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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESj
ygpRnì27 MAGGIO 1994
ANNO 2 - NUMERO 21
GUERRA IN RUANDA
RAGIONI
PER LA PACE
GIORGIO OARDIOL
Due file. I media del nostro paese ci hanno proposto in quest’ultimo mese
due file di africani. La fila dei
neri sudafricani che pazientemente aspettavano il loro turno e la lunga fila dei ruandesi
che scappavano dalla guerra
civile che è in corso nel loro
paese. Due immagini contraddittorie della realtà africana
che ci inducono a interrogarci
sul futuro di quel continente.
Nel sorriso di Nelson Mandela, presidente metodista del
Sud Africa senza apartheid,
vi è la speranza che la democrazia rappresentativa del «un
uomo, un voto» permetta la
costruzione di un nuova nazione democratica in cui tutti,
neri, meticci e bianchi, abbiamo voce in capitolo.
Negli occhi pieni di paura
dei rifugiati ruandesi, siano
essitutsi 0 hutu, non c’è futuro. Solo la speranza di una fuga dal massacro, lungo una
strada che non conduce da
nessuna parte. Si fugge la
morte, ma la realtà che si incontra in Burundi, in Uganda,
in Tanzania, nello Zaire è
quella della fame, del campo
profughi quando va bene. La
drammatica realtà di una
guerra etnica che ha fatto più
di 500.000 morti su una popol^ione di 5 milioni e mezzo
di abitanti e quasi un milione
di rifugiati sembra interessare
poco l’occidente. Non si trovano paesi disposti ad inviare
«contingenti di pace» per ferlonre i combattimenti.
A tentare di ridurre alla ragione tutsi, hutu e hamiti ci
sono in Ruanda appena 270
caschi blu delle Nazioni Unite, mentre altri 5.500 sono attesi nei prossimi giorni. Troppo pochi. Viene da chiedersi
perché le grandi nazioni del
mondo che, di fatto, hanno il
^tere alle Nazioni Unite abbiamo un atteggiamento troppo timido e rassegnato di
uTOnte al più grande dramma
ehe abbia investito il mondo
te questo dopoguerra. C’è da
^spettare che si voglia ridurte questa guerra ad un scontro
»talco, che non si voglia in“irvenlre perché il Ruanda, al
ttatrario ad esempio della
iomalia, non ha una grande
j^*’tezione strategica nella geo, politica mondiale, perché al'teni paesi che puntano (Franate, Belgio) alla ricolonizza*tone della zona abbiamo un
''Oro interesse a che T orribile
" avanti.
^ ^1 resto le armi della guerij rjirrivano proprio dai paesi
pcidentali. Le inchieste che
3 stampa e le organizzazioni
ternazlonali non governatie stanno conducendo in que^ giorni hanno dimostrato
la Francia e
n ^ssiU’ via Uganda Egitto e
0 Africa, ad armare le parti
i°fendenti. La Francia ha
0 di più; ha anche adde
strato militarmente l’esercito
del presidente Habyarimana.
Il presidente deU’Uganda Museveni, che oggi invoca l’intervento dell’Onu per l’«emergenza cadaveri», è stato il
principale artefice del riarmo
del Fronte patriottico mándese (Fpr) e c’è da chiedersi se
le azioni militari del Fronte
non siano addirittura ispirate
dell’Uganda.
In questo clima proseguono
paura, odio, vendette, e massacri che obbediscono alla
legge del taglione. Che fare
allora? Lo schema di soluzione è quello che si studia sui
manuali di politica internazionale. Nell’immediato una
forza di interposizione neutra,
con l’autorizzazione ad usare
le armi se necessario. Poi
l’applicazione degli accordi
di Arusha. Infine le elezioni
generali.
Una soluzione che però ha
bisogno di un ruolo attivo
dell’opinione pubblica internazionale, di pressione sui
governi affinché non considerino il conflitto in corso in
Ruanda un affare interno a
quel paese. Le armi e le pallottole le abbiamo fornite noi,
la ferocia dei massacri no. La
responsabilità è anche nostra
anche per l’indifferenza con
la quale guardiamo gli avvenimenti quasi che fosse un
film western e non la realtà. Il
Consiglio ecumenico delle
chiese ci chiede di mobilitarci
per dare una speranza a chi
oggi vive nella paura.
La vocazione del profeta Ezechiele ci fa capire qual è il nostro compito
Ascoltare, credere e annunciare la Parola
Leader cristiana
Il razzismo
è peccato
Nel corso di una conferenza
stampa svoltasi il 18 maggio
nella Convocation Hall della
«Church House» di Westminster, con la partecipazione
dell’arcivescovo anglicano
George Carey, del presidente
metodista Brian Beck e del
cardinale Basii Hume, è stato
reso noto il testo della dichiarazione comune contro il razzismo e la xenofobia, promossa dall’arcivescovo Carey e
sottoscritta da 57 leader cristiani di ogni confessione in
17 paesi europei.
Esprimendo preoccupazione per il moltiplicarsi di episodi di razzismo, di xenofobia
e di antisemitismo, i leader affermano che «il razzismo è un
peccato», e invitano tutti i cristiani e i credenti di altre fedi
«a lavorare insieme per sradicare il razzismo da noi stessi,
dalle nostre chiese, dai nostri
paesi e dai continenti». L’invito non è formale; i leader
intendono sviluppare un «processo» da attuare nel campo
«delle politiche della casa,
della sanità, dell’occupazione,
dell’immigrazione e del diritto d’asilo», e sottolineano la
necessità di reperire risorse
adeguate a tale scopo.
Apprezzamento e sostegno
per l’iniziativa sono venuti
anche dalla Conferenza delle
chiese europee (Kek), dal
Consiglio delle conferenze
episcopali europee (Ccee), dal
Programma di lotta al razzismo del Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec), dalla Commissione per i migranti in Europa (Cerne) e dal Pontificio
Consiglio giustizia e pace.
In Italia la dichiarazione è
stata sottoscritta dal moderatore valdese Gianni Rostan,
dal presidente battista Franco
Scaramuccia, dal presidente
della Feci Giorgio Bouchard,
dal decano luterano Hartmut
Diekmann, dal presidente
deirOpcemi Claudio H. Martelli e dalla commissaria Anna
Hannevik, dell’Esercito della
Salvezza.
ANNA MAFFEI
«“E tu, figliuol d’uomo, ascolta ciò
che ti dico; non esser ribelle com e ribelle questa casa; apri la bocca, e mangia ciò che ti do. Io guardai, ed ecco una
mano stava stesa verso di me, la quale
teneva un rotolo d’un libro; ed eg i o
spiegò davanti a me; era scritto di dentro e di fuori, e conteneva delle lamentazioni, dei gemiti e dei guai .
Ed egli mi disse; “Figliuol d uomo,
mangia questo rotolo, e va’ e parla alla
casa d’Israele". Io aprii la bocca, ed
egli mi fece mangiare quel rotolo, m
egli mi disse; "Figliuol d’uomo riempiti
le viscere di questo rotolo che ti do t io
lo mangiai e mi fu dolce in bocca, come
(Ezechiele 2, 8.3, 3)
Tra le bizzarrie di Ezechiele, profeta
certamente originale nel quadro della profezia veterotestamentaria, spicca i
racconto della sua particolare vocazione^
L’invito a mangiare il rotolo conten
la carola che Dio aveva intenzione di n
volgere al popolo d’Israele, mi sembra
tuttavia uno spunto prezioso per una riflessione sul ruolo della scrittura per noi
credenti evangelici. Dal grandioso evento
della Pentecoste in poi, in cui lo Spirito
fu sparso su tutti e figliuole e figliuoli accolsero l’annuncio della grazia in Cristo
per diffonderlo nel mondo (Atti 2,18), da
quel momento, ogni credente riceve da
Dio per il suo Spirito una parola nuova
che lo rende in questo mondo profeta.
Dunque la vocazione di Ezechiele, pur
unica come uniche sono le esperienze
spirituali di ciascuno, costituisce anche
per noi un’occasione che la Bibbia ci offre per comprendere anche il nostro
compito profetico in questo mondo. In
una realtà come la nostra inflazionata come non mai da una parola che diviene
sempre più chiacchiericcio di sottofondo
espresso molto bene dal cicalare ossessionante dell’apparecchio televisivo perennemente acceso in molte delle nostre
case, in una realtà come la nostra in cui
delle parole non ci si fida più, e giustamente, già appare insensato fondare la
propria esistenza su una parola. Quando
poi di quella parola si intende cibarsi, alla stregua di quell’originale del profeta
Ezechiele, la cosa appare quanto meno
astrusa e irresponsabile. Eppure l’esperienza di Ezechiele ci propone plasticamente proprio questo: cibarci della paro
la, non delle nostre parole, ma della parola che Dio scrive per noi. Questo non
significa solo ascoltare questa parola,
anche se prestarvi orecchio è preliminare
ad ogni altra richiesta, questo non vuol
dire solo credere in questa parola, cosa
che è comunque indispensabile: cibarsi
di questa parola non significa neppure
essere in grado di ripetere meccanicamente questa parola, magari citandola a
memoria in ogni luogo e circostanza, anche se conoscerla bene, anche magari a
memoria, non guasterebbe. Cibarsi della
parola di Dio tuttavia è molto di più, è
fare in modo che questa parola ci formi,
prenda carne in noi si insinui nel nostro
tessuto connettivo, governi i nostri muscoli, il nostro cuore, la nostra volontà, i
nostri nervi. Cibarsi della parola è lasciare che lo Spirito ci trasformi interiormente così che quando siamo chiamati a
profetizzare lo facciamo con tutto noi
stessi, anche con i nostri corpi, e quando
siamo chiamati a parlare, possiamo farlo
pur non ripetendo a memoria i versetti
biblici, ma con parole nuove che lo Spirito avrà formato in noi. Questa è l’invito
di Dio ad Ezechiele e a noi e le parole
che il Signore ci invita a mangiare saranno «dolci in bocca come del miele».
Donne di tutti
i continenti
pagina 2
All’Ascolto
Della Parola
Il lungo cammino
deìVamore
pagina 6
Cultura
la scoperta
del Quark Top
pagina 9
2
PAG. 2 RIFORMA
Svizzera: un seminario di dieci giorni organizzato dall'Istituto ecumenico di Bossey
Confrontare la pluralità delle esperienze e
delle culture tra donne di tutti i continenti
ERIKA TOMASSONE
Ci Stiamo avviando verso
la fine di questo secolo
ventesimo e tra qualche anno
entreremo nel ventunesimo
secolo: questa scadenza significa anche l’inizio del terzo
millennio; istintivamente ci
sentiamo vicini a coloro che
assistettero al passaggio tra il
primo e il secondo millennio
di questa era: ci sentiamo anche noi testimoni di un tempo
particolare. Mentre però,
all’approssimarsi dell’anno
mille, molti vissero e pensarono al regno di Dio, all’approssimarsi del mondo alla
sua fine storica, noi pensiamo
di fare dei programmi, di utilizzare questa scadenza per
fare il punto e costruire dei
progetti.
La chiesa cattolico-romana
(almeno in Italia) nelle sue
istanze ufficiali fa già numerosi discorsi programmatici
sul terzo millennio e sembra,
esemplificando molto, che il
programma sia di una crescente normalizzazione per
ciò che concerne la teologia e
l’etica. Ma questa spinta alla
normalizzazione non conta
già anche da noi? Il seminario «Tra donne per un’esplosione di prospettive per il terzo millennio», organizzato
dall’Istituto ecumenico di
Bossey, e sostenuto dai programmi delle donne del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), dell’Alleanza riformata mondiale (Arm), dell’Alleanza luterana mondiale
(Firn) e della Conferenza delle chiese europee (Kek) non
ha evitato di porsi il problema del millennio facendolo
però con direzioni e prospettive abbastanza diverse.
Cinquanta donne di 33 nazioni, provenienti dai 5 continenti e dalle isole, appartenenti a confessioni cristiane
diverse, hanno lavorato per
dieci giorni a ritmo serrato
confrontando i loro contesti,
le loro teologie, le loro priorità per il presente e il futuro.
Eravamo giornaliste, pastore,
insegnanti attiviste per i diritti delle donne, insegnanti di
teologia. Ogni regione del
mondo ha presentato la sua
situazione dal punto di vista
della posizione delle donne
nelle chiese e nella società,
dell’elaborazione teologica e
non sono mancati contributi
più strutturati nello stile della
lezione sull’ermeneutica biblica (prof. Elsa Tamez), 1’
ermeneutica della cultura
femminista (prof. Musimbi
Kanyoro), della teologia femminista (prof. Letty Russell)
e dell’omiletica femminista
(prof. Carol Schlueter). Il risultato di questo lavoro è stato sintetizzato in un messaggio che verrà inviato alle
chiese. Due le preoccupazioni che il seminario ha voluto
comunicare: innanzitutto la
necessità di sottolineare la
pluralità e la differenza come
valori positivi e quindi sottolineare fortemente che questo
è sorto da un confronto tra
donne.
Pluralità significa fare il
percorso opposto di chi emana e proclama dei principi a
cui tutti, in tutti i contesti, devono attenersi. Significa imparare a dialopre con diverse teologie cristiane che sorgono da contesti diversi. Una
teologa dell’Asia esprime il
messaggio cristiano con linguaggi e tradizioni emergenti
dal contesto in cui vive; questo sembra un punto di non
ritorno. È certamente una sfi
Un collaboratore della Socieß
biblica ucciso in Ruanda
RIGALI — Un traduttore della Bibbia è stato ■ l
Ruanda e si teme per la sorte degli altri membri del
traduttori della Società biblica in quel paese. Si tratt^’’^!
nal Rutumbu, un prete cattolico che collaborava al nr ’H
traduzione della Bibbia Kinyarwanda promosso daB <:
stessa. Anche i dischi della traduzione, che si trovav ^
l’ufficio per la loro revisione, sono forse stati distmtti^
fosse con essi verrebbero cancellati otto anni di lavn.^^
A metà SI
eOpoi
Ujccogliß”
di
duzione. La «African Enterprise», che lavora all’evang i ’’'
zione delle città africane con la predicazione e
le, ha perduto il responsabile per il lavoro in Ruanda
Havugiman, che dopo aver studiato come maestro’
Scripture Union, entrò nel 1984 a far parte della «Africa'’
terprise».
«listo e l’aff
Francia: al «Collège Cévenol»
un colloquio sull'educazione
6nno
jese di Vitt
j svolta da
®aggio
Coiiferenza
testanti dei
L Istituto ecumenico di Bossey, vicino a Ginevra, dove si è svolto il seminario delie donne
da per chi ha portato l’Evangelo in altre culture ma fa
parte del processo di decolonizzazione che molti cristiani
vivono: decolonizzazione del
paese e della mente. II seminario ha anche sottolineato la
minaccia che abbiamo di una
globalizzazione della cultura
e dell’economia. Su questo
punto forse meriterebbe che
spendessimo una riflessione
anche noi: non è detto che,
dal momento che noi abbiamo delle concettualizzazioni
teologiche in accordo alla nostra cultura occidentale siamo
poi esenti dal riflettere sulla
attuale colonizzazione della
nostra mente. È un fatto che
nell’ambito stesso del seminario esistevano comunque
dei rapporti di potere tra le
varie regioni del mondo: chi
sei come teologa se non hai
pubblicato negli Usa? E come mai noi teologhe compriamo libri americani e abbiamo scarsa conoscenza di
ciò che è prodotto ad esempio in America Latina? Forse
sotto sotto pensiamo che sia
ancora una volta la teologia
anglosassone a dare il la al
lavoro teologico?
Mettere l’accento sulla pluralità significa condurre una
riflessione sulla questione
della riconciliazione (parola
molto in voga anche nel nostro paese), sulla gestione dei
conflitti: non esiste una riconciliazione umana senza pentimento, riparazione, restituzione del debito; altrimenti è
solo confondere le acque circa le parti in gioco o stendere
dei veli inefficaci sulle tragedie umane. Pluralità, nell’incontro di Bossey, ha significato prendere atto della molteplicità di nomi con cui le
donne chiamano la loro teolo
de e un’invocazione a Dio,
un’intercessione interculturale e plurale. Questo incontro
è avvenuto a circa mezza
strada del Decennio di solidarietà delle chiese con le
donne: abbiamo scoperto che
globalmente, cioè in tutto il
mondo da noi rappresentato,
questo Decennio ha significato uno stimolo alle donne ma
non alle chiese; cioè siamo
state solidali con noi stesse.
Questo fatto la dice lunga
sulla strada che come chiese
dobbiamo ancora fare: non si
tratta di portare le donne in
pari con gli uomini; si tratta
di considerare le sorelle portatrici di messaggio e di contenuti che per forza di cose
spesso appaiono lontani dal
mondo maschile. Per dirla
più semplicemente: non sono
solo piccole aggiunte, spesso
sono cambiamenti di temi,
diverso indice per la teologia
e la vita.
Il Decennio era un’occasione per guardare alla vita concreta delle donne e alle loro
parole e farsi interrogare nelle proprie strutture ecclesiastiche, negli indirizzi diaconali, nei propri linguaggi,
nelle proprie riflessioni etiche. Era un’occasione per
guardare concretamente alla
vita delle donne nella propria
società. Tutto questo non c’è
stato e noi in fondo, abbiamo
creduto che il Decennio fosse
per quelle chiese che non
consacrano le donne o per le
chiese dei paesi del Terzo
Mondo. Anche qui certo si
trattava di fare un esercizio di
pluralità; a questo punto voi
direte: ma perché insistere
tanto sulle donne? Per una ragione molto semplice: chi vive con un colpo di donna non
può aggirarsi in questo mondo come un uomo e l’impatto
con il mondo, con le chiese,
con la gente, è diverso. A
Bossey abbiamo messo in comune i nostri tentativi di
esprimerci, di dire Dio e la
nostra fede senza negare che
siamo donne.
Non si può sintetizzare
questo complesso lavoro in
una scaletta di tre punti ma
solo rivolgere un invito a
scoprire insieme a noi la pluralità umana che oltrepassa lo
stereotipo secondo cui è già
noto che cos’è una donna e
che cos’è un uomo; lo fanno
le donne perché non vogliamo che le donne in questo
mondo si aggirino come fantasmi o brutte o migliori copie dei maschi.
A Bossey, molto viva era
la preoccupazione di trovare
un modo per comunicare tra
donne in situazioni diverse:
pastore, teologhe, donne operanti nelle chiese, donne nei
gruppi femminili; anche questo è mettere l’accento sulla
pluralità, e anche in questo
campo noi abbiamo ancora
molta strada da percorrere.
LE CHAMBON-SUR-LIGNON — Il «Collège Cévenol
creato 55 anni fa dai pastori Trocmé e Theis, accoglie attL
mente 500 studenti di trenta nazionalità diverse. Il 30 aprile
1° maggio scorso il «Collège» ha accolto 200 partecipanti jl
mondo dell’educazione e delle chiese per il suo primo col
quio sull’educazione, intitolato «Culture e valori». Roberti*
sey, professore di filosofia al «Collège», ha introdotto il diba
rito con la domanda: «Quale posto diamo all’altro nella cosi
zione della nostra identità?». Nel corso di una tavola rotonda»
«L’interculturalità e l’approccio religioso», il pastore Jacqaa
Stewart, presidente della Federazione protestante di Francia li
espresso il suo augurio che i valori protestanti si proiettino i
un’educazione di apertura e che si trovi, nelle Scritture, un
fonte per liberarsi dalla paura dell’altro e dal bisogno di»
quista. Il pastore Vahanian ha dichiarato che il genio e la gl«
del cattolicesimo erano di avere generato il protestantesimo, Hi
aggiunto che il cattolicesimo dovrebbe riconoscere questo fati
per avviare un vero dialogo ecumenico. Il pastore Jaclqi Aigaud ha spiegato le condizioni necessarie al dialogo interreligioso: rispetto dell’altro nella logica della differenza, riconoscimento dell’uguale valore della religione dell’altro, scopertai
criteri comuni antropologici, spirituali, ed etici.
Al centra
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rappresenti
Belgio; verso una più ampia
Federazione delle chiese
detti e Li
metodisti (
Eletta Fuhr
Martelli), v
Giovenale,
(Sechi se:
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BRUXELLES — La Federazione protestante unita —
gio ha annunciato che un gruppo di lavoro sta cercando di crea
re le condizioni per permettere la costituzione di una Federa
zione protestante più rappresentativa dell’insieme del piote
stantesimo belga. Negli ultimi decenni, legami istituzionaSs
sono già creati tra le principali chiese di tradizione rifomiilta,il
che ha portato nel 1978 alla creazione della Chiesa protestante
unita del Belgio (Epub). Sei anni dopo, la Chiesa evangdwi
lingua tedesca si è integrata con l’Epub, che rappresenSórca
la inetà del protestantesimo belga. L’altra metà è suddivisa»
varie comunità, per lo più chiese evangeliche libere "
dei protestanti belgi è di circa 80.000.
Cuba: chiese in piena crescita
GINEVRA — Rappresentanti della Chiesa presbiteri®
riformata di Cuba si sono recati recentemente a Ginevra. HaO'
no dichiarato che le chiese cubane sono in piena crescita e clic
alcune chiese vedono il numero dei loro membri aumentare dd
200% in un anno. Le chiese attirano in particolare giovani diplomati preoccupati dal futuro della società cubana. LaChie^
presbiteriana riformata di Cuba conta 38 chiese e 15 pastori»
attività; ha celebrato il suo centenario nel 1990. Fino al 19^
faceva parte della Chiesa presbiteriana unita degli Stati ^
A -------- iciiia uiuia uug,ii .
Da allora ha sviluppato i contatti con altre chiese, specie'
Europa.
già. Noi in questi anni l’abbiamo chiamata femminista,
altre pur lavorando nella stessa direzione (prendere sul serio la nostra incarnazione
umana in corpi di donne) le
danno nomi diversi. Pluralità
significa promuovere a vari
livelli la vita delle donne (nel
campo dei bisogni fondamentali, nella chiesa, ecc.) affinché l’uguaglianza battesimale
delle donne possa esprimersi
realmente. Si tratta non tanto
e non solo di dire che siamo
tutti uguali, ma di fare spazio
alle donne nell’espressione
della loro fede con ciò che
sono, fanno e pensano, senza
che questo sia misurato sul
mondo maschile.
I culti mattutini ci hanno
fatto pregare, cantare, meditare in lingue diverse, una lo
La petizione della «Methodist Network» britannica sarà presentata alTOnu il 9 giug"^
Contro lo sfruttamento sessuale dei minori
FLORENCE VINTI
Il mese prossimo la Chiesa
metodista britannica invierà alle Nazioni Unite una
forte protesta riguardante la
prostituzione di bambini e
bambine che ha vaste dimensioni nel mondo. La «Methodist Network», sotto la guida
della sua presidente, Elisabeth Dunn Wilson, sta raccogliendo migliaia di firme nelle chiese dei 33 distretti della
Chiesa metodista di Gran
Bretagna, nei luoghi di lavoro
dei suoi membri di chiesa,
nelle strade e in unione con
altre chiese, per appoggiare
una petizione contro lo sfruttamento sessuale dei minori
che sarà presentata pubblicamente al Royal Centre della
città di Nottingham il prossi
mo 9 giugno, durante le celebrazioni della «Vision of Peace» (visione di pace), progetto organizzato dalle donne
metodiste.
La petizione sarà consegnata alla rappresentante
metodista dell’Onu, Renate
Bloom, di nazionalità svizzera, che da molti anni è impegnata in modo particolare in
progetti a favore dell’infanzia
e delle donne, e alla presidente della Mfmw (Federazione
mondiale delle donne metodiste), l’irlande.se Edith Loane.
Una copia della petizione
sarà inoltre inviata alla Conferenza metodista britannica e
una al governo della regina.
Scrive Barry Weetrnan sul
Methodist Recorder: «È difficile stimare l’entità del triste
fenomeno. Le statistiche va
riano moltissimo, ma sappiamo che con lo sviluppo del
turismo internazionale migliaia di ragazze e ragazzi
vengono coinvolti in questo
losco e vergognoso traffico».
Molti sono reclutati tra i 100170 milioni di «street children» (ragazzi di strada) esistenti nel mondo. Si stima
che soltanto nelle Filippine,
nel 1991, circa 60.000 (altri
dicono 100.000) ragazzi e ragazze, spesso appunto in tenera età, sono stati sfruttati
nella prostituzione. Nello Sri
Lanka si valuta che il numero
possa variare da un minimo
di 3.000 ad un massimo di
30.000, e in Tailandia si parla
di centinaia di migliaia.
L’incontro di Nottingham
sarà collegato alla conferenza
triennale «Mariposa Net
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Work» nella vicina Swan’
dove si incontreranno nu®^
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PAG. 3 RIFORMA
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i metà strada fra Lisbona
iroporto, nel simpatico
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iladiAveiroche ospiSel gruppo di anziani (il
!Tn e l’ambiente circostante
^0 pensare alla Casa valw/vittoria, in Sicilia) si
Soia dal 28 aprile al 1°
iasgio l’Assemblea della
Serenza delle chiese proli dei paesi latini d Eunota da noi con la sigla
centro dei lavori due
mi importanti; da un lato il
^hé e il come essere protei»ti nel Sud dell’Europa di
ojri dall’altro il senso e il
èo della Cepple (che, ricordiamo, fu costituita oltre
¿anni fa per collegare le
cliiese riformate minoritarie
presenti in paesi a larga maggioranza cattolica e che oggi
àinterroga sul suo significato in una situazione assai mutata e in presenza di altri organismi ecumenici di cui fanno parte, sia pure con altre, le
stesse chiese nazionali raggnippate nella Cepple).
Particolarmente nutrita la
rappresentanza italiana, con
delegati battisti (Pino Morlacchetti e Luana Pallagrosi),
metodisti (Enrico Bertollini,
ElenaFuhtmann e Claudio El.
Martelli), valdesi (Maddalena
Giovenrie, Salvatore Ricciarli e chi scrive) e inoltre Mi
paragone, un po’ come avviene in Italia per la Eederazione
delle chiese evangeliche e i
suoi servizi). Per questo bisognerà essere più informati,
anche nelle nostre chiese locali e ci vorrà, è stato detto,
più efficienza e più disciplina
nella comunicazione reciproca, evitando che i documenti
interessanti rimangano nei
cassetti di chi li riceve o che
chi partecipa si dimentichi di
informare al suo ritorno.
Il panorama delle attività
tracciato dal festeggiatissimo
segretario generale uscente,
Gérard Cadier, vero «generale» della Cepple durante gli
ultimi otto anni, è quanto mai
interessante; si va daH’incontro fra i responsabili di radio
protestanti (l’ultimo ha avuto
luogo di recente a Torre Pellice) alla Conferenza fra le Facoltà di teologia (la prossima
a Roma); le «donne della
Cepple», coordinate dalla
bravissima Monique Ranson,
hanno vari collegamenti, un
progetto di catechesi comune,
dal bel titolo Con e senza
frontiere ha messo a punto,
già tradotto nelle varie lingue,
un materiale rivolto ai ragazzi
e ai genitori/monitori, nonché
raccolte di canti (anche in
cassetta) con musiche e testi
che sarà disponibile presso i
rispettivi servizi nazionali (da
noi il Sevizio istruzione educazione) dopo l’estate.
Fanno inoltre capo alla
ita del Bando di creama Feto! del prole;
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ä e Gérard Delteil, nuovo segretario della Cepple
Scorsonelli (comitato),
Wo Ricca (oratore sul tema
Pttncipale) e danna Urizio
(per il progetto «comunicautfflbi della Wacc).
Uli altri paesi della Cepple
^0 il Belgio, la Spagna, la
^cia, il Portogallo, la Svizpresenti con delegazioni
“le Varie chiese, tutte riforquesto, infatti, è proprio
^Petto tipico di questo coloramento che, unico fra
Wli ecumenici, realizza inulti e riflessioni comuni tra
ormati, mentre altrove (co0 nel Cec o nella ConferenI Ile chiese europee, per la
era presente il segretaujoan Fischer) ci si incontra
..'■he con altre confessioni.
che di per sé dà
. dità alla Cepple e che non
l’Assemblea ha voluto
^ lente sottolineare,
altro aspetto che balza
jj'“»othi è che la Cepple,
ij. le sue assemblee quaQ e soprattutto con il
(iin continuazione
per paese), con i
messi in piedi
legamenti su temi specifil’incontro biennale
zinn e esecutivi na
Iji^' ?l®lle chiese (di cui si
l’importanza) non
una superstruttura
*add in mano ai soliti
iiHg lavori ecclesiastici
co^^^luuali» ma si presenta
te effettivo servizio per
(se è possibile un
Cepple il movimento rurale,
il congresso degli insegnanti
protestanti, le «Equipes ouvrières» protestanti. L’assemblea di Aveiro ha riconosciuto che il buon funzionamento
di questi collegamenti e un
loro più capillare raccordo
con i membri delle chiese locali è già una risposta al perché incontrarsi fra protestanti
di paesi che, per cultura e situazioni sociali affini, presentano inteiTogativi comuni alla
nostra testimonianza.
Quanto ai temi più propriamente teologici, l’assemblea
ha ricevuto un contributo fondamentale dalla relazione di
Paolo Ricca, anche se poi il
dibattito in gruppi si è un po’
sfilacciato. Val la pena però
ricordare che Ricca ha riflettuto su un bel numero di risposte venute direttamente
dalla discussione nelle chiese
locali (ben 14 italiane) le quali riceveranno in seguito i testi completi delle relazioni.
Un punto di svolta, è stata definita la relazione di Ricca
per la Cepple; si è ribadita la
necessità di poire fine all’infinito e inconcludente interrogarsi sulla propria identità, di
superare un certo atteggiamento difensivo e minoritario
(tipico della fase iniziale della Cepple di fronte a cattolicesimi come quello spagnolo
o italiano negli anni ’50); il
protestantesimo non è soltanto cattolicesimo riformato, è
una versione «inedita» del
cristianesimo, con un valore
permanente a condizione che
sappia ritrovare il senso autentico del pro-testari, cioè
della testimonianza a favore
di qualcosa da costruire e non
solo della critica e della difesa in quanto minoranza.
Ricca ha tuttavia notato
che, nelle varie risposte pervenute, sono rimasti assenti o
in ombra aspetti decisivi del
protestantesimo, dal sacerdozio universale al rapporto con
la cultura, alla laicità; cose
che non possono non preoccupare, specie considerando
il tipo di cultura montante in
Italia e altrove. Dunque, non
certo per minimizzare altre
questioni oggi centrali in Europa, come l’immigrazione, o
temi di impegno per le chiese, come la riconciliazione,
che sarà probabilmente al
centro del grande raduno ecumenico successivo a Basilea
(e quindi specifico della
Kek), si vorrebbe che un ritrovato vigore protestante nei
nostri paesi partisse dal rinnovamento spirituale delle
chiese locali.
Dopo un’interessante serata animata da Christiane e
Cérard Delteil, nella quale i
vari delegati hanno confrontato i modi (e spesso i difetti)
in cui nelle chiese si vive la
condivisione dei vari ministeri (dal rapporto pastore-comunità a quello uomini-donne), è venuta l’idea che proprio questo tipo di preoccupazioni, e più in generale la
capacità di vivere la nostra
vocazione, di assumerci le
necessarie responsabilità nella chiesa e nella società, nella
cultura e nei confronti dello
stato, più che dei temi altisonanti, debbano essere in futuro al centro degli incontri assemblear! Cepple. In questo
modo la normale attività locale, con i suoi problemi e
anche la sua ricchezza, avrebbe un periodico punto di
confronto con altre chiese
protestanti di paesi simili; e
non si dovrebbe «studiare un
tema» proposto dall’esterno,
spesso avvertito come un ennesimo compito che piove
addosso alla comunità.
Dunque ciò che si chiede
essenzialmente alla Cepple è
di essere un luogo di scambio
e di dialogo, di attività comuni per le chiese; ma è stata a
lungo discussa anche la sua
funzione di «rappresentante
dei paesi latini» in seno ad altri organismi, con opinioni
contrastanti, così come sulla
sua eventuale apertura ad altri
paesi del Sud, peraltro diversi, come la Creda, e sui suoi
mezzi finanziari per le varie
attività, uno dei momenti
«caldi» dell’Assemblea.
Adesso la parola, o meglio
l’iniziativa, passa ai vari responsabili nominati a Aveiro;
il nuovo presidente del Comitato di continuazione, che
succede con la prevista rotazione al belga J. Joseph
Hugè, è il pastore Salvatore
Ricciardi (l’ultimo italiano
era stato Aldo Sbaffi); nel
Comitato l’Italia ha confermato Mirella Scorsonelli e indicato Luana Pallagrosi come
supplente; al posto di segretario, il prof. Cérard Delteil,
della Facoltà di teologia di
Montpellier, succede a Cérard Cadier. Questo gruppo
farà periodicamente il punto
con i responsabili degli esecutivi delle chiese membro e
parteciperà all’incontro delle
federazioni di chiese protestanti nei vari paesi.
Il nuovo presidente della Cepple, pastore Salvatore Ricciardi, festeggiato Insieme a Jean Fisher, segretario della Conferenza delle chiese europee (Kek) e a Gérard Cadier, segretario uscente della Cepple
Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d Europa
Il ruolo dei protestanti latini
nell'Europa senza frontiere
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Che cos’è e cosa propone la Cepple; è
una comunità di chiese o di unioni di chiese che negli anni immediatamente seguenti
alla fine della seconda guerra mondiale, in
un’Europa divisa e lacerata, hanno sentito
la necessità di incontrarsi, in quanto chiese
nate dalla Riforma e dai grandi movimenti
ecclesiologici del 19° e 20° secolo, per esaminare insieme alcuni aspetti della loro
missione di testimonianza e di evangelizzazione.
Nell’attuale Europa senza frontiere e quindi più unita il ruolo della Cepple è rappresentato dalla specificità con la quale le chiese membro agiscono, specificità che può essere riassunta nei seguenti tre aggettivi;
— protestanti: fondamentalmente attaccate all’Evangelo nello spirito della Riforma;
— minoritarie: con la negatività derivante
dal complesso di inferiorità dovuto all esiguità numerica, ma anche con il coraggio e
la fermezza di coloro che hanno un messaggio di verità e di libertà da trasmettere;
latine: che proclamano, all’interno
dell’unità europea, l’identità della loro cultura, difendendo sempre l’essere umano in
quanto creato a immagine di Dio.
Il motto della Cepple è «Non facciamo
separatamente ciò che possiamo fare insieme», per attuare questo moto essa ricopre
quattro ruoli;
- un ruolo tecnico: promuovendo seminari, colloqui, incontri su problemi specifici
riguardanti reali necessità delle chiese
membro;
- un ruolo di rappresentanza: facendo
ascoltare la voce delle chiese dei paesi latini
e facilitando la rappresentanza delle chiese
membro nei diversi organismi;
- un ruolo di riflessione: su problemi teologici ed ecclesiologici propri delle chiese
di minoranza;
- un ruolo di relazioni: stabilendo contatti tra le diverse chiese, incoraggiando gemellaggi, scambi di visite tra chiese, incontri di massa.
Dopo II culto nella chiesa metodista di Aveiro
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
IL COMITATO ESECUTIVO DELL'UCEBI INEORMA
Due nuove chiese
aderiscono airUnione
Nei giorni 22-25 aprile si è riunito a Rivoli, presso il Centro Filadelfia, il Comitato esecutivo delFUcebi. La presenza
in Piemonte è stata occasione di un incontro, il 23 pomeriggio, con i Consigli delle chiese e delle istituzioni della regione. L’incontrarsi con le realtà locali è una prassi instaurata
da questo Comitato, che ha già potuto ascoltare in occasioni
simili le chiese della Calabria-Sicilia e della Puglia-Basilicata. Anche questo colloquio è risultato importante perché ha
consentito al Comitato di prendere visione direttamente sul
posto dei problemi delle chiese e quindi di avere un’idea più
chiara dei bisogni della regione.
del Comitato un’indagine presso le associazioni regionali per
conoscere la situazione nelle diverse zone.
Pastori
Il Comitato ha accolto le domande di emeritazione dei pastori N. Leila (a p^ire dal 3 giugno ’94) e M. Sinigaglia (a
partire dal 1° luglio ’94). È stato espresso il ringraziamento
al Signore per il servizio fedele reso dai due pastori in tanti
anni e un augurio di buon riposo, unito alla certezza di vederli continuare a collaborare con le chiese per l’annunzio
dell’Evangelo.
Chiese
Il Comitato ha ricevuto con gioia la domanda di adesione
all’Unione della Chiesa evangelica di Mondovì e della Chiesa evangelica riformata di Peschici (Foggia). Nel primo caso
si tratta di una diaspora della chiesa di Cuneo, che ha deciso
di continuare il suo lavoro in maniera autonoma dalla comunità madre, pur continuando a mantenere rapporti di stretta
collaborazione; nel secondo caso si tratta di un gruppo esterno all’Unione, che ha trovato nel mondo battista piena rispondenza alle sue linee teologiche ed ecclesiologiche e che
ha perciò deciso di entrare a fame parte. Le due domande saranno presentate alla prossima Assemblea generale, con il
parere favorevole del Comitato. Sono diverse le comunità in
ricerca di identità che guardano all’Unione come possibile
^biente in cui ritrovarsi: mentre alcuni contatti sono ancora
in corso, una commissione ad referendum compirà per conto
Gruppi etnici
Il Comitato, informato dell’iniziativa della Chiesa di Napoli, via Foria, di una missione fra gli immigrati di lingua
portoghese, ha assegnato in via sperimentale un aiuto mensile alla Chiesa stessa per incoraggiarne l’attività: il 30 ottobre
1994 è previsto un primo incontro per valutare l’esperimento
e decidere se continuare il sostegno dell’Unione.
Assemblea Fcei
Il Comitato ha chiesto alle associazioni regionali di provvedere alla nomina dei delegati battisti per l’assemblea della
Fcei che avrà luogo dal 29 ottobre al 1° novembre 1994
presso il Villaggio della gioventù di Santa Severa.
Bilanci
Preso atto delle osservazioni del collegio dei revisori e
operate le correzioni richieste, il Comitato ha approvato in
via definitiva il bilancio consuntivo del 1993 e quello preventivo per il 1994.
Assemblea generale
Il Comitato ha approvato alcune proposte, che verranno
sottoposte alla 33° Assemblea generale del 15-19 giugno
1994: progetto per la determinazione delle sedi pastorali (richiesto dall’Assemblea con atto n. 20/AG/90); piano di missione interna; proposta di segretario generale; ipotesi di Dipartimento per i servizi diaconali; proposta di modifica
dell’art. Ili (richiesto da una chiesa) e dell’art. 38 del regolamento.
Internazionali
Il past. Domenico Tomasetto è stato incaricato di rappresentare l’Unione al Congresso della Federazione delle chiese battiste francesi, che si è tenuto a Chambéry gli scorsi 11
e 12 maggio 1994.
XVI circuito
Testimoniare
in trincea
Metodisti a Roma
CHRISTOF FBÖSCHLE
Domenica 8 maggio si è
riunita a Trapani l’assemblea del XVI circuito: è
stato un gesto simbolico e
ambizioso scegliere una delle
più piccole chiese della Sicilia, la quale dà una testimonianza notevole in una città
tutta dominata dal cattolicesimo e dal potere mafioso. Le
chiese valdesi e metodiste siciliane stanno per affrontare
nuove emergenze, in un campo di lavoro pieno di potenzialità. Due pastori lasceranno
la Sicilia mentre solo uno arriva e almeno quattro comunità rischiano di rimanere senza cura pastorale: la pastora di
Trapani e Marsala, Laura
Leone, va a Venezia e sarà sostituita da Giuseppe Ficara,
già pastore a Riesi; finito il
suo biennio a Palermo-Noce Christof Fròschle rientra
in Germania; Irene Wigley
(Palermo-via Spezio) va in
emeritazione, mentre Franco
Giampiccoli fra poco arriverà
in questa chiesa; sempre in
sospeso la situazione di Agrigento, Caltanissetta, PalermoNoce, Riesi e Scicli.
Occorrono delle vocazioni,
pastorali e non: l’assemblea
ha rinnovato l’appello rivolto
ai pastori e alle pastore di non
abbandonare le chiese meridionali, ma si è anche vista la
necessità di scoprire e di curare i doni presenti nei membri di chiesa, per mantenere
anche i più piccoli centri comunitari presenti nell’isola.
La scelta di mantenere le due
commissioni sul Meridione e
sull’immigrazione ha evidenziato qual è la vocazione delle chiese sicule: restare su
una trincea difficile, anche
con poche forze, testimoniando la speranza e costruendola.
L'arca
di Noè
Società biblica
Paolo Ricca
ALBA ROCCO
Nelle nostre comunità notiamo che fioriscono i
gruppi teatrali e accanto alle
tradizionali e gloriose compagnie ne nascono di nuove. È
il caso quindi di parlare anche
de «L’arca di Noè», un gruppo-teatro sorto nel 1990 nella
Chiesa metodista di Romavia XX Settembre. Ecco come si presenta la compagnia:
«...nato per iniziativa di alcuni membri della Chiesa metodista, il gruppo è composto
da dilettanti che, sotto la guida di Dino Castiglia, ha dato
vita ad una attività filodrammatica (...) provvede autonomamente, solo con lavoro volontario, a tutto quanto è connesso alle rappresentazioni,
dal montaggio del palcoscenico all’allestimento delle scene, alle luci, alle musiche» e
agli effetti speciali, vorremmo aggiungere, dopo aver assistito alTultima recita del 13,
14 e 15 maggio. Lo scopo è
quello di coinvolgere persone
diverse in un’attività stimolante, che contribuisca a rafforzare legami di amicizia e
di solidarietà nella realtà dispersiva di Roma.
«L’arca di Noè» ha rappresentato tre atti unici di Achille Campanile, un’opera di J.
Patrick e «Non ti pago» di
Eduardo De Filippo che, a
grande richiesta, è stata rappresentata anche in altre comunità e istituti delle nostre
chiese. Quanto all’ultimo lavoro di metà maggio, si è
trattato di «Spirito allegro» di
Noël Coward, nel quale il geniale talento del regista Dino
Castiglia e la versatilità degli
attori hanno dato luogo a una
girandola di trovate davvero
esilaranti, con grande successo di pubblico e di critica.
presidente
Sabato 30 aprile 1994 si è
svolta, presso la sede della
Società biblica in Italia (Sbi),
l’Assemblea annuale dei soci
per deliberare sull’esercizio
1993. La Società biblica in
Italia è un’associazione cristiana indipendente, non legata ad alcuna confessione
religiosa, che ha per scopo la
diffusione delle Sacre Scritture in Italia e nel mondo. La
Società biblica in Italia è
membro dell’Alleanza biblica universale che riunisce oltre 100 Società bibliche nazionali nel mondo.
I soci, oltre a discutere le
attività del 1993, sono stati
chiamati a eleggere 3 nuovi
membri del Consiglio di amministrazione, in seguito alle
dimissioni del presidente
prof. Bruno Corsani, a cui è
stata espressa fraterna gratitudine per il servizio svolto
in questi anni, ed alla scadenza del mandato dei consiglieri Castorina e Manno. Sono
risultati eletti il prof. past.
Paolo Ricca, il dr. Renato
Maiocchi, il prof. Giancarlo
Rinaldi.
Nella successiva riunione
del Consiglio, il prof. Paolo
Ricca è stato eletto all’unanimità nuovo presidente della
Società biblica in Italia. Pertanto il Consiglio è ora così
composto: prof. past. Paolo
Ricca (presidente), prof, don
Romeo Cavedo (vicepresidente), sig.ra Dora Bognandi
(segretario), ing. Saverio Palchetti (tesoriere), prof. Giovanni Bachelet, mons. Giuseppe Chiaretti, past. Franco
Evangelisti, dr. Gianni Long,
capitano Paolo Longo, dr.
Renato Maiocchi, prof. Giancarlo Rinaldi, prof. Massimo
Rubboli, sig.ra Aja Soggin,
dr. Valdo Bertalot (segretario
generale).
Vicenza
L'attività
di un anno
«Le riunione sono state ben
frequentate. Grazie anche alla presenza di amici e simpatizzanti e dei fratelli del Ghana... la comunità sembra predisposta ad un risveglio spirituale». Così comincia la relazione morale della Chiesa
metodista di Vicenza che sottolinea una realtà propria di
altre chiese di città. Nonostante alcune «traversie» per
la cura pastorale (esiste incertezza su cosa verrà deciso
a settembre) l’attività della
chiesa ha seguito i binari tradizionali: lo studio biblico ha
affrontato T Evangelo di Marco, il gruppo interconfessionale ha funzionato con ritmo
quindicinale, la scuola domenicale (4 bambini) si è volta
regolarmente. Qualche difficoltà invece nell’attività femminile le cui partecipanti sono dimezzate.
Nelle domeniche comunitarie si è esaminato il documento sui matrimoni interconfessionali e la comunità
ha affermato che «non ci sono punti di intesa con una
chiesa che parte da una concezione di diritto canonico e
di sacramentalità sul matrimonio». La presenza nella
città ha visto l’organizzazione di tre dibattiti pubblici sul
tema dello Spirito Santo con
la partecipazione di rappresentanti ortodossi, cattolici e
evangelici.
L’assemblea di chiesa del
24 aprile ha nominato la delegazione alla Consultazione
metodista del 29 maggio nelle persone di Daniela Campbell che sarà affiancata da
Gabriella Giannello, presidente del Consiglio di chiesa.
Alla Conferenza del secondo
distretto è stata deputata
Laura Vignaga (supplente
Daniela Campbell).
venerdì 27
Torre Pellice: festa delle corali val(jes
Conoscerete la verità Qua
ed essa vi farà liberi
Convegf^
PAOLA REVEL
C9 era una volta la Commissione per il canto
sacro e oggi c’è l’Assemblea
delle corali. Un tempo le decisioni venivano prese da un
numero ristretto di persone e
oggi, invece, è la base che entra nell’organizzazione della
festa di canto, nella scelta degli inni; i coralisti partecipano alle assemblee e possono
esprimere le loro idee in merito a tutto quello che riguarda il canto sacro. Forse in
pratica non è proprio cosi, ma
ci fa piacere pensare che tutti
possono collaborare alla buona riuscita del canto nelle nostre chiese e che tutti sono
puntualmente informati di ciò
che si decide o si propone. Il
passaggio dalla Commissione
all’Assemblea, ha rilevato il
direttore Ferruccio Corsani, è
stato determinato da diverse
motivazioni: 1) lavorando in
molti circolano più idee, c’è
più apertura mentale; 2) ci si
impegna maggiormente a comunicare, si esce dal proprio
piccolo ambito per stare con
gli altri, per ricevere e per dare; 3) si impara a prendere
coscienza dei limiti e delle
possibilità di ogni corale.
Peraltro, in questi ultimi
anni si è assistito ad un miglioramento qualitativo nelle
nostre corali, sia per la preparazione a livello di conservatorio che molti direttori oggi
possiedono, sia per la scelta
di nuovi inni e canti che alcune corali propongono. Dall’Assemblea rimangono escluse (per ovvi motivi geografici) le corali di BiellaIvrea e di Genova. Mentre
per le corali delle Valli e Torino questo lavorare insieme
è fonte di arricchimento, bisognerebbe cercare altre vie
per raggruppare le corali più
lontane e corali di altre denominazioni evangeliche presenti sul territorio.
«La verità vi farà liberi».
Ogni anno l’Assemblea delle
corali propone un titolo per la
giornata di festa: questo sarebbe stato anche il tema
dell’incontro degli evangelici
italiani, a Firenze, in occasione della Pentecoste ’94. L’incontro è stato rimandato, ma
il titolo è rimasto: «Gesù disse allora a quei Giudei che
avevano creduto in lui: Se
perseverate nella mia parola,
siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la
verità vi farà liberi» (Giovanni 8, 31-32). Nell’introdurre
questo tema il pastore Bruno
Rostagno ha voluto citare
Dietrich Bonhòffer, che nei
rnomenti della sua prigionia
diceva peste e corna del regime nazista, dichiarava apertamente che Hitler era un
pazzo e che la persecuzione
contro gli ebrei era una cosa
orrenda. Criticava aspramente preti e pastori che non avevano il coraggio di opporsi a
queste atrocità e diceva: «Chi
non urla per gli ebrei, non
può cantare il gregoriano!»;
era più libero lui, in carcere,
di coloro che, fuori, non sapevano impedire la catastrofe. Lo stesso Bonhòffer era
convinto che gli inni permettono di vedere le cose più
chiaramente e di capirle più
semplicemente. «Possiamo
cantare se sappiamo dire la
verità; forse il canto, se preso
sul serio, ci porta ad essere liberi», ha concluso il pastore
Rostagno.
In base al tema della giornata ogni corale o gruppo di
corali ha portato il proprio
contributo, cantando
due inni. La lingua cheÌ
padrone sembra essere
pre il francese, sia nei
gali, che celebrano l’a,
profano proposti dalla
le di S. Germano si
Tenutosi <
I7apnle
-jiecuineni c
Snanum
MS
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tica complainte
af
apprendimento «»Tiri
manca l’inglese nel °
ic RejoJ.
brioso e accuratamente piq ^
posta da Flavio Gatti
nuovo apprendimenti
rato coretto Val Pellicel
da due anni partecipa,ab»
rvll’ A___ 1 » ^ .
diritto, all’Assemblea
naturalmente lo spagnolo 1“
lingua dell’altra metàdJ*'-' ^
Chiesa valdese, nei canti*
Cancionero Abierto,Thej
alcuni anni vengono pro^S®''“‘“‘^“!
dalle corali della vai Gè®
nasca e da Pomaretto ®
Si è pensato di proporre, eS,;
che un canto imparato ut
corso dell’aprile ’940011’®° a
maestro Korn: il
gruppo
, accoiBf
gnato all’organo da Wall
nti
.““«H iaricetta imi
Gatti,
ha cantato un
Frisino (prete e composj H
della Cappella Sistina),!
ha musicato il salmo li ^ x
«Acclamate al Signore,«; |
tutti della terra, e servilelil
con gioia; andate a lui«
esultanza». È importante ip
tare l’efficacia dei corsiè[
maestro Kom, visti i risulti
e l’entusiasmo con cui sei
pre nuovi coralisti si inseiiscono nelle file, prima un po'
timidamente, poi sempre pii
sicuri. Il prossimo «con
Kom» si terrà al Castagnetoi
17 e 18 settembre ’94 e.
preparazione sarà finalizzai
a un concerto previsto perii
24 settembre nel tempioiii
Torre Pellice.
Nel periodo dal 22al25
settembre ’94 si terrà a Tom
Pellice una Conferenza europea per la musica sacra: questa Conferenza si svolge soi
re
e es
tutti sperava
[morto
leoi
I,
ha cessi
scoiso, a Ci
ru, la sua lu
». Era ni
. „ , w al corse
tamente in Germania e si oc
cupa della formazione di coralisti e di organisti, cercanio
di capire le esigenze dei van
gruppi canori sparpagliai'
nelle nazioni che fanno parli
di questo organismo. Aw»
l’Italia, da anni, riceve aiuti
concreti, come il sostegoo
per la riparazione degli o'P;
ni e l’organizzazione di CORI
per direttori e coralisti.
Un piccolo gruppo di questa conferenza, a settemhffi
avrà Torre Pellice come^
italiana dei propri
tema di studio sarà la diW
sione della musica tra baia
ni, ragazzi e giovani; le (a®
saranno invitate a P^^^'c
al culto di domenica 25 s®
tembre. Dietro le varie esec^
zioni si intravedono ore ^
esercizi vocali, momenti
incontro per gruppi di co
diverse, il lavoro paziente
direttori. Di solito non usa^^
ringraziamento nw pct“
volta bisognerebbe dire
zie» proprio ai direttori, Sr
cialmente ai più gt°''^’’L
loro: grazie per il lavoro
e da fare; grazie
zienza nelT’insegnare,
guidare, nel rendere pin
lid
pido il canto, neH’ascoltai*
esigenze di tutti. j,
Le civiltà più antiche con^^
deravano la musica un
del cielo, fonte di
serenità per l’animo uin_
Fare musica insieme non
semplice passatempo^^
attività che presupponi
sione, disponibilità, P"’"
applicazione. Fare musi
sieme è anche crescere
propria formazione ci
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come sostenevano
difficile impegnarsi se
più in tal senso?
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Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
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T 7 aprile, il convegno dei
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un inno!
Vine di aprire qualche
«cria di speranza nei nostri
affranti per la sconfitta
Morale dei progressisti creilo sia bene apnre una parenBi per rendere note ai letton
Mne risposte date dai nostri
■ a questo questionario,
.„„manda «Su quali settori deH’economia bisogna
puntare per creare nuovi posti
iilavoro?» hanno risposto
seH’ordine: agricoltura, turismo, industria, ambiente, artirianato... ritengono anche che
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contro fosse un’occasione per
informarsi e confrontarsi.
La serata è proseguita prima con una discussione in
gruppi e poi col tentativo di
animare in qualche modo i
contenuti che da quella erano
emersi; è stato un vero peccato che, data l’abbondante nevicata, il gruppo giovani di
Pomaretto non abbia potuto
raggiungerci e presentare il
suo lavoro teatrale su tossicodipendenza e alcolismo. Dopo aver presenziato al culto e
aver presentato in plenaria
cartelloni scenette e canzoni
sul lavoro, ultimati nella mattinata, ha chiuso i lavori una
breve relazione sul tema: Il
lavoro nell’Antico e nel Nuovo Testamento.
Un’ultima, personalissima,
considerazione: ritengo che
se per incontri come questo
un tema vi deve essere, è bene che sia affrontato nel modo più serio e proficuo possibile. Viceversa mi chiedo:
che male c’è nel trascorrere
due giorni chiacchierando liberamente e avendo come
unico scopo il divertimento?
Una ragazza ha posto giustamente l’accento su questa
possibile alternativa portandola al parossismo: alla domanda «Cosa ti aspetti da un
campo come questo che ha
come tema il lavoro?» ha risposto: «Un lavoro».
27-29 maggio
Consultazione
metodista
Dal 27 al 29 maggio si terrà
a Ecumene (Velletri) l’annuale «Consultazione metodista». La Consultazione è
un’assemblea dei delegati
delle chiese convocata dal
Comitato permanente dell’Opera per le chiese evangeliche
metodiste in Italia (Opcemi) e
rappresenta uno spazio di discussione su temi di interesse
generale per le chiese e le
opere metodiste in Italia. Vi
partecipano due delegati per
ogni chiesa o opera, i pastori
e i diaconi in servizio presso
le chiese metodiste, i metodisti che fanno parte delle varie
commissioni, comitati, consigli di circuito, i componenti
metodisti della Tavola valdese e il suo moderatore, i componenti dell’Opcemi e le persone invitate dal Comitato
permanente.
Particolarmente interessante l’agenda dei lavori della
Consultazione di quest’anno,
che prevede una tavola rotonda con i deputati e i senatori
evangelici sul tema «Presenza
evangelica in Parlamento:
quale testimonianza?» (venerdì 27 maggio) e una discussione sul tema «Evangelizzare l’Italia che cambia»
introdotta da una relazione
del past. Claudio H. Martelli
per conto del Comitato permanente (sabato 28 maggio).
Èmoito ¡119 aprile in Svizzera il pastore Teodoro Balma
leologo, giornalista, scrittore
WLO SANFILIPPO
I,
; dei van
nno palli
0. Anckt
;eve aiuti
sostegn»
Teodoro Balma
‘■■“Cessato, il 19 aprile
à T m ^ rc Svizze
tàa 0 ra, la sua lunga esistenza ter:nzaeiw, rena. Era nato il 19 aprile del
W7: dopo regolari studi firolgeso i m gg^so nella
| facoltà valdese, era stato
' ™i>sacfato pastore nel 1932.
Iniziò il ministerio pastorale
n^lla chiesa valdese di Catastette fino al 1946;
irirasferì poi a Venezia negli
li 1946-48. Oltre all’atti'»S pastorale, nel 1929 BalM diede alle stampe «Storia
® Valdesi» nella collana
biblioteca popolare» della
editrice Sonzogno.
Sullo stesso tema, nel 1933
“Milano pubblicò un volume
f® consistente con illustra®®i, «Il martirio di un po‘• I Valdesi», con 6 illu^oni e 3 disegni di Paolo
3®hetto. Il pregio di questi
lai consiste anche nelle
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™sse didascalie dopo ogni
io: queste didascalie furoWneordate tra lo scrittore
^disegnatore; le riportiamo
^intero per il loro signifi0 storico e spirituale:
) La protesta. Distruzione
tesoro. Ricchezza tratsta in carità. Vangelo
^“«ainato. 2) Il martirio.
v!;f'“zione e rovina nelle
fij *• Martirio di popolo e
dall’alto. 3)
tttoria. Infrante per sem. 0 catene. Popolo e chiesa
edificano. La torre piansulla roccia. La luce del
nere giunge fino ai lon
mji,.i^34 Balma compilò e
. beò un volumetto contebn corso di dottrina cri
ijl ■ Pbr l’evangelizzazione
cjjj^tecumenato; la pubblil95j®b.bbbe successo e nel
"di»' ®bbe una seconda
ebbe ■
tiu- di solennizzare il
tempio
® ui Catania. Per conto
delTAcdg organizzò diversi
campeggi giovanili a Taormina, e in questo lavoro fu aiutato da Mimmo Abate.
Tra le varie attività di Balma, quella di scrittore ebbe la
preminenza: il suo nome risulta sul Bollettino della Società di studi valdesi e nella
collezione di opuscoli per il
XVII Febbraio; inoltre Balma
è stato uno dei pastori più assidui nel collaborare alla Luce e ad altri periodici evangelici. Verso la metà del secolo
era sorto un certo interesse
sul trattato religioso del periodo della Riforma: «Il beneficio di Gesù Cristo crocifisso verso i cristiani», scritto
di cui si occuparono critici
come Croce, Miegge, Moreschini, Caponetto, DelfinoMineci e altri.
Anche Balma intervenne
nella discussione. Alcuni
avevano sostenuto l’origine
dello studio nell’ ambiente
dello spagnolo Valdès residente a Napoli, altri vi avevano visto la matrice indiretta
luterana. Balma, per determinare l’origine dello scritto, si
soffermò sulla residenza
dell’autore nei conventi catanesi e messinesi dal 1537 al
1544: oggi, dopo gli studi del
prof. Caponetto sul «Beneficio» e su «La Riforma in Sicilia», il parere di Balma trova più consensi.
La permanenza di Balma a
Catania ha due aspetti dissimili: il primo va dal suo arrivo alla caduta del regime
fascista, il secondo va dalla
fine del fascismo alla sua
partenza da Catania. Con la
ripresa delle libertà civili, che
ebbe inizio con lo sbarco degli alleati in Sicilia, Balma
iniziò immediatamente l’attività pubblicistica, dando vita
ad una rivista culturale originale: «Persona». Il primo numero, con il permesso delle
provvisorie autorità di occupazione, uscì a Catania nel
gennaio 1944. Balma ne fu il
direttore: in seguito creò una
redazione a Roma affidata al
prof. Gönnet e successivamente si ebbero una redazione piemontese e un’altra siciliana.
Il contenuto degli scritti del
primo numero comincia con
un editoriale di 3 pagine fitte
e con un’esposizione di 7 tesi
sulla persona. Nel lungo editoriale si riassume la volontà
di voler contribuire alla rivalutazione dell’uomo come
persona, esaltare il singolo in
contrasto con la massa. Per la
seconda esposizione, la bibliografia comprende, oltre a
tre testi francesi e a un riferimento cattolico, due testi di
Miegge già comparsi sulla
Luce: «La persona e la chiesa», «La persona e il dovere». Significativa è la conclusione della bibliografia, in
cui è citato M. A. Rollier.
«La tensione del Soli Deo
Gloria come fondamento della personalità. Resoconti delle giornate teologiche, quaderno della rivista l’Appello,
Milano, 1942».
Collaborarono a «Persona»,
oltre al già citato Gonne),
Miegge, Navarria, Santini,
Girardet, Peyrot, Librizi, Carlo Gay e numerosi altri ancora: in qualche località sorsero
«Amici di Persona»; la redazione centrale si occupò di
antiquariato librario; nel numero doppio (14-15) si dava
l’informazione che la rivista
si trasferiva a Venezia seguendo le sorti del direttore.
Dopo la permanenza a Venezia, su Balma sappiamo
poco: ebbe dissensi con la
Tavola valdese e tra questa e
Balma i rapporti furono troncati. Balma si trasferì in
Svizzera nei pressi del confine con l’Italia e lavorò come
laico. Quando andò in pensione riprese il lavoro religioso collaborando al periodico
«Voce evangelica», organo
delle chiese evangeliche svizzere di lingua italiana.
Napoli-via Cimbri
Nuovi membri
di chiesa
Domenica 15 maggio la comunità valdese di via dei
Cimbri ha celebrato il culto
dell’Ascensione e, dopo aver
battezzato il piccolo Fabrizio
Giardineila, ha avuto il piacere di ricevere nella piena
comunione della chiesa Luigi
Alfano, Gennaro Buccino,
Sonia Buccino, Danilo Criscuolo, Anna e Elio Draetta,
Silvana e Sandro Ferrari,
Anna Maria Guaragna, Jolanda Lelia, Vincenzo Paimese, Federico Ranchetti,
Margherita Ranchetti e Michele Siivestrini. Per un terzo
si tratta di giovani fra i venti e
i trent’anni che hanno deciso
di «tornare» alla chiesa dopo
un periodo di riflessione e di
maturazione; metà sono invece adulti arrivati a via dei
Cimbri dopo un lungo percorso spirituale: provenienti da
orizzonti «laici», cattolici o
«evangelica!», hanno finito
per riconoscersi in una posizione di tipo «riformato»
(confessione di fede inclusa)
come punto di equilibrio tra
una ricerca di modernità e
r insopprimibile esigenza di
coltivare, con l’aiuto dei fratelli, una spiritualità biblica
attenta al mistero del Cristo
vivente. Qualcuno invece era
già evangelico e ha scelto la
nostra comunità come luogo
di impegno per motivi essenzialmente pratici (vicinanza
alla chiesa, ecc.): tale è anche
il caso di Ada Ciambellotti e
Mariella Sala, che durante lo
stesso culto hanno annunciato
il loro desiderio di iscriversi
alla nostra chiesa senza nulla
rinnegare della loro storia e
appartenenza denominazionale: segno, anche questo, d’un
processo di crescente compenetrazione tra le varie componenti storiche dell’evangelismo italiano.
La cosa che ha più colpito il
Concistoro durante l’indimenticabile «esame di fede» è il
fatto che l’unica istituzione
della chiesa citata da quasi
tutti i «confermandi» sia stata
la scuola domenicale: quella
di ieri, per chi ritorna alla
chiesa dopo qualche anno di
assenza; la scuola domenicale
di oggi per chi («laico», cattolico o evangelico) l’ha scelta
per i propri figli; e infine, anche per chi ha deciso di inserirsi a pieno titolo nella comunità dopo aver lavorato qualche anno come monitrice.
La comunità ha particolarmente gradito durante questo
culto eccezionale e durante la
splendida agape che l’ha seguito, la presenza del gruppo
di Galvano e dei predicatori
che hanno assicurato la regolarità dei culti e degli studi
biblici a Napoli e Caivano
durante l’assenza «elettorale»
del pastore: Nicola Leila, Antonio Squitieri, e Giancarlo
Rinaldi, ai quali va la nostra
riconoscenza.
Per i vostri acquisti,
per gii abbonamenti
ai periodici evangeiici
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CLAUDIANA
MILANO;
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in
GIOIA DEL COLLE — Domenica 1° maggio la chiesa battista ha avuto la gioia e il privilegio di ospitare la comunUa
battista di Santeramo. Il culto è stato presieduto dal Iratello
Michele Martone, responsabile di quella chiesa; il testo della meditazione è stato Luca 10, 38-42. Dopo il culto e ue
comunità hanno proseguito la giornata con un agape tra er
na. Le due comunità, felici di questa esperienza, si sono irn
pegnate a mantenere e a intensificare queste iniziative, a finché possano essere l’inizio per una futura collaborazione
e per un impegno di fede al servizio del Signore. Tutto ciò
ci ha rallegrato in quanto abbiamo potuto scorgere in questa
manifestazione la presenza del nostro Signore, che vuo e
che i suoi figli crescano nella conoscenza e nella fede per
essere testimoni veri della sua Parola.
CHIA'VARI — Domenica 15 maggio la chiesa battista ha partecipato al culto della chiesa valdese di Genova, via Assarotti, nel quadro della relazione intercorrente fra le due
chiese. Si è voluto così rendere ancora più stretti i rapporti
di collaborazione da tempo già esistenti fra le due comunità. Un culto, in cui i presenti hanno ascoltato la predicazione del pastore emerito Severino Zotta su Giovanni 6,114, ha fatto da premessa a una festosa agape che ha visto insieme tutti gli intervenuti. Dopo il pasto, il gruppo corale
della Chiesa ispano-americana ha rallegrato gli animi dei
chiavaresi e dei genovesi con la sua musica tipica. Ha concluso la giornata un intervento molto apprezzato della sorella Maria Peyrot, che ha illustrato le vicende del tempio valdese di Genova dagli inizi ai giorni nostri.
PRAMOLLO — Durante l’assemblea di chiesa dell’8 maggio
sono state nominate quali deputati della nostra chiesa alla
prossima Conferenza distrettuale Alma Beux Menusan e
Carla Long (supplente Elvina Peyronel). Rappresentante al
Sinodo sarà Claudia Travers Beux e ancora Elvina Peyronel supplente.
BOBBIO PELLICE — È nata Valentina Bertinat, di Franco
e di Nicoletta Negrin; partecipiamo vivamente alla gioia dei
genitori e di tutta la famiglia. Solo nel confronto con
l’Evangelo è possibile trovare quelle indicazioni indispensabili per continuare a essere autentici educatori dei propri
figli alla coerenza della vita con la fede che si professa.
TORINO (via Passalacqua) — Domenica 15 maggio è stato
chiamato improvvisamente dal Signore Alfredo Righetti,
di 73 anni, frequentatore fedele della nostra comunità. Il funerale, presieduto dal pastore Franco Casanova, si è svolto
mercoledì 18 maggio, presso la chiesa battista di via Passalacqua. Ricordando la risurrezione del Signore la chiesa tutta esprime il suo affetto cristiano alla moglie Emilia, ai nipoti e ai parenti.
VILLAR PELLICE — La nostra chiesa si è rallegrata per la
visita di un nutrito gruppo di sorelle e di fratelli delle chiese
di Ivrea e di Biella; ringraziamo il pastore Gianni Genre per
il messaggio che ci ha rivolto e la corale di quelle chiese
con il suo direttore Franco Taglierò per l’apporto recato al
culto di domenica 8 maggio.
• L’Assemblea di chiesa ha nominato Piera Barolin Piston,
Lino Bonjour e Remo Dalmas (supplenti Marina Barolin
Charbonnier e Roberto Geymonat) quali deputati alla Conferenza distrettuale, e Bruna Frache Pividori e Vanda Michelin Salomon Bouissa (supplenti Yvonne Davit Marletto
e Marina Garnier) quali deputati al Sinodo.
• Si è svolto con esito discreto il bazar allestito dall’Unione
femminile. Una parola di gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento di questa attività con doni
vari e con lavoro manuale. Un grazie particolare alla famiglia Gönnet, che ancora una volta ha messo a disposizione
la sua esperienza e la sua attrezzatura per la confezione dei
dolci.
• Un benvenuto a Didier, di Ivan Gönnet e di Omelia Odin,
con l’augurio di ogni bene nel Signore. Il battesimo è stato
amministrato a Debora, di Renato Rostagnol e di Nella
Long; il Signore accompagni questa bambina e conceda ai
genitori di farla crescere nella sua conoscenza.
• Si sono uniti in matrimonio Livio Morero e Rossella
Gamba; Roberto Michelin Salomon e Claudia Berton, ai
quali rinnoviamo l’augurio che il Signore sia sempre ospite
del loro focolare.
• Ci ha lasciato la sorella Anna Charbonnier ved. Davit di
75 anni. A tutti i familiari la simpatia e la solidarietà della
chiesa e nostra.
PRAROSTINO — Domenica 15 maggio è stato battezzato
Manuel di Diego Pagetto e di Enrica Maero. Il Signore benedica questo piccolo e la sua famiglia.
• Sabato 21 maggio si sono uniti in matrimonio Graziella
Gardiol e Roberto Pons, a cui facciamo le nostre congratulazioni.
PINEROLO — Al culto serale dell’Ascensione hanno partecipato attivamente giovani del II circuito con letture bibliche
e tutta la numerosa assemblea con nuovi canti. In quell’occasione la candidata al ministero Gabriella Costabel, in
servizio a San Secondo, ha tenuto il suo sermone di prova
sul testo di Romani 8, 34.
• Domenica 29 maggio saranno battezzati o confermati i catecumeni di 4° anno: Stefano D’Amore, Daniele Fornerone, Enrico Gili, Joëlle Long, Simona Poët, Marco Rostan, Davide Tavella, Roberta Vinçon.
• È stata battezzata la piccola Giorgia Trassero di Gian
Franco e di Stella Manavella.
• Hanno chiesto la benedizione del Signore sul loro matrimonio Laura Trombotto e Silvio Jahier; Regula KUchler
e Dario Padrone.
• Durante l’Assemblea di chiesa sull’esame della relazione
annua del Concistoro sono stati eletti delegati alla Conferenza distrettuale: Mimmo Natali, Silvio Vola, Paolo Del
Sette (supplente Marco Costantino) e deputati al Sinodo
Giulietta Griot e Alberta Revel.
TRIESTE — 11 Centro culturale elvetico-valdese «Albert
Schweitzer» organizza martedì 31 maggio una conferenza
del prof. Salvatore Caponetto sul tema: «La Riforma protestante dell’Italia del ’500».
6
PAG. 6 RIFORMA
All’Ascolto Della
L'INNO ALL'AGAPE-2
LUNGO CAMMINO
DELL'AMORE
ERNST KASEMANN
Se esaminiamo la parte
centrale del nostro capitolo dobbiamo essere ancora
più chiari e acuti. Dai primi
versetti è emersa una posizione critica da cui abbiamo rilevato che l’amore ci fa uscire
dalla concentrazione su noi
stessi per spingerci verso gli
altri. Che cosa significhi nella
sua sostanza questo amore, ci
viene spiegato da come esso
agisce e da ciò che tralascia.
Se cerchiamo di mettere insieme le brevi frasi che seguono per individuare il centro del messaggio vediamo
che l’amore ci viene presentato come l’energia che ci
conduce sulla via dell’umanità, per farci vivere non più
per noi stessi ma con gli altri,
a favore dell’essere umano.
Non si pensi che ciò sia una
cosa ovvia nella comunità
cristiana, è vero il contrario:
con la benedizione celeste
cresce anche il pericolo mortale; chi è religioso è talmente
impegnato con Dio da perdere di vista il prossimo e il
mondo che lo circonda. Nasce perfino la domanda: «Chi
è il mio prossimo?» proprio
perché tendiamo a riconoscere come tale solo chi condivide le nostre idee, chi ci è
compagno, che viene raccontata la parabola del buon samaritano.
Il mondo è lasciato ai demoni e la creazione sofferente
di Dio viene tradita dalle persone pie, come se tutto ciò
non ci riguardasse. Allora
sentiamo affermare che amore
significa qualcosa di duraturo.
mente umano e imparare
sempre da capo ad esserlo.
Il sogno del superuomo che
scala l’Olimpo è un sogno pagano: quanto più potere nel
nostro mondo ci danno la
scienza e la tecnica, tanto più
cresce ovunque una nuova
barbarie. La società del benessere, che in tutti i suoi
strati sociali pone al centro
del proprio interesse, facendone una questione di vita o di
morte, la sicurezza del patrimonio e la cre.scita dell’economia, è una maledizione per
le sue vittime del terzo e quarto mondo, che ci permettiamo
anche di prendere in giro con
il programma del libero mercato. Parole, idee, teste e cuori si possono manipolare, la
propaganda nasconde o violenta incessantemente la verità, ogni demagogia è lecita
per mantenere il potere. Tutti
sono d’accordo che i sacrifici
vanno fatti, quando tocca agli
altri, e non ci fermiamo davanti allo sbranarsi reciproco,
quando sono in gioco i nostri
interessi; sono cose che sperimentiamo ogni giorno anche
nei nostri paesi.
Di fronte a tutto ciò c’è da
domandarsi onestamente con
quale coraggio possiamo accusare altri popoli e altri regimi di calpestare i diritti umani. Qui non si contesta minimamente che sia giusto e necessario denunciare ciò che
non va, ma è altamente ipocrita farlo dimenticandosi di
spazzare davanti alla propria
porta e nella propria casa, come avviene da noi e non solo
«L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non
invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non
si comporta in modo sconveniente, non cerca il
proprio interesse, non s’inasprisce, non sospetta
il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con
la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera
ogni cosa, sopporta ogni cosa»
(I Corinzi 13, 4-7)
qualcosa di edificante, come
una coppia di giovani innamorati o una amicizia che
sboccia; che l’amore è una
verità eterna: tutti lo sanno, lo
abbiamo sempre saputo, ma è
purtroppo anche verità che ciò
che noi chiamiamo amore
spesso non è che un fuoco di
paglia, con fiammate che si
alzano fino al cielo per poi ridursi presto in cenere.
Essere umano
I cristiani devono imparare
che è duraturo non ciò che
già è stato raggiunto, ma ciò
che punta in avanti, un cammino che si deve percorrere
fino all’etemità. È un cammino che non finisce mai perché
è un inseguimento non dei
nostri desideri o delle nostre
illusioni ma di Gesù, che ci
precede e ci incita a raggiungerlo: poiché Gesù conosce il
Creatore e il Padre, conosce
anche la creatura e il fratello
e si fa umano per amor nostro. Chi vuol essere suo discepolo e non diviene umano
rinnega il suo Signore e non
riconosce l’opera che egli ha
compiuto. In un certo senso
l’opera della fede non è altro
che, secondo l’esempio del
Maestro, essere compieta
in campo politico. Anche nelle chiese mancano e ragione e
cuore, non si fa che rispecchiare la società nella quale si
vive, gli esseri umani sono
schiacciati sotto un giogo di
concetti astratti.
Che il Nazareno sia stato
crocifisso come sovversivo è
un fatto che la chiesa, in genere imborghesita, non è più
in grado di comprendere: si
ha l’impressione che la maggioranza delle persone che ancora si radunano per il culto
abbia soprattutto una grande
paura, quella di dover lasciare
le sue tradizioni e le sue abitudini per seguire il suo Signore nella terra di nessuno,
al di fuori degli accampamenti fortificati e delle fazioni.
L’appello alla libertà viene inteso immediatamente come
un pericolo di eresia; sembra
una pazzia che proprio l’ubbidienza a Cristo inviti ad essere dei ribelli, nonostante la
storia della chiesa ci offra
molti esempi del genere.
Seguire il Crocifisso significa sfidare la realtà del nostro mondo e del quotidiano
il che, oggi più che mai, provoca reazioni violente; essere
in cammino verso l’Eterno
nell’amore significa, qui e
ora, il rifiuto scandaloso delle pignatte di carne dell’Egitto e degli altari davanti ai
quali coloro che sono sazi
pregano che la pace e l’ordine continuino a coprire la loro avidità e il loro spreco. Il
nostro Signore ci indirizza
verso ciò che è umano e verso gli altri esseri umani.
L'amore ha il fiato lungo
Si deve cominciare dalle
piccole cose: dobbiamo
essere pronti in ogni tempo e
non aspettare che si verifichino circostanze eccezionali;
nell’ambito umano ciò che è
piccolo, che viene custodito
con sempre rinnovata e paziente fedeltà, è più importante di ciò che è lodato dalla
pubblicità invadente e clamorosa. Il cammino che ci è
chiesto di compiere è fatto di
molti singoli, piccoli passi:
ecco perché la seconda parte
del testo comincia con la frase
«L’amore ha il fiato lungo».
Sappiamo che in una corsa
vince chi negli ultimi giri ha
più fiato, e questo è ancora
più necessario nelle relazioni
con gli altri esseri umani, come si vede bene nel rapporto
della vecchiaia con la gioventù, e viceversa, ma come
occorre soprattutto imparare
nella famiglia e con i vicini,
tra colleghi e di fronte a rivali.
Noi in genere siamo impazienti, non abbiamo più tempo per noi stessi, non sappiamo aspettare, non permettiamo più che le cose crescano e
maturino e spesso non raccogliamo che i frutti più amari
dell’albero della conoscenza;
non lasciamo spazio a chi ci
sta di fronte perché possa
esprimersi compiutamente, riflettere, acquistare fiducia:
non è per noi un partner, ma
un oggetto sottoposto ai nostri
umori. Spesso dedichiamo più
tempo ai nostri cani e gatti
che ai nostri vicini di casa; ci
si può anche allenare per acquistare fiato, finché si è in
tempo e non si è ingrassati
troppo o ci si è sclerotizzati;
altrimenti contribuiamo a far
crescere l’inumanità in noi e
intorno a noi, e diventerà
sempre meno credibile l’affermazione che noi siamo in
cammino sulle orme di colui
che è salito al Golgota. Come
la terra ha bisogno del sole e
della pioggia così ogni essere
vivente, che lo ammetta o no,
è in attesa della carità. Dove
si inseguono il successo e il
piacere con il fiato corto dell’avidità, gli altri sono generalmente un ostacolo o un
mezzo per soddisfare i nostri
desideri; spesso i nostri rapporti sono segnati dall’indifferenza o dall’aggressività; gli
anziani, i malati, i bambini,
gli extracomunitari ne sanno
qualcosa per esperienza. Noi
ci inaridiamo interiormente e
non ci accorgiamo, o lo vediamo troppo tardi, che soltanto
la carità rende la vita benedetta e feconda. L’intelligenza, la
ricchezza, il potere non possono mai sostituire la carità,
raramente le si accompagnano: la gratitudine e l’apertura
di spirito, la rinuncia e il dolore sono quelli che la costruiscono e la rendono viva.
La carità crea anche spazio
per la comunione come evidenziano le frasi che seguono
il testo, che si aprono con un
energico «non». Qui ci vengono elencate le cose che
ostacolano la vera saggezza e
telec
sìfrat
la Sai
ftelli e
fi^et
è stati
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sta, di
music
Salve;
ne de]
È stat
di^
tapre
“ est
tò a 1
ivis
Marc Chagall «Il violinista azzurro» (1947)
che rendono impossibile la
solidarietà sia in un ambiente
ristretto sia in una cerchia più
ampia. È però difficile determinare come la carità si manifesta, perché una sua caratteristica fondamentale è il fatto che essa compare spontaneamente e che si adatta alle
diverse circostanze; allora
viene più facile definirla partendo dal negativo, per distinguerla dal suo contrario.
L'amore non è...
Colui che ama non si comporta in modo fanatico,
perché non si lascia trascinare
da principi o da ideali, che
portano a distinguere solo tra
bianco e nero, buono e cattivo, amico o nemico; che nel
nostro paese si tomi di nuovo
a pensare in maniera astratta,
come è avvenuto in tutta la
nostra storia, pretendendo per
esempio che in campo assistenziale sia più importante
l’ordine nella registrazione e
nella contabilità rispetto alla
vita stessa che si sottrae alle
pignolerie burocratiche, dovrebbe metterci un po’ di
paura, dopo tutte le catastrofi
del nostro secolo. In ogni caso non abbiamo ancora imparato che cosa sia la tolleranza:
la bandiera conta sempre più
dell’essere umano, che la segue forse costretto, forse sedotto o ingenuo. Almeno i
cristiani dovrebbero ascoltare
le parole: «Chi avrà detto al
suo fratello; “pazzo”, sarà
condannato alla geenna del
fuoco».
E proprio necessario che le
dottrine, i modelli, i principi,
le ideologie dividano la comunità, per cui nessuno può
evitare di schierarsi? È mai
possibile che debba essere
sempre soffocata la voce di
colui che ci mette tutti radicalmente in guardia di fronte
alla nostra autogiustificazione e alla nostra religiosità?
Eppure, come evidenzia il
nostro testo, la vanagloria è
collegata con il fanatismo, sia
quando ci si vanta di presunti
doni come quando si tenta di
far passare per teologia i propri pregiudizi o si sottolinea
no i propri miseri sforzi spirituali oppure, strombazzando i
servizi veramente resi, si finisce per trasformare sottobanco la comunità dei credenti in
una variante religiosa di una
società che ha come propria
misura la produttività.
L’amore non ha bisogno di
tastare continuamente il polso a sé e agli altri, di rilasciare attestati di corretta dottrina
0 di eresia, la cui validità nel
cielo è per lo meno dubbia:
d’altra parte non è affatto un
segno di libertà il voler superare i confini del costume o
del diritto come fanno certi
esaltati. Come il debole ha
bisogno della siepe dell’abitudine, così noi necessitiamo
dello spazio del diritto intorno a noi, per non sperderci
nella giungla dell’arbitrio o
cadere nella tirannia.
La mancanza di misura, la
predilezione per le posizioni
estremistiche fanno smarrire
sia il cammino che la meta e
fanno cadere altri nel caos fisico e spirituale, il che non è
mai positivo per nessuno.
Una variante di questo nostro
testo ci rende più attenti al
fatto che anche sentirsi parte
di un’élite, dal punto di vista
delle responsabilità e delle
azioni, può essere un segno
di mancanza di misura.
Quando nella comunità cristiana esiste un’élite, con i relativi privilegi che le si con
cedono o che essa pretende,
significa che la chiesa ha assunto il modello della società
nella quale vive e ha tradito
quello del suo Signore: eppure un cristianesimo elitario e
privilegiato è ben visibile
nell’area dove vive l’uoro
bianco, là dove le chiesesono
dominate da una borghesia
nazionalistica che ha in mano
il potere economico e tuttavia
tollera ancora accanto a sé
degli insediamenti diversi.
In questi casi l’assistenza e
l’elemosina abbondano; ma
in ogni società chiusa il vem
amore è soffocato, e uno dei
nostri più gravi problemi f
quello di aprire le comunità
dei nostri paesi non solo al
cielo ma anche alla terra. Pej
essere aperti al vicino e al
lontano dobbiamo smetterla
di sentirci importanti credendo che tutto ruoti intorno a
noi, di stare sempre a calcolare ciò che ci spetta e sopral'
tutto di sottrarre agli altri cio
che è loro: chi vive sospettosamente, temendo di essere
danneggiato, chi si difendo
aggressivamente dal pericolo
di essere posto in secondo
piano, chi annota con rancore
il torto subito per poterlo po>
più tardi rinfacciare a Dm e
agli uomini, non è aperto n
per il cielo né per la terra.
(Secondo di una serie !
tre articoli - traduzioni
Emmanuele Paschett»
SOCI
Preghiera
Fa’ che ami tutti gli uomini,
gli animali, le piante.
Fa’ che io possa dividere il mio pane
con chi ha fame;
che io possa dividere la mia acqua
con chi ha sete;
che possa far sorridere
chi piange;
che possa ospitare
chi non ha una casa.
Fa’ che io possa fare queste cose,
0 Signore, perché solo così
mi sentirò vicino a te!
Preghiera indiana
(Tratta da In attesa del mattino, della Cevaa)
Alcui
tori in
mobili
lungo I
re imp:
montar
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più in ]
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mancato recapito rispedire a;
¡^J;Ste10066-Torre Penice
si impegna a corrispondere
Fondato nel 1848
Pentecoste
Incontro degli evangelici
della vai Pellice
1 tempio di Torre Pellice era gremito come in poche
iioni domenica scorsa, Pentecoste, per rincontro di tutele chiese cristiane evangeliche presenti in vai Pellice. Cosi Catelli e sorelle delle Chiese avventiste, deU’Esercito della Salvezza, delle Assemblee di Dio, della Chiesa dei Fraftelli e della Chiesa valdese si sono riuniti per riflettere sul
etto «Io sono la via, la verità e la vita»; la predicazione
fé stata tenuta dal pastore avventista Calogero Fumari, nuerosi canti proposti dall’assemblea, da una corale avventi..a,'dai giovani e dai bambini delle scuole domenicali, brani
Musicali eseguiti dal gruppo di ottoni dell’Esercito della
Salvezza hanno dato allegrezza alla giornata. La celebrazione della Cena del Signore ha concluso il momento di culto.
¿ stata una giornata che ha già alcuni precedenti nella vita
tììfede delle chiese evangeliche di Torre Pellice e che è stata ^preceduta da vari incontri nei mesi scorsi nelle singole
: un bel segnale per la Pentecoste 1994 che ha segnaa livello nazionale un rinvio del grande appuntamento
¡visto proprio in questa data.
F. Va ! 11
VENERDÌ 27 MAGGIO 1994
La distinzione di schieramento tra destra e sinistra (ma anche centro) prima,
durante e dopo le elezioni politiche di marzo si è manifestata come dominante nella
scena politica italiana. Più o
meno tutte le forze politiche
hanno preso posizione in uno
degli schieramenti che si
andavano presentando sulla
scena.
Nel periodo che ha preceduto le elezioni alcuni vecchi
partiti si sono rifondati, si sono scissi, hanno cambiato nome, si sono chi più chi meno
riposizionati sulla scena politica, partiti nuovi si sono affacciati alla ribalta, altri hanno assunto una posizione più
netta, tutti hanno chiarito la
loro posizione tra gli schiera
GEOGRAFIA POLITICA LOCALE
CON CHI STAI?
DAVIDE ROSSO
menti. Una delle parole d’ordine del momento era chiarezza: c’era l’imperativo di
far capire chiaramente da
quale parte si stava.
Questo per quel che riguarda la scena nazionale: ma nelle nostre amministrazioni cosa è successo? Pochi si sono
espressi ufficialmente: molti
nostri Consigli comunali vedono rappresentanti di alcuni
vecchi partiti toccati da picco
le 0 grandi rivoluzioni interne
che non hanno ancora espresso formalmente la loro posizione in riferimento all’attuale contesto politico nazionale.
La geografia politica di alcune giunte pinerolesi sarebbe
probabilmente drasticamente
mutata in caso di elezioni eppure c’è una sorta di attendismo da parte di alcuni nostri
amministratori. Si ha quasi
l’impressione che siano alla
ricerca di un’identità e lascino
passare la tormenta per poi
uscire al sereno: tutto questo
non porta chiarezza nei confronti di una parte della vita
politica locale e rischia di minare la fiducia dei cittadini,
che in una società ipercomunicativa come la nostra si
aspettano molte informazioni,
anche sulle persone di quegli
amministratori che sono stati
eletti quando il contesto politico era ben diverso.
La nostra non può essere
un’isola «felice» avulsa da
una realtà politica nazionale
in cui più o meno tutti hanno
preso posizione perché questo
può portare al rischio di fraintendimenti che sicuramente
non possono essere di giovamento a nessuno.
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Enti locali
Mi di lavoro
socialmente
utili
Alcune centinaia di lavoratori in cassa integrazione, in
mobilità o disoccupati da
lungo periodo potranno essere impiegati dalle Comunità
montane e dai Comuni piemontesi per svolgere «lavori
socialmente utili», ad esempio
nel settore della forestazione e
più in generale dell’assetto di
un territorio che così spesso
mostra i suoi limiti compresso
fra spopolamento e pressione
urbanistica.
«Gli enti locali - ha spiegato l’assessore regionale al
Lavoro, Gallarini - devono
realizzare interventi di manutenzione idraulico-forestale
per i quali il governo ha imiregnato, in Piemonte, 11 miliardi di lire; la legge reSìonale 236/93 che individua
misure urgenti di sostegno
all’occupazione, prescrive
ulte in questi casi possano essere utilizzati i cassaintegrati,
1 disoccupati e gli iscritti alle
liste di mobilità». L’assessoreto alla Difesa dei suoli ha
Sù deliberato i criteri a cui
dovranno attenersi gli enti locali: ora tocca dunque a loro
“Sfinire i progetti, scegliere
“elle priorità, pensare alla gestione dei cantieri.
Per il momento si tratta coreurique di una sorta di inte?’®zione salariale per persone
® grossa difficoltà, tuttavia i
lavoratori formati e utilizzati
P®! queste attività potranno,
termine dell’impegno nei
intieri, valutare se costituirsi
® forma autonoma per gesti® ® regime gli interventi di
manutenzione, sempre natu?frtiente che ai Comuni e alle
fmunità montane vengano
pncessi i necessari finani^®nti per una tipologia di
tervento che dovrebbe esT® assolutamente prioritaria,
mora si è fatto nella valli
olto poco in questo senso e
mcente legge sulla monaveva già aperto alcune
tmssibilità in questo senso.
Comunità montana vai Pellice: un incontro su nuove tecniche energetiche
Le scuole saranno riscaldate con la legna?
PIERVALDO ROSTAN
Le fonti energetiche di cui
normalmente ci avalliamo sono generalmente provenienti da molto lontano: così
è per i derivati dal petrolio o
per il metano. Ma nell’ambito
di una valle alpina si possono
anche ipotizzare soluzioni
nuove che in realtà riscoprono una delle più vecchie fonti
di calore: il legno. L’esempio
arriva dalla Svizzera dove sono molte le situazioni di riscaldamento a legna; per contesti comunitari tipo le scuole, ma anche altri edifici pubblici o condomini, si parla
dell’uso di «cippato»; di cosa
si tratta? Se ne è parlato in
Comunità montana vai Pellice nel corso di un incontro fra
amministratori locali ed esponenti della cooperativa forestale Agriforest.
Tutte le lavorazioni del legno prevedono notevoli quantità di scarto che attualmente 0 vengono avviate a
industrie per la produzione di
pannelli oppure nemmeno recuperato dal bosco. «Con apposite macchine - spiega
Paolo Astengo, della coope
La lavorazione del legname a fini energetici
rativa - è possibile tritare finemente questo legname,
consentendone un trasporto a
prezzi non troppo onerosi e
utilizzandolo in apposite caldaie. L’impianto è costituito
da una normale caldaia che
utilizza il legno cippato; questo materiale è conservato in
un silos generalmente interrato da cui, mediante una coclea, viene immesso regolarmente alla combustione: le
ceneri vengono raccolte in
apposti recipienti. Sia l’approvvigionamento di legno
che la manutenzione e la rac
colta delle ceneri viene curato dall’azienda che installa la
caldaia. L’impianto di distribuzione del calore resta immutato se si basa sull’acqua
calda e sui normali termosifoni».
C’è una convenienza? «Generalmente valutiamo attentamente le esigenze di calorie
degli edifici su cui ci viene
propo.sto di installare questo
sistema - continua Astengo
-; viene effettuato un calcolo
del valore della caloria che
.sarà pagata alla cooperativa
a un prezzo analogo a quello
del gasolio. L’installazione e
le apparecchiature sono a carico nostro; non va per altro
dimenticato il valore ambientale del sistema di riscaldamento a legno». Vi sono, anche sull’approvvigionamento,
delle opportunità legate al
territorio. «Ciò che incide è
soprattutto il trasporto; tendiamo a reperire localmente
la materia prima - afferma
Astengo -: circa 3 kg di legno equivalgono a un litro di
gasolio, acquistando il legname da aziende locali. Vorremmo però affiancare il discorso energetico a uno di rilancio della forestazione e di
riassetto del bosco; puliture
sistematiche di aree potrebbero riqualificare i boschi e
fornire energia; siamo poi interessati anche alla pulitura
dei letti dei torrenti da quel
legname di nessun pregio eppure così pericoloso in caso
di piene».
Avremo scuole riscaldate a
legna? Non sarebbe comunque una novità. Nelle vicine
Collegno, Banchette, Rivoli e
Beinasco già sono in funzione impianti di questo tipo; altri sono in costruzione.
In Questo
Numero
La coltivazione della vite fu in passato una grande risorsa per tutta la vai
Germanasca e per quella del Pellice, come lo è ancora in parte per Prarostino.
La vigna, salvo nel fondovalle, non era
coltivata ad alleno, ma ogni ceppo aveva
un palo di sostegno, e anche le rocce erano sfruttate e venivano coperte con delle
specie d’impalcature su cui si faceva distendere la vite. Nel suo complesso il vino era poco alcoolico; del resto il rnontanaro non aveva certo la possibilità di
procurarsene un altro migliore.
I vigneti si trovavano esclusivamente
sul fianco soleggiato della valle, da Pomaretto a Perrero, per tacere di quelli,
proverbiali per l’asprezza del prodotto,
di Ricopanso, in quel di Maniglia, sui
1.000 m circa; per secoli le famiglie valligiane non hanno bevuto altro vino che
quello prodotto dai loro vigneti, situati
fra i 600 e gli 850 m. Erano poche le famiglie a non possederne una vigna (...).
Dei molteplici lavori che richiedevano
IL FILO DEI GIORNI
VIGNETI
_____________TEOFILO 0. PONE___________
i vigneti (...) desideriamo ricordare l’ordine con cui essi si susseguivano,
dall’incipiente primavera all’autunno
inoltrato: il rifacimento dei muretti di sostegno precipitati durante la cattiva stagione; la potatura, con relativa raccolta
dei tralci, che venivano ogni anno interrati nell’operazione di propagginazione,
che si risolveva anche in una avvicendata lenta concimazione del vigneto; la
zappatura primaverile dell’arido terreno
dei vigneti stessi; la sistemazione annuale dei pali di sostegno, con la sostituzione di quelli vecchi, rotti o marciti, con
altri nuovi, trasportati a spalla dalla zona
delle abitazioni estive; la rilegatura delle
viti al proprio sostegno; lo stralcio, o rimonda estiva dei tralci inutili; la solforatura delle viti per combattere l’oidio e la
peronospora; la vendemmia, abitualmente fissata dopo la fiera perosina di S. Michele (29 settembre), e relativo trasporto,
per sentieri di capre, dei grappoli pigiati
nella brenta in legno, specie di bigoncia
portata a spalla dai vigneti nel tino sistemato nei singoli chabof, quindi il lavoro
di torchiatura e di preparazione del vino
novello; infine il trasporto della bevanda
dal fondovalle ai più remoti casolari di
Riclaretto, Faetto, Frali, Rodoretto, Salza, Massello e Maniglia, prima delle nevicate d’autunno.
Tutti questi lavori, oltremodo faticosi
per gli spostamenti indispensabili richiesti al capo famiglia, dovevano trovare la
loro collocazione nel periodo più impegnativo e vincolante dell’annata agricola.
(da «Vita montanara e folklore
nelle valli valdesi», Claudiana, 1978)
Anziani
Le forme dell’assistenza
agli anziani stanno evolvendo e la domiciliarità
sembra essere la strada più
rispettosa della personalità, della tradizione familiare e della società in cui
vive la persona. Ne abbiamo parlato con alcune persone a vario titolo interessate al problema.
Pagina II
Piano regolatore
Un dibattito a Pinerolo
ha affrontato il complesso
tema della vivibilità delle
aree metropolitane. Inquinamento e traffico sono gli
aspetti che più invogliano
a lasciare le grandi città. In
quell'occasione si è parlato
anche del piano regolatore
di Pinerolo.
Pagina II
Semaine du français
La terza edizione della
«Settimana» ha proposto
concerti vocali, proiezioni
per gli allievi delle scuole,
dibattiti in cui si è affrontata la competenza linguistica dei più giovani. Il
francese non è quasi più
utilizzato in famiglia, ma
viene attivamente proposto
nelle scuole.
Pagina III
Casa Bert
Lo stabile adiacente al
municipio di Torre Pellice
e conosciuto come ex casa
Beri, sarà posto in vendita
e finanzierà alcuni altri
progetti comunali.
Pagina III
Amicizia in musica
Un gruppo corale nato in
vai Germanasca propone
un repertorio di canti che
parlano di fratellanza e riscatto dei popoli, a partire
da un’esperienza di amicizia con il Madagascar.
Pagina III
8
PAG. Il
E Eco Delle ’^lli ¥vldesi
-VENERDÌ 273001^
FESTA DELLO SPORT E INCONTRO CON L’EST — Il
convegno «Possibilità d’interscambio commerciale repubblica Slovacca - Comprensorio pinerolese» sarà il momento
più importante della tredicesima festa dello sport che vedrà,
venerdì 27 maggio, nella sala consiliare della Comunità
montana vai Pellice, un confronto fra un nutrito gruppo di
imprenditori dell’Est europeo e di operatori della vai Pellice. All’incontro parteciperà il console Jaroslav Bobrik. Per
quanto riguarda il programma sportivo, è prevista, nelle
giornate di sabato e domenica, la partecipazione di circa
mille atleti che si misureranno in gare di atletica, pallavolo,
pallamano, tennis, calcio, nuoto, ginnastica artistica; nella
pallamano si confronteranno ben 22 formazioni su quattro
campi allestiti sull’erba. L’accensione del tripode, prevista
per sabato alle 21 nei pressi del palazzo comunale di Luserna San Giovanni, sarà effettuato daH’azzurra di sci Lara
Peyrot, al termine di una staffetta podistica che porterà la
fiaccola lungo la vai Chisone e la vai Pellice, con partenza
da Pomaretto.
ANGROGNA: OTTO ALBERI PER OTTO NATI — Una
legge di un paio di anni fa aveva introdotto questa novità:
per ogni bambino che sarebbe nato avrebbe dovuto essere
piantato un albero; la cosa fece anche sorridere e, si disse,
aveva un significato soprattutto nelle gradi città, sempre in
credito di verde, ma in montagna? Sabato scorso sono stati
piantati alla Rugnousa, in vai d’Angrogna, otto abeti a ricordare che nel 1992 sono nati ben otto bambini; a parte gli
alberi, il dato fa ben sperare per il piccolo Comune che solo
qualche anno fa sembrava destinato a uno spopolamento
senza alternative al punto da mettere regolarmente in discussione il mantenimento della scuola elementare.
L’ISTITUTO ALBERTI INCONTRA I GENITORI — Sa
_ bato 28, dalle 15 alle 17, l’istituto tecnico commerciale
«Alberti» di Luserna sarà aperto per incontrare i genitori
dei ragazzi che stanno terminando la terza media al fine di
poter visitare struttura e laboratori. Alcuni insegnanti saranno a disposizione per illustrare le attività scolastiche offerte dall’istituto.
INCONTRI NEI QUARTIERI — L’amministrazione comunale di Torre Pellice, anche ottemperando alle disposizioni dello statuto comunale, ha deciso di organizzare una
serie di incontri con la popolazione per affrontare alcuni
argomenti specifici delle varie zone del paese. Si inizierà
venerdì 27 maggio, alle 20,30, all’Inverso Roland! presso
la scuoletta, per proseguire il 2 giugno alla sala valdese dei
Coppieri, ore 21, U 10 alle 21 al crai Mûris dei Simound e
il 17, alle 21, nella sala della Comunità alloggio di via Angrogna.
FESTA DEI DONATORI FIDAS — Domenica 29 maggio si
rinnoverà il momento della festa dei donatori di sangue della Fidas in vai Pellice. Ci sarà la sfilata per le vie di Torre
Pellice, la banda cittadina, la premiazione dei soci presso il
cinema Trento, il pranzo sociale. Sarà anche il momento per
riflettere su un’importante attività che in molti anni di impegno ha permesso alla sezione di registrare 25.986 trasfusioni per un quantitativo di sangue donato che assomma a 8
milioni e 279.300 cc di sangue.
REFERENDUM SULLA LEGGE MAMMÌ — In tutta Italia
si stanno raccogliendo le firme per cambiare la «legge
Mammì» sull’informazione radiotelevisiva sottoponendo a
proposta di abrogazione alcune parti della legge approvata
nell’agosto del 1990. Le tre ipotesi di referendum si propongono di bloccare l’uso di pubblicità aH’intemo dei film,
di impedire che una sola persona possa controllare tre televisioni, riviste, giornali, case editrici e per limitare la con. centrazione della pubblicità in poche mani. In vai Pellice è
nato un comitato per i referendum che ha sede presso Radio
Beckwith e che segnala l’orario di apertura degli uffici nei
Comuni della Valle. A Torre Pellice si può firmare il lunedì
e il venerdì dalle 8,30 alle 12,30, il martedì e giovedì dalle
10.30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 15,30, il mercoledì dalle
10.30 alle 12,30; a Luserna San Giovanni si firma il lunedì
e il venerdì dalle 10 alle 12 e il mercoledì dalle 16,30 alle
17,30; a Bobbio Pellice si firma il martedì, giovedì e sabato
dalle 9 alle 14,30; a Villar Pellice lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 14,30; ad Angrogna lunedì e mercoledì
dalle 8,30 alle 12; a Rorà dal lunedì al venerdì dalle 9 alle
11; a Lusemetta il venerdì dalle 15,30 alle 17 e il sabato
dalle 10 alle 12; a Bibiana lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12; a Bricherasio dal lunedì al venerdì fra
le 10 e le 12.
LUSERNA CERCA ANIMATORI — In vista dell’Estate ragazzi del Comune di Luserna, la Comunità montana vai
Pellice cerca sei animatori e un coordinatore di attività coi
ragazzi per il periodo 20 giugno-15 luglio; sono richieste
professionalità ed esperienza nel settore; chi è interessato
deve mettersi in contatto con Spazio giovani, telefono
0121-953131. Le domande dovranno pervenire alla Comunità montana entro il 6 giugno.
A colloquio con operatori dei servizi sociali e responsabili di istituti
L^assistenza alPanzianO; tra domicìliarìtà
e mobilitazione delle reti di solidarietà
PIERVALDO ROSTAN
Costruire la domiciliarità
mantenendo la persona il
più possibile nel luogo dove
ha trascorso tutta una vita, limitando al massimo l’istituzionalizzazione dell’anziano
è quanto hanno in animo i
promotori della «Bottega del
possibile», l’associazione nata a Torre Pellice nei mesi
scorsi sull’abbrivio dell’esperienza maturata in anni passati al servizio dell’anziano.
Mentre l’associazione si sta
strutturando (e una sede è stata individuata nell’ex stabilimento Morè) Abbiamo incontrato alcuni dei soci fondatori; sono persone generalmente già impegnate nel settore, non solo nel Pinerolese,
e unite anche dalla passione
con cui si impegnano a riproporre e rinnovare quotidianamente il concetto di solidarietà. Un concetto che ha ripreso anche il vescovo Giachetti di Pinerolo che nel suo
saluto inviato per la nascita
dell’associazione si è augurato che molti condividano questo spirito di solidarietà «per
far crescere fra la nostra
gente “la cultura della solidarietà" e l’impegno della
partecipazione».
«Ho colto al volo l’opportunità che la Bottega del possibile offre, quella cioè di
condividere le esperienze e di
fare proposte nell’ambito della domiciliarità, intesa come
il posto dove “si sta bene ” ha detto Vera Coisson, per
molti anni impegnata all’
ospedale valdese di Torre
Pellice -. Sono certa che il
contributo delle varie professioni che si incontrano alla
Bottega sarà uno strumento
utile per la collettività e ringrazio Mariena Gaietti per
averci pensato».
«L’istituto, la casa di riposo, dovrebbero essere soltanto soluzioni eccezionali aggiunge Francesco Agli, direttore didattico a Pinerolo mentre la domiciliarità andrebbe .sempre cercata, almeno fin quando è possibile. La
Bottega vuole essere uno
strumento concreto e operativo che pur non volendo
organizzare e gestire servizi
si mette a disposizione sia dei
singoli che degli enti e degli
operatori. Importante mi pare poi il fatto che pur considerando problemi concreti
nella loro quotidianità, ne riconduca la soluzione a scelte
di progetto e (perché non dirlo?) politiche».
«Proprio in quanto direttrice di una casa per anziani conferma Arlette Ricca, direttrice della Casa delle diaconesse a Torre Pellice - vedo
quanta sofferenza costi alle
persone abbandonare la propria casa, gli oggetti che ricordano tutta una vita, gli
amici, la borgata e magari
anche il paese. Per questo
appoggio l’iniziativa della
Pinerolo discute anche il piano regolatore
Come rendere vivibili
le aree urbane?
ERICA BONANSEA
Venerdì 20 maggio presso
il Centro sociale di San
Lazzaro ha avuto luogo il dibattito «Trasformiamo la
città», in cui si è parlato dei
problemi degli agglomerati
urbani e di Pinerolo.
Alla serata ha preso parte
l’architetto torinese e attivista
di Legambiente Flavia Bianchi, che ha delineato la crisi
della grande città, storicamente nata come luogo d’incontro, che sta diventando invece luogo di segregazione e
di isolamento sociale, di spreco di tempo e di energie. «Il
traffico, per esempio - ha
spiegato - che è conseguenza
del modo di essere delle città,
porta inquinamento e tempi
di spostamento molto lunghi,
cose che nuocciono alla salute fisica e alla vita sociale».
L’unica soluzione che finora gli abitanti di città grandi
come Torino hanno trovato è
quella di emigrare in una periferia sempre più estesa, con
il risultato di risolvere solo
individualmente e apparentemente le difficoltà: questa dispersione abitativa causa un
grande consumo di suolo e
l’incremento della mobilità
delle persone e delle merci.
Pinerolo risente da una parte
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delle malattie delle aree metropolitane e dall’altra è eletta
a luogo di salvezza della famiglie in fuga da Torino.
Il nuovo piano regolatore,
che ha già ottenuto una prima
approvazione, avrebbe dovuto dare risposta ai problemi
attuali e futuri della città, anche se in realtà tende ad aggravarli. Viene preventivato
un notevole incremento edilizio, soprattutto nella zona
collinare, la costruzione di
un’area industriale attrezzata
ai piedi della collina e la costruzione di nuove strade a
scorrimento veloce per smaltire il traffico di corso Torino.
Tutto questo porterà danni alla già fragile collina e non
renderà la città più vivibile.
Fulvia Bianchi ha sottolineato che l’unico modo per
contenere la crisi delle zone
metropolitane è cambiare atteggiamento mentale: i piani
regolatori non vanno fatti in
favore dei proprietari di terreni 0 di immobili, né degli impresari edili, ma vanno studiati logicamente cercando di
ridurre al minimo gli sprechi
e recuperando le costruzioni
già esistenti anziché crearne
sempre di nuove. Bisogna tener presente infatti che il territorio è già carente, facilmente danneggiabile, inquinato, e non potrà sopportare a
lungo ulteriori modificazioni.
E necessaria una cultura del
limite: darsi delle soglie di
edificazione, di traffico, di inquinamento che non vanno
superate, per tentare di salvaguardare così il già compromesso patrimonio ambientale.
Bottega e la ritengo benvenuta, grazie anche alla collaborazione di persone motivate e
disposte a capire il “bisogno" dell’anziano».
«Il ritorno a casa dopo una
malattia - dice Emanuele
Grosso, infermiere professionale e sindaco del piccolo
Comune di Castellar - dovrebbe essere sempre un fatto
logico e invece accade spesso
che nei confronti degli anziani si parli di necessità di istituzionalizzazione; e la stessa
cosa accade in genere con le
persone che hanno problemi
(portatori di handicap, bambini, vecchi ecc.). Anche a livello dell’Ussl 63 di Saluzzo
stiamo cercando di affrontare
il problema senza ricorre, alla prima difficoltà, all’istituto; si dovrebbe riuscire a
mantenere l’anziano almeno
fino al costo della retta
dell’istituto».
Registrate dei buoni risultati? «Le case per autosufficienti cominciano ad avere
posti vuoti e questo in un certo senso è un segnale positivo; l’ideale sarebbe riuscire
a costruire dei servizi leggeri,
case polivalenti con ad esempio un servizio mensa e dei
piccoli alloggi garantendo un
supporto minimo, sapendo
che in prospettiva saranno richiesti cure e attenzione maggiori. Per fortuna nei piccoli
Comuni ci sono ancora delle
reti di solidarietà che fanno
sì che diffìcilmente l’anziano
arrivi all’i.stituto se
quando veramente ne hak
sogno». ^
Secondo Sergio Ribet m
store a Pomaretto, J
senza valdese in una ini2
va di questo tipo è imponi
te, per quel chepossiamo l
re come per quel che possi,
mo ricevere. La solidarietà
la diaconia, hanno una kmn
storia sia nel mondo cattolico
che nel mondo protestantespesso queste vicende si assd.
migliano nel concreto, ntt
hanno radici e sensibilità £
verse, che vai la pena confrontare. Inoltre mi interessi
vedere da più vicino come
possono integrarsi esperienn
e preoccupazioni diverse. ¡1
settore pubblico, il settore
privato, il volontariato possono cooperare tra loro? e come? L’istituto e la domicilk.
rità sono forzatamente ¡ncompatibili e concorrenziali,
o si possono sorreggere a vicenda? I servizi per l’anziano
(o per il portatore di handicap o altri) sono “solo” servizi per l’anziano, 0 anche
una possibilità con una valenza economica (posti di lavoro), e comunque qualcosa
che direttamente 0 indirettamente aiuta ciascuno a start
meglio, a vivere più compiutamente la sua vita?».
La Bottega del possibile
proseguirà la sua riflessione,
in modo più interno, il 4 giugno e in autunno con un convegno pubblico.
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Incontri culturali a Perosa Argentina
L'uomo, ¡I cavallo e
le idee per lo sviluppo
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LILIANA VIGLIELMO
Il generale in pensione Angelo Di Staso, assessore
allo Sport del Comune di Pinerolo, ha dato uno scopo alla sua vita: risuscitare le gloriose tradizioni della Scuola
di cavalleria, emblema per
un secolo della città di Pinerolo. Questo è stato l’argomento dell’ultimo incontro
culturale della stagione, organizzato dalla Comunità
montana Chisone e Germanasca e dal Centro culturale
valdese. Ci si domanderà:
che cosa hanno da spartire le
valli con le iniziative di sviluppo della cittadina di pianura? Secondo il presidente
della Comunità montana, Ribet, tutto ciò che può contribuire ad un rilancio del Pinerolese non può che essere appoggiato anche da chi non è
direttamente interessato oltre, beninteso, alla simpatia
che suscita lo sport dell’equitazione con il suo protagonista, il cavallo, legato all’uomo da un addomesticamento
millenario.
Il generale Di Staso si è
detto molto soddisfatto di essere stato invitato a esporre il
suo progetto a Perosa Argentina, non avendo riscontrato
un interesse così marcato
nelTambiente cittadino. Ha
rievocato la storia della
Scuola di cavalleria, creata
per scopi militari quando
quest’arma aveva una funzione ben precisa sui campi di
battaglia. Gli infelici cavalli,
possiamo commentare oggi,
seguivano la sorte tragica di
chi li montava, in una lotta
impari contro le armi da fuoco, sempre più micidiali e
precise. Certo, il mondo non
è migliorato molto sostituendo ai cavalli i missili o'o
bombe atomiche, perciò si
può guardare con interesse «
anche con un po’ di nostalgia
alla proposta di riprenderei
corsi per preparare gli i*®’'
tori e di organizzare nel Wtempo un concorso ippi^°
nazionale.
L’as,sessore è convinto che
queste iniziative darebbero
un po’ di vivacità alla sonnolenta atmosfera di Pinero 0,
oltre a richiamare un bel nu
mero di turisti nella citta
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rivoluzionò i metodi di ad
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jjèsvolta nelle valli Chisone e Germanasca la terza «Semaine du français»
¡francese è lingua da scoprire, ma anche
lingua che si può studiare nelle scuole
PAOLA REVEL
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iJles vallées du Chisone e
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^louvrons cette mamfesta
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en langue française,
Zsûr-Pour cette occasion
^ns sommes heureux d arnési’' pofuti nous la Badia
c0le Val Chisone. avec la,nelle nous avons déjà parliédes moments de chants»à è iniziata ufficialmente,
joœenica 15 maggio, nel
mio di Pomaretto, questa
.semaine», alla cui base c’è
II volontà di riscoprire una
lijtBa, un tempo comunedente usata dalla popolazione delle nostre valli e che ogpassume una nuova valenza,
siaincampo scolastico sia su
alinea di contatti che si
nno intensificando con la
Francia,
Le corali valdesi della vai
Germanasca hanno presentato
laptogramma di salmi in
ipertnra e alcuni canti popolari élla tradizione valligiana
RADIO
KWITH
GELIDA
91.200
e
96.500
21/91.507
e di origine svizzera in chiusura. La Badia corale ha presentato una serie di canzoni
storiche, tra cui la famosa
Chanson de l’Assiette, e una
serie di canti popolari, alcuni
raccolti nella zona e altri di
tradizione tipicamente francese, come La fanfare du printemps, che ha suscitato l’entusiasmo del pubblico presente.
La «semaine» si è conclusa
ancora all’insegna del canto
in francese: uno spettacolo al
cinema teatro Piémont di Perosa ha visto sabato 21 maggio protagonisti bambini e ragazzi delle direzioni e delle
presidenze di Perosa e Villar
Porosa. Viens jouer avec nous
è stata una carrellata di antiche e nuove canzoni, con alcune scenette. Da Porte a Pomaretto, da Villar a Fenestrelle, da Pinasca a Roure, passando per Perosa; ogni gruppo ha veramente dato il meglio di sé, riuscendo anche a
presentare una canzone inedita, frutto di un lavoro interdisciplinare.
Sulla falsariga degli scorsi
anni, durante la «semaine» ci
sono stati dei video per bambini e ragazzi, un film francese programmato dall’associazione Alidada e l’intervento
di una conteuse dell’associazione «Arbre à mots» di
Briançon.
Non è mancato un dibattito
sull’insegnamento delle lingue nel territorio della Comunità montana valli Chisone e
Germanasca. Viens discuter
avec nous è stato il titolo
dell’incontro di martedì 17
che ha visto presenti, come
era prevedibile, soprattutto
PI»
una lotta
ni da fuoicidiali e
ondo non
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gli istrut; nel fral'
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in bel nuI città do; Capril'i
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osservare
;I circolo
Argentiti
Dal Kosovo a Torre Pel lice, via Svizzera
Cercasi alloggio per
iamiglia di profughi
ì
_harcello paletti____
orse Ji avete già visti per
«strade di Torre Pellice:
due giovani genitori e le
te figlie, di 5 mesi, 2 anJinezzo e cinque anni. SoMivati improvvisamente
*sera alla foresteria valde’'■^tapultati qui dalla Svizche li aveva appena
Wsi a causa di un proble¿J^rocratìco (il datore di
lei giovane padre, imcome cameriere, ave^«prodotto in ritardo una ditone per il rinnovo del
di soggiorno). Prodal Kosovo, una re® dell’ex Jugoslavia a
■pranza albanese; erano
grazie
Gardial'
jrlan si ®
non
tradizio®
si riveli'
so haaaisfazio“^
del canna «P«"Giovai'
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lologia®
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esistenza
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-fila loro terra d’origittinv"* perché il giovane
ki, fiene di coscienza e
I, in prigione, ed eraij^odati a Losanna, dove
mesa protestante dava
•fa mano; la chiesa di
di fronte all’alternaespatrio volontario o
atrio forzato (e la proÌP.V, ■ che ne sarebbe
^Ua) ha pensato di in"utiora Pellice, dove la
tsttai^a valdese si sarebbe
2®".‘^.occupata di loro,
^ * di una minoranza.
(la posizione di fronte
Solari”^® fffiiana è stata re'*atito il ' infatti ot
¡¡orjiQ* permesso di sogoriginari
■'“goslavia. 11 giovane
padre ha ottenuto un posto di
lavoro, anche se temporaneo,
essendo in possesso di una
professionalità (faceva il cameriere); per il resto mancano di tutto: vestiti, soprattutto
per le bambine e, solito grande problema, la casa. Di loro
si stanno attualmente occupando, insieme ai gestori della Foresteria di Torre Pellice,
i componenti del comitato
che ha recentemente accolto
la famiglia bosniaca; prendono lezioni di italiano, sono
stati procurati loro passeggini
e alcuni vestitini, ma la questione dell’alloggio è urgentissima: alla fine di giugno la
Foresteria non avrà più un solo letto da dare loro.
Questo vuole quindi essere
anche un appello a tutti coloro che sono a conoscenza di
un alloggio da affittare: ripetiamo che il giovane padre
all’inizio di giugno inizierà a
lavorare, ha quindi i mezzi
per pagare l’affitto; inoltre la
comunità protestante di Losanna ha assicurato l’invio di
denaro che confluirà sul conto 1143/1 già aperto presso la
Cariplo di Torre Pellice (se
volete fare un’offerta, specificate che si tratta di una somma a favore della famiglia del
Kosovo). Inoltre non hanno
quasi nessun vestito, specialmente estivo: se avete dei vestiti da dare, potete portarli
alla Foresteria valdese di Torre Pellice.
insegnanti elementari. Infatti
da poco tempo si insegna una
seconda lingua in orario scolastico e nella nostra zona il
francese ha la preminenza,
seguito dall’inglese.
La Comunità montana, nella persona di Marina Gardiol,
aveva svolto alcuni anni fa
un’inchiesta nelle scuole per
accertare le conoscenze linguistiche dei bambini frequentanti la scuola delFobbligo. l’indagine è terminata e
Franco Calvetti (direttore didattico a Perosa) ne ha riassunto i risultati, molto significativi perché riguardanti più
di 1.000 bambini delle elementari e medie. L’italiano
viene parlato ormai ai bambini in quasi tutte le famiglie
ma ancora i dialetti locali, patuà e piemontese sono parlati
e capiti; il francese è in netta
decadenza come lingua familiare; lo si studia invece a
scuola.
Dalla situazione generale, il
discorso è poi passato su
esperienze di insegnamento,
in varie forme, di lingue e
dialetti. Dario Tron, con altre
persone, è un conteur di storie in patuà dirette ai bambini
delle elementari: lo scopo
dell’iniziativa è di risvegliare
l’interesse per un mondo
scomparso e per combattere
l’influenza livellatrice della
televisione. Agostino Passi,
autore di commedie in piemontese, ha raccontato la sua
esperienza di conduttore di
una piccola classe in dialetto,
classe in cui insegna anche a
leggerlo e a scriverlo. Il successo del suo teatro dimostra
che il piemontese è ben capito
e praticato da una buona parte
della popolazione locale.
La lingua inglese, invece, è
priva di tradizione nell’ambiente valdese (benché molti
inglesi nel secolo scorso fossero entrati nella storia culturale delle Valli, da Gilly a
Beckwith): Magda Glauco,
che insegna inglese nelle
scuole elementari, ne ha sottolineato l’importanza pratica
per la vita moderna, sia per la
tecnologia sia per i rapporti
internazionali.
Non poteva mancare poi un
caldo invito a valorizzare il
francese, da parte del direttore del «Bureau linguistique»
di Torino, Jean Bastianelli,
che ha sostenuto la necessità
di mantenere i contatti con
l’altro versante delle Alpi e di
organizzare progetti culturali
per diffondere una lingua che,
in queste Valli, non può essere certo definita straniera. Si
tratta di aprire altre finestre
sul mondo, senza dimenticare
gli apporti tradizionali delle
parlate locali che, anche se
hanno perso molta della loro
utilità pratica, evitano appunto l’appiattimento e il conformismo dell’uniformità.
Tutti questi temi sono stati
ripresi nel dibattito, con varie
sfumature, anche critiche,
sulle difficoltà di dare veste
letteraria a modi di esprimersi
tipicamente legati alla tradizione orale. Il messaggio finale ha trovato tutti d’accordo: più lingue si conoscono e
meglio si possono capire le
culture degli altri paesi. E di
conoscenza e comprensione
reciproca ne abbiamo tutti un
gran bisogno.
Pineroloevalli
«In Sip»; punti
vendita per la
telefonia
Non tutti lo sanno, ma da
un paio di anni la Sip non ha
più il monopolio per quanto
riguarda impianti casalinghi
dopo il primo punto di allacciamento degli apparecchi telefonici.
Da qualche anno inoltre è
stato chiuso l’ufficio Sip di
Pinerolo con non indifferenti
disagi all’utenza, anche se diverse operazioni possono essere compiute con una semplice telefonata; altra cosa è
però il rapporto diretto.
Per affrontare i problemi
relativi a molti servizi di cui
ogni cittadino può avere bisogno localmente, sono stati
istituiti i punti vendita «In
Sip» che offrono una serie di
servizi sulle rispettive aree di
competenza. Si può trovare
un punto «In Sip» in vai Chisone, a Pinerolo e in vai Pellice. In quest’ultimo caso esso è posto presso il «Punto è»
della ditta «Mbm» di Torre
Pellice. «Presso il nostro
punto - spiega Guido Malan
-, ci si può rivolgere per la
realizzazione di impianti nella propria abitazione, ma anche per scegliere il tipo di
apparecchiatura telefonica,
per chiedere una nuova utenza, spostamenti, modificare
le intestazioni dei contratti,
per riparazioni o normale
manutenzione. Da noi è possibile anche accedere ai servizi videotel, fax e telefoni
cellulari».
Parlamento
Lucio Malan
deputato
molto attivo
Il deputato della Lega Nord
Lucio Malan ha imparato in
fretta a fare il deputato e nel
primo mese di lavoro legislativo ha già presentato parecchi progetti di legge. Uno
vuole obbligare le Casse di
Risparmio a chiedere il parere
degli enti locali da cui dipendono prima di cedere quote di
maggioranza. «Le Casse di
Risparmio sono nate per garantire servizi e investimenti
nella zona in cui sono nate osserva Malan - occorre perciò maggior trasparenza».
Altri progetti puntano a ridurre l’aliquota Iva sul metano al 9% (come al Sud), a ottenere la trasferibilità di un
credito di imposta ad un altro
(per esempio il credito Iva
può servire a pagare l’Irpef),
a abolire la trattenuta Inps del
15% per i lavoratori autonomi senza copertura previdenziale, a realizzare una semplificazione nei concorsi notarili, a pubblicizzare l’assetto
proprietario di quotidiani e
periodici.
Inoltre Malan ha interrogato il governo circa l’atteggiamento dell’Alitalia nei confronti della Sagat che avrebbe intenzione di autorizzare
un collegamento Torino-New
York con la Twa.
Mentre Malan si dedica
all’attività istituzionale, il
sen. Bonansea invece «cura il
collegio» e incontra i sindaci
valsusini.
Consiglio comunale di Torre Pellice
Casa Beri in vendita
aiuterà altri progetti
Il Comune di Torre Pellice
porrà in vendita l’immobile
adiacente il municipio denominato ex casa Bert e con il
ricavato interverrà probabilmente su alcuni progetti che
da tempo giacciono nei cassetti delPamministrazione.
Questo stabile venne acquistato diversi anni fa quanto si
ipotizzava che lì potesse essere collocata la nuova sede della Comunità montana Ussl;
poi l’amministrazione dell’ente di valle fece altre scelte, optando per la dependence
del Gilly e sulla casa di via
Repubblica sorsero altri progetti, tra cui quello di sede
della galleria d’arte contemporanea: ma lo stabile andrebbe ristrutturato radicalmente,
e nel frattempo anche per la
galleria si sono fatte ipotesi
nuove (l’ex laboratorio del
Capetti in via d’Azeglio). Ed
ecco la decisione: vendere lo
stabile e col ricavato avviare a
soluzione altri progetti; per la
verità non tutto l’immobile
sarà posto in vendita: il pianterreno che attualmente ospita
la sede della Pro Loco e l’ufficio vigili resteranno di proprietà comunale, così come il
piano ammezzato, destinato
ad ospitare le varie associazioni presenti nel territorio.
Per la vendita dei restanti tre
piani la perizia predisposta da
uno studio tecnico e approvata all’unanimità dai consiglieri parla di un valore stimato in
circa 933 milioni.
Il Consiglio ha poi deliberato la nuova suddivisione dei
posteggi del mercato ambulante; dovendo tener conto di
una serie di indicazioni di legge alcuni banchi di vendita subiranno spostamenti rendendo
così più snello il mercato del
venerdì; l’operazione verrà
realizzata in tre fasi successive anche per non danneggiare
Torre Pellice; casa Bert
troppo i venditori. Per il resto
il Consiglio ha deliberato su
una serie di perizie di variante
per opere pubbliche: strade,
loculi e soprattutto le scuole
di viale Dante in cui appena
chiuso l’anno scolastico verranno rifatti completamente
gli infissi, oltre ad alcuni altri
interventi.
In chiusura il consigliere
Bellion, prendendo spunto
dall’invito a presenziare al ricordo dell’autonomista Emile
Chanoux ucciso dai nazifascisti nel ’44 in un incontro organizzato dal Crup d’assion
piemonteisa vai Pelis, ha sottolineato che ad intervenire
su Chanoux sarebbero stati
proprio due onorevoli della
Lega Nord (Malan e Sandrone) che probabilmente avrebbero contribuito ad eleggere
un governo «di cui fanno parte ben cinque ministri di Alleanza nazionale, un partito
che ha già chiesto che venga
cancellata la norma che vieta
la ricostituzione del partito fascista». Il capogruppo della
Lega, Hertel, ha ricordato che
il governo è «frutto di un accordo politico che ha prodotto
la novità. Noi puntiamo sempre sul federalismo: se ha ragione Miglio siamo pronti a
ricominciare da capo».
A Torre Pellice un concerto del coro
«Fihavanana»
amicizia nella musica
Un folto pubblico ha accolto, sabato 14 maggio, nel tempio valdese di Torre Pellice, il
coro «Fihavanana»: il gruppo,
diretto da Elena Martin e
composto da una ventina di
elementi provenienti per lo
più dalla vai Germanasca, ha
regalato ai presenti una serata
densa di significato e di emozioni. Il nome stesso del nuovo complesso canoro ne indica il programma, la direzione
lungo la quale si muove:
«Fihavanana» in malgascio
significa infatti amicizia; che
è quel grande ponte gettato
verso l’altro per condividere
aspettative e necessità.
Con il Madagascar il gruppo ha instaurato un rapporto
basato su profondo affetto e
preciso impegno; con la sua
attività, in particolare, il coro
sostiene un’iniziativa a cui il
Gruppo giovani di Pomaretto
si dedica da un paio d’anni,
che ha visto e vedrà lo scambio di visite tra alcuni giovani
della Chiesa di Gesù Cristo di
laggiù e quelli della Chiesa
valdese di Pomaretto, e il sostegno economico a ben 5
progetti in fase d’attuazione
nell’isola malgascia.
La scelta del repertorio è
dettata dallo stesso impegno.
quello di dar voce attraverso
il canto ai popoli oppressi di
ieri e di oggi che rivendicano
così il proprio diritto alla libertà e alla condivisione, non
solo malgasci ma anche sudafricani, latinoamericani, indiani Dakota, neri degli Usa.
Altri se ne potrebbero aggiungere, perché F accorato
appello di un canto sudafricano «Botha, libera Mandela»,
che sembra appartenere ormai
al passato, è più che mai attuale a causa dei Botha e dei
Mandela che ancora popolano
le tragedie di tante nazioni.
Ma soprattutto il filo rosso
che unisce canti di origine e
epoche diverse è la fede,
quando si esprime in situazioni difficili, di lotta, miseria,
oppressione; la fede, nonostante tutto, nel Dio liberatore, nel Dio che consola e
presso cui si trova un rifugio.
Ottima anche l’esecuzione
dei canti, arricchita da un accompagnamento ritmico semplice ma efficace. Al pubblico, che ha risposto con calore
e partecipazione, il coro ha
dato il piacere di ascoltare
persone convinte cantare bene dei canti belli e suggestivi:
un cocktail ben riuscito per
una serata da riproporre.
10
PAG. IV
Torre Pellice: una fase dei campionati pineroiesi
Alimentazione e mangiare sano
La ciotola
d^argilla
VALERIA FUSETTI
Questa settimana desidero darvi un piatto a base di
porri dal sapore delicatissimo: purtroppo non è adatta
a chi soffre di colesterolo.
steggiare i propri cari e gli
amici.
Zucchine al forno
Crostata di porri
Prendete un foglio di pasta sfoglia surgelata, del tipo già steso che è il più pratico. Mentre scongela voi
affettate una certa quantità
di porri, la parte bianca, sino a ottenerne almeno 1/2
kg. Metteteli a stufare in
una padella, possibilmente
antiaderente, in cui avrete
stemperato 1 cucchiaino di
salsa di soia, con poca acqua e sale, ben coperta tenendo il fuoco basso.
Mentre i porri cuociono,
preparate una bella tazza
(da caffelatte) di besciamella vegetale. Quando la verdura è cotta e l’acqua completamente evaporata, mescolatela alla vostra besciamella e aggiungete un buon
pizzico di peperoncino in
polvere. Tirate la pasta sfoglia ben sottile, foderate
una teglia da forno senza
ungerla prima, e spalmatevi
per bene sopra il vostro
composto di besciamella e
porri. Quando l’avrete ben
pareggiata con una spatola
di legno cospargetela abbondantemente con un
composto ottenuto mescolando pane grattugiato finissimo e grana. Mettetela
per 20’ nel forno preriscaldato a 220° (il massimo) e
poi abbassate a 150°-160°
per altri 10-15 minuti. Servitela con abbondante insalatina di stagione insaporita
da ravanelli rossi, foglioline di tenera mentuccia e
borraggine tagliata a striscioline e semi di girasole.
Vi assicuro che è un piatto
con cui vale la pena di fe
Prendete gr. 500 di zucchine, lavatele e togliete cime e fondo, poi tagliatele a
pezzi piuttosto grossi. Affettate a fette molto sottili
una cipolla bianca e mettetela a rosolare con poco olio
d’oliva; quando inizia ad
appassire aggiungete i dadi
di zucchine, irroratele con
un bicchiere di brodo vegetale e salate, ma non troppo.
Cuocere a fuoco basso e
con la teglia ben coperta.
Quando le zucchine sono
ben cotte, ma senza essere
spappolate, aggiungete un
cucchiaio colmo di trito di
prezzemolo e aglio; mescolate ben bene e spegnete.
Ora versate il tutto in una
pirofila da forno, distribuite
in modo uniforme e cospargete il tutto con gr. 20 di
parmigiano grattugiato.
Passate in forno preriscaldato a 180° per alcuni minuti e servite.
Possono essere un ottimo
contorno per un secondo a
base di pesce. Per esempio:
prendete una confezione di
merluzzo surgelato (la
quantità varia). Adagiatela
in una pirofila antiaderente,
disponetevi sopra fette di limone private dei semi e un
trito di prezzemolo, aglio e
maggiorana. Irrorate con un
filo d’olio d’oliva, sale e
coprite. Potete cuocere sia
in forno a microonde che
nel forno tradizionale che
sul fornello. Fate attenzione
(qualunque metodo usiate)
al fatto che il merluzzo surgelato tende a fare acqua:
perciò, prima di servirlo,
controllate che non ce ne
sia in eccesso. In questo caso eliminatela gettandola
via e non continuando la
cottura.
Cantavalli: alla pista coperta di Rinasca
Folclore emiliano
Dopo la pausa dell’apprezzato Festival dell’arpa di Pinerolo, riprende il Cantavalli
e lo fa proponendo, sabato 28
maggio alla pista coperta di
Pinasca, il gruppo emiliano di
musica popolare. Ormai prossimo ai vent’anni di attività
questo gruppo ritorna a Cantavalli, a cui aveva partecipato nell’edizione del 1989, riportando nella rassegna la vivacità e la graffante ironia
che contraddistinguono il
mondo popolare emiliano.
Il gruppo comprende quat
tro musicisti che sanno riproporre la musica tradizionale dell’Appennino, spesso
pensata per accompagnare
balli. Non manca qua e là un
certo istrionismo, che porta a
non disegnare di tanto in tanto il confronto in chiave ironica con altre tendenze musicali. Si tratta insomma di una
proposta divertente e attuale,
ma nello stesso tempo radicata nel solco della tradizione
contadina della montagna bolognese. Lo spettacolo inizia
alle 21,15 ; ingresso £ 7.000.
TENNIS TAVOLO —
Con quattro set a uno Marco
Malano ha sconfitto nei campionati pineroiesi, svoltisi domenica scorsa a Torre Pellice,
il campione uscente Davide
Gay nel singolo assoluto. Al
terzo posto si è classificato
Ettore Damiano del Villar Perosa davanti a Sergio Chiri.
Nel doppio assoluto vittoria
della coppia Gay-Damiano su
Andrea Velo ed Ezio Attero,
entrambi del Villar Perosa;
terzi Giuliano Chiri e Piras
davanti a Malano e S. Chiri.
Purtroppo non si sono svolti i tornei femminili per mancanza di atlete. Alla premiazione hanno partecipato, quali ospiti graditi, l’assessore allo Sport del Comune di Torre
Pellice, Mario Sibille, e il
presidente della Comunità
montana vai Pellice, Giorgio
Cotta Morandini.
CALCIO: IL TORINO
TORNA A LUSERNA? —
Dopo l’esperienza dello scorso anno sembra quasi concluso l’accordo tra il Luserna
calcio e il Torino di Calieri
per un periodo di ritiro precampionato in vai Pellice. Il
periodo individuato è quello
fra l’8 e il 13 agosto durante
il quale la formazione affronterà due allenamenti al giorno
presso gli impianti di Luserna
e sarà ospite del Gilly di Torre Pellice. L’ 11 agosto, alle
20,30, è previsto un incontro
amichevole con la Pro Vercelli; un altro incontro si disputerà in primavera.
GINNASTICA ARTISTICA — Si è disputata sabato
21 maggio, a San Pietro vai
Lemina, il saggio del Centro
di avviamento allo sport di
ginnastica artistica gestito
dall’associazione 3S. Hanno
partecipato all’incontro le sezioni propaganda del 3S Lusema e dell’associazione ginnastica di Cumiana.
PALLAVOLO — Nel tor
neo femminile under 16 «Terrazza», il 3S Nova Siria ha
battuto il Vigono per 3 a 1; in
classifica al comando sono
ora San Secondo e 3S con 12
punti, davanti a Piossasco e
Barge con 6, Vigone e Bricherasio 2, La Torre 0.
Nel campionato regionale di
eccellenza Uisp, si sono svolte
sabato scorso la partite di ritorno delle semifinali; la formazione femminile del volley
La Torre ha superato l’Acsi
Valanga acquisendo il diritto a
disputare le finali mentre i ragazzi sono stati battuti per 3 a
0 dal 2D Torino.
CICLISMO — Si è svolto
domenica scorsa il giro del
Pinerolese con partenza da
Piossasco e arrivo a San Maurizio di Pinerolo. Ha vinto per
di.stacco Roberto Sgambelluri
davanti a Tullio Pelliccioli. Il
ventenne calabrese ha attaccato fin dalle rampe della vai
d'Angrogna isolandosi al comando e vincendo con una
manciata di secondi.
Domenica 29 maggio si
svolgerà a Cavour la tradizionale manifestazione ciclistica
Pedalacavour con partenza
prevista alle 14,30 davanti alle scuole medie: è una passeggiata ciclistica su un percorso pianeggiante di circa 14
km nella campagna cavourese. Fra i partecipanti verranno
sorteggiati centinaia di premi;
la quota di partecipazione è di
5.000 lire. In caso di maltempo la manifestazione sarà rinviata alla successiva domenica 5 giugno.
SOS ALCOLISMO
Poliambulatorio
Villar Perosa: tei. 51045-51379
Ospedale Pomaretto
Tel: 82352-249 - day ospitai
Nelle
Chiese Valdesi
PRAMOLLO — L’assemblea del 2° circuito è convocata per le 20,30 di giovedì 26 maggio presso i locali della chiesa. Domenica 29 maggio avrà luogo, a Ruata, l’annuale bazar organizzato dall’Unione femminile.
TORRE PELLICE — L’assemblea del 1° circuito è
convocata per le 21 di venerdì 27 maggio presso la Casa
unionista di via Beckwith.
POMARETTO — L’assemblea del 3° circuito è convocata per le 20,30 di venerdì 27 maggio presso l’eicolo
grando. Il Concistoro è convocato sabato 28 maggio nei locali dell’eicolo grando.
TORRE PELLICE — Domenica 29 si svolgerà un’assemblea il cui il Concistoro presenterà la sua relazione annua e si procederà alla elezione di nove anziani (cinque sono rieleggibili).
RORA — Sabato 4 giugno, alle 15,30, presso la saletta
del presbiterio avrà luogo l’ultimo degli incontri teologici
«Giovanni Miegge»; si rifletterà sul IXX capitolo del terzo
libro dell’istituzione cristiana di Giovanni Calvino; la riunione terminerà con una cena comune. Domenica 5 si svolgerà un pranzo comunitario, nella sala, per salutare il pastore Gardiol che a ottobre lascerà la comunità: nel pomeriggio
saranno proiettate le diapositive del recente viaggio a
Alejandra, in Argentina.
Appuntamenti
26 maggio, giovedì — PINEROLO: Alle 21, presso il
Circolo sociale, è organizzato un concerto del Coro polifonico dell’Istituto musicale
Gorelli, diretto da Claudio
Morbo, che proporrà musiche di Mendelssohn-Bartholdy, Stravinskij, Brahms,
Monteverdi, Mozart.
26 maggio, giovedì — PINEROLO; Presso Stranamore, in via Bignone 89, alle
20.30, si svolgerà il terzo incontro sull’economia; il tema,
introdotto da Alves Marchi:
«Il capitalismo italiano è più
protezionista o più liberista?».
27 maggio, venerdì —
PERRERO: Presso la sala
polivalente, alle 21, la Comunità montana presenterà il
progetto di valorizzazione
del patrimonio minerario della valle.
27 maggio, venerdì — INVERSO RINASCA: Alle 21,
nei locali della Pro Loco, si
svolgerà un concerto delle
bande musicali di Villar Perosa e Inverso Pinasca.
28 maggio, sabato — PINEROLO: Presso il circolo
sociale di via Duomo, a partire dalle 15, si svolgerà un
convegno sulla realtà vitivinicola del Pinerolese, sul patrimonio viticolo della zona e
sui principali tipi di vino prodotti localmente.
28 maggio, sabato —
TORRE PELLICE: Alle
ore 21, nel tempio valdese, il
coro polifonico «A. Gabrieli»
e l’orchestra «Archicembalo»
diretta da Marco Chiapperò,
presenteranno un concerto
corale e strumentale a favore
del Collegio valdese.
28 maggio, sabato —
SAN SECONDO: Dalle
16.30, per le vie, prendono il
via le manifestazioni del decimo campionato italiano di
tiro con la balestra; in serata
cena e danze alla pista coperta di Prarostino. Domenica,
dalle 8,30, inizio manifestazioni in Piazza d’armi a Pinerolo e, nel pomeriggio, torneo a squadre.
29 maggio, domenica —
BOBBIO PELLICE: L’associazione «La gure matte»
organizza, a partire dalle
9,45, presso la sala polivalente, un convegno sul tema
«Chi abitò la vai Pellice prima del Medioevo?». Interverranno Giorgio Tourn,
Bruna Peyrot, Renato Nisbet,
Osvaldo Coìsson, Pierangelo
Lo Magno; presiederà Elio
Canale.
29 maggio, domenica —
TORRE PELLICE: Alle
16, nella sala Fritz Malan
dell’Esercito della Salvezza
in via Cavour, si terrà un incontro sull’Islam con Mosè Melek Bisciara, di Arabinform azione.
29 maggio, domenica —
SAN SECONDO: Presso il
circolo ricreativo Airali (locali dell’ex scuola elementare), dalle 14,30, si terrà il secondo raduno cinofilo per cani di razza e non, con la presentazione del concorso «Un
animale per amico».
29 maggio, domenica —
TORRE PELLICE: La Pro
Loco e l’associazione «La jumarre» organizzano una gita
escursionistica «Alla ricerca
dei camosci e degli altri animali della fauna alpina in alta vai Pellice»; iscrizioni e
informazioni presso Pro Loco di Torre Pellice, telefono
0121-91875.
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 - 10066
Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121/932166
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n, 175/60
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa; La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 1.300
29 maggio, domenica —
TORRE PELLICE: Prende
il via la terza edizione di
«Torre Pellice fiorita» organizzata da Comune, Pro Loco
e Associazione commercianti
di cui saranno aperte le iscrizioni. Il programma prevede
dalle 10 alle 18 esposizione
di bonsai, lavori delle scuole
elementari, dimostrazioni di
antichi mestieri sotto i portici
del municipio; alle 16 esibizione, alla rotonda di piazza
Muston, dei ballerini del
Panda club di Bricherasio.
2 giugno, giovedì — PINEROLO: Alle 20,30, presso «Stranamore», in via Bignone 89, si svolgerà un incontro con Alberto Tridente
su «Il mercato regola lo sviluppo e produce uguaglianza?».
5 giugno, domenica —
SAN GERMANO: L’associazione «Parco villa Widemann» organizza una gita,
con partenza alle 6,30, con
visita ai giardini di palazzo
estense di Varese, al lago di
Lugano e a Villa Cicogna
Mozzoni.
USSL42
CHiSONE Guardia medica;
notturna, prefestiva, festiv*.
Ospedale valdese, Pomar
tei. 81154.
retto,
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 29 MAQGìQ
Perosa Argentina: Farmacia
Forneris - Via Umberto i J
81205
Ambuianze:
Croce verde, Perosa: tei. eiooo
Croce verde, Porte : tei, 201454
J
' ■ VALPELuji
USSL 43
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica;
DOMENICA 29 MAGGIO
Bibiana: Farmacia GarellaVia Pinerolo 21, tei. 55733
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio tei
598790
USSL 44 - pinerolese!
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, Pinerolo, tei
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
22664
TORRE PELLICE - Il
cinema Trento propone, giovedì e venerdì, ore 21,15
Aladdin, (versione originale
in inglese); sabato, ore 20 e
22.10, domenica, ore 20 e
22.10, lunedì, ore 21,15 Rapa Nui.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma:
venerdì. Il banchetto di notze; sabato. Cari fottutissimi
amici, domenica, ore 15,15,
17.15, 19,15 e 21,15, lunedì,
martedì, giovedì My live; ingresso giorni feriali ore
21.15.
PINEROLO — La multisala Italia ha in programma,
alla sala «5cento» Mister
Hula Hoop; feriali ore 20 e
22.20, sabato 20 e 22,30, domenica ore 15, 17,30, 20e
22.20.
28 maggio, sabato: VIL
LAR PELLICE — Alle 21,
nella sala valdese, il gruppo
giovanile dell’Inverso repli'
cherà la serata di recite con lo
spettacolo in piemontese
L’amor l’è nen polenta e la
farsa Caccia notturna; il f"
cavato sarà devoluto al restauro della casa pastorale.
28 maggio, sabato: TORRE PELLICE — Alle 21,
preso il salone Opera gioventù di via al Forte, il
po teatrale «J’amis del Borgh» presenterà due atti brilauti in dialetto piemontes
dal titolo Dongo e Biag'
(dòi pover diav).
28 maggio, sabato: RO"
RÀ - Alle 21, nella sa
valdese, la filodrammatica ^
Pramollo presenta Io spoli®
colo «Cerco mio sosia ano
usato».
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vecchi-antichi e oggetti
Tel 0121-40181.
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PAG. 7 RIFORMA
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In questi ultimi anni sono
stati espropriati al Servilo cristiano di Riesi circa
ire ettari per edilizia convenzionata. E stata realízala la costruzione di un liceo scientifico e di alcune
palazzine per la cosiddetta
«prima casa». In linea di
pmeipio il Servizio cristiano non si è opposto a questa operazione di pubblica
utilità di cui peraltro, da
anni, siamo in attesa del
dovuto pagamento.
Oggi poro si è esagerato:
nel nuovo piano di zona è
previsto l’abbattimento di
una parte (120 piante) del
nostro uliveto a indirizzo
biologico, per costruire sei
nuove palazzine «in discesa» che necessiteranno di
un impianto di sollevamento fognario dato il notevole dislivello esistente.
Un’operazione assurda: il
danno per l’ambiente e per
l'aàenda agricola ad inditizzo biologico del Serviziociistiano è rilevante.
Ctiiediamo, visto che siamo ancora in tempo, all’
teiiÉistrazione comunale
di Riesi di soprassedere
aH’Éeriore assegnazione
di lotti per la fabbricazione
dianovi edifici in attesa
della nuova formulazione
del piano regolatore generale di Riesi. Solo così si può
seivare quella parte di uliveto e di verde che è caratteristica del Servizio cristiano stesso. Tra l’altro una
legge dello stato (la 475/45)
vieta l’abbattimento di
piante di ulivo a meno che
vpnga accertata la «morte
teologica» delle piante stesse. Per quanto detto sopra
V chiediamo di esprimere
la vostra protesta scrivendo
®bito e direttamente al sindaco di Riesi. Grazie per la
vostra solidarietà!
Su questi punti intendiate® sollecitare l’attenzione
dagli amici del Servizio
distiano in Italia e all’esteso per evitare questa agdfóssione edilizia ai danni
d'un ente che da più di 30
®ni lavora con passione e
spirito di servizio a favore
della popolazione di Riesi.
Non è la prima volta che il
Servizio cristiano è oggetto di espropri insensati:
vent’anni fa una superstrada doveva tagliare in due il
territorio del Monte degli
ulivi. La massiccia mobilitazione internazionale degli amici del Servizio cristiano riuscì allora a convincere il ministro dei Lavori pubblici a far spostare
il tracciato: oggi ci ritroviamo di nuovo, civilmente, a protestare contro quello che per noi è uno scempio edilizio ai danni del
nostro Centro architettonicamente realizzato da Leonardo Ricci nel pieno rispetto dell’ambiente circostante, come rilevato infinite volte, da riviste specializzate, facoltà universitarie, guide turistiche, ecc.
Confidando nella vostra
sensibilità e desiderio di
salvaguardia dell’ambiente
in cui viviamo porgo, a nome di tutta la comunità di
lavoro del Servizio cristiano, distinti saluti.
I nostri lettori che vogliono
partecipare a questa azione internazionale di protesta possono scrivere al Sindaco, Palazzo comunale, 93016 Riesi (Cl)
con copia della lettera al Servizio cristiano, via Monte degli ulivi 6, 93016 Riesi (Cl).
L’esproprio riguarda una
parte della proprietà della Tavola valdese in cui sorge l’uliveto del Servizio cristiano di
cui verrebbero abbattute circa
120 piante. Verrebbe inoltre
espropriato in parte l’orto delle culture biologiche. Tutto
ciò mette in forte difficoltà
Tattività del Centro agricolo.
Sulle attività agricole di qualità (agricoltura biologica e
olio) si fonda il progetto di
ecosviluppo del Servizio cristiano. Da notare inoltre che
la costruzione delle case sarebbe particolarmente onerosa
in quanto rimpianto fognario
dovrebbe essere dotato di un
costoso impianto di sollevamento dei reflui, dato che il
collettore si trova più in alto
delle case e in altra parte della
collina.
TAVOLA VALDESE
Avviso
U Tavola valdese informa i cassieri e quanti
^pongono le ricevute per la defiscalizzazione di
*®^ficare la dizione «per l’anno ...» nella seformulazione più corretta «nell’anno ...»
^ seconda riga della voce «Certifico» in testa
éiodulo, per tutte le certificazioni che siano
^fate in data successiva al 31 dicembre 1993.
't'i
■ Il moderatore
, ’ Gianni Rostan
____________
Stanno per scadere i termini per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi
Irpef e otto per mille: tempo di scelte
Entro il 31 maggio i contri
buenti italiani dovranno calcolare i propri redditi e pagare il dovuto all’erario. Entro
la fine di giugno dovranno
consegnare il modulo 740 e,
se vorranno, destinare l’8%c
a uno dei cinque beneficiari (Stato, Chiesa cattolica,
LFnione avventista, Assemblee di Dio, Tavola valdese) e
firmare anche l’apposita casella sui moduli 101 o 201.
Nella denuncia dei redditi
vi sono alcune novità. Alcune
di esse sono importanti per i
contribuenti evangelici: infatti
per la prima volta si potranno
dedurre dall’ammontare dei
redditi tassabili le offerte che
sono state fatte alle chiese
valdesi e metodiste. Si possono dedurre le offerte fino a
due milioni di lire per contribuente: marito e moglie possono dedurre fino a due milioni di lire ciascuno. Ovviamente la deduzione non può superare l’ammontare dell’offerta
se inferiore ai due milioni e
non può essere superiore a
due milioni anche se il versamento è stato maggiore.
Altra novità che riguarda
specificatamente tutti i contribuenti è l’opzione per l’8%o.
Per la prima volta si potrà
porre la propria firma nella
casella relativa alla Chiesa
evangelica valdese (Unione
delle chiese metodiste e vaidesi) che destinerà le somme
raccolte al lavoro assistenziale, sociale e culturale in Italia
e all’estero e a progetti di
cooperazione internazionale
delle chiese del Consiglio
ecumenico e della Cevaa.
Come è ormai tradizione si
potrà scegliere anche lo stato
(che non dichiara mai a priori
dove spenderà i soldi dell’8%c perché li considera una
somma da utilizzare in presenza di emergenze), l’Unione avventista, le Assemblee
di Dio e la Chiesa cattolica.
La ripartizione dei primi
Percentuale della scelta
di destinazione dell'otto per mille
1990* 1991* 1992**
Scelte espresse 56,7% 58,6% 69%
Scelte non espresse 43,3% 41,4% 31%
Scelte espresse:
regolari 98,3% 97,2%
con anomalie 1,7% 2,8%
Scelte espresse regolari:
Stato 22,3% 16,4% 13,6%
Chiesa cattolica 76,1% 82% 84,3%
Chiese avventiste del 7- giorno 1% 1,1% 1,7%
Assemblee di Dio in Italia 0,6% 0,5% 0,4%
1993**
65,4%
35,6%
17,7%
79,8%
2%
0,5%
‘ Dati forniti dal ministero delle Finanze
** Sondaggio commissionato dalla Gei
quattro anni in percentuale è
stata quella indicata nella tabella pubblicata qui sopra..
Si tratta di circa 800 miliardi di lire che dovranno essere
ripartiti secondo le indicazioni dei contribuenti, con una
variante tra loro: mentre per
le tre chiese evangeliche verranno attribuiti percentualmente sulla base delle scelte
espresse in rapporto all’insieme dei contribuenti, per la
Chiesa cattolica la distribuzione percentuale è fatta solo
in rapporto all’insieme delle
scelte espresse cioè non vengono conteggiate nella ripartizione percentuale i moduli
non firmati in alcuna casella
(questo conteggio è ovviamente più favorevole alla
Chiesa cattolica).
Mentre le chiese valdesi e
metodiste hanno deciso di
«informare» i contribuenti
italiani attraverso una «campagna pubblicitaria» che utilizza la stampa, la Chiesa cattolica e le chiese avventiste
utilizzano anche radio e televisioni. Le Assemblee di Dio
invece preferiscono una
informazione interna alle
chiese e nei confronti dei
simpatizzanti.
Per l’Unione delle chiese
avventiste si tratta di una
campagna estremamente aggressiva nel linguaggio: l’8%c
se ne va «in vacca», lo spendiamo in «antiquariato» e poi
spiega che si tratta di progetti
per lo sviluppo agricolo, di
progetti di aiuto e assistenza
agli anziani, ecc.
«Otto per mille. Puoi affidarlo alla Chiesa valdese. Per
cominciare saprai dove va a
finire». Con questo slogan,
l’Unione delle chiese metodiste e valdesi ha inaugurato la
campagna pubblicitaria, che
comparirà su La Stampa, la
Repubblica, Il Corriere della
sera e La voce.
La Chiesa valdese ha puntato soprattutto su «sobrietà,
trasparenza e responsabilità»:
«Abbiamo scelto di non fare
spot televisivi - afferma il
moderatore della Tavola,
Gianni Rostan - perché non
vogliamo influenzare i contri
ll programma del nuovo governo per gli armamenti
Armi: un settore che tira
Il neoministro della difesa,
Cesare Previti, è un uomo di
mondo: ha incassato senza
battere ciglio la bocciatura a
ministro della Giustizia; in
cambio, però, ha ottenuto il
dicastero da cui si controllano
eserciti, armi e armamenti.
Previti dunque è uomo di
mondo, e soprattutto non è
uno sprovveduto in questo
campo: ha fatto il militare
(non a Cuneo, come Totò, ma
a Firenze), ed è stato fino al
1992 vicepresidente dell’Alenia, la maggiore industria aeronautica militare italiana.
Se si accosta l’esperienza
di Previti a quella del bresciano Vito Gnutti, neoministro
leghista dell’Industria, la cui
fabbrichetta sforna calci di
fucile (50 dipendenti, 8 miliardi di fatturato), allora ci si
può fare un quadro esatto di
quella che sarà la politica del
governo in materia di produzione e commercio delle armi. E se non bastassero le
«prove indiziarie», si può ricorrere alle testimonianze dirette: «Fin da ora — ha detto
Previti intervistato da la Repubblica — posso prendere
l’impegno di aumentare il bilancio annuale e gli investimenti per le Forze armate,
che io ritengo siano il vanto
della nostra nazione».
Ma qual è la situazione italiana e intemazionale nel settore bellico? Qual è, insom
ma, il contesto all’interno del
quale capitano questi due
nuovi campioni «in arme»
dell’Italia? A spiegarlo è
un’inchiesta di «Narcomafie», mensile legato al gruppo
Abele di Torino, firmata da
Mano Pianta, pacifista ed
esperto di riconversione
dell’industria militare: in
questo settore il governo
Ciampi, sottolinea «Narcomafie», ha preparato il terreno al riarmismo berlusconiano; è del mese di marzo, ad
esempio, l’operazione con
cui la Finmeccanica ha assorbito 7 aziende dell’ex Efiin
che producono armi, tra cui
Oto Melara (carri armati),
Agusta (elicotteri) Breda
(veicoli corazzati) e Galileo
(elettronica militare). In questo modo la Finmeccanica,
azienda di stato, controlla
l’80 per cento dell’industria
bellica italiana. La rinazionalizzazione è costata ai contribuenti 18.000 miliardi: un bel
colpo, in tempi di privatizzazioni e di sbandierato liberalismo: e non basta: la Finmeccanica ha ottenuto dal
governo Ciampi l’impegno
per trentamila miliardi di
commesse belliche in dieci
anni, con una speciale «clausola di garanzia» e minacce
penali contro governi che volessero cambiare politica di
spesa.
In pratica, spiega «Narco
mafie», il famoso «nuovo
modello di difesa», mai approvato dal Parlamento, è diventato realtà surrettiziamente, a colpi di decreti legge e
di manovre di corridoio: beh,
si dirà, almeno aumenteranno
i posti di lavoro. Invece no:
nonostante il fiume di denaro,
l’industria militare produce
anche disoccupati (4.000 solo
nel 1993) e prepensionati
(duemila all’anno).
Se a questo bozzetto si aggiunge qualche particolare
(blocco dei progetti di riconversione delle industrie militari, inchieste giudiziarie per
tangenti, connessioni tra traffici di armi e di droga), il
quadro si fa più completo. Rimane, a fare da argine al riarmismo generale, la legge 185
del 1990 che regolamenta il
commercio delle armi ma, anche qui, il «nuovo» impazza:
aggirando il dettato della normativa, il governo Ciampi ha
infatti deciso di consentire la
vendita di materiale bellico
anche a paesi come la Cina,
sottoposta a embargo dopo il
massacro di piazza Tien anMen. D’altronde, gli affari
sono affari, direbbe il nuovo
presidente del consiglio:
aspettiamo ora che i nostri
nuovi ministri aprano alle
aziende militari nuovi «promettenti» mercati. Si potrebbe, perché no? partire dal
Ruanda.
buenti ma semplicemente limitarci ad informarli».
«La Chiesa valdese - si
legge nel testo pubblicato sulla stampa - si impegna a rendere conto attraverso i giornali più importanti del modo
con il quale spenderà i soldi
raccolti». «I fondi - aggiunge
il pastore Claudio H. Martelli, presidente dell’Opera per
le chiese metodiste - non saranno utilizzati né per le chiese né per le spese di culto o
gli stipendi dei pastori, ma
saranno investiti in opere sociali e assistenziali sia in Italia che all’estero, sia religiose
che laiche».
«Scegliere tra più destinatari - prosegue il testo informativo - non solo è un tuo diritto, ma è un segno di democrazia e di pluralismo che
va usato con responsabilità».
«In coerenza con questo principio - conclude Gianni Rostan - la Chiesa valdese non
parteciperà alla ripartizione
delle scelte non espresse: accetteremo soltanto il contributo di chi ha optato esplicitamente per noi».
Non si possono fare stime
di quanti italiani sceglieranno
le chiese evangeliche ed è
probabile che la percentuale
totale sull’insieme dei contribuenti sarà circa del 4-5%.
Quest’anno però molte persone che non hanno altri redditi
al di fuori della pensione o
del lavoro non sono più obbligati all’invio del 101 o del
201. Ciò renderà più basso il
numero dei contribuenti sui
quali calcolare le percentuali.
Attenzione però: anche chi
non è obbligato alla dichiarazione o all’invio può scegliere. Basta inviare una parte del
modello con la firma nella casella e corredarlo dai propri
dati anagrafici, dal codice fiscale e dalla dichiarazione di
non essere obbligati alla denuncia dei redditi: in questo
caso la scelta sarà validamente conteggiata.
Quest’anno inoltre i Centri
di assistenza fiscale avrebbero dovuto consegnare ai contribuenti un modulo per la
scelta delT8%c da riconsegnare in busta chiusa. Se ciò non
è stato fatto il contribuente
può «operosamente» fare la
scelta indicando in una dichiarazione il numero del Caf
che ha omesso questa operazione.
Anche la Conferenza episcopale italiana ha reso nota
la ripartizione dei soldi dell’8%o a lei assegnata, quasi
680 miliardi. Solo circa il
10% delle somme raccolte va
in azioni di aiuto al Terzo
Mondo, mentre il restante
90% è stato distribuito in
opere sociali e culturali in Italia, per la costruzione di edifici ecclesiastici e per il sostentamento del clero.
12
PAG. 8 RIFORMA
venerdì 27_MAGGl^g^'
A 25 anni dall'allunaggio
Caro Selenio, ci
vedremo un giorno?
RENZO TURINETTO
Caro Selenio, ti ricordi il
proverbiale regalo della
zia ai novelli sposi, il vaso da
fiori subito cacciato nello sgabuzzino e rimesso in bella vista quando viene la donatrice?
Beh, io avevo 12 anni e una
zia, non potendomi regalare il
vaso, mi diede un libro, Rirì e
Zuruck, viaggio di due bambini sulla Luna. Per motivi che
ti risparmio, sapevo quasi nulla di libri per ragazzi, fiabe,
album (si chiamavano così)
con le avventure di Gordon,
Cino e Franco, Mandrake e
compagnia. Solo più tardi mi
sarei in parte rifatto, dai due
dotti Grimm in giù, ma questa
è una storia che non c’entra.
Voglio solo dirti che con Rirì
e Zuruck io ho visto la Luna e
ci ho passeggiato prima di
Armstrong e Aldrin, prima
della querelle fra Tito Stagno
e Ruggero Orlando.
Ti scrivo questo perché
mentre un periodico vende un
video sulla missione spaziale
americana del luglio ’69, a
Torino e a Cattolica sono
aperte due mostre per i prossimi 25 anni dell’impresa. Cattolica presenta «piante notturne», strumenti astronomici del
’700, opere letterarie con la
Luna protagonista, per esempio nel Paradiso di Dante.
A Torino c’è un assortimento di riviste e libri antichi,
in francese e italiano, usciti
anche presso editori illustri o
inattesi come una Libreria salesiana di Torino e una Jewish
Publication Society of America. Poi quadri, fotografie, il
giornale satirico francese La
Lune del 1867 che diventerà
L’Eclipse', 10 incisioni di Filippo Morghen sulle Cose più
Emilio Salgari
notabili vedute da Giovanni
Wilkins (il mondo lunare fantasticato); ,4 litografie delle
Scoperte fatte dal Signor Herschell ( 1830).
Se non mi ha sorpreso trovare Le strane avventure del
Barone di Munchausen (Genova, 1905) con il seguito Le
avventure di un pazzo', o uno
Yambo uscito da Vallecchi
nel 1950; o Alla conquista
della Luna (Palermo, Biondo,
1913) di Guido Altieri, pseudonimo di Emilio Salgari (sai,
quello che descriveva senza
muoversi di casa), non mi
aspettavo invece di incontrare
il famoso Hans Christian Andersen, o la copia n. 80 di un
Cyrano de Bergerac, Voyage
aux états de la Lune pubblicato in soli 100 esemplari; e
perfino, pensa un po’, un Luciano di Samosata, l’analfabeta siriaco del I secolo che si
accultura fino a diventare sofista greco autore di un mucchio di opere (tra cui V Encomio della mosca, e sai la vecchia battuta, Dio ha creato
nulla di inutile ma la mosca
c’è andata vicino), questo Luciano ha fatto una sortita sulla
Luna dove c’è una guerra tra
Lunari e Solari (anche là...).
A Torino vedrai Paperino,
Topolino e Pinocchio sulla
Luna; e pure II Balilla, mandato dal Comando generale
della Gioventù italiana del
Littorio; quindi cartoline e figurine di soggetto spaziale
dove r«astro d’argento» è la
semplice Lune francese mentre in italiano è rossa, nuova,
sincera, birbona, lunatica, lunera, lunarella, a cui possiamo
aggiungere Blue Moon, la
Tintarella di luna, tu che mi
sorridi Verde Luna e T irrinunciabile Venezia, la Luna e
tu. Niente da ecccepire, se addirittura l’inopinato britannico
William Henry Cook ha musicato The Moonlight Polka e
The Moonlight Quadrilla.
Naturalmente c’è Jules Verne. Bellissime legature fasciano i suoi molti libri, soprattutto in francese com’è logico,
ma anche in italiano, inglese,
uno in russo. Poi le sue «carte
celesti» e un manoscritto
(pezzo unico) con le misurazioni sui tempi di percorrenza
Terra-Luna alla velocità della
luce o a scelta... in treno! C’è
il manifesto del film ricavato
nel 1958 dal suo libro Dalla
terra alla Luna, con attori come Joseph Cotten, George
Sanders, Debra Paget, mentre
in Italia si sta girando La Luna rubata di Gianfranco Albano. Infine vedrai buste e
francobolli celebrativi di Verne e del primo allunaggio,
stampati in posti che potevi
pensare, Francia, Monaco, Gibuti, e in altri che non avresti
detto, paesi di Africa, Centro
e Sud America, Antille, Isole
Comore e Cook.
Caro Selenio, dunque ti
aspetto, un giorno che non ti
.sei svegliato con la luna di
traverso. Se non mi chiedi la
luna, rileggeremo Lcì Luna e i
falò, in attesa che esca Mai visti Sole e Luna del giornalista
Ferdinando Camon. Una sola
delusione; alla mostra non ho
ritrovato i miei indimenticabili compagni Rirì e Zuruck.
Pazienza; abbaieremo alla
pallida Luna della retorica,
stregati da lei e dai nostri
chiari di luna terreni, ma alleviati dal Chiaro di luna di
Beethoven e da una tazza di tè
classicamente inglese e incredibilmente marcato Luna Tea\
A presto.
La Claudiana alla rassegna di Beigioioso
Alla ricerca del
lettore più giovane
ALBERTO CORSANI
Nella vetrina che sembra
manifestare una certa inversione di tendenza nel mercato librario, anche l’editrice
Claudiana cerca di conquistare nuovi lettori, nel caso specifico fra i più giovani. La vetrina è rappresentata dal castello di Beigioioso, in provincia di Pavia, che ogni anno organizza due rassegne librarie, una autunnale destinata al prodotto di alta qualità
dei piccoli editorie l’altra, che
si è svolta tra il 23 e il 25
aprile scorsi, dedicata al libro
tascabile o comunque «economico».
Questo tipo di vetrina è importante perché, a quanto pare, il libro economico è il primo a manifestare segnali di
ripresa; secondo gli studi
dell’Associazione italiana
editori, le vendite nel settore
nel 1993, rispetto al 1991, sarebbero aumentate addirittura
del 20%, mentre l’incremento dell’editoria in generale
non sarebbe andata oltre lo
0,4%. Ovviamente la fanno
da padrona, in questa fascia, i
prodotti più «sicuri»: classici
imperituri, narratori consolidati, successi garantiti che
trovano veste in innumerevoli edizioni tascabili, a volte
pregevoli a volte assai trasandate.
«Il pubblico di Beigioioso
in cerca di libri economici
spiega Dario Gardiol, direttore commerciale dell’editrice
Claudiana - è essenzialmente
giovanile, alla ricerca di libri
che “vanno” sempre e comunque, come i grandi classici. Il problema è rappresentato dalle traduzioni: per abbassare i costi di copertina,
fenomeno assai evidente negli
ultimi anni, alle volte si fa ricorso (ovviamente per quegli
autori ormai di dominio pubblico ma le cui traduzioni originali, solitamente autorevoli, godono ancora dei diritti
d'autore) a traduzioni un po’
improvvisate, a scapito della
qualità globale».
- Quale può essere l’obiettivo che si prefigge la Claudiana nel partecipare a una
manifestazione di questo genere?
«Il nostro pubblico - prosegue Gardiol - è prevalentemente specialistico, ed è interessato alle nostre opere più
scientifiche, sulla storia della
Riforma per esempio. Lo
coinvolgiamo nell’altra rassegna; qui si tratta invece di interessare alle nostre collane
più agili e divulgative (i dossier, la “piccola collana moderna”) dei potenziali nuovi
lettori, magari proprio fra i
giovani. E naturalmente Beigioioso rappresenta anche
un ’occasione per incontrare
colleglli editori, scambiare
opinioni e gestire dei rapporti
che possono essere utili».
Una serie di concerti a Roma
Esprimere la fede
con gospel e spiritual
Upi“
las
PIETRO ROMEO
e shall overcome,
^ W we shall overcome
some day...», entrano così,
cantando il famoso spiritual, i
componenti del gruppo «Voices of Glory», sistemandosi
davanti ai microfoni allestiti
nel tempio valdese di piazza
Cavour, ed è subito uno scrosciare di applausi. Applausi
di un pubblico che riempie
quasi tutto il capiente tempio
e le sue gallerie, nonostante
che il gruppo si esibisca regolarmente due volte al mese
già da gennaio, aspetto indicativo del fatto che molti sono gli «aficionados» che non
si perdono una performance
del gruppo. Sono in tutto
quattro coralisti americani, un
percussionista brasiliano, tre
bravi musicisti italiani alla
batteria, tastiere e basso e il
direttore e leader del gruppo
Masa Mbatha Opasha del Sud
Africa.
«Come on and praise» (vieni e prega) è il titolo del concerto di gospel e spiritual
afroamericani; una carrellata
dei più conosciuti spiritual,
magistralmente interpretate
dalle voci calde e potenti dei
coristi, intercalate dalla lettura di poesie, alcune delle quali del direttore Opasha. L’inizio è esaltante; un sermone,
quasi cantato, di dieci minuti
apre il concerto e si ha l’impressione di trovarsi nel mez
zo di un culto in una
"/‘à omerici
Il pubblico per ora ascot
seguono gli altri brani in 2
gramma e qualcuno in^.
battere le mani, alcuni si
no; l’apice si ha all’esecZ
ne di «Jericho» quando and*
i più restii a manifestazioni
entusiastiche pubbliche non
riescono a trattenersi e si d
zano battendo a ritmo le m®i
e cantando il ritornello. Dai
in poi l’atmosfera si fasem,
pre più «calda» e le inibizioni
sono ormai sciolte; i cantanti
vanno in mezzo al pubblico,
lo fanno cantare, ballare; là
gente risponde entusiasta è si
lascia coinvolgere con piacere, non solo i giovani ma tutti, di tutte le età, sono in piedi
a cantare e a muoversi al ritmo delle canzoni. L’impatto
emotivo è tale che alcuni, alla
fine del concerto, rimangono
a parlare e si fanno fotografare con i membri del gruppo,
per non parlare delle richieste
di autografi dei più giovani,
È strano per noi, abituati a
un modo di vivere la preghiera e il momento cultuale austero ed estremamente ordinato; tuttavia il fatto che tali occasioni suscitino in noi forti
emozioni è indicativo, forse,
di un bisogno di vivere questi
momenti in modo più gioioso,
meno formale. I «Voicesof
Glory» si fermeranno a Roma
fino a giugno con i prossimi
concerti il 5 e 19 giugno.
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Due belle pubblicazioni coronano finora il lavoro della Società di studi evangelici
■^-1
Realtà evangeliche nel Mezzogiorno d'Italia
GIORGIO TOURN
La Società di studi evangelici, che fratelli in fede
e amici fondarono alcuni anni
or sono nell’area meridionale
con addentellati storici a
Guardia Piemontese e base
operativa a Napoli, merita più
che il nostro incoraggiamento
e il nostro plauso per la perseveranza e l’impegno con
cui conduce il suo lavoro.
L’ultimo volume frutto della
sua operosa presenza in
Guardia è già stato segnalato
su queste pagine (n. 15 e 16)
con interventi qualificati.
In altra prospettiva, cioè
meno legato alla situazione
guardiola, molto specifica e
perciò più facilmente analizzabile, è il penultimo contributo edito dalla Società sugli
evangelici nel Mezzogiorno*.
Rendiconto di un convegno
tenutosi a Portici nell’autunno del 1990, il volume raccoglie sia le comunicazioni avute in quella sede che i contributi alla tavola rotonda di
Sergio Aquilante e Giorgio
Bouchard. Dell’evangelismo
nel Mezzogiorno trattano, in
modi diversi, tutte le relazioni; quelle di Franco Chiarini
sulle chiese metodiste, Davide Cielo su quella valdese di
Campobasso durante il fascismo, Eugenio Stretti sull’area
del Salente pongono l’attenzione alla vita delle comunità.
Lo stesso fa anche Francesco M. Stabile puntualizzando
la posizione della comunità
valdese sul problema mafia
negli anni ’60, mentre Giulio
Vicentini, rievocando la figura del cappellano Giuseppe La
Scala nella prima guerra mondiale, e Cesare Milaneschi
rievocando quella di Luigi
Prota Giudeo e la Chiesa na
zionale italiana, allargano
l’orizzonte ai contesti.
Di tutt’altra impostazione
ma strettamente collegata è la
parte dedicata all’«attualità»
con gli interventi di Aquilante e di Bouchard, a cui si affiancano quelli di F. Cusumano e di Domenico Maselli,
che pongono tutti il tema
deH’impegno odierno dell’evangelismo italiano nell’area
meridionale.
Alla segnalazione di questo
volume, di cui si raccomanda
la lettura a tutti giovani e meno giovani, vorremmo far seguire una parola di forte incoraggiamento agli amici della
Società di studi evangelici
perché non abbandonino la
battaglia sul fronte che hanno
felicemente aperto, della ricerca storica e della riflessione culturale. Ben comprendiamo le difficoltà a cui si
trova misurata ogni loro iniziativa: mancanza di uomini,
di mezzi, di strutture, ma nella situazione odierna di silenzioso inverno in cui ci stiamo
inoltrando, la ricerca di memoria è tutt’altro che un volgersi al passato, allo ieri, un
coltivare ricordi e raccogliere
fiori secchi; diventa anzi attività creativa, apertura di prospettive per il domani.
Le vicende di Campobasso
nel ventennio sono assai più
che fogli d’album della nonna; rischiano di illuminare
l’oggi, e l’appello di Bouchard a cercare un’identità evangelica meridionale diventa un programma indilazionabile, non solo per la Società
di studi ma per tutti.
(*) Rosanna Ciarpa - Giancarlo Rinaldi (a cura di):
Evangelici e Mezzogiorno
d’Italia. Cosenza, Periferia,
1993, pp 129, £20.000.
Un'immagine di Guardia Piemontese
^ Venerdì 27 maggio — TORINO: Alle ore 11,30,
l’assessorato per le Risorse culturali (piazza S. Carlo
sessore Ugo Perone e il regista Luca Ronconi tengono la
ferenza stampa di presentazione della rassegna teatrale «
tità e differenza». |j
Sabato 28 maggio — NAPOLI: Alle ore 17,30
chiesa valdese di via dei Cimbri viene presentato il
Giorgio Bouchard «Puritanesimo e democrazia in Arne
Intervengono l’autore e l’avv. Alfredo Guarino.
.iv-i Yv^iigvjiiu 1 auiuic e I avv. /viireuo vruaniio.
Sabato 28 maggio — TORINO: Alle ore 15,30, nel sai
valdese di corso Vittorio Emanuele II 23, Adriana
docente di Sociologia presso l’Università di Torino,
Bruno Rostagno parlano sul tema: «Il lavoro: valore
sità?». ., jj.
Martedì 31 maggio — TORINO: Alle ore 21, presso ''j
o__o____________________1,^ :
Ione incontri «San Secondo» (via Gioberti 5), le edizioin^'^j
ne e Pax Christi organizzano un incontro sul tema
della pace» in ricordo di Tonino Bello. Intervengono C
Ragaini (vicedirettore di «Eamiglia cristiana»), Mario
di (giornalista Rai) e Giuliana Bonino (Pax Christi).
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PAG. 9 RIFORMA
La più recente scoperta dal mondo della fisica e il futuro degli studi in materia
La scoperta del Quark Top e la ricerca
Un settore aperto a prospettive diverse
CTEFAWO vinti
LI annuncio ufficiale che
il Quark Top era stato
«icto ampiamente commenl¿che sui nostri quotidia¿è stato dato il 26 aprile
^rso dai rappresentanti dei
Zi 440 ricercatori, provenienti da 36 istituzioni di cin®e paesi diversi, che hanno
«adotto la ricerca presso i
laboratori del Fermilab di
Chicago.
La sensazione generale è
che questa possa essere la
volta buona: non è infatti la
póma volta che viene gridato
«al lupo»; negli ultimi dieci
anni almeno due volte si era
già pensato erroneamente di
aver individuato il famigerato Quark. D’altra parte bisogna dire che, almeno nella
storia recente della fisica delle alte energie, mai annuncio
hi più fortemente predetto e
vanamente atteso (per ben 17
anni!).
Questo ramo della ricerca
fisica si occupa dell’infinitaniente piccolo, ovvero dei
processi che avvengono su
seda subatomica. Il sogno dei
fisici delle alte energie è di ricondurre tutte le particelle
conosciute (che in questo
mondo, invisibile all’occhio
nodo, sono tantissime) a pochicostituenti elementari ed
esprimere in un’unica teoria
le leggi che regolano le «relazioni interpersonali» tra gli
abitanti di questo universo
microscopico attraverso le
quattro forze fondamentali.
L’occhio su questo mondo
infinitesimo è fornito dai
grandi acceleratori di particelle. Questi sono essenzialmente macchine che convertono la materia in energia e
viceversa (l’applicazione
sperimentale della celeberrima equazione di Einstein
E=mc’): particelle, accelerate
a velocità prossime quella
della luce, raggiungono energie pari a mille o più volte la
propria massa e vengono fatte
cozzare le une contro le altre
in modo che dalla loro distruzione siano create particelle
con massa molto maggiore.
Negli ultimi 25 anni si è
andato via via affermando un
modello teorico, chiamato
Modello standard (Ms), in
grado di predire una vastissima gamma di risultati sperimentali. Anzi, il fatto che
nessuna osservazione sperimentale abbia ancora violato
le sue predizioni è quasi motivo di delusione tra i teorici,
che considerano il Ms ancora
lontano dall’essere «la» teoria
della natura; si può dire che
almeno negli ultimi dieci anni
ci sia stata una caccia all’er
rore nel Ms tanto testarda
quanto infruttuosa. L’osservazione del Quark Top è (per
adesso) l’ultimo scontato capitolo di questa storia.
Il Ms nella sua forma attuale prevede infatti che i mattoncini fondamentali della
materia siano classificati in
tre grandi famiglie. A ciascuna di esse, tra le altre particelle elementari, devono appartenere due Quark, e una violazione di questo schema introdurrebbe gravi problemi di
consistenza nella teoria. Fino
a oggi erano stati osservati
tutti i mattoncini fondamentali delle tre famiglie tranne il
sesto Quark, nonostante il
quinto fosse già stato visto
nel 1977.
Si può quindi capire che
nel mondo della ricerca l’annuncio che il Quark Top non
esiste avrebbe eccitato gli
animi e le fantasie dei fisici
molto più di quanto non abbia ottenuto la sua osservazione. Ovviamente ciò non
toglie nulla all’importanza
della scoperta che, se confermata, faciliterà sicuramente il
compito dell’accademia delle
scienze di Stoccolma, a cui
spetta l’assegnazione dei premi Nobel.
La scoperta del Top acquista per altro un significato
particolare in un momento in
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lore del «Fermilab» ha studiato mille miliardi di collisioni per trovare solo 12 Quark Top!
cui una crisi senza precedenti
sta investendo la ricerca delle
alte energie. Basta pensare ai
grandi acceleratori per capire
che questo settore è uno dei
campi di ricerca che necessita
di un apparato di tipo «industriale» per essere svolta. Il
funzionamento di questa particolare industria è naturalmente complicato, necessita
di sofisticate tecnologie di
avanguardia e di notevoli investimenti in risorse economiche e umane: migliaia di
persone lavorano nei grandi
centri di ricerca come il Cem
di Ginevra e grosse industrie
sono coinvolte nel loro giro
economico. Per esempio, è
l’Ansaldo che fornisce gli
elementi superconduttori che
formeranno il nuovo superacceleratore del Cern; denominato Lhc, sarà in fase operativa dal 1998, avrà una circón-.
ferenza di 27 km e raggiungerà energie otto volte quelle
ottenute al Fermilab.
La corsa a ottenere energie
sempre più alte e macchine
sempre più potenti ha però
subito un arresto lo scorso autunno: il super-superacceleratore voluto negli Usa (Ssc: 87
km di circonferenza e 20 volte l’energia del Fermilab!)
che avrebbe dovuto «contrastare» il nuovo giocattolo del
Cern, già in fase avviata di
costruzione e con primo esperimento previsto nel 2000, è
stato definitivamente bocciato dal Congresso degli Stati
Uniti.
Di conseguenza si ridimensiona una ricerca che presenta
aspetti di autogenerazione,
che rischia di diventare fine a
se stessa e di proseguire la
propria corsa indipendentemente dal mondo circostante.
Dall’altra parte tuttavia, la fisic.a delle alte energie è
l’aspetto più vistoso di un
mondo della ricerca pura nel
quale non c’è l’assillo di un’
applicazione immediatamente
monetizzabile.
Ci si può quindi chiedere se
lo stop all’Ssc non sia un segnale duraturo di riduzione
degli investimenti nella ricerca pura in favore di altri, più
redditizi, settori: il dubbio è
legittimo se si pensa che nello
stesso periodo il Congresso
americano ha approvato (con
un budget confrontabile con
Ssc) la costruzione di un paio
di supersommergibili atomici.
è svolta a Catania la terza conferenza dell'Associazione «Nuovi orizzonti»
Il compito di annunciare il Regno di Dio
cantarella
Ì,,I4 maggio, a Catania,
C Associazione culturale
Ij orizzonti» ha tenuto
sua terza conferenza an6. a cui hanno partecipato
j, ?UAlilà del mondo acca¡1 del mondo proteIj^ italiano, che hanno
[)I^Ato il tema: «Regno di
® condizione umana».
Sjj^''Atore Loria, giornalista
ijScta, ha messo in luce il
tra regno di Dio, pre¿11’ '°*tc nel primo secolo
nej. cristiana e letteratura
^stamentaria: «La predi- ha detto
^la contiene la
infilo (l’annuncio
lo a Dio) che è servi
ÌMCiio straordicàjj ’''“riegata tela che si
Nuovo Testamento».
Loria ha però sottolineato che
«non si può imbastire alcun
discorso serio su un tema così
fondamentale nella storia del
pensiero cristiano se non si
hanno le idee chiare su come,
quando e perché sono stati
prodotti questi testi che chiamiamo Nuovo Testamento e
che oggi noi interroghiamo».
Il prof. Francesco Renda,
docente di Storia moderna
presso la facoltà di Scienze
politiche di Palermo, ha ricostruito la storia della persecuzione religiosa nella Sicilia
del Cinquecento, e il pastore
Gino Conte (Chiesa valdese
di Firenze), ha tracciato il
percorso storico del concetto
di «regno di Dio», di cui ha
efficacemente riproposto le
interpretazioni teologiche offerte dalla chiesa nel corso
dei secoli.
Nel pomeriggio Giorgio
Bouchard, presidente della
Feci, ha parlato su «Il regno
di Dio e la giustizia», il pastore Umberto Delle Donne
(Chiesa battista di La Spezia)
su «Il regno di Dio e la coscienza». Le conclusioni sono state affidate al prof. Paolo Ricca, decano della Facoltà valdese di Teologia,
che ha parlato su «Il regno di
Dio e l’avvenire», lanciando
un appassionato appello a
considerare il tema del Regno in maniera più partecipata. Il programma si è concluso con un concerto di Albino
Mentisci, cantautore di talento, e di Sara De Luca, cantante gospel.
«È stato il congresso che
gli organizzatori si attendevano - ha commentato Gaetano 'Ventimiglia, presidente di
I valdesi in Piemonte
Bastano oggi poche cose, pochi documenti e una presentazione curata per aprire finestre su nuove realtà, quali T evangelismo, la fede evangelica, la presenza protestante in Italia. Occorre saper cogliere queste occasioni. E stata aperta fino al 20
maggio una mostra presso la «Famija turinèisa» a Torino una
mostra dal titolo «Cultura valdese in Piemonte», realizzata in
collaborazione con le chiese valdesi di Torino e Torre Pellice.
La mostra si snoda attraverso le tappe di questa storia per
molti versi affascinante, per mezzo di una quindicina di grandi
pannelli con opportune illustrazioni, approntati dal Centro culturale valdese (Il Centro è stato presente in questa iniziativa
col fornire parte della documentazione e col saluto del suo direttore alla simpatica cerimonia di inaugurazione che ha avuto
luogo mercoledì 11; una parte della documentazione è costituita da una bella mostra organizzata a suo tempo dai fratelli di
Ivrea e da noi raccolta. Era di ritorno da Pisa e si trasferirà a
Venezia per occasioni simili a quella torinese; si può lavorare
quindi utilizzando il già fatto e non disperdere quanto si è fatto
perché tutto può servire un giorno); inoltre vi sono fotografie
d’autore, cuffie e costumi, Bibbie ottocentesche (tra cui le Bibbie di famiglia, in cui si annotavano nascite e morti, avvenimenti particolari), ritratti e oggetti del secolo scorso, schede riguardanti artisti come Paolo Paschetto e Filippo Scroppo, artisti-artigiani come Vincenzo Taccia, autore di famose vetrate,
come il liutaio Prochet, che apportò modifiche importanti al
violino...
Una serie di schede presenta la vita e l’opera di personalità
particolari, come il pastore Giovanni Ribetti, che nell’Ottocento venne condannato per motivi inerenti al culto e fu protetto
da Garibaldi e Ricasoli per fondare poi la Chiesa valdese di Livorno e diventare uno dei primi professori della Facoltà di teologia a Roma. La mostra accenna anche all’emigrazione ottocentesca dei gruppi valdesi neH’Americ^ Latina, con fotografie originali (per esempio il tempio di La Paz) e cartine del secolo scorso. Contestualmente, nell’atrio del tempio di corso
Vittorio Emanuele, è stata allestita una sezione dedicata a
quello e a altri templi valdesi del Piemonte.
«Nuovi Orizzonti» -. È tempo che l’Evangelo si incarni
nella storia del presente e che
il regno di Dio sia annunciato attraverso una predicazione a cui seguano azioni di riscatto e di salvezza a favore
dei bisognosi ai quali si riferisce Gesù Cristo».
«Nuovi orizzonti» è un sodalizio di ispirazione cristiana e di impegno civile che è
stato costituito nell’ottobre
del 1991 da credenti di varie
comunità evangeliche del
comprensorio etneo. L’associazione si propone di integrare la predicazione ecclesiastica, spesso caratterizzata
da eccessivo misticismo, con
prese di posizione su temi di
grande attualità, quali la pace, la giustizia, le responsabilità individuali, la secolarizzazione.
La Porta del sangue
La cooperativa teatrale «Teatro ì» di Milano ha prodotto
l’allestimento del dramma La Porta del sangue di Angelo Gaccione, ispirato alle vicende delle persecuzioni del popolo valdese avvenute in Calabria nel Cinquecento. La rigorosa messa
in scena del dramma, caratterizzato da un grande pathos e
dall’importanza che quelle vicende hanno ancora oggi rispetto
al problema della tolleranza, è stata curata dal regista Mario
Montagna, che fa rivivere come in una sacra rappresentazione
il carattere mistico, rituale, drammatico e corale dei fatti avvenuti. «Rivivendo tragicamente l’eccidio dei martiri di Guardia
Piemontese - aveva scritto G. Gönnet recensendo il testo di
Gaccione - vediamo passare veloci sul palco mentitori, impostori, inquisitori, dogmatici, banditori, traditori, testimoni, sicari, pugnalatori, innocenti, incorruttibili, con gli esecutori della Potestas magna, il viceré, il vicario, il governatore».
«Tutta la Storia è storia di sangue... Il Papa condanna a
morte... La libertà non fu mai regalata... ¡giusti non aspettano
giustizia... Sempre nel mondo vinse chi fu mediocre... Lo sappiano gli eretici, i pensatori liberi, i dotti ingegni e gli artisti,
gli assetati d’amore». Così nella scena prima.
L’allestimento si propone evidentemente in primo luogo alle
chiese valdesi e alle istituzioni culturali che fossero interessate
e si vale dell’interpretazione, fra gli altri, di Mauro Copes,
Cinzia Fiorellini, Rita Giacchetti, Lea Gramsdorff. La Porta
del sangue sarà per ora rappresentata dal 26 giugno al 10 luglio (feriali ore 21,15; domenica ore 18 e 21,15; martedì riposo) presso «Sala prove» (via G. Ferrari 11, ingresso da via
Conca del Naviglio). Per informazioni tei. 02-8323156 e
58319101.
14
PAG. 1 O
RIFORMA
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Dibattito sulla ricerca deH'unità dell'evangelismo italiano
Una Bibbia e due interpretazioni
EUGENIO STRETTI
1 29-30 gennaio 1982, nel. la nostra Facoltà di teolo
gia, si tenne il primo convegno tra evangelici italiani sul
diverso modo di intendere la
lettura delle medesime Scritture. Nel biennio 1980-82 tra
i giovani delle circa 60 chiese
evangeliche della capitale si
instaurò una felice comunione con periodici incontri di
carattere ricreativo, teatrale,
sportivo e biblico-teologico.
L’incontro di Roma si svolse
grazie alla fraterna disponibilità dei professori della Facoltà e alla rivista «Credere e
comprendere», dinamica espressione di alcune sorelle e
di alcuni fratelli delle Assemblee dei Fratelli.
Il compianto professor Vittorio Subilia accolse in «Protestantesimo» (4 n. 3/1982) le
relazioni dei professori Bruno
Corsani («L’autorità della
Bibbia e lo studio storico-critico») e Pietro Bolognesi
(«Leggere la Bibbia oggi»).
Come «giovani evangelici romani» (così si denominò il
gruppo) ci parve importante
riflettere insieme sulla pluralità di letture bibliche. Questa
iniziativa, insieme a un’altra,
appoggiata dalla Federazione
a Villa Betania, nell’ottobre
dello stesso anno con i professori Michele Sinigaglia e
Pietro Bolognesi, purtroppo
non ebbe seguito a livello nazionale.
Tra le lodevoli eccezioni: i
convegni Fratelli-valdesi e la
rivista dei Gruppi biblici universitari «Certezze», che ha
ospitato un numero tematico
sullo Spirito Santo e organizzato nel novembre 1992 un
interessante incontro sul calvinismo. Gli evangelici italiani non si incontrano, purtroppo; come evangelici ci siamo
piuttosto scontrati: nel secolo
scorso sul tipo di organizzazione ecclesiastica, oggi sulle
Scritture.
E possibile rincontro? Ricordo ancora la gioia degli
incontri, alcuni anni fa, tra
Fratelli e metodisti nella consapevolezza evangelica che
c’è sempre un gruppo, una
comunità che confessa la nostra stessa fede evangelica,
pur avendo storia e organizzazione differente (Marco 9,
38-40). «La distinzione tra
Parola di Dio e Scrittura ricordava nel 1982 il prof.
Subilia - non risale all’Illuminismo del XVIII secolo.
Nel “De servo arbitrio" Lutero afferma con chiarezza
lapidaria: “Due cose sono
Dio e la Scrittura di Dio, non
meno che due cose sono il
Creatore e la creatura di
Dio". (...) Sarebbe interessante stabilire se l’origine
prima dell’idea dell’ispirazione verbale debba essere
fatta risalire a quelle notazioni del libro dell’Esodo
(24, 12; 31, 18; 32, 16) in cui
è detto che le due tavole della Legge “erano opera di
Dio e la scrittura era scrittura di Dio, incisa sulle Tavole”. Per questo vennero custodite nell’Arca del Patto,
posta nel Luogo Santissimo
del Tempio di Salomone
(960-587 a.C.). Ma l’avvenimento di Gesù non prende il
posto del Tempio (Giovanni
2, 18-22) e quindi anche delle due tavole della Legge, superando le sacralizzazioni
degli strumenti della testimonianza? Noi confessiamo Gesù come la Parola che Dio ci
ha mandato per farsi conoscere da noi, liberandoci dalle nostre idolatrie che, anche
nelle loro forme più moder
ne, non sono che proiezioni
dei nostri elementi umani sul
piano dell’assoluto, come diceva Feuerbach. I documenti
biblici testimoniano dell’avvenimento di questa Parola
nel quadro della storia: la loro funzione è uno strumento
nelle mani di Dio per trasmettere a noi la conoscenza
di questo avvenimento irripetibile e non conoscibile per
altre vie, diverse dalla testimonianza dei testimoni oculari che ne riferiscono».
La differenza tra evangelici
è dunque di carattere ermeneutico (interpretativo). Nell’incontro intorno alla Parola,
e perché no, alla Cena del Signore, ci si riconosce, per
grazia, sorelle e fratelli; luogo di incontro privilegiato insieme alla comunità locale è
rincontro a livello denominazionale. Nei fatti, per esempio. Esercito della Salvezza e Unione delle chiese
avventiste collaborano con
battisti, metodisti e valdesi,
pur avendo una comprensione ermeneutica differente
delle Scritture.
Due letture della Bibbia, ma
un’unica fede evangelica. Alcuni anni fa, poco prima di
morire, un amico caro, predicatore e anziano di una Assemblea dei Fratelli, mi disse:
«Bisogna lavorare, anche a
tempi lunghi (Pentecoste ’94
docet) per l’unità dell’evangelismo italiano, perché una è la
fede comune nel Cristo morto
per i nostri peccati e risuscitato per la nostra giustificazione» (Romani 4, 24-25).
Divisioni teologiche e comprensione del testo biblico
Il culto della mente aperta: segno
dì maturità o di immaturità?
ANNA GROSSO
DIBATTITO CHIUSO
Continuiamo la pubblicazione degli interventi pervenuti entro il 15 maggio in relazione alla presa di posizione di 65 pastori e diaconi in appoggio alla raccomandazione del Parlamento europeo circa i diritti degli omosessuali. Il dibattito tra i lettori è però ormai chiuso e preghiamo quindi di non intervenire ulteriormente. Grazie.
Ho letto con interesse gli
interventi di Cicchese e
Spanu (n. 13 e 15); se da un
lato apprezzo in Spanu l’attitudine all’ascolto e il rispetto
per posizioni diverse dalla
sua dall’altro mi riesce difficile seguire il suo ragionamento «siamo tutti assieme
dalla stessa parte della Bibbia nonostante le opinioni diverse», quando mette sullo stesso piano una non uniformità di convinzioni
sull’attitudine da tenere in situazioni estreme di guerra
(come l’aggressione di un
nemico armato) e una divergenza su punti centrali della
fede, che mettono in questione l’essenza stessa dell’
Evangelo. Mi sembra che fra
le divergenze teologiche sottolineate da Cicchese, che investono la persona e l’opera
di Gesù Cristo, il posto da accordare alla rivelazione biblica, e quelle portate come
esempio da Spanu vi sia la
stessa differenza che corre tra
una questione di «carni sacrificate agli idoli» e una di «diverso Evangelo». Per le une
siamo invitati a accettarci
l’un l’altro, per le altre siamo
chiamati con fermezza a non
transigere.
Mi rendo conto che così dicendo il problema non è risolto ma solo spostato un po’
più in là, perché ciascuno è
facilmente pronto a difendere
come essenziale e irrinunciabile il proprio pallino teologico particolare. Non ho nessuna intenzione di fare una lista
dettagliata di ciò che dobbiamo considerare centrale o
marginale, ma ritengo di poter affermare che la dottrina
di Cristo è piuttosto centrale
nell’Evangelo, e che divergenze di fondo sulla persona
e l’opera di Cristo non siano
quisquilie da liquidare con
A proposito della dichiarazione dei 65 pastori e sui diritti degli omosessuali
Esìste un modo cristiano dì essere coppia?
BRUNO COSTABEL
Sono uno dei 65 pastori e
diaconi che hanno firmato
la dichiarazione di appoggio
alla raccomandazione del
Parlamento europeo, diretta
agli stati membri, sul riconoscimento delle convivenze
omosessuali.
Perché una presa di posizione di alcune persone espressa, come ho fatto io, a titolo personale, ha suscitato
questa violenta reazione di tipo biblico-fondamentalista?
1) Affermare che ci sia nella Bibbia l’intenzione di condannare «tout-court» l’omosessualità come frutto di peccaminosa e perversa deviazione sessuale mi pare assurdo, così come mi pare assurdo sostenere che un credente
debba, al giorno d’oggi, sostenere, fondandosi su Giosuè
10, 12-13, la teoria tolemaica
contro quella copernicana.
Così come sarebbe assurdo
condannare come nemico di
Dio chi, in contrasto con i
primi due capitoli della Genesi, ritiene che il mondo non
sia .stato creato in sei giorni.
2) Perché non ridiscutere il
problema dell’omosessualità
in base a un’esegesi teologica
più serena e più seria, come si
è fatto per gli argomenti su in
dicati, tenendo conto anche
delle ultime ricerche scientifiche, anziché condannare
aprioristicamente le esistenze
di forme e attività sessuali, diverse da quelle etero, come
frutto di scelte perverse? A livello scientifico è ormai assodato che non si possono accusare gli omosessuali di essere
colpevoli dato che il loro è
uno stato, una condizione,
non la conseguenza di una libera scelta. Non si tratta nemmeno di una malattia che debba e possa essere curata; ci
sono uomini e donne che devono constatare di essere
omosessuali esattamente come si constata di essere alti o
bassi, biondi o bruni, bianchi
o neri senza che la volontà o
la scelta c’entrino in qualche
modo. Ma nessuno può sentirsi autorizzato a emarginare o
demonizzare chi ha caratteristiche diverse da .sé.
3) Ho firmato coscientemente il documento non per
incrementare polemiche e reciproche condanne ma perché, se ne fos.se stato il caso,
anche nelle nostre chiese si
discutesse del problema: mi
pare proprio che è il caso che
si affronti questo argomento.
Nelle nostre comunità troppo
a lungo si è proceduto verso
gli e le omosessuali o igno
randone 1’esistenza (ciò che
non si vede non c’è, non fa
problema) o usando l’ipocrisia. Quando qualcuno mi ha
chiesto se l’omosessualità
viene condannata nelle nostre
chiese, ho sempre risposto rifacendomi alla libertà di opinione e alla responsabilità di
ognuno, poiché non abbiamo
un papa che parla a nome di
tutti. Tuttavia non si può
ignorare che se ci sono comunità che apprezzano e favoriscono il dialogo e accolgono
gli omo.sessuali senza problemi fra i loro membri di chiesa, esistono persone che si indignano e fremono di sacro
furore soltanto a sentire menzionare la diversità sessuale.
Ma perché scagliarsi contro
la mozione del Parlamento
europeo che, dopotutto, ci invita soltanto a fare un po’ di
spazio in concrete situazioni a
tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro sessualità, concedendo loro una casa
come sembra logico a tutte le
coppie di avere? Il documento
firmato dai 65 parla del resto
di «convivenze civili», cosa
su cui sono d’accordo, almeno in Italia, la maggior parte
degli interessati. Ironizzare
sul termine «matrimonio», soprattutto quando si pensa a esso come il sacro mezzo o me
glio all’unico modo consentito dalle leggi divine per generare figli benedetti dal Signore che benedice nel matrimonio come unico scopo l’illimitata procreazione, significa ridurre il matrimonio stesso a
un fatto meramente riproduttivo, dimenticando l’amore, la
stima, il dialogo, l’affetto, la
solidarietà.
Una volta noi evangelici affermavamo che non vi è un
matrimonio cristiano ma un
modo cristiano di vivere il
matrimonio. Potremmo affermare oggi dicendo: non vi è
una coppia che vive perché
l’istituzione, anche ecclesiastica, la approva e la sostiene,
ma un modo cristiano di essere coppia che ha a che fare
con il rispetto reciproco,
l’amore non puramente egoistico e via dicendo. Non si
tratta di fare giri di parole e
non mi metto in lista per celebrare matrimoni gay, tanto
per provare che sono uno spirito libero. Non è questo che
chiedono gli e le omosessuali! Ma diamo loro spazi di incontro e diritto di vivere la
loro esistenza in serenità e libertà di azioni, sperando che
presto si parli di comuni diritti e di pari responsabilità di
eterosessuali e non. Vogliamo pensarci almeno a fondo?
facili pacche sulle spalle e
«vogliamoci bene». Penso
quindi che il problema sollevato da Cicchese meriterebbe
di essere esaminato con più
attenzione, perché a mio avviso va al di là del problema
puramente teologico e diventa problema di vera e propria
onestà intellettuale: se A è
vero, il contrario di A non
può essere vero. Mi chiedo se
c’è qualcosa in campo teologico di cui possiamo affermare con convinzione: questo è vero e il suo contrario
non è vero?
Oggi nei nostri ambienti vi
è un rifiuto per tutto ciò che
sa di dogmatismo: chiunque
abbia opinioni chiaramente
formulate e saldamente mantenute è impopolare: va di
moda essere di mente larga e
aperta, ma il cristianesimo
storico è essenzialmente dogmatico, perché si pone come
fede rivelata e non come collezione di speculazioni puramente umane. Ben venga
l’apertura di mente in tutte
quelle questioni in cui la rivelazione, che ci rivela un certo
numero di cose anche se non
ci rivela tutto, lascia il campo
aperto. Ma in quelle in cui essa parla in modo chiaramente
intelligibile, il culto della
mente aperta non è segno di
maturità ma di immaturità.
Chi non sa mai decidere che
cosa credere non è per questo
una mente geniale: Paolo lo
definisce un «bambino» che
finisce inevitabilmente sballottato qua e là da ogni vento
di dottrina.
Altre osservazioni
Un’altra osservazione: mi
va benissimo che (sempre sul
n. Ì5, pag. 1) si insorga contro papa Wojtyla per la sua
bella trovata della prima apparizione di Gesù risorto a
Maria sua madre. D’accordo
con i richiami al «Sola Scrip
mra» quando il Vaticano
fuori m modo alquanto ar
trario idee che non hanno
scontro biblico. Ma allora
chiedo: perché non vièT
stessa fermezza e lo stosso
chiamo alla Scrittura quao,
all’interno delle nostre clZ
SI viene fuori con trovate i
ben maggiore portata *
toccano per esempio non sé
l’ordine delle apparizionii
Cristo ma la resurreziom
stessa di Cristo?
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Sergio
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Carissimi
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di via (
Solevostr
jdla nostra
e v:
Quale cristologia?
Nelle chiese valdesi e metodiste vi è attualmente unt
battito sulla cristologia, Ho
letto i documenti di ricerca
teologica che il Sinodo ha
proposto all’attenzione
chiese e mi chiedo: se inve«
dei nostri teologi questi documenti li avesse partoritili
Concilio Vaticano II, come
avremmo reagito? Non saremmo forse insorti a denuuciare inaccettabili contrasti
con la Scrittura, con i principi
della Riforma e via dicendo!
Provenendo invece dai noslii
ambienti, dalle nostre scuole
teologiche, ecco che diventano «interessanti contributi di
libera ricerca volti a arricchire in dibattito attuale», o al
massimo «esplorazioni spericolate» di qualche teologo uà
po’ birichino. Due pesi e due
misure?
Non ho intenzione di lanciarmi in un’arringa in difesa
della «fedeltà biblica» perché
mi rendo conto che nel dibattito attuale questo termine e
diventato un contenitore ii
cui si infila tutto e il contrario
di tutto. Mi limito provvisoriamente a spezzare
eia in favore di una
coerenza e rigore _
argomentazioni. Si potrebbe
cominciare a prendere sul serio il principio di non-contraddizione nei nostri dibattiti. Chiedo troppo?
gli !
fjialle cc
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La dichiarazione dei 65 pastori e diaconi
Una posizione grave
sw^os
Mi, palco
sliuili¡|isiei
wè solo
piaato, ben
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MARIO ALBERIONE
Mi sembra che la posizione dei 65 teologipastori protestanti sia grave,
perché:
1) Esprime parere favorevole alla delibera del Parlamento europeo in maniera assolutamente acritica, senza
annunziare quanto dice la parola di Dio circa il problema
dell’omosessualità (Genesi 2,
24 e 19, Levitico 20, 13, Romani 1,1 Corinzi 6, 1).
2) Romani 1 avverte che in
mancanza di riconoscimento
della sovranità di Dio sul
mondo, nel voler seguire i
propri istinti e vani ragionamenti, Dio abbandona gli uomini a ogni genere di malvagità e corruzione fino alla
completa degradazione dell'essere umano. Questa posizione è chiaramente esaminata esegeticamente da Calvino
(Sur TEpistre aux Romains,
cap. 1 parr 24-25).
3) Ci si rende maggiormente colpevoli quando si afferma che l’omosessualità è
«una condizione» escludendo
quindi studi di eminenti studiosi come Freud e altri, che
confermavano trattarsi di una
«perversione» coscientemente scelta, anche se la sua eziologia è dovuta a problemi di
Via Pie
ViaFo
ViaR(
•HETTORE;
educazione neH’ambhoP^
rentale, traumi e violenze su
bite nell’infanzia, inclinaz»
adolescenziali non corre
tempestivamente, ecc.
4) Considerare ......
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fatto comunque positivo
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jffgio e Alda
De Ambrosi
ririssimi Alda e Sergio,
¿fratelli nel Signore,
Incordo dell’amicizia che
‘gali è tanto vivo nel
cuore. Vi rivediamo
a casa milanese, vi
nella chiesa metodi via Correnti, risentiale vostre voci, le risate
ga nostra gioventù, che si
Ornavano a discussioni inaiate e vivaci,
frano gli anni ’60, gli anni
i,cui alle comunità evangeli(le italiane si prospettava
¡80 urgenza il problema poliii9,che spesso divideva gli
¿laguerra nel Vietnam,
¡cortei di protesta, tutta una
jjltà nuova e sconvolgente:
gvoi il discorso era acceso,
Misempre eravamo d’accorÉiinaun profondo affetto celeutava i nostri incontri e
itlacomune fede riuscivamo
itiuvate il nostro comune riIffliento.
Tiricordo, Alda cara, menutti chinavi su di me che
«evo appena dato alla luce il
io quarto bambino, abbracdaidomi e offrendomi il tuo
dolio, un «babycresci» come
osava allora. Quanto presto ci
Ili lasciati! Ricordiamo te e
Ser^ocon i vostri ragazzi,
aos4ilunni alla scuola domeaisale, ricordiamo il fratemoe gioioso abbraccio con
Seigioaun imprevisto inconttoafavona, durante Tinaujfflàone della nuova chiesa
ffitoistadi quella città.
Intotdi si affollano nel noto!^, i vuoti di cui si è
ùaviaaempita la nostra vita
I w^osi. Ma forse, voi e
“4 ¿cosa abbiamo cotoia^ieme, qualcosa che
■¿solo uno sterile rimpiaito, bensì una luminosa
Pffia, una certezza: poiché
*eiioi «sappiamo in chi abbianB|reduto» e, pur nella
delle nostre umane
¿iTdì e noi, ciascuno lunassegnato dal
We, aWamo cercato di
L'arte aiuta la fede
La «passione» nella critica delirarte
Connesse all’etimologia del termine
«passione» sono riproposte le terribili
sofferenze del Cristo sulla croce, di
«Colui che è stato trafitto a motivo
delle nostre trasgressioni e fiaccato a
motivo delie nostre iniquità» (Isaia 53,
5 ss). Durante il corso dei secoli su
questo tragico evento, unico, come
messaggio di salvezza eterna nella storia dell’umanità, si è innestata la «pia»
consuetudine di chiamare «santa» la
settimana precedente la Pasqua di resurrezione (purtroppo proprio nelle ultime settimane si sono constatati i superficiali aspetti di una tradizionale religiosità popolare).
Vien fatto, allora, di riflettere su come, nonostante i 20 secoli di presenza
cristiana, siano radicate ancora le emotive credenze (certo di origine pagana)
in cui il folclore e un seriale artigianato vorrebbero essere considerati nella
suggestione visiva dell’arte sacra; evidentemente chiare, invece, sono le originarie radici dell’antica visione idolatrica. I momenti sublimi di dolore del
«servo deH’Etemo» sono motivo, purtroppo, di esteriore scenografia in rappresentazioni gestuali ove non possia
mo ravvisare alcun aspetto di «sacralità» artistica.
Dinanzi a tale tipo di materialistica
concezione ricordiamo, tra gli altri, le
espressioni del critico d’arte inglese
John Ruskin (1819-1900) che ebbe un
pensiero religioso della vita nella quale l’arte dovrebbe essere solo un mezzo di elevazione dello spirito. Indubbiamente questo è lo spunto per la
«querelle» dell’abusato dualismo tra la
cosiddetta arte sacra e quella profana;
proprio Ruskin scriveva, a tal proposito: «Noi domandiamo all’arte di fissare ciò che è incomprensibile, di dare
un corpo a ciò che non ha misura, immortalità a cose che non durano». Negli ultimi anni un critico d’arte, il Costantini, inveisce contro «tutte quelle
paccottiglie, tutte quelle volgari produzioni industriali che offendono la
maestà del culto»'; al contrario, sappiamo che la distinzione da tutte le altre attività creative umane è la sua religiosità, intesa non in senso devozionale ma in quello più profondo che
guida al mistero della divinità animatrice dell’Universo^
Pertanto, superata ogni forma di sen
timentalismo, accentuato da un misticismo di natura medievale, escludiamo
ogni giustificazione di presunta «serialità» cercando di ripetere il percorso di
vita nello spirito della creazione ricordando che «Gesù rivendica a sé e al regno di Dio l’intera vita umana in tutte
le sue manifestazioni»^
Alle folle che seguono i vari vitelli
d’oro confondendo la fede con la credulità religiosa di massa, viene rivolto
il pressante invito del messaggio cristiano verso Gesù, che ne è il centro: il
fondamento di ogni ispirazione, ossia
l’alfa e l’omega oltre ogni immagine
visiva.
Solo comprendendo tali trascendenti
valori della genuina sacralità dell’arte
non si potrà più affermare con il profeta Osea: «Il mio popolo perisce per
mancanza di conoscenza» (4,6).
Elio Rinaldi-Firenze
(1) V. Franco Reinotti, «Orientamenti
suU’arte».
(2) Ardengo Soffici, «Periplo dell’arte»,
1928.
(3) Così D. Bonhòffer in H. Mottu - M.
Castiglione, «Religione popolare in un’ottica protestante», Claudiana.
annunciare l’Evangelo del nostro salvatore Cristo Gesù, «il
quale ha distrutto la morte e
ha prodotto in luce la vita» (II
Timoteo 1, 10).
In quella luce voi già siete,
in quella luce un giorno noi
vi raggiungeremo.
Florestana e Emidio
Chiese e Africa
Leggo sul n. 16 di Riforma
la lettera di Marcello Gaietti
a proposito dell’immagine
dell’Africa che giunge nel
nostro mondo attraverso i
mass media e non posso che
condividere il suo pensiero.
Vorrei però fare due considerazioni, utili spero sia all’amico Gaietti sia a tutti coloro che si appassionano ai
problemi dei paesi e delle
chiese extraeuropei.
Mi pare innanzitutto che
Riforma dedichi ai temi del
cosiddetto Terzo Mondo uno
spazio decisamente superiore
età» '
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Riforma
Via Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
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J^ORE; Giorgio Gardioi
J^IRETTORI: Luciano Deodato, Emmanueie Paschetto
passo Í
00®^ ®4riORI: Steiio Armand-Hugon, Ciaudio Bo, Aiberto Bragagiia, Danieie
Musetto, Luciano Cirica, Aiberto Coreani, Piera Egidi, Fuivio Ferrano, Mauilzio Giroiami, Anna Maffei, Miiena Martinat, Carmeiina Maurizio, Luca Ne9fo, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronei, Roberto Peyrot, Gian Paoio RicGiancarlo Rinaldi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Pierval“loRostan, Marco Schellenbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele
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pesa"" ‘®“mulativo Riforma + Confronti £ f00.000 (soio Itaiia)
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ABBONAMENT11994
ESTERO
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“nti s.r.|., via Pio V15 bis, 10125 Torino.
Siane sMmanale mitiula con L’Eco deUe KS/fi mìdesi;
non può essere venduta separatamente
a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000
eli naillimetro/colonna £ 1.800
a parola £1.000
ti ri ® ""ovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
. responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
in data 5 marzo 1993.
20 del 20 maggio 1994 è stato consegnato per l'inoltro postale all’Ufficio CMC
'"«Reiss Remoli 44/11 di Torino mercoledì 18 maggio 1994.
rispetto al passato e perciò
esprimo riconoscenza alla redazione. In secondo luogo, le
chiese valdesi e metodiste italiane, proprio attraverso le
chiese protestanti africane
(certo non tutte!) la possibilità
di essere informate su ciò che
succede «a sud della Sicilia»
l’hanno già, ma forse non sanno sfruttarla in modo adeguato. La Cevaa è una comunità
di chiese che vive proprio
dell’informazione e della solidarietà tra i suoi membri. E
una comunità, lo sottolineo, e
non un organismo ecumenico
o addirittura un’agenzia di
aiuto che vive attraverso funzionari itineranti per il mondo.
Le nostre chiese sono consapevoli di far parte di questa
comunità? E soprattutto lo
vogliono veramente? A nome
del Comitato italiano per la
Cevaa ringrazio le chiese che
hanno inviato la colletta della
domenica della Comunità
evangelica di azione apostolica e mi permetto di sollecitarle a cercare anche occasioni
di informazione e di dibattito,
utilizzando sia Riforma sia il
Comitato stesso.
Franco Taglierò - Biella
Ricordando
il past. Balma
Con la funzione funebre
presieduta dal pastore Rostagno alla presenza di parenti,
alcuni amici e pastori, hanno
avuto luogo mercoledì 20
aprile a Torre Peliice i funerali del pastore evangelico
Teodoro Balma, deceduto a
Lugano all’età di 86 anni.
Molti ricorderanno certamente il compianto pastore
Balma quale grande e convincente predicatore dell’Evan
Il clic
di prima pagina
Speranza per un aiuto:
bambini e uomini tutsi
aspettano in Burundi di
essere trasferiti in un campo di rifusati gestito
dairOnu. I rifugiati si ammassano nei paesi confinanti il Ruanda e vivono
in condizioni alimentari e
sanitarie difficili.
gelo, dotato di una non comune capacità di comunicazione. Nei suoi sermoni riusciva
a far sentire, come ha detto il
pastore Rostagno, la forza del
testo originale, che nella versione italiana talvolta poteva
venir meno in qualcosa.
Con il suo sorriso e la sua
simpatia sapeva infondere serenità e fiducia nell’animo di
tutti. Prima di allontanarsi a
malincuore dalle nostre valli,
per fissare poi definitivamente la sua dimora in Svizzera,
si prodigò con tutte le sue
forze e in diversi modi per il
bene del prossimo. Oltre che
per il suo fecondo ministero
pastorale avvenuto in diverse
località (Catania, Venezia,
Torino e infine in mezzo a
noi) riscosse anche apprezzati
consensi scrivendo diversi libri tra i quali II martirio di un
popolo. Diede pure un grande
contributo, animando e sostenendo attività giovanili (tra
queste il teatro), evidenziando una grande sensibilità e
passione, dando sempre, anche in circostanze difficili la
sua valida collaborazione.
Con questa sofferta separazione fisica, il tempo non riuscirà però a cancellare il bel
ricordo di un grande maestro
e amico.
Giampiero Saccaggi
Luserna San Giovanni
I progetti
della Cevaa
Caro direttore,
speravamo che la nostra
chiesa non sarebbe scesa in
campo per l’acquisizione delle quote 8 per mille degli indecisi con i sistemi pubblicitari in uso corrente. E invece
ci siamo trovati fra le mani il
volantino diffuso dalla Tavola, e vogliamo qui esprimere
la nostra profonda delusione.
Delusione accentuata ancora dal contenuto del volantino
stesso: una enumerazione delle nostre numerose opere
(non tutte però) che sembra
più puntare sulla quantità che
sul significato, e che può anche dare l’impressione di un
certo malcelato compiacimento. Del tutto secondaria e
accessoria appare la volontà
di appoggiare opere sociali in
altri paesi (specie nel Terzo
Mondo), in cui il detto fra parentesi viene preso dal testo
in questione.
Ci era sembrato di capire
dai dibattiti sinodali che la
preoccupazione di venire in
contro ai problemi drammatici in cui vive la maggioranza
della popolazione del mondo
era stata prioritaria nella decisione di aderire al sistema
dell’8 per mille. Di tutto questo nel volantino rimane solo
un’eco vaga e indefinibile.
Rimane poi a noi incomprensibile, in quel breve inciso dedicato a questa problematica, la non menzione della Cevaa. Ma siamo o non
siamo membri di questa comunità di chiese alla cui costituzione il Sinodo del 1972
aveva dato un voto unanime?
Perché preferiamo appoggiare il sostegno a altri organismi (magari le agenzie
deirOnu)?
La visione mediata da questo volantino della realtà delle nostre chiese è comunque
di un accentuato e preoccupante ripiegamento su se stesse che ci deve far riflettere.
Renato Coìsson
Franco Taglierò
La nostra
preghiera e le
nostre parole
Nel 1919 venne dalle parti
di Fano un missionario
dall’Inghilterra che quando
insegnava «spezzava la parola di Dio». Era bravissimo;
insegnava solo la parola di
Dio e non quella degli uornini, come direbbe il prof. Cicchese.
Un esempio: Gesù Cristo
diceva che se vogliamo pregare, lui ci dava un insegnamento. Quando pregate, pregate
cosi: con il Padre Nostro. Ebbene, Cesare Ronco mi diceva
che non bisogna dire il Padre
Nostro perché è una preghiera
che potevano dire gli ebrei,
non i «nati di nuovo». Noi
non siamo nella chiesa mondana (cattolica o valdese), siamo l’Israele di Dio.
In poche parole: non dobbiamo dire il Padre Nostro.
Ma se è così, come la mettiamo con l’indicazione di Gesù
Cristo? Questi fratelli dovrebbero smetterla di insegnare le
dottrine plymouthiste per dare retta alla lettura biblica.
Qui nelle Marche ci sono dei
fratelli che presi uno per uno
sono persone bravissime, ma
se metti nelle loro mani una
Bibbia... ben difficilmente si
mettono in questione personalmente; vedono il prossimo
da condurre alla chiesa dei
santi e poi tutti gli errori del
prossimo.
Guido Pagella - Fano
Errata
Nella didascalia pubblicata
a pag. 3 del numero 18 del 6
maggio abbiamo commesso
un errore: la Chiesa di Campobasso è valdese, non metodista. Ci scusiamo con i fratelli e le sorelle interessati
Chiediamo scusa anche per
un altro errore di traduzione
di una sigla: sul n. 19 del 13
maggio, a pag 2, abbiamo tradotto la sigla Abc come American Baptist Convention
mentre in realtà si tratta di
American Baptist Churches.
Pai
RINGRAZIAMENTO
«Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà»
Salmo 23
I familiari di
Antonio Paolucci
ringraziano di cuore tutti coloro
che con presenza, fiori, scritti e
parole di conforto hanno preso
parte al loro dolore.
Forano, 10 maggio 1994
Si è spento a Senigallia il 22
maggio
Aurelio Mario Paolini
di anni 82
nella serenità della luce di Gesù, di cui è stato sempre fedele
testimone anche nella sua professione di medico chirurgo.
Ne danno l'annuncio la moglie
Pina, le sorelle Mina, Laura e Lidia col marito Ugo Gastaldi e i nipoti tutti.
Milano, 23 maggio 1994
RINGRAZIAMENTO
«L'Eterno è la mia rocca,
la mia fortezza, il mio liberatore»
Salmo 18, 2
I familiari di
Ersilio Long (Silvio)
ex internato e alpino
sentitamente ringraziano tutte
le persone che hanno manifestato affetto e solidarietà nella triste
circostanza, e che hanno dimostrato amicizia durante il lungo
periodo di infermità.
Un particolare ringraziamento
vada al pastore Bruno Rostagno;
al medico curante dott. Roberto
Laterza e alla guardia medica
dott. Bruno Sciutteri; alle associazioni e amici ex internati e alpini;
al sindaco, all'amministrazione comunale e ai vigili urbani di Torre
Peliice; ai sigg. Bessone e Parassi
per la loro premurosa disponibilità.
Torre Peliice, 27 maggio 1994
RINGRAZIAMENTO
La moglie e i familiari tutti di
Giacomo Balbo Mussetto
riconoscenti per le dimostrazioni di affetto ricevute, ringraziano
tutti coloro che hanno preso parte
al loro dolore.
Luserna San Giovanni,
27 maggio 1994
RINGRAZIAMENTO
«lo sono persuaso
che né morte né vita (...)
potranno separarci
dall'amore di Dio»
Romani 8, 38
Il marito, il figlio, il fratello e tutti
i parenti della cara
Franca Rostagno Santiano
nell'impossibilità di tarlo singolarmente ringraziano tutti coloro
che sono stati loro vicino in questa tragica circostanza con partecipazione, fiori, parole di solidarietà. Eventuali offerte saranno
devolute secondo la volontà dell’estinta.
San Secondo di Pinerolo,
27 maggio 1994
16
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Per la prima volta la Chiesa Evangelica Valdese ha accesso alla distribuzione dell'otto per
mille del reddito IRPER E il primo impegno che
prende è di rendere conto attraverso i più importanti giornali di come spenderà i soldi raccolti. Tanto per cominciare non saranno utilizzati per le chiese e per le spese di culto, ma saranno investiti in opere sociali e assistenziali in
Italia e all'estero.
Le Chiese Valdesi e Metodiste sono da
sempre fortemente impegnate in campo sociale: costruiscono e gestiscono
ospedali e case per anziani, conduco
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handicap; inoltre collaborano con il Consiglio‘
Ecumenico delle Chiese per l'intervento
paesi del terzo mondo più povero. I più . diaconi
progetti prevedono una scuola in Mozambico
in Madagascar e un canale navigabile nello
Zambia.
Chiunque voglia conoscerci meglio o avere
informazioni più dettagliate sull'attività delle
Chiese Valdesi e Metodiste e sui progetti in corso e futuri, può scriverci o
telefonarci. Saremo felici di rispondervi.
ittivo:
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CHIESA EVANGELICA VALDESE
UNIONE DELLE CHIESE METODISTE E VALDESI,
via Firenze, 38 - 00184 Roma - Tel. 06/4745537
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