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DELLE VALLI VALDESI
Sii;.’!
lonoo sfima
Casa Valiese
iOÜHE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVIII - N. 37
Una copia L. 30
ABBONAMENTI
\ Eco: L. 1.200 per rintemo j Eco e La Luce: L. 1.800 per l’interno I Spediz. abb. postale - d Gmppo I
/ L. 1.600 per l’estero | U. 2.500 per l’estero j Cambio d’indirizzo Lire 40,— I
TORRE PELUCE, 19 Settembre 1958
Anunin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
# nodi al pettine
Da giorni e giorni i cannoni rombano da e contro l’isola di Quemov
presso la costa cinese- Mig e Sabre si scontrano in iuribondi caroselli’
nel suo cielo; le sue acque .sono teatro di continui scontri navali- ed il
mondo attraversa di nuovo gli alti e bassi della paura di un conflitto
generale, di cui ogni nuovo focolaio di guerra porta con sè Toscura min^cia. Accuse e controaccuse, scambio di note diplomatiche, tentativi
di conferenze m cui non si riesce a distinguere chiaramente la buona
volontà; e, una volta ancora: questione all’ordine del giorno dell’ONUi! passato non ci lascia sperare gran che... ’
Ma che cos’è, Quemoy? E’ il simbolo di come il mondo si sia fatto imocolo, per cui la piccola questione locale di un’isoletta agli antipodi da
noi rischia ad o^ istante di turbare
i! precario equilibrio in cui — spesso
con leggerezza — viviamo; ma anche
di come il mondo, il grande mondo
delle nazioni sia piccino, meschino,
per cui i suoi problemi di convivenza
si riducono a volte allo strapparsi l’un
l’altro un ossicino spolpato.
In fatto, la grande e la piccola Quemoy, con il contiguo arcipelago di
Matsu, sono un gruppo di isolette che
costituiscono un'inflma parte di quella collana insulare che accompagna
lutta la costa asiatica che dà sul Pacifico, dalla Siberia alla Malesia e alle Filippine. Prima della guerra, costituivano in grande maggioranza
1 impero nippomco: oggi tutta la parte mendionaie eli questa collana è per
duta per i Giapponesi, in particolare
la grande ed importante isola di Formosa. Con il benigno favore degli
Americani, essa è stata occupata, dopo la vittoria di Mao Tse Tung e l'aficrmarsi del comunismo nella Cina
continentale, nel 1949, da Ciang Kai
Shek e da ciò che gli rimaneva, dopo
la sconfitta, del suo governo e del suo
esercito. Forrhosa è così diventata là
roccaforte di..auedla. che si.. usau chiamare la Cina nazionalista, circondar
la da una cornice di isole minori, che
sono altrettanti punti strategici di
aiiesa, fra cui le Quemoy e le Matsu.
E in questi giorni questi oscuri isolotti compaiono sulle prime pagine dei
quotiaiani di tutto il mondo perchè
la Cina comunista ha scatenato contro di esse un’offensiva che se non è
delle più violente (dopo tanti giorni
di lotta non dovrebbero rimanere più
che rovine) non cessa pierò di essere
preoccupante.
Bisogna considerare che le isole in
questione sono ad una quindicina di
chilometri e anche meno dalla costa
cinese, ment re di stano circa 240 Km,
da Formosa: è abbastanza comprensibile che il governo di Pechino veda
di rnal'occhio questi così prossimi pò-,
sti avanzati dei nazionalisti, e desideri impadronirsene, tanto più che la
divisione è strettamente politica, ma
assurda dal punto di vista geografico
ed etnico; si tratta inoltre di un pri
mo passo verso la riconquista di tutto quel’ultimo lembo di terra (veramente cinese?) che ancora sfugge alla sua giurisdizione. Potrebbe sembrare una questioncella locale ; in
realtà, una volta di più Occidente ed
Oriente si fronteggiano, e più precisamente America e regimi comunisti.
Infatti, mentre ad esempio l’Inghilterra ha riconosciuto lo Stato comunista cinese sorto dalla rivoluzione,
gli Stati Uniti si sono finora ostinatamente rifiutati a farlo- — ed il loro
veto ne tiene lontani i rappresentanti dalle Nazioni Unite — mentre hanno continuato a sostenere il regime
di Ciang Kai Shek, con cui sono
stretti da un patto di alleanza, che fa
degli Stati Uniti i garanti, a tutti i
costi, del sussistere della Cina nazionalista, mentre questa si impegna ad
essere un anello non indifferente della catena difensiva con cui si vorreb
be imbrigliare lo- slancio comunista in
Estremo Oriente.
Dinanzi al pericolo dell’incancrenirsi di un nuovo ascesso di divisione
e di discordia, non pìossiamo che sperare che l’uno e l’altro governo si ri
cordino il dovere assoluto di fare tut
to quanto è umanamente possibile
per evitare e far cessare un conflitto:
e rumanamente p>ossibile ha pur sempre una grande latitudine...
L’importanza dei luoghi e del fatto
vengono da questo: che si tratta di
una nuova prova di forza fra i due
« campioni » ; bisogna obiettivamente
riconoscere che da molto tempo a
questa parte tali prove di forza si
svolgono in condizioni nettamente favorevoli per il campione orientale, il
quale si presenta spesso con la raggiante maschera di raddrizzatore di
torti per decenni commessi dagli occidentali; che essa sia spesso soltanto una maschera, non toglie nulla o
quasi al potere psicologico che que
sto atteggiamento gli procura. Possibile che l’Occidente, che pure tanto
potrebbe dare a questi nuovi paesi in
rapida evoluzione, non sappia che
farsi trovare quasi sempre in una
rattrappita e deplorevole posizione di
difesa?
La questione delle Quemoy, qualunque ne sia l’esito (e auguriamocelo rapidamente positivo!) ha fatto
venire al pettine un nodo che gli
Americani, seguiti da molti occidentali, non hanno provveduto a tempo
a disfare, o hanno essi stessi aggrovigliato. E’ infatti una vergogna per
roccidente che esso, nella sua maggioranza, rifiuti il riconoscimento politico-giuridico al governo di un popolo di centinaia di milioni di uomini. Non si tratta qui di dare un giu
dizio sulla effettiva popolarità del governo cemunista cinese; da quel che
ci è dato sapere, certo non tutto è li
oertà, laggiù.. Ma allora perchè non
rifiutare il riconoscimento aH’URSS?
Si può deplorare un regime ed i suoi
metodi; si può lottare contro i suoi
errori: non si può rifiutare di prenderle in considerazione, di valutare
realisticamente l’opera grandiosa di
rinnovamento sociale, industriale,
culturale che in pochi anni sta mutando — a dettar dei testimoni .oculari — il vecchio volto della Cina che
pareva in piena disgregazione. Tanto
meno si può rifiutare questo rìcono
scimento, contrapponendogli quello
concesso per ragioni strategiche fin
troppo scoperte al corrotto regime d
Ciang Kai Shek, cadaverico residuo
di un feudalismo di latifondisti e di
finanzieri che per la Cina pare tramontato per sempre. Gli Stati Uniti
non illudono certo nè gli altri nè se
stessi di difendere la libertà con queste milizie mercenarie.
Un interesse politico — molto mio
pe, del resto — va dxmque innanzi ad
un senso più chiaro della realtà, vorremmo dire della verità. La Cina,
anche se non è certo un blocco monolitico di ferventi comunisti, è quella
di Pechino, non quella di Formosa.
Perchè non riconoscerlo? Ma per
giimgere a questo sarebbe forse necessario un gran soffio purificatore,
di più ampio respiro, fra i governanti
americani; che giungessero al potere
~ ci sono, ne siamo convinti — uomini più serenamente realisti e, perchè
no?, più sagacemente cristiani.
Gino Conte
Molti lettori dell’Eco conoscono
certamente l’austeik figura di Grimaud, fedele servitore di Athos il
moschettiere, il quale comunicava
con il suo padrone per mezzo di
cenni e segni: infatti gli era permesso di parlare solo in casi estreniameiiie gravi e per cose delia massima importanza. E’ a lui che pensavo
con simpatia ritornando dal Sinodo
nel quale avevo fatto una vera e propria indigestione di parole. La mia
esperienza è piuttosto modesta e non
sono in grado di fare paragoni con
il passato: ma mi sembra indiscutibile la verbosità e, la prolissità dei
.linodo testé conclùso. Se si potesse
avere un manoscritto contenente il
testo integrale di tutte le frasi pronunciate, e ci si mettesse, matita alla inano, a cancellare tutte le parole
inutili, die possono cioè essere tolte
senza che il senso della frase cambi
o rimanga oscuro, nonché tutti gli
interventi che hanno ripetuto concetti che erano già stati espressi fiel
corso della stessa seduta, si rimarrebbe certamente con un numero di
pagine notevolmente inferiore a
quello iniziale. (Questo significa,
per dirlo con franchezza, che noi
abbiamo spesso sprecato il tempo
del Sinodo. Se poi si prende la somma totale spesa per esso, la si divide per il numero di ore e di minuti,
si Jia l’idea di quanto un singolo
minuto di intervento inutile costi
alle finanze della Chiesa.
Questo spreco di tempo per dire
cose già dette da altri o per arzigogolare su concetti ormai chiari (oppure stea» sa^
rebbe inesatto attribuirlo unicamente alla malattia nazionale, la retorica, Vi è infatti un problema generale ed evidente della nostra epoca:
quello di conciliare la libera espressione del punto di vista di tutti con
la impossibilità pratica di trascorrere mesi ascoltando l’una dopo l’altra
opinioni del tutto simili che vengono ad aggiungersi l’una all’altra senza portare nulla di nuovo. E’ il problema che si pone alle grandi democrazie moderne e alle loro ist.tuzio
ni. La situazione pittoresca di ah u .
cantoni svizzeri in cui ancor oggi gl
affari pubblici vengono regolali sul
la piazza del paese con votazioni pi-i
alzata di mano cui partecipano i ca
pifamiglia, sta tramontando inevita
bilmente.
Per conciliare il diritto di tutti a
esprimere il proprio parere con la
necessità di concentrare il tempo e
lo spazio in cui questo diritto vieiTc
esercitato, si sono escogitati vari ac
Variazioni sai tema deiSìDodo
corgimenti. Il primo e più elementare è dato dalla rappresentatività:
cosi al nostro Sinodo non tutti i
membri di ciiiesa in blocco partecipano, ma un rappresentante per ogni comunità. Il secondo è dato dal
tavoro per commissioni: un gruppo
ristretto di persone, che però rappresenta i vari punti di vista esistenti
iieirassemblea, si riunisce e prepara
una dichiarazione che verrà poi accettata o respinta dall’assemblea generale. Ma al nostro Sinodo abbiamo visto che dichiarazioni che erano
flutto di un anno intero di lavo o
aella commissione, sono state r(niesse in discussione nè più nè menò clm
Se si cominciasse da zero. A che
scopo dunque si era nominata una
commissione? Un’altro difetto a cui
ovviare è quello della impreparazione: i rappresentanti vengono, ma
non rappresentano un bel niente.
Parlano e votano in base al loro
punto di vista personale, invece di
avere un mandato di voto preciso
da parte della comunità che li h.ì
eletti su alcuni punti precisi che erano stati precedentemente fatti conoscere. Un’altra osservazione che ci
perineifiamo di fare riguarda la durata degli interventi: una persona
di media intelligenza deve essere in
grado in cinque minuti di esporre
il proprio parere su di un argomen» e di cotìftrtarft“ ber »piu
moni (già espresse ó che Verosimilmente verranno espresse). Dopo di
ciò non gli si deve più concedere la
parola su quell’argomento, a meno
che non sia il relatore, il quale ha
come scopo di riassumere la discussione. Se non è capace durante il
tempo concessogli (ed eguale per
tutti) di prendere posizione chiaramente, vuol dire che non è adatto
a prendere la parola in assemblee
plenarie (anche se potrà svolgere un
utile lavmro nell’ambito ristretto di
una qualche commissione). Questa
pratica è seguita in assemblee ecclesiastiche di altre chiese, in cui si
può ottenere la parola solo una volta per argomento.
Ricordiamo un altro episodio : vi
è stata una persona che ha preso la
parola parecchie volle nel corso di
una seduta, ogni volta esprimendo
una sfumatura di pensiero diversa
fino a che nell’ultimo intervento ha
sostenuto con virile vigore l’opinio
ne che aveva fieramente combattuto
all’inizio. Non molti lo hanno notato perchè la seduta è stata molto
lunga e anche confusa. Per ovviare
a questo dilettantismo si usa in altre
assemblee chiudere le iscrizioni degli oratori qualche tempo prima che
uno specifico argomento venga trattato. Cosi si iscriveranno solo coloro che hanno letto il materiale
preparatorio e meditandovi sopra
hanno creduto di formulare su di esso opinioni importanti o per io meno contenenti una idea nuova degna
di essere fatta conoscere ed utile alla discussione.
* * H:
Ho voluto esporre queste osservazioni non perchè io creda di conoscere la solnzione, ma sopratutto
per sollevare la questione e ricordare alcxme deUe soluzioni che sono
state fruttuosamente sperimentate
da altri. Sarebbe certo un gran peccato se il nostro Sinodo, del quale
siamo giustamente fieri e che costituisce il maggiore cardine del nostro
sistema ecclesiastico, decadesse miserevolmente. j\è ci si deve rassegnare pensando che le cose non possono andare diversamente da come
vanno: si può e si deve fare qualcosa e senza bisogno di riforme di
struttura o di cambiamenti rivoluzionari. Basterebbe applicare cor
ti che abbiamo ricordato per setacciare efficacemente il flusso delle improvvisazioni, dei ditirambi, delle
ripetizioni, per far posto a interventi sobrii, sostanziosi e precisi da parte di persone preparate e che hanno
qualcosa da dire su di un argomento specifico.
Terminando mi sia però permesso
di dire che in fondo il problema non
esisterebbe o sarebbe ridotto alle
minime proporzioni se solo noi avessimo una maggiore autodisciplina interiore. Quanti di noi non sanno resistere alla tentazione di prendere
la parola su di mi argomento che non
conosciamo a fondo, dimenticando
che possiamo esprimere la nostra opinione al momento della votazione: il che ci priverà forse del piacere di udir risuonare la nostra simsatica voce nell’aula, ma servirà a
far risparmiare tempo a tutti. Nelle
Mario Musacchio
(segue in 4.a pagina)
DOMENICA 28 SETTEMBRE
Inaugurazione del Tempio di S. Secondo dì Pinerolo
Tra pochi giorni la popolazione Valdese della zona di San Secondo avrà la gioia di inaugurare il nuovo Tempio e di dare inizio alle
attività di quella che sarà la diciottesima parrocchia delle Valli Valdesi.
Il desiderio, l'iniziativa e gji sforzi di molte persone stanno per
realizzarsi a benefìcio della vita spirituale di una nuova Comunità e,
lo speriamo fermamente, per il progresso del Regno di Dio nella vita
individuale e-collettiva. La gioia e la soddisfazione dei nostri fràtelli
in fede di San Secondo sono condivise da molti : innanzi tutto dalle
Chiese di Pinerolo e di Prarostino, ben liete di veder sorgere sul territorio che fu di loro competenza una nuova Parrocchia Valdese, a testimonianza di una fede evangelica e cristiana che abbiamo il dovere di
far risplendere in noi e attorno a noi. Ma è giusto che si associno a
quella letizia quanti hanno cooperato in tanti modi diversi alla realizzazione di una così bella impresa: la Tavola Valdese, la Commissione
distrettuale, la famiglia Cardon di San Secondo, i membri del Comitato, i donatori ed i sottoscrittori, i tecnici e gli operai, gli amici tutti
che ci hanno sostenuti ed incoraggiati.
Ora il Tempio esiste e la parrocchia è costituita. Dopo il lavoro
di costruzione materiale occorre compiere un'opera di edificazione spirituale sul fondamento posto da Cristo Gesù e dagli Apostoli. La vera
Chiesa si edifica su quel fondamento e non soltanto sulle pietre di
granito. Pertanto, la gioia del momento presente non deve essere pura e semplice allegrezza terrena ; deve invece concretarsi in azioni di
fedeltà, di perseveranza e di consacrazione a Dio, con senso di viva
e consapevole responsabilità.
Il Signore benedica la giornata del 28 Settembre e l'opera che ci
proponiamo di compiere nella debolezza degli strumenti umani, ma
sorretti dalla potenza dello Spirito Santo.
Ermanno Rostan
Moderatore
PROGRAMMA
delle celebrazioni
Ore 10,30: Culto d'inaugurazione e di dedicazione presieduto dal Moderatore e dal Past. Giovanni Peyrot di Prarostino.
Ore 14,30: Riunione nel Tempio con messaggi di alcuni Pastori e fratelli in fede. Cori ed inni di Corali.
Al termine della riunione il pubblico è cordialmente invitato a visitare il Bazar ed il buffet che il Comitato avrà
cura di preparare.
Tutti sono pregati di contribuire con la loro presenza a
creare un'atmosfera di raccoglimento, pur nella gioia di
una giornata che ci auguriamo lieta e vissuta sotto lo
sguardo di Dio.
2
2 —
L'ECO DELLE VALU VALDESI
ANCORA L'ECO DEIIPROBLEMI AFFRONTATI DAL SINODO
Ï opera della Facoltà
di Teologia
I lettori deH’Eco sono già stati informati di come, sempre più di anno
in anno, la nostra Facoltà di Roma
goda dell’insegnamento temporaneo
di numerosi ed illustri docenti esteri,
e di come i nostri professori ricevano
da altre, antiche Facoltà teologiche
rallegranti riconoscimenti della loro opera. Sia la relazione del Consiglio
della Facoltà, sia quella della Commissione d’esame hanno fortemente
sottolineato questo aspetto, mostrando
anche come questa apertura al grande mondo teologico d’oltralpe, le permetta una certa influenza, certo ancora modesta ma innegabile, nel mondo
accademico laico e cattolico romano;
e questo, accanto al compito primo di
un’accurata preparazione del Corpo
Pastorale del futuro, non è cosa di poco conto.
E’ questa soddisfazione che il Sinodo ha voluto esprimere approvando
questo ordine del giorno:
Il Sinodo approva l’operato del
Consiglio della Facoltà di Teologia
ed esprime la viva gratitudine della Chiesa ai Professori per l’opera di ampio respiro compiuta.
La relazione della Commissione d’esame faceva d’altra parte alcuni rilievi su alcune questioni particola
ri, che portavano a discussione, ma
— a dire il vero — non a conclusioni : se cioè la nostra Biblioteca debba mantenersi rigidamente specializzata in campo teologico e particolarmente protestante (cosa che comporterebbe già un peso finanziario assai
grave), considerando il fatto che a Roma in particolare già molte sono le
Biblioteche civili o ecclesiastiche dove
attingere, quando sia il caso, la necessaria documentazione su temi non specificamente di teologia protestante; se
non sia talvolta auspicabile una maggiore rigidezza nella selezione degli
studenti — il numero complessivo di
questi è discreto, ma purtroppo soltanto otto di loro sono valdesi, nei
quattro anni, oltre quattro candidati
che hanno compiuto l’anno di studio
all’estero; se infine, per garantire la
più assoluta collegialità nelle decisioni del Consiglio, non si debba giungere ad una revisione della distribuzione delle cariche amministrative (decanato e segreteria), attualmente attribuite più o meno a vita, rendendole
temporanee e periodiche come ogni
altra carica della nostra Chiesa: revisione che del resto sarebbe soltanto
un ritorno ad una vecchia tradizione,
e soprattutto sarebbe più fedele ai nostri ordinamenti riformati (art. 11 delta Costituzione), secondo i quali tutte
[ le cariche amministrative sono à ter1 mine. Pur senza giungere ad un ordine del giorno il Sinodo ha espresso al
Consiglio della Facoltà la raccomandazione di afiErontate la questione e
di riferirne al prossimo Sinodo.
Dal punto di vista finanziario, malgrado il Convitto della Facoltà chiuda
il suo bilancio con un notevole attivo,
la situazione deficitaria è abbastanza
preoccupante; e mentre si è raccomandato di soprassedere ad ogni spesa non
assolutamente urgente e necessaria, il
Sinodo ha voluto esprimere la propria
riconoscènza a quanti, in Italia ed all’estero hanno sostenuto validamente
questo nostro fondamentale Istituto,
nella speranza che altri si aggiungano
al primo gruppo; è stato approvato il
seguente ordine del giorno:
¡1 Sinodo ringraziò gli amici esteri e gli aderenti al sodalizio degli
amici della Facoltà per il sostegno
morale e finanziario fraternamente
offerto durante l’anno 1957-58.
COMUNICATO
La Tavola Valdese proclama la vacanza del posto di Pastore titolare
della Parrocchia di Pinerolo.
La nomina del nuovo titolare dovrà farsi a tenore degli articoli 12, 13,
14, 15, 24 e 25 dei Regolamenti Organici.
Il Moderatore
Ermanno Rostan
Torre Pellice, 13 Settembre 1958
VOCAZIONI PASTORALI
e molteplicità dei ministeri
Non è il primo anno che in Sinodo
ci si preoccupa dello scarseggiare di
vocazioni pastorali. Anzi, si direbbe
quasi che, a furia di parlarne, ne risulti un poco di stanchezza e di disinteresse. E’ un fatto che l’insistenza
della Commissione d’esame nel far
notare come non molto sia stato fatto in questo senso dalla Tavola e dal
Consiglio della Facoltà, sia nel far
conoscere meglio l’opera della Facoltà nelle comunità, sia nel potenziare
e sfruttare la possibilità offerta dalla
« domenica della Facoltà », non ha
trovato molta eco fra i membri del
Sinodo. L’estensore di queste note si
chiede se il problema sia veramente
quello cui accenna la ControrelaziO'
ne, e cioè che le nostre « autorità »
siano perplesse di fronte ad un potenziamento del nostro effettivo pastorale, a causa dell’aggravio finanziario
che questo porterebbe; oppure che
nell’opinione comune l’attuale afflusso
di studenti sia sufficiente a rispondere alle necessità dell’opera.
Certamente, molto si può fare per
far conoscere la dignità e la gioia dei
ministero pastorale ; e più ancora ohe
mediante « domeniche della Facoltà», vivendo sempre con impegno ccon gioia questo ministero, da part pastorale, e da parte della Chiesa,
delle famiglie, valutandolo per ciò
che anzitutto deve e può essere, ministero della Parola di Dio, luce dei
nostro mondo. Ma pure noi crediamo
che anche di questa come di ogni
vocazione il Signore soltanto è crear
tore e padrone. Se soltanto credessi
mo veramente alla forza della pre
ghiera...
Quando si parla di vocazioni pasto
rali, un altro problema si presenta
sempre; quello degli anziani evangelisti. Anche quest’anno esso è stato
all’odg, ed una delle sei Commissioni
sinodali di studio ha presentato una
relazione pregevole per chiarezza rpraticità di suggerimenti. In essa
(relatore il prof. G. Miegge) si dice
fra l’altro:
La preparazione degli Anziani Evangelisti si riferisce a casi di vocazione al servizio cristiano, che non possono essere avviati alla Facoltà
di Teologia, sia per mancanza del titolo di studio richiesto, sia per l’età
q altri validi motivi, sia per la natura del servizio a cui i candidati
intendono dedicarsi, avendone i doni. Tale servizio e la relativa preparazione non devono essere considerati come inferiori a quello pastorale, ma soltanto come diversi e complementari.
Lo strumento ideale per la formazione in vista di questi ministeri
sarebbe una .scuola per Anziani Evangelisti; ma non ci sentiamo di
proporne la istituzione, perchè ci sembrerebbe sproporzionata ai mezzi
nonché, per ora, alle necessità della nostra Chiesa. E’ dimque inevitabile che la preparazione a questi ministeri venga curata caso per caso
con metodo eiastico, facendo assegnamento soprattutto sull’insegna
mento personale, e adeguandolo alla situazione, generalmnte assai'varia, dei candidati.
Riteniamo che in linea generale tale preparazione dovrebbe comprendere :
a) Un periodo (breve non più dì un anno) di maturazione spiri
tuale e di studio in un ambiente favorevole quale potrebbe essere, ac
esempio, la Comunità di Agàpe, in connessione con i Pastori del I Di
stretto...
b) Un tirocinio di due o tre anni presso un pastore sperimentate
alle Valli o nell’Evangelizzazione, o eventualmente al servizio di qualch
opera evangelica. Il tirocinio pratico dovrebbe e.ssere accompagnato d
un piano di studi, .sotto la direzione del pastore o del dirigente d’opera
e comprendere periodicameiue esami e colloqui sulle letture fat;e e um.
« retraite » spirituale una volta all’anno...
Per assicurare l'unità d’indirizzo, la continuità, il coordinament
necessari in una preparazione compiuta con mezzi così elastici, ci ssii
Lira indispensabile la istituzione di una Commissione permanente per la
formazione degli Anziani Evangelisti (se no specificano quindi le atvri
ouzioni).
Riteniamo molto consigliabile, durante il tirocinio o al termine di
esso, un soggiorno del candidato all’estero, pr-csso una Scuola Biblica,
o altro ente affine, o in alcuni casi presso la Facoltà di Teologia t,
Roma.
Il titolo minimo per l’ammissione al periodo di tirocinio teorico
pratico dovrà essere la licenza media inferiore, titolo facilm.nte consj
guibile da chi ne sia sprovvisto.
Al termine del periodo di preparazione il candidato che abbia ricevuto le approvazioni necessauc sarà assunto in prova come Anziano
Evangelista.
Per gli Anziani Evangelisti che in un servizio di almeno cinque anni
dimostrino di avere i carismi particurari e le attitudini richieste per ii
passaggio nella categoria pastorale, co. formemente all’art. 125 b dei
Regolarrienti Organici, il piane di studi, ua determinare caso per case,
gli esami e i colloqui richiesti per il conseguimento del certificato di sufficiente cultura teologica, sono di spettanza del Consiglio della Facoltà
di Teologia.
Ci si deve profondamente rallegra
re che il problema dgli Anziani Evangelisti sia stato affrontato con decisione e sagacia dalla Commissione
di studio, ed è da ^gurarsi che Todg..
approvato in conseguenza dal Sino
do, porti veramente e ben presto a
positive attuazioni, dando nuove possibilità a giovani e meno giovani che
si sentano chiamati al servizio della
Chiesa, ma impossibilitati a segu re
l’attuale trafila di studi alla Facoltà
di Teologia:
11 Sinodo, presa conoscenza della
relazione delta Commissiione di cui
all’art. 35 degli Atti Sinodali 1957 e
approvandone i concetti generai!, in
vita la Tavola a studiare in concrc
to e attuare le proposte che contiene
nominando, in particolare, una Com
missione Permanente per la forma
zione degli Anziani Evangelisti.
Però (oh maJa lingua di cronista...)
non pare che con questo sia del tutto risolta la questione degli Evange
listi. Finora, si è sempre parlato di
loro come di pastori dalla preparazione più affrettata e ridotta. E cerne
tali sono spesso trattati. Vocazioni
tardive, questioni di famiglia, hanno
uetviiminato questa loro situaziond,
ed il loro servizio non é certo menJ
prezioso per la Chiesa tutta. Ma que.
lo che non è ancora stato considerato a. sufficienza è la molteplicità dei
ministeri nella Chiesa. E’ xm luog_'
comune, ormai, dire che a poco a poco, per un complesso di ragioni, la
maggior parte dei ministeri, dei « servizi » della Chiesa si sono concentrati
in un’unica persona, quella del pastj
re. Ora, non dobbiamo essere sordi al
ripensamento delle strutture della
Chiesa che si fa sentire ovunque, n
qui, a proposito degli Evangelis.i, c
è offerta un’occasione magnifica pax
ricercare e riscoprire un ministero
del tutto o comunque abbastanza d
verso da quello pastorale, che p^tr
essere veramente prezioso pier l’evan
gelizzazione del nostro paese. Al ir
v.,niese si sono già impegnate in qusta ricerca: perchè non seguirne le
tracce?
Molti amici e conoscenti mi hanno scritto in occasione della mia nomina a Moderatore nell'ultimo Sinodo della nostra Chiesa. Essi vorranno scusarmi se non rispondo loro
personalmente; tuttavia mediante il
giornale desidero ringraziarli sinceramente per i loro fraterni auguri,
domandando loro di continuare a seguirmi con la loro preghiera affinchè
il Signore mi conceda le forze di cui
ho bisogno nèH'adempimento della
missione che mi è stata affidata.
Ermanno Rostan
PreseitzB Protestante
in Italia
Anche quest’anno YUfficio Legale,
diretto con grande competenza e passione dal dott. Giorgio Peyrot, ha reso inestimabili servizi non soltanto alla Chiesa Valdese ma a tutto il Protestantesimo italiano, muovendosi su
due linee : da una parte, fornendo aggiornato materiale d’informazione sui
problemi religiosi italiani alla nostra
stampa religiosa e laica, e a quella
del mondo ecumenico internazionale,
dall’altra continuando con costanza la
lotta impegnata contro il processo di
involuzione clericale a cui, purtroppo,
continuiamo ad assistere nel nostro
paese. Si accentua sempre più, in Italia, un movimento contrario ad una
vera libertà religiosa e di coscienza
da parte delle Autorità amministrative, disposte sempre a trovare vie traverse per ostacolare il libero esercizio
delle libertà sancite dalla Costituzione; è d’altra parte doveroso riconoscere che la Magistratura mantiene di
fronte a ciò una posizione di equilibrata indipendenza.
L’attività deirUificio Legale è andata e andrà nel senso di una lenta,
progressiva demolizione delle vecchie
strutture antilibertarie ereditate in Italia dal periodo fascista; di uno sforzo
continuo per rendere efficaci ed operanti le norme costituzionali a garanzia della libertà e dell’uguaglianza religiosa dei cittadini italiani; di una,
sia pur lenta, progressiva impostazione di quei problemi di « interesse misto » nei quali sarà pur necessario che
lo Stato un giorno o l’altro venga a
quelle « intese » con i Culti acattolici
che la Costituzione prevede.
11 lavoro di quest’ufficio è di una
mole veramente ingente, e la Commissione d’esame ha detto scherzando,
nella sua relazione, che ne è resa testimonianza da una vera « valanga »
di documentazione, di corrispondenza, di relazioni e pubblicazioni.
11 dott. Peyrot ha fatto notare al Sinodo che una presenza protestante nel
mondo della cultura trova un’eco più
viva ai nostri giorni. Il Convegno di
studi di storia della Riforma e dell’eresia in Italia, che si è tenuto per la
seconda volta, quest’anno, a Torre Pellice, sotto l’egida della Società di Studi Valdesi, ma con la collaborazione
di personalità storiche del nostro paese (ne trovate la relazione in questo
numero del giornale), continua ad incontrare un’eco sempre più vasta —
non nel nostro ambiente, ahimè! —
ed il suo successo, con molta verosimiglianza, ha portato da parte cattolica all’organizzazione di un analogo
Convegno di studi di Storia della Chiesa, il primo in Italia, tenutosi in questi giorni a Bologna. Inoltre la pubblicazione di opere di grande valore
scientifico e di notevole efficacia divulgativa — come gli scritti di Lutero,
editi da Laterza, e la progettata collana degli scritti dei Riformatori italiani, nelle edizioni Sansoni — mostra
anch’essa la possibilità che il pensiero
protestante trovi il suo posto nel no
stro mondo culturale, nella speranza
che anche nella « intellighentsia » italiana ci sia chi sa andare oltre l’interesse culturale, e ricevere quella che
vuole essere anzitutto una testimonianza di fede.
Segni e possibilità rallegranti. Resta
il fatto che la presenza protestante in
Italia non è attività « riservata » di organi legali o di isolati intellettuali: è
la vocazione di ogni evangelico. E la
libertà di coscienza che non sarà mai
frutto spontaneo del nostro mondo
italiano e cattolico-romano — ha ricordato ancora il dott. Peyrot — ma
che si tratta di conquistare vivendola
anzitutto in noi stessi, nel nostro atteggiamento, questa libertà non è fine
a noi stessi ma è la testimonianza che
forse siamo chiamati con più urgenza
a rendere al nostro popolo.
la noslra posizione di fronte
al lattolieesinio Honiano
La seduta sinodale del martedì sera
è stata una delle più interessanti : è
stata presentata dal relatore, past.
Neri Giampiccoli, esposta per sommi
capi, data la sua voluminosità, l'ottima relazione della Commissione sinodale di studio sul problema dei rapporti con il Cattolicesimo Romano.
Poiché, come si è deciso in Sinodo,
essa verrà largamente diffusa e commentata nelle comunità, non ci soffermiamo su di essa. Diciamo soltanto quanto ci è parso rallegrante
che questo lavoro, così solido, abbia
saputo dire con tanta chiarezza ma
anche con così profonda conoscenza
di causa e con così sìncero sforzo di
comprensione onesta, il No dell'Evangelo a proposito di quelli che sono
stati considerati i principali (non certo gli unici) punti di dissenso con il
Cattolicesimo Romano : il primato papale, il crescente indirizzo mariano,
con il suo fatale spostamento del centro da Cristo a Maria, la confusione,
carica di conseguenze gravi su tutti
i piani della dottrina e della vita, fra
la Chiesa e il Regno di Dio.
Si tratta di uno strumento di studio
di prim'ordine e si sono moltiplicate
le voci di plauso. Alcuni appunti, affinchè fossero completati alcuni aspetti dello studio di confronto, non infirmano questo giudizio. Mentre alcuni avrebbero voluto che esso avesse subito la massima diffusione fuori
del nostro ambiente, e che diventasse documento ufficiale della Chiesa
Valdese, è poi prevalso il parere —
più logico — di trasmetterlo prima
alle comunità come oggetto di studio,
e di arricchirlo con alcune aggiunte
e con una più esauriente documentazione. Potrà poi esprimere una più
cosciente posizione di tutta la nostra
Chiesa.
LAVORARE INSIEME
alla Chiesa Metodista
Con una lentezza che può a volte
parere eccessiva, ma che ci auguria
mo sia solida base per il futuro, prò
cedono i rapporti con la Chiesa Metodista. Approvato dal Sinodo Valdese 1957 e dal Sinodo Metodista 19o8
il reciproco riconoscimento dei ministeri, la relazione della Tavola e quella della Commissione d’esame rilevano come si sia ormai giunti alla possibilità di attuazioni pratiche, modeste, ma di reale efficacia, nella collabcrazione e nella sistemazione del
campo di lavoro.
(Tome già una delegazione valdese
guidata dal Moderatore, aveva partecipato al Sinodo Metodista, così ab
biamo visto con gioia fra noi quattro
delegati metodisti, guidati dal Presidente Mario Sbaflì, i quali hanno par
tecipato con voce consultiva ai nostri
lavori sinodali. Nella seduta serale del
Corpo Pastorale, cui hanno pure par
tecipato, e in cui si è fra l’altro trattato della revisione della liturgia, at
tività che anche una Commissione
metodista persegue ed ha quasi com
piuta, è apparsa im’altra possibilità
di collaborazione fraterna delle nostre
Chiese.
RallegrandC'Si di quanto si è rag
giunto e invitando la Tavola a continuare su questa via di rapporti fraterni con la Chiesa Metodista, il Sinodo
ha votato ed approvato il seguente
ordine del giorno:
Il Sinodo Valdese, preso atto con
vivo compiacimento della identità di
indirizzo e di vedute manifestatosi a
seguito dei voti unanimi dei Sinodi
Metodista e Valdese circa la collaborazione tra le due Chiese, invita la
Tavola a voler riferire di anno in anno nel rapporto al Sinodo in merito
ai problemi di vita ecclesiastica comuni, rilevati nel corso dei lavori del
Sinodo Metodista; e ciò allo scopo
di meglio orientare il Sinodo circa lo
sviluppo della collaborazione in atto
tra le due Chiese.
09501880
3
L'ECO DELLE VALU VALDESI
— 3
Secondo Convegno di Studi
su Eresia e Riforma in Italia
L’iniziativa della Società di Studi
Valdesi, di ripetere il Convegno di
studiosi di eresia e riforma in Italia,
svoltosi a Torre Pellice l’anno scorso
in agosto, ha avuto un esito lusinghiero e si può prevedere che ormai esso
possa inserirsi tra le annuali manifestazioni culturali di Torre. Erano infatti presenti il 29 e 30 agosto i più
noti studiosi della eterodossia italiana :
il prof. Delio Cantimori, accademico
dei Lincei, il prof. E. Duprè-Theseider, deirUniversità di Bologna, il
prof. E. Passerin d’Entrèves, dell’Università di Firenze, il prof. Giorgio
Spini, dell’Università di Messina, il
prof. Luigi Firpo dell’Università di
Torino e il suo collega Franco Venturi, il prof. Giovanni Gönnet dell’Università di Roma, il prof. R. Manselli,
dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, i proff. Vinay, Cambi, Marcelli, Caponetto, Maselli, Guichonnet
e vari altri; avevano inoltre aderito
varie altre personalità della cultura.
11 Convegno si è svolto nel clima
che lo ha contraddistinto anche l’anno scorso, e cioè di serietà, di familiarità, di assenza di accademismo:
anche l’ospitalità nella nuova foresteria della Chiesa Valdese permise, col
contatto continuo, di stabilire quella
simpatica aria di « cenobio » che giova non poco ad incontri del genere.
11 contenuto delle relazioni, che saranno pubblicate nel bollettino della
Società di Studi Valdesi, fu d’altra
parte assai importante e di alto interesse storico; anche se non è possibile riassumere in poche righe quanto
esposto, vale la pena di accennare almeno agli argomenti presentati o alle
tesi sostenute.
11 prof. E. Duprè, parlando degli
« Eretici dolciniani a Bologna », ha
presentato alcuni esponenti del noto
movimento ereticale in quella città, ed
attraverso all’analisi della loro vita e
delle loro opere ha insistito suH’aspetto spirituale e religioso del dolcinianesimo, visto da alcuni come un movimento a sfondo sociale e politico.
11 prof. Giovanni Gönnet, noto esperto del Valdismo medievale, ha
presentato le sue ricerche sui « Limiti e caratteri dell’episcopato valdese
nel Medio Evo » : la fonte principale
dello studio è il trattato antivaldese
del Moneta, nè ancora si può dire con
sicurezza, attraverso al suo esame, in
quali proporzioni e in quale senso preciso esistette e funzionò l’istituzione
dell’episcopato valdese. Nè è sfuggito
ad alcuno quanto la diaspora valdese
e la diversità di tendenze in seno ad
essa impediscono una visione sufficientemente completa ed esatta della
« teologia » degli eretici valdesi.
11 prof. S. Caponetto ha riproposto
la quistione del « Trattato utilissimo
del Beneficio di Cristo ». Il famoso libretto, che tanta importanza ebbe nella spiritualità religiosa del ’500 in Italia, ha suscitato sempre l’appassionato
interesse degli storici, e il relatore ha
rivalutato la tesi già discussa alcuni
anni fa dell’infiuenza luterana diretta :
nè è da escludere in sostanza che la
circolazione delle idee, attivissima in
quel secolo, portasse all’adeguamento
del linguaggio luterano affinchè nel
particolare clima italiano il messaggio
di rinnovamento della chiesa potesse
meglio essere inteso.
Trinitari e antitrinitari furono in aspra polemica in tutta Europa durante il ’500, e di un’opera famosa antitrinitaria, attribuita già a L. Socino,
ha parlato il prof. L. Firpo, rilevando
come invece essa appartenga al tedesco Christian Franken, strano tipo davvero, che fu alternativamente a più
riprese cattolico e protestante e finì
probabilmente i suoi giorni nelle carceri dell’Inquisizione Romana. Se la
sua vita non fu un esempio di coerenza, essa dimostra tuttavia quanto
la società fosse permeata di ideali religiosi e quanto le quistioni teologiche fossero popolari.
Il pastore Luigi Santini ha parlato
della « Ecclesiologia di P. M. Vermigli » il noto riformatore italiano, ricavandone i concetti dalle sue lettere
e dai suoi scritti. Anche se non si
possa dire con certezza, è chiaro come l’organizzazione presbiteriana abbia suscitato le simpatie dell’eretico.
Il prof. G. Spini, mettendo a frutto alcune sue recenti ricerche, ha presentato un’interessante visione della
cultura nel mondo puritano degli Stati Uniti alle loro origini in relazione
all’Italia : ai fondatori dell’America
protestante non erano ignote le opere degli scrittori italiani del ’500 e
’600, ed anche la storia dei Valdesi
giungeva loro, sia pure nelle interpretazioni profetiche di alcuni autori.
Il prof. U. Marcelli, studioso del
Risorgimento, ha presentato alcuni
documenti relativi all’atteggiamento
di Cavour nei riguardi dei Valdesi,
in merito alla famosa quistione del
Tempio della Gran Madre di Dio a
Genova, allora acquistato dal banchiere Malan per destinarlo al culto
Valdese. L’atteggiamento di Cavour
fu sempre improntato dalla ricerca di
soluzioni pacifiche e dal desiderio di
non urtare nè gli amici inglesi, nè il
clero piemontese. Ad integrazione di
quanto detto dal Marcelli, il prof.
Guichonnet di Bonneville, ha presentato due lettere del famoso vescovo Charvaz, relative alla quistione,
completando così il quadro di una
vicenda assai importante nel 1854.
L’ultima relazione, del prof. Cicchitti-Suriani, assente dalla riunione,
non potè essere ascoltata, ma essa
verrà pubblicata come le precedenti
Esaurita la giornata del 29 con le
relazioni, la mattinata del 30 fu dedicata alle relative discussioni, estremamente interessanti, ed al progetto,
di recente avviato, di un « Corpus
Reformatorum Italicorum », che l’editore Sansoni stamperà su prenotazione, e che sarà una utilissima raccolta degli scritti, ora dispersi o quasi irreperibili, dei riformatori italiani,
non ultimi nel pensiero religioso dell’Europa cinquecentesca.
In sede conclusiva, il Convegno si
è manifestato unanime e concorde
nel richiedere la prosecuzione delle
giornate, e si è fissato quindi l’arrivederci per il prossimo 29 - 30 agosto, dando incarico dell’organizzazione alla commissione che già ha funzionato quest’anno.
LE MOSTRE F/MAM
La Provvidenza erella a sistema?
Non se n’è parlato abbastanza al Sinodo, lo si può fare ora
Mi si passi il titolo, ed il lettore paziente
segna fino alla fine... Non nascondo questa relazione dei lavori sinodali e delle
mie impressioni sotto Tanonimato del cronista, poiché si tratta di una presa di posizione forse poco ortodossa e comunque
molto personale. Ma sarei lieto se un dialogo su questo argomento potesse avviarsi
con gli amici lettori (o... «nemici», s’intende!).
Si dice in generale che il tema finanziario è la nota dolente del nostro bilancio
ecclesiastico e sinodale; veramente non è
la sola, e forse non la più grave. E’ comunque un fatto che qualche anno fa la
situazione era assolutamente angosciosa;
ed è un fatto che le cose oggi non si presentano più con lo stesso carattere quasi
catastrofico. Però non si sa bene se andarsene, dopo il Sinodo, ottimisti o pessimisti. La situazione è indubbiamente migliorata, ma anche quest’anno voci competenti
hanno messo in guardia contro un ottimismo ad oltranza. La chiara relazione
del Cassiere della Tavola — esposta a voce,
senza uno specchio del bUancio ciclostilato
come in passato: operazione punitiva contro l’incredibile leggerezza di alcuni membri del Sinodo che in passato Thanno lasciata in giro per i caffè o gli scompartimenti dei treni; non accettata, però, da
tutti gli altri membri! — e la controrelazione della Commissione d’esame hanno
messo in rilievo il deficit di 9 milioni con
cui purtroppo anche quest’anno si chiude
il nostro bilancio ordinario, senza contare
le spese — ingenti — che ha comportato la
costruzione di vari nuovi stabili, per cui
è stato costituito un fondo a parte, che ora
deve essere meno che vuoto.
Relazione e controrelazione, pur dando
atto che varie comunità danno prova di
grande generosità e che altre hanno cer
cato di adeguare i loro versamenti alla
Cassa Centrale, hanno notato che molte
non hanno risposto o non abbastanza all’appello che non viene loro da una amministrazione, ma dall’opera del Signore nel
nostro paese, che esige l’impegno di tutti.
Già l’anno scorso il Sinodo si era impegnato a sostenere con i versamenti delle
comunità le normali spese di amministrazione e di culto, affinchè il considerevole
aiuto che ci viene da Chiese sorelle (circa
un terzo delle nostre entrate!!!) possa ostiere impiegalo per opere particolari; ma
neppure questo si è raggiunto, il deficit è
stato di 9 milioni. Anche quest’anno hanno gravato fortemente gli interessi passivi
dei prestiti che si sono resi necessari, cosa
che si potrebbe in parte evitare se tutte le
comunità versas-sero con una periodicità
più fitta e regolare i loro contributi.
Di fronte a questa situazione, il Sinodo,
oltre che al Cassiere, Past. Guido Comba,
ed al Past. Paolo Marauda che lo coadiuva
in quest’opera delicata, ha espresso la sua
riconoscenza alla Tavola ed ha riconfermato il suo impegno, approvando questo
o. d. g.:
Il Sinodo Valdese, preso allo che le
Chiese non hanno raggiunlo nelle lori
conlrihuzioni alla Cassa Centrale la
mèla fissala dai Sinodi 1956 e 1957, causando così una pesanle siluazione debiloria che ha messo in difficoltà l’Amministrazione Centrale, richiama le
Chiese stesse alla necessità di raggiungere nell’anno ecclesiastico 1958-59 la
Altri temii,di discussione sinodaie
PERSONA LIA
Il Pastore Giorgio Bouchard e la
Signorina Lucilla Rochat si sono uniti
in matrimonio, il 15 settembre, nel
Tempio dei Coppieri. Agli sposi i nostri auguri più cordiali, fraterni, che
il Signore benedica in ogni modo la
loro famiglia e il loro ministero.
Campagna biblica. - Un buon lavoro è stato compiuto dalla Commissione Biblica,, ’^la c’è da domandarsi se il suo lavoro raccolga
veramente da parte delle comuni
tà la meritata attenzione. Qual
che perplessità sulle brevi meditazioni bibliche quotidiane nella
loro ferma attuale.
Agàpe ha compiuto il suo primo
decenmo di vita, ed è con viva
riconoscenza ed allegrezza che si
può guardare al cammino compiu
to e alle possibilità di servizio che
le si aprono davanti.
Istituti Ospitalieri. - Il Sinodo si
è soffermato anche quest’anno su
questo aspetto cosi importante —
e spesso cosi trascurato — della
vita e del servizio della nostra
Chiesa. Vi ritorneremo più diflu
sámente, riportando pure in parte
la forte relazione della Commiss,
d’esame dell’operato della CIOV,
secondo il desiderio espresso dai
Sinodo stesso. Per ora vogliamo
esprimere la profonda gratitudine
della Chiesa al Past. Luigi Marauda che, anche entrato in emeritazione, ha per vari anni curato con
amore questo aspetto della nostra
diaconia, quale membro della
CIOV. A sostituirlo è stato eletto
il Dott. Cesare Gay; il Past. Umberto Bert, il cui mandato quinquennale scadeva, è stato rieletto.
Stampa. - Nulla è stato fatto,
quest’anno, e nulla si è deciso in
Sinodo per risolvere il problema
della nostra stampa periodica. Intatti, come nel Sinodo scorso, si
e avuto lo stesso bilanciarsi di voci prò e contro Tunifioazione del1 Eco e della Luce.
Klolizie dalla Missione deiio Zambesi
Conferenza lliiìssìonaria
La Conferenza annuale dei miss.o
nari aedo Zambesi si è riunita a Se
fula alla fine di Luglio.
Durante questi ultimi anni il nume
ro dei missionari è aumentato grada
tamente, e quest’armo abbiamo fattj
un passo avanti verso la loro specia
iizzazione, con la nomina di tre segre
tari per l’opera scolastica della M s
sione, e di quattro direttori didattici
indigeni. In questo modo i missiona
ri titolari delle stazioni della M'.ss.o
iie potranno dedicare maggior tenip^
alla chusa ed alia evangelizzazione.
Abbiamo potuto anche fare dei piani per la futura attività di un missionano che si occuperà esclusivamente
dei movimenti giovanili.
La Conferenza ha esaminato con
cura varie misure il cui scopo è di pre
parare piano piano la integrazione
della Missione e delle sue opere nella
Chiesa Indigena. Altri campi delia
società delle Missioni di Parigi, sono
già giiuiti a una integrazione compiala, come a! Cameroun. Qui siamo a.icora lontani dalla mèta, ma l’evcluzione dei paesi africani è cosi rap.da,
che bisogna essere pronti ad ogni evcntualità.
La Chiesa dello Zambesi è ancora
debole, e malgrado i nostri sforzi noii
è ancora giimta alla indipendenza
finanziaria, un po’ per la incempren
sione dei suoi membri, un po’ per la
loro povertà economica, un po’ par la
immensità dell’opera di evangelizzazione che le incombe in regioni ancora pagane. Però quest’anno ancora 1?,
campagna evangelistica detta « Sikundi» (la grande pesca reale) ha dato
dei risultati incoraggianti e 1500 uo
mini e donne sono stati iscritti decorsi di catechismo per prepararsi ai
battesimo cristiano.
na confeienza uei Missionari delio
^uiubosi, mi ha incaricato di manaa
re 1 suoi fraterni saluri a tutti i proL^Sianti, cne in Italia s’m„fcressa-*o a
quest opera missionaria, e part.coiar
iiieiite ai gruppi che nelle chiese s.
occupano più direttamente delle Mis
sioiii. Penso alla Pra dei 'Tomo, e alle Società Missionarie di Signore, di
ione PeiLce, Torino ed aure purroc
cnie. Grazie a tutti per 1 interesse, le
pregnieie e i doni, che portano all’Opera ui Dio un contributo cosi pre
-¿lOSO.
OnorìficBnza
leii la Missione di Par.gi, e la no
stra Cniesa Vaiaese sono state oiio
rate nella persona della Signorina,
^lazislla Jalla.
A Mongu capitale del Barotseland,
le e stata consegnata la croce di
<: Membro delTlmp^ro Biitannic.i »
tiviemoer of thè Britìsh Empirei per
orarne aella Regina Elizabeth II.
Il Segretario degli Anari Indigeni
aeiia Kodesia del Nord era stato incaricato della consegna, che avvenne
alla presenza del Re Mwanawina Ilr,
delle autorità del Protettorato, e di
un folto pubblico europeo ed indige
no.
Il Segretario ha ricordato breve
mente i 88 anni di servizio fedele che
la Signorina Jalla ha dato all'Opera
ai Dio in questo paese, a Lealui, poi
a Mabumbu dove fondò con la Signorina Saucon la Scuola. Femminile che
ha tanto contribuito alla educazione
delle donne ed al miglioramento della
loro condizione sociale. Ha pure ao
cennato all’opera che la Signorum
Jalla svolge da tre anni per la evangelizzazione delle donne pagane, e Li
formazione di gruppi femminili nelL
cnicso, per una loro partecipazione
più attiva all’Opera di Dio.
Dopi la cerimonia ufficiale, durun
te la quale due indigeni, un capo di
stretto e un messo governativo ricevettero pure onorificenze, ci fu un ricevimento offerto dal Commissario
Governativo del Barotseland, nei giardini della Residenza. Erano stati invitati una quarantina di europei ed
iiidigejii, che nascerselo un ora p a
cevoie a chiacchierare intorno ad una
(.azza di tè.
Ricordiamo terminando che già i,
sig. Adolfo Jalla era stato onorato i-j
modo simile, quanao ricevette il gra
do di Comandante del British Empi
re. Certo che in Missione non si lavora per guadagnare degli -onori di
quei genere, ma per ubbidienza alla
vocazione ricevuta da Dio. Però ci rallegriamo, quando le Autor-ta di u.i
paese apprezzano a quel modo il lavoro disinteressato e fedele che le
Missioni Cristiane compiono nei pae
Si lontani, ed esprimono cosi la lur^i
iiccnosceriza per il prezioso contributo che esse portano allo sviluppo morale e spiriiuale delle popolazioni indigene.
R. Coisson
Sefula, 10 Agosto 1958
Ringraziamo sentitamente il mis
sionario Coisson e, in attesa di altre notizie, inviamo a lui ed alla
I Signorina Jalla im cordiale saluto
con l’augurio di im’attività benedetta da Dio. Red.
somma complessiva di L. 80 milioni.
Invita i Consigli ed i membri di
Chiesa ad adottare senza indugi il sistema di frazionamento della contribuzione in dodici mensilità onde permettere alla Tavola di far fronte alle spese, senza dover ricorrere a prestiti che
segnano, a causa degli interessi passivi, una grave decurtazione delle contribuzioni ed una inutile perdita di
denaro.
Che augurarsi, se non che questo o.d.g.
rappresenti un vero impegno per tutte le
nostre comunità? Un grande passo avanti
sarebbe già fatto; e può, sicuramente può
essere fatto. Deve esser fatto; non perchè
— ci scusino i nostri Amministratori ! —
questi possano dormire sonni tranquilli...
ma percliè non si ripeterà mai abbastanza
che la contribuzione è un vitale segno di
fede, e che i nostri deficit finanziari sono
anzitutto dei deficit di fede.
Concordo di tutto cuore con questo
pressante appello al senso di responsabilità e all’impegno di fede dei nostri fratelli: dobbiamo tutti sentire che la Chiesa
non può non sviluppare la sua opera, in
tutti i campi, e che questa deve essere sostenuta, non soltanto ma anche dalle offerte di tutti. Ed è vero ciò che notava la
controrelazione della Commissione d’esame, che molli stabili ed arredi ecclesiastici sono « un inno al dogma della stamberga », sanno di vecchio, di sporco, di trasandato, e devono essere dovutamente riparati e rimodernati — anche se c’è sempre un certo margine fra pulizia e decoro
e l’eleganza che non è del tutto a suo posto nella Chiesa del Servo di Dio: sfumature?
Però — e senza che quanto si è detto
prima sia minimamente infirmato — mi
pare che il bilancio ba due voci: le entrate e le uscite; e se per farlo quadrare non
ai riesce ad aumentare a sufficienza le entrale, ei si vede costretti a diminuire le
spese: spese delle comunità, spese generali della Chiesa. Riconosco di essere del
tutto profano in tema di amministrazione;
e che ci sono spesso dei casi di un’urgenza che non permette di soprassedere. Ma
permane in me l’obiezione che mi son
permesso di esprimere a proposito delle
spese per gli stabili recentemente costruiti
o rinnovati. 1 nostri membri di Chiesa,
anche e soprattutto quelli che sono più
lontani dal fare lutto quello che potrebbero per la loro Chiesa, sentono continuamente risuonare questi appelli; ma in fondo vedono che, bene o male, le cose vanno avanti, che si costruisce dappertutto;
non riescono a convincersi della gravità
della situazione; plaudono a tanti generosi
donatori in Italia e all’estero e sorvolano
placidamente sul fatto che tante spese sono
state in realtà permesse da prestiti spesso
ingenti.
Viene cosi potenziato quel complesso di
cui tanto soffriamo, il complesso della
mendicità: per avvertirlo, basta sentire lo
scrosciare di applausi nella sala sinodale
(ma anche in galleria!) quando viene ricordato o presentato un donatore generoso... Ci iiuò essere molto orgoglio nel
desiderare di « non aver bisogno di nessuno », si può così non valutare tutto il
valore spirituale di un’offerta fraterna di
aiuto; ma noi manchiamo spesso di dignità.
A questo complesso di mendicità si accompagna quello che non saprei definire
meglio che il complesso della provvidenza: appunto perchè siamo convinti di essere dei poveri mendichi (forse senza saper distinguere qual'è la no.stra vera mendicità) noi farciamo conto sulla provvidenza in un modo che spesso non ha più
mollo da fare con la fede. Noi facciamo
della provvidenza un sistema su cui costruiamo — 0 scarichiamo le nostre responsabilità; invece di riceverne i doni (anche
attraverso l’aiuto generoso dei fratelli) con
sempre meravigliala, fresca riconoscenza,
noi ci contiamo su in partenza, con un
calcolo sfacciatamente interessalo che la
svilisce, in fondo, ad una voce — scontata — dei bilanci sui nostri libri di conti.
Non mi piace la povertà; ma credo che
dovremmo maggiormente accettare di essere quello che siamo, una Chiesa povera c,
malgrado tante realizzazioni, una povera
Chiesa. Forse allora per lutti noi, per la
nostra fede, per la nostra speranza, per la
nostra carità, riacquisterebbero tutto il loro valore le infinite ricchezze della Grazia.
Gmo Conte.
4
Il ricco e il povero s'incontra- no; l'Eterno li ha fatti tutti e due. L'Eco delle Valli Valdesi Come nell'acqua il viso ri- sponde al viso, così il cuor del- l'uomo risponde al cuore delDai Proverbi Dai Proverbi
/ LETTORI SCRIVONO...
Laici ed ecclesiastici
Caro Geymet,
effettivamente — come è implicito nella
tua noia sul termine « laico » pubblicata
da L’Eco del 29 agosto u. s. — la distinzione tra « laico » e « ecclesiastico » non
ha ragione di esistere in una chiesa che,
come la valdese, riconosce Cristo quale suo
unico capo, professa le dottrine contenute
nella Bibbia e celebra il culto pubblico
conformemente airinsegnamento di Cristo
ed all’uso della Chiesa primitiva (arlt. 2
e 3 della Costituzione della nostra Chiesa).
O siamo tutti « laici », appartenenti cioè,
per la nostra professione di fede in Cristo
Salvatore del mondo, al popolo {laos) di
Dio ; o siamo tutti « ecclesiastici », membri cioè della chiesa (ecclesia) di Cristo.
Nelle comunità primitive del primo secolo
— come ben sai — c’erano soltanto i « santi », i fedeli, i fratelli e le sorelle; tra essi
venivano riconosciuti, e quindi consacrati
con l’antica usanza ebraica dell’imposizione delle mani, coloro che avevano ricevuto
doni e vocazioni particolari, in virtù dei
quali diventavano — nel caso in cui erano
stati riscontrati i doni di ministerio, d’insegnamento e di esortazione (Rom. 12: 7-8)
— i ministri deUa comunità, detti indifferentemente anche presbiteri (anziani), episcopi (sorveglianti) o diaconi (sinonimo di
ministri): in una parola i pastori (« poimenes ») del gregge di Dio, ii cui ministerio,
essenzialmente carismatico (da « carisma »,
dono), si richiamava sempre all’opera di
Cristo, unico vero sommo pastore. Nessuna distinzione, perciò, tra corpo pastorale
e laicato, ma solo riconoscimento di funzioni e testimonianze diverse fondate sulla diversità dei doni; in altre parole nessun monopolio dei pastori, come purtroppo avviene ancora tra noi; dove l’esame
di fede e la consacrazione dei candidati al
ministerio sono riservati al solo corpo pastorale. Caro Geymet, non vedi in tutto
ciò ancora un pò di « farina papale », come argutamente si esprimeva nel 1587 uno
dei nostri primi storici valdesi, il pastore
Girolamo Miolo di Pinerolo? E se c’è,
non dovremo ancora « riformarci » per
adeguarci meglio alla lettera e allo spirito
di quegli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione? Con affetto fraterno, tuo
Giovanni Gönnet
NOTIZIE VARIE
PflVEROLO
Come già è stato annunziato nel
culto domenicale l’Assemblea di chie
sa è convocata Domenica 21 Settembre alle ore 15 per procedere alla no
mina della Commissione consultiva
e per esaminare alcuni problemi do
vuti alla proclamazione della vacan
za del posto di Pastore titolare.
Tutti i membri di chiesa sono cal
damante invitati ad iritervenire a
detta essemblea; l’invito tuttavia è
specialmente riservato a quanti faranno parte della Chiesa di Pinerolo
anche dopo il distacco delle zone as
segnate alla nuova Chiesa di San Se
condo.
Hm GERMAIVO CHISOIVE
Particolarmente numerosi sono sta
ti, quest’anno, i fratelli in fede che
hanno trascorso il loro periodo di vacanze a S. Germano. Siamo loro riconoscenti per l’assidua presenza a
tutte le attività ecclesiastiche.
Ringraziamo i pastori e laici che
hanno presieduto i culti nel corso
di questi ultimi mesi: L. Marauda
A. Ribet, P. V. Panascia e il prof. E
Tron.
Le ragazze deU’Unione Cadetta
dirette dalla sig.na N. Rostan, hanno
offerto, con l’aiuto di alcune collab"ratrici, una serata ricreativa ad un
buon pubblico che ha dato loro l’opportunità di fare un’offerta per la
Nuova Sala. Le ringraziamo sentitamente.
Il pomeriggio della domenica 14
Settembre, nel giardino deH’Asilo de’
Vecchi, la fanfara del Baden, guidata dal past. E. Geymet, ha offerto ai
ricoverati del nostro Istituto ai quali
si era aggiunto un discreto pubblico
una serie di apprezzate esecuzioni di
musica sacra. Ringraziamo i nostri
amici che si servono del loro talento,
musicale per testimoniare della loro
fede
La sera di mercoledì 24 settembre
(ore 21) avrà luogo nel nostro tempio un culto pubblico presieduto dal
past. A. Sbaffì con la collaborazione
di un pastore francese in visita alle
Valli in occasione di un incontro di
pastori a Torre Pellice.
Nel corso dei mesi estivi è stato
amministrato il S. Battesimo ai seguenti bimbi: Costantino Carla Cristiana e Silvia Rosanna di Eligio e
di Revel Ines (Perosa). Rochon Enrica di Aldo e di Beux Elsa (Pian).
Venturi Claudia Nella di Carlo e di
LA ANNUALE ASSEMBLEA
della Sociefà di Studi Valdesi
La sera del 31 agosto ha avuto luogo nell’aula sinodale l’annuale assemblea della Società di Studi Valdesi,
con la partecipazione di im pubblico
assai ridotto a causa del maltempo.
Dalla relazione del presidente prof
A. Armand Hugon è risultato il normale andamento della Società, la cui
principale preoccupazione consiste
nella stampa dei bollettini : i due
bollettini, n. 102 e 103, furono regolarmente pubblicati e contengono stu
di pregevoli e di grande interesse ;
anche l’opuscolo del XVII febbraio
ha portato in tutte le famiglie la tradizionale voce del passato.
La relazione finanziaria, presentata dal cassiere sig. Vola, dà l’idea di
un bihincio non molto florido, seppure attivo: e a tale proposito, il presidente richiama i soci al loro dovere
di pagare il più regolarmente possibile la loro quota, modesta assai, e
sovente oggetto di ripetute richieste
da parte del seggio. Con 5(X) lire si ha
diritto a circa 200 pagine stampate,
e non è giusto farselo ricordare trcp
pe volte!
La conferenza del pastore E. Ganz
sul centenario di Colonia Vaidense c
sulla vita dei Valdesi in Sud America fu di grande interesse. Dopo uno
sguardo, necessariamente rapido, al
le principali vicende storiche dell’e
migrazione, l’oratore ha parlato del
rapporto che i Valdesi in Uruguay
ed Argentina hanno dato nel campo
della istruzione, della cultura, della
vita economica e sociale, delle cari
che civili e politiche, mettendo in ri
lievo come le tradizionali qualità della popolazione valdese (sobrietà, mo
destia, attaccamento alla chiesa, intelligenza) abbiano creato anche i'
quelle lontane regioni uommi di primo piano nella vita nazionale e co
me l’opinione pubblica abbia ciré
dato sempre i valdesi di stima.
Dopo il discorso, vivamente applau
dito, del pastore Ganz, recò pure un
breve messaggio il pastore N. Toum :
e fu davvero commovente pensare
che la fede valdese si fosse conservata nel lontano Chaco attraverso
un secolo per permettere ad un gio
vane di recare nelle Valli la sua parola di testimonianza.
Nella parte amministrativa della
seduta, dopo la discussione su alcuni
argomenti, il seggio fu riconfermato
per acclamazione nel modo seguente:
prof. A. Armand Hugon, pres.; prof
A. Pascal, vice-pres.; prof. T. Pons
archivista; prof. Gino Costabel, segretario; sig. A. Vola, cassiere.
Scuola Latina di Poniareito
RISULTATI
ESAMI SESSIONE AUTUNNALE
Ammessi alla 1“ Media: Ribet Ro
berto.
Promossi alla II» Media: Allemandi Silvana, Baret Italoi, Chiurato
Giorgio, Massai Valdo, Ribet Guido,
Ribet Marisa, Tron Elvio, Tron Ezio.
Promossi alla III» Media: Avondet
Mara, Chambon Leontina, Peyronel
El.sie, Peyronel Odetta, Pons Loris,
Spini Gero.
Licenziati dalla Scuola Media:
Balmas Nedina, Beux Nadina, Pons
Giuliano.
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SANITARI in genere.
Revel Edy (Vìllar). Balmas Olga di
Giovanni e Ribet In^ (Gondini).
Si sono fondati nuovi focolari sui
quali abbiamo invocato la benedizio
ne del Signore. Rinnoviamo i nostri
auguri agli sposi Stallò Franco e
Meynier Vera, Rostagno Sorrento e
Pomeron Ines, Maurino Emilio e
Gallian Elena, Revel Silvio e Pattini
Aurora.
Si sono spenti presso l’Asilo dei
Vecchi Pons Caterina, nata a Manìglia; di anni 85 e Vola Giovanni,
nato a Torre Pellice, di anni 81.
Dopo un periodo di penosa infermità è deceduto, :i 17 Agosto, ai Gianassoni. Long Federico di anni 74
A soli 33 anni, nella pienezza delle
forze e dopo pochi giorni di violenta
malattia, decedeva alla Roccia Jahier
Roggero. La sua scomparsa ha destato una profonda impressione.
A tutti i familiari, così duramente
provati, rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia.
Facoltà Valdese
di Teologia
Sono aperte le domande di ammissione alla Facoltà di Teologia per
l’anno accademico 1958-1959. Per la
iscrizione come studente regolare occorre farne domanda per iscritto al
Consiglio, presentando entro il 20 ottobre :
1 ) il certificato di nascita ;
2) il diploma di maturità classica od
altro titolo giudicato equipollente
dal Consiglio;
3) un attestato fornito dal Consiglio
di Chiesa della Comunità di cui
lo studente fa parte, dal quale risultino i caratteri morali e spirituali del medesimo e la sua iscrizione da almeno due anni ad ima
Comunità evangelica;
4) un certificato medico comprovante la sua sana costituzione fisica;
5) l’importo della tassa di immatricolazione.
Presentaiido gli stessi documenti è
possibile anche iscriversi alla Facoltà come studente esterno: la categoria degli esterni non dà diritto all’esercizio del ministero pastorale, ma
è aperta a coloro che intendono seguire gli studi teologici onde avere
la preparazione necessaria ad esercitare un ministero laico nella Chiesa
o per fini culturali, scientifici o esigenze spirituali di ordine personale.
La sessione autimnale di esami de
correrà dal 27 al 31 ottobre e le le
zioni inizieranno lunedì 3 novembre.
La prolusione è affidata al prof. dr.
W. Deichmann, docente di archeologia cristiana e avrà luogo a Dio piacendo sabato l.o novembre alle
ore 17,30.
Per gli studenti che devono sostenere esami, il Convitto è aperto dal
25 ottobre, per quelli che non hanno
esami dal 31 ottobre. Tutti gli studenti sono pregati di essere in sede
entro il 31 ottobre, preavvisando del
loro arrivo la Direzione del Convitto.
La Segreteria
Via Pietro Cossa 42 - Roma
Visita di Pastori francasi
alle Valli
Dal 22 al 25 settembre avremo la
gioia di ricevere in visita alle Valli un
gruppo di pastori dell'Eglise Réformée de France, e precisamente della
Circoscrizione di AAarsiglia, Cannes,
ecc. — Durante la giornata, oltre a
visitare le principali località e gli Istituti valdesi, essi seguiranno un programma di studi in comune con i pastori delle Valli e delle zone vicine.
Le serate, invece, saranno dedicate a
varie comunità, ove si terranno le seguenti riunioni, in cui parleranno un
pastore francese ed uno italiano :
Lunedì 22, ore 21 : Torre Pellice - Ricevimento offerto dalla Parrocchia.
Martedì 23, ore 21 : Torre Pellice
Riunione pubblica nel Tempio.
S. Giovanni - Riunione pubblica
nel Tempio.
Mercoledì 24, ore 21 : Pomaretto
Riunione pubblica nel Tempio.
S. Germano - Riunione pubblica
nel Tempio.
Tutti i fratelli sono caldamente invitati a partecipare a questi incontri
fraterni; fin d'ora diamo il nostro più
cordiale benvenuto agli ospiti d oltralpe, membri di una Chiesa che ci
è così vicina per tante ragioni, pastori
di comunità in molte delle quali si è
fatta sentire l'immigrazione valdese.
A. I. G. E.
i^ssodaziüiic liise^nanlì fristiani
Per gentile iniziativa del nostro socio
Prof. Silvio Baridon, finanziatore della
Borsa di Studio di cui sotto, eomunichiamo quanto segue:
1. - Fra gli abilitati valdesi dell’Istituto
Magistrale che desiderano conseguire il
diploma di Vigilanza Scolastica presso il
Magistero deH’Università di Torino, a partire dall’anno accademico 1958-59, è bandito un concorso per una Borsa di Studio
consistente nel pagamento di tutte le tasse, soprattasse, contributi universitari, per
tutta la durata degli studi, libri, -testi e
dispense occorrenti.
2. - Alla Borsa è aggiunta una indennità
annua forfetaria di viaggio per partecipare
alle lezioni, di lire 50.000.
3. - La Borsa è riservata ad un insegnan.
te elementare valdese, residente alle Valli,
che intenda poi prestare la propria attività in uno dei circoli didattici delle Valli
Valdesi.
4. - Le domande saranno esaminate dal
Seggio dell’A.l.C.E. in base ai seguenti
requisiti :
a) situazione economica del richiedente;
b) curriculum degli studi compiuti ;
c) attività d’insegnante finora svolta.
5. - L’assegnatario dovrà, in via di massima, sostenere tutti gli esami annuali e
biennali previsti dal Regolamento Universitario entro ogni anno accademico. Non
gli sarà fissata una media minima d’esame
per poter usufruire neiranno successivo
della Borsa; questa non gli sarà conservata ove dia prova di negligenza e di scarsa applicazione ai suoi studi.
6. - Le domande devono essere presentate al Seggio A.l.C.E. (Ufficio Segreteria:
Via Matteotti 18 - Torre Pellice) entro il
30 Settembre, dato che il vincitore dovrà
sostenere gli esami di ammissione al Magistero entro i primissimi giorni di novembre.
7. - Alle domande vanno allegati tutti i
documenti tendenti a dimostrare i titoli
di cui all’Art. 4. Il Seggio A.l.C.E.
Redattore : Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Tel. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Prof. Dr. d. Boniscontru
Lìbero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Università
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via Palestro, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
Prof. Dr. Franco Dperti
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice : previo appuntamento
I A VVISI ECONOMICI \
CERCASI per fine settembre circa,
per famiglia delle Valli composta
di due persone, un domestico finito'
possibilment anche autista — una
cuoca finita e una guardarobiera
finita, tutti di media età. Si prendono in considerazione anche una
coppia di coniu^ snza figli, di cui
lui domestico finito e possibilmente
autista e lei, cuoca o guardarobiera, finita. Trattamento morale e
materiale ottimo.
(segue da pagina 1)
scuole inglesi si usa dare agli studenti un brano di alcune pagine stampate con il compito di riassumere il
contenuto in un numerò limitato di
parole. Nei nostri licei il procedimento è esattamente inverso; il
«componimento» significa che si dà
loro una idea, spesso modesta, contenuta in una frase (e dunque bastante a sè stessa) e si chiede loro di
arzigogolarci sopra fino a raggiungere il numero voluto di pagine
scritte. Dovremmo forse star attenti
elle il Liceo Classico italiano, inventato dai Gesuiti, non trasmetta i suoi
metodi al Sinodo valdese.
Ma, per fortuna, la storia ci giudicherà non per quali siamo, ma per
quello che di noi rimane dopo l’opera sintetizzatrice dei segretari. Vi
è difatti una curiosa sproporzione
fra la lunghezza di certi interventi
sinodali, e il riassunto che i sagaci
segretari ne fanno per i verbali scritti: poche righe sono sufficienti spes
so a riassumere completamente eri
esaurientemente dei discorsi che
avevano messo a dura prova la pazienza degli uditori per interi quarti d’ora. Vada dunque il nostro ringraziamento a questi silenziosi lavoratori, i quali, a guisa di imhalsamatori di animali rari, tolgono le
scorie e ci preparano per la storia.
Mario Musacchio
La famiglia del compianto
Roggero Jahier
profondamente commossa per la
grande dimostrazione di solidariet'
e di simpatia ricevuta, ringrazia tutti coloro che le furcno vicini nella
dolorosa circostanza.
S. Germano Chisone, 8 settembre 195”
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-19.55
da
Clotilde Codino
Via Repubblica, 16
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