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Anno 117 - N. 46
13 novembre 1981 - L. 300
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
CONTRO LA FAME DI UN MILIARDO DI PERSONE
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Due « gaffes » di rilevante portata sono apparse in questi ultimi giorni nel cielo politico europeo e non ci si può che rallegrare per la loro comparsa contemporanea.
Se infatti fossimo stati posti
soltanto di fronte all’episodio del
sottomarino sovietico carico di
materiale atomico incagliato sulle coste della Svezia, sarebbe stato inevitabile l’uso propagandistico di questo fatto da parte statunitense, tendente a concentrare l’aggressività solo dall’altra
parte e a convalidare la propria
svolta intransigente. Se invece
fossimo stati posti soltanto di
fronte all’episodio dei piani —
più o meno definiti — di un’eventuale esplosione nucleare in Europa a titolo dimostrativo-intimidatorio nei confronti delrURSS, sarebbe stato inevitabile l’uso propagandistico dall’altra parte, tendente a giustificare
le installazioni missilistiche sovietiche e a sottolineare il virtuoso pacifismo di chi plaude alle manifestazioni per la pace
dell’occidente.
Dalla concomitanza dei due fatti emerge invece in modo netto
e preciso agli occhi di noi europei un tratto comune a Stati
Uniti e Unione Sovietica: il cinico disprezzo per l’Europa che altro non rappresenta se non il
teatro del reciproco confronto,
la terra di nessuno in cui far
scavare le proprie trincee e piazzare i propri ordigni infernali.
Dovremmo forse stupirci? Saremmo cosi illusi da pensare di
esser qualcosa di diverso da un
vaso di coccio tra vasi di ferro?
Polonia o Cecoslovacchia, Italia
o Gran Bretagna, siamo nella
stessa situazione di soggezione
alle due superpotenze pur con
gradi diversi di intensità (è bene ricordare che in campo occidentale l’Italia — lodata esplicitamente in questi giorni dal comandante in capo delle forze
Nato — è la prima della classe
in fatto di « fermezza » nella soggezione). Ma se vi fosse la possibilità di un incontro dei paesi
dell’est e dell’ovest europeo basato non sulle alleanze politiche
ma sugli interessi comuni, da un
tale ipotetico consesso non potrebbe che venire un unanime rifiuto di costituire la terra di nessuno delle due superpotenze.
Questo incontro non è ovviamente possibile per una stessa
mancanza di autonomia all’interno delle due alleanze. Esiste tuttavia un organismo di cui sono
parte costitutiva europei dell’est
e dell’ovest: la Conferenza delle
Chiese Europee. È un organismo
in cui ci si vuole incontrare non
sulla base delle alleanze dei rispettivi paesi bensì sulla base
della comune vocazione a servire il Signore Gesù Cristo. In
questa situazione, in cui è stata
evidenziata la doppia aggressività delle due superpotenze, sarebbe quanto mai opportuna una
ferma presa di posizione in cui
venga presentato ai governi europei dell’ovest e dell’est l’esigenza di una ben più decisa spinta
a favore della pace e del disarmo delle due alleanze. Certo il
peso polìtico di una simile dichiarazione sarebbe del tutto
trascurabile in sé. Ma il fatto di
provenire da un organismo che
raggruppa europei dell’est e dell’ovest sarebbe un segno di ciò
che l’Europa direbbe se potesse
parlare.
Franco Giampiccoli
Per un nuovo ordine economico
Si moltiplicano le iniziative e gli incontri internazionali sul problema « Nord-Sud », rna la sb
tuazione delle popolazioni denutrite va progressivamente peggiorando - Il contributo del Utu
Una serie di avvenimenti, l’appello di 54 premi Nobel, l’iniziativa del partito radicale in Italia, il voto del Parlamento Europeo, l’assemblea di Firenze sul
dialogo Nord-Sud, e da ultimo il
« vertice » di Cancun, hanno riproposto con forza il problema
della fame nel mondo e degli
« aiuti » allo sviluppo del Terzo
Mondo.
I giornali ed i settimanali hanno presentato immagini di bambini denutriti, di madri stremate, di cadaveri scheletriti nelle
strade e nelle campagne dell’Asia
e dell’Africa per sottolineare anche visivamente la drammaticità
del problema.
Le analisi e i commenti che
sono stati fatti a questi avvenimenti concordano tra di loro solo su un punto, che la situazione
è destinata a peggiorare nei prossimi anni.
Geografia della fame
Secondo stime della FAO il
23 “/o della popolazione di 86 pa^
si « sottosviluppati », cioè 436 milioni di persone, vive con meno
del minimo alimentare di 1.600
calorie giornaliere (solo il 20%
in più del metabolismo basale).
La Banca Mondiale ha contestato il criterio di classificazione
della FAO ed in un rapporto i
suoi esperti stimano ad 1,1 miliardi di persone, cioè a circa un
quarto della popolazione mondiale, il numero dei sottonutriti
nel mondo.
La malnutrizione colpisce soprattutto i bambini nel periodo
di età che va dai 4-6 mesi ai
18-24 mesi di età. In questa età
infatti il latte materno non è più
sufficiente come unica fonte di
cibo. Giudicando sulla base del
ritardo di peso, l’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) ha
stimato a 500 milioni il numero
complessivo dei bambini sottonutriti, la metà dei quali in età
inferiore a due anni.
Inoltre sulla base degli studi
dell’OMS risulta l’esistenza di
una correlazione tra le menomazioni dell’accrescimento fìsico e
dello sviluppo e un’accresciuta
predisposizione alle malattie. I
ritardi dello sviluppo si riflettono nei risultati dell’apprendimento e nel comportamento dei bambini con prospettiva di diminuzione delle capacità individuali
dell’adulto.
Alla malnutrizione dei bambini non si potrà ovviare accrescendo la disponibilità di cibo in
epoca successiva perché i danni
della malnutrizione dei neonati
sono duraturi nel tempo.
Le ragioni della fame
Molti si interrogano sulle responsabilità di questa situazione, del perché oltre un miliardo
di persone sia denutrito. Tra le
risposte che vengono date a questa domanda ve n’è una, di stampo razzista, che fa ricadere la
responsabilità della fame nel
grembo deH’affamato e nei suoi
organi di riproduzione. Perciò il
controllo delle nascite diventa la
soluzione principale per il problema della fame.
Altri invece fanno risiedere nel
« clima » e nella situazione geografica le responsabilità delle situazioni di fame.
Che queste risposte non siano
sufficienti, né scientifiche per
spiegare il problema della fame
è dimostrato dal rapporto che
la commissione Brandt ha presentato al vertice di Venezia delle nazioni più sviluppate del
mondo nel 1980 (e di cui si può
leggere la traduzione italiana :
« Nord-Sud un problema per la
sopravvivenza » - Mondadori - lire 7.500).
In questo « rapporto » sono
messi a nudo i principali nodi
della questione; il problema demografico, il disarmo, lo sviluppo, l’industrializzazione, il commercio internazionale, l’energia,
le multinazionali, l’ordinamento
monetario, il finanziamento dello
sviluppo. Tutte queste questioni
sono scogli politici da affrontare
per risolvere il problema della
fame.
Dietro un bambino denutrito
vi è il modo con cui è organizzata la politica economica dei
paesi sviluppati. I rapporti commerciali coi cosiddetti « paesi in
via di sviluppo » sono la continuazione e il prolungamento dei
rapporti economici instaurati nel
LA PREDICAZIONE PER IL CONVEGNO FCEI SUL TERREMOTO
Cercate il bene della città
Geremia 29: 7-8
Che ci troviamo tutti «prigionieri » nella « città » è un fatto
che non ha bisogno di commento.
La città è tutta questa nostra civiltà nella quale viviamo, in particolare questa terra dove abitia-_
mo e lavoriamo. Siamo esortati
dunque a cercare il bene della
« città » dove viviamo. Il termine
usato da Geremia e qui tradotto
« il bene » è il termine ebraico
« shalom ». E’ la parola che unisce gli ebrei attraverso le generazioni. Shalom è la benedizione
che Mosé ha insegnato agli
Israeliti (Numeri 6: 26) shalom
diceva certamente Gesù (nel corrispondente aramaico) ai suoi
discepoli, shalom si gridavano
l’un l’altro gli ebrei quando venivano portati nelle_ camere a
gas; con shalom ci si sente oggi
interpellare nelle strade e nei negozi di Gesuralemme e Haifa. In
genere questo termine è tradotto
con « pace». Ma gli esperti ci avvertono che il significato di questa parola è molto più ampio e
complesso. Indica certo pace, ma
anche bene, benessere (anche
quello materiale), riconciliazione,
libertà, speranza. Soprattutto^ è
un termine di relazione: indica
un rapporto nuovo, un rapporto
fra Dio e l’uomo, e fra gli uomini.
Non « pace » nel senso di assenza di guerra o di disturbo, ma
pace e libertà e speranza in quanto risultato di una vera riconci
liazione che continuanrente avviene fra gli uomini.
Se tale è la ricchezza del termine « shalom », che cosa significa
allora per noi credenti il comandamento che ci viene rivolto:
« cercate il bene (lo shalom) della città?
Anzitutto dobbiamo fare il nostro riferimento a Gesù Cristo,
il nostro unico Signore. Quando
Paolo afferma: « Cristo è la nostra pace! » ha certo in mente il
termine shalom. Cristo è il nostro shalom. Lo è particolarmente nell'opera della riconciliazione,
« egli che dei due popoli ne ha
fatto uno solo ed ha abbattuto il
muro di separazione, con l’abolire nella sua carne la causa della
inimicizia ». Nella sua carne: cioè
nella sua croce, pagando di persona. Tutto il ministero di Gesù
è sfato un costante .sforzo di abbattere tutti i muri di divisione
che separavano gli uomini del
suo tempo gli uni dagli altri: barriere razziali, religiose, politiche,
culturali Ed ha pagato questo
suo tentativo morendo sulla croce. Co.sì è diventato per noi il segno e la garanzia per la nostra
riconciliazione gli uni con gli altri.
Nello .stesso modo possiamo
dire che Gesù è la nostra libertà:
Egli è venuto per spezzare tutte
le catene che tengono legati gli
uomini. Egli ci ha liberati dalla
paura, dalla superstizione, dalla
ineluttabilità del fato. E così facendo ha dato una nuova speran
za alla nostra vita, tanto che Pietro può affermare: « Dio... ci ha
fatto rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai
morti, ad una speranza viva... ».
In Cristo sta la nostra pace, la
riconciliazione, la libertà, la speranza.
« Cercare il bene della città »
vorrà dunque significare, in questa drammatica situazione del
terremoto, che siamo chiamati a
dare dei segni — pallidi segni —
di quello shalom portato da Gesù Cristo e di cui siamo testimoni. Cosa potremo fare, cosa potremo dire? Potremmo individuare la nostra azione in tre linee complementari:
a) proclamare e vivere nella
nostra vita la riconciliazione di
Cristo. Pagando di persona quando necessario. Riconciliazione nella sua duplice dimensione, verticale e orizzontale. Dire alla gente che Cristo è morto per riconciliare gli uomini e vivere insieme con questi uomini concreti
(non sempre facili) la piena riconciliazione cristiana;
b) proclamare e vivere la libertà che non è la libertà di fare quel che ci pare, ma
la libertà del servizio, la libertà
per gli altri, la libertà da tutte
quelle forze economiche, politiche e sociali che rendono impossibile la vita di tanta gente;
c) proclamare e vivere la speranza cristiana, che non è un va
Piero Bensì
(continua a pag. 2)
periodo coloniale e si continuano a basare sulla necessità di
permanenza di forme di dipendenza politica. Cosìi le « élites »
locali al potere sono dipendenti
dall’azione politica delle nazioni
industrializzate e delle imprese
multinazionali. Ne ricevono i benefici a livello locale e permettono che lo sviluppo del Nord
sia fatto attraverso il sottosviluppo del Sud. La ragioni della
fame stanno in questo intreccio
di uno sviluppo che crea sottosviluppo.
« Sviluppo » è stata la parola
d’ordine che ha consentito di imporre a molti paesi del Terzo
Mondo un nuovo tipo di dipendenza, di arricchire ulteriormente il mondo già ricco e di modellare le altre società in modo
che soddisfino le esigenze politiche e commerciali dei paesi sviduppati. La « soluzione dello sviluppo » ha portato ai poveri del
mondo soltanto maggior povertà.
Dopo due decenni consacrati
allo sviluppo (il primo era stato
inaugurato da Kennedy nel 1961)
è cresciuta nel mondo l’ineguaglianza, la povertà, l’analfabetismo: il prodotto nazionale lordo
dell’india con 600 milioni di abitanti rappresenta soltanto i due
quinti del prodotto nazionale lordo della Gran Bretagna con 55
milioni di abitanti.
Che fare
Fino ad ora tutte le terapie
adottate (aiuti, con interesse o
senza, crediti, cooperazione, commercio, investimenti) hanno aggravato il male.
La ragione è semplice: l’ordine economico mondiale è stato
edificato dalle nazioni ricche,
funziona a loro vantaggio al
punto che la situazione economica interna dei paesi « in via di
sviluppo » sfugge al controllo dei
dirigenti locali.
Occorre dunque lottare per un
nuovo ordine economico mondiale. Questa parola d’ordine è
stata lanciata alla tribuna delle
Nazioni Unite nel 1974 dal presidente algerino Boumedienne.
E’ una parola importante che
va presa sul serio, anche da coloro che come noi vivono nei
paesi sviluppati, perché è forse
l’unica soluzione globale per affrontare il problema. Certo gli
« aiuti » sono necessari, ma non
risolvono il problema e spesso
si risolvono in finanziamenti che
servono ai progetti dei paesi ricchi più che allo sviluppo del paese « aiutato ».
Un « nuovo ordine economico
mondiale » si costruisce con l’azione congiunta dei paesi sottosviluppati e delle masse popolari nei paesi sviluppati in vista di
un controllo sui meccanismi di
accumulazione propri della nostra economia. Da un lato occorrono trattative a livello internazionale, dall’altro occorre una
reale democrazia nell’economia.
Il Consiglio ecumenico delle
Chiese, sulla spinta delle chiese
del Terzo Mondo, ha fatto propria '-uesta linea politica ed ha
organizzato un proprio servizio
(là Commissione delle chiese per
la partecipazione allo sviluppo)
che opera secondo questo criterio e nello spirito dell’etica politica del Cec che è riassunto dalla frase « per una società più giusta, partecipata e vivibile ».
Giorgio Gardiol
2
13 novembre 1981
LE ASSEMBLEE DI CIRCUITO
Con l’intervento del Sindaco
VERONA
GROTTE — Pace e disarmo,
rapporto fede-politica, questi sono stati i temi focali dell’assemblea del XVI Circuito (Sicilia),
svoltasi il 4 ottobre scorso. Per
una giornata intera Grotte ha
vissuto un momento particolare,
come non si verificava ormai da
tempo: la chiesa quasi piena di
persone che per lunghe ore hanno discusso, cercato, elaborato
linee operative. La chiesa aperta,
l’andirivieni dei rappresentanti
delle chiese, la nota festosa che
aleggiava hanno attirato non poco la curiosità di chi, e non erano pochi, frequentava quel giorno la piazza del paese.
Ad aggiungere interesse ha
contribuito poi la visita del Sindaco di Grotte, prof. Pietro
Agnello, che al mattino, subito
dopo il breve culto, ha tenuto a
rivolgere alcune parole di saluto
ai convenuti. È stata una cosa
del tutto imprevista, ma che ci
ha fatto molto piacere. Agnello
ha detto, fra l’altro, di ammirare
la chiesa protestante per il coraggio delle sue scelte avanzate
rispetto al resto della società, lina chiesa dunque aperta, all’avanguardia e soprattutto al servizio del popolo. Un messaggio
breve, ma di grande incoraggiamento per noi tutti. Abbiamo
infatti tante volte l’impressione
di lavorare come battendo l’aria;
per una volta abbiamo invece
Cercate
il bene
( segue da pag 1)
go sperare che le cose prima o
poi si aggiustano, e neppure la
triste rassegnazione che abbiamo
visto tante volte sul volto delle
persone colpite dal terremoto;
ma la «speranza contro speranza », la certezza di cose che non
si vedono, la visione di un mondo nuovo dove tutto ciò che si
oppone allo « shalom » non è
l'ultima parola di Dio, il quale
viceversa vuol darci il suo shalom. La speranza è forse ciò di
cui le persone hanno maggiormente bisogno oggi. E non solo
una speranza egoista, individuale, ma una speranza che investe
la vita collettiva delle persone.
Il profeta Michea in un momento doloroso della storia di
Israele, annunziava la speranza
di un giorno migliore con queste
parole « Sederanno ciascuno sotto la sua vigna e sotto il suo fico
senza che alcuno li spaventi »
(Michea 4).
E’ già una bella speranza.
Ma Zaccaria, profetizzando in
un contesto storico diverso, 200
anni dopo, in piena ricostruzione,
riprendendo lo stesso concetto
dichiarava: « In quel giorno voi
vi inviterete gli uni gli altri sotto
la vigna e sotto il fico ».
E questo è il nostro augurio e
la nostra predicazione. Fuori di
metafora: che gli abitanti delle
casette che abbiamo costruito
possano non soltanto vivere ciascuno tranquillo sotto il proprio
tetto, ma che riescano a trovarsi
in comunione per costruire insieme una vita nuova nella libertà
e nell'amore, una vita che meriti
di essere vissuta.
Perché per questo Cristo è morto, per questo Egli è il nostro
shalom. P. Bensì
avuto l’impressione che l’opera
spesso silenziosa e opaca che conduciamo può viceversa essere un
punto di riferimento per altri,
magari anche lontani da noi, su
altre posizioni. Nessuno ha costretto il Sindaco di Grotte a venire da noi, né tanto meno a parlare; è una cosa che ha sentito
lui di dover fare. Così come,
non è da dimenticare. Grotte è
stato uno dei pochi (2 in tutto)
Comuni siciliani a votare un odg
a favore delle Intese.
La discussione sui temi segnalati poco sopra è stata improntata ad uno spirito di grande serenità, ascolto reciproco e ricerca. Non sono emerse cose particolarmente notevoli. Unanimità
evidentemente sul problema della pace, espressa in un o.d.g.;
posizioni diverse ma non particolarmente contrastanti sul problema fede-politica, che si riconosce essere un problema che
va ancora studiato ed approfondito. Tra le cose minori si è anche deciso di tentare di costituire una rete di corrispondenti per
l’Eco-Luce; di cercare di qualificare tale servizio e nello stesso
tempo di adoperarsi alla diffusione del settimanale. L’Assemblea
di Grotte ha costituito infine una
utile occasione per dare il benvenuto alla famiglia Magri, destinata al servizio nell’Agrigentino.
Al termine è stato rinnovato il
Consiglio di circuito, dove è entrata Myriam Schirò al posto di
M. Berutti, dimissionario; gli altri membri sono stati tutti riconfermati. L. Deodato
Strumenti di pace
Sull’onda della riuscita manifestazione per la pace del 4/10 che
ha visto in piazza migliaia di persone, la locale Chiesa valdese, che
ha partecipato alla marcia insieme alle comunità di base, ha preso
posizione sul problema del disarmo nucleare col documento riportato qui sotto.
La mozione è stata usata dal circuito per avviare una riflessione in tutte le chiese del Veneto.
In seguito a questa presa di posizione la comunità di Verona
ha aderito al comitato per la pace che sta programmando varie iniziative per continuare la mobilitazione sul problema nucleare.
Parità nella cittadinanza
PISA — L’assemblea delle chiese del X Circuito (Toscana) tenutasi il 25 ottobre ha avuto modo di affrontare, fra l’altro, un
problema, sentito sia pure da una
minoranza di persone, di rilevante impatto nel campo dei diritti
civili.
Si tratta dei diritti di cittadinanza per stranieri che sposino
italiane; mentre infatti la cittadinanza italiana spetta di diritto
alle straniere che sposino cittadini italiani, lo stesso trattamento non è previsto per gli stranieri che sposino italiane, con gli
evidenti svantaggi dal punto di
vista dei diritti sociali soprattutto se si tratta di persone provenienti da paesi extraeuropei.
Sensibilizzato su questo problema, anche per esperienza di
retta, il Consiglio della Chiesa
Valdese di Pisa ha voluto dare
concreta attuazione ad istanze
di cristiana solidarietà con le famiglie interessate. Ha quindi promosso una vasta sensibilizzazione, richiedendo alla Tavola Valdese, a Circuiti, Distretti, comunità cristiane e forze politiche
di impegnarsi tramite petizioni,
telegrammi, interviste, dibattiti,
al fine di ottenere in tempi brevi l’esame di alcuni disegni di
legge da tempo giacenti al Senato, tendenti a parificare il trattamento in materia tra i due sessi.
L’assemblea del X Circuito ha
poi fatto propria tale mozione
estendendo l’impegno alle chiese.
Per ulteriori sviluppi rimandiamo a prossime comunicazioni.
G. Molinari
Certi che il Signore è Dio di
riconciliazione.
Consapevoli che la sua volontà
si realizza attraverso l’azione degli uomini,
riteniamo necessario essere noi
stessi strumenti di pace, che si
concretizza solo quando c’è rispetto della identità dei popoli
e dei loro diritti.
Denunciamo
— la attuale corsa agli armamenti che coinvolge le due superpotenze e sottrae risorse
umane, economiche e tecnologiche dall’impegno per lo sviluppo e la sopravvivenza dei
popoli;
— la crescente tensione internazionale che limita l’autonomia politica e la possibilità di
sviluppo economico del nostro
come degli altri paesi;
— la strategia di un conflitto
nucleare limitato che, dopo il
fallimento della politica di
dissuasione reciproca, affida il
destino di interi continenti ai
vertici del potere militare;
— le radici della attuale situazione che risiedono nei diversi
equilibri necessari tra occidente e paesi socialisti, tra
paesi industrializzati e paesi
emergenti, tra paesi ricchi e
paesi poveri.
Essendo convinti che il prezzo
della libertà, anche della nostra
libertà, non possa essere la distruzione di interi continenti e di
intere popolazioni
Proponiamo
— la totale denuclearizzazione
dell’Italia quale unilaterale
segnale che porti ad una inver.
sione di tendenza nei rapporti tra le nazioni;
— una diversa politica economica del nostro paese che, anziché mettere missili a Comiso ed aumentare le spese militari, si apra alla collaborazione paritetica con i paesi
detentori del petrolio e delle
materie prime e si impegni
per lo sviluppo delle zone
terremotate;
— una azione comune tra tutte
le chiese, che sappia superare le differenze esistenti per
operare come lievito di pace
dentro la società.
La nostra azione di pace non
è mossa dalla paura di perdere
la libertà, di perdere livelli di
vita occidentali, ma dall’amore
che ci spinge verso il nostro
prossimo per dividere la nostra
ricchezza, la nostra tecnologia,
la nostra organizzazione.
« Nell’amore non c’è paura;
anzi, l’amore perfetto caccia via
la paura; perché la paura implica apprensione di castigo; e chi
ha paura non è perfetto nell’amore » (I Giov. 4: 18).
DALLE CHIESE
Genova: Lutero interessa
La figura di Lutero interessa
discretamente la gente: è quel
che abbiamo constatato nelle due
conferenze che Gino Conte ha
tenuto, nell’avvicinarsi della giornata della Riforma, nel tempio
di Via Assarotti. Avevamo cercato di pubblicizzarle attraverso la
stampa e la radio locale, ma l’afflusso di ’’estranei” è stato dovuto essenzialmente agli inviti personali rivolti ad amici e conoscenti; un bel gruppetto è stato
di studenti di scuole secondarie;
naturalmente il grosso era rappresentato da membri di varie
chiese evangeliche cittadine. Nella prima è stato tratteggiato il
travaglio della riscoperta dell’Evangelo, nella seconda la lotta
per costruire la fede riformata
dell’Evangelo. Specialmente dopo
la seconda un buon dibattito, pur
contenuto dal tempo a disposizione, ha confermato l’interesse
con cui il tema era stato seguito,
nel consenso e nel dissenso. Ci
auguriamo che parecchi abbiano
provato il gusto di avvicinarsi
a questa vivida figura di testimone della sola grafia. Al termine
della seconda conferenza, dopo
aver ascoltato dalla nostra organista alcuni esempi di inni di Lutero, abbiamo cantato in coro
« Qual forte rocca è il mio Signor! ».
C’è una novità degli ultimi mesi, che teniamo a segnalare: i
nostri locali ospitano ora culti e
riunioni di altri fratelli evangelici cittadini. Dalla fine della primavera si riuniscono da noi i
membri della comunità luterana
scandinava: questi fratelli e queste sorelle norvegesi, svedesi, finlandesi e danesi avevano infatti
perso i locali nei quali sinora si
riunivano. Dalla fine di settembre, poi — essenzialmente in
giorno di sabato, ovviamente
— i nostri locali ospitano pure la
chiesa avventista di Genova, che
anch’essa, in difficoltà nei locali
inadeguati che aveva, ci aveva
chiesto questa possibilità di coabitazione. Siamo molto lieti che
questi nostri locali siano usati
un po’ più fittamente e possano
rendere servizio ad altri evangelici. E ci auguriamo che questa
vicinanza non sia puramente logistica.
Unità evangelica
TRIESTE — Domenica 1 novembre, le Comunità evangeliche
di Trieste si sono riunite nel
Tempio luterano per ricordare
con un culto solenne la Riforma.
Luterani, valdesi, elvetici, metodisti, battisti e numerosi giovani giunti da altre località del
Triveneto si sono ritrovati per
testimoniare con la loro presenza la riconoscenza al Signore
della Chiesa e rinnovare il loro
impegno al Suo servizio.
La liturgia è stata celebrata
dai pastori Popp (luterano). Panie y Cortes (valdese). Martelli
(metodista), e Matta (battista),
era presente pure il pastore avventista, mentre la predicazione
è stata tenuta dalTavv. P. de
Petris di Milano. Il messaggio
ha riproposto, con vigore ed incisività, alla meditazione dei presenti il tema della giustificazione
per fede punto centrale e qualificante della Riforma e della fede di quanti ancor oggi si richiamano ai valori riformati nella
testimonianza e nell’impegno della loro vita.
È seguita, nei locali della Comunità metodista, un’agape fraterna cui ha partecipato un buon
numero di fratelli delle varie
Comunità, in uno spirito di unione fraterna. Dopo l’ascolto comunitario della Parola, è stato
questo un altro momento in cui
E' vero che cercate sostenitori
con la promessa di un dono?
No. E’ vero che a tutti i sostenitori inviamo una copia
delia ristampa del 1** numero dell’Echo des Vallées
vaudoises, luglio 1848; ma non pensiamo che questo
spinga qualcuno a raddoppiare il suo abbonamento.
Se io facciamo è per offrire
un segno concreto di riconoscenza a quanti
hanno compreso la necessità che chi può
bilanci col suo dono
il prezzo politico del nostro giornale
Scegli rabbonamento
che più ti si addice
annuo L. 14.000
semestrale L. 7.500
sostenitore L. 30.000
estero L. 25.000
cumulativo L. 12.000
riservato alle chiese, per almeno 4 abbonam.
Per l’abbonamento 1982
il COSTO REALE è di L. 22.000
abbiamo potuto sperimentare, al
di là delle denominazioni, lo spirito di unità e fraternità che unisce i credenti in Cristo Gesù.
Una giornata vissuta nel segno
dell’Agape e che è servita a darci
la misura delle possibilità di impegno e testimonianza che si aprono agli evangelici triestini.
Predicatori locali
SAN REMO e VALLECROSIA
— E’ iniziato ai primi di ottobre
un corso per predicatori locali
che raccoglie sette partecipanti
da San Remo e uno da Vallecrosia. Il corso, che ha luogo nei locali della chiesa di San Remo
ogni sabato alle ore 17, sta svolgendo attualmente il tema della
«predicazione nella chiesa» (necessità, fondamento, norma, ecc.
della predicazione), tratterà in
seguito il tema « predicazione e
Parola di Dio » e infine il tema
« struttura e caratteristiche della predica ».
Visitatori locali
MILANO — Dopo un intenso
lavoro di preparazione, una quarantina di visitatori locali sono
pronti a tessere una rete di rapporti comunitari tra le famiglie
della chiesa che, come avviene
in ogni situazione di diaspora
metropolitana, sono spesso slegate per le distanze e per l’insufficienza di una concezione che
ha dato finora l’incarico del collegamento ad una sola persona,
il pastore. I visitatori sono dislocati in diversi quartieri, vengono introdotti per mezzo di una
lettera inviata a tutte le famiglie
della chiesa e saranno presentati
alla comunità durante il culto
domenicale del 22 novembre in
via Sforza.
In breve
L’Assemblea biennale della Federazione regionale delle chiese
evangeliche del Triveneto si svolgerà domenica 39 novembre ’81,
a Pordenone, presso la Comunità
Battista di viale Grigoletti, 5.
L’inizio è alle ore 10 con il
culto presieduto dal pastore Piero Bensì, presidente della PCEI
che centrerà il suo messaggio
sul tema: « La nostra testimonianza negli anni 80 ».
3
j3 novembre 1981
le chiese nella repubblica democratica tedesca
I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Quando Tesser cristiani costa Evangelici e pace
L’affermazione che Dio non esiste — che si traduce nella discriminazione dei credenti — è proprio necessaria alla pratica della giustizia?
Dieci giorni di permanenza a
Dresda, quasi interamente occupati dalle sedute del Comitato
Centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, non ci hanno lasciato che poco spazio per il contatto con le chiese locali e in
particolare con la comunità riformata. Tuttavia durante il Comitato Centrale e nella settimana seguente abbiamo potuto visitare un campo giovanile, partecipare a un incontro di pastori
riformati e a diversi culti ed incontri di comunità locali, sia di
tendenza riformata che luterana.
Siamo ben lontani dall’aver visto tutta la realtà della chiesa
nella Turingia e nella Sassonia e
non pretendiamo darne un’immagine completa e precisa, ma ne
abbiamo ricavato alcune impressioni generali che ci sembrano
ben fondate.
Il punto dolente per i cristiani della DDE è costituito dalla
scuola e daireducazione religiosa: chi va alla Scuola Domenicale o al catechismo è notato dai
compagni e non è favorito a
scuola: le credenze religiose sono ridicolizzate dagli insegnanti;
chi si confessa credente è trattato come uno sciocco e spesso
discriminato. Questa pressione
deH’ambiente ateo e dell’apparato
scolastico ateo è fortemente risentita dai cristiani. Ci sono dei
genitori che « per non far aver
noie » ai figli non li mandano all’istruzione religiosa, creando a
se stessi dei problemi di coscienza e ai figli una mentalità conformista. Altri affrontano con coraggio la situazione, pur sapendo
che a un cristiano che si dichiara tale può risultare molto difficile accedere all’università.
Ci siamo chiesti se tutto ciò
sia veramente necessario a uno
Stato socialista. L’affermazione
teorica e inverlficabile che Dio
non esiste è davvero così necessaria alla pratica della giustizia
sociale da giustificare tutto il disagio (e fors’anche il malvolere)
che essa crea in milioni di cittadini credenti? Tanto più che, per
un altro verso, la Chiesa ha una
credibilità che altre istituzioni
non hanno. Alle veglie di Natale,
che in molte chiese si protraggono a lungo nella notte, e in altre
occasioni, partecipano spesso dei
giovani che nulla hanno di religioso, i quali dicono al pastore:
« Non creda che siamo venuti
qui per convertirci, solo che qui
si sta tranquilli e si può parlare
liberamente ». Una frase terribilmente piena di sottintesi sia per
la chiesa, sia per il partito.
Polarizzazione
Un secondo aspetto che ci ha
colpito è una certa polarizzazione dell’attenzione verso la Germania occidentale, quasi fosse
un modello di perfezione. Va
detto che noi abbiamo visitato
solo ambienti ecclesiastici, non
sappiamo degli atteggiamenti di
ambienti operai o atei verso la
Repubblica Federale e abbiamo
l’impressione che le chiese della
Germania occidentale esercitino
verso i confratelli dell’Est quella
che oseremmo chiamare una
« pesante fraternità ».
Certo la Germania federale è
molto più ricca. Ma non bisogna
dimenticare che mentre la Germania orientale pagava i debiti
di guerra all’Unione Sovietica,
quella occidentale riceveva i massicci aiuti del Piano Marshall (e
più tardi rapporto dei milioni
di lavoratori stranieri) che ne
facevano una vetrina, artificialmente abbellita, del capitalismo
occidentale verso i paesi comunisti. Molti lo capiscono. Un collega che ha dei parenti in Occidente, che da venti anni non ha
potuto rivedere, ci ha detto molto tranquillamente che a livello
personale la cosa lo addolora,
ma che pensando in termini politici il famoso « muro di Berlino » era una misura necessaria.
La cosa curiosa è che i tedeschi dell’Est ritengono che gli
standars della Germania occidentale siano quelli di tutto l’Occidente: perciò, per esempio, i pa
stori protestanti ritengono di essere poveri — e lo sono, se paragonati ai loro colleghi della
Germania occidentale, ma sono
a un buon livello se paragonati
ad altri paesi dell’Europa occidentale. Per aiutarli ad avere il
senso della realtà bisognerebbe
intensificare i loro contatti con
le chiese di Romania, Bulgaria,
Grecia, Italia, Spagna ecc.
Diventare minoranza
La nostra terza impressione è
che nella Repubblica Democratù
ca Tedesca parecchi credenti vivono in maniera cosciente il grosso e complesso fenomeno della
trasformazione da « chiesa di
massa » a « chiesa di minoranza » o, piuttosto, da una chiesa di
cui si è membri per nascita, a
una chiesa di cui si è membri
per scelta. Il fenomeno è sostanzialmente lo stesso in oriente e
in occidente, con la differenza
che là è chiaro mentre da noi
è più ambiguo. Là andare o non
andare alla Scuola Domenicale è
quasi una dichiarazione di fede
di tutta la famiglia. Da noi, con
la scusa che la domenica i bambini dormono o vanno a sciare.
si aggira la questione senza affrontarla. Perciò la nostra impressione è che, nonostante la
loro pesante e talora pesantissima eredità di chiese di massa,
le chiese della DDR sono moralmente meglio equipaggiate di noi
per affrontare i problemi degli
anni 2000.
Quanto alla situazione materiale del paese, ognuno la vede
come la vuole vedere. C’è gente
che dice: « Hai visto le code davanti agli alimentari? ». Certo,
noi le abbiamo viste soprattutto
davanti alle macellerie. Ma le
abbiamo viste anche davanti alle
librerie: quando ci sono dieci
persone nel negozio gli altri fanno la fila, invece di andare all’arrembaggio; tutto qui.
È chiaro che, il livello di vita
dei paesi dell’Europa Orientale
è più basso di quello dell’Europa
Occidentale e degli Stati Uniti,
ma l’assistenza sanitaria per tutti è ad alto livello, l’istruzione è
garantita, non ci sono disoccupati, al contrario, e anche Tedi;
lizia popolare sta facendo rapidi
progressi.
Aldo e Fernanda Comba
(3 - fine).
Le numerose e affollate manifestazioni per la pace hanno visto
larghe presenze di Gruppi evangelici: così a Comiso, a Roma,
a Milano e altrove. Bisogna tuttavia riconoscere che non molti
giornali hanno dato, nei loro resoconti, atto di questa presenza,
prevalendo invece la strumentalizzazione politica di opposto segno. Tra le scarse eccezioni si
può ricordare L’Ora di Palermo
che ospita un articolo del pastore Panasela, il quale, prendendo
lo spunto da un invito cattolico
a pronunciarsi contro la morte
per delinquenza, sottolinea come
analogo impegno vada assunto
nei confronti del rischio di una
guerra nucleare; ed un buon articolo di Baget Bozzo, sulla RepubbUca del 28 ott., che ricorda
le iniziative contro la guepa
prese da anglicani e metodisti
in Inghilterra (auspicanti anche
un disarmo unilaterale); dalle
Chiese Evangeliche tedesche su
di una linea simile; dai cattolici
belgi; dalle iniziative ecumeniche
olandesi. Anche L. Accattoli sul
Corriere dello stesso giorno riferisce sul Convegno « Coscienza
religiosa e pace » tenutosi a Roma, nel corso del quale condanne agli armamenti atomici e proposte di iniziative comuni sono
state presentate dal vescovo Bernini, dal pastore Girardet e dal
rabbino Toaff.
Il Sabato del 23 ott. informa
¡echi dal mondo cristiani
a cura di RENATO COISSON
’5»
Ecumenismo alla
base a Ginevra
(SPP) — « Siamo più ecumenici di quanto pensiamo, ma ancora lontani da quanto ci chiede Tevangelo» scrive la signora
Perrot, membro del Consiglio
Esecutivo della Chiesa nazionale protestante, al termine di una
inchiesta effettuata nelle 42 comunità.
In 33 comunità i preti ed i pastori si incontrano regolarmente, ed in un quarto di esse gli incontri sono a livello dei Consigli
di Chiesa.
Più della metà delle comumta
ha un gruppo di animazione
ecumenica e si contano 8 gruppi di Foyers mixtes.
In 25 comunità hanno celebrazioni ecumeniche sotto forme
diverse e 14 di loro fanno scambi di pulpito. Ci sono inoltre 15
gruppi di studio biblico e 16
gruppi di preghiera. ....
Se il dialogo con i cattolici e m
evoluzione, c’è ancora tutto da
fare per quanto concerne la collaborazione con i cristiani e le
comunità evangeliche appartenenti ad altre denominazioni.
Mitterrand riceve
i protestanti
(BIP) — Secondo la prassi, il
nuovo Presidente della Repubblica, dopo la sua elezione riceve ’ i rappresentanti delle autorità religiose: cattoliche, ebraiche e protestanti.
Il 2 ottobre Mitterrand ha cosi ricevuto i rappresentanti della
Federazione Protestante. Il past.
Maury gli ha espresso innanzitutto la riconoscenza per l’insieme dei provvedimenti sociali
adottati dal nuovo governo, in
particolare quelli in favore degli
immigrati.
Per quanto concerne gli armamenti, la delegazione protestante
ha manifestato una viva preoccupazione di fronte alla politica
francese attuale. Ha espresso il
desiderio che la Francia « continui ad avere una politica generosa e aperta nei confronti del terzo mondo ».
Ha inoltre fatto conoscere la
preoccupazione delle chiese protestanti francesi per la situazio
ne che sta maturando nella Nuova Caledonia a cui sono particolarmente interessate a causa degli stretti legami che le uniscono alla Chiesa Evangelica di quel
paese (che fa parte della CEvAA)
che si è chiaramente pronunciata per l’indipendenza.
La delegazione protestante ha
poi insistito sul ruolo attivo che
la Francia può ricoprire per la
soluzione del problema della Namibia, dove la Chiesa Luterana
è di gran lunga maggioritaria.
Infine a proposito dell’insegnamento, anche se il problema delle
scuole libere non tocca granché
le chiese protestanti, la delegazione ha sottolineato che quello
dell’insegnamento è uno dei problemi prioritari per il nostro
tempo e che un rinnovamento
del progetto pedagogico appare
urgente.
Interrogato sul significato di
questo genere di incontri il past.
Maury ha detto che pur essendo
una pratica abituale « permettevano di far conoscere alle autorità politiche le questioni che la
lettura delTEvangelo fa sorgere
ai cristiani nella evoluzione della
società ».
Francoforte:
la religione interessa
(SPP) — «La religione di ieri
nel mondo di oggi » questo il tema al centro della Fiera del Libro che si è tenuta dal 14 al 19
ottobre a Francoforte sul Meno.
Dopo il fallimento del razionalismo, secondo il direttore della
Fiera, dappertutto nel mondo si
vedono sorgere nuove forme di
religiosità, in particolare per reagire contro la paura e per mantenere la pace.
Nicaragua: chiuderà
il seminario cattolico?
(BIP/SNOP) — È possibile che
si giunga alla chiusura del seminario a causa di un conflitto che
oppone la Conferenza episcopale
del Nicaragua ai religiosi messicani che vi insegnano.
Il padre Barreto, fin qui direttore del Seminario ha giustificato questa chiusura « a causa delle relazioni sempre più tese fra
seminaristi e vescovi ».
Il Padre Barreto ha detto che
i nuovi preti devono essere apertamente favorevoli ai cambiamenti sociali perché « un vero
cristiano deve impegnarsi al servizio della società ».
Nel frattempo il vescovo di
Managua ha sostituito in alcune
parrocchie i preti politicamente
impegnati che sostengono la rivoluzione sandinista. Le sue decisioni hanno però sollevato
enormi proteste nelle parrocchie
interessate.
120.000 candele
a favore di Soweto
(SPP) — Nel periodo di Natale
1980 in Svizzera sono state accese 120.000 candele acquistate
in segno di solidarietà con la
popolazione di Soweto in Sud
Africa che le aveva fabbricate.
Quest’anno molte organizzazioni che si interessano al terzo
mondo e all’Africa del Sud desiderano rinnovare l’iniziativa e
chiedono alla popolazione svizzera di accendere il maggior numero possibile di candele Ukukhania (come vengono chiamate).
Questo è estremamente urgente e
necessario in quanto che le relazioni fra le popolazioni bianche e nere stanno peggiorando.
Danimarca:
centro mondiale
a favore dei torturati
(SPP) — Se l’Assemblea delle
Nazioni Unite è d’accordo, la Danimarca costruirà il primo centro mondiale di cura per le vittime della tortura. Comprenderà
medici, psicologi, assistenti sociali e avvocati. Potrà ospitare 75
pazienti e sarà un centro di studio e di conferenze.
È stato osservato che ex prigionieri che sembravano essere
a posto, nel giro di alcuni anni
« crollavano ».
IsIam:
sì alla cooperazione
con ì cristiani
(SPP) — Il segretario generale del Congresso islamico si è
pronunciato a favore di un dialogo a tutti i livelli e di una
stretta cooperazione con i cristiani. Secondo l’Inamullah Khan,
nella società contemporanea nessun gruppo può rimanere isolato dagli altri. In ogni parte del
mondo cristiani e musulmani sono diventati vicini. Ne derivano
confronti necessari, un migliore
reciproco rispetto ma anche nuovi malintesi che si possono risolvere soltanto nella volontà di
capirsi.
invece di un articolo apparso
su di un giornale della destra tedesca, secondo il quale tutti i
movimenti pacifisti, in Germania
e altrove, sarebbero pilotati dal
minuscolo Partito Comunista tedesco, che tenderebbe, attraverso di essi a « destabilizzare il nostro continente per conto di una
potenza straniera ». Il Sabato
è un settimanale legato alla D.C.
* *
La Stampa del 29 ott., annunciando la nomina di Albert
Young a sindaco di Atlanta, ricorda come egli sia un « pastore
praticante », così come lo era
M. L. King, negro come lui.
« *
Secondo il Mattino di Padova
del 25 ott. G. Franzoni, in una
conferenza organizzata a Padova
da Com-Nuovi tempi, ha sottolineato, tra i problemi che rendono difficile la vita dei cattolici
del dissenso, quello di conciliare « il rapporto con le altre tradizioni religiose (si pensi ai protestanti) » con « la complicazione
intricata e tormentata della relazione di appartenenza alla chiesa istituzionale ».
Niso De Michelis
I.B.E.
Nuova sede
inaugurata
ROMA — Il giorno 27 settembre il personale, gli studenti e
gli amici dell’Istituto Biblico
Evangelico di Roma hanno potuto gioire insieme e ringraziare
il Signore in occasione dell’Inaugurazione della nuova sede e del
ventesimo anniversario dell’inizio dell’opera. È stata- scelta
quale tema della giornata la frase: « Consacrato a Dio... » per
esprimere cosi il desiderio e l’impegno di dedicare insieme a tutti i componenti delTIBE, anche
la nuova casa da Lui provveduta, che sarà sempre uno strumento nelle Sue mani per portare
gloria al Suo Nome e per l’avanzamento del Suo regno!
L’opera di Dio che ha portato
a questo giorno è stata veramente importante! DalTinizio dell'IBE nel 1961 quando la villa in
Via Cimone (Roma) è stata affittata, fino ad ora, è stato un
cammino di fede. La necessità
di lasciare la vecchia casa per la
sua insufficienza alle esigenze di
un corpo studentesco in crescita
e di altri ministeri già svolti o
previsti, era da anni oggetto di
preghiera. La ricerca accurata
nei dintorni di Roma risultava
molto difficile a causa degli alti
prezzi e la scarsità d’immobili
corrispondenti alle esigenze di
una scuola biblica.
Finalmente verso la fine del
1978, il Casale Corvio è stato trovato. Abbandonato ormai dal
tempo della seconda guerra mon;
diale, era diventato ritrovo di
ladri e malviventi di ogni specie,
ma occupava una posizione
splendida su una collina vicino
alla Via Casilina a sud della capitale. Circondato da circa 5.000
mq di terreno con un parco di
grandi pini, è stato costruito circa 400 anni fa quale casa per la
caccia di un principe romano.
L’acquisto è stato fatto il 15
gennaio 1979. Non disponendo
del danaro necessario né per lo
acquisto né per la ristrutturazione, l’inizio è avvenuto per fede. Il Signore ha risposto pienamente, mandando soldi, lavoratori volontari (oltre cento), e
personale specializzato. Attualmente sono in funzione i primi
due piani, che hanno una capienza per circa 20 studenti interni.
Il programma per Tanno in corso è di completare il seminterrato, che originariamente era una
grotta romana e ha circa 2.000
anni! L’ultima fase del progetto
sarà il completamento della mansarda, il che permetterà di poter accogliere circa 35 giovani
nel futuro.
La benefica mano di Dio è
stata su noi (Nehemia 2: 8).
Che Dio sia lodato per quello
che ha fattoi!
B. O.
4
13 novembre 19ri
UN SAGGIO DI P. SANFILIPPO SU GANGALE
Invito alla passione teologica
a colloquio con i lettori
« Gangale, chi era costui? »
Molti dei nostri lettori se lo domanderanno, forse, benché negli
ultimi anni la sua figura sia riaffiorata, alcune volte, su queste
colonne. Ma di certo il protestantesimo italiano è troppo immemore di ciò che ha ricevuto
attraverso questo fratello. Sicché c’è da essere grati al pastore
Paolo Sanfilippo che, continuando nella sua operosa ’emeritazione' che ha intensificato la sua attività letteraria, ci dà ora questo
profilo di Giuseppe Gangale. La
tesi di licenza teologica sostenuta da Sergio Ribet presso la nostra Facoltà non porterà anch’essa a una pubblicazione?
Il libro ha una bella prefazione di Giorgio Bouchard: relativamente ampia, ricca di riferimenti culturali e- teologici, vivace com’è la sua penna: un vero
piccolo saggio, efficace ausilio
nell'inquadrare la figura dello
studioso e del credente calabrese.
Per me, leggere queste fresche
pagine è stato un po’ un ritorno
CENTRI CULTURALI
MILANO
Il Comitato dei Centro Culturale Protestante di Milano ha
presentato la sua relazione alla
Assemblea Battista - Metodista Valdese che ha avuto luogo il 25
ottobre sottolineando la rispondenza che incontrano le varie
iniziative del Centro che vuol
essere uno strumento al servizio delle chiese evangeliche milanesi. Le attività del Centro comprendono soprattutto conferenze, dibattiti, cicli di lezioni, organizzate in proprio o in collaborazione con l’attività culturale comunale di « Milano per voi ».
Il Centro — che è strettamente
collegato alla Libreria Claudiana come sede e come lavoro —
svolge inoltre una consulenza bibliografica e cura un’emeroteca
e uno schedario delle pubblicazioni in campo protestante.
Per il futuro è previsto un ciclo « Milano per voi » su « Momenti essenziali della moderna
teologia protestante » con lezioni
settimanali a partire dal 14.11.
Interverranno successivamente
Ugo Gastaldi, Gino Conte, Sergio Rostagno, Angelo Alimonia,
Paolo Ricca, Renzo Bertalot. Programmi e informazioni presso il
Centro, via P. Sforza 12a.
VERCELLI
Il Centro d’incontro Evangelico ha iniziato la sua attività ’81/
’82 con una conferenza sulla pace e il disarmo la sera del 30
ottobre u.s.
Relatore il prof. Giorgio Rochat, docente di Storia Contemporanea all’Università di Torino.
A grandi linee l’oratore ha illustrato la situazione politicomilitare degli Stati mondiali dal
1945 ai nostri giorni soffermandosi maggiormente sui seguenti
temi:
1) L’evolversi della corsa agli
armamenti;
2) I motivi che hanno indotto
gli stati ad armarsi;
3) Le possibilità di una lotta per
la pace mondiale.
Al termine della relazione si è
svolto fra i numerosi presenti
un ampio dibattito da cui è emersa la convinzione che l’armamento è un male necessario per mantenere un equilibrio tra i popoli
atto a scongiurare il pericolo di
una guerra. È anche emersa la
convinzione che sarebbe auspicabile contenere al minimo indispensabile tale armamento mediante un efficace controllo internazionale che dia, in ogni momento, sicurezza ad ogni stato.
Tutti i presenti, infine, ribadendo
la necessità che si debba operare in pace per il benessere della
collettività, rifiutando con forza
che le nuove generazioni vivano
in un mondo di rovine e di desolazione hanno auspicato il sorgere di un movimento che all’unisono operi per la pace e la prosperità fra i popoli, sensibilizzando, con la lotta, quanti hanno responsabilità di governo.
agli « anni ruggenti » vissuti alla
Facoltà di teologia, quando noi
studenti andavamo in caccia, in
tutti i fondi di librerie evangeliche, dei policromi volumetti della « Doxa », stimolanti nella loro
vivace combattività teologica, che
ci mettevano anche a confronto
con un momento raro nella vicenda dello sparuto protestantesimo italiano: un confronto ad
armi pari con la cultura - filosofia, storia, arte, sociologia...
II merito — anche un po’ il limite, forse, ma soprattutto il merito — di questo scarno saggio
di Paolo Sanfilippo, denso di dati, sta nel cancellarsi dell’autore, che pur avvertiamo caldamente partecipe, davanti alla figura di colui che è evocato nel
suo travaglio e nella sua testimonianza conclusa nella breve, intensissima stagione in cui è arsa
questa predicazione del « Dio
straniero », riscoperta appassionata del Dio paradossale delle
Scritture: ricerca e testimonianza nella quale Gangale ha saputo
coinvolgere un gruppo di notevole livello e vivacità intellettuale e di larga apertura culturale.
Testimonianza senza sbavature,
quella di Gangale: davvero, non
si è sopravvissuto come ’profeta’
e si legge con emozione l’ultima
intervista da lui rilasciata per
« Gioventù Cristiana » a Mario
Alberto Rollier, l’amico, più giovane, fra i più legati. Quest’intervista è tra i molti documenti,
stralci di articoli, di recensioni,
che fanno di questo profilo biobibliografico di Giuseppe Gangale anche un’antologia di testi
di e su lui. I suoi scritti, la sua
attività giornalistica, specie su
« Conscientia », ed editoriale (Doxa) sono presentati nello svolgersi della vicenda umana di quest’uomo intelligente, appassionato, credente, e nel loro quadro
storico. Insomma, una ottima
« Guida alla lettura di Gangale ».
Un paio di notazioni. II giudizio di Gangale stesso, che Sanfihppo evidenzia, sulla contrapposizione luteranismo-anabattismo
mi pare discutibile nell’argomentazione, pur concordando sulla
affermazione che « Tantitesi tra
luterani e anabattisti non è dovuta a ragioni occasionali né politiche, ma intimamente dottrinali » (p. 27). Mi sembrano poi
innegabili nel suo pensiero tracce d’idealismo. Ma nel complesso questo neo-protestante (sarebbe molto iriteressante vedere come V. Subilia lo inquadrerebbe
nella sua recente ricerca sul protestantesimo moderno), il quale
non per nulla ha pubblicato per
primo in Italia le pagine sferzanti de « L’Ora » di Kierkegaard e
aperto da noi il primo spiraglio
editoriale su Barth, ha avuto nel
nostro paese e nel nostro protestantesimo una funzione teologica e culturale ben lungi dalTessere valutata nella sua portata.
Grazie a Paolo Sanfilippo che ci
incoraggia e sollecita in tal senso.
Preclusagli dal fascismo l’attività pubblicistica, Gangale ha
sentito chiusa la sua stagione di
testimonianza, a parte qualche
frammento strappatogli nelle sue
poesie. A chi gli proponeva la via
del pastorato evangelico, rispose
che di parroci, in Italia, bastavano quelli cattolici. Una parola
sferzante e anche ingiusta, ma
che resta un vivido richiamo: a
non essere (e a non volere) parroci, e narrocchie. Ad uscirne non
basta T« impegno » socio-politico,
versione aggiornata dell’attivismo
risvegliato; ci vuole l’apertura
culturale, la passione teologica.
Questo c’insegna Gangale.
Gino Conte
Paolo Sanfilippo, Giuseppe Gangale^
araldo del nuovo protestantesimo italiano. Ed. Lanterna, Genova 1981,
pp. 93. L. 4.000.
NELLA DIASPORA
Caro direttore,
questa lettera trae origini da un
week-end trascorso a Mestre presso
amici evangelici, che mi hanno invitata
in occasione di un incontro fraterno,
consentendomi di vivere con loro per
due giorni la vita e i problemi di una
comunità. In questa occasione ho avvertito come non mai il mio isolamento
nel luogo dove vivo e ho deciso di
scriverle perché forse la mia esperienza può interessare qualcuno ed è
senz'altro comune a molti altri evangelici in Italia.
lo vivo a Rovereto (Trento) e la chiesa più vicina è a Verona, cioè 70 km
di distanza. Può quindi immaginare come sia impossibile, per me e per la
mia famiglia, andare tutte le domeniche al culto e, ancora di più, partecipare alle attività di chiesa.
Quando siamo arrivati a Rovereto 12
anni fa lasciando una comunità accogliente come quella di Bari, abbiamo
trovato qui il vuoto più totale. L’allora
pastore di Verona, avendo « molte
altre cose più importanti da fare », non
si è mai fatto vedere salvo un'unica
volta e noi siamo stati accolti dalla
comunità luterana. Essa risiedeva a
Bolzano ma una volta al mese c'era il
culto a Trento. I problemi erano molti: la comunità era totalmente tedesca
(compreso il pastore), in nostro onore i
culti erano bilingui; non c'erano attività
di chiesa né scuola domenicale. Per
tutti noi fu un duro colpo, ma i miei
genitori si rimboccarono le maniche:
mio padre ci faceva ogni sabato pomeriggio la scuola domenicale (e più
tardi catechismo) e la domenica a
turno preparavano un piccolo culto.
Con l'arrivo dei pastori Felice Bertinat prima e Aldo Sbaffi poi, le cose
sono cambiate. Tutti e due si sono
presi l'onere di venire una volta al mese a Rovereto a celebrare il culto per
noi e per un'altra famiglia ivi residente. Spiritualmente ci sono vicini con
telefonate e pensieri e in determinate
ricorrenze liturgiche accorrono (come
ad es. il battesimo dei nostri nipotini).
La comunità di Verona ci ha accolti con
affetto, ma purtroppo il problema è ri
TRIBUNA LIBERA
La TEV compie cinque anni
Molte parole sono state dette
fin dal suo sorgere sul nostro
movimento e siamo quindi lieti
della opportunità offertaci dalla
redazione delTEco-Luce in questa
« tribuna libera » per dire, anzitutto che la TEV ha compiuto 5
anni, che è viva e vegeta e che
vuole spiegarsi meglio a chi non
la conosce ancora bene. Non vi
®,. stata, in nessuno di noi,
1 intenzione di creare un movimento separatista dalla Chiesa
Valdese. Il movimento è nato nel
1976, dopo che una petizione al
Sinodo, firmata da un sesto dei
membri di Chiesa, era stata, in
pratica, respinta. I firmatari della petizione manifestavano il loro profondo dolore perché « l’impegno socio-jxilitico di una parte
della Chiesa Valdese, della Federazione delle Chiese Evangeliche
e dei mezzi di informazione, si
risolveva, non solo in propaganda per determinati partiti, ma
giungeva a modificare il concetto
scritturale della Chiesa ».
L’ordine del giorno contro-presentato al Sinodo, farcito di belli,
quanto inutili giri di parole, venne approvato, anche da alcuni
che avevano firmato la petizione,
al solo scopo di « non provocare
fratture ».
Ma, per non fare tornare tutto
come prima, è sorto il movimento di testimonianza evangelica
Valdese. I promotori dell’iniziativa dichiaravano di soffrire per
la loro infedeltà e per quella
della Chiesa e desideravano impegnarsi per un rinnovamento
spirituale.
In definitiva, noi sosteniamo
che ogni singolo credente è libero di pensare e di votare per il
partito, che preferisce, ma che
la Chiesa, quale espressione dei
credenti, se politica può e deve
fare, non può parteggiare per un
partito, qualunque esso sia.
Sosteniamo, ancora, che le parole non servono, ma una sola
è la Parola in cui vogliamo e
dobbiamo credere e cercare di
vivere. La politica, Tabbiamo detto altre volte, è l’arte del possi
bile, l’arte di mentire, di presentare le cose sotto un aspetto appetibile, anche se diverso dalla
Verità.
Il mondo di oggi ci riempie di
parole sincere o false, in buona
0 cattiva fede e, ogni giorno, dobbiamo prendere atto che le parole vanno perdendo il loro significato originale, per assumere
toni più sfumati. Così ci si possono rimangiare le affermazioni
di principio, in un mondo che di
principi, non vive più. Si fanno
mille bizantinismi, mille « distinguo », che affermano tutto e il
contrario di tutto: siamo frastornati dal conio di nuove narole,
sui giornali, alla TV, nei nartiti
e dai governi; i Latini sostenevano la volubilità delle parole, ma
afferrnavano la validità degli
scritti: ma oggi neppure più gli
scritti hanno valori superiori alla settimana!
L'unica, la sola, inimitabile, è
la Parola di Dio; penso che tutti
1 lettori concordino su questa affermazione. Eppure, anche qui
assistiamo sempre più spesso ad
interpretazioni che minimizzano,
deformano, contestano la Parola
e, se non si osa almeno per ora,
confutare le parole di Gesù, si
incomincia a sostenere che Paolo
ha aggiunto qualcosa di suo, che
in certi momenti non era ispirato! Da qui ad invalidare la teologia di Paolo, pilastro della fede riformata, il passo è breve!
Noi sosteniamo, invece, che la
sostanza della Parola, quale è
contenuta nell’Antico e nel Nuovo Testamento, è immutabile ed
eterna e non può essere adattata
alle varie epoche, alle ideologie
umane e politiche.
Per questo ci siamo battuti,
Bibbia alla mano e siamo stati
tacciati di « conservatorismo » o
di « Lcfevbre della Chiesa Valdese », mentre siamo fermamente convinti di essere, al contrario
dei progressisti, perché la Parola è la Parola del passato, ma,
ertamente sarà ancora e, forse,
di più, quella del futuro, eterna
ed immutabile.
Ancora una volta, ribadiamo
che tutto questo desideriamo pensarlo, dirlo, metterlo in pratica
nelle nostre parrocchie della nostra Chiesa: moltissimi di noi
operano già in quest’ambito: è
pertanto del tutto priva di fondamento, anzi direi ridicola, l’accusa di « separatisti » che ancora, ogni tanto, ci viene lanciata,
in pubblico o in privato e la respingiamo con fermezza.
Siamo fedeli alla « dichiarazione di fede » della Chiesa Valdese, mai abrogata, ma da tanti dimenticata e non più insegnata
ai giovani.
Pubblichiamo, in proprio, per
gli aderenti e per tutti coloro
che desiderano riceverla, una circolare quindicinale, non siamo finanziati da nessuno, nessuno ci
condiziona, né ci può intruppare; ci riuniamo alle Valli, regolarmente almeno una volta al mese e prendiamo le decisioni tutti
insieme. Talvolta ci lamentiamo,
perché nelle varie parrocchie, se
siamo rispettati come singoli,
siamo osteggiati come TEV o
perché ci vengono rifiutate delle
sale per riunirci. Ma, nonostante
tutto, questo movimento si è
mosso e nella sua pochezza, ma
con l’aiuto del Signore, ha ottenuto consensi e risultati concreti.
Un nostro teologo ha riconosciuto che « a prescindere dal numero dei suoi membri, la Tev rappresenta le idee della maggioranza della Chiesa ».
Poche, semplici parole che andavano dette, per ristabilire la
verità e per presentarci a coloro
che non ci conoscono o che hanno male interpretato alcuni nostri atteggiamenti. Parole, però,
che vogliono iniziare un dialogo
di ricerca, su questo giornale o
altrove, con chiunque: non abbiamo altri « preconcetti » se non
quelli esposti e saremmo lieti
di poter contare su corrispondenti affini e contrari, perché riteniamo quali beni supremi dell’uomo, la libertà di pensiero,
nella schiavitù di Cristo e la fede
in Dio.
Aldo Rostain
masto: a Rovereto la nostra chiesa
non c'è.
Per chi è sempre vissuto in città
dove c'è una chiesa evangelica, ¡|
problema forse non appare in tutta la
sua drammaticità. I miei genitori hanno sempre partecipato molto intensamente alle attività di chiesa: entrambi
monitori, non mancavano agli studi biblici e alle riunioni. Si sono trovati
di colpo soli, la loro fede non ha vacillato ma sono due esseri umani, avrebbero avuto bisogno ancora di incontri
comunitari, di tutto ciò che concorre
a definire un gruppo di persone « comunità ». E anche per noi figli non è
stato facile: noi tre maggiori abbiamo
vissuto l'età della crisi, l'età delle decisioni che ti porti dietro tutta la vita,
soli, senza essere spalleggiati da una
comunità, senza la possibilità dell'aiuto
psicologico che in certi casi ti può dare un pastore. Tutti e tre con un forte
rimpianto per la comunità, siamo comunque approdati più o meno felicemente alla fede, forse rinforzata proprio
dal nostro isolamento. Ma i nostri fratelli minori? Non sanno cosa voglia dire una comunità e vivono come cani
sciolti, nel senso deteriore del termine.
È ormai ora che questa lunga lettera
termini, ma prima voglio precisare che
sono comunque grata alla comunità di
Verona e ai suoi due ultimi pastori per
quello che hanno fatto per noi; inoltre
voglio anche sottolineare che questi
miei problemi non tolgono niente all'ecumenismo. lo sono convinta della
validità e della necessità deH'ecumenismo ma credo altresì che questo
debba basarsi sulla chiarezza e, perché
no, sulla « convinzione confessionale »;
ecco perché io sono orgogliosa sia di
essere membro della chiesa evangelica sia di essere socia del S.A.E.
Cordiali saluti
Erica Sfredda, Rovereto
EDINA RIBET
Caro direttore,
non incensiamo ì nostri morti. Ma
poiché ho visto che in alcuni casi sono
state pubblicate sobrie testimonianze
circa un fratello o una sorella scomparsi, vorrei solo ricordare una cosa
riguardo a Edina Ribet Rostain. Sono
già stati ricordati i suoi molti racconti
per ragazzi. Vorrei aggiungere che la
sua buona penna era nota a molti dei
meno giovani fra i lettori di questo
settimanale. Quanto a me, ricordo con
gratitudine com'era sempre pronta,
quando glielo chiedevo, a tradurre o
adattare una notizia, un artìcolo, a" riferire su un fatto cui avesse assistito
0 su cui avesse riflettuto.
Se avessimo, in passato, pubblicato
— come opportunamente fate — l'indice annuale dei contributi, si vedrebbe quante volte il suo nome è tornato,
in un arco non breve di anni. Quel che
faceva con piacere e slancio particolare, era la presentazione di un libro;
molti ricorderanno gli artìcoli succosi
che traeva da queste letture, o comunque il fatto di esser stati da lei invogliati a leggere questo o quel libro. Lo
faceva con un sommesso ma nitido
timbro di fede. Una fede che è stata
severamente provata.
Gino Conte, Genova
« MADRE DI DIO »?
Alcune settimane fa, in attesa di ricevere dalla Federazione Femminile le
notizie suli'incontro delle donne del
CEC a Sheffield nel luglio scorso, abbiamo commentato nella nostra unione
femminile di Roma un articolo di Elisabeth Behr-Siegel apparso su Réforme
(12.9.1981, p.5). Malgrado l’interesse
che l'articolista ha avuto per l'incontro, non ha trascurato di riportare due punti che non risultano dalle
pagine della Federazione Femminile Valdese e 'Metodista. Vorremmo notificarli, perché ci avevano piuttosto gelate:
1) il segretario generale del CEC,
Philip Potter, nel suo messaggio, evocando la figura di Maria dice: « In
quanto Theotokos. Madre di Dio, Maria
ci insegna la bellezza della santità,
ecc. ecc. ». Theotokos, Madre di Dio?l
2) Il primate d'Inghilterra, nel discorso inaugurale, dopo aver invitato
a lottare per l'uguaglianza di 'Uomo e
donna, si è dimostrato reticente quanto all ordinazione delle donne dato l'attuale clima ecumenico!!
Unità-verità: sono divenuti proprio
due poli che non oom'baciano?
Berta Subilia, Roma
SUL PROSSIMO NUMERO
del 20 novembre una doppia pagina per i 20 anni
del Servizio Cristiano di
Riesi.
5
13 novembre 1981
CORSICA Un viaggio nel mondo affascinante LoaC. E$d«0f. 0 25 80 • \ . . s. ' S '"m A R l / G U a E 'I 43 ■ ""’'•43
PROTESTANTE della Corsica per fotografare non solo le bellezze naturali ma la realtà del piccolo popolo protestante che qui vive disperso.
Da Lavorno verso la Corsica per scoprire quanti sono e come
vivono gli evangelici di quest’isola abitata da circa 160.000 corsi (altn 400.000 sono stabili nelle maggiori città francesi) e da 50.000
divisi tra marocchini,
terza generazione.
tunisini, algerini e italiani di seconda
Eglise Réformée
de Corse
Passata la Capraia si sbarca a
Bastia. Da Livorno 4,50 ore di
navigazione. Ci attende il pastore Gilbert Charbonnier, 48 anni,
sorridente, capelli castani. Marsigliese di origine valdese e, da
parte materna, nipote di missionari nel Gabon, ha accettato da
due anni di lasciare Nîmes, una
delle capitali del protestantesimo meridionale, stabile rocca di
una vita ecclesiastica di popolo,
per dedicarsi ad una presenza in
piena diaspora come l’Isola. La
signora Cristina e la bimba Julie
ci accoglieranno con amore.
A 150 km. da Bastia, ad Ajaccio il pastore Pierre Ribereau
si occupa della « route des jeunes » : egli convoglia centinaia di
giovani di ogni nazione europea
verso un servizio ed uno scambio di doni nel campo sociale:
essi danno due o tre settimane
di lavoro volontario nell’edilizia,
nell’archeologia, o nei campi o
sulle strade. Restaurano anche
chiese antiche...
Nella Corsica vi fu un’opera di
evangelizzazione, che risale al
1840 con caratteristiche di anticlericalismo e di Risveglio. Anche l’archivio valdese di Torre
Penice contiene ricordi dell’evangelismo italiano in Corsica. Una
tradizione orale parla degl’immigrati italiani evangelici « dei gairdini » e una piccola comunità
corsa si formò con la predicazione evangelica francese, disperdendosi poi nell’emigrazione.
Quello che oggi
si vede
Cominciamo dai luoghi. A Bastia vi sono due centri. La Maison Paroissiale Protestante sorge in Pietranera, sobborgo della
città : è un edificio nuovo, funzionale : una sala trasformabile
in luogo di culto, riunione, scuola; uno studio pastorale con biblioteca, il presbiterio; una foresteria attrezzata per cinque
persone. Siamo davanti ad una
costruzione pensata per un gruppo in formazione.
Dall’altra parte della città: il
centro Furiant. Centro assistenziale, inteso come presenza o servizio di appoggio a uomini in
periodo critico : in un primo
tempo orientato verso ex-detenuti in Corsica, esteso ad altri casi
in vista di un reinserimento nella vita civile: in questo periodo
sei persone, delle quali il pastore si occupa giornalmente.
In altre parti della Haute Corse: a Calvi, in Casinca, nella
Piaine Orientale il luogo di raccolta cambia: una cappella cattolica gentilmente messa a disposizione, case private, alberghi,
fattorie, camping. Il pastore raggiunge i ragazzi collegati con una
istruzione preparata dalla Federazione, gli stranieri, i turisti...
A questo si aggiunge una cappellania per soldati (c’è una Légion
Etrangère) e per carcerati, (perché anche la Corsica ha le tradizioni dell’Elba, Pianosa ecc.). Ad
Ajaccio ci si riunisce in una Cappella Anglicana. Quattro raduni
all’anno cercano di raccogliere il
maggior numero dei dispersi.
Sul piano organizzativo la Corsica fa parte del Consistoire de
la Còte d’Azur, che insieme ai
Concistori di Marsiglia e RhoneDurance costituiscono una Regione con Sinodo Regionale.
Finanziariamente i Protestanti corsi sono tenuti a pagare le
spese d’impianto e quelle correnti delle case pastorali, viaggi,
riscaldamento. Queste spese amniontano a 25.000.000 di lire. Tra
le spese i rimborsi per i mutui
accesi per la costruzione di Pie
tranera ; il centro Furiant fu costruito con l’aiuto di campi volontari delle chiese evangeliche
tedesche. Non è poco per una
diaspora.
Chi sono i protestanti
in Corsica?
Non possiamo averne un quadro completo in pochi giorni, ma
il sondaggio non è inutile.
Pochi sono i Corsi, fatta eccezione di alcuni matrimoni interconfessionali. Si può parlare di
«gruppi»: oriundi dalle Cevenne, dalla Bretagna, nordici, stranieri, « pieds-noirs ». I primi manifestano, come ovunque, quel
gusto di un popolo minoritario,
i « parpaillots », autocritico, umoristico, accompagnato da una dose di diffidenza confessionale e
di simpatia verso un comportamento laico. Si potrebbe parlare
di una « indistruttibilità di una
minoranza significativa» sempre
sul limite della scomparsa e sempre rinascente dalle ceneri. Non
di rado manifestano la solidità
di funzionari, tecnici, insegnanti,
magistrati. Qualche parigino si
muove fra Parigi e l’isola. Una
famiglia d’intellettuali sembra
riafferrata dal lavoro dei campi
e deH’allevamento. Gli stranieri
sono attratti dall’incontro con
altri Evangelici e si dispongono
alla formazione comunitaria.
Un gruppo, che non si trova
dovunque, è formato da famiglie
di coloni francesi provenienti
dall’Algeria fra il 1960-62, detti
« pieds-noirs ». Profughi, o per
analogia di clima, scelta personale, o lavoro sono venuti in
Corsica: alcuni hanno piantato
vigne e dissodato terreni incolti.
Nei pressi di Calvi, una famiglia
ha spiantato i vigneti e creato
un camping. Una vita spesso
dura, frammentata da ricordi e
da qualche speranza. Poi qualche legionario...
Il clima politico
L’atmosfera, nell’insieme, è
marcata da un senso di ripresa.
Ripresa per la fine del trionfalismo di Giscard e per l’inizio
di una buona volontà di cambiamento alla Mitterrand. Disincantata abitudine ad una laicità spoglia da unzioni dette religiose
più frequenti nel nostro popolo.
In molti si avverte un respiro di
maggiore libertà nei rapporti internazionali : non siamo davanti
al fatalismo di una dipendenza
inevitabile.
Non conosciamo le proporzioni della presenza dei partiti: la
media sarà quella francese. Porse non si può non notare un ceto attivo piccolo-borghese, sensibile all’etica del lavoro ed alla
cultura.
Con chi si allineano
sul piano religioso?
Alcuni incontri servono ad abbozzarne un quadro interessante. Si nota in alcuni la ricerca di
radici. Con commozione ci si avvicina ai segni di una presenza
ecclesiale, che risale al 380 d.C.
A Mariana, fra i resti di una
città romana, risalente ai legionari di Mario, è stata scoperta
una chiesa con un battistero.
Ma la storia non basta a fare
vivere la chiesa. L’Eglise Réformée vive in Corsica un’intensa
esperienza ecumenica. A Bastia
opera il Consiglio delle chiese:
sono i rappresentanti delle comunità cattolico-romana, riformata e pentecostale. Il cattolicesimo, secondo alcuni interpreti,
si trova fra un vivo attaccamento ad una tradizione di tipo
mariano, ed una scarsa parteci
anche la chiesa valdese
fu impegnata, in Corsica,
in un lavoro
di evangelizzazione che ha lasciato tracce.
Quanti sono dunque i protestanti corsi?
Cosa pensano?
Come sono organizzati?
Rispondono in questa pagina
Carlo Gay,
pastore di Livorno, e Gilbert Charbonnier,
pastore a Bastia,
che commenta un questionario distribuito
nella diaspora evangelica corsa. {g.p.)
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pazione al ritmo della vita rituale. La comunità pentecostale, guidata dal pastore Licia, corso
marsigliese, proveniente da esperienze di sindacalista, ha la sua
sala culto nel centro della città
con 60 presenti, tutti di origine isolana. I delegati si riuniscono generalmente nella moderna
chiesa di St. Paul : culti in comune, settimana biblica, incontri
estivi nel Convento domenicano
di Corbara, rete di riunioni in
occasione della venuta di animatori della CEvAA.
Non mancano la realtà e la
problematica degl’incontri fra
credenti e laici. Qui si avverte
una diversità fra la Francia e
l’Italia. La laicità in Francia ha
una storia lunga e complessa ;
la chiesa cattolica ha conosciuto tempi di soggezione e di rivolta, che possono essere istruttivi
per tutti. L’opera di evangelizzazione, a livello pentecostale, rivela la possibilità di una comunicazione popolare spirituale,
consapevole dell’universalità del
messaggio cristiano.
Un silenzio colpisce: riguarda
la presenza, il dialogo, l’attenzione al grande numero di lavoratori africani. Quasi tutti essi
appartengono all’Islam. Si assiste ad un silenzio rispettoso, non
ad un dialogo che è tutto da costruire. Non è impossibile che il
fenomeno dell’immigrazione islamica tocchi anche le rive della
realtà italiana. Prepararsi con i
Francesi a questo incontro non
è forse prematuro.
In questa rete di rapporti rincontro fra Riformati corsi ed
Evangelici può portare alcuni
frutti :
a) allargare la coscienza della chiesa, come dice il pastore
Charbonnier ;
b) stabilire una piattaforma
per un lavoro di diaspora con la
valorizzazione del singolo affinché non si perda in un complesso indifferenziato di massa ;
c) ricerca di un rapporto fra
chiese e stati nell’ambito della
Conferenza delle Chiese Latine;
d) ricerca di metodi di opera giovanile comune sul piano
delle vacanze;
e) la Corsica offrirebbe altresì l’occasione di incontri con
altri evangelici. A Calvi esiste un
centro di vacanze, diretto da un
Movimento Evangelico Tedesco
con avvicendamento quindicinale di gruppi, con cui abbiamo
avuto l’occasione di una riunione non banale.
Terminando non possiamo non
pensare ad un aspetto, del quale
non abbiamo ancora parlato: la
fatica di una minoranza per raggiungere tutte le famiglie disperse, i giovani, i fanciulli, gl’isolati, che la compongono; la fatica
per non perdere la propria identità; la fatica per non scomparire nel cuore dei più giovani e dei
fanciulli, privi di un ambiente
evangelico ; la fatica per non
ghettizzarsi con un complesso
di inferiorità o di superiorità
che spesso si equivalgono ; la fatica per mantenere una rete di
informazione con i mass-media,
senza cadere in un intellettualismo di facciata.
Anche per tutto questo, una
comunione di esperienze fraterne non sarà inutile.
Carlo Gay
Identikit
di luna diaspora
Qual è l’influenza dell’ambiente, nel quale viviamo, sul nostro
modo di vivere l’Evangelo e di rendergli testimonianza? E’ una delle
tante domande di un questionario, preparato dalla Comunità evangelica di Azione Apostolica (CEvAA), distribuito tra gli evangelici
della Corsica.
Una situazione
La maggior parte delle risposte esprimono il disagio dovuto
alla disseminazione. Il piccolo
numero (famiglie conosciute 170),
la dispersione geografica e le difficoltà delle comunicazioni costituiscono la sorte di ogni disseminazione. Vi sono altri gruppi cosi
caratterizzati, anche se a livello
minore. Ma alla dispersione bisogna aggiungere la difficoltà di
inserimento incontrata da molti:
« siamo dei marginali » si ripete.
La cultura, lo stile di vita, la mentalità sono diverse. E’ difficile,
nella vita quotidiana o professionale, stabilire delle relazioni senza pregiudizi fra Corsi e non Corsi, che sono il maggior numero
nella nostra chiesa. Alcuni però
sembrano non avvertire quel problema.
La parola « paura » è stata pronunziata parecchie volte per definire la situazione in Corsica. Paura di un clima d’insicurezza; paura dell’ evoluzione del contesto
socio-politico; paura anche di
perdere la propria identità culturale e regionale.
Il disagio della disseminazione
è anche sottolineato dalla disparità delle opinioni, delle preoccupazioni e delle tendenze sui piani
politico e spirituale, fra i membri della parrocchia. Per alcuni
la comunità parrocchiale, non è
un luogo nel quale si possa esprimere e condividere i propri timori ed interrogativi. La comunicazione è problematica fra i membri della comunità disseminata.
Essa corre il rischio di essere
sempre rappresentata soltanto
da uno dei punti di vista, che la
compongono, perché una comunità, anche piccola, non è necessariamente compatta.
Infine la insularità è avvertita
dalla comunità nrotestante. E’
un ostacolo alla coscienza dell’appartenenza alla chiesa universale. Si desidera mantenere e rinnovare le relazioni con il Protestantesimo del continente e in
modo speciale con la chiesa regionale, che ha .sempre concretizzato la sua solidarietà con la comunità corsa. La vicinanza dell’Italia orienta anche verso lo
stabilimento di contatti con la
chiesa valdese in Toscana. I legami con le comunità più vicine sono sempre stati considerati come segni di comunione con la
chiesa universale.
Una testimonianza
Quale testimonianza? Molti rispondono: bisogna fare meglio
conoscere il rirotestantesimo tanto più che la popolazione lo vede
attraverso alcuni pregiudizi che
ne rispecchiano una immagine
inesatta.
Ma si diffida delle parole e dei
discorsi. Il linguaggio religioso
non passa. Anche la disparità degli orizzonti culturali o politici
conduce a intendere in modo non
giusto le nostre intenzioni.
Pertanto la testimonianza della
nostra fede deve esprimersi anzitutto a livello dei nostri comportamenti, impegni della nostra
vita quotidiana, del nostro esempio. « Andare verso gli altri, come Gesù Cristo ha saputo farlo
ed essere tolleranti: questo è
importante ».
Occorre dare dei segni di fiducia, di gioia e di speranza. « Quale epoca non ha avuto problemi?
Ci si lamenta di tutto. Ci crediamo sempre inseguiti... Viviamo e
la vita sarà più bella e ognuno
potrà vivere la propria fede...
Non è questa la narola dell’Evangelo?
In un mondo violento, dobbiamo essere testimoni dell’amore
di Gesù Cristo, raggruppandoci
sulla base del suo amore. Infatti
una vita di chiesa è anche necessaria per la nostra testimonianza. Essa è l’ambito che permette
di incontrare persone, che altrimenti verrebbero soltanto distinte per quello che le separa. Fra
cristiani ci dobbiamo incontrare
e accettare le nostre differenze.
Questa è una testimonianza, che
deve essere data.
Riguardo alle relazioni ecumeniche o interecclesiastiche la
maggioranza è favorevole ad una
apertura verso la chiesa cattolica e pentecostale. Gli scambi già
avvenuti sono vissuti come segni
di un comune desiderio di evangelizzazione. Ma non si omette il
timore che la fedeltà all’Evangelo venga smussata e il rischio
della confusione dei culti. Si avverte il timore di una perdita di
identità o di assimilazione. La
minoranza evangelica interpella
la maggioranza cattolica sul suo
modo di vivere come chiesa e sui
suoi legami con la Parola di Dio.
La testimonianza dell’Evangelo
è fatta anche di apertura verso
la comunità umana locale. Si
chiede uno spazio maggiore per
la tradizione, per la musica, per
i canti isolani. Così si andrà meglio verso gli altri. Bisognerebbe
inventare un protestantesimo corso, come esiste un modo « cévenol » o alsaziano di essere protestanti.
Quando una comunità s’interroga, ne nasce una radioscopia,
che può interessare gli altri. Un
esame senza compiacenze è una
tappa verso la ricerca di una
maggiore verità e di una maggiore fedeltà. Il cammino continua c
ognuno può contribuire ad andare più avanti.
Gilbert Charbonnier
6
13 novembre 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
L’ASILO NIDO DI PEROSA ARGENTINA
Insegnare servizio per la prima i
il patois
La Comunità Montana Valli
Chisone e Germanasca sta tentando di estendere un’esperienza
già iniziata lo scorso anno nel Comune di Roure (in Val Chisone),
cioè quella dell'insegnamento del
dialetto agli alunni della scuola
dell’obbligo, con insegnanti non
necessariamente diplomati, purché cultori delle tradizioni e della parlata locale. L’iniziativa rischia di incontrare un consenso
o delle perplessità istintive, ma
non è iacile maturare un parere
meditato. Per non abbandonarci
ad entusiasmo o ad opposizioni
viscerali, vorremmo tentare una
analisi delle motivazioni che spingono ad appoggiare l’iniziativa.
Ci può essere, innanzitutto, chi
condivide l’esperimento, prefiggendosi di raggiungere obiettivi di tipo ricreativo. Molto di
quanto si viene pubblicando in
patois, ha, infatti, caratteristiche
ricreative in senso individuale,
perché si tratta spesso di storielle divertenti, di aneddoti curiosi,
di piccole arguzie che costituiscono un piacevole passatempo. Ma
al tempo stesso questi racconti
servono a ricreare un’atmo^era
dei tempi passati, a far rivivere
situazioni, costumi, mentalità, valori e meschinità dei padri o
della giovinezza che è ormai confinata nei ricordi. In questo senso si ricreano non soltanto le forze dell’individuo ma anche un po’
la società del passato.
In secondo luogo ci si possono
porre degli obiettivi di formazione linguistica. In questo senso
sono valorizzate le culture minoritarie dai programmi della scuola media, i quali vedono in esse
momenti e tipi di espressione
umana validi e non assorbibili
dalla cultura e dalla lingua nazionale. Ci possono essere nelle
lingue locali finezze, termini tecnici legati ad abilità artigianali,
ricchezze espressive che devono
essere salvaguardati e valorizzati
nella stessa scuola di stato e non
solo in momenti extra-scolastici.
Il dialetto, ancora, può essere
uno strumento per affinare il senso storico e la capacità di indagine sul passato. DaU’analisi delle canzoni, delle poesie, dei racconti, si possono trarre utili indicazioni di storia del costume, sui
rapporti fra uomo e donna, su
come si vedeva l’infanzia, l’amore, la morte, la guerra e via discorrendo. Si possono, inoltre,
avere nelle tradizioni orali indizi
di avvenimenti non altrimenti
documentati e che tuttavia possono spiegare situazioni di rilevante importanza. Se questo è
l’obiettivo, naturalmente, si vedrà la storia locale come si vede la storia nazionale, con luci e
oììibre, con momenti di critica e
momenti di consenso.
Ci può essere, infine, chi si propone il raggiungimento di obiettivi di tipo politico, stranamente, su due fronti opposti. Da un
lato i tradizionalisti vedranno
nell’insegnamento del dialetto un
modo per consolidare i valori del
passato, la società in cui c’erano
« religione », « senso della famiglia », « amore della patria », cioè
tutte quelle cose che la corsa al
benessere (delle classi svantaggiate) e la mentalità secolarizzata influenzata dal marxismo hanno sacrilegamente distrutto. D’altro lato coloro che sono schierati
su posizioni di sinistra vedranno,
invece, nell’insegnamento del dialetto una valorizzazione della cultura popolare contro l’arroganza
del potere centrale, un’occasione
per dire come si viveva prima
che la borghesia saccheggiasse le
montagne con la speculazione
edilizia, turistica e culturale.
Non possiamo, naturalmente,
dire chi ha ragione nell’identificare questi diversi tipi di obiettivi. Probabilmente l'insegnamento della lingua popolare è in sé
uno strumento polivalente, che
può essere piegato a diverse finalità. La Comunità Montana non
può adottarne nessuna in modo
specifico. Starà un po’ al senso_
vigile della gente il compito di
vedere che attraverso questo progetto — se andrà avanti — non si
vada in direzioni che non sono
condivise dalla popolazione a cui
è destinato.
m. c. tron
L’asilo nido di Perosa è stato
aperto nel dicembre 1979. L’amministrazione comunale si è impegnata a portare a termine questa iniziativa sfruttando i locali
dell’ex asilo aziendale FILSETA.
Attualmente i bambini iscritti
sono 17, di cui 13 del comune di
Perosa e 4 di altri comuni vicini.
L’orario di apertura è il seguente; dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 17,30.
Per avere ulteriori informazioni sul funzionamento dell’asilo
nido abbiamo rivolto alcune domande al personale, che ringraziamo fin d’ora per la collaborazione dimostrata.
— Quali esigenze della popolazione soddisfa l’asilo nido?
— Permette ai genitori, soprattutto alle mamme, di mantenere
il posto di lavoro, sapendo che
il loro figlio, per tutto il giorno,
è seguito sia dal lato psico-fisico
sia da quello educativo.
— Chi utilizza maggiormente
l’asilo nido?
— In maggioranza i genitori
che lavorano e che quindi hanno
necessità di affidare il proprio
figlio a qualcuno che glielo tenga
durante il giorno, o comimque
coloro che intendono inserire il
proprio figlio con i suoi coetanei,
permettendogli così di allargare
la cerchia delle sue esperienze.
— Come sono le rette e cosa
comprendono?
— Le rette sono determinate
in base alle fasce di reddito e
vengono rivalutate ogni anno dal
comitato di gestione; vanno dal
la quota esente a un massimo di
60.000 lire. Con il pagamento della retta i genitori contribuiscono
principalmente al pagamento delle spese di refezione (pranzo e
merenda).
— Quanto costa in media un
bambino al nido?
— il costo di un bambino al nido viene determinato al termine
di ogni anno in base alle spese sostenute (gestione, personale, vitto, manutenzione ecc.), quindi
varia di anno in anno; per l’anno 1980 il costo è stato di un milione e mezzo circa, per il 1981 e
gli anni seguenti il costo non è
ancora stato determinato; una
cosa è certa, sarà sicuramente
più elevato di quello dello scorso
anno, tenuto conto anche delle
ristrutturazioni dell’edificio in
atto.
— Come sono i rapporti con i
genitori?
— Con i genitori si è cercato di
instaurare un rapporto basato su
un colloquio costante, non per
creare impossibili continuità, ma
per sviluppare con la famiglia e
l’ambiente familiare un processo
di scambio che costituisce la base migliore per l’educazione del
bambino.
— Esiste un comitato di controllo?
— L’asilo nido comunale è gestito dal comitato di gestione
formato da: 4 rappresentanti dei
genitori, eletti nel corso dell’assemblea dei genitori, dalla responsabile del nido, da una rappresentante del personale, da tre
rappresentanti del consiglio comunale, due designati dalla maggioranza e uno dalla minoranza.
Il comitato di gestione dura in
carica due anni. Le sue sedute
sono pubbliche, tranne in alcuni
casi, e i suoi compiti sono: predisporre e vigilare sul regolamento interno, esaminare le domande di ammissione stilando l’apposita graduatoria, proporre l’ammontare delle rette di frequenza,
prendere in esame eventuali suggerimenti, reclami o osservazioni, assumendo le relative iniziative.
— Quali sono le difficoltà più
grandi riscontrate?
— Per ora le difficoltà maggiori sono derivate daH’organizzazione del servizio tenendo conto
che l’asilo nido è situato in un
fabbricato da ristrutturare che
da pochi mesi è venuto in possesso del comune di Perosa, il
quale, nonostante i vari intralci,
sta iniziando i lavori di ristrutturazione per adeguare i vecchi lo
cali alle esigenze di un asilo nido
moderno. Anche il personale si
adopera, nei limiti delle proprie
possibilità, per organizzare i momenti della giornata del bambino
al nido nel migliore dei modi, alternando momenti di gioco guidato, libero, refezione, sonno, in
base alle necessità psicofisiche di
ogni piccolo ospite.
intervista a cura di
Franco e Silvana Marchetti
oggi e domani
In questa rubrica pubblichiamo gli avvisi inerenti ad iniziative di carattere
ecumenico, culturale e civile che ci pervengono In tipografia entro le ore S
di ogni lunedì (tei. 0121/91.334).
SEMINARIO CESP
Il Centro Sociale Protestante organizza per domenica 15 novembre a Massello un seminario sul tema « I credenti e la lotta per la pace ». Il programma prevede: partecipazione al culto
della comunità valdese (ore 10.30):
pranzo in comune, dibattito sull'argomento.
Per informazioni telefonare al n. 72665
(Giorgio GardioI) o al n, 8514 (Daniele
Garrone).
CORALI VALDESI
Programma di formazione
TORRE PEUICE
Per la pace e il disarmo
E’ stato costituito, con recapito a
Torre Pellice, un Comitato per la pace
ed il disarmo in Val Pellice che, rivolgendosi ai cittadini della Val Pellice,
alle sezioni dei partiti politici, alle comunità della Chiesa Valdese, Cattolica
ed altre, agli enti locali, ai sindacati
ed ai consigli di fabbrica nonché ad
altre associazioni, indirizza la seguente
comunicazione:
E’ oggi all’attenzione di tutti, il problema scottante della difesa della pace
nel mondo e la necessità di un disarmo nucleare (unilaterale o contrattato)
ed anche degli armamenti convenzionali. A fronte di un crescente peggioramento dell’economia mondiale e
del conseguente aggravarsi del tremendo problema del sottosviluppo e della
fame nel mondo, le due superpotenze
non trovano di meglio che dare inizio
ad una nuova, pazzesca corsa agli ai^
mamenti. (...).
Il nostro Governo in questa situazione sembra volersi muovere seguendo
ciecamente le direttive NATO ed in
particolare degli U.S.A., avendo permesso, per primo in Europa, l’installazione dei missili Pershing e Cruise sul
territorio a Comiso in Sicilia.
Ma i popoli d’Europa si stanno vivamente opponendo a tutto questo con
un proliferare di iniziative a grande e
piccolo respiro (basti ricordare le gigantesche marce di Berlino, Bonn,
Roma, Parigi, Londra, Bruxelles, Stoccolma, ecc...). Molte iniziative stanno
nascendo in Italia, anche a livello locale (...).
Invitiamo tutti coloro che sono interessati all’iniziativa, come singoli cittadini, enti, associazioni, partiti, ecc.
a voler aderire al Comitato o mettersi
in contatto, partecipando alla riunione
di lunedì 16 novembre presso i locali
del Centro d’incontro di Torre Pellice
(via Repubblica, 1) che avrà inizio alle
ore 21.
Per informazioni o per adesioni al
Comitato telefonare al seguente numero: 91373 (o scrivere presso Domenico Abate, viale Dante 55 - Torre Pellice, c.a.p. 10066).
Le Corali Valdesi hanno ormai
iniziato da più di un mese la loro attività annuale, con rinnovato impegno non solo al servizio
delle rispettive comunità, ma anche in vista di una efficace testimonianza alTesterno. Vari gruppi stanno preparando programmi per concerti da tenersi nel
periodo natalizio, di cui il giornale darà notizia a tempo debito. La Corale di Villar-Bobbio
Pellice ha anticipato i tempi tenendo, per l’organizzazione del
CESP, un apprezzato concerto di
canti della Riforma protestante
nel tempio di Pinerolo.
Il 18 ottobre si era tenuta la
Assemblea delle Corali nella quale, dopo una relazione sulla intensa attività dell’anno passato,
che ha visto le nostre corali impegnate in molte comunità anche fuori delle Valli, si sono tracciate le linee programmatiche
per l’anno in corso. Le Corali
hanno deciso di partecipare alla
campagna evangelistica organizzata dal IV Circuito, che avrà
luogo a Chivasso a metà maggio;
la manifestazione coinciderà così con l’annuale Festa di Canto.
Un’altra decisione presa è stata
l’adesione alle Celebrazioni del
4.50“ anniversario del Sinodo di
Chanforan che si terranno in
estate in Va! d’Angrogna.
La giunta esecutiva, eletta daU
la Assemblea nelle persone di
E. Tùrck (Pinerolo), F. Avondetto (S. Germano), R. Ribet (Pomaretto), J. L. Sappè (Angrogna)
e F. Taglierò (Villar-Bobbio Pellice), ha avuto già una prima riunione per dare esecuzione ad alcuni mandati ricevuti dalla As
semblea stessa. Le Corali sono
invitate a pronunciarsi in modo
chiaro sulla opportunità che vengano organizzati corsi per perfezionare l’impostazione della
voce dei coristi, da tenersi in
modo collettivo (per chi è interessato) oppure all’interno delle
singole corali, con l’intervento di
insegnanti specialisti. Per il momento si è alla fase della progettazione, ma le Corali sembrano
orientate nel senso della seconda possibilità su esposta. Altro
discorso è quello dei corsi per
futuri direttori, e di aggiornamento degli attuali: per questo
sarà opportuno preparare un
programma di « stages » a cicli
e per materie (musicologia, tecnica vocale, tecnica di direzione,
ecc.).
L’esigenza di questi corsi è sentita in modo sempre più urgente, anche in proiezione futura,
non per desiderio di perfezionismo fine a se stesso, ma per un
miglioramento delle qualità canore dei gruppi corali, finalizzandolo al vero senso del canto nella chiesa nata dalla Riforma.
Un altro progetto che si spera
di attuare è la pubblicazione di
un libretto tascabile di canzoni
Dopolari (con musica) sul quale
ha lavorato in modo preciso e
con la consueta competenza il
prof. Corsani, con cui alcune Corali hanno collaborato per la ricerca delle canzoni da pubblicare.
Risentiremo parlare di queste
interessanti iniziative durante
Tanno: per il momento ai coristi e ai loro direttori rivolgiamo un caloroso augurio di buon
lavoro! F. T.
CINEMA
La ragazza di Via Mille Lire
Deprimente e inquietante, questo film del regista Gianni Serra
manca di una trama vera e propria, è un documentario girato
nelle zone più squallide e malfamate di Torino. Senza mai scivolare nel pornogrtifìco e nel
grottesco, la pellicola ci pone di
fronte a una serie di fenomeni
sui quali troppo spesso si preferisce tacere: prostituzione minorile, scippi, incesti, stupri, droga,
handicappati abbandonati a se
stessi, il tutto visto attraverso gli
occhi di Elisabetta, una quattordicenne errabonda, spavalda e
disincantata ma tanto simpatica.
Betty passa da un riformatorio
all’altro, riuscendo ogni volta a
fuggire e a cacciarsi in nuovi
guai; a lei e agli altri adolescenti
che conducono lo stesso tipo di
vita fanno riscontro le strutture
statali e religiose che dovrebbero aiutarli, ma che sono di
fatto inadeguate e disorganizzate, subissate dal lavoro e dalle
richieste.
« La ragazza di Via Mille Lire »
non è il classico film « bello »,
non ci sono personaggi positivi
né note di speranza e tutti usano
un linguaggio triviale; vuol essere un grido d’allarme, una sfida
e un invito per coloro che non
restano indifferenti ai problemi
dei giovani. Dopo avervi assistito
qualcuno uscirà tranquillo, illudendosi ancora che certe cose
succedano solo in città e non
minaccino la pace delle vallate;
altri diranno che era un film
senza senso, altri ancora, spero,
saranno decisi a fare tutto il possibile per migliorare la situazione.
La pellicola verrà presto riproposta nei cinematografi delle
valli.
Edi Merini
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Torre Pellice - Tel. 0121/91514 - 91836
CONCORSI PUBBLICI
AVVISO; è prorogata al 27/11/1981, ore 16, la scadenza per la presentazione delle domande di ammissione ai Concorsi pubblici per:
3 posti di Addetto all’Assistenza Domiciliare
— 1 posto di Applicato Centralinista
1 posto di Segretario addetto al Settore Servizi Sociali
1 posto di Esperto addetto all’Animazione di
Centri di Incontro ed ai Servizi Sociali sul
Territorio.
per informazioni rivolgersi alla segreteria dell’Ente.
Il Presidente
( Cotsson Prof .ssa Franca)
7
13 novembre 1981
CRONACA DELLE VALLI
INCONTRO COL SINDACO
AUTUNNO IN Vfi
Pensionati a Torre Per riqualificare l’artigi
Il Sindaco ha intrattenuto la
Lega Pensionati Val Pellice in
cordiale colloquio giovedì 29 ottobre. Sono stati trattati alcuni
temi che erano stati sollevati
nell’ultima assemblea. Alla Lega
è stato assicurato il rispetto del
programma di maggioranza che
prevede, fra l’altro, la costituzione di commissioni consiliari
aperte ai cittadini ed ai pensionati. E’ prossima la designazione di due o tre cittadini e pensionati per la costituzione delle
comrnissioni : urbanistica, commercio, sport, assistenza-igiene,
turismo - cultura e lavori pubblici.
Problema grosso è la casa. Il
Sindaco ha precisato che si sta
completando il II lotto dell’edilizia convenzionata che consentirà l’assegnazione di 24 alloggi.
Le domande si indirizzano al Sindaco. L’assegnazione avverrà nell’ambito del comprensorio di Pinerolo, con criteri da stabilire.
Nell’edilizia, la Regione interviene più facilmente laddove i comuni hanno edifìci di loro proprietà da ristrutturare. Torre
Pellice si trova in questa situazione ed ha già avviato la pratica per ristrutturare 40 alloggi,
di dimensioni diverse, nello stabile che sorge a S. Ciò. Il progetto è suddiviso in tre lotti e ci
sono buone speranze di realizzare l’opera a breve scadenza.
Con mutui agevolati e contributi della Regione possono essere recuperati e risanati complessi edilizi privati. Questa forma
di intervento finanziario è vantaggiosa sia per i proprietari, che
si trovano in queste condizioni,
sia per la collettività. I proprietari devono accettare quote di
locazione fissate dai comuni mediante convenzione. La Giunta
si è già mossa e, con atto deliberativo del 27 ottobre, ha individuato la zona nel nostro comune
per il recupero e risanamento di
più alloggi.
Nel colloquio si è parlato anche di Equo Canone, bagni pubblici e deirufficio di Collocamento. Mentre ad Angrogna è applicabile l’Equo Canone, Torre Pellice dal 1951 ad oggi non ha avuto l’incremento di popolazione
che la legge richiede come requisito per l’estensione dell’Equo
Canone.
Vani si sono dimostrati tutti i
tentativi del Consiglio comunale
per fare riconoscere l’Equo Canone nella nostra cittadina. E’ ritornata sul tapneto la richiesta
di costruire un bagno pubblico
o docce. Difficoltà d’ordine finanziario impedirà di attuare
questo servizio. Nel 1982 il bilancio dovrà sopperire alle diminuite erogazioni dello Stato per
mantenere gli attuali servizi sociali. Limitata è invece la funzione deirufficio di Collocamento che non può avviare al lavoro
gli iscritti nell’ambito comprensoriale. Il problema dovrà trovare la sua soluzione con la modifica della legge sul collocamento. Si prevedono altri utili incontri fra la Lega e gli amministratori locali come « trait d’union »
fra amministrazione comunale e
popolazione.
Antonio Kovacs
RODORETTO
Pensieri d’autunno
E’ sera; la nebbia umida e
fredda costringe i pochi, che ancora non hanno fatto le valigie
per scendere a valle, a rinchiudersi in casa. Il silenzio fuori è
totale; anche i passeri sono spariti, hanno cercato rifugio in
qualche fienile.
In casa la legna resinosa scoppietta nella stufa e diffonde nell’ambiente un benefico calore.
Dopo l’abituale parca cenetta,
tanta calma invita a pensare. Siamo quassù dalla fine di marzo;
gran parte della primavera, tutta l’estate, parte dell’autunno sono trascorsi. Molti avvenimenti
si sono succeduti: quante volte
in questo periodo abbiamo percorso la strada del Cimitero per
accompagnare un parente, un
conoscente! Sono talmente tanti
che la mia mano non può farne
l’elenco. A tutti i familiari in lutto, uno per uno, va il mio accorato pensiero.
Alle giornate tristi sono seguite giornate di lavoro. Se non
fanno notizia le quotidiane fatiche dei campi, giusto rilievo dobbiamo dare ai lavori eseguiti per
riparare la Casa Pastorale, la
lunga gradinata che porta al piazzale del Tempio ed il riassetto
generale dell’alloggio della Scuola, sopra il Museo. Qui i quattro
« Moschettieri » già collaudati
nella riparazione del Tempio
l’anno scorso, hanno ancora dato prova della loro... bravura. Naturalmente accanto a quelli non
dimentichiamo coloro che (borsellino alla mano) ci hanno dato man forte. A tutti indistinta
mente il nostro : grazie. Un grazie che parte dal profondo del
cuore, dal cuore di una popolazione ridotta ai minimi termini,
ma che ciò nonostante NON vuole intonare il suo « Canto del Cigno ».
Domenica 18 ottobre, l’esiguo
Concistoro di Rodoretto ha avuto un primo incontro con il Concistoro di Frali in vista della fusione delle due Chiese. L’accoglienza è stata più che fraterna,
forse anche per farci sentire meno amara la pillola da mandare
giù; e pensare che nell’autunno
del 1689 i 450 reduci da Prangins,
prima di optare giustamente per
la Balziglia, avevano pensato di
passare l’inverno a Rodoretto.
Oggi i problemi di allora non
esistono più ed è giusto quindi
che, dopo una settimana di lavoro, la domenica si organizzino gare alle bocce, balli, memorabili
bevute!?! Ma allora mi domando : Che cosa vengono a cercare,
ormai da anni ripetutamente,
quei Tedeschi che partono addirittura dai dintorni di Francoforte sul Meno? Vengono a cercare quello che i loro Avi hanno
dovuto abbandonare, ma che noi
non siamo capaci di dar loro.
Noi, presi dagli ingranaggi del
vivere moderno, ci dimentichiamo spesso che la domenica è anche stata creata per favorire l’incontro di fratelli con fratelli,
amici con amici, che altrimenti
s’incontrano solo in occasione
di funerali.
Enzo Tron
Il pomeriggio del 31 ottobre ha
segnato il punto, forse, più interessante di tutto il ciclo delle
note manifestazioni, con rincontro-dibattito su « iniziative cooperativistiche negli anni ’80 », con
interventi dell’ex assessore alla
montagna G. Baridon e di R. Mirabile.
La mostra-mercato dei prodotti agricoli e artigianali ha pienamente soddisfatto i numerosissimi acquirenti, tanta gente venuta non solo dalla Val Pellice e
località viciniori ma da Torino.
Ammirate le mostre fotografiche
dei valenti artisti G. Odin e G.
Ricca, i disegni dei « bacias » di
M. Calzi, le sculture in legno del
Trattner e tanti altri lavori degli hobbisti valenti (non da ora
ma da secoli) artigiani agrognini. Ed è sull’artigianato che vorremmo dire qualche cosa in più.
Qui, nelle Valli, come in ogni
centro alpino, montanaro, il far
da sé, il modesto e pur utile artigianato è stato praticato non
solo per soddisfare le proprie
esigenze casalinghe o del piccolo
laboratorio ma anche per una
intima gioia, una particolare sensibilità.
Ai nostri giorni l’artigianato
riprende quota per un complesso di motivazioni, fra cui il maggior tempo libero disponibile,
una ambiziosa ricerca di mercato che rivalorizza il manufatto, la crisi della grossa industria
con migliaia di uomini validi disoccupati e altre migliaia in continue mortificanti casse integrazione, fenomeni questi naturalissimi e conseguenti al capitalismo industriale e ne sanno qualche cosa quelli che lavoravano
negli stabilimenti tessili della
Val Pellice e della Val Chisone,
come nei settori della meccani
SOCIETA’ DI STUDI VALDESI
Intensa attività
La Società di Studi Valdesi
prosegue la sua attività regolare
con una serie di iniziative che
riteniamo utile segnalare ai lettori del giornale.
Quaderni della S.S.V.
La prima è la pubblicazione di
una serie di fascicoli ciclostilati
in cui raccogliere materiale e
studi, che non compariranno sul
Bollettino, ma che si ritiene
egualmente interessante far conoscere. Il primo fascicolo, apparso nel corso dell’estate ad
opera del past. G. Tourn, è una
presentazione sintetica (una ventina di pagine) delle vicende della nostra chiesa negli ultimi cento anni : « L’église vaudoise et
ritalie moderne ». Il materiale
non è originale, riprende le pubblicazioni già note, ha servito in
molte circostanze a fornire ad
amici stranieri, in Italia o all’estero, il quadro della nostra
situazione. Chi debba illustrare
infatti i problemi dell’evangelismo italiano sa quanto scarsa sia
negli stranieri la conoscenza dei
problemi italiani.
Il fascicolo n. 2 è invece opera
del Collettivo di Ricerca Storica,
un gruppo di giovani interessati
ai problemi della storia valdese,
che ha tenuto lo scorso maggio
un incontro a Torre Pellice, di
cui abbiamo dato breve relazione, per un confronto di ricerche.
Dall’indice si deduce la varietà
degli interessi ed i filoni di ricerca : Evoluzione demografica
nel comune di Rorà tra Settecento e Novecento ; Società ed
economia in una comunità contadina del Settecento : S. Giovanni; Archivio di una unione
giovanile : Chabriols di Torre
Pellice ; Genesi e sviluppo di una
storia di S. Germano; San Giovanni; 1900-1915. I due fascicoli,
al prezzo di 1.500 e 2.000 lire possono essere acquistati presso la
Claudiana a Torre Pellice o richiesti direttamente alla Società.
Amici del Museo
L’attività del Museo continua
dopo una estate intensa, in cui
i visitatori si sono susseguiti senza posa. Non pochi problemi re
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stano però da risolvere nella illustrazione del materiale, la sua
catalogazione, una adeguata sistemazione dei locali. Un gruppo di volenterosi collaboratori si
è costituito nel corso dei mesi
scorsi per collaborare con il Seggio in questa opera di potenziamento. Questi collaboratori si
ritroveranno sabato 21 per una
cena familiare in Foresteria ed
una seduta dopo cena per affrontare i problemi della collaborazione, della manutenzione e dell’attività del Museo. La seduta è
naturalmente aperta a tutti i Soci e non interessati a questo lavoro.
Film sulle Valli
Molti fratelli delle Valli ricordano una avventura affascinante
della loro gioventù unionista intorno agli anni ’24 quando il pastore Paolo Bosio ideò e realizzò
un film sulla storia valdese impegnando i membri delle unioni
come comparse in scene di massa nelle località storiche delle
Valli. Questo documento non è
stato proiettato in Italia se non
a pochi privilegiati, nel corso di
un Sinodo, ed è poi stato trasferito in America o Inghilterra, da
allora era sparito senza lasciare
traccia. Dopo lunghe ricerche
siamo riusciti a rintracciarlo a
New York ed a farlo rientrare
in Italia. La pellicola, in ottimo
stato di conservazione, non è però proiettabile ed il film dovrà
essere trasferito su pellicola
adatta ai proiettori moderni, con
notevole spesa. Sarebbe però
spiacevole dover attendere anni
per reperire questi fondi e si è
così, pensato di realizzare una
parte del film da proiettare subito, nel corso dei prossimi mesi, con spesa ridotta, per dare
un’idea del materiale esistente :
si tratta di una presentazione
della chiesa valdese fatta in quell’anno, che chiude la parte storica, in cui sono riprese le diverse chiese, scene di vita, persone.
E’ nostra intenzione proiettare
nelle comunità questo documentario nel corso di gennaio con
un programma che indicheremo
a suo tempo.
Il Seggio
a Telepinerolo
Canale 56
CONFRONTIAMOCI
CON L’EVANGELO
ogni sabato alle ore 20,20
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
ca, de
ormai grave, non colpisce solo
la grande e media industria ma
investe le piccole aziende, che
con affanno tirano avanti. In
Piemonte con la Fiat in crisi con
70/80 mila operai in cassa integrazione il danno viene risentito dalle aziende fornitrici e recentemente alcune di quelle del
pinerolese come la WEPOO di
Bricherasio, la SCAT di Pinerolo, la Tecnoscat di Frossasco, e
la G.O.R. di Torre Pellice (per
citarne alcune) si sono trovate
in situazioni di serio disagio. La
gravità del problema occupazionale è stata rilevata (oltre a precedenti incontri) nel convegno
regionale del luglio scorso a
Stresa, ove l’artigianato, mestiere antico da quando l’uomo ha
imparato a forgiare le materie
— la pietra, il ferro, il legno, il
vetro ecc. — rappresenta una
attività produttiva di primo piano e impegna i reggitori della
cosa pubblica a serie riflessioni.
A Pinerolo come a Torre Pellice ed ora in Angrogna il problema dell’artigianato è stato seriamente affrontato, meditato e dibattuto e sarebbe lungo riferire
su tutti gli interventi da quelli
dell’assessore rag. Domenico
Marchesotti, all’ass. prcv. Rossi,
al comprensoriale Manassero,
come su gli interventi dell’ass. alla Comunità Montana Suppo, di
Carlo Trombotto del C.N.A. di
Pinerolo e di Marcel Malan del
CO.GA.V. (Coop. di garanzia per
il finanziamento degli artigiani
della Val Pellice). In sostanza
dai vari interventi si deduce che
non più un progetto ma una realtà operante di crescita per combattere la disoccupazione e l’inflazione può venire attraverso lo
strumento delle cooperative siano esse agricole, edili, meccaniche o altre, cooperative che necessitano di una coscienza delle
proprie capacità da parte dell’operaio, del contadino, dell’edile
e nel contempo, come felicemente disse il Marchesotti, urge mettere in campo, con chiarezza, tutti i problemi che travagliano il
settore produttivo; dalla lotta all’inflazione alla legge quadro nazionale, ai compiti specifici della
Regione e conseguentemente alle deleghe da affidare alle Provincie ed alle Comunità Montane.
Gli artigiani stanno riscoprendo
la propria forza: ben 37 mila miliardi di valore aggiunto creato
in Italia (secondo i dati statistici) nel 1979 ed un assorbimento
di nuova occupazione per circa
500 mila persone e quindi un volano dell’economia nazionale proprio nel momento in cui il paese entra in grave crisi. A motivo
dell’alto costo del denaro e le
complesse operazioni per « l’artigiano che chiede un ’’fido” » deve
corrispondere una nuova coscienza associativa ed operativa degli
artigiani di qualsiasi genere e
categoria, ed allora il sistema
bancario potrà rendersi più sensibile e anche sicuro laddove
sorgono strumenti quali i « consorzi fidi e le cooperative artigiane di garanzia ». La tavola rotonda di Angrogna, con la partecipazione delle personalità sopra
citate (simpatico l’intervento di
un cavatore di pietre di Rorà,
Morel, che ha evidenziato la mancanza — fra altre! — di strade
praticabili) ha dimostrato che c’è
tanta buona volontà da parte
degli organi regionali, provinciali
e della Comunità Montana ma
che è pure indispensabile l’autogoverno della categoria, una maggiore qualificazione deH’artigiano nell’autenticità della sua personale capacità di mestiere. Una
qualificazione che confermi gli
artigiani nella loro veste di solerti imprenditori, dotati di iniziativa e fantasia che con dignità e modestia procedono sul cammino del rinnovamento tecnologico, della razionalizzazione produttiva, del grande valore morale e sociale dall’associazionismo.
Domenico Abate
RETTIFICA
Nello scorso numero siamo incorsi
in un refuso. Nell'articolo relativo alI'» Intervento della Val Pellice nel Salernitano » abbiamo scritto che il contributo degli Enti locali è stato di
66.850.000. Si trattava in realtà di
6.850.000. Ci scusiamo coi lettori.
8
3
D
13 novembre 1981
I VALDESI DI GERMANIA
Contro l’ampliamento deM’aeroporto
A Walldorf, nell'Assia, le comunità sono impegnate in un’azione di difesa ecologica
La più grande comunità tedesca di origine valdese in Germania, quella di Walldorf presso
Francoforte, sta vivendo, ora, un
problema che mette in ombra
tutti gli altri: l’ampliamento dell’aeroporto di Francoforte provoca movimento e questo nel vero senso della parola. Il problema non è nuovo, ma ormai vecchio di 16 anni: l’aeroporto di
Francoforte dev’essere ampliato.
Poiché nella zona nord non vi è
più spazio a disposizione, una
terza pista di decollo, la « pista
di decollo ovest », dev’essere costruita nella zona ovest-sud ovest
dell’aeroporto. Il progetto viene
decisamente osteggiato sia dalle
comunità vicine, come Moerfelden-Walldorf o la città di Ruesselsheim (la città delle fabbriche
OPEL) che da una iniziativa di
cittadini (Buergerinitiative) sorta nel 1978 nel distretto di GrossGerau. Già negli anni 60 era sorta una iniziativa che, allora, fu
guidata dal pastore di Moerfelden Kurt Oeser ed ebbe notevoli
successi. Gli oppositori dei rumori aerei su piano nazionale ed
europeo si riunirono insieme: una serie di processi instaurati
davanti ai tribunali amministrativi riuscivano finalmente a bloccare dal 1971 al 1980 la costruzione dell’indesiderata pista di decollo ovest. Già nel 1970, i vicini
dell’aeroporto avevano conseguito la vittoria in un processo giudiziario. Ma dal 1978 la situazione non si presentava molto buona.
Alla fine veniva, per motivi di
sicurezza, dato l’assenso all’ampliamento della pista di decollo
e atterraggio verso ovest. I vicini dell’aeroporto venivano indotti a tale passo non solo per motivi tecnici di sicurezza, ma anche per non essere considerati
persone arretrate. Questa arrendevolezza, a dire il vero, non è
servita a niente: la pista di decollo dev’essere ancora costruita. La pressione politica nell’ultimo anno divenne così forte che.
nel febbraio 1981, ebbe luogo nel
parlamento regionale dell’Assia
un’udienza: ciò nonostante, i
fronti rimanevano invariati. Gli
esperti di una parte sostenevano
gli argomenti degli oppositori
deU’ampliamento, i quali temono
per la loro foresta, che è un’importante zona di aerazione, e
soprattutto sanno che l’oppressione causata dai rumori crescerà enormemente, gli altri, invece,
vedevano i problemi di capacità
che l’aeroporto Rhein-Main presenta e facevano sperare dalla
pista di decollo ovest un notevole incremento. Gli amici dell’ampliamento dell’aeroporto ammettevano che gl’interventi erano
dannosi per l’ambiente. Ma in tale contesto la dichiarazione più
interessante veniva fatta dall’esperto aeronautico n. 1 in campo europeo, l’inglese Ted Hooton.
La difesa
della foresta
Interrogato con molta insistenza
circa l’incremento di capacità,
egli sottolineava che si aggirava
sul 6-14 per cento. Questo è in
rapporto con l’orientamento della pista, che è obliqua alla direzione principale del vento, e con
il fatto che la terza pista può
essere utilizzata solo per i decolli e non per gli atterraggi. L’udienza era stata preceduta dai
giorni caldi dell’anno 1980 nella
foresta. Dopo il verdetto del tribunale, il 20 ottobre doveva avere inizio il dissodamento di 7
ettari di foresta, ma alcune dozzine di persone affrontavano sulla via i taglialegna e la foresta
restava in piedi. Il 27 ottobre
scattava l’allarme. Durante la
notte tremila cittadini di Walldorf-Moerfelder e altre comunità
vicine all’aeroporto si mettevano
in cammino per difendere « la loro foresta ». In verità, essi non
erano venuti fuori invano, perché la protesta pacifica così seguita manifestava ancora i suoi
effetti. Intanto, la polizia aspettava fino alle ore 11 del giorno
dopo, quando la maggior parte
dei cittadini erano andati al lavoro, a scuola o semplicemente
a casa. Con le rimanenti 250 persone i 1000 poliziotti mobilitati
la spuntavano subito, essendo
intervenuti con idranti, cani, filo
spinato e mezzi corazzati.
Tuttavia, per il governo regionale dell’Assia (retto da socialisti e liberali) rimaneva una sconfitta, perché almeno il partito socialdemocratico deH’Assia-sud si
pronunciava contro l’ampliamento dell’aeroporto. Realmente, il
21 giugno 1981, a un congresso
regionale del partito socialdemocratico, il primo ministro dell’Assia, Holger Boerner, metteva sotto pressione i suoi amici di partito, minacciando le sue dimissioni. In precedenza, vicino al
filo spinato, che « proteggeva » i
taglialegna dalla protesta pacifica dei cittadini, avevano luogo
delle scene che nessun valdorfese
presente dimenticherà mai, poiché dei giovani se ne stavano seduti sugli alberi, riforniti alla meno peggio di bevande e vivande.
Tutti gli alberi attorno erano già
tagliati, ma la protesta silenziosa
rimaneva, perché delle donne di
Walldorf e di altre comunità portavano spontaneamente cibo nella foresta. Come reazione all’abbattimènto di sette ettari di bosco, venne costruito un intero
« villaggio di capanne ». Ma già
nel maggio 1980 era stata costruita una capanna di legno dall’iniziativa popolare contro l’ampliamento dell’aeroporto.
Per il pranzo conclusivo, il
partito social-democratico procurava la carne, l’Unione democristiana le bevande e i contorni, il
partito democratico liberale le
attrezzature e i comunisti la cena. Questo è anche un avvenimento molto raro. Tutte le forze politiche sono d’accordo sul
punto che questa pista è da respingere. Con ciò i tre grandi
partiti democratici sono in contrasto con le loro organizzazioni
regionali, le quali sono disturbate dalla collaborazione in questa
questione con i comunisti; eppure questi oramai siedono —
cosa rara in Germania — nel parlamento cittadino. Le elezioni
del marzo 1981 producevano, tra
l’altro, notevoli spostamenti nel
parlamento cittadino e nella
giunta distrettuale: nel parlamento cittadino entravano solo 18
rappresentanti del partito socialdemocratico (nel 1977 erano 25),
12 dell’Unione democristiana (erano prima 17), 4 del partito comunista tedesco (nel 1977, 3) e,
come grande sorpresa, 11 «verdi».
Il partito politico dei « verdi »
aveva concluso un’alleanza con
un gruppo indipendente costituito da membri dei tre grandi partiti. Anche nella giunta distrettuale si producevano cambiamenti.
Mentre il partito socialdemocratico perdeva la sua trentennale
maggioranza assoluta, l’Unione
democristiana manteneva la sua
posizione, il partito democratico
liberale non otteneva alcun seggio ei« verdi » ottenevano 12 degli 81 mandati.
La cappella
delle capanne
Quindi, la protesta non era da
ignorare. Ma cosa succedeva d’altro nella foresta? Il decanato
evangelico di Gross-Gerau decideva di costruire, nella foresta, per
l’Avvento 1980, una cappella, ora
chiamata affettuosamente chiesa delle capanne. L’edificio costato 13.000 marchi tedeschi è stato
finanziato senza un soldo delle
tasse ecclesiastiche. I doni arrivavano in abbondanza: le collette venivano destinate ai terremotati italiani, all’attività « pane per
il mondo » e più tardi all’imminente referendum del maggio
1981. Ogni domenica c’è un culto
pomeridiano, un complesso di
trombettieri suona, nonostante
il rumore degli aerei; mezza dozzina di bambini veniva battezzata e molti pastori della chiesa
regionale dell’Assia-Nassau predicavano qui davanti a una comunità interessata. I culti più suggestivi furono quello di Natale
1980, celebrato di notte nell’oscurità della foresta, e quello di Pasqua di quest’anno. Politicamente, vi è ora probabilmente un
rinvio. A causa dello sbadente
lavoro dei giuristi del governo
regionale dell’Assia, veniva scoperto un errore dopo l’altro. Soprattutto, mancano i pareri e i
procedimenti relativi al diritto
delle acque, che è preso molto
sul serio in Germania, ma d’altra
parte ha anche la sua importanza, perché il governo regionale
dell’Assia progetta, come premio
di consolazione, di prevedere un
parco nazionale nella zona a
sud e ovest dell’area di ampliamento dell’aeroporto, cosa che
il già citato pastore Kurt Oeser
qualificava come uno straccio
per asciugare gli occhi e un alibi.
Inoltre, secondo lo statuto dell’Assia, esiste la possibilità d’indire un referendum: questo è
stato fatto. Il 14 novembre devono essere consegnate al presidente di seggio regionale circa
200.000 firme, il 5% circa dell’elettorato dell’Assia. Certo sarà difficile superare il secondo gradino, perché il 20% dell’elettorato
deil’Assia dovrebbe iscriversi,
nel secondo giro, nelle liste preparate negli uffici municipali.
Tuttavia, questa strada dev’essere percorsa, perché lo sviluppo
economico del traffico aereo sembra sostenere gli argonienti degli oppositori deH’ampliamenio.
Il traffico aereo è regressivo e
ciò che in febbraio, in un’udienza, veniva ancora respinto come
impossibile, cioè spostare sulla
ferrovia il traffico aereo interno
tedesco, sarà messo in pratica a
cominciare dal febbraio 1982. È
stato già minacciato che il paese
delle capanne sarà sgomberato e
saranno iniziati i lavori di costruzione edile. Per cui è da tener
conto anche del tempo prima e
dopo la Fiera del libro di Francoforte. Ma al governo regionale
dell’Assia, il cui credito è stato
già comunque danneggiato, non
importano più nemmeno gli
scrittori che protestano nella foresta.
Karl Heinz Kubb
(trad. M. e C. Cericola)
RISPONDE
L’ASS. FENOGLIO
Egregio Direttore.
su « La Luce - del 30 ottobre ho ritrovato. nell'apposita rubrica, identica
per contenuti, forma e naturalmente
firma, una lettera apparsa su l’Eco del
Chisone dell’S ottobre u.s.
Ad essa rispondo con le stesse considerazioni inviate al suddetto periodico e pubblicate sul numero del 22 ottobre.
« La tutela della flora e della fauna
rappresenta uno dei tanti problemi che
coinvolgono le popolazioni di montagna, la cui esistenza quotidiana è certo sottoposta a condizionamenti ben
più pesanti rispetto agli altri cittadini.
Ho letto perciò con attenzione lo sfogo di un lettore che, sull'Eco del Chisone dell'8 ottobre u.s., ha voluto farsi portavoce di preoccupazioni e disagi che da tempo affliggono i contadini
della Val Germanasca.
La questione più seria è indubbiamente la ricomparsa nelle nostre valli
dei cinghiali, la cui azione devastante
è ben nota a chiunque abbia familiarità
con la realtà montana. Poiché la Provincia di Torino ha precise competenze
in questo settore ritengo doveroso fornire alcuni chiarimenti.
Innanzitutto l’Amministrazione Provinciale non ha mai proceduto al ripopolamento di questa specie animale, che
è tornata nelle nostre vaili per migrazione spontanea dai confinanti territori
francesi, e tanto meno alla sua protezione.
Ne è stata, invece, sempre consentita la caccia e anzi quest'anno, interpretando estensivamente la norma (art.
38 L. regionale 17.10.'79 n, 60), si è
ritenuto opportuno anticipare l’inizio
dal 1“ novembre, data regolamentare,
al 20 settembre, con adeguamento dei
relativi piani di tiro.
Tale decisione dell'Amministrazione
è stata motivata soprattutto dall'esigenza di tutelare per quanto possibile le
colture agricole; le incursioni di questi
animali, pur non provocando gravi danni all'agricoltura in senso lato, determinano invece incertezze di produttività nel singolo agricoltore o montanaro,
vale a dire in colui che trae le sue
soddisfazioni dal raccogliere il prodotto del lavoro compiuto.
LETTERE ALL’ECO DELLE VALLI
Certo l'Amministrazione risarcisce i
danni denunciati con la massima sollecitudine possibile ma, per farlo, è obbligata ad attenersi alle prescrizioni legislative, cioè a seguire, per calcolare
gli indennizzi, parametri obiettivamente
inadeguati rispetto sia ai danni reali,
sia ai disagi personali, tuttavia al momento non esistono altre vie per venire incontro ai cittadini.
Il lettore scrive ad un certo punto:
"Tutti sappiamo che questi cinghiali
sono stati messi appositamente, ma di
questo nessuno ne parla..,”: conoscendo la situazione e il peso che questo
problema ha per chi ne deve subire le
conseguenze, ben comprendo l'amarezza dello sfogo. Tuttavia non posso non
contraddire tale affermazione.
Come è noto la selvaggina immessa
a scopo di ripopolamento deve possedere il certificato sanitario previsto
dalla normativa vigente (art. 24 l.r. 17
ottobre 1979 n. 60) e alTAmministrazione Provinciale, dopo aver condotto una
indagine sull'argomento, non risulta
che alcuna autorizzazione o accertamento sanitario siano mai stati effettuati
su cinghiali.
L'affermazione dello scrivente è dunque falsa, se però esistono prove circostanziate di quanto egli sostiene è
necessario che l'Amministrazione stessa possa esaminarle.
Per quanto concerne la tutela della
flora montana, invece, le competenze
sono della Regione (Legge Regionale
sulla tutela dell'ambiente n. 58, 6,11.78)
che si avvale delle Comunità Montane,
più vicine alle varie realtà locali e perciò meglio in grado di gestirne le necessità.
L'azione della Provincia è, in questa
materia, di fiancheggiamento e di aiuto per contribuire ad una migliore sensibilizzazione dell'opinione pubblica: è
però un ruolo volontario che l'Ente ha
ritenuto di doversi attribuire in quanto
consapevole dell’Importanza dei problemi della montagna e che può essere
migliorato con l'apporto diretto dei cittadini amministrati.
Desidero ringraziare il lettore della
Val Germanasca che, chiamando diret
tamente in causa l'Amministrazione, mi
ha consentito di dare informazioni sul
nostro lavoro, contribuendo ad avviare
un dialogo fra amministratori e amministrati di indubbia utilità e che mi
auguro continui nel tempo >>.
Per concludere ritengo doveroso fare
alcune considerazioni.
La pubblica « denuncia » di inefficienze 0 disservizi, reali o presunti delle
strutture di governo, rappresenta un
diritto-dovere del cittadino e al tempo
stesso un indispensabile contributo al
nostro lavoro di amministratori.
Se però vogliamo che il dibattito
su questi temi risulti effettivamente
utile è necessario da un lato che le
amministrazioni recepiscano le critiche
dei cittadini, ma dall'altro che I cittadini tengano nella giusta considerazione le risposte fornite dalle amministrazioni stesse.
L'Ass. aH'Ecologia, Caccia e Pesca:
Teobaldo Fenoglio
CONVEGNO SSV
Caro Direttore.
nella sua lettera pubblicata il 9.10,
Rochat dice che la sua relazione al
convegno della SSV « non è affatto dedicata ” al volume di Vinay. Ma io
non ho scritto questo. Ho scritto che
« l'excursus di Maselli e di Rochat » era
« direttamente rapportato » al predetto
volume. È una mia valutazione che
mantengo e che altri presenti hanno
ritenuto valida. L'altra precisazione di
Rochat non contraddice quanto ho scritto. Augusto Comba, Torino
UN ANZIANO E
UN BAMBINO
Considerando che l'Eco delle Valli
Valdesi tratta, da un po' di tempo in
qua, problemi sociali della gente di
montagna mi permetto di esporre anch'io qualcosa che mi sta a cuore. Con
timore vedo approssimarsi l'inverno
perché fin d'adesso sappiamo che qui,
nella piccola borgata dei Pons, dove
sono rimaste solo due famiglie, con la
neve avremo grosse difficoltà. In tutta
la borgata a spalar neve, quando ci
sarà, praticamente sono rimasti solo
un anziano e un bambino, E non possiamo, da soli, spalarla tutta noi. A
parte che non abbiamo ancora, nella
nostra borgata, la luce elettrica che
speriamo arrivi finalmente nel 1982, bisogna dire che la strada che raggiunge il nostro quartiere è troppo stretta:
passa giusto una 500. Non solo, ma
tutte le volte che piove con una certa
insistenza, specialmente in primavera
e in autunno, la strada va in rovina in
diversi punti. Quindi visto che si parla
tanto del fatto che la gente deve rimanere In montagna chiedo ai responsabili di darci una mano a rimanere nella nostra piccola borgata. Bisogna dire
la verità: in pochi anni il nostro sindaco-donna ha già fatto tanto per la nostra gente. Proprio per questo oso sperare sia possibile, in poco tempo, avere una strada decente. Noi promettiamo che una volta che ci sarà la strada continueremo a mantenerla il meglio possibile. Altrimenti, lo dico con
tristezza, penso che d'inverno prima o
poi ce ne andremo via dalla nostra borgata. Ma alla fine chi resterà ancora
a vivere in mezzo ai boschi di Angrogna? Mi scuso se sono stato lungo e
ringrazio dell’ascolto.
Freddy Malan, agricoltore
Pons d'Angrogna
GEMELLAGGI
TRA CHIESE
Ho letto con meraviglia, ammirazione e disagio l’articolo di Giorgio Tourn
"Troppi pastori?» (23.10.'81).
Meraviglia, perché non immaginavo
potesse esistere una situazione di tal
genere; ammirazione, di fronte alla stupenda e commovente dimostrazione
della potenza della fede, dataci da questi fratelli indonesiani; disagio, per il
fatto di appartenere ad una chiesa cosi indecentemente ricca di doni materiali e spirituali (mi riferisco proprio alla nostra « povera » realtà di minoran
za religiosa italiana), la quale, al confronto, dimostra una fede tanto tiepida e una così scarsa disponibilità all'impegno.
Sono d'accordo con Tourn che, senza
una totale ristrutturazione della nostra
società, ben poco degli enormi « surplus » materiali e spirituali dei quali
godiamo è possibile trasmettere ai
nostri fratelli del Terzo Mondo. Qualcosa però possiamo forse fare e per
questo vorrei avanzare una proposta.
Ogni comunità della nostra chiesa
dovrebbe « gemellarsi » con una comunità del Terzo Mondo (reperendo gli
indirizzi tramite il C.E.C. o altri organismi internazionali). Quest'operazione
non dovrebbe insabbiarsi nella retorica,
ma tradursi in un concreto — per
quanto modesto — aiuto alle specifiche
esigenze locali: dall'acquisto di un magnetofono e di cassette, a quello di
Bibbie, alla sottoscrizione di abbonamenti a riviste, alTinvio di libri, ecc.
Soprattutto, sarebbe di inestimabile
aiuto per questi fratelli lontani ricevere
anche una semplice lettera, quale segno della nostra partecipazione alla loro testimonianza.
Aggiungo che un modesto lavoro come questo sarebbe ricco di frutti per
le nostre stesse comunità, anche le
più periferiche e anemiche, dando ad
esse una motivazione, un arricchimento, uno stimolo ed una ragion d'essere (...forse anche in questa disinteressata proposta rispunta il diavoletto, occidentale del ■< do ut des? »).
P.S. • Affinché questa idea — ove ritenuta valida — non resti come tante
altre nel platonico, occorrerebbe che
qualcuno (la Redazione, la Tavola?) nominasse un coordinatore, cui le comunità potessero far capo, per realizzare
concretamente i contatti.
Aurelio Penna, Milano
IL SERRAGLIO
DI RORA’
Non voglio polemizzare ma, visto che
da una povera campana — come fa il
mago Silvan — è uscito fuori un piccolo zoo, vi aggiungo un'altra specie
di « bestie »: se il dimenticato « Leone
di Rorà » dovesse tornare, farebbe vedere i « sorci verdi », a molta gente.
Wanda Gönnet, Berlino
9
13 novembre 1981
CRONACA DELLE VALLI
ASSEMBLEA DEL III CIRCUITO
Un tema scottante
Con la ripresa delle attività,
anche Fassemblea del III circuito si è riunita a Perrero per programmare le attività future.
Al posto d’onore l’incontro di
Pentecoste, che avrà luogo l’anno
prossimo a Prali ed Agape, avendo come tema principale l’impegno per la pace. La commissione
organizzativa verrà costituita al
più presto, in modo che si possa
giungere ad una programmazione
precisa della giornata.
Nel 1982 vi sarà ancora nel circuito una giornata comunitaria,
organizzata questa volta dalla
chiesa di Villasecca in occasione
del centenario del tempio di
Chiotti, ma alla quale tutto il circuito presterà la sua collaborazione. Al di là dell’anniversario,
si è ritenuto che potesse essere
una circostanza significativa per
riunire in un incontro fraterno le
persone nate nella comunità che
per motivi vari si sono trasferite
altrove.
Dopo aver ascoltato la relazione sul campo giovani tenuto in
settembre a Vallecrosia ed eletto
Anna Celli in sostituzione di
Adriano Longo nel Consiglio di
Circuito, l’assemblea ha adontato il tema più scottante della riunione, ossia la celebrazione dei
matrimoni interconfessionali in
forma cosiddetta « ecumenica ».
La sensazione di disagio che
provano molti membri di chiesa
di fronte a tali cerimonie, le quali per altro hanno alle spalle un
documento sinodale, ha preso
forma durante una riunione del
Concistoro di Pomaretto nella
decisione di attenersi ad una linea più rigida in questa delicata
materia. L’assemblea, rendendosi ben conto che nessun ecumenismo può giustificare equivoci
e mancanza di chiarezza, ha deciso che era necessario trattare
l’argomento nelle assemblee di
chiesa, precedute da un incontro
dei concistori di tutta la valle,
per adottare, se possibile, una linea di condotta comune.
L. V.
PINEROLO
Concerto corale
Un pubblico molto numeroso
ha testimoniato con calorosi applausi e due richieste di « bis »
il gradimento per la pregevole
esecuzione di corali, salmi e melodie popolari da parte della Corale delle Chiese di Villar e Bobbio Pellice, diretta dal M.o Dino
Ciesch, invitata a Pinerolo dal
CESP in occasione dell’anniversario della Riforma.
Particolarmente ammirevole ed
apprezzato è stato il lavoro di
ricerca storica delle melodie luterane e riformate, cantate con
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8
dalle ore 14 della vigilia del giorno festivo infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
I OSPEDALE MAURIZI ANO - Lusema San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte del giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e viglila dei festivi) presso l'OSPEDALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 933433.
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festiva e notturna
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Luserna San Giovanni: FARMACIA SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Luserna Alta - Tel. 90223.
CHIUSURE INFRASETTIMANALI
A Torre Pellice: martedì chiusa
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia Intemazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
AUTOAMBULANZA
SERVIZI FERIALI E FESTIVI
Croce Rossa - Torre Pellice
Telef. 91.288.
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8,
dalle ore 14 della vigilia del
giorni festivi alle ore 8 dei giorni
successivi al festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
II recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Porosa Argentina - Tel. 81.000.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 15 NOVEMBRE
Porosa Argentina
FARMACIA BAGLIANI - Piazza
Marconi. 6 - Tel. 81261.
AUTOAMBULANZA
Croce Verde Pinerolo - Tel. 22664
Croce Verde Porte - Tel. 201454
Croce Verde Porosa ■ Tel. 81000
molta cura nelle lingue originali,
francese e tedesco.
Il programma ha offerto alcuni
esempi del canto liturgico di salmi, proprio specialmente della liturgia calvinista, di corali, di origine piuttosto luterana, ed alcune melodie popolari, tra le quali
una delicata Ninna-nanna.
Tra le antiche melodie, un coro
di un pastore francese vivente,
su un testo che si rifà al Salmo
121 « Io alzo gli occhi ai monti »,
ha evidenziato la continuità tra il
canto corale dell’epoca della Riforma ed i giorni nostri, testimoniando come il cantare insieme
con gioia sia oggi quanto ieri e
al tempo dei Salmi uno dei modi
più belli di lodare il Signore.
Questo concerto ha aperto un
nuovo settore di attività nell’ambito delle iniziative del CESP,
che ha preannunciato altri incontri del genere.
SAN GERMANO
CENTRO D’INCONTRO
Ricominciano a S. Germano
Chisone gli incontri sui problemi
della salute, con il dottor Baschera, dell’Ospedale Valdese di Pomaretto.
Nell’inverno e nella primavera
scorsa il Gruppo del Centro di
Incontro ha organizzato una serie di riunioni, che hanno affrontato i temi della prevenzione e
della cura delle malattie cardiache, circolatorie, dell’apparato digerente, ecc. A questi incontri ha
partecipato un numero sempre
maggiore di persone, richiamate
dall’interesse per gli argomenti
affrontati, ma anche dalla chiarezza e dalla disponibilità con
cui il dottor Baschera ha trattato tutti i temi proposti, dimostrando come l’educazione sanitaria può essere fatta in modo da
essere effettivamente compresa
ed utilizzata da chi non è un
esperto, al fine di conoscere maggiormente il proprio corpo, e
controllare la propria salute.
In seguito a questa positiva
esperienza, il Gruppo del Centro
d’incontro intende riprendere il
lavoro dell’anno passato, grazie
ancora alla collaborazione del
dottor Baschera.
Il primo incontro si terrà giovedì 19 novembre 1981 alle ore
15 presso la sala del Centro d’incontro (ex Villa ’Widemann).
Hanno collaborato per questo numero: Rosetta Andreatini, Anno Bosio, Lidia Casonato Busetto, Gino Conte,
Franco Davite, Ennio Del
Priore, Teodoro Fanlo y Cortes, Vittoria Galli Barone,
Dino Gardiol, Paolo Gay,
Nino Gullotta, Luigi Marchetti, Sergio Montalbano,
Bernardo Oxenham, Marco
Rossi, Franco Taglierò, Cipriano Tourn, Enzo Tron.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Il primo appuntamento per ricordare i 175 anni di esistenza
del nostro tempio ha avuto luogo sabato sera con una simpatica fiaccolata, a metà collina di
San Giovanni, sulla serpeggiante strada che collega l’antico tempio del Ciabas a quello dei Bellona tti.
Una strada che i nostri padri
furono costretti a ripercorrere in
senso inverso, prima per eventi
naturali, due anni dopo la costruzione del tempio, quando il terremoto del 1808 mise in serio pericolo la sua struttura, e poi, nel
1814 per il regio decreto che aboliva le libertà concesse da Napoleone I e ristabiliva le precedenti restrizioni.
Dopo un breve culto al Ciabas, i partecipanti al corteo «luminoso » e quanti erano in attesa
sul piazzale dei Bellonatti entravano nel tempio per la funzione
religiosa di ringraziamento.
Come nel lontano 1807 quando
ebbe luogo la cerimonia di dedicazione, l’Assemblea ha ascoltato in raccoglimento la lettura del
« Dieci Comandamenti » ed ha
cantato inni di lode al Signore.
Con un convincente messaggio
di fede il pastore Bellion ha esortato i presenti a frequentare il
tempio, dono del Signore, per
arricchirsi spiritualmente nell’ascolto di quella Parola che ogni
membro di chiesa deve saper
portare al mondo, se vuol essere
un buon testimone dell’Evangelo.
Dopo il culto, una rappresentanza di giovani rorenghi, accompagnati dal loro pastore, ha offerto a tutti, sul piazzale del tempio, un’abbondante porzione di
caldarroste da essi stessi preparate con lodevole iniziativa. Un
altro momento di simpatica fraternità che ha chiuso in bellezza la serata.
La prossima manifestazione
avrà luogo sabato 21 c. m. nella
Sala Albarin dove i cadetti ci
faranno assistere ad un gioco di
« dama vivente » e ad una gara
di confezione di pasticceria a premi con torte, che saranno poi
assaggiate da tutti.
« Un gruppo di sorelle della
chiesa dì Rorà è stato ricevuto,
domenica pomeriggio, dalla nostra Unione Femminile. Una sessantina di sorelle hanno cosi trascorso insieme alcune ore di
gioiosa comunione fraterna.
• Ricordiamo l’Assemblea di
Chiesa che avrà luogo nei locali
della ex Scuola Materna, sabato
14 c. m. alle ore 20.30, con il seguente ordine del giorno : Controrelazione della Commissione d’esame sull’operato del concistoro - Preventivo per l’anno 1982 Elezione nuovi anziani - Nomina
della Commissione d’Esame e dei
revisori dei conti.
Data l’importanza dei vari punti all’ordine del giorno, il concistoro raccomanda a tutti la presenza.
TORRE PELLICE
Frequentata è stata l’assemblea
di chiesa riunita domenica 8/11
per discutere del Collegio. Dopo
la relazione del presidente del
Comitato del Collegio, è seguita
un’ampia discussione che ha portato però a poche considerazioni
nuove e ad alcune proposte operative, ma non risolutrici, per sanare il bilancio deficitario.
Rimane concreta, per questioni di principio o per problemi finanziari, la possibilità della chiusura della scuola media, parziale
o totale, soprattutto se continueranno ad esserci famiglie che
scaricano sulla chiesa le spese di
istruzione dei propri figli al Collegio.
Il Comitato è comunque in attesa di altri contributi, sia di
idee che finanziari.
• Sabato 14/11 nel tempio dei
Coppieri il Coretto presenterà lo
spettacolo « Partono i bastimenti ». Inizio ore 20,45. Intervenite
numerosi.
SAN SECONDO
L’Unione femminile ha ripreso
la sua attività riflettendo sul testo di Matteo 11: 2-19. Le unioniste hanno discusso alcuni avvenimenti significativi successi
durante gli ultimi mesi: il Sinodo, la situazione delle donne nel
Salvador, l’atteggiamento del
CEC verso le banche che investono capitali in Sud Africa, la comunità-alloggio di Torre Pellice,
il Cesp di Pinerolo e la creazione del comitato « Disarmo e Pace ».
ANGROGNA
• Finalmente, dopo lunghe ricerche, abbiamo trovato (a Basilea) un tecnico di Harmonium
che ha smontato e riparato l’Harmonium del Capoluogo. La nostra Organista (Signora Rivoira)
e le sue allieve hanno un motivo
di gioia.
• Con Un campo di lavoro volontario, guidato da Paul Eisele,
amico della nostra comunità, sono state verniciate e rinforzate
con viti apposite le panche del
Tempio del Serre.
• Il culto al Capoluogo si svolge, per tutto l’arco invernale,
nella Cappella annessa al Presbiterio.
• Domenica 15 novembre, con
inizio alle ore 10, si terrà l’assemblea di chiesa (Cappella del
Capoluogo): relazione sui lavori
del Sinodo, presa di posizione
sui festeggiamenti di Chanforan
ecc. L’Unione Femminile s’incontra domenica 15 pomeriggio nella scuoletta del Serre.
• Nel corso del culto di domenica scorsa è stato presentato il
piccolo Massimo di Aldo e Eliana Bertalot. Abbiamo anche ospitato un gruppo di giovani di Neuchâtel, tra questi l’assistente sociale Anna Sappè e Dominique
Gagneban, studente in teologia,
che ha predicato sull’episodio di
Gesù e la donna adultera.
• Il gruppo FGEI del Prassuit,
a cui si sono recentemente aggiunte tre nuove ragazze, programma per domenica 22 un giro tra gli isolati di Angrogna delle zone alte. E se ci sarà la neve?
Si va lo stesso.
PRAROSTINO
Domenica 25 ottobre è ripresa
l’attività della Scuola Domenicale con un culto presieduto dal
pastore Tourn alla presenza dei
bimbi e dei genitori. Per l’occasione l’accompagnamento dei
canti è stato eseguito, anziché
dall’organo, da un gruppo di giovani flauti guidati come sempre
dalla instancabile signora Ruth
Tourn.
Mentre ci rallegriamo per ì
progressi musicali dei nostri
giovani, ci auguriamo di vedere
in futuro una loro partecipazione
più massiccia ai corsi domenicali, come dei genitori ai culti.
• Domenica 1 novembre ha
avuto luogo nei locali del presbiterio l’annuale festa del raccolto.
Grazie al tempo particolarmente
primaverile l’affluenza di gente è
stata buona ed i frutti della terra e gli altri prodotti generosamente offerti dai parrocchiani,
sono stati venduti in breve tempo.
Nel ringraziare il Signore e
per il raccolto e per la giornata
donataci, ci auguriamo che feste
come questa possano ripetersi
per molti anni ancora, senza mai
dimenticare chi non ha l’opportunità di godere, al pari di noi,
di altrettanto abbondanti raccolti.
• Domenica 8 novembre l’Assemblea di Chiesa ha eletto due
nuovi anziani: il fratello Sergio
Montalbano per il quartiere del
Collaretto e il fratello Enrico
Pons per il quartiere di San Bartolomeo. Il loro insediamento
avrà luogo domenica prossima
15 novembre alle ore 10.30. Tutta
la comunità è invitata a parteciparvi e a pregare per loro.
I nostri fratelli Bruno Paschetto dei Cardonatti (il quartiere
che rimane per ora senza anziano), Claudio Paschetto e Alfredo
Bertalot di San Bartolomeo hanno accettato l’incarico di aiuto
anziano nel lavoro pratico di
distribuzione di circolari, buste
per le contribuzioni, ecc.
Li ringraziamo tutti per aver
risposto alla vocazione e auguriamo loro un servizio benedetto
dal Signore per il bene della nostra comunità.
Al termine dell’Assemblea il
Pastore ha rivolto parole di riconoscenza da parte dell’assemblea ai tre ex anziani Marco
Avondet dei Cardonatti, Daniele
Bertalot del Collaretto, Egidio
Paschetto di San Bartolomeo per
il lungo ed apprezzato ministero
nei rispettivi quartieri, e aggiungiamo. con l’augurio di poter
contare ancora per molto tempo sulla loro preziosa collaborazione.
• Domenica 22 novembre avranno luogo alle 10.30 i culti
al Roc e a San Bartolomeo e
alle ore 15 a Roccapiatta (Rostagni) seguito dalla seduta del
Concistoro alle ore 16.
BOBBIO PELLICE
Buon esito ha avuto rincontro
che il gruppo di studenti in teologia di Neuchâtel, accompagnato dal pastore T. Benotmane, ha
avuto con la comunità di Bobbio durante i due giorni di soggiorno in Val Pellice. Gli anrici
svizzeri hanno avuto la possibilità di avere una informazione
sulla FGEI data da M. Pasquet,
che, con alcuni giovani di Torre
Pellice e Luserna S. Giovanm, è
intervenuto alla serata organizzata dal gruppo giovanile di Bobbio. Ringraziamo da queste c(>
lonne, a nome della comunità, il
pastore Benotmane e il gruppo
che ha animato il culto domenica mattina al termine della troppo breve visita.
« Ricordiamo l’Assemblea di
Chiesa di domenica 15 (ore 10)
e la prima seduta dell’Unione
Femminile, che avrà luogo lo
stesso giorno alle ore 15.
POMARETTO
Queste le prossime riunioni
quartierali: a Pomaretto: mercoledì 25 novembre, alle ore
20.30; ai Masselli: giovedì 26 novembre alle ore 20; ai Pons: martedì 1° dicembre p.v. alle ore 20;
alla Paiola: giovedì 3 dicembre,
alle ore 20.
• Riunione Concistoro, sabato
14 alle ore 20.30 al Presbiterio.
RINGRAZIAMENTO
« Venite a me voi tutti che siete
travagliati ed aggravati ed io vi
darò riposo »
Matteo XI V. 28
La famiglia Geymonat, commossa
per la dimostrazione di affetto tributata al caro papà
Mario Geymonat
neU’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia tutti coloro che in un
momento così doloroso sono stati loro
vicini di persona o con fiori o con
scritti.
Un grazie particolare ai medici e al
personale tutto dell’Ospedale Valdese
di Torre Pellice; ai Pastori delle Valli;
autorità, amici e conoscenti vicini e
lontani che hanno voluto accompagnarlo alPultima dimora terrena.
Bobbio Pellice, 5 novembre 1981
RINGRAZIAMENTO
« Il Signore è il mio Pastore,
nulla mi mancherà »
Salmo 23: 1
Il figlio Oscar e famiglia, la sorella
Irma e famiglia ed i parenti tutti del
compianto
Maestro
Giovanni Adolfo CoTsson
commossi e riconoscenti per le prove
di affetto e simpatia dimostrate, sentitamente ringraziano tutte le gentili
persone che hanno partecipato al loro
lutto. Un ringraziamento particolare
rivolgono alla Dottoressa Claudia Peyrot, al Pastore Bruno Bellion, al Direttore deirAsilo Valdese sig. Livio Gobello, alla signora Mariuccia Barbiani
ed a tutto il personale.
Luserna S. Giovan
6 ottobre 1981
« Quand’anche cammiruissi nella
valle dell’ombra della morte io
non temerei male alcuno perché
tu sei meco »
Salmo 23
E’ deceduta all’età di 81 anni la
sorella
Frida Saddi
Ne dà il triste annunzio, partecipando al dolore dei familiari, la Comunità
Evangelica Valdese di Verona.
Verona. 22 settembre 1981
AVVISI ECONOMICI
PRIVATO vende casa indipendente
ristrutturata con terreno a Prarostino. Telefonare 0121/78012 dopo le
ore 19.
COMUNITÀ’ EVANGELICHE
DI CASTASEGNA
BONDO-SOGLIO (Grigtoni)
Il posto pastorale delle nostre
comunità è vacante.
Cerchiamo un pastore
con buona conoscenza della
lingua italiana. Per ogni informazione rivolgersi, entro il 31
gennaio 1982, alla sig.ra Mangia Spreiter presidente della
comunità di (2astasegna.
(7649 Castasegna, S 082/41380)
10
10.
13 novembre 1981
UN LIBRO DI AURELIO PECCEI
Il coraggio deirutopia
I progetti che appaiono vaghi, idealistici ed impossibili oggi, hanno
una probabilità ragionevole di essere la realtà del mondo di domani Autodistruzione
Fra la « problematica mondiale » elencata da Peccei, la minaccia «più totale, assurda e anche
più immediata » è quella dell’autodistruzione « mediante sistemi
rigorosamente scientifici ».
Aurelio Peccei è una figura di
italiano piuttosto « anomala » ;
già alto dirigente industriale, si
è successivamente rivolto verso
i gravi problemi che coinvolgono rumanità intera. Nel 1968 ha
fondato il « Club di Roma », organismo internazionale che comprende varie personalità della
cultura, deH’imprenditoria, della
scienza, dell’economia, tutte preoccupate delle sempre crescenti
minacce che, sotto vari aspetti,
assediano l’umanità in modo interdipendente.
Già noto per i suoi libri « Quale futuro? » e « La qualità umana», egli ha ora pubblicato, coi
tipi della Mondadori, « Cento pagine per l’avvenire» (L. 8.000) in
cui denuncia l’ulteriore e forse
inesorabile aggravarsi della situazione, lasciata in mano a « pochi faccendieri miopi » o anzi
addirittura accecati dall’egoismo
personale, nazionale o continentale.
E’ un libro ricco di dati, di situazioni, di diagrammi, di grafici
che illustrano la gravità dei problemi mondiali che affliggono l’umanità, ed anzi la minacciano di
distruzione (si veda il riquadro);
si può dire che ogni pagina costituisca già di per sé un piccolo
trattato. Vediamone due o tre
aspetti.
Il ruolo della fede
Un accenno particolare è riservato anche al campo della fede
anche se — come lo stesso autore afferma — egli non è un esperto ma solo uno spettatore del
mondo. Egli afferma che la fede
potrebbe essere una delle fonti
capaci di dare all’impresa umana un’armonia durevole. Dopo
aver constatato come i « rappresentanti o gli interpreti riconosciuti delle grandi religioni » abbiano collaborato col loro esclusivismo e le intransigenze dottrinarie a fomentare odi e guerre,
egli nota come tutto questo si sia
rivolto contro le chiese stesse
« favorendo l’immobilismo delle
maggiori religioni ». Ed egli prosegue : « Tant’è che i loro teologi
ed i loro saggi più sensibili incontrano difficoltà nell’uscire dal
chiuso di un sistema fossilizzato nelle formule di un passato
antico e che non sa come adattarsi ai tempi. Anziché essere
l’avanguardia coraggiosa ed innovatrice che erano state una volta... le religioni rischiano di porsi
nella posizione di una retroguardia smarrita che ha perso il contatto coi problemi e i bisogni di
un’umanità che si sente allo
sbando». Tuttavia, anche qui —
---------—■ \
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Dino Ciesch, Niso De
Michelis, Giorgio GardioI, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot,
Giuseppe Platone, Marco Rostan
Liliana Viglielmo.
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• La Luce •: Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
- L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio I960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
La problematica mondiale
...Esiste nel mondo un miscuglio spaventoso di problemi
di cui non riusciamo a cogliere le radici e le ramificazioni e
in cui l’umanità si dibatte invano. Sono problemi di ogni
sorta : proliferazione incontrollata della popolazione, fossati
e divisioni fra popolo e popolo, ingiustizia sociale, lame e
malnutrizione, miseria, disoccupazione, mania di crescita, inflazione, crisi dell’economia, crisi dell’energia, crisi della democrazia, squilibri monetari, protezionismi, analfabetismo,
educazione anacronistica, ribellione della gioventù, alienazione, gigantismo e decadenza delle città, delinquenza, zone rurali in abbandono, droga, corsa agli armamenti, violenza civile, diritti umani calpestati, disprezzo della legge, follia nucleare, sclerosi delle istituzioni, corruzione politica, burocratizzazione, militarizzazione, distruzione della natura, degradazione dell’ambiente, declino dei valori morali, perdita della
fede, senso di instabilità, ecc. Ciascuno di questi problemi ha
una propria dinamica evolutiva e tutti interagiscono continuamente gli uni con gli altri.
(da « Cento pagine per l’avvenire »)
egli conclude con minor pessimismo — si avvertono « i fermenti aH’interno delle chiese », quali
le spinte ad un nuovo ecumenismo e il « diffuso interesse per
i culti minori: sintomi incoraggianti; infatti senza un risveglio
spirituale sincero la rinascita
dello spirito dell’uomo non sarà
Pare certo che entro pochi anni una quarantina di Stati arriveranno a far parte della « élite
nucleo-spaziale ». Di pari passo
fanno grossi progressi altri « mezzi ingegnosi» chimici, biologici,
ecologici, che gli esseri umani
stanno sperimentando per annientarsi. Per non parlare degli
attuali arsenali atomici che hanno una forza esplosiva pari a 25
milioni di tonnellate di tritolo
(la bomba sganciata su Hiroshima era pari a 13 mila tonn.).
« Ciò vuol dire che sul capo di
ogni cittadino del mondo, comprese le donne e i bambini, pende una spada di Damocle di più
di tre tonnellate di esplosivo ad
alto potenziale pronto per l’impiego... E’ una scalata che continua e che può essere il preludio della fine, se non della vita
sulla Terra, forse di quella umana ». I bilanci militari infatti continuano ad aumentare inesorabilmente, superando i 500 miliardi
di dollari nel 1980. Questa cifra
corrisponde « ad oltre mille miliardi di lire al giorno » mentre
mezzo milione di scienziati, fra
cui molti premi Nobel, sono impegnati in attività di ’difesa’.
Peccei ha fiducia nei giovani.
che purtroppo « vengono tenuti
fuori dal gioco ». Eppure, essi
costituiscono la grande maggioranza della popolazione mondiale « che per il 36% ha meno di 15
anni e per circa il 60% meno di
30 anni: ragioni di giustizia e di
democrazia vorrebbero quindi
che la voce dei giovani fosse
ascoltata». I giovani di oggi —
egli afferma — sono assai meglio preparati di quanto non lo
siano, o non lo siano mai stati,
i loro padri, sono più critici degli adulti di fronte alla società
contemporanea che va alla deriva ed inoltre « hanno il cuore
più puro e quindi sono più sensibili alla necessità di un mondo
più giusto, più onesto e più umano. I giovani possono in sostanza
essere, o già sono potenzialmente, i portatori di una nuova idea
civilizzatrice ».
Concludendo queste note, c’è
da augurarsi che molti giovani —
appunto — leggano questo libro
ed anzi sarebbe auspicabile che
esso potesse esser letto e discusso nelle scuole. « Dopo molta
meditazione e molte discussioni
— concludiamo coll’autore — sono giunto alla persuasione che
questi progetti, che appaiono vaghi, idealistici ed impossibili oggi, hanno una probabilità ragionevole di essere la realtà del
mondo di domani. Allo stato attuale delle cose, il coraggio dell’Utopia è il solo modo di essere
veramente realistici ».
Roberto Peyrot
VAL D’AOSTA
A metà ottobre, dopo diverse
riunioni per la definizione di una
piattaforma comune di lavoro,
si è ufficialmente costituito il
Comitato valdostano per la pace
e per il disarmo. Alla sua costituzione hanno partecipato i rappresentanti di partiti politici, organizzazioni laiche ed ecclesiastiche (tra cui la Chiesa valdese
di Aosta), associazioni culturali,
singoli cittadini. Al momento
hanno già aderito 18 diversi movimenti.
La prima manifestazione pubblica si è tenuta venerdì, 30 ottobre con l’organizzazione di un
incontro-dibattito che ha avuto
luogo nel salone delle manifestazioni del Palazzo regionale. L’argomento è stato introdotto da
mons. Luigi Bettazzi, vescovo di
Ivrea, presidente di Pax Christi
internazionale e dal prof. Beppe
Marasso del Movimento Internazionale della Riconciliazione, moderatore dell’incontro-dibattito è
stato il past. Ennio Del Priore.
La partecipazione del pubblico,
circa 300 persone, è andata al di
là di ogni aspettativa, e molti
sono rimasti in piedi per tutte
le 3 ore della manifestazione. Nel
dibattito sono intervenuti, con
diversi accenti, ben 14 persone
di diversa estrazione politica e
culturale quasi tutte fondamentalmente favorevoli ad arrestare
la corsa agli armamenti ed a
prestare sollecita attenzione ai
problemi della miseria, della fame e dell’oppressione secondo i
principi della condivisione, della
solidarietà e della costruzione di
nuovi rapporti tra gli uomini e
le nazioni. In questo quadro, da
tutti condiviso, non sono mancati gli inviti a respingere la stessa mentalità militarista a favore del servizio civile alternativo.
La RAI regionale ha mandato
in onda, il giorno successivo,
una intervista a mons. Bettazzi
ed al past. Del Priore sull’insie
L’AQUILA
« SALVIAMO LA PACE». A questo appello lanciato da 14 intellettuali locali, tutta la città dell’Aquila ha risposto in modo
massiccio sabato 17 ottobre. Numerose le partecipazioni anche
dalle zone limitrofe. E’ stata una
manifestazione « no-stop ». Infatti, per tutta la giornata fino a sera, il capoluogo abruzzese si è
trasformato in un immenso laboratorio di idee, di gesti, di parole
me di queste manifestazioni per
la pace ed il disarmo. Anche la
TV 3 regionale ha dato una buona sintesi, anche filmata, della
manifestazione. Il Comitato, che
si riunisce regolarmente ogni
settimana, una o due volte, presso la sede aostana « Centre d’information et de cooperation
pour les droits de l’homme » ha
stilato tutto un pacchetto di proposte per il proseguimento della
iniziativa. Per l’immediato è stato deciso di svolgere un lavoro
di maggiore coinvolgimento, tramite i sindacati, del mondo del
lavoro, e in particolare, come è
scritto nel documento costitutivo, « per ridurre alla Cogne di
Aosta la costruzione di armi e
di parti di esse, pur nella salvaguardia dei livelli occupazionali,
attraverso proposte di lavoro alternative e processi di riconversione per il cui costo economico,
la CEE stessa dovrebbe farsi carico; impegnare nel frattempo le
organizzazioni sindacali nella difesa di quei lavoratori che, per
motivi di coscienza, non intendono lavorare nei reparti in cui viene prodotto materiale bellico ».
E’ stata altresì decisa un’azione nelle scuole, con filmati nei
vari istituti, per aiutare i giovani nel rifiuto di un mondo basato sulla violenza. E’ stato altresì,
deciso di partecipare alla prossima marcia della pace di Ginevra
e di estendere la informazione
e la sensibilizzazione in altri centri della Valle d’Aosta mediante
dibattiti presso biblioteche e associazioni. Intanto è in preparazione un documento che sarà
consegnato alla delegazione valdostana alla riunione della Federazione mondiale delle città
gemellate che si terrà a Casablanca affinché si faccia interprete del desiderio di accomunare i popoli sulla via della pace,
della giustizia e della libertà.
E. n. p.
di pace, proposti da compagnie
teatrali, di animazione, culturali,
musicali, l’ARCI, Radio Città Futura, ecc. Al mattino un fitto corteo di studenti (oltre 1000), scandendo slogans di pace, ha attraversato la città dove una delegazione è stata ricevuta dal Sindaco. Alle 10 i manifestanti confluivano nel cinema Rex, dove
aveva luogo un’assemblea, in cui
veniva redatto un documento, e
proiettato il film di F. Rosi « Uomini contro ». Circa 700-800 persone, in maggioranza studenti,
erano presenti nella sala._ A tale
manifestazione era stato invitato
anche il past. Enos Mannelli di
Pescara che ha aderito a titolo
personale.
Dopo che un delegato del Consiglio di fabbrica dell’Italtel aveva preso la parola è intervenuto,
su invito di alcuni amici organizzatori, il pastore evangelico
nell’intervallo tra il primo ed
il secondo tempo del film.
Dopo aver confessato la corresponsabilità delle chiese cristiane che con i loro silenzi hanno
così spesso incoraggiato i « facitori di morte », il pastore Mannelli ha presentato « Cristo nostra pace » che ha abbattuto ì
muri della separazione tra gli
uomini; il muro del potere creando spazi di servizio, di partecipazione e di libertà: il muro del sapere togliendo il monopolio culturale a coloro che si ritenevano
sapienti; il muro dell’avere per
PACHINO
Anche a Pachino si è costituito
i primi di settembre un comitato
per il disarmo e la pace, promosso dalla chiesa locale e a cui
hanno aderito organizzazioni e
singole persone.
Oltre a varie assemblee, a trasmissioni radio e alla partecipazione alla manifestazione di Comiso, abbiamo organizzato tina
manifestazione anche a Pachino
(nei locali di un cinema), in occasione della giornata per la pace
indetta dall’ONU.
In questo modo, il 24 ottobre
abbiamo fatto sentire ancora una
volta la nostra presenza alla cittadinanza e abbiamo solidarizzato con le varie manifestazioni
organizzate in Italia e all’estero.
Si è allestita una mostra e fatta una tavola rotonda, un gruppo canoro locale (formatosi per
l’occasione e costituito da giovani valdesi e cattolici) ha eseguito delle canzoni sulla pace e
v’è stato un bel recital di Salvatore Cagliola, poeta stimato
del paese.
Come al solito, si sono invitate tutte le forze politiche, sindacali e sociali, tutte le scuole e le
chiese ; abbiamo comunicato la
manifestazione con un cartellone in piazza, via radio e con la
macchina che ha girato per il
paese annunziando il programma.
La partecipazione purtroppo
non è stata numerosa: 50-60 in
tutto.
ché Cristo ha superato la divisione tra coloro che hanno e coloro
che non hanno, ricolmando di
beni gli affamati e rimandando
a mani vuote i ricchi.
« Non bisogna però illudersi —
ha concluso Mannelli — che la
lotta per la pace sia un passatempo culturale, anzi, essa è fuoco, inimicizia, dura conquista,
perché la pace di Cristo è ’’spada”. Ma a questo siamo stati
chiamati e di questo testimoniamo perché Cristo è con noi, al
nostro fianco ».
L’appello dei 14 intellettuali
aquilani chiede; negoziato per la
riduzione progressiva degli armamenti, le risorse economiche
per scopi bellici siano volte alla
crescita globale dei popoli, smantellamento delle installazioni missilistiche esistenti.
Dalla manifestazione aquilana
è emersa la volontà di un impegno civile per la pace, senza
retorica, a cui nessun credente
in Cristo può sottrarsi!
R. A.
Come al solito, dei partiti c’erano solo rappresentanti del PCI,
gli altri non si sono mai visti (e
poi osano parlare di strumentalizzazione...).
Anche della nostra chiesa c’eravamo pochi; forse per uno
sbagliato concetto di delega.
Ma le notizie di Roma (300-400
mila persone) ci confortavano e
— anche localmente — si è dimostrato che il comitato per il
disarmo e la pace continua ad
esistere anche dopo la manifestazione di Comiso e che — come
tutti gli altri simili comitati in
Sicilia — ha intenzione di lottare
per tanto tempo ancora, anche
se fra disagi e sperando in una
sempre maggiore partecipazione.
N. G.
Dibattito
al Lombardini
di Cinisello
Il Centro Jacopo Lombardini
di Cinisello Balsamo organizza
per sabato 21 novembre, ore 21,
nell’Aula magna della scuola di
P.za Costa, Cinisello, un dibattito pubblico su « Logica del riarmo e lotta per la pace » con la
partecipazione di Raniero La
■Valle (indipendente di sinistra)
e Valdo Spini (PSD.