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Anno 115 - N. 18
4 maggio 1979 - L. 250
Spedizione in abbonamento postale
Gruppo bls/70
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(Mk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
A PROPOSITO DELLA « LEX ECCLESIAE FUNDAMENTALIS »
TEMPO DI PENTECOSTE
Nessuna Legge deve
spodestare l'Evangelo
Non spegnete
lo spirito...
« I canoni della Legge Fondamentale della Chiesa hanno valore di legge per tutti i fedeli di
tutta la Chiesa Cattolica »: così
termina, dopo un’ ottantina di
articoli (o canoni), il testo latino
della nuova bozza della « Lex Ecclesiae Fundamentalis » (LEF).
L’idea venne a Paolo VI il quale,
nel 1965, ricevendo la commissione per la revisione del diritto
canonico (nominata nel ’63 da
Giovanni XXIII nello spirito di
recepire le riforme conciliari anche a livello giuridico) parlò della creazione di una "Carta Costituzionale’’ della Chiesa. Una prima realizzazione di quest’idea
ha visto la luce nel 1971. E oggi,
dopo alterne vicende, revisioni^
tagli, la "Costituzione” della chiesa cattolica, suddivisa in 86 canoni, aspetta il varo definitivo.
Ma non mancano i problemi.
Innanzitutto sulla necessità di
avere una « Legge fondamentale
della Chiesa » si è espresso solo
il 40% dei vescovi, tuttavia l’esiguità del pronunciamento non
ha bloccato i lavori della apposita commissione pontificia che
avendo, nello scorso mese, recepito le osservazioni delle conferenze episcopali, sta preparando
la redazione finale. Non si aspettano grosse novità, soprattutto
pensando che le sei versioni della LEF, apparse negli ultimi cinque anni, non hanno intaccato
l’idea guida che è quella di fissare una volta per tutte, in una
legge di carattere costituzionale
(secondo una moderna concezione giuridica) i tratti salienti, le
norme fondamentali della chiesa
cattolica romana.
Una volta che questa "Lex”
fosse emanata, approvata cioè
dal papa, nessuna legge ecclesiastica, né i diversi regolamenti
e neppure i decreti pontifici potrebbero entrare in contraddizione con la nuova "Costituzione” poiché tutto andrebbe interpretato ed applicato « secondo le
norme stabilite nella legge fondamentale ». Ma quali sono le
norme di questa possibile rivoluzione giuridica? Senza pretendere d’esaurire un argomento
così vasto (per il quale comunque il lettore dovrebbe avere
sotto gli occhi il testo della LEF)
vorremmo segnalare alcuni aspetti che hanno attirato la nostra
attenzione h
La gerarchia comanda
i laici ubbidiscono
Nella prima sezione, dedicata
alla chiesa, ferma restando la
contrapposizione tra clero e laicato, si tralascia la possibilità
di definire la chiesa come "popolo di Dio” per avanzare l’idea di
chiesa uguale a "società perfetta" in cui la gerarchia comanda
e i laici ubbidiscono. I non-cattolici — menzionati di sfuggita —
sono tagliati fuori dalla "comunione catholica" e appartengono
solo « in qualche modo (non meglio precisato, n.d.r.) al popolo
di Dio ».
Per ciò che concerne i diritti
e le condizioni dei fedeli si viene
a stabilire una netta divisione
tra la sfera dell'azione dei fedeli
( « nessuna iniziativa si qualifichi
come cattolica, senza il consenso
della legittima autorità ecclesiastica ») e la sfera della gerarchia
ovvero i « sacri pastori rappre
sentanti di Cristo », che ruotano
in modo autonomo fatte salve
possibili «consultazioni» dei laici.
Personaggio centrale del secondo capitolo, che tratta della
struttura gerarchica della chiesa,
è il papa il quale gode « dell’ordinaria potestà, suprema, piena,
immediata e universale nella
chiesa e può esercitarla sempre
liberamente ». Questo lo si sapeva già ma nello spirito del Concilio Vaticano II alcuni aspettavano dalla LEF una nuova autonomia e partecipazione del collegio episcopale, invece: « i vescovi esercitano il loro ufficio episcopale in comunione e sotto
rautorità del Sommo Pontefice ».
Insomma al corpo episcopale
vengono tarpate completamente
le ali escludendogli ogni iniziativa. Nel rapporto chiesa-mondo
la LEF pone l’accento sull’internazionalismo e la neutralità della chiesa (definita sempre come
« società gerarchicamente organizzata »), ravvisando inoltre possibili rapporti di « sana cooperazione » tra chiese e diverse società.
Chi insegna,
santifica e governa
Le seconda sezione, dedicata ai
compiti ecclesiali, approfondisce (in ordine gerarchico) i tre
uffici fondamentali della chiesa
romana: insegnare, santificare e
governare. Il tema dell’insegnamento riprende il concetto di infallibilità nel magistero di cui
gode il papa insieme al collegio
dei vescovi (sempre che questi
ultimi « si trovino d’accordo con
il romano pontefice nel ritenere
come definitiva una stessa dottrina »). Nel secondo ufficio, quello della santificazione, la comunità cristiana, che non è mai molto presente in tutto l’articolato,
scompare definitivamente per lasciare tutto il posto alla gerarchia
che, attraverso l’uso dei sacramenti, santifica il popolo di Dio
additandogli Maria e promuovendo un « vero e autentico culto
dei santi ». Sul terzo compito,
quello di «governare i fedeli in
nome di Cristo pastore » si ridimensiona (ma ce n’era ancora
bisogno?) il ruolo delle conferenze episcopali ribadendo che la
vera autorità proviene solo dal
papa ( « il romano pontefice non
è giudicato da nessuno»): ai laici vengono aperti solo uffici giudiziari ed esecutivi qualora i vescovi li chiamino ad « aiutarli
nel governo del popolo di Dio ».
Infine nelle « Normae Finales »
si ricorda il valore di legge della
LEF per tutti i cattolici, la sua
assoluta prevalenza su tutte le
altre leggi o decreti.
Codificare
l’Evangelo
Evidentemente qui non è in
gioco (e non c’è bisogno di essere teologi per capirlo) solo un aggiornamento della struttura giuridica della chiesa romana, ma
ne va della sua stessa dottrina.
Può una legge, per quanto fondamentale, sostituirsi all’Evangelo?
Dietro a questa pretesa non c’è
un po’ di arroganza teologica?
Ciò che maggiormente ci preoccupa è il fatto che se una Costituzione va benissimo per uno
Stato non può andar bene per la
Chiesa: essa infatti non potrà
mai sostituirsi all’Evangelo, nonostante le acrobazie dei giuristi
cattolici. E altra domanda: questo intricato tentativo di marca
curiale di dare alla chiesa romana una "carta costituzionale”
non è forse, un voler congelare e
in definitiva reprimere i fermenti innovativi post-conciliari? Cosa pensa di questa "Lex fundaT
mentalis” Giovanni Paolo II? Ne
scriverà la prefazione o la rinvierà ai voti del prossimo Concilio? Mistero.
G. Platone
(I Tess. S: 19)
^ Per il testo integrale della LEF
cfr.: Il Regno/documenti n. 21/’78;
vedi anche l’acuto commento sulla LEF
dell’Istituto per le scienze religiose di
Bologna in; Il Regno/doc. n. 3/’79.
Spegnere lo Spirito? È possibile? Quando la Bibbia parla
dello Spirito parla di Dio e come
si può « spegnere » Dio, soffocarlo, farlo tacere? Se è Dio è
onnipotente, assoluto e non sarà
l'idea o la . volontà di un uomo
che potrà metterlo a tacere o
condizionare la sua opera. Dio fa
quello che vuole non quello che
vogliamo noi, decide lui e non
chiede prima consiglio a noi;
tanto più quando ha deciso una
cosa, la fa malgrado gli uomini,
e se è il caso contro gli uomini.
Così pensiamo che sia. Paolo
sembra invece avere una idea diversa, o per lo meno fa delle affermazioni che lasciano intendere che pensa diversamente: lo
Spirito di Dio si può realmente
TORINO
Presenza evangelica
all’Esposizione
‘la città e ii bambino’
Il bambino. Parlarne ci mette
in crisi, perché noi siamo in crisi; noi come adulti, noi come
società, noi come chiesa.
L’intenzione
Per questo, non era facile decidere di partecipare, come chiese evangeliche, all’esposizione
internazionale «La città e 11
bambino », che s’è tenuta a Torino dal 13 al 22 aprile 1979, nel
quadro delle manifestazioni per
l’anno del bambino.
Tuttavia, in qualche incontro
preparatorio tra evangelici (battisti e valdesi di Torino, membri
del Servizio Istmzione ed educazione della PCEI, membri della comunità di Agape), abbiamo
pensato che, nonostante tutto, la
presenza peggiore sarebbe stata... l’assenza, e abbiamo perciò
deciso di partecipare a questa
esposizione con un nostro stand,
con il nome di « Federazione
delle Chiese Evangeliche in Italia ».
Il problema che ci si poneva
era complesso: volevamo fare
un discorso che non passasse sopra la testa dei bambini, ma fosse fatto il più possibile con loro
e per loro; volevamo non cadere nella tentazione di raccontare semplicemente che cosa facciamo per i bambini, col rischio
costante di cadere in un sia pur
modesto trionfalismo; non volevamo dimenticare che l’unico debito che realmente dobbiamo a
ciascuno è quello deiravangelo,
e non di un qualsiasi impegno
sociale.
Forse il tempo e i mezzi che
abbiamo avuto a disposizione ci
hanno impedito di dire quel che
volevamo dire, ma ci si è provato. L’obiettivo era di dare, attraverso due audiovisivi, un sintetico messaggio biblico; spiegare
Sergio Ribet
soffocare, ridurre al silenzio, la
luce dell’ evangelo può essere
spenta.
Chi può fare questo? L’apostolo non pensa ai potenti, agli imperatori romani temuti ed adorati, non pensa ai sacerdoti
pagani, agli stregoni delle religioni più strane che vanno per la
maggiore nella Grecia del suo
tempo, non pensa ai filosofi che
negano Dio e prendono in giro
le donnette che vanno a mettere
fiori sulle statuine e non pensa
neppure ai gaudenti immorali che
dicono « l’unica cosa che conta
nella vita è divertirsi »; Paolo
pensa ai suoi fratelli in fede.
Non è la potenza violenta, la
corruzione, l’ateismo o il paganesimo che possono soffocare lo
Spirito, è la comunità cristiana
e si potrebbe dire, al limite, che
è soltanto la comunità cristiana.
Il caso dei tessalonicesi è molto concreto e preciso: si tratta
- per loro di mettere a tacere, durante le assemblee ed i culti,
quei fratelli che si mostravano
troppo esuberanti con manifestazioni eccezionali, entusiasmi, visioni, parlare in lingue, tipici di
molti ambienti greci del suo
tempo. È probabile che a mostrarsi scettici e riservati fossero i fratelli che provenivano dalla sinagoga, cioè ebrei di educazione abituati ad una spiritualità
ritolto diversa, legati alla meditazione della Scrittura. A loro dava fastidio l’esuberanza della fede nei nuovi convertiti, erano
convinti che la parola di Dio si
trova nella Legge, si scopre nella
meditazione paziente e perseverante e non nei facili entusiasmi.
Resta comunque il fatto che
ragionando in questi termini soffocavano la presenza dello Spirito, impedivano al Signore di
manifestare la sua presenza, la
sua volontà, impedivano al Signore di esprimersi.
Abituati come siamo, da evangelici, a considerare che la parola di Dio è essenzialmente nella
Bibbia, o addirittura è la Bibbia stessa, riesce difficile cogliere esattamente il pensiero dell’apostolo. Lo Spirito del Signore è vivente, attivo, presente non
tanto nella natura, nel mondo,
negli avvenimenti, quanto piuttosto nella chiesa. È qui che si
manifesta in modo specifico, agisce, parla ed è proprio qui che
lo si può soffocare e spegnere.
Ogniqualvolta la comunità dei
credenti vive rassegnata e stanca, sfiduciata e passiva, ogniqualvolta si aggrappa alle sue sicurezze ed alle sue tradizioni, guarda al suo passato o ai suoi facili
successi, ai suoi entusiasmi o alle sue depressioni. Si può definire questo atteggiamento con una
parola sola: la chiesa soffoca lo
spirito quando non è più disponibile.
Si può soffocare lo Spirito in
molti modi, ogni chiesa ha la sua
caratteristica e perciò corre il
pericolo in modi diversi. Ci sono
i pessimismi e gli ottimismi, tradizionalismi ed aggiornamenti,
stanchezze ed euforie, crisi e risvegli, opposti ma equivalenti
sotto questo profilo.
La comunità che soffoca lo
Spirito è quella che non è più
disponibile per il Signore.
(continua a pag. 3)
Giorgio Tourn
2
4 maggio 1979
PRESENZA EVANGELICA IN SICILIA
Vitalità e isolamento
Scicli
A Scicli dire Schirò significa
ricordare tutto un passato recente di presenza evangelica nella
città; una città tutto sommato
aperta, con la grande passeggiata A. Gramsci che è come un polmone per i cittadini che qui si
incontrano, discutono. Una cornumtà la cui presenza evangelica si è sempre caratterizzata
dal fatto che qui esisere protestanti comportava un impegno
politico (socialista) nella città,
neiramministrazione del comune, nei circoli culturali, ecc. Qui
i protestanti sono conosciuti come gente che cerca di esprimere nel concreto dei problemi della città il senso del loro essere
credenti. Questa apertura è ancora oggi una preziosa eredità,
im pungolo all’impegno che trova sbocchi nella presenza della
comunità nella radio locale, nel
consultorio, in un lavoro a favore degli handicappati, nella scuola materna, ecc. Una comunità
insomma che, sulla spinta delle
nuove generazioni, ha davanti a
sé un futuro per la testimonianza in questa zona costiera caratterizzata da quello che vien chiamato l’oro verde, le innumerevoli serre in cui si coltivano tutti i prodotti primaticci di esportazione.
Gela
Scicll si trova sulla linea ferroviaria che da una parte la collega a Siracusa e dall’altra a Ge
la, il noto centro chimico industriale. Gela, una città il cui piano urbanistico è stabilito in base alla legge del Far West: uno
compra, si stabilisce e costruisce
a fantasia (spesso carente). Così
oggi si vede uno scempio edilizio: isi ha l’impressione di guardare una zona terremotata, con
le case ad un piano e al di sopra
dei pilastri di cemento armato
o dei mazzi di ferro che si innalzano verso il cielo. Nessuna
strada di accesso, appena piove
è un pantano.
Enormi difficoltà
dì comunicazioni
È proprio in questo tragitto
Gela-Scìcli, uno fra i tanti, neppure il peggiore, che uno può
rendersi conto dell’estrema difficoltà dei trasporti in tutta la Sicilia (a parte la linea SiracusaMessina-Palermo). Le comunità
evangeliche, già terribilmente
isolate all’interno deH’ambito circostante, subiscono il grave isolamento dovuto alle enormi difficoltà di comunicazione. Senza
la macchina, si perdono delle
intere giornate per percorrere
70-80 Km. Penso ad es. alle difficoltà del pastore che ha la cura di Riesi, Caltanissetta e Agrigento; difficoltà che non sono
soltanto e non innanzitutto di
distanze, ma difficoltà che sono
isolamento, mancanza di confronto e di incontro, di verifica,
in un lavoro che ha bisogno di
questi rapporti cosi come si ha
IVREA
La comunità di Ivrea ha visto
tm certo numero di membri assumersi la responsabilità di alcuni culti domenicali dopo l’abbinamento con Aosta. Si è avuta una serie di incontri di studio
biblico, parte dei quali dedicati
allo studio delle Lettere alle 7
Chiese dell’Asia Minore (Apoc.
2-35), con un gruppo di cattolici, a queste riimioni hanno partecipato anche alcuni membri
della Comunità dei Fratelli. Domenica 8 aprile il pastore Rostan, che fino all’anno scorso vi
ha svolto il ministerio pastorale,
ha visitato la comunità presiedendone il culto.
TORINO
Tra le attività di questi ultimi mesi è da ricordare « l’esperimento» per cui si è adottata
la liturgia proposta dall’apposita
commissione nel culto domenicale della zona di C.so Oddone;
dopo qualche domenica di prova si è chiesta una valutazione
Comunicato
NeH’ambito degli incontri pastorali che hanno luogo quest'anno nei
vari distretti, • comunichiamo
Il Convegno Pastorale Valdo - Metodista
che avrà luogo a Milano lunedì 28 maggio 1979 (ore 10.30-17.301 nei locali
della Chiesa metodista di via Porro lambertenghi 28.
Il tema deH'incontro è II seguente:
« Essere protestanti oggi; perché e come »
Al Convegno di Milano parteciperanno i pastori, anziani evangelisti
ed emeriti del I e del II distretto. L'argomento sarà introdotto dal prof.
Paolo Ricca.
Come è naturale potranno liberamente partecipare all'incontro di
Milano tutti I membri delle comunità evangeliche interessati all'argomento.
Tutti coloro che parteciperanno a questo Convegno sono vivamente
pregati di comunicarlo al più presto al past. Valdo Benecchi, via Porro
Lambertenghi 28, tei 02/6886612.
M Presidente II Presidente
della Conferenza Metodista del Corpo Pastorale Valdese
past. Sergio Aquilante past. Aldo Sbaffì
bisogno del pane quotidiano. A
partire da questa situazione uno
può accorgersi del grande privilegio (di cui spesso i pastori non
si rendono conto!) di potersi riunire settimanalmente, senza grosse difficoltà, per l’esegesi del testo biblico o per discutere e
scambiarsi pareri, suggerimenti,
ecc.
Abbandono?
Spesso si ricava la sensazione
che la Sicilia è stata abbandonata a se stessa; ancora oggi si sentono delle voci accusatrici nei
confronti della Tavola che avrebbe pensato prima al continente e
poi alla Sicilia (o al meridione
in generale). Non saprei dire fino
a che punto queste voci critiche
siano giustificate: ciò che mi
senibra di capire oggi è che in
ogni caso le nuove generazioni di
pastori, comprese quelle di origine valligiana, guardano con
maggior interesse la possibilità
di un lavoro pastorale al sud
che non alle valli dove la struttura di parrocchia è ritenuta
(certo non a torto) un’istituzione
pesante e soffocante rispetto alle
esigenze e alle iniziative di una
predicazione che deve trovare
respiro nel vivo dei problemi del
nostro tempo.
Il fatto è che sin qui è mancato un piano di intervento a lungo respiro, con delle priorità, capace di dare direttive e orientamento al lavoro complessivo della nostra presenza evangelica
nella Sicilia come nell’intero meridione e più in generale ancora.
Basti pensare che queste linee
direttive, queste priorità, sono
fallite nel luogo in cui esistevano le maggiori possibilità di realizzazione: le valli valdesi.
(continua)
Ermanno Genrf
ASSEMBLEA DELLA FFV RIOPLATENSE
1.000 chilometri
per incontrarsi
Nei nostri paesi le distanze sono molto grandi; questo rende
spesso difficili le comimicazioni,
e rincontrarsi diventa una vera
prodezza.
Ma tutto ciò sembra perdere la
sua importanza in occasione dell’Assemblea annuale della Federazione femminile evangelica valdese. a Colonia vaidense.
Anche quest’ anno un folto
gruppo di rappresentanti delle
unioni femminili delTArgentina e
deirUruguay si è riunito al Parco diciassette febbraio per un
consuntivo dell’attività svolta e,
come dice la relazione della Commissione esecutiva, « per capire
insieme quel che il Signore vuole indicarci ».
La Federazione è costituita da
31 unioni, 20 uruguayane e 11 argentine, con un totale di circa
1400 socie. Alcune di loro, per
esempio quelle dell’ Argentina
meridionale, hanno superato, per
venire, una distanza di più di
mille chilometri.
Una partecipazione sana e concreta alla vita delle chiese, di cui
esse sono una parte fondamentale, ha caratterizzato le deliberazioni deH’assemblea. È doveroso sottolineare la collaborazione costante alle attività assistenziali da parte della Federazione
e delle singole unioni.
Le delegate presenti hanno fissato delle priorità in quest’opera
di sostegno.
È anche importante la parte
di preparazione biblico-pastorale. Le unioni sono responsabilmente impegnate nel visitare le
famiglie della comunità e collaborano così con il pastore ed il
concistoro. Alcune assumono anche occasionalmente l’incarico
dei culti domenicali. L’assemblea
ha deciso che per il 1979 il materiale da utilizzare negli studi biblici sia quello preparato dal
pastore Bruno Rostagno sull’epistola di Giacomo.
Si è parlato anche dello scambio di materiale di studio e di
preghiera con altri enti dell’area
rioplatense, del viaggio di Juanita Rostan D’Andrea, delegata della Federazione alla Conferenza
delle donne cristiane dell’Asia
che ha avuto luogo in Giappone,
del contatto diretto con le sorelle di chiesa in Italia per mezzo
di Caterina Rostagno.
Un’ombra di tristezza: la morte improvvisa di Valy Berton,
per molti anni presidente della
Federazione, che seppe dare un
particolare carattere al lavoro
delle donne nella nostra chiesa;
sempre impegnata per una piena
integrazione delle attività femminili nella vita delle comunità,
e nello stesso tempo alla ricerca
di contatti con altre organizzazioni che potessero arricchirla.
Una nota gioiosa fra molte altre: la consacrazione al ministerio pastorale di una donna; Gladis Bertinat Jordan ha ricevuto
le felicitazioni e l’appoggio dell’assemblea.
Con il ritiro dalla commissione esecutiva di due membri, Naris Barolin ed Elisabeth Deimonte, la commissione risulta
così costituita: Violetta Davyi
Bertinat, Violetta R. Salomon,
Gilda S. Davyt. Segretaria agli
atti: Gladys F. Perrachon; Segretaria alla corrispondenza: Maria
T. Rostagnol; tesoriera: Renée
Baridon Davyt; membro supplente: Doris S. Gönnet.
alla comunità che ha dimostrato, in- complesso, di considerare
positivi i cambiamenti. Si è cercato di aumentare la partecipazione attiva dei membri introducendo; la lettura biblica fatta
da uno dei presenti, la preghiera spontanea di confessione, intercessione ecc. dopo la predicazione e, sempre alla fine del culto, un momento di discussione
sul sermone. Proprio per facilitare gli interventi il testo della
predicazione viene reso noto la
domenica precedente. Da venerdì. 27 aprile riprende il corso di
formazione adulti con un ciclo
di studi sulla Epistola ai Romani. Sempre nell’ambito di tale
corso avrà luogo la conferenza
del prof. G. Peyrot sul tema;
« Chiesa della riforma in Italia
tra analisi del passato e prospettive per l’avvenire» (11 maggio).
□ Hanno collaborato a questo
numero: Marco Ayassot, Renato Coisson, Ivana Costabel, Luciano Gallian, Patrizia
Mathieu, Mitzi Menusan, Aldo Rutigliano, Giorgio Tourn.
TRIBUNA LIBERA
Per evitare il giogo della dittatura
Ero deciso a non replicare alle
critiche rivoltemi dal signor Fratini (n. 11 di Eco-Luce) perché
mi sembrano veramente di poco
peso, intrise di luoghi comuni
ormai muffi e smentiti dalla realtà, ma la lettura dell’articolo di
fondo del diréttore «Avanti senza miti» — sullo stesso numero — m’induce a tornare sull’argomento per qualche precisazione... e conferma.
1°) In quanto credenti non
dovremmo mai lasciarci coinvolgere dai « miti » di questo
mondo (leggasi ideologie politiche) fino al punto da esserne imprigionati, come putroppo accade.
La mia generazione, che ha visto dapprima il declino dell’Italia liberale prefascista, poi la
nascita, lo sviluppo e il crollo
del regime fascista ed infine l’avvento della repubblica antifascista, resistenziale e... democristiana, è in grado, mi pare, di esprimere un meditato e serio giudizio su queste vicende. (Perciò
quando parlo di «pauroso calo
di vóti missini » stia pur certo il
sig. Fratini che non mi muove
alcuna spinta nostalgica, ma
compio una mera valutazione oggettiva di un fatto).
2°) Il crollo dei miti', fa osservare F. Giampiccoli, è totale e
speriamo irreversibile, ma — aggiungo io — esso costituisce in
realtà, per i credenti, un fatto
positivo, purché lo si accetti per
quello che è realmente. Non ci
venga perciò a dire T. Vinay che
il Vietnam « è vittima delle menzogne della propaganda ecc.».
Abbiamo visto tutti, con pena e
raccapriccio, sugli schermi della televisione, le scene di quei
miseri naufraghi vietnamiti che
per fuggire dal loro paese ove
regna la più spietata repressione finiscono per perire annegati — a centinaia e migliaia —
perché i paesi vicini non li vogliono onde non incorrere nell’ira e probabili ritorsioni del loro potente vicino (Cambogia docetl).
3°) Ribadisco che, pur non
sottovalutando affatto colpe e
responsabilità della classe dirigente — politica e finanziaria —,
sono fermissimamente convinto
che la criminalità politica rossa
oggi imperversante è, in primo
luogo, la conseguenza diretta del
lungo lavoro di destabilizzazione
compiuto dal partito comunista
(e dalle frange estremiste che si
richiamano comunque alla stessa ideologia) nonché dalla trimurti sindacale... nella scuola,
nell’umversità, nelle fabbriche,
nella magistratura etc.
4°) Addebitare ad Aldo Moro
(come ha fatto Fratini) una
qualche, anche minima responsabilità sul fenomeno della criminalità politica — qualsiasi cosa egli abbia detto per evitare
l’incriminazione di Rumor a prosito dello scandalo Lockheed —
significa dimenticare che egli è
stato assassinato a sangue freddo dai brigatisti rossi, ammazzato come un cane rognoso ! !
Trovo semplicemente mostruoso
e ripugnante un’argomentazione
del genere!
È come se qualcuno mi dicesse che la responsabilità prima
dei campi di sterminio nazisti ricade... sugli ebrei stessi!
Concludendo, vorrei aggiungere una nota « personale ». Io non
faccio della polemica fine a se
stessa. I miei interventi su questo giornale sono motivati unicamente dal desiderio di evitare
(o di contribuire ad evitare) che
le future generazioni abbiano a
subire l’amara sorte dei popoli
soggiogati dalla dittatura, quale
che ne sia il nome e il colore.
Sono ormai avanti negli anni
(molto avanti) e posso affermare in tutta serenità che per quanto concerne la mia persona, non
me ne importa proprio nulla di
quanto potrà accadermi, ma ritengo giusto e doveroso indicare a chi non ha esperienza né
maturità a quali tremendi pericoli e cocenti delusioni vanno
incontro quanti confidano nei
« miti » dell’ideologia.
Aldo Long
P.S. - Leggo sul n. 13 del giornale, giuntomi oggi, un’altra bordata di critiche a firma di R.
Beux che mi rimprovera di non
aver preso in esame le violenze
fasciste "antemarcia" (è passato
più di mezzo secolo!) e di quelle
successive del regime mussoliniano.
Il fatto è che tale analisi è
anacronostica rispetto al tema
trattato (relativo cioè al terrorismo attuale) e di cui tratta il
"documento Miegge" che ha dato origine alle mie osservazioni.
Ma se si deve fare la storia
della violenza nel mondo, si deve
risalire addirittura a Caino!
Nulla ho da obiettare, perciò,
sui fatti accennati dal Beux che
peraltro sono fuori del tema specifico..., ma respingo come calunniosa e indegna Tinsinuazione
finale secondo la quale sarei
mosso dal "desiderio incauto e
strano di nostalgiche reminiscenze”. Le quali “reminiscenze”, caso mai, ci siano o no, non possono comunque (se le parole hanno un significato) essere frutto
di desiderio!
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4 maggio 1979
UNIONE SOVIETICA
Minoranze religiose e dissidenza
Informazioni contradditorie
giungono dairURSS per ciò che
riguarda la libertà che hanno i
cristiani di praticare la loro religione. Se le grandi Chiese ufficialmente riconosciute dallo Stato (Chiesa ortodossa, cattolica
romana, battista) sono autorizzate — mediante compromessi
da parte loro — a celebrare il loro culto, non è lo stesso per le
Chiese dette dissidenti, che hanno rifiutato questi compromessi,
e non hanno in conseguenza ottenuto le autorizzazioni governative necessarie per celebrare il
culto. Esse non sono registrate
e sono quindi considerate come
illegali.
Amnesty International si è interessata alla sorte delle minoranze protestanti e denuncia
85 casi conosciuti di persone imprigionate per motivi religiosi.
La nuova Costituzione del 1977
garantisce tuttora la libertà di
religione, ma regolamenti vietano la propaganda; l'insegnamento religioso può essere dato solo
dai genitori; sono ugualmente
vietati i riti religiosi in pubblico
(anche i canti), le assemblee dei
credenti sia religiose che sociali,
la distribuzione e la stampa di
libri religiosi. I componenti delle comunità non registrate (appartenenti a battisti, pentecostali, avventisti del 7° giorno) so
Esposizione “la città
e il bambino”
(segue da pag. 1)
come Gesù pone al centro il
bambino come colui che il mondo emargina, come colui che
scardina la logica del potere che
intacca invece gli uomini adulti.
Come sottofondo, alcune gigantografie di Agape, dell’Istituto
Taylor di Centocelle, di campi
giovanili a Rocca di Papa, a riassumere il nostro impegno nei
centri estivi e nei centri urbani
per la gioventù; e documentazione varia sull’attività delle
Scuole Domenicali.
Forse quello che doveva essere al centro — il messaggio biblico — si è un po’ perso in mezzo al materiale che abbiamo distribuito : evangeli, diversi ciclostilati esplicativi, il testo di un
canto dei bambini delle nostre
scuole domenicali, programmi
dei centri giovanili, e via dicendo.
Si è comunque preso contatto
con molte persone, soprattutto
con suore e animatori di gruppi
giovanili, con genitori laici interessati ad una alternativa non
clericale per i loro ragazzi, con
visitatori anche stranieri, con
gli stessi espositori di altri
stands.
Un grosso sforzo organizzativo ha visto partecipi molti fratelli di chiesa delle nostre comunità battiste e valdesi di Torino
e cintura; una collaborazione interdenominazionale che nonostante tutto non è ancora cosa
di tutti i giorni, e che significativamente diviene più facile,
spontanea, quando si tratta di
iniziative che non sono fatte per
noi, per il nostro « pubblico » interno, ma quando invece si cerca di dare conto all’esterno della speranza che è in noi.
La collaborazione non è mancata, né per preparare gli audiovisivi, né per l’allestimento pratico dello stand, né per preparare il materiale di contenuto evangelico cui abbiamo accennato, né
per assicurare una presenza durante tutti i giorni della esposizione; è stato molto simpatico il
va e vieni di molti fratelli al nostro stand, che, a nostro parere,
lo ha caratterizzato come un luogo d’incontro di persone e non
solo come una esposizione di
« prodotti » religiosi.
L’esposizione
Qualche parola ora sull’esposizione. Molto ampia, non era
forse così « commercializzata »
come si poteva temere in partenza ; le mostre fotografiche delrUnicef, del giocattolo dell’Unesco, gli stand di molte città italiane e straniere, davano abbastanza il senso di quel che si va
facendo, sotto i vari cieli, per il
bambino; cogliamo tuttavia una
osservazione di Franco Girardet,
del Servizio Istruzione ed Educazione della PCEI: c’è stata la
descrizione di quel che c’è, ma
molto carente è stato il progetto, l’utopia, lo sguardo verso il
futuro ; e questo, parlando di
bambini, ci sembra sia un guardare a loro tipicamente « da vecchi ».
Un fratello di chiesa, che è venuto all’esposizione col figlio, s’è
divertito a fotografare grossi
cartelli su alcuni stands, che dicevano « Vietato giocare » ; ma
altri amici hanno trovato spazi
relativamente aperti per il gioco dei bambini che hanno visitato l’esposizione.
Mi permetto un piccolo gioco
anch’io, per concludere : un « voto » positivo agli stand più belli (il giudizio è ovviamente personalissimo) e uno negativo a
quelli che meno ho apprezzato.
Tra gli stand più efficaci; quello della comunità israelita, con
una teoria di sagome stilizzate
di bambini recanti la scritta shalom, pace, e un tavolo apparecchiato per la Pasqua ebraica ;
una lezione più efficace di molti
catechismi; lo stand del gruppo
Abele, che si occupa di emarginati e specialmente di tossicodipendenti, che presentava molto
sobriamente non il suo lavoro,
ma i giocattoli che alcuni suoi
gruppi fabbricano; lo stand degli «origami» (dalle barchette
di carta ai tulipani di carta, un
mondo a misura dei bambini e
creativo anche per gli adulti); lo
stand di Caen, con le proposte
dei bambini per distruggere le
cose brutte delle città per far
spazio al verde e al gioco, ecc.
Tra gli stand che mi hanno lasciato perplesso, quelli di alcune città « rosse », dove pareva
che quanto si fa per i bimbi possa essere valutato quasi esclusivamente in termini quantitativi;
e uno stand cattolico, con una
« ricetta per crescere » che comprendeva l’ingrediente « Gesù
Cristo a piacere » (foto di un
prete giovane che distribuisce
ostie).
Nel complesso, un’occasione
data a molti per riflettere; se
dalla riflessione nasceranno delle iniziative di lungo respiro, non
sarà stata inutile.
Sergio Ribet
no esposti a continue persecuzioni; alcuni devono nascondersi.
Georgy Vins, segretario del
Consiglio delle Chiese battiste
non riconosciute, fu condannato
di nuovo nel 1974 a 5 anni di prigione e 5 anni di esilio interno
per aver organizzato manifestazioni che turbano l’ordine pubblico col pretesto di cerimonie
religiose. Dopo parecchie condanne, lo stato di salute di Georgy Vins era molto allarmante;
non si sa se è ancora in vita.
Peter Peters, pastore battista,
raggruppava a Rostov una comunità di 300 persone. Fu arrestato nell’agosto ’77 in occasione di
una riunione vietata dalle autorità. Queste avevano già sequestrato il luogo di culto dei battisti e costantemente interrotto
le loro riunioni anche molto brutalmente.
Liberato, poi arrestato di nuovo nel gennaio ’78 con parecchi
membri della sua comunità, Peters fu condannato il 9 marzo ’78
a 2 anni e mezzo di prigione senza che si conoscano gli indizi per
i quali fu accuisato. Questi due
pastori sono stati adottati da
Amnesty con altri 21 credenti.
Le persone che stampano e diffondono la letteratura religiosa,
le Bibbie, corrono il rischio di
essere arrestate, imprigionate come pure gli obiettori di coscienza. I credenti che desiderano
emigrare (10.000 persone hanno
fatto tale domanda) subiscono
anche loro tormenti e prigione.
Quando nel 1974, 15.000 bibbie
furono sequestrate in Estonia (e
3 persone imprigionate per commercio illegale), le autorità sovietiche avevano dato da poco
r autorizzazione per importare
25.000 Bibbie russe (l’importazione più importante conosciuta fino ad oggi ma che non
soddisfaceva lontanamente la domanda).
Amnesty promuove una campagna chiedendo la liberazione
dei prigionieri condannati per
motivi religiosi. Se desiderate appoggiarla, siete invitati a scrivere una lettera in termini cortesi ed educati all’Ambasciata delrURSS (37, Brunnadernrain, 3006
Berne). Petizioni e modelli di lettera al presidente Leonid Brejnev possono essere richiesti alla
Sig.ra Ève Siegenthaler, 3 rue du
Vauche, 1201 Ginevra.
Marlyse Kettiger
COSA DICONO DI NOI I GIORNALI
Riferimenti
al protestàntesimo
La condanna di un anziano pastore avventista (ne abbiamo già
accennato) e un convegno fiorentino di Amnesty International
rilanciano su molti giornali la
discussione sul trattamento riservato alle religioni nei paesi
dell’Est. Anche la Pravda (secondo il Giorno del 31 marzo) ritiene di intervenire riaffermando la nota tesi della religione
accettata come « questione privata », contraddetta però dalla
stessa Pravda quando trova che
esiste ancora una « eccessiva tolleranza » per i riti religiosi e
riafferma la necessità di una
«più intensa e incisiva propaganda ateista ».
4s 4: 4:
Con due articoli sulla Repubblica Enrico Filippini tenta
un viaggio nella cultura cattolica di oggi, dove per cultura cattolica si intende quella del dissenso. Lo studio parte con una
visita alla comunità di Bose, con
il suo vissuto ecumenismo biblico, e si conclude con una visita
ai Focolarini di Frascati con la
loro traduzione in termini di
amorosa assistenza della apertura verso i minimi. Numerosi in
questo studio i riferimenti alla
teologia e alla prassi protestante, con l’influenza che hanno avuto nella « modernizzazione »
della cultura cattolica. Una citazione vai la pena di fare; a Bose viene spiegato al giornalista,
che interroga sul non risolto problema di «fede e politica», come « non c’è una politica cristiana; ma solo cristiani dentro la
politica ».
E intanto l’Avvenire del 27
febbraio riferisce di un Convegno sulla religiosità popolare,
dal quale si apprende che esistono in Italia 1480 santuari riconosciuti e che ognuno di essi
riceve annualmente 10.000 pellegrini. Senza contare i casi speciali tipo « sindone » che, con
la loro ufficialità, rendono difficile capire come si possa criticare la religiosità popolare del
pellegrinaggio contrapposta al
culto liturgico eucaristico.
Ma quale è davvero in Italia
oggi la « cultura cattolica »??
«
Brunero Gherardini, teologo
dell’Università del Luterano, ha
pubblicato per le Edizioni Paoline uno studio sulla « Theologia
Crucis » di Lutero. Qui vi si accenna solo perché i giornali che
ne hanno parlato, non hanno
mancato di dar rilievo alla prefazione di Vittorio Subilia e all’apprezzamento che egli dimostra per l’opera del Gherardini.
Il libro è dedicato dall’autore
proprio al Subilia, riconosciuto
come maestro.
Hi *
Rievocando nel suo numero
del 1° aprile la promulgazione del
dogma della infallibilità papale,
la Repubblica ricorda come il
dogma fu approvato con scarsa
maggioranza e come « un papa
del Medioevo, Giovanni XXII,
con una bolla aveva condannato
come opera diabolica la dottrina della infallibilità del papa,
sostenuta allora da un incauto
francescano ».
Niso De Michelis
MARSALA
“L’Evangelista”
Benché fosse febbraio e nei giorni
precedenti la neve fosse caduta anche
sul Monte Enee, a Marsala il termometro segnava 30“ all’ombra a causa
dello scirocco che viene dall’Africa.
Mentre passo in auto per Capo Lilibeo (la punta estrema siciliana proprio di fronte alla Tunisia) vedo su
uno scoglio un uomo che lancia bottiglie in mare. Mi fermo e, accostatomi, riconosco in lui un membro della
Il movimento
confessante
non parteciperà
ai Kirchentag
Il movimento « Nessun altro
Evangelo », che da alcuni anni
si è costituito in Germania accusando la chiesa ufficiale di
aver tradito in vari punti (predicazione politica, tentativi di interpretazione del messaggio biblico più vicina alla sensibilità
dell’uomo di oggi, ecc.) l’insegnamento tradizionale della chiesa
quale è espresso dalle confessioni di fede tradizionali, ha preso
fermamente posizione contro la
grande assemblea del Kirchentag che ogni due anni riunisce
migliaia e migliaia di credenti
per affrontare temi di attualità
e per una riflessione comune su
ogni aspetto del lavoro delle
chiese.
In particolare lamenta che, invitando molti predicatori e oratori di tendenza « confessante »
si è acuito in maniera dolorosa
il fuorviante pluralismo. Secondo i due presidenti di « Nessun
altro Evangelo », che hanno indirizzato a questo scopo una lettera aperta alle agenzie di stam’
pa della Germania Federale, nella lista degli oratori invitati al
Kirchentag del 1979, che si terrà
a Norimberga dal 13 al 17 giugno, vi sono molti nomi che suscitano « grandi sospetti », in
particolare Ernst Käsemann e
Heinz Zahrnt considerati gli
esponenti pericolosi di una tendenza di critica radicale; Walter
Hollenweger, pericoloso perché
« esponente dell’ecumenismo gi
lechi dal mondo cristianol
a cura di BRUNO BELLION
nevrino » e Dietrich Stollberg,
«iniziatore di una cura d’anime
in dinamica di gruppo ».
Per ragioni di coscienza i due
presidenti non ritengono di poter invitare i propri aderenti a
partecipare alla grande assemblea di Norimberga.
Non comprato frutta
dal Sudafrìca
Con questo motto la Federazione delle donne evangeliche
della Repubblica Federale di
Germania ha deciso di boicottare energicamente la Repubblica
Sudafricana a causa della sua
politica razzista.
La campagna di informazione
e di sostegno a questa iniziativa
è stata molto estesa ed ha ottenuto risultati considerevoli. Non
sono tuttavia mancate le critiche e le opposizioni nette, non
solo nel campo di coloro che rifiutano un impegno così politicizzato da parte delle chiese e
degli organismi ecclesiastici. È
stato recentemente diffusa a
Francoforte sul Meno una presa di posizione del gruppo di lavoro « Cristiani per la compartecipazione invece della violenza »,
in cui si sottolinea la necessità
che ogni cristiano si adoperi alla creazione di nuovi posti di la
voro e per il mantenimento di
quelli oggi esistenti. Boicottare
i prodotti del Sudafrica, in particolare i prodotti agricoli, significherebbe inevitabilmente colpire in maniera durissima la popolazione di colore, mentre la
popolazione bianca non ne sarebbe toccata che in minima
parte. Questo significherebbe impoverire ulteriormente i ceti più
poveri della popolazione, senza
che i ricchi ne abbiano a risentire in maniera sensibile.
All’opposto, la direzione della
Chiesa Evangelica dello HessenNassau ha dichiarato che l’azione della Federazione Femminile
merita il più grande rispetto, in
quanto rappresenta un tentativo di cambiare i rapporti inumani che vigono nel Sud Africa
e una protesta capace di sensibilizzare l’opinione pubblica ai gravi problemi della continua violazione dei diritti dell’uomo in
Sud Africa.
In modo particolare la Democrazia Cristiana Tedesca si dimostra contraria a questa azione delle donne evangeliche, cui
viene rimproverato di non essere sufficientemente informate. È
stato chiesto un incontro tra i
deputati della regione e le rappresentanti del movimento femminile evangelico per chiarire
alcuni punti controversi.
chiesa valdese di Marsala, Salvatore
Garzia, il quale dice sempre: « Da
quando ho conosciuto Gesù Cristo come mio Signore e Salvatore la mia
vita è: evangelizzare >. Infatti ,« le inventa tutte » per trasmettere quella
Parola che ha ricevuto e accettato con
gioia e riconoscenza. Chi non ricorda
quando vendeva vini per corrispondenza e li spediva in tutta Italia e dentro ogni pacco, assieme ai vini, inviava porzioni delTEvangelo e trattati
evangelici?
Ora conoscendo il fratello Garzia
come persona ordinata e amante della
pulizia mi stupivo per quello che stava
facendo, per giunta in una giornata
più adatta a stare a casa che su quello scoglio battuto da un fortissimo
vento soffocante. Ma lui col suo caldo sorriso mi dice; » ma no fratello,
io non sto sporcando il mare, mi servo del mare per inviare H messaggio
deil Evangelò. Vsdi, dentro queste bottiglle (ne ho già lanciate 200) ci sono
copie degli evangeli e trattati evangelici in varie lingue ». Ne lancia una che
immediatamente viene portata al
dalle onde e continua; • Quando soffia
lo scirocco è il momento migliore per
¡1 lancio. E tu sapessi quante persone
le ricevono. Mi vuoi aiutare a lanciare
le ultime bottiglie così andiamo via
più presto? ». Terminato il lancio e tornati assieme alla mia auto chiedo:
. Come mai hai pensato a questo sistema? • .LI
« Tu sai — mi risponde — che la
Tunisia è a un tiro di schioppo da
Marsala e che il mare ha le sue correnti che dalla costa den’Afrìca arrivano in Sicilia e poi tornano Indietro.
Così ho pensato che potevo servirmi
di questa via per fare arrivare In Africa il messaggio dell’Evangelo. Con
l’aiuto del fratello Miccichè raccogliamo
ogni tipo di bottiglie a Marsala, lo
le pulisco bene, metto dentro un trattato evangelico, una cedola per l’iscrizione a un corso biblico e sigillo la
bottiglia ch'è pronta ad essere lanciata in mare. Ho saputo da pescatori
che hanno raccolto le mie bottiglie
in alto mare mentre pescavano. Altre
sono state pescate lungo la costa agrigentina, delle ìsole minori, e persino
„della Calabria.
Ma mi risulta che molte arrivano in
Tunisia e alcuni mandano la cedola per
seguire il corso biblico ».
Mi è venuta in mente la parola dell'Ecclesiaste che trasformerei In » Lancia la Parola sulle acque! ».
A. Bertolino
4
4 maggio 1979
ALL’ISTITUTO FILADELFIA DI RIVOLI
Una nuova chiave di iettura
per i’Antico Testamento
a colloquio con 1 lettori
HITLER A FUMETTI? SUL TERRORISMO
Venerdì 30/3 u. s. si è svolta
presso la nuova sala per conferenze dell’Istituto Filadelfia di
Rivoli (To), il 2" studio biblico
di una serie sull'Antico Testamento a cura del Past. Michele
Sinigaglia, professore alla Facoltà Valdese di Teologia.
La serie di studi biblici, organizzata dalla Chiesa Evangelica
Battista di Rivoli ha già riscontrato un discreto interesse nel1 ambiente evangelico torinese.
L’A. T. — infatti — con l’esclusione dei Salmi, spesso rimane
in secondo piano nell’attenzione
dei credenti, che lo considerano,
a torto, difficile e lontano rispetto all’immediatezza del Nuovo
Testamento.
Utile e stimolante è stato quindi il contributo di M. Sinigaglia,
noto specialista in questo campo, che ha saputo rendere vivi
ed attuali alcuni aspetti del messaggio contenuto negli scritti
dell’Antico Israele.
Questi sono stati i titoli degli
studi fin qui svolti:
1. Il nome di Dio nell’Antico Testamento e in Giovanni;
2. I^ conoscenza di Dio nell’Antico Testamento e in Giovanni;
3. La Parola di Dio nell’Antico
Testamento e in Giovanni.
La conoscenza
di Dio
In questo secondo studio, di
CUI sintetizzerò in grandi linee
il contenuto, il Past. Sinigaglia
na voluto dare agli ascoltatori
alcime chiavi di lettura, alcune
indicazioni sulle quali ciascuno
potrà lavorare autonomamente,
m quanto si tratta di temi molto vasti.
In primo luogo è parso utile
tare preliminarmente un discormetodo di lettura delI Antico Testamento, in quanto
bisogna guardarsi dal privilegiare alcuni testi rispetto ad altri.
Ogni testo ha infatti la sua
particolarità, corrisponde ad una
sua propria prospettiva teologica e quindi, non può mai essere
considerato un qualcosa di arido e non attualizzabile.
La Parola, infatti, si nasconde
in una forma che al lettore moderno spesso pare ostica e non
razionalmente ordinata.
Il tutto però — ha affermato
il past. Sinigaglia — non nasce
a tavolino, ma è la testimonianza di un popolo che ha sperimentato giorno dopo giorno la
guida di Dio, e che vuole annunziare la realtà di quegli avvenimenti.
Con la Bibbia non dobbiamo
avere un rapporto « libresco »,
ma un rapporto specifico che ci
pone in comunione con il Signore vivente, in Cristo; una parola
che ci indirizza a come possiamo
vivere quella vocazione che abbiamo ricevuta, con maggiore intelligenza e consapevolezza, nella nostra rispettiva situazione.
Noi liberiamo, per così dire, la
Parola dalla « lettera » per scatenarla nel nostro mondo.
Come testi esemplari sul tema
della conoscenza di Dio, il past.
Sinigaglia ha scelto Osea, Ezechiele e il Deutero-Isaia.
Osea si occupa della conoscenza di Dio in modo più specifico,
e questo tema è un po’ il legame che unisce le varie parti del
libro, apparentemente eterogenee.
Osea
La conoscenza di Dio, in Osea,
parte dal presupposto dell’infedeltà di Israele, infedeltà che il
profeta ha il coraggio di annunziare francamente. E infedeltà
significa fidanzamento/matrimonio precedente, quindi Israele è
colpevole in quanto pur avendo
conosciuto Dio, lo tradisce per
correre dietro ad altri dèi.
Si tratta di un Dio che si è
fatto conoscere nella sua assoluta fedeltà al suo patto, patto
che corrisponde ad « impegno ».
Un impegno da parte di Dio a
condurre a termine il piano di
salvezza che aveva programma
to, a cui corrisponde l’impegno
— in pratica molto debole — di
Israele. Ecco quindi che in Osea
la conoscenza di Dio si risconnella realtà di un patto che
Dio rispetta, nella manifestazione concreta di questa fedeltà.
Non si tratta quindi di una conoscenza « mistica » e soggettiva.
(Utili a questo riguardo i passi:
Os. 2: 19, 20; 4: 1, 6; 5: 3; 6: 68: 12; 13: 5).
Ezechiele
In Ezechiele, un libro di un
grande teologo, ma spesso trascurato, il concetto di conoscenza di Dio si lega a quello di giudizio, di intervento di condanna;
uri intervento che però non termina nella distruzione del popolo, ma che è in vista del ravvedimento e della nuova creazione. Nel giudizio Dio si fa conoscere anche alle nazioni nonisraelite. Quindi una conoscenza
di Dio rilevata dal suo speciale
intèrvento di giudizio e di redenzione.
(Utili in Ezechiele i brani 7:
2-4; 23: 3-5 e 37: 5 ss.).
Deutero-Isaia
Nel Deutero-Isaia troviamo invece, continua il past. Sinigaglia,
una conoscenza legata all’« io-sono », alla autorivelazione di Dio,
una conoscenza che ha in Lui
Torigine, l’iniziativa. Questa conoscenza non avviene nella « contemplazione », ma nell’attività.
nel suo agire, nel suo operare. E
poi si tratta di una conoscenza
che non riguarda mai il singolo, preso nel suo isolamento, ma
il popolo, perché è il popolo che
firma il patto ed è quindi parte
contraente in blocco.
(Utili per il Deutero-Isaia, i
passi 45: 3 e 49: 23).
Giovanni
Questi concetti finora elencati,
SI trovano elaborati nell’Evangelo secondo Giovanni. Qui abbiamo Cristo, Uomo con la U
maiuscola che è il modello, l’esemplare di relazione con Dio,
relazione continua; infatti Gesù
conosc^e il Padre, il Padre conosce Gesù, e Dio ci conosce, di
conse^enza, nella realtà viva e
tangibile di Gesù noi conosciamo il Padre. Gesù che è impegno di Dio, giudizio e salvezza da
parte di Dio, attività redentrice
di Dio. Gesù è la realizzazione
ultima della conoscenza — pratica! — di Dio ed è in stretta relazione e continuità col messaggio dell’Antico Testamento.
(A questo riguardo tutto l’Evangelo di Giovanni è rilevante,
ma basta ricordare per es. il capitolo 10 e il capitolo 17).
Lo studio biblico del pastore
Sinigaglia è stato dunque un’occasione importante per addentrarci meglio nel messaggio concreto della Bibbia, e ringraziamo
il past. Sinigaglia per questo suo
importante ministerio.
Paolo Castellina
Ho seguito con interesse la polemica sul Vietnam, polemica a volte
attenuata e a volte Inasprita, e ho
constatato con rammarico che la controversia è degenerata in una disputa
poco serena e fraterna.
Non è mia intenzione però di interferire in quelle accuse e contro accuse, ma vorrei soffermarmi su una
frase che l’articolista di Genova (Eco
delle Valli valdesi n. t1 del 16 corr.
mese) ha espresso in merito al l’argomento.
La frase che mi ha colpito, e che
si riferisce alla guerra nel Vietnam
è la seguente: « ...dagli americani che
vi hanno seminato morte e distruzioni
apocalittiche, nei confronti delle quali
quelle di Hitler possono qualificarsi
romanzi a fumetti ».
Non m’indugerò sulle colpe degli
americani, del resto anche da loro
riconosciute, e che saranno una macchia nera per la storia della loro nazione, ma sono stato scosso nell’udire che le barbariche imprese dei nazisti, siano considerate dall’articolista
« romanzi a fumetti ».
Noi tutti sappiamo che la seconda
guerra mondiale scatenata da Hitler
ha provocato la morte di circa 20 milioni di persone, fra militari e civili;
e che dire dei milioni di ebrei e di
altri appartenenti a tutte le nazioni
europee, sterminate nei lager con i
mezzi che fanno rabbrividire e che è
inutile descrivere. Se poi ricordiamo
la mostruosa legge razziale per cui
chi non apparteneva alla pura razza
ariana doveva essere eliminato (ebrei)
e le altre razze ridotte in schiavitù,
come si può considerare il fenomeno
nazista quale « romanzo a fumetti »?
Sono stato spinto a scrivere queste
righe, perché anche altri lettori sono
stati conturbati leggendo tale affermazione, mentre preciso che questo mio
scritto non ha nessuna attinenza con la
polemica oggetto del n. 14 dell’« Eco »,
ma si riferisce esclusivamente all’inciso di cui sopra.
B. Grill, Pinerolo
Signor Direttore
È da tempo che avevo deciso di inviare alla Dir. della « Luce », queste
poche righe per cercare di chiarire il
concetto della violenza: qual è la più
pericolosa per l’uomo pacifico? Quella
nera o quella rossa?
Faccio parte da sempre della lega
contro la violenza, ritenendola indegna
di un vero cristiano! Ho deciso di immunizzarmi da ideologie politiche che
chiedono di più del voto elettorale.
Da oltre 50 anni sono abbonato a
questo onesto e coraggioso giornale
che difendo. Sto compiendo gli 80 anni di età. Questo stato di servizio mi
dovrebbe mettere al riparo dal sospetto di partigianeria. Per me, cari fratelli, i terroristi sono e rimangono terroristi; gente ohe vuole impaurire e
spargere il terrore. L’etichetta nera o
rossa non conta, quello che conta
sono i fatti che parlano di distruzione
e di morti; e di queste atrocità, un
popolo che si dice civile, dovrebbe
vergognarsi! Sono minoranze incoscienti e furiose da compiangere e da isolare.
Volendo andare alla radice del male, debbo aggiungere che la violenza
di destra, la nostra popolazione l'ha
già subita in passato e perciò la
teme maggiormente. Ma siccome noi
italiani siamo sempre gli stessi, attualmente le violenze pendono negativamente dalla parte rossa, anche perché il partito comunista non ne smentisce mai la connivenza! Anche quando le violenze e gli attentati, vengono sigiati con la marca comunista.
Come sarebbe bello per noi Cristian' stare alla larga da questa gente
esagitata e provocatoria, ed arroccarci
nella realtà dell’Evangelo, che non ha
bisogno di surrogati politici per risolvere i problemi della fame, della casa
e della giustizia.
Fraterni saluti.
Sellar! Guglielmo, Torino
ATTUALITÀ’ DI UN DIBATTITO STORICO
Ma il capitalismo
rha inventato Calvino?
Nel n. 12 de « La Luce », Niso
De Michelis riferisce su articoli
giornalistici che riecheggiano la
vecchia tesi relativa al rapporto
diretto tra Calvinismo e Capitalismo. Più di una volta abbiamo dovuto rilevare il carattere
provincialistico di certa cultura
« laica », specie giornalistica,
quando affronta problemi teologici, soprattutto in riferimento
al protestantesimo. Più meravigliati però restiamo quando la
cultura « laica » è impersonata
in un uomo, studioso di alta preparazione culturale, come Luigi
Firpo, di cui molto opportunamente Franco Giampiccoli mette
ironicamente in evidenza uno
« scivolone » a proposito del celibato ecclesiastico (vedi sul medesimo numero de « La Luce »:
I « cattivi pensieri » di un laico).
Ma, tornando all’articolo di
De Michelis, egli dice che sarebbe «interessante che qualcuno
si decidesse a rivedere le note
tesi del Weber ecc. ».
Ebbene, questo è già stato fatto, e da lungo tempo, anche se in
Italia lavori che combattono in
modo documentato le tesi del
Weber sono scarsi.
Forse perché in questi ultimi
anni si è preferito dedicare studi a Lutero (ed alcuni, di parte
cattolica, pregevolissimi), al quale finalmente si rende giustizia
quando si afferma che la sua
« protesta » non è stata determinata solo dal suo desiderio
di combattere taluni « abusi »
della prassi cattolica, e meno che
mai da volontà... matrimoniale.
Saremo maligni, ma temiamo
che questa rivalutazione del pensiero luterano, cui contrasta un
pressoché assoluto silenzio su
Calvino, sia determinato dalla
speranza che, scoprendo e mettendo in risalto un certo «criptocattolicesimo » in Lutero, si potranno recuperare larghe fasce
del luteranesimo tedesco e specialmente americano, affascina
te inizialmente da papa Giovanni XXIII, e poi pronte ad un
ecumenismo superficiale che rifiuta di mettere in evidenza
l’essenziale che ci divide dal cattolicesimo; Ma Calvino è assolutamente irrecuperabile! Del
resto, anche Max Weber, nella
sua famosa opera (ormai invecchiata, perché è stata pubblicata per la prima volta nel 19041905, ed è giunta in Italia solo
nel 1965, edita da Sansoni, Firenze) L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, rileva che
« a ragione il cattolicesimo, da
allora fino al presente, ha considerato il calvinismo come il
suo vero avversario... se è vero
che la Riforma non sarebbe immaginabile senza lo svolgimento
religioso, del tutto personale, di
Lutero... non è men vero che
senza il calvinismo la sua opera
sarebbe non durata a lungo nella sua efficacia esterna» (op.
cit. p. 158).
Tralasciando il problema dell’etica calvinista, perché si tratta
di un’altra questione (ed è questa che ha fortemente influenzato i paesi dove la Riforma è riuscita a stabilirsi in modo duraturo, determinando un diverso
« costume » a livello individuale
e collettivo), riguardo al fatto
di considerare Calvino come
« padre » (almeno potenziale)
del capitalismo, rileviamo semplicemente che M. Weber ha studiato il calvinismo dei due secoli successivi, e cioè il puritanesimo inglese del ’600 traendo
la sua documentazione in particolare dalle opere di Richard
Baxter, predicatore famoso e
contemporaneo di Cromwell; e
poi il puritanesimo del ’700 illustrando la sua teoria con esempi tratti specialmente dagli scritti dell’americano Beniamino
Franklin. Ora questi era sì protestante, ma la sua « rappresentatività protestante » (come il
Weber è costretto a riconosce
re) era secolarizzata e la sua
concezione della vita era in buona parte un frutto dell’illuminismo. Con questa riserva, la tesi
del Weber perde ogni credito.
Il lavoro
come vocazione
Siamo d’accordo con lui sul
fatto che la Riforma ha insistito sul concetto che il lavoro anche manuale è una « vocazione »
al servizio. Tuttavia, ci sarebbe
facile mettere in evidenza come
questa concezione sia in Calvino
più dinamica che in Lutero, che
insisteva molto sulla vocazione
« in conditione ». Per chi desiderasse maggiore informazione, diciamo che di questa questione
si è esaurientemente occupato il
Pastore André Biéler con l’opera fondamentale La pensée economique et sociale de Calvin.
Peccato che non è stata tradotta; tuttavia i lettori de «La Luce»
potranno consultare con vantaggio (e fare conoscere ai loro
amici cattolici male informati,
laici o no), l’opera minore del
medesimo Autore, edita dalla
Claudiana, Torino 1964, Piccola
Collana Moderna; porta il titolo:
L’umanesimo sociale di Calvino
ed ha una breve presentazione
di W. A. Visser ’t Hooft.
Segnaliamo inoltre il pregevole lavoro di Kurt Samuelsson,
pubblicato la prima volta in edizione svedese nel 1957. La seconda edizione è del 1964, ed è
questa che, col titolo Economia
e religione, è stata pubblicata in
italiano nel 1973 dall’Editore Armando Armando. Diciamo solo
che l’A. demolisce la tesi del
Weber che nei principi etici del
protestantesimo vada ricercata
la causa del progresso economico caratteristico dell’Europa settentrionale a partire dal XVII
secolo.
E non dobbiamo dimenticare
10 scritto di Mario Miegge: Il
protestante nella storia; Claudiana, Torino 1970. Vedere soprattutto, nella seconda parte,
11 capitolo I: Etica protestante e
razionalità capitalista; ed il capitolo II: I limiti della interpretazione di Max Weber.
Potrà forse interessare i lettori de « La Luce » il fatto che in
questi ultimi anni, presso l’Università di Bari, alla Facoltà di
lettere e filosofia, sono state presentate tesi di laurea che denotano un certo risveglio d’interesse nei confronti del pensiero di
Calvino. Una di queste, appunto,
tratta il problema de L’etica
economica in Giovanni Calvino,
riferendosi anche (e contestandole) alle tesi di Max Weber.
Abbiamo scritto queste rapide
osservazioni, perché purtroppo
anche in larghi settori dell’evangelismo italiano sembra acquisita questa idea sbagliata di uno
stretto rapporto tra calvinismo
e capitalismo; gli uni Faccettano per approvarlo, gli altri per
denigrarlo, attribuendo a Calvino gli errori e gli orrori della
società capitalista.
Enrico Corsani
Novità Claudiana
Nella collana « Attualità » ;
n. 80: Franco GIRARDET, Si può educare alla fede? (L. 300)
— L’esperienza concreta delle Scuole domenicali,
n. 81: Giorgio SPINI, Attualità della Riforma (L. 500)
— Dopo il crollo dei miti è il momento di riscoprire
cosa vuol dire essere protestanti oggi.
CLAUDIANA - Via Pr. Tommaso, 1 - 10125 Torino
c.c.p. 2/21641
5
4 maggio 1979
UN DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE «FEDE E COSTITUZIONE» DEL CONSIGLIO ECUMENICO
Speranza e dovere cristiani
in un mondo scientifico
Dal 12 al 24 luglio avrà luogo a Boston la Conferenza organizzata dal dipartimento «Fede e Costituzione» sul tema FEDE, SCIENZA E AVVENIRE.
Fra 1 contributi preparati per tale dibattito da parte
di gruppi e dipartimenti del CEC, presentiamo qui, in
parte riassunto, quello della commissione «Fede e
Costituzione» redatto nel 1978 a Bangalore (India).
Scienziati e cristiani
Il mondo in cui viviamo è largamente
dominato dalla scienza e dalla tecnologia.
Per i cristiani, chiamati dalla loro fede
ad attuare un servizio in questo mondo,
si tratta di cercare quali elementi positivi la loro tradizione offre a questa civiltà
tecnica in espansione. Nel passato il contributo dei cristiani allo sviluppo della
scienza e della tecnica è stato cospicuo,
ma anche complesso tanto da dare adito
a giudizi contradditori da parte degli storici. Da una parte scienza e tecnica hanno avuto vita e sviluppo in seno alla cosiddetta civiltà cristiana e, apparentemente sono state favorite dal cristianesimo.
Per la dottrina cristiana, la natura non
ha carattere sacro, è oggetto e non soggetto. D’altra parte come opera di Dio,
lo studio di essa è opera di pietà. La scolastica medievale con la sua fede in un
Dio razionale, ha promosso l’idea dell’ordine, della comprensione della natura e
pertanto della sua esplorazione scientifica.
D’altro canto non dappertutto dove il
cristianesimo si è esteso, bensì soltanto
in occidente e dopo un millennio è apparsa una cultura scientifica, e hanno verosimilrnente concorso al suo sorgere anche altri fattori come le invasioni barbariche, gli scambi commerciali con il medio oriente e il caso. Comunque la Chiesa non ha propriamente favorito la libertà della ricerca scientifica, mentre l’apparire dopo il 17° secolo di movimenti e filosofie tendenti alla secolarizzazione ha
gradualmente dato luogo a una cultura
scientifica staccata dal cristianesimo e
dal suo influsso.
Fatti questi rilievi sulle condizioni incerte delle reciproche relazioni fra cristianesimo e spirito scientifico, il documento rileva che non si può dire del cristianesimo che esso sia la causa diretta
del depauperamento della natura per opera di una tecnologia imprudente e trascurata, ma che c’è stato però un suo contributo ambiguo al riguardo. Quest’analisi del passato ha però un valore relativo, L’importante è « affermare che la presenza della scienza e della tecnica in questo mondo è un bene per l’umanità ».
L’idea contraria è soltanto romantica.
I cristiani possono svolgere un’azione
positiva se si rendono conto che scienziati e tecnici «non sono né demoni, né salvatori, né agenti distruttori né creatori
di utopie ». Ogni atteggiamento estremistico in questa materia può soltanto provocare paura e delusione. Per creare una
migliore atmosfera cristiani e scienziati
dovrebbero « rinunciare al trionfalismo
che ha avvelenato il loro passato... con la
pretesa di saperne anche troppo e di poter spiegare definitivamente tutta la
realtà ».
Creazione e finalità
Su questo argomento è evidente il divario fra teologi cristiani e scienziati. Asse di tutto è per i primi la vita, la morte
e la resurrezione di Gesù Cristo. In questo evento Dio si rivela con la Sua potenza cioè come Creatore. Analogamente
gh Ebrei dall’evento dell’Esodo, al quale
Dio li ha chiamati, hanno tratto l’idea della unicità e della potenza di Dio, del Creatore, imrnaginando per esprimere questo
concetto il racconto della creazione.
Gli scienziati per contro partono dalla
osservazione di quello che accade nel
mondo, cercandovi un concatenamento
che può talora condurli a esprimere proposizioni di teologia naturale.
In questi ultimi anni si è sentito dire
che non c’è vero conflitto fra concetto
teologico e scientifico della creazione. In
realtà si tratta di due concetti diversi.
Gli scienziati parlano delle leggi della materia e dell’energia, i teologi del senso dell’esistenza. Si può pensare che se gli uni
e gli altri tentassero di avere una visione
globale del mondo, esisterebbe fra di loro la possibilità di un dialogo proficuo.
Al riguardo ecco alcuni punti di contatto.
Nell’idea di molti cristiani, la creazione
implica il principio dell’universo in un
dato momento del tempo. La teoria del
grande cataclisma iniziale ha soddisfatto
la loro pietà perché in questa spiegazione delle origini del mondo essi hanno
trovato una conferma della loro teologia.
Ma gli scienziati ci ricordano che il tempo non è che un aspetto della creazione;
c’è anche lo spazio, l’energia e la materia. Pensare alla creazione nel tempo, a
un momento dato, non ha senso. La creazione è un concetto molto più radicale e
profondo. Neiraffermare questo, la scienza pone dei limiti salutari al linguaggio
religioso e pesa, come l’ha sempre fatto
nel corso della storia, sul modo nel quale
i credenti si appropriano del messaggio
cristiano.
^centi ricerche hanno permesso agli
scienziati di costruire una visione notevolmente completa dello sviluppo cosmico, dalle particelle iniziali fino all’homo
sapiens dotato di coscienza, passando
dalla comparsa della materia organica.
Ne nasce l’immagine di un processo continuo in cui dalle cellule semplici derivano forme diverse e più complesse... La
morte e la distruzione occupano un grande spazio in questo processo, ma la scienza tende a meravigliarsi di questa vita
nuova che scaturisce continuamente dalla morte. Si ha l’impressione generale di
una fecondità, di una potenza infinita di
creazione, cioè di una creazione continua.
Per gli scienziati di spirito teologico questo processo può ravvicinarsi all’idea che
la dottrina cristiana tenta di esprimere
descrivendo Dio come sostegno e salvatore del mondo. Essi non pretendono di
fare derivare la dottrina dalla scienza ma
prendere dalla scienza dei lumi per intendere la dottrina.
Se questo processo cosmico continuo
abbia una finalità, lo scienziato non se lo
domanda. È vero che ci sono in biologia
dei fenomeni che sembrano avere un fine, ma non per questo chiedono una spiegazione. L’evoluzione dell’universo non
esprime direttamente per la scienza una
finalità, ma ci sono dei dati la cui interpretazione può portare alla conclusione
che una finalità esiste : è una questione
di scelta. Il caso, il comportamento cieco
delle microparticelle non escludono questa interpretazione dato che a quel livello spesso Si riproducono gli stessi fenomeni.
Il teologo vede nella finalità un’idea
centrale e trae la sua convinzione dalla
storia degli atti divini e non dall’osservazione della natura. Si tratta di una proposta antropbcentrica centrata sul destino
dell’uomo e non sulla storia del cosmo.
Sarebbe pericoloso per la teologia derivare il suo concetto del piano divino dalle scoperte della scienza perché la natura potrebbe contenere una sua propria
finalità innata così, come, per dare un
esempio classico, la quercia è la finalità
della ghianda che la contiene. Questa
idea non ha valore per l’uomo che agisce per uno scopo, per una finalità. Nella misura in cui dà un senso alla nostra
vita, la finalità fa parte del concetto teologico per cui possiamo prevedere il nostro avvenire e il giorno in cui dovremo
render conto della nostra vita al Dio della storia.
Di fronte a questi diversi concetti di
finalità, il cristiano, osservando l’evoluzione del cosmo e rilevando in particolare la comparsa della persona cosciente e
capace di rispondere all’appello di Dio vi
può trovare conferma di quanto la fede
gli ha insegnato. Certo questo universo
contingente un giorno scomparirà e con
esso il tempo. Ma la sua evoluzione verso forme sempre più elevate possono incoraggiare il cristiano che legge la storia
di questo universo ad affidarsi alla divina provvidenza per dare un senSo alla
sua vita.
Natura e speranza
Anche la natura è giudicata diversamente da scienza e fede. Per la scienza
essa è amorale, è un dato di fatto. Per
certa teologia, essa è decaduta. Ovviarnente non si tratta di una decadenza derivata dal peccato, ma piuttosto dalla ambivalenza della natura: essa dà vita e uccide. Maremoti e microbi sono un male
naturale, certo distinto dal male morale
di cui gli uomini sono responsabili. Ricordando che la scienza considera la natura amorale dobbiamo evitare di responsabilizzarla. Il che non significa che Dio
non abbia un piano per la natura. Ma
non lo conosciamo e la nostra responsabilità riguarda soltanto la relazione fra
la natura e gli uomini di oggi e di domani.
Il problema del male naturale tuttavia
rimane e non lo si risolve con una interpretazione umana di eventi amorali. Di
fronte alla morte e alla caducità della natura, a cui partecipiamo, il problema diventa acuto. In natura dalla morte sgorga la vita, ma per l’uomo la morte è un
affronto alla vita. Non l’accettiamo e non
dobbiamo accettarla, perché abbiamo una
coscienza che ci permette di aver presente la nostra morte, di farne un rito e d’aspirare a trascenderla. Essa offende la
nostra natura di esseri umani. Non sorprende che la fede cristiana tradizionale
abbia posto un legame fra il peccato e la
morte pur sapendo che il male sorpassa
il male morale. Nemmeno sorprende che
l’idea di nuova creazione includa la conquista della morte — pur restando ancora misterioso come ciò possa avvenire —
e il passaggio a esistenza diversa che gli
scienziati ignorano ma che è testimoniata dalla fede.
Si giunge COSÌ! al problema della speranza che è il tema della conferenza da
cui procede questo rapporto. Teologicamente la nostra speranza poggia sulla risurrezione, sulla nuova creazione inaugurata da Dio in Gesù Cristo, su ciò che
Dio ha già compiuto attraverso il Cristo.
Mentre penetra nelle nostre vite per trasformarle l’opera divina, ancora incompiuta, aspetta il suo compimento... La
nostra speranza su tale opera poggia in
pari tempo su una realtà e su una previsione.
Rispetto al presente, la nuova era segnerà una completa rottura e non può
essere pensata come un paradiso terrestre. Qui la scienza, con la certezza della scomparsa finale della terra e la morte dell’universo può. fornire alla teologìa
elementi d’informazione atti a porre limiti precisi alle nostre speculazioni sul
futuro regno di Dio. Sappiamo solo che
conosceremo la sua presenza in un modo
che oggi non sappiamo immaginare.
L’umano e il naturale
Parlando della morte si è visto che l’uomo si distingue dal resto della natura, ha
qualche cosa di più che per i cristiani è
lo spirito. Non è solo una diversità ma
una superiorità che ne fa una persona
capace di dialogare con Dio e che in Cristo può diventare l’uomo nuovo della
nuova era.
La scienza ha dato un contributo notevole a questa antropologia teologica mostrando come attraverso il processo evolutivo da forme semplici di vita sono derivate forme complesse e superiori dotate di nuove capacità, come dalla materia
inorganica è derivata l’organica e da questa l’homo sapiens, dotato di coscienza e
intieramente diverso dal resto della creazione.
Inoltre l’uomo ha preso coscienza di
questa evoluzione e della possibilità d’intervenire in essa attraverso l’ambiente, la
manipolazione dei geni o gl’innesti, ciò
che mostra una aspirazione generale a
una nuova umanità e soprattutto la speranza che dia luogo ad esseri capaci di
trasformare l’evoluzione in storia. A questa storia si rivolge la fede cristiana.
Senza attribuire unicamente all’uomo
tale capacità, è da rilevare che la libertà
di decisione dell’uomo e il suo potere
sulla natura ne fanno, secondo alcuni teologi, un creatore con Dio anche se questo può apparire peccato d’orgoglio. Ma
nell’ottica della responsabilità, attraverso
Dio, verso il prossimo, l’uonlo è chiamato
ad essere mandatario di Dio nella sua
capacità creativa. Teologicamente lo
scienziato e il tecnico potrebbero apparire voluti dalla provvidenza per la ricerca, la scoperta e la'creazione.
Il dibattito sul carattere unico della
persona umana mette in rilievo il pericolo di contenere questo essere emergente
a livelli inferiori e più semplici.
La teologia potrebbe avere qui da dire
la sua parola per sottolineare che l’uomo
è un essere molteplice e questa molteplicità non va persa di vista. È falso e pericoloso descrivere l’evoluzione unicamente in termini materialistici e deterministi.
Bisogna difendere la irriducibilità della
personalità umana a quei livelli. Se vi sono discipline più semplici, come la chimica o la fisica che tendono più facilmente a spiegare con sistemi globali il com
« Discepolato nell'era nucleare », motto e
immagine per la Conferenza su « Fede
Scienza e Avvenire ».
portamento umano, ve ne sono altre più
complesse, come la biologia che, in nome
della logica, insorgono contro quelle pretese.
Società tecnologica;
speranza e avvenire
Qualsiasi discorso cristiano sull’uomo
deve anche affrontare il problema dell’impiego della scienza e della tecnologia.
Certo dobbiamo pensare realisticamente
che prima dell’avvento della nuova era
dobbiamo attraversare un periodo transitorio in cui, pur manifestandosi l’amore
divino, l’uomo rimane peccatore. Pertanto gli uomini continueranno a servirsi
della scienza e della tecnologia nel proprio egoistico interesse. Ma l’etica cristiana vuole che queU’enorme potere sia disciplinato al bene dell’umanità e non destinato alla soddisfazione di avidità particolari o ad incrementare la guerra.
È possibile sperare in questo orientamento? La nuova era, in cui Dio trasforma la nostra vita e ci libera dal peccato,
è già intatto. Possiamo almeno agire, e
non si tratta solo di una possibilità futura, ma di una realtà presente che evoca la
prospettiva dell’unità deH’umanità, la mutua responsabilità, una situazione in cui
tutti partecipano dei benefici della scienza e della tecnica e prendono parte alle
decisioni sul loro impiego.
Questa è la dimensione cristiana che
noi portiamo nel dibattito pubblico sull’orientamento della società tecnologica.
Certo la scienza e la tecnica hanno apportato all’uomo enormi benefici. Ma l’enorme potenza di cui dispongono è solo
potenzialmente libera, ma effettivamente
soggetta a sistemi economici e politici
che la usano per i propri fini nefasti.
Intanto non sono gli scienziati che decidono l’impiego della tecnologia, ma le
istituzioni politiche e commerciali che
apportano i capitali. Secondo i ricercatori, tali decisioni sono frutto di cattiva
informazione, di speranze o paure irrazionali. Comunque per evitare l’elitismo
e la presa delle decisioni da parte di quelli che sanno anche per quelli che non
sanno si deve pensare a qualche forma
di controllo. Per questo i cristiani, se vogliono far sentire la loro voce a favore
degli uomini, devono appoggiare quei movimenti già esìstenti in taluni paesi, che
si battono per ottenere che il pubblico sì
pronunci sull’impiego delle nuove tecniche.
Bisogna ammettere che c’è molta gente
che non crede che scienza e tecnica possano essere destinate al bene dell’uomo.
C’è chi dice che la tecnologia falsa automaticamente i ritmi biologici naturali,
che con l’inevitabile aumento dello sfruttamento delle risorse naturali provocherà un disastro, che modificando le strutture sociali con lo sviluppo incontrollato
dell’urbanesimo estende e non combatte
la povertà. C’è chi dice che la tecnologia
esige dall’uomo un senso di responsabilità ch’egli non possiede. Perciò tanti pensano che la tecnologia sia una fatalità. E
c’è ancora chi aggiunge che certi esperimenti sono in se stessi da disapprovare,
e questo tipo di esperimenti ha già infatti sollevato l’attenzione di molti.
In contrasto con queste analisi negative e fataliste, questo rapporto ha scelto
di difendere l’aspetto positivo della tecnologia scientifica e di mettere in evidenza le possibilità ch’essa può offrire
per lo sviluppo dell’umanità. Non bisogna certo essere troppo ottimisti, e pensare che ci siano risultati garantiti. Tuttavia, tornando al tema fin qui sviluppato si può affermare che la speranza cristiana nell’essere nuovo che deve venire
è anche Una realtà attuale, una trasformazione che ci permette in una certa misura di trascendere il nostro io egoista
(continua a pag. 8)
6
4 maggio 1979
cronaca delle valli
COMUNITÀ’ M. CHISONE E GERMANASCA
Nuovo organo per
la partecipazione
Si prepara l’organizzazione delTUnità Locale
del Servizi sanitari - Assemblee per le elezioni
og|i e domani
CiCLO DI STUDI A PINEROLO
Confronto europeo
Nell’indire le sei assemblee
per reiezione dei rappresentanti
degli utenti nel Comitato di partecipazione (mediante l’avviso riportato in questa pagina), gli
assessori Blanc (Sanità) e Jahier (Servizi sociali) hanno diffuso per la Comunità montana
un volantino esplicativo che chiarisce da un lato lo sfondo e la
prospettiva della Riforma sanitaria sul piano locale, dall’altro
la composizione e le funzioni del
Comitato di partecipazione.
Nell’ambito della Riforma sanitaria (che è stata approvata
ma la cui attuazione spetta ora
alle Regioni e agli Enti locali),
la Regione Piemonte « ha già
messo in moto iniziative dirette
a costruire dal basso, anticipandolo, il nuovo servizio sanitario ».
In base alla suddivisione del
territorio in 76 Unità Locali dei
Servizi sanitari (ULS), quella
che coincide con il territorio della Comunità montana Valli elusone e Germanasca, è l’ULS
n. 42.
L’ULS rappresenta « l’uniflcazione sul territorio di tutti i servizi sanitari, sociali, assistenziali sotto un imico momento di governo ». Si attua cosìi un significativo passo avanti nella realizzazione delle autonomie e del
decentramento dei poteri agli
Enti locali prevista dalla Costituzione, e cresce perciò la responsabilità di comuni e comunità montane.
In questo contesto il Comitato di partecipazione, previsto
dalla legge accanto all’Assemblea e al Comitato di gestione
(per rULS 42 rispettivamente il
Consiglio e la Giunta esecutiva
della Comunità montana), costituisce una grossa occasione per
la cittadinanza di dare il proprio
contributo alla programmazione
e al controllo dei programmi
inerenti i servizi sanitari e socioassistenziali. Il Comitato di partecipazione, che ha funzioni consultive e il cui regolamento dovrà essere successivamente predisposto in accordo con la Giunta esecutiva, sarà composto dai
seguenti membri:
3 rappr. delle organizzazioni sindacali CGIL - CISL - UIL ;
1 rappr. del personale dell’Ospedale valdese di Pomaretto;
1 rappr. del personale dell’Ospedale di Pra Catinai;
3 rappr. designate dalla Consulta Femminile;
1 rappr. dei medici mutualistici
operanti sul territorio;
1 rappr. dei medici ospedalieri
operanti sul territorio;
7 rappr. degli utenti, eletti mediante pubbliche assemblee.
Partecipazione,
perché?
Val la pena di riportare quanto dice il volantino in risposta a
questa domanda : « Perché le decisioni rispettino la volontà del
la cittadinanza, perché cresca
fra la popolazione la coscienza
del proprio diritto alla salute,
perché la gente possa esprimere
i propri bisogni, perché i servizi non divengano mai più centri
per giochi clientelari, perché soltanto con la partecipazione si
può fare educazione sanitaria e
prevenzione... ». Ognuna di queste affermazioni è un programma denso di prospettive ma anche di difficoltà e di lavoro. Perché la partecipazione non resti
un sogno è necessaria... la partecipazione. E speriamo che non
sia solo un gioco di parole.
• POMARETTO: Venerdì 4 maggio,
ore 20.30 presso il Convitto valdese:
«L'agricoltura montana in una prospettiva europea. Quali possibilità di sviluppo? Relatore dell’incontro, organizzato dal C.E.S.P. di Pinerolo, il prof.
Giovanni Mottura, docente di Economia
all’Università di Modena.
• TORRE PELLICE: Sabato 5 maggio, ore 9-18, Salone comunale, viale
Rimembranza 9: Giornata di studio
organizzata dal Distretto scolastico e
dalla Comunità Montana Val Pellice
sulla formazione professionale. Mattino: introduzioni e comunicazioni, relazione della dott.ssa Laura Marchiare,
consigliere regionale. Pomeriggio: 5
gruppi di lavoro su: raccordo media inferiore e superiore; media superiore istruzione professionale; contenuti della media superiore riformata; orientamento scolastico e professionale; ruolo dell’insegnante. Programma completo e iscrizioni presso la Comunità
Montana, tei. 91514, 91836.
Che è mai questa Europa per
la cui unione andremo a votare?
Chi la vuole unita? Chi ha già
pensato, nei secoli addietro, all’unione europea? Quali sono le
maggiori differenze in campo sociale ed economico tra paese e
paese in Europa?
Queste alcune domande cui
un ciclo di conferenze organizzate dall’Istituto Magistrale
« Rayneri » di Pinerolo nel mese
di aprile tenta di dare una risposta. Hanno già parlato il prof.
Gian Mario Bravo (« Dai nazionalismi all’idea di Europa »); il
prof. Alberto Cabella (« I movimenti europeistici »); il prof.
Remo Fornaca (« Sistemi scolastici nei paesi europei »).
Il prof. Bravo ha fatto una
panoramica storica esaminando
le idee ed i personaggi che avevano tentato (per lo più con le
LA CIVILE PROTESTA DEI RORENGHI CONTRO I TIRI MILITARI
Si smetta di
la montagna
Due volte l’anno, a giugno e a
settembre, l’artiglieria militare
viene ad effettuare i tiri al bersaglio nel poligono del Monte
Cavallo. A parte alcune proteste fatte dopo l’alluvione (e che
non hanno ottenuto alcuna risposta), nessuno si è mai interessato del grande disagio a cui
sono soggette, da 20 anni, numerose famiglie che sono costrette
a sgomberare la zona degli alpeggi circostanti, con compensi
ridicoli. Nel giugno del 1977 abbiamo letto sull’Eco delle Valli
im articolo del pastore E. Genre
che sollevava il problema; per
noi è stata una lieta sorpresa,
finalmente qualcuno capiva i nostri problemi. Ma i tiri al bersaglio sono continuati...
Rispetto ad un tempo bisogna
dire che le cose sono cambiate:
mentre una volta bisognava
scendere fino alle Fornaci, a Ca’
di massa o alla Colonia, adesso
è sufficiente sgomberare fino al
Bric o Punta Fin. Qualcuno di
noi ricorda di aver dovuto sgomberare per 10-12 giorni, talvolta
fino alle 21. Allora non c’erano
le macchine ed occorreva sgombrare con tutte le bestie a motivo delle bombe che cadevano anche vicino alle stalle e alle case;
per chi aveva bambini o persone anziane il disagio era enorme. Bisognava veramente amare
le proprie montagne e trovarsi
nella necessità di dover salire
agli alpeggi per ritornare a ripetere la stessa logorante esperienza! Senza parlare delle conseguenze che tutto ciò comportava per le bestie: se le lasciavi
nella stalla, a tuo rischio e pericolo, potevano soffrire la sete e
se poi per aver troppo bevuto
abortivano nessuno ti aiutava.
distruggere
che ci dà il
pane
Avviso
COMUNITÀ’ MONTANA VALU CHISONE E GERMANASCA
Unità Locale dei Servizi n. 42
Per l’elezione dei rappresentanti degli utenti nel Comitato di Partecipazione dell’Unità Locale dei Servizi, sono convocate 6 Assemblee pubbliche.
Sono Invitati ad intervenire gli abitanti di
Porte, Pramoilo e S. Germano a S. Germano, presso Municipio, giovedì
10 maggio ore 20.30;
Vfllar Perosa a ViHar Porosa, Sala Associazioni, via Asiago 5, venerdì
11 maggio ore 20.30;
Inverso Rinasca e Rinasca a Rinasca, Scuole elementari del Capoluogo,
giovedì 17 maggio ore 20.30;
Pomaretto e Perosa a Perosa Argentina, presso Municipio, sabato 12
maggio ore 15;
Prali, Salza, Massello e Perrero a Perrero, presso Municipio, giovedì 10
maggio ore 20.30;
Roure, Usseaux, Pragelato e Fenestrelle a Fenestrelle, Salone Comunale,
venerdì 18 maggio ore 20.30.
Possono partecipare alla votazione 1 cittadini maggiorenni residenti
nei Comuni, secondo l’ordine sopra indicato. Si prega pertanto di portare
un documento di riconoscimento.
L'Assessore alla Sanità L’Assessore ai Servizi Sociali
inserzione
Mucche
al pascolo
nell'alpe
della Pala
Quando poi non le si poteva
mungere al momento giusto, calavano di molto il latte e il danno era sempre dalla stessa parte. L’indennizzo per il bestiame
che si deve sgomberare è una
cosa ridicola : talvolta bisogna
addirittura contrattare con l’autorità militare per prendere quei
quattro soldi... È veramente umiliante.
Al giorno d’oggi le famiglie di
Rorà che devono sgomberare
non sono molte; è forse anche
per questo che nessuno si fa
preoccupazioni; soprattutto non
protestano coloro che lavorano
nelle cave di pietra perché loro
sono ben pagati e quei giorni
nessuno dimentica di farsi fare
il buono; arrivano tutti, anche
quelli che di solito non ci sono
a lavorare e soprattutto arrivano tutti i camion ed i mezzi meccanici che servono per prendere
più soldi. In ogni modo i capi di
bestiame che devono sgomberare sono tra Pian Frollerò e l’Alpe della Palà all’incirca questi:
200 mucche e 500 pecore.
Ma vorremmo anche ricordare un altro aspetto del problema. Nella zona del monte Frioland, una volta esisteva una fiora ed una fauna: numerose varietà di fiori e anche camosci,
marmotte, uccelli vari. Oggi il
paesaggio è in buona parte distrutto: trovi delle buche profonde circa mezzo metro per un
raggio di due e un po’ dappertutto schegge di dimensioni diverse. È capitato più d’una volta di aver trovato anche delle
bombe inesplose. Ora noi ci chiediamo : da diversi anni la Comunità Montana ha cercato di risanare gli alpeggi, cercando di
aiutare gli allevatori e i pastori
che vivono tutto il periodo estivo negli alpeggi, ora c’è anche
un progetto di riadattare l’alpe
del Vandalino, ecc. Noi condividiamo queste scelte, ma vorremmo anche che si intervenisse per
porre fine a queste esercitazioni
militari sui nostri alpeggi, perché possiamo lavorare in pace
senza dover subire ancora oltre
a tutte le fatiche anche quella
dello sgombero. Che si smetta
di distruggere questa montagna
da cui ricaviamo il nostro lavoro.
E ci permettiamo di fare una
proposta: parlarne a tutti quelli
che si trovano nella nostra situazione, a Villar Pellice, a Bobbio Pellice, a Bagnolo Piemonte,
in modo da unire la protesta.. E
se poi le autorità militari non
vorranno ascoltarci i sindaci dei
comuni interessati possono sempre organizzare la protesta ed
occupare gli alpeggi. Una pacifica occupazione delle nostre
montagne potrebbe essere l’arma decisiva per ottenere quello
che è uh nostro diritto.
Pavarin Silvana - Tourn Serena - Tourn Elvira - Morel
Paola - Pavarin Enrico Tourn Gentile - Pavarin Evelina - Rivoira Stefano Tourn Elsa - Mourglia Ive Tourn Amato - Tourn Luigia - Tourn Ermanno - Rivoira Odella - Tourn Riccardo.
armi) un’unificazione europea,
partendo dal Medio Evo fino ai
giorni nostri, soffermandosi in
particolar modo sul secolo XIX
e su Napoleone.
Da rilevare forse che nel dibattito finale il relatore si è trovato un po’ a disagio per alcune
osservazioni mossegli dagli studenti in meritò ad alcune sue
idee.
Il prof. Cabella (uno dei primi a sostenere il Movimento Federalista Europeo in Italia con
Altiero Spinelli) ha esaminato
la situazione dell’idea di un’Europa unita negli anni 194CH979,
puntualizzando soprattutto i motivi che hanno segnato finora il
fallimento di una reale unità europea.
Ne ha individuati essenzialmente tre: il fatto che i vari comitati di liberazione nazionale
europei, dopo una certa qual intesa contro i nazifascisti durante la guerra con un programma
europeistico a lungo termine,
abbiano accantonato quest’idea
dopo il 1945; la divisione dell’Europa da parte degli alleati a
Yalta; la posizione della Gran
Bretagna, vincitrice anche morale della guerra, che ha preteso
per un certo periodo di persistere in una politica di egemonia a
livello mondiale quando questa
posizione non era più sostenibile.
Il prof. Cabella ha poi ancora
parlato del fallimento del CED
(Comunità europea di difesa),
dello spirito europeista (ma a
misura francese) di De (jaulle,
del piano Marshall, piano su livello europeo che poi si è rivelato di aiuto alle singole nazioni.
Il prof. Fornaca, con un discorso molto chiaro, anche se
molto tecnico, ha fatto un raffronto tra i vari sistemi scolastici, parlando di organizzazione, programmi, didattica, situazione scolastica non solo nell’Europa dei nove, bensì da Lisbona agli Urali. Ne è saltato
fuori che, sulla carta, il sistema
scolastico italiano è il più avanzato d’Europa, in quanto considera i ragazzi tutti uguali, lascia
larga possibilità di scelta, prevede strutture per gli handicappati, ha molti pregi insomma, tale
da renderlo invidiabile.
Perché però, poniamo il caso,
la Tunisia, volendo riformare il
proprio sistema scolastico, non
viene a parlare subito con Malfatti, Pedini e Spadolini? Perché, purtroppo, se le strutture
sono buone, i contenuti ed i risultati non lo sono altrettanto.
Inoltre, a proposito di Università, l’Italia è l’unico paese europeo in cui ci si può iscrivere ad
una facoltà senza esami di ammissione. Finirà che gli studenti
francesi, per esempio, che non
riusciranno ad entrare nelle loro Università, verranno in Italia
dove potranno trovare le porte
aperte.
I dibattiti finali, se pur non
vivacissimi, hanno contribuito a
chiarire alcune idee. Sabato 12
maggio parlerà il prof. Corrado
Bortolotto su: « Problemi economici e monetari »; in data da
stabilire vi sarà una tavola rotonda, cui parteciperanno le forze politiche, la quale chiuderà il
ciclo di incontri.
Paolo Gay
Angrogna; 25 aprile Inconsueto
Un’ottantina di persone, venute dalle case dei dintorni, dalle
borgate più lontane, da Torre e
da S. Giovanni : la scuola di
Chiot d’I’Aiga era letteralmente
gremita, mercoledì! sera, per la
manifestazione del 25 aprile indetta dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con il
Gruppo Teatro Angrogna.
L’altra storia del nostro paese, quella di cui i libri generalmente non parlano, è stata riproposta con una serie di canti popolari che hanno dato volto ed
espressione corale alla protesta
ed allá lotta delle masse operaie
e contadine prima, durante e dopo la Resistenza del 1943-45.
La lettura delle lettere di Ernesto Monnet, un partigiano angrognino fucilato dai fascisti, ha
offerto lo spunto per una rifies
sione del Sindaco e per la testimonianza di alcune persone anziane del luogo.
Poi s’è cantato tutti insieme,
fino a mezzanotte, le canzoni di
un tempo.
Una « celebrazione » del 25
aprile dunque abbastanza inconsueta, anche se ormai ad Angrogna è diventata una tradizione
che ha consentito di raggiungegere finora 4 tra i quartieri più.
isolati del Comune. Per gli 80 di
Chiot d’TAiga è stata un’occasione di incontro e di dibattito,
un momento di ripensamento
sulla necessità, oggi come 34 anni fa, di lottare contro il fascismo, qualunque volto esso assuma (malgoverno, violenza eversiva, repressione).
J. L. Sappé
7
4 maggio 1979
CRONACA DELLE VALLI
Assemblee di circuito
PINEROLO
PRAROSTINO
75
VAL PELLICE
Domenica 22 aprile ha avuto
luogo, a Torre Pellice nei locali
della Casa Unionista, rincontro
di tutti i Gruppi di attività femminile della Val Pellice con un
gruppo di unioniste provenienti
da Prali e diverse sorelle svizzere, guidate dal past. Naso di Basilea, in visita alle Valli.
La signora Katharina Rostagno ha accolto l'invito di intervenire a questa riunione di circuito per parlarci sulla vita delle chiese valdesi del Rio de la
Piata, visitate lo scorso anno con
il marito past. Bruno Rostagno,
recatosi in Uruguay e Argentina
per tenere un corso di teologia
per pastori e laici.
La folta partecipazione ha
espresso il vivo interesse di avere notizie sulla vita dei valdesi
che emigrarono in quella lontana
terra nel 1856 e successivamente
soprattutto intorno al 1920 e al
1950.
La nostra ospite ci ha portato
il saluto delle Unioni femminili
deirUruguay e dell’Argentina e
ha cominciato la sua esposizione
con la presentazione di tre cartelloni per evidenziare la disseminazione igeografìca delle comunità valdesi e avere notizie di carattere generale.
Poi con la proiezione di diapositive ci ha fatte sentire vicine a
quei lontani fratelli, alla loro
vita comunitaria e alle loro vicende: abbiamo avuto una visione dell'ambiente, delle opere, dei
luoghi di culto e della presenza
evangelica anche metodista, battista, luterana e mennonita in
quelle zone deH’America Latina.
Ha messo in luce la loro vita
vissuta con gioia, coraggio e fede nel Signore. Questo può condurci a una riflessione sul modo
che hanno di esprimere la pro
pria vocazione che è anche una
educazione in vista dellà fede.
Abbiamo riconosciuto persone e
nomi di famiglia, visto dei « pralini » emigrati nel 1923 al lavoro
nella Pampas.
Katharina Rostagno ha anche
avuto diversi contatti con i gruppi femminili. Ci ha detto che sono molto attivi e con un programma che va dallo studio biblico, alla partecipazione a un
servizio radio privato per la trasmissione giornaliera di meditazioni bibliche della durata di
cinque minuti, all’impegno nel
campo sociale. Ci ha dato l’immagine di qualche gruppo e una
di doña Ana, la signora Ana Armand Hugon de Tron, ora novantenne, che fondò una scuola
di economia domestica e nel 1935
ebbe Tipiziativa che vide sorgere
la Federación Femenina Vaidense di cui la nostra ventenne Federazione femminile valdese può
considerarsi figlia.
Il gruppo svizzero ha seguito
con vivo interesse la conversazione grazie anche alla traduzione in lingua tedesca fatta dall’oratrice.
A Katharina Rostagno un grazie di cuore da tutte le convenute. Abbiamo sentito con quanto
amore ha vissuto il soggiorno
nell’area rio-platense raccogliendo immagini e notizie.
All’inizio e al termine della
riunione la rappresentante dell’attività femminile in seno al
Consiglio di circuito ci ha guidate nella lettura . biblica e in
preghiera e la sua proposta di
devolvere la colletta all’Istituto
Hogar Sarandì che ospita bambini handicappati è stata accolta
con affettuosa solidarietà.
Nella sala preparata per il tè
dalle sorelle di Torre Pellice si è
svolto poi un cordiale trattenimento.
E. Bonnet
i.i
SAN SECONDO
I coniugi Aldo Fornerone e
Onorina Long (Prima) hanno ricordato i loro 50 anni di matrimonio partecipando al culto del
29 aprile circondati dai figli, nipoti, sorelle, fratelli e dalla comunità.
Durante lo stesso culto è stato amministrato il battesimo a
Karen Montaldo secondogenita
di Fiorenzo ed Erica Chauvie
(Prese). Rinnoviamo gli auguri
TORRE PELLICE
• La ricorrenza del 25 aprile
è stata ricordata come tutti gli
anni con un corteo nelle vie cittadine e sosta ai monumenti
dell’Alpino e dei Partigiani; dopo un saluto del sindaco di Torre il presidente della Comunità
Montana Longo ha posto in evidenza il significato di ricordo e
di monito della Resistenza nella
situazione presente.
• È deceduta al Rifugio Carlo
Alberto Augustina Eynard ved.
Berlendis, il funerale ha avuto
luogo nella nostra comunità
mercoledì scorso; ai familiari la
nostra simpatia.
• La corale di Vandoncourt in
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visita alla corale di Torre Pellice ha trascorso con noi alcuni
giorni di fraterni contatti, per
i quali serbiamo il migliore ricordo. Domenica partecipazione
al culto, visita a Sibaud e la se:,
ra concerto con la nostra Corale
ed il nostro Coretto, molto ben
riuscito ed applaudito, lunedi
visita ad Agape e martedì ad
Angrogna. Un simpatico incontro con una regione protestante di cui conosciamo poco ma
che è stata nella storia legata
alla nostra da molti legami.
• Domenica 6 Pesta di canto
delle scuole domenicali di Torre, Bobbio e Rorà, culto con i
bambini alle 10.30, giornata di
giochi insieme.
• Domenica 13 assemblea di
Chiesa (culto ore 10) ordine del
giorno; Energia nucleare e disarmo, a cura del gruppo di lavoro che ha apprestato una ampia relazione, approvazione della somma destinata alla Cassa
Culto per il 1980.
PRAMOLLO
• Domenica 29 aprile, nel corso del culto, ha avuto luogo
l’Assemblea di Chiesa in cui i
membri di chiesa presenti, all’unanimità, si sono espressi favorevolmente per la continuazione del ministero in mezzo a noi
del pastore Arnaldo Genre. La
comunità esprime a lui ed alla
signora la propria sincera riconoscenza e gratitudine per l’opera svolta e che ancora svolgeranno, nella certezza che il Signore continuerà a sostenerli e
benedirli.
Si è deciso di continuare con
i lavori di restauro nei locali
della ex casa parrocchiale, di
cui è già stata ultimata l’opera
di rifacimento del tetto.
Sono stati eletti quali delegati
per la prossima Conferenza Distrettuale: Anita Jahier Sappè
e Mauro Beux e Oreste Long
come supplente. Per il Sinodo
sono stati nominati Ivana Costabel e come supplente Mauro
Beux.
Per quanto riguarda l’argomento finanze, ci si è impegnati
per aumentare le contribuzioni
prò capite, in relazione all’inflazione sempre crescente.
• Il culto di domenica 6 maggio sarà presieduto dal pastore
Edoardo Micol, chè ringraziamo
fin d’ora, perché il pastore Genre sarà a Venezia, in gita con
la comunità.
PINEROLESE
Domenica 22 aprile ha avuto
luogo l’Assemblea del II Circuito a Prarostino. Erano rappresentate le comunità di Prarostino, San Secondo di Pinerolo,
Villar Perosa e Pinerolo, mentre la comunità di San Germano ha inviato la relazione.
L’assemblea ha udito le relazioni del Consiglio e delle varie
Chiese, cui è seguito un vivace
dibattito soprattutto sul programma da svolgere nel prossimo anno, invitando il futuro
Consiglio a programmare il calendario delle attività in comune fin dall’autunno in modo che
le Chiese ne possano prendere
atto per tempo.
Molto interessanti poi le relazioni dei Pastori Ayassot e Davite sui rapporti con il Cattolicesimo a Pinerolo e a San Secondo.
L’assemblea ha approvato la
relazione del Consiglio e ha eletto il nuovo Consiglio nelle persone di: Cipriano Tourn Presidente, Plorina Bleynat, Piero Ribet, Amilda Gardiol e Lidia Longo in Gardiol, in sostiti^ione
della sig.na Silvia Rostagno, dimissionaria per altri numerosi
impegni. Cipriano Tourn
VILLASECCA
Livia Bounous, Marisa Giacomino, Wilma Giacomino, Enrico
Rostaing nella domenica di Pasqua hanno partecipato per la
prima volta alla Cena del Signore insieme con la numerosa comunità.
In precedenza avevano esposto per iscritto al Concistoro le
motivazioni della loro libera e
convinta decisione di entrare a
far parte della comunità dichiarando nello stesso tempo di essere disponibili per una qualsiasi forma di servizio per il
Signore. Dopo aver sostenuto e
superato positivamente un colloquio alla presenza del Concistoro, i nostri quattro giovani,
durante il culto della domenica
delle PEdme, hanno pubtalicamen-,
te conÌéssatò' la propria fede e
confermato il proprio battesimo.
• Ai catecumeni ed ai genitori
la comunità auspica che questo
solenne impegno da loro assunto sia sempre presente alla loro
mente e nel loro cuore, certi
dell’aiuto e della guida dello
Spirito del Signore.
• Nella domenica di Pasqua
sono stati battezzati Loredana
Peyronel di Silvano e Giacomino Anita; Monica Ferrerò di Livio e Peyronel Ivette; Claudio
Ferrerò di Valdo e Giacomino
Nilda.
ANGROGNA
• L’annuncio della risurrezione
ha visto raccolta mercoledì 25 la
nostra comunità che ha accompagnato all’ultimo riposo Fanny
(Lidia) Malan Cairus, mancata
all’età di 85 anni presso l’Asilo
di Luserna San Giovanni, dove
da tempo abitava. Nella stessa
giornata si è svolto anche il funerale di Stefano Malan deceduto all’età di 74 anni presso l’Òspedale Valdese di Torre. Ai familiari e parenti colpiti dal lutto esprimiamo la nostra cristiana simpatia.
• L’esame dei catecumeni si
svolgerà presso il Presbiterio a
partire dalle 14,30 di sabato 5
maggio. Domenica 6 sera, alle
20,30, incontro del Concistoro
(vale come convocazione).
• « Abnegazione di madre » rappresentata dall’Unione giovanile
valdese della Piantà di Villar
Pellice si terrà, presso la Sala
Unionista, sabato 5 maggio alle
ore 21. Ingresso libero.
• La consueta « festa degli anziani» avrà luogo domenica 6
maggio dalle 14,30 nella Sala
Unionista. Organizza rincontro
l’Unione delle madri.
Partecipa chi essendo giovane
si sente già anziano e gli anziani che si sentono giovani o semplicemente anziani ; canti, bicchierate, thè e conversazioni.
Scuola Latina
di Pomaretto
La domenica 20 c.m. alle ore
15 nella sala del teatro del Convitto di Pomaretto avrà luogo la
festa di chiusura dell’anno scolastico della Scuola Latina. Tutti sono cordialmente invitati ad
intervenire.
• Domenica 6 maggio ha luogo
il consueto « pomeriggio dei
bambini », con inizio alle ore
14,30. Sull’attività della Scuola
domenicale di quest’anno si parlerà in una riunione tra genitori
e monitori la sera del 25 maggio.
• Per informazioni sull’incontro regionale della FDEI (Torino, 6 maggio) rivolgersi al pastore o alle sorelle Elsa Rostan
e Lidia Longo Gardiol.
• Venerdì. 11 maggio la seduta
del Concistoro sarà aperta a tutti. All’o.d.g. la proposta fatta in
assemblea di chiesa per creare
una commissione che prenda
contatti con le famiglie che vivono più ai « margini » della comunità.
• Domenica 13 maggio, durante il culto, è convocata l’assemblea di chiesa per discutere i
nuovi regolamenti della chiesa
valdese-metodista e l’amministrazione ecclesiastica.
Il culto sarà seguito da pranzo comunitario (al sacco) e nel
pomeriggio proseguirà l’incontrò tra chi desidererà fermarsi.
Lo stesso tema delTassemblea
di chiesa è oggetto delTultimo
ciclo di riunioni quartierali, iniziato lunedì 30.
• Ricordiamo a tutti che la
Conferenza Distrettuale ha luogo quest’anno a Pinerolo, nei
giorni di sabato 19, domenica 20,
e domenica 27 maggio. Le sedute
sono aperte a tutti.
POMARETTO
Giovedì scorso una trentina
di ospiti della Casa di Riposo
di San Germano Chisone hanno
passato la giornata a Pomaretto
invitati dalTUnione Femminile.
Un breve culto nel tempio, il
pranzo insieme ed un pomeriggio con canti, diapositive e conversari vari hanno costituito il
programma della giornata.
Grazie a quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo invito.
L’Unione Femminile, nel suo
ultimo incontro, ha deciso di
sopprimere per il mese dì maggio l’incontro normale della seconda domenica del mese per
rispondere all’invito di partecipare all’incontro regionale della
FD'EI il 6 maggio a Torino.
Per questo incontro verrà organizzato un pullman con partenza davanti al Convitto alle
ore 8.30 e fermata a Perosa Argentina.
• Domenica 22 aprile ’79 si è
tenuta l’assemblea di chiesa con
il seguente programma: elezione
dei delegati al Sinodo ed alla
conferenza distrettuale. Risultano eletti: al Sinodo, delegati Carla Beux Longo e Viola-Rostan;
alla Conferenza distrettuale: Micol Flavio, Paola Revel e Tron
Anita; supplenti al Sinodo; Baret Guido, Balma Elsa ; alla Conferenza distrettuale ; Marchetti
Silvana, Refourn Giovanni.
• Il culto di domenica 22 aprile è stato presieduto dalla studentessa in teologia sig.na Maria Bonafede di Milano, come
era già stato annunciato. Era
pure presente lo studente in teologia Daniele Garrone di San
Germano Chisone. La comunità
ringrazia la sig.na Bonafede per
il messaggio portatoci e per le
notizie dateci sulla vita della nostra Facoltà.
• Il 16 aprile Serena è venuta
ad allietare la famiglia di Luciano e Nelia Balma di Perosa Argentina. A lei, alla sorella Cristina ed ai genitori gli auguri di
tutta la comunità.
• La domenica 13 maggio p. v.
è convocata l’assemblea di chiesa alle ore 10 nel tempio di Pomaretto.
Lutti. Nel giorno dì Pasqua 15
aprile, è deceduto all’Ospedale
civile di Pinerolo il nostro fratello Gay Alberto all’età di anni 85, dopo breve ma grave malattia. I funerali si sono svolti
a Prarostino il 17 aprile.
Il 20 aprile è deceduto a Milano il nostro fratello Ferruccio
A vendette. I funerali si sono
svolti a Prarostino il 22 aprile,
presieduti dal pastore Marco
Ayassot che ringraziamo sentitamente. Alle famiglie in lutto
esprimiamo ancora ima volta la
nostra cristiana simpatia, ricordando loro la Parola della vita:
« La morte è stata sommersa
nella vittoria» (1 Cor. 15:57).
Esprimiamo pure la nostra
simpatia alle famiglie Fornerone Iolanda e Laurenzia, e Fornerone Flavio del Roc e dei Gay
per il lutto che li ha colpiti con
la dipartenza del fratello e zio
Beniamino Fabiole, di Ivrea,
deceduto e sepolto a Pinerolo il
7 aprile.
• I culti della Settimana Santa e di Pasqua sono stati particolarmente ben frequentati quest’anno, favoriti anche da un
tempo buono.
La domenica delle Palme sono stati ammessi 8 nuovi membri di Chiesa. Auguriamo loro
una vita vissuta nella fede e nella luce della riconciliazione di
tutte le cose con Dio.
• La domenica 22 aprile abbiamo avuto la visita dello studente in teologia Gianni Genre e Io
ringraziamo per il suo ottimo
messaggio. L’assemblea di Chiesa ha eletto i deputati alla Conferenza nelle persone dì: Avondetto Bruno, Fornerone Attilio
e Paschetto Claudio; e i deputati al Sinodo nelle persone di
Avondetto Bruno e Fornerone
Attilio.
• Annunzi; Domenica 29: Giornata comunitaria con pranzo al
sacco nei locali del Presbiterio
e nel pomeriggio, ore 15, Pesta
di Chiusura delle attività invernali con un ricco programma
preparato dagli alunni della
Scuola Domenicale.
Domenica 6 maggio, ore 15:
Bazar. Tutti sono cordialmente
invitati.
RETTIFICA
NeU’annuncio apparso la settimana
scorsa, invece di Aldina Bastia in Terrei, leggasi : Albina Bastia in Perrei.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Alberto Gay
riconoscenti per la grande dimostra'
zione di stima e affetto tributata al loro Caro, sentitamente ringraziano
quanti, in ogni modo, hanno partecipato al loro dolore.
Prarostino, 17 aprile 1979
...e asciugherà ogni lacrima dagli
occhi loro e la morte non sarà più,
né ci saran più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di
prima sono passate,..
(Apocalisse 21: 4)
È mancata il 20 aprile-1979 a Luserna San Giovanni "
Margherita Beux Balmas
I figli Giorgio, Dino con la moglie Alba e Sandro, la sorella Liline, il fratello Edmond (New York), cognati, nipoti e parenti tutti ringraziano per le
testimonianze di solidarietà ricevute.
Sono riconoscenti ai pastori Alberto
Taccia e Achille Deodato. In particolare esprimono profonda commossa gratitudine alla direzione e al personale
dell’Asilo Valdese per la professionalità paziente e amorevole con la quale
ciascuno ha assistito la mamma nel suo
travaglio durante tutto il periodo in
cui ha fatto parte della famiglia dell’Asilo.
PERRËRO Torino e Luserna S. Giov., aprile 1979
Domenica 6 maggio, alle ore
14.30, si terrà il tradizionale Bazar. Invito cordiale a tutti.
RORA’
L’assemblea di chiesa ha approvato, domenica 22, il preventivo di spese per la cassa culto
per l’anno 1980 ed ha eletto 1 deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo. Sono stati
eletti Serena Tourn e Sergio Rivoira per la Conferenza (supplenti Umberto Rivoira e Ada
Paschetto) e Anna Tourn Boncoeur per il Sinodo (supplente
Ada Paschetto).
« L'anima mia anela al Signore
più che le guardie non anelino al
mattino » ’ (Salmo 130, v. 6).
Il Signore ha riohiamato a sé il 20
aprile 1979 il
Dott. Ing.
Ferruccio Avondetto
Ne danno l’annuncio, con infinita tri
stozza, a funerali avvenuti, la moglie
Lisely, le figlie Elena e Laura con
John e Ricky, la sorella Laura, i figliocci Bruno e Gianni e i parenti tutti.
La famiglia ringrazia sentitamente
tutti coloro che hanno preso parte al
loro dolore con tanta simpatia.
Milano, 23 aprile 1979
8
8
4 maggio 1979
IL BAMBINO TRA SCUOLA MATERNA ED ELEMENTARE
Una “scienza” per il bambino
Fondo di solidarietà
Per l’Anno Internazionale del
bambino proclamato dall’ONU la
« Ligue Internationale de l’enseignement, de l’éducation et de la
culture populaire » (associazione
avente lo scopo statutario di riunire persone e organismi che
hanno il fine di difendere e potenziare la scuola di Stato) ha
pronftosso un Convegno che si è
tenuto in Spagna, a Valencia, dal
9 al 13 aprile, sui temi: « Il passaggio dalla Scuola Materna alla
Scuola Elementare: problemi e
difficoltà » e « La condizione infantile: esigenze e difficoltà ».
La preparazione degli educatori e degli insegnanti in effetti non
è mai sufficiente per cui dobbiamo indirizzarci ad un sistema di
formazione permanente proprio
per far fronte ai mille problemi
che si pongono ogni giorno in famiglia e nella scuola. Ma quali
sono i mezzi di cui servirsi per
rispondere a ciò? Se da un lato
le edizioni librarie ci aiutano a
informarci, dall’altro è importante uscire dal nostro ambito di
« certezze educative » per muoverci e sentire le esperienze di
altre persone che operano in
scuole più avanzate, per migliorare e conoscere nuovi sistemi
CONCORDATO
Severe
critiche
alla bozza
Battutta d’arresto nelle trattative per la revisione del concordato. La delegazione governativa — composta da Gonella,
Ago e Jemolo — in concomitanza con la crisi ha sospeso gli
incontri con la delegazione pontificia e, conseguentemente, ha
momentaneamente interrotto le
informative ai gruppi del senato
sull’andamento dei colloqui. Ma
proprio la « quarta bozza » è
contestata. Tullio Vinay, della
sinistra indipendente ha affermato che questo testo «ribalta
la piattaforma sulla quale si imposta la terza bozza che teneva
conto nel preambolo degli orientamenti scaturiti dal Concilio
Vaticano II. Ora tale riferimento è scomparso». Anche Raniero La Valle, uno dei capi storici
dei cattolici del dissenso, ritiene che il nuovo Parlamento dovrà riprendere daccapo il discorso: «La revisione del Concordato — ha detto — non deve limitarsi a riscrivere pignolescamente le norme, con spirito ancora più chiuso ».
(da «Il Messaggero», 27.4.’79).
PROPOSTA DI LEGGE
Contro la strage
delle foche
La Lega Antivivisezionista Nazionale, mentre tutto il mondo
civile insorge per la strage anche quest’anno abbattutasi su
180.000 cuccioli di foca, comunica di avere fatto pervenire alla Presidenza del Senato 400.000
firme di cittadini italiani raccolte dai suoi 270 Centri dislocati in tutto il paese, in appoggio
con le organizzazioni «Fondation Franz Weber » di Montreux
(Svizzera), «International Fund
For Animai Welfare» e Brigitte
Bardot, per ottenere dal Parlamento italiano una legge che
vieti l’importazione in Italia delle pelli di foca.
Per noi infatti il problema è
particolarmente grave in quanto l’Italia è al secondo posto
nel mondo come compratrice di
tali pelli di altissimo costo commerciale, con una conseguente,
sensibile, negativa incidenza sulla bilancia dei pagamenti.
A Roma il 29 marzo una grande manifestazione di giovani
(scolaresche, soci dei movimenti ecologici e zoofili) ha protestato contro la strage dei cuccioli di foca invocando il rispetto della recente « Carta dei diritti degli animali » approvata
dallTINESCO.
(da « L’Incontro »).
di impostazione metodologica e
didattica. Il Convegno, in questione, è stato per me una importante occasione: come consulente logopedista presso la Comunità Montana Val Pellice ho
potuto parteciparvi e conoscere
così personalità di alto livello
culturale che hanno relazionato
sulla situazione della Scuola Materna ed Elementare in diversi
paesi del mondo, dalla Spagna,
alla Francia, alla Germania, al
Camerún.
Un passaggio
delicato
È indubbio quanto sia delicato, per il bambino di 5-6 anni il
passaggio dalla Scuola Materna
ad una scuola strutturata in modo decisamente diverso rispetto
alla prima, la cui frequenza non
è ancora obbligatoria per legge,
ma non meno importante per gli
obiettivi e le finalità che si prefigge.
La doti.ssa Quarti, psichiatra
di Parigi, ha sottolineato che le
esigenze sono uguali e comuni
per tutti i bambini, mentre le
difficoltà sono specifiche rispetto
ad ogni paese di origine: certi
errori pedagogici sono talvolta
determinanti nella vita del bambino per cui l’impreparazione e
l’ignoranza da parte dei genitori
e degli educatori scolastici possono portare, a situazioni irreversibili che giocheranno un ruolo negativo nello sviluppo psicomentale del bambino.
Di qui le enormi responsabilità che si hanno come adulti e
quanto sia importante conoscere, studiare e informarsi prima
di « improvvisarsi educatori »
pensando forse che per il fatto
stesso che il bambino è piccolo,
ha bisogno solo di crescere fisicamente e quindi di nutrirsi,
mentre le sue esigenze vanno
ben più in là dei suoi bisogni
primari.
Si legge sui libri che trattano
i problemi della prima infanzia
che proprio nell’arco dei primi
tre anni di vita si pongono le basi per lo sviluppo psicologico dell’individuo; a questo Convegno
si è sottolineato in particolare
che è fondamentale per il bambino, in questo periodo, ricevere
soprattutto sicurezza, calore, affetto, dalla madre o da chi si occupa di lui. Il bambino ha bisogno di sentirsi protetto, quindi
la sicurezza che deve ricevere è
« scienza di ogni momento », è la
certezza di avere vicino qualcuno
che lo ama, che lo stringe a sé
trasmettendogli quel calore umano e quell’affetto che sono per
lui punti di riferimento esistenziali.
La prima scuola e
la più importante
Le esperienze riportate dai diversi relatori hanno inoltre messo a fuoco i problemi specifici
nelle scuole dei singoli paesi di
provenienza. Particolarmente interessante l’esposizione della signora Sarah Kala-Lobè sull’insegnamento in una Scuola Materna
in Africa, seguita poi da un acceso dibattito. Ë chiaro che i
problemi nel Camerún sono diversi dai nostri: le lingue, i dialetti, le culture, le strutture, tutti aspetti di un sistema di vita
diverso, ma non certo meno interessante.
Anche senza entrare nei dettagli su tutto ciò che è stato detto
penso che non a caso sia stato
scelto il tema principale del
Convegno, infatti è un discorso
che continua per sensibilizzare,
coinvolgere e portare tutti a considerare la Scuola Materna non
un’area di parcheggio per i bambini, ma addirittura la prima e
più importante scuola.
Miriam Bein Buzzi
Colle ultime offerte ricevute,
e qui sotto registrate, stiamo
per raggiungere la prevista cifra
di un milione di lire per due iniziative del Fondo, e cioè per le
vittime delle alluvioni del Vietnam e per i profughi e i disastrati del Libano a causa dei
ben noti eventi bellici. Se qualche lettore pertanto desidera ancora fare offerte per uno di questi obiettivi, è pregato di farlo
subito, dopo di che procederemo all’invio delle relative somme al CEC.
Rimane sempre aperta la sottoscrizione per raccogliere l’appello della Chiesa unita dello
Zambia (Africa) rivolto a tutte
le Chiese della CEvAA (di cui
facciamo parte) per un aiuto
urgente in favore dei profughi
dalla Rhodesia. i quali, pur rifugiatisi ' nello Zambia, subiscono
continue incursioni da parte dell’esercito del regime razzista, incursioni che provocano nuove
vittime e nuove drammatiche
situazioni. Al momento in cassa
disponiamo di circa L. 500.000.
Infine, dietro indicazione e richiesta di vari lettori e fedeli
sottoscrittori che già ci hanno
inviato delle somme (circa L.
200.000), ci viene sollecitata una
iniziativa contro la fame nel
mondo, con particolare riferimento alla tragica situazione di
milioni di bambini che, in vaste
regioni del globo, muoiono per
mancanza di nutrimento. Il comitato centrale del CEC (si veda
il n. del 16 marzo scorso di EcoLuce) in occasione della sua ultima riunione, ha ricordato alle
Chiese la loro responsabilità
verso i bambini che, in numero
così elevato, soffrono per fame
e per mancanza di cure ed ha
affermato che « ora tutte le
Chiese che si uniscono nel movimento ecumenico sono chiamate a collaborare affinché i
bambini possano crescere amati
e curati, verso un futuro pieno
di promesse e di dignità ».
Nella cristiana speranza che
individui, popoli e nazioni si
ravvedano e comprendano che
non è cogli armamenti e col colonialismo (vecchio e nuovo)
che si può giungere alla coope
ftA SETTIMANA INTERNAZIONALE a cura di Tullio Viola j
La fuga di Amin Dada
Le ultime notizie lo vogliono in Irak, altre insistono nel
sostenere che si trovi in Libia,
altre ancora che sia nascosto in
Uganda. È Idi Amin Dadà, il ributtante, terribile dittatore cui
una rivolta popolare è finalmente riuscita a togliere il potere.
Se all’ultimo un aiuto militare,
da parte di Gheddafi (dell’« ameno Gheddafi », come anni fa l’aveva chiamato Ferruccio Farri,
ma è una qualifica ormai superata e che non fa più ridere),
non avesse tentato stupidamente
di salvarlo. Idi Amin sarebbe
scomparso alcuni giorni prima.
Leggiamo su « Le Monde » del
19.4.’79:
« Le truppe fedeli al maresciallo Amin si abbandonano ai
massacri nella città di Torero,
nelTUganda orientale. Viaggiatori giunti, mercoledì 18, alla frontiera del Kenya, hanno detto testualmente: "A Torero il massacro è totale". (...) Le forze armate del nuovo regime, sostenute
dall’esercito della Tanzania, proseguono intanto la loro avanzata
verso l’est. (...)
Sui muri d’una cella della prigione ugandese di Makindye, in
cui sussistono, intatte, le prove
dell’assassinio e della tortura, un
condannato anonimo ha dato
una testimonianza scritta della
disperazione vissuta da migliaia
di prigionieri del mareschiallo .4miri: "Dio benedica tutti i nostri figli che sono ancora in vita".
Delle 300.000 vittime del passato regime (secondo le statistiche fatte da Amnesty International), molte vennero uccise nel
cortile della polizia militare di
Makindye, sobborgo a sud di
Rampala (la capitale dell’Uganda). Quel cortile, simbolo dei
metodi usati dagli uomini di
Amin, è oggi deserto. Due grandi baracche (m. 12 x 5) lo costeggiano, nei muri delle quali si
aprono delle piccole finestre a inferriate, e una piccola porta metallica socchiusa, attraverso la
quale sfugge un odore nauseabondo di sangue e di morte.
Nella prima baracca, il pavimento di cemento è interamente ricoperto di una crosta di sangue, sulla quale si riconoscono
ancora le tracce dei corpi che vi
sono stati trascinati. Due funi
pendono fino a terra, impregnate di sangue disseccato. I muri
grigi sono ricoperti di macchie
brunastre.
Altre iscrizioni, rozzamente impresse, esprimono la disperazione dei detenuti. Uno di questi ha
disegnato la caricatura del proprio torturatore (un certo tenente Sebbi). Un altro ha scritto
semplicemente una data: l.l.'Tì.
Erano trascorsi solo due anni
dalla presa di potere da parte di
Amin! E si pensi che questo aveva promesso la liberazione di
tutti i detenuti politici.
Sul davanti della baracca, in
un piccolo ufficio, è affisso l’elenco dei detenuti. Alla data del
2.4, ultimo giorno in cui la prigione conobbe una larva di disciplina, l’elenco conteneva (come dicono le cifre scritte col gesso su una lavagna) 140 detenuti,
dei quali 80 (.') pigiati in due sole celle ».
Cesare Merzagora, in un articolo su « La Repubblica » del
22-23 corr. (titolo: « Questo pazzo pazzo mondo... »), scrive tra
l’altro: « Abbiamo visto, e tollerato, per sei anni consecutivi, il
sergente-boxeur presidente dell’Uganda, farne di tutti i colori,
torturando ed ammazzando centinaia di migliaia di cittadini, e
spingere l’impudenza al punto
di farsi reggere e trasportare, in
pubblico, su una specie di maestosa “sedia gestatoria", da quattro autentici inglesi indegni delle loro origini, complici oppure
umoristi neri, che meritavano
pedate nel sedere in ogni caso.
Abbiamo visto, infine, scacciato a suon di cannonate, da un
tardivo movimento di liberazione, questo balordo e grottesco
dittatore hitleriano, e abbiamo
silenziosamente sopportato che
Gheddafi mandasse un corpo di
2000 "volontari” avio-tras portati
(...), subito rientrato dopo la
brillante missione non compiuta.
Ebbene: tutte le grandi potenze industriali si sono comportate, dopo questi fatti rivoltanti,
come i peggiori mercanti di cannoni che, almeno nei primi lustri del secolo, erano coperti di
disprezzo dalle masse popolari.
Infatti, per mantenere in vita
commesse di morte, forniture di
aerei o di materiale vario o contratti petroliferi-industriali, nessuno ha pensato (nemmeno mettendosi d’accordo come i ladri
di Pisa) di ritirare immediatamente ambasciatori e consoli, almeno come gesto significativo e
ammonitore di rappresaglia.
Nessuno, anche all’infuori del
fattore umano, si è ricordato
che la democrazia, come la libertà, si deve difendere ovunque
essa sia aggredita, anche a costo
di gravi sacrifìci; limitarsi a difenderla in casa propria e lasciarla distruggere fuori, è un
non senso.
La verità vera è che il mondo
sta precipitando nei gradini più
bassi ovunque (non soltanto in
Italia), per la scarsa nobiltà degli uomini, per l’assenza di energia volitiva dei capi che oggi reggono, per nostra disgrazia, le sorti del pianeta terra ».
Sulle valutazioni di dettaglio
del Merzagora avremmo delle ri■serve da fare, ma ci basti l’aver
segnalato, nel presente articolo,
due voci assai diverse, eppur
concordi nell’esprimere il totale
disprezzo verso lo scomparso
dittatore buffone.
razione ed alla giustizia internazionali, e ad una conseguente
migliore distribuzione delle risorse messe a disposizione di
tutta l’umanità, riapriamo volentieri questa nuova iniziativa. Ricordiamo anzi che questa contro la fame era l’iniziativa originaria con cui questo Fondo a
suo tempo, oltre dieci anni fa,
era sorto.
Riepilogando e concludendo,
mentre stiamo chiudendo le sottoscrizioni prò Vietnam e Libano, ricordiamo gli altri due obiettivi e cioè gli aiuti per i profughi dalla Rhodesia, nel quadro della lotta al razzismo, e
la sottoscrizione contro la fame
dei bambini nel mondo. Attendiamo le vostre offerte e nel
frattempo diamo la situazione
aggiornata:
P. Corbo (due vers.) L. 10.000; C.
Craveri (id.) 140.000;C. Ronca^lione
10.000; N.N. con simpatia 15.000;
L.B.S. in mem. del marito 10.000; D.
Di Toro 60.000; Scuole dom. Pomaretto, Porosa A., e Inverso Pinasca
389.540; E. e M. Bein 37.500; M. Buzzi 7.500; G. K. Comba 100.000; RMFC
7.500; Gruppo femminile interdenominaz. Firenze 50.000; M. Cericola
50.000; A. Archetti Maestri 4.300:
S.C. 50.000; R. Vinone 10.000; G.
Grillo 15.000; G. Zaccone 20.000; 11.
Rovara 10.000; Scuola media valdese 2«/a 11.000; M.G. Meynier nel IO”
ann. scomparsa del marito 100.000.
Totale L. 1.107.340; prec. L. 1 milione 509.339; in cassa L. 2.616.679.
Le offerte vanno inviate al
conto corr. postale n. 2/39878
intestato a R. Peyrot, corso Moncalieri 70, 10133 Torino possibii
mente indicando la causale del
versamento.
Speranza
e dovere
cristiani
{segue da pag. 5)
e di adoperare per il bene di
tutti i Suoi figli il dono della
scienza e della tecnologia fattoci da Dio.
Perciò rimane l’auspicio, legato alla speranza cristiana che la
scienza e la tecnica siano impiegate nel futuro al servizio dell’umanità. Certo questa speranza ultima non ha bisogno di essere sostenuta dalle attese immediate suscitate dalla scienza
e dalla tecnica. Questa speranza
ultima resiste a tutto e in questo risiede la sua forza. Ma le
possibilità offerte dalla scienza e
dalla tecnica possono incoraggiare la nostra fede cristiana e
indicarci come renderla attiva
in questo mondo. Uno dei mezzi
indicativi a questo scopo è certamente l’equa ripartizione, sia
pure a costo di sacrifici, dei vantaggi della tecnologia fra tutti
i membri della famiglia umana.
A quelli che sono chiamati a costituire il corpo di Cristo è offerta la grazia d’indicare questa
via.
—;—^-------------------------------\
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Gandolfo Pascal, Marcella Gay,
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