1
mr rÆr'
. !xL
■ * :
lápett. V'-* '
Biìilioteca VaMsse
(Torino). TORRE FELLICS
Settima n a le
della- Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXX ■■— Num. 17
— Abbonamento : Lire 600 per Tinterno, Lire 1000 per Testerò — Spedizione in abbonamento postale« 1“ Gctippo —■
Cambio d'indirizzo L. 30 — Amministrazione i Claudiana - Torre Pollice • C,C.P. 2»17557 Preszo !«•
TORRE PELLICE, 28 Aprile 195»
f
Confidati nel Signore
L occhio deirEterno è su quelli che lo temono, su quelli
che confidano nella Sua misericordia. (Salmo 33)
Il timore e la fiducia sembrano essere opposti gè'tsralmetde l'uno all’altra, ma alla presenza di Dio
e nella adorazione ohe noi Oli offriamo, il timore si
trova in accordo perfetto con la fiducia, poiché in
Dio ogni contraddizione apparente si concilia. La
giustizia e la pace, il giudizio e la misericordia, la
santità e Vamore, la onnipotenza e la più grande dolcezza, la maestà suprema e la condiscendenza ohe
sa abbassarsi, tutte queste cose si trovano e si conyinngono in Lui. Vi è infatti un timore che fa soffrire
e ohe può essere dissipato solo dal perfetto amore;
ina vi è pure un timore di altro genere che si trova
nel cielo stesso. Nel cantico di Mosè e dell'Agnello
ecco ciò che dicevano coloro che lo cantavano : « 0,
Siguoj'e 1 uhi non ti temerà e chi non glorificherà il
tuo nome? » K dal trono stesso di Dio usciva una
voce che diceva : « Lodate il nostro Dio, voi tutti
SUOI servitori e \-oi ohe lo temete, piccoli e grandi »
{Ap. 15/3 e Confidandoci nel Signore, il nò
stro Dio, riconiiamoci che il « Suo Nome è santo e
tremendo » (Salmo 111/9). Più ci abbasseremo con
Umore davanti a Lui in adorazione e santa reverenza,
più noi ci umilieremo come gli angeli che si velavano
il volto davanti al Suo tròno, e più la Sua santità rispleuderà su di noi, preparando la nastra anima ad
ascoltare Dio ed a lasciare ohe Egli si riveli in noi.
« L’occhio deH’Eterno è su quelli che lo temono
<■ ('.he confidano nella Sua misericordia ».
Il vero Umore di Dio lungi dalVimpedire la nostra
fiducia non farà che stimolarla e fortificarla. Più
noi ci abbassiamo davanti à Dio, sentendo che non
possiamo confidarci che nella Sua misericordia, più
Dio si avvicinerà a noi, dandoci la santa baldanza di
avere fiducia in Lui.
Cosi sono ijudli che si confidano nel Signore. Vediamo ora collie è questo Dio nel quale noi confidiamo. « I/occhio deH’Etemo è su quelli che lo temono, su (juelli che confidano nella Sua misericordia,
per salvarli dalla morte e mantenerli in vita durante
la distretta ».
Non per evitare loro il pericolo della morte e della distretta, poiché questo è qualche volta necessario
per incitarli a confidare in Lui, ma per liberarli e
ronservarU in vita. I pericoli che ci minacciano sono
sovente molto reali e spaventosi, la nostra situazione, sia dal punto di vista materiale che spirituale,
potrà apparirci disperaiu, ma la speranza del credente è sempre questa : « Tj'occhio delLLterno è su quelli che lo temono ». Questo occhio divino vede il pericolo, segue con sollecitudine la sua creatura smarrita ma fiduciosa, Egli sa in quale momento questa
creatura sarà pronta per ricevere tu benedizione,
frutto (lidia prova. Egli sa anche in <iual modo questa
benedizione dovrà essere data,. Oh! temiamo il Dio
vivente, onnipotente e confidiamo nella sua rniserirurdia. Con umiltà ma anche con fiducia esclamiamo : « Anima mia confida nel Signore : Egli è il nostro aiuto ed il nostro scudo. Che la Tua bontà sia
sopra noi, o Eterno, poiché noi confidiamo in Te ».
Figliuoli d.i Dio, - nella vostra computa incapacità, non volete gettarvi ai Suoi piedi per attendere in
silenzio il Suo soccorso? Nella più grande distretta
spirituaiiv, come davanti aWcppi n ' dell’Ora
suprema, confidate in Dio: è Lui che libera, che
mantiene in vita, che .apre li glo a ¡ ta della
eternità. K' Lui che rivela all’un m r st a ncapace
di comprenderlo, la profondità del Suo amore immenso, Ch’Egli ha spiegato in Gesù Cristo, dato come no.stro Salvatore e Redentore, uff chiun
que crede in Lui tion perisca ma abbia vita eterna »
(Giov. 3/16).
Questo salmo non è rivolto solo a te, individuo
isolato, ma a tutto il popolo di Dio. Non limitarti
dunque a ripeterlo a te stesso per darti forza e coraggio: ripetetelo gli imi agli altri, comunicatelo intiirno a voi, come una certezza gloriosa e gioiosa, come una testimonianza verso l’Iddio della vostra saivezza. E'ortifi.catevi mutualmente in questo santo
esercizio di fede e di fiducia, come esorta anche l’apostolo Paolo, in modo che ciascuno possa dire dei
suoi fratelli come di se stesso : « Questo è il nostro
Dio: in Lui abbiamo sperato, ed Egli ci ha salvati;
esultiamo, rallegriamoci per la sua salvezza » (Zs. 26
V. 9).
(Trad. A. tì.)
da « Notre ami »
Ermanno Rostan
SDOPPinmenio di coscienzD
Alcune settimane or sono, i giornali si sono ampiamente interessati
al processo dello scienasiato tedesco
Fuehs, naturalizzato inglese, e accusato di aver trasmesso alla Russia
importanti rivelazioni sulla produ
zioue dell’energia atomica.
In una corrispondenza da Londra,
dove si svolgeva il processo, un giornalista si dbmandava copio mai il
Fiichs avesse potuto venir mepo ai
suoi impegni morali e campiorOi iti
tutta tranquillità, senza destar sospetti, lina vera e propria opera di
sabotaggio ai danni della nazione
che lo aveva ospitato e lo aveva assunto in servizio, in una delle atti
vità ohe, nell’attuale momento politico, richiedono assoluta segretezza cd assoluta fiducia.
La risposta ad una tale domanda
era però contenuta nelle dichiarazioni stesse dello scienziato il quale,
durante il processo, confessava di
esser riuscito a sdoppiare in modb
cosi perfetto la propria coscienza,
distinguendo nettamente la sua personalità di scienziato da quella di agenle dello spionaggio sovietico, da
svolgere per alcuni anni la propria
alti. ita in Inghilten-à ed in Americo con la fiducia non soltanto degli
iimbieuti ecienlifici, ma anche dei
servizi di polizia segreta per la sorveglianza degli addetti alla produzione della energia atojniea.
Nulla di straordinario^:;
Leggendo il resoconto del processo dello scienziato Fuehs, aveva
ino rimpressione che il giornalista
considerasse questo « sdoppiamento
di coscienza » come un fenomeno
più unico che raro. Non è invece
nè una novità nè una rarità; è un
fatto che si verifica più spesso di
quanto non si creda e non soltanto
nella coscienza (fegli scienziati, ma
in quella di ogni uomo, grande o
piccolo ohe sia nel giudìzio dei suoi
simili.
Ogni vita umana, in realtà, è caratterizzata da questi « sdoppiamenti » più o meno visibìli, più o
meno gravi, più o meno tragici.
Uno dei segni più impressionanti
che il peccato è presente nell’umaiiità è proprio questo disordine mentale deiruomo, questa sua facilità a
vivere una vita doppia, a fare il
(I doppio giuoco », a sdoppiare la
propria personalità presentandosi
davanti al móndo come « uomo di
coscienza » retta e pur^a, mentre invece è sea-yo dei propri interessi e
delle proprie passioni. Quante, fin
zioni e quanti inganni sono stati
compiuti nel nome di una coscienza doppia, cioè non sincera, non degiia di fiducia, non onesta!
« Vìvere una vita doppia ». adoperare la tattica del « d-jjipio giuoeo », sojio espressioni assai comuni
nel (iampo della vita olilica e sociale, per uscire da certe situazioni
imbarazzanti, per realizzare i ‘vropri interessi, per salvar la pelle al
momeiiLo opportuno. Ma, in fvndo,
«(juesle espressioni si traducono in
realtà della nostra vita quotidiana
e .sono l’eterna, insidiosa tentazione
• he incontriamo sul nostro cammi
no. E’ ben vero che Gesù diceva:
« Ninno può sertdre a àue padrom;
fHirchè o odierà Fimo ed tonerà Valtro, o si {fi-terrà M’uno e sprezzerà
l’altro »; ma, purtroppo, i nostri
giudizi, i nostri atteggiamenti nella
società e nella chiesa, la nostra condotta, recano l’impronta, sempre u
rniliante, di un deplorevole sdoppiamento di coscienza per cui vogliamo al tempo stesso « essere e
non essere », professarci cristiani,
seguaci di Cristo, e al tempo stesso
fare i nostri interessi con pna dedizione totalitaria.
Quante volte non ci è accaduto di
dire: come « cristiano » la penso in
un modo, ma come uomo d¡ questo
mondo, come politico, i:ome educatore, come professionista, come militare, coni'C commerciante, come
uomo qualunque la penso in un altro modo ed agisco in conseguenza!
Tutti, sacerdoti e pastori compresi,
[»ossono farne pidiblioa confessione.
La vita è un combattimanto
Sara sempre e soltanto così per
tutte le creature, in tutte le generazioni destinate a calcare la^ polvere
di questa terra? E’ egli impossibile
«operare in un ravvedimento, cioè in
un « cambiamento di mente », in un
rinnovamento della coscienza individuale e sociale? E quand’anche
in un mondo che è quello ohe è. disordinato e traviato, noi dovessimo
ancora conoscere per esperienza
<|uesto sdoppiamento dì coscienza,
è egli impossibile giungere al riconoscimento che tutto ciò è, purtroppo, inevitabile, ma è anche anormale .dannoso, contrario alla vocazione cristiana che si riassume integralmente in queste due parole:
« Tu segnimi »?
L’esperienza cristiana deve e può
anche essere una esperienza dii rinnovamento, di trasformazione, di
purificazione della coscienza. Ovvero l’Evangelo di Cristo ci aiuta a
« camminare in novità dì vita » ovvero la nostra professione di fede
cristiana è pura e semplice esteriorità. Paolo apostolo e, dopo di lui,
molli altri hanno compreso la necessità di (c rmn omformarsi a questo .secolo, ma d’esser trasformati
mediante il rinnovamento della mente, off in di conoscere per esperienza qual sia Ip volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà ».
E se egli ha saputo esprimere in termini di crudo realismo il tragico
contrasto che dilania Fuomo naturale, dicenid'o di se stesso: a Io mi diietüo nella fegge di Dio, secondo
l’uomo interno; ma rteggo un altra
legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente ìi, è anche vero che egli è giunto
a considei-are la vita cristiana come
una lotta per vivere in modo coerente con la propria vocazione e con
la propria coscienza afferrata dal
Cristo ed ha espresso questa sua tensione verso la « coerenza », questa
sua decisione dì vivere una « vita
sola » con queste robuste parole;
u Io mi esercito ad avere del contiimo una coscienza pura dinanzi a
Dio e dinanzi aigU uomini ».
La vita cristiana è una vita di rinnovamento e non di sdoppiameanti;
ma ogni rinnovamento individuale c
sociale richiedle un atto di fede nella grazia di IWo ed una volontà sensibile alle esigenze della fede. Il cristiano vive Ogni giorno del perdono
di Dio; ma ogni giorno, con vigile
attenzione, egli deve esser pronto ad
« esercitarsi per avere una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli
nomini ».
COLLOQUI
del Iramonlo
Ogni mattina il mio risveglio mi
riconduce dal mondo dei sogni a
quello della realtà quoticMana; e mai
come in quel momento si fa viva in
me la certezza che oltre questa realtà alla quale dolorosamente noi ritorniamo giorno per giorno, trionfa
la Tua realtà divina ed eterna, o Signore, nella quale entreremo, deposto il nostro fardello, al di là di quella soglia che s’apre per diiamard ad
una vita migliore. E quando in me
riluce questa certezza, un’altra cer- ^
tezzm più grande m’inonda di gioia: ‘
*
quella che Tu mi sei Padre, che Tu
mi ami, che Tu giorno per giorno
mi guidi verso il mio bene.
Sì, attraverso a tutto quello che
io credo, che io chiamo erroneamente « il male » e che è solamente
la prova necessaria rdla quale il Tuo
amore e la Tua saggezza mi sottopongono, Tu mi guidi con mano paterna e sicura verso il Bene, verso
la purificazione, la trasformazione
del mio essere umano, verso insomma la statura di Cristo, il modello
eccelso ohe Tu ci hai dato per la nostra finale vittoria.
Come posso, mio Dio, essere ancora tanto deca da domandarti di allontanare questo calice di dolore da
me, quando lo sento indispensabile
alla liberazione dal mio « corpo di
morte ».? Come posso rimpiangere
l’effimera gioia che il mondo ingannatore può dare, dinnunzi alla visione deUa « seconda nasdta », del
trionfo del mio spirito sul regno della materia? So bene. Padre, che al
di là del peccato che macchia Vanirtìa nostra e grava sulla natura, esiste pure La bellezza senz’ombra che
Tu creasti in principio per la nostra
gioia terrena: ma i nostri occhi sano
troppo miopi per scorgerla e per goderne. Noi contaminiamo lutto quello che forma il nostro patrimonio
■ sulla terra: e non ci rimane più che
la a via stretta » per salire andmauti
e sanguinanti fino a Te, Signore:
non c’è che una porta sola, la Croce
di Cristo, per giungere alla visione
delle infinite luminosità dei « deli
aperti » che Stefmw scorse al di là
dello strazio del suo martirio.
Mio Dio, dammi la forza di non
desiderare nulla, di non domandarti luilla di tutto quello che il mondo
mi porge: dammi la Fede per sottomettermi alla Tua volontà con obbedienza filiale, e per camminare dove
e come Tu mi comandi, verso la
mèta che non può fallire. Ch’io sia
la Tua « serva ». Padre- Questa è la
unica preghiera che a Te onniveggente ed onnipotente sia degna di
Sidire dcdle mie labbra impure.
Una Sorella Valdese
2
•‘i ~ '^■«ïj
L’Eco delle-Valli Valdesi
V 'ì
^ÄT' ' - "*Ì ,
( La Chiesa "nel mondo J
ori dàllè nostre Valli
formano all‘impegno di non fabbricare armi atomiche. Su questo pxmto i j|
negoziati tra le Nazioni Unite sono
falliti.
Le
e
Qual’è la reazione delle Chiese di
fronte al problema dell’energia atomica? Ecco un problenia che dovrebbe interessare vivamente ogni
membro di chiesa; da noi se ne paria pòco, ed è significativo il fatto che
molte proteste e proposte idS controllo vengono proprio dalle nazioni più direttamente interessate: Stati Uniti e Inghilterra. Pubblichiamo
qui alcune dichiarazioni interessanti di personalità e di enti.
Una dichiarazione
del Consiglio Ecumenico
INel corso della sua seconda sessione annuale (Bossey, 21-23 febbraio)
il Comitato esecutivo del Consiglio
Ecumenico ha votato tra l’altro una
dichiarazione relativa alla bomba H.
Ecco come si esprime la dichiarazione;
« La bombe à hydrogène marque
l’étape la plus récente et la plus terrible dans la transformation toujours
plus rapide de la guerre, jadis un combat entre des hommes ou des nations,
en un massacre massif de vies humaines. La révolte de l’homme contre son Créateur a atteint un point
tel qu’à moins d’être arrêtée elle l’entraînera à sa propre destruction. C’est
ici une perversion, une négation de
l’ordre moral auquel l’homme est Soumis; c’est un péché contre Dieu.
Nous encourons tous une responsabilité devant Dieu quand nous envisageons les tragiques possibilités de
la bombe à hydrogène et des autres
engins de la guerre moderne. Chacun
de nous, homme d’état, savant ou
simple citoyen, doit se demander en
conscience dans quelle mesure, par
son attitude et son action personnelles, il risque d’accroître le danger de
suicide auquel est exposé le monde et
ce qu’il a le devoir de faire pour prévenir cet immense péril et amener les
nations à se comprendre et à s’entr’aider.
Les gouvernements assument aujourd’hui une responsabilité à laquelle ils ne peuvent échapper. Le monde
est divisé en camps adverses par la
suspicion et la méfiance et par l’impuiesance des nations à établir leurs
relations mutuelles selon la justice et
l’ordre d’une organisation internationale unanimement acceptée. Représentants d'Eglises chrétiennes, nous
demandons instamment qu’un nouvel
et gigantesque effort soit entrepris
pour assurer la paix. Nous savons
avec quelle persévérante énergie les
gouvernements, au cours des récentes années, ont discuté les conditions
(le la paix. Cependant des conflits politiques substisient, toujours aigus, et
le danger atomique se développe sans
contrôle. Nous supplions les gouverutemenls d’ouvrir de nouvelles négociations et de faire tout ce qui est en
leur pouvoir pour sortir de la tragique
impasse d’aujourd’hui.
L'heure est venue d’écouter de nouveau la Parole de Dieu qui est le Seigneur de l'histoire. C’est aussi l heure de l’ardente intercession car le sort
de l’humanité est entre les mains de
Dieu. Ceux qui se confient en Lui
n’ont pas besoin de craindre, quoiqu’il arrive. Il est le Dieu et le Père
de notre Seigneur Jésus-Christ. Tous
paraîtront en jugement devant Lui
pour rendre compte de ce qu’ils auront fait ou refusé de faire pour leurs
semblables », (S. OE. P. I. Genève).
Proteste americone
Che fare?
Il problema di una azione pratica
è stato affremtato dalla Commissione
delle Chiese per gli affari internazitmalt, che tramite i! suo direttore
F. Nolde raccomanda all’aUenzione
delle Cliiese locali queste considerazioni :
« Noi diiediamo al nostri coUe
ghi di riunire, pei propri paesi, le
personalità influenti in grado di
prendere misure per organizzare il
controllo delle forze distruttive.
Le seguenti proposte potrebbero
servire come direttive a questo scopo:
1) I governi non si contentino di
dichiararsi pronti a partecipare a
congressi intemazionali per il controllo degli armamenti, ma prendano l’iniziativa di simili consultazioni;
2) I governi proclamino la loro volontà di riprendere le discussioni e
diano prove tangibili di buona volontà e idii spirito di collaboriizìone;
3) I governi rinuncino alla politica dell’interesse nazionale a detrimento di altri paesi, e ove se ne presenti la necessità sappiano accettare
certi rischi pur di raggiungere l’accordo intemazionale ;
4) I governi consentano a delegare
una parte della loro sovrapità alle
organizzazioni internazionali che
siano in grado di garantire un controllo reale degli armamenti. *
Non meno importanti e degne di
attirare l’attenzione delle Chiese sono le misure da prendersi per favorire la cooperazione intemazionale.
Suggeriamo che una particolare attenzione sia consacrata ai seguenti
punti ;
a) Partecipazione dei governi nazionali al programma dì assistenza
delle Nazioni Unite alle regitmi poco sviluppate;
b) Esame delle possibilità di consacrare alla mutua assistenza sul piano mondiale una parte dei fondi
governamentali consacrati alla preparazione militare;
c) Esame dei mezzi che permetta
no lo sviluppo di relazioni cordiali,
specialmente tra popoli e governi
attualmente separati da serie opposizioni, attraverso la collaborazione
nel campo professionale, culturale,,
sociale c religioso ». (S. OE. P I)
Non mancano negli Stati Uniti parole chiare a proposito della bomba atomica; trenta teologi, pastori ed ediicatori, hanno pubblicato un manifesto di protesta coptro la fabbricazione della bomba all’idrogeno.
I firmatari, tra cui molte notevoli
personalità del mondo evangelico americano, ritengono « che il prestigio
morale degli Stati Uniti abbia ricevuto un grave colpo per il fatto che questo paese, nel 194p, si è servito unilateralmente di armi atomiche ».
Osservando ohe « la bomba atomica non ha portato .alcuna sicurezza »
la dichiarazione prosegue affermando che la produzióne di bombo all’idrogeno « non può ohe aumentare la
insicurezza ».
Arcivescovi anglicani
prendono posizione
« Per i cristiani., 0 per la Chiesa ¡1
problema che la bomba pone non è di
sapere se gli Stati Uniti possono correre il rischio materiale di subire una
guerra atomica, ma piuttosto se essi
possono correre il rischio spirituale di
massacrare altri popoli e di perdere
l’anim.a loro nella speranza, probabilmente vana, di aalyare la loro pelle ».
Il paese ha bisogno'« di una effusione dello Spirito Santo, che ci doni una fede vivente in' Dio e nelle armi
spirituali piuttosto che in quelle della
carne ». ,,
D’altra parte, il dr. Albert E. Day,
presidente di un comitato nazionale
che organizza una. conferenza sul tema : la Chiesa e la Guerra, ha dichiarato ohe « è tempo che la C^hiesa
sappia quel che pensa della guerra e
della bomba all’idrogeno, e ohe lo dica senza equivoci e senza timori ». '
Annunciando la conferenza, che avrà luogo a Detroit dall’8 all’11 maggio. centoundici dirigenti delle sedici
maggiori Chiese protestanti americane, hanno dichiarato che « milioni di
persone, dentro e- fuori della Chiesa,
aspettano una chiara definizione dell’nzione cristiana per la pace ».
il signor Day ha altresì espresso la
speranza che là conferenza « apra
nuovi orizzonti e riesca e definire il
punto di vista cristiano sul rifiuto di
prender parte ad una guerra moderna ». (S. OE. P. I.)
L’arcivescovo di Canterbury ha dichiarato ;
« E’ impossibile ad un uomo di sta^
to cosciente delle sue responsabilità
proibire agli scienziati del suo paese
la produzione della bomba H, sapendo che cosi egli metterebbe il suo popolo in condizioni di inferiorità rispetti! ad altri popoli capaci di costruire
questo atroce strumento di distruzione. Ma questo fatto rivela in quale
situazione di pazzia stiamo vivendo, e
l’urgenza di un cambiamento.
La nazioni dovrebero accordarsi per
non usare le armi atomiche. Ma esse
non avranno fiducia nella parola le
ime delle altre; perciò ogni nazione
dovrebbe potersi accertare, attraverso
un sistema intemazionale di controllo, che anche le altre nazioni si eon
Ma è urgente riprendere le trattati- '
ve. Se queste si arenano, non c’è piò |
ohe da lasciar aumentare la produzio- ^
ne di anni atomiche,con la sola speranza che le nazioni non ricorrano a
simili armi, sapendo di essere presto
o tardi trascinate nella medesima di-_
struzione che esse vogliono infliggere*
ad altri ».
L’arcivescovo di York ha 'nvece
lanciato un appello per un accordo
immediato con la Eussia; in caso di ^
scacco, i popoli pacifici e democratici dovrebbero impegnarsi solennemente ad usare ogni mezzo di costrizione
verso le nazioni che faranno uso del-^
l’energia atomica e dichiarare che « nè
individualmente nè colletti vb monte
utilizzeranno mai la bomba all’idrogeno ».
« Bisogna cercare un accordo fin-';
chè. c'è tempo; in caso di insuccesso
trovare il mezzo di fermare un even-«
tuale aggressore. Se non si fa nulla"í
la razza umana corre verso la distru«
zione. Non c’è altra alternativa : j
l’accordo o la distruzione.
(S. OE. P. T.)|
Tolleranza e infolleranza
Che la lotta per la libertà di cosciensia tute altro che superata, lo dimostrano i fatti seguenti; da essi risulta
evidente che dovunque una forma
(jualsiasi di totalitarismo religioso o
politico prende piede, la libertà religiosa è seriamente minacciata.
Spagna
Bolivia
Il 15 febbraio scorso, i protestanti
Si'Kignoli hanno rivolto una petizione
al generale Franco, chiedendo certe
misure di protezione legale. L’Eco
delle Valli Valdesi ne ha già dato notizia recentemente.
Il periodico cattolico « Corazon de
.Maria » (il cuore di Maria) pubblica
un articolo sul « pericolo protestante »; vi si legge tra l’altro:
« Cattolici boliviani I Pensate che
la fonte dei nostri mali, della nostra
disgrazia nazionale, delle guerre, delle divisioni, è l’attività delle sette evangeliche, con la, loro predicazione
di odio 6 di disprezzo contro la nostra
santa religione. E' un delitto abominevole, che grida vendetta. Cattolici
boliviani, riunitevi nei comitati di difesa della nostra santa fede cattolica »
Alcune settimane or sono, nove prolestanti, tra cui un missionario canadese, sono stati uccisi dalla folla fanatizzata, nei dintorni di Cochaoamba. (E, P. D., citato da Eéforme)
Polonia
La delegazione della Croce rossa m-s*i
ternazionale in Polonia è stata invitata dal governo polacco a lasciare il paese. Un intervento del centro ginevrino della Croce Rossa non ha avuto risultato.
Anche l’YMGA polacca, in seno al-:
tu quale predominano i cattolirr ha
dovuto interrompere ogni legame - in--mfernazionale, ed è stata trasformata M’
in una organizzazione non cristiana.
La stessa sorte ha già colpito prece(
drntemente il movimento « scout
polacco (U.P E.ì
Siria
Notizie dal Giappone
Sovrappiù d'uomini
L'interessante di queste linee che
riportiamo è che siano state scritte in
Francia, un paese che non soffre certo di sovrapopolazione : sono comparse su « Cité Nouvelle » (12-1-1950),
un vivace foglio di.battaglia « per un
cristianesimo prat’co e sociale ».
« Ecco dunque di nuovo questo problema del « sovrappiù d’uomini ».
Non lo si risolverà negandolo.
All’altro capo del mondo, in quel
Giappone sovrapopolato, il generale
Mac Arthur getta un grido di allarme.
« Abbiamo — dice egli — portato
al Giappone, con la nostra armata dì
occupazione, tutti i rimedi della medicina moderna. Streptomicina, penicillina e cure igieniche hanno causato
enormi rovine poiché i bambini giapponesi non muoiono, più e la popolazione è aumentata di più di cinque
milioni dal 1945 ». _
limentata in cui La vigna non potrebbe sostituire il grano ed i foraggi..
Allora voi che leggete queste righe,
se frequentate un luogo di culto chiedete dunque ai vostri correligionari di
indicarvi una ricetta per dormire tranquilli dopo aver recitato il « Padre nostro ».
Poiché dovremo ben pronunciarci
un giorno e prender partito ».
(André Monnier)
Il Crislianesimo
in Giappone
Una Croce ed Hiroshima
,1 questi cinque milioni sono venuti
ad aggiungersi i cinque milioni di giapponesi rimpatriati dalla Corea e dalla
Manciuria e la cifra della popolazione
raggiunge oggi 83 milioni su un territorio che ulilizzando al massimo l’ultimo centimetro di terra arabile, non
ne può nutrire più di 40 milioni.
Ecco il germe delle guerre future.
Rivolte di affamati, che preparano le
crociate di tutti i « Führer »eie Duce ». Avventure coloniali e razzistiche, conquiste di mercati o di spazi
vitali.
Abbiamo vicinissima a noi una Afrira del Nord sovrapopolata e soHoa
Vna croce di legno di canfora, fatta
con un albero del giardino di una chiesa di Hiroshima, é stata inviata negli
Stati Uniti e collocata nella chiesa
congregazionalistica di Monte Holliwaod a Los Angeles. Particolar interesante : incaricato di portare questa
croce era un giovane giapponese il cui
padre era morto nel bombardamento
del 1946. Nel servizio di consacrazione, cui partecipavano messicani, negri, giapponesi e cinesi, la comunità
intera ha dichiarato di consacrarsi alla causa della pace del mondo.
All'origine di questo significativo
gesto è il fatto che durante la guerra
mentre l’opinione pubblica americana
si scagliava contro tutto ciò che era
giapponese, la comunità congregazionalista di Mt. Holliwood aveva trattato amichevolmente i giapponesi del
luogo. In segno di riconoscenza verso
questa comunità i cristiani giapponesi di Mt. Holliwood han voluto contribuire con un dono di cento dollari
alla restaurazione del suo tempio; la
posa della croce ne è stato il momento più solenne. (S. OE. P. I.)
Il noto teologo prof. Emile Brunner di Zurigo, attualmente in Asia per
un giro di sei mesi, ha così risposto
alla domanda se il Giappone è aperto
al messaggio cristiano : « Sì e no. Sì,
nel senso che la gioventù sente un
grandissimo interesse per il messaggio
di Cristo nelle sue applicazioni ai problemi contemporanei e alla civiltà
moderna. No, se si deve giudicare dalla mancanza di interesse verso il tipo
di cristianesimo rappresentato dalle
chiose. L'elemento « ecclesiastico »
di gran parte delle chiese respinge
molti studenti, e quanto ai capi delle
chiese e ai teologi essi mancano spesso di comprensione e di curiosità per
i problemi sociali e politici che si pongono alici nazione giapponese ».
Altre interessanti dichiarazioni sulle prospettive del cristianesimo in
Giappone sono quelle del dr. Luman
.1, Shafer, segretario della società delle missioni della Chiesa riformata di
America. La speranza di vedere il
Giappone convertirsi in blocco al cristianesimo, è « troppo ottimista »,
egli ha detto. 1 progressi del cristianesimo in Giappone sono lenti. Appena 25000 sono i convertiti dell'anno
scorso, di cui 111.'54 sono passati al
cattolicesimo 11124 al protestantesimo. L’80% delle conversioni al protestantesimo si sono avute dalla fine
della guerra. In tutto, su una popolazione di 80 milioni, i cristiani non arrivano a 300.000.
(Il libero Evangelo).
-He uni prelati greco-ortodossi e coftolici romani si sono rivolti all’assemblea costituente, a Damasco, vrote-stando contro la clausola proposta per«
la nuova costituzione, e che farebbe
dell’Islam la religione di stato
« Se l’Islam diviene la religione di.i,
stato, dichiara il memorandum, i cit-3
tadini non mussulmani saranno costretti ad emigrare perché la loro fede’
non permette loro di obbedire ad ni-:
tra religione ».
inoltre la Siria rischia di perdere i
suoi vantaggi economici, perché i paesi stranieri preferiranno aver a che fare con stati che non impongono restrizioni religiose.
La proposta di fare dell’Islam la
religione di stato era stata presentata
da alcuni gruppi mussulmani estremisti. (R. OE. P. I.)
U. R. R. S.
Durante la sua visita in Cecoslovacchia il metropolita Nicola, capo
dell'ufficio per gli affari esteri del patriarcato di Mosca, ha concesso una
intervista a un corrispondente del‘:
« Kalvinske Hlasy ». organa della
Chiesa riformata slovacca.
Interrogato sui rapporti tra Chiesa
ortodossa russa e Chiese battiste, il
metropolita ha risposto : « Le nostre
relazioni sono ottime. Viviamo in una
intesa fraterna perchè serviamo il nostro popolo sovietico, che amiamo di
uno stesso amore, in nome, di Gesù
Cristo ». (S, OE. P. 1.)
Egiffo
Secondo un recente decreto tutte le \
scuole, ivi comprese le scuole cristiane. sia cattoliche che protestanti, dovranno ormai insegnare anche il Corano. (TT. P. E. citato da Eéforme)
3
L’Eoo delle Valli Valdesi
^ gi
ETIQUETTES
Les petite rectangles gommes, bordlps de j^rosses 1 lignes bleues ou
rouges, que nous collons gjir les üaeous de nos pharmaoes familiales
sont bien utiles. Ils nous permettent, sans erreur possible, erreur qui
dans certains cas. pourrait etre fatale, de mettre la main sur le médicament ou le produit cherche. ]\ous lisons avec sécurité: /yeool. Etlier,
Laudanum. Eau de Goulard. etc Sur la planche de notre, cave nous ne
risquons ainsi nullement de confondre la bouteille d eau de javel avec
quelque liqueur de meme couleur.
Quand nous avons lu « Alcool » sur 1 étiquette, peut etre même
avec 1 indication du ohilfre du degre. nous savons exactement ce qae
contient la bouteille. Le mot idiesigne sans conteste un uroduil très pré
C18 et catalogue. Parfois une serie de bouteilles diverses ijorient. bien
en evidence. une petite letiqiiette rouge miarquee d une lete de mort,
■•Attention, le produit est très dansereux. smon mortel si 1 ou dépassé,
: en médicament. la dose indicjuee'
Nous avons aussi, pour designer Icjs groupes d hommes, les systèmes sociaux, economiques, philosophiques, religieux, etr... des mots
qui prétendent les caractériser pour les distinguer les uns des autres.
Sans doute ces désignations co'rrespondlent-elles a des réalités, mais ces
réalités sont bien moins précisés, ne 1 oublions jamais, que les liquides contenus dans nos petites bouteilles pharmaceutiques
Quaud nous entendons causer un voisin du Sud. nous disons: «C’est
un Français», au Nord: « G est un Hollandais», à 1 Est: «C’est
un Allemand ». au delà de la mer: a C’est un Anglais ». JNous désignons ainsi un homme de 1 une ou 1 autre de ces nation.s qui nous entourent. avec sa langue et ses caractères propres. M-jis ceucf étiquette
ue nous a pas fait connaître parfaitement ce produit vivant: car c est un
homme. Un être complexe different de nous sans doute et pourtant semblable en tant de points.
Avec quelle prudeii-ee faui-il user des mots trop' tacilis qui dési
gnent des mofiivements de pensee et leurs fidelesi Qui définira exactement c qii est le ri icn lisme ti siu que] homme pouirc s nou coller
letiquelte «matérialiste » a\ ec 1 assurance quelle desiÊjie bien ce’
homme. Qu est-ce que le Bartlusmt:. dont on parle tant aujourd’hui
dans les milieux iheologiqucs? Bien sur que ce terme drsiaie une tendance dogmatique pnecisf- inaugurée par les ouvrages du théologien
protestant suisse. Karl Barth. Mats avec quelle legerete facile nous
classons tel pa-steur dont la forme de pensee. nouvelle pour nous, nous
échappé. Il semble que nous avons tout Qit (avec adiniraiion ou suspicion)) quand nous affirmons: c’esi un Barthien.
Sans doute nous connaissons bien l ecart exislam entre le catholicisme et le protrslaiitisme. entre un catholique et un ¡iroiestani. et nous
ne prétendons pas qu il n v a aucune différence eiilre ces produits
humains. Nous disons seulement: prenons la peine, assurément très ardue. de [«nnaitrc le catholicisme ou le protestantisme dauî leurs différences essentielles N oublions pas siirioni. ineme quand nous aurons en
face <li- nous un vrai catholique, qu i] n est pas definitivemeiit classé
par cette etiqueue: c’ejst peut-etre «aussi» im trere, une mere, un
jeune homme, un malade, un souffrant ou. plus précisément encore uii
chretu-u (qu est-ce qu iip vrai chrétien?).
Quand un ouvrier parle de son patron, il dit de lui: ctst un ca
pitalisie! Il a peut-etre raison. Mais toujours en partie seulement.
’Quelle espece de capitalisme? Et puis, ce n est pas qu 'in capitaliste.
Un homme, c est plus complique que ça. et moins caractéristique que
de 1 alcool a 90° !
Quand un patron rencontre un ouvrier qui ht le « Drapeau Rou
ge ». il du - e est un co^mmuniste! Peut-etre. Mais sait-i! ce qu est le
communisme? Et cet homme n’est pas uniquement communiste: c’est
plus complique que ça. un homme!
bans doute, si nous avons devant nous un panier de champignons
cueillis dans les bois et les près, au hasard d une promenade, nous pouvons affirmer ave.c certitude: voici des champignons. Mais notre scieii
ce est bien incomplète et par la très dangereuse si nous faisons de ce
panier notre repas du soir, ou bien mutile si nous le jetons au fumier,
sans discernement. Il v a de bons et de mauvais chamnianonsi
Une eîiquette. ciollee sur le dos d un homme, n est jamais pariai
tement exacte Ici. diams ce journal, ou nous sommes les uns avec les
autres à la rechcrehe de. la vente, nous ne voulons pas nous contenter
de classements sommaires et definitifs.
Pour penser juste et discerner les Ixomnies et leurs système» il faut
- les eclairer de la lumière de 1 Evangile de Jesus-Christ. Tel est 1 effort
que nous tentons, semaine apres semaine, évitant de nous payer de
mots faciles.
Faites cet effort avec nous.
iPâix et Liberrei A. MASCAUX
M
LA MORTE
DI UN PIONIERE
Nella tarda età di 84 anni ha cessate di vivere il Pastore francese EUe
Gounelle. una delle belle personalità
che hanno onorato U. Protestantesimo
ftancese ed hanno consacrato alla causa di Dio m messo agli uomini le loro
energie. La loro cultura, il loro ardente
amore
Come Pastore aveva servito la chiesa m vane località della Francia, ad
Ales, a Roubaix, a Parigi e a BaintEtienne. Ma il suo nome e la sua atticità rimangono indissolubilmente le-Jafi al movimento del « Christianisme
Social » di cui egli fu uno dei grandi
animatori e dei fedeli sostenitori. Per
. lunghi anni direttore della Rivista del
■ '.Movimento, egli si consacrò ad una
t’ausa di giustisia e di amore in messo
La lettwa
• y-Pid ■
> ■ ' ■ '
aqu uomini, animato dallo bvirito del
Unsto e sorretto da una coraggiosa
cosciensa profetica. La sua presenza
Ini le masse operaie di Roubaix e di
baint-Etienne era per lui un segno
dell amore di Cristo: il suo sforzo tendeva a far penetrare nelle realtà economiche e sociali dei popoli il lievito
dell Evangelo, tu giustizia del Regno
ili Dio m CUI fermamente credeva. Uo
0 dì I s er e di pregh era egli concem l attivila come un servizio di ubbidienza al Signore e di ampio amore
fraterno.
t funerali sono siati presieduti dal
Fast. E. Lauriol; la sua salma riposa
nel piccolo villaggio di Oorniès, nelle
CtvenrCe, la terra dei suoi padri.
Una'bella luce si è spenta quaggiù;
l’opera sua continua, perchè la creazione che « geme ed è in travaglio «
uUende in Cristo Gesù la sua guarigione e la sua liberazione. (Red.)
La responsabilità della stampa evangelica è grande. I nostri giornali
vanno nelle mani di persone di levatura intellettuale, morale e spirituale
assai diversa e possono talvolta spingere quelle persone ^''cón parole imprudenti — ad assumere atteggiamenti ohe avranno nélla loro vita conseguenze assai gravi.
E’ questa la ragione per la quale,
dopo aver letto nel N. 15 de L’Eco
delle Valli, un articolo di prima pagina intitolato « Testimonianze » in
cui viene esaltato un giovane il quale
ha rifiutato, come evangelico, di prestar giuramento in tribunale, con conseguente sua condanna, mi affretto a
scrivere queste brevi considerazioni.
Non vorrei che altri cristiani, prendendo, come quel giovane, alla lettera certe parole di Gesù riferite in forma schematica e talvolta non molto
chiara in quel paradossale Gap. 5 del
Vangelo di Matteo, fossero indotti —
senza comprendere la vera portata
deU’insegnamento di Gesù — ad assumere, in buona fede, atteggiamenti che, in realtà, non hanno nulla a
che vedere colla fedeltà ai principii
del Vangelo.
Già fin dai tempi di S. Agostino ci
furono dei « leiteraliàti » i quali colpiti dalle parole paradossali di Gesù
(Matteo 5/38-37) credettero che il Signore volesse proibii'e ogni e qualunque forma di giuramento. E fin d’allora non mancarono i cristiani più capaci di comprendere . l’insegnamento
di Gesù nel suo complesso, i quali fecero notare che in realtà Gesù si riferiva, in quelle parole, alle interpretazioni false fatte dai Farisei del suo
tempo — della legge sul giuramento
contenuta in Levitico-19/12, in Numeri 30/2 ed in Esodo 20/7.’
Essi infatti erano molto abili nel
distinguere (imitai - in ciò dai moderni Gesuiti) fra i gim-aménti fatti «nel
nome di Dio » che dovevano, secondo loro, esser seiu[)re rispettati; e
quelli fatti in nome di altri, ai quali
si poteva non dare alcuna imiiortanza.
Gesù, riferendosi a quella ¡arassi
comune ai suoi terhpi, coglie l’uccasione per esortare i suoi discepoli ad
abbandonare la pessima abitudine di
prendere a responsabili delle loro promesse, Dio 0 il cielo o Gerusalemme
o la propria vita; ed a limitarsi ad affermare la verità. — L’abitudine contro la quale Gesù mette in guardia,
non è sparita neppure oggi. Quante
volte si sente per es.i esclamare : « Se
non dico la verità Dio mi punisca » o
come si usa in Toscana : « Dio mi accechi ! » — Ovvero ; « Giuro sulla testa dei miei bambini 1 » eoe. — Non
occorre gran rifiessione per capire che
c’è in questi giuramenti, qualcosa di
malsano : ed è appimto contro a tali
giuramenti, che talvolta sono vere e
proprie bestemmie in quanto coinvolgòno perfino Dio a garanzia di quanto
affermiamo, che Gesù mette severamente in guardia.
Ma è ben lungi dal pensiero, di GesLi la preoccupazione di vietare il giuramento come è inteso oggi : cioè come solenne affermazione o promessa.
Come ben fa notare, fra gli altri dotti
studiosi, il Prof. E. Scherdlin nella
Flnciclopedia del Lichtenberger ; « Il
Cristo ha protestato contro L’.ABUSO
del giuramento fatto dagli Israeliti,
senza che per questo egli abbia vietato in modo assoluto di prestare giuramento ». Tant’è Verp che per es. S. Agostino farà notare che Gesù stesso ha
adoperalo il. giuramento nel senso di
sijlenne affermazione (vedi Matteo 20/
04); e che 8. Paolo adoperò una formula di vero e proprio giuramento.
Ripetutamente gli Apostoli adoperano nelle loro Epistole espressioni
iTiiensive che corrispondono a ciò che
è il giuramento moderno. Per es. :
« iddio m’è testimone... » (Romani
1 /9) — « Io chiamo Dio a testimone
aull’anima mia... » (2 Corinzi 1/28)
— « Nel cospetto di Dio vi dichiaro
che non mentisco..»» (Galati 1/20).
— Nell’Apocalisse l’angelo addirittura giura « per Colui che vive nei secoli dei secoli... » (Apocal. 10/6) —
Espressioni che corrispondono al giuramento moderno che sotto una forma o l’altra, non -vuole essere altro
che una solenne affermazione.
.^PoBsiapao anche dire che ripetutamente Gesù adoperò espressioni ohe
corrispondono al moderno giuramento. Per esempio quando per dar forza
alla sua affermazione egli esclamerà :
« Zn verità, in verità io vi dico... '»
Nessuna esitazione -vi può quindi
essere nei cristiani che comprendono
rettamente rinsegnamento della Santa Scrittura, quando sono chiamati a
dichiarare solennemente (cioè a giurare) qualcosa. Tutt’al più essi posson
pensare, dentro di sè, che per il vero
cristiano il giuramento dovrebbe es-'
sere inutile perchè il vero cristiano,
quando dice sì o no ò impegnato dalla
sua oosc-enza a mantenere la sua affermazione, così come lo è quando
giura. Perchè il suo sì deve esser si
ed il suo no deve esser no. Ma non è
certo il caso di rifiutare il giuramento
(piando ci è richiesto semplicemente
quale solenne richiamo a pensare bene a quello ohe diciamo.
La fedeltà cristiana deve manifestarsi nell’osservanza degli elementi
sostanziali della religione ohe impl-cano fedeltà o infedeltà ai principii
morali e spirituali della religione cristiana.
Paolo Bosio
Abbiamo pubblicato il primo articolo sul « Giuramento » in omaggio
^alla libera discussione del problema e
per offrire ai lettori un utile scambio,
di idee al riguardo. E' dal contributo
di idee e di esperienze diverse che siamo tutti spinti alla, riflessione ed alla
ricerca della verità. Il giornale non
può limitarsi ad esporre il pensiero
Si ufficiale » della Chiesa Valdese in
materia di fede e di morale. La sua
responsabilità è certarnetite grande;
ma vale la pena di affrontare certe posizioni forse anche « imprudenti » e
che possono sempre essere rettificate
per considerare un problema morale
in tutti i suoi aspetti; Siamo perciò
ben lieti di pubblicare il secondo articolo. (Red.).
CRISTIfln9Sim09LIB9RTff
lo sono venuto Cristo a traverso la libertà... lo non conosco costrizione nella mia vita religiosa... La libertà m'ha condotto al Cristo ed io non conosco altra via che conduca a Lui.
Non sono il solo che sia passato attraverso quest'esperienza
Tutti coloro che hanno abbandonato il cristianesimo - autorità, non
possono tornare che al cristianesimo - libertà. Ammetto che la
grazia mi ha condotto alla fede, ma questa grazia io I ho vissuta
in piena libertà. Quelli che son venuti al cristianesimo attraverso
la libertà, gli apportano un soffio di libertà. Il loro cristianesimo
è necessariamente molto più spirituale, è nato nello spirito, non
nella carne o nel sangue.
Ida " Libero Evangelo ,
NICOLA BERDIAEV
La Scuola Valdese
L'inaugurazione
L'inaugurazione ufficiale della Scuola Valdese d’Agricoltura e d’Economia Domestica, avvenuta nel pomeriggio di domenica 16 aprile corr. nell’aula della Casa \ aldese, ha consacrato in modo definitivo questo nuovo
importante istituto, il quale si aggiunge alla bella e numerosa collana degli
istituti d'assistenza, d'educazioua, di
cultura e di preparazione tecnica, che
costituiscono im nobile vanto della
Chiesa e del popolo valdese. Dopo uaa lunga serie di tentativi e di sforzi,
l'opera da venti anni auspicata è finalmeufce una realtà vivente ed operante.
La cerimonia dell’inaugurazione ha
destato una chiara impressione del favore unanime con cui questa realtà è
•stata accolta. Nella folla che gremiva
l’ampio locale, si notavano le personalità più significative della valle del
Pellice, sindaci, pastori, industriali,
funzionari, insegnanti, ed insieme una
notevole rappresentanza maschile e
femminile della popolazione agricola;
si notavano cospicue rappresentanze
degli Enti agrari provinciali, il prof.
Marini, per l’Ispettorato Agitarlo, il
vice presidente del Consorzio agrario,
li prof. Hnusmarm, della stazione di
praticoltura, a cui occorre aggiungere
le cordiali adesioni del prof. Celidonie
6 del prof. Vezzani, presidente e di
rettore generale dell’Ispettorato agrario, dell’on. Stella, presidente dell’Associazione dei coltivatori diretti, del
comm. Turati, presidente dell’Istituto Zootecnico, dell’Ispettore Scolastico di Pinerolo, del prof. Berthet, sovraintendente regionale dell’istruzione d’Aosta ecc. eco.; si notava sopratutto il gruppo degli amici svizzeri,
venuti con un commovente atto di solidarietà a partecipare a questa bella
festa valdese, in rappresentanza degli
Enti ohe hanno reso possibile moralmente e finanziariamente la nuova
Scucia; l’Entr’aide Protestante, la
Croce Rossa Svizzera, la Chiesa Riformata del Cantone di Vaud, la Scuola statale di Marcelin, la nota rivista
1’« Illustré ». Una folla vibrante d’attenzione, di simpatica comprensione,
di vivace interessamento, che dimostrava quanto la nuova Istituzione
corrispondesse alla generale aspettativa, ad una necessità evidente delle
VaUi Valdesi. /
I concetti ispiratori
Un’altra chiara impressione ai è avuta nella cerimonia : l’ispiraziode religiosa evangelica che ne ha informato tutto lo svolgimento. Lo hanno notato i corrispondenti dei maggiori quotidiani torinesi, la « Stampa » e la
« Gazzetta del Popolo », negli interessanti articoli con cui hanno illustrato l’avvenimento : « Si è parlato
di Dio e della buona fatica dei Campi:,
era Dio che entrava nella vita operosa di tutti i giorni... non dev’ésserci
soltanto il messaggio domenicale al Signore; ma deve alzarsi anche dai campi, sempre... è stata espressa la base
di un vero cristianesimo sociale »...
Ed il tono di questa ispirazione è stato dato fin dall’inizio dal pastóre Arnaldo Gomba, che presiedeva la riunione quale presidente della C.I.O.V
da cui la Scuola d’Agricoltura dipende : nel breve culto d’apertura, egli ha
opportunamente ricordato la parola del
Salmista : Se l’Eterno non edifica la
casa, invano si affaticano gli edificatori; la nuova Istituzione prospererà
e compirà la sua missione soltanto a
condizione di stabilire il suo fondamento e la sua continua ispirazione in Dio.
I van oratori furono ascoltati dal
pubblico con attenzione pronta e sostenuta ; il prof. Attilio dalla espose
l’origine della Scuola, la sua faticosa
realizzazione, il suo primo funzionamento; ricordò i promotori del primo
progetto, il pastore Paolo Metraux,
che ne parlò fin dal settembre 1945.
il pastore Guido Rivoir, col Comitato
Valdese di Ginevra, il sig. Engelberts,
i dirigenti agrari Gachet et Brédaz; e
finalmente il pastore Freundlcr per
l’Entr’aide, la sig. Ueltschi, il giudice
Baumann e il segretario Wangar per
la Croce Rossa Svizzera, il sig. Terisse dell’« Illustré » ecc.; ed espresse
la più viva riconoscenza verso i gene- rosi donatori ohe hanno contribuito all’opera : oltre agli Enti ed amici svizzeri, le Manifatture Mazzoni», Crumière e Vaciago, i Comuni di Villar
e Bobbio Pellice ecc. H presidente
Dott. Gherardi rinnovò l’espressione
di gratitudine verso i sostenitori aviz-
4
él' 1
L’Eco dette Valli Valdesi
zeri. E paatore Dott. Ayassot lesse
l’affettuoso messaggio del Moderatore
della Chiesa Valdese, ohe accoglieiva'
col più cordiale saluto questa nuova
utile istituzione della Chiesa Valdese
e invocava su di essa la benedizione
di Dio; indi con eloquenti parola indicò il significato religioso dell’opera;
espressione di fede cristiana tradotta
nella pratica della vita quotidiana.
J pastori Freundler, dell’Entr’Aide, e
Bovon, vice presidente della Chiesa
Riformata del Cantone di Vaud, ed il
prof. Mottier, della Scuola agricola di
Marcelin, esposero le ragioni di solidarietà cristiana per cui gli Enti svizzeri vollero promuovere e sostenere la
Scuola; e finalmente il prof. Marini
e l’agricoltore James Gay invitarono
caldamente tutti gli agricoltori delle
Valli a giovarsi praticamente della
Scuola, come ottimo strumento per il
progresso morale e materiale delle
popolazioni valligiane.
La visita all'istituto
Conchiusa così la semplice e pur
impressionante cerimonia, il pubblico, approfittando della magnifica giornata primaverile, s'avviò in folla a visitare la sede della Scuola ai Monnet :
la bella villa sapientemente adattata
a convitto ed a sale di studio, il giardino alberato, la casa rustica ove si
organizzeranno il caseificio e i laboratori, la stalla rinnovata, il vasto podere che mostra già i segni eloquenti dei
miglioramenti voluti dalla direzione.
La visita suscitò un unanime plauso,
grazie anche alla gentile aceogbenza
fatta dal direttore sig. Kohli, dalla
direttrice sig.ra Pellenc, dalle collaboratrici sig.ne Gherardi e Mattbey e
dagli allievi ed allieve. Non ci dilunghiamo siill argomento, chè in .altra
occasione illustreremo i pregi della
nuova Istituzione. La quale ormai è
in funzione. Spetta alla popolazione
agricola delle Valli d’interessarsene,
di prendere piena conoscenza, d; giovarsene praticamente, di collaborarvi
efficacemente, m vista del ben>j di
tutti.
Non benfare
il Signore, Iddio fuo
Nel 1536 la peate scoppiò con tale
violenza a Wittenberg che la scuola
superiore fu trasferita a Jena. Mentre gli altri partirono, Lutero rimase
dicendo che quivi era il posto assegnatogli dal Signore. Egli visitava gli
ammalati con grande abnegazione e.
portava loro le consolazioni del Vangelo. Anche uno dei suoi conoscenti,
il Dr. Schald e sua moglie, si ammalarono di peste. Egli fece loro delle
visite frequenti. Un mattino li Provò
ambedue morti. Attorno ai loro letti
t loro bimbi piangevano disperatamente. Egli prese con aè gli orfani e li curo come se fossero i suoi proprii figli.
La gente gli disse che ciò era '.<ntare
Iddio, poiché potevano portare l’infezione nella sua casa. Ma Lutero rispose : « Usare carità nella fede, secondo il comandamento di Grist), non
e tentare Iddio. Colui che si getta con
petulanza nel pericolo, perirà, ma colui che lo fa per ubbidire a Cristo, vivrà anche se dovesse morire ».
F. Maurin
Libreria Editrice Claudiana
Torre Pellice
Giorgio Peyrol: Le riunioni religiose e ('esercizio
del cullo nelle norme allualmenle vigenti in llalia.
0
u
I
T
pagine óì Lire 300
Due anni dopo la promulgazione della Costituzione Repubblicana
te norme vigenti in Italia in materia di riut,ioni religiose sono
ancora quelle fasciste, le quali sono ormai chiaramente incostituzionali, nella lettera e nello spirito. In questa situazione ambigua,
qual’è la posizione delle Chiese Evangeliche ? Tale è il problema
discusso con ampiezza di dotfrina e con ferma chiarezza di giudizio in questo libro.
Q Jone Garlón; I selle figli di Ànaclelo Buffelli.
pagine 180 Lire 550
Anacleto Buffelli, buona pasta duomo, come educatore dei suoi
sette non sempre simpatici ragazzi, è un fallimento. ¡I Mago
Merlino glieli rettifica con una specie di pedagogia atiiva, che
non manca di situazioni spassose. Questo bel volume, riccamente
illustrato, con una copertina a colori, si presta ottimamente come
regalo pasquale per bambini.
RECONNAISSANCE
a l’Hôpital Vaudois de la Tour
Souvent, dans Les villages de nos
vallées, on a une certaine méfiance à
l’égarfl de l’hôpital et l’on préfète se
soigner chez soi où pourtant l’on peut»
difficilement obtenir les médicaments
et où l'on traîne des maladies pendant
des jours, quelquefois des semaines e,r
des mois.
Pourquoi cette méfiance ? Evidemment l'hôpital exige une discipline.
On vous oblige à absorber des médicaments, à supporter des injections et
des soins qui ne sont pas toujours agréables, mais bien plus efficaces que
ceux, rudimentaires, que l’on peut avoir chez soi. L’hôpital coûte, mais
ei l’on y réfléchit, cela coûte plus cher
d’etre malade à la maison et incapable de travailler pendant des semaines que de payer une cure qui vous
guérit bien plus rapidement et ne laisse pas de trace. Enfin, à l’hôpito.i, on
« languit », on s'ennuie de sa iomille, de son village, de sa vallée; 'nais,
voyons, il suffit d’avoir la volonté de
guérir pour ne pas s’ennuyer et se réjouir de retrouver les siens.
Nous qui venons d’un pays on les
hôpitaux et cliniques sont pourtant
léputéB pour les soins qu’on y trouve,
nous aimerons dire à nos paroissiens
et aux habitants des vallées qu'ils ont
de la chance d’avoir un hôpital comme celui de la Tour. Que nulle part
ailleurs ils ne trouveront une atmosphère plus profondément chrétienne,
des diaconesses plus dévouées et plus
joéoccupées d’une seule chose : leur
guérison; nulle part ils n’auront des
hicdicins plus fidèles et prêts à faire
tout leur possible pour que leurs malades se remettent complètement.
Nous aimerions leur dire aussi que
ils éviteraient bien des malheurs s'ils
n'attendaient pas d’être gravement
malades pour faire venir le docteur.
Ils se plaignent qu'il ne vient pas assez vile, alors que c’est eux qui auraient dû l'appeler avant, en se disant
— si c'est là la chose qui les gêne —
que le temps perdu c’est aussi de l’argent nerdu. Il faut avoir vu les méde
cins à l'oeuvre pour savoir combien
leurs journées sont remplies et que
leur devoir passe avant même leur famille. Tel d’entre eux arrivait l’autre
soir à l hôpital après avoir fait 45 visites dans la journée.
Nous voudrions enfin, au nom de
tous ceux qui ont séjourné a l’hôpital,
rrm.<erc.ier les médecins, dire notre reronnaissance aux veilleuses et aux
.soeurs dont la foi et l’amour chrétien
rusteront pour nous des exemples de
er que l’Esprit de Dieu peut accomï'hr dans le coeur humain.
M. Buscarlet.
I Valdesi di Chicago
Abbiamo ricevuto da Chicago una
lettera dei Signori Enrico e Caterina
Orili, con inclusa una lista di offerte
dei membri della locale Società Valdese. Le offerte vanno divise fra l’Ospedale Valdese di Pomaretto, l’Asilo
dei \’ecchi di San Germano ed il Rifugio Incurabili di Luserna S. Giovanni,
Ecco la lista delle offerte dei Vaidesi di Chicago i quali ricordano con
affetto le natie Valli ;
Mr e Mrs Ernest Mûris, Dollari 3
— Mr e Mrs Philip Berger 3 — Mr
Philip M. Berger 1 — Mrs C. BuveI- I 1 — Miss Celestine Stallé 2 —
Miss Marie Pons 1 — Mr Dick Pons
2 — Mr e Mrs Antoine Pons 3 — Mr
<■ Mrs Francois Peyrot 3 — Mr e Mrs
Henri Grill 2 — ÌMr J. S. RostanDakinav 3 — Mr e Mrs Frank Grill 3
— Mr e Mrs Eugene Breuze 2 — Mrs
Susaniie Peyrot 2 — Mrs Catherine
Servi 1 — Mr Peter Servi 1 — Mr
Spiri Servi 1 — Mrs Louise Perrou 1,
— Mr e Mrs Gaston Garrou 1 — Mr
' Mrs John S. Rostan 2 — Mr e Mrs
1. Bertalmio 2 — Mr e Mrs Henri e
(Fitherine Grill 7 — Mr e Mrs John
S Garrou (Eagle River) 2 — Mr e
Mrs Frank Garrou 2 — Mr e Mrs
\'ictor Bolzone 2 — Mr e Mrs Albert
Peyrot 2 — Mr e Mrs John B. Tessere 2 — Mr Antoine Berger 3 — La
famiglia S. SoarufR (in mem. di Adele ScaruflR o di Henriette Richard)
!0. — Totale Dollari 70.
Voce delle comunità P6ST6 DI CADTI
Luserna San Giovanni
Uno sguardo retrospettivo alle riunioni
serali tenutasi nei vari quartieri fino a
tutto Marzo ci dà letizia ed incoraggiamento. Ed invero, esse sono state seguite, nel loro insieme, con assiduità ed interesse da un numero rallegrante di uditori.
La Comunità ha dato un fraterno benvenuto, la Domenica delle Palme, ai se
guonti Catecumeni : Tourn Benina — Oiusiano Mirella — Avondet Aldina — Boalard Laura — Malan Elda — Malan Bilia — Meynet Hita — Revel Liliana —
(iaydou Vilma — Lapisa Erminia — Malan Enzo — Goss Oino — Roman Sergio
— Malan Aldo — lielUon Ermanno —
JaUà Lino — Oiuaiano Emidio — Favoni
Arturo — lieux Tullio — Comba Giulio
— Tourn Eraldo — Peyrot Cesare — Gay
Marco — Buffa Romano — Danna Albino — Avondet Enrico — Odin Renato.
Ed un cordialissimo benvenuto è stato
dato, la sera del Giovedì Santo, ad altri
quattro nuovi membri di Chiesa provenienti da altra Confessione ; Revello Caterina in Bastia — De Fetris Francesco —
Lucignano Ciro ^ De Fetris Giacomo.
In quasi tutte codeste circostanze la
Corale ha dato il suo apprezzatissimo concorso. (5. p.
Torre Pellice
1° Maggio alla Sea
Anche quest’anno, incoraggiati dal successo incontrato
dalla iniziativa negli scorsi anni, invitiamo tutti alla festa del
l' Maggio alla Cappella della
Sea di Torre Pellice.
La giornata avrà, a Dio piaeendo, il seguente programma :
Ore 10,30 : Culto con la partecipazione dei Pastori Ayassot e Lebet.
Ore 12 ; Pranzo al sacco.
Ore 14 : Programma ricreativo
con canti della Corale di Torre Pellice e con la cooperazione delle li trioni di Quartiere per vari numeri.
Come negli scorsi anni la
campana della Chiesa di Torre
e quella dei Coppieri daranno
il segnale del mattino a due riprese alle 6 e alle 7. In caso di
cattivo tempo la giornata è rimandata con lo stesso programma a Lunedì 8, giorno festivo.
SIONOUHnA svizzera, ventiqu itti enne, cerca per 4 o .7 mesi posto « au
pair » presso famiglia o istituto, quale
aiuto casa o governante bambini. Ri\olgersi Pro Valli, Torre Pellice.
Come è già stato preoedentementtìl
pubblicato le Feste di Canto 'dlell^-,
Corali avranno luogo alle date seìj
guenti :
La Settimana Santa, preceduta da una
serie di adunanze preparatorie (l’ultima
delle quab con proiezioni sulla vita di Gesù), ci ha lasciato nell’animo un grato ricordo. Il Tempio s’è riempito il giorno
delle Palme, la sera del Giovedì Santo ed
a Pasq-.ia. In questi due ultimi Culti,
moltissimi hanno partecipato alla Santa
Cena. Assai meno numerosi i presenti al
Culto del Venerdì Santo. Auguriamo che
un altro anno le cose migliorino.
Un altro Culto con Santa Cena à stato
celebrato al Rifugio Carlo Alberto, con
viva emozione dei partecipanti.
Domenica 7 maggio: ore 15:
i'esta di Canto per le Corali della
Val San Martino nel Tempio dj
Pomaretto. Prova di insieme allqi
ore 14 nella sala del Convitto Valìs
dese.
Domenica 14 maggio: ore 15:
Festa di Canto per le Corali dell
Val Pellice nel Tempio di Terreij
Pellioe. Prova di insieme alle oref^
14 nella sala sinodale della Casa)'
Valdese.
Il pubblico è cordialmente invi-t
tato. Le collette saranno deivolnti»!
alla Commissione di Canto Sacro.
La Commissione,
CROCE ROSSA
Il Sottocomitato della Croce Jìossaiì
Italiana di Torre Pellice esprime
propri vivi ringraziamenti alla Socie-U:
f /1 fA. /ì .t-i ri /» fin -i r-t /-v** lr\ '*1
tà Generale Operaia per la conoessio-1
ne gratuita della .sua sala in favorei
del Corso per Infermiere Familiarii,
(Gennaio-Aprile 1950); e per espri-t-.
mere la propria riconoscenza offre aiìM
Soei della Società stessa la riduzione;-,
del 20 per cento sugli eventuali ira-C,
sirorti con l’Auto-ambulanza.
Torre Pellice, 23 aprile 1950.
Il Presidente.
Avis
'l'üuM les Amis des Missions sont cor-j.;
dialement invitée à participer au Bazar;
T?U ■\fTOOT/-\vr A TI3T? .FM i
île la « JOURNEE MISSIONATRE /
(¡ui aura lieu Dimanche après midi. 30:
•Avril à 2h. 30, dans les locaux do 1’« U.>
C.D.G. » et de l’Asilo de Torre PelJice.
E.L.C.
DONI RICEVUTI
dal Cassiere della Tavola Valdese*
i'r.r Cassa Culto
Jeanne de Fernex L. 40000; Chiesa db
Campobasso per Tempio di Reggio 2000..';:
4ii
/ri- Istituto Gould
Cocconi Lui, Mantova Tj. 1000; .Antonioh Alice 1000; Fam. Basso, Bastia 400.
Chiesa di Reggio Calabria 1000; Id, di; ';
Roma, Piazza Cavour lOOOO.
mi
Direttoro' Responsabile ; Ermanno Rostan
Tip. Subalpina s. p. a. — Torre Pellice
Dott. Badalamenti
Medico Chirurgo Dentista
SPECIALISTA
TORRE PELLICE - Via Arnaud, num. 1
ORARIO: Lunedì, dalle 16 alle 18
Venerdì dalle 9 alle 12
V FNDESI piccola proprietà bella posi- v '
zione. - Rivolgerai Paschetto - Inverso^
Colletto - Torre Pellice. ^
..iàA
ORARIO F E R R O V I A R I O - T R A M V I A RI O - A UT O M O B I L I S T ) C O DEL PINEROLESE
TORINO-PINEROLO-TORRE PELLICE e viceversa
Torino 4,90 1 1 6,20 1 7,55 1 1 12,28 1 13,10 1 17,05 1 18,20 18,30 1 2U5
Ai rasca 5,32 1 7,10 1 8.46 1 1 1 13,^ 1 17,51 1 18,46 1 19,16 1 22,15
Pi. erolo 1 1 7,38 1 9,08 1 1 13,07 14,20 1 18,17 1 19,01 1 19,43 1 22,36
Bricherasio 1 6,38 1 8,01 1 9,26 1 9,35 1 12,48 1 13,24 14,42 1 18,45 1 18,52 1 19,18 20,02 1 22,96
Torre Pellice 1 6,53 1 8.20 1 1 9,50 13,02 1 15,03 1 1 19,07 1 19,35 20,24 1 23,14
Torre Pellice 1 4,35 1 1 5,56 1 6,11 7,05 1 9,05 1 12,20 1 13,13 1 16,26 19,42
Bricherasio 1 4,50 1 1 6,11 1 6,24 7,20 1 9,19 1 12,34 1 12,40 | 13,26 1 16.42 19,98 1
Pinerolo 1 5,18' 1 6,28 1 6,51 7,36 1 1 1 13,03 1 13,40 1 17,03 20,22 1
Airasca 1 5,37 1 6,03 1 6,52 1 7,16 7,55 1 1 1 13,20 1 1 17,29 1 20,43 1
Torino 1 6,251 6,49 1 7,35 1 8,15 8,30 1 1 1 14,20 1 14,30 1 18,20 21,35 1
BRICHERASIO-BAROE e vieeversa
Brioher. 5.10 1 9,30 1 13,35 1 14,551 18,50 | 20,15 Barge 4,25 1 6,08112,21 14,08 18,20 1 19,32
Barge 5.30 1 9,501 13,55 1 15,15 119,10 1 20,35 Bricher. 4,47 1 6,30 1 12,40 1 14,38 1 16,40 1 19,52
TRANVIA PINEROLO-VI LLAR-PEROSA ARGENTINA c viceversa
pinerolo 4,29 1 5,45 1 6,451 8,191 10,151 11,.10 1 12,40 14,40 1 17,20 1 19,15 1 1
Peroea 5,45 1 6,37 1 7,40 1 9,10 1 11,201 12,25 1 14 15,40 1 18,25 1 20,10 1 1
Perosa 4,45 1 5.55 1 7 1 8J»I 9,40 11,45 1 13 16 1 17,40 1 18,90 1 1
Pinerolo 6 1 6,491 7A5I 9,101 10,40 12 A3 1 14.15 16J13 1 18,36 19,45 1 1
IN VIGORE DAL 6 MARZO 1950
Autoservizio e tratrivia
PINEROLO-ORÖASSANO-TORlNOe vieev.
(I) (2)
Pinerolo 6,1947 I 12,95 I
Orbai». 7 17,40 | 13,34
Torino 7,37 | 8,20 | 14,09
(I) (2)
Torino 6,20 | 7,10 | 14,20
Orba». 7,04 | 7,46 | 14,5
Pinerolo 7,44 | 8,26 I 15,36
(1) Feriale — (2) Festivo
18,10
18,50
19,29
I 18,15
I 18,55
I 19,35
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE c viceversa
Autoservizio Sapav-Satti
PINEHOLO-AIRA5CA-TOR1NO e viceversa
Orarlo giorni feriali Sapav-Satti
Torre Pellice
Bobbio Pellice
(I)
8,30 I 11,30 I 19,15
9 I 12 I 19,45
(I)
Bobbio Penice 6,05 I 7,30 I 15,30
Torre Pellice 6,35 I 8 I 16
(1) Solo II Venerdì
Ner giorni di mercoledì e sabato si effettua da Bobbio
a Pinerolo un autotervizio col »eguente orario ; Bobbio
Penice 7,30 con arrivo a Pinerolo alle 8,20 ; partenza da
Pinerolo alle 12A6 con arrivo a Bobbio alle 13,30.
Pinerolo 7,30 1 7,90 1 12 1 13,45 | 19 Torino 7 1 11,50 1 17,49 1 19
Airasca 7,44 1 8,04 1 12,14 { 13,59 | 19,14 Airasca 7,31 1 12,21 1 18,161 19,31
Torino 8,15 1 8,39 1 12,45 | 14,30 | 19,45 Pinerolo 7,45 1 12,35 1 18.30 1 19,45
Orarlo griornl festivi Sattl-Sapav
Pinerolo 7,30 | 13,45 | 19,50 Torino 11 I 18 25 1 23,55
Ai asea 1 13,99 1 20,04 Airasca 11,31 1 18,56 |
Torino 8,15 1 14,30 1 20,35 Pinerolo 11,45 119,10 10,35
Auto PEROSA-PERRERO-PRALI e viceversa
(1) (1)
Perosa 9,20 17,36 2D,20 Prall Uhigo 14,20
Perrero 9,50 18 20A> Perrero 6,25 15,20 16,20
Frali Qhlgo 10,50 Perosa 6A> 15,45 16,90
0) Feriale.
Il servizio da Penero a Piali si effettua al mercoledì, sabato e domenica.
4,:; .
I.
If