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Anno 128 - n. 32
7 agosto 1992
L. 1.200
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BIBUOTECA
10066 TOaRB PEU^ICS
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
PAKISTAN
Apartheid
religioso?
Ci sarà l’apartheid religioso in
Pakistan? E’ quanto temono le
minoranze ed i cristiani del paese. Pressato dai fondamentalisti
islamici il governo sta per assumere la decisione di imporre di
rendere nota sulla carta di identità l’appartenenza religiosa.
L’organizzazione pachistana per
i diritti dell’uomo ha denunciato
il fatto che con questa misura
si vuole realizzare una politica di
discriminazione su base religiosa.
Ufficialmente la proposta di
aggiungere la religione sulla carta di identità è venuta da 4 province, ma ormai questa proposta
è appoggiata dal presidente pachistano Ghulam Ishaq Kan e
dal primo ministro Nawaz Sharif. Quest’ultimo, in una conferenza stampa, ha affermato che
nessun musulmano ha vergogna
di vedere scritta sulla carta di
identità la propria religione. Alcuni leader musulmani sono andati oltre: chiedono che le carte di identità abbiano un colore
diverso a seconda della religione seguita.
E ancora. All’entrata del mausoleo di Mohammed Ali Jinnah,
fondatore del Pakistan, viene richiesta la sottoscrizione di una
petizione volta a ottenere che i
non musulmani siano identificabili per i vestiti che portano e
che siano loro riservati quartieri
separati da quelli musulmani.
Dal 1985, dopo un emendamento alla Costituzione presentato
dall’allora presidente Zia Ul-had,
le minoranze etniche e religiose
non partecipano più alle elezioni
insieme agli altri abitanti. Alle
minoranze è permesso un turno
elettorale solo per loro ed eleggono 10 deputati su 217. Nessun
rappresentante delle minoranze
è invece eletto al Senato.
Tra i cristiani vi è ormai la più
completa sfiducia verso i loro
rappresentanti eletti. Infatti il
ministro per le minoranze, Peter
John Sahotra, rappresentante
eletto dai cristiani nell’Assemblea nazionale non ha preso posizione sulla questione delle carte
di identità ed ha pubblicamente
approvato il sistema elettorale
discriminatorio verso le minoranze.
« Saremo in un vero e proprio
regime di apartheid — ha detto
L.A. Raham, direttore della Commissione pachistana per i diritti
dell’uomo —; le proposte dello
stato creano un clima di caccia
alle streghe contro le minoranze
religiose. Dopo la carta di identità si cercherà ancora di dividere le minoranze in buone e cattive a seconda dei rapporti politici che avranno col regime al
potere ».
Occorre poi ricordare che il
Pakistan ha adottato una legge
che prevede la pena di morte per
i bestemmiatori di Maometto e
l’ergastolo per coloro che violano le leggi islamiche.
Proprio contro l’adozione delle
leggi islamiche per tutta la popolazione harmo manifestato più
volte i cristiani.
Su 100 milioni di abitanti in
Pakistan vivono 8 milioni di persone che appartengono a minoranze etniche e religiose. Di questi, 4 milioni sono cristiani.
ASSEMBLEA GENERALE DELLA CHIESA RIFORMATA UNITA
La via della «fellowship»
Avviato da tempo un processo di integrazione con la Chiesa metodista - I comitati e il modo di procedere dei lavori assembleari - Sono in crescita i rapporti con la Chiesa valdese
York, Inghilterra, 7 luglio 1992.
Due donne si salutano tra gli applausi dell’Assemblea generale
della Chiesa riformata unita
(URC). L’una è la moderatrice
Ruth Clarke che presiede l’Assemblea generale, l’altra è la pastora Kathleen Richardson, presidente della Chiesa metodista in
Inghilterra. Questo saluto non
esprime soltanto la parità della
donna rispetto all’uorno, ormai
pienamente affermatasi nelle
chiese evangeliche ed evidente
ora anche ai massimi livelli, bensì anche il cammino di graduale
convergenza delle due chiese in
questione. Pur senza una spinta
irresistibile dalla base (un questionario suH’unificazione ha dato risultati modesti rispetto alle
aspettative), riformati e metodisti (questi ultimi almeno 5 volte
più numerosi dei primi) hanno
da tempo avviato un processo di
integrazione di fatto. Sono ben
250, mi dicono, i «progetti ecumenici locali », chiese locali integrate in forme diverse, servite da
un pastore riformato o metodista. Non per nulla la URC si definisce una « uniting church », una
chiesa non solo unita ma in un
continuo processo di unione (anche con altri).
L’Assemblea generale deH'URC
svolge i propri lavori in modo
piuttosto fìsso. Una corposa relazione, conosciuta in precedenza, raccoglie i rapporti di un notevole numero di comitati che
presentano le loro conclusioni in
forma di mozioni. La discussione
dei rapporti viene centrata in
gran parte sulle mozioni, che in
genere sono approvate a larga
maggioranza. Quando un argomento è molto controverso e vi è
opposizione, la proposta del comitato è di solito rinviata al proponente « per ulteriore considerazione ».
Grande discussione ha suscita
to il tema dei ministeri nella
chiesa (se in particolare un anziano possa o meno amministrare la Santa Cena) secondo linee
che risentono di tradizioni diverse confluite in una chiesa unita. D’altra parte mi ha colpito la
cerimonia semplice e intensa con
cui sono stati presentati all’Assemblea generale una sessantina
di pastori consacrati durante
l’anno nei sinodi delle province.
Quasi metà erano « non stipendiary », e cioè pastori locali con
una propria professione (insegnamento, assistenza, sanità, ecc.)
accanto ad un ministero esercitato da tempo e perfezionato con
un corso speciale di studio.
Anche il tema delle finanze è
stato molto discusso. E’ stata
proposta una mozione che suggerisce ai membri di chiesa di
versare una contribuzione pari al
5% del proprio reddito. Le critiche sono venute dai sostenitori
della decima e dagli insofferenti
di schemi che sanno di imposizione fiscale. Tutto il mondo è
paese. Ma la mozione è passata
con una notevole maggioranza.
Molto interesse e partecipazione hanno suscitato gli interventi degli ospiti, particolarmente di
Jean Fischer, segretario generale
della Conferenza delle chiese europee, che ha tracciato un quadro realistico ma stimolante dell’Eurqtpa alle soglie della nuova
fase dell’unificazione e della vocazione delle chiese in questa
nuova situazione.
Tra i temi di attualità l’Assemblea generale ha affrontato quello dello sfruttamento del Terzo
Mondo decidendo di boicottare
tutti i prodotti della Nestlé fintanto che continuerà a indurre il bisogno di latte artificiale nei paesi sottosviluppati per crearsi nuovi mercati.
L’Assemblea ha ricevuto una
dettagliata informazione sul summit di Rio de Janeiro e ha mostrato partecipazione e preoccupazione per la salvaguardia del
creato, problema che è ormai ai
primi posti nelle priorità delle
SCHEDA
La Chiesa riformata unita
La Chiesa riformata unita (URC) è
il risultato dell'unione tra la Chiesa
presbiteriana e ie Chiese congregazionaliste (1972) aile quali si è successivamente aggiunta la piccola Chiesa di Cristo (1984), sempre del ramo
riformato del protestantesimo inglese.
La URC conta circa 130.000 membri confermati e un migliaio di chiese, suddivise in 64 distretti (i nostri
circuiti) e 12 province (i nostri distretti).
Ogni provincia è organizzata da un
sinodo provinciale presieduto da un
moderatore che dura in carica per un
periodo di 7 anni, rinnovabiie per periodi di 5 anni.
L’Assemblea generale della URC.
che si svolge annualmente in luoghi
diversi, raccoglie circa 700 rappresentanti dei distretti e delle province, è
presieduta da un moderatore che resta in carica un anno e cura i rapporti interni ed ecumenici nel Regno
Unito e ali’estero. La continuità dell'amministrazione è data dal segretario generale, che risponde annualmente aH’Assemblea nel quadro del lavoro di molteplici commissioni che curano l'amministrazione e l'organizzazione della chiesa.
Un nuovo modo di vivere
« Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con
Dio per mezzo di Gesù Cristo » (Romani 5:1).
« Abbiamo pace con Dio ». « Abbiamo l’accesso
a questa grazia nella quale stiamo saldi ». « La speranza non inganna ». « Mentre noi eravamo ancora
senza forza. Cristo, a suo tempo, è morto per noi ».
« Siamo stati riconciliati con Dio ».
Queste affermazioni ci ricordano ciò che ci è già
successo. Non sono semplicemente delle dichiarazioni di intenti. In Cristo sono già la nostra esperienza di fede. Una certezza che non è solo per i
più forti fisicamente o per i più saldi spiritualmente, ma anche per i più deboli e per i più fragili.
Una buona notizia per tutti.
« Abbiamo pace con Dio ». Ma non c’eravamo
neppure accorti di essere in guerra con Dio. Ci sentiamo a posto con la nostra coscienza. Mai fidarsi
del proprio stato d’animo sempre così fluttuante
perché influenzato dai nostri umori. La croce di
Cristo ci dice che eravamo in guerra con Dio,
scopriamo che il nostro rapporto con Dio non
funziona. Proprio quando nella croce di Cristo
organizzazioni non governative e
delle chiese, anche se non dei governi.
Ma anche sul piano interno la
URC è attenta alla situazione di
crisi sociale che conoscono anche
i paesi industriMizzati. Tra i vari
problemi quello della casa (che
ormai non colpisce solo i senzatetto ma anche la parte bassa
della classe media) è stato fatto
oggetto di uno studio approfondito.
Molto formalismo inglese, temperato da molto humour e autoironia altrettanto inglesi, intensa vita spirituale percepibile nella partecipazione ai culti e nel
canto, presenza vivace e attiva di
molti giovani. Queste le impressioni generali che ho avuto di
questa chiesa — per quanto la si
può conoscere attraverso im’Assemblea generale — con la quale
sono in crescita i nostri rapporti.
La Waldensian Fellowship, una
libera associazione di collegamento con la Chiesa evangelica
valdese, prosegue il suo programma di scambi che sarà certo favorito dal fatto che uno dei suoi
maggiori attivisti, il pastore John
Bremner, è ora in Italia per un
periodo di servizio nella nostra
chiesa, che comincia con un anno
ad Agape.
Malgrado le difficoltà di lingua
non possono che essere di reciproco vantaggio le visite nei due
sensi, i contatti personali e la
costruzione di quel legame particolare che può unire nella fraternità credenti di paesi e tradizioni diverse e di una stessa fede: la fellowship, appunto, la
comunione
Franco Giampiccoli
IL SENSO DELLA FEDE
facciamo l’esperienza dell’amore di Dio ci rendiamo pienamente conto del nostro peccato, della dimensione della nostra disobbedienza. Proprio quando nella croce di Cristo Dio ci manifesta la sua
grazia possiamo misurare quanto profonda fosse
la nostra inimicizia verso di lui. Prendiamo piena
coscienza del nostro peccato quando la croce di
Cristo ci convince di peccato e ci convince quando
ci perdona. E’ nel momento in cui Cristo ci libera
che prendiamo coscienza della nostra schiavitù.
« Abbiamo pace con Dio ». Non devi aver paura
del giudizio di Dio. Non ti insegue per inchiodarti
alla tua colpa, per giudicarti. Puoi camminare con
lui che ti tiene per mano contro le tue crisi, le tue
angosce, le tue sconfitte, ti aiuta ad orientarti. Sei
affidato ad una speranza che non tradisce, che non
inganna.
« Per fede ». La fede non è un’opinione, ma un
possibile nuovo modo per te di vivere. Siamo tra
coloro che il Padre ha ritrovato sulla croce di Cristo ed a cui ha restituito la dignità di suoi figli.
■yaldo Benecchi
BUONE
VACANZE!
Redattori e tipografi prendono
qualche giorno di vacanza. Al rientro i nostri lettori troveranno qualche innovazione. Il 21 agosto riceveranno il primo numero - zero »
di RIFORMA, Il nuovo settimanale
delle Chiese battiste, metodiste e
valdesi. Si tratta della prima prova su cui i lettori saranno chiamati a dare il loro giudizio con un
questionarlo.
L'Eco delle valli valdesi sarà allegato a RIFORMA e anche su questa
formula i lettori diranno il loro parere. Il 4 settembre gli abbonati avranno un numero « normale »
del settimanale che sarà interamente dedicato al Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste, mentre l’U
settembre verrà pubblicato il secondo numero «zero» di RIFORMA,
Con questo si dà avvio al processo che porterà al varo di RIFORMA in dicembre.
I redattori di RIFORMA sono grati
a tutti i lettori che vorranno far
conoscere suggerimenti per migliorare il nuovo settimanale.
L’indirizzo della nuova redazione
è, per ora, via San Pio V, n. 15 bis
- 10125 Torino - tei, 011/655278 fax
011/657542.
Un augurio e buone vacanze a
tutti. g.g.
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commenti e dibattiti
7 agosto 1992
NUOVA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
FERENTINO
L'ora facoltativa
in orario obbligatorio
La tesi del pretore di Trani sulla collocazione oraria deirinsegnamento
religioso nella scuola elementare - Una limitazione della libertà di scelta
Con una sentenza — passata quasi del tutto inosservata — il 22 giugno
scorso la Corte Costituzionale, dichiarando inammissibili e quindi respingendo
le questioni sollevate dal
pretore di Trani circa Tinsegnamento della religione
cattolica (IRC) nella scuola elementare, ha chiuso
un altro capitolo nella
controversa vicenda dell’ora di religione.
E’ la terza volta che la
Corte Costituzionale si
pronuncia su questa delicatissima materia.
La prima volta fu con
la sentenza n. 203 del 12
aprile '89: una sentenza di
grande rilievo che sancì
la laicità dello stato, la libertà di religione e di coscienza da cui si facevano
discendere; 1) il diritto
soggettivo di scelta dell’alunno; 2) la facoltatività
dellTRC; 3) l'alternativa
alTIRC come stato di non
obbligo per i non avvalentisi.
Il secondo intervento
della Corte Costituzionale
si ebbe con la sentenza n.
113 del 14-1-'91 che ribadì
in sostanza la sentenza n.
203/89; riconfermò lo stato di non obbligo per
quanti non s’avvalgano
deiriRC; affermò nell’importante punto 5 che: « Alta stregua dell’attuale organizzazione scolastica è
innegabile che lo stato di
non obbligo può comprendere tra le altre possibili
anche la scelta di abbandonare o assentarsi dall’edificio scolastico ».
Lo stato di
non obbligo
I laici e le confessioni
religiose acattoliche accolsero le due sentenze con
moderata soddisfazione,
pur nel fermo rifiuto' del
sistema concordatario e
anche se non tutti i pro
blemi relativi all’IRC nella scuola pubblica erano
stati risolti. Gravi ed irrisolte restavano le questioni connesse alle due ore
di religione nella scuola
materna ed elementare; e
non mancò chi lo fece notare e denunciò incongruenze e contraddizioni
nel sistema dell’insegnamento religioso concordatario.
Il pretore di Trani, G.
Montedoro, diede forma
giuridica a un disagio diffuso nella scuola elementare, chiamando la Corte
a pronunciarsi sulla collocazione oraria delle due
ore di religione e sul rapporto tra l’orario obbligatorio di 27 ore di lezione
settimanali e le due ore di
religione.
La tesi del
pretore
La tesi del pretore di
Trani consta di due punti:
1 ) « Se una norma prevede Un tempo scuola obbligatorio — egli dice — non
si può inserire all’intemo
di questo tempo scuola
uno stato di non obbligo,
e poiché tutta l’istruzione
elementare, per il tempo
legislativamente previsto,
non può che essere obbligatoria, l’istruzione facoltativa (la religione) non
può che essere prevista in
aggiunta »; 2) al contrario,
« chi legittimamente sceglie di non avvalersi delriRC finisce per fare due
ore in meno di lezione,
cioè solo 25 delle 27 ore
settimanali previste». Per
di più, i programmi dell’elementare prevedono im
insegnamento non confessionale di religione « verosimilmente sacrificato » a
vantaggio di quello cattolico.
Per ovviare a tali inconvenienti il pretore di Trani
SCUOLA ELEMENTARE
Era l'occasione
per fare chiarezza...
Il Comitato torinese per
la laicità della scuola ha
preso conoscenza della sentenza 290 del 22.6.1992 con
la quale la Corte Costituzionale definisce «privi di
rilievo costituzionale » gli
« inconvenienti » derivanti
dalla mancata collocazione
dell’insegnamento della religione cattolica aH’inizio o
alla fine delle lezioni, e la
privazione di due ore settimanali di insegnamento
curriculare a danno degli
alunni di scuola elementare non awalentisi dell’IRC ;
registra con rammarico
che la Corte Costituzionale abbia così dichiarato implicitamente la propria incompetenza al riguardo
rinviando le decisioni alla
giustizia amministrativa, e
chiedeva conseguentemente: a) che riRC nella scuola elementare fosse collocato all’inizio o alla fine
delle lezioni; 2) che le due
ore di religione fossero
considerate « aggiuntive »
all’orario scolastico obbligatorio per tutti di 27 ore
settimanali, in modo da
fare salvi i diritti di tutti
gli alunni.
Questa terza sentenza
della Corte Costituzionale
non ha saputo cogliere appieno la sostanza della
questione. Essa ha respinto come « inammissibile »
la richiesta del pretore di
Trani giudicando la collocazione delle due ore di
religione neH’orario scolastico un problema relativo « all’organizzazione scolastica », privo quindi di
« rilievo costituzionale ».
La Corte inoltre non ravvisa alcuna violazione di
norme costituzionali e sostiene che « l’art. 34 della
Costituzione si limita a garantire l’obbligatorietà e
la gratuità dell’istruzione
elementare ma non prevede un diritto soggettivo
ad una prestazione oraria
determinata di dati insegnamenti ». E ciò è inoppugnabile. Infatti la richiesta di collocazione delle ore di religione all’inizio o alla fine delle lezioni
giornaliere, fatta propria
anche da alcune risoluzioni parlamentari, è un criterio d’opportunità, non un
diritto costituzionale.
Ma ciò non annulla la
seconda obiezione del pretore di Trani circa la perdita di due ore di lezione
settimanali da parte di chi
non fa religione.
L’orario
obbligatorio
Se l’orario di 27 ore di
lezione è obbligatorio per
tutti, in forza di quale disposizione di legge i non
awalentisi possono sottrarsi a tale obbligo e fare
25 ore di lezione in luogo
delle 27 fissate dai programmi ministeriali? E in
tal modo essi non vengono
a p>erdere un’opportunità
formativa e un notevole
segmento del tempo scuola, rispetto agli altri alunni? Su questo punto la
Corte Costituzionale non
limitandosi, per quanto
concerne la tutela dell’eguaglianza dei cittadini di
fronte alla legge (art. 3
Cost., questione delle 25 o
27 ore obbligatorie), a citare precedenti sentenze della Corte Costituzionale,
peraltro non esplicite in
proposito.
Il Comitato deplora che
sia stata persa anche questa occasione per fare chiarezza in una materia dove
confusione e patente ingiustizia discendono con evidenza e forse anche con
intenzione dal Concordato
del 1984, e si impegna a riproporre la questione nelle
opportune sedi.
Torino, 8 luglio 1992
Comitato torinese
per la laicità delia scuola
Solidarietà con i
bambini saharawi
Un soggiorno in Italia e la sensibilizzazione: ciò che si potrebbe fare
entra nel merito. Si limita
a ribadire che lo « stato
di non obbligo » dei non
awalentisi « vale a separ
rare il momento dell’interrogazione di coscienza sulla scelta di libertà di religione o dalla religione da
quello organizzativo e delle libere richieste individuali all’organizzazione scolastica ». Una materia quest’ultima che attiene alla
competenza degli organi _
scolastici ed è priva di rilievo costituzionale.
Senonché è proprio nell’esercizio concreto dei diritti dei non awalentisi
che sorgono grosse difficoltà quali la discrimmazione tra alunni, la perdita
di tempo scuola e quindi
una limitazione di fatto
alla loro libertà di scelta.
Il diritto di libertà di religione e di coscienza va tutelato fino in fondo nel suo
esercizio senza dovere subire restrizioni o penalità
di sorta, com’è appunto
la perdita di due ore settimanali di lezione. A maggior ragione, poi, se tale
diritto coincide con un obbligo (rorario obbligatorio) e il suo esercizio non
lede o ostacola il corrispettivo diritto degli altri alunni di avvalersi dell’IRC.
Collocazione
oraria
Per questo ritengo che
la tesi del pretore di Trani sia fondata e che l’unica soluzione equa sia quella di collocare le ore di
religione al di fuori dell’orario delle lezioni obbligatorio per tutti ed in forma « aggiuntiva » ad esso,
stante il carattere facoltativo deiriRC.
Dopo quest’ultima sentenza della Corte Costituzionale la questione torna
ad essere essenzialmente
religiosa e politica, attinente ai rapporti stato-chiesa,
a] controverso Concordato
deH’84 e ad una sua ipotetica revisione o abrogazione.
E’ noto che su questo
terreno la resistenza della
gerarchia cattolica è irriducibile, così come è stata
la CEI sulla collocazione
dell’ora di religione nell’orario scolastico.
Nicola Pagano
« Viva la paz y la libertad »... si è cantato in piazza a Ferentino a conclusione di un periodo in cui è
stato ospitato un gruppo
di bambini dal Sud del Sahara.
Da alcuni anni a questa
parte la « Associazione di
solidarietà e sostegno al
popolo saharawi ». insieme
al Fronte Polisario, rap>presentante politico del popolo saharawi, organizza la
venuta in Italia di circa
250 bambini per sottrarli al
caldo del deserto nel periodo estivo.
iln seguito alla decolonizzazione il sud del Sahara
(o l’ex Sahara spagnolo) è
conteso dal Marocco e dalla Mauritania. Il diritto della popolazione a decidere
del proprio futuro passa in
secondo piano di fronte alla prospettiva di sfruttare
immensi giacimenti di fosfati. Vi è stato im periodo
di guerra e oggi il popolo
saharawi si trova esule in
campi profughi nel sud
deirAlgeria.
Le Nazioni Unite hanno
votato una risoluzione che
chiede un referendum circa il futuro di questa zona,
ma finora il referendum
non è stato fatto. Si sa che
le risoluzioni dell’ONU, come d’altronde le persone,
sono uguali ma alcune sono più uguali delle altre.
L’Associazione di solidarietà cerca di suscitare interesse e attenzione, chiedendo alle istituzioni di fare passi ufficiali e pressioni perché si attui il referendum e propone alle amministrazioni comunali di
gemellarsi con analoghi organismi del popolo saharawi.
Ma i migliori rappresentanti sono i bambini che
vengono in Italia (e in Europa), ospiti di amministrazioni comunali, colonie
estive, gruppi di solidarietà. Ci siamo trovati a dover gestire la presenza di
una ventina di bambini nella provincia di Prosinone,
dove, come altrove, la Sinistra giovanile è impegnata in questa accoglienza.
L’accoglienza a Ferentino è
nata dalla collaborazione
fra un’associazione di vo
lontariato («Il Gabbiano»,
legata alle parrocchie cattoliche) e la Chiesa valdese, con l’inserimento dei
bambini in un progetto
estivo di animazione per
200 ragazzi e ragazze della
scuola media.
Così i nostri ospiti partecipavano all’animazione di
giorno e utilizzavano le
strutture della Chiesa valdese per i pasti serali e il
pernottamento. La popolazione ha accolto subito l’iniziativa ed è stata una gara a chi poteva invitare a
casa un ragazzo del Sahara, donargli vestiario, coccolarlo.
E le istituzioni? Hanno
promesso im atto di solidarietà; per ora hanno prestato dieci brandine e messo docce senz’acqua calda
a disposizione.
Abbiamo avuto la solidarietà di molti medici (i problemi sanitari sono enormi), abbiamo potuto far
fare gratis degli occhiali,
ma grazie alla buona volontà di singoli.
Ci siamo convinti che
con uno sforzo coordinato
con altri si può fare al di
là delle proprie forze. Insomma anche oggi è possibile moltiplicare pane e pesci se si mette a disposizione il poco che si ha.
Contiamo che la Federazione delle chiese evangeliche in Italia voglia collaborare in futuro con l’Associazione di solidarietà, in particolare in vista di una catena di solidarietà che a
febbraio dovrebbe trasportare svariati container di
medicinali e viveri nei
campi profughi. Ma soprattutto nelle varie realtà delle nostre chiese l’ospitalità
estiva a un gruppo di dieci
ragazzi sarebbe certamente un obiettivo facile da
realizzare, magari sacrificando un po’ di vacanze;
sarebbe utile per fare toccare con mano alle nostre
chiese che la solidarietà
non è solo un fatto di ordine del giorno, ma qualcosa a cui tutti possono
contribuire con il loro lavoro, la loro professionalità e l’amore che il Signore
ci ha insegnato.
Mario F. Berutti
Continua a far discutere la collocazione oraria della
religione nella stuoia elementare.
RIFORMA.
TRE VOCI EVANGELICHE,
UN SOLO GIORNALE.
IL VOSTRO.
f It SKI'ÜMANAIÍ- PKI.U'. «Ufi sr
F.\Awvi i.K;m i»,\rri«qR, wirranis’n.t vai orsi
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3
7 agosto 1992
vita delle chiese
IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANI ESECUTIVI
FIRENZE
Non aboliamo i distretti
Il ruolo delle « strutture intermedie » - Che cosa significa decentramento? - Le Commissioni esecutive distrettuali svolgono un’importante funzione di raccordo che si può migliorare
Ha fatto bene Luciano Deodato a scrivere, sul n. 27 del 3
luglio del settimanale, quella valutazione intitolata « La buona
salute dei distretti » che ben
completa l’ampia e dettagliata
informazione che il giornale ha
dedicato alle recenti Conferenze
distrettuali. Ha fatto bene per
due motivi. Il primo: in mezzo
a tanti mugugni e lamentele che
in genere caratterizzano il nostro dibattito e commento alla
vita ecclesiastica, fa piacere,
ogni tanto, leggere che qualcosa
funziona. Il secondo: proprio in
preparazione del dibattito sinodale, che discuterà una proposta
già pubblicata nel primo fascicolo della relazione al Sinodo e
predisposta dalla Commissione
sul "funzionamento degli organi
esecutivi”, è a mio avviso importante riflettere ancora bene sull’attuale struttura dei distretti.
Dico subito, e chiaramente, che
sarei fortemente preoccupato se
si andasse nella direzione di una
più o meno esplicita abolizione
dei distretti o di un ridimensionamento delle funzioni estremamente importanti che sono attualmente svolte dai membri
delle Commissioni esecutive distrettuali (CED).
Senza entrare nel merito del
lavoro preparato dalla Commissione, su cui il Sinodo avrà ampio modo di discutere, vorrei dire che i motivi che, ormai da
alcuni anni, ci hanno portato a
voler semplificare quelle che,
nel linguaggio degli addetti ai
lavori, si chiamano "strutture intermedie" (cioè le assemblee distrettuali e circuitali, che si collocano tra l’assemblea locale c
quella sinodale), sono essenzialmente dei motivi contingenti. Si
fa rilevare, spesso giustamente,
che ci sono troppe riunioni che
discutono cose simili, troppa burocrazia, troppo poco tempo per
l’evangelizzazione, te visite, la
predicazione e troppo per comitati, relazioni, elezioni, ecc. Ci
vantiamo, giustamente, di avere
una democrazia articolata su
una ’’gerarchia di assemblee”,
ma tutti sappiamo che le decisioni poi vengono prese soprattutto da chi sa di più, da chi
ha più tempo da dedicare a queste cose, da chi sa intervenire
bene o presentare la mozione al
momento opportuno. Dunque
anche nella nostra sacrosanta
democrazia assembleare ci sono
parecchi limiti.
La questione però è di sapere
se basta semplificare o ridurre
i momenti assembleari, accorpare funzioni e persone, o se in
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 9 AGOSTO
ore 24,10 - RAIDUE
replica
LUNEDI’ 17 AGOSTO
ore 9,30 - RAIDUE
UN CAFFÈ’
PER LO SVILUPPO
Quando la strategia dei cristiani verso il Terzo Mondo,
anche in Italia, passa dalla
beneficenza alla modifica dei
rapporti commerciali.
DOMENICA 23 AGOSTO
ore 24,10 - RAIDUE
Replica
LUNEDI’ 31 AGOSTO
ore 9,30 - RAIDUE
IL SOLE SORGE A SUD
Il ’’Servizio cristiano di Riesi”
vece la strada da imboccare è
un’altra.
Di fatto in questi anni alcuni — per fare un nome Franco
Becchino — hanno sostenuto
con valide ragioni l’ipotesi di un
forte decentramento nella nostra
chiesa. Ora, chi ha vissuto un
po’ il cosiddetto ’’decentramento
amministrativo” tentato nelle città, con le circoscrizioni, sa benissimo che la riuscita o meno
de] decentramento — e anche
della partecipazione della gente — si gioca sul fatto che vengano effettivamente decentrate
delle funzioni importanti, diciamo una parte del potere e delle
finanze.
Fatte le debite differenze, nel
nostro caso imboccare sul serio
la strada del decentramento
avrebbe significato che ogni distretto (ad esempio) diventasse
effettivamente autonomo per
molte decisioni, dalle opere e
dal loro finanziamento alla sistemazione del campo di lavoro.
Questa strada non era sbagliata in sé: io direi semplicemente
che era improponibile'per le nostre forze, perché avrebbe significato dotarsi di quattro uffici
regionali, con personale competente. Le attuali CED sarebbero
diventate quattro piccole Tavole
e sicuramente almeno uno dei
loro membri avrebbe dovuto
svolgere tale lavoro a pieno tempo. Credo che non abbiamo le
forze per farlo, senza discutere
di alti'i problemi pure rilevanti,
come la difficilissima sistemazione del campo di lavoro, già
ora rebus perenne per una sola
Tavola e in quel caso aperto —
si fa per dire — alla concorrenza di quattro datori di lavoro.
Tuttavia, se la strada del reale
od effettivo decentramento delle
troppe funzioni attualmente concentrate nella Tavola si è rivelata poco praticabile, sarebbe
pericoloso adesso esagerare nel
senso opposto. Già un grosso
passo lo stiamo proponendo con
il progetto sulla Commissione sinodale per la diaconia e con altre strutture (come il Centro
servizi e l’Ufficio fiscale) che sono probabilmente necessarie per
la sempre più complessa gestione delle opere, perché il rispetto delle leggi ordinarie e i controlli che dobbiamo assicurare
al nostro interno per salvaguardare la nositra autonomia dalle
ingerenze dello stato siano effettivi e non solo sulla carta. Indubbiamente una grossa svolta,
su cui ancora esistono alcune
perplessità ma anche ragioni valide come quelle esposte, ad
esempio, da Gabriele De Cecco
sul n. 29 del settimanale, che
dovrà essere gestita con saggezza ecclesiastica insieme alla competenza giuridica.
Ma se, per caso, decidessimo
di affidare molte delle attuali
funzioni dei distretti ai circuiti
c se smantellassimo quel corpo
essenziale di ’’funzionari” (nel
senso migliore della parola) che
sono i membri delle CED, credo
che stravolgeremmo completamente le nostre strutture ecclesiastiche. La maggior parte delle
decisioni sinodali, tutto ciò che
potremo fare nel settore dell’evangelizzazione, la stessa riuscita o meno del settimanale comune, per non citare che tre
esempi, dipendono a mio avviso
in modo decisivo dall’esistenza
permanente e ’’istituzionale” di
questo "corpo” di dirigenti intermedi e dalla loro capacità di
raccordare le principali linee di
impegno della nostra chiesa con
realtà territoriali sufficientemente ampie e diversificate al loro
interno.
Temerei invece fortemente una
chiesa con una testa sempre più
grossa, sempre più competente,
sempre più necessitata ad assumere tutte o quasi tutte le deci
sioni importanti (e finanziarie),
con uno scheletrino debole e, come mani e piedi, una sorta di assemblearismo di base, poco
strutturato e dedito soprattutto
a scambiarsi esperienze, fare dibattiti e convegni sia pure interessantissimi. Ho fatto in altri
ambiti (per esempio con le Comunità di base e con il movimento dei Cristiani per il socialismo) esperienza di una simile
organizzazione: è stata fallimentare e non ho nessuna intenzione
di riproporla al nostro interno.
Con questo non intendo affatto sostenere che le proposte della Commissione ad referendum
vadano nel senso che ho indicato, ma desidero manifestare
chiaramente la preoccupazione
verso un possibile e pericoloso
ridimensionamento dei distretti.
Una strutturazione
ancora valida
Credo, in definitiva, che la
stnattura circuiti-distretti, con
le loro ben specificate e diverse
funzioni, che è stata pensata al
momento del l’integrazione fra
chiese valdesi e metodiste, mantenga molta della sua validità.
Certo, molto si può correggere
e migliorare, ma senza intaccare
rimpianto di fondo: anche qui,
come per molti aspetti ecclesiologici precisati nell’Intesa, dovremmo forse impegnarci di più
per farli realmente vivere al nostro interno — e non solo dichiararli all’esterno — anziché pensare di modificarli perché costano troppa fatica.
Nel momento in cui abbiamo
il coraggio di intitolare il nostro futuro giornale comune con
il nome « Riforma », perché non
pensare aH’enorme impegno, e
fatica, che uomini come Zwingli
o Calvino avranno messo in campo per realizzare la Riforma come fatto civile e non solo religioso, come trasformazione collettiva e non solo dell'individuo,
nelle Zurigo e Ginevra del loro
tempo? Le necessità di ’’rifondazione’’ morale, politica, culturale che avvertiamo come urgenti
e fondamentali nel nostro paese
(e forse in Europa) hanno qualcosa a che fare con quella Riforma.
Dunque, avanti con fiducia,
con voglia di lavorare e con positività: non disperdiamo un patrimonio che è prezioso (se ne
accorge chi mette il naso in
qualsiasi altra organizzazione,
prima di tutto i partiti); invece
di inseguire, anche noi, soltanto
dei servizi e dei diritti, caratteriziamoci come protestanti per il
fatto che alla gente chiediamo
soprattutto degli impegni. Tanti
piccoli e limitati impegni a tante
persone diverse-, ci saranno molti disponibili e gratificati per poterli accettare.
Diminuiamo i tempi di questi
impegni, non chiediamo tutto il
braccio a chi ci offre una mano,
non ’’bruciamo” le persone facendone degli ’’impegnati” a vita.
Questo se, come sono convinto,
per noi protestanti la libertà nella responsabilità personale e il
’’sacerdozio universale” dei credenti hanno anche oggi tutto il
loro autentico significato. Si
tratta solo di aiutarci l’un l’altro
a viverli anche nelle nostre modeste — e a volte frustranti —
riunioni ecclesiastiche.
Marco Rostan
I primi
diplomati
FIRENZE — Gli studenti del
CED (Centro di formazione diaconale) hanno sostenuto i vari
esami, nei loro istituti di formazione professionale; l’attività del
Centro, in quanto tale, la formazione biblico-teologica, si è
conclusa, per la terza volta. Siamo infatti a conclusione del terzo anno di attività, ancora relativamente sperimentale, anche
se via via più affermata; e il
triennio — su tre anni si articola la formazione professionale
(assistenti sociali, educatori, infermieri, educatrici e infermiere) e quella diaconale, parallela
— si è concluso lietamente: la
sera del 17 giugno il giardino del
Gould è risuonato a lungo di
musiche e canti, a festeggiare
la prima diplomata (fresca di
giornata) del CPD, Gloria Vece,
educatrice. Essa non lascerà però subito il Gould perché questo l’ha impegnata per l’anno
prossimo, non più come studentessa e ospite ma come collaboratrice, nella sua qualifica di
educatrice. Ce ne rallegriamo, e
facciamo l’augurio migliore di
gioia e forza nel servizio sia a
lei, sia a Davide Arca, il compagno di corso al CPD, che si diplomerà prossimamente quale
assistente sociale: sono i due veterani, membro delle assemblee
dei Fratelli la prima, valdese il
secondo; hanno visto, o fatto nascere il CPD, l’hanno visto e fatto crescere e vivere, in questi
tre anni, nel contesto della più
vasta famiglia del Gould e radicati nelle comunità evangeliche
fiorentine.
Ora si sta mettendo a punto
il programma per la ripresa a
fine estate; e procedono i lavori
di ristrutturazione dell’ala di Palazzo Salviati che ospiterà in
modo stabile e relativamente autosufiBciente il CPD.
CHIESA METODISTA DI MILANO
Caro diario
Abbiamo appena terminato i
nostri incontri comunitari con
una cena, tutti insieme. E’ il
77 maggio: dalla fine di gennaio,
praticamente ogni domenica pomeriggio, ci troviamo per sperimentare una nuova forma di aggregazione in questa città così
vasta e dispersiva. Passare la domenica insieme: dopo il culto
mattutino, pure il resto della
giornata. Molti sono soli, o non
sanno come passare il tempo o
hanno voglia di stare con altri
fratelli e sorelle. C’è lo spazio dello studio biblico e poi
per scambiare quattro chiacchiere, momenti di attività varie e
di festa, un bicchiere di vino
o una tazza di tè: una domenica
intensa!
La domenica dopo: 24 maggio.
Giornata comunitaria al parco
di Monza. Le comunità battiste,
quella valdese e la nostra si sono date appuntamento per il
culto, per il pranzo e per il
pomeriggio di giochi e di fraternizzazione. Caro diario, non ti
dico il lavoi'o di preparazione e
la fatica per il trasporto di tavoli e sedie. Ma credimi, ne è
valsa la pena: eravamo quasi
300 e i gioiosi momenti passati
insieme sono stati veramente
stupendi!
Qra comincia il mese di giugno. Inizia male: un nubifragio
devastante si abbatte sulla città
e la chiesa sotterranea si allaga;
è stato duro vuotarla e rimetterla « in sesto » in vista dei grossi
appuntamenti successivi. Prima
di tutto un matrimonio di due
giapponesi, da poco in Italia, che
avevano studiato in patria in
un’università metodista e per
questo sono venuti da noi. Era
buffo, a pensarci: un italiano e
uno statunitense di colore,
Ronald Schooler, che sposavano
due giapponesi! Un'altra coppia
di giapponesi, la famiglia'Toda,
da anni attiva nella nostra comunità, toma a casa: è una perdita che dispiace a tutti.
Pentecoste: una festa per la
nostra comunità. Durante il culto c’è stato un battesimo, quello
di Mattia Costa, e sei confermazioni: Giorgio Censi, Elisa Ribaudo, Pierre Ricco, Beatrice Solci,
Fabio Trotta, Michele Palumbo.
C’era chi proveniva dal corso di
catechismo e chi aveva seguito
un percorso più lungo, come
Mattia e Michele. Poi c’è stata
l’ammissione del giovane Marino
Mazzoleni, proveniente dal cattolicesimo. E ancora, il benvenuto
quali membri a stranieri che già
da tempo frequentano il grappo
anglofono e che hanno voluto
ribadire la loro appartenenza ad
un’unica comunità: Elisabeth
Akota, Boy Balàleng, Ami e Domingo Eugenio, Elisabeth Domingo, Nancy Domingo, Rolando
Domingo, Jannette Dougbaza.
Joseph Menyansah, Francis Ocloo, Edna Vaierà Clarita, Mark
Z-ueUsow. Essi provengono dalle
Filippine, dal (ìhana, dal Togo,
dagli Stati Uniti.
La chiesa era gremita, la scuola domenicale ha dato il suo saluto musicale, così come un gruppo di ghanesi ha espresso la propria gioia con il canto: il culto
è durato più di due ore, ma quasi nessuno se n’è accorto! E poi
la festa è continuata nel salone
al piano rialzato. Ma, caro diario, il fatto che dei 20 nuovi
membri di chiesa 8 siano italiani e 12 stranieri non dovrebbe
farci riflettere?
Conferenza distrettuale: la nostra comunità ospita i 150 partecipanti. Fin da venerdì sera
cominciano gli arrivi: la macchina organizzativa si era messa in
moto già da tempo. Grazie all’aiuto di una ventina di volontari, tutto procede per il meglio.
Domenica 21: è il momento
della gita comunitaria. Quest’anno tindiamo, con due pullman e
alcune macchine, a Qmegna per
ricordare il centenario della locale comunità. La nostra corale
deve sostenere il canto nel culto
mattutino in piazza e poi tenere
un concerto di un’ora nel pomeriggio. A me tocca la parte
storica: siamo tutti piuttosto tesi. La corale si prepara da mesi
e dà un ottimo concerto. Io riesco a terminare la stampa dell’opuscolo storico solo il giorno
prima, con l’aiuto provvidenziale di alcuni fratelli di chiesa.
Ma tutto va bene.
Siamo all’ultima settimana
del mese. Mentre un gruppo di
volontari si impegna per il trasloco dell’ufficio SIE in Porro
Lambertenghi, il grappo teatrale costituitosi in gennaio mette
a punto la recita di una commedia brillante. Le rappresentazioni sono due, una il sabato
sera e una la domenica pomeriggio. Il concorso di pubblico
è buono (e anche l’incasso, a
favore del Comitato milanese
migranti); gli attori recitano al
di là delle più rosee aspettative
e suscitano l’entusiasmo.
Giovanni Carrari
4
obiettivo aperto
7 agosto 1992
UN RADUNO ECUMENICO SVOLTOSI PARALLELAMENTE AL VERTICE DI RIO
Chiese cristiane e ecoiogia
L’impegno dei cristiani per la giustizia, la pace, la salvaguardia del creato - Dal « summit » la base per un cambiamento di mentalità - La natura antropocentrica della teologia cristiana e la protezione della « biodiversità »
Parallelamente al vertice di Rio de Janeiro sul pianeta Terra di
cui il nostro settimanale si è già occupato (244, 29-5, 26-6, 11-1 1992)
si è svolto un « raduno ecumenico » convocato dal Consiglio ecumenico delle chiese, a cui hanno partecipato 114 rappresentanti giunti
dalle chiese di 54 paesi. Pubblichiamo il testo delle raccomandazioni
votate in tale occasione.
Le chiese, convinte della necesÿtà di agire per salvaguardare
il benessere di tutta la creazione
e per riparare alle ingiustizie che
perpetuano la povertà nella maggior parte del mondo, hanno affrontato il vertice ’’pianeta Terra"
nella prospettiva della giustizia,
della pace e della salvaguardia
del creato. Riconosciamo le realizzazioni ed i limiti della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (Cnued).
Per la prima volta, la comunità
mondiale si è riimita per discutere problemi strettamente dipendenti fra loro, quali la distruzione dell’ambiente e la povertà
mondiale. Tuttavia, i risultati
della Conferenza danno una risposta insufficiente rispetto alla
gravità della crisi.
Da molti anni le chiese si sono
mobilitate a favore dell’ambiente e dello sviluppo ed esse proseguiranno su questa via anche
Uopo la Conferenza. Esse considerano la Cnued come una tappa nel lungo processo che mira
a ristabilire la vivibilità ecologica
e la giustizia economica. L’obiettivo del programma « Agenda
21 » 1 della Cnued dimostra che i
problemi sono a lungo termine.
Dato che è urgente andare avanti, le chiese hanno un ruolo importante da giocare; quello di
indicare, assieme alle loro comunità, i cambiamenti necessari per
uno sviluppo giusto e vivibile sul
piano ecologico. Il ruolo dei collegamenti ecumenici fra chiese
— ivi compreso quello legato al
processo « Giustizia, pace e salvaguardia del creato » — sarà
fondamentale per consentire alle
chiese stesse il prosieguo della
Cnued.
La Dichiarazione
di Rio
Il Consiglio ecumenico delle
chiese ed alcune chiese membro
hanno già avuto un ruolo attivo
nella prima fase dei negoziati
sulla Cnued, contribuendo all’elaborazione di una « Carta della
Terra », proposta all’inizio. La
Dichiarazione di Rio è forse im
compromesso accettabile tra le
posizioni sostenute da vari paesi.
La Dichiarazione riconosce che
la responsabilità dell’uomo è di
vigilare sull’insieme del pianeta;
che la crisi dell’ambiente è provocata in gran parte dalle attività industriali e dai modi di
consumo delle nazioni sviluppate, e chiede il potenziamento della cooperazione intemazionale
per trattare i problemi dell’ambiente e dello sviluppo.
Un gran numero di princìpi
(prevenzione, far pagare chi inquina, ecc.) costituiscono la base
di un cambiamento significativo
e forse anche radicale quando
questi verranno presi sul serio e
applicati. Le chiese dovrebbero
appoggiarsi alla Dichiarazione di
Rio per reclamare cambiamenti
in seno alle loro società ed a livello internazionale. Esse dovrebbero anche essere pronte a partecipare alla prossima elaborazione di una Carta della Terra
definitiva, for.se nel 1995, in occasione del 50" anniversario delle
Nazioni Unite.
La biodiversità
La ricchezza e la varietà delle
forme di vita sulla terra testimo^
Diano la creatività di Dio. Noi
riconosciamo che la tradizionale natura antropocentrica della
teologia cristiana ha permesso a
una sola specie, l’essere umano,
di distruggere e di minacciare
numerose altre forme di vita.
Inoltre, i potenti della comunità
umana cercano di acquistare diritti di proprietà su varie forme
di vita per trarne il massimo profitto.
I principi
da difendere
La comunità internazionale deve agire per proteggere la biodiversità La convenzione su que
sto programma firmata da alcune nazioni a Rio costituisce una
prima tappa, ma altre misure,
miranti a limitare l’effetto distruttore delle compagnie transnazionali e dei governi accentratori, devono essere prese con
estrema urgenza. Le chiese possono avere un ruolo importante
difendendo alcuni princìpi, fra
i quali:
— il rispetto delTintegrità di
ogni specie (cfr. « I diritti della
natura », pubblicati dall’Alleanza
riformata mondiale);
— la conservazione delle specie biologiche diverse per stabilizzare il sistema di sostegno alla
vita del pianeta, per permettere
uno sviluppo sostenibile, e per
assicurare un accesso equo alle
risorse di produzione;
— la protezione dei diritti territoriali delle popolazioni autoctone sulle cui terre si trovano
preziose specie viventi;
— il controllo della minaccia
causata dai movimenti da un
paese all’altro di scorie pericolose e la loro eliminazione (Convenzione di Basilea, 1989) nonché
i loro effetti nocivi.
I cambiamenti
climatici
Il CEC e numerose chiese
membro si sono dichiarati fortemente preoccupati per il riscaldamento del pianeta, che considerano come una minaccia alla
creazione. Esso è in gran parte
causato dalle emissioni inquinanti delle nazioni industrializzate
ma i suoi effetti nocivi toccano
maggiormente i paesi in via di
sviluppo. La convenzione sul clima firmata dalla Cnued è una
prima tappa verso la regolamentazione del problema, ma è ben
lontana dal risolverlo. Anche a
causa dell’opposizione degli Stati
Uniti, la Convenzione non fissa
né obiettivi né scadenze specifici
per limitare le emissioni dei gas
respon.sabili dell'effetto serra.
Diminuire la minaccia di un riscaldamento del pianeta implica
la necessità, per i paesi industrializzati, di cambiare radicalmente
il loro modo di vita, di ridurre
fortemente il consumo energetico e di riorientare in modo sensibile le loro economie. E’ stato
scientificamente dimostrato che
occorre ridurre le emissioni di
anidride carbonica del 2 per cento all’anno se si vuole che gli ecosistemi non venga distrutti in
modo irreversibile. Per consentire lo sviluppo dei paesi del Sud
i paesi industrializzati dovrebbero ridurre maggiormente le loro
emissioni di anidride carbonica
(del 3 per cento, ad esempio). Le
Le chiese hanno un ruolo importante nel tentativo di giungere a un
rapporto equilibrato fra uomo e natura.
chiese dovrebbero incoraggiare
le rispettive società, con ogni
mezzo possibile, a sforzarsi di
raggiungere questi obiettivi ed a
limitare altre emissioni di gas
che provocano l’effetto serra, a
proibire l’uso dei clorofluorocarburi (Cfc), a promuovere con decisione la conservazione ed il rendimento dell’energia. L’energia
nucleare non è la soluzione adatta per sostituire i combustibili
fossili, sia a livello ecologico, sia
a quello economico. (Conviene
prospettare una riduzione della
domanda di energia. Tutti i paesi, del Nord e del Sud, dovrebbero promuovere lo sviluppo delle foreste e di altre specie vegetali affinché esse potenzino la loro funzione di ossigenazione (cfr.
documento del Raduno di Seoul,
Rapporto sul colloquio di Gwatt).
Mentre i paesi del Sud proseguono il loro sviluppo, il riscaldamento della terra li incita a
non ripetere gli errori commessi
dal Nord. Limitare l’aumento delle loro emissioni è complicato da
numerosi fattori economici, tra
l’altro dal rapporto esistente fra
la povertà e la deforestazione.
Una cooperazione internazionale
ed importanti trasferimenti di risorse finanziarie e di tecnologia
saranno necessari se il Sud vuole
seguire modelli di sviluppo vivibile e giusto. L’annullamento dello schiacciante debito estero aiuterebbe i paesi del Sud a impegnarsi sulla via di un’economia
vivibile.
Ridurre il
riscaldamento
Le chiese del mondo intero dovrebbero insistere sulla necessità di cambiare in modo sensibile
il modo di vita delle comunità
locali onde ridurre il riscaldamento del mondo; esse dovrebbero appoggiare i negoziati internazionali per giungere ad accordi
più precisi sui cambiamenti climatici a livello mondiale.
Le foreste
Le foreste tropicali e subtropicali nel Sud, e boreali nel Nord,
sono un fattore essenziale alla
sopravvivenza ed alla salute della Terra e dei suoi abitanti, ivi
compreso il ruolo importante degli alberi che limitano il riscaldamento del mondo, fungendo
essi da « pozzi » di carbonio
(ndr; assorbendo l’anidride carbonica). Le chiese considerano
che le pratiche attuali di sfruttamento delle foreste, in numerosi
paesi, industrializzati ed in via di
sviluppo, sono decisamente invivibili.
In molti luoghi tali pratiche
minacciano anche le culture e la
sopravvivenza delle popolazioni
locali che dipendono da queste
foreste e che hanno vissuto per
generazioni in armonia con esse.
I paesi non sono riusciti a mettersi d’accordo per una Convenzione a questo riguardo. Alcune
nazioni si sono pronunciate a favore di una Dichiarazione di princìpi più limitata sulla gestione
delle foreste.
Nel riconoscere che lo sfruttamento delle foreste, come altre
questioni, solleva il complesso
problema della sovranità nazionale, le chiese dovrebbero c<>
munque incoraggiare azioni a livello nazionale ed internazionale,
come:
— assicurare la vita a lungo
termine delle foreste;
— riconoscere e rispettare i diritti territoriali delle popolazioni
autoctone che vivono nelle foreste ed imparare da loro come vigilare sulle medesime;
— far cessare in primo luogo
le perdite in foreste primarie ed
in ecosistemi forestali;
— protestare contro le pratiche forestali non vivibili delle società nazionali, nel loro paese o
altrove;
— dimostrarsi solidali con coloro che si oppongono alla distruzione delle foreste.
« Agenda 21 »
L’ambizioso programma di lavoro in numerosi campi deH’ambiente e dello sviluppo, messi in
evidenza nell’« Agenda 21 », continuerà ad interpellare tutti i
paesi nel prossimo secolo. Questioni importanti, ivi compresa
quella del finanziamento delle relative proposte, rimangono senza
risposta. Le chiese devono assolvere ad una loro funzione seguendo questi negoziati internazionali ed incoraggiando i rispettivi paesi a partecipare attivamente ed in modo costruttivo alla soluzione dei complessi prc>
blemi dell’ambiente e dello svi
(SOEPt)
' «Agenda 21» riguarda la desertificazione, la protezione dei mari e delPatmosfera, lo stoccaggio dei rifiuti
tossici, gli interventi ecologici nel Terzo Mondo, gli aiuti ai paesi in via di
sviluppo, ecc.
2 Questo programma mira a proteggere le specie sia animali sia vegetali,
ed a regolamentare l’accesso della comunità internazionale a queste riserve
situate in altre zone. Gli Stati Uniti
non lo hanno sottoscritto.
Claudiana editrice
NOVITÀ’
Nella « Piccola collana moderna » è uscito il n. 69 ;
EDGARD SCHWEIZER
Gesù Cristo:
l’uomo di Nazareth e il Signore glorificato
pp. 164, Lire 18.000
Qual è il rapporto tra la vita, l’opera e le intenzioni del
« Gesù storico » e la proclamazione del Cristo glorificato fatta
dalla chiesa dopo la risurrezione? E’ possibile o del tutto inutile tentare di arrivare ad un Gesù terreno non ancora interpretato dalla fede? Esempi, episodi di vita vissuta e squarci
autobiografici dell’autore danno particolare calore a queste
pagine.
FONDATA NEL 1855
Via P. Tommaso, 1 - 10125 Torino - Tel. 689804
C.C.I.A. n. 274.482 - C.C.P. 20780102 - cod. fise. 006C1900012
5
7 agosto 1992
INIZIATIVE D’AGOSTO
valli valdesi 5
VAL PELLICE
Quanto costa
intrattenere i turisti?
Un programma denso di gare, mostre, concerti, folclore: Comuni e
Pro Loco organizzano ogni anno una serie di attrattive per 1 estate
Capire rambiente
Lo studio naturalistico affiancato dalla conoscenza delle attività lavorative della zona
Anche quest’estate i turisti del
Pinerolese non saranno delusi;
Comuni e Pro Loco sono impegnati a organizzare diverse attività, dalle feste patronali alle
escursioni in montagna, nel duplice intento di interessare il
pubblico e valorizzare alcune località.
A Torre Pellice si va dai tornei di tennis presso gli impianti
di viale Dante ai concerti di musica classica organizzati nel tempio dalla Pro Loco. Non mancano le serate danzanti e figurano
anche una gara di tiro con l'arco
e una visita guidata alle cave di
Mugniva.
Alcuni concerti (Inti Illimani,
Africa United, Appalachian County e Piggy Jug Band) concluderanno il mese. Ma quanto costa
al Comune questa « estate tórrese »? Almeno 9 milioni per le iniziative organizzate direttamente
dalPamministrazione più, naturalmente, una parte dello stanziamento annuale di fondi alla
Pro Loco, senza contare le spese
a carico dei singoli promotori.
Sono poi interessanti le proposte di Prali; oltre ai percorsi
di conoscenza ambientale per
bambini, proposti dalla Comunità montana e dalla Provincia, che
terminano T8 agosto, vengono
organizzate quattro gite guidate,
in collaborazione coh i Comuni
di Perrero. Fenestrelle e Präge
TORRE PELLICE
Le bambole
«Golia»
Il "Piccolo mondo antico”, il
museo della bambola sorto nello
scorso inverno a Torre Pellice
per volontà di Samy e Guido
Odin si è arricchito in questi
giorni di un nuovo spazio espositivo dedicato al mondo delle
bambole "Golia”, un mondo assai diverso da quello ottocentesco delle bambole di biscuit di
produzione francese presentate
fin qui all’attenzione del pubblico. Le bambole Golia sono frutto della creatività geniale, verso
la fine degli anni ’40, del caricaturista Golia c dì sua moglie
Giù. 1 diversi tipi di umanità
rappresentati portano al mondo
un messaggio di gioia, ironia e
buon umore.
« E’ un modo anche per ricordare la figura di Già Golia,
scomparsa nei mesi scorsi — dice
Samy Odin —; oltre alla produciotte di queste particolari hamhnle questa artista è stata per
noi preziosa collaboratrice avendo dipinto i fondali di tutti gli
spazi espositivi del nostro museo ».
Un musco che in questi primi
mesi di apertura al pubblico ha
liscosso un notevole successo;
sono già alcune migliaia i visitatori, parecchi anche dall’estero,
molti dei quali hanno voluto dimostrare la loro simpatia all iniziativa degli Odin.
Ma il "Piccolo mondo antico”
in questi mesi non è soltanto a
Torre Pellice; dal 25 aprile al
mese di ottobre le bambole della collezione Odin rappresentano
l'Italia in Belgio a « Europa
ludens », una mostra di 24 musei del giocattolo dove i 12 paesi d’Europa propongono il meglio delle loro culture nel settore
del gioco.
lato. Per le attività estive, a parte 15 milioni stanziati dalla Provincia per le escursioni educative, il Comune di Prali ha contribuito alle spese della Pro Loco e
della Comunità montana con 2
milioni e 800 mila lire.
Fenestrelle, da parte sua, ha
stanziato per la sola stampa di
un pieghevole sul Forte ben quattro milioni e mezzo. Fra le iniziative, a parte le visite al Forte
San Carlo (che peraltro si possono effettuare tutto l’anno) nei
giorni 8, 12, 14, 22, 29 agosto vengono organizzate delle visite guidate di un giorno al parco Orsiera, con pranzo presso il centro di
Pra Catinat e visita al forte. E
ancora una mostra artigianaleartistica (il 9 agosto), un concerto d’organo del maestro Luciano
Fornero e, infine, in occasione
della festa patronale di S. Luigi,
il 25 agosto, avrà luogo una sfilata del gruppo folcloris.tico.
A Pragelato i milioni forniti
dal Comune alla Pro Loco per
le attività dell’intero anno sono
stati 14, di cui due impiegati per
le attività estive e diverse iniziative, tra cui quelle organizzate
con i Comuni limitrofi.
A Pramollo il contributo coniunale alla Pro Loco è di 700 mila
lire. Ogni borgata organizza le
proprie manifestazioni: torneo
di calcio, staffetta in montagna,
mostra gastronomica « Passato
prossimo, passato remoto », mentre il 15 agosto avrà luogo una
grande festa per bambini sul tema: « Il giocattolo povero ».
Ci spostiamo a Pinasta; dai
13 al 17 agosto si svolgeranno le
feste patronali, con orchestra e
mostra mercato, mentre il 14 ci
sarà uno spettacolo di fuochi
d’artificio e il 16 un torneo a
squadre di pallone e gara ai
bocce.
A Villar Perosa invece le manifestazioni più importanti si sono 'già svolte: a giugno lo spettacolare Palio dei Comuni e la
prima settimana di agosto la ‘esta patronale. Il contributo alla
Pro Loco per queste due attività
è stato di circa 5 milioni e mezzo.
Federica Toum
C’è o c’è stato un gran viavai di gruppi di giovani quest’estate in vai Pellice; in molti casi
si è trattato di gruppi votati alla conoscenza dell’ambiente, superando quella che era una mentalità diffusa un tempo, delle
"colonie". Così vari gruppi sono
saliti da Torino al campeggio
comunale di Rorà, altri da
Barge sono saliti alla conca del
Pra, altri ancora, organizzati dal
WWF, hanno trascorso alcune
settimane alla foresteria della
Rocciaglia a Pradeltorno.
Abbiamo incontrato questi ultimi.
« Ogni anno il WWF Piemonte — spiega uno degli animatori,
Matteo — organizza dei campi
in località della nostra regione;
ne vengono organizzati per i più
piccoli, per i ragazzi e anche per
gli adulti. Sono campi di attività naturalistiche, di conoscenza del bosco e dell’ambiente, ma.
anche di contatto con attività
locali, da quelle agricole a quelle artigianali; con i più piccoli
si fanno anche attività ludiche
mentre con gli adulti si fanno
anche attività ’’scientifiche” tipo analisi delle acque ».
Come è avvenuta la scelta della vai d’Angrogna?
« £’ stata abbastanza casuale:
avevamo chiesto a molte strutture dell’area torinese e dalla
Foresteria valdese di Torre Pellice ci avevano proposto la Rocciaglia. Devo dire che siamo rimasti molto soddisfatti di questa opportunità; soprattutto l’accoglienza da parte della popolazione, degli amministratori e di
rappresentanti delle associazioni
ambientaliste è stata ottirna. C’è
stata collaborazione e ci è stato
possibile organizzare gite, lavorare alla pulitura di sentieri, seguire le fasi di mungitura in
aziende agricole, incontrare persone che facevano il pane. Tutto
ciò è stato estremamente positivo ed arricchente per dei ragazzini provenienti da tutta Italia
e per i quali le attività svolte
sono state spesso delle vere e
proprie scoperte ».
Tornerete in vai d^Angrogna?
« £’ probabile, anzi, vista la
collaborazione penso che sarebbe interessante proporre qui anche i campi per adulti interessati a conoscere una realtà ed
un ambiente come la vai Pellice
dove coesistono non solo aspetti
di notevole valore ambientale,
ma anche storico e culturale ».
P. V. R.
LA ’’RENCONTRE” AL COLLE DELLA CROCE
MASSELLO
Le sfide del 2000 La scuola e la storia
In una splendida giornata si
è svolto domenica 19 luglio l’annuale incontro del colle della
Croce, giunto alla 59esima edizione. In un clima di grande fra;
ternità giovani e meno giovani
si sono ritrovati fin dal mattino
per il culto, animato da un gruppo di giovani guidati dal diacono Massimo Long.
Dopo il pranzo, consumato a
gruppetti lungo il piccolo torrentello, è stato un incrociarsi di
saluti e di benvenuto fra vecchi
e nuovi amici: erano saliti al
colle dall’Olanda, dalla Franconia, da molte località della Francia e d’Italia, anche dalla Sicilia.
In mezzo a tanti giovani due
ottuagenari fedeli alla « rencon
COMUNITA’ DI BASE
Incontri
PINEROLO — Le comunità
di base di corso Torino e di
Candiolo organizzano un incontro con alcuni giovani della comunità di Nantes. Il programma
alterna momenti di studio e riflessione a esperienze comunitarie e gite in montagna e... a Torino. .
Temi in discussione: «Ricchi
nelle nostre differenze», «America: 500 anni di conquista».
L’invito a partecipare è rivolto
ai giovani tra i 14 e i 20 anni.
Per informazioni : Caterina
(0121/78105) o Paolo (0121/
500820).
tre » e al servizio alla causa del
Signore: Domenico Abate e
Robert Coquillard (vedi foto).
Negli interventi pomeridiani il
past. Christian Mazel (fra gli organizzatori dell’incontro intemazionale, la settimana precedente,
a Mérindol nel Luberon) ha sofi
tolineato l’attualità dei valori
della Riforma; il past. Giorgio
Toum ha brillantemente rimarcato il grande fatto storico dei
tre valdismi: dalla Provenza all’Israele delle Alpi al Sinodo di
Chanforan; Attilio Sibille, di Radio Beckwith, è intervenuto sulla
necessità di un mondo più giusto e attento ai problemi ecologici nel quadro dell’Europa degli stati liberi, senza frontiere:
« Operare per il progresso —
ha detto Sibille — non vuol però dire sfruttare in modo esagerato le risorse, ma muoversi su
una linea di pace e solidarietà ».
« Nelle nuove sfide che il mondo del 2000 ci propone, con le
nuove conoscenze scientifiche —
ha aggiunto Domenico Abate —
è importante non lasciarsi prendere da facili superstizioni; solo
la parola di Dio è per noi credenti la verità. In questo secolo
che volge al termine abbiamo
assistito a grandi mutamenti;
l’Europa è nel complesso ricca,
in marcia, ma dovrà sapere evitare i guasti del consumismo, illuminata dalla potenza dello Spirito di Dio ».
La bella giornata si è conclusa
con i saluti intorno alla croce
e l’immancabile « Chant des
adieux ».
D. A.
Aperta una mostra per ricordare Enrico Balma
Alcuni anni fa le scuolette
Beckwith di Massello furono
sottratte al loro naturale degrado e rimesse in buono stato con
grande impegno di lavoro e di
denaro per riacquistare la loro
funzione sociale nei confronti
della popolazione. A Campolasalza si decise di utilizzare periodicamente il piccolo locale
per ricordare figure scomparse,
che a Massello avevano svolto
un’attività proficua ed apprezzata.
Accanto ad un teologo di importanza internazionale come
Giovanni Miegge, seno state presentate anche persone legate alla comunità di Massello da un
lavoro semplice, senza risvolti
clamorosi, e questo con il preciso scopo di significare che nella nostra chiesa tutti hanno il
loro posto e la fedeltà nelle piccole cose ha lo stesso valore delle opere di rilievo.
Sabato 25 luglio si è quindi
aperta la mostra dedicata al
maestro Enrico Balma (18771957), che fu « régent de paroisse » per 31 anni nella scuola
principale del Comune, con la
seconda moglie Adelina Coucourde. Un’interessante personalità
di educatore, rigido e preparato
(aveva conseguito il diploma
magistrale al « Rayneri » di Pinerolo), con molteplici interessi, ma sempre legato strettarnente alla propria chiesa. Terminerà la sua carriera scolastica a
San Pietro Val Lemina e darà
il suo contributo come membro
del concistoro di Pinerolo alla
vita ecclesiastica di quella comunità.
I pannelli esposti nella scuo
letta lo presentano con la sua
seconda moglie e i figli: Ida, che
sposerà un altro notissimo massellino, il prof. Teofilo Pons, Arturo, Giulietta, Elsa, insegnante
e preside alla Scuola latina di
Pomaretto; ricordano la sua
partecipazione alla fondazione
dell’« Associazione pedagogica
valdese», il suo incarico di giudice conciliatore, la collaborazione ai settimanali locali.
La mostra rimarrà aperta fino al 30 settembre-e sarà indubbiamente per i visitatori un utile momento di riflessione su
una persona che può essere presa a simbolo della preoccupazione per l’istruzione e la cultura che nei secoli passati ha
animato la Chiesa valdese.
L. V.
Loc. Pis della Gianna
apertura
dal r giugno
al 30 settembre
più
i fine settimana
e festività
per prenotazioni
tei. (0121) 930077
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LA QUALITÀ
DELL' OSPITALITÀ
1
CHIUSO IL martedì
6
valli valdesi
7 agosto 1992
PER IL MESE DI AGOSTO
CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI
Una fitta serie di appuntamenti: dibattiti, conferenze, mostre, concerti e gli incontri all’aperto - L’estate alle
Valli prevede un certo numero di scadenze « istituzionali », ma anche la possibilità di incontrarsi fraternamente
Venerdì 7
TORRE PELLICE — Alle ore 17, nei locali della biblioteca valdese, incontro con Vittorio Foa, che presenta il libro « Il cavallo e la torre », mezzo secolo di
storia attraverso le memorie di un militante partigiano.
Centro culturale valdese tei. 932566.
Venerdì 7-sabato 8-domenica 9
TORRE PELLICE — In piazza Muston si tengono
le « Giornate di Radio Beckwith ».
Il programma prevede l’apertura della festa venerdì alle 19; alle 21, concerto di musica country col gruppo « Wild Thyme ».
Sabato, dalle ore 9, prenderà il via un torneo di
ping-pong per soli dilettanti; alle ore 17, tavola rotonda sul tema: « Il rapporto Nord-Sud; im problema dalle radici lontane » con interventi dell’on. Lino Debenetti (Per uno sviluppo ecosostenibile) e di Salvatore Merola (Il commercio equo e solidale: l’esperienza della
CTM). Alle ore 21, concerto di musica anni ’60-’70, con
i « Garage boys ».
Domenica 9 agosto alle ore 10, momento conclusivo
della « Caccia alla lattina »; alle ore 11, momento biblico. Nel pomeriggio, dalle ore 15,30, rassegna di cantautori con Maurizio Volpe e Tullio Rapone. Alle ore 17,30
concerto di musica sudamericana col gruppo « Runa Jaqui » (Ecuador); nell’intervallo intervento di esponenti
dell’Associazione per il dono del midollo osseo.
Alle ore 21 vecchia e nuova musica occitana con
«Lou Dalfìn». Durante le giornate funzioneranno servizio
ristorante, bar, stand a cura di Amnesty International,
Lega Ambiente, Greenpeace, Lega difesa del cane,
ANFASS. Per informazioni tei. 0121/91507.
Sabato 8-martedì 17
TORRE PELLICE — Ogni sera alle 20,30, « Incontri intorno alla fede » presso l’Esercito della Salvezza,
in via Cavour 9. Per informazioni tei. 0121/932388.
Sabato 8
AGAPE — Inizia il campo giovani sui tema: « Caro
mercato europeo del lavoro », che si conclude il giorno 15. Tel. 0121/807514.
Domenica 9
VILLASECCA — Alle ore 15 si tiene una riunione
all’aperto in località Bovile *.
POMARETTO — Alle ore 15 si tiene una riunione
all’aperto in località Clot Boulard ♦.
Sabato 15
VILLASECCA — Il tradizionale incontro del XV
agosto si tiene in località Peschiera di Villasecca superiore. Il programma prevede il culto alle ore 10,30,
presieduto dal pastore Ruben Artus. Dopo il pranzo
al sacco, nel pomeriggio, sono previsti interventi di
Violeta Bertinat, sul tema delle donne, dei giovani e
dell’educazione alla fede nelle chiese del Rio de la
Piata, e di Alba e Marco Tullio Fiorio sulla loro esperienza africana per conto della Cevaa.
I membri delle corali sono invitati a partecipare
proponendo inni cantati alle ultime Feste di canto.
Per accedere al luogo dell’incontro: alTarrivo nell’abitato di Chiotti, imboccare la strada per Villasecca
superiore; seguiranno indicazioni opportunamente predisposte.
Domenica 16
TORRE PELLICE — Alle ore 17,30, presso il tempio valdese, il pastore Claudio Pasquet parla sul tema:
« Un papa per tutti i cristiani? ».
AGAPE — Inizia il campo teologico, che si conclude il 23, sul tema: « Religioni e culture ». Tel. 0121/
807514.
VILLASECCA — Alle ore 15 si tiene una riunione
all’aperto in località Combagarino *.
MASSELLO — Alle ore 15 si tiene una riunione
all’aperto in località Porte *.
Mercoledì 19
TORRE PELLICE — Alle ore 21, presso la sala consiliare, dibattito organizzato dall’Associazione culturale
« F. Lo Bue » sul tema: « America 1492-1992: Giuliano
Gliozzi, interprete delle ideologie colonialistiche ». Relatore il prof. Enrico Rambaldi, dell’Università di Milano. (Per informazioni tei. 0121/91507).
Giovedì 20
TORRE PELLICE — Dalle ore 9, presso la Casa
valdese (via Beckwith 2) si tiene un convegno organizzato dal Centro culturale valdese sul tema: « Protestanti e politica nel mondo moderno ». Intervengono
Mario Miegge, Giulio Giorello, Massimo Bubboli. Per
informazioni Centro culturale valdese (tei. 0121/932566).
TORRE PELLICE — Alle ore 17,30, presso la Casa
valdese, si tiene im incontro con Giulio Giorello sul
tema: « Scienziati e credenti, storia di un dialogo ».
LUSERNA SAN GIOVANNI — Alle ore 15, presso
il tempio del Ciabas, si tiene l’assemblea plenaria della
TEV.
Venerdì 21
TORRE PELLICE — Alle ore 21, presso ii tempio,
si tiene un concerto della Corale valdese di Torre Pellice, che festeggia gli 80 anni di attività.
TORRE PELLICE — Con orario 9-13, nell’aula sinodale, si tiene il convegno pastorale sul tema: «L’Europa campo di missione, quale ecumenismo?». Nel pomeriggio, riunione del corpo pastorale (ore 15-19) che
prevede: relazione della commissione che riferisce su
23/SI/91 (formazione pastorale, formazione al pastorato, periodi sabbatici). Relazione della commissione incaricata di riferire su struttura e programma di formazione dei predicatori locali.
Sabato 22
TORRE PELLICE — Alle ore 21, presso il campo
sportivo comunale di viale Dante, si tiene un concerto
degli « Inti Illimani » organizzato da Radio Beckwith
evangelica in collaborazione con la Pro Loco lAT. (Tel
0121/91507).
TORRE PELLICE — Con orario 9 13 e 14,30-16 prosegue il corpo pastorale che prevede: esame di fede dei
candidati; commissione culto e liturgia; varie.
TORRE PELLICE — Alle ore 9 (!=■ convocazione)
e alle ore 16 si tiene nell’Aula sinodale l’assemblea ordinaria della Società di studi valdesi.
Domenica 23
I candidati al ministero pastorale predicano secon
do la seguente distribuzione: Ursel Koenigsmann (Luserna San Giovanni, ore 10); Maria Adelaide Rinaldi
(Pinerolo, ore 10); Giuseppe Ficara (Villar Perosa, ore
10); Donato Mazzarella (Villar Pellice, ore 10,30); Paolo Tognina (Pomaretto, ore 10). Per informazioni, CED
(past. Noffke, tei. 0121/51372).
'TORRE PELLICE — Alle ore 15,30, nel tempio, si
tiene il culto d’apertura del Sinodo valdese-metodista.
TORRE PELLICE — Alle ore 20,45, presso la Casa
valdese, si tiene la serata pubblica della Società di
studi valdesi. Verranno presentati i volumi di Salvatore
Caponetto sulla Riforma in Italia e di Emidio Campi
sul protestantesimo nei secoli. Intervengono i professori Massimo Firpo, dell’Università di Torino e Paolo
Ricca della Facoltà valdese di teologia. (Per informazioni Società di studi valdesi, tei. 0121/932179).
RODORETTO — Alle ore 15 si tiene una riunione
all’aperto in località Campo Clot *.
TORRE PELLICE — Per i membri delle corali che
si impegnano a cantare durante il culto di apertura del
Sinodo, l’appuntamento è per le ore 14,45, alla Casa
unionista, per la prova dell’inno 61 sotto la guida del
m. Jean-Louis Sappé.
Lunedì 24
AGAPE — Si apre il campo politico, che termina
il 31, sul tema: « Il capitalismo reale ». (Tel. 0121/
807514).
Venerdì 28
AGAPE — Si apre il IX incontro ebrei-cristiani,
che si conclude il 1° settembre, sul tema: « Le sfide e
le prospettive del dialogo». Tel. 0121/807514.
TORRE PELLICE — Il Centro culturale valdese
organizza im incontro di testimonianze e ricordi sul
libro di Cinzia Rognoni: « Mario Alberto Rollier, un
valdese federalista». (Per informazioni tei. 0121/932566).
Domenica 30
POMARETTO-VILLASECCA — Alle ore 15 si tiene
una riunione all’aperto in località Eiciassie*.
TORRE PELLICE — L’Associazione amici del Collegio valdese organizza la classica « giornata » che inizia alle 12,30 con il pranzo sociale alla Foresteria. Alle
14,30 si tiene l’assemblea dei soci.
TORRE PELLICE — Alle ore 15, alla Casa valdese,
si apre il XXXII convegno di studi sulla Riforma e i
movimenti religiosi in Italia, organizzato dalla Società
di studi valdesi, dedicato al tema: « Eretici ed eresie
medievali nella storiografìa contemporanea ». Il programma prevede per la giornata inaugurale la relazione del prof. Ovidio Capitani (Bologna) su: « Eresie nel
Medioevo o Medioevo ereticale? ».
Lunedi, ore 9: prof. Peter Biller (New York): «Le
ricerche eresiologiche in area anglosassone ». Prof. Romolo Cegna (Milano): «Le ricerche eresiologiche in
Polonia e Cecoslovacchia. Ore 15: prof. Giorgio Cracco (Torino): «Le ricerche eresiologiche in Italia». Prof.
Werner Maleczeck (Graz): «Le ricerche eresiologiche
in area tedesca». Prof. Roberto Rusconi (Salerno):
« Valdesio di Lione e Francesco d’Assisi, valdesi e francescani ».
Martedì, ore 9: prof. André Vauchez (Parigi X Nanterre): «Le ricerche eresiologiche in Francia». Tavola rotonda finale.
Nel pomeriggio, comunicazioni a tema libero. Il
programma è suscettìbile di modificazioni. Per informazioni: Società di studi valdesi (tei. 0121/932179).
Riunioni organizzate dalle chiese valdesi della vai Germanasca.
Mostre
Per tutto il mese di agosto si potranno visitare a
Torre Pellice, presso il Centro culturale valdese, la mostra «Acqua, luce, fuoco in Val Pellice» (nei giorni di
apertura del Museo, giovedì, sabato, domenica ore 15-18)
e «Italo Hugon: 50 anni di cartoline illustrate» (ore
9-12 e 15-17) ; a Massello, nella scuoletta di Campolasalza,
la mostra dedicata al maestro Enrico Balma.
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7
7 agosto 1992
lettere
UNA NUOVA CRISI
Ci risiamo! Proprio vicino alle elezioni presidenziali USA. la crisi del
Golfo ricomincia più pericolosa e minacciosa che mai!
Di chi la colpa di tutto? Del solito
pazzo di nome Saddam Hussein! E'
questa l'impressione che si ha leggendo giornali e ascoltando i vari notiziari che circolano, salvo qualcuno
molto raro. Il solito pazzo Saddam
impedisce agli osservatori ONU di entrare e ciò vuol dire che sta preparando qualcosa di terribile, qualcosa
che merita un'altra guerra, altri bombardamenti, altro sangue, altre distruzioni!
Ma siamo sicuri che il pazzo sia
solo lui? L'hanno detta i nostri politici e i cari giornalisti l’altra faccia
della medaglia? L’hanno detto che —
da quando è finita la guerra — l’embargo totale all'Iraq non è stato tolto? Embargo totale non vuol dire impedire all’Iraq di armarsi nuovamente
(e su questo credo che siamo tutti
d'accordo: sarebbe una disgrazia per
tutti), ma embargo totale vuol dire anche: impedire i'importazione di cibo
e di medicine.
A causa dell’embargo anche di cibo, di medicine, di pezzi di ricambio
di macchine agricole e di depurazione, più di 200.000 iracheni (in particolare bambini e tutti naturalmente
poveri) stanno ancora morendo (oltre
a quelli già morti per la guerra e per
le conseguenze postbelliche) di fame,
di malattie, di tifo (a causa deH’acqua inquinata). Non sono ipotesi cadute dal cielo, sono i risultati di testimonianze e di indagini ufficiali: rapporti della FAO, di Greenpeace, dell'Università di Harvard, ecc.
in effetti, funzionano circa solo il
50% delle pompe per la depurazione
dell’acqua, si potranno raccogliere solo il 25% dei cereali necessari, solo
I 30% delle macchine agricole sono
n funzione e il 20% delle pompe di
rrigazione per mancanza di pezzi di
ricambio.
A Ginevra c’è sì il Dipartimento
per le questioni umanitarie, che ha
un’unità speciale per l’Iraq e un programma di assistenza nel paese, ma
i suoi aiuti sono molto insufficienti
(anche grazie al fatto che né USA
né Inghilterra e in parte la Francia
hanno appoggiato economicamente tale piano) e, certamente, non si può
pensare che un governo dittatoriale
come quello iracheno — in situazione
di estrema penuria — dia la precedenza alla povera gente o ai nemici
curdi e sciiti.
E’ logico che, in una situazione simile, non vi sia una distribuzione
equa degli aiuti. La colpa però non
è solo di Saddam (lo sappiamo ormai
che lui si serve degli iracheni per
mantenere il suo potere e non è al
servizio del popolo!). La colpa maggiore ce l’ha rONU (o meglio: gli
Stati Uniti e i governi ad essi subalterni, perché è la superpotenza di turno!).
Non si può mettere in ginocchio un
dittatore decimando la sua popolazione!
E’ crudele, è contro ogni etica civile e militare! Anche il codice militare vieta questi atti infami contro i
nemici, eppure nessuno osa obiettare
e i giornalisti che dicono la verità a
metà sono complici di questo assassinio di massa. L'embargo totale colpisce la povera gente, non colpisce
Saddam Hussein che, anzi, rafforza il
suo potere: colpisce le parti più deboli del popolo iracheno e questo è
mostruoso.
E un’altra guerra cosa risolverebbe?
Farebbe altre centinaia di migliaia di
morti, distruggerebbe ciò che è rimasto, metterebbe in pericolo la pace mondiale, aumenterebbe 1 odio contro gli occidentali. E il governo di
Saddam? Forse resterà ancora in sella o cadrà, ma insieme a lui sarà distrutta una civiltà e una nazione.
Non è con lo sterminio di massa,
non è con la paura, non è con la
vendetta e la punizione (a danno so
eco
delle valli valdesi
Via Pio V, 15 - 10125 Torino
Tel. 011/655278 - 0121/932166
Dir. respons. Franco Giampiccoli.
Aut. Trib. Pinerolo n. 175.
EDITORE: A.I.P. - via Pio V, 15 10125 Torino - ccp 20936100 - tei.
011/655278.
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice.
FONDO DI SOLIDARIETÀ': cop n.
11234101 intestato a « La luce»
via Pio V, 15 - 10125 Torino.
prattutto di gente non colpevole) che
si cambia la situazione, ma solo attraverso una politica diversa in tutto
il Medio Oriente, una politica che non
privilegia il ricatto economico, militare e politico ma che realizza il dialogo
e la solidarietà tra i popoli.
Solo così i dittatori di turno potranno trovare un terreno poco fertile
per i loro interessi, se no, eliminato
uno, ne spunteranno sempre dì nuovi
e la pace sarà sempre in pericolo.
Lottiamo per il diritto al futuro, un
futuro di pace e di solidarietà! Lottiamo perché tutti i popoli (e non solo alcuni) possano avere il diritto alla vita e al rispetto degli altri!
Nino Gullotta, Pachino
FEDELTÀ’ E’...
Caro Direttore,
nella rubrica « A colloquio con i
lettori » dei numeri 26 e 27 è stata
molto fraternamente citata la nostra rivista mensile ed entrambe le volte
con un errore in tutta buona fede da
parte dei corrispondenti ma molto pregiudizievole ai finì di una informazione che è opportuno che giunga corretta ai lettori del giornale.
Nel n. 26 del 26 giugno '92 a p.
11 il periodico è indicato, a firma
Marco Ricca, con la sua antica testata « Fedeltà apostolica ». Nel n. 27 del
3 luglio '92, p. 15, a firma Giovanni
Gönnet, è detto « Fedeltà della Chiesa
apostolica (Prato) ».
Vengo a far presente che « Fedeltà » è un « Mensile di in-formazione »
che non è della Chiesa apostolica
(italiana), né tantomeno di quella di
Prato, città ove il direttore sì ritrova
ad abitare. Questa la ragione per la
quale dal gennaio del 1990 è stata
abbandonata l’aggettivazione « apostolica », e ciò proprio per una fondamentale chiarezza quanto all’identità
sempre in fieri del periodico che è
riassumibile nelle seguenti brevi proposizioni che chiediamo di voler cortesemente pubblicare.
• Fedeltà è un mensile di in-formazione indipendente...
• Fedeltà è un mensile evangelico...
• Fedeltà è un mensile ecumenico...
• Fedeltà è un mensile protestante...
• Fedeltà è un mensile laico...
• Fedeltà è un mensile libero...
• Fedeltà è un mensile gratuito...
Mario Affuso, Prato
IN RICORDO
DI M’HAMMED
Quali promotori di una raccolta di
offerte per la famiglia di M'Hammed
Fitas deceduto per un incidente stradale, vorremmo ringraziare tutti i commercianti che hanno collaborato con
l'iniziativa e tutti quei cittadini (compresi molti villeggianti) che hanno voluto aderire, specialmente durante il
mercato di venerdì 24 luglio. Sono già
stati consegnati ai familiari 4 milioni
e 100 mila lire e la sottoscrizione resta ancora aperta alcuni giorni.
L’adesione in massa della popolazione della valle ha voluto dimostrare
l'apprezzamento per l'amico marocchi
no nella consapevolezza del ruolo che
M’Hammed ha saputo avere nell'integrazione tra gente di culture diverse
abitanti nella nostra valle.
Franco Pallard,
Walter Mollea, Torre Pellice
DISCUTIAMO
Ratzinger e « compagni » se la prendono ancora una volta con gli omosessuali, gli unici, oggi (ebrei e donne sono ormai terreno troppo scottante), a poter essere colpiti senza suscitare troppe proteste nell’opinione pubblica.
Attorno alle posizioni della Congregazione per la dottrina della fede si
sono sentite le più interessanti e varie voci, molte delle quali rivelano solo l’ignoranza, i pregiudizi e l’opportunismo di chi le ha espresse.
Tuttavia crediamo sia sfuggito a
molti un punto importante, ossia il
perché di una presa di posizione così
dura da parte della Curia romana.
Dopo aver ■■ sistemato » le chiese
europee più vive (come quella olandese) sostituendo nel giro di pochi anni i vescovi « scomodi »; dopo aver
zittito, con lo stesso sistema e con
qualcosa in più, le chiese dell’America Latina, in odore di marxismo;
dopo aver fatto di tutto per controllare la preparazione del prossimo Sinodo delle chiese africane; dopo aver
smosso le acque in ogni modo per
« liberare » le chiese dell’Est e riaffermare il dominio cattolico in barba
all’ecumenismo, alla Curia romana non
resta che una spina nel fianco: la
chiesa statunitense, troppo indipendente. A questo punto occorre fare il possibile per contrastare in tutti ì modi
le idee innovatrici di certi vescovi,
screditandole più che si può, soprattutto in vista delle prossime elezioni
presidenziali.
I gay, per quanto detto sopra, sono
un ottimo bersaglio e sparare a zero
su di essi può far comodo in un periodo storico in cui sono venuti meno
certi ■ valori » e da certe parti si chiede un ritorno alle vecchie certezze:
« Dio, Patria e Famiglia ».
Ma, a parte questi problemi essenzialmente politici, la lettera ai vescovi americani pone in evidenza un problema grave e complesso. Molti commenti hanno ripetuto fino alla nausea
che il sesso, e tutto quanto è ad esso
legato, ha un solo fine: la procreazione.
Ciò conferma quanta strada occorra ancora fare per avere le idee più
chiare sulla sessualità.
Noi, « poveri » omosessuali, non
possiamo avere figli ma forse abbiamo unà visione della sessualità meno ristretta e costretta dì ohi si appella ad essa per mantenere certe situazioni di potere e di controllo, o più
semplicemente di chi conserva della
sessualità una visione peccaminosa
eccessiva. Noi, pur nei limiti della fragilità di tutte le creature umane, crediamo che la sessualità, dono di Dio,
possa avvicinarci a lui ed alle sue
creature, rendendoci più partecipi al
suo disegno di amore.
Discutere assieme di tutto ciò, più
AUTORIPARAZIONI
Costantino Marco
Officina autorizzata FIAT
LA PRIMA IN PINEROLO
Via Montebello, 12 - Tel. 0121/321682
PINEROLO
che condannare, servirebbe certamente a tutti quanti!
Ass. omosessuali credenti
Davide e Gionata,
Torino
SOCIETÀ’ DI
STUDI VALDESI
1 soci e gli abbonati sono pregati
di mettersi in regola con le quote.
L’elenco dei morosi verrà inserito nel
prossimo Bollettino.
B Oggi
e domani
Concerti
TORRE PELLICE — Giovedì 6 agosto, alle ore 21, presso il tempio valdese, si svolgerà un concerto deli'» Assieme strumentale George Gershwin ».
TORRE PELLICE — Giovedì 13 agosto, alle ore 21, nel tempio valdese,
a cura della Pro Loco, si svolgerà un
concerto della vincitrice della cat. C
del concorso pianistico Czerny.
Ancora un concerto organizzato dalla Pro Loco avrà luogo il successivo
giovedì 20, sempre nel tempio valdese, con 1’« Accademia del ricercare ».
Manifestazioni
Fondazione
Dott. Enrico Cardiol
I fondi disponibili consentono, per Tanno accademico
1992-’93, l’erogazione di borse
di studio alla memoria del
Dott. Enrico Gardiol.
Gli studenti valdesi che intendano avviarsi agli studi
universitari per esercitare
nelle valli le professioni di
medico, notaio, avvocato, segretario comunale, possono
richiedere una borsa di studio indicando:
— risultati conseguiti negli
studi medi superiori
— facoltà universitaria prescelta
— condizioni economiche personali e famigliari
— previsione delle spese che
intendono pagare con la
borsa di studio.
I contributi saranno erogati entro il corrente anno solare.
Per ulteriori informazioni
rivolgersi alla Presidenza del
Collegio valdese (via Beckwith 1 - 10066 Torre Pellice,
tei. 0121/91260).
Redattori e tipograH esprimono la
loro simpatia cristiana a Emmanuele
Pasohetto e a tutta la sua famiglia per
la scomparsa del suocero
Gino Saccomani
Torre Pellice, 7 agosto 1992
RINGRAZIAMENTO
c( Io alzo gli occhi ai monti...
Donde mi verrà l’aiuto? Il mio
aiuto viene dall’Eterno, che ha
fatto il cielo e la terra ».
(Salmo 121: 1-2)
I familiari di
Luigi Rambaud (Gino)
nel desiderio di farlo personalmente,
vogliono ringraziare tutti coloro che
in questo momento di profondo dolore
rimangono loro vicini.
Siamo riconoscenti in modo particolare : aU’elisoccorso, ai volontari deUa
Croce Rossa di Torre Pellice, aRe forze dell’ordine, alle associazioni ed a
tutti gli amici che si sono prodigati
rendendo meno dolorosa questa circostanza.
VUlar Pellice, 1 agosto 1992
TORRE PELLICE — Sabato 8 e domenica 9 agosto, sotto i portici del
municipio, avrà luogo il mercatino delle pulci della Croce Rossa. Dal 13 al
28 agosto, presso le scuole materne
di viale Rimembranza, saranno inoltre
esposte le « tavole imbandite » il cui
provento andrà a favore dell’acquisto
di attrezzature per le autoambulanze;
orario di apertura 17-19, sabato ore
17-22.
AVVISI ECONOMICI
VAL PELLICE vendesi trattoria in
zona centrale ideale per nucleo familiare. Ottimo affare. Tel. 0121/
900107.
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Villar Pellice. Rivolgersi ore serali al
numero 02/2896226 - 6170527
0121/930776.
Comune di Torre Pellice
AVVISO
DI CONCORSO PUBBLICO
per titoli ed esami
ad un posto di
VIGILE URBANO
AGENTE DI POLIZIA
MUNICIPALE
E’ indetto un pubblico concorso per la copertura del posto di cui alToggetto.
Titolo di studio ; diploma
istruzione secondaria di 2° grado; possesso della patente di
guida cat. B.
Presentazione domande dal
10.8.1992 all’11.9.1992. Per informazioni rivolgersi al Comune di Torre Pellice Ufficio
Segreteria.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Qspedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica ;
DOMENICA 9 AGOSTO 1992
Porosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Telef. 81261.
SABATO 15 AGOSTO
DOMENICA 23 AGOSTO
Perosa Argentina: FARMACIA FOR
NERIS - Via Umberto I - Tel. 81205.
DOMENICA 16 AGOSTO
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766.
Fenestrelle: FARMACIA GRIPPO Via Umberto I, 1 - Tel. 83904.
Ambulanza ;
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo; Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433.
Guardia farmaceutica ;
DOMENICA 9 AGOSTO 1992
Luserna San Giovanni; FARMACIA
GRIBAUDO - Via Roma 7 - Telefono
909031
SABATO E DOMENICA
15 E 16 AGOSTO
Torre Pellice; FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud 8 - Telefono
91.374.
DOMENICA 23 AGOSTO
Bricherasio: FARMACIA FERRARIS Via Vittorio Emanuele 83/4 - Tel.
59774.
Ambulanza ;
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio: tei. 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISTICO: ore 8-17, presso i distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA, ellcoltero; tal. 1t6.
8
8 villaggio globale
7 agosto 1992
SUD AFRICA
STRASBURGO
Contro la violenza
L’importanza deH’opinione pubblica internazionale in questa fase di
passaggio, contrassegnata ancora da continue ondate di violenza
La dimensione etica
La Commissione ecumenica europea per chiesa e società ha tenuto l’assemblea generale
iSt
Quando finirà la vita nei ghetti?
A luglio, in concomitanza con
la Conferenza contro la violenza
politica in Sud Africa tenutasi
a Londra (per l’Italia erano presenti una delegazione Inviata
dalTOcebi e dalla Fcei ed il
Coordinamento nazionale italiano contro l’apartheid) e con la
riunione del Consiglio di sicurezza a New York, De Klerk annunciava di voler andare incontro alle richieste del fronte democratico sciogliendo due battaglioni speciali e proibendo all’Inkatha le armi tradizionali
nelle « aree a rischio ». Questo
dimostra quanto l’opinione pubblica e la comunità intemazionale siano importanti, anche se
la dimostrazione di buona volontà data dal governo sudafricano, nel caso specifico, è stata ritenuta molto moderata. Il
giudizio è determinato dai seguenti fattori: è inutile sciogliere due battaglioni quando ce ne
sono in giro altri altrettanto famigerati, in più senza rendere
noto in quale modo si è pensato di riassorbire quegli elementi.
Interrogativi si pongono anche
sulle unrest areas: prima che
una zona sia dichiarata a rischio
occorre che molti muoiano, e
qual è il numero di morti ritenuto sufficiente per proibire al
suo interno le armi tradizionali? Lance e accette, per chi non
lo sapesse, sono state rivendicate come « culturali » dal partito
armato dell’Inkatha ed il governo, rispettoso della cultura nera,
ne ha concesso l’uso.
Il capo dell’Inkatha Freedom
Party è Buthelezi, un uomo che
ha accettato di contribuire alla
destabilizzazione del proprio
paese in cambio del consolidamento del proprio potere all’interno della homeland del KwaZulu. Tornando al gioco mortale in atto, vediamo dunque De
Klerk che sistema specchietti
per le allodole mentre il Consiglio di sicurezza (Risoluzione
15.7.’92) invita gli stati membro
a rispettare con rigore le misure restrittive ancora in atto, ovvero a rispettare, in fondo, ima
norma preesistente.
C’è chi teme che si voglia dare al regime il tempo di fare
qualche proposta superficiale —
tanto nessuno legge e in più i
mass media non vedono e non
sentono — per appellarsi subito
dopo a Mandela indicandolo cosi
indirettamente all’opinione pubblica come fonte di problemi, e
questo significherebbe indebolire ulteriormente l’African National Congress. Ma Mandela non
può più cedere a compromessi.
I giovani del paese, e data l’alta mortalità ciò significa dire la
maggior parte della popolazione,
sono stanchi di mordere il freno e di non reagire alla violenza che li accerchia. Nel corso
della Conferenza sulla violenza
politica tenutasi a Londra, a cui
hanno partecipato oltre 120 organizzazioni di 20 diversi paesi,
sono state prodotte testimonianze e prove sulla responsabilità
indiretta e diretta del regime in
merito alla destabilizzazione interna in atto.
Grande scalpore ha suscitato
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Dall’8 settembre l’ufficio di S. Secondo di
Pinerolo verrà trasferito a
PINEROLO in VIA VIRGINIO, 60
la rivelazione dell’ex capitano
della polizia Dirk Coetzee, il
quale ha fra l’altro dichiarato:
« Siamo stati addestrati per avvelenare e uccidere... so di un
avvocato ucciso solo per la sua
lotta contro l’apartheid... I servizi segreti sudafricani agiscono
in collaborazione con i servizi
segreti europei ». Mr. Dirk, ad
aprile, è scampato ad un attentato. L’agente sudafricano responsabile è stato rimandato, libero, in Sud Africa. E non è
solo questo a preoccupare circa
la Gran Bretagna: all’interno del
Consiglio di sicurezza essa sta
esercitando forti pressioni in favore di De Klerk.
I movimenti antiapartheid internazionali hanno deciso di lanciare una campagna per la fine
della violenza in Sud Africa. La
campagna si articola in quattro
diversi messaggi, diretti al ministro per gli Esteri inglese, all’ambasciatore britannico a Roma, ai ministri per l’Interno e
per gli Esteri italiani.
I singoli e le chiese che volessero partecipare alla campagna possono rivolgersi alla Tavola valdese. Torre Pellice (tei.
0121/91296) per avere gli indirizzi e i testi suggeriti.
Laura Carlodalatri
L’Assemblea generale annuale
della Commissione ecumenica
europea per chiesa e società si è
svolta a Strasburgo dal 24 al 26
giugno e ha riunito circa 75 partecipanti. Fra i nuovi membri accolti in seno all’EECCS durante
l’assemblea vi è il Patriarcato
ecumenico della Chiesa ortodossa.
L’assemblea si è svolta al Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Rappresentanti del Consiglio
d’Europa e della Comunità eur(>
pea sono intervenuti nel dibattito. Paul Thibaud, ex direttore
della rivista francese « Esprit »,
ha pronunciato un discorso sul
tema: « Il contributo delle chiese alla società in un'Europa in
trasformazione ».
All’ordine del giorno è stata,
tra l’altro, la questione di un
maggior legame istituzionale tra
l’EECCS e la Conferenza delle
chiese europee (KEK).
Un nuovo Comitato esecutivo
— che entrerà in carica il 1°
gennaio ’93 — è stato eletto per
un periodo di tre anni. Il comitato, composto di nove membri,
comprende una presidente. Pioni Robbers-Van Berkel, rappresentante del Consiglio ecumenico
delle chiese dei Paesi Bassi e
moderatrice del gruppo di lavoro
di quest’ultimo sulla povertà; un
vicepresidente, il past. Jacques
Stewart, presidente della Federazione protestante di Francia; un
tesoriere, Adolf Trùb, delegato
della Federazione delle chiese
protestanti della Svizzera; e
membri del Belgio, della Germania, della Spagna e della Gran
Bretagna.
Le priorità
Intervenendo sulle priorità dell’EECCS nei confronti delle istituzioni della Comunità europea
e del Consiglio d’Europa, il segretario generale Keith Jenkins ha
dichiarato: « E’ importante che
il nostro lavoro colleghi l’analisi
politica e economica con principi
teologici e etici chiaramente
espressi. Le priorità dell’EECCS
sono state adottate non solo perché rispecchiano le questioni politiche urgenti di oggi, ma anche
perché secondo noi, in ■ accordo
con VEvangelo, esse sono senza
alcun dubbio parte integrante
della nostra missione nei confronti delle strutture del nostro
tempo ».
(BIP)
CONSORZIO
PINEROLESE
ENERGIA
AMBIENTE
i^OEA
energia ambiente
AMfCfPER L'AMBf£NT£
Ciao,
sono solo uno
piccola goccia
d'acqua, ma ci
siamo già visti un
sacco ai volte!
[a strada che
lorno
ino a
ie e un servizio del
CONSORZIO e
LU SIIUUU Ulb
faccio ogni gic
per arrivare rinr
Le mie radici
sono forti, la mia
chioma è bella e
folta perché gli
operatori eco
dd CONSO
e dei'ACEA, col
servizio di
raccolta e
smalrimenta
rifiufi, lasciano
mio ambiente
pulito!
Il CONSORZIO e
l'ACEA hanno
pensato anche a
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Con il servjzio di
depurazione
delle acque
posso tornare a
saltare felice e
contento nell'acqua dei fiumi!
Il metano è
energia pulita!
La mia fiamma è
allegra, ti riscalda
e non inquina.
Tanti vantaggi;
pensaci,
anche questo è
un servizio del
CONSORZIO e
dei'ACEA!