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Anno IX - numero 20-17 maggio 2002
«Privacy» e democrazia
Gli strumenti elettronici per una comunicazione sempre più rapida portano con sé
il rischio che le nostre esistenze siano sempre sotto un invisibile controllo
I BIBBIA E ATTUALITÀ■ | Nella relazione del Garante, Stefano Rodotà, i rischi delle nuove tecnologie
L'UOMO NUOVO
«Voi avete imparato per quanto
concerne la vostra condotta di prima a
spogliarvi del vecchio uomo (...), a essere rinnovati nello spirito della vostra
mente e a rivestire l’uomo nuovo che è
creato a immagine di Dio»
(Efesini 4, 22-24)
Leggendo insieme ai gruppo
ecumenico della chiesa di Pisa
questo testo, alcuni sono stati colpiti
dall’altezza di questo enunciato e
dalla «mediocrità» delle indicazioni
che seguono, non perché si sentano
di averle già realizzate tutte ma perché esse (dire la verità, non rubare,
non dire cattive parole, liberarsi
dall’amarezza, essere benevoli e misericordiosi) trasportano su un terreno quotidiano di vita comune. Il
fatto è che nel nostro immaginario
rivestire l’uomo nuovo fa pensare a
scelte e vite forti: a Schweitzer, a Madre Teresa, a Bonhoeffer (limitandomi alle persone citate); oppure l’uomo nuovo fa pensare alla possibilità
di creare un’internazionale della giustizia, della pace e della riconciliazione (questo soprattutto nella situazione dell’attuale crisi mediorientale).
L)U0M0 nuovo quindi si gioca
I su un terreno quotidiano di relazioni interumane e comunitarie,
li’uomo nuovo agisce nell’ambito di
comportamenti che ci parrebbero
semplicemente frutto di civiltà, di
buona educazione, di ordine. Possibile mai che proprio questo sia l’uomo nuovo? Certamente oggi questi
comportamenti «da uomo nuovo»
non sono molto diffusi. Oggi viviamo spesso in modo lacerante la questione della verità, di come sia facile
spendere parole senza valore e menzognere, o la questione della furbizia
e della disonestà, o quella dell’insulto
distruttivo. Quindi anche se possono
sembrarci comportamenti banali,
forse oggi non lo sono e i credenti
dovrebbero ricominciare a fare i
conti con queste situazioni.
Al di là di questa contingenza
storica, il fatto che Efesini (ma
anche passi delle lettere di Paolo) ci
porti su un terreno così minimale e
quotidiano ci rimanda al fatto che
uoi giochiamo il nostro essere delle
persone umane sul terreno del fare,
non solo del fare eccezionale, ma del
fare costante e comune. L’uomo
nuovo non è solo per un momento
speciale, un tempo particolarmente
antico, un tempo di emergenzà
umanitaria: esso è il vestito donato
^ credente per stare nel mondo con
le sue relazioni e il suo fare.
A questo punto qualcuno ha detto
che accontentarsi di questo al1 epoca in cui è stata scritta la lettera
agli Efesini era più facile perché la rete di relazioni, il mondo conosciuto
era più ristretto. Oggi non riusciamo
P*ù ad accontentarci perché conosciamo troppo del mondo, e ci senhamo spinti continuamente verso le
^uiergenze, le zone di crisi del mon
In quanti momenti siamo spiati senza saperlo?
GIORGIO GIRARDET
SOLO i barboni vi sfuggono, e forse neppure loro. Noi altri, tutti,
siamo inesorabilmente controllati,
schedati, spiati a ogni passo da registrazioni, telecamere nascoste, sportelli Bancomat, telefonini, reti Internet, banche dati. Dati conservati per
anni. Presto saremo sotto controllo
con le impronte digitali e i dati sanitari, registrati a cura di enti pubblici
e di imprese commerciali, investigatori privati e agenti pubblicitari. Il
tutto, conservato per anni, a favore
di chi? Chi ha il diritto di accedervi?
Chi può farlo illegalmente? Di tutto
questo a dire il vero poco ci preoccupiamo e poco sappiamo. Sono cose
che avvengono in silenzio o che saltano fuori, come se fosse ovvio,
quando si cerca di ricostruire un
qualche delitto misterioso, ricorrendo ai famosi «tabulati» telefonici.
Così che firmiamo innocentemente,
senza leggerli, contratti o condizioni
di acquisto di tre pagine fitte di
stampa grigia in corpo 4, o cucchiamo incoscientemente «I accept»,
senza leggere cosa accettiamo, per
scaricare materiale via Internet.
Qualcuno ha tirato in ballo l’utopia negativa di George Orwell in
1984 dove il Grande Fratello vedeva
ogni cosa e dichiarava: «Più controllo, più libertà». In questa direzione
sono andati molti commenti quando
l’8 maggio Stefano Rodotà, il Garante della privacy, ha presentato la relazione per il 2001 della sua attività,
a cinque anni esatti dall’entrata in
vigore della «legge sulla protezione
dei dati personali», ovvero, come si
dice comunemente, la legge sulla
privacy. Al consueto allarmismo dei
media fa tacito riscontro il silenzio di
chi raccoglie i dati, per analisi di
mercato e per proposte pubblicitarie
mirate. Senza contare i politici, gli
arruffapopoli e la criminalità organizzata, che di fatto riescono ad accedere alle informazioni più riservate. È tutto un mondo sorto recentemente, e sembra proprio legittimamente, sulle onde parallele dell’entusiasmo tecnologico e della ingenua convinzione che tutto quello
che avviene là sia necessario e, tutto
sommato, positivo.
Una massima attuale, sconosciuta
ai nostri saggi e prudenti antenati
Segue a pag. 6
do
sentendoci in più e,stremamente
'^adeguati nell’azione. Si rischia così
una pericolosa alternativa: occupiamoci del nostro piccolo o occupiamuei del mondo globale. Se però ci
meamminiamo sulla strada delle inicazioni del fare dell’uomo nuovo,
ove viviamo, dove siamo chiamati,
° slancio, la scelta «forte», l’azione
P®'" il mondo verrà naturale. Madre
^fosa, Schweitzer e Bonhoeffer era^'0 comunque persone come noi.
Erika Tomassone
Libertà religiosa
Il testo del
disegno di legge
Con un’introduzione di Gianni
Long, pubblichiamo in questo numero il testo del disegno di legge sulla libertà religiosa che il Consiglio dei ministri ha licenziato il 1° marzo scorso.
Il testo, che deve essere discusso e infine approvato dal Parlamento, abrogherà la normativa vigente sull’esercizio di culti diversi dal cattolico, definiti «ammessi» dalla legislazione fascista del 1929-30, sotto la quale si
trovano ancora molte denominazioni
evangeliche e le organizzazioni di altre religioni che non hanno un’Intesa
con lo stato. È bene che tutte le chiese evangeliche conoscano e discutano a fondo questa proposta del governo su una materia così vitale per la
libertà del nostro paese.
Vedi Testi & Documenti
Sinodo luterano
Verso un Centro
studi ecumenici
Prende corpo il progetto per un
Centro di studi ecumenici a Roma
promosso dalla Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) e dalla Facoltà
valdese di teologia: «Luogo di formazione ecumenica offerta a tutte le
chiese», spiega una mozione approvata dall’ultimo Sinodo della Celi,
che si è concluso ad Assisi il 1« maggio. Il Sinodo ha stabilito che il progetto entrerà in fase di sperimentazione a partire dall’anno accademico
2002-2003. Il Centro offrirà possibilità di studio annuali per studenti
stranieri, presso la Facoltà valdese o
presso istituti pontifici; collaborazione fra Celi e Facoltà valdese nell’ambito di corsi post laurea. Prevista
inoltre la partecipazione di almeno
un teologo luterano alle attività didattiche della Facoltà valdese, (nev)
Valli valdesi
L'occitano
lingua olimpica?
Anche l’occitano fra le lingue ufficiali alle Olimpiadi invernali di Torino 2006? La richiesta, che si inserisce
nella linea della partecipazione di un
territorio aila progettazione e alla definizione dell’evento, è stata avanzata
dalla «Chambra d’Oc». Per i suoi rappresentanti, i giochi invernali potrebbero essere l’occasione per portare
alla ribalta la condizione di una lingua minoritaria. In un prossimo incontro si cercherà di redigere una
mozione da sottoporre poi al Comitato olimpico «Toroc». Gli occitani non
sono però uniti: mancano le adesioni
di referenti localizzati proprio nelle
valli che ospiteranno le gare e non c’è
intesa su quale varietà di occitano si
dovrà proporre per Torino 2006.
A pag. 7
L'OPINIONE
SEGNALI
DI SPERANZA
Attenzione a non confondere la luce
di una candela con l’approssimarsi
dell’alba. La soluzione della «crisi di
Betlemme», il ritiro delle forze israeliane da parte dei Territori palestinesi
e il mancato attacco a Gaza sono segnali positivi ma non segnano ancora
una vera svolta. È positivo che la marcia straordinaria Perugia-Assisi abbia
raccolto importanti adesioni, sia in
Italia che tra autorevoli personalità
israeliane e palestinesi. Sono segnali e
fatti importanti, ma il cammino della
pace in Medio Oriente è ancora molto
lungo e accidentato e occorrerà ancora
molto tempo prima che i serbatoi
d’odio riempitisi in questi mesi possano svuotarsi almeno in parte.
La popolazione palestinese è stanca e
frustrata da un’offensiva che ha colpito
soprattutto i civili; quella israeliana è
angosciata e condizionata dalla minaccia terroristica. La combinazione di
questi due elementi produce conseguenze disperanti e devastanti. Il cronometro degli attentatori, infatti, sembra essere quanto mai preciso e appena
si danno le condizioni per la ripresa di
un qualche negoziato, i gruppi radicali
(i laici delle brigate Al Aqsa o i fondamentalisti di Hamas) riescono a riportare il confronto sul piano dello scontro violento. Che è esattamente quello
che Sharon vuole e sa fare. In questi
giorni, aU’indomani del ritiro delle forze israeliane dalle cittadme palestinesi,
viene infatti da chiedersi quale sia il
suo progetto e quello della disomogenea coalizione politica che lo sorregge.
Dopo aver messo a ferro e fuoco i
Territori, aver subito la critica internazionale per l’azione di Jenin, aver umiliato Arafat e distrutto le infrastrutture
dell’Autorità nazionale palestinese,
non ci pare che il vecchio generale possa vantare alcun risultato politico. L’attentato di venerdì 10 maggio, con il suo
tragico bilancio di 16 morti dimostra
che la più consistente azione militare
israeliana prodotta in Cisgiordania dal
1967 non ha distrutto le infrastrutture
del terrorismo. Ed allora, si chiedono
in molti anche in Israele, a che cosa è
servita questa campagna militare? A
cosa è servito esporre migliaia di soldati? Perché abbiamo rischiato un pericoloso isolamento dalla comunità internazionale e reso più tesi e problematici
i rapporti con gli Usa?
A queste domande, sempre più incalzanti, Sharon non sembra in grado
di dare una risposta convincente. E difatti cresce l’opposizione alla sua politica; la manifestazione pacifista svoltasi a Tel Aviv sabato 11 maggio, dopo
mesi di silenzio delle colombe, costituisce una controtendenza. Esaurita la
carta militare, nel giro di qualche settimana Sharon dovrà dare delle risposte
politiche che forse non è in grado di offrire; probabilmente non lo è neanche
Arafat che per essere credibile deve
operare una dolorosissima frattura
all’interno del movimento palestinese,
deve cioè schierarsi con una determinazione e una coerenza che ancora non
gli è stata riconosciuta, contro le formazioni radicali e fondamentaliste.
Forse non sono pronti neanche gli Usa
che con Bush mostrano una grave riluttanza ad assumere un ruolo guida
nel negoziato; quanto all’Europa sarebbe coinvolta in un processo dal
quale, anche per proprie responsabilità, era stata esclusa. Insomma, si è accesa solo la fiamma di una candela:
porta comunque un po’ di luce.
Paolo Naso
2
PAG. 2 RIFORMA
«I suoi discepoli
non compresero
subito queste cose;
ma quando Gesù fu
glorificato, allora
si ricordarono che
queste cose erano
state scritte di lui,
e che essi gliele
avevano fatte»
(Giovanni 12, 16)
«‘®/o pregherò
il Padre ed egli
vi darà un altro
difensore che starà
sempre con voi, lo
Spirito della verità.
'Ul mondo non lo
vede e non lo
conosce, perciò non
può riceverlo.
Voi lo conoscete,
perché è con voi e
sarà in voi.
'^Non vi lascerò
orfani, tornerò
da voi. ^^Fra poco
il mondo non mi
vedrà più, ma voi
mi vedrete, perché
io ho la vita e
anche voi vivrete»
(Giovanni 14,16-19)
Wi ho detto
queste cose stando
ancora con voi;
^^ma il Paracleto,
10 Spirito Santo che
11 Padre manderà
nel mio nome,
vi insegnerà ogni
cosa e vi ricorderà
tutto quello
che vi ho detto»
(Giovanni 14, 25-26)
«^'^Ma quando sarà
venuto il Paracleto
che io vi manderò
da parte del Padre,
lo Spirito della
verità che procede
dal Padre, egli
testimonierà
di me; anche
voi mi renderete
testimonianza,
perché siete stati
con me
fin dal principio»
(Giovanni 15, 26-27)
Leggere anche:
Gv 16, 12-15: 14, 8-11; 8,
24; 8, 58; 18, 4-8
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 17
MACCIOj
«Ma io vi assicuro
che per voi è meglio,
se io me ne vado.
Perché se non me
ne vado non verrà
da voi lo Spirito che
vi difende. Invece,
se me ne vado
ve lo manderò»
(Giovanni 16, 7)
«NON VI LASCERÒ ORFANI»
E Cesù in persona che annuncia ai suoi discepoli che dopo la sua morte non li
abbandonerà perché il Risorto sarà presente in mezzo ai suoi mediante il suo Spirito
THOMAS SOGGIN
CI siamo fermati due settima
1
ne fa sull’azione programmatica di Gesù nel tempio di Gerusalemme, con la quale, secondo il quarto Vangelo, egli ha proclamato simbolicamente la fine
del Tempio, del culto e della legislazione mosaica sostituendoli
con il suo corpo, cioè con se
stesso, con la sua persona (cfr.
Giovanni 2, 21-22; 4, 22-24). Oggi
vedremo il significato del termine Spirito, che nel quarto Vangelo significa sempre la viva presenza e azione di Dio nella realtà
storica degli esseri umani. È lo
Spirito di Dio, che fa conoscere il
senso profondo sia della rivelazione di Dio nel passato, sia della
sua volontà nel tempo presente.
fede piuttosto incerta, confusa e
superficiale; dopo però, con il
dono dello Spirito, nasce una
nuova comprensione della vita di
Gesù: si tratta del tempo successivo alla morte e alla risurrezione
di Gesù, del tempo che segue la
sua glorificazione. I due momenti, prima e dopo, coincidono per
noi con il tempo che precede e
che segue gli avvenimenti di Pasqua, Ascensione e Pentecoste.
La promessa di Gesù
E perciò importante sottoli
1
L'opera dello Spirito presenta
un «prima» e un «dopo»
La fede dei discepoli di Gesù
viene descritta da Giovanni
in due modi diversi a seconda
che sia collocata nel periodo precedente o in quello seguente la
morte e la risurrezione di Gesù.
Infatti lo Spirito è donato solo
dopo la morte e la risurrezione di
Gesù, e il dono dello Spirito è
strettamente connesso con quegli eventi centrali del Nuovo Testamento. Lo dimostrano diversi
passi del Vangelo (note a fianco 1). In questi passi, appare chiaro
che rincontro con Gesù rivela
nei suoi interlocutori, prima, una
Preghiamo
Signore, donaci il tuo Spirito perché possiamo presentarci alla tua presenza adorando la tua santa maestà.
Siamo coscienti della nostra indegnità e ti ringraziamo
per tutti i doni che concedi senza sosta al nostro corpo e
alla nostra anima.
In particolare ti ringraziamo di poterci ricordare, in
questo giorno di Pentecoste, che tuo figlio Gesù Cristo
non ci ha lasciati orfani dopo essere risalito a te, ma che
ha voluto, finché non tornerà nello splendore della sua
gloria, dimorare presso di noi per mezzo del tuo Spirito
Santo. Istruiscici, Signore, con la forza vivificante del tuo
Spirito! Difendici dal nemico che è, il più delle volte, la
nostra cattiva coscienza che ci accusa! Consolaci nella
nostra disperazione, nelle nostre paure e liberaci dai nostri spaventi e fantasmi! Dacci di esserti riconoscenti e di
riconoscerti in tutti i tuoi doni.
Aiutaci affinché la tua parola sia ben predicata e ben
ascoltata qui e ovunque il tuo popolo ti invoca, che la
tua luce ci illumini nelle tenebre di quest’epoca oscura e
che la tua pace sia con noi e con quanti soffrono! amen.
(Adattato da: Karl Barth, Preghiere
Claudiana, Torino. 1987, p, 59)
neare che lo Spirito diventa
attivo per l’evangelista e viene
donato ai credenti soltanto dopo che Gesù è glorificato, ossia
dopo la sua morte, risurrezione
e ascesa al Padre (20, 17). Ed è
Gesù in persona che annuncia
ai suoi discepoli che dopo la sua
morte non li abbandonerà perché il Risorto sarà presente in
mezzo ai suoi mediante il suo
Spirito. In altri termini: è lo Spirito che ora sostituisce Gesù!
Oggi Gesù Cristo risorto è presente tra noi e nella sua comunità con il suo Spirito. Chi è
dunque lo Spirito? Secondo il
quarto Vangelo lo Spirito è il vicario di Cristo!
Infatti Gesù chiama lo Spirito,
in Giovanni: il nostro avvocato, il
difensore e consigliere (la parola
greca paracleto non significa solo consolatore, ma include questi
altri significati). E Gesù promette
che, per mezzo del suo Spirito,
prolungherà per sempre la sua
presenza fra noi: «non vi lascerò
orfani» (Giovanni 14, 16-19)! (note a fianco -2). L’evangelista, che
ci trasmette questo messaggio di
Gesù, è pienamente consapevole
di aver ricevuto adesso, assieme
ai discepoli, il dono dello Spirito
di Dio. Per questo (dopo la risurrezione di Gesù e la Pentecoste),
l’evangelista riesce a capire che
Gesù «parlava del tempio del suo
corpo» (2, 21); che Gesù aveva
parlato «dello Spirito che dovevano ricevere» (7, 39) e che, salendo a Gerusalemme (alle Palme) Gesù adempiva le Scritture
ebraiche (cfr. Zaccaria 9, 9 e Giovanni 12, 15-16).
risulta che lo Spirito ci ricorda
tutto quello che Gesù ha detto
(14, 26). Lo Spirito diventa cioè
la memoria di Cristo nella chiesa, e i credenti ricordano (2, 22;
12, 16) a causa del dono dello
Spirito. Allo stesso modo lo Spirito è la guida che conduce oggi
i credenti in tutta la verità. Tuttavia lo Spirito non insegna all’evangelista nuove dottrine o
verità arcane; insegna solo quella conoscenza di Cristo che,
prima della risurrezione di Gesù
e del dono dello Spirito, non sono per ora alla vostra portata.
Adesso però lo Spirito di Dio,
mandato dal Padre, diventa nella chiesa il testimone di Gesù a
livello di una comprensione più
profonda matura e nuova (14,
25-26; 16, 12-13; 15, 26). Lo Spirito è dunque nella chiesa la
memoria di Gesù, la guida, il
magistero infallibile di Cristo, il
dottore invisibile, il testimone
verace di Cristo, la presenza
stessa di Gesù Cristo, che lo sostituisce per sempre (14,16).
strare Gesù prima della sua risurrezione? La risurrezione è infatti l’unica testimonianza, proveniente da Dio stesso, che Gesù
è il Figlio di Dio, in perfetta unità
con il Padre (Cfr. Romani 1,2-4).
Riassumendo*
ON il termine Spirito Santo
Lo Spirito, testimonia
dell'unità fra Padre e Figlio
Ma c’è qualcosa di ancora
I.......................
L'opera dello Spirito
SE dunque lo Spirito è Gesù in
]
' persona che non ci lascia orfani, qual è secondo Gesù nel
quarto Vangelo, l’opera dello
Spirito? Lo Spirito è memoria,
maestro e testimone. Egli ci guida in tutta la verità di Cristo. Ne
più decisivo riguardo all’opera dello Spirito: lo Spirito,
che il Padre manderà nel nome
di Cristo, sarà il testimone dell’unità fra Gesù e il Padre. Cosi
leggiamo in Giovanni 1,18 che
«nessuno ha mai visto Dio: l’unigenito Figlio, che è nel seno
del Padre, è quello che l’ha fatto
conoscere». Ne consegue che
l’unità fra Padre e Figlio, di cui
lo Spirito è testimone, è quella
che rende possibile a Gesù di
chiamarsi, in Giovanni, addirittura con lo stesso nome di Dio.
Gesù, infatti, attribuisce parecchi^ volte a se stesso il nome biblico che Dio ha rivelato a Mosè
(Esodo 3,14); «Dio disse a Mosè;
“Io sono colui che sono". Poi
disse: "Dirai cosi ai figli d’Israele: l’Io sono mi ha mandato da
voi”». E Gesù introduce più volte
se stesso con il nome di Dio «Io
sono» (talvolta tradotto, non
correttamente: «sono io»).
È chiaro che l’uomo Gesù, presentandosi con lo stesso nome
di Dio, compie agli occhi dei
suoi fratelli ebrei un atto talmente blasfemo e di tale inaudita
gravità, da lasciare tutti senza
fiato! Gesù infatti non offre una
prova, un’evidenza, per dimostrare quanto afferma. Del resto,
che cosa avrebbe potuto dimo
o, più in breve, con lo Spirito, il cristianesimo non intende
altro che Gesù Cristo. Ma intende proprio quel Gesù che si è
mosso dal passato al presente e
che ora vi prende parte mediante la Parola predicata. Parola efficace nella vita personale del
cristiano. Detto in breve: lo Spirito è Gesù Cristo, come noi lo
incontriamo (o come lui incontra noi!) nell’annunzio dell’Evangelo. Lo Spirito Santo non è
altro che Gesù Cristo. Con lo
Spirito la tradizione cristiana intende Dio, ma Dio che si occupa di noi spiritualmente; o, per
meglio dire, Dio che si occupa
di noi da Spirito a spirito.
Potremmo anche affermare
che Dio si occupa di noi mediante un percorso spirituale, il
percorso della Parola efficace.
Non ogni parola è efficace, ma
Io è la parola che ha come presupposto e contenuto Gesù Cristo: la Parola con la P maiuscola,
la parola che diventa Spirito. In
questo modo il cristianesimo
non ha dato all’annunzio dell’Evangelo di Cristo un credito
di poco conto. Quest’annunzio
opera qualcosa, consegue dei risultati talvolta spettacolari. Gli
occhi si aprono, la persona viene illuminata, pagine nascoste
della sua esistenza vengono a
galla e la persona emerge dalla
palude in cui si era impantanata, risorgendo alla gioia e alla vita. Talvolta, o meglio di solito,
questo cambiamento non è particolarmente evidente: è graduale, come accade nella maggioranza dei casi in cui viene esercitata un’influenza. Comunque,
con il termine annuncio non
dobbiamo pensare esclusivamente al pulpito, perché annunciare significa raccontare ad altri, continuare a parlare dell’Evangelo, fiduciosi però nella Parola efficace che diventa Spirito.
(*) Tratto liberamente da: H.
M. Kuitert, La fede cristiana per
chi dubita, Claudiana, Torino
1994, p.219.
(Ultima di una serie
di tre meditazioni)
Note
omiletiche
Esiste
fondo nella fede incJ
noi siamo, come db?
lo, «assenti dal Sion!
(Il Corinzi 5, 6) meni .1
sù dichiara: “
«non vii
scerò orfani... ancora
po'... voi mi vedrete»
tipo di visione?
1 - a) Gesù stabili,
uno stretto legame J
ro e proprio paraiie(J
fra la sua presenza ni
della croce e la sua
senza mediante lo SpjJ
dopo la sua morte e *
rezione. Non si può
re dello Spirito senza«,!
lare anche del Riso,
b) E la presenza di Ci
continua oggi in pj,
mediante il suo Spii
santo e mediante la
Parola predicata.
tati
2 - Com'e questa pt( |
cl
P
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senza di Gesù Cristo J
noi, mediante il suoSr^
to? Esattamente coi
quando Gesù era fisi
mente presente con i
a) Lo Spirito è il noi
paracleto, il nostro dii
sore, avvocato, consigli
e consolatore. Eglitj
con voi in eterno, dii
con voi e in voi» (v. ig-il
Non siamo oggi comè»|
fani indifesi, abbandoi
a noi stessi, ma la sua
senza vivente ci accoi
gna sempre: non siamo
orfani di un Signore
funto, di una storiai]
passato, di un ricordof»
se da imbalsamare,..!
Anzi; Gesù chiama lo Spi
to anche Spirito di vei
Infatti, il momento pii»
ro, grande e sconvolgi
te, è quando scopri»
con stupefatta meravii
che Dio in Cristo din
amati e ci ama, cosi coi*
siamo, con tutti i rei
gravi difetti e il nò!
peccato! Questa sco|
fa della nostra vita ui
ta vera, trasparente;
doppiezza e infingii
Egli ci aiuta a sceglili
praticare un amore«
to per gli altri, con p
parole e molti fatti;c).l
non basta: Gesù pfomeS
che lo Spirito di velili
starà con noi per sempi!
(v. 16). È come la proiffiS
sa di Matteo 28, 1N|
l'unica che può darci
per vivere con il dirai
smo della fede e di rispol
dere alla vocazione deli
gnore. Infatti la suapR'
messa coinvolge arci#
tutto il mondo e divei
per tutti noi, per la
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fede, speranza e
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su questa terra
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Cristo morto e risorto.
Per
approfondire
- A. M. Hunter,
tito su/ V^ange/O
m, Claudiana, Torino^
-O. Cullmann,OrtrVoesi
ambiente dell'EvartgeJ^hi
condo Giovanni, Man
Torino, 1976;
- Ernst Kàsemanrt.
nigma del quarto va .
Claudiana, 1977;
- Ch. K. Barren,
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gelo di G'ov'ann/ f ¿jlismo e storia, editn®
udiana, 1983;
- R. E. Brown,
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(Atti degli Apostoli 2,2; Tob)
La Sacra Scrittura descrive con sem"fcità la manifestazione della prima
litecoste nella vita della chiesa di
ito: «Ai quali [gli apostoli] anche,
«o che ebbe sofferto, si presentò viItecon molte prove, facendosi vede#loro per quaranta giorni, parlan'IIelle cose -relative al regno di Dio.
bvaiidosi con essi, ordinò loro di non
Intanarsi da Gerusalemme, ma di
Éjldere l’attuazione della promessa
padre» (Atti 1,3-4).
tìi apostoli, con Maria, la madre di
,ìj,ealtre donne, «tutti persevera vaio concordi nella preghiera» (Atti 1,
Cristo'nJli), Il cammino dall’Ascensione alla
tecoste è un tempo di attesa, di spee di fede. Esso rispecchia il misteothe ogni essere umano avverte
do attende la venuta del Paracleto,
iilusione dello Spirito Santo; quel
de giorno della Pentecoste persole ip cui l’essere umano, tramite la
Ìesa é nella chiesa, diventa a un tratto
ipio di Dio» e «tempio dello Spirito
Corinzi 3, 16; 6, 19). Anche il
Ido, tramite la chiesa e nella chiesa,
lenta a un tratto il luogo in cui il re■0 di Dio viene rivelato «anche in terra
e in cielo» (Matteo 6,10).
Il&acleto, o consigliere, è presente
Si chiesa e nel mondo. La presenza
pel^iBSÌgliere viene vissuta per sempre
»e lo fu dai discepoli alla prima Penate, quando «ad un tratto ci fu un ruChe veniva dal cielo come soffio di
in#lénto colpo di vento» (Atti 2,2).
line il soffio di Un violento colpo di
it0i>! 6 ov\'io che questo fenomeno
[in|ta «violento» nel senso di cattivo,
tei senso che la violenza riveste neldo di oggi. Di solito, la violenza
lesa fa irruzione nelle nostre vite in
lo particolarmente distruttore: sia
ftvenga attraverso la brutalità, il
'rismo, l’oppressione del pensiero,
(lenza fisica contro i bambini, le
mi criminali, le guerre, la crudeltà,
_ essione dei valori morali e sociatl’ìSiliazione, la negazione della di____________________________________
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darci for»
il dina!
di rispoi
one del Si sua pro
gnìtà e della personalità, o attraverso
qualsiasi altra manifestazione del male.
«Come il soffio di un violento colpo di
vento»! Durante il decennio che il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) dedica alla lotta contro la violenza, siamo
portati a considerare e a capire meglio
ciò che la presenza dello Spirito Santo
significa per noi. Il «soffio violento» della Venuta dello Spirito differisce fondamentalmente dall’irruzione aggressiva e .
brutale della violenza e del terrorismo
nel mondo. L’irruzione improvvisa dello
Spirito colpisce i testimoni per la sua
violenza, eppure non viola né le coscienzè né le vite. È violenta ma non è
né brutale né distruttrice. È violenta eppure onora l’immagine di Dio nell'essere umano. È violenta nel senso in cui
contiene lo Spirito di Dio, uno Spirito
che ci dà entusiasmo e ci innalza, ci comunica gioia e coraggio, ci offire un’ispirazione e una forza sempre nuove. Lo
Spirito Santo ci incute la speranza, la fede e l’amore, soprattutto l’amore di Dio
e dei nostri fratelli e sorelle, un amore
che «caccia via la paura» (1 Giov. 4,18).
Solo Lirruzione violenta del Paracleto
può trionfare sullo scatenarsi brutale
del male e della violenza nelle nostre vite e nel mondo. «Chi ha orecchi ascolti
ciò che lo Spirito dice alle chiese» (Apocalisse 2, 7; 11: 29.3,6; 13; 22).
I presidenti del Cec:
Signora Agnes Abuom, Nairobi (Ke.nia); pastora Kathryn K. Bannister, Bison (Usa); vescovo JabezL Bryce, Suva
(Figi); S. E. Chrysostomos, metropolita
della sede di Efeso, Istanbul (Turchia); S.
S. Ignatius Zakka Iwas, Damasco (Siria); signor Kang Moon-Kyu, Seul (Corea); vescovo Federico J. Paguro, Rosario
(Argentina); vescovo Eberhardt Renz,
Stoccarda (Germania)
La tradizione del messaggio di Pentecoste dei presidenti del Cec risale al 1950.
11 messaggio è uno sforzo comune degli
Otto presidenti del Cec, i quali rappresentano le differenti regioni in cui vivono i
membri del Cec. Il progetto di mesSa^iO
di quest’anno è stato preparato da sua
eminenza il metropolita Chrysostomos di
Efeso. «In un mondo di violeiiza - dice il
metropolita - ci ricordiamo dello Spirito
Santo che scese sugli apostoli come un
vento violento, accompagnato da lingue
di fuoco, ma che portò la pace al mondo».
Pubblicato un documento di riflessione del Consiglio ecumenico delle chiese
Solidarietà con le vittime del cambiamento climatico
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Ih molti anni, il dipartimento «Giustizia, pace e integrità del
fi Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) segue da
fcino la questione del cambiamento climatico alla quale è le^quella del riscaldamento del pianeta, dovuto al cosiddetto
serra». Alcuni anni fa, il Cec si era fatto promotore di
«petizione sui cambiamenti climatici» che coinvolse Tinsiesue chiese membro nel mondo e che portò alla raccolta
‘¡itone di migliaia di firme in tutte le chiese locali. La peti....consegnata ail'Onu in vista dei negoziati internait partei pMi che nel 1997 portarono al Protocollo di Kyoto.
dlel gennaio scorso l’équipe Jpc del Cec, partendo dal «Terzo
^Portodi valutazione», pubblicato dal «Tavolo intergovernativi cambiamento climatico» (Ticc) che sottolinea fra l’altro
^ntiibuto delle attività umane al riscaldamento globale, ha
un documento che offre una serie di riflessioni sulla riv>itadel Cec al problema del cambiamento climatico,
^bblichiamo l’ultimo capitolo del documento («Il cambia^ride/ clima come sfida spirituale») e l’Appendice finale che
i punti essenziali della questione e lancia un fermo ap"“Oo/la comunità internazionale e alle chiese.
(traduzione dall’inglese di Marco Rostan)
il OinbisniGntO opporre resistenza alla tenditi rii», ingaggiare una cor
uima come sa suicida e specialmente
Sfida spirituale
risposta al cambiamen,/ limitarsi a consi
^ , risorse spirituali.
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to, c sistema economi
I ^na che esse sottolite ]/ contraddizioni nelle
i^ttn ®i trova, a di
delle chiare analisi cir
contro la tendenza dei paesi
ricchi ad accettare rischi irragionevoli per i deboli. Nel libro dei Proverbi troviamo un
appassionato richiamo a non
respingere la saggezza. La
saggezza, presentata come
una donna, dice: «Beato l’uomo che mi ascolta (...) poiché
chi mi trova, trova la vita e
ottiene il favore dell’Eterno;
ma chi pecca contro di me,
fa torto all’anima sua; tutti
quelli che mi odiano, amano
la morte» (Prov. 8,34-36). Vi è
nella società contemporanea
un elemento di amore della
morte che dev’essere chiaramente denunciato. Sembra
che la visione dell’essere umano indipendente dalle regole costrittive della natura
eserciti un’irresistibile attrattiva. Si é disposti a pagare
qualsiasi prezzo per l’illusione della libertà.
Saper resistere significa essere preparati per il cambiamento. Ma non è detto che il
cambiamento debba comportare condizioni di vita
sempre più avanzate. Non si
tratta di combattere per realizzare la società perfetta. La
speranza di un mondo liberato dalle contraddizioni che ha
coinvolto nel passato schiere
di rivoluzionari ha perso molto della sua credibilità. Si tratta piuttosto di battersi contro
il degrado del pianeta. Dopo
l’il settembre 2001, quando
la gente a New York diceva
che la città non sarebbe più
stata la stessa, il sindaco Giuliani rispose: «Si, non la stessa, ma una molto migliore».
Anche se questo potesse esser
vero per New York, non può
applicarsi ad altri luoghi del
mondo. Lo sviluppo non è un
movimento costante verso
l’alto. Dovremmo esser contenti di riuscire a contenere il
processo di degradazione e
mantenere un sentimento di
solidarietà fra le nazioni e i
loro popoli.
La solidarietà deve essere
messa in pratica per essere
una forza vitale. Essa ha bisogno di comunità impegnate.
Occorre far crescere dal basso la resistenza ai valori che
presiedono alle attuali tendenze, in gruppi che si impegnano per la loro causa e al
tempo stesso si preparano a
un impegno di testimonianza
e di azione con altri.
Non vi è garanzia che la resistenza sia coronata dal successo. Il futuro è ignoto. Vi è
una evidente possibilità che
«la carità si raffreddi» (Mari.
24, 12). È essenziale che la
nostra carità non dipenda
dalla sicurezza del successo.
Fede, speranza e amore durano, dice Paolo. L’amore va
al di là dei limiti di questa vita. La speranza per il «futuro
assoluto» di Dio è la motivazione ultima dell’amore.
DAL MONDO CRISTIANO
U Dichiarazione della Chiesa cristiana awentista
Svizzera: protesta contro l'intolleranza
religiosa alle Nazioni Unite
GINEVRA — Una dichiarazione inviata il 9 aprile scorso
dalla Chiesa awentista alla Commissione per i diritti umani
presso rOnu a Ginevra, lamenta il «costante aumento dell’intolleranza religiosa, dei conflitti e delle violenze». Secondo
recenti stime, sono circa 100 milioni i credenti cristiani uccisi
nelle persecuzioni del XX secolo: la maggior parte di essi è
morta tra il 1990 e il 2000, e il numero delle vittime raggiunto
in questo breve periodo è più alto di quella che si otterrebbe
sommando insieme i morti uccisi in tutti gli altri secoli. Si deve d’altronde ricordare che i cristiani non sono l’unico gruppo di credenti a soffrire per le persecuzioni religiose. L’intolleranza ha molte facce: per questo motivo ai dirigenti della
Chiesa awentista sembra urgente riportare il dibattito sulla
violenza in un ambito internazionale. Nella dichiarazione si
nominano Arabia Saudita, Cina, Sudan, Corea del Nord e alcuni stati dell’Asia centrale quali esempi di nazioni in cui
l’intolleranza religiosa è stata causa di atti di violenza e uccisioni. «La Chiesa awentista riconosce e deplora questa incessante tragedia e fa appello a tutte le nazioni, le religioni e i
singoli individui affinché rigettino ogni forma di violenza,
particolarmente quella perpetrata “nel nome di Dio’’», (adn)
Consigliò cristiano deH'lndia
Appello per «ristabilire i diritti umani»
GUJARAT — Dalla fine di febbraio nello stato indiano del
Gujarat sono state uccise oltre 900 persone (36 solo nell’ultima settimana) nel corso di violenze tra la maggioranza indù e
le altre minoranze religiose; coinvolte anche le comunità cristiane. Da più parti è stato richiesto inutilmente l’intervento
dell’autorità centrale di fronte all’incapacità, forse voluta è
stato anche detto, del governo locale di porre fine alla crisi.
Ora il Consiglio cristiano dell’India si appella alla comunità
ihternazionale cristiana chiedendo di fare pressioni sui propri governi per «ristabilire i diritti umani in India», suggerendo l’embargo sulle importazioni «finché non verranno riaffermati i diritti delle minoranze religiose». (nev/eni)
Usa: lo scandalo della pedofilia
Scompiglio anche fra le altre religioni
NEW YORK — Lo scandalo della pedofilia nella Chiesa cattolica Usa non cessa di causare scompiglio e allarme anche
nei religiosi di altre fedi. Curiose alcune dichiarazioni raccolte dal quotidiano La Stampa: il rabbino Arthur Weiner non
offre più passaggi in auto ai suoi studenti minorenni; il pastore metodista Howard Maltby ha installato una porta a vetri nel suo ufficio perché tutti possano vedere cosa succede
all’interno; il pastore Wayne Walter di Glendale, California,
ha abolito le pur molto frequentate sedute di consulenza
psicologica per adolescenti in crisi. (nev)
Fino a che punto durerà
la solidarietà?
Bozza preliminare per una mozione delle agenzie
di soccorso e di sviluppo
La comunità scientifica è sempre più certa: il cambiamento del clima è una realtà in atto e nel futuro i suoi effetti saranno più devastanti di quanto si pensasse.
1 negoziati sui livelli di riduzione che si sono svolti nell’ambito della Convenzione sui cambiamenti climatici dell’Onu
hanno dato luogo finora a risultati minimi. L’approvazione
del Protocollo di Kyoto è certamente positiva come promettente primo passo nella direzione di più sostanziali riduzione
nelle emissioni dei gas da effetto serra. Ma non ci può illudere: con la defezione degli Usa e tutte le concessioni fatte nel
corso dei negoziati, l’impatto del Protocollo sul cambiamento del clima sarà di scarsa entità. È necessario che ad esso
facciano seguito sforzi molto più grandi.
Gli eventi atmosferici estremi diventeranno più frequenti.
Inondazioni e siccità si moltiplicheranno. Il livello dei mari è
destinato a salire. Il numero delle vittime crescerà. Le conseguenze del cambiamento climatico accentueranno la
profonda ingiustizia che già esiste fra paesi industrializzati e
quelli in via di sviluppo. Le anomalie del tempo colpiranno
in primo luogo la maggioranza della popolazione mondiale
che non costituisce la causa principale del problema e che
non possiede i mezzi per proteggersi dall’impatto dei cambiamenti climatici.
Secondo un studio recente, si parla di danni per 300 miliardi di dollari l’anno. Il numero dei rifugiati ambientali è
destinato a crescere.
Queste prospettive costituiscono una sfida per le agenzie
di soccorso e di sviluppo. Fino a quando saranno in grado di
dare aiuto di fronte alle emergenze? Vi è l’evidente pericolo
che vengano a mancare la motivazione e le risorse per rispondere ad eventi e sviluppi inattesi. Disastri ripetuti, che
distruggano il lavoro di anni spesi per lo sviluppo, potrebbero facilmente avere un effetto paralizzante.
L’ampiezza dei compiti che incombono è fonte di profonda preoccupazione. Ci uniamo perciò in un duplice appello:
- alla comunità internazionale e ai governi nazionali perché approvino il Protocollo di Kyoto senza indugi e si impegnino in una nuova tornata di negoziati in vista di una risposta adeguata al probabile impatto dei cambiamenti climatici;
- alle chiese e a tutte le persone responsabili perché resistano all’indifferenza e preparino agenzie che sappiano
esprimere solidarietà alle vittime del cambiamenti del clima,
mediante l’aiuto di emergenza, l’assistenza ai rifugiati nella
ricerca di una dimora stabile, il prowedere mezzi di adattamento alle mutate condizioni climatiche.
4
PAG. 4 RIFORMA
Cultura
venerdì 17 MAGGIO
Napoli: lo scrittore Erri De Luca si racconta all'Annicizia ebraico-cristiana
Terra delTuomo, terra della Bibbia
Il traduttore e commentatore dell'Antico Testamento, oltre che narratore originale, propone
alla nostra attenzione un singolare, anche bizzarro, confronto con gli elementi naturali
ANNA MAFFEI
«Q!
(terr®" f
UELLA di essere
estratti dalla Adamah
è una idea grandiosa.
La polvere è una bella materia prima ed è la nostra consistenza terminale. Il fatto di
non essere che “polvere e cenere” non è una condanna,
significa in fondo che non è
possibile regredire oltre».
Con queste a prima vista bizzarre considerazioni si è
aperto il dialogo sul tema appunto «Uomini e suolo», fra
Erri De Luca, scrittore napoletano, traduttore e commentatore della Bibbia ebraica, e
il pubblico intervenuto all’incontro dell’Amicizia ebraicocristiana di Napoli il 15 aprile
scorso. L’Istituto italiano per
gli studi filosofici ci ha ospitato nella sua sede a «Monte
di Dio», la collina che si affaccia sul centro storico della
città e a cui è dedicato l’ultimo libro di De Luca, «Montedidio», appunto. «Il suo è un
libro almeno in parte autobiografico? Abitava da queste
parti?», gli ho chiesto appena
prima della conferenza. «Sì,
proprio qualche palazzo più
sopra. Le botteghe erano
quelle della mia inlfanzia».
L’uomo, la donna sono inscindibilmente legati alla terra, alla propria terra si ritorna
sempre, non fosse altro che
con la memoria. Ed Erri De
Luca rivisita spesso la sua
terra pur senza rimanerne attaccato in maniera esclusiva.
Oggi infatti parla della terra
come dato primordiale e della terra della Bibbia verso la
quale coltiva un altro tipo di
relazione, una relazione fatta
Erri De Luca
di ascolto silenzioso, attento
e appassionato. «La terra non
è un materiale senza importanza. Una riflessione talmudica dice che il vasaio fa forte
il vaso perché unisce sabbia e
argilla, la terra è formata da
due materiali di genere diverso e l’Adam li comprende entrambi. (...) Il rapporto fra
l’Adam e la terra è espresso
da due verbi; servire e custodire che sono entrambi verbi
usati per esprimere anche il
servizio a Dio: si dice nella
Bibbia che il suo popolo è
scelto, separato, per servire
Dio e custodire i suoi comandarhenti. Ci deve, dunque,
essere per la terra la stessa
premura. Anche nell’italiano
si conserva qualcosa della
medesima radice nelle parole
“culto” e “coltivazione”».
Le considerazioni che De
Luca condivide sono degli
squarci di luce aperti sulle
parole della Bibbia. Lui è uno
che coglie nella lingua ebraica ciò che rimane nascosto
Rob van Drimmeien
Economìa slobale e fede
S!22pp. euro 14,00 cod. 393
Ricorrendo alla sua esperienza in campo
economico ed ecumenico, l'autore affronta le complessità deH'economia moderna spiegandone lucidamente concetti, realtà e forze senza dimenticare i «segni di speranza», ossia le iniziative a favore di forme di convivenza più eque, solidali e rispettose dell’ambiente.
Renato Coisson
Giovanni Dìodatì
«Di nation lucchese»
72 pp. euro 3,00 cod. 406
Un piccolo libro per scoprire la figura di
Diodati, lucchese d'origine e ginevrino di
nascita tanto caro al mondo evangelico
italiano per la meritoria - per chiarezza di
linguaggio e fedeltà ai testi originali - traduzione della Bibbia.
Valdesi, metodisti
e pentecostali in dialogo
64 pp euro 3
VALDESI
METODISTI
È
PENTECOSTALI
I documenti nati dagli incontri, svoltisi per circa tre anni nell’intento di superare divisioni e incomprensioni, tra
i rappresentanti delle chiese valdese
e metodista con i responsabili di un
consistente numero di chiese pentecostali. Introduzione teologica di
Paolo Ricca.
■r mmedhrice
claudÈana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011.668.98.04 - FAX 011.650.43.94 - C.C.P. 20780102
http://www.ciaudiana.it
nelle normali traduzioni, è
uno che nel rendere in italiano i termini cerca di ricreare
nell’orecchio di chi ode la
plastica essenzialità, l’asprezza, la concretezza della lingua sacra, senza preoccuparsi di altro. Come quando traduce l’espressione famosa
per terra promessa, terra dove scorre il latte e il miele,
con «terra che ha mestruo di
latte e di miele», ritrovando
ed esprimendo in questo modo l’idea dell’annunciata incredibile fertilità della terra,
simile a quella proverbiale
delle donne ebree che, vigorose come erano, in Egitto
partorivano ancor prima dell’arrivo della levatrice. Una
fertilità però non propria del
suolo, come quella per esempio del suolo egiziano, piuttosto una fecondità che dipenderà sempre dal cielo,
dall’intervento di Dio, proprio come la fertilità delle
matriarche di Israele.
Illuminanti spunti sono stati offerti sul senso del sabato
come «recinto custodito da
Dio» nel quale doveva essere
compresa anche la terra negli
anni sabbatici e giubilati durante i quali si poteva trarre
solo «lo spontaneo del suolo»
per cibarsi ma non per farvi
commercio. Quella terra dove
gli abitanti dovevano considerarsi in fin dei conti stranieri e inquilini e nella quale
nessuno doveva essere troppo povero o troppo ricco, e
che per questo non poteva essere venduta in via definitiva.
Un messaggio d’amore, in
fin dei conti, quello condiviso
da De Luca culminato con alcune riflessioni sul «timore di
Dio», aspetto quasi sempre
dai cristiani trascurato dell’amore verso Dio. «In fondo
l’amore per Dio è richiesto
con tutto tranne che con la
testa (il riferimento è al testo
di Deuteronomio 6, 5). È
un’offerta, un amore da “dare”: “Amerai al tuo compagno”. La parola per dire “onora” tuo padre e tua madre è
“dare peso”. L’amore ha una
sua consistenza, una sua concretezza. Il timore fa parte
della concretezza dell’amore.
Esprime il timore che l’attenzione di Dio, il suo volto, possa spostarsi da noi. È come il
timóre che i pescatori hanno
del mare. Essi amano il mare
ma anche lo temono. Ricordo
dei pescatori che conoscevo
quando ero piccolo che andavano a pescare senza saper
nuotare. A noi che sguazzavamo nell’acqua con grande disinvoltura appariva incredibile affrontare e vivere del mare
senza saper nuotare. Noi non
avevamo timore del mare,
avevamo confidenza col mare. Quante volte dovemmo
poi capire che questo era l’atteggiamento sbagliato! Ogni
volta che qualcuno di noi pagava la troppa sicurezza con il
pericolo di perdere la vita nel
mare. I pescatori no, essi offrivano all’immenso la loro
indifesa offerta di passanti
che non sapevano nuotare.
Avevano rispetto della forza
del mare, sapevano che il saper nuotare non li avrebbe
comunque potuti salvare dalla sua forza. Chiedevano al
mare, sapendo di non poter
pretendere nulla. Ecco; timore non è collaborazione».
['ultimo libro di Erri De Luca
Il calzolaio «salvato»
di Montedidio
DEBORAH D'AURIA
RI
I
ECENTEMENTE mi è capitato di rileggere Montedidio di Erri De Luca (ed. Feltrinelli, 2001). Lo scrittore, alla maniera dei precedenti
Non ora, non qui e In alto a sinistra, riesce a verbalizzare
stati d’animo, emozioni, eventi della vita con semplicità e autenticità che danno
vita a pagine di poesia.
Con l’espressione «’A iurnata è ’nu muorzo», la giornata è un morso (è corta, diamoci da farei), comincia il
racconto in prima persona di
un ragazzo (il cui nome rimane sconosciuto fino alla fine),
che cresce troppo in fretta: «È
bastato arrivare a tredici anni
e subito sono stato messo tra
gli uomini, ho perduto la
puzza di bambino» (p. 45). Il
giovane, per aiutarela famiglia, inizia a lavorare presso
un falegname che ospita nella sua bottega Rav Daniel, un
calzolaio ebreo scampato alla
guerra, e ribattezzato dai napoletani don Rafaniello (ravanello) perché ha i capelli
rossi, gli occhi verdi, è piccolo e ha la gobba sulla schiena.
Messosi in viaggio insieme a
tante persone del suo popolo
per raggiungere il monte di
Dio a Gerusalemme, Rafaniello non riesce ad imbarcarsi perché «a me (Dio) dà
un castigo sotto la specie della presa in giro: monte di Dio,
sì, ma a Napoli» (p. 65). Così
nella bottega di mast’Errico,
sulla collina nel centro della
città chiamata appunto Monte di Dio (Montedidio nel libro), tra l’odore del legno e
della colla, il rumore della
pialla e le scarpe dei «puverielli» da riparare, don Rafaniello diventa un punto di ri
ferimento per il giovane]
gazzo a cui rivela il suo
to: egli riuscirà a raggiu¡,„j
la sua Gerusalemme ’ °
con le ali cbe sono
iflv^
50Í
ilio
custoj I
nella propria gobba.
Il giovane annota tm
quanto vede, sente, vive»
mondo degli adulti dieso F
pre esser fatto di luci e
bre. Come la scoperta di
more per Maria, sua coetaj
ma già donna perché «co*
sce lo schifo» delle care:
estorte dal padrone di csl
Suggestivo il passaggio inj
Rafaniello, scampatosi
Shoà, parla della «man«
za», della nostalgia: «...noni
viene la mancanza del pa
vostro, chiedo. 11 suo pae
non c’è più, non ci sono:
masti i vivi e neppure i moì
li hanno fatti sparire tuttiiì
sieme: “Non sento la mai
canza, dice, sento la presi f”“
li prof
za. Nei pensieri o quani ® ,,,
canto, quando aggiusto uiu
scarpa, sento la presenzailt ! , ,
mio paese. Mi viene a trovi
spesso, ora che non ha piii| ®
«i te
posto suo”» (p. 104); oquj '
do don Rafaniello parla
preghiera che è la «mossa
volo» degli uomini.
Il tema del volo ritorna ini
tutto il racconto, è desid^
di liberazione, di ca:
mento, è esperienza che®J|
comuna Rafaniello, cotlt
sue ali che scricchiolano nella gobba, e il giovane cheli
«un’ala di legno», un
rang che si esercita a lanciai
tutte le notti sul terrazzo 4
domina Montedidio
su quel terrazzo, mentrei
torno Napoli è sveglia pi
chiasso dei botti e deglil
getti lanciati dalle fmesttel
sera di Capodanno, Rafani
lo e il suo giovane amico»
sciranno a liberare i loro voi
L'ultimo emozionante film di Pedro Almodovar
«Parla con lei», dialogo per voce sola
La trama
del film
ALBERTO CORSANi
Nel raccontarci del ricevimento delle tavole della
Legge, l’Esodo non manca di
notare che per i quaranta
giorni e le quaranta notti che
passa sul monte Sinai (dove
gli armenti non devono pascolare, almeno in quella circostanza) in compagnia dell’Eterno, Mosè «non mangiò
pane e non bevve acqua» (34,
28). Una sorta di sospensione
delle funzioni vitali si accompagna al nutrimento spirituale del patriarca e alla fondazione deH’identità del suo popolo per opera di Dio. Questo
episodio mi richiama innanzitutto il film di Pedro Almodovar*, e bene farebbero quanti
si sono scandalizzati per la
materia scabrosa di molte sue
opere, ritenute blasfeme e offensive della morale, a considerare che il precedente Tutto su mia madre ha ricevuto il
premio della Giuria ecumenica al Festival di Cannes 1999
(ne ha dato conto Gianna
Urizio su Riforma) proprio
per la capacità di lambire
non tanto le tematiche religiose, ma il carattere di precarietà degli uomini e delle
donne su questa terra; una
fragilità che li espone a molti
rischi, ma che li rende anche
malleabili, plasmabili; uomini e donne possono essere
edificati (grande è la concreta
spiritualità di questo verbo)
«a immagine e somiglianza di
Dio» se in Dio si crede e nel
suo intervento nella storia;
oppure in balia delle forze del
male se si vive la solitudine
dell’agnosticismo.
Di Benigno colpisce proprio la tenacia nel colloquiare in un dialogo impossibile,
a meno di considerarlo «impossibile» come la preghiera;
un discorso che più del destinatario fortifica chi la pronuncia (vale sempre il testo
di G. Tourn Se la fede cristiana non è soltanto un'idea.
Gioventù evangelica, 1978).
Introverso, è stato devoto alla
sola madre fino alla morte di
lei; vive il contatto con gli altri solo cercando, da professionista, di renderli più belli,
massaggiando e impomatando, acconciando e ripulendo
gli umori corporei. Comincia
a scoprire se stesso dedicandosi alla causa, così come
Marco sembra seguirlo per il
fine opposto di dimenticare il
proprio passato.
Però l’uomo è anche selvaggio, e la dedizione al prossimo (agape) viene sopraffatta dalla carne dell’eros ferino;
Benigno viola un corpo e un
individuo, oltretutto menomato e in «stato vegetativo
permanente»; egli stesso conosce il sesso in una modalità prossima alla necrofilia; e
tuttavia lo sguardo speranzoso del regista riesce a trarre
dall’orrore ciò che non ci
sembra credibile, la rinascita,
l’affermazione della vita. Da
quel gesto insano e orrido si
avvia l’improbabile gestazione di una creatura, che nascerà morta ma ridarà vita alla madre, uscita dal coma per
il trauma del parto. Non è
nelle nostre mani la salvezza;
men che meno la redenzione,
e infatti l’artefice del gesto a
suo modo salvifico, obbrobrioso e miracoloso, non può
sopravvivere; dal carcere fa
sapere a Marco di voler scappare. Non saranno fili spinati
e congegni elettronici a impedire o anche solo a segnalare la sua fuga, aerea e definitiva con gli psicofarmaci.
«Non c’è posto per gli angeli», titolava una commedia
che ebbe fortuna anni fa. C’è
spazio invece, nelle nostre vite, per la consapevolezza che
possiamo non essere soli; che
qualcuno veglia e ci guarda, e
si serve di strumenti impensabili per ridare speranza
(una speranza che mette i
brividi) dove i cingolati stramazzano i fili d’erba delle
esistenze e dei rapporti umani; molte volte queste situazioni ci sfiorano, si mettono
in scena e si risolvono senza
che ce ne accorgiamo; se poi
ce ne accorgiamo, con arroganza e miopia attribuiamo a
noi stessi la loro riuscita. Lo
scandaloso regista ce lo ricorda meglio di tanti sermoni.
ohe di
tice (
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i/iconi
«Lo
farei
ienz
Marco, scrittore e giorni
sta, dopo essersi visto rifiuti
un’intervista, avvia una'”*'**
zione con una celebre tc
che rimarrà pochi mesi do5?
vittima di un gravissimo
dente in corrida. In coma,»
donna è seguita costantem»
te da Marco, che in clinica"“
nosce Benigno, infermietii
estetista-parrucchiere, ins®'
vizio nello stesso reparto®
con l’incarico particolare®
seguire un’altra ragazzainf
ma da quattro anni, Alio®
che studiava danza inua
scuola prospiciente l’abite^
ne di Benigno. Quest’ulD®
se n’era innamorato
nella vita non aveva avuto“'
lezioni con altre donne.
Da quando la ragazza,
di uno psichiatra dal
Benigno si fa curare,
unp’
per vincere la propria
SOliB'
dii®
dine un po’ per cercareo
contrare Alicia, è stata m
stita da un’auto, l
le parla, le racconta c'b ®
nelle proprie giornate, lo .
conta i film muti che va
dere perché questa or® jj
passione di lei. Il tutto
speranza che lei in Qt|'
modo possa udirlo o
immagazzinare gli stirn
ditivi e affettivi. Poi ü
1. ” -, jjl
ma subisce j'^zat®
ricompare un ex j.,).
^ - - 1 SI fe
della torera e Marco
piantare nel ruolo di
custode» ai piedi del le
l’inferma, partendo pef
ca e lasciando un n® .jjjndall’equilibrio sempre P j,
stabile: afferma inferi „ j.
1er sposare Alicia, a
sto. In viaggio,
(*) Parla con lei, di Pedro Almodovar, Spagna, 2002, con ).
Camara, D. Grandinette, L. Watling, R, Flores, G. Chaplin.
prende la morte della
lo stato di detenzione
gno, accusato di aver
della donna in coma.
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17 MAGGIO 2002
Chiese
PAG. 5 RIFORMA
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I Cresce ¡1 numero dei simpatizzanti che frequentano la Chiesa metodista di Savona
Apertura verso la comunità civile
^ono sempre più numerose le occasioni di dialogo e di scambio culturale, anche se questi
¡(¡contri non si traducono nell'aumento di membri effettivi La testimonianza dell'Evangelo
<auro cottarpi______
rande interesse si è
>vanet,j
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® granae interesse si e
^usto^ Iljviiuppato intorno alla
Mesa metodista di Savona,
manifestatosi negli anni
' u''®” Lsati e sul quale ora è opcne soffermarsi per dar
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inizio di valutazione.
altre la fascia dei membri di
aderenti e simpatizgj è formata una fascia
■gipersone interessate alle
Mposte che la chiesa fa alla
attà; c’è poi la fascia dei cati, che rispondono volen[eiialle iniziative ecumenile e c'è pure una fascia di
[gelici di altre denominaloni, che condividono con
■ Si iniziative di evangelizzaE infine c’è una fascia
i gruppi, associazioni, moviieW che predilige proporre
|e proprie iniziative nei nostri
Scali di piazza Diaz.
A questo formarsi di fasce
ilteressate al nostro lavoro,
lei termini suddetti, fa riitontro una modesta frejiienza al culto domenicale,
antita da un nucleo ristretanche se vivace e compatdi membri aderenti e sim(atizzanti. Manteniamo la
lastra predicazione al mijlor livello possibile e segna, jìamo con gioia l’inizio della
“”pUaborazione nella predicaione di un fratello e una solela entrati da poco in piena
mai
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relazione con Fa chiesa. La
scelta della sequenza per gli
studi biblici (Gesù e lo straniero; e il malato; e il denaro;
e il miracolo; a tavola con Gesù, ecc.) è risultata felice, attraete e stimolante. È qui che
si è verificata l’esperienza più
interessante e cioè la partecipazione attenta e attiva di un
gruppo di persone assai variegato per provenienza, che
manifesta una posizio- ne di
questo tipo: «Se si vuole in
questa città leggere, meditare
e studiare la Bibbia come si
deve, si deve frequentare
questa riunione», la quale riunione viene mensilmente segnalata sull’Agenda a cura del
Comune. Dunque il nostro
studio biblico è diventato una
specie di servizio alla città.
Per quanto riguarda le relazioni ecumeniche con cattolici c’è stato per loro il problema del ritardo della nomina del nuovo vescovo; abbiamo insistito, sostenendo che
tali incontri erano tra credenti e non tra gerarchie, e così
abbiamo potuto realizzare,
tra gennaio e marzo, delle interessanti serate con le religiose della diocesi, con la
parrocchia del Centro e con
la libreria San Paolo.
Con la Chiesa dei Fratelli di
Savona abbiamo Analmente
trovato un contatto, allestendo e estendo insieme nella
nostra sala la «Mostra della
Bibbia» per quasi un mese,
con 500 volumi forniti dai
Fratelli e quattro conferenze,
con forte affluenza di scuole,
pubblico e... autorità. Con gli
avventisti sono ripresi gli
scambi di visite anche in
concomitanza con il servizio
del nuovo pastore Franco
Evangelisti, che ci ha portato
anche la sua corale per un
'concerto domenicale. Con
loro abbiamo organizzato,
come lo scorso anno, la manifestazione in occasione
della Settimana della libertà.
Alla città continuiamo a offrire un corso all’UniSavona,
denominato «Incontro con il
protestantesimo», frequentato da un gruppo interessato,
pronto ad animare il dibattito di ogni lezione. Contemporaneamente, nelle richieste da parte di terzi di usare
la nostra sala, ci sembra sia
aumentata la «qualità» degli
argomenti proposti e della
conduzione di queste manifestazioni non nostre, per le
quali di volta in volta ci riserviamo di concedere, o meno,
l’accesso, in base aU’interesse
nostro e della città. Si può dire, tenendo conto di tutto
questo, che è un bene che la
testimonianza evangelica
possa essere ampliata al di
fuori dei nostri locali di culto
e al di là dei nostri consueti
schemi di lavoro, in modo
che le persone che hanno interesse a sentire il messaggio
biblico si trovino a loro agio
nell’ambito da loro preferito
e a loro più idoneo.
Certamente l’impressione
che noi avevamo negli anni
passati, che i nostri modi di
affacciarci all’esterno portassero a un’aggregazione alla
Comunità e che le attività
esterne servissero al «proselitismo», oggi è smentita dai
fatti. Si ha l’impressione che
chi si interessa dei nostri
messaggi, idee, proposte non
abbia intenzione poi di «iscriversi» tra i membri di chiesa
(invero ciò accade anche nel
campo dei partiti, sindacati,
ecc.). Si apprezza molto il servizio che forniamo alla città,
ma non si desidera essere
troppo coinvolti in una presa
di posizione. Questo è ora un
limite al nostro lavoro di evangelizzazione: ci preoccupa perché umanamente vorremmo vedere dei risultati.
E tuttavia ciò non significa che non abbiamo avuto
delle «adesioni» e che non avviamo avuto chi sia venuto a
darci una mano, grazie a Dio.
Ci preoccupa comunque il
numero stabile o decrescente dei nostri membri attivi,
mentre questo lavoro verso
l’esterno richiederebbe tante
teste, mani, gambe.
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Una iniziativa delle chiese evangeliche della Liguria e del Basso Piennonte
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ERMINIO PODESTÀ
IL Comune di Genova, assessorato alla Città solidale,eia Federazione delle
eliiese evangeliche della Linaria e Piemonte meridionale (Fcelp), hanno organizzato
sabato 4 maggio nell’Aula
la del liceo artistico NiBarabino la «Giornata
.«elio straniero». Prima delabbiamo rivolto qualebe domanda alla coordina«ice della Commissione im®grati, Anna Grosso.
Qual è lo scopo di questo
i'icontro?
*Lo scopo è quello di spieiarecome offrire un’accofienza adeguata agli stranie., «• Oggi ci stiamo sempre più
I tunfrontando con la presen’«Diassiccia di stranieri anta« a Genova. Sul discorso
•- accoglienza c’è lo sconiji “«fra due culture: quella che
ende a favorire l’accoglienza
“guella della chiusura totale,
«me evangelici siamo partilarmente motivati all’acco»“«riza, perché la Bibbia ci
èrisce di amare lo stra. ' n accoglierlo. Lo scopo
I. Plice: da un lato ricevere
straniero nella città, cioè
sentire la voce di stranieri fra
di noi per imparare a conoscerci e apprezzarci».
- Qual è il rapporto fra l'assessorato e la Fcelp?
«Si sono instaurati dei buoni rapporti fra noi e la “Città
solidale’’ attraverso diverse
attività cbe abbiamo fatto insieme. Non siamo autosufficienti ed è molto importante
mettere in comune le risorse
sul territorio, le strutture non
evangeliche che si occupano
del problema degli stranieri
in modo che le chiese ne siano informate e abbiano dei
punti di riferimento».
- Che rapporto esiste con il
Gruppo che al venerdì si reca
per le strade ad aiutare i senza tetto ?
«Questo gruppo è nato per
iniziativa di due o tre persone
che sentivano il bisogno di
mettere in pratica ciò che vie
ne predicato. Oggi alcuni
componenti della Commissione della Fcelp e altri membri del Gruppo per la solidarietà collaborano volentieri a
questo lavoro ed è stato anche
attivato un punto d’ascolto
presso la chiesa battista di
Genova per continuare un discorso iniziato con i senza tetto, ma che poi si è allargato
anche agli stranieri».
Sulla falsariga di quanto
esposto da Anna Grosso si è
articolata la giornata. Al mattino, sviluppando il tema
dell’accoglienza nella città, si
è trattato di interventi informativi da parte del dottor Parodi, dell’assessorato della
Città solidale, e di altre associazioni e al pomeriggio trattando il tema dell’accoglienza
nella chiesa. Sono state presentate alcune testimonianze;
particolarmente significativa
è stata quella di Tito Figueroa, che ha detto di avere trovato parecchie difficoltà
nell’inserimento ma poi con
grande volontà e l’aiuto di sorelle e fratelli di chiesa è riuscito ad amalgamarsi molto
bene. Il gruppo musicale italo-latinoamericano, ha eseguito diversi significati canti
in spagnolo e il soprano Hanna Ho, coreana, ha cantato O
sole mio in napoletano.
Erano presenti anche gli
avventisti che con la loro corale e con la testimonianza
del pastore Evangelisti hanno
dimostrato la spontanea collaborazione al problema dell’accoglienza. Ha concluso la
giornata Annemarie Dupré,
del Servizio rifugiati e migranti Ecei, invitando tutti a
continuare il lavoro responsabile di testimonianza dell’integrazione reciproca.
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noscere i suoi diritti legali
permesso di soggiorno,
Perl istruzione, per Ìe cure
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A Torino l'Assemblea delle chiese barriste del Piemonte
Lasciamo tfsgorgare» la parola di Dio
IVO BLANDINO
Domenica i4 aprile, nei
locali della chiese battista di via Passalacqua a Torino, ha avuto luogo l’assemblea annuale deH’Associazione delle chiese battiste del
Piemonte (Acbp). Dopo un
momento di preghiera il canto di un inno la riunione è
stata aperta dal presidente
dell’Associazione, Roberto
Russo, che nella sua relazione, prendendo spunto dal testo biblico di Ezechiele 47 (il
fiume che sgorga dal tempio), ha portato l’esempio del
compito delle nostre chiese
auspicando che esse lascino
sgorgare questa acqua viva in
un mondo sempre più assetato della parola di Dio.
Nel corso del lavori, presieduti da Nella Righetti, pastori
e delegati delle chiese hanno
affrontato i molti temi all’or
dine del giorno. Marco Cavallo ha illustrato il nuovo sito
Internet delle chiese battiste
del Piemonte, a cui tutti potranno accedere per avere ulteriori informazioni sulla vita
spirituale e culturale delle comunità. Un servizio di segreteria è stato attivato, grazie
alla disponibilità di alcuni
volontari, ed è a disposizione
degli interessati.
La situazione di Villa Grazialma e della ex Scuola teologica Filadelfia hanno dato
luogo a un acceso dibattito,
in quanto i due istituti sono
stati e sono fiore all’occhiello
della nostra Unione, ma oggi
hanno bisogno urgente di ristrutturazione e quindi di...
tanti euro. Si è anche parlato
della prossima Assemblea generale dell’Ucebi prevista a
giugno e dell’impegno con
cui vi si presenteranno le
chiese del Piemonte.
Sono stati poi eletti i membri nel Comitato dell’associazione regionale, che sono Roberto Russo, presidente; Susanna Spinella, segretaria-tesoriera; Paolo Cangi, Giorgio
Aimo, Emanuela Tomassone
e Ivo Blandino, membri; a loro si aggiunge Giovanni Pienariu Joan, segretario della
Chiesa battista romena di Torino. Era presente il pastore
Emmanuele Paschetto, membro del Comitato esecutivo
dell’Ucebi, che ha illustrato la
situazione di alcune opere e
in modo particolare la situazione del Villaggio della gioventù di Santa Severa. Ultimo
tema il Villaggio «M. L. King»
di Meana di Susa, e la sua
eventuale ristrutturazione,
unitamente al problema delle
dislocazioni pastorali sul nostro territorio regionale; poi
l’incontro si è chiuso con il
canto dell’inno «Santo Santo».
AGENDA
17 maggio
rVREA —Alle 20,45, nella chiesa valdese (via Toririo 217), si
tiene un incontro ecumenico di preghiera in occasione della
Pentecoste. Predicazione di padre G. Vasilescu.
18 maggio
BARI — Alle 18, nella chiesa battista (c. Sennino 25), le chiese battista e valdese e il Centro evangelico di cultura organizzano un dibattito su «Migrazione e multiculturalità» con la
past. Beatrice Grill del Servizio rifugiati e migranti Fcei e la
prof. Patrizia Resta, antropoioga. Modera Nicola Pantaleo.
TORINO — Alle 9, nella Casa valdese di corso Vittorio, inizia
l’Assemblea del 4° circuito, che si trasferisce alle 11,30 al Mastio della Cittadella per la dedicazione della lapide ai martiri
valdesi del 1686-87. L’Assemblea riprende nel pomeriggio.
20 maggio
MILANO — Alle 18, nella sede del Sae (piazza San Fedele 4),
a conclusione del ciclo di incontri sulla «Charta (ecumenica», Teresa Ciccolini parla sul tema «La relazione uomodonna come figura di ogni rapporto e comunione».
BARI — Alle 20, nella chiesa di S. Giovanni Battista (v. A. Giovanni 53), si tiene un incontro ecumenico di preghiera su «La
Pentecoste, mistero di unità e di diversità nella chiesa» con
interventi di Nicola Pantaleo, Rosa Megli, Pietro Smamscuk.
SANREMO — Alle 21, nella chiesa valdese (v. Roma 14),
mons. Alberto Abiondi e il past. Fulvio Ferrario parlano sul
tema «Un passo avanti nel cammino dei cristiani: la Carta
ecumenica», per l’organizzazione della diocesi e delle chiese
anglicana, luterana, russo-ortodossa e valdese.
22 maggio
FIRENZE — Alle 17,45, alla libreria Claudiana (borgo Ognissanti 14/r). Maria Rosaria Bortolone, Mario Landi e Patrizia
FrUli presentano il libro di Andrea e Giulia Mannucci «Anche
per mio figlio disabile una sessualità?» (edizioni Del Cerro).
Saranno presenti gli autori.
23 maggio
CASERTA — Alle 18,30, nella sala conferenze del Centro servizi culturali e sociali «Sant’Agostino» (largo San Sebastiano
Caserta), il prof. Amos Luzzatto parla sul tema «Autobiografia dell’ebraismo italiano» per l’Istituto «G. F. Alois».
25-24 mag|io
TORINO — Con inizio alle 9,45 del giovedì, al Centro studi
religiosi comparati «E. Agnelli» (v. Giacosa 38), si tiene un
convegno internazionale sul tema «Salvezza in Cristo o salvezza dal peccato? Le prospettive teologiche sulla salvezza e
sull’uomo nell’ortodossia e nelle tradizioni cristiane occidentali». Intervengono fra gli altri A. Pacini, E. Adamakis, S.
Yangazoglou, Y. Spiteris, F. Ferrario, O. Aime.
24 maggio
TRIESTE — Alle 17,30, nella basilica di San Silvestro (p. San
Silvestro 1), il prof Giovanni Miccoli tiene una conferenza su
«Stato e religioni nell’Italia del Novecento» nell’ambito del ciclo «Laicità dello stato e religioni: le nuove conflittualità».
24-26 maggio
ROCCA DI PAPA — Al Centro battista si tiene il quinto stage
«Dorotea» sul tema «Amare se stesse», con partecipazione
della past. Elisabeth Green. Tel. 06-9499014 o 06-9333143.
CRONACHE DALLE CHIESE
SAN SECONDO — Domenica 28 aprile l’assemblea di chiesa
ha riconfermato per un altro quinquennio gli anziani Silvano Forneron, Enzo Avondetto e Renato Gardiol; è quin
di stata eletta quale nuova anziana per il quartiere Barbé
Prima Silvia Gay in sostituzione di EMna Gardiol, in sca
denza di mandato, come Mirella Godine Rivoiro. A entrambe esprimiamo la nostra gratitudine per il servizio
svolto; un caro augurio agli anziani eletti o rieletti. L’assemblea ha anche eletto deputati alla Conferenza distrettuale Giulio Griglio, Paola Robert e Rossano Forneron
(supplenti Barbara Paschetto e Davide Paschetto), e al Sinodo Rosanna Revel e Velia Pastre (suppl. Laura Roman).
• Sono stati battezzati recentemente Martina Gaydou, di
Paolo e di Maria Scigliano, e Michela Ferrerò, di Massimiliano e di Carla Bounous: voglia il Signore benedire le
piccole e i loro genitori.
• La comunità è stata allietata dalla nascita di Rebecca Rivoira, di Claudio e di Marinella Lausarot: un caro augurio
ai genitori e un caloroso benvenuto alla piccola.
• La comunità è stata recentemente colpita dalla scom
parsa della sorella Lidi Cardon: ai familiari rinnoviamo la
nostra solidarietà cristiana.
RORÀ — Mercoledì 8 maggio, a Folgaria, è deceduto Arturo
Morel, originario di Rorà. Alla figlia Susi e alla sua famiglia, alla moglie e agli altri figli, al fratello Alfredo e ai parenti tutti la comunità esprime il proprio affetto.
Domenica 19 maggio 2002, alle ore 10
in eurovisione dalia chiesa battista di Firenze
con ia regia di Giovanni Ribet
Culto evanqelico di Pentecoste
«...manderò il mio Spirito su ogni persona»
condotto dal past. Lello Volpe (Chiesa battista)
predicazione; past. Gianna Sciclone (Chiesa valdese)
cena del Signore; past. Bruno Rostagno (Chiesa metodista)
con la partecipazione del Coro delle chiese metodiste coreane di Firenze
e Carrara e del Gospel Choir, diretto del maestro Nehemiah Brown
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERD'n 7 MAGGIO 2on,
LIBERTÀ
DI STAMPA
PIERA ECIDI BOUCHARD
Il mestiere
di informare
è un baluardo
per la libertà
di ogni cittadino
La Giornata mondiale dell’
Unesco, il 3 maggio, è passata in
Italia nel quasi totale silenzio
dei nostri distratti mass media.
Al centro della conferenza internazionale, svoltasi a Manila, era
l’impatto del terrorismo sui media dopo ri 1 settembre, l’effetto
di questi tragici avvenimenti
sulla libertà di informazione e i
problemi relativi alla sicurezza
dei giornalisti che lavorano in
zone di guerra. Molti sono stati
infatti negli anni i giornalisti
uccisi in tutto il mondo, anche
italiani, durante lo svolgimento
della loro professione, nelle zone di guerra ma anche nelle zone di maña. Il mestiere di informare, se fatto
con l’onestà e
l’indipendenza
necessaria, è un
«mestiere a rischio»: perciò si
deve pubblico
riconoscimento
a chi mantiene
salda, anche nel
dibattito quotidiano, l’etica
professionale
della libertà di informazione.
E non è un caso che proprio il
presidente Ciampi abbia voluto
solennemente ribadire in quei
giorni il principio della libertà
di stampa e la necessità del pluralismo delle opinioni, in questo riaffermando i principi fondamentali della nostra Costituzione, di cui è garante istituzionale. La stampa (sia scritta che
radiotelevisiva) è giustamente
considerata il «quarto potere»,
perché in democrazia rappresenta un importante canale, sia
per offrire le notizie e informare
l’opinione pubblica, sia per dibattere i temi di attualità e contribuire così alla formazione
delle idee, e sia anche per stimolare e controllare gli atti del potere politico con inchieste, interviste, commenti. La stampa,
perciò, esattamente come la magistratura e il Parlamento, deve
potersi muovere indipendentemente dai governi e dalle forze
che li compongono, e nei paesi a
grandi tradizioni democratiche
ha svolto sempre una funzione
essenziale per la libertà, la legalità e i diritti di cittadinanza:
valga per tutti il famoso «scandalo Watergate», che costrinse a
dimettersi persino un presidente degli Stati Unití.
In Italia le tradizioni di tale
indipendenza della stampa non
sono così forti, e questo è determinato dalla nostra storia: una
democrazia esistente solo da 50
anni, dopo un ventennio fasci
sta che aveva imbavagliato tut- una e indivisibile.
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-maii: redazione.torinoeriforma.it;
REDAZIONE NAPOLI:
Via Foria, 93 - 60137 Napoli - tei. 081/291185
fax 081/291175, e-mail: redazione.napolieriforma.it;
REDAZIONE PINEROLO:
Via dei Mille, 1 -10064 Pineroio, tei. 0121/371238
fax 0121/323831, e-mail: ediproetpellice.i1
DIRETTuRE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan, Federica Tourn.
COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglla, Avernino Di Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami. Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitri, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons, Gian Paolo Ricco,
Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
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La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pineroio con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L’Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pineroio con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 19 del 10 maggio 2002 è stato spedito dall’LIfficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 8 maggio 2002.
2001
Associato alla
Union« stampa
periodic« Hallana
«Privacy»
e democrazia
to, l’obbligo di schierarsi pro o
contro in una interminabile
guerra fredda, i maggiori giornali nelle mani dei potentati
economici, una tv di stato lottizzata dallo strapotere dei partiti
al governo, ecc. Ma nello scorso
decennio abbiamo assistito a un
imbarbarimento e involgarimento generale dell’informazione, soprattutto televisiva, in cui
si poteva assistere al rimbalzare
della singola battuta a effetto di
un leader politico, piuttosto che
a programmi che permettessero
di conoscere e approfondire
aspetti della realtà sociale e culturale. Un giornalismo spesso pigro, pettegolo, che ben si
______ prestava all’attec
chire della situazione di perenne
campagna elettorale in cui ci
troviamo da parecchi anni, e che
rischia di farci
smarrire il diritto-dovere del confronto delle opinioni, per lasciare
.........."."" spazio a campagne più 0 meno folcloristiche di
slogan con «parole in libertà».
Abbiamo bisogno di serenità,
di ascolto reciproco, di cultura.
In un paese dove ancora così
preoccupante è il tasso di analfabetismo, la scuola pubblica,
laica e pluralista e una televisione in cui siano compresenti tutti
i soggetti politici e religiosi diventano fondamentali per la
formazione dei cittadini e delle
coscienze. Per questo non può
non destare preoccupazione la
concentrazione, soprattutto delle tv, nelle mani del governo, o
perché di proprietà diretta del
premier o perché con nomine
dei partiti che a lui si riferiscono. Questa è una situazione che
non esiste in nessun paese civile: il «conflitto di interessi», già
grave per tutte le aziende di vario tipo di proprietà del premier
(dalle assicurazioni alle costruzioni edili, a giornali e case editrici, alla pubblicità), diventa insostenibile per la democrazia
quando rischia di minare in modo irreparabile la formazione
dell’opinione pubblica e le scelte politiche e culturali delle persone. Come credenti di chiese di
minoranza, nel nostro paese,
sappiamo quanto sia insostituibile il quadro di garanzie costituziondi valido per tutti. Chi difende la libertà di stampa non è
di sinistra né di destra né di
centro: difende l’orizzonte comune, i diritti di cittadinanza, i
patti condivisi, la libertà che è
PARF: che in (|iiesti giorni,
tinalinente, verranno liberati I palestinesi lifiigiati a
lìelleinme, nella chiesa della
Nalività. La inaggioian/a sarà
las( lata libera di laggiimgeie
le proprie case; alcuni saranno in-viati nel territorio di Gaza e altri, poco più di una
dozzina, dovranno trascorrere un paio di anni in esilio.
Dove? Qualcuno ha detto (ma
non si sa bene chi) che saranno affidati airitalia. È bastata
questa vaga allusione perché
subito qualche onorevole nostrano si affrettasse a dichiarare che il pverno italiano
non è stato interpellato e non
ha dato nessun benestare. E
già: si tratta di persone non
gradite, perché dovremmo
ospitarle proprio noi?
Questo è il modo di concepire la solidarietà verso chi, a
torto o a ragione, ha perso
suona; «Tutto quello che si
può fare va fatto, tutto quello
che si fa è lecito e buono».
Serve più attenzione
La relazione di Rodotà porta un soffio di aria fresca in
questo mondo di allarmismi,
stordimenti o silenziose furbizie. «Le intemperanze del
linguaggio - dice - riflettono
una cultura sbrigativa, dalla
quale il Garante non si è mai
lasciato suggestionare». Sono
questioni, aggiunge, che vanno esaminate senza ipotesi
catastrofiche e senza silenzi
complici, guardando ai fatti
concreti e ai precisi problemi
che nascono dallo sviluppo e
dalTutilizzazione delle nuove
tecnologie. La tesi di partenza è che «all’aumento della
pervasività delle tecnologie»
deve far riscontro un aumento della sensibilità pubblica e
una maggiore attenzione del
legislatore. Il fenomeno è
nuovo, ma può essere tenuto
sotto controllo. È alla fine
una questione di democrazia,
in forme per certi aspetti
nuove, da affrontare con
mezzi democratici. Democrazia appunto. Qui sta il
nocciolo della questione: tutelare l’ambito privato di
ogni cittadino, compresa la
sua libertà di fornire o no i
propri dati e di essere indifferente all’uso che altri ne fanno, e d’altra parte imporre limiti a chi voglia utilizzare
quei dati per fini economici o
pubblicitari o politici e a difesa dell’ordine pubblico.
Impedire gli abusi
Le soluzioni, per Rodotà,
vanno cercate in due direzioni: accrescere anzitutto la conoscenza reale (non mitica,
non drammatizzata) delle poste in gioco, dei meccanismi
di raccolta dati che sono già
in atto e di quelli possibili, e
al tempo stesso difendersi
dalle azioni o dagli effetti indesiderati, compresi i ricorsi
aU’Uffìcio stesso, che nel 2001
ha risposto a 2.327 segnalazioni e reclami e a 898 quesiti.
Dall’altra occorre agire sulla
legislazione e sull’efficacia
dei controlli e, dove necessario, delle sanzioni, per impedire abusi. Mantenere insomma il diritto di non essere costretti 0 indotti a fornire
informazioni personali particolarmente delicate («sensibili», come si dice) tutelando
la «personalità elettronica» di
ciascuno. Ma al tempo stesso
difendere il diritto di non essere costretti all’isolamento
per timore di abusi.
Difendere i propri dati e la
propria privacy «immersi come siamo in un flusso di informazioni personali che noi
stessi continuamente rilasciamo in cambio di merci e servizi», il punto essenziale è
Cavi in fibra ottica per ia trasmissione di dati
quello di non perderne il controllo, ad «evitare che i molti
benefici della società dell’informazione, le opportunità di
partecipazione sociale che essa offre, vengano sopraffatti
da interessi particolari, o vanificati da usi impropri, o da
mancati aggiornamenti delle
grandi banche dati».
Gli interessi in campo
Una lotta è in corso e l’atti■vità del Garante ne segna un
capitolo. Vi è un pubblico in
parte ignaro e assuefatto all’invasione pubblicitaria,
che sempre più ingenuamente si presta al gioco e fornisce
i propri dati. O che, quando
■viene allertato da titoli allarmistici, reagisce isolandosi.
Vi sono poi i gruppi potenti
che hanno un proprio interesse nella libera utilizzazione o nel saccheggio dei dati,
che si appellano al potere di
tecnologie dichiarate irresistibili e incontrollabili (accreditando per esempio l’idea
che Internet non si possa in
alcun modo controllare), che
proclamano Tirrilevanza e innocenza o addirittura i benefici di siffatte invasioni nel
privato e che, con la complicità del potere politico, strumentalizzano ai propri fini la
paura del terrorismo. Ma è
proprio al potere politico
che, secondo Rodotà, com
pete la responsabilità di definire i limiti e di esercitare i
controlli, dotando la collettività di leggi adeguate e di
strumenti efficaci.
Valori democratici
Quale conclusione? Gli stati facciano la loro parte, trovando il giusto equilibrio fra
tutela dei singoli e tutela degli scambi legittimi. Ma, soprattutto, siano i singoli a conoscere meglio i meccanismi
é i loro limiti, senza rassegnarsi passivamente alT«inevitabile», e senza santificare,
ma neppure demonizzare, le.
novità tecnologiche. Potrebbe essere questa un’occasione per far fare un passo avanti alla democratizzazione della società, elaborandone le
difese immunitarie contro i
rischi e le tentazioni che accompagnano lo sviluppo tecnologico, e gli interessi economici immensi che vi sono
collegati. Perché qui sono in
gioco i valori fondativi della
persona e della democrazia.
Questo è dunque il messaggio positivo che ci arriva
dall’opera del Garante: non
sarà necessario rifugiarsi fra i
barboni per conservare la libertà nostra e quella dei nostri concittadini.
Per ulteriori informazioni:
http://www.privacy.it.
Giorgio Girardet
5° Stage «Dorotea»
a cura del Movimento femminile battista (Mfbi)
«
Amare se stesse
»
24 al 26 maggio 2001
Centro evangelico battista, Rocca di Papa (Roma)
1 lavori saranno guidati dalla pastora e teologa Elizabeth Green.
Letture di preparazione consigliate:
- Bell HooKS, Tutto sull’amore, ed. Feltrinelli, 2000
— Elizabeth Moltmann-Wendell, Dèstati amica mia,
ed. Queriniana, 2001.
Per prenotazioni rivolgersi a:
Vera Marziale, tei. 06-9499014; 06-9496074; oppure
Gabriela Lio, tei. 06-9333143.
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PIERO bensì
tutto. La presidente della Lettonia, che da bambina è stata
per lunghi anni una rifugiata,
lontana dalla sua terra, così
scrive (cito testualmente):
«Mi ricordo di aver patito la
fame, il freddo, di aver avuto
paura dell’ignoto, ogni giorno
chiedendomi su quale giaciglio avremmo appoggiato il
capo; pensavo che gli uccelli
hanno il loro nido, le volpi le
loro tane e che fosse così ingiusto che bambini come me
non sapessero dove poggiare
la testa per riposare. E una
condizione penosa quella di
vedere in lontananza le luci
alle finestre, pensare che c’è
gente che vive una vita normale, mangia alla propria tavola, dorme nei propri letti.
(...) Poi arrivi nei campi per i
rifugiati, dove troppe persone
passano decenni. (...) Ti trovi
in una sorta di limbo, dove
non hai radici, non hai un
passato, non sai se avrai un
SUI GIORNALI^
il Giornale
Oltre il celibato
Si intreccia con la vicenda dei preti accusati di pe.
dofilia negli Usa il dibattito
sul superamento del celibato. Il card. Roger Mahony,
arcivescovo di Los Angeles’
risponde alle domande di
Andrea Tornielli (23 aprile)
e dice fra l’altro che, a parte
il caso ortodosso, «le chiese
cattoliche orientali hanno
sempre permesso ai preti di
sposarsi e da loro funziona
benissimo. Dovremo almeno cominciare a parlarne».
Prosegue poi l’articolo: «À
dire il vero, Mahony oltre
a chiedere l’abolizione del
celibato si era espresso anche favorevolmente sul sacerdozio delle donne, peraltro già definitivamente
escluso con un autorevole
documento ad hoc da papa
Wojtyla nel 1994 e difficilmente collegabile al problema della pedofilia». L’articolo riporta anche una dichiarazione di mons. Keith.
O’Brien, arcivescovo di St.
Andrews e Edimburgo, che
al Sunday Herald del 22
aprile ha detto che «non ci
sono grosse argomentazioni teologiche contro la fine
del celibato, mentre la fine
delTobbligo potrebbe dare
una grande libertà ai sacerdoti per esercitare il loro
dono divino di amore e sesso piuttosto che sentire il
celibato come un obbligo».
il manifesto
Donne pastore
«Mentre la chiesa di Roma punisce preti e teologi
che osano parlare del sacerdozio femminile - scrive
Gianni Verdoliva da Zurigo
(26 aprile) -, basta (...) sporgersi fuori per vedere come
le donne, in altre confessioni cristiane, hanno portato
una brezza di prirnavera e
di cambiamento». È il caso
delle donne pastore della
Chiesa riformata del locale
cantone. Essa «ha accettato
il ministero delie donne dal
1963 e negli ultimi dieci anni c’è stata una sorta di “rivoluzione tranquilla” che
ha visto la percentuale di
donne accrescersi dal 20%
al 30% sul totale». Il peso
delle donne nella chiesa,
prosegue l’articolo, è anche
evidente nell’uso del linguaggio inclusivo da parte
dei colleghi uomini e nei
documenti ufficiali. Le studentesse in teologia sono il
52% del totale e «entro una
decina d’anni le donne arriveranno ad essere il 40%
del corpo pastorale». Nel
testo si raccontano alcune
situazioni pastorali, in città e nella campagna, forse
più tradizionalista ma ugualmente bendisposta nei
confronti delle pastore.
futuro, non hai diritti, non hai
voce, non hai nulla a cui pai'
tecipare, non sei un cittadinOi
non hai documenti, a volte
non hai neanche un nome e
devi darti un pizzico per sapere se sei ancora vivo, se sei
un essere umano». ,
Questo vivido squarcio m
un’esistenza vissuta da una
bambina, diventata donna m
campo profughi, deve
ci a pensare ai tanti milioni n>
rifugiati non come a un prO"
blema teorico, ma come a tm
grido rivolto a ciascuno
noi. «Chi chiude Torecchio
grido del povero Bibbia - griderà anch’eg ’
ma non gli sarà risposto»
(Rubrica «Un fatto,
mento» della trasmissione di
diouno «Culto evangelico»
dalla Federazione delle crii
evangeliche in Italia aridat
onda domenica 12 maggio)
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IERDÌ 17 MAGGIO 2002
PAG. 7 RIFORMA
mmmm
Al San Giuseppe di Torre Pellice
Il tetto della nuova ala
Entro un anno il nuovo padiglione per disabili dovrebbe essere completamente funzionante. Sabato 18 maggio, alle 15, la
Casa di riposo San Giuseppe di Torre Pellice ne festeggia l’ultimazione del tetto e delle strutture portanti (nella foto, a fianco
al campanile della chiesa di San Martino): un risultato raggiunto grazie al generoso contributo dei numerosi sostenitori
dell’ambizioso progetto senza i quali niente avrebbe potuto
essere fatto. Quando sarà terminata, la nuòva ala del San Giuseppe potrà ospitare venti pazienti disabili, soprattutto giovani
affetti da una terribile malattia invalidante, la sclerosi multipla, e si affiancherà alla tradizionale attività di istituto per anziani, inserendosi così tra le cosiddette «strutture di sollievo».
: Arriva dalla «Gustav-Adolf Werk»
Un aiuto in vecchie lire
Trecentosettanta chili, 9 milioni e 600 mila in «vecchie» lire.
È la quantità di denaro (in monete) raccolto dal Gustav-AdolfWerk tra i membri delle chiese protestanti tedesche e consegnato dal direttore, Ulrich Hirsch, al moderatore della Tavola
valdese, Gianni Genre. L’iniziativa fa parte del «Geben Sie uns
den Rest», che ha visto la raccolta di monete per un valore di
oltre 650 mila marchi destinati a progetti di solidarietà in 200
paesi del mondo. Alla cerimonia di consegna dei sacchetti a
Torre Pellice hanno partecipato anche i catecumeni di dieci
comunità del Wiìttenberg. 1 fondi consegnati la scorsa settimana, terza tranche della raccolta per la Ghiesa valdese, andranno all’asilo del Redentore di Pachino.
Riforma
V' ^ 7a “
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Fondato nel 1848
Alle Olimpiadi invernali: la singolare proposta è stata avanzata dalla «Chambra d'oc»
2006: si parlerà anche occitano?
¡giochi olimpici potrebbero essere un'occasione per portare alla ribalta una minoranza locale
Il mondo occitanista è però diviso, anche sulla varietà linguistica da proporre al Toroc
DAVIDE ROSSO
T E olimpiadi invernali
jj di Torino 2006 fanno
Escutere alle Valli ma
mche nascere idee e vo|iadi mettersi in gioco.
A livello generale c’è chi
le vede come momento
importante per la crescita del territorio alpino e
chi ha paura che si trasformino, se non gestite
Milatamente, in un bo■erang temibile. Una
¿elle «paure» diffuse è
che il fenomeno olimpiadipassi oltre gli interessi
' _li abitanti delle valli
senzalasciare traccia.
nell’ottica di esserepresenti alla progetItìone e all’evento olimpiadi ultimamente si è
affacciato all’orizzonte
m ulteriore tema di discussione. Infatti, dopo
la richiesta di ridare il
j justo spazio al francese,
aagua ufficiale delle
, . ma un po’soppiantata dall’inglese, l’ulJaa proposta in ordine
«■tempo e quella di avebanche l’occitano tra le
ye ufficiali di Torino
M6. La proposta è potata avanti dalla Cham'ta d’oc che da più di 6
tesi lavora all’iniziativa
b“ l’intento di portare
"solo la lingua ma an'prodotti e la cultura
olimpiadi.
''Abbiamo già raccolto
y* 300 adesioni in
n ^oropa - dice Ines
la direttore del
‘Chambra -. il nostro
W nto Quello di porta.i,.?'''''tOrto alle olimmin' difendere una
li- '"■"riza vedendo la
dpi, promotrice
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che coinvolgerà le 12 vallate eccitane italiane».
Ma il mondo occitano
non è tutto unito in questa iniziativa. Per esempio scorrendo la lista delle associazioni aderenti
si nota subito l’assenza
di associazioni proprio
delle valli dove le olimpiadi si terranno. G’è poi
il problema di quale occitano si dovrà usare alle
olimpiadi. «Naturalmente quello della "normalizzata” dicono alla Chambra». «Ma quella è una
lingua che non esiste - rispondono gli oppositori
-, che non tiene conto
della realtà linguistica di
un territorio che va dal
Mediterraneo all’Atlantico coprendo tre nazioni
(Italia, Francia e Spagna)
caratterizzate da una varietà notevole di parlate
locali». Queste in linea di
massima le posizioni espresse nel dibattito.
Sentendo alcuni rappresentanti delle associazioni patoisant nelle
valli olimpiche comunque emerge una disponibilità all’ascolto, le tre
Comunità montane Pellice, Chisone e Germanasca, e alta vai Susa tra T
altro hanno aderito all’iniziativa non sposando
ovviamente una o l’altra
linea linguistica ma vedendo il tutto come ulteriore opportunità di sviluppo. «Andremo al convegno perché l’idea non
è sbagliata a priori - dicono in vai Chisone - anche se non sappiamo
quanto sia fattibile». Posizioni articolate arrivano anche dai politici con
la Comunità montana
vai Chisone per esempio
che per mezzo di Laura
Balzani dice «di trovar
più che condivisibile il
tutelare la cultura occitana portando avanti azioni concrete come quella
“olimpica”. Si è forti tutti
insieme però - sottolinea
con forza -, rispettando
ognuno la propria e l’altrui autonomia». «I Giochi olimpici - dice invece
Valter Giuliano, assessore alla Cultura della Provincia - avranno come
scenario proprio le valli
eccitane e il contesto
stesso costituisce una
importante occasione di
valorizzazione della lingua d’oc per questo la
Provincia sostiene l’iniziativa». Di parere diverso invece, e non poteva
essere diversamente, il
giornale Coumboscuro
che nel numero di aprile
dedica ampio spazio alle
critiche all’idea dell’occitano olimpico ed evidenzia molto il fatto che Toccitano di cui si parla
«non esiste ed è una pura
invenzione fatta a tavolino». Insomma la diatriba continua ma intanto
Toccitano, dopo sabato,
probabilmente avrà fatto
un ulteriore passo in avanti verso Torino 2006.
Nuovo uso per l'ex caserma
La «Fenulli»
per Pinerolo
L’ex caserma Fenulli
dovrebbe essere ristrutturata e consegnata alla
città di Pinerolo entro il
2003. Queste è quanto
emerso nel corso di un
recente incontro tenutosi
a Torino tra l’amministrazione di Pinerolo e i
rappresentanti della Provincia, ente che materialmente seguirà i lavori di
recupero dello stabile pinerolese.,Buone notizie
insomma sembrano arrivare da Torino per l’ex
caserma Fenulli dopo che
nelle settimane scorse si
sono diffuse voci preoccupate sui tempi di necessari al Comune per
poterla mettere a disposizione della Provincia, che
dovrebbe provvedere alla
ristrutturazione utilizzando fondi provenienti dalla Fondazione Crt.
Alla ristrutturazione
dello stabile sono collegati tra l’altro il trasferimento in via Montegrappa delle scuole materna
e di quelle elementari
ora sistemate nell’ala
che si affaccia verso via
Brignone e l’ampliamento dei locali dell’Univer
sità che si allargherebbe
nell’attuale sede del liceo Porporato. Si tratta
di rendere compatibile la
ristrutturazione con il
trasferimento.
Ed è proprio per esaminare la situazione e
per trovare una soluzione soddisfacente che venerdì 11 maggio a Torino
si sono incontrati la presidente della Provincia,
Mercedes Bresso, e il sindaco di Pinerolo, Alberto
Barbero. Nel corso dell’incontro il sindaco ha
reso noti i tempi dei lavori di competenza comunale e la Provincia si è
impegnata ad avviare il
cantiere di ristrutturazione entro l’anno, nella
prospettiva di avere piena disponibilità dell’intera struttura nell’estate
2003. Nel corso dell’incontro è stato anche stabilito che in tempi brevi
si dovrà arrivare alla definizione di un protocollo
d’intesa che non solo dovrà coinvolgere l’amministrazione pinerolese e
quella provinciale ma
anche le scuole interessate e l’Università.
ICONTRAPPUNTOI
PRODOTTI TIPICI
QUESTIONE DI STILE
PIERVALDO ROSTAN
La patata è l’ultima arrivata. Per carità, non è certo
da poco tempo che questo
semplice quanto multiuso
tubero viene coltivato sulle
nostre montagne. Semplicemente, in ordine di tempo è l’ultima produzione
agricola su cui si fa sperimentazione nelle valli pinerolesi. Una ricerca interessante, inserita
in progetti più
ampi di sperimentazione
che riguardano il castagno,
le erbe officinali, il sarass,
la mustardela,
il latte e quant’
altro. Un modo per capire
che cosa produrre al meglio dalle nostre
parti, come produrlo e come valorizzarlo.
E così la scorsa settimana
la vai Germanasca ha ospitato un simpatico simposio
dove sono stati confrontati i risultati (lusinghieri al
primo anno di prove) della coltivazione delle varie
bintje, liseta, spunta, agria,
desirèe in 5 siti montani di
quella vallata. Sono stati
valutati quantità di prodotto, dimensione dei tuberi,
gradevolezza, sapore, consistenza: il tutto con la supervisione dell’Università
di Torino. Alla fine la conferma di un dato che molti
forse conoscevano già: la
patata di montagna è una
vera bontà. Ma questi studi,
su cui gli enti locali, Provincia e Regione investono
qualche migliaio di euro
dovrebbero avere Una funzione strategica: verificare
infine quale prospettiva
può avere una certa agricoltura di montagna, su cui fino a 10 anni fa si recitavano
mesti «de profundis» e che
oggi, nel nome della qualità
certificata e della tipicità
può spuntare qualcosa di
importante nei confronti di
un’agricoltura di pianura o
di importazione, culla dell’Ogm e di inquietanti fertilizzanti e pesticidi. Ma questo lavorio di «tipizzazione», di ricerca di qualità e
di aumento di superfici coltivate in zone montane presuppone un efficace impegno di marketing ed un utilizzo convinto dei prodotti
locali anche da parte di chi
fa immagine, operatori turistici per primi.
Ogni presentazione dei
risultati di progetti di ricerca si conclude con interessanti pranzi in cui i prodotti
oggetto della ricerca dovrebbero essere in prima fi
la. Non sempre, purtroppo,
è così. Così alla presentazione dei vini del territorio potrebbe accadere di trovare
sul tavolo tipici vini delle
Langhe, in una rassegna
sulle patate locali i tuberi di
un supermercato e, a margine di un convegno sul «paniere olimpico delle valli
Pinerolesi» ottima carne
all’albese. E
L'agricoltura
di montagna
si può rilanciare
nel nome della
qualità certificata
sì che di prodotti di un
certo interesse ce n’è più
d’uno, dal vino all’acqua
minerale, da
diverse carni
a frutta e verdura biologica, oltre poi
ai formaggi.
Allora è evidente come ci
sia un deficit di comunicazione; i produttori (e gli enti locali che ne sostengono
e promuovono i risultati)
hanno ancora molto da fare sulla strada della conoscenza delle tecniche di immagine. Gli operatori del
settore gastronomico e della ristorazione anche e,
probabilmente, dovrebbero cercare di scoprire di
più ciò che la terra su cui
lavorano può offrire.
E siccome per rispondere
alle richieste di prodotto la
via maestra è quella dell’aumento degli spazi coltivati,
senza piantar patate o coltivare lamponi sulle rocce ma
recuperando magari quei
terrazzini che secoli fa sono
stati costruiti per avere
qualche campo in più, il fenomeno dell’enogastronomia etnica potrebbe avere
positivi effetti anche contro
l’abbandono della montagna 0 le frane sui versanti
alpini. Insomma siamo di
fronte a un sistema complesso, dove ognuno deve
fare la sua parte, riconoscendo un vicino che può
essere produttore o consumatore a seconda dei casi;
valorizzare i prodotti agricoli di un territorio è un’arte che i nostri cugini francesi conoscono da anni, su cui
tutte le Langhe hanno costruito un vero e proprio
turismo del mangiar (e bere) bene. Non si tratta in
fondo di inventare nulla ma
di cogliere insieme le opportunità e le richieste che
si fanno sempre più avanti.
Se è vero che chi pratica il
turismo enogastronomico
non lo fa certo per non morire di fame, è altrettanto
vero che questo visitatore
può essere attratto più da
una mustardela che da una
pur ottima «albese».
12
PAG. 8 RIFORMA
LAVORI ALL’AGNELLI DI PINEROLO — È stato dato
il via alla realizzazione di una prima parte di lavori di miglioramento (circa 250.000 euro investiti) all’ospedale Agnelli di Pinerolo. Al Pronto soccorso sono iniziati i lavori di sistemazione
dell’accesso: nuove sale d’attesa, un ingresso per
l’accettazione e un accesso per il paziente in barella. I lavori saranno ultimati entro fine giugno.
In corso anche il riordino del terzo piano, con la
sistemazione del day hospital di Cardiologia, una
nuova collocazione per il day surgery di Chirurgia, riorganizzazioni nei dipartimenti di area medica e chirurgica. È in corso di ultimazione anche
un nuovo ambulatorio per il trattamento di patologie infettive. L’unità di Anatomia patologica è
stata trasferita al quarto piano: avviata la ristrutturazione degli spazi lasciati liberi al piano terreno, per la realizzazione di locali per attesa e relax.
INCIDENTE MORTALE A PINEROLO — Erano le
17,30 di domenica 12 sulla circonvallazione di
Pinerolo, quando Angelo Gottero, 54enne di Pinerolo, a bordo della sua Honda Civic che guidava in direzione di Pinerolo, ha sbandato e invaso
la corsia opposta, collidendo con l’Opel Astra del
torinese Riccardo Bor, sulla quale viaggiava con
moglie e due figlie. Gottero è morto sul colpo e la
figlia di un anno di Bor è stata ricoverata al Regina Margherita di Torino con prognosi riservata.
ASSEMBLEA COOP PRAROSTINO — È convocata
per il fine settimana l’assemblea della Cooperativa «Produttori agricoli prarostinesi»; la riunione è per le 10 di sabato 18 in seconda convocazione. L’assemblea sarà chiamata a decidere sulle proposte di modifica dello statuto, modifiche
non solo formali. Infatti è all’ordine del giorno il
cambio della denominazione stessa che dovrebbe diventare Cooperativa valli pinerolesi a suggellare una collaborazione fra agricoltori delle
tre Comunità montane della zona in atto da
tempo per la raccolta e la vendita del latte. Proprio grazie alla collaborazione allargata e col sostegno delle tre Comunità montane, l’attività ha
avuto una ripresa e il latte raccolto è notevolmente aumentato nell’ultimo anno. In prospettiva da questa rinnovata cooperativa potrebbe ripartire il vecchio progetto di trasformazione del
latte raccolto chiudendo così una filiera importante per il comparto agricolo.
SCARICHI FOGNARI: MODULI IN DISTRIBUZIONE — A seguito della scadenza prevista dal ddl
152/99 per gli scarichi non afferenti alle pubbliche fognature che prevede debbano essere autorizzati entro il 13 giugno 2002, i Comuni stanno
distribuendo i moduli semplificati. 11 Comune di
Torre Pellice ricorda che i moduli sono in distribuzione presso l’ufficio tecnico comunale. Lo
stesso ufficio tecnico rilascerà a quanti ne faranno richiesta un’autorizzazione provvisoria valevole due anni. A decorrere dal 14 giugno 2002,
qualora lo scarico sia sprovvisto di autorizzazione, è prevista l’applicazione di una sanzione amministrativa da 5.164,57 a 51.645,69 euro.
PESCATORI A MOSCA — Si è costituito nelle scorse
settimane il Circolo pescatori a mosca di Pinerolo e valli; lo scopo principale è quello di organizzare occasioni di incontro per gli appassionati di
questo tipo di pesca in una zona che finora ne
era priva. Oltre all’attività tipica della pesca a
mosca, il circolo intende dedicare la massima attenzione ai problemi degli ambienti fluviali (con
incontri e dibattiti) e cercare di incidere là dove
si prendono decisioni inerenti la vita dei fiumi e
la pesca. 11 presidente del circolo è Giovanni Ruffino (tei. 333-2847960).
PINEROLO: CITTÀ CHE RACCONTA — La biblioteca interculturale Adlis, l’assessorato alla Cultura
col IV circolo didattico di Pinerolo e il Comune
di Pinerolo organizzano venerdì 17 maggio alle
ore 21 rincontro «Una città che racconta: luoghi
e tempi della narrazione». La città è una trama di
relazioni sociali, rapporti economici, condivisione di spazi e memorie, progetto per il futuro,
luogo di identità e cambiamenti... Oltre ad essere abitata, visitata, vissuta, la città può anche essere raccontata e narrata come luogo di appartenenza in continuo movimento, aperta alle integrazioni e alle mescolanze. Si può provare a osservare con occhi nuovi e ascoltare con orecchie
più attente chi e che cosa racconta, per riuscire a
«vivere» la città e con essa il cambiamento della
società. Interverranno Davide Bazzini e Vinicio
Ongini; presiede la serata Mauro Ughetto: rincontro avrà luogo nei locali del Centro sociale di
via Lequio, a Pinerolo.
COLLEGIO VALDESE — È in distribuzione il bollettino dell’associazione «Amici del Collegio valdese». Oltre alle consuete notizie sulla vita dell’istituto (25 iscritti alla prossima prima classe) e sulle attività degli studenti, una notizia che deve essere corretta: la «Giornata del Collegio» del 2002
non sarà l’8 settembre, come annunciato sul
Bollettino, ma la successiva domenica 15.
E Eco Delle ààlli ààldesi
VENERDÌ 17 MAGGIO
Le comunali si terranno il 26-27 maggio
Angrogna verso il voto
Quattro le liste e I candidati a sindaco. In questa tornata
si potrà nuovamente votare anche il lunedì
PIERVALDO ROSTAN
SONO dunque quattro
le liste di candidati in
lizza alle elezioni del 26 e
27 maggio per il rinnovo
del Consiglio comunale
di Angrogna; due liste, i
cui candidati sono totaimente estranei al paese,
non hanno il massimo
dei candidati possibili
(12) ma solo 10. La lista
che candida a sindaco
Zunino non ha al suo interno alcuna donna; 4 sono invece le candidate nelle liste di Borgarello
e Siesto. Ci sarà sicuramente un nuovo sindaco
(quello uscente, JeanLouis Sappé, non si poteva più ricandidare) e per
la prima volta Angrogna
avrà un sindaco non valdese. Nessuna guerra di
religione, per carità, ma
solo una constatazione
per il Comune con la
massima concentrazione
di luoghi storici valdesi...
Per questa consultazione una novità,- ovvero un
ritorno all’antico: si voterà per due giorni, la domenica dalle 8 (e non più
dalle 7) alle 22, il lunedì
dalle 7 alle 15. Subito dopo lo spoglio delle schede; si vota con un segno
sul simbolo della lista o
sul nome del sindaco. È
possibile attribuire la
preferenza a un candidato, scrivendone nome e
cognome nell’apposito
spazio. E ora ecco le liste;
tra parentesi l’anno di
nascita dei candidati.
Lista n. 1: «Movimento
Federativo italiano».
Candidato a sindaco: Raffaele Siesto (68). Candidati consiglieri: Leonardo
Leone (72); Francesco Ricosse (40); Claudia Maria
Angiola Piantà (79); Patrizia Lasalvia (66); Anna
Maria La Stella (44); Rosa
Sabatino (45); Nazario
Carrito (46); Carmelo Sprrusca (54); Rocco Salvatore
(63); Carmelo Vento (47).
Lista n. 2: «Municipalismo». Candidato a sindaco: Amedeo Senna (69).
Candidati consiglieri: Benedetto Buono (50); Alberto Sudetti (66); Carmine Elia (54); Claudio Baicich (60); Ugo Bini (80); Angelo Burruano (58); Ida
Buono (75); Pietro Chirco
(61); Potito Antenozio
(69); Rita Piga Senna (57).
Lista num. 3: «Vanga in
campo fra spighe». Candidato a sindaco: Ezio
Borgarello (26). Candidati
consiglieri: Marina Bertin
in Chiavia (55); llaria Alpignano in Congiu (53); Cesare Rivoira (47); Paolo
Vaschetto (66); Giuseppina Balboni in Cañedo Cervera (43); Italo Dogliani
(53); Ercole Monnet (53);
Taziano Odino (80); Elio
Pons (40); Silvia Rivoira
(77); Marco Rostan (41);
Gianluigi Sappé (44).
Lista n. 4: «Evoluzione
nella tradizione». Candidato a sindaco: Giovanni
Battista Zunino (39). Candidati consiglieri: Mario
Malan (55); Giovanni Pietro Possamai (39); Michele
Danna (70); Ugo Boulard
(61); Wilier Bonnet (63);
Gino Blanc (56); Gino Giordan (75); Andrea Bertin
(69); Antonio Schindler
0972); Massimo Gamier
(74); Rinaldo Giordan (77);
Denis Fontana (68).
Torre Pellice: assemblea sulla richiesta Omnitel
L'antenna in centro è nociva?
Antenne Omnitel sulla torre civica di
Torre Pellice? La proposta è al vaglio
del Consiglio comunale che prossimamente dovrà stabilire se firmare l’intesa con Nortel Networks. All’assemblea
pubblica di mercoledì 8 sono intervenuti i tecnici dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente),
incaricati di controllare remissione di
onde elettromagnetiche e rilasciare il
parere preventivo per l’installazione, e
i rappresentanti della Nortel, Elvio
Gentili e Christian Fanton, che hanno
assicurato la «massima attenzione»
con il «minimo impatto visivo».
Sul piatto alcune decine di milioni di
affitto l’anno e la ristrutturazione della
torre a spese della stessa Nortel
Networks-Omnitel. «D’altra parte - dice
il sindaco di Torre, Marco Armand Hugon - Bisogna valutare il “minore dei
mali’’». Tradotto: se la Nortel si fosse rivolta a un privato, il Comune avrebbe in
ogni caso dovuto lasciar fare, senza
trarne alcun beneficio economico. E
l’opinione dell’Arpa? Non essendoci ancora rimpianto, la rilevazione è stata
solo teorica, ma l’Arpa garantisce che
farà rispettare le normative. Negativo il
giudizio di Legambiente vai Pellice: «Invito a cercare altre soluzioni - afferma
Renato Armand Hugon - e ribadisco la
pericolosità di sistemare un’antenna
nel centro del paese», (m.g.)
Un convegno organizzato dalla diocesi di Pinerolo
Riforma Moratti: altri dubbi
BRUNA LAUDI
Andando a un convegno organizzato
dalla diocesi di Pinerolo
sulla riforma Moratti ci si
sarebbe ragionevolmente potuti aspettare, oltre
al rituale panegirico sulle scuole private, un abbraccio caldo e accogliente alle proposte partorite dal ministro del
governo di centro-destra.
Invece nulla di tutto questo o, almeno, pochissimo: il primo intervento,
della prof. Testone, dirigente scolastico, è stato
improntato a un’analisi
lucida e assolutamente
laica della storia, dei
contenuti e delle prospettive della riforma,
che non ha risparmiato
critiche rigorosamente
motivate agli aspetti più
inquietanti della proposta ministeriale.
Non si possono che
sottoscrivere, tra le altre,
le critiche alla legge delega che, di fatto, impedisce il dibattito parlamentare e le ambiguità legate
alla facoltà di anticipare
l’iscrizione dei bimbi alla
scuola materna e alla pri
ma elementare che praticamente reintroduce,
senza ammetterlo, la famigerata «onda anomala» della proposta Berlinguer, anticipandola di
qualche anno.
Meno chiaro è stato invece l’intervento del prof.
Meneghetti, della Compagnia delle Opere: ha
fatto un discorso generico sul diritto alla libertà
dei vertici del triangolo
educativo, studenti, do
centi e genitori, ma non è
chiaro quali siano attualmente gli ostacoli a questa libertà; ha accusato
l’ex ministro De Mauro di
aver imposto metodi didattici ma non ha chiarito
quali; ha fatto un tiepido
accenno alla riforma dell’esame di maturità senza
sottolinearne gli aspetti
scandalosi.
L’ultimo intervento,
del prof. Panerò, riguardava l’istruzione professionale: critico verso l’attuale ordinamento, che
obbliga tutti gli studenti
a frequentare la scuola fino a 15 anni prima di poter accedere alla formazione, Panerò si è espresso a favore della scelta
precoce, purché nel primo anno sia dato maggior spazio agli aspetti
culturali. Si è sorvolato
sul fatto che la formazione professionale sarebbe
praticamente in mano
solo a soggetti privati, c’è
stato un breve accenno
al non chiaro destino degli attuali «istituti professionali» che dovrebbero
passare alle Regioni, divaricando inevitabilmente il loro percorso da
quello dei licei statali. ,
Questi sono nodi di
non poco conto che prospettano una società in
cui la scuola non ha più
il compito di livellare le
differenze sociali attraverso la cultura, bensì
quello di separare in età
adolescenziale, quando è
difficile conoscere se
stessi e ancor più scegliere il proprio futuro. Per
giustificare queste tendenze è stato fatto il nome di don Milani che rivendicava il diritto alla
diversità di percorsi: sarebbe interessante sapere come egli si porrebbe
nella società di oggi di
fronte alle proposte del
ministro Moratti.
Bobbio Pellice- Waldensberg
Gemellaggio
un incontro mancai L
«Una festa per tutti i
bobbiesi, con birra e regali, ma alla fine è dovuta
saltare». Incontriamo
Antonio Zatti e la moglie
Mariuccia appena rientrati da Waldensberg,
frazione di Wächtersbach, la cittadina tedesca
dove, dal 3 al 5 maggio
scorsi, era attesa una nutrita delegazione da Bobbio Pellice per la firma
del gemellaggio fra i due
Comuni. Invece il signor
Zatti e la moglie sono
stati gli unici a recarsi in
Germania.
A Waldensberg i responsabili del gemellaggio hanno mostrato ai
coniugi Zatti una lettera
del sindaco di Bobbio,
Aldo Charbonnier, nella
quale si richiedeva un
rinvio dell’incontro. «Ma
la lettera porta la data del
24 aprile - commertta
Zatti -: evidentemente
troppo tardi per chiedere il rinvio di una manifestazione già prevista
da tempo e per la quale
Waldensberg ha speso
molto denaro». Aggiunge
Zatti: «Molti abitanti di
Waldensberg hanno addirittura preso alcuni
giorni di ferie per ospitare gli italiani», che non
sono mai arrivati.
«La proposta di gemel
laggio - ricorda Zatti
era stata avanzata
stesso Charbonnier™
una lettera, del lugüj
nella quale si espriJ
la volontà di ampliar,
,1 « »-h-i l-v Î y-V
scambio fra chiese
gemellaggio fra idu^Q
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In quell’occasione
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biato in Italia; allora
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l’organizzazione è inir
ta troppo tardi - sosti!
Zatti - e troppo tari
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schi. Invece il sinda
scrive in una lettera'
22 aprile che l’imposs
lità di mettere insie
una delegazione erai
BéniCc
vuta anche a “fattoti
bientali legati al ]
^civil
che “rendono la popal
zione poco sensibileal
incontri
illivell
Il problema dell'alcolismo
Fare prevenzione
I per un
Mentre è da poco passata la giornata dedicata
alla prevenzione dell’alcolismo, è interessante
leggere i risultati del Progetto «Parliamone insieme» che i volontari dell’Arcobaleno della vai
Pellice (l’associazione variamente impegnata contro il disagio e l’indifferenza), in collaborazione
con gli operatori del Sert
dell’Asl 10 hanno sviluppato con i giovani delle
scuole. Gli obiettivi erano
quelli di indagare su come il fenomeno delle tossicodipendenze viene visto dai ragazzi, di incontrarsi con loro per riflettere e porre le basi per un
intervento preventivo. Di
particolare interesse è risultato il questionario distribuito nei vari gruppi
classe delle seconde e
terze, nei due istituti superiori della vai Pellice e
in uno di Pinerolo, per un
totale di 149 soggetti.
Le risposte sono attendibili (anche per la riservatezza del questionario)
soprattutto per quanto
concerne il modo in cubi
ragazzi percepiscono 1’
uso delle sostanze. Risulta innanzitutto nota (non
necessariamente perché
sperimentata personalmente) un ampia gamma
di sostanze psicoattive,
dalla cocaina (70 per cento) all’alcol (68%) all’ecstasy (65%) alla marijuana (64%) all’eroina (64%)
alla nicotina (63%): è positivo che i ragazzi abbiano incluso fra le droghe
anche sostanze legali come quelle legate al fumo
e al bere. Poco più del
40% dichiara di conoscere qualcuno che fa uso di
sostanze psicoattive e la
metà di averne sperimentata qualcuna personalmente (va compreso
anche l’assaggio di vino).
La scuola viene indicata a
maggioranza come il luogo in cui vengono consu
mate sostanze ca:
noidi, seguita dacS,
bar e discoteca. 11 bari
luogo prioritario peli'«stasy, lì spesso ci sipit
para alla discotecy
spesso la si consumaci
alcolici. ,i
Perché si provali
sperimentare nuove st
sazioni (18,43 per ceni
per non rimanere escll
dal gruppo (17,7 pere«
to), per «sballare» (li!
per disagio interiori
per imitazione (iW*
ca). Oltre il 90% sactej
sostanze possono nudi
re alla salute, ma sol
ri,35% parla didipa
denza sottolineandoc
già questa è una malati
Modesta anche laP*
centuale di quanti riti
gono che la tossicodipi
denza possa nuocere f
capacità di pensiero,
rapporti familiari e iit
personali. Quantoa
fonti di informazionet|
i ragazzi indicano sUE*
gomento sempre^?,
mo posto è la scuola,P
gli amici, la televisión®
giornali. La fmm
all’ultimo posto. J
Poco noti anche
zi e le strutture a cut
può rivolgere: si hai
pressione che a fron
una buona
questa non sia su»®'
per prevenire
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come l’attrazione
sballo, l’imitazione"
altri, la voglia di
accettati. Rispetto .
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consapevolezza sui ,
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PAG. 9 RIFORMA
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ii! ientre quello di Inverso
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Itovinciali per Frali, Pra■ èM ffloHo e Massello.
' ? In vai Chisone 1 emerpnza era cominciata doti it« ma““ 5 maggio per poi
cinJ «gravarsi mercoledì 8 e
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DODiffl’wJ' Nelle ora succes.fjT àveilChisone a superato
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perlina trentina di metri,
senza però fortunatamente trascinare via tutta
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della Provincia che hanno transennato le zone
anche se non è stato necessario interrompere la
viabilità che nei luoghi
delle frane comunque è
dovuta procedere a senso
alternato. Con la fine delle piogge praticamente
tutto è tornato alla normalità e anche il guado di
Inverso già da sabato 11 è
stato riaperto alle auto.
Infine segnaliamo un fatto che nella situazione di
preoccupazione a fatto
sorridere molti. 11 Germanasca gonfiatosi per le
piogge ha trascinato via
alcune assi delle impalcature che gli operai stavano utilizzando per la costruzione del ponte ai
Masselli. «Speriamo che
questo non incida sui
tempi di realizzazione del
ponte» è stato il commento ironico di molti
valligiani pensando al fatto che l’opera è tra quelle
finanziate con i soldi dei
mondiali di Sestriere del
’97 ed è in costruzione ormai da anni.
Per quel che riguarda
la vai Pellice a seguito
delle precipitazioni, nelle
giornate di martedì 7 e
mercoledì 8, a Torre Pellice nella zona della Bertenga il Pellice ha occupato l’intero suo alveo,
così come era stato sca-,
vato dall’alluvione del
2000. Particolarmente
critica la situazione nella
serata di mercoledì 8
quando il sindaco. Marco Armand Hugon, e l’assessore ai Lavori pubblici, Enzo Alessio, sono intervenuti sul posto: c’era
il pericolo di esondazione del torrente. Fortunatamente l’emergenza è
poi rientrata e venerdì
10, per evitare che il torrente potesse invadere i
prati circostanti e danneggiare il cimitero, è arrivato un escavatore richiamato dalla Pradera;
lassù la frana è un segno
lasciato nel 2000 dall’alluvione.
Critica la situazione
della strada per la Sea,
interrotta al traffico delle
auto a seguito della grandinata e della pioggia
nella notte fra venerdì e
sabato: un temporale
violento che aveva causato.'l’allagamento di
cantine e garage (distrutte porte e persino un’automobile) all’interno dello stabile, noto come San
Marco, fra piazza San
Martino, via della Repubblica e corso Gramsci.
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Chiese e territorio
Vivere la precarietà
DAVIDE ROSSO
HE la situazione occupazionale
alle Valli sia sempre più preoccupante è ormai cosa risaputa. Giustai.niente sono sempre di più gli incontri
'e i confronti a tutti i livelli che cercano di avanzare ipotesi per il futuro
partendo spesso anche dal cercare alternative a quella che è stata l’econottia trainante valligiana, cioè l’industóa. questo anche perché le migliaia
“posti lavorativi che Tindustria ga^ntiya si sono ridotti in questi anni
drasticamente con la chiusura o la
«riorganizzazione» degli stabilimenti.
.00 queste tematiche in questo periodo si è detto molto; uno degli
Spetti su cui invece si è riflettuto po00 mi pare essere quello dell’insicurezza dei lavoratori, sul senso di preonnetà di chi è impiegato nei settori in
nulla situazione personale di chi
la mobilità o la cassa integrazione
sulle
proprie spalle. Non dico che non
j^jPorrsa’ ma forse non ci si è fermawbastanza su queste tematiche.
1 a cui faccio riferimento par
arlo di insicurezza però è ancora
, ro. La realtà lavorativa dal punto
amotivo, nella situazione atV le di tagli, ridimensionamenti,
^'i®*nità di investimenti che «do(Lp aero» arrivare dalla «casa maiavn’ ^ tranquilla per chi
sto fì^’ ^ riferisco a chi ha un polion e tempo indeterminato, che
Syj" tempre pare poter scommettere
Ijq P^eprio futuro. Pietro Mercenaro,
’ifg ^’8‘iere regionale Ds, in un rePens ™®*^ento a Perosa Argentina,
lato rfP- ^ questo problema ha parine V- *'^®.'eurezza nel quotidiano: a
Vata mente l’immagine, trolibro parecchi anni fa, che
Cjfi 3lla situazione comuni|ej.'AP?'^^goriava resistenza attuale
Wr-fP ^^qividui all’essere su una
' f mezzo ad unlago.
modn*Ì° bello intorno, c’è in qualche
«...^^Iranquillità, peccato però che
la barca stia affondando. Sì è naufraghi nel mare della comunicazione e
si ha sempre la sensazione di salvarsi
aggrappandosi a questa o quell’idea.
Ma si ha anche sempre la sensazione
di affondare perché le idee sono tante e difficili da prendere e da trattenere non tutte insieme, perché sarebbe controproducente, ma almeno
una per volta facendo una scelta che
non è sempre facile fare. Questa immagine, non certo speranzosa, dal
punto dì vista estetico può produrre
quasi la sensazione del sublime, ma
se applicata al punto di vista del sociale mi pare crei inevitabilmente insicurezza e sbalordimento.
Avendo presente ovviamente che
quella proposta è solamente un’immagine, con tutti i limiti che questo
comporta, forse compito della chiesa
è cercare anche di scavare in questa
realtà, di andare a recuperare la dimensione più propriamente solidale
e comunicazionale del vivere quotidiano. La chiesa può porsi, come è
stato ricordato anche da altri nel corso del dibattito su «Chiesa e territorio», di fronte alla tendenza all’individualismo che si trascina dietro il rischio del tutti contro tutti, o del si
salvi chi può. Per la chiesa il partire
dal riflettere su chi lavora e sulle loro
preoccupazioni probabilmente può
essere un punto di partenza nell’analisi e nel recupero di quella dimensione comunitaria e associativa
a cui faceva riferimento Mauro Gardiol nel suo intervento su queste pagine due settimane fa.
Il passo successivo dell’allargamento, 0 del recupero, della partecipazione può essere poi un momento importante di scambio, un luogo attuale
di recupero di quelle informazioni
che spesso faticano ad emergere nel
quotidiano, così come sottolineava
Claudio Tron sul numero scorso di
Riforma, oppure un modo per scegliere insieme e stare a galla nel mare
informativo che sta intorno a noi.
^ Comunità montana vai Pellice
Accesso più facile
ai Servizi sociali
«Informiamoci per conoscerci e vivere meglio».
È lo slogan del nuovo
sportello di «cittadinanza
attiva» della vai Pellice,
che è stato presentata
mercoledì 8 maggio in
Comunità montana. «L’
idea dello sportello si sviluppa nel quadro degli
orientamenti espressi
dalla Consulta per la sicurezza sociale della valle
del Pellice - ha spiegato
Fiammetta Geymonat, tra
gli ideatori dell’iniziativa
- con l’obiettivo di valorizzare ì contenuti della
legge 328-2000». Lo sportello, attivato dal Coordinamento dei gruppi di
volontariato vai Pellice (che comprende le associazioni Arcobaleno,
Amaca, Acat, Anffas, Avo,
Diapsi, Aev, Auser e Ra
fael), fornirà ai cittadini
un servizio di informazione sui servizi pubblici e
alle associazioni di volontariato maggiore visibilità
e possibilità di collaborazione. «La sua funzione è
di semplificare le eventuali difficoltà di accesso
ai servizi, partendo dai
bisogni dell’utenza», ha
detto il coordinatore del
Centro volontariato vai
Pellice, Adriano Longo.
Lunedì 20 maggio lo
sportello inizierà il suo
periodo di sperimentazione, che dovrebbe concludersi a settembre,
presso il Coordinamento
volontariato in via Alfieri
2, a Torre Pellice. Il servizio sarà aperto il lunedì,
ore 10-12,30, il mercoledì, ore 16,30-18,30, e il
venerdì, ore 9,30-2.
La marcia Perugia-Assisi
Per i due popoli
I fazzoletti degli scout,
gli striscioni e la musica
dei forum sociali, i vestiti
scuri delle Donne in nero, le bandiere palestinesi e israeliane, delle Adi,
dell’Arci, dei sindacati,
dei partiti della sinistra..
Soprattutto diverse decine di migliaia di persone
si sono date appuntamento sui 24 chilometri
della Perugia-Assisi. Una
edizione, quella della
marcia di domenica 12,
definita «straordinaria»
ededicata alla pace tra
israeliani e palestinesi.
«Due stati per due popoli», stop all’occupazione
militare dei territori, fine
della politica degli insediamenti e richiesta di
una forza di interposizione internazionale: sono
questi i punti principali
della piattaforma programmatica della manifestazione, durante la
quale si è fatto riferimento ideale al corteo pacifista dell’11 maggio a Tel
Aviv al quale hanno partecipato 100.000 persone.
NELLE CHIESE VALDESI
1“ CIRCUITO — Assemblea alle 20,30, di venerdì 17
maggio, a Bobbio Pellice.
2" CIRCUITO — Incontro venerdì 17 maggio, a Prarostino, ore 20,30.
3“ CIRCUITO — Assemblea venerdì 17, a Frali.
ANGROGNA — Domenica 19 maggio al Serre, alle
10, culto di Pentecoste e assemblea di chiesa.
BOBBIO PELLICE — Domenica 19 maggio, Pentecoste, culto con santa cena.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 19 maggio,
Pentecoste, giornata comunitaria: alle 10 culto unico
al tempio dei Bellonatti; alla fine del culto, trasferimento nell’area della Sala Albarin per la visita degli
stand; alle 12,30, pranzo composto da un buffet freddo, preparato dalla Commissione ricevimenti e dai
membri della comunità che si sono resi disponibili;
alle 15 incontro col pastorfe Franco Taglierò sul tema
«Diverse culture, un solo Evangelo»; alle 16, premiazione del concorso sul tema della Pentecoste ed estrazione a premi; alle 17 circa, chiusura della giornata.
Alle 21, concerto del coro La Rocca, alla Scila Albarin.
PINEROLO — Domenica 19 maggio, Pentecoste,
culto con santa cena e ammissione dei nuovi membri.
POMARETTO — Venerdì 17 maggio, alle 16, culto
al Centro anziani di Perosa.
PRAROSTINO — Domenica 19 maggio culto di
Pentecoste alle 10 a Roccapiatta.
RORÀ — Domenica 19 maggio, Pentecoste, culto
con santa cena alle ore 10; culto di chiusura attività
con la partecipazione della scuola domenicale e le famiglie dei bambini; segue il pranzo comunitario per il
quale bisogna prenotarsi da Olga Tourn o Dario Tron
entro venerdì 17. Giovedì 23 ritrovo alle ore 14,30 con
il gruppo visitatori per l’ospedale di Torre Pellice. Venerdì 24, alle 19,30, nella sala delle attività, cena con i
giovani rorenghi. Sabato 25 maggio, dalle 14,30 in
poi, lavori di pulizia dei locali delle attività. Sabato e
domenica 1° e 2 giugno la corale è a Parma, su invito
del pastore Stefano Mercurio.
SAN SECONDO — Domenica 19 maggio, alle 10,
culto di Pentecoste, con cena del Signore, insediamento degli anziani.
TORRE PELLICE — Domenica 26 maggio, durante
il culto, assemblea di chiesa per l’elezione di 5 membri del Concistoro.
VTT1.AR PELI TCP. — Domenica 19 e lunedì 20 maggio, bazar organizzato dall’Unione femminile. Domenica, alle 10, culto di Pentecoste con cena del Signore.
Domenica 26, alle 10, culto con assemblea di chiesa:
all’odg relazione morale annua, elezione anziani per
alcuni quarfieri, elezione dei deputati alla Conferenza
distrettuale e al Sinodo.
VILLASECCA— Domenica 19 maggio culto a Combagarino, alle 9. Domenica 26 bazar dell’Unione femminile, a partire dalle 14,30.
Nel corso del viaggio un concerto e un contributo al culto
Il coro del Collegio in visita a Berna
lUCA PASQUET
IL coro del Collegio valdese di Torre Pellice,
non più neonato ma ancora giovanissimo, nella
sua breve storia ha fatto
parecchi viaggi, ma la lista non ne comprendeva
ancora uno in Svizzera.
Questo fino al 19 aprile,
giorno in cui, per rispondere all’invito del Comitato valdese di Berna, un
pullman contenente studenti coristi (tra cui chi
scrive), relativi accompagnatori e uno dei direttori del coro (l’altro lo incontreremo lungo la strada) parte da Torre Pellice.
Il dettagliatissimo programma redatto dal signor Buffai (grande amico del Collegio) parla
chiaro: alle 18,30 dobbiamo cenare all’ostello della gioventù: alle 19,15 la
cucina chiude, e fuori
orario non gliela farebbe
riaprire nemmeno un’incursione delle teste di
cuoio. Noi italiani non
possediamo l’elvetica capacità di prevedere con
precisione i tempi di percorrenza, semafori, caselli e fermata alla dogana
compresi, così partiamo a
mezzogiorno perché prevenire è meglio che curare, e raggiungiamo la meta in perfetto orario.
Lungo la strada abbiamo raccolto alcuni rappresentanti del Comitato
bernese; il vicepresidente
signor Buffai, il professor
Maeder e il signor Aescimann, che ci danno i loro
saluti e alcune spiegazioni sul programma. Seguono alcune ore di libertà
da passare tra il centro
storico e l’ostello, dove vigono le solite leggi
svizzere in continua oscillazione tra il solonico
e l’ossessivo. Il giorno seguente lo usiamo in parte
per visitare la città, accompagnati dai nostri ciceroni bernesi e dai loro
aneddoti storico-culturali, e per incontrare Kurt
Marti, pastore in emeritazione forse più conosciuto come poeta, le cui opere sono state oggetto di
studio per le classi di tedesco del Collegio. Nel
pomeriggio invece c’è il
concerto, che rappresenta l’obbiettivo, la ragione
principale e il finanziamento della nostra trasferta elvetica.
Il luogo dove tutto si
svolge è la chiesa francese (che dal 1686 al 1689
ospitò anche i culti dei
valdesi in esilio), grande,
bella e nobilitata da un
organo impressionante.
Tra un saluto del presidente del Comitato bernese, una presentazione
del Collegio e una del coro, cantiamo. Come? Posso darvi alcuni dati: chiesa francese piena e colletta proporzionata alla presenza. Se di successo si è
trattato, una grossa parte
del merito va al Comitato
bernese e in modo particolare al signor Buffai che
fra l’altro ha bombardato
la Svizzera di volantini e
di annunci su giornali
protestanti e non, cantonali e nazionali.
La domenica ci riserva
ancora un’esibizione al
culto nella chiesa di Köniz. Il sermone è in no
stro onore e cita gli studi
dell’Università di Vienna
secondo cui la madre di
San Francesco sarebbe
stata valdese. Ci viene offerto il pranzo nelle sale
della chiesa riformata del
paese e poi usciamo dal
Canton di Berna per entrare in una zona della
Svizzera piena di «vaudois». Siamo ad Avenche
(Canton di Vaud), l’antica Aventicum, dove il
programma di Buffai
prevede la visita delle rovine romane. Alle 16 siamo pronti per partire:
Maeder, Aescimann e
Buffai ci lasciano coprendoci ancora una volta di lodi, e noi lasciamo
la Svizzera con la cena e
oltre 5.000 franchi di doni che coprono abbondantemente le spese.
Una mostra fotografica allestita al bazar di Ferrerò
Le confermazioni di 65 anni fa
Il bazar della chiesa di
Penero e Maniglia, tenutosi il 12 maggio scorso, è
stato arricchito, per la
prima volta, con la mostra fotografica delle confermazioni celebrate negli anni 1936-2001. La
mostra ha ricordato a tutta la comunità ciò che
dovrebbe èssere il significato della confermazione:
la fede confessata con
consapevolezza e testimoniata con convinzione. Tutto il materiale sarà
conservato nell’archivio
della chiesa in un apposito album. La raccolta fa
parte di un progetto ben
più ampio, che l’Unione
fem'minile ha chiamato
«Conservazione della memoria». L’obiettivo del
progetto è la raccolta del
le fotografie e dei racconti orali, affinché la memoria racchiusa negli archivi
venga arricchita con un
ricordo vivo e personale.
'
I confermati del 1942 a Perrero
14
PAG. 10 RIFORMA
1S5Î57- E Eco Delle Aàlli ^ldesi
VENERDÌ 17 maggio ilflgER
SPORT
PALLAVOLO
La Cerutti Technosquare disputa
la fase di finale scudetto contro la
Top Wool Vigliano: la vincente accede direttamente in serie B2 e
vince lo scudetto. La perdente accede invece alla fase due, dove affronterà la vincente della fase uno
(a cui partecipano le seconde e le
terze classificate dei due gironi del
campionato di serie C). La sfida si
preannuncia avvincente e impegnativa: dopo due ore e 10’ di gioco sul campo di Vigliano si è conclusa la gara di andata, vinta al tle
break dalle padrone di casa.
Le ragazze di Paolo Pignatelli
hanno dato una bella prova di carattere, portandosi in vantaggio
per due set a uno; con il quarto
però il Vigliano riesce ad arrivare
sul 2 pari, grazie anche a quattro
palle match sprecate dalle pinerolesi e la partita resta aperta. Mercoledì 15 maggio si disputerà a Pinerolo la gara di ritorno.
Parte con il piede giusto la Sisa
Villar Perosa aggiudicandosi al tiebreak la prima gara della fase uno
dei play-off. Villar vince il primo
parziale, poi si lascia strappare via
il secondo e il terzo; nel quarto la
musica cambia, il gioco si mantiene costante fino al 9 pari poi le villaresi iniziano a dominare in tutti i
fondamentali e lasciano le avversarie a 15. Nel tie-break solo una
squadra in campo, la Sisa Villar,
contro un Alpignano ormai demoralizzato. Mercoledì 15 maggio la
Sisa Villar ospiterà la formazione
della Yokohama Ecoopolis, nella
speranza di ripetere la prestazione
delTultima partita di campionato.
In terza divisione maschile, under 17 il Volley Pinerolo è stato
battuto al tie break dalla Dizionari
Paravia; in terza divisione maschile
open successo per 3-2 del 3S La
tampa ’d Gigi Pinerolo sul Nuncas
Stl; il terza divisione femminile under 15 il 3S Pinerolo ha superato il
Leo Chieri per 3-2.
Si è disputata giovedì 9 maggio
al palaghiaccio di Pinerolo la tappa
del «Primo Trofeo Noi.Com Bre
Banca» di pallavolo, a cui hanno
preso parte dieci scuole medie di
primo grado del Pinerolese. Il trofeo rientra nelTambito del progetto
deirUnione europea e del Ciò denominato «I valori dello sport, della scuola e delTolimpismo in Europa». La tappa pinerolese è stata organizzata dal 3S Luserna, mentre a
livello regionale la gestione è in
mano alla Noi.Com Cuneo; il trofeo continuerà a livello interprovinciale nei prossimi mesi. La classifica finale della tappa pinerolese:
1“ Ist. C. Gouthier di Perosa; 2°
Suola media De Rochis Pellico; 3°
Ist. Caffaro di Bricherasio.
te a Matteo Pontet e Paolo Geuna i
rivali più forti rappresentanti della
Regione Sardegna; sconfitti per 30 i giovani valligiani sono stati
successivamente battuti anche
dalla Liguria ma ormai i giochi
erano fatti e l’eliminazione decisa.
CICLISMO
Sfida all’ultimo colpo di pedale
domenica nel trofeo L’eco del
Chisone fra i migliori dilettanti del
Piemonte. Al via della corsa oltre
120 corridori di cinque nazioni,
ma sulla rampa finale di San Maurizio è stato un testa a testa fra Federico Berta e Guido Balbis, entrambi maturi per il salto fra 1 professionisti. In testa all’inizio della
salita Balbis è stato rimontato negli ultimissimi metri da Berta che
ha così ottenuto la terza vittoria di
stagione. Per Balbis una conferma: anche l’anno scorso il corridore cuneese arrivò secondo a
San Maurizio.
TENNIS TAVOLO
È andata male ai giovani pongisti della Valpellice impegnati nel
fine settimana a Terni per i campionati italiani giovanili. Il sorteggio ha infatti subito messo di fron
CALCIO
Il Pinerolo, ormai promosso alla
serie Dilettanti, ha perso ai rigori
la finale con la Cossatese per assegnare il primo posto di Eccellenza
in Piemonte. Chiuso sull’1-1 i
tempi regolamentari (vantaggio
dei biellesi, pareggio di Raimondi)
si è andati ai supplementari e,
perdurando il pareggio, ai rigori.
Sono occorsi ben 15 tiri dal dischetto per assegnare la platonica
vittoria fra due squadre che non si
sono mai arrese.
Ass. Amici della Scuola latina
Gli antichi mulini
Si parlerà di mulini
nell’ultimo appuntamento degli incontri culturali
2002 valligiani, organizzati dall’associazione
«Amici della Scuola latina» in collaborazione con
il Centro culturale valdese e la Comunità montana che si terrà non sabato
18 maggio, come previsto, ma sabato 25, alle 16,
nella sala consiliare della
Comunità montana valli
Chisone e Germanasca a
Perosa Argentina.
L’incontro sarà dedicato alla presentazione della pubblicazione «I mulini delie valli Chisone e
Germanasca», edita dalla
Comunità montana in
collaborazione con «La
tùno». L’opuscolo, che
trae spunto, dalla ricerca
di Guido Baret effettuata
anni fa e pubblicata in
«Gli antichi mulini e frantoi per noci della valle
Germanasca» (Comunità
montana valli Chisone e
Germanasca del 1990),
affronta dapprima la questione dell’importanza di
questi impianti nell’economia delle valli, dove
resistenza era basata sull’autosufficienza alimentare, per poi passare a descrivere i diversi tipi di
mulino, il loro principio
di funzionamento e la loro dislocazione nei diversi Comuni delle valli Chisone e Germanasca.
Un rapido cenno ai
frantoi per noci completa
il lavoro, a cui hanno collaborato anche gli alunni
delle scuole medie di Perrero e di Roure. Alla presentazione del 25 parteciperanno le due autrici
dell’opuscolo, Sabrina
Breuza e Stefania Togliatto, Raimondo Gente, che
ha collaborato alla realizzazione del lavoro, e
Claudio Raima, autore di
ricerche sui mulini locali.
Unitrè
Un violino
per il cinema
«Un violino al cinema»
è il titolo del programma
di sala proposto da Chiara Gameti, violino, e Bmno Baudissone, pianoforte, per il pomeriggio del
18 aprile all’Unitrè di
Torre Pellice. Il programma è iniziato con «Smile»
di Charlie Chaplin, da
«Tempi moderni», per
terminare con «C’era una
volta il West» di E. Morricone. Gameti e Baudissone hanno eseguito 16
musiche da film, tra le
quali: «La canzone dell’
amore», «Theme from
Schindler’s List», «L’amore è una cosa meravigliosa», «Love story», e «Non
ti scordar di me». Melodie che appartengono al
passato, alla giovinezza. A
gran voce è stato richiesto il bis: un arrangiamento e adattamento da
tre brani celebri.
Traunstein
Incontri
sportivi
Sono diverse le discipline sportive previste
nel corso dell’ormai tradizionale manifestazione
«Incontri sportivi fra le
città gemellate di Traunstein (Germania), Pinerolo e Gap (Francia)» che
si terrà quest’anno dal 17
al 20 maggio in Germania a Traunstein. Le discipline previste, in cui si
cimenteranno gli atleti in
rappresentanza delle tre
città, sono l’arrampicata,
lo judo, il tiro a segno, il
calcio e l’equitazione.
Folta la rappresentanza
pinerolese con le squadre delle diverse discipline che partiranno giovedì 16 maggio alla volta
della Germania accompagnate dal sindaco, Alberto Barbero, e dagli assessori Gian Piero Clement (Sport) e Magda
Zanoni (Bilancio).
Associazione «Senza confini» e Croce Rossa per la Bielorussia
La solidarietà viaggia in ambulanza
Oltre l’attività di accoglienza dei bambini che
vivono in zone contaminate della Bielorussia, la
sezione vai Pellice dell’associazione pinerolese
«Senza confini» ha potuto
compiere un altro gesto
di solidarietà verso quella
popolazione con la consegna di un’autoambulanza donata dal sottocomitato locale della Croce
Rossa [Eco del 26 aprile).
«Siamo partiti il 19
aprile - racconta Sergio
Ghirardi, torrese, dal ’96
impegnato con la famiglia nell’ospitalità annuale di una ragazza, elemento prezioso per la sua
professionalità di elettrauto - mettendo in colonna, oltre all’ambulanza, anche due camper.
Dopo avere attraversato
Svizzera e Germania, la
sera successiva eravamo
in Polonia; nel frattempo
ci eravamo incontrati con
altri camper provenienti
dalla vai Chisone [l’associazione «Senza confini»
conta ora su. 11 gruppi,
compresi tra Pinerolo,
valli Pellice, Chisone, Noce, e ancora nella pianura
fino a Piossasco e Vinovo,
ndr]. Abbiamo proceduto
fino alla frontiera con la
Bielorussia dove, nel cuore della notte, ci ha raggiunto in treno Svetlana,
una delle interpreti che
da anni accompagnano i
ragazzi che ospitiamo
nell’autunno».
Naturalmente la donazione del mezzo sanitario, destinato all'ospedale della capitale, Minsk,
ha dovuto sottostare a una serie di pratiche piuttosto complesse, tanto
che la sosta alla frontiera
(quella riservata ai mezzi
pesanti) si è protratta per
8 ore; nel frattempo si
erano nuovamente divise
le strade con gli altri
componenti della «colonna»: i camper come
mezzi privati transitavano da un’altra dogana.
In ogni modo lunedì 22
aprile è stato possibile
giungere a destinazione.
«A Minsk - prosegue Ghirardi - abbiamo visitato
la struttura ospedaliera e
il relativo parco macchine, nel cui ambito l’ambulanza proveniente dalla vai Pellice ha un ruolo
importante». E infatti
l’attestato rilasciato dalla
direzione sanitaria, nelle
parole del primario dott.
V. S. Titissin, esprime
gratitudine in particolare
per la dotazione interna
del veicolo, che lo rende
utile ai più urgenti interventi di soccorso.
Naturalmente dopo un
viaggio di 2.500 chilomentri era giusto fermarsi qualche giorno in più,
anche per incontrare i
ragazzi che anno dopo
anno soggiornano in valle per respirare aria non
contaminata e ridurre
così le percentuali di rischio di malattie, le loro
famiglie e le insegnanti
che li accompagnano:
sono momenti toccanti,
e al momento di ripartire
sono resi meno tristi al
pensiero che ci si rivedrà
nei mesi prossimi.
APPUNTAMENTI
16 maggio, giovedì
TORRE PELLICE: Alle 15,30, nella biblioteca della
Casa valdese, concerto dei pianisti Laura Giordano e
Enzo Fornione «duo Gershwin», musiche di Schubert,
Liszt, Weber, Brahms, De Falla, Gershwin.
RINASCA: Dalle 8 alle 18, per le vie del paese e
nell’area del mercato, «Fera d’ie càpline».
TORRE PELLICE: Alle 21, nella sala consigliare del
municipio, l’associazione apicoltori vai Pellice organizza una serata su: «La degustazione del miele». Nuova serata sullo stesso tema venerdì 17, alla stessa ora.
PINEROLO: Nella sede del Cai di via Sommelier, alle 21, serata su «Bolivia Experience 2001», esperienze
alpinistiche nella Cordillera Reai. Ingresso libero.
17 maggio, venerdì
PINEROLO: Alle 17,30, nel salone del museo diocesano, presentazione di «Michele Buniva, introduttoré
della vaccinazione in Piemonte».
18 maggio, sab’ato
PINEROLO: Veglia ecumenica di Pentecoste, 20,45.
CAVOUR: Nella chiesa parrocchiale, concerto del
coro francese di Feveux e del coro Piemonteis La Roca.
RINASCA: Alle 21, nel salone polivalente, il Gruppo
teatro Angrogna presenta «La bicicletta di Yang».
TORRE PELLICE: Alle 15,30, nella sede dell’Acli, in
via al Forte 9, ultimo incontro sulla storia d’Italia.
18-19 maggio
PINEROLO: Nella biblioteca civica Alliaudi mostra
su «Pinerolo nell’Ottocento: tra modernità e mondanità», carte e documenti dell’archivio storico. Sabato
18 dalle 15 alle 18,30, domenica 19 dalle 10 alle 18,30.
PINEROLO: Nella biblioteca ragazzi e nell’atrio
dell’auditorium di corso Piave, mostra su «Volta la
pagina e scopri chi c’è», mostra di personaggi tratti da
libri letti in classe dagli alunni del 3“ circolo didattico.
Sabato ore 15-18, domenica ore 9-12 e 15-18.
22 maggio, mercoledì
PEROSA ARGENTINA: Alle 20,30, al Centro anziani
di via Roma 26, nell’ambito del cineforum per ragazzi, Sarà in visione «Billy EUiot», di S. Daldry.
23 maggio, giovedì
TORRE PELLICE: Alle 15,30, nella biblioteca della
Casa valdese,’ conferenza del prof. Giovanni Sartorio
su «Interpretazione della mùsica».
VILLAR PEROSA: Alle 21, nella biblioteca comunale
in via Nazionale 33/A, incontro su «L’anziano e le
malattie più diffuse, demenze, ictus, diabete»; relatori
i dottori Flavio Maina e Biagio De Leo.
25 maggio, sabato
PEROSA ARGENTINA: Alle 16, nella sede della Comunità montana, il Centro culturale valdese e gli
«Amici della scuola latina» organizzano un incontro
su «I mulini delle valli Chisone e Germanasca»; presentazione di Raimondo Gente, Claudio Balma e
Marta Colangelo con la partecipazione di Sabrina
Breuza e Stefania Togliatto.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, nel tempio, concerto di musiche popolari delle nostre valli con la Badia corale vai Chisone a favore dell’associazione YwcaUcdg per la costruzione dell’ascensore a Villa Elisa.
Il 25 maggio a Pinerolo
A... come alfabeto
Sabato 25 maggio, in piazza Duomo a Pinerolo, dalle
9,30 alle 17,30, si svolgerà la festa conclusiva di «A...
come alfabeti», un’iniziativa della biblioteca interculturale Adlis del IV circolo didattico, organizzata in collaborazione con l’assessorato all’Istruzione e alla Cultura del Comune di Pinerolo. Sarà possibile visitare la
mostra interattiva dei lavori svolti durante l’anno, si
potrà continuare a «giocare con gli alfabeti» e saranno
presenti alcuni calligrafi che scriveranno per i visitatori. Alla fine della giornata ci sarà uno spettacolo teatrale, all’auditorium di corso Piave alle 20,30, dal titolo
«Heina e il Ghul», a cura di Aabderahim E1 Hadiri.
. 17-18 maggio a Susa e Pinerolo
Parliamo di forti
Si parlerà di fortezze
venerdì 17 maggio a Susa
e sabato 18 a Pinerolo.
L’associazione «Val Susa
e valli pinerolesi-Olimpiadi invernali 2006» ha
organizzato infatti in
queste due giornate un
convegno internazionale
plurisede dal titolo «Il
Piemonte delle fortezze».
Nella prima giornata il
convegno si svolgerà nel
teatro del Seminario di
Susa e si aprirà alle 9,30
proseguendo anche nel
pomeriggio con relazioni
di diversi docenti e studiosi italiani e francesi
sugli aspetti militari e
storici delle fortezze alpine sabaude. Il convegno
proseguirà poi sabato 18
a Pinerolo, al Centro sociale, con il presidente
del Consiglio regionale,
Roberto Gota, che alle
9,30 aprirà i lavori. Sono
previsti interventi di
esperti di fortezze provenienti da Dundee (Scozia), Lugano, Briançon,
Verona e Torino che parleranno sia degli aspetti
storici degli edifici militari alpini che delle attuali possibilità di valorizzazione turistica.
Il Forte di Exilies
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PAG. Il RIFORMA
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POSTA
HA
iL'eperienza
ascetica
jjpn credo che il riaccenlilersidel dibattito in merito al
I ®ato ecclesiastico, che ovI Sente fa seguito allo scanJ tío dei sacerdoti pedofili, rimondia^jfdila Chiesa cattolica.
SgoeiSfjppegabile che in prima bat" sia la Chiesa cattolica a
5101^1® „e pesantemente inveiz2aro.J^[j^ ma riterrei opportuno
I- 3938sa*L¿i sciagurati eventi fosseoccasione per una rivisitarne della scottante materia
da parte di tutti i cristiani. Mi
jare che stia a noi evangelici
liimeditare la posizione lutejjna così fieramente avversa
il monacheSimo e all’espemza mistico-ascetica. Luteera un ex monaco e la sua
LICE J^sizione nei confronti del
Ito h?l|^onachesimo è parallela a
ovedliameüa degli ex comunisti nei
2l,^offonti del comunismo. La
ive, deposizione più corretta mi pare
^to ISoMMella dei fratelli ortodossi i
domenB-ogii negano sì come noi il
15 6 21Jljj|iijato ecclesiastico, ma ac21.15, Battono e valorizzano appieno
la valenza mistico-ascetica
IOSA-ideila scelta monastica, il tutto
‘ P™P<ll jel più assoluto rispetto della
libera scelta del fedele.
È singolare che l’attuale
[iónteflce, pur così perspicaci te neUe sue analisi sociologi15, Mal elle e nella sua accanita e
meritoria difesa dei reietti
della società, cosa che non
può non trovarci pienamente
eoncordi, si aggrappi invece
alcelibato ecclesiastico come
auna tavola di legno nell’u
21,15,
21,156:
,15, Auj
ista;
ala «5ee|
0 grana
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cloni.
1 cinenj (jgjuo della secolarizzazione, in perfetta ma paranoica
sintonia con le posizioni in
materia di contraccettivi, di»rzio e simili. Wojtyla non lo
Ice, forse neanche lo sa, ma
Ir lui il vero Satana è Sig|und Freud.
.'Non è Satana a indurre certisacerdoti alla pedofilia ma
ilsemplice Es, quell’istinto
primordiale per cui qualsiasi
felino (anche cucciolo di tigre) si strofina voluttuosamente sulla mano protesa
verso di lui. Siamo dei gatti.
Sua Santità, con tutto il rispetto e affetto per la Sua fiu cu..-,»- guerriero vecchio e
ocal'eld ^^^tente di una battaglia
‘'persa in partenza. 11 vecchio
professore viennese glielo
spiegherà pazientemente, fra
gualche anno, su una nuvola
wlor indaco.
Enzo Robutti - Roma
ÍRA (Po»
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^ Lordine
delle priorità
Le riserve di Alberto Romussi sulle Olimpiadi del
2006 (Riforma del 5 aprile, p.
15) vanno prese, a mio avviso,
molto sul serio. Non basta rispondere che sono un’occasione di testimonianza. Infatti
questa è una tipica non risposta, perché sarebbe interessante quale evento può essere
anatematizzato così spietatamente da poter escludere che
sia comunque occasione di
testimonianza. Per Gesù, ma
anche per i suoi discepoli, pure l’incontro con il diavolo è
stata un’occasione di testimonianza. Pertanto il problema
che sta davanti a noi non è se
questa sia un’occasione di testimonianza oppure no, ma
di quale posto occupi nella
nostra scala di priorità, di dove attingiamo le risorse, di chi
ne sarà privato e di quale contenuto vogliamo riempire
questa occasione.
Propongo ai lettori di riempire come credono una tabella che potrebbe dare un voto
(da 1 a 10, per esempio) per
quanto riguarda il contenuto
della testimonianza; energie
e risorse necessarie; fonte da
cui saranno prelevate le risorse; identificazione dell’attività a cui saranno sottratte;
compensazioni con cui si otterrà la rinunzia a chi sarà
privato di risorse, alle seguenti occasioni di testimonianza: Olimpiadi; visite agli
anziani e ai malati; conferenze pubbliche; dialogo ecumenico; formazioni dei e delle
giovani; attività ecclesiastiche tradizionali. Quando saremo al chiaro su queste cose, potremo cominciare a discutere con i piedi per terra.
Claudio Pron-Villasecca
Formulazione
infelice
Questa lettera risponde a
quella di Febe Cavazzuti Rossi (n. 19, pag. 15)
Cara Febe,
non c’è nessun imbarazzo
verso la bella pagina di storia
evangelica costituita dal metodismo, c’è invece pieno e
convinto riconoscimento
della realtà viva e palpitante
del mondo metodista. La formulazione del brano che tu
citi è effettivamente monca e
infelice e, a nome del comitatino che ha scritto il volantino, me ne scuso, non con te
soltanto ma con i fratelli e sorelle metodisti in genere. Tu
e loro sapete, tra l’altro,
quanta stima e quanto affetto
mi leghi personalmente alle
chiese metodiste in Italia.
Il volantino è stato pensato
e scritto con tempi serrati,
perché come ogni tanto accade nelle nostre cose si prende
11 tempo a giornate e a persone prese da molte cose e ogni
tanto si sbaglia. Il pezzetto
incriminato è stato riformulato più volte e alla fine è
uscito così ed è vero che, così, non rende ragione di una
storia e di una testimonianza
che è patrimonio comune del
nostro essere chiesa esattamente come lo è la tradizione
calvinista.
So che questo disappunto
non ti impedirà di continuare
a compiere quell’opera di
sensibilizzazione nei confronti della nostra chiesa così
caratteristico della tua vita.
Maria Bonafede - Roma
I confini
deirortodossia
«Può e deve la chiesa definire i confini dell’ortodossia?» titola l’articolo di Emanuele Fiume su Riforma del
12 aprile. Le due parole «confine» e «ortodossia» mi suscitano una sensazione come di
fastidio e una riflessione che
mi permetto di esporre.
«Confine» è limite, barriera
che separa, muro che divide;
«ortodossia» è presunzione di
possedere la verità certa. Mi
sembrano allora due situazioni non proprio positive.
La chiesa non è un ente
astratto e perfetto di per sé; è
la comunione di uomini e
donne, esseri umani che, se
pure ispirati e guidati dallo
spirito santo, sono soggetti a
errori e imperfezioni; e come
tali possono definire un giusto confine all’ortodossia cristiana, che risponda alla verità in assoluto? Infatti a
tutt’oggi sono tanti i confini e
tante le ortodossie esistenti;
ogni confessione cristiana ha
i suoi confini e la sua ortodossia che le differenziano anche
solo per lievi sfumature.
Dovremmo trovare la capacità di tornare tutti alla semplicità dell’essenza originaria,
all’unico nucleo dell’orto
labari»
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(D. Mazzarella)
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Manuel, politico
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iJ’J-hcolo spagnolo
13 p^®1 fìsico Faraday
14 Alt cardiaci
16 pagano
17 ^ezza salute
Sigla dir
18. Donna moabita antenata
di Davide
20. Un profeta di Israele
21. Figlio di Abramo e di
Agar
23. Arso in centro
25.. Mezzo tino
26. Laghi senza pari
27. Un’imposta comunale
28. La più numerosa chiesa
d’Inghilterra
30. Libro del Pentateuco
32. Ospita un famoso autodromo
33. Re persiano che permise
agli ebrei di ritornare
dall’esilio
Verticali
1. Costruirono un tempio
sul monte Garizim
2. Sigla di Terni
3. Una nota versione francese della Bibbia
4. Barattò la primogenitura
con un piatto di lenticchie
5. Sono partner degli evangelici nel dialogo ecumenico
6. Vaste, ampie
7. Erode Antipa lo era della
Galilea e Filippo dell’Iturea e della Traconitide
8. Era usato nella consacrazione dei re in Israele
12. Antico nome di Fresinone
15. Simbolo di atmosfera
19. Gruppo di salmi di lode
utilizzato nelle principali
feste ebraiche
22. Segna l’inizio dell’era
islamica
24. La più comune affermazione
27. Li eleviamo al Signore
durante il culto
29. Gambo senza pari
31. Un tempo si chiamava ut
dossia cristiana, che è nata
una con Cristo, una per quella fede nell’unico Dio che è
Padre, Figlio e Spirito. È il cavilloso intelletto umano che
nel tempo ha alterato quell’unicità essenziale o adornandola di sovrastrutture o
ramificandola nelle libertà
delle varie sfumature dottrinali. Dovremmo fare sparire i
confini, segno di separazione
e di difesa dall’altro, e far prevalere comprensione, rispetto, se non anche e soprattutto
amore, reciproci.
Alba Biella - Milano
Il nostro
modo di vivere
Quando l’anno scorso sono
stato accolto nella Chiesa valdese, ero pienamente consapevole del fatto che i valdesi,
come persone singole, non
erano meno peccatori degli
altri, cattolici, buddisti o
agnostici che fossero. La differenza fondamentale è che
da noi i difetti non vanno nascosti e ne possiamo parlare
liberamente, senza il timore
di criticare le sacre gerarchie.
Ben vengano allora le polemiche, anche vivaci. Ben
vengano le critiche di Alberto
Romussi sul Comitato olimpico (Riforma del 5 aprile).
Sia accolto con gratitudine il
«grido di dolore» di Lina Cassetti (19 aprile), che ci fa toccare con mano l’abisso che ci
separa dalla proposta del
Sermone sul monte, e dal
comportamento dei Poveri di
Lione. A cominciare dal modo di leggere la Bibbia: non
un’occasione per complicate
disquisizioni su un’opera
«interessante», ma un pungolo che incessantemente
metta in discussione ogni
aspetto della nostra vita, individuale e di chiesa.
Se siamo lontani dalla proposta evangelica di povertà,
di nonviolenza, di rifiuto del
potere mondano e di ogni
compromesso, ognuno esamini se stesso, senza prendersela con altri oaspettare i lumi
dai pastori, che sono comuni
mortali come noi. Tutti siamo
rinchiusi nella disubbidienza.
Prendersela con i pastori è
un’espressione di libertà, ma
può anche essere frutto di
una mentalità un po’ clericale. E se sentiamo il dovere di
denunciare le ingiustizie del
mondo, aderiamo liberamen
Nuovo indirizzo
Doriana Giudici e Lilliano
Frattini comunicano il loro
proprio indirizzo che sarà valido a partire dal 15 giugno:
viale Borri 55, 21100 Varese;
tei. 033-2264559.
a cura di Femicdo Corsani
E normale che negli innari
evangelici un’unica melodia proponga due o tre inni dal
testo diverso. Nella nostra tradizione hanno però una «doppia identità» alcune melodie
celebri, che sono tali o per essere state utilizzate da sommi
musicisti o per il loro ruolo particolare in precisi momenti della vicenda umana. Fra questi
inni «a due facce» è tipico lo
Psaume des batailles (Salmo delle battaglie), che è il Salmo 68,
n. 14 del nuovo Innario. Era
intonato, al tempo delle persecuzioni, dai valdesi sui loro
monti, prima degli scontri con
le orde ostili in armi. Nel mondo riformato questa melodia di
Matteo Greiter (1525) appare
nettamente come inno di lotta
e resistenza, con l’aiuto del Signore degli eserciti. Nel mondo
tedesco-luterano, invece, la
stessa melodia è un noto inno
penitenziale; «O uomo, piangi
il tuo grande peccato» (O Mensch b'wein dein Sünde gross), inserito nella Passione secondo
Matteo da J. S. Bach che ne
trasse inoltre uno splendido
Preludio a corale per organo.
Un altro inno famoso per
l’evento nel quale venne, per
così dire, alla ribalta è il «Più
presso a Te, Signor» (Nearer,
my God, to Thee) con melodia
di Lowell Mason (1792-1872);
e questa melodia suonarono i
violinisti del «Titanic», mentre
il celebrato piroscafo affondava,
come si vede oggi nel film Titanic. Ma per noi evangelici italiani tale melodia ha il testo
«Così qual sono...» (n. 184),
che è un inno di confessione di
peccato, sentimento assai diverso dall’addio alla vita espresso
dall’altro inno.
Terzo e ultimo esempio: la
«melodia di marinai siciliani»
(?), forse nobilitata dal grande
Gabrieli nel XVI secolo, nelle
nostre chiese è un’invocazione
allo Spirito Santo, un inno per
la Pentecoste (n. 120 del nuovo Innario); nel resto del mondo protestante è un popolare
inno natalizio (O du fröhliche,
O nuit bienveillante, Oh thou
Joy full): esso canta dunque la
gioia della notte di Natale.
Questi «doppi volti» sono forse
un difetto? No, certo; anzi, sono un arricchimento, ed è bene
conoscerli e farne conoscere
l’origine alle nostre comunità.
te a tutte le iniziative di cui
condividiamo gli obiettivi, anche a costo di rischiare strumentalizzazioni e divisioni.
Ma la vera denuncia deve essere il nostro modo di vivere,
tale da suscitare, in chi non
crede o è tiepido, a seconda
dei casi, fastidio, scandalo, disprezzo, derisione, oppure
meraviglia, curiosità, nostalgia di autentico Evangelo. Da
soli non vi riusciremo mai.
Ma non siamo stati lasciati
soli.
Dario Gitana - Torino
PARTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
«Ho combattuto il buon
combattimento, ho finito
la corsa, ho serbato la fede»
Il Timoteo 4, 7
La moglie, il figlio e i familiari
tutti del caro
Ferruccio Eynard
commossi e riconoscenti per la
dimostrazione di stima e di affetto
tributata al loro caro, nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano sentitamente tutti coloro
che hanno voluto stringersi a loro
in questa triste circostanza.
Un ringraziamento particolare
ai medici e al personale infermieristico dell’Ospedale Agnelli di Pinerolo, ai dott. Boèr e Panerò, a
Marco Eynard e a tutti coloro che
lo bagno seguito e assistito durante la malattia, al Servizio 118,
al gruppo Ana di Torre Pellice; un
grazie di cuore alia dott.ssa Becchimanzi, alle infermiere Nicoletta, Daniela, Roberta, Paola e Piena del gruppo Ucp di Pinerolo, ai
volontari Marco, Corrado e Enzo
che lo hanno seguito, al pastore
Claudio Pasquet.
Torre Pellice, 15 maggio 2002
Diaconia valdese
Commissione Sinodale per la Diaconia (Csd)
La Csd avvia una selezione in vista
dell'assegnazione dei seguenti incarichi:
• Direttori/e di foresterie con competenze amministrative, gestionali e linguistiche proprie della conduzione
ricettiva. Gli incarichi prevedono la mobilità nell'ambito delle foresterie affidate alla Csd con assegnazione, dopo il periodo di prova, della sede relativa al primo settennio e l'inserimento nei quadri della Csd.
• Segretaria/o di direzione, preferibilmente con diploma o titolo universitario e conoscenza lingue, in grado di lavorare in autonomia e di gestire con efficacia
i rapporti interpersonali. L'incarico, a tempo pieno e
con sede in Torre Pellice, prevede occasionali trasferte e l'assunzione, previo periodo di prova, nell'organico della Csd.
L'assegnazione degli incarichi può essere preceduta
da un periodo di formazione.
Le domande (manoscritte) con allegato curriculum
dettagliato vanno indirizzate entro il 31 maggio
2002 a: Csd Diaconia valdese - Via Angrogna 18 10066 Torre Pellice (Torino).
Per informazioni: stesso indirizzo - tei: 0121 953122
fax: 0121-953125 - e.mail: csd.diaconia@tpellice.it
«Ho pazientemente aspettato
l’Eterno ed egli si è inclinato
a me e ha ascoltato il mio grido»
Salmo 40,1
Il Signore ha richiamato a sé
Onorata GardioI
ved. Long (Nora)
di anni 93
Lo annunciano con infinita tristezza i figli Renato con la moglie
Nella Meynier e il figlio Luca, Liliana con il marito Silvano Zaffuto,
Gino con la moglie Vilma Pastre e
i figli Masimo, Lorella e Patrizia,
Elide con il marito Sergio Comba,
Claudia con il marito Remo Ferrier e i figli Alessandro e Andrea,
■ le cognate e cognati, i nipoti, cugini e parenti tutti.
Fleccia di Inverso Rinasca
30 aprile 2002
«Gesù disse: lo sono la
resurrezione e la vita;chi crede
in me, anche se muore vivrà»
Giovanni 11,15
Il Signore ha richiamato a sé
Alina Gay ved. Peyronel
Lo annunciano con infinita tristezza i figli Marina, Mario, Ernesto, Renato, Anita e la sorella Matilde, il fratello Gianni, le cognate
con le rispettive famiglie, cugini e
parenti tutti.
Perosa Argentina, 8 maggio 2002
RINGRAZIAMENTO
«Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà»
Salmo 23,1
Le figlie Sara e Angela, i generi Giovanni Anziani e Stefano De
Angelis, i nipoti e i familiari tutti
annunciano la scomparsa di
Domenico Di Toro
di anni 87
Per tanti anni ha lavorato in
Svizzera e al suo rientro in Italia
ha svolto un lungo periodo di volontariato presso il Centro metodista di Ecumene. Era ospite del
Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni. I familiari ringraziano di cuore la direzione e il
personale del Rifugio per le amorevoli cure prestate.
Torino, 17 maggio 2002
r i m mmetMrk» Claudiana
f via Principe Tomaso, 1 - Torino
011 -6689804 - fax 011 -6504394
16
PAG. 12 RIFORMA
•..■ Villaggio Globale
Dopo le notizie in tal senso pubblicate dai media nelle ultime settimane
Due leader protestanti americani si dichiarano contrari
ad un eventuale intervento militare Usa contro l'Iraq
Mentre i media parlano
dell’eventuale progetto del
governo Usa di lanciare una
campagna militare per rovesciare il presidente iracheno
Saddam Hussein, due leader
protestanti americani hanno
criticato l’amministrazione
di George W. Bush. Nel corso
di interviste separate rilasciate al corrispondente di questa agenzia il 1° maggio scorso Robert Edgar, segretario
generale del Consiglio nazionale delle chiese Usa, e John
Thomas, presidente della
Chiesa unita del Cristo, hanno sottolineato che simili intenzioni metterebbero in pericolo la vita dei civili iracheni e provocherebbero la destabilizzazione di quella regione mediorientale.
Robert Edgar
Robert Edgar, appena tornato da un viaggio di due settimane in Medio Oriente insieme a una delegazione di
altri responsabili religiosi, si è
detto molto preoccupato da
quelle informazioni, e ha sottolineato che una possibile
azione degli Usa equivarrebbe air«idea di una guerra
mondiale in cui si possono
gettare bombe sui terroristi».
Il 28 aprile scorso 0 New York
Times ha riferito che l’amministrazione Bush prevedeva
di lanciare una campagna
militare all’inizio del 2003 per
rovesciare il governo di Saddam Hussein. Tale campagna
comprenderebbe un’invasione a terra e bombardamenti
aerei. La Casa Bianca non ha
mai nascosto che il rovesciamento di Saddam Hussein è
un obiettivo della sua politica
ma ha anche aggiunto che il
presidente Usa non ha ancora deciso ciò che avrebbe fatto contro l’Iraq.
Bush ha dichiarato che
Saddam Hussein rappresenta una forte minaccia per la
stabilità regionale e mondiale in quanto egli sarebbe in
possesso di armi di distruzione di massa, informazione
smentita dal governo iracheno. Robert Edgar ha fatto notare che «questo tipo di intervento militare repentino»
non sarebbe «un modo sano
di procedere». Sulla base di
colloqui che egli ed altri responsabili religiosi americani
hanno avuto con leader politici mediorientali, Robert Edgar ritiene che anche se questi ultimi «non hanno simpatia per Saddam Hussein, essi
rispettano il popolo iracheno» e si opporrebbero a un
intervento Usa in Iraq.
John Thomas
John Thomas, leader della
Chiesa unita del Cristo (1,3
milioni di membri), ha dichiarato che sarebbe «costernato» se gli Usa colpissero
l’Iraq, e ha aggiunto che una
simile azione sarebbe devastante per la popolazione civile irachena e porterebbe a
un «rafforzamento delle divisioni» in Medio Oriente.
«Questo renderà ancora più
difficile ogni contributo alla
pace nella regione», ha detto,
e i bombardamenti «esacerberebbero la situazione e renderebbero Saddam Hussein
più popolare nel suo paese»,
facendone un punto di riferimento nel mondo arabo.
Benché appoggino il mantenimento di una pressione
internazionale sull’Iraq, i re
sponsabili della «Chiesa unita
del Cristo» si dicono contrari
alle sanzioni economiche internazionali, che hanno un effetto catastrofico per i civili
iracheni, in particolare per i
bambini. Numerosi gruppi di
difesa dei diritti, organizzazioni religiose e associazioni
umanitarie, ribadiscono che
tali sanzioni hanno conseguenze devastanti sulla popolazione civile. L’Unicef, per
esempio, ha biasimato le sanzioni che hanno causato la
morte di mezzo milione di
bambini tra il 1991 e il 1998.
Dichiarazione della
Chiesa unita dei Cristo
I commenti di John Thomas sono stati fatti una settimana dopo la pubblicazione
di una dichiarazione della
sua chiesa in cui quest’ultima
critica la politica estera Usa
in diversi campi. Nella dichiarazione viene ricordato
che la precedente azióne militare contro il governo di
Saddam Hussein fallì e che
una nuova azione si rivelerebbe controproducente per i
rapporti degli Usa nel mondo. La dichiarazione, approvata il 21 aprile scorso da
quattro agenzie della chiesa e
ribadita il 23 aprile dal suo
Consiglio esecutivo, mette in
guardia sul fatto che un intervento militare «sarebbe
molto impopolare fra i nostri
alleati arabi ed europei».
«Un’azione militare Usa contro Saddam Hussein, e l’imposizione di sanzioni economiche rigide contro l’Iraq
non hanno fatto altro che
rafforzare il regime tirannico
di Saddam Hussein ed infliggere una miseria indicibile al
popolo iracheno». E a pagare
il prezzo di tali sanzioni, aggiunge la dichiarazione, sono
«i più vulnerabili».
Nella stessa dichiarazione,
la Chiesa unita critica altri
aspetti della politica estera
Usa, in particolare la lotta intrapresa contro il terrorismo,
chiedendosi «se la guerra
possa davvero sradicare le
cause profonde del terrorismo». Agendo così la «Chiesa
unita del Cristo», che è fortemente radicata nella storia
degli Usa in quanto discendente dalla Chiesa congregazionalista, una delle chiese
dei primi coloni, non fa che
seguire la propria vocazione
storica; «criticare la “saggezza
convenzionale”, e affermare il
suo ruolo di “difesa e salvaguardia della giustizia”».
La dichiarazione finora
non ha provocato reazioni, e
John Thomas si chiede se
«l’intimidazione» renda ancora molto impopolare la critica dell’amministrazione
Bush. «Si è imposto una specie di silenzio, ed è per questo che dobbiamo far sentire
altre voci. Ci dispiace molto vedere che gli Stati Uniti
stanno portando avanti una
politica che reca in sé i germi
di future catastrofi».
Secondo il giornale britannico Guardian, il presidente
della Commissione europea.
Romano Prodi, parlando poco prima del vertice tra l’Unione europea e gli Stati Uniti svoltosi il 2 maggio scorso,
ha ammonito che l’America
doveva evitare di intraprendere un’azione contro l’Iraq,
che metterebbe in pericolo
la coalizione mondiale contro il terrorismo. (eni)
I Dichiarazione della Chiesa awentista
Incoraggiare una cultura
di pace e di riconciliazione
V
Gli avventisti si impegnano
a incoraggiare una cultura di
pace e di riconciliazione in
un mondo, quale quello di
oggi, sempre più violento;
questo è quanto afferma una
dichiarazione ufficiale rilasciata dai dirigenti mondiali
della Chiesa cristiana awentista del 7° giorno il 18 aprile
scorso. La dichiarazione in
questione condanna ogni
forma di terrorismo, inclusa
la violenza di matrice "religiosa, affermando che le atrocità
commesse in nome della religione tentano di trasformare
Dio in un «idolo malvagio e
violento». Si riconosce che le
nazioni spesso si affidano a
risposte di tipo militare, soprattutto quando si confrontano con il terrore e la violenza, ma anche che «le risposte
durature ai gravi problemi
delle divisioni nella società
non possono essere ottenute
utilizzando mezzi violenti».
Gli avventisti sono chiamati
a lavorare per una pace duratura promuovendo i quattro
pilastri biblici della pace: il
dialogo, la giustizia, il perdono e la riconciliazione. Poiché
il raggiungimento della pace
è un obiettivo per il quale si
richiede ben più che belle parole e buone intenzioni, i dirigenti della chiesa hanno deciso di lanciare una campagna
educativa a livello mondiale
in ognuno degli oltre 6.000
istituti avventisti, tra scuole,
collegi e università. Questa
attività coinvolgerà parallelamente anche i pastori avventisti nella proclamazione del
vangelo della pace, sia con la
loro predicazione pubblica
sia con l’aiuto che essi presteranno affinché i membri di
Un ragazzo mutilato della SI»
ra Leone (Foto Acnur/u.H/
chiesa progrediscano sempJ
più nella conoscenza dei
lori della nonviolenza e del
riconciliazione. Mi che c
Secondo il responsabile (Wdifenc
settore dell’educazione per®eaincui
chiesa a livello mondiali Muasiii
Humberto Rasi, gli educati mi que
di ogni livello della chiesas Ice la le
no invitati a sostenere quali ^ solo
affermato in tale dichiaiaà sono c
ne. Il suo dipartimento, ini * .¡o pe
tre, ha già approntato unas®^*^
rie di programmi sulla tolli
ranza, attualmente dispon
bili in spagnolo e in ingles
e sta mettendo a punto ald
materiale sulla nonvioleni
e sulla pace. Ancora secònl
la dichiarazione, in termiii
teologici la violenza e il terrò
rismo fanno parte di un conflitto millenario fra il beneei
male, e i cristiani avventisti confidano nella certaza che Dio un giorno ponàine a questo circolo vizioso!
guerre e terrore, e restaiffiè
la pace e la giustizia.
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CHIESA EVANGELICA VALDESE (UNIONE DELLE CHIESE METODISTE E VALDESI)
GESTIONE DELL’OnO PER MILLE (OPM) ANNO 2001 (DICHIARAZIONI DEL 1998)
RENDICONTO SULL’ASSEGNAZIONE DELL’OPM DEL 1997 - IMPORTO TOTALE INCASSATO NEL 2001 : EURO 4.060.444,98
VI
RIPARTIZIONE PROGEHI OPM 2001
Spese gestione 7,12% Copertura deficit 2000 4,13%
Spese progetti estero x 26,84% 1 valori sono espressi in Euro Spese progetti \ in Italia
JWWttt-
Somme riscosse da Ministero 3.906.07b 74
Interessi e sopravvenienze 154.368,24
Totale Entrate 4.060.444,98
Uscite
Spese progetti in Italia 2.521.013,19
Spese progetti Estero 1.092.623,92
Spese gestione 289.828,72
Copertura deficit 2000 167.981,11
Totale Uscite 4.071.446,95
Deficit 2001 -11.001,97
PROGETTI OPM ITALIA 2001
Bambini e giovani
24,75®/c
Cultura, pace e dirlRi umani
14,95%
Occupazione,
assistenza sociale
7,11% e carceri
Rifugiati, migranti e nomadi
7,44%
ITAUA
Anziani e sanità 1.153.284,52
Occupazione, assistenza sociale, carceri 179.245,80
Cultura, pace e diritti umani 377.013,54
Bambini e giovani 623.995,48
Rifugiati, migranti, nomadi 187.473,85
TOTALE 2.521.013,19
PROGETTI OPM ESTERO 2001
Azione e sviluppo sociale
13,02%
Sviluppo agricolo e lavoro
38,20%
Bambini e ni*®*'
28,25%
ESTERO
Bambini e giovani 308.624,00__ ;
Azione e sviluppo sociale 142.283,
Sviluppo agricolo e lavoro 417.338,Ü.Diritti umani
Sanità 139.684J2^ ,
TOTALE 1.092.623^^^
mianani
lori è sol
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I PARTNER INTERNAZIONALI che assicurano la progettazione, l’esecuzione dei programmi di intervento e il controllo in loco sulla
destinazione dei fondi sono i seguenti. HEKS-EPER; Organizzazione di assistenza della Chiesa riformata svizzera; CEvAA: Comunità
evangelica di azione apostolica con sede a Montpellier; AGRA: Organizzazione italiana non governativa che opera in Africa e in
America Latina con progetti di sviluppo rurale; COSPE; Organizzazione italiana non governativa che opera in Africa e in America
Latina con progetti di sviluppo; CISV: Organizzazione italiana non governativa che opera in Africa e America Centrale e Latina con
progetti di sviluppo; AIDROM; Organizzazione diaconale ecumenica ortodossa e protestante che opera in Romania.
Per informazioni:
tei. 064815903
email; 8xmille@chiesavaldese.org
www.chiesavaldese.org
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