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Iñ PíIQINfl bCLLfl SIOVCNTU i^Ví1LDC$C
a sirena d’allarme
11 lugubre urlo della sirena lacera
l’aria limpida di questo splendido inverno.
Là dove è maggiore il pericolo, tutti
si precipitano nei provvidi rifugi costruiti con criteri razionali e già collaudati dalle bombe. Nei dintorni, i più
saggi corrono alle gallerie, lunghe miniere che penetrano nelle viscere delle
montagne e che offrono perciò assoluta
garanzia di sicurezza. Ma esse sono generalmente lontane dalle abitazioni e
v’^-talora il pericolo d’esser sorpresi dai
bombardamenti per istrada ed essere
inchiodati al suolo dal terrore o doversi riparare in un fosso o dietro un muretto. Molti si limitano a scendere nella
cantina della loro casa o nella stalla,
avendo cura di addossarsi ad un m.uro
in modo da non avere porte e finestre
di fronte o di lato. In alcuni villaggi gli
uomini hanno scavato dei rifugi di fortuna per i loro vecchi. Le persone acciaccate se ne rimangono tranquillamente vicino alla loro stufa. Non mancano i coraggiosi — o imprudenti e fatalisti che dir si voglia, — i quali continuano a badare alle loro faccende o
escono in istrada e stanno a guardare
col 41»^^ piovW.
le bombe.
Dopo i primi bombardamenti che avevano messo le ali ai piedi anche ai più
indifferenti, il ripetersi quasi giornaliero dell allarme non seguito da incursione aveva tranquillizzato molti e reso
sempre più esiguo il numero dei frequentatori delle gallerie.
Se si sapesse ü giorno del bombardamento, verremmo anche noi! — obiettano grimprudenti! E già! Se si sapesse
la notte in cui viene il ladro basterebbe chiudere a chiave la porta di casa
solo quella notte e risparmiar^ la fatica di farlo tutte le altre notti. Se si
sapesse il giorno in cui Tincendio deve
divampare ci abboneremmo contro i rischi dell’incendio solo in queU’anno ed
eviteremmo di pagare per decenni le
quote d’abbonamenlto. Se, se, se si sapesse... se si potesse prevedere... quante
disgrazie sarebbero evitate!
E quel giorno è giunto all’improvviso.
Pochi minuti dopo Tallarme, un fragore
infernale riempie la valle. Ai colpi secchi della controaerea si aggiungono ben
presto i tonfi sordi e gli schianti delle
bombe in ridda orrenda.
Trema la terra, sobbalzano le case.
Siamo nelle mani di Dio! Non sono i
due 0 tre solai di semplici mattoni e di
legno che possono salvarci!
E’ Dio solo! O Signore salvaci, se tale
è la tua volontà! E salva tutti ì nostri
parrocchiani più vicini al pericolo !
Avranno fatto in tempo gli operai ad
entrare nei rifugi? E le famìglie delle
case della località battuta sì saranno poste in salvo? Rimarrà ancora qualcosa
in piedi dopo questa tempesta di bombe?
Non so quanti minuti ha durato quelTinferno; sembrava non dovesse finire
mai. Il gran silenzio era quasi più angoscioso del fragore del bombardamento.
Esco in istrada. Giungono le prime
notìzie.
Sià lodato Iddio! Tutti gli operai erano nel rifugi, ed i rifugi hanno tenuto.
Dopo il cessato allarme, inforco la bicicMta e in cinque minuti sono sul luogo del bombardamento. Poveri prati e
poveri campì dei miei parrocchiani !
Avevo semn’Tf' pensato che la terra fosse ciò che v’era d^più sicuro, più del
denaro e più delle case. Ma dov’è la
terra? Buche enormi, crateri selvaggi e
tutt’intorno aride pietraie, e ^ua e là
grandi massi di roccia alluvicmale tratti fuori dal suolo e lanciati a grande distanza come palloni di gomma.
Le mucche non pascoleranno più su
questi prati e la gioconda mietitura non
si farà più su questi campi. Mai più?
Alcuni terreni colTandar degli anni diventeranno boscàglia e il ragazzetto
che piangente correva intorno a suo padre racconterà ai suoi nipotini che lì
era un campo, dove suo padre aveva
seminato il grano e che le bombe crudeli l’hanno devastato. E i nipotini
avranno un freriiito d’orrore e ¡diranno:
com,e erano cattivi gli uomini quando
tu eri piccolo, nonno!
I terreni meno devastati ritorneranno
presto prati e ritorneranno presto campi, se piacerà a Dio! Poiché i giovani
che non hanno avuto danni alle lóro
proprietà, in uno slancio 'di solidarietà
generosa e costante verranno a squadre
e faranno ciò che un uomo solo ed una
sola famiglia non potrebbero mai fare.
In breve volgere di tempo, con zappe,
picconi,. pa|e, carriole, e rastrelli faranno sparire segni della devastazione ;
le famiglie povere e numerose per
prime, e le dopo, avranno erba
per le mucche, latte" per i bimbi e pane
da infornare e mettere a tavola.
Giungo alla prima borgàta. Quale rovina! Una bomba è caduta nel cortile
della prima casa, sventrandolo completamente. La scala esterna smantellata,
il balcone e la maggior parte del tetto
saltati via, ma la casa è rimasta in piedi. Semibra incredibile ch’essa abbia potuto resistere! M’informo della donna
che vi abitava e che sapevo prossima a
dare alla luce un bimbo: è sola, perchè
il marito è prigioniero.' Per fortuna era
andata a fare acquisti in un villaggio
più lontano.
Incontro i primi parrocchiani. So da
essi che tutti son salvi, per la terza volta risparmiati miracolosamente da Dio.
Le bombe son cadute attorno alle case,
la gente era nelle stalle e sotto i fienili;
molte bombe son cadute anche sui boschi e v’era gente pei boschi a far legna e a raccogliere foglie, e tutti son
salvi. Gloria a Dio!
Non s’è certamente mai verificato
che in una regione gravemente colpita
da tre bombardameniti non vi sia stato
neppure un morto!
Mi pare idi udire la voce del giardiniere della parabola il quale dice al
proorietario che vuole tagliare l’albero
ohe da tre anni non produce frutto: «Si-'
gnore, lascialo ancora quest’anno, finch’io Labbia scalzato e concimato, forse
darà frutto in avvenire, se no lo taglierai ». ■
* ♦ ♦
Passerà questa tremenda guerra e le
sirene d’allarme saranno un lontano ricordo. Nessun pericolo mmaocerà più la
nostra incolumità e i nostri beni all’infuori dei pericoli della natura che sono
meno crudeli di quelli che vengono dagli uomini ed i comuni infortuni inerenti alla vita.
Sempre però l’esistenza dell’uomo e
in special modo del giovane credente è
minacciata da gravi pericoli. In tempo
di pace e in* tempo di guerra Satana
colle sue invisibili formazioni di bombardieri infernali, cerca di smantellare
e di annientare i sentimenti ed i propor
siti di bontà e di purezza nei cuori, l’armonia e l’affàtto reciproco nelle case, le
realizzazioni dello spirito cristiano nella
sociistè, i progressi verso ì’ùnità nella
Chiesa di Cristo, le opere e lo zelo j>er
!Oa propagazione delTEvangelo m tutto
Mi mondo. ,
Ip* Iddio non ci ha lasciati^ senza avverl' thnenti, La sirena d aUarme Ch’Egli ha
F posta in noi è la voce della coscietoza
^ chiara e potente dalla Parola di
: Dio che annuncia Tincombente pericolo,
\ I esorta i giovani a non confidare in sé
j ^ stessi o nei loro cieco dentino, ma a oer^'care un rifugio sicuro dove l’anima, il
r cuore, tutta la vita siano al riparo dagli
! ,1 attacchi di Satana.
I & , fj’allarme, di Dio dovrebbe produrre
in noi un rimescolio interno, farci tremare e impallidire, e spingerci al rifuI gio molto più prontamente dell’allarme
-degli uomini. Perchè'non si trafta solo
i; della nostra vita e dei nostri beni ter!ì Beni che un giorno o Taltro comunque
^fÉideremo, ma della nostra vita eterna
e di quei beni che i bombardamenti non
f possono distruggere. '
Noi, giovani valdesi, nati e cresciuti
Quelle nostre parrocchie, frequentaitori
j,dOlla Chiesa e delVUnioné,, corriamo un
■' grande pericolo: di assuefarci alla sire'tna d’allarrne, di non badarci più.
|r ’' ■Come molte persone nei hombardaInènti di Torino hanno perso la vita
j perchè non davano più ascolto alle sirene d’allarme, e Tincursione nemica li
ha sorpresi impreparati, così molti fra
la gioventù valdese sono insensibili a
tutti gli appelli della Parola di Dio e
T dBài’-ora, .che volge e sì espongono a diventare vittime dell’ offesa del nostro
tremendo nemico, se già non sono sua
preda e non sono diventati essi stessi
dei piloti e dei bombardièri di vizio, di
errore, di bestemmia, di ubriachezza^ di
fornicazione, di adulterio, ^. jhcféàulità, di avarizia, perchè gettai cuore
e nella' vita degli altri le di
rompenti bombe del mal©.^
)|t «
Gioventù valdese delle Vallil
Eiamo da poco usciti da im anno di
amare esperienze che per molti di voi
e dei vostri compagni è stato un anno
di dura prova, e siamo da poco entrati
in un nuovo anno che sarà ancora un
anno di tèinebre, di giudizio, di.tribolazione, e speriamo di rinnovamento.
Al di sopra di tutti i pericoli e di
tutti i problemi contingenti v’è per nói ^
il grande pericolo, che dalle nrnnì inflacchite ci cada o ci venga tolta la fiaccola che risplende nelle tenebre:, la fiaccola della fede.
L’allarme è stato dato. Mentre imperversa la bufera, solo nel rifugio sicuro della presenza dell’Eterno e della
grazia del nostro Signore possiamo
mantenere accesa la nostra fiaccola e
salvare la nostra anima.
« Che gioverà egli a un uomo se, dopo
aver guadagnato tutto il mondo, perd^
poi Tanima sua? 'E infatti che darebbe'
Tuckmo in cambio dell’anima sua? Perchè se imo si sarà vergognato di me e
delle mie parole in questa generazione
adqlter^ e peccatrice anche il Figliuol
delT’uomò si vergognerà di lui quando
sarà venuto nella gloria del Padre suo
coi santi angeli » (Marco 8: 36-38).
Il Capo*Gmppo
RIFORMARE IL COSTUME ?
Il giornale La Stampa del 19 dicembre u. s., nel suo articolo di fondo intitolato: « Riformare il costume », richiamava Tattenzione dei lettori sulla necessità 'di « ripristinare in casa nostra il
culto dell’onestà ».
A questo proposito, l’autore dell’articolo tracciava un quadro quanto mai fosco, eppur realistico, della mentalità
dell’italiano in genere, applicata alla
vita, politica, sociale, morale.
« L’italiano », soriveva il giornalista,
« applica spesso e volentieri i criteri
della ragion di Stato alla propria vita
privata. Volgiamoci intornio e vedremo
la mancanza alla parola data, l’vncwria
della dignità propria ed altrui, l’abitudine dei furto e della truffa, la disposizione a transigere, specie con la propria
coscienza, la prudenza codarda, il basso
calcola, la diffidenza che isterilisce, l’insenlsibilità all’interesse generale, l’affarismo volgare, l’mdisciplina anarcoide
matrice delle amoralità grandi e piccole
lussureggiare come la gramigna ».
Il linguaggio non potrebbe essere più
espressivo; il giornalista, infatti, dice
delle verità nude e crude che ridondano a nostra vergogna ed a nostro disonore, ma sulle quali conviene meditare
se non vogliamo sottraixji a quella salutare autocritica che, mettendo il dito su
di una piaga del nostro carattere, ci
aiuta a guarirne e, per conseguenza, a
risanare la società.
Noi non ci chiediamo fino a qual
punto il rnacchiavellismo, il gesuitismo
ed altre dottrine analoghe nate o fatte
adulte sul nostro suòlo abbiano contribuito alla formazione di una tale riprovevole mentalità; e neppure in qual
misura esse abbiano influenzato la vita
di altri popoli, migliori o peggiori del
nostro.
Prendiamo atto ^lla confessione fatta. e riteniamo, con l’autore delTarticolo, ohe la disonestà, nei suoi multiformi aspetti, è un mate di cui tutti sof
friamo, anche noi Valdesi, e di cui dobbiamo tosto o tardi sopportare le consegiienze.
Tale essendo la condizione dell’italiano in genere, è chiaro che una rifomia
s’impOne; ed è anche chiaro che, se vi
è un contributo urgente da recare alla
rinascita desiderata della Patria, quello
è il contributo d’ima riforma morale del
costume.
Che tutto ciò sia difficile da attuarsi,
il giornalista lo riconosce. Infatti « mutare gli statuti politici e civili di un popolo, ricreare un esercito, riordinare una
situazione econamdca, sfuggire ai pericoli di una grave crisi alimentare, ecc.,
ecc., sono già opere di grande lena, dense di problemi e irte di ostacoli; ma
scendere néll’anima di una g^erazione
disorientata come la nostra, raddrizzarla, risanarla, quale arduo assunto,
quale impresa gigantesca ! ».
Eppure, nulla di profondo e di duiratmo si farà, se non sì riuscirà a convincere tutti, e in modo particolare i
giovani, della assoluta necessità (Funa
' restaurazione morate.
Come si possa e si debba riformaire il
costume, è cosa che generalmente non
vien ¡detta; ma ü vero problema è qui
e non altrove. Aldditaxie ad una generazione il male di cui essa soiffre, è cosa
necessaria; tanto più è necessario additarle il /imedio.
L’onestà del costume non è im bene
che si acquista, comie »’acquista un frutto al mercato, e neanche una virtù che
's’indossa e si dèpone, come ai farebbe
con un vestito. Non è neppure il caso
di dire, come affermava pochi giorni or
sono un viaggialtore seduto accanto a
me nel treno, che l’onestà è in diretta
relazione colTaglatezza «fi cui godono
certi popoli. L'owestà del costume è prima di tutto un aitteggianientx) religioso
e morale dell’uomo, atteggiamaito che
si vien fotmando a poco a poco, grazie
al concorso di fattori dlveifsl sui quali
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''■ non è 11 caso,_oggi, che d dilunghiamo
a parlare; ed è perciò facilmente com'• prensibile che, se tuia riforma del co' , stume s’impóne a noi ed agli uomini dei
; nostro tempra, deve ^trattarsi d’una riforma interiore ed mcHividuale.
Crediamo,anzi che una profonda ed
, ^uspùcata riforma del costume non
§ s’avrà aLdi fuori d’im profondo rinnopamento jeligioeo nel seno della nostra
‘ Patria, comprese le V'cIU >Vailclagi.*fff
Parlando di irinnovamento religioso,
^ npn,intendiamo alludere ad una più
ampia paifecipazione nostra e dei nostri <jompatrioti a quelle che sono le
, forme tradizionali del culto, nelle varie
chiese cristiane. La semplice professio- i
ne di fede cristiana e l’adesione ad ima
chiesa, anche alla Chiesa ohe si ritiene
sola vera, p>erchè fondata da Cristo, lasciano trojjpe volte, ahimè, gli uomini
in balìa di sè stessi, aUa mercè dei loro
egoismi, dei loro interessi, ¡della loro insensibilità morale e di ogni colpevole
compromesso. Intendiamo invece affermare che il costume morale déll’vtaiiano in genere-, come quello di qualsiasi
altro individ^, sarà riformato soltanto
quando la mente mia, tuoi nostra, sarà
stata rinnovata da una più esatta conoscenza di Gesù Cristo, cioè del Cristo
dei Vangeli e della Bibbia tutta, e da
una personale comunione con Lui.
Fuor di Cristo, anche in questo campo, è vero che non possiamo far nulla;
ma è altrettanto vero che colui che dimora in-Cristo porta molto frutto.
La riforma del costume è dunque
una necessità; essa è anche una prassibilità, condizione che l’onestà di cui
si parla sia fatta dipendere non dai desideri o dalle aspirazioni degli uomini,
destinati p>er lo più a rimaner tali, ma
da una sincera ed interiore conversione
del cuore a Dio. ^
In altri termini, j>er riprisltinare in
casa nostra il culto dell’onestà, bisogna
ripristinarvi prima il culto di Dio; non
il culto di tanti idoli destinati a sostitiùre, in noi e fuori di noi, il culto di
Dio; ma il culto di Colui che mediante
la sua Parola ha detto: « Io sono l’Eterno, l’Iddio tuo; non avere altri dii nel
*"*'mio cospetto». E. Rostan
Le UNIONI- GIOVANILI VALDESI
delle Valli, nelle cui file sono molti gio- i
vani che dal Tenente Cappellano AL- ;
FREDO ROSTAIN hanno ricevuto un
esempio che non sarà dimenticato e una
assistenza spirituale che è stata per loro
in benedizione, esprimono alla Vedova,
alla Madre e a tutta la famiglia così
gravemente provata, il proprio cordoglio e la propria simpatia.
La figura del Cappellano Rostain, che
ha dato la sua vita per i nostri giovani,
sarà dalle Unioni degnamente commemorata.
La Scuola Domenicale
Quarta lezione - 23 gennaio
PARABOLA DELLE NOZZE
Lettura: Matteo 22; 1-14 — Imparare: versetti 1-10 — Versetto' centrale; vers. 8-9.
« Il regno di Dio sarà dato ad un’altra
gente, che ne faccia 1 frutti », aveva detto
Gesù. Questa parabola illustra l’annunzio.
In p.ù luoghi il Nuovo Testamento parla
della venuta del Salvatore come di tmo sposalizio. Gesù è lo Sposo (Apoc. 21: 2, 9;
G ov. 3: 29; Efes. 5; 23) nella cui presenza
non si deve digiunare (Matt. 9: 15). La festa nuziale è stata annunciata dai profeti,
e quando 11 giorno è vicino Giovanni Battista, Gesù stesso ripetono Tinvìto. L’atteggiamento degli invitati sembrerebbe incredibile, se non fosse quello stesso riservato a
Gesù. I nuovi invitati sono i peccatori ed i
pagani, la gente di fuori, che non aveva
parte alle promesse. Essi accettano con allegrezza meravigliata. Ma non tutti portano
al banchetto del Regno dì Dio le disposizioni d’animo necessarie. L’abito di nozze è
cereamente un dono del Signore, ai suoi Invitati. Esso significa la fede e le «i^opere giuste dei santi » (Apoc. 19: 8). Senza vma fede
vivente che si traduce in santità di vita,
non si può stare a mensa col Signore. Tali
gli elementi per la spiegazione della lezione,
che è facile avvivare. '
Avete assistito a una festa di nozze? Il
corteo degli invitati tutti lieti, la sposa vestita di bianco; e poi un banchetto col flocchi, o almeno una torta colossale... E figuriamoci le nozze di un re: invitati di eccezione, divise e vesti sfarzose, automobili,
equipaggi... Le nozze dei re costano somme
favolose, e quelli che vi sono Invitati considerano l’invito come un grandissimo ono,re. Che strano atteggiamento, quello degli
invitati di questa parabola!... Eppure nessuna festa di nozze regale può easare pari
alla gloria del Regno dei ei«^.. alla quale
siamo invitati per i primi... (da quando? da
. quanto tempo, conosciamo Gesù? quanti appelli .abbiamo ricevuti? scuola domenicale,
lettura delia Bibbia!...). Noi slamo tra ì primi invitati: pensate quanto sarebbe triste
rinunciare..', vedere entrare i plccoU africani, cinesi, malesi, che'sono stati in-vitatl tan-to più tardi... E noi, rimanere fuori...
Qronaca Va/dese
j. . : ■
ANGROGNA (Serre)
Il Natale del Redentore è stato celebrato
nella nostra Comunità con due culti, seguiti
dalla celebrazione della Santa Cena, al Serre
ed a Pradeltorno.
— I bambini delle Scuple domenicali del
Serre e di Cacet hanno avuto la loro « festa dell’albero di Natale » jl pomeriggio del
25 dicembre; i bimbi della Scuoia domenicale del Pradeltorno hanno avuto la loro
«festa dell’albero,» la mattina della domenica 2 gennaio.
Ringraziamo qui ancora tutti coloro che,
in vario modo, hanno collaborato per la buona riuscita di queste feste.
— Ringraziamo il Capodistrétto pastore R.
Nisbet che ha pr^ieduto il culto della domenica 26. dicèmbre,, à Pradeltorno, ed il pastore A. Camba che ha presieduto il nostro
culto di Capodanno, al Serre. e. a.
GENOVA,
Durante il mese di dicembre, alcuni dei
membri più anziani della Chiesa sono stati
richiamati nelle invisibili dimore della Casa
del Padre, dopo più o meno lunghe sofferenze fisiche, aggravatè dalla visione di un
mondo in distretta.
— Confortata negli ultimi istanti dal messaggio dell’amore di Dio manifestato nel Cristo Gesù, chiudeva serenamente la sua lunga ^perienza di vita terrestre, in età di 86
anni, la signora Teclq, Meyer ved. Pugno.
Essa lascia dietro di sè una larga messe di
ricordi ed un bell’esempio di fede, non solo
nella casa del nipote, comm. prof. Oscar De
Beaux, dove fu circondata di affettuose cure
durante i lunghi anni della sua vedovanza
ma nel cuore di molte persone che tanto apprezzarono la sua attività cristiana negli
anni in cui pre.stò l’opera sua come inse- '
^ante nelle scuole valdesi di Firenze. Una
delle sue antiche alunne, nel ricevere Tannunzio della sua dipartita, ci scriveva; «Me
ne rincresce sinceramente, perchè essa era
un ricordo vivente della mia infanzia e della
mia adolescenza, sia alla Scuola domenicale
come nella Chiesa di via de’ Serragli ».
— Deponiamo pure il flore della fede e
del ricordo fraterno su due altre tombe.
Nella casa dove avevano cercato rifugio a
Rapallo, si sono liberati dal corpo della sofferenza due vecchi membri della nostra
Chiesa:
Cesare Scbenone, in età di 7» anni, cede- '
va sotto il peso di angosciose preoccupazioni, che in questa torbida epoca storica avevano amareggiato Tanimo suo e menomato
le sue energie fisiche.
Pochi giorni dopo, chiudeva la sua laboriosa vita terrestre Clotilde Ravissa vedova
Schenone, che aveva raggiunto in perfetta
lucidità di mente la veneranda età di 84
anni. Esempio di attività umile e devota,
■ imeramente consacrata -al bene -ed alle cure
affettuose dei familiari. Dopo essere stata
privata per parecchi anni della luce ffsica,
essa è andata incontro serenamente a quella luce spirituale verso la quale anelava.
PERRERO-MANIOLIA
La solennità del Natale è stata celebrata
con culti molto frequentati. Molti hanno
partecipato alla Mensa del Signore. L’atmosfera dell’intimità del Natale ha diretto il
nostro pensiero e le nostre preghiere particolarmente verso i militari di cui da tempo non si ha alcuna notizia e sulle loro
famiglie che aspettano con ansia crescente
di conoscere la sorte dei loro cari.
Sono state organizzate tre feste dell’Albero. Una al Crosetto e una a Maniglia la sera
stessa di Natale e l’altra a Perrero la domenica 26 dicembre.
A Perrero, in quest’occasionej nella Sala
delle Attività è stata posta una fotografia in
memoria del Generalé Martinat.
Sono I stati distribuiti ai bambini delle
Scuole domenicali i premi di frequenza e
di studio dell’anno 1942-43.
I bambini hanno ricevuto con gioia un po’
di cioccolata che ha loro ricordato le più
copiose distribuzioni dei tempi d’anteguerra.
— Al culto di Natale, a Perrero, è stata
battezzata la piccola Carla Filiberta Gaydou
di Luigi e dì Ines Monsutti. Dio benedica
questa tenera creatura insieipe ai genitori
che l’hannó presentata.
POMARETTO
. I culti di Natale sono stati come di consueto solenni sia per le numerose assemblee
che vi hanno preso parte, sia per il numero
dei partecipanti alld Santa Cena, sia per il
concorso della Corale con l’esecuzione di cori
di circostanza. Ne benediciamo il Signore
domandandoGli ancora di rendere durature
e colme di bene per tutti le sante impressioni ricevute.
— Anche i bambini hanno avuto la loro
feta di Natale attorno all’abete pieno di
luci ricordando e celebrando con recitazioni
e canti la nascita dei loro Salvatore. Grazie alla generosità della Direzione del locale
Cotonificio e della Direzione del Setificio,
nonché di molti membri di Chiesa, i bambini hanno potuto ricevere un pacco natalizio particolarmente apprezzato in questi tempi. Esprimiamo la nostra sentita riconoscenza a quanti hanno contribuito a questo
scopo.
La Scuola domenicale del Podio ha ripreso da qualche tempo le sue lezioni sotto
la diraaione di due signorine del luogo per
interessamento delle quali fu organizzata la
festa di Natale la sera stessa del 25 dicembre. Espimiamo loro la gratitud.na dai bambini e dei genitori, .j,.
— La domenica, 3 gennaio la gioventù si è
raccoita numerosa , per comineiEU'e l’anno sotto iQ sguardo Tli Dio • e in una atmosfera di
.cord alità fraterna. In quella occasione abbiamo- pensato intensamente e pregato per i
nostri giovani assenti, alcuni dei quali sapevamo prigionieri e di alcuni dei quali le
famiglie ancora non avevano notizie.
— .Durante un culto celebrato nella cappella del quartiere della Faiqla è stata presentata^ .S- Battesimo Albina Baret di Enrico e/g Jenny Baret, della Faiola. Il Signore WTOedica bimba e genitori.
- — Domenica prossima^ 16 ' corrente, alle
ore 15 e l|4, la .gioventù dell’Inverso Pinasca, la gioventù di' quella parte della parrocchia, è invitata a partecipare al culto a
lei ■ particolarmente dedicato nella cappella
del Clot.
Contemporaneamente la gioventù di Po.maretto e quartieri viclnorl è invitata a partecipare al culto a lei particolarmente dedicato nella Scuola Latina.
Non dubitiamo che tutta la gioventù della „
parrocchia vorrà approfittare di quelle occasioni che le sono offerte per farvi del bene
alla presenza del Signore, nello studio e
' nella preghiera.
— A Dio piacendo, la dóiQiemca 23 corrente
avrà luogo il culto nella cappella del dot
Inverso Pinasca alle ore 19 del mattino.
— Ci uniamo nella riconoscenza e nella
gioia alle famiglie già in ansia per i loro flgli e che ultimamente hanno ricevuto buone
notizie,di loro; e al tempo stesso continuiamo a circondare con la nostra viva simpatia
- quelle altre famiglie (15) che tale gioia ancora non hanno potuto avere. La nostra intercessione sia a tutti assicurata.
— OSPEDALE Con la partecipazione dei
numerosi degenti e di un largo stuolo di amici del nastro Istituto, anche l’Ospedale ha ce-,
lebrato la festa di Natale, particolarmente
significativa in quel luogo di cura e di sofferenzi. Attorno al bell’abete scintillante hanno risupnato le note gaie de’ canti di Natale e le poesie intonate alle circostanze recitate dai bambini. Un papà Natale come ne
abbiamo visti pochi ha concluso distribuendo ad ogni malato un dono-ricordo e augurando ogni bene nel nome del Signore.
A nome dei ricoverati esprimiamo alla Direzione e a tutto il personale viva riconoscenza per la gioia procurata in quella occasione come per le affettuose cure prodigate in ogni tempo.
— ORFANOTROFIO. Anche l’Orfanotrofio
locale, m una atmosfera di vivacità e di
gioia., visibile, ha acceso l’albero di Natale
ed ha celebrato la nascita del Salvatore.
Tutti i bambini ricoverati hanno preso parte
al programma della festa con squisita disinvoltura, permettendo alle benemerite Signore della Società di Cucito che si occupa di
loro di trascorrere piacevoli istanti nel ricordo benedetto del Santo Natale. ■
Facendoci interpreti della riconoscenza dei
ricoverati, vogliamo esprinferla alla Dilezione e a tutti ì donatori che hanno resa pos■sibile quella festa e l’hanffo allietata con doni
ad ogni bambino.
PRAROSTINO
La celebrazione del Natale ha raccolto ne!
tempio un’assemblea ancor più numerosa
che per il passato, in un’atmosfera di grande spiritualità. Ringraziamo la nostra Corale che ha contribuito all’elevazione del culto
mediante l’esecuzione di un coro.
^ — Il 26 dicembre aveva luogo la festa dell’albero di Natale per i bimbi della Scuola
domenic.ale. Non è stata risparmiata fatica
perchè i nostri piccoli potessero, anche que-,
sfanno, rallegrarsi per la nascita del Salvatore.
— BATTESIMI : Nella, Oscar e Ide Pa.schetto di Gino e di Evelina Gay (Topi)Dante Cardon di Vittorio e di Marianna Forneron (Colombini).
— FUNERALI; Daniele Pagetto, di anni 59
déecduto ai Grill, il 15 dicembre. Infermo
fin dalla nascita, la vita è stata, per lui, un
periodo di travaglio e di sofferenze.
Marta Forneron in Avondet, spentasi alle
Mole il 16 dicembre u. s., in età di 66 anni,
dopo alcune settimane di sofferenze.
Agli afflitti esprimiamo la nostra simpatia.
«
SAN GERMANO CHÌSONE
Domenica scorsa è stato amministrato il
S. Battesimo a Marina Musso di Luigi e dì
Celina Jahier. La protezione del Signore sia
su questa bambina e su quanti l’amano!
— Nel pomeriggio della domenica 2 corrente ha avuto luogo un culto per la gioventìi, al quale hanno partecipato un’ottantina
di membri dell’Unione. Dopo una riiedìtazioye dì Capodanno, hanno parlato con convinzióne e forza persuasiva il rag. Teofllo Bert,
sulla partecipazione del giovane alla vita
della Chiesa, e la signorina Lucletta Tenger,
novizia diaconessa, sulla consacrazione dei
giovane a Dio. Dinanzi all’Albero "splendente
di luci, abbiamo pensato ai nostri cari giovani lontani e pregato per essi.
Malgrado tanti motivi di tristezza per
quanto riguarda la nostra gioventù e le attività giovanili sospese, slamo grati a Dio'per
questa occasione di comunione fraterna e di
edificazione ch’Egll ci offre. Chi se ne priva
fa del male a sè e alla Chiesa.
— Il giorno dell’Epifania la nostra Unione
Giovanile ha offerto, ai Vecchi dell’Asilo la
tradizionale festa, che è stata coronata di
successo, perchè i nostri bravi vecchietti si
■sono dimostrati soddisfatti. Grazie alle brave
signorine, ai giovani Intervenuti e a tutte le
persone che hanno in vario modo collaborato.
TORINO
Il 31 dicembre hanno avuto luogo i funerali di Adelaide Govean, spentasi improvvisamente all’età di SS anni. Alla madre ed
-ai • congiunti rinnoviamo l’espressione della
nostra simpatia. 4_ In Luserna San Giovanni, dopo gravi sof. Gerenze sopportate con fiduciosa sottomissione, chiudeva la sua esistenza terrena, il 4
gennaio, il nostro fratello ; Michele Bonnet,
per lunghi anni capo-reparto della Fiat.
Prima della sua dipartenza, egli ebbe la
consolazioije di ricevere alfine notizie dal
suo fàgliuolo Aldo, in prigionia L’acoompa-“
gnamento funebre ha avuto luogo il 6 cór-'
rente con largo concorso- di congiunti ed
amici. . ■
Alla consorte'signora Maria' Bonnet-Pròchet, al figlio lontano ed ai congiuqu tutti è
assicurata la nostra solidarietà nell’ora della prova, nella certa speranza della* vita
eterna in Cristo.
TORRE PELLICE ,
Il culto di domenica prossima, alle ore 19,30,
sarà presieduto dal prof. Davide Boslo, della nostra Facoltà di Teologia,
VILLAR PELLICE
Siamo grati al Signore che ci ha permesso, pur in tempi cosi dun, di avere tutte le
consuete nostre celebrazioni di Na*tale, di
Fine e di Capo d’Anno.
Pelle assemblee più numerose e raccolte
che in passato hanno partecipato a tutti questi culti e m maggior numero i fratelli si
sono accostati quest’anno alla Santa Cena.
Il culto di Natale è stato allietato dall’ammissione nellà comunità di tre giovani sorelle. Delfina Catalin, Ines ed Irma Volpe, e
dal canto di un coro di circostanza finemente eseguito dalla Corale, alia quale siamo pure grati per il bel canto eseguito al
culto di Capo d’Aimo.
Anche i ZOO' bimbi delle nostre 5 Scuole
domenicali hanno avuto la loro attesa giqia
di Natale, loro preparata con la varia e generosa collaborazione di tutta la comunità.
E le Unioni, in compenso della mancata,
tradizionale serata di fine d’anno, hanno
a-vuto, la domenica 3 gennaio, una bella riunione nel candido tempio di Chiot la Sella,
dove pure, ha eccheggiato il gioioso canto
della Corale.
Al culto di fine d’aùno abbiamo ricordato
i nomi dei 24 compagni di viaggio che, duranla 1 ultima tappa, il Padre ha richiamati presso di Sè, e.d abbiamo rivolto il nostro pensiero a tutti i nostri cari lontani,
1 ingraziando il Signore per i numerosi messaggi da loro pervenutici dopo- tanta attesa
proprio in questi giorni.
Tu'te queste celebrazioni hanno avuto il
loro miglior coronamento nel culto della prima doinenica dell’anno, presieduto dal pastore Giovanni Bonnet, al quale la comunità è molto grata per la sua preziosa collaborazione. j
Le figlie e nipoti della compianta
Margherita PèìÌeDC ?.
ringraziano di vivo cuore- quanti si sono uniti
al loro lutto per la scomparsa della loro cara.
Un ringraziamento particolare porgono ai pastori signori Nisbet e Rivoira, alla Direzione
ed al personale del Rifugio Re Carlo Alberto.
Luserna San Giovanni, 10 gennaio 1944.
Cappellano Nilitare Valdese
ALFREDO ROSTAIN
Le famiglie ROSTAIN ZAVARITT, profondamente commosse per le molteplici testimonianze di amore fraterno avute in occasione del loro grande dolore, desiderano far
pervenire al Moderatore della Chiesa Valdese, al prof. Giovanni Rostagno, al pastore
Moreschini, a tutti i Pastori della Chiesa
Valdese, alle famiglie del militari Valdesi in
Balcania, ai fratelli in fede ed agli amici tutti
il loro sentito, caldo ringraziamento.
Il giorno 4 gennaio u. S. si spense serenamente
in Luserna S. Giovaani, l’amato e compianto
Michele Bonnet
La famiglia, dandone il doloroso annunzio ringrazia sentitamente tutti quanti presero parte al
suo dolore.
Luserna San Giovanni, 7 gennaio 1944.
PROFESSORE impartisce domicilio lezioni
materie -letterarie, offresi come istitutore
alunni scuole medie e ginnasiali — Rivolgersi Ravazzini - Via Angrogna, 80 - Torre
Pellice.
CONCORSO
PER GLI UFFICIALI DI COMPLEMENTO
NELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gli ufficiali di complemento delle varie
armi che a suo tempo concorsero per il passaggio nel ruolo di complemento nell’arma
dei carabinieri sono invitati a partecipai'e
con ogni urgenza il loro indirizzo al Comando della Scuola Céntrale Carabinieri (Firenze) per importanti comunicazioni che li riguardano.
Il Sotto-Tenente
Comandante della Tenenza:
Renato Mapgi
Prof. Gino Co.stabìl, Direttore responsatule
ARTI QRAFICHtt « L’ALPINA „ - Torre Pellice
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