1
LA BllO^A IVOVELM
GIORNALE RELIGIOSO
PIIRXX» »VtWMOC'l 4XiO\U
(1 domicilio)
Torino, per un anno L. 6,OD | L.7,00
. |>er sei mesi » 4,00 | « 4,50
LV le proviricie e l’eslero franco sino
tA'ai conlìni, un anno . . L. 7,20
'• • • 5,20
per sei mesi ,
A).»;6£'jo'jTtj Sé svàyinr,
Sef>ueD(lo la verità nella carità
Epbs. IV. 15.
L'Uilìcio della BUONA NOVELLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
dif.l.iVCOMO BIAVA, viaCarlo Alberto,
iliriinpetto al Caffè Diiei.
Le a.ssociazioni si ricevono in Torino allo
stesso Ufficio.
f. .4ssocia/i delie Provincie potranno provvedersi di un t'agìia postaìe,
inviandoìo franco alla libreria Biava.
Lo Bibbia. — Le Tnissioni cattoliche e le missioni evangeliche — Risposta alla
pastorale del Vescovo di Nizza. — 1 Quaqueri deirimperator di Russia. —Notizie
religiose. — Cronachetta politica.
LA BIBBIA
Bìproduciamo dall’errpllenle giornale Associaziotip e Lavoro di Genova
il seguente articolo in risposta advuno
del sig. Bianchi-Glovini, relativo alla
Bibbia in Italia. Le osservazioni del
giornale che citiamo sono tanto più
preziose, in quanlo che esso non è nè
giornale protestante nè religioso, che
non può cadere sospetto che egli parli
per ispirilo di parte; d’altronde i fatti
,che cila sono tali da persuadere lo
iceltico il più ojtinato. Trascriviamo
l'artif'olo tale quale si trova nel numere 3 àeìl’A.^sociazione e Lavoro.
« 11 giornale V Unione nel i\. 180,
in quattro delle sue prime colonne
pubblicava un arlicolo, inteso a dimostrare, che il protestantismo non
può allignare io Italia, poiché l’Italia
non può a meno di rimaner catlolica.
E per arrivare a quesla conclusione il
valente uomo che quell’arlicolo segnava, compiange gli sforzi della So-
2
cielà Biblica di Londra, le iilugioiii di
essa e lo sprecamento di lanli milioni;
poiché, egli dice, la Bibbia è pianta
esotica in Italia, e fra noi si legge a
modo del romanzo od altro libro qualunque; e però non è il seme che
possa fruttare l’unzione di quel mistico
rapimento di cui i protestanti si sen tono cotanto entusiasmati.
« Non è qui nostro divisamento di
confutar paragrafo per paragrafo l’articolo che abbiamo sott’occhio, avvegnaché facilmente potremmo dimostrare che non è il danaro che rende
felice una nazione, ma è piuttosto la
moralità e la conoscenza di Dio, e
questa dimostrazione potremmo conseguire con poca fatica, facendo ricorso alla statistica ; nè vogliam giustificare qui r operalo della Socielà
Biblica di Londra , imperocché gli
sforzi Ji quei crisliani, che non si
prefiggono nè gli studii filologici, nè
gli esegetici, ma il diffondere la verità,
sono glorificati abbastanza quando il
mondo, loro malignando contro, gli
dà del fanatico e del folle. Ma è nostro intendimento di rispondere unicamente, per dire che il redattore di
queU’arlicolo, crediamo abbia guardalo le coscienze italiane, e l’opera di
riscuotimento che Iddio sta svolgendo
fra noi colle medesime lenti delle quali
egli si servì per leggere gli Evangeli
e per pni poterne fare la critica. No,
la Bibbia fra noi non si legge a modo
di qualunque altro libro e romanzo;
al contrario possiamo francamente affermare che il signor Giovini questa
volta 0 si è ingannato o vuole ingannarsi. Ed abbiamo il diritto di questa
dolorosa alternativa, dappoiché ci è
stato conferito dall’erronee citazioni
che il critico degli Evangeli a pruova
di quella critica notava. A dimostrare
ch’egli s’inganna, o vuole ingannarsi,
noi non faremo ricorso ai primi secoli della Chiesa , quando anche in
molte località d’Italia la Bibbia era il
libro di vita, nè qui rammenteremo il
secolo XVl, né il XVll ; ma invece
preghiamo l’autore di quell’articolo di
dirci, se è stato per leggere la Bibbia,
come per leggere i Promessi Sposi del
Manzoni, la Battaglia di Benevento del
Guerrazzi, e la Filosofia della rivoluzione del Ferrari, che le prigioni del
Bargello di Firenze sono stale e sono
piene di parecchi italiani che il governo di Toscana nota di attentali
contro la religione dello Stalo? Ed è
stato per leggere la Bibbia, come per
leggere il Costante, che le prigioni di
Chiavari hanno imprigionali i Cereghini, quelle di S. Andrea a Genova il
Mazzinghi, quelle di Casale il llocchetti, quelle della Savoia altri, quelle
di Roma parecchi altri italiani? È stato
forse per leggere la Bibbia come qualunque libro , che in Italia parecdii
3
operai sono discacciati dai loro principali, e si cementano di stentare la
vita e qualche volta mancare del neeessario, e ciò solamente per vezzo di
leggere ia Bibbia? È stalo forse per
leggere la Bibbia a modo degli altri
libri, che nelle nostre adunanze ascoltiamo pregare da semplici operai che
non hanno mai saputo formolare nè
un'idea, nè accozzar due parole, lali
preghiere che fanno venirti spontanee
ie lagrime sugli occhi? K stato forse
leggendo la Bibbia a modo di qualunque allro libro o romanzo, che poveri
uomiui della minutaglia del popolo ragionano dei bisogni intimi delle anime
loro, come non lianno mai ragionalo,
nè lo potrebbero tanto esaltnmente nè
■ filosofi di queslo mondo, nè i critici
ai questo secolo? È stato forse leggendo la Bibbia come si legge ogni
allro libro o romanzo, che daU’ullima
classe del popolo veggiamo sorgere
lali uomini che farebbero arrossire di
vergogna i sommi pensatori, poiché
loro rivelerebbero gli intimi e nascosti
segreti del cuore? È leggendo la Bibbia
a modo di qualunque altro libro o
romanzo, che veggiamo fra noi che
l’uomo volgare perseguitalo, incarcerato, condannato, serba la sua dignità
in calma ed in pace, ed a’ suoi giudici
risponde: Io so in chi ho creduto, e
se voi mi uccìderete nel corpo , non
potrete uccidermi nelì'anima ? È leg
gendo la Bibbia a modo di romanzo,
se un lungo numero d’infelici italiani
carichi di famìglia e senza pane, perseguitali dai governi e dai maligni di
questo mondo, invece di bruciarsi il
cervello, o morire asfissiali dal carbone, 0 addiventare ladri ed assassini,
sono allegri d’una letizia che gli iniqui non conoscono e non possono apprezzare? K perchè si legge la Bibbia
in Italia a modo di qualunque altro
libro 0 romanzo, che veggiamo cotesta
trasformazione morale , talché ascoltiamo pregar pe’ nemici, e scorgiamo
non più confusa l’idea del sopporto e
della pazienza crisliana , con quella
dell’accidia e della viltà? Oh quando
la Bibbia dà questi risultati, che pure
son falli verificabili da chicchessia,
davvero non possiamo comprendere
come sipossa affermare che in Italia
la Bibbia si legga a modo del romanzo
0 di qualunque altro libro, e che non
sia per gl’italiani il libro contenente
quell'unico elemento dì affermazione
in cui solamente la vita può svolgersi
ed eternarsi.
<■ Queslo nuovo parlare sventuratamente non sarà compreso dall’autore deH’articolo al quale rispondiamo,
e forse anche a molli parrà strano e
folle ; lo confessiamo, ci si spezza il
cuore pensando a codesta penosissima
realità; ma in quanto a noi, grazie
sieno rendute a Dio, possiamo lesti-
4
rnoniare, conoscere essere due le economie della vita su questa terra, e però
coloro che vivono solamente nella prima non possono testimoniare della seconda ; ma noi che abbiamo vissuto
nell’una e che ora viviamo neU’altra,
ed avendo di entrambe l’esperienza,
possiamo gloriarci per Gesù Crislo
della follia della croce, gemendo sulla
vanità della superbia umana.
« Si, è stalo per leggere la Bibbia,
nou già a modo del romanzo, ma per
cercarvi la verilà, la vita ; non per
criticarla, non per giudicarla, ma per
essere criticati, giudicali, che siamo
entrati nella economia della grazia in
cui le conversioni innumerevoli si manifestano e si esplicano, e si fanno
conoscere, per lo appunto in quel sentimentalismo che l’autore deU’arllcolo
in disamina chiama giustamente mistico, giacché a lui è stato fino ad ora
sventuratamente sconosciuto. — Gl’Italiani nei loro alTetli sono più sentimentali di quello che il Giovini supponga; e nella religione, in cui tutto
è sentimento, giacché il cuore si rende
dominatore della mente, e la fede,
guida suprema della ragione, gl’italiani per natura debbono essere sentimentalissimi; e Io sarebbero di già
siati, se in Italia fossero mancati gli
iniqui che si hanno fatto una religione
di tarpare sempre le ali dell’anima
che voleva volare diretta a Dio Crea
lore, coll’intronizzare sempre il senso,
e se fossevi stato penuria d’uomini
che si son detti sapienti solamente per
voler sempre distruggere, negare, ed
edificare ed affermare non mai. —Sì,
l’italiano, il popolo poetico per eccellenza, in religione sarà eminentemente
sentimentale, ma non già d’un sentimentalismo nordico e gelato, no, ma
d’un sentimentalismo davidico, orientale, innestato alla natura fervida del
mezzogiorno, armonizzato colla severità delle sue alpi, colla lucentezza
del suo sole, e colle crepitanti fiamme
de’suoi vulcani.—Un poco di tempo,
0 signor Bianchi-Giovini, — aspettiamo che rilalia lungi di proclamare
1 suoi diritti, riconosca i suoi doveri,
e conoscerete, ne siam sicuri, ciò essere stala l’opera della Bibbia, e l’effetto della sua missione fra noi ; ed
allora speriamo che a vantaggio dell’anima vosira, brucerete i libri di critica che conlro di essa avete scritto e
pubblicalo, sentendo un vivo rimorso
di aver lanto maledetto, di aver tanlo
tempo perduto, e tanto malamente
fallo, per essere infine lanto poco
letto!
" È carità di patria il non abbassar
al brutalismo, definendolo materiale,
un popolo di già abbastanza e per
lungo tempo calunnialo. Noi qui potremo provare quanto asseriamo, ma
per ora Io tralasceremo, riserbandone
5
al nostro prossimo numero l’incarico;
poiché ci proponiamo, coll’aiuto di
Dio, di far conoscere agl’Itah'ani ed
agh stranieri, che non solamente fra
la gente minuta del popolo la iSibbia
non si è letta e non si legge a modo
del romanzo o di qualunque altro libro; ma cbe come libro supremo di
unica atiermiizione e di vita, la si è
tenuta in grande pregio dai sommi
pensatori italiani del passato e del
presente; pensatori che per la loro
eminenza e per le scuole stabilite ed i
sistemi formolati, infino ad ora non
sono stati non che superati, uguagliati
nè dagli scettici nè dagl'increduli.
» E per ora ponghiamo termine,
pctendo assicurare l’autore di quelicolo, che la Società Biblica di
Londra non va vendendo o donando
la Bibbia in Italia collo scopo di fare
degl’italiani tanti anglicani; no, gli
uomini che compongono quella Società, più che del nome di anglicani
e di protestanti, si gloriano del nome
di Cristo ; e che però nou è per amore
d’un sistema umano, ma per amore di
quel principio che comincia e finisce
con Gesù Crislo, e per amore di diffondere il cristianesimo mercè la Luce
Evangelica sulle tenebre del paganesimo italiano, cbe quella Società sollo
le benedizioni di Dio lavora. — Si,
sia gloria prima a Dio e poi ai suoi
operai che si gloriano in Lui, che ci
offrono la Bibbia, la quale stenebra e
svergogna tulle quelle inique menzogne che dalla bocca del prelume, e
dalla bocca degli uomini animali, a
lungo sorso per tanti secoli ci hanno
falto bere, e di che ancora ci vorebbero abbeverare.
<• Lode sia a Dio.’ no, l’Italia, e ne
abbiamo fede, non sarà mai protestante, non s’ispirerà mai a sistemi
forestieri, come non sarà mai nè incredula, nè scettica; ma lo ripetiamo,
abbiamo fede, che l’Italia sarà della
Bibbia e per la Bibbia cristiana.
« E lo confessiamo, ci addolora lo
scorgere che i potenti ingegni italiani,
tra’quali non è minore quello del
Bianchi-Giovini, credano che negando
ed ateizzando, essi riusciranno a distruggere la cosi detta bottega romana.
Sì, essi distruggeranno il papismo, ma
nello stesso modo che il distrusse la
rivoluzione francese del novantatre,
offrendo cioè al nemico che aveva atterrato l’arma deH’iiicredulità, mercé
la quale quel nemico prostralo si rizzò, riguadagnò il terreno perduto,
divenne signore del campo, e tuttora
è nemico vittorioso e formidabile.
■■ Il Romanismo non è un uomo,
ma un principio, un sentimento, una
idea—ed un principio, uo seritimento,
un’idea, nou si spengono a colpi di
negazione, ma affermando, cioè, mettendo a fronte di quel principio, di
6
quel sentimento e di quell’idea un altro principio, un altro sentimento ed
un’altra idea ; non diversamente come
quando volendosi vincere Terrore gli
si contrappone la verità. — Nè il cattolicismo desiderato dal Bianclii-Giovini noi lo possiamo considerare una
affermazione; avvegnaché non comprendiamo che cosa sia il cattolicismo
senza il papa, e senza le caste, e ciò
nel significato storico; nè lo intendiamo meglio nel significato filologico,
quando il Bianchi-Giovini asserisce
che in Italia si legge la Bibbia a modo
di romanzi o di qualunque altro libro.
— Confessiamo la nostra cortissima
intelligenza, e preghiamo il valente
scrittore àeW Unione, a volersi spiegare un poco più chiaramente, atteso
¡I nostro difetto a comprenderlo ; giacché, dalla Bibbia eccettuata, da nessun
libro e da nessun romanzo noi lenghiamo possa scaturire una religione
catlolica.
lE MISSIONI GATTOIJCHE
E LE M1SS10PÍI EVAPiGEllCUE
Fino da poco dopo la riforma i preli
IncomiDciarono a gridare che il protestantismo era in agonia, e profetizzavano la sua
morte fra breve. Tre buoni secoli sono
passati ed il protestantismo agonizzante
ha fatto tremare e fa ancora tremare i
preti. Per fare conoscere ai nostri avver
sari la verilà della noslra asserzione citiamo le cifre seguenti:
L’opera della propagazione della fede
è la più grande e può dirsi l’unica oper
missionaria della Chiesa Romana. Tutti ■
preti, tutti i predicatori e tutli i parroc
di tutto il mondo cattolico raccomandani
quest’opera : in tutto il mondo cattolici
si fanno collette perla propagazione dell:
Fede. Ebbene, si è pubblicato ora il ren
diconto dell’anno scorso che ascende ì
poco più di tre milioni di franchi. 1
Cattolicismo conta cenlo Irentanove mi
lioni d’individui, quindi i Catlolici avreb
bero contribuito per l'avanzamento dell
loro religione circa due centesimi per te
sta; lo che certo non è un gran segno d
vita.
Il moribondo protestantismo all’oppo
sto ha contribuito mollo più, sebbene I
numero degl’individui cbe lo compongon
sia minore. I rendiconti deH’IngUilterr
dell’anno scorso portano l’incasso di que
sta somma rispettabile, cioè 25,532,81:
francbi; nella Scozia 2,221,126: dell’A
merlca non si è avuta ancora la cifra to
tale, raa quel poco che è stato pubblicati
ascende alla somma di franchi 9,169,C'”
In Francia si sono raccolti 822,661 fra.
chi. Totale .5S,748.61-i franchi. Non ab
blamo le somme raccolte nella Svizzera
nella Prussia, nella Olanda e negli alti
paesi protestanti. Tutto questo zelo d(
protestanti dimostra che la religione e
vangelica è tutt’altro che in agonia.
Le conquiste di anime che fa la reli
glene evangelica, si possono contare
migliaia in ogni anno. Se gli Evangelio
seguissero ia tattica di certi preti riceven
do tutti quelli chesi presentano, in moli'
paesi nel quali il Callolicismo è domi
7
naote, sarebbe ridotlo a minoranza. Se
gli Evangelici menassero tanlo rumore
come fanno certi preli per ogni caltolico
od ogni prete o frate che si presenta loro
per rinunziare al Callolicismo, le loro
chiese sarebbero ogni giorno occupate in
tali funzioni, ed i loro giornali non basterebbero per registrare lali falli. Ma gli
Evangelici credono nella loro evangelizzazione di dover fare un’opera veramente
religiosa, non già un lavoro di selta.
Le cifre sopraccennale sono tutte riportale nel pubblici rendiconti, nei quali
è anche registrato l’ciso che si è falto di
tale danaro. Nelle cifre delle spese non vi
è registrato quello che, secondo I clericali, si spenderebbe per comprare le conversioni . Sarebbe dunque una cifra a parte
ed una cifra molto considerevole, imperciocché, secondo essi, le conversioni sarebbero pagate l’una per l’altra dal quattro ai cinquecento franchi, senza calcolare
l’assegno giornaliero o mensile che si fa,
secondo essi, ai nuovi converliti: in conseguenza di che la .somma aumenterebbe
almeno del doppio, ed II protestantismo
impiegherebbe circa settanta inillloni all'anno per comprarsi lutti I pessimi soggetti che sono fra i Cattolici. Quando si
dicono tanlo grosse, una confutazione sarebbe un insulto al pubblico.
RLSPOSTA
ALLA
PASTORALE
DEL
VESCOVO DI JilZZJ.
Codesto vescovo pubblicò nella scor.'a
quaresima uno di quei solili scritti virulenti e caluiiDiosi che in Istlle di curia so
gliono ('.hiamarsi pasturali. Un nostro araico si tì preso la pena di dirigere alcune
lettere a quel vescovo, e ci prega di pubblicar!».
LCTTERA PRLMA
Monsignore,
Ho letto la di lei pastorale della scorsa
quaresima, che si raggira quasi tutta intorno ai Protestanti: e poiché V. S. dice
in essa cbe la conoscenza è il mezzo migliore onde combattere l’errore, perciò
vengo con la presente a pregarla acciò si
compiaccia istruirmi. Io spero che vorrà
degnarsi rispondere alle mie lettere che
le scriverò successivamente: e per impegnarla maggiormente a dò fare posso assicurarla fin da ora che già ho prolittalo
delle sue lezioni. V. S. biasima coloro che
ricevono la Bibbia cun indifTerenza , con
curiosità e dispregio, ed io trovo che ha
ragione, e perciò voglio leggerla con attenzione , con rispetto e con gratitudine
verso Dio che l’ha dellata. V. S. dice ehe
la Chiesa sola può farci comprendere la
Bibbia, pd è perciò, o monsignore, che
io prego lei a spiegarmela,
LETTERA SECONDA.
Monsignore,
In risposta alla mia prima V. S. mi fece
dire di mandarle la mia Bibbia, che poi
mi avrebl)e mandale le sue spiegazioni,
ma Ella comprende bene cbe se la mia
Bibbia sarà presso di Lei, saranno Inutili
le sue spiegazioni cbe saranno presso di
me; imperciocché io vorrei nello stesso
tempo 11 te.sto ed il commentario per confrontarli. lo vorrei avere alla mia destra
la Bibbia, alla sinistra le sue spiegazioni
per cosi vedere T una e le allre per giudicare fra i due. lo so» persuaso che V.
8
S. essendo vescovo per l;i grazia di Dio e
della Santa Sede Apostolica, e quindi essendo illuminato dall» Spirito Santo dovrà necessariamente convincermi e persuadermi ; perciò senza frapporre indugio
le esporrò I pensieri che mi si presentarono leggendo la Bilihia e la di lei pastorale.
V. S. dice, che per insegnare il Vange
lo bisogna essere mandato da Dio. La
Bibbia dice lo stesso, i Protestanti lo dicono anch’essi, ed iu lo credo. Fin qui
siamo perfettamente d’accordo. Ma io domando, chi è l’invialo di Dio? V. S. mi
dirà, sono io, il Protestante mi dirà lo
stesso, ed io a chi dovrò credere? Se domando le prove, V. S. mi mostra le bolle
del papa colle quali è nominato vescovo,
ed il pastore protestanle mi mostrerà il
diploma della sua Chiesa che lo nomina
ministro: ma tutto ciò non prova che Dio
abbia inviato l’uno piuttosto che l’altro.
V.S. aggiunge, è vero, che il papa è il vicario di Gesù Cristo, mentre il pastore protestante mi dice che il suo superiore non
è che un semplice figliuolo di Dio, in guisachè su lai punto non saprei veramente
a chi credere; però osservo che tnnto
l’uno come l’altro rende testimonianza a
se stesso ed lo causa propria, quindi
credo prudente non fidarmi nè all’uno nè
all’altro. Ma siccome ambidiie convengono neH’ammettere cbe la Bibbia venga da
Dio, così senza fare torlo ad alcuno, consulto la Bibbia per sapere ciò chc essami
dice. Ora secondo la Bibbia, a cbi promette Dio lo Spirilo Santo? Non ad un
vescovo, non ad un paslore, ma a chiunque glie lo domanderà. Se V. S. ne dubita, legga quesle parole del Vangelo che
sono regislriile nel capo xi di san Luca
al versetto 15: « Se voi, essendo malvagi (non prenda per sè questa parola), sapete dare buoni doni ai vostri figliuoli,
quanto più il vostro Padre celeste donerà
lo Spirito Santo a coloro che gliel domanderanno ? ». Io dunque farò cosi :
domanderò a Dio con fede lo Spirilo San
lo ; sono certo nella sua parola che l’otterrò , ed allora comprenderò la Bibbia
por salvarmi. Ascolterò altresì le sue spiegazioni e quelle del paslore protestante,
e si accerti, monsignore, che ascolterò
prima le sue. Atiendo dunque con ansietà
uij:i sua risposta alle seguenti quistiuni.
Nella [)a.storale V. S. dice che il proteslanlisino non avrebbe allignalo in nessuna nazione, se al suo giungere non avesse trovato lauta ignoranza. .Ma di grazia , chi ave.'i ridotte quelle nazioni a tale
ignoranza ? Non è stato certamente il protestantismo che non esisteva: che fosse
slata la Chiesa romana sola padrona in
quei tempi? Che ne dice monsignore? V.
S. dice cbe i Protestanti tentarono iuulilmente di convertire l’Italia, i paesi civilizzali, ed i paesi pagani, ila se non hanno convertito nè gli uomiui civilizzati nè
I barbari, di dove dunque vennero eglino
stessi? Non suno forse proteslanti? Che
fossero gesuiti Iravestiti ? Se non sono capaci di convertire alcuno, perchè V. S. Il
teme tanto ?
Mi viene ora un’ idea che voglio comunicarle. Invece di irritare i Protestanti
cerchi piuttosto d’istruirli ; a|)ra delle
pubbliche conferenze ove ciascuno possa
esporre liberamente le sue ragioni ; noi
tulti uomini del popolo verremo con piacere ad ascoltarle, e siccome siamo certi
che V. S. ed i suoi teologi resteranno vincitori, cosi saranni) rinindotti nel grembo
9
della noslra santa madre Chiesa non solo
i caltolici traviali, ma ancora quei poveri
prolestanti eretici. Per carità, monsignore , non fulmini più maledizioni conlro
quei poveri infelici, ma faccia lutto il suo
possitiile per convertirli. Un pastore protestante mi ha promesso che se V. S. farà
le conferenze , ci assisterà con tutlo il rispetto; non sia dunque meno {¡arlialo di
un eretico.
V. S. dice oella pastorale che i Protestanti non fanno dei proseliti che a prezzo
d’oro: che danno gratuitamente le Rihbie, che aprono scuole gratuite, pafiann
viaggi, salariano abbondantemenie i loro
missionarii, e così spendono dei milioni.
Ma se ciò è vero bisogna dire dunque che
i Protestami non solo sono ricchissimi, ma
che sono generosissimi. Quello poi che è
veramenle curioso si è che quesle persone che spendono tanto per noi e che si
spogliano per noi, vengono tutte da paesi
forestieri e protestanti, dal!’Inghilterra ,
dall’America, dalla Germania, dalla Francia e dalla Svizzera. Ora queslo fatto se è
vero, fa nascere in me quesla ridessione:
i paesi protestanti sono ricchi e generosi,
dunque, io dico, Dio li benedice, e se
egli li benedice, percbè noi dovremo maledirli?
Se essi fossero poveri come i nostri
llaliani, non spenderebbero tanto danaro
come fanno. La moralità è maggiore nei
loro paesi che fra noi : supponiamo che
si fossero arricchiti per male vie, sarebbero cosi generosi da gettare via il loro
danaro in tale guisa? Io non voglio adulare i Protestanti, non dico che essi si
privano del necessario per couvertirci, ma
li vedo ricchi , e ne cnnchiudo che Dio
benedice, le loro industrie, £ vero che ci
offrono il danaro per condurti all’errore,
ma disgraziatanienle vi sono essi stessi:
sono erelici è vero, ma sono erelici ricchi e generosi. V. S. vede bene diinque
che bisogna a.ssoliitamente convertirli.
Faccia dunque pubblicare 1« sue conferenze, come ha fatto pubblicare la sua
pastorale.
P. S. — Dopo avere si'ritia questa letlera mi sono volulo accertare del fatto e
conoscere se era vero che i Proteslanli
davano danaro a (pielli che volevano convertirsi. A dire la verità io ne dubitava
mollo, percbè. diceva ira me, se ciò
fosse, mezza Italia sarebbe facilmente
convertila. Però per quanto io abbia fatto
onde aspiciir.'irmi di questo fatto, nessuno
ha mai potuto dirmi di avere ofTerlo danaro ; siccome nessuno ha potuto dirmi
di averne ricevuto. Potrebhe, monsignore,
per avventura indicarmi qualcuno di quei
tuli, e soiiiniini.slrare le prove? lo per
meglio accertarmi .sono andato a vedere
un ricc.o iiaslore inglese giunio qui di fresco, che distribuisce molli libri proteslanti. Lo trovai colla Ddibia tra le mani;
gli esposi l’oggello della mia visita: vuol
sapere , monsignore , cosa mi rispose ?
Nulla, assolutamente nulla : ma aprendo
il santo Libro pose sotlo i niiei occhi il
passo seguente: «Vadano i luoi danari teco
in perdizione: conciosiacosachè lu abbi stimato cbe il dono di Dio s’acquisti cou danari «(.Mi. viii. 20). Dopo ciò l’inglese mi
guardò iu viso, mi diede una stretta di
mano dicendomi yood eveninge mi chiuse la porta sul viso. Veramente, monsignore, questi eretici nnn sono tali quali
se li crede. Del resto se fosse vero che
offri.ssero del danaro , l’onta ricadrebbe
piulloslo su quelli che lo ricevono, «h»
10
su quelli che lo danno ; imperciocché accetlandolo noi caltolici ci venderemmo
all’errore; mentre essi offrendolo non offriretiliero che quello che credono essere
la veritii. La consiglio dunque, raonsignore, a non gettare più lall accuse contro i
Protestanti, perchè colpiscono più fieramente noi cattolici.
Ora poi mi viene un altro pensiero.
Que.iti Protestanti che sono così ricchi
devono necessariamente saper fare i loro
conli : ma mi dica, di grazia, per qual ragione spenderebbero cosi il loro danaro ?
Cosa essi guadagnano a convertirci ? 0
essi sono uomini sinceri, ed allora non si
può dire che sieno uomini cbe cerchino
comprare le coscenze, che sarebbe anche
secondo essi una grande iniquità : o sono
ipocriti che non vogliono presso di loro
che protestanti di apparenza, ed allora
domando, dandoci essi gratis Bibbie,
scuole e danaro cosa ricevono da noi in
cambio? 11 convertitore fa forse così per
essere pagato dalla socielà? Ma dunque
quale profitto ne trae la socielà ? Lo fa
essa per carpire il danaro dal pubblico
protestante? Ma questo pubblico quale
utile ne avrebbe? Quale vantaggio a cagione d’esempio ne verrebbe al negoziante di Londra o di Nuova York se un malvagio caltolico di Roma o di Torino divenisse malvagio protestante ? Monsignore,
Lei lo vede io mi perdo in un labirinto
di supposizioni, e spero chela di Lei risposta mi darà il filo conduttore per
uscirne.
Forse dopo avere ben riilelluto V. S.
dirà ch’è una missione politica. Sarà dunque il governo che darà l’impulso a questo movimento. Ma qui trovo un nuovo
inciampo -. qual è questo governo ? Sicu
ramente il governo de’ convertitori che
pagauo. Ma Ella ci dice che questi converlilori vengono d’Inghilterra, d’America, dalla Francia, dalla Germania, dalla
Svizzera; in guisa che la regina d’Inghilterra , r imperatore dei Francesi, il presidente degli Stati Uniti, il re di Prussia, i
venlidue cantoni Svizzeri, senza coniare
tuli’ i piccoli principi tedeschi avrebbero
la pretensione di fare dell’Italia che cosa?
una nuova Inghilterra? una seconda America , od un’ altra Francia , ovvero una
Germania od una Svizzera? Vorrebbero
dunque farci nello stesso tempo costituzionali, repubblicani, realisti ? Tulti questi governi sono d’accordo fra di loro, o
no? Ab, monsignore! io credo che i governi sieno più furbi che Ella non pensa:
e V. S. che governa una diocesi sa bene
che non è in questo modo che si spendono i suoi danari..
Terminando mi pregio soltomelterle i
miei dubbi, e rammentarle che sono sempre in attenzione di sue risposte.
I QIJAQIERI
E L’IMPERATORE DI RUSSIA
Leggesi nella Feuille Keligieuse du
Canton de Vaud:
«Ogni denominazione cristiana sembra
avere, secondo la sua specialità , una
missione particolare, una parte distinta
della verità ch’essa è chiamata a mettere
in visla e a difendere dinanzi a lutta la
cristianità. Egli è per tal modo cbe tutte
le società cristiane costituiscono l’edificio
della Chiesa, il quale ha la sua unità,
comecché velata sotto diversità apparenti.
11
Or si può dire che uno dei ministeri specialmente confidati alla socielà depli Amici, comunemente detti Quaqueri, «(¡uello
di far risaltare il carattere pacifico deli'Evangelio, c di difendere iu ogni occasione la sanla causa della pace. Sono essi
essenzialmente die hanno fondato e ehe
sostengono la Società della pace , alla
quale .«i potrebbe rimproverare di voler
produrre fruito, invece di piantar l'albero che lo porla. Non intendiamo con ciò
dire, che secondo le vie di Dio, le quali
non sono le noulre vie, non vi sia qualche
utililà eziandio in questo procedere apparenlernente contrario all’ordine della
natura, e che non abbia almeno per risultato il far meglio sentire la necessità
di piantare l'albero dell’Evangelio, per
l'impossibilità stes.sa di produrre senza
di lui il frutto della pace.
Checché ne sia, i Quaqueri, fedeli al
loro principio, non hanno lascialo passare le circostanze gravi in cui la guerra
pone le grandi potenze di Europa, senza
protestare altamente contro questo formidabile flagello; ed hanno spedita una
deputazione all’imperatore di Hussia ,
affine di disporlo a fare dei sacrifici! in
favore della pace. Non si è mancato di
sorridere al pensiero di quegli uomini
semplici e pii, che aon hanno temuto di
presentarsi dinanzi ad uno dei più possenli, e del più assoluti monarchi del
mondo. Ma non è meno vero ch'essi ci
hanno dato un beH’esempio di coraggiosa
fedeltà alla loro coscienza e di fiducia
nella verità.
1 delegali della società degli Amici,
non hanno credulo necessario munirsi di
raccomandazioni diplomatiche, aiTinchè
si potesse cbiaranienle vedere che uellD
loro missione la politica non entrava per
nulla. Giunti a Pielroburgo in sul principiare dello scorso febbraio, non si sono,
per lo stesso motivo, diretti allambasciatore inglese, il quale non aveva ancora
abbandonato il suo posto; ma si souo rivolti direttumenle al primo minislri) dello
Czar, il quale procurò loro un’ udienza
dal suo sovrano. In questa, la deputazione presentò aU’autocrale un indirizzo
di cui riporteremo qui i pas.si principali.
" Egli è nella convinzione profonda di
un dovere religioso, e per lo amore che
ci stringe a Cristo nostro Salvatore, cbe
noi, deputati della Società degli .Vmici
osiamo avvicinarci alla persona impel lale.
Noi siamo a ciò fare tanto più incoraggiali dalla crisliana condiscendenza che
il tuo illustre fratello, l’imperatore Alessandro, e l.i tua onorata madre hanno,
in altri tempi, dimostrata verso alcuni
membri della noslra società ».
« Si sa, che senza entrare in alcuna considerazione politica uni abbiamo sempre,
come chiesa crisliana, protestato contro ogni guerra; e a questo siamo stati
indotti dalla semplice ragione che la
guerra è assolutamente condannala dai
precetti del cristianesimo, ed iiicompalibile con lo spirito del suo divin Fondatore, il quale è per eccellenza chiamato
Principe- di pace. Noi abbiamo più volte
esposte queste convinzioni al nostro governo, e lo abbiamo scongiurato con altrettanto energiche quanto rispettose rimostranze, a mantenere la pace, siccome
quella che è la miglior politica e il preciso dovere di un governo crisliano. —
Ed ora, 0 gran principe, permettici di
esprimerti il dolore profondo che riempie
i nostri cuori come crisliani e come uu-
12
mini, alla prospettiva di una guerra die
potrebbe devastare tutto il continente.
Non è nostra pretesa, nè a noi spelta il
discutere le quistioni che minacciano
questa giierrn; ma noi consideriamo l’alta
posizione in cui ti ha posto la divina
Provvidenza, e ia responsabilità solenne
che pesa sopra di te, nnn solo come potentato terrestre, tna eziandio come credente in qiiell’Evangelio che proclama la
pace sopra la terra a la benevolenza verso
gli uomini; e supplichiamo Colui, pel
quale regnano i re, pel quale i principi
rendono la giustizia, d’inclinare siffattamente il tuo cuore, e di dirigere i luoi
consigli in quesla crisi decisiva, che tu
possa mostrare alienazioni, specialmente
a quelle che non professano la medesima
fede di gran prezzo, l’efficacilà del Vangelo del Salvatore, e l’applicazione universale del suo comandamento ; Amate i
vostri nemici-, fate del bene a coloro che
vi oltraggiano e che vi perseguilam, acciocché siale i figliuoli del voslro Padre
che sla ne' Cieli. — Voglia il Signore fare
di te un esempio di quella nobiltà vera,
acciocché tu assicuri a te e ai tuoi vasti
dominii quella verace gloria , e quelle
ricche benedizioni che non darà giammai
la guerra la più felice. — Così, o potente
principe, siano evitate le calamità e le devastazioni della guerra! E che nel giorno
solenne, in cui ognuno di noi renderà
conio per se medesimo dinanzi a Dio, tu
possa aver parte di quella benedizione
del Redentore: Beali i pacifici, perciocché saranno chiamati figliuoli di Dio. E
possa tu allora, per la grazia del Salvatore, essere chiamato a cambiare la tua
corona terre.stre in una celeste e gloriosa
corona chenon perirà giammai»,
Lo Czar accolse questo discorso con
molta bontà, protestò amar egli la pace,
ed espose le ragioni che lo sforzavano
alla guerra per proteggere nell’impero
turco la chiesa greca, dalla quale, nove
secoli fa, la Russia ha ricevuto il crislianesimo, 1 Quaqueri presero di nuovo la
parola, per ricordar che la loro missione non avendo verun caraUere politico, non conveniva loro in alcun modo
il discutere le cause delle attuali vertenze. Esposero l'idea, molle altre volte
proposta dalla loro Socielà, di surrogare
la via delle armi con un tribunale arbitrario nelle quistioni internazionali. Aggiunsero chc, se il Maonrietlismo ammetteva il proselitismo religioso per mezzo
della spada, il cristianesimo rigettava codesto mezzo in tutto ciò che spettava ai
suoi inleressi. Finalmente rappresentarono allo Czar, che la guerra farebbe meno
soffrire coloro ch’egli teneva per colpevoli, che esseri inoffensivi, come fanciulli
e donne. ~ Dopo questa conversazione
franca e amichevole, lo Czar introdusse
i Quaqueri presso l’imperatrice e la gran
duchessa Olga, che desideravano vederli.
— Più (ardi l'imperatore fece lor consegnare per iscritto e in francese una
risposta al loro indirizzo, nella quale
compendia tulto ciò cbe avea lojo detto a
voce. Sembra ch’egli abbia voluto appro(iitare di questa occasione, per difendere
vieppiù la sua causa dinanzi al pubblico.
Tale è il linguaggio franco e cristiano
che quegli uomini di fede hanno tenuto
allo Czar. Si pretende che avessero avuto
la semplicità di prestare intiera fede alle
di lui proteste pacifiche. Ma se pure ciò
fosse, risalterebbe in essi un tratto di più
dei carallere cristiano, quello della cari-
13
là, che lutto crede, che tulto spera e che
non sospetta il male.
Aggiiigniamo, par essere giusti, che
questo riceviiiiento fatto ad uomini privi
di ogni carattere ufficiale, e che venivano
solo per dirgli la verilà, onora altresì
l’autocrate, più avvezzo a dar ordini che
a ricever consigli, e che ciò non ostante
ha acconsentilo ascoltarne dalla lorhocca.
Al loro ritorno a Londra, i delegati
degli Amici raccontarono la loro missione in una pubblica e numerosa assemblea
astenendosi in essa dal proferire una sola
parola di politica.
\OTIZ!E REllfilOSK
CiiiEVK.t. — Martedì della scorsa settimana, nel tempio nuovo, ebbe luogo la
premiazione degli scolari dell’uno e dell’altro sesso che hanno .seguito l’insegnamento religioso. Il Consiglio Amministrativo ed il Consiglio di Stato mandarono i loro
delegati ad assistere a quella funzione. A
Ginevra il governo prende sempre una
parte attiva airincoraggiamento della gioventù. Dopo la preghiera fatta dal moderatore della V. Compagnia dei pastori, e
dopo la lettura del rapporto, il presidente
del Concistoro fece un’allocuzione d’incoraggiamento, e parlando della Bibbia
diceva cosi a que’giovinetti: « In questo
libro, che Dio ci ha fatto la grazia di darci
per salvare ie anime nostre e civilizzare
la socielà, voi apprenderete, miei cari
giovanetti, ad onorare i vostri genitori,
ad imitare il vostro Redentore il quale era
egli stesso soltomes.so a Giuseppe ed a
Maria. Voi sarete rispettosi, docili, e diverrete citladini somme.'si alle leggi. Voi
apprenderete questi sublimi precetti amofevt gli uni gli altri, e fate agli altri
quelli che vorreste fosse fatto a voi stessi:
se voi seguite tali precetti il rancore e la
gelosia saranno lungi da’ vostri cuori : voi
sarete giovanetti dolci ed amabili, e diveriele poscia uomini benevoli, caritatevoli e pronti sempre a tendere la mano
del perdono e delia riconciliazione. Voi
apprenderete che colui che dà il pane ad
uno dei suoi confratelli lo dà a Gesù Cristo stesso, e così sarete pieni di compassione sulle altrui miserie, generosi dei
beni che Dio vi avrà confidati, sempre
pronti a sollevare le altrui sofferenze ed i
bisogni del corpo, siccome a consolare le
pene dell’anima.....In tal guisa per la
vosira pielà, per le vostre virtù cristiane
voi sarete nella vostra patria terrestre buoni cittadmi ed uomini veramente utili alla
patria; e vi preparerete a divenire un
giorno cittadini della celeste Gerusalemme ».
Ci sembra che una tale esortazione sia
assai migliore per i fanciulli della esortazione a recitare il rosario ogni giorno.
Francu. — Domenica 25 giugno in Allevard flIautes-Alpes ) è stata fatta la dedicazione di uua cappella evangelica. Sono
ora dodici anni che in quella città non
esisteva neppure un protestante, ed ora vi
è una comunità rispettabile e fervente con
un pastore.
Ai.r,.MAGNA.— Il rapporto dell’ottavo
Sinodo della provincia ecclesiastica del
Reno annuncia la costruzione di quattro
nuovi templi evangelici e di quattro nuove
comunità religiose. Eppure per tutto questo i protestanti non hanno menato alcun
rumore, come fanno certi clericali per la
14
couversione di un protestanle al cattolicismo.
La comunità di Duren, citlà situata tra
Colonia ed Aquisgrana, non si compone
che di -400 membri, eppure ha sottoscritto per la somma di ¡52,000 talleri all’cnno
da impiegarsi ad opere religiose, la quale
sottoscrizione equivale a 58 franchi per
ogni persona. La costruzione del tempio
ha costato 29,500 talleri, la fabbrica per
la scuola 8,000. Ad Ebelferd la comunità evangelica ha soltoscrilto per 47,000
talleri per fabbricare una nuova chiesa.
X Crefeld Sono stati raccolti 22,000 talleri
per Io slabilimento di un orfanotrofio. La
piccola fomunilà evangelica di Salzb ha
sotloscritto per 4,000 talleri per un tempio a Viersen: e la piccola comunità di
quest’ultimo paese composta di ì ,060 persone ha raccolti 12,000 talleri per la costruzione del tempio.
{Semaine Religieuse],
Magonza. —Prima del 1802 non vi era
in Magonza alcun proteslante. Venuta la
libertà di coscienza fu eretto un tempio,
e neH8l6vi erano in Magonzal,S7fi protestanti: nel 1828 ve ne erano 2,545: nel
1840 4,813: ed ora ve ne sono 6,000. Se
conlinua in lali proporzioni bentosto la
maggioranza sarà protestante. A noi sembra che queste cifre rispondano abbastanza alle jattanze di certi clericali per la
conversione al cattolicismo di qualche rarissimo protestante.
In Magonza vi sono sei scuole evangelichi“; una società di soccorso che dispone di un budget di 2,085 fiorini; una
scuola di cucitura diretta dalle signore:
un’altra istituzione chiamata camera di
di lavoro ove ogni martedì si radunano le
signore per lavorare abiti a favore dei po
veri. Vi é altresì una società di dame le
quali si obbligano per turno a dare ognuna per "14giorni il pranzo alle persone povere 0 malate: 54 sono le dame inscrilte
per quest’opera, in guisa che vi sono 756
pranzi all’anno da distribuire,
Bekli.\o. — La società delle missioni
evangeliche ha scelto 25 dei migliori operai e li ha mandali in aiuto dei missionarii luterani al sud dell’Africa. l.a missione
di cotesti operai è d’istruire quei poveri
barbari nelle professioni utili, per toglierli
dalla barbarie, e rigenerarli all’Evangelo
ed alla vita civile.
Amebica. Nello scorso maggio ha avuto luogo in Nuova Jork una straordinaria
riunione di crisliani evangelici di quasi
tutte le denominazioni, venuti dai diversi
paesi. Lo .scopo di questa grande assemblea era puramente religioso. Si trattava
di discutere questioni le più importanti
intorno alla evangelizzazione del mondo;
e perciò facevano parte di quell'Assemblea molti missionarii venuti da lontani
paesi. I.e interessanti discussioni dell’Assemblea ebbero per risultato di fardesidesiderare un’ Assemblea ecumenica di
tutta la Chiesa Evangelica sparsa su tutta
quanta la terra per occuparsi non di vane
questioni di polemica, ma della grande
questione di presentare il Vangelo a tutti
gli uomini. Si spera che una tale Assemblea possa aver luogo nel venturo anno
1855;
— Leggiamo nelT^co d’Italia del 17
giugno.
Brooklyn, citlà vicina a New-York, domenica scorsa offriva lo spettacolo dì un
campo d’armati!
Gl’ irlandesi avevano notificato che si
sarebbero opposti colla forza a chiunque
15
avrebbe predicalo pubblicamente, o parlalo contro la loro Chiesa, Ma il Sindaco
essendo deciso di manienere illesa la Costituzione Americana, ed il dirilio della
pubblica parola, chiamava sotto le armi la
Guardia Nazionale ed aggiungeva altri trecento uomini alla polizia cittadina. Pel
bene degl’irlandesi e dell’umanità non
occorse alcuna sommossa, sì solo una
trentina di questi fanatici assalì con pietre
e bastoni alcuni inermi Americani che ferirono gravemente.
Furono tutti arrestali e puniti con forti
multe e col carcere. Se per disgrazia questi ingrali stranieri avessero osalo opporsi
alla legge aperlamente ed in massa, tanto
è l’astio fra gli Americani ed i foraslieri
contro gl’irlandesi,che nessuna forza umana avrebbe potuto prevenire un massacro
generale di luti’ i figli di s. Piitrizio.
Ai preti ed ai fogli caltolici si debbono
attribuire questi tumulti.
CRO?ii\niETT:\ POLITICA
Genova. — La direzione generale di sanità marittima di Genova, informata che
sarebbersi recentemente manifestati casi
di choìera-rnorbuf! nei porli dell’Al;ierla ,
ha pubblicala una notificanza , la quale
slahilisce che tutte le derivazioni marittime dai porli francesi posti nel Mediterraneo, l’Algeria e la Corsica comprese, sono
r,ssoggettale, all’approdo e prima dell'ammissione e pratica, a visita medica straordinaria degli equipaggi a bordo e delle
condizioni igieniche del naviglio.
Stati Romam. — Augusto Cristallini,
condannato a 25 auui di ferri per essersi
battuto in difesa deH’onore e della libertà
d’Italia, domandò in via di grazia la commutazione della prigionia neH’esiglio in
America.
Per tutta risposta il governo ha diminuito di quattro mesi i 23 anni di prigionia. Ciò può dare un’idea della clemenza
dei preti romani.
PnANCiA.— Un decreto imperiale apre
al ministro della marina, suH’esercIzio
del l83.i, un altro credito straordinario di
Sa milioni, motivato sull’aumento degli
armamenti marittimi Ila qui occorsi.
PARifii, 12 luglio. — l.’imperatore è
giunto a Boulogne ieri sera, ed ha passato
in rivista le truppe quest’oggi. Non ha
volulo alcun ricevimento ufTiciale. Egli
assisterà ail’imbari'o della divisione Baraguay d'Ililliers.
Londka, 8 luglio. Si legge nel Times:
Jeri (7J si è proceduto alla prima vendila che abbia avuto luogo, dal comiiiciamento della guerra in poi, d’un naviglio
catturato sui russi, il Vhoenir, della capacità di Ì80 tonellate e che fu costruito
nel 183ì>. Il /ViofmV è stato venduto 4,770
I. st. (109,2;‘)0 fr.) Quanto prima saranno
venduti lo Wasthi ed il Joannes-Christoph.
Spag.na. — Nella Spagna gl’insorti,
scrive la ftwie, continuano a dare indietro, senza che sia possibile sapere se contino dirigersi sul Portogallo o suil’Andalusia. .Secondo diverse corrispondenze,
persisterebbero a fondare qualirhe speranza sopra quest’ultima provincia.
Si racconta che al colonnello Garrigo,
fatto prigioniero, ù sfata risparmiala la
vita per non espone alla morte un parente del duca di Biancares, il quale caduto nelle mani degli insorti, avrebbe po-
16
luto per rappresaglia essere da questi fucilalo.
Madrid, 11 luglio.—Gl’insorti sono
presso Despennaperros; i loro ranghi
sono di mollo assoUi[;liali. Il generale
Serrano, che si è riunito ai medesimi,
non ha indotto nessuno a seguirlo. 1 ribelli sono Incalzali da vicino.
Principati Damjbiam.— 11 Wanderer
pubblica il seguente dispaccio portante la
dala di Hermansladt, 7 luglio:
« Il generale GorciakoiT riprenderà di
bel nuovo il suo quartier generale in Bukarest.
« I turchi passarono il Danubio presso
Giurgevo; sono marciali contro di loro tre
reggimenti d'infanteria e 2 di cavalleria.
Isalschka e Malschin vennero incenerite dai russi.
n 11 principe Pasckiewilsoh è in disgrazia ».
Costantinopoli, 3 luglio. — Il duca
di Cambridge è ritornato.
Si fanno considerevoli trasporli di
truppe francesi per Varna.
Le costruzioni innalzale dai russi a
Bulina sono state bombardate.
Sulle alture vicine al Bosfurosono comparse alcune bande di briganti.
Atene, 7. — La pirateria aumenta.
L'n vapore inglese ha incendiale venti
navi samiole.
Furono fatte visite domiciliari presso
Metaxà, direttore della banca, ed nliri.
Il segretario generale per gli affari esteri, Delianni, è stato destituito.
»IMPACCI
Trieste, 12 luglio sera.
Bombay, 7. — L’Emiro del CahuI ha
avvertilo il governo inglese della crescen
te intìuenza russa in Persia, nell’Ilérat, e
chiede danaro per resistere.
Parigi, 13 luglio.
Nell’ allocuzione indirizzala ai soldati
del campo di lioulogne , S. M. l’imperatore Napoleone III ha delto : « La Russia
avendoci cosirelto alla guerra, la Francia
ha armato 500 mila de’ suoi figli, e l'Inghilterra ha radunate forze considerevoli.
« Le flotle e le armale unite per la
slessa causa domineranno il Baltico ed il
Mar Nero : voi sarete trasportati da vascelli inglesi, fatto unico nella storia, cbe
attesta l’alleanza di due grandi popoli e
la ferma loro risoluzione di non retrocedere in faccia a nessun sagrifìzio per difendere il più debole, la liherlà dell’Euro
pa e l’onor nazionale ».
L’imperatore ha poscia aggiunto; " Andate, figliuoli miei, l’Europa attenta fa
voti per il voslro trionfo ; io che da doveri imperiosi sono costretto a slare ancora lontano dal teatro degli avvenimenti
terrò sempre gli occhi su di voi, e benloslo nel rivedervi potrò dire : Essi erano i
degni figli de’ vincitori di Osterlizza , di
Eylau, di Friedland, della Moskowa. Andate, vi protegga Iddio •>.
Diretlore P. G. MEILLE.
GBOSSO Domenico gerente.
Presso La Libeebia Evangelica
L^ONCLE TOM
raconté aux enfants
PAR
1I‘" IÛ311L3ÎÎ IDÎ3 (BDÏÎS3âlî3,
Un vol. in. 8" orné de huit gravures L .4.
TIP. SOC. DI A. PONS B COMP.