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Torre Pellfce, 27 Febjbraio 1942-XX
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L’ECO DELLE
Riguardate alla roccia onde foste tagliati
, ' (Isaia ’Ll:l) .
Seitimaanal«». eJ«||
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Nulla sia' più forte della vostra fede !
(Giansvello)
Italia e Impero
Estero
Spett.
» 25
*,,cinestre L. 8
• » 15
Diraltera: Prel. QINO COSTABEL
AMMINISTRAZIONE; Via Carlo Alberto, 1 bis - Torrk Pellic»
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Peu.ice
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 3@ la copia
QdìiiiIo si [iDveiii Siili Pieni?
« ...e tu quando un giorno
sarai convertito, conferma i
tuoi fratelli ». (Lue. 22: 32).
Queste parole di Gesù hanno sempre
meravigliato il lettore novizio delle Sacre Scritture, . ©d hanno sovente reso
perplesso anche il cristiano più avanzato nella meditazione di esse.
Difatti, par strano che un uomo
come Pietro venga designato come in5 convertito; e da Colui che solo può
scrutare i cuori © svelarne i segreti.
Pietro, uomo timorato, giusto, credenI te, già seguace del Battista (e perciò
a conoscenza del ravvedimento), e poi
discepolo del Cristo! Pietro, uno dei
,tre intimi del Signore, colui al quale,
¡.per il primo, lo Spirito Santo rivela la
Messianità di Gesù (Mat. 16; 7); @
questo molto prima della Pentecoste!
Eppure, ciò nonostante, il’ Signore
p. considera la sua conversione incomi* pietà, e gli predice che un giórno, quep sto profondo rivolgimento, o nuova na^ scila, giungerà per lui pure.
■ Vogliamo meditare attentamente i
É passi biblici che si riferiscono alla con
veTsione di S. Pietrò.” .......
Vi è chi afferma che questa avvenne
il giorno della Pentecoste, ma tale affermazione non appare esatta.
La Pentecoste non è la conversione. '
La conversione è il dono di Cristo
all’uomo peccatore.
La Pentecoste è il dono dello Spirito
Santo all’uomo convertito; fatto figliuol
?idi Dio.
I centoventi dell’alto solaio di Geli rusalemme erano tutti convertiti. Fra
di essi certamente trovavansi pure
Zaccheo e Maria Maddalena, ambedue
convertiti, rigenerati, purificati, fatti
1 nuove creature dairincontro col loro
i Salvatore, per l’opera dello Spirito
Santo nei loro cuori, prima deH’effuì sione Pentecostale!
Ora Pietro aveva, con impetuoso arI dorè, promesso al Suo Signore di se
ì*- guirlo fino alla morte. Noi tutti cono
I* sciamo la risposta di Gesù.
I E venne la prova tremenda nella
j quale fu vagliata la sua fede e quella
l'dei suoi compagni; venne il momento
decisivo nel quale gli furon rivelati
i. sentimenti nascosti nel suo cuore: coÍ, dardia, debolezza, ingratitudine.
I Ma Gesù a,veva pregato per lui.
ÍI1 gallo cantò. Gesù si volse e lo
guardò.
I Oh, quello sguardo! Quale fulmìnea
I rivelazione! Come svegliato brusca'■ mente da un sogno egli realizzò in. un
I attimo tutto l’orrore del suo rinnegamento, e con esso l’abisso dì miseria,
* di bassezza, d’incostanza e di debolezza '
^ del suo proprio cuore,
p Stà scritto ch’egli uscì e pianse ama- ramente.
^ Lacrime di dolore, di vergogna di
i' pentimento, di disperazione. E nella
¿ crisi profonda dell’anima sua che ne
* seguì, in quell’alba tragica, Pietro co■ nobbe la vera conversione.
Quanti cristiani d’oggi sono nella
I condizione di Pietro?
p'- Onesti, timorati, credenti sinceri essi
^Sarebbero scandalìzzati di sentirsi in-,
¡¿vitati alla conversione.
Eppure, se avessero una esatta visione del loro proprio stato di fronte
a DioJ uscirebbero anche loro piangendo.
E’ necessario sentirsi perduti per esser salvati.
Perduti^ cioè,' condannati.
E quando ci parrà di esser schiacciati
sotto il peso della nostra indegnità e
del nostro peccato. Cristo ci rialzerà
dalla polvere purificandoci col sùo prezioso sangue e creando una nuova vita
in noi. Nati di nuovo! Per poter entrare
nel Regno dei Cieli !
Chi può operare la conversione? Lo
Spirito di Dio il quale, come al principio della creazione,/si muove sui cuori
informi e vuoti di tutti gli uomini, e
rincontro dello sguardo di Cristo.
« Oh;' v’è vita in un guardo al Signore,
Oh v’è vita al momento per te » !
Sono le parole dì un cantico.
Alziamo dunque il nostro sguardo
verso Lui, cediamo al Suo invito, crediamo con tutte le nostre forze alle Sue
promesse.
Poi óopo, ma soltanto dopo, a coloro
chehanno fede Egli darà l’effusione,
l’unzione dello Spirito Santo.
Non diversamente dal giorno della
Pentecoste e delle successive Pentecoste. Per introdurci nel luogo Santissimo, cioè alla presenza reale dì Dio.
Aida Chauvie.
¥APPE SECOLARI
1242 Vi è stato sempre un gran discorrere intorno alle origini del movimento valdese; i documenti oscuri, o
mutilati, le tradizioni contraddittorie, le
interpretazioni apologistiche o capziose hanno tutto sommosso. La data d’ìir.. nizio del movimento è incerta, e la figura del fondatore discussa. Una cosa
però è certa: fin dal loro sorgere, quando assumono coscienza della, loro ragion
d’essere, i Valdesi sono malvisi dalle
autorità ecclesiastiche e il conflitto spirituale si accentua ad un pimto tale che
bisogna risolverlo. Per risolvere un
conflitto spirituale, oggi si ricorre ai
metodi spirituali; allora, come c’informa Chorier nella sua storia generale
del Delfinato, si ricorreva a dei sistemi piu’ drastici; per esempio la persecuzione. E così dal 1238 al 1243 i Vaidesi sono già perseguitati. Però ogni
rimedio ha il suo inconvenienfe! La
persecuzione distruggeva qualche corpo, bruciava i templi, proibiva le assemblee religiose, ma non riusciva nè a distruggere, nè a bruciare, nè a proibire reresia, E coSì nel
1342 ritroviamo i Valdesi perseguitati. Eppure ì fedeli magistrati del Delfinato noli avevano risparmiato tempo
e fatica nella loro indagine secolare. Avevano anzi escogitato una nuova prova
del fuoco per non lasciarsi sfuggire alcun eretico! Sembra dunque che essi
applicassero un ferro rovente sulle carni della persona sospetta; se la carne
soffriva, l’eresìa era manifesta. E così
la gente fuggiva dalle Valli del Delfinato, per trovare un rifugio nelle Valli
del Piemonte.
1442 Nelle Valli del Piemonte si
godei una pace che non ritroviamo spesso nel corso dei secoli della Storia Valdese. Dopo l’azione crudelmente repressiva del monaco di Gap, Francesco '
Borelli, e l’attività irenicamente missionaria del domenicano Vincenzo Ferrerì, è il periodo della tolleranza e la
comunità Valdese rinnova le sue forze;
le sue energìe si consolidano grazie al
fiorire del ministero itinerante,
1542 I Valdesi fanno conoscenza
con l’arte sottile deU’intrigo. Si dice
che i loro padri avessero dovuto imparare talvolta l’arte della dissimulazione, a frequentare le cerimonie religiose romane, cercando di salvare la loro
- coscienza con qualche riserva mentale.
Ora, le coscienze sono temprate dal
’ ferro e dal fuoco. Il 5 aprile tutta una
autorevole commissione,, presieduta da
^ un vescovo, si presenta per la seconda
volta a Merindol. Si trattava di convin; J'eere questi renitenti Valdesi - a iirm
abiura generale; intendiamoci, non si
richiedeva una abiura vera e propria, ma la commissione dal cuore tenero, e vuol far presto, si sarebbe contentata di una dichiarazione segreta,
prò forma, fatta dalle autorità locali, a
nome della popolazione. Ma le autorità locali sono perplesse; sono pronte a
facilitare le trattative, ma non capiscono a quali errori si alluda nella dichiarazione; esse stanno ferme all’Evangelo; è questo un errore? Si discute a lungo ed i Valdesi devono sorbirsi un lungo sermone in lingua latina;
I cosi tutto finisce. L’inchiesta è arenata;
per qualche tempo Merindol e i suoi
" Valdesi godranno la pace.
1642 E’ un anno cruciale nella storia travagliate del Piemonte. La guerra
' civile che da 8 anni Tommaso e Mau, rizio di Savoia stanno combattendo
, contro la reggente Cristina, è virtualmente terminata. Ma non è venuta la
pace, chè si tratta ora di cacciare dal
Piemonte gli stranieri Spagnoli, i
quali chiamati dai due fratelli di Carlo Emanuele, hanno occupato le principali piazze, e non intendono abbandonarle. Cristina deve cosi ricorrere all’aiuto di altri stranieri, fare concessioni di polìtica interna; deve, fra l’altro, favorire l’opera della Propaganda
Fide. Deve, fra l’altro, emanare tutta una serie di disposizioni restrittive nei
riguardi del culto Valdese. Così il »15
e 16 gennaio 1642, la duchessa di Savoia emana un editto curioso, dove si
parla del duello, della caccia, delle imposte e... dei Valdesi Questi ultimi si
vedono sottoposti ad una vigilanza speciale. Viene loro proibito di tenere assemblee religiose senza la presenza dei
cappellani ducali, sotto pena di 50 scudi d’oro di contravvenzione per ogni
contravventore. Viene inoltre dato facoltà ai Signori di proibire le adunanze religiose secondo il loro beneplacito.
Il 6 aprile 1642 l’editto di gennaio viene
ristabilito, senza grandi risultati,'tranne qualche abiura di persone che si so
no lasciate sedurre, dalle promesse, o
rire dalle minacce. _____
1742 E’ un anno diffficile. Il tempo
e gli uomini sembrano unirsi per renderlo piu’ difficile. Economìfcamente,
la situazione dei Valdesi, che non è mai
stata brillante è disastrosa. Le conseguenze della inondazione che, 4 anni
prima, per la seconda volta ha rovinato
una parrocchia, sì fanno sentire ancora:
«la miseria è generale». A renderla
piu’ tragica contribuisce la situazione
politica. Una nuova guerra di successione sconvolge l’Europa: il trono d’Austria è in giuoco, e le nostre Valli ne
sentono il contraccolpo. Nel 1742 truppe francesi tentano di invadere il Piemonte, e le Valli Valdesi sono teatro
della lotta in cui gli invasori sono respinti nel Delfinato; è l’inizio della
guerra che vedrà, qualche anno piu’
tardi, la pagina gloriosa della battaglia
d’Asietta.
1842 II periodo che noi siamo soliti di considerare come quello eroico
della nostra storia, è ormai chiuso. Non
si richiede piu’ il sangue dei confessori; ma la lotta non è finita; si tratta di
ricostruire, in tutti i campi, a comin» eiare da quello^ teologico; Discussióni
violenti spesso in seno alla Chiesa, per
la formulazione di una Confessione di
fede: si sente che grandi avvenimenti
sono imminenti; si parla apertamente
di libertà di coscienza; bisogna essere
all’altezza dell’ora che volge, dei destini religiosi della Patria... E così sì rimette in discussione Cianforan: e l’adesione Valdese alla Riforma. Gli esaltatori del tempo che fu, scrivono: ’’Per
ben conoscere la Chiesa Valdese, bisogna vederla quale essa era prima/della
Riforlna quando la sua fisionomia non
era ancora deformata dalle professioni di fede calviniste.. ..Ah! perchè non
sì è permesso ai cristiani evangelici delle nostre Valli di rimanere umilmente
quello ch’essi erano prima del diluvio di
controversi, e: degli uomini della Bibbia, del canto, della preghiera, del sacrificio di sè stdSsi, dei poveri in ispirito; sì, perchè di tali è il Regno dei cieli ! » (P. Appìa, 4 marzo 1842 - Francoforte sui Meno). '
Rimanere...
Al venerando pastore che viveva il
suo ideale sfuggiva forsq, nella lontananza, che solo a prezzo di un travaglio
di spiriti, i Valdesi del suo tempo potrebbero appropriarsi il passato, rivivendolo con la conquista personale di
una fede che a Cianforan aveva intuito
appunto l’essenza dell’unità cristiana
evangelica.
0. 1.
Giovanni Miegge:
Guida dell’ Anziano
Non soltanto gli anziani, ma tutti coloro che partecipano con senso jdi responsabilità alla vita della chiesa sì interessano di questa pubblicazione.
-i* Pag. 72 - L. 3,— 4
Piccola Posta
G. E. M. (Milano); grazie; sta bene per
Pasqua, e inni. ,
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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T^sAianomii
Io Sto alla porta e piccliio
■ Molti di noi, forse invidiano un poco
i fortunati abitatoli di Galilea'che hanno vissuto con Gesù, quelli specialmente che hanno dimorato con Lui, che
l’hanno visto lavorare, pregare, operare
'prodigi, fare, inBomma, tutte le azioni
anche le più ordinarie in un modo
straordinario. "
Hanno inteso dalla Sua bocca quelle
parole di vita che ora noi meditiamo
nel S. Libro. Hanno preso parte alle
Sue gioie, ai Suoi dolori, mangiato alla Sua Mensa, bevuto alla stesso calice!
Che privilegio. Ma vorrei mostrarti,
caro amico lettore, che non meno grande sarebbe il tuo, se Gesù potesse entrare nel tuo cuore e far dimora in te,
‘perchè dal momento che desideri godere di questo privilegio, vuol dire che
Egli è alla porta, e bussa... e forse tu
esiti ancora ad liprirgli? Vorrei dirti
qui la mia dolorosa esperienza, dopo
che io pure ebbi udita la Sua Voce: ho
tanto tardato a credere in Lui come
mio unico Salvatore! Ma ti dirò invece
la gioiosa esperienza, quando alfine l’ho
accettato come Re del mìo cuore. Ma
come parlare di questa vita nuova che
va ognor intensificandosi in fiume di
pace, di luce, di amore ?
E’ come un seme che, caduto sotterra, si sprigiona alfine, al caldo bacio del
Sole e cresce e si sviluppa al contatto
della Sua azione vitale e poi sente che
una nuova potenza di vita è entrata in
esso e diventa cosi germe fecondo di
una vita che non finisce mai.
Cosi è la gioia e la vita di chi ha accettato Gesù e diventa come Lui stesso
ha detto « figliolo della risurrezione ».
Una volta che avrai aperto a Lui il
tuo cuore, e l’avrai lasciato agire da
assoluto padrone, sentirai il bisogno di
uscire da te stesso, e il desiderio di vivere di Lui; anzi Lui stesso per il Suo
S. Spirito metterà in te quella pace, e
quella Luce che è la Luce della vita.
E lo vedrai allora, con gli occhi della
fede! Lo vedrai nella preghiera, nel lavoro, nello studio, lo vedrai in ogni atto della tua vita che sarà la Sua! Egli
farà fiorire la tua solitudine e quando
ti chiudi nella tua cameretta per pregare i Cieli si apriranno e già fin da quaggiù potrai realizzare la vita di lode e
d’adorazione che continuerà per tutta
l’eternità! Oh allora potrai veramente
comprendere com’è bello dimorare con
Gesù e potrai dire con l’Apostolo in
un- umile sentimento di riconoscenza e
di gioia: « La mia vita è Cristo ».
L. I.
Sótto questa stessa rubrica, - testimonianze laiche - desideriamo porre questa lettera di un amico del nostro giornale. '
« Sono un appassionato lettore dell’Eco, ma per una volta tanto voglio essere scrittore... perchè si tratta di una
cosa seria: della nostra fede. Ho Ietto
con interesse quanto si scrìve per ’ nostri soldati e non ho potuto fare a meno
di pensare al tempo in cui, 10 anni fa,
anch’io ero soldato, nel 3° alpini.
Ero da pochi giorni al servìzio militare quando venne un Cappellano cattolico per le sue funzioni nel cortile
della caserma. Tutto il battaglione era
inquadrato e prima che il sacerdote incominciasse il suo discorso, un ufficiale disse che tutti coloro che erano Vaidesi dovevano uscire dalle file, (credo
che eravamo una quarantina), e ci dette ordine di rientrare nelle nostre camerate e di aspettare li il termine della
funzione. Al suo termine, tutti i miei
compagni di camerata (in quella io ero
il solo Valdese) mi furono addosso a
farmi domande su domande: « Dunque
A
tu non sei cristiano? Che cosa sei?
. che cosa credi? » ecc. ecc.
* ■ Appena vi fu un po’ di calma e potei
parlare, cercai di spiegar loro che cosa
fossero i Valdesi, e quale la loro fede.
Certamente la cosa non fu facile, ma
un po’ alla volta vi riuscii é, da allora'
, tutti i giorni parlavo di questo argomento con quelli che più si interessavano a queste cose. In principio fui deriso e beffato da alcuni, ma finii con es
ma dalla compagnia... E vi garantisco
che provavo una grande gioia a cercar
di dare un buon esempio (non bestemmiando), con buone parole o cercando
di metter d’accordo i compagni in qualche vertenza ».
■ ' ... I'
Scrivono aìl’€co
... il nostro Cappellano: capitano E. Rostan che, dal suo nuovo campo di lavo ro, dove gli auguriamo un ministero benedetto e /rutti che siano alla gloria di
Dio, nel mentre che imploriamo le celesti benedizioni sui nostri fratelli nella
fede che sono con lui, ci manda un significativo elenco:
Doni di Militari per l’Eco delle Valli:
Vice-Brig. RR. CC.. Long Alberto, L.
20 - Carab. Bonjour Pietro, 15 - Capit.
sere rispettato non solo dalla squadra, T-% Valerio Emilio, 50 - Alpini Valdesi 27
tristi
■ « Ma provai anche delle delusioni e
dovetti soffrire vergogna per causa di
un soldato Valdese. E questo fu lo stesso giorno che ho qui sopra ricordato,
della visita del Cappellano, quando ebbi modo di conoscere tutti i miei compagni correligionari. Andai in una camerata della mia stessa compagnia, dove vi era un tale (non ne faccio il nome, sebbene lo ricordi benissimo) il
quale imprecava contro il Cappellano e
dava da vedere con le sue deplorevoli
parole che egli non era cattolico; egli
imprecava, ma si vergognava di'dichiararsi Valdese. Fu per me, come se mi
dessero una pugnalata al cuore ».
« Ed ora, in questa città, lontano dalle Valli, in un ambiente estraneo alla
nastra Fede, Iddio mi accompagna e lo
ringrazio per l’aiuto ch’Egli mi dà; oggi, come 10 anni fa, devo difendere la
mia fede; oggi, come 10 anni fa cerco
di essere testimone della Luce che è
contenuta nell’Evangelo, perchè la
lampada non si accende per metterla
sotto il moggio,ma la si mette in alto,
affinchè la sua luce risplenda ed illumini ». R. R. f
fUmmi
E sempre in questa rubrica un paragrafo di una letterof ancora:
« ...Non insisterete mai abbastanza
sulla necessità della testimonianza. Ero
giovane allora, studiavo in una città
della nostra patria, e mi consideravo un
buon Valdese, avendo fatto il mio esanie di catechismo lodevolmente e fatta la mia prima comunione.' Nessuno
aveva mai notato in me qualcosa di diverso nell’ambiente studentesco, perchè dei bravi ragazzi, modestia a parte,
che non si danno sempre alla pazzagioia, ce n’è ancora un discreto numero.
E così, non so come, un ijjio compagno,
un prete, scopri che ero Valdese, e mi
attaccò: intendiamoci, fu un attacco sereno, pieno di carità, e di curiosità:
quali erano le dottrine Valdesi? La predestinazione, i sacramenti, la Chiesa:
che cosa ne pensavano i Valdesi? E ricordo ancora oggi la pioggia che cadevà, e il freddo che mi tormentava tutte
le volte che dovevo rispondere: « Ma,
sai, veramente su questo argomento
non so precisanxente...! » Già, perchè,
un poco alla volta comprendevo che
forse forse, il mio amico prete ne sapeva più di me! e che io ne sapevo poco,
che la mia fede era qualcosa di vago
e dì impreciso... Non avevo mai data la
mia testimonianza aperta perchè i Vaidesi sono timidi, cioè perchè io non sapevo in Chi credevo... » L. L.
Voci diverse; voci lontane; voci vicine; esperienze diverse; ambienti diversi; persone colte e persone che scrivono
timidamente... ; una sola realtà benedetta: Lo Spirito è all’opera sempre; voi
sarete Suoi testimoni.
Comp. Batt. Pinerolo, 296 - Alpini Vaidesi 25 comp. Batt. Pinerolo, 176 - S.
Ten. Ettore Serafino, 38 - S. Ten. Adolfo Serafino, 38.
L’Eterno vi guardi g vi sia propizio. .
Giuseppe BoldrinI
Egli non era un pastore eppure predicava. Per lunghi anni esercitò un ministerio benedetto da Dio. Aveva fatto
sue le parole di San Paolo; « Guai a
me se non evangelizzo ». Evangelizzava nella sua casa ospitale, nella casa
degli amici, all’ospedale, al cimitero,
anche nelle chiese se l’occasione gli veniva offerta. Ovunque, portava la Buona Novella. Non era un pastore ma
evangelizzava. Non aveva tìtoli accademici ma insegnava.
A differenza di quelli che, come dice
con fine senso di umorismo il noto Bernard Shaw, « insegnano perchè non
sanno » egli insegnava perchè sapeva.
Ai giovani insegnava il valore delle
cose spirituali. «La vostra anima vale
più di tutti i miliord » diceva. Li aiutava a sviluppare i sentimenti elevati, al
disopra di tutto a sfruttare i tesori della Bibbia. Non era un professore ma
insegnava... colla parola, e coll’esempio.
Egli insegnava specialmente alle giovani, che il mondo chiama cosi crudelmente e ingiustamente; «donnfe perdute » che esse sono cercate da un amore
disinteressato, infinito: l’amore di Gesù, e che se esse sono consenzienti possono essere ritrovate. Col suo fine intuito dell’animo femminile insegnava
loro la bellezza del lavoro che nobilita
l’uomo e la donna, che redime, che porta con sè la sensazione di una forza
nuova. Insegnava senza pedanteria e
col cuore puro e traboccante di tenerezza. Non era un professore ma insegnava... . t. R.
QROH/IC/Ì Vj^LBESE
GINEVRA
Domenica 15 febbraio la Colonia Valdese di Ginevra ha festeggiato la data
deir Emancipazione.
La mattina, alle ore 10, ebbe luogo
un Culto, nella Chiesa Evangelica Italiana, presieduto dal Pastore signor
Guai-nera, il quale ispirandosi a Proverbi 26: 20; « Quando manca la legna,
il fuoco si spegne », esortò i’numerosi
valdesi presenti a non lasciar spegnere
il fuoco della fedeltà, deirapostolato,
del sacrificio e dell’amor fraterno.
Malgrado i tempi difficili, e per permettere di fraternizzare, nel ricordo
d’un passato, fatto di lotte, di perseveranza e di Vittorie, la Società Valdese
di Mutuo Soccorso tenne a organizzare
la tradizionale agape, alla quale presero
parte più dì 60 persone...
Al caffè, il sempre amato e infaticabile presidente della Società, signor
Emilio Benech, lesse alcuni messaggi di
amici assenti tra i quali quelli del Pastore signor A. Comba, d’Angrogna e
del signor Rivoir, Presidente della Colonia Valdese di Marsiglia.
Il signor Benech terminò il suo dire
evocando, con brevi e incisivi tratti, la
"data della libertà ed i privilegi che f«.rono concessi ai Valdesi daU’Bditto del |
1848.
Tra gli amici che assistevano al bau-''
chetto notavasì il Dr.'Geisendorf-Des?
Gouttes, il signor J. Picot ed il Pastore .à
Guarnera. I loro messag0 andarono diretti al cuore di tutti i valdesi.
Perchè la festa avesse un carattere
pratico e un senso di solidarietà con i
fratelli d’Italia, fu fatta una colletta in
favore del Collegio di Torre Pellice.
.Recitazioni, canti e musica chiusero
questa bella giornata che, ne siamo certi, resterà impressa nel cuore di tutti.
G.
LUSEHNA SAN GIOVANNI
Il 12 febbraio ha avuto luogo il fu- J
nerale del nostro fratello sig. Matteo
Fenouil. Spentosi serenamente dopo
breve malattia in età di anni 79 in Via
Giuseppe Malan 2. Pochi giorni prima
era deceduta a Torino la sua sorella
signora Maria Beruatto. Al figlio, alle
sorelle, al cognato ed ai nipoti l’espressione della nostra viva simpatia.
Il 13 febbraio ha avuto luogo a Bricherasio il funerale del sig. Paolo Alessandro Coìsson; deceduto in modo repentino a Santa Caterina in età di 52
anni. Alla vedova, alla sorella, ai fratelli e parenti tutti le nostre sentite
condoglianze.
— Il 14 febbraio è stato celebrato nel
nostro tempio il matrimonio del sig.
Giulio Peyrot con la sig.na Evelina Eynard. Rinnoviamo agli sposi i nostri
migliori auguri.
— In occasione deU’anniversàrio della nostra Emancipazione,abbiamo avuto
una riuscitissima riunione famigliare
nella Sala Albarin, la domenica pomeriggio 15 febbraio; la domenica successiva il culto commemorativo al quale i
bambini delle nostre scuole hanno partecipato col canto del Salmo 68.
PINEROLO
Dopo due mesi di malattia, sostenuta' \
dalla fede, è deceduta, all’età di 81 an- J
ni. la nostra sorella Rostan Maria En- ’
richettai, vedova Grill, oriunda di Prali.
I suoi funerali si svolsero mercoledì 18
corrente, con gran concorso di-gente. Al^';^
figlio, ragioniere Beniamino, alle figlie
e ai congiunti tutti rinnoviamo la espressione della nostra viva simpatia /
cristiana. ■;
■P Sabato sera, 21 corrente, in S. Secondo, ebbe luogo un fraterno raduno
promosiso dall’Unione Giovanile locale
al quale erano state invitate le Unioni
consorelle di Pinerolo e di Prarostino.
La serata, durante la quale regnò sovrana l’allegria, ha lasciato in tutti il
più gradito ricordo e il desiderio che
abbiano a rinnovarsi sovente simili raduni.
PRAROSTINO
La ricorrenza della festa della nostra Emancipazione è stata celebrata il
15 c. m. -con un culto di circostanza riservato , in modo .speciale, ai bimbi delle scuole. La celebrazione vera e propria per gli adulti ha avuto luogo il 17
stesso con il culto del mattino e 2 riunioni famigliari che hanno incontrato
l’approvazione di tutti.
Possano tutte queste celebrazioni,
che hanno raggruppato un totale di circa 900 persone, lasciare un dolce ricordo nei cuori.
— Il 19 febbraio si è spento, a S. Bartolomeo, Rivoir Lorenzo, di anni 81.
L’Estinto apparteneva a quella eletta
schiera di vegliardi che si sono particolarmente distinti per il loro attacamei
to alla Chiesa. Insegnante, per molti anni, nelle scuolette di quartiere che tanti servizi hanno reso alle nostre popolazioni di montagna, membro del Coacistoro e cultore entusiasta del canto ^
sacro. Duramente provato nel suoi af-J
fetti famigliari, il Rivoir possedeva una
fede maturata dal dolore e le sue, ulti-'
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...f-A. .J
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"-i, •’1,
«
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
I funerali furono un vero tributo di
i. affetto alla memoria dell’estinto. Che il
i’ Signore consoli e sostenga'ì parenti afflitti.
t- SAN GERMANO CHISONE
jMe parole intelliggibili furono: « Padre
nastro che sei nei cieli... »
?
Nella scorsa settimana il cimitero
delle Rue di Pramollo si è aperto due
volte per accogliere le spoglie mortali
di due parrocchiani della Costabella:
Bouvier Giòvanni Bartolomeo di anni
8# e Soulier Maddalena di anni 79, deceduti dopo breve malattia.
Che Dio benedica e consoli le famir
glie neU’afflizione.
— La Commemorazione dell’Emancipazione si è svolta secondo il programma stabilito e con buona partecipazione
di fedeli.
Domenica 15 la festa dei fanciulli con
recito e canti sotto la direzione del
Maestro signor Jahier e degl’insegnanti e la tradizionale distribuzione degli
opuscoli e dei sacchettini. Il Pastore ha
parlato ai fanciulli sui Valdesi di Germania.
Martedì 17 la serata con il dramma
« Sangue Valdese », eseguito con arte'
e con senso storico dalla Filodrammatica deirUnione Giovanile, arricchitasi
di nuovi elementi.
Il Culto di rendimento di grazie dì
domenica 22. La Corale ha eseguito un
inno d’oiocasione. L’assemblea era numerosa e molto raccolta. Rilevante è
stato il numero delle Buste della Rinuncia. Speriamo di poter dare presto
il risultato definitivo.
Un periodo d’intensa vita religiosa
si sta aprendo per la nostra parrocchia.
E’giunto per noi il tempo della Settimana di Appello. La neve che impedisce ogni lavoro agricolo e invita al
raccoglimento favorirà certo la partecipazione in massa di tutti i fedeli ai
culti e alle riunioni speciali.
Come si legge nel Programma distribuito in tutte le famiglie e che pubblichiamo anche sull’Eco, la Settimana
comincia con un CONVEGNO DI TUTTA LA GIOVENTÙ’ della PARROCCHIA, e, dopo una serie di riunioni per
i vari quartieri e per le varie attività
si concluderà con un Culto solenne al
quale, stante l’ora comoda, tutti i fedeli. uomini, donne e giovani potranno
intervenire.
Tutti i valdesi di S. Germano sono
invitati a raccogliersi alcuni minuti in
preghiera ogni sera alle ore 19.30 per
invocare da Dio la sua benedizione sulla nostra parrocchia, sui nostri cari lontani, specialmente sui soldati, e sulla
Setimana di Appello.
1^
SETTIMANA DI APPELLO
Domenica I marzo - Pastore Enrico
Geymet - or© 15.30 Convegno per tuti ta la Gioventù della Parrocchia - ore
20.30 Riunione nel Tempio per i
quartieri dei Chiabrandi, dei Gondini e di Villa, Pastore dott. "Alberto
Ricca.
Lunedì 2 - ore, 20 Riunione ai Martinat
- Pastore Luigi Marauda;
Martedì 3 - ore 20 Riunione alla Costabella - Pastore Paolo Marauda;
Mercoledì 4 - ore 20 Riunione ai. Gàrossini - Pastore Guido Mathìeu;
Giovedì 5 - ore 16.30 Società di Cucito
- Pastore Guido Mathieu - ore 20 Riunione all© Chianaviere - Pastore Gul^ Mathieu;
Venerdì 6 - ore 18 Culto all’Asilo dei
Vecchi - Pastore Umberto Bert - ore
20 Riunione alla Sagna - Pastore Umberto Bert;
Sabato 7 - ore 20 Riunione ai Balmas
- Pastore Paolo Marauda;
Domenica 8 - ore 8.50 Scuola Domenicale - Pastore Dott. Elio Eynard - ore
10.30 Culto di edificazione - Pastore
Dott. Elio Enard - ore 13.30 Riunione di tutti i Catecùmeni dei tre anni Pastore Roberto Nisbet, Sovrintendente - ore 15.30 Culto Solenne di
Appello per tutta la Parrocchia
r
Predicatori: Pastori Elio Eynard Roberto Nisbet. / r
NB. Si fa viva preghiera di lasciare a
casa i fanciulli e i Catecumeni affinchè tutti gli adulti possano trovar posto nelle Scuole e nel Tempio. I fanciulli e i Catecumeni hanno le loro
speciali riunioni d’Appello.
SIONA (Firenze)
Il piccolo gruppo di Valdesi di Sìgna si è riunito martedì sera per ricordare il 17 febbraio e le sue valli.
Qualche lettura sulla storia dei Vaidesi e i fatti che ricordano questa data
e qualche versetto del Vangelo hanno
rammentato alla piccola colonia la sua
origine, la sua fede e i suoi doveri.
TORINO
I nostri lutti. La nostra Comunità è
stata, ancora negli ultimi giorni, provata duramente dalla morte.
All’età di 16 anni, si spegneva, dopo
alcune settipiane di violenta malattìa,
Guglielmo- Maffiotto, alunno del nostro
Corso di Catechismo.
La separazione è stata sommamente
dolorosa per i genitori, intorno ai quali,
il 13 febbraio, si raccoglievano i congiunti e gli amici per esprimere loro U
vivo cordoglio da tutti provato per l’immatura perdita.
II 14 febbraio, dopo lunghi mesi di
sofferenza, entrava nel suo riposo, all’età di 36 anni Olga Rohutti, per molti
anni insegnante apprezzata nelle Scuole
Evangeliche di Merano. La nostra sorella era l’affettuoso sostegno della madre
e la sua dipartita lascia un gran vuoto
nella sua famiglia..
Lo stesso giorno chiudeva impròwisamente la sua esistenza Bartolomeo
' Grand, nativo di Torre Pellice, di -anni
69, e i suoi funerali ebbero luogo nel
nostro Tempio nel pomeriggio del' 16
febbraio.
All’età di 24 anni, si chiudeva, dopo
molte sofferenze la vita di una giovane
sposa Pierina Rivoir naia Monnet, di
Angrogna © il 17 febbraio, ebbero luogo
i funerali col concorso dei parenti angosciati.
TORRE PELLICE
Le riunioni, che avranno luogo in
queste domeri'iche — tempo della passione di Gesù Cristo — che precedono
Pasqua, saranno consacrate a prepararci seriamente per commemorare i grandi fatti che' stanno alla base della nostra fede.
Domenica, 1 marzo: alle ore 14.30
riunione al Tagliar etto — alíe ore 16
riunione alla Ravadera. Alle ore 20.30
riunione missionaria, nella Sala dell’Asilo/Infantile, alla quale sono invitati
tutti quelli che si interessano all’avanzamento del regno di Dio. Colletta per
le missioni.
‘ — La commemorazione del 17 febbraio ha avuto luogo in modo austero
come lo vuole il momento attuale; sì è
escluso perciò tutto quello che era mero
divertimento, e ci consta che questa decisione ha avuto l’approvazione quasi
unanime del pubblico.
La domenica 15 febbràio, alle 10.30,
gli alunni delle scuole, in numero di
285, occupavano il posto a loro riservato nel tempio che, a motivo dell’intervento di molti genitori, tosto si riempì. Come era stato annunziato fu una
celebrazione per gli alunni, ai quali,
alla fine del culto, fu distribuito l’opuscolo pubblicato dalla Società di Studi
Valdesi ,e alcune caramelle.
Alle ore 15 dello stesso giorno hell’Aùla Magna ebbe luogo un trattenimento per le famiglie valdesi che intervennero tanto numerose da riempire
completamente la grande Aula. Brevi
parole ' del Pastore, conferenza molto
interessante del prof. A. Jalla su la
Ghieisa d’ia Tana e il Bars della Tagliola, parecchi cori preparati dalla Corale
e mirabilmente eseguiti; tale il pro
gramma svolto, e a proposito del quale
il pubblico manifestò la sua piena soddisfazione. ■
La domenica 22 febbraio "" alle 10.30
ebbe luogo nel tempio la commemora- '
zione religiosa delTeditto di Emancipazione, con un culto per gli adulti. Sermone di circostanza sulla « vittoriosa
potenza che ha trionfato del mondo:
la. nostra fede ». Bello l’effetto prodotto
dalla esecuzione di un Coro d’occasione
e sempre commovente il « Giuro », cantato con forza ed espressione al momento in cui il Pastore ed il Concistoro entravano nel tempio.
Voglia Iddio benedire queste celebrazioni e farne una occasione per una nostra maggior fedeltà a Lui e una più
completa consacrazione al Suo servizio.
D«b! in memoria riuTuti ¿il Cassiere
Iella TiTila Yaldese per Istitozieni Tarie
La fam. Viani, come fiore che scaturisce
, dal cuore della diletta Sposa e Madre, offre in memoria: per la Chiesa
Vqldese di Via IV Novembre, Roma,
L. 400 - per la Casa delle Diaconesse,
Torre Pellice, 200 - per il Rifugio Re
Carlo Alberto, S. Giovanni, 400
per l’Istituto di Vallecrosia, 400 - per
l’Orfanotrofio Pestalozzi, Firenze, 400
- per la Casa Materna di Portici, 400.
Fiori in memoria N. D. Orielda Viani
della Mirandola, per offerte di beneficenza; Sìg.ra Bice Guazzeni Leali,
L. 20 - Sig.na Cajrmela Guazzenì, 50
- Famiglia De Michelis, 80 - Famiglia
Vezzosi, per Orfani e Vedove, 50 Sig.ra Rdsa Bolognini, per Rifugio
Re Carlo Alberto, 200.
In memoria cav. Luigi De. Laurentiis:
Sig.na Laura Chiurazzi, per Orfani
e Vedove, L. 50.
Amalia de Ruepprecht, in memoria amica Tilde Baer: per Asilo di S. Germano, L. 50 - per Orfanotrofio dì
Torre Pellice, 50.
Marta Fiorini de Ruepprecht, Id., per
Asilo di S. Germano, 30.
Prof. Clelia Pirazzini, in memoria della
Mamma, per Asilo di Vittoria, 50.
In mera, di Maria Luisa Rinaldi: la famigilia: per lis1#uto Gould, L. 25 per Istituto di VaRe(drosiia, 25 - per
Istituto di Firenze. 25 - per Collegio,
25. ■ ;
Alestra Ruth, Palermo, in memoria carissima Sig.ra Ada Arias Jahier: per
Asilo di Vittoria, L. 15.
Delia Fontana Zàccaro, in memoria dei
'miiei cari passati a miglior vita, per
Evangelizzazione, L. 100.
Ricordando il S. Tenente Hans Albert,
caduto per la Patria: Calogero Salvatore, per Istituto Gould di Firenze,
L. 40.
Ricordando il rimpianto cav. Giovanni
Waecherlin: per TAsilo di Vittoria:
H. e M. Ritter von 'Waldkirch, Catania, L. 50 - G. e E. Ritter Rempdte,
Id., 50 - Famiglie von Waldkirch, Id.,
100 - Per l’Orfanotrofio Femminile dì
Torre Pellice: H. e M. Ritter von
Waldkirch, Catania, 50 - G. e E. Ritter Rempdte, Id., 50 - Famiglie von
Waldkirch, Id” 100 - Per la beneficenza della Chiesa di Catania: Ditta
Vincenzo Scannapieco, Catania, 50.
I doni a favore della Tavola Valdese e
delle Istituzioni di Beneficenza possono
essere versati sul Conto Corrente Postale N. 1-13986 intestato a Guido Comha - Roma,
BOSYENITOm
Per Eco oi Militari. '
Enrico Bouchard, L. 20 - Cap. Alpino
Ricca Guido, 15 - Carabiniere Aldo Richard e Aviere Remò Richard, riconoscenti al Signore per grazia ricevuta, 50
- Riconoscenti al Cappellano Valdese
Cap. Ermanno Rostan - che gentilmente
ci ha fatto inviare l’Eco - Carabiniere
Revel Paolo, 15 - Carabiniere Bertin
Attilio, 15 - Jourdan Emilio, 5 - V., li
- Alpino Michelin Ruggero, 15 - Cap.
Ribet Gustavo, 50 - Sold. Rivoira Giovanni, 20 - Cardon Bmestina, 5.
Malanot Clementina, L. 1 - Griot
Alfredo, 2 <- Cap. Long Ernesto, 5 - '
Marauda Luigi, pastore, 5 - Malan Lami, 5 - Bertalot Celestina, 3 - Ribet
Fernando, 3* - Coìsson Augusto, 15 Barolin Pietro, 2 - Long Michele, 10 Bonjour Margherita, 2 - Coccurda Margherita, 1 - Rostan Forneron Alice, 5_Vinay Violetta, 2 - Bosio Ilda, 5 - Fenouil Clementina, 2 - Lapise Nancy, 5
Dotti Carlo Varese, 5 - Beux Enrichetta, 2 - Balmas Enrico, 2 - Prochet Maria, 5 - Rochon Giovanni, 2 - Goss Vittorio, 3 - Bertalot Albertina, 8 - Dott.
Quattrini Alfredo, 5 - Gallian Bauer,
5 - Poet Luigi, 5 - Stoppa Elena, 5 Chauvie Giuseppina, 3 - Jahier Emma, 2 - Tourn Alice, 5 - Rostain Alfredo, 5 - Paget Paolo, 2 - Peyronel Beniamino, 5 - Grill Emanuele, 5 - Dott.
Mathieu Italo, 5 - Prof. E. Rivoire, 5 Jalla Stefano, 3 - MeUi Stefano, 5 - Clot
Cesare, 1 - Dott. Peyrot Enrico, 5 - Guido Ribet, 5 - Gap. Gustavo Ribet, 5 Gustavo Cougn, 5 - Pellend Maddalena, 2 - Rostan Berta, 5 - Rivoìro Pellegrini, 25 .- Geom. Davide Bert, 5 Travers Vittorio, 5 - Taccia Evelina, 5
- Ved. Cnrmìere, 3 - Jalla Ida, 5 - Margherita e Giovanni Bertalot, 5 - Decker Varese, 5 - Balmas 'Turin Paolina,
5 - Ing. Roland Carlo, 5.
(Continua).
ABBI IL CORAGGIO
Abbi il coraggio, se tu sei povero, di
confessare la tua povertà; le toglierai
il suo pungiglione.
Abbi il coraggio di rinunzia^e a ciò dì
cui non hai bisogno, anche se esso ti
piace, i
Abbi il coraggio di non spendere piu’
di quanto puoi, quando inviti i tuoi
amici.
Abbi il coraggio di preferire quello che
è convenevole e comodo, a quello
che è di moda.
Abbi il coraggio dì preferire la tua salute e il tuo beiiessere ai pregiudizi
dei tuoi amici.
Abbi il coraggio dì prendere contro il
persecutore il partito di chi è ingiu
- stamente perseguitato.
Abbi il coraggio dì non» fare sentire agli
altri il peso del tuo cattivo umore.
Abbi il coraggio ài agire in questo modo e tu sarai un eroe, anche se non
dovessi portare nè spada nè fucile.
Tradotto X.
Le famiglie Lantaret Mìchelin Salomon ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore in occa,sione
della dipartenza della loro cara mamma, nonna e suocera
MARGHERITA DURAND
VEDOVA MICHELIN SALOMON
deceduta a Villar Pellice (Pra Ferrerò) il 16 febbraio 1942.
Un ringraziamento speciale al sig.
pastore R. Jahier e Signora.
La famiglia del Compianto
RIVOIR LORENZO
commossa per le dimostrazioni di simpatia avute nella dolorosa circostanza,
ringrazia sentitamente tutte le persone
che, così numerose, intervennero ai funerali prendendo parte al suo dolore.
Un ringraziaménto speciale porge alle
persone che furono di aiuto e di conforto durante la malattia dell’Estinto ed
alla Corale della Parrocchia di Prarostino che volle dare l’ultima prova di
affetto alla memoria dello Scomparso.
S. Bartolomeo di Prarostino, *
19 febbraio 1942-XX
4
famigli«
Medìtazionj pteparate wai tèsti del Calendario Biblieo della Chiesa Moraya) |
CLAUDIANA
Liiii#ai .Arila > il Signore Iddio tuo
' 2 Marzo con,tutto il tuo cuore e con
tutta Vanima tua e con tutta la mente
fcua. Questo è il grande ed il primo comandamento, Il 2® simile ad esso è:
Ama il tua prossimo come te stesso.
Matteo 22: 37-38
Accade a volte, in determinati momenti della nostra vita che ci sembra
di aver compiuto tutto il^nostro dovere
e ÌOTse siamo tentati da im sentimento
di compiacimento di noi stessi; ma prelato ci rendiamo conto che questo sentimento non ha fondamento alcuno. Poiché' tutto n nostro dovere verso Dio,
tutto il nostro dovere verso il prossimo,
quand’è mai che lo abbiamo compiuto ?
Amare Dio con tutta Taiiima e la
mente e il cuore e amare il prossimo come noi stesa è un comandamento, ma
in realtà, finché lo saitiamo come un obbligo, non saremo mai in grado di attuarlo realmente." E’ necessario che questo diventi-un bisogno naturale, deU’anima i^ta in Dio. Come dice l’apostolo (1
Giov. 4: 7, 12): « Chiunque ama é nato
da Dio... Se siamo nati da Dio e Dio dimora in noi, allora saremo capaci di
amarci gli uni gli altri, e l’amor di Lui
diventerà perfetto in noi ».
Mai^dl Oli é pgj. grazia che voi
3 Marzo siete stati salvati, mediante
la fede; e ciò non vien da voi; è il dona di Dio. Non è m virtù d’opere, affinchè niuno si glori. Efes. 2: 8-9.
L’Evangelo ci annunzia che siamo
stati salvati. Salvati da che cosa? e in
che modo? Salvati dalla condanna del
peccato. Salvati dall’abitudine e dalla
schiavitù del peccato. Salvati nel senso
di un rinnovamento completo dell’essere nostro, reso sempre più conforme a
Cristo. Che questo non possa avvenire
per mezzo delle nostre opere, é ovvio.
Infatti l’annunzio della salvezza ci
raggiunge mentre siamo peccatori e
questo annunzio ci dice proprio: « I
tuoi peccati ti sono rimessi » (Luca 7:
48).
Perché il perdono, la redenzione dal
peccato, e la creazione nostra all’immagine di Gesù Cristo siano realtà della
nostra vita, di una cosa sola fa dunque
bisogno: credere che Colui che ci annunzia questo è potente per farlo. Il
dono di Dio - la salvezza - si ha mediante la fede. Di che ci gloriamo?
Un’anima redenta non conosce altro
sentimento che qudlo di ima umiltà
ifìc
riconoscente e glorificante Iddio.
Mercoledì Qualunque cosa facciate in
4 Marzo parola o in opera, fate ogni
cosa nel nome del Signor Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di
•Lui. ■ Col. 3; 17.
Fare ogni cosa neh nome del Signor
Gesù vuol dire agire e parlane conformemente alla sua volontà, guidati dal
suo Spirito, e per la gloria del suo Nome. Certo, se così facessimo, quanto diverso sarebbe il nostro linguaggio,
quanto diverso il nòstro comportamento
nel mondo! Gli è che dimentichiamo,
ipella vita pratica, di essere stati chiamati a parlare e ad agire, cioè a vivere, in modo diverso dagli altri. Dimentichiamo che dobbiamo essere U sale
della terra, la luce del mondo. Dimentichiamo che la grazia di Dio ci ha chiamati a vivere conformemente all’immagine del suo Pagliolo. Lo dimentichiamo
perché trascuriamo, prima di parlare
e di agire, di ricercare mediante la preghiera, ispirazione, luce e consiglio da
Alto. Ma se ogni giorno rendessimo
« grazie » - come ci esorta l’apostolo « a Dio Padre ifer mezzo di Cristo »
riacquisteremmo ogni giorno di nuovo
il senso della nostra vocazione nel mondo e saremmo da Lui stesso messi in
grado di adempierla.
Cinedi carità... non gode del
5 Marzo Vingiustizia, ma gioisce con
la verità. ' 1 Cor. 13: 6.
Sono qui contrapposte l’ingiustizia e
la verità. A prima vista può sembrare
strana questa contrapposizione. Si capirebbe meglio se all’ingiustizia fosse
contrapposta la giustizia. Ma in realtà
che cose è ogni ingiustizia, se non un
tentativo dì soffocare la verità? Ora noi
non ignoriamo che nelle relazioni umane ci sono delle ingiustizie dalle quali noi sappiamo trarre un vantaggio
temporaneo, e tante volte, pur che i nostri interessi non ne si^pitino, noi preferiamo godere il beneficio apparente
di queste ingiustizie, anzicl;iè levarci in
favore della verità. Affinchè questo
non avvenga è nec^ario che regni nei
nostri cuori quèlla carità di cui l’apostolo diceva che « non cerca il proprio
interesse, non s’inasprisce, non sospetta il male... ». Quando è iti gioco la verità bisogna saper rinunciare anche al
proprio interesse; la gioia che ne consegue ricompensa ad usura di ogni apparente perdita temporanea.
Venerdì Noi siamo collaboratori di
6 Marzo Dio; voi siete il campo di
Dio, l’edificio di Dio. 1 Cot. 3: 9.
Nei versetti che precedono l’apostolo ha rimproverato ai Corinzi le stolte
preferenze che essi dimostravano per
l’uno o per l’altro dei ministri di Dio,
quasi che questi, per le loro capacità,
fossero da considerare piu’ dell’opera
del Signore. L’opera è del Signore e '
non dei suoi imnistii, i quali in realtà
non sono nulla, perchè in definitiva è
sempre Dio che fa crescere quel che essi piantano o annaffiano. Rimane il
fatto, però che, nonostante la loro nul- ^
lità, i ministri sono i collaboratòri di «
Dio, sono chiamati cioè a operare, noi>
per stabilir sé stessi, nè la loro gloria,
ma per stabilire l’opera e la gloria
di Dio. Il campo che essi lavorano
sono i credenti, ma lo lavorano co- .
me un campo che non appartiene lo-,^
ro, ma a Dio. Da un lato il ministro .
deve ricordarsi del continuo che egli è
nulla, poiché nulla può aU’infuori di
Dio; dall’altro i credenti devono aiutarlo in questo, considerandoli tutti come
collaboratori di Dio per un’opera che,
non è loro personale, ma di Dio.
Sabato La notte è avanzata, il gioì
7 Marzo no è 'vicino; gettiam dun
que via, le opere delle tenebre, g indossiamo le armi della luce. ■ |
Romani 13: 12. ?
Il tempo nel quale viviamo dovrebbe '
mutarci a comprendere che veramente
il giorno è vicino. Il giorno del ritorno
del Signore. Le ore che precedono Tal- "
ba sono queUe di tenebre più fitte; og- ^
gi noi sentiamo che l’alba non può tar- dare. Quale non dovrebbe essere la nostra premura di prepararci all’evento
che attendiamo!
L’apostolo ci esorta a gettar via le
opere delle tenebre e ad indossare le armi della luce. Cioè ad abbandonare le
concupiscenze e le lascivie di una vita
di ^cato, per rivestirci di carità, di
benignità, di amor del prossimo, di santità.
Non è certo una trasformazione facile
ad operarsi, ma non è nemmeno una
impossibilità per chi si « riveste del Signor Gesù Cristo », cioè per chi, ricercando la comunione spirituale col Signore vive illuminato e guidato dal suo
Spirito. A.Deódato.
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