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DELLE
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S e 11 i m «’nal •
della Chiesa Yaldese
Anno Un» XC — Num. 52 copia Lira 30 ABBONAMENTI 1 Eco: L. 1.300 per rinterno | Eco e La Luce: L. 2.0^ per Tintemo Spedi», abb. postale - I Gruppo Cambio d’indiriaao lira 50 TORRE PELLICE - 30 Diceoibre 1 1 Ammin. Claudiana Torre PelDce - C.C.P. 2-17557 |
Il compito dei cristiani e delle chiese
Gesù disse queste parole in un luogo speciale ed in un momento
particolare della Sua vita terrena. Non
possiamo ripeterle oggi senza pensare
al tempo stesso alla scena del Getsemani dove Cristo fu in agonia per noi
e dove Egli chiese ai suoi discepoli
di vegliare con lui.
Questo preciso riferimento ad una
situazione storica e spirituale particolare non c’impedisce di sottolineare
l’attualità dell’ordine di Gesù Cristo
e le sue implicazioni nella vita dei cristiani come nella comunità dei credenti. Può darsi che in certe ore della
vita noi avvertiamo in modo più evidente e più impegnativo il richiamo
di Cristo alla vigilanza ed alla preghiera; le ore della sventura, per
esempio, quando l’esistenza umana
sente tutta la sua precarietà e la sua
provvisorietà o quelle che ci rendono
maggiormente attenti al volgere degli
anni che « sono come un sogno, come
l’erba che verdeggia la mattina, la sera è segata e si secca ». In realtà, però, la vita del credente è tutta e sempre un tempo di vigilanza e di preghiera. Il sonno spirituale, l’adattamento al presente secolo ed il rinnegamento della fede sono il pericolo
costante cui si va incontro non soltanto in un’ora simile a quella del
Getsemani, ma in ogni ora della vita,
specialmente nei tempi di apparente
pace e di prosperità.
Si dihe spesso e con ragione che !»■
caratteristica del cristiano è la fiducia in Dio; ma si tratta sempre di una
fiducia consapevole, energica, vigilante e non di una comoda e precaria
quiete spirituale. Dio, che è il nostro
Padre Celeste, ci domanda di non
essere « con ansietà solleciti » per la
vita nostra, come se tutto dipendesse
da noi, dalle nostre preoccupazioni e
dai nostri tormenti per il presente o
per l’avvenire; ma Egli ci esorta anche per bocca di Gesù Cristo ad essere spiritualmente desti nell’intimo
della nostra coscienza, talché possiamo avvertire il suono e le ripercussioni della sua parola nella nostra vita
o addirittura i segni dei tempi negli
avvenimenti o negli sconvolgimenti
della storia umana : « I vostri fianchi
siano cinti e le vostre lampade accese.
Vegliate dunque, perchè non sapete
nè il (>iorno nè l’ora ».
L’Evangelo di Cristo condanna la
inquietudine che agita e divora il cuore degli uomini; ma esso denunzia
anche il sonno pesante di chi si e addormentato nella propria sicurezza
terrena e non è più in grado di esaminar se stesso davanti a Dio o di discernere sull’orizzonte della storia, sia
pure in modo ancora confuso, la figura di colui al quale, come detto
nella visione di Daniele, «.furon dati
dominio, gloria, regno, perchè tutti i
popoli, tutte le nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio
eterno che non passerà, e il suo regno, un regno che non sarà distrutto n.
grizia dei cristiani. Paolo ci ricorda
che siamo « figliuoli di luce e figliuoli
del giorno »; per questa ragione, egli
aggiunge, « siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore e preso per elmo la speranza della
salvezza ». Quanto poi alla volontà
di Dio, egli dice queste parole ; « Id
nella nostra generaiàdne, come uomini e donne del nostiO tempo, talvolta
sotto il segno della i^a fatica e della
lunga prova, e tuteivia « non venir
meno nell’animo » Eliche abbiam gettato l’àncora della nostra speranza in
Cristo, pronti anzi a * confortarci mediante la fede che tébiamo in coma
Verso l'anno nuovo
dio ci ha chiarnati 'non a impurità, rtm '*^he d per poter r.nnO^vare ogni giorno
a santificazione ». ' 'il nostro coraasio el- la nostra ubbi
E tuttavia l’ora più insidiosa per la
Chiesa come per i singoli credenti è
quella in cui, vivendo nell’atmosfera
del mondo, si perde il senso della propria vocazione, si cade nello scetticismo e nello scoraggiamento senza
scorgere un punto d’appoggio, si cessa
di essere « sale della terra e luce del
mohdo ». E’ l’ora dei cedimenti spirituali e degli argini che si infrangono,
l’ora in cui non si confessa più Gesù
Cristo e non lo si segue più, anche se
le Chiese o la Cristianità ufficiale danno ancora non pochi segni di vita e
di potenza.
Per quell’ora bisogna vegliare con
gli occhi aperti, senza disconoscere la
forza dell’avversario, rimanendo accanto a Gesù. Egli ha detto: a Nel
monda avrete tribolazione; ma fatevi
animo, io ho vinto il mondo ».
Vegliare, cioè vivere nel mondo e
I dìpi^ndentì delie officine Riv
per ì sinistrati di Pramóllo
In occasiona deirannua visita natalizia
di (lue pastori valdesi alle auaestranze Riv
d' Villar, ¡1 direttore dello stabilimento
ha eomunicalo che i .5000 operai ed impiegati hanno offerto il provento di un’ora
di lavoro per i superstiti della traged'a di
Pramollo. Segnaliamo, con piacere, che
Tofferla a carattere volontario è stata nondimeno unanime.
Abbiamo formulato alle maestranze Riv,
a nome dei s nistrati l’espressione del nostro commosso ringraziamento.
il nostro coraggio iS: la nostra
dienza cristiana.
« Vegliate ha dcho Gesù ai discepoli nel Getsema i 6 « pregate . La
vigilanza e la preghiera camminano
di pari passo e si coitipletano a vicenda. Il cristiano vigtfente e un nonio
che prega; ma, se pff^a, è anche perchè vuol essere capasse di vegliai e nel
combattimento dellaifetta.
Pregate cioè n 11 luantatevi dire
la preghiera ». ma mettete la vostra
esistenza quotidiaiiitó-dinanzi a Dio,
rendetela aperta allì|» comunione con
Lui. Pregate per non esser soli con
voi stessi e cOn il Ì>eso della vostra
vita; pierchè nell’adempimento talvolta agitato dei vostri tkiveri o nella monotonia del vivere quotidiano vi sia
dato di conservare ,é|^ara e costante
la visione di Cristo,'^vo il senso della vostra fedeltà a I^ che è stato fedele a noi fino alla^orte.
L’anno che viene^ÉPio solo lo conosce e non pepiamo fare altro
che accettare daVdMaa. mano tutto
ciò che Egli ,cl jioife^'.Ci dpni E^^
ogni giorno uno ¡»pirito 3i VigilàiìiSr
e di preghiera: per le ore liete e per
quelle che saranno tristi, per i grandi
doveri e per i piccoli compiti della
vita.
Ci conceda Egli in misura sempre
più evidente il dono della vigilanza e
della preghiera nella vita della Chiesa; affinchè essa sia sempre più una
comunità di uomini e di donne consapevoli del servizio che il Signore
attende da loro e della speranza gloriosa alla quale Egli li ha chiamati.
Ermanno Rostan
Allora, muovevamo molto più baldanzosi di adesso il nostro passo incontro al
futuro; ne ignoravamo i pericoli, i colpi
improvvisi ; non conoscevamo il peso di
un già lungo tratto di cammino, e non
sempre facile; ma soprattutto, avevattìo
una fiducia assoluta, cieca e incrollabile
nella mano che ci reggeva. Eravamo piccoli fanciulli.
Ora... Ora siamo grandi, uomini. Il
nostro passo non è piu traballante. Ma
alle soglie di un nuovo anno il cuore
di molti è forse turbato, e il nostro
animo tutt'altro che baldanzoso. _ L’esperienza del mondo e di noi stessi non è
certo sempre quel che c’è di più rincuorante. Ma soprattutto, quell’indipendenza
tanto agognata quand’eravamo adolescenti, quell’indipendenza senza cui non si
diventa usamente uomini, diviene anche una fame d’incertezza, perchè non
possiamo avere fiducia cieca e assoluta
in noi stessi.
Al momento di muovere i primi passi
nell’anno nuovo il nostro Signore ci rivolge però l’invito ad essere, davanti a
Lui, come piccoli fanciulli; ad avere una
fiducia assoluta, incrollabile nella Sua
mano che regge la nostra vita fiducia
non cieca, perchè la realtà possente del
Suo amore Egli ce l’ha mostrata in Gesù
Cristo.
In Te, o Eterno, io mi confido,
fa’ ch’io non sia giammai confuso.
Poiché Tu sei la mia sjteranza, o Signore, o Etiu’no, ■
la mia fiducia fin dalla mia fanciullezza. , .
. Tu sei «tato il uùp so^egno fin. dal seoo ma^mo...
ed io, fino ad ora, ho annunziato le tue itnèraviqlie.
E anche quando sia giunto alla vecchiaia e alla canizie,
o Dio, non abbandonarmi,
finché non abbia fatto cono.scere il tuo braccio
a questa generazione,
e la tua potenza a quelli che verranno.
Tu, che ci hai fatto vedere molte e gravi distrette,
ci darai di nuovo la vita,
e ci trarrai di nuovo dagli abissi della terra;
e Ti volgerai di nuovo a me per consolarmi.
Le mie labbra giubileranno, quando salmeggerò a Te
e l’anima mia pure, che Tu hai riscattata.
Dal Salmo 71
PRAMOLLO
Oiovedì 22 Dicembre in una giornata
serena e fredda una folla si è raccolta a
Pramollo in località Rue per i funerali dei
membri di quella Comunità deceduti nella
grave sciagura avvenuta neUa notte di Domenica 18 C- m. Cinque bare erano allineate sul Viale della Rimembranza, altre
quattro salme erano ancora sotto la frana.
Ail funerale erano preseirii numerose
autorità civili fra le quali ricordiamo S.E.
il Prefetto, il Prof. Grosso Presidente del
Consiglio Prov., numerosi Sindaci e Onorevoli. E>ano pure presenti il Moderatore
della Chiesa Valdese Past. Ermanno Rostan,
il Sovrintendente Past. Alberto Ribet e
numerosi pastori delle VaUi.
Il Pastore Micci ha letto la Parola del
Signore e ha proposto alla meditazione dei
presenti la parola dei discepoli di Em
maus: « Rimani con noi perchè si fa sera ».
Ha preso poi la parola il Sig. Moderatore che ha portato il saluto affettuoso e
la simpatia della Tavola Valdese alla Comunità di Pramollo e in particolare ai
parenti degli scomparsi, ed ha poi dato
un messaggio vivo e forte centrato sulla
s.peranza che si fonda in Cristo risorto che
dà nuova vita e nuovo vigore anche a chi
è scoraggiato e nel dolore.
Sono seguiti tre brevi messaggi commossi
del Sindaco di Pramollo Dott. Rosia, del
Sindaco di S. Germano Dott. Gustavo Ribet e del Prof. Grosso.
Le salme sono state trasportale nel cimitero di Pramollo alla Ruata.
Sabato 24 sono «tate ritrovate altre due
salme, quelle di Federico e Franca Long,
e il servizio funebre si è svolto lunedi 26.
T cristiani e le chiese hanno oggi
■l ancora il compito di vegliare. Bih"
gio Pascal diceva che « Cristo è in
agonia fino alla fine del mondo », perciò non possiamo non riudire per conto nostro l’ordine di Gesù Cristo.
n Rimanete qui e vegliate meco »
Bisogna vegliare per non « cadere
in tentazione ». C’è sempre nella storia o nella vita'degli uomini un’ora m
cui ¡.i.gli occhi' si aggravano », come
accadde ai discepoli nel Getsemani,
e si cade nel sonno che conduce a
rinnegamento. Il richiamo della Sacra
Scrittura alla vigilanza sulla nostra
condotta proprio in vista del giorno
del Signore è costante ed è forse opportuno sottolinearlo affinchè la pt®"
dicazione della grazia di Dio non diventi una facile concessione alla pi
UEco delle Valli è II vostro giornale - Abbonatovi
NELLa LECE DELLIDDIO CON NOI»
Un'ora dì grave lutto
Una grave sciagura ha tristemente colpito la parrocchia di Pramollo, nelle Valli Valdesi. Il piccolo villaggio dei Tournim è stato in
parte distrutto da una frana che si è staccata da un punto esatto della
strada attualmente in costruzione e che, nella violenza della sua caduta,
ha travolto case e persone sorprese nel sonno. Ben nove sono state le
vittime umane, la cui improvvisa morte ha piombate nel lutto diverse
famiglie Valdesi.
La Tavola Valdese e la Chiesa tutta partecipano al dolore dei fratelli e delle sorelle in fede così duramente provati. Ho già avuto l'occasione di esprimere la simpatia di tutta la Chiesa in occasione dei funerali delle prime cinque vittime trovate sotto le macerie. Desidero farlo
ancora adesso, affidando quanti sono nel dolore alla preghiera ed alla
solidarietà delle nostre Chiese e del nostro popolo, nei modi ritenuti
più opportuni.
Scrivo queste parole di ritorno dai funerali, quasi alla vigilia di
Natale. Possa l'angoscia di molti cuori esser consolata dalla presenza
dell'Emmanuele, « Iddio con noi », per la pace di quanti ora sono turbati. E voglia Iddio che la Chiesa di Pramollo, dalla triste esperienza
vissuta, rivelatrice al tempo stesso di solidarietà umana, tragga profondi motivi per riprendere il suo cammino con fiducia nell'Eterno, resa
salda e fortificata dalla grazia del Signore.
Ricordiamo, in quest'ora, le famiglie di Ribet Giovanni, Long Enrico, Long Federico e Peyronel Eugenio, scomparsi con i loro cari, non
dimenticando neppure il loro servizio nella Chiesa.
E procediamo innanzi vigilanti, nell'ascolto della Parola di Dio:
« Tu, o Dio, che ci hai fatto vedere molte e gravi distrette, ci darai di
nuovo la vita e ti volgerai di nuovo a me per consolarmi » (Salmo 71,
V- 20). Ermanno Rostan
Moderatore
2
pag. 2
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L'ECO DELIÆ ^LLI VALDESI
30 dicembre 1960 — N. 52
Àt- -i.'
nazioni
1960
. crisi
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Si è entrati nel settimo anno della guerfo algerina. Il conflitto, atroce per le crudeltà della guerriglia, delle rappresaglie,
^ degli attentati, della tortura, ha inciso,
quesCanno più «he mai, sulla vita della
nazione francese. Si sono avute, nello scorso gennaio, le barricate ad Algeri e in
altre città algerine, levate dai colonialisd
decisi ad opporsi al progetto di Concedere
agli algeriùi l’autodeterminazione. In giugno,, fallì purtroppo il tentativo di trattative, a Melun, , tra inviati del Governo
provvisorio algerino e delegati del governo
francese. Nell’estate Si è svolto il processo
Jeanspn, contro favoreggiatori del FLN;
In settembre ha suscitato larghissima eco
il manifesto di un gruppo di intellettuali,
fra cui Sarti-e, sul diritto alla diserzione,
con lo strascico del processo; con il quale
è stato in stridente contrasto il « processo
delle barricate » celebratosi in ottobre, e
concluso con la messa in libertà provvisoria di tutti gli imputati, la maggior parte
dei quali si è affrettata a rifugiarsi in Spagna, intorno al gen. Salan, l’equivoca figura del gennaio algerino. Il 4 novembre
De Canile ha pronunciato alla Télévision
un discorso cauto ma pur chiaro; sicché
gli estremisti francesi, sapendo le sue intenzioni, hanno tentato di giocare la loro
ultima carta, nel corso della recente visita
di De Gaulle in Algeria; ma il tentativo
questa volta è completamente fallito per
il leaUsmo dell’esercito; tuttavia si sono
avuti scontri sanguinosi, e si è offerto il
destro agli estremisti del FLN algerino di
scatenare una violenta controffensiva.
La cecità morale e politica dei colonia
listi francesi è sconcertante, ed è ben tem
po che questa minoranza del popolo fran
cese finisca di imporsi alla maggioranza
Numerosi intellettuali e le Chiese sono
stati particolarmente attenti ai dolorosi
problemi di coscienza di fronte a cui si
trovano tanti giovani, oltre che alla neces
sità di fare opera di riconciliazione fra le
comunità umane conviventi in Algeria e
nella metropoli.
n risanamento dell’ascesso algerino comporterà, probabilmente, un’incisione dolorosa; ma, nella situazione attuale, più si
aspetta e peggio sarà. Quale sarà l’esito
del referendum indetto dal gen. De Gaulle
per l’8 gennaio? una maggioranza positi.Va, gli permetterà di avviare vere trattative, con il Governo tilgerinp di Tufiisi?
continueranno à giungere al FLN armi
frusse è cinési?'quale sarà il Verdetto delle
Nazioni Unite sulla questione algerina?
Gravi punti interrogativi, che pesano
non solo sul futuro della Francia, ma su
quello dell’intera comunità internazionale,
anche se a suo tempo « le Général » ha
creduto di poter irridere alle « Nazioni cosiddette Unite »: la solidarietà internazionale nel bene e nel male è un fatto ohe si
impone di anno in anno più evidente, E la
« grandeur » della Francia non sta nella
sua bomba atomica (la prima, a Reggane
nel Sahara, esplose in febbraio, la terza
è esplosa in questi giorni), o nella volontà
di imporsi come quarto Grande: è tristemente grottesco che la coesione della NATO sia oggi scossa non da un elemento
pacificatore ma da un acceso e orgoglioso
nazionalismo.
DDE BELLE IDUZIATIEE IWTERJVIàZIOMLI
Segnalano il 1960: l’Anno mondiale del Rifugiato, indetto dalle
; . Nazione Unite, e la campagna contro la Fame lanciata dalla FAO
it;-:--'
Abbiamo spesso rioordatotU doloroso, immane
problema dei 45 milioni ^ rifugiati che soffrono nel
mondo, e in occasione appunto dell’Anno mondiale
del Rifugiato avevamo, dedicato il primo numero dello scorso anno al grande popolo che senza distinzione di razza e di nazione è unito nella fame, spesso
nella miseria più atroce, aggravate dall’angoscia di
essere sradicati dalla propria terra, dalla propria casa, sovente senza speranza : particolarmente triste la
situazione dei vecchi, e quella dei bambini. I lettori
forse ricorderanno i punti nevralgici che avevamo
presentato; Berlino, il Maghreb, Hong-Kong, la Palestina, l’Ungheria, il Pakistan... Unendosi allo sforzo delle Chiese, e in particolare di quelle unite nel
C.E.C., la Chiesa Valdese ha dedicato la colletta della domenica delle Palme a tale scopo, e in quell’occasione avevamo presentato l’Uliveto e Villa Olanda, che sono le uniche case d’accoglienza per rifugiati in Italia (vi sono solo dei campi, a Trieste, nell’Emilia, pressoi Napoli, ecc.). L’Anno del Rifugiato
si è concluso, qualcosa è stato fatto, ma si tratta di
qualche goccia caduta su di una lastra rovente... E’
augurabile che riniziativa presa prosegua in forma
costante; e che la Chiesa Valdese non dimentichi
le due Istituzioni che ormai fanno parte integrante
della sua responsabilità.
La FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e
l’Agricoltura, anch’essa ima branca dell’ONU) ha
lanciato un’ambiziosa e urgentissima campagna mondiale contro la fame, fino al 1965; e la regione-pilota
di questo gigantesco sforzo intemazionale sarà la
fascia mediterranea e adiacenze,, dal Portogallo all’Iraq: qui il reddito medio annuo è di 100 dollari
(L. 60.000) per abitante, appena un quarto di quello
dell’Europa del Nord, un decimo di quello america
no, ma tre volte più alto di quello dell’Asia ! A questa campagna si sono associate le Chiese, e in modo
speciale il Consiglio ecumenico. E’ purtroppo necessario sottolineare la terribile distretta di popolazioni che vegetano nella fame, di paesi in cui annualmente decine e centinaia di migliaia di persone
muoiono di fame e di stenti; è necessario, perchè
troppo lo dimentichiamo. E quanto questa triste situazione rappresenti un elemento di inquietudine
che si aggiunge alle tensioni internazionali, specie
fra le vecchie nazioni e le giovani, lo si vede appena
ci si affaccia alla scena del mondo.
Antisemitismo
e razzismo
Una cosa da segnalare con tristezza nel
1960 è la serie di manifestazioni antisemite
avutesi un po’ in tutti i paesi del globo
nello scorso gennaio, e poi affiorate ogni
tanto, qua e là. La reazione dell’opinione
pubblica mondiale è stata compatta e aspra,
talvolta persino un po’ farisaica nella sua
magniloquenza... Speriamo che la svastica,
il segno maledetto, sia cancellato nel nostro mondo ; preziosi, comunque, a rendere edotte le giovani generazioni (e a
ricordare a quelle meno giovani) manifestazioni come le Mostre dei campi di sterminio, e documentari o film come ”Nuit
et brouillard” o ”Kapò”.
Ma rantisemitismo non è che una forma, particolarmente aberrante, del razzismo che purtroppo è assai più diffuso che
non si creda. Esso ha comunque ancora
mostrato tutta la sua virulenza non solo in
certe regioni del Sud degli USA, anche
ultimamente a proposito dell’integrazione
scolastica, ma soprattutto nel Sud Africa,
dove in marzo si sono verificati disordini
e gravi violenze, con molte vittime, in seguito al rifiuto dei negri di portare i ’’permessi di circolazione” imposti dagli afrikaans; l’opinione pubblica mondiale è stata unanime nel bollare, anche col boicottaggio economico, l’atteggiamento del governo sudafricano, e Mac Miliari nella sua
visita a Città del Capo non ha taciuto il
netto dissenso del governo britannico; ma
tutto questo non ha servito che a rendere
più irriducibili i capi sudafricani (non
tutta la popolazione li segue, come mostra
l’atteggiamento di varie chiese; il Consiglio ecumenico si è particolarmente occupato del problema ed è stato ripetutamente in contatto con le Chiese sudafricane,
anche con quelle che sostengono, nell’insieme, la politica dell’apartheid; ancora ultimamente, alla metà di dicembre, si è
avuta presso Johannesburg una riunione
di responsabili sudafricani ed ecumenici).
Nella consultazione elettorale tenutasi recentemente i votatiti hanno optato per il
regime repubblicano (l’Unione sudafricana era finora un Dominion della Corona
britannica), ed è incerta la permanenza
della nuova repubblica nel Commonwealth
britannico.
Agitazioni nell’America Latina e in Asia
•iiUn faHo nuovo .del- 1960. è stato il più
deciso 'saliré àllà"‘ rihàltà déll’àtténzione
internazionale dell’America latina. Vi si
gioca forse una delle maggióri partite
della lotta USA-URSS; ma sarebbe falso
vedere unicamente sotto quésta luce il
fermento di quelle nazioni. Ognuna di
esse, in misura e con caratteri diversi,
sta lottando per strapparsi alla propria
posizione di paese sottosviluppato, e solo il Brasile gode di quasi sconfinate possibilità economiche (sia pure ancora in
buona parte non sfruttate) e di una notevole coesione nazionale. In Argentina
al principio dell’anno si sono avuti moti
peronisti, preludio della campagna elettorale; e le elezioni di marzo, con i milioni di schede bianche dei peronisti
(fuori-legge) hanno diminuito pericolosamente il margine di maggioranza del
presidente Prondizi, la cui popolarità,
enorme alla caduta di Peron, è andata ca.
Il dramma del Congo
Diverse nuove nazioni africane hanno
raggiunto l’indipendenza nel 1960: il Mali
(in cui però, dopo alcuni mesi,' si è verificata una scissione fra il Senegal costiero
e la regione interna), il Madagascar, T Dahomey, il Niger, l’Alto Vèlia e infine la
Mauritania (invano rivendicata dal Marocco): ex coilonie fxances'; la Nigeria, ex colonia britannica; le Somalie italiana e inglese che haSìió, costituito un unico Stato
Qualche disord'ne, in alcuni di questi Stati, ha accompagnato l’accesso aU’indipendenza, ma nel complesso il passaggio e
stato pacifico e spesso .cordia'e.
Invece il Congo ex belga, dalla proclamaz'one d’indipendenza, il 1® luglio, sta
attraversando un periodo drammatico. Ben
difficile seguire i meandri di qùesti mesi
agitati e sanguinosi: i contrasti a Léopoldville fra Kasavubu e Lumnmba; l’imposeibilità di dominare la situazione, dopo il
trapasso de’ poteri, lo scatenarsi sanguinario di alcune tribù, in particolare i Baluba; l’incerto atteggiamento belga, che dopo avere trascurato di preparare il paese
all’indipendenza, gl'e’a cede quasi all’improvviso, lasciando che precipitasse nelle
lotte civili, preda di avventurieri e d": pressioni esterne, economiche e militari; la
secess’ono, di sospe'ta marca filobelga, della ricca regione del Katanga, seguita dal
Rasai e ultimamente dalla reg'one orientale, fedele all’arrestato Lumumba; l’intervento delle -forze dell’ONU e il tentativo
di mediazione di Hammarskjoeld cbe, per
quanto approvato dalle N. U-, non è riuscito che a creare un ordine assai incerto
e limitato: l’ONU è stata accusata di essere parziale nei confront’ del governo rappresentato dal presidente Kafavubu e , dal
col. Mobutu, ostili agli: iuflussi sovietici;
Si deve però ricóndare che Lumumba aveva potuto una prima volta »fuggire all’arresto grazie all’opposizione proprio delle
forze delle N. U., mentre ultimamente è
sfato arrestato, nell’in:erno, dalle truppe
fedeli all’attuale governo di Léoipoldvillé,
D: fronte alla situazione congolese si è
veramente angosciati, perchè essa non pare presentare vie d’uscita: il paese è dilaniato da opposte fazioni, su cui soffiano interessi portici ed econemici avversi; nella
migliore delle ipotesi pare destinato a disintegrarsi in vari Stati m'nori sempre in
tensione, poiché manca per ora una vera
coscienza naziona’e e una classe dirigente
capace di raccogl'ere la fiducia del popolo
intero. Le violenze sono state molte e sanguinose, e la pace non è ancora tornata.
In particolare le Chiese cristiane nel
Congo sono di fronte ad una grave prova;
molti mi.ssionar; sono partiti, e solo alcuni sono tornati; ve ne sono stati che hanno subito violenze o anche sono stati trutidati; le Chiese ind'igene si trovano alrimprovviso a dover fare in gran parte da
sé E tuttavia, nel gran marasma angoscioso del paese, in tutta la debolezza delle loro divis oni, soino ancora l’elemento indi,
geno a cui si può guardare con maggiore
speranza.
, j.ffi;..
landò t|nan mano cV« rivelava incapace
di attnare il suo pfogramma di profonda
trasformazione sociale e che ripiegava sul
conservatorismoi In.) novembre sono stati
stroncati due moti rivoluzionari a Rosario e nella regione di Salta, ma l’atmosfera permane inquieta.
Nel Venezuela si è avuta, ) in aprile, una
rivolta militare, soffocata; e moti rivoluzionari, questa volta prevalentemente studenteschi, e presentati come filocomunisti,
sono scoppiati in novembre e sono stati
fronteggiati con una certa difficoltà. Sempre negli ultimi mesi varie repubbliche
dell’America centrale sono state agitate da
rivolte, fronteggiate dai governi nel Guatemala e nel Nicaragua (si ricorderà l’invio di una flotta statunitense richiesto da
quei governi per bloccare aiuti esterni agli
insorti), riuscita, invéce, nel El Salvador.
Con maggiore o minore verosimiglianza,
questi ultimi moti sono stati posti in relazione con il colpo di barra impresso da
Fidel Castro alla politica cubana nello
scorso luglio, quando procedette alla nazionalizzazione forzata di tutte le imprese
industriali straniere, soprattutto statunitensi. Il blocco economico tentato dagli
S.U. non riuscì per l’appoggio dato dall’URSS al governo dell’Avana. Non si ha
ancora notizia dello stabilirsi di basì sovietiche nella grande isola delle Antille,
ma se ciò avverrà, bisognerà che gli USA
si chiedano se. il loro atteggiamento — non
forse degli ultimi mesi, ma di decenni —
non è stato la causa di questo per loro
pericoloso pendere a sinistra di Cuba. La
politica di Castro, osteggiata all’interno
dal clero per la sua colorazione marxista,
e da una piccola parte dell’opinione pubblica timorosa di un nuovo totalitarismo
che sostituisca, pur con fini più nobili,
quello di Batista, si è fatta via vìa più violenta, giungendo a processi ed esecuzioni
sommarie, anche di cittadini americani.
E’ indubbio che la scilbllata castrista è stato uno squillo di rivolta per i latino-americani. Quanto dì limpido e quanto di
torbido ci «ia in questo moto, è difficile
sceverare; ma certo qualcosa di nuovo
matura.
■Ì-.
Nel' corso dell’alino, oltre a vari paesi
latino-americani, diverse altre nazioni sono
state agitate da lotte e rivolte. In Turchia
si sono avuti in aprile sanguinosi disordini, culminati poi in maggio in un colpo
di Stato, incruento, che ha abbattuto il
corrotto regime di Menderes, poi processato; il nuovo governo del gen. Gursel
aveva promesso la riunione di una Costituente e la promulgazione di una nuova
Costituzione; la situazione interna è ancora
piuttosto incerta; in novembre un’ondata
di arresti di oppositori.
Inquieto è stato Tanno nell’Estremo
Oriente. In marzo e aprile si sono susseguiti nella Corèa meridionale moti contro
il governo di Syngman Rhee, duramente
repressi tanto da suscitare la forte protesta degli S.U. A fine luglio le elezioni
hanno segnato la vittoria del partito democratico, all’opposizione durante la dittatura di Rhee. Intricata come la giungla
indocinese in. cui si annidano i guerriglieri delle opposte fazioni è la situazione
politica del Laos e del Vietnam meridionale, dove si sono susseguiti colpi e controcolpi di Stato: rivalità personali si intrecciano al fronteggiarsi di vari influssi
esterni; è sensibile lo sforzo per raccogliere intorno al Viet-Minh (Vietnam settentrionale, comunista) i vari Stati in cui
si era divisa l’Indocina francese.
Il Giappone e stato agitato, in giugno,
da violente dimostrazioni, in occasione
della ratifica del trattato nippo-americano,
avvenuta in condizioni anticostituzionali.
Il fermento era così forte che ha consigliato l’annullamento della progettata visita di Eisenhower, durante una tournée
nell’Estremo Oriente. Dopo la ratifica, il
premier Kishi si è dimesso, sostituito da
Ikeda, della stessa corrente conservatrice
( liberal-democratici), la cui maggioranza
esce confermata dalle elezioni di fine novembre.
E’, infine, di questi giorni il sanguinoso
tentativo di rivoluzione nell’Etiopia, fallito.
Un anno in Italia
Non è facile condensare in poche righe
un anno della nostra vita italiana. Non
possiamo ritornare diffusamente su varie
questioni affrontate a suo tempo: le polemiche sull’apertura a sinistra della DC,
dagli interventi del card. Ottaviani e delrOssernafore Romano dello scorso gennaio, al famoso « Punti fermi » del maggio ; le polemiche sulla censura, allargate
ad un dibattito sul costume; la visita a
Mosca del presidente Gronchi, e le sue
peripezie; i vari casi di inframmettenze
delle gerarchie ecclesiastiche, da Bari (San
Nicola) a Napoli (Il martirio di S. Sebastiano) ; la caduta ingloriosa del governo
Milazzo. Ma alcuni fatti sono da segnalare.
Anzitutto, la crisi di governo protrattasi
dalla fine di febbraio alla fine di aprile.
Il governo Segni era stato messo in crisi
dalla sfiducia del PLI (e si che non era un
governo molto a sinistra!); per due mesi
si cercò faticosamente una soluzione: il
presidente Gronchi affidava successivamente rincarìco di formare il governo a Segni, Tambroni, Fanfani, Tambronì. Quest’ultimo costituiva infine il governo, mostrando nei mesi successivi innegabile inclinazione ad accettare l’alleanza con i
neofascisti, finché .i giunse ai fatti di luglio, a Genova, Renza, Reggio Emilia, Palermo, Catania: ci i'urono vittime e violenze, ma il doloroso sussulto fu un significativo pronunciamento del paese, che
mostrò chiaramente come alla piccola minoranza fascista non sarebbe stato permesso dì imporsi in alcun modo. Dalla nuova
crisi usci il nuovo governo Fanfani, un
monocolore DC (il 22® in 15 anni), con
l’impegno esplicito, anche da parte del segretario DC, on. Moro, di rifiutare ogni
alleanza con il MSI. Con questo impegno
la DC si è presentata alle « amministrative » del 6 novembre (per la prima volta
la TV è servita da utile tribuna elettorale
ai vari partiti) e deve ora essere effettivamente provato nella costituzione delle
« giunte difiicili ». La consultazione elettorale, nel complesso, ha segnato un lievissimo moto verso sinistra dell’opinione
pubblica, da un partito all’altro del ventaglio politico. Il distacco del PSI dal PCI.
è reale.
Nelle ultime settimane quasi tutti i settori del mondo del lavoro sono stati coinvolti in scioperi.
* L’URSS ha messo in orbita una nave
spaziale; Un sottomarino atomico americano ha navigato sotto la calotta polare,
un altro ha circumnavigato in immersione il globo; un aerorazzo americano ha
raggiunto il record di velocità: 3.500
km./h.
Si è svolta a Roma la XVII Olimpiade.
Paesi più ricchi del nostro avevano rifiutato tale oneroso onore.
* E’ morto il noto scrittore russo Boris
Pasternak, e, ultimamente; lo scrittore negro Richard ÌVright.
3
30 dicembre 1960 — N. 52
L'ECO DELLE VAUU VALDESI
*
La vita delle Chiese nel 1960
◄ Il tempio di Genova,
rinnovato
In gennaio la Chi«« di Cienova, cbe ha
celebrato lo scorso anno il ano centenario, ha inaugurato con viva gioia, e circondata dalla simpatia di tutta la Chi«a
Valdese, il suo tempio completamente rinnovato. Per quanto l’aiuto delle Oiiese e
della Tavola sia stato fortemente neceesario, la comunità di Goiova ha dato prova
di grande generosità e attaccamento al suo
tempio, com’è avvenuto per la comunità
di Frali : in questa alpestre parrocchia,
resa sempre più nota e aperta sia dalla ben
lanciata seggiovia dei 13 laghi, sia da Agape che prosegue e allarga la sua t«timonianza, i lavori per la costruzione del
nuovo tempio sono proseguiti durante
l’estate, grazie ad un campo di lavoro giovanile.
La Conferenza giovanile
di Losanna
Dal 13 al 24 luglio si è riunita a Losanna, nel Palais de Beaul’eu, la prima Conferenza ecumenica della gioventù europea,
cui ha partecipalo pure una numerosa delegazione italiana; da notare la presenza
di osservatori giovanti caltoRci II tema
studiato; Gesù, luce del mondo.
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Da segnalare...
— nella chiesa romana, il Sinodo romano dello scorso gennaio, preludio a quello che sarà il Concilio ecumenico Vaticano II del prossimo
anno, in vista del quale continua intenso lo studio preparatorio cattolico: il Congresso eucaristico di Monaco di Baviera, nello scorso agosto;
la visita in Vaticano del Dott. Fisher.
— nelle Chiese ortodosse è continuata la partecipazione alla vita
ecumenica; ultimamente il Patriarca Alexios, capo della Chiesa ortt>dossa russa, ha compiuto un giro di visite presso Chiese ortodosse del
Vicino Oriente.
— nel Protestantesimo, si è celebrato, specie nell’ambito della famiglia riformata, il TV» centenario della Riforma in Scozia; particolarmente vaste e solenni le celebrazioni a Edinburgh, da agosto ad ottobre,
anche in concomitanza con l’annua riunione, a S. Andrews, del Comitato
centrale del Consiglio ecumenico, e di varie commissioni dello stesso.
A Montbéliard si è avuta, :n ottobre, la X Assemblea generale del Protestantesimo francese, una riunione di grande importanza e ricca di
prospettive per il futuro.
— sul piano ecumenico, quest’anno sono stati celebrati i cinquanta
anni di ecumenismo, poiché il movimento ecumenico moderne si fa risalire alla Conferenza Missionaria Mondiale tenutasi a Edinburgh nel
1910. Mentre tutte ie Chiese membri .si dispongono o sono già avviate
allo studio dei documenti preparatori della prossima assemblea generale, che si terrà a New Delhi nel prossimo dicembre, sul tema; Gesù,
luce del mondo, si è tenuta nello scorso luglio a Lausanne la prima conferenza ecumenica della gioventù europea (con larga partecipazione
extraeuropea): 1.700 giovani cristiani hanno lavorato durante 11 giorni
sullo stesso tema di New Delhi, e hanno manifestato il profondo desiderio di unità della gioventù che rappresentavano. Infine, nel settembre,
si è tenuta a Praga la terza Conferenza cristiana per La pace, con larga
partecipazione da Oriente e da Occidente.
Un anno nella Chiesa Valdese
•A Eccezionalmente, quest’anno nei
vari Distretti si sono tenute due
Conferenze distrettuali: oltre a quella normale di fine primavera, ne è stata riunita una straordinaria alla ripresa autunnale, per la nomina dei Presidenti delle Commissioni distrettuali;
in tale occasione è stato pure studiato
il problema del denaro nella vita del
credente e delle chiese, tema che è già
stato o sarà proposto alla meditazione
di tutte le comunità.
ir Continuando nelf iniziativa presa
nel 1958, anche quest anno due comunità hanno avuto una settimana di visite fraterne e di appello: Torre Pellice, in génnaio, e Prarostino in febbraio. Ci si prepara, ora a visitare Villasecca.
■A- A fine aprile si sono raccolti a
Napoli i delegati (non tutti!) delle nostre Unioni giovanili pr il Congresso
F.U.V. Due inten^ giornate, che hanno anche permesso di incontrare i
membri delle comunità napoletane e
viciniori, nonché di godere un poco
della metropoli partenopea. Il Congresso ha eletto, a sostituire il Past.
A. Taccia nella carica di Segretario
generale, il Past. F. Giampiccoli. E’
pure stato preso serio impegno di potenziare la capacità formativa delle
aostre Unioni giovanili: e a que,«'o
scopo il C. N. si è impegnato a fornire ampio materiale di studio (che,
lentamente, arriva).
★ Agape ha continuato nella sua
attività benefica e largamente conosciuta. Eco particolare ha suscitato il
Campo inverrude dello scorso arino:
’’Processo aH’obiettore di coscienza”.
Prosegue lo sforzo di far penetrare
Agape nella vita delle comunità delle
Valli: incontri giovanili e di catecumeni, giornate delle madri e degli
uomini, campo-ferie per operai.
Quest arino alla direzione di Agape
c’è stato il cambio della guardia: dopo molti anni in cui si è dedicato con
tutte le forze a questopera, suscitata
dal suo entusiasmo e dalla sua fiducia
nei giovard, il Past. T. Viruty ha ceduto tincarico al Past. G. Girardet, e si
dedicherà ad un’opera sociale in Sicilia.
Sono proseguiti anche quest’anno i contatti con le comunità e i ^stori deirXI- circoscrizione dell’Eglise
Réformée de Franco : in primavera i
Past. G. Bouchard e G. Tourn hanno
visitato numerose chiese delle Cevenne, e in settembre si è tenuta ad Agape la Pastorale italo-francese, con la
parteciptazione dei Proff. Thumeysen
e Miegge. Si attende, nelle prossime
settimane, la visita alle Chiese delle
Valli di due pastori francesi.
★ La Claudidna, in base dia —
non unanime — decisione sinodale, si
è trasferita a Torino, pur rimanendo
aperto a Torre Pellice il negozio di
vendita. La nostra Casa editrice ha
potuto partecipare, riscuotendo notevole Interesse, dia Mostra internazionale del Libro, tenutasi a Milano a
fine ottobre.
1 0BOT0
* Il contrasto USA-URSS, fattosi particolarmente vivo per la questione cubana,
ha avuto punte spettacolari nella polemica
sui voli aerei e l’abbattimento di apparecchi ricognitori americani (U.2, RB-47),
culminata nel processo Powers a Mosca.
* L*ONU ha continuato la sua opera me
diatrice: positiva, atiche se purtroppo non
definitiva, nelVintricata vicenda congolese; positiva nella vertenza sull Alto Adige,
sdrammatizzata, L*Assemblea generale, che
siede dal orincipio di ottobre, ha avu^o
momenti d'intemperanza, ma la mediazio’
ne dei paesi neutrali è stata ^ ^
USA hanno ancora una volta **vinto * (?)
nel rinviare Vammissiotie della Cina ^ comunista alVONU, ma è ormai guesiione
di tempo, e breve. La conferenza ginevrina sul disarmo, in primavera, si è truscinata stancamente per varie settimane; sospesa prima della conferenza al veriico di
Parigi ( troncata agli inizi dalla brus^ partenza di Kruscev) non si è più riaperta.
Sui banchi delle N,U, sempre più numerosi i delegati "di colore",
* Ripetutamente nel corso dell’anno si
è parlato di contrasti interni cino-rui^i
circa la politica estera ( contrasti sottolineati con compiacenza dalla stampa^ antisovietica, e forse esagerati); in ogni caso
il « vertice comunista », tenutosi a Mosca
nelle ultime settimane, si è concluso con
Un comunicato che riafferma l’unita comunista e la evitabilità della guerra.
* Si sono accentuati gli scambi economici, anche fra Est e Ovest, In Occidente
VOECE si è allargata accogliendo S,U, e
Canada, e sono avviate trattative fra i
paesi del MEC e quelli delVEFTA (^ea
della sterlina e paesi scandinavi), ^ ìaATO è un poco scossa dalV attegguimento
della Francia di De Gaulle (grandeisr,
Europe des patries, forza d'urto atomica
francese); il gen, Norstad auspica che la
NATO divenga, nel suo insieme, la quarta
potenza atomica, accanto ai tre grandi (nm
non è improbabile che anche la Cina abbia presto la bomba nucleare).
* Dopo un’accanitissima battaglia c\eitorale, risulta eletto il candidato del partito democratico, Kennedy. Per la
volta un cattolico è presidente degli S.U.
La questione della confessione religiosa e
tornata spe^ nella polemica elettorale,
ma, salvo eccezioni, è stata dibattuta serenamente, come si addice ad un ^ paese _che
conosce una vera libertà di coscienza. L eletto si era impegnato a servire fedelmente lo Stato, e a dimettersi qualora la
coscienza di cattolico entrasse in conflitto
con i doveri connessi con la sua carica*
7'
Í-MFJTÍAK/'O AL COSPETTO ¡<170
TRA NO! 193 /
...G!’.'Riamo fedeltà fìno
DEL NOSTRO SANGVE
ECHI DI UNA VISITA
Un solo Pastore consacrato, quest’anno, nel culto d’inaugurazione del Sinodo: il Dott. Giulio Vicentini. Il Sinodo,
presieduto dal Past. A. Dcodato, ha dovuto pronunciar^
su alcune questioni controverse: la modifica dell’ordinamento distrettuale, l’unificazione de La Luce e Voce Metodista, il trasferimento della Claudiana; a coprire la
quarta cattedra, finora scoperta, della Facoltà di Teologia è stato chiamato il Prof. J. A. Soggin; la situazione
finanziaria rimane allarmante; dall’anno prossimo U Sinodo si terrà al principio di agosto. Malgrado momenti
vivi e intensi, un Sinodo che non è stato dei più sereni e
fattivi.
Le Valli si sono arricchite, in settembre, di un Istituto
da tempo atteso, e rapidamente realizzato: il Convitto di
Pinerolo, che ora ospita una trentina di giovani e giovinette delle nostre chiese, in particolare di quelle montane.
La Chiesa, che ha salutato con viva gioia il sorgere di
questo prezioso strumento, non lo dimentichi
L’agenzia ’’Mondo religioso”, dopo la
visita vaticana dell’arcivescovo di Canter~
bury, ha fatto una rassegna molto ampia
delia stampa italiana che ne ha ripetuMmente trattato (non sempre in modo obiettivo e informato), e ha raccolto queste dichiarazioni ufficiali di autorevoli esponenti, dell’evangelismo italiano:
Pastore. Mario Sbaffi : « Se volessimo
usa.re una forma allegocìca potremmo dire
che è stato gettato un seme. Il futuro dirà
sa quel seme troverà il terreno adatto per
germogliare e portare non soltanto qualche apprezzabile fiore di cortesia, ma anche dei frutti concreti. E quando nell’ambito della v'ta cristiana e quindi della
vita delle chiese si parla di frutti non si
può nè si deve dimenticare la parola di
Cristo: ’’Colui che dimora in me e nel
quale io dimoro porta molto frutto; perchè senza di me non potete far nulla” ».
Pastore E. Rostan: «Personalmente penso che si sia fatto anche troppo rumore
in Italia su quella visita e che se ne sìa
talora falsato il carattere presentando^
come un segno della futura ma indubbia
riunione delle Chiese intorno al Pontefice
romano. Lo stesso dr. Fisher ha avuto occasione di chiarire i, concetti di ’un tà’ e
di ’unione’. Dal canto suo il Papa 'ha dichiarato che la conversazione si era limitata a problemi di ordine generale. Non
dimeno penso che ogni incontro tra tappi esentanti dì chiese sul terreno della sincerità e delia fedeltà aU’Evangelo possa
contribuire a creare nuovi e fecondi rapporti. Le ripercussioni di tali incontr; dovrebbero manifestarsi non soltanto sui piano teologico ma anche nella d iesa di quella libertà di coscienza e di fede ohe oggi
in certi Paesi Occidentali e c.vili continua
ad essere fortemente osteggiata ».
Pastore M. Ronchi: «Comunque si voglia commentare l’aweiiimento, c’è da notare che non la chiesa anglicana ma il papato ha cambiato il proprio alieggiamCTlo. Sotto la pressione dell’idea ecumenica,
cui l’anglicanesimo ha aderito non da ien,
e sotto la realtà della maggiore intcM fra
anglicanesimo ed ortodeesia, la curia va4 ¡rana non può mantenere il diedegnoso
isolamento del 'passato. Come evangelici e
battisti noi non cesseremo di essere pronti a rispondere, a d fesa dei principi e delle verità eterne e non barattabili, a chiunque ce ne domanda conto. Domandiamo a
Dio d; poterlo fare ’con dolcezza e rispetto’ come esorta l’Apostolo Pietro ma
anche con fermezza cristiaina e con coraggio civile tenendo presente la parola
del Salvatore che ci indica l’obbligo di
non amare nessuno qtiagiglù sulla terra più
di Lui ».
Prof. Subiìùt, Decano della Facoltà Valdese di Teologia:
sembra notevole ohe, sia pure con forte ritardo sulla ertoria, 1 upt*
nione pubblica italiana in seguito alla felice e coraggiosa iniiiativa dell’Arcivescovo di Canterbury sia stímolata a riflott^e sul
fatto che U problema cristiano nel nostro mondo odierno si pone
in termini di incontro con le espressioni cristiane diverse dalla
propria nella ricerca fiduciosa di un cristianesimo radicalmente
rinnovato ».
Il Moderatore in conversazione con l’Arcivescovo di Canterbury accanto al Past. Ronchi nella biblioteca della
Chiesa anglicana dì Roma.
Intorno al Dott. Fisher alcuni rappresentanti delle Chiese
Evangeliche dltaUa: Past. Guido e Roberto Comba, Mario
Sbaffl, Sig. Mario Girolami; a sinistra... il naso del
Moderator*.
4
P««- 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
' 3Ó dicend»é 1960
Ni? 52
/àNNC Nlj€Y€
Racconto di Alberto Guadalaxara
L’idroplano ammarò facilmente
nella piccola anfrattuosità dello scoglio sul quale si ergeva il faro.
Il fanalista, accorso al rombo del
motore, si fece incontro all’aviatore.
— Un solitario navigatore dell’aria
che viene a trovare il solitario abitatore del faro — parlò il forestiero.
— Benvenuto — disse il fanalista,
e con la torcia illuminò il volto dell’ospite, un uomo non più giovane,
che gli sorrideva amichevolmente.
— Vi manca il carburante?
— No.
— Noie ai motori?
— Nemmeno. Desiderio di calore
umano. Capita, qualche volta, anche
agli scettici.
— In pochi minuti potreste raggiungere la città... Qui siamo due-poveri esuli, il marconista ed io.
— La città... — disse il forestiero
— e si volse a guardare verso il mare
aperto.
Si vedevano, da quello scoglio, i lumi lontani della città, in semicerchio
incandescente: tanti piccoli punti che
si fondevano in un alone latteo. Fra
quell’approdo, brulicante di esseri
umani, e lo scoglio del faro, il mare
ritmava il tempo col suo respiro. In
alto, tanti candelabri di stelle; nel deserto cavo, fra cielo e mare, il fiato gelido, ma purificato, della notte.
— La città — ripetè il forestiero,
rivolto nuovamente ài fanalista. —
Vengo da un’altra metropoli, più grande di quella. Vi ho trascorso le feste
di Natale...
—■ Capisco.
— Se capite, non vi sembrerà strano se desidero trascorrere una notte in
pace con voi.
— Siate il benvenuto — assentì
l’uomo.
Dopo poco erano seduti accanto alla stufa, nella stanza della radio.
A mezzanotte faremo il cenone
di San Silvestro — disse allegramente
il marconista. — Abbiamo ancora gli
avanzi di Natale. C’è ancora l’albero,
nell’angolo; vedete?
— Ce l’hanno portato con la nave
dei rifornimenti — aggiunse il fanalista —. D’altronde, Natale è ancora
neU’aria, è ancora nell’anima j è una
presenza’ che non si può dimenticare.
— Siete da molto tempo qui? — interrogò il forestiero.
— Io da dieci anni — rispose il fanalista —. Da quando dovetti smettere di navigare per una malattia che mi
rende inabile a certe fatiche.
— Io dalla fine della guerra — disse il marconista -—. In seguito ad una
mutilazione per causa bellica.
— Tutti e due senza famiglia; voglio dire senza congiunti prossimi —
spiegò ancora il fanalista. E voi, si'
gnore, se è lecito?
— Io? Un uomo che un giórno è
all’Avana, un altro a Madera, un altro ancora a Manila... Perchè? Perchè
sono un irrequieto e il mio patrimonio mi consente di andare alla ricerca
di sensazioni nuove. Egoista? Lo confesso. Arido? Forse no. Forse, basterebbe un richiamo qualunque...
La lampadina rossa dell’apparecchio radio si accese; iniziò il ticchettìo
della telescrivente.
Il marconista si alzò, si avvicinò ai
congegni.
— Capita spesso? — domandò il
forestiero al fanalista, indicando l’apparecchio.
— Sì. Servizio nomale. Navi che
transitano, aerei che chiedono la rotta...
— Disgrazie?
— Anche quelle, talvolta.
Notato un certo gesto del marconista, gli domandò:
— Qualche cosa che non va?
— C’è bisogno di un chirurgo, subito, a bordo della nave da carico
« Capetown ». Ci sono le indicazioni
di latitudine e longitudine. Diffondo
l’appello.
— Un chirurgo... Per un uomo a
bordo... — mormorò il forestiero.
Si alzò, si avvicinò al marconista.
— Scrivetemi su un foglio le indicazioni necessarie — disse.
Prese gli appunti, li ripose nel portafoglio. Ma prima di rimetterlo in
tasca, ne trasse una banconota che
depose sul tavolo.
— Quando verrà la nave dei rifornimenti ordinerete dello « champagne », per brindare nel mio ricordo.
Ora, vado in città; preleverò un chirurgo dall’ospedale e lo porterò sulla « Capetown ». Poi continuerò per
non so dove. Buona notte.
L’idrovolante s’innalzò nel cielo.
« Un uomo ha bisogno di un chirurgo — pensava il trasvolatore —.
Su una nave da carico. Una nave da
carico è un piccolo, sporco bastimento. L’equipaggio dorme fra topi e
scarafaggi. A Capocabana, a questa
ora, le bottiglie di champagne si sprecano. A quest’ora, un bambino, in
una miserabile stamberga, ride felice
perchè ha ricevuto in regalo una pallina di vetro colorato ».
Sentiva il fiato gelido e puro della
notte che gli alitava sul volto. « Uno
sporco bastimento. Pieno di scarafaggi e di topi. Pure, se il boccaporto è
aperto, tutte le stelle del cielo entrano
nella stiva e i marinai, supini sui loro
strapunti, le raccolgono nella loro
anima ».
Le luci della chtà ingigantivano,
a mano a mano che l’alone latteo che
le circondava si dissolveva nell’aria.
« Natale è ancora nell’aria. E’ una
presenza che non si può ignorare »
ripeteva fra sè l’aviatore.
Ormai la ghirlanda di luce lo abbracciava sempre più, via via che volava verso la città formicolante di
uomini.
Una
piccola Chiesa gener^isa
•V
La lezione di Coazze
Dieu t'appelle
Traduit de l^anglals par Gèo frano
C’est un livre extraordinaire. Sa source,
son inspiration, sa rédaction même ont été
« reçues » au jour le jour, par deux humbles femmes restées anonymes, dans l’obéissance aux volontés de Dieu, et dans
l’ardent désir d’entendre et de recevoir
ses enseignements et ses directions.
Ainsi se trouvent réunis, pour chaque
jour de l’année, des textes d’inspiration
pratique, pleins de lumière pour des âmes
humblement disponibles, qui s’efforcent
simplement d’écouter, en faisant taire toute voix humaine.
Ce n’est pas là une révélation miraculeuse, écrite sous la dictée, mai la libre
parole de Dieu s’adressant aux âmes sincères. L’immense succès que ce livre a
rencontré dans les pays anglosaxona ou
plus de 250.000 ex. ont été enlevés chez
l’éditeur, ses traductions allemandes et
suédoises disent assez combien cet ouvrage
répond aux besoins de notre génération.
Le secret de cette puissante efiBicacité est
dans cette présence sans cesse renouvelée
au dedans de soi, par la lecture quotidienne d’une simple page de ce livre qui commence par cette promesse: « Je me tiens
sur le seuil de vos années » et se termine
par cette exhortation essentielle: « Prononcez-le souvent, ce nom de Jésus, par lequel Vous pouvez v'aincre. Réclamez pour
vous la Puissance qu’il apporte ».
Ainsi les lecteurs de langue française,
en Europe (France,. Belgique, Suisse), en
Afrique, en Asie, au Canada, tous ceux
qui ont besoin d’un guide efficace, qu’ils
appartiennent déjà à des groupes de prières comme les Veilleurs, Ou qu’ils cherchent seuls leur inspiration, ont maintenant avec ce précieux recueil, un soutien,
une ferme assurance. Ils en dépasseront
alors la simple lecture, ils feront entrer
ce message dans lem- vie réelle, pour lui
donner une expressione vécue et le « mettre en pratique » comme l’a demandé le
Christ.
— Un volume 11 x 18 cm., 336 pages NF. 9,00. Berger ■ Levrault, Paris.
Sono stato spesso accusato di demagogia; e forse, c’è qualcosa di vero in quell’accusa. E tuttavia, anche
la demagogia ha una funzione: o diciamo meglio, certi atteggiamenti che
in apparenza sono demagogici, sono
destinati — in sostanza — ad assumere natura di sprone e di incoraggiamento, di invito concreto ad altrui,
di pungolo salutare. La demagogia
che propone una emulazione ncn è
vera demagogia, ma invito alla ccmpetizione, al superamento di sè stesso,
al miglioramento continuo.
Pensavo a queste cose a proposito
della piccola comunità di Coazze, che
il nostro ordinamento distrettuale
vuole legata alle sorti e al territorio
dèi I Distretto, ossia delle Valli Vaidesi. E pensavo al passato di questa
comunità, ora un po’ ripiegata su sè
stessa da partenze, da lutti, dalla
mancanza di fanciulli (ma alcuni giovani volonterosi ci sono, e ci sono anche dei pargoletti), la quale ha tuttavia serbato ben presente nella memoria la lezione ricevuta da pastori come Carlo Lupo e Francesco Lo Bue,
e ne ha tratto una valida struttura
ecclesiastica che può — oggi ancora
— essere una lezione per altre comunità assai più imponenti di quella, ma
forse un po’ più disordinate...
Prendiamo per esempio il problema
finanziario, il grande spettro della nostra Chiesa nel suo insieme. A Coazze, i fratelli dànno la loro contribuzione in dodici scaglioni mensili (senza che questo impedisca rafllusso di
contribuzioni per il culto, date in sovrappiù). Sanno i lettori dell’Eco che
cosa ha prodotto questa iniziativa?
Una contribuzione annua alla Cassa
Centrale, la quale, ragguagliata all’importo dei versamenti — prendo un
nome a caso — fatti con lo stesso scopo dalla comunità di Torre Pellice,
dovrebbe produrre ben dodici milioni! Allarghiamo la constatazione a
tutta ¡’Opera nel suo insieme? Se tutti i Valdesi d’Italia offrissero alla Cassa Centrale quel che dànno ad essa i
40 membri della comunità di Coazze,
la Tavola potrebbe contare annualmente un cespite di L. 250 milioni!
Conosco le risposte : sono pochi, possono farlo! Questa è una pura falsità.
Che cosa c’entra il numero? Nella loro pochezza essi fanno di più degli
altri. Oppure: altro è lo spirito delle
comunità d’evangelizzazione, altro
quello — per esempio — dei montanari delle Valli. Gratuita calunnia,
codesta. La suddivisione del contributo per il fondo culto in dodicesimi,
adottata con coscienza da tutti, senza deviazioni o tentennamenti, senza
disordini c riserve, fa questo miracolo. Vogliamo delle cifre? Bene: chi
non può dare mille lire al mese per
la chiesa? I) contribuente medio di
Coazze non fa gran che più di questo; eppure, il risultato è quel che s’è
detto. Aggiungo: lo fanno ttuti, individualmente, singolarmente, nori per
famiglie, o per clan, o per gruppo. Lo
farmo prò capite. Per persona. Capito?
I Concistori, alle Valli e fuori, cercano affannosamente, in questo periodo dell’anno, di escogitare nuove
forme di interessamento per il problema finanziario della Chiesa Val
I
dese; per parte sua, la nc^tf%,.^niinistrazione, giustamente" tten^osaiìdell’awenire, invita le chiese e le assemblee regionali, a meditare : prpffcuamente sul problema. Lo spetìro..,sarà ricacciato indietro?
Ci sono due mezzi per risolvere il
nostro problema finanziario ricorrente. L’uno di essi — diciamolo sutòto,
il più efficace — è stato presentato
alla nostra attenzione qualche anno
fa, ed è stato sonoramente bocciato,
o delicatamente accantonato, \E’ la
soluzione della decima. loiSOfiò persuaso che bisognerà ritornarci-; ci saremo costretti, per togliaroi l’acqua
dalla gola. Che meschinità 1/Aver respinto una proposta che ci veniva dalla Bibbia, ossia dalla saviezza della
Parola di Dio; e doverla ricevere dai
mondo, ossia dalla nostra paura, dal
nostro senso umano- di sopravvivenza. dalla cogente necessità materiale!
Dover accogliere la possibilità di un
vero e proprio sacrificio non per una
esigenza interiore, spirituale (che, soa dà valore al sacrificio stesso), ma
per una necessità esterna, che gli . avvenimenti ci impongono! ' =■
E il secondo _ mezzo è — modestamente — la lezione di Coazze. Basta
con la settimana di rinunzia, ohe non
ò più una rinunzia, ma imà (folletta
ormai sprovvista di significato spirituale; basta con la colletta per i con
tributi di fine d’anno; basta con le
bustine trimestrali o — peggio— quadrimestrali, le quali non rimediano a
nulla (tant’è vero che i nostri disavanzi crescono paurosamente). Ma
siano i contributi riscossi mensilmente, dodici volte all’anno (anche durante l’estate propizia al sonno delle
anime e al dispendio delle borse « feriali», marine o montane che siano):
e non già con una preventiva operazione di divisione per 12 del contributo totale — una bella farsa, in verità !
- ma con lo stabilimento di dodici
contributi integrali — secondo le possibilità di ognuno — che non siano
dodici vergognose elemosine, ma dodici doni e sacrifici fatti di buon cuore, a Dio, per la sua Chiesa.
Solo così usciremo dal labirinto in
cui ci troviamo. T. Balma
Coazze, IV dell’Avvento 1960.
La famiglia di
Susanna Giraudin
ved. Michelin-Salomon
ringrazia di cuore tutti colorò che
hanno dimostrato la loro simpatia
per la scomparsa della Cara Estinta
e, nell’impos,sibilità di esprimere singolarmente la propria gratitudine,
porge, tramite l’Eco delle Valli, il senso della sua viva riconcscenza.
Villar Pellice. 29-12-60.
Settimana Universale tii Preghiera
PRIMO GIORNO
Lettura Bibliche: Salmo 95: l-7a; Salmo 103: 1-13;
20-22; GioV. 4 : 23-26; Ap- 14:
6-7; Isaia 6: 1-S.
Noi teniamo alla presenza di Dio con sentimenti di lode e di adorazione.. Egli è Creatore, Salvatore e Sant'ficatore.'' La sua fedeltà dura in
eterno. La Sua Grazia è sufficiente per tutti i nostri bisogni. Le sue promesse non vengono mai meno
Noi < : nascondiamo il volto con vergogna per la nostra mancanza di
fede, la nostra ostinatezza, in contrasto con la fedeltà e l’amore di Dio.
Perciò noi siamo così spesso senza gioia nella nostra vita quotld'ana, e
senza fo-rza neld’ora della tentazione.
Sovvieni alla nostra incredulità. Che noi possìaiho contemplarti quale 'Tu sei, ed inchinarci dinanzi alla Tua volon
tà sovrana. Riempici della Tua
pienezza, Signore, e purificaci
da tutto quello che non è degno
di Te.
SECONDO GIORNO
Letture Bibliche: Matteo 16: 13-18; Luca 6: 20-23;
Efesini 3: 8-12.
jinche in mezzo al tumulto' ed all'affanno del nostro tempo, la Parola
di Cristo è vera. Le "porte de’J’inferno” non prevarranno contro la Sua
Chiesa, nemmeno in quei paes- e in quelle circostanze in cui vi è ostilità; neppure in quelle aree dove la Chiesa è indebolita dallo spirito mondano e la mancanza di spiritualità. !\oi ringraz amo Dio per ogni d.mo
strazlone della Sua potenza nella vita dei cristiani, malgrado le difficoltà
che essi devono affrontare.
Noi confessiamo la nostra lieiridezza, la nostra pigr'zia, la nostra mancanza di carità. Noi riconostianio '’indebo'imento della nostr.i test'monianza e delle nostre opere di carità. Noi ci nm'liamo per le nostre
divisioni.
Noi Ti preghiamo affinchè Tu
conceda alla Tua Chiesa la forza di resistere ai pericoli di
questi tempi. Riempi la tua
Chiesa di gioia nella testimonianza e donale la certezza del
TERZO GIORNO
la speranza. Accorda le tue he
nedizioni a quanti — società e
individui — lavorano e pregano
per l’unità spirituale. Fa’ che
non perdiamo mai di vista il
piano di Dio per la Sua Chiesa.
DAL 1 ALL'8 GENNAIO 1961
Signore ha fatto i cieli. Egli conta le stelle e le chiama per nome. Egli
fissa i limiti ¿Ielle nazioni. Egli vede le lotte e le discordie degli uomini.
Egli dice l’ultima parola nella storia delle nazioni, ed Egli dice al Suo
popolo: "Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”.
Noi confessiamo che i cristiani sono venuti meno alla loro responsabil'tà quale sale della terra e luce del monde. La nostra testimonianza
alla Parola di Dio ed alla salvezza in Cristo ha mancato'di forza e di unità.
Troppo spesso i cristiani hanno cond'viso i dubbi degli altri anziché
dichiarare senza timore: ’’Cosi dice il Signore”.
Ringrazia<no Dio per avere stabilita la vita di famiglia. Siamo riconoscenti perchè nella Sua Parola Egli ci dà la guida per l’educazione nella_
famìglia, nella scuola, nella Chiesa. Ringraziamo Dio per i genitori, educatori, pastori, dottori e dirigenti giovanili, che istruiscono, educano é
guidano i giovani nello spirito di Cristo. "
Che la giustizia e la pace regnino sulla terra ed ogni barriera che separa i popoli sia abbattuta. Che la minaccia della
guerra sia superata e le nazio
ni ed i loro governanti sappiano
sottomettersi alla sovranità di
Dio. Che l’Evangelo del nostro
Signor Gesù Cristo sia proclamato a tutte le genti.
QUARTO GIORNO
Letture Bibliche: Marco 16: 14-20; Matteo 28:
18-20; Matteo 10: 16-20; Matteo
23: 4-13.
Ringraziamo il Signore per i molti cristiani che sono pronti a portare
l’Evangelo nelle parti più remote della terra. In un mondo che cambia
continuamente, l’Evangelo è pur sempre la potenza di Dio per la salvezza. L’ordine divino e le promesse divine sono sempre attuali. Dio non
vuole la morte del peccatore, ma che egli si converta e vim
Come cristiani non siamo stat; fedeli come avremmo dovuto nella preghiera e nel sacrificio. Non tutti fra noi sono stali capaci di affrontare
questa domanda: ’’S'gnore, che vuoi Tu che io faccia?"’ Il basso livello
spirituale dì molti cristiani ha impedito loro di sostenere adeguatamente
quelli che servono come miss'onari al di là dei mari.
Letture Bibliche: Salmo 96: 1-13; Deut. 32: 7-8;
Atti 17: 26-27; Isaia 45: 21-24;
Filìppesi 2: 5-11.
In ogni sollevazione, in ogni lotta per il potere, in ogni agitazione politica, Dio è sempre ' sovrano. Tutti gU dèi dei popoli sono idoli, ma il
Signore, preparaci delle porte
aperte! Apri le porte che sono
chiuse: suscita uomini e donne
ben preparati per portare
l’Evangelo alle nazioni più giovani ,e concedi che le chiese vi
siano fondate secondo le Scrit
QUINTO GIORNO
Letture Bibliche:
ture. Preservale dalle divisioni
delle vecchie chiese. Possano i
cristiani di ogni nazione risvegliarsi per l’opera di evangelizzazione e di servizio nella Chiesa.
Efesini
Efesini
9-10.
5: 18-28; Tito 2: 1-8;
6: 1-4 ; Ecclesiaste 11 :
Confessiamo con profonda umiltà che l’empiètà, !1 materialiamo e la
mondanità hanno permeato la vita di famiglia, con risultati disastrosL
S"amo rattristali per il gran numero di matrimoni "nfe ici e di famiglie. _
spezzate.
Signor Gesù, concedi ai Tuoi
discepoli forza, amore e volontà di accettare la Tua statura
per la loro vita. Concedi che
Cristo sia onorato e glorificato
nel giusto uso della Domenica,
in un atteggiamento scritturale verso il lavoro e nell’uso cristiano del denaro e di ogni al
SESTO GIORNO
tro avere. Cl:.' ogni relazione,
tanto in casa che al lavoro, sia
ispirata alla giustizia. Che i nostri legislatori riconoscano in
Te il supremo legislatore. Che
la Parola di Dio sia rimessa al
suo giusto posto nelle case degli uomini. '
Letture Bibliche : Romani 15: 1-7 ; Romani 9: 1-18 ;
I Pietro 2: 9-16.
Lodiamo Dio per ogni atto d’amore compiuto nel nome di Cristo, per
Topera di evangelizzazione, per i convegni per l’approfondimento della
vita spirituale. Ringraziamo Dio per i molti umili credenti che, con le
loro preghiere e la loro vita di .sacrificio rendono testimonianza alTEvangelo. Lo ringraziamo per tutti coloro che dedicano la loro vita al servizio
dei fratelli. Lo lodiamo per le opportunità che ci offre di portare l’Evangelo agli Ebrei.
Noi confessiamo che, per quanto molto sia fatto, è sempre inadeguato.
Troppi fra noi si lasciano andare a compromessi col mondo e sono deboir
nella loro testimou anza. Noi non siamo abbastanza il sale della terra
la luce del mondo. Perfino dei cristiani viventi sono divenuti preda dello
spirito del tempo e il loro d'scepolato ne è stato indebolito. La nostra
testimonianza personale è spesso manchevo'e e priva di potenza. Abbiamo
completamente fallito nel valutare la nostra responsabilità nell’atteggiamento d; fron’te al lavoro e nell’uso del nostro tempo libero.
Signore, accorda al Tuo popolo il rinnovamento del Tuo Spirito ed aumenta la gioia di sentirci tuoi discepoli e neUa testimonianza. Concedi un risveglio
al nostro popolo. Fortifica, e ar
ricchisci tutti i servitori deil’Evangeio. Togli la cecità da
Israele, affinché l’antico popole
di Dio possa riconoscere ed accettare il suo Messia. „
5
30 dicembre 1960 — N. 52
L’ECO DEUÆ VALLI VAUÄSI
pag. 5
LA NATURA
scatenata e redenta
L’anno che si conclude ha portato una
serie ’impressionante di catastrofi naturali
di maggiore o minore entità. In gennaio
un terremoto nel Perù ha fatto numerose
vittime e danni ingenti, e nel Casertano e
in Olanda s: sono avute alluvioni; in febbraio uno scoppio di grisù in una miniera sudafricana ha provocato uno dei più
gravi disastri minerari, con 406 morti;
danni e vittime per un terremoto in Algeria. In marzo, la tragedia di Agadir, con
i suoi 12.000 morti e le terr'bili scene
della « città morta » con le squadre che
dovevano soffocare coi bull-doaer e con
tonnellate di liquido corrosivo il terribile
focolaio d’infezione rappresentato dalle migliaia di cadaveri semisepolti, in una macabra sarabanda di topi. Poi, in aprile,
è stato l’Iran ad essere sconvolto da un
nuovo terremoto ancora p’ù grave di quello di Agadir. E in maggio il Cile — soprattutto la costa — è stato devastato da
un terremoto sommatosi ad un violento
' maremoto ; oltre 7.000 morti e mezzo milione di senza-tetto. Nell’estate, violento
ciclone sulle Filippine. In settembre aUuvioni in Italia, particolarmente gravi nelle prealp; lombardo-venete e nella zona
di Civitavecchia; Pimperversare del maltempo ha fatto ripetersi qpieste alluvioni,
culminate al princip'o di novembre in
una nuova inondazione del Basso Polesine; e, ultimamente, nella atroce sciagura
di Pramollo. In ottobre, poi, a due riprese, un ciclone v olentissimo si è abbattuto
sul Pakistan orientale, provocando vittime, e soprattutto danni alle leggere abitazioni, per cui si lamentano centina’a di
migliaia di senza-tetto. Nelle ultime settimane, infine, tutto un succedersi impressionante di sciagure ferroviarie e aeree.
alla
Di fronte a queste catastrofi naturali,
qual’è il nostro atteggiamento di credenti? Troppo spesso, acconta ad un senso di
dolore, proviamo una stanca rassegnazione davanti a questi che chiamiamo ” fenomeni naturali”: «e con ciò intendiamo
feiiomen: conformi alla legge di natura,
espressione immutabile della volontà del
Dio creatore. Riteniamo con ciò di avere
una concezione della realtà del mondo non
solo fondata stilla evidenza, ma sulle ultime risultanze della sc’enza, la quale ci
informa che dà milioni di anni le leggi e
la struttura della natura sono quali oggi
noi le conosciamo e non possono essere
state ed essere diverse. Come è concepibile che le piante velenose c gli animali
nocivi siano un giorno stati diversi da
quello che sono attualmente; (...) che le
piogge abbiano adacquato la terra all’uni
co scopo di fecondarla e farla germogliare
senza tramutarsi in tempesta devastatrice;
che i fiumi si siano limitati a funzionare
da deflusso delle acque e a servire da canali utili alla navigazione e al trasporto,
evitando la siccità alle terre da loro attraversate senza mai straripare e portare desolazione; che la neve sa caduta senza
tramutarsi in valanga e i ghiacciai abbiano brillato al sole senza produrre cadute
di seracchi; che i vulcani abbiano avuto
la funzione di abbell'ire e variare il paesaggio senza mai far colare la loro lava incandescente; che la morte, la distruz-one,
l’annientamento, in tutte le loro forme
terrestri e interplanetarie,- non fossero la
legge costante della natura? » Cosi V. Subii ia, in uno studio: a L’Evangelo e la natura », pubblicato sul n. 2 - 1958 di « Protestantesimo », pp. 65-70, che citiamo ancora, e a cui rimandiamo per più compiteta lettura.
« Il messaggio cristiano parla con chiari e insistenti accenni della lottà di Gesù
non solo contro il peccato dell’uomo, ma
contro il disordine presente nella natura.
Contro il disordine degli elementi, che
invece di servire minacciano l’uomo di distruzione: di fronte agli elementi in rivolta sul mar di Galilea i discepoli, a corto di risorse, gridano « Maestro, non ti
curi die noi per'amo? » ed egli «destatosi » sgrida il vento e dice al mare « Taci,
calmati !» « e il vento cessò e si fece gran
bcn.accia ». Talché i presenti si domandano : « Chi è dunque costui che anche il
vento e il mare gli obbediscono? » (Marco 4: 35-41) ». Si ricorda quindi la lotta di
Gesù contro il disordine nel mondo degli
esseri extra-umani che dovevano essere ai
.servizio dell’uomo (Gen. 1: 28; Mar. 1: 13;
l.uca 10: 19; Mar 16: 18; cfr. Is. 11: 6-9);
contro il disordine supremo che insidia e
distrugge la vita stessa, la morto.
« Il rapporto tra l’opera redentrice di
Cristo e la natura, in vista di stabilire
nuovi ciel: e nuova terra, è indicato quasj
simbolicamente dagli accenni evangelic:
agli sconvolgimenti naturali al momento
della crocifissione: la potenza escatologica (finale, definitiva) della morte di Gesù
provoca roscurarsi del sole e il tremare
della terra (Matt. 27: 51; Luca 23: 45),
come segno che ciò che fondava la stabi- lità del mondo è giunto alla sua fine e ohe
una nuova èra ha fatto decisamente irruzione nella realtà es'stente (...). Se dunque Gesù ha dovuto lottare contro il disordine presente nella natura, se la natura
stessa partecipa alle conseguenze della suà
redenzione, vuol dire (...) che nel mondo
di Dio, in una scala di grandezze che hanno dell’incalcolab'le e dell’universale, si
sono introdotti un disordine e una eontraddizione fondamentali, per cui il mondo creato è diventato un ins'eme di ordine e di disordine, di normalità e di anormalità, di conservazione e di d'struzione,
di bellezza e di orrore, di vita e di morte. ohe rappresenta motivo di tuibamento
e di scandalo per ogn’ uomo che consideri con realismo la realtà che lo circonda e
che rappresenta una inquieta preoccupazione cristiana fin dai tempi di Marc'one.
Tutta la creazione, secondo la lapidaria
formula paoliniea è stata sottoposta
vanità (Rom. 8: 20) ».
« Una sol’darietà profonda vincola l’uomo «he ha peccato e su cui per conseguenza pesa un destino di corruzione e dii morte e la natura che lo circonda e che costituiaee il suo mondo. La creazione intera
non risiHmde p'ù alla propria vocazione e
allò scopo per cui è stata creata e data all'uomo : non è più « buona », è diventata
« vana », è diventata cioè simbolo eloquente e terribile del grande rifiuto di Adamo,
della riluttanza e della ribellione dell’uomo alla volontà del suo Dio. Come l’uomo
ha introdotto fra sè e il «uo Dio un disagio sconcertante e una digarmoiiia tragica,
così eguale distacco ed eguale attrito s’ è
introdotto tra la natura e l’uomo : l’uomo
vive per sè e non per Dio e compie le sue
opere di follia e di morte, e similmente
la natura vive per sè e non per l’uomo,
r'fiutaqdogli il servizio che gli è dovuto e
compiendo la sua opera di arbitrio e di
distruzione. E l’uomo, incosciente delle
conseguenze inealeolafcili della d’subbidienza, non capisce più il crealo, non sa
«he il creato soffre di questo stato di peccato, di corruzione e d’ servitù, per cui
non può più rispondere ai fini per i quali
è stato creato. « Tutta la creazione geme
insieme eri è in travagl'o (Rom. 8: 22)».
(I II misterioso ma immenso linguaggio
di sofferenza che la natura parla, che si
leva dalle profondità inesplorate della creazione in travaglio, costituirebbe nel suo
complesso il gemito di una agonia cosmica senza speranza se non ci fosse stato
Cristo. Ma in quanto Cristo è venuto, in
quanto Cristo è stato crocifisso a s’gnificare che tutte le cose sono state fatte nuove, in virtù della dimensione cosmica della sua opera redentrice, questo gemito si
configura come le doglie del parto di un
mondo nuovo, fatto d’ nuòvi cieli e di
nuova terra, che corrisponde all’uomo nuovo ricreato in Cristo, e gli è solida'e nella
redenzione i-ome gli è stato solida’e nella
caduta ».
« Se manteniamo all’Evangelo il suo carattere real istico e non lo vaporizziamo in
uno spiritualismo disincarnato, se manteniamo alTEvangelo la sua prospettiva universalìstica e non lo riduciamo in limiti
psicologici, comprendiamo che la redenzione ha da essere totale: non è soltanto
redenzione interiore, sp'rituale, è redenzione anche del corpo dell’uomo ed è redenzione anche nell’ambiente che era stato
dato aH’uomo per aiutarlo a vivere. Ogni
cosa deve esser liberata « dalla servitù della corruzione », dal pervert'mento delle
sue funzioni che l’ha intaccata fino alle
più intime strutture; ogni cosa deve essere reintegrata nel fine per cui era stata
creata, nella libertà di servire Iddio e di
conformarsi all’ordine stabilito da Dio e
allo scopo d: vita di ogni cesa creala e di
ogni creatura ».
« (...) QueirEvangelo che ci insegna ad
amare e a comprendere il prossimo che coi.
noi pecca e che con noi soffre del suo peccato, ci insegna pure — e noi troppo trascuriamo questo suo insegnamento — ad
amare e a comprendere la natura, ad avere s'jiipalia per la natura, a sentirla vicina
a noi e solidale con le realtà ultime della
nostra fede. L’Bvangelo ci dà un nuovo
senso della natura, per cui noi la guardiamo con sguardo diverso e non possiamo
più considerarla come uno scenario che
colpisce i nostri organi visivi e che resta
estraneo a noi e staccato da noi, statico,
immutabile. L’Evangelo ci rende capaci di
considerare la natura, la natura fatta del
bestiame, deUe stelle, delle montagne, delle piante, delle acque, dei fium’ e dei laghi, dei fiori, dei boschi, dal punto di vista del perdono, della misericordia, della
riconciliazione, della redenzione c della
speranza di redenzione, della sapienza, della bontà, della gloria di Dio. La prospettiva pensosa della fede che ha assunto Cristo a norma anche della propria coscienza
della natura, permette aUora di comprindere che il segreto d; ogni vita che palpita nell’universo sotto il sole, è la tenstoiic
di speranza verso il giorno di Cristo ».
La lezione di Pramollo
e le responsabilità
Cosa aspetta la Dii<ezioiie provinciale (l’Amministraz. Comunale di...;
aspettano le Amministrazz. comm.
di...) a costruire, lungo i margini intagliati della nuova strada di Angrogna, i muri di sostegno preventivati e formalmente prmessi fin dall’inizio dei lavori?
Ogni mese il semplice viandante
può constatare che è smottato, sgretolato dalla pioggia e dalle erosioni,
qualche centimetro di terreno. Così
da due anni. Ora, a parte il fatto che
ne risulta sempre più smarginato il
già esiguo e pericoloso sp^o prodiero, stretto tra i colti, le vigne ed un
balzo vivo, talora, di dUe o tre metri, la vera, seria minaccia incombente è che tutto, rm bel giorno di questi oramai abituali tempi di piogge
torrenziali, venga giù, e, come a
Toumim, frani una falda intera della collina sovrastante, ostruendo la
strada e travolgendo le case ed i cascinali che la fiancheggiano, di sopra
e — specialmente — di sotto.
Aspetta — evidentemente — che il
disastro sopravvenga.
Allora offrirà generosamente di celebrare a sue spese ,le esequie delle
vittime. E’ questo ohe «in burocrazia» s’intende per responsabilità?
Non c’è una Sopraintendenza, una
Direzione Tecnica o quel che sia, che
si incarichi, oltreché di far rispettare
i contratti, di vegliare alla sicurezza
dei cittadini che pagano le tasse, vengono espropriati e debbono attendere trepidanti che giustizia sia fatta
spietatamente dalla natura, anziché
umanamente dalla legge? D. P.
Nota cattolica sulla Bibbia
senza ‘‘imprimatur,,
Roma, 19 • (Mondo Religioso) A proposito della proibizione dettata daU’autorìtà
ecclesiastica ai fedeli di non leggere edizioni della Bibbia non aventi Timiiriinatur
delia Chiesa cattolica, r«0»servatore Romano deUa Domenica» rì^iondendo ad alcune domande rivolte da un lettore snll’argomento scrive tra l’altro: «Per noi cattolici la Bibbia, che è una delle font: della
Rivelazione, è affidata da Cristo alla Chiesa che ne è la custode e rinterprete autorizzata e assistita dallo Sp'rito della verità.
Noi fedeli la Bibbia la riceviamo dalla
Chiesa e se non ci sono garantiti dalla
Chiesa quei libri diventano per lo meno
sccpetti. Non presentati dalla Chiesa ì libri sacri potrebbero non essere fedelmente ed ’ntegralmetile riportati. Non intendo
almeno nei nostri giorni attribuire ciò alla
malafede dei non cattolici. Del resto io
stesso — scrive 1 sacerdote che è titolare
della rubrica — conosco edizioni della
Bibbia fatto da non cattolici che sono ottime dal punto di vista della or tica del
testo. E per questo motivo il can. 140(1 ne
concede automaticamente l’uso agli studiosi di teologìa o di sc’enze bibliche. Ma
può capitare e dì fatto capita che sia nella
scelta di un testo che Ira loro è discusso,
sia nella introdiiz'one e nelle note, affiorino faciimente le teorie della confessione
protestanti, à cui appartiene l’autore, e
che sono evidentemente in contrasto con la
dottrina cattolica. Di qui la preoccupazione della Chiesa CatloRca che vadano nelle
mani dei credenti edizioni della Bibbia
fedeli e ben commentate... E’ successo nel
passato e può succedere ancora oggi che i
semplici fedeli leggendo - la Bibbia senza
le opportune spiegazioni hanno preso del
le enormi cantonale, specialmente per
quanto riguarda l’interpretaziooe del Vecchio Testamento. Nel passato il pericolo,
delle cantonate veramente madornali era
maggiore, in proporzione dell’ignoranza ~e
della impreparazione di qnelle generazion’... e la Chiesa ha emanato leggi molto
severe e, nella forma, piuttosto drastiche
per la edizione e lettura della Bibbia. Basti leggere i principi informatori contenuti in alcune regole del Concilio di Trento Un lettore superficiale potrebbe concludere che a quel tempi la Bibbia era
proibita (non aU’Indice: cosa mai avvenuta); ma se si esamina meglio la cosa, si
deve riconoscere che al di là della severità della forma e tenute presenti le esigenze di quei tempi, vi erano le stesse materne preoccupazioni e gli stessi principii che
informano le leggi ecclesiastiche di oggi
nella stessa materia ». Il commentatore vaticano elenca poi gli articoli della legislaz’one canonica clic si occupano della questione e precisamente il can. 1385, il can.
1391 e il can. 1400. (Mondo Religioso),
OCCASIOIVE LIBRARIA
Sono disponibili presso la Tavola Valdese un certo numero di copie del volume « Nuovo Testamento e Salmi, traduzione e commento di Luzzi », al prezzo
di L. 1.500, con forte ribasso sul prezzo
finora praticato. Alle chiesa e aUe librerie la Tavola li concede al prezzo dì L.
1.000 la copia, franco di porto, con versamento in contanti sul c. c. p. 1/10322
intestato a Roberto Comba - Via M.
Dionigi, 57 - Roma.
Un interdetto
sulle Valli?
Un anziano di mi C-oncisloro di fondo
Valle giunge — uno di 'questi ulimi g'iorni — dal (SUO Fasi ore e gli confida il &uo
turbamenlo : « Siianio celebrando i sacri
ricordi del INalab' u tutto attorno non si
s-ente parlare che d prove dolorose le uue
più delle altre: Ora è la radio che annunzia una frana che travolge un villaggio di
una nostra parrorf hia e dis'trugge alcune
famiglie^ ora sono incidenti stradali a catena che mietono .specialmente { giovani
senza badare se siano figld unic o meno.
Ora sono dei suicidi, incomprensibili oppure delle malattìe qlie non perdonano e
portano v a i migliori^ Eà ora ancora insorgono quelle dolorose delusioni causate da!
la Chiesa in Norvegia
Parole da meditare
..Nous vivons des temps pleins de
menaces où les passions du moment,
les violences irijustes, les idéologies
politiques dressénf les hommes et les
peuples les uns contre les autres. C’est
dans ce monde que nous avons à proclamer, plus que jamais, la grâce du
Christ, notre joie et notre espérance.
Lui seul peut nous réndre libres de
cette liberté qui nous permettra de discerner à la lumière de Sa Parole les
exigences de notre temps, les jugements de Dieu sur nous et les appels'
précis qu’il nous adresse aujourd’hui.
Lui seul peut nous donner d’être présents au monde sdns nous laisser dominer par ses paniques.
(Dal messaggio dell’Assemblea di Montbéliard ai Protestanti di Francia)
Interessante sentenza in materia
di matrimonio non cattolico
Caltanissefta, 19 - (Mondo Religioso). I
giudic' della Corte di Appello di Caltanissetta hanno confermato la sentenza
emessa dal Tribunale secondo cui il matrimonio « acattolico » è regolare anche se
celebrato da un « pastore » la cui giurisd •
zione si limitava ad un comune vicino. Il
verdetto riguarda il caso dei con'ugi Pasquale La Placa e Maria Mazzarlsi di Resnttano che quattro aunì addietro nel loro
comune di residenza contrassero matrimoti’o secondo il rito evangelico della confessione delle « Assemblee di Dio in Italia ». Le nozze vennero celebrate il 13 ottobre 1956 a Resnttauo dal pastore della
(X>munità, Vincenzo Federico, di Raffadali.
Il procuratore della Repubblica presso ;1
Tribunale di Caltanissetta avuta notizia
dell’avvenuta trascrizione del vincolo matrimónlale ne; registri di Stato Civile diede allora immediato inizio all’azione giudiziaria :n civile per l’annuUamento
flel matrimonio. Il Procuratore sosteneva
che 'Vincenzo Federico aveva agito in territorio non sottoposto alla sua giurisd'z.one di pastore (che si limitava al solo comune di Raffadali), quindi il suo operato
non- aveva alcun valore giuridico, ed il
malrimonio doveva considerarsi come inesiàtentp. ' I coniugi La Placa si opposero
alla tesi della procura ed il Tribunale ci
vile emise una sentenza su un caso ritenuto senza precedenti. In essa era detto fra
l'altro che il pastore ohe celebra il matrimonio deve avere l’autorizzazione governativa e deve aver ottenuto Pesplicita autorizzazione da parte dell’uffic'ale di Stato
Civile competente per territorio. La mancanza di tali indispensabili requ'siti comporta la dichiarazione di nullità del vincolo matr'moniale eventualmente contratto Ma la legge non prescrive che il celebrante deve aver ottenuto il riconoscimento governativo per là zona dove il rito viene celebrato. Pertanto ¡1 matrimonio acattol’co dei coniugi La Placa deve essere
ccnsiderato valido a tutti gli effetti,
(Mondo Religioso)
Direttore resp.: Gino Conte
Coppieri . Torre Peli. - Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editriœ Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Reg.
al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pelliœ (Torino)
la cattiva condotta o dagli scandali di credenti in vista e stimati...
E tutte queste cose stonano con la poesia del Natale. Par quasi che il Signore
abbia d'tstolto il suo sguardo da noi come
se su dì noi gravasse il peso di un interdetto... ».
Quell’anziano aveva ragione. Se i>er molti anni le Valli han goduto di quella « Benignità » che Dìo vuole usare fino alla millesima gener|izìone dì quelli che lo hanno
amalo, ora cominciamo a portare il peso
delle resjMinsabilità che da lungo tempo «i
vanno assumendo con la loro vita di incocrenza...
— Ma esiste egli un interdetto Valdese ?
Che ci siano moki interdetti, forse numerosi quanti sono gli individui — come
dappertutto — nessuno lo nega, ma esiste
forse un interdetto collettivo parlicolarmente nostro Valdese?
— Sì e ogni tanto qualche conferenza
Distrettuale, qualche predicazione più ardita o qualche articolo di g'ornale ne parla senza però che l’opinione pubblica se
ne comrauoiva e senza ohe nulla di pratico si faccia per eliminarlo.
— Ma quale ’nterdetto?
^ Quello dei negozi aperti alla domenica in tutte quante le nostre Valli, da Bobbio fino a Prali. I negozi aperti significano che il commerc'o continua e implicano
in egual modo la responsabilità dei negozianti e del pubblico, dei comuni e delle
eh ese.
Le nostre Valli che pretendono di essere un faro di luce evangelica in Italia, da
sette secoli a quésta parte e che in tante
cose sono effettivamente un esempio per
i loro coneittad ni italiani, non lo sono
invece per quella cosa importantissima che
è la santificazione del Giorno del Signore,
hi questo, devono ricevere Pesempio da
cattolici. Il vescovo dii Pinerolo è più sollecito di noi nel preoccupareì che i negozi della sua città chiudano 1 battenti alla
domenica. E’ una cosa che dobbiamo confessare col rossore alla fronte ma che preferiamo confessare apertamente anziché
cercar di nasconderla. D’altronde la confessione dei nostri peccati non scagiona minimamente la Ch esa cattolica dalle sue
responsabilità e dai suoi peccati di cui noi
speriamo sempre che un giorno o l’altro
essa si penta...
Ma d cevamo che su di noi Valdesi grava l’interdetto della profanazione del giorn.i del Signore.
Un interdetto, si sa, non chiama le benedizioni del Signore ma piuttosto i castighi — castighi che, come al tempi biblici, vengono e colpiscono tutti insieme,
colpevoli e innocenti, qualche volta più
innocenti che colpevoli.
Negli ultimi 50 anni abbiamo visto molte volte le nostre care Valli colpite come
da una misteriosa mano vendicatrice, come se su di esse regnasse un interdetto
che Dio veniva a castigare. Altri castighi
ancora verranno e forse più gravi in avvenire se non oi rawed'amo.
Lo diciamo con una stretta al icore e
con le lacrime agli occhi, ma non possiamo non dirlo. Da troppo tempo dura la
nostra incuria e superficialità, la trasgressiìcne di un comandamento divino ehe^ era
pure Ira i più facili da osservare.
Troppo a lungo abbiamo tentato Iddb
con la nostra apatia. E’ tempo, più che
tempo che ci ravvediamo. Facciamolo
umilmente in risposta ai lutti dolorosi che
hanno colp'lo tanti nostri fratelli. Prendiamone l’iniziativa tutti insdeime e possa
la nuova santiificazione del Giorno del Signore che faremo, sal're al cielo come una
preghiera a Dìo perchè siano evitate nuove sciagure e scendano invece copiose le
sue benedizioni. E. G.
Oslo — L’Associazione nazionale delle
Donne norvegesi ha indirizzato una lettera al collegio dei vescovi luterani, nella
quale queste donne protestano energicamente contro la pubblicità fatta in favore
dell’aborto e della limitazione delle nascite. Esse deplorano che i pastori si mostrino così tolleranti a tale riguardo, in
specie quando si tratta della situazione
finanziaria delle giovani coppie. Secondo
loro tanto la limitazione volontaria delle
nascite quanto l’aborto sono contrari agli
elementari principi dell’etica cristiana, e
chiedono insistentemente ai vescovi di
pronunciarsi in modo inequivocabile a tal
riguardo.
La questione dell’aborto sarà nuovamente dibattuta al Parlamento.
I vescovi della Chiesa nazionale luterana di Norvegig hanno dato la loro approvazione ad un progetto- di istituire un
nuovo ministero della Chiesa aperto alle
donne che abbiano fatto i loro studi di
teologia ma che non abbiano ricevuto la
consacrazione pastorale. In questo quadro,
potranno compiere un lavoro di visite, di
insegnamento, di attività varie fra la gioventù, di studi biblici, ecc.
Fra i dirigenti della Chiesa molti pensano che questa misura contribuirà a prevenire una crisi centrata sulla questione
del pastorato femminile. Da diversi anni
le donne possono chiedere l’ordinazione,
in Norvegia, ma finora nessuna l’ha fatto.
(S.OE.P.I.)
Elenco ili offeite ricevute
dalla Scuola Latina di Pomaretto
( continuazione)
L. 3.000: Simondi Emilio (S. Germano
Chisone) — Long Irene (S. (fermano Chisone).
L. 2.500: Giulietta Salma (Parma) —
Mattone Elia (Susa) — Ghambon Angela
(Perosa Argentina) — Tron Ernesto (Peroisa Argentina) — Lageard Alfonso (Porosa Argentina).
L, 2.000: Rina Venturini (Chiotti) —
Ainandina Viglielmo (Chiotti) — iESena Viglielmo (Chiotti) — Grill Romano (Prali)
— Gianni e Dina Jahier (Perosa Argentina) — Varese Oliviero Paolo (Torino) —
Baret Marta e Italo (Pomaretto) — Tron
Claudio (Massello) — Pastore F. Davite
I,Chiotti) — Rostan Clara (Pomaretto) —
Pascal Anita (Maniglia) — Grill Speranza
(Pomaretto) — Beri Umberto e Oriana
(S. Germano Chisone) — Revel Paola
(Pomaretto) — Revel-Micol Edith (Luserna S. Giovanni) Chiurato Giorgio (Poniaretto) — Ribet Emma (Pomaretto) —
Mathieu Mimi (Pomaretto) — Paslre Cesarina (Pomaretto) — Tron Rolando (Prali).
L. 1.500: Petrone Vanda (S. (îermano
Chisone) — Chiurato Liliana (Pomaretto).
L. 1.000: Tron Graziella (MasseUo) —
Pastre Alma (Pomaretto) — Prof. Renato
Longo (Torre Pellice) — Calvelli Franco
(Pomaretto) — Lina e Giovanna Purpura
(Pomaretto) — Berletto Lina (Pinasca) —
Peyronel Guido (Pramollo) — Prof. A.
falla (Torre Pellice) •— Avondet Mara
(Porte) — Raima Alice (Pomaretto) —
Peyronel Odetta (Chiotti) —• Menusan Aldo (Perrero) — Tron-Mìcol Eugenia (Massello) — Prof. Frida Cardici (Trieste) —
Long Tullio (S. Germano Chisone) — Ri-*
bet Enriea (Pomaretto) — Costabel Rinaldo (Inverso Pinasca).
L. 500: Scarano Iole (Cerignola) — Coucourde Ugo (Inverso Pinasca) — Umberto
Pellegrini (Torre Pellice) —■ Vinçon Luigi
(Inverso Pinasca). ^
L. 400: Rostagno Serafino (Inverso Pinasca).
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' Ï,1BC0 DiaXE VALLI VAUffià
30 dicembre 1960 — N. 52
DALLE NOSTRE ^COMUNITÀ
AN6R06NA (Serro)
1
Benché per molti giorni il tempo los, se «tato aeeai inclemente un numeroso
fmbblioo ha affrontato i rigori di una
giornata umida e fredda per aseistm^
alla festa dell’Albero di Natale nella
Chiesa del Serre, domenica pomeriggio
18 c. Benclm ogni anno il numero degli
scolari diminnieca, il programma della
festa, costituito da poesie, recite, canti
e « rondes », grazie aU’abilità ed alla
dedizione della insegnante Signora Berudot, non snbiace tagli di sorta. Fatta
eccezione di alcune poesie gentilmente
ineegnate dal maestro del Cacet, tutta la
fatica è caduta sulla insegnante del Serre e sm suoi sette alunni! Ci felicitiamo
con essi e rivolgiamo veramente un sentito pensiero di riconoscenza alla loro
sempre instancabile ed attiva maestra per
la buona riuscita dei suoi sforzi.
Venerdì sera 23 c. e stato a PradeltoriM che si è svolta la festa di Natale per
i bimbi. Il pubblico gremiva letteralmente la Chiesa. Gradita una rappresentanza venuta dal Serre e graditissima
(il superlativo aurnenta in proporzione alla distanza ! ) la visita di un gruppo di
amici provenienti da Pinerolo, costituito dalle persone dell’Avvocato Ettore
Serafino, che in occasione del Natale
sale sempre tra di noi, del Dott. Durand,
della Pro Valli, e del Sig. Luciano Deodato, figlio del nostro Presidente di Commissione distrettuale, salito tra di noi a recarci il saluto del padre, che a suo tempo
era anche stato Pastore a Pradeltorno.
n cielo stellató, la neve, le finestre
della Chiesa donde usciva il debole chiarore emanante dalle candele conferivano
al paesaggio un tocco di poesia natalizia
<}uasi notato da tutti, anche da ehi meno
ha l’animo portato a queste cose. All’interno del tempio si notava un senso di
gioia e un buon ^irito fraterno che univa strettamente genitori e bambini, vecchi e giovani, abitanti del luogo e visitatori. Un programma di poesie e di reato, semplice a causa , del mal tempo che
imperversando nelle settimane precedenti
non aveva permesso di effettuare che alcune prove, ha intrattenuto il pubblico
«he ^poi si è riunito nella sala delle attività ^ primo piano ' per fraternizzare
intorno ad una tazza di thè e per ringraziare l’Avv. Serafino delle sue parole nel
oorso^ della serata, e lui ed i suoi amici
per i doni recati ai bimbi.
E, visto che siamo in tema di ringraziammtti, è giusto che esprimiamo la
nostra riconoscenza anche alla Signora
Bortolotti, di Palazzolo snll’Oglio; per
l’invio di una certa somma che oltre a
concorrere a pagare parte delle spese generali che la Chiesa incontra per queste
celebrazioni Natalizie, ha permesso di
donare ai bambini oltre alla tradizionale
brioche ed a un bel libro anche delle
caramelle! Eld un grazie di cuore diciamo anche al Sig. Stalle, gerente del negozio di materiale elettrico a Torre PelUce, per averci gentilmente prestato un
giradischi a batteria indispensabile per
una « drammatizzazione » a Pradeltorno
dove^ non c’è ancora la luce elettrica.
M è pure doveroso che siano ricordati
qui, sia pure per un ringraziamento collettivo i giovani delle Unioni del Serre
e di Pradeltorno per la fatica alla quale si sono sobbarcati, nell’adornare gli
alberi, preparare i palchi, disadornare e
rimettere in ordine ogni cosa...
Il Culto di Nattde. Favorito dà un tempo splendido il temp'o »i è discretamente
popolato quantunque, vicino al pulpito, parecchi posti restassero ancora da occupare.
La predicazione trattò del significato profondo del Natale che non è priv'legio di
gaudenti o avvenimento commerciale, ma
notizia per i derelitti, consapevoli o inconsapevoli.
La r'sórta Corale del Villar bricchi il
culto con un’ottima esecuzione del Minuit
Chrétien e dimostrò anche di essere risorta molto bene.
La colletta alla porta del tempio, destinata ai sinistrati di Pramollo', oltrepassò di
gran lunga quanto mai fosse stato collcttato alla porta del tempio e raggiunse le
110.000 lire circa.
A Pramollo. Raccogliendo un invito timidamente lanciato dal pulpito ai frateUi
motorizzati che volessero accompagnare
Tindomani 'I Pastore a Pramollo per presiedervi il funerale di altre due vittime del
sinistro,, i Villaresi accorsero così numerosi che all’ultimo momento ei dovettero
noleggiare due puUmann. I presenti villaresi furono poco meno di cento.
Natale di emozioni quest’anno: Natale
di lacrime, di fraterno amore e di speranza. Forse urt Natale nella direzione buona.
P. S. Tra le varie feste scolastiohe di
Natale vogliamo ricordare quella del Serre organizzata dall’Un'one locale, e presenziata da una numerosa assemblea; quella dell’Inverso organizzata dalla Scuola e
a cui assistettero pure un pubblico discreto
ed il Pastore; quella deH’Aisilo Infantile
presieduta dall’anziano Enrico Bouìssa e
pure ottimamente riuscita.
MASSEL
VIUAR PELLICE
Dipartenza, Uome anche in altre parrocchie il nostro Natale è «tato rattristato da
Inai v;cini e lontmii, ma non per questo
abbiamo sentito meno vicina e preziosa la
presenza di Dio.
Il 22 dicembre, mentre tutto attorno fervevano i preparativi per le solenn'tà, il
nostro tempio si gremiva di fratelli ed amici commossi attorno alla bara della nostra
sorella Ciraud'in Susanna ved. Michelin Salomon nota nella valle sotto il nome di
« Signo.ra Palais ».
Fervida credente, conservava ancora nel
cuore i palpiti dell’antico risveglio del V:llar o ad essi cercava di ispirare la sua vita. Sottolineò essa stessa nel suo N. T. ;
passi che dovevano esser meditali ad suoi
funerali: « Come la cerva agogna i rivi
deU’acque... ».
Giunse al momento della chiama, atiraverso a molte sofferenze" le qnal; non poterono altro che accrescere la sua nostalgia
di Dio. La chiesa compatta le ha reso la
mighore testimonianza. Ai figli rinnoviamo
le condogl'anze e la simpatia della chiesa.
Iniziatìva fallita. Spontaneamente, alcuni nostri negozianti Valdesi hanno preso
l’ìniziat'va di una domanda al comune affinchè il giorno di Natale i negozi del luogo fossero chiusi. La maggior parte aderirono, anche quell; cattolici furono d’accordo, solo... qualche elemento valdese rifiutò e Tiniziativa fallì.
Siamo tuttavìa riconoscenti agli autori
della in'zlativa che consideriamo come uno
degU apporti migliori al nostro Natale, e
li incoraggiamo a ritentare la prova e non
solo per qualche solennità ma per tutte le
domeniche dell’anno. E’ tempo che cada :1
grande interdetto che grava sulle Valli!
L’Albero di Natale. Sempre bella la nostra cara festa dell’Albero ma da noi aesonùglia un poco a una fiera del villaggio,
molti vanno e vengono tra i banchi i bimbi recitano anche senza esser sul palco
e 1 grandi non sanno ispirare quel po’ di
raccoglimento che sarebbe pur prezioso.
Molte cose ott'me tuttavia vi sono pur state: l’impegno dei monitori, la collaborazione degli insegnanti ohe ha arriccliito il
nostro programma, alcune scene mute tra
coi la cavalcata de" Magi, i canti moderni
al modo dell’abbé Dnval e infine i regali
molto più ricchi che in passato.
Les jeunes ont accompagné le pasteur
dans la dernière tournée de réunions.
Leur participation active à la réun’on même n’a consisté cette fois qu’à une lecture
•biblique et la récitation du Notre Père;
nous avons tous apprécié !eui’ bonne volonté et leur courage et nous souhaitons
qn”l en aient eux aussi reçu un encouragement à servir et aimer leur église de
façon plus active.
Le culte de Noël a réuni cette année encore toute notre paroisse et nous souhaitons que • celte communion qui nous rassemble chaque année autour de la table
sainte puisse régner aussi dans notre vie
cotidienne et que l’esprit de Noël dirige
nos pensées de chaque jour.
L’après-midi au Reynaud a eu lieu la
fête des enfants. Nous remercions tout parfculièrement Mr. Débély et Mr. Bert qui
ont offert les cornets, Mr¿ Breuza Enrico
de Salse qui nous a procuré le beau sapin, les institutrices et instituteur qni ont
préparé les récitations ét les dialogues. La
collecte éffectuée comme d’hab'tude, à la
sortie a donné cette année la somme de
L. 4.300 qui 'seront destinées à l’oeuvre de
la CIMADE parmi les réfugiés algériens,
les enfants en particulier.
La souscription pour les familles sinistrées de Pramoî est ouverte et ceux qui
ont intention de contribner à cette collecte
sont luiés de le faire pendant les jours qui
viennent.
Le culte du premier de l’an aura un service de S.te Cène avec coupes individuelles.
Les eathécumènes passeront pendant la
première semaine de janvier pour recueillir les ahonnements à VEco chez ceux qui
ont déjà un abonnement en cours; s’il
nous était po'ss’ble de ramasser a'insi tous
les abonnements nous éviterions des oublis et des pertes de tera'ns et l’administration du journal y gagnerait.
Les jeunes auront leur soirée de fin de
année samedi 31, tons les membres de l’union et tous les jeunes qni se trouvent parm' nous pour le vacances y sont imiités.
SAN SECONDO
— Organizzato daB'Unione Femminile
il Bazar di domenica 18 n. e. ha a'vuto un
successo molto lusinghiero graz'e aUa perfetta organizzazione, al‘- servizio accurato
da parte delle Madri e delle giovani dell’Unione, alla proiezione di films, ed ai
numeerosi interventi che hanno dimostrato, con la Iqro presenza' e con gli acquisti,
l’impegno di eh: ama la Chiesa e sa adoperarsi pure per le sné necessità materiali.
— La riunione di mercoledì sera al. Centro è stata presieduta dal diacono Dino
Gardiol che ha parlatd ad un’assemblea
abbastanza numerosa sol testo di San Matteo XXII : « 'Che vi pM Egli del Cristo ?
Di chi è Egli Figliolo?’». E’ stato un messaggio di preparazione per ;1 Natale, affinchè questa festa cristiana possa essere
celebrata dai credenti nella piena allegrezza e nella 'Consapevolezza che con essa noi
celebriamo la nascita dì Colui che Dio ci
ha dato in dono, Gesù Cristo, il solo nel
quale credendo noi abbiamo la vita eterna
S. GERMANO CHISONE
Solidarietà. La colletta del culto di Natale a favore dei siri’strati di Pramollo ha
fruttato, a tutt’oggi, la somma di L. 93.000.
Avevamo indicato la somma di L. 100.000
quale mèta dà raggiungere e confidiamo
che il piccolo distacco che c’ separa da
essa verrà rapidamente colmato.
Il Concistoro riceverà inoltre qualsiasi
dono che vorrà e.ssere elargito a titolo personale. '
Siamo stati informati che il titolare, i
dirìgenti e le maestranze dello stabilimento Widemann hanno raccolto la somma di
L 322.000 in segno di solidarietà verso
l’opera'o Enzo Peyronèl che ha perso i
genitori e la casa, e deve la sua salvezza
al fatto che lavorava di notte.
Il culto di Natale ha visto una buona
partecipazione di mem'bri della comunità
e si è svolto 'in un’atmosfera raccolta. La
Corale ha cantato l’inno 361 del Nuovo Innario, malgrado mancasse di due buone
voo". Tutta la comunità ha cantato l’inno
370 che piccoli e grandi q ve vano imparato
nel corso delle riunioni dei mesi scorsi.
Ci auguriamo d" rivedere spesso una così
bella assemblea radunata nel nome del Signore. La colletta del culto natalizio, che
è risultata di L. 12.000, sarà dev-oluta a favore dei sinistrali di Pramollo. Sottolineamo che qualunque offerta individuale dei
rorenghi sarà graditissima. .4ffrettatevi a
versare se intendete farlo!
Le tre feste di Natale hanno avuto regolare svolgimento. Al Centro abbiamo inaugurato le due stufe nuove, nella sala delle attività. In queste tre occasioni ci sì è
preoccupati di procurare i fondi per il pagamento di una delle stufe, l’altra essendo
stata regalata come già detto altra volta
dalle Madri del Centro. Ringraziamo i signori Charbonnier per la loro offerta generosa a questo seopo. Grazie alla s'g.a
Amina Bivoira, aU’Insegnanté Genre e a
Edda Town per la loro buona collabo-razione.
Ricordiamo che sabato 31 die., alle 20,
avrà luogo un culto di fine d’anno. E’ prevista una semplice agape organizzata da
giovani per tutti coloro che intendono attendere la nascita dell’anno nuovo in comune. ,
Il Consiglio Comunale si r'nnirà nel pomerìggio di sabato per prendere numerose decisioni. L’odg ha, se non andiamo errali, una ventina d; paragrafi!
I bambini delle Scuole hanno -ricevuto
anche quest’anno i pacchi per il « Natale
del piccolo montanaro ». Siamo ben contenti di questa benefica ’niziativa, agli organizzatori della quale va il nostro plauso
e la nostra riconoscenza.
Ecco già dietro di noi le celebrazioni
natalizie, anche quest’anno n-umerose e serene. Giovedì pom. è stata la volta della
festa déll’albero aU’Asiló, dove i bimb’,
ottimamente guidati dalla Sig.na P. Nisbet,
hanno presentato alle eorainosse genitrici
e ad alcuni a-m'ci un bel programmino di
canti e scenette, nella sala accogliente e
addobbato con cura; alla Sig.na Nisbet e
alle sue collaboratrici il nostro vivo plauso.
Contemporaneamente si svolgeva ai ' Simound lai simpatica festa di quella piccola Scuola do-menicale, curata con amore
dalla Sig.na Me/nel. E la sera, al Padiglione dell’Ospedale, i |iovani dei Coippieri
offrivano agli ospiti la consueta serata nata!iz a con canti e pacchi-dono, confezio
nati con le offerte collettate nelle scorse
settimane: gli uni e gli altri -vivamente apprezzati, e ci rallegriaimo con i giovani dei
Coppieri per questo loro co-stante gesto di
soli'darietà fraterna.
Venerdì pom., festa alTOrfanotrofio, dove come ogni anno si è raccolto un buon
pubblico che ha mo’to apprezzato il programma preparato con la cura ormai tradizionale ma sempre fresca delle bambine, guidate da chi dirige ristkuto e dalla
Sig.na Cèsan : anche a tutte loro va la nostra riconoscenza, nel seni"mento che quella Casa è parte vivente della irostra chiesa.
La sera, alla Ravadera la ormai consueta
riunione prenatalizia con Palbero, recite,
canti e il tè; mtanto al Centro i giovani
avevano la loro festa, scambiandosi allegramente i regali alla luce delle candeleFervono i preparativi per la serata di fine
d'anno nell’Aula Magna, dopo il culto di
S. Cena nel Tempio.
Sabato pom., mentre alla Casa delle Diaconesse si svolgeva la festa deU’albero, dov-evamo purtroppo raccoglierci per ben due
servizi funebri, quello di Prospero Boland,
di anni 88 (Inverso), -da poco r'ooverato
all’Asilo del vecchi di S. Giovanni, e di
Giuditta Grill ved. Taglierò, di anni 86
(Fassiofti), ohe ha seguito a breve distansa la figliola Ehna Farina; ai familìar",
gli uni e gli altri già provati da Intti relent', rìnno-viamo la nostra fraterna simpatia nel dolore e nella comune speranza
in Cristo. « Per me il vivere è Cristo, e
il morire guadagno ».
Sabato sera, il Tempio dei Coppieri presentava una visione quale si vorrebbe avere pi-ù ?pe^i8o! Compalla e raccolta l’assemblea, attenta alla predicazione di Cristo
« che essendo r’cco si è fatto povero per
amor vostro, affinchè 'nediantc la sua povertà foste arricchiti» (2 Cor. 8: 9). Raccolta e numerosa la partecipazione alla
S. Cena, alla luce deU’albero acceso, fra
il canto della comunità. Il coro dei Coppieri ha come di consueto dato la sua apprezzata collaboraz'one.
Il giorno di Natale, anche quest’anno, si
è sentito che un certo numero di membri
di Chiesa erano partili. Al culto tuttavia
ha partecipato una buona as.semhlea, raccolta nell’ascolto della Parola che è stata
fatta carne, e nell’accostarc; alla Mensa
del Signore. La Corale ha cantato due bei
cori, « In dolce giubilo » e « Il canto della mangiatoia ». L’allegrezza del Natale è
stata quest’anno resa forse più grave di
altre volte da sciagure e luti’, ma è comunque vera allegrezza « in Cristo ».
Lunedì pom., nel Tempio del Centro,
festa di tutte le nostre Scuole domeenicali.
Il bell’albero — spentosi un po’ troppo
piesto — ha ill-nminato un simpatico maregg'are di teste di bimbi, e l’altemarsi di
irolti di lo-ro sul palco vivamente illuminalo. Line festa come questa rappresenta
una somma di lavoro considerevole nella
preparazione di recite e canti dei bambini, dei pacchetti di doni, del palco e dell’albero: a tutti coloro che sì sono una
volta ancora generosamente "mpegnati, e
sono molti, un grazie dì vero cuore.
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