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IWíM
iSpêtt.
Blijllotica Valiese
(Toríñol
írrLTC
»ELLE VALLI VAL»ESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
/Anno LXXXVI - Nnm. 27 1 ABBONAMENTI ) 1000 per l’tnternoEco: L. Eco e La Luce: L.-1500 per l’intemo Spediz. abb. postale Il Groppo TORRE PELLICE.21 Dicembre 1956
Una copia ft.. ÀSQP / L. ISOO per l’estero L. 2000 per; Pesterò Cambio d’indirizzo Lire 40,— Ammìn. Claudiana Torre BoUice - C.C.P. 2-17557
La profezia
Ascoltatemi, o gente dal cuore ostinato, che siete lontani dalla giustizia! Io faccio avvicinare la mia giustizia; essa non è lungi e la mia salvezza non tarderà; io porrò la salvezza in Sion e la mia gloria sopra
Israele.
Sorgi, risplendi, poiché la tua luce
è giunta, e la gloria delÌ’Eterno s’è
levala su te!
Poiché, ecco, le tenebre coprono^ la
terra, e una fitta oscurità avvolge i
popoli ; ma su te si leva l’Eterno, e la
sua gloria appare su te.
Poi un ramo uscirà dal tronpo d’Isai e un rampollo spunterà dalle sue
raditi. Lo Spirito dell’Eterno riposerà su lui;-spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di
torzii. spirito di conoscenza e di timor dell’Eterno.
In quel giorno, verso la radice d’Isai, issata come vessillo dei popoli, si
volgeranno premurose le nazioni, e
h luogo del suo ripo'so sarà glorioso.
(Isaia)
evento
Tatù Manchi sulle aHure di Pramollo
E l’angelo disse loro: Non temete,
perché, ecco vi reco il buon annunzio
di una grande allegrezza che tutto il
popolo avrà: oggi nella città di Davide, v’è nato un Salvatore, che è Cristo, il Signore.
'E ad un tratto vi fu con l’angelo
una moltitudine dell’esercito celeste
che lodava Iddio e diceva: Gloria a
Dio nei luoghi altissimi, pace in terra agli uomini Ch’Egli gradisce!
E’ venuto in casa sua, e i suoi non
l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli
che l’hanno ricevuto Egli ha dato il
diritto di diventare figliuoli di Dio;
H quelh, cioè, che credono nel suo
nome; i quali.non sono nati da san^
gue, nè da volontà di carne, nè da
volontà d’uomo, ma son nati da Dio.
L’Iddio che disse; Splenda la luce
fra le tenebre, è quel che risplendè nei
nostri cuori aSinchè noi facessimo
brillare la , luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto
di Gesù Cristo.'
(Dal Nuovo Testamento)
^ Meditazione nel tempo di Natale ^
Ma le tenebre non dureranno sempre
Son è fuori di luogo, in questi
leiiipi agitati pressoché in ogni contiiii-nte, prendere a base della noslia meditazione la consolante affermazione: (f Ma ìe^ienehre non
dureranno sempre ».
Non fu per caso che l’angelo re(-anse ai pastori di Betleem il buon
auuunzio, di notte; e che, di notte,
mia schiera di Angeli dal cielo gloriticasse Iddio e proclamasse pace
in terra (Luca, cap. II”).
Vi fu un senso in quel peregrinare, di notte, dei Magi guidati dalla
stella (Matteo II“).
V’è uno scopo, quando nei giorni
della nascita del Precursore, lo Spirito Santo conduce Zaccaria a rievocare, associandole, le parole profi'liche di Osea VI: S ed Amos V: 8
« L’Aurora dell’alto ci visiterà, per
risplendere su quelli che giacciono
in tenebre di morte. » {Luca h
78,79).
Molti anni dopo, l’apostolo Giovanni scriveva, nel prologo del suo
Evangelo, questa dolorosa constatazione: In Cristo, nera la vita; e
la vita era la luce degli uornini; e
la luce splende nelle tenebre e le
tenebre non l’hanno ricevuta »
(Giovanni I: 4: 5).
E dopo tanti secoli, che cosa potremmo dire, se non ripetere le stesse parole? Ci troviamo in un mondo del quale l’apostolo Paolo, scrivendo a Timoteo, fece questo preannunzio: « Sappi che negli ultimi
tempi verranno tempi difficili, perchè gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, irreligiosi, senz’ajjezione, mancanti di fede, calunniatori, intemperanti, senza amore per
il bene, traditori, temerari, gonfi,
amanti del piacere anziché di Dio,
aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza » (II* Timoteo III 1: 5).
Non c’è bisogno di dimostrarlo :
oggi basta leggere i nostri giornali.
Í6
C' il GrisUànesìmo
un’'utopia 9
E qui può sorgere una domanda :
Ma allora, se dopo tanti secoli il
mondo non è divenuto di fatto cristiano, non hanno forse ragione i
molti che oggi affermano che il cristianesimo è un’utopia?
¡Noi rispondiamo decisamente: no.
Le Sacre Scritture non ci presentare affatto la nostra epoca come l’epoca di im trionfo non formale, ma
positivo del cristianesimo con l’avvento del Regno di Dio. Ci avviciniamo a gran frassi a quell’epoca e
proprio per questo l’imto fra il male ed il bene si fa sempre più violento. Si direbbe che è venuto il
tempo di finirla a tenere il piede
in due staffe, ad essere cristiani in
chiesa e. fuori no. Il tèmpo in cui è
necessaria, una decisione netta, secondo le parole dell’ultima pagina
della Bibbia: «Chi è ingiusto sia
ingiusto... c/ii :'èpratichi la
giustizià^»,, (Apocalisse XXII: 11).
Cristo conosceva così bene quel
che doveva avvenire che ordinò ai
suoi di andare a predicare il Vangelo « fino -alPestremità della terra »; (Atti 1“: 8) ma non disse che
il mondo sarebbe divenuto cristiano; anzi un giorno disse questa allora ben impressionante parola:
n Quando il Figliuol dell’uomo {alludendo a se stesso) verrà, troverà
egli la fede in terra? E quante volte i cristiani ripetono il « Padre nostro », quella sintetica ma grandiosa preghiera, che dice, fra l’altro,
« il tuo Regno venga », senza prestarci particolare attenzione.'
E che? può dirci qualcuno, che
forse Dio non regna?
Si, Dio regna: Egli è Creatore e
Signore; ma c’è un « ma » tremendo; l’uomo non tiep conto di quanto
segue nel « Padre nostro: la tua volontà sia fatta anche in terra come
è fatta nel cielo »: (Matteo VI; 10)
jireferisce far la propria e peggio
ancora, compiere quella di Satana
(che Agnifica l’avversario) l’avversario di Dio e nostro.
No, il cristianesimo non è una
utopia; « le tenebre non dureranno
.sempre ».
Ma qui dobbiamo farci una domanda: Che cosa dobbiamo fare in
questo tempo di attesa che si avvicina al grande trionfo?
Sebbene abbiamo rilevato la situazioiie del Cristianesimo in massa, in .'quanto la massa pratica le
varie forme storiche del cristiane
simo, ma non ne vive e pratica la
sostanza, si può però affermare con
gioia, che non mancano i molti che,
jmre e.ssendo consapevoli della loro debolezza, credono nelTassistenzii del Signore, che può condurci a
comprendere e sperimentare prò
gressivamente di fatto, l’asserzione
dell’apostolo Paolo: « Io posso ogni
cosa in Cristo che mi fortifica »
( Filippesi IV : 13).
impostamento
spirituale
Il Regno di Dio deve avere radici
profonde nell’anima umana. Non si
attua con un più o meno elaborato
codice di leggi sociali.
« Guarda dunque che la luce che
è in te — diceva Gesù — non sia
tenebre. Se il tuo corpo sarà tutto
illuminato, senza aver parte alcuna
tenebrosa, sarà illuminato come
quando la lampada t’illumina col
.suo splendore (Luca XI : 35: 36).
Dio non ci vuole complicati, ma
fiduciosi, a cuore e mente aperto,
come i fanciulli che credano al Maestro, anche quando la loro limitata
capacità, non possono comprenderlo del tutto.
Il cristianesimo è anzitutto ima
vita in Colui che poteva dire: « Io
sono la via, la verità, la vita »;
(Giovanni XIV : 6) in Colui che era
ed è la Parola vivente.
Il capitolo XV" di Giovanni è tipico nel presentarci quel che ci è
necessario di fare per essere dei figli del Regno. « Dimorate in Me —
dice il Signore — ed io dimorerò in
voi »; « Dimorate nel mio amore »,
(ver. 9) esorta ripetutamente. E questo si trova nella efficace similitudine della vite ed i tralci: « Come il
tralcio non può dare frutto se non
rimane nella vita, così neppur voi,
.se non dimorate in me ».
La patema grazia di Dio ci rivolge nella sua divina sapienza questo
appello; « FigUuol mio, dammi il
tuo cuore » (Proverbi XIII: 26).
E’ nell’impostamento interiore,
che il cristiano sa che la sua fede
non è un’utopia; nella comunione
col suo Signore egli a poco a poco
realizza la possibilità di avere la
« mente di Cristo », (1“ Corinzi II":
16) lo Spirito di Cristo; (Romani
Vili": 9) si sente nella pace di Cristo, (Giovanni XIV : 27) nella « consolazione di Cristo (II* Corinzi I": 5)
e diviene un testimone di Cristo ed
un cooperatore all’avvento del Regno di Dio.
Nell’aspettativa il cristiano sa che
il cammino può essere duro, ma prosegue perchè sa e sente che quel cammino di testimonianza e cooperazione è il giusto cammino. Non è tetro,
perchè sperimenta con l’apostolo
Paolo che il « Regno di Dio è giustizia, pace ed allegrezza nello Spirito
Santo». (Romani XIV:17).
Ihia pace ed una allegrezza come
il mondo non dà; un’allegrezza ed
una pace permanente e permeata di
un serso divino così soave, che può
render beali quelli che fanno cordoglio, gli assetati di giustizia, i perseguitali gli oltraggiati dai mentitori (da Matteo V").
Negli affamii non si carica del peso del domani; (Matteo VI; 34) si
sente nelle mani del Signore e non
si preoccupa se debba vivere molto
o pcco. Con l’aposto'o Paolo può dire: « Se viviamo, viviamo per il Signore; e .se moriamo, moriamo per il
.Signore; sia dunque che viviamo o
che moriamo, noi siamo del Signore.
Poiché Cristo è tornato in vita, per
essere iiSignore e dei morti e dei viventi ». (Romani XIV: 8).
• ‘ ■—«-frv '•
Rallegriamoci nel SigUÒre. Ringraziamo il Signore per « il suo dono ineffabile », cc Cristo Gesù, il quale ha dato se stesso per noi affin di
riscattarci da ogni iniquità e di purificarsi un popolo suo proprio, zelante nelle opere buone ». (Tito
li: 14).
Ricordiamo che « per fede e pazienza » si eredano le promesse di
Dio; (Ebrei VI: 12) e per esse noi
« aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia » (Pietro III: 13).
F,d allora non vi saran più tenebre:
(1 l(> nazioni cammineranno nella luce del Signore » (Apocalisse XXI: 24)
Dio asciugherà ogni lagrima, la morte non sarà più; nè ci sarà più cordoglio, nè grido, nè dolore. (Apocalisse XXI: 4).
Nell’attesa ricordiamo le promesse del Signore, Colui che ci ha detto :
« Io sono con voi tutti i giorni. (Matteo 28: 20).
« Quand’anche i monti si allontanassero e i colli fossero rimossi, l’amor mio non si allontanerà da te »
(Isaia LIV: 10).
« .4 colui che siede sul trono ed alr Agnello siano la benedizione e l’onore c la gloria e l’imperio, nei secoli dei secoli. Amen. {Apocalisse V :
13). Virgilio Sommani
Grazie, signor Ambasciatore
E’ giunto al Redattore dell’Eco delle Valli Valdesi un gentile biglietto di
augurio da parte dell’Ambasciatorc
degli Stati Uniti e dei suoi collaboratori. L’augurio è accompagnato da alcuni pensieri del Presidente degli Stati Uniti D. Eisenhower ebe siamo lieti di pubblicare:
« Attraverso i tempi, il messaggio di
Natale ha rallegrato i cuori degli uomini. Agli uomini di tutte le fedi esso
reca una parola di pace e di buona volontà, di fratellanza e di indulgenza.
Tn questo periodo dell’anno, in cui il
popolo degli Stati Uniti afferma la sua
dedizione a questi ideali, desidero au
gurare a tutti voi prosperità e pace ».
Il pensiero e l’augurio dell’Ambasciatorc della grande nazione americana
ci onorano. Ci permettiamo di contraccambiare con tutta sincerità l’augurio di un felice Natale e di un anno
nuovo benedetto da Dio.
La Bibbia dichiara che «la giustizia innalza una nazione ». Conceda il
Signore a coloro che sono in autorità
e in modo speciale al Presidente Eisenhower, membro della Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti, la luce
che viene dall’Alto, onde possano essere sempre meglio nelle mani di Dio
degli strumenti per guidare il loro popolo nelle vie della giustizia e della
pace. Red.
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2 —
L'ECO DELLE VALU VALDESI
onssaiii miDirayaa
Fra tutti coloro che, in questi giorni, affollano i negozi per cercare e
comperare un regalo per i loro ragazzi, chi saprebbe dire perchè lo fa?
Non è certo necessario saperlo per
fare un bel regalo; ma non si tratta
neppure di una semplice curiosità
Il regalo che a Natale facciamo ai
nostri bambini vuole essere un segno,
una parabola del grande ” dono ” che
Dio ci ha fatto nel suo Figliuolo dato
per noi nel giorno di Natale.
Non credete che questo possa avere
ia sua importanza?
A dire il vero il regalo natalizio, come lo facciamo oggi, è una tradizione
relativamente recente nei nostri ambienti delle Valli dove un paio di generazioni or sono la situazione era
sensibilmente diversa, come ricordano
i più anziani fra di noi.
Raramente i ragazzi ricevevano
qualche cosa che non fosse necessaria.
La data natalizia era semplicemente
l’occasione per regalare il vestitino, le
calze o i guantoni che comunque era
necessario dare. Il dono era di portare
l'abito nuovo il giorno dì Natale e le
sole cose ” voluttuarie " erano il pane
bianco, un bricciolo di cioccolata e cose di questo genere, molto modeste.
Una nonna si ricorda delle chicchere
di zucchero d’orzo come del dono
” fuori ordinanza ”!
Oggi le cose sono cambiate e se pure rimangono nella lista i vestitini e gli
indumenti invernali, non possono più
mancare i regali veramente ’’regali”
cioè fatti di cose non indispensabili,
fatte solo per rallegrare e per giocare.
E ben vengano queste cose non solo
per la gioia dei nostri bambini, ma anche perchè un giocattolo od un libro
ben scelti possono essere molto più
utili di quanto generalmente non si
pensi.
Denaro sciupafo
E’ quello che nessuno vuol aver fatto, ma che tutti sappiamo essere così
facile, soprattutto in questi tempi in
cui la pubblicità ha assunto proporzioni impressionanti e per la quale non
conta tanto la qualità del prodotto
quanto il numero di milioni che la ditta è disposta a investire a questo scopo. Non sempre il cartellone più grande e con il disegno più allettante corrisponde al prodotto migliore.
Ma si può anche gettare il proprio
denaro senza comperare regali che sono rotti prima di arrivare a casa o vanno a pezzi prima che Natale sia finito!
Per esempio non vorrei essere ragazzo in una casa dove si vuol far vedere, in questa occasione, che il padre
guadagna di più che non il vicino della casa accanto!
Eppure cose di questo genere non
sono rare.
Come pure è sciupato (per il ragazzo)^ il gioco che è stato comperato perchè piace ai... grandi.
Non vi sono certamente molte persone fra di noi che possono permettersi il lusso della ferrovia elettrica per
cui si spende un patrimonio ed a cui
si vedrà inginocchiato accanto il padre, tutto assorto nel risolvere il problema di uno scambio difficile o di
una manovra complicata su binario
morto, mentre il ragazzo si divertirà
di più a fare un carro rudimentale con
il coperchio dello scatolone!
Infine dovremo badare a non cercare qualcosa che noi decidiamo debba
solo piacere a causa del nostro gusto
o di ragionamenti nostri.
Non imponiamo loro di essere
” grandi ” prima del tempo; se non ci
sono dei motivi seri per escludere la
scelta di un giocattolo, è bene non ragionare come se i ragazzi pensassero
con la nostra testa.
Può succedere che ci sia utile imporci. Per es. non regalerei mai delle
armi ad un ragazzo anche se, naturalmente, lui ne sarebbe soddisfatto.
Non perchè mi illuda di sradicare
così ogni istinto di violenza e di guerra nei ragazzi. E' un istinto profondo
ed il ragazzo si industrierà probabilmente a farsi lui un’arma con un pezzo di legno.
Ma — a parte il fatto che si tratta
di un regalo di Natale, in cui celebriamo il dono della pace in Gesù Cristo
— le armi sono cose troppo serie e
troppo tragiche per darne come giocattolo, per farne una allegra parodia.
Esse sono segni troppo gravi del nostro peccato per che i ragazzi se ne fa
migliarizzino giocando come con una
cosa del tutto normale.
Soltanto sembra crearsi un interrogativo:
Cosa rimane da regalare?
Moltissimo!
Basterebbe entrare in un grande magazzino in questi giorni per sentirsi
tranquillizzati, almeno circa le possibilità di scelta.
Ma piuttosto che andare in un grande magazzino, osservate prima i vostri ragazzi. Lì potrete fare la vostra
scelta, o per lo meno farvi delle idee
da concretare nei particolari quando
sarete nel negozio.
Osservateli giocare. Qualche volta
sono bambini che si divertono molto
di più con una cosa che sembra non
significare nulla che non con giocattoli complicati. Vuol dire che hanno
molta immaginazione. Regalate loro
giocattoli che non limitino la fantasia,
ma le diano libero corso, come quelle
costruzioni o quelle scatole di cere colorate con cui si fanno mille cose diverse.
Vedrete spesso delinearsi le tendenze del ragazzo. Infatti il gioco è la
scuola più diretta alla quale il bimbo
impara a vivere ed in esso ci si può
fare una idea, qualche volta discretamente precisa, di quali sono le capacità e gli interessi dell’uomo che sarà
più tardi.
Ebbene, scegliete dei doni che non
blocchino queste tendenze, che non insegnino loro a non essere sinceri anche nel gioco; ma che indirizzino queste loro caratteristiche a precisarsi meglio ed a formarsi per la vita.
Non si possono dare delle ricette;
ogni bambino è una creatura diversa.
Ma osservateli, accettate le indicazioni che i vostri figli vi danno senza
rendersene conto, interpretateli intelligentemente e ne avrete la ricompensa
nello sguardo di riconoscente felicità
con cui il vostro ragazzo vi dirà che
avete scelto proprio quello che ’’sognava ” e che sentiva di aver bisogno
per fare quello che gli sta più a cuore.
Mima
Torra Pellico - La Cappella della Sea
Eynard (da Valli Nostre 1957)
Utile lettura
ROLAND DE PURY
Job - ou l’homme révolté
L. 450
OSWALD J. SMITH
La Passion des Ames
L. 900
IL MONDO DI FRONTE
alla nascita di un bimbo
OSCAR CULLMANN
Dieu et César
L. 880
JACQUES ELLUL
L’homme et l’argent
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PIERRE MAURY
Le grand oeuvre de Dieu
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A. PELAZ
Feuilles de route
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Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice • cuc.p. 2/17557
L’Angeio dell’Eterno apparve un
giorno — ci narra il libro dei Giudici — a Manoah ed a sua moglie,
annunziando loro che la loro lunga
attesa sarebbe coronata dalla nascita di un bimbo che il Signore destinava ad essere il liberatore d’Israele
dagli oppressori Filistei, uno strumento cioè, nelle mani di Dio, per la redenzione del popolo.
A tale annunzio^ Manoah, realizzando la tremenda responsabilità che
gli viene cosi affidata, supplica lEterno di istruirlo, di ispirarlo, affinchè egli possa ricevere nel miglior
modo il bimbo che nascerà con un
così grande destino.
Secoli più tardi, l’Angelo dell’Eter
Una ffrande aUegreÆæa
Io non so se il 25 dicembre sia ve
ramente il giorno della nascita di Ge
sù, ma ciò non m’importa! So che colui, il quale stabilì alla fine di dicembre il Natale, se non aveva animo
di veggente aveva animo di posta
e di credente. Poiché, se nel Vangelo
nulla parla d’inverno, è pur altamente
simbolico il far coincidere col solstizio d’inverno l’apparizione di Cristo
sulla terra.
In montagna ,due anni fa ,io potei
seguire mattina dopo mattina, nelle
ultime giornate d’autunno, il sorgere del sole : sempre più tardi, sempre,
più a sud, finché una mattina — era
appunto la fine di dicembre — ecco:
quel suo cammino verso il sud che si
faceva sempre più breve lesinando
alla terra il suo splendore, si arrestò,
lì, fra due alberi, un larice e una querce (li vedo ancora) e il giorno dopo
aveva mosso un piccolo passo verso il
Nord.
Tornava! Tornava! Non so dire con
quale allegrezza ,si con quanta allegrezza io lo contemplai nella rigida
mattina brúñale — allegrezza! allegrezza! per un simbolo così ricco di
significato! Era Natale! Un sole che
sorge e con esso comincia una nuova
èra, di forze in potenza che vanno maturando, che secondo leggi sapienti
vanno evolvendosi nel raccoglimento,
nel silenzio, per sbocciare poi gloriosamente e fiorire e fruttificare al gran
sole estivo. Oggi comincia una nuova
èra, allegrezza!
E quale altro può essere il messaggio di Natale? G.i angeli stessi ce lo
hanno portato; ce lo portano; io non
ho che da essi ascoltarlo e ripeterlo:
« Ecco vi annuncio una grande allegrezza che tutto il popolo avrà (e guariate alla profezia implicita in quel
tutto) !
Un israelita ,una bravissima e intelligente persona, mi diceva im giorno :
« Io adoro la figura di Gesù ! che é innegabiimente una grandiosa figura ■_
sarei disposto a farmi cristiano se
non dovessi constatare 1 insuccesso
del Cristianesimo dopo 2.000 anni! ».
E un’altra persona pur molto colta
e intelligente mi diceva: «Ma il Cristianesimo é una religione pessimistica ». Ambedue, purtroppo, non hanno
torto se si guardano solo le apparenze, le interpretazioni date dalla grettezza umana al sublime messaggio del
Cristo.
Eppure non par possibile ,no : ma come si é potuto interpretare cosi miserevolmente la parola di Gesù che l’Evangelo in anticipo sintetizza nelle parole dell’evangelo: ’’una grande allepezza per tutti! ecco il Fanciulla Vi
è nato, un Salvatore Vi è dato!”.
Qual’é la ragione della mancanza di
letizia nell’umanità? Dirò di più; della tristezza e talora della mortale tristezza, che induce le folle a cercare
svago, svap, piaceri, divertimenti,
(vedi diversioni) pazzie da un lato; e
dall’altro: ceriinonie espiatorie con
supplicazioni, con sacrifici, con peni
tenze e rinunce? E talora le due co
se alternate: Carnevale e giorno deLe
ceneri.
Son desideri tutti. E affannosi, angosciosi, impellenti, son anche bisogni. Vediamoli: A tutti, a tutti Gesù
è venuto a portare la Parola e non
una parola nel senso comune di questa voce, ma la parola che è la chia^
ve del Regno di Dio.
Dal più materiale bisogno alla piu
elevata aspirazione tutti quesii sospiri
dell’umanità ricevono dalie labbra di
Gesù l’Evangelo ,la Buona Novella,
la buona notizia:
’’Iddio ha tanto amato il mondo”.
’Tutto quel che chiederete nel nome mio Vi sarà fatto”.
’’Chiedete e vi sarà dato”.
’’Cercate e troverete”.
■’Picchiate e Vi sarà aperto”.
’’Affamati di giustizia! Vi sarà resa
giustizia".
’’Affamati di misericordia! Vi sarà
fatta misericordia”.
”I vostri peccati vi sono rimessi;
andate in pace”.
’’Date e Vi sarà dato”.
’’State di buon cuore; io ho pregato
per Voi; io ho vinto il mondo”.
”E perdonate, perdonate, benedite,
amate!”.
E se dice altresì : ’’prendete su di voi
il mio giogo” aggiunge subito: ’’il
mio giogo è dolce, il mio carico leggero”. E se parla di dare la vita per
l’ideale aggiunge, ”la ritroverete in
vita eterna”.
Per ogni dolore, per ogni lutto, per
ogni bisogno, per ogni aspirazione,
c’é qualcosa che resti senza risposta?
Ogni cristiano dovrebbe portara
scritta sul volto la propria fede : fronte
serena, occhi luminosi, espressione
gioiosa e in verità se ne vedono, si,
grazie a Dio di queste creature elette,
se ne vedono!
Son coloro che hanno constatato la
divina realtà dalle leggi espresse da
Gesù; e realizzando la propria figliolanza da Dio hanno realizzato la prò
pria entità superiore. Son coloro cha
hanno nel cuore ”la pace di Dio che
sopravanza ogni umana comprensione” sempre uguale come l’acqua delle
profondità marine ,anche se alla superficie vi sono tempeste; come nelle
profondità dei cieli oltre i cumuli e i
nembi !
Son coloro che, avendo cercato, hanno trovato il Regno e in esso veramente vivono; son coloro che hanno
compreso e fatto proprio il valore in
commensurabile del sacrificio del pro^
prio lo egoista : cioè il significato della
Croce che sempre precede la gloria
della resurrezione ! son coloro che hanno corrisposto all’annuncio angelico
del Natale: allegrezza e pace agli uomini di buona volontà. Dal lontano
millennio di Mosè, attraverso i profeti giudaici e pagani come un aureo messaggio (io lo vedo: come un
raggio d’oro nelle tenebre, come una
nota celestiale vibrante attraverso i
secoli) ecco la promessa è giunta alla
realizzazione, nel giorno che noi festeggiamo; oggi un ineffabile accordo
arpeggia certamente tra cielo e terra.
Anche di là dal velo si esulta nella festa che uomini ispirati hanno voluta
consacrare alla apparizione di questo
Messaggero, fra tutti il più grande,
staccatosi dal seno del Padre per amore degli uomini.
Anche se oggi non è veramente il
giorno della natività che cosa importa? L’importante è Ch’Egli sia venuto
ed Egli è venuto e ancora la sua vose
risuona e ancora gli angeli cantano :
”II Fanciullo vi è da nato! il Salvato
re vi è dato! Ecco una grande aliegrezza che sarà per tutti gli uomini ! "
E noi ci prostriamo a te, o Cristo
Gesù, che ci hai istruiti, amati, redenti e a te ineggiamo con rinnovata gioia: ’’Gloria, gloria, gloria!”
Ada G. Melile
no ritornò. Dio stava per mandare un
altro liberatore al suo popolo. Di ntio
vo un inerme fanciullo era destinato
a liberare il popolo di Dio dai suoi
ereditari oppressori: non più la guerriera tribù dei Filistei, ma il Mondo,
la Carne, tutte le oscure, sataniche
forze che opprimono gli uomini.
Meravigliosa strategia della rnist ricordia Divina! Ma quale responsabilità, per coloro ai quali è mandato il
divino fanciullo!
Il carattere di ogni uomo o nazione o società o cultura è manifestato
dal loro atteggiamento di fronte a
questo sorprendente atto di Dio. Che
essi lo ammettano o no, è questa, in
fatto, la questione decisiva : « cosa
dobbiam fare per il bimbo che nascerà? »
Venti secoli sono trascorsi e di n uovo, in questi giorni, ci è annunziata
la venuta del Santo Bambino di Betlemme, del Liberatore mandato da
Dio. Quale responsabilità tremenda,
per la nostra generazione, essere posta, una volta ancora, di fronte al
fatto di Cristo!
Per l’Uomo moderno, come identicamente per gli antichi uomini di
Betlemme, tre essenziali, diversi atteggiamenti sono inevitabilmente da
scegliere di fronte alla decisiva questione di Manoah : « Che dobbiam fare per il bimbo che nascerà?»
O l’OSTILITA’ di Erode: «sia soppresso fin dalla culla, perch’egli rappresenta una minaccia alla mia colpevole tranquillità, alle mie ing’uste
ricchezze, ai miei impuri piaceri, alla mia abusiva potenza. Sia ucciso,
perchè la sua concezione della vita e
la mia concezione della vita sono incompatibili; non vi è posto per entrambi in uno stesso mondo ! »
O l’INDIFFERENZA dell’albergatore di Betlemme : « Non posso far nulla per il bambino che nascerà. Non
vi è più posto per lui nel mio albergo, nè ho tempo di occuparmi di Luì.
Si cerchi una stalla per il Bimbo ! »
O RESULTANTE ACCOGLIENZA
di Simeone, il pio vegliardo che, nel
tempio, al giungere di Giuseppe e Maria, recanti il divino fanciulla, per la
presentazione rituale, «lo prese nelle
sue braccia, benedisse Iddio, dicendo :
...Gli occhi mìei han veduto la salvezza che Tu hai preparata nel cospetto
di tutti i popoli, per essere luce da
illuminar le genti! »
Fratelli e sorelle, non è più possibile oggi, di fronte al dilagante ateismo militante e non militante, politico e non politico per chiunque vuoi
rimanere discepolo di Cristo, di accontentarsi di una risposta vaga ed
inerte alla domanda decisiva di Manoah. Ed è una tragica illusione del
resto, il credere che potremo a lungo
ancora accontentarci delle timidità e
dei compromessi di una religiosità
convenzionale, mentre Gesù Cristo aspetta di redimere il mondo, per mezzo di uomini e donne completamenti
impegnati con Lui!
Fratello, sorella, che leggi, come accoglierai TU, Colui che viene? Cesa
intendi fare per Lui?
r. j.
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1.^0 DEHjE VA12J ¥MJ)ESI
PtR LA OH!LSA DI SAN SECONDO
La notizia deUa futuro costruzione
del tempio di San Secondo di Pinerolo ci ha allietati e commossi ad un
tempo. L’ultimo tempio costruito nelle Valli risale al lontano 1881 e precisamente ai Chiotti di Riclaretto. Da
allora le Valli sono profondamente
mutate : forti nuclei di popolazioni alpine si sono progressivamente trasferite nel fondo valle e nel cuore della
pianura, ponendo così all’attenzione
dei responsabili delle comunità vaidesi il problema urgente di una attività evangelistica impegnativa.
La creazione infatti del tempio di
San Secondo sarà di vivo stimolo pei
la Chiesa delle Valli perchè, in un
clima di grande fraternità, impegni
tutte le sue forze a beneficio dell’ope
ra di edificazione e di evangelizzazione delle Valli e della pianura.
11 nostro banco di prova è ora San
Secondo: nel clima del Natale ehe ci
annunzia e ci ricorda il massimo dono, il dono per eccellenza offertoci
da Dio in Gesù Cristo, i nostri cuori
non possono rimanere insensibili.
Ricordiamo il richiamo urgente del
profeta di Dio : « Salite sulla contrada montuosa, recate del legname e
costruite la ’’casa dell’Eterno’”... ed
10 mi compiacerò di essa e sarò glorificato,... poiché mio è l’oro, mio è l’argento, dice il Signore ».
Poiché, aggiunge ancora un altro
protefa; «Portate tutte le vostre de
cime alla cassa del tesoro e mettetemi alla prova in questo, dice l'Eterno, e vedrete se non v’apro le cateratte del cielo e non riverso su di voi
tanta benedizione, che non vi sia più
luogo dove riporla».
Nello storico 15 agosto di quest’an
no, in pochi minuti i Valdesi offrirono spontaneamente mezzo milione pei
11 tempio di San Secondo.
Ebbene, in segno di riconoscenza a
Dio che apre ogni giorno le cateratte
deìle Sue benedizioni per noi, NEL
GIORNO DI NATALE, NELL’ORA
DEL CULTO SOLENNE, tutti i Val
desi delle Valli, della Penisola, gli
amici fedeli della nostra Chiesa di
tutto il mondo daranno con allegrezza e con generosità-la- loro offwta.
Ghe Iddio li ispiri e li benedica.
La Commissione Distrettuale
Da Prarostino
Dalla attuale Parrocchia di Prarostino, per formare la nuova Comunità di S. Secondo, verrebbero staccate
le seguenti località:
Quartiere della Grotta (quasi interamente, e cioè: i Ciabot, la Grotta,
il Rune, Cumba Leisina, Eric, Benne, Giacutin, Lombarda, Ciambeirè,
Luganera).
La popolazione valdese di questa zona è di circa 25 famiglie, con 65 membri comunicanti.
Quartiere dei Cardonatti: Brusis
Inferiori, Ciabot Rus, Veirolera, Cavoretto. Inverso di Cavoretto, Ruchetta, Cassina, Ciabot Bas.
La popolazione valdese di questa
zona è di circa 18 famiglie, 40 membri comunicantL
Quartiere del Roc: Caneuva, Cooperativa, Pontanavè, Semunin, Baracca, Romana, Farcula, Barbè, Bonias,
Memè, Alliaud, Costagallina, Risorta,
Taccagn, Baruè, Prima.
La popolazione vaidese di questa
zona è di 27 famiglie, 68 membri ccmunicantL
Il totale è di 70 famigUe, 173 membri comunicanti, 209 persone.
Facciata del nuovo tempio di San Secondo di Pinerolo
h
Per costruire una chiesa ci votone dei fondi. E i fondi, tanto più poi
se si tratta di una chiesa Evangelica,
dobbiamo inparare a fornirli noi, di
tasca nostra, indipendentemente dalle graziose somme che lo Stato distribuisce ad altri enti e ad altri luoghi
di culto.
Abbiamo la grande gioia di poter
dare e di fare anche qualche sacrificio. Naturalmente non potremo fare
tutto da soli e saremo tanto più grati
a quanti ci aiuteranno, incominciando dai Valdesi i quali parteciperanun
al culto di Natale fino ai nostri fedeli
amici dell’estero i quali, nella loro cogitante liberalità, vorranno pensare
anche a noi.
Si tratta di milioni. La popolazione
Valdese che costituirà la parrocchia
di San Secondo si^è già impegnata
per una parte, mentre varie offerte
dal di fuori ci sono giunte. In questo
momento il fondo a disposizione del
Comitato è di
Lire 4.500.000
Quale contributo ci verrà dato dalla colletta di Natale?
La risposta
fratelli valdesi
dipende da voi !
L'augurio che formuliamo
La nuova Chiesa che sorgerà in un
tempo non lontano a San Secondo non
potrà non rimanere unita alla Chiesa
di Pinerolo per varie ed importanti
ragioni.
Il paese di San Secondo è capoluogo di comune; ma come territorio parrocchiale, insieme con la zona che si
estende oltre la Rivoira verso i confini di Bricherasio ed anzi, entro i confini di questo comune, ha sempre fatto parte della Chiesa valdese di Pinerolo, al cui Pastore sono state affidate
le varie attività ecclesiastiche.
Il terreno su cui sorgerà la nuova
chiesa è nel centro del paese, all’incrocio delle tre vie principali e perciò
in posizione di facile accesso. Oltre a
ciò è stato donato dalla generosità di
alcune persone, le sorelle Medina, Elisabetta e Maria Cardon, attualmente
membri della Chiesa di Pinerolo, attivamente interessate in ogni opera ecclesiastica che torni a beneficio spirituale della nostra popolazione. Come
Pastore della Chiesa di Pinerolo, e
tanto più ora che un notevole passo
innanzi è stato fatto verso l’attuazione dei nostri piani, mi si consenta di
rivolgere loro un pensiero riconoscente per la liberalità di cui hanno dato
prova, non a parole, ma a fatti e in
verità.
Malgrado la distanza, i parrocchiani di San Secondo, della Lombarda e
della Rivoira hanno sempre mostrato
vivo affetto per la chiesa di Pinerolo.
L’opera pastorale è sempre stata compiuta in quella parte della parrocchia
ed in questi ultimi anni è stata anche
intensificata con culti domenicali pe
riodici, oltre alle riunioni settimanali,
culti di Santa Cena, riunioni quartierali in casa di qualche parrocchiano,
per favorire lo sviluppo della vita ecclesiastica e comunitaria.
Per molti anni, la Scuola Domenicale a San Secondo è stata affidata alle cure del Pastore di Pinerolo. Da alcuni anni a questa parte, invece, essa
è lodevolmente diretta dalla insegnante sigma Evelina Gay, coadiuvata da
un gruppo di zelanti monitrici. Per
quanto alle dipendenze del Concistoro di Pinerolo, quella Scuola Domenicale è interparrocchiale; vale a dire
che è frequentata anche da un certo
numero di bambini della parrocchia
di Prarostino, specialmente dai più
piccoli, mentre i più grandi salgono a
San Bartolomeo. Interparrocchiali sono anche l’Unione delle Madri, diretta dalla signora Elsa Rostan, e l’Unione Giovanile diretta da un Comitato
presieduto dalla monitrice sig.na Velia Gardiol, della Chiesa di Pinerolo.
Quando la nuova chiesa sarà costituita in parrocchia, essa comprenderà
anche una zona dell’attuale parrocchia di Prarostino, la parte più bassa
e più vicina a San Secondo. I membri
comunicanti di San Secondo, Rivoira
e Lombarda, i quali costituiranno la
nuova chiesa in rappresentanza dell’attuale parrocchia di Pinerolo, sono
all’mcùrca 180. A questa cifra si aggiungeranno i membri comunicanti
provenienti da Prarostino. Molti si
sono, chiesti se tosse veramente necessario costruire un tempio a San Secondo o se fosse il caso di continuare
a fare come sempre si è fatto. Evidentemente, come in tante altre questioni,
anche su questa i pareri possono es
sere dissimili; ma, allo stato attuale
delle cose, riteniamo che la costituzione di un nucleo parrocchiale a San
Secondo di Pinerolo risulti a beneficio
spirituale di quanti ne faranno parte.
Molte parrocchie valdesi oggi conservano i limiti territoriali di cento o
duecento anni or sono, mentre sensibilmente mutate sono le condizioni
sociali ed economiche con riflessi na
struire una casa, con spirito di parte,
tanto per dire: abbiamo un nuovo
tempio anche noi. Poiché la vera chiesa è fatta di credenti e di servitori di
Dio. è una comunità che si edifica nell’amore e nella fede, per la gloria di
Dio, alla lode di Gesù Cristo confessato e creduto nel Tempio, nella famiglia e nei campi.
Il nostro augurio sincero è che il
nuovo tempio sorga presto e bene e
che i Valdesi di San Secondo sappia
Quanto GÌ vuole per fare 1 milione?
Alla colletta di Natale in tutte le Chiese Valdesi basta
che 1.000 persone off remo l.(X)0 lire ciascuna. Oppure che
2.000 persone facciano un'offerta di 500 lire
I se si volesse ragglniigere la somma di 2 miliooi?
Non vi dico come si deve fare. Ogni Valdese ci sia
amico e faccia il dover suo con generosità
Tutto è possibile se l’amor di Dio vibra nei nostri
cuori.
Veduta del fianco del nuovo tempio (il campanile si considera modificato
secondo la veduta della Facciata)
turali sulla vita ecclesiastica e religiosa. San Secondo, centro eminentemente agricolo, non ha subito sensibili mutamenti, ma raccoglie a metà
strada tra Pinerolo, Bricherasio e Prarostino un notevole numero di famiglie valdesi, piuttosto lontane da luoghi di culto regolare e da intensa cura
pastorale. E’ necessario assistere spiritualmente le nostre famiglie delle Valli Valdesi, forse più ancora oggi che
una volta. E l’aiuto spirituale lo si dà
col contatto che riavvicina l’uomo all’uomo sotto il segno deUa fède nell’Eterno. Proprio alcune ore prima
ch’io scrivessi queste righe, una valdese delle VaUi incontrata aU’Ospedale
Civile di Pinerolo mi diceva : t Cen’est pas ossei de faire un bon sermón; il nous faut aussi le contact personnel du Pasteur avec ses paroissiens ».
Il problema delle Valli ritorna ogni
tanto in discussione nei nostri incontri
ecclesiastici. E’ giusto che sia così,
perchè le Valli Valdesi hanno un posto di grande importanza nell’insieme
della nostra Chiesa. Il vero problema,
però, rimane quello dei Valdesi, anima e corpo, uomo e donna: è il problema deUa loro vocazione e della loro responsabilità, della loro fede o
della loro incredulità. Un problema,
come si vede, personale davanti a
Dio.
Perciò, riteniamo cosa utile edificare un tempio a San Secondo; a condizione che non ci si preoccupi di co
no adoperarsi aUa sua costruzione con
l’offerta e con la preghiera. Ci conceda
Iddio di vederne l’adempimento e di
scorgere nelle tre parrocchie interessate, San Secondo, Pinerolo e Prarostino, non una vita ecclesiastica chiusa
in se stessa e soddisfatta di se stessa,
ma aperta verso una fraterna collaborazione ed una cristiana testimonianza.
Ermanno Rostan.
Da Pinerolo
Dalla attuale Parrocchia di Pinerolo saranno staccate le zone di San
Secondo (Centro - Ccmbe - Solerà),
Rivoira e Lombarda, fino ai limiti
del Comune di Bricherasio (e anche
oltre quei limiti).
A San Secondo ci sono attualmente 45 famiglie, con 110 membri comunicanti.
Alla Rivoira-Lombarda ci sono 21
famiglie, con 64 membri comunicanti.
La popolazione valdese in queste
due zone è di 67 famiglie, 174 membri
comunicanti, 213 persone.
Qualsiasi offerta può essere inviata
al Pastore E. Rostan - Via dei Mille 1
- Pinerolo — o al Sig. G. Vicino
Prarostino - S. Secondo di Pinerolo.
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L’ECO DEULE VALU VALDESI
Parents Vandois, lisez ce beau conte de Noël avec vos enfants.
Nous l’avons résumé pour vous après l’avoir lu dans «Réforme»,
le grand hebdomadaire protestant français (10 décembre 1955). Félix
Bungener (1814-1874) est né à Marseille et a été pasteur à Genève.
— Père!...
— Quoi?
— Approchons-nous?
— Dieu le sait.
Et ils marchaient, ou plutôt se traînaient. Un moment après;
— Père!...
— Quoi?
— C’est que...
— C’est que tu ne peux plus aller,
je le vois-bien.
— Vous non plus, père.
— Si je pouvais au moins te porter!... Mais non; impossible.
— Oh! père, je n’y pense pas.
— Allons, courage! Encore une
heure, une demi-heure peut-être, et..
— ...Et nous sommes sauvés!... Oui
marchons, marchons...
Mais ses genoux fléchissaient et, à
chaque pas, il trébuchait contre les
cailloux ou les racines, car le sentier
était étroit, la forêt épaisse et la nuit
sombre.
Cette forêt, c’était celle dont quelques parties se voient encore, à deux
lieues de Genève, entre Coppet, alors
bemois, et Versoix, alors français, car
on était en l’an 1705.
Ces deux voyageurs, un père, un
fils, c’étaient deux protestants fuyanl
de France. Ils quittaient, pour reur
foi, patrie et biens. Le père avait courageusement résisté aux séductions
comme aux menaces; le fils, âgé de
douze ans à peine, était un homme
déjà pour savoir ce que vaut la pos
session de i’Evangile et pour être
prêt à tout souffrir plutôt que d’y
renoncer.
Ils venaient de traverser ie Jura.
Des soldats gardaient tous les passages, parcourraient tous les sentie: s
accessibles. Combien de fugitifs
avaient été arrêtés là! Combien envoyés — c’était la loi — les hommes
aux galères, les femmes dans les couvents, et tous — c était la loi — pour
la vie! Il avait donc fallu ne passer
que par les forêts, les ravins, les précipices. Quel moment que c-lui où, de
la cime, ils avaient tout à coup aperçu la grande vallée, le lac bleu et, tout
là-bas, à droite, assise sur ses deux
collines, la ville de l’Evangile, le refuge: Genève!
« A genoux, enfant ! A genoux ! »,
s’était écrié le père; mais à ce cri
qu’il n’avait pu retenir, ils s’était rappelé une des cruelles aventures doit
ces lieux avaient été le théâtre. Un
fugitif arrive au sommet, aperçoit
Genève, oublie tout et entonne à pleine voix:
« J’aime nron Dieu car son puissant
secours... ». <
Et il n’a pas chanté quatre mots
que les soldats accourent, le saisissent, le chargent de fers, l’emmènent.
Le refuge était donc proche, mais
l’angoisse d’autant plus vive. Les plus
fermes courages s’usent à la longue
à ces dangers où le courage ne peut
rien, où la crainte est perpétuelle, où
chaque moment peut tout détruire.
Ils avaient donc, ces derniers jours,
redoublé de prudence. S’ils avaient
osé demander leur route, ils auraient,
la nuit précédente, atteint Genève.
Mais ils s’étaient encore une fois
égarés. A ce moment même, ils
croyaient se diriger sur Genève et ils
étaient à deux grandes lieues trop à
gauche, s’éloignant au lieu de se rapprocher.
Ils commençaient à s’en douter;
mais que faire? L’enfant n’était pas
mieux en état de revenir en arrière
que d’avancer; le père non plus. Encore une nuit perdue. Il faut attendre
le jour pour tâcher de voir où l’on est ;
attendre la nuit suivante pour se remettre en route.
On s’arrêta et, comme déjà tant de
fois, un tas de feuilles pour lit, un
gran manteau pour couverture, tel fut
bientôt l’humble campement. Cette
fin d’année était douce et nos deux
fugitifs avaient déjà bien des fois té
ni Dieu de leur épargner au moins les
rigueurs de l’âpre saison.
Une peu d’abri n’était pourtant pas
de trop et ils avaient adossé leurs lits
à un roc, un peu surpris de le trouver
là, ce roc, dans une forêt en plaine
Déjà couché, le père se releva pour
en faire le tour et, à la clarté des
étoiles qui brillaient à travers quelques branches moins serrées, il recon
nut un de ces blocs de granit que les
anciennes révolutions du globe ont
semés dans quelques contrées. Enterré
à demi, accroupi comme un animal
gigantesque, il avait quelque chose de
mystérieux et d’effrayant.
Au lieu d’achever le tour du roc,
il monta au sommet et s’assit.
— Père, ou êtes-vous?
— Tu ne dors pas?
— Non. Je monte.
— As-tu le manteau?
— Oui.
— Eh bien! viens. Le rocher est ici
creusé comme xm nid. Nous serons
au sec et tout aussi abrités.
L’enfant monta, se coucha et, presque aussitôt, s’asseyant:
— Père, nous avons oublié...
— De prier Dieu... J’y pensais... J’allais priei.
— Sans moi?
— Oui; mais pour toi, mais pour...
Il soupira.
— Ne croyez-vous pas, reprit le
fils, que nous pourrons, à Genève;
avoir de leurs nouvelles?
— De leurs nouvelles!... Ce serait
un miracle. De ces prisons et de ces
couvents, rien ne sort. Un de mes
amis est resté quatre ans sans savoir
si sa femme était morte ou en vie. Et
il était dans la même ville, à Valence; et il demeurait à quelques pas du
couvent où il l’avait vu conduire...
— Et un jojur, vôus me l’avez rar
conté, il l’aperçut à travers les barreaux d’une fenêtre et il lui cria: « Ne
cède pas! ».
— J’espère bien, mon enfant, que
Dieu me donnerait d’en faire autant!
Mais ce ne serait pas nécessaire. Je la
connais, ta mère; je sais qu’elle restera ferme et, quand je serais dix ans,
vingt ans sans rien savoir d’elle, jusqu’au bout je serais sûr qu’elle prie
avec nous, souffre avec nous. Mais ta
soeur..., ta soeur... Une enfant...
— Une enfant?... Neuf ans!
Le père sourit tristement.
— Tu ne veux pas qu’on soit un
enfant à neuf ans?... Tu ne l’étais
pas, c’est vrai ; tu te serais fait hacher
plutôt que céder. Mais elle!...
— Elle?... Je la vois encore, le jour
que monsieur Bossuet nous fit chercher, elle et moi. C’est moi, ce jour-là,
qui avait peur. Un nom comme ce.uilà! Un grand évêque! Un homme qui
voyait le roi tous les jours!... Je pensais à tout cela, moi; elle, pas du
tout. «Non monsieur, non! La bonne religion, c’est celle qu on nous a
prise, celle de notre Bible...».
— «Mais, mon enfant, votre Bible,
c’est la nôtre aussi».
— « Non, monsieur, non... Vous
ajoutez, vous ôtez...».
« Il leva les épaules, croyant qu’elle
répétait une leçon. Puis il voulut la
mugit au dehors l’orage, à savour r
^ ensemble la paix d’im doux abri. Mais
l’abri, depuis lors, avait été renversé.
Noël va trouver le foyer désert. Le
père et le fils sont là, dans cette forêt, sur ce roc sauvage; la mère et
la fille... Où sont-elles?
Et tandis que le père, à cette pensée, frémissait, il put voir qu’un rêve
douloureüx la présentait, en ce moment même, à l’esprit du fils endormi. Le Courageux enfant ne disait
jamais, éveillé, rien qui pût troubler
le coeur de son père. Endormi maintenant, il s’agitait, il s’écriait: «Mère!... Soeur!... » Et son bras s’étendait
comme pour les retenir, et sans peine on pouvait comprendre qu’il se
retrouvait au jour affreux où on les
avait emmenées.
Mais tout à coup, le père lui saisissant le bras et se penchant vivement à son oreille:
— Tais-toi... Réveille-toi... Les soldats... Silence!
Et comme l’enfant continuait à bal
butier quelques mots, mêlant le rêve
à la réalité, croyant qu’il s'agissait
des soldais enlevant sa mère:
—Tais-toi! répéta le père. Là, dans
la forêt... Les soldats... Ils viennent...
Silence !
Un conte do
de
— «Non, pas l’enfant!... Non!...»
— «Reviens donc!...»
«Et je le tenais toujours au bout
de mon fusil, et, dès qu’il s’arrêtait,
je recommençais :
— «Une... deux...»
« Et il venait peu à peu, tremblant,
priant, criant, pleurant et, quand il
ne fut plus qu’à trois pas:
— « Vous l’empoignâtes... »
' — « C’est clair ».
— «Et...»
— « Et il est aux galères ».
Et le soldat riait, riait, tout fier da
ce bel exploit; et les autres riaient;
regrettant de n’en avoir pas été; et
la cloche lointaine se mêlait à leurs
rires; et les signes de croix allaient
leur train; et ils ne se doutaient pas,
les malheureux, de l’abominable
contraste que faisait une telle histoire avec la cloche annonçant Noël.
Le conteur s’était adossé contre la
pierre; couchés au sommet, immobiles, nos fugitifs n’en avaient pas perdu un mot.
Us étaient donc sur la frontière
même! Mais pour nos fugitifs, en ce
moment, quelle amère pensée! Ils auraient eu, avant l’arrivée des soldats,
vingt fois le temps d échapper sûrement, définitivement. Cent pas, cinquante pas seulement au-delà de la
pierre et, vu la nuit, cétait assez.
Il’unique espoir maintenant, c’était
que les soldats n’aient pas la pensée
de monter.
Ils ne l'avaient pas; ils s’en allaient.
Déjà, ils étaient a vingt pas quand
l’un d’eux crut entendre, dans la direction du rocher, comme un bruit de
gens marchant dans les bois. Ce bruit,
nos fugitifs venaient de l’entendre
aussi, et de plus, du haut du rocher
ils apercevaient, entre les arbres, du
Noël ou le refuge
prendre sur ceci, sur cela... Et il vit
bien alors si elle savait sa Bible! Et
comme il lui disait, pour finir, un tas
de choses très douces, elle se mit à le
regarder en face:
— « Pourquoi ne pas dire tout de
suite que vous me ferez enfermer,
comme vous en avez fait enfermer
tant d’autres?»
« Et je la vois encore qui se ieva,
toute pâle... ».
— Oui, dit le père. Dieu a voulu,
ce jour-iâ, tirer sa gloire de la bouene
d’une pedte nile. Mais maintenant,
qui sait? Plus de mere, car sans doute on les a séparées; plus de père... je
suis ici. Et tant dauires, oans c-s
couvents, ont iiéchi... Mais tu as rai
son ; nous avons oublié de prier... Dieu
calmera ces révoltes.
« Seigneur, disait-il, c’est toi qui
abaisses, mais c’est aussi toi qui relèves. Toi qui, d’im mot, créas la
lumière dans les cieux, tu peux ausit
d’un mot, la créer au milieu aes ténèbres de notre âme... Le jour où tu as
donné ton Fils au monae, tu as ré
pondu d’avance à toutes nos défiances
à tous nos doutes, et ton amour d’a
lors nous garantit ton amour à jamais.
Oui, Seigneur, ce jour-là......
— Père, s’écria le fils en tressaü
lant, le Seigneur est encore plus préi
de nous que vous ne le dites... Le
jour dont vous parlez, le jour où Jésus est venu, Noël, enfin... Nous y
sommes...
— Noël! dit le père. Mais oui... Nous
devons y être... Nous y sommes...
Et quand un rapide calcul eût
achevé de lui démontrer quil ne se
trompait pas:
— Voilà bien, reprit-il ,un de ces
mots dont je disais qu’un seul suffit
pour illuimner nos ténèbres! C'est
Dieu, enfant, qui l’a prononcé par ta
bouche...
— On! oh! père, il me semble... Tenez... Comme si Dieu venait de me
le promettre.
— Eh bien! moi aussi. Ecoute. La
nuit est encore longue. Dès que tu seras un peu reposé, il faut que nous
tâchions de retrouver la rouie de Ge
nève, et nous la retrouverons... Allons! Dors une heure et nous repartons. Dors...
— Et vous?
— Moi, non. Je n’ai plus sommeil
Dors.
L enfant se recoucha donc sur le
granit tapissé de mousse et, peu d instants après, il dormait dun sommeil
paisible.
Mais dans le coeur du père s’agitaient bien des pensées que Noël ne
pouvait chasser, car cétait Noël même qui venait de les réveiller. Noël,
l’année d’avant, l’avait trouvé heureux encore, assis à son foyer, ses
deux enfants près de lui, leur mère
attentive, comme eux, à ce quil leur
disait de Jésus et de son amour. Le
vent de la persécution soufflait bien
déjà sur le pays, mais la famil.e n’en
goûtait que mieux le bonheur dêtre
réunie encore ; comme on aime, quand
Quatre soldats cheminaient en effet dans le sentier qui venait passer
près du roc. Le premier portait ims
lanterne dont il projetait successi.ement la lumière à droite, à gauche,
en avant, et tous, à chaque fois, accompagnaient du regard la lumière.
On voyait les vieux troncs s’éclairer
fantastiquement l’un après l’autre,
puis rentrer dans l’obscurité, puis de
loin en loin recevoir un rayon encore.
Ils semblaient marcher eux aussi, et
s'entremêler dans leur marche par
des mouvements mystérieux.
Le bruit des pas dans ce sentier
plein de feuilles avait heureusement
couvert la voix de l’enfant.
— Rien!... dit un des soldats,
— Rien!... dit un autre.
— Est-on sûr de les avoir vus?
— Mais oui, à la nuit tombante. Un
homme, un enfant.
— Impossible, pourtant, qu’ils
n’aient pas passé par ici.
— Passé, oui... Eh! voilà la PierreàrPény.
— En ce cas, ils ont passé la frontière.
— Allons toujours. Ciriquante écus
à gagner...
— Et beaucoup de pas à perdre...
Ah!...
Ce ah! était dç celui qui portait la
lanterne. Il avait fait quelques pas
vers la pierre; il avait aperçu le lit
des feuilles où nos deux fugitifs s’étaient im moment couchés. On voyait
que ce lit avait servi.
— Partis!... reprit le soldat... C aurait été curieüx de les prendre là, sur
la frontière. ~
Il est clair, dit un autre, qu’ils
ne la savaieht pas si près. Ils n’avaient qu’à se coucher oe l’autre côté de la pierre et...
— Et nous les aurions pris tout de
même. Messieurs de Berne ne sont
pas là, dans les bois, pour garder leurs
terres. Il aurait eu beau crier, le huguenot, comme... Eh! on entend sonner. Qu’est-ce que c’est?
— A Versoix,donc. Il est onze heures. La messe de minuit.
Ils se signèrent tous, dévotement.
— Je disais qu’il aurait eu beau
crier, comme im certain que nous primes l’an passé, tout près d’ici, en
plein jour. Nous l’a.percumes de l’autre côté de la frontière, à trente pas,
avec un enfant aussi. Il nous narguait.
— «Je suis sur terre bernoise, disait-il.
— « Arrête, ou je tue l’enfant! »
« Et il vit mon fusil en joue ».
— « Vous ne pouvez pas ! criait-il ;
vous n’oserez pas. Je suis sur terre
bernoise ».
«Moi toujours:
— « Arrête, ou je tue l’enfant ! »
«Il s’arrêta».
— « Maintenant, reviens ! »
— «Revenir! Je suis sur terre bernoise... »
— « Reviens, ou je tue l’enfant! »
« Il fit mme de revenir, puis vou
lut encore s’éloigner».
— «Je tue l'enfant, gare... Une...
deux...
côté du pays de Vaud, comme une
lueur ae uaïubeaux. Eoaii.-Cc: la ath
vraxice .-’ Eiaii-ce encore i em^enii? Gai
lis venaient U'entenure l'ennemi se
vanter ae peu leopecier la irm-iexe.
Les suiuais revieiineni sur leurs
pas, écoute:ii. regaruent, aperçoivent
ceue lueur qui s avance. Un d'eux,
pour mieux vo^r, monte... Il se heurte
aux aeux fugiafs; il crie:
— A moi!... Je les tiens!...
Et, en aeux sau-s, ses compagnons
escaiauent la pierre.
Mais au même instant, du milieu
des namoeaux déjà distinct, un cna.it
seiêve, un psaume, le vieux et taiû
lant « J aime mon Dieu », messag.^..
cette fois, messager cenain de t,a-U_
Les soldats ébanis s anê.enr. Le pe.’.
se dégage, eniève son nis, se piécipi
avec lui vers ceux qui viennent, se
jette au milieu deux en criant:
— Refuge! Refuge!...
Et le reiuge s ouvre, et quarante
bras vigoureux s étendent apreS poui
le renfermer, et les soldats, descendant au plus vite, disparaissent aans
la forêt, et le vieux psaume, interrompu à peine, s’achève dans un é
lan de triomphe et de joie.
Nos deux amis semblaient ne pas
croire encore à ce qui venait de se
passer. Le père tenait l’enfant, comme n’osant l’abandonner encore. L’enfant se serrait contre le pere.
On les ramène, on les fait asseoir
sur la pierre qui, du coté vaudo.s
s’allonge en pente. Alors, plus calmes,
leurs pensées peuvent se tourner vers
Dieu d’abord, puis vers ces amis qui
les entourent. On les félicite, on leur
prodigue les bonnes paroles, les soins,
on leur offre à manger, à boire, et le
vin généreux des coteaux vaudois du
voisinage restaure un peu leur long
épuisement
Us S'aperçoivent que la troupe est
nombreuse, que ce ne sont pas seulement des hommes, mais des fem
mes aussi, des enfants surtout; que
tous ont un air de fête. Us voient
dresser une table et, sur cette table,
déposer une multitude de paquets
Ils remarquent enfin qu’une lumiere
plus vive éclaire autour d’eux la forêt et, se retournant, ils voient au
sommet de la pierre un sapin chargé
de bougies qu’on aliume.
Ils se rappellent alors ce qu’üs ont
entendu dire des Noëls d Allemagne,
longtemps ainsi célébrés dans les bois
et de préférence aux endroits mêmes
où ces vieux païens, les aruides, avaient jadis cé.éoré leur mystèies.
On leur apprend que ce rocher s’appelle la Pierre-àrFény, quil a été un
de ces autels où le sang humain coulait; aux deux côtés au sommet se
voient des rangées de trous à destina
tion inconnue, mais fréquents sur les
autels de ce genre; que le sommet
forme comme un cercueil où proba
blement était étendue la victime, et
nos deux fugitifs se disent, non sans
frisson, que c’est dans ce ht funèbre
qu'ils étaient, couchés tout à l'heure
Mais au-dessus maintenant se ar.sse
tout illuminé, i arbre joyeux, l’arore
de la paix et de l’amour.
Noël
FeÊÊx Bungener
Arrive, sur ces entrefaites, un homme que tous saïuent: le pasteur. Il
s informe si tout est prêt et, sans attenare la réponse, il uemanue ce qui
est arrivé car il remarque une agitation particulière. On iui dit en d-.ux
mots 1 étrange histoire: les soluats,
le cri, l’homme et lenfant qui ont
semblé sortir tout à coup de la p^er
re, et on ie conauit auprès d’eux. U
serre la main au père, il emorasse
I enfant.
— vous n’êtes pas les premiers que
nous recevons, leur dit-il. Vous né
serez pas les uermers; mais nous ferons notre devoir jusqu au bouc. Que
notre pays soit le votre! Tout ce que
nous pourrons vous rendre, nous vous
le rendrons. Je ne sais pas ce que
vous laissez en France, mais...
Le pasteur avait avec lui sa fille,
charmante enfant de huit à neuf ans.
II s'aperçut que le père ne la quittait
pas des yeux et il comprit ce que cela
voulait dire.
— Mêlas! reprit-il, si ce que vous
laissez aana votre pays est un enfant... Car c’en est un, n’esc-ce pas?
—- Oui, dit le père, et...
— ...et la mère aussi?
— Oui.
— Alors, pauvre ami. Dieu vous assiste! Nous ne vous rendrons jamais
ceia. Vous venez de?...
Le père dit la ville.
— Et votre nom?
Le père iui ait le nom. Mais, s’il
n’avait eu, en répondant, les yeux fixés sur la jeune nlie, il aurait vu le
pasteur, à ce nom, tressaillir...
Beaucoup d’hommes et de femmes
s’étaient rapproenés de l’exilé. On interrogeait; tn recueillait avidement
les details de ce périlleux voyage, de
cette dernière délivrance. Beaucoup
d’enfants, de leur côté, avaient entouré le fils. Un d’eux, qui avait reçu
je ne sais quoi, le lui onrit, le força
de le prendre, et, aussitôt, pas un qui
ne le forçat également d’accepter son
cadeau, tellement que, malgré ses refus, il s'en trouva charge. Mais ils
voulaient surtout, eux aussi, savoir un
peu ce que les deux fugitifs avaient
souffert, ce que les protestants souffraient en France.
L’enfant racontait donc, et, sur tous
ces jeunes visages se peignaient successivement la pitié, l’effroi, lindignation. Un trait surtout les frappa.
Il avait à la main les traces dune
brûlure. Un des enfants en fit la remarque.
— Oh! dit-il, ce n’est rien. Voici.
Vous savez qu’on brûle nos Bibles.
Mon père avait caché la nôtre ; on la
sortait le matin, le soir et, la prière
faite, on la remettait vite en sûreté.
Il y tenait tant, mon père! Cel.e du
grand-père, pensez donc! Celle qui ayait vu depuis cent ans tous les beaux
jours et tous les mauvais jours de la
famille! Enfin dans une nouvelle visite, on la trouve, on la prend et la
voilà qui sera brûlée avec bien d’autres. On prépare un bûcher. Des soldats — je ne sais combien — viennent se ranger autour. On apporte
les Bibles, on les jette sur le bûcher,
on met le feu.
Moi, j’étais là. Je voulais voir, rien
que voir; mais quand je vois la pauvre Bible qui commence à flamber,
alors c’est plus fort que moi. Je me
glisse entre deux soldats, je cours au
bûcher, je prends la Bible, je repasse
comme un éclair... Et la Bible est sauvée!
Les enfants avaient été tout oreilles, ils firent au dernier mot un tel
bruit de bravos, de cris, que tous les
gens qui entouraient le père se tournèrent pour voir ce que c’était. On le
leur dit.
— Quel brave enfant vous avez là!
disait-on au père.
— Et la Bible, comme elle a dû
vous être encore plus précieuse!
— Oh oui ! dit-il. Malheureusement...
— On vous l’a reprise?
— Non mais je n’ai pas pu l’emporter. Grand chagrin, mes amis... Le
croirez-vous? Dans ce voyage où je
laissais derrière moi une femme, une
fille, maintes fois il m’est arrivé de
penser à ma vieille Bible comme à un
autre membre de ma famille dispersée, comme à une mère que j'aurais
aussi laissée...
Il n’acheva pas.
Si le gens debout autour de lui ne
l’avaient empêché de voir ce qui se
passait derrière, il aurait aperçu le
pasteur aller et venir puis se porter
vivement au-devant de quelques pei^
sonnes qui arrivaient du côté du village, enfin revenir. Il vit seulement,
alors, les gens lui faire passage et le
pasteur arriver devant lui. Il remarqua que s°s lèvres tremblaient, ses
mains aussi.
— Le jour où vous la retrouveriez,
votre Bible, dit le pasteur, ce serait...
Oui... je comprends... un beau jour...
Enfin, Dieu est le maître. Ecoutez.
■Vous avez vu distribuer les cadeaux.
U en reste un pour vous... 'Viens, mon
enfant... Donne...
Deux petites mains tremblantes
aussi soutenaient un livre. Il y jeta
les yeux... C’était sa Bible.
Il regarda l’enfant. Ce n’était plus
la fille du pasteur... c’était la sienne.
U entendit, derrière le pasteur, un
sanglot, sanglot de joie, de bonheur...
C’était la mère qui embrassait le fils.
5
ï
L’ECO DfelXE VAtij VALDESI
— 5
La situazione religiosa
in Israele
Secondo dichiarazioni fatte a un
redattore deirA.N.S.A. dal signor Paul
Coibi, Direttore della Divisione degli
Affari Cristiani al Ministero deg l Esteri di Israele, la popolazione di quello Stato, che è di circa un milione e
850 mila anime, comprende le più diverse confessioni religiose. I cristia
ni sono circa 44 mila e di questi 6 000
sono cattolici di rito latino, 18 003
cattolici di rito greco, e 2.E00 maroniti Vi sono poi 15.000 greci-ortodoTSi;
circa 2.000 armeni, copti, abissini e
siriani monofisiti e 2.000 protestanti.
I mussulmani sono 130.030; i diùsi 1?
mila; i samaritani un centinaio. Inoltre Israele è il centro di una religione eclettica fondata in Persia un
centinaio di anni or sono e che ha
preso elementi dall islamismo, dal cri
stianesimo, e dal giudaismo; si chiama « Babai » e il suo capo risiede a
Caifa; a Roma egli è rappresentato
da un ex-colonnello dell’esercito ame
ricano; infatti questa chiesa ha negli Stati Uniti circa un mihone di se
guaci. In percentuali la situazione è
dunque: 9 per cento della popolazione musulmani e drusi; 2 per cento
cristiani delle varie confessioni; i
resto israeliti.
Alla domanda se in Israele vi è
completa libertà di culto per tutte
le religioni, il dott. Coibi ha risposto: «Desidero dire che lo Stato di
Israele si è preoccupato, all'atto della sua fondazione, di proclamare il
principio di libertà di culto con le seguenti parole costitutive del proclama di indipendenza : « Lo Stato di
Israele sarà basato sui principi di libertà, giustizia e pace, come concepii
ti dai profeti di Israele. Garantirà pure l’uguaglianza sociale e politica di
tutti i suoi cittadini senza distinzio
nt- di religione, razza o sesso. Custoairà i luoghi santi di tutte le religioni e si atterrà lealmente ai princìpi
consacrati nel patto delle Nazioni U
nite ». Per la prima volta nella storia
gli ebrei sono una maggioranza in
uno Stato in cui vi sono minora" zs
religiose. Perciò un dovere morale
particolare si impone al popolo ebrai
co: quello di dimostrare al monde,
dopo aver subito persecuzioni dura te i secoli per la sua fede, che, una
volta al potere, sa trattare le minoranze sulla base delle concezioni che
deve avere ogni popolo civile.
Lo Stato di Israele ha costituito
un ministero dei culti con due dipartimenti: uno per la religione musulmana e uno per quella Cristiaifa. Lo
Stato di Israele non interferisce nei
rapporti interni delle Ch’ese cristiane ben sapendo come le Chiese siano
gelose delle loro preogative e dei lóro diritti secolari. Il compito del dipartimento per la comunità cristiana
e di vigilare a che siano rispettati i
diritti e le prerogative delle varie chiese cristiane, i diritti e gli interessi dei
cittadini cristiani ; di mantenere il
collegamento e curare i rapporti con
le chiese e le gerarchie cristiane, senza interferire nella loro vita interna.
Un altro compito importante del dipartimento, è quello consultivo per
soddisfare le richieste di consig'i da
parte del vari organi dello Sla o su
gli affari che riguajrdano i cristiani.
I dignitari ecclesiastici, vengono liberamente eletti dalle gerarchie ecclesiastiche; esse, se lo desiderano,
portano a conoscenza dello Stato laavvenuta nomina od elezione, l, privilegi di cui le Chiese godevano sotto
i precedenti governi sono stati conservati: esse, cioè, sono in gran parte
esenti da imposte, e le varie istitu-ioni religiose sono esenti da dogana e
dalla tassa scambi.
In Israele i tribunali ecclesiastici
svolgono la loro attività in materia
di statuto personale con competenza
esclusiva. Ciò significa che il diritto
canonico è applicato come legge dillo Stato nei confronti dei catto'.iei.
Le sentenze dei tribunali ecelesiasti
ci vengono eseguite dallo Stato, il qua
le non ha nessun diritto di controllarle e di contestarle. In Israele tut
ti i matrimoni vengono celebrati solamente con il rito religioso e non
c’è la possibilità di contrarre matii
monio civile. Tutte le controversie
matrimoniali sono risolte dai tribunali ecclesiastici. Nel Parlamen'-o vi
sono deputati musulmani e cri-tiani.
A una domanda relativa al.’at i/ità della Chiesa russa in Israele, i’
dott. Coibi ha risposto: «La Chi si
russa ha interrotto in im certo senso la sua attività nel 1914, in seguito
alla rottura dei rapporti fra Russia
e Turchia con la prima guerra mo.idiale. Negli ultimi anni vi è stata una
ripresa degli interessi della Chiesa
russa nel vicino Oriente. La Rustia
ha mandato in Israele un archiman
drita, il quale presiede la missione
religiosa palestinese russa. Questo a:chimandrita è direttamente dipendente dell’arcivescovo Nicola, che è il
braccio destro del patriarca Sergio di
Mosca. Ija Chiesa rusra sta svolgendo \ma politica ecclesiastica di avvi
cinamento con tutte le re igioni, al
l’infuori della religione cattolica. Anche in Israele coltiva particolarmente i rapporti con gli scismatici. Ner i
ultimi tempi la Chiesa russa ha ria
perto e mantiene le varie chiese e
monasteri già esistenti (quattro o cinque). Il clero non èisumeroso ma dispone di larghi mezzi ed è in dire' to
rapporto con l'ambascia^^a sovietica
il che è ovvio poiché la Chiesa russa
è una chiesa statale e quindi, eviden
temente, i rapporti con l'autorità civile sono molto stretti».
(ANSA - Inf. relig.)
GUARDIAMOCI AHORNO
La traduzione degli scritti di Lutero in francese permetterà a tutta
una parte del mondo evange’ico, e
senza dubbio anche a molti evange
lici italiani, di venire in contatto con
le opere del grande Riformatore. La
traduzione sarà edita dalla casa
« Labor et Fides » e conterrà in dieci
volumi le opere più importanti di
Lutero. Il primo volume dovrebbe esser pronto per la primavera.
Continua ad ess re assai acuto il
problema razziale in Africa del Sud
Una legge del 1950 che divideva il
paese in una zona «bianca» e una
«nera» dovrebbe essere applicata il
prossimo anno e implicherebbe gran
di spostamenti di popolazione e specialmente l’allontanamento dalle
città di grandi masse di negri che ne
sarebbero unicamente rovinati. Contro questa legge è stato presentata
al governo una petizione firmata, tra
gii altri, dal vescovo anglicano di
Johannesburg e dal noto scrittore
Alan Paton.
Nelle due Americhe, in Africa, in
Asia e nei paesi europei che possiedono colonie la questione razziale è
d’attualità spesso per lo Slato ed in
ogni caso per i credenti. Il nostro
paese è uno dei pochi in cui tale
problema non esiste.
L’unità deUa Chiesa continua a
manifestarsi praticamente sia sul
piano delle unioni organiche di di
Lettori
Rinnovate l’abbonamento al giornale: L. 1000 per il 1957
Da ora in poi L'EcO delle Valli Valdesi è settimanale
Procurate nuovi abbonati in modo speciale
fra i giovani e le famiglie isolate
NOTIZIE DALLE CHIESE
Proli
Il matrimonio di Attilio Menusan e
Maria Payrot è stato benedetto saboto 24 novembre. Agli sposi'che sì stabiliscono agli Indiritti rinnoviamo i
più cordiali auguri.
Diamo il benvenuto alla signorina
Giorgina Giaccone che è stata destinata come maestra della scuola di Indiritti. Il fatto che tutte le maestranze che insegnano sul tenitorio della
parrocchia siano valdesi permette che
l’insegnamento della religione si svolga in modo più organico e favorisce
anche l’insegnamento del francese.
Pare che le pratiche relative all’apertura di un ufficio postale a Prali
siano' ormai a buon punto e che l’uf-1
ficio stesso sarebbe installato non ap
sa sarà inviato per dicembre a tutte
le famiglie della Comunità, cbe_ non
èrano sin qui abbonate. I primi nutperi sono jià. stari ipiviati. Voglianio
pensare che essi abbiano int<"r?s~ato
le famiglie, cui sono pervenu^^i; e formuliamo l’augurio che, ricevendo i
due prossimi numeri ancora, tutti vorranno abbonarsi per il 1957. Ricordiamo ancora a tutti, vecchi e nuo’i abbonati della nostra Parrocchia, i Cinc«e abbonamenti premio, rressi in palio tra quanti alla daia del 25 cicem
bre p. V. risulteranno abbonati all E
co delle Valli.
Famiglie Valdesi: Abbonatevi e rinnovate l’abbonamento al nostro, che
suole essere anche il vostro, GIORN.iVLE!
COMMENTARI BIBLICI
Per la conoscenza e lo studio della Bibbia procuratevi i sedenti
Commentari :
Il Figlio di Dio (Commentario del Vangelo di Marco)
di GÜNTHER DEHN 6^0
L’Apocalisse di CARLO BRUTSCH L. 650
Le Parabole di Cristo di ENRICO BOSIO L 300
Edizioni Claudiana ■ Torre Pellica
pena fosse disponibile un locale. I lavori in questo senso sono già cominciati e perciò speriamo che tale ufficio sia una realtà entro non molte
settimane.
Prarostino
Lutti. Tre altri lutti, ci hanno costretto in questi giorni a riprendere
la via del cimitero per deporvi i resti
mortali di due nostri fratelli e di una
sorella.
Si tratta di Godine Susanna ved.
Chiarvetto, della Ruà di Prarostino,
deceduta il 6 dicembre, dopo una settimana di infermità, alla età di 66 anni. Sorella di carattere umile e bu>
no, che lascia a noi l’esempio di una
vita semplice e fedele. Rostagno Edoardo, del Ciabot Bas, deceduto l’U
dicembre, dopo quattro giorni di malattia, all’età di 74 anni. Egli cl lascia l’esempio di una vita laboricsa
e onesta. Paschetto Enrico, della Baracca, deceduto il 13 dicembre, anche
lui dopo pochi giorni di infermità, all’età di 70 anni. Egli non era molto
conosciuto, data la sua semi-infermità mentale, viveva lavorando la campagna e ritirato.
Alla memoria loro vada il nostro
pensiero, ed alle famiglie la nostra
fraterna simpatia cristiana.
L’Eco delle Valli Valdesi. A cura
del Concistoro, il giornale della Chie
Tcrre Pellice
Questa volta cominciamo dall’ultima notizia che è anche la più bella:
il Past. Bruno Tron ha finalmente
cittenuto il congedo dal servizio militare ed è arrivato tra noi per rinrendere la .sua attività. Ce ne rallegriamo di vero cuore.
La serata oreanizzata dall’Unione
Giovanile del Centro, con proiezioni
di fotografìe colorate a cura del dori.
Gardioì, ha avuto ottimo suc-esso. Era una tentativo ed i giovani lo asoettavano con una certa titubanza, ma
la loro speranza di successo è stata
superata dal gran numero di persone che sono intervenute. Accurata e
precisa la preparazione, bellissime le
fotografìe che sono state illustrate
dal vivace e spesso arguto commento
del Dott. Gardiol. I cori della montagna della SA.T., in edizione fonografica, eseguiti in sordina, hanno
creato molto bene l’ambiente.
Il 22 Dicembre avrà luogo nell’Aula magna una Serata per i giovani
della varie Unioni della Parroc'hia.
Un tempo queste riuriioni in comune
erano assai frequenti, una volta al
mese circa, ed erano in generale dslle serate ben riuscite a cui tutti accorrevano con entusiasmo. Poi, in questi ultimi anni, questa attività è stata trascurata. Sarà la Serata del 22
la prima di una lunga e felice serie
di Serate della nostra gioventù? Lo
auguriamo vivamentè.
E’ sfà"o di p'S9%^ a- Towe *reilice e nella nostra Valle il Dott. Le
dermann proveniente da Roma ed accompagnato dall’Ing. Ravazzini. Il
Dott. Ledermann, che è Dì^^rio-e di
un Ente Svizzero che potrà aiutare
in un dato settore la nostra Chi'sa,
si è dichiarato entusiasta de’le Va’li
e delle varie opere della nostra Ghie
sa.
I culti in francese al Tempio Nuo
vo sono stati presieduti dal Past. Roberto Jahier e dal Past. Luigi Morauda. Ad essi va la riconoscenza di
tutta la Chiesa.
Con ritardo a causa della visita di
Chiesa, abbiamo organizzato la sit'imana del Libro evangelico. Morii volumi sono stati venduti, quantunnue,
con un maggior impegno organizzativo, avremmo potuto fare meglio.
Atti liturgici:
Sono stati celebrati i Matrimoni
dei Sigri: Dumine Angelo con E/nard Lilly; Cabella A’berto con Jourdan Alda; Ribet Eli con Pe'legrin
Franca; Costantino Cesare con Malan Ada: Ricca Roberto con Ceran
Elide: Toum Gentile con Paschetto
Ada. Rinnoviamo a tutti i nostri fraterni auguri.
Sono stati celebrati i seguenti Funerali: Monnet Margherita, Cesan
Michele, Hugon Davide.
II Signore consoli i cuori afflitti.
Villar Pellice
Funerali: Hanno terminato il loro
pellegrinaggio terreno: Luigi long di
anni 74 deceduto ad Aosta il 27 nov
presso sua figlia Sig.ra Maria Rosti.
Giovanna Bouissa in Charbonnier
di anni 90 deceduta al Bessé il 4 dicembre.
Il Signore conceda alle famiglie afflitte per queste dipartenze le sue preziose consolazioni.
Matrimoni: Il 10 dicembre abbiamo
celebrato le nozze di Ivana Monnet
con Remo Armand Pìlon. Ai cari sposi
che .si sono stabiliti a Torre Pellice,
il saluto affettuoso della chiesa del
Villar.
Il 9 dicembre, dopo il culto, presenti
i membri del Concistoro, abbiamo inaugurato la bella casetta costruita
sul viale accanto al Presbiterio, in
tempo di record. Essa servirà come rimessa per l’auto del Pastore e, data
la sua ampiezza anche come magaz
zino per i viveri americani.
Il Pastore ha espresso la sua gratitudine al Concistoro ed ha pure rivolto una lode ai fratelli Musset per lo
zelo e la competenza dimostrate nel
loro lavoro.
— Il Pastore Long sta godendo un
periodo di meritato riposo al Villai
presso i suoi congiunti e la nostra comunità se ne rallegra vivamente. Ab
biamo però l’impressione che queste
vacanze siano solo «pro forma» perchè il Pastore Long è chiamato continuamente dalle varie parrocchie delle
nostre Valli per presiedere culti o tenere riunioni. Il Villar, naturalmente
non ha voluto essere da meno di quelle
e a buon diritto! Siamo perciò grati
al Pastore Long che ha pras'eduto il
culto del 25 novembre nonché l’Unio ie
delle Madri e alcune riunioni quar
rali durante le quali le nostre famiglie villaresi hanno potuto rifare la
sua conoscenza e beneficiare dei suoi
messaggi. Noi chiediamo al Signora
di benedire il nostro caro fratello e
formuliamo l’augurio di poter ancora
godere della sua preziosa collatorazio
ne prima che suoni l’ora della parten
za.
— Ringraziamo sentitamente il prof
CostabeT per il culto presieduto il 9
dicembre e ringraziamo pure il rostro
fratello Umberto Pascal per 1 apprezzata collaborazione che ci dà ai culti
e alle riunioni.
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verse organizzazioni ecclesiastiche,
sia sul piano della collaborazione.
Così la Chiesa unita del Canada rontinuerà le conversazioni colla Chiesa
anglicana in vista dell’unione. E il
movimento Pentecos*^a’e, che ha festeggiato a Los Angeles il suo primo
cinquantenario, cosi si fsnrime pei
bocca di uno dei suoi dirigenti, il Rev.
Arthur G. Osterberg: «In quanto
protestanti la nostra tendenza è che
vogliamo lavorare insieme agli altri
protestanti ».
Nel messaggio che la Conferenza
mondiale metodista ha rivolto ai fedeli leggiamo tra l’altro : « La Con
ferenza è convinta che l’unità che
Dio ha dato alla Chiesa richiede, in
questi tempi, di essere manifestata
semnre più pienamente mediante
la più stretta associazione che ì cristiani siano ispirati a realizzare, secondo le diverse confessioni e le circostanze dei paesi dove vivono».
Un’altra informazione dagli Stati
Uniti ci fa sapere che vi sono colà
58 milioni di pro'^estanti e 33 milioni
di cattolici - romani. D’altra pa*te
quasi il 40 per cento della ponolazione non è iscritto a nessuna chiesa.
Gli zingari non godono in generale di molta stima: la loro vita errante e la loro lingua diversa li isolano
dalla popolazione e i giornali ne parlano solo quando qualcuno di loro è
immischiato in qualche fatto di cronaca nera; anche la troppo famosa
avventura del giornalista e della zingarella che ha riempito le cronache
un anno e mezzo fa non ha contribuito a farli vedere sotto una luce
simpatica. Ma c’è chi si ricorda che
Cristo è morto anche per loro e che
in conseguenza lavora per evangelizzarli.
L’origine degli zingari è oscura: si
suppone che siano partiti vari secoli
fa da una regione dell’India nord- occidentale e giunti in Siria alcuni si
sarebbero diretti verso l’Armenia e la
Russia, mentre altre tribù sarebbero
passate in Turchia, poi in Romania
e di lì in Ungheria e in Boemia è
quindi negli altri paesi dell’Europa
occidentale. Alcuni hanno anche passato l’Oceano e se ne trovano in Brasile e in Uruguay. In Cile ve ne sono
di quelli che hanno abbandonato, almeno provvisoriamente, la vita nomade stabilendosi in appartamenti
di città, ma conservando, specialmente le donne, il loro vestiario caratteristico.
Gli zingari non riconoscono le nostre frontiere e non cmnno importanza alla nazionalità assumendo senza
difficoltà quella del territorio su cui
si trovano, pur continuando ad usa->
re la loro propria lingua. Essendo
quindi difficilmente catalogabili dovevano riuscire fastidiosi a un regime poliziesco e per questo motivo Hi- ’
tler ne ordinò lo stermmio assieme
agli ebrei, e difatti circa un mezzo
milioni di loro furono assassinati nei
campi di concentramento tedeschi. A
un loro congresso mondiale tenutosi
a Siviglia nel 1954 vi erano delegati
di circa sei milioni di zingari sparsi
per il mondo.
In Francia, e precisamente a Lille
nel 1946 il pastore de Cossec venne
per la prima volta in contatto con
loro interessandosi alla loro vita ed
organizzando un lavoro di evangelizzazione in mezzo a loro. Il numero
delle conversioni e 1 entusiasmo delia
fede resero possioili pareccni con.egni nazionali : a Saint-Malo, a Brest
e a Rennes nel 1954, a Montpellier
nel dicembre 1955, occasione in cui
parió anche uno zingaro inglese che
è pastore evangelico portanao i saluti dei 30.000 zingari tra i quali egli
esercita il ministerio in Inghi.terra.
Recentemente duemila zingari protestanti, di cui mille bambini si sono nuovamente riuniti nelle vicinanze di Rennes. Vi sono in Francia circa tremila zingari protestanti alcuni
dei quali lavorano attivamente ail’evangelizzazione del loro popolo.
a. c.
Doni per TEco delle Valli Valdesi
Pons Karrer M. Luisa (100); Citernesi Paola (200); Baer Giovanni
(250); Rostan Edoardo (200); Maestro Enrico Balma (350); Negri Irene (500); Cattre Maria (150); Bertin
Enrichetta (100); Fratelli Luzzani
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L’ECO DELLBTMU valdesi
NOTIZIE VARIE
da Bobbio Pellice
Nella nostra Comunità sono riprese in pieno tutte le attività.
S è avuto lo scorso ottobre un amichevole incontro con im gruppo di
protestanti francesi al Prà. In tale
occasione, malgrado il tempo poco
propizio, un buon gruppo di giovani
Unionisti bobbiesi accompagnati dal
Pastore si sono recati al Rifugio Jervis per attendere i fratelli in fede
francesi che erano accompagnati dal
loro Pastore signor Jentil di St. Véran. E’ stato questo un incontro veramente fraterno e benedetto da Dio.
La domenica 4 novembre ha avuto
luogo il Culto di inaugurazione del
nuovo anno scolastico. In tale occasione gli insegnanti Paolo Melli ed
Edgardo Paschetto hanno rivolto un
messaggio ai genitori degli allievi,
insistendo sul fatto che fra genitori
ed insegnanti deve esserci sempre
una maggiore collaborazione per una
vera ed efflcace educazione ed istruzione dei fanciulli.
La domenica 18 novembre abbiamo
avuto l’Assemblea di Chiesa. In tale
occasione si è particolarmente insistito su un ritorno alla lettura della
Bibbia e su una maggior consacrazione dèi membro di Chiesa a Gesù.
E’ stata considerata la situazione spirituale del momento attuale e si è
concluso, affermando che tutti dobbiamo. e.ssere maggiormente zelanti
per prestare la nostra opera disinteressata per la nostra Chiesa e per
le sue varie attività. Oltre al Pastoie
hanno preso la parola i Sigg. Michelin e Edgardo Paschetto.
Il Culto di domenica 2 dicembre è
stato presieduto dal Pastore Long;
egli si è intrattenuto tutta la domenica con noi e ha dato i suoi messaggi all’Unione delle Madri e in occasiòne della riunione serale. Lo ringraziamo caldamente e gli esprimiamo ancora da queste colonne il nostro, caldo sentimento di fraternità
che ci lega con i Valdesi Uruguayanì. .
UNIONI GIOVANILI
Le àttività giovanili sono da alcune settimane iniziate.
Tre sono le Unioni della nostra
Parrocchia.
■■Pàrticolare incoraggiamento possiamo trarre dal fatto che l’Unione
dei. Campi ha riaperto i suoi battenti
dopo, un determinato tempo di inattività.
Sotto la presidenza della Maestra
Signorina Marta Mondon, la predetta Unione ha ripreso vita e siamo
certi che darà un buon apporto alla
nostra causa comune.
L’Unione del Podio ha iniziato il
suo ottavo anno di vita ed è ancora
bene frequentata; essa è nata per
desiderio degli stessi giovani abitanti
in quella numerosa borgata ed è molto attiva.
L’Unione del Capoluogo potrebbe
essere più numerosa; purtroppo si risente molto la mancanza di ottimi elementi impossibilitati a frequentarla a causa del lavoro e ancora perchè
molti sono i giovani e le giovani che
emigrano, sempre per motivo di lavoro, e accentuano cosi l’ormai famoso fenomeno dello spopolamento della montagna.
Ciò malgrado si spera di aver un
buon anno di lavoro anche e soprattutto perchè è assolutamente necessario portare a termine la nostra sala unionista.
NUOVA SALA UNIONISTA
Essa è giunta al tetto. Essa rappresenta un sogno che ogni giorno di
più si avvicina alla realtà. Larga oltre dieci metri, lunga sedici, potrà in
un prossimo futuro, a Dio piacendo,
ospitare un maggior numero di persone e potrà permettere certe attività
che fino ad oggi ci sono state negate
a causa di una saia troppo piccoia.
Molto ci rimane ancora da fare ; molti fondi devono ancora essere raccolti, ma siamo certi che la popolazione
tutta risponderà, come in gran parte
ha già risposto fino ad oggi. La chiamiamo Sala unionista ma la dovrem
mo chiamare sala delle attività, poiché più d’Un vecchio ho visto col badile in mano, intento ad un lavoro
volontario pesantissimo; non sarà
quindi una sala esclusivamente adibita ad attività giovanili e non saranno i giovani soltanto a chiamarla
« la riostra sala », ma pure le persone
ormai anziane che ci hanno dato un
meraviglioso esempio di lavoro comunitario ed unlonistico.
VISITA DI UNIONI GIOVANILI
La sera di venerdì 7 dicembre u. s.
abbiamo ricevuta la gradita visita
deH’-Unione dei Coppieri con la quale
le nostre tre Unioni hanno partico
lari vincoli di affetto. Vogliamo sinceramente ringraziare gli intervenu
ti e dir loro quanto ci è parso bello
il vedere la nostra sala veramente
gremita da oltre 95 persone.
LATTERIA SOCIALE
Molto è già stato detto e si è già
parlato su questa nuova Lattaria So
ciale. Essa è sorta per migliorare la
situazione economica del nostro paese, per migliorare i prodotti latticini
locali in modo che essi trovino approvazione e largo censehso da parte dei consumatori. E’ tempo che si
giunga anche in Val Pellice ad avere
un fonnaggio caratterizzato e costante che possa trovare un cliente affezionato.
La Latteria Sociale è ora pronta,
con tutti i suoi macchinari e con tutti i mezzi dettati dalla tecnica moderna ; è pronta a ricevere il latte che
i SOCI potranno ad essa conferire e si
pensa che essa inizierà a funzionare
a partire del 17 dicembre. Auguriamc
quindi un buon lavoro e ottima riu.scita. e. p.
Per deliberasione della Tavela Valdeee la colletta del
CULTO DI NATALE
in tutte le Chiese Valdesi sarà destinata alla costruzione del nuovo tempio di
San Secondo di Pinerolo
1 Pastori annunzino in tempo questa colletta e ne favoriscano il risultato finale
# Vaitteal, presentì o essenti ai cuito di Nataie, rieordino ia
Goiietta per un nuevo luogo di ouito nelle VALLI VALDESI
■ ■■y'' . ■ \ 1 ? ;
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della Bibbia
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Biblique
Il tempio dei BelUmatti costruito nel 1806, in ’’stile Impero", a ricordare che da Napoleone i Valdesi di S. Giovanni avevano finalmente
ottenuto il permesso di celebrare il culto evangelico entro il Comune
Il centocìnquantesimn
del Tempio dì Lusecna
anniversario
San Ginvannî
L’attività di queste ultime settimane, favorita dal mite e radioso autunno, che c’è dato, è stata caratterizzata da una bella continuità di gradite
visite e di lieti avvenimenti, per la
Comunità: Conferenza serale del Moderatore, nella grande sala Albarin il
20 ottobre e culto con celebrazione della Santa Cena, da lui presieduto, la
Domenica seguente; fraterno scambio di pulpito con il pastore della
comunità vicina. Franco Sommani,
il 28 ottobre; predicazione del pastore G. Bertinatti, la Domenica 4 novembre; culto, presieduto da un caro
amico delle nostre Valli, e predicatore laico, Domenico Abate, il 18 no
vembre ; predicazione e conferenza
pomeridiana del pastore Silvio Long
delle nostre Chiese dell’Uruguay, la
Domenica 9 dicembre; e scambio di
pulpito il 16 dicembre con il pastore
di Rorà, Gustavo Bouchard, che ha
presieduto pure il culto pomeridiano
nel vetusto tempio del Ciabas.
E, al centro di questi fraterni incontri, la semplice e solenne inaugurazione, la Domenica 25 novembre,
del 150o anniversario del nostro tempio dei Bellonatti, con il culto presieduto dal Vice Moderatore, pastore
R. Nisbet, assistito per la distriouz.o
ne della Santa Cena dai pastori Bartinatti e Jahier. Il pastore E. Pascal
impedito in ultimo di partecipare con
i colleghi alla celebrazione, aveva espresso in un caldo messaggio, la sua
viva adesione.
Alla edificazione della cerimonia
concorrevano in bella armonia la
compatta ed attenta assemblea, la ef
ficace predicazione del pastore Ni
sbet su questa espressiva parola del
Cristo : « la Casa del Padre mio », la
partecipazione della Corale, diretta
da Gustavo Albarin, e del nostro magnifico organo magistralmente tenuto da Ferruccio Rivoir.
Nel pomeriggio dello stesso giorno
la filodrammatica delle nostre Unioni dava in prima rappresentazione
e ripeteva la sera nella grande sala
gremita, un bel dramma valdese composto per la circostanza dalla signora
Edina Ribet-Rostain : «ÀlTAlba».
Inaugurazione'del 150o anniversario del tempio -- abbiamo detto.
E difatti il tenlpio di San Giovanni (oggi, Lusema San Giovanni) co
struito dopo tempi di persecuzione e
repressione nel breve periodo della
dominazione francese e per concessione di Napoleone Bonaparte, nel novembre 1806 non^venne ufficialmente
dedicato al culto che un anno più
tardi, il 20 dicembre 1807.
Il 20 novembre 1806, però, nei tempio di cui era appena terminata la
costruzione esteriore, si celebrava il
primo culto in occasione della celebrazione di un matrimonio.
Cosi abbiamo iniziato la celelebrazione del 150» anniversario del
nostro tempio, costruito nel 1806 e dedicato al culto evangelico nel 1807.
Ma la nostra celebrazione e la nostra riconoscenza al Signore per la
bella «Casa del Padre» ch’egli ha dato alla nostra Comunità, non può.
non vuole limitarsi alla rievocazione
di un glorioso passato. La nostra co
munità è riconoscente oggi al Signore per un nuovo suo grande dono : per
la generosa offerta di un degno discendente di quel Davide Vola che
150 anni or sono fece dono alla sua
chiesa del terreno sul quale doveva
sorgere il magnifico tempio dei Bellonatti, il Concistoro di Luserna San
Giovanni sarà presto in grado — agli inizi del 1957, permettendolo il
Signore — di dedicare al culto evangelico im vasto bel locale nel centro
della nostra cara cittadina!
Ripetiamo il versetto posto 150 anni or sono sul frontale del nostro
tempio: «A Dio solo savio sia la gloria in eterno ! »
r. j.
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Direttore: Prof. Ginn Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale rii
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 19.55,
Redattore : Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 ■ Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice • c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina • s. p. a.
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ORAR! DEL PÊNEROLESE - B NOVEMBRE 1986
Ferrovia TorIno-’Torre Pollloe e viceversa
Torino
Airasca 5,16 7,08 8,50 — 14,30 16;06 18Ì13 — 19;22 20,08 0,29
Pinerolo 5,36 7,39 9,11 13,— 14,55 16,28 18,40 19,13 19,46 20,31 0,51
Brich. 5,57 7,58 9,27 13,15 15,12 lj6,50 18,59 19^8 20,07 20,46 1,07
Torre P. 6,10 8,11 9,41 13,33 15,25 17,04 19,12 19,42 20,20 20,59 1,20
4,28 6,20 8,11 12,23 13,42 15,22 17,26 18,29 18,34 19,23 23,48 I Torre P.
c na a Brich.
Pinerolo
Airasca
Torino
3,48 4,48 5,40 6,38 8,35 12,24 13,24 16,32 18,05 19,50 21,04
4,01 5,18 5,56 6,53 8,50 12,39 13,39 16,48 18,19 20,06 21,19
4,21 5,31 6,18 7,11 9,08 12,58 13,55 17,06 18,37 20,29 21,35
4,39 5,50 6,49 7,27 9,25 13,19 — 17,35 18,58 21,02
5,23 6,32 7,38 7,54 10,— 14,02 14,16 18,26 19,42 21,55____________
Brich.
Barge
Ferrovia Brioherasio-Barge e viceversa
Hs^e 1T“4'^,40,31 6,29 8^7 12,16 14,50 16,08 17,53 19,37
I Brich. a. 4,58 5,49 6,48 8,45 12,34 15,07 16,29 18,11 19,55
5,07 5,59 8,02 9,32 13,18 15,18 16,52 19,07 20,14
5,24 6,17 8-,20 9,50 13,37 15,39 17,10 19,27 20,33
Traitivia Pinerolo Porosa e viceversa
Pinerolo
Porte
S. Germano
Villar P.
Pinasca
Perosa
far fest
4Í0 4,35
4,47 4,56
4,54 5,03
5,25 5,20
5,35 5,30
5,45 5,40
fer
4,45 6,45
6,04 7,07
6,10 7,15
6,17 7,22
6,27 7,32
6,37 7,40
fer fest
7— 7,55
I 8,16
I 8,22
7,25 8,30
— 8,40
— 8,50
fer feet
8,15 9,30
8,34 9,48
8,42 9,55
8,50 10,03
9— 10,10
9,10 10,20
fer
10,15
10,34
10,42
lili,10
11,20
fer
11,30
11,50
11,58
12,06
12,16
12,25
Perosa
Pinasca
Vülar P.
S. Germano
Porte
Pinerolo
fer feM
4,45 4,50
4,55 5,01
5,25 5,20
5,32 5,27
5,39 5,32
-6,-^ 5,50
fe-r fer
5,55 7 —
6,05 7,11
6,15 7,21
6,23 7,28
6,29 7,35
6,45 7,55
fest fer
7— —
7,10 —
7,19 7,30
7,25 —
7,32 —
7,50 8 —
fer fest
8— 8,10
8,11 8,20
8,21 8,30
8,28 8,35
8,35 8,42
8,55 9 —
fer
9,35
9,45
10,
10,10
10,20
10,40
fest
9,45
9,55
10,04
10,10
10,17
10,40
fest
11,40
11,58
12,05
12,11
12,20
lyo
fer
11,45
11,57
12,07
12,15
12,28
12,52
fer
12.40
13,02
13,10
13.40
13.50
14 —
fest
11.50
12 —
12,09
12,15
12,22
12.40
fest
13,10
13,29
13,36
13,45
13,55
14,05
fest
15,05
15,22
15,28
15,35
15,45
15,55
fer
15.05
15,24
15,32
15,40
15,52
16.05
fer
16,02
16,22
16,29
16,55
17,07
17,20
17,50
18,09
18,17
18,25
18,35
18,45
19,25
19,47
19,55
20,02
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20,20
fer
20.55
21,17
21,25
21.55
22,05
22,15
fer
13 —
13,10
13,40
13,47
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fest
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14,18
14,28
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15 —
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17,35
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17,58
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fer
19— 21,15
19,10 2145
1940 21,55
1948 22,03
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