione di libertà di
religione e di coscienza, .scuola di una solida retta da liberi ordinamenti, scuola di
libertà perchè è proprio un frutto della
visione cristiana della vita l’idea della libertà anche nell’insegnamento. L’oratore,
dopo aver esaminato particolari proMemi
inerenti agli insegnanti evangelici s«npre
in relazione al tema, ha terminato augurandosi che proprio da un clima di liberta
possa essere rivalntata l’importanza del
erisUanesimo in ogni aspetto della vita.
E’ segnila un’ampia discussione alla qua
le hanno partecipato molti dei convegni
sti specie maestri elementari, data la par
t ¡colare eonfessionalità deUa scuola eie
mentare in Italia, ed inoltre ben 4 pastori
della Chiesa Valdese in Sicilia, elementi
laici Valdesi, Battisti, Metodisti e qualche
professore di altra denominazione evangelica iscritto alTAICE. Nel complesso la tesi del relatore è stala accettata anche se
sono stati giustamente messi in luce alcuni
pericoli a cui va incontro un tipo di laicismo spei'ificalamente anticlericale.
I convegnisti danno poi lettura di due
lettere della sig.iia Evelina Pons, di valido
incoraggiamento al lavoro della sezione, e,
dopo la nomina di fiduciari delle sezioni
locali, viene formato il seggio composto
da' prof. Salvatore Navarria come presidente e dalle segretaria sig.na Mimma Vitale.
Un ringraziamento vada al pastore Enrico Corsani ed alla Chiesa di Catania per
l’organizzazione del eonvegno ed a tutti 1
pastori e convegnisti per il loro contributo.
La sezione si augura dì poter riprendere con maggiore impegno il suo lavoro nel
la speranza dell’assislenza del Signore.
Pro/. Navarria Salvatore
Un luffo a Guglionesi
’’Sii fedele fino alla morte, ed io ti darò
t,i corona della vita’’ (Apoc. 2: 10).
All’età di 80 anni, il 13 aprile, si è serenamente spenta, dopo breve malattia, venendo a mancare aU’affetto dei suoi cari,
Angelina Putalivo ved. Carunchio.
Profondamente legata alla sua comunità,
della quale insieme al marito costituì il
primo nucleo, essa lascia dietro di sè, alla
comunità e al paese, una testimonianza cristiana molto viva ed efficace per la sua
vita vissuta, in parola e in opera, nella
fedeltà al suo Signore, nelle piccole come
nelle grandi cose, nella sofferenza come
nella gioia. Essa aveva afferrato ciò che è
alla base di ogni vita cristiana: TascoUiJ
costante della predicazione della Parola di
Dio per poter ubbidire al Signore con semplicità e con bontà. Per questo, fino alrullimi) momento, con allegrezza, sfidando le sue ormai deboli forze fisiche, quasi
a volere sottolineare maggiormente ciò, el
la ha voluto essere presente ai culti, alla
comunione con i fratelli, per ascoltare la
Parola della vita, per pregare insieme, per
cantare insieme le lodi del Signore.
Alla numerosa folla che, insieme alla comunità, si è unita attorno alla famiglia per
testimoniarle stima, affetto e sentila partecipazione al dolore, è stata annunziata, per
bocca del Past. Del Priore in chiesa e sulla
pubblica piazza, la Parola della vita che
per tanti anni è stala una lampada al piede ed una luce sul sentiero della loro cara
sorella e antica e concittadina.
Ai figli Stephenson, Franklin, Maria, Virginia, Ester, Xenia, ai parenti tutti, a quanti sono nel dolore, diciamo ancora, in questo tempo che particolarmente ci ricoida
la morte e la risurrezione di Cristo, il Saivalore e il Signore, die la morte è stala
sommersa nella vittoria e che su quanti
piangono e su tutto il mondo edieggia il
ranlo trionfale del ftialtino di Pasqua, della risurrezione a vita eterna. A. D. P*
Il Sisfnore è i/eramente risuscitalo
M—^ .....• _:x „tir. fínoctrg ■ Olii fwr. iin temporale. Bianca avrebbe desi
Rosina, camminando svelta svelta
sulle gambe corte, arrivò tutta
trafelata al portone di casa della signora Bianca; salì le scale più in fretta possibile, secondo la sua abitudine; sostò brevemente sul pianerottolo per tirare il fiato, altrimenti non
sarebbe neppure stata capace di dire
« buongiorno »; suonò il campanello,
ed infine entrò sorridente e ciarliera
come al solito.
La padrona di casa, una giovane
sposa, madre di tre bimbi piccoli, alle prese con tutte le faccende casalinghe del sabato, vigilia di Pasqua,
raccolse con un sospiro di sollievo.
Quel giorno la signora Bianca si sentiva particolarmente stanca e depressa : da quando, alcuni mesi prima, si
era dovuta trasferire con la famiglia,
per ragioni di lavoro del marito, dal
natio paesino piemontese fino in quella sconosciuta cittadina dell’Italia
centrale, non s’era ancora potuta adattare alla vita e alla mentalità della
gente così diversa da quella che conosceva. Si sentiva sperduta e disorientata, estranea, piena di nostalgia...
Seduta in cucina con l’uJtimo nato
in braccio, guardava Rosina andare
e venire indaffarata e non aveva la
forza di muovere un dito per aiutarla.
La parlantina vivace della piccola
donna, con l’accento armonioso della
sua terra, risuonava per ogni stanza;
la zazzera nera e ricciuta oscillava
avanti e indietro perennemente scomposta nei rapidi movimenti; gli occhi
espressivi frugavano in tutti gli angoli dando una caccia spietata al minimo granello di polvere; in men che
non si dica, sotto le mani esperte,
ogni cosa riprendeva a funzionare a
dovere: il disordine scompariva come per incanto, i pavimenti tornavano a brillare, il bucato era steso al
sole. Insieme con il buon odore della cera e del sapone, si spandeva per
tutta la casa, fresco e ristoratore, un
senso di benessere e di letizia.
Ma Bianca quasi non l’avvertiva,
perchè era tutta presa dai suoi tristi
pensieri. Domani, Pasqua!
Soltanto l’anno scorso, in quella
giornata, essa era ancora al paese fra
i suoi cari, e si recava al culto nel
lempio adorno di narcisi e genziane.
splendidi fiori della primavera alpestre; salutava le amiche vestite del
bel costume valdese; cantava con loro in coro le lodi del Signore Risorto. 11 suo cuore era lieto e in pace
allora, ed essa, in mezzo a coloro che
condividevano la sua fede, si sentiva
in armonia con le cose e con Dio.
Invece adesso, tutto era molto diverso: non v’era comunità evangelica nella cittadina; quindi niente culto domani, nè amiche, nè cantici insieme con i fratelli; ma isolamento
e abbandono fra persone che non la
comprendevano; che, anzi, la guardavano quasi come una curiosità vivente, chiamandola «la
se mai, era riguardo i valori e i doni
dello spirito; la bontà, la carità, la
fede...
Un giorno aveva cercato di spiegare queste cose a Rosina; ma la donnetta s’era messa a sorridere con una
cert’aria di compatimento ed aveva
finito per dirle; « Eh! lei dice così
perchè..., scusi sa, ma non è proprio
una vera signora. Le vere signore mica lavorano come lei! ».
E per ultimo il fatto d’impegnare
le lenzuola pur di appagare i piaceri
della gola: «anche i materassi, cara
signora, se è il caso! ». affermava
convinta Rosina.
signora evangeli
sta », perchè così
avevano capito la
parola evangelica
e non c’era verso
di spiegare che
sbagliavano, che
« evangelista » aveva un altro significato.
Le care abitudini del tempo passato si rivelavano ora preziose necessità, senza le quali la vita era vuota ed
amara.
Rosina continuava a scopare, a lucidare, a sbattere e intanto parlava : « Noi della bassa plebaglia domani vogliamo mangiare bene, proprio come i signori, anche a costo di
impegnare le lenzuola! ».
Ecco le altre cose che Bianca non
capiva: la continua preoccupazione
del mangiare bene, raffinato, prelibato e : « che cosa si mangia a Pasqua
al suo paese? e lo fa anche lei il cianibellone con 18 uova? e le mille foglie al forno?... »; e l’abitudine di sapore feudale che aveva Rosina di dividere la società in tre categorie:
« la bassa plebaglia, la media gente
e i signori », non rendendosi conto
che vi era offesa nel definire sè stessa
ed i suoi « noi della bassa plebaglia ».
Eppure Rosina, così dicendo, era seria e naturale; accettava tranquillamente di definirsi con un appellativo
che suonava oltraggioso alle orecchie
di Bianca, per la quale tutti gli uomini erano simili, fratelli, e la sola distinzione possibile da fare tra di loro.
Racconto per II tempo di Pasqua
di
EDINA RIBET
ciò e s’affacciò alla finestra: sul corso vi era un via-vai più intenso e rumoroso del solito; uno scampanellare insistente, uno strepito di motori e
di claxon, contrario ad ogni regolamento; un andare indisciplinatissimo
di folla e di veicoli, gli uni a ridosso
degli altri; risa e richiami; fischi di
garzoni panettieri appollaiati sulle biciclette, dietro enormi canestri fragranti, e non si capiva come non andassero a finire a terra cento volte in
mezzo a quella confusione, con tutto
il loro carico...
Anche questo spettacolo era insolito per Bianca, non meno di quell’altro che scorge"N va davanti alla hot
P ^ 1__ J ..1 f n 1
J
Bianca ricordava le consuetudini
addirittura frugali, al confronto, del
suo paesino di montagna; i cibi semplicissimi preparati da sua madre sul
tavolo di cucina infiorato e candido,
prima di lasciare la casa per recarsi
ad un’altra Mensa pasquale candida
ed infiorata, di ben altro valore e significato, nel tempio.
« A proposito signora, nella sua
religione la Pasqua c’è anche, non è
vero?... voglio dire ci credono loro
alla Pasqua? »
Nel suo instancabile andirivieni,
Rosina si era fermata dinanzi a lei,
presa aH’improvviso da un dubbio
sconcertante...
Evidentemente non saj^va più che
cosa pensare della religione « evangelista », da quando tre mesi prima,
il giorno di S. Lucia, la sighora Bianca non s’era neppure voluta lavare
gli occhi, come invece bisognava fare
precipitosamente, al primo squillo
della campana del Duomo, al fine di
conservarsi la vista.
L’ultima domanda di Rosina a
proposito della Pasqua ebbe il
potere di fare naufragare la povera
Bianca in un definitivo scoraggiamento.
Essa si alzò con il bimbo in brac
tega del fornaio,
ove si pigiava una
fila di donne con
teglie di-varia forma, in attesa di
consegnare pregiate vivande da cuocere al forno per il
pranzo dell’indomani. Le comari parlavano fitto e alto tra di loro, scambiandosi ricette e consigli; e guardavano il cielo con ansia, perchè intanto s’era fatto scuro dalla parte
della marina e minacciava un temporale: « Presto, fornaio, ritirate queste
pietanze, che ora piove! ».
C
adevano infatti le prime gocce
grosse e rade trasportate dal
vento di scirocco, traendo seco un
sentore aspro di mare, un profumo
gradito di terra bagnata.
La campana del vicino convento
s’era messa a scampanare forte e rapida. non si sa perchè; e il suono
affrettato, subito trascinato via dal
vento, aveva un che di ansioso, di
pressante, come un allarme... S’accese a ponente un vivido bagliore di
lampo, e subito esplose un tuono fragoroso, lungo, pieno di minaccia.
Bianca udì un grido e si sentì afferrare violentemente per un braccio : « Mamma mia, signora, che paura ». Rosina si aggrappava a lei in
preda ad un terrore irragionevole, livida in volto : « che cosa accadrà?
sarà la fine del mondo?... signora stia
vicino a me! ».
Sembrava non avesse mai veduto
un temporale. Bianca avrebbe desiderato attardarsi alla finestra a guardare la pioggia scrosciare, e la fuga
delle nuvole nere verso il monte, e
gli alberi squassati dal vento marino, che sibilava in raffiche impetuose; le sarebbe piaciuto assaporare
quello spettacolo di maestosa ed inconsueta bellezza che è un temporale in vicinanza del mare.
Invece doveva chiudere i vetri, confortare Rosina, farla sedere, darle un
cordiale, ascoltare le sue invocazioni
a tutti i santi del calendario...
Ed ecco, aH’improvviso, mentre
così si affaccendava intorno alla donnina pallida e tremante, comprese d’avere tutto sbagliato fino a
quel giorno: com’era stata egoista e
meschina, rinchiusa nel suo sterile
rimpianto come in un bozzolo, senza
capacità d’amare veramente, di comunicare con gli altri e far parte con
generosità dei tesori che aveva gratuitamente ricevuto.
La città era piena di persone interiormente sprovvedute come Rosina,
invischiate in superstizioni di vario
genere; persone che non sapevano
nulla intorno al Signore Risorto; e
forse erano in attesa, assetate di conoscere.
Bianca avrebbe potuto venire loro
incontro, lei che sapeva.
Invece la sola cosa che avesse fatto fino allora era di starsene in disparte ad osservare con spirito critico,
nostalgica e triste.
Domani, Pasqua di Resurrezione!
Le cose ricevute per grazia di Dio
dovevano essere date a piene mani,
diventare ricchezza e fioritura anche
per gli altri, perchè Pasqua non è
rimpianto o nostalgia di care abitudini, e neppure privilegio riservato
a noi soli.
Ma è annunzio d’amore rivolto a
tutti; dono di vita nuova per Bianca,
per Rosina, per gli altri; è testimonianza chiara e gioiosa come luce
mattutina al Cristo e alla jxitenza
della Sua Resurrezione.
« Il Signore è veramente risuscitato!... », e perchè allora non « arde il
cuor nostro in noi »? (Luca 24: 34;
24; 32).
6
par. 6
r N. 17-18 -- 30 apiüe 1962 - --ß
--------------------------------- I
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
a » .^9
SAN SECONDO
—.'I Colti'd«Jla Settimiina Santa hanno
visto un buon afflusso di fedeli tra cui
abbiamo notato alcuni forestieri venuti a
^ vimtacé i parenti in occasione delle feste
pas^nali. ,i t.. i
Anche alla Santa Cena il numero dei
partecipanti iè stato lusinghiero, sia la
sera del' friovedv Santo sìa la domenica
di (Pasqua.
La Corale, diretta dalla signora Gente,
Ita yalidainente dato il suo contributo con
inni e cori di circostanza.
— La domenica delle Palme al Cullo
solenne del mattino sono stati ammessi
nella piena oomunione della Chiesa, mediante la confennazione, sette catecumeni
ehe^ avevano terminato il corso quadriennale di istruzione religiosa : Gdrdiol Renaib (Rivoira), Geme Paola (S. Secondo),
Godine Enrica (Ponte Callea), Paschetto
R.oberto (Miradolo), Pons Liliana (Lugatrera),' Pons JVella (S. Secondo), Ricca Bruna (Torre Pellice). La catecumena Pons
Nella proviene dalla Chiesa romana.
Nel ricordo della gioia di quel giorno
formuliamo l’augurio che il « sì » da essi
pronunziato non sia dettato solo da una
tradizione consuetudinaria, ma bensì da
un sincero spirito di serietà e di consacrazione al Signore che essi hanno solennemente promesso di servire sempre ed
in ogni circostanza.
Dopo la confermazione i dei catecumeni
è stato insediato ; tfnale Anziano del quartiere di Cavoretto il signor Silvio Gamba.
eletto in una precedente Assemblea di
Chiesa.
Auguriamo al neo Anziano un lavoro
ricco di benedizioni ed una fattiva collaborazione che gli dia molte gioie spirituali nel compito che lo attende in seno
alla comunità.
La filodrammatica di Prali ha portato sulle scene della Scuola Umberto I
la brillante commedia dal titolo: «L’omino sul sicomoro » ed i bravi attori sono
stati a lungo applauditi dal ntuneroso
puliblico presente.
La sera di lunedi, 23 aprile, i giovani
di iMarsiglia,! guidati dal signor Henri
Poet e signora, hanno visitato la nostra
parrocchia, accolti con gioia dai nostri
membri di ichiesa che lianno offerto loro
un simpatico ricevimento contraccambialo dagli ospiti con un indovinato trattenimento ricreativo die ha molto divertito
il pubblico.
A tutti un grazie sentito per la fraterna collaborazione.
— Due membri della nostra comunità ci
hanno ultimamente lasciato per raggiungere le dimore del Padre: Bourne Michele
di anni 56 e Vicino Zaira, naia Forneron,
di anni 46.
. i. Il screzio funebre svolto dai pastori
i>A i-i ■ iV :
■“^5—r* ' ■ ' ' —
w i V g a '■ V j f ^ - ’ t
Marauda e Genre è stato una vera dimostrazione di affetto da parte di un numeroso pubblico, venuto anche dai paesi
vicini, per àocon^gnarè all’estrema dimora terrena le spoglie mortali dei cari
Estinti e per dke al familiari in lutto
l’espressione dellà’ più profonda e sentita
simpatia cristiana. *'
La Chiesa, solidale con chi piange, addila a quelli che rimangono la Ince del
Cristo Risorto, di Colui che Ita vinto la
morte, e chiede al Signore di coneedere
loro la fede ed il conforto per sopportare
la prova.
— Giovedì scorso, nell’intimità della
loro casa alla Lombarda, hanno celebrato
le nozze di diamante ! coniugi Don Emilio e Rostaing Ida. Il pastore Genre ha
porto loro l’augurio a nome della chiesa.
Sessant’auni di matrimonio sono un primato che a podhi è concaaso di raggiungere e siamo lieti che i nostri fratelli Don
abbiano potuto superarlo per cui diciamo,
con essi, grazie al Signore per aver loro
dato di poter celebrare felicemente ancora queste nozze. d. g.
R0RÁ
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CANTO SACRO
Damenica 29 aprile, ore 15: Festa di canto delle Corali della Val Chisone nel tempio di Pinerolo. Prova d'insieme: ore 14 nella sala
adiacente al tempio.
Domenica 6 maggio, ore 15; Festa di canto delle Corali della Val Pellice nel tempio di Torre Pellice. Prova d'insieme: ore 14 nell'aula
sinodale.
Domenica 6 maggio, ore 15; Festa di canto per le corali dell'Alta Val
Germanasca, ai Chiotti,
pubblico è caldamente invitato a queste manifestazioni.
La Commissione del Canto Sacro
VILLASECCA
— In oocaisione del culto della Domenica delle Palme sono stati confermati i
seguenti catecumeni di IV anno: Clot
Piera (Chiotti), Grill Franco (La Torre),
Guglielmet Fortunata. Massel Ines (Maizetta), Peyronel Anny (Peyroneo), Peryronel Ferruccio (Combagarino), Poet Enita
(Grò). La Comunità ehe si è ancora riunita intorno a questi nostri giovani fratelli e sorelle il giorno di Pasqua nella
celebrazione della Santa Cena, porge loro
il frateruo e cordialissimo « benvenuto »
come Membri comunicanti della Chiesa
di ViUasecca e conta sopra di Wro affin<T)è la testimonianza al Signore sia ravvivala e fortificata in mezzo a noi per mezzo del loro in»pegno e chiede a Dio di
permettere a oiascuno di loro di mantenere quotidianamente la promessa die gli
hanno fatto.
Anche quest’anno i catecumeni ed il
Pasloré hanno deciso di continuare il padrìnaggio inizialo in favore tli un ragazzo
congolese in risposta ad un appello tlell’EPER. Speriamo così di continuare e
stabilire in modo duraturo l’abitudine che
un simile atto di solidarietà segni l’inizio
della vita attiva nella Chiesa da parte dei
nostri giovani.
— Nel corso della Settimana Santa sono
state fatte alcune riunioni straordinasie
nelle zone di Trossieri (venerdì) e GiuherBo '(sabato). Il lunedì di Pasqnelta è
stala tenuta anche una riunione a Bovile
nel corso della quale è stata celebrata la
Santa Cena ed amministrato il Battesimo
a Renato e a Alba di Levy e di Alina
Peyrot. Che il Signore benedica questi
bambini assieme ai loro fratelli ed ai genitori.
A questa riunione ha pure partecipato
un gruppo di « mamme » dei Chiotti venute per portare un saluto da parte di
MASSEL
— Une belle assemblée, nombreuse et
recueillie a suivi, le jour du Vendredi
Saint, la profession des trois catéchumènes «pii confirmaient les promesses de
leur baptême: Micol Erica, Tron Clara.
Tron Graziella. Puissent-elles introduire
dans l’église un esprit de bonne volonté,
de seivLce, de fidélité, et Dieu veuille que
l’église sache les encourager et les aider
dans leur témoignage.
— Nous avons fêté le jour de Pâques
avec reconnaissance et joie; le Seigneur
nous indique de nouvelles tâches et de
nouveaux témoignages en ces temps de
crise, efforçons-nous de rendre ce témoignage avec fidélité.
—■ 'Les collectes du Vendredi Saint et
de Pâques que nous avons consacrées à
l’appel du Département des Réfugiés du
Conseil Oecuménique des Eglises ont atteint la somme de 53.000 lires. Cette somme est très encourageante et nous prouve
que les partieipants à c«:s cultes ont saisi
l’inlemion de la collecte et savent apprendre à donner.
Diman<die 13 nous recevrons la visite du missionnaire Roberto Coïsson; il
présidera le culte du matin et nous donnera une causerie l’après-midi au Reynand
avec des projections lumineuses, à 2 heures 30.
AN6R0GNA (S«rr«ji
— Ringraziamo sin d’ora l’anziano Dina
Gnrdiol, di San Secondo, che presiederà il
culto di domenica 29 aprile, in assenza del
pastore ehe parteciperà al Congresso FUV.
Per tale domenica e unicamente per tale
domenica Ut Scuola Domenicale è sospesa.
— - Ricordiamu che la gita di Chiesa avrà
luogo a Borgia Verezzi domenica 20 maggio. Iscriversi entro il 10 maggio presso il
pastore o gli anziani versando la caparra
di L. 1.000.
— Gli esami dei catecumeni di l, li e III
anno avranno luogo domenica 6 maggio alte ore 14,30.
— Il culto di Pasqua ha visto una buona
affluenza di fedeli, accentrata ancora dalla
presenza di numerosi amici vicini e lontani ehe non avevano voluto mancare all’appuntameiilo. Li abbiamo tutti rivisti con
piacere. Il culto di Venerdì Santo, meno
frequentato per alcune ragioni ovvie e molte meno ovvie, è stato culto di confermazione e si è svolto in un’atmosfera di raccoglimento e di riconoscenza.
^ Il sabato di Pasqua i nostri giovani
hanno saputo intrattenere in modo piacevole quanti sono intervenuti in buon numero per assistere alla loro serata familiare.
— Franco Tourn Boncoeur è stato vittima di un incidente automobilistico senza
gravi conseguenze ed ha dovuto essere ricover.no per misura prudenziale aU’ospedale civile di Pinerolo. G<li facciamo i nostri migliori auguri, riconoscenti al Signore che l’ha preservato da possibili ben piti
cataslroficbe conseguenze, assieme ai suoi
compagni.
quella Unione a Suor Ida Beri a cui l’età
avanzata rende diifSicile scendere ai Chiotti.
•— La morte ha ancora una volta bussato ad una casa della nostra Comunità in
«piesti ultimi giorni ed in seguito ad una
breve e violenta malattia è deceduto il 17
aprile a Pian Faetto: Franco Clot di 16
mesi, figlio di Fernando e di Massel Giulietta. Ai genitori ed al fratello Luciano
cosi duramente provati giutiga ancora la
esipresisione della più sincera solidarietà e
della intercessione della Comunità.
— Queste ultime domeniche sono state
caratterizzate dall’intensità del lavoro della
Unione Femminile, che ha ripreso questo
anno, dopo molti dì interruzione, a riunirsi ogni quindici giorni circa al Presbiterio.
11 numero delle fretpientanti, tenuto conto
della distribuzione della popolazione nella
nostra Comunità, è stato buono. Essa lia
organizzato, per il 4 Marzo, un bazar che
è ben riuscito malgrado la giornata piovosa e nevosa nello stesso tempo e la conseguente com'entrazione della vendita di oggetti vari, della pesca per bambini e della
distribuzione di thè e caffè nei locali noti
molto ampi di cui dispone la Chiesa del Serre. Diversamente si sarebbe usufruito dello
spiazzo antistante la Chiesa: sarà per nna
altra volta. Il 1« Aprile l’Unione Femminile ha avuto la gradita visita, al Serre, tlell’Unione Femminile di Prali scortata da
quella del Capoluogo. Speriamo che entrambe le Unioni « visitanti » non abbiano
soltanto riportato a casa un ricordo non
certo troppo gradito delle nostre strade angrognine in via di costruzione e quindi poco praticabili, anche a piedi! L’8 aprile alcime sorelle dell’Unione Femminile si sono
recate a fare una visita al Rifugio per incurabili, Re Carlo Alberto. Si sono incontr.ate al Rifugio con l’Unione Femminile di
Luserna S. Giovanni ed hanno compiuto
un giro cantando inni qua e là nelle carnere e recando ad ogni ricoverato un piccolo
segno di affetto da parte della comunità.
Sperano di rinforzare in futuro questi legami fr i le comunità e gli istituti ospitalieri.
— Sabato 7 aprile al Serre il Missionario
Coisson ha presieduto nel tempio una riti
nione con diapositive parlandoci del suo
lavoro in Africa sulle rive dello Zanibesi.
Lo ringraziamo per la sua esposizione e
speriamo di rivederlo tra di noi nel mese
prossimo per un rullo di domenica.
— Il culto dell’8 aprile a Pradeltorno è
stato presieduto dal Dottor Guido Ribel di
Torino. Mentre lo ringraziamo per la sua
apprezzata collaborazione gli rinnoviamo
gli auguri quale presidente della « Pro Valli » e della Società «Pradeltorno», di recente formazione: possa presto vedere realizzato il progetto, sorto sotto il suo auspicio, di una « Maison d’aeeueil » nidia
nostra bella valle!
— Quest’anno, la domenica delle Palme,
non abbiamo avuto nessun confermalo nella nostra Comunità. L’unica ealeeuinena
della nostra Chiesa òhe avrebbe dovuto essere confermata, avendo frequentato, per
questioni di lavoro, il catechismo al Capoluogo ha preferito essere ricevuta in tale
Chiesa. Così, anziché avere il culto in comune al Serre, con, Pradeltorno, quest’anno abbiamo avuto come ogni domenica i
culti a Pradeltorno la mattina ed al Serre
il pomeriggio.
— A Pradeltorno le tranquille serate piultcslo monotone della popolazione, hanno
trovalo un diversivo ed un centro di interesse nel « Corso di SS. Missioni per tutti »
tenuto dall’l all’8 aprile nei locali della
Chiesa Cattolica dal M. Rev. Don Giuseppe
Malano, parroco di Gran Dubbiane. L’interesse era costituito dal « dialogo per tutti » a cui erano invitati anche i valdesi tenuto dal Pastore sunnominato con la Sig.na
Maria Teresa Colonna, insegnante, che faceva la parte del discepolo. Si trattava evidenleniente di riunioni di edificazione per
i cattolici con meditazioni seguite sui dieci
comandamenti (secondo il ealecbismo cattolico, vale a dire, come si sa, lasciando
da parte il secondo « Non farti scultura alcuna »... con quel che segue). La possibilità, al termine della lezione, offerta a tulli
di chiedere informazioni o spiegazioni supplementari sull’argomento trattato ha permesso al Pastore di Pradeltorno di prendere durante le due serate in cui fu presente
la parola che gli è stata concessa gentilmente e con spirito fraterno. Non si è potuto
evidentemente approfondire e intavolare
delle discussioni sugli argomenti di fondo
e sull’impostazione generale dei problemi
secondo la teologia cattolica e quella riformala. Ci si è limitati a qualche reciproco .scambio rapidissimo di idee e di brevi
osservazioni, marginali, sia a Pradeltorno,
sia poi alla frazione Monasteri dove la settimana successiva la Missione è continuata,
sia pure in forma ridotta. Il frutto maggiore di questa campagna è stalo, per quanto concerne i rapporti nostri con i fratelli
cattolici, la possibilità ora che le acque sono stale mosse, di poter dialogare e discutere le proprie convinzioni religiose in una
atmosfera di rinnovato interesse, come non
avveniva da tempo.
PERSONAIIA
A V VISO
’ e ^svizzera
dèìpl Aiber^hi ' cristiai|i
Fondata nel 1895, raggnippa le 33 rase anlonome sottoriportate, ebe tutte
lavorano secondo i principi evangelici. U loro carattere è assai vario. Alcnni Alberghi cittiadmi offrono il confort moderno. Altri, più seanplici, convengono ad
nn pnbUìco di esigenze più sentitici, «die cerchi soprattutto un’atmosfera benefica. Altri ancora offrono lo stesso servizio a turisti di passaggio anch’essi di
modeste possibilità. Fuori delle città e in alcuni centri di villeggiatura si trovano case di vacanza e di riposo che, spesso, sono centri apìritnali. Tutti cercano
dì offirire alla clieintela un soiggiomo gradevole a condizioni eque e in un’atmosfera crtetiana. Negli ùupiieti tempi in cui viviamo le nostre case desiderano
, servire e pensano «H assolvere cosi un compito neceesario.
AdeUtoden: Pènsion Hari
Basel: Hotel Barieihof • Hotel Blankreuzhaus - Hotel Hospiz Eìngelliof
Bern: Hotel eidg. Kreuz ■ Hospiz zur Heimat
Biel: Hotel Blaues Kreuz
Genève: Hôtel do l’-Ancre
Goldem/HasUberg: Pension Gletscherblick
GUon: Hotel Righi Vaudois
Grindeluxdd: Waldbotel Bellary
Hohfluh/Hasliberg : Hotel Schweizerhof
Interlaken: Pension Abendnih
Kandersteg: Hotel Doldenhom
Kastanienbaum: Kurheim St. Chrischona
Locarno-Monti: Pension Tabor
Locamo-Orselina: Pension Mon Désir
Luzern: Hotel Johanniterhof
Montreux: Hôtel Helvélìe
Oberhofen/Thun: Erholungsheim Sursum
Reuti-Hadiberg: Hospiz Viktoria
St. Chrischona: Haus zu den Bergen
St. Gallen: Hotel Joh. Kessler - Hospiz zur Heimat
Schaffhausen: Hospiz Hotel Kronenhof
Stalden i£.: Christ. Heim Schloss Hünigeii
Vevey: Hôtel de famiUe
IVengen: Hotel Alpenblick
Wienacht/Heiden: Ferieulieim Landegg
Zürich: Hotel Glockenhof - Hotel Auguslinerhof - Hotel Seilerhof - Hold
Gami Bristol
I seguenti ospizi affiliati alla nostra Federazione servono a seopi particolari,
e non hanno carattere alberghiero:
Zürich: Vereinshaus CVJM — Zürich: Gaslliaus zur Heimat — Basel: Christi.
Vereinshaus.
Perchè il Collegio
viva!
All’elenco dei sottoscrittori « pro Collegio I) preceAenteinente pubblicato, facciamo
seguire il seguente, con riniHcazione «lei
relativi impegni pluriennali, quando questi ci sono stali precisati.
Ai sottoscrittori esprimiamo la viva gratitudine dell’Associazione Amici del Collegio, che ha già trasmesso la massima parte delle somme pervenute alla Amministrazione del nostro Istituto d’istruzione secondaria, la quale esprime la sua riconoscenza
a tulli i doiiulori.
Rag. G. J-, Luserna S. Giovanni i,. 5(1
mila (per il 19621, .50.(KH) (per il 1963):
inagg. R. D. €., Genova 2.fl(X) (5 anni):
sigg. G. e E. P-, Torino 2.()00: doti. J. F..
Torino 5.000; sig.ra R. S., Savona 10.000;
doti. A. E-, Torino 20.(100 (IO anni); sig.
A P-, Luserna S. Giovanni 1.000; sig. M.
M-, Torre Pellice 1.000 (3 anni); doti. G. I-,
Genova 2.000; sig.ra N. P. R-, Torino
5.000; ing. E- A., Torino 10.500 (molli anni); sig.ra M. I. P-, Piacenza 3.(MK); prof.
A P. B-, Torre Pellice 10.000; dott. A. G-,
Roma 2.000 (10 anni); sig. G. C-, Bari 10
mila; sig.ra L. C. I-, Torre Pellice, 10.000;
prof. G. M-, Torino 10.000; ing. e dott. E.
ed M. R. M., Torino 10.000; sig. A.D.C.,
Saluzzo l.OOO (5 anni).
Associazione Amici del Collegio
Direttore resp. : Gino Conte
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice . c.c.p. 2/17557
Reg.
al Tribunale di Pinerolo
n 175. 8-7-1960
Tipografia Subalpina - s. p. ;i
Torre Pellice (Torino)
La famiglia della compianta
Zaira Vicino
nata Forneron
commossa per le numerose dimostrazioni di affetto ricevute in occasione
della dipartenza della loro cara, ringrazia quanti presero viva partii al
suo immenso dolore.
S. Secondo, 13 aprile 1962
Le famiglie Bonifazi, Chilosi, Colucci ringraziano sentitamente quanti
hanno preso viva parte alla loro prova per la dipartenza della loro Cara
Maria Bonifazi
ved. Chilosi
Pastori in missione
Abbiamo spesso annuncialo, anche quest’anno, la missione all’eslero di vari pastori, feliceinenle svolta. Ultimo a partire il past. Alberto Taccia, che sarà in Inghilterra per circa due mesi. In questo
frattemipo la comunità di Angrogna Capoluogo sarà curala congiunlamente dal
past. Cipriano Tourn, da Luserna S. Giovanni, e dal past. Bruno Coslabel, «la Angrogna Serre.
Ringraziano sentitamente il Dr. Paolo Pelizzaro, la Signorina Laura Jervis, la Manetta Bugni per le affettuose cure pre-state alla cara mamma, sorella e nonna, nonché i Pastori Roberto Jahier, Franco Sommani, Giovanni Bertinatti e il Pastore Alfredo
Scorsonelli, in rappresentanza della
Chiesa Metodista d’Italia, per essere
stati loro molto vicini con la loro parola di conforto e di pace.
Da Villa Olanda
Luserna S. Giovanni, 26 aprile 1962
AVVISI ECONOMICI
Lieto evento
La famiglia del Pastore Carco è stata allietata dalla nascita del piccolo
Giovanni avvenuta a Livorno il 2
Aprile. Il Signore conceda a noi genitori di guidare i nostri figli sulle sue
vie e ai nostri figli di crescere « in
sapienza, in statura ed in grazia» davanti a Lui e davanti agli uomini per
la sola Sua gloria.
Partepiciumo divamente all’ allegrezza
della famigliti del Past. Corcò, con Vaugurio migliore per il piccolo Giovanni.
red.
(!ERCASI giovane donna o media età, referenziala, cenlro-settent.le, disposta trasferirsi Firenze per aiuto lavori casalinghi. Preferiscesi sola al mondo «lesiderosa di trovare affetto familiare. Miti pretese.
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i
Da Milano apprendiamo che i sigg.
Martino Rollier e Marina Isemburg
hanno terminato i loro studi conseguendo brillantemenie la laurea; e
che le insegnanti sig.re Ive Gardiol
Theiler e Lilian Givri Gay hanno ricevuto dalle mani del ministro Fella
una medaglia d’oro di benemerenza
per rinsegnamento dato alla Scuola
Interpreti. Ci rallegriamo e congratuliamo noi pure per questi successi e
riconoscimenti.
Il prossimo numero uscirà venerdì
11 maggio.
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di Dell’Erba Giovannni
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