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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PaRZXO UMSSOCIAZlOliR
{A domicilio)
Torino, per un anno L. C,00 | L.7,00
— per sei mesi » 4,00 1 » 4,SO
Per le provincie e l’eslero franco sino
ai confini, un anno . . I,. 7.^0
per sei mesi, » 5,20
A'nOi jovTn oi IV i'/àiTn
SeguonJu la veriii nella cariik
Effs. IV. 15,
L ljffìcio dilla BUOiN.\ NOVELLA è in
Toriuo. presso la libreria Evangelica
diCIACOMO BIAVA, via Curio Alberlo,
dlrmipello a! Caffè Dilel.
Le assuciazioni si ricevono In Torloo allo
slesso L'Uìclo.
Gii ^.5socia/j delie Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
11 Protestantismo e la Rivoluzione. — Studii storici sulle Indulgenze IV. — Un
Passaggio interpretata dal padre Ventura, •— Notizie religiose. Cronachetta
politica, Avviso.
IL PllOTESTANTISllO E 14 RlVOLlZiONE
Se vi sono due parole che, da qualche tempo specialmente, non vadano
mai disgiunte nei fogli clericali, esse
sono quelle che abbiamo poste a fronte
di quest’articolo. Il Protestantismo e
la Rivolvxiione ; i Protestanti ed i
Mazziniani \ i Protestanti ed i Rivoluzionarii, ecco il tema obbligato
di quasi ogni loro pringo articolo -, e
bisogna sentirli con quale accento di
finta indegnazione e con quale logica
da disgradarne uno scolaro, ossi li di
moslrano (in modo secondo loro irrefragabile), come dalle dottrine evangeliche prorompano, per una fatalo
necessità, come da un’ altra scatola
di Pandora, tulte le rivoluzioni che
hanno funestato e che funestano il
mondo. Disgraziatamenle per questi
gridatori i fatli, che anch’essi hanno
la loro eloquenza e la loro logica
più potente assai e più stringente di
quella delle parole, che cosa dicono?
—A.ssolularacnte il contrario di quello
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che vien con tanta perseveranza e con
tanta mala fede asseverato. Molti sono
coloro che l’hanno dimostrato, ma
niuno forse in modo ad un tempo
cosi convincènte é cosi popolare
([uanLo il signor Roussel nella pregiatissima sua opera; Les nalionscatholiqucs et Ics nations protestantes,
ecc., di cui noi stessi già ft'.mmo parola; epperciò crediamo di far cosa
grata ai nostri lettori riportando dal
suo ragionamento 1» tal proposito, i
brani che seguono:
" Infine si è rimproverato al protestantismo di aver fatto sorgere uno
spirito rivoluzionario in politica, proclamando il principio del libero esame in religione.
" >ioi potremmo limitarci a chiijdtrc se le rivoluzioni non risalgano
al di là del stjcolo decimosesto ; se i
papi medesimi non hanno fatto sollevazioni, al di fuori aizzando i popoli
l'ontro i principi, ed al di dentro inasprendo íiiíTattamente I proprii sudditi,
che più di una volta ebbero da rimanerne viitima. Da un lato le crociale iniziuteda un monaco, predicate dai vescovi di Uoma, intraprese da re e da
popoli cattolicissimi; dall’altro i jiapi
sollevando in Gerniàniail figlio di Enrico IV contro il suo padre, suggellando
ìli Francia l’usurpaziohe di Pepino a
danno del suo relegiUirHò; combàttendò in Italia per posare una corona su!
capo dei proprii parenli; lutto questo ci
metterebbe in mano mezzi terribili di
recriminazione e di difesa.
« Ma stringiamo più da vicino la
quistione, e vediamo ciò che sia passato in seno alla cristianità dacché
esistono i protestanti.
« Anzi tutto, per accertarci se sia
nella natura del protestantismo di
operare rivoluzioni interne, non all’origine di questo alIVancamenlo religioso conviene guardare; poiché oltre all’essere in allora le popolazioni
che nascevano al protestantismo aucora del lutto inzuppate di caltolicismo, quesle lotte avevano la loro cagione nel partilo romano che oppone\asi ai progressidellaRiforma. Appunto
al principio di aulorità, chè a torlo si
era volulo applicare alle cose spirituali, lali guerre di religione erano
dovute. Ciò che conviene di esaminare si è, se, in principio, il protestantismo spinga alla ribellione, e se, in
fallo, vi abbia spinto daccliè ei regnò
sopra popoli.
« Noi ben volentieri ammettiamo
che il protestantismo, partendo dàl
libero esame in religione, abbia fallo
l’applicazione di questo principiò ad
ogni cosa, e specialmente alla politica;
ammeUiamo ancora che siansertb gli
spirili thtti fortemente imbevuti; chc
ne avviene? — Apiiunlo il contrario
ddl’opinionu- che córiFuliaiho. Infatti
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l'Evangolico educato io questo .spirilo
di esame e di liberlà, lo applica in
lutti gli alli di sua vita, in tulle le
rilassi delia socielà. Ch'ei diventi uomo di cbiesa, magistrato, legislatore,
monarca, egli porta nella sua sfera
di atlivitàquegli stessi principii, di cui
siènudritofindallasuainfaiuia.Queslo
spirito, internandosi nella massa, prepara così i governanti come i governati a quei mutunieQli polilici che il
progresso dei lumi ha fallo ravvisare
necessarii. Non già,quando tulli camminano avveugon.o gli urti; ma piuttosto quando coloro che sono alla te.sla oppongono resistenza.
« E quello stesso che ci ha fatto
la teorica pressentire , lo ha dimostralo vero anche l'esperienza. Studiate
lastoria dei popoliesclusivamenteevangelici, e non vi verrà fatto di rintracciarvi quelle rivoluzioni, di cui con
lanta leggerezza sono accusati. Nè
l’Inghilterra, nè l'Olanda, nè gli Stati
Unili dacchèsono costiluili come Stati
indipendenti, non hanno avuto guerre
cittadine da lamentare. Su tulti i
punti i progressi si sono compiuti
senza scosse, pacificamente, per ef
• fello naturale delle istituzioni. Pelieioni, discorsi, libri; ecco i mezzi adop<’rali dai n>oluziouarii. evangelici.
È cosa del-lutto degna di - osserva-;
zione.' Di questo si è fuUo uso,Ape- ;
cialmente in Inghilterra per l’affrancamento dei cattolici-romani I
Or,i rivolgiamo lo sguardo aH’allro
;termime del paragone, ììIIa ,
al ;Porlogallo, airilalia,.al brasile, al
Perù, a tutta r.\merica del,Sufi, alla
Francia stessa, che cosa vi scorgiamo
noi? Una serie incessante di soniraosse.
di ribellioni, di rivoluzioni.sanguino
lenti. Chi, per limitarci a ricordi con
temporanei, chi non si sente preso
dallo spavento, ¡lonendo mente ai politici sconvolgimenti di cote.ste nazioni
-essenzialmente caltoJicUe? Cangia il
Messico cosi spesso di presiJanle, il
Brasile è iu guerra cosi continua, cho
non crediamo di recar offesa al lettore,
facendogli osservare, che prohabil
mente egli ignora qual sia il potere,
che al presente ha il dissopra.in quello
regioni ; egli è forse Rcsas? egli è forse
Ribeiras? egli è forse il gen. SanfAnna? egli è forse ogni .diro che i
giornali ci rivelano per un giorno, e
che cade l’indomani? In Ispagna, abbiamo veduto Don Carlos, lìdpartero,
la regina Crisiina e sua figlia disputarsi il potere; la guerra civile non
ha cessato che da. alcuni,,anni, e .già
nuove sommosse acoppiunusu diversi
punti (1). In Portogallo^ Uoit Ptdi’o,
Don Wiguel, si sono strappati ,la. .corona; recentemente aucora, un i^arliio
politico vi lia sollevata un’armala uon ■
(I) GU uUinit sr^ooiniculi faoao forso altro
Hio »rmfire-ftù ragjont ai nostro t
1:^0.
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irò il potere, e se il sangue non è
scorso in abbondanza, si è perchè vi
è stala fiacchezza dalle due parti. L’Ilalìa ha veduto per venti volte cospirazioni soffocate nel corso di alcuni
anni. I carbonari portano un nome
italiano. Il Milanese ha i suoi proscritti....
Il papa stesso è sialo caccialo ,
ricondollo, e non si mantiene nella sua
¡[ifallibilità che circondalo da baionetle straniere. E Napoli, ove son necessari gli Svizzeri per tenero in freno
la popolazione! E Firenze il cui principe aveva giurato, nel 1848, le libertà rilirate nel 1850 ! Non vi è una
ciltà d’Italia che non abbia i suoi rifugiati in mezzo di noi. Allrellanto è
della Spagna. E la nostra povera patria stessa, quante rivoluzioni non ba
vedute da sessant’anni a quesla parte?
Luigi XVI, Robespierre, Bonaparte
console, Napoleone imperatore. Per
eccezione, Luigi XVIII muore sul trono; ma non senza aver traversati i
Cento giorni c parecchie congiure; e
bentosto ricomincia l;’. serie di rivoluzioni: Carlo X muore esilialo in Germania ; Luigi-Filippo esiliato in InghilteiTa; la Repubblica è morta appena
nata, e Luigi Bonaparte è già stato
successivamente membro dell’Assemblea legislativa, presidente della Repubblica e imperator dei Francesi.
Come mai si osa, dal seno di lutti que
sti rovesciamenli, levar la voce per
accusare le nazioni protestanti di spingere aile rivoluzioni?
« Se dalle nazioni essenzialmente
protestanti o cattoliche, noi passiamo
a quelle ove i due elementi sono riuniti , troveremo, cosa notevole, che
quando la rivolta vi leva la lesta, si
è in nome del cattolicismo. Così, nelle
Isole-Britanniche, è l’Irlanda cattolica
che si agita, si sommove e tiene occupala in fatiche la maggior parte
dell’armata. Nei Paesi Bassi, è il Belgio cattolico che si rivolta e si distacca
dalla madre patria. A Ginevra, si è
perchè è sostenuto dai cattolici venuti
espressamente di Savoia, che il partito radicale trionfa a colpi di cannone. Quando la Svizzera intiera viene
alle armi, si è per comprimere il Sunderbund, congiura catlolica. Infine, la
scintilla elettrica che, nel 1848, ha
percorsa l’Europa, e scossa la Prussia
mista come tutte le altre nazioni era
partita di Francia, paese cattolico!
Talmente che noi siamo ancora in cerca, dal principio di questo secolo in
poi, di una rivoluzione compiuta da
un popolo veramente protestante,
mentre ne troviamo dieci per ogni nazione romana, ove lo spirito di libertà
lolla costantemente contro l’assolutismo più 0 meno dichiarato ».
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mm STORICI mii isoiìlgesze
IV.
siccome un papa iorallibilmeiite nega
quello die II suo predecessore aveva Infallibilmente aHermalo, cosi la storia dei
concilii ei porge non r;iri esempi di decisioni contraddittorie. Il celebre concilio
di Elvira tenuto l’anno 500 abolì interamente la indulgenza, e stabili che gli aposlati non potessero essere ammessi alla
comunione neppure in punto di morte.
Q iesta dollrina di rigore era quella dei
Novaziani dichiarala eretica non solo dai
concini precedenti, ma anche dai concilii
susseguenti, e dichiarala ortodossa dal
catlolico concilio di Elvira. I difensori
della infallibililà dei concilii avranno forse
delle buone ragioni per conciliare una
tale contraddizione; noi senza enirare in
polemica, seguiamo la nostra sloria.
Otto anni dopo la decisione del concilio
di Elvira, cioè nel 3U, due concilii, uno
tenuto In Arles, e l’altio in Ancira, fecero dei canoni interamente in opposizione u quello di Elvira; stabilirono la
indulgenza, ma fissarono le regole per
accordarla, togliendo ai vescovi la libertà
dì accordarla a loro piacimento. Il gran
concilio di Nicea tenuto nell'aono 325
permise di dare la indulgenza o la remissione della pena canonica a lutti i
peccatori, ma soltanto in punto di morte,
e lasciò la facoltà ai vescovi di regolarsi
con prudenza e secondo le circostanze.
Ona tale facollà prudenziale lasciata ai
vescovi aprì poscia la porta alla dominazione arbitraria del clero sulle coscienze,
e contribuì a spargere nel popolo, che
incominciiiva ad allontanarsi dalla Bibbia,
la credenzn che il clero «veisc veramente
le chiavi d»‘l regno del ciclo, nel senso di
poterlo aprire o chiudere a suo piacimento. Allora si sparse la falsa nozione
della penitenza canonica ; s'inconiinciò a
credere che essa non fosse seniplicemenle
uua soddisfazione che il peccatore doveva
dare alla Chieja per essere riammesso nel
suo seno; ma una soddisfa/ione che esso
dovesse dare a Diu per ottenere il perdono
del suo peccato: e siccome la penitenza
la imponeva il clero, la rimetteva il clero,
il popolo credeva che il clero avesse piena
facollà di aprire e chiudere il cielo a chi
più gli piaceva. Cosi camminarono le cose
fino al secolo settimo.
lolanlo la rilassatezza era subentrata
al rigore primitivo, e specialmente fra i
Latini la disciplina della penitenza canonica era andata quasi interamente In disuso. Mu uu monaco chiamato Teodoro,
uomo zelante, ma non secondo la parola
di Dio, cercò di rimettere in uso gli antichi caooni. Nell’anno CC8 questo monaco
fanatico fu fallo vescovo di Canlorberì, ed
allora pubblicò un libro che è conosciulo
sollo il nome di Penilenziale di Teodoro.
In quel libro s’insegnava agli ecclesiastici
caduti già nella ignoranza, a distinguere
i peccati in varie classi secondo che erano
più 0 meno condannabili, piivali, o pubblici : s’insegnava loro a giudicare i peccati secondo la loro natura, le conseguenze, la intenzione, il tempo, il luogo
ed altre simili circoslanze. 11 Penitenziale
insegnava ancora il modo di procedere coi
peccatori, e le penitenze che si dovevano
imporre ai loro peccati. La nuova disciplina parve buona al clero, e dall’logbilterra ove era nata, passò Immediatamente
in tutto l’Oceidente, ove si mantenne fino
aH’otlavo .secolo, nel quale il Penitenziale
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di Teodoro cadde di meda, e non si sottoponevano ad esso ebe pochi lìigollii.
Il clero intanlo perdeva ogni giorno
lerreDo; il popolo non sottomettendosi
più al perdono dei preti, r|iiesti pensarono al rimedio. Nell'anno 815 s’incominciò ad introdurre per i peccati occulti una penitenza secreta; sulla quale
si usava ancbe della indulgenza, cioè «e
ne rimetteva una porzione secondo le
circostanze; però vi «ra ancora un resto
di pudore, e la indnigenza non si tassava coti danaro , non si vendeva pubblicamente, Ma al decimo secolo il clero
inventò la dollrina dtilla redenzione dei
•peccati per mezio del danaro, o per dirla
in altri termini, forse più trilli, s'incoTninciò a vendere l’indulgenza. Fu composta una tariffa cbe si chiamò nuovo canone delle indulgenze. Era troppo ulile
per il clero una tale Invenzione perchè
non si ceriyasse appoggiarla in tutii i
modi: un passo della Bibbia che avesse
appoggiato una tale dottrina era Iroppo
necessario. L-a sentenza di s. Pietro (Alti
vili, 20) « Vadano I tuoi danari teco in
perdizione, vonciossiachè tu abbi stimai»
che il dono di Dio si acquisii con danari » I
non era a pr<5posito : si cereo invece un
passo falsificato iella vulgata, e fi prese
il v'erso'27 'del capo iv di Diniele, che
nslfa Volgata'è il verso 2i, «re, secondo
h'^itìrsione romana, é detto cosi: «Risealla colle limoslne i tuoi peccati » : e^su
■quésta seuieiiza'si basò la tarifla. Allora
da rtgni tato'CfGnit>arvero tariffe'sollo il
TWddesto i)(#me'di eaiwni penitenzisli.. Il
■Milfàtori’ileUe'-soe v4w«fiM'<ò /iditón«- del
■mèdio ■'««) ■rlpof'ti > i più ' Cètefbri, ■'■Oitìè
'iq-UcRi 'di 'iteglflcHip, -di-Bedn, kli B'.ircar■yo, 'dai■■quMi 'fiir' srtddiWare-alla cnrio
sità dei nostri letiori, togliamo qualche
esempio acciò possano farsi una qualche
idea di quelle tariffe.
Se un prete voleva aver seco una donna, doveva per quel peccalo pagare quindici tornesi, quattro ducati e sei carlini:
la mulilazione si [lagava dodici tornesi,
tre ducati e sci carlini, L’ uccisione di
un prete costava ad un laico 18 tornesi,
i ducati e 9 carlini: se poi l’ucciso era
un vescovo, si dovevano pagare 56 tornesi e 9 ducati; se era un abate bastavano 24 tornesi; ma se l’ucciso era un
laico, con tre tornesi, un ducuto e quattro carlini il peccato era perdonalo. Il
parricidio, matricidio, ecc. si pagava
quattro tornesi, un ducato e otto carlini,
cioè qualtro volte meno delia uccisione
di un prete. Se un marito uccideva la
moglie per isposarne un’allra, pagando
otto tornesi, due ducali e nove carlini era
assoluto: se il padre o la madre uccideva
tm lìgi o doveva pagare quattro tornesi.
un ducato e olto carlini. E questo valga
per uo piccolo saggio : chi vuole averne
di più consulti l’opera citata deU’abate
•Muratori.
Però siamo giusti : il pagiBienlo della
tariffa non era die in via sussidiaria,
cioè nel caso in che il penitente non avesse volulo assoggettarsi a fare la penitenza imposta, -Ma la penitenza imposta
anche per cose che non erano iu mndn
alcuno peccato, era così grave, che obbligava il penitente a'scegliere il paga
I mento per Bnirla, P«r’ «sempio, coriver-8»re o«n la propria-moglie in tempo di
TjunrBsima'era giudicalo ho peccato ohe
"si• doveva'Fcontare-;con ¡un anno idi pe.niteniia, isvv^w pagare' Tonticinquei#»Jtli
per «nmpi'rani la ind rfpsnita ; qirindi
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ogoimo sceglieva l’iniiiitgenja per liberarsi ila peoilenre insopportabili.
(Confinud).
IN PASSAGGIO
INTERPRETATO DAL I>. VENTURA (1).
" La Chiesa romana allega il più delle
volte contro la letlura della Bibbia i traviamenii e gli errori nei (piali si può cadere sul senso della Bibbia per mezzo
dell’ interpretazione individuale. Più volle
si è fatto osservare a queslo riguarda
che le interpretazioni del testo biblico le
piò strane, le più sforzale sono stale messe
innanzi in molle occasioni da scrittori
catlolici romani. M. Paolo Goy, rendendo
conto iu un articolo della Revue. chréHenni
(pubbl'cazionc di luglio) di un’opera del
P. Ventura, inlilolala La Ragione fìlosofi.ca e ¡a Ragione cattolica , rila alcuni
esempi veramente urtanti della licenza
d’ interpretazione cui si abbandonano
preti che pur fanno aulorilù nella Cbiesa.
Così, ecco come il P. Ventura spiega il
racconto dell’entrata di Gesù Cristo in
Gerusalemme, ehe si trova contenuto nel
capitolo XII dell’Evangelo secondo San
Giovanni.
« Non v’ha dubbio, dice il gran santo
Ilario, che l’animale indoniilo di cui è
parlato nell'Ei'angelo d’oggi, figurava i
popoli gentili cbe si erano dati in preda
alla licenza di lutte le doitrine, ai disordini, agli eccfssi di tulle le passioni,
Quanto alle vesti degli Apostoli, significano, secondo san Girolamo, la dollrina
dei costumi e la varietà dei dommi della
fi) QiiesU rehfione r siati (olla ijlln Semaine. Relitjicuic. N' 51.
Chiesa. Gesù Cristo adunr|ue, nou essendosi assiso oggi sulla sua modesta cavalcatura che per le moni degli Aposloli, e
chedopocbègli Aposloli ebbero abbigliata
questa medesima cavalcatura colle loro
proprie vesii, ha falto intendere ch'Egli
non si asside, non riposa sull’anima, non
regna su di lei, die dopoché l'nnima, per
la sua fedo neli'insegnamento della Chiesa, è stala coperta, ornala delle dotlrine,
delle ciedenzj della Chiesa m
\OTiZ!E lU'llGIOSli
PiNKnoLO.— Siamo lieli di poler annunziare ai nostri leituri i he S. M, il lie si è
degnala, in udienza del 21 correrne, di
firmare il Decreto per cui la V. Tavola
valdese è autorizzata ad erigere un tempii)
in quesla cillà nel luogo a tal effetlo designato.
— Il convento degli Oblali di quesla
citlà è sialo dal Ministero desimato a servire di os(iedale per i colerosi.
Stati Bomam. — Per scongiurare il
cholera il cardiiinle Palrizii ha ordinalo
cbe siano immedialamenle esposte all’adorazione dei fedeli le seguenti reliquie :
. Il dito di San Pietro,
11 Sanlissimo Crocifisso,
Il Santissimo Legno della Croce,
(.a colonna della flagellazione.
Le catene di San Pietro,
Il braccio di San Rocco,
Le reliquie di San Filippo Neri,
Il braccio di San Francesco Saverio,
Il cuore di San Carlo Borromeo.
A chi visita queèle sante reliquie il papa
concede sette anni d’indulgenza per ogni
visita: a quelli [ini rbe facessero sette
visite l’indulgenza è plenaria, e quindi liberazione assoluta dalle pene del purgatorio e deirinferno.
ctloNACiiEm p^lirrcA
Torino, 1 casi di choléra nella noslra
cillà banuo oltrepassiito in que-ti ultimi
8
giorni i cinquanta al giorno, dei quali
perù la gran maggioranza, per non dire
la generalilà appartengono ai sobborghi
ed al territorio.
Messi.xa. —Gli emigrali di quella ciltà
si fanno ascendere a 43,000 ed a circa
35,000 i rimasti. È degna di compianto e
di onorata memoria la morte del cav. Ruggeri, console generale sardo residente iu
Messina, uomo di antica virlù, caro agii
¡ibitanli, devoto al paese che cosi degnamente rappresentava e che ha resi in una
lunga carriera eminenti servigi allo Slato
nostro, alla navigazione ed al commercio
nazionale.
L’unico impiegalo del Consolato sardo
rimasto in vila è il sig. A. Milanesi da cui
è confermalo che il luíale dei decessi avvenuti in quella cillà in quindici giorni
di terribile strage, lu di 15 mila. Uu buon
terzo morì di fame non trovandosi nulla
di alimenti nella cillà c nulla potendo
venire dai vicini paesi.
Molli cadaveri furono rinvenuti tutli
insanguinati e contusi, segno di morte di
siierata, di privazione completa di assistenza.
ÌNGiiiLTF,niiA. — Si conlinua a mandar
rinforzi aiTurmala d’Oriente. Un reggi
mento di cavalleria venendo dalle Indie
è atteso a Suez.
TuiicuiA. Leggesi Nel Moniteur: Uo
dispaccio indirizzato ad Omer bascià, firmalo Saint Arnaud e Raglan, in data di
Vieuxfort 17, e giunto il 22 a Bucharesi,
dice :
« Lo sbarco si è operato felicemente, in
distanza di 7 leghe al nord di Sebastopoli.
Il nemico non oppose resistenza alcuna ;
circostanza che ha prodollo un impreshioue profonda nella popolazione tariara,
la quale non nasconde la •■¡ua simpatia
verso gli alleali.
0 I materiali e le artiglierie sbarcarono
ugualmente. Noi marciamo sopra Sebastopoli con una intera fidanza di buon
successo ».
Mah Baltico. —I dispacci del Baltico
dicono che la flotta francese si è messa
decisamente il 19 in via per rientrare in
Francia.
Cina. —Si aiioiincia che Canlou si è
reso ai ribelli cinesi.
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Direllore P. G. MPiILLE.
Giiosso Dome.nico gerente.
AVVISO.
La Commissione di Soccorso pei
cholerosi stabilitasi nella Società dell’Emigrazione Italiana, crede opportuno di rinnovare l’avviso già altra
volta pubblicalo, che il suo uiTicio è
aperto nel locale stesso della Società
invia dei Mercanti, N“ 14, primo
piano, per lo scopo principalmente di
provvedere con ogni mezzo possibile
aU’assistenza dei colpiti dal morbo.
Quesla mattina appunto 27 corr.,
uno della famiglia degli esuli....
è rimasto vittima della terribile epidemia. È doloroso il pensare che i
più fra gli Emigrati sono poverissimi
e la Società dell’Emigrazione è specialmente oggi in gravi strettezze.
Tutli quelli adunque che hanno il
cuore disposto a soccorrere ogni sventura, specialmente gli Emigrali facoltosi, faranno opera veramente santa
se manderanno qualche offerta all’ùnìciodella Commissione suindicata.