1
¿¿pati.
BllDliotoca Val'less
-in
(Torino)
’0?.
’7.U.IZF.
DELLE VALLI VALDES
Quindicinale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo,,.
Anno LXXXI — Nttm. 2
• - S8 O
Una copia L>
ABBONAMENTI |
Eco: L. 600 per l’interno Eco e La Luce: L. 1000 per l'interno Spediz. abb. postale II Gruppo
L. 1000 per l’estero [ ' *enn „. „
u. iwvw per 1 interno speoiz. aoo. postale il ijrupp
L. 1600 per l'estero Cambio d'indirizzo Lire 30,
TORRE PELLICE, 19 Gennaio 1951
Ammin. Claudiana Torre Pollice -C.C.P. 2-17597
mill cflsn D9ii’eTeiino
'lo mi son rallegralo quando m'han
dello: Andiamo alla Casa dell'Elerno,,. Salmo 122; 1
Vorrei oggi parlarvi del culto evangelico e del suo valore spiiitw
le; vorrei aiutarvi a dire con il salmista antico: « Io mi son rallegrato
; quando m’han detto : Andiamo alla casa deU’Eterno » ricordandovi
alcuni aspetti caratteristici del nostro culto nella casa di Dio e, quando
' ciò non sia possibile, nel silenzio della nostra cameretta.
Il culto cristiano evangelico è e vuole essere innanzi tutto un atto
di adorazione di Dio. Il cantico delle creature celesti, conservato nel
libro dell’Apocalisse, ha una profonda rispondenza nell’animo dei credenti raccolti su questa povera terra, per glorificare il nome del Signore, al di sopra di tutti i signori del mondo: «. All’Iddio nostro la benedizione e la gloria e la sapienza e le azioni di grazie e l’onore e la potenza c la forza nei secoli dei secoli. Amen! »
Noi, cristiani evangelici, crediamo che tutta la vita del credente
deve essere un culto a Dio, nella fedeltà e nel servizio; il culto jlomenicale non è l’unica ora dedicata al Signore in mezzo alle molte ore
dedicate agli affari della vita ed agli idoli del mondo. Ma è pur vero
che l’ora che noi trascorriamo nel tempio, sia esso semplice, rustico,
nudo, è e dev’essere un’ora di umile e spirituale adorazione. E quando
ci raccogliamo rìdi’atmosfera silenziosa del tempio, dove non si svolgono soltanto le cosidette funzioni sacre, ma dove veramente i fedeli
si prostrano davanti alla realtà di Dio, il Signore, confessato e adorato
da cuori animati daUo Sjnntd Santo, postino nfaré anche noi Vesperienza dell’antico credente e dire: « Io mi son rallegrato .quando m’han
detto: Andiamo alla casa dell’Eterno ».
In secondo luogo, il culto cristiano evangelico è e vuole essere im
atto di umiliazione. Il tempio non è il luogo dell’esibizionismo, della
messa in scena impressionante, degli atteggiamenti più o meno estetici, più o meno ipocriti, ma il luogo del raccoglimento interiore, nella
umiliazione.
Gli uomini hanno straordinariamente bisogno di uscire dal mondo per rientrare in sè stessi; hanno bisogno di esaminare sè stessi e di
lasciarsi esaminare da Colui del quale il salmista diceva: « 0 Eterno,
tu m’hai investigato e mi conosci! »
Il raccoglimento esige la solitudine, per lo meno il silenzio interìore. Ma la solitudine nella quale l’uomo, nella quale tu, caro fratsD
io, incontri Dio, nei silenzi angosciosi o nei silenzi calmi della tua anima, non è una solitudine che si deve sfuggire, è anzi una benefica, ne-*
cessaria solitudine. Gli uomini si agitano molto, trafficano e ricercano
qualsiasi compagnia, perchè hanno paura di rimaner soli, soli con Dio
e di dover piegare le ginocchia ripetendo con l’antico pubblicano: « O
Dio, abbi misericordia di me che sono un peccatore! »
I Ma, quando rientriamo in noi stessi con umiltà, quando ci troviamo faccia a faccia con quella legge santa che abbiamo più volle trasgredita, quando sentiamo il bisogno profondo del perdono di Dio e
udiamo la promessa del Cristo al peccatore pentito: « Figliuolo, sta di
buon animo, i tuoi peccati ti sono rimessi », noi possiamo e dobbiamo
ripetere: «Io mi son rallegrato, quando m’han detto: Andiamo alla
casa dell’Eterno ».
Infine il culto cristiano evangelico è e vuole essere un atto di ricezione spirituale. Nell’ora del culto, voi siete in ascolto. Voi ascoltate il messaggio di Dio, trasmesso da deboli strumenti umani, ma pur
sempre il messaggio di Dio.
E se siete veramente in ascolto, quell’ora ha un valore unico, insostituibile. Il salmista dice eh’essa vai meglio che mille altrove.
La gente cerca assai spesso nel culto qualcosa di più piacevole é
di più interessante che altrove. La ricerca delle emozioni superficiali
e del godimento estetico in un culto che esige innanzi tutta una volontà sottomessa ed una sottomissione volontaria alla Parola di Dio, è
Una grave deviazione dei cristiani, talvolta della Chiesa stessa.
Qui non sono in giuoco nè il piacere nè le comodità dei fedeli o
. dei ministri di culto, ma l’ubbidienza a Dio ed alla Sita Parola: alla
' Parola che sola è veramente capace di convincere i cuori di peccato e
' di rinnovarli, sola veramente capace di istruire, di correggere, di rincuorare, di riaccendere il lucignolo fumante della nostra fede, sola veramente capace di aiutarci ad operare nella fede e nell’amore.
Se cosi è, se così sarà, noi potremo dire con il salmista: « Io mi
•ono rallegrato .quando m’han detto : Andiamo alla casa dell’Eterno ! »
Ermanno Roslan
Problemi di pedagogia crishana
Convegno dei Monitori
INonestante il cattivo tempo, im
buon gruppo di monitori e pastori
provenienti dalla Val PeUice, dalla
Val Germanasca e da Torino, si trova riunito a Pinerolo nella sala attigua al tempio la mattina di venerdì 8 dicembre per l’a'nnuale convegno dei monitori.
Nel culto che dà inizio al convegno il pastore U. Bert si pone il quesito: « Chi è il bimbo? ». Se per
l’uomo di Stato il bimbo è semplicemente il futuro cittadino, per il dittatore il futuro soldato, per l’industriale il futuro operaio, per la Chiesa invece il bimbo è un essere creato
all’immagine di Dio e quel Dio egli
deve conoscerlo in Gesù Cristo e servirlo fino al giorno in cui ritornerà
nella Casa del Padre. Il bimbo è stato creato per questa vocazione; egli
infatti non ha nessuna diflicoltà a
credere, in Dio ed a farsi di Dio Padre l’immagine più luminosa, a
crearsi una fede sua particolare ma
viva, intensa, come intensa è tutta
la vita del bambino, sia che gioisca,
sia che soffra.
Eppure il bimbo dovrà vivere in
un mondo di miserià^^di viltà, di violenza, in un mondò di peccato; dopo qualche anno di vita si accorgerà che gli uomini sono cattivi, che la
vita è malvagia, non crederà più in
un Dio che lo vede ed anch’egli mentirà come gli altri uomini. Si profíla
così nettamente il nostro compito di
monitori; dobbiamo guidare il bambino, illuminarlo, istruirlo, aiimchè
la sua fede non si sfasci al primo incontro con l’umanità corrotta. Grande è la nostra responsabilità I 11 bimbo è la speranza della Chiesa, non
solo, è la speranza dell’umanità di
domani; la nostra Chiesa avrà ima
vita più intensamente cristiana e la
umanità potrà sperare in un avvenire migliore se l’opera degli educatori sarà guidata da Dio.
« « «
ma invece la radicale corruzione, per
annullare la quale è indispensabile
la Grazia verso cui dobbiamo orientare i fanciulli, adoperandoci per un
rinnovamento della loro vita; l’ambiente adatto a favorire questo rinnovamento, oltre quello familiarè, è
quello della Scuola Domenicale dove il monitore non dovrà nulla trascurare per far appello alla responsabilità del fanciullo, proponendogli attività in cui si impegni "con
gioia e impartendogli un insegnamento semplice senza essere banale, illustrato quanto più possibile.
Le due leve principali su cui dobbiamo poggiare la nostra azione di
orientamento del fanciullo verso
Cristo, sono l’intercessione assidua
e la testimonianza della vita df^i: genitori e degli educatori.
In ultimo l’oratore esamina il problema dell’integrazione del fanciullo nella Chiesa. L’ideale è di formare delle vere e proprie comunità di
fanciulli e maturarle per farne la
Comunità di domani. Per far questo, occorre trasformare le nostre
Scuole Domenicali in modo che per' dano quanto hanno di « scolàstico »
nel senso peggiorativo del termine.
La Scuola Domenicale dev’essere
per il fanciullo sempre qualcosa di
nuovo, sempre desiderata ed attesa
con impazienza; ai monitori il compito di trovare quei piccoli accorgimenti per giungere a tanto. Si intensifichino i contatti tra la Comunità dei fanciulli e quella degli adulti, in modo che il giovinetto trovi un
amore veramente disinteressato nei
suoi riguardi e giunga a sentire la
Chiesa come la sua famiglia, la sua
casa! Allora egli sarà facilmente e
solidamente integrato nella vita della Comunità.
divisi in gruppi, studiano i quesiti
loro rivolti; lavoro, questo dei gruppi, particolarmente buono ed effi
cace.
<1 4! 4!
La seduta pomeridiana è dedicata alla presentazione di alcuni mezzi d’insegnamento a base ricreativa.
Il pastore Bert e la signorina E.
Pons presentano dei cartelloni murali prima e quindi il « flanellografo » che suscita un particolare interesse fra i presenti e che presto rallegrerà pure i nostri alunni. Il pastore A. Deodato proietta delle diapositive illustranti la vita ed il ministerio di Gesù; anche questa serie
di diapositive sarà messa a disposizione delle nostre Scuole Domenicali.
I lavori del Convegno dei monitori sono terminati; è doveroso notare, a tutto merito degli organizzatori, che assai raramente un Convegno ha «jiscitato un cosi vasto interesse lasciando in ogmmo dei partecipanti un vivo desiderio di lavorare con rinnovato zelo e con chiare
direttive all’opera del Signore tra i
fanciulli delle nostre Comunità.
Ringraziamo gli organizzatori del
Convegno per il loro lavoro ed iJ pastore e monitori della Chiesa di Pinerolo per l’ospitalità e la gradita
tazza di tè.
Un monitore
Culti alia radio
Dopo il Culto la parola è al pastore E. Aime il quale, in uno studio
particolarmente interessante e approfondito, esamina alcuni problemi di vitale importanza per gli alunni delle nostre Scuole Domenicali e
del Catechismo. In primo luogo l’oratore espone le ragioni per cui si è
attenuato nell’uomo contemporaneo,
e per riflesso hèl fanciullo, il bisogno della preghièra, cioè della comunicazione con Dio, e si chiede in
che modo è possibile orientare il
fanciullo verso la preghiera Spontanea. Affermato che l’elemento più
efficace per iniziare il fanciullo alla
preghiera è certamente la preghiera
dei genitori per i proprii bambini,
l’oratore osserva che anche alla Scuola Domenicale sarebbe desiderabile
si sollecitasse la preghiera attiva del
bambino, previa una accurata e delicata preparazione. A questo scopo
si potrebbe istituire una raccolta di
argomenti per le preghiere dei bimbi scegliendo alcuni inni ed alcuni
Salmi che diventino fonte d’ispirazione per la loro preghiera personale. Tale raccolta dovrebbe però
essere constantemente rinnovata, badando di non cadere in una sterile e
vana « routine » che sarebbe allora
più dannosa che utile.
Lo studio del pastore Aime è sintetizzato in alcune domande sul come iniziare i fanciulli alla preghiera e trasformare le nostre Scuole
Domenicali per renderle più adatte
al loro scopo di formazione di viventi membri di Chiesa. I monitori,
Il culto radio è celebrato, come si
sa, per tutta l’Italia, dalle ore 8,14
alle 8,30 di ogni domenica (dopo il
giornale radio).
Coloro che desiderano copia del
messaggio, possono richiederla, con
le specificazioni utili, a: Culto Evangelico, 107, Via IV Novembre
Roma.
In secondo luogo il past. Aìme si
chiede cosa ci è possibile operare
per accelerare la conversione dèi fanciullo. Mentre da un lato la Pédagogia afferma che i fanciulli sono buoni per natura, la Teologia ne affer
La nostra Fede
Noi crediamo nell’eternità, per questo liberiamo il tempo.
Noi crediamo nella giustizia, per questo abbiamo pietàNoi crediamo nell’amore, per questo adoriamo Cristo.
Noi crediamo in Dio, per questo rispettiamo gli uomini.
Noi sappiamo ed abbiamo sperimentato che il mondo è veramente
salvato dalla carità crocifissa, per questo abbiamo neU’animo una
gioia pura, indistruttibile, che nessun volgere minaccioso di eventi può
oscurare.
Noi crediamo nella vita eterna, per questo abbiamo fatto del dolore e della morte il più alto richiamo alla verità.
Noi crediamo che il regno eterno viene ogni giorno, per questo
senza attendere imperativi di umani ordinamenti e rivoluzioni facciamo del denaro, dell’intelligenza e del cuore, strumenti di giustizia e
doveroso servizio.
Noi crediamo in Cristo nato e presente nella storia umana, per
questo crediamo nella Chiesa non torre chiusa, ma centro irradiante
di verità e di giustizia.
Noi crediamo in Dio Padre che è nei cieli, per questo ci rallegriamo delle piccole cose della vita, e per questo celebriamo commossi:
la cosa più semplice ed umile
il natale di un bimbo
che porta in sè
la luce di Dio.
C. Lupo
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L’ECO DELLE tÀLU VALDESI
Da ima Bibbia
alla bomba atomica
Or sono parecchi anni un giovanetto venne da una grande città a
studiare a Torre Pelliee. Piuttosto
gracile e delicato, inesperto nelle
nobili arti del pugilato e della lotta,
ma non per questo meno lesto di
lingua, era spesso vittima di vie di
fatto da parte dei suoi muscolosi e
rudi condiscepoli, mossi, non da malvagità, ma da qualche esagerato risentimento e dalla tendenza in voga
ai giuochi maneschi. Un giorno il
nostro ragazzo, aggredito a pugni da
un compagno di lui molto più robusto, si difese lanciando contro l’avversario una pesante Bibbia e, colpendolo con uno spigolo della grossa legatura, lo lasciò alcuni istanti
senza fiato.
—Vigliacco! — esclamarono gli
altri ragazzi presenti, ma il loro maestro non fu della stessa opinione:
« Egli non ha torto - disse • si è difeso come ha potuto; piuttosto è stato colpevole chi ha abusato della
propria superiorità fisica ». Fatto
sta che da quel giorno il nostro ragazzo trovò maggiore riguardo presso i condiscepoli e compi il corso
dei suoi studi riuscendo sempre a
comporre le sue vertenze per via...
diplomatica.
è solo a possedere o possiede in maggior copia significa comportarsi proprio come gli studentelli del racconto di cui sopra. Il paragonare la guerra a una competizione sportiva è assurdo dato che nessun belligerante
scende in guerra considerando la prò-,
babilità di perderla; e quindi la logica della guerra, una volta ammesse la legittimità e la ineluttabilità
di questa, vuole che ad un offesa si
risponda con un’offesa maggiore. Là
condotta umanitaria della guerra e
simili fandonie sono illogiche ipocrisie. ' '
Ai cristiani non resta dunque che
un solo atteggiamento possibile : condannare la guerra in sè; ¡pretendere
che sia bandito il ricorso alla guerra
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Dio ha detto: <t Non uccidere ». Invece t Gpverni umani ci dicono: « Uccidete
quando e fin dove ve l’ordiniamo,
ma non fatevi un’anima di assassini ». Sappiamo quanto sia vano quest’ordine; la guerra genera sempre
anime di assassìni.
* * *
* * *
Questo è tm fatto effettivamente
accaduto e può passare per la parabola di molte situazioni internazionali di oggi e di ieri. Vi è sempre
stato qualcuno cui è piaciuto dar
pugni, sia pur dietro provocazione,
e ci è sempre stato un altro che, non
potendo restituirli, ha impugnato nn
missile. Ed il missile è stato scagliato man mano con la fionda, con l’archibugio, col cannone, dall’aeroplano, è divenuto palla, granata, bomba, gaz, bomba atomica. .Nè è detto
che la progressione debba fermarsi
qui, le progressioni tendono per loro natura all’infinito.
n deprecare e il condannare l’uso
di un’arma che il nostro avversario
Ma se ima nazione, una sola, sfidando la generale condaima, ricorre alla guerra? Come comportarsi allora? Terribile problema che
si può in qualche modo risolvere individualmente, sfidando eventualmente il rigore della legge, ma che
l’umanità non può risolvere se non
ritorcendo la violenza contro chi-vi
ha fatto ricorso, opponendo armi ad
armi.
Ed è perciò che la guerra potrà
scomparire dal mondo solo quando
gli uomini si sentiranno veramente
fratelli, figli di uno stesso Padre e
quando alle leggi dell’odio sarà sostituita quella dell’Amore.
A noi cristiani che tale legge dovremmo portare nel cuore compete
il dovere di condurre una costante e
diuturna campagna per diffondere
questo universale amore che porta
con sè la Pace senza attributi, anziché lasciarci rimorchiare in crociate
per paci di diverso colore ispirate
ad amori parziali che presuppongono corrispondenti odii.
M. Esnard
Appello straordinario
A tutt’oggi sono pervenuti al Cassiere della Tavola Valdese,
in risposta all’appello, L. 39.000.000.
Questi doni sono stati inviati talvolta da singoli individui
e talvolta da Comunità e in relazione alla provenienza possono
essere suddivisi nel modo indicato dall’elenco che sarà pubblicato quanto prima.
La somma pervenuta non corrisponde a quella richiesta dal
Sinodo. Mancano ancora L. 11.000.000.
La richiesta del Sinodo non era arbitraria. Erano stati domandati 50 milioni per coprire i disavanzi dei passati esercizi,
perchè il Cassiere della Tavola Valdese al principio del nuovo
esercizio avesse una sia pure modesta disponibilità di cassa, per
far fronte agli impegni della Chiesa, nel periodo in cui non
affluiscono le contribuzioni.
La Tavola Valdese ha assolutamente bisogno di questi 11
milioni che mancano ancora e pone questa sua necessità davanti
ai membri della Chiesa tutta e sulla coscienza e sul cuore di tutti
coloro che ancora non abbiano risposto o che si trovino nella
possibilità di fare uno sforzo ulteriore, pur avendo già contribuito per quello scopo.
La colletta quindi in un senso assoluto non è chiusa; potrà
esserlo soltanto quando sia stato raggiunto lo scopo prefisso ; ma
poiché la Tavola Valdese aveva stabilita la data del 31 Dicembre
nell’intento di non intralciare il normale andamento delle contribuzioni regolari, dalle quali si aspetta anche un aumento, la
Tavola Valdese lascia alla iniziativa di tutti coloro che amano la
Chiesa di concludere effettivamente l’appello.
Non sarebbe tuttavia possibile chiudere questa relazione
senza l’espressione della profonda riconoscenza dell’Amministrazione a tutti coloro, ricchi e poveri, che hanno risposto con
generosità all’Appello, sollevando in tal modo l’ansietà degli
amministratori e dimostrando ancora una volta come non sia
vano fare appello al cuore ed alla coscienza dei cristiani.
Il sacrificio al quale i donatori si sono sottoposti è promessa
di nuova vita per la nostra Chiesa e sarà indubbiamente di molte
benedizioni per tutti.
La Tavola Valdété.
BONNET
Il Pasfore Valdese Giovanni Bonnet
nafo ad Angrogna il 15 dicembre 1876 merlo a Torino
Era tradizionale usanza, nei tempi in cui la Facoltìi si trovava a Firenze, che gli studenti in Teologia si
recassero in gruppo, la vigilia delle
grandi feste, a porgere i loro auguri
ai Professori.
Ricordiamo sempre che la Vigilia
di Natale gli studenti salivano, la
sera, sulla collina di Bellosguardo ove abitava il Prof. Enrico Bosio, e,
raccolti in circolo sotto le finìstre del
suo studio, accompagnandosi con istrumenti a cordàf uffrìv'aùo al loro
professore un con^rto che non esi- ^
tiamo a definite ^|^ific% data lapassione musicale’ e ìè voci beUe addestrate della maggioranza degli studenti.
Sono passati molti anni; ma il ragazzetto decenne che ascoltava rapito i cori, eppoi correva ad unirsi agli
studenti che lo ’consideravano con
benevola amicizia, non ha dimenticato la figura aitante di Giovanni
Bonnet il quale spiccava per la sua
alta statura e per la sua naturale distinzione ed autorità in mezzo ai
compagni. Era un « laeder » nato e,
per il suo carattere schietto e cortese, era assai popolare.
Di quel folto gruppo di studenti
ne rimangono oramai solo due o tre ;
gli altri sono già passati al di là del
velo, dopo una vita consacrata, in
Italia o all’estero, al servizio del Signore: Giuseppe Fasulo, Federico
Balmas, Eugenio Revel, Eli Bertalot, E. Garrou, Adolfo Chauvie, P.
Davit, G. Messina, Alberto Clot, A.
Simeoni, A. Ariad ed altri.
a « *
Dopo la sua consacrazione nel
1904, il giovane Pastore Bònnèt (il
quale aveva compiuto l’anno di perfeziònamèritò a G^évrà) fu chiamato a Frali, la parròcchia più alta delle Valli Valdesi: vi passò cinque anni felici. Egli andava le Alpi di un
amore appassionato. Già da ufficiale
degli Alpini aveva scalato le alte vette, ed a Frali saliva spesso su in alto, per ritemprare lo spirito nella
solitudine delle ciane e nella contemplazione delle beliezze delle sue montagne che influivano profondamente
sul suo animo trasportandolo in una
atmosfera di candore e di nobiltà
che lo riempiva di gioia. Quella nobile passione egli la conserverà anche quando la malattia lo costringerà a contemplare le bianche vette
solo dal basso.
Dopo due anni trascorsi a Genova
venne a Roma ove esercitò un ministero benedetto dal 1924 al 1938,
epoca in cui la malattia che limitava la sua attività, lo costrinse a chiedere di recarsi in Chiese di minor
peso (Pisa, Siena, Sanremo). Oltre
il suo lavoro pastorale diresse per alcuni anni « L’Echo des Vallées »,
fece ripetutamente parte dell’Amministrazione e compiè missioni in
Olanda.
Fu specialmente nel periodo dell’attività romana che potemmo apprezzare le^qùaKfiS^ catsttere,
cuore del Collega col quale avevamo sempre mantenuto relazioni di
affettuosa amicizia. Le circostanze
ci portarono a lavorare nelle due
Comunità di Roma proprio nel momento delicatissimo in cui la Tavola
aveva deciso di costituire in Chiesa
indipendente la Comunità di Piazza Cavour, sorta nel nuovo tempio,
a fiancò dell’antica Comunità di
Via IV Novembre,
Non è diffìcile capire che la benché minima imprudenza dei Pastori
avrebbe potuto far sorgere contrasti
fra le due Comunità; contrasti che
sempre influiscono in modo deleterio sulle Chiese e nuocciono allo sviluppo dell’Opera del Signore.
Ripensiamo con commozione alle
conversazioni che avemmo all’inizio
della nostra collaborazione col Collega Bonnet. Ci trovammo subito
d’accordo nel mettere, al disopra di
ogni cosa, l’interesse del Regno di
Dio e la conservazione, ad ogni costo, della pace e della buona armonia fra le Comunità. Ciò non poteva
essere ottenuto senza sacrifici e rinunzie dalle due parti e senza spirito di collaborazione schietto e leale.
A distanza di molti anni, guardando
indietro, noi ricordiamo con riconoscenz.a l’opera prudente e leale del
caro Collega, in quegli anni non facili. Basti il dire che quello che nn
membro dell’Amministrazione definitiva, scherzando, un miracolo, la
costituzione cioè dì unà nuova Comunità accanto alla Comunità già esistente, potè avvenire senza che
sorgessero contrasti seri fra loro :
anzi con continua e fattiva collabo
razione.
« Si «
A Prali egli seppe conquistare U
cuore dei montanari ch’egli capiva
cosi bene; i vecchi lo ricordano ancora: lo chiamavano scherzosamente il loro « Pastore camoscio ».
Successivamente fu a Ferrerò, a
Frarosdno eppoi a S. Giovanni ove
svolse un Ministerio in due tempi
intérròtto dal richiaino alle armi per
la goerira del Wli- Fu anche per breve temilo CappéÓàflo.
La Chiesa ValdeSe ha perso colla
dipartita del Pastore Bonnet, un
consigliere prudente ed avveduto.
Egli conosceva a fondo i problemi
della nostra Opera e più di una volta la sua parola autorevole e piena
di buon senso valdese, ha aiutato il
Sinodo a prendere importanti decisioni. In questi ultimi anni si era un
po’ appartato dalla vita ecclesiastica a causa della sua salute ed anche
perchè certi mutamenti del carattere delle nostre massime adunate, davano a lui — come ad altri pastori
anziani — un certo senso di disagio.
L’estate scorsa ci recammo a salutarlo: egli sapeva che la sua fine
si avvicinava; ma sapeva anche che
quella fine era in realtà il principio
di una vita più alta, più serena e più
bella. Ci diceva quanto grande fosse
la sua riconoscenza a Dio per avergli
concesso di terminare la vita terrena
circondato da cure cosi devote e affettuose, accanto alla sua cara Compagna che è stata per lui una costan-te benedizione, e vicino ai suoi figli
e nipotini da lui tanto amati. Pur
piangendo lacrime umane per la separazione, non possiamo addolorarci
per lui. Perchè egli contempla ora
a faccia a faccia ciò che credette e
predicò con tutta la sua fede.
A noi rimane un ricordo benedet-to: quello del credente sicuro, quello del Pastore fedele e del gentiluomo dal carattere integro e leale, vero figlio delle nostre montagne.
"iff' :
A \
Paolo Bosio
1 funerali
li servizio funebre del Pastore Bonnet
ha avuto luogo a Torino nel tempio di Corso Vittorio il 1 Gennaio alle ore 9,30 alla '
presenza delia vedova, dei figli, dei paren-ti, di molti conoscenti e membri della Chie-.
sa yttldese di Torino. ’
I Pastori delle Valli non sono potuti i/itervenire a causa della celebrazione dei
culti di Capodanno nelle loro singole chiese. Il servizio funebre è stato presieduto
dal Pastore Gustavo Bertin, il quale ha '
letto i passi biblici indicati dal Pastore’
Bonnet per il suo funerale: Salmi 23; 116:
1-9; 118: 1-9, 14; Giovanni 14; 1-9; / Giovanni 4: 7-16.
Conformemente alla volontà dell’Estinto
(« un breve culto edificativo in cui venga
magnificato l’Eterno e l’immenso amore di
Dio ») e al suo testamento spirituale a ho
sperimentato che il servizio è gioia anche ¡
nelle prove e nelle sofferenze » il Pastore
Bertin ha parlato dell’amore di Dio e della gioia del servizio, secondo la Sacra Scrittura e nell’esperienza del_jninisterio del
PSBorTRmmei:^
II Vice-Moderatore Pastore Achille Deodato ha espresso alla famiglia il cordoglio
e la simpatia del Moderatore e della Tavola Valdese ed lui ricordato la bella carriera
pastorale del defunto operaio della Chiesa.
E’ stata data lettura di un telegramma
della Chiesa di Sanremo alla quale il Pastore Bonnet ha dato gli ultimi anni del suo
servizio attivo.
Le spoglie mortali sono state accampa-,
gnate al Reparto Evangelico del Cimitero
di Torino, dove sono state deposte, dopo
il servizio presieduto dai Pastori Bertin e
Deodato.
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L’Eco delle Valli Valdesi si associa al rimpianto ed all’affettuosa
commemorazione del suo antico Direttore, ed esprime ai suoi familiari
le più vive condoglianze.
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PENSIERI
Perchè per amore di Gesù, non amianto
tutti come Egli ci ordina? E’ forse tanto
difficile includere nel raggio d’amore che
sentiamo per Lui, come il sole, tutto U
mondo? Oh, non permettiamo al sole di
essere migliore di noi.
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Come possiamo ribellarci contro le disgrazie quando sappiamo, o dovremmo sapere, se non fossimo ciechi, di aver meritato ben altro?
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Se vogliamo vedere il consolante sorriso ’
di Dio piangiamo tante lacrimé di pentimento.
Dopo U lavoro più urgente, fa sempre il '*■>*•
più noioso e non fermarti mai prima (di
aver fatto tutto quanto devi fare, come la : ,
terra che non cessa mai di girare. E rin
grazia Iddio che, se essa non potrà mai ri
posare, sino all’ultimo giorno, a te Egli
permette di riposare, se hai fatto U tuo do- S
tre al calare del sole, o della luna.
Perchè ti lamenti? Non vedi che se qualche spina ti ferisce la pelle, altri camminano su ortiche e chiodi?
F. Mawin
3
L'EOO, DELLE VA:pLI YA^Pì;SI
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Giuseppina Toscana » a
Giuseppe Fiorenza a a
Lucia Mirisela a a
Giuseppe Zuffanti a a
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Tomasini Carlo, Torre Peli. a
Coisson M. L. a a
M- L. Pons mem. Giov. e
‘ Rosa Pons Karrer a
Stalle Giovanni a
Una Diaconessa a
Chiavia Margherita a
E. A. C. a
Durand Carolina ved. Gay a a
Gay Aldo a a
A. E- » »
Fam. Grill Enrico, Envie, Praly a
Garroii Giovanni, Villa a a
Grill Maria ved. Rostan, Pomieri a
Ghigo fienaldo e fam.. Giordano a
Richard Luigi, Indiritti a a
Carroll Caterina, Villa a a
VRostan Giov. e fam., Malzat a a
Pascal Oreste e fam., Orgere a a
Peyrot Ernesto e fam., Orgere a a
’""Raud Emanuele e Ida, Ghigo a a
Unione Giovanile a à
Menusan Caterina, Indiritti a a
Richard Frane, e fam., Villa a a
Raud Filippo, Pomieri a a
' Fam. Grill Edmondo, Pomieri a a
Grill Giov. Luigi, Pomieri a a
1 Menusan Silvio, Indiritti a a
' Grill Walter, Pomieri a a
Peyrot Enrico, Cugno a a
: Garruli Stefano e fam., Villa a a
Martinat Fratelli, Orgere a a
Richard Susanna ved. Rostan,
2.000
1.0«P"
2.000
1.000
l.OOQ:
1.000
1.000
2.000
2.000
2.000
500
200
100
600
100
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1.000
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200
200
1,000
1.000
300
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1.000
2.000
200
1.000
100
300
100
1.000
500
XVI
in risposta
•Hiiv' Il
air Appello speciale del Sinodo
500
1.000
1.000
500
3.000
5.000
5.000
500
3.000
1.500
2.000
3.000
1.000
1.000
2.000
1.500
5.000
3.000
10.000
500
2.000
3.000
500
1.000
1.000
1.500
1.500
5.000
1.000
Pomieri a »
Fam. Crii Stefano, Pomieri a a
Grill Alberto, Villa a a
Grill Alberino, Villa a a
Richard Aldo, Giordano a a
GrUl Filippo, Ghigo a " . ®
Bounous Ernesto e Henrieite,
Cugno a a
Pascal Aldo, Villa a a
Grill Stefano, Màlzat a - ' a ■
Peyrot FranMSCo, Orgere a a
Ghigo Alberto, Ghigo a/ ' a,
Perrou Bartolomeo, Cniho a a
Grill Filippo, Cugno a a
Rostan Luigi, Ghigo a a
N. N., Orgere a , ,, a
Pascal Benietmino, Villa a a
Ghigo Giov. Stefano^'Ghigo a a
Grill Francesco,'Villa.:»
Garrou Filiberto e, Ftento, Villa.a
Peyrot Luigi e RemaJnino, Malzat^a
Garrou Luigi, Maìzàt®
Genre Alessio, Orgere a • ’ a
Berger Filippo, Agape H vers. a a
Grill Alessio Luigi, Malzat a a
Peyrot Giovanni Pietro, Ribba a a
Rostan Guido, Ghigo a à
Richard Maria ved. Rostan,,
.Ghigo ,a a
Peyrot Luigi, Giordano ,a a
Rostan Stefano Luigi, Ghigo a a
Poet Giov. Stefano, Villa a a
Breuza Augusto, Villa a a
Grill Oreste, Villa a a
Richard Giov. Luigi, Pomieri a a
Lebet Augusto, Ghigo a a
Fiorentini, Firenze »
Bartoletti Cornelio, a »
Sorgi Mario a . »
Martinelli Jone a »
Massa Franco a »
Elisabetta de Pianta, Torino a
Chiesa di Siena, I vers. a
S. G. II vers., Catania »
Maag Dora a a
Saluzzo Silvestro a a
Giandinoto Famiglia a a
Failla Eugenio a a
Waldkirch Guido e Eugenio a a
Calogero Santo a a
Bundi Cristiano a a
Caltabiano Giov. Battista a a
Chiara Pietro a a
Edoardo e Virginia Sturai, Firenze »
Billour Letizia e Amato a a
1.000
2.000
1.000
500
2.000
1.000
2.000
5.000
1.500
1.000 „
800
5.000
1.000
1.000
3.000,
1.000
3.000
1.600
5.000 Í
2.000
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1.000
1.000
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2.000
2.000
1.500
1.000
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1.000
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1.000
4,700
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1.000
1.000
50.000
10.000
5.000
5.000
1.000
5.000
1.000
30.000
2.500
1.000
500
2.000
1.500
5.000
Luisa Ponzo, Roma lOff.OOO
De Michelis Eurialo e Quiriu a », 16.000
Vitt. e Laura Ugolini, Tolemino »_ ,^ 550
Nilo Marullo, Roma » • ; 500
M. L. Pi, Foggia 6.000
Ni N., Catania ' 100.000
Chiesa di Vittoria, Vitto^ ; » ^.000
Long Marey Emilio e Fi^^,
Roma 3.000
Aldp Cougn, Tivoli IS.OOO
MeUle Garlo, Firenze '*»' i.OOO
Scuola Domen. II vers., Wnteolo # -1.200
Bertalot Giov, e Clementìha, , è.
Angro^a ' a. 2.000
Costabel Daniele e
Torre PaBice ■; »' 'f 5.000
Coisson Lina e Clara a ' ' ® 2.000
Maian E. A. a Jt... >' _> • 500
Armand Hugon Ernesto, 3.000
Gardiol Rèmo e Albertii^* ' . ;» ’4.000
Bellora Louisette, Mosca j 1.000
Malanot Emilio, PinerolO?’ ; a • 1.000
Vurk Ermanno e Elena / » 50.000
Godino Emilio e Elena Il .ííers.r'» a 5.000
Famiglia Kock » ¡i * '5.000
Godino Guido e Adelin^,ñ a -j, 5.000
Gardiol Oscar e Ada a .'■ •a 5.000
Forneron Daniele e Alic^» » ^4.000
Mandrino Durand Liviet|í ¿a a ' 5.000
Gardiol Ida » ' » ' 300
Martinat'Lidia a . ’ S> ..1' 200
Raimas Olga fu Giacomo' a a -3.000
Garufi Giuseppe e Famiglia,
Rocehenere a 11.000
Spadaro Giuseppe a a 500
Stracuzzi Cosimo a , » 500
Garufi Antonio a ,» I.OOO
Garufi Pietro a » 1.000
Calabrcf'Giuseppe a .«S ì, » 200
Mineo Carmelo, Messina a 2.500
De Tommaso Placido a a 200
Cimino,. Vincenzo II vera, a , a 1.000
LOngo Paolo II vers. a a 2.000
Grill Giacomina II vers. a a 500
Ragno Salvatore a a 4.000
Cordaro Natalia a a 1.000
Santoro Lilla e Salvatore à a 8.000
Pulejo Giuseppe e Bianca a a 1.000
Marra IVancesco a a 2.000
Bellantoni Giuseppe e Giulia a a 2.000
Donato Anna a ¡'f: a 2.500
Santamaura Antonio a ; ■ a 500
Gillieron Elisa I vers. a - a 500
Santoro Abramo a a 3.000
Coca Francesca a % . a 1.760
a 5.000
a 1.000
a 500
a 150
a 1-000
a 1.000
Opipari Giovanna e Irene a
Ridolfo Scimone Teresa a
Aria Samuele a
Ventura Guglielmo a
Ventura Ognida a
Oliva Giovanna, Reggio C.
Messineo Angelina lì vers. a a 2.000
Montrone Giuseppina a _ a 1.000
Jannolo Domenico a a 300
Romeo Domenico a a 5.000
Felicita Janni, Sanremo a 1.000
T. R. Castiglione, Ginevra a 20.000
Savoia Umberto, Biella - a 4.000
Reynald Giov. Pietro, Montauban a 2.000
Eugenio Davit, Torre Pellice a 5.000
N. N. N., Torino a 100.000
Famiglia Picotti, Alessandria a 10.000
Leumann Feder. e Elena, Torino a 100.000
Revel Enrico fu Giov. Bartol, a a 1.000
Famiglia Bruno II vers. a a 2.000
Campofaggi Olga e Enrico a a 5.000
Decker Ermanno e Bianca a a 100.000
Rostagno Pietro e Figlio a a 2.000
Ribotta Enrico e Gina a a 1.000
Odin Ferdinando a a 500
Bertinat Stefano a a 1.000
Morello Giuseppe a ' a 5.000
Rivoiro Alberto a » 1.000
Bertet Alina a , a 1.000
Ferrea Colombo a a 600
Ribet Elena e Aldo IH vers. a a 5.000
Griglio Enrichetta a a 2.500
Pagliano Bellion Matilde a a 500
Pagliano Giuseppe II vers. a a 5.000
Coucourde Arturo e Lucia a a I.OOO
Garrone Clemente a a 10.000
Carlo Varese a a 20.000
Jolanda Varese a a 10.000
Odette e Federico Balmas a a 2.000
Grill Letizia e Giovanni a a 40.000
Pons ÌVella a a 3.000
Fraschini Rosa » a 600
Olearis Ubaldo e Signora a a 5.000
Vigne Giacomo a a 2.000
Revel Emilio » a 500
Bounous Federico e Fam.,
S. Antonino a 5.000
Ribetti Dionisi Adriana, Torino a 500
Jahier Eugenio a a 5.000
R icca Ferdinando, Moncalieri a 5.000
Benech Barone Margh.ta Torino a 500
Martinat Luigi e Maria a a 5.000
Peyrot dott. Enrico a a 20.000
Rechsteiner Erminia e Giacomo a 20.000
Caratsch Adolfo a a 10.000
Gossweiler Giovanni v
Scherrer Giorgio. » ,.
Revel Fernando « Amilda » f-~'
Febe Allosio mem. Gins. Viani
Viriglio Luisa »
N. N. js
Lenti Edoardo « Olga »
Grill Margherita »
Platone Felice e Adriana a
Lavatelli Rina »
Rostagno Vittorio II vers.,
Milano
Sappi Luigia vedova, Pramollo
Bounous Oreste a
Jahier Levi a
Berne Clemente e Noemi a
Sappi Carlo a
Peyronel Olinto c Luigia a
Ribet Ferdinando a
Rodolfo e Maria Gasparotto,
Roma
Garnier Enrico Enrichetta Alberto III vers., Milano
Fam. Zambito Smiraldo, Grotte
Revel Maddalena, Torre Peli,
Franca Maggi, Varese
Chiesa di Forano I vers.
Geymonat Chauvie E. A. C.,
Torre PeUice '
Chiesa di Bergamo III vers.
Girardet Antonio, Roma
Roncaglione Silvestro, Pont Can.
Roncaglione Carlo e Luigia »
Jahier Augusto e Letizia »Torre P.
Grilli Giovanni, Lugano
Noli da Costa, Roma
Sgarzi Luigi e Florence »
Famiglia Gay »
Poet Peyran Ester e fam.,
Pomaretto
Grill Antonietta e Alfonsina »
Genre Francesco o fam. »
Baret Giulio e Fam. »
Fam. cav. Rostan Natale »
Fam. Carlo Rochon »
Peter Corrado e Alice »
L. G. »
Long Giovanni e Luigia »
Pastre Giov. Augusto, anziano »
Lantaret Elisa e Emilia »
Pastre Augusto e Regina »
Pastre Alice »
Long Oreste »
Mimi Matthieu »
Fam. Chiurato Giovanni »
Berger Giovanna »
Vinçon Giulio e fam. »
Ribet Ernesto e famiglia »
Lageard Maria e Alessandro »
Lageard Elsa e Alfonso »
Werner Bardi »
C. R. ed E. »
Jahier Vitale e Ida »
Beux Davide e Frida »
D 2.000
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3» 800
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30 20.000
30 2.000
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30 1.000
V 22.600
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» 5.000
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30 6.000
» 1.000
)> 1.000
» 1.000
30 10.000
» 2.000
» 10.000
30 4.000
30 2.000
30 1.000
» 10.000
» 4.000
» 1.000
» 1.000
» 1.000
» 2.000
)) 500
B 1.000
B 1.000
B 2.000
B 5.000
» 2.000
B 1.500
B 6.000
B 3.000
Uno storico poco noto :
DIACONO BREI
cr;.
^ Era nato nel 1771 ed era figlio del
V notaio Giovanni Pietro, stabilito a S.
L Giovanni.
Segui i corsi della Scuola Latina e
poi, avendo ottenuto una borsa di stub: dio, andò a studiare nelle Accademie
i di Losanna prima (1786) e di Ginevra
. poi (1788). Mentre egli era studente in
; Svizzera, ebbe dei contrasti coi suoi
i professori, dai quali, secondo il Bracef bridge. « sperimentò le più crudeli inr giustizie ». Nel frattempo però, egli
•'.-f ottenne un posto di istitutore e precettore in una famiglia olandese e, nel
giugno del 1790, si recò ad Utrecht per
l'Iicompiervi il suo nuovo lavoro.
Continuò intanto a studiare teoio
;■ già 0 nel 1793 fece la richiesta al Si
nodo di Botterdam (30 magg. 1793)
^di essere ammesso a subire gli esami
. preparatori, allegando un vecchio oer'
tificato del Eettore della Scuola Lati
na delle Valli e qualche attestato di
: j Losanna, ove aveva continuato i suoi
: ■ otudi. Ma, sebbene vi fosse stato in
" quel Sinodo chi aveva messo in chiara
. ' evidenza i suoi talenti, i suoi meriti e
s sua buona condotta, l'Assemblea
rinviò la sua decisione al Sinodo dell’anno successivo, tenutosi in agosto :
I sia. perchè non credette di dover facif ditare l’ammissione di studenti valdei ; si che avevano goduto di borse destif nate a quei giovani studenti che dove' vano promettere di consacrarsi al serf i vizio delle Chiese valdesi nelle Valli,
sia perchè, qualche anno prima, in una sua lettera del 6 die. 1789, la Tavola aveva scritto ai Commissari di
‘ Olanda che il giovane Brez era stato
= privato della borsa di Ginevra per i
, motivi seguenti : a) non aver egli aU'
[.';icora, a quell’« epoca, fatta comunio
'ne » ; b) aver parlato con poca consì
derazione dei suoi professori di Losan
na; c) non parer egli possedere quei
r 'sentimenti che si convengono a ohi sì
¡■Ravvia al S. Ministerio.
. Comunque sia, con una sua lettera
; ‘"al Sinodo della Torre (lug. 1795), egli
' '*• annunzia di essere stato consacrato (la
notizia era certamente prematura) ad
Utrecht il 5 sett. 1793. In consegueii-, sa si delibera « qu’il aura son rang
p d’après sa conséoration », a tonnine
'.^degii Eirticoli fatti in proposito. Sembra
' però che nel 1795 egli non fosse aii^
- oora stato consacrato, perchè non ave
va cura d’anime. Ed ottenne la sua .
consacrazione soltanto dopo la chiamata della Chiesa di Midlebourg, che
lo aveva richiesto con lettera del 13 aprile 1796, come terzo pastore della
chiesa locale, nella quale egli venne
eletto il 17 aprile ed insediato il 19 giugno, con la clausola deU’eventuale
servizio alle Valli, ove ne fosse richiesto. Egli aveva infatti dichiarato, al
Sinodo vallone che lo aveva accolto in
qualità di candidato nel 1794, che egli era « disposé à se consacrer au service des Eglises de sa Patrie et qu'il
s’y rendra dès qu’il en sera requis par
le Synode des Vallées ou par MM. les
officiers de la Table, s’ils jugent son
ministère nécessaire dans le temps
que le Synode n’est point assemblé »
(lett. del Com. Wall, al Geymet, Moderatore).
La sua “Storia dei Valdesi
Durante la sua permanenza in 0landa come precettore, egli si diede
con molto impegno a preparare, o meglio finire, una « storia dei Valdesi ».
L’opera sua erà già scritta alla fne
del 1793, ma doveva, prima di essere
pubblicata, ottener l’approvazione del
« Comité Wallon » e per lui di due
ecclesiastici « judicieux et dont les lumières et l’équité nous soni .connues ».
Il quale Comité temeva che egli,
nel suo ardore giovanile (non aveva che
22 anni) potesse scrivere in modo non
perfettamente ortodosso e quindi con
pregiudizio degli interessi della ChieValdese in Olanda. Egli fu quindi
sa
hi
invitato a fare qualche taglio e a modificare qualche punto, onde rendere
il contenuto dottrinario del suo libro
« conforme à la doctrine reçue dans
nos provinces et aux articles... signés
comme proposant ».
La sua opera è intitolata « Histoire
des Vaudois ou des habitants des vallées occidentales du Piémont, qui ont
conservé le christianisme dans toute
sa pureté, et à travers de plus de trente persécutions, depuis le commencement de son existence jusqu’à nos
jours, sans avoir participé à aucune réforme », Porta la data del 30 gennaio
1796 >e fu stampata fra la fine del 1795
e rinissio del 1796, come si ricava da
una lettera dell’autore, in data 14 d'O.
1795, al Mondon, pastore a Gros-Villar, nel Württemberg ; « je me suis décidé à faire imprimer cet ouvrage à
mes frais, à Paris. IVest actuellement
sous presse »...
L’opera consta di due volumi o meglio di due parti che sono generalmente unite in un sol volume, senza data
nè luogo di stampa. Sono in complesso 400 pagine (XXV 132-26S) che si
leggono con vivo interesse e con vero
godimento. « J\e n’ai d’autre désir que
celui d’être utile à l’humanité et je n’ai
rien négligé pour ne pas être au dessous de mon sujet », scrive egli nella
prefazione datata da Utrecht, il 4 ott.
1794, ove dichiara pure di aver sopratutto cercato di scrivere ai giovani ed
ispirandosi agli ideali del passato, senza mai tradire gli interessi della verità.
Pregi dell’opera
La sua storia è l’opera di un giovane, ottimista, entusiasta dei Valdesi
6 fiero della loro origine apostolica di
cui è fermamente convinto, come lo
erano stati si può dire tutti gli storici
procedenti, valdesi e non. « Il popolo
valdese », egli scrive, « è il solo populo che abbia conservato inviolabilmente la dottrina cristiana, senea alcuna
alterazione, dai prìrAi secoli del Cristianesimo fino ai -noslri giorni ».
E scrivendo negli anni fortunosi dèlia Eivoluzione Francese, che aveva
innalzato la bandiera della libertà, della uguaglianza e della fratellanza, il
nostro autore è pieno delle più rosee
speranze nei riguardi dei suoi fratelli
alle Vàlli. « Les lumières qui éclairent
aujourd’hui l’Europe peuvent nous être un sûr garant que nous ne serons
plus poursuivis pour cause de religion »
scrive egli, perorando con fervore il
suo progetto per un Collegio nelle Valli, di cui già si è occupato il nostro
giornale.
Solo alla fine del volume il suo otti
mismo è offuscato da un’aggiunta,
scritta verosimilmente all’atto di far
uscire l’opera sua, nel 1796. Egli conclude infatti con la frase significativa :
« Les Vaudois avaient joui à peine de
quelque repos, que leurs implacables
ennemis recommencèrent à ourdir les
trames infernales avaqueUes il aval
ent si souvent eu recours pour les perdre. Mais nous n’en suivrons pas plus
loin le fil pour le moment » (p. 224).
La storia si ferma al secolo XVII,
essendo il primo volume consacrate) a
considerazióni generali, e non porta
alcun nuovo contributo alle storie dei
suoi predecessori. Ma essa è di una
freschezza e chiarezza di stile ammirevoli ed è un vero peccato che egli
non l’abbia potuto condurre fino ai
suoi tempi, cioè fino al periodo agitato della Eivoluzione che il giovanissimo autore aveva trascorso nella Svizzera e nei Paesi Bassi.
di Studi Valdesi
La parte inedita
Il progettato terzo volume o terza
parte della sua Stona .doveva contenere fra l’altro : una nuova carta delle
Valli, i ritratti di Enrico Arnaud e dì
Giovanni Léger, una veduta della Balziglia ed una di Pradeltomo. Per procurarsi questo altro materiale il Brez
sperava di poter fare un viaggio alle
Valli, passando per le Colonie valdesi
del Württemberg. Voleva inoltre dedicare il primo ed il terzo volume dell'opera sua al principe della Casa regnante nel Württemberg. Ma la morte venne improvvisamente a troncare i suoi
progetti. Egli monva infatti a soli 27
anni, il 26 luglio 1798, a Midlebourg
ove, l’anno precedeniie, egli si era sposato con una danarosa vedova olande
Opuscolo del 17 Febbraio. Come è già
stato pubblicato, l’opuscolo commemorativo pel 17 Febbraio, redatto dal prof. Teofilo Pons, tratterà dei Valdesi condannati alle galere nei secoli XVI e XVII. E’ un argomento nuovo e molto interessante, che
presenta le condizioni angosciose e drammatiche in cui si trovarono quei nostri padri eroicamente fedeli all’Evangelo. Il Bollettino porterà in appendice l’elenco dei
nomi finora noti dei Valdesi condannati alla terribile pena. Il prezzo dell’opuscolo,
di 16 p., illustrato, sarà di L. 35; ma, per
coloro che ne prenoteranno almeno 30 copie, sarà ridotto a sole L, 25 la copia. Si
pregano i Sig. Pastori e dirigenti di associazioni di affrettare le prenotazioni, entro
il 21 gennaio 1951, accompagnate dall’importo.
ce.
Asserisce il Muston che la Storia
del Brez fu tradotta in tedesco e pubblicata a Lipsia nel 1798. Fu ad ogni
modo — non integralmente però -tradotta in inglese dal Bracebridge c
inserita (p. 79-224) nella sua opera
pubblicata anonima a Londra, col titolo « Authentic details of thè Valdenses, in Piedmont and others countries,
etc... Parlando del nostro autore che
chiama il « virtuoso Bresse », il Bracebridge afferma che egli « fu obbligato dalle circostanze a stabilirsi a Utrecht, dove egli morì prima della pubblicazione della ultima parte delPopora sua, il terminare la quale era stato
lo scopo della sua vita ed alla quale
egli si era dedicato fm da quando aveva 16 anni », e per cui lavorò dieci anni consecutivi.
Il suo nome e l’opera sua meritano
ci pare, di essere convenientemente ricordati per i suoi rneriti intrinseci e per
i suoi nobili ed elevati propositi in rapporto specialmente all’istruzione dei
suoi fratelli Valdesi.
T. G. Pons.
Bollettino n. 91. A tutti i soci ordinari
in regola col pagamento della quota per
l’anno 1950-51 (L. 300)) ed ai soci vitalizi
che hanno inviato il contributo di almeno
L. 250, è mandato gratuitamente il Bollettino n. 91 della Società. Tutti i soci ordinari e vitalizi che non hanno inviato rispettivamente la quota ed il contributo sono
stali regolarmente avvertiti per mezzo di
cartolina che il Bollettìno predetto sarà loro mandalo gravato d’assegno della somma dovuta, più il porto, salvo che essi abbiano cortesemente avvertito la Presidenza
in senso contrario. La spedizione del Bollettino sarà fatta nella settimana prossima.
A tutti i soci in regola sarà inviato gratuitamente rOpnscolo del 17 Febbraio.
Bollettino n. 92. Il Bollettino n. 92 sarà
pubblicato in primavera. Esso conterrà nuove puntate sia dello studio del prof. Arturo Pascal sulla Storia Valdese nei tragici
anni 1686-89, sia dello studio del prof.
Augusto Arm. Hugon; uno del prof. Giorgio
Spini sui Valdesi nell'opinione pubblica
del Seicento Italiano; uno studio del prof.
Emilio Tron sul Reggimento della Regina
e i Valdesi; e due note del prof. Giovanni
Gönnet sui Microfilms dei manoscritti e
documenti valdesi e su Una storia yaldese
non apologetica, oltre a note bibliografiche e notizie sociali. A tutti i soci il Bob
lettino sarà inviato mediante un modesto
contributo.
Microfilms. Il progetto approvato dalla
ultima assemblea sociale, in seguito a proposta del prof. Gönnet, di dotare l’archivio della Società dei microfUins degli an
b'iè.
4
L’ECO DELLE tALLI VALDESI
tinhi manoscritti e doctunenti storici vaidesi conservati nelle Biblioteche Universitarie di Ginevra, Dublino e Cambrid-ge
sta tradncendosi in una stupenda realtà. Il
prof. Mario Rollier ha voluto offrire alla
Società Tapparecchio per la lettura dei microfilms. I manoscritti e documenti ginevrini sono state pure offerti gratuitamente,
grazie all’efficace interessamento del nostro consocio prof. Tommaso Castigione,
dell’Università di Ginerva, del prof. R. Gagnebin. Conservatore della Biblioteca, e ad
un dono generoso della Società del Museo
della Riforma. Uguale offerta si è avuta
pei manoscritti di Dublino, mercè il cordiale interessamento del pastore doti. Ernesto Àyassot. Grazie alla collaborazione
dello stesso, sono in svolgimento le pratiche per ottenere quelli di Cambridge. Cosi
il nostro archivio verrà in breve arricchito
d’un prezioso materiale di consultazione e
di studio, che agevolerà in modo notevole
le ricerche dei futuri studiosi di storia valdese.
Mercè l’interessamento della nostra Società, di analogo materiale verranno dotate le Biblioteche deUa Facoltà teologica
valdese di Roma e deUa Società di Storia
Valdese delFUruguay.
Studi Valdesi per Io studio e la diffusione
della cultura riguardante il popolo valdese
e particolarmente la sua storia, perchè si
iscrivano come soci della Società, stessa.
L’attuale numero dei soci, circa 250, non
è sufficiente a sostenerne Tattività. Converrebbe raddoppiarlo. L’iscrizione, accompagnata con la quota annuale (L. 300,
più L. 100 per l’ingresso) deve essere versata al Cassiere sig. Abele Geymonat in
Torre Pellice, c, c. p. n. 2-33513.
Il Presidente
Console d’OIanda a Torino. La Salma riposa ora nel vecchio Camposanto dei Jallà, nel sepolcreto del sempre ricordato Pastore Matteo Prochet e dei numerosi familiari.
Alla gentile e buona Consorte, ai figli, a
tutta la famiglia, esprimiamo ancora la nostra simpatia fraterna.
, E la nostra simpatìa s’estende a tutte le
famiglie che in questi due mesi sono state
colpite dal lutto.
Scuola Latina
Soci. Rivolgiamo un caldo appello ai Vaidesi ed ai loro amici, che comprendono
l’importanza dell’opera della Società di
Doni pervenuti alla Direzione dal 1 Ottobre al 31 Dicembre 1950: Pastre Augusto (Pomaretto) L.1500 — Tron Adele véd.
Ribet 2000 — Bounons Olga (S. Germano
Chisone) 1000 — Balma Giulietta (Parma)
1000 — M. L. Pons in mem. di Giov. e Rosa Pons Karrer 300 — Matthieu Mimi 500 —
Genre Arturo 200 — Benx Roberto (S.
Germano Ch.) 1700 — Massel Pierino 590
— Rostan Lidia ved. Ribet (S. Germano
Ch.) a brioches » per l’albero di Natale —
Pastore Paolo Marauda, candeline per l’albero di Natale — N. N. 5000. .
Ai benefattori della nostra Scuola giungano i nostri piu sentiti ringraziamenti.
La Direzione
Voce delle Comunilà
Angrogna (Capoluogo)
Il maltempo persistente ha assai pregiudicato la buona riuscita del nostro programma di celebrazioni natalizie.
La domenica 24 dicembre alla festa dell’albero di Natale nel tempio non erano
presenti i bambini dei quartieri più lontani bloccati daUe strade ingombre ancora
di neve. Vi fu bensì un tentativo quasi eroico di giungere al Capolu'ogo dal lontano
quartiere dei Pons, ma anche i più animosi dovettero presto desistere. Nondimeno il programma, con qualche lacuna forzata potè essere svolto bene. La Corale esegui un inno di circostanza. I doni furono
in seguito distribuiti.
« Beati i morti che muoiono nel Signore ».
Ringraziamo il maestro Sig. Paschetto
per i messaggi rivoltoci domenica 14 corr.
al culto del mattino ed alla riunione serale.
Luserna San Giovanni
La prima fase della campagna invernale
s’è svolta in modo incoraggiante. Ritmo accelerato nelle varie attività, e — in complesso — esito buono.
Il culto di Natale fu ben frequentato sopratutto dagli uomini. La Corale eseguì lodevolmente un coro. Non soddisfacente la
partecipazione alla S. Cena.
La domenica 31 dicembre discreta partecipazione della fratellanza, tenendo conto
della pessima viabilità.
Il culto di Capodanno fu meglio frequentato. La Corale eseguì un inno di circostanza. Buona la partecipazione alla Santa Cena.
11 Signore benedica per tutti noi il messaggio della Parola di Dio che Egli ci ha
ancora nella Sua grazia fatto annunziare e
lo traduca Egli stesso in un rinnovamento
pratico della nostra vita quotidiana.
e. a.
Preceduta da accurata preparazione, la
celebrazione del Natale è riuscita solenne.
L’ultima sera deU’anno, magnifica assemblea. Alla Santa Cena, celebrata in quei
giorni cinque volte, due volte nel Tempio
dei Bellonattì, e le altre nel Tempio del
Ciabas, a Mourcious e al Rifugio, ha partecipato un numero rallegrante di comunicanti.
L’Albero di Natale è stato acceso al Centro, a Mourcious, all’Asilo per Vecchi, ed
al Rifugio.
La Corale, sempre attiva, ha dato ripetutamente il suo prezioso concorso.
Siamo grati al Pastore Carlo Lupo per il
forte messaggio datoci la Domenica 12
Novembre, ed al Pastore Arnaldo Coniba
che ha preso parte attiva al Culto del 24
Dicembre al Ciabas.
Bobbio Pellice
Il giorno di Natale, il maltempo non ha
impedito ai fedeli di recarsi in massa al
culto. Tanto a Natale quanto a Capodanno
la corale ha contribuito all’edificazione del
culto col canto di inni di circostanza.
L’albero di Natale preparato con accuratezza dalle giovani sotto la guida della
Sig.na A. Peyronel è stato acceso, la domenica 24,
Come sempre il numeroso pubblico ha
lungamente applaudito i giovani attori.
Un grazie di cuore a chi ha collaborato alla buona riuscita della Festa.
Alcuni lettori già avanti negli anni ricorderanno il Conte Annibaie Giletta di
S. Giuseppe, figlio del Generale Giletta,
già allievo del Collegio Valdese. Intrapresa come il padre la carriera militare, la
dovette lasciare per infermità, e terminò
tempo fa i suoi giorni presso il Rifugio
Carlo Alberto. Il 7 Novembre, per deside
Audizione musicale
Sono stati battezzati: Barìdon Alma e
Eidda di Ermanno e di Baridon Celina
(Carbonieri); Baridon Genoveffa di Giovanni Davide e dì Lausarot Anna (Reymond); Rostagnol Renza di Paolo e di Michelin Susanna (Serre dei Campi).
11 Signore benedica e protegga questi
pargoli.
Domenica 21 Gennaio, alle 14,30, nel
Tempio dei Bellonattì, avrà luogo D. V,
una audizione di musica vocale ed ìstrumentale, organizzata dalla Corale di Luserna San Giovanni.
Cordiale e caldo invito a tutti!
II 23 dicembre sono stati resi gli onori
funebri alla salma di Albarea Davide (Giornà) di anni 82. Egli proveniva da Villar
Pellice.
All’età di anni 90 si è addormentata nel
Signore, il 7 corr, Geymonat Suscita del
Centro. Era una persona di grande bontà
e di fede sincera.
rio della Consorte, ne abbiamo accompagnato la salma al Cimitero Monumentale
di Milano, dove abbiam celebrato un breve
culto. Ci è grato rivolgere il migliore elogio alla Ditta Trasporti del Sig. Amilcare
Pasquet, pel servizio inappuntabile e cortese.
11 12 Gennaio, è giunta da Roma la Salma del Sig. Daniel Pennington de Yongh,
già Console d’OIanda a Roma, dove è stato improvvisamente richiamato dal Signore. Egli lascia di sè ottimo ricordo, ed una
eccellente testimonianza gli è stata tributata, al momento della tumulazione, dal
Atti Liturgici, Novembre-Dicembre 1950.
battesimi : Goss Enrico di Giovanni e
Fornero Annunziata — Gaydou Corrado di
Federico e Buffa Irma — Benech Laura di
Mario e Buffa Bianca Comba Nino di
Alfredo e Avondet Maria.
Matrimoni: Bellion Arturo con Bertìn
Edina Maddalena — Benech Giulio con
Bastia Olga Margherita.
Sepolture: Vola Edoardo (anni 83) —
Paschetto Giovanni (a. 69) — Jallà Giulia
Rachele (a. 92) — Fraschia Melania (a. 71)
— Stalè-Revel Cesarina (a. 71).
Nel dolore come nella gioia, pel credente è sempre racchiusa una benedizione.
G. B.
Napoli
Napoli, via Duomo, 275: una porta piccola e scolorita, relativamente poco distante dalla bianca facciata della Cattedrale;
sopra la scritta « Chiesa Evangelica Valdese », a sinistra un cartello con l’orario dei
culti : Domenica ore 11, mercoledì ore 18.
L’insieme è poco attraente; eppure spesso
volti nuovi compaiono negli ultimi posti
durante i culti; eppure la domenica mattina i ritardatari debbono ascoltare il ser« mone rimanendo in piedi vicino alla porta. I volti intenti dei fedeli, la frequenza
ai culti, il fatto che la comunità è formata da elementi provenienti da vari strati
sociali e culturali, ed anche lo spirito di
fraternità che si rivela, alla fine di ogni
culto, allorché i fedeli si salutano e si affollano intorno al Pastore, sono tutti*segni
incoraggianti: la Parola che viene predicata opera nei cuori. E’ gradito raccogliere
i frutti, anche modesti, del proprio lavoro :
il 24 dicembre u. s. abbiamo ricevuto
quali membri comunicanti tre nuovi fratelli: Coppola Salvatore, Formicola Luigi
e Lionetti Giorgio. Quest’ultimo, profugo
dall’Albania, ha conosciuto PEvangelo nel
Campo IRÒ di Bafpioli, ed ha trovato nella nostra comunità una nuova famiglia spirituale.
L’opera di evangelizzazione non si limita ai culti domenicali ed agli studi biblici
del mercoledì (studio sistematico del Vangelo di Marco): per esempio, una sorella
di Chiesa, portinaia in uno stabile di un
rione popolare, raduna in casa sua i vicini
per il culto di famiglia tenuto da qualche
familiare o dal Pastore.
Quest’ultimo visita anche regolarmente i
campi di profughi nei dintorni della città:
l’Unione giovanile visita di quando in quando le famiglie evangeliche della frazione
di Seccavo, e collabora per quanto possibile col Centro Mennonita nella sua attività benefica.
Questo quadro, pur nella sua incompletezza, potrebbe sembrare a taluno troppo
ottimistico; non è cosi: se moltiplichiamo
quello che ¡acclamo, come comunità, per
quello che potremmo fare, non possiamo
che considerarci ancora una volta come
servi inutili, e chiedere al Signore di vivificare con la potenza della Sua grazia la
nostra opera di testimonianza.
Visita. Il Sovrintendente del IV distretto.
Pastore P, V. Panasela, ha visitato la nostra
comunità il 3 Dicembre; egli ha rivolto un
breve messaggio all’Unione Giovanile riunita come al solito il sabato sera, ed ha
presieduto il culto della domenica mattina, richiamandoci alle responsabilità della
nostra fede. Queste visite oltre che dal punto di vista dell’edificazione ed amministrativo, sono utili in quanto ci fanno sentire
più vivamente la presenza costante di altri
fratelli che in altre città lavorano e pregano con noi. Grazie al Pastore Panasela
per la sua visita ed il suo messaggio,
F.
Perrero-Maniglia
Da qualche anno non avevamo avuto
tanta neve a Natale, ma, grazie a Dio, le
assemblee natalizie dei piccoli e dei grandi non ne hanno risentito troppo. La Festa
dell’Albero di Natale è riuscita a Crosetto,
Concessionario Pinerolo e Gire.
MARIO AMORE
Via C. Alberto, 4 - Tel 20.61
preparata dairinsegnante locale sig.na Alice Grill, a Maniglia, diretta dal Maestro
signor Augusto Pascal e a Ferrerò dove i
giovani hanno anche dato una bella serata: Grazie a quanti hanno collaborato.
Ai Culti di domenica è stato ricordato
il Pastore Signor Giovanni Bonnet il quale fu anche il conduttore spirituale di questa Parrocchia.
Riconoscenti del suo messaggio, ringraziamo cordialmente il Pastore di Rodoretto Signor A. Nicod di avere presieduto i
nostri Culti domenicali del 10 dicembre
u. 8.
'E’ stato battezzato Claudio Poet di Aldo
e di Ida Ferrerò (Cassas). Che Iddio benediea quel caro bimbo ed il focolare che
egli è venuto a rallegrare.
Presentiamo ancora la nostra profonda
simpatia nel Signore al nostro fratello Giovanni Enrico Ferrerò (Pomaret) e figli per
la dipartenza in meno di una settimana
della sua compagna Margherita nata Bertalot e del figlio Giovanni Pietro: i loro
funerali hanno avuto luogo a Pomaretto
presieduti dal Pastore Signor P. Marauda.
Villar Pellice
FIORI DALL’AMERICA —
Da Filadelfia la nostra sorella Carolina
Hall, a nome di alcune amiche (Sorelle
Janavel, E. Bertin, Sig.ra Forneron, Sig.ra
Bongarzone, Sig.ra Geymet, Sig.ra Reithar)
ci ha inviato venti dollari quali « fiorì » in
memoria della nostra sorella Maria Lamont
recentemente dipartita.
Abbiamo adoperato questa somma, secondo il desiderio dei donatori per dei doni natalizi ai poveri e a favore del nostro
asilo infantile.
Personalia
Il Pastore Giovanni Peyrot e la sua Signora annunziano la nascita di Enrico il
31 Dicembre 1950.
Cristiani auguri ai genitori ed al bimbo.
COMUNICATO
La Procura della Repubblica di Pinerolo
comunica che le disposizioni sul controllo
delle armi continuano sino al 31 Dicembre
1952 e che non è punibile chi ottempera
all’obbligo della denuncia o consegna entro rii gennaio del corrente anno.
Sabato 20 corr. alle ore 19, presso la
Scuola Valdese di Agricoltura (Monnels)
di Luserna San Giovanni, il Prof. Dclleani
e l’Esper. Marini dell’Ispettorato Agrario
di Pinerolo, terranno una inlcrcssantissima
seduta per la presentazione di due Film
Agricoli. Tutti gli agricoltori della regione
e quanti altri s'interessano ai lavori della
terra sono cordialmente invitali.
Commossa: dalle molte testimonianze diìj
cristiana simpatia ricevute in occasione del-,
la dipartenza del loro caro, la famiglia dii
Giovanni Giacomo Beux
porge a tutti un vivo e sentito ringraziamento. Un grazie particolare desidera esprimere ai vicini di casa, al Pastore Micol ed oi-1
Dottore Coucourde per le amorose cure*
prestate al loro caro.
Pramollo, 21 Dicembre 1950.
La famiglia di
Luigia Long, nata Andrion
Ancora un lutto. Martedì 9 gennaio u.
s. è terminato, con la chiamata suprema, il
calvario durato oltre un anno del nostro
fratello Vittorio Armand Hugon di anni
41.
Una giovane vedova affranta dal dolore,
un bimbo di cinque anni ansioso di veder
tornare papalino dal paese dove Gesù lo ha
condotto e tutta una folla di parenti ed
amici salutarono il feretro avviato verso
la sua estrema dimora.
« Non sono più due ma uno » venne proclamato accanto alla bara come lo era stato nel giorno delle nozze. Allora con accento di speranza e di allegrezza, oggi con
la visione di un pellegrinaggio; « insieme,
tenendosi per mano » fedelmente anche nei
momenti più difi5cili e fin sul letto di morte. Non più due ma uno, anche dopo la
morte, perchè la vedova e l’orfano di un
focolare cristiano non saranno mai abbandonati a sè stessi : « Padre degli orfani e
difensore delle vedove è Dio ».
La nostra chiesa ha vissuto un’ora di
profonda tristezza e di grande consolazione e continua a circondare l’orfano e la
vedova con vivente simpatia.
insieme alle sorelle ed ai congiunti tutti, f
commossa dalle numerose testimonianze^'
di affetto ricevute in occasione della di-i
partenza della propria cara, ringrazia mol-'t
to sentitamente quanti vollero esserle vi-‘
vini nell ora del dolore. Un ringraziamento speciale esprime ai nipoti Elma e Livio,al Pastore Micol ed al Dottore Coucourde. •
Per espressa volontà dell’estinta, la fa-^^
miglia non prende il lutto.
Pramollo, (Rama) 28 Dicembre 1950.
Le famiglie Rostagno, Forneron, Godi-^
no e parenti tutti del compianto
Emanuele Rostagno
ringraziano commossi i vicini di casa a
quanti, nella luttuosa circostanza, furono
larghi di aiuto, conforto e simpatia. il
Prarostino, 27 dicembre 1950. ,
Il 28 dicembre 1950 Dio ha richiamato a
Sè dopo lunghe e gravi sofferenze |
Peyrot Susanna nata Martinat|
Le famiglie Peyrot, Menusan, lìounous e^'
Martinat ringraziano quanti furono loro
ghi di simpatia nella dolorosa circostanzaz
Ritorna, anima mia, al tuo riposo, i
(Salmo 116: 7).^^
Trossieri, dicembre 1950
In occasione della dipartila di
Vittorio Armand Ugon
la famiglia Dalmas ringrazia tutte le persone che diedero aiuto e simpatia durante '
la lunga malattia e la dipartenza del loro 'ì
caro congiunto.
Villar Pellice, 11 Gennaio 1951.
Direttore Responsabile : Ermanno Rostan J;
Tip. Subalpina s. p. a. — Torre Pellice
Autorizzazione Decreto 27 - XI • 1950 fi
Tribunale di Pinerolo »
Don. Badalamenti
Medico Chirurgo Dentista
SPECIALISTA
TORRE PELLICE - Via Arnaud, num. 1
ORARIO: Martedì dalle 15 alle 19
Venerdì dalle 8 alle IS
m
ORECCHI
NASO - GOLA
Don. DANIELE ROCHAT
ricette in Torre Pellice, viale
Fuhrman ì (presso Dr. GardioU
il VENERDÌ’
dalle ore IO alle 12.
a Torino riceve gli altri giorni,
dalle ore 14,30 alle 16 in via
Berthollet, 36 (Ospedale Evan/
gelico ).
FAMIGLIA evangelica con due bambini,
cerca cuoca c cameriera non giovani oppure coppia sposi. Steiner, via Qnaren*
ghi 5, Bergamo.