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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
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Anno IX - numero 1 - 5 gennaio 2001
EDITORIALI
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áíGlORGIO GUELMAN!
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I BIBBIA E ATTUALITÀ ■
IMPARARE
L'ASCOLTO
«Egli era nel mondo, e il mondo fu
fatto per mezzo di lui, ma il mondo
non lo ha conosciuto»
Giovanni 1,10
OVUNQUE si parla di e-mail, Internet, nuove tecnologie. Stiamo davvero raggiungendo livelli eccezionali nella comunicazione. Il
boom delle vendite natalizie è stato
proprio in questo settore. Nel nostro
tempo la cosa più difficile non è comunicare, o raccogliere informazioni; forse la cosa che si fa sempre più
diffìcile nei nostri giorni è ascoltare,
è farci penetrare da una parola che
non sia la nostra ma che possa trovare posto nel nostro cuore. Ascoltare:
qualcosa che stiamo dimenticando
Ascoltare non è subire, non è consumare, non è soltanto sentire, non è
soltanto accumulare informazioni,
immagini ma prestare attenzione,
interloquire, intervenire. L’ascolto
richiede una presa di posizione nei
confronti di chi mi parla, comporta
pensiero, capacità di dialogo, di valutazione, di giudizio.
La chiesa di Cristo è la chiesa della
parola nel sènso che deve essere
una chiesa che parla, che comunica,
che ne ha sempre una da dire in ogni
occasione. Ma la chiesa parla fin
! troppo. È la chiesa della Parola quando è la chiesa dell’ascolto, quando annuncia la Parola che ha ascoltato e
che ascolta, cioè la parola di Dio, Gesù Cristo E non solo una volta, ma
ogni giorno di nuovo. Nelle nostre
letture del periodo di Avvento non
sono certamente mancati i versetti di
Giovanni 1, 10-11: «Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di
lui, ma il mondo non lo ha conosciuto. È venuto in casa sua e i suoi [non
gli atei, gli gnostici, i non credenti,
ma proprio i suoi] non l’hanno ricevuto». Gesù, una Parola non conosciuta, non accolta, non ascoltata a
incominciare da quelli di casa sua, da
coloro che con il suo nome hanno
una certa dimestichezza.
Quello appena iniziato sarà un
anno di comunicazione sempre
più sofisticata dal punto di vista tecnologico. Chissà quali potenzialità ci
metterà a disposizione l’ultima generazione della telefonia mobile! Ma
chi ci insegnerà ad ascoltare le parole
di invocazione di tutti coloro che rivendicano il loro diritto a esserci
senza il bisogno di giustificare la
propria esistenza, la cui condizione
umana povera e disperata non ha
certamente gli strumenti per ottenere uno spazio on line. Chi ci insegnerà ad ascoltare quelle voci per ’
trasferirle nel nostro cuore per liberare nella nostra vita uno spazio per
la vita di un altro o di un’altra, non
per le sue qualità, non per la sua abi- i
lità a usare la tecnologia, ma sempli- ,
cernente perché è una persona, senza |
bisogno di alcuna definizione, senza ;
richiedere un particolare curriculum. Imparare ad ascoltare, da una j
parte, la voce, spesso molto esile, di j
chi è nella sofferenza e, dall’altra, la j
parola del Signore Ascoltare può es- [
sere molto più fecondo che comuni- j
.care, dire, parlare. Le parole dei di- i
Sperati e la parola di Dio cercano [
delle orecchie e dei cuori che sappia- 1
, no ascoltare. Talvolta ci mettiamo a j
parlare proprio quando dovremmo I
stare in silenzio e ascoltare. |
Valdo Benecchi '
ISPIRITUAUTAHHIH ■■■■■DlBAniTOJ
// musicista e teoiogo /. 5. Bach Si soia aireatanasia «passiva»
di HARTMUT DIEKMAN di MIRIAM PISANI
In Italia stanno crescendo tensioni e polemiche tra laici e gerarchia cattolica
Laicità e libertà religiosa
Vanno rifiutate sia le invadenze clericali sia il laicismo che riduce la fede a semplice
fatto privato. Lo stato è la casa di tutti e anche le confessioni religiose ne sono parte
STCFANO SICARDI
Gli ultimi mesi hanno visto il crescere di tensioni e polemiche
sulla linea di frattura, molto italiana,
laici-cattolici (o, forse meglio, laicigerarchia cattolica): dalla bioetica alla droga, all’eutanasia, al finanziamento delle scuole non statali. Più
sommessamente si registrano tendenze, sia a livello parlamentare che
giudiziario, aperte a una maggiore
affermazione del principio di laicità.
I problemi di fondo della laicità e
della libertà religiosa ruotano attorno al rapporto che, nelle liberaldemocrazie contemporanee, dovrebbe
istituirsi tra istituzioni collettive, regole del dibattito pubblico democratico, coscienze dei singoli, e ruolo
delle realtà associative più diretta
I Onorificenze
A Giorgio Spini
e Piero Bensi
Due evangelici, lo storico metodista Giorgio Spini e il pastore battista
Piero Bensi, hanno ricevuto dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, I’onorificenza di Cavaliere di
Gran Croce al Merito della Repubblica italiana. La più alta onorificenza
della Repubblica italiana è stata conferita al pastore Bensi a Firenze,
presso la Prefettura, il 19 dicembre,
mentre il professor Spini ha ricevuto
il riconoscimento a Roma il 20 dicembre. Giorgio Spini, uno dei più
grandi studiosi del Risorgimento italiano, e sui cui libri hanno sgobbato
generazioni di studenti, è predicatore
locale metodista ed è stato membro
della Tavola valdese. Piero Bensi è
stato presidente dell’Unione battistà
italiana e della Federazione delle
chiese evangeliche in Italia. (nev)
mente coinvolte: anzitutto, ma non
soltanto, le confessioni religiose. Si
tratta di un problema difficile da impostare in linea di principio nella situazione italiana, da sempre condizionata dall’assorbente contrapposizione tra «cattolici» e «laici». Per cui
eventuali altre voci (quali, per esempio, quelle del cristianesimo non
cattolico), comunque flebilissime
per ridotte dimensioni e quasi inesistente potere di accesso ai media, o
sono tacitamente omologate al versante laico (perché per tradizione, e
ovviamente, profonda convinzione,
in Italia vi appartengono, anche se
talora vi si appiattiscono troppo, rinunciando a svolgervi un ruolo maggiormente differenziato, autonomo e
propositivo); oppure (se di area fondamentalista-evangelicale) sono to
talmente ignorate per il loro isolamento sociale e pubblico e i messaggi, ritenuti culturalmente rozzi, di
cui si fanno portatrici.
Muovo allora da una prospettiva
un po’ particolare per il dibattito italiano, cioè da quella di un credente
protestante di formazione laica che,
rifuggendo da ogni idea di privilegi
confessionali, ritiene non solo eccessiva ma errata la riduzione
dell’opzione di fede all’ambito del
mero privato e dell’intimità, pur ben
consapevole del valore positivo che
questa affermazione ebbe, nel secolo scorso, in una prospettiva garantista contro le invadenze clericali dei
poteri religiosi organizzati, tanto
nella vita pubblica che in quella pri
La Rai e le religioni
Incontro con il
presidente Rai
Il presidente dell’unione delle Comunità ebraiche, Amos Luzzatto; la
vicemoderatore della Tavola valdese,
past. Maria Bonafede; la presidente
dell’Unione buddista, Mariangela
Falà; il presidente dell’Unione induista, Franco De Maria; il direttore della rivista Confronti e della rubrica di
Raidue Protestantesimo, Paolo Naso;
il senatore Luigi Manconi, primo firmatario dell’appello «La convivenza
è possibile» (vedi Riforma del 24 novembre), si sono ritrovati il 20 dicembre a Roma, alla sede Rai, per un incontro con il presidente Roberto Zaccaria riguardo l’informazione sulle
minoranze religiose nelle reti Rai. Il
presidente Zaccaria ha valutato con
interesse le varie proposte e richieste
e si è impegnato a portarle alFattenzione delle stmtture Rai. (nev)
ECO DELLE VALLII
Un guado per Inverso Rinasca
dì DAVIDE ROSSO
Segue a pag. 5
® Valli valdesi
In crescita la
febbre del gioco
I giochi d’azzardo, da quelli classici come il Totocalcio a quelli delle
macchinette, fanno il pieno anche
nel Pinerolese. Proprio parlando di
Totocalcio, tutta la stampa nazionale
ha rilevato la «super vincita» nell’ultima giornata di campionato dell’anno 2000: a Luserna San Giovanni è
infatti stata registrata una delle tre
schedine vincenti con il 13 da quasi
tre miliardi. Non mancano gli scommettitori del Totip e del Superenalotto. Intanto sono sempre più numerosi i frequentatori dei «videopoker», al
centro di iniziative di legge e anche
giudiziarie negli ultimi tempi a livello
nazionale. Si tratta davvero, come dice lo slogan di un quiz televisivo,
delT«occasione di una vita»?
A pag. 7
EMBRIONI
PER LA RICERCA
Il 29 dicembre, l’indomani della presentazione del rapporto finale della
Commissione sull’uso delle cellule staminali nominata dal ministro della Sanità, Umberto Veronesi, i giornali erano pieni di informazioni dal tono patriottico sulla «via italiana» alla ricerca
sulla erroneamente definita «clonazione terapeutica». Il documento finale
della Commissione ha messo in rilievo
i benefici che la medicina si ripromette
dall’uso delle cellule staminali per la ricostituzione di tessuti di organi malati.
Le cellule staminali sono quelle che si
potrebbero riprogrammare per derivarne nuovi tessuti del nostro corpo. Si
tratta, come hanno chiarito il ministro
Veronesi e ü presidente della Commissione stessa, prof. Dulbecco, di programmi di ricerca per future terapie e
non ancora di terapie attualmente esistenti. La ricerca deve dunque iniziare.
Due sono i punti delicati. Il primo è
un rischio indicato anche dal Gruppo
europeo sui problemi etici posti da
scienza e nuove tecnologie (Ege), in un
documento del 14 novembre scorso. Il
gruppo teme che la richiesta di ovociti
possa pesare sulle donne; gli ovociti
sono infatti fomiti dalle donne. Questa
tecnica (la famosa «via italiana»), sviluppata, potrebbe in futuro fare a meno anche delTovocita ma solo la ricerca lo dirà. Sarebbe quindi meglio, dopotutto, servirsi di embrioni già esistenti, cioè dei cosiddetti embrioni soprannumerari (non impiantati, in seguito a fecondazione medicalmente assistita, ora congelati). Ma qui si pone
un nuovo problema: per alcuni la presenza nelle cellule embrionali (umane)
di caratteristiche uniche nell’universo
non può non rinviare a una individualità umana unica da rispettare assolutamente. Si avrebbe un grave attentato
a principi umani profondi qualora
l’embrione venisse usato nella ricerca
scientifica e quindi «deviato» dal suo
scopo di diventare una persona umana
(qualora impiantato).
Le tre posizioni emerse nel Documento della Commissione sono, in
estrema sintesi: un «no» determinato e
intransigente espresso da chi ritiene
che l’embrione umano abbia diritto al
rispetto dovuto alla persona umana; un
«sì soppesato» dove si soppesino i vantaggi attesi dalla ricerca (è la posizione
della maggioranza della Commissione,
dove si è situato chi scrive); un «si pieno» espresso per un insieme di valutazioni anche scientifiche da chi ritiene
che l’impiego degli embrioni non intacchi nessun principio etico fondamentale. Le varie istanze si sono confrontate
nella Commissione e le raccomandazioni finali le rispecchiano. La posizione intransigente e contraria all’uso degli embrioni in Italia è sostenuta in
particular modo in ambito cattolico. Ë
però significativo che essa sia inserita
nel quadro comune e che sia proprio la
posizione mediana, laica, a fornire il
terreno di intesa. Quindi si può parlare
di un misurato successo per il pensiero
indipendente, non sufficientemente
sottolineato dalla stampa «laica». Altri
aspetti del documento (necessità che la
ricerca italiana collabori alla pari con
quella di altri paesi; consenso all’uso e
donazione degli embrioni e cosi via)
non hanno suscitato sìmili controversie ma non sono secondari.
Sergio ROstagno
Membro della Commissione per l'uso
delle cellule staminali e coordinatore
del Gruppo di lavoro sul problemi etici
posti dalla scienza della Tavola valdese
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 5 GENNAIO 2Q0|y|aüFRDl 5 '
«^Giosuè radunò
tutte le tribù
d’Israele a Sichem
(...) ^e disse a tutto
il popolo: “Così
parla il Signore,
il Dio d’Israele:
i vostri padri (...)
abitarono
anticamente di là
dal fiume e
servirono altri dei.
io presi il padre
vostro Abramo, gli
feci percorrere
tutto il paese di
Canaan,
moltiplicai la sua
discendenza egli
diedi Isacco.
*A Isacco diedi
Giacobbe ed Esaù
(...) e Giacobbe e i
suoi figli scesero
in Egitto. ^Poi
mandai Mosè e
Aronne e colpii
l’E^tto (...) e vi
feci uscire (....)
^Poi rimaneste a
lungo nel deserto.
®/o vi condussi
quindi nel paese
degli Amorei, che
abitavano di là
dal Giordano;
essi combatterono
contro di voi e io li
diedi nelle vostre
mani (....)
passaste il
Giordano (...)
^^E vi diedi una
terra che non
avevate lavorata,
delle città che non
avevate costruite;
voi abitate in esse
e mangiate il
frutto delle vigne
e degli uliveti
che non avete
piantati.
'*Dunque temete
il Signore;(...)
togliete via gli dei
ai quali i vostri
padri servirono
di là dal fiume
e in Egitto (...)
^^E se vi sembra
sbagliato servire
il Signore,
scegliete oggi chi
volete servire: o gli
dei che i vostri
padri servirono di
là dal fiume o gli
dei degli Amorei,
nel paese dei quali
abitate; quanto
a me e alla mia
casa, serviremo
il Signore”»
(Giosuè 24,1-15)
«A CHI VOLETE SERVIRE?»
Questa domanda ha senso anche per noi che viviamo da liberi cittadini in un mondo
in cui siamo sottoposti a molteplici servitù. Quale legame ci unisce al Signore?
LUCA BARATTO
Nella vita di una persona
così come nella storia dei
popoli vi sono momenti che segnano cambiamenti importanti.
Per quel che riguarda un singolo
individuo, un nuovo lavoro, un
trasferimento in un’altra città, la
nascita di un figlio sono solo alcuni eventi che possono cambiare la qualità e le prospettive
di un’esistenza e dei rapporti
che in essa si vivono. Quando è
invece un popolo a vivere dei
momenti di cambiamento e di
transizione, le conseguenze
possono essere epocali. E se per
un singolo individuo è importante riflettere e prendere consapevolezza delle diverse tappe
della propria vita tanto più questo è necessario, ma anche
enormemente più difficile, per
una nazione.
riscrittura della «biografia» collettiva della nazione, lasciando
cadere i momenti fino a quel
punto creduti fondanti e proponendone altri che raccontano
un’altra storia di quel popolo.
Quale Stona raccontare
Un popolo ad una svolta
Quando un intero popolo
avverte che una svolta è in
atto, quando un intero popolo
inizia a realizzare che la generazione successiva vivrà in un contesto completamente diverso da
quello in cui hanno vissuto i loro
padri e le loro madri allora è necessario che qualcuno, nel maturare e avanzare degli eventi,
chiami a raccolta i propri concittadini e li inviti a una riflessione
sulla propria storia e identità,
per capire se la nuova epoca che
sta arrivando può essere compresa in continuità con ciò che si
è stati e con ciò che si è vissuto
oppure se lo viene a negare: se
essa implica una variazione, una
Poiché per la tua insondabile miseiicordia mi hai generosittnente offerto di essere il mio Dio attrav^so Cristo, poiché io ti accetto, chiamo a testimotd, o|gi, il cielo
e la terra che io ti afiérmo mio Signoie e mio Dio.
n*endo te, o Sig^»»e, Padre, Figlio è Spirito ^ahto, come mi» partee mi dedico da ora innanzi, anima e coipo,
al tuo servizio, promettaido e solennemente impegriandomi a servirti in santità e giustizia, tutti i giorni della
mia vita, * ,f.v,
, O glorioso Sigm^ onnipotente. Padre, Figlio e Spirito
Stmto, tus^ ofa divenudo mio compagno nel patto e io,
per la tua graziti infinita eono diventato tuo servitore nel
patto. Amen» Qoiljjfia, E il patto che ho stìp^ajto sulla ter- '
ra possa essere ratificato nei cieli. Amen!' '
yiì 4 » f’i, r '
. Jol^W«$}ey
.,,. {^ii9Zionàtnjùtà,^ÌLS3ssak, Giovanni Wesley,
■ ■ - *• l,p.0^4A “ ......
ISRAELE radunato a Sichem
sta attraversando uno di questi momenti di cambiamento
epocale. Un’era sta finendo e ne
sta cominciando un’altra in cui
il popolo vivrà in modo diverso,
si organizzerà m modo diverso e
si dovrà confrontare con nuove
sfide e nuovi problemi. Le generazioni che seguiranno a Giosuè
vivranno come mai nessun altro
israelita ha vissuto: non come la
gente di Abramo e dei patriarchi, nomadi che percorrono le
strade (iella Palestina con i loro
greggi e i loro armenti: non come gli ebrei in Egitto, schiavi di
Faraone: né come gli uomini e
le donne che attraversarono con
Mosè il deserto in un lungo
cammino verso la libertà. Neppure come Giosuè e i suoi, guidati dal Signore nella conquista
di uno spazio nella terra della
promessa.
La generazione che seguirà a
quella di Giosuè è quella che
abiterà da popolo sedentario il
paese di Canaan, o almeno è
quella che farà i primi passi verso la costruzione di case e città
vere e proprie, che getterà le basi di una società stanziale. Non
è un cambiamento da poco, anzi, è una svolta formidabile. Per
questo Giosuè, da leader autorevole, convoca il popolo e lo
invita a riflettere sul cambiamento che sta avvenendo e a
giudicare in che rapporto sta
con la precedente storia del popolo, se in continuità o in discontinuità. Ma naturalmente,
per Israele riflettere sulla pro
pria storia significa riflettere sul
proprio rapporto con Dio, il Dio
del patto e della promessa.
La domanda che Giosuè rivolge al popolo non può che essere
questa: «Dite oggi a chi volete
servire», se al Signore (e quindi
continuando a capire la propria
storia come orientata da un patto e una promessa) oppure ad
altri dei, scegliendo cioè quelle
realtà che con più tenacia si sono opposte e hanno ostacolato
quel patto e quella promessa.
Quali sono questi altri dei che,
nel discorso di Giosuè, sembrano porsi come alternativa al Dio
del patto e della promessa? Sono
gli dei del fiume, gli dei degli
egiziani e gli dei del paese di Canaan. Gli dei del fiume sono gli
dei della Mesopotamia, del luogo da cui Abramo ci vien detto
sia partito, obbedendo alla parola del Signore.
che nel futuro e accompagnarvi
nelle nuove sfide. Quale di questi dei volete servire?
Gli dei del fiume
d'Egitto e di Canaan
SONO gli dei che il primo patriarca di Israele ha abbandonato: gli dei di tribù nomadi,
capaci di seguire nelle loro peregrinazioni i propri fedeli, ma anche capaci di confondersi e di
mescolarsi ad altre divinità incontrate sulla via. Divinità che
non sanno parlare agli esseri
umani e interpellarli nel profondo. Non sono stati loro a chiamare Abramo, né a guidarlo con
le parole di una promessa, ma è
stato il Signore Iddio. È a loro
che volete servire? A questi dei
della Mesopotamia, che ritorneranno drammaticamente nella
storia del popolo quando Israele
sarà deportato a Babilonia e la
domanda «Chi volete servire»^
dovrà essere verificata e riformulata ogni giorno?
È a questi dei che volete servire? Oppure volete servire gli dei
d’Egitto, gli dei della vostra
schiavitù? Quelli che vi hanno
fatto così tanto abbassare la
schiena da preferire al desiderio
di libertà il richiamo delle pentole di minestra e delle povere capanne in cui da schiavi vi riparavate, sicuro ma miserabile salario della vostra servitù! Sono forse loro che vi hanno resi uomini
e donne libere, che vi hanno guidato nel deserto? No, loro vi
hanno rincorso con i carri di Faraone per sbarrarvi la strada, ma
il Signore li ha sconfitti!
Se non a questi dei, volete forse servire gli dei di Canaan, del
paese nel quale entrate per abitarvi? Gli dei che vi faranno rinnegare la vostra storia, che vi
aduleranno con una prospettiva
di stabilità, di maggiore ricchezza ed abbondanza, la ricchezza
e l’abbondanza di una vita sedentaria? Ma sono forse stati loro a seguirvi in tutte le vostre vicissitudini, ad accompagnarvi in
ogni luogo e in ogni frangente?
No, essi sono legati alle loro località, ai loro templi e luoghi sacri ma il Signore, mentre voi diventate stanziali, rimarrà un nomade per potervi star vicino an
Noi serviremo il Signore
A chi volete servire? È una domanda che ha senso anche
per noi che viviamo da liberi cittadini in un mondo in cui siamo
sottoposti, e sottoponiamo altri,
a molteplici servitù. È una domanda che ci richiama a riflettere sulla nostra storia, che ci invita a riflettere sul tipo di rapporto
che abbiamo con Dio sulla qualità dei legami che ci uniscono a
lui, che ci spinge a definire le
nostre priorità per il futuro. Una
riflessione che deve essere costante e riguardarci come singoli
e come chiesa, ma che ha anche
una sua collocazione liturgica
nel culto di rinnovamento del
patto che celebriamo ogni inizio
d’anno. A chi vogliamo servire?
Quale storia, quale promessa ci
guida oggi? Quale legame ci unisce al Signore e quali legami e
rapporti intercorrono tra noi in
quanto fratelli e sorelle in chiesa? Quali sono le priorità della
nostra predicazione e testimonianza? Qual è il prossimo passo
che faremo, dove ci spingerà la
parola dell’Evangelo?
A chi vogliamo servire? La risposta di Giosuè e della sua tribù
è chiara: «Quanto a me e alla mia
casa, noi serviremo il Signore».
Cioè continueremo a leggere le
nostre vicende come caratterizzate da un legame che ci ha caratterizzato fin dall’inizio e da
una promessa che può ancora
guidarci molto lontano nel futuro. Affronteremo il futuro sapendo che nella nostra storia è possibile leggere un cammino preciso, scorgere un percorso che Dio
ci ha aperto e nel quale ci ha
preceduto: un cammino e un
percorso costruiti e sorretti da
un volontà che è dono e promessa, che ci ha portati ad abitare
città che non abbiamo costruito
e una terra che ci dona i suoi
frutti senza che noi li abbiamo
coltivati: che ancora ci condurrà
nel futuro verso esperienze che
ancora non conosciamo ma che
Dio ha preparato per noi. Un
cammino e un percorso, infine,
che possiamo condividere con
tutti coloro che vi si vogliano incamminare insieme a noi. E allora, voi, oggi, a chi volete servire?
Noi serviremo il Signore.
(Ultima di una serie
di tre meditazioni)
Note
omiletiche
i
Le mi
più vo
HAR
Questo testo è estremamente ricco e in esso si
possono individuare molteplici piste di predicarlo,
ne. Mi limito a segnalarne
due. Giosuè 24 è un testo
che presenta evidenti tracce di rielaborazione deuteronomistica, il che apre
il testo, oltre alla prospettiva degli israeliti che entrano in Canaan, a quella/^ GNI
degli esiliati di Babilonia.vy nista
È possibile leggere il testo Accattoni
con i loro occhi. Se si sce-suo awer
glie di prediligere questa tofondo il
prospettiva, allora sono passione
tre gli elementi che posso-n testo s
no venire sviluppati: D la triamo p
menzione degli dei del^Lno ni
fiume, cioè l'Eufrate, do-"!® ° „
vrebbe avere uno spazio
maggiore rispetto alle a|. trastorma
tre «alternative». È nei^^^"'
confronti degli dei di Babilonia che la domanda Non P^r
«A chi volete servire» di- sparto d:
venta drammatica e quoti- quindi c
diana, ben più di quanto della spi
potesse essere all'epoca di musicisti
Giosuè. Il rischio dell'assi- ¿a sono
milazione, della dispersio- Qu;
ne, del perdere il bandolo Ltti dol
della propria storia e il j
senso della propria fede è
a Babilonia questione di
loro trai
vita o di morte. 2) La conquista di Canaan descritta Stano po
come un dono di Dio: co- te una s
me nei suoi momenti di In decer
gioria non è stata la forza to, music
di Israele a condurlo vitto- ?e inestr
rioso, così ora a Babilonia do una
non sarà ia debolezza di «totale».
Israele a decretarne la di Bach
condanna la scomparsa. È 0je il m'
il Signore ia vera forza del liturgica
popolo. 3) Il nqrnadismo
di Dio: se Dio non appar- '• j.
tiene a un luogo preciso, ®
allora egli non è sepolto ,
sotto le macerie di Gerusalemme, ma è qui con t-^to spc
noi a Babilonia, in grado Sto aspe
di seguire e vivere le no- teligios
stre vicende.
L'aitra pista che vorrei
proporre è quella sviluppata nella meditazione a
ipianco: la rilettura della
propria storia come riflessione sul legame con Dio e
con il mondo. Quando
Giosuè ricorda le vicende
della storia di Israele non
fa una semplice elencazione di eventi ma recita la
sua confessione di fede.
Qui «storia» non deve essere intesa come analisi
scientifica e oggettiva di
avvenimenti ma piuttosto
come racconto di sé, «autobiografia» o «autocoscienza» di un popolo. La
massima «chi non conosce
la propria storia è destinato a ripeterla» qui non vale perché l'intenzione è
proprio opposta: la storia
come racconto di sé è evidenziazione di alcuni fatti
e omissione di altri; il suo
scopo è creare la storia futura, prepararla e causarla. Abbiamo molteplici
esempi negativi di questo:
pensiamo all'ex Jugoslavia
e a come le stragi siano
state preparate da una
ben costruita storia dei
popoli tale da giustificare
l'odio etnico. Possiamo
forse anche riflettere sulla
situazione italiana e capire se la riflessione sul passato della nostra nazione
sia guidata da una analisi
critica della nostra storia o
sul tentativo, ben evidente in alcuni, di dare al nostro paese una diversa
«autobiografia» per costruire un futuro da essa
legittimato. Non è la storia
«oggettiva» che crea il futuro, ma è sempre la storia
come racconto: la storia
che decido di raccontarti.
Dunque, quali credenti,
cittadini d'Italia e del
mondo, quale storia vogliamo raccontare? o, per
usare le parole di Giosuè,
a chi vogliamo servire?
Per
approfondire
- AA.VV., Texts for
preaching; Year A, Westminster-John Knox Press,
1995;
- Jan A. Soggin, Josué,
Delachaux & Niestlè, 1970.
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PAG. 3 RIFORMA
iQOlÿgNERPi 5 GENNAIO 2001
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112000 è stato il 250° anniversario della morte del celebre musicista e teologo
La musica e la spiritualità di J. S. Bach
zi iQ moltissime iniziative succedutesi nell'anno appena trascorso hanno fatto avvicinare un
S dìù vasto pubblico di italiani al compositore tedesco che per tutta la vita ha reso lode a Dio
rar- r
imaIO si
mol
HARTMUT DIEKMANN
1GNI volta che il pro taso
racleuipre
pet
lella/^ GNI volta che il protagonia\J nista del film di Pasolini
ìitoAccattone viene pestato dal
sce- guo avversario si sente in sotssta tofondo il finale del coro della
ano Passione secondo Matteo con
sso-[] testo suggestivo «Ci pro) la gtriamo piangendo». Quando
rivedo questa scena del film
mi sorprende sempre la forza
trasformatrice della musica di
-Bach. Anche ciò che è più
Ba- profano sembra santificarsi.
ndaNon penso di essere un e
- di- sperto di Bach. Mi avvicino
ioti- quindi con cautela al tema
into della spiritualità di questo
a di musicista. Ma sin dall’infan^*5l‘ zia sono pieno della sua mu■sio- sica. Quando sento dei ver
setti del Vangelo di Giovanni
® ij mi viene subito in mente la
loro trascrizione in musica
f nell’opera bachiana. E mi bastano poche note per ricordajQ re una sfilza di passi biblici,
j di In decenni di ascolto ripetu3rza to, musica e parole si sono fuitto- se inestricabilmente forman3nia do una sorta di spiritualità
a di «totale». Per questo la musica
- la di Bach costituisce, secondo
a- È me, il meglio della spiritualità
liturgica della Chiesa luterana: una confessione di fede a
P®'"’ cui partecipo fisicamente,
^1 con tutto il corpo.
Nel corso dei secoli si è cer(-OP cato spesso di soffocare queado sto aspetto della confessione
no- religioso-musicale luterana
per evitare il coinvolgimento '
rrei che dà questo tipo totalizzanlup- te di «pietà». Tempo fa, in
'e a una lettera a un giornale ecella clesiastico tedesco, un lettore
lamentava l’evidente antisemitismo che ancora oggi si
sente nelle nostre chiese
quando si rappresenta della
"P" musica sacra. Il lettore si
g |j scandalizzava in particolare
>de. pot In Passione secondo GioI es- vanni di Bach con i suoi at3lisi tacchi verbali contro gli ebrei
a di e proponeva di non eseguirla
3sto in pubblico almeno nel pe<au- riodo prepasquale.
È una proposta che stupi■ sce, perché sembra concepire la Passione di Giovanni
soltanto a partire dal testo
senza tener conto della musi^ ¡3 ca. Non voglio giudicare se il
gy], lettore abbia colto in maniera
fatti giusta il senso della Passione
suo di Giovanni. È certo però che
I fu- l’evangelista non vuole .far
sar- derivare il suo Vangelo dalla
ilici 'Storia ebraica. È comunque
isto: assurda la proposta di canavia celiare la musica a causa del
ano «libretto». Semmai il lettore
poteva suggerire di eseguire
la Passione senza le parole,
con la sola musica. In ogni
'T caso gli è sfuggita la dimengpj. sione della spiritualità incarpas- nata nella musica,
one Chi però si sforza di analiza I isi zare i testi delle composizioni
ia 0 di Bach riconoscerà la cura
len- con cui il musicista li ha scelno- ti e rimòdellati, come li ha sairsa putì integrare nell’insieme
co- della composizione e nella
dimensione contestuale e come sia riuscito, a rinnovare
. questi testi, per così dire
' «battezzandoli» musicalmente. Gianni Long, nella sua ecPtl' celiente monografia /. S. Ba
dei eh, il musicista teologo rileva
vo- come la musica di Bach sia
per connessa tanto alla Scrittura
5uè, quanto alla comunità; «Bach
come compositore sacro ha
due caratteristiche essenziali:
è biblico ed è comunitario.
Mentre al suo tempo le Pas0 sioni parafrasavano libera
mente i racconti evangelici...
for Bach invece segue integral
est- mente e fedelmente (tranne
ess, le interpolazioni nella Johan
nes-Passion) gli evangelisti»
(p. 298). Per la sua Passione
secondo Giovanni, Bach si
basa sul testo dell’amburghese Brockes, già musicato da
Händel, Mattheson.^^ altriAlbert Schweitzer fa un corifronto tra un’aria di Brockes
e i cambiamenti testuali operati da Bach e nota come
quest’ultimo, nèlle sue rielaborazioni, tenda alla drammatizzazione e aggiunga, là
dove manca, una più profonda musicalità. Il pianto di
Pietro, e la cortina che si
squarcia in due, e il terremoto al momento della morte di
Gesù non si trovano nel Vangelo di Giovanni, ma nella
Passione di Bach sì.
«Il secondo aspetto - prosegue Long - è quello di essere
un musicista “comunitario”.
Con ciò intendiamo dire che,
quando Bach scrive musiche
per la chiesa, o comunque a
sfondo religioso... si sforza di
coinvolgere gli ascoltatori e
gli stessi esecutori». Ammesso che questo fosse il programma artistico e intercomunicativo che Bach affidava
alle sue composizioni, dobbiamo però aggiungere che
Bach non ricorre a qualunque
mezzo per cercare di coinvolgere tutti. Se gli avviene di
utilizzare dei mezzi poco opportuni perché li ha ereditati
da un modello precedente,
allora la sua attenzione si
concentfa sul tentativo di dare gusto à ciò che è banale.
Prendiamo come esempio il
coro iniziale della Passione secondo Matteo. Come dice il
critico Blumenberg nella sua
Matthäuspassion, nel coro
d’apertura l’agnello «fa una figura piuttosto imbarazzante».
Per creare la rima si mette insieme la parola Lamm (agnello) con Bräutigam (sposo).
Per lui devono piangere le figlie di Sion e lo devono guardare come se fosse un agnello. Il quale deve addirittura
portare il legno della croce.
Isàcco, il montone, il sacrificiò di Abramo sono coinvolti
in modo da creare un certo
imbarazzo. Quest’intreccio
dello sposo mistico dell’anima con l’animale del sacrificio cultuale del tempio, sacrificio che ormai volge alla fine,
crea un senso di disagio. Ma
qui la mancanza di ispirazione viene interrotta decisamente introducendo le parole
deH’evangelista che portano
alla profezia di Gesù sulla
consegna del figlio dell’uomo
per essere crocifisso (Blumenberg, Matthäuspassion, p.60).
L’agnello in Matteo non
viene consumato. Quando il :
doppio coro iniziale chiede
di poter dare voce al lamento
e con le parole «O Lamm
Gottes, unschuldig» (O agnello di Dio, innocente) sottolinea il carattere sacrificale
dell’agnello, allora Bach chiarisce che in quelTagnello trucidato sulla croce fù ucciso
l’ultimo degli agnelli sacrificali e che noi non abbiamo
più bisogno di altri sacrifici.
Bach dimostra così di essere
un teologo protestante che sa
portare l’insegnamento luterano dell’unicità del sacrificio di Cristo nella rappresentazione musicale. Ma il compositore riesce anche a neutralizzare i modelli sentimeritaieggianti e imbarazzanti ricevuti, trasformandoli in sequenze ricche di chiaroscuri.
«L’anima mia esalta il Signore». Queste parole del
Magnificat parlano anche del
compito che l’uomo ha di
esaltare Dio. La teologia e la
musica di Bach esaltano entrambe Dio nelle sfere irraggiungibili. A distanza di
250 anni questa musica di Bach sta davanti a noi come una
esaltazione fuori tempo. Di
dìo parliamo oggi quasi unicamente servendoci della categoria del silenzio. Esaltiamo
Dio, se ancora lo facciamo,
nella sua debolezza, nella sua
non universalità, opponiamo
la sua impotenza alla sua onnipotenza. Bach, invece, nella
sua musica ci riporta all’origine di ogni esperienza. Così
Blumenberg definisce come
saggiamente infantile Tintoccabilità dell’immagine di Gesù, come ce l’ha conservata la
Passione di Matteo, non alterata dal dibattito teologico.
Nel seppellimento di Gesù
e nel «Ruhe sanfte, sanfte
Ruhe» (riposa dolcemente,
dolcemente riposa) del coro
finale, Bach non segue l’esperienza teologica dei contemporanei e torna ai testi dell’infanzia e della freschezza
spirituale. Nasce l’intuizione
di un’altra realtà, non necessariamente superiore, ma tale
che, per la sua espressività
realistica si è guadagnata l’assoluto rispetto.
L’organo di Bach a Arnstadt
Dalla monografia di Gianni Long
Bach e il Pietismo
nelle chiese del XVII secolo
Un commento
Compositore
Nel corso del 2000, anno
bachiano in ricorrenza del
250“ anniversario della morte, si sono succeduti convegni e incontri di studio, cicli
di concerti e promozioni discografiche, sono usciti libri e
saggi critici- Con meno evidenza del 1991, allorché si ricordarono i 200 anni della
morte di Mozart, e fu tutto un
fiorire di grandi iniziative
commerciali, alcune molto
convenienti e quindi destinate ad allargare il pubblico degli ascoltatori, l’anno appena
concluso ha forse avvicinato
il compositore tedesco alla
sensibilità degli italiani, non
molto predisposta al suo
ascolto, fatta salva la cerchia
degli addetti ai lavori.
Anche le nostre chiese hanno vissuto questa particolare
atmosfera, caricando a buon
diritto di ulteriori significati
la ricorrenza: il «musicista
teologo» non può lasciare indifferente chi sia abituato a
cantare al culto gli inni sulla
cui base Bach ha costruito
dei capolavori di musica vocale e organistica. E la sistematicità con cui egli ha affrontato il calendario liturgico nell’esercizio della propria
professione fa sì che Bach per
óeWd cantante Mina sul musicista
al servizio di Dio
noi sia anche colui che ha costruito una grammatica musicale della fede.
Perciò con ammirazione e
anche riconoscenza possiamo guardare a quello che,
nell’abbondanza di articoli,
schede, cenni biografici che
hanno occupato anche le pagine della stampa non specialistica, sembra l’articolo
migliore. Viene da una prima
pagina della Stampa di Torino, in data 28 luglio, e porta
la firma di Mina, la cantante
cremonese di musica leggera
divenuta famosa tra gli Antri
60 e 70. Ricorrente opinionista su argomenti di costume
e di attualità. Mina scrive fra
l’altro: «C era qualcosa di
medievale nella sua fede religiosa, robusta come il portale
di una chiesa gotica (...). Mai
l’incertezza di un dubbio (...).
La sua immane produzione
musicale fu costruita con un
lavoro assiduo, eseguito con
la cura scrupolosa di un artigiano e inteso come servizio
di Dio». E riporta le parole
del poeta Émile Cloran, che
diceva: «È inutile che i teologi
si arrabattino sull’esistenza
di Dio, dal momento che c’è
Bach a rendercene certi». Parole di stima da parte di una
musicista molto lontana da
Bach, che testimoniano, se ve
ne fosse ancora bisogno, la
grandezza del musicista e
l’intelligenza di chi ha saputo
cogliere nella sua arte l’autorevolezza di un uomo lontano due secoli e mezzo, che
lavorando per mantenere la
numerosa famiglia e per rendere lode a Dio, ci ha lasciato
un tesoro ancora universalmente parlante. (a.c.)
Per la pubblicità
su
tei. 011-655278
fax 011-657542
Nel 1707 Bach diventa organista della chiesa di San
Biagio (Blasiuskirche), a Mùhlausen, un piccolo centro di
provincia a circa 70 chilometri da Arnstadt. Intento di Bach è di rinnovare la musica di
quelle tranquille cittadine di
provincia. Purtroppo i suoi
parrocchiani non riescono a
seguirlo su questa strada e
così Bach, che non rinuncerà
mai a migliorare professionalmente, lascia Mùhlausen
dopo solo un anno. In quella
piccola cittadina di provincia
Bach , oltre al conservatorismo artistico dei cittadini,
sperimenta il conflitto tra ortodossia luterana e pietismo,
che caratterizza la vita culturale e religiosa dell’epoca. Di
questa particolare esperienza
ci racconta Gianni Long in
«Johann Sebastian Bach. Il
musicista teologo». Ed. Claudiana, 2“ ed. 1997, pp. 50-52.
Il pastore della chiesa di
San Biagio, presso cui prestava servizio Bach, si chiamava
Frohne ed era pietista; seguace di Spener, aveva costruito
a Mùhlausen i collegia pietatis ed era fatalmente entrato
in contrasto con il pastore
dell’altra chiesa cittadina, la
Marienkirche, che era invece
un sostenitore della rigida ortodossia luterana. Quest’ultimo si chiamava Filmar e chi
ha seguito i documenti della
polemica tra i due assicura
che si trattava di un rigido
dogmatico, nel complesso assai poco simpatico mentre invece Frohne era un personaggio tranquillo e pacifico, che
nella polemica era stato tirato
per i capelli dal suo avversario. (...) Bach, che per ragioni
professionali avrebbe dovuto
essere più vicino a Frohne si è
invece legato, anche d’amicizia, ad Eilmar. Ciò fa dubitare
un poco del quadro che dei
due pastori ci ha fatto la tradizione, poiché il musicista
ha dato nella sua vita dimostrazione di non amare molto
gli intolleranti e i pedanti.
Se, d’altra parte, quel quadro fosse esatto, la scelta di
Bach sarebbe ancora più significativa perché sarebbe
evidentemente ideologica:
non avrebbe cioè scelto tra i
due pastori il più simpatico,
ma quello le cui dottrine sentiva più vicine. E non c’è
dubbio che l’episodio vada
interpretato, almeno in parte,
in questo senso. Bach non va
d’accordo con i piatisti perché tutta la sua educazione è
stata caratterizzatta dall’ortodossia luterana e soprattutto
perché il pietismo, come si è
detto, è avverso alla musica
in chiesa. È probabile che la
povertà del repertorio che il
nuovo organista trovò alla
chiesa di San Biagio e le resistenze che incontrò nel ten
tativo di arricchirlo fossero
dovute aH’influenza di Frohne. Mentre Eilmar era direttamente impegnato non solo
a favorf^ dell’ortodossia, ma
specificàmente dell’impiego
di una elaborata musica sacra a lode di Dio e pubblicò
delle opere per sostenere
questo orientamento. Era
inevitabile che Bach si schierasse con lui: non si trattava
solo di difendere la propria
professione e il relativo stipendio, ma di qualcosa di più
profondamente sentito. Non
c’è dubbio che per Johann
Sebastian in quel momento
la musica sacra non fosse solo un mestiere, ma una ragione di vita. La sua enorme attività nel breve periodo trascorso a Mùhlausen, i giri per
le parrocchie di campagna
(dove probabilmente c’erano
meno pletisti) per trovare
spartiti da eseguire in città, il
perfezionismo nel progetto di
revisione dell’organo sono
tutti indizi di un impegno
non solo professionale ma si
direbbe vocazionale. (...)
La musica di chiesa è il suo
obiettivo, come lo era stato
per molti membri della sua
famiglia. Il progresso generale della musica deve riflettersi sul culto. Deus praedicavit
Evangelium etiam per musicam (Dio ha predicato l’Evangelo anche per mezzo
della musica) aveva scritto
Lutero; e anche «la musica
scaccia la tristezza e il diavolo». La funzione del musicista di chiesa appariva a un
buon luterano come Bach un
ruolo importante nel culto e
nella società. E non era quindi disposto a farsi frenare dagli usi locali o da polemiche
attizzate dai pietisti, che sul
punto la pensavano diversamente; la controversia sull’uso della musica in chiesa non
è «accidente» rispetto alla sostanza teologica.
È proprio la concezione
teologica ad essere in discussione: non fare musica in
chiesa sarebbe, per uno come Bach, come impedire a
un pastore di predicare. Come gli apostoli Pietro e Giovanni, nell’episodio di Atti 4,
come lo stesso Lutero a Eisenach, Bach non poteva che
ribellarsi a una dottrina che
gli vietava di esprimere la
propria fede nel modo per
cui era culturalmente attrezzato. In questo senso ci sembra che l’episodio di Mùhlausen non vada assolutamente
sottovalutato, riducendolo a
una piccola bega di mestiere.
Per il Bach di quell’epoca fare della musica di chiesa nel
modo migliore che può è un
imperativo. Se non lo facesse, potrebbe ripetere a se
stesso l’anatema: «Guai a me
se non evangelizzo!».
4
PAG. 4 RIFORMA
Ecumene
venerdì 5 GENNAIO‘2(
ìNERDÌ 5 G
11 prossimo Kirchentag tedesco si terrà a Francoforte dal 13 al 16 giugno 2001
«Tu m'hai messo i piedi in luogo favorevole»
Il cantiere nella grande città tedesca è in piena attività. Prevista una delegazione italiana
alla settimana più creativa del protestantesimo tedesco. Il motto biblico e le aree di interesse
GIUSEPPE PLATONE
PER la quarta volta, nella
sua lunga storia cinquantennale, il Kirchentag delle
chiese evangeliche tedesche
si terrà a Francoforte dal 13 al
16 Giugno 2001 (vedi Riforma
del 21 aprile 2000). Il grande
raduno e quindi la grande festa del protestantesimo tedesco, non solo giovanile, anche quest’anno prevede di
toccare quota 100.000 partecipanti. Di nuovo a Francoforte, e questo per varie ragioni; intanto la centralità
stessa della città rispetto
all’Europa e alla stessa Germania, poi la sua proverbiale
organizzazione in campo
espositivo e congressuale; il
modernissimo centro delle
manifestazioni è accanto alla
stazione centrale, e il suo
enorme aeroporto è la maggiore industria cittadina.
La capitale
della finanza europea
A tutto questo si aggiunga il
fatto che Francoforte è la capitale della finanza europea. 1
conti dunque tornano. Ma la
sua ricchezza in campo imprenditoriale ed economico
non impedisce che la città
con il suo inezzo milione di
abitanti (la metà di Torino) rimanga ancora a dimensione
umana. Non è una megalopoli anonima, tutt’altro; con il
suo 30 per cento di residenti
non tedeschi rappresenta già
il futuro del nostro continente. E dire che da noi ci sono
città che collassano di fronte
a 1.000 albanesi. Si parla di
invasione, ma cosa dovrebbe
dire questa nazione con tre
milioni di turchi? E Parigi dove su tre abitanti solo uno è
originario del paese? Il mondo cambia e una città fortemente dinamica sul piano
economico cambia ancor più
in fretta. Ma Francoforte, a
dire il vero, era già una capitale finanziaria nel Medioevo,
i famosi Rotschild vengono
da qui: finanziavano campagne di guerra sino all’epoca di
Napoleone, e non solo quelle.
Sulle rive del Meno sorgeva
anche una fiorente comunità
ebraica ricostituitasi, solo
parzialmente, dopo la Shoah.
Alla complessa vicenda ebraica è dedicato il Jüdisches
Museum, tra i più belli in assoluto, da non perdere. Città
dunque cosmopolita, affa
li «Römerberg», vecchio centro
scinante, con il centro storico ricostruito interamente
dopo la guerra che ha raso al
suolo questa città, oggi acco, gliente con una forte tradizione associativa tra cittadini. Francoforte ha un mare
di fondazioni culturali, musicali, politiche. Ecco dunque un po’ di ragioni per accogliere il Kirchentag che resta, non si dimentichi, un avvenimento urbano. Infatti il
Kirchentag riesce se si trova
la città giusta ad accoglierlo,
una cultura urbana aperta,
disponibile, flessibile.
Non tutte le città riescono a
reggere per una settimana un
flusso di oltre 100.000 persone per cinque giorni. L’evento
avrà per motto una parola
tratta dalla sapienza biblica:
«Tu m’hai messo i piedi in
luogo favorevole» (Salmo
31,8). Il complesso di conferenze, dibattiti, studi biblici,
esposizioni, spettacoli del Kirchentag seguirà tre grandi filoni intitolati: «Una fede multiforme», «Vivere con dignità»,
«Valorizzare la libertà». Nel
cittadino di Francoforte
grande «Mercato delle possibilità» (circa 700 espositori) ci
sarà anche un nostro stand
organizzato da alcune opere
giovanili (Agape, Collegio valdese) e diaconali (La Noce di
Palermo e il Servizio cristiano
di Riesi). Fanno parte dell’équipe anche la Commissione sinodale per la diaconia e
la Tavola valdese.
storiche valdesi. Qui è già attivo un comitato di accoglienza «capitanato» dalla signora Moses che ospiterà i
giovani sotto tende super attrezzate. Tra l’altro la cittadina di Walldorf è gemellata
con Torre Pellice e l’attesa di
avere un gruppo di giovani
italiani è molto forte.
Gli aspetti organizzativi della nostra presenza al Kirchentag sono stati recentemente
discussi nel corso di un incontro svoltosi a Milano agli
inizi di dicembre tra rappresentanti di opere giovanili e
diaconali interessate. Il prossimo incontro di tipo organizzativo è previsto a Firenze per
sabato 27 gennaio. Ricordiamo che anche persone singole possono iscriversi direttamente al Kirchentag entro e
non oltre il 31 marzo. Il costo
di partecipazione (comprensivo degli ingressi alle varie
iniziative, trasporti pubblici
nell’area urbana ed extraurbana per i cinque giorni della
manifestazione è di 150.000
lire o 90.000 se si è studenti,
pensionati o portatori di handicap). Per nuclei familiari il
costo forfettario è di 240.000
lire. Il soggiorno è presso faniiglie private o centri convenzionati. Chi desidera ricevere materiale informativo
con l’annesso modulo di iscrizione lo può richiedere, per
posta, a chi scrive all’indirizzo
di via Pio V15,10125 Torino.
Eurodiaconia - Job advertisement
Desk officer for Europe outside
the EU and pubiic relations
The General Secretariat of Eurodiaconia in Brussels advertises the position of a «desk officer for Europe outside
the European Union and public relations».
Duties:
- lobbying work
- working relationship with EU institutions
- organization of general public relations and campaigns
- establishment of an information network, publication
of a newsletter
- contacts with membership organizations and the press
as well as responsibility for publications
Desired qualifications: Completed occupational training, excellent and clear communication goals, experience
with budget management, writing skills, ability to work under pressure and to elaborate concepts, good computer
knowledge, speaking and negotiating skills in English and
French. Experience with diaconal work is desirable.
The position is to be filled no later than July 1,2001.
We take the membership in a Protestant Church for
granted.
Salary according to the usual salary scale.
Applications are to be submitted to Eurodiaconia’s office, Bd. Charlemagne 28, B - 1000 Brussels no later than January 31,2001.
Information can be obtained from: President Gohde,
President of the Diakonlsches Werk der EKD, Tel.
0049/711/2159-215.
Brussels, 4 December 2000
II «Waldenser Zentrum»
Nella limitrofa Offenbach
(dieci minuti di metropolitana dalla city), nella chiesa
riformata ugonotta, guidata
dal pastore Günther Krämer,
allestiremo un centro d’incontro, che secondo una formula collaudata nel corso degli ultimi Kirchentag si chiamerà «Waldenser Zentrum».
Qui, per tre sere, nei locali
comunitari e in giardino verranno serviti piatti di pasta
con olive e vino siciliano. È
previsto per il sabato sera anche un dibattito su realtà e
prospettive del protestantesimo in Italia con interventi vari. Per l’occasione contiamo
di avere con noi il prof. Paolo
Ricca e la pastora Susanne
Labsch. Un gruppo di allievi
del Collegio valdese e loro
amici si recheranno negli
stessi giorni del Kirchentag
nella vicina Walldorf dove saranno accolti dalla locale comunità evangelica di origini
Tra tedesco e inglese
Ovviamente per vivere bene il Kirchentag è utile conoscere almeno un po’ la lingua
tedesca; con l’inglese si può
comunque sopravvivere. In
ogni caso al Kirchentag ci sono molte nazioni rappresentate. La Francia per esempio
per la quale sono previsti anche uno o più studi biblici in
lingua francese. Si tratta di
piccoli angoli linguistici che
danno un sapore internazionale a un avvenimento tra i
più significativi del protestantesimo mondiale.
Dai Kirchentag nascono
sempre nuove idee, anche in
campo teologico, musicale,
culturale. Emerge insomma
una forte creatività in dialettica con le chiese evangeliche. Queste ultime, spesso,
attendono dalla settimana
del Kirchentag un colpo d’ala
che le rimetta in quota. Cosa
che può realmente succedere
se c’è, nei mesi che lo precedono, un coinvolgimento diretto nell’insieme delle iniziative organizzate da laici e
non dalla direzione della
chiesa. Il carattere laico e
creativo del Kirchentag, forse, è il segreto del suo inarrestabile successo.
DAL MONDO CRISTIANO
I Consiglio ecumenico delle chiese
Giornata dei diritti dell'uomo
GINEVRA — Il 10 dicembre scorso, in occasione della celebrazione della «Giornata dei diritti dell’uomo», il Consiglio
ecumenico delle chiese (Cec) ha reso noto di aver destinato
58.000 dollari (circa 130 milioni di lire) a dodici progetti per
la lotta contro il razzismo nel mondo. La somma proviene
da un fondo speciale del Consiglio ecumenico, che negli ultimi 30 anni ha distribuito a gruppi e organizzazioni che lottano contro il razzismo oltre 12 milioni di dollari (27 miliardi
di lire), in 50 paesi di tutto il mondo. (neu/icp)
Uni
rilevi
PA
Russia e Asia centrale
Giornata di preghiera per i cristiani
perseguitati in Turkmenistan
RUSSIA — In tutta la Russia e nell’Asia centrale, i membri
della Chiesa awentista hanno osservato un giorno di preghiera e di digiuno il 23 dicembre scorso in risposta alla persecuzione in corso in Turkmenistan contro gli avventisti e gli altri
gruppi religiosi. Si è arrivati a questa decisione soprattutto dopo la notizia di una nuova ondata di azioni governative anticristiane tra cui l’arresto di un pastore awentista. Il pastore
Pavel Fedotov è stato arrestato, infatti, il 21 ottobre in una casa privata mentre teneva il culto. Accusato di tenere riunioni
religiose illegali, è stato interrogato e fermato per tre giorni. I
membri della chiesa locale riferiscono che dopo l’arresto di
Fedotov la polizia ha messo in guardia le persone che prima
avevano tenuto servizi di culto nelle loro case, ingiungendo di
non continuare le riunioni, pena il sequestro dei loro appartamenti. In base alle leggi della registrazione religiosa del Turkmenistan, solo due gruppi hanno diritto di ottenere il riconoscimento giuridico: i musulmani sunniti e la Chiesa ortodossa
russa. Le azioni antireligiose del Turkmenistan divennero notizie a carattere internazionale nel novembre del 1999, quando nella capitale Ashgabat le autorità ordinarono la demolizione di una chiesa awentista recentemente costruita. (Adn)
Australia
Violenze contro gli immigrati
SIDNEY — Violenze e abusi di ogni genere nei centri di raccolta per immigrati clandestini in Australia. È la denuncia del
Consiglio nazionale delle chiese australiane (Ncca), l’organizzazione che riunisce le chiese protestanti, cattoliche e ortodosse del paese. Secondo dati raccolti dal Ncca, i centri (quasi
tutti in zone desertiche) ospitano attualmente 1.780 clandestini, di cui 247 bambini. Una svolta imprevedibile nella politica migratoria di un paese che fino a 30 anni fa era noto per
la liberalità della sua politica di accoglienza. (nev/eni)
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continuo
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Società biblica della Corea del Sud
Evangelizzare le Forze armate
SEOUL — La Società biblica della Corea del Sud ha stabilito
di dedicare i prossimi 20 anni della sua attività all’evangelizzazione delle Forze armate del paese. Secondo dati forniti alla
stampa dalla Società, negli ultimi 4 anni oltre mezzo milione
di soldati di leva si sono convertiti al cristianesimo; negli ultimi tre mesi la Società biblica ha distribuito 55.000 copie del
Nuovo Testamento nelle caserme della Corea del Sud. (nev/bt)
Culto finale dell’ultimo Kirchentag (giugno 1999) a Stoccarda
Eurodiaconia - Job advertisement
Desk officer
for social-political affairs
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In the framework of the new staffing of the General Secretariat, the Board of Management of Eurodiaconia has
decided to advertise the position of a «desk officer for socio-political affairs» (place of work: Brussels).
The General Secretariat represents Eurodiaconia vis-a-vis
the EU institutions and the public. The General Secretariat
engages in continuous lobbying work in Brussels and organizes public relations activities as well as the provision of
information and the exchange of experience among Eurodiaconia’s members. The General Secretariat supports the
Federation’s development of an informed opinion, prepares decisions and puts them into practice. Among its
special tasks range reflections on strategic development, an
exchange of experience as well as participation in consultation processes within Europe’s diaconia.
The desk officer’s special tasks include the observation of
European decision-making processes, political developments, lobbying work, the establishment of contacts and
working relationships with the European institutions, the
provision of information and its transmission to the public
relations desk officer. The desk officer is answerable to the
Secretary General and is his/her deputy.
We expect a graduate degree and take the membership in
a Protestant Church for granted.
Required are the ability to work in a team, experience
with budget management, the capacity to write texts and
concepts, thorough understanding of political developments, knowledge of European and international institutions and their decision-making processes. Knowledge of
the English or French or both languages is just as necessary
as the ability to work with word processing systems.
The position is to be filled no later than June 1,2001.
Applications are to be submitted by January 31, 2001 to
Eurodiaconia’s office, Bd. Charlemagne 28, B- 1000 Bruxelles. Selected candidates will be invited for an interview.
Further information can be obtained from: President
Gohde, President of the Diakonisches Werk der EKD, Tel.
0049/711/2159-215
Brussels, 4 December 2000
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PAG. 5 RIFORMA
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tMERPi 5 gennaio 2001
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Prosegue a Milano l'esecuzione integrale delle Cantate di Johann Sebastian Bach
In musica la ragione e la fede
Un piccolo «corpus» di composizioni dedicate a questo problema teologico di .
rilevanza dimostra l'attitudine del musicista a ragionare con le note. I riferimenti biblici
PAOLO FABBRI
nbri
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ÎCU
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L14“ ciclo dell’esecuzione
integrale delle cantate di I.
Bach a cura dei «Concerti
^1 Quartetto» si è aperto con
n concerto dedicato all’otiva domenica dopo la TriItà. Le cantate in oggetto si
oncentrano nei primi tre
uni passati dal compositore
Lipsia (1723-26). La prima è
1 Bvw 178 Wo Gott der Herr
icht bei uns hält (Se il Sinore Iddio non parteggia
lernoi), con testo di ignoto
;he riprende un inno di Julius Jonas basato sul Salmo
|4. Altro riferimento è Matéo 7,15 (1 falsi profeti), coniidérato dalla liturgia per la
lomenica in esame. In sinteii l’argomento è la ragione
lontro la fede.
La cantata si fonda su una
irchitettura simmetrica: coale, recitativo e aria, poi
dem, e corale finale. Il primo
;orale è caratterizzato da un
itolo puntato che evidenzia
e difficoltà e le ansie del erelente di fronte al dubbio
•spresso dagli archi tormentosi che raccolgono le
iemicrome seminate dagli
jboi, mentre il corno si fa
metafora del maligno e il coro insiste su hält (parteggia)
per rassicurare il dubbioso. Il
dialogo si proietta sul recitativo seguente dove il basso
continuo diviene tormentata
melodia dell’anima finché il
lì ito
:zaalla
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to
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ent
rei.
soprano, voce della fede, vince la tentazione e il dubbio. Il
discorso teologico si sviluppa
nell’aria del basso che tratteggia una tempesta con gli
archi, che imperversano dipingendo un quadro burrascoso della vita del credente
lontano da Cristo. Nel corale
seguente la musica smorza la
truculenza del testo dell’ignoto autore; un dialogo serrato fra gli oboi apre il corale
con recitativo in cui intervengono tutte le voci in un
contesto sempre drammatico che si conclude con i vocalizzi del soprano sul verbo
sturzen (distruggere, riferito
ai falsi idoli) e con la rassicurante voce del Cristo (basso).
L’aria del tenore si apre con
infinite ripetizioni e vocalizzi
su schweig, taumelnde Vernunft (taci, ragione vacillante) a rappresentare il timore
del dubbio, che trova conforto nella speranza in Cristo
espressa dai vocalizzi su
steht (resta). Il corale di chiusura è lento, maestoso, sereno come si può immaginare
la creazione.
La successiva Bwv 45 Es ist
dir gesagt, Mensch, was gut ist
(Uomo, io ti dirò che cosa è
bene, 1726). La prima parte
trae spunto da Michea 6, 8 e
Luca 12, 42ss., mentre la seconda si riferisce a Matteo
10, 32, ma vera base del testo
è l’autorità del Cristo sulla
legge di Dio, che deve essere
La chiesa di San Tommaso a Lipsia
AGENDA
6 gennaio _ ^ ...............=
MESTRE (Ve) — A partire dalle ore 10, nella chiesa valdese e
metodista (via Cavallotti 8) a cura della Commissione formazione della Federazione delle chiese evangeliche del Nord
Est, si tiene una giornata di studio sul tema « Io e 1 altro .
l’in'terculturalità nelle scuole domenicali».
8 gennaio
TRIESTE —Alle 18, nella chiesa di S. Marco Evangelista (v.
Modiano 3-Strada di Fiume), a cura del Gmppo ecumenico,
si tiene un incontro sulla «Charta oecumemea» condotto dal
past. Liberante Matta, dal sac. G. Muggia e da p. R. Radovic.
9 gennaio .......
BOLOGNA — Alle 20,45, alla chiesa metodista (via Venezian
3) nell’ambito del ciclo di lezioni condotte dal prof. Rinaldo
Fabris su «La lettera di Giacomo, la lettera agli Ebrei», sviene una tavola rotonda su: «Ecumenismo dopo 1 anno 2000».
10 |ennaio
MESTRE —Alle 15,30, nell’aula magna del liceo scientifico
«G Bruno», per il ciclo di incontri «Amore sacro amore profano», Andrea Mozzato (chitarra) e Fiorella Fornelli (voce)
tengono un concerto di «canti di amore sacro e amor profano nel Medioevo e nella musica irlandese».
12
VENEZIA — Alle 18, a Palazzo Cavagnis, organizzato dal Centro culturale, si tiene un concerto del pianista Luigi Cerosa.
13 gennaio
Tavola rotonda a Taranto
La Bibbia e la scuola
NICOLA PEBCHIAZn
Vivo interesse ha suscitato l’incontro del 30 novembre, organizzato dal Centro culturale biblico Ruach e
dal Liceo scientifico G. Battaglini nella sala convegni del
Palazzo della cultura sul tema: «Bibbia e scuola: ragioni
di un dialogo possibile». L’incontro tra la Bibbia e la scuola appare oggi più ravvicinato,
soprattutto dopo che il ministro della Pubblica istruzione,
prof. Tullio De Mauro, ha parlato della Bibbia come di una
«bomba conoscitiva», indispensabile per comprendere la nostra storia e la nostra
arte. Certo, essendo la Bibbia «il Libro», ma anche una
«biblioteca», percorrerla può
essere un’impresa non facile.
Dopo un’introduzione di
chi scrive, sono intervenuti
don Rocco La Rocca, responsabile della curia per i rapporti ecumenici, l’ammiraglio Angelino (entrambi presenti tra il pubblico e invitati
a portare un saluto) e i due
relatori: Francesco Carri, pastore della chiesa valdese di
Taranto e Grottaglie, e il professor Luigi Ricciardi, docente di filosofia al Liceo Battaglini. Il successivo appassionato dibattito non ha esaurito tutte le possibilità e sfaccettature del tema, in particolare la questione grandemente controversa della laicità della scuola per cui, per
Taranto, questo incontro è
stato solo un inizio.
scritta nel cuore delle persone: alla fine a ognuno sarà
chiesto conto di ciò. 11 coro
introduttivo è potente ma
non drammatico, e dipinge
man mano un fantastico affiiesco che richiama alla mente il piano di salvezza di Dio
per le sue creature riottose.
Il recitativo e l’aria del tenore mantengono il carattere
gioioso della composizione,
chiudendo in forma di danza.
Splendidamente vasto e
bello per coloriture e varietà
di percorsi armonici, profondità vivace della parte vocale,
spessore àelVincipit strumentale di stampo concertistico all’italiana è l’arioso seguente, riservato al basso vox
Christi, che inizia con un ripetuto Es werden viete zu mir
sagen (...) Herr (Molti mi diranno ... Signore...), accompagnato dagli archi ansiosi,
per terminare con vocalizzi
imperativi sulle parole Weichet alle von mir (Via da
me...). Dolcissima l’apertura
dei flauti traversi per l’aria
del contralto che, in parziale
contrasto con la durezza del
testo, dialoga pacatamente
con 1 fiati, continuando nel
recitativo fino ad aprire le
porte alla serena preghiera finale, con dolce enfasi di tutti
i settori a significare che solo
nel contatto con Dio gli uomini e le donne trovano la
forza di realizzare il «gran comandamento».
Anche la cantata Bwv 136
Erforsche mich, Gott, und erfahre mein Herz (Saggiami,
Dio, e possa tu conoscere il
mio cuore, 1723) presenta
una struttura simmetrica. Lo
spunto teologico iniziale viene all’ignoto autore del testo
dal Salmo 139 per suggerire
al compositore uno splendente coro iniziale, con il
corno che dà sapore di battaglia, lanciando un tema contrappuntistico ripreso dal soprano e poi da tutta l’orchestra, che si alterna alla voce
in una potente scrittura fugata in cui gli archi tumulmosi
fanno quasi da sottofondo a
voci e corno e si evidenzia la
volontà di sottoporsi alla verifica da parte di Dio.
Il recitativo del tenore è asseverativo della tentazione
portata dai demoni, lupi in
veste di agnelli, prepara l’aria
del contralto, che si inuove,
dopo un delicato incipit dell’oboe d’amore, sul dialogo
tra quest’ultimo e il violoncello o sul violoncello solo:
tutti insieme fanno fiorire
gemme di speranza nel Regno di Dio che viene. Il recitativo del basso, vox Christi,
riafferma la giustificazione
per fede al di là della manchevolezza delle opere. Si notano i vocalizzi sul termine
Gerechtigkeit, giustizia (di
Cristo). L’aria successiva, con
la sua dolcezza che prevale
sul testo un po’ truce porta al
coro finale, maestoso, a esaltare la salvezza per il sangue
del Signore. La «Petite Bande»
diretta da Sigiswald Kuijken
ha fiorito l’esecuzione di coloriture splendenti, che ci
hanno lasciati nel sogno del
bello e nella certezza del vero.
FLORIDIA (Sr) — Nella chiesa battista (corso Vittorio 430), si
tiene, a cura del past. Salvatore Rapisarda, il secondo appuntamento del corso di aggiornamento per predicatori locali.
Tema dell’incontro «1 Salmi: modelli di Preghiera c^^
Per informazioni tei. 095-7836273 oppure 0347-3039262.
BARDONECCHIA — Al Palazzo delle Feste (pi^azza Valle
Stretta, 1) Chiude la mostra «Omaggio alla Valle di Susa» del
pittore Bolley, inaugurata il 23 dicembre.
MILANO — Alle 18,15, alla sede del Sae (p. San Fedele 4), per
il ciclo «Legge e grazia». Franco Mario Buzzi parla sul tema
«Legge e grazia nella tradizione cattolica post-tridentina».
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanrio
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
Protestantesimo
H Rubrica televisiva di Raidue, a cura deUa Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedi seguente alle ore
24 circa e alle ore 9,30 del lunedi successivo. Domenica 7 gennaio, alle ore 23,50, andrà in onda: «Chiaroscuro: un fatto, un
commento»; «Un arcipelago di fede; inchiesta sulle chiese
della Federazione pentecostale»; «Shafique Keshayjee: scrivere per dialogare». La replica sarà trasmessa lunedi 8 gennaio,
alle ore 24, e lunedi 16 gennaio alle 9,30 circa.
B
Laicità e libertà religiosa in Italia
vaia. Insomma, le istituzioni debbono
essere la casa di tutti in un quadro in
cui le confessioni religiose (non una sola) arricchiscano con la loro voce il dibattito pubblico. Infatti ritengo che, insieme agli altri elementi costitutivi di
una cultura comune, o se si vuole «civica», sicuramente ci sia anche quello di
fede e religioso. E in questa prospettiva
avrei visto con favore non certo l’introduzione di normative di privilegio ma
almeno un richiamo anche all’elemento religioso nel Preambolo della Carta
europea dei diritti.
Il problema dei problemi, per chi si
senta a un tempo credente in una fede
religiosa e convinto assertore di una democrazia laica, è allora quello di riuscire
a vivere pienamente queste due dimensioni. In particolare ritengo negativo
immaginare una democrazia liberale
quale contenitore solo di agnostici, di
atei, di assertori di etiche puramente secolari o, tutt’al più, di flebilissimi praticanti per abitudine o superstizione. In
questo senso, l’invito rivolto recentemente ai cattolici, e in generale agli italiani, da Gian Enrico Rusconi a fare «come se Dio non ci fosse» (il richiamo è a
Bonhoeffer), potrebbe portare, se isolato dal contesto e dalle intenzioni
dell’autore, in direzioni equivoche in
quanto un credente potrebbe leggerlo
come «rinuncia al tuo valore dei valori».
La democrazia liberale invece si arricchisce se, al di fuori di ogni pretesa integralistica, è innervata anche dai convinti credenti in un Dio trascendente.
In questa prospettiva, quindi, ho sempre ritenuto opportuno un confronto
nel dibattito pubblico anche con le posizioni delle diverse confessioni religiose.
Non comprendo perché partiti, sindacati associazioni di cultura potrebbero interloquire pubblicamente in democrazia
mentre le confessioni dovrebbero, come
tali, tacere. Si discuta, ci si confronti,
senza timore, in particolare su quegli argomenti che assumono caratteristiche
bifronte, a un tempo cioè religioso ed
etico generale (come il richiamo alla
«legge di natura»), avendo ben chiaro
che in democrazia si devono cercare di
disinnescare in ogni modo i confronti
tra opzioni intransigibili, che peraltro talora possono affacciarsi anche in relazione a temi diversi da quelli propri della frattura cattolici-laici (si pensi a scelte
COSI pesanti, condizionanti il futuro arnbientale, da farle ritenere non risolvibili
con il principio maggioritario).
Certo, va detto che la denuncia delle
ingerenze confessionali nella sfera pubblica ha una sua ben comprensibile giustificazione in relazione alla situazione
italiana, dove una reazione di difesa
della cultura laica si è storicamente determinata di fronte alle posizioni di privilegio (oggi mitigate) del cattolicesimo,
non solo in posizione pressoché monopolistica nel panorama religioso del nostro paese ma, per certe sue caratteristiche confessionali, anche fortemente gerarchico e prescrittivo e per troppo tempo ostile alle libertà di pensiero e di coscienza. In questo senso potrebbe essere molto utile poter udire altre voci, persuasive e dialogiche, non gerarchiche
ma nemmeno ispirate a valori prettamente secolari, provenienti da fedi diverse da quella cattolica (che sarebbe
davvero opportuno non fossero soltanto
quelle, magari, islamiche).
(Sintesi di un articolo pubblicato sul
trimestrale del Comitato torinese
per la laicità della scuola «Laicità»,
n. 4, dicembre 2000)
UNIONE CRISTIANA EVANGELICA BATTISTA D'ITALIA
Ricerca del/della responsabile
del Servizio ainmìnìstratìvo
Caratteristiche e competenze richieste:
Titolo di studio: diploma di ragioneria o laurea in economia, o titolo
equipollente
Competenze professionali
. capacità di assicurare la tenuta della contabilità e la produzione del
bilancio e dei suoi allegati secondo i principi contabili adottati ed alle
scadenze previste: qualità delle informazioni e tempestività;
. capacità di coordinamento del personale amministrativo e contabile
favorendo il lavoro di gruppo, l'acquisizione della conoscenza globale della contabilità, lo sviluppo professionale delle persone;
• capacità di analizzare i processi amministrativi e contabili e di organizzarli in modo lineare ed efficace;
. conoscenza delle leggi fiscali, tributarie ed altre attinenti alla corretta
tenuta della contabilità ed alla redazione del bilancio;
• conoscenza di programmi e procedure informatiche, padronanza
nell'uso del personal computer.
Caratteristiche personali
• precisione,,tempestività, rispetto dei tempi, comunicativa e chiarezza
nell'esposizione, volontà e capacità di mantenere aggiornato il sistema contabile nel tempo.
Costituiscono titolo preferenziale
• la conoscenza dell'ambiente e dell'organizzazione delle chiese evangeliche in Italia;
• la conoscenza dell'inglese.
Si offre
• la gestione di un settore importante con un organico di 2 persone
Sede di lavoro: Roma
Inquadramento: da concordare
Le domande, accompagnate dai rispettivi curriculum vitae, vanno indi
rizzate a: UCEBI - piazza San Lorenzo in Lucina, 35 - 00186 R<^a
tei. 06/6876124 - 6872261 - fax 06/6876185 - e-mail: uccbit@tin.it
e dovranno pervenire entro il 20 febbraio 2001
Ulteriori informazioni sul mansionario vanno
richieste agli uffici UCEBI sopra indicati.
6
PAG. 6 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 5 GENNAIO 200
È LA FINE DELLA
«NEW ECONOMY»?
GIORGIO GUELNIANI
Qualche settimana fa il nuovo
vicepresidente americano, Dick
Cheney, violando una consuetudine non scritta (mai annunciare una recessione perché il solo
parlarne fa male all’economia)
ha osato dire quel che tutti sapevano: l’economia Usa sta rallentando. La coincidenza col cambio della guardia alla Casa Bianca è ingannevole, pur se affascinante nel suo simbolismo (il petroliere Bush che scalza Gore,
l’uomo delle «autostrade elettroniche», la vecchia economia
che si prende la rivincita sulla
«new economy»). Infatti, se c’è
un artefice del boom statunitense degli ultimi otto anni, questi
non si chiama _______
Bill Clinton ma
Alan Greenspan
(il presidente
della Federai Reserve), con la
sua abile politica
di manovra dei
Internet e finanza: la
«new economy» si
appresta a vivere la
«.com» per lievitare di valore a
grandissima velocità, in certi
casi anche prima di riuscire a
essere quotato. Come in tutti i
precedenti casi di euforia azionaria, il rialzo delle quotazioni
non aveva nulla a che vedere
con una realistica valutazione
delle potenzialità di imprese appena nate, o che non avevano
mai realizzato profitti in vita loro; come in passato, molti hanno accumulato piccole o grandi
fortune, moltissimi sono rimasti col cerino in mano e col portafoglio pieno di titoli svalutati.
Questo ciclo borsistico è stato
diverso da altri perché trainato
da Internet: non un bene di consumo ma una rivoluzione comunicativa durevole. Secondo un’indagine statistica
di Bankitalia, almeno mezzo milione di italiani
tassi di cambio e SUa prima reCeSSIOne ormai dialogano
di interesse. La . . con la loro banca
crescita sostenu- borSÌStÌCa mondiale, da casa tramite la
ta dell’economia ..... Rete, la maggior
Usa (maggiore
di quella europea e giapponese,
ma meno forte che nei decenni
precedenti), si è accompagnata a
un azzeramento del deficit pubblico e a un’esplosione del deficit commerciale (650.000 miliardi di lire nei primi dieci mesi del
2000) a livelli che per qualsiasi
altro paese del mondo sarebbero stati insostenibili.
Specialmente negli ultimi 2-3
anni (nei quali, per la discesa del
tasso di disoccupazione, anche i
lavoratori, dopo quasi vent’anni
di caduta dei salari, hanno potuto beneficiare della ripresa) il
vero motore della crescita statunitense sono stati i consumi,
trainati da un forte indebitamento delle famiglie e dai guadagni di Borsa. Secondo alcuni
analisti, è proprio la dipendenza
dei consumi dall’andamento dei
corsi azionari il fatto nuovo (e
preoccupante). Come ha detto
l’economista Giacomo Vaciago,
«la Borsa ha smesso di essere il
termometro dell’economia e ne
è diventata il motore». Ma il
boom di Borsa è ormai finito da
tempo: se il Nasdaq (l’indice che
raggruppa i titoli tecnologici
della Borsa di New York), nel solo 1999 aveva guadagnato l’86%,
toccando il suo massimo nel
marzo 2000, da allora ha praticamente dimezzato il suo valore,
e a ruota l’hanno seguito le maggiori Borse mondiali.
Sembrano lontanissimi, e invece era solo l’anno scorso, i
giorni in cui bastava che un titolo avesse nel nome «net» oppure
parte sicuramente per comprare e vendere azioni
(trading on-line). I sogni di ricchezza facile sono evaporati ma
il matrimonio tra Internet e finanza, lo spostamento dei risparmi di milioni di lavoratori
sui mercati azionari, la centralità della conoscenza e della comunicazione nella produzione
(con i connessi conflitti tra natura pubblica della conoscenza e
sua appropriazione privata), sono fenomeni di lunga durata.
Ma, ora che Greenspan cerca di
guidare l’«atterraggio morbido»
dell’economia Usa, non potendo
né abbassare troppo i tassi di interesse (il che farebbe fuggire i
capitali esteri che ne finanziano
l’indebitamento), né alzarli troppo (il che aggraverebbe la recessione), l’economia mondiale si
trova senza una «locomotiva».
Né l’Europa (ancora priva di
una politica economica comune
che non sia quella restrittiva della sua Banca centrale, terrorizzata dall’inflazione e dalle rivendicazioni salariali), né tantomeno
il Giappone (dove l’inflazione è
negativa e i tassi di interesse bassissimi ma l’economia non riparte) sono in grado di sostituire
gli Usa. La «new economy» si appresta a vivere la sua prima recessione mondiale. Intanto
(qualcuno potrebbe dire «questa
è un’altra storia», ma la nostra
fede ci impedisce di dirlo) metà
dell’umanità continua a vivere
con un dollaro al giorno o a morire di malattie evitabili. Sarà
per il prossimo boom di Borsa.
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Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
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Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x38 mm. Riforma - 37x45 mm, L'Eco delle
valli valdesi) £ 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800, Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6dicembre1999).
Il numero 2 del 22 dicembre 2000 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 20 dicembre 2000.
1998
Associato alla
Unione stampa
periodica italiana
Il «lasciare morire» è cosa ben diversa dall'eutanasia attiva
Sì solo all'eutanasia «passiva»
Si può e si deve aiutare i morenti a combattere le sofferenze fisiche
e le sofferenze spirituali di angoscia e paura. Il compito della chiesa
MIRIAM PISANI
T ^ITA biografica» e «vita
\\ V biologica»; qual è il significato di questi due termini
e qual è il confine tra Luna e
l’altra «vita»? E, se questo confine esiste, può essere utile
anticipare la morte in un malato inguaribile, ricorrendo
all’eutanasia attiva? In realtà
il confine tra vita biografica,
intesa come vita di relazione
della persona con gli altri, e
vita biologica, cioè attività
cellulare e metabolica, può
essere solo arbitrario, perché
è difficile sostenere che, se
non ci sono più relazioni con
il mondo esterno e se non riusciamo più a scrivere la nostra
storia, la vita non sia più degna di essere vissuta.
Personalmente ritengo che
definire un malato «inguaribile» non dovrebbe rientrare
nel linguaggio del credente.
Gesù diceva spesso; «La tua
fede ti ha guarito», e al padre
del fanciullo epilettico che gli
chiedeva di guarire suo figlio
Gesù rispose; «Ogni cosa è
possibile per chi crede» (Marco 9,23). E in quest’ottica che
dobbiamo porci nell’accompagnamento della persona
sofferente; con fede, speranza
e amore, dove c’è disperazione e paura. La differenza tra
eutanasia passiva e eutanasia
attiva è sostanziale. Nel primo caso «si lascia morire»,
come effettivamente viene richiesto molte volte dalle persone sofferenti, evitando cure
inutili e spesso dannose, per
potersi «abbandonare» con fiducia nelle mani del Padre,
come fece Gesù sulla croce;
nell’altro caso si interviene
con un’azione che è pur sempre mediata da un farmaco
letale e che non esclude comunque anche un periodo di
agonia. Non è quindi giusta la
definizione di «morte dolce».
Questa possibilità è sempre
più richiesta dalla medicina
ufficiale e rappresenta in
realtà una comoda scorciatoia, che permette di ridurre
notevolmente i costi della sanità pubblica quando ormai i
cosiddetti «morti viventi», come li ha definiti l’attuale ministro della Sanità, sono li a
dimostrare la sconfitta della
medicina. Se si considera che
un’adeguata terapia del dolore con farmaci oppioidi, se
fatta in modo corretto, con
dosi e tempi di somministrazione giusti, permette il controllo del dolore anche più
forte, senza rischi di dipendenza o di assuefazione, il discorso del dolore insopportabile, che renderebbe la vita
non degna di essere vissuta,
rappresenta in realtà un falso
problema. Spesso la morfina
Dalla provincia di Chieti
arriva una lettera; la
scrive Domenico e ci racconta la sua storia dopo aver
compiuto 64 anni. «Sono un
piccolo pensionato, operaio
con solo la quinta elementare: ricordo che andavo a
scuola scalzo, i pantaloni con
tante toppe che nemmeno la
scientifica riusciva a sapere il
colore e il panno all’origine,
tante sere andavo a letto senza' mangiare e, a quell’età,
senza mangiare non riuscivo
a prendere sonno». Dopo
aver raccontato un po’ della
sua vita, Domenico ci dice
come ha scoperto resistenza
dei valdesi. Sentitelo; «Fui costretto, con sommi sacrifici, a
comperare l’endclopedia per
fpre le medie alle mie gemelle
che, nel sfogliare il dodicesimo volume, alla lettera V,
hanno trovato Valdo e Valdesi; "Nato a Lione nel 1140,
non viene prescritta dai medici solo per problemi burocratici. Da un recente documento, elaborato dalla Consulta
laica di bioetica di Torino, risulta che l’80% dei medici
non ritira il ricettario speciale
per la prescrizione di farmaci
oppiacei ed è molto più facile
e veloce la prescrizione di altri
farmaci antalgici, decisamente meno efficaci.
Ma che cos’è la sofferenza?
Spesso la sofferenza non è
tanto fisica quanto spirituale.
In questo caso anche la morfina può risultare inefficace,
mentre può rivelarsi molto
utile l’ascolto, il «prendere
parte», il «prendersi cura» e
non solo il «dare le cure». La
richiesta della persona sofferente è soprattutto una «richiesta di aiuto», intesa come
partecipazione alle sue paure
per quello che sarà il suo futuro, più che una richiesta
concreta di «aiuto a morire»;
anche Gesù nel Getsemani,
quando chiese ai suoi discepoli di sostenerlo, vegliando e
pregando con lui, era «spaventato e angosciato» (Marco
14, 33) ma anche noi, come i
discepoli, spesso non ci accorgiamo di questa angoscia
mortale e restiamo indifferenti alla sofferenza dello spirito. Quando infatti il malato
richiede veramente l’eutanasia attiva probabilmente egli
ha già sperimentato su di sé la
sensazione dell’abbandono.
Il dolore è anche un fatto
culturale. La nostra società
non è più abituata a sopportare neanche l’idea della sofferenza e della morte. Forse è
per questo motivo che, parlando con le persone, spesso
si sente dire; «Piuttosto di soffrire così, preferirei morire!».
Mentre, per altre culture, la
sofferenza può rappresentare
la possibilità di fare un percorso di apprendimento nella
propria vita. Questo può essere l’aspetto educativo della
malattia, che ci permette di
riflettere su alcuni aspetti della nostra vita, che altrimenti
non sarebbero emersi. Valore
quindi «educativo» e non
«punitivo» o «accidentale». È
importante trovare un giusto
equilibrio tra il controllo del
dolore fisico e l’aiuto a ricercare le cause spirituali del dolore, anche attraverso un’efficace «cura d’anime». Questo
dovrebbe essere il compito
della chiesa; sostenere la persona sofferente, accogliendo
la sua richiesta d’aiuto e cercando di farle intravedere la
speranza e la gioia del mondo
nuovo di Cristo, dove comunque la morte è vinta.
EUGENIO RIVOIR
morto nel 1217, nel 1176 era
un mercante, cominciò a
predicare nelle vie di Lione
ma contrastava con gli interessi secolari e mercantili
della chiesa del tempo”; poi
ho scoperto che nel 1532 i
valdesi aderirono alla Riforma protestante»... e così via.
Il nostro amico Domenico
continua a raccontare la sua
vita,<di quando, per esempio,
facendo il carpentiere perse
un dito alla sega elettrica;
oppure di quando, emigrato
in' Francia, fu messo a lavorare accanto a un arabo e a
uno spagnolo in modo che i
lavoratori non si potessero
capire e quindi non protestassero insieme. Poi riprende a parlare delle sue scoperte nel mondo protestante
italiano. Questo mescolare
gli aspetti del suo lavoro con
la sua scoperta di un mondo
di idee così diverso da quello
della sua infanzia ci aiuta un
po’ a capirlo lui, Domenico,
che tra l’altro, lo dice più di
SUI GIORNALI Q
LA STAMPA
Ci troviamo da Varaglia
Inaugurata nel novembre
scorso, la lapide che ricorda
Goffredo Varaglia nella centralissima piazza Castello, è
diventata a Torino un luogo
d’incontro: in occasione di
uno sciopero degli insegnanti previsto per il 7 dicembre, scrive Maria Teresa
Martinengo (5 dicembre)
«Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno indetto un presidio di
fronte alla Prefettura (...).
Alla stessa ora, nella stessa
piazza, si troveranno davanti alla lapide a Goffredo
Varaglia gli aderenti alla
Cub [altra sigla sindacale di
base]». La Cub, prosegue
l’articolo «...ha fissato l’appuntamento in piazza Castello presso la lapide al
martire valdese bruciato nel
1558 per le sue idee, "per ricordarlo a chi vuole tornare
alla censura sui libri”».
Il nuovo esorcista
Non è l’ultimo esperto di
demoni e di possessioni,
ma è la versione integrale
del fortunato film di William Friedkin, da dicembre
nelle sale cinematografiche.
L’uscita della pellicola dà
spunto a Alessandro Zaccuri (10 dicembre) per una panoramica sulla letteratura
dell’orrore (o meglio, letteratura gotica, che unisce
storie di fantasmi, mistero e
tradizioni ancestrali) e sulle
sue premesse storico-teologiche. «Quella del "gotico” scrive Zaccuri - è la storia di
un genere praticato in maggioranza da autori di formazione protestante, magari
con qualche deriva esoterica, che però attingono a
piene mani dalla tradizione della Chiesa. L’esempio
classico è quello del Dracula
di Bram Stoker (irlandese,
protestante e appassionato
di occultismo), dove la lotta
contro il vampiro rimane
inefficace fino a quando
non entra in scena il cattolico Van Helsing con la sua
scorta di particole consacrate. Il risultato, non sempre
perseguito con intenzione, è
una paradossale apologia
della Chiesa di Roma, presentata come unica depositaria di verità altrimenti dimenticate». In ogni caso il
romanzo alla base del film
L’esorcista «sfrutta il patrimonio dogmatico e dottrinario del cattolicesimo senza tuttavia prestarvi fede».
abbonamenti
interno
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sostenitore
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L, 20.000
L. 20.000
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una volta, ha solo la quinta
elementare e spera che lo si
possa capire.
Scopriamo alla fine il motivo della sua lettera: «Prima
che il Signore mi chiami vorrei trascorrere sette o dieci
giorni a Torre Pellice, ma
non so a che santo rivolgermi sia per il viaggio che per il
soggiorno». Vuol conoscere il
mondo valdese da vicino, per
capire meglio chi sono, come
vivono, che cosa dicono. «Se
per la loro fede - scrive Domenico - hanno accettato di
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essere perseguitati e massacrati, e però qualcuno è rimasto, vorrei poter parlare
con loro». A me sembra una
bella sfida per coloro che sono rimasti; che cosa direste,
se Domenico vi incontrasse?
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(Rubrica «Parliamone insieme» della trasmissione «Culto
evangelico» curata dalla Fcei di
domenica 31 dicembre 2000)
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VENERDÌ 5 GENNAIO 2001
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La pista è stata ripristinata senza tetto
A Torre Pellice si pattina
Una buona notizia per gli amanti del pattinaggio sul ghiaccio;
dal 26 dicembre ha riaperto i battenti il Palaghiaccio di Torre
Pellice gravemente danneggiato dall’alluvione del 15 ottobre. In
settanta giorni (e alcune notti) è stata ricostruita la scogliera
completamente asportata, smontato il tetto danneggiato e ripristinati i servizi essenziali. La pista è dunque di nuovo utilizzabile, come era negli Anni 80, «sotto le stelle»; i pattinatori potranno utilizzarla il martedì, il mercoledì, il giovedì e il venerdì dalle
21 alle 23; sabato anche nel pomeriggio, domenica dalle 10 alle
11,30 e dalle 14,30 alle 17,30. Sono previsti «abbonamenti di solidarietà» per il funzionamento della pista fino a metà marzo a
40.000 lire per gli under 14 e 100.000 per gli adulti.
Dibattito post-alluvione a Villar Perosa
Sì 0 no al depuratore?
Verrà ricostruito o no il depuratore di Villar Perosa? Questa è
la domanda che molti in vai Chisone si fanno in questo periodo. Intanto, in attesa di una decisione, dopo che la piena del
Chisone di metà ottobre lo ha praticamente distrutto, i tecnici
delTAcea e Tamministrazione comunale stanno valutando la
situazione. Sul tappeto alcune ipotesi; innanzitutto quella, ancora in piedi nonostante l’alluvione, di un collettore unico di
valle che serva tutti i paesi della vai Chisone e che nel progetto
iniziale aveva come punto di arrivo proprio Villar; poi Tipotesi,
emersa recentemente, di un collegamento degli scarichi di Villar con il depuratore di Pinerolo. Per ora, in attesa di una decisione non certo facile, gli scarichi finiscono nel Chisone.
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Passioni vecchie e nuove tentazioni per gli scommettitori e gli amanti del rischio
La febbre del gioco nel Pinerolese
Oltre ai tradizionali Totocalcio, Totip e Lotto impazzano un po'ovunque anche le macchinette
del «videopoker» ma i giochi elettronici, nel locali pubblici, fanno aumentare l'individualismo
MASSIMO CNONE
UNA sfida alla dea
bendata, ma forse
anche al buon senso. Secondo uno studio con
dati 1999 della Pipe, la
federazione dei pubblici
esercizi, in Italia ci sarebbero 30 milioni di scommettitori, «senza contare
le attività dei casinò e dei
circoli privati, nonché il
gioco clandestino»; un
giro d’affari che raggiunge i «34.000 miliardi di lire {almeno 45.000 miliardi comprendenti il gioco
clandestino) con un aumento negli ultimi tre
anni di ben 12,5 miliardi
e che fruttano allo stato
altri 11.000 miliardi».
«Una febbre da gioco,
una nuova droga»; questa propensione all’azzardo «provocherebbe in
700.000 persone a rischio
gravi patologie psichiche», senza contare il beneficio per affaristi e usurai. Sono numeri eloquenti, statistiche delle
quali si può apprezzare
l’attendibilità e il riscontro locale, varcando la
soglia di qualsiasi ricevitoria del Pinerolese con
le onnipresenti code alle
macchinette. Impazza il
Superenalotto, che conquista un quinto del
mercato nazionale e oltre 6.000 miliardi di spesa nel solo 1999; senza
riuscire a scalzare dalla
testa delle classifica il
tradizionale gioco del
Lotto che sottrae alle tasche degli italiani poco
meno di 20.000 miliardi.
Sono cifre destinate a salire. Totip, Totocalcio,
Totogol, scommesse ippiche, ma anche Gratta e
vinci e Lotterie nazionali;
nel Pinerolese in alcune
ricevitorie si giocano
1.000 schedine del Superenalotto per ogni estrazione bisettimanale; circa 700 quelle del Totocalcio. Ma sono dati variabili, che dipendono
dalla clientela.
A Luserna San Giovanni il 23 dicembre scorso
qualcuno ha fatto il colpaccio. Oltre 2 miliardi e
SOSALCOUSMO
Poliambulatorio
Villar Perosa;
tei. 51045-51379
Ospedale Pomaretto
tei; 82352-249
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Il «Lisi bar» di Luserna San Giovanni dove a Nataie è stato reaiizzato un «tredici» miiiardario
700 miliardi per un 13
con una schedina da
quattro colonne, probabilmente la più grande
vincita mai realizzata nel
Pinerolese. «Nella nostra
ricevitoria - racconta la
titolare del Lisi bar di via
I Maggio, dove è stata
giocata la schedina miliardaria - in questa occasione sono state giocate 512 schedine; chi ha
vinto non è un sistemista
esperto, questi aspettano
sempre le ultime ore a
disposizione per avere
sotto gli occhi la rosa degli infortunati o degli
squalificati, invece la
schedina vincente è stata
una delle prime a essere
giocata». E si moltiplicano le ipotesi; «qualcuno
di fuori», di Luserna,
chissà? «11 27 dicembre,
primo giorno d’apertura,
sono venute a giocare
molte persone che non
avevo mai visto», continua la titolare. Nello
stesso bar il Superenalotto aveva totalizzato già
due vincite discrete; l’ultima nella primavera
scorsa, oltre 100 milioni,
con protagonista un
pensionato di Luserna.
A tutto questo bisogna
aggiungere i «videopoker». In Italia ci sono oltre 200.000 apparecchi,
secondo i dati Pipe, distribuiti in circa 84.000
esercizi con un volume
di spesa che sfiora i 5.000
miliardi e frutta all’Erario
(sotto forma di imposta
di intrattenimento e di
Iva) quasi 140 miliardi;
una situazione che sfugge di mano per «un’interpretazione di gioco afferma la Pipe - in cui il
punto di riferimento è il
rapporto diretto tra il
giocatore e la macchina».
Anche nel Pinerolese
«l’innocente passatempo», Come aveva ritenuto
di concepirlo il legislatore, sta cacciando i flipper
e i più socializzanti calciobalilla; non è raro trovare anche quattro o cinque macchinette nello
stesso locale. Di recente
il governo ha proposto
alcune modifiche alla carente legge 425/95 per
tentare un’effettiva regolamentazione del settore.
«L’occasione di una vita». Lo slogan, quanto
mai evocativo lanciato
dal conduttore di un popolare quiz televisivo di
questi mesi. Domande
impegnative, ma soprattutto la possibilità di vedere realizzati i propri
sogni, non i propri bisogni; spesso un viaggio,
qualche volta una nuova
casa, più raramente un
progetto di vita. E dove
non arriva l’abilità, ecco
l’intervento di «Donna
fortuna» a dispensare ricchezza, sfida con se stessi
e voglia di primeggiare.
«È la dura legge di...»,
scandisce l’avvenente
presentatore di un’omologa trasmissione. Il consenso è quasi unanime.
Assemblea in vai Pellice
Per la donazione
degli organi
Oggi è più facile la promozione del dono degli
organi. La recente normativa nazionale, «per altro priva delle adeguate
direttive del ministero
della Sanità», dice l’Associazione italiana donatori
di organi vai Pellice nel
convocare la propria assemblea del 21 gennaio,
ha portato all’invio di una
tessera blu a tutti i cittadini Tanno scorso in occasione della distribuzione dei certificati elettorali. «Siamo in un tempo di
transizione; consigliamo
a tutti di compilarla e
portarla con sé insieme
alla tessera Aido», dicono
i rappresentanti del gruppo vai Pellice, che da annisi è impegnato in prima
persona nell’attività di
promozione. Nell’anno
appena concluso TAido
ha organizzato serate di
informazione, distribuito
materiale, preso contatto
con le scuole.
A fronte di questa attività di diffusione e della
modifica della legge le
donazioni (assai più copiose e, ovviamente, più
semplici per quanto ri
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ICONTRAPPUNTOI
QUALI SERVIZI
PER I NATI DEL 2000?
PIERVALDO ROSTAN
guarda il sangue) sono
cresciute nel Pinerolese
in percentuale non eccezionale. Negli ultimi due
anni all’ospedale Agnelli
di Pinerolo sono stati effettuati dieci espianti di
cornee e sei prelievi di
più organi. I trapianti avvengono nel centro di riferimento che per Pinerolo è quello di Torino
dove sono stati reimpiantati un cuore, un polmone, sette reni, 6 fegati e
24 cornee provenienti
dalTAgnelli. Ricordato
che a Pinerolo sono stati
anche effettuati i primi
interventi di trapianto di
cornee e che si è già formata una lista di attesa,
va comunque sottolineato l’intervento di un’apposita commissione di
accertamento della morte del possibile donatore
che ha il delicato compito di verificare in modo
assoluto il decesso.
Nello stesso tempo, a
completa tutela della privacy, non è possibile sapere, da parte dei parenti
del donatore, i nomi delle persone beneficiate
degli organi trapiantati.
Dalle cronache degli ultimi giorni del 2000 ecco una
notizia che si può ragionevolmente definire «buona»;
per la prima volta dopo tanti anni all’ospedale Agnelli
di Pinerolo si sono raggiunte, e superate, le 1.000 nascite. Una bella inversione
di tendenza rispetto agli
Anni 80 e 90 quando il decremento delle
nascite era costante (e ce ne
accorgiamo
ancora oggi
formando le
classi scolastiche). Naturalmente il dato è
«pinerolese»
e dunque potrebbe anche
non avere riflessi immediati sul territorio valligiano. Soprattutto
le alte valli, che nel corso
dell’ultima parte del secolo
ha segnato la progressiva
discesa verso i fondo valle
delle famiglie in attività lavorativa, hanno più difficoltà a riprendersi. Infatti
molti Comuni montani fanno da contraltare al dato
che emerge dal «Civile»; a
Villar Pellice le nascite sono state nel 2000 5 (nel ’99
erano state 12), a Rorà 3 (4)
malgrado incentivi anche
economici per i nuovi figli
e le nuove residenze, a Pomaretto 7 (8) a Pramollo e
Prali 1, esattamente come
Tanno prima. Aumentano
invece le nascite a Bobbio
Pellice, 5 nel 2000 e 2 Tanno prima e ad Angrogna, 6
contro 4 del ’99.
Siamo in presenza dunque di una situazione tutt’altro che consolidata. Il
maggior numero di nascite
a Pinerolo parrebbe dunque «merito» più della pianura che della montagna e
frutto anche degli interventi strutturali realizzati negli ultimi anni innescando
meccanismi di maggior fiducia nell’ospedale pinerolese. Al di là dei sempre
presenti elementi di casualità la presenza di maggiori
o minori famiglie con figli
nella zone alpine pare comunque un elemento in
leggera crescita negli ultimi anni e questo non fa che
confermare ad esempio le
battaglie condotte per il
i mantenimento delle scuole
' nei Comuni montani (anche se vi è chi, pure localmente, avanza dubbi sulle
reali possibilità di didattica
e socializzazione in scuole
i contraddistinte dalle pluri! classi e basse possibilità di
' confronto). Ma l’impegno
; per mantenere le scuole in
Viabilità e strutture
pubbliche
condizionano la
vita nelle zone
di montagna
montagna fa il paio con altri servizi; e così se gli uffici
postali restano aperti altri
settori si impoveriscono; è
il caso della telefonia dove
nell’era di Internet e della
telefonia cellulare a causa
dello scarso traffico si stanno sopprimendo molte delle cabine telefoniche presenti nelle zone margina——li. Sarà forse vero che il
traffico scende e gli atti di
vandalismo
aumentano,
ma la mancanza di un
posto telefonico pubblico
in una certa
zona puòcausare l’allontanamento di una famiglia o
di una persona se quella
borgata non è raggiungibile
con un telefonino. Esattamente come può causare
l’allontanamento la chiusura di un ufficio postale...
Tuttavia la presenza di
nuclei abitati in montagna
dipende poi da altri fattori;
spesso nessuno è di per sé
decisivo ma tutti sono concomitanti. La viabilità e i
trasporti, ad esempio; vivere o lavorare a Prali ha voluto dire negli ultimi mesi
dell’anno fare i conti con
una strada chiusa non a
causa delle episodiche valanghe, ma dopo frane e
smottamenti consistenti. E
questo per famiglie che di
solito per mandare un figlio a scuola devono scendere, per le superiori, almeno fino a Pinerolo, idem
per trovare un cinema, e
avendo la fortuna di avere
un ospedale a Pomaretto.
Va meglio in vai Pellice,
dove scuole superiori, cinema, ospedale si trovano nel
comprensorio Torre Pellice-Luserna San Giovanni,
ma anche qui la vicenda del
ponte ferroviario sul Chisone apre scenari tutt’altro
che rosei per centinaia di
studenti e lavoratori.
Ci sono poi le politiche
per i giovani, gli spazi, i
luoghi di abrogazione; non
c’è paragone fra quanto si
investe nei servizi alla popolazione anziana, certamente da tutelare e le risorse destinate al mondo giovanile. È forse perché la politica è prevalentemente gestita da persone che i problemi dei giovani neppure
li conoscono? È dunque
una società che è in gioco,
con le sue dinamiche intergenerazionali e con la sua
capacità di offrire servizi,
anche per i nati nel 2000.
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PAC. 8 RIFORMA
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VENERDÌ 5 GENNAIO 2001
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VENERE
cambia il mercato di torre PELLICE — Ci
vorranno ancora alcune settimane per vedere il
nuovo volto del mercato del venerdì a Torre
Pellice. La tradizionale distribuzione degli 80
ambulanti lungo l’isola pedonale (nella foto)
dovrà in parte essere modificata, sia perché entro la primavera dovrebbero partire i lavori di
ristrutturazione del centro storico nella parte
bassa del paese, sia perché alcune strade, con i
banchi del mercato, non consentono l’accesso a
eventuali mezzi di soccorso. Non dovrebbe
però esserci lo spostamento ipotizzato sulle
piazze di via Filatoio o della stazione ma una
semplice ridistribuzione lungo l’asse della viabilità centrale: «Abbiamo maturato un’idea spiega l’assessore al commercio, Enrietto - e
nelle prossime settimane la confronteremo con
gli ambulanti. In un paio di mesi arriveremo alla delibera per il nuovo mercato».
DA FEBBRAIO A VILLAR PELLICE ARRIVA IL METANO — Le prossime settimane saranno quelle
dell’arrivo del metano a Villar Pellice; per luiiedì
8 gennaio l’Italgas ha armunciato l’avvio dei lavori per la realizzazione di ima cabina di erogazione ai Bouissa su un’area appena acquistata
dal Comune. Alla fine del mese l’Acea avvierà
gli allacciamenti ai privati dalla tubazione principale e di seguito si procederà all’inizio
dell’erogazione del combustibile.
BOBBIO SERVIZIO NAVETTA ANZIANI — La giunta comunale di Bobbio Pellice ha istituito, in via
sperimentale, un servizio di trasporto finalizzato
a favorire l’accesso al centro del paese
all’ospedale di Torre degli anziani residenti nelle
borgate periferiche. Entrambi i servizi hanno cadenza settimanale e si avvalgono del pulmino
da 9 posti di proprietà del Comune.
CANTINA SOCIALE DI BRICHERASIO, CONFERMATO IL PRESIDENTE — Dopo le polemiche di
dicembre per le cattive condizioni economiche
della struttura, il neoeletto Consiglio di amministrazione ha confermato per i prossimi tre anni
il viticoltore Francesco Granero, di Bricherasio,
presidente della Cantina sociale. Paolo Rossetto
di Campigliene è il nuovo vicepresidente. Corifermato anche l’arrivo di 330 milioni di contributo della Regione erogato a fondo perduto.
ARRESTI PER LA RAPINA ALLA DOLCAL — A un mino di distanza il cerchio si chiude. I carabinieri
hanno arrestato gli autori della rapina del dicembre 1999 alla Dolcal dolciumi Srl di via Giustetto
a Pinerolo. Circa 50 milioni fra contanti e titoli il
ricavato del colpo. Il 4 dicembre scorso erano già
state arrestate due persone, Domenico Di Bernardo, 26enne di Chieri, e Giuseppe Simone,
29enne di Torino. Proseguite le indagini martedì
1“ gennaio è stato fermato Marco D’Armento,
25enne di Chieri, esecutore materiale del furto.
CENTRALINE VAL CHISONE: OCCORRE UNA
NUOVA VERIFICA — Il Comitato per la salvaguardia del Chisone e dei suoi affluenti ha scritto ai servizi gestione acque e territorio di Proviiicia e Regione di riconsiderare le opere già previste, e in parte autorizzate, in vai Chisone e Germanasca per la realizzazione di centraline
idroelettriche. «Si tratta di zone franose e soggette a modificazioni sostanziose del territorio a
seguito dell’alluvione», scrive il Comitato che
chiede pertanto «una nuova valutazione geologica». Il Comitato intanto ha preso contatti attivando forme di collaborazione con analoghi
gruppi sorti in vai Chiusella e in vai Maira dove
proposte di sfruttamento intensivo delle acque
dei torrenti sono state proposte da privati.
TORRE PELLICE: BOLLETTE SALATE ALL’ULTIMO
MINUTO — Con una lettera di scuse sono arrivate ai cittadini di Torre Pellice, proprio a fine
anno, le cartelle della Conrit con la richiesta di
pagamento della tassa raccolta rifiuti. La tassa è
aumentata, soprattutto a causa dei costi di
smaltimento e trasporto. Date le scadenze ravvi
cinate gli uffici postali della zona sono stati pertanto presi d’assalto dai cittadini. Ulteriore motivo di incomprensione l’arrivo nei primi giorni
dell’anno 2001 di nuove cartelle, questa volta
con le integrazioni dovute da chi aveva ricevuto
accertamenti per dichiarazioni falsi o infedeli;
anche qui nulla di strano ma l’accavallarsi di richieste di tributi ha lasciato strascichi polemici.
MUSICA IN VIDEO A LUSERNA — 11 Comune e la
biblioteca propongono, ogni mercoledì alle 15
nella sede della biblioteca, la proiezione di video
musicali. La prima serie di film in programma
prevede, nell’ordine, «Una notte all’opera»,
«Music graffiti», «Jesus Christ superstar», «Quadrophenia», «The song remains thè same»,
«Woodstook festival» e «The commitments».
Rinasca: inaugurato un collegannento d'emergenza
Un guado per Inverso
La piena del Chisone dello scorso 16 ottobre, oltre il ponte
di Fleccia, ha trascinato a valle numerose strutture
DAVIDE ROSSO
Ricollegare tramite un guado sul Chisone Inverso Rinasca con
Rinasca entro la fine del
2000. Era questo l’obbiettlvo, ma anche la
scommessa, che l’amministrazione comunale di
Inverso e molti cittadini
si erano dati circa un
mese fa e sabato 30 dicembre, in una cerimonia molto partecipata, il
guado sul Chisone è stato inaugurato con l’orgoglio di essere riusciti finalmente a risolvere una
situazione che era diventata per il paese véramente pesante.
Nell’alluvione del 16
ottobre il Chisone ha trascinato a valle oltre agli
stabili di alcune aziende
di Inverso Pinasca e la
Pro Loco anche il ponte
di Fleccia, via di comunicazione diretta con la statale 23, con i servizi di autobus e con la farmacia di
Pinasca. Nei giorni successivi all'alluvione emerge la complicazione che
la proprietà del ponte è
del Comune e non della
Provincia, proprietaria
solo della strada che pas
sa sopra il ponte, e che
quindi la ricostruzione
spetta a Inverso. Nascono
anche le prime polemiche ma soprattutto si
hanno le prime reazioni
dell’amministrazione che
circa un mese fa decide la
costruzione di un guado
provvisorio in attesa del
ponte. «Subito - dice il
sindaco del paese, Andrea Coucourde - ci si è
messi al lavoro; è stata incaricata degli interventi la
ditta Gaydo che è stata
coadiuvata nei lavori anche da molti volontari. E
così sabato si è potuto inaugurare il guado costruito a tempo di record
per una realtà piccola come quella di Inverso».
«La realizzazione di
quest’opera - ha detto 1’
on. Giorgio Merlo -, come la riapertura del palazzetto del ghiaccio di
Torre Pellice e la realizzazione del guado di Pinerolo, sono la risposta
migliore alle polemiche
e alle strumentalizzazioni che cominciavano a emergere in certi ambienti». Ma di polemiche il
sindaco Coucourde non
vuol sentire parlare almeno nel giorno dell’inau
Le prime persone che hanno utilizzato il guado
gurazione del guado; preferisce sottolineare la collaborazione fattiva della
popolazione di Inverso e
di Pinasca in questo periodo, e pone subito sul
piatto gli altri obbiettivi
ancora da raggiungere:
«La ricostruzione del
ponte in muratura e la ricostmzione dei locali della Pro Loco, per i quali i
lettori della Stampa, tramite la fondazione "Specchio dei tempi” hanno
messo a disposizione una
somma spendibile di 800
milioni e le opere di arginatura che mettano in sicurezza il nostro paese».
Le mete dei pinerolesi fra Natale e Capodanno
Molti in vacanza a fine anno
MASSIMO GNOME
Lf ITALIA in vacanza.
Voglia di trasgressione, paradisi tropicali,
ma anche dimensione
natalizia. Si attenua la recessione economica, almeno nei dati statistici, e
le vacche grasse inducono alla spesa: regali di
Natale più ricchi, banchetti più curati e bisogno ulteriore di «staccare» dallo stress quotidiano. Che cosa di meglio di
un viaggio? C’è chi è rimasto intrappolato con
altri 20.000 a Malpensa o
peggio, nel freddo abitacolo della propria automobile sull’autostrada
della Riviera, ma prima o
dopo le mete delle vacanze sono state finalmente raggiunte. Ad attenderci, champagne e
cotillons, cocktail e ombrelloni, ski-lift e ghiaccio, a seconda dei gusti:
tutto si può comprare.
Quali sono state le mete preferite dai pinerolesi
che non hanno scelto di
trascorrere le vacanze
all’ombra del Monviso?
Abbiamo fatto una breve
indagine nelle agenzie
turistiche e i dati sembrano rispecchiare le informazioni nazionali, anche
se ci sono alcune sorprese. «C’è grande amore per
le capitali europee - spiega la responsabile dell’agenzia viaggi «Jacaré» di
Pinerolo -: su tutte Londra e in particolare Parigi.
Per quanto riguarda l’Italia le preferenze vanno a
Roma, Firenze e i laghi».
Ma anche New York:
«Quest’anno i prezzi sono stati più accessibili, 1
milione e mezzo per volo
e 5 notti, anche se ci sono stati alcuni problemi
per la situazione di Malpensa». Per Londra e Parigi la spesa media è stata di un milione di lire a
persona, «grazie a condizioni particolarmente
vantaggiose». Alcuni so
'il
Si li
Parigi (qui il Louvre) è una località fra le più «gettonate»
no andati a prenotare
negli ultimi giorni, anche
48 ore prima di partire
con le proposte dei «Last
minute tour». Soddisfatto anche il desiderio di
mare: Barcellona e la costa spagnola, ma anche
Tunisia e Mar Rosso con
Sharm-el-Sheik, non solo
sede di vertici per la pace
in Medio Oriente. Un bilancio in linea con l’anno
scorso, confermato anche dall’agenzia «Vallepo» di Cavour.
Da Ramognini viaggi
di Pinerolo, Londra e Parigi surclassano il resto
ma, spiega il responsabile, «non bisogna dimenticare la Spagna, la classica Costa Azzurra e l’Egitto, nonostante la paura degli atti terroristici».
Per i paesi caldi i pinerolese hanno scelto i Caraibi. Cuba e Santo Domingo, oppure l’Oceano Indiano, con Maldive e
Mauritius. Sempre tenendo conto delle disponibilità economiche.
«Negli ultimi anni - dicono all’agenzia Ramognini
- va molto la Scandinavia, con Rovaniemi e la
terra di Babbo Natale».
Consiglio comunale a Prarostino
Una variante per
il Piano regolatore
DANIELA GRILL
Tema forte dell’ultima
seduta del 2000 del
Consiglio comunale di
Prarostino è stata la programmazione edilizia e
in particolar modo il Piano regolatore del paese
per il quale è stata approvata una variante perché
giudicato insoddisfacente: «A Prarostino è prevista un’area con potenzialità costruttiva di circa
8.000 metri cubi - ha
spiegato il sindaco. Luca
Veltri -, una possibilità
insediativa finora non
soddisfatta perché non ci
è giunta alcuna richiesta.
La variante che vorremmo attuare non andrà a
cambiare i parametri organici del Plano regolatore, cioè la sua struttura,
bensì servirà a ripartire la
quantità di area edificabile tra i vari richiedenti
che faranno domanda in
Comune, là dove il territorio rispetterà i crismi e i
parametri per essere zona edificabile. Sono pervenute in municipio già
una gran quantità di domande e ciò significa da
un lato che la variante
era quanto mai necessaria, dall’altro lato che,
purtroppo, non tutte le
domande potranno essere accettate; chi fosse interessato è comunque
ancora in tempo a presentare richiesta in Comune. Intanto prevediamo di realizzare una prima ipotesi di lavoro già
nei prossimi mesi».
Ancora in tema, alcune
obiezioni sono giunte
dalla minoranza, che desidererebbe una commissione edilizia allargata a
tutti i rappresentanti delle categorie lavorative
presenti a Prarostino: «La
commissione attuale è
troppo ristretta e limitata
ed è composta solo da artigiani» dice Valdo Plavan, capogruppo della
minoranza. Nel corso del
Consiglio si è poi anche
parlato dell’ex bocciodromo, il nuovo impianto
sportivo, che sembra finalmente essere in dirittura di arrivo con la conclusione dei lavori: si attende ancora l’allacciamento per la fornitura del
gas, dell’acqua e dell’elettricità e il collaudo dei vari impianti. In ultimo è
stata approvata all’unanimità la convenzione con
il Comune di San Secondo per la gestione della
scuola media e per il trasporto scuolabus.
. Associazionismo a Torre Pellice
Sedi rinnovate
Stanno ultimando il
trasloco in questi giorni:
sono le tante associazioni
di Torre Pellice che ritrovano la loro sede nel piano ammezzato del municipio da cui erano state
«sfrattate» alcuni anni or
sono in occasione dei lavori di ristrutturazione
del caseggiato chiamato
da tutti «ex casa Bert». Ai
piani superiori sono stati
recuperati diversi alloggi
che sono da alcuni mesi
posti in affitto; per quanto riguarda il piano terreno resta confermato l’utilizzo per ufficio vigili, Pro
Loco e per il gruppo anziani. All’ammezzato appunto, ecco spazi completamente rinnovati e
più funzionali, per Legambiente. Donatori di
sangue, Anpi ed ex Deportati, Gruppo teatro
Angrogna e altri gruppi.
«È una ricchezza del nostro territorio e come tale
andava sostenuta - dice
l’amministrazione tórrese -; le oltre 40 associazioni che hanno sede a
Torre Pellice rappresen
tano un segno concreto
della vivacità anche culturale del paese».
Posto che i gruppi di
volontariato attivo quali
Croce Rossa, Vigili del
fuoco e squadra di Protezione civile hanno da anni una loro sede indipendente su cui periodicamente e grazie alla disponibilità di fondi vengono
apportate le necessarie
migliorie, va infine segnalato che nel corso degli
ultimi mesi prima il locale Gruppo alpini e poi
l’Associazione pescatori
riuniti vai Pellice, hanno
trovato sede presso l’ex
caserma Ribet.
Rorà: studenti
Nuove borse
di studio
Per valorizzare il centro storico di Pinerolo
Luci in piazza San Donato
Un regalo di Natale atteso da tempo
è stato fatto ai cittadini di Pinerolo
dall’amministrazione comunale. Nei
giorni delle festività natalizie infatti i
tecnici del Comune hanno provveduto
a dotare piazza San Donato di nuova illuminazione; inoltre 8 nuovi lampioni
sono stati piazzati in piazza Fontana.
La novità è stata colta con soddisfazione dagli abitanti della zona che da
anni chiedevano una adeguata illuminazione per queste due piazze cittadine che, in particolar modo per quel che
riguarda la seconda, godevano di un’
impianto sicuramente inadeguato alle
loro dimensioni costringendo chi le attraversava ad andare in alcuni punti
quasi a tentoni per non inciampare a
causa dell’oscurità. «L’intervento in
piazza San Donato - spiegano i tecnici
del Comune - vuole valorizzare un luo
go simbolo del centro storico pinerolese e si affianca ad altri lavori pubblici
da poco conclusi (nuovi marciapiedi,
attraversamenti pedonali rialzati, arredo urbano). Il tutto dovrà servire tra
l’altro a creare condizioni di maggior
sicurezza e tranquillità del luogo».
Un passo insomma verso la valorizzazione del centro storico così come richiesto soprattutto dai commercianti
della zona che continuano a mal digerire la chiusura alle auto imposta dalla
Ztl. Molto resta da fare però sia da parte comunale che dei privati per rendere il centro un luogo pienamente accogliente che invogli allo shopping o almeno a una piacevole passeggiata anche serale. La volontà c’è e i diversi lavori in corso sembrano dimostrarlo; la
speranza è che ora non ci si fermi e si
porti a compimento quanto iniziato.
È un impegno ormai
tradizionale dell’amministrazione comunale di
Rorà: venerdì 22 dicembre, in occasione della
Festa dell’albero della
Chiesa valdese il sindaco, Odetto, ha consegnato le borse di studio agli
studenti rorenghi delle
scuole medie superiori
iscritti all’anno scolastico
2000-2001. L’amministrazione comunale, che
ha dato il via all’iniziativa
nella consapevolezza che
l’emancipazione di una
popolazione è strettamente collegata alla sua
istruzione, considera nell’erogare le borse di studio, sia il profitto degli
studenti che il reddito familiare. Sono state assegnate 12 borse di studio
per un totale di 4 milioni
200.000 lire. Lo scorso
mese il Comune ha inoltre versato 20 milioni di
lire ai rorenghi che ne
avevano titolo, finalizzati
all’incremento delle residenze stabili nel paese.
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La Comunità montana vai Pellice ha votato
unanimemente, la settimana scorsa, un ordine
del giorno in cui si sottolinea l’urgente necessità
del ripristino del servizio
ferroviario Pinerolo-Torre Pellice, con un dibattito che ha coinvolto molti
amministratori. Del resto
sono diverse le iniziative
in corso: una raccolta di
firme che ha ormai superato le 1.000 sottoscrizioni, incontri di amministratori e dei comitati
pendolari, interrogazioni.
E proprio la risposta
del sottosegretario Giordano Angelini all’interpellanza dell’on. Giorgio
Gardiol in base alla quale
il ponte promiscuo sul
Chisone non potrebbe
essere ricostruito prima
del settembre del 2003
preoccupa amministratori e cittadini della vai
Pellice. L’indicazione di
una data così lontana lascia supporre un’ipotesi
di abbandono della linea
da parte delle Fs, esattamente come è accaduto
in altre situazioni di ponti distrutti da alluvioni.
Ma la condizione del
trasporto attuale dimostra tutta la validità della soluzione ferroviaria,
semmai bisognosa di miglioramenti. L’ipotesi di
trasformazione in tramvia veloce avanzata dalla
Provincia di Torino potrebbe essere una soluzione per aumentare di
due o tre le fermate lungo
la linea accrescendo l’utenza. Naturalmente con
tutta una serie di valutazioni sul progetto che il
crollo del ponte ha al momento messo da parte.
«Dovremmo comunque
La stazione ferroviaria di Pinerolo
riprendere quanto prima
il tavolo di discussione
con la Provincia - ha annunciato il presidente
della Comunità montana,
Bertalot pochi giorni fa
c’è stata a Torino una riunione indetta dal “Toroc”
(il Comitato torinese per
le olimpiadi, ndr) proprio
sulla questione dei trasporti in vai Pellice: purtroppo era assente la Regione e questo è grave visto che proprio a questo
ente spetterà la gestione
del trasporto locale».
Intanto il Comune di
Pinerolo, la Comunità
montana, la Provincia e i
Comuni della valle sembrano intenzionati ad
avviare la progettazione
del ponte, convocando
una vera e propria «conferenza dei servizi» a cui
invitare anche le Fs nel
tentativo di «stanare» un
ente che oggi pare quasi
irraggiungibile. Un secondo tentativo di portare tutti intorno a un tavolo verrà promosso probabilmente entro il mese
di gennaio, dai Verdi e
dalla Comunità montana
che intendono organizzare un dibattito pubblico al quale poter invitare
tutti i soggetti interessati.
Insomma di carne al
fuoco ne bolle parecchia
anche perché la situazione oggi è davvero insostenibile e l’ordine del
giorno della Comunità
montana ne sottolinea
alcune criticità: gli autobus comportano, ritardi
sia per il collegamento
da Pinerolo per Torino
che da Torre Pellice per
Bobbio; il trasferimento
a Pinerolo fra autobus e
treno avviene in modo
affannoso, anche perché
gli autobus non fanno
capolinea alTinterno della stazione ma dall’altra
parte della strada, complicando la vita a tutti
ma in particolare agli anziani e ai bambini.
Inoltre la stessa fermata dei pullman a Pinerolo
non è per nulla segnalata
e, ancora, Tafflusso giornaliero di oltre 50 autobus sulla provinciale della vai Pellice intasa ulteriormente la strada; la
mancata demolizione
delle strutture del ponte
crollato potrebbe poi
rappresentare un pericolo per il ponte sulla tangenziale in caso di una
nuova piena a cui, tra
l’altro, ben difficilmente
il guado resisterebbe.
Comunità montana vai Pellice
Una seduta difficile
MASSIMO GNONE
Si riapre il dibattito malgrado l'iniziale rifiuto
Il cervo arriverà in vai Pellice?
A nemmeno un anno
di distanza da quando si
parlò di immettere dei
cervi in vai Pellice (e più
precisamente in valle
d’Angrogna) si torna a
parlare di questa possibilità. La prima parte della
vicenda è nota: il Comprensorio alpino Torino 1
(CaTol) l’ente che gestisce la caccia nelle valli
Pellice, Chisone e Germanasca, fece realizzare dal
prof. Meneguz della facoltà di Veterinaria di Torino uno studio di fattibilità tendente a dimostrare la possibilità di immettere una sessantina di
cervi in vai Pellice, in tre
anni. La proposta del comitato di gestione del CaTol, per la maggior parte
costituito da cacciatori,
aveva sostanzialmente
uno scopo: poter cacciare
questo animale anche in
vai Pellice. Il cervo, oggi
presente massicciamente
in vai Susa e nelle valli
Chisone e Germanasca,
per una serie di ragioni
(versante orografico sinistro più ripido dell’alta
vai Pellice, caccia nella
confinante zona di Prali)
nel corso degli anni ha
dimostrato di gradire poco il passaggio dalla vai
Chisone alla vai Pellice.
Analogo fenomeno potrebbe verificarsi sul versante orografico destro
con la discesa di cervi
provenienti dalla vai Po.
Alla proposta di immissione tutti, ma proprio
tutti, reagirono negativa
mente. Il timore dei danni prodotti ai boschi ma
soprattutto alle coltivazioni agricole in alta valle
è, vista l’esperienza di altre zone, assai forte. Se si
considerano i danni già
subiti dai cinghiali (gli
abbattimenti di questa
stagione venatoria sono
sui 500 esemplari ma le
immissioni clandestine
sono costanti) e quelli dei
caprioli che, immessi alcuni anni or sono si sono
moltiplicati e oggi cominciano ad essere considerevoli, l’agricoltura
della vai Pellice non sente affatto il bisogno di
nuove immissioni di potenziali «guastatori».
Fu anzitutto il Comune
di Angrogna, il cui Consiglio comunale unanime
votò contro tale proposta, ad aprire la serie dei
no ben presto seguito dal
Consiglio comunale di
Bobbio Pellice e da quello della Comunità montana vai Pellice. Nel contempo anche il «tavolo
verde» delle associazioni
agricole espresse il suo
no in Provincia e stessa
indicazione venne dalle
associazioni ambientaliste. Si torna a parlare ora
di immissioni di cervi in
vai Pellice; perché? Secondo una legge regionale del '99 le immissioni
sarebbero esenti da autorizzazioni in aree ove
non sia esclusivamente
presente la tipica fauna
alpina (e una nota della
Provincia di Torino iden
lyrON lasceremo 1’
aula». Inizia con
queste parole del consigliere Renzo Bonansea
l’ultima seduta del Consiglio di Comunità montana vai Pellice. Senza l’appoggio della minoranza,
la seduta di mercoledì 27
dicembre avrebbe avuto
difficoltà ad iniziare non
avendo raggiunto, almeno nei primi minuti, il
numero necessario di
presenze. Ecco arrivare
altri rappresentanti della
squadra di Bertalot: si rivela quindi inutile la premura dell’opposizione,
con numerose assenze
anche nelle sue file; mancavano infatti alTappelio
i consiglieri di minoranza
Aldo Charbonnier, Eric
Charbonnier, Stefanetto
Prochet e Colomba.
C’è comunque un grosso guaio: alla giunta non
basta il numero legale
per approvare il nuovo
statuto dell’Associazione,
denominata «Musicainsieme», per la gestione
della Scuola di musica intercomunale. La discussione della delibera è rinviata, rilevati parecchi vizi di forma. «Ci dispiace,
ma c’erano alcune incongruenze vistose fra i diversi articoli - ammette il
presidente Claudio Bertalot -: tutto è rimandato
al prossimo Consiglio».
Ma studenti, insegnanti e
appassionati di musica
non dovranno aspettare
a lungo per varcare nuovamente la soglia della
«loro» scuola. «Anche in
assenza dell’atto formale
- promette Bertalot - c’è
la volontà di attivare i
corsi al più presto: giovedì 28 abbiamo avuto
un incontro con l’Associazione e la scuola potrà
riaprire i battenti entro i
primi giorni di febbraio».
Dopo alcuni mesi di ritardo sembra dunque
prossima la costituzione
della nuova associazione.
tifica questa al di sotto
dei 1.500 metri).
Ecco dunque l’escamotage: mettiamo i cervi
al di sotto dei 1.500 metri
dove scendono d’inverno
e non dobbiamo chiedere pareri a nessuno. E così, il verbale del CaTol
del 28 novembre afferma: «Sono stati presi accordi con Tamministrazione della Foresta demaniale di Tarvisio per
l’acquisto degli animali.
[...] Salvò problemi riguardanti le catture, è
prevista l’immissione entro il 31 marzo 2001 di
non meno di 20 esemplari nel settore vai Pellice».
«Quella sera ero assente
perché impegnato a Bobbio Pellice nel Consiglio
comunale né l’argomento risultava all’ordine del
giorno - spiega l’assessore della Comunità montana Piervaldo Rostan,
delegato dell’ente nel
comprensorio alpino -;
ritengo doveroso oggi ricoinvolgere in modo immediato i Comuni e le
associazioni che pochi
mesi fa si erano espresse
unanimemente contro
l’immissione dei cervi. La
decisione del comitato di
gestione e del suo presidente, Romano Bonansea, al di là di quello che
possano dire Regione e
Provincia, mi sembra
molto grave sul piano democratico prevaricando
in modo assoluto il parere degli enti locali e della
popolazione».
Bobbio Pellice escluso,
tutù i Comuni della valle,
insieme con la Comunità
montana, si fanno promotori di questa iniziativa che ci si augura possa
rappresentare una risposta duratura ai problemi
finanziari della scuola.
La maggioranza porta a
casa l’approvazione della
convenzione triennale
per la^estione associata
dello Sportello unico per
le attività produttive. Si
astengono i consiglieri di
minoranza Bonansea,
Rossetto e Zunino. L’ufficio, con sede a LuSerna
San Giovanni (in un primo momento il responsabile sarà il segretario
comunale), si occuperà
dell’assistenza alle imprese, con le procedure
di autorizzazione per gli
impianti produttivi. Potrebbero esserci anche
un paio di sedi decentrate, con qualche ora settimanale di apertura. «Lo
Sportello unico è un organismo che tutti gli enti
locali devono costituire spiega il presidente Bertalot -: da parte nostra ci
regoleremo in base alle
domande e alle richieste
che arriveranno».
All’ordine del giorno
della seduta anche la discussione sui Servizio ferroviario Pinerolo-Torre
Pellice, interrotto per ii
crollo del ponte Chisone
a Pinerolo, causato dall’
alluvione dell’ottobre
scorso. «Coinvolgeremo
l’Ente ferrovie e la Regione per il ripristino del servizio - dice Bertalot - e
Pinerolo ha promesso di
appoggiarci per la costruzione di un ponte promiscuo sul Chisone, sottolineando però la necessità
di fare in fretta». La Comunità montana vai Pellice firma anche la Carta
di Aalborg, documento
per uno s%^uppo durevole e sostenibile, primo
passo del programma europeo Agenda 21;Ta decisione è unanime.
Il municipio di Luserna dove ha sede ia scuoia di musica
NELLE CHIESE VALDESI
I DISTRETTO — Lunedì 15 gennaio, alle 9,15, incontro pastorale del I distretto: meditazione biblica
a cura di Dario Tron, introduzione di Stefano Mercurio e Anita Tron su «Il suicidio».
3“ CIRCUITO — Il concerto di Natale del 3“ circuito si terrà a Perrero, sabato 6 gennaio, alle 20,30.
ANIMAZIONE GIOVANILE — Sabato 13 gennaio,
a Pinerolo, alle 17, il pastore Mauro Pons parlerà su
«L’onnipotenza di Dio».
GRUPPO BIOETICA — Giovedì 11 gennaio, al
presbiterio di Torre Pellice, alle 21, incontro del
«Gruppo di studio sulla bioetica» per riflettere sui
problemi morali riguardanti la medicina e la biologia. Per informazioni rivolgersi a Miriam Pisani, tei.
0121-901322 o al pastore Taccia, tei. 0121-901732.
AGAPE — Dal 5 al 7 gennaio week-end teologico
sul tema «La vita, la morte, la risurrezione».
ANGROGNA — La corale invita tutta la comunità
a un pomeriggio di canti (non solo natalizi) alla sala
unionista sabato 6 gennaio, a partire dalle 14,30 per
la festa dell’Epifania.
BOBBIO PELLICE — Domenica 7 gennaio, alle
10.30, culto di inizio d’anno, con santa cena. Martedì 9, alle 20,30, riunione quartierale al Centro.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Sabato 6, alle 20,45,
nel tempio, concerto della corale e del coretto di
Torre Pellice, a favore della chiesa di San Giovanni.
Domenica 7, alle 9, culto agli Airali; alle 10 culto al
tempio di San Giovanni, con celebrazione della salita cena: alle 10,30, culto a Bricherasio. Studio biblico, martedì 9, alle 20,45, su «Giacobbe, Israele».
MASSELLO — Domenica 7 gennaio, culto. Lunedì 8 gennaio, alle 14, riunione al Roberso.
PERRERO-MANIGLIA — A partire da gennaio
non ci saranno riunioni quartierali, ma visite pastorali; questi sono i primi appuntamenti: lunedì 8, alle
9.30, alle Grangette, giovedì 11 alla Baissa Lorenzo.
PINEROLO — Domenica 7 gennaio, alle 10, culto
e ripresa della scuola domenicale.
POMARETTO — Riunioni quartierali: venerdì 5
alle 15, all’Inverso Clot, lunedì 8, alle 20, ai Masselli,
mercoledì 10, alle 20,30, alla Lausa, giovedì 11, alle
15, all’Inverso Paiola. Mercoledì 10 gennaio, alle
14.30, incontro delTUnione femminile, con invito
alle sorelle delle altre Unioni del circuito.
PRALI — Riunioni quartierali: mercoledì 10 gennaio, a Villa, alle 20, venerdì 12 gennaio.
PRAMOLLO — Domenica 7 gennaio, ore 10, culto
di inizio anno nella sala delle attività al presbiterio.
PRAROSTINO — A partire da domenica 7 gennaio, il culto si terrà nella sala del teatro.
SAN SECONDO — Sabato 6 germaio concerto nel
tempio a cura del Comune e Pro Loco. Domenica 7,
alle 10, culto; alle 15 si incontra l’Unione femminile.
TORRE PELLICE — Lunedì 8 gennaio, studio biblico su «Un bilancio storico: i Re (2 Re, 17, 1-23)»'.
Unione femminile: domenica 7 gennaio, incontro
con le sorelle delle diverse chiese evangeliche della
zona. Riunioni quartierali: martedì 9 gennaio ai Simound, venerdì 12 agli Appiotti. Scuola domenicale
e precatechismo riprendono sabato 13 gennaio.
VILLAR PELLICE — Domenica 7 gennaio, culto
con cena del Signore. Incontro dell’Unione femminile, domenica 7 gennaio, al presbiterio. Venerdì 12
gennaio, al Serre, riunione quartierale conviviale
con cena, a partire dalle 19,30.
VILLASECCA— Domenica 7 gennaio, alle 10, culto ai Chiotti, con santa cena. Riunioni quartierali:
lunedì 8, alle 20, a Pian Faetto, venerdì 12 gennaio,
alle 20, riunione quartierale a Morasso. Mercoledì
10, alle 14,30, incontro dell’Unione femminile, con
invito da parte delTUnione di Pomaretto.
Consiglio straordinario a Torre
Scritte deprecabili
Seduta straordinaria per il Consiglio comunale di
Torre Pellice, che si è riunito giovedì 21 dicembre per
approvare la convenzione per lo Sportello unico delle
imprese e delle attività produttive, un organismo utile alle nuove imprese e per avviare l’attività; facilitazioni burocratiche e referente per le pratiche. Lo stesso è poi avvenuto durante il Consiglio della Comunità
montana vai Pellice della scorsa settimana.
Nel corso dello stesso Consiglio del 21 è stato firmato, su iniziativa dell’assessore alla Cultura, Anna
Bertolè, e del consigliere Lorenzo Tibaldo, un documento nel quale si esprime «lo sdegno a nome di tutta la cittadinanza per gli atti vandalici eseguiti, con
scritte esecrabili, nei giardini comunali di piazza Muston». Si tratta di scritte nazifasciste, un avvenimento
non nuovo né originale, del quale allarmarsi: «Un palese esempio - si legge ancora nel testo firmato
dall’assemblea - di inciviltà verso i pubblici beni e
deprecabile apologia a funesti anni della storia del
nostro paese». Rimane impossibile individuare i responsabili anche se il Consiglio si impegna a «vigilare
affinché la convivenza civile, fondamento della democrazia repubblicana, venga difesa contro ogni atto
di intolleranza». Uri atto dovuto, ma importante, soprattutto in un periodo di revisionismo latente e ri
mozione storica dettata dall’ignoranza.
Patto territoriale a Pinerolo
Impegno premiato
Incamerata la risposta
positiva dal governo relativa ai finanziamenti per
il Patto territoriale del Pinerolese, «l’Assemblea
generale dei soggetti sottoscrittori del Patto» si è
riunita recentemente per
fare il punto sulla situazione. Generale, come
ovvio, la soddisfazione visto che da Roma arriveranno 69 miliardi per i
progetti legati al Patto la
cui realizzazione da parte
dei soggetti pubblici e so■prattutto privati potrà così partire al più presto.
«Lo stanziamento ministeriale - dice Alberto
Barbero, sindaco di Pinerolo, Comune capofila
dell’iniziativa - premia la
concertazione e il lavoro
svolto in questi anni. Si
tratta di una prima tappa
di sviluppo locale e numerosi saranno i vantaggi futuri che potranno
derivare per il territorio».
In effetti le speranze nel
Pinerolese sono molte visto anche la quantità di
finanziamenti che verranno riversati sul terri
torio ma certo occorrerà
anche vedere come si saprà andare oltre questi
investimenti in prospettiva facendo sì, come da
più parti ci si augura, che
questo momento diventi
un momento di crescita
comune del territorio e
che duri nel tempo.
Intanto i «sottoscrittori» pensano già a una eventuale messa in cantiere di alcune iniziative per
valorizzare il patrimonio
architettonico, artistico e
culturale locale, anche
attraverso l’adesione all’agenzia turistica Torino
internazionale da parte
del Patto, il tutto per aumentare la competitività
dell’intera area e mettere
così a frutto gli investimenti. L’indirizzo quindi
è quello di continuare
sulla strada della concertazione pubblico-privato
cercando di programmare il più possibile gli interventi sul territorio inserendosi ovviamente
anche nelle dinamiche
simili presenti a livello
provinciale.
10
PAG. 10 RIFORMA
E Eco Delle Yaui Aàldesi
VENERDÌ 5 GENNAIO 2001 VENERDÌ
Discoteca alternativa al Priorato di Torre Pellice
Si balla sotto la chiesa
Un'associazione giovanile gestisce la struttura che alterna
musiche diverse per i diversi tipi del numeroso pubblico
MASSIMO GNONE
SI balla nelle cantine
della chiesa cattolica
di Torre Pellice. Il rock
and roU non è più il ritmo
del demonio? La risposta
del parroco, Armando Girardi, sta tutta nell’apertura del «Colors»: un locale «per un’alternativa
ai “soliti” locali», come si
legge sui numerosi volantini, anch’essi colorati, distribuiti un po’ ovunque in vai Pellice e altrove. Un programma «di
tendenza» e «giovanile»
il venerdì e il sabato sera
e alcune serate di «liscio»
per le persone più anziane. Il tutto varcando 1’
ingresso di piazza San
Martino, lo stesso cancello, per intenderci,
dell’oratorio: la gestione
è affidata a un collettivo
di giovani che lo amministra liberamente e la
sala può essere affittata
per feste e iniziative.
Un’esperienza singolare
e un ottimo investimento
per quanto riguarda l’attrezzatura e gli impianti,
anche a detta degli esperti di musica: se i giovani non vanno alla chiesa, ecco la chiesa andare
ai giovani. Al lettore l’arduo giudizio.
Così, dopo il periodo
di rodaggio iniziale, arrivano le prime serate di
richiamo e le collaborazioni con altri gruppi e
associazioni del territorio. Il 2001 si apre con
una festa della Befana
tutta particolare. I ragazzi del progetto Stazioniamo, scopo l’aggregazione
giovanile e l’alternativa
■ A Poma retto
Asilo nido
nuove rette
Passano da tre a quattro le fasce di reddito in
base alle quali individuare l’importo per le rette
da pagare per la frequenza all’asilo nido di Porosa
Argentina. Nelle settimane scorse i Consigli comunali di Perosa, Pomaretto, Roure, Pinasca e
Inverso Pinasca hanno
approvato il nuovo regolamento dell’asilo nido
che comprende anche la
modifica delle graduatorie di inserimento e le
nuove fasce di reddito. La
novità riguardo alle rette
però non è stata accolta
con favore da un gruppo
di genitori che ha anche
scritto una Ietterà indirizzata alle amministrazioni
in cui lamenta il maggior
peso economico derivante dagli aumenti previsti
a carico delle famiglie e
chiede che questi aggravi
vengano coperti in modo
differente dagli enti preposti. Non si è fatta attendere la risposta del
sindaco di Perosa, Giovanni Laurenti, per il
quale «le quattro fasce
dovrebbero permettere
una miglior suddivisione
del carico sulle famiglie e
se un piccolo aumento
c’è stato questo è stato
reso necessario dall’aumento dei costi di gestione. In ogni caso l’aumento di 100.000 lire di cui si
è parlato in questi giorni
in realtà è dato confrontando proprio le fasce diverse dall’anno passato».
L’ingresso del Priorato in piazza San Martino
alla strada e finanziato
da Spazio giovani della
Comunità montana vai
Pellice, organizzano una
serata a ingresso gratuito, vin brulé e panettone
per tutti. Venerdì 5 gennaio alle 20,30, introdotti
dall’esuberante Davidone, saliranno sul palco
del «Colors» i «t’AshSkulItoo MotherGanja», nome insolito per il complesso musicale degli
stessi giovani di Stazioniamo, e i torinesi «Plastik Flowers», che avranno il compito di scaldare
l’ambiente per il gruppo
di punta della serata; i rinomati e conosciuti, almeno a Torino, «Wah
Companion», del chitarrista Afiàca Unite, Ru Catania, che suonerà con i
suoi amici Kasko, Mago
Medina e Umberto. Sarà
forse l’occasione anche
per dare un’occhiata al
nuovo numero di Stazio.ne Zero, periodico «scritto e disegnato» dai ragazzi che frequentano la casetta, l’ex peso pubblico
di piazza Partigiani a Lu
serna, ora sede di Informagiovani e, salite le
scale, del progetto Stazioniamo. Una trentina
di giovani animati, se ce
ne fosse il bisogno, da
Emilia Beda e Umberto
Gillio, coordinatori dell’iniziativa che in passato
ha già visto l’organizzazione di concerti di successo, l’ultimo dei quali a
Luserna, con la partecipazione degli stessi
Africa Unite.
L’aggregazione del Progetto Stazioniamo non finisce qui. Due giorni dopo, domenica 7 gennaio
sotto l’ala comunale di
Bibiana, ecco i «Tergicristalliecclettici» per lo
spettacolo, che si promette straordinario, del
clown giocoliere Luca Regina. Si inizia alle 14,30
per un pomeriggio di
«numeri strabilianti e risate a crepapelle». Altre
proposte per l’anno nuovo? «Ci sono molte idee in
cantiere - dicono i coordinatori - ma aspettiamo
l’appalto triennale del
progetto, poi vedremo».
Visita del segretario Klagba
La Cevaa in Italia
ELISABETTA RIBET
T A Cevaa è anche e
_____soprattutto imparare che la missione parte
da casa propria». Queste
sono le parole di Charles
Klagba, segretario per lo
scambio di persone della
Cevaa in visita per qualche giorno alle valli vaidesi e a Roma. Nella sala
della Foresteria di Torre
Pellice c’erano una trentina di persone, venute ad
ascoltare il coro Fihavanana e anche a passare
un momento con Klagba.
La musica ha fatto la parte del leone, con belle
melodie che ci vengono
dalla chiesa universale.
Come molti sanno, il
coro presenta un repertorio interamente straniero, dall’America Latina al Madagascar, ed
esclusivamente cristiano.
Hockey
Tutte brutte
le partite
della Valpe
e dimostra che le lodi a
Dio possono passare e
comunicare attraverso il
linguaggio universale
della musica.
A fianco della musica,
anche un po’ di parole,
di Franco Taglierò e di
Charles Klagba, sull’ultima strutturazione che la
Cevaa si è data nella recente assemblea generale, sui nuovi o rinnovati progetti e sogni e sulla
riflessione che continua
su come testimoniare
la propria fede oggi. In
questa occasione è stato
annunciato il prossimo
arrivo di una visita alle
Valli di un’équipe della
Cevaa, perché conoscere
persone è molto più ricco che leggere articoli.
Arriveranno in settembre
2001. Sapremo accoglierli come fratelli e sorelle
di chiesa? Lo speriamo.
POSTA
La corale di Pramollo
Momento negativo per
il Valpellice nel campionato nazionale under 19:
polemiche anche violente si sono sviluppate dopo la mezza rissa che ha
rischiato di coinvolgere
anche pubblico e arbitri
nell’incontro VaipelliceAppiano del 17 dicembre.
Una presenza, quella del
pubblico composto da
parenti e amici, non prevista daila mancanza di
agibilità della pista di Pinerolo e censurata dall’Agess che gestisce l’impianto. Nell’ultima settimana la formazione di Da
Rin è andata incontro a
due pesanti sconfitte: in
casa mercoledì 27 con
l’Alleghe e in trasferta sabato 30 a Varese. Con gii
agordini i piemontesi si
sono addiritura portati in
vantaggio con Simone
Ottino dopo un minuto e
mezzo ma la reazione degli ospiti è stata decisa
tanto che alla chiusura
del primo tempo i bellunesi erano già sul 6-1. Alla
fine il risultato è stato di
12-1. Ancora più netto il
divario di sabato a Varese
con i lombardi che si sono imposti con ben 16 reti, contro le due messe a
segno da Matteo Brescia.
APPUNTAMENTI
6 gennaio, sabato
SAN GERMANO CHISONE: Alle 15, arrivo della Befana sulla piazza della Turina, concerto del gruppo
«The color brass quintet», cioccolata calda per tutti.
FERRERÒ: Alle 15, al Centro culturale, spettacolo,,
per grandi e bambini con merenda.
PRAGELATO: Si svolge la 12“ edizione della «Pradzalonga», gran fondo della vai Chisone sui 30 km.
LUSERNA SAN GIOVANNI; Alle 21, alla palestra comunale, festa della Befana, con musica e ballo.
7 gennaio, domenica
TORRE PELLICE: Riapre il Centro culturale valdese
e con esso, fino al 31 gennaio, «Fiori selvaggi», mostra
di acquarelli di Milli Jahier.
9 gennaio, martedì
LUSERNA SAN GIOVANNI: Dalle 16,30 alle 18, nella saletta d’arte comunale in via ex Deportati e Internati 24, la biblioteca comunale propone una proiezione di cartoni animati per giovanissimi. L’iniziativa
si ripeterà nei martedì successivi.
11 gennaio, giovedì
TORRE PELLICE: Per l’Unitrè, alle 15,30, nella biblioteca della Casa valdese, concerto del duo liederistico con Stefania Pistone, soprano, e Salvo Margarone,
pianoforte, che eseguiranno musiche di Schubert,
Schumann, Beethoven, Mahler, Berg e Strauss.
12 gennaio, venerdì
TORINO: In vista del concerto del violinista Akiko
Suwanai all’auditorium Rai del Lingotto, L’Unitrè e ii
Comune di Perosa organizzano un pullman con partenza da Perosa alle 18,45 (costo viaggio più ingresso
60.000 lire). Iscrizioni da Ottica Gariglio e biblioteche
di Perosa e Villar Perosa.
PINEROLO: Al Centro sociale di via Michele Bravo
incontro su «I padroni del vapore», l’ombra lunga
delle multinazionali sull’economia mondiale.
13 gennaio, sabato
PINEROLO: Al Teatro Incontro, alle 21,15, la compagnia «Q. P. Produzioni», presenta «Via Paolo Fabbri
43». Ingresso lire 15.00Ó, ridotti lire 12.000.
SERVIZI
GUARDIA MEDICA
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 800-233111
GUARDIA FARMACEUTICA
(turni festivi con orario 8-22)
SABATO 6 GENNAIO
Bricherasio: Ferraris - via V.
Emanuele 83/4, tei. 59774
Perosa Argentina: Bagliani
- p.za Marconi 6, tei. 81261
Pinerolo: Balchet - p.za San
Donato 46, tei. 322723
DOMENICA 7 GENNAIO
Torre Pellice: Muston - via
Repubblica 22, tei. 91328
Fenestrelle: Grippo
via Umberto I 1, tei. 83904
Pinerolo: Podio - corso Torino 52, tei. 322030
SERVIZIO INFERMIERISTICO
presso I distretti
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
RADIO BECKWITH EVANGELICA
FM 91.2GO-96.550. Tei. 0121-954194
Moltiplicate le iniziative nel giro di pochi anni
CINEMA
A Cantalupa per fare cultura
DANIELA GRILL
Caro direttore,
nell’articolo di Piervaldo Rostan a pagina 11 di
Riforma del 22 dicembre, «Rischio di accorpamento
per le corali?», è contenuta un’informazione sbagliata, che naturalmente ha non poco stupito gli interessati che si sono sentiti trattati da defunti innanzi tempo. Secondo questa informazione, la corale di Pramollo avrebbe sospeso la sua attività. La corale è invece viva, ha visto il numero dei membri salire a 20,
parteciperà con una propria esecuzione alla prossima
Festa di canto, ed è diretta da Beate Scheidegger Baret. Una buona notizia, dunque, che avrebbe reso più
allegro il panorama delineato da Rostan.
Bruno Rostagno
presidente della Commissione
«Musica nella chiesa» del I distretto
Tra i vari Centri culturali del Pinerolese
quello di Cantalupa è sicuramente uno dei più
attivi, con presentazioni
di libri, conferenze, attività, manifestazioni di
interesse sia verso la cultura locale che verso l’attualità. Nato circa due
anni fa, il Centro culturale si propone di promuovere iniziative culturali
diverse e adattate ai campi più disparati. «Non vogliamo avere o dare una
impostazione pretenziosa alla nostra associazione - spiega il presidente
del Centro, prof. Angelo
Tartaglia -. La cultura
per noi deve essere intesa sia come svago che
come strumento personale di indagine. Per
questo non seguiamo un
singolo tema dominante
perché pensiamo che
qualunque argomento
può essere buono per stimolare la riflessione e diventare un’occasione di
discussione».
In quest’ottica vengono
proposti cicli di conferenze come quella che si
concluderà nel mese di
gennaio sul tema delle
biotecnologie, analizzato
sotto il profilo scientifico
e tecnico ma anche sotto
quello etico e morale, o il
Cantalibri, manifestazione che ha riscosso l’anno
passato molto successo
consistente nell’allestire
per le borgate del paese
banchetti di libri, con i
relativi autori a disposizione delle domande e
dell’attenzione delle persone. Manifestazione che
ci assicurano verrà riproposta anche quest’anno,
magari con qualche novità ma sempre con l’intento di unire la cultura
scritta, quella dei libri, alla cultura che ci circonda,
cioè quella della natura.
«Non dimentichiamo
l’importanza del volontariato - aggiunge Tartaglia
- sembrerà banale, ma è
vero che senza il lavoro
volontario di molte persone che ci hanno sostenuti e appoggiati saremmo riusciti a organizzare
ben poco: e la cosa importante è proprio che in
questo modo si è fatto
cultura attiva e non passiva». Gli impegni futuri del
Centro prevedono ovviamente nuovi cicli di- incontri, con presentazioni
di libri di autori locali e
non, ma anche la gestione di una struttura a Cantalupa che potrebbe ospitare incontri e spettacoli.
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma giovedì 4, ore
21,15, L’esorcista: venerdì 5, ore 20,10, Dinosauri, ore 22,20, L’esorcista: sabato 6 e domenica
7 (ore 16, 18, 20,10), Dinosauri: alle ore 22,20
L’esorcista: lunedì 8 (ore
21,15), Dinosauri.
BARGE — Il cinema
Comunale ha in programma, venerdì 5 dicembre, ore 19 e 21, sabato 6, ore 15, 17, 19, 21,
Dinosauri. Sabato 6, ore
22,30, domenica 7 ore 15,
17, 19, 21, lunedì, martedì, mercoledì, giovedì
(ore 21) Bodygard.
ECONOMICI
TRENTENNE evangelico cerca lavoro in Torino. Esperienza come
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Si raccolgono le firme per una proposta di legge
Otto per mille per le donne
Sta prendendo il via
presso i Comuni di Angrogna, Torre Pellice e
Villar Pellice la raccolta di
firme per la proposta di
legge di iniziativa popolare «Otto per mille-Fondo
nazionale per le donne e
le famiglie». Con questa
proposta di legge si chiede di istituire presso la
presidenza del Consiglio
dei ministri un fondo finalizzato alla tutela dei
diritti, allo sviluppo e a
una migliore qualità della
vita delle donne. Si propone di garantire un reddito sicuro alle donne ca
II municipio di Cantalupa
pofamiglia, potenziare le
stmtture sociali per bambini e anziani, offrire un
supporto formativo per lo
sviluppo di nuove professionalità. Il fondo dovrebbe essere finanziato
da un contributo destinato dai contribuenti all’atto della dichiarazione dei
redditi, con modalità analoghe a quelle adottate
anni addietro per il finanziamento dei partiti politici. Il contribuente, oltre
a destinare il tradizionale
8%o allo stato o alle chiese, potrebbe destinarne
un secondo al Fondo nazionale per le donne e le
famiglie.
Promotrice dell’iniziativa è l’associazione torinese «Donne & futuro»,
sorta nel 1998 per svolgere un’attività di mediazione fra la popolazione
femminile e le istituzioni
per il superamento delle
difficoltà specifiche delle
donne. Ha dato la sua
adesione l’Ucdg, Unione
cristiana delle giovani,
che fa parte dell’Alleanza
mondiale delle Ywca, il
grande movimento fem
minile laico ed ecumenico che aggrega circa 25
milioni di donne e opera
in un centinaio di paesi
per la promozione della
donna. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a; «Donne & futuro»,
Onlus, via San Francesco
d’Assisi 27, 10121 Torino,
tei. 011-5187438, oppure
Ywca-Ucdg Segretariato
nazionale, piazza Cavour
5, 10066 Torre Pellice, telefono 0121-91470.
i A Torre Pellice
Musicoterapia
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«Una musica per l’integrazione». È questo il
titolo di un seminario
che si terrà il 15 febbraio
nei locali della «Bottega
del possibile» a Torre
Pellice. Il seminario si
propone di esplorare
l’applicazione della musicoterapia in esperienze
che coinvolgano portatori di handicap in contesti
di integrazione sociale.
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Il nuovo Innario
L’Innario è dopo la Bibbia
il libro che più ci accompagna nella vita, gli inni con la
preghiera sono una fonte di
fiducia e di consolazione, un
riferimento impareggiabile
nella cura d’anime. Un innario poi, come una traduzione
biblica, è espressione di una
impronta teologica, di una
pulsante vitalità, di una ricerca di linguaggio per esprimere in modo nuovo l’Evangelo.
È stato in parte così nel 1969,
quando si è deciso di sostituire il vecchio Innario del 1922
fatto di inni del Risveglio e di
inni dedicati anche alla patria
e al regno di Dio che coincide
con essa e con la famiglia,
con un innario fatto in gran
parte di corali della Riforma.
La teologia barthiana vedeva,
giustamente, tutto ciò come
aberrante e ha corretto i testi
(non tutti a dir il vero) contenenti i riferimenti al «cor» e
air«alma», al soggettivismo
pietistico. Era un’operazione
drastica ma un po’ tardiva,
che ha introdotto però la strana abitudine di prendere il testo di un inno per applicarlo
. a un’altra melodia o di modificare testi composti da un
Rossetti o da un Taglialatela a
partire dalla nuova visione
teologica, creando così non
poche difficoltà. Mi è capitato
di sentire in una chiesa senza
organista l’inno «Il regno tuo
Signor nel mondo venga» (n.
112) iniziato nella vecchia
melodia e poi miseramente
interrotto per problemi di
metrica. Se la generazione
barthiana non si è imposta
davvero nelle chiese è perché
non ha prodotto una traduzione biblica e un innario con
nuove composizioni.
Che cosa accadrà ora? Con
la caduta del Muro bisogna
cambiare tutto, si è scritto;
non solo l’ideologia politica
ma anche i presupposti teologici, e quindi la traduzione biblica e l’Innario. Il crollo impone il nuovo a tutti i costi e
nuovo vuole dire rimescola
Passatempo
Soluzione del cruciverba del
numero scorso
mento degli opposti, linguaggi ambigui, posizioni flessibili
e ondeggianti. La questione
innologica (trovare compositori protestanti che riprendano e sviluppino il genere del
corale della Riforma) lungi
dall’essere risolta segue la
stessa sorte drammatica sotto
il totalitarismo del nuovo, come l’ecumenismo, la spiritualità e la teologia stessa negli
ultimi anni.
Come la traduzione biblica
(il titolo «Nuova Riveduta» è
di per sé eloquente, ma ciò richiederebbe un discorso a
parte) anche il nuovo Innario
è una sorta di revisione linguistica, un «aggiornamento»
(termine controriformista romano contrapposto a «riforma») che, come la nuova traduzione 0 revisione, toglie
«l’Eterno» e mette il «Signore», cambia i testi. I testi degli
inni sono comunque una
composizione letteraria (brutta o bella che sia) che non
possono essere cambiati come non si può cambiare la
poesia di Dante o di Leopardi
solo perché oggi non è più
compresa. Per non dire la
confusione che si crea a cambiare i testi degli inni già noti
che devono essere appresi ancora una volta con le varianti.
Il nuovo dovrebbe essere
altro, bisognerebbe incoraggiare musicisti evangelici (che
sono più di quanto si pensi) a
comporre nuovi inni (con testi e musica nuovi) senza forzare quelli già esistenti, a
comporli secondo le regole
del corale della Riforma, in
collaborazione con letterati e
linguisti attivi finora solo a
correggere atti delle varie assemblee. È in questa direzione che le nostre chiese devono investire se non vogliono
finire a cantare le melodiette
in «giro di do», o le lagnose
musiche claustrali di Taizé e
ripetere frasi cacofoniche come «alleluia, amen» (oltre che
liturgicamente scorrette) per
rispettare la metrica.
L’Innario dovrebbe essere
un compito di tutta la chiesa,
dovrebbe essere un frutto di
una nuova consapevolezza
teologica, e la regola dovrebbe essere aggiungere nuovi
inni e lasciare quelli vecchi
come sono o toglierli; ma in
questo momento di mancanza di visioni nella nostra chiesa o di piatto adeguamento ai
tempi non si può sperare tanto. Rimane il ritocco di qualche parola, qualche pennellata di vernice fresca per sentirci nuovi all’ombra del muro.
Certo prima che con la lingua
italiana dovremmo confrontarci con l’Italia e continuare
la riflessione aperta dal testo
di Giorgio Tourn.
Lorenzo Scornaienchi - Bari
il II pellicano
come simbolo
L’uccello raffigurato a pag.
3 di Riforma n. 47 dell’8 dicembre scorso non è un gabbiano ma un pellicano. In
proposito ci si può riferire ai
seguenti testi:
a) nota di Tommaso Casini
al verso 113 del XXV canto del
Paradiso nella Commedia di
Dante; «Gesù Cristo, raffigurato nel pellicano (...) per
la credenza che quell’uccello
risusciti i suoi figliuoli col
proprio sangue, come Cristo
redime col sacrificio di sé la
generazione umana (cfr. B.
Latini, Tesoro, n. 30)».
b) nota di Francesco Torraca ai versi 112-114 del canto
sopra accennato: «Allegoria
divulgatissima di Gesù, e
s’intende bene, se si considera il costume che al pellicano
attribuiva il Medio Evo (...):
"E fere lo suo becco al suo petto tanto che sangue cade sopra il figlio morto, laond’elli
risuscita da morte a vita"
[Mare amoroso, p. 256 ss.)».
c) nota del Dizionario enciclopedico Treccani alla voce
pellicano: «Fu largamente diffusa la credenza che il pellicano si lacerasse il petto per nutrire i propri figli del suo sangue; “Quivi si cava il pellicano
dal petto il sangue, e rende la
vita ai propri figli’’ (Pulci). In
relazione a tale leggenda il
pellicano divenne simbolo di
Cristo che col sacrificio di sé
redime i suoi figli. Questo è
colui che giacque sopra il petto del nostro pellicano (...),
san Giovanni che giacque sopra il petto di Cristo. Come
simbolo araldico il pellicano
appare di solito entro il suo
nido, con le ali spiegate, in atto di aprirsi il petto con il becco per nutrire del suo sangue
tre suoi nati».
Guerino D’Auria - Pisa
^ Per gli anziani
in casa
Si parla tanto di assistere i
nostri anziani in casa per non
affollare gli ospizi e altre
strutture simili. Questo è logico (se si può), ma mi chiedo: che cosa fa la nostra
Chiesa valdese per chi cerca
di tenere un anziano in casa?
Riesce a venire a portare a
queste persone una parola,
una preghiera almeno una
volta al mese? Quando si è ricoverati in una struttura, mi
risulta che un culto quindicinaie gli anziani lo ricevono.
Lascerei questo interrogativo
ai nostri pastori.
Simona Maurino
Perosa Argentina
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Amaring Grace (smisurata
grazia) è un inno evangelico
che ha avuto una diffusione
mondiale ed è molto amato.
Da noi è diffuso tra le corali
delle valli valdesi con le parole
del Salmo 23; però nella nuova edizione dell’Innario evangelico 2000 compare con la
traduzione italiana del suo testo originale. Vediamo qual è
l’origine di questo inno americano, con una melodia dallo
stile piuttosto irlandese o scozzese, ma definito da molti un
negro spiritual, perché era effettivamente assai diffuso tra gli
schiavi delle piantagioni americane.
L’autore del testo era nientemeno che un negriero, tale
John Newton, che esercitava
con durezza e cinismo il poco
nobile traffico detto «tratta degli schiavi»; era un miscredente
e un bestemmiatore. Durante
uno dei suoi viaggi per mare.
sorta una terribile tempesta,
egli gridò «Il Signore abbia
pietà di noi»; la tempesta cessò,
e l’uomo, profondamente colpito, ebbe l’intuizione della grazia
del Signore che salva. Si convertì, lasciò il suo turpe mestiere e si mise a predicare la salvezza in Cristo, e a lottare contro la tratta degli schiavi. Fra
l'altro compose inni sacri, dei
quali il più noto è appunto
Àmazing Grace.
È interessante notare che ho
trovato queste notizie in un libro «giallo» (Cielo bianco, ghiaccio nero di Stan Jones, Mondadori 7-5-2000, pag. 68), la cui
vicenda è ambientata nell’Alaska settentrionale. Fatti opportuni riscontri, ho pensato di riportare la vicenda, mostrando
così quanto siano varie e impensabili le situazioni nelle quali possono nascere degli inni sacri, e quanto imprevedibili le
fonti di informazione.
Lavori in gruppo
al Sinodo
Anche quest’anno ho seguito, nei limiti del possibile, il
Sinodo che come l’anno scorso, per una giornata circa, è
stato suddiviso in quattro
gruppi di lavoro, ognuno con
propri argomenti. Ritengo che
il Sinodo, oltre a essere luogo
di discussioni e di decisioni
per i suoi membri, sia anche
luogo di ascolto per tutti i
membri di chiesa che lo desiderano, ma così facendo nessuno potrà seguire e intervenire, se deputato, sugli argomenti che non fanno parte
del gruppo da lui scelto; il
pubblico inoltre resta un poco
disorientato e non sa bene a
quale gruppo assistere. Ritengo inoltre che l’udire quel che
si dice in Sinodo possa essere
estremamente utile a deputati
e membri di chiesa per conoscere tutti gli aspetti della
chiesa in generale, talvolta
non ben conosciute, particolarmente per attività e opere
dislocate ontano dalla propria
chiesa di appartenenza.
Se uno volesse seguire tutti
gli argomenti dovrebbe essere presente per quattro anni
consecutivi in quattro diversi
gruppi, ammesso che ogni
gruppo di lavoro svolga sempre gli stessi argomenti. Un’
cétra giornata circa viene impegnata per riassumere e definire in assemblea plenaria
le relcizioni dei quattro gruppi e qui, spesso, si ripetono le
argomentazioni già dette; così sonò impegnate due giornate su cinque (durata di un
Sinodo normale).
È ormai evidente che tutto
non può essere discusso in
cinque giorni, considerando
le varie formalità, le elezioni
e qualche imprevisto, ma
suddividere gli argomenti su
due anni credo sia una soluzione accettabile dando la
possibilità ai membri del Sinodo e al pubblico di essere
sempre presenti a tutti gli argomenti di quel Sinodo. Quest’anno comunque vi è stata
una grande manifestazione
di ecumenismo vero e non
solo verbale, con l’unione di
battisti, metodisti e valdesi,
che insieme hanno parlato lo
stesso linguaggio e si sono
capiti senza bisogno di ulteriori rettifiche.
Italo Artus-Martinelli
Crema
B Nuova e-mail
La Chiesa valdese di Roma
via rV Novembre comunica il
proprio indirizzo di posta
elettronica: chiesa valdese.
via4nov@virgilio.it
^ Il monumento
ai valdesi
Sulla prima pagina di Riforma del 6 ottobre 2000 una foto raffigura un particolare del
monumento ai valdesi di
Steyr (Austria), che ho potuto
vedere di persona il 9 dicembre nel corso di una gita.
Mentre osservavo il monumento e mia moglie scattava
delle fotografie, è arrivato un
gruppo di turisti di Bussano
del Grappa (se ho capito bene), con una guida austriaca
che spiegava chi fossero i valdesi e perché sia stato fatto il
monumento (circa un migliaio di persone - diceva sono state bruciate perché
non volevano aderire alla
Chiesa cattolica, e forse in
Italia esiste ancora qualche
seguace di questo «movimento religioso»). A questo
punto mi sono sentito in dovere di intervenire dicendo
che in provincia di Torino i
valdesi esistono ancora e così
pure in altre parti del mondo.
A Pinerolo sono state indette due assemblee di chiesa per decidere se si poteva
E Ea) DF.1XE \ÀLL1 VEDISI
NUOVI
INDIRIZZI
DI POSTA
ELETTRONICA
Allo scopo di migliorare Ja leggibilità degli indirizzi e la comunicazione via e-mail, con l’inizio di quest’anno abbiamo eliminato le abbreviazioni dalle
caselle postali. Gli indirizzi di posta elettronica di
Riforma risultano così modificati:
redazione.torino@riforma.it
redazione.napoli@riforma.it
direttore@riforma.it
amministrazione@riforma.it
presidente@riforma.it
Non cambia invece l’indirizzo esteri@riforma.it e
nemmeno quello della redazione di Pinerolo; edipro@tpellice.it ________________
Vermigli
in biblioteca
Nel corso della mia conferenza su Vermigli presso il
Centro culturale di Milano in
occasione della festa della
Riforma non ho affermato,
come sembrano indicare le
virgolette nel relativo articolo (Riforma n. 46), che Vermigli sia stato «il più letto tra
i riformatori in tutta Europa». Ho invece richiamato
l’attenzione su un importante studio di Andrew Pettegree sulla diffusione della
teologia riformata in Inghilterra tra 500 e 600 (in; Calvin
et ses contemporains, a cura
di O. Millet, Ginevra 1998,
pp. 261-282). Il dato sorprendente che emerge da questa
meticolosa indagine condotta sui fondi librari delle biblioteche di Cambridge è la
presenza massiccia delle
opere di Vermigli. Concretamente: da un punto di vista
quantitativo, dopo Erasmo,
Melantone e Calvino segue
Vermigli, il quale precede addirittura Bullinger e Bucero.
Sarebbe alquanto riduttivo
misurare l’influenza di un
riformatore in basi ai dati
statistici di fondi librari. Tuttavia, ed è quanto ho sostenuto, questo dato contribuisce a
farci capire l’influenza europea del riformatore italiano.
Emidio Campi - Zurigo
m Gli italiani e la
scuola privata
Cara redazione,
secondo un’indagine condotta da Cnel ed Eurisko, e riportata dai quotidiani di sabato 16 dicembre, T84% degli
italiani vorrebbe una maggior
presenza dello stato nella
scuola italiana e solo il 10%
chiederebbe più privato.
D’accordo, i sondaggi non sono la bocca della verità, ma
cifre così nette dovrebbero
spingere a qualche riflessione.
Tutta l’ansia di privatizzare,
di elargire parità scolastiche e
buoni scuola, sembrerebbero
ispirate più a interessi confessionali, a furori ideologici degni di miglior causa o, peggio,
a scambi di favori interni alle
classi dirigenti, piuttosto che
a dar risposta a una domanda
reale dell’elettorato. Almeno
per una volta, le preoccupazioni della solita minoranza
di «laicisti» sembrerebbero
coincidere con quelle della
«gente». O no?
Giorgio Guelmani - Milano
Hai fatto
Tabbonamento a
realizzare una copia del monumento, ma per ora non si è
concluso niente. Mi sono
chiesto perché si debba essere tanto indecisi. Un monumento 0 una lapide (sul tipo
di quella intitolata a Goffredo
Varaglia a Torino) penso che
sarebbe una testimonianza
per il futuro. «Il monumento
costa e i soldi si potrebbero
impiegare meglio», mi sembra sia stato detto nell’assemblea. Tutte le opere d’arte sono costate, però adesso
le vediamo volentieri; questo
monumento è un’opera d’arte e anche e soprattutto una
testimonianza.
Si fanno tante discussioni,
ma i nostri predecessori non
hanno fatto tante parole, per
dedicarsi invece alle opere.
Adesso noi possiamo vedere i
vari monumenti: a Torre Pellice (statua di Arnaud), a
Chanforan, a Sibaud, a Salbertrand la lapide che ricorda
il Rimpatrio, eccetera. Io sarei molto favorevole al monumento di Pinerolo perché
un giorno qualcuno lo guardi
e possa sapere qualcosa dei
vaJdesi.
Remo Cardon - Pinerolo
RINGRAZIAMENTO
«lo alzo gli occhi ai monti,
donde mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dall'Eterno
che ha fatto il cielo e la terra»
Salmo 121,1-2
PARTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
«L’erba si secca, il fiore
appassisce, ma la parola
del nostro Dio
dura per sempre»
Isaia 40, 8
La moglie, i figli e i familiari
tutti del caro
Walter Sellar!
ringraziano sentitamente tutte le
persone che in ogni modo hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
a tutto il personale dell’Ospedale
valdese di Torre Peliice e al pastore Claudio Pasquet.
Torre Peliice, 5 gennaio 2001
Il «Gruppo musica» ricorda
con affetto il caro amico
Walter Sellar!
la sua importante e impegnata
partecipazione e i momenti lieti
trascorsi insieme.
Luserna San Giovanni
5 gennaio 2001
RINGRAZIAMENTO
«Confidate in perpetuo
nell’Eterno poiché l’Eterno, sì
l'Eterno, è la roccia dei secoli»
Isaia 26,4
È mancata all'affetto dei suoi
cari
Fiammetta Paschetto
ved. Comba
di anni 86
Lo annunciano, a funerali avvenuti, il figlio Giovanni e la sorella Mirella Paschetto dalla, con
le rispettive famiglie.
Torre Peliice, 22 dicembre 2000
I familiari tutti del caro
Virgilio Codino
riconoscenti, ringraziano tutti coloro che con presenza, fióri,
scritti e parole di conforto hanno
preso parte al loro dolore.
Un grazie al pastore Paolo Ribet, al medico curante dott. Marco Pisanchi, al dott. Paolo F. Ribet, ai vicini di casa, ai parenti e
amici.
Pinerolo, 31 dicembre 2000
RINGRAZIAMENTO
«Cristo è la nostra pace»
Efesini 2,14
I figli, nipoti e familiari tutti della cara
Ada CoTsson
ved. Costabel
riconoscenti, ringraziano di cuore tutti coloro che con scritti, presenza, parole di conforto e opere di bene hanno preso parte al
loro dolore.
Un ringraziamento particolare
ai medici e al personale tutto dejrOspedale valdese di Torre Penice, alla direzione e al personale
dell'Asilo valdese di Luserna San
Giovanni, ai pastori Del Priore e
Berutti e all’Associazione Anpi.
Torre Peliice, 4 gennaio 2001
I necroloDt si aeesttano
entro te d (tei lunodi.
Tel. 011-65Ì1278; fax 657S42.
12
PAG.
12 RIFORMA
VENERDÌ 5 GENNAIO 2001
Nel 2000 sono state 598 le diverse persone che durante Iranno
hanno firmato un «pezzo» sul nostro settimanale.
Il nostro è un settimanale comunitario e vuole documentare sempre
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LeUa, Donata Leone De Giosa, Antonio Lesignoli, Cesare Levak,
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Lombardo, Franca Long, Gianni
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Long, Micol Long, Pier Paolo Long,
Vera Long, Adriano Longo, Maria
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Sergio Pasetto, Claudio Pasquet,
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