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Spatt.
iUiotecà VaUssd
'Torino)
DELLE VALLI VALDESI
, Toaas psiiicE
e:
Quindicina!e
della Cldesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per ie quali avete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
torre PELLICE — 19 Giugno 1953
Anno LXXXIII — Nnm. 13
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e
...il maestro
ti chiama
qui
E’ noto a voi tutti da chi ed in
quali circostanze furono pronunciate quelle parole. E’ Marta di Retania che le rivolse un giorno a sua
sorella Maria afflitta come lei a causa della « dipartenza » del loro fratello Lazzaro dopo che, avvisata dell'arrivo di Gesù, gli era uscita incontro e gli aveva parlato. Ella non aveva ben capito il discorso che il Cristo le aveva fatto, ma dall’incontro
con Lui e dal Suo dire aveva ricevuto conforto e consolazione: di risurrezione e di vita il Signore le aveva
parlato! Marta, desiderosa che Maria, a sua volta andasse incontro a
Gesù e da Lui fosse confortata e consolata rientrò in casa e le disse; « Il
Maestro è qui e ti chiama ».
Per grazia di Dio, lo stesso messaggio con la sua affermazione e la
sua notizia che richiede una pronta
decisione, risuona ancora oggi per
ciascuno di noi.
* * *
Conosciamo le affermazioni di coloro che si proclamano atei, materialisti ma noi credenti sappiamo
che il Signore il quale « ha abitato
per un tempo fra noi » (San Giov.
I: 14), sulla croce ha operato la nostra redenzione, ha vinto la morte
- e, onaipo tesite, ' è pressa il Padre,
prima di ascendere al cielo, disse
ai suoi Aiiostoli: « ...Io sono con
voi lutti i giorni fino alla fine delPetà presente » (San Matt. 28: 20).
E’ di quella promessa non fatta da
un mortale nostro simile, ma che lo
Spirito Santo può, anche a traverso
la nostra esperienza, trasformare
sempre meglio in certezza e colmarne il nostro cuore, che abbiamo bisogno ad ogni istante, cc Nel mondo
avrete tribolazioni» (S. Giov. XVI:
33 a) ha detto il Cristo ed è quanto
constatiamo quotidianamente ;
1) Le mene del Tentatore che continua a tenderci i suoi lacci, mene
delle quali non siamo sempre vincitori colle sole nostre forze, acuiscono la lotta nella quale siamo impegnati per la nostra santificazione:
soffriamo a causa del peccato.
2) individualmente, nella famiglia
non mancano le prove, deleterie, secondo l’uomo, per la persona e per
la collettività, le une più dolorose
delle altre, e ci prostrano.
3) La vita spirituale delle nostre
singole parrocchie che non corrisponde a quella che desidereremmo
ed in vista della quale, con l’aiuto
di Dio, cerchiamo di lavorare e di
pregare, è fonte di preoccupazioni
che ci assillano.
4) Parecchi fatti dei quali siamo
stati edotti sono la chiara dimostrazione che si sta attentando alla nostra libertà religiosa e non sappiamo quello che l’avvenire ci riserba
neppure a quel proposito. Rumoreggiano le nazioni, si agitano le
persone, ma noi benediciamo il Signore il quale, giorno dopo giorno,
miracolosamente, nelle piccole e nelle grandi cose, nei modi, coi mezzi
e perfino col lasso di tempo che crede opportuno, ci fa toccare con mano come Egli è fedele alla sua promessa di essere sempre con noi e
di fare concorrere tutte le cose insieme al nostro vero bene: il Maestro è qui vicino a noi, con noi.
* *
Il Cristo ci dà delle prove della
sua presenza non solo, ma che cerchiamo di evitarLo e ci nascondiamo, o che Lo desideriamo e Lo invochiamo. Egli si degna di chiamarci — con la sua voce che percepiamo distintamente per mezzo della
nostra coscienza — o con lo sfolgo
rio della sua luce che ci abbaglia li
per lì, ma che ci illumina appieno
— o con il divampare del suo fuoco
spirituale che arde, che consuma,
che vivifica. E il Maestro ci chiama
per darci ancora i suoi insegnamenti che forse non capiamo sempre ed
appieno neppure noi; per dirci che
Egli ha « vinto il mondo » e che è
il Signore della Chiesa; per ricordarci che « ogni podestà gli è stata
data in cielo e in terra » (San Matt.
XXVIII: 18); per aumentare la nostra fede, ravvivare la nostra speranza, fortificare la nostra carità;
per far di noi dei suoi collaboratori
per l’avvento del Suo Regno di pace e di giustizia.
* * *
Conosciamo il seguito del raeconlo evangelico: quello che Maria fece e disse; quello che Gesù disse e
fece.
Il Maestro è qui e ci chiama; consci della nostra indegnità, confusi,
riconoscenti del nostro privilegio.
non adduciamo delle scuse, non temporeggiamo, ma ; andiamo a Lui
s])imi dal nostro amore per Lui che
ci ha amati per iImprimo — sostenuti dalla certezza della sua simpatia per noi che dobbiamo sovente
sperimentare che « lo spirilo è pronto, ma la carne è debole » (S. Matt.
XXVI. 21); forti nella speranza del
suo intervento a favore nostro e a
favore di tutta l’umanità che Egli
è venuto a salvare.
E noi, i « chiamati », per i quali il Siffnore rinnova continuamente
la sua vocazione nella Sua grazia,
che facciamo l’esperienza benedetta
della commiione spirituale con Lui,
del suo amore, del suo perdono; nell’impossibilità di non parlare di
quello che abbiamo visto ed udito,
preoccupati in Lui della salvezza delle anime, anche se con lacrime, cc insistendo a tempo e fuor di tempo »,
malgrado tutto « riguardando a Gesù duce e perfetto esCTipio di fede »
(Ebrei XII: 2) coftìnuiamo il nostro apostolato coni rinnovato ardore, non ci stanchiamo di dire ai nostri fratelli, ad ognuno di loro, cc il
Maestro è qui e ti chiama ».
P. COISSON
{Dal sermone di apertura della
Conferenza del l" Distretto).
La potenza di un cantico
Molti anni or sono, un sarto, di
nome Giorgio Charlton di Newcastle,
era diventato un fervente cristiano e
dedicava le domeniche alla predicazione itinerante dell’Evangelo, con
«rande fervore ed efficacia. Un saba
c ■ ,
to sera, mentre si accingeva a partire per un paese vicino, salì sullo
scompartimento nel quale egli si trovava, un uomo ubriaco con sua moglie. Quest’uomo si apprestava, come fanno tutti coloro che sono in
quello stato, a dare prova delle sue
abilità oratorie e canore, quando
Giorgio Charlton gli disse: cc Amico,
volete che vi canti io qualche cosa? ».
cc Ma sì — gli rispose l’ubriaco —
vada per una canzone ».
Il servitore del Signore cantò allora, con bella voce e con sentimento,
mi inno, e, incoraggiato dal silenzio
deH’allro, ne intonò un secondo ed
un terzo e così di seguito fino all’arrivo del treno alla stazione dove doveva scendere. Qui salutò cortesemente i suoi compagni di viaggio
stupefalli e se ne andò alla sua missione.
Sette anni dopo, questo credente
dovette ritornare ìiella stessa città
LE FORZE DI RINCALZO
Ho trovata ieri nella Natura un
bellissimo esempio di ciò che vorrei
chiamare le Forze di rincalzo. A Bordighera — sull’ingresso del giardino
che circonda la sede antica del Museo Bichnell — ho a lungo ammirato
un albero di ficus veramente prodigioso. Non soltanto è gigantesco; ma
— forse per una difformità congenita — ha tutti gl’immensi rami buttati da una parte, sicché — per l’enorme peso e per il conseguente sbilancio — non potrebbe certamente
reggersi in piedi se — dalla parte
opposta — non si diramassero dalla
base gigantesche radici, grosse come
COMUNICATO
Un gruppo di lavoratori braccianti della Chiesa Evangelica di Gravina (Bari) ha fatto giungere alla Segreteria dell’Opera Evangelica Battista d’Italia una denunzia contro
l’Ente Riforma Agraria per il fatto
che essi sono sistematicamente boicóttati e lasciati senza lavoro per il
fatto che sono cristiani evangelici o
protestanti come di preferenza si ama
qualificarli.
La denunzia conclude: ”Da tante
prove di fatto non si può non dubitare con fondatezza che il partito dominante cerca in tutti i modi di non
fare assumere lavoratori che profesmno la fede evangelica. Si usa pure
ogni sorta di pressione, approfittando della miseria in cui si vive per
fare allontanare dalla Chiesa qualche lavoratore che si trova in estre-,
ma miseria facendogli balenare davanti agli occhi chi sa che cosa, purché si allontani dalla Chiesa protestante”.
La Segreteria dell’Opera rende di
pubblica ragione questa denunzia e
si appella, allo stesso tempo, alle Autorità perché si adoperino ad eliminare discriminazioni che privano onesti lavoratori di quel ’’pane quotidiano” che tutti i cristiani chiedono a Dio con la preghiera insegnata
da Gesù.
Manfredi Ronchi
Segretario
Roma, 15-5-53.
il torace d’un uomo, le quali — dopo aver corso per un tratto a fior
di terra — scompaiono all’improvviso nel terreno, vi si affondano chissà
a quale profondità e vanno a finire
chissà dove.
Sin qui, però, niente di eccezionale. C’é soltanto da osservare il mirabile equilibrio realizzato in quella ’’società” costituita da una pianta: equilibrio stabile tra radici e rami. Un albero é sradicato soltanto
dalla furia del vento nei rari casi
in cui la ramatura sia troppo folta
oppure quattdo le radici non abbiano potuto sprofondarsi a sufficienza
o andare abbastanza lontano. Ma
torniamo al mio albero.
Come tutti i suoi compagni — poiché questa é una caratteristica del
ficus — la pianta che osservavo portava certi grossi pacchi di radici,
spuntate a mezzo metro o anche a
più di un metro dal suolo, le quali
— dopo aver percorso all’aria libera
la distanza fino a terra — s’erano
anche loro affondate nel suolo, a
complemento della vita della pianta, per la sua stabilità e per il suo
nutrimento. Ma — come ciò non bastasse — ho osservato ieri sul mio
ficus un'altra cosa : a varie altezze da
terra - anche a due metri dal suolo, persino a cinque metri — erano
.spuntati fuori dall’enorme tronco altri fasci di radici le quali, dopo essersi allungate per oltre cinquanta
o sessanta centimetri, si erano fermate...
Perché? Perché non occorrevano
alla vita normale e armoniosa dell'albero! Ma — se questi avesse avuto bisogno di sentirsi meglio affrancato o maggiormente nutrito —
anche — le Forze di rincalzo — sarebbero state utilizzate.
» ^ ^
Le Forze di rincalzo!
Nel nostro organismo fisico, noi
uomini non le portiamo forse in noi
e non sappiamo, quando occorra,
metterle in azione?
Abbiamo bisogno di fare quello
che si suol chiamare uno sforzo, cioè
qualche cosa che oltrepassa le nostre forze abituali ed ecco che ricorriamo a queste energie di riserva!
Per preparare un esame riduciamo
le ore del sonno, per raggiungere una
vetta siamo capaci di camminare dal
l’alba al tramonto, per nuotare più
a lungo sott’acqua riempiamo più
del solito i nostri polmoni. Altre
volte —- trovandoci in uno stato di
sfinimento generale e dovendo compiere un lavoro urgente — facciamo
appello a tutta la nostra volontà e
riusciamo a realizzare quello che a
noi stessi pareva impossibile.
C’é, nella nostra vita fisica, tutta
una regione, una vasta zona in cui
l’attività nostra è regolata dalle Forze di rincalzo!...
E allora non dovrebbe essere Ut
stessa cosa itella nostra vita spirituale?
Volontà, pazienza, generosità, umiltà, bontà, sì, semplice bontà umnna, arricchita, riscaldata, moltiplicata dall’amore divino: ecco le
Forze di rincalzo che si cercano e
.si trovano ¡.tondo in piedi e guardando l’avvenire a fronte alta!...
E — .se queste non dovessero bastare — ci sono le altre cht> occorre
cercare — e anche quelle si trovano — curvando la fronte e piegando
le ginocchia!...
Giovanni E. Meiixe
per una campagna di evangelizzazione e fu alloggiato presso uno dei diaconi della Chiesa locale.
La moglie di questi, in assenza del
marito, lo ricevette con grande allegrezza e gli chiese;
— Lei non mi riconosce certamenle, Sig. Charlton?
— Certamente no, gli rispose questi, non mi sembra di averla incontrala prima d’ora.
— Si ricorda di avere cantato un
giorno su un treno per un uomo ubriaco?
— Oh, sì! mi ricordo benissimo,
poiché non avevo fatto mai una cosa
simile e non l’ho più fatta dopo.
— Ebbene, disse la donna, questo
uomo era mio marito. All’indomani
di quella memorabile giornata, appena sveglio mi disse: cc Figliuola
mia, puoi essere eerta che da oggi io
non berrc) mai più una goccia di alcool ». Ed ha mantenuto la parola.
Si è convertito, è diventato un m.embro attivo della Chiesa ed è ben lieto
oggi di ospitare colui che è stato un
così valido strumento nelle mani di
Dio per la sua conversione.
Il nome di quell’ex - ubriaco era
Giuseppe Parker, di professione muratore. Suo figlio, cresciuto in una
atmosfera di viva religiosità dopo la
conversione del padre, diventò uno
dei più grandi predicatori dell’Evangelo ed uno strumento efficace per la
conversione di molti peccatori : il
Doti. Giuseppe Parker della Chiesa
di City Tempie a Londra.
Come sono misteriose le vie del
Signore, ma come è altrettanto preziosa la buona testimonianza dei Suoi
figliuoli! Pensiamo cosa sarebbe diventato quel figliuolo se suo padre
non avesse incontrato un fedele credente che ebbe una così efficace influenza su di lui.
Pensiamo alle nostre case di credenti, se sono atte a creare quella
atmosfera di fede nella quale i figliuoli possono crescere in statura e
sapienza davanti al Signore.
Pensiamo alla nostra testimonianza nella vita, sui treni. Quante volte
mi si stringe il cuore nell’udire, sui
treni o per le strade, cantare da bocche cri.stiane, canzoni a doppio senso o squallidamente vuote di senso,
che non sono fatte eertamente per
•edificare.
E’ di questo che il Signore si serve per la sua opera: un sarto, mi
muratore, un operaio, un impiegato, un agricoltore, ma soprattutto un
credente che crede e che comimica
la sua fede. >A. Bensì
♦
Quella tale energia
••••
Di sera.
Stavo scrivendo. La luce era accesa. La radio cantava. Mia moglie stirava. Di fuori, lo zampillo scrosciava forte: e, dalla finestra
aperta, entrava a zaffale la sua voce armoniosa. Tutto intorno alla
piazza antistante i negozi, violentemente illuminati, vibravano del
fremito del sabato sera. Il filobus regolarmente « marciava »...
E’ stato un attimo, assai più breve di un secondo!
La luce in camera si è spenta. La penna m’è rimasta sospesa in
mano. La radio è ammutolita. Il ferro da stiro si è r.affreddato. Lo
zampillo si è zittito. Il brusìo dei negozi al buio si è mutato in confuso vociare. Il filobus si è fermato stecchito.
Una delle solite interruzioni di energia... E — quando l’energia
si manifesta — ovunque — e spande in ogni cosa luce e calore —
non ci si domanda che cos’è e non ci s’accorge nemmeno che ci sia!
Ma c’é!
E rischiara e riscalda la vita.
E fa cantare lo zampillo...
Non è forse così di quell’altra Energia?
Giovanni E. Meille
2
2 —
L’ECO DELLE AVALLI VALDESI
DEL I DISTRETTO
I lavori sì sono iniziati con la costituzione del seggio : presidente, pastore Lamy Coisson; v. presid. A.
Genre,. pastore; segretari gli insegnanti P. Frache e G. Baridon. Vien
data lettura di un messaggio del presidente della Commissione distrettuale, Vice Moderatore E, Rostan, al
quale le sue condizioni di salute non
permettono di esser presente; la
Conferenza si associa ai voti augurali della Commissione.
Relazioni
II pastore G. Bouchard dà lettura
della relazione della Commissione
distrettuale che viene quindi sottoposta all’esame ed alla discussione
della Conferenza.
Il pastore R. Nisbet dà a sua volta
lettura di ima relazione in merito
alla sua attività nella diaspora piemontese.
Campo di lavoro
Procedendo all’esame della relazione della Commissione distrettuale, la Conferenza si sofferma anzitutto sulla sistemazione del campo
di lavoro, particolarmente per quanto si riferisce all’attività svolta e da
svolgersi nella diaspora, ai fini di un
potenziamento dell’opera di reperimento ed assistenza spirituale dei
nostri fratelli. I limiti geografici della « diaspora » piemontese non appaiono ancora ben chiari; comunque
la Conferenza si rallegra di quanto
è stato fatto, pur rendendosi conto
che la molteplicità degli incarichi affidati al pastore R. Nisbet ne ha necessariamente limitato la possibilità
di intensificare la sua attività in questo campo specifico. Dopo aver preso atto della proposta suggerita dal
pastore R., Nisbet, di avere im operaio con sede in Bricherasio per occuparsi della diaspora, la Conferenza, senza entrare in merito alla proposta stessa, approva all’unanimità
il seguente ,o. d. g. proposto dai pastori Bert e Ayassot: « La Conferenza del I distretto, uditi i risultati del
lavoro iniziato dal pastore R. Nisbet
per l’assistenza religiosa degli isolati
nella diaspora piemontese, se ne compiace; auspica che tale opera venga
proseguita e che la Tavola trovi modo di preporre ad essa un operaio
che vi consacri il suo tempo ».
Campagna d’appello
La relazione della Comm. Distrettuale, dopo aver riferito sui risultati
delle visite di Chiesa a Frali ed a
Bobbio Pellice, riferisce in merito
alla Campagna d’Appello a Massello, organizzata secondo nuovi criteri in ottemperanza ai deliberati della Conferenza precedente. La Commissione ritiene che, in complesso,
i risultati ottenuti da questo primo
tentativo possano considerarsi come
incoraggianti.
Come è noto una equipe di tre pastori (E. Rostan, P. Marauda, E.
Aime) hanno visitato la parrocchia,
presiedendo riunioni in cui veniva
trattato un argomento di attualità:
il cristiano ed il lavoro.
La Comm. distrettuale desidera ora sapere dalla Conferenza se deve
continuare in questa iniziativa, accanto alle « Visite di Chiesa » o se
deve abbinare le due cose.
Il pastore R. Nisbet, dopo aver
brevemente delineato lo sviluppo
storico di queste « campagne d’appello » in seno alla nostra Chiesa,
nelle Valli Valdesi, rilevando come,
indubbiamente, esse abbiano risenti,
to di influenze varie di evidente impostazione revivalistica, ritiene che
sia forse opportuno di impostare ex
novo il problema. Le « Campagne
d’appello », comunque le si voglia
ora giudicare, hanno avuto la loro
funzione ed ottenuto dei risultati
che sarebbe ingiusto svalutare, anche se è lecito avanzare delle riserve sulle « campagne » in sè. Si tratta, Sempre secondo il pastore Nisbet
di dare alle Chiese delle Valli il senso della loro responsabilità nei confronti di quelle dell’opera di Evangelizzazione; ognuna di esse dovrebbe essere madrina di una chiesa dell’Evangelizzazione; bisogna che le
Chiese delle Valli sentano che hanno qualcosa da dare.
Dopo che il pastore Debély ha sottolineato, con il pastore Aime, che
uno dei vantaggi della Campagna di
Massello è stato quello di stabilire
un vero dialogo tra oratore e uditore,
il pastore Ayassot, premesso qualche
dubbio sul fatto che le Chiese delle
Valli possano dare quello che non
hanno, osserva che il principio del
lavoro in équipe, adottato a Massello, è ottimo, ma va perfezionato:
bisogna integrare queste équipes con
la partecipazione di laici; è anzi indispensabile di poter usufruire di equipes di laici; bisogna inoltre che
dette équipes. possano disporre del
tempo sufficiente per prender contatto con le singole famiglie della comunità.
Per il pastore E. Geymet la proposta del pastore Nisbet è preziosa,
oltreché ai fini di un rinnovamento
di interesse per l’opera di Evangelizzazione, anche perchè si presta ad
un potenziamento di una particolare forma di turismo, che se ha i suoi
inconvenienti, può tuttavia esser
sfruttato a fini evangelistici ; mettere le Chiese delle Valli in relazione
diretta con quelle della Evangelizzazione, con evidente vantaggio per
i piccoli gruppi che ricevono.
11 jiastore Micol concorda col pastore Ayassot in merito alla organiz
re, in certe parrocchie al 10%, la
mancanza cioè della direzione sicura della Parola di Dio, non manca
di provocare, come precisa la relazione della comunità di Angrogna
{San Lorenzo) « le sue ripercussioni
sulla vita spirituale di tanti che vivono svincolati dalla Parola di Dio;
allora si diventa..schiavi delle proprie passioni, dei propri interessi,
della propria pigrizia ».
E’ perfettamente ¡ridicolo consolarsi della larga partecipazione della Chiesa alle festività principali,
appare dell’attivismo marcato porr
rocchiale, quando le singole anime
non approfondiscono i problemi dello spirito. Sono, queste, parole della Commissione che analizza quindi
le conseguenze di questa « insufficiente ricerca spirituale » e denunzia un indebolimento del pensiero e
scarso interesse per ciò che invita alla riflessione {Biblioteche parrocchiali!); tendenza a ironizzare le cose dello spirito (alcune relazioni fanno amari rilievi suU’atteggiamento
della gioventù nei confronti della
Chiesa); senso di rivolta verso i Pastori, predicatori di morale e disciplina ecclesiastica (rilassamento nell’esercizio deUa disciplina da parte
di talimi Concistori, specie in confronto dei catecumeni e formalismo
perabihtà » o meno di un’anima, è
pure altrettanto innegabile, afferma
ancora il pastore Aime, che la Chiesa deve dire a tutti come stanno le
cose.
Su questo argomento prendono poi
la parola tre fratelli laici: A. Beux,
che addita nelle parabole del gran
convito e del fico sterile le direttrici della soluzione della crisi; A.
Gardioi, che afferma l’urgenza della evangelizzazione del popolo valdese, in quanto valdese non è più
equivalente di cristiano, ma una forma di aggettivazione storica di cui
si abusa troppo facilmente; G. Coisson, che insiste sulla necessità dell’amore per le anime, che vince anche lo spirito di timidità e ci rende
capaci di annunziare l’evangelo.
Il pastore Aime conclude la discussione fraterna ed appassionata,
osservando che bisogna evitare l’equivoco che questo richiamo della
Conferenza possa interpretarsi come
un desiderio di dividere il gregge.
E’ necessario operare in spirito di
preghiera, non dimenticando che la
tentazione di separare azione e preghiera è veramente tentazione nel
più profondo senso della parola; azione senza preghiera, significa attivismo ‘ troppo umano; preghiera
senza azione, può significare, anche
^----------------------------------------------------------------------
Il 2 giugno, a Bobbio Pellice, ha avuto luogo la Conferenza Distrettuale; l’ha preceduta un culto presieduto dal Pastore Lamy Coisson
____________________________________________________________________
zazione ed al lavoro delle équipes,
mentre il pastore P. Maranda dà alla discussione un nuovo indirizzo, in
quanto osserva che tutte queste varie proposte, in sè buone e lodevoli,
ignorano o non tengono in dovuto
conto il vero stato dei fatti: non è
più possibile oggi, nelle varie comunità, per un pastore, svolgere un
lavoro pastorale in profondità. Il pastore vede il suo tempo preso in molteplici attività che non si possono
considerare strettamente pastorali.
Le visite pastorali che dovrebbero
costituire la base dell’edifizio non
possono essere svolte che in numero
sempre più ridotto. Buone le équipes, ma necessità della collaborazione laica per scaricare il pastore di
tante attività extra-pastorali.
Il delegato Poet sottolinea la necessità della collaborazione laica;
U. Rovara, l’opportimità di curare
la preparazione di anziani e diaconi
qualificati. A. Beux ritiene che sarebbe anche opportuno di chiarire
a chi spetta la responsabilità di questo sovra-carico di lavoro, in modo
da ridurne gli inconvenienti.
Il pastore U. Bert, dopo aver ricordato i motivi contingenti che provocarono l’origine di questa proposta di Campagna d’appello, ritiene
che si debbano mantener distinte le
due istituzioni: Campagna e Visite
per ragioni pratiche, salvo ad abbinarle, come ritengono anche concordemente i pastori R. Jahier e P.
Maranda ed il delegato A. Beux che
osserva che, se la Visita di Chiesa fa
parte, oramai, della routine ecclesiastica, la Campagna d’Appello è invece la tromba che suona per tutti:
anche per quelli che sono alla periferia e che devono esser raggiunti.
Nessun o.d.g. viene votato perchè,
come osserva il pastore Aime, l’ampiezza del dibattito ha dato alla
Comm. distrettuale tutti gli elementi necessari per trarre le conclusioni.
Vita spirituale
(Questo argomento è affrontato dalla Comni. distrettuale con grande
sincerità. Prende le mosse dalle relazioni delle Chiese pervenute che
sono tutte, tranne una, d’intonazione pessimista (o realista?).
Da Kodoretto si dice: « 7e crois
quii nous, faut voir la réalité en
face...; il s’agit d’un malaise moral.
Quand presque un quartier entier
se fait guerre, pour ensuite traîner
cette misère devant les tribunaux civils, on comprend qu’il est difficile
de se sentir frères en Christ ».
« La bassissima percentuale dei fedeli al culto, — osserva ancora la
Comm. distrettuale — che è inferio
sempre più marcato della Confermazione).
Dopo che il pastore Ayassot ha espresso alctme riserve sul tono troppo pessimista della relazione che avrebbe trascurato di mettere in evidenza anche l’altro lato^ il pastore
Aime, di fronte alla gravità della
situazione ritiene più che mai necessario quell’approfondimento di
attività pastoraleydi cui si è parlato, a proposito delle Campagne di
appellò; bisogna, come osserva il pastore Ayassot che il pastore cessi di
dover esser un « organizzatore » per
ridiventare « pastore ».
L’anziano E. Benech, rifacendosi
alla relazione di Rodoretto, reputa
necessario che dalla Conferenza parta una voce a sottolineare la responsabilità individuale della testimonianza del membro di Chiesa, nel
suo personale campo di lavoro, di
fronte a coloro che non frequentano
la chiesa; il fatto di essere o proclamarsi buon membro di Chiesa
implica anche un senso di solidarietà cristiana in tutte le manifestazioni dell’attività umana.
L’avvocato Serafino osserva, a questo proposito, che la discussione sta
affrontando il suo tema centrale; il
problema è in noi. L’espressione
« popolo valdese » ha cessato di avere un suo significato peculiare ; storicamente potrà ancora avere una
plurisecolare sopravvivenza, ma, spiritualmente, assistiamo ad qn tragico fenomeno di osmosi: « Non ci distinguiamo più dagli altri ».
Osserva ancora l’avvocato Serafino che ci piace di sentir dire che
siamo più colti, più educati, più
sensibili, più ecc. ecc. ; in realtà,
spiritualmente, non c’è più differenza. Il valdese è certo ancora capace
di sacrifizi; la sua attività appassionata in favore di uno qualsiasi dei
molti partiti politici ne è la prova;
è però raramente disposto a sacrificarsi per la sua Chiesa. Significativa è, in un altro campo, la litigiosità dei valdesi e non in senso metaforico! Le statistiche dei processi
parlano un amaro linguaggio. Bisogna parlar chiaro, conclude il vicepresidente della Commissione, perchè solo cosi si può ripetere, senza
ipocrisia: Dio provvederà.
Il pastore E. Aime è grato all’avvocato Serafino del suo appassionato intervento, anche se esso pone la
Conferenza di fronte ad una dura alternativa: sono incora « recuperabili » questi valdesi o dobbiamo affrontare la tragica responsabilità di
separarci da loro? Poiché, se è vero
cpianto obietta il pastore Ayassot,
che l’alternativa non esiste, perchè
Dio solo può giudicare sulla cc recu
senza cJie ce ne accorgiamo, un tenlativo di liberarci della nostra responsabilità verso fratelli che aspettano una nostra parola, anche severa !
Membri* elettori
Il cc problema » dei membri elelfori e membri comunicanti è oggetto di esame da parte della Commissione distrettuale che riferisce le cjonclusioni del dibattito svoltosi sull'Eco delie Valli e le proposte di
due comunità.
L’assemblea di Chiesa di Luserna
San Giovanni si è infatti pronunziata per l’abolizione della categoria
dei membri elettori, mentre la relazione della Chiesa di Pomaretto, dopo aver consacrato un cc lungo paragrafo all’argomento, prospetta la soluzione .seguente: ci si domanda se,
in fondo, non sarebbe più saggio e
più logico che tutti i membri di
Chiesa siano elettori, chiedendo però ai Concistori di cancellare, dal
ruolo di membri effettivi di Chiesa,
coloro che si rifiutano di aiutare la
loro Chiesa o che non prendono parte alla Santa Cena, di passarli nel
ruolo di ’’membri aderenti” o della
’’popolazione” che non fa parte della Chiesa ».
cc Riteniamo — dice la Commissione — che l’argomento sia meritevole d’una discussione fraterna,
perchè si possa ovviare non solo ai
noti inconvenienti delle assemblee di
Chiesa, ma altresì perchè possiamo
sentirci più impegnati, laici e pastori, nell’opera di testimonianza ».
Di discussione vera e propria non
si può parlare, perchè i numerosi
interventi sono tutti stati orientati
in un senso unico : sottolineare il
senso di disagio e la necessità di una
soluzione, che i presenti vedono possibile solo con l’abolizione della ca! pgoria dei membri elettori, che sembra aver perso il suo significato e
la sua ragion d’essere.
E. Benech ha l’impressione che
si dia alla qualifica di elettore un
valore superiore a quello di niembro comunicante; E. Balma rivendica al membro comunicante tutte le
attribuzioni del membro elettore, deplorando lo scarso senso di responsabilità della maggior parte dei membri elettori; A. Gardioi si mette decisamente sul piano teologico per
affermare che il termine cc fratello »
è il solo valido nella Chiesa ed esclude la differenziazione dei nostri regolamenti.
Dopo un intervento del pastore E.
Aime che, se concorda con la relazione ed i vari oratori nella constatazione del disagio esistente, raccomanda però di procedere con cau
tela, onde evitare provvedimenti che,
oltre a non essere di competenza della Conferenza, potrebbero risultare
più dannosi che utili, (egli suggerisce un’azione personale di chiarificazione nel confronto dei singoli elet tori) viene presentato il seguente
o.d.g. dal pastore R. Nisbet:
« La Conferenza distrettuale, esaminato il problema della distinzione
fra i membri elettori e membri comunicanti, invita le assemblee di
Chiesa a farne oggetto di studio durante il prossimo anno ecclesiastico
ed a riferirne le conclusioni alla
Commissione distrettuale ».
L’o.d.g. dà origine ad uno scambio d’idee tra i rappresentanti di due
correnti; gli uni, come il pastore R.
Jahier, A. Gardioi, vorrebbero bruciare le tappe e, anziché invitare le
singole comunità a studiare il problema durante il prossimo anno ecrdesiastico, ritengono che l’o.d.g. dovrebbe essere rivolto al Sinodo invitandolo a deliberare in merito.
Gli altri invece (E. Aime, E. Ayassol, E. Geymet) ritengono preferibile la proposta di uno studio preliminare del problema, poiché, se è
vero, come osserva il pastore P. Maranda che esso è di competenza sinodale, perchè d’interesse generale
della Chiesa, è pur vero che è preferibile riferire al sinodo ex informata conscientia.
L’o.d.g. come sopra formulalo è
quindi approvato con 32 voti favorevoli e 16 contrari.
La Commissione presenta alla
Conferenza una relazione finanziaria distinta dalla relazione generale.
Essa ha dovuto lavorare sui risaltali
dello scorso anno, poiché i dati dell’anno 19,52-53 non le sono ancora
pervenuti e giunge a conclusioni non
del tutto consolanti, perchè se molle parrocchie hanno raggiunto i’aumento dei 33% richiesto dalla Tavola, a molte altre sono riniasle di
gran lunga al di sotto ».
Osserva però la relazione: (f Erronea valutazione mrebhe..qìmLlu-jlLhu.^
sarsi solo sull’avvenuto o mancato
raggiungimento del traguardo posto
dalla Tavola, per trarre giudizi sulla forza contributiva delle singole
Chiese. Ben più .significativo è l’esame delle percentuali medie sulle
collette annue e rinunce, e sui versamenti alla Cassa Centrale, percentuali ricavate dividendo gli importi
suddetti per il numero dei membri
di Chiesa ».
Partendo da questo principio, la
Commissione distrettuale presenta
alcune conclusioni non prive d’interesse! Senza voler dar loro un valore assoluto, esse costituiscono un
prezioso documento orientativo.
In sede di discussione, il pastore
E. Ayassot esprime alcune riserve
sul criterio adottato dalla Commissione nella sua indagine, in quanto
ritiene «he il criterio prò capite non
possa avere una validità assoluta,
perchè legato a delle statistiche i
cui dati sono spesso discutibili.
Dopo alcuni chiarimenti dell’avvocato Serafino, in merito al suddetto criterio, il pastore E. Aime sottolinea la gravità della situazione,
in relazione alla crisi economica che
ha colpito le parrocchie di montagna e che non accenna a diminuire ;
egli manifesta inoltre la sua perplessità in merito ai criteri con cui la
Tavola ha fissato le somme richieste,
(;ome contributo alla Cassa Centrale,
per le singole Chiese; ha l’impressione che si tratti di criteri troppo
soggettivi e si augura che la Tavola
trovi il modo di prender contatto con
i singoli Concistori per valutare più
equamente le singole possibilità, senza dimenticare il grave onere che costituisce per essi la manutenzione degli stabili.
Stabili
La Commissione ricorda e la
Conferenza applaude il fervore di iniziaiive che hanno segnalato il decorso anno ecclesiastico. A Rorà, Angrogna, Rodoretto, San Germano,
Massello, Villar Pellice si è posto
mano all’opera di restauro e di costruzione.
(continua in 4.a pag).
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
I Valdesi in Argentina
Si parla spesso di Valdesi in tutti
i paesi del mondo; ma assai pochi
si ricordano che il terzo paese del
mondo, per numero di Valdesi organizzali in Chiesa, è l’Argentina!
Ricordo che al momento di partire
dall’Italia c’erano persone che non
volevano convincersi che stavo realmente andando in Argentina e non
in qualche altro paese. Eppure mai
come ora le Chiese Valdesi in Argentina hanno bisogno di essere ribordate con simpatia ed intercessione dai {rateili di tutta la famiglia
Valdese.
Ci sono oggigiorno press’a poco
4000 Valdesi raggruppati nelle nostre
Chiese dell’Argentina. Ma è molto
difficile che il turista o il delegato di
organizzazioni internazionali evangeliche si renda conto di questa consistenza. Generalmente le loro visite si limitano a Buenos Aires. Qualche volta si spingono fino a Rosario
(Santa Fe) o a Bahia Bianca; ma in
nessuna di queste tre città possono
trovare un Tempio Valdese. La comunità valdese più grande è a non
meno di venti ore di treno dalla Capita ie, verso il Sud, nella « Pampa » argentina (ora Provincia Eva
Peròii): duemila anime formano la
sua popolazione, divisi in cinque
{( sezioni » con altrettanti Templi,
Scuole Domenicali, Unioni, Corsi di
catechismo. Cinque vere Chiese, secon(lt> la terminologia di altre denomiiiiìzioni, che hanno come solo vincolo la centralizzazione dell’Amminislrazione (Concistoro) e la prestazione di un solo ministro, il giovane pastore Riccardo Ribeiro, che
percorre centinaia di chilometri per
dare a tutti i suoi gruppi l’assistenza necessaria. Un po’ come se la parrocchia di Torre Pellice si estendesse ila Torino al Colle della Croce e
da Cuneo a Susa, e forse molto più
in là, per lo meno con alcuni gruppi a isolali »... La terra è matrigna,
le annate buone si alternano con
quelle di siccità, e quando non vengono le piogge a tempo, non c’è nesstm-rniiediw * umano. Ma - la Chiesa
è vìvente e vari giovani sono usciti
dal suo seno coll’intenzione di dedi
I libri chG consiglianio
Heussi - Miegge: Sommario di Storia del
Cristianesimo, L. 950.
Blanshard: Democrazia e cattolicesimo in
America, L. 1.500.
Insieme: Per sposi e famiglie, L. 150.
Hardrnever: Origini e sviluppo del papato, L. roo.
Insieme’. Per sposi e famiglie, L. 150.
II cattolicesimo apostolico primitivo, L. 30.
Chi sono i Valdesi, L. 4.
Prontuario biblico di controversia, L. 15.
Giampiccoli: La famiglia di Gesù, L. 60.
Amilda Pons: Six poèmes Vaudois d’après
les codes de Cambridge - Genève Dublin, L. 300.
A. Schlemmer: En esprit et en vérité — Le
culte dans l’Eglise Réformée, L. 320.
Kaltenbach: Les Protestants sur les galères
et dans les cachots de Marseille, L. 300.
carsi al Ministero, tra gli altri la signorina Ines Rostàn (i cui genitori
furono uniti in matrimonio a Prali
dal pastore Guido Comba) che da
quest’anno è aiutante del Sig. Ribeiro. 11 lavacro pastorale di un sol uomo è paragonabile a quello di chi,
per mancanza di tempo e di possibilità materiali va facendo i ritocchi
indispensabili a un grande edificio
perchè non cada senza avere la opportunità di mantenerlo in efficienza
e curarne lo sviluppo. Tre pastori
sarebbero necessari, due sono certamente indispensabili.
Procedendo da Buenos Aires verso il iNord, troviamo le altre Chiese
Valdesi: la prima è quella di Beigrano, nella provincia di Santa Fe,
non cosi lontana come quella di Colonia Iris che abbiamo descritto, ma
in situazione non facilmente raggiungibile senza complicate coincidenze
di treni e omnibus. Molto meno numerosa, si è recentemente suddivisa,
internamente, dando origine alla
Chiesa di San Carlos. Amministrativamente, agli effetti legali, Belgrano continua a rappresentare le due
comunità. Dopo un lungo ministerio
del pastore Carlo Alberto Griot, ha
avuto anni difficili, assistita saltuariamente da studenti e candidati in
teologia, ed attualmente riceve una
limitatissima attenzione pastorale da
Buenos Aires. Elementi laici potreb
bero interessarsi per la direzione di
certe attività, e alcuni lo fanno, ma
non c’è possibilità di guidarli e prepararli efficientemente.
Continuando verso il Nord, nella
provincia di Entre Rios, si trova una
altra Chiesa Valdese, quella di San
Gustavo. Anche lì, come a Belgrano, anui di ministerio intermittente,
spesso limitato a un mese o due durante l’estate. Il gruppo è piccolo
(soltanto .a5 famiglie, ma alcune assai numerose) e fervente.. Membri del
Concistoro provvedono a dirigere le
attività e a pubblicare un bollettino
parrocchiale con articoli, meditazioni e notizie. La vita del gruppo è
resa difficile dal proselitismo della
chiesa Battista della vicina città di
La Paz (i Battisti argentini appartengono alla Chiesa del Sud, intollerante e dogmatica), e dalla propaganda più subdola dei cc fratelli ».
Ma le lotte rendono più ferventi quelli che sono fermi nella fede.
Colla descrizione che abbiamo fatto siamo ancora lungi dal raggiungere il numero di 4000! Gli è che
a questi gruppi « ufficiali » bisogna
aggiungere, sempre più verso il Nord
(cioè verso l’Equatore e il caldo tropicale, non verso il freddo polare!)
il gruppo del « Sombrerito », ufficialmente una sezione della Chiesa di
Belgrano (benché a 400 km. dalla
stessa, con la facilità di attenzione
pastorale che si può immaginare!),
e i cosiddetti « disseminati », cioè
gruppi, a volte limitati a una sola
famiglia, nella punta Nord delle
provincie di Entre Rios e Santa Fe,
e nelle provincie di confine tra l’Argentina e il Paraguay e Brasile. xA.1tri disseminati si trovano nelle provincie occidentali, tra l’Argentina c
il Cile. Ed infine, bisogna aggiungere i gruj)pi di Valdesi che hanno
emigrato dalle antiche Colonie di
campagna, alle città vicine o lontane: da Colonia Iris a Bahia Bianca
e Buenos Aires, da Belgrano a Rosario, da San Carlos a Santa Fe, dal
Nord a Resistencia, ecc.
Per dare un esempio, basti ricordare che a Buenos Aires si calcola
vivano 500 Valdesi. Di questi gruppi cittadini, la Chiesa non ha mai
potuto prendere cura, e in parte si
sono uniti ad altre Chiese, in parte
sono caduti nell’indifferenza e l’ignoranza più assolute. E’ noto che
i giovani che emigrano dalla campagna alle città o vanno in cerca
di un lavoro meno faticoso che quello dei campi (purtroppo anche fra
i Valdesi ci sono di questi esempi)
o sono i più intraprendenti. Se verso i primi la Chiesa ha un sacro
dovere, come verso tutte le pecore
che abbandonano l’ovile, per i secondi dovrebbe aver avuto anche una
missione pedagogica cercando di avviarli a un cammino di servizio per
la Chiesa stessa. Non dimentichiamo
che i Valdesi usciti dalle Valli sono
quelli che hanno dato il maggior numero di pastori negli ultimi 50 anni
o più! Soltanto il gruppo di Buenos
Aires ha ora cercato finalmente di
costituirsi in Chiesa e di ottenere il
riconoscimento delle autorità governative. Intanto, i nostri giovani studiosi continuano nel migliore dei casi, a ingrossare le file delle chiese
evangeliche « sorelle », e non è ra' ro trovare dei pastori metodisti e
di altre denominazioni, di cognome
e origine schiettamente valdese!
Dicevamo che le Chiese Valdesi in
Argentina hanno bisogno della vicinanza spirituale di tutti i loro fratelli: mai come ora la situazione ecclesiastica è stata oscura e piena di incognite. Per la lontananza
enorme da città e centri di studio,
le Chiese Argentine non hanno dato
pastori dal loro seno in numero apprezzabile. E le circostanze attuali
hanno chiuso la unica porta da dove potevano venirci conduttori spirituali; l’Uruguay. Per ragioni mai
pubblicate, ma, secondo voci locali,
per l’ospitalità offerta « troppo » generosamente a elementi antigovernativi argentini, la frontiera con il paese vicino è praticamente chiusa dall’ottobre scorso. Abbiamo visto il
momento in cui anche il pastore Ribeiro pareva doverci lasciare, non
potendo ottenere il permesso di immigrazione per la sua compagna, come ha dovuto partire il conduttore
temporaneo di Belgrano. Grazie a
Dio il pericolo è scomparso, ma egli
rimane il solo pastore valdese in tutta la repubblica. Norberto Berton,
di Colonia Iris, è nel penultimo anno di Facoltà, e Nestor Tourn, dei
disseminati del Chaco, nel primo!
La maggioranza degli studenti in
Teologia delle nostre Chiese è stata
ed è uruguaiana, e non può rendere
alle giovani chiese argentine il servizio fraterno che tanti pastori italiani resero alle chiese dell’Uruguay.
La situazione, colle sue ombre, ha
anche le sue luci : le difficoltà fanno
sentire più forte il vincolo che unisce le chiese e i gruppi gli uni agli
altri. Ma non basta! Occorre superare un punto morto, dare una svolta che significhi, per alcuni, sacrificio, nell’intento di risolvere questa
situazione e di non perire. E’ facile
dire: se ci fosse più fede, ci sarebbero anche vocazioni pastorali. Ma
una vocazione oggi, vuol dire un pastore fra sette anni. E poi: « la fede
viene dall'udire... E come udiranno, se non v’è chi predichi? ».
B. C.
Convitto! Maschile Valdese di Torre Pellice
'i r
Il Convitto Maschile Valdese di Torre
Pellice (località climatica estiva ed invernale a 55 Km. da Torino, a 516 m. sul livello del mare) accoglie in un ambiente familiare ragazzi dai 6 anni in poi, rispettando le
giovani personalità, seguendo accuratamente
i loro studi e cercando di educarli alla libertà e all’autodisciplina.
Esso dispone di personale qualificato, di
ampli e luminosi locali, di un campo di
foot-ball e di palla a volo, di un moderno
impianto docce e riscaldamento centrale a
nafta. Offre vitto sano ed abbondante particolarmente studiato per le esigenze alimentari dei giovani. Le rette sono modeste
e tengono conto dell’età del ragazzo ospitato.
Le iscrizioni per il prossimo anno scolastico sono aperte sin da ora. Dal 12 luglio
in poi si accolgono ragazzi anche in vista
delle ripetizioni estive o per un periodo di
vacanze organizzate.
Per informazioni rivolgersi al direttore
del Convitto Maschile Valdese (Torre Pel
lice, Torino) dott. Franco Girardet che sa
rà lieto di rispondere personalmente indi
cando anche i nomi delle famiglie degli
attuali convittori residenti nelle varie città
d’ItaUa per eventuali referenze.
BALLARE SUI POVERI
Pubblichiamo questo articolo perchè, prendendo lo spunto da un
fatto di cronaca che si ripete assai spesso in Italia, l’autore si
sforxa di porre il problema di una certa “carità,, e di una
certa “beneficenza,, nella stia vera luce. Red.
Anche quest’anno è andata in scena a Genova - e mentre scrivo
appare in programmazione a Milano
— la « rivista benefica » curata dall’aristocrazia giovane e vecchia della città.
Premio Arlecchino Fanno scorso.
Urie a Brac quest’anno: figli e figlie
di papà si sono esibiti volentieri davanti a un pubblico composto prevalentemente di loro simili, misurandosi con impegRcr-eu un copione
che — non potendosi concedere nemmeno le licenziole delle riviste più
in voga — è risultato di una sciattezza -- sulla pagina e sulla scena
— davvero impressionante.
Qualche rotocalco di vasta tiratura — servizievole come sempre —
ha montato la faecenda con le solite
orchestrazioni di nomi e di cognomi. La presenza — a Genova e a
Milano — di impresari notissimi, di
autorità, di finanzieri e di donne del
bel mondo ha fatto da garanzia e
da cornice alla legittimità intenzionale della generale esibizione.
Va detto subito — a onore della
loro coerenza — che i giovani aristocratici genovesi non si sono permessi le licenziole comuni a ogni rivista non perchè ne siano incapaci,
bensì perchè si trattava di una « rivista benefica ».
Poiché, secondo quella brava gente, è onesto ciò che non è scurrile
e benefico ciò il cui ricavato finisce
nelle mani dei poveri. Di altre preoccupazioni, di altre precisazioni, di
altre sfumature non si dànno nepj)ure la pena.
Tanl’è vero che un quotidiano genovese, cosidetto indipendente, nel
dare il resoconto della serata inaugurale, ha asserito che ormai quella
(evidentemente quella delle riviste
benefiche dell'aristocrazia più o meno nera) è l’unica possibilità, l’unica
maniera di fare la carità. Nè, sostanzialmente, è stato da meno il... critico teatrale del quotidiano cattolico di Genova.
Probabilmente la pifferala delle
approvazioni « indipendenti » o
ic cattoliche » continuerà, a suo tempo, anche i>er la rappresentazione a
Milano.
Mi pare che il punto morto della
faccenda sia proprio qui, cioè nella
interpretazione cattolica di certe forme esibizionistiche e filantropiche
lontane dal cristianesimo mille miglia.
Che raristocrazia cerchi in qualche modo d’ammazzare il tempo e
la noia, non mi stupisce. Povera aristocrazia: ha imparato così poco,
in genere, (le eccezioni sono splendide, ma confermano la regola) dalla guerra e dal sangue; e la sua pri
ma nemica rimane tuttora la noia (e,
speriamo, il disgusto di se stessa).
Non s’appoggia più nemmeno con
sicurezza al proprio passato. Non mi
stupisce nemmeno che un marito
raccomandi per telefono al coreografo di non escludere sua moglie dal
corpo di ballo perchè si tratta delle
« più belle gambe di Genova ». Neanche mi posso scandalizzare dei gretti retroscena, .delle piccole gelosie,
della generale autoesibizione, in palco e in platea, dei soliti gioielli e
delle solite pellicce Le aristocrazie
— quelle improvvisate e quelle millenarie — sono quello che sono, e
non avrò certo io il diritto di esigere
che mutino per la mia bella faccia:
io non sono nè una moda, nè una rivoluzione !
Posso esigere invece che non si
continui nella confusione e nell’equivoco di definire cristiano e apostolico ciò che non lo è. Nessuno —
per ora — impedisce all’aristocrazia
di fare quello che crede; ma è desiderabile che il Vangelo — che ha
parole tanto esplicite e pudiche sull’elemosina e sulla carità — non venga ridancianamente preso sottogamba o piluccato come una ciliegia candita a pretesto delle proprie vanità.
Qualcuno ha assicurato che se non
si ottengono con questi mezzi, i mezzi per aiutare i poveri non si ottengono affatto. Tutti sanno che gli introiti della « rivista benefica » sono
andati a rinsanguare le casse di una
grande opera assistenziale cattolica
genovese.
Eppure, preferirei che quell’opera avesse le casse vuote, anziché vivere per opera d’introiti di questo
genere.
Il concetto cristiano della carità
non può essere quello di chi è pronto a dare cinque o diecimila lire solo se gli si offrono la possibilità di
divertirsi andando a vedere (e, forse, a succulentemente confrontare e
criticare) i propri amici di casta,
bensì quello di chi rinunzia al teatro,
a qualunque divertimento per darne
l’equivalente in carità.
Sono d’accordo che chi — l’anno
scorso e quest’anno — avesse rinunziato a vedere le esibizioni degli aristocratici genovesi non ci avrebbe
rimesso ma guadagnato: tuttavia la
realtà resta quella che è.
Viene il sospetto — non solo e non
troppo sospetto — che per ammazzare la noia questa aristocrazìa annacquata abbia trovato proprio nei
poveri un pretesto per esibire le proprie sciatterie.
I poveri come pretesto per divertirsi.
Ce n’è da far fremere nella tomba
le ossa di Bloy (un suo attaceo alla
beneficenza da salotto sarebbe ripubblicabile anche oggi, senza mutare
una virgola : ma sono certo che nemmeno l’Unità lo potrebbe pubblicare senza darsi la zappa sui piedi).
Da qualche secolo vige in terra
cristiana questo concetto di beneficenza mondana e gaudente: e ciò,
naturalmente, appunto perchè è sca.
duto nei riguardi della carità proprio il significato soprannaturale di
sacrificio, significato genuinamente
cristiano.
Non importa dare ai poveri dieci,
venti, cento milioni; importa come
quei milioni sono stati trovati, ottenuti. Altrimenti si canonizzi senza
paura ^— proprio su questo piano,
che è uno dei più delicati per la sensibilità cristiana — la norma e il concetto che <c il fine giustifica i mezzi ».
Le vecchie e giovani generazioni
benefiche delle riviste, del bridge,
della canasta, dei thè, hanno troppa
noia e poca voglia per pensare a
queste distinzioni.
Ballare per i poveri e ballare sui
poveri per loro è la stessa cosa.
Non dovrebbe essere invece la
stessa cosa per chiunque approva,
spalleggia e benedice cose simili —
legittimando ancora chi sa per quanto un malcostume tanto banale. A
forza di appoggiarsi alla teoria del
minor male il bene resterà sempre
un miraggio, e i primi a vederlo come tale saranno spesso proprio i
ministri di Cristo. Senza dir nulla di
quel classismo spirituale e anticristiano che la vanità e l’esibizionismo
dei ricchi e dei nobili alimenta in
essi stessi.
Qualcuno, a questo punto, dirà
che basta non ci siano disonestà e
immoralità, in queste riviste, che
tutto il resto va bene.
E’ un’obbiezione alla quale non
mi sento di rispondere perchè potrei
e dovrei fornire parecchi episodi —
di cui i protagonisti potrebbero essere riconoscibilissimi — in cui appare evidente come e quanto la scemenza e la insulsaggine possano essere autentiche e maestose forme di
immoralità.
Premio Arlecchino e Eric a brac
potrebbero essere testi malinconici
ed esattissimi di tale dimostrazione,
checché ne dica qualche quotidiano
a parole molto indipendente o molto
cattolico. Silvio Bunchi
(da « Adesso »)
Àssoc. Insegnanti Cristiani Evangelici
Raccomandiamo ai nostri soci insegnanti elementari, per la scelta dei libri di testo, quelli del prof. Ezio Bonomi, direttore didattico a Milano. Essi sono:
a) GAIEZZA — Casa editrice Fratelli Fab
bri - via Kramer, 31 - Milano. Letture per le classi li (L. 380), III (L. 400),
IV (L. 420), V (L. 440).
b) SPERANZE — Compagnia editoriale
italiana - via Kramer, 31 - Milano.
Letture per le classi II (L. 540), III
(L. 580), IV (L. 620), V (L. 660), con
illustrazioni a colori e copertiai in
plastica. Il seggio dell’A.l.C.E.
4
4
L*ECO DELLE VALLI VALDESI
Conferenza del f Distretto
{continuazione dalla 2.a pag.)
' Colportaggio
La Commissione osserva; « Alle
Valli, tranne l’opera di diffusione
dei libri della Claudiana, svolta direttamente o a mezzo dei pastori e
la saltuaria comparsa di pseudo-colportori, non sempre animati da zelo
evangelistico, l’opera di colportaggio
è pressoché nulla. Desideriamo raccomandare alla Conferenza lo studio
del problema ».
Dopo un intervento del delegato
A. Beux che ritiene che prima di
pensare al colportore, è necessario
che la Claudiana pensi a rifornire il
mercato librario di opere non solo
esclusivamente teologiche, il pastore
R. Nishet informa la Conferenza del
programma di attività editoriale della Claudiana.
La Conferenza approva quindi il
seguente o. d. g. :
« La Conferenza distrettuale preso
atto dei risultati della Settimana del
libro, invita la Tavola a mantenere e
potenziare la iniziativa; raccomanda
alle Chiese e specialmente alle Unioni giovanili il massimo impegno per
la diffusione della letteratura evangelica; auspica che la Claudiana possa assumere, alle sue dipendenze,
un colportore.
Opere sociali
La Commissione si rallegra con il
Concistoro di Luserna S. Giovanni
per l’istituzione di un Asilo Infantile che accoglie 34 hamhini.
cc A Massello — riferisce la Commissione — il pastore si è adoperato
per stabilire dei contatti tra i contadini del posto con la scuola valdese
di agricoltura ed ha, inoltre, organizzato delle riunioni per la trattazione
di problemi pratici inerenti alla cultura dei campi ed all’allevamento
del bestiame ». Questa parrocchia è
poi presente alla Scuola Latina con
6 studenti, grazie ad tm’opera di
persuasione presso le famiglie.
Per contro la Commissione deve
segnalare, con rincrescimento, che il
tentativo di aprire una « mensa » nei
locali della Chiesa di Pinerolo non
ha dato i risultati sperati, cosicché
dopo tre settimane, si è dovuto rinunziarvi.
I pastori Bert e Ayassot auspicano
che l’esperimento di quest’anno non
influis<;a negativamente sull’avvenire. In modo particolare il pastore
Bert tiene a sottolineare che l’iniziativa va ripresa, con coraggio, nella
luce della proposta iniziale; si tratta
cioè dell’apertura di un vero e proprio convitto a Pinerolo, sotto la responsabilità o comunque con l’appoggio della Tavola, perchè, ovviamente, una tale iniziativa oltrepassa
i limiti delle possibilità di una singola parrocchia. Dopo alcuni chiarimenti del segretario della Commissione distrettuale, pastore Bauchard, in
merito alle difficoltà incontrate e da
sormontare, la Conferenza approva
il seguente o. d. g. :
« La Conferenza distrettuale auspica l’apertura di un Convitto in Pinerolo, rispondente alle necessità degli studenti delle Valli che frecpientano le' scuole di detta città ».
Pro Valli
II pastore E. Ayassot dà lettura
della relazione della Commissione
Pro Valli c riferisce sull’attività svolta dalla Commissione stessa, con particolare riferimento a nuove possibilità di emigrazione rurale, alla difesa del patrimonio immobiliare ed
all’insegnamento del francese. La
Conferenza si rallegra delle assicurazioni formali che sono state date, a
proposito di questo ultimo argomento, ed approva l’operalo della Commissione stessa, incoraggiandola a
proseguire nella sua linea d’azione.
Canto Sacro
Il pastorf^ Pj. Aime dà lettura della
relazione della Commissione del canto sacro. L’iniziativa di una festa
di canto per le Scuole domenicali
delle alte Valli a Perrero, se non ha
avuto il successo sperato, non si può
neppure considerare tome fallita.
Le « giornate » per organisti hanno avuto un buon successo; per contro il Centro di raccolta di materiale,
istituito a Torre Pellice ha una vita
stentala per mancanza di collabora
zione. Le feste di canto hanno segnato un passo avanti.
In sede di discussione il pastore
Geymet raccomanda che le Corali accentuino sempre più la loro collaborazione al canto in Chiesa, con una
partecipazione totalitaria ai culti. Il
maestro E. Balma raccomanda alle
Corali di dare il primo posto all’insegnameuto degli inni sacri. Il delegato U. Kovara suggerisce alla Commissione di canto sacro di studiare
anche il problema della formazione
di direttori deBe Corali.
In merito alla data delle feste di
canto, tutti concordano nel ritenere
che dovrebbero essere anticipate, ma
dopo varie proposte e controproposte
si deve riconoscere che è difficile trovare una soluzione che risponda a
tutti i desiderata.
La Conferenza ringrazia la Commissione pel suo operato.
Beneficenza
Su proposta del pastore U. Bert,
che si richiama ad ima deliberazione
sinodale, di cui illustra la portata, la
Conferenza vóta il seguente o. d. g. :
« La Conferenza del I distretto constata con rammarico che l’art. 34
degli atti sinodali non ha avuto attuazione ed invita la Tavola a provvedere in merito ».
Elezioni
Per acclamazione vengono riconfermate, nei loro componenti, la
Commissione distrettuale, la Commissione prò Valli, la Commissione
del Canto sacro. Angrogna capoluogo sarà la sede della prossima Conferenza; il pastore Nicod presiederà
il culto liturgico di apertura.
Varia
Nel corso della Conferenza si è
udito un messaggio del pastore Anthony, tradotto dal pastore Ayassot.
La brevità del tempo disponibile
per i lavori della Conferenza ha impedito la presentazione di uno studio del pastore V. Sommani su uno
degli argomenti indicati dalla Tavola. La Conferenza ha espresso il suo
rincrescimento ed il desiderio che
esso venga presentato ad un prossimo Convegno degli anziani.
Alla Chiesa di Bobbio ed al suo
pastore è stata espressa la riconoscenza della Conferenza per la fraterna
accoglienza.
Delegati al Sinodo
La Conferenza ha nominato i seguenti delegati al Sinodo: Abate Domenico, Valdo Fomerone, Enrico
Balma, G. Costabel, C. A. Theiler,
Paolo Frache, Giov. Charbonnier,
Enrico Artero, Alfredo Artero, pastore Debely, evangelista Nicod, ing.
Long, Albina Tourn, Luigi Malan
(Angrogna).
★
I lavori della Conferenza, iniziatasi col culto alle ore 9, sono chiusi
alle 17 con il canto del Te Deum.
Cl.
LA VOCE DELLE COMUNITÀ'
Angrogna (Serre)
Il giorno 23 Maggio si sono uniti in matrimonio a Ginevra la Signorina RivoiA
Odette (Eygardou), colà ‘ trasferitasi per ragioni di lavoro ed il Signor Narcisse Gumy di Ginevra.
11 Signore accompagni questo nuovo focolare con la Sua grazia .e le Sue benedizioni.
Domenica, 14 Giugno, durante una riunione all’aperto al Sap (Pradeltorno), è
stato amministrato il S. Battesimo ai seguenti bambini; Pons Seiino, Giuseppina
e Mariuccia di Onesio e Goniu Fiorentina
(Eissart).
Lo Spirito del Signore guidi e fortifichi
questi bambini ed aiuti i loro genitori a
mantenere fedelmente le promesse fatte.
Pubblichiamo l’elenco dei Culti e Riunioni all’aperto che, D. v. e tempo permettendo, avranno luogo nell’ultima quindicina di Giugno e durante il mese di Luglio.
Giugno 21:
ore 10: Serre
ore 14,30; Anchioccia
Giugno 28 :
ore 10,10: Pradeltorno
ore 14,30: Bagnau
Luglio 5 :
ore 10 : Serre
ore 14,30: Maria
Luglio 12 :
ore 10 : Serre
ore 14,40: Barfè
Luglio 19:
ore 10 : Serre
ore 14,30: Bagnau
Luglio 26:
ore 10; Serre.
Pinerolo
Il 21 Giugno, alle ore 21, nella Sala delle Attività Giovanili, il Pastore Elio Eynord darà una conferenza su:
« La situazione religiosa, sociale e politica
negli Stati Uniti ».
(Impressioni di un soggiorno di studio).
11 pubblico è cordialmente invitato.
Ferrerò - Maniglia
All’ultima Assemblea di Chiesa è stata
letta la Relazione annua e sono stati nominati un deputato al Sinodo: Ferrerò Alberto fu Enrico e due delegati alla Conferenza distrettuale: gli anziani Pons Luigi e Artero Alfredo.
In modo tragico ci ha lasciati il nostro
fratello Micol Emanuele fu Giov. Ismaele
di anni 53, Forengo di Maniglia. Rinnoviamo ai congiunti la nostra simpatia e
ricordiamo alla sposa ed alle figliuole che:
« Padre degli orfani e difensore delle vedove è Iddio » (Salmo 68: 5).
Rodoretto - Ferrerò
Monsieur le pasteur Arnaldo Genre de
passage à Rodoretto présida le culte du
dimanche 17 mai. Il parla sur ce thème:
« Aimez-vous les uns les antres ». Merci
au pasteur Genre pour son vigoureux message.
L’assemblée d’Eglise qui eut lieu le dimanche de Pentecôte eut un caractère spécial, après l’approbation des comptes et du
rapport de paroisse, le Consistoire offrit un
souvenir à Mr. Louis Breuza en lui exprimant la gratitude de toute la paroisse pour
ses 25 ans d’activité au sein du Consistoire.
A été baptisé: Balma Giorgio de Enrico e
Tron Rosa, aux Rimas; Marraine: Tron Alba. Parrain; Barai Eduardo.
Mariage: Ont été mariés à Praly Balma
Sergio de Rodoretto avec Léger José. Dieu
bénisse ce nouveau foyer.
Funérailles: Dimanche 17 mai, aux Fontaines, une nombreuse assistance rendait
les derniers devoirs à Mr. David Genre âgé
de 87 ans. Mr. Genre fut instituteur pendant 37 ans, il enseigna à Saint-Germain,
aux Crousettes, à ^rveil et aux Fontaines.
« Leurs oeuvres ldi suivent ».
Nous rappelons à la population des Fontaines que le culte mensuel d’été aura lieu
tous les premiers dimanches du mois à
l’école du quartier à partir du 7 juin.
[onvepo Stuoie Doinitoli
Favorite da una giornata eccezionalmente limpida, le due Scuole Domenicali di
Torino si sono recate - il 2 giugno - in
due grandi torpedoni, a Issogne in Val
d’Aosta, e si sono incontrate con la Scuola Domenicale di Aosta, guidata dal Pastore L. Rivoira e dalla sua gentile Signora.
La gita si è svolta piacevolmente. A Ivrea, prima fermata per una rapida visita
alla città, coperta di manifesti sui quali
spiccano due nomi ben noti ai Valdesi:
Ing. A. OUvetti e Prof. Frida Malan.
Giunta ad Issogne la comitiva si reca
a visitare lo storico Castello, facilitata cortesemente dalla Direzione della Soprintendenza alle antichità del Piemonte.
Dopo la colazione al sacco, vien tenuto
un simpatico convegno all’ombra dei maestosi castagni; (pareva di essere a Bobbio!). Si cantano numerosi inni (adoperando la preziosa raccolta tascabile di Inni della F.G.V. edità più di vent’anni orsono... e non mai sostituita!!) eppoi i Pastori L. Rivoira e P. Bosio rivolgono brevi messaggi ai bambini raccolti (circa im
centinaio).
Si svolge quindi un bel programma di
giuochi a premio che appassionano i piccoli ed i grandi. Una geniale gara su tutto il programma svolto nelle Scuole Domenicali durante l’inverno, ottiene ottimi risultati ed i premiati dimostrano che la
Scuola Domenicale non è inutile... per chi
la frequenta regolarmente. Brava la coppia vincitrice Giampiccoli-Decker !
Anche la ricerca nel bosco di misteriosi foglietti rossi, è accolta con entusiasmo
e la distribuzione dei cinquanta piccoli premi soddisfa tutti!
I giuochi si susseguono con brio e nemmeno l’appeUo alla merenda riesce a calmare gli ardori.
Coi torpedoni si risale la valle fino a
St. Vincent, donde la grande valle d’Aosta appare in tutta la sua gloria, coronata
dai ghiacciai. Poi, ritorno a Torino col
volto « tintarellato » e coi cuori allegri.
(vox)
Collegio Valdese
I risultati degli scrutinii finali dell’anno scolastico conclusosi col 30 maggio u.
s. sono stati i seguenti:
Promossi alla II classe della Scuola Media gli alunni seguenti: Bert Mirella, Bertucci Piera, Boiero Claudio, Charbonnier
Liliana, Co'tsson Antonio, Garnero Adriana, Gay Nella, Giovenale Giuliana, Marietta Rodolfo, Melli Luciana, Odetti Vincenzo, Sciolotto Maddalena, Silenzi Elena,
Tourn Bruna.
ABa III classe deUa Scuola Media sono
stati promossi i seguenti alunni: BeUion
Bruno, Boulard Miranda, Carbone Lidia,
Diena Vittorio, Eynard Laura, Fontana Alma, Fornerone Alberto, Geymet Amalia,
Nisbet Lama, Pelenc Alma, Perotti Adriana.
Gli alunni deRa III classe sono stati tutti ammessi agli Esami di Licenza, che hanno avuto inizio il giorno 3 giugno, alle
ore 8,30.
Nel Ginnasio Superiore, sono stati promossi dalla classe IV alla V gli alunni:
Cavazzani Ada, Charlin Irma, Meynet Vanda, Rapetti Luciano.
Gli alunni della V classe ginnasiale sono stati tutti quanti ammessi a sostenere
gli Esami di Ammissione al Liceo, che
hanno avuto inizio il giorno 11 giugno
corr. m., alle ore 8.
Sono stati inoltre promossi alla II classe
del Liceo gli alunni: Schindler Oscar e
Tourn Maria Luisa.
Promossi alla III classe liceale: Galignano Mafalda, Peano Angelina, Pegone
Giuseppe.
Sono stati ammessi alla I classe della
Scuola Media: Abate Sergio, Balbiano Adriana, Razzano Guido, Benedetto Graziella, Cognazzo Tullia, Coisson Franca, Converso Giorgio, Dalmas Lello, De Ambrogio Dario, Di Francesco Paola, Giovo Piero, Gönnet Alberta, Gönnet Olga, Gesso
Pierangela, lardella Paolo, Lorenzino Giorgio, Peano Elena, Pegone Agostino, Penato Anna Maria, Sironi Bruno, Toselli Mario, Travers Erica, Vola Maria, Zoppi
Franca.
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RORA’ è nota quale centro di villeggiatura evangelica; chiunque desiderasse prenotare alloggi per l’estate è pregato di
farlo tempestivamente. Rivolgersi al Pastore di Rorà.
La famiglia dell’indimenticabile
Emanuele Micol
commossa per le grandi dimostrazioni di
stima e di simpatia avute in occasione del
la dipartenza del suo caro, ringrazia viva
mente tutti coloro che con fiori, con scrit
ti o con la loro presenza hanno preso par
te al suo grande dolore. Un ringraziamen
to speciale a tutti coloro che con tanto a
more l’hanno circondato nelle sue ore di
sofferenza.
« Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati e io vi darò riposo ». (S. Matt. XI: 28)
Forengo di Maniglia, li 31 maggio 1953.
Le famiglie Pons e congiunti porgono il
loro grato ringraziamento a tutti coloro
che personalmente, con scritti e fiori vollero prendere parte al loro dolore per la
triste dipartita della loro' cara mamma
Orlina Bertin ved. Pons
Ringraziano in modo particolare i Sigg.
Dottori De Bettini, Pellizzaro e la Sig.na
Chauvie Alice per le amorevoli cure; i
sigg. Pastori Jakier e Bertinotti per le
buone parole di conforto; i vicini di casa
e gli operai dello Stabilimento Mazzonis
’’Giambone” per le magnifiche corone; gli
amici Griglio Domenico e Merletti Agostino che l’assistettero fino all’ultimo.
« Muston » Luserna S. Giovanni
10 giugno 1953.
ABBONAMENTI A «L’ECO DELLE
VALLI VALDESI »: Annuo L. 600 —
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Claudiana - Torre Pellice Torino) C. C. P. Claudiana 2-17557 dell’Ufficio dei Conti di Torino.
ORECCHI
NASO - GOLA
Don. DANIELE ROCHAT
riceve in Torre Pellice viale
Fuhrman 1 (presso Dr. Gardiol)
il VENERDÌ’
dalle ore 10 alle IS.
a Torino riceve gli alcrigiorni»
dalle ore 14»30 alle Ì.S in via
Berthollets 3S ( OspedaleEvan
gelico).
Direzione e Redazione: Past. Frmanno
Rostan - Via dei Mille 1 ■ Pinerolo •
Tclef. 2009.
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo, con decreto del 27XI-1950.
Tipografia Subalpina S. ‘ A.
Torre Pellice (Torino)
Dr. GUIDO AVONÛET
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