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IDENTITÀ
«E voi, chi dite che io sia?»
Marco 8,29
ÍI tema dell'identità appassiona gli
evangelici italiani. Gli articoli e i
convegni sull'identità protestante sono numerosi, al punto che si manifesta una certa tendenza a riproporre
all'infinito tesi molto note. Ogni denominazione poi ci mette del suo, sicché
il dibattito si approfondisce o comun(jue prosegue, sviscerando l'identità
valdese, quella metodista, quella battista e via dicendo. Tale discussione
permanente manifesta l'esigenza di riflettere su se stessi e, come si dice, sulla
propria vocazione «nel paese». Manifesta anche, ritengo, un forte bisogno
di raccogliersi intorno alla bandiera,
bisogno non solo comprensibile, ma
per molti aspetti necessario a una minoranza che, dopo avere superato svariati tentativi di liquidazione fisica, si
trova oggi a dover affrontare il rischio
dell'omologazione.
/L confronto con il dato biblico, tuttavia, mostra che il tema dell'idendtà della chiesa è del tutto secondario:
la domanda della Scrittura non è che
cosa sia la chiesa, ma chi sia Gesù per i
suoi, il che induce a chiedersi se una
chimevangelica non dovrebbe appassionarsi un po' meno al tema dell'identitòprotestante e un po' di più a quello
dell'identità di Gesù. Ricordo che, anni
fa, una Commissione d'esame al Sinodo, stimolata dai contributi dì alcune
teologhe, voleva discutere di «cristologia», cioè appunto dell'identità di Cristo nella vita della chiesa e del mondo.
Il Sinodo, in buona sostanza, respinse
l'idea, rimandandola a qualche convelo teologico: «Abbiamo altro da fare».
E vero, ma non sono sicuro che sia un
buon segno. Certo, rispondere alla domanda di Gesù non significa solo, e
nemmeno principalmente, discutere di
«cristologia», bensì incamminarsi sulla strada dell'obbedienza; di solito
però la chiesa è vigile e attiva appunto
quando si dimentica di se stessa, per
interrogarsi sul suo Signore.
La Scrittura, comunque, affronta
anche il tema dell'identità dei discepoli e delle discepole. Anche gli uomini e le donne della Bibbia hanno
itile spalle una vicenda spesso ricca e
significativa. La loro vera identità
però non è quella, non è il loro passaitt ma ciò a cui Dio li chiama, e che esdnon possono «discutere e approfondire», perché nemmeno lo conoscono.
Oro cambia il nome: ad Abramo, a
Giacobbe, a Cefa, a Saulo. Egli entra,
ti'oè, in una storia individuale, dottandole però un futuro che, appunto,
modifica l'identità fino a richiedefrun nome nuovo. E, a rigor di termittt, il nostro nome definitivo è ancora
^sempre il futuro di Dio: «Non è stato
t^cora manifestato ciò che saremo» (I
^tovanni 3,2).
La nostra identità ci è ancora sco, tiosciuta. Proprio la Riforma, certo
'^^tlizzando un altro linguaggio, ha
Proclamato con forza esattamente
tfaesto evangelo: la mia vita, la mia
e il mio futuro (sia «di qua», che
non dipendono da ciò che ho
e chefaccio, dalla mia vicenda e
r‘ esiti, dalla mia identità come
Prtsso ricostruire sul piano storico,
S¿^^r>gico o sociologico, bensì dalsù p rie/ Dio che si manifesta in Ge^°sso permettermi di non sapere
, "fi chi sono; ma devo sapere «in chi
(Il Timoteo 1. 12). Una
itionr Riforma può, e forse deve,
iàp riifa propria identità quello
yesù riferisce alla vita: chi si apPrin°H‘^ alla ricerca della proflnh foss'anche protestante,
Pria^f^’^ Perderla; chi perde la prodeivv^'-rtà per amore di Cristo e
^angelo, la ritroverà.
Fulvio Ferrano
SE-mMANALE .BELLE CHIESE EVANGELICHE BÀT TISTE. METODISTE, VAl-DESl
A colloquio con Saverio Guarna, pastore del Centro della Chiesa battista di Tirana
Stato confusionale in Albania
La situazione rimane tesa e potrebbe anche precipitare se l'ex presidente Berisha fosse arrestato
La gente è rassegnata e ha soltanto il desiderio di emigrare per dare un avvenire ai propri figli
______JEAW-JACQUES PEYBONEL______
TA OMENICA scorsa il culto è
\\±J durato solo venti minuti,
poi abbiamo mandato tutti a casa.
Questa settimana abbiamo sospeso
le attività della chiesa: abbiamo ricevuto l’ordine dall’ambasciata di
non muoverci di casa. Ora speriamo di poter riprendere il lavoro al
più presto». Ce lo dice, al telefono,
il pastore Saverio Guarna, che da
alcuni anni è in missione a Tirana
dove è responsabile del Centro battista e della chiesa locale e dove, a
fine luglio, ha portato a termine
con successo un «progetto di riconciliazione» approvato e finanziato
dal Servizio rifùgiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, progetto che ha coinvolto circa 60 ragazzi e ragazze fra i
13 e i 16 anni, di ogni ceto sociale,
etnico e religioso.
Di quello che sta succedendo a
Tirana in questi giorni siamo ampiamente informati dai nostri media: a noi interessava sapere come
la gente del posto vive questi fatti.
«Qui l’atmosfera è molto tesa - ci
dice Guarna - e la gente segue con
molta attenzione quello che sta avvenendo perché, come sempre, la
situazione è molto confusa e imprevedibile». Dopo il tentato golpe
che ha fatto temere il peggio, la situazione si è un po’ rasserenata, la
polizia ha ripreso le cose in mano e
ora, di sera, non si sente più sparare, come succedeva i primi giorni.
Gerto ogni giorno, come in questo
venerdì 18 settembre, ci sono manifestazioni di piazza organizzate
dai seguaci dell’ex presidente Sali
Berisha, ma nell’insieme la gente
esce poco. Si tiene informata guardando, come lo stesso Guarna, i telegiornali italiani. I primi giorni, dice Guarna, le reti televisive locali
hanno coperto abbastanza bene gli
avvenimenti, ma ultimamente, forse per le pessime condizioni atmosferiche, vi sono difficoltà di ricezione, e quindi l’informazione su
quello che succede a Tirana proviene soprattutto dai media italiani.
Dopo i disordini dello scorso an
no e le elezioni politiche che hanno
portato alla formazione del nuovo
governo di Patos Nano, la situazione si era più o meno normalizzata
e l’atteggiamento nei confronti del
nuovo esecutivo era abbastanza
positivo. In realtà però, ritiene
Guarna, la gente è rassegnata e ha
un solo desiderio: quello di emigrare, soprattutto perché è preoccupata per Tawenire dei propri figli.
Nonostante gli aiuti, infatti, il lavoro è ulteriormente diminuito, anche se le circa 300 aziende italiane
operanti in Albania continuano a
funzionare normalmente e questa
volta sembra che non ci siano stati
gli assalti a mano armata che si
erano verificati un anno fa.
Mentre parlavamo col pastore
Guarna, il Parlamento era riunito
per decidere se togliere o meno
l’immunità parlamentare a Sali Berisha, leader dell’opposizione e
istigatore della nuova ondata di disordini. «Meno male che ci sono le
varie pressioni internazionali, e in
particolare quelle del governo italiano, per impedire che Berisha
venga arrestato», si dice in giro,
perché se ciò dovesse verificarsi,
allora tutto è possibile perché Berisha, ex presidente e uomo del
Nord, ha tuttora un grosso seguito
nella parte settentrionale del paese. Com’è noto, da un punto di vista socio-economico, il Nord contadino dell’Albania assomiglia un
po’ al nostro Sud, mentre il Sud,
più industrializzato e più vicino
all’influenza greca, potrebbe essere
paragonato al nostro Nord. E, come si sa. Patos Nano è un uomo del
Sud. Ma queste contrapposizioni,
che hanno origine in antiche rivalità etnico-culturali oltre che economiche, non sono poi così sentite
localmente. «Quello che è certo afferma Guarna - è che la grande
maggioranza della gente, al Nord
come al Sud, è stufa di questa situazione di cronica emergenza».
Il Vaticano risponde al Sinodo delle chiese valdesi e metodiste
Sulla «giustificazione» i cattolici sono stati fraintesi
EUOENIO BERNARDINI
11 cardinale Edward Idris
Cassidy, presidente del
Pontificio Consiglio per
l’unità dei cristiani, ha annunciato che la Chiesa
cattolica romana è pronta
a firmare, «senza ritardi e
nella sua totalità», la Dichiarazione congiunta
cattolico-luterana sul tema della giustificazione. Il
cardinale ha spiegato che
intende così rassicurare
coloro che hanno visto
nella risposta ufficiale delia Chiesa cattolica del giugno scorso un assenso
molto condizionato. Cassidy (che fa queste dichiarazioni in una lettera indirizzata al pastore Ishmael
Noko, segretario generale
della Federazione lutera
na mondiale (Firn), il 30
luglio scorso ma resa pubblica solo in questi giorni)
aggiunge che c’è stata
«una lettura molto parziale» della risposta vaticana
alla Dichiarazione congiunta da parte di «alcuni
commentatori luterani».
Bisogna ricordare che
nel giugno scorso, dopo
un’ampia consultazione
delle varie chiese luterane
nel mondo, il Consiglio
della Firn aveva approvato
la Dichiarazione congiunta. La risposta ufficiale del
Vaticano, giunta una settimana dopo, aveva generato invece un certo sconcerto. Infatti, nella sua
«Dichiarazione» la Chiesa
cattolica constatava l’esistenza di «un consenso su
delle verità fondamenta
li della dottrina della giustificazione», ma con una
lista di «Precisazioni» in
cui venivano sollevate tali
e tante questioni (dalla
conferma della validità
dei dogmi e delle condanne del Concilio di Trento
alla domanda sull’«autorità reale» dei Sinodi luterani) da mettere seriamente in dubbio la possibilità di giungere a un accordo su una materia dottrinale così delicata.
Anche il nostro giornale
aveva sollevate forti riserve (Paolo Ricca sul numero del 17 luglio scorso), e
anche il Sinodo delle
chiese valdesi e metodiste
è intervenuto con una lettera al cardinale Cassidy
che abbiamo pubblicato
due settimane fa. Su que
sto numero pubblichiamo
la risposta del dicastero
Vaticano e la controrisposta valdese e metodista.
Interrogato da un giornalista dell’agenzia di stampa Eni, il segretario della
Federazione luterana ha
dichiarato che la lettera
del cardinale Cassidy dà
«una nuova prospettiva
sul modo di leggere, comprendere e interpretare la
risposta cattolica».
Insomma, la vicenda è
intricata (forse perché in
Vaticano si confrontano
linee diverse?) e sarebbe
necessaria un’ulteriore fase di chiarimento. Il Consiglio della Firn, che si riunirà all’inizio di novembre, come risponderà alle
rassicurazioni del cardinale Cassidy?
Infatti, come conferma Guarna,
quando si verificano questi disordini escono allo scoperto le bande
armate, i clan mafiosi o i semplici
delinquenti che ne approfittano
per saccheggiare negozi, banche,
uffici postali o stranieri facoltosi.
Lo si è visto in questi giorni, ma
anche nei mesi scorsi, quando è
scoppiata la guerra nel Kosovo: improvvisamente sono saltate fuori
dalle cascine del Nord tutte le armi
rubate durante la rivolta anti Berisha dello scorso anno e non riconsegnate, per venire in aiuto ai connazionali del Fronte di liberazione
del Kosovo, mentre Patos Nano veniva criticato per la sua eccessiva
tiepidezza nazionalistica. Ora, dicono le voci a Tirana, queste armi
potrebbero servire ad una eventuale marcia sulla capitale, nel caso in
cui Berisha venisse arrestato.
Intanto, data la precarietà della
situazione, sono ripresi i tentativi di
emigrazione massiccia verso le coste italiane. Proprio in questi giorni,
la Guardia di finanza italiana che,
dopo gli accordi passati tra i governi di Roma e di Tirana, controlla da
vicino le coste albanesi, ha fermato
una «carretta» zeppa di centinaia di
albanesi, che stava per salpare dal
porto di Durazzo. Insomma, l’emergenza Albania è nuovamente
all’ordine del giorno e oggi, come
un anno fa, il governo italiano è
chiamato a una difficile quanto indispensabile opera di mediazione
tra i due campi che si confrontano.
MEDITAZIONE
la presenza di Dio
di MAURO PONS
A PAGINA 2
EDITORIALE
Mercati capricciosi
di GIORGIO GUELMANI
A PAGINA I
COMMENTO
Formazione per il lavon
di ADRIANO LONGO
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 25 SETTEN/g^p
«Giuseppe diceva
ai suoi fratelli:
“Sono io! Sono
Giuseppe! È
ancora in vita
mio padre?”.
Ma i suoi fratelli
erano sconcertati
di trovarsi
dinanzi a lui che
non riuscivano
a rispondergli.
“Avvicinatevi a
me!”, disse allora
Giuseppe ai suoi
fratelli. Quando
furono accanto
a lui proseguì: “Io
sono veramente
Giuseppe, vostro
fratello, quello
che voi avete
venduto perché
fosse portato in
Egitto! Ora però
non state ad
angustiarvi e a
rimproverarvi per
avermi venduto.
È Dio che mi ha
fatto venir qui
prima di voi per
potervi salvare la
vita. Già da due
anni la carestia
infierisce
ovunque e per
altri cinque non
vi sarà né aratura
né mietitura.
Ma Dio mi ha
inviato in questa
terra davanti a
voi, per tenervi da
parte una scorta
di viveri e così
potervi salvare
con una grande
liberazione.
Dunque: non siete
stati voi a
mandarmi qui,
ma Dio. Ed è lui
pure che ha fatto
di me il più
potente ministro
del faraone,
responsabile
della sua corte
e governatore
dell’intero Egitto.
Presto dunque,
ritornate da mio
padre e ditegli:
Ecco quel che ti
manda a dire
Giuseppe, tuo
figlio: Dio
mi ha costituito
padrone
dell’intero Egitto.
Vieni da me.
Non tardare”»
I «SEGNI» DELLA PRESENZA DI DIO
Nella nostra ricerca di fede noi siamo affascinati dall'esempio di Abramo
ma essere Abramo è per noi un'illusione perché noi siamo come Giuseppe
MAURO PONS
PER conoscere Dio è necessario «farsi» come Abramo. È
possibile? La nostra esperienza
di fede è paragonabile a quella
di Abramo? E se noi non «crediamo» come Abramo ha creduto, allora dobbiamo rinunciare
per sempre alla possibilità di riconoscere Dio? In realtà la Genesi ci offre anche un altro modello, complementare, di tale riconoscimento: più indiretto e
allo stesso tempo assai meno
conturbante; «umano» e, in
questo senso, appagante.
meditato quando, sul punto di
uccidere Giuseppe, avevano deciso di dire poi (cosa che in
realtà, significativamente, non
faranno); «L’ha divorato una bestia feroce» (Gen. 37, 20). Il (falso) riconoscimento di Giacobbe
lo sprofonda nell’ignoranza e
nel dolore.
^ GNUNO di noi sa che, di
per sé, il segno è neutro:
La storia di Giuseppe
N ELLA storia di Giuseppe,
(Genesi 45, 3-9)
dei suoi fratelli e di Giacobbe il riconoscimento di Dio non
manca, ma esso si realizza attraverso un percorso reso complesso dalla presenza di «segni» della presenza di Dio, la cui interpretazione può portare sia alla
conoscenza sia all’ignoranza.
Per esempio i sogni di Giuseppe,
rivelati ai fratelli e al padre (Gen.
37, 5-11), sono interpretati come pure proiezioni della sua
sconfinata vanità. A causa del
secondo sogno, Giacobbe rimprovera il figlio anche se, poi, ne
fa oggetto della sua riflessione
perché, dopo tutto, questo sogno potrebbe anche contenere
alcuni elementi di verità, dischiudere una qualche conoscenza di eventi a venire.
Invece, di fronte alla tunica di
Giuseppe, macchiata del sangue
del capretto ucciso (Gen. 37, 3135), Giacobbe non pondera, salta, senza alcun tentativo di deduzione razionale, alla conclusione che i fratelli avevano pre
Preghiamo
«(...) Erano allora un piccolo numero,
solo un gruppo di emigranti.
Vagavano da una nazione all’altra,
passavano da un regno all’altro.
Ma Dio non permise a nessuno di opprimerli,
e per difenderli minacciò anche i re (...).
Il Signore fece venire la fame nel paese
e mancò il pane per tutti.
Ma egli mandò davanti ad essi un uomo,
Giuseppe, venduto schiavo.
Gli legarono i piedi con catene,
gli misero addosso un collare di ferro.
La parola del Signore lo mise alla prova
finché non si avverrò la sua predizione.
Allora il re d’Egitto lo fece rilasciare,
il sovrano delle nazioni lo mise in libertà»
(Salmo 104, 12-20)
Storia di Giuda e di Tamar
O
esso può condurre all’ignoranza
o alla conoscenza, ma per essere utile al riconoscimento, cioè
alla vera conoscenza, esso deve
essere accompagnato dall’autocoscienza. Questo elemento
compare nella storia di Giuda e
di Tamar (Gen. 38). Giuda ha tre
figli: Er, Onan e Seia. Er sposa
Tamar ma, essendo «odioso a
lahweh», muore. Secondo la tradizione, Onan prende il posto
del fratello, ma non volendo dar
vita a una discendenza che non
sarà riconosciuta come sua, disperde il suo seme. Jahweh fa
morire anche lui. A questo punto
Giuda rimanda Tamar a casa del
padre per proteggere la vita di
Seia. La storia racconta che Giuda, scambiando la nuora per una
prostituta, si giacerà con lei. Tamar, rimasta incinta, viene accusata di essersi prostituita e condannata da Giuda al rogo. Mostrando al suocero il sigillo con il
cordone e il bastone che si era
fatto consegnare in pegno da lui
in occasione del loro incontro,
Tamar obbliga Giuda a «riconoscere» gli oggetti e a confessare
che ella è più giusta di lui.
Dunque i «segni» hanno valore: sono prove inoppugnabili,
che conducono dall’ignoranza
alla conoscenza, dall’errore al riconoscimento della colpa. Questi segni sono eloquenti perché
parlano alla coscienza: essi hanno una carica etica che si traduce in valenza fisica. Giuda è il
primo dei fratelli a sperimentare
nella carne appunto, il riconoscimento. Inoltre l’inganno perpetrato da Tamar ha, al contrario di
quello giocato dai dieci a Giacobbe, un fine che è la perpetuazione della famiglia, la vita: da lei
nascono infatti due gemelli che
entrano nella linea di discendenza di Israele. Nella Bibbia il criterio che guida il riconoscimento è
morale dell’introspezione. Non è
un caso dunque che i segni che
conducono al riconoscimento
possano anche essere ambigui.
Talvolta, vengono creati per tur
bare 0 impaurire, per suscitare
ansiose domande, per far nascere la coscienza.
Giuseppe è reggente d’Egitto
quando i fratelli si presentano
davanti a lui (Gen. 42, 6-17) lui li
riconosce, essi no. Il riconoscimento e la memoria di Giuseppe mettono in moto un meccanismo inteso a punire e mettere
alla prova i fratelli, a dar loro
una serie di lezioni e, insieme,
compiere i propri sogni; ma soprattutto, a «ri-creare» il passato
sul piano drammatico, psicologico e interpretativo lungo due
assi fondamentali: quello del ribaltamento e quello della duplicazione dei ruoli.
Con Gen. 42, 10-24 il ribaltamento dei ruoli prende corpo:
sono i fratelli a soffrire adesso
d’impotenza dinanzi al più forte, loro a essere falsamente accusati e poi imprigionati. Liberati dal carcere, devono accettare che Simeone venga imprigionato in attesa che gli altri tornino da Canaan per condurre Beniamino in Egitto. La duplicazione dei ruoli non implica solo
il loro ribaltamento (Simeone in
prigione = Giuseppe nel pozzo),
ma la necessità da parte dei fratelli di far rivivere il loro stesso
passato. I fratelli non comprendono il segno (il carcere), ma ne
capiscono subito le implicazioni, perché dinanzi all’impenetrabile ambiguità del segno, i
fratelli riconoscono il passato e,
per la prima volta, si confessano
la propria responsabilità (Gen.
42, 21-22): in altre parole, cominciano a riconoscere se stessi.
ricostruzione-confessione di
Giuda (Gen. 44,18-34). Solo il riconoscimento della propria colpa porta al riconoscimento del
fratello Giuseppe nel funzionario del faraone. Ma a questo riconoscimento ne segue immediatamente un altro; in modo
misterioso, le azioni di questi
uomini sono state «usate» da
Dio per conservarli in vita.
L'azione di Dio
A
TTRAVERSO l’invidia, l’odio, la violenza, il sopruso.
Dio ha agito per conservare e
dare prospettive di vita alla famiglia a cui aveva rivolto le sue
promesse. Ciò che conta è la fedeltà di Dio al «resto» di Israele,
la sua fedeltà all’obiettivo della
«salvezza» di Israele. In questo
modo, attraverso le parole di
Giuseppe si compie anche il riconoscimento di Dio che è proprio della fede.
Un lungo processo
di riconoscimento
ENTRE i fratelli sono do
. minati dall’ignoranza totale, da un’ignoranza che crea un
vuoto integrale, Giuseppe nutre
la sua conoscenza con la loro
ignoranza e con l’inizio del loro
processo di riconoscimento.
Giuseppe scoppia a piangere e si
allontana da loro (Gen. 42, 24)
perché, se è vero che egli ha riconosciuto i fratelli fin dal primo momento, è solo ora che il
suo riconoscimento si compie
pienamente: ancora nascosto,
esso penetra in lui fino alle viscere, alle radici del proprio essere fratello.
Il processo di riconoscimento
ha però ancora bisogno di molto
tempo e di molte altre prove. Esso si conclude solo con la lunga
Noi siamo come Giuseppe
Nella nostra ricerca di fede
siamo affascinati dall’esempio di Abramo. Nella sua debolezza, come afferma Thomas
Mann, Abramo è la figura del
credente che non si abbandona
al bisogno del divino, ma fonda
la propria fede sulla consapevolezza di sé, perché con straordinaria audacia e sprezzo delle vie
d’uscita semplici e comode.
Abramo aveva rifiutato l’adorazione di una qualsivoglia divinità di mezza tacca; Abramo, in
quanto uomo, poteva servire
soltanto il Sommo (Dio). Ma essere Abramo è per noi un’illusione! Noi siamo come Giuseppe perché per noi, come per lui,
il legame con Dio è anche il legame con il padre (e/o la madre), per cui per noi, come per
lui, l’evento della fede in Dio è
«imitazione» e «ripetizione». In
esse, il personale e il volontario
si mescolano con l’elemento che
«ci conduce e ci guida». Se prima erano umano e divino a riconoscersi e mutarsi l’uno nell’altro, ora sono l’interno e l’esterno, ciò che è dentro l’essere
umano e ciò che ne è fuori, che,
specchiandosi, si concretano
nell’evento, quell’evento che è
unico e «sempre». Dalle nebbie
misteriose dell’«origine» siamo
dunque giunti alle sponde anch’esse misteriose della Storia e
delle storie, insomma alla vita.
Note
omiletichi
La storia di GiusJl
«un episodio unita|
struito organicamen«
cima a fondo, dovei
na delle per,copi 4 3
ri può aver avuto J
un'esistenza a sèi
tradizione indiosJ 3Ul(
Perciò la divisione
toli deve essere al
ta sotto un'angol,
particolare. Nelle
patriarcali da Gen]
Gen. 36 di solito i linj'
capitoli coincidorti
l'inizio e la fine diy_.
eleo narrativo, avenCl'iWie«
tempo vita propria,|| ¡cisodi i
nella storia di Giuse Cassid.
lero Si
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capitoli segnano solo mtificic
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zio e la fine di sinqÌB??°f/°
ne (...). Il lettore't gj,
perciò non tenerne,
e riesaminare tutta li IW>®*.
razione partendo dal,
struttura totale» (j
Rad, p. 468). Questei
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(Seconda di una serie
di quattro meditazioni)
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ti al fatto che, però
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bligati a «scegliere»ii m/ie pe
sto appartenente alla ¡g,|tofor¡
ria di Giuseppe, aneff
questa «scelta» hayi,
so solo a partire li
continuo riferimerti
l'intera avventurad(
seppe. Nel nostroi
mento faremo spesso
rimento all'insiemek
storia di Giuseppe, pii v
ponendo che i letti
conoscano o la legj Wto
contestualmente. froseinsir
Nella storia di.Gius tnotìvarh
Dio compare diretta») reale" dei
una sola volta quandi colpisce
una visione notturna,! mente, es.
ta Giacobbe a scende»
Egitto (Gen. 46,2-4),
lettori siamo però ini
mati da subito che Dii
l'Agente dell'intera wci
da: Jahweh èconG/usp
pe quando, venduto »
Egitto, è nella caa&W
far (Gen. 39, 1-6); qui“
è gettato in prigione
güito al tentativo di
zione della moglie
st'ultimo (Gen. 39,
quando spiega i sol
faraone (Gen. 41,
Nel testo non manci
elementi del riconoi
to della presenza
(Giuseppe «sa» chelj
pretazione dei sogni'
sua, ma di Dio, cosìi
faraone riconosceloj
to divino» di Giusi
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sere male interpri ®che di
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,j 25 SETTEMBRE 1998
PAG. 3 RIFORMA
La risposta del moderatore della Tavola valdese e del presidente dell'Opcemi alla lettera di monsignor Duprey
3 L'autorità nella chiesa è un problema ecumenico non ancora risolto
/i//a lettera del Sinodo valdese inviata a monsignor Cassidy per avere una spiegazione sulla frase della Nota vaticana circa
’‘^ «l'autorità reale» dei Sinodi luterani ha risposto mons. Pierre Duprey segretario del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani
di Giui
io unitati
änicattieii
'0, dovati
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^ sé, a
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visione iii|
'S6re coii^ ubbùì^o vifßvito nel
"''angolai sul Sinodo valdese
- .issiles Lma n. 35), al termine
oli?o däbattito sulla DichiaraMe congiunta cattolicofineÌà giustificazio
ivo, avL ¡l’assemblea smodale ha
Pi’opria. Il 00 di inviare al cardina' di Giuse 'Cassidy, presidente del
nano solo ¡ntificio Consiglio per la
ative, cioè '¡¡fuozione dell’unità dei
' jsfiöfJi, una lettera in cui
^va spiegazioni in metenernefr^^ frase contenuta
'teVdoli éCrìsposia ujficiale della
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IO quindij «nparte della Federazione
per mondiale. La frase
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ifP®: Msenso sinodale, oggi e
o7r^ * whe domani, nella vita e
■¡ferirei Uk dottrina della comu/enturadi 0 luterana».
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iT° mio. dal presidente del Si
I insiemei j^^^g past. Salvatore Ric
-heTtato tiordi, in data 27 agosto, di> 0 la lego *(*•' ’di dubbio che questa
nente. j frminsinua, senza peraltro
irla di Giusi Motivarlo, sulla autorità
re diretta® reafe” dei Sinodi luterani ci
olta quandi colpisce e ferisce direttaI notturna,) Benfe, essendo il regime sie a scende»
n. 46,2-4),
mo però ini
ibito die DI
eil'intera vici
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0, venduto è
alla casa Sii®
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moglie
Gen. 39,
iega i soi
jen. 41,
lon mani
el ricono!
nodale comune alle chiese
luterane e alle nostre. Come
Sinodo delle chiese valdesi e
metodiste vorremmo chiederle di spiegarci “apertis
verbis” la frase citata e dirci
chiaramente che cosa Lei e
la Chiesa cattolica avete inteso affermare inserendola
in un documento ecumenicamente così impegnativo».
Alla lettera del Sinodo, ha
risposto in data 3 settembre
il segretario del Pontificio
Consiglio per l’unità dei cristiani, mons. Pierre Duprey,
a nome del cardinale Cassidy. Il pastore Ricciardi, al
quale era stata indirizzata
come presidente del Sinodo,
l’ha trasmessa al moderatore della Tavola valdese e al
presidente del Comitato
permanente dell’Opcemi.
Questi ultimi hanno risposto il 14 settembre con una
lettera in cui esprimono la
loro insoddisfazione per la
risposta di monsignor Pierre Duprey che, a parer loro,
non chiarisce il senso della
frase contenuta nella Nota
vaticana firmata dal cardinale Cassidy.
Pubblichiamo qui di seguito le due lettere.
Il cardinale Edward Idrls Cassidy, presidente del Pontificio Consiglio
per la promozione deii’unità dei cristiani (foto Deodato)
la risposta di monsignor Pierre Duprey alla lettera del Sinodo
Pastore Salvatore Ricciardi
Presidente del Sinodo delle
Chiese evangeliche valdesi e metodiste
Hev.do Pastore,
[il cardinale Edward Idris Cassidy, al
ale Ella ha indirizzato la sua cortese
Itera del 27 agosto u.s., prima di laiare Roma oggi, mi ha incaricato di
larLe riscontro. Ciò che faccio con
tolto piacere, nello spirito di fraterna
resenzai sirdialità che caratterizza le nostre ressa» che! lajiQnj
dei sogni chjecie di spiegare una frase
Dio, cosio |gj|g jjgjjg Chiesa cattolica alla
° d°*Giua ^'*'^'Ì3r3zione congiunta della Federa”, gjjji none luterana mondiale e della Chiesa
1 forma d !®ttolica sulla dottrina della giustificaali non va relativa «alla questione cfeirauto:hé posi® del consenso sinodale, oggi e
interprf ^he domani, nella vita e nella dottrilon al giu Wdella comunità luterana»,
nto, ma al Mi sembra che la spiegazione mi:a: esempli tìore che il Pontificio Consiglio per
ISO, la M»||tmità possa dare al suo quesito è di
®ore un passaggio della lettera con la
We il Cardinale Cassidy ha ufficial®6nte presentato al Segretario genera
alsa
Giuseppa
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che l'esP®! 3,j “®®'hario teologico della
isuta dai pi evangelica del Congo
ca ed nel 1931 e situa
le della Federazione luterana mondiale
la Risposta della Chiesa cattolica:
«Concludendo, mi rincresce che un
argomento affrontato nella Risposta
cattolica e riguardante la natura
dell’autorità dell’approvazione data
alla Dichiarazione congiunta da parte
della Chiesa cattolica e da parte della
Federazione luterana mondiale, abbia
causato alcune difficoltà ad un certo
numero di commentatori luterani. Come osserverà, la Risposta cattolica
prende atto del grande sforzo compiuto dalla Federazione luterana, attraverso una consultazione, estesa a tutto
il mondo, dei Sinodi delle sue Chiese
membro, in vista di raggiungere un
consenso che fosse realmente significativo.
Non vi è l’intenzione di mettere in
questione l’autorità del consenso luterano. Si è tuttavia percepito che, pur
tenendo conto dell’approvazione tanto
vasta ricevuta dalla Dichiarazione da
parte dei Sinodi, rimanevano ancora
delle importanti differenze circa il modo secondo il quale le due parti comprendono l’autorità nella Chiesa, diffe
renze che lasciano alcune questioni irrisolte. L’insieme dell’argomento
dell’autorità nella Chiesa è affrontato
soltanto indirettamente in questo contesto, ed è sembrato dunque necessario indicarlo quale tema da studiare ulteriormente nel dialogo in corso».
A quanto sopra, vorrei aggiungere
che l’intero processo che ha condotto
alla Risposta cattolica e alla sua ricezione ha dato luogo ad un’aperta, cordiale
e importante collaborazione con la Federazione luterana mondiale con la
quale continuiamo ad operare per
chiarire ogni possibile malinteso e per
far sì che questa fase impegnativa e nevralgica del nostro dialogo costituisca
realmente un momento di crescita e
d’aperta, mutua comprensione.
Nell’esprimerLe i miei auguri, anche
se tardivi, per il Sinodo delle Chiese
valdesi e metodiste che si è recentemente concluso a Torre Pellice, Le porgo, Rev.do Pastore, fraterni saluti.
+ Pierre Duprey
Segretario
Città del Vaticano, 3 settembre 1998
Chiesa evangelica del Congo (Eec)
àsce una Facoltà di teologia
ca ew ■ Bs, xi aiLua
I per S u^^'fsiinou (Brazzaville),
4 ^terà una Facoltà di teoni P^testante. La decisio' *^'7^)1611 presa dal Sinodo
rW della Eec (la
paese, con circa
Sitó^*^®”fbri) che si è riu^^zzaville dal 25 al 30
£ Al n ®‘:orso.
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Esso nostro paese.
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P® flellgT^' ^ffiniinistrazio
»to: “P fil teologia
:! di «• ^ di Yaoundé (Ca
e nel 1990 invitava
le chiese membro a trasformare le loro scuole di teologia in istituti o facoltà».
L’inaugurazione del nuovo
istituto avverrà il 18 ottobre
prossimo con cinque studenti che inizieranno un ciclo di
licenza di quattro anni, (eni)
Istituto brasiliano di statistiche
Nel 2045 metà dei brasiliani
potrebbero essere evangelici
Nel 2045 la metà degli abitanti del Brasile potrebbero
essere evangelici. È quanto
indicano i dati pubblicati
dall’Istituto brasiliano di geografia e di statistiche. Secondo l’Istituto, che valuta in un
po’ meno di 20 milioni il nu
Uno dei più noti teologi protestanti
Usa: è morto Paul van Buren
A 74 anni è morto negli
Stati Uniti, su un’isoletta del
Maine, il noto teologo americano Paul van Buren. Laureatosi con Karl Barth, van
Buren è stato dapprima uno
dei più noti esponenti della
teologia radicale nordamericana mentre in un secondo
tempo si era dedicato a studi
linguistico-teologici; infine si
era rivolto soprattutto al colloquio con l’ebraismo cercando di riformulare la teologia cristiana in modo da
renderla più comprensibile
all’ambiente ebraico.
Gli ultimi studi di van Burenerano tutti volti a evidenziare i punti di contatto tra il
cristianesimo primitivo e il
giudaismo. (Ref Presse)
mero degli evangelici attuali
su una popolazione di 160
milioni di abitanti, il ritmo di
crescita degli evangelici è due
volte più rapido di quello della popolazione (erano 4,8 milioni nel 1970; 7,9 milioni nel
1980; 13,7 milioni nel 1991).
Lo sviluppo, però, non è
uguale in tutto il paese (è stato più rilevante negli stati
brasiliani del centro e del
nord, in particolare nello stato di Roraima, alla frontiera
con il Venezuela), così come
la presenza attuale varia, nelle diverse regioni, dal 6,8% al
14% dell’intera popolazione.
I dati dell’Istituto lasciano
però delle domande senza risposta. Per esempio, non si
sa quante chiese si siano stabilite, né dove, e quanti gruppi etnici abbiano avuto accesso alla predicazione evangelica. Le chiese, comunque,
hanno iniziato delle ricerche
in tal senso. (eni)
La risposta del moderatore
e del presidente dell'Opcemi
Monsignor Pierre Duprey
Segretario del Pontificio Consiglio per la
promozione dell’unità dei cristiani
Caro Monsignor Duprey,
grazie per la Sua lettera del 3 settembre scorso, indirizzata al Presidente del Sinodo delle chiese evangeliche metodiste e valdesi pastore Salvatore Ricciardi e per la proiitezza
con cui il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità
dei cristiani ha voluto rispondere alla lettera del nostro Sinodo. Per questa sollecitudine e attenzione siamo grati al
cardinale Cassidy e a Lei. Le rispondiamo nella nostra qualità di moderatore della Tavola valdese e di presidente del
Comitato, permanente per l’Opera delle chiese evangeliche
metodiste in Italia, essendo il Sinodo ormai terminato.
Prendiamo atto con piacere che i rapporti tra il Consiglio
Pontificio e la Federazione luterana non si sono inceppati,
al contrario ci si sta impegnando dalle due parti affinché le
delusioni e le conseguenti tensioni causate dalla Nota vaticana alla «Dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla
giustificazione» non paralizzino il dialogo ma diventino un
incentivo a riprenderlo con nuova lena, così da costituire
«realmente un momento di crescita e di aperta, mutua
comprensione». Anche di questo ci rallegriamo: restare in
dialogo è fondamentale proprio e soprattutto quando si attraversano situazioni difficili e si vivono momenti critici.
Quanto alla spiegazione fornita dai cardinale Cassidy in
merito alla frase della Nota vaticana sulla «autorità reale»
dei Sinodi nelle chiese luterane (e, per estensione, in quelle
riformate e in tutte quelle che adottano un regime sinodale), facciamo la seguente osservazione: se - come afferma
espressamente il cardinale Cassidy, e noi prendiamo atto
con piena soddisfazione di queste sue parole - «l’intenzione» degli estensori e del firmatario della Nota non era e non
è «di mettere in questione l’autorità del consenso luterano»,
allora non bisognava farlo! È noto che il problema dell’autorità nella chiesa esiste come problema ecumenico irrisolto, e continuerà ad esistere finché Tunità cristiana non sarà
realizzata. La Chiesa cattolica non riconosce l’autorità dei
nostri Sinodi, così come noi non riconosciamo l’autorità dei
papi e dei Concili cattolici romani: il Sinodo ha autorità per
noi, valdesi e metodisti, non ce l’ha per i cattolici e neppure
per gli altri evangelici; inversamente, il papa ha autorità per
i cattolici, non per noi né per gli altri cristiani. Tùtto ciò è
noto e pacifico, non impedisce però il dialogo, anzi lo esige.
Il dialogo, potremmo dire, obbedisce ad un’altra autorità,
quella dell’imperativo ecumenico, se così lo possiamo chiamare. L’autorità dell’imperativo ecumenico (che è un imperativo evangelico, biblico, che lo Spirito ha scritto nel
cuore di quasi tutte le chiese) ovviamente non scalza né sostituisce le autorità costituite di ogni singola chiesa, ma tutte le interpella e sollecita ad avanzare con gli altri cristiani
sulla via maestra dell’Evangelo «seguitando verità in carità»
come dice stupendamente l’apostolo Paolo (Efesini 4, 15).
Una delle mete del dialogo è proprio anche di giungere insieme a una comprensione e a una pratica dell’autorità nella chiesa che tutti possiamo accettare e non sia più tra noi
motivo di divisione. Ma mettere in dubbio, mentre si dialoga, l’autorità delle istanze di governo e di decisione delle altre chiese non solo non serve al dialogo ma lo turba e può
persino bloccarlo. È un principio elementare e fondamentale noto a chiunque pratichi l’ecumenismo che le chiese
con cui si intende dialogare vanno prese sul serio così come
sono, e non come si vorrebbe che fossero.
Perciò, francamente, comprendiamo ancora meno di prima perché la Nota vaticana abbia sollevato il problema della
«autorità reale» dei Sinodi nelle chiese luterane (e protestanti in genere) se realmente l’intenzione della Nota non
era, come ha poi precisato il cardinale Cassidy, di «mettere
in questione l’autorità del consenso luterano». L’intenzione
era allora di ricordare il problema generale dell’autorità nella chiesa come problema ecumenico irrisolto? Ma allora bisognava formularlo in maniera completamente diversa: in
gioco c’è l’autorità dei Sinodi (dal punto di vista cattolico)
ma anche l’autorità dei papi (dal punto di vista nostro)! Non
solo, ma il problema generale dell’autorità nella chiesa non
aveva e non ha nulla a che vedere con il tema specifico del
dialogo cattolico-luterano in corso, che è la giustificazione
per grazia mediante la fede. Possiamo illustrare questo punto con un esempio che ci tocca da vicino: la Conferenza episcopale italiana e il nostro Sinodo hanno approvato e sottoscritto un «testo comune» sui matrimoni interconfessionali
o misti. A nessuno è venuto in mente, né prima né durante il
dialogo e tanto meno dopo la sua conclusione, di mettere in
questione o l’autorità della Gei o quella del Sinodo valdese.
Sarebbe parso a chiunque del tutto fuori luogo.
Analogamente, sollevare il problema della «autorità reale» dei Sinodi luterani, tanto più all’indomani di un suo
esercizio effettivo avvenuto a livello mondiale, ci sembra
essere stato, oltre che non pertinente, anche inopportuno e
persino indisponente. Lo diciamo col dovuto rispetto ma
anche con la necessaria franchezza che la «fraternità cristiana che caratterizza le nostre relazioni», felicemente da
Lei richiamata, autorizza anzi esige.
A questa fraternità, dono prezioso di Dio e scoperta sempre nuova nell’incontro ecumenico, teniamo molto anche
noi.
Con viva cordialità e un fraterno saluto
Gianni E. Rostan
Valdo Benecchi
Roma, 14 settembre 1998
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 25 SETTEMBRP
È uscita la traduzione italiana dell'ultimo romanzo di Abraham B. Yehoshua
Fine millennio di mille anni fa
Ambientato nel 999, il libro mette a confronto due culture ebraiche, quelle del
Nord Africa e dell'Europa centrale, ma pone anche problemi relativi all'attualità
ALBERTO CORSARI
IN questa fine millennio un
grande scrittore, l’israeliano Abraham B. Yehoshua, ci
riporta all’anno 999, quando
un mercante di Tangeri,
ebreo sefardita, socio in affari
con un nipote che vive in
Francia, vede profilarsi una
inattesa crisi per i suoi rapporti di lavoro. La moglie del
nipote infatti, un’ebrea tedesca (di Worms) e dunque
ashkenazita, non vede di
buon occhio la situazione familiare del lontano parente
del marito. Ben-Atar infatti
(questo il nome del protagonista), non avendo avuto figli
dalla moglie si è risposato e
vive in bigamia, situazione
ammessa nell’ambiente maghrebino ma non tollerata in
quello ebraico europeo. Buona parte del romanzo* è dunque un resoconto di viaggio,
illustrato da una cartina nau-'
tica che traccia il percorso di
una strana «nave dei folli»
che imbarca Ben-Atar e il terzo socio, un ismaelita, un
campionario della mercanzia
che la «società» è solita vendere nel Sud della Francia, le
due mogli, una coppia di
dromedari, uno schiavetto
nero (oggetto di concupiscenza da parte di molti, in
Europa), e, raccolto per via,
un rabbino andaluso con il
proprio bambino, fino ai
pressi di Parigi: da qui si procederà sui carri.
Il «cuore ideologico» della
storia, raccontata con la consueta maestria e il largo «re
Abraham B. Yehoshua a Napoli in occasione di un incontro con i
lettori (foto Riforma)
spiro» che contraddistinguono quello che è probabilmente il più importante narratore vivente, è in due processi, di esito opposto, che si
tengono a Villa-les-juifs, intorno a Parigi, e a Wermaizah, trascrizione di Worms
nella lingua ebraica. Procedere oltre nel resoconto è
impossibile, perché tutta
l’utlima parte del romanzo è
ricca di accadimenti imprevedibili, che orientano non
solo il dramma ma anche e
soprattutto il profilo dei personaggi e la loro caratterizza
zione. Quello che si può dire
è che non bisogna fermarsi
alla diusputa a carattere etico-teologico fra ebrei di diversa osservanza, oppure allo scontro fra civiltà europea
e nordafricana, come troppi
discorsi odierni rischiano di
fare. Più di tutto contano le
persone, come sempre in
Yehoshua, le loro risorse e le
loro debolezze.
Una riflessione: mentre
dall’inizio del nostro secolo
la letteratura ha scoperto che
l’anima dell’uomo, la persona è fatta di più aspetti con
traddittori (ciò che in Italia
bene esemplificò Pirandello,
appoggiandosi al Dostoevskij
del Sosia e dei Karamazov, a
Henri James, allo Stevenson
di Jekyll e Hyde, ma anche a
Freud e tanti altri), in questo
romanzo la situazione è, come dire, capovolta: per dare
forma a una personalità, a un
personaggio compiuto sembrano necessari più individui: due mogli, tre copisti
(nel primo processo), due
gruppi di giudici; sembra, in
pratica, che l’individuo da
solo non sia adeguato, all’altezza del compito, così da
dover chiedere il concorso di
altri simili per configurarsi
(con l’aiuto normativo della
tradizione) come soggetto
che ha un proprio posto in
una società piena di incertezza e di presagi (e il viaggio sul
carro fa pensare all’analoga
atmosfera secentesca della
pestilenza nel Settimo sigillo
di Bergman): dice infatti un
medico di Verdun, ebreo cristianizzato, che un giorno i
cristiani per riavvicinarsi al
loro perduto Dio faranno
strage degli ebrei europei.
Un’ombra, in un romanzo
che nonostante gli avvenimenti a volte tragici è sereno
nel suo scorrere, arguto e spiritoso, erotico a tratti: ma
un’ombra che riconosciamo
come «proiezione nel passato» di eventi tristemente vicini al nostro tempo.
SCHEDA I libri dello scrittore israeliano
Tecnica narrativa
e sguardi sul presente
(♦) Abraham B. Yehoshua: Viaggio alla fine del millennio. Torino, ed. Einaudi, 1998, pp. 376,
£ 34.000.
Abraham B. Yehoshua (Gerusalemme, 1936) ha pubblicato in Italia sei romanzi, tutti presso Einaudi. L’amante
(1977, ed. it. 1990) parte dal
passato prossimo della guerra del 1973 per descrivere i
rapporti fra ebrei e arabi
israeliani, intrecciati con le
vicende familiari di un garagista che vede la propria moglie allontanarsi per amore di
un personaggio destinato in
realtà a uscire presti di scena;
Un divorzio tardivo (19821996) mette a confronto un
ebreo da anni trapiantato
negli Stati Uniti con quella
che era la propria famiglia in
Israele, e misura la distanza
che intercorre fra due mondi
ma anche fra le generazioni: una distanza, quest’ultima, destinata a ridimensionarsi per opera soprattutto
dei più piccoli. Cinque stagioni (1987-1993) mostra a
sua volta l’errabonda ricerca
di radici e rapporti lontani
con altri ebrei: il protagonista, Molcho, appena rimasto
vedovo, si trova a dover gestire da un lato i ricordi della
moglie e l’esperienza traumatica della sua malattia; dall’altro un entourage di amici, parenti, colleghi di lavoro tutti
diversamente interessati a
trovargli una nuova compagna, mettendo peraltro in rilievo molte contraddizioni
della società israeliana e della
diaspora. Molcho troverà un
nuovo orientamento per la
propria vita dopo un viaggio
nei paesi dell’Est.
La maggiore notorietà arriva anche in Italia grazie a 11
signor Mani (1990-1994), che
con una singolare formula
narrativa (si tratta di sei ,
loghi, dei quali però il J
conosce solo una delle n«
discorsi di uno dei due¡«
locutori sono infatti omes
dobbiamo immaginarli b
se alle repliche dell’a||
scopre attitudini, sperai^
frustrazioni di diverse sj
razioni di ebrei in Israele
Europa. Ritorno dall’lrt^
di poco precedente all’ul| '
romanzo: scritto nel 19|
tradotto l’estate dell'
scorso, affronta le perim
di un giovane medico, 1
chiamato dal manageii 1
suo ospedale a portare iaj ^
tro la figlia di quest’ultli
seriamente ammalatasi b
dia. Per il protagonista si|
terà tuttavia di un vero e¡
prio viaggio di iniziazione
la professione, all’amore,j
vita nel suo complesso:!
parerà a essere padre mai
parerà anche a gestire più
sponsabilmente i rapp»
con i propri genitori
Oltre ai romanzi, Yehoi
ua ha pubblicato in Italiai
volumetto di racconti (Ilji
ta continua a tacere, Giui
na, 1987), una serie di
sull’identità ebraica (flf
della normalità, Giunti
1991) e la raccolta diaitit
Diario di una pacefré
Israele: dalla strage di Hi
alla vittoria di Netanpi
(Einaudi, 1996), che ruoti
ovviamente intorno aliaci
sura dell’assassinio di Eabl
e provengono in parte daj
articoli che lo scrittorepui)
blica su «La Stampa». Yeitoshua svolge ancheYüte
tà di professore di Lettmt
ra comparata airUniveisi
israeliana di Haifa.
Leg
Di
'g'
Consiglio ecumenico delle chiese
Meditazioni bibliche
in vista di Harare 1999
CESARE MILANESCHI
A fine anno si terrà a Harare (Zimbabwe) l’ottava
Assemblea generale del Consiglio ecumenico della chiese
(Cec), sul tema «Convertirsi a
Dio. Gioire nella speranza».
Su questo argomento il Cec
nel 1996 pubblicò una guida
di studi biblici, meditazioni e
preghiere comunitarie, dal titolo Tarn to God. Rejoice in
hope. Questo testo ora è stato
pubblicato in lingua italiana a
opera della Claudiana editrice
e delle Edizioni Paoline* con
prefazione di Giuseppe Chiaretti, presidente del Segretariato dei vescovi italiani per
l’ecumenismo e il dialogo.
I testi degli studi biblici,
delle meditazioni e dei sussidi liturgici sono stati preparati da un gruppo di circa 50
persone, di area protestante e
ortodossa. II contenuto dei
testi si segnala per la vivacità
delle attuazioni bibliche, per
lo stretto collegamento delle
meditazioni con situazioni
drammatiche di chiese e di
intere popolazioni a livello
internazionale, e per il radicamento dei suggerimenti liturgici nella tradizione spirituale delle chiese ortodosse.
L’edizione italiana è un utile
strumento che introduce i
lettori a un approccio nuovo
allo spirito pluralista del Cec.
Questa introduzione viene
operata sia attraverso la prefazione del vescovo Chiaretti
sia mediante alcuni accorgimenti nella traduzione dei
testi come, per esempio, l’abbondante uso dei termine
«eucarestia» in riferimento
alla Cena del Signore. Chiaretti da parte sua non perde
ADIO
GKHite ÎŒLLA SPERANZA
CINEMA Mondanità e film impegnati alla Rassegna del cinema di Venezia
Al Festival voglia di evasione e approfondimento sociale
i
FRANCO CALVETTI
l’occasione per criticare le diverse confessioni cristiane
che continuano a «difendere»
i loro «minuscoli giardini privati» e per auspicare una
convergenza di tutte le chiese
«verso l’unica chiesa da Lui
voluta» (p. 6).
Accanto a questa presentazione del materiale del Cec,
in chiave cattolica, sarebbe
stato opportuno sottolineare
la legittimità di un progetto
ecumenico pluralista e conciliare sottostante alle attività
del Cec e alla mentalità e alla
esperienza spirituale di coloro che hanno preparato il
materiale. Questo poteva essere attuato affiancando una
presentazione o introduzione
da parte evangelica allo stesso volume alla presentazione
di Chiaretti, dato anche il fatto della pubblicazione attuata in collaborazione da un’
editrice evangelica insieme a
una cattolica.
(’) Consiglio ecumenico delle
chiese (a c. del). Convertirsi a
Dio. Gioire neiia speranza: Approfondimenti biblici, meditazioni, sussidi liturgici. TorinoMilano, Claudiana-Figlie di San
Paolo, 1998, pp. 164, £ 15.000.
L} ASSEGNAZIONE del LeoI ne d’oro al film Così ridevano di Gianni Amelio non ha
stupito nessuno: fin dalla
proiezione del film era il
grande favorito e nei corridoi
della 55“ Rassegna del cinema
di Venezia la palma della vittoria era già stata attribuita
«coram populo». Un gran
film, inquietante come ben
dice Amelio, che ha tutti gli
ingredienti per catturare il
pubblico: l’Italia dal 1958 al
1964 attraverso le vicende
della condizione meridionale
a Torino (e nel discorso di
premiazione Amelio ha ringraziato fra gli altri anche la
città). Una condizione dura,
tutta particolare dove non si
assiste tanto allo scontro fra
Nord e Sud quanto alla determinazione di un fratello analfabeta che riesce, fra tante
meschinità, a innescare un
pensiero positivo con tanto di
azione perché, tramite il giovane fratello, la famiglia acquisti strumenti culturali per
«stare all’onore del mondo».
La Rassegna si è manifestata ancora una volta come avvenimento di mondanità, cultura, divertimento, creatività,
mediocrità, sottobosco di potere. Un mondo comunque
affascinante che quest’anno
si è dato un obiettivo nuovo,
di svolta, come è stato detto.
Il curatore Felice Laudadio e
il direttore dell’ente Biennale
Paolo Baratta hanno tentato
di coniugare il mondo dell’impresa con quella della
cultura. E non è impresa da
poco quella di promuovere
sinergie fra due mondi per
produrre sapere, istruzione,
divertimento. In un’intervista
Laudadio ha parlato di un festival concreto dove i prota
gonisti non sono i politici o le
lobby, ma i film e i loro autori. E di film e di autori ce ne
sono stati tanti, dalla Germania che è tornata quest’anno
al Festival, all’Oriente, alla
ricca produzione africana, Algeria in testa. Non è mancato
il cinema americano che torna a storie sentimentali mentre l’Italia l’ha fatta da padrone con la partecipazione di
una sessantina di titoli.
Una breve carrellata di film
che circoleranno nelle sale
nei prossimi mesi ci porta a
parlare di alcune opere, giunte a Venezia con un notevole
pedigree. Salvate il soldato
Ryan, il kolossal di Steven
Spielberg, rievoca lo sbarco in
Normandia e ci porta il messaggio che a vincere la guerra
non sono i pochi superman
brillantinati ma onesti soldati-cittadini. Celebrity di Woody Alien, in bianco e nero, è
un viaggio fra persone famose con tutte le loro ossessioni,
paranoie, nevrosi. Elizabeth è
un film storico che racconta
gli anni della giovinezza di
Elisabetta Tudor.
L’Italia, oltre che con il film
vincitore, si è distinta con
L’albero di pere di Francesca
Archibugi, storia decisamente drammatica di una madre
drogata con due figli e due
compagni. Struggente la figura del figlio che si prende cura della madre, portatrice di
un disagio profondo. E la storia partigiana ha voce con /
piccoli maestri di Daniele
Lucchetti, storia, dal romanzo di Luigi Meneghello, di un
gruppo di giovani intellettuali che, più in compagnia di libri che di armi, va a combattere fascisti e nazisti sull’altopiano di Asiago. Molto affascinanti come sempre le
donne dei film francesi: le tre
ì\
ili
La
Piazza Carlo Emanuele (più conosciuta come piazza Carlina)**
dei luoghi torinesi dove Gianni Amelio ha girato «Così rideva
donne di Voleurs de vie-, Marianne (impersonata dall’irraggiungibile Catherine Deneuve), protagonista di Place
Vendôme, Isabelle del Conte
d’automne di Eric Rohmer, le
modelle del film su Toulouse-Lautrec, la ballerina in
cerca dell’amore (Alessandra
Martinez), in Hasard ou coïncidences di Claude Lelouch. E
per la cultura italiana il film
di Cedric Kahn farà parlare
molto, L’ennui, rivisitazione
del romanzo La noia di Alberto Moravia, ambientato
qui al giorno d’oggi a Parigi.
Sul versante del documentario ho molto apprezzato,
fra le ricchezze di contenuti e
per l’impostazione social-politica, la sezione «Prospettive
video» con Alfabeto italiano:
quattro documentari di 50’
ciascuno: La terra trema presenta, con impatto sconvolgente sullo spettatore, il fenomeno, purtroppo così italiano, dei terremoti degli ultimi anni, dal Friuli all’Umbria, passando per Napoli e
la Sicilia; Tutti del bosco, in
credibile viaggio
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in a.p. 45%
^ comma 20/B legge 862/96 - Filiale («Torino
*"■ 0 di mancato recapito si prega raatilutre
presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
Fondato nel 1848
L'Editore
si Impegna a corrispondere il diritto di resa.
LA ROTONDA DI BRICHERASIO — La tanto attesa
rotonda di «Courbaran», all’ingresso di Bricherasio, è praticamente ultimata. Nei giorni scorsi la Provincia ha provveduto aH’asfaltatura e al posizionamento dei cartelli stradali
e la rotatoria ha infine assunto, dopo vari mesi di lavoro, il
suo aspetto definitivo. Sarà agevolata l’immissione in sicurezza sulla strada 161 per chi arriva da Bricherasio ma anche chi percorre l’asse viario principale della vai Pellice
trarrà giovamento dallo snellimento del traffico. A pochi
metri dalla rotonda sarà inaugurata, sabato 26 settembre, la
nuova sede della Cantina sociale (servizio a pag. 3).
VENERDÌ 25 SETTEMBRE 1998 ANNO 134 - N. 37 LIRE 2000
Domenica 20 settembre
mons. Giorgio Debernardi è stato ordinato vescovo, e il 4 ottobre verrà insediato nella diocesi di Pinerolo, in sostituzione di mons.
Giachetti, entrato in emeritazione. Ciò che intriga è l’aria
di attesa: conosciamo il vescovo che se ne va, ma non
conosciaiìio se non per sensazioni quello il presule che
viene. Che approccio avrà
con la sua diocesi e (per
quanto ci concerne) in che
rapporto si porrà con la Chiesa valdese? È vero che non
tutti, tra i valdesi, si pongono
tale domanda. Anzi; ve ne
sono non pochi che sperano
che la si smetta con questo
ecumenismo che ha finito
con lo spiazzare ambedue le
L'ORDINAZIONE DI MONS. DEBERNARDI
ECUMENISMO
PAOLO RIBET
chiese e favorire una confusione che non può che far
male alle comunità.
Io non credo, però, che i
passi compiuti in questi anni
possano essere cancellati. Mi
aiuta in questa considerazione quanto disse una volta, anni fa, mons. Giachetti ai rappresentanti del I distretto:
«Prima della mia nomina a
vescovo, non mi ero mai occupato di rapporti tra le chie
se - questo in sintesi fu il suo
discorso ma dopo il mio
arrivo a Pinerolo io mi sono
convertito all’ecumenismo».
Conversione: è una parola
terribilmente impegnativa, ma
anch’io non saprei trovarne
un’altra per definire la novità
di rapporti in cui ci si lascia
coinvolgere nel momento in
cui si imbocca questa strada.
E non riesco neppure a pensare un augurio migliore per il
vescovo Debernardi: che anche lui si lasci convertire
all’ecumenismo che non è, sia
chiaro, una politicaci rapporti
fra chiese o un’astuta diplomazia fra teologie alternative,
ma è la percezione intima e
netta che fratelli e sorelle appartenenti allo stesso Signore,
pur militando in chiese diverse (spesso antagoniste) e rispondendo a spiritualità differenti, camminano fianco a
fianco verso il Regno di Dio.
A questo punto qualcuno, teologicamente illuminato, mi
farà notare che ci si converte
solo a Cristo e non ad altro. E
vero; ma se l’ecumenismo è
ciò che ho tratteggiato ora,
che cos’è se non uno dei frutti
più belli della nostra conversione a Cristo?
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Legge Bassanini
Decentrare
3 tutti
i livelli
La proposta avanzata dalla
Regione Piemonte per l’applicazione delle norme sul decentramento amministrativo
previste dalla legge Bassanini
Astata definita «indecente»
dalla presidente della Provincia di Torino e dell’Unione
Province piemontesi, Mercedes Bresso. La presidente
Bresso, parlando a nome delle
Province piemontesi dopo che
i rappresentanti di queste ulti.me si erano riunite la settimascorsa a Torino, ha detto
;he la nostra regione è forteente in ritardo nell’applicatone delle leggi Bassanini:
i*Manca ancora una legge di
[rincipi ed è mortificante per
Wi piemontesi questa inerzia
[;Bléntre altrove vengono proiit^ste e sono in via di applica■Sone ottime leggi. E positivo
d fatto che la proposta che ci
^ stata presentata non sia stata
äncora adottata ufficialmente
dalla giunta regionale. D’altra
parte sappiamo bene che le
fcsistenze più riottose alla
bassanini non sono tanto del
presidente della Regione e
forse neppure di tutta la sua
giunta, ma soprattutto di una
parte della burocrazia regiouale. In ogni caso noi presenteremo una nostra controproposta sulla quale chiediamo
®"a giunta regionale una risposta in tempi brevi». Le
rovince piemontesi chiedono
älla Regione che tutto quello
.0 è gestione amministrativa
te affidato a Province e Couni: «Il principio di sussi^■arità - ha concluso la Bres~ non può essere invocato
0 tanto per togliere funzioni
0 stato a favore delle Resnu'’ -,^^ poi affrontato e riji ° problema dell’applicadali"^ ^olle norme previste
ter'^ Basssanini in maReò^ sornplificazione. La
dim adottare proce
prot^f’" por semplificare i
noi H-' ^ consentire a
’ ^Amplificare i nostri».
A colloquio con Bruno Peinetti, rappresentante dell'Arci-caccia nel Comprensorio alpino del Pinerolese
Anche la caccia deve poter fare i conti con il territorio
______PIEBVALDO ROSTAN_______
Anche quest’anno la
caccia è riaperta; non a
tutte le specie e non in tutte le
regioni ma, comunque, si è ripreso a sparare non senza la
consueta scia di polemiche e
qualche incidente. I cacciatori
sono in Italia 900.000, nelle
vallate pinerolesi poco più di
1.000: sono loro i protagonisti, alle prese con un’attività
antichissima che oggi si pratica con sistemi ben più sofisticati e precisi delle vecchie
lance o delle frecce. Ci sono
leggi e regolamenti diversi per
ogni regione (in Piemonte il
testo di riferimento è una legge del settembre del ’96, non
a caso approvata nell’immediata vigilia di una stagione
venatoria); ad applicare le leggi sono chiamati per le zone
montane, i Comprensori alpini, nel nostro caso il Comprensorio To 1. ,
Il «prelievo venatorio» è
regolamentato e contingentato secondo un vero e proprio
piano che riguarda camosci,
caprioli, mufloni, cervi, volpi,
pernice, coturnice, fagiano di
monte, lepre variabile. Così i
cacciatori, suddivisi in squadre, potranno abbattere fino a
280 camosci, 150 caprioli, 55
mufloni, 75 cervi, 50 fagiani
di monte. Non ci sono limiti
per quanto riguarda i cinghiali (l’anno scorso ne furono
cacciati 408 esemplari) con
un tetto personale di 3 capi.
L’anno scorso furono cacciati
189 camosci, 55 caprioli, 13
mufloni e 35 cervi. Da parte
del mondo ambientalista è
stata quest’anno sollevata una
polemica sulla scelta di consentire, per la prima volta, anche la caccia ai piccoli camosci; una questione «etica» che
farebbe assomigliare la caccia
a una specie di supermercato
della selvaggina senza preoccuparsi del normale ciclo biologico degli animali.
Ma se da parte dei non cacciatori non c’è gran soddisfazione per la gestione della
caccia, neppure gli appassionati di questa attività sono del
tutto contenti. Bruno Peinetti,
rappresentante dell’Arci-caccia in seno al comprensorio
alpino pinerolese commenta:
«Probabilmente tutto il sistema Alpi richiederebbe un
prelievo differenziato per
specie, però non suddiviso fra
aree “museo” delimitate da
tabelle con alcuni divieti e
aree cacciabili. Bisognerebbe
poter valutare con serenità
quali sono le ragioni che determinano dei trend negativi
per alcune specie e positivi
per altre e quindi calibrare il
prelievo su queste ultime. Ciò
imporrebbe anche delle norme differenziate, magari proponendo ai cacciatori di specializzarsi nella caccia ad alcune specie».
- Il cacciatore si definisce
spesso amante della natura,
rispettoso del territorio; ma
davvero non esiste una «questione etica» fra i cacciatori?
«Per una difesa d’ufficio
dovrei dire che una questione
etica esiste in tutti i settori;
certamente non possiamo illuderci che anche altre categorie
siano indisciplinate. Mi sembra tuttavia che oggi ci sia una
maggiore attenzione rispetto
al bene fauna; lo dimostra anche l’impegno che molti danno in occasione dei censimenti
o del miglioramento ambientale: siamo consapevoli che la
fauna appartiene a tutta la collettività nazionale».
- Il territorio montano è
Nel 1870 (...) inizia la sua attività
«L’amico dei fanciulli». Il manifesto che annunzia questa decisione ne
precisa lo scopo: «Mettere in mano ai
lettori della scuola domenicale e a molti
altri un piccolo foglio al tempo stesso
istruttivo e interessante...». E questo perché «accanto agli aridi libri della scuola
ci vuole qualcosa di più attraente, che si
legga non già per compiere un dovere alle volte pesante e increscioso, ma per
propria iniziativa e per proprio piacere».
Deve essere «un giornalino scritto interamente per il fanciullo, che gli parli nel
suo linguaggio di cose che lo interessano
personalmente», mentre l’ambizione di
coloro che lanciano l’iniziativa è che il
fanciullo «lasci per mezz’ora forse i suoi
balocchi e i suoi trastulli» per leggere il
giornale: per raggiungere questa meta
«non si baderà né a spese né a fatica».
L’elenco di coloro che hanno promesso la collaborazione è lungo e contiene i
nomi di noti evangelizzatori (...). Il prez
IL FILO DEI GIORNI
L'AMICO
____________ALBERTO RIBET__________
zo di abbonamento è fissato a una lira la
copia, ridotto a 90 centesimi per cinque
copie, a 80 per 10 copie, a 75 per almeno venti copie. La tiratura iniziale di
2.000 sale ben presto a 7.000 per scendere a circa 5.000 e poi, dopo una quindicina di anni, scende ancora gradatamente per fermarsi alla tiratura di 3.000
copie, tiratura che rimane più o meno
immutata anche oggi. «L’amico dei fanciulli» è stato la piccola rivista delle
scuole domenicali di questi ultimi settant’anni. Nei periodi di maggiore floridezza, anche perché era l’unico giornale
stampato in Italia per i bimbi, uscì dal
nostro ambiente e intere scuole elementari erano abbonate. Oggi le cose sono
molto cambiate: innumerevoli sono i
giornali per bambini, soprattutto i giornali a fumetti e il compito delle direttrici, la signorina Longo fino a qualche anno fa e ora della signora Subilia, è ben
più arduo di quello dei direttori di sessanta, settanta anni fa. Tanto più che oggi non vi è la Società americana delle
scuole domenicali a mandare i clichés
per le illustrazioni, non vi sono più gli
amici di un tempo che favorivano le
scuole domenicali perché tutte potessero
avere un adeguato numero di giornaletti
in modo che tutti i bimbi potessero avere
la loro copia, pagando essi solo una parte dell’abbonamento. Ma «L’amico dei
fanciulli» non ha ancora terminato la sua
funzione, esso rimane l’unico giornaletto
evangelico per fanciulli (...).
(da Cento anni di stampa evangelica,
ed. Claudiana, Torre Pellice. 1956)
stato negli anni abbandonato,
i prati sono diventati boschi e
spesso selve inestricabili; determinate specie, come ad esempio le lepri sono diminuite
drasticamente e i comprensori alpini cercano di risolvere
il problema semplicemente
immettendo nuove lepri (tra
l’altro costosissime) in inverno, ma è la soluzione?
«C’è un problema di predatori (volpi, corvi) che hanno
rotto determinati equilibri prosegue Bruno Peinetti -;
per anni ci siamo cullati con
l’idea che bastasse immettere
selvaggina per migliorare la
situazione; in questo modo si
è creato anche un vero e proprio mercato del settore senza
ottenere validi risultati. A un
certo punto si sono create le
zone a regolamento specifico,
cioè dove si prelevano solo
determinati capi escludendone altri come la lepre o l’avifauna: in questo modo è possibile migliorare la presenza
di questa fauna “minore”».
- Arriva l'autunno, il tempo della caccia e quasi per
caso aumentano i danni dei
cinghiali; si torna a parlare
di immissioni da fuori di cinghiali da allevamento; fantasia o realtà?
«Non escludo che ci possano essere Immissioni di fauna
non autoctona; c’è stato però
un ingigantimento del problema: i cinghiali, stante l’habitat determinato dall’abbandono della montagna, sono una
presenza marcata. La caccia
al cinghiale è diventata una
“caccia rifugio” che in qualche modo salvaguarda altre
specie. Gli agricoltori lamentano i danni alle colture e rivendicano i risarcimenti; la
diffusione dei cinghiali è anche legata all’aumento delle
zone chiuse alla caccia».
Si sparerà per tutto l’autunno, fino a gennaio per alcune
specie, poi si faranno i bilanci; un migliaio di capi fra camosci, caprioli, mufloni, cervi e cinghiali saranno passati
dai boschi ai freezer di altrettanti cacciatori.
6
PAG. Il
La poetessa Vivian Lamarque nel corso dell’inaugurazione dell'anno
scolastico al Collegio valdese
LA MONTAGNA DELLE IDEE — È questo il titolo di una
tre giorni organizzata dalla Comunità montana vai Pollice
con Regione e Provincia, a Villar Pedice dal 29 settembre
al 1“ ottobre; l’occasione è data dall’inaugurazione del
museo di archeologia industriale della Crumière di cui sono da poco terminati i lavori. Tre giorni di studio sul lavoro in montagna e sulle politiche per la montagna nella nuova sala convegni della Crumière. Nelle tre serate anche
momenti di spettacolo, al cinema Trento di Torre Pedice:
il 29, il Gruppo teatro Angrogna propone «Fort Vidage»,
il 30 concerto de Lou Dalfin e giovedì concerto dei «Son
of thè sun, daughter of thè moon».
INCENDIO ALLA TURATI — Per fortuna non si è rinnovato
il disastro che pochi mesi fa aveva distrutto la Bassotto di
Bibiana; è stato questo il commento registrato domenica
mattina nei pre.ssi della Filatura Turati di Lusemetta dove si
è sviluppato, a metà mattina, con le lavorazioni in corso, un
incendio che è stato circoscritto grazie all’intervento dei vigili del fuoco di Grugliasco, Luserna e Torre Pedice. Il fuoco si è sviluppato forse per un corto circuito e ha rapidamente coinvolto alcuni macchinari; l’intervento dei pompieri è
valso a evitare contatto fra le fiamme e il vicino magazzino.
E Eco Delle ^lli moEsi
VENERDÌ 25 SETTEMBRf h
UNA RETE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE — Parallelamente all’inaugurazione del museo Crumière a Villar
Pedice verrà allestita, dal 29 settembre al 1° ottobre, dalle
16 alle 17, una mostra itinerante della rete europea di esperienze di sviluppo sostenibile. La rete ha consentito di collegare esperienze che da diversi anni si stanno proponendo
in differenti situazioni in Europa per uno sviluppo sostenibile che rafforzi le economie delle aree montane tutelando
l’ambiente. La Comunità montana vai Pedice fa parte di
questa rete e ha portato come sua risorsa il piano di ecosviluppo; la mostra verrà allestita anche in altri paesi europei.
GLI UFFICI POSTALI MONTANI RESTANO — «Per il
momento e scongiurato il pericolo di una soppressione degli uffici postali dei paesi di montagna» ha dichiarato Ton.
Giorgio Merlo all’indomani della risposta del governo, data in Aula, ad’interrogazione presentata dal parlamentare
pinerolese. Resta però il fatto che le Poste perdono ogni
giorno ben 7 miliardi di lire e che dunque una riforma della rete dei servizi deve essere affrontata.
DUE PROPOSTE DEL PARTITO DEI PENSIONATI —
Concorsi a livello regionale e possibilità per i sindaci di
assunzioni temporanee in caso di carenze da parte delle
agenzie: questo il contenuto di una proposta di legge del
partito dei «Pensionati per l’Europa», ora al vaglio del
Consiglio regionale del Piemonte, in attesa di un eventuale
trasmissione al Parlamento.
BOBBIO PELLICE IN RETE CON I COMUNI ALPINI
— Ned’ambito delle iniziative della rete dei Comuni «Alleanza nelle Alpi» il Comune di Bobbio Pedice ha partecipato, il 19 e il 20 settembre, a due iniziative; la prima a Budoia, in provincia di Pordenone, ha visto un incontro suda
salvaguardia dei prodotti tipici di montagna e la loro vendita, minacciati da norme Ue che di fatto fanno poca differenza fra produttori industriali e artigianali. A Bovec, cittadina di 2.000 abitanti in vai d’Isonzo, italiana fino al 1945,
ricca di storia e di opere militari, c’è stata una serata ricreativa a cui ha partecipato in rappresentanza di Bobbio l’ex
titolare dell’ufficio postale Gino Farina che ha proposto
brani della tradizione mu.sicale italiana. Bovec è stata colpita pochi mesi fa da un durissimo terremoto che ha raso al
suolo molte abitazioni; in merito il Comune di Bobbio ha
deciso di avviare un’iniziativa di solidarietà per aderire alla
quale è possibile rivolgersi in municipio.
GARA DI SKIROLL IN VAL PELLICE — Sei successi individuali e quello di società sono stati appannaggio del S.C.
Angrogna nella gara di skiroll disputatasi domenica 20 settembre da Luserna a Bobbio Pellice. Primi sul podio, nelle
rispettive categorie: Elena Volpe, Katia De Biasi, Susy Pascal, Antonella Chiavia, Andrea Bertin e Alfredo Chiavia.
DOMENICA LA STRAPOMARETTO — Si svolgerà domenica, con partenza dagli impianti sportivi di Pomaretto
alle 16 la «Strapomaretto», camminata podistica non competitiva abbinata alla «Stravalli» disputatasi in giugno. A
tutti gli cha appiano partecipato aa ambedue le due manifestazioni verrà offerta una piastrina in oro.
Verso un gemellaggio, atteso da anni, Torre Peli ice-Walldorf
Patto di amicizia italo-tedesca
Nel prossimo anno la città
tedesca di Walldorf, una manciata di chilometri da Francoforte, da 20 anni unita alla
cittadina di Moerfelden a formare una unica municipalità,
festeggerà i 300 anni dalla sua
fondazione. Furono dei valdesi, partiti dalla vai Pragelato,
a dar vita a questa «colonia»,
così come altre emigrazioni
dalle Valli hanno fatto nascere in Europa come nelle Americhe città che portano nomi
che chiaramente ricordano i
luoghi natii degli emigranti.
Oggi Walldorf-Moerfelden
conta 32.000 abitanti, dei quali circa 5.000 sono protestanti,
solo una parte dei quali diretti
discendenti dei valdesi di 300
anni fa. Ma una associazione
di «Amici dei valdesi» da anni sostiene l’opera del Collegio valdese, una scuola secondaria sta per sottoscrivere un
gemellaggio con l’istituto torrese, e proprio partendo da
questo solido legame fra le
scuole e fra le chiese si sta definendo anche un gemellaggio
fra i due Comuni.
Nell’ultimo fine settimana
una delegazione della cittadina tedesca, guidata dal sindaco, Bernhard Brehl, e dal vicesindaco, Hans Jurgen Vomdran, è stata ospite dell’amministrazione di Torre Pellice.
Per alcuni membri della delegazione ospite si è trattato anche di scoprire le valli valdesi,
per altri di un ritorno sui luoghi da cui partirono i loro an
tenati. Vari i momenti pubblici, a partire da un incontro il
sabato a cui hanno partecipato
anche i rappresentanti di varie
associazioni; e sull’importanza di creare un buon rapporto
fra le associazioni dei due
paesi si è soffermato il sindaeo, che ha suggerito scambi a
livelli giovanili, di attività
economiche e culturali.
Sono anche state tracciate
le vie per cui si potrà arrivare
alla firma del protocollo di
gemellaggio. Nel luglio del
prossimo anno, in occasione
dei festeggiamenti del 3° centenario di Walldorf, ci sarà
una visita di una delegazione
italiana; il Coro Valpellice
sarà ospite nella città tede.sca
dove presenterà un concerto,
e il pastore Paolo Ricca terrà
un culto domenica 11 luglio. I
prossimi mesi serviranno per
meglio approfondire le relazioni appena avviate e arrivare a un atto che in realtà è atteso da anni; infatti già nel
1966 una delegazione venne
dalla Germania a Torre Pellice con l’intento di sottoscrivere un gemellaggio (era allora
sindaco Tavv. Cotta Morandini e segretario comunale di
Walldorf era lo stesso Reinold
Jacob, ancora oggi in carica).
Malgrado diversi incontri non
se ne fece nulla: per il 2000
questo gemellaggio, mix di
storia e di ideali europei, dovrebbe essere cosa fatta.
Scambio di doni fra i sindaci di Torre Pellice e di Waiidorf
Val Pellice
Via libera
all'Autorità
di ambito
tìp'
FEC
Il Consiglio della Comuni [Sai
montana vai Pellice ha dato
parere favorevole alla deft f„;Bepi
zione dell’Autorità d’ambCrto sui'
il nuovo ente che dovrà s lasa s
vrmtendere alla gestione d, Ipia, ì
I intero ciclo delle acque, d ^ da
l’approvvigionamento a Si Iviaria
po alimentare alla depuraa, ghetti (
ne. Il provvedimento si in, Lto de
risce all’interno delle noni JOOOO li
dettate dall’ormai famoi ideile st
«legge Galli» sulle acquea Sotti, fon
provata alcuni anni fa* {¡eledi ’
Parlamento. Dopo un \^ ¡nieroso
confronto che ha visto imp penta la 1
gnati Regione, Provincia, Q ¡jerolo, (
muni e Comunità montanei jnei sue
è arrivati alla creazione dii (lare di
solo «ambito» per tuttal (di voi
provincia di Torino il chel Contare
creato c}ualche malumore bertà, di
perplessità. Saranno peròaia a e di sol
messi più soggetti a gestirei e origine
settore e dunque è probabil ibietti oi
che per il Pinerolese l’aziea ¿Grupp
da incaricata possa esseri ervenuti
l’Acea. Di un certo interessi at all’Ex
e lo ha ricordato durante! lellino, (
Consiglio della Comunit uoigiCiot
uis,
soffoc
lizzato per interventi a tutela pc non è
della montagna: si tratterebbe
di una somma equivalente
diversi miliardi all’anno.
fSiamo
montana Marco Bellion, dii
è anche consigliere regionale conienti c
è la norma della legge regio w Maio i
naie che prevede che almeai le atropi
il 3% dei proventi delle tarif-don Ciotti
fe di tutto l’ambito venga ut
chimo eh
Iniziativa ecologica a Villar Perosa
Conoscere il mondo
della natura
SERGIO N.TURTULICI
HO un ricordo di ragazzo.
Andavo a caccia con
mio padre per rogge e campi
di meliga nella Granda cunéese. C’erano nella brigata di
cacciatori due fratelli del luogo, lavoratori in fabbrica e nel
podere contadino. Cacciavano
come indiani delle praterie.
Di ogni cosa viva nella campagna, nella brughiera, di
ogni stormir di fronde, battito
d’ali, orma sul terreno, voce,
odore di selvatici, niente sfuggiva loro. Conoscevano tutto
della vita pulsante nella natura cireostante e nei momenti
di pausa della caccia si compiacevano di spiegare qualcosa anche a noi, gente di città.
Nelle varie categorie umane
persone eosì se ne trovano poche. I mezzi e i riti della civiltà tecnologica, i ritmi concitati del vivere quotidiano ei
hanno irrevocabilmente distanziato dalla natura. Abbiamo più tempo libero, faceiamo più sport all’aperto, coltiviamo stili di vita salutisti. Ma
per boschi, montagne e acque
andiamo come automi, non
sappiamo più guardarci intorno, non sappiamo più osservare, non sappiamo più stupirci.
Ci intruppiamo magari nelle
milizie ambientaliste a pro
dell’Africa, dell’Amazzonia,
della salvaguardia delle foche
monache che forse non vedremo mai. Ma la fioritura di
genzianelle a due passi da casa nostra, il fragore di una cascata che spande bianca polvere d’acqua nell’aria su per i
monti 0 lungo le valli di Pinerolo ci sfuggono, non ci dicono più niente.
Proprio questo ha mosso
l’iniziativa del Comune, della
Biblioteca, della Pro Loco di
Villar Perosa di organizzare
otto «Serate natura» messe in
cantiere da amici dell’ambiente con materiale audiovisivo
da loro elaborato. Far cono
scere, apprezzare e appassionare di nuovo ad aspetti dell’ambiente naturale che sono
qui, a due passi da noi e dei
quali abbiamo disimparato a
sapere, a conoscere e gioire.
Come le stagioni che si avvicendano sul Po, gli aironi, gli
sparvieri, le poiane, le piante
che ci vivono accanto. Questo
e non altro significa, dicono
gli organizzatori delle serate,
riscoprirci dentro una coseienza naturalistica: imparare a
conoscere, entusiasmarsi e
quindi rispettare l’ambiente
che si è preso a amare.
Vedremo film, diapositive
a colori con commento di voci esplicative e sottofondo
musicale. Frutto di giornate
nell’ambiente, ore e ore di osservazione en plein air, di selezione e montaggio di centinaia di riprese, di fotografie,
di immagini. C’è un modo
giusto di accostarci alla natura, dicono Renzo Ribetto e gli
amici che presenteranno la
caiTellata degli otto venerdì, a
partire dal 2 ottobre, alle ore
20,45 presso nella sala della
biblioteca comunale di Villar
Perosa (l’ingresso è libero):
quello di «lasciarci trasportare», di guardare l’ambiente
che viviamo con gli occhi incantati, la semplicità e l’immediatezza dei bambini.
SOS ALCOLISMO
Poliambulatorio
Villar Perosa: tei. 51045-51379
Ospedale Pomaretto
Tel: 82352-249 - day ospitai
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Collegio valdese di Torre Pellice
Al via un nuovo anni
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CARMELINA MAURIZIO
Alla pre.senza degli allievi,
delle loro famiglie e di
numerosi ospiti dall’estero,
con la prolusione della poetessa Vivian Lamarque, si è
inaugurato sabato scorso l’anno scolastico del Collegio
valdese di Torre Pellice. Tema sul quale ragazzi e pubblico hanno potuto ascoltare
l’interessante conversazione
di Lamarque è stato «Il piacere della scrittura», già anticipato nella breve riflessione
biblica condotta dal pastore
Claudio Pasque!, che ha augurato ai circa cento allievi del
liceo valdese di poter scrivere
nella maniera più bella il libro
della propria vita. Vivian Lamarque ha esortato giovani e
meno giovani a usare la parola e la scrittura cóme strumento per uscire dai momenti bui
della vita, come occasione da
non sprecare, valorizzando
ocrazia
quanto la scuola offre: «B Wom/ci
scuola - ha detto la poetesl $ca im
milanese - che dal canto ® nngiare,
dovrebbe fare sempre piil' tpossibil
sforzo di andare incontro itero ai;
ragazzi». All’inaugurazioi sviene ¡'
dell’anno scolastico è intervi ».Minà
nuta tra gli altri anche il P® situa
veditore agli studi di Tona M, i 12
Marina Bertiglia, che da aa ^ tea br
è presente a questo appu"* ■ 1''^*
mento; nel suo breve inM anscb
vento Marina BertigliaH®tatti;
parlato tra l’altro di scud, Mnes:
dell’autonomia, conte oc^, fiu
sione importante da cogli®
momento come qu® . ■Pna
in un iiiuuiGiitv/ 1 Mf,: M
attuale di grande transizi ^ '
ma anche di trasformazi ;
significative per la li
liana;, il pensiero del pro^
agli studenti deH’ultimo
SOS® ! ^’tugra
che saranno chiamati a ^ nere il nuovo esame di
rità, secondo i criteri
da]
resi noti dal ministero Pubblica istruzione.
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BRE 19. .jynì2^SETTEMBRE 1998
Eco Delle %lli ^ldesi
PAG. Ili
ità
jpiti illustri alla Festa dei giovani svoltasi a Pinerolo
[¡porre la speranza nel futuro
penERICA TOUBN
uis 18 mesi, morto nella
, sua roulotte in un campo
Cornuti ladi alla periferia di Ro
« ha dato^^rffocato dal caldo di lu^Ha defu t Bepi, 94 anni, veneto,
à h’ambii U suicida di fronte alla
= dovrà SI ^casa sigillata per sfratto;
catione dj Lpia, 74 anni, senzatetto,
acque, di «fta da sola alla stazione
ento a so Iviaria di Pisa: aveva due
depurazj ghetti di plastica e un lioto si ins jjtto della pensione con
Ielle noni jOBOO lire. Tre nomi, alcu‘ai famos ¡delle storie che don Luigi
e acquea Mi, fondatore del Gruppo
inni fa J di Torino, racconta al
0 un lunj aeroso pubblico che frevisto iitip jenta la Festa dei giovani di
rvincia, 0 inerolo, come sempre attenmontanei ¡iiei suoi interventi a non
‘zionedit jiaredi numeri e statistiche
'cr tutta! ¡tdi volti, di persone. Ad
>0 il chel tentare il tema su «Voci di
ralumore berta, di giustizia, di speran
10 peròau a e di solidarietà» (che prena gestirei eorigine da una collana di
è probabii ibretti omonimi pubblicati
ese l’aziea ¿Gruppo Abele), sono inissa esser ervenuti venerdì 18 settem:o interessi ire aH’Expofenulli Rita Bor' durantei lellino, Giancarlo Caselli,
Comunid uuigiCiotti e Gianni Minà.
Jellion, à *Siamo tutti giustamente
e regionali contenti che il nostro paese
egge regio- mstato ammesso nell’Unioche almeno le europea - ha continuato
1 delle tarif- don Ciotti - ma non dimenti
0 venga uti- chiamo che Olimpia in Euroenti a tutela pa non è mai entrata. Oggi è
1 tratterebbe molto sovraffollata la scala
[uivalente a della povertà e allora parlare
,’anno. [di giustizia significa creare le
\conàiiiom effettive di vita».
iQuestoèstato il messaggio
¡fondamentale, ripetuto durante atta fa serata: non si può
Uzzìxt la speranza senza
prospettiva reale di futu^^/^olidarietà è sinonimo di
I |||\]Responsabilità e per prati'■ bisogna stare dentro la
Ità, assumerci la nostra
iota di responsabilità. Così
¡detto anche il giornalista
iinni Minà: «Non esiste deocraiia se non c'è equità
offre: «B ^mica: essere liberi sila poeteS Ipco innanzitutto avere da
11 canto Si melare, un tetto sulla testa,
npre piàl ^possibilità di assicurare un
incontrol ituwai propri figli; solo dougurazioi eviene il diritto di dissentilo è interri Minà rlcoi'da la difficilisiche il P® situazione del Sud Amei di Tori» ^ i 12 milioni di meninos
che da a® f'■«a brasiliani, le popolato appuat wid indigene dell’Amazzoireve inte ®arischio di sterminio e inertigli®* flutti a non sentirsi sicuri
0 di scu^l lienessere raggiunto, per:ome oc4"L*ì1|1«mo dell 'economia è
da cogli® f^jso da equilìbri e interessi
ome qu®** finanza mondiede estratransizittt *1 alle reali risorse di un
formazi® Minà incoraggia an
a scuolai® ^lla comprensione per
' ®toacomunitari, spesso
«An
nostro è stato un paese
nati a sos®. ^^‘Snazione. Ricordiamoci
latJf ->acco e Vanzetti, condanr dall 'America
dii' 20 solo perché ita
anarchici».
/i'/ie secolo sta
ifj '’’l^fndo a produrre semfocclusione, povertà,
obb' ^ \^olenz.a, a cui noi
andn7’^ c^opondere recupe'ojej ^Cica, la politica, la
uicon”? ^ l’azione», dice
a Ciotti. Racconta
; hi Simone, 8 anni,
■«sa» j Brescia e nella
®,ha grande vuole an
delpro^„„ ................,
; poi and®*, hetti a lavori umili:
iltimo an®.
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■ne di
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jf^he nel Brescia
e ® .ha grande
picchiare i neri come
Il giudice Giancario Caseiii e don Luigi Ciotti (foto D. Passanante)
suo fratello, «perché sono
sporchi e sporcano l’Italia».
«Sono segni di inquietudine,
che ci interrogano sui nostri
valori di adulti - aggiunge
Ciotti - solidarietà e giustizia
hanno bisogno di una forte
tensione educativa». E torna
sul «di più» che tutti dobbiamo dare, sulla denuncia che
non può essere disgiunta dal
progetto. Gli fa eco il procuratore della Repubblica di Palermo, Giancarlo Caselli, in un
intervento completamente dedicato alle domande degli studenti delle scuole di Pinerolo:
«I ragazzi rivelano un’attenzione non effimera per le cose
importanti, dimostrano una
grande voglia di capire, una
solidarietà che non è solo carità ma condivisione, coinvolgimento». Sono stati gli stessi
ragazzi che non si accontentano di facili risposte a ridare
speranza anche a Rita Borsellino, sorella del giudice assassinato dalla mafia.
Loro, i ragazzi, sono preparati, leggono, chiedono, si ribellano giustamente alla trita
abitudine degli adulti di considerarli soltanto come gruppo; per l’occasione mettono
in piedi una piccola rappresentazione teatrale, ben fatta.
sulla giustizia e contro i privilegi. Fanno interventi puntuali sull’equità sociale, sul confronto fra religioni in una società multiculturale, dando
l’occasione a don Ciotti di ribadire con vigore che negli
ultimi dieci anni le leggi fatte
per tutelare i più deboli garantiscono invece ancora una
volta i più forti, grazie alle
strumentalizzazioni che modificano i difficili percorsi di
solidarietà.
«Tutti hanno diritto di abitare una città, in primo luogo
i più deboli - aggiunge don
Ciotti, ricordando amareggiato lo sciacallaggio sulla vicenda di Baleno e Sole e degli
squatter -: finché dai una mano alle persone e basta va bene, ma quando indichi responsabilità e contraddizioni
allora gli attacchi sono all’ordine del giorno». SuH’incontro fra religioni diverse
don Ciotti conclude con parole di riconoscenza: «E una
ricchezza questo potersi confrontare con altri sentieri che
portano a Dio e a lui dobbiamo dire grazie per averci costretto a confrontarci con altre realtà religiose, perché
noi rischiavamo ormai di ripiegarci su noi stessi».
Corsi di botanica a San Germano Chisone
Le piante amiche
LILIANA VIGLIELMO
Il parco di Villa Widemann
a San Germano Chisone è
il più grande dei tre parchi,
attualmente di proprietà di
enti pubblici, creati dagli industriali tessili che, nel secolo
scorso, abbellirono così le loro residenze in prossimità
delle fabbriche. A Perosa Argentina il parco, intitolato alla
memoria di Enrico Gay, è di
proprietà comunale, mentre
un’altra zona di verde di dimensione più ridotte circonda
la villa Gutermann, sede della
Comunità montana Chisone e
Germanasca.
Il parco comunale di San
Germano, oltre ad avere una
notevole estensione, è anche
molto interessante per la varietà di piante che vi si trovano: passeggiando per i viali si
possono acquisire utili nozioni di botanica a proposito delle piante da giardino, tendendo in mano la guida, molto
esauriente e ricca di fotografie, curata dal prof. Giancarlo
Bounous con la collaborazione della moglie. L’associazione che si occupa di questa
bella area verde ha deciso di
organizzare degli incontri per
dare degli utili suggerimenti a
chi ama le piante e il paesaggio ben curato. Tra sabato 19
e domenica 20 settembre, i
visitatori del parco hanno potuto ammirare le varie proposte riunite nella zona espositiva interna e esterna. Al di
fuori le piante fiorite o da
frutto dei vivaisti, il padiglione del Wwf, dove si offrivano
piante e semi a chi si iscriveva, l’esposizione di mobili da
giardino, le ceramiche decorate da ranocchie, lucertole e
salamandre. All’interno i progetti per giardini di oggi e gli
schemi di quelli classici, le
pagine di un erbario, animali
Pigne di pino strobo
impagliati per ricordare che
alcuni abitanti dei giardini,
come uccelli, lucertole, ricci
e rospi, sono utili e devono
essere ben accolti e rispettati.
La parte riguardante la documentazione era ancora occupata dai manuali di giardinaggio e di frutticoltura, oltre
a altri bellissimi libri con foto
a colori e una collezione di
francobolli da tutto il mondo
sul tema dei fiori. Molto simpatico un album di fotografie
della scuola materna che,
avendo la sede proprio nella
villa del parco, offre ai bambini l’opportunità di usare lo
spazio verde come mondo
fantastico, popolato da animali creati dalle loro mani e
dalla loro immaginazione.
Hanno anche registrato una
buona partecipazione le due
serate dedicate alle immagini
di giardini di altri paesi, la
Scozia e Parigi. L’interesse
per il parco, messo in evidenza dal prof. Roberto Ghiabrando, preside della facoltà
di Agraria dell’Università di
Torino, e l’impegno dei proff.
Giancarlo Bounous e Camillo
Vallano fanno capire che vi
saranno ancora occasioni piacevoli come questa nei futuri
programmi dell’associazione
Parco di Villa Widemann.
Con il nuovo stabilimento la zona di Bricherasio si conferma come «Terra del vino»
La Cantina sociale ha una nuova sede
PIERVALDO ROSTAN
Dopo oltre due anni di lavoro si inaugurerà sabato
prossimo la nuova Cantina
sociale di Bricherasio; più
agevoli le condizioni di lavoro, più spazio per l’invecchiamento del vino, per il suo
stoccaggio e anche per offrire
ai clienti o ai visitatori nuovi
servizi. «Vogliamo far sì che
i visitatori possano conoscere davvero il nostro lavoro e
i nostri prodotti - dice il direttore della Cantina, Francesco Airasca -; sarà possibile
degustare il vino ma anche
altri prodotti della nostra
valle, sull’esempio delle cantine dell’astigiano. La nuova
cantina avrà un locale destinato ad accogliere i gruppi
di visitatori, per e.sempio le
scolaresche».
Enormi cilindri stanno riempiendo magazzini e spazi
esterni; sono i futuri contenitori del vino prodotto a Bricherasio; «Avremo una capacità complessiva di 21.000 ettolitri - continua Airasca -;
in questo modo non dovrem
^asiles&mmmm
Agente generale
^Qria Luisa POGGIO GÖNNET
POGGIO S.A.S. ASSICURAZIONI
] 0064 Pinerolo
FAX Gl 21-795572
All’interno del nuovo stabilimento
mo più avere problemi di
spazio per ritirare tutte le uve
dei nostri 230 soci. Anzi possiamo ora accettare nuovi associati; finirà inoltre la dipendenza da altre cantine per
dei depositi temporanei». Nei
mesi scorsi sono state riaperte
le possibilità di impiantare
nuovi vigneti ma pochi ne
hanno usufruito:«£y/eii/vamente è così - lamenta il direttore della Cantina -; le
condizioni imposte erano
troppo onerose; basti pensare
che si chiedeva di avere già
almeno un ettaro coltivato a
vite, cosa assai rara nella nostra zona e fra i nostri soci».
È stata una stagione «strana», con una primavera fredda, un’estate calda e un mese
di settembre assai soleggiato;
sarà un’altra annata storica?
«Dai punto di vista qualitativo dovremmo aver un vino ottimo - continua Airasca
mentre come quantitativi si
calcola un 30% in meno
dell’anno scorso». Si sta già
vendemmiando il bianco (la
lavorazione è iniziata ancora
nei vecchi locali) e fra poco
sarà la volta delle uve nere; in
questo caso si vinificherà nella nuova sede. Il vino di Bricherasio intanto si sta estendendo anche come mercato:
recentemente sono state ottenute le forniture di alcuni supermercati e questo era uno
degli obiettivi della Cantina
già l’anno scorso; già si parla
di distribuire il vino valligiano anche negli ospedali o nelle Case per anziani, probabilmente puntando su bottiglie di
formato più piccolo. È anche
questo un segno di un’economia agricola vitale, che ha saputo ritagliarsi i suoi spazi; un
modo anche per garantire il
lavoro agli 8 dipendenti e magari per ampliare l’organico.
Soddisfatto anche il sindaco, Emilio Bolla, che alla vigilia dell’inaugurazione della
nuova sede ricorda «l’impegno dei soci, di chi lavora
nella cantina, delle Comunità
montane che hanno voluto
convogliare importanti fondi
su questo progetto, il ruolo
della Regione e della Provincia. Dopo l’ottenimento della
Doc per i vini pinerolesi siamo davanti a un impegno che
prosegue».
Tuttavia il prossimo fine
settimana non sarà solo la festa del vino e della Cantina
sociale; Bricherasio accoglierà anche una delegazione
della città argentina di Bell
Ville nella regione di Cordoba per l’atto italiano di un gemellaggio già avviato nel novembre scorso: «E una città
di 40.000 abitanti - spiega il
sindaco Bolla -; si avvieranno anche scambi economici e
imprenditoriali; per tutta la
settimana saranno presenti
una dozzina di imprenditori
dell’area di Cordoba che incontreranno dei partner del
Nord Italia. Ci saranno naturalmente momenti di spettacolo e di festa mantenendo viva la tradizione di amicizia
fra i nostri due popoli». E per
meglio sottolineare il ruolo
del gemellaggio è organizzato
per sabato mattina nella sala
consiliare un convegno sugli
scambi culturali ed economici, con la partecipazione dei
proff. Arnaldo Bagnasco e
Mauro Reginatto.
1?; Dalla Casa
delle diaconesse
Come annunciato a suo tempo da questo giornale, hanno
avuto luogo a fine agosto le
giornate di festa in occasione
dell’inaugurazione della Casa,
residenza assistenziale per persone anziane, ora compietamente ristrutturata. Il successo
di queste giornate è stato davvero incoraggiante e soprattutto ha confermato che la funzione diaconale di questa Casa è
quanto mai apprezzata e sostenuta, e non solo a livello locale.
Desideriamo ringraziare vivamente tutti coloro (persone,
gruppi, enti) che hanno collaborato a quest’ottima riuscita: i
tanti volontari e volontarie con
la loro partecipazione alle varie
manifestazioni; i pittori che
hanno esposto le loro opere alla mostra, gli artisti. E stato
particolarmente affollato e
coinvolgente il culto del giorno
30 (un grazie alla corale di Prarostino e al gruppo musica di
Luserna San Giovanni) che ha
visto la partecipazione attiva
degli ospiti e del personale.
Concludendo, desideriamo
anche ringraziare di cuore il
pastore Franco Davite, presidente uscente, che ha affrontato i non lievi problemi collegati
alla ristrutturazione, mentre
porgiamo un caloroso saluto ed
augurio al neopresidente Giovanni Rivoira.
Con l’occasione segnaliamo
gli ultimi numeri dei biglietti
della sottoscrizione relativi a
premi ancora da ritirare presso
la Casa:
3639; 6434; 8326.
Casa delle diaconesse
Torre Péllice
Lezioni di vita
Il signor Avanzini è entrato
nella mia vita all’età di dieci
anni, quando venne come capostazione a Lusema San Giovanni. Con il figlio Matteo,
mio coetaneo, si costituì un
gruppetto di ragazzi affiatato
nei giochi e ben presto venimmo coinvolti in frequenti scorribande su e giù per le montagne e per i colli delle valli vaidesi. Partenza alle 5 in bicicletta spinta su fino alla scuola della Romana nella valle dei Carbonieri o a metà strada verso
Villanova, poi a piedi a conquistare qualche cima o semplicemente a visitare un colle o un
gruppo di baite o una sorgente;
ritorno alla sera 0 alla sera seguente a riprendere la bici, dopo una scarpinata di alcune ore.
Solo ora ho ripensato alle lezioni di vita che il signor Avanzini ci impartiva con l’esempio
nell’età più formativa. Solo ora
ho riflettuto su come abbiamo
imparato inavvertitamente che
le «mete» vanno conquistate
passo per passo, con fatica e
con passione per desiderarle e
apprezzarle e che gli insuccessi
(le volte che si doveva rinunciare o ritornare per il cattivo tempo, subito pronti a riprogrammare la gita) servono a temprare il carattere e a non abbattersi.
Solo ora ho trovato una spiegazione alla mia intima repulsione
per i giochi d’azzardo, per le
lotterie e i vari enalotti che non
mi interessano perché estranei
al mio pensiero; ogni scorciatoia, ogni traguardo raggiunto
senza fatica mi sembra privo di
significato e di intima soddisfazione: sarebbe stato come arrivare al rifugio Granerò in elicottero! Certo un'idea apprezzata da molti oggi, ma davvero
stramba per il signor Avanzini.
Ma, forse ancora più importante, la stessa lezione di vita
ha certamente contribuito a tenermi fuori dall’uso delle droghe, dalle facili scorciatoie verso una gioia effimera, un’illusione che presto svanisce nel
nulla. Grazie signor Avanzini,
e che il Dio della Genesi, il Dio
della creazione ti accolga presso di sé, tu che tanto amasti e
rispettasti il suo creato.
Bruno Ricca - Roma
8
PAG. IV
Il 10 ottobre prima gara in trasferta
['hockey Valpellice
al vìa nella serie A2
Da due settimane sono iniziati i primi allenamenti
dell’H.C. Valpellice in vista
del campionato di serie A2 di
hockey su ghiaccio in cui la
squadra di Torre si è iscritta;
alcuni dei possibili nuovi acquisti si sono già fatti ammirare, a cominciare dal ceco di
scuola americana Petr Vasicko per passare ai lombardi
Volante e Pellegrino o ancora
l’ex terzino del Chiavenna De
Zordo. Ma la rosa si amplierà
ancora e con giovani di valore: per l’inizio di settimana
sono attesi l’italosvizzero
Nick Ciciliane (lavorerà a
Torino, abiterà a Torre Penice), il giovane aostano Carlo
Buemi e il portiere Alessandro Rossi, già n. 1 del Gardena in Al. «Ci servono ancora
alcuni rinforzi - commenta il
confermato allenatore Luca
Rivoira dobbiamo chiudere
alcuni contatti prima che restino liberi solo quelli che
nessun altro ha voluto»; qualche sogno? Tomasello e qualcun’altro da Aosta, Fusoni,
ex Chiavenna come De Zordo. Ma sul ghiaccio di Torre
Penice sono tornati già diversi ex dello scorso anno, di
scuola torinista (Berti e Marchetti su tutti) oltre a numerosi locali (Orsina, i due Burrato, i due Malan, Marauda,
Agli, alcuni giovani).
Resta l’interrogativo sul futuro di quei giocatori che non
-^■,1
Nelle
Chiese Valdesi
MONITORI/TRICI 1" CIRCUITO — Sabato 26 settembre, alle 14, nella sala Albarin di Luserna San Giovanni,
incontro dei monitori e delle monitrici del 1“ circuito.
TORRE PELLICE — Lunedì 28 settembre alle 20,45,
al presbiterio, studio biblico su «In principio», le parole
della creazione e le parole della rivelazione nella prospettiva veterotestamentaria. Mercoledì 30 settembre ripresa del
catechismo alla sala unionista: alle 16 1 e II anno, alle 17 III
anno. Giovedì 1° ottobre alle 20,45 alla Casa unionista avrà
luogo una seduta amministrativa della corale.
VILLAR PELLICE — Domenica 27 settembre alle 10,
nel tempio, assemblea di chiesa; tra i punti in discussione la
programmazione per l’anno ’98-99.
SAN SECONDO — Domenica 27 settembre, alle ore 10,
culto con assemblea di chiesa; all’ordine del giorno le relazioni dei deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo.
Alle ore 19 cena comunitaria con un gruppo di fratelli e sorelle della Chiesa riformata tedesca di Herrenberg (per prenotare rivolgersi al pastore, tei. 0121-500132 o a Elvina
Gardiol, tei. 0121-500875).
Comune di Villar Perosa
(Provincia di Torino)
AVVISO DI VENDITA IMMOBILIARE
L’Amministrazione comunale venderà con incanto l’ex
scuola comunale in borgata CiàboLComba. Prezzo
base lire 45.000.000. Le offerte di acquisto andranno
proposte con aumento percentuale del prezzo. La
vendita sarà aggiudicata il giorno 29 ottobre 1998, ore
11,00. Gli interessati potranno chiedere di avere bando completo, perizia di stima e di venire sul posto a
vedere l’immobile telefonando al n. 0121-51001.
Villar Perosa, 15.9.1998.
Il Segretario Comunale
dr. Nunzio Turtulici
Per la
pubblicità
su
tei. 0121-323422, fax 0121- 323831
E Eco Delle Aàlli A^ldesi
VENERDÌ 25 SETTEMBRE
troverebbero spazio perché
troppo giovani o fine carriera
nella formazione della serie
A; tutti in massa a Pinerolo
(ma quando ci sarà il ghiaccio?) oppure altre strade. Si fa
avanti infatti Tipotesi di una
seconda squadra sempre a
Torre Pellice da iscrivere alla
serie B nel girone occidentale.
Ma intanto, da quando lo
stadio del ghiaccio di Torre
Pellice ha riaperto i battenti,
gli sportivi hanno potuto gustare anche T hockey di serie
Al con la partita fra Courmaosta e Brunico che i valdostani hanno giocato a Torre
Pellice sabato a causa dell’indisponibilità della loro pista.
L’incontro, valido per TAlpenliga, ha visto i valdostani
prevalere per 4-2 al termine
di un confronto equilibrato in
cui solo la quarta rete aostana
ha chiuso definitivamente i
conti. E la presenza del Courmaosta a Torre Pellice non finisce qui; sabato prossimo 26
settembre, alle 20,30, ancora
un incontro di Alpenliga: avversari dei valdostani sarà
l’ostico Vipiteno. Ci sarà spazio anche per un paio di amichevoli per il Valpellice; il
campionato, ormai il calendario non dovrebbe più essere
modificato, vedrà la Valpe
esordire il 10 ottobre a Feltre;
primo incontro casalingo
martedì 20 ottobre con
r Amatori Asiago.
Ippica a Pinerolo
García vince
il Concorso
a ostacoli
Si è conclusa con la vittoria
di García Juan Carlos come
miglior cavaliere del concorso
il 10° concorso ippico nazionale di salto a ostacoli di Pinerolo, secondo appuntamento equestre del settembre pinerolese. Al vincitore della
manifestazione, che si è tenuta tra venerdì 18 a domenica
20 nel campo a ostacoli di
piazza D’Armi a Pinerolo, è
andato in premio uno scooter
offerto dalla Piaggio e un biglietto di volo aereo TorinoLondra-Dublino. A caratterizzare questo 10° concorso nazionale, che vedeva più di 250
atleti iscritti, è stata la presenza di cavalieri giovani (molti
anche i cavalieri «di casa nostra») che hanno gareggiato a
fianco di cavalieri più esperti
alcuni dei quali avevano già
partecipato al concorso internazionale che si è svolto sullo
stesso campo la scorsa settimana. Alla fine della tre giorni di gare l’ha spuntata García
Juan Carlos che domenica pomeriggio si è aggiudicato il
premio città di Pinerolo al termine di una seconda manche
molto combattuta in cui, in
sella al cavallo Latin Lover,
ha battuto Vincenzo Chimirri,
vincitore la scorsa settimana
nel concorso internazionale
del premio come miglior cavaliere italiano. La settimana
prossima il campo a ostacoli
di Pinerolo offrirà l’ultimo
Concorso ippico di questo settembre pinerolese, il «1° concorso ippico nazionale pony
città di Pinerolo», gara che
per la prima volta non viene
disputata a Roma. I protagonisti questa volta saranno i
pony, cavalli a tutti gli effetti,
solo di taglia più minuta.
Arma di Cavalleria
Cè il museo
ma non c'è
l'infermeria
DAVIDE ROSSO
Il Museo nazionale dell’Arma di Cavalleria rimarrà a
Pinerolo. Venerdì 18 settembre i rappresentanti dell’esercito ne hanno dato comunicazione al sindaco della città,
Alberto Barbero, che ha accolto con soddisfazione la notizia. Anche potenziato l’attuale organico permettendo
così l’apertura giornaliera
dell’esposizione, esclusa il lunedì. Le Forze armate si sono
poi dichiarate interessate a un
ampliamento del museo attraverso un investimento nella ristrutturazione dei locali dell’ex cinema Primavera. «Non
ci è stata ancora quantificata
la cifra dell’investimento [si
parla di circa mezzo miliardo,
ndr] - dice il sindaco di Pinerolo - ma da parte del Comune c’è sicuramente interesse e
si guarda positivamente a questa proposta». Notizie negative arrivano invece per «Tinfermeria quadrupedi dell’esercito» di viale Mamiani sempre
a Pinerolo che, secondo notizie ufficiose, dovrà essere
chiusa all’inizio di ottobre.
Dopo il trasferimento della
scuola di Veterinaria della
scuola di Cavalleria un altro
pezzo storico della Pinerolo
della cavalleria sta quindi per
scomparire dalla città. Si dicono amareggiati «all’infermeria» (quattro ufficiali, un
sottufficiale e quattro soldati
in tutto): «È un peccato - dicono -; oltretutto andranno
così sprecati investimenti sulle strutture e sui materiali che
sono stati fatti in questi anni».
In tutta Italia rimarrà solo più
attiva l’infermeria di Monte
Libretti, vicino a Roma.
STUDIARE GLI STATI
DI COSCIENZA
«I percorsi dell’estasi» è il
titolo di una serie di incontri
che si terranno dal 24 settembre al 15 ottobre a Pinerolo e
Torino, durante i quali si parlerà di ipnosi, meditazione,
sciamanismo, estasi chimica e
ecstasy, psicoterapia e culti
sincretici. Organizza la Società italiana per lo studio degli stati di coscienza (Sissc),
«Nautilos», l’associazione
culturale Stranamore e i Red
Docks di Torino. Gli appuntamenti di Pinerolo si terranno
presso l’associazione Stranamore in via Pignone 89, giovedì 24 settembre alle ore 17
(si parlerà di «Fisiologia degli
stati di coscienza» e di «Ipnosi, trance e meditazione»), e i
tre giovedì successivi, sempre
alle ore 17 (giovedì 8 alle ore
22,30 inoltre si potrà assistere
a un concerto, a offerta libera,
di «pizzica» tradizionale). Per
informazioni 0121-501765.
demo». Inoltre, sabato 26 alle
ore 21 nella parrocchia di San
Lorenzo Martire ci sarà un
concerto della corale valdese
di San Germano e domenica
alle ore 11 in piazza Sforzini
un concerto della «Badia corale vai Chisone», canti e musica popolare del Pinerolese.
sulle TRACCE
DI CEREGHINO
PACE DI CAVOUR
Da venerdì 25 a domenica
27 settembre a Cavour, nell’ambito del 150° anniversario
dello Statuto Albertino e
dell’emancipazione dei valdesi, si svolgono le manifestazioni celebrative della pace di
Cavour. In particolare, alle
ore 20,30 di venerdì viene
inaugurata la mostra «1 valdesi e il trattato di Cavour. Primo e,sempio di tolleranza religiosa nell’Europa moderna»,
e alle ore 21 nella sala consiliare il pastore Giorgio Bouchard tiene una conferenza sul
tema «5 giugno 1561: a Cavour nasce il Piemonte mo
La beidana e il Centro culturale valdese di Torre Pellice
organizzano domenica 11 ottobre una gita in pullman, con
partenza da Torre Pellice, a
Favaie di Malvaro (Chiavari),
sulle tracce della famiglia Cereghino, cantastorie valdesi di
fine Ottocento. Durante la
giornata sono previste la presentazione del libro Cereghino di Giovanni Meriana e la
presenza di un gruppo canoro
che eseguirà alcune canzoni
dei cantastorie. Per informazioni telefonare a Marco Fraschia, 0121-933193.
PROGETTO ASILI
PER LA PACE
L’anno scorso il comitato
vai Pellice dell’Associazione
per la pace aveva aderito al
«Progetto Aasili», una raccolta fondi per avere in affidamento un asilo palestinese.
Nel giro di pochi mesi sono
stati raccolti 2 milioni e
600.000 lire, che sono state
inviate al Comitato di coordinamento del progetto: il contributo è andato a sostegno
dell’asilo di Abnà Al-Ghad. Il
comitato vai Pellice, che ha
ricevuto anche delle foto
dell’asilo, spera di poter continuare a raccogliere fondi nei
prossimi mesi.
25 settembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Nella
chiesa mauriziana di San Martino alle 20,45 concerto per
tromba e organo con Bruno
Bergamini e Franco Bando. Ingresso libero.
25 settembre, venerdì —
CUMIANA: Alle 21, all’Auditorium: il canto dello yoga,
mantra, composizioni musicali,
canti della tradizione indiana,
con Nadagupta e altri musicisti
ospiti. Ingresso libero.
25- 27 settembre — PINEROLO: Si svolgeranno al centro ippico le tre prove del 1°
Concorso ippico nazionale pony
«Città di Pinerolo», tappa Fiorello Cup, campionato regionale
piemontese Dressage pony.
26 settembre, sabato — SAN
PIETRO VAL LEMINA: Alle
21, nel salone polivalente di
piazza del mercato, la compagnia «I commedianti» presenta
la commedia «Achille Ciabotto
medico condotto»; lire 10.000.
26 settembre, sabato — PINEROLO: Alle 17, in via Pellico, inaugurazione del museo
storico del mutuo soccorso, primo in Italia.
26 settembre, sabato — SALUZZO: Giornata celebrativa
per la riapertura del «Buco di
Viso», a cura del Rotary Club.
26- 29 settembre — BARGE:
Da sabato 26 alle 16 con la cerimonia del gemellaggio con Gap
e Annonnay inizio delle manifestazioni dell’«Ottobrata»; domenica 27 alle 8,30 rievocazioni
dei mestieri di un tempo lungo
via C. Costanzo, mercatino delle
pulci nel centro storico, piscina
delle palline per i bambini, cena
e serata danzante; lunedì 28 teatro dei burattini e lancio di palloncini, serata di musica leggera;
martedì 29 cena «esagerata», su
prenotazione, e serata di musica.
26-29 settembre — VILLAFRANCA: Sabato 26 dalle 19
apertura stand commerciali e gastronomici, alle 21 spettacolo pirotecnico sulle acque del Po, alle
22.30 spettacolo folcloristico argentino. Domenica 27 alle 9 III
trofeo ciclistico, fiera con rassegna dell’artigianato piemonte,se,
alle 12 apertura stand, alle 21
musica. Lunedì 28 alle 8 poule
dei pescatori categorie A e B, alle 19 apertura degli stand e alle
21 spettacolo musicale. Martedì
29 alle 8 fiera commerciale e
agricola, alle 12 stand gastronomici, alle 21 serata danzante.
27 settembre, domenica —
SALUZZO: Per l’XI palio di
San Martino 2‘ edizione della
corsa delle botti, con partenza
da Borgo San Martino alle
15.30 e con la partecipazione
del gruppo degli sbandieratori e
del gruppo storico del borgo di
San Martino
27 settembre, domenica —
RINASCA: Alle 21, nel salone
polivalente, concerto di musica
corale.
27 settembre, domenica —
PRAMOLLO: Alle 15, nel
tempio valdese di Ruata, concerto del gruppo corale «In cantando» di Riva di Chieri.
27 settembre, domenica —
SAVIGLIANO: Alle 21, al
teatro Milanollo, incontro con
Ambrogio Fogar.
27 settembre, domenica —
PRAROSTINO: Giornata del
Cai, organizzata dalla sezione
del Cai di Pinerolo.
27 settembre, domenica —
CUMIANA: Dalle 9 mostra
mercato, artisti di strada, mastri
cordai, micromurales, riciclare
la carte; alle 12 pranzo sotto
l’ala, alle 14 fusione del vetro,
alle 14,30 laboratorio danze occitane.
3 ottobre, sabato — PINEROLO: alle ore 20,45, all’Auditorium di corso Piave, «Sesto
senso» in concerto. Ingresso libero con offerta; il ricavato sarà
interamente devoluto alla ristrutturazione del tempio valdese di Pinerolo.
3 ottobre, sabato — TORRE PELLICE: Alle 20,45, alla
biblioteca della Casa valdese,
per la Società di studi Val Lucerna, Jean Coignon, delle Société de l’Histoire du protestantisme français, parlerà in francese sul tema «L’Édit de Nantes».
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CHISONE - GERMANA&i
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiv»
Ospedale di Pomaretto, tei. 811¿
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 27 SETTEMBRE
Rinasca: Farmacia Bertoreli
- V. Nazionale 22, tei. 80070?
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
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Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica;
DOMENICA 27 SETTEMBRE
Torre Pellice: Farmacia I
ternazionale - Via Arnaud
tel. 91374.
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei, 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale civile, tei. 167-233111
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERIST
dalle ore 8 alle 17, presso
sedi dei distretti.
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con Kim Basinger; sabato 26, lì
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Un intreccio tra storia religiosa dei secoli passati e memoria operaia nei paesi del
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di Fra Dolcino, ndr]
«me segnale di irreligiosità
di anticlericalismo, ormai
in tramonto anche nelle noie zone; e se duole sempre
l'atto vandalico, ben poca
eco può oggi avere il fatto del
suo abbattimento, perché
Guel povero cumulo di pietre
.aveva cessato da tempo di
essere, come si augurò e si
tiedette dai promotori, un
faro ed un punto di riferijnento». Correva l’anno 1927
gii giornale cattolico II Bieljjjeriferiva deH’abbattimen)l), con cannonate e dinamite, dell’obelisco costruito nel
ì907 dal movimento operaio
locale in ricordo della strage
in cui perì l’eretico Fra Dolcino, iniziatore del movimento
apostolico. Dal 1974 «quel
cumulo di rovine» che ricorda la violenza della dittatura
fascista anche in materia di
religione è ritornato a essere
un riferimento per molte
persone che hanno scoperto
infra Dolcino e nella sua
compagna Margherita quei
caratteri evangelici primordiali che caratterizzavano i
movimenti pauperistici medioevali di cui l’unico erede
sopravvissuto è il valdismo.
Gli stessi dolciniani dispersi
dalla strage confluirono certamente, in gran parte, nel
movimento valdese.
■
Un momento del culto
Da venticinque anni, ogni
seconda domenica di settembre, a Biella, in Vaimosso, si
ricorda la figura straordinaria
di questo testimone della verità. E domenica 13 settembre
il pubblico, grazie anche al
bel tempo, è stato particolarmente numeroso. Dopo un
breve culto all’aperto con
Santa Cena presieduto dal
pastore Platone 1 partecipanti
(circa un centinaio) sono saliti sul monte Massaro e sui ruderi dell’obelisco (sui quali è
stato eretto nel 1960 un cippo
identico a quello che si trova
nei Pirenei a Montségur per
ricordare l’ultima resistenza
occitana e il sacrifico di oltre
duecento Catari) hanno intonato canti e ascoltato alcune
Liista mo;
e oggetti
Al villaggio battista di Meana di Susa
n seminario di formazione
per predicatori locali
PIETRO ROMEO
E nell’ambito dell’Associazione battista piemonteseche nasce l’idea di un seiiiinario di formazione per
predicatori locali. Un’idea
rileva incontro alle esigenze
ilei molti membri di chiesa
elle da anni, ormai, prestano
il loro servizio a comunità e
opere del Torinese. Un comiI hto dell’Associazione stessa,
lungW Wo che si occupa dei turni
rrotti p®i . P'^^e^ècatori locali, ha
riici nniai organizzato un inconSaS''®nel Lntro evangelico
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il 12 settembre
in cui discutere i temi
Ptiticipali che riguardano la
forni- r®''®azione, con tre pastori:
! faS faS P^'"
«0 della liturgia; Massimo
oiTieo dell’esegesi; Giuseppe
‘'^wlacchetti deU’omiletica.
‘'dia sua relazione sulla li®tgia. Casanova ha chiarito,
I ''anzitutto, il significato deljlP^epla liturgia: servizio. Ha
adito, quindi, la necessità
nna maggiore coralità nella
preparazione e conduzione
della liturgia che deve trovare
spazi sempre diversi e la partecipazione dell’intera comunità (ad esempio i bambini
della scuola domenicale).
Massimo Romeo ha voluto
spiegare che cosa si intende
per esegesi con un esempio
pratico: la lettura di Isaia, al
capitolo 7, dove il profeta viene mandato da Dio a Acaz, re
di Giuda, per rassicurarlo sulla sorte del suo regno e per
annunciargli un segno, la nascita dell’Emmanuele.
Morlacchetti invece ha riassunto le fasi che scandiscono
la preparazione di un sermone: dalla parte esegetica a
quella importantissima di capire il messaggio principale
del testo biblico (in termine
tecnico T«assunto») e su quello centrare la predicazione.
Un incontro che non ha voluto essere certamente esaustivo ma molto importante per
discutere e scambiarsi impressioni ed esperienze, tanto
che è nata l’idea di organizzarne altri a cadenza regolare.
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Facoltà valdese di teologia
^^ougurazione del 144- anno accademico
Culto d'apertura
T^srnpio valdese di Torre Pellice, ore 10,30
predicazione del prof. Bruno Corsani
Prolusione
Aula sinodale, ore 17
Prof. Giorgio Tourn
valdesi tra Illuminismo
^ Romanticismo», 1798-1848
testimonianze. lavo Burat,
presidente del Centro studi
dolciniani di Biella, ha rievocato con passione la figura e
l’opera di Fra Dolcino.
Tra gli intervenuti da segnalare per la prima volta la
presenza del sindaco di Cimego (Tn), dove Fra Dolcino
operò tra il 1300 e il 1303, e di
alcuni rappresentanti del locale Centro di ecologia alpina; quest’ultimo, grazie agli
studi di Michela Zucca, sta
per pubblicare una serie di
studi su eretici e streghe nel
Trentino dove appunto nel
XIV secolo Fra Dolcino è personaggio centrale. Alla manifestazione hanno preso parte
anche fratelli e sorelle della
comunità evangeliche vicine
oltre che di Biella anche di
Vintehbio, Luino e Omegna,
accompagnati dalla pastora
Francesca Cozzi. Presente anche una delegazione di tedeschi di Dorthausen (presso
Francoforte), villaggio d’origine valdese fondato alla fine
del ’600. La giornata, che si è
conclusa con balli occitani
dopo una festosa agape in un
vicino alpeggio, ha dimostrato che quel Dolcino, per il
quale lo stesso Dante Alighieri ebbe una certa simpatia,
continua a interessare anche
le giovani generazioni. La
giornata di festa e di memoria
è stata preceduta da una serata nella Casa del Popolo di
Crocemosso in cui, dopo uno
spettacolo teatrale su Fra
Dolcino scritto da Beppe Pillitteri e rappresentato da una
compagnia locale di circa
trenta elementi, si è discusso
di libertà religiosa in Italia.
Tavo Burat e il pastore Platone, che hanno animato la serata, hanno auspicato che in
Italia si giunga al più presto a
una legge unica per tutte le
confessioni religiose, uscendo così dalla stretta concordataria nata durante il fascismo che sancisce uno scandaloso scambio di privilegi
che, come è stato detto, «offende quello spirito evangelico fatto di sobrietà e fedeltà al
Cristo che dovrebbe caratterizzare ogni chiesa cristiana».
’ ■ Chiesa battista di Bari
La comunità ricorda
fratelli e sorelle scomparsi
NICOLA PANTALEO
La comunità battista di
Bari, dopo avere pianto la
dipartita della giovane Cecilia Bellini, perita nell’agosto
1997 in un drammatico incidente stradale provocato da
un’auto poi fuggita, e dei fratelli Giuseppe Bernardini e
Eugenio Abbruzzin, che aveva profuso la propria competenza di geometra per la ricostruzione del locale di culto,
è stata nuovamente colpita
nel mese di luglio, oltre che
dalla prematura dipartita di
Irene De Robertis, da altri
due dolorosi lutti che le hanno sottratto repentinamente
due membri anziani e fedeli
che avevano espresso per
molti anni un impegno di fede e lavoro che difficilmente
può essere replicabile.
11 4 luglio si spegneva all’età di quasi 90 anni il maestro Teodoro Pantaleo, anziano della comunità ed esperto
organista che per quasi sessant’anni aveva accompagnato il canto della comunità
con rara sensibilità musicale.
Diplomato all’Accademia di
Santa Cecilia, concertista di
pianoforte e giovanissimo direttore d’orchestra nei primi
Anni 30, Pantaleo si era poi
dedicato per molti anni
all’insegnamento facendosi
amare da varie generazioni di
allievi che ne ricordano la serietà, l’affabilità e l’umorismo
arguto e sorridente. Qualità
che aveva anche riservato nel
rapporto intenso instaurato
con la comunità battista sin
dai tempi del pastorato di
Oreste Ciambellotti, occupando stabilmente e con
straordinaria assiduità lo scomodo sgabello dell’armonium e lavorando con passione alla formazione di cori
per cui aveva anche scritto o
adattato bellissimi testi musicali. Un grande pezzo di storia, una preziosa memoria vivente della nostra chiesa è
andata via con lui in quella
notte del suo silenzioso addormentarsi nel Signore.
La sorella Luisa Mazzoni,
originaria della comunità di
La Spezia, è spirata dopo una
lunga malattia affrontata con
coraggio e forza d’animo, lasciando nella comunità e nel
cuore dei figli il segno di una
fede sicura e l’immagine di
una donna gentile e spiritosa.
Il Signore voglia benedire le
famiglie in lutto e restituire
slancio evangelistico alla comunità di Bari nel ricordo
della testimonianza fedele
dei fratelli e sorelle addormentatisi nel Signore.
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TARIFFE ABBONAMENTI
ITALIA ESTERO
ordinario £ 105.000
■ ridotto £ 85.000
■ sostenitore £ 200.000
■ semestraie £ 55.000
- ordinario
- via aerea
- sostenitore
- semestraie
£ 160.000
£ 195.000
£ 250.000
£ 80.000
- cumulativo Riforma + Confronti £ 145.000 (soio italia)
Per abbonarsi: versare l'importo sul ccp n. 14548101
intestato a Edizioni Protestanti s.r.l., via S. Pio V15 bis, 10125 Torino.
PAG. 5 RIFORMA
Agenda
25 settembre
SARONNO (’VA) — Alle ore 21, nell’Aula consiliare della
scuola «Aldo Moro», l’Associazione culturale protestante,
con Amnesty International e il patrocinio dell’assessorato
alla Cultura, organizzano una conferenza del past. Giorgio
Tourn dal titolo: «Libertà di fede, fede nella libertà».
26 settembre
MILANO — A partire dalle ore 9,30, nella chiesa metodista
(via Porro Lambertenghi 28), si tiene il convegno dei monitori su animazione, Bibbia, cultura, esegesi, formazione,
ideazione, teologia, dedicato al libro degli Atti. Relatori il
past. Salvatore Ricciardi e il prof. Saverio Merlo. Per informazioni e adesioni telefonare allo 02-66103996.
27 settembre
TORINO — Alle 17,30, nel tempio valdese di corso yittorio
Emanuele II, riprende «Musica e preghiera». L’organista Federica lannella esegue musiche di Mendelssohn, Bach, Vivaldi-Bach. Commento biblico del past. Giuseppe Platone.
28 settembre
TRIESTE — Alle ore 20,30, nella basilica di San Silvestro
(piazzetta San Silvestro 1), il Centro culturale elvetico-yaldese «A. Schweitzer» organizza per l’Ottobre organistico
1998 un concerto del coro «Max Reger» diretto da Adriano
Martìnolli, con la partecipazione dell’organista Martino
Porcile. Verranno eseguite musiche di Penderecki, Brahms,
Schumann, Milhaud, Poulenc, Hindemith.
8 ottobre
"VENEZIA — Alle ore 17,15, a Palazzo Cavagnis, Franco
Macchi coordina un incontro sul tema: «Teologia cristiana
e pluralismo religioso oggi». Intervengono mons. Luigi Sartori, il prof. Paolo Ricca e Tindologo Antonio Rigopoulos.
Sarà presente Jacques Dupuis (Pontificia Università Gregoriana, Roma), autore del libro «Verso una teologia cristiana
del pluralismo religioso» (ed. Queriniana).
9-11 ottobre
FONATO (Bs) — Il Centro ecumenico Abbazia di Maguzzano organizza un convegno sul tema; «Conoscere i fratelli
anglicani» che inizia il venerdì alle ore 17. Relazioni di James R. Harkins, Richard Major, Michael Bullock, Bruce
Bullock, Elena Covini (Sae), Giovanni Cereri, Placido Sgroi
e Aija Kaartinen. Per informazioni tei. 030-9130182
10 ottobre
TORINO —Alle ore 16, nel salone valdese di corso Vittorio
Emanuele II23, Diego Novelli, politico e sapista, e Franco
Calvetti, pedagogista e scrittore, discutono il tema: «Cultura e comunicazione: valori da riscoprire». Presiede Piera
Egidi. Verrà presentato il libro «I miei confini erano altrove» di Rina Lydia Caponetto; partecipa l’autrice.
Radio e televisione
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul
primo programma radiofonico della Rai, predicazione e
notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di Raidue a cura
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì
della settimana seguente alle ore 9,15 circa. Domenica 4 ottobre andrà in onda: «Scuola e multiculturalità; “Christian
Science in Italia"; Terza di copertina; Brunetto Salvarani “Le
storie di Dio”». La replica andrà in onda lunedì 12 ottobre.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
Cron,acihie
VILLASECCA — L’estate è iniziata con due battesimi e un matrimonio: Nicole Masseilot, di Luca e Mara Ghigo è stata
battezzata nel tempio di Chiotti il 17 maggio; Sonia Peyrot,
di Fulvio e di Nicoletta Reinaud è stata battezzata bel tempio di Combagarino il 31 maggio; lo stesso giorno Valter
Bertetto e Monica Laggiard si sono sposati con matrimonio
«in forma ecumenica», cioè con il saluto e l’augurio della
nostra chiesa, nella parrocchia di San Nicolao a Pomaretto.
• Altre giornate di festa sono state quelle delle visite e riunioni all’aperto. In varie occasioni abbiamo ascoltato registrazioni di interviste a membri delle nostre chiese che sono
state trasmesse a Radio Beckwith col programma «Moun
pah, ma léngo». Un episodio di cronaca merita forse una
menzione; in occasione della riunione alla Selletta, alcuni
gitanti domenicali che avevano occupato uno spazio vicino
al luogo della riunione, avrebbero preteso che non svolgessimo la nostra attività (a cui partecipava anche il proprietario del prato), asserendo che disturbavamo il loro riposo; la
cosa non ha bisogno di commento. Anche all’ospedale di
Pomaretto abbiamo ricevuto una protesta perché «pretendevamo» di fare il culto in orario coincidente con una partita di calcio (che i tifosi potevano seguire agevolmente da un
altro apparecchio sempre nei locali dell’ospedale).
• Ringraziamo i pastori Rostagno, Schneider e Janavel, e i
predicatori Milena Martinat e Flavio Micol, che hanno presieduto alcuni culti durante Testate. 11 pastore Schneider ha
presieduto anche la riunione alla Torre. Grazie per quell’occasione alle famiglie Calisi e Grill per l’ospitalità e l’organizzazione dell’agape fraterna. Il past. Schneider è poi tornato
con alcuni membri della sua comunità il 13 settembre, occasione in cui abbiamo avuto un’agape fraterna.
10
PAG. 6 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 25 SETTEMBRF
Kitorma
Mercati capricciosi
Giorgio Guelmani
Fino a pochi mesi fa economisti autorevoli ci annunciavano tempi di prosperità e di crescita continua senza più
recessione. L’economia degli Stati Uniti era in espansione
da sette anni, l’Europa in ripresa con la moneta unica alle
porte, l’inflazione debellata, i tassi di interesse al minimo
storico. Anche da noi la Borsa prometteva rendimenti alti e
sicuri (un’evidente contraddizione in termini). A causa del
calo dei rendimenti dei Bot e della grande offerta di quote
di società privatizzate, moltissimi hanno dirottato i loro risparmi sull’acquisto di azioni e hanno imparato a seguire
con trepidazione l’andamento del Mlbtel e del Dow Jones.
Sono bastate poche settimane e il quadro si è ribaltato:
oggi si teme una caduta grave, addirittura si rievoca lo
spettro della grande crisi del 1929. Nel bestiario economico
(meno fantasioso di quello dell’apocalittica) l’Orso ha soppiantato U Toro. 11 «giovedì nero» del 17 settembre ha bruciato, solo a Milano, 33.500 miliardi (virtuali), per effetto di
una caduta del Mibtel del 5,21%; altrettanto ingenti le perdite in tutto il mondo. Ma dietro cifre simili ci sono situazioni molto diverse: il «giovedì nero» ha riportato Milano ai
livelli del febbraio di quest’anno (quindi chi ha acquistato
azioni l’anno scorso può ancora uscirne con forti guadagni), mentre Tokyo è tornata ai livelli del marzo 1986.
La turbolenza dei mercati finanziari è insita nella loro
natura (tutto ciò che sale prima o poi scende, all’euforia
segue il panico) ma è anche effetto (non causa) dei disturbi
dell’economia reale. 11 Fondo monetario internazionale ha
precipitosamente rivisto le proprie previsioni sulla crescita economica mondiale dal 4,25% al 2%. La causa principale del mutato clima sta nella recessione che ha colpito
l’intera Asia (Cina esclusa), a partire da quel Sud Est asiatico che ci era stato venduto come modello di sviluppo vincente. Ora se ne sono scoperte le magagne: corruzione, autoritarismo politico, indisciplina finanziaria.
L’Italia e l’Unione europea (con l’eccezione del Regno
Unito), come pure gli Usa e la Cina, sono per ora le uniche
isole (relativamente) felici di un mondo che, proprio a
causa del successo delle politiche neoliberali che hanno
stroncato l’inflazione con cure da cavallo, soffice di insufficienza della domanda globale (centinaia di milioni di persone, a Est e a Sud, hanno pagato il risanamento finanziario con un croUo del tenore di vita mentre pochi si sono
arricchiti spaventosamente).
Quando Prodi dice che l’Italia è «protetta dallo scudo
dell’euro» ha pienamente ragione: senza l’aggancio alla
moneta unica europea (e al marco) le monete deboli d’Europa, tra cui la nostra liretta, sarebbero state prima o poi
oggetto di speculazione come già accadde nel 1992. Ma ha
anche torto, perché anche la forte Unione europea non
potrà non risentire della crisi dell’economia russa, verso
cui sono fortemente esposte le banche tedesche (ma anche in misura minore quelle italiane: è notizia della settimana scorsa che la Bnl ha comunicato che non farà utili
nel ’98 proprio a causa della Russia).
«Globalizzazione» significa anche questo: nessun paese
può dirsi «al riparo» in una situazione in cui ogni giorno si
muovono, alla ricerca del massimo rendimento, masse di
capitedi superiori alle possibilità di controllo di qualunque
autorità centrale. Come disse anni fa Lamberto Dini, «i
mercati votano ogni giorno»: ma si tratta di un «sovrano»
capriccioso e miope. Dopo che per anni ci è stato raccontato che solo il libero gioco della concorrenza crea libertà
e felicità per tutti, e che qualunque tentativo di controllo o
programmazione conduce dritto ai gulag, ora si colgono
segnali in controtendenza.
Intervistato da L'Espresso, un capitalista intelligente come Carlo De Benedetti, suggerendo blandi interventi di
controllo delle operazioni più speculative, ammette che il
problema sta nella debolezza della politica, divenuta incapace di indicare «un modello di società, un obiettivo rispetto a cui misurare le capacità di governo». Ma come può la
politica recuperare la dignità perduta senza una «visione»
di pace, giustizia e salvaguardia del creato, e senza il coinvolgimento diretto di uomini e donne che, percependosi come cittadini/e e non come sudditi, consumatori o azionisti,
riscoprano il gusto di impegno e responsabilità personale?
Riforma
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Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio
Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro,
Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE:Stelio Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA; La Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.i.-viaS. Pio V, 15 bis -10125Torino.
non
1998
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Unione stampa
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Partecipazioni: mm/colonna E1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176 del 1' gennaio 1951. Le modifiche
sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 36 del 18 settembre 1998 è stato spedito daH’Ufficio
CMP Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 16 settembre 1998.
Continua la riflessione su come cambia il lavoro
La necessità della formazione
Le nostre chiese potrebbero oifrire dei corsi per i giovani
diplomandl per i pastori e per chi opera nella diaconia
ADRIANO LONGO
L> ARTICOLO di Bruno RicI ca, comparso sul numero 34 di Riforma, ci dà una
chiave di lettura per capire le
diverse spinte alla globalizzazione dei mercati e indica
ai giovani e ai meno giovani,
in cerca di lavoro e di un
orientamento, quali accorgimenti adottare e con quale
spirito affrontare le situazioni di grande mobilità di questi anni.
Venendo da una esperienza di oltre 25 anni di servizio
alTinterno in alcune strutture
della chiesa, e in collegamento con altre, da tempo percepivo l’esigenza di avere dei
punti di riferimento ai quali
guardare quando mi trovavo
a dover affrontare delle situazioni difficili e non previste
nella gestione di una qualsiasi iniziativa, quando si trattava di operare delle scelte, di
prendere delle decisioni. Il risultato di queste ultime non
è sempre visibile nell’immediato, più spesso ci vuole
tempo per percepirne la validità o meno. Prendere una
decisione è un atto importante; le decisioni vanno prese dopo aver esaminato con
attenzione tutti gli aspetti dei
problemi che si vogliono affrontare, anche quelli che
non emergono a prima vista
ma che ne sono la causa remota. Questi aspetti, se non
vengono compresi ed evidenziati, rischiano di inficiare la
bontà di una decisione. Sono
poi importanti le valutazioni
di tutti coloro che ai vari livelli avranno qualche beneficio o comunque saranno
coinvolti dalle decisioni che
andremo a prendere.
Le gambe per camminare
Queste considerazioni, che
sono sempre valide, prendono maggior significato negli
anni che stiamo vivendo, in
cui le grosse trasformazioni e
l’evolversi delle situazioni politico-sociali nell’intero pianeta pongono delle sfide sempre
più impegnative all’operare
quotidiano a livello di orientamenti, di scelte, di costume,
di normative, di leggi, e in
questo l’articolo di Bruno Ricca è illuminante. A questo primo argomento ne possiamo
aggiungere un altro che ne è
la conseguenza. Le decisioni
prese hanno bisogno di «gambe per poter camminare» e
cioè di persone che le rendano operative, che le applichino e che le facciano applicare;
e qui emerge l’aspetto del vari
ruoli e delle varie funzioni necessarie al raggiungimento di
quell’obiettivo che è stato il
frutto della decisione. Ho no
tato che spesso vi sono delle
carenze nella comprensione
dei ruoli che ciascuno deve
svolgere, per cui anche decisioni valide stentano poi a essere attuate e l’efficada auspicata naturalmente si perde
nel tempo.
I ruoli e Torganizzazione
Parlare di ruoli significa
parlare dei rapporti fra le
persone, significa riflettere
sull’organizzazione che ci
siamo dati. 11 problema si pone in maniera analoga, seppure con finalità diverse, sia
che si tratti dell’organizzazipne civile (dallo stato centrale
ai vari enti locali), sia di quella economica (la produzione
di beni e servizi), sia di quelle
di tendenza (chiese, partiti,
sindacati e associazioni varie). I moli, poi, si modificano
nel tempo man mano che le
organizzazioni si modificano
sulla spinta di nuove esigenze e di nuovi obiettivi che la
collettività va a ridefinire.
Tutto ciò sembra facile e lineare a dirsi, ma praticamente lo svolgersi degli avvenimenti non avviene in maniera così lineare e indolore. La
crisi in cui ci troviamo coinvolti, causata dalle grosse trasformazioni in atto, mette in
posizione marginale quel
mondo industriale così come
lo abbiamo conosciuto nel
dopoguerra e questo contribuisce ancora di più a rendere periferiche aree come
quella, ad esempio, delle valli
valdesi, con pesanti riflessi
sull’occupazione. Questa trasformazione ha quindi un
grosso costo sociale che parte
della popolazione è chiamata
a pagare. Dalle premesse
esposte derivano alcune considerazioni di fondo.
- Le trasformazioni in atto
non possono essere lasciate
al caso, ma devono essere gestite coscientemente a tutti i
livelli, nessuno escluso.
- Non sono un problema
riservato a coloro che occupano posti di responsabilità,
ma riguardano tutti poiché le
regole del gioco sono le stesse sia nei grandi sistemi, sia
nello svolgimento di una attività lavorativa, sia nel nostro
ambito familiare.
- Sapere come affrontare
una decisione o capire come
rendere efficace un ruolo
rapportandolo agli altri, non
è di per sé una professione, o
una nuova professione, ma è
uno strumento importante
per tutte le professioni, come
non è di per sé una professione conoscere le lingue, ma è
uno strumento che si rende
sempre più indispensabile
per dialogare nell’Europa che
si sta costmendo.
Un appropriato utilizzo
di nuovi criteri
Il settore della ricerca dei
finanziamenti, siano essi europei, nazionali o dei fondi
dell’8%o, è uno di quelli in cui
si devono utilizzare questi
nuovi criteri. L’organizzazione e il metodo per il raggiungimento degli obiettivi devono essere esplicitati e fanno
parte integrante del progetto
di cambiamento che si vuole
ottenere. Come sottolinea
Ricca, «cominciare avendo
bene in mente il risultato che
si vuole raggiungere», è un
presupposto essenziale sia
per un progetto di un qualsiasi ente, sia per lo sviluppo
della propria vita personale.
Ecco quindi la necessità di
puntare su una concertazione, cioè su un luogo dove
questo dialogo avvenga e si
sviluppi fra le varie componenti interessate al progetto,
poiché le situazioni evolvono
e quindi è necessaria una
continua messa a fuoco.
Di fronte all'essere
di fronte all'avere
Tutto quanto evidenziato
sinora sta più sul fronte delr«essere» che deU’«avere»:
- essere in grado di confrontarsi e di dialogare con
gli altri;
- essere in grado di affrontare percorsi formativi che
non riguardino solo il periodo scolastico ma abbraccino
un tempo più ampio della
nostra vita;
- essere quindi in grado di
scegliere.
Che fare dal punto di vista
pratico? Vedrei due filoni distinti di possibili utenti a cui
rivolgere la proposta di momenti di formazione. Per i
giovani in uscita dalle scuole
secondarie, penserei a dei
corsi da realizzarsi sotto l’egida del Centro culturale valdese, utilizzando l’apporto tecnico-logistico del Collegio
valdese di Torre Pellice, nei
quali affrontare i temi relativi
alla conduzione di gruppi,
all’analisi dei ruoli all’interno
delle organizzazioni (mondo
del lavoro, scuola, servizi sociali, chiese) sino a quelli del
«lavorare per obiettivi», in cui
approfondire le metodologie
che aiutano a rendere partecipate le decisioni che si vanno ad assumere.
Analogo progetto lo vedrei
sviluppato all’interno della
nostra struttura ecclesiastica,
dedicato ai pastori, a partire
da quelli che sono in formazione, ai diaconi, ai membri
dei Concistori, dei comitati,
alle direzioni e ai quadri intermedi delle nostre opere.
POCHI giorni fa è arrivata
una bellissima lettera
dalla Sardegna. È la lettera di
qualcuno che cerca informazioni, letture, meditazioni:
uno, insomma, che vorrebbe
capire. Il nostro lettore, il signor Franco, continua così:
«Per doverosa conoscenza vi
faccio notare di non essere
mai stato vicino, né tantomeno accondiscendente alle
“cose dello Spirito” pur non
negandole o avversandole,
ma la vostra voce mi ha affascinato, condotto alla riflessione e forse anche mutato,
entro certi limiti nelle convinzioni, sia per la concomitanza di gravi circostanze
che mi hanno coinvolto (fatti
di salute: by-pass coronarici,
infarto, trapianto) sia per fatti luttuosi (morte di mia moglie, di fede incrollabile, dopo un’agonia durante anni).
iMiOiiiiahu
EUGENIO RIVOIR
La mia precaria solitudine
che, sino a un recente passato, si è sempre manifestata
come riservato sconforto,
grazie anche a voi si rivela, al
presente, tenacemente fiduciosa nell’aspettativa di poter
disporre, per il futuro, di un
bene spirituale sino ad ora
trascurato. Vi ringrazio di
cuore».
Quando ricevi una lettera
come questa ti rendi conto di
quel che può significare il do
CORHIERE DELLA
Religioni disuguali
Alcune richieste formulj
dalla Comunità religiosa
mica in Italia, relative^
scuola, sono commentate
maniera abbastanza intere
sante da Ernesto Galli De)
Loggia (31 agosto). Le riclii
ste non sono, a suo dire, ti|
egualmente ricevibili e vanj
dall’uso dello chadorpet
ragazze, alle norme relatì
alla macellazione e all’al
mentazione nelle mense aj
lastiche, dallo studio del(i
rano all’accesso a spogliati
piscine e palestre separai
per maschi e femmine nel
scuole. «Ammettere che ni
scuole pubbliche - scrive Gal
li Della Loggia - ragazzi era
gazze musulmani debba«
obbligatoriamente praticai
la ginnastica o il nuotoi
strutture diverse e separa#
significherebbe (...) ledere
principio della piena ugna
glianza dei sessi sancita di
Costituzione e ormai fatti
proprio da tutta la cultura (.1
del paese». Quindi taonèdi
cevibile alcuna richiestali
parte di qualunque gruppoi
minoranza, nel campo scola
stico come in qualsiasi altro,
che in nome della religione finisca per ledere i prindpige-;
nerali (...) che stanno aliata-'
se della collettività nazionale
italiana, e che sono per/’appunto i principi della democrazia liberale». È cos\mwtabile, tuttavia, che «le confessioni religiose (...) non poi
sano essere tutte su un vei
piede di parità (...)».
LA STAME
Coscienza puritana
Igor Man commenta
settembre la vicenda CM
prendendo le mosse dallafl
tura degli Usa, e dice cheJ
«Messaggio puritano» vi'
«condanna implacabile,
che rabbiosa, del pecca#
Che non è quello, o soltfl
quello, (...) (iella fornicazi®
(...), bensì della menzogn*
L’articolo prosegue più avi
ti: «...l’America "che può
guidata da un presidenti
quale suggella il suo
giurando sulla Bibbia. Df
quel drammatico giuratiieoi
il presidente degli Stati W
contestualmente con u
polo", professa la ptopt*®*
nel Dio della storia. Mala»
ria, “è la regione dove Dioi)
Uomo si incontrano’’. Trai^
to nella realtà americana^^
significa semplicemente
l’uomo più potente del n
do (...), trae la sua auto«
dalla fiducia che gli ajnm
nutrono nella sua parola»
"iSabat
flitàvalc
tol’estr
Frances
ma di ti
postanti
present
sorelle,
la mogli
¡pariti e
poti. AI
patia e i
solo in
sua piei
salvezz:
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ISeGio
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no della comunicazione. La
mattina ti svegli, pensi a quel
che succederà della tua giornata e vedi, o immagini, tutti
quelli che incontrerai: una
massa di gente che ti passa
accanto, lentamente, di corsa, interessata, indifferente, tanta gente, giovani, vecchi, donne, uomini che entrano e escono dalla tua vita.
Tra tutti costoro, che entrano
e escono dalla tua esistenza
senza che spesso tu neppure
sappia perché, i,
succede che uno possa
re l’altro. Uno, o uria, e
dall’anonimato, dive®
qualcuno, un
sorella, degli amicieie p ,
si trasformano in j-jnj
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POSTA
I II fratello
I Melloni
■^Sabato 2 agosto la comunità valdese di Taranto ha date l’estremo saluto al fratello
ftancesco Melloni in un cliLdi tesa commozione. Nonostante il caldo afoso erano
” senti numerosi fratelli e
Lue, oltre a amici, parenti,
Loglie, i figli con rispettivi
e nuore, nonché i nijpti A tutti va la nostra simLa e il nostro conforto che
solo in Cristo Gesù trova la
sua pienezza. Il messaggio di
salvezza è stato annunciato
dal pastore Nunzio Loiudice
della Chiesa battista di Mottoia, tratto da II Corinzi 4,1318 e Giovanni 14,1-4.
Vera Velluto ha ricordato le
difficoltà negli anni passati
nell’annunciare quel Gesù
che perdona, che ci salva gratuitamente, che ci aiuta a
portare i nostri pesi e ci dà
soUievo ogni giorno della nostra vita. Francesco, superando ogni difficoltà, non aveva
mai cessato di portare quest’annuncio di salvezza, nella
comunità e fuori di essa, senza perdere neppure un attimo della sua vita. Aveva fatto
suo il versetto: «Ho creduto
perciò ho parlato»..
¡ostessa, della Chiesa battista di Mottola, ho ricordato
come avevo conosciuto Francesco Melloni: nel 1970 ero
una ragazza che andava alla
ricerca di quel Gesù che salva, che ci aiuta e che ci ama
nonostante tutto, con i nostri
difetti e i nostri pregi, un Gesù che si è fatto mettere in
croce per i nostri peccati e
sempre pronto a perdonarci.
Un pomeriggio di primavera
sento suonare al campanello
del mio portone, e aprendo
mi trovo davanti un uomo di
¿e/y'aspetto, si è presentato
|icendomi; vengo da Taremto
i faccio parte della Chiesa
pdese. Sicuramente non ritenni il suo nome, ma mi
colpì il nome di quella chiesa
che non avevo mai sentita,
così è cominciato il nostro
dialogo. Ero ancora più preoccupata perché si era aggiunta un’altra chiesa e non
Sapevo proprio quella che dovevo seguire. Francesco seppe però tranquillizzarmi, dicendomi che dovevo solo
confidare in Gesù Cristo, perché solo Lui ci ama e ha preso
sudi sé i nostri peccati morendo per noi affinché chi
crede in Lui abbia vita eterna.
Qualche anno dopo frequenhvo la chiesa battista di Motiva, e questo mi diede l’opPortunità di andare a Taranto
c conoscere la Chiesa valdese.
%ena entrata cercai questa
persona; dopo aver chiesto di
lui, mi fu detto che doveva essere fuori Taranto per lavoro.
Quando alcuni anni dopo lo
rividi, mi presentai abbracciandolo e ricordando il nostro incontro avvenuto a
Mottola; mi rispose con un
dolce sorriso come un padre,
ma non si ricordava di me: io
non avevo dubbi. Lo scorso
anno il pastore Simonpietro
Marchese mi ha invitata a tenere un culto a Taranto e ho
accettato con gioia (era il mio
primo culto). Quando sono
arrivata, ad attendermi c’era
Francesco. Dopo il culto mi
ha riabbracciata e mi ha detto: con questo tuo messaggio
mi hai restituito il quadruplo
di quello che tu dici aver ricevuto da me. Grazie Francesco
perché hai fatto parte di quel
puzzle che mi ha permesso di
far parte a questa famiglia
privilegiata. Lo vogliamo salutare così: «Ho combattuto il
buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede». (II Timoteo 4, 7)
Pinuccia De Crescenzo
Mottola
Uno scandalo
legale
Dal 31 dicembre 1978, data
della mia dichiarazione, porto con la carta d’identità il seguente scritto: «In pieno possesso delle mie facoltà, dichiaro di non volere sopravvivere artificialmente in caso
di incidente o di malattia grave irreversibile. Lasciarmi
partire in pace, perché desidero onorare la morte come
mi sono sforzata di onorare
lavila» (firma).
Colgo l’occasione per denunciare lo scandalo legale,
secondo cui si esamina scrupolosamente il contenuto del
testamento e si vieta l’osservanza di una affermazione
sulla mia volontà riguardo
all’eutanasia. Gli oggetti enumerati nel testamento sono
forse più importanti della mia
vita, della mia sofferenza?
Aggiungo che mi pare indispensabile scrivere la mia
volontà per liberare la famiglia e il medico. Non sapendo se, al momento di prendere una decisione così grave, sarò in grado di esprimermi, considero prudente tenere costantemente questo documento con la carta d’identità. Decidere per gli altri è
impossibile, ma definire in
quale modo intendo onorare
la morte è un sacrosanto dovere. Che la mia volontà venga rispettata fa parte integrante dei Diritti delTuomo.
Può darsi che finalmente si
incomincerà a non più paventare la morte, una delle
tante assurdità attuali.
Lucietta Tenger
Villar Penice
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SETTEMBRE 1998
Giordano
Il Vangelo e Toro di Napoli
Russia
La crisi dei cremlinologi nostrani
Algeria
si mantiene in vita il regime di Zeroual
Minori
nuova Convenzione sul lavoro minorile
Procreazione assistita
Al fianco della coppia
una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 65.000;
®we lire 120.000 con libro in omaggio). Versamento sul c^ 61288007
a coop. Com Nuovi Tempi, via ®'i''enze 38,00184
®4ete una copia omaggio telefonando allo 06-4820503, fax 4827901,
'«dirizzo Internet: Http://hella.stm.it/market/sct/home.htm)
Pastori
e deputati
Ho partecipato, come delegata della comunità battista
di via Teatro Valle a Roma,
aH’Assemblea deU’Ucebi tenutasi a fine giugno a Santa
Severa. Vorrei condividere
con i lettori e lettrici alcune
riflessioni che vorrei fossero
utili al nuovo Comitato esecutivo battista e all’apertura
dì un dibattito. Quest’anno i
numerosi momenti liturgici
sono stati di grande spiritualità: peccato che tutti i giorni,
durante i lavori dell’Assemblea, protagonismi personali,
aggressività, intolleranza, abbiano preso il sopravvento e
ci si sia dimenticati completamente di quanto si era prima enunciato nelle preghiere
o nelle riflessioni bibliche; si
è parlato molto dell’otto per
mille come di un principio
fondamentale per i battisti; io
prima di essere battista sono
cristiana e avrei voluto che
fossero affrontati temi fondamentali della nostra fede e
della quotidiana difficoltà di
essere testimoni fedeli della
parola di Dio.
Se, come protestante, mi
sento responsabile e libera di
assumere decisioni etiche come il divorzio, l’aborto, perché non posso sentirmi «libera» di decidere suU’8%o diventato un dogma per i battisti
italiani? La rappresentanza, in
Assemblea era fortemente
squilibrata: c’era un solo delegato per ogni 25 o 50 membri di chiesa, mentre tutti i
pastori e le pastore erano presenti e tutti, pastori e pastore,
avevano diritto di voto e di
parola. Chiaramente la voce
dei laici è stata schiacciata
dalla predominanza non solo
numerica ma anche di continue richieste di intervento dei
pastori. Perché non si studia il
modo di mandare un’equilibrata e giusta rappresentanza
del corpo pastorale? A mio avviso sta crescendo alTinterno
deirUcebi una «clericalizzazione» in aperto contrasto
con uno dei principi battisti:
il sacerdozio universale. Si
sottovaluta sempre che i laici
hanno più difficoltà a parlare
in pubblico e non hanno la
dialettica di chi si è preparato
per anni a parlare, a convincere, a presentare i problemi.
Con un più equilibrato rapporto fra laici e pastori anche
le votazioni sarebbero state
più rappresentative delTintera realtà delle varie comunità
battiste, non a caso composte
da un pastore (o pastora) e
decine di fedeli. Sarebbe stato
più interessante, per me sentire la voce dei laici, impegnati nei problemi e nelle difficoltà della vita quotidiana;
sentire la voce dei giovani
(non solo di quelli che studia
Sono i più senza lavoro, rappresentanza e protezione
I più «deboli» oggi sono i giovani
SERGIO N. TURTULICI
C>È una dialettica che percorre alcune
delle più importanti lettere di Paolo,
dei forti e dei deboli, potremmo chiamarla:
«Ora noi, che siamo forti, dobbiamo sopportare le debolezze dei deboli e non compiacere a noi stessi» (Romani 15,1 e I e II Corinzi).
Il dovere della sequela cristiana, spiega
l’apostolo, ci chiama in aiuto e servizio dei
più deboli ma dobbiamo stare attenti che talora la maggiore debolezza non è dove appare e che le cose possono cambiare. Così per
tanto tempo abbiamo pianto lacrime sulla
condizione degli anziani, dei vecchi, prestato orecchie e voce ad analisi sociologiche accorate sulle generazioni dei ritirati dal lavoro, degli anziani, sulle loro rendite esigue,
sul loro essere lasciati ai margini del vivere
insieme, sulla loro solitudine. Abbiamo lottato per i loro diritti, perché non si toccassero le loro pensioni. Per gli «avanti in età» abbiamo speso molte risorse della diaconia
deUe chiese, ottimi e costosi Asili per i vecchi
sono stati il fiore all’occhiello delle opere
valdesi e metodiste.
Ora sentiamo, guardandoci attorno, che le
generazioni più deboli, i deboli di Paolo, non
sono forse quelle dei vecchi ma quelle dei
giovani. C’è un problema sociale generazionale che vede i giovani come quelli messi
peggio nel corpo sociale. Certo, una quantità
di vecchi stenta la vita ai margini deUe periferie urbane, in povertà, nell’abbandono, probabilmente più di quanti ce ne fossero un
tempo, nelle comunità dove c’era una concreta solidarietà di famiglia, di borgata, di
quartiere. Ma i più dei vecchi, la grande maggioranza, non se la passano poi così male,
hanno più salute, vivono più a lungo, godono
i frutti di un «welfare», uno stato sociale che è
stato generoso con i protetti, avaro con gli
esclusi. I ritirati dal lavoro godono di pensioni che non sempre sono di fame, consumano,
risparmiano e talora giocano a piazza Affari.
Senza lavoro, senza rappresentanza, senza
protezione, senza voce, senza speranza, le
più deboli sono oggi le generazioni dei giovani, la stragrande maggioranza dei giovani,
bene o male che se la passino i genitori. Facciamo fatica a prendere consapevolezza di
questa novità noi occupati, noi più o meno
anziani che abbiamo avuto lavoro e pensione, noi, più o meno benestanti, noi uomini e
donne delle chiese. E infatti questa verità,
che siano i giovani i più deboli, i deboli di
Paolo, viene fuori con difficoltà nei nostri discorsi, nella nostra predicazione evangelica,
nelle nostre assemblee, nella nostra stampa.
Pure dovremo giocoforza rivedere le nostre categorie di giudizio, correggere il iiostro opportunismo individuale e generazionale. Dovremo come cittadini consentire
che si ritocchino i nostri privilegi, lo stato sociale finora sperequato tra garantiti e non
garantiti perché possiamo venire incontro a
chi sta male veramente. Dovremo farlo se
vorremo consentire ai più deboli, ai figli e
nipoti, un qualche lavoro, un qualche benessere, una qualche speranza futura. Dovremo
come cristiani dedicare ai giovani un po’ più
della nòstra attenzione, della nostra agape,
della nostra diaconia. Sollecitati dalla cruda
durezza del reale, daU’evidenza dei fatti.
no teologia!) e delle donne
che tanto tempo, lavoro, presenza dedicano alle chiese.
In conclusione penso che
la prossima Assemblea battista debba essere meglio preparata, con una varietà di temi da affrontare (non solo
quelli economico-amministrativi o di organizzazione
interna) e che garantisca più
«democrazia» oltre che un
maggior rispetto dei diritti/
doveri di tutti e di tutte a
ascoltare e a farsi ascoltare.
Giuliana Giammetti
De Benedetto - Roma
La preghiera
per un giusto
Effettivamente è una mia
abitudine pregare per i ladri e
per gli assassini, per gli ingiusti e per i mafiosi, affinché si
ravvedano: i membri della
chiesa di Susa, dove predico
quasi ogni domenica, ne possono dare testimonianza. Mi
pare di averlo fatto anche durante il culto di apertura del
Sinodo, ma non ne sono sicuro, perché le preghiere non
le preparo: le vivo, in comunione con l’assemblea dei
credenti.
Ho pregato - e non era la
prima volta - per il giudice
IL CENTRO DIACONALE «LA NOCE»
ricerca un/a tecnico
in grado di assumere la gestione del settore amministrativo
Si richiede: diploma di ragioneria o laurea in economia;
- conoscenza dell'informatica e dei processi amministrativi e contabili per gestire autonomamente la contabilità, l’amministrazione dei
servizi e del personale;
- capacità di organizzare il lavoro di gruppo, di favorire lo sviluppo
professionale dei propri collaboratori e di operare in collegamento
con gli altri settori e con il Centro servizi amministrativi;
- interesse e disponibilità per un servizio in ambito diaconale.
Si offre: corso iniziale di formazione, adeguato periodo di inserimento, inquadramento e retribuzione come da contratto aziendale,
possibilità di alloggio.
- ospitalità per sopralluogo e primi contatti.
Inviare curriculum dettagliato entro il 30 settembre 1998 a;
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Evangelista Di Diasi, 12 - 90135 Palermo. Tel. 091-6817941 (orario: 8-18 dal lunedì al venerdì, sabato 8-12); fax 091-6820118; email: c.d.lanoce@mclink.it
Caselli perché, dopo aver rischiato la vita di fronte alle
Brigate Rosse, ora rischia la
vita di fronte alla mafia, questa infezione che minaccia di
compromettere definitivamente la salute morale del
nostro popolo. Su Caselli incombe il tragico destino del
generale Dalla Chiesa, dei
giudici Falcone e Borsellino,
dell’avvocato Ambrosoli;
questi uomini avevano idee
politiche molto diverse dalle
mie, ma non ho dubbi sul fatto che essi abbiano lottato
per il ristabilimento della legalità. Lo stesso fa ora Caselli:
questo è il momento di pregare per lui; dopo, potrebbe
essere troppo tardi.
Lo confesso: considero Caselli un «giusto» nel senso
che Abramo dava a questa
parola nella sua preghiera a
favore di Sodoma (Genesi
18): dieci giusti possono salvare la città (ce lo ricordava
Berdjaev in anni terribili), e
Caselli è uno di questi.
A me, poi, colpisce il fatto
che Caselli sia un credente,
cattolico praticante: e non è
un caso che il funerale di sua
mamma sia stato celebrato
da don Ciotti, il prete che rischia la vita contro la droga e
contro la mafia. Fare ecumenismo in Italia significa anche, a mio avviso, vivere ed
esprimere una comunione
con quei membri delle altre
chiese che sono disposti a
soffrire «per cagion di giustizia». E ringraziare Iddio perché essi esistono.
Giorgio Bouchard-Torino
Felicitazioni
«Due valgono più di uno
solo (...) una corda a tre capi
non si rompe facilmente» (Ecclesiaste 4,9; 12). A Marta
D’Auria, collega della redazione di Napoli, va l’augurio
affettuoso delle redazioni di
Riforma e de L’eco delle valli
valdesi per il suo matrimonio
con il maestro di coro e animatore musicale Carlo Leila.
Le nozze sono state celebrate
il 20 settembre nella chiesa
battista di via Foria a Napoli.
Nuovi indirizzi
Il nuovo indirizzo del pastore Antonio Squitieri è:
Rampa S. Maria delle Grazie
15, 83100 Avellino; telefono
0825-23114.
Il nuovo indirizzo dei pastori Sergio Manna e Elisabeth Löh è presso Casa Materna, corso Garibaldi 235,
80055 Portici (Na); telefono
081-2561361.
Partecipazioni
RII'
Per la
pubblicità
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tei. 011-655278, fax 011-657542
)
«Il Signore
è il mio Pastore
nulla mi mancherà»
Salmo 23, 1
Le sorelle e i fratelli delle chiese di Alessandria, Bassignana e
San Marzano Olivete esprimono
cristiana solidarietà e simpatia al
loro predicatore locale Gianluca
Nigro e alla sua famiglia per la
scomparsa del padre
Mario Nigro
Aiessandria, 25 settembre 1998
«lo ho pazientemente
aspettato l'Eterno
ed egli si è inclinato
a me ed ha
ascoltato il mio grido»
Salmo 40,1
Serenamente ci ha lasciati
Edmondo Long
di anni 92
Lo annunciano con grande dolore I figli Nino, Elisa e Anita con
le rispettive famiglie. Un grazie al
pastore Chiabrera.
Masselli di Pomaretto
6 settembre 1998
RINGRAZIAMENTO
«lo ho pazientemente
aspettato l’Eterno ed egli
si è inclinato a me ed ha
ascoltato il mio grido»
Salmo 40,1
Il fratello, la sorella e i familiari
tutti del caro
Oreste Davide Pontet
(Tinu)
commossi e riconoscenti per la
grande dimostrazione di affetto
e di stima tributata al loro caro,
nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutte le gentili
persone che con presenza, scritti,
parole di conforto e offerte hanno
partecipato al loro dolore.
Un ringraziamento particolare a
tutti i collaboratori della Casa Miramonti di Villar Pellice, al dott.
Ghirardi, al pastore Gianni Genre
e al sig. Dario Tron.
Bobbio Pellice
25 settembre 1998
I necrologi si accettano
entro le ore 9 del lunedi.
Telefonare al numero
011-655278 - fax 657542.
12
PAG. 8 RIFORMA
VENERDÌ 25 SETTEMBRE IgQg
Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste)
GESTIONE DELL'OTTO PER MILLE (Opm) - ANNO 1998 (dichiarazioni del 1994)
RENDICONTO SULL'ASSEGNAZIONE DELL'OTTO PER MILLE DEL 1994
IMPORTO TOTALE INCASSATO NEL 1998: £ 5.160 milioni
Somma disponibile: 5.160 milioni
recupero spese pubblicitarie e di gestione anni ’95 e ’96: 510 milioni
somma netta disponibile: 4.650 milioni
così impiegata: per pastori e diaconi = 0%; per edifici di culto = 0%.
PER PROGETTI IN ITALIA. Totale Italia 3.280 milioni = 70,5%
TEMI GENERALI relativi anno 1998 1997 (per comparazione)
Ucdg
Collegio valdese
Servizio cristiano di Riesi
Associazione «Lou cialoun»
Asilo di Scicli
Centro diaconale La Noce di Palermo
Casa Materna di Portici
Mesa valdese Rio de la Piata
BAMBINI E GIOVANI: ISTRUZIONE E ACCO^IENZA
100^
73,5*^
170 ^
500*
100
35
170
20
100
500
161
accoglienza
istruzione
istruzione
accoglienza
istruzione
istruzione
istruzione
40,5 21,6 istruzione
ristrutturazione stabile
borse di studio
borse di studio
sala d’incontri
ristrutturazione asilo
sostegno alla gestione
ristrutturazione stabile
sostegno alla gestione
ANZIANI
totale 884 = 27% 1.136 =33%
Rifugio Re Carlo Alberto
Casa delle diaconesse
Casa Miramonti
Mesa valdese Rio de la Piata
/
122 130
200 200
55 55
25 200
casa per anziani
casa per anziani
casa per anziani
case per anziani
sostegno alla gestione
ristrutturazione stabile
sostegno alla gestione
sostegno alla gestione
SANITÀ (CURA-PREVENZIONE)
Ospedale valdese di Torino
Servizio cristiano di Riesi
Centro diaconale La Noce di Palermo
Associazione Raphael
Mesa valdese Rio de la Piata
totale 402 =12% 585 = 18%
800^.
100*
240 '
10^
90
750
100
207
ristrutturazione ospedale
sostegno alla gestione
sostegno alla gestione
CULTURA
sanità
consultorio
assistenza
assistenza domiciliare
sostegno alla gestione
totale 1.240 = 38% 1.057 = 32%
Agape
Editrice Qaudiana
Edizioni protestanti
Associazione Lo Bue
Centro culturale valdese
Facoltà valdese di teologia
Ifed
Mesa valdese Rio de la Piata
60^50
45^55
15^ 15
- 30
50 49
13
20
45
formazione borse viaggio
libri
giornale
ràdio
museo
università
associaz.
chiesa
diffusione libri a biblioteche
diffusione settimanale Riforma
miglioramento impianti radio
rinnovo museo di Torre Pellice
accesso disabili
centro polifunzionale
supporto attività culturali
totale 248 = 7% 199 = 5%
TEMA: I PROBLEMI DEL MONDO
RIFUGIATI, MIGRANTI, NOMADI
Servizio rifugiati e migranti
Servizio rifugiati e migranti
Associazione Naga
Chiesa valdese di Ivrea
Dar Coop
Associazione Diaconia
100 50
15'
- 70
5^
2(V
8>*
USURA
Fondazione Adventum
sostegno alla gestione
convenzione Onu rifugiati
rinnovo attrezzature
corsi per immigrati
ristrutturazione alloggi
rinnovo locali
tot. 148 = 5% 120 = 3%
25
lotta antiusura
tot. 25= 1%
OCCUPAZIONE
Meccanica Riesi
Servizio cristiano di Riesi L’Uliva
150 100 sostegno alla gestione
70 - avvio settore biologico
tot. 220 = 7% 100 = 3%
LOTTA AL CRIMINE
Fondazione int. Lelio Basso - 50 convegno internazionale sui minori a rischio
Lega diritti dei popoli 20y - processo desaparecidos italiani in Argentina tot. 20 = 0,5% 50 =
CARCERATI
Chiesa valdese di Pisa 1,5^ - sportello carcere Pisa
Cicar 4 ✓ sportello carcere Velletri
Servizio rifugiati migranti 13,5 y - sportello carcere Rebibbia
PACE - INCONTRO TRA POPOLI E CULTURE
74^^^03
Rivista Confronti
tot. 19 = 0,5%
iniziative pace e incontro tra popoli e fedi = 2% 103 = 3%
TOTALE '98: mid 3.280 = 100% Totale '97 mid 3.300 = 100%
PROGETTI DI RISTRUTTURAZIONE APPROVATI NEL 1998
con ricorso aU’indebitamento bancario ed ammortamento del capitale e degli interessi ii^
milioni ^
anm
Rifugio Re Carlo Alberto, Casa per anziani - Centro diurno Altzeimer
Rifugio Re Carlo Alberto, Casa per anziani - ristrutturazione
Casa Materna di Portici, giovani - ristrutturazione edificio centrale
L’Uliveto, Assistenza disabili - ristrutturazioni
145 .....
1.300 milioni ^
570 milioni ••
1.634 milioni <»i
PARTNER INTERNAZIONALI che assicurano la progettazione, l’esecuzione dei programmi
di intervento e il controllo in loco sulla destinazione del fondi: Heks Eper: organizzazione di
assistenza della Chiesa riformata svizzera; Gaw: Gustav Adolf Werk, organlz. diaconale della
Chiesa evangelica tedesca (sede a Lipsia); Cevaa: Comunità evangelica di azione apostolica
(sede a Parigi); Agra: Organizzazione italiana non governativa che operaio Africa e in America Latina con progetti di sviluppo rurale; Aidrom: Organizzazione diaconale ecumenica ortodossa e protestante che opera in RomaniarCEAs: Ass. civil centro ecumenico di accion social di Buenos Aires (sede Buenos Aires); BrOt für Welt (Pane nel mondo); Organizzazione
della Chiesa evangelica tedesca; E.K. Wesfalia: organizzazione della Chiesa evangelica tedesca della Wesfalia; Wwf: organizzazione internazionale per la salvaguardia del creato.
INDICI DI GESTIONE DELL’OPM i
Indici di efficacia: 1997: 89,5. 1998: 89,3. Per ogni 100 lire assegnate dai cittadini all’OPM I
della Chiesa valdese più di 89 lire sono andate alle destinazioni finali, al netto delle spese di (
pubblicità e di gestione amministrativa. i
Indice di realizzazione: nel 1997 per i progetti italiani, al 31 agosto 1998 erano stati spesi il |
95,6% dei fondi assegnati, pari a lire 3.135 milioni: peri progetti all’estero, al31 agosto 1998 j
erano stati spesi l’83,2% dei fondi assegnati, pari a lire 1.165 milioni.
INFORMAZIONI SUI PROGETTI I
Sito Internet Chiesa valdese: http://www.chiesavaldese.org |
PER PROGETTI ALL'ESTERO. Totale estero 1.400 milioni = 30%
TEMA : LA FAME NEL MONDO
pan nei località progetto OPM'98 ’97 tipo progetto
paese
SVILUPPO AGRICOLO
Romania Heks distretto di Covasna 75
Albania Heks regioni di Elbasan e Korea 45
Ex Jugoslavia Heks regione di Sanski Most 44
Brasile Gaw 3 villaggi con 1200 famiglie
Salvador U.miversità luterana
area De Napaja y El Painal »<•
Nigeria Chiesa metodista area di Ondo
Bolivia Agra dipartimento del Pardo
Madagascar Cevaa diaconia Chiesa di Cristo ^
Agra irrigazione area Itocta
Brot FÜR area di Tarso
id area di Wata Dara
id area di Watara
Cevaa coop. Manzir
Heks area di Cochabamba
75
45
44
24
sviluppo economia rurale
sviluppo economia rurale
dono di bestiame
sviluppo agricolo integrato
80
75
180
5
sviluppo agricolo integrato
sviluppo agricolo
difesa foresta equatoriale
Bolivia
Etiopia
Etit^ia
Etiopia
Mozambico
Bolivia
PROGRAMMI DI ASSISTENZA SOCIALE
Albania Heks
Romania Heks
Ungheria Heks
Ex Jugoslavia Heks
Uruguay
Argentina
Argentina
Argentina
Madagascar
Gaw
Gaw
Ceas
Ceas
Cevaa
movimento femminile
bimbi di strada Bucarest
a Debrecen e a Misckolc
Novisad
periferia di Montevideo
bassifondi di Buenos Aires
periferia di Buenos Aires
Centro Emmanuel
diaconia Chiesa di Cristo
Sud Africa Chiesa Unita Meryland center
Mondo EkWestfalia programmi sociali
TOSSICODIPENDENTI
Ungheria
Ungheria
Heks
Heks
missione Kimm
centro di riabilitaz. a Pees
BAMBINI E GIOVANI (formazione e accoglienza)
Ungheria
Camerún
Madagascar
Madagascar
Bielorussia
Bielorussia
Bielorussia
Bielorussia
Benin
Heks casa gioventù Berekfurdo
Cevaa centro di Ntolo
Cevaa diaconia Chiesa di Cristo
Cevaa orfanotrofio di To.Pa.Za.
Sass Biango ospitalità bambini
Sass Blango ospitalità bambini
Sass Biango ospitalità bambini
Sass Biango ospitalità bambini
Cevaa borse di studio
62 - sviluppo agricolo
50 - sviluppo agricolo
50 75 sviluppo agricolo
50 75 sviluppo agricolo
10 - acquisto bovini
15 sviluppo agricolo totale 401 = 29% 678 = 48%
22 22 centro di assistenza a Tirana
80 80 assistenza e accoglienza
15 15 supporto a centri sociali
44 44 consulenza psico-sociale
- 45 istruzione e cura bambini
10 40 istruzione e cura bambini
48 46 assist, ragazze madri indios
- 56 assistenza alle famiglie
- 13 medicinali e piccole farmacie
- 56 istruzione prescolare
50 50 vari progr. assistenza totale 329 = 24% 411 = 29%
15 15 assistenza ai tossicodipendenti
30 30 assistenza ai tossicodipendenti totale 45 = 3% 45 = 3%
30 30 casa di accoglienza
30 65 accoglienza, alloggio, istmzione
- 40 3 progetti di formazione
10 - dotazione arredi
25 - aiuti alle famiglie ospitanti
22 - campo scuola a Rio Marina
24 - campo scuola a Bobbio Pellice
27,5 - campo scuola a Casa Caies
3,6 — borse di studio totale 171,1 = 13% 135 = 10%
LAVORO
Madagascar
Cevaa
Cevaa
Cevaa
diaconia Chiesa di Cristo
idem
idem
10
10
6
centro di produzione tegole
cooperativa di dònne
bilance a 15 consorzi agricoli
totale 0 26 =2?
ECOLOGIA e AMBIENTE
Romania Heks
Madagascar Cevaa
Sud America Wwi
Aidrom 30
diaconia Chiesa di Cristo foreste equatoriali 50
30
11
SANITÀ
programma ecologico
rimboschimento
tutela creato e biodiversità
totale 80 = 6% 41 =
India, Missione intemazionale contro la lebbra
Zambia, Cevaa, dispensario di Kalabò
Mozambico, Medici senza frontiere
Camerún, Cevaa ospedale di Ndoungè
Camerún, Cevaa fondazione Moktomo
DIRITTI UMANI
Guatemala, Peace brigade, osserv. rispetto diritti
Argentina, Medh, biblioteca e doc. dir. umani
FONDI DA ASSEGNARE: 3 mUioni
61,3 60 prevenzione e cura
30 dotazione medicale
50 - prevenzione colera
80 dotazione medicale
50 dotazione medicale totale 271,3 = 20% 60 «4#
16,6 Í-» , i costo osservatore
52 strum. e costo gestione tot^e 68,6 = 5%
0 = 100% -Tot. '97: mid 1.400 = 100%
ORGANI COMPETENTI
j II Sinodo delle chiese valdesi e metodiste definisce le politiche e i criteri di gestione
i dell’Opm. La Tavola valdese è l’organo preposto alla decisione finale sulle assegnazioni dei
I fondi ai vari progetti. La Commissione Opm è incaricata di analizzare tutti i progetti perveI nuti e di formulare raccomandazioni alla Tavola
I POLITICHE E CRITERI DI GESTIONE definiti dal Sinodo
I L’Opm non può essere utilizzato per: finanziare le attività della chiesa, pagare il compenso
I ai pastori e ai diaconi, costruire o mantenere locali di culto, finanziare attività di evangelizzaI zinne: tutte queste attività devono essere finanziate dalle contribuzioni dei membri di chiesa.
I Inoltre i fondi devono essere assegnati a progetti sociali, assistenziali e culturali: una
j congrua porzione, valutata nel 30%,tleve essere assegnata a progetti per “combattere la taj me nel mondo”. Infine le spese di pubblicità e di gestione dei fondi non devono superare n
I 5% dei fondi ottenuti per ogni anno.
I FONDI RICEVUTI NEL 1998 si riferiscono all'anno '94, dichiarazioni presentate nel '95
Il ministero delle Finanze ha comunicato solo l’importo dell’Opm assegnato alla Chiesa
valdese e non anche, come l’anno scorso, il numero delle firme. . j
La Chiesa valdese partecipa all’assegnazione dei fondi, a differenza di altre confessio
religiose, solo per la quota di assegnazioni diretta in quanto ritiene che senza una
assegnazione, i fondi dovrebbero essere gestiti dallo stato e non da una chiesa. Sulla pa
di questo criterio sono stati attribuiti alla Chiesa valdese, per il 1994, lire 5.160 milioni c
sono stati incassati nel mese di agosto 1998.
IL PROCESSO DI VALUTAZIONE E ASSEGNAZIONE è avvenuto secondo questi passi
I I fondi sono assegnati solo in base a progetti, anno per anno. La Commissione ha
j tutti i progetti e ha espresso delle indicazioni di priorità e di congruenza alle
Ì dell’Opm. La Tavola ha esaminato e approvato i progetti nelle sedute del 18-20 L
j II Sinodo ha approvato le assegnazioni della Tavola nella settimana del 23-28 agosto 10^
Sui
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Gesù
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Can
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