1
ABBONAME]
Itali» fin® «*1 3i dicembre . L.
B®t»ro
Ogni cambiamento_ d’indiriago costa
tre — La copia Lire TRE
Verso la pace
«lo asoolterò quel che dirà Mdio,
l’Etemo, poiché Egli parlerà di*paoe
al suo popolo ed ai. suoi fedeli; ma
non ritornino più alla follia ! ».
(Salmo 83: 8).
In un palazzo dii Londra si sono riuniti, imi questi giiomi, i rappresentanti
delie nazioni unite per procedere allo
studio dedite con^dizioni ©be' verranno imposte aU’Italia nel prossimo trattato-di
pace.
Non sappiiàmo se quelle condizioni saranno gravi o se 11 nostro paese sarà
trattato loon particolare indulgenzia; non
sappiamo neppure se soltanto criteri
d’andine poltioo,, giuridico ed lecmomico ispireranno! coloro i quali hanno il
comipito di offrire la pace alla nostra patria oppure se, in alcuni almeno, si noteranno anche' 'criteri d’prdine morale e
religioso.
Piaqeasie a Dio che molti uomini ammati dallo Spirito di Cristo si adopras^
sero a porre le fondamenta di una pace
racohiusia non soltanto in un documento storico, ma edificata prima di tutto
sulla fraternità dei popoli sulla solidarietà dei cristiani di tutte le chiese
ne].la riicerca di 'Ciò che è « vero, onorevole, g'tasto et puro » !
Comunque, noi sappiamo' che la pace
del nostro ipopalo, oggi ancora così accasciato e disorientato, ccàne la pa'oe di
tutti i popoli, anche di quelli che hanno
vinto la guerra, non risiede in un docùmiento che ha valore giuridico, fino a
. quando non sia' di nuovo lacerato, ma
etisenzialmente nel. loro atteggiaméntd
ind.viduale e collettiivo • di fronte ul
nome di Dio ^edi lalle esigenze di carattere morale e spirituale che procedono
da quel nome.
Iddiiio ;può parlare di pace « ai sfuo popolo ed ai suoi f0di0li »; Iddio può veramente condurre i popoli, nei sentieri
della pace. Ai nostri turbamenti, alle
nostre langoscie, ai nastri problemi ànquitetanti, Dio offre una parolai di 'paqe;
e perchè Iddio non rivolgerebbe Egli
una parola di vera 'pace ai popoli che
ora emergono dalla melma dell’odio,
della violenza, diellla brutaMià, della
barbarie?
« Egh », dice il salmista, « parlerà di
pace al sua popolo ed ai suoi fedeli !
».
« Ma», notate tutta la forza e la severità di questa piooola parola, « «twi ritornino più alla follia. ! »,
C’è qui un ammonimento che deve
soendlere in fonde .al cuore degli individui e dei popoli e 'incidere seriiamente
sul loro senso di responsabilità morale
di fronte alla storia e di fronte a Dio.
« Nion ritornino pm oiUd follia. » !
Sappiamo, purtroppo, quali isono state lie follie 'degli uomini e dei popoli in
questa prima 'parte del nostro isieec^o: il
nazionalismo insensato e superbo, il militarismo assorbitore di tutte le forze
materiali e intellettuali della nazione,
il toteiliiiaffTismo degli stati idittatoriali e
la corruzione morale 'di molte democra
31 Catfiiiirii
con meditazioni quotidiane per il 1946
sta per uscire per i tipi della Tipografia Alpina. Costerà L. 100 a prezza di
copertina.
Quante copie - dobbiamo stamparne?
Ecco la domanda che ci preoccupa in
questo momento. Se i nostri collaboratori e qiuanti si interéssaino a questa attività volessero inviarci a giro di posta
le loro pranotaziioni ci gioverebbero
grandemente. .
Per coloro che effettueranno immediatamente il pàgamento per un quantitativo di almeno dieci copie oonc^det«mo ubo sconito eacezìoAale. S'conto ancor maggiore iper un quantitativo 'di 100
copie.
Rivolgersi esclusivamente alla Tipografia Alpina - Tome Péllice.
z.e, la corsai frenetica verso il denaro e
il piacere mondano, r.pocrisiia religiosa
dei fedeli e le conttaminaizioni deile chiese, rorpoglio e la crudeltà di alcune
razze, ¡L’indifferenza degli uomini di
fronte al problema centrale della loro
vita, che è il pfoblema di Dio, la ricerca, della vita comoda neir'egoismo e nella falsità, l’illusione che la palce debba
nec0ssa«am'ente riposare sulle forze armate, miantre invece essa è Teffetto di
uno sp'irito di buona volontà, di cristia- na riconciliazione e di cristiana giustizia.
Follie, disastrose follie, che hanno
precipitato rumanità in un baratro e
hanno funestato la vita di milioni di
creature urnante ! ,Se almeno ora gli uomini non ritorniassero più .alle loro
follie !
■;S|C 'WW
Allora Iddio parleréhbe di pace; di
pace veria feconda, fratèéna.
E la Spop età umana -cqtìiprenderefbbe
che 1 suo destano non è ^idi' iésSere un’accozzagiia-jdi popoli te lotta' continua gli
um contro gh altri, ma ima farniglia di^
stanata a vivere sulla blasé déUa reciproca comprensione e della solidarietà.
E su iqjuesTo mondo iche noi tutti vorrsmmo ricostruire, sia ipur con le nostre
fragili mani, sorgierebbie l’alba di un
giorno migliore; il giorno della pace,
che non proviene soltanto' dalle discussioni dei capi 'dede nazioni, ma scaturisce dalle profondità di molti cuori che
sono stati toccati dalla grazia di Dio led
hanno imparato a vivere
NELL,’AMOR DI DIO
Id margine al Sinodo
NELL’AMOR DEL PROSSIMO.
E. Rostan.
^ Jftf .»..W I.É»
Automomia delle CHiese
La pro'clamazione di Vacanza del posto di pastore titolare di! ben sei ootounità delle Valli, ha 'posto nuovamente
sul tappeto il problema delTautonomia
drile chieise. Diciamo problema, perchè
il fatto dell’'autonomia di un icertO’ numiero di Comunità della nostra Chiesa,
specialmente in relazione alla scelta del
pastore, non sembra ancora risolto in
modo soddisfacente led adeguato! alle
esigenze generali dellja Chiesa 'stessa.
Infatti rulltimo Sinodo ha nominato
una 'Oammissione icon 1’incarico di _ ripiendsre e studiare a fpndo il complesso problema deH’autonomia delle chiese, la base, le condizioni, le finalità e i
limiti di essa, con riferimento particolare alla nomina dei pastori e alle contribuzioni finanziarie,
E in uno degli ultimi Sinodi un’altra
Commissione aveva riferito sullo stesso
airgomento.
Prendiamo io spun'to da questa relazione per pre'sentarte alcune cionaiderazioni di ordine pratico, a mo’ d’introduzione ad un utile scambio di idee sulTargomento.
Precisiamo anzitutto che. secondo i
nostri regolamenti, è autoinoma quella
chitei'a che, formata' di un determinato
numero 'di membri comunicanti, provvede a tutte le sue necessità finiànziarde
'ed ha per conseguenza il diritto di scegliersi il suo pastore. Nel caso delle
Valli, data la 'situazione, storica speciale di quelle chiese, non si domanda ad
ognuna di esse di fare interamente le
sue spase, ma si consideranioi in blocco
e si richiede soltanto che le facciano
globalmente, le più forti aiutando le
più deboli e questo tonto per quei che
riguarda le spese ordinarie tanta 'per le
spese di trasloco dei pastori.
Chiesa autonoma è idunque la Comunità cristiana che, giunta alla sua ma'turità, non ha più bisogno di 'essere diretta, come lo erano le Chiese dell’Asia
Minore e della Grecia 'O cui San Paolo
mandava pastori ed evangelisti, ma può
dirigersi da sè e da sè provvedere alle
prop'rie necessità.
La Chie'sa VaMese, piur affermando
in teoria ü princiipto dei diritto e del dovere di O'gni Comuniitò di B'oegiliersi U
suo pastore, in pratica ha spesso dovuto subordinare questo diritto alle esigenze generali deU’Opera ed è così che
durante lunghi periodi sono stati i Sinodi o i* Colloqui, delle singoilie Valli a
designare i ipastori dell’una o 'dell’altra
Comunità, seguendo generalmente certi criteri fissi in virtù dei quali il giovane pastore dov'eva iniziare il! suo ministero nelle chiese di alta montagna
per scendere poi successivamente a
qqeUevdi miedia montagna e di pianura.
L’autonomia delle chiese miantenuta
in vigore, in linea di massima, dal 1855;
almeno ipier quello che concerne la elezione dei pastori, presenta notevoli inconvenienti. Vi sono gli inconvenienti
relativi ai metodi di elezione e ai canteri di scelta diel pastore. Questi può es'
sere eletto da una esigua maggioranza
di una 'scarna hsta elettorale, pCT cui
può avvenire che in una Comunità di
1500 anime non più di 60 membri eièttori bastino a designare il pastore e non
si vede come questa designazione possa realmerite esprimere la mente e la
volontà della chiesa. Peggio .ancora
quando questi 60 'elettori subiscono' l’in’ fluehza di un grup'po di persone o di una
famiglia o di un 'individuo che organizzano la campagna elettorale in favore
del loro icandidato. E l’orgahizzano (va
dia sè che facciamo qui un caso teorico
che potrebbe però avere riscontro nella pratica) non sempTie .ponendosi dal
punto 'di vista dleU’inteneisse spirituale
della chiesa, ma in base a considerazioni e simpatie personali, introducendo nel
loro criterio di sceiita elementi del tutto 'estranei; a tquelli .che sodi doivrebbero
determinare l’te'lezione.
Si aggiunga 'che le stegole Comunità
conoscano un numero limitato di pastori e che 'talvolta, per semplici ragioni di comodità, fanno cadere la loro
scelta sui conduttore dii una delle parrocchie viciniori. Vi sono poi gli tecon■ venienti derivanti dalla coesistenza, in
seno alla nostra Chiesa, di Oomunità''
autonome con il diritto di elezione dèi
loro pastori, e di Comunità noìn autoniome alle quali provvede direttamente
la Tavola.
Gli inconvenienti derivano dal fatto
che da Tavola doverdo procedere alla
sistemazione generale del campo di lavoro, si trova ostacolata dall’incognita
rappresentata' appuinito dalle elezixmi
delle chiese autonome. Per cui tale sistemazione può venire ritardata, con
danno generale .dell’Opera, ■ dalla volontà di una singola chiesa.
La nostra chiesa non è di tipo congregazitoinalfe'ta 'ma presbiteriano. Quest’ultimo mira a valorizzare tanto l’indiividuo quanto il nucleo ecclesàlastico,
ma afferma altresì che la Comunità locale entra come elemento di un organismo 'ben costituito è'che Finteresse
partiicolare di una Comunità deve sempre subordiriarsii aU’interessie generale
dell’insieme delle Comunità.
A questi due ordini di inconvenienti
si può ovviare sviluppando la coscienza ecclesiastica e il grado di maturità
. spiritu.ale delle chiese. Ma lascdamo che
altri prenda la parola sull’argomento e
concludiamo affermando che, 'malvado
tutte le deficienze ohe si possono riscontrare nelle sue appUcazioni 'pratiche, ü
principio dell’autonomia dehe chiese
dev’essere mantenuto vivo di fronte alle
nostre Oomiunità. ma più 'oome una
m.eta da raggiungere che come un fine
già conseguito. Alb. R.
Chi ha seguito con regolarità le sedute del nostro ultimo Sitìodb hai certamente rilievato' il gran nuamiero di idee
e proposte avanzate e discusse. Sìntomo questo rallegrante, • inlclice della volontà della Chiesa, tutto protesa innanzi, niel suo diesidteirio di riprendere coij
passione il oamminio rallentato dalla
guerra.
Ci semlbra tuttavia che tanta fioritura di proposte non sia stata senza inconvenienti. Molte 'di Jqiuieste. maturate
n'alia Itungia meditazione di una persona
o dì un gruppo ristretto, sono giunte improvvise òlla maggioranza dei membri
del .Sinodo. Nel giro di pochi minuti,
dopo- aver udito alcuni idisoorsi, siarao
stati chiamati a pronunciarci su questioni importanti, sulle quali forse i f)iù
.non avevano mai prima, fermato la loro
attenzione. Il risultato si manifesta nel
gran numero di astenuti nelle votazion’,
per cui basta talora il voto di trenta o
quaranta presenti per diarie vialore esecutivo a una proposte, che può essere
di grandi conseguenze.
Ci sembra 'che Fimconveniente, di non
lieve importanza per la vita della Chiesa, potrebbe essere evitato se venisse deci:so che ogni proposta, per essere 'approvata, debba ottenere il voto favorevole
d.ei due terzi dieii 'membri diel Sinodio,
come è richiesto per le modifiche della
costituzione diella Chiesa, tranne che-per
le proposte già vagliate dalle Conferenze .distrettuali, nel qual caso sarebbe
sufficiente la mag^oranza assoluta dei
votanti.
Per ottenere qu’esto, basterebbe che la
Comm'isBlone delle proposte, nominata
dal 'Sinoido rimanesse te carica fino
al 'Steodò success'ivo, icon l’teioarico di
raccogliere tutte le .proposte dei vari
Enti o idei singoli membri del’ Sinodo, e
a tempo opportuno le facesse pervenire
alle varie Conferenze distrettuali per la
discussione.
Si otterrebbe così un dtuphoe risultato: anzitutto le Conferènze distrettuali
acquisterebbero un vero teteresse, e, secondo lo spirito del 'nostro ordteiamento
presbiteriano, diventerebbero la base
stessa diei Sinodi. Questi sarebbero chiamati a deli'berare su questioni già a sua. '
conois'cenza, e le votazioni avrebbero; un
caràttere di maggiore ponderatezza. /
Non" sarebbe escluso, naturalmente,
che il Sinoido si pronunzi anche su propO'Ste soT'te immiediatomente nel corso
delle sue sedute, ma per questo occorrerà ima .maggioranza molto più forte, a
garanzia che la decisione presa sia il
frutto di una 'ooinvinzione 'pressoché unanime della Chiesa. L’archivista.
üexiiD !ui le goDveioeiKil
d« l’Egiise
Il y a des moments dans la vie de
nos communautés .diites « autonomes »
où H semble que .le droit — qui est
plus exactement un devoir — de choisir leur pasteur sie transforme en p»uvoir des pasteurs die choisir ou .de conserver leur paroisse. — Cette possibilité n’eet .pas un abus des pas.teurs, mais
une expression de I’indifférence des
membres dë nos paroisses pour leur
église et po'ur leur conducteur; ü y a
dans ce cas défaut de vie active dans
la communauté dont les membres .ne
sentent plus .leur responsabilité de collaborer à toutes les activités ecclésiastiques (y compris le 'gouvernement de
l’Eglise) et d’en supporter le poids. Le
pasteur dte son côté peut seulement stimuler le sens de cette responsabilité et
encourager cette oollabaration. C’est
son devoir de le faôre. E. R.
V
2
C>' ^ >5‘ ^ * ’X,. . * ^ \ ' ? "
m ;:}
t.,
^t.4 » *T ’1'^ "
V Ä' li . vr ■ -.>
^•JÌt
'■•‘>^-ri'-^'i-rr:
L’ECO DELIÆ VALU VAU/BSI
*■ Si’ ■ì^*' ^ ^
0/7 /74UJ ^cr//
La’ Tour, le .5 octobre 1945.
Mon cher Directeur,
Vous avez mutilé, en les publiant, les réflexions que, je vous al adressées au sujet de
notre poUtlqiie, et vous les avez fait suivre
par uñe hôte qui en. fausse la lettre et l’esprit, ce qui rend nécessaire un» mise au point.
]^ur des raisons de clarté et de précision
qui étaient le point de départ de mon expo\ sé, et pour une évidente nécessité technique
d^examen, j’ai, me semble-t-il, assez clairement dMn^é les conc^ts d’JEtat totalitaire
et' d’idôlôtnc étatlste. Le «distinguo» est
fondamental et capital: je ne citerai à l’appui que la déclaration, éberluante pour les
joumaUstes américains qui l’onit recueillie,
du pasteur Niemôller, d’après laquelle son
opposition n’a jamais visé Hitler cheÆ d’état
totalitaire, mais uniquement Hitler persécuteur de l’Eglise.
Votre note confond (dans lé sens étymologique du mot) oes concepts et n’a, en conséquence, aucun rapport avep mon exposé.
Ce dont je vous prie de me donner acte,
en publiant cette mise au point dans votre
prochain numéro, avec les paragrñph'^ supprimés. G. A. Comba.
Lorsque je corrigeais les épreuves de votre lettre je n’avais pas sous les yeux votre
manuscrit. Et cela pour des raisons indépendantes de ma volonté. Atissi je ne me suis
pas rendu compte de la mutilation opérée
non par le rédacteur’ du journal mais. Sans
doute involontairement, par le linotypiste.
Voici les mots^non publiés qui d’ailleurs rie
me paraissent modifier en rien leVens et le
ton général de vos réflexions:
« En attendant, permettez-moi une remarque. Vous dites: « Rien n’est plus dangereux
à l’homme que la sécurité », et plus loin:
« Les conoeptio(n,s politiques totalitaires sont
l’ennemi mortel de la foi chrétienne»: — Eh
bien, je vous propose d’invertir ces termes
de la façon suivante: « Rien n’est plus dangereux à l’homme que les conceptions poU, tiques totalitaires », et « La sécurité est l’ennemi mortel de la foi chrétienne ».
Quant à ma note, elle ne fausse ni la lettre ni l’esprit de vos considérations, puisque,
c’est vous qui l’affirmez, elle n’a... aucun rapport avec votre exposé ! !
Enfin si dans ma réponse je n’ai pas tenu
compte de votre distinction entre état totalitaire et idolâtrie étatiste, c’est que, en réalité, cette distinction n’existe pas, l’état totalitaire conduisant inévitabtbment à l’idolâtrie
étatiste.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAaaaaaaaaaa
Cronaca Valdese
ANOROONA (Capoluogro)
Una teirTibile sventuia si abbatteva
poche settimane or sono sulla famigli a
Long, dèlia Ptiinsa. Il padre Gktvainni
Long, di anni 53, salito su ■un frassino
per coglierne il fogliame, cadeva da pochi metri d’altezza in così malo modo
dia rompieirsi la spina dorsale. Trasportato da vicini volonterosi lall’ospedale, vi
trascorse quiindici giorni, sperando contro ogni speranza mell’aiiito illuminato
dalla scienza. Quando svanì ogni Siperanza fU riportato a casa, dove spirò
dopo pochissimi giorni lasciando nel lutto più profondo la vedova circondata
dai suoi quattro figliuoli in ancor tenera età.
Ai (funerali celebrati con grande concorso di popolo, il Pastore richiamò le
promesse dell’Btemo Ch’Egli sarebbe « il
SQitegno delle vedove *ed il ipadre degli
orfani », e richiamò i presenti a farsi
strumento di cotesta opera miserioordiosa dell’Etemo. Voglia Egli esaudire le
nostre preghiere le oonioederé il suo aiuto a coloro che ne hanno tanto bisogno.
— Duranitìe l’estate il messaggio della
Parola di Dio è staito portato fra noi dai
pastori N. Giampiaooli, Edoardo Aime,
prof. Davide Bosio, Giììdo Comba. Luigi Micol, Teodoro Salma, e d^ vioe-mo, deratore R. Nisbet; e dagli studenti in
teologia Aldo e Paolo Comba, Domenico Colucci e Bruno Gorsaini. La pairrocchia porge a loro tutti il suo fervido
ringraziamento.
ANGROGNA (Serre)
Comunità ringrazia i pastori signori Lamy Coisson, Liboirio Naso, Neri
Giampiccoli e gli studenti in teologia signori Paolo Comba e Domenico Coluc-’
ci i quali hanno piresieduto i nostri culti nel mese di settembre.
^VAr*V ArAr Af Ar AfArAr Ar ArAfA/
CuIaS
Torino: ogni domenica diallé ore 14.15
alle 14.45.
M,lam: ogni domienica dalle ore 14.15
alle 14.30.
Venezia: lOgni domenica dalle ore 14.45
alle 15. I
Firenze: ogni domenica dalle ore 19.30
alle 19.50 (lunghezza onda m. 281)..
Roma: ogni domenicia dalle ore 14.45
lalle 15, . . I
—> L’Assemblea di Chiesa è convoca,-‘ ta per domenica 21 ottobre alle ore 10
- .nel Tempio di Pr'adeltomo ed alle ore 14
nel Tempio del Serre, in vista "della
■■ prossima ripresa delle attività. Nessuno manchi.
—r II nostro lafìettuoso « bentornato »
a tre nostri cari giovani tornati tra noi
dopo lungo tempo, i primi due da campi di -prigionia. in Garmania, il terzo
daila Francia. Essi sono: Willy (Jhiiavia
(Eissartet); Alberto OMn (Serre); Dou ldei Coìseahi (Sagpa). e, a.
LUbCRNA SAN GIOVANNI
Sabato 6 ottobre in un austero e luminoso decoro dì fiori è stato celebrato (nel nostro Tempio il matrimonio della si^.na Aingusta Jauvenal coi geometra ing. ^rino Boèr. Agli sposi' felici i
nostri magliari auguri di ogni benedizione nel Signore. .
PCRRBRO'MANiOLIA
Decessi. Due frateOli ci hanno lasciato per la Patria celeste: Pietro R:bet,
del Saretito, di 73 anni dieoeduto il 20
settembre e Giovanna. Tron, dei Forengo, di 65 anni, dieceduto il 4 ottobre.
L’uno e l’altro hanno raggiimlo l’Aldilà
senza passare attraverso a graivi sofferenze, itia dopo un lento esaurimento
delle loro forze fisiche. Alle famiglie
provate dal lutto vada respressione della nostra cristiana simpatia-.
' — Battesimo. E’ stata presentata ai
S. Battesimo Marina Mona Pons di Alberto ,e di Adelaide Poins, dei Bessé.
Sulla cara bimba e su coloro che li’han- j
no presentata invochiamo le benedizio- |
ni divine. .
RORA’
23 settembre. Il culto in vetta a). Friolent convocato in vista della gioventù
ha -avuto pieno successo.
Saliti nella notte da vari punti della
parrocchia, i giovani conveimero di
buon mattina in vetta al monte in numero di venti e vennero rinforzati poco
più tardi da un vigoroso plotone di qojindici cacciatori, che avevano àpproifittato
deflroccasioine iper fare una larga battuta di caccia. Il culto ebbe inizio ancor
prima dell’ora fissata, in una bella conca al riparo dal vento geMo della stagione avanzata e venne presieduto dal
cand. teol. Cipriano Tourn' e dal Pastore titolare. Il seguito della giornata passò tra le più svariate emozioni: sole,
nebbia, pioggia dirotta, vento; eoe. La
conclusione: un senso di profonda soddisfazione in tfondlo al cuore e di riconascenza a Dio...
— 30 settembre - Festa deh Reduci,
grande, memoranda giornata.
Alle ore 10.30 oin corteo costituito dai
Pastori, dalle autorità civili, dal Concis 'oro e da un .plotone di venticinque Reduci, fa il suo ingresso nel Tempio mentre l’assemblea, sorta in piedi, intona il
Giuro di Sibaud.
Dopo la confessione dei peccati in
mezzo ad una atmiosfera di commozione
profonda, viene annunziato all’assemblea il ritorno della maggior parte dei
Reduci. Essi che la bufera «della guerra
aveva dispersi -a migliaia di chilametri
di distanza e i cui' nomi erano stati pronunziati tante volte dal pulpito in, preghiera — ancor neH’ultima Pasqua —
ora son qui e risponderanno essi stessi
all’appello,.. Ed infatti, i giovani in piedi, rispondono ad uno ad omo .all’appello. Uno solo ta<?e: IL Signore lo ha richikmato a Sè. Altri pochi mancano ancora, la chiesa .pregherà per lord... Il
culto prosegue in una atmosfera elevata, c’è sui voliti l’-espressione della felicità e vi scorrono anche abbondanti lacrime... «Quando TEteinnid fece tornare
i reduci di Sion, la nostra bocca fu piena di sorrisi e la nostra lingua di canti
di allegrezza... ». Tale il testo della predicazione che mai come oggi ci era parso eloquente ed attuale.
Al termine del culto, i Reduci inquadrati uscirono per i primi e si schierarono ali’ingresso del tempio affinchè
Tassemblea M potesse salutare. Ebbero
luogo, allora, in mezzo ad una gioia profonda, le più commoventi e generali
espansioni.
Nella vicina Sala della Gioventù, intanto, fervevano gli ultimi preparativi
/
; p-2r una agape fralerna di oltre cento
coperti offerti dalla eh.esa ai suoi figli
tornati dalla prigionia.
Tutto lera stato preparato con. im entusiasmo che è difficile ¡descrivere da un
(comitato di Signore e Signoir'ine e tutto
■ procedette in maniera pertfetta. Al ter¿.minie del pranzo, alternati con ima or■'chesitrina improvvisata., vennero pro^
nùn2Ìati vari, discorsi: il slg. James Gay,
Sindaco del Comune, il dotti R. Meynet,
’ reduce, il Pastore, il cand. teol. C.
Toum, il pastore G. E. Meile, eoe, VoLta a volta echeggiarono degH applausi è scorsero delle lacrime. Curiosa festa, cod'esta, dove con’" facilità, quasi con
naturalezza le lacrijme si suocedlevano
ai ibattimani e alle esplosioni della g'iQÌa,
dal culto del mattino finoialla festa della sera... Non avevamo miai visto nula
di simle, forse non avevamo mai visto
una gioia così grande scaturita'da un
cosi lungo e profonda dolore !
La .sera, ancora nella Sala dela Gioventù, ebbe luogo una festa a base di
recite, discorsi e farse, intramezzati da
espressioni sonore 'di una orchestrina di
occasione. I nostri artisti, consapevoli
della .circostanza solennp, superarono se
stessi, la diOtt. Ada Meile 'digse belamènte la sua poesia « Il Reduce ». l’anzia..-jo AMÒ Tourn pronunziò commovènti parole; 1 Pastore, ricordò ai Reduci il nome dei fratelli dipartiti durante i due anm della loro assenza e porse
un fratemo 'saluta a don Ettore Micca,
il priore -di Rorà, presente ala serata,
ricordando l’aiuto efficace dato più volte ala popolazione Rorenga, in oircosi-anse drammatiche, dal nobile sacer^dote. Don Ettore rispose con un discorso salutato da applausi lentusiasti e prolungati.
\
La festa, .che molti Rorenghi ricorderanno per tutta la. vita, ebbe termine
con due bei falò risplendenti nella notte oscura mentre le campane, per la
quarta volta dal mattino, suonavano a
stormo..
Martedì 2 ottobre. Accompagnamo
all’estrema dim ora le ispogle miortali di
Luisa Tourin ved. Morel, di anni 77, la
nostra buona e cara Magna Luisa, della Roung. Era malata di .cuore da qualche tempo, ma non prievedevamo ancora 'COSÌ imminente la sua fine. Sciese nell’orto il mattino precedente eppoi colpita 'da improvviso malore, si abbattè lì,
in mezzo ai suoi fiori.
Il servizio funebre raccolse gran numero di parenti, di amici e di fratelli in
fede e venne presieduto laJila Roung dal
pastore C. Toum, al Tempio, e al cimitero dal Titolare. Un gruppo di giovanette cantò uno diègli inni francesi tanto
cari all estinta. Sulla tomba vennero
ancora ipr,onunzLa-te parole riconoscenza, da parte della 'Chiesa alla quale la Dip^tita aveva prodigato così zelante attività e della famiglia in seno
aUa quale, Magna Luisa, era stata una
rnadre eaemplarè allevando dei figli, dei
nipotini e, in .qualclie misura, ancora dei
figli nei nipotini...
I^ Chiesa .circonda di fraterna simpatia la famiglia afflitta.
— Domeniica 7 ottobre. Il culto, convenientemente abbreviato, è seguito da
una Assemblea ^ Chiesa. All’ordine del
giorno sono le dimissioni presentate dalTanziano ddile Furine, il Reduce Aldo
Toum. L’assemblea, valutate le ragioni
delle dimissioni, le respinge e k> riconferma nella carica con voto unanime.
La Chiesa Valdese di Rorà ringrazia il
signor Sindaco dì Luseitia San Giovanni per la
lettera e per l’assegno inviatile in segno di compiacimento per l’esito della Festa dei Reduci.
TORRE PELLICE
E’ stato amministrato il santo battesimo a Gmlzieila Mctrisa Pacchetto di Federico e di Caterina Monnet (Inverso
Bmno), e a Sergia Enrico Morel di Albino e di Bianca Camino (Chabriols).
Il divino Pastoré benedica questi teneri
agnelli della Sua greggia.
— Sabato scorso ha avuto luogo il matrimonio del giovam Gta/anTÌi Enrico
Cagno (Inverso) e della giovane Gulia
Poèt (Chabriols). Iddio be.'.edica questo
nuovo focolare.
— E’ Sitato richiaunato da questo mon
do il signor Alberto Mourglia (Peyroun)
all’età' di 78 anali, dopo lunga nialaittìa
sopportata con cristiana .sottamissione.
Rinnoviamo- alla sua Compagna ed a
tutta la famiglia l’iesprassione della nostra vivfa simpatia. 4,
— Sono stati riaperti l’iasiilo dmfàntile
e la scuola sussidiata dell’InveirBo dipendenti dal Conristoro.
PERSONALI A
Vivissimi auguri al pastore 'Arhaldo
Gerj're.e -alla signoirina lÀÌàxina OriU, che
hanno oelebràto il Moro matrimonio a
Praii TU ottobri©.
Tra i libri
Paolo Bosio: Cristiani incompleti. —^ Là.breria Editrice Claudiana - Torre
' Pellioei.
E’ il sermone predicato dal Pastore
di Roma, (Piazz?a Cavour) al culto di
apertura .delta scorso Sinodo. Abbiamo
dato sulle colonne diel giomale la oonclusionie di .questa .ottima jiredica. Ci
raUegriam'o che esca ora in formia di
opuscolo' e non dubitiamo che tutti
vorranno procurarselo. R.
BC«£FKCNZi4
Elenco delle assegnazioni di beneficenza
deliberate dalla CASSA DI RISPARMIO DI
TORINO per Vanno 1945.
Torre Pellice:
Borsa dei Valdesi (poveri l. 500___
Cassa scsolastica Scuola di A'wia
mento Rroies^ioinale a tipo ind. » 300,___
Cassa scolastica Liceo Ginnasio
Pareggiato ,
Comiljpto cucine gratuite per i po
Croce Rossa Italiana - Sottocomi
tato di Torré Pellice » 300___
Opera Pia di S. Martiino » 400___
Orfanotrofio Valdese » 1000*—
Ospedale Valdese , looo"_
Patronato scolastico » 8O0'—
Ricovero S. Giuseppe per i poveri
» 500,
Angrogna:
Opera Pia San Lorenzo » 200___
Patronato scolastico » 300^__
Bobbio Pellice:
Patronato scolastico
Villtr Pellice:
200,
Opera Pia Borsa Valdesi poveri » 200,
Patronaito scolastico » 300
L. 7300,i
La famiglia dell’dmata e compianta
Marflhwite Oalmas
nata Davll
deceduta alla Comba il 14 agosto e del diletto e Carissimo
Gino
morto prigioniero in Germania, ringrazia indistintamente tutte le persone che iñ qualsiasi modo presero parte al suo duplice lutto.
Un ringraziamento particolare al pastore
Jahieor ed ai dottori Paltrinieri a Tagliaferro,
ai vicini e a tutte le care persone che tanto
si prodigarono nella breve ma dolorosa malattia della carissima mamma.
«Chi ci separerà dall’amore di
Cristo? ». (Romani 8: 35)..
Villar Felice (Comba), 4 ottobre 1945«
ALBERTO RICCA, Dlratto»
Arti Grafiche «L’Alpina» - Torre Pellice
. . ■
ff- ..