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N. 27
Riguardate alla roccia ««de foaie
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Italia e Impero
Estero
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i Proi. OINO COSTUBEL
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AMMIM18TKAZIONB; Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellic»
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Peluce » ■*'’
Osai cambiamento d'indirizzo costa una lira
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VIVERE
HELLA FEDE EVANGELICA VALDESE
E’ doloroso di conistatare quanti nostri giovani sono oggi giorno disarmati
di fronte a questa semplice domanda:
Che cofii’è la fede evangelica?
Indubbiamente - come ha dimostrato
l’esito del recente referendum della F.
U. V. - vi sono dei gioivani che sanno
rispondere ed anche con sorprendente
esattezza e profondità a questa interrogazione. Ma si tratta di lodevoli eccezioni che non fanno che mettere in
maggior evidenza, nella generalità dei
nostri giovani, una incertezza e degli
errori che dovrebbero essere incompatibili con una educazione evangelica.
Essere evangelico valdese per molti altro non significa che professare in qualche modo una religione larga e comoda
di cui il carattere essenziale è negativo cioè il rifiuto di accettare le dottrine e la disciplina romane e la libertà
di ognuno di credere e di vivere a modo suo. Il pericolo di una siffatta menl^^talità è duplice: dia un lato ¡essa favorijsce nei giovani un’indifferenza che fi
loro vita spirituale e dali’altro li' espone a rimaner senza difesa davanti alle
argomentazioni di abili compagni o...
fidanzati cattolici.
; In presenza di una così manifesta lacuna, è stato certamente opportuno di
richiamare i nostri giovani ad un serio
esame di coscienza, invitando ognuno
di essi a dichiarare emceramiente qua, l’è il significato e quale la portata della
: sua fede evangelica valdese.
Vorremmo qui presentare alTintenzione dei nostri giovani amici, alcune
semiplici riflessioni in risposta alla domianda: Che cosa significa « vivere nella
fede evangelica valdese? »
Non occorre qui che precisiamo che,
parlando idi fede (eivangeilica walidelse,
non intendiamo affermare qualche' cosa
di opposto e corrispondente a quanto
precisa un recente catechismo romano
il quale rejcita che « non basta essiere
^cristiano, ma occorre essere cristiano
Cattolico per essere salvato ». Per gra¿ zia di Dio, noi crediamo invece che è
m pienamient© sufficiènte eissere cristìaI no e che si può èssere cristiano anche
fc senza essere valdese ed anche essendo
cattolico. Noi intendiamo semplicemente e fraternamente distinguere una
concezione, della vita (cristiana fondata sulla soda àutorità della Parola di
Dio da quell’altra concezione della vita cristiana che all’autorità della Bibbia
aggiunge quella di umane tradizioni
che spesso la deformano o contraddicono.
E rispondiamo alla domanda.
Vivere niella fede evangelica, non
I vuol dire anzitutto semplicemente aver
I dato un’adesione esteriotre a certi dògmi 0 alla Bibbia stessa nel suo insieme.
Vivere nella fede significa quallche
cosa di più decisivo ed essenziale che
non aver assimto una posizione inteli Irttoale od accettato una concezione reI ligiosa. Come dice Miagnificamente' il
^Brunner « Una concezione può averla
Ikli
lo spettatore che. passeggia in mezzo
[•alla vita: non l’ha chi combatta nella
vitja. E Dio ^on vuole che siamo dei dilettanti al icospetto della' Vita, ma dei
combattenti».
E’ soltanto sul terreno della lotta che
potremo comprendere quello che gli
antichi valdesi e quello che, prima di
loro, gli apostoli intesero per « vivere
nella fede ».
« Credere - citiamo ancora il Brunner - equivale a quel che ci si domlandava quando noi eravamo fanciulli:
bimbo, di chi sei tu ? Che noi apparteniamo per intiero a Dio, che io, col mio
corpo e con l’anima, nqlla vita e nella
morte, non sia mio, ma del mio -fedel
Salvatore Gesù Cristo... e a Lui consacri di cuore tutta la mia, vita ».
Con questo non vogliamo dire che
vivere nella fede significhi semplicemente vivere in uria generica fiducia in
Dio, non dissimile da quella che qualsiasi pagano può avere. « In tal caso come osserva l’autore summenzionato a che cosa ci servirebbe la Bibbia, la
Rivelazione di Dio in Gesù Cristo, la
-e—la . ftesM«?(e®MW
tore ?»
La fede che salva implica indubbiamente l’adesione dello spirito ad un
certo numero di pensieri, ad un tempo
semplici e sublimi, quelli stesisi che sono al cuore dell’Evangelo. Pensieri che
come diceva C. Wagner - si potrebbero
contenere tutti nello spazio di una cartolina postale - e che hanno tutta la
loro sufficienza quando corrispondono
ad una reaiie vita interiore.
E’ naturale anche che nell’educazio, ne e nella vita della chiesa le dottrine
abbiano il loro compito e diano una
esiaresBione chiara alle convinzioni comutaì dei cristiani. Ma esse non debbono diventare dei dogmi immutabili ed
infallibili, aventi forza di legge. Essendo
delle interpuetazioni umane della sola
infalhbile Parola di Dio, esse non possono rappresentare delle posizioni immutabili, ma debbono essere costantemente rivedute e confrontate con la Bibbia.
Questo ha affermato fin dal suo sorgere il movimento valdese con la nota
protesta (dì Valdo: « meglio è ubbidire
a Dio che agli uomini ».
Così viviare nella fede dei padri non
vuol dire avere su ogni punto le stesse identiche idee dei padri, le medesime poBiziom teologiche, per il solo fatto che loro le hanno avute, ma ben
piuttosto avere la loro stessa ferma volontà di (Credere e di ubbidire alla sola
Parola di Dio. Essere genuinamente
valdesi non vuol dire essere ciechi adoratori di Valdo e del suo pensiero, ma
avere la stessa essenziale volontà di ub- J
bìdire a Dio piuttosto che agli uomini.
Senza negare il valore di secoli dì meditazione della Bibbia da parte di generazioni di credenti, il cristiiano vaL ’
dese rivendica il suo diritto e il suo dovere dì porsi - come, dice bene qualcuno dei nostri - « a tu per tu con hi Parola di Dio e diecidere da solo davanti
a Dio che cosa qviiesta Parola ha da dire a lui personalmente ».
; Ed ora vorremo accennar© ad alcuni
aspetti pratici della vita nella fède cristiana secondo l’Evangelo.
Anzitutto essa è - ripetiamo - una vita rdina'mica. Non una vita «seduta»,
u^'comoda posizione di sicurezza, qnà
vitia cioè che si sia circondata, come da
un muro di protezione, da una inappuntabile completa ordodpssia cristiantcCredere in Gesù Cristo non significa
n^^fJuovo Testamento: non dubitare
détta sua esistenza storica o accettare i
siftiboli dogmatici tradizionali o le stesse, parole del Salvatore. Questa espresstoie significa, nel Nuovo Testamenti^'.slancio di amore, di fiducia o
di '. incondizionata dedizione verso
ueìa'i' persona. In una parola ha fede veramente in Gesù Cristo non
chi crede qualche cosa intorno a Lui ma
chi ha preso qixalche cosa da h^i,
iitt vive unito a Lui, in uno slancio dì
fiduciosa consacrazione, in risposta alla
Sàa chiamata. Si potrebbe dire, in foriria paradossale, con un eminente pensatore evangelico che « crede in Gesù
Cristo non chi ha la fede, ma chi ha
dato la propria fede o fatto incondizionatamente credito ài 'Salvatore per il
tanpo e per reternità». La fede, così
cifcipresa, culmina nella identificazione
dir due personalità. «Non sono più io
1 vivo, è Cristo che vive in me 1 » di^ l,^fiarlava l’antico f^isM Saulo q^ancora: « Se urio non .ha lo spirito di Cristo,
egli non è di Lui ,
Altro aspetto della « vita nella fede
Cristiana » è il suo gioioso costante tono di vittoria. Tutto ciò che tormentava e paralizzava prima la vita è stato
sopraffatto. « La vita nella fede non si
traduce che così ,- dice bene il Brunner - lo sbocco di tutto in Dio ». « La
morte è stata sommersa nella vittoria.
O morte dov’è Ih tua vittoria ? Ringraziato sìa Dio che ci dà la vittoria per
mezzo del Signor nostro Gesù Cristo ».
Può parlare così - continua il Brunner - soltanto chi crede, poiciiè chi ere
de soltanto ha vinto la disperaziope del
peccato e della morte. Gesù Cristo è la
Parola con cui Dio strappa alla morte
e àH’inJemo il* loro potere di portarci
alla disperazione». Ricevere veramente Gesù Cristo come Parole di Dio signifioa averla finita con qualsiasi tentazione (di disperazione, signlfilca vivere una vita gioiosa e trionfante malgrado e con'tro tutti gli ostacoli !
- _Un altro icarattere ideala « vite nella,
'fede Cristiana » è il suo vasto orizzonte,
conseguènza ineluttabile di un profondo senso della sua vocazione missionaria. Il Salvatore ha chiamato gli uomini alla vita non tanto in vista della
loro particolare salvezza, quanto per
prenderli al Suo seguito. Come l’iantìcó fariseo iconvertito, ogni credente sa
ch’egli è stato « salvato (dalla Misericordia Divina per servire di (esempio ad
altri... »
Vivere nella fede Cristiana implica
necessariamente la più completa identìfidazione con il Cristo nella sua Opera stessa che è di condurre (tutti gli uomini a Dio. Il Cristo è vissuto ed è
morto ed è vivente per questo. Se dunque non siamo pronti a condividere la
Sua stessa passione non siamo veramente suoi amici, poiché non vi ouò
essere comunione di spirito fra Lui e
noi. ■
L’idea - purtroppo assai spàrsa anche
fra noi !- che per essere Cristiano basta pensare alla propria salvezza è un
fatale errore e significa non aver compreso ciò che sia la vera natura della
Fede è della Vita Cristiana. Senza dubbio il Cristo viene innanzitutto incontro alia nostra piarticolare necessità, ma
Egli non può recarci la Sua risposta
completa, anche, per ciò che concerne
le nostre stesse necessità, che se ci lasciamo elevare nella più completa dimenticanza di noi stessi fino a partecipare al Suo amore redentore degli
uomini. « Guai a me se non evangelizzo !» è l’angoscioso grido ammonitore
che sale dal profondo (di o^i anima
veramente credente. t.
Scrivono
àlV €co...
In margine alla Conferenza Distrettuale
Interessanti il resoconto ed i commenti del cronista sulla Conferenza Distrettuale di S. Giovanni, ma sono meno ottimista (0 penso che sia nostro dovere domandarci perchè essa ha dato
così scarsi risultati. Siccome questo si
sta verificando abbastanza sistematicamente da qualche tempo è lecito pensare che le nostre Conferenze Distrettuali stiano diventando una cosa inutile,
come del resto anche le nostre Assemblee di Chiesa, e sia quindi tempo di .
pensare, a ridar loro una funzione ed
uno scopo, oppure abolirle senz’altro.
Una buona occasione di fraternizzare e
di ritrovarsi uniti è troppo poco per una
Conferenza Distrettuale I
Perchè si è andata creando questa
situazione ? Anzitutto come primo inconveniente notiamo la limitazione del
tempo che soffoca la discussione e snesso costringe ad una chiusura affrettata. Bisognerebbe aprire la Conferenza
la sera prima, in modo, che tutta la
giornata possa esser dedicata lai lavori,
oppure cominciare più presto al mattino, sveltire il culto iniziale e ridurre
l’esame e la discussione a pochi e ben
definiti argomenti. Mi sembra che que
st’anno uir progresso ci ria stato, e sia
da rilevare, nella concisione dei vari
oratori (Pastori compresi!); è augurabile che questo progresso continui e si
verichi anche al Sinodo.
Un alito fattore negativo è forse dato dal sistema di elezione dei delegati:
troppi) spesso sono eletti da assemblee
ridottissime, non hanno alcun mandato
preciso, non devono renidier conto del
loro operato; tutto questo è legato al
funzionamento delle nostre Aissemiblee
di Chiesa'in pieno decadimento ed in
via di atrofizzazionie.
Infine è soprattutto augurabile che
scompaia un certo spirito di indecisione, di paura delle ire^onsabiliità, di
amor del quieto vivere per cui non si
può arrivare a prendere alcuna d(ecisione, come quest’anno, ma si preferisce ricorrere alla raccomandazione, all’esortazione, tutte belle parole ' che
lasciano il tempo che trovano e non
servono a nulla. Questo gen^a sfiducia in chi onestamente si sforza di fare
qualcosa, mentre mairstiene le chiese in
quello stato di semi-sonnolenza e semiincoscieiiza da cui si cerca di scuoterle. Non dobbiamo perdere il senso di
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sino sulle nostre Chiese entusiasmo, in
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coraggiamento e direttive chiare e precìse. , c. p.
'•• •■•■’ ■ ■ /i'' ' ■ ■ \ ■•’t'.. ■ ■ ■
‘ Uargomento su cufc, 'j>. attira la nostra attenzione è indubbiamente di ca- pitale importanza. Prescindendo dal ca,so- particolare dell’ultima Conferenza
distretpuale, che in realtà ruon merita il
giudizio alquanto sbrigativo e negativo
di c. p., perchè se non altro ha servito
a .chiaHre punti di vista ed opinioni, e
prescindendo dal fatto che ci lascia molto perplessi il desiderio- di ordini del
f'-giorno'.concltisiui, il problema non è
.¿.igià 'ch^ manchino ordini «del giorno,
||T ma pmttosto che si senta tanto il bi'Cj. sogno^di ordim,,di direttive, che vengano'dalla Conferenza o dalla Commissione per dare il via all’attività delle
parrocchie e dei singoli, rimane il problema^ fondamentale del funzionamento
delle nostre assemblee di chiesa. Stru- S
mento delicatissimo, che doveva essere
in origine di squisita funzione spiritua- ¿
le,y6sse forse per influenza dei tempi, ^
sono dwenute puramente un organo di
controlld amministrativo; si sono, nel- Il
la quasi totalità delle nostre parrocchie ;
(parliamo del I distretto) ridotte a una |
attività elettorale di pura forma: nomina dei delegate al Sinodo, alla Conjerenza; il numero dei presenti a queste
sedute si è andato stabilizzando su una
media che nort raggiunge il 10 per cento dei membri di chiesa. La stessa ele
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ji sostituito ad alcuni elementi del culto.
Dei risutati, non sappiamo dire con precisione se siano stati soddisfacenti; sono stati comunque tentativi isolati, ed
il problema rimane. Rimane tanto grave che più d’un ottimo membro di chiesa vi dichiara apertamente; « Se posso
far .qualcosa, lo faccio volentieri, ma
zione degli anziani p dei diaconi,'¡sembi\f svolgersi tra il disinteresse della
parrocchia. Diciamo sembra, perchè abbiamo l’impressione che in rètìltà i parrocchiani Si interessino alla cosa, abbiamo delle idee precise, quando vengono opportunamente consultati, ma
rifuggono dal manifestare, dal copare-'^
tare queste loro idee in un’assembleq^i^.-^^ mem^rn elettore, ruo ».
Chiesa,, in una votazione. ^ %¿ííá un osi
Decadenza del sistema ? Incomprensione dei proprii diritti e dei proprii
doveri ? Infedeltà al sistema presbiteriano ? Ma siamo proprio rimasti fedeli al sistema presbiteriano nella nostra
disciplina organizzativa ecclesiastica?
Che cosa si può far.e e che cosa si è fatto? Se non erriamo, tentativi si sono
compiuti, ed alquanto arditi, per rivalorizzare l’assemblea di Chiesa, che è
Stata in qualche caso inserita nella celebrazionedel culto e che si è perfino
aspetto dell’eterno I
prol^ema <(> conciliare la libera interiorità della convinzione religiosa
individuale con le esigenze della
comunione culturale e amministrativa »
che sarebbe ingenuo pretendere,di risolvere cosi semplicemente ma il' ripro-,
porlo ad una cosciente meditazione degli spiriti è forse più che mai opportuno. Cl. '
In memoriam di Margherita Giordano:
Per Orfanotrofio di Torre Pellice: Albina e, Carlo Paschetto, L. 10.
bCLLfl qiQVENTQ VAIATST
Servitori e coiiaboratori di Dio
La grande guerra ha avuto sulla nostra Chiesa, dal punto di vista del suo
Corpo Pastorale e deH’opera che per esso compie, delle conseguenze dolorose.
La chiusura della Facoltà di Teologia
ha prodotto una soluzione di continuità
nel regolare ritmo delle consacrazioni,
determinando quel vuoto di cui la
Chiesa ha sofferto, soffre attualmente e
soffrirà ancora per pàreqchi ànni. Non
vi sono infatti dei Pastori dai 40 ai 50
anni, età qdesta della piena maturità e
‘ del pieno rendimento. Il numero dei
ministri della Parola è assolutamente
insufficiente ai bisogni dell’opiera e il
distacco fra i pastori giovani ed i pastoriA anziani che non dovrebbe essere
avvertito in un corpo collettivo a sviluppo regolare, è visibile non solo esteriormente ma anche nei dibattiti d’idea
Questa nuova grande guerra avrà sul
nostro Corpo Pastorale gli stessi effetti
dell’altra? La risoluzione della Chiesa
dev’essere di tenere aperta a qualunque costo e ad onta di qua¡l\inque ostacolo la Facoltà di Teologia. Se nuovi sacrifici finanziari si renderanno necessari la Chiesa Valdese dovrà affrontarli
con coraggio. Ma ciò che conta sopra ogni altra cosa è che le vocazioni al
Santo Ministerio non vengano meno e
che l’ideale di una vita consacrata tutta
quanta ad uno scopo spirituale non lasci
freddi i cuori dei nostri migliori giovani !
Dopo la guerra la nostra Chiesa si
troverà di fronte a nuove responsabilità e a nuovi compiti. Essa li potrà assumere rispondendo alla sua milione,
soltanto con un coi^o Pastoree numeroso e ben preparato.
Giovani Valdesi che avete terminato
gli studi classici e che, animati dal desiderio di mettervi al servizio del Maestro, avete già deciso di intraprendere
gli studi di teologia! che il Signore fortifichi il sentimento della vostra vocazione e crei nei vostri' cuocri quelle disposizioni serietà, di umiltà, di rinuncia, di ubbidienza senza le quali la
preparazione alla carriera pastorale
procederà zoppicante ed incerta e non
riuscirà a superare le crisi della formazione della coscienim pastorale.
Giovani che siete ancora alle prese
con gli studi medi oppure che avete già
iniziato rUniversità e sentite che la via
che avete scelto non vi soddisfa appieno ed avvertite nelle profondità della vostra anima un desiderio di assoluto che le carriere umane non potranno
mai appagare... può darsi che Dio si
■ serva di questi aneliti per chiamarvi al
suo diretto servizio. E s’Egli vi chiama,
non resistete all’appejUo celeste. ,
Tutti i pastori che alla vostra età
hanno provato questi sentimenti ed
-''’ir’' ì5.h
........... Í'
li»'f . .'’i-'-'
..... .. .
hanno ubbidito alla voce divina, ora,
dopo molti anni di ministerio possono
testimoniare che, nonostante le nrove,
le delusioni, le contrarietà di ogni genere, col 'seguire la icarriera pastorale
non si Sono segregati dalla società umana-e dalla loro responsabilità di uomini,
non sono sfuggiti ai doveri della vita
per amor di quiete o per interiore indolenza, non son caduti in una esistenza
meschina ma hanno invece gustato la
pienézza della vita poiché sono entrati
nei piani di Dio ed hanno acconsentito
a diventare suoi collaboratori ed a lavorare per il trionfo dei valori eterni
dellk vita.
E" voi, madri e padri valdesi, delle
città e della montagna! Se fra i figli
che Dio v’ha dati ne scorgete uno in cui
Dio sembri aver messo qualcosa di diverso dagli altri e se nel vostro cuore
avvertite il raggio di una intuizione celeste, perchè non consacrate la vostra
creatura aU’Etemo, perchè non andate
incontro ai sacrifici necessari per avviarlo agli studi e perchè nelle vostre
preghiere non lo affidate al Padre Celeste? Non per ottenere una vocazione
forzata ma per preparare, come è vostro dovere, il terreno sul quale crescerà una vocazione liberamente accettata. Son rari oggi i genitori disposti a
far dei sacrifici per mantenere i figli
agli studi. L’amore del denaro o lo sperpero del denaro li 'spinge ad approfittare dei loro figliuoli appena la legge
lo consente e quando possono,; prima
ancora dell età consentita dalla legge,
per mandarli al lavoro, più preoccupati della quindicina che della form,àziohe e deH’avvenire delle creature loro
affidate e dea piani che Dio può avere
a loro riguardo.
Giovani Valdesi, se Dio vi chiama a
diventare suoi servitori, ubbidite prontamente e mai avrete a rimpiangere la
vostra decisione.
Genitori Valdesi, se Dio vi chiede il
vostro figliuolo per farne un giorno un
suo operaio, non glielo rifiutate, e sin
dalla sua fanciullezza consacratelo all’Eterno!
Alla Conferenza Distrettuale
La relazione del Capo-Gruppo non
I ha dato luogo a discussioni, a scambi
j d’idee, a proposte. Peccato! La ConfeI rema Distrettuale è la prima sede dove
tutte le questioni concernenti la gioventù dèlie nostre parrocchie devono
essere dibattute e dove tutte le decisioni devono essere prese.
La Conferenza di S. Giovanni avrebbe, dovuto prendere in esame la risposta all’ordine del giorno concernente
ì gruppi giovanili che non avevano ancora aderito alla FUV, partito dalla
Conferenza di Pomaretto; senonchè il
Comitato Nazionale e la Tavola avendo
avocato a sè la questione, il Comitato
di Gruppo ha rinunciato ad esporre la
situazione come era sua intenzione di
fare.
Diamo un breve riassunto ,della Relazione. ' , j
Il Cctpiitato di Gruppo più numeiroso
e rappresentativo degli anni precedenti
s’è riunito tre volte, (S. Gemmano, Torre Pellice, Pinerolo). Sua cura è stata
di applicare sul terreno dell’azione i
principi fissati nella relazione all’ultima Conferenza, e Cioè: la FUV deve
giungere a tutta la gioventù valdese;
nulla di ciò che concerne la gioventù
valdese dev’essere estraneo alla FUV.
Perciò: 1) - abbiamo desiderato che
tutti i giovani anche qiaelli che vivono.
alla periferia della chiesa ricevessero
gratuitamente l’Eco colla Pagina della
Gioventù.^ Quest’iniziativa ha dato
buon esito là dove le copie son state
richieste e distribuite.
2) - abbiamo fatto quanto da noi
dipendeva per l’assistenza ai militari;
3) - abbiamo iniziato l’opera nuova
delle' Rondinelle. Dagli elenchi delle
parracchie risulta che 300 signorine
valdesi trascorrono tutto Tanno o parte
di esso fuori della loro casa e della loro
chiesa. A tutte queste giovani il CapoGru^ipO'ha Inviato per Pasqua irn messaggio che è stato apprezzato e che ha
dato luogo ad uno scambio di corrispondenza che ha avuto la sua eco anche nella pagina della gioventù. Nel
contempo sono stati inviati gli elenchi
degli indirizzi ai Pastori delle località
dove le Rondinelle lavorano affinchè
essi potessero occuparsene e convocarle
per riunioni speciali come è^ stato fatto
in alcune città.
Per amor di posizioni chiare e per
non entrare in problemi le cui soluzioni
non sono di sua competenza, il Comitato di Gruppo in quest’opera delle
Rondinelle si è mantenuto nei limiti
strettamente ecclesiastici trattando unicamente con i pastori delle varie
chiese. Il campo rimane aperto per gli
sviluppi che il Comitato Nazionale crederà di dare a quest’attività.
Pagina della Gioventù - Tauspicata
collaborazione dei giovani è diventata
un fatto compiuto, del che ci dobbiamo
molto rallegrare.
Convegni - ne son stati tenuti 2 più ■
dello scorso anno, aventi carattere speciale: quello dì Torino indetto sotto gli
auspici deU’Alleanza Giovanile Evangelica e quello di S. Germano . unicamente per le Giovani. ,Nei Convegni
del Ciabas, di Pommretto, di S. Bartolomeo. di Villar Pellice, del Lazzarà,
e nei ■due già menzionati son stati trattati i seguenti argomenti: La Parola di
Dio - La gioventù valdese nell’ora che
volge - Il matrimonio cristiano - L’Evangelo e i giovani - Perchè sono e rimango Valdese - L’azione evangelica La giovane nella chiesa, nella società,
nella famiglia.
La partecipazione della gioventù è
stata molto buona; notevole il concorso delle Unioni della Valle del Pellice.
Vi è ancora molto da fare perchè Tesùberanza giovanile non rechi disiturbo al raccoglìmehto néi raduni all’aperto .e non ne comprometta il risultato
spirituale. La gioventù valdese, deve sapersi divertire sanamente e veram^te
gioire, più di ogni altra gioventù, e‘de
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e anche avere il seitòo dell’ordine, della disciplina, dell’educazione, dell’altruìsmo, in una parola: il senso "dei valori
spirituali e morali. .?
A causa della Campagna d’Appello
che ha recato ai Pastori un alimento di
lavoro, non è stato fatto il turno ahituale di visite alle Unioni. Il CapoGruppo ha però visitato le vicine Unio*'
ni di Pinerolo e di Pramollo e si è tenuto in contatto colla gioventù mediante la redazione della' Pagina, organizzsifiào ì Convegni e partecipando attivamente ad essi. Egli ha inoltre orga
rnizzato il pomeriggio del XV agosto ed
ha recato alla Festa delle Fontane un
messaggio unionistico'
Il Comitato di Gruppo sente di aver
dinanzi a sè un compito grande e bello.
Ciò che è stato fatto ci fa vedere quel
, che rimane da fare. Affinchè il lavoro
dia dei frutti reali e il compito del nuovo Capo-Gruppo non diventi troppo
; gravoso bisogna che vi sia da parte di
: tutte le Unioni e dei loro componenti
■ ed anche da parte dei Comitati diretti[vi uno spirito di solidarietà profcttida
e di buona volontà, come pure è neoessario , che nessuna incrinatuira rechi
f danno alla compattezza di tutta la gio’; .ventù valdese delle Valli.
Al cap. Ermanno Rostan che dopo una breve licenza si appresta a tornare
in Balcania presso i suoi alpini per
compiervi l’opera santa di Cappellano
rivolgiamo un fraterno saluto e l’augu*irio più cordiale di molte soddisfazioni
nel suo periglioso ministerio.
— Il ten. Davide Cielo, finora cap- .
pedano in Libia, ha avuto il dolore di
gì perdere a breve distanza l’uno dall’altro il padre e la madre. A lui va la simpatia della gioventù valdese.
Convegno del Lazzarà abbiamo ricevuto questo simpatico messaggio di tre
I fanti valdesi dèi regg. Superga. La cartolina porta anche la firma di uno' di
È.'* quei baldi giovani fiumani che parteciL. parono ai nostri ultimi campi.
• Egregio sig. Pastore e cari giovani U~
nionisti,
A tramite dell’Eco delle Valli Valde, si che con gioia riceviamo ogni settìmana, .siamo stati informati del Convelí' gno convocato al Lazzarà. Ancora una
volta, il sacro dovere della Patria diletta ci trattiene lontano e non ci permette di poter partecipare personalmente
al raduno organizzato dalla F. U. V. del
gruppo Valli e non abbiamo la gioia e il
[■ privilegio di poter udire i vibranti mesÍ saggi e la meditazione della Divina PaI, roda unica forza per la nostra fedJe'; tutp' tavia anche nella lontananza saremo
presenti con tutti voi, in spìrito e col
pensiero per mezzo del vinicolo della
fede e deU’amor fraterno; che unisce
tutti i credenti in Cristo Gesù. Il nostro
pensiero, già constantemente proteso
verso le nostre amate Vaili, verso le
nostre care parrocchie, verso il pìccolo
^ paese natio, sarà in modo tutto particolare rivolto a quelle verdeggianti vette
sublimi che nel giorno del Signore saranno il ritrovo della « Gioventù valdese » che sempre brama di intensificare la conoscenza e i doveri che si hanno quali veri valdesi degni dei nostri
antenati che ci tramandarono una così
preziosa e gloriosa eredità. Dal nostro
luogo 'di servizio così lontano dalle
.Valli valdesi, a voi tutti piartecipantì al
Convegno inviamo i noBttrì più caldi,
fiatemi e affettuosi saluti e vivissimi
auguri^ invocando su ognuno di voi,
sulle vostre famiglie, le benedizióni del
nostro Padre Celeste. Formuliamo pure
il voto che l’esito di questo Convegno
possa essere dei più soddisfacenti e che il
Signore metta il suggello della Sua benedizione sui messaggi che sono rivolti
affinchè trovino la via dei’ cuori ben
preparati a.riceverli, a metterli in pratica portando copiosi frutti per la Sua
gloria é pel bene della nostra Chiesa.
Lo voglia il Signore. Con cristiani e
rinnovati saluti, devotissimi
Ribet Giosuè - Bertàlot Luigi
Monnet Emilio.
Che Dio sia sempre per voi, cari giovani soldati, il vostro baluardo!
, ( ■
— Brave Rondinellel Abbiamo ricevuto L. 20 alccompagnate da queste
parole: « In occasione del mio soggiorno alle Valli Vi prego di gradire il mio
modesto contributo per l’opuscoletto a
favore delle Rondinelle. Una Rondinella, riconoscente al Signore ». .
— Ed ecco un’altra Ietterai
« Siamo due Rondinelle lontane dal
nido, oggi più che mai abbiamo pensato con nostalgia alle Valli e sopratutto al nostro paese dove tanta gioventù è riunita sotto lo sguardo del Signore. Trovandoci ora così lontane dalle Valli quanto, ci ricorda in questo
giorno i Convegni a cui abbiamo partecipato almi addietro; com’è bello di
tróvadsi tanta gioventù riunita nèUa
stessa fede, dove si trascorrono le ore
veramente gaie di un amore ^ fraterno.
Ci scuserà se ci siam permesse di scriverle ma,avendo -tanto impressa nel
cuore la giornata di oggi e l’aria fresca e pura dei nostri cari monti e lo
squillo dei canti giovanili, sentiamo il
grande desiderio di avere con noi un
libro dell’ultima raccolta dei canti giovanili. Avendoli trovati tutti esauriti a
Torino, abbiamo pensato dì rivolgeirci a
Voi' se fosse possibile farcene avere una copia. Seguiamo con piacere sull’Eco tutte le attività giovanili.
Ringraziandovi infinitmnente uniamo’L. 5Ò per l’opera delle Rondinelle ».
--i I Canti giovanili scmo purtroppo
esauriti da tempo: si sta lavorando ad
una nuova edizione. Ma intanto, dal
momento che avete fatto im sacrificio
per l’opera delle Rondinelle, cercherò
dì accontentarvi e ve ne manderò una
copia, usata s’intende ma che vi servirà' ugualmente. Che Dio vi conceda
di Cantare sempre con cuore contento e
riconoscente gli inni della gioventù
credente!
..jss:. G. B.
A una Rondìnflla Valdese
Mia cara...
Ieri, visitando la tua famiglia, ho saputo che stai per cambiar posto ed entrare al servizio di una famiglia che tì
darà un mensile doppio di quello che
percepivi attualmente. La cosa, invece
di rallegrarmi mi ha preoccupato e,
poiché non dimentico di averti avuta
un giorno fra i miei catecurneni migliori e più cari, voglio dirtene il motivo:
Io temo che tu cada in un equivoco e
che il miraggio di qualche biglietto di
Banca, più o meno fiammante, ti faccia perdiere dei beni dì maggior valore.
Tu mi conosci da tempo e sai ch’io
mi sono sempre schierato dalla parte
' delle nostre care «Rondinelle». Perciò''
mi devi comprendere.
Tu sai pure quanto io apprezzi il tuo
lavoro. Esso è dei più delicati e difficili
che si possano dare. Volta a volta, sei
chiamata ad essere serva, o padrona,
figliuola, sorella, madre, o estranea..
Son le doti più preziose delUanimo tuo
che sei chiamata a prodigarvi. Ti vengon affidate le mansioni più umili e
quelle di maggior fiducia... il tuo lavoro è tutto tessuto di una trama morale
delicatissima, come quello dei grandi
uomini della chiesa o dello stato. La
tua retribuzione, in passato, è sempre
stata modesta e qualche, volta irrisoria, perchè nel mondo i valori morali
non hanno 'mai ricevuto gran retribuzione e, sopratutto, perchè i valori morali non si sono mai potuti • pagare con
una moneta materiale.
In cambio dei tuoi servizi morali, tu
devi esìgere anzitutto un compenso
morale. Devi pretendere di essere trattata con rispetto ed affetto, come un
membro della famiglia; devi esigere
che l’ambiente nel quale sei accolta, sia
onorevole sotto tutti i rapporti. Non
puoi tollerare di restare in una casa ove la padrona ti fa dire delle bugie per
nascondere qualcosa a suo marito, oppure, dove ti si offre lo spettacolo di li■ ti e contese o dove i figli non hanno
per te gli'stessi riguardi che per le signorine stimate della buona società.
Devi fuggire dalla casa che non considera che anche tu hai un’anima e una
chiesa e devi poter svolgere la tua vita
e la tua attività religiosa, come qualunque altro.
Il denaro? E che cosa sono poi quelle cento o duecento lire in più al mese,
che potranno darti da una parte, invece
che da un”altra? Non ti fare illusioni,
non sono quelle che fanno arricchire o
che rendono più bella la vita... ' potrei
farti vedere tante tue cóinpagne più'
anziane di te, che han creduto bene di
correr, dietro; anzitutto, allo stipendio
p^’-grosso. Tu vedessi ora in 'che sitato
sijsono ridotte, tì farebbero pietà. Te ne
a¡|jicuro, ti farebbero pietà!
^^ra più, lira 'meno, la via del servizio' non ha mai portato e non porterà
mai'- nessuno alla ricchezza. Salvo
quelle mosche bianche che han servito
dei padroni vecchi e senza figli e ne
haìnno poi ricevuto l’eredità, o quelle
ràrissime che , sono andate spose al fi-'giio. dei padroni, non ho mai visto una
rondinella tornare arricchita dalla città;- :: . , ; . ’
La tu,a mèta è un’altra 5 tu sei consacrata ad un lavoro che acquista belleagi e nobiltà solo nel suo aspetto morale
¿W“'se è- concepito come una missione.
' Non lasciartene distrarre così facilmente dal fascino 'di uno stipendio.
Già tg l’ho detto, ci vuole dell’altro
per compensare il tuo lavoro: una casa nobile ed onorata ed in essa, un posto accanto al focolare e nel cuore dei
suoi componenti... sul resto, puoi anche
transìgere.
L’hai mai sentita la storia della domestica di Oberlin?
Si chiamava Luisa Schepler. Entrò al
' servizio del grande Pastore quindicenne e vi restò . per quarantasette anni.
Siccomie egli eira poverissimo e non
percepiva che uno 'Stipendio di 50 lire
mensili, non volle mai ricevere un soldo di paga. Lo servì fedelmente, lo aiutò ad ,allevar e la sua famiglia di otto figliuoli, terminate Je cure della casa, si occupava ancora della chiesa, diresse una scuola, fu la prima maestra
giardiniera ,poiché il primo asilo infantile fu creato da Oberlin e la sua donna di servizio ne fu la maestra.
Dopo la morte del suo padrone, rimasta sola al mondo, non ebbe a rim,piangere il suo Bacrifizio di 47 anni
perchè l’Accademia .di Stato'le decretò
un premio di 5000 lire* e la storia le
diede una celebrità^e qna gloria più
grande di quella di molti regnanti e
potenti del suo tempo .
L’esempio di questa nobilissima donna, mi sembra, può ben costituire un ideale per una rondinella valdese. Preoccupati sqpratutto dì trovare per il tuo
servizio una casa buona, molto buona
e isie per avventura 'tu dovessi trovare
un focolare da servire, come quello del
pio e grande pastore Oberlin, entraci
subito, anche senza stipendio, che ne
vale la pena.
Chiunque altro nel mondo, forse, non
mi capirebbe e non mi approverebbe,
ma tu mi capirai e tu mi ascolterai,
mia cara giovane sorella, perchè tu, sei
una «Rondinella Valdese».
Enrico Geymet.
. (JonVegno di Lazzari ■
Domenica 21 giugno ha avuto luoga
alla Bailsassa di Pramollo,^ l’ultimp convegno invernale del gruppo Valli, Già
dal sabato sera numerosi gruppi di giovani erano giunti'a Pramollo, ed al
mattino mentrej,la m'aggior parte saliva
a Lazzarà e sì riuniva sotto'i pini per
il breve iculto tenuto dal pastore sig.
Janavél, altri, nella raccolta e semplice
austerità del tèmpio di i^smmoUo, partecipavano al culto presieduto dal pastore sig. R. Jahier.
Nel pomeriggio, una numerosa assemblea giovanile segue gli studi del
Convegno, suirargomento del Referen- ,
dum « Perchè sono p rimango valdese ». Il pastore sig. P. Marauda svolge
i due primi punti: « Quali sono i principi della mia fede evangelica valdèse »
e « Per quali motivi questi principi
sono 'diventati i miei ». Al primo punto
s’impone una premessa: il termine
« valdese » deve significaire sempre è”'
dovunque «cristiano». Uniica base e
regola della nostra fede è la lettura e
la meditazione delia Parola òi Dio, privilegio e obbligo per ogni credente. Analizziando la vita del Salvatore, troviamo i principi della nostra fede: la
Sua incarnazione e crocifissione ci parlano di stato di peccato, di giustizia, e
di misericordia di Dio, di salvezza per
grazia. La Sua risurrezione ci dimostra
che Egli è veramente il Figliuolo di
Dìo, il nostro Signore, nel quale crediamo ed al quale ci sforziamo di ubbidire per amore; Egli continua la Sua
opera nei nostri cuori per mezzo dello
Spirito Santo.
Riguardo al secondo punto si può
constatare che troppi si accontentano
di approvare teorìicamènte questi ¡principi, senza metterli in pratica: li hanno
accettati per tradizione, ma senza che
essi siano intimamente penetrati nel
loro io. Dobbiamo convincerci che la
vita senza Cristo è vuota, e non dobbiamo stancarci di chiedere a Dio, l’aiuto necessario per ispirare la nostra
vita ai principi dell’Evangelo.
. Il pastore sig. R. Jahier parla qi^di
sui due ultimi punti: « Quali pno i pericoli che minacciano la iriia fede ».
Uno dei pericoli esteriori più gravi è
l’immoralità dichiarata e palese, che
trascina i più deboli nella Sùa scia e
provoca un cedimento su tanti punti.
Altro .pericolo esteriore è costituito
dall’isolamiento, che produce sovente
scoraggiamento, ed indifferenza; siamo
quindi tanto più riconoscenti del notro privilegio di poterci ri'brovare in
questi iconvegnì, ed esortiamo tutti quei
giovani che ne hanno goduto in passato, ed ora, nell’isolamento e sotto
l’influenza dell’ambiente e di compagni
più leggeri, si sentono scoraggiati e
soli, a perseverare più fortemente ancora. Ma non meno'gravi sono ì pericoli interiori: Forgoglio spirituale, il
peccato nascosto nel nostro io profondo
e che coltiviamo si^o forma di desiderio, di ammirazione e di tendenza per
cose non buone.
« Perchè inten'do vivere e morire
nella fede evangelica valdese ». Poiché
Iddio nella Sua misericordia è venuto
incontro a icìascuno di noi e ci ha salvati, noi non possiamo che sforzarci
di vivere secondo TEvangelo. Inoltre,
come eredi dei martiri valdesi, non possiamo tradire questa fede che ci è stata
tramandata e che dobbiamo sentire come una responsabilità verso gli altri.
E’ perciò doppiamente nastra l’esortazióne di Cristo al suoi discep<^i di tutti
i tempi: « Voi mi sarete testimoni fino
airestremità della terra ».
In seguito il Cappellano Cap. E. Rostan, accolto da uno spontaneo e affettuoso applauso, parla delle esperienze
fatte in questi ultimi m,esi in mezzo ai
nostri alpini.
Dopo la lettura di un messaggio del
Moderatore, il pastore sig. P. Marauda
annuncia che il risultato del referendum sarà pubblicato nella pagina della
gioventù <Èl agosto.
Abbiamo pure notato con piacere
che i giovani hanno prestato molta attenzione agli studi e nessun disturbatore... periferico ha turbato U. raccoglimento della riunione.
II Conv^no è finito: ancora un saluto agli amici, uno sguardo alle nostre
montagne e si riprende la strada verso
le nostre case.*^ n. p.
4
r « - ’ V.
!§^i,í;r, iiiE
iaia II M üine
Per Cascina vicinanze Pinerolo 45
giornate - bestiame da latte . cercasi
famiglia 2-3 uomiwc - contratto bovaria - per S. Martino prossimo. RivOlaer
si al gicrnale.
g.,- If-ragaz^ che «>nn|ppngom^a
paittràìmo^ salvo imprevisti/
wijv,. ' ned? .6 lugKo, alle ore JX.25 da Tormò^ '
iOtér^sati sono ^tati personali mente avvisati; i poloni provenienti
‘ dalle Valli sapranno accolti a Torino al/■ ; i’ai^YO del treno delle ore 8.30. “ ‘
' L’indirizzo per la. posta è U seguente:
l Colonia Marina Valdese - Borgio Ve
/ rezzi (SavoTiafiUy^:'. ^,
Non elsseinido'^ancora complèto il numero delie bambine, le domande potranno essere accolte fino ai 10 IvigMo.
Le famiglie interessate devono, non
oltre il 14 luglio, inoltrare al . Comune
di residenza la domanda di trasferimento per la loro figliala indicando cosi la località di soggiorno: Colonwz Manna Valdese in Comune di Piètra Ligure (Savana) - soggiorno dal 4 al 31
agosto. ^
Per chi non è al (corrente della ubicazione della nostra colonia, diremo che
essa ha sede nel Comune di Pietra Ligure, dal quale dipende per tutte le
pratiche annonarie; tuttavia la Casa è
più vicina alla stazione ferroviaria ed
alla posta di Borgio Vcrezzi.
I due turni saranno diretti dalla signorina Laura Avondetto (Via Cassini,
75, Torino) e dalla signora Adalgisa
Landucci, la quale durante il mese di
luglio soggiorna in Torre PeUioe, al
Giambone, presso Long, e potrà dare alle interessate tutti gli schiarimenti del
baso.
Ogni bambina riceverà, a suo tempo
il tramite del sig. Pastore locale
• i*^*li‘razioni porticolareggiìate.
cotono deve essere munito d¿ '
foglio di trasferimento di cui sopra e
delle tessere annonarie icon tutti i taghandi del melse per i generi da mineJra e per i grassi (tagliando del pane
dai giorno successivo alla partenza).
CROH/IC^ Y/ILhPAf
umcoha san qiovanmi
n 17 giugno ha avuto lu(^o il funerale della sig.ra Caterina Beseon ved.
Long, deceduta ai Giaime in età di anni 73. Alle figlie, ai parenti tutti le nostre sentite condoglianze.
Domenica 28 giugno un lungo corteo
di parenti e amici accompagnava al
campo dal riposo la spoglia mortale del
nostro fratelio sig. Cesare Malan, deceduto alla Louchera, in età di armi 64,
dopo lunga e penosa malattia. AUa vedova, ai figli di cui uno icoriibattente in
Russia, alla sorella, ai fratelli, ai congiunti rinnoviamo Tesprassione
nostra simpatia.
— Domenica prossima, 5 luglio, avremo, D. v., il nostro primo culto nel
Tempio ded Ciabas, alle ore 16. Ricordiamo che ogni domenica pomeriggio,
alla stessa ora saranno regolarmente
celebrati dei culti in questo vecchio
santuario fino alla fina di settembre.
PO«>eRO-MANIOLlÀ
Il 24 (corrente abbiamo accompagnato all’estremo riposo le spoglie mortali
di Rostan Caterina, di anni 77, originaria di Prali e stabilita al VaUone presso la figlia. Da parecchi mesi era inferma a causa di una paralisi progressiva; un morbo più violento ha deciso
la sua partenza per l’al di là. Dio voglia far scendere le sue preziose benedizioni sugli afflitti!
PIMBROLO
Sabato, 27 giugno, ebbero luogo i fu- (
nerali della nostra sorella Mario Bosco
vedova Ferrino, oriunda dell’Astigiano,
deceduta improvvisamente all’età di 66
anni. La nostra simpatia cristiana è assicurata alla famiglia e, in modo speciale, alle due figlie con le quali la defunta conviveva. _
SPr, 1 •
Il 1 giugno è stato cel|ebrato*il matrimandq di Gmcomo Piazza con la si^orina Amalia, IMrand-Canton.
Il Signore santifichi con la sua presenza il novello focolare.
f R 24 giugno, nel nostro Tempio di
‘Cotìao Vittorio, con la partecipazione di
un largo stuolo di familiari e di amtei è
stato celebrato il matrimonio del dott;
Osvaldo Sivieoni con la signorina dott.
AnUa Ayassot.
La. funzione,, presieduta dal pastore é;
Ernesto Ayassòt di Venezia, fratello *1
della sposa, ha lasciato in tutti i pre- ^
senti una soave impressione.
I nostri voti più fervidi’ seguono gli §
sposi novelli: al Signore chiediamo di
benedire il loro focolare. ^
/BORRE PÉLLK3E
Venerdì e sabato della settimana
scorsa due fratelli e due sorelle sono
^ stati richiamati da Dio da' quesito mondo: U sig. Arturo Vertù, deceduto all’età di 43 anni; il giovane Aldo Boulard
(Rounc Simondi), all’età di 24 anni; la
sig.ra Eynard Maria in Odin (Ciapera),
all’età di 84 anni; e la sig.na Paolina
Danna (Vignassa Ravadera), all’età di
41 anni.
II Signore spanda la sua consolazione Bulle, famiglie afflitte.
— Il Museo Storico Valdese sarà aperto al pubblico durante retate secondo l’orario consueto, cioè: la domenica dalle 11.30 alle 12.30 il giovedì
dalle >15 alle 17. L’entrata è gratuita; ì
visitatori possono l^ciare in un’apposita calsisetta im’offerta in favore della
Società di Studi Valdesi.
Per il culto dì famiglia
10:
Lunedi Lettura: Ebrei 5: 11 a 6
6 Luglio Salmi 1.
« E il signore di quel servitore, mos-^
so a compassione, lo lasciò andare e gli
rimise il debito ». Matteo, 18: 27.
Spietata era nellDantichità la legge
contro il debitore insolvente: il creditore aveva diritto di venderlo schiavo
insieme alla moglie e ai figli ed anche
di ucciderlo.
Il debitore della psuabola aveva ver- §
so il Suo signore un debito enorme, che '
non avrebbe mai potuto pagare: sapeva quello che lo aUendeva: la schiavitù
e la morte. Supplica, scongiura, ed ecco, ottiene misericordia:
Il sigiiore di quel servitore, mosso a
compassione, lo lasciò andare e gli rimise il debito.
Grande dovette essere la gioia di
quel servo: era la vita che gli era stata
ridonata, con la remissione del debito !
La vita I
Ma subito incontra un conservo, gli
deve una miseria in confronto del debito suo, e ne pretende, spietatamente
il pagamento...
Per il peccato e l’offesa a Dio, anche
noi non dovevamo attenderci altro che
la schiavitù e la morte: ma il Signore
ha avuto pietà, e ci ha rimesso il debito!
Eppure non sappiamo e non voglianio perdonare al conservo che, almeno
crediamo, ci ha offeso ! ■
Martedì Lettura: Ebrei 4: 14 a 5: 10;
7 Luglio Giobbe 32.
« Soltanto conducetevi in modo degno del Vangelo di Cristo, affinchè o
che io venga a vedervi o che io sia assente, oda di voi che state fermi m uno
stesso spirito, combattendo insième
d’un medesimo animo per la fede del
Vangelo ». Filij^eisi: 1: 27.
L’obbligo della testimonianza con una
vita degna del Vangelo, è continuo sia
che l’apostolo sia presienite sia che egli
sia assente, e cioè sia che noi facciamo
parte di una congregazione che ha il
privilegio d’una continua assistenza •
spirituale, sia che siamo della diaspora,
disseminati tra gente che non sa nulla
della nastra fede e del Vangelo della
Salvezza. Anzi in questo caso l’obbligo
è ancora più grande, perchè dalla nostra testimonianza resa con ima vita
degna del Vangelo, può forse dipendere l’accettazione della Verità di quelli
che ci sono vicini.
E con l’obbligo della condotta degna
del V^elo vi è quella di stare con i
fratelli d'uno stesso spirito di pace e
di amore, perchè eissendo di un medesimo animo potremo combattere vittoriosamente per la Fede del Vangelo.
« Gesù disse: Non avete mai letto
nelle scritture: La pietra che gli edificatori hanno riprovata è quella efie è
divenuta pietra angolare; ciò è stato
fatto dal Signóre.
Mercoledì Lettura: Ebrei 4:
. • 8 Luglio Giobbe 31: 24-40.
Ed è cosa meravigliosa agli occhi no’ Matteo'^ 21: 42.
-...E la pietra, dice S. Pietro, è Crisito.
Gli uomini del suo tempo la riprovarono, ma nel suo intoppare in essa,
. e^i si spezzarpno, e la pietra, il Cristo!
■ divenne' il fondàipento della fede, la
base della celeste Gerusalemme.
. Noi, molte, troppe volte, l’abbiamo
riprovata, e àbbiamo dovuto accorgersi
che rovinavamo, sicché quando abbiamo voluto ricc(struirè la nostra vita,
porla su una base sicura e indistruttibile, abbiamo dovuto fare del Cristo,
suo iiwegnamento, del suo amore’
.di tutto lui stesso, la pietra angolare.
L’umanità ha creduto e crede di poter rìgettàre la pietra dei secoli e non
^trà mai costruire qualcosa di bello,
d: puro, di santo, se non mette, oggi!
conae ieri, come domani, Cristo aUa base della vita.
7-19;
Giovedì Lettura: Ebrei 3:
9 Luglio Giobbe 31: 13-23.
^ « Se confessiamo i nostri peccati. Egli
fedele e giusto per rimetterci i peccati e purifcarci da ogni iniquità ».
. . 1 Giov. 1: 9,
Lrli uomini possono ingannarci non
mantenendo le loro promesse; gli uomini possono arrivare a tale deformazione
del senso morale, da compiacersi quando sono riusciti a liberarsi dairobbligo
di ^ere fedeli; Gli uomini: non Dio !
Egli è fedele e giusto, verso sè stesso,
di una giustizia perfetta: se ci ha promesso di rimetterci i peccati, ce li rimetterà, non v’è dubbio!
Ma, ...se glieli confessiamo: se giudichiamo rettamente di noi stessi, non
mendicando delle scuse che dovrebbero
^rvire ad ingannarci e ad ingannarlo.
L umiltà è una virtù che oggi non gode
teoppo favore: oggi s’insegna e «si pratica la superbia e l’orgoglio; oggi si ride
di chi non sente altamente di se... Ma è
la dottrina del mondo e di oggi: Tinsegnamento di Dio e quindi eterno è: se
gli confessiamo i nostri peccati...
Vmer« Lettura: Ebrei 3: 1-6*
10 Luglio Giobbe 30: 24 a 31; 12.
« E uscito fuori verso l’ora undicesima, ne trovò degli altri m piazza e disse loro: perchè ve ne state qui tutto il
^giorno inoperosi?» ,
* Matteo 20: 6.
La chiamata di Dio, per recarsi a lavorare nella sua mistica vigna, può venire ad ore diverse, ma viene per tutti.
Egli ci chiama, ora, se ancora non ci ha
chiamati.
E chissà che questa non sia appunto
lora medesima, l’ultima ora del giorno?
Chissà. che non 'siano, questi, gli ultimi bagliori di luce, e che dopo non
seguano quasi immediatamente le te
nebre,v della morte, il troppo tardi? Vi Ì
" e tanto da fare! Vi sono più dure delle ’
zolle" da dissodarè, vi è sme di bohtà é
di_ amore da_sparg^, sterpaglie e gramighe di odiò e di egoismo da sradica—
re. .4, ■ ", ; ' •
« Peirchè ve ne stete qui tu^ il giorno inoperosi ? » Al lavoro, fratelli eiascuno nel campo piccolo o grande ché
gli è steto,affidato per la sua fatica-.
Il i Signore chiama e l’óra è avanzàta
Tra poco sarebbe troppo tardi!
S^to Lettura: Salmi 40; Giobbe
11 Luglio 30:1-23.
« Ma se anche aveste a soffrire per cagione di giustizia, beati vo'o!
E'•non vi sgomenti' la paura che ifteùtono e non vi conturbate.
•'i^ 1 Pieteo 3: 14.
S/ Pietro ripete qui quanto il Divin
Maestro già ci insegnò nel discorso sul
monte.
Sempre gli uomini che hanno amato
la giustizia e hanno operato per farla
tricmfare, hanno riscosso odio e persecuzione, eppure sono beati! Beati perchè con quel loro amore più hanno cercato di avvicinarsi a Dio, il Giusto,, e
con quella loro fatica più hanno imitato
IL Cristo.
Beati, perchè nella persecuzione e
nella sofferenza è come il suggello divino posto nella loro anima.
La sofferenza per la giustizia, intesa.'
nel sigmficato che ad essa attribuiva il
Cristo, e cìòè la realizzazione nelFanima
singola e nell’umanità della volontà e
del pensiero di Dio, è, veramente, fonte
di quella beatitudine che isolo in Dio
ha la sua origine.
È allora nè la moltitudine nè la potenza dei persecutori nè possono incutere paura nè conturbare.
Beati!
Jacopo Lombardini.
I figli sentitamente commossi per lodimostrazfKÌne di simpatia 'dimostrata
.per la dipartita della loro cara Mamma,
hhiuiiii Dii m oiimi
ringraziano tutte le persone che con
scritti e con parole presero parte al lorp...
In modo particolare il sig. Giulio
Tron per le confortevoli parole; il dott.
Gardiol per le amorevoli cure; la diaconessa Suor Rina, i vicini"di casa che si
prodigarono amorosamente nella triste:
circostanza.
Torre Pellice, 25 giugno 1942.
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