1
DELLE
í. or. j'i » A
Va.J;ìes^
i.v.uii:4 i »-.ìjLìCìJ
Setlimanaie
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVIII - N. 44
Una copia L. 30
ABBONAMENTI
Eco: L. 1.200 per I’intemo
L. 1.600 per l’eatero
Eco e La Luce: L. 1.800 per rintemo J Spedii, abb. postale - li Gruppo
L. 2.500 per l’eatero | Cambio d’indirizco Lire 40,—
TORRE PELLICE - 7 Novembre 1958
Ammin. Qaadiana Torre PeOice - C.C.P. 2-17557
FIORI
E CIMITERI
Lunghe file di pèrsone, con le mani
e le braccia piene di crisantemi, i fiori
un po’ tristi dei morti. Affaccendarsi
intorno alle tombe, almeno questa volta all’anno ricordate. Sosta pensosa
davanti alla pietra fredda, alla terra
nuda che ha soffocato tanta gioia e
tanto calore d’afEetto. Breve momento
in cui si avverte più grave l’ammonimento del passare di ogni carne.
Devo dire il mio sospetto verso questa tradizione che può ripetere, in forma ben più sobria, una specie di culto dei morti. L’onore, talvolta sfarzoso, reso alle tombe è jina costante della religiosità pagana, fin dalla più remota antichità. E’ pagano il brivido
religioso davanti al mistero angoscioso della morte, da cui si cerca di sfuggire rifugiandosi in una pretesa immortalità deiranima', divina scintilla.
Con intolleranza giovanile ho guardato con scetticismo una fede cristiana nella risurrezione che permetta e
magari guidi questo tripudio mortuario dell’inizio di novembre. « Lascia
i morti seppellire i loro morti... ». Il
giorno dei morti, per i credenti, è Pasqua. ...................."
E tuttavia...
E tuttavia, forse, c’è uno spiritualismo anch’esso pagano in questo rifiutare valore alla tomba, nel non volerla considerare, nel passare oltre. E’
il 'nostro termine. E’ ffS giudizio che
personalmente si esercita sulla nostra
vita ribelle. E’ un giudizio reale, della
dura, angosciosa realtà della pietra
fredda, della terra nuda che si richiude su di noi, che suggella ciò che abbiamo saputo fare di noi stessi. Fermarsi a considerare questo, alla luce
della Parola del nostro Signore e Giudice, è un momento non eliminabile
della nostra vita cristiana.
E c’è uno spiritualismo anch’esso
pagano nell’affermare con troppa leggerezza la speranza della Vita, facendo astrazione dalla realtà della tomba. Noi crediamo nella risurrezione
dai morti, nella risurrezione dei corpi,
della carne. E’ questo il buon annunzio evangelico, è questa la nostra speranza cristiana, che va infinitamente
al di là di una inconsistente immortalità dell’anima. E’ la nuova creazione,
operata dalla potenza di vita del nostro Signore e Redentore. Questa risurrezione totale che per grazia ci è
promessa e che per fede abbiamo già
ora, acquista tutta la sua realtà dinanzi alla tomba che è il segno angoscioso della totalità della nostra morte.
Le donne che con le loro offerte si
recavano in gruppo al cimitero per
celebrare con affetto e tristezza il loro « giorno dei morti », hanno trovato
la tomba vuota, il mattino di Pasqua.
c( Se siamo morti con Cristo, con lui
risusciteremo dai morti ».
Gino Conte.
A SAN SECONDO, 1 NOVEMBRE
Nel tempio di San Secondo un centinaio
di Anziani e IHaconi delle parrocchie delle Valli si sono riuniti a fraterno convegno il giorno 1® Novembre. Il pastore
R. Nisbet dà il saluto a nome della comunità. Il sovrintendente dott. A. Ribet, venuto da Milano, presiede un breve culto
liturgico e sottolinea l’importanza fondamentale del passo letto (Romani 3: 21 e
segg.); egli stesso assume quindi dinamicamente le funzioni di presidente, vicepresidente, segretario e interlocutore!
Protestantesimo
e Cattolicesimo
Il pastore R. Nisbet dà quindi lettura
di una meditata relazione sul tema: Relazioni col Cattolicesimo: analogie e contrasti.
Si tratta di un argomento che le nostre
assemblee (Conferenze distrettuali ed altre) non hanno più affrontato da molti anni. Si vive infatti, osserva il relatore, nelle nostre Valli, in un clima di « pace confessionale » che trova la sua più comune
giustificazione nel noto ragionamento del
buon cittadino valdese: « Collaborazione
quanto più stretta possibile sul piano sociale e civile; assoluta neutralità su quello religioso »; fronte comune, su questo
piano, valdese e cattolico, « contro le for
Inaugurato il nuovo
Oratorio
ili Bari
Diamo soltanto ora la cronaca dell’ inaugurazione', perchè attendevamo di poter riprodurre
una fotograiìa del bel locale di culto : una nuova possibilità per la nostra Chiesa
Questa settimana...
... si è tenuto ad Agape il tradizionale Convegno responsabili delle V.
G. V. delle Valli, riuscito malgrado
una partecipazione piuttosto scarsa,
limitata a delegati di una mezza dozzina di Unioni (la cronaca sul prossimo numero).
... si è inaugurato il 104° anno accademico della Facoltà Valdese di
Teologia, nell’Atila Magna, con un
culto, seguito da una prolusione del
prof. Deichmann (docente di archeologia cristiana) su: « Nuove indagini sul culto dei martiri dal IV al VI
secolo », accompagnata da proiezioni luminose.
In un’atmosfera d’intensa spiritualità, d’intima gioia e di viva partecipazione da parte di un numeroso
c folto pubblico si è svolta domenica
5 ottobre la cerimonia deU’inaugxnazione del nuovo Oratorio.
Diversi fattori contribuivano a dare all’avvenimento un’aria di festa:
il vecchio magazzino inadatto, era
stata lasciato dai Valdesi che ora,
nello stesso Corso Vittorio Emanuele, potevano presentarsi in una veste
phi moderna e più dignitosa.
Così tanti amici e simpatizzanti,
in uno alla fratellanza, erano lì ad
esprimere con la loro presenza il lo
ro compiacimento. Ad essi si aggiun.
gevano i gruppi dei fratelli giunti
dalla diaspora: Trani, Corato, Ceri
gnola, Bernalda, Brindisi, i quali
essendo giunti coi treni del mattino,
avevano occupato buona parte dei
posti sicché, quando scoccarono le
undici ci si trovò dinanzi ad ima folla, raccolta, composta, conscia dell’avvenimento solenne al quale stava
per assistere.
Intanto dalla cantoria, la corale
diretta dal Maestro Pantaleo Teodoro e accompagnata dalla prof.ssa Elena Vigliano, canta il Salmo 37
mentre i Pastori Guido Comba ed
Achille Deodato, accompagnati dal
Consiglio di Chiesa, entrano nell’Oratorio.
Dopo la parte liturgica il Pastore
Guido Comba procede alla dedicazione: depone sul pulpito la Sacra
Scrittura documento della rivelazione divina e somma autorità per la
fede e per la vita.
A questo punto il Pastore Deodato,
che ci rivolgerà il messaggio, sale
sul pulpito, mentre le parole del coro: A Te salmeggerò o Re dei Re,
esprimono per tutti i sentimenti della riconoscenza all’Eterno.
L’oratore sceglie per testo Esodo
20: 24: Fammi un altare di terra e
in qualunque luogo ove farò che il
mio nome sia ricordato io verrò a
te e ti benedirò. L’avvincente paro
la e la profondità dei pensieri legano l’uditorio ad una ascoltazione attentissima: ma è la Parola dell’Eterno, più che quella dell’uomo, che
commentata così efficacemente, fa
breccia sulle anime, le illumina correggendo false idee, sicché la coscienza ne è consolata ed edificata
in.sieme e percepisce quella benedizione dell’Eterno che santifica la
gioia dandole un senso di qualcosa
che dura e che produce frutti di vita. Speriamo che l’Oratore offra alla meditazione di molti il suo profondo sermone pubblicandolo nei nostri giornali.
Dopo il Culto viene offerto un
pranzo cui partecijiano le rappresentanze delle diverse Chiese, il Consiglio di Chiesa, la corale.
Ci si ritroverà poi al Culto della
sera che è presieduto ancora dal Pastore Deodato il quale dopo la lettura del Salmo 103 ed una fervente
preghiera dà lettura di una lettera
messaggio del Moderatore Ermanno
Rostan che in visita ai fratelli Valdesi dell'Uruguay non ha potuto essere fra noi.
Scopo della riunione è quello di
udire i messaggi che per la circostanza ci saranno dati dai Pastori
delle diverse Chiese.
Il Pastore Valdese di Bari pertan
to rivolge il suo messaggio e dà lettura di telegrammi e lettere che gli
sono pervenuti. Indi neU’ordine qui
sotto indicato ci portano il messaggio di solidarietà e d’incoraggiamento i seguenti Pastori: Guido Comba,
lanny Gaetano della Chiesa Metodista di Rapolla, Bagheri Rosario della Cliiesa Battista di Bari, Emil Blaser della Chiesa di Basilea, Pignone
Raffaele rappresentante delle Chiese Pentecostali e l’anziano della
Chiesa Valdese di Bari Vittorio Lau
comunione fraterna nell’unità del
Corpo di Cristo, e nella ferma volontà di testimoniare di quel Nome
che é al disopra di ogni altro nome
annunziandolo fedelmente nel mondo che ci circonda.
Ringraziamo anche i coniugi Ravazzini, la signora Lillina Deodato
che a/lerendo ad un nostro invito
vollero essere presenti e partecipare
alla nostra gioia.
Nel pensare poi alla realizzazione
di un Oratorio così bello e rispondente la nostra riconoscenza va innanzi tutto alla Tavola Valdese, agli
ing.ri Ravazzini e Samuele Cavazza
esecutori del progetto di sistemazione nonché a quelle persone che nei
momenti decisivi ci dettero il loro
appoggio e ci furono vicini.
Ma la nostra riconoscenza va innanzi tutto all’Eterno che ha preparato ogni cosa e si è servito degli
uomini.
La Comunità di Bari è consapevole
di aver molto ricevuto dal Signore
al quale domanda ora l’aiuto e la
forza dello Spirito Santo per poter
assolvere il suo compito di comunità
posta veramente come una luce chiamata a risplendere nella città di Badi, mediante una testimonianza coerente e fedele al servizio del Maestro.
Che s’interceda per noi onde camminiamo in modo degno della vocazione che ci è stata rivolta e delle
benedizioni che ci sono state elargite.
G. E. Castiglione.
PERSONALIA
rora.
Da queste colonne noi ringraziamo questi fratelli che con lo scritto
o con la parola ci fecero sentire ancora una volta la bellezza di cotesta
ze incalzanti dell’ateìsmo e del
lismo ».
Il pastore R. Nisbet osserva a questo
proposito come dae fatti ci costringono
ora a proporci lo studio delle relazioni
nostre col Cattolicesimo: a Uno di ordine
interno e l’altro di ordine esterno »: t matrimoni misti e la « poderosa ripresa che
il Cattolicesimo vanta in questi ultimi anni ».
Si tratta di un problema che non possiamo eludere; che va affrontato realisticamente, con carità, sai piane della ricerca
della verità. Se è ovvio che non possiamo
« riprendere i vecchi motivi della polemica anti-cattolica », è altrettanto evidente
che non possiamo o lasciare che le cose
procedano per il loro versa »,
Un problema che va affrontato sul piano
istituzionale, dottrinale, perchè « se il contrasto che denunciamo fosse semplicemente tra Valdesi e Cattolici, allora, riconosciamolo umilmente, noi possiamo chiudere la bocca. Non è vero che noi Valdesi
siamo migliori dei Cattolici — cambiamo
un poco le parole di Gesù, ma crediamo
di non tradire il Suo pensiero —-, Vi sono
dei cattolici e dei pagani che verranno d’oriente e d'occidente, e si porranno a mensa nel regno di Dio; e ci saranno dei vaidesi che diranno: "Ma noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai
insegnato nelle nostre piazze’’ e malgrado
questo saranno messi da parte ».
« Sia detto ben chiaro: noi valdesi non
abbiamo nessuna superiorità, nessun titolo
di vanto personale; riconosciamo che intordo a noi ci sono dei Cattolici, dei preti, dei frati e delle monache che forse ci
precedono assai nel Regno dei Cieii ».
Queste coaùderazLoni permettono aM’oralore.. di pcogg^tom- -ehaaraBstate-1» «Inazione attuale: «.Vi è un patrimonio comune », (c che deve esser sottoUneato », e
che la relazione pone giustamente in evidenza; ma vi è « il resto », le aggiunte, e
questo è grave; così grave da giustificare
il « no » reciso alla Istituzione.
Purtroppo vi sono, oggi, dei protestanti
che « hanno perso la coscienza di tutto
ciò ». Ed il relatore richiama i suoi uditori a riprendere coscienza della loro responsabilità personale e collettiva; addita tre
direttrici di azione:
a) Fra i catecumeni ed i giovani, onde
la presentazione delle dottrine della Chiesa Romana « venga fatta con assoluta obiettività». {«Dobbiamo persuaderci e persuadere che una convivenza delle due Confessioni senza una reciproca conoscenza è
quanto di più assurdo possa immaginarsi »).
b) Nei confronti dei matrimoni misti celebrati in Chiesa cattolica.
c) Coraggiosa testimonianza neU’ambiente in cui viviamo.
Nelle Valli Valdesi
Il pastore Gustavo Bouchard riferisce
quindi sul tema : Rapporti tra Cattolici e
Valdesi nelle Valli Valdesi. Questa relazione prende le mosse da dati statistici e
quindi alcune delle sue affermazioni, come avverte il relatore stesso, vanno prese
con una certa cautela. Comunque, in linea
di massima, le condnsioni sembrano potersi accogliere anche prescindendo dai
dati statistici stessi. 1<>) Lo dorzo di azione cattolica è, nelle nostre Valli, nettamente superiore a quello delia Chiesa Romana neUa zona piemontese (vedi il numero dei sacerdoti cattoRci nelle nostre
Valli e nella periferia di Torino). 2») La
difesa degli interessi valdesi, anche materiali, è alquanto osciUante ed incerta a seconda delle località. 3«) Sull’immigrazione
alle Valli, mancano dati precisi. 4«) A proposito della moralità, generalmente queUa
della popolazione valdese non supm'a quella dell’ambiente. 5®) La testimonianza evangelistica è molto scarsa (alcune parrocchie
dicono: zero), per vari motivi.
* * *
L’assemblea dopo aver ascoltato con attenzione e interesse queste due relazioni,
delibera di trattare in modo particolare tre
argomenti: 1) 1 matrimoni misti; 2) Difesa
degli interessi valdesi; 3) Problema morale.
Matrimoni misti
Il Pastore Gustavo Bertin, di Pisa,
ha avuto il dolore di perdere il Padre. Anche se un poco in ritardo. Gli
esprimiamo, insieme ai familiari, la
nostra simpatia fraterna in quest'ora
dolorosa, nell'allegrezza che possa
esser vissuta nella ferma speranza
della risurrezione.
L’Assemblea affronta quindi il primo
problema all’o.d.g. ; accoiffiendo una pregiudiziale « pratica » del pastore Umberto
Bert essa si limiterà a discutere sul piano
pratico un particolare aspetto del «nuitrimonio misto »: quello cioè celebrato nella
Chiesa Cattolica; e questo essa si limiterà
ancora ad esaminare solamente sotto l’aspqtto disciplinare: eventuali sanzioni.
In realtà, come sxtesso suole accadere nelle nostre (e non solo le nostre) assemblee,
(continua a pag. 4)
2
2 —
L'ECO DELLE VALU VALDESI
la parabola del larice
di Paolo Bosio
giorp^ta limpida ed il cielo azzurro, dal quale il fresco venticello
avpva. fegato ogm più piccola nuvoletta, ci avevano spiùto a salire su
in vf iLa al costone di Boc Chabrand
donde si poteva contemplare l’ampia cercnia delle nostre montagne.
Uà siamo seduti alia base dei maestosi larici, abbandonandoci alla
contemplazione di quelle montagne
cne riciiiamavano alla nostra mente
tanti episodi storici, lontani e vicini, tanti ricordi angosciosi ed ispiratori.
Dalle lontagne montagne lo sguardo si è volto al costone dove ci eravamo seduti: ai larici'poderosi cuc
Hanno sudato, nèl corso degli amii,
intemperie e tempeste; a quelli piti
giovani cUe son cresciuti a nanco
dei grandi alberi e tendono le loro
uni vette verso l’alto, verso la luce,
verso il sole.
Vicino a noi v’era un grosso troaco die un iulmine aveva aboattu
10 troncandolo a metà. Considerando il suo legno rossastro e resinoso,
aopiamo notato i molti cercai cne
si erano venuti formando, anno per
anno, a misura ebe il tempo era trascorso. bissando quel tronco anbiaino ripensato ad un recente scritto
del Prof. Samuele l'ron, nel quale
egli aveva annotato diverse rihessiont originali destate in lui dalla conlempiazione di un tronco di lanca.
Itigli paragonava, in quello
to, la parte dura, interna della pian •
ta di larice, quella che rappresei.ta
11 sostegno di tutta la pianta, alla
generazione anziana ebe na, nena
vita, una funzione di sostegno.
ragonava la parte esteriore del tronco, quella die è ancora in formazione percorsa dai mille umori cne le
radici traggono dalla terra, alle nuove generazioni che si sviluppano, e
si trasformano a poco a poco, portando il loro contributo allo sviiuppo sempre maggiore dedrumanita.
A-.OSÌ, concludeva il professore, le geiieT-azioni che si succedono devoin»
imparare a collaborare ed a non
considerarsi come se dovessero essere permaneutemente in contrast-i:
devono comprendere che hanno funzioni complementari e tutte necessarie.
I vecchi rappresentano la forza
dell’esperienza, l’apporto del passato. I giovani rappresentano l’irrequieto presente, il continuo sviluppo della pianta, le speranze dell’avvenire.
Killessioni molto savie di chi sa
vedere le leggi di Dio che sono in
azione nel mondo e fra gli uomini.
Mentre contemplavamo tutti quei
larici, giovani e vecchi, che coprivano il fianco della montagna, siamo stati colpiti da uno strano feiumeno che si era verificato in ognuna di quelle piante .
Abbiamo notato che tutti i larie;
cresciuti su quel costone, avevam
alla loro base una netta piegatura
verso l’alto. Evidentemente ogni
pianticella nascendo dal seme aveva
perforato la crosta terrena : poi, invece di continuare a crescere diritto davanti a se, normalmente al suolo, (il che l’avrebbe portata, in
realtà, data la p^denza del terreno, a crescere di traverso) aveva subito, ad un certo punto, una piegatura del suo tronco in modo da
tendere verso l’alto. La pianticella
risultava cosi cresciuta a piombo :
cosa provvidenziale, altrimenti la
prima neve accumulandosi sopra
il tenero tronco, orizzontale, l’avrebbe presto schiacciato.
Gì siamo alzati, abbiamo esaminato i larici, uno ad uno, vecchi e giovani. Tutti avevano alla loro base
quella gobba, quella piegatura netta che li aveva rivolti verso l’alto,
verso la luce.
Le leggi di Dio avevano provveduto a far volgere ogni pianta nella
direzione giusta, permettendo così
ai larici di svilupparsi e cresc?re armoniosamente .
Dalle piante abbiamo volto il pen
siero agli uòmini. Guai a quelli che
credendo di sapere meglio di Dio
quello che occorra nella vita, pretendono di crescere fuori dalle su •
leggi, senza disciplina, tendendo
verso il basso, anziché verso la luce dell’alto.
Beati quelli che sono stati docili
nelle mani di Dìo quando questi
li ha invitati a volgersi nella giusta
direzione, per il loro bene, per il
loro sviluppo spirituale.
Ad un certo momento è risuonata in loro la voce del Salvatore che
li ha invitati a piegarsi verso l’alto,
per seguirlo. Le piante ubbidiscono
naturalmente all’istinto che le porta
a seguire le leggi di Dio. L’uomo,
creatura libera, deve decidere spontaneamente di ubbidire alla voce
del Salvatore che le invita: cc Tu seguimi! ». L’uomo deve convertirsi,
cioè cambiare direzione alla propria vita. Solo colui che vuole —
per fede in Cristo —- e col suo aiuto,
volgere la direzione della sua vita
verso l’alto, si svilupperà in un luce crescente. Gli altri cresceranno
storti, moralmente anormali.
C’insegnino i larici podero.si che
rivestono le pendici delle nostre
montagne, la parabola dello sviluppo della vera vita. Ci ripetano che
per poter vivere normalmente occorre ubbidire alle leggi di Dio.
Paolo Bosio
Evangeli:|zazione
'f
a Ginevra
Dopo aver organizzato negli ultimi
anni delle grandi campagne d’evangelizzazione (Billy ©raham, M. Ray,
ecc.), la Chiesa protestante di Ginevra si preoccupa di riprendere il problema dell’evangelizitazione tanto sul
piano cantonale chte su quello pariocchiale. L’invernp . prossimo cinque temi di studio saranno proposti
a gruppi di fedeli disposti ad impegnarsi: fondamenta dell’azione della
Chiesa, testimonianza cristiana nella
vita professionale, visite agli ammar
lati, visite ai parrocchiani, studio degli Atti degli apostoli. Questo sforzo
di a.pprofondimento delle convinzioni
e dei metodi deve preparare una nuova tappa d’evangellzizazione propriamente detta.
in Olanda
Una campagna di evangelizzazione
e di guarigione, condotta dall’evangelista americano Th. L. Osborn, è stata accolta con la più grande riserva e
con forti critiche negli ambienti ecclesiastici ufficiali olandesi. L’ispettore di sanità nazionale della regione, dopo aver assistito a due riunioni, ha detto che le guarigioni sono
contestabili e incontrollabili.
in Malesia
Il Consiglio cristiano di Malesia ha
offerto ogni settimana sulle onde del
la radio governativa malese delle trasmissioni sulla vita di Cristo. Cristiani cinesi, indiani ed europei collaborano a queste emissioni de «L’uomo
nato per essere re».
Pour la mort d'un enfant
AU COUSIN JEAN
Comme un feu destructeur, sur un pré tendre et vert,
La mort nous a ravi l'angélique Norbert.
Il n'avait pas encore achevé son année
De printanier séjour dans la douce vallée.
Quand un mal mystérieux, invincible et cruel
Est venu pour le rendre au silence du ciel ;
Un silence sans voix pour la chair qui soupire.
Un silence angoissant dans un sombre délire...
Ah ! comment apaiser ce grand égarement?
Faudra-t-il se livrer, sans trêve, à ce tourment?
Si cet ange a quitté notre monde éphémère
En laissant dans les coeurs la souvenance amère
D'un bonheur qui charmait d'une enfance le seuil
Et qui n'était pourtant que l'aube d'un grand deuil...
— « Que reste-t-il. Seigneur, pour adoucir l'outrage
Que cette mort ajoute aux peines de mon âge? »
Un grand père a parlé. Mais déjà dans ses pleurs,
Dans le Dieu qu'il implore, au fond de ses langueurs,
Il sent passer un souffle apaisant et céleste
Comme un tendre printemps sur la nature agreste...
Sans pouvoir l'expliquer, son âme a retenti
Des mots compatissants d'un Amour infini...
Si Norbert a quitté cette terre de larmes,
il a laissé chez nous son sourire et ses charmes:
Dieu seul pouvait sonder son terrestre destin.
Peut-être a-t-ll voulu l'avoir en chérubin
Pour laisser à nous tous ce bonheur en échange:
D'avoir eu, de nos jours, la visite d'un ange.
Giovannino
DA S. GERMANO A VILLAR PELLICE
Visita di veterani
La Chiesa di Villar Pellice ha goduto il privilegio di ricevere la visita di
una folta rappresentanza dell’Asilo
dei Vecchi di San Germano Chisone,
guidata dalla sua direttrice sig.na
r'iorella Comba. Il progetto era nato
in occasione di ima gita dell’U.C.D.G.
di Villar Pellice a San Germano) Ghisone alcuni mesi or sono ed ora, con
la collaborazione del presidente della
C.I.O.V. e con il favore del tempo propizio, aveva potuto trovare ; attuazione.
E non fu semplicemente la visite
di un ospizio di assistiti, bensì quelle
di un gruppo di veterani delle battaglie della vita e della fede, che
Chiesa di Villar Pellice si studiò di
onorare e di amare come meglio potè.
Giunti in pullmann domenica 26 ottobre all’ora prefissa senza il quarto
d’ora Valdese di ritardo, ricevettero
il primo saluto dai bimbi della scuola domenicale e da un gruppo dì imioniste fomite di fumanti caffettiere.
Ma il vero e proprio incontro con la
comunità ebbe luogo poco più tardi,
nel tempio, ove la meditazione biblica venne dedicata allo studio dei problemi della vecchiaia alla luce della
Sacra Scrittura ed in particolare del
Salmo 71. Meditazione utile anche
per l’età media e per quella giovanile presenti alle quali interessa di constatare che la fede, nel vecchio ere
dente subisce un processo inverso a
quello della debilitazione di tutto ciò
che costituisce la sua tenda terrena
e si rafforza invece sempre più. Ed
interessa pure di constatare il saggio
pessimismo della vecchiaia credente,
verso tutti i valori umani come verso
quelli terreni di cui resperienza ha
loro mostrato la vanità. L’ansietà di
centinaia di milioni di credenti tesi
nella ricerca di un capo, non è certo
più quella dei veterani della fede cristiana evangelica tanto meno quella per la quale i popoli pazzamente
preparano nuove ^erre di difesa e
di offesa... ‘
Una sola resta l’ansietà del vegliardo sulla terra: quella di proclamare
la gloria delle opere dell’Eterno. Delle sue opere e noti delle nostre come
facciamo troppo‘-^spesso mettendo
sempre nomi una^i come titolo ad
ogni nostra crCoitèUsa e persino... ad
ogni dottrina. Il 'véterano ha impar
rato l’umiltà e si ’preoccupa solo più
di parlare del nome di Dio... Nell’attesa della gloriosa aurora nella quale potrà intonare, sempre alla gloria
di Dio, il suo «càntico nuovo».
A mezzogiorno; gli ospiti, circondati da numerosi «responsabili» villaresi si sedettero attorno alle mense
imbandite nella sala delle attività.
Pranzo certo modesto e frugale, oi>
ganizzato con nulla, ma condito da
ambe le parti con quell’amore e quella buona volontà che fanno diventare ottime anche le cose più modeste
Nel pomeriggio, manifestazioni d)
comunione fraterna. Nella sala, attorno agli ospiti, numerosi altri veterani villaresi, membri del Concistoro e di varie commissioni. Sul palco
etto trombettieri yillaresi per la loro
prima esibizione.-jAttomo, molto indaffarate, le Unioniste Villaresi mobilitate per il servizio logistico, per
la loro voce e... pe3r il tè.
Ai canti ed al suono degli ottoni si
alternarono fraterni messaggi. Parti
colarmente gustato ed apprezzat-r
quello della sig.na Fiorella Comba.
Molto applaudito; pure era stato aìl’agape rn discorso del sig Geraldo
Mathieu pronunziato ad un tempo
come villarese e come membro della
C.I.O.V. Ascoltate con profondo rac
coglimento le ispirate melodie tratte
dal nostro vecchio harmonium dal
talento della dott. Minghetti e cordialmente applauditi i canti delle nostre care Unioniste.
Le ore belle e buone fuggono sempre troppo presto) e così fu per questa
bella, inconsueta esperienza d’un incontro d’ima comunità con una equipé di veterani. Concluse rincontro la
preghiera del Padre Nostro détta ad
alta voce, da tutti i presenti, sotto la
guida dei trombettieri.
Per mezzo dell’Eco delle Valli, la
comunità Villarese che ha tratto beneficio splrìtualé'da questa visita, desidera ancora ringraziare i cari Veterani dell’Asilo dei vecchi di San Germano Chisone per essere venuti e in,
modo particolare la sig.na Fiorella
Comba, loro valente e gentile direttrice.
Enrico Geymet
Un pullman
che si chiama
amor fraterno
99
Made U.S.A.
• L.
Sempre in cerca di ciò che è efficace,
gli Americani ricorrono a forme dì
« pubblicità religiosa » di cui la mag
gior parte degli Europei sarebbero
stupefatti. Grandi affissi murali invitano ad andare in chiesa; in formato ridotto si trovano su migliaia
di colonne pubblicitarie, su oltre 90
mila tram, autobus, vagoni ferrovia
ri, compaioino su oltre 10.000 giornali
e sugli schermi televisivi. Si inccn
trano dappertutto slogans come questi : « Bibbia aperta, America libera »,
« La casa non sarà un foyer che mediante la fede», ecc. Sono usuali dei
gicdelli riixirtanti i dieci comandamenti.
PRAROSTINO 19 OTTOBRE
Convegno antnnnale dell’A. I. C. E.
Favoriti da una giornata meravigliosa, il giorno 19 ottobre, circa trenta insegnanti evangelici raggiungono
l’ameno colle di San Bartolomeo in
occasione del Convegno Autunnale
dell’A.I.C.E.
Al mattino culto nel Tempio Valdese presieduto dal Pastore G. Peyrot, poi il pranzo in comune presso
l’Albergo Tarin e alle quattordici inizio dei lavori del Convegno nel salone del locale Centro di Lettura.
Apre la seduta la V. Presidente Ive
Pons per dare il benvenuto ai nume
rosi intervenuti. Prendeva quindi la
parola il Maestro Dosio Levi sul te
ma : « Problemi attuali della Scuola
nostra ».
L’oratore tiene a mettere in particolare risalto il valore dell’aggettivo
« nostra », dimostrando con parole
semplici, ma sentite, che per il bene
delle nostre Valli è necessario che in
ogni frazione, in ogni scuola smarrita fra le rocce dei nostri amati monti, ci sia almeno un insegnante evangelico. L’insegnamento impartito da
un maestro credente ha tutto un suo
valore più alto e una sua particolare
fisionomia. i
Ne segue la necessità di aiutare i
maestri giovani a trovare presto il
modo di potersi ambientare bene là
dove sorge una squola, e che la Chiesa e il Comune aiutino conveniente
mente l’insegnante a trovare anche
l’alloggio. ,
E’ desiderio sentito che fra scuola
e scuola, maestro e maestro si terigano dei contatti non solo ^ cordials
corrispondenza interscolastica, ma che
quanto di bello e di utile un maestro
ha potuto realizzare con i suoi sco
lari e nel suo ambiente sia fatto co
ncscere agli altri.)
Nascerà cosi una viva collaborazione che sarà certamente apprezzata
dalle nostre popolazioni, perchè apportatrice di bene.
Il maestro non si sentirà più isolato, ma nel comune lavoro, troverà
nei colleghi degli amici e dei consiglieri.
Segue la relazione della Maestra
Ethel Bonnet della Scuola dei Jourdans di Angrogna sul Congresso Pedagogico di Firenze cui partecipò quale insegnante di scuola pluriclasse.
Mette in luce le difficoltà in cui si vengono a trovare gli insegnanti che devono dirigere ben cinque classi e tratteggia un quadro psicologico degli alunni che frequentano queste scuole
e finisce il suo dire con questa frase;
« Il poco che si può fare sia fatto bene ».
Per ultima parla, la Maestra M. Teresa Varolo della scuola di Gassino
sul Movimento di Cooperazione Educativa, mettendo fra le mani dei presenti tutto un ricco materiale didattico realizzato lavorando fra i bambini di una prima elementare.
Alle 18 il torpedone riprende la via
del ritornò.
Si legge nello sguardo di tutti la
gioia per la bella e proficua giornata
trascorsa insieme. E il sole al tramonto sorride dietro al Brich die buie,
limpido e sereno come la sguardo dei
nostri scolari. D. L. T.
Chi si fo.sse trovato, la domenica
mattina 26 ottobre verso le nove ai
nostro Asilo di San Germano Chisone, avrebbe visto un movimento insolito di vecchietti vestiti a festa, ben
rasati e tutti allegri che si preparavano a salire su un pullman offertoci
uai Vlllaresi.
Eravamo una trentina dei più validi, invitati a trascorrere una giornata con la parrocchia di Villar Pellice. Dopo esserci fermati all’Asilo di
San Giovanni a raccogliere alcum
compagni di viaggio, e dopo aver traversato ed ammirato con interesse la
bella valle del Pellice, eccoci al Villar.
Il primo saluto ci viene dato dalia
signora Geymet che ci apre la sua casa e ci offre un’ottima tazza di caffè
con biscotti. Poi sentiamo’ un coro cne
si avvicina: sonoi i bimbi della Scuola Domenicale che, guidati dal loro
Pastore, vengono uno per uno a stringerci la mano. Questo commuove molto 1 nostri cari vecchi.
Ci rechiamo quindi al culto nel
Tempio, cosa che da anni i nostri non
possono più fare a causa della lontananza.
Dopo il culto, le tavole imbandite
pel pranzo ci attendono nella sala delle attività, e con gesto fraterno da
noi molto apprezzato, vengono a tavola con noi i membri del Concistoro,
alcune personalità della chiesa e parecchi « veterani » villaresi. Il sig. Geraldo Mathieu, che rappresenta anche la C.I.O.V. di cui è membro, ci
rivolge un messaggio molto fraterno
e yivo.
Dopo una breve passeggiata al sole,
ci ritroviamo nel pomeriggio per un
bel trattenimento di musiche, cori e
fanfara formata da otto baldi giovani che ci hanno suonato con fervore
i nostri begli inni ed il Giuro di Sibaud.
Poi le giovani che già hanno tanto
lavorato, ancora ci offrono una buona tazza di thè con contorno ed arriva così l’ora della partenza.
Vorremmo ancora dire quanto siamo grati ai Villaresi per averci offerto questa giornata di gioia e soprattutto ai giovani che ci hanno dedicato la loiro giornata e la loro fatica.
Ci siamo proprio sentiti in famiglia
e questo è stato il dono più bello di
cui ancora ringraziamo Iddio.
Fiorella Comba
ÇPRIÈRE^
Dimanche matin, heure du culte.
J’entre dans une de nos églises des
Vallées et je me sens saisi de douloureuse émotion en voyant tant de
places vides. Une prière jaillit de mon
coeur:
Seigneur, cherche ceux qui ne te
cherchent pas; aime ceux qui ne t’aiment pas; bénis ceux qui ne te bénissent pas. L. M.
3
L'ECO DELLE VALU VALDESI
— 3
I lettori d scrivonommm e molto i
La querelle des
oncles et des neveux
In difesa
di Foster Dulles
Un confiteor...
Non accusa il Collegio !
Accusa noi tutti solidalmente.
Leggo in prima pagina de l’Eco delle
Valli N. 42, sotto il titolo « Gloria e Verità », un rimprovero aU'evangelico americano Poster Dulles perchè ha rappresentato il governo degli Stati Uniti al funerale
di Pio XII. Certi equivoci — conclude
l’Eco — sarebbe bene non lasciarli troppo
politicamente nell’ombra.
Il rimprovero è sottolineato da un grassetto ben visibile e, certamente, i lettori
dell’Eco non possono che approvare pienamente quanto l’autore del trafiletto ha
scritto.
Ma, pur approvando, non possono non
provare anche un senso di disagio perchè
quella disapprovazione, per un altro verso,
colpisce anche noi stessi...
Quando è morto Pio XII il nostro Collegio di Torre Pellice ha fatto vacanza e
quando è stato eletto il papa Giovanni
XXIII, altrettanto... Tenuto conto delle
proporzioni e delle responsabilità, noi siamo ancor più responsabili di Poster Dulles in fatto di adesione ad una manifestazione religiosa cattolica...
Il povero Poster Dulles, almeno, era legato da doveri di ufficio che poteva anche
considerare come cosa di forza maggiore
(dico lui, anche se non lo approvo), ma
noi, piccoli Valdesi nascosti in mezzo ai
nostri monti, avevamo proprio bisogno di
proclamare una vacanza scolastica perchè
è morto o perchè è nato quel Vicario di
Cristo di cui noi, da quando esistiamo,
contestiamo la legittimità ed al quale, piuttosto che sottometterci come a capo religioso, noi dobbiamo esser pronti a morire sul rogo, oggi come in passato?
Era proprio il caso di far vacanza per
il nostro Collegio? Le autorità scolastiche
non avrebbero forse potuto ammettere che
nel nostro stesso nome di « Collegio Valdese » era implicita la impossibilità di solennizzare la morte o la elezione del papa... Come anche di certe altre feste del
calendario di cui l’osservanza da parte nostra è sempre di nuovo una stonatura... E
se proprio le autorità scolastiche si fossero irrigidite nell’imporci una vacanza, non
potevano forse i nostri professori portare
gli alunni nella vicina casa Valdese ed ivi
intrattenerli in modo che fosse almen salva la nostra coscienza religiosa?
Tutto ciò fatto, ben inteso, senza spirito polemico e senza nascondere la nostra
simpatia verso i nostri fratelli Cattolici in
lutto ai quali però anche in quest’ora solenne, anzi, proprio in questa, noi dobbiamo per dovere di vocazione dare la
nostra testimonianza e ripetere che quel
Cristo che ha vissuto in mezzo all’ostilità
umana ed è morto sopra una croce con
una corona di spine sul capo, non può
avere dei vicari umani sulla terra... Dei
vicari che vivono é muoiono in un modo
così diverso da lui.
Prevedo una grave obbiezione:
— E i nostri studenti che tanto gioiscono per una vacanza fino al punto da salutare con i battimani anche un lutto? Vuoi
proprio privarli anche di questi piccoli
incerti provvidenziali che vengono ad alleviare un poco la loro dura fatica dì studenti?
— Capisco e abbondo nel senso di non
aggravare il loro travaglio ma anzi di alleviarlo il più possibile.
Propongo che fra qualche settimana,
quando il nostro caro Moderatore tornerà
dall’America, si dia un giorno di vacanza
al nostro Collegio, e propongo che altre
occasioni ancora si trovino per regalare
loro il beneficio di un po’ di distensione,
ma insisto che in fatto di coerenza dobbiamo esser più che vigilanti e che è inutile di fare un appunto sul giornale al
ministro Poster Dulles se poi noi, sul piano delle nostre responsabilità, facciamo
come lui. Enrico Geymet.
P. S. —• Per la cronaca giova ricordare
che nella scuola valdese di Palermo si
sono tenute le lezioni nei giorni in questione. E se è vero che si tratta di una
scuola privata e non pareggiata, è pure
vero che deve rendere testimonianza in
un ambiente ben altrimenti ostile che il
nostro.
1
CANTO SACRO
La Commissione del Canto Sacro propone allo studio delle Corali
0 delle Scuole Domenicali, in vista delle Peste di Canto della primavera dell’anno 1959 gli inni seguenti:
CORALI
INNARIO CRISTIANO
200 (1,2) metronomo: semiminima 100
210 (1,2,3,) metronomo- .semiminima 72
Il terzo inno italiano verrà iomito dalla Commissione e potrà
essere utilizzato per la Coniemiazione dei Catecumeni.
PSAUMES ET CAN TIQUES
50 (1,2,3) metronomo: semiminima 92
56 (1,2,3) metronomo: seniiminima 100
SCUOLE DOMENICALI
INNARIO CRISTIANO
42 (1,2,3) metronomo; semiminima 100
93 (1,2,3) metronomo: semiminima 92
145 (1,2,3) metronomo: semiminima 80
PSAUMES ET CANTIQUES
29 (1,2,3) metronomo: semiminima 84
141 (1,2,3) metronomo: semiminima 80
OSSERVAZIONI
Le Peste di Canto avranno lu»gc, la primavera prossima, per le
Corali: a Luserna tí. ciiovanni ed a Pomaretto. La data sarà fissata di comune accordo con la Commissione Distrettuale. Cosi
pure avverrà circa la data e le località delle feste di canto per le
tícuole Domenicali. Ne sarà nato avviso tempestivo sul giornale.
Linno italiano 93 assegnato alle Scuole Domenicali deve essere
cantato atìOassato di un tono e mezzo: prima nota = RE. L’inno
francese 29 sarà pure cantato abbassato di un tono e mezzo: prima
nota = HE. L'inno francese 111 sarà invece cantato abbassato di
un tono: prima nota - LA.
I Dirigenti delle Corali che desiderano ricevere la visita di un
memoro della Commissione del Canto Sacro sono pregati di accordarsi tempestivamente col Presidente della Commissione; Pastore
E. Aime — ANGROGNA.
I Direttori delle Scuole Domenicali che intendono far cantare inni
a due voci sia delTInnario che dello Psaumes et Cant^ues tengano
presente il fatto che il contralto, cosi com’è scritto nei nostri Innari, è adatto per il canto a 4 voci e non a 2. Per le opportune modifiche, es.si sono pregati di rivolgersi direttamente al Prof. Ferruccio Corsani — Collegio Valdese — TORRE PELLICE. .
Ogni Corale è tenuta a preparare in vista delle Feste m Canto,
oltre quelli assegnati dalla Commissione, ovvero due inni a scelta
nei nostri Innari, ovvero un inno ed un coro. Raccomandancio a
tutti di curare in modo particolare la preparazione degli irmi di
insieme, preghiamo i singoli Direttori di Corali di voler segnalare
tempestivamente al Presidente della Commissioiie gli inni ^Iti
che saranno eseguiti da soli. Ci6, allo scopo evidente di evitare
Le Corali che abbiano bisogno di inni scritti m vano immero d*
copie col sistema Dupleco, si rivolgano direttamente al Prof. Ferruccio Corsani il quale procurerà il numero di copie desiderato a
prezzo modicissimo. , o. • ■ , __
I Direttori delle Corali sono vivamente pregati di inviare al Pr^
sidente della Commissione del Canto Sacro ^a copia ^ tutti gli
inni o cori religiosi o folkloristici sinora citati dalle Corali.
sto, onde si proceda celermente all’arricchimento dell archilo delle Corali che già si trova presso la Signora Lina Varese —
S.ta Margherita - Torre Pellice. Tale archivio è -- imri occom
ripeterlo — sempre a disposizione di tutte le Corali. ’Tale invito
è anche rivolto a tutte le persone che desiderassero fornire il detto
archivio di materiale antico o recente che possa essere utilizzate
Alle Corali, alle Scuole Domenicali ed a tutti coloro che le dirigono, esprimiamo l’augurio di un anno benedetto di lavoro sotto o
sguardo del Signore. Ea Commissione del Canto Sacro
7. I
Liberth per tutti
Egregio Sig. Redattore,
Ho trovato giusto che l’anziano signor
D. Jalla abbia espresso il rincrescimento
della Comunità dì Ivrea nel veder partire
così su due piedi il suo Pastore e che. la
espressione di quei sentimenti dì affetto
venisse pubblicata proprio sull’Eco delle
Valli perchè la riconoscenza e l’apprezzamento di una comunità per il proprio Pastore è sempre di edificazione per tutti i
nostri lettori. E questo è stato fatto senza
nessuna intenzione irriguardosa verso il
loro nuovo Conduttore spirituale.
Ho trovato invece ingiusto che lei si
scusasse di avere pubblicato tale articolo
perchè il giornale deve essere aperto a
tutti e quindi anche alla Comunità di
Ivrea per esprimere liberamente il proprio
pensiero senza intenzioni polemiche.
Colgo intanto l’occasione per dirLe, anche a nome di numerosi lettori, che apprezziamo veramente « L’Eco delle Valli »
e lo leggiamo con molto interesse ed edificazione.
Con cordiali saluti.
Lina Varese.
C’est au Collège Vaudois de La Tour,
avec cet inoubliable professeur de français
(pour ceux de ma génération) qu’a été Jean
Coïsson, que j’appris à connaître la « querelle des anciens et des modernes ». Il faut
que j’ajoute tout de suite que rien de ce
que j’appris avec Jean Coïsson n’a été depuis oublié (je ne pourrais pas dire autant
des autres professeurs, hélas!).
Or, voilà que de nos jours éclate un nouveau genre de querelle, et précisément celle des oncles et des neveux. Ou, pour mieux
dire, deux querelles, et sur deux plans, religieux l’un et l’autre, mais l’un à l’autre
opposé.
La querelle des neveux, c’est celle dont
nous avons appris maints détails grotesques,
à propos — entr’autres choses — de certaines exemptions fiscales, que notre gouvernement, pardon, M. Andreotti, ministre du Trésor, a amplement justifiées. On
n’est pas neveu de pape pour rien, il paraît. (Heureusement que le nouveau pape
a des frères paysans: il n’appartiendront
pas à la « noblesse romaine »).
Et la querelle des oncles, hélas, c’est la
nôtre. Faut-il admettre que les oncles ont
le droit de s'e mêler des affaires des neveux? est-il permis qu’ils tranchent court
sur le corps vif de l’église, oubliant que
cette église, en somme, a beaucoup plus de
La difficile umiltà
Egregio Direttore,
voglia perdonare ad una fedele abbonata dell’Eco e della Luce se si prende la
libertà di inviarLe queste poche righe a
commento di un interessante articoletto
apparso recentemente sull’Eco (N. 42 c. a.)
e firmato dal sig. Davide Jalla: «Cambio
del Fastore ».
Fremetto di non conoscere nè l’autore
del suddetto articolo nè alcun membro delia « zelante e fervorosa » comunità di
Ivrea ne tampoco la « meno numerosa e
meno attiva » comunità di Biella: gli aggettivi che mi sono quindi permessa di
rderire qui sopra rispettivamente all’una
ed all altra comunità, mi sono stati gentilmente suggeriti dall articolo in questione
elle, in modo davvero esemplare e degno
della Ctiiesa di Cristo cui certo gli zelanti
Eporediesi sono convinti di appartenere.
Ila designato con pochi tratti magistrali la
fisionomia delle nue Cliiese. Nel leggere,
si è di colpo trasportati nella edificante
atmoslera che doveva y,jjpare, ai tempi dei
Montecclii e dei Caputeti... e per di più,
adirne, qui non si tratta di due famiglie
nemiche che, in un odio secolare, hanno
scordato completamente le leggi dell’amore di Dio, densi di due comunità sorelle
che riconoscono lo stesso Salvatore, conlessano io stesso Credo e si gloriano dello
stesso antico nome di Valdesi.
Non so se altri, leggendo, abbia provato la medesima dolorosa impressione di
scontorto che io ne ebbi e che mi ha spinta oggi a scriverLe, signor Direttore. Non
IL PASSATO CI PARLA
Le nostre scuole
La Scuola ha sempre avuto uaa
parte molto importante nella nostra
opera di evangelizzazione.
Apprezzate e ricercate ovunque, le
nostre Scuole, per quanto modeste,
hanno compiuto un’opera benefica a
prò dei piccoli e delle loro famiglie e
sono state spesso mezzo di converslo
ne.
Eccone alcuni esempi:
Firenze, Via Serragli (1889-1890)
« Nel cuor dell’inverno, una madrj
che veniva ad avvertire Tinsegnante
deU’impossibilità in cui la sua bambina si trovava di venire alla scuola
a cagione dei geloni che le impedivano di camminare, aggiungeva che la
figliola l’aveva pregata con insistenza di portarla a scuola in braccio!...».
« Un giorno la maestra anmmziò
una vacanza, e i bambini rimasero
in profondo silenzio. Come? — esclamò la maestra — io credevo di darvi
una buona notizia. — No, no, risposero essi, noi stiamo più volentieri a
scuola... ».
« Un padre, costretto per ragioni di
famiglia a mandare il suo figliolo
maggiore in un’altra città, venne a
salutare l’insegnante dicendo quanto
gli dispiaceva di dover levare il suo
bambino dalla nostra scuola. « Per
ragioni d’ufficio sono stato in varie
città, ed ho provato diverse scuole,
ma non ne ho mai trovata una alla
quale i bambini andassero con tanto
amore come alla loro. Questa è una
bella istituzione e vi manderò volentieri .i miei figli, perchè oltre all’istruirsi, vi diventano anche più
buoni. E questo l’ho detto franca
mente anche ai miei compagni d’ufficio, i quali si mostravano meravigliati che io mandassi i miei figli ad
una scuola evangelica ».
San Remo (1892-1893)
I bambini amano la scuola, cui accorrono sempre regolari e puntuali e
neveux que d’oncles? Après une patriarchie, voire même une matriarebie, notre
église vaudoise jonirait-elle d’une bénévole
protection des oncles, dont la délicate attention irait jusqu’à se prononcer sur les
actes officiels de notre vie ecclésiastique?
Et pourtant, le salut de notre église d’un
fléau de ce genre est confié, il semble, à
des personnes qui, très proches des oncles
et sous un certain aspect très égales à eux,
ont cependant depuis cent ans au moins été
les anges tutélaires de notre petite vie de
province, de notre vocation collective, de
notre vie populaire et famiUale. Je pense
à nos tantes, à nos tantines, à nos magne, à
nos dando, avec ou sans coiffe vaudoise,
dont personne n’a encore fait l’éloge, sur
lesquelles personne n’a encore écrit un livre, et qui cependant mériteraient, dans
notre souvenir et bien plus dans notre reconnaissance, une place à part. Si je ne me
trompe, notre ami Giorgio Spini les a décrites dans ses ouvrages de jeunesse. Mais
qui dira ce que chacun de nous doit vraiment aux tantes? Leur panégyrique n’a pas
encore été dit, probablement parce qu’il
faut encore attendre. Attendre que nos
tantes se jettent entre les oncles et les neveux, pour ramener la paix si souvent troublée.
Th. BiUMA
so se ad altri, nel prender nota dello « zelo e fervore » in cui i fratelli di Ivrea si
vantano di non esser mai stati secondi « a
nessuno », siano subito affiorate alla mente le parole di quel Fariseo che stava ritto in pie’ nel mezzo del tempio, autoincensandosi e nutrendo compassione per il
povero Pubblicano che, poco lungi, si
batteva il petto. Ma penso di sì, e credo
fermamente che nessuno fra noi vorrebbe
essere il giovane Pastore il quale, all’inizio del suo ministerio, dovrà affrontare
una comunità incapace di dimostrare il
proprio amore, la propria carità, il proprio
spirito cristiano! Amore verso' i fratelli di
Biella che forse, appunto perchè inferiori
nel numero e nelle attività, più di essi
avranno vivo bisogno della presenza di un
Pastore; carità verso il Ministro che viene
mandato fra loro e che si trova invece di
fronte ad una Chiesa chiaramente ostile;
quello spirito cristiano per cui noi sappiamo che solo gli ultimi saranno i primi e
che senza umile convinzione del nostro
nulla, nulla potremo in Dio.
Signor Direttore, si parla molto di Vaticano in questi giorni e, a torto o a ragione, si cita Kierkegaard: ma quanti piccoli Vaticani racchiudono le nostre parrocchie? Su quanti troni abbiamo eletto
ì nostri piccoli Pontefici?
Mi perdoni e gradisca l’espressione sincera dei miei più fraterni sentimenti.
Florestana Sfredda P.
Milano, 27-10-58.
ritraggono non poco miglioramento
morale, prova ne sia la testimonianza di una madre: «Il mio figlio, che
minacciava di diventare uno scapestrato, ha subito un gran cambiamento da che frequenta le scuole
evangeliche ».
Le lezioni di Storia Sacra sono le
preferite e segni non dubbi d’interna
commozione, fino al versar lagrime
all’udire dell’amore di Gesù, si poterono raccogliere. Un piccolo infermo
settenne diceva a chi avvicinava il
suo letto : « Non so se guarirò. Gesù
solo lo sa, ma guarì tanti malati che
se lo prego guarirà anche me ».
Vittoria (1900-1901)
Caratteristico il caso di un padre
di famiglia, i cui figli andavano alla
scuola comunale mentre la loro madre era in vita, ma perdutala, egli
motiva la domanda di ammissione
nelle nostre scuole, perchè in esse « si
hanno cure materne per i bambini ».
Cominciamo a raccogliere dei frutti. Ecco ad esempio quella Vannina,
inferma, che si trascina ogni giorno
sulla soglia della porta di casa, da
dove ode i canti dei compagni, e colla
voce fioca s’unisce ad essi per ripetere: «Verso Lui che m’ama, in cielo...»; e quelle sue due amiche che,
sapendola povera ed ammalata, ogni
sera le portano l’uovo che la mamma
ha destinato loro per cena.
E si potrebbero moltiplicare gli
esempi.
Forse qualcuno dirà: Ma dove sono
ora le centinaia di bambini che sono
passati per le nostre Scuole?... Ben
pcchi si Eon uniti ufficialmente a noi.
E’ vero; ma questo non deve preoccuparci: a noi di seminare fedelmente, anche se non vediamo subito il
frutto del nostro lavoro; al Signore
di far crescere e germogliare ; i frutti
li raccoglieremo un giorno nel Regno
dei cieli. Selma Longo
POST
SCRIPTUM
Il ” caso ” di Ivrea ci ha procurato una
piccola valanga di lettere.
Poiché diversi lettori mi hanno, a voce
o per iscritto, espresso la preoccupazione
che l’Eco non rimanga una libera tribuna,
aperta al parere di tutti, tengo ad assicurare che il mio desiderio più vivo è invece
che esso rimanga tale, finché sarà affidato
alla mia responsabilità.
Le mie ” scuse ”, nel corsivo dello scorso numero, non volevano negare all’Anziano Jalla ed a chiunque altro il diritto di
esprimere il proprio parere, anche se di
protesta e di critica; ma si riferivano alla
forma con cui questo parere era stato
espresso; e le avevo pensate rivolte anche
a lui, poiché la sua lettera gli aveva procurato una risposta il cui tono non era certo
più sereno, anzi. (Anche se ricevo ora un
biglietto del dott. Bonnet in cui si dice
spiacente che la lettera, intesa come strettamente personale, sia stata pubblicata. —
A questo proposito, e per evitare il ripetersi di simili disguidi, prego coloro che
volessero scrivermi in forma che desiderano mantenere privata di indicare, in capo
alla loro corrispondenza: ” personale ”,
Grazie!). Pubblichiamo qui accanto alcune
risposte e ” impressioni ” che potranno interessare non come un piccolo match verbale, ma come manifestazione di una sana
libertà di giudizio riformata, e perché il
problema di fondo è importante.
I lettori e i corrispondenti devono tener
conto del fatto che l’ECO è un giornale
della Chiesa. Il che non significa (né lo si
può accusare di questo, nella sua ormai
lunga storia!) che sia un giornale ’’governativo ”, addomesticato; significa che intervenendo su di esso si ha sempre in vista
l’edificazione della Chiesa, che naturalmente può comportare anche la critica: ma qui
più che mai vale il ” verità in carità ”, cioè
quello sforzo sincero di obiettività che si
esprime in una carità che non é il molle
tutto comprendere e lasciar correre, ma che
dà il tono a ciò che si dice, che lascia avvertire il sentimento con cui lo si dice. Abbondavano (e abbondano) gli interventi
” antagonisti ”, di questa reciproca obiettività, di questo tatto pure invocato, di questa gentilezza che non è formale cortesia,
ma espressione avvertibile della nostra fraternità cristiana e della nostra umiltà? Tutto ciò che è stato detto dall’uno e dall’altro
era lecito — ed in questo senso accetto la
condanna delle mie ” scuse ” da parte dei
lettori preoccupati di un possibile conformismo che però non mi sento affatto congeniale —; non altrettanto accettabile, mi
pare, il modo con cui è stato detto.
Chiudendo la questione, vorrei però dire ai lettori quanto è rallegrante questa
corrispondenza che a poco a poco si avvia
con loro: il nostro augurio è che continui
ed aumenti, in tutta libertà, in fraterna cordialità, nell’obiettivo sforzo di edificazione
della Chiesa cui accennavo, e che vi ricordiate di scriverci non solo per protestare
ma ver dare. Gino Conte.
da
Clotilde Codino
Via Repubblica, 16
TORRE PELLICE
Vasto assortimento
foulards - fazzoletti - cravatte
guanti - calze - parures
tovaglie e centrini
Corredini per neonati
Vestine e costumini per bimbi
e molti altri articoli
VISITATECI
Convenienza - Qualità - Scelta
4
Ci sono molti disegni nel
cuor dell'uomo, ma il piano dell'Eterno è quello che sussiste.
Dai Proverbi.
L'Eco delle
i Valdesi
Non c'è sapienza, non intelligenza, non consiglio che valga contro l'Eterno.
Dai Proverbi.
ECO DI LIBRERIA
Per i giorni che Dio ci dà
Non è troppo presto per pensare al modo come conteremo i nostri
giorni l'anno prossimo. Non è troppo presto, perchè, anzitutto, fra tutti
i calendari che il commercio ci offre, no! dobbiamo scegliere quello che
meglio si confà al nostro gusto, alle nostre più intime aspirazioni, alla
nostra fede. E non è troppo presto, in secondo luogo, perchè la grande
varietà di calendari con meditazioni religiose impone una scelta che
dobbiamo fare con calma. E non è troppo presto, infine, perchè... potrebbe esser troppo tardi rimandare il nostro acquisto al 31 dicembre
o al primo gennaio. Il tutto esaurito, in questi casi, precede spesso le
nostre esitazioni. Scegliamo dunque subito. La Libreria Editrice Claudiana (Torre Pellice), vi offre qui un elenco di quanto potete desiderare.
Inviare ordinazioni e versamenti mediante C.C.P. 2/17557.
A) Calendari mensili
VALLI NOSTRE, illustrato a colori
THE WALDENSIAN CHURCH CALENDAR 1959
Calendario in lingua inglese, con illustrazioni
a colori. Contiene un versetto per ogni giorno
B) Calendari con meditazioni per il 1959
MEDITAZIONI EVANGELICHE
a cura della Commissione Biblica della Chiesa
Valdese (in corso di stampa)
PAROLES ET TEXTES POUR 1959
E', il, gfelebrè. libricino della Chiesa dei Fratelli
Moravi, giunto alla 229.ma edizione. Contiene
in calce il calendarip civile, ha in ogni pagina un
' passò biblico', una preghiera e un breve pensiero
UNE PAROLE POUR TOUS
E' il calendario con meditazioni della Chiesa Riformata di Francia.
In blocco, con cartone-sostegno
A libro, in brossura
IL BUON SEME
A fogli staccabili, con cartone-sostegno
A libro, tela e oro
C) Meditazioni per l'anno, non legate al calendario
PIU' PRESSO A TE, SIGNOR, di G. Rostagno, 8“ ediz.
' In brossura
Rilegato in plastica flessibile
LA PAROLA DEL MATTINO, di Ch. Spurgeon
TOUT POUR QU'IL REGNE, di Os\wald Chambers
FEUILLES DE ROUTE, di Adèle Peiaz
AURORA E TRAMONTO, di Giovanni Bertinatti
CAMMINA CON GIOIA!, di Hélène Kocher
(Meditazioni quotidiane per giovinetti)
400
600
L. 350
L.
L.
500
350
350
450
L. 700
» 1.100
» 300
» 900
» 900
» 350
» 600
Confe|no dei Conàtori
{segue dalla l.a pag.)
quando si vuol essere « pratici » ad ogni
costo, considerando come ammesse pacificamente (o inutili) le qnistioni di principio, queste si vendicano rientrando per la
finestra, dopo esser state cacciate dalla
porta. E così sembra, al cronista, esser accaduto nella discussione di S. Secondo, che
è uscita, e ci sembra opportunamente, dalle rotaie prefissate, per toccare ü fondo
del problema.
Prescindendo inizialmente dalle conclusioni delle due relazioni, la Conferenza
(chiamiamola così) si è trovata a discutere
il problema formulato dal pastore di San
Germano Chisone: Quale applicazione ha
avuto nelle nostre Comunità l’art. 181 (ora
art. 177)? Dopo un’interpretazione rigoristica, se n’è avuti'una lassista; quale deve essere il nostro atteggiamento?
L’articolo succitato dice: «La disciplina
più efficace essendo quella che si esercita
coi mezzi di persuasione ed in uno spirito
di carità e di sollecitudine cristiana per le
anime, ad essa devono soprattutto ricorrere
i Pastori e i Consigli di Chiesa nei riguardi dei membri di Chiesa. Tuttavia, quando una condotta riprovevole dal punto di
vista morale o religioso è accertata dal
Consiglio, la persona che se ne è resa colpevole viene, per decisione di esso, sospesa od esclusa dai Suoi privilegi di membro
della Chiesa ».
Un articolo che nella sua formulazione
attuale è il frutto' del lavoro e del travaglio di molti Sinodi, di generazioni e di
esperienze diverse e che pure, oggi, l» novembre 1958, ai pastori, agli anziani e
diaconi non appare chiaro. Tutti infatti sono d’accordo nel considerare che il matrimonio misto celebrato nella Chiesa Romana sia da considerarsi « colpa » e tutti,
ci è sembrato, lo hanno giudicato riprovevole; ma... il problema è un altro. Infatti
il coniuge (o aspirante coniuge) valdese,
che si accinge a celebrare il suo matrimonio davanti al prete, « dietro l’altare » come si suol dire, è consapevole della gravità dell’atto che si appresta a compiere?
Si rende egli conl^ che si tratta di un vero e proprio rinìtegamento della propria
fede, condotta cioè « riprovevole dal punto di vista religioso » e come tale passibile di sanzioni ecclesiastiche: sospensione
o esclusione?
Gli interventi di numerosi pastori, l’elenco altrettanto numeroso di « casi » specifici, sembrano dimostrare che nella parte valdese rimane, in buona fede talora,
la convinzione questa celebrazione del
rito nella Chiesa Cattolica non lede la posizione valdese dell’interessato.
La discussione diventa quindi molto ampia; sospesa a mezzogiorno, riprenderà nel
Dalle nostre comunità
PERRERO MAlVIlGLm
Nel mese di Ottobre sono stati celebrati, a breve distanza l’uno dal
l’altro, due matrimoni. Il 18 il signor
Robert Massel e la signorina Nella
Pons hanno pronunciato il loro sì
davanti al Past. Davite di Villasecca
che sostituiva per l’occasione il Past.
Rivoira, temporaneamente in Svizzera. Alla cerimonia sono intervenuti
numerosi invitati tra cui alcuni parenti della sposa provenienti dalla
Francia. Gli sposi si stabiliranno in
Perrero.
Sabato 25 il signor Franco Bonino
e la signorina Graziella Micol, della
Chiesa Valdese di Maniglia, si sono
uniti con rito civile. Dopo la cerimonia gli sposi sono scesi a Perosa dove
si stabiliranno. Alle due nuove famiglie gli auguri più cordiali ed affettuosi.
L’Unione Giovanile di Perrero ha
recentemente ripreso le sue attività.
E' stato eletto alla presidenza il signor Alberto Ghigo, al quale auguriamo un anno di buon lavoro e di collaborazione da parte di tutti gli Unionisti.
PR A LI
Il 2 novembre è stato amministrato
il battesimo a Carla Pascal, di Filiberto e di Urna Grill. Che il Signore
sostenga i genitori ed i padrini nel
mantenere giorno dopo giorno l’impegno che hanno preso dinanzi al
Signore nei confronti di questa piccola bimba che Iddio ha aggiunta al
Suo gregge.
Il 2 novembre è stato celebrato il
culto con S. Cena, in commemorazio
Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice ■ c.c.p. 2/17557
Tipografìa Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
ne della Riforma e come culto della
ripresa. Ci auguriamo che esso segni
una vera e profonda ripresa della nostra vita ecclesiastica.
Sabato 1® novembre si è avuta la
seduta iniziale del nuovo anno di attività dell’Unione giovanile. Il pastore Comba ha tenuto la meditazione
inaugurale: tutti i giovani sanno che
sono attesi e che hanno il loro compito in questa riunione che è particolarmente loro.
Il 3 e 4 novembre ha avuto luogo,
ad Agàpe, l’ormai tradizionale Raduno responsabili delle Unioni Giovanili delle Valli, all’inizio del nuovo
anno di attività. I partecipanti non
erano molti, neppure da Prali... Ma
i! Convegno è riuscito egualmente, e
ci auguriamo che abbia dato qualche
indicazione utile i^r l’attività imioDistica dei nostri giovani.
PRAROSTliO
Battesimi. Hanno ricevuto nel battesimo il segno della grazia: Simond
Guido di Fioretto e di Cardon Irma,
del Collaretto, domenica 28 settembre;
Robert Renzo di Alberto e di Monnet Wanda, di Favè, domenica 5 ottobre; Piola Gilberto di Ettore e di
Plavan Elena di Novara, battezzato
nella scuola dei Cardonatti lunedì 6
ottobre. Il Signore li aiuti a «crescere in sapienza e in statura e in grazia
dinanzi a Dio e agli uomini ».
Matrimoni. Hanno celebrato il loro matrimonio, invocando la benedizione del Signore: Gay Elio (Ser) e
Costantino Enrichetta (Collaretto)
sabato 18 ottobre; Rol Attilio (S. Secondo) e Fornerone Evelina (Molerei
giovedì 30 ottobre.
Che la loro unione diventi altresì
una alleanza con Dio.
Assemblea di Chiesa. Domenica 2fi
ottobre, abbiamo avuto l’assemblea di
chiesa, all’ordine del giorno della quaf.gurava: relazione sul Sinodo, domanda di alcune famiglie di far parte
della nuova parrocchia di S. Secondo, elezicne Anziani del quartieri del
Collaretto e dei Cardonatti, varie.
Per la relazione sul Sinodo, ha ri
ferito il Pastore, sottolineando gli argomenti più importanti dibattuti nel
corso della ultima sessione sinodale,
applicandoli alla nostra vita ecclesiastica parrocchiale locale.
In merito alla domanda di alcune
famiglie di far parte della Chiesa di
S. Secondo, l’assemblea ha vagliato
le ragioni prò e contro questa domanda, in uno spirito fraterno. Nella discussione è chiaramente emersa la
contrarietà a staccare ancora altre
famiglie ed altri, membri dalla nostra
parrocchia, per moltissime ragioni;
tuttavia, in sede di votazione, l’assemblea ha concesso alle dette famiglie di iscriversi alla parrocchia di
d. Secondo.
Sulla elezione di due nuovi Anziani, l’assemblea ha deciso di soprassedere. per mancanza di tempo ad addivenire a una elezione meditata.
Ripresa. Le varie attività della
Chiesa hanno ripreso il loro ritmo
tradizionale del tempo invernale (dalla scuola domenicale, al catechismo,
all’unione giovanile, all’unione delle
madri, alle riunioni). Domandiamo
al Signore di porre il suggello della
sua benedizione su queste attività,
onde esse risultino profìcue per la nostra vita spirituale individuale e di
comunità credente.
ZURIGO
pomeriggio e tocca vari argomenti. Si parla della funzione costruttiva della disciplina; si deplora una certa confusione caratteristica dell’ambiente valdese tra punto di
vista morale e punto di vista religioso.
Ma sempre si è richiamati alla necessità
di « fare qualche cosa ». Il pastore E. Aime articola in tre punti la formulazione di
questa esigenza: 1. La Chiesa deve intervenire; 2. La Chiesa deve far presente al1 interessato valdese che egli commette errore e colpa; 3. Nel caso in cui tutti i mezzi di persuasione esercitati con spirito di
carità risultino inefficaci, la Chiesa deve
prendere atto di questo fatto ed applicare
la sospensione (non la esclusione o radiazione).
E’ necessario ad ogni modo dire all’interessato: Fai male; il silenzio equivarrebbe a dire: Fa’ pure! Energia e carità;
ma in quanto alle sanzioni, sono esse compatibili con la carità? Certamente, afferma
un giovane pastore con impeccabile rigore
di drastica logica, altrettanto drastica formulazione; anzi queste sanzioni sono appunto una inevitabile manifestazione del
vero amore della Chiesa; amore non è indulgenza.
D’altra parte, osserva uno scrupoloso os
servante: l’Assemblea non può legiferare
troppi sono gli interessi in gioco; riservia
mo la decisione al Sinodo.
Ancora un accenno alla utilità di isti
tuire delle riunioni di « jeunes ménages »
una deplorazione dello scarso senso comu
nitario delle nostre parrocchie e della dif
fidenza, per non dir peggio, con cui s
guarda ai nuovi venuti; poi il pastore dott
A. Ribet chiude la discussione: «Siamo
intesi come conclusione sulle linee gene
rali ». Il cronista si augura di esser riu
scito a « dégager » queste linee generali ;
avrebbe preferito un o. d. g. che lo liberasse da questa responsabilità; ma forse
è bene che molto si sia parlato e poco concluso; il problema è sempre aperto e sub
indice; se ne parlerà ancora per molto tempo; forse che la nostra vita non è un continuo ripensamento?
La moralità alle Valli era stata segnalata fin dall’inizio come uno dei tre argomenti in discussione. Sennonché di fronte
alla gravità ed alla complessità dei problemi sollevati, la discussione si limita a
prenderne atto, osservando la carenza dei
Concistori in questo campo e la obliterazione della figura dell’anziano.
In merito alla testimonianza evangelistica, concorde il giudizio negativo, anche
se, opportunamente, viene ricordato che
non va sottovalutata la presenza operante
di un resto fedele. Da parecchi oratori vien
posta in rilievo ed analizzata la carenza
della testimonianza valdese di fronte all’ambiente pagano o cattolico; si parla di
timidità, di paura, di amor di quieto vivere, di eccessivo scrupolo nei confronti
dell’altrui posizione religiosa. Si domanda
la preparazione di strumenti adatti (pubblicazioni). Il pastore E. Aime sottolinea
il fatto che le nostre comunità sono troppo abituate sul piano spirituale a ricevere,
senza mai dare niente; bisogna richiamarle unitamente ai concistori alla loro responsabilità.
Alla proposta di istituzione di corsi serali di preparazione professionale, di creazione di un convitto a Pinerolo; ad una
migliore utilizzazione del Convitto di Torre Pellice in relazione agli studenti delle
parrocchie del Val Pellice; alla legislazione dell’apprerwiistaio (relat. dott. Durand);
ad un perfezionamento del regolamento
delle Borse di Studio vengono consacrate
le ultime battute dell’incontro.
Al pastore R. Nisbet, al suo Concistoro
ed ai giovani di S. Secondo la gratitudine
degli intervenuti per la fraterna ospitalità.
Una parola di conclusione è data dal
sovrintendente: «Guai a me, se non evangelizzo »; Paolo poteva pronunziare queste parole perchè poteva dire: « Non più
io vivo, ma Cristo vive in me »; è la parola d’ordine per la nostra ripresa.
rep.
La famiglia del
Rag. Stefano Bertin
addormentatosi nel Signore dopo breve malattia, i^el suo 86« anno, ringrazia vivamente i Pastori che lo hanno
assistito e quanti hanno preso parte
al semizio funebre, particolarmente
il Pastore Jahier, il Dott. De Bettìni,
la Direttrice, le Suore e il personale
dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice, e tutti coloro che con la loro pre
senza e con i loro scritti hanno ono
rato la persona del caro dipartito e
confortato i figli.
« Mon âme se repose en Dieu
c’est de Lui que vient ma d?
livrance». (Salmo 62: 2)
Lusema S. Giovanni, 27 ottobre 1958
La famille de la regrettée
Lydia Artus veuve Arnoulet
remercie de tout coeur toutes les personnes qui ont entouré de touchantes
attentions la chère malade et en particulier le pasteur Jahier, le docteur
Pellizzaro, la directrice et le personnel de l’hôpital vaudois de To,rre Pellice, ainsi que tous ceux qui, de toute
manière, ont pris part à son deuil.
Luserna S. Giovanni, 29 octobre 1958
I A VVISI ECONOmiCI
BUONA FAMIGLIA MILANESE cerca giovane per cura 2 bimbi (10 mesi e 4 anni). Rivolgersi a Rostaii
Nelly - San Germano Chisone (Torino).
CERCASI giovane evangelica dai 20
ai 30 anni per aiuto lavori leggeri
domestici e per compagnia. Trattamento familiare. Cesira Calistri, via
Panicale 9, Firenze.
Prof. Dr. A. Ronìscontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Università
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - -Via Palestro, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
Prof. Dr. Franco Operti
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice : previo appuntamento
Direttore : Prof. Gino Costabel
Pubblicaz autorizzata dal Tribunale
La Chiesa Evangelica di lingua ita
liana di Zurigo — Ufficio di collocamento — avvisa che le richieste di
personale in molti settori sono esaurite. E’ pertanto superfluo inviare domande o sollecitare impieghi, almeno fino alla prossima primavera.
Comunque avvisiamo i Signori Pastori e gli interessati che ogni richiesta in merito all’Ufficio di collocamento non deve essere inviata al Pastore di Zurigo, ma all’Ufficio stesso:
Seminarstr. 113 - Zurigo 6.
Si presentano solo richieste per per
sonale femminile scelto, come aiuto
di casa. In tal caso, si possono ottenere salari mensili di 250-280 franchi
Offerte urgenti, con certificati di benservito e raccomandazione del Pastore locale, da inviare alla Sig.ra Lydia
Eynard — Goldbrunnenstr. 65 — Zurigo 55.
MOBILI
Q^iuàeppe Qfiiua
Strada di S. Secondo n. 4 - Telefono 2344
P I N >E R O L O
di fronte Caserma Berardi (Alpini)
ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI
RICORDATE!
Da Mìlesi
••
Portici S. Donato, 11
PIIROLO ■ Telefono 20.35
Troverete pronto il più grande assortimento di
BUSTI, VENTRIERE, REGGIC.ALZE e REGGI
SENI — Speciale confezione dei medesimi articoli con le migliori stoffe attualmente in commercio — CINTI ERNIARI, CALZE ELASTICHE
confezionati e su misura — ARTI ARTIFICIALI
per amputati di braccia o gambe — ARTICOLi
SANITARI in genere.