1
Anno 121 - n. 36
20 settembre 1985
L. 500
6ped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito riepedir*:
a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
RiUNiTO DAL 28-7 ALL’8-8 A BUENOS AiRES iL COMiTATO CENTRALE DEL CEC
Il Fondo Monetario Internazionale impone ai paesi indebitati
« una politica che conduce ad una riduzione delie derrate alimentari destinate ai più poveri,
provocando così raggravarsi della malnutrizione, delle malattie
legate alla fame e della mortalità infantile ». Per questo oggi è
più che mai urgente « un giubileo che cancelli tutti i debiti,
liberi i poveri e dia loro la possibilità di ricominciare da capo ».
Così dice una risoluzione del
comitato centrale del Consiglio
ecumenico delle chiese che si è
tenuto a Buenos Aires tra il
28 luglio e l’8 agosto scorso.
La questione dei debiti dei
paesi del Terzo Mondo sta diventando sempre più esplosiva
per il nostro sistema dì relazioni internazionali. L’America latina nel suo complesso ha un
debito di 370 miliardi di dollari
di cui il 70% deve essere pagato nei prossimi cinque anni. In
quest’area un paese come l’Uruguay ha un debito estero di 5
miliardi di dollari che è pari al
prodotto lordo nazionale: ogni
anno paga 500 milioni di dollari
di soli interessi, la metà di quanto esporta.
Il debito del continente africano è di 150 miliardi di dollari
e i soli paesi al sud del Sahara
hanno un debito di 90 miliardi
di dollari ma anche un reddito
prò capite annuo inferiore a
400 dollari.
Il debito estero a livello interno dei paesi provoca un considerevole aumento della tensione: la gente associa debito a
crisi, il pagamento degli interessi al minore potere d’acquisto dei salari (in America latina i salari sono paragonabili a
quelli della fine degli anni 50).
Solo per pagare gli interessi
sui debiti ogni paese utilizza dal
10 al 25% del prodotto interno
lordo e ciò sign^iflca diminuire il
livello, già scarso, di vita delle
popolazioni. Julius Nyerere, presidente della Tanzania, ha recentemente osservato che nel 1984
11 « paese ha dovuto produrre
più del doppio del cotone di
quanto non facesse nel 1975 per
poter acquistare lo stesso tipo
di trattore ».
In questa situazione i prestiti
servono solo a creare sottosviluppo. Di qui la proposta del
« giubileo », di annullare il debito estero e di iniziare nuove
politiche economiche tendenti
ad assicurare ai paesi in via di
sviluppo almeno l’autosufficienza alimentare.
Il Consiglio ecumenico ci invita a riflettere su questa proposta profetica perché « Dio ci
giudicherà anche in funzione di
quanto avremo fatto alla vedova e all’orfano, allo straniero, a
colui che è privato della terra.
Amos condanna coloro che bevono il vino che hanno preso
ai loro debitori. Il Leyitioo annuncia il giubileo... Gesù ha sempre detto che la giustizia verso
i poveri è un aspetto del regno...
regno di Dio che si è manifestato là dove i ciechi ritrovano la
vista e là dove la buona notizia
è annunciata ai poveri ».
E’ con questi occhi che il
Consiglio ecumenico ci invita a
guardare i fatti dell’economìa.
Giorgio Gardi'Ol
Una sfida dairAmerica latina
Con la guicJa (del nuovo Segretario Emilio Castro l’organo propulsore (del Consiglio Ecumenico ha discusso diversi temi nel contesto della variegata situazione latino-americana
Settantacinque anni dopo la
prima delle maggiori conferenze
ecumeniche di questo secolo —
la conferenza missionaria di
Edimburgo del 1910 — il Comitato Centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) si è riunito per la prima volta in un
paese dell’America latina, a Buenos Aires in Argentina; il suo tema centrale è stato « giustizia cii
Dio, promessa e sfida ». Il Presidente della Repubblica Ar<tentina Raùl Alfonsin ha reso onore
al CEC invitando i massimi dirigenti, intervenendo personalmente con un ampio discorso durante una sessione plenaria del
CC. In Argentina la riunione del
CC del CEC ha assunto valore di
interesse nazionale ed è stata seguita da tutti i mass-media.
Il Segretario Generale del CEC
Emilio Castro ha citato nel suo
rapporto al CC il fatto che, settantacinque anni fa, i rari delegati protestanti provenienti dall’America latina per partecipare alla Conferenza Missionaria
di Edimburgo non vi furono ammessi perché si riteneva che la
America latina fosse assoluta riserva della Chiesa Cattolica e
che le altre denominazioni cristiane non fossero legittimate
ad avere una qualsiasi attività
missionaria in questo immenso
subcontinente. Oggi i protestanti rappresentano il 10% della popolazione latinoamericana, oltre
ad importanti comunità grecoortodosse presenti nelle grandi
città.
E’ stato un dovere, dunque,
per il CC del CEC avere uno dei
suoi incontri in questa terra piena di grandi tensioni, ma anche
piena di grandi attese, dove il
dialogo ecumenico supera molto spesso le soglie delle stesse
Chiese.
Come nel passato il CC del
CEC si riunisce per la normale
gestione degli affari dell’organismo mondiale seguendo le linee
economiche ed ideologiche stabilite daH’ultima assembled di Vancouver. Ma questa volta il CC ha
avuto due importanti sollecitazioni: la prima interna con Emilio Castro, pastore metodista uruguayano, quale nuovo Segretario
Generale, la seconda esterna con
l’impatto con la realtà latinoamericana in generale e argentina in particolare.
Una veduta della riunione del Comitato Centrale del CEC a Buenos Aires. In primo piano, dietro al tavolo dei presidenti, t membri del CC. Dietro, ospiti, osservatori, giornalisti.
Il nuovo Segretario
Per quanto riguarda la prima
sollecitazione è ancora presto
fare delle valutazioni sul valore
di Emilio Castro quale nuovo Se
DAI CULTI MATTUTINI DEL SINODO
Contro lo scoraggiamento
Atti 16: 6-15, 40;
Filippesì 4: 1519
Penso che quando sentiamo
nominare la città di Filippi (importante nel mondo antico anche per la sua posizione geografica — si trovava sulla grande
via di comunicazione tra l’Asia
e’ l’Europa orientale) ricordiamo
due avvenimenti importanti. Il
primo, un avvenimento storico,
che forse ricordiamo dai nostri libri di storia, in seguito al quale
la città divenne colonia romana,
è la battaglia combattuta nei suoi
paraggi tra l’esercito di Bruto e
Cassio e quello di Marcantonio
e Ottavio — che in seguito diventerà l'imperatore Cesare Augusto.
Del secondo avvenimento, abbiamo letto poco fa il racconto
fatto da Luca con linguaggio
molto sobrio, privo di qualsiasi
trionfalismo. Qui non c'è nulla di
spettacolare; un avvenimento apparentemente molto meno importante della grande battaglia
fra le schiere romane eppure
un avvenimento che cambiò il
corso della storia della giovane
chiesa cristiana, e oserei dire,
dell'Europa.
In questi pochi versetti, infatti, Luca ci racconta della nascita
della prima comunità cristiana
europea.
La storia la conosciamo molto bene; Paolo dopo aver ricevuto la chiamata per mezzo della visione notturna, lascia l’Asia
e passa in Macedonia. Arriva con
Sila, e forse anche Luca, al porto di Neapoli ed insieme raggiungono la città di Filippi. Gli apostoli cercano, come era loro usanza, la comunità giudaica per
comunicare loro il messaggio
dell’Evangelo, e questa sembra
essere stata così modesta da
Twn possedere neanche una sinagoga. Paolo trova un gruppo
di donne riunite in preghiera vicino al fiume. Fra di loro vi è
una donna non ebrea di nome
Lidia. Una persona che, leggendo
fra le righe del racconto di Luca, sembra essere stata una donna energica ed indipendente, avetido un proprio commercio ed
essendo padrona in casa sua.
Una donna decisa, che sa fare le
proprie scelte con molto coraggio, scelte non poco sorprendenti per una donna della sua epoca.
Lidia ascolta il messaggio degli
stranieri, lo accetta ed è subito
battezzata con i membri della
sua casa. Non soltanto, ma dice
(e qui ricordiamo che ospitare
due uomini avrebbe potuto essere anche considerata cosa equivoca): «Se mi avete giudicata
fedele », cioè, se considerate la
mia decisione sincera, « entrate
nella mia casa» (v. 15).
E qui, intorno a questa casa,
si riunisce il piccolo gruppo di
neocredenti filippesi, per ascoltare la predicazione degli apostoli e per pregare insieme. Anche
quando inizia la opposizione. Lidia non cambia le sue idee, la
sua scelta rimane ferma, è dopo
l’episodio che condurrà Paolo e
Sila in prigione, riceverà nuovamente gli ex carcerati in casa
sua. La sua nuova vita come discepola di Gesù Cristo, continuerà insieme agli altri convertiti.
Dalla epistola, scritta alcuni
anni dopo alla chiesa di Filippi,
abbiamo l’impressione che Paolo avesse un affetto ed una tenerezza un po’ speciali per questi credenti. Infatti, egli li chiama fra l’altro, « fratelli miei cari, e desideratissimi, allegrezza e
corona mia» (cap. 4 v.I).
A parte le notizie di questa
lettera ed il racconto degli Atti,
sappiamo molto poco di questa
comunità di Filippi; non sappiamo se sia diventata una comunità numerosa, se c'erano persone
con grandi doni, grandi personalità fra loro, ma dalle due letture e da quello che abbiamo detto fino a questo momento, vorrei lasciarvi due varole: scelta
e servizio.
Abbiamo già detto che Lidia,
la commerciante di porpora, era
una donna che sapeva fare le sue
scelte. Ma forse sarebbe stato
più giusto dire che ella ha saputo accettare quella scelta che le
era resa possibile dal piano e
dalla grazia di Dio per lei. Abbiamo anche ricordato che questo avvenimento — l'incontro di
Lidia e dei suoi amici con gli
apostoli — era stata cosa poco
appariscente, ma anche che si
Florence Vinti
(continua a pag. 12)
gretario Generale. Certo è che
la sua è una difficile eredità, non
si può perciò ancora esprimere
un giudizio; si tratta di saper
valutare le azioni del nuovo Segretario tenendo conto delle variegate realtà componenti il
CEC, soprattutto le più recenti
che coinvolgono diversi piani di
esperienze, dalla spiritualità nelle sue più diverse forme, alla
teologia, dai nuovi rapporti con
la Chiesa cattolica al rischio dei
colloqui bilaterali tra le nuove
chiese, alla ecclesiologia e liturgia — la maggior parte dei membri del CC sono ben disnosti verso la formulazione dottrinale del
BEM — e per ultimo, ma non di
Gioele Fuligno
(continua a pag. 3)
Paolo
Paschetto
POSTMORTEM
VIVERE
VLTRA
L’« obiettivo aperto » di questa settimana è dedicato al
pittore Paolo Paschetto di cui
riproduciamo il simbolo e
motto di famiglia: dopo la
morte vivere ancora.
2
2 fede e cultura
T
20 settembre 1985
PUBBLICAZIONI DEL CENTRO BIBLICO DI NAPOLI
Una marcia per Gesù
A colloquio con i lettori
COSI’ NON VA
Immancabile diatriba: noi evangelizziamo, voi no. Sì, ma evangelizzate male, e poi non è
neanche vero che lo fate sempre,
avete le « campagne evangelistiche » ogni tanto e basta. Ma voi
non fate nemmeno quello... e via
discorrendo, anzi litigando. Quattro proposte di evangelizzazione
vengono dal Centro Biblico di
Napoli. L’opuscolo sui Mormoni’
ne dà la storia in im concentrato
di poche righe, prendendo subito le distanze: « Smith (Joseph
Smith, il fondatore) era solito
guardare nella sfera di cristallo
per sapere ove trovare tesori ».
Confuta il Libro di Mormon (il
"credo” mormone) facendo leva
sulle sue stesse contraddizioni
interne, sulle critiche alla Bibbia, e anche sulle analogie reali
o apparenti. Fermo e limpido è
l’enunciato del caposaldo cristiano: « Molti non riescono a capire la Bibbia principalmente perchè essa presenta una salvezza
non basata sui propri meriti (...).
Credere in Gesù significa che cessiamo di avere fiducia nella nostra giustizia personale (...). Le
opere buone che piacciono a Dio
(sono) il risultato della salvezza
che riceviamo per fede in Gesù,
e non il mezzo per acquistarla »,
pp. 25-29. Giuste parole, anche
per molti protestanti.
Con i Cattolici ^ il discorso è
altrettanto chiaro e naturalmente più articolato. C’è un folto
elenco di citazioni bibliche contro le immagini; la nozione dei
« santi » nel Nuovo Testamento
(Roma li paragona ’’allo zio che
ci vuole bene’’!); la Tradizione
affiancata (o sovrapposta?) alla
Bibbia; la Messa come transustanziazione in sacrificio per i vivi e per i morti del purgatorio
(che non esiste); le svariate Madonne con poteri differenziati;
Maria, che non concepì Gesù per
opera d’uomo, ma che a suo tempo nacque però nel modo consueto e non per « immacolata
concezione » e che dopo Gesù
partorì altri figli; il celibato
« imposto al clero da alcuni sinodi (...) e dal Concilio Lateranense del 1139 » mentre bene si
è fatto a ricordare che Paolo non
era sposato ma Pietro sì. Abbiarno pure qui una chiara precisazione sulla salvezza, benché sia
sempre assai difficile parlarne in
pochissime righe. Ma forse la
strada buona è proprio questa,
almeno all’inizio; dare uno scheletro di affermazioni neo-testamentarie per estendere il concetto in seguito; salvati perchè,
come, da chi, da cosa, per cosa,
eccetera. Pietro, « la pietra », il
papato e relativa infallibilità
vengono esauriti in una paginetta mentre si sa che sollevano
infiniti cavilli; ma si abbia a
mente che questi sono opuscoli
divulgativi e non tomi ponderosi. Infine la confessione. Da farsi
solo a Dio e non al sacerdote
(’’dal 1225”): su questo punto io
avrei richiamato un aspetto ormai quasi inesistente nei rapporti cristiani interpersonali: la
nostra confessione diretta a chi
abbiamo offeso (Giacomo 5: 16).
Evangelizzazione
In ultimo i due trattati specifici sull’evangelizzazione. Inutile
tornare sul quanto essa sia controversa, non sul farla ma sul
come. L’opuscolo^ non si nasconde le difficoltà ("Ammettiamo
che ci può essere il pericolo di
usare queste presentazioni dell’Evangelo in modo troppo automatico”, p. 30). Accanto alla inoppugnabilità delle sempre doviziose citazioni bibliche, linguaggio, criteri ed esempi riportati riflettono una concezione
settoriale della questione che
non sempre si adatta alla sensibilità di chi presenta l’Evangelo
o di chi deve accoglierlo. Ecco
infatti « la strada romana »
(’’Cinque passi della lettera ai
Romani per presentare il Salvatore’’); « Come presentare la tua
testimonianza»; le « variazioni »
su come presentare invece la salvezza; gli artifici per memorizzare versetti-chiave.
Il libro*, ancorché di autore
diverso, è sulla stessa linea. Fitto di divisioni e suddivisioni,
spiega cos’è l’evangelizzazione, la
base teologica e le ragioni pratiche per farla; il messaggio da
comunicare, come e a chi; l’evangelizzazione personale e quella
di massa con letteratura evangelistica, films, radio e televisione;
le « campagne ». Molto importante che in questa sezione si sia
ricordata la necessità di parlare
di Gesù ai bambini, dove, al più
noto detto di Matteo 19: 14, « Lasciate i fanciulli venire a Me »,
si poteva forse rimandare il lettore a 2 Timoteo 3; 15, il bel riconoscimento di Paolo sul suo
« allievo »: « Tu conosci la Bibbia già da bambino ». Il libro
accumula vari princìpi sul discepolare tra cui la selezione e
la riproduzione (tutti termini
magari poco felici) e si chiude
sul « Come stabilire nuove chiese ».
bero poco produttivi, p. 15; se
si dà la propria testimonianza
pubblica «una buona media sarebbe di 175 parole », p. 66. Le
illustrazioni ricalcano una grafica superata; c’è una certa quantità di errori di stampa, per es.
Evangelion o Evanghelion?, p. 8
e 22. Comunismo, evoluzionismo,
filosofia umanistica, psicanalisi,
liberalismo economico, sono tutti «ostacoli esterni», p. 116-123.
Ostacoli esterni e
pungoli positivi
Questi benevoli appunti non intaccano tuttavia i pungoli positivi: « La grande scoperta della
Riforma, il sacerdozio di ogni
credente, si è troppo spesso limitata ad insegnare il nostro diretto accesso alla presenza del
Signore senza bisogno di intermediari, mettendo poco l’accento sull'evangelizzazione personale », p.69; « Le chiese sono piene
di credenti "osservatori" i quali
frequentano, spesso con occhi
critici, ma non agiscono », p. 180;
« Vi sono persone che spendono
tempo (e soldi) nello studio di
uno psichiatra, solo perché con
quella persona possono raccontare tutti i loro guai seri o immaginari », p. 73. Sulla proliferazione delle sette: le persone, in genere, non hanno conoscenza biblica per poter discernere tra verità e falsità, p. 121. Cautela è
raccomandata con le pseudo-conversioni, p. 57-59. Salutare anche
qui il richiamo a non trascurare
l’istruzione biblica ai bambini,
p. 84-86.
Nella geografìa sterminata della stampa biblica a vari livelli,
le quattro pubblicazioni esaminate (esame largamente incompleto) puntano sull’obiettivo dichiaratamente circoscritto di evangelizzare. Fatta salva qualche riserva sui metodi esposti, nessun
dubbio che il compito sia ineludibile: « La chiesa del XX secolo
evangelizza o muore (...) se non
s’impegna a fondo nel presentare l’Evangelo di Gesù Cristo avrà
perso la sua ragion d’essere »
(dalla prefazione). Equivale al
fin troppo conosciuto motto di
Beckwith ( « o sarete missionari
o non sarete nulla »). Equivale,
a maggior ragione, alla coscienza
missionaria di Paolo, « Guai a
me se non evangelizzo! », I Corinzi 9:16, e al testamento di
Gesù prima di tornare al Padre:
« Andate e portate a tutti il messaggio dell’Evangelo ».
Caro direttore,
leggendo la lettera di Francesco Carri su La Luce del 30.8 a proposito dell’azione della Fcei nelle zone terremotate mi sono arrabbiato perché quei
modo di parlare o di scrivere alimenta
le incomprensioni, il pettegolezzo, il
"detto e non detto”, le allusioni che
troppo spesso prosperano nelle nostre
chiese e contro le quali ho avuto occasione di intervenire anche nel dibattito sinodale.
La rubrica "a colloquio con i lettori” è sicuramente molto seguita ed è
evidentemente uno spazio libero per
esprimere posizioni personali anche
molto critiche. Questo va benissimo.
Ciò che invece non va è che le questioni affrontate da chi scrive non
siano comunicate con chiarezza agli
altri lettori, i quali non possono evidentemente andare a rileggere articoli sui numeri precedenti.
Nel caso specifico, si intuisce che
Francesco Carri polemizza con il S.A.S.
(Servizio azione sociale della Fcei) ma
non si capisce affatto su che cosa e
perché. Personalmente non ho letto
il rapporto del S.A.S., conosco assai
poco la situazione nelle zone terremotate, non so che cosa ha fatto Francesco Carri e quale sia la situazione
attuale: penso che molti altri, che non
sono stati direttamente coinvolti, siano
nella mia situazione. E' d’altra parte
innegabile che su tutta l'azione della
Federazione nelle zone terremotate se
ne sono sentite tante, spesso purtroppo con il tono che si ritrova nella lettera di Carri, sia a favore che contro.
E' mai possibile che di queste cose
nella chiesa si debba parlare in questo modo? Carri parla di gente che si
è "scottata", di "un colpo al cerchio e
uno alla botte”, di "risposta sottile”, di
"gente catalogata e manipolata” e
infiora la sua lettera di toni probabilmente ironici (per chi li capisce), ma
non parla di un solo fatto in modo
chiaro e comprensibile. Non sarebbe
stato meglio? Se c’è stato attrito fra
il suo lavoro e le direttive o le decisioni del S.A.S, perché non esporre
questo problema e la propria valutazione?
In molti ambiti c'è della gente che
si schiera a priori da una parte; a me
non piace per niente farlo, tanto più
nella chiesa, e soprattutto non io voglio fare sulla base del "quello mi ha
detto che tizio ha fatto questo” o del
"non sai cosa ha combinato calo".
Perciò, anche se non voglio esagerare
l'episodio (perché ce tie sono molti
altri), sarebbe stato meglio se la lettera di Francesco Carri non fosse stata scritta né pubblicata.
Marco Rostan,, Cmisello
Talune affermazioni possono
apparire discutibili ( « Questo
messaggio non è stato ancora comunicato alle masse in Italia »:
soltanto in Italia?) o in sospetto
di presunzione (’’L’autore è stato preparato dal Signore in modo particolare”). La politica esala zolfo, p. 7 e 11, mentre si suggerisce « Una marcia per Gesù »,
p. 61, da cui il titolo di questo
articolo; i convegni biblici sareb
Renzo Turinetto ANCORA GUARDIA
* T. HEINZE, Risposte ai miei amici
Mormoni, 1984, pp. 30, L. 600;
^ T. HEINZE, Risposte ai miei amici
Cattolici, 1984, pp. 30, L. 600;
1 T. HEINZE, Come presentare il
Vangelo, 1983, pp. 30, L. 600;
4 F. SANTONOCITO, Princìpi e metodi
di evangelizzazione, 1982, pp. 144, L.
6.200.
Caro direttore,
con dispiacere ti chiedo di occupare
un po’ di spazio, dovendo rispondere
alla lettera di Samuele Giambarresi,
pubblicata sul n, 32, del 23.8. Ho riflettuto sul caso, non essendo in
partenza affatto desideroso di prolungare una polemica. Ma mi sembra di
dover tornare sull’argomento, perché
l’articolo sulla CD IV, pubblicato sul
n. 28 del 12.7 evidentemente non è
UNA RACCOLTA DI PREGHIERE ANTICHE E MODERNE
Liborio Naso ha pubblicato di
recente una raccolta di preghiere dal titolo « Cristiani oranti » * preceduta dal volume « Osiamo dirti Padre ». In un tempo
in cui la preghiera è la cenerentola nella vita spirituale delle
nostre comunità storiche i due
scritti di L. Naso sono di stimolo
per una maggiore riflessione sul
tema.
Scrive G. Vicentini nella presentazione del libro che la panoramica delle preghiere contempla vari periodi a partire da
quello sub-apostolico e con riferimenti al mondo mistico medioevale, alla Riforma, al clima ecumenico attuale, al difficile momento di vita politica, vedi le
preghiere di anonimi credenti
nelle « favelas » brasiliane, nelle
Cristiani oranti
riserve di Soweto e del Vietnam.
Ci sono pure premiere di uomini
politici, scienziati, filosofi il cui
contenuto è piuttosto discutibile.
Segnalo tra le altre quella di
un asiatico orientale: « Signore,
la nostra comunità è come un
campo di riso; appena esso viene piantato, appare in cespugli
separati, ma quando le pianticelle hanno messo radici e poi
sono cresciute, la divisione in
cespugli a iroco a poco sparisce
e si vede poi un vasto campo unito. Signore, dacci le radici dell’Amore e facci crescere nella comunione e nella solidarietà affinché la Tua volontà si compia
nella nostra vita ».
Molto significativa la preghiera dell'uomo colpito da infarto:
« Oh Dio, m’hai dato uno scossone... m’hai afferrato per la man
destra perchè sentissi la mia fragilità di fronte alla tua potenza...
Ma Tu o Eterno non mi hai abbattuto; la tua grazia ed il tuo
perdono sono stati il mio sostegno; tu hai scatenato la procella nel mare della mia vita ma
hai diretto il corso delle onde
verso lo scoglio sicuro a cui potermi aggrappare ».
Un credente delle « favelas »
brasiliane così prega: « Crediamo di aver diritto ad una casa
e ad un terreno legale perchè la
terra è un tuo dono, o Dio... Crediamo di aver diritto all’acqua,
alla luce... Crediamo che i nostri
figli hanno diritto alle scuole
per costruire un mondo più giusto ed umano... Crediamo di aver
diritto ad un salario più giusto...
Crediamo che Tu o Dio stai dalla parte dei piccoli... e noi stiamo già sentendo la tua forza in
mezzo a noi ».
AlTamico e collega Liborio Naso, infaticabile nell’opera del Signore, l’augurio che il suo scritto sia benefico per molti lettori.
Gustavo Bonchard
stato compreso (anche se a me sembra
chiarissimo) e perché chiamato in causa non sono solo io, come estensore
dell'articolo, ma molti fratelli presenti alla CD.
Per brevità e per chiarezza espongo il mio pensiero in 4 punti;
1) Nell’articolo in questione mi sono proposto di riferire le due tesi contrapposte con obiettività. Chi lo legge
potrà trovarci gli argomenti delle due
parti. Forse si capisce che il mio favore va a una delle due tesi? E’ possibile, ma certo entrambe hanno avuto
il loro spazio (dispiace a qualcuno
questo confronto?).
2) Nel merito; che si siano avuti
contributi, e che questo non sia da
rigettare, è scritto chiaramente nelI articolo. Non è questo che ci divide
su Guardia Piemontese. Il punto è
che ci viene offerto l’intero finanziamento dell’opera, a patto che questa
divenga un’istituzione autonoma. Abbiamo motivo di temere che la nostra
testimonianza sul luogo possa essere
indebolita da una relazione troppo
stretta con delle Istituzioni "chiacchierate". Dico: la nostra testimonianza in quanto, penso, anche il mio
interlocutore riterrà giusto che una
testimonianza, in un modo o nell'altro,
venga data a Guardia Piemontese. Per
essere credibili occorre che tutto quello che facciamo non presti il fianco
a critiche.
3) Il mio interlocutore sembra considerare una stessa cosa la testimonianza e l’evangelizzazione. Sarebbe
"integrismo" far conoscere il movimento valdese a Guardia Piemontese
(facendo un discorso facilmente intellegibile da quel pubblico, come ci viene
espressamente richiesto: v. ultime righe dell'articolo del 12,7). Si cita addirittura GL. Qui Giambarresi si è lasciato prendere la mano dal suo entusiasmo per il Centro progettato. No,
nessuno vuol fare del Centro l'unico
strumento di evangelizzazione a Guardia Piemontese (o « servirsi della storia a fini evangelistici »): si tratta di
inserire questo strumento in un discorso articolato e serio, che però è
anche testimonianza. Giambarresi sa
bene ohe la nostra presenza a Guardia
Piemontese (non solo e non tanto col
Centro, ma con due Conferenze Distrettuali e coll’Assemblea di Pentecoste) ha già messo in sospetto il parroco cattolico: tutto lascia pensare che
andiamo incontro a delie situazioni
che, se ci renderanno la vita più difficile, saranno anche una valida occasione di testimonianza. Certo i Guardioli non avrebbero nessun vantaggio
(né culturale né di altro tipo) da un
Centro di alto livello, che sarebbe
poi disertato dagli studiosi perché dislocato su una montagna. E poi, la
Chiesa Valdese ha degli storici in grado di lavorare in modo laico e scientifico, e il Comitato potrà comunque
invitare degli studiosi esterni, come fa
la Società di Studi Valdesi.^ Nessuno
pensa « di fare a meno del contributo
di studiosi non valdesi e delle Università ». 0 dovremmo non dar credito
di questo laicismo ai nostri Responsabili, e fidarci invece di quelli di fuori, di cui non sappiamo gli intenti?
4) Infine; non avevo fatto questione
di persone. Se oggi siamo garantiti
dalla presenza di un fratello in un certo posto, potremo avere domani uguale
garanzia? D'altra parte la presenza di
uno dei nostri potrebbe più facilmente
alimentare voci tanto ingiuste quanto
pericolose. Ma dobbiamo ricercare una
linea corretta, non appigliarci a situazioni contingenti.
Marco-Tulllo Fiorio, Napoli
VI CIRCUITO
Il pastore e il
Consiglio di chiesa
' LIBORIO NA.so, Cristiani oranti.
Raccolta di pregliiere antiche e moderne, Filadelfia Editrice, 1984, Via
Aosta 61/A. Altamura.
Il Consiglio del VI Circuito (chiese
di Bergamo, Brescia, Como, Milano,
Intra, Luino, Qmegna, Novara, Vercelli, Vintebbio) convoca presso la Chiesa
Metodista di Intra, per il giorno 28
settembre, alle 9.30, l'assemblea di
Circuito.
E' prevista, tra le altre cose, una
conversazione sul • rapporto tra pastore e consiglio di chiesa » svolta da
Gianni Rostan, vfcemoderatore della
Tavola Valdese.
3
20 settembre 1985
fede e cultura 3
INVITO AL DI BATTITO IP ® negare la
Fede e comportamento;
quale rapporto?
Tra continuità e sconnessione, la sfida della radicalità dell’agàpe nel
contesto delle nostre contraddizioni e dei nostri tentativi etici
Al radicalismo della grazia
può e deve corrispondere un radicalismo del comportamento?
Questo in sintesi l’interrogativo
posto da Sergio Rostagno in un
importante intervento sinodale
che ha messo in questione la
pretesa di un uguale livello di
ladicalità tra affermazioni dogmatiche (relative alla fede) e affermazioni etiche (relative al
comportamento).
Vorrei riprendere l’argomento
cercando di delineare due menta htà opposte, ed estreme, per
tentare di illustrare ulteriormente i! problema.
Il settario
e il conformista
1. Il settario per definizione è
colui che pone una stretta continuità tra radicalità della fede
e radicalità del comportamento.
La fede radicale deve tradursi in
un comportamento radicale, altrimenti... Ecco, è tipico della
mentalità settaria questo « tornare indietro » dal comportamento alla fede. Ci si comporta
così, altrimenti non si è credenti. E’ un « tornare indietro » che
rovescia il dato biblico; « noi
sappiamo che chi è diventato tìglio di Dio non vive nel peccato » dice il N.T. (I Giov. 5: 18
TILC); chi pecca, dice il settario, non è figlio di Dio. Per il
settario chi non si attiene al
(suo) rigido codice di compor' amento viene cioè separato
(settario viene dal latino secare,
tagliare) dalla comunità dei puri in un atteggiamento di giudizio-condanna. E nello stesso
tempo con l’attenersi al proprio
rigido codice di comportamento
— malgrado qualsiasi affermazione teorica di giustificazione
per grazia mediante la fede —
inesorabilmente il settario tende a costruire la sua giustificazione sul suo comportamento.
2. Il conformista è certo colui che si conforma al modello
di comportamento della maggioranza, ma in particolare oggi mi
sembra che il confoi'misfa sia
colui che si conforma alla presenza del male e vi si adatta.
In una bella recensione di un
libro di uno statunitense sulla
corruzione Beniamino Placido
parla del « partito dei conviventi » (qualche volta conniventi)
che di fronte a « qualsiasi cosa
si presenti nel nostro paese, dal
terremoto alla droga, al terrorismo, dicono — con aria virile
e risoluta — che ’bisogna imparare a convivere con essa’ » (Repubblica 7.9.’85h Con linguaggio nostro potremmo dire che
questo atteggiamento è la distorsione totale di quello indicalo da Paolo in Romani 12: 21
(il capitolo che si apre con un
appello al non conformarsi!), che
si potrebbe esprimere così: non
cercare di vincere il male ma
adattati a convivere con esso.
Il conformista assume dunque
un atteggiamento di totale retativiswo del comportamento che
è pronto ad adattarsi a qualsiasi nuova situazione. Solitamente
c'ò si accompagna ad un relativismo della fede, o meglio
esprime il fatto che il radicalismo della fede si è ormai dissolto in questo relativismo del comportamento estremamente adattabile, empirico, disponibile e
accogliente nei confronti di tutto e di tutti.
E noi?
E noi dove ci situiamo, tra
questi due estremi con nessuno
dei quali accetteremmo di essere identificati? E’ difficile rispondere, perché come singoli e come chiese abbiamo tendenze diverse tanto in un senso come
nell’altro.
Abbiamo certo tendenze settarie. Rostagno ha parlato delle
nostre opere sociali che talvolta
hanno come sola giustificazione
la persuasione che solo nostre
opere « radicali » possono tradurre adeguatamente il radicalismo della fede contrapponendosi alle opere inefficienti dello
stato o a quelle clericali della
Chiesa cattolica. Ugualmente anche le nostre prese di posizione
in tema di pace tendono ad assumere configurazioni radicali
in rapporto non solo al loro
contenuto (per es. disarmo unilaterale) ma soprattutto alla rottura, al « taglio » che l’assolutizzazione comporta nei confronti
di chi non condivide quella particolare risposta etica senza per
questo essere un odiatore di Dio
e del genere umano. E si potrebbe continuare.
Va quindi preso molto sul serio — e indagato nelle sue conseguenze — l’avvertimento di
Sergio Rostagno a proposito della differenza dei livelli tra la
grazia e il nostro agire, tra l’assoluto di Dio e il nostro relativo. Solo la grazia è radicale (as
soluta) e pretendere di trasferire questa radicalità sul piano
del nostro agire umano, fallibile,
relativo significa « installarci
neO’assoluto ».
Tuttavia mi sembra che il discorso di Rostagno sia incompleto e come tale pericoloso.
Esso parla certo alle nostre
tendenze settarie, ma non tiene
conto delle tendenze conformiste che abbiamo sia come individui che come chiese. Facciamo
un paio di esempi. In campo
sessuale in qualche decennio siamo passati da una posizione in
cui quasi tutto era un male da
evitare ad una in cui quasi nulla è un male da evitare. In che
misura siamo trasportati da una
temperie culturale che va in questa direzione e ci conformiamo
ad essa? Nei rapporti interpersonali e comunitari in teoria
predichiamo l’universalismo, nella pratica « filtriamo » chi è già
come noi e aH’intemo delle comunità rischiamo talvolta addirittura di aver comunione solo
con chi la pensa come noi. In
che misura siamo in questo condizionati dai meccanismi sociopsicologici della ricerca del simile e del rifiuto del diverso?
Nella misura in cui il discorso di Rostagno non parla alle
nostre tendenze conformiste è
pericoloso, nel senso che aU’intemo di queste tendenze può essere frainteso come un incentivo
a rendere indipendenti il campo
della fede e quello del compor
correlaaone tra dogmatica ed
etica nel senso di negare una
continuità del carattere assoluto nel passaggio dal piano della
grazia a quello del nostro agire.
Ma altro sarebbe negare una
correlazione tra fede e comportamento affermando che il nostro agire di credenti è autonomo rispetto alla fede, o meglio
è ininfluente (non siamo salvati
per fede e non per oi>ere?). Non
è questo ovviamente che suggerisce Rostagno, ma è invece proprio questo che rischia di comprendere chi dalTintemo di una
tendenza conformista sente parlare di distanza tra il piano della grazia e quello del comportamento. Perché sulla strada del
conformismo il credente come
primo passo cerca appunto di
« salvare la fede », di riferirla
esclusivamente alla sfera delTiiitimo senza connessione con il
comportamento; di operare cioè
una sconnessione tra il livello
della dogmatica e quello dell’etica che consenta appunto al credente di conformare il suo comportamento all’ambiente circostante senza per questo perdere
la fede.
Ma bisognerà pur dire a noi
stessi e alle nostre comunità che
per questa via la nostra fede è
destinata a dissolversi, a diventare come una lingua saputa,
mai tenuta in esercizio e quindi
dimenticata, come un arto a lungo immobilizzato e quindi atrofizzato; dovremo pur ricordarci
che l’albero si riconosce dai imiti (Mat. 7: 16-18) e che vi sono
delle opere che Dio ha preparato perché siano praticate da coloro che sono stati salvati per
grazia mediante la fede (Ef. 2:
8-10). Ma come farlo evitando il
discorso settario?
La tensione
dell’agape
Mi sembra che la strada su
cui dobbiamo cercare una risposta complessiva è quella del Sermone sul monte e in particola
re della parola che conclude le
antitesi del capitolo 5 di Matteo; « Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro nei
cieli » (5: 48).
Da una parte nessuna parola
più di questa esprime la strettissima connessione tra fede e
comportamento che è presente
in tutto il Sermone sul monte.
Il « come » che vuol legare il nostro agire all’essere di Dio non
potrebbe essere più radicale!
Dall’altra questa parola — se
rettamente intesa — ha in sé
ri-nnossibilità di essere usata
per fondare un settarismo orgoglioso e discriminante. Perché la
perfezione di cui qui si parla
non è, come potrebbe sembrare
a prima vista, l’impeccabilità
morale, l’assenza di trasgressioni nei confronti di un codice di
precetti. La perfezione di cui
qui si parla è la completa dedizione dell’amore. Non a caso
nella versione di Luca questa Parola suona: « Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro ». E l’amore di Dio,
paziente, misericordioso, compassionevole, è quanto di meno
settario esista, poiché « egli fa
levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere
sui giusti e sugli ingiusti » (5: 45).
Se dunoue il problema complessivo del rapporto tra fede e
comportamento è: a partire dalla grazia, come essere esigenti
con noi stessi senza essere settari ed essere aperti agli altri
senza essere conformisti, mi Pare sia utile cercare in questa
direzione, ouella della grazia che
pone l’appello allo « straordinario » che è richiesto ai discepoli (5: 47) sul terreno dell’agàpe
che impedisce di fare di qualsiasi « straordinario » un vanto,
un criterio di discriminazione,
un motivo di autogiustificazione.
Varrebbe ora la pena proseguire il discorso con altre voci, sviluppando sulle pagine del giornale quel dibattito che purtroppo non si è potuto svolgere nel
limitatissimo spazio sinodale.
Franco Giampiccoli
Una sfida daH’America latina
(segue da pag. 1)
minore importanza, l’economia
politica e sociale del CEC.
Durante questo CC il pastore
Emilio Castro ha assunto più
che altro un atteggiamento di attenzione e ascolto. Non ha fatto
delle proposte di gran rilievo,
originali.
Ha battuto coerentemente la
traccia degli atti dell’assemblea
di Vancouver, mettendo in risalto i più stretti legami aH’interno del CEC tra le chiese ortodosse e le chiese protestanti,
chiedendo a tutte le chiese maggior impegno e coerenza nel portare avanti il programma ecumenico, e più coraggio nella lotta
per una maggiore giustizia socio-economica. Nei rapporti con
la Chiesa Cattolica ha avuto parole di stima per i nuovi rapporti che si vanno stabilendo in
molte parti del mondo fra questa e le altre chiese. Ha avuto
parole di stima per la lettera
enciclica del Papa ai popoli slavi,
trovando tuttavia profonda contraddizione nel comportamento
della stessa Chiesa Cattolica con
il teologo Leonardo Boff e la
teologia che insieme a molti altri egli elabora. Per questa difesa di Boff, Emilio Castro ha ricevuto un rimbrotto da parte dell’osservatore cattolico al CC,
mons. Basii Meeking il quale si
è lamentato per questa « abusiva
intrusione » negli affari della
Chiesa Cattolica. Emilio Castro
ha porto le sue scuse, ma subito
dopo è stato solidale con la stragrande maggioranza del CC
quando il primo di agosto si è
digiunato in segno di solidarietà
e adesione con padre Miguel d’Escoto, al suo ventiquattresimo
giorno di digiuno, e con il Nicaragua.
E’ bene sottolineare una posizione concreta espressa da Emilio Castro riguardante l’attività
futura del CEC sul tema « Giustizia, pace e integrità del Creato »: « Noi ora mettiamo l’accento con più specificità sulla responsabilità cristiana, accettando i nostri rischi, muovendoci
nella giusta direzione, senza pretendere di possedere una soluzione valida da presentare all’umanità intera. Siamo impegnati
con altri nella ricerca di soluzioni valide e nella dimostrazione di una reale solidarietà. Niente sembra possibile in Sud Africa, le cose sono molto difficili
in America centrale, l’Albania è
ermeticamente chiusa, ma di
fronte a tutte queste situazioni
noi siamo chiamati a mantenere
dei contatti vivi con le chiese
che dentro e fuori quelle aree,
nutrono la speranza di un nuovo
giorno, l’inizio della storia, perchè hanno una fede vivente nel
Signore della storia ».
America latina
La sollecitazione esterna dovuta all’impatto del CC con TAmerica latina è stata importante sul
piano personale e collettivo: collettivo perché ha inciso fortemente sul lavoro del CC, personale
perché molti di noi sono stati
coinvolti dalla realtà oggettiva
della vita teologica e politica delle Chiese in quelle terre. Tutte le
chiese in America latina stanno
subendo delle forti lacerazioni a
causa del recente passato politico — che è ancora presente in
molti stati — condizionato da
terribili dittature militari. Quanti hanno avuto il coraggio di affrontare a viso aperto la mancanza di libertà, hanno affinato la propria fede e sono ora
capaci di produrre non soltanto
una teologia tanto valida da essere capita e accettata da milioni
di persone soggette alla più vasta
e varia oppressione, ma producono nuove ecclesiologie, nuove
liturgie, (in questo campo va detto che la Chiesa metodista è
aH’avanguardia) e tutto questo
sposta Tasse culturale del campo
cristiano dall’Europa e dal Nord
America in America latina.
Sul piano teologico la maggioranza dei membri del CC ha preso atto che quanto accade in
America latina è serio ed è una
sfida evangelica per la liberazione di tutti i popoli oppressi, ma
è anche un atto di perdono per
i popoli che fanno parte del mondo che opprime.
Sul piano ecclesiologico è importante prendere atto che una
chiesa che vive nel modo giusto
il rapporto con il Dio liberatore
è per forza di cose una Chiesa
confessante. Tutti sono partecipi
a pieno titolo del servizio e tutti
sono impegnati, nella comunione, nella proclamazione.
Sul piano economico-politico
questa chiesa produce proposte
socio-economiche che tengono
conto della dignità e libertà di
ciascun essere umano e le applicano — non solo idealmente ma
praticamente, un esempio in senso lato è il Nicaragua — all’interno delle comunità. Sarà questo il motivo per cui il popolo
delle Comunità di base cattoliche ed evangeliche in America
latina è malvisto dai benpensanti capi di stato e di -religioni?
Documenti
Il CC ha risposto con coraggio
a queste forti sollecitazioni ed
ha così prodotto importanti documenti che avranno un sesuito
anche alTintemo della vita di
molte chiese occidentali. Un nrimo documento da sottolineare è
una dichiarazione di solidarietà
con il popolo del Sud Africa e di
condanna del governo razzistaVi si esprime fra le altre cose,
ammirazione e sostegno per la
coraggiosa e profetica posizione
del Consiglio delle Chiese del
Sud Africa e del Consiglio delle
Chiese della Namibia, per la dignità umana, la giustizia e la liberazione in Sud Africa e si chiamano tutte le Chiese del mondo
ad esprimere il loro sostegno e
comunione con i popoli oppressi
del Sud Africa e i loro movimenti di liberazione, con le vittime
dello « stato d’emergenza », per
mezzo di preghiere ed altre nianifestazioni di solidarietà.
.Altri documenti, come la lettera pastorale alle Chiese dell’America centrale, il cui contenuto è una esplicita dichiarazione di solidarietà contro le bellicose operazioni del governo degli Stati Uniti e contro la violenza di alcuni governi locali,
Guatemala, S. Salvador, Honduras. e la speranza che questi nonoli possano sviluppare una democrazia autonoma: una dichiarazione sulla questione del disordine alimentare internazionale; una lettera per il quarantesimo anniversario delTONU; un
messaggio alle chiese e al popolo
argentino e infine una dichiarazione importantissima per il contenuto evangelico sulla questione
del debito internazionale dei nopoli del Terzo mondo, sono stati tutti approvati all’unanimità
Gioele Fuligno
4
4 vita delie chiese
20 settembre 1985
SINODO VALDESE
Nel 300“ anniversario di J. S. Bach
Forse pochi sanno che Johann
Sebastian Bach, per un certo periodo della sua vita, ricoprì l’incarico di organista e direttore
musicale di un ospedale. Non si
trattava ovviamente del suo compito principale (era organista in
una chiesa di Mühlhausen) ed
anzi gli storici si chiedono che
cosa egli facesse esattamente dato che la cappella deH'ospedale
non disponeva di un organo.
Ma questa curiosità storica
ben può fare da introduzione al
concerto che si è svolto nel tempio di Torre Pellice il martedì
della settimana sinodale. Esso
era interamente dedicato a musiche di Bach, nel terzo centenario della nascita che cade appunto quest’anno; ma era anche dedicato al progetto di ristrutturazione dell’ospedale valdese di
Torre ed a tal fine è stata riservata la colletta finale.
Il concerto vedeva impegnati il
soprano Maria Preda, il flautista
Giovanni Miszczyszyn, l’organista Ferruccio Corsani; un organico tale da garantire un programma vario e da rispecchiare
aspetti diversi dell’arte di Bach.
La voce solista è stata impegnata dapprima in quattro Heder
(cioè canti) spirituali. Si tratta
di brani che non sono stati scritti per una esecuzione pubblica,
ma che provengono dai « quaderni » che Bach metteva insieme per la sua famiglia. La moglie era stata una cantante professionista; e fu probabilmente
la sua voce a far vivere per la
prima volta questi canti, da cui
molto si può comprendere della
spiritualità personale di Bach.
Molto diverso l’altro brano affidato alla voce: Tarla « Ich folge
dir » dalla Passione secondo Giovanni. Musica dunque scritta per
una solenne esecuzione nella
chiesa, di fronte a tanta gente:
ed il compositore ha il compito
di offrire ad essa musica bella
e d’effetto, ma anche di fornire
un insegnamento. In questo caso il concetto espresso è quello
di seguire Cristo con gioia anche
nel momento della prova. Per
l’esecuzione del brano, intenso
e suggestivo, i tre solisti si sono
uniti, con il flauto ad eseguire
delicati arabeschi attorno alla
voce e l’organo ad offrire il massiccio sfondo del continuo.
Il flauto è stato protagonista
di due brani: una sonata con il
clavicembalo (a questo strumen
to sedeva Corsani) ed una partita per flauto solo. Sono, questi,
lavori del Bach musicista di
corte; per alcuni anni, lavorando
presso il duca di Köthen, egli
abbandonò la composizione di
brani religiosi. Sono gli anni dei
Concerti brandeburghesi, delle
suites, delle infinite opere strumentali. E Giovanni Miszczyszyn
ha reso appieno questa atmosfera, così diversa da quella che
circola nelle Passioni e nelle
opere per la chiesa.
Ed al severo ambiente del culto hanno riportato i brani per
organo: due corali, il primo sul
testo del Credo, il secondo su di
un inno molto noto in Germania
(ed ispirato alla parabola delle
dieci vergini), dipingono l'attività delTorganista che opera con
i materiali liturgici che la chiesa
gli fornisce. Un’onera forse di
artigianato; ma anche una testimonianza di fede e di genio, che
ha fatto di questi lavori (modesti solo i>er dimensioni) la più
grande testimonianza della tradizione innologica luterana ed
evangelica in generale. Ma anche
per l’organo, strumento prediletto, Bach scrive delle composizioni « libere ». E Ferruccio Corsani
ha concluso il concerto con la
grandiosa « Toccata e fuga in la
maggiore ». E’ un brano che ben
fa comprendere perché delTorgano si parli come del principe
degli strumenti, che racchiude in
sé un’intera orchestra. E al termine di un trascinante « crescendo» il pubblico se ne è uscito in
un applauso a scena aperta, liberatorio in lin certo senso della
tensione che la musica era andata accumulando. Un anticipo degli applausi che alla fine hanno
accolto tutti gli esecutori, i quali
hanno ringraziato con un succoso
fuori programma: una cantata
profana di Antonio Vivaldi.
Ma la « Toccata e fuga », eseguita con tanta maestria e colori ha fatto anche emergere i limiti delTorgano di Torre Pellice,
che pure è il migliore della zona.
Sappiamo che Johann Sebastian
Bach, quando era chiamato a
provare un organo, tirava per
prima cosa tutti i registri e suonava a piena forza, per controllare — diceva — se lo strumento
avesse « buoni polmoni »; e forse in un esame del genere l’organo torrese avrebbe qualche cosa
da temere dai severi giudizi di
Bach.
Gianni Long
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Klaus Langeneck, pastore a Prarostino
PRAROS’TINO — Nel corso
del culto di domenica 8 settembre nel tempio di S. Bartolomeo
è avvenuto Tinsediamento del
nuovo pastore di Prarostino
Klaus Langeneck ai quale diamo
il benvenuto.
Il pastore Thomas Noffke ha
presieduto il culto trattenendosi
poi simpaticamente fra noi e
lo ringraziamo.
La domenica 29 settembre è
stata scelta per festeggiare l’arrivo del pastore Langeneck e
permettere la reciproca conoscenza. Perciò il culto sarà seguito da un pranzo comunitario
(unico piatto pronto una minestra calda) e da un pomeriggio
utile per esaminare anche l’avvio
delle varie attività. Tutti i membri di chiesa e le famiglie sono
cordialmente invitati.
• Una doverosa rettifica; il
sermone del 15 u.s. è stato tenuto
dal pastore Karel Blei (uomo e
non donna) presente in questi
giorni a Torre per la conferenza
europea dell’Alleanza Riformata.
A lui, nostro ospite per rm giorno, i più sentiti ringraziamenti
per la chiara predicazione e la
cordiale presenza fra noi.
• Venerdì 13 settembre è avvenuto il funerale della sorella Lina Fomerone ved. Odino di 91
anni. Ai familiari in lutto la comunità è vicina con la sua fraterna simpatia.
Mostra Claudiana
PINEROLO — Dopo un periodo di assenza, il gruppo di colportaggio della chiesa di Pinerolo ha ripreso l’iniziativa di allestire in occasione della Mostra
delTArtigianato un banco per
la vendita dei libri Claudiana.
Alla conclusione della rassegna, si può tentare un bilancio
OelToperazione, che ha presentato tuttavia non pochi aspetti negativi. E’ stata senza dubbio negativa la collocazione dello stand
sotto il porticato di palazzo Vittone, in una zona marginale,
lontana dal centro commerciale
della Mostra. In questo angolo
rnorto sono venuti a trovarsi i
librai di Pinerolo e i movimenti
di opinione (Amnesty, Lega per
l’ambiente, Gruppo degli obiettori di coscienza, riviste varie, ec
cetera) che sono stati piuttosto
penalizzati sia sotto il profilo
delTinteresse dei visitatori che
sotto quello, non trascurabile,
degli incassi. Un’altra notevole
difficoltà è stata causata dalla
mancanza di una chiusura notturna, che ha costretto tutti i
venditori a portare via il materiale ogni sera e a rimontare il
banco il giorno seguente.
Questa differenza marcata tra
espositori di serie A (sezione
commerciale, paganti) ed espositori di serie B (sezione culturale, a titolo gratuito) è stata
molto criticata e c’è da augurarsi che in futuro gli organizzatori
della rassegna provvedano alla
sistemazione degli stands in modo più adeguato.
E’ stato anche un leggero handicap, (ma ampiamente scontato in partenza) il tipo di produzione libraria della Claudiana,
molto impegnativo e legato all’ambiente evangelico. Nell’esperienza dei venditori. « tirano »
maggiormente le pubblicazioni
popolari e meno costose in un
ambiente dove le tentazioni sono numerose e le occasioni di
spesa non si contano.
E’ stato invece positivo Tinteresse di molte persone, per esempio militari che venivano per la
prima volta a contatto con la
realtà valdese, e soprattutto lo
impegno di molte persone che
hanno dedicato il loro tempo
all’allestimento del banco Claudiana e ai turni di presenza nel
periodo di apertura della mostra.
L’opinione più diffusa è che,
malgrado l’infelice collocazione
e l’incasso non eccezionale, valga
la pena di riprendere l’iniziativa
il prossimo anno, con i miglioramenti dovuti alTesperienza, in
una rassegna che rappresenta
pur sempre un significativo spaccato di vita del Pinerolese.
Assemblea di chiesa
SAN SECONDO — Domenica
22 settembre dopo il culto (inizio ore 10) l’assemblea di chiesa è convocata con il seguente
o.d.g. :
— Relazione lavori Sinodo 1985.
— Scuola domenicale; spostarla al sabato?
— Situazione finanziaria.
— Istituzione di una « commissione stabili ».
• Durante il culto di domenica 15 settembre è stato battezzato il piccolo Matteo Odino. Il
Signore lo guidi nelle sue vie.
XV Agosto
Da ritirare ancora 4 premi della Lotteria legata alla festa del
XV Agosto a Bobbio Pellice. Essi sono: biglietti n. 1576, n. 1574,
n. 908, n. 203.
I possessori di questi biglietti
sono pregati di mettersi in contatto con la chiesa di Bobbio
Pellice (tei. 0121/92731).
Appello ai monitori
’TORRE PELLICE — Con la
fine dell’estate i quartieri si avviano a riprendere le loro attività normali, insieme a tutta la
chiesa. Domenica 22 settembre
sarà il quartiere della Ravadera
ad animarsi per un incontro alla scuola a cui tutti sono invitati.
L’inizio della riunione è fissato
per le ore 14.30.
• I monitori delle scuole domenicali sono convocati sabato
28 sett., ore 15, per un primo incontro preliminare. A causa di
alcune rinunce o trasferimenti
si invitano nuove persone a
mettersi a disposizione per questo servizio.
'• La comunità esprime la sua
solidarietà fraterna alle famiglie
di Stefano Rivoira e Marcel Malan i cui funerali si sono svolti
all’inizio del mese di agosto.
Riprende la Corale
LUSERNA S. GIOVANNI —
Con un’agape fraterna in località Castagneto, domenica scorsa,
i membri della nostra corale
hanno avuto il loro primo incontro, iniziando il loro nuovo anno di attività nel clima gioioso
di ritrovarsi insieme.
Il direttore Enrico Charbonnier ha esposto a grandi linee
il programma di attività dei
prossimi mesi, un programma
denso di impegni, da alcuni concerti prima di Natale, al contri
buto al culto la prima domenica di ogni mese, alle visite ai
vari istituti di assistenza.
Era presente il pastore J. Reuter della Repubblica Democratica Tedesca che al mattino aveva
presieduto il culto con un convincente messaggio di fede, nel
tempio dei Bellonatti. Egli ha
portato il saluto della sua comunità e, appassionato di musica e di canto, ha espresso il desiderio di poter ascoltare il canto di alcuni inni, un desiderio
che i nostri coralisti hanno esaudito con gioia.
Graditi ospiti
VILLAR PELLICE — Ringra
ziamo sentitamente i pastori Alfredo Janavel (New York), Gustavo Bouchard (Genova-Sampierdarena) e Ernesto Ayassot
(Torre Pellice) per i loro messaggi nei culti rispettivamente
presieduti le domeniche 18 agosto, 1° e 15 settembre.
• Ci rallegriamo vivamente
nel Signore per la nascita di
Stefano Davit di Marco e di
Geymonat Gisella.
Culto a Pradeltorno
ANGROGNA — Un bel gruppo di persone ha partecipato,
domenica 15, all’ultimo culto
estivo al Bagnóou in cui sono
state date informazioni sul presidente delTAlleanza Riformata
in prigione in Sud Africa. Inoltre, tutti hanno potuto vedere
il proseguimento dei lavori alla
’casa di pace’ dove si sta lavorando alTedificazione del tetto
prima delTinverno. In mattinata, nel culto al Capoluogo, è stato impartito il battesimo al piccolo Daniele Paschetto di Bruno ed Eliana a cui rinnoviamo
gli auguri della fede.
• Domenica 22 a Pradeltorno
si avrà un culto di informazione
sui lavori della recente Conferenza Distrettuale a cura dei
nostri delegati. Domenica 27 al
Capoluogo avremo, nel corso
del culto, il matrimonio di una
giovane coppia e nel pomeriggio, alle 14.30, al Capoluogo la
prima riunione della ripresa dell’Unione Femminile.
Sabato 21 settembre
□ FARE STORIA
VALDESE
COI CATECUMENI
TORRE PELLICE — Alle ore 10 nei
locali della Società di Studi Valdesi
(primo piano del Museo) si terrà un
interessante incontro aperto ai catechisti e pastori su « la storia valdese
nel catechismo e nel pre-catechismo »:
all'incontro si valuteranno proposte
concrete e si coordineranno iniziative
nuove.
Domenica 22 settembre
□ SALUTO ALLA
FAMIGLIA ARTUS
RORA’ — Al parco montano alle ore
12 coloro che vorranno salutare il pastore Ruben Artus e famiglia prima
del ritorno in Uruguay si ritroveranno
per un ■< asado criollo ». Per informazioni e prenotazioni rivolgersi entro
giovedi 19 settembre ai n. 0121/72665
(ore 19-21).
Lunedì 23 settembre
□ PROGETTO
CULTURA DELLA PACE
PINEROLO — Riprende il lavoro del
progetto « Cultura della pace e protestanti nel Pinerolese », con la riunione
del gruppo di coordinamento ohe si
terrà alle ore 21, in via dei Mille 1
nei locali della chiesa valdese.
Questa riunione sarà dedicata alla
programmazione del lavoro per Tautunno-inverno 1985/86, partendo dai
mandati della Conferenza distrettuale
ed alla luce del dibattito sinodale.
Domenica 29 settembre
□ ASSEMBLEA TEV
TORRE PELLICE — Presso la Casa
Unionista con inizio alle ore 15 si tiene l’assemblea mensile della TEV. La
riunione è aperta a tutti gli interessati
Mercoledì 2 ottobre
□ INCONTRO
RESPONSABILI
UNIONI FEMMINILI
PINEROLO — Le responsabili delle
Unioni e gruppi femminili si incontreranno nei locali della chiesa valdese
di Pinerolo, alle ore 14.30 per programmare insieme le attività in comune.
# Hanno collaborato a questo
numero: Archimede Bertolino - Dino Gardiol - Mauro
Gardiol - Paola Montalbano Teofilo Polis - Piervaldo Rostan - Franco Taglierò.
Rivenditore autorizzato macchine per
cucire
SINGER - PfAFF
VENDITA E ASSISTENZA
Personal computer
COMMODORE
— MATERIALE ELETTRICO - ELETTRO
NICO
— ELETTRODOMESTICI
— LAMPADARI
ASSISTENZA ED ESECUZIONE
— IMPIANTI ELETTRICI CIVILI E
INDUSTRIALI
Via Arnaud, 3b - Tel. 932647
10066 TORRE PELLICE
5
w
20 settembre 1085
vita delle chiese 5
UN CAMPO STUDI INTERCONFESSIONALE A BETHEL, CALABRIA
Un caso Buonaiuti collettivo
Dal 4 all'll agosto 1985, ha
avuto luogo nel Centro Evangelico di Bethel, sui monti della
piccola Sila in Calabria, un campo studi interconfessionale su di
un tema che è ritornato di attualità, dopo il recente processo al teologo cattolico Leonardo
BofF e la pubblicazione da parte deU’ex Sant’Uffizio della « Instructio » su alcuni aspetti della
teologia della liberazione. Questa « Instructio », presentata come approvata ma non firmata
dal Papa, porta la data del 6
agosto 1984 ed è firmata dal cardinale Joseph Ratzinger che se
ne assume così la responsabilità. Essa fu pubblicata in Brasile
il 31 agosto 1984 e in Italia il 3
settembre, in coincidenza col
processo a carico del teologo
brasiliano Leonardo Boff.
Tenendo conto che L. Boff è
solo uno dei teologi della liberazione (contro Gustavo Gutiérrez
vi fu un tentativo non riuscito
di condanna) si può dire che
ci troviamo davanti a una
specie di caso Buonaiuti collettivo, aggravato dal fatto che
in America Latina si trova circa
la metà dei cattolici romani di
tutto il mondo, con 700 vescovi
di cui 350 soltanto in Brasile.
D’altra parte, è anche vero che
non tutti i teologi della liberazione sono cattolici. Ci sono anche dei protestanti come il presbiteriano Ruben Alves, il metodista José Miguez-Bonino e, fra
altri, anche l’attuale segretario
del Consiglio ecumenico delle
chiese, il pastore metodista Emilio Castro.
Ancora Auschwitz
Durante il campo di Bethel è
stata posta la seguente demanda: Perché una teologia della liberazione non nasce anche in
Europa? Forse che mancano da
noi i teologi marxisti? O forse
mancano i poveri, gli sfruttati
e gli oppressi? Don Biagio Amato ci ha presentato un quadro assai documentato sulle varie comunità di base che sono
andate sorgendo in Italia, sulle
motivazioni che determinarono
la loro nascita, sulla loro composizione e sulla loro attuale situazione di crisi. Alla fine, giungemmo alla conclusione che da
noi il mondo dei poveri è uscito
dalla Chiesa ormai più di 100
anni fa e non è più cristiano. La
prassi dei poveri che noi conosciamo in Europa non è dunque
prassi di credenti che si riuniscono allo stesso modo delle comunità di base sudamericane.
In generale, si può dire che noi
siamo dei credenti che vivono
dopo Auschwitz. Diversa è invece la situazione dei credenti latino-americani per i quali Auschwitz non è per niente nel passato, ma nel presente. In quella
terribile situazione riflettono come credenti. C’è dunque, volenti
o nolenti, una priorità della fede rispetto alla prassi. Parlano
e agiscono in un certo modo non
perché si trovano in Auschwitz,
ma perché in Auschwitz si tro
vano come credenti. Essi sanno
bene che, come discepoli del
Cristo crocifisso, la loro vittoria
sulla terra non è per niente assicurata. Però credono contro
speranza e, a costo di finire a
loro volta crocifissi, lottano non
solo perché l’orrenda esperienza di Auschwitz finisca finalmente anche per loro, ma anche perché si creino le condizioni atte
ad impedire che Auschwitz non
ritorni mai più nemmeno per
altri esseri umani.
Per quanto riguarda l’accusa
di marxismo, si è detto che l’uso
che fanno di Marx è molto critico. Se ne servono come strumento scientifico per analizzare
la realtà in cui vivono e non per
fare teologia. In generale, sono
molto diffidenti verso tutto ciò
che viene dall’Europa. Sanno
bene che il marxismo, nato nell’Europa industrializzata del secolo scorso, non può essere oggi
trapiantato in America Latina
dove ci sono i dannati della terra e non c’è il proletariato. I-e
loro letture preferite sono Gramsci e Gobetti e si sa che, secondo
Gramsci, la stessa rivoluzione
russa avvenne contro il Capitale
di Marx.
Più che dei marxisti, i teologi
della liberazione sono ancora
fondamentalmente tomisti. Il loro modo di lavorare rientra infatti nella teologia seconda, di
cui parla S. Tommaso. Si occupano di etica e la loro teologia
non è altro che una teologia pastorale. Si servono di Marx allo
stesso modo in cui S. Tommaso
si servì di Aristotele.
Se si entra nei dettagli del
modo in cui parlano della rive
lazione di Dio, si può certo discutere e dissentire. L. Boff, per
esempio, parla di una specie di
rivelazione permanente di Dio
nella storia.
Ma a chi, negli anni scorsi, ha
parlato della morte di Dio, giunge come una frustata profetica
il sentirsi dire: E’ vero, avete
ragione. Voi che partecipate di
una società di ricchi borghesi
avete trasformato in un idolo
l’Iddio vivente. Perché vi meravigliate se il vostro « dio » è
morto? La verità è che è mot to
il « dio » degli oppressori, dei
ricchi e dei potenti. L’Iddio di
Abramo, Isacco e Giacobbe non
è mai diventato come Baal, né
come Mammona. L’Iddio dei poveri è lo stesso ieri, oggi e in
eterno. Noi crediamo nell’Iddio
vivente!
Ancl^e per quanto riguarda la
cristologia, si può discutere sulla loro pretesa di riscoprire il
Cristo della storia e sulla teiidenza adozionista che si può rilevare, per esempio, nella cristologia di Jon Sobrino.
Come criticare?
Ma come criticare questi nostri fratelli latino-americani
quando rifiutano con sdegno le
varie immagini di Gesù che sono state portate in Centro e
Sud America dai conquistadores?
11 Cristo monarca celeste era
vestito come il re Ferdinando
di Spagna, così come la Madonna vestiva i panni della regina
Isabella. D’altra parte, il Cristo
vinto, tradito e crocifisso e la
Madonna dei 7-8 dolori erano
presentati come modelli di somma beatitudine per favorire _ il
processo mistico d’identificazione e il massimo di rassegnazione passiva davanti ai crimini
di chi deteneva il potere.
Il fatto che la reazione a questi modelli comporti il rischio di
sbagliare è comprensibile. Niente infatti può avere la pretesa
della perfezione in questo mondo! Ma la reazione era inevitabile.
La recente pubblicazione di
L. Boff su Chiesa, carisma e
potere (Boria 1984) ha suscitato abbastanza rumore per necessitare un cenno su quanto
in America Latina si va dicendo sulla Chiesa. Eravamo abituati ad un cattolicesimo immobile, sempre uguale a se stesso e sempre trionfante. Ma qualcosa si muove e di questo non
possiamo che rallegrarci.
Siamo riconoscenti al prof.
José Ramos Regidor per le sue
4 relazioni su: « 1 punti qualificanti della teologia della liberazione » che hanno costituito, per
così dire, la struttura portante
del campo interconfessionale di
Bethel che ha registrato pochi
partecipanti.
Eugenio Stretti ha illustrato,
in diverse relazioni, la situazione delle Chiese Evtingeliche in
America Latina, soffermandosi
in particolare su quelle del Brasile, dove i protestanti sono il
12% della popolazione, su quelle del Cile dove solo i Pentecostali sono il 6% della popolazione e sulla regione rioplatense dove si registra una forte presenza valdese.
Don Biagio Amato ha illustrato la situazione delle comunità
di base in Italia. Quanto abbiamo potuto riferire in questa_ sede rende conto solo in minima
parte dell’enorme arricchimento
di cui abbiamo goduto.
Alla fine, dopo ampia discussione, sia pure con timore e tremore, abbiamo deciso di celebrare insieme la cena del Signore. C’ei'ano dei cattolici, dei
battisti e dei valdesi.
Samuele Gìambarresi
ECUMENE, SERVIZIO MIGRANTI
Un incontro di chiese
Il Servìzio Migranti della Federazione Chiese Evangeliche in Italia organizza per il 12 e 13 ottobre ad Ecumene un
incontro di chiese per discutere di aspetti operativi del nostro impegno nei confronti degli immigrati da paesi del Terzo Mondo. Parteciperanno all’incontro anche rappresentanti
di alcune chiese ed organizzazioni europee impegnate in questo campo.
Per informazioni telefonare allo 06/4755120 o allo 081/
364263.
BATTISTI, METODISTI, VALDESI - TRASFERIMENTI E NUOVI INDIRIZZI
ECUMENE
Campo biblico
Per esigenze di programmazione, il Campo biblico che come ogni anno si tiene in settembre a Ecumene ha dovuto subire uno spostamento. Non si terrà dal 26 al 30, bensì dal 22 al
26 settembre.
Per informazioni e iscrizioni
telefonare al Centro 06/9633310.
La ripresa delle attività dopo
la pausa estiva è segnata come
ogni anno da una ridistribuzione
delle forze pastorali nel campo
di lavoro e dall’immissione di
nuove forze. Diamo qui di seguito un quadro generale — relativo per la prima volta anche
alle chiese battiste oltre che
alle chiese valdesi e metodiste
— limitato alle destinazioni definite a metà settembre, riportando in calce i nuovi indirizzi
conosciuti dei trasferimenti già
avvenuti o imminenti.
Valdesi e Metodisti
Durante Tanno il past. Gianni Genre si è già trasferito da
Torino a Cosenza-Dipignano.
Il past. Ennio Del Priore si
sposta da Aosta-Ivrea a Como
sostituendo il past. Gianni Bogo
che prende servizio in Val Bregaglia (Svizzera) come pastore
fuori del ruolo della Tavola.
Il past. Iginio Carera lascia
Gorizia e si trasferisce a Rimini
sostituendo il pastore Gunther
Leibbrand che, con la moglie
past. Mirella Abate, torna in
Germania. La cura di Gorizia e
Udine è affidata al past. Claudio
Martelli da Trieste con l’aiuto
del Circuito. Col 1° marzo entrerà in servizio la coadiutrice Irmtraud Ahlers.
Il past. Bruno Costabel da Felonica Po passa a curare Padova e Vicenza.
Dal 1" Circuito (e redazione
Eco-LUce) il past. Mauro Pons va
ad occupare il posto pastorale di
Riesi e Caltanissetta.
Il past. Giorgio Resini da Luserna S. Giovanni (Torino) va
a curare Brindisi e Latiano.
Il past. Romussi è assegnato
ad Aosta, mentre il past. Renzo
TurinettO; già coadiutore del
past. Del Priore per Ivrea, è
confermato come pastore a
Ivrea.
Movimenti pastorali
Altre conferme nei posti già
occupati sonò quelle del past.
Lucilla Peyrot a Perrero Maniglia e Massello, del past. Giuseppe La Torre a Taranto e del
past. Eugenio Stretti a La Spezia per la cura della chiesa di
Carrara e ora anche di La Spezia, essendo il past. Ernesto Naso trasferito a Firenze.
Alcuni nuovi candidati entrano quest’anno nel campo di lavoro: il candidato al ministero
Alberto Pool a Piossasco (Torino); lo studente in teologia Ruggero Marchetti a Forano Sabino
(Rieti); la candidata Irene Wigley (past. in servizio straordinario) ad Agrigento; il-candidato
Giuseppe Baldi (past. in servizio straordinario) a Susa e
Coazze (Torino); la candidata
Laura Leone (past. in servizio
straordinario) a Torino.
Battisti
In campo battista il past. Rosario Bagheri lascia la cura della chiesa di Bari e va a curare
le chiese di Barletta e Conversano.
Il pastore in prova Claudio
Musto si trasferisce a Matera
per la cura della chiesa di Miglionico (Matera).
Il past. in prova Donato Giampetruzzi è assegnato alle chiese
di Cersosimo Valsinni (Matera).
Athos Rossi è responsabile
della chiesa di via Elvo, Torino.
Luca Negro continua ad essere
responsabile della chiesa di Albano che ha cambiato indirizzo.
Il past. emerito Tullio Saccomani è stato richiamato in.
servizio per occuparsi della chiesa di Meana.
Il past. in prova Franco Sca
ramuccia cura la chiesa di Chiavari.
Il past. Blasco Ramirez va a
curare la chiesa di Roma Centocelle.
Nuovi indirizzi
Past. Ennio Del Priore - via T. Grossi
17 - 22100 Como.
Past. Gimni Genre - Praz. Doviziosi 87045 Oiplgnano (CS).
Past. Iginio Carera - viale Trento 61
- 47037 Rimini (Forlì).
Cand. Alberto Pool - via Cavour 80 10045 Piossasco (To).
Past. Bruno Costabel - corso Milano
6 - 35100 Padova.
Past. Ernesto Naso - via Manzoni 21
- 50121 Firenze.
Past. Mauro Pons - via Paraci 63 93016 Riesi (CL).
Past. Giorgio Resini - via Congregazione 14 - 72100 Brindisi.
Past. Roberto Romussi, rue Croix de Ville 11 - 11100 Aosta.
Past. Renzo Turinetto - via B. Buozzi
17 - 10015 Ivrea (To) - 0125/234724.
Past. Lucilla Peyrot - 10060 Perrero (To)
(tel. 0121/848816).
Past. Giuseppe La Torre - via Gen.
Messina 71 - 74100 Taranto.
Past. Eugenio Stretti - via R. De Nobiii
73 - 19100 La Spezia.
Stud. Ruggero Marchetti - via del Passeggio 8 - 02044 Forano S. (Rieti).
Cand. Irene Wigley - via Damareta 6
- 92100 Agrigento.
Cand. Giuseppe Baldi - via Madama
Cristina 74 - 10125 Torino.
Cand. Laura leone - via Pio V 15 10125 Torino.
Past. Gianni Bogo, Chiesa Evangelica
- 7649 Castasegna (Svizzera).
Past. Gunther e Mirella Leibbrrmd ■
Breiterweg 26, D-7440 Nürtingen
(RFT).
Past, emerito Cipriano Tourn - Friedrichstr. 46 - D-6831 Plankstadt (RFT).
Past, emerito Alessandro Vetta - via
Manzoni 9 - 10066 Torre Pellice (To).
Past. Rosario Bagheri - VI Trav. via
Lanave 14 - 70123 Bari (S. Paolo) 080/378398.
Past. Donato Giampetruzzi - via Pasubio II, trav. n. 14 - 70124 Bari, 080/
222893.
Past. Claudio Musto - via della Quercia
8 - 75100 Matera.
Sig. Luca Negro - via Risorgimento
87 - 00041 Albano (Roma).
Sig. Athos Rossi - c.so Francia 288 10146 Torino.
Past. Tullio Saccomani - via Torino 11
- 10053 Bussoleno (Torino).
Past. Franco Scaramuccia - via Doria
76 - 16043 Chiavari (GE) - 0185/
321762.
Collettivo teologico
GENOVA — Avrà luogo sabato
28 e domenica 29 settembre una
riunione del Collettivo Teologico Ligure, organizzata dal V circuito valdese metodista e dalla
Federazione Ligure, nei locali
della chiesa evangelica valdese,
in via Assarotti 21, in Genova.
Il tema deU’incontro, « L’ora di
religione nella scuola pubblica »,
verrà presentato da due relatori,
il pastore Franco Giampiceoli e
il dett. Franco Girardet.
L’inizio è previsto per le ore
16.45 di sabato, si concluderà la
domenica pomeriggio. La giornata del sabato sarà dedicata in
particolare al problema della religione nella scuola pubblica, la
domenica ci si confronterà anche sul programma della Scuola
Domenicale.
Per informazioni, telefonare al
010/450196.-
6
6 prospettive bìbliche
PAROLA DEL SIGNORE
lA
BIBBIA
TRADUZIONE INTERCONFESSIONALE
IN LINGUA CORRENTE
Primi giudizi
suila nuova
TILG complèta
20 settembre 1985
$ì)d§
optjo
EDITRICE ELLE DI CI
10096 LEUMANN (Torino)
ALLEANZA BIBLICA UNIVERSALE
Via deirUmUtà, 33 - 00187 Roma
Un pastore
Una rea2àone a caldo sulla traditone interconfessionale della
Bibbia (TILC), Antico e Nuovo
Testamento, non può pretendere
di essere scientificamente puntuale, dato che da poco tempo
abbiamo tra le mani il testo e
non abbiamo ancora avuto modo
di utilizzare questa traduzione,
né di confrontarla a fondo con
altre disponibili.
E’ stPre un fatto salutare
trovarsi di fronte ad una nuova
traduzione: si è stimolati a riprendere la lettura, a rimettere
in circolazione i testi, a confrontarsi con nuovi criteri di
traduzione, a leggere in definitiva con occhi nuovi il testo
biblico. Tanto meglio se si ha la
possibilità di un confronto con
traduzioni diverse, con traduzioni già conosciute; se anche si
rinnovano polemiche, e ci si
scontra con i propri e gli altrui
pregiudizi, non è male, significa
che il testo vive e ci provoca ancora.
Non ho la competenza necessaria per pronunciarmi con sicurezza sulla traduzione. Scorrendo i passi che mi sono familiari
dalTinfanzia (penso ai primi capitoli della (Jenesi, ai dieci comandamenti, ad alcuni salmi, ad
alcuni passi « classici » dei profeti, limitandomi alTAntico Testamento; del Nuovo si è già
parlato a lungo anche sul giornale), ho l’impressione che il
lettore abituale della Bibbia ritroverà alcuni aiuti per una migliore comprensione del testo.
Ma quel che ci dobbiamo chiedere è se la traduzione è stata
coerente con i suoi intendimenti principali, se è scritta in « lingua corrente », se cioè, con una
domanda che la «Presentazione»
(p. 7) pone, «il lettore di oggi
comprenderà facilmente quel che
il testo vuol dire? », trovandosi
davanti questa traduzione.
Credo che sotto questo punto
di vista l’obiettivo di dare in mano al lettore non particolarmente preparato alla lettura biblica
un testo scorrevole, gradevole e
comprensibile sia stato in larga
misura raggiunto.
Sarà abbastanza utile, per fare un esempio, non imbattersi
più nell’agresto e nei denti allegati (Geremia 31: 29), dove veramente le colpe dei padri rischiavano di ricadere sui figli, e
trovare invece la frase « I genitori mangiano l’uva acerba e ai
figli rimane la bocca amara ».
Sempre in Geremia (20: 7), dove
il testo della Riveduta aveva una
traduzione corretta, ma scialba
(Tu m’hai persuaso o Eterno, e
io mi sono lasciato persuadere),
la « confessione » del profeta
viene resa con maggiore efficacia e precisione: « Signore, tu
mi hai sedotto e io non ho saputo resisterti».
A volte il desiderio di sempliflca,re dà ima traduzione meno
incisiva di quelle cui eravamo abituati. Quando, in Genesi 2: 9,
l’albero della « conoscenza del
bene e del male » diventa l’albero «per infondere la conoscenza di tutto», forse non si
perde la informazione fondamentale, così come promette la « Presentazione », ma la nuova proposta è più generica rispetto alla tradizionale, peraltro riportata in nota.
Anche altre volte una nota
« esplicativa » rileva una sostanziale incertezza, e corrisponde in
pratica ad una proposta di altra
traduzione, così com’è indicato
nei « Sussidi per la lettura » (p.
11, dove tra le altre cose si spiega che vi sono due tipi di note,
di genere tematico le prime, informative le seconde). E’ il caso del Salmo 23: 3, dove alla traduzione « Il Signore è fedele »,
nel testo, fa riscontro, in nota,
la più classica proposta « per
amore del suo nome ».
Molte volte si ammette che il
testo ebraico è oscuro, si danno
traduzioni « possibili » o « probabili », si cita quale traduzione
antica si è scelta quando non è
proponibile la traduzione dal testo masoretico, e via dicendo.
Passi che in passato sono stati caricati di un peso dogmatico
sproporzionato e non del tutto
legittimo sono pianamente e serenamente spiegati in nota. Ad
esempio in Isaia 7: 14 a proposito de « la giovane incinta » che
« darà alla luce un figlio e lo
chiamerà Emmanuele», la nota
chiarisce che « la parola ebraica
così tradotta indica ima donna
in età da marito; probabilmente
si tratta della .giovane moiglie
di Acaz, futura madre del re
Ezechia. L’antica traduzione greca usa invece la parola vergine
che sarà ripresa da Matteo I:
23 ».
In vari luoghi viene evidenziata tipograficamente la presenza
di inni, di prosa ritmica, di versi, dando una indicazione preziosa per una prima identificazione del genere letterario.
Qualche rilievo di ordine generale: nella « Introduzione generale » (p. 10) si afferma « Al
centro, vi è Gesù »; lo sosterranno certo protestanti e cattolici, ma sarebbe stato un segno
ecumenico dar conto della comprensione ebraica di quella parte delle Scritture che è anche,
e prima che nostra, ebraica.
Nella presentazione si afferma
che questa traduzione è « accolta da tutte le confessioni cristiane». Mi auguro che lo sarà.
Ma se alla parte cattolica può
bastare un « Imprimatur » per
poterlo affermare, mi chiedo se
la sensibilità delle varie denominazioni protestanti si potrà
riconoscere in questa affermazione. Se « accogliere » vuol dire
soltanto non disprezzare il serio
lavoro di una schiera dì esperti,
l’affermazione è pleonastica. Se
« accogliere » ha un senso più
impegnativo, è costume di molte
chiese protestanti esaminare
prima, nella prassi, nella comunità, coralmente, ogni cosa, e
poi se mai pronunciarsi (per
quanto riguarda le chiese vaidesi, la Disciplina generale nel
suo 3“ art. stabilisce esplicitamente, ad esempio, che « le versioni della Bibbia, i testi liturgici... sono adottati e pubblicati con l’approvazione del Sinodo »).
La frase così come è formulata è ambigua, si presta ad una
doppia lettura possibile; e, per
una traduzione interconfessionale in lingua corrente, questa
presentazione ambigua, che sfiora senza dirlo il tema scottante
del magistero, non mi pare che
sia accattivante.
Sergio Ribet
Un laico
EQUIVALENZE... SUPERDINAMICHE
Parafrasando Galati
Domenica 30 giugno la liturgia, per
onorare Pietro e Paolo, ci invitava a rileggere un passo di Paolo ai Calati, e
mi è parso di sentire:
. ...quando Colui che mi ha messo
a parte e mi ha chiamato mediante la
sua grazia si è compiaciuto di rivelare in me il suo Figlio perché io lo
annunciassi al popolo del Brasile, io
non mi consigliai con carne e sangue,
e non salii a Roma a trovare gli apostoli miei predecessori, ma subito me
ne andai in S. Paolo o in Amazzonia...
Dopo tre anni, salii a Roma per rendere
visita a Giuseppe (Ratzinger) e stetti
da lui una quindicina di giorni; non
ho visto altri apostoli... Dopo molti
anni salii di nuovo a Roma ed esposi
loro l’Evangelo che io predico tra i
brasiliani — ma privatamente ai notabili — per timore di correre o di
aver corso invano... E ciò a cagione
degli intrusi, falsi fratelli che si sono
infiltrati fra noi per spiare ia libertà
che abbiamo in Gesù Cristo, per ridurci
in servitù. A costoro rifiutammo di cedere, fosse pure per un solo momento, per deferenza, per salvaguardare
per voi la verità dell'Evangelo... vedendo che l'evangelizzazione dei Brasiliani mi era stata affidata, così come
a Karol quella dei polacchi, e riconoscendo la grazia che mi era stata
accordata, Giuseppe e Karol mi tesero
la mano in segno di comunione... soitanto ci raccomandarono di ricordarci
dei poveri, e questo mi sono studiato
di fare ..
Ma purtroppo i fratelli brasiliani
sanno bene ciò che hanno fatto Giuseppe e Karol: hanno costretto Leonardo a tacere per un anno.
(da . Témoignage Chrétien », François Brunet).
Nel maggio 1985 è uscita finalmente la traduzione interconfessionale in lingua corrente dell’intera Bibbia (TILC), in coedizione tra il Segretariato Romano per l’Unità dei Cristiani
(SRUC) e l’Alleanza Biblica Universale (ABU). Ad essa, come
già alla traduzione interconfessionale del Nuovo Testamento,
ha lavorato con unità d’intenti un buon gruppo di collaboratori tra direttori, coordinatori, stilisti, redattori, traduttori, revisori e consulenti stabili,
una ottantina di persone, di cui
2/3 «cattolici» e 1/3 «evangelici »: una proporzione a tutto
vantaggio del SRUC, che spiega
forse la strana presenza in questa edizione deWimprimatur.
Caratteristiche
della traduzione
Sia nella Presentazione (p. 7)
che in un’appendice intitolata
Questa traduzione (p. 476-77),
viene assicurato che, pur essendosi seguito « il metodo delle
equivalenze dinamiche » nel tentativo di « rendere il testo ebraico e greco con parole e forme
della lingua italiana di tutti i
giorni », non si è aggiunta né tolta « alcuna informazione contenuta nei testi originali », e ciò
al fine di raggiungere il duplice intento della fedeltà al contenuto e della comprensibilità
per il lettore moderno. Completano la TILC, oltre la lista dei
collaboratori (p. 477-78), un dizionarietto (p. 419-28), un indice
analitico (p. 429-52), una tavola
cronologica (p. 453-56), 15 cartine
geografiche (p. 461-475), nonché
la lista dei nomi contenuti in
queste ultime (p. 457-60).
In quanto al contenuto c’è da
tenere presente che la traduzione, condotta per TA.T. sul testo
ebraico tradizionale « masoretico », aggiunge — dopo i libri
della Legge, dei Profeti e degli
Scritti — anche i Deuterocanonici (in numero di 10: Ester greco, (jiuditta, Tobia, I e II Maccabei, Sapienza, Siracide = Ecclesiastico, Baruc, Lettera di Geremia, Supplementi a Daniele).
Rispetto alle traduzioni in genere seguite nel mondo evangelico
italiano (p.e. la « riveduta » del
Luzzi a cura della Società Biblica Britannica e Forestiera),
l’ordinamento dei 39 libri dell’A.T. (esclusi i Deuterocanonici), seguito nella TILC, potrà
forse disorientare qualcuno. Di
fatto, mentre i 5 libri della Legge corrispondono effettivamente
al « Pentateuco », i Profeti includono parte dei « Libri storici » (Giosuè, Giudici, I e II Samuele, I e II Re) e quasi tutti
— naturalmente — i « Libri profetici » (esclusi Lamentazioni e
Daniele), mentre gli Scritti comprendono i « Libri poetici » (Salmi, Giobbe, Proverbi, Cantico
dei Cantici e Qoelet = Ecclesiaste), nonché Ruth, Ester, Esdra,
Neemia e I-II Cronache tratti
dai « Libri storici », e Lamentazioni e Daniele tratti dai « Libri
profetici ».
Fatte queste debite constatazioni atte ad illustrare le carat
teristiche di questa traduzione,
vorrei soffermarmi su tre punti
che sicuramente solleveranno
perplessità, critiche e obiezio
m.
Tre osservazioni
critiche
1) L’imprimatur, apposto com’è ad una versione biblica curata congiuntamente da « cattolici » ed « evangelici », mi fa pensare ad un certo atteggiamento
in voga presso qualche controversista cattolico dei secoli scorsi secondo il quale, accettando
la Chiesa Romana il battesimo
dei protestanti, essa in qualche
modo poneva una ipoteca sul loro capo!
2) Poiché tutti non possono
avere tradotto tutto, sarebbe
stato utile, a maggiore orientamento dei lettori, indicare quali
singoli libri dell’Antico e del
Nuovo Testamenta, sono stati
tradotti dai vari traduttori, ovvio essendo che la traduzione,
ancorché passata al vaglio dei
numerosi revisori 'e consulenti,
rispecchia necessàriamente la
personalità culturàle, religiosa,
teologica (se volete), di chi traduce.
Í
3) Malgrado si ripeta che, pur
essendo la traduzione « decisamente lontana dall’ideale letteralista », essa si è* proposta di
« offrire sempre fedelmente il
significato degli originali' senza
aggiunte arbitrarie^ ^ senzà parafrasi e senza anac^’onisnli » (p.
476), non si capisce perché certe parole-chiave — gome ’giustizia e giustificazionesiaho sparite quasi totalmeijfe dai testi
tradotti, e perciò non appaiono
nemmeno neH’indice analitico.
Ammettendo pure òbe un -vocabolo possa essere tradotta in
modo diverso a secorida del-?contesto in cui si trova ,(è il caso
di « sarx », l’unico esempio, addotto in appendice: p:M77), perché alla parola « giustificazione »
— in sé peraltro perfettamente
comprensibile al Iettare moderno —^ si è preferita in molti casi
la perifrasi « rapporto giusto » o
« giusta relazione » con Dio? E
che dire del fatto che al termine
« giustizia », che si trova originariamente nella quarta,.e nell’ottava « beatitudine », sia stata sostituita — per me dql tutto arbitrariamente — l’espre.ssione ,1 quello che Dio vuole » o
« la volontà di Dio », che è del
tutto diversa sia letteralmente
che teologicamente parlando?. In
un semplice articolo come questo, non è possibile enumerare
i numerosi esempi in cui la traduzione non è stata per niente
fedele al significato dei contenuti originali, abbondando anche nell’uso di indebite parafrasi, come il ben noto versetto di
Ooelet (Ecclesiaste) 11, 1: «Getta il tuo pane sulle acque e col
tempo lo ritroverai », reso con
« Investi i tuoi beni nel commercio marittimo e a suo tempo li ritroverai »!
Giovanni Gönnet
7
20 settembre 1985
obiettivo aperto 7
PAOLO PASCHETTO
l'itinerario di un
pittore protestante
Paolo Paschetto
(1885-1963),
con il suo
caratteristico
cappello, in una
istantanea
degli anni trenta.
A cento anni dalla nascita il
pittore Paolo Paschetto continua
a far riflettere e discutere. La
mostra allestita nei locali del
Collegio Valdese di Torre Penice e conclusasi nei primi giorni
di settembre, sotto il patrocinio
della Regione Piemonte, della
Provincia di Torino e della Società di Studi Valdesi, è stata un
successo. Nel 1983 presso il Museo Nazionale della Montagna di
Torino era già stata allestita una
bella mostra rappresentativa della produzione dell’artista. Ma il
punto massimo di esposizione
organica e di approfondimento
dei temi, della sensibilità e delle
prospettive di Paschetto si è toccato a Torre Pellice grazie anche al bellissimo catalogo ricco
di riproduzioni, di valutazioni
e di informazioni sulla vita e
sull’opera del pittore evangelico.
Paschetto ha un messaggio
grafico e pittorico immediato.
Varieranno le interpretazioni ma
guardando un suo quadro il messaggio « arriva » subito. Esiste
già su Paschetto una vasta bibliografia di saggi e di articoli in cui
si è letto, riletto, inquadrato.
Per noi evangelici il suo modo
di fare cultura — attraverso
guazzi, disegni, pitture, affreschi
— è altamente suggestivo ed è
— ripeto — un invito alla riflessione. In Paschetto i temi biblici
si incontrano soprattutto ned disegni, nelle xilografie o linoleumgrafie caratterizzate da un
bianco e nero senza compromessi di tonalità, con dettagli chiarissimi, contrastati al massimo.
Si tratta di creazioni quasi scultoree. Ma c’è anche un Paschetto
dai colori tenui, naturali, soffusi di molti paesaggi delle Valli
Valdesi in cui ogni anno, da Roma, tornava — e così sarà sino
alla morte avvenuta a Torre Pellice nel 1963 — a riprendere con
IJu disegno poco noto di Paschetto: il recinto delle pecore, in alta
Vai Pellice al Pra. Uno stile inconfondibile, un tratto essenziale,
preciso, quasi ’fotografico’, nel ritrarre il mondo delle Valli Vaidesi, particolarmente negli aspetti agricoli ed ecclesiastici.
contestualizzato storicamente il
« segno » di un artista a cui nessuno può negare originalità di
stile e tratto inconfondibile. Il
cerchietto con il suo nome; la
quercia dipinta nell’abside dell’aula sinodale di Torre Pellice;
lo stemma della Repubblica italiana; i francobolli dell’Italia turrita; le xilografìe a carattere religioso e i numerosi acquarelli e
dipinti riproducenti paesaggi delle Valli Valdesi hanno consegnato, già da tempo, questo nostro
pittore alla storia dell’arte italiana.
tatto con il mondo a cui si sentiva maggiormente legato.
Opera multiforme
Quale Paschetto dunque? Il
decoratore dei saloni del Ministero della Pubblica Istruzione
o il grafico che crea simboli inconfondibili sulle vetrate dei
templi protestanti di mezza Italia e su più di cento copertine di
importanti pubblicazioni o il pittore che dipinge i fiori, i prati,
le case della Val Pellice?
Piglio di un pastore battista
originario delle Valli Valdesi, Paschetto lasciò presto gli studi
classici a cui era stato indirizzato per entrare nell’Istituto di
Belle Arti. E qui non ha ancora
finito gli studi che già si fa notare e vince a mostre e concorsi
con le sue decorazioni ed opere
grafiche. Più tardi disegnerà le
copertine e curerà graficamente
le riviste evangeliche « Bilychnis » e « Conscientia » che puntavano alla « rinascita spirituale
dell’Italia ». Lavorare per queste
testate equivaleva a prendere
una patente di antifascismo.
Il Paschetto giovane — che
intanto era diventato professore nello stesso Istituto in cui
aveva studiato — decora i vetri e
i muri del monumentale tempio
valdese di Piazza Cavour in Roma, più tardi sarà la volta del
tempio metodista di Via Firenze sempre a Roma e nel mezzo
lavora alle decorazioni delle chiese battiste di Civitavecchia, Altamura. Chiavari e di Via Urbana e di Piazza in Lucina a Roma. Nel 1933, su spinta del critico Zanzi, Paschetto presenta a
Torino una sua personale con
linoleumgrafle rappresentanti il
« Credo apostolico » ed otto incisioni ispirate al salmo 23;
« Il Signore è il mio pastore». Si tratta di un messaggio
di fede, di pace e di solidarietà
umana, espresso nel linguaggio
grafico dell’epoca, nell’anno in
cui Hitler sale al cancellierato e
l’Europa delle dittature si prepara alla guerra.
Un linguaggio
comprensibile
Paschetto parla un linguaggio
comprensibile. Non si è nascosto in un’arte enigmatica comprensibile solo a pochi iniziati.
Ha dipinto e disegnato per i
contadini delle Valli. Certo non
solo per loro ma ha ritenuto
che se la sua arte non fosse stata comprensibile alla gente semplice sarebbe stata arte inutile.
Paschetto afferma chiaramente
le cose che pensa senza eternizzarle — l’eternità appartiene
soltanto a Dio — ma calandosi
nella situazione storica del momento.
Usa il linguaggio del suo tempo per dire cose nuove, diverse.
E fa tutte questo con quella determinazione che ritroviamo nel
ritratto del volto e dello sguardo sereno ma fermo deH’amico
palermitano Mastrogiovanni
(« Magister Joannes » del 1934)
e con quel bisogno di pace, di
legame con la natura e con l’infinito che emerge dal curioso
puntinismo che forma « L’ombra
gelata e luci in Val Pellice »,
un’opera del 1933.
In definitiva siamo di fronte
ad un artista che ha saputo, con
costanza e semplicità, presentare
e far accogliere la sua opera
pittorica nelTambiente protestante, tradizionalmente prevenuto
all’uso delle immagini.
In pieno fascismo Paschetto
rilancia, con l’infaticabile Attilio
falla, professore al Collegio Valdese, il tema dell’identità valdese lavorando alla parte artistica
del Museo Storico Valdese di
Torre Pellice e occupandosi di
raccogliere prezioso materiale
etnografico valdese. L’artista, irioltre, collaborerà ai restauri
del « Coulege » dei Barba a Pradeltcrno (oggi purtroppo parzialmente in rovina) e della casa
dell’eroe guerrigliero Janavel e
progetterà il monumento di
Chanforan, nel 400“ anniversario
dell’adesione dei Valdesi alla Riforma protestante.
Ancora oggi non c’è evangelico
che ripercorrendo i luoghi della
spiritualità valdese o metodista
o battista non s’imbatta, prima o
poi, nell’opera e quindi nella personalità artistica di Paschetto,
l’uomo che ha saputo tradurre
in termini artistici il mondo del
liberal-protestantesimc in tutta
la sua tensione morale e spirituale.
Due auspici
« Io sono il Buon
Pastore » dice Cristo
di sé: la lettura
cristologica del
Salmo 23 in un’incisione
di Paschetto.
Per concludere ci auguriamo
almeno due cose: la prima che
una parte della sua produzione,
per esempio quella più esplicitamente biblica o di ricerca dei
fondamenti del cristianesimo,
possa essere riprodotta in audiovisivo per farla circolare nelle
nostre comunità e sia latta così
conoscere alle più giovani generazioni (sarebbe ottimo materiale per il catechismo). La seconda: che una parte almeno della collezione dei dipinti (quasi
un centinaio) che Paschetto donò alla Tavola Valdese, riproducenti molte località delle Valli,
sia organizzata in una mostra
permanente accessibile al grande pubblico.
La mostra su Paschetto che si
è svolta a Torre Pellice e che
l’architetto De Bettini ha saputo,
con sensibilità artistica ed intelligenza, valorizzare creando per
l’occasione una struttura espositiva varia, divisa per cicli e
tematiche (e che potrà in futuro essere utilizzata anche per
altre occasioni) non esaurisce il
discorso. E’ necessario con mezzi più leggeri far circolare nuovamente l’opera stimolantg del
pittore Paschetto. Farla circolare soprattutto nei nostri ambienti dove l’arte sembra avere perso nuovi, efficaci interpreti di
quella tensione tra realtà e Regno di Dio che viviamo e che 11
« pittore delle Valli Valdesi » seppe così bene interpretare è testimoniare.
Credo, infine, che se oggi è
possibile una rilettura organica
della produzione paschettiana il
merito vada in gran parte attribuito alla dinamica figlia del
pittore, Mirella, che ha saputo
catalogare e riordinare il vasto
materiale ancora accessibile. Dico accessibile poiché ritengo
che una parte della produzione
del pittore sia andata perduta o
forse, contrastando la volontà
generosa e liberale dell’artista
e degli eredi, sia oggi oggetto
dì speculazione da parte di mercanti d’arte.
Dal vecchio studio inondato
di luce della casa ai Guicciard in
cui volentieri Paschetto si ritirava, lo sguardo domina Torre
Pellice. E da queste suggestive
stanze Paschetto a piedi partiva
per cogliere paesaggi, atmosfere,
personaggi. C’è una continuità
tra i suoi simboli grafici, le sue
scultoree immagini e i suoi dolci paesaggi. Una continuità che
forse è possibile vedere soltanto
con gli occhi della fede. Purché
la fede sappia vedere e capire.
Giuseppe Platone
8
8 ecumenismo
20 settembre 1985
TORRE PELLICE, COMITATO EUROPEO DELL’ALLEANZA RIFORMATA
Un colloquio sul
«Sola Scrìptura» oggi
ESPANSIONE METODISTA
Benin: il seme
porta frutto
La Alleanza Riformata Mondiale lavora per zone geografiche distinte; il Comitato europeo, che si ritrova una volta l’anno, si è riunito quest’anno in
Torre Pellice, dal 12 al 16 settembre.
Accanto alla seduta di lavoro
di questo comitato, si è organizzato quest’anno un « colloquio » su un tema collegato al
programma generale dell’Alleanza, quel programma che è stato
studiato anche da noi, e a cui il
Sinodo ha risposto (cfr. il numero scorso del giornale: « Chiamati ad essere testimoni dell’Evangelo oggi »).
Il « colloquio » ha ripreso in
particolare il punto del « Sola
Scrìptura », questo caposaldo
dèlia Riforma che oggi pone
problemi diversi che nei tempi
passati, ma a cui la sensibilità
riformata resta particolarmente
attenta.
Il tema precisamente è stato:
« La Bibbia nelle ricerche teologiche, nella chiesa e nella vita »,
ed è stato affrontato per mezzo
di una serie di comunicazioni,
provocazioni, conferenze e lavori in gruppo.
Gli sviluppi recenti negli studi
veterotestamentari e neotestamentari sono stati esposti rispettivamente dal Dr. Laszlo
Kuerti, vescovo calvinista in Ungheria, e dal prof. Bruno Corsani. In una esposizione brillante il past. Giorgio Tourn ha affrontato il tema « La Bibbia nella tradizione valdese », un simpatico omaggio reciproco che
l’ARM riunita a Torre Pellice ha
voluto ascoltare dalla chiesa
ospitante e che questa ha potuto offrire agli ospiti.
Nella seconda giornata di lavori si è ancora esaminata, da
diversi punti di vista, la rilevanza della Bibbia rispetto all’ordinamento ecclesiastico (dalla donna pastore Jill Schaeffer,
americana, recentemente chiamata a Ginevra per lavorare negli uffici centrali dell’ARM pren
TORRE PELLICE
Telegramma
alla signora
Dorothy
t * •
Boesak
In seguito alla discussione in
Sinodo sul problema dell’apartheid in Sud Africa, e nella certezza di interpretare il sentimento delle sorelle, la Federazione Donne Evangeliche Italiane, la Federazione Femminile Evangelìca Valdese Metodista e il
Movimento Femminile Missionario Battista hanno inviato a
Ms. Dorothy Boesak, moglie del
pastore riformato arrestato, il
seguente telegramma:
«La FDEI, la PFEVM e il
MiMB esprimono sdegno per arresto pastore Boesak, protestano contro governo Sud Africa
per violazione norme democratiche ed elementari diritti umani, inviano sentimenti di fraterna solidarietà a Lei, e a tutti coloro che sono impegnati nella
causa della giustizia e della pace per i diritti civili delle popolazioni nere del Sud Africa e invocano su di essi le benedizioni
del Signore. Torre Pellice, 30 agosto 1985 ».
dendo il posto del past. Aldo
Comba), .della Bibbia rispetto
al culto (e alla predicazione),
tema affrontato dal francese
past. Alain Blancy, e della Bibbia rispetto alla testimonianza
(dal past. olandese Karel Blei).
Nel lavoro dei gruppi si è tenuto conto sia delle relazioni,
sia di im documento già analizzato in passato e riveduto per
conto dell’ARM dal past. Vroom,
olandese.
Al colloquio hanno preso parte, oltre ai membri del Comitato europeo, anche un gruppo
di pastori valdesi, e il prof. G.
Girardet della Facoltà valdese di
Teologia.
Erano rappresentate le chiese
riformate francesi, svizzere, delle due Germanie, dell’Inghilterra e della Scozia, del Portogallo,
della Cecoslovacchia, dell’Ungheria, della Polonia.
Gli ospiti si sono poi dispersi
nella giornata di domenica in
varie chiese delle Valli Valdesi e
a Pinerolo e a Torino, per partecipare ai culti, e per un con
tatto con le diverse realtà locali, chiudendo la giornata domenicale con una visita al Museo
Valdese, guidata dal pastore
Giorgio Tourn.
Nella giornata di lunedì il Comitato si ritmisce in seduta per
una valutazione del colloquio e
per il suo lavoro istituzionale,
ascoltando il presidente, Dr.
William Shaw, scozzese, il segretario teologico europeo, dr.
Alan Sell, inglese, ed il segretario generale dell’ARM, Edmond
Perret, svizzero.
Per i valdesi è stato un piacere rinnovato incontrare il prof.
Amedeo Molnar, di Praga, che
ha anche tenuto una delle brevi predicazioni che hanno accompagnato il colloquio.
Nella meditazione conclusiva
il Dr. Bruce Cannon, scozzese,
con sobrietà ma con grande partecipazione, ha ricordato nella
preghiera il presidente deH'ARM,
il past. Allan Boesak, nella sua
prigionia.
Sergio Ribet
Nel 1967 giungeva nella regione
di Bohicon al centro del Benin
(che allora si chiamava Dahomey) la prima équipe multiculturale della CEVAA per dare vita
alla prima azione apostolica comune. Con questa azione la
CEVAA voleva vivere la nuova
realtà di cooperazione fra le vecchie chiese europee e le giovani
chiese africane, in una nuova
missione che aveva per motto
« tutto l’Evangelo a tutti gli uomini ». Venivano dal Togo, dal
Camerún, dalla Polinesia francese, dalla Francia e dalla Svizzera. L’azione si sviluppò affiancando alla predicazione dell’Evangelo anche un’azione sociale
di alfabetizzazione, di sviluppo
agricolo, e di impegno nel campo sanitario, con la visita di tutti i villaggi della zona.
Nel 1977 la Chiesa Metodista
del Benin prendeva a carico il
proseguimento dell’opera. Ma
malgrado tutti gli sforzi fatti, il
paese rimaneva ostile e si potevano registrare soltanto alcune
poche conversioni.
Sembrava quasi un fallimento!
Ed ecco invece le notizie che
giungono ora dal Presidente del
Echi dal mondo
cristiano
a cura di CLAUDIO PASQUET
Museo del Deserto
(SPP) — Erano più di 18.000
a Mialet in Francia domenica 1°
settembre, erano lì per prendere
parte alla tradizionale manifestazione del Museo del Deserto.
Il deserto di cui parliamo non è
però un luogo fisico geografico, piuttosto si tratta di tm
elemento storico-religioso. Col
termine di deserto il protestantesimo francese designa infatti i
lunghissimi anni di persecuzioni che ebbe a soffrire. Nella cittadina di Mialet nelle Cevenne
a questi eventi è stato consacrato un museo. Quest’anno vi era
molta gente a ricordare il deserto anche perché (o meglio soprattutto perché) si celebra il
terzo centenario della revoca
dell’Editto di Nantes.
Metodisti ,GB,
ho alla massoneria
(BIP) — La chiesa metodista
di Gran Bretagna ha raccomandato ai suoi membri di non aderire alla massoneria. Secondo un
rapporto della conferenza metodista di Birmingham l’adesione alla massoneria può compromettere la fede cristiana.
Assemblea mondiale
battista a Los Angeles
(NEV) — Dal 2 al 7 luglio
ha avuto luogo a Los Angeles
(USA) la XV assemblea mondiale battista. Vi hanno partecipato 8.000 delegati provenienti
da tutto il mondo. Tra le cose
importanti decise ricordiamo:
condanna del regime razzista
sudafricano, richiesta al governo USA perché cessi il blocco
economico militare contro il Nicaragua, richiesta di una moratoria nucleare e richiesta di
libertà religiosa in tutto il mondo. Giova ricordare che i batti
sti sono in tutto il mondo circa
34 milioni suddivisi in 131 chiese.
Australia: pastori per
aborigeni e isolani
(One World) — L’assemblea
nazionale della Uniting Church
in Australia (UCA) ha deciso di
avviare un processo che porterà aborigeni ed isolani ad avere
propri pastori nei loro rispettivi
popoli.
Per aborigeni si intendono i
residenti dell’Australia che vivevano nel paese prima dello stabilirsi dei bianchi, che iniziò dal
1788; per isolani i residenti originari dell’arcipelago Torres
Strait, tra l’Australia e Papua
Nuova Guinea.
La chiesa ha rivolto un appello per la copertura dei costi relativi ai primi tre anni di questa operazione, per il Congresso
degli aborigeni e isolani della
UCA.
Il presidente del Congresso,
Charles Harris, ha precisato che
non si intende giungere a due
chiese separate, ma che si intende giungere ad una indipendenza economica del Congresso
stesso.
La UCA spera di avere 16 pastori collegati con questo Congresso al termine di quest’anno;
tre anni fa erano soltanto due.
La Bibbia ietta
in 87 ore e mezza
(One World) — « Una maratona creativa »: così viene descritta la nuova versione della Bibbia
in cassette, da « Action », il notiziario della Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (Wacc) di Londra.
La compagnia che ha prodotto
le cassette, operante in Chislehufst (Kent), ha contattato 150
tra « le più belle voci di artisti
britannici » per leggere la Bibbia
in 80 cassette, per rendere di facile comprensione « anche le parti più difficili e meno lette » delle
Scritture.
Accompagnano le voci anche
effetti sonori, alcuni dei quali,
dice Action, potrebbero far pensare che i produttori accettano
la teoria della creazione definita
« big bang », come ad esempio
nella lettura della frase « e la
luce fu (bang!) ».
Le voci degli attori sono state
accuratamente scelte per rendere
conto dei caratteri dei personaggi. Per esempio il ladro sulla croce parla un linguaggio non
raffinato. Stranamente Pietro
gode del particolare privilegio di
parlare un inglese aulico (thè
Queen’s English).
Da Genesi 1 ad Apocalisse 22,
la lettura richiede 87 ore e 27
minuti.
Anche un’altra casa (la Kingdom Software of Manchester)
ha pronta una versione parafrasata della Bibbia, disponibile in
dischi elettronici.
Canada: due
nuove denominazioni
(One World) — Nel corso dell’estate hanno avuto luogo le
assemblee inaugurali di due nuove tiU^ominazioni canadési, rispe ttìvaiiiente in Winnipeg (Manitoba) e in Calgary (Alberta).
La Chiesa evangelica luterana
in Canada, che avrà il suo centro operativo in Winnipeg, entrerà in piena funzione a partire
dal geimaio del 1986. I suoi 210
mila membri provengono dalla
Chiesa evangelica luterana in
Canada e dalla Sezione canadese della Chiesa luterana in America.
I delegati alla assemblea hanno votato all’unanimità perché
la nuova chiesa chieda di essere
membro del Consiglio luterano
in Canada, della Federazione luterana mondiale, del Consiglio
canadese delle chiese e del Consiglio ecumenico delle chiese.
Precedentemente «messaggeri»
(delegati) di 78 congregazioni
battista avevano deliberato la
organizzazione della « Convenzione canadese dei battisti del
sud ». La Convenzione avrà la
sua base in Calgary.
Queste congregazioni erano
fin qui affiliate alla Convenzione
battista del sud, la più numerosa denominazione protestante
negli Stati Uniti d’America.
la Chiesa Metodista Samule Dossou: « All’inizio dell’anno scorso
abbiamo destinato alla zona il
pastore Joseph Ahinon, un uomo
di una trentina di anni. Al suo
arrivo è successa una cosa che
non ha spiegazione, simile a
quanto successe in Costa D’Avorio con il movimento Harris. In
un solo villaggio, nel settembre
1984, ci sono state 400 conversioni. E nella regione circostante
altre 400 persone hanno riconosciuto Gesù Cristo come loro
Salvatore ».
E’ stato chiesto al past. Dossou quali sistemi particolari di
evangelizzazione seguisse il giovane pastore. « Niente di speciale. Arriva la sera nel villaggio, nel momento in cui i contadini tornano dai campi. Porta
con sé un piccolo sacco, e nel
sacco la sua Bibbia. Passa di
porta in porta per annunciare
l’Evangelo. Quando arriva in lina casa si siede, apre la Bibbia
e comincia a leggere. Alle volte
chiede di pregare. Fa questa proposta a degli interlocutori che
non sanno che cosa intende dire.
Eppure dice loro: ’’Ora preghiamo”. Alcuni chiudono gli occhi,
altri no. Nel paese il pastore viene chiamato ’Tuomo dal libro
nero”. La copertina del libro è
nera, ma non il contenuto, che
legge e spiega ».
Quello che è più sorprendente
è che anche il capo degli stregoni si è convertito e con lui tutto
il convento degli stregoni. Ed ecco quanto questo ex-stregone ha
dichiarato: « Ero il capo degli
stregoni, e questo convento era
stato costruito da mio padre.
Ero io l’ostacolo assoluto alla pe
netrazione dell’Evangelo. Ma oia
che ho incontrato Gesù Crism
questo convento è chiuso e sor.i
certo che tutti quelli che mi seguivano seguiranno ora Gesù
E’ certamente stata una dec.i
sione dura. Gli stregoni godono
di Un certo potere che si traduce anche in grossi vantaggi economici. La gente porta loro regolarmente polli, montoni ed anche denaro. E’ stato chiesto a
quest’uomo come intendeva coìtiportarsi con la gente. « Ecco ora
che sono cristiano, i miei seguaci
che non sono diventati cristiani
mi chiedono di restituire loro
quanto mi avevano dato. Mi sono dunque separato dai polli e
dai montoni che mi restavano.
Ma il denaro non ce l’ho più! ».
Vi è qui il problema della restituzione dei beni e l’antico stregone si dichiara pronto per questo a vendere i suoi beni.
La Chiesa Metodista del Be
nin vede con gioia e preoccupazione l’estendersi di queste comunità. Il pastore è stato affiancato da due evangelisti ma si
presenta il problema dei locali
per i culti. La zona è molto povera e non si può chiedere a
questi neofiti di prendere Icro
soli la responsabilità della costruzione del nuovo tempio. E’
dunque cominciata un’opera di
sensibilizzazione e di informazione nelle comunità del sud del
paese per venire in aiuto ai fratelli di questa regione.
Renato Cois son
PROTESTANTESIMO
IN TV
LUNEDI’ 23 SETTEMBRE
RAI 2 - ore 22.30 circa
EUTANASIA
La trasmissione affronterà
questo diffìcile argomento
con interventi del past. Alfredo Berlendis in im itinerario
attraverso i problemi e le obiezioni, analizzando anche
il progetto di legge Fortuna.
9
w
,ï^
20 settembre 1985
cronaca delle Valli 9
VAL PELLICE
Si apre il poliambulatorio
Nuovo servizio infermieristico esteso a tutti i comuni della Comunità
montana Val Pellice - Dopo le polemiche, accordo a favore degli utenti
emigranti
Le piccole valli alpine del
Queyras sono state per la loro
configurazione una terra di emigranti. Ricercare^ fare incontrare i discendenti, coloro che un
tempo hanno lasciato i villaggi
senza più farvi ritorno, incoraggiarli a passare qualche giorno
nel paese dei loro avi, farli accogliere dai loro lontani cugini che
sono rimasti sul posto, questo
è stato l’obiettivo del « Retour
en Queyras », L’occasione di questo grande incontro è stata fornita dal centenario della revoca dell’Editto di Nantes. Nel
1685, e durante gli anni successivi, il Queyras ha visto partire
un grande numero dei suoi figli
appartenenti alla « Religione
pretesa riformata» che ormai
era messa al bando; per sfuggire alla persecuzione hanno preferito l'esilio volontario ail’ahiura della loro fede. Nei loro nuovi paesi essi si sono profondamente radicati.
Questi fuggitivi a causa della
loro fede non sono stati né i soli
ne i primi emigrati; molti altri
hanno lasciato in epoche differenti questa terra troppo povera per nutrirli tutti e con coraggio si sono trasferiti altrove. E’
cosi che SI trova gente di origine del Queyras in ogni luogo
della Francia ma anche nel mondo intero, in particolare in Germania, Olanda, Stati Uniti e mlI America Latina. Ed è proprio
pe-f permettere a questi discendenti di emigranti di far conoscere ai propri figli le tradizioni
rimaste radicate nel loro vecchio paese, che è stata organizzata questa manifestazione che
ha coinvolto l’intera zona, comprendente ben quattro vallate,
per 3 giorni: 6-7-8 settembre u.s.
in esse ;i sono succedute le visite guidate: dal Forte di Mont
Dauphin, sbocco naturale sulla
valle della Durance alle tipichacase in legno di Saint Verán, .sulla frontiera verso l’Italia, dalla
esposizione dell’artigianato alpino a mostre di pitture e disegni;
inoltre sempre nel Forte di Mont
Dauphin, mostre sulla revoca
dell Editto di Nantes (con documenti tratti dagli archivi nazionali), sul destino del protestantesimo alpino dal 1685 al
1985 (tratti dagli archivi dipartimentali); ed ancora ricerche
su genealogie, e cultura locale.
Nella mattinata della domenica, durante un momento di culto ecumenico è stata eretta a
La Chalpe di Saint Verán una
croce ricordo dell’avvenimento.
« Pur nella diversità della religione la croce di Cristo rimane come segno di riconciliazione. L’ascoìio della Parola pone a tutti
i credenti un’occasione di ricerca nella libertà ». Nel pomeriggio, sfilata di carri rappresentanti vari aspetti della vita montanara di un tempo: la scuola, '
la fiera e gli antichi mestieri, i
lavori dei campi e dei boschi, le
feste, i matrimoni, la caccia e
la lotta contro gli incendi.
Ed infine nella serata, un grande spettacolo di suoni e luci sul
Porte di Château Queyras e fuochi d’artificio hanno concluso le
manifestazioni.
Il bel tempo ha favorito la partecipazione di gruppi provenienti da molti paesi: anche gli italiani erano presenti, chi in tenda, chi presso parenti e chi giunto con autobus o mezzi propri.
Adriano Longo
Nel corso di una breve conferenza stampa, giovedì 12 c.m., il
presidente della Comunità Montana Val Pellice, Franca Coisson,
ha presentato aspetti e prospettive del nuovo servizio infermieristico esteso a tutti i Comuni
della Comunità Montana Val
Pellice (di cui nello scorso numero abbiamo pubblicato gli indirizzi degli ambulatori). Con il
servizio infermieristico i Distretti di base si sono ulteriormente
arricchiti di nuove possibilità
che possono migliorare (in Val
Pellice il rapporto numerico
medico/pazienti è ottimale); si
vedrà per esempio, una volta
avviato il servizio infermieristico, se sarà il caso di aprire « in
loco », in zone particolarmente
lontane e disagiate, delle sedi
ambulatoriali. Accanto alla nuova istituzione del servizio infermieristico ITJSSL 43 ha varato
l’apertura del tanto atteso Poliambulatorio che ha sede presso
l’ex Ospedale Mauriziano di Luserna San Giovanni.
Il primo fatto positivo che ci
preme segnalare è questo: dopo
anni di polemiche, tensioni, finalmente le parti, in questo caso
l’Ospedale Valdese, il Mauriziano e ruSSL 43 sono riusciti a
concordare dei nuovi servizi sanitari nel rispetto delle singole
funzioni ed identità socio-sanitarie. Per l’utente le visite al
Poliambulatorio, una volta ottenuto il certificato del medico
di base, sono su appuntamento
(la gente insomma non è convocata in massa alle 8 del mattino). Per prenotarsi è sufficiente
una telefonata. Sono previste
praticamente tutte le specialità
salvo quelle già espletate in altra sede, tipo: ginecologia o pe
diatria realizzate rispettivamente nei consultori familiare e pediatrico di Torre Pellice, oppure
cardi'oangiologia o ecotomografia
o spirometria che si effettuano
presso l’Ospedale Valdese (specialità che, con radiologia, sono
funzionali all’Ospedale stesso).
E’ probabile che alcune specialità, per esempio urologia, a causa
del forte tasso di gente anziana
residente in Valle o odontostomatologia, visto che il 90% dei
bambini è affetto da carie, conoscano un incremento che va al
di là delle attuali previsioni.
« Comunque — precisa l’attivo
dottor Bissone, coordinatore dei
servizi socio-sanitari deH’USSL
43 — sono previsti attenti controlli semestrali delle attività
sia del Poliambulatorio sia delrCDspedale Valdese per verificare
ed adeguarsi sempre meglio alle
esigenze del cittadino la cui salute fisica e psichica è il bene
più prezioso da difendere e valorizzare ».
Di seguito specialità ed orari
del Poliambulatorio (ex-Ospedale
Mauriziano di Luserna San Giovanni);
Cardiologia
martedì dalle 14 alle 16
venerdì dalle 14 alle 16
Chirurgia generale
mercoledì dalle 15 alle 18
Dermatologfia
giovedì dalle 9 alle 13
Neurologia
venerdì dalle 14 alle 17
Oculistica
lunedì dalle 14 alle 17
giovedì dalle 14 alle 17
Odontostomatologìa (Dentisti)
lunedì dalle 9.30 alle 12.30
dal martedì al venerdì
dalle 9.30 alle 13
Ortopedia
limedì dalle 11 alle 13
giovedì dalle 11 alle 13
Otorinolaringoiatrìa
mercoledì dalle 14 alle 18
Pneumologia
mercoledì dalle 15 alle 18
Radiologia
martedì dalle 14 alle 16
giovedì dalle 8 alle 11
venerdì dalle 8 alle 11
Urologia
giovedì dalle 14 alle ¡16
Prelievi
martedì dalle 8 alle 9
giovedì dalle 8 alle 9
Autolinea
Angrogna -Torre Pellice
L’amministrazione comunale
di Angrogna comunica, tramite
il suo bollettino « Angrogna notizie », che nell’ultimo Consiglio
comunale si è confermato l’ora
TORRE PELLICE
RistKitturato Talpc^gio*
del Vandalino
rio invernale degli autobus, lasciandolo esattamente come quello dell’anno scorso. Anche i costi
sono rimasti invariati, ma — si
avverte — potranno essere aumentati forse più in là, se la
Regione lo dovesse richiedere.
L’orario completo è a disposizione presso l’amministrazione
comunale di Angrogna.
Il Pellice
è inquinato?
All’inizio di agosto alcuni cittadini
ci hanno segnalato la presenza in più
punti del torrente Pellice di « strani »
filamenti verdi fitti e ricoprenti l’intero
letto del fiume; una prima verifica ci
ha permesso di capire trattarsi di alghe.
La loro presenza, cosa per la verità non nota a tutti, è un chiaro indice
di inquinamento delle acque; successivi
controlli hanno meglio determinato la
zona colpita dal fenomeno; sicuramente e massicciamente fra il ponte Blando di Torre Pellice ed il laghetto di
Villar Pellice.
Quali le cause? Ci siamo rivolti alla
locale USSL che ha provveduto alle
analisi del caso.
Ufficialmente i risultati non sono
noti né sono stati finora coinvolti in
maniera diretta i comuni interessati
(sia come possibili vittime sia come
possibili agenti di inquinamento).
Attraverso questa nostra lettera intendiamo segnalare la situazione a
tutta la popolazione e sollecitare l’intervento degli Enti di competenza.
Gruppo Ambiente Val Pellice
Chiusa la caccia
al camoscio
BOBBIO PELLICE — I 470 cacciatori
iscritti al Comparto Alpino della Val
Pellice non potranno più cacciare i
camosci. Nel primo giorno di apertura della caccia sono stati infatti abbattuti 31 camosci contro i 20 ammessi, pertanto la caccia ha dovuto
essere chiusa. Tra i 31 camosci abbattuti vi sono 7/8 bestie piccole (hanno
un’età attorno ai 16 mesi, mentre è
consentito cacciare solo quelli superiori a 18 mesi) che sono state sequestrate dai guardiacaccia della Provincia.
I cacciatori saranno denunciati e rischiano una ammenda di un milione
e il ritiro temporaneo della licenza di
caccia. Infatti per le leggi vigenti le
specie protette sono di proprietà dello stato.
Non è facile identificare da lontano
l’età del camoscio, ma per ovviare a
questo inconveniente basterebbe aprire la caccia a novembre. Le associazioni cacciatori si oppongono però a
questa misura.
Seduta ordinaria per il Consiglio comunale di Torre Pellice
venerdì 13 scorso: serata tranquilla ma con lo stimolo, almeno, rispetto ad un recente passato, degli interventi dell’avv. Cotta Morandini.
Non che gli argomenti fossero
particolarmente invitanti ma fra
le righe dell’OdG sono « uscite »
alcune notizie interessanti.
Dopo aver deliberato per lavori ulteriori alla rete fognaria, all'acquedotto (in particolare in località Pilon, Giraud e Rounc), si
è tornati a parlare di viabilità,
in connessione all’isola pedonale;
esistono, è noto, proposte di riapertura del primo tratto di via
Repubblica, esistono per altro
forti pressioni contrarie, c’è chi
cerca di mediare una posizione.
Su tutto la scarsità di segnaletica che crea problemi di uscita.
Verrà reso praticabile anche
di notte il campo sportivo di viale Dante con una nuova illuminazione che prevede l’installazione
di 20 punti luce da 1.000 Watt
l’uno mentre sembra esistano
ancora dei problemi per la disponibilità a tutti i livelli del campo stesso per gli sportivi locali.
Nel frattempo sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione
dell’Alpeggio Vandalino; si aprono alcune possibilità pur con un
paio di problemi: il notevole uso
di ferro per la struttura non
comporta rischi per i fulmini? E
ancora: lo zelo definito eccessi
vo dei funzionari forestali nel
non consentire alcuna modifica
al percorso della strada non farà sì che la salita già oggi quasi
impossibile se non con mezzi
molto fuori strada, diventi dopo
un anno proibitiva? P.V.R.
il futuro
può essere incerto
c’est la vie
per la sicurezza
del domani
c'è fa SAf
Consulenti
e Assicuratori
in PINEROLO C.so Torino, 89
S 0121/71957/8
Avviso di vendita
Il Rifugio Re Carlo Alberto, per realizzare il programma
di totale ristrutturazione della Sede attualmente in corso, ha
deliberato di procedere alla vendita dei seguenti beni immobili:
1) Comune dì TORRE PELLICE, partita n. 2350, Fg. XII —
terreni e fabbricati rurali — località Chabriols Superiori —
superficie mq. 15.692.
2) Comune di TORRE PELLICE, partita n. 2221, Fg. Vili —
terreni e fabbricati rurali — località Tagliaretto — superficie mq. 7.841.
3) Comune di LUSERNA SAN GIOVANNI, partita n. 915, Fg.
I — terreno — località Sonagliette — superficie mq. 9.756.
4) Comune di LUSERNA SAN GIOVANNI, partita n. 2754,
Fg. VI — terreni — località Boer, Nazzarotti — superficie
mq. 3.259.
5) Comune di LUSERNA SAN GIOVANNI, partita n. 1820,
Fg. XI — terreni — località Bocciardino, torrente Pellice
— superficie mq. 5.388.
6) Comune di LUSERNA SAN GIOVANNI, partita n. 161, Fg.
II — terreno — località strada vicinale Lantarè — superficie mq. 2.521.
7) Comune di ANGROGNA, partita n. 1748, Fg. XXVI, XXVII
— terreni e fabbricati rurali — località Serre — superficie mq. 7.005.
8) Comime di ANGROGNA, parila n. 894, Fg. XXVI — terreno
— località Seifre — sùperfleié mq. 502.
9) Comime di BIBIANA, partita n. 2876, Fg. VII, XI — terreni e fabbricati rurali — località strada San Vincenzo — superficie mq. 42.459.
Gli interessati all’acquisto dovranno presentare entro il
12 ottobre 1985 domanda in carta libera indirizzata al « Rifugio Re Carlo Alberto, località Musset, 1 — 10062 LUSERNA
SAN GIOVANNI » indicando il numero del lotto prescelto e
l’importo dell’offerta.
L’elenco dettagliato dei terreni e fabbricati rurali oggetto di vendita è depositato presso la Sede dell’Ente e può essere consultato in orario d’ufficio.
Rifugio Re Carlo Alberto - tei. (0121) 909070.
Luserna S. G., 9 settembre 1985
IL PRESIDENTE
A. Taccia
10
10 cronaca delle Valli
20 settembre 1985
ANGROGNA
SPIGOLATURE DI STORIA VALDESE
Si organizza l'Autunno
in Val d'Angrogna
Nel corso della sua ultima seduta il Consiglio comunale di
Angrogna ha provveduto a nominare i suoi rappresentanti in
seno al Consiglio della C. M. Val
Pellice: per la maggioranza sono risultati eletti il sindaco F.
Coi'sson e Aldo Rivoira, per la
minoranza G. P. Saccaggi.
Nella nomina di altre commissioni è stata evidente la scarsa
propensione della maggioranza
a votare il Saccaggi sostituito
spesso e volentieri da Malan od
Adorno.
Il cons. J. L. Sappé ha presentato a grandi linee il programma della manifestazione
« Autunno in vai d'Angrogna »,
appuntamento ormai tradiziona
le a metà fra il mondo del lavoro e della cultura. Fra i temi
proposti ricordiamo la tutela
deU’ambiente ed il problema
delle tossicodipendenze: sul primo il Gruppo Ambiente Val Pellice curerà una serata, sul secondo sono previsti interventi del
Gruppo Abele di Torino e di
Vincenzo Muccioli della Comunità di S. Patrignano; sono inoltre previste serate musicali.
I conss. di minoranza Malan
e Saccaggi hanno presentato l’ipotesi di un corso di taglio e
cucito gratuito da tenersi nella
scuola di Chiot d’I’Aiga; chi è
interessato si può rivolgere presso il Comune entro il 15 ottobre.
P.V.R.
SAN SECONDO
Al centro dell'attenzione
l'uva e il vino
S. SECONDO — Un grande
interesse ha destato soprattutto tra i giovani l’iniziativa dell’amministrazione comunale, dell’Unione Sportiva e della Proloco di organizzare gare sportive e folcloristiche tra i borghi.
Quattro borghi di S. Secondo
e uno del vicino comune di Prarostino si destreggiano in queste sere di settembre tra pallavolo, tennis, calcio, bocce, pesca
e podismo per terminare domenica 22 con la sfilata dei carri
allegorici fatti sul tema «uva e
vino ».
Coinvolte anche le classi elementari impegnate a svolgere
dei temi che riguardano per
l’appunto la storia dell’uva e del
vino.
Data ancora la discreta presenza di coltivazioni viticole nella zona è organizzata per venerdì 20 settembre una conferenzadibattito sul tema « Nuovi metodi di vinificazione delle uve in
vista del raccolto ’85 >: condotta
dal prof. Italo Eynard, preside
dell’Università di Agraria torinese e dal dott. Vincenzo Gerbi
dell’Istituto di Microbiologia e
Industria Agraria dell’Università di Torino.
Speriamo che questa mobilitazione possa continuare anche
in futuro in vista di una crescita collettiva dal lato sportivo
ma anche culturale. M. G.
Condono edilizio
Entro ¡1 30 novembre coloro che
hanno costruito, modificato, cambiato
la destinazione di uso del proprio fabbricato senza aver richiesto il necessario permesso amministrativo devono
presentare al comune in cui sorge il
fabbricato domanda di condono.
La legge, n. 47 del 28.2.1985, prevede
che la domanda vada fatta su appositi
moduli in vendita presso gli uffici postali (ma attenti! contengono numerosi
errori che vanno corretti). Oltre questo adempimento si dovrà pagare una
somma per la sanatoria che varia a
seconda dell'epoca in cui si è commesso l’abuso e della natura dello stesso.
In particolare andranno anche de
nunciate le variazioni d'uso dei « fabbricati ruraii » non più utilizzati come
tali da coltivatori, iscritti all’apposito
albo provinciale. £' un caso largamente diffuso nelle nostre valli. Attiriamo
perciò l’attenzione dei lettori sulla necessità di procedere alle domande di
sanatoria per evitare poi l’impossibilità di commercializzare il fabbricato.
Il notaio non può infatti redigere un
atto di vendita di un fabbricato che non
è stato regolarizzato e comunque,
quand’anche lo facesse, l’atto sarebbe
nullo di diritto.
Gli uffici tecnici dei vari comuni
delle valli sono disponibili per informazioni relative.
Operiamo esclusivamente in Valpellice per offrirti un servizio e un ’assistenza migliore.
Ti sembra poco?...
VALPELLICE I
IMMOBILIARE
Luserna San Giovanni Via<e De Amicis 3/1 Tal. (0121)901-S64 I
I Valdesi di Vai Camonica
Un occasionale incontro con la Bibbia (dà origine ad una microstoria,
di valdesi e di ’’liberi”, nella cattolicissima area bresciana e camuña
I
Contrariamente a quanto affermato nei 100 anni di storia valdese (1848-1948) e nelle opere successive che vi hanno fatto riferimento, la vicenda dei Valdesi di
Edolo e Mu (due comuni della
Valcamonica, serviti da un’unica
chiesa plebana parrocchiale, poi
fusi nel 1927) presenta, se comparata ad altre simili e tutt’altro che rare nei tentativi di
espansione evangelica in Italia
negli anni dell’Unità risorgimentale, come sua specificità quella
di essere sempre stata, sin dagli
inizi, una comunità molto esigua
(quasi mai superiore alla mezza
dozzina, tra catecumeni e comunicanti) che ha però saputo stabilmente conservarsi per mezzo
secolo (la stazione fu soppressa
nel 1908, ma l’ultima valdese di
Mu, Rina Genefini Viganò morirà nel 1972 dopo aver testimoniato la sua fede dapprima con
la madre, Nina Casarotti, 18541935; e poi sola) in un isolamento quasi completo. I fatti salienti di questa minuscola « isola
protestante » nella cattolicissima
(come tutta l’area bresciana, specie montana) Valcamonica, sono
costituiti dall’occasionale incontro con la Bibbia a Brusio nei
Grigioni di lingua italiana, intorno al 1860; dalla visita del pastore valdese Daniele Revel nel
1864; dalla presenza dei « liberi »
Zucchi e Cossù (o Cossu), quest’ultimo rimasto per circa due
anni (1870-1872) a Edolo; dall’adesione anche formale alla chiesa
valdese (1879) e dalle successive
visite (in media una all’anno e
per un paio di giorni ogni volta)
del pastore valdese di Brescia.
L’isolamento era aggravato dalle
ristrettezze finanziarie: noveri i
« fratelli » di Edolo; povero il
« comitato di evangelizzazione »
della Chiesa valdese, alle prese
con i costi del viaggio del pastore da Brescia a Edolo.
Se la chiesa avesse potuto disporre di maggiori finanziamenti, avrebbe potuto sviluppare, o
quanto meno conservare la sua
presenza in Valle? Su questo
punto, le opinioni dei pastori ci
appaiono contraddittorie. Nelle
relazioni, infatti, ai momenti di
ottimismo che lasciano intravvedere buone prospettive di sviluppo (a condizione di una maggiore presenza, richiedente uno sforzo finanziario) si alternano le impressioni deprimenti, causate da
un ambiente del tutto indifferente, quando non refrattario o decisamente ostile. Il comportamento di « quei vochi fratelli
isolati ma saldi nella fede » fu,
comunque, sempre esemplare
tanto che i pastori, i quali dovevano affrontare all’ interno della
comunità di Brescia tensioni, cedimenti improvvisi e sbandamenti. traevano invece conforto e
speranza dalla visita di Edolo e
Mu, che li ripagava largamente
delle fatiche di un viaggio che
avrebbe dovuto smorzare anche
i più fervidi entusiasmi (14 ore
ed oltre, in diligenza o in parte
sul battello nel lago d’Iseo). Malgrado il numero esiguo^ dei fratelli rimanga pressoché invariato
negli anni, apprendiamo dal carteggio che. in realtà ci fu un
certo ricambio dovuto non ad
abbandoni, ma ai decessi ed alle
partenze per motivi di lavoro o
di evangelizzazione. Chi lasciò il
paese, vi rimase però sempre visceralmente legato: così Giovanni e Pietro Zampetti, emigrati in
Sardegna nel 1882 (come collaboratori del pastore Angelo Cossù conosciuto ad Edolo) ed il loro terzo fratello, Antonio, colportore della Chiesa valdese a Palermo (1882) dove restò un solo
anno. Vi fu anche un poveretto.
Battista Pedrotti, ritenuto anche
dal pastore quale seminfermo di
mente ed invalido, ospitato nel
1903 nel ricoverò di San Germano Chisone, il quale dopo circa
tre anni, sentendosi approssimare alla fine, volle ritornare a Mu;
fuggì nottetempo dall’ospizio e
da valle in valle e da città in città (a piedi, e con passaggio su
carri?) tornò a casa, da solo, dove morirà poco dopo.
Gli scritti dei Valdesi di Edolo
sembrano rivelare una povera
base culturale. Ma se si considera che l’analfabetismo era negli ambienti rurali di norma a
quell’epoca, le lettere rivelano
invece non comune capacità di
comunicare per iscritto ed abitudine alla lettura; occorre, inoltre, tener presente che lassù la
lingua matèrna era la camuña
(lombarda orientale od orobica),
per fonetica, lessico e strutture
molto diversa dall’italiana; il differente substrato linguistico traspare evidente dagli scritti mentalmente tradotti dal camuno.
I fratelli segnavano i passi della Bibbia per i quali desideravano chiarimenti, ed il pastore di
Brescia inviava periodici evangelici ed intratteneva un’assidua
corrispondenza anche quando rimasero due sole sorelle, madre
e figlia (dal 1908); la più anziana
era certamente ima delle poche
coetanee d’estrazione popolare,
nell’alta valle, in grado di leggere e scrivere. Un contadino, Bortolo Ramus ebbe (1881) con successo una lunga disputa con l’arciprete Luigi Camadini di Incudine, laureato in teologia. Per
quanto riguarda i pastori, è interessante osservare il diverso
comportamento degli evangelisti
delle due diverse confessioni venutesi a trovare nello stesso contesto ed in circostanze assolutamente analoghe: gli scritti dei
« maestri evangelisti » delia Chiesa Libera di origine garibaldina,
sono vibranti, venati d’iroso sarcasmo anticlericale; sereni, pacati, di uno stile tutt’al più disponibile all’humour inglese, quelli
dei pastori valdesi. Nei pastori
e nei fratelli, non si riscontra
mai il fanatismo millenarista alla « testimoni di Geova ». ma la
costante affermazione della centralità del Cristo e della Parola.
II vero pastore di quel piccolo
gregge fu Antonio Zampatti (Mu,
1830-1879), coltellinaio e poi muratore, colportore in Valle e a
Palermo; licenziato, sfrattato.
messo alla fame, deriso crudelmente, picchiato e lordato di
sterco per aver voluto testimoniare la sua fede. I tre fratelli
Zampatti devono essere ricordati
come i Madiai, contadini toscani, i Cereghino, cantastorie di
Favaie, i Corlando, muratori di
Graglia, tutti, come gli Zampatti
di Mu alta, giunti alla loro scelta
religiosa non per il tramite di
missionari, ma per l’amore all’Evangelo, casualmente incontrato a cui seppero rimanere fe
deli nelle persecuzioni, a costo
di privarsi del pane, della casa,
persino del paese natale (il ciabattino che ospitò nel 1864 il culto presieduto dal pastore D. Re
vel ebbe la bottega devastata e
dovette emigrare in America);
furono ridotti all’estrema indigenza, ma non vinti. In assoluta
minoranza all’interno dei due
villaggi (il curato rinfaccerà loro
di essere una decina su 3.000 a
bitanti), traevano tuttavia linfa
per rinvigorire la resistenza proprio dalla tradizione popolare di
quella stessa comunità: essi partecipano infatti di quel senso e
roico e libertario della vita collettiva che sempre ha contraddistinto le comunità rurali, ed alpestri in particolare, mai rassegnate ad arrendersi agli invasori
ed alle pretese feudali. Questo
spirito di libertà, così vivo nelle
popolazioni montanare (gli Zampatti ebbero la Bibbia non in città, ma in vai Poschiavina già
parte della antifeudale Lega Caddea, o della « Casa di Dio », fondata nel 1367), a contatto con il
Vangelo tradotto in volgare e .«'eso dunque accessibile, esaltò i!
principio dell’autonomia de’In
coscienza di fronte ad ogni ni
naccia e prevaricazione..
Ci sembra allora che i Valdes:
di Edolo-Mu debbano essere ri
cordati, « recuperati » per aver
offerto alla civiltà camuña, che
documenta sulle pietre incise la
sua storia più antica, una presenza di pluralismo culturale
con una esemplare testimonianza di libertà della Parola.
Tavo Burat
La storia particolareggiata e la cor
risoondenzn relativa alla comunità
valdese di Edolo e di Mu. è stata pubblicata su « Quaderni Camuni » n. 27
(settembre 1984. pp. 183-220). via
'Voltazzi c/o E. Tarsia, 25040 ÌNadro
di Ceto (BS). L. 6.000.
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
ARREDAMENTI
FABBRICA • ESPOSIZIONE
Via S. Secondo, 38 - PI NERO LO - Tel. (0121) 201712
(di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
Orsello
Elmo
TECNICO RISCALDAMENTO
AUTOMATISMI CANCELLI
SERRANDE NEGOZI
Via Moffa di Lisio, 17 - PINEROLO - Tel. 0121/78377
11
20 settembre 1985
cronaca delle Valli 11
INIZIATIVA DI WWF, CAI, PRO NATURA, AMICI DEL PO
Il Po pulito dalleisue sorgenti
Un impegno pratico ed educativo per tutelare la natura e valorizzare
l’importanza del Fiume per la cultura e la vita della pianura padana
Il W.W.F, (Sezione di Pinerolo) con le associazioni « Amici del Po >/ di Villafranca, del
C.A.I. di Pinerolo e Torre Pellice, di PRO-NATURA Piemonte,
organizzano per il giorno 29 settembre alle ore 9, una giornata
ecologica al Pian del Re (Crissolo).
La giornata ha lo scopo di evidenziare e ripulire una delle zone più belle delle nostre Alpi,
meta ormai da alcuni anni di
un turismo di massa. La strada
comunale e i sentieri del GTA
permettono a migliaia di persone di visitare ogni anno questo
anfiteatro ricco di panorami stupendi, la cui natura, ancora oggi, è rimasta sufficientemente intatta.
Un grande neo è quello dei rifiuti abbandonati lungo i sentieri che portano ai rifugi, nelle
tane delle marmotte e sotto i
massi.
TI Comune di Crissolo, con impegno ammirevole, ha da alcuni
anni provveduto alla raccolta in
appositi bidoni posti ai piani
della Regina e del Re, migliorando in tal modo l'aspetto delle
due zone. Ma questo, a nostro
avviso, non è stato purtroppo
sufficiente.
Molti anni or sono il Pian del
Re era coperto, nel periodo estivo. di Eriophorum (piumini
bianchi) e tutto il pianoro era
una bellissima torbiera ricca di
una vegetazione tipica di alta
montagna. Con la costruzione
tre lingue, a scopo educativo, su
quello che rappresenta il Fiume
per la pianura Padana, e per le
genti che in essa vivono, e cartelli relativi alle leggi nazionali
e regionali che tutelano l'ambiente allo scopo di educare e
prevenire azioni di qualsiasi genere contro la natura.
Si chiede che venga al più presto bandita la caccia in tutta
l'area che va dal Pian della Regina, del Re sino al confine, dal
Frioland alla Sea Bianca, Meidassa. Granerò, punta Roma, Viso, Costa del Vallone, Cialancie.
Si richiede inoltre che venga
intensificata la sorveglianza sul
bracconaggio, che risulta essere
molto attivo dai bossoli calibro
22 ritrovati sul terreno presso il
rifugio « Giacoletti », a Buco di
Viso ecc. e che sia fatta rispettare la legge regionale n. 32 (art.
XI) che fa divieto a chiunque
di esercitare attività fuori strada sulle piste, mulattiere e sentieri (con apposita palinattma)
evitando in tal modo il calpestio e lo sradicamento del manto erboso.
In tal modo siamo certi che,
con una adeguata sorveglianza
degli enti preposti, in breve tempo la sorgente del fiume più lungo e tra i più inquinati d’Italia,
ritornerà all’antico splendore.
La giornata ha lo scopo di
pubblicizzare le aree protette
dalla legge nazionale n. 312 e regionale n. 46 del 24/4/85, ove il
fiume Po viene tutelato con le
sue sponde.
I partecipanti alla giornata
ecologica saranno suddivisi in
quattro squadre che si spingeranno ai rifugi 0. Sella e Giacoletti, al colle delle Traversette e,
dal Pian del Re, scenderanno
verso il Pian della Regina raccogliendo i rifiuti in sacchi messi a disposizione dal Comune di
Crissolo; detti sacchi verranno
poi raccolti e portati alla discarica con gli automezzi comunali.
In caso di maltempo la giornata verrà rinviata a data da
destinarsi.
Le persone che desiderano partecipare e non hanno il mezzo
di trasporto, possono presentarsi alla sede del W.W.F., per eventuali accordi, la sera del 27 c.m.
alle ore 21 (Museo di Scienze
Naturali, via Brignone 1 - Pinerolo).
ARTIGIANATO DEL PINEROLESE
Cercare l’autenticità
della strada e il conseguente
arrivo delle automobili fin sul
pianoro, tale vegetazione è completamente scomparsa.
/..e Associazioni protezionisticlie chiedono alla Regione Piemente, alla Provincia di Cuneo
e ;=ì Comune di Crissolo che venga varato ed eseguito un progetto di recinzione adeguata, per
UT. tratto pari a 50 metri, della
zora da cui il Po sgorga; che
vengano inoltre posti cartelli in
La presenza di una folla sempre numerosa sia proveniente
dal Pinerolese, sia dall’area torinese testimonia di per sé dell’interesse che ormai circonda la
Rassegna di artigianato del Pinerolese ormai giunta all’archiviazione nella sua IX edizione;
un giro di affari più che discreto dimostra pure azzeccato il
periodo.
aiello
antonio
Gasolio riscaldamento ed autotrazione
Gas - Kerosene - Manutenzioni
Trasformazioni - Assistenze impianti
Ottimizzazione dei rendimenti attraverso la termodiagnostica. I nostri tecnici
Vi aiutano a risparmiare, consumando
meglio, consigliandovi ’gratuitamente’.
Gasolio riscaldamento additivato per
zone fredde.
Condizioni particolarmente favorevoli
per: Comunità, Enti, Istituzioni.
Uffici: Via Nazionale, 41 - Tel. 0121/51.046
Deposito: Corso Italia, 14 - Tei. 0121/51.44.79
10069 VILLAR PEROSA
Una serie di spettacoli serali
contribuiscono a catturare l’attenzione dei pinerolesi su questa manifestazione, il cui ingresso gratuito la caratterizza dalle
altre dove è previsto un biglietto; è evidente che comunque una rassegna di questo
tipo costa, e molto, a livello di
denaro pubblico. Costa per la
verità anche agli standisti che
non vedrebbero in molti casi
bene l’eventuale pagamento di
un biglietto d’ingresso.
E’ stato distribuito un questionario fra gli espositori; risulta,
ma di questo ne sono consapevoli anche gli organizzatori, un
problema di struttura, nel senso che ormai TETxpo Penulli non
risulta funzionale a manifestazioni di questo tipo e comporta
grossi problemi di agibilità: deve iniziare fin d’ora Io studio di
possibili alternative.
Il problema di fondo, però,
al di là di carenze anche solo a
livello di pulizia, torna sul concetto di artigianato e su quale
ruolo abbia effettivamente nella
rassegna; quanto c’è di artigianato e quanto di semplice commercio in questa esposizione?
Come dare risalto primario al
primo?
Ed infine come far risaltare
la presenza di Enti, Associazioni, gruppi, culturalmente significativi, approfittando giustamente di questa occasione, senza relegarli in lontani corridoi?
Piervaldo Rostan
150 ore in
Val Penice
Sabato 21 settembre alle ore
14.30 nei locali della Scuola Media Statale di Torre Pellice,
avrà luogo la riunione preliminare per l’avvio dei Corsi Sperimentali di Scuola Media per
Lavoratori, relativamente all’anno scolastico 1985-1986.
Questi corsi noti anche come
150 ore, istituiti nel 1977 a seguito degli accordi tra imprenditori pubblici e privati ed organizzazioni sindacali, « ritornano » in Valle dopo quattro anni
di assenza.
Tali corsi, è noto, consentono
a giovarff di 16 anni, a lavoratori, a cassaintegrati, a casalinghe, a disoccupati, di conseguire dopo un regolare anno di studi completamente gratuito, la licenza della scuola dell’obbligo.
Le 150 ore in Val Pellice saranno agganciate a quelle che si tengono alla Scuola Media Statale
di Abbadia: cioè per l’amministrazione scolastica, dal pimto
di vista giuridico, ammiiustrativo e come titolarità degli insegnanti la scuola madre è quella
di Abbadia, mentre per i corsisti residenti in Valle o zone limitrofe (dato molto importante)
il luogo di studio, di lavoro, di
ricerca e la sede degli stessi esami, sarà la Scuola Media Statale di Torre Pellice.
Il fatto che tale istituzione
educativa sia nuovamente punto di riferimento per le 150 ore
(dopo la positiva esperienza della presidenza Bein) non può che
essere valutato con soddisfazio
A questo risultato si è giunti
grazie alla disponibilità e volontà operativa degli insegnanti interessati, del Presidente del Distretto Scolastico n. 43, della
Prof.ssa Rasetti preside della
Scuola Media Statale di Torre
Pellice, delle organizzazioni sindacali confederali scuola Val
Pellice, ma soprattutto dei servizi sociali della Comunità Montana che attraverso il lavoro e
l’opera capillare della loro dirigente e degli addetti, ha consentito di far pervenire le adeguate informazioni e successivamente raccogliere le iscrizioni — iscrizioni che, come già
espresso, hanno determinato
nuovamente l’avvio dei corsi.
Sarà comunque necessario
quanto prima stendere, attraverso il concorso di più forze, un
adeguato progetto elaborativo,
che consenta negli anni successivi di individuare le 150 ore in
Val Pellice, non solo come recupero dell’obbligo scolastico, ma
soprattutto come sede di capillare educazione permanente e
formazione culturale, sociale,
umana e professionale.
Mario Tarditi
Pro Asilo Valdese
di Luserna San Giovanni
Pervenuti nel mese di agosto 1985
L. 10.000: In mem. -della Sig.ra Giordano Emma ved. Civra; Cav. Mathieu
Geraldo e famiglia, Famiglia Righini
Tonesi, Sig.ra Ostorero Ines ved. Bounous, Rag. Aldo Vola e famiglia, Sig.ra
Trazzi ved. Lauce, Famiglia Martina,
Famiglia Vaudano De Giorgi, Sig.na Hugon Carolina, Famiglia Tamietti, Sig.ra
Pistón Caterina ved. Long, Albertina e
Per i vostri regali... è sempre meglio:
PORCELLANE, CRISTALLERIE
VIA BUNIVA, 52 • 10064 PINEROLO - TEL. 0121/74194
Prospero Goss; In mem. di Mario Glrardon. Giordano Delfina; Rina e Bruno
Malan, in mem. di Mario Girardon; Ricordando Mario Girardon, Iolanda Monnet.
L. 16.140: Y. Y. (Svizzera).
L. 20.000: Fiorella Comba; P. Marrel
Revel.
L. 25.000: Ritin dalia, in mem. di
Gustavo Aibarin.
L. 50.000: Paolo e Alberto Benech, in
mem. della nonna Emma: E. F., Luserna
S. Giovanni: Elisia Martini: Lina Goss,
in mem. cara amica Maria iBastia; Lina Goss, in n>em. di Gustavo e Paullne
Aibarin; Odette Balmas, in -mem. di
Gustavo Aibarin; Ricordando gli zii,
B. G.
L. 60.000: Grill Esterina, per il suo
compleanno (osp. Asilo).
L. 70.000: Alla mem. di Mario Girardon, il padrino e la madrina.
L. 94.000: Schunidt Christine (Austri a).
i. 100.000: Ricordando Mariuccia don
Scotta, la famiglia: Meynet Emanuelli
Giuseppina, in mem. del dr. Einrico
Peyrot; Martinat Eglantine, in mem. del
marito (osp. Asilo); Renata, -Lilllna e
Noretta, ricordando il loro carissimo
Guido Bounous; deannette Villa Hugi,
en souvenir de Sophie; Ralph Ferraris
di Ginevra; d.G.C., ricordando M marito (Torino); Roberto e Germana douvenal; Dino e Marta, in mem. della mamma Gay Attilia ved. GardioI; M. R. A!
barin; Ester Balma, in ricordo -del marito Arturo Balma; Roberto e Renato, in
mem. del padre Arturo Balma; Silvia
e Olga Cornelio.
L. 120.000: Emma e Maria Poggio,
Marianella Cloni, Tina Beria, Gino e
Mimma Beria, Dolfi e Cincia Aldera,
Mimmo e Graziella Balbo, a ricordo
del caro Kikki (Torino).
L. 130.000: Sandra Ramella, ricordando Loris.
L. 150.000: Graziella dahier.
i. 300.000: Muhimann Franca; Past.
Giovanna Pons.
L. 500.000: Bogo Maria.
AVVISI ECONOMICI
CERCASI governante casa mezza età
per signore solo. Telefono (0121)
91277 Torre Pellice, oppure rivolgersi o scrivere presso Tip. Subalpina. Torre Pellice.
IL CONCISTORO della Chiesa di
Prarostino vende a Prarostino, località Massera, in posizione panoramica, un rustico da riattare compósto da : A) Edificio principale con
2 piani fuori terra (4 camere) e
due stalle a piano terra; B) Cantina
interrata con sovrastante locale coperto usufruibile quale ampio garage; C) Tettoia coperta. Volendo
esiste possibilità acquisto di terreno
(ex vigna) a poche decine di metri
dal rustico. Per maggiori informazioni rivolgersi al Signor : Emidio
Gay, fraz. Mole - Telefono 500.350.
TORRE PELLICE vendesi camera,
soggiorno, cucinino, servizi. Ottima
posizione. Telefonare allo 0121/
901347.
AFFITTASI, Bobbio Pellice, condominio Barbara.j iqtgrqi anno, alloggio
ammobiliàtó, 'quattro letti. Telefonare 0121/91372.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica : , j
Notturna, prefestiva, festiva: teletoii‘j aiOOO (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 22 SETTEMBRE 1985
Rinasca: FARMACIA BERTORELLO
- Via Nazionale. 29 - Tel. 51017.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medici. :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Ci'oce Verde Pinerolo: 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva:
tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 22 SETTEMBRE 1985
Luserna S. Giovanni: FARMACIA
SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Lu
sema Alta - Tel. 30223
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
12
Í2 uomo e società
20 settembre 1985
UN PROGRAMMA DI AIUTI DEL CONSIGLIO ECUMENICO DA UN ANNO IGNORATA LA LEGGE 449/84
Operazione Cambogia
Sul bollettino mensile del SOEPI (il servizio ecumenico di
stampa ed informazioni del CEC) dello scorso maggio è apparso
un servizio sulla situazione nella Repubblica popolare di Kampuchea (l’ex Cambogia) e sugli aiuti apportati dalle Chiese. Autore
dell’articolo è il segretario della CESEAR (la commissione di aiuti
reciproci e di servizio delle Chiese-membro del CEC e di assistenza
ai profughi) di cui diamo ampi estratti qui sotto.
Ricordiamo i principali avvenimenti di questo Paese. Già Stato
autonomo nell’ambito dell’Unione francese dal 1949, è stato dichiarato indipendente nel 1966. Nel marzo 1970 viene attuato un colpo
di stato filo-americano che dà origine ad un’aspra guerra civile da
cui nasce nel 1975 lo Stato democratico di Cambogia proclamato
dal Fronte Khmer. In meno di due anni, sotto il governo di Poi
Fot si registrano le vaste stragi che subito paiono essere solo il
frutto dell avversa propaganda, ma che si rivelano poi nella loro
tragica realtà: oltre due milioni di morti su una popolazione di
sette milioni e mezzo (altre fonti parlano di oltre tre milioni di
morti). Poi Pot viene poi rovesciato coll’intervento militare del
Vietnam. Viene così proclamata nel gennaio 1979 la Repubblica popolare di Kampuchea, ma all'ONU il Paese è ancora rappresentato
da Poi Pot.
In questi giorni un fatto nuovo. Poi Pot è stato sostituito
comando supremo dell’esercito del « governo di coalizione »
ho in Thailandia e
al
in esì
genericamente nominato «presidente dell’ufficio per gli studi della difesa nazionale ». Si spera in questo modo
che le trattative per un regolamento politico possano avere maggiori possibilità di riuscita: ma si tratta di una cosa ancora tutta
da verificare.
Al principio dell’anno la repubblica di Kampuchea era di
nuovo sulle pagine dei giornali.
L’annuale offensiva militare lanciata dai vietnamiti durante la
stagione secca è stata più intensa che mai, ha provocato la distruzione dei campi militari delle forze della guerriglia ed ha
cacciato circa 200 mila profughi
al di là della frontiera thailandese. Al momento, la situazione
militare è in una fase di impasse
né sembra vi sia in vista alcuna
soluzione politica.
All’interno del paese, la guerra non è molto percepibile, e
tanto meno nella capitale Phnom
Penh € nei suoi dintorni. Le
campagne, colle loro coltivazioni, col bestiame ed i palmeti,
offrono un piacevole spettacolo.
La gente è attiva, attende ai propri lavori, ripara e costruisce
■ L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunaie di Pinerolo n. 175.
Redattori: Giorgio GardioI, Roberto Giacone, Adriano Longo, Mauro
Pons, Giuseppe Platone, Sergio
Ribet. Comitato di redazione: i redattori e: Mirella Bein Argentieri,
Valdo Benecchi, Mario F. Berutti,
Franco Carri, Paolo Fiorio, Bruno
Gabrielli, Marcella Gay, Claudio H.
Martelli, Roberto Peyrot, Massimo
Romeo, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278.
Redazione i'Eco delle Valli Vaidesi:
Via Arnaud, 23 - 10066 Torre Peilice.
Editore: AiP, Associazione Informazione Proteètante' Via Pio V. 15
- 10125 Torino.
Rogisti-n nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
Abbonamenti 1985: Annuo L. 24.000;
Semestrale 13.000; Estero 50.000 (posta aerea 74.000); Sostenit. 50 000.
Decorrenza 1" gemi, e r luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestalo « L Eco
delle Valli - La Luce » - Casella postale- 10066 Torre Peilice
Pubblicità; prezzo a modulo (mm.
49x53) L. 12.000 (oltre IVA).
Inserzioni: prezzi per mm. eli altezza, larghezza 1 colonna: mortuari
350 - sottoscrizioni 220.
Ogni parola; economici 250, par
tecipazioni personali 350 (oltre
IVA). Ricerche lavoro: gratuite.
Fondo di solidarietà c.c.p. 1.1234101
Intestato a < La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
Stampa:
Subalpina
Cooperativa Tipografica
- Torre Peilice (Torino)
case. Parecchi bambini vanno a
scuola.
Apparentemente, le ferite del
paese paiono rimarginarsi. Sei
anni fa la Cambogia aveva assunto un ruolo di primo piano
nell’attualità internazionale quando le organizzazioni di soccorso
riferirono sulla carestia che minacciava la popolazione, dopo il
rovesciamento del regime di Poi
Pot. Allo stesso tempo, la tragedia del genocidio — cui poca
gente era disposta a credere —
si rivelava in tutto il suo orrore,
unitamente alle inimmaginabili
sofferenze patite dal popolo cambogiano sotto la dominazione
de: Khmer rossi. Il genocidio si
era rivolto anche verso le classi
più istruite: dei 20 mila insegnanti allora àttivi, meno di 5
mila sono sopravvissuti.
Per la Cesear, l’operazione
Cambogia è stata la più grande dalla sua fondazione. Tra il
1979 e l’81 circa 18 milioni di
dollari EU sono stati destinati
all’acquisto di derrate alimentari e di semi, di equipaggiamento
medico ed os)>edaliero, e di altri materiali. Questo programma è poi stato sospeso nel maggio 1982 dopo che il nostro rappresentante è stato espulso. Ma
si è continuato a realizzare quei
progetti che erano stati approvati antecedentemente. Dopo una
visita effettuata nel dicembre
1983 presso alti funzionari governativi, la Cesear ha deciso
nello scorso febbraio di riprendere il suo programma di aiuti
e a questo scopo mi sono nuovamente recato in Cambogia a
marzo. Dietro un’apparente tranquillità, la vita in Cambogia è
oggi difficile: la popolazione impiegherà degli anni per riprendersi totalmente dai danni fìsici e psicologici subiti negli
anni ’70.
Il mercato nero impera, il cibo è razionato; la maggior parte della gente non può vivere
con i suoi salari. La situazione
sanitaria è precaria e la carenza di medici e medicine si fa terribilmente sentire. Il governo
prevede per il corrente anno un
deficit alimentare di 180 mila
tonnellate e le prospettive di
aiuti alimentari sono magre. In
più, l’anno scorso, alternativamente siccità e poi inondazioni
hanno causato gravi danni alla
produzione agricola. Per alleviare questa situazione, il Cec e il
Church World Service hanno inviato aiuti in natura per 850 mila dollari EU.
Ma i massicci aiuti della fine
anni ’70 oggi si sono ridotti a
ben poca cosa. A differenza della maggioranza dei paesi sottosviluppati, la Cambogia riceve
pochi aiuti dalle Nazioni Unite
tramite PUNICEE e nessuno dalla Banca mondiale, o da quella
asiatica o dai governi occidentali. Di conseguenza le organizzazioni private di aiuto giocano
un ruolo importante nella misura in cui possono colmare queste lacune. Fra le organizzazioni cristiane che partecipano a
questi aiuti vi è il servizio aiuti
reciproci delle Chiese americane, il comitato centrale dei Mennoniti, il comitato aiuti delle
Società degli amici, il Servizio
aiuti luterano. Visione mondiale, ed il cattolico CIDSE.
Si prevede che il CEC, nel
biennio 1985-86, destinerà circa
2 milioni di dollari EU per gli
aiuti alla Cambogia. In varie occasioni, i funzionari governativi
hanno espresso alle Chiese la loro profonda riconoscenza per il
sostegno che esse apportano.
Helmut Reuschle
Ma la Falcucci
non lo sa?
Consta che in questi giorni
presso l’Unione delle comunità
israelitiche si è svolto un incontro tra rappresentanti qualificati di alcune confessioni religiose, nell’intendimento di mettere
a punto la questione dell’insegnamento religioso nelle pubbliche scuole nell’anno scolastico
iniziatosi il 12 settembre senza
che — a quanto se ne può sapere — il ministro della P. I.
abbia impartite le pur doverose
istruzioni circa il modo con cui
dovranno comportarsi i presidi
ed i direttori didattici di fronte
agli alunni ed ai loro genitori
che, appellandosi alle leggi in
vigore, non intendono subire
imposizioni circa la frequenza
o la non frequenza del corso di
religione cattolica.
Non è noto l’esito dell’incontro summenzionato, a cui ha
partecipato anche un rappresentante valdese, né se sono stati
decisi interventi presso il Ministero od in altra sede politica,
o se siasi provveduto invece ad
inoltrare un ricorso agli organi
giudiziari competenti.
E’ noto invece che mercoledì
11 Enzo Mauro su La Stampa di
Torino ha informato il pubblico sul bisticcio corrente tra
l’on. Fincato, responsabile delTufflcio scuola del PSI e il Ministro della P.I. sen. Falcucci,
sul tema in esame. Siamo ormai
abituati ai bisticci tra responsabili di governo e deputati dei
partiti di maggioranza. Ciò fa
parte del « ben governare » a cui
da tempo dobbiamo adattarci.
Quello però che nella fattispecie
preoccupa è che si disputi soltanto della applicazione immediata del Concordato per la materia scolastica, o del suo rinvio a dopo novembre quando le
parti avranno definiti gli « aspetti pratici » di tale insegnamento religioso che tuttavia viene egualmente impartito nelle
scuole di ogni ordine e grado.
Quello che si vorrà stabilire
quanto agli « aspetti pratici »
relativi al modo di impartire
l’insegnamento religioso cattolico
nelle pubbliche scuole riguarda
però solo coloro che vorranno
esercitare il diritto di avvaler
Contro lo scoraggiamento
(segue da pag. 1)
era trattato del primo passo verso l’evangelizzazione dell’Europa.
Era stato Dio a guidare Paolo
verso questa donna per mezzo
della sua chiamata, a questa
donna che già lo temeva ed alla
quale Egli aprì il cuore; ed ella,
insieme agli altri credenti, divenne strumento di testimonianza nella regione.
Non soltanto essi accettarono
di lasciarsi coinvolgere dal piano di Dio per la salvezza dell’Europa, cioè di mettersi in cammino su quella strada di Dio che
attraversava il loro cammino,
ma seppero essere costanti in
questa loro decisione.
Molti di noi che siamo riuniti
in questo Sinodo, proveniamo
da comunità piccole come quella della chiesa di Filippi, e la
tentazione di considerare le scelte che abbiamo fatto e quelle
che saremo chiamati a fare nel
futuro come insignificanti, è molto vicina a noi e ci induce ad essere meno costanti nel nostro seguire Gesù Cristo. Quando saremo lontani dalla ricchezza di
questi giorni trascorsi insieme,
ci sembrerà forse di nuovo che
quello che facciamo e predichiamo, come .singoli credenti e co
me chiese, non abbia molto risultato. La nostra testimonianza
sembrerà debole e poco recepita
e saremo tentati di essere meno
zelanti nel nostro lavoro. Persino le scelte e le prese di posizione delle nostre chiese nel loro
insieme vengono poco notate, anche se per una settimana ogni
anno i giornalisti si ricordano di
noi.
Le nostre voci, così forti nell’aula sinodale, sono deboli quando confuse con i tanti rumori
nel nostro paese. Ma la Parola
ci ricorda ancora oggi quello
che già sappiamo, e che non ripetiamo solo in modo retorico,
che il Dio che ci ha scelti è lo
stesso Dio che guidò Paolo verso Filippi, cioè verso altri che
dovevano diventare suoi strumenti. Egli sa quelli che ancora
chiamerà mettendoli sul nostro
cammino, ed il risultato finale
di tutto il nostro faticare è sempre suo.
In secondo luogo Lidia ed i
suoi fratelli nella fede, sin dalla
loro conversione, compresero la
chiamata al servizio. Questo servizio, lo vediamo sia nel racconto degli Atti che dall’epistola di
Paolo alla loro chiesa, si esprime nella condivi.sione dei doni.
Lidia condivide i suoi beni con
gli apostoli, e la comunità, in
seguito, sa condividere, denaro,
affetto e preghiera. Probabilmente-, quando il loro padtoFe Paolo
li lascia per la prima volta, sarà una donna che si prenderà cura di loro, ma nondimeno lo lasciano andare nel suo cammino
verso altre zone, seguendolo con
le loro offerte ed il loro affetto.
« Nessuna chiesa mi fece parte
di nulla per quanto concerne il
dare e l’avere, se non voi soli,
perché anche a TessdÌonica mi
avete mandato una prima e poi
una seconda volta di che sovvenire al mio bisogno» (FU. 4:
15-16).
Non c’è avarizia spirituale o
materiale in questa chiesa! Lascio a ciascuno di noi meditare
su quello che condivisione e servizio significano per la nostra vita personale e la comunità che
noi rappresentiamo; e concludo
ancora con le parole di Paolo:
« quel che mi avete mandato... è
un profumo d’odor soave, un sacrificio accettevole, gradito a Dio.
E l’Iddio mio supplirà ad ogni
vostro bisogno secondo le .sue
ricchezze e con gloria, in Cristo
Gesù » (v. 18-19).
Florence Vinti
sene previsto dalle norme concordatarie. Ciò sembra chiaro.
Ma altrettanto chiaro appare
che dalla fine di agosto 1984 è
in vigore la legge n. 449 del 1984
la quale all’art. 9, comma 2, precisa che « La Repubblica italiana, nell’assicurare l’insegnamento della religione cattolica nelle
scuole pubbliche materne, elementari, medie e secondarie superiori, riconosce agli alunni di
dette scuole, al fine di garantire
la libertà di coscienza di tutti
(cioè non dei valdesi soltanto! ),
il diritto di non avvalersi delle
pratiche e dell’insegnamento religioso, per loro dichiarazione,
se maggiorenni, o altrimenti per
dichiarazione di uno dei loro
genitori o tutori ».
Il ministro sen. Falcucci e —
a quanto riferisce il succitato
giornale — anche la on. Fincato non sembra si siano accorte
della vigenza e della portata erga omnes di detta norma, o forse non hanno avvertito che il
« diritto di non avvalersi delle
pratiche e dell’insegnamento religioso » cattolici, è un diritto
distinto e diverso da quello re
lativo all’avvalersi di quanto so
pra indicato. Che il secondo di
tali diritti possa ritenersi in sospensione per via di « aspetti
pratici » relativi alla sua applicazione, non può in alcun modo — a rigor di logica e nell’osservanza delle leggi in vigore —
influire sulla vigenza immediata
della norma che assicura ai cittadini tutti « il diritto di non avvalersi » di un corso facoltativo.
Si è parlato di sabotaggio; e
appar chiaro che esso è in atto,
non già circa le norme del Concordato, ma di certo circa l’applicazione della citata norma
della legge 449 del 1984, e ciò a
far tempo dall’agosto 1984.
Questo è il punto della questione. Mi auguro quindi che
molti genitori ed alunni avvalendosi del « diritto di non avvalersi » presentino alle scuole di
competenza la prevista dichiarazione (non più la richiesta di
esonero ormai decaduto) in tal
senso. I presidi ed i direttori didattici, in obbedienza alla legge
in vigore, dovranno prenderne
atto disponendo in conformità.
Se mai, come si è fatto, quando
il caso lo richiese, al tempo in
cui vigeva l’esonero, gli interessati possono, in caso di rifiuto,
ricorrere al Tar, o, se nella fattispecie emergessero gli estremi
di reato per omissione di atti
di ufficio, sporgere denuncia agli
organi giudiziari contro chi di
dovere.
Giorgio Peyrot
Doni
Eco- Luce
Portici: Borilo Eugenio L. 21.000 —
Pinerolo: Gente Amato 6.000; Tron Elvio 2.000 — Svizzera: Chiesa Ev. lingua italiana Basilea 100.000 — Genova: Rastello Sergio 11.000; Verardi
Emilio 6.000; Zotta Piero 7.000 — Milano: Zelaschi Lucia 2.000 — Grosseto:
Chiesa Apostolica 24.000 — Torre Pellice; Abate Domenico 2.000 — Francia:
Colangelo Gioietta Carmelina 20.000 —
Treviso: Furlanetto Vittorio 1.000 —
Cerignola: Russo Irene 1.000 — Alessandria: Cavaliere Miranda: 1.000 —
Roma: Unione Comunità Israelitiche
1.000 — Salò: Kirgis Ida 1.000 — Crispiano: Mele Luciana 4.000 — Venezia:
Bogo EveIjna 6.000.