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Anno 115 - N. 51-52
21 dicembre 1979 - L. 300
Stedizione in abbonamento postale
Gruppo bis/7<"
ARCHIVÍ0 TAVOLA VALLI
10066 TORRE FELLICS
ddle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE ~
LA SFIDA DEL MESSAGGIO DI NATALE NEL NOSTRO TEMPO TRAVAGLIATO
Per quanto pochi siamo noi
evangelici in Italia, prima o poi
— per le leggi della statistica —
doveva accadere. Così dopo centinaia e centinaia di attentati, è
successo ( se non erro per la
prima volta) ad un evangelico.
Paolo Turin, valdese, è uno dei
dieci sparati alle gambe nelPincredibile « sequestro » di una
intera scuola avvenuto a Torino. Incaricato di un corso alla
Scuola di amministrazione aziendale, veniva a Torino dalla Olivetti di Ivrea tre volte alla settimana, ed ora è il più grave dei
feriti della carneficina dell’ll dicembre.
Era prevedibile statisticamente, dicevo, che prima o poi succedesse anche ad un evangelico.
Ma la statistica non poteva prevedere a quale « tipo » di ev,angelico sarebbe accaduto: che cioè
tra i tanti tipi di evangelico (sappiamo che ne abbiamo una bella
varietà! ) sarebbe capitato ad
uno che ha tradotto il messaggio
evangelico particolarmente e concretamente nella pratica della
nonviolenza personale e nella militanza attiva in movimenti nonviolenti come il Movimento Internazionale della Riconciliazione. « Proprio a lui, un nonviolento attivo! », osservo parlando con
la moglie nel corridoio dell’ospedale non potendo, per ora, vedere Paolo, esausto per il traiuna
e le troppe visite di prammatica
in queste circostanze. E lei mi
conferma — e quanto me ne rallegro! — che non sono il solo
ad aver notato questo fatto. È
segno dell’evidenza di questo singolare eontrasto, di una violenza sterile, assurda, vile, che si
scontra non solo con persone
inermi e indifese, ma con una
posizione ben definita che anche
avendone la possibilità non userebbe mai la violenza neppure
per la propria difesa, per un rifiuto totale, assoluto, programmatico nei suoi confronti. Quale
altra posizione potrebbe meglio
sottolineare l’opposizione totale
alla violenza programmatica del
terrorismo?
Così la vicenda di questo primo evangelico colpito dal terrorismo, non ha solo il potere di
imprimere ancor più vivamente
nella nostra coscienza un fatto
tragico, come succede appunto
quando veniamo a sapere che in
uno dei tanti episodi di violenza
che vediamo stampati sul giornale è stato coinvolto un amico,
un fratello; ha anche il potere di
darci una bella e chiara indicazione. Di fronte alla violenza dei
terroristi di qualsiasi matrice e
colore noi condanniamo, esecriamo, rifiutiamo. Ma chi oggi non
condanna, esecra e rifiuta? Più
che questo vale perciò l’impegno
silenzioso e eostante di nonviolenza. È questo il vero rifiuto.
È certo una posizione debole,
lontana dalla « prova di forza »
0 dalle « misure eccezionali », una posizione perdente, come perdente è un uomo immobilizzato
in un letto di ospedale. Ma non
è questa per noi evangelici la
posizione più vicina, che indica
maggiormente il Grande perdente che ha accettato di subire e
portare la violenza estrema per
superarla e vincerla?
Certo: è una posizione debole
e perdente, secondo il comune
metro di valutazione del mondo
in cui viviamo. Ma è su questa
posizione che è pronunciata la
promessa a cui crediamo: Beati
1 nonviolenti, perché essi erederanno la terra.
Franco Giampìccoli
Speranza di una nuova umanità
Natale appartiene completamente alla storia della libertà che è iniziata con Abramo, che
percorre tutta la storia del popolo di Dio e che diventa compiuta sulla croce del Golgota
Mi è capitato recentemente di
leggere un racconto di Ingeborg
Bachmann che narra la storia
di un giovane di circa trent’anni che aspetta impazientemente
la nascita del suo primo figlio.
Lo aspetta impazientemente perché con questo figlio intende salvare il mondo dalla morsa dell’abitudine e del pregiudizio. Dopo che il figlio è nato il giovane
padre si chiede: « Non dovrei lasciare che il mondo sia per lui
completamente vuoto e privo di
ogni senso? In effetti non dovrei
dargli alcuna indicazione quanto
a scopi e finalità, quanto a bene
e male, apparenza e realtà. Perché mai dovrei tirarlo a me e fargli conoscere gioia e sofferenza?
Qui, dove noi stiamo, è il peggiore dei mondi possibili... ma
là, dove egli sta, nulla è ancora
deciso ».
Quale mondo?
« Il peggiore dei mondi possibili » — sono parole dure. E d’altra parte che specie di mondo
ci sarà nell’anno 2000, sempre
che esista un mondo? Se a quel
momento continueranno ad essere validi il bene e il male, l’apparenza e la realtà, gli scopi e
le finalità che sono stati validi
finora, allora probabilmente ci
saranno 12 miliardi di persone
in un mondo in permanente stato di guerra e in via di progressiva rovina e distruzione. Malgrado tutti i discorsi sullo sviluppo e il progresso il mondo
non ha mai conosciuto per il suo
futuro una minaccia così grave.
Nel racconto di Ingeborg Bach
mann, l’uomo — di fronte ad un
futuro di questo genere — punta sul fatto che suo figlio, libero
da valori e abitudini trasmessi
attraverso le generazioni, metterà fine allo svolgersi del destino
e renderà possibile un mondo
nuovo e umano. Un nuovo essere
umano dovrebbe sorgere, libero
da ogni tradizione, disponibile
per un futuro umano. Ma Ingeborg Bachmann mostra nel suo
racconto che questa perdita del
senso della storia è alla fin fine
una perdita di amore, per la
quale sia il padre che il figlio in
breve periranno.
Prospettiva
biblica
Il racconto lascia turbati perché mostra prospettive reali del
mondo in cui cresciamo. Tuttavia non mostra queste prospettive nella loro chiarezza ultima.
Paolo in Romani 8 vede un mondo che è incompleto, lo vede nel
Lukas Cranach,
Annunciazione,
incisione del 1513.
Uno dei maggiori teologi cattolici davanti al Tribunale ecclesiastico
Solidarietà con Schillebeeckx
Più di ottanta teologi cattolici, anglicani, presbiteriani e liberi docenti nelle principali facoltà tèologiche dell’Inghilterra
hanno inviato una lettera di protesta al « Times » contro le decisioni prese dalla ’Congregazione per la dottrina della fede’ (ex
Sant’Uffizio) nei confronti del
teologo domenicano Edward
Schillebeeckx, docente all’università cattolica di Nimega nei Paesi Bassi.
Com’è noto la Congregazione
ha convocato Schillebeeckx a
Roma affinché risponda a tutta
una serie di questioni concernenti il suo libro, edito nel 1974,
di settecento pagine : « Gesù : un
saggio di cristologia». La richiesta di comparizione di fronte al
tribunale della Congregazione è
il risultato di una accurata indagine condotta in questi ultimi
tre anni. La Congregazione per
la dottrina della fede esamina
tutte le nuove dottrine che compaiono in ambito cattolico ed
esprime eventuali condanne, attraverso un processo che si svolge secondo le norme ordinarie
del diritto canonico e con ampia
facoltà di difesa. Attualmente la
Congregazione romana è diretta
dal cardinale Seper a cui fanno
capo una decina di altri cardinali di diverse nazionalità.
L’opera attualmente incrimi
nata sviluppa una teologia, dal
punto di vista cattolico, sostanzialmente ortodossa ma con alcuni passaggi che lasciano spazio a nuove interpretazioni sull’insegnamento tradizionale concernente la nascita virginale e
la risurrezione di Gesù. La protesta dei teologi colpisce per il
suo carattere ecumenico e per
la qualità dei firmatari.
Nella lettera si sostiene che
tutta la questione è una minaccia nei confronti della libertà
della ricerca teologica : « Noi
pensiamo — afferma lo scritto
pubblicato dal « Times » — che
le misure come quelle attualmente utilizzate dalla Congregazione romana siano incompatibili con i diritti fondamentali dell’uomo ; esse minacciono seriamente la libertà d’interpretazione e di ricerca che è elemento
indispensabile della ricerca umana della verità; esse, inoltre, discreditano l’autorità che si avvale di tali mezzi e mettono in
pericolo il clima di reciproca fiducia che si è stabilito tra le
chiese negli ultimi decenni ».
Secondo i firmatari della lettera al « Times » la reputazione
di Schillebeeckx « di cui l’integrità intellettuale è internazionalmente riconosciuta » non ha
nulla da temere dalle procedure
a cui è attualmente sottomesso.
« Ma noi crediamo — aggiunge
la lettera — che i danni causati
alla veracità e alla credibilità
della comunità cristiana rischiano d’essere incalcolabili».
Oltre alla firma del teologo
cattolico svizzero Hans Kung
nello scritto appaiono le firme
di teologi degli Stati Uniti, del
Canada, della Francia, del Perù,
della Spagna, della Svizzera, del
Belgio, dell’Italia e dei Paesi
Bassi.
Criticando l’inchiesta segreta
condotta dal Vaticano sul loro
collega i teologi firmatari affermano che è « inaccettabile per
Roma prendere delle decisioni
unilaterali concernenti la necessità di condannare un teologo ».
La lettera conclude osservando
che « I responsabili di Chiesa
che difendono pubblicamente i
diritti umani dovrebbero saper
rispettare gli stessi diritti anche aH’interno della chiesa».
Tra le altre reazioni al provvedimento della Congregazione
— informa l’agenzia SOEPI del
Consiglio Ecumenico delle Chiese — è da segnalare la petizione
del comitato di redazione della
rivista teologica di fama internazionale CONCILIUM in cui si
solidarizza con le posizioni di
Schillebeeckx.
le sue doglie (Rom. 8: 22), vede
« l’impaziente attesa » con cui la
creazione è tesa verso una nuova umanità. Da dove verrà questa nuova umanità? Da dove viene la speranza di una nuova umanità? Per me una delle esperienze più grandi della fede cristiana è il fatto che essa pone gli uomini di fronte a contrasti del tutto diversi da quelli ai quali siamo abituati. Il bene e il male
per il quale o contro il quale
tanti lottano, il vecchio e il nuovo che tanti sperano o temono,
devono dissolversi dietro a questi contrasti: spirito e carne, vita e morte, grazia e peccato, li;
bertà e schiavitù. Con Gesù di
Nazareth entra nel mondo per la
prima volta il grande contrasto,
la grande decisione: libertà o
schiavitù. Natale è l’offerta della libertà, della libertà dei figli
di Dio. Ma quando lo spirito della libertà appare, allora lo spirito della schiavitù si rende penosamente evidente.
È vero; Natale oggi è stato
largamente degradato a festa
consumistica molto troppo inserita nei valori tradizionali, incapace di sostituirsi alla presente
oppressione e ineguaglianza. Per
questo è difficile per noi comprenderne nuovamente il significato. Se tuttavia si vuole fare
questo sforzo, bisogna farlo nel
quadro di una persuasione, che
una speranza per il futuro può
essere trovata. Natale appartiene completamente alla storia della libertà che è iniziata con Àbramo, che percorre tutta la storia
del popolo di Dio e che diventa
compiuta sul Golgota. La mangiatoia, i pastori e gli angeli respirano l’attesa del Regno della
libertà, i nuovi cieli e la nuova
terra in cui tutto ciò che nell’evento di Gesù di Nazareth è
stato particolare diventerà universale, valido e reale per ognuno. La storia di Natale che emerge all’alba della creazione e indica l’ultimo giorno consiste nel
ricordarci che in Cristo non c’è
dipendenza e schiavitù, ma libertà e figliolanza.
Crescere
nella libertà
Non possiamo ancora dire
« Abba, Padre ». Ma abbiamo la
convinzione che l’offerta che Dio
ci fa della libertà sta sopra il nostro mondo, che un giorno ere;
sceremo nella libertà dei figli di
Dio. In questo ci assumiamo un
compito difficile quanto entusiasmante. Secondo il vecchio detto
rabbinico di Israele, « Dio dice;
quando non mi confessate, io
non sono ». A tal punto Dio e diventato uomo! In questo atto del
confessarlo siamo legati alla sua
libertà e non alla nostra schia;
vitù, alla sua volontà e non ai
nostri desideri.
Questo è il nostro più profondo desiderio: che possiamo diventare uomini liberi; che possiamo maggiormente crescere
nella libertà dei figli di Dio. Su
questo e su questo solo si basa
questa speranza; « Poiché sono
sicuro che né morte né vita, né
angeli né altre autorità o potenza celeste, né il presente né l’avvenire, né forze del cielo né forze della terra, niente e nessuno
ci potrà strappare da quell’amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù, nostro Signore » (Rom.
8: 38).
Emidio Campì
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21 dicembre 1979
INTERVISTA COL PASTORE PAUL KELLER
Raduno o dispersione?
Due modi diversi ma in tensione di vivere
una possibilità nuova d’evangelizzazione
il rapporto con la Parola e
Radiano evangelico. Argomento di attualità, dopo l’indicazione che in questi ultimi tempi è
emersa per il piano locale (suggerimenti del documento della
Tavola) o per quello più generale a carattere seminazionale
(proposta della Assemblea della
Federazione di Torre). Che significato può avere questo tipo di
iniziativa? Ne parliamo con il
past. Paul Keller, professore alla Facoltà di teologia di Montpellier, in visita a Torino.
— Un raduno ha un carattere
ambiguo; può rispondere al bisogno di persone, che vivono nella dispersione, di non sentirsi
troppo isolate, di mostrare ad altri e a se stessi che sono meno
dispersi di quanto sembri. Può
essere cioè un’operazione consolatoria e insieme un’operazione
di prestigio nei confronti del
mondo di fuori. Oppure può essere il rendere visibile un impegno esistente nella dispersione.
Ad un raduno a cui ho partecipato in Francia c’erano decine
di stands dei generi più diversi
che « dicevano » qual era l’attività e l’impegno di gruppi diversissimi nella dispersione. In
questo caso il raduno parte dalla dispersione, non va contro la
dispersione: rende possibile lo
scambio, il confronto, l’interrogarsi a vicenda, il contestarsi,
anche.
^— Parli di raduno e di dispersione. Sono termini contrastanti?
— In un certo senso sì. Possiamo chiederci: la chiesa si costruisce a partire dal radimo o
dalla dispersione? Finora è stata costruita a partire dal radunarsi della chiesa in un luogo
e intorno ad un ministero. Dovremmo invece ripensare la
chiesa a partire dalla dispersione degli uomini, dei credenti
nelle diverse situazioni in cui vivono giornalmente. Questo può
voler dire per esempio permettere una volta all’anno l’incontro di laici che mettano in comune i problemi emergenti dalla loro vita nel mondo; non incontri di persone che svolgono
la stessa attività e che tendono
a parlare dei problemi tecnici
della loro esistenza, ma persone
che siano indotte a confrontarsi sui problemi di fondo che
emergono dal loro lavoro, che
esprimano i due-tre problemi
che un uomo generalmente si
pone nel corso di un anno. In
questa linea si costituiscono
gruppi al di fuori delle strutture
ecclesiastiche e sarebbe di estrema importanza l’incontro tra
questi e i gruppi che lavorano
all’interno della chiesa. Un raduno che emergesse da questa
linea di azione sarebbe un crocicchio di esperienze a partire
dalla dispersione, un cercare non
la comunità del « riunirsi », ma
una comunità di comunità di
gruppi.
— Che esperienza avete avuto
in Francia a questo proposito?
— In Francia ci sono stati tre
grandi raduni, io ho partecipato
ad uno di questi. Era del tipo
« crocicchio di esperienze » e ciò
che era determinante non era
l’elaborazione teorica intorno ad
un motto (che non c’era), il dibattito astratto su determinati
argomenti, ma lo scambio concreto su esperienze e iniziative
molto diverse in atto. Ma certo
ci possono essere tipi diversi di
raduno.
_ — Escluderesti comunque quelli di tipo « operazione consolatoria »...
— Direi che se un raduno parte dai cervelli di uno stato maggiore di pastori rischia sempre
di essere di tipo consolatorio, di
avere per fine il raduno stesso,
di essere una reazione alla dispersione anziché un partire
dalla situazione reale di dispersione in cui i cristiani vivono.
Nell’esperienza che ho avuto, e
che partiva da questa situazione.
Tanno e mezzo impiegato nella
preparazione è stato molto
più importante degli otto giorni
del raduno stesso.
— Sembrerebbe che tu sia
contro l’aspetto radunato della
chiesa e per il suo aspetto disperso.
— Non è esatto. Ritengo che
i due termini siano in tensione,
o meglio debbano tornare ad essere in tensione, dopo che uno
dei due poli della tensione — la
dispersione — è stato dimenticato dalla chiesa. È possibile che
ci sia una successione cronologica e strategica tra raduno e dispersione, ma nella nostra sensibilità la dispersione deve andare in testa, deve diventare
prioritaria, nella preoccupazione, nella strategia della chiesa,
nei ministeri, nelle scelte. Se invece si vuole giustificare teologicamente l’esclusione della dispersione per occuparsi solo dell’aspetto radunato della chiesa
(nella comunità locale o in un
raduno nazionale) allora si è
fritti.
— Cosa significa per te evangelizzazione?
— Ce ne sono di due tipi. Quello cattolico è a lungo respiro e
si sviluppa attraverso la scuola,
la famiglia, le associazioni, e
tende a mettere l’individuo in
grado di credere, lo condiziona
a tal segno che ad un certo punto è catturato. Quello protestante invece consiste in una terapia
d’urto, nello scuotere improvvisamente l’individuo, mettendolo
fuori equilibrio emotivamente,
dicendogli che si tratta di scegliere ora o mai più, si tende
cioè a mettere l’individuo nella
necessità di credere. E qui è lo
shock che lo può catturare. Né
l’un tipo né l’altro mi soddisfa.
A me sembra che oggi evangelizzazione voglia dire un’operazione adulta e responsabile in
cui uomini che vivono nel loro
tempo e nella loro società siano
messi in grado di confrontare la
loro situazione con il messaggio
delTEvangelo per capire insieme
che cosa TEvangelo dice alla loro situazione. In un impegno
nella dispersione non ci si pone
il problema di parlare della chiesa e di cose della chiesa ma di
essere al servizio della testimonianza resa al Signore.
a cura di F. Giampiccolì
Preghiera di Natale
Signore, nostro Dio! La tua grandezza la tua santità oltrepassano
ogni nostro pensiero. Tu non hai voluto dimenticarci, lasciarci soli, rifiutarci malgrado tutto ciò che parla contro di noi.
Nel tuo Figlio beneamato, Gesù
Cristo, nostro Signore tu ci hai dato niente di meno che te stesso e
tutto ciò che ti appartiene.
Ti rendiamo grazie di poter essere i tuoi ospiti al tavolo della tua
grazia, durante la nostra vita e per
tutta l’eternità.
Noi deponiamo ora davanti a te
tutti i nostri sbagli, ie nostre disobbedienze, i nostri affanni e
preoccupazioni, le nostre rivolte e
le nostre amarezze, tutto il nostro
cuore e la nostra vita che conosci
megHo di noi.
Rimettiamo tutto nelle tue mani fedeli che hai teso verso di
di Karl Barth
noi per mezzo dei nostro Saivatore.
Prendici come siamo, raddrizzaci
perché siamo deboli, rendici ricchi
della tua pienezza noi che siamo
poveri!
Ti preghiamo per queili che trovano difficiie rallegrarsi per Natale; i poveri, conosciuti e sconosciuti, i prigionieri, i malati, i morenti,
gli anziani che vivono nell’isolamento, tutti i sofferenti.
Fa che maigrado tutto ci sia luce anche per loro.
Ti affidiamo i nostri familiari vicini e lontani.
Che ia tua mano misericordiosa
si stenda sulia nostra vita e suiia
sua fine.
Signore, abbi pietà di noi!
Sia iodato il tuo nome ora e in
eterno! Amen.
A tutti i nostri lettori, con i quali desideriamo condividere questa
preghiera, l’augurio di un Natale benedetto dal Signore.
COSA DICONO DI NOI I GIORNALI
Ecumenismo
in ripresa?
« Se avessi avuto la vocazione,
avrei fatto il gesuita » ; così Indro Montanelli in un incontro
al Rotary di Milano con padre
Macchi (gesuita con vocazione),
come riportato da La Notte del
7 nov. Il che non ha poi impedito a Montanelli di ripetere che
il capitalismo « è nato nel protestantesimo » ; il che ,è certamente vero Se per capitalismo
si intende il primo (non certo
l’unico) modo di sviluppo della
società industriale. E qui si può
anche ricordare una Spigolatura
della Settimana Enigmistica, che
ricorda come la revoca dell’Editto di Nantes provocò una forte emigrazione dalla Francia degli Ugonotti che, essendo principalmente artigiani e commercianti, spina dorsale dell’economia dell’epoca, provocarono con
la loro partenza una gravissima
recessione economica.
« « «
La Communauté de Secours
aux Eglises Martyres pubblica
un Bollettino che dà ampie notizie sulle difficili condizioni in
cui vivono le Chiese cristiane
nei paesi dell’Est. Interessante
nell’ultimo numero 38 la distinzione tra Battisti riconosciuti e
Battisti perseguitati, che pare
praticata in Russia. Non appare
ben chiaro perché in Russia vi
siano due organizzazioni Battiate; il Consiglio Panunionista
dei Cristiani Battisti e il Consiglio delle Chiese Cristiane Evangeliche Battiate, il primo bene
accetto, il secondo perseguitato.
Rimane comunque il fatto di una
persecuzione a sfondo « antireligioso » che sarà grave e condannabile, anche quando qualcuno ci spiegherà la storia delle
due diverse organizzazioni.
« « if;
In settembre (Giornale della
Calabria del 20), in ottobre (La
Nazione del 12) e in novembre
( Dernières Nouvelles d’Alsace
del 10) tre convegni internazionali su Gioachino da Fiore, san
Francesco e Religione e Cultura. Per tutti e tre segnalati gli
interventi del prof. G. Gönnet,
che ha illustrato il rapporto tra
Gioachino e i valdesi, la promozione femminile insita nel francescanesimo come nei fenomeni
« eretici » paralleli e infine le fortune e le sfortune del protestantesimo nell’Italia meridionale.
« ^
Il viaggio « ecumenico » di papa Wojtyla in Turchia non è stato, come noto, un successo. Tutti i giornali ne hanno parlato.
G. Zizola sul Giorno del T die.
Dibattito mancato
CATANZARO — Avrebbe dovuto essere un dibattito sul Concordato, ma il sacerdote cattolico che era stato invitato ad una
trasmissione della locale Radio
Luna il 14 dicembre non si è
presentato. La conversazione si
è svolta così tra il pastore Teodoro Magri e Ernesto Scorza
della Chiesa valdese di Catanzaro e la Slg.na Rossana Siclari,
della direzione di Radio Luna.
Inquadrato il contesto storico
del Concordato, il pastore Magri ha confrontato l’indennizzo
pesantissimo di due miliardi pagati alla Città del Vaticano per
la presa di Roma del 1870 e rassegno annuo di L. 7.000 versato
dallo Stato alla Chiesa valdese
a risarcimento della confisca di
beni valdesi al tempo della Restaurazione, ricordando come le
Intese tra lo Stato e le Chiese
valdesi e metodiste, che ancora
attendono la ratifica, sanciscano
la rinuncia da parte valdese di
tale « risarcimento ».
Ernesto Scorza, citando la delibera della Assemblea di Torre
Penice della Federazione relativa alla revisione del Concordato,
ha ribadito che nessuna Chiesa
deve pretendere una situazione
privilegiata nell’ambito della società civile e ciascuna deve prov
vedere alla copertura finanziaria
dei servizi che offre senza addossarli allo Stato.
Per parte sua, Rossana Siclari,
cifre alla mano, ha indicato il
peso finanziario esorbitante che
il Concordato implica per lo Stato italiano.
Gesù non ha posto
VERBANIA — In relazione alla grave situazione dello stabilimento « Montefibre » che ha
messo in cassa integrazione a
zero ore 630 lavoratori, gli evangelici di Verbania hanno espresso la loro solidarietà con i lavoratori mediante una presa di
posizione che denuncia le responsabilità della Società, del Governo e di quanti vogliono « perpetuare un”assistenzialismo” a carico della collettività ». Gli evangelici hanno espresso la loro solidarietà non in nome di una generica umanità, ma nel nome dì
Gesù « che non ebbe un posto
nella società civile e religiosa
del tempo e non lo ha nemmeno
oggi nella cosiddetta ’’società cristiana” che contraddistingue il
vivere del nostro popolo »; è a
Lui, afferma ancora il documento, che « deve orientarsi la nostra coscienza smarrita per ritrovare il senso, la misura, il valore dell’uomo ».
La presa di posizione termina
con Tauspicio che la società
« Montefibre » sia costretta dal
Governo e dalle forze politiche
a riesaminare le decisioni prese
e a mantenere gli impegni assunti, « senza di che anche la celebrazione religiosa del Natale,
che ”ci fa sentire più buoni” e
maggiormente disposti alla civile e fraterna solidarietà, rimane
un rito puramente formale e ingannatore ».
A. Taccia a Torino
TORINO — Con un’ampia maggioranza è stato eletto il pastore
Alberto Taccia, attualmente pastore a Luserna San Giovanni,
quale pastore della Chiesa di Torino. Successive assemblee di
chiesa avevano raccolto le indicazioni della chiesa e consultato
i 12 pastori di cui era stato fatto il nome. Solo tre avevano risposto affermativamente e tra
questi è stato indicato alla prima votazione il pastore Taccia
nel corso dell’assemblea di chiesa del 16 dicembre. Il nuovo
pastore inizierà il suo ministero
a Torino con l’ottobre dell’anno
prossimo al termine del ministero del pastore Carlo Gay del
quale la Tavola ha accolto la domanda di emeritazione.
cita le dichiarazioni del patriarca Dimitrios che, con coerenza
non perfetta, dopo aver chiamato « armi di Lucifero » l’intolleranza e il fanatismo, riafferma
una certa tal quale superiorità
(o almeno parità) di Andrea (patrono degli ortodossi) su Pietro,
curiosamente giustificata col fatto che « egli è stato crocifìsso
su una croce che formava il monogramma di Cristo (a forma
appunto di una X) ».
Il Congresso mariano tenutosi
in Spagna dal 3 al 9 ottobre ha
visto la partecipazione non solo
di cattolici, ma anche di ortodossi, luterani, anglicani e riformati; tra gli altri i pastori Meinhold e Borowski. Madre di Dio
di nov. pubblica il testo della
« Dichiarazione ecumenica finale », votata alTunanimità, secondo la quale a Maria sono dovute
lode, venerazione e imitazione.
Più contorte le spiegazioni sul
« culto » di Maria, tanto che i
partecipanti hanno inserito al
punto 6 della Dichiarazione che
« è stata una felice esperienza
per noi cattolici, ortodossi, anglicani, luterani e riformati trovare tanti punti di convergenza,
anche se parecchi membri delle
nostre Chiese non sono pronti
ad accettarli ». Tra i quali il sottoscritto.
Nel numero di nov. di Jesus
Vaido 'Vinay pubblica una storia delTecumenismo, dalla Conferenza Missionaria di Edimburgo del 1910 ad oggi. Secondo Vinay « Giovanni Paolo II ha manifestato il medesimo spirito
(ecumenico) fin dall’inizio del
suo pontificato » accostandosi
così alle aperture di papa Giovanni. La conclusione di Vinay
è che « soltanto la conversione
delle Chiese porta alTUnità »,
conversione al « Cristo povero
che non ha dove posare il capo ».
L’Appel du Maître è una rivista svizzera dedicata ai problemi religiosi di questo mondo
con una impostazione ecumenica e sostanzialmente fondamentalista. Vi è certamente in essa
qualcosa da imparare sul pianò
della evangelizzazione ; un seminario tenutosi a Nîmes dal 12 al
14 sett. ha visto riuniti, sul tema
« Crescita della Chiesa » 15(X)
partecipanti ; a Norimberga il
18“ Kirchentag ha visto riunite
120.000 persone, con intercomunione tra protestanti e cattolici;
in Brasile il past. Potter del
C.E.C. ha presenziato alla inaugurazione di un nuovo tempio
battista davanti a 8000 persone,
tra le quali un cardinale cattolico. Possiamo ripensare in un
senso più ampiamente ecumenico i nostri progetti di evangelizzazione?
Un ringraziamento a tutti coloro che mi aiutano a stendere
queste note con l’invio o la segnalazione di articoli interessanti. In particolare a chi lo fa con
regolare continuità, come G. L.
Giudici che, per quanto si dichiari cristiano ecumenico indipendente, considero un fratello.
Niso De Michelis
Protestantesimo
in TV
Domenica 23 alle ore 11,
sulla II rete TV, andrà in
onda:
CULTO DI NATALE
A LA SPEZIA
con la partecipazione delle chiese metodiste e battiste di La Spezia e Chiavari.
Nuovo indirizzo
Giorgio Gìrardet, Maria SbafTi Girardet, Cristina Girardet, Via Banco di
Santo Spirito, 3 - 00186 Roma - Telefono 6540744
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21 dicembre 1979
A POCO PIU’ DI UN ANNO DALL’INIZIO DELL’ATTUALE PONTIFICATO Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
Un Papa «romanico»
Una linea di lavoro
Generica apertura sui
blemi della chiesa:
A poco più di un anno dalla
ascesa al soglio pontificio diversi
avvenimenti sembrano ormai avere consolidato il « fenomeno
Wojtyla »: daH’enciclica Redemptor Hominis, in cui Giovanni
Paolo II ha posto le basi del suo
ambizioso programma, sino ai
viaggi in Irlanda, USA, Messico
e Polonia. Parlando ai rappresentanti di 152 Paesi, dalla tribuna
dell’ONU, il « grande Karol » ha
ricordato due punti fondamentali; ha sottolineato « l’ingiusta distribuzione nel mondo dei beni
materiali », e ha richiamato gli
Stati, accennando al Medio Oriente, ad « un giusto riconoscimento dei diritti umani di tutti ».
Ma in America il papa ha incontrato in Suor Theresa Kane,
presidente delle religiose statunitensi, una prima formidabile
contestazione daH’interno nella
richiesta (negata) che gli ha rivolto per il sacerdozio femminile. Anche lo svizzero-tedesco
Hans KUng, uno dei più noti
teologi cattolici progressisti, dalle colonne di « Le Monde », nel
tentativo d’impartire a Wojtyla
una « correzione fraterna », ricorda al papa che se ama proclamare la libertà e i diritti dell’uomo in ogni dove, di fatto poi
li nega agli uomini che lavorano
nella chiesa. In questo senso la
recente inchiesta promossa dall’ex-Sant’Uflìzio nei confronti del
domenicano olandese Schillebeeckx acquista valore di pietra di
paragone per comprendere tendenze ed obiettivi dell’attuale
pontificato. In America, secondo
statistiche attendibili, la maggioranza dei cattolici vuole il controllo delle nascite, il divorzio,
i preti sposati, l’aborto in casi
particolari, il sacerdozio anche
per le donne; a tutte queste richieste, che riflettono anche l’evolversi della legislazione civile,
Wojtyla ha detto, nella sua rigidità morale, chiaramente di no.
Anche il capitolo sulle finanze vaticane, aperto dal concistoro dei
cardinali appositamente convocato da Wojtyla, ha riproposto la
incoerenza tra le solenni dichiarazioni tipo l’appello alla FAO,
davanti a 1500 delegati di 146
Paesi del mondo; « Voi, nazioni
ricche, basta con l’egoismo, pensate a chi ha fame », e la realtà
delle enormi finanze vaticane di
cui è impossibile conoscere l’entità esatta.
Sul piano teologico Wojtyla è
interprete, in senso restrittivo,
delle linee promosse dal Concilio Vaticano II. Finita l’epoca
della problematicità di Paolo VI
e del lirismo di Giovanni Paolo
I, Wojtyla ha recuperato, nel
rilancio del pensiero cattolico come sistema al di sopra di ogni
cultura, l’abito medioevale del
pontificato. Non è quindi un caso — come nota il settimanale
Réforme — che l’ecumenismo
con la Chiesa cattolica, da un
anno a questa parte, segni ormai
fortemente il passo. La riscoperta della centralità del culto di
Maria, il celibato dei preti, l’insistenza sulla confessione auricolare, la svalutazione di fatto
della collegialità episcopale in
nome di un rafforzamento della
istituzione papale, la visione di
una chiesa sempre più centrale
e trionfante, fanno credere che
la teologia wojtyliana sia più rivolta al passato pre-conciliare
che non al futuro.
Molti discorsi, ormai famosi, di
Wojtyla (da un anno è il « leader » incontrastato delle trasmissioni televisive in mondovisione) come quello tra i negri e i
portoricani di New-York hanno
presentato un papa sinceramente impegnato per la difesa dei
diritti umani. E qui sta la grossa ambiguità; da un lato, una
politica estera realmente progressista, aperta ai grandi problemi sociali del nostro tempo e
dall’altra una visione rigidamente autoritaria e restrittiva sui
problemi interni della Chiesa
cattolica. In altri termini, il dialogo con l’uomo della strada,
preso in astratto senza particolari condizionamenti storici o politici, e una completa chiusura
sul rinnovamento dogmatico e
di costume del cattolicesimo sono le due facce, le due espressioni dell’attuale pontificato.
problemi sociali e precisa chiusura sui prole due facce del papa Giovanni Paolo II
Con questa ambivalenza di fondo appare ormai chiaro che Giovanni Paolo II continuando di
questo passo aprirà enormi contraddizioni airinterno del cattolicesimo.
Il mondo del dissenso e l’ala
più progressista del cattolicesimo si trovano oggi confrontati
non più con un papato « amletico » e possibilista come quello
di Paolo VI, ma con dichiarazioni che intendono ristabilire in
modo esplicito, senza sfumature,
i compiti e gli obiettivi della
Chiesa di Roma. Sintomatica al
proposito è la valutazione che
il quotidiano democristiano « Il
Popolo » dà dell’attuale pontificato; « Papa Wojtyla ritorna alle origini, a ciò che sta prima
della polemica e su cui si innesta la tradizione più antica. Papa Wojtyla viene da lontano anche in questo senso, acutamente
è stato detto che è un Papa ’’gotico”, per noi è soprattutto un
Papa ’’romanico” ».
Il rilancio del cattolicesimo nel
mondo passa dunque attraverso
un uomo che, ormai mitizzato
nella coscienza di milioni di fedeli (attore, sciatore, nuotatore,
studioso, cinque lingue, virile)
ha restituito al Vaticano la potenza e il prestigio del passato
come capacità di dialogo e mediazione con i potenti di oggi. E
nel dialogo diretto con le masse,
attraverso una affascinante teatralità, ripropone condanne su
temi arretrati persino rispetto
al costume e alle moderne legislazioni civili. L’attuale tendenza di questo primo anno di pontificato, che si presenta al mondo come simbolo di unità di tutto il cristianesimo e centro di
potere e mediazione politica non
può che rendere sempre più coniplesso e povero di speranze il
dialogo tra cattolici e protestanti. I messaggi e gli appelli di
Wojtyla se fanno presa, nell’attuale crisi ideologica, sulle masse alla ricerca del religioso emarginano allo stesso tempo i settori più avanzati del cattolicesimo; di quel cattolicesimo abituato a confrontarsi con situazioni
storiche precise. Il giorno in cui
cristiani di ogni confessione potranno confrontarsi realmente su
un piano di eguaglianza e reciprocità appare, stando alle ultime mosse di Giovanni Paolo II,
sempre più lontano. Da questo
punto di vista il bilancio del primo anno di pontificato di colui
che pretende essere il « Vicario
del Crocifisso » è per noi negativo. G- Platone
Si è riunito a Roma il Consiglio della FCEI, nelle sue prime
sedute dopo l’Assemblea di Torre Penice, il 24 e 25 novembre.
Una parte importante della seduta è stata impiegata per esaminare gli Atti della V Assemblea. Dopo un’ampia discussione, si è pervenuti a stilare il
primo «atto» di questo nuovo
Consiglio, che intende essere un
po’ la linea programmatica che
il Consiglio stesso si dà per questo triennio di lavoro.
Il Consiglio, esaminati gli Atti della
V Assemblea della FCEI, ravvisa nell'atto n. 19 « in vista della testimonianza evangelica nel paese il mandato
centrale ricevuto dalla Assemblea.
Preso atto dell’interesse crescente
nel paese nei confronti delie minoranze religiose e delle attese manifestatesi per il messaggio di cui le minoranze
evangeliche sono portatrici, ribadisce
che la FCEI si pone come « strumento
comune di servizio » per le chiese
evangeliche, in una rinnovata consapevolezza del fatto che « solo la compietà fedeltà alla Parola del Signore
rende possibile il superamento delle
umane divisiotti e la piena comunione
dei credenti » (dal Preambolo allo Statuto della FCEI).
Ritiene pertanto di dover impostare
il proprio lavoro al servizio delle chiese per il triennio prossimo in una linea
di esplicito annuncio dell’Evangelo —
nel messaggio, nella testimonianza, nell'evangelizzazione e nelle proposte eti
VENETO
Catechesi a confronto
Nell’ambito delle attività del
S.A.E. (Segretariato Attività Ecumeniche) si è svolto a Mestre,
domenica 18 novembre, il 4” convegno dei gruppi ecumenici del
Triveneto.
In apertura del convegno —
che raccoglieva un centinaio di
persone provenienti da varie località dell’Italia nord orientale —
Guido Colonna Romano, valdese, ha tenuto una meditazione
su I Corinzi 13. È stato poi svolto il tema del convegno; « La dimensione ecumenica nella catechesi ai giovani », relatori il professor don Luigi Sartori del Seminario di Padova da parte cattolica, e il dottor Emilio Sfredda, di Rovereto, da parte evangelica.
Il prof. Sartori ha preso principalmente ih esame il nuovo catechismo cattolico per i giovani
« Non di solo pane... »; ne ha
giudicato positivamente il contenuto, molto più aperto rispetto ai vecchi catechismi, centrato
sulla figura del Cristo più che
sulle strutture ecclesiastiche;
d’altra parte, però, ha detto, questo catechismo per la sua forma
non facile è rivolto soprattutto
a giovani intellettuali, tanto più
che esamina gli argomenti trattati soprattutto dal punto di vista dell'approfondimento culturale; inoltre ha notato un tono
eccessivamente polemico nei riguardi della cultura laica, che
viene sovente considerata con
sufficienza, allenando così il giovane alla sicurezza di essere sempre nel giusto e a considerare la
cultura laica che lo circonda come negativa in tutto. Per quanto ci siano alcuni accenni all’ecumenismo, ha concluso, di fatto
la sua concezione non è ecumenica.
Il dottor Sfredda ha iniziato
dicendo che non c’è un catechismo « ufficiale » nella chiesa
evangelica. Dio è amore che si
rivela per mezzo di Gesù Cristo;
questa è l’essenza della Rivelazione che va trasmessa ai giovani. La catechesi nella chiesa
evangelica si basa perciò essenzialmente sullo studio della Bibbia, che però non deve essere lo
studio di qualcosa di storico, di
passato, ma qualcosa di vivo; il
modo in cui anche oggi Dio parla ai credenti. Colui che insegna
perciò deve essere un testimone
più che un insegnante. Ha accennato poi al tipo di istruzione biblica che ricevono i bambini e i
ragazzi nella chiesa evangelica;
con tutto ciò, ha ribadito, la fe
de è un dono di Dio che non
può essere trasmesso, non è l’arrivo di un ciclo educativo. Ritiene che generalmente anche nella
catechesi protestante il lato ecumenico non sia sviluppato.
Nel pomeriggio la discussione
ha messo in evidenza tra l’altro
la necessità di un’apertura ecumenica nei riguardi degli ebrei
e l’importanza che il catechista,
il monitore o il pastore non siano i soli a occuparsi dei giovani.
Federazione del Triveneto
Domenica 25 novembre, a Padova, presso la comunità evangelica metodista, si è tenuta l’Assemblea biennale della Federazione delle chiese evangeliche del
Triveneto, con la presenza di una
sessantina di persone, tra delegati e partecipanti, delle comunità di Padova, Pordenone, Venezia-Mestre, Vicenza, Verona e
Trieste.
Dopo il culto presieduto dal
pastore Aldo Sbaffi e la lettura
delle relazioni del Consiglio, del
tesoriere, del Comitato di gestione del Centro Menegon di Tramonti di Sopra, l’Assemblea ha
accolto ’a domanda della comunità valdese di Tramonti di Sopra (Pn) di entrare a far parte
della Federazione delle chiese
evangeliche del Triveneto.
Si è poi discusso la « ridefinizione di una identità evangelica
in un contesto, quale quello veneto, pesantemente condizionato
dalla cultura cattolica ». Sono
emerse interessanti considerazioni; a) molti discorsi della cultura cattolica hanno permeato anche gli ambienti delle chiese
evangeliche (e quindi anche nelle nostre comunità c’è difficoltà
ad affrontare pubblicamente problemi concreti e a prendere posizione); b) la marea montante
del clericalismo e il cedimento
della componente teologico-biblica delle Comunità di base e Cristiani per il socialismo nel Triveneto hanno esaurito sempre
più le espressioni comunitarie
del cattolicesimo del dissenso in
questa regione (con l’eccezione
forse della comunità di S. Anna
di Gorizia).
Sono stati approvati vari ordini del giorno; uno sull’insegnamento della religione nella scuola pubblica; è stato ribadito che
l’educazione in vista della fede
che — per una chiara presenza evangelica in mezzo al nostro popolo.
Il Consiglio si è poi fatto carico di nominare la giunta e i
responsabili dei servizi.
La giunta è composta, oltre
che dal presidente Piero Bensi,
dai vice-presidenti Fulvio Rocco
e Franco Sommarti, dal cassiere
Aurelio Sbaffl e dal segretario
Guido Colucci.
Segretario del Servizio Stampa, radio e televisione è stato
nominato Fkilvio Rocco. Del Servizio Istruzione ed Educazione
(le scuole domenicali) Domenico Tomasetto. Del Servizio Studi Paolo Spanu.
Particolare attenzione s’è data
all’impostazione del settore stampa, di cui si occupa a metà tempo Giorgio Girardet, perché
possa concretizzarsi l’avvio di
una piccola agenzia, che curi la
presentazione delle notizie evangeliche nel campo giornalistico.
Nelle sue prossime sedute, previste per il 23 e 24 febbraio, il
Consiglio affronterà, sulla base
di documentazione predisposta a
cura della giunta, i temi relativi
ai rapporti tra gli evangelici in
Italia, alle nostre responsabilità
nel campo della migrazione, dei
rapporti ecumenici ed internazionali, e della commissione giuridico-consultiva. La prossima,
seduta inoltre sarà aperta ai
rappresentanti delle Federazioni regionali, per riprendere il lavoro con le prospettive che si
sono aperte dopo la V Assemblea.
Sergio Ribet
LIGURIA
essendo insostituibile il ruolo della famiglia e di tutta la comunità. Il segretario per il Triveneto, Mario Colonna Romano, ha
poi accennato alla traduzione
ecumenica in corso dell’Antico
Testamento, che segue quella del
Nuovo Testamento.
Il convegno si è concluso con
il Padre nostro secondo la versione interconfessionale.
Roberta Colonna Romano
non deve essere di competenza
della scuola e dello stato, ma
delle famiglie e della chiesa; un
altro riguardante Com-Nuovi
Tempi in cui l’Assemblea ha dichiarato di « continuare a riconoscere nel settimanale CNT, alla cui redazione lavorano evangelici e cattolici, un originale
esempio di ecumenismo di base». Un altro sulTinstallazione dei
missili americani sul territorio
italiano. Condannando l’assenso
dato a questo proposito dal governo italiano, le chiese affermano che « la distensione e la pace
tra i popoli debbano basarsi su
di una reale volontà di disarmo
e di cooperazione e non su un
patrimonio di armi sempre più
terribili e sofisticate ».
I lavori della giornata si sono
conclusi con le elezioni. Sono
stati riconfermati per il biennio
1979-1981 a segretario Lidia Casonato Busetto; a membri del
Consiglio Bianca Bernardini, Elda Bogo Urban, Daniela Campbell, Laura Vignaga, Sergio Casonato e Luciano Pradolin. Sono
stati eletti revisori; Liviana Maggiore e Giancarlo Sanchini.
Nel Comitato di gestione del
Centro ecumenico Menegon di
Tramonti di Sopra sono stati
eletti; Elda Bogo Urban (valdese), Gian Maria Grimaldi (metodista) e Giuseppe Tuccitto (battista).
Lìdia Casonato Busetto
Hanno collaborato a questo
numero; Lidia Busetto Casonato, Germana Costantin,
Franco Davite, Dino Gardiol,
Enos Mannelli, Luigi Marchetti, Evelina Pons, Franco
Scaramuccia, Ernesto Scorza, Franco Taglierò, Cipriano
Tourn.
Collettivo
e Federazione
Il 24 e 25 nov. ha avuto luogo
in La Spezia il Collettivo Teologico organizzato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in
Liguria. Sotto la guida del pastore Michele Sinlgaglia è stato
affrontato il tema della « conoscenza di Dio in Osea 2; 16-23 »;
i partecipanti si sono poi divisi
in quattro gruppi di studio, che
la domenica mattina hanno poi
presentato il risultato delle loro
riflessioni nei culti delle Chiese
metodiste e battiate di La Spezia, Carrara, Chiavari.
La stessa domenica si è tenuta l’assemblea della Federazione
regionale. È stata accettata all’unanimità la domanda di adesione presentata dalla Comunità
di Cristiani di Finale Ligure, un
gruppo che non fa parte delle
Chiese membro della Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia. Essi hanno dichiarato di
riconoscere nella Federazione un
utile strumento per lo sviluppo
della testimonianza ; ci sembra
un episodio molto significativo,
che vale la pena sottolineare.
È stato poi rinnovato il Consiglio, che risulta così, composto ;
Franco Scaramuccia, presidente; Bianca Maria Becchino, Ivana De Rosa, Pino Maniscalco,
Erica Naselli, membri. E interessante notare come sia forte
la presenza di giovani in questo
Consiglio, alcuni appartenenti a
gruppi EGEI. È il logico risultato intanto del rinnovato interesse dei giovani per le riunioni della Federazione ma anche della
particolare importanza che i delegati delle Chiese liguri hanno
voluto dare al problema giovanile.
ECUMENE
“L’Unione Sovietica”
Si svolgerà dal 27 die. al 2 genn. il
Campo invernale che avrà per tema
. L'Unione Sovietica ». li programma
si propone di avvicinare la realtà della
società sovietica « prendendo le distanze tanto da un arbitrario privilegiamento del "dissenso" oggi di moda,
quanto da una visione mitizzata e tutta
ideologica della "terra del socialismo" ».
Quota di partecipazione L. 48.000
(2.000 iscrizione). Informazioni e iscrizioni presso Ornella Sbaffi, via Firenze
38, Roma. Tel. 06/4743695.
4
21 dicembre 1979
LA « RICERCA DEL GESÙ’ » STORICO - 6
Il Gesù della teologia
della liberazione
Questa presentazione di Gesù sottolinea il fatto che l’incontro con
Gesù implica un impegno nelle stesse lotte in cui egli ha combattuto
Abbiamo visto nei precedenti
articoli (soprattutto nel primo)
che fin dalle più antiche testimonianze del Nuovo Testamento ci
è stato trasmesso l’annunzio del
« Cristo della fede » più che il
volto del Gesù terreno. Anche
Albert Schweitzer, il « medico
della giungla », nella sua famosa
« Storia delle ricerche sulla vita di Gesù » ha dimostrato che
il tentativo di risalire dal Cristo
della fede e della predicazione,
all’uomo-Gesù, è molto difficile
per non dire impossibile.
In questi ultimi anni, tuttavia,
i teologi latino-americani e tutti
gli altri che si occupano di « teologia della liberazione» hanno
mostrato improvvisamente un
grande interesse per TuomoGesù, per il « Gesù terreno ». Ce
ne accorgiamo leggendo il fascicolo 3-4 (marzo-aprile) 1979 di
IDOC Internazionale (1).
Questi teologi vedono il regno
di Dio « come dono e come appello alla libertà », pur restando
consapevoli che esso ha due dimensioni: una totale e definitiva,
che si realizzerà nel futuro, e
l’altra che consiste nelTimpegno
ad anticiparne qualcosa nella storia mediante liberazioni parziali.
Preoccupati della rilevanza del
vangelo per il mondo d| oggi, che
nella sua maggioranza è costituito da nazioni in via di sviluppo e da masse di persone e di
giovani oppresse da un sistema
economico che non consente a
tutti le medesime opportunità
di vita e di lavoro, i teologi latino-americani si sforzano di
mettere in luce l’efficacia della
fede in Cristo per la trasformazione della realtà. Li interessa
meno, invece, il rapporto fra la
fede cristiana e la problematica
filosofica della cultura occidentale.
Da qui il loro interesse per la
figura del Gesù terreno con il
suo interesse per i poveri e gli
emarginati. Il presentatore del
fascicolo, José Ramos Regidor,
ha scritto un libro dal titolo significativo: « Gesù dalla parte degli oppressi », che sta per uscire
presso Mondadori.
Interpretazione
parziale di Cristo?
Nelle pp. 3-13 del fascicolo,
egli replica all’obiezione che i
teologi del terzo mondo diano
un’interpretazione parziale di
Cristo: ogni libro del N.T. dà la
sua interpretazione parziale di
Cristo, cioè la sua cristologia.
Inoltre il Gesù storico, preso come punto di partenza per la riflessione cristologica, permette
di arrivare a comprendere anche
il significato universale di Gesù
Cristo.
Questi temi sono sviluppati
nei saggi di Jon Sobrìno (La cristologia secondo una prospettiva
latino-americana) pp. 14-34, tratto da un libro sullo stesso argomento pubblicato in Messico nel
1976; e di Julio L. Fernandez
(Presupposti e condizioni di una
cristologia liberatrice) pp. 3543. Segue un articolo di Leonardo Bofl, brasiliano, su « Il Gesù
storico nella teologia della liberazione » (pp. 44-55). A questi
vanno aggiunti alcuni contributi
che sviluppano linee laterali, come la formazione della cristologia e i suoi rischi, o che presentano alcuni temi cristologici classici sviluppandoli nella prospettiva impostata da questa rassegna. Lì troviamo i nomi di G.
Casalis, di B. Lautret, di F. Belo
(«Contro la cristologia»), di R.
Zuurmond, di T. Veerkamp, di
Sergio Rostagno (« Il Gesù di
Paolo »), di I. Ellacuria, di Kl.
Ahlheim.
Conclusioni
Per terminare, alcune osservazioni:
a) Se una volta la ricerca del
Gesù terreno era un segno di
razionalismo o per lo meno di
ostilità alla elaborazione teologica della fede, ora può forse essere considerata una reazione
salutare (anche se eccessiva) al
la pietà di tipo docetico o monofìsita di molti credenti e chiese, che di Gesù Cristo vedono,
amano e difendono soltanto la
divinità, lasciando in non cale
il Gesù-uomo ( « la sua perfetta
umanità » dei credi e delle
dogmatiche del passato).
b) Rimane un problema grosso: se dopo Albert Schweitzer
sia pensabile di poter arrivare
a un Gesù terreno (o storico), o
se anche la presentazione della
figura di Gesù negli Evangeli non
sia che uno dei modi di predicare il Cristo della fede!
c) Va però raccolto il significato profondo di questo nuovo
orientamento nella presentazione della figura di Gesù, cioè la
rivalutazione dell’impegmo che
rincontro con Gesù Cristo deve
significare per ogni credente. La
figura del Gesù dei vangeli è più
facilmente percepita dai modesti credenti come quella di un
Signore che impegna i suoi seguaci nelle stesse lotte che egli
ha combattuto: contro il formalismo, il legalismo, l’ipocrisia,
la strumentalizzazione della religione a favore del potere ecc.,
e per la fede di chi confida in
Dio soltanto, per chi è vittima
di quelle deformazioni della religione quindi i vari tipi di « poveri », di emarginati, di esclusi
che troviamo nei vangeli.
Bruno Corsani
(6 - fine).
(1) AA.VV. Il dibattito su Gesù oggi; chi dite voi che io sia? IDOC-Internazionale, anno X, 1979, n. 3-4.
A pag. 8, rigo 25, invece di marzoaprile 1979 leggere: marzo-aprile 1976.
A pag. 37, rigo 3, invece di Miguel Bonino leggere : Miguez Bonino.
Gli articoli precedenti sono
comparsi sui numeri 44, 45, 47,
48, 49.
TRIBUNA LIBERA
Imputato il comunismo
La lettera del pastore Bensì, presidente della F.C.E.I. (n. 47 di Eco-Luce)
in risposta alie critiche, da lui definite
- pesanti », del pastore Paolo Lucchesi
(n. 44) mi offre lo spunto per alcune
osservazioni.
In primo luogo mi pare che Importi
poco stabilire se le critiche del Lucchesi siano pesanti o leggere; occorre
invece dire se siano o no vere, se abbiano 0 no fondamento nella realtà.
RADIO E TELEVISIONE
ff
I luoghi dove vissero
fi
Ancora una volta è il caso di
commentare, e favorevolmente,
un programma inglese. « I luoghi dove vissero », infatti, trasmesso il sabato pomeriggio in
ottobre e novembre, è prodotto
dalla televisione inglese con la
collaborazione di altri enti televisivi europei, Rai compresa. Si
tratta di una serie di biografìe
per ragazzi che prendono lo spunto, come dice il titolo, da località o case che ebbero una particolare importanza nella vita dei
personaggi trattati.
Dei sei telefilm, due sono dedicati a scrittori (le sorelle Bronte e Kipling), due a personalità
storiche o politiche (il duca di
Wellington e Maria Antonietta di
Francia), uno a una santa (Teresa di Lisieux), uno a un musicista (Vivaldi).
Le trasmissioni sono brevi —
circa mezz’ora ciascuna — ma
complete. Dapprima ij curatore
La pagina a fronte
In risposta alla richiesta di
materiale adatto all'affissione
abbiamo preparato la pagina tematica di questo numero. La forma quasi anonima e l'assenza di
indicazioni di luogo intende facilitare l'uso da parte di qualsiasi chiesa.
il corpo più grande si presta
alla lettura murale. Speriamo
che questa pagina possa essere
utilizzata per bacheche, vetrine,
templi e altri locali, e saremo
grati alle chiese che vorranno
esprimere critiche, suggerimenti, proposte, in vista di altre
pagine.
illustra il luogo in relazione al
personaggio, che inquadra nella
situazione della sua epoca. Segue il filmato vero e proprio,
una breve biografia sceneggiata,
girata in massima parte nel luogo stesso, che illustra i momenti più salienti della vita del personaggio, collegati dalla voce
fuori campo del narratore. Il dialogo, in lin^a originale (francese o veneziano — l’inglese dei
personaggi inglesi è stato doppiato, nella versione italiana) è
ridotto all’essenziale, e spesso
sostituito o affiancato dalla lettura di cronache dell’epoca, di
giornali, di brani di diari o di
lettere. Diversamente da altre
biografie per ragazzi, inoltre,
queste non addolciscono la realtà dei personaggi, presentati in
tutte le loro sfaccettature, comprese le più negative.
Resta un appunto solo da fare: l'eterogeneità dei personaggi, e la relativa brevità della serie, la fanno parere un po’ un
campionario; nel qual caso comunque resterebbe da dire che
l’assaggio è buono!
Infatti i telefilm sono più che
dignitosi sul piano spettacolare
(quello sulle sorelle Brontè, in
particolare, è a mio parere addirittura ottimo) e veramente buoni sul piano divulgativo; dopo
averli visti — e li si vede senza
noia — si sa realmente qualcosa di più sui personaggi presentati.
Il miglior giudizio che si può
dare sulla serie è questo: più
che essere un buon programma
per ragazzi, è un buon programma.
Roberta Colonna Romano
Né basta chiarire che lo stesso Lucchesi ha « ridimensionato » (nella forma 0 nella sostanza?) le critiche da lui
formulate, né tanto meno che il presidente della Chiesa luterana in Italia
(a cui il pastore Lucchesi appartiene)
si è dissociato dalle critiche stesse.
Il fatto è che il presidente Bensì non
ha neppure tentato di confutare, nei
merito, le critiche rivolte alla Federazione.
Aggiungo che, a mio avviso, se un
appunto si può muovere al pastore Lucchesi, consiste nell'aver limitato le sue
critiche alla Federazione in quanto tale, mentre occorre estenderle innanzi
tutto alle chiese che di essa fanno
parte e, in ispecie, alla Chiesa Valdese ed a quella Metodista che ne costituiscono la parte preponderante.
Nelle nostre chiese, infatti, e nelle
« strutture » che ad esse fanno capo
(in primis « Agape » e F.G.E.I.) si fa
parecchia confusione tra fede e politica, chiesa e politica, tanto che non
sembra si tratti di due termini distinti di un binomio ma di termini equivalenti e intercambiabili, lo ho l'impressione che. per molti giovani e giovanissimi, la vera fede è solo quella politica e ohe compito primario della
chiesa sia quello, appunto, di attualizzare la politica (ovviamente quella
particolare politica, di stampo e matrice marxista che è stata loro... inoculata per tanto tempo).
Non è infatti un mistero per nessuno che la « formazione politica » dei
nostri giovani ruota attorno a due polì: « Agape » (cui è indispensabile e
urgente cambiare nome perché lo rinnega nei fatti) e la F.G.E.I. Qui, da
anni e decenni, si procede al metodico « bourrement de crânes » dei ragazzi (dai dodici anni in poi) instillando
loro, con accanimento ripetitivo continuo ed implacabile, che o si è di sinistra — preferibilmente estrema — o
si è retrogradi, reazionari... e peggio!
Come stupirsi se questi giovani, ai
quali si è imposto, per anni, di « fare
precise scelte politiche », sottoposti ad
un martellamento propagandistico incessante e ossessionante di simile fatta siano diventati dei <■ potenziali » rivoluzionari? Come si può pretendere
che dei giovanissimi, degli « adolescentulì » possano fare delle « precise
scelte » veramente libere, autonome e
consapevoli?
Sulla scorta deH’insegnamento dei
vari direttori di corso (e dei campi ad
Agape) i nostri ragazzi della EGEI possono ora affermare tranquillamente —■
anche in « documenti » scritti che esibiscono e diffondono nelle nostre comunità e nei convegni (è avvenuto a
Roma ad un convegno di Circuito) che
la fede individuale, personale, non vale nulla, non conta nulla.
Potrei proseguire a lungo con altre
esemplificazioni... ma credo che non
sia necessario.
Concludo con una citazione tratta da
" Protestantesimo » (3.’79).
Nel recensire un libro di P. Masset
« Il marxismo e la coscienza moderna » il prof. Subilia scrive: « ...(la Chiesa Cristiana) rischia di cadere in una
nuova cattività, cioè di confondere la
fede confessante il Dio vivente con la
protesta contro il sistema capitalistico
e lo sfruttamento dei poveri e degli oppressi... la norma dell'etica diventa la
lotta di classe, la salvezza si trasforma in una liberazione storica, la teologia si configura come riflessione sulla
prassi rivoluzionaria ».
lo mi auguro che queste parole aiutino le chiese, ed in primo luogo coloro che hanno in esse le maggiori responsabilità, a riflettere seriamente se
non sia il caso di evitare ulteriori
« scarrocciamenti » della nostra navicella-chiesa nel mare procelloso che
attraversiamo, con serio pericolo... di
affondamento. Confidiamo, comunque,
ne) Signore che solo può trarci a salvamento.
A. Long, Roma
È USCITO:
Ascoltiamo insieme il Signore
Parole e testi per ogni giorno
1980
pp. 116, L. 1.600
— Un versetto dell’Antico e uno del Nuovo Testamento, una
breve preghiera per ogni giorno dell’anno.
— Per « ritagliarsi » ogni giorno un istante di ascolto della
Parola.
CLAUDIANA - Via Pr. Tommaso 1
c.c.p. 20780102
10125 Torino
CON FRANCHEZZA
Caro direttore,
quasi contemporaneamente ho letto
i programmi del « campo invernale » di
Agape e di Ecumene. Il tema del primo è « A sinistra oggi: perché e in
quale prospettiva? », quello del secondo
è « L'Unione Sovietica ». Confesso di
non avere capito perché i fratelli che
si occupano dei Centri giovanili propongano quei due argomenti ai giovani
delle comunità evangeliche, oggi.
Nel momento del rilancio della evangelizzazione, quando si vuole allargare
il discorso della Federazione delle
Chiese, a me sembra che dovremmo
avere il coraggio di prendere le distanze da una tematica del genere. Non
si tratta di esorcizzare ■< la politica »,
sìa chiaro, e nemmeno di camuffarci
a seconda della moda. Bisogna chiederci se non ci attardiamo in nostalgie
d'uso nelle retroguardie, se per la sinistra italiana e l'URSS non vi siano
luoghi, interlocutori più idonei oggi,
che noi.
Mi si scusi la franchezza, tanto più
che metto in questione fratelli sicuri
ed amici stimati, con i quali ho in comune molte valutazioni e attese anche
sul piano socio-politico.
L. Santini, Firenze
GEOTERMICA
Egregio Direttore,
Nell’articolo ■■ Energia: ripensamenti
e gravi mancanze » (Eco-Luce 30.11.'79)
prima di » leggere » in una determinata chiave un'intervista fatta ad un rotocalco dal Prof. Floriano Villa, sarebbe stato necessario documentarsi almeno un poco su qualche rivista scientifica. Si sarebbe valutato certamente
meglio quanto affermato dal geologo
Villa e si comprenderebbe allora ohe
dell'energia geotermica potenzialmente
immagazzinata nel sottosuolo, solamente una piccolissima parte può essere
utilizzata (circa la decimillesima parte
per produrre energia elettrica ed una
parte dello stesso ordine di grandezza
per usi di riscaldamento a bassa temperatura domestici, agricoli e industriali, variabile anche in dipendenza dell'ubicazione della fonte geotermica rispetto ai possibili utilizzatori; questo
con le tecniche attuali e con costi non
proibitivi), inoltre 1'utilizzazione, sempre
con costi non proibitivi, può avvenire
in tempi relativamente lunghi, vale a
dire con potenze limitate.
In tutto il mondo, nella primavera
del 1978, erano installate centrali geotermo-elettriche per una potenza complessiva di 1.350 MW, di cui ben un
terzo in Italia (424 MW, dove questa
fonte di energia viene sfruttata per
produrre energia elettrica fin dal 1913),
rappresentanti lo 0,1% del fabbisogno mondiale.
Prima di fare affermazioni del tipo
« L'ENEL, invece, non fa ricerca nel
settore e siccome questo Ente ha il
monopolio in campo energetico, nessun
altro può muoversi », per una corretta
informazione, occorrerebbe ancora una
volta documentarsi. Posso citare, ad
esempio, l’articolo « L'energia geotermica nel 1978: situazioni e prospettive », pubblicato sul n. 5 del 1978 della
rivista « L'Elettrotecnica » dell'Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana (AEI), redatta dal Prof. Ing. Luigi Paris - Direttore Centrale Studi e
Ricerche dell'ENEL e dal Dott. Ing. Ugo
Scappini - Direttore del Compartimento
ENEL di Firenze. Tralasciando il complesso abbondante di dati, che potrebbero confondere più che chiarire, stralcio solamente due brani: « Un sensibile aumento della produzione di energia geotermoelettrica ed un maggiore
sviluppo dell'utilizzazione di fluidi a
bassa entalpia in Italia possono essere raggiunti solamente se si aprono
allo sfruttamento nuove aree, al di fuori delle zone classiche. A questo scopo
l'ENEL ha avviato già da molti anni
un programma generale di esplorazione di tutte le aree italiane di possibile
interesse geotermico... ». « Stimare che
tra dieci anni la fonte geotermica possa
sostituire nel complesso l'1% dei consumi di petrolio può essere considerato come ragionevolmente ottimista.
In definitiva, nel breve termine, la fonte
geotermica non può svolgere il ruolo
di fonte alternativa, ma solo quello di
fonte integrativa ».
Mi sembra di poter concludere che
fare le affermazioni citate e trarre le
deduzioni contenute nell'articolo di Roberto Peyrot sia per lo meno azzardato.
Distinti saluti.
Raoul Long, Genova
5
21 dicembre 1979
TRE TESTIMONIANZE
IL CAMMINO DELLA FEDE
« ...nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che m’erano destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora » (Salmo 139: 16).
Carmela, proveniente da famiglia evangelica,
Massimo, con un retroterra non religioso, e Antonio,
di estrazione cattolica, tre giovani tra i 20 e i 25 anni,
hanno deciso di entrare a far parte di una delle nostre chiese. Le strade che hanno percorso per arrivare a questa decisione, diverse come sono diversi i
loro punti di partenza, si sono delineate chiaramente
nel colloquio che hanno avuto con il Consiglio di
chiesa prima della loro ammissione. Ne pubblichiamo parziale trascrizione pensando a tanti altri che
provengono da queste tre matrici, settori diversi del
nostro popolo.
La parola del salmo citata in questa pagina è
espressione non di un determinismo privo di libertà, ma della fede che, guardando indietro al cammino percorso, riconosce questa realtà : se a partire
da luoghi diversi siamo arrivati a riconoscere in Cristo il senso dell'esistenza è unicamente per la grazia
di Dio che ci ha guidati e senza la quale la nostra
ricerca sarebbe sterile.
Carmela: fieri della
speranza che è in noi
Ho aspettato alcuni anni, dopo il termine dei corsi di
istruzione biblica, prima
di entrare a far parte della comunità, perché ritengo che questa
scelta per un cristiano sia molto
importante e debba essere meditata e fondata sulla convinzione. Infatti mi ha sempre dato fastidio il
conformismo delle nostre chiese
per cui molti giovani tramite il
battesimo o la confermazione del
battesimo entrano a far parte di
una comunità per poi avere con
questa un rapporto saltuario o addirittura nullo. Probabilmente è il
risultato di una scelta affrettata
e non compiuta nella piena consapevolezza.
Così ho ritenuto di dovermi impegnare a conoscere meglio la comunità e a partecipare alla sua
vita, prima di entrare a farne
parte.
Per me l’ingresso nella comunità è segnato dal battesimo. Infatti secondo la convinzione che
possono essere battezzati solo gli
adulti che testimoniano di una fede personale, i miei genitori non
mi hanno battezzata da piccola.
Proprio per questo mi sono posta
più intensamente il problema del
significato del battesimo. Fino a
poco tempo fa lo consideravo solo
in relazione alla chiesa, di cui mi
sentivo già parte, e lo giudicavo
perciò un atto abbastanza formale e quindi non necessario. Ora invece penso che il battesimo vada
considerato anche in rapporto a
Gesù Cristo e al fatto che egli è
stato il primo a ricevere il battesimo di Spirito Santo. Penso perciò
che è necessario un atto di umiltà
per seguire Gesù in questa via e
per farsi istruire dal suo insegnamento. E’ un atto di umiltà anche verso i propri fratelli, che consiste nel chieder loro di essere accettati per far parte della comunità.
E’ tramite il battesimo che si
entra pienamente a far parte della
vita comunitaria, avendo la possibilità di stabilire un rapporto
ed un confronto reciproco. Da
una parte io spero di poter contribuire a migliorare questa comunità. Dall’altra spero che i fratelli possano essere per me un
punto di riferimento per darmi un
aiuto e un sostegno, che siano anche un campanello d’allarme per
atteggiamenti e posizioni da correggere e uno sprone per stimolarmi ad un maggiore impegno.
Penso infatti che la comunità va
da costruita nella reciproca critica e nel mutuo stimolo fraterno
e non vivendo passivamente la
propria fede.
Per me è essenziale riscoprire
insieme alla comunità un nuovo
modo di essere perché sento che
essere cristiani significa avere la
propria vita del tutto trasformata.
Ed è solo riscoprendo insieme ai
miei fratelli e alle mie sorelle questo nuovo modo di vivere all’interno della comunità che lo potrò
esprimere anche agli altri, a quelli
che incontro giornalmente sul lavoro, in incontri occasionali, nell’ambiente in cui vivo, facendo
partecipi anche loro della speranza che è in me, speranza in Gesù
Cristo. Infatti secondo me per
partecipare alla vita della chiesa
la cosa più importante non è prender parte a qualche attività ecclesiastica, ma l’impegnarsi nel compito fondamentale della comunità
che è quello di portare l’Evangelo
di Gesù Cristo ad altri. E’ importante anche servire all’interno
della comunità, esplicando in questa i propri doni. Ma un dono che
dobbiamo riscoprire e rivalutare
è appunto quello di comunicare
l’Evangelo tramite la parola e tramite anche il nostro comportamento, le nostre scelte. Dobbiamo
essere fieri della speranza che è in
noi e che ci rende forti per poter
trasmettere questa gioia anche a
chi ci è vicino, a chi non ha più
speranza, a chi ricerca altre soluzioni che però non hanno alcuno
sbocco. *
scerlo meglio e di conseguenza seguire l’insegnamento di Cristo,
cioè amare il mio prossimo, trovare nei fratelli della comunità
quello spirito fraterno che ci accomuna nella stessa fede; ma vuol
anche dire parlare di Cristo con
chi ancora non crede, cercare se è
possibile di innescare quei mecca
nismi che mi hanno aiutato a compiere la mia scelta. Altrimenti
credo che come cristiano avrei fallito il mio compito. Che fede sarebbe quella per cui ci si compiace eternamente di essere un « giusto » vivendo così sterilmente nel
proprio egoismo fuori dei problemi del mondo? *
Antonio; è questione
di vita o di morte
Lambiente da cui provengo
è un ambiente sostanzialmente non religioso. Mio
padre è un ateo convinto, mia madre è genericamente cristiana ma
senza alcun legame con una chiesa. Quel poco di educazione religiosa ricevuta dalla scuola (in verità appena potevo scantonare lo
facevo, non avendo mai avuto simpatia per le tesi cattoliche) non è
penetrato in me al di là di qualche nozione superficiale. Questo
in fondo è stato un bene perché
mi ha spinto a ricercare la risposte per conto mio senza sentirmele dare già prefabbricate da qualcuno secondo la sua visione del
mondo. Intorno ai 16-17 anni ho
avuto una crisi di tipo mistico,
mi sono avvicinato all’Evangelo e
me lo sono letto in modo abbastanza critico a causa della mia
militanza politica di sinistra e dell’impostazione molto materialistica della mia cultura. Nonostante
questo, l’Evangelo che leggevo ha
mantenuto la sua forza, per cui
ho conosciuto la crisi di tutte le
mie precedenti sicurezze. La fede
è così diventata per me un problema fino a quando ho incontrato
una ragazza valdese, ci siamo messi assieme e abbiamo discusso tantissimo. All’inizio facevo un po’
l’avvocato del diavolo, cercando
di mettere in crisi la convinzione
della mia compagna. Ma in seguito mi sono accorto che in realtà
ero convinto di tutto quello che
Massimo: l'Evangelo ha
mantenuto la sua forza
lei diceva e mi trovavo sempre
meno a sostenere la parte dell’avvocato del diavolo perché mi trovavo in mano argomenti sempre
meno adeguati. E’ stato un travaglio abbastanza lungo, poi alla
fine ho detto; va bene, mi reputo
cristiano. Questa però è stata solo una tappa. In seguito mi sono
avvicinato alla Chiesa valdese e
negli ultimi due anni ho partecipato ai culti, mi sono informato,
ho letto, ho parlato, ho discusso
con altri fratelli della comunità,
del gruppo FGEI (tra l’altro, ho
aderito alla Federazione giovanile
quando ancora non avevo fatto la
scelta di diventare evangelico) che
mi hanno aiutato a chiarirmi le
idee. Dopo di che — dal momento che mi consideravo cristiano,
pur essendo consapevole della mia
inadeguatezza come tale — ho ritenuto necessario entrare in una
comunità di fratelli ed è questa
la comunità in cui mi riconosco,
con tutti i suoi pregi che ha indubbiamente e anche con i suoi
difetti che non mancano certo. Fio
seguito così alcuni corsi per adulti in cui mi sono chiarito diverse
idee dal punto di vista teologico
e sono arrivato alla richiesta di
fare parte della comunità.
Cosa spero di trovare in una
chiesa evangelica? Mio padre, a
suo tempo, da buon ateo italiano,
insieme a mia madre, mi ha fatto
battezzare nella Chiesa cattolica.
Per questo per me non si tratta
di essere battezzato ma di compiere un atto, la confermazione,
in cui io, da adulto, confermo il
patto di fede con Dio davanti
agli altri fratelli e al mondo intero. In un certo senso può essere
un gesto formale perché quello
che conta e che determina l’essere
cristiano è quello che si ha nel
cuore, non certo un gesto. Ma
d’altra parte il gesto è il riconoscimento esplicito di tutto quello
che lo precede e lo determina e
per questo ha significato e valore.
E questo gesto che compio lo
faccio con una gioia e una convinzione profonda. Spiegare come
può essere bello scoprire nella
propria vita il senso della fede in
Dio è senza dubbio molto difficile. In questa ricerca di Dio molto ha significato il contributo di
diversi fratelli e del Signore stesso. Quanto sarebbe stata insufficiente la mia volontà senza l’intervento del Signore!
Ed amare Dio vuol dire per me
prima di tutto cercare di cono
Provengo da una famiglia cattolica, osservante, tradizionale, che mi ha educato ad
una religione fatta di riti completamente estranea alla vita quotidiana, religione che io ho abbandonato all’età di 15 anni per
impegnarmi nella militanza politica di sinistra. Non per questo
avevo dimenticato il problema religioso: l’avevo però messo da
parte in quanto pensavo fosse un
problema da un lato puramente
teorico, dall’altro troppo difficile
per essere risolto. Ritenevo molto
più utile un impegno per migliorare il mondo che ci circonda.
Nel ’72 sono stato in Inghilterra per motivi di studio e ho conosciuto un gruppo di membri della
Chiesa anglicana che mi hanno
invitato ai loro incontri e studi
biblici. Ci sono andato più che altro per curiosità intellettuale. Ritenevo che Cristo, al pari di Marx,
doA7esse essere conosciuto.
L’anno successivo sono tornato
in Inghilterra e ho scoperto l’amore di queste persone per me. E ho
scoperto che il messaggio contenuto nella Bibbia è un messaggio
non intellettuale ma vitale, nel
senso che chi dice: « Io sono la
via, la verità, la vita » o è un falso oppure, se dice il vero e io non
vivo per lui, significa che spreco
la mia vita. A questo punto il
problema della fede mi si è ripresentato in modo completamente
nuovo. Fio capito che tutti i miei
sforzi per vivere nel modo giusto
se prescindevano da una risposta
di questo genere erano senza fondamento. In quegli anni infatti
stavo sperimentando la vanità degli intensi sforzi che compivo per
migliorare me stesso e il mondo.
Continuavo a pensare a me stesso,
ad avere ambizioni personali, nonostante io credessi nell’amore,
nell’onestà, nell’umiltà e tante belle cose. Ricordo che ogni domenica passavo la mattinata a passare in rassegna la settimana trascorsa valutando gli aspetti positivi e prendendo poi delle risoluzioni per la settimana seguente.
A quel tempo avevo una fortissima fede in me stesso. Ma quando
ho visto che nonostante questi
sforzi le cose in sostanza non cambiavano allora sono stato condotto a riaffrontare la questione religiosa.
Sono quindi stati due i motivi
che mi hanno portato a riconside
rare il problema religioso: in primo luogo l’aver riconosciuto ad
esso il primo posto tra i miei problemi e soprattutto il ritenerlo non
più un problema intellettuale ma
un problema di vita o di morte. In
secondo luogo l’aver riconosciuto
che con le mie sole forze non riuscivo a vivere i valori morali in
cui credevo.
Al momento della conversione,
molto importanti sono stati i messaggeri, cioè questi ragazzi inglesi, ai quali sono legatissimo, in
quanto essi vivevano il messaggio
che mi portavano. E tuttavia questo non è stato ancora sufficiente.
Mi sono convertito nel ’73 ma fino al ’76 la mia fede non è maturata, è rimasta quella che era e
anzi andava scemando. Poi il Signore mi ha fatto compiere un
passo ulteriore. Ho conosciuto dei
ragazzi defi’a Chiesa dei Fratelli
coi quali sono andato ad un campo di studi biblici in Toscana e là
ho ripreso il problema in modo
più personale, lasciandomi coinvolgere personalmente. Per un
paio d’anni ho quindi frequentato le assemblee dei Fratelli ma
non avevo un riferimento preciso
di chiesa. Tra i Fratelli accanto
a molti aspetti biblici e comunitari molto positivi mi trovavo a disagio per una certa chiusura intellettuale e una scarsa sensibilità
per le implicazioni politiche della
fede cristiana. Ho cominciato perciò a frequentare la Chiesa valdese, i culti, i corsi di formazione
per adulti, e vi ho trovato un buon
insegnamento, una vera edificazione. Certo non ho trovato il senso della comunità che ho trovato
tra i Fratelli, ma dopo un periodo
di riflessione e di preghiera sono
giunto alla conclusione che al momento attuale ho più bisogno di
un buon insegnamento che^ di altro. D’altra parte, se la chiesa in
cui chiedo di entrare ha una vita
comunitaria un po’ carente e dei
rapporti interpersonali abbastanza scarsi, non credo che questo vada accettato come una situazione
che non ha prospettive di cambiamento. Per parte mia vorrei impegnarmi proprio in questo settore
nel lavorare ad una maggiore coesione della comunità, ad una sua
crescita nella reciproca conoscenza, nella solidarietà, nella franchezza, nel gusto di stare insieme
trovando nei fratelli una forza per
la propria vita e la propria testimonianza. *
6
21 dicembre 1979
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
Doppio
Natale
Adesso siamo più. felici. Oltre
al doppio brodo, al doppio bianco, al gusto doppio, abbiamo anche il DOPPIO NATALE. Ce lo
presenta una nota casa tedesca
per offrire un regalo natalizio.
Per quanto ben realizzato dal
punto di vista grafico e puramente pubblicitario, questo manifesto non abbiamo avuto il coraggio di esporlo; è decisamente
irriverente.
Del Natale consumistico ne abbiamo parlato molto. Si è pure
scritto fiumi di parole su quanto costa alla collettività il "regalo di Natale”, quello che però
è stato un po’ dimenticato è l’uso
sconsiderato di questo giorno come veicolo pubblicitario. Non
esiste un meccanismo economico che non si serva del 25 di dicembre per trame profitto.
Le più grosse spese promozionali vengono dirottate in quel
periodo, si fa a gara per battere
la concorrenza, comprando per
prirni le pagine di rotocalchi e
settimanali; vi sono addirittura
prodotti che non hanno mercato
una volta terminate le feste di
Natale. È difficile immaginare di
mangiare il panettone il 14 di ottobre o il 28 di febbraio; sembra
un assurdo, eppure sarebbe altrettanto buono (o cattivo!) e
certamente più economico.
Oltre a questo ci sono i pensierini, i buoni propositi, il 25 dicembre non si spara nei campi
di battaglia e probabilmente anche il numero dei furti è sensibilmente più basso che in qualsiasi altro giorno festivo.
Net fare queste considerazioni
abbiamo anche pensato al Natale passato. Quel giorno la chiesa
era talmente piena di gente che
quasi non si riusciva ad entrare.
Non che ci sia niente di male ad
avere una chiesa così piena; ma
perché solo una volta e solo quel
giorno? Le altre domeniche non
esistono davvero problemi per
entrare!
È quindi bene ripensare al significato di questo giorno in vista del quale « si può spendere
una volta all’anno un po’ di più »
...per coprire i nostri sensi di
colpa, per la mancanza di tempo, di affetto, verso i nostri figli, genitori, parenti A questa
realtà si contrappone il ricordo
dei nostri “vecchi Natali", la famiglia unita, i canti, il calore
del Natale. Era e potrebbe ancora oggi essere importante,
molto importante. Ma la crisi
dei valori della nostra società ha
investito anche V« Istituzione »
chiesa e, con essa, i suoi valori
interni. Non auspichiamo l’abolizione del Natale e non disconosciamo il calore che i nostri
« ricordi » portano. Pensiamo, però, seriamente a cosa non è più
il Natale. Il Natale senza la Pasqua e la Resurrezione, il Natale
senza avere costantemente ''presente. 7&~ paròla di Gesù: « ...ma
sono io che ho scelto voi, e vi
ho costituiti perché andiate e
portiate frutto, e il vostro frutto sia permanente », non è nulla.
Se è vero che il confronto con
la Parola di Dio è in ogni scelta
della nostra vita, e se è vero che
essa ci parla ogni giorno, allora
pensiamo che per i credenti deve essere Natale ogni giorno.
Lasciamo in pace il « Gesù Bambino» che ormai è cresciuto, è
stato perseguitato, è morto, e ricordiamoci che è risuscitato per
la nostra salvezza e non per farci speculare bassamente sul nostro presunto « amore fraterno ».
E allora andiamo o non andiamo
pure in chiesa a Natale, ma dimostriamo che viviamo realmente in un rapporto d’amore, che
« andiamo e portiamo frutto », e
potremo vivere ancora serenamente il « calore » del- Natale.
Ma lo faremo con uno spirito diverso, che non sarà asservito alla logica del consumo, ma sarà
libero e pulito.
Renato e Simonetta Ribet
CORSO PER ANIMATRICI DELLA FEDERAZIONE FEMMINILE VALDESE
Bibbia: uno studio con metodo
Ho partecipato con vivo interesse al Corso per animatrici di
Unioni femminili che ha avuto
luogo durante il mese di novembre, per quattro martedì consecutivi, nei locali della chiesa valdese di San Secondo di Pinerolo.
L’iniziativa è venuta anche
quest’ anno dalla Federazione
femminile valdese ed è stata la
continuazione di un lavoro di
formazione biblica iniziato, sotto
la guida del pastore Giorgio
Tourn, nel novembre '78 a Torre
Penice, proseguito nel gennaio
’79 a Pinerolo ed aperto oltre che
alle animatrici di Unioni femminili a tutte le sorelle desiderose
di parteciparvi.
Le Responsabili delle Unioni
femminili valdesi delle Valli riunite nel settembre ’79 alla ripresa delle attività ner uno scambio
di idee, sono state concordi nell’affermare la necessità, non solo
di riprendere il lavoro biblico
iniziato, ma di migliorarlo, se
possibile, avendo riconosciuto
una carenza non solo di conoscenza e preparazione biblica, ma
anche di metodologie sul come
condurre uno studio biblico in
un gruppo.
trollo: il testo va letto, ascoltato,
esaminato da tutti e non solo dagli esperti; per farlo noi ci serviamo di un metodo che non è
altro che la via per arrivare ad
uno scopo. Il metodo, che non è
la cosa essenziale, ma solo uno
strumento, può perciò assumere
varie forme; deve però rispettare alcune condizioni essenziali
perché possa servire: cioè dev’essere capito da tutti, accettato da
tutti ed infine valutato a seconda dei risultati ottenuti per vedere qual è il più adatto per ogni
gruppo: per esempio un metodo
che va bene in America Latina
forse da noi non va; oppure quello che serve in città non serve in
montagna; ecc.
Studi biblici
seguito agli
propri; dopo
Metodologia
I primi due studi sono stati
condotti da Brimo Rostagno che
ha introdotto l’argomento in generale dello studio biblico facendoci osservare inizialmente che
nella Bibbia c’è délVenergia che
è l’energia stessa di Dio e Dio ci
chiede di scoprirla, di utilizzarla
senza preoccupazioni perché Egli
non ha voluto rinchiudere la sua
Parola, la sua azione in un linguaggio misterioso o in una dottrina difficile. Ma nel momento
in cui apriamo la Bibbia per scoprirvi questa energia esplosiva e
per utilizzare questa parola di
Dio per noi oggi non è detto che
altre parole tacciano per cui non
è garantito che le idee che ci
vengono in mente siano effettivamente parole di Dio, possono
anche essere le nostre opinioni.
Per questo l’utilizzazione della
Bibbia ha bisogno di un con
II Consiglio della Comunità
Montana V. Pellice ha approvato, nella riunione dell’ll dicembre, la stesura preliminare del
Piano Regolatore Generale Intercomunale.
La deliberazione, maturata dopo un lungo e serrato confronto tra maggioranza e opposizione, è passata con il voto favorevole delle sinistre.
Il gruppetto democristiano (2
amministratori di Bricherasio e
un consigliere di Lusernetta,
quelli di Luserna S. Giovanni
ancora una volta non si sono
presentati) ha votato contro, adducendo una serie di perplessità
per lo più di ordine formale; il
sindaco di Lusernetta, il liberale Gamba, si è astenuto dicendo
che voleva sentire prima il parere dei suoi collaboratori.
— Con la decisione di martedì
sera, il Piano Regolatore di Valle ha dunque fatto un passo decisivo verso la sua completa realizzazione?
— Certo — ci ha dichiarato
l’arch. Longo, il presidente della
C. M. che più di ogni altro si è
battuto per la riuscita-di questa
iniziativa. — Ora potrà venire
pubblicato sia a livello di Comunità che di singoli Comuni, dopodiché, nel termine, stabilito
per legge, di 60 giorni, le Amministrazioni Comunali e i singoli
cittadini potranno far pervenire
alla Comunità Montana osservazioni, critiche, richieste di integrazioni o di modifiche al Piano.
Trascorsi i 60 giorni, il Progetto ritornerà in Consiglio con
le integrazioni accolte, per una
nuova approvazione; contemporaneamente la Regione e il Comprensorio dovranno esprimere
un parere di carattere consulti
ta a due a due e con domande
che ponevano a confronto la vita
delle comunità primitive con
quella delle nostre comunità di
oggi. Un metodo per far parlare
tutte è stato quello di far precedere il lavoro di gruppo vero e
proprio da un colloquio a coppie.
Alla fine dell’ultimo studio è
stata celebrata la Santa Cena.
Impressioni
Si è passati in
studi biblici veri e
una inquadratura del libro degli
Atti ed un esame della struttura
del capitolo 2, si è adottato nel
primo studio (Atti 2: 36-38) il metodo del disegno. Si trattava di
un testo corto che poteva quindi prestarsi ad un’analisi attentissima ed a una conseguente
raffigurazione grafica di tutti i
concetti. Nel secondo studio si è
adottato il metodo della divisione a gruppi in cui ad ogni gruppo (quattro in tutto) erano poste
domande diverse, precise e semplici. Si trattava di un testo lungo (Atti 3: 1-0, 12-26; 4: 1-22, 23-31,
32-37; 5: 1-11) di cui ogni gruppo
esaminava una parte.
Il primo e il secondo studio di
Bruno Rostagno vertevano piuttosto su fatti accaduti, mentre il
terzo e il quarto condotti da
Giorgio Tourn erano testi di predicazione, quindi diversi e forse
un po’ più difficili. Riguardavano
il terzo l’aspetto dell’organizzazione della vita della comunità
cristiana (I Cor. 12: 1-11, 14: 1-4
e I Tim. 3: 1-13) ed il quarto
l’aspetto del culto della comunità
cristiana (I Cor. 14: 26-39; 11:
1-16 e iRom. 12: 1-8). Anche per
questi due ultimi studi si sono
sperimentati metodi diversi:
sempre in gruppi ma questa vol
Nessuna delle partecipanti —
cresciute da 50 alla prima riunione a 58 all’ultima — si è annoiata, anche se lo studio superava
talora le due ore; quasi tutte
hanno affermato di aver ricevuto
molto, di aver avuto una nuova
apertura e di aver realizzato
quanto cammino ci fosse ancora
da fare nelle nostre comunità
nei riguardi dello studio biblico.
Una monitrice, avendo sperimentato subito uno di quei metodi
nella domenica successiva allo
studio biblico, con i suoi ragazzi di prima media, ha trovato
una buona rispondenza. A detta
di quelle che avevano già frequentato lo scorso anno il corso
biblico, quello di quest’anno ha
fatto progressi: merito dei pastori o delle partecipanti? Dobbiamo dire che i due pastori con
la loro diversa personalità e con
i loro diversi doni si sono completati bene ed hanno arricchito
molto le partecipanti.
Una sorella ha detto ancora
che gli studi le erano piaciuti
perché non erano stati un approccio di lettura materialistica;
un’altra che, se anche fossero durati tutto l’anno, li avrebbe seguiti con gioia; ed una terza che
aveva ogni volta ritrovato in un
gruppo diverso una piccola comunità. Infine alcune hanno affermato di sentire fortemente
l’esigenza di imparare ad usare
adesso questi strumenti di cui
sono venute in possesso.
Vorrei sottolineare questo pensiero: le partecipanti sono concordi neH’affermare di aver ricevuto qualche cosa di prezioso
che non possono solo serbare
per loro. Nella preghiera dell’ultima riunione una di noi chiedeva al Signore di aiutarci a non
nascondere sotto terra il talento
affidatoci da Lui ma di farlo
fruttare. Questa è la nostra precisa responsabilità.
Ai due pastori ed alle sorelle
dell’Unione di San Secondo, che
ci hanno offerto con il calore dei
loro locali anche quello della loro fraterna ospitalità, un grazie
di cuore da parte di tutte le partecipanti.
Elsa Rostan
La Federazione femminile valdese
sta raccoglieìido in una dispensa il
corso di quattro lezioni di questo secondo seminario per animatrici di
Unioni femminili che ha avuto per
argomento di studio « La Comunità ».
Questo lavoro ci e facilitato dalla collaborazione dei pastori Bruno Rostagno
e Giorgio Tourn e dalTaiuto di unioniste e ci rallegriamo di poter far
parte a tutte le Unioni in Italia, con
l’invio di una copia, di un materiale
ritenuto prezioso dalle sorelle delle
Valli valdesi. Altre copie della dispensa, che costa lire 500, possono essere
richieste a Maria Tamietti, v. Gay 21,
10066 'Torre Pellice (ccp 21286109).
Niny Boér
PEROSA ARGENTINA
Il Distretto protesta
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
piano va avanti
vo. Avuto questo benestare, la
C. M, passerà alla stesura definitiva del P.R.G.I. che, una volta deliberato dai singoli Comuni, entrerà finalmente in vigore.
— E quei comuni che non volessero accogliere il Piano? Da
come sono andate le cose in questi due ultimi Consigli, è una
eventualità da non sottovalutare...
— Premetto che i singoli Comuni, per i loro territori, nella
loro autonomia potranno accogliere o meno il Piano senza per
questo interferire nelle decisioni degli altri Comuni.
Va però ricordato che se un
Comune in questa fase definitiva non accoglierà il Piano dovrà, per legge, elaborarne uno
proprio sostenendone interamente l’onere e dovendo, comunque,
garantirne la sintonia con il Piano Intercomunale.
J. L. Sappé
Il Distretto Scolastico n. 42 di
Perosa Argentina con un comunicato rivolto agli organi di
stampa e alle forze politiche del
territorio ripropone il grave problema delle tardive nomine degli insegnanti nelle scuole di sua
competenza.
Le conseguenze di questa situazione che, nonostante i provvedimenti presi per migliorarla, va peggiorando, sono sopportate da buona parte dei
1600 allievi delle scuole del
Distretto (il cui territorio coincide con quello della Comunità
Montana Val Chisone-Germanasca) ed in modo particolare da
quelli della sede staccata delri.T.I.S., i cui insegnanti del
biennio sono tutti supplenti e da
quelli delle due scuole medie di
Villar Perosa e Perosa Argentina con le sezioni staccate di Perrero e Fenestrelle, nelle quali su
complessivi 81 posti in organico
19 sono gli insegnanti supplenti
(già sostituiti diverse volte) e 12
sono i posti ancora vacanti. Tut
to ciò è causato da una serie di
disposizioni tanto complicate
quanto assurde che finiscono per
dare al Provveditore la facoltà
di coprire definitivamente le sedi vacanti solo dopo il 15 novembre. Ciò significa in pratica poter stabilire l’orario definitivo
delle lezioni solo dopo le vacanze natalizie.
Il Consiglio Scolastico Distrettuale visti i risultati ottenuti sottoponendo lo scorso anno il problema direttamente al Ministro
della Pubblica Istruzione, lo ripropone ora alla stampa e alle
forze politiche locali nelle persone dei rappresentanti nei Consigli Provinciali e Regionali, affinché « ...si verifichino presso
gli organi responsabili le eventuali carenze sia burocratiche
che di personale e, se non esistono, si modifichi il sistema di
nomina affinché, nel pieno rispetto della libertà degli individui e
dei loro diritti, l’avvio delle lezioni corrisponda effettivamente
all’inizio dell’anno scolastico ».
TORRE PELLICE
Gli utenti SAGE
avranno la luce
• Il presidente della Comunità montana Informa la popolazione che la legge regionale 48 del 27.11.'79 prevede
che I Comuni possano ridurre l'aliquota del costi di costruzione di ogni unità abitativa di una somma massima di
L. 500.000 e 2.000.000 rispettivamente
qualora vengano adottati impianti sussidiari utilizzanti energia solare per
produzione di acqua calda e per II riscaldamento.
• La Comunità montana organizza
dalla seconda metà di gennaio un corso connesso all'attuazione della legge
68 del 6.11.'78 per chi vuole conseguire la nomina a guardia giurata volontaria. Lezioni di Botanica, Ecologia,
Zoologia e Legislazione due volte per
settimana per un totale di 40 ore. Informazioni e iscrizioni non oltre l'il
gennaio su appositi moduli presso i
Comuni.
Il Sindaco di Torre Pellice rende noto che, in seguito ad una
serie di incontri, presso il Comune e presso la Regione, coi
massimi responsabili dell’ENEL,
è da considerare scongiurata la
sospensione della erogazione di
energia elettrica agli utenti della
S.A.C.E. L’ENEL si è impegnata
a provvedere gradualmente, nel
più breve tempo possibile, all’allacciamento di tutti gli utenti che si trovino entro un raggio
di 300-400 m. dalle cabine già
installate, fermo restando l’ammontare del contributo di allacciamento nella misura attuale,
anche in caso di successivo probabile aumento, purché le domande di allacciamento siano
presentate prima che tale aumento abbia ad essere deciso.
La Regione si è impegnata ad
intervenire finanziariamente in
favore delle zone periferiche, al
fine di ridurre i costi di allacciamento a carico dei singoli utenti.
L’ENEL ha annunciato un piano
di lavori di rinnovo degli impianti con una previsione di spesa di oltre 600 milioni.
Il Sindaco rivolge invito agli
utenti S.A.C.E. compresi neU’abitato di Torre Pellice a presentare urgentemente domanda di
allacciamento alla rete ENEL,
adoperando gli appositi moduli
disponibili presso il Comune, da
presentare al locale Ufficio
ENEL, non appena sarà dato avviso in tal senso. La fornitura
richiesta si intende per usi domestici e per una potenza di
3 Kw. Il modulo di domanda
contiene l’impegno a pagare con
la prima bolla di consumo energia il contributo di allacciamento in L. 66.300 più IVA 6% e
l’anticipo sul consumo di L. 12
mila più IVA 6% più la piccola
spesa di contratto. La firma del
contratto da parte di ciascun
utente avverrà nel mese di gennaio presso l’Ufficio ENEL secondo uno scadenziario che verrà stabilito dall’ENEL.
7
21 dicembre 1979
CRONACA DELLE VALLI
DIBATTITO A PINEROLO
AL TAGLIARETTO DI TORRE
Dove va la
chiesa cattolica?
LUSERNA
SAN GIOVANNI
« Dove va la Chiesa cattolica? »
A questa domanda hanno portato il contributo della loro risposta Filippo Gentiioni, della redazione di Com Nuovi Tempi, e
Ermanno Genre, segretario della
FGEI, nel dibattito organizzato
dalla Comunità di base e dal
Centro Sociale protestante venerdì 14 dicembre.
Al centro del dibattito l’indubbio rilancio del cattolicesimo. In
effetti la Chiesa romana sta
uscendo se non da un isolamento, certo da un periodo di crisi,
spiegabile solo in parte colla progressiva secolarizzazione della
società moderna: ora si offre di
nuovo alla chiesa cattolica la
possibilità di stabilire un rapporto diverso con tutti gli uomini. Ne sono un fatto sintomatico
i discorsi tenuti da papa Wojtyla
e rivolti non tanto ai fedeli cattolici, quanto piuttosto ad un
certo tipo di persone in crisi, bisognose di un sostegno, di qualche autorità a cui aggrapparsi,
prescinendo dalle loro convinzioni religiose. Nella sua stessa enciclica « Redemptor Hominis » il
Papa ha sottolineato come « l’uomo sia la prima e fondamentale
via della chiesa », e come soprattutto ad esso si debba guardare.
Nella ripresa del cattolicesimo
si compenetrano, quindi, tra l’altro, due fatti molto importanti:
il proporsi della Chiesa come
maestra di umanità oltreché di
vangelo e il tentativo di ricreare
l’unità ecclesiale del popolo cattolico attraverso il rilancio del
papato, dell’autorità cardinalizia
e vescovile. In tale programma
sembra assumere particolare ri
levanza la politica ecclesiastica
a scapito della riflessione teolo-gica: l’affidare un processo di
rinnovamento alla gerarchia,
mentre la comunità dei fedeli ne
rimane solo l’oggetto, non è altro che l’ennesimo espediente
dell’istituzione che vuole conservare se stessa. La fede e la testimonianza di ogni singolo credente è, infatti, più importante
di qualsiasi edificio ecclesiastico;
i credenti non sono in funzione
della chiesa ma la chiesa e le sue
attività sono in funzione dei credenti. Se si tiene conto di ciò,
anche il processo di « umanizzazione », che il Vaticano si propone di seguire, può ricevere nuova
credibilità. Quello di recuperare
la gente sul piano sociale, umano, è effettivamente un mezzo per
riaccostarla al Vangelo; ma è bene ricordarsi che questo deve
rimanere un mezzo e niente di
più: sarebbe assai discutibile il
diventare « uomini » per farsi
cristiani, e non viceversa, cioè
farsi cristiani per diventare uomini. L’attuale cattolicesimo si
caratterizza, così, per la sua
nuova portata sociale dovuta non
solo ad un cambiamento interno
ma anche al cambiamento delle
strutture sociali, che, non rispondendo più alle esigenze dell’uomo, lo rendono insicuro di
tutto e bisognoso di certezze.
Nondimeno, questo successo, la
Chiesa cattolica, rischia di doverlo pagare a caro prezzo; nel
senso che il suo discorso paterno
e materno porterà sì a raccogliere vasti consensi ed a unire i fedeli, ma lo farà indebolendo le
sue punte più radicali ed evangeliche. Marco Bomo
INCONTRO DEGLI AMICI A POMARETTO
Alla giornata della
Scuola Latina
Si è svolta domenica 25 novembre la ormai tradizionale
giornata della Scuola Latina di
Pomaretto il cui principale scopo è quello di permettere ad
amici ed ex-allievi di ritrovarsi
una volta almeno durante l’anno.
Abbiamo notato con molto
piacere la presenza del fedele
amico e sostenitore della scuola, l’ultranovantenne pastore em.
Enrico Tron, già a suo tempo
insegnante alla Latina.
Al dott. Enrico Peyrot è stato
inviato un pensiero di fraterna
SERVIZIO MEDICO
Comuni di ANGROGNA - TORRE,
PELLICE - LUSERNA S. GIOVANNI
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Dal 22 al 28 dicembre
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Restaurare una
scuola Beckwith
simpatia per il grave lutto che
10 ha colpito nella persona della
sua compagna Sig.ra Nora Peyrot.
Buona la partecipazione dei
genitori, degna di nota e di incoraggiamento la presenza di un
buon numero di allieve che hanno terminato a giugno il triennio dell’obbligo. Un pizzico di
nostalgia? Buoni propositi per
11 futuro? Ce lo diranno i prossimi anni.
Alla fine del pranzo i presenti hanno ascoltato, dalla voce della Sig.ra Beux, una breve relazione sulla attività della associazione alla quale ha fatto seguito
una brevissima relazione finanziaria; il prof. Coassolo, attuale
insegnante di matematica, ha
letto una relazione sul trascorso
anno scolastico.
Le ex-allieve, magistralmente
dirette dalla Sig.ra Rivoira, sempre disponibile ad ógni richiesta
della scuola ed alla quale va il
nostro sentito ringraziamento,
hanno eseguito alcuni canti ed
alcune danze popolari tra cui la
« courento » accompagnata alla
fisarmonica dall’allievo Ivano
Ribet.
È stato poi dato il benvenuto
ai nuovi membri entrati a far
parte del comitato e cioè: Fiorella Masse! rappresentante degli insegnanti; Luciano Ribet,
Mimmo Rostagno e fida Roccione rappr. dei genitori ai quali auguriamo di essere apportatori di
idee nuove e di nuove energie
per l’attività della associazione.
A tutti, ex-allievi ed amici vicini e lontani, un cordiale arrivederci al prossimo autunno, ancora più numerosi, se possibile.
ge. co.
A chiunque, ex-allievo od amico, voglia inviarci la sua offerta
comunichiamo che il nostro nuovo numero di c. c. p. è 20488102
sempre intestato a « Assoc. Amici Se. Latina » - Pomaretto.
Nell’antico storico quartiere
del Tagliaretto il grande amico
e benefattore della Chiesa Valdese il col. Carlo Beckwith oltre
un secolo fa fece costruire una
Sala-Scuola che col passare degli anni e peggio ancora il disuso è andata in semi-rovina. Il
tetto ormai ridotto ad un ammasso di mezze lose rotte o marce, così pure tutti gli infissi, finestre e scuri fradici; muri esterni
ed interni con enormi crepe.
Eppure queste « vecchie università delle capre » non debbono crollare, bisogna ripararle,
debbono essere rivalorizzate. Con
esse ristrutturate, con Taiuto
del Signore, qualcosa potrà rivivere tanto più che la gente oggigiorno facilmente si sposta dalle città e corre verso i monti.
Il locale è stato preso a cuore
da alcuni valdesi che credono
nella funzionalità di quelle vecchie Sale se ristrutturate e se è
vero che si vuol fare qualche cosa in vista della evangelizzazione. Così sin dall’autunno del
1977, fra amici, alla buona e con
molta, fede, sono state raccolte
le prime offerte. Coi soldi in cassa, oltre un milione, sono stati
avviati e portati a termine i primi e più urgenti lavori: intero
rifacimento del tetto, lose, colmi e camino; rifatte quattro nuove finestre e relativi nuovi scuri
e una robusta bella porta di ingresso. Resta da sistemare l’interno in modo da ottenere un’accogliente Sala per le riunioni
quartierali durante rinverno e
nella stagione estiva un alloggetto per turisti evangelici in cerca
di tranquillità, aria sana ed il
verde dei boschi e che essi possano fraternizzare con la gente
POMARETTO
Contrariamente a quanto pubblicato sulla lettera circolare il
culto di domenica 23 dicembre,
culto di Natale delle Scuole domenicali, si terrà al Tempio anziché nella sala del teatro alle
ore 10. Motivo di questo spostamento è il maggior spazio disponibile.
Ricordiamo ancora il concerto di Natale al Tempio domenica sera 23 dicembre alle ore 21.
Tutta la comunità è invitata.
• Giovedì hanno avuto luogo
i funerali della nostra sorella
Rostan Margherita in Laetsch,
deceduta presso l’Ospedale Valdese di Pomaretto. Ai familiari
in lutto la simpatia cristiana della comunità tutta.
del luogo. Chi può dia una mano
di aiuto. Le offerte possono essere indirizzate al pastore o ad
uno dei membri del « Comitato
prò Scuola Beckwith », o versate
a tal nome nel conto, n. PR/N
6000/6 presso la Cassa di Risparmio di Torino - Filiale di Torre
Pellice.
Il Comitato: D. Abate,
O. Coisson, G. Pasquet
Primo elenco delle offerte ricevute a
tutto il 10.12.1979;
Domenico Abate L. 50.000 (1° vere.);
Osvaldo Coisson 50.000 (1° vers.); Maria Rostan Grill 100.000; Silvia Cornelio 20.000 (1° vers.); Francesco Di
Francesco 20.000 (1°. vers.); Mario
Gherardi, S. Remo 30.000 (1° vers.)
Gustavo Comba 50.000 (1° vers.); Ruggero Henking 20.000; Etisia Martini, Torino 50.000; Beniamino Grill, Pinerolo
5.000; Elda Lageard 10.000; Silvio Baridon, Milano 50.000; Kino Venturi 2
mila; Maria Codino, Pinerolo 100.000;
Daniele Rochat, Torino 20.000; Henry
Ghigo, Perrero 5.000; Livio Gobello, Luserna S. Giovanni 20.000; miss Louise
Snodgrasse Revei, Glasgow 10.000: Hilda Rivoir 10.000 (1° vers.); Mimi Bernoulli Tron 5.000; Frida Malan, Torino
10.000; Carlo Pons, Torino 20.000; miss
Janet Tait-Aberfeldy, Scozia 44.500;
Mirella Bein 10.000 (1“ vers.); Daniele
Geymonat 50.000; Costantino Messina
50.000; Roberto Jouvenal, Torino 30
mila; Sergio Eynard, Pinerolo 50.000;
Soc. di cucito Ch. valdese Torre Pellice 200.000; interessi bancari Cassa
Risp. di Torre Pellice 4.625.
(Continua),
ANGROGNA
Per sabato 22 organizziamo un
pomeriggio comunitario per i
bambini delle scuole domenicali
e i catecumeni, a partire dalle
15, nella Sala.
• Domenica 23 alle 10.30 culto
natalizio di S. Cena al Capoluogo (Tempio) e alle 19.30 a Pradeltorno.
Per il giorno di Natale il culto, con scuòle domenicali e catecumeni, inizierà alle ore 10 al
Capoluogo.
• Ricordiamo a tutti di prenotarsi, presso gli anziani o il
pastore, entro il 25 all’agape organizzata dall’Unione Femminile
e gruppo giovanile del 31 dicembre che inizia nella Sala alle ore
21.15 (dopo il culto delle 20 al
Serre).
TORRE PELLICE
• Si è tenuta la prevista Assemblea di Chiesa che ha discusso ed approvato il preventivo di
spesa per il 1980 e si è dichiarata, in linea di massima, favorevole aH’utilizzo della Sala del
Convitto per i culti o altre riunioni. Il Concistoro rivolgerà
domanda in questo senso alla
Tavola, che è proprietaria del
locale.
È stato poi votato il seguente
O. d. g.;
— L’Assemblea della Chiesa di
Torre Pellice esprime preoccupazione per la situazione determinatasi in seguito alla liquidazione della SACE in riferimento
al personale in essa impiegato;
esprime la sua solidarietà a
questi concittadini; rivolge pressante appello alle autorità politiche della Valle ed ai sindacati
affinché sia fatto quanto necesrio per garantire l’occupazione
di questi lavoratori.
• Le Scuole domenicali hanno
stabilito il seguente calendario
per le feste natalizie; sabato 22
ore 14,30: festa agli Appiotti;
domenica 23 ore 10,30; culto nel
Tempio e ore 14: festa ai Coppieri; domenica 30 ore 14; festa
al Centro per tutti i bambini
della comunità.
• La seduta del 6 gennaio 1980
alle ore 15 dell’Unione Femminile avrà come ospite Ethel Bonnet che parlerà sul Paraguay illustrandolo con diapositive.
Nel tempio, alle ore 16 di domenica 23 c.m., avrà luogo un
concerto natalizio da parte del
gruppo di voci bianche di Savigliano: un coro formato da una
sessantina di bambini dai 7 ai
14 anni, sorto con l’intenzione di
diffondere nei piccoli l’amore per
il canto corale attraverso un repertorio comprendente brani di
musica classica, religiosa e popolare eseguiti a 3, 4, 5 e 6 voci.
È un gruppo che ha già tenuto
concerti nazionali ed internazionali.
Il concerto è stato organizzato
dalla nostra corale che confida
in un’ampia partecipazione di
bambini e di adulti per un autentico momento di gioia comunitaria in vista del Natale.
Dopo il concerto sarà offerto
ai giovani cantori un rinfresco
nella Sala Albarin a cui sono invitati anche i ragazzi della nostra
comunità.
• La Giornata Natalizia dei
bambini avrà luogo dome.nica
23 c.m., al mattino, nella Sala
Albarin con un culto della Scuola Domenicale e la partecipazione del coretto. Dopo il culto i
bambini consumeranno il pranzo al sacco con i monitori, i genitori e con i fratelli che vorranno intervenire.
Per il pomeriggio, prima del
concerto di voci bianche, è prevista una visita all’Asilo Valdese
dove sarà offerta a tutti una cioccolata calda. I genitori tengano
presente Fimportanza che hanno
questi momenti comunitari nella
vita dei loro bambini.
• Si sono uniti in matrimonio:
Danna Enrico di Angrogna con
Bonnet Nella della Punsa e Merlo Giovanni con Rivoira Neve di
Luserna. A questi sposi che hanno la loro residenza nel nostro
comune il pensiero affettuoso
con i più vivi auguri da parte
della comunità.
• La casa del pastore Antonio
Adamo è stata allietata dalla
nascita del primogenito, Elia. A
mamma e papà i nostri rallegramenti ed al neonato il più affettuoso benvenuto.
PRAROSTINO
• L'Assemblea di Chiesa è convocata per domenica 13 gennaio
a San Bartolomeo, alle ore 10.30
col seguente O.d.G.: Finanze,
Predicatori laici, Evangelizzazione.
RINGRAZIAMENTO
Le nipoti, la figlioccia e famiglia
ringraziano vivamente tutte le persone
che hanno preso parte al loro dolore in
occasione deUa dipartita del loro caro
Francesco Reynaud
deceduto presso la casa dì riposo, .per
anziani di San Germano Chisone. Un
ringraziamento particolare al personale tutto delLasilo e a tutti coloro che
alLasilo gli sono stati vicino.
« L’uomo è simile a un soffio^
i suoi giorni son come Vombra
che passa » (Salmo 144 v. 4).
Pomaretto, 6 dicembre 1979
SAN SECONDO
Nei vari quartieri è avvenuta
la raccolta di doni in natura per
il Rifugio Carlo Alberto e l’Asilo dei Vecchi di S. Germano.
Membri del Concistoro, giovani
ed altri membri di chiesa sono
passati nelle famiglie dei vari
quartieri ed hanno raccolto una
notevole quantità di doni che sono stati fatti proseguire per i
due Istituti. Ringraziamo quanti
hanno contribuito alla buona riuscita di questo atto di solidarietà. ________________________
• Il culto liturgico con Santa
Cena — normalmente celebrato
il 31 sera — avrà luogo il 1°
gennaio alle ore 10.30.
NUOVA
OROLOGERIA — OREFICERIA — ARGENTERIA
Borno Luciano
Via Garibaldi, 4 - TORRE PELLICE
Concessionaria orologi
ENICAR - SEIKO - CASIO - HELLAS
PICARD - YEMA - PIER CARDIN
Pendole a colonna per ingressi e soggiorni
Coppe - Trofei - Medaglie sportive
Laboratorio riparazioni
8
8
21 dicembre 1979
LA NATO E I MISSILI EUROPEI
Preparare la vita, non la morte
Dunque, la NATO ha deciso
di costruire e di installare le
nuove superarmi e cioè i cosiddetti « euromissili » ( di costruzione americana) destinati ad
essere piazzati sul suolo europeo.
Si tratta del Cruise (ovverossia
« missile da crociera ») e del
Pershing 2, invulnerabile alle intercettazioni elettroniche. In totale, 572 nuovi ordigni atomici,
capaci di colpire fino a 3700 kilometri di distanza.
Questa decisione viene giustificata con la necessità di ripristinare l’equilibrio dei blocchi
opposti, che sarebbe stato violato dai missili SS 20 sovietici, a
testata multipla atomica e con
una gittata massima di 5.700 km.
Le forze del Patto di Varsavia, ed in modo particolare l’Unione sovietica, respingono questa interpretazione ed a loro volta affermano che questi missili
sono semplicemente una « risposta ritardata » a precedenti installazioni americane di missili
Polaris, all’adozione dei nuovi
aerei FB 111 ed altre armi ancora. Vadim Zagladin, consigliere di Breznev, precisa ancora
(intervista a La Stampa del 25
novembre scorso): come potrebbero i nuovi missili americani
essere una risposta a quelli sovietici se la decisione di fabbricarli è stata presa prima della
installazione degli SS 20 e cioè
nel 1974-75?
Perché abbiamo voluto mettere a confronto queste due affermazioni totalmente contrastanti?
Dato che nel campo militareindustriale la verità è assai ardua, se non impossibile, da conoscere, desideriamo evidenziare
il fatto che, al di là del conclamato desiderio di fare ogni possibile sforzo per condurre ima
reale politica di disarmo e di
distensione internazionale, la
corsa agli armamenti è inarrestabile, non solo, ma via via aumenta sempre di più, anche in
relazione alla sempre maggior
perfezione ed « efficacia » dei
nuovi ritrovati. Da notare poi
che da tutte le parti ci si arma
unicamente « per difendersi » : le
bombe americane sono difensive, come lo sono quelle sovietiche, o quelle italiane, o quelle
cinesi. Ed intanto, in omaggio a
quell’antico proverbio che dice:
« se vuoi la pace prepara la guerra» gli arsenali mondiali sono
strapieni e già oggi sono in grado di distruggere parecchie volte l’attuale umanità. In modo
particolare poi, con questa decisione sarebbe possibile in un primo tempo colpire l’URSS colle
forze europee per cui il nostro
continente sarebbe la prima regione sacrificata all’altare della
guerra.
Parallelamente a questa sua
decisione, la NATO ha offerto
all’URSS di trattare per una riduzione degli armamenti, ma,
stando alle notizie fin qui giunte, la Russia ha risposto con un
duro « no » dato che questa proposta parte da « posizioni di
forza ».
Importante contributo
delle chiese in Olanda
Nei giorni precedenti i vari
parlamenti europei delle nazioni
facenti parte della NATO si erano riuniti per discutere la questione: in modo particolare erano interessate la Gran Bretagna,
la Germania federale, l’Italia, il
Belgio e l’Olanda. Le prime tre,
sia pure con qualche contrasto
interno, hanno accettato i missili mentre il Belgio e l’Olanda
per ora hanno detto « no ». Anche danesi e norvegesi, pur non
essendo chiamati ad ospitare
nuovi missili hanno manifestato
al presidente americano Carter
i « gravi dubbi » dei loro governi.
L’atteggiamento più interessante in questa trista vicenda è
venuto dall’Olanda che ha detto
il suo « no » accogliendo la mozione parlamentare socialista e
ponendo in crisi la coalizione
governativa. Ma è ancor più interessante il ricordare che questa vittoria del movimento anti
Tl
Dopo la pausa per la settimana
di Natale, il giornale riprenderà
col n. 1 del 4 gennaio iSSO.
Sarà un numero a 12 pagine
per l’inserto di 4 pagine dell'indice 1979. A partire dai n. 2,
secondo la decisione del Sinodo, l'Eco-Luce uscirà a 10 pagine aumentando da 2 a 4 le pagine delle Valli.
nucleare è stata possibile perché
dieci deputati « democristiani »
(tutti protestanti) hanno votato
assieme ai socialisti. In precedenza, e durante l’animato dibattito parlamentare era stata condotta una ferma azione da parte del « Consiglio interecclesiastico per la pace » che raccoglie
trecento gruppi organizzati, con
13 mila iscritti, sia cattolici che
protestanti: una bella forma di
ecumenismo !
La scelta della pace
Penso che questa scelta olandese ci debba indurre a qualche
riflessione. Come possono i credenti consentire supinamente a
che vengano spese cifre da capogiro, esprimibili in decine di
migliaia di miliardi all’anno, per
la « difesa »? Come possono tollerare che vengano cos’, distolte
immense ricchezze a danno dei
paesi poveri e sottosviluppati,
che in questo modo sono già da
sempre le prime « vittime di
guerra » coi loro milioni di morti e di denutriti? La scelta della
pace, e cioè della vita, e non
quella della guerra e cioè della
morte, è innegabilmente uno dei
punti basilari, essenziali dell’Evangelo di Gesù Cristo. Ed invece anche a questo riguardo le
Chiese ed i credenti, sia pure
appellandosi a generiche condanne della violenza e degli armamenti non fanno nulla di realmente decisivo.
Al momento, non siamo ancora in possesso della reazione del
Consiglio ecumenico delle Chiese a questa nuova escalation delle armi. Sappiamo però la posizione del Vaticano (La Stampa
del 30-11) secondo cui «va ristabilito l’equilibrio delle forze, non
importa se smantellando i missili sovietici o dotando la NATO
di nuovi armamenti » !
Di disarmo unilaterale, di porgere una mano disarmata, se
non di « porgere l’altra guancia » ormai più nessuno parla :
eppure, se avessimo veramente
la fede, se volessimo veramente
essere « facitori di pace », dovremmo acquisire anche nei confronti di questo drammatico problema un « nuovo stile di vita »
mediante una radicale « conversione » e batterci in ogni luogo
e in ogni momento contro la follia blasfema degli armamenti.
Roberto Peyrot
Trent’anni fa
« Nel problema così vivo oggi
su quale debba essere la posizione della chiesa nello schieramento fra Oriente e Occidente
(...) risponde Isaia con una parola pronunziata quando un’ambasceria si era recata in Egitto
per chiedere aiuti (Is. 31: 1-3).
Per noi che viviamo nella sfera
a "psicologia occidentale”, Isaia
dice: "Guai a coloro che vanno
in America a cercare aiuti e confidano nell’aviazione, e hanno fiducia nelle divisioni corazzate,
perché sono molte, e nelle bombe atomiche, perché sono tremende, ma non guardano al Signore della Chiesa, ma non si rivolgono a Dio. Perché gli americani sono uomini e non Dio, i loro carri sono acciaio e non spirito. Ecco, Dio stende la mano
e fa cadere chi offre la garanzia
e quello che la riceve; insieme
sono atterrati” (...).
Il presente contrasto RussiaAmerica non è poi più decisivo
per la storia dell’umanità che
quello fra Egitto e Assiria nell’ottavo sec. a. C.; e infine, l’ulti
mo scopo di Dio non è la guer
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
a cura di Tullio Viola
Nuova corsa agli armamenti?
Nel quadro del rinnovamento del giornale che è in via di svolgimento varieranno le rubriche di questa pagina. Termina perciò
con questo numero « la settimana internazionale ». Nell’avviarci verso nuove formule, desideriamo rivolgere un affettuoso ringraziamento a Tullio Viola per averla curata per 14 anni con grande dedizione ed esemplare puntualità malgrado i suoi non lievi impegni.
Termina questa forma della sua collaborazione ma speriamo di
poter contare ancora sul suo apporto basato su una chiara ispirazione protestante.
E questo un grande pericolo che si riaffaccia all’orizzonte
politico, dopo diversi anni che
sembrava essersene allontanato.
Scrive in proposito Sandro
Viola su « La Repubblica » (del
13.12.’79):
« Ora che la Nato ha deciso
d’intraprendere la produzione e,
più tardi, l’installazione dei nuovi euro-missili, qual è lo stato
d’animo a Mosca, quali le conclusioni politiche del Cremlino?
Per prima cosa bisognerà insistere su un punto che è noto, ma
che, nel dibattito sull’"escalation”
nucleare in Europa, non ha avuto
il posto che meritava. E cioè:
esiste una notevole differenza
“qualitativa” tra, da una parte,
i Pershing 2 e i Cruise, e dall’altra gli SS 20.
Gli SS 20 sono infatti, rispetto
ai vecchi missili sovietici, più
precisi e a più lunga gittata (e
chissà, forse possono raggiungere anche la Scozia o il sud del
Portogallo), ma per il resto sono
tali e quali i vecchi missili, armi nucleari puntate contro l’Europa; mentre i Pershing 2 e i
Cruise sono qualitativamente
una novità assoluta, i primi missili terra-terra puntati dall’Europa verso il territorio dell’URSS.
Questo argomento basta da solo a spiegare l’agitazione dei dirigenti sovietici nelle scorse settimane. Come osserva “Le Monde”, “ l’insieme dei paesi europei
è abituato da vent’anni a vivere
sotto la minaccia nucleare sovietica”: per rURSS, invece, l’idea
di poter essere colpita non solo
dai missili provenienti dagli arsenali nucleari degli USA, ma anche da missili dislocati in Veneto, nel Sussex o in Baviera, è
un’idea nuova alla quale non sarà facile abituarsi.
Ma ci sono altri fattori che inquietano, e comprensibilmente.
Mosca. Che sta accadendo al Senato americano, che fine faranno
gli accordi Salt 2? L’incertezza
sulla ratifica del trattato di limitazione degli armamenti strategici (che il Cremlino considerava
uno dei grandi traguardi del quindicennio brezneviano) è totale,
nel senso che uno slittamento è
ormai sicuro e, più avanti, con
l’America in piena campagna elettorale, diventerà ancora più arduo trovare al Senato la maggioranza necessaria.
Vacilla così ( se addirittura
non è già venuto meno) uno dei
pilastri della visione globale dei
dirigenti sovietici: l’aver creduto
che almeno nel settore delle armi strategiche, la corsa era finita. Mentre l’incertezza sul Salt 2
mette tutto in discussione, forse
già muove l’apparato militare-industriale attorno al Cremlino, e
insomma costringe nuovamente
all’affanno tra risorse calanti, difficile reperimento degl’investimenti, altri programmi economici che saltano.
Con le decisioni di Bruxelles e
i sempre più gravi ostacoli frap
ABBONAMENTI SOSTENITORI
Istituto Gouid, Rossi Olimpia, Villani
Maria, Fontana Delia, Gay Arnaldo, Fi
renze; Costa Stefano, Genova; Ispoda
mia Bruno, Genova Sampierdarena
Breuza Renato, Costantino Marco, Go
dino Giulia, Valenti Agostino, Pinero
lo; Guldbransen Ester, De Michells Ni
so. De Michelis Carlo, De Michelis
Bruno, Manzoni Elvina, Milano; Bottur
Guido, Ribet Liliana, Crespi Giorgio
Fam. Corongi, Geymonat Carlo, Gan
dolto Sergio, Torino; Vinçon Vera, Vi
novo; Tedeschi Michele, Strambino
Giampiccoii Lina, Gibert Nora e Jean
S. Giovanni di Bellagio; Marchetti Lui
gi. Longo Adriano, Laetsch Giovanni
Pomaretto; Pontet Giovanni, Coisson Ro
berto, Henking Ruggero, Torre Pellice
Zeni Ugo, Pennington de Jongh Lilian,
Michelangeli Franco, Vingiano Mariani
Eva, Roma; PostpischI Umberto, Rostain
Enrico, Fiorini Marta, Bologna; GardioI
Remo, S. Secondo: Tomassone Evangelina, Calosso d'Asti; Viglielmo Liliana, Perrero; Pindacuda Fiorella, Pavia; Fritz Walter, Svizzera; Sasso Ennio, Arenzano; Balmas Odette, Luserna
S. Giovanni; Buttazzoni Lidia, Udine;
Antonioli Carlo, Aosta: Castelli Giorgio, Savona; Melchiori Eugenia ved.
Peyronel, S. Germano; Vigliano Evali
Doni Eco-Luce
na, Bari; Contino Ida, Alessandria; Fogagnoli Roberto, Venezia; Storino Mario, S. Maria Capua Vetere; Frizzoni
Giovanni, Bergamo; Bertarione Bice, Pavone Canavese; Zaino Enzo, Parma.
DONI DI L. 1.000
Bortolozzi Jolanda, Fagarè; Benecchio Sergio, Luserna S. G.; Chauvie Anita, Torre Pellice; Bertalot Benech Anna,
Angrogna; Arnoul Amedeo, Angrogna;
Gay Alessandro, Torre Pellice; Garrou
Silvio, Pomaretto; Tron Augusto, id.;
Pascal Alma, id.; Baldi Gianfranco, Torino; Somma Angela, id.; Cionini Jenny, Genova; Benech Guido, Luserna
S. G.; Eynard Laura, Torre Pellice: Geymonat Stefano, Bobbio Pellice; Tron
Clementina, Massello; Novara Ada, Torino: Cavallaro Abele, Portula; Busetto
Angelo, Treviso; Bolley Italo, Susa
Garzia Salvatore, Marsala; Colizzi An
tonio, Ravenna; Rizzi Daniele, Prato
Barberis Erma, Rosta; Citterio Stefano
Madesimo; Terranova Trani Maria, Grot
taglie; Mariani Maria, Bologna; Fac
chin Peronello Emanuele, Tramonti di
Sopra; Frangerini Aldo, S. Lazzaro d
Savena: Schenk Jolanda, Merano; Na
politano Nella, Torino; Tantillo Francesco, id.; Longo Pietro Adriano, S.
Secondo; Paschetto Ugo, id.; Ribet
Enrico, id.; Montalbano Paola, Pinerolo; Pons Adelaide, id. Peyronel Amalia, id.; Rivoira Linette, Luserna S. G.;
Peyronel Ferruccio, Pomaretto; Bouchard Elvina, id,; Tosetti Piera, id.;
Grill Onorato, id,; Grill Pierino, Genova; Revel 'Paimira, Pomaretto; Tron
Emanuele, Perosa Argentina: Griglio
Alessandro, Pomaretto; Bensa Carlo,
Bolzano; Bensa Eugenia, Torino; Jar
della Lidia, Leumann; Costantino Dino,
Grugliasco; Bounous Ferdinando, S. Germano; Coisson Mathieu Ida, Torre
Pellice; Eynard Mathieu Anita, id.;
Coisson Elena Edith, id.; Monti Emilia, Luserna S. Giovanni; Taglierò
Franco, Torre Pellice.
Milanese Matilde, Cengiarotti Morgon
Bice, Corsini Albertina, Ghigo Erminia,
Rostan Aldo, Rinaldi Walter. Polo Giancarlo, Ciceri Gildo, Avondetto Anna,
Milano; Tron Aldo, Bertinatti Costa Lea,
Jarabitza Bruno, Coucourde Arturo, Natanello Antonino, Balmas Sergio, Ro
chat Daniele, Ricca Alina, Bonnet Enrico, Torino; Lusso Gino, Verolengo;
Castellani Mario, Bonino Angelo, Ivrea;
Cristoforo Almerina, Loranzè; Necchio
Ferruccio, Coilegno; Azzoni Guido, Resburgo Ugo, Rocca Silvia, Monaya Carlo, Marzone Ercole, Marzone Daniele,
Tartaglione Nicola, Aosta; Monaya
Wanda, Verrayes: Monaya Angiolina,
Sarre; Jordaney Samuele, Gressan; Esposito Sandra, levino Raffaele, Napoli; Trattini Liliano, Sommani Lina,
Paolucci Claudino, Chiesa metodista.
Di Stefano Adriana, Bolasco Ornella,
Baldoni Sofia, Roma; Marchese Pietro,
Palermo; Zanatta Gianna, Sampierdarena; Gadani Sonia, Perrona Emilio, Genova Sestri; Gherardi Mario, Long Enrico,
Ospedaletti; Negri Elvio, Negri Norina,
Negri Tino, Felonica Po; Nutini Anna,
Boschi Luisa, Firenze; Fuhrmann Aldo,
Verbania Pallanza; Melloni Gustavo, Verbania Intra; Baer Emilia, Verona: Dalla Fontana G., Rho; Pailadino Giovanni, Campobasso; Canè Alberto, S. Lazzaro di Savena; Di Toro Achille, Como;
Fiorio Arnaldo, Alvignano; Longo Mimma, Villapriolo; Scarinci Emilio, Forano: Zavaritt Janny, Bergamo; Nicola
Margherita, Savona; Bertinat Emilio, S.
Maurizio d'Opaglio; Givri Celli Irma.
Bonassola; Malan Irene, Bordighera,
ra, ma la riconciliazione. Anche
questo mostra Isaia (19; 23^25):
"Nel giorno di Dio vi sarà una
strada daH’America alla Russia;
i russi andranno in America e
gli americani in Russia, e gli
americani adoreranno Dio con i
russi. In quel giorno la Chiesa
sarà terza con l’America e la
Russia e tutti e tre saranno una
benedizione in mezzo alla terra.
L’Iddio degli eserciti li benedirà dicendo: ’Benedetti siano l’America, mio popolo, la Russia,
opera delle mie mani e la Chiesa,
mia eredità’.”
E ancora (Is. 2: 2-4): "In quel
giorno la Chiesa di Dio sarà punto di raccolta, al centro del mondo; i popoli accorreranno perché
dalla Chiesa si irradierà la presenza stessa di Dio. Il popolo di
Dio sarà l’arbitro fra le nazioni.
Trasformeranno finalmente le industrie di guerra per un vero disarmo... E non vi saranno più
guerre” ».
{Da un articolo di Giorgio
Girardet, comparso sulla
Luce del 30.5.1949 segnalato da Enos Mannelli)
posti alla ratifica dei Salt 2, il panorama visto da Mosca è come
capovolto rispetto ai giorni del
vertice di Vienna, all’abbraccio
tra Carter e Breznev. E già s’immagina la risposta sovietica, un
gran clamore sulla corsa al riarmo voluta da Washington e dalla Nato. Ma questi discorsi sono
pura propaganda? Non è detto.
Secondo il “Nouvel Observateur”,
“ tutte le innovazioni che, dopo il
’45, hanno successivamente destabilizzato l’equilibrio militare
mondiale, sono apparse negl'inventari del Pentagono ”.
E, se tutto questo non bastasse, c’è poi la Cina, le conversazioni cinosovietiche, ormai praticamente fallite, il viaggio del
ministro della Difesa Brown
(tra un paio di settimane) a Pechino, i nuovi aiuti economici
che Hua Guofeng ha avuto dai
giapponesi, le ombre sollevate a
Mosca dalla “tournée” cinese in
Europa. La solita “ansia da accerchiamento” che Vadim Zagladin enunciava così allo “Spiegel”:
“Magari ci potessimo mettere
nella posizione geografica dell’America, e situare gli americani al nostro posto, tra la Cina da
una parte e la Nato dall’altra”.
S’apre una fase di tensione, e
gli esperti non hanno dubbi nell’affermare che la corsa agli armamenti è ormai ripresa in pieno, tale che, negli anni Ottanta,
sarà ancora più serrata, più furibonda, di quella svoltasi nel decennio che sta per finire ».
r
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