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Anno 113 — N. 36
17 settembre 1976 — L. 150
Soedizione in abbonamento postale
I Gruppo /7C
BIBEjI CIECA VALDESR
10066 TOilHH PEILICB
ddle valli valdesi
SETTiMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
UN INTERROGATIVO PER IL MOSTRO TEMPO Dopo la morte di Mao
Cosa significa «dire la verità?»
La verità della teologia evangelica si misura con il luogo, con la realtà in cui nasce la sua ricerca - La verità accetta le contraddizioni delle relazioni umane
Nel vivo deU’impegno per la
resistenza antinazista, negli anni
1940-43, Bonhoeffer si occupa intensamente di etica cristiana; nascono studi, progetti, che egli avrebbe voluto rielaborare e pubblicare in un volume di etica.
La raccolta di questi scritti, in
parte incompiuti, è stata curata
dall’amico di Bonhoeffer E. Bethge. Le ultime pagine di questa
raccolta, scritte di getto (e incompiute) durante gli interrogatori
della Gestapo sono di estremo interesse. Non soltanto per l’ora ed
il luogo di questa riflessione, ma
per il tema che vi si affronta;
« Cosa significa dire la verità? ».
In presenza della Gestapo non
c’è spazio per una teoria della verità: si deve rispondere, senza esitazioni, si devono misurare le
parole, essere precisi.
Ma come « dire la verità » alla
Gestapo che lo interroga incessantemente per scoprire la cellula
della resistenza antinazista (dopo
l’attentato di Smolensk contro
Hitler)? Che cosa è verità in un
tempo in cui non solo la teologia
ma la verità stessa è diventata
clandestina?
È in questa situazione di distretta che Bonhoeffer si pone
questo grosso interrogativo; « Che
cosa significa dire la verità? ».
Ed è fra un interrogatorio e
l’altro che egli ricorda la dura e
brutale affermazione di un grande maestro protestante tedesco,
Immanuel Kant che, dall’alto della sua fierezza, teorizzando fino
all’assurdo, sosteneva di sentirsi
in obbligo di informare, senza ingannarlo, anche un criminale alla ricerca di un amico nascosto
in casa sua.
L’ora che Bonhoeffer sta vivendo è la verifica del fallimento totale dell’etica tradizionale; scopre
l’inefficacia di tutto quanto gli è
stato insegnato sin dall’infanzia,
nella famiglia, nella scuola, nel1 università. Com’era facile e sicuro un tempo parlare di verità;
si sapeva cos’era la verità, glielo
avevano insegnato, l’aveva imparato come ogni diligente figlio della borghesia protestante del suo
tempo. Ma quante cose aveva nascosto questo msegnamenio del
dire sempre la verità...
Ed ora eccolo lì nella sua cella
a studiare come misurare le parole, come dire la verità senza che
questa verità che esce dalla sua
bocca metta in pericolo la vita di
altri compagni. Che cosa significa
per me e per gli altri, che cosa significa davanti a Dio « dire la verità » in questa precisa situazione?
La cella di Bonhoeffer non è lo
studio del filosofo Kant...
A porsi questo interrogativo esistenziale è un professore di teologia senza possibilità di insegnamento, un pastore senza parrocchia; un credente la cui certezza
nella fede lo rende insicuro, sospetto, costretto dagli avvenimenti a radicalizzare gli interrogativi,
a spingere a fondo la ricerca teologica fino alle sue più estreme
conseguenze.
Che cosa vuol dire «dire la verità » per un prigioniero politico che
si vede costretto a mentire nel nome di Colui che ha detto: « Io sono la verità »? Mentire, sapendo
che la menzogna non soltanto sal
verà delle vite umane dai nazisti
ma che in quella situazione « mentire » equivale ad essere testimoni
della verità.
È tutto il sistema di verità faticosamente messa a punto da illustri teologi che salta per aria; bisogna ricominciare da capo. In un’ora di tribolazione e di paura.
È l’affossamento definitivo dell’etica kantiana: « Per essere veridica la mia parola deve variare secondo la persona a cui parlo, che
m’interroga, di cui parlo. La parola veridica non è un dato costante
in sé, è altrettanto vivente quanto
la vita stessa. Quando si stacca
dalla vita e dalla relazione concreta con l’altro, quando si « dice la
verità » senza considerare a chi la
si dice, la parola non ha che l’apparenza della verità ».
La verità dunque non ha solo un
tempo, ha anche un luogo. La riflessione teologica non può prescindere da questo luogo concreto.
ambiguo e contraddittorio della verità.
« Più le condizioni di vita di u*.i
uomo sono diverse, più sarà responsabile, e più gli riuscirà difficile di « dire la verità », aggiunge
Bonhoeffer.
In quale situazione ci sforziamo
di « dire la, verità? ». La sterilità
della nostra teologia e della nostra
predicazione non stanno forse innanzitutto nella nostra incapacità
di riferirci alla realtà? Non basta
pensare e parlare per dire la verità (così l’etica kantiana); si pensa
e si parla a partire da una realtà
concreta. Non dunque: pensieroparola, ma pensiero-realtà-parola.
La realtà è l’elemento decisivo per
la verità. C’è qui tutto il problema
di una teologia superproduttiva a
livello di pubblicazioni e però priva di mordente perché fuori posto
rispetto alla realtà concreta. E
quindi inutile.
Il parlare invano della nostra
teologia e predicazione in una società cristiana che è diventata insignificante: ecco il grosso problema che resta davanti a noi con
sempre maggior urgenza.
Bonhoeffer ci insegna che non
possiamo fare della teologia senza
preoccuparci « delle condizioni di
vita di un uomo ». In altre parole: la verità, dire la verità, non è
separabile dal luogo in cui si fa
della teologia.
E in una società come la nostra
dove abbiamo non solo l’impressione ma una conferma quotidiana
di vivere in un clima di menzogna
resta l’impegno della chiesa a lottare contro quella che Bonhoeffer
ha definito «la verità satanica»,
la cui natura consiste nel « negare,
sotto l’apparenza della verità, tutto ciò che è reale ». Non è solo
la storia dello scandalo Lockheed:
è storia d’Italia, di questi ultimi
30 anni.
E. Genre
ADESSO, TOCCA ALLE COMUNITÀ'
In che misura le decisioni del
Sinodo e della Conferenza di
quest'anno saranno discusse, ca
pite ed attuate dalle nostre comunità? È la classica domanda
che ci si pone sempre al termine dei lavori sinodali; che vuol
essere però anche un incoraggiamento a documentarsi per proseguire nelle singole situazioni
la ricerca di cui l’assemblea annuale ha precisato i confini. Nella foto: l’avvio del corteo dalla
Casa Valdese di Torre Pellice
verso il tempio per il culto d’apertura. Al centro i tre giovani
pastori consacrati quest’anno:
da sin. Erancesco Carri (metodista), Mirella Abate Leibbrand e
Giuseppe Platone (valdesi).
11 settembre 73/11 settembre 76 - Cile, tre anni dopo
Anniversario di una dittatura
Sabato 11 sera alla TV sul programma nazionale, per chi ha avuto la pazienza di tirare sino
alle 22, è stato possibile vedere
un programma notevole: « Lettera dal Cile ». Nel corso della
trasmissione, proposta in concomitanza della data dell’ll settembre 1973 giorno del « golpe »
cileno, veniva proiettato, in prima italiana, l’unico documentario girato all’interno di un « lager » cileno. Con uno stratagemma, un regista spagnolo, è riuscito a passare il filo spinato e
quindi filmare ed intervistare
brevemente alcuni prigionieri
politici.
Il « lager », al centro del deserto più arido del mondo (40°
gradi di giorno e 0° di notte, per
tutto l’anno), è circondato da un
vastissimo territorio minato e
si può raggiungere in elicottero;
nessuna possibilità di evasione.
Un altro documento, sempre
presentato nel corso della trasmissione, riprendeva l’interno
di un nuovo più moderno « lager », progettato da un ingegnere tedesco, posto di fronte aH’oceano con alle spalle il deserto.
Tutta la pavimentazione è in cemento armato (per evitare tentativi di fuga sotterranea) e naturalmente tutte le baracche sono identiche e circondate da torrette e filo spinato.
Si pensava che queste imma
gini facessero parte del patrimonio nazista europeo, invece son
state riproposte nella loro crudezza e attualità. Sulle torture
c’è stata la testimonianza di una
madre che ha dimostrato, nero
su bianco, l’esistenza della tortura come mezzo usuale d’una crudeltà fine a sé stessa che non
conosce limiti. A tre anni dal
« golpe » tuttavia, la situazione
politica si è profondamente modificata.
Alla DC cilena è stata negata
dagli stessi « golpisti » quella
corresponsabilità nel governo (si
fa per dire) che cercava. Si è
trovata così spiazzata, grazie alla sua sedicente neutralità, tra
l’emergente fronte antifascista e
il blocco del generale Pinochet:
il principale protagonista del
colpo di stato. Oggi le forze della resistenza, tra le quali primeggia quella chiesa che è vicina al
popolo, stanno coinvolgendo anche la DC in un’opposizione che
sta lentamente ma decisamente
aumentando grazie anche alla
progressiva disfatta economica e
morale della giunta golpista. Certo il ritorno alla democrazia oppure la restaurazione della vecchia « Unidad Popolar » non sono cose di domani; tuttavia il
futuro è carico di speranza soprattutto se la solidarietà democratica internazionale continuerà a denunciare il regime dittatoriale e svilupperà la rete di
aiuti già in atto ai profughi politici indicando, di volta in volta,
i canali attraverso cui è possibile accellerare il cambiamento
dell’attuale militarizzazione sotto cui vive, neH’incubo, il popolo cileno. Quello che alla TV italiana non si è visto è la responsabilità che l’Italia ha nei commerci col Cile (potenziati negli
ultimi due anni) da quando cioè,
caduto Allende, le multinazionali hanno fatto il loro trionfale
rientro (ma l’inflazione è aumentata). Forse bisognava girare canale.
G. Platone
La Cina
ad una
svolta ?
Lo spazio riservato alla morte
di Mao Tse-tung da giornali, radio, televisione, la gente che ne
ha parlato per le strade, nei negozi, in famiglia hanno confermato la statura di questo personaggio, la sua popolarità. Vogliamo ricordarlo anche noi da queste colonne, semplicemente con
la partecipazione di chi segue
con interesse e attenzione le cose che avvengono in questo nostro mondo.
Con Mao Tse-tung scompare
una figura, un nome ai quali è
unita una delle più grandi trasformazioni rivoluzionarie del
nostro secolo. Dal 1921 e cioè da
quando, con altre undici persone, fondò il partito comunista
certezze, dubbi, sconfitte, giunge
alla data storica del 1949, vale
a dire all’epilogo vittorioso della guerra civile contro i nazionalisti di Ciang Kai-shek. Vi
giunge in un modo quasi incredibile, senza cannoni, senza aerei, situato in zone poverissime,
ma con il sostegno della gente:
una vera e propria guerra di difesa popolare prima e di libera
zione poi, che ha molte e significative analogie con quella vietnamita.
E già in questo periodo cAe,
elaborando la sua teoria, Mao
capì (a differenza del marxismo
sovietico) che le masse rurali,
oppresse dai grossi proprietari
e dai « signori della guerra » avrebbero fornito la spinta rivoluzionaria di base. Ed anche
un’altra cosa Mao apprese nei
suoi lunghi anni di lotta e che
cioè — ancora in contrasto coll’impostazione sovietica — sono
quelle stesse masse che hanno
veramente qualcosa da dire e
da insegnare mediante la loro
esperienza pratica, almeno altrettanto indispensabile della conoscenza teorica attraverso i libri: sono esse cioè a dover guidare i dirigenti e non viceversa.
È da queste premesse che i
motivi di divergenza dall’URSS
(con i suoi alti e bassi) hanno
portato progressimamente a
quella frattura fra i due governi che doveva assumere un carattere che oggi pare irreversibile. Ne abbiamo anche ora una
prova ulteriore: fra il coro generale di riconoscimenti — anche da parte ideologicamente
avversa — dell’opera di questo
grande statista, si leva, dura e
insultante, la voce dell’agenzia
sovietica Novosti che dice testualmente: « La storia della vita politica di Mao Tse-tung è
la storia del suo tradimento dei
princìpi e delle idee del comunismo scientifico (leggi: dogmatico), della sua lotta contro la
linea marxistica leninistica e
della sua sostituzione con la ’’linea di Mao Tse-tung”, piccolo
borghese e nazionalista ».
In effetti, l’accusa di « nazionalista » ha una certa validità,
ma non certo nel senso spregia
tivo e limitativo implicito nel
sopra citato commento. Certamente Mao ha dato una interpretazione « nazionalista » alla
dottrina comunista, adattandola
cioè alle reali condizioni del suo
paese, un paese asiatico, diverso, e senza le pretese di vcilerla
esportare od imporre ad altri.
Roberto Peyrot
(continua a pag. 4)
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17 settembre 1976
__________QQPO LE SEDUTE DELLA TAVOLA
Intèrvistà con il Moderatore
— È soddisfàito delTultimo
Sinodo?
— È una domanda imbarazzante. Se consideriamo i lavori
sinodali tenendo ben presente i
limiti di ogni nostra attività,
possiamo anche dire che abbiamo avuto — nei giorni trascorsi
insieme — momenti significativi
e validi:
— abbiamo approfondito un
dibattito franco e costruttivo
sul problema fede-politica. Nella chiarezza delle diverse posizioni vi è stato ascolto reciproco e ricerca di comprensione
delle motivazioni di fondo esposte dai fratelli.
— L’integrazione valdo-metodista ha segnato un reale progresso tenendo presente che dovevamo affrontare notevoli difficoltà, come ad esempio per giungere ad un accordo sulla composizione del sinodo unito e per
la regolamentazione circuiti-distretti.
— Di notevole importanza è
stata la presa di posizione del
Sinodo sul protJlema della violenza nel mondo.
— La partecipazione attenta
del pubblico nelle gallerie è anch’essa un segno dell’interesse
suscitato dai problemi che stavamo affrontando.
La difficoltà nel rispondere alla domanda che Lei mi pone,
proviene dalla consapevolezza
che quello che noi diciamo e decidiamo non è sempre l’espressione del pensiero e della volontà del vivente Signore.
— Sappiamo che la Tavola,
pienamente riconfermata dal Sinodo, si è già riunita; quali son
state le principali decisioni prese?
— Sovente le notizie sui lavori della Tavola si diffondono per
Torre Pellice prima ancora che
le decisioni definitive siano da
noi prese. Dicono che tutta la
responsabilità ricada sul cane
di Beckwith.
Posso dare alcune notizie in
quanto gli atti delle nostre sedute stanno già per essere diffusi alle chiese:
— molto del nostro tempo è
stato occupato dalla riflessione
sulla situazione delle nostre chiese nel meridione d’Italia, tenendo ben presente il mandato ricevuto dal Sinodo.
— Non ci è stato possibile
provvedere alla nomina del pastore titolare della chiesa di
Torre Pellice ; la responsabilità della vita della chiesa rimane affidata, per quest’anno, al
Concistoro che potrà valersi della disponibilità per determinati
servizi, dei pastori Achille Deo
dato, Roberto Nisbet e Giorgio
Tourn.
— Il Comitato della Claudiana — secondo le deliberazioni
sinodali — è stato nominato.
— La direzione dell’Eco-La Luce è stata affidata al past. Franco Giampiccoli di Torino; sono
state create due redazioni, una
alle Valli e la seconda a Roma.
— Al termine dei lavori sinodali e della Conferenza metodista siamo di fronte ad una var
sta rassegna di interessanti tematiche emerse nel corso dei
lavori; quali potrebbero essere,
a suo parere, i temi che varrebbe la pena di riprendere e approfondire nelle nostre comunità?
— A conclusione del dibattito
fede-politica, le chiese sono state invitate a «proseguire la ricerca del nostro impegno di credenti nel tempo presente nel
confronto del testo biblico di
I Cor. 13 ».
Noi speriamo che questo confronto si attui in seno alle comunità.
— Nella relazione della Tavola
al sinodo, abbiamo posto l’esigenza di un « rinnovato impegno teologico, onde poter esprimere validamente in mezzo al
nostro popolo la missione che
GENOVA
Nel corso dell’estate la Federazione ligure si è riunita in assemblea per dibattere il documento preparatorio alla Conferenza di Bari sulla questione
cattolica con riferimento alla
mediazione gerarchica, al ruolo
del Cattolicesimo in questi anni, le comunità di base. Il gruppo responsabile della Federazione lo ha illustrato a mezzo di
Valdo Saccomani « magna pars »
nell’estensione del documento.
Di particolare interesse l’esame della situazione delle comunità di base nei rapporti con la
gararchia e con tutto il travaglio
che ne consegue, soprattutto della comunità cattolica di Oregina
per le diverse scelte fatte dagli
uni e dagli altri. Dagli interventi ne è emersa anche la responsabilità delle chiese evangeliche
anche se singoli credenti hanno
seguito e seguono con amore il
travaglio di quelle comunità.
In riferimento al tema sociopolitico la presenza e la testimonianza evangelica è preziosa
soprattutto per una conoscenza
biblica vista in senso critico e
utile per le varie situazioni in
cui l’uomo politico si viene a
trovare.
Dall’interessante dibattito è
emersa una maggior presa di
coscienza delle responsabilità
delle chiese evangeliche, in tema
di rinnovamento interno delle
nostre comunità e nel rapporto
con il mondo ’cattolico’.
Sandra Rizzi
Dio ci ha affidato » ritenendo
« indispensabile, per il protestantesimo italiano il recupero di un
saldo fondamento teologico, in
un continuo confronto con la
Parola di Dio e con i principi posti dalla I e II riforma ». Raccoglieranno le chiese questo invito?
— Le nostre chiese saranno altresì, impegnate ad esaminare le
risoluzioni prese dal comitato
centrale del Consiglio Eciunenico delle Chiese nella recente riunione del mese di agosto. Il materiale verrà pubblicato sul nostro periodico Eco-Luce.
— La Tavola propone alle chiese un calendario per l’esame di
altri problemi:
— nel mese di ottobre: studio
dei documenti preparatori all’Assemblea di Bari (la Claudiana ha pubblicato in vista
dell’Assemblea di Bari alcuni
studi : « Crisi e speranza » Attualità protestante) ;
— novembre: studio risoluzioni
del Comitato Centrale del
C.E.C.;
— dopo Natale : studio problema
dei «ministeri» nella Chiesa
ed anche tutta la tematica
delle chiese locali;
— febbraio-marzo; politica finanziaria della chiesa.
— È stata anche proposta una
indagine sulla liturgia del culto.
Documento della Conferenza Metodista
Un'alternativa
alla cultura cattolica
La Conferenza, a conclusione
del dibattito sul rapporto del
C.P. nella parte relativa al campo di lavoro,
ribadisce
la validità delle linee di lavoro
indicate nell’Ordine del Giornp
approvato al riguardo dalla Conferenza dello scorso anno e fa
proprie le proposte operative
contenute nel documento della
assemblea del settembre 1975
ad Ecumene;
rileva
che refficacia della contrapposizione del messaggio dell’Evangelo alla cultura dominante cattolica nella ricerca di un rapporto autentico fra uomo e Dio raccoglie interesse e consenso nel
mondo evangelico italiano e
sembra inserirsi nei nuovi aspetti del dibattito politico;
riconferma
che tale ricerca è propria del
movimento di liberazione dell’uomo dalle schiavitù sociali,
economiche e politiche;
ritiene
necessario a questo punto:
— un approfondimento teorico del progetto di vita dominante che abbiamo riassunto sotto
la denominazione di cultura cat
CEC/DOCU MENTI
La questione dell'Africa australe
Nell’ultima riunione del comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese è stata votata, oltre a quelle già presentate, una risoluzione sull’Africa
australe. La questione, sempre
di drammatica attualità, ci pare
assuma un’importanza particolare, anche in relazione alle attuali manovre politico-diplomatiche internazionali che cercano di
trovare una soluzione negoziata.
Il c. c. del CEC esprime la sua
inquietudine di fronte alla permanente oppressione inflitta al
popolo dello ZIMBABWE (è il
nome africano della Rhodesia)
da un regime illegale, all’imprigionamento ed alla detenzione
arbitraria di capi politici e di altre persone, le esecuzioni di
combattenti della libertà, alle
misure criminali di punizioni
collettive e alla violazione costante dei diritti dell’uomo, con
il pretesto della conservazione
della civiltà occidentale.
Il c.c. impegna le Chiese-membro a intensificare i loro sforzi
per mobilitare la pubblica opinione a favore della liberazione
dello Zimbabwe e per fornire al
suo popolo tutto il sostegno morale, politico ed umanitario indispensabile alla sua lotta per
la realizzazione del proprio diritto aH’autodeterminazione e all’indipendenza.
Per quanto riguarda la NAMIBIA, nel ricordare che questi
territori sono illegalmente amministrati dalla repubblica del
Sudafrica e che il Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite le
ha intimato di rispettarne il territorio e di lasciar organizzare
libere elezioni, il c.c. prega il governo sudafricano di conformarsi alle direttive delle N. U.; di
riconoscere che lo Swapo rappresenta autenticamente il popolo della Namibia; di liberare
tutti i prigionieri politici.
Il c. c. prega inoltre le Chiesemembro di accrescere il proprio
sostegno al popolo della Namibia nella sua lotta di liberazione
diffondendo l’informazione e
fornendo aiuti adeguati; di impegnare i propri governi ad appoggiare efficacemente le direttive delle N.U. relative alla Namibia; di incoraggiare i propri
membri a partecipare alla Settimana internazionale di solidarietà col popolo della Namibia,
che si aprirà il 27 ottobre 1976.
Circa il SUDAFRICA, i recenti e persistenti moti popolari
che il regime bianco tenta di
reprimere stanno a dimostrare
una nuova dinamica della lotta
per la libertà e la dignità. L’ampiezza assunta dal militarismo
sudafricano e l’attiva cooperazione militare ed economica di
certe grandi potenze occidentali costituiscono una pesante minaccia per la pace, aggravata
dalla collaborazione nucleare della Francia.
Il c.c. nel rinnovare la sua
profonda preoccupazione per le
popolazioni del Sudafrica che
soffrono a causa della situazione, invita vivamente il regime
sudafricano a porre un termine
alle violenze esercitate contro la
maggioranza oppressa, a riconoscerle immediatamente la totalità dei diritti dell’uomo, a liberare tutti i prigionieri politici e
a rinunciare all’apartheid.
Il c. c. prega tutte le Chiesemembro ed in particolare quel
le sudafricane di fare tutto il
possibile per contrastare la violenza repressiva del regime e di
dimostrare coll’azione la propria
solidarietà agli oppressi. Prega
inoltre tutte quelle Chiese-membro situate nei paesi aventi una
collaborazione militare ed economica col regime sudafricano
di fare pressione sui rispettivi
governi perché pongano fine a
detta collaborazione. Li prega
pure di intensificare gli sforzi
per scoraggiare l’emigrazione
bianca in Sudafrica invitando insistentemente la stampa e altri •
organi a rifiutare di far pubblicità al Sudafrica o di reclutare
mano d’opera bianca.
AGRIGENTO
Sospesi altri c lue preti
Due preti, don Antonio Morreale e don Luigi Sferrazza, della
chiesa Pietro e Paolo di Favara,
che avevano fondato una locale
comunità di base ed erano attL
vamente impegnati contro lo
sfuttamento nell’agrigentino, sono stati sospesi dal loro incarico dal vescovo della diocesi Giuseppe Petralia, sotto l’accusa di
’’propaganda marxista”.
L’ormai lunga catena di sospensioni, riduzioni allo stato
laicale di molti sacerdoti non ha
dunque sosta.
Stralciamo qui di seguito parte della dichiarazione rilasciata
alla stampa da Antonio Morreale. « Quattro anni fa la mia fede
.sembrava già invecchiata. Ero
prete da tre anni e vedevo morirmi il vangelo sotto le comode
abitudini ecclesiastiche.
Fu allora che scelsi con Luigi
Terrazza (anche lui prete) e un
gruppo di giovani, di vivere la
nostra esperienza di fede all’interno di un quartiere proletario
di questo nostro profondo sud:
assoluta carenza di servizi sociali, disoccupaiione, emigrazione,
disgregazione sociale, sebbene la
maggioranza assoluta votasse
Pei. Abbiamo scoperto insieme
il volto feroce dello sfruttamento, ma abbiamo ritrovato la voglia di credere e di lottare. Sono stati 4 anni intensi, direi frenetici: movimento handicappati,
manifestazioni, mostre, lotte alrinterno del movimento di quartiere...
La realtà vissuta ha fatto scegliere a tanti di noi, senza troppi problemi, l’analisi e le proposte marxiste. Dall’ottica proleta
ria abbiamo proceduto come comunità cristiana, alla riappropriazione del vangelo che ci è
diventato improvvisamente caustico tra le mani. La scelta marxista a una fede obiettivamente
liberante, diventavano così due
realtà troppo serie per essere ormai messe in dubbio. Il referendum, il ’75 e il 20 giugno hanno
fatto il resto. Ma il disegno repressivo di tanta parte della gerarchia italiana ha investito anche noi.
Il ve.scovo di Agrigento ha pensato di colpire i due protagonisti di una vicenda e in realtà
coinvolge tutta una comunità. È
dato cogliere il senso della logica gerarchica in una confessione che il vescovo ausiliare di Agrigento faceva ad un prete riferendosi alla nostra esperienza:
’’Siamo sinceri. Tra 5 an-ni vi daremo ragione su molte cose. Intanto loro abbiano la pazienza
di aspettare ».
La gerarchia conosce l’arte di
contrattare con i padroni del
passato e del presente. Si prepara a contrattare con il Pei? Co
me credente vedo come salutare
la profonda incrinatura che si va
creando tra la gerarchia e il popolo di Dio. Non sono molto ottimista, ma voglio sperare in una ’’conversione” della gerarchia
ad una chiesa profetica itinerante nella storia senza mezzi e potere, ricca solo del vangelo...
L’esperienza di base mi impone di diffidare dei vertici e dare
fiducia alla democrazia che sale
dalla base, quella democrazia
che sola può inventare giorno
per giorno i momenti del progetto socialista ».
tolica nella sua genesi e nei modi con i quali condiziona tutti
gli aspetti della vita italiana;
— un’analisi del problema ecumenico in rapporto al nostro
contrapporci alla cultura dominante cattolica;
— un lavoro comunitario di
riscoperta della Bibbia quale testimonianza di fede all’azione di
Dio nella storia degli uomini;
ritiene
che questa riflessione debba farsi nelle chiese locali e nei luoghi in cui queste lavorano insieme;
invita le chiese
— ad essere effettivamente con
la loro predicazione e la loro
vita una alternativa alla cultura cattolica;
— a condurre, nella pratica
del sacerdozio universale dei
credenti, i loro pastori ad essere un momento di aggregazione
comunitaria;
La Conferenza, considerato che
da tempo numerosi fratelli e sorelle esercitano nei circuiti il
servizio della predicazione, avendone avuto riconosciuto il dono
dalle chiese;
dà mandato
al C. P. in deroga al disposto degli articoli 130 e seguenti del
regolamento, di procedere, d’intesa con la Commissione per gli
studi all’accertamento della preparazione teologica di tali fratelli e sorelle a mezzo di appropriati colloqui nonché del saggio di predicazione di cui al 3°
comma dell’art. 132 del regolamento, e di proporne alla se.ssione della Conferenza del 1977
l’accettazione nel ruolo dei predicatori laici.
La Conferenza dà mandato al
C. P. di procedere in tempo per
la prossima sessione ordinaria
della Conferenza ad esaminare
la posizione di tutti i predicatori laici a ruolo in vista della
eventuale applicazione del disposto dell'art. 155 del regolamento.
Infine, ricordiamo ai lettori,
che la Conferenza ’76 ha fatto
proprio l’ordine del giorno del
Sinodo contro la violenza nel
mondo e in particolare sul Libano in relazione al recente eccidio di Tell-al-Zaatar.
• « Cultura cattolica ed ecume
nismo » sarà il tema della assemblea che si svolgerà ad Ecumene questa settimana. Nei prossimi numeri riferiremo sui risultati del dibattito che, proprio su
questa tematica, è già iniziato
in sede di Conferenza.
Rocca di Papa
Aperto
il Centro Battista
Il Movimento Femminile Missionario Battista informa che a
partire dal 1” ottobre prossimo
il Centro Evangelico Battista di
Rocca di Papa disporrà di un
direttore a pieno tempo nella
persona del fratello Luca Negro,
di Torino, che vi risiederà dal
20 settembre assieme alla moglie, Erika Tomassone.
Il Centro sarà perciò funzionante tutto l’anno, ed oltre al
lavoro estivo consistente in una
serie di campi per ragazzi e ragazze dagli 8 ai 14 anni, intende
promuovere una serie di incontri nel corso dell’anno, nonché
ospitare gruppi e comunità per
convegni, seminari e incontri di
vario genere.
Dal 4 al 6 novembre prossimi
il Centro promuove un convegno sull’evangelizzazione, a cui
parteciperanno : Paolo Ricca,
Umberto Delle Donne e Saverio
Guarna.
Per informazioni sul convegno
sull’evangelizzazione o sulle possibilità di ospitalità presso il
Centro, scrivere o telefonare a:
Centro Evangelico Battista Campi d’Annibale - 00040 Rocca
di Papa (Roma), tei. 06/9499014.
3
17 settembre 1976
cronaca delle valli
AGAPE
LUSERNA SAN GIOVANNI
Campo Cadetti internazionale Scuoia Materna statale
Il campo per ragazzi dai 14 ai
17 anni era il primo tentativo di
un incontro per ragazzi a livello
internazionale. Abbiamo avuto
infatti un tema internazionale
« L’America latina » e una composizione del campo che vedeva
la presenza di ragazzi provenienti dall’Italia, dalla Francia e da
numerosi paesi dell’America latina. I ragazzi francesi provenivano in massima parte dalla comunità riformata di Grenoble,
il cui pastore, Joachim Ludwig,
ha partecipato, con alcuni ragazzi a tutta la lunga fase di preparazione del campo, insieme ai
membri del gruppo residente e
ad altri collaboratori.
Si è partiti da una relazione
generale di introduzione al campo, un po’ di storia e di geografia economica deH’America latina. I ragazzi hanno poi ascoltato una serie di brevi relazioni su
temi specifici: la dipendenza economica e politica dell’America
latina, la storia e la situazione
attuale delle chiese sud-americane, il problema del militarismo,
le principali strategie politiche
presenti nel continente, la musica popolare e di protesta, e una
analisi comparata della situazione attuale in quattro paesi molto diversi tra loro (Cuba, Venezuela, Brasile e Perù). Sulla base delle informazioni e degli
spunti di discussione fornite da
queste relazioni si sono formati
dei gruppi di lavoro, che hanno
per alcuni giorni approfondito i
singoli temi.
Le serate sono state dedicate
alla musica: i ragazzi hanno analizzato i testi di moltissime canzoni popolari e politiche, la storia dei diversi generi e dei diversi autori, suddividendo l’enorme
quantità di materiale per zone
geografiche: la musica cubana e
messicana, la musica della zona
andina e del Cile, ecc. Abbiamo
anche assistito alla proiezione di
due film: un cortometraggio cubano dedicato al cantante cileno,
Victor Jara, ucciso dai militari
fascisti subito dopo il colpo di
stato del settembre '73 e un lungo metraggio, prodotto in Argentina all’inizio degli anni 70,
che descrive le condizioni di vita e di sofferenza dei contadini
della zona di Tucuman.
Né è mancato un vivo interesse per la riflessione biblica: molti hanno avvertito che informarsi e discutere di questi problemi nasce anche da una precisa
responsabilità dei credenti.
L’attiva e attenta partecipazione ai problemi della lettura bi
VILLASECCA
Il pastore Cipriano Tourn e la
signora Ruth hanno salutato domenica 12 settembre la comunità di Villasecca che lasciano dopo un lungo e sereno ministero,
per trasferirsi a Prarostino.
Ai signori Tourn, il nostro migliore augurio per il nuovo periodo di attività' che li attende.
blica è anche una stimolo per dare maggior spazio a questo dibattito appena iniziato nei prossimi incontri.
L’ultimo giorno c’è stata una
lunga assemblea in cui i ragazzi
hanno tirato un bilancio del campo e hanno discusso come proseguire questo esperimento di incontro intern. ziona’e.
Sul primo punto l’opinione
pressoché unanime è stata di una esperienza molto positiva:
non solo per la possibilità di incontrarsi con giovani di origini,
esperienze, idee così diverse, ma
per l’impostazione stessa del
campo, che intendeva sfuggire
alla tentazione di considerare la
America latina in termini esotici
o folcloristici, per metterti al
contrario al centro della attenzione la drammatica situazione
di oppressione e di sofferenza in
cui vivono attualmente quasi tut
ti i paesi del continente, come
primo momento di riflessione
sulle nostre responsabilità di
« europei » in questo e sui nostri
compiti (Toti Bouchard ha esposto, un pomeriggio, la situazione dei rifugiati politici latinoamericani in Europa, i loro problemi, cosa concretamente è
possibile fare per esprimere loro la nostra solidarietà).
Sul secondo punto le proposte
sono state numerose: un campo
sulla musica per i giovani, un
campo sulla situazione dei movimenti giovanili in Europa, un
campo sul Vietnam e, più in generale, la situazione indocinese
e altre ancora. La decisione definitiva saià presa in seguito attraverso i contatti che i cadetti
sono decisi a mantenere nel corso deil’inverno.
F. S.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE
PEUiCE - LUSERNA S. GlOVANNi
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Dal 18 al 24 settembre 1976
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Luserna S. G. Tel. 90.884 - 90.205
Convegno ad Agape
delle comunità di base
Sabato e domenica 4 e 5 settembre si è svolta ad Agape la
due giorni biblica delle comunità cristiane di base del Piemonte. Circa 150 rappresentanti di
31 comunità si sono trovati per
un confronto sulle problematiche comuni e per dare l’avvio,
dopo la pausa estiva, alla lettura biblica che si svolgerà all’interno di ogni singola comunità
o gruppo.
Dopo una relazione della segreteria tecnica, che ha evidenziato i problemi nodali del movimento (consolidamento delle
esperienze già in atto, formazione di un sempre maggior numero di 'quadri’, rapporto con
il più vasto mondo dei credenti,
sacramenti...), si è passati al lavoro biblico. Il pastore Eugenio Rivoir ha presentato alcune
semplici e lucidissime riflessioni per introdurre alla lettura
della Genesi. Egli ha suggerito
anche un’ampia bibliografìa. Le
ore serali sono state utilizzate
per presentare la cooperativa
Tempi di Fraternità. La domenica è stata interamente dedicata ai problemi del movimento e
al Convegno della chiesa italiana che si svolgerà a fine ottobre. Molto tempo è stato dedicato alla preghiera con una eucarestia profondamente partecipata.
Ma, al di là dello scarno resoconto dello svolgimento dei la
PRALl
Nei mesi di luglio e agosto, i
vistitatori del museo sono stati
3790.
Per il servizio di guida del museo hanno prestato la loro collaborazione i fratelli Giuseppe
Longo, di Ivrea, ed Eugenio
Stretti, della Chiesa battista di
La Spezia. A questi due fratelli
esprimiamo il nostro vivo ringraziamento per il loro servizio.
Siamo stati particolarmente lieti per il ritorno di Giuseppe Longo, che da vari anni presta questo servizio con fedeltà, e che
l’anno scorso non aveva potuto
salire a Frali per ragioni di salute.
# Il 26 agosto è stato celebrato
il funerale di Francesco Pascal,
di Villa. Aveva 48 anni; ha sofferto con pazienza una lunga e dolorosa malattia.
# Il 13 settembre l’annuncio della resurrezione è stato dato in
occasione del funerale della piccola Katia Grill, di Franco e di
Silvana Fornerone, nata il 9
maggio di quest’anno.
Chiediamo al Signore di dare
ai genitori la forza per superare
questa prova.
# Dal 18 al 20 c. m. avrà luogo
nei locali del Comune una Mostra di Architettura Alpina. Un
dibattito su questo tema si svolgerà nella Sala valdese domenica 19 sett. alle ore 16.
vori, ci preme sottolineare il
crescente impegno di ricerca e
i nuovi livelli raggiunti. Si ha
rimpr'essione che queste esperienze, così) diverse tra loro, siano allo stesso tempo radicalmente unite nella confessione
della loro fede in Gesù Cristo.
Esistono certamente limiti e dislivelli diversi che il movimento
non vuole assolutamente minimizzare o nascondere: in parecchi casi si tratta di semplici
gruppi in cerca di un loro spazio; altre invece sono comunità
con una loro storia di anni alle
spalle. Alcuni gruppi inoltre, accentuando forse eccessivamente
la loro scelta di vita comune o
l’impegno per gli Handicappati,
lasciano il sospetto di credere
che per una comunità cristiana
sia quasi necessario il vivere sotto lo stesso tetto. Ma la dinamica della vita è proprio in questa mai finita esigenza di fare
chiarezza.
Forse molto del futuro di queste comunità dipenderà, come è
stato ribadito ad Agape, più dal
lavoro quotidiano, dallo scavare
in profondità, dal lavoro di semina della Parola di Dio, dalla
preghiera e dalla fatica di ogni
giorno a corpo a corpo con le
speranze e le lotte dei poveri e
dei proletari.
Tutti hanno detto di essersi
trovati bene ad Agape: non solo
per il sole e la buona tavola, ma
per una crescente esigenza di
pratica ecuir^enica già più volte
sottolineata dalle comunità cristiane di base del Piemonte.
F. B.
Dal 6 settembre funziona,
presso i locali dell’ex Giardino
di infanzia valdese, in Via Beckwith, 60, la prima sezione di
Scuola Materna Statale nel nostro Comune. È un piccolo avvenimento, di rilevanza forse limitata, ma che avremmo preferito che il Comune avesse sottolineato maggiormente, se non
altro per informare la popolazione di questa nuova possibilità
che le era offerta. Ma nonostante la totale mancanza di informazione ufficiale, alla metà di
settembre, gli iscritti erano già
oltre la trentina, cifra mai raggiunta in questo periodo dell’anno dalla nostra S. M. valdese. Ciò dimostra la validità della scelta della nostra Assemblea
di Chiesa nel decidere di aprire
questo servizio a tutta la popolazione sotto gestione statale, rispondendo a una necessità sempre più sentita dalle famiglie.
Ad ogni modo ricordiamo che
la S. M. di San Giovanni è com
___________POMAREnO
Mercoledì 29 settembre, nella
sede della Comunità Montana a
Pomaretto, avrà luogo un incontro tra i Consigli di Circolo e di
Istituto delle due valli e i responsabili del servizio di medicina scolastica della Comunità.
Scopo delTincontro è l’esame
del piano di intervento in questo
settore per l’anno 1976-7'7 che
viene steso di comune accordo.
II progetto di massima ricalca
le idee di quello attuato, sia pure solo in parte, lo scorso anno
e pi e vede una spesa di 56 milioni circa.
pletamente gratuita, salvo un
contributo per la refezione, il
cui ammontare sarà a suo tempo indicato. Si prevede l’apertura di due sezioni, quindi vi è ancora posto per una trentina di
bambini. Sono preposte alla
Scuola due insegnanti (Silvana
Cerutti e Eldina Long, attualmente come supplenti di titolari ancora da nominare!) una assistente (la Sig.na Hugon), una
supplente delle supplenti (la
Sig.na Stefanetto) e una inserviente (la Sig.na Elsa Buffa):
una équipe dunque numerosa e
piena di buona volontà, capacità, competenza e sensibilità per
un lavoro educativo efficace. Ricordiamo che la S. M. di S. Giovanni non è per la sola zona di
San Giovanni ma per tutto il
Comune, essendo l’wnica S. M.
statale, che apre dalle 9 alle 16
tutti i giorni (è allo studio la
possibilità di anticipare e posticipare l’orario a seconda delle
necessità delle famiglie), che accoglie bambini dai 3 ai 5 anni e
che per iscriversi basta il certificato di nascita e di vaccinazione.
• Vogliamo ancora rinnovare la
espressione della nostra più viva partecipazione alla famiglia
di Giordan Eli, mancato dopo
im intervento chirurgico a Torino, all’età di 68 anni e alla famiglia di Perdio Anna, originaria di Ivrea e ospite presso il
nostro Asilo da due anni, mancata all’Ospedale di Torre Pellice a 85 anni. Davanti all’angoscia della morte Gesù ci ripete:
« il vostro cuore non sia turbato,
io sono la resurrezione e la vita ». A. T.
POMARETTO
ANGROGNA Doni per l’Ospedale
PRAMOLLO
I nostri più fervidi auguri giungano a Marcella Pons di Pomaretto e Ettore Long di Pramollo
che si sono uniti in matrimonio
sabato 11 settembre e si sono
stabiliti qui, in borgata Pellenchi.
Comunità Montana
Vai Panico
La Comunità Montana, nelLambito
dei servizi sociali, intende assumere
un’assistente domiciliare per il Comune dì Torre Pellice.
Si vorrebbe privilegiare la figura
dell’operatore unico, provvisto pertanto anche dì diploma infermieristico.
Le persone interessale sono invitate a :
1) informarsi ulteriormente sui requisiti richiesti, esposti all’albo pretorio nell’entrata del Municipio di
Torre Pellice;
2) presentare domanda in carta semplice, indirizzandola alla Comunità
Montana Val Pellice, Piazza Muston 3, entro il 30 settembre 1976.
La Comunità Montana sì riserva
di dare risposta in merito alla domanda presentata.
Aperto
il “Centro vendita”
• Sabato scorso si è aperto il
« Centro di Vendita » della Cooperativa Agricola di Angrogna
in piazza Roma sotto le scuole.
L’orario di apertura è, per il momento, il seguente: mercoledì
ore 15-19; sabato ore 14-19 e domenica ore 9-12.30.
È questo un passo avanti nella
vita della Cooperativa, molto atteso e che ha richiesto un impegno non indifferente per superare le molteplici difficoltà che ne
hanno ritardato l’apertura. Questo centro vendita, dal produttore al consumatore, offre molti
vantaggi per tutti e vuole essere
un aiuto ed un incoraggiamento
a chi ancora vede nella terra la
fonte e lo scopo della propria vita. Un sincero plauso dunque ai
promotori ed ai responsabili.
Questo centro dovrebbe anche
occuparsi della vendita dei lavori di artigianato per sviluppare
questa altra attività, che abbiamo cercato di incoraggiare gli
anni scorsi con l’organizzazione
delle mostre di artigianato nei
locali della ex scuola grande.
Quest’anno, purtroppo, la mostra
non ha avuto luogo perché si
prevedeva imminente l’apertura
di questo centro-vendita della
cooperativa, e si voleva che logicamente tutto fosse concentrato
insieme.
• Il Concistoro nella sua ultima seduta ha deciso di dare il
via aU’imbiancatura esterna ed
interna del Tempio del Serre. In
occasione del suo primo centenario il Tempio del Serre ritroverà un aspetto più dignitoso e
decente.
DalTl al 10 oettembre, un gruppo di giovani di Ribeuville in
Alsazia, guidati dal past. Kempf
e signora, è stato ospite di Casa
Pons. Essi hanno visitato la valle di Angrogna, la vai Pellice
spingendosi fino al Pra dove sono rimasti 3 giorni con gite ai
colli della Croce, Manzol e Barant, scoprendo il fascino della
montagna. Domenica 5 settembre hanno presieduto il culto al
Capoluogo con partecipazione
attiva di tutti e con canti accompagnati dalla chitarra e dal flauto. Hanno poi effettuato una visita-studio al museo di Torre.
Doni per rinnovo impianti all’Ospedale Valdese di Pomaretto.
L. 1.003.000: «Pro Pinasca », Pinasca.
L. 50.000 : Sig.ra Yvonne Godino-Costantino, Torino: in memoria del
marito Sigfrido Codino.
L’Amministrazione sentitamente ringrazia.
RINGRAZIAMENTO
La mamma e i fratelli di
Ines Bounous
profondamente commossi per la dimostrazione di affetto tributata alla
loro Cara, tragicamente scomparsa,
neH’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che hanno partecipato al loro grande dolore.
San Secondo di Pinerolo,
30 ogosto 1976.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Luigia Bertalot ved. Costabel
nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che con la
presenza, parole e scritti hanno preso
parte al loro dolore.
In modo particolare ringraziano la
Sig.ra Lilia Long e famiglia, i pastori
A. Genre e T. Pons.
Pramollo - S. Germano Chisone,
3 settembre 1976.
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Roberto Druetta
riconoscenti ringraziano tutti coloro
che hanno partecipato al loro dolore.
Un ringraziamento particolare al
Sig. Pastore Achille Deodato per l’a.s.
sistenza spirituale.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Emma Cardon
riconoscenti per le prove di affetto e
simpatia cristiana ricevute ringraziano lutti coloro che con presenza e
scritti hanno preso parte al loro dolore.
Ringraziano in particolare il dott.
Ros Raoul Sebastiano per le assidue
cure prestale, il sig. Pastore Achille
Deodato per l’assistenza spirituale e
tutti i vicini di casa.
Miradolo di San Secondo.
.27 agosto 1976.
4
17 settembre 1976
NELLA ’’NEUTRALE” SVIZZERA
I BERSAGLI ALLA MODA
Razzismo Sudafricano il bersagliatore sotto bersaglio
e diplomazia americana
Ma nella nostra Chiesa le donne
sono veramente discriminate?
Nei giorni 4, 5 e 6 settembre
si sono svolti a Zurigo dei colloqui fra il premier sudafricano
Vorster ed il segretario di Stato
americano Kissinger, neU’intento
di cercare di arginare in qualche modo le tensioni e i disordini che vedono interessata tutta l’Africa australe. Tensioni e
disordini che in questi ultimissimi giorni hanno avuto un ulteriore incremento : sono ormai
a centinaia i morti e non passa
giorno che non vi sia un altro
massacro.
Già le premesse di questo incontro non erano fra le più felici; lo stesso Kissinger ebbe a
dichiarare che, pur considerando legittimo l’attuale governo
sudafricano, le sue strutture razziste « sono incompatibili colla
dignità umana ». A sua volta
Vorster non perse l’occasione
per confermare che in Sudafrica
non vi può essere « un sistema
migliore dell’apartheid» e che
comunque si trattava di un affare interno.
L’incontro è dunque avvenuto,
nel gattopardesco intento (specie dopo la caduta dei bastioni
coloniali dell’Angola e del Mozambico) di gettare all’opinione
pubblica l’osso della Namibia e
della Rhodesia; cambiare qualcosa per salvare l’essenziale. Facciamo un breve punto della situazione.
La Namibia è una ex colonia
dell’impero germanico affidata
aH’amministrazione del Sudafrica dopo la prima guerra mondiale e praticamente annessa dal
governo di Pretoria che vi ha
esteso le sue leggi, ivi comprese
naturalmente quelle dell’apartheid. L’QNU nel 1966 intimò al
Sudafrica di lasciare queste terre (fra l’altro ricche di diamanti) che dovevano passare sotto
il controllo delle Nazioni Unite,
ma l’ordine non venne mai rispettato. Nel frattempo, il movimento nazionale di resistenza,
ed in particolare lo SWAPO, riconosciuto dalla stessa ONU e
dall’Africa ha avviato e potenziato numerose operazioni di
guerriglia.
La Rhodesia (il cui nome africano è Zimbabwe) è invece una
ex-colonia inglese che, sotto la
guida del governo reazionario
bianco di J. Smith, si è unilateralmente dichiarata indipendente nel 1965 e poi nel 1969 si è
proclamata « repubblica ». Non
solo non ne ha ottenuto riconoscimenti internazionali, ma le
sono state imposte delle sanzioni economiche, peraltro aggirate dalla compiacente mediazione del Sudafrica.
Dopo l’incontro di Zurigo, sono state rilasciate dichiarazioni
di tono ottimistico, secondo le
quali erano stati compiuti « notevoli progressi». La fondatezza
di queste dichiarazioni si è poi
potuta verificare poco dopo : per
quanto riguarda la Namibia,
ComiUto di Redaxione; Bruno
Bellion Valdo Benecchi, Gustavo
Bouchard, Niso De Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Dir. responsabile: GINO CONTE
Amministrazione: Casa Valdese,
10066 Torre Pellice (To) - c.c.p.
2/33094 intestato a c L’Eco delle
Valli - La Luce » - Torre Pellice.
Abbonamenti : Italia annuo 5.000
- semestrale 2.500 - estero annuo
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Una copia L. 150, arretrata L. 200
Cambio di indirizzo L. 100.
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 col.; commerciali L. 100 - mortuari 150 - doni
50 - economici 100 per parola.
Fondo di solidarietl : c.c.p. n.
2/39878 intestato a Roberto
Peyrot, corso Moncalieri 70,
10133 Torino.
Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Cooperativa Tipografica Subalpina
Torre Pellice
Vorster ha sì approvato il progetto di elezioni libere, ma ha
poi dichiarato che lo SWAPO è
illegale e che la situazione è
« complicata ». Per la Rhodesia,
Kissinger si è affidato alla pressione che Vorster può fare sul
« collega » Smith per indurlo a
rinunciare all’indipendenza bianca, ma successivamente lo stesso Smith ha presentato al Sudafrica la Rhodesia come l’ultimo
bastione della difesa bianca in
Africa : ha detto che se essa cadrà, subito dopo dovrà fatalmente cadere anche il Sudafrica.
Con queste premesse, Kissin
ger sta tentando una nuova mediazione in Africa direttamente,
invitato sia da Vorster che dal
presidente della Tanzania Nyerere, anche a nome delle altre
nazioni indipendenti dell’Africa
australe : Zambia, Mozambico,
Angola, Botswana.
Naturalmente, queste nazioni
.Tono interessate in modo particolare ad una giusta soluzione
per una situazione ormai insostenibile più a lungo: ma è anche una soluzione che tutto il
mondo civile e democratico richiede.
Roberto Peyrot
La Cina ad una svolta?
(segue da pag. 1)
Ecco allora raffermarsi della linea politica cinese totalmente
autonoma, linea che, per volersi
distinguere ed opporre a quella
russa ha portato in più occasioni ad una politica estera « spregiudicata » ed a volte cinica: si
pensi ai rapporti col Cile di Pinochet e con altri regimi di destra ed alla posizione antagonista contro vari movimenti rivoluzionari e del Terzo mondo.
Anche un altro aspetto della
Cina di Mao si è imposto, e cioè
il culto della sua persona, una
pratica che a noi pare incomprensibile. Lo stesso Mao ebbe
a parlarne coll’amico giornalista
americano Snow: pur deplorando gli eccessi di tale culto, egli
aveva ricordato la tradizione di
devozione del popolo cinese verso gli imperatori, tradizione non
facilmente estirpabile.
Ma vi è forse un altro motivo,
più attuale. Mao, che nel giro di
pochi anni è riuscito ad imprimere dei cambiamenti così radicali nella società, ha sovente
dovuto farsi arbitro fra la sinistra e la destra del partito, correggendo errori, modificando situazioni, creandone altre nuove
per evitare la burocratizzazione,
la sclerotizzazione dell'apparato
dirigente. Ne è nato un mito di
« infallibilità » — quanto mai
relativo e limitato in un essere
umano — che però per la Cina
si è tradotto in un continuo ruolo di stimolo, di innovazione, di
democrazia.
Da quanto brevemente esposto
sorgono naturali due domande:
il maoismo è stato un eccezionale fenomeno individuale? 11
partito comunista cinese ed il
popolo sono parti integranti del
maoismo? E dalla risposta a
questi due semplicissimi interrogativi che dipenderà l’atteggiamento di quasi un quarto della popolazione della terra nei
confronti del mondo restante.
Con la speranza che la « moda » non duri troppo ; con la
soddisfazione di aver visto accolto « ante litteram » l'invito rivolto recentemente ai nostri lettori (e lettrici) a criticare senza
riserva quanto su questo foglio
viene scritto; con la coscienza
della incapacità a dire in modo
chiaro e a tutti comprensibile
quanto si desidera di volta in
volta dire; con la fiducia di riuscire ad essere più chiaro in avvenire; con tutto questo, mi è
doveroso constatare che sul problema del « Femminismo » il
bersagliatore è divenuto bersaglio.
E mi consenta allora Marie
Trance Coisson (cui chiedo scusa per la tristezza causatale) di
dirle che probabilmente vi è tra
noi un equivoco. Che il problema femminile esista nella nostra
società è fuori 'di dubbio ; rilegga per cortesia la prima parte
del mio pezzullo e si accorgerà
che ciò era apertamente riconosciuto. Come tale problema debba essere portato all’interno delle nostre Chiese è un’altra questione e di questo, e solo di questo, si era voluto parlare su questo foglio. Magari aggiungendo
poi un esame del se e del come
le nostre Chiese possono operare per collaborare alla sua soluzione nel campo politico-sociale; del che potremo parlare altra volta perché di altra cosa si
tratta. Dove M. F. Coisson ha
ragione è quando afferma che
la sua condizione di donna (e
quella di milioni di altre) le impedisce, e le ha impedito in concreto di realizzare vocazioni di
servizio nella Chiesa per le quali si sentiva chiamata. Potrei
obiettarle che spesso succede anche agli uomini di rinunciare ad
esercitare vocazioni che sentono
perché i loro impegni di lavoro
o altro li obbligano a rinunciare. Ma forse sarebbe solo una
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE a cura di Tullio Viola
La scomparsa di della nuova Cina el creatore
Nessuno può negare, qualunque opinione egli professi sul
comunismo, in particolare sul comunismo cinese, la grandezza
storica della personalità di Mao.
Ma un’effettiva valutazione di tale personalità in rapporto ai problemi internazionali, che Mao
affrontò e talvolta risolse in modi per noi molto difficili a comprendersi, richiederà, da parte
degli storici, lunghi e profondi
studi.
DalTarticolo di testa di « Le
Monde » del 10.9 (Titolo significativo: « Un enorme vuoto »), riportiamo quanto segue:
«Come nel caso di Tito (l'ultimo grande superstite della se
Conferenza
pan-ortodossa
Ginevra — La prossima conferenza panortodossa che si terrà
a Chambesy in autunno esaminerà i temi del futuro concilio
generale dell’ortodossia che sarebbero i seguenti: Organizzazione canonica della diaspora
ortodossa (ossia comunità viventi in paesi non ortodossi);
procedura da seguire per la concessione dell’indipendenza (autocefalia) o autonomia a una
Chiesa locale; relazioni fra le
Chiese ortodosse e col Patriarcato ecumenico; Ordine di precedenza delle Chiese ; Problemi
del calendario e data della Pasqua; Matrimonio dei sacerdoti
dopo l’ordinazione e nuovo matrimonio in caso di vedovanza;
Impedimenti al matrimonio ;
Revisione delle ordinanze sulla
quaresima; Problemi della unità cristiana. (ANSA).
conda guerra mondiale), la gloria di Mao fu anzitutto quella
del successo ottenuto alla fine di
una lunghissima lotta: fu, ogni
volta, il successo d'una sfida lanciata contro chi appariva più
forte di lui. Dapprima gli USA e
Ciang Kai Cchk, poi l’URSS ne
fecero l’esperienza. Ogni volta il
mondo assisteva incredulo, ma
alla fine la sfida riportava la vittoria.
Il trionfo della rivoluzione più
radicale e più completa mai apparsa sulla terra, quella russa
compresa, poi l’unificazione e la
restaurazione dell'indipendenza
della più vecchia e più grande nazione del mondo: ecco l’opera che
nessuno potrà mai contestare a
Mao.
Naturalmente i suoi metodi
troveranno dei contestatori, non
solo sotto il profilo morale e del
diritto cosiddetto "borghese”. Come ogni rivoluzionario, Mao Tse
Tung ha infranto senza riguardi
gli ostacoli, e persino le vite, ogni volta che l’ha ritenuto necessario, senza peraltro avvicinarsi,
neppur da lontano, a quanto, in
tal senso, ha fatto il suo antico
alleato Stalin. A differenza di
quest’ultimo, ha avuto anche il
gran merito di prevedere, molto
per tempo, i pericoli della "deviazione burocratica” in un regime
socialista e di opporvisi con rara
costanza.
Ha egli veramente raggiunto
questo suo ultimo scopo? Dalla
"campagna dei cento fiori" negli
anni 50, alla "lotta contro la borghesìa all’interno del partito",
lotta di cui l’affare Teng Siao
Ping, appena conclusosi, non è
stato che l’ultima manifestazione, Mao Tse Tung ha continuato,
senza soste per quasi vent’anni
consecutivi, a scuotere V’apparato", mano a mano che lo vedeva
prender corpo ed organizzarsi ai
diversi livelli della macchina dello Stato e del Partito. "Sparate
sul quartiere generale!’’: occorreva un bel coraggio e una bella
originalità, da parte d’un capopartito, per lanciare una tale parola d’ordine, per scatenare così
una "rivoluzione culturale" e per
rischiare uno straripamento delle
forze popolari capace di travolgere ogni autorità nel paese!
Riconosciuto questo, Mao ha
soprattutto governato, almeno negli ultimi anni della sua vita, con
la sua parola, senza sempre ben
vedere che i detentori del potere
reale, cioè i funzionari del gover.
no, dell’esercito e del partito, maniaci dell’ordine e naturalmente
attaccati ai propri privilegi, non
si lasciavano impressionare. Funzionari, del resto, ben degni di
comprensione: non era forse necessaria la loro autorità per il
buon andamento degli affari, soprattutto in un sistema fortemente gerarchizzato, quale in fondo
ben rimasto il socialismo, anche
quello cinese?
Ancor oggi, i più zelanti seguaci di Mac sembrano recrutarsi
molto più fra i letterati che fra
gli uomini di governo, esauriti
(questi ultimi) dalle continue
campagne contro le "deviazioni”.
E tuttavia gli uni e gli altri hanno
interesse oggi a serrare le fila: a
questa solo condizione essi riusciranno, un giorno, se possibile, a
riempire Venorme vuoto che si è
creato al vertice della Cina ».
battuta di cattivo gusto perché
in realtà il problema non è questo, ma piuttosto quello della
« qualità » delle motivazioni che
escludono o rendono difficile la
risposta alle vocazioni. In concreto le donne sono giustificate
nella loro richiesta di cambiamento dalla convinzione che il
ruolo « casalingo » che la società ha loro affidato è meno gratificante e più assorbente del
ruolo di lavoro e di attività « extra moenia » che la società riserva agli uomini. E qui, se è
vero, per il solo fatto che esiste,
questo stato di frustrazione, non
è meno vero che l’organizzazione attuale della società, caratterizzata dal privilegio dato alle
attività industriali, è altrettanto
frustrante e poco gratificante
per la maggior parte degli uomini.
Ma, aH’interno delle nostre
Chiese al momento attuale, esistono davvero discriminazioni a
danno delle donne? O non si
tratta piuttosto della inevitabile
conseguenza, anche fra di noi,
della particolare organizzazione
della società in cui tutti, donne
e uomini, viviamo? E mi permetta anche M. F. Coisson di
dirle che lo spunto del mio sfortunato pezzullo sta in un o.d.g.
presentato alla Conferenza del
mio Distretto col quale si chiedeva che il 30% degli incarichi
in seno alla Chiesa fosse riservato alle donne. Ma come la mettiamo-allora nel caso denunciato
da M. F. Coisson chiamata a coprire uno di questi incarichi ed
obbligata a non accettarlo? E
crede anche M. F. Coisson che
quella o qualsiasi altra percentuale abbiano un senso per il
servizio chiesto dalla Chiesa,
che non può essere che vocazionale? Nella Assemblea del II Di.strotto tre borse di studio per la
formazione di pastori presso ia
Facoltà di Teologia sono state
chieste ed approvate. Il cento
ner cento di tali borse era per
donne, il che è più che giusto,
visto che solo, vocazioni femminili erano alla base delle richieste.
Sarei comunque lieto se sui
« Femminismo » si aprisse su
queste colonne una più ampia
discussione, ma possibilmente in
senso costruttivo e cioè con proposte realistiche e adatte alle
possibilità della vita delle nostre
Chiese. Sennò finiremmo per discutere su problemi teorici, senza vero vantaggio per nessuno e
con grave svantaggio per la unità delle nostre Comunità, che
dovrà ben essere in qualche modo difesa visto che su di esse è
basata tutta la vita ecclesiastica.
A Rita Gay posso solo rispondere che sono pronto a riconoscere la mia superficialità, il mio
fariseismo, la mia incapacità a
comprendere totalmente il contenuto dell’inserto sul Femminismo (che ho letto), e tutto il resto che la Gay mi rimprovera
( salvo il « fratello-padrone » che
non ho capito cosa vuol dire e
che comunque preferirei fosse
valutato da chi mi conosce personalmente). Ho letto anch’io il
« Padre padrone » di Gedda, e
proprio per questo non capisco
e non accetto il « fratello-padrone ». Sono pronto anche a fare
il sondaggio richiestomi, estendendolo naturalmente non solo
agli uomini che pensano e dicono le cose che la Gay ricorda,
ma anche alle donne che la pensano su questi problemi diversamente da Lei. Una cosa però
vorrei chiederle: le nostre Chiese vivono in una società per molti aspetti ingiusta; molti di noi
crediamo che la testimonianza
della Chiesa debba necessariamente manifestarsi non più e
non solo con il conforto delle
vittime, uomini e donne, di questa società, ma anche partecipando alla rimozione delle cause
che tali vittime provocano; ma
ci rendiamo conto, e si rende
conto Rita Gay, che se queste
necessarie e, per me, cristianissime lotte le conduciamo con i
metodi e i linguaggi del mondo
perdiamo la nostra funzione di
sale della terra e mettiamo in
pericolo la stessa esistenza delle nostre Comunità?
Niso De Michelis