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ECO
DELLE WU VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
10066 TORRE PEILICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 110 - Num. 42 ABBONAMENTI 1 L. 4.000 per rinlerno j Sned. in abb. postale - I Gruppo bis/70 1 TORRE PELLICE - 26 Ottobre 1973
Una copia Lire 100 ' L. 5.000 per l’estero ' Cambio di indirizzo Lire 100 1 Amm.: Via Cavour, 1 bis - 10066 Torre Pellìce - c.c.p. 2/33094
ricerca del senso della protesta
medioevale valdese non potrà
saltare Chanforan, Un bilancio di quello che si perde e di quello che si guadagna a Chanforan sarà un bilancio
inevitabile. Ma un bilancio non potrà
essere una bilancia, sui cui piatti si
mettano in contrappeso valori e disvalori, perché Chanforan fu un sinodo, cioè un'assemblea di credenti, che
non sognavano né mercanteggiavano,
ma cercarono di risolvere il senso dell'incontro con la Riforma, o meglio con
i Riformatori, che non erano ancora
chiamati riformatori, in una verifica
con la Parola di Dio. Non possiamo
dimenticare che anche lo scambio d'informazione fra Valdesi e fautori della Riforma non avvenne intorno ad
una placida tavola di parlamentari, ma
che quello scambio costò la vita a uno
dei due messaggeri ufficiali : il barba
valdese Pierre Masson, arrestato a Gigione, venne messo a morte come luterano.
A Chanforan, borgata della Valle
d'Angrogna, il 12 Settembre 1532 si
raduna l'assemblea sinodale con la
presenza di tutti i ministri e del popolo. E ne nasce l'adesione alla Riforma.
H^asciando da parte molti lati essenziali di quello che significò
quella adesione riflettiamo ad alcuni punti importanti.
1° La sete della riforma della
chiesa - Era una sete antica mai spenta, né circostritta in modo obbligatorio
entro limiti territoriali. Il termine « riforma » commuove Lione, Milano, Praga, Firenze con una intensità costante.
Sarà anche il sogno di una chiesa primitiva idealizzata e mai esistita pienamente sul piano storico, ma è soprattutto l'anelito ad un rinnovamento, che ha come autore Cristo. La rifor
ftiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimim
Beati 0 premi Nobel?
Pacificatori
Il comitato norvegese, incaricato del
conferimento del premio Nobel per la
pace, lo ha conferito quest'anno a Henry Kissinger, segretario di Stato americano, e a Le Due Tho, membro del
Politburo nordvietnamita, i quali si
divideranno la somma di 510 mila corone, quasi 70 milioni di lire. La motivazione: i loro riusciti sforzi per la
pace nel Vietnam, che dal primo incontro segreto del 1969 e soprattutto
daU’inizio delle trattative segrete di
Parigi, nel giugno 1971, hanno portato
alla firma degli accordi di Parigi, nel
gennaio scorso.
Questa attribuzione ha destato ovunque accese discussioni, a cominciare
dalla Norvegia: due membri del comitato per il Nobel si sono dimessi. Certo, non si può dimenticare che fra i
precedenti premi Nobel per la pace vi
sono stati ’pacificatori’ della statura
di Martin Luther King e di Albert Luthuli (il capo nero sudafricano della
resistenza nonviolenta all’apartheid),
e che fra i candidati di quest’anno vi
era Helder Camara, il difensore dei diseredati del Nord-Est brasiliano: gli
sono stati preferiti due consumati politici. Non si vuole tuttavia fare un discorso moralistico: un uomo politico
realista può, nei fatti, operare per la
pace più concretamente e direttamente di un idealista ’apostolo della pace’; non sempre, certo, ma può avvenire.
Ma come si è giunti a quella pace?
E quale contenuto e realtà aveva e ha
quella pace? Ecco l'interrogativo profondo che spiega il dissenso e lo scandalo di molti di fronte a questa attribuzione del Nobel per la pace 1973.
È noto che Kissinger e Le Due Tho,
nel periodo in cui si incontravano,
malgrado gli smaglianti sorrisi e le
calde strette di ntano di cui ci gratificavano davanti alle telecamere, proprio in quel momento rappresentavano (e non come comparse!) dei governi che stavano facendo il massimo
sforzo bellico, per giungere al tavolo
delle trattative e alla resa dei conti 'finale' nelle condizioni militari e politiche più vantaggiose. Erano i mesi, e
soprattutto le ultime durissime settimane di dicembre e gennaio scorsi, in
cui il contrappunto delle sedute di Parigi era costituito da una terribile esca
(continua a pag. 6)
LA RICERCA DEL SENSO DELLA PROTESTA MEDIOEVALE VALDESE NON POTRÀ SALTARE CHANFORAN
L'adesione valdese alla Rifoima
ma non è in primo luogo una restaurazione, una ricostruzione di strutture
ecclesiastiche. Quando Calvino nella
sua epistola a Carlo V scrive: « La Riforma della chiesa è opera di Dio ed è
altrettanto indipendente dalla speranza e dal pensiero dell'uomo quanto
lo è la risurrezione dei morti o un altro miracolo di questa fatta », egli riporta la cristianità costituita al sangue
vivo di un movimento, che pulsa e
trasforma, per virtù dello Spirito, lo
stanco procedere della chiesa istituzionale.
Quella sete non potrà mai essere
spenta. Certo vi si potranno gettare
sopra cenere e lapilli. La pietra dei
templi sembrerà soffocarla. Le leggi,
le costituzioni, i codici canonici cercheranno un equilibrio fra Spirito di
Dio e saggezza dell'uomo, nel tentativo di garantire una continuità protettiva della chiesa. Ma quella sete ardente tornerà in ogni tempo e, opponendosi non come fuggevole gesto di
anarchia ma come perenne anelito verso il Capo della chiesa, impedirà la
pretesa d'incanalare e di frenare la
scoperta dell'acqua vivente negli stagni prescritti dalle gerarchie dette ecclesiastiche e dalla condiscendenza
delle tirannie dette politiche.
Se i Valdesi fossero passati accanto
al « no » di Lutero a Worms ed al suo
« no » al diritto canonico, la loro riforma si sarebbe irrigidita nella morte
dei gesti finiti e il loro movimento si
sarebbe immobilizzato in una pretenziosa e eretica sufficienza. Avrebbero
rinunziato alla sete di quella riforma
della chiesa, che li aveva mossi.
2° La Riforma passa attraverso
l'ascolto della Parola di Dio - Leggendo Lutero si è continuamente stupiti
dal senso pieno dato alla « Parola di
Dio ». Non vi è l'ideale dello scriba,
che invecchia sui suoi codici, non vi è
la « precisione » del fondamentalista,
che interpreta le consonanti e gli accenti per cogliere le varianti e soffocarle in un'apparente « armonia » di
parole. Certamente vi è nella Riforma
una vena umanistica, che cerca il senso letterale della Scrittura, ma che
libera il lettore dalla tentazione di
trasformare la Parola in allegoria e
10 porta a confrontarsi con essa come
un metro valido e pieno di verità. Ma
vi è soprattutto la scoperta della potenza liberatrice della Parola di Dio.
Questa Parola non lascia le cose come sono. « Il mondo con il suo dio
non può né vuole sopportare la parola di Dio. Né il vero Dio vuole e può
tacere... La malattia, che è meglio lasciare stare, è appunto questa ribellione, sollevazione, guerra, divisione,
scissione e tumulto nel mondo, per cui
11 mondo è agitato e senza pace a cagione della Parola di Dio... Quanto è
meglio perdere il mondo intero che
perdere Dio, che ha creato il mondo e
può creare di nuovo innumerevoli
mondi ed è migliore di centomila mondi!... Ma tu non osservi che
questa contesa e sollevazione nel
mondo avviene per deliberato consiglio di Dio, ed hai sempre timore che
il cielo caschi ». Così Lutero ad Erasmo. La Riforma ha avvertito la sconvolgente dinamica della Parola di Dio.
Accettare questa dinamica non significa celebrazione retorica di tutti
gli eventi collegati con la Riforma,
come di una specie di toccasana e di
magico farmaco. Non vi è automatismo nella storia. E la storia della Riforma fu piena di dimenticanza verso la potenza liberatrice dell'Evangelo. Le chiese evangeliche si organizzarono e divennero spesso supporto
alle potenze di questo secolo, si secolarizzarono. La Riforma fu tradita più
di una volta, perché l'ascolto della
Parola divenne troppo spesso l'ascolto
della parola dell'uomo, che perdeva il
senso della trascendente autorità di
Dio per identificare ogni suo sussulto
d' spontaneismo con l'obbedienza verso il Signore.
Ma questa confessione di peccato
non elimina l'imperativo biblico e cristiano per cui il credente non deve
credere di diventare lui il padrone ed
il difensore di Dio (che peraltro scom
pare appena l'uomo crede di farlo
idolo!), ma deve lasciarsi rinnovare,
liberare da quella Parola. Così la cristianità non deve diventare la trepida
fautrice di crociate e di guerre di streghe, ma deve sapere che Dio può
creare innumerevoli mondi cioè innumeri « civiltà », perché la Sua Parola
è Parola di giudizio e di nuova creazione. Anche la gloriosa civilità
borghese nata dal protestantesimo
non è immune da morte.
3° La Riforma ha avvertito l'esigenza che la confessione di fede e di
vita del credente sia manifesta. Ai Ni
codemiti (da Nicodemo, che venne a
Gesù di notte) Calvino scrive: « Non
hanno altro brodo che il miserabile
equivoco, secondo il quale l'amore interiore resta per Dio, qualunque cosa
facciano davanti agli uomini. Ma che
cosa vuole dire tutto questo se non
che essi distinguono fra Dio e il diavolo, per riservare l'anima all'uno e dare
l'anima all'altro ».
La fede deve manifestarsi. I luoghi,
dove si adora Iddio in ispirito e verità, devono essere aperti agli uomini
e la fedeltà del cristiano nel mondo
deve esprimersi « davanti agli uomini ». La fedeltà non sta nel ruminare
parole pie nel proprio ghetto, ma nel
proclamare la Parola di Dio sulle piazze di questo mondo. Può darsi che tale libertà venga storicamente contestata e tolta, ma allora la libertà rinasce nella prigioni e sulle galere.
« La Parola di Dio non è incatenata »,
aveva detto l'apostolo Paolo.
È oggetto di ricerca storica vedere
se i Valdesi medioevali furono molto
0 poco, per molto o poco tempo tentati dal nicodemismo. Certo si è che la
loro facile identificazione da parte degl'inquisitori e la loro secolare passione missionaria sono argomenti importanti per misurare la potenza del
nicodemismo. Ma una cosa è certa :
quando con la Riforma sorsero i templi pubblici e le confessioni di fede
uscirono dalle labbra di uomini confessanti e raccolti in comunità, la loro
testimonianza fu valida e sopravvisse
ad ogni infermità ed incoerenza. Non
per nulla, come Riformati, preferirono fra i salmi il Salmo 68 : « Iddio dona al solitario una famiglia, trae fuori
1 prigionieri e dà loro prosperità » (v. 6).
Carlo Gay
Ogni anno la colletta della ’^Domenica della Riforma” è dedicata alla diffusione biblica curata in Italia dalla Libreria S. Scritture. Quest’anno pare opportuno dedicarla alla nuova
traduzione della Bibbia in italiano corrente che la ’’Biblica” ha in cantiere. Il prof. Bruno Corsani, uno dei curatori, situa questa iniziativa nella riflessione del Centenario valdese, mentre nei prossimi numeri il direttore della Libreria S. Scritture, past. Renzo Bertalot. presenterà i criteri e i caratteri di questa nuova traduzione.
Bibbia per gli altri
Autorità deHa Parola di Dio e diffusione della Bibbia nella lingua del popolo; due
aspetti essenziali del movinnento valdese primitivo e due elementi permanenti
della nostra presènza evangelica oggi, debitori a tutti di un Evangelo che possa essere compreso anche dagli ignari
Autorità della Parola di Dio e
diffusione della Bibbia nella lingua del popolo: ecco due aspetti
essenziali del movimento valdese
primitivo. Per non cedere su questi punti, Valdo ha sacrificato altre esigenze, come la sottomissione alla gerarchia, al papa, al vescovo, e così ne ha perduto l’appoggio, è diventato un emarginato, un
eretico. Sono cose che tutti sanno.
Commemorarne l’ottavo centenario non aggiunge nulla di nuovo
perché questo atteggiamento verso la Parola di Dio è stato tenuto
sempre, anche dalla Riforma e dopo la Riforma.
Ma non c’è qualcosa di particolare che noi possiamo ricordare in
questo centenario, per quanto riguarda la Bibbia? Mi sembra di
si, ed è una cosa importantissima:
quando i primi valdesi chiedevano
un ritorno alla Bibbia, e si mettevano personalmente in cammino
per farne conoscere il messaggio
alla gente, prima solo con la predicazione poi con traduzioni nella
lingua parlata, essi facevano questo non per sé ma per gli altri. Il
ritorno alla conoscenza della Bibbia è stato un punto essenziale dell’insegnamento valdese prima che
esistesse una comunità di valdesi,
e quando il movimento ha cominciato a formarsi, la predicazione e
la diffusione del messaggio biblico
non sono state fatte per il movimento, o per i suoi aderenti: erano fatte per il popolo.
Parafrasando uno slogan di alcuni anni fa, « una chiesa per gli
altri », direi che i valdesi primitivi
avevano per motto una bibbia per
gli altri, cioè lavoravano a facevano dei sacrifici per portare agli altri quella bibbia in cui avevano
trovato una parola decisiva per la
loro salvezza e la loro vita cristiana nel mondo.
Una efficace commemorazione
dell’ottavo centenario, in campo
biblico, deve riscoprire questa verità: che il movimento valdese è
stato « popolo della bibbia » non
perché la coltivava per sé, ma perché la porgeva agli altri. Non si
isolava dal prossimo chinandosi
sulle pagine del suo tesoro, ma accorgendosi della fame e della sete
spirituale del prossimo gli offriva
il pane della Parola (cfr. Matteo
9: 36 e 14: 15-21).
In questo senso dobbiamo capire la decisione della Società Biblica di mettere mano proprio adesso a una nuova traduzione (per
ora, del Nuovo Testamento) e di
chiedere alle chiese il loro appoggio finanziario: è di nuovo il momento di portare la Bibbia agli altri. A chi? Non tanto a quelli che
ora, a differenza del passato, possono leggerla in molte traduzioni
generalmente buone (salvo qualche passo discutibile più o meno
frequente) e hanno riscoperto il
valore e il gusto dello studio biblico — parlo di molti ambienti cattolici, giovanili in particolare. «Gli
altri » ai quali dobbiamo portare
la Bibbia oggi sono quelli che non
la leggono perché non la ricevono
neppure da organizzazioni cattoliche, cioè le masse che si isolano
da ogni chiesa. Gente colta e gente
ignorante; lavoratori del braccio
e della mente; uomini e donne lontani da qualsiasi chiesa o per principio, o per necessità, o per indifferenza, o per risentimento, o per
stanchezza fisica... Non facciamo il
processo a nessuno. Prendiamo solo atto che la percentuale di persone senza più nessun contatto
con chiese e organizzazioni religiose è in continuo aumento.
I primi valdesi avrebbero potuto fare proprie le parole dell’apostolo Paolo: « Io sono debitore
[dell’Evangelo] tanto ai Greci
quanto ai barbari, tanto ai savi
quanto agli ignoranti » (Rom. 1:
14). Forse che non lo siamo anche
noi? E come ci scaricheremo di
quest’obbligo morale?
Una cosa che pare essenziale è
tradurre la bibbia in modo che la
sua lettura non sia troppo ostica
e incomprensibile alla gente che
non pratica più nessun tipo di riunione religiosa e non è più abituata a fare nessuna lettura religiosa.
Certi lunghi periodi che troviamo
nella « riveduta » (p. es. Romani
1: 1-7; I Pietro 1: 3-9; Efesini 1:
3-6 e 7-12 e molti altri) tolgono il
fiato (e il coraggio!) al lettore di
modesta istruzione; molte parole
antiquate lo lasciano interdetto.
C’è poi il gran problema del « linguaggio religioso » dell’epoca apostolica, che noi conosciamo fin
dalla scuola domenicale e che sta
bene in una « bibbia per noi », ma
che è enigmatico in una « bibbia
per gli altri ». Un solo esempio:
che cosa voleva dire Paolo con la
espressione « a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi » (Filippesi 1: 1)? Non voleva forse dire « A tutti i credenti della città di
Filippi »? O « a tutti quelli che appartengono a Gesù Cristo nella città di Filippi »? La parola « santi »
ormai in italiano ha un significato
diverso da quello che aveva nella
parlata di Paolo e dei primi cristiani; per gli italiani, fa pensare
subito e soltanto a san Giuseppe,
sant’Antonio, san Gennaro e tutti
gli altri, cioè suggerisce un pensiero diverso da quello che era in
mente all’apostolo, che voleva rivolgersi a tutti i credenti!
Facciamo dunque una « bibbia
per gli altri », una bibbia che come la Diodati e la Riveduta dica
esattamente e soltanto quello che
gli autori sacri hanno scritto, ma
lo dica con il linguaggio e il modo
di scrivere di oggi, dei più semplici fra i possibili lettori di oggi. Noi
leggevamo l’Eneide tradotta da
Annibai Caro, i nostri figli oggi a
scuola la leggono tradotta da qualcun altro che usa la lingua di oggi
e non quella del passato. Far questo con la bibbia è il primo passo
per riportare la bibbia agli altri.
E noi, se preferiamo, continueremo a leggere Diodati e la Riveduta.
Bruno Corsani
2
pag. 2
N. 42 — 26 ottobre 1973
»V*
i
Notiziario Evangelico Italiano
Dal mondo Avventista
NeH’anno trascorso circa 500 colportori avventisti, provenienti da diversi
paesi d’Europa, hanno passato una
settimana di studio a Torre Pellice.
Essi considerano i pionieri della Chiesa Valdese degli esempi viventi e la
loro opera attraverso i secoli un vero
incoraggiamento al lavoro di colportaggio, tanto che molti di loro hanno
lasciato Torre rafforzati nella propria
vocazione. Novanta di questi colportori, svizzeri ed austriaci, riconoscenti
per il soggiorno, hanno fatto un dono
ai Pastori Valdesi: un libro intitolato
«La tragèdie des siècles » di Ellen
White.
La « Voce della Bibbia »
Da « Il grido di guerra »
I Salutisti hanno condotto durante
i mesi estivi le loro colonie per bambini, ospitandone 60 a Bobbio Pellice,
sotto la guida della Cap. Dentico e
altrettanti per due turni a Forio di
Ischia, diretti dalla Cap. Colangelo. A
Forio c'è stato anche un campo comunitario con meditazioni bibliche, e conversazioni di attualità.
Ricordiamo che la casa di Forio è
aperta anche durante l’anno per soggiorni di riposo; per informazioni rivolgersi a; Esercito della Salvezza, Via
Ariosto 32, Roma.
Da « La Crociata
dell’Evangelo
per ogni casa »
Il pioniere Enrico Cipollaro gira per
il Lazio in motorino per portare la
buona novella dell’Evangelo. Ha visitato i paesi di Bassano, Nepi, Oriolo
Romano, Quadroni, Anagni. Anche in
Sicilia i pionieri e i collaboratori sono all’opera; a Pozzallo, un paese presso Ragusa, per un opuscolo distribuito tempo fa, sta sorgendo uno comunità.
Nei primi sei mesi del 1973 sono stati richiesti 368.760 opuscoli e 795 corsi
biblici di cui sono stati portati a termine 157.
All’Istituto « Taylor »
di Roma
Fervono i lavori di ripristino nel reparto femminile, mentre nella Casa di
Riposo sono stati ultimati e il reparto
maschile è stato temporaneamente
chiuso in attesa di lavori più radicali.
Ai restauri della Casa di Riposo ha
pensato l’Istituto mentre a quelli del
reparto femminile pensa il CAIT (Club
amici Ist. Taylor). Il costo dei lavori
è grande ed ha superato le aspettative
e l'Istituto si appella alla generosità
degli amici e dei fratelli.
Anche di un’altra cosa ha bisogno
il Taylor e rivolge un caldo appello a
tutti, in particolare agli amici e ai
membri delle Comunità evangeliche di
Roma perché vadano a dare una mano
con i ragazzi. Hanno bisogno di animatori di giochi, di gente capace di
rendere interessante lo studio, di monitori di scuola domenicale, di chi
possa dirigere la corale e piccole orchestre e organizzare lavori manuali:
gente insomma di buona volontà e con
capacità e idee.
Ist. « Taylor », Via delle Spighe 8,
00172 Roma — c.c.p. 1/2096 int. a Mary
Lu ‘Moore.
Attività delle Assemblee
dei Fratelii
Col ripristino dell’ora solare ci invia
il nuovo orario dei suoi programmi radiofonici:
Onde Medie Mt. 205:
Parliamo insieme - venerdì ore 22.30
Vita abbondante - sabato ore 23
Onde corte Mt. 49:
Programma per tutti - sab. ore 13.20
Programma per ragazzi
domenica ore 13.25
Onde corte Mt. 41:
Programma per tutti - sab. ore 15.15
Programma per ragazzi
domenica ore 15.15
L’asilo infantile di Manfredonia riapre le sue porte per il nuovo anno scolastico: lo frequentano cento bambini
e le richieste di accettazione sono sempre maggiori. Alla base di questa attività c’è l’insegnamento biblico che viene impartito regolarmente ai piccoli.
Si cerca anche di entrare sempre più
in contatto con le famiglie.
Durante l’estate i Fratelli hanno tenuto numerosi campi giovanili e per
ragazzi a Mombercelli, Poggio libertini, Torretta (Foggia).
La Tenda Azzurra è stata alzata per
una campagna evangelistica a Città di
Castello, Perugia, Cortona. Una campagna è stata fatta anche in Sardegna.
A Picerno (Potenza) è sorta una
nuova bianca chiesetta, realizzata con
le fatiche dei fratelli locali che vi hanno lavorato con le loro mani, coadiuvati dai contributi e dalle preghiere
dei credenti lontani.
La F.G.E.I.
Inda Ade
annuncia per la primavera prossima
il congresso F.G.E.I. e che il Consiglio si è riunito a S. Severa il 20-21 ottobre per discutere i problemi inerenti al congresso. Vi è stato un incontro regionale del Lazio il 14 ottobre a S. Severa per organizzare le attività dell’anno e parlare del lavoro
del periodico « Gioventù evangelica ».
Il "biblitek»
a vostra disposizione
Venaria, 19 ottobre 1973
Caro direttore.
Il Centro Emigrazione
Siciliana in Europa
ha esaminato in una riunione l’attività del 1972. Nel dibattito che è seguito è emersa, sentita da tutti, la necessità pur difficile di testimoniare
esplicitamente il Vangelo. Si è discusso sul modo di attuare, tramite il Bollettino, un maggiore impegno evangelico che possa incontrarsi con la prassi politica.
Una scuola
dì taglio e cucito
si è aperta ad opera del C.E.S.E. nelcola sede di Bagheria. Vi lavorano 10
ragade figlie di emigrati o di rimpatriati. È sorta per richiesta delle ragazze desiderose di prepararsi meglio
al domani attraverso un’attività che
renda pili aperto il loro orizzonte. Alle ore di lavoro si alternano momenti
abbiamo avuto il piacere di leggere in una
colonna di questo giornale del 12 ottobre u.s.,
che riceviamo sempre con molta gioia, nel
trafiletto c< I Battisti sono sempre in movimento », alcune notizie suU’attività del
Transtudio Cristiano (Biblitek) e ringraziamo
di vero cuore l’articolista per quanto ha scritto in proposito.
Desideriamo sottolineare che il Transtudio
Cristiano, con il suo personale (un’équipe di
nove pastori ed un laico che collaborano insieme) e la sua attrezzatura audiovisiva, è a
completa disposizione di tutte quelle comunità o gruppi evangelici che vogliono esternarsi per svolgere un’opera di proclamazione
dell’Evangelo e di diffusione delle Sacre
Scritture.
Pertanto correggendo l’informazione data
nell’articolo del settimanale comunichiamo
che tutta la corrispondenza, da parte degl’interessati, può essere inviata a : Transtudio
Cristiano (Biblitek) - via Luigi Colla 20,
10098 Rivoli; oppure, sempre allo stesso indirizzo, al pastore Vittorio Perres od al pastore
Franco Casanova.
In Cristo,
per il Transtudio Cristiano
Vittorio Perres
UN COMUNICATO
No airinsegnamento della religione
nella scuola pubblica!
DIRITTI DELLA PERSONA - La scuola
deve creare le condizioni che promuovono la
libertà deUa persona e che favoriscono nei
giovani capacità di scelte realmente autonome e responsabili. La scuola italiana, invece,
trova, neU’insegnamento deRa religione cattolica (frutto del Concordato fra il Vaticano e
il Fascismo) la negazione di ogni capacità di
ricerca critica.
laica e democratica e l’insegnamento della religione è chiaramente anticostituzionale.
DIRITTI DEL CITTADINO - La Costituzione italiana si propone di promuovere lo
sviluppo della persona umana e di rimuovere
gli impedimenti sociali, economici e culturali
che impediscono l’eguaglianza e la giustizia.
La scuola italiana deve essere costituzionale,
DIRITTI DEL CREDENTE - Per i credenti l’insegnamento della religione appare
non coerente con la fede. L’Evangelo, il cui
messaggio è essenzialmente liberazione dell’uomo, viene testimoniato nell’ambito della
comunità cristiana : non può essere imposto
nella seuola, dove diventa di fatto uno strumento di adeguamento conformistico.
NELLA SCUOLA È POSSIBILE ANCHE
ADESSO DICHIARARE IL PROPRIO DISSENSO AL CONCORDATO.
COME GENITORI chiediamo l’esonero dei
nostri figli dall’istruzione religiosa.
Leggendo
L’Evangelo
di Giovanni
La vera luce
COME INSEGNANTI elementari non accettiamo di impartire l’insegnamento della religione, coerenti con la richiesta di una scuola liberante, contro la scuola che plagia
ideologicamente i giovani, a vantaggio delle
classi dominanti.
La volta scorsa abbiamo criticato il dott. Nicodemo perché
è andato di notte a trovare il Signore Gesù. Ma dobbiamo capirlo: poteva andare solo di notte, perché viveva sempre di notte.
Viveva, come noi tutti, in una notte eterna, se non conosceva il
Signore Gesù. Senza di lui ci sono soltanto tenebre anche se noi
ci illudiamo di eliminarle con la filosofia o la luce elettrica. La
vera luce efficace viene dal sole, e gli uomini non possono sostituire il sole; solo da lui vengono la luce e la vita.
La vita di questo pianeta; ma noi non ci accontentiamo della vita di questo pianeta: vogliamo andare più in là, e per ora lo
dimostriamo, con fatica immensa, compiendo i nostri ridicoli
viaggi sulla luna.
Ma anche la luna non ci basta, come non ci basterebbero Venere e Marte: vogliamo la vita di un mondo che superi il nostro,
che si? totalmente altro da esso.
Questo mondo esiste, ed ha anche esso un sole: è il Signore
Gesù Cristo, il vero « sole della giustizia » (Malachia 4: 2) del
quale è detto che « la guarigione sarà nelle sue ali ». La guarigione di cui abbiamo bisogno; l'unica, la vera, la definitiva guarigione mediante la quale la nostra vita effimera, piena di mali, diventerà la vita vera, piena, indefettibile ed eterna. Ed il Signore
Gesù Cristo, come caparra di questa vita che ci promette, e come
mezzo per conquistarla, ci dà fin d’ora la vera luce, quella che
emana da lui solo c risplende nella sua parola.
Andiamo dunque a lui nel giorno che egli ci dà.
Lino De Nicola
NO AL CONCORDATO!!!
Comitato Regionale
per l’abrogazione del Concordato
via G. Venezian, 3 - Bologna
Doni pro Eco-Luce
Daniel Attinger, Svizzera L. 4.500; Danielle Negrin, Torre Pellice 500; Sorelle Borsalino, Como 1.000; Giulio Tron, Massello, 500;
Enrica Malan Benech, Luserna S. Giovanni
1.000; Liliana Ribet. Torino 1.000; Elisa
Gallina, Torrazza 5.000; Anna e Carlo Prevosto, Torrazzo 5.000; Ernesta Vola, Luserna S.
Giovanni 6.000; Eli Costabel, Svizzera 5.000;
Enrico Pons, Prarostino 1.000; Emma Rivoira, Roma 500; fam. Miiller-Kollmar, Germania 9.700; Past. Eiss, Germania 2.450;
Sergio Innocenti, Firenze 1.000.
Grazie!
( contiti ua )
Cambio di indirizzo
Il Pastore Silvio Long, a Lugano, ci prega
di comunicare il suo nuovo indirizzo: Via della Roggia 25. 6962 Lugano (Ti), tei (091)
52.22.86.
ARIA DI ROMA
di discussione su problemi sociali, particolarmente quelli riguardanti il mondo femminile.
L’espulsione di Girardi
La Libreria Sacre Scritture
informa che in giugno si è costituito il comitato per la nuova traduzione della Scrittura, per la prima volta
a carattere internazionale e interdenominazionale. Un comitato di traduttori è ora al lavoro per questa traduzione che cercherà di rendere il testo in
un linguaggio meno tradizionale.
La speranza della Società Biblica è
di poter tenere il prezzo dei volumi alla portata di tutti. Per ottenere questo
occorre uno sforzo finanziario notevole e un appello viene lanciato a tutte
le chiese di lingua italiana.
Alcuni giovani hanno impiegato paiate delle loro vacanze in un lavoro di
colportaggio: un esperimento di lavoro tra metodi vecchi e nuovi per trovare nuove possibilità. Essi hanno lavorato a Napoli e nelle Valli Valdesi.
Secondo loro una via da seguire sarebbe quella di raccogliere da tutte
le denominazioni quei giovani che volessero impegnarsi alla diffusione della Scrittura.
Libreria Sacre Scritture, Via dell’Umiltà 33, 00187 Roma, c. c. p. 1/756.
Come i giornali hanno riferito, il 7
ottobre scorso, senza alcun preavviso,
don Giulio Girardi, teologo cattolico
specializzato in marxismo, è stato licenziato dall’incarico di insegnamento
che da tre anni ricopriva presso l’Istituto Cattolico di Parigi. È la seconda
volta che Girardi subisce un provvedimento del genere: nel 1969 era stato
espulso dall’Ateneo salesiano di Roma,
ora lo è dall’Istituto Cattolico di Parigi, che pure aveva fama di lasciare
ai docenti un ampio margine di libertà. Tanto più è logico supporre che il
provvedimento contro Girardi, attuato a Parigi, è stato voluto e deciso a
Roma.
Tra le cause immediate del licenziamento si adduce la partecipazione di
Girardi al recente convegno di Bologna dei « cristiani per il socialismo »,
ove tenne un’ampia relazione in cui la
« scelta socialista » da parte dei cristiani era presentata non solo come
possibile ma come necessaria. « / credenti intuiscono che l'amore cristiano
non è compatibile con l’adesione al
sistema capitalista e che un amore cristiano coerente porta in sé le esigenze
e i germi di un’alternativa globale.
Quando l’amore cristiano... cerca gli
strumenti scientifici e politici per diventare una forza storica liberatrice,
esso si precisa come scelta di classe,
come scelta socialista e rivoluzionaria,
esso trova nel marxismo in quanto
teoria della rivoluzione, assunto criticamente e creativamente, un fecondo
filo conduttore nella lettura della storia e trova nei movimenti di ispirazione marxista le forze organizzate impegnate nella realizzazione di tale progetto ».
Un discorso molto chiaro — come si
vede — e per certi versi discutibile:
Girardi non chiedeva altro, che le sue
posizioni venissero discusse. Ma Roma
è abituata a comandare, non a discutere. Alla discussione si preferisce la
censura. L’immagine della « chiesa del
dialogo » che l’attuale pontefice ha cercato di accreditare presso le altre chiese e davanti al mondo (si ricordi, al
riguardo, l’enciclica "Ecclesiam Suam”)
diventa sempre meno credibile. Alla
« chiesa del dialogo » cade la maschera e si vede che è ancora sempre la
chiesa del monologo. L’antica intuizione dei protestanti liberali che ravvisavano nel cattolicesimo romano una
« religione di autorità » e vi contrapponevano il protestantesimo come « religione di libertà » è fondamentalmente sempre valida. Una chiesa gerarchica come quella romana — gerarchica
non solo nelle strutture e nei metodi
ma nello spirito e nell’impostazione |
stessa della fede — non può che dar i
vita a un regime autoritario, nel quale la libertà (quella, s’intende, di chi
non comanda) ha sempre la vita difficile e talvolta, come nel caso di Gi- '
rardi, impossibile. Í
Un secondo motivo che sembra aver
causato le sanzioni contro il teologo
marxista è un suo articolo recente,
fortemente critico nei confronti del
comportamento della gerarchia cattolica cilena e del Vaticano in occasione
del « golpe » militare. L’articolo è comparso sul quotidiano parigino « Le
Monde ». Vi si legge tra l’altro: « Il
cardinale di Santiago, fiancheggiato
dal nunzio apostolico, spezza il pane
dell’eucarestia con i carnefici del suo
popolo e canta con essi il Te Deum di
Paolo Rtcci
libri
Lettere dal domani:
bambini dal mondo
ROxMANO Battaglia - Lettere dal domani. Bambini dal mondo - SEI, Torino
1973, p. 141, L. 2.200.
Romano Battaglia è un giornalista
del telegiornale e colleziona lettere,
perché pensa che esse rappresentino
una espressione inedita della realtà.
In questo libro raccoglie 139 lettere
di barnbini da tutto il mondo. La presentazione le definisce « piene di poesia ». Ma, che cos’è la poesia? È come
qui dire bruscamente la realtà? Perché trovo che il charme di queste lettere stia proprio nella cruda realtà
che esprimono: « Caro nonno — scrive un bambino dal Vietnam — sei l’unica persona che mi è rimasta ». « La
gente del mio paese — scrive un bambino norvegese — non sorride più ».
« Il mio babo mi picchia sempre —
dice un bambino italiano — e la mia
mamma non dice nula perché a paura
del mio babo cuando viene a casa ubbriaco ». Ogni tanto, si, ma raramente,
c’è una pennellata di poesia, perché in
alcuni di loro non è ancora stata soffocata. Ma non è un libro per loro, anche se di loro. È un libro per noi adulti, una specie di accusa che dobbiamo
custodire, perché è la verità di un attimo. Domani non scriveranno più
così.
Le fotografie che accompagnano le
lettere sono particolarmente significative.
Berta Subilia
quattordicenne portandolo inesorabilmente verso la morte, in un’alternativa di speranze e di angosciose certezze.
L’ha scritto anche perché qualcosa
del figlio gli sopravvivesse, per sé, per
i familiari, per tutti, affinché possa essere utile agli altri la descrizione, il
ricordo della suprema prova vissuta
da quel fanciullo-uomo.
Scritto in prima persona e rivolgendo il discorso al figlio, il libro può essere definito un racconto perché narra ayvenimenti reali con estrema vivacità, e anche una testimonianza spirituale perché l’angosciosa disperazione della materia, attraverso momenti
di ribellione, di dubbio o di rassegnazione, si sublima in una cosciente accettazione.
Recentemente il Prof. Miquel ha
parlato in Italia in una trasmissione
televisiva che aveva come argomento
la rnorte, « un problema cui gli uomini di oggi non pensano ma che incombe ogni giorno su di loro come una
certezza ».
I diritti d’autore di questo libro
vengono interamente devolti al movimento « Lotta contro il cancro ».
Inda Ade
Anrré Miquel, Il figlio interrotto. Collana « L’Arco ». SEI, Torino 1972,
L. 1.500.
Il figlio interrotto
iiiiiiiiiiniiiiiiiiiiniiiiiiniiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiminiiiimiir
André Miquel, professore all’Università di Parigi, ha scritto questo libro
« per non impazzire ». E il diario, della durata di un anno, della terribile
malattia che ha colpito il suo figlio
-k Alla redazione di questo numero
hanno collaborato Ermanno Geme,
Franco Giampiccoli, Roberto Peyrot. Edàm Ribet, Elsa e Speranza
T ron.
!
ringraziamento per la 'indipendenza
cilena'. Questo a una settimana dal
colpo di stato, nel momento in cui questi 'governanti' continuano a far scorrere per le strade il sangue degli operai, e in cui questi 'cristiani' fanno
pagare ad altri membri della 'comunità cristiana’ con la prigione, con la
tortura, con la clandestinità, con la
morte, il prezzo della loro fedeltà...
« A che cosa si riduce la missione di
verità della chiesa, cuando essa erra
così pesantemente su di un terreno
[quello politico] che condiziona in forte misura tutti gli altri? In un recente
congresso a Bologna duemila 'cristiani per il socialismo’... hanno gridato a
piu riprese e all’unanimità la loro indignazione di fronte ai silenzi complici del Vaticano e della gerarchia cilena... Il grido di questi cristiani giungerà fino alle sale ovattate dei palazzi
apostolici? ».
Anche questo è un discorso chiaro e
si comprende che in Vaticano non sia
piaciuto. Non sono stati molti, nella
storia della chiesa, i credenti che hanno avuto il discernimento e il coraggio di denunciare i peccati della « sede apostolica » e, in generale, dell'establishment ecclesiastico. In Italia
abbiamo avuto un Girolamo Savonarola e alcuni altri. Sono stati tutti colpiti dall’istituzione romana, che in vari
modi ha cercato di farli tacere. A differenza di Davide che quando Nathan
gli rinfacciò i suoi peccati, riconobbe
la sua colpa e si pentì davanti a Dio,
la chiesa gerarchica allontana da sé t
testimoni scomodi e, con essi, anche
il proprio ravvedimento. Un capo religiosc (o politico) che si ravvede: ecco una cosa rara, rarissima, nella storia! Riconoscere i propri peccati, pentirsene e cambiare strada è sempre la
cosa più difficile nella storia delle persone e più ancora in quella delle istituzioni.
« Girardi licenziato perché marxista » — questo è secondo « Nuovi Tempi » del 21 ottobre il vero motivo del
provvedimento contro Girardi, e Tinotesi è più che plausibile. Ma forse *c'è
qualcosa di più, e d’altro. Nella cIihsa cattolica (e in quelle evangelici::--)
ci sono altri teologi non meno marxisti di Girardi, che pure sono tolleiaii
anche in posti di responsabilità- Come
mai? Evidentemente perché non c¡ ilicano il pontefice e il Vaticano, non
mettono in questione il comportamento e il ruolo della gerarchia. Girard:
invece muove delle critiche precise e
gravi, mettendo in stato di accusa le
somme autorità religiose della sua
chiesa. Sono questi giudizi che Roma
non tollera. Non è forse tanto il marxismo di Girardi quanto la sua requisitoria contro la gerarchia che ne ha
provocato l’espulsione. In altri termi
ni, la vera discriminante non è tra chi
è marxista e chi non Io è, ma tra chi
accetta o almeno rispetta e non discute le scelte del Vaticano e della gerarchia e chi, invece, le mette pubblicamente in questione. Girardi è stato licenziato perché marxista: certamen le.
Ma anche, e forse in misura non minore, perché « ribelle » — uno di quegli uomini pericolosi che, senza riguardi personali o istituzionali, osano dire
in pubblico certe amare verità che gli
interessati non vogliono sentire e non
vogliono che gli altri sentano.
3
26 ottobre 1973 — N. 42
LA CHIESA R T.A SUA MISSIONE NEL MONDO
iTag. 3
CRISTIÄNI NEI PAESI ASIATICI
La sessione del Comitato esecutivo della CCTA
Nel aiimntinenti cinese e in quelle IniliaRe ■ sotiosiiHiiii!P,
È noto che le Chiese nel Terzo Mondo mostrano spesso una vitalità particolare. Se si considera la
situazione a livello di continenti, forse la diffusione cristiana è più lenta e difficile — a parte la
’’esplosione” protestante, riformata in particolare, nell’Indonesia — nell’Asia che nell’Africa; VAmerica Latina pone un problema diverso, trattandosi di un continente teoricamente ’’cristiano”, cattolico, che conosce quindi, aggravata dalla dura situazione sociale, i contrasti dei paesi ”cristani”
europei e nordamericani. D’altro lato, l’Asia rappresenta oggi per le Chiese cristiane un luogo di
confronto particolare: con religioni di antichissima tradizione e profondità di contenuto, e con paesi — oggi Cina, Nord-Vietnam, Nord-Corea, domani? — che hanno ormai una non breve esperienza
di vita retta da regimi comunisti di un tipo asiatico senza dubbio particolare. Perciò le notizie che ci
giungono da quelle Chiese sono per noi del più vivo interesse. Tre settimane fa abbiamo pubblicato,
riprendendole dal bollettino d’informazione della federazione luterana mondiale, alcune osservazioni di visitatori cristiani occidentali che hanno potuto recarsi recentemente in Cina e incontrare un
certo numero di personalità cristiane cinesi. La scorsa settimana abbiamo pubblicato, riprendendo
corrispondenze del sepd e del soepi, un florilegio di notizie sulla vita delle Chiese nei paesi del sud-est
asiatico, dall’Indocina alle Filippine, a Taiwan, al Giappone, alla Corea del Sud. Ecco ora altre notizie, ancora riprese dal sepd, sulla vita cristiana nel subcontinente cinese e in quello indiano, includendo in quest’ultimo, con qualche forzatura, i paesi contigui: Nepal. Pakistan, Afghanistan.
il razzismo, il colonialismo
Difficile, ma non priva di speranze e prospettive la
condizione dei cristiani in Cina
Quando Mao Tse-tung prese il potere, nel 1949, vi erano in Cina circa
quattro milioni e mezzo di cristiani,
suddivisi in molte denominazioni. Sotto la pressione del nuovo governo si
costituì un’unica Chiesa nazionale, che
si svincolò da ogni precedente Missione e assicurò il proprio lealismo nei
confronti del nuovo governo. Conformemente alla libertà religiosa garantita dalla Costituzione lo Stato creò
un ufficio per gli affari religiosi. Poiché alcune comunità ecclesiastiche e
singoli cristiani si opposero subito alla nuova Chiesa unitaria, quest’ultima
si divise in due frazioni: l’una portò
al martirio, l'altra fu spinta a cedimenti sempre maggiori e a una partecipazione crescente ai fatti politici.
AH’interno stesso della Chiesa unita i
pareri e le posizioni divergevano e i
cristiani maggiormente impegnati {n.
d. r: in questo caso, in senso specificamente cristiano, confessante) furono
progressivamente allontanati dalla direzione. Pure nella Chiesa cattolica romana si sviluppò una frazione nazionale, che si piegò al volere dello Stato
e si distanziò dalle direttive di Roma,
e una corrente fedele al papa. Poco
dono la presa del potere da parte dei
comunisti, nelle varie città la maggior
parte delle chiese furono chiuse con
la motivazione che quasi tutte le comunità erano così piccole da poter tenere tutte insieme il loro culto in un
medesimo locale. Le autorità osteggiavano le riunioni religiose. Non furono
più permessi contributi daH’estero.
Frequentare i missionari era considerato mancanza di solidarietà. In tal
modo la posizione degli stranieri in
Cina diventava insostenibile.
Del resto la maggior parte dei missionari aveva lasciato il paese già prima che i comunisti prendessero il potere. Alcuni furono poi incriminati per
infrazioni alle leggi dello Stato, alcuni furono incarcerati per periodi più o
meno lunghi.
AL PRINCIPIO,
UN CERTO OTTIMISMO
Al principio, regnava ancora un cer1.) ottimismo: i culti domenicali erano
celebrati nelle chiese rimaste aperte,
ed erano ben frequentati. Anzi, in varie
località delle regioni occidentali della
Cina, verso le quali vi era stato un
forte movimento migratorio, per colonizzarle e costituirvi nuove comuni,
si costituirono persino nuove chiese,
il cui nucleo iniziale era costituito da
cristiani immigrati da altre regioni,
ma alle quali si univano pure nuovi
rnembri. Per un certo tempo la Società
biblica cinese poté continuare a diffondere la Bibbia in tutto il paese, si
ebbe anzi una nuova edizione tascabile delle Scritture. In un primo momento pubblicazioni cristiane e giornali ecclesiastici poterono continuare ad uscire, anche se in parte il loro contenuto
era determinato dalla nuova ideologia
dominante. Durante quella fase lo Stato cinese dava ancora contributi finanziari per il restauro di vecchi locali di
culto. Nelle campagne i rapporti erano
però più difficili. La forte pressione
comunista soffocò presto la vitalità
dele piccole comunità della diaspora
contadina. Molti giovani cristiani abbandonarono la chiesa, altri fuggirono
in forte numero con Ciang Kai-shek a
Taiwan (Formosa) o si recarono a
Hong Kong.
DOPO LA FORMAZIONE
DELLE COMUNI POPOLARI, 1958
Dopo la formazione delle comuni
ponolari, nel 1958, non si ebbe più notizia di attività cristiane. Bambini e
giovani vengono educati intensivamente e con chiarezza di scopi all’ideologia comunista negli asili d’infanzia,
nelle scuole e nelle unioni dei Giovani
Pionieri. Ogni religione è bollata come superstizione. Il cristianesimo è
presentato come una creazione mitologica straniera, che estrania i suoi aderenti dalla loro cultura e costituisce
un ostacolo alla costruzione e al libero
sviluppo della Cina. Agli inizi di questo periodo alcuni centri di formazione teologica poterono continuare la
loro attività, ma non più separati con
fessionalmente. Giovani cristiani si
entusiasmavano contemporaneamente
per Cristo e per il programma statale di costruzione della nuova società.
LA RIVOLUZIONE CULTURALE
DEGLI ANNI 1966-1968
Questa ’rivoluzione culturale’ ha distrutto tutto ciò che, nel 1966, ancora
sussisteva di vita cristiana, ecclesiastica. Essa infatti si rivolse contro
ogni traccia ancora sussistente di religiosità, sotto qualsiasi forma, confuciana, buddhista o cristiana. Sicché
oggi si è praticamente privi di informazioni attendibili sulle manifestazioni di vita cristiana in Cina. Esiste tuttavia una ’chiesa delle catacombe’, non
c’è dubbio; e necessita dell’intercessione degli altri cristiani.
NUOVE POSSIBILITÀ’?
Cristiani che già furono missionari
in Cina, dopo una loro recente visita
in Cina, riferiscono di un miglioramento nella situazione cinese, la quale potrebbe costituire « una nuova
piattaforma per la predicazione delTEvangelo ». Il riconoscimento della
Cina a livello internazionale e la liberazione dalle spire delle potenze occidentali può operare positivamente per
l’opera missionaria dei cristiani cinesi. Malgrado la buona volontà e l’integrità personale, la testimonianza dei
missionari occidentali è diventata non
credibile, in quanto sono stati in qualche modo rappresentanti delle potenze sfruttatrici. Dopo la rivoluzione culturale ora conclusasi, i cristiani rimasti finora clandestini sperano di poter
annunciare al proprio popolo l’Evangelo. Leaders cristiani cinesi già lavorano ad abbozzare una nuova struttura di esistenza cristiana nella Repubblica popolare. Naturalmente i vecchi
edifici ecclesiastici in Cina non saranno mai più utilizzati come locali di
culto. Ma questo è un fatto da valutarsi positivamente, perché in tal modo la fede cristiana perde la macchia
’straniera’. Gli osservatori ritengono
unanimi che l’iniziativa per una ripresa di contatti con i cristiani cinesi,
prima o poi, sotto questa o quella forma, deve venire da loro. La chiave per
l’avvenire del cristianesimo in Cina
non sta nell’aiuto esterno, ma nella
stessa Chiesa cinese. Fra i primi compiti di questa Chiesa che va risvegliandosi: il confronto con il maoismo quale interrogativo posto alle chiese. Difficoltà particolari incontra la Chiesa
romana, dovendosi chiarire la posizione da prendersi nei confronti dei vescovi consacrati senza l’autorizzazione
pontificia.
Vietata
la missione nel Nepal
Dal 1962 vige nel Nepal una legge
che permette a chiunque di esercitare
liberamente la religione d’origine, ma
vieta di lavorare in vista di conversioni. Un codice penale del 1963 precisa
che « a nessuno è lecito propagare il
cristianesimo, l’islam o qualsiasi altra
religione e turbare così la religione
tradizionale della comunità indù del
Nepal ». Per coloro che compiano attività missionaria o che si convertano
dall’induismo, che è religione dello
Stato, sono previste pene che vanno
da una multa di 100 rupie a 6 anni di
carcere.
Siccome negli ultimi mesi questa
legge di rado osservata è stata applicata qua o là, si è parlato di « persecuzioni contro i cristiani ». Bisogna però considerare che le chiese cristiane
nepalesi tengono regolarmente i loro
culti aperti a tutti. Negli ultimi venti
anni circa 400 Nepalesi sono diventati
cristiani, senza che siano state prese
nei loro confronti sanzioni giuridiche.
Secondo dichiarazioni del procuratore
generale del Nepal, lo Stato interviene soltanto quando persone private
abbiano sporto denuncia contro cristiani « incriminabili ». Il divieto della
attività missionaria è una restrizione
dei diritti dell’uomo, ma è una conseguenza delle dure lotte ingaggiate per
secoli da indù e musulmani. Un dibat
tito al parlamento di Katmandu ha rivelato che oggi vari Nepalesi auspicano una revisione della legge.
L’ATTIVITA’ DELLA MISSIONE
NEPALESE UNITA
Malgrado le restrizioni di cui sopra,
essa è considerevole. Ai suoi inizi sta
l’apertura di un ospedale, nella capitale Katmandu, per opera della dott.
Fleming. Il governo nepalese l’aveva
pregata di aprire l’ospedale, ed essa
aveva accettato a condizione di poter
portare con sé nel Nepal un altro medico e varie diaconesse infermiere, e
di poter istituire ambulatori in vari
villaggi. Sorsero così i primi progetti
della Missione nepalese unita; oggi vi
sono all’opera circa. 180 collaboratori
provenienti da 28 società missionarie
di 12 nazioni. Essi lavorano in ospedali, piccoli ambulatici, scuole, e in un
centro di formazione professionale. In
tal modo danno il loro apporto attivo
allo sviluppo di uno dei venticinque
paesi più poveri dei mondo. Il divieto
di attività missionaria determina
spesso in loro confiitti interiori, ma
essi sperano di dai c con il loro lavoro
e con la loro vita una testimonianza
che porti frutto.
In India, celebrazioni
deH’apostolo Toma
Secondo la leggenda, l’apostolo Toma è stato il primo missionario dell’India. Egli avrebbe subito il martirio a Mylapore, presso Madras, nell’anno 72 d. C. I cristiani indiani vogliono ricordarlo degnamente. A causa del conflitto del Bangla Desh le celebrazioni sono state ritardate di un
anno. Gra le poste indiane distribuiscono un francobollo commemorativo.
Quest’anno celebrativo è iniziato
con un convegno di tutte le Chiese cristiane, a Nuova Delhi, al quale ha partecipato anche il primo ministro Indirà Gandhi. Le celebrazioni si concluderanno nel dicembre prossimo con
una serie di manifestazioni nel Kerala, che costituisce il centro dei cosidetti ’cristiani di Toma’.
Pressioni crescenti
sui cristiani nei Pakistan
Sui 60 milioni di abitanti del Pakistan, il 97,2% si dichiarano musulmani, Tl,5% induisti; i cristiani sono meno deH’1%. Durante lo scorso anno
tutte le scuole sono state nazionalizzate, e i cristiani hanno protestato contro questa misura, tanto più che le
scuole delle missioni cristiane sono
considerate le migliori del Pakistan e
sono frequentate pure da molti musulmani. Nella nazionalizzazione di
tutti gli istituti scolastici i cristiani
vedono una minaccia per la loro religione e il loro stile di vita. Il ministro Pirzada ha invece espresso il proprio rincrescimento perché alcuni ambienti cristiani hanno opposto resistenza a questa decisione del governo: essi dovrebbero riconoscere che le condizioni in atto sin qui riflettevano la
eredità dell’epoca coloniale.
Negli ultimi tempi il governo ha ripetutamente dichiarato pubblicamente dì essere in grado di spegnere nel
giro di pochi anni il cristianesimo nella « santa terra del Pakistan ». Missionari occidentali sono stati ripetutamente insultati come « spie » ed è stato spesso espresso pubblicamente l’auspicio che essi siano espulsi.
Distrutta
l’unica chiesa evangelica
nell’Afghanistan
L’unica chiesa evangelica nell’Afghanistan, la chiesa protestante di stranieri a Kabul, è stata espropriata e due
giorni dopo rasa al suolo. La misura
è stata motivata dalle autorità afghane adducendo che la costruzione non
era stata autorizzata e che il contratto per l’acquisto del terreno non era
legale. L’esproprio della chiesa era
stato preceduto da discussioni durante mesi, in seguito alle quali il pastore presbiteriano americano J. Christie
Wilson e nove altri stranieri, fra i quali tre istruttori di ciechi, erano stati
Nairobi (soepi) — «È totalmente
giusto che il movimento ecumenico si
impegni a lottare contro il sottosviluppo, il razzismo, il colonialismo e tutti
quei mali che mettono di fronte uomini contro uomini » ha dichiarato il canonico Burgess Carr, durante la sessione — recentemente conclusasi —
del comitato esecutivo della Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa (CCTA).
Per Carr, che è il segretario generale
della CCTA, un simile impegno fa parte della ricerca più significativa della
unità dei cristiani che il movimento
ecumenico abbia intrapreso.
Nel sottolineare lo sforzo di riavvicinamento delle chiese africane, il canonico Carr ha fatto in modo particolare il punto suH’intensificazione
della collaborazione fra la Chiesa cattolica e le Chiese-membro della CCTA.
Nel rapporto presentato al comitato
esecutivo, Carr ha accennato alla sua
visita al pontefice romano e a diversi
dicasteri vaticani ed ha lasciato intendere « che non vi è alcun dubbio che
la Chiesa cattolica sia notevolmente
imbarazzata dal Concordato e dall’accordo missionario concluso col Portogallo ». Ma, ha soggiunto, « è chiaro
che vi è una mancanza di volontà morale per chiedere al Portogallo anche
solo una revisione di detto Corcordato ». Gli argomenti invocati contro
la sua abolizione si baserebbero sulla
apprensione che « la Chiesa cattolica
verrebbe in tal modo ad essere posta
in pericolo a motivo della penuria di
dirigenti africani nelle colonie portoghesi ».
Poco prima della riunione del comitato esecutivo, il segretario generale
della CCTA aveva lanciato, durante
una conferenza stampa, un appello all’QUA (TQrganizzazione dell’Unità Africana) affinché essa inviti gli Statimembro a riconsiderare le loro relazioni diplomatiche col Vaticano nel
caso in cui il pontefice non prenda
chiara posizione contro l’oppressione
portoghese in Africa.
E stato pure annunciato che la terza assemblea della CCTA si terrà a Lusaka, in Zambia, nel maggio del 1974.
Le Chiese britanniche
e i diritti dei dissidenti
Londra (soepi) - « I cristiani sono convinti
che non può esservi pace reale se non vengono rispettati i diritti dell’uomo », ha dichiarato il past. Harry O. Morton, segretario generale dell Consiglio delle Chiese della Gran
Bretagna, in una lettera inviata al ministro
degli affari esteri, nel momento in cui la Conferenza sulla sicurezza europea riprendeva le
sue riunioni a Ginevra. Esprimendo la propria
inquietudine circa la sorte delle minoranze e
dei dissidenti nell’Unione Sovietica, il Consiglio delle Chiese si è impegnato a sostenere
ogni iniziativa della Conferenza tendente a garantire la libertà di movimento, lo scambio
delle idee e l’esercizio dei diritti dell’uomo.
Nella risposta data a nome del ministro degli affari esteri, lord Balniel scriveva : « La vostra convinzione che una effettiva distensione
in Europa non può verificarsi senza il rispetto dei diritti dell’uomo, e condivisa dal governo di Sua Maestà ». Ha assicurato al Consiglio
delle Chiese che il governo britannico coglierebbe ogni occasione per sottolineare l’importanza di questi problemi.
Un “simposio” suH’evangelizzazione,
uno scambio di esperienze
Ginevra (soepi) — Nel gennaio 1974
sarà pubblicato un numero speciale
dell’« International Review of Mission » consacrato aH’evangelizzazione:
sarà il contributo del CEC (la rivista
è l’organo della sua Divisione per la
Missione e l’Evangelizzazione) al Congresso internazionale per l’evangelizzazione mondiale, che si terrà nel luglio 1974 a Losanna.
Il contenuto di questo numero è stato elaborato nel corso di un simposio
tenutosi al principio di ottobre a Ginevra. Gli autori hanno presentato
bozze di articoli perché fossero discusse e commentate. Fra i partecipanti, si notava Halina Borowska, giornalista cattolico-romana polacca, Michael Cassidy, anglicano sudafricano.
Urlando Costas, battista portoricano,
M. V. George, siro-ortodosso indiano,
Ezekiel Makunike, direttore del Centro di letteratura africana di Kitwe
(Zambia), Yan Kim Hao, vescovo metodista di Singapore e l’Oberkirchenrat Walter Arnold, luterano tedesco,
che presiedeva.
« Questo simposio ha mostrato che è
possibile superare le immagini stereotipe che dividono i cristiani », ha dichiarato Gerhard Hoffman, segretario
per l’evangelizzazione (CEC). Non è
stata presa alcuna decisione, del resto
non era questo lo scopo; ma i partecipanti hanno insistito sul fatto che
l’evangelizzazione contribuisce a una
maggiore unità. « La varietà degli approcci e delle convinzioni teologiche
non ci divide — ha detto G. Hoffman
— ma anzi ci arricchisce e ci aiuta a
presentare la salvezza nella sua pienezza ».
Il numero di gennaio dell’« International Review of Mission » tratterà
questi temi: la polarità ecumenicoevangelica, l’evangelizzazione nel contesto culturale africano, la proclamazione nel contesto liturgico, la conversione come nuovo elemento d’esperienza.
# Occasione missionaria per la Chiesa unita del Canada. Su 3 milioni
e 800.000 membri della Chiesa imita del
Canada, soltanto poco più di 2 milioni
risultano appartenenti effettivamente.
Questo fatto rappresenta « un’occasione straordinaria » — dichiara un giornale della Chiesa unita — « per recare
una valida testimonianza evangelica a
1 milione e 600.000 membri nominali
della chiesa e a oltre 1 milione di persone senza religione alcuna ».
# Il Consiglio congregazionalista della Missione mondiale riferisce che
sono aumentati notevolmente i collaboratori nell’anno 1972 per il servizio
missionario: dopo 5 anni « magri », ora
la Missione conta 126 missionari a 50
associati all’opera.
# Il Gruppo di lavoro ecumenico per
l’informazione in Europa si è riunito ai primi di ottobre a Varsavia, con
il tema: « Artefici della pace » e con la
partecipazione di varie personalità polacche e tedesche, e di oltre 100 giornalisti per l’Europa occidentale e orientale. ( spr)
Attacchi cecoslovacchi alla religione
ma religione e fede non si identificano
PRAGA — « Lo stato socialista —
scriveva il 12 settembre la « Tribuna »,
portavoce del comitato centrale comunista cecoslovacco per i problemi dieologigi e politici — non può rimanere
indifferente quando i cittadini sono
succubi dei pregiudizi religiosi ». « Anche se lo stato socialista — aggiunge
la rivista — permette ai fedeli di professare le loro religioni, è però suo dovere primario di creare condizioni tali
per cui il cittadino sia felice già su
questa terra e non senta il bisogno di
una consolazione fantasiosa, di una felicità ultraterrena, dopo la morte ». La
rassegna continua sostenendo che « la
religione non è cosa divina ma umana.
Perciò non è eterna ed è destinata ad
estinguersi ad un certo momento dello
sviluppo della società; lo scopo del socialismo è di liberare gradualmente
gli uomini dai pregiudizi religiosi permettendo loro di trovare il senso della
espulsi dal paese. Vari americani, fra
i quali Billy Graham, avevano scritto
al governo afghano codannando tale
misura e chiedendo il ristabilimento
dei diritti.
Nell’Afghanistan vivono circa 500
ebrei, che sono stati lasciati abbastanza indisturbati e che possono tenere
i culti nelle loro quattro sinagoghe.
vita su questa terra, nella vita stessa ».
Mentre l’associazione dei sacerdoti
cattolici « Pacem in terris » prepara il
congresso mondiale delle « forze della
pace » esaltando « l’evoluzione positiva
mondiale attuale in relazione specialmente ai successi dell’iniziativa pacifica dell’Unione Sovietica e degli altri
paesi socialisti », la stampa del regime
continua i suoi attacchi a fondo contro la religione.
Di recente la « Pravda », organo del
partito comunista slovacco, attaccava
la Chiesa Cattolica perché ha sempre
sostenuto la proprietà privata e l’esistenza delle classi sociali; per sostenere la tesi che la Chiesa è capitalista il
eiornale cita il caso della fabbrica
francese « LIP » di Besançon i cui
pronrietari sono dei « cristiani ». Inoltr il settimanale del ministero della
difesa « Qbrana Lidu » riafferma questa settimana « la necessità di continuare una lotta senza tregua contro la
ideologia clericale, che non ha abbandonato il suo scopo finale, l’anticomunismo, e ha soltanto mutato il modo ».
Il giornale afferma che la costituzione
cecoslovacca « garantisce non solo la
libertà di confessione religiosa, ma anche la piena libertà di aiutare i credenti a "liberarsi” dell’influenza del
clero e a "emanciparsi” dalla fede e
dai valori inventati e falsi ». (ANSA)
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CRONACA DELLE VALLI
N. 42 — 26 ottobre 1973
Alle Valli oggi
Le 26 testate dei giornali
Medicina scoiastica diocesani in Piemonte
CILE
Avevamo pubblicato in marzo, su queste colonne, due articoletti
sul Servizio di Medicina Scolastica; l'uno di protesta per l’improwisa
soppressione del servizio da parte della Provincia, l’altro di parziale
sollievo dopo aver appreso che il servizio sarebbe ripreso.
I Presidi e gli Insegnanti potrebbero
dire molto meglio di me quali siano
state le conseguenze causate dalla brusca quanto inattesa interruzione; come
potrebbero ricordare le disavventure
degli anni passati.
Nel secondo articolo ricordato sopra, il Sindaco di Ferrerò concludeva
dicendo: « C'è solo da augurarsi che
questo faccia si che le Comunità Montane prendano seriamente in considerazione la possibilità di gestire in pronrio questo importante servizio sociale ». Il discorso cade a proposito visto
che le Comunità Montane stanno per
costituirsi e prendere in mano il lavoro sin qui svolto dai Consigli di Valle.
Giovedì 18 ottobre si è riunito per
l’ultima volta il Consiglio della Val
Felice; fra gli altri problemi all’o.d.g.
quello del Servizio di Medicina Scolastica. Il servizio sociale aveva fornito
una precisa documentazione statistica
aggiornata, sulla situazione scolastica
di ogni Comune con i relativi preventivi di spesa per l'anno 1973-74: « per
dare la possibilità ai Comuni di optare fin da quest’anno per un servizio
più approfondito che miri a prevenire
nella massima misura possibile gli
handicaps fisio-psichici e data appunto
la precisa richiesta pervenuta in tal
senso da alcuni Comuni, si presentano
due ipotesi di servizio, entrambe attuabili ma comportanti una diversa incidenza finanziaria ».
Le due possibilità sono: 1) visita pediatrica ai bimbi dell’ultimo anno della scuola materna (nati nel 1968), agli
alunni della prima elementare e della
prima media; visita ortopedica agli
alunni della terza elementare. 2) Visita
pediatrica a tutti i bimbi della scuola
materna, a tutti gli alunni della scuola
elementare e agli alunni di prima media; visita ortopedica agli alunni della
terza elementare.
Come si può notare, accanto alla diversa spesa di cui diremo tra poco, le
due ipotesi di servizio sono sostanzialmente diverse; la prima si ridurrebbe
in pratica ad un controllo a grandi intervalli di tempo, nel pieno dello sviluppo del bambino, senza offrire quel
minimo di continuità necessaria in
questa importantissima fase evolutiva.
Dalla prima elementare alla prima
media non vi sarebbe alcun controllo.
La seconda ipotesi invece, pur non assicurando l’assistenza medica per tutto l’arco della scuola dell’obbligo, assicurerebbe però una continuità di
controllo dalla scuola materna alla
prima media.
Tutti quanti gli interventi dei Consiglieri si sono espressi per la seconda
alternativa con particolare insistenza
per il servizio nella scuola materna.
Tenendo poi conto della diversità delle
situazioni (es.: Rorà e Luserna S. Giovanni) ciascun Comune è lasciato libero di decidere per eventuali altre
possibilità. Come dice la stessa documentazione del servizio sociale « si
tratta di programmi che potrebbero
essere ampliati, ad esempio: con inter
venti medici specialistici, con interventi di prevenzione della tanto diffusa
carie dentaria, con interventi per prevenire e curare i disturbi della parola,
con programmi di educazione sanitaria, ecc. ».
Alcuni Consiglieri hanno sottolineato anche la necessità di gestire in loco
il Servizio di Medicina Scolastica per
evitare dei contrattempi e delle complicazioni improvvise come nel passato: questo compito spetterà appunto
alla Comunità Montana che eleggerà il
suo Fresidente e gli altri rappresentanti sabato 27 ottobre. E sarà questo uno
dei problemi che andranno affrontati
tempestivamente.
Le spese totali dei Comuni che formano la Comunità Montana Val Fellice in riferimento a questo servizio
sono di 1.830.000 se si accettasse la prima ipotesi sopra descritta e di 3.920.000
per la seconda. Nel primo caso si visiterebbero 947 bambini mentre nel secondo caso 2.004, con una spesa pro
capite di L. 1.446 nel primo caso e di
L. 1.726 nel secondo.
Vale la pena di conoscere le statistiche dei Comuni che più interessano
le nostre comunità in rapporto alla
spesa che si dovrà affrontare.
A Bobbio Pellice c’è un totale (da tener presente che il totale è riferito
nell’arco che va dalla scuola materna
alla prima media) di 59 alunni così
suddivisi: 48 nelle elementari, 11 in
prima media. Secondo la prima ipotesi
il Comune dovrebbe spendere 45.000,
mentre per la seconda 105.00. Nel primo caso sarebbero visitati i 10 alunni
della prima elementare e gli 11 della
prima media. Nel secondo il totale di
59 indicato prima.
A Villar Pellice il totale è di 119 alunni: 20 della scuola materna, 79 delle
elementari, 20 di prima media. Nella
prima ipotesi si spenderebbe 90.000 visitando 11 alunni della scuola materna,
16 della prima elementare e 20 della
prima media. Nella seconda ipotesi la
spesa ammonterebbe a 195.000 con la
visita dei 119.
Torre Pellice: totale = 573; 161 scuola
materna, 351 elementari, 61 prima media. Spesa: 635.000 secondo la prima
ipotesi, e sarebbero visitati: 71 della
scuola materna, 65 della prima elementare, 64 di prima media. Seconda ipotesi: visita totale con la spesa di
1.235.000.
Luserna S. Giovanni: totale = 598;
123 scuola materna, 396 elementari, 79
prima media. Spesa: 635.000 secondo
la prima ipotesi e sarebbero visitati:
46 della scuola materna, 74 della prima
elementare, 79 di prima media. Seconda ipotesi: visita totale con la spesa di
1.265.000.
Rorà: è prevista soltanto la seconda
ipotesi a causa dello scarso numero di
alunni. Il totale è di 17: 14 delle elementari e 3 della prima media. La spesa di L. 40.000.
Ermanno Genre
Libri di testo gratuiti?
Sabato 20 ottobre si è tenuta nella
Scuola Media Statale di Torre Fellice,
nel quadro della giornata di lotta sulla gratuità della scuola delTobbligo,
indetta dai sindacati confederali, una
assemblea di insegnanti e personale
non insegnante alla quale erano stati
invitati anche allievi e genitori.
La Regione Fiemonte ha votato alla
fine del mese scorso una proposta di
legge per la Scuola Media che assegna
L. 30.000 agli alunni del primo anno e
L. 20.000 a quelli del secondo e terzo
anno. La legge, però, deve essere sottoposta all’approvazione del commissario governativo e non mancano manovre che tendono a ritardarne Tapprovazione o addirittura a bocciarla.
Radar antigrandine
Dopo aver aperimenlalo il pastimo servizio
della società ita Io-americana Winchester che, per
incarico della Regione e delle Provincie piemontesi gestisce « l'ombrello antigrandine »,
l'Amministrazione provinciale di Asti ha sollecitato i finanziamenti per l'installazione di un
radar meteorologico. Il preventivo è di circa
300 milioni che verrebbero coperti per il 75%
dal Fondo Comunitario e per il 25% dal ministero. Molte sono le speranze dei contadini su
questo nuovo impianto, soprattutto dopo gli
scandali scoppiati ultimamente; quello del 7
giugno in cui gli aerei non ti sono neppure
levati in volo pur manifestandosi un temporale
di eccezionale potenza ; la grandinata del 23
settembre che ha distrutto nel vercellese culture per un miliardo di lire senza che la Winchester sia intervenuta. La commistione d'inchiesta non ha finora chiarito questo « mancato
servizio », Se da una parte i coltivatori nutrono
speranze per questo nuovo tipo di difesa antigrandine, dall'altra, dopo i danni subiti si fa
strada anche una profonda sfiducia in questi sistemi mentre cresce la tesi patrocinata dalla Coldiretti e dalla DC, cioè dell'atsicurazione passiva presso società private.
A cura di Elio Archimede è apparso sull’ultimo numero di Nuova Società, quindicinale regionale di politica, cultura e attualità una prima
interessante inchiesta sulla geografia politica dei giornali provinciali.
Il 21 settembre c’è stato un incontro
promosso dalla Regione e che ha visto
riuniti per la prima volta tutti i direttori dei giornali della provincia per
una discussione aperta dei problemi
che si pongono oggi circa 1’esistenza e
la sopravvivenza di diverse « testate »
minori. Quotidiani, bisettimanali, settimanali, quindicinali, una larga rete
di testate che propongono l’informazione ai cittadini. Lotte aperte, concorrenza spietata per la « penetrazione »
in alcune zone della Frovincia: è il caso de « La Stampa » e della « Gazzetta
del Fopolo » che, accanto ai tre settimanali di Novara, cercano di « sfondare » con ben due pagine di cronaca
locale giornaliera.
I problemi di « sopravvivenza » non
sono evidentemente a livello di questi
« colossi » (in quanto a diffusione) ma
ad altre testate che hanno una diffusione minima che mette continuamente in pericolo la loro esistenza. È il caso, per esempio de « Il Giornale di Finerolo e Valli » che va avanti unicamente sugli abbonamenti e sulle sottoscrizioni singole. È questa rete di « piccola stampa » che pare la Regione voglia tutelare « andando incontro ad
una duplice esigenza, quella informativa e quella della tutela della libertà di
stampa regionale ». Strano a dirsi
« Tunica forza che può disporre di una
capillare rete di giornali è la chiesa
cattolica, con le sue 26 testate... dalla
conservatrice GAZZETTA D’ASTI ai
più avanzati RISVEGLIO FOFOLARE
di Ivrea e L’ECO DEL CHISONE di
Finerolo. Neppure l’organizzazione periferica della Confindustria può vantare una tale presenza ».
I Cattolici sono anche quelli meglio
organizzati: hanno una Federazione
italiana settimanali cattolici (FISC) attraverso la quale hanno già fatto pervenire delle proposte concrete a livello governativo. Una possibilità di intervento della Regione Fiemonte potrebbe essere, oltre che a facilitazioni
postali, contingenti di carta gratuita,
esenzioni fiscali, ecc., quella messa in
atto dalla Regione Valle d’Aosta che
dà a tutte le testate esistenti un contributo fisso per la pubblicazione di un
notiriario sulla propria attività. Le
possibilità non mancano: purché non
succeda anche in questo settore ciò
che è ormai prassi normale, cioè che
chi più ha più riceve e chi stenta chiude baracca.
Ritornando ancora un istante alle 26
testate diocesane apprendiamo che la
tiratura totale è di circa 160.000 copie
settimanali mentre si calcola che i lettori siano circa mezzo milione. « Fraticamente ogni diocesi ha il suo giornale. Dalle insulse pagine dei tradizionali bollettini diocesani (ricorrenze liturgiche, ammonimenti ai giovani e
ai fidanzati ecc.) la maggior parte di
questi giornali si sta avviando su un
terreno più propriamente giornalistico, sia pure a livello locale. Non è raro il caso (Ivrea, Novara, Vercelli,
Biella) dove il giornale cattolico si colloca come il più avanzato e aperto dei
periodici locali, anche soltanto al livello dell’informazione. Si arriva poi
al caso di Finerolo, dove il settimanale diocesano conduce energiche battaglie a carattere sociale, chiamando
speculatore chi specula, responsabile
chi ha responsabilità ecc. A « sinistra »
di questo giornale ne è nato un altro,
« II Giornale di Finerolo e Valli », fatto anch’esso da un collettivo di cattolici, sia pure al di fuori di etichette e
schematismi, e si colloca sulla linea di
una aperta adesione alla lotta di
classe ».
Vale la pena di riportare ancora
queste parole dell’Articolista: « Fuò
apparire in contraddizione con la caratteristica locale di questi giornali,
ma apnare molto significativo, e non
privo di un suo valore educativo ed informativo, il fatto che gli eccidi portoghesi in Mozambico siano stati denunciati con grande vigore da tutti i
periodici piemontesi, prima che se ne
occupasse la televisione, ad esempio...
In sintesi, si potrebbe affermare che i
pubblicisti in clergimen hanno scelto
in Fiemonte la via della maturazione
non soltanto religiosa, ma anche politica e sociale dei lettori, in gran parte di condizione contadina. In questo
senso si intende anche la nuova apertura che essi dimostrano verso temi e
persone al di fuori della comunità ecclesiale: ad essi si rivolgono ed offrono ospitalità ».
ge
Nell’assemblea si è sottolineato che
la decisione della Regione non è certo
da considerarsi un regalo, ma il risultato delle lotte che ci sono state in
varie zone di Torino e della provincia
e soprattutto che il denaro sarà sottratto agli stanziamenti per l’edilizia
scolastica, rallentando non solo la costruzione di scuole, asili nido e scuole materne, ma anche l’espansione
delle attività integrative, quali doposcuola, tempo pieno ecc.
Ci si è trovati d’accordo sul fatto
che il denaro non dovrebbe essere dato alle singole famiglie come rimborso spese dopo l’acquisto dei libri (perché in questo modo si favoriscono soltanto gli interessi delle Case Editrici),
ma assegnati alle singole classi per
essere gestiti da insegnanti, allievi e
genitori. Questo per permettere non
solo l’utilizzazione collettiva dei libri
e la formazione di biblioteche di classe, ma una discussione allargata a tutte le componenti della scuola, e non
solo agli insegnanti, sui contenuti dei
libri e sui metodi di lavoro.
Infine è stata discussa la proposta
dei sindacati di chiedere ai Comuni
l’anticipo immediato delle somme per
coinvolgerli nella pressione che si intende continuare ad esercitare per
realizzare una reale ed effettiva gratuità nella scuola delTobbligo.
Con questo articolo vorremmo iniziare una rassegna di quella che, un
po’ pomposamente, si potrebbe chiamare « la vita culturale » nella Val
Fellice. Musica, teatro, biblioteche e
pittura sono sempre stati offerti in
gran quantità ai concittadini, ma forse non sempre si è provveduto a propagandarne sufficientemente la qualità
né a prospettarne la fruizione ad un
pubblico che non fosse, come al solito,
una « élite ».
Se ne avremo l’occasione prenderemo in esame ognuno dei campi nei
quali operano con efficacia enti come
le pro-loco, gli assessorati competenti
dei comuni e della Frovincia, circoli
culturali, gruppi vari (filodrammatiche, corali, cori ecc.); in questo articolo ci pare opportuno parlare più diffusamente del « Cinefórum » perché
la sua attività, per la stagione ’73-74,
sta per iniziare e ne abbiamo già sottomano il programma.
I soci dunque del prossimo anno,
dietro pagamento della solita tessera
di 3.000 lire, avranno diritto ad assistere ad una ventina (minimo) di
proiezioni e riceveranno, per ogni pellicola, una « scheda » che permetterà
loro di conoscere dati e giudizi riguardanti il regista ed il contenuto dei
film, notizie che dovrebbero portare
ad una migliore comprensione e « interpretazione » dei film stessi.
Le proiezioni saranno introdotte bre
R. Gay
Programma stagione 1973-74
Visita nella Valli del Commissario
dell'Esercito della Salvezza
STURE LARSSON
Segretario Internazionale per l'Europa
Venerdì 26 ottobre alle ore 21, nel
salone della Foresteria Valdese gentilmente messo a nostra disposizione, il
nostro visitatore e la Signora terranno una riunione pubblica.
Un cordiale invito è rivolto a tutti!
6 nov. BRONTE del regista F. Vancini
13 nov. GIROLIMONI del reg. D. Damiani
20 nov. LA VILLEGGIATURA, M. Leto
27 nov. I FRATELLI KELLY, Richardson
4 die.
11 die.
Febbr.
Marzo
Aprile
R. F. M., Kramer
IL FOTERE, Fretti
MESSAGGERO D’AMORE, Losey
DIARIO DI UN CURATO, Bresson
10 FICCOLI INDIANI, Follock
LA GRANDE GUERRA, Monicelli
IL FEDERALE, Salce
HARRY COLLINGS, F. Fonda
TREVICO-TORINO, E. Scola
L’AMERIKANO, C. Gavras
IN NOME DEL FADRE, Bellocchio
TUTTI A CASA, Comencini
ALL’ARMI SIAM FASCISTI
HANOI MARTEDÌ’ 13
GRECIA CHIAMA
BOLIVIA ’70
Episodio della spedizione dei 1000
Una vittima del regime fascista
Antifascisti al confino
Fionieri inglesi in Australia
L’America dei « campus » universitari
Storia del « potere » in varie epoche
Contrasti amorosi e sociali nell’800
Un sacerdote coinvolto in un delitto
Un « giallo » psicologico
Blanda critica della guerra 1915-1918
Feroce satira del fascismo
Una società violenta : gli U. S. A.
Il dramma dell’immigrazione
I « tupamaros » all’opera
Un « collegio » specchio della società
Gli sbandamenti dell’8 settembre 1943
La resistenza nel mondo
I film dei mesi di novembre-dicembre-marzo saranno proiettati al Cinema Santa Croce
di Luserna San Giovanni.
1 film del mese di febbraio nel Cinema Farrocchiale di Bricherasio.
I film del ciclo sulla resistenza e di altri cicli (in preparazione) nella sala del CINEFORUM a Torre Fellice.
Abbiamo ricevuto sin qui poche
adesioni all'appello Bobbio-Antonicelli pubblicato la sborsa settimana. Fra
le adesioni per il non riconoscimento
della giunta militare cilena abbiamo
ricevuto anche alcune offerte di solidarietà con il popolo del Cile « nella
speranza che sul giornale si apra una
sottoscrizione in questo senso ».
Aderiamo volentieri a questa richiesta ed invitiamo i lettori che lo vogliono ad aumentare questo fondo.
Daremo notizie prossimamente delle adesioni pervenuteci.
Cinefórum V al Pellice
Si apre la nuova stagione del Cinefórum, diverse buone pellicole, alcune sono una novità nel pinerolese
veniente, sempre per rendere il più
chiaro possibile la lettura delle pellicole, e saranno seguite da un dibattito in cui ogni spettatore sarà invitato
a riflettere su ciò che avrà visto e a
dire il suo pensiero in merito.
Scorrendo i titoli ci pare di non trovare « film difficili », il cui contenuto
cioè abbia in sé principi filosofici o
teorie artistiche astrusi ed opinabili;
ci paiono per lo più film che affrontano con discreta serietà alcuni problemi della nostra storia italiana, più
recente e più lontana, e della storia
dell’uomo in generale; alcune pellicole saranno presentate praticamente in
«anteprima»: La Villeggiatura (antifascisti al confino), R.F.M. (la difficile
vita delle istituzioni universitarie americane), Il Fotere (la storia del « Potere » attraverso le epoche), Trevico Torino (la Torino degli immigrati).
Oltre alle undici pellicole presentate
nel cinema Santa Croce di Luserna (la
migliore sala in questo momento a disposizione), continuerà l’esperimento
di portare a Bricherasio una parte del
prograrnma, allo scopo di interessare
ad un cinema che non sia di cura evasione anche il pubblico di quel comune. In occasione della ricorrenza del
25 Aprile verrà proiettato un ciclo di
film sulla Resistenza in Italia e nel
Mondo.
Frali
Il Concistoro, preso atto della proclamazione della vacanza pastorale a
Frali, si è riunito per prendere in esame i problemi connessi con il cambio
del pastore nell’ottobre 1974. Ha fatto un esame preliminare della situazione ed invita i quartieri a dedicare
la prima riunione a questo problema.
Le riunioni quartierali inizieranno il
5 novembre.
Durante l’assenza del pastore i culti sono stati presieduti dal pastore
Bruno Rostagno di Agape. In occasione delle sedute della CEVAA a Torre
Pellice il pastore Elias Awumé, moderatore della chiesa metodista del Figo, ha predicato a Frali permettendoci
di stringere meglio i nostri contatti
con questa chiesa africana. Il culto del
4 novembre sarà presieduto da Eraldo Tron, anziano di Cugno.
In questo periodo abbiamo anche
avuto l’occasione di incontrare il Dr.
Pascal, un Pralino di Valdese (N. Carolina) che ha passato qualche tempo
fra di noi. L’incontro con i valdesi di
questo gruppo americano è sempre
una occasione per risciacquare il nostro « patois » perché da Valdese ci ritorna il vecchio dialetto pralino di fine
’800, conservatosi con grande purezza.
Per mezzo del Dr. Pascal è anche stato possibile stringere i contatti fra il
nostro Museo e quello in costituzione
a Valdese.
Un saluto ad una famiglia che ci ha
lasciati: Domenico e Chiarina Picchi,
con le figlie Piera e Maria Luisa sono
ritornati nella loro comunità originaria di Ferentino, dopo essere stati tre
anni ad Agape come membri della Comunità residente. Inviamo anche un
pensiero fraterno a Cristina e Claudio
Boer, ben conosciuti fra di noi e che
si sono recati in Canada per lavoro e
studio.
Ci rallegriamo con Silvio Rostan e
Wanda Peyrot (Orgiere) per la nascita
di Tullio, il loro quintogenito. Per alcune domeniche di seguito il nostro
culto è iniziato con un battesimo: Fiorenzo Rostan di Giovanni Luigi e di
Ida Grill (Pomieri); Nadia Peyrot di
Armando e Luciana Peyrot (Cugno);
Anna Grill di Bruno e di Claretta Barus (Ghigo). Rinnoviamo il nostro caro augurio per questi bimbi ed alle
loro famiglie, consapevoli della responsabilità che il Signore rivolge a tutta
la Comunità nei loro confronti.
Un’altra occasione di gioia: il matrimonio di Ugo Peyrot (Malzat) con
Rosanna Ferrerò (Ferrerò) ai quali rinnoviamo il nostro pensiero fraterno e
lieto.
F. Davite
Gli operai SAPAV in lotta
per il rinnovo del contratto di lavoro
Continuano gli scioperi regionali delle autolinee SAPAV. Dopo lo sciopero di 24 ore del
12 ottobre, un'altra giornata di astensione dal
lavoro giovedì 25 che paralizzerà tutti i servizi
SAPAV della zona. La richiesta dei dipendenti
SAPAV è quella di ottenere finalmente un trattamento normativo e salariale uguale a quello
degli autoferrotranvieri ; di qui lo scontro con i
padroni delle autolinee private che pur avendo
aumentato le tariffe (e quindi il loro guadagno)
non sembrano disposti a ritoccare il salario degli operai che sono spesso costretti a fare 13-14
ore lavorative con la paga mensile che si aggira
sulle 150.000.
Si costituiscono le Comunità Montane
Sabato 27 ottobre si costituiranno le Comunità Montane della Val Pellice e Val ChisoneGermanasca ; verranno eletti i Presidenti e Vicepresidenti con le rispettive giunte. Ne daremo
notizia al prossimo numero.
Incidente mortale a Salsa dì Finerolo
Sabato 20 ottobre, un contadino di Massello,
il Sig. Giosuè Pons, di 53 anni è precipitato in
un burrone mentre radunava le sue pecore
smarrite.Dopo lunghe ricerche è stato ritrovato
quando ormai non dava piCi segni di vita.
Difesa delle minoranze linguistiche
e culturali
Organizzata dali'A.I.D.L.C.M. (Associazione
Internazionaie per la Difesa delle Lingue e
Culture Minacciate ) in collaborazione con
(Unione Degli Autonomisti Valli Decitane) avrà
luogo a Bobbio Pellice in località « Ciastèl » il
2 e 3 novembre prossimi, la riunione del Comitato per la Repubblica Italiana delTA.I.D.L.C.M.
Riunione cui parteciperannno rappresentanti
delle minoranze italiane.
Ulteriori delucidazioni sui lavori verranno
date in un prossimo comunicato, le persona
interessate ad assistere ai lavori aperti al pubblico, possono rivolgersi per informazioni ad
Attilio Sibille Caffè Italia, 10066 Torre Pellice.
5
26 ottobre 1973 — N. 42
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
pag. 5
L’8° centenario valdese è alle porte:
ce ne rendiamo conto?
L’ottavo centenario della conversione di Valdo sta entrando a poco a poco nella riflessione dei valdesi, ma con
grande lentezza. Malgrado i discorsi
che si sono fatti in Sinodo, la pubblicazione di articoli sui giornaii, gli inviti ecc. la gran maggioranza dei vaidesi non si è ancora nemmeno accorta che la chiesa sta preparando questo centenario. Quelli che ne hanno
sentito parlare non hanno poi le idee
sempre chiare su cosa ricorda: Pietro
Valdo tutti dovrebbero sapere chi è
stato, in teoria, in pratica le idee sono
quanto mai vaghe e generiche.
Questo fatto dimostra una volta di
più quanto sia difficile introdurre nella vita delle nostre comunità qualcosa di nuovo che vada oltre il culto domenicale, il catechismo, gli atti liturgici che sono ormai le cose che tutti
conoscono e seguono. Non ci dobbiamo stupire che molti problemi che a
noi sembrano chiari, o per lo meno
che vediamo come reali, non lo siano
affatto per la gran maggioranza dei fedeli, i quali non si sono neppure accorti
che esistano.
NELLA NOSTRA SITUAZIONE
VALE LA PENA
DI CELEBRARE CENTENARI?
Quando si sia preso coscienza che
esiste questa occasione particolare,
l’anno prossimo, e che ricorda la conversione di Valdo non si è però ancora fatto molta strada perché la cosa
più importante sarebbe vedere insieme se questo centenario può avere un
significato spirituale per noi oggi, può
essere qualcosa che ci tocca. Molti sono perplessi, di quelli che ne hanno
già parlato e discusso e che ci hanno
liensato. Perplessi perché dicono che
il mondo di oggi ha ben altri problemi che quello delle celebrazioni del
passato e la Chiesa cristiana si trova
davanti a delle scelte molto più impoi tanti che fare o no dei centenari.
Si perderebbe insomma del tempo a
ricordare cose lontane mentre dobbia
llllllllilllllllllllllllllllllMillllllllllliiiliiiiiiiiiiiiiiiiiiKiMllMIII
Ricordo di suor Léonie
lo la voglio ricordare compera, nella sua
schietta semplicità d^animo e bontà; sopraU
tallo, possedeva una fede, di vera credente,
e nel pellegrinaggio della sua vita terrena ha
fallo di tutto per trasmettere agli altri il bene che aveva ricevuto dal Signore. Io conobbi
Suor Léonie Stalle nelVagosto 1948, al Padi.glione delVOspedale Valdese di Torre Pellice.
Lavorai per circa un anno con lei, e posso dire
che non vidi mai Suor Léonie arrabbiarsi con
qualcuno o qualcosa, anche nei momenti più
difficili, quali comporta un posto di responsabilità nel lavoro. Nei momenti più difficili,
più burrascosi, ricorreva alla Direttrice delI Ospedale, Vallora Suor Mélanie Cardon, che
anche da queste righe voglio ringraziare per
il bene che mi ha fatto personalmente (e credo che la ringraziamo in molti). Ritorno a
Suor Léonie, che ha sempre amato il suo Tagliaretto, credo che veniva subito dopo la sua
missione. Ma la ricordo nelle giornate belle
quando eravamo a tavola: c'era la finestra di
fronte alla sua borgata e guardava su e le
veniva la melanconia: allora capivo e le dicevo: (( Suora, vuole andare su! » I suoi occhi
brillavano di bontà e se ne partiva col sacco:
passava a trovare i vecchi di allora; e alVora
della cena puntualmente tornava per aiutarmi. ed era felice e contenta; e in quel momento eravamo felici pure noi, perché ci trasmetteva il suo buon umore e ci faceva del
bene. 1 malati Vamavano: erano malati difficili, era la malattia stessa che determinava
il loro comportamento; e delle volte noi ci
trovavamo in mezzo fra Vamministrazione e
i malati. E lei cercava il modo migliore per
non urtare né gli uni né gli altri; sempre, come ha detto in principio, con la sua bontà,
€ semplicità; e così disarmava tutte e
due le parti. E questo ci sia di monito a essere umili e modesti nella nostra vita quotidiana, sempre parlando da credenti.
La ricordo dopo ogni volta che la incontravo, anche di recente: mi parlava di allora,
si vede che Vaveva fatto volentieri, e si era
trovata bene; e anche qui mi parlava un po'
di tutto, e dopo il grave incidente che mi capitò mi incoraggiava e mi dava forza a guarire. Adesso ha lasciato un gran vuolo intorno a noi, non è più, non la vedremo più con
il suo turbante in testa, d'inverno, e il sorriso
sulle labbra; ma il suo ricordo rimarrà in
ognuno di noi che ha avuto il privilegio di
conoscerla. Ha terminato la corsa, ha serbata
la fede, benedetto sia il nome del Signore.
Silvio Martinat
iiiiiniiiiiiimiiimiiiinimiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiim
in memoriam
In memoria di Letizia e Federico Marauda
(Luserna San Giovanni):
Per Ospedale Evangelico di Torino:
Juliette Marauda ved. Balmas L. 100.000;
Liliana e Dario Varese 50.000.
Per Asilo dei Vecchi di Luserna S. Giovanni:
Juliette Marauda ved. Balmas L. 50.000;
Ida Gay ved. Ghigo, Aldo Gay, Melany Gay
in Ganière. Raymonde Gay in Zeppellini 40
mila; Famiglia Cambellotti e M. Bounous 10
Mila; Lilli. Ada e Ilario 50.000; Pino e Federico Comba 4.000; Liline Beux, Lus. S. G.
5.000: Maddalena e Yvonne Alilo. Lus. S. G.
20.000; Emilia Alilo. Roma 10.000.
Per Rifugio Re Carlo Alberto:
Juliette Marauda ved. Balmas L. 50.000.
Per Ospedale Valdese di Torre Pellice:
Liliana e Dario Varese L. 50.000.
mo prendere oggi le nostre responsabilità. Guardare indietro non serve
quando bisogna guardare avanti e faremmo meglio a pensare al nostro futuro.
Questa è opinione valida e degna di
rispetto ed è più che legittima, nelle
assemblee e negli incontri sarà bene
pensarci e valutarla, anzi sarà questo
il tema, la sostanza del dibattito di
quest’anno; vale la pena fare dei centenari nella nostra situazione? Guardare al passato è utile o non è solo
una perdita di tempo o peggio una
scusa per non fare niente oggi?
ANZITUTTO,
INFORMARE
Un fatto sembra comunque chiaro:
le comunità valdesi rifletteranno nella misura in cui saranno informate
dei problemi, si parla delle cose quando le si conosce. Il primo compito di
coloro che intendono proporre alla
Chiesa una occasione di meditazione è
perciò quello di dare le necessarie informazioni. Su questo la Tavola e la
Società di Studi Valdesi nella riunione congiunta tenutasi dopo il Sinodo
sono state d’accordo.
La prima decisione presa in quella
sede è molto semplice e modesta; fare
un piccolo servizio di informazione da
mandare a tutte le persone suscettibili di interessarsi a quando accade
fra noi. Un altro foglio in più, altri
ciclostilati, carta buttata al vento, dirà qualcuno; può darsi, ma rendiamoci conto che molti amici nostri all’estero sono interessati a seguire i nostri lavori, amici tra l’altro che non
si interessano solo a parole ma a cui
dobbiamo gran parte delle nostre opere. Il minimo che si possa fare è quello di mantenere contatti e rapporti
amichevoli, informare, documentare.
Il nostro piccolo Servizio di Informazione sarà curato a Torre Pellice, presso la Società di Studi Valdesi, dal pastore Ermanno Genre e dal sottoscritto. Il primo numero del Bollettino è
già ciclostilato ed in corso di spedizione a tutti i responsabili delle nostre comunità secondo l’indirizzario
della Tavola Valdese; l’edizione in lingua francese, inglese, tedesca sarà
pronta entro poco e spedita a tutti gli
amici all’estero.
UNA SERIE DI INSERTI
NEL NOSTRO SETTIMANALE
Mentre si stava predisponendo questo lavoro si è avuto il colloquio pastorale del I Distretto ed è stata fatta
qui una proposta: pubblicare una pagina mensile delTEco-Luce dedicata al
tema del Centenario, ed alla riflessione sul problema valdese, dei valdesi
ieri ed oggi, e mandare a tutte le famiglie del Distretto questo numero come propaganda del giornale e informazione a tutti. Discussa dal Comitato
del giornale questa idea è stata accolta ma modificata per rispondere a
tutte le esigenze e per economizzare
energie e spese.
Si avrà dal mese prossimo un inserto di una pagina nelTEco-Luce sul
problema valdese, inserto che si può
staccare e raccogliere a parte. Tutte
l”. famiglie delle Valli Valdesi riceveranno questo numero di novembre,
così pure quello di gennaio e marzo
mentre nei mesi di dicembre, febbraio,
aprile l’inserto sarà inserito nel Bollettino distrettuale che raccoglie i bollettini ecclesiastici. Questa proposta è
ora allo studio dei Concistori.
Sarebbe però auspicabile, ed importante per molti motivi, che anche le
comunità fuori delle Valli seguissero
questo esempio e pensassero alla utilizzazione di questo materiale informativo. I Consigli di Chiesa esaminino la proposta: avere il giornale recapitato a tutte le famiglie della comunità per 5 numeri, una volta al mese,
significherebbe aiutarne la diffusione,
allargare il numero dei lettori ed immetterebbe nella riflessione generale
una serie di pensieri e di informazioni utili a tutti.
I Consigli di Chiesa interessati prendano subito contatto con il Direttore
per mettere a punto i problemi di organizzazione e di costo; qualora questo progetto si dovesse realizzare, la
spedizione diventerebbe un grosso problema che va meditato.
Ci auguriamo che queste proposte e
questa fatica possa incontrare rispondenza in molte comunità in previsione
del 1974.
Giorgio Tourn
_______Chiesa nel mondo
Le Chiese cilene, il CEC
e la protezione dei diritti dell’uomo
Ginevra (soepi) — Due rappresentanti del CEC, attualmente in Cile, hanno fatto sapere che era stato concluso un accordo colle autorità cilene per
consentire agli stranieri che lo desiderano, di lasciare il paese.
Il pastore Tschuy, dei servizi di
aiuto della Federazione delle Chiese
protestanti svizzere e la signorina
Went, dell’analogo servizio dei Paesi
Bassi, si sono appunto recati in Cile
per coordinare, in accordo colle Chiese locali, gli sforzi miranti a proteggere, in questo periodo così drammatico, i diritti di un gran numero di
esiliati latino-americani e di cittadini
cileni.
In un telex inviato al CEC, i due delegati hanno precisato che erano stati
organizzati centri di censimento e di
raccolta per chiarire lo stato giuridico
delle persone aventi bisogno di assistenza.
Per il momento, non si sa ancora
quante fra loro vorranno lasciare il
naese. Un primo centro di raccolta per
250 persone è stato aperto presso il
monastero gesuita padre Hurtado, vicino a Santiago.
Il CEC lavora in stretta collaborazione con l’alto commissariato delle
Nazioni Unite per i profughi e con ¡1
comitato internazionale della Croce
Rossa.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiii
IN SUD AFRICA_______________________
Protesta a favore
dei pastori Naude e Brown
Pretoria, Sudafrica (.soepi) — L’arcivescovo anglicano del Capo, R. Selby
Taylor, ha elevato una vigorosa protèsta contro il ritiro dei passaporti a
due membri dell’Istituto cristiano, il
L’assemblea della chiesa di Torino
sul problema dei matrimoni misti
Il problema dei matrimoni misti continua a porsi, nelle nostre chiese:
a differenza di ciò che avviene in vari altri paesi (in genere, ma non
esclusivamente a maggioranza protestante), la gerarchia episcopale
italiana continua a sottoporre la parte cattolica, e quindi indirettamente anche quella protestante, di una futura coppia interconfessionale a pesanti vincoli, che sono di fatto una netta chiusura ecumenica.
Recentemente la chiesa valdese di Pinerolo ha preso posizione in proposito. Ora il problema è stato affrontato dall’assemblea della chiesa
valdese di Torino, che la sera del 22 ottobre, dopo avere ascoltato un
rapporto del pastore Paolo Ricca, ha votato all’unanimità un ordine
del giorno del quale riportiamo qui il testo, proponendolo alla
riflessione delle chiese.
Luserna S. Giovanni
Offerte per la costruzione
del nuovo Asilo dei Vecchi
Elenco (lei doni pervenuti durante il mese
di settembre per la nuov a costruzione :
Un amico dell’Asilo L. 3.500; Giacobino
Bruno 5.000; Gruppo Filodrammatico Valdese di Luserna S. Giovanni 70.000; Piston Pietro 3.000; Elvise e Paolo Gay in mem. di
Harold Clarke, Chiavai! 10.000; Serra Giuseppe 5.000; Famiglia liambellotti e M. Bounous in mem. di Letizia e Federico Marauda
10.000; Lilli, Alda e Ilario in mem. cugini Letizia e Federico Marauda 50.000; Ricca Elsa,
Torino 10.000; Agli Beniamino Enrico, Angrogna 5.000; Stalle Giovanni, Torre Pellice
10.000; In mem. di Luisa Long ved. Jourdan
la figlia e il genero 10.000; N. N., Luserna
S. Giovanni 10.000; N. ]\. (Signora sconosciuta) 40.000; Ilda e Elsa Comba in mem. dei
loro cari 20.000; Reymond Lea (rie. Asilo)
500; Lidia Delmonaco, in mem. di Pierre Regamey, Lutry-Svizzera 20.000; Eulalia, Eugenio ed Esmeralda Tron in mem. del cognato
Pierre Regamey, Torino 100.000.
Ringraziamo vivamente c ricordiamo che le
offerte per la nuova costruzione dell’Asilo possono essere versate sul c/c n. 2/16947 intestato a: Asilo per i Vecchi - Luserna San
Giovanni (To).
La Chiesa Evangelica Valdese di Torino, riunita in assemblea il 22 ottobre 1973,
dopo aver dibattuto la questione dei
matrimoni interconfessionali (comunemente detti « misti ») e della loro disciplina da parte della Chiesa Cattolica Romana;
constatato che il testo della dichiarazione che la Curia di Torino chiede
al coniuge cattolico di sottoscrivere
come cauzione per ottenere la dispensa « dall’impedimento della mista religione » è, di regola, il seguente:
« Il consenso libero ed irrevocabile che mi unirà in comunione di
vita e di amore con... per mezzo del
vincolo matrimoniale intendo che
sia in piena corrispondenza con la
professione della mia fede e che
mi accompagni nell’adempimento
generoso e costante dei miei doveri in ordine al coniuge, alla procreazione dei figli, al loro battesimo ed
alla educazione nella Chiesa Cattolica »;
constatato che questo testo riproduce la traccia consigliata a tutte le diocesi d’Italia dalla Conferenza Episcopale Italiana e che è stato elaborato
dopo la pubblicazione del « motu proprio » del pontefice romano « Matrimonia mixta » del 31 marzo 1970;
osserva che la cauzione citata non
tiene conto alcuno della coscienza e
della fede del coniuge evangelico e ne
ignora del tutto le esigenze; resta quindi al di qua di una impostazione ecumenica del problema e non offre a una
coppia interconfessionale un terreno
di initontro cristianamente accettabile;
invita il coniuge evangelico di una
coppia interconfessionale in cui la parte cattolica si accingesse a sottoscrivere tale cauzione, a dire apertamente
di non sentirsi da essa in alcun modo
vincolato, neppure indirettamente, dato che non ne può accettare né il contenuto né il principio, e a ricordare
che tale cauzione non è più richiesta
pastore C. F. Beyers Naude e il pastore B. Brown.
Egli ha accusato il governo sudafricano di « grave ingerenza nella vita e
nel lavoro normale e legittimo della
Chiesa ».
Il pastore Naude si è visto ritirare
il passaporto mentre stava per partire
per assistere a riunioni organizzate da
Chiese europee. Il pastore Brown, che
aveva accettato di sostituirlo è stato
a sua volta privato del passaporto.
«La maggioranza delle Chiese del
Sudafrica appartengono a denominazioni mondiali e di conseguenza sono
legate ai cristiani di numerosi paesi
di tutto il mondo » ha dichiarato l’arcivescovo. « Per esercitare normalmente le loro attività, è necessario per loro avere dei contatti con le Chiesesorelle degli altri paesi ».
iiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
% L’assemblea generale della Chiesa
presbiteriana bantìi del Sudafrica
ha deciso di partecipare alle discussioni per l’unione delle chiese presbiteriane e congregazionaliste. Analoga decisione è stata presa dalla Chiesa presbiteriana tsonga. Le chiese presbiteriane bantù e tsonga sono attualmente anche in contatto colle chiese metodiste e anglicane del Sudafrica per
una eventuale unione.
O L’Alleanza Riformata mondiale, la
Federazione Luterana e il Segretariato per l’Unità dei cristiani della chiesa cattolico-romana si raduneranno a
Basilea verso la fine di ottobre per una
serie di discussioni sull’indissolubilità
del matrimonio, la teologia del matrimonio, il problema dei matrimoni misti. Le chiese appartenenti al Consiglio
ecumenico saranno rappresentate da
osservatori.
dalla Chiesa cattolica in altri paesi;
riafferma che qualsiasi cauzione, in
quanto tale, svaluta la piena responsabilità dei credenti di fronte al loro
Signore, conferendo alla Chiesa che la
richiede una funzione di tutela nei loro confronti, che non ha alcun riscontro nell’Evangelo;
ritiene che il problema dei matrimoni interconfessionali possa trovare
la sua giusta impostazione soltanto su
un piano di libertà, di responsabilità e
di effettiva parità dei coniugi.
Rijl
Opera di assistenza
ai carcerati
Dalla relazione annua sull’opera di assistenza ai carcerati, stralciamo quanto segue :
« Quest’anno ho fatto alcune penose esperienze che mi hanno resa più prudente nella
distribuzione degli aiuti, specialmente ad excarcerati, con i quali non ho avuto contatti
in precedenza, per cui ho deciso di non aiutare che quelli che già conosco.
Ma insieme alle delusioni non mancano,
grazie a Dio, gli incoraggiamenti. Ecco alcune
lettere che dimostrano che il lavoro non è del
tutto inutile.
C. A., Bari - « Sono stato un peccatore incallito, vivendo per lunghi anni senza religione, finché in questi tristi luoghi di sofferenza
ho trovato Colui che mi ha lavato col suo prezioso sangue, che mi ha reso più bianco che
neve per condurmi al Padre Celeste. Egli mi
guida per il sentiero della giustizia e mi conduce alla fonte dell’acqua della vita ».
A. R., Porto Azzurro - cc L’unico conforto
lo trovo nel leggere la Bibbia e nella preghiera
e per grazia di Dio ho sperimentato che la
preghiera è l’aiuto potente per vincere tutte
le insidie del demonio ».
Da un ex-carcerato, solo e malato:
M. A., Iglesias - « Senza il vostro aiuto sarei in una strada sbagliata. Lei mi ha dato
vita, speranza e fede ».
Lo stesso, alcuni mesi dopo, dall’Ospedale
di Cagliari :
(c Io capisco che per me è la fine e già mi
sono rassegnato. A Lei, cara sorella, che mi
è stata sorella per oltre 30 anni, che mi ha
dato tutto quello che racchiudeva nel suo fraterno cuore, il mio pensiero sarà sempre rivolto, fino all’ultimo respiro ».
Da un altro ex-carcerato, pure malato da
lunghi anni:
M. B., Monreale - « Anche se i miei tormenti e le mie sofferenze sono molte, non mi
stanco di rendere sempre gloria a Dio. So bene di essere un peccatore, ma so pure che il
Signore mi ama tanto ».
Il mio ringraziamento va a tutti voi, cari
Amici, che cosi fedelmente avete continuato
ad aiutarmi, sia con i vostri doni, che con
le vostre parole di simpatia, permettendomi
così di proseguire in questo lavoro.
E in modo speciale desidero ringraziare da
queste colonne i donatori anonimi che non ho
potuto ringraziare personalmente : ALT 15
mila; E. G., Sanremo 5.000.
Ringrazio il « Messaggero Cristiano » che
ha continuato a farmi pervenire un buon numero di copie del Calendario Buon Seme, sempre tanto apprezzato; nonché gli altri Enti e
privati che mi hanno mandato opuscoli e buone letture, e la Società Biblica di Roma per
l’invio gratuito di Bibbie.
Con la fiducia di poter contare anche per
l’avvenire sul vostro aiuto materiale e morale,
e soprattutto fidando nell’aiuto del Signore,
andiamo avanti, sapendo che (c la nostra fatica
non è vana nel Signore ».
A tutti voi un fraterno saluto.
Selma Loìxco
10066 Torre Pellice (Torino)
itlessioni
Luca 9: 1-6: il racconto della Vocazione degli Apostoli. Nello stesso momento in cui il Cristo dà ai suoi discepoli un'autorità così grande, li ha ridotti all’estrema insicurezza e povertà.
« Non prendete nulla per il viaggio:
né bastone, né sacca, né pane, né danaro e non abbiate tunica di ricambio » (vers. 3).
Il bastone serve per difendersi, per
appoggiarsi, per compagnia. I discepoli sono ridotti a non avere più niente per difendersi; non possono appoggiarsi su niente e su nessuno; sono
mandati a due a due, ma non possono
più avere neppure la compagnia di un
bastone. Questa è l’estrema debolezza,
l’estrema mancanza di appoggi, l’estrema solitudine. La borsa, e tutto ciò
che può contenere, serve a dare sicurezza. almeno per l’immediato futuro.
Ma i discepoli sono ridotti dal Cristo
all’estrema insicurezza. Sembra che,
ormai, questi uomini debbano dipendere completamente dagli altri.
Eppure, ridotti all’estrema debolezza, all’estrema povertà, all’estrema insicurezza, dipendono solo dal Signore
che li ha mandati. Non sono nella città per fare i mendicanti o i buffoni.
Non sono obbligati a dire sempre di
sì a causa della loro debolezza, povertà, insicurezza. Armati della sóla potenza del Cristo possono dire anche
di no, non solo ad una sola famiglia,
ma ad una intera città.
Scuotere la polvere dai calzari contro una città è un atto di maledizione.
Proprio perché sono sprovvisti di
qualsiasi potenza e sicurezza e ricchezza umana, proprio perché non hanno
niente da perdere e da difendere, questi discepoli possono pronunziare non
solo il no degli uomini, ma possono
pronunziare il NO DI DIO contro una
intera città.
Ma la potenza del Cristo non ha solo
effetti negativi. Gli stessi Apostoli che
possono dire il No di Dio, possono anche annunziare l’Evangelo, portare la
pace in ogni casa, possono cacciare i
demoni, guarire gli infermi, risuscitare
i morti. Privati della potenza degli uomini, riempitisi della potenza di Cristo, questi poveri ex-rpescatori, ignoranti, poveri e deboli possono pronunziare il SI DI DIO non solo nei confronti di una sola persona o famiglia,
ma nei confronti di una intera città.
Nella nostra vita abbiamo esperimentato cosa vuol dire essere privati
persino della possibilità di avere l’appoggio di un bastone e della sicurezza
(anche illusoria) che può dare una
borsa con del pane, un po’ di denaro
o qualche vestito di ricambio.
Ognuno di noi ha vissuto a modo
suo, questa esperienza di privazioni a
viste umane assurde, insopportabili.
Queste privazioni sono la nostra croce,
la croce che il Cristo ha dato da portare e tutti la portiamo chi in un modo e chi in un altro. Ma quando la croce è così pesante, quando si è così soli, così indifesi, così poveri, così poco
sicuri del proprio domani, si è anche
molto vicini càia condizione di chi, nel
nome di Cristo, può pronunziare il Sì
e il No di Dio.
Nessuno di noi ha visto il Cristo
come l’hanno visto gli Apostoli, nessuno di noi ha udito la voce del Cristo
come gli Apostoli l’hanno udita. Eppure, per mezzo dello Spirito Santo,
sappiamo di essere stati chiamati peinóme personalmente, dallo stesso Cristo che ha chiamato gli Apostoli. Lo
stesso Cristo che ci ha ridotti a questa
estrema debolezza, insicurezza e povertà, è lo stesso ieri, oggi e in eterno.
Colui che ci ha privati di ogni potenza umana, per riempirci della Sua potenza.
Ed ora un pensiero per pregare:
« L’Angelo dell’Eterno venne una seconda volta (verso Elia) lo toccò e
gli disse: Alzati e mangia, perché il
cammino è troppo lungo per te. Egli si
levò, mangiò e bevve; e per la forza
che quel cibo gli dette, camminò quaranta giorni e quaranta notti» (1 Re
91: 7-8). G. S.
6
pag. 6
I NOSTRI GIORNI
N. 42 — 26 ottobre 1973
UN’ARRINGA DEL DIRETTORE DELL’UNESCO
PER 65 MILIONI DI ILLETTERATI
l'alialfaliitisiii è la vargagaa dal aioada
Nel mondo un adulto su tre è analfabeta e il numero delle persone che
non sanno leggere né scrivere tende
ad aumentare ancora. René Maheu, direttóre generale dell’UNESCO, ha ricordato questo triste stato di cose nel
corso di una cerimonia svoltasi l’8 settembre a Nuova Delhi, per la giornata mondiale dell’alfabetizzazione nel
corso della quale i premi 1973 per l’alfabetizzazione sono stati consegnati ai
premiati: il premio Mohammed Reza
Pablavi conferito a tre cileni, una donna e due uomini, e il premio Nadezda
Krupskaia, offerto dal governo delrURSS, che quest’anno è andato a un
programma d’alfabetizzazione della
Tanzania.
René Maheu ha pure precisato che
fra il 1950 e il 1970 il tasso d’analfabetismo nel mondo era passato da 44 a
34%. Tuttavia l’aumento della popolazione ha fatto si che, in quel ventennio, il numero degli analfabeti è passato da 700 a 783 milioni. Gli Stati
membri deH’UNESCO e la comunità
internazionale hanno ormai l’obbligo
di dare la massima priorità, nei vari
settori dello sviluppo, aH’eliminazione
dell’analfabetismo. «.Il Mahatma
Gandhi ha detto un giorno che l’analfabetismo era il peccato e la vergogna
dell’India. Avrebbe pure potuto dire
che è il peccato e la vergogna di ogni
paese nel quale lo si riscontri, e anzi
del mondo intero ».
I calcoli più ottimisti prevedono per
la fine di questo secolo una riduzione
della percentuale degli analfabeti fra
la popolazione mondiale adulta: il tasso sarebbe allora del 15%, cioè 650
milioni nell’anno 2000: il che è assolutamente inammissibile.
Un appello per un’azione su scala
internazionale è stato pure lanciato
da Kurt Waldheim, segretario generale delle Nazioni Unite, nel suo messaggio in occasione della Giornata internazionale dell’alfabetizzazione. La
scomparsa dell’analfabetismo sarà possibile solo grazie alla collaborazione
internazionale, perché « numerose nazioni nelle quali questi problemi si
pongono in modo acuto non hanno i
mezzi per risolverli ».
I premi per l’alfabetizzazione sono
andati ai creatori di metodi originali
nel Cile, e ai promotori di un approccio funzionale al problema, nel progetto tanzaniano. Il metodo elaborato da
Emma Espina, Sergio Arevaio e Arnulfo Jubilar, metodo al quale sono già
stati iniziati 500 educatori cileni, si ispi'
ra a quello dello psicologo brasiliano
Paulo Freire: tende cioè a insegnare a
leggere e a scrivere agli analfabeti e anche ad aiutarli a capire il proprio ambiente. Le prime parole che essi si abituano a compitare — leche (latte), voto
(scheda elettorale), embarazo (gravidanza), cobre (rame) — sono stati
scelti per suscitare la discussione sulla
nutrizione infantile, la politica, l’igiene
e la vita economica.
II progetto tanzaniano ricorre anch’esso a un metodo funzionale centrando gli esercizi di lettura e di scrittura sulla coltivazione della banana e
sulla pesca, che forniscono l’essenziale
del cibo nella regione a occcidente del
Tanganika. Si trattava di eliminare,
entro la fine del 1972, l’analfabetismo
da quattro distretti nei quali un censimento aveva rilevato la presenza di
257.111 analfabeti. Alla fine di tre anni
di lavoro intensivo, 256.939 partecipanti erano alfabetizzati o in via di esserlo, con un residuo di soli 172 analfabeti nei quattro distretti.
La giuria internazionale ha pure accordato menzioni onorevoli. Per il premio Pahlavi si tratta della Divisione
dell’educazione degli adulti, del Ministero dell’educazione nazionale colombiano, che ha compiuto una mobilitazione massiccia delle risorse umane
per affrontare il problema costituito
dalla presenza nel paese di 2.580.000
analfabeti al di sopra dei 14 anni; delle associazioni studentesche delle scuole secondarie danesi e norvegesi, che
hanno raccolto complessivamente 200
mila dollari (circa 120 milioni di lire)
per sostenere l’azione d’alfabetizzazio
Delegazione
commerciale deli’URSS
a Madrid
È giunto a Madrid da Parini, Juri Koshin
che dirigerà la delegazione commerciale sovietica in Spagna, in attuazione del protocollo
firmato dai due Pae.si nel settembre del 1972.
Si tratta del secondo passo sulla via dell’istituzione di rapporti normali fra la Spagna e
l'Unione Sovietica. Finora infatti esisteva solo
un'agenzia della compagnia di navigazione del
Mar Nero che formalmente era solo una rappresentanza armatoriale, anche se negli ambienti politici e diplomatici di Madrid era
potenza dell’Unione Sovietica in Spagna. La
delegazione commerciale dell’URSS a Madrid
godrà praticamente delle immunità diplomache, fra cui quelle riguardanti l’inviolabilità
dei servizi di archivio e di cifra.
Da alcuni giorni è a Madrid pure l’ambasciatore della Cina popolare, anche se non ha
ancora presentato le sue lettere credenziali.
Direttore responsabile; Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Coop. Tip. Subalpina - Torre Pellice (Torino)
ne che l’UNESCO cura nello Zambia;
del Consiglio dell’educazione degli
adulti dello Stato di Mysore (India)
che, istruendo 40.000 adulti all’anno,
ha accresciuto del 6% il tasso di alfabetizzazione; dei Centro di sviluppo
comunitario di Sbendi (Sudan), che ha
intrapreso la formazione di alfabetizzatori e progettato la creazione di circa 1.790 classi d’alfabetizzazione.
BIBLIOTECHE RURALI
PER I NUOVI ALFABETIZZATI
Per il premio Krupskaia sono state
conferite quattro menzioni onorevoli:
al Programma popolare della radio
statale egiziana, le cui trasmissioni diffuse per sei giorni settimanali hanno
toccato nel paese oltre un milione di
analfabeti; all’Associazione giovanile
Ye Kotebe Berhan Amin in Etiopia,
organizzazione filantropica costituita
essenzialmente da studenti che hanno
già alfabetizzato 4.000 persone e creato numerose biblioteche rurali; alla
Divisione dell’educazione degli adulti e
dell’educazione comunitaria, deH’Ufficio delle scuole pubbliche delle Filippine, che, organizzando migliaia di seminari e corsi, ha permesso l’alfabetizzazione di 206.214 persone, mentre
302.282 potevano accedere a una formazione ulteriore; infine alla Federazione nazionale delle donne indiane
(300.000 membri), che assicura il funzionamento di 1.500 centri d’alfabetizzazione in nove Stati indiani e, grazie
a corsi annuali, permette ogni anno a
45.000 donne di diventare alfabete, di
imparare a tenere i conti domestici e
così via.
George Johnson
(Informations UNESCO)
Un convegno mondiale a Torino, 1-4 novembre
Il Vangelo e le aspirazioni
dei popoli indocinesi
Fra i partecipanti e oratori T. Vinay e G. Casali
B II numero delle sentenze di divorzio tende in Francia a diminuire costantemente. Le ultime statistiche pubblicate in materia
indicano che nell’ultimo decennio si sono contati circa otto divorzi ogni cento matrimoni,
mentre nel decennio precedente la proporzione
era stata di nove-dieci a cento. I divorzi sono
più frequenti in seno ai ceti medi. La grande
borghesia e la classe operaia seguono nell’ordine.
I La capitale deUa Tanzania sarà prossimamente e gradualmente trasferita da Dar
es Salaam, il grande porto sull’Oceano Indiano, a Dodoma, una città (attualmente ventimila abitanti) deU’interno del paese, la cui
popolazione è in grande maggioranza di agricoltori.
m Nel 1974 si terrà a Budapest, per la prima volta in un paese socialista, il Congresso mondiale di diritto penale, al quale
parteciperanno oltre seicento giuristi. Fra i
vari temi, lo sviluppo dei metodi d’indagine
in materia penale, la lotta contro il traffico di
stupefacenti e la lotta contro la pirateria ae
fn In un laboratorio di Toronto, Canada, è
stato realizzato un nuovo vaccino contro
l’idrofobia, che presenta notevoli vantaggi su
quelli usati finora, richiedendo, per l’immunizzazione, 3 iniezioni più un richiamo, anziché la massiccia serie da 14 a 21 attualmente
necessaria; inoltre il vaccino canadese provocherebbe poche reazioni sgradevoli. Nel Canada manca, però, la possibilità di commercializzazione del prodotto : l’idrofobia vi è inesistente, almeno come malattia umana.
■ Il prezzo della benzina è aumentato anche in Gran Bretagna e in Svizzera, sia pure
lievemente. Tali aumenti non tenevano comunque conto del forte rialzo deciso unilateralmente dai paesi arabi produttori di petrolio.
■ La Banca europea per gli investimenti
(BEI) ha concesso due prestiti alla Repubblica della Costa d’Avorio : il primo, dell’ammontare di sei milioni 842 mila unità di
conto (una unità di conto è uguale a 625 lire)
è destinato al finanziamento di lavori per il
miglioramento della rete stradale; l’altro, di
sei milioni 928 mila unità di conto servirà a
realizzare nuove piantagioni di gomma.
La sezione italiana del Movimento Cattolico per la pace Pax Christi e il Segretariato permanente dell’« Assemblea internazionale dei cristiani solidali con i popoli del
Vietnam, Laos, Cambogia » hanno organizzato un’assemblea mondiale sul tema « Il Vangelo e le aspirazioni dei popoli indocinesi »,
ebe si terrà a Torino dall’l al 4 novembre ’73.
Altre due assemblee sono state tenute negli scorsi anni rispettivamente a Parigi e a
Quebec : la guerra era allora in corso nelle
tormentate terre dell’Indocina, e le Assemblee avevano di mira il raggiungimento della
pace. Oggi la pace ufficiale non ha ancora
segnato la fine della lotta armata e l’inizio
vero della ricostruzione materiale e sociale;
i cristiani sentono le loro responsabilità, non
solo per le vicende del passato, ma soprattutto per il contributo che il loro atteggiamento
può dare a una più piena e fattiva riconciliazione al superamento delle divisioni e delle
violenze. La presa di coscienza e l’impegno
dei cristiani di tutto il mondo può dunque
costituire un fraterno e concreto contributo
offerto ai fratelli del Vietnam per superare
situazioni di stallo o di involuzione e rendersi testimoni autentici e coraggiosi del Vangelo, che è messaggio di liberazione, di riconciliazione e di amore universale.
L’Assemblea di Torino partirà da valutazioni della situazione di fatto, facilitata dalla
testimonianza di delegazioni del Vietnam e
di altri che si sono recati là di recente, in
particolare di due sacerdoti espressamente inviati da Pax Christi italiana nel Nord e nel
Sud Vietnam; seguiranno riflessioni teologiche e prospettive operative.
Gli organizzatori sono lieti di invitare coloro che già si sono particolarmente interessati a questi problemi a partecipare all’incontro, portandovi la propria competenza, l’esperienza, l’entusiasmo: il risultato dell’Assemblea poggia soprattutto sul contributo e sul1 impegno di coloro che vi prenderanno parte.
La Sezione italiana di Pax Christi
Il Segretario permanente
della Assemblea
Il programma è cosi articolato : pomeriggio
e sera del 1°, arrivo dei partecipanti; all’Assemblea possono partecipare solo coloro che si
VALUTAZIONI
E PROSPETTIVE
SUL MEDIO
ORIENTE
Echi della settimana
« La quarta
guerra d’Israele ha
destato un contrae- ——
colpo emotivo molto diverso da quello scattato nelle precedenti, e soprattutto nella guerra dei sei giorni. Spiegarsi .il perché di questa diversità significa, in un certo senso, cercar di
chiarire qualcuno dei terribili enigmi
del conflitto in atto ». Con queste parole « L’Espresso » del 21.10.’73 presenta una sua intervista, suH’argomento, ad Alberto Moravia e a Franco
Fortini.
Le domande formulate nell’intervista sono: « Ha mai pensato, in questi
giorni, che Israele potesse perdere la
guerra? E quali reazioni avrebbe avuto di fronte a una tale sconfitta? Che
cosa, significa per lei la rottura di due
miti: quello dell’invincibilità d’Israele
e quello deU’irrecuperabilità degli arabi alla tecnologia? Nessuno, in questi
giorni, si occupa dei palestinesi: perché? ».
Ecco la risposta di Alberto Moravia.
« Non ho mai creduto né al mito
dell’invincibilità d’Israele né a quello
della refrattarietà araba alla tecnologia: i miti sono molto utili per agire
e far agire ma non per pensare e far
pensare. Ho sempre pensato invece
che Israele, nei confronti degli arabi,
si trovava in una situazione di “provvisoria” superiorità, per quanto riguardava la macchina da guerra sia in senso tecnico sia in senso strategico. L’uso esperto e intelligente delle armi più
moderne con un nemico ancora non
aggiornato militarmente, ha favorito
Israele come gli elefanti favorirono
Annibaie contro i romani, i cavalli gli
spagnoli contro gli aztechi, le lance gli
svizzeri contro i borgognoni, le mitragliatrici Maxim gl’inglesi contro i dervisci. Ma questa superiorità (...) non
può essere, alla fine, che provvisoria;
come s’è visto nel Vietnam, in guerra
tutti i popoli sono più o meno eguali
se dispongono di armi eguali. Quanto
alla tecnologia: è vero, essa fabbrica
macchine d’estrema complessità; ma,
al tempo stesso, fa in modo che queste macchine possano esser maneggiate anche da persone semplicissime e
appartenenti a civiltà non industriali.
Ci vuole tutto il progresso tecnologico per progettare un missile; ma, a
quanto pare, un contadino del delta
del Nilo può servirsene senza grandi
sforzi d’apprendimento. Detto questo
dovrebbe esser chiaro che tutti i popoli possono elevarsi al livello tecnologico e, fra tutti, gli arabi non sembrerebbero meno favoriti degli altri,
considerando, se non altro, il loro illustre passato scientifico. Cluali possano essere le conseguenze, non è diffiede immaginarlo: in senso negativo,
ima corsa agli armamenti sofisticati
in tutto il Terzo mondo; in senso positivo, il ridimensionamento dei due miti summenzionati, ridimensionamento,
secondo me, utile ancor prima che agli
arabi, agl’israeliani.
a cura di Tullio Viola
Ma parliamo ora dei palestinesi.
Nessuno in questi giorni s’è occupato
di loro, neanche gli Stati arabi. Che
significa? L’atteggiamento del mondo
arabo nei confronti dei palestinesi è
complesso: da una parte non c’è dubbio che il mondo arabo, dall’Atlantico
all’Oceano Indiano, abbia una sua unità religiosa, culturale e storica misteriosamente sopravvissuta a secoli di
divisione e di decadenza., per cui ogni
lacerazione particolare è risentita come qualche cosa che riguarda tutti gli
arabi. Dall’altra, è probabile che il destino dei palestinesi non sia il solo
motivo che spinge gli Stati arabi a
far la guerra a Israele. Ci sono certamente altri moventi anche inconsci,
dalle tensioni sociali interne che la
guerra permette di allentare, al violento sentimento nazionalista che trova nella guerra uno sfogo e un’affermazione. Ma si commetterebbe un errore riducendo il problema palestinese a semplice pretesto del conflitto. In
realtà i palestinesi sono per Israele
quello che Israele è per gli Stati arabi: un problema di cui non si vuole
amrriettere l’esistenza e la cui soluzione invece è indispensabile per riportare la pace nel Medio Oriente.
Per finire, c’è un'altra domanda che
incombe su tutti: in che modo e per
quali motivi la guerra tra arabi e
Israele può coinvolgere il mondo intero? Può coinvolgerlo, credo, attraverso il petrolio e la conseguenza principale del petrolio, cioè l’enorme massa di dollari che si trova in mani arabe. Gli arabi hanno preso molto lentamente coscienza di avere a loro disposizione una potente arma di pressione economica e dunque politica; ma
adesso è chiaro che intendono servirsene fino in fondo. Questo è molto pericoloso perché potrebbe alla fine configurarsi come un tentativo di condizionamento della politica estera dei
paesi che dipendono dal petrolio arabo, cioè in pratica gli occidentali e il
Giappone. Il risultato potrebbe essere
quello di creare una divisione di più
in un mondo già così diviso; e un motivo di più per futuri prevedibili conflitti. D’altra parte non si può non ammettere che, su questa strada dell’uso
dei mezzi di pressione economici a fini politici, gli arabi sono stati preceduti da molte altre nazioni. Semmai si
può sottolineare che il petrolio è “diverso", sia perché è la materia prima
di cui nessun paese moderno può fare a meno; sia perché esso non sembra, per il modo col quale viene prodotto, apportare ai paesi produttori
altro vantaggio che quello astrattamente finanziario ».
Come si vede, la risposta di Moravia
non è del tutto esauriente. Possiamo
però dire che, per quel che afferma,
essa è da noi quasi totalmente condi
Mentre andiamo
in macchina la situazione sta evolvendo verso una
probabile tregua, in
relazione con la
quale quanto qui
scritto deve ovviamente essere letto.
ORRORI DELLA REPRESSIONE
CILENA
Jean-Francis Held ha pubblicato,
su «Le Nouvel Observateur » (1-7.10.
1973), degli appunti d’un viaggio compiuto giorni fa nel Cile. Ne riportiamo alcuni passi significativi.
« L'altro giorno, la stampa internazionale è stata condotta, in corteo, allo “zoo” dai militari. Voglio dire allo
Stadio Nazionale nel quale, dal giorno
del “golpe”, sono rinchiuse le persone
sospette meno temibili. (...) Si sarebbe dovuti essere molto ingenui per
aspettarsi delle “rivelazioni” nel corso d’una tal visita organizzata! (...)
I rinchiusi nello Stadio Nazionale
sembrano veramente essere i primi
venuti delle razzie: militanti medi e
semplici persone sospette. I “pezzi
grossi” (come Toha, Suares, Almeyda,
ministri e alti funzionari) si dice esser
stati deportati nell’isolotto Dawson,
vicino allo stretto di Magellano. Altri
sono nei sotterranei della scuola dei
cadetti, altri ancora... Gli uomini sorpresi con le armi in mano sono morti: del resto, essi non erano numerosi. (...) Le voci più preoccupanti corrono sul piccolo Stadio Cile, nel quale i prigionieri sono stati concentrati,
.stipati negli spogliatoi, a 160 per vano, in attesa del trasferimento al Nazionale. Là è stato ucciso Victor Carta, il cantante popolare: era stato tanto torturato, che non era più presentabile! Mi è stato detto anche che Walter Thieme, il più sadico fra i dirigenti di “Patria e Libertà” (gruppo di
estrema destra), collabora con la polizia nelle celle dello Stadio Nazionale.
Intorno allo Stadio, si sentono spesso
delle raffiche di mitra: torture psicologfcfic per far confessare ai prigionieri i "nascondigli” dei loro amici, o effettive fucilazioni?
Si_ raccontano anche delle storie di
navi partile dal porto di Valparaiso
piene, e ritornate vuote dopo una gita
in mare. Ho udito altri cento racconti
di torture e di morti. Per quanto diverse ne siano le fonti, essi presentano troppe concordanze per essere inventati... Per es. ciò che non può esser
messo in dubbio, è il regolamento di
conti nel Sud, dove i contadini poveri, inquadrati dal MIR, avevano confiscate le grandi proprietà fondiarie.
Laggiù si fa a meno di testimoni: i
grandi latifondisti e i loro sgherri colpiscono tanto più fortemente, quanto
più grande è stata la loro paura.
“Il marxismo fuori legge”, proclamano i generali. E tutto ciò che inette in dubbio l’esercito, tutto quel che
ha rapporti con la sinistra, con le idee
di sinistra, con la libertà d’essere e di
pensare, è "marxista”: dunque criminale ».
IS
saranno regolarmente iscritti. 2 novembre;
alle ore 9 assemblea generale: saluto degli
organizzatori, messaggi di adesione, introduzione all’assemblea e presentazione dei gruppi di studio; ore 15,30, gruppi di studio: 1)
La situazione politica in Indocina dopo gli accordi di Parigi, 2) Vangelo, messaggio di riconciliazione. Qual è il significato teologico
della guerra in Indocina'^, 3) Vangelo, messaggio di riconciliazione. La pace dipende dal
dialogo tra cristiani e marxisti, cristiani e
buddisti? Come arrivarci? Con quali obiettivi?, 4) Vangelo, messaggio di amore universale tra gli uomini. Il terzo mondo alla luce
dell’esperienza del popolo indocinese, 5) I
cristiani e l’aiuto per la ricostruzione del Vietnam, Laos e Cambogia, 5) I cristiani e il problema dei prigionieri politici. Ore 21 : proiezioni sul Vietnam e relazione di viaggio dei
due inviati di Pax Christi (uno è Tullio Vinay). 3 novembre; ore 9 : continuazione dei
gruppi di studio; ore 15 : assemblea generale
con relazione dei gruppi di studio; tavola rotonda con la partecipazione di teologi ed esperti dei problemi vietnamiti; ore 21 : serata pubblica, alla Galleria d’Arte Moderna, con la
partecipazione di personalità, di delegati dell’Assemblea, di vietnamiti e degli inviali di
Pax Christi (fra gli oratori, Tullio Vinay e
Georges Casalis). 4 novembre; ore 9, presentazione delle conclusioni, preghiera ecumenica; ore 12, conclusione
PACIFICATORI
(segue da pag. 1)
lation, nella quale era difficile individuare chi aveva cominciato: inteu.ñficati bombardamenti aerei americani
sul Vietnarn del Nord (la distruzione
di tante dighe sul Fiume Rosso, fra
l’altro!), oltre che sul resto del paese,
e intensificata offensiva di terra dei
nordvietnamiti e dei vietcong, armati
e sostenuti dai sovietici. Stiamo nuovamente assistendo a questo orrilnle
paradosso, nel Medio Oriente: resteranno altrettanto avvelenati i frutti
della incerta e ambigua pace, che pure attendiamo impazienti?
Insomma, Kissinger e Le Due Tho
sembrano aver meritato il premio Nobel né più né meno dei firmatari del
Trattato di Vienna alla fine delle guerre napoleoniche o dei trattati che hanno concluso le guerre mondiali, o il
conflitto franco-algerino. Ma anche in
questo caso, si pone la questione del
contenuto di questa pace, stipulata fra
due poteri, non stretta fra due popoli
Di fronte alla terribile usura di questa pluriennale prova di forza, il governo statunitense e quello nordvietnamita hanno cercato come uscirnecon il massimo attivo e i minimi danni Gli USA, non riuscendo a vincere
la guerra e dovendo fronteggiare una
crescente opposizione interna, hannocercato il modo di disunpegnarsi —
alrneno come fornitura e quindi sacrificio di uomini — accentuando la vietnamizzazione del conflitto e congelando una situazione a loro relativamente favorevole, a sud. Il Vietnam del
Nord, piagato dal duro confronto bellico, ha anch’esso inteso congelare, ma
temporaneamente, una situazione che
vedeva le sue forze e quelle vietcong
padrone di una metà circa del Vietnam del Sud. Ma chi ha pagato questa
pace? Non gli statunitensi, non i nordvietnamiti, che da questa pace hanno
tratto solo vantaggi, ma i sudvieinamiti: la terza forza, le colombe democratiche, cui non è stato riconosciuto
spazio politico; i prigionieri politici
abbandonati in preda al regime di Van
Thieu; e i vietcong, frustrati nella loro
volontà di ’liberare’ il paese; questi
ultimi, però, hanno un potere politico
e militare, e dal momento della cosi-]
detta pace non hanno mai veramente
cessato di lottare, provocando contrat-ì
tacchi di Saigon; in mezzo, masse con-^
tadine.
Come già ricordava il profeta Isaia,'
la pace può essere solo il frutto della i
giustizia. E poiché nel Vietnam non è
stata ristabilita la giustizia, in realtà'
non è stata^ stabilita alcuna pace. Il ti- i
tolo di pacificatori è dunque usurpato \
dai premiati di quest’anno, anche se è\
certo meglio firmare una pace che dichiarare o scatenare (-ormai non la si
dichiara più) una guerra.
■ I P‘^t:ificatori che Gesù dichiara “beaii”, “figli di Dio", sono coloro che sanno che la pace è il frutto della giustizia — sono, infatti, anche "affamati e
assetati di giustizia”. Essi per altro
non dimenticano qual è la radice dell’ingiustizia: l’inimicizia contro Dio e
quella conseguente contro il prossimo;
e qual è la fonte della giustizia: Gesù
Cristo, che non ha solo pronunciato le
beatitudini ma le ha vissute e ha fatto
la pace fra Dio e noi e fra l’uno e l'altro di noi. Questa pace non sfugge alla regola, è costala: un prezzo umano, la vita; un prezzo politico: lo scandalo del fallimento. Nessun Nobel, per
Gesù di Nazareth, ma la croce. A noi
che, "giustificati per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo”,
il nostro Signore chiede di vivere lo
nostra figliolanza divina e di essere
“pacificatori”. La pace è oggi respinta, nel fondo, e crocifissa; ma vincerà,
come sognava e cantava Martin Luther King. Sarà la nostra risurrezione“Credi tu questo?” ci chiede Gesù, davanti alle tontbe, come a Marta di Betania.
Gino Conte