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ValleáO
(Torino)
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©ELLE VALLI VALDESI
Quindicina!e
deila Chiesa Vaidese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le qualii avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno, LXXXfl — Num. 19
Una copia L. 20
ABBONAMENTI
{
Eco: U. 600 per Tinterno Eco c La Luce; L. ^000 per 1 interno
L. 1000 per Testerò
L«^|j9Q per l’estero
Spedis. abb. postale II Gruppo | TORRE PELXiICE 12 settembre 1952
Cambio' dTndiriszo Lire 30*— I Ammin. Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-17557
IL SINODO VALDESE 1952
Ma tu^ o uomo di Dio...
Dal Sermone di aperiura del Sinodo
predicalo dal Paslore Luigi Marauda
Quel che fa ruomo, è anzitutto e soprattutto la personalità, ossia il
senso innato della sua identità, che gli viene dal Creatore, il quale « fece
l’uomo a sua immagine e somiglianza ».
Il soldato alla caserma è un numero...; il galeotto è un numero... Ma,
di fronte a sè e di fronte a Dio, ciascuno di noi è una Entità spirituale.
Guai a chi non lo sentisse! Gli mancherebbe la molla indispensabile ad
ogni pensiero, ad ogni sana attività dello spirito.
L’uomo di Dio lo sente al sommo grado. Egli, più di tutti, è conscio
delia sua dignità di uomo; è virile. Perchè « progenie di Dio » (come diceva San Paolo) egli, prima, rispetta sè stesso — laddove quanti così detti
uomini si abbrutiscono in mille modi... — ed ha quindi coscienza della
sua autorità morale. Di più : dell’Iddio Oimipotente, tre volte Santo, ei si
considera, nella sua pochezza « collaboratore » per il trionfo del Bene
quaggiù; perchè quel Dio è l’Ispiratore Supremo della sua vita.
Autorità morale non disgiunta mai da umiltà cristiana.
L'uomo di Dio contrappone sempre questa nuova caratteristica, sconosciuta al mondo, a quella contraria — che è forse la più spiccata nella
natura umana; cioè la superbia.
Il cuore dell’uomo è così « maligno », che il sentimento innato e legittimo della sua dignità lo porta per lo più all’orgoglio; gli ispira prepotenza; lo spinge ad imporsi... si capisce: ai suoi firn egoistici e, quindi, con
mezzi tutt’altro che leciti. La stona della dolente Umanità informi!
, Ma stimare altrui, per umiltà, da più di sè stesso; aver riguardo,
non alle cose proprie, ma anche'a quelle degli altri »...; ecco il tuo segno
distintivo, o « uomo di Dio ».
Ogni essere umano, debole ed imperfetto come te, ti sia fratello; perchè « uomo di Dio » non è « super-uomo ». Anzi; ci metteremo alla portata dei meno privilegiati di noi; stenderemo la mano al misero, all’ignorante; accoglieremo anche il più indegno; e, senza mai gonfiarci dei nostri
innegabili privilegi spirituali e morali, ce ne serviremo per rianimare gli
sfiduciati: « O uomini, in alto! Pur umili »: è Cristo ch’è grande! « Bisogna die Egli cresca e che io diminuisca! »
Ricoraiamolo ; la porta dei Cieli è bassa e la si varca in gmocchio;
su di essa il Maestro « umile di cuore » ha scolpito la prima di quelle sue
Beatitudini che costituiscono il caposaldo dell’Evangelo : « Beati i poveri
in ispirito! »
iuttavia, se l’uomo naturale ignora l’umiltà, ei possiede fino ad un
certo punto un altro sunpatico sentimento atto ad unire gli umani fra di
loro : voglio dire la solidarietà.
La vedete manifestarsi in opere assistenziali, in congressi e studi umanitari, m private iniziative di soccorso ispirate da casi pietosi e via dicendo: sarebbe ingiustizia il non riconoscerlo.
E’ pur lecito chiedersi: quale consistenza offre questa Solidarietà
umana? Quali assicurazioni possiamo noi ricavarne? Quali ne sono i frutti? Frutti evidenti benefici; si. I quali, però, non vietano purtroppo all’uomo di essere ancora « lupo per l’uomo » — che dico? ancora, e sempre
più « lupo » e sciacallo e iena, per l’uomo!...
Tant’è, che alla base di molte opere filantropiche tu scopri il più lurido e feroce egoismo umano; tanto è vero che i massimi sforzi della civiltà son rivolti, con sacrifici ingenti, a ben altri scopi; tanto, msomma,
che, per l’uomo, la fraternità più m auge è quella del Partito — ossia dunque falsa, perchè esclusiva; e, come tale, gravida di sangue!
Per l’uomo di Dio, l’umana solidarietà si chiama simpatia; e vale:
« sentire con »; « soffrire con »; vale immedesimarsi col fratello; non soltanto non fargli ciò che non vorremmo fosse fatto a noi (e sarebbe già
molto...); ma fare a lui ciò che vorremmo ci fosse fatto; amarlo; « amare
il prossimo come sè stesso ». Perchè, al disopra di tutti i partiti, al dilà di
ogni interesse, il Cristianesimo è Amore — ed è universale...
L’uomo, infine, ad onta di tutta la sua alterigia, l’uomo di mondo è
triste, perchè debole.
Malgrado gli splendori della sua civiltà, e le sue brillanti conquiste,
egli deve riconoscere che, in molte circostanze della sua vita individuale
o sociale, egli è impari ai suo compito; o addirittura impossente. E quando questo complesso della sua inferiorità si manifesti più acuto, crea i depressi, gli sconfitti della vita. L’uomo di Dio, perchè credente, vince con
la fede.
Che cos’è la fede? Essa vale, qui, fiducia; abbandono filiale alla volontà del Padre; ed incrollabile assicurazione che le di Lui promesse non possono mentire. Fede, è qui « certezza di cose che si sperano, dimostrazione
di' cose che non si vedono ». Fede è « la vittoriosa potenza che vince il
mondo ». Rimedio infallibile al pessimismo umano, (per un verso così
comprensibile e motivato) fede è l’entusiasmo sanamente ottimista del
Figliuolo di Dio che, pur nell’ascesa al Calvario, inneggiava alla caduta di
Satana. Fede, è perseveranza — perchè « speranza che non rende confusi ».
Come il Maestro, avremo fede. Solo che, come Lui, la alimentiamo
con la preghiera e con la Parola di Dio: « sta scritto! »; col santificar noi
stessi; e attraverso Televazione costante di tutto il nostro essere.
Ninno lo dimentichi : nessun membro delle nostre chiese, all’inizio di
un nuovo anno ecclesiastico al quale la nostra Suprema Assemblea sta per
tracciare le linee direttive nella luce delle esperienze di ieri; nè tanto meno voi, cari Candidati.
Gli uomini, intorno, appaiono vili e corrotti, nella loro pretesa dignità. Ma tu, o nomo dì Dio, portati virilmente!
Un Sinodo di più nella storia secolare della nostra Cttiesa. E un Sinodo costruttivo, caratterizzato da una
atmosfera di cordialità e di solidarietà fraterna, cornei ha giustamente
detto il Moderatore: nel suo messaggio conclusivo di tina settimana di
lavori, contrassegnato da alcuni momenti particolarmènte solenni ¡che
hanno fatto sentire; a tutti la realtà
dello Spirito di G^ù Cristo nel cui
nome la nostra Chiesa vuole ancora
oggi far udire la parola della sua testimonianza.
Il tempo magnifico ha favorito
l’afflusso di un pubblico imponente
al culto di apertura, presieduto dal
Past. Luigi Marauda, con la consacrazione al Santo Ministero dei candidati Pons Teofiln e Briante Salvatore. Il tempio di Torre Pellice, pur
così ampio, non ha potuto accogliere
tutte le persone e molti sono rimasti
in piedi. Il messag^o del predicato
re, semplice eppur cosi profondo ed
attuale, ha messo bene in evidenza
le caratteristiche dell’uomo di Dio,
pastore o laico che sia; ed è stato per
tatti motivo di seria meditazione sotto lo sguardo di Dio.
Poi, come sempre, all’esterno
molti incontri e molti saluti; tutto un
piccolo mondo Valdese che, dai monti e dalle varie città d’Italia, si ritrova la domenica di apertura del Sinodo e continuerà a ritrovarsi altre volte, e sempre numeroso, nella settimana sinodale. Il Seggio definitivo
è stato così composto: Presidente:
P«st. Emilio Corsimi; Vice Presid. :
Doti. Gustavo Ribet; Segretari: Past
Liborio Naso, Pons Teofilo, Briante
Salvatore; Assessori: Bianconi Mario, Celli Teodoro. I culti mattutini
sono stati presieduti dai Past. E.
Corsani, L. Naso, A. Miscia e dal
Dott. G. Peyrot.
Situazione jleiropera
All’inizio dei la', toi, come sempre,*
il Sinodo ha uiÌfBé’*^a iettttlfà della (
relazione della Commissione d’esame sull’operato della Tavola Valdese
(relatori: Past. G. Castiglione, A.
Ayassot e Dott. Aldo Ribet): esame
ampio, sereno, costruttivo, di quelle
che sono state nell’anno ecclesiastico decorso le attività e le responsabilità dell’Amministrazione della nostra Chiesa, con particolare riguardo
a quattro aspetti della nostra opera
in Italia che la Commissione ha creduto bene di additare all’attenzione
del Sinodo e cioè : I Ministeri femminili — L’istruzione religiosa — I rapporti con lo Stato — La situazione finanziaria. Un lungo applauso ha coronato la lettura della contro relazione.
Le prime ore del lunedì mattina
sono state dedicate ad un esame della situazione della nostra opera, soprattutto in base ai dati forniti dalla relazione a stampa della Tavola
Valdese. « E’ diffuso in molti un
senso di pessimismo », dice la relazione; « non siamo riusciti ad inserirci in una corrente viva che avrebbe potuto condurci ad avere un peso
ed un’influenza nella vita nazionale... Sia per il conformismo inguaribile del nostro popolo, sia per l’atteggiamento delle Autorità, l’opera
si è fatto più difficile. In questi anni
la nostra Chiesa ha attraversato varie
crisi: crisi di mezzi finanziari, crisi
di operai per insufficienza di vocazioni, crisi morale e spirituale di molte anime come è inevitabile dopo il
disastro della guerra ».
Eppure, accanto al pessimismo di
chi si ricorda del proprio peccato e
della relatività delle cose compiute
dagli uomini, c’è anche posto nella
nostra Chiesa ad un ottimismo non
superficiale, ma serio, fiducioso, riconoscente. Ci sono stati dei progressi evidenti nel campo di lavoro:
nuovi templi sono stati costruiti, l’evangelizzazione si compie con risultati incoraggianti nel Basso Lazio, a
Chioggia, a Taranto; anche sul piano finanziario si sono fatti dei progressi significativi. L’opera di Dio
nelle anime e le conseguenze vicine o
lontane di quest’opera sono difficilmente valutabili a viste umane e le
continue alternative dal pessimismo
all’ottimismo e viceversa non debbono attenuare nella Chiesa e nei suoi
operai il senso della vocazione cri
istiana alla testimonianza, in un’opeIra di seminagione che ha dà essere
■umile, fedele, perseverante.
Un pericolo c’è e bisogna segnalar]lo; è il conformismo, la soddisfazio|ne di sè stessi e della propria opera,
ila mancanza di un impegno collettivo. cc .Non si dimentichi che i credenti formano la comunità », dice la relazione della Commissione d’esame;
« il problema della comunità vivente non è facile, ora la sua soluzione
si delinea sopra un duplice piano:
organizzativo da una parte, spirituale dall’altro. Bisogna risvegliare alla consapevolezza delle loro funzioni le Commissioni Distrettuali ed i
Consigli di Chiesa. E quando pensiamo al problema della « diaspora »,
esso non potrà tywaift W *»«- sebuziqne se non facendo aase^aménit/ sullo zelo evangelistico delle comunità
viciniori, particolarmente dei loro
Consigli di Chiesa. Ma tutte le nostre
impostazioni organizzative circa i
metodi ed i mezzi sono destinate, al
fallimento laddove fa difetto lo spirito di servizio. E’ sul piano personale che va ricondotto il problema.
E quando parliamo d’impegno personale ci vogliamo riferire allo spirito di sacrificio, all’amore per le anime che porta l’evangelizzatore al
contatto vivo di uomo ad uomo ».
Voci del Sinodo
Sull’argomento in questione e specialmente sull’esigenza evangelistica
della nostra Chiesa si sono alzati a
parlare vari membri del Sinodo: laici e pastori.
Il dott. G. Peyrot accentua l’aspetto interiore della crisi, connessa non
soltanto con una possibile stanchezza o rassegnazione, ma col concetto
stesso del ministero cristiano, che
non si esaurisce nel solo ministero
pastorale. E’ necessario agire per trasformare la fisionomia dei concistori, da consigli di amministrazione in
un gruppo di uomini impegnati nella cura d’anime, a contatto con le famiglie. Anche per Carlo Lupo il problema della evangelizzazione è un
invito alla responsabilità dei concistori; ma bisogna per questo uscire
dagli schemi tradizionali, non erigersi a farisei conservatori della verità,
non credere di essere a posto davan
ti a Dio perchè le comunità che si illudono di « essere a posto » possono
anche essere nella morte. Occorre essere non tanto dei conservatori della verità quanto dei testimoni di essa
nella vita; anche la cultura teologica deve essere vissuta nella realtà
della vita. Purtroppo la gente non
sente e non vede più la realtà di Dio
nella vita umana e noi sitimo chiamati a manifestare tale realtà col senso
profondo dell’agape, cioè dell’amore
Se ci sono talvolta delle difficoltà
nel Corpo Pastorale, anche i laici
hanno la loro responsabilità, dice il
dott. Gustavo Ribet, ed hanno perciò bisogno di un richiamo; egli sente che una parola di ottimismo deve
tuttavia essere detta, perchè la Chiesa non è un’azienda commerciale ed
i risultati della sua opera non sono
subito visibili; comunque molte cose buone sono state fatte. E il Moderatore afferma che avere soltanto una visione pessimistica è, in fondo,
una colpa da parte nostra. Bisogna
mettere in rilievo i risultati positivi
che sono il segno, non tanto del nostro sforzo, quanto della grazia di
Dio che qi accopapagna. Non è_ il caso di avere un sentimento di depressione, bensì di vera fiducia nella guida del Signore. Siamo una piccola
chiesa, la configurazione delle comunità è diversa e non è sempre possibile disporre degli operai qualificati; tuttavia conviene riconoscere con
fiducia quanto il Signore ha fatto per
noi. Il prof. V. Vinay richiama il Sinodo alla necessità di cercare la forza là dove la si può trovare, nella meditazione della Parola di Dio, per
non rimanere alla fine con le mani
vuote. Gli uomini moderni, con tutta la loro cultura e la loro scienza,
ignorano la verità e la consolazione
dell’Evangelo. Dobbiamo preparare
degli evangelizzatori laici, perchè in
ItìàÈa TeraitgehxmBÌfme si farà soltanto per mezzo della comunità. Il
Pastore E. Rostan pone l’accento sul
fatto che sia nel campo di evangelizzazione come alle Valli è importante
curare l’aspetto della « edificazione»
delle anime in Cristo, onde la vita religiosa e cristiana non sia visibile alla
superficie soltanto e non sia in pericolo ad ogni vento di dottrina; p®*'
poter dare qualche cosa di tipicamente cristiano al mondo, bisogna che la
vita dei cristiani sia fondata sulla
realtà di una fede sincera e personale in Cristo.
Sulla situazione dell’opera nel Distretto delle Valli Valdesi, che è quel
lo maggiormente popolato-, prendono la parola, tra gli altri oratori, il
Past. V. Bert per auspicare una cura più intensa degli isolati nella pianura, il Dott. Gust. Ribet per accentuare l’esigenza di un’azione più diretta dell’Amministrazione nei problemi sociali ed economici, con particolare riferimento allo spopolamento montano ed alla necessità di non
sottovalutare il vincolo che unisce i
due termini del rapporto Chiesa e
popolo valdese; il Past. E. Ayassot
per insistere sulla necessità di vigilare attentamente sull’insegnamento
e sull’educazione religiosa dei bambini.
Altri oratori (Florio, Loffredo,
Pino, Castiglione) prendono la parola sulla situazione generale della nostra opera; poi il Vice Presidente del
Sinodo conclude la discussione con
un rinnovato appella alla fedeltà ed
all’impegno con Cristo, da parte dei
singoli e delle comunità.
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2 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Il problema f economico
Come sempre, l’aspetto economico del nostro lavoro ecclesiastico e
cultura’e è stato ben presente davanti all’assemblea sinoda L^ relazioni in eiita a! . -^-^r-ìo
e 'e successive discussioni h. nno suscitato in Sinodo espressioni di rico-scenza, di fiducioso ottimismo e di
forte richiamo alla rea’tà dei fatti
che continua ad esigere da tutti un
contributo sempre più consapevole e
sempre costante di amore e di liberalità cristiana.
La Tavola Valdese, nella sua relazione, ha voluto pronunziare la parola del. a « profonda riconoscenza al
Signore ed a quanti, ispirati dall’amore per Lui, hanno compiuto sforzi e sacrifici in vista di gravi problemi economici ».
Consapevole ideila gravità dell’ora
e delle esigenze sempre crescenti del
campo finanziario, il Sinodo dell’anno scorso aveva auspicato che si giungesse al più presto al « completo adeguamento delle contribuzioni annue al loro valore del 1943, additando come mèta per l’anno 1952 un
aumento del 33% sulla cifra che le
chiese avrebbero dovuto raggiungere l’anno precedente ». La maggioranza delle chiese ha raggiunto l’aumento del 33% richiesto. D’altra
parte, nel corso dell’anno ecclesiastico, alcune costruzioni, come quella
di Reggio Calabria, sono state ultimate; altre, come quella del tempio
di Milano, sarà tra breve portata a
compirnento. La fraterna solidarietà
del mondo evangelico non ci è venuta meno, neppure quest’anno, permettendo cosi aU’Amministrazione
di chiudere in pareggio i bilanci del
culto, della Facoltà di teologia e dell’Istruzione secondaria.
chiusura al pareggio di quasi tutti i bilanci
del decorso anno e reso possibile il compimento di urgenti opere, quali il tempio di
Milano e di Reggio Calabria. Ringrazia vi
vamenie tutti coloro che si sono dimostrati
così sensibili alle necessità della Chiesa ed
esprime la propria riconoscenza al Signore
per i risultati raggiunti.
Osserva giustamente la Commissione d’esame che « trattasi di un
pareggio che è solo in parte frutto
della progressiva mentalità di adeguamento delle contribuzioni da parte delle nostre chiese, mentre in misura notevole è il risultato dell’aiuto di altri fratelli ».
Sulla situazione finanziaria esposta con chiarezza dal Cassiere G.
Comba, molti membri del Sinodo espongono il loro pensiero.-Se , un .-atteggiamento di fiducia è necessario,
non bisogna neppure dimenticare
che la situazione della nostra Opera
dal punto di vista finanziario è sempre deficitaria. Alla solidarietà di
molti in uno sforzo comune si oppone la lentezza e il disinteresse di tanti altri il cui denaro è dedicato unicamente al proprio egoismo ed ai
propri fini terreni. P. Bosio lamenta che l’opera di evangelizzazione
debba essere limitata dalla carenza
di un più grande appoggio finanziario e che -questo avvenga a favore dell’istruzione secondaria. G. Peyroi invita i presenti e gli Kssi»Biti « rqéteersi in regola con la propria coscienza
in tema di contribuzioni; poiché il
cristiano ha il sacro dovere di rendere a Dio una parte dei beni che ha
da Lui ricevuti. Altri, d’accordo con
la Tavola Va’dese e con la Commissione d’esame, discutono l’opportunità di un fondo di manovra che dia
all’Amministrazione i mezzi per affrontare i periodi di magra, senza
ricorrere a soluzioni troppo costose.
Infine ri Moderatore conclude la
discussione invitando le chiese a fare uno sforzo per migliorare le posizioni raggiunte. Se la Tavola non
stabilisce quest’anno una cifra particolare come obbiettivo da raggiungere sulla via degli aumenti, interrompendo cosi il piano di risanamento finanziario stabilito nel 1950, è
soltanto per dare alle chiese un tempo di respiro. In realtà una domanda c’è: ed è che tutte le chiese si adegnino all’aumento del 33% chiesto lo scorso anno e convoglino un
maggior numero di doni alle Istituzioni, soprattutto al Collegio ed alla
Facoltà di Teologia, alimentando
pure, se possibile, il bilancio straordinario che riguarda le costruzioni.
Alcuni ordini del giorno rivelano
aspetti importanti del problema finanziario. E’ bene che il pubblico
li conosca.
1) Il Sinodo prende atto dei notevoli sforzi finanziari compiuti dalla maggior parte
delle comunità e dei membri di chiesa dal
1950 ad oggi; della generosità delle chiese
e dei fratelli all’estero che ha consentito la
2) Il Sinodo domanda alle chiese un ulteriore sforzo di generosità per il raggiungimento delle mète già fissate dal Sinodo
1950, lasciando alla Tavola di indicare le opere particolari a favore delle quali crede opportuno interessare le comunità in
modo speciale.
anno sul bilancio : a) invita la Tavola a proseguire senza soste nelle iniziative prese
per la costituzione di tale fondo e a nominare una Commissione di tecnici per la
pronta attuazione di tutte le misure atte ad
ovviare alla insostenibile situazione che si
ripete alV’inizio di ogni anno fiminziario e
per il coordinamento delle iniziative di cui
al seguente comma; b) sollecita tutte le^,
chiese che ne hanno la concreta possibilità
a ricercare presso le rispettive comunità i
mezzi per la costituziope del fondo di manovra suddetto di intesa con la Tavola e
con la Commissione di oui al precedente
comma a. S
lifi
3) Il Sinodo, ravvisato l’urgente necessità
di un fondo di manovra a disposizione della Tavola ai fini di un efficace risanamento della situazione finanziaria e dell’abolizione degli interessi passivi gravanti ogni
Le parole del Moderatore costituiscono un invito alla risoluzione che
si deve prendere pelle comunità, investendosi della situazione e perseverando con fiducia. Bisogna trasfondere un sentimento di serenità
accompagnato dall’azione,- affinchè
il Signore ci betiedica e faccia prosperare il nostro lavoro.
Chiesa e Stato
I rapporti fra la Chiesa e lo Stato
sono affidati all’azione del Consiglio
Federale delle Chiese Evangeliche in
Italia. La Tavola Valdese che fa par.
te del Consiglio Federale ha esposto
al Sinodo qual’è la situazione al momento attuale sul piano delle trattative, indipendentemente dai fatti che
qua e là si verificano in contrasto con
le chiare affermazioni di libertà religiosa contenute nella Costituzione.
Le trattative già iniziate per giungere alla formulazione di una legge
sui culti acattolici che sostituisca la
legge del 29 Giugno 1929 e dia ai rapporti fra lo Stato e le minoranze religiose una nuova regolamentazione
in armonia con i principi della Carta Costituzionale non hanno fatto un
passo in avanti. C’è tra Stato e Consiglio Federale una divergenza di
vedute sulla portata e sul significato
da attribuirsi alle cc intese » di cui al
terzo comma dell’art. 8 della costituzione.
•Sostiene il Consiglio Federale,
confortato dall’esegesi e dalla interpretazione data dai giuristi alla norma costituzionale, che tali cc intese »
vanno viste come accordi da prendersi fra lo Stato e le rappresentanze
delle confessioni religiose diverse
dalla chiesa cattolica e devono quindi risolversi in una trattativa bilaterale tra dette rappresentanze e lo
Stato italiano; insiste quindi per la
nomina di una Commissione costituita di rappresentanti dello Stato e
delle minoranze acattoliche, per l’attuazione delle intese previste dalla
Costituzione.
Replica il Governo respingendo la
procedura indicata dal Consiglio Federale, in quanto importerebbe un
ìt»
ìf-^o punto di
vista luamnmsibile fra il. Concordato con la S. Sede e le intese con le
rappresentanze delle confessioni acattoliche; richiede pertanto un articolato di proposte specifiche di norme legislative sulle quali il Ministero potrà portare il suo sguardo.
Che cosa conviene fare? Voci diverse si sono fatte udire in Sinodo su
questo argomento. Non possiamo assumerci la responsabilità del silenzio, dato che il Governo non intende
considerare le intese come delle
cc trattative » (£. Ayassot); ma non
ci nascondiamo che ci siano delle difficoltà inerenti alla presentazione di
un articolato, senza preventivamente conoscere il pensiero del Governo.
La Commissione d’esame ritiene che
forse una soluzione si potrebbe trovare nel fare accettare una esposizione completa e dettagliata delle nostre esigenze, riservandosi la possibilità di discutere ed, eventualmente,
di rifiutare. Per altri {Loffredo) si
tratta di agire con molta oculatezza,
essendo del tutto nuova l’espressione legislativa cc intese », i cui effetti
sono destinati a costituire la premessa di una futura prassi costituzionale. La prudenza non va disgiunta dalla fiducia nelle Autorità (P. Bosio);
d’altra parte è forse utile procedere
nella linea già fissata dai Sinodi precedenti: affermare cioè la responsabilità giuridica della chiesa e difendere l’integrità della nostra libertà.
senza per questo abbandonare le intese; poiché la scelta non è tra separatismo e concordato, ma tra una
personalità libera e l’autorità dello
Stato {Giov. Miegge). Una voce (C.
Gay) si alza per ammonire a non
porre limiti alla questione della libertà di coscienza, come se interessasse soltanto gli evangelici; oggi si
tratta di difenderla coraggiosamente
anche nella sfera civile di fronte a
svariate forme di clericalismo e di
imperante gesuitismo.
A conclusione della discussione, si
votano i seguenti ordini del giorno:
1) Il Sinodo prende atto dell’immutato
atteggiamento dei poteri dello Stato circa il
rispetto e la tutela dei diritti delle minoranze religiose in Italia e denunzia il palese contrasto di tale atteggiamento, specie
nell’azione di Governo e negli interventi di
polizia, con i principi solennemente sanciti dalla Costituzione.
Si ricorda a questo proposito che
il Sinodo del 1950 aveva approvato
l’istituzione dei Ministeri Femminili
ausiliari e che l’anno passato la Tavola aveva affidato ad una Commissione la preparazione di un progetto
per il funzionamento dell’Istituto
dei Ministeri Femminili in stretta
collaborazione con la Casa delle Diaconesse. La Commissione ha presentato al Sinodo di quest’anno una relazione, concretando il suo progetto
nei seguenti quattro ruoli: a) Diaconesse assistenti di Chiesa; b) Diaconesse assistenti sanitarie ed infermiere; c) Diaconesse educatrici; d) Personale d’ospedale e di casa.
Non c’è chi non realizzi la novità
ed il significato di tale proposta e le
ripercussioni di un Istituto in funzione, qualora le vocazioni ai ministeri femminile estendendosi oltre al
diaconato tradizionale fossero più
numerose di quanto non lo sono attualmente. La Casa Madre delle Diaconesse, a Torre Pellice, potrebbe
aiutare molte giovanotte desiderose
di compiere un servizio cristiano a
trovare una via dove poter rispondere alla loro vocazione. Il progetto è
un tentativo ed anche un’incognita;
ma quale arricchimento per l’opera
della nostra Chiesa e quale strumento di testimonianza un Istituto di tal
genere, capace di preparare spiritualmente, intellettualmente e tecnicamente le nostre giovanotte e di
dar loro un avvenire sicuro e proficuo, al servizio della chiesa e dei
suoi Istituti.
Sarebbe eccessivo affermare che
non c’è stato alcun senso di perplessità di fronte ad un simile progetto.
Si tratta, infatti, di costruire non una
casa, ma una nuova istituzione con
tutte le sue speranze e con tutte le
sue difficoltà. Ma il Sinodo ha acconsentito a fare quell’esperienza,
con im sens'O di fiducia in Colui che
può benedire l’opera delle nostre
mani; ed ha approvato il seguente o.
d. g.:
2) Il Sinòdo, a parziale modifica dell’art.
18 degli Atti del Stitodo 1951, invita la Tavola a rappresentare in seno al Consiglio
Federale l’urgenza della istituzione e dell’immediato funzioriamento dell’ufficio legale.
Il Sinodo approva il progetto sulla organizzazione dei Ministeri Femminili quale
presentato dalla Commissione nominata dalla Tavola. Ma ritiene che il piano di studio per la categoria a) {cioè Diaconesse assistenti di Chiesa) debba essere ancora chia
Relazioni con l'estero
Varie volte nel córso delle sedute il Sinodo ha udito il Messaggio cristiano e fraterno dei delegati d'elle Chiese estere o di
altre opere evangeliche in Italia. Una intera serata è stata dedicata alla conferenza
del Past. M. Niemiiller, di cui diamo un
riassunto in questo numero del giornale.
Past. Leutwyler — della Chiesa Riformata
di Zurigo.
Past. ili. Ronchi — Segretario Generale
della Chiesa Battista d’Italia.
Past. Martin Niemiiller — Chiesa Evangeli,
ca della Germania.
Il Sinodo è stato molto sensibile alla visita dei rappresentanti delle chiese sorelle
e li ha vivamente applauditi. Ecco il loro
nome :
Doti. Lechner — Segretario delle Opere As.
sistenziali di Ginevra.
Right. Rev. Andrew Prentice — Moderatore della Chiesa Presbiteriana d’Inghilterra.
Rev. David Esler —■ Presidente della Missione Continentale della Chiesa Presbiteriana d’Irlanda. ¡
Past. Arnold Mobbs — Segretario della Federazione delle Chiese Protestanti della
Svizzera Romanda,
1 rapporti con le Chiese Valdesi del Sud
America sono stati illustrati dal Moderatore
e la (iomm. d’esame si compiace degli intensificati vincoli resi possibili grazie al
lavoro del Prof. B. Corsani in seno alla Facoltà di Teologia di Buenos Aires ed alla
permanenza in Italia del Past. Negrin e del
Cand. M. Bertinat. Le relazioni che ci pervengono dal Sud America c’informano della fervida attività dei nostri fratelli e del
vivo senso evangelistico che li anima. Essi
hanno naturalmente anche i loro problemi
e le necessità dell’opera in quel lontano
Distretto sono molto impegnative. Nuove
costruzioni sorgono anche là come da noi
e l’opera richiede un apporto di mezzi con.
siderevoli.
Capi. Stephens — Segretario della Waldensian Church Mission d’Inghilterra.
Brigadiere Lombardo — dell’Esercito della
Salvezza. ,
Past. Guido Miegge — della Società Bibli
Past. Emanuele Sbaffi — Presidente della
Chiesa Metodista d’Italia.
Doti. Kessler — Decano del Sinodo Retico.
Il Sinodo, con un o. d. g., « prendendo
allo con vivo compiacimento dell’opera localmente svolta dalle nostre comunità sud
americane, invita la Tavola a sviluppre ulteriormente le relazioni con le Chiese e
Commissione Esecutiva del Rio Platense,
promuovendo le necessarie iniziative per
consentire sul piano della regolamentazione
ecclesiastica come nella direzione dell’opera, la piena attuazione dei comuni principi
in una visione concreta dell’unità della
Chiesa Valdese in ogni territoro ».
Past. Marc Donadille — Rappresentante
della Chiesa Riformala di Francia.
Past. A. Mascaux — Rappresentante della
Chiesa Missionaria Belga.
Miss Coates — della Missione della Spezia.
Doti. A. Caliandro — Direttore Istituto Biblico di Portici.
Sig. Umberto Revel — della Chiesa Valdese di New York,
Con un successivo o. d. g., il Sinodo si
occupa della richiesta fatta dalla Chiesa ita.
liana di Losanna di inserirsi nel novero
delle Chiese Valdesi, domanda già accolta
dalla Conferenza del II Distretto, e
« ratifica l’inserimento della comunità di
Losanna nella Chiesa Valdese. Dà mandato
alla Tavola di definire l’accordo per i relativi rapporti amministrativi col Consiglio
Sinodale della Chiesa Nazionale del Cantone di Vaud ».
rito e ne affida lo studio alla Direzione della Casa delle Diaconesse e alla Facoltà di
T oologia.
* «
A questo punto, la nostra attenzione si volge verso l’Istituto che prepara j)er la Chiesa i suoi Pastori. La
Commissione d’esame, per bocca del
suo \ ice Presidente E. Ayassot, ha
messo in evidenza l’opera della Faciltà di Teologia, il posto che essa
occupa nella Chiesa e nella considerazione di altre Chiese sorelle, il suo
funzionamento sul piano pastorale,
scientifico e amministrativo.
A dire il vero, non tutto era calmo
nell’Assemblea sinodale; un leggero
vento di fronda soffiava contro l’indirizzo, a parer di alcuni, eccessivamente scientifico degli studi teologici (P. Bosio - T. Celli), senza che si
attenuasse minimamente il lavoro di
evangelizzazione compiuto con lodevole perseveranza dagli studenti nel
Basso Lazio, lavoro questo che costringe a scendere nella polvere della
strada e ad entrare in contatto col
fratello con un linguaggio di estrema
semplicità. Altri però hanno sottolineato il valore della preparazione
scientifica e teologica in vista delle
più svariate situazioni in cui la vita
può porre oggi i predicatori del Vangelo. Le due tendenze hanno avuto
u^n’eco nel Sinodo; e sia il Past. em.
G. Miegge come il Prof. V. Vinay
hanno cercato di contemperarle, mettendosi in una giusta prospettiva,
per affermare la serietà degli studi
teologici in funzione del ministero
pastorale, pur sottolineando il fatto
che la scienza non è tutto: ci vuole
anche il cuore.
E il Sinodo si è reso interprete di
tali sentimenti votando un o. d. g.
così concepito:
Il Sinodo udita la relazione della Facoltà
di Teologia raccomanda al Consiglio di curare che, accanto alla serietà degli studi
teologici, sia tenuta in non minor conto la
preparazione pastorale ed evangelistica degli studenti anche nelle sue pratiche nianifestazioni.
Nella discussione sulì’operato~iMla Facoltà di Teologia si sono tuttavia
inserite le dimissioni del Prof. E.
Eynard dalla cattedra di teologia esegetica, per motivi di carattere personale esposti al Sinodo con sincerità
ed obbiettività. Il Sinodo non ha potuto fare altro che accettarle con il
seguente o. d. g. :
Il Sinodo prende atto delle dimissioni
presentate dal prof. E, Eynard da professore della Facoltà di Teologia e le accetta,
esprimendogli la propria riconoscenza per
l'opera svolta.
Il Corpo Pastorale, riunitosi, ha
designato a succedergli come incaricato il Prof. Giov. Miegge ed il Sinodo ha sanzionato tale designazione
votando il seguente o. d. g. :
Il Sinodo approva la proposta del Corpo
Pastorale di non nominare quest’anno un
professore titolare della cattedra di esegesi
rimasta vacante per le dimissione del Prof.
Eynard e nomina quale incaricato a detta
cattedra per l’anno accademico 1952-53 il
Past. emer. Prof. G. Miegge.
PROBLEMI VARI
La relazione della Comm. d’esame prende atto dello sviluppo e del funzionamento di Agape in questo primo anno di esperienza dopo l’inaugurazione del villaggio.
I Pa.st. N. Giampiccoli e C. Lupo esprimono al loro collega T. Vinay la riconoscenza per l’opera compiuta non soltanto ad
Agape, ma anche come Segretario Nazionale della F. U. V. per molti anni.
Le due cariche di Segretario Nazionale
della F. U. V. e di Direttore di Agape saranno d’ora innanzi rivestite da due persone diverse: punto questo sul quale Congresso giovanile. Tavola e Sinodo si sono trovati d’accordo, allo scopo di poter meglio
rispondere alle esigenze sia della F. U. V.
che di Agape. Il nuovo Segretario dell’organizzazione giovanile sarà il Past. F. Sommani, mentre il Past. T. Vinay continuerà
a dedicarsi al pieno funzionamento di Agape sul piano evangelico italiano ed ecumenico.
La Commissione d’esame augura che il
Direttore di Agape possa consacrarsi aU’ilicremento delle molteplici attività di Agape
e che la F. U. V., assistita da un nuovo Segretario, coadiuvato dal Comitato Naziona
Í
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
le e «lai Comilati di gruppo, possa rivolgere intensificata cura alle attività comuni
della gioventù valdese, occupandosi con amore dei problemi della vita giovanile nel
campo ecclesiastico e sociale, facendo sentire ai giovani che il loro impegno con Cri^ Sto è li innanzi tutto dove Dio li ha posti
¿per testimoniare della loro fede.
Sul capitolo della stampa il Sinodo ha
avuto poco da dire, per quanto grande sia
l’importanza della diffusione della stampa
e per quanto i nostri strumenti di lavoro
.non siano mai abbastanza adeguati. La
« settimana del libro evangelico » ha dato
dei risultali positivi e ci si augura che essa
venga anche quest’anno ripetuta.
Il Sinodo ha udito con interesse la lettura della controrelazione sull’operato della CIOV, letta dal Past. E. Aime e la successiva discussione sul funzionamento di
quelli che sono i nostri preziosi istituti di
assistenza. Con una serie di o. d. g. ha anche voluto ringraziare i membri della Comniissione direttiva della CIOV per la loro
opera zelante e fedele; le Diaconesse il
personale degli Istituti per lo spirito di
consacrazione al loro servizio; gli Enti ed
i benefattori che hanno contribuito ai bisogni sempre grandi degli Istituti stessi.
Uno speciale appello è stalo rivolto al
pubblico valdese in vista di una efficace
propaganda a favore della Scuola di Agricoltura, ottimamente attrezzata, ma non
sufficientemente frequentata da giovani pro.
venienti dalle parrocchie delle Valli Vaidesi.
Il tempo stringe e non si possono affrontare in Sinodo tutti i problemi che pure
destano l'attenzione delle Chiese. Brevi istanti sono dedicati ad una relazione sul
problema della Diaspora e degli isolati (rei.
G. Peyrot], problema sempre impegnativo
per una chiesa di minoranza come la nostra;
così pure aU’esame di alcuni articoli di regolamento.
Il Pastore Emerito Luigi Rostagno
Poi si giunge alla fine dei lavori. Con un
o. d. g. il Sinodo « approva l’operato della
Tavola ed esprime la sua riconoscenza al
Moderatore ed a tutti gli altri membri per
lo spirito di servizio che l’ha animata nell’adempimento del suo mandato ».
Nel corso dei lavori Sinodali non sono
stati tuttavia dimenticati gli operai della
chiesa giunti al termine del loro servizio
attivo. Mentre il Moderatore ha degnamente
commemorato il Fast, emerito Luigi Rostagno deceduto all’iiiizio della settiiiiana sinodale, il Sinodo per bocca di alcuni membri ha successivamente rivolto parole di
fraterno saluto e di riconoscenza ai Pastori
Carlo Lupo Luigi Marauda, Francesco Peyronelf Fnrico Pascal, Emilio Corsani ed al
Prof. Attilio Jalla, i quali .stanno per entrare in emeritazione. L’assemblea sinodale è
stata vivamente sensibile a questa manifestazione di gratitudine e di fraternità nel
servizio Mei Signore.
AlFinizio dei lavori, il Sinodo aveva coni
memorato con alcuni istanti di raccoglimento e col canto di un inno vari operai ed
amici della nostra chiesa deceduti nel corso
dell’anno ecclesiastico : i Past. cmer. Paolo
Coisson, Girolamo Moggia, l’evangelista
Biagio Panasciu, le signore Vinay Maria,
Bert Jenny, Falrheiti i.uisa, Geymet Luigia,
Comba Maria, i signoriVergrn Howard e
Wisdom H_ G. E,
Come al solito, il venerdì pomerìggio
hanno avuto luogo le votazioni. In seguito
alle dimissioni presentate dal membro laico
della Tavola Prof. Gino Costabel, che il
Moderatore ha vivamente ringraziato per
l’opera lunga e fedele prestata nell’Ammini.
strazione, la nuova Tavola Valdese è stata
cosi composta :
Moderatore; Past. Achille Deodato; Vice
Moderatore: Past. Ermanno Rostan; Membri: Pastori Alberto Ribet, Alberto Ricca,
Guido Mathieu; Ing. Vittorio Ravazzini e
Doti. Gustavo Ribet.
Il culto di S. Cena ha concluso, sotto lo
sguardo di Dio, i lavori del Sinodo Valdese:
un Sinodo che si è svolto in un’atmosfera
di serenità e di fraterna collaborazione.
Iddio guidi ora la nostra chiesa nelle vie
di un servizio fedele per l’edificazione delle
anime in Gesù Cristo.
Ermanno Rostan
All’inizio delle sue sedute il Sinodo della Chiesa Valdese ebbe il dolore di udire la ferale notizia della
dipartenza da questa terra del pastore emerito Luigi Rostagno, avvenuta
a Luserna San Giovanni il 31 agosto.
Da parecchio tempo non lo vedevamo più fra noi, trattenuto com era in
casa da lunga infermità; ma per chi
aveva il bene di avvicinarlo, era pur
sempre, in quanto allo spirito, quale
l’avevamo conosciuto. Ora non lo vedremo più quaggiù; ma sappiamo
che Egli vive: Egli è anzi più vivente che mai, perchè più vicino a Colui che ”è la Vita”.
Ebbe i natali il 28 novembre 1865
a Praly, ma venne educato a Luserna
S. Giovanni dove la famiglia si era
trasferita; e questa circostanza influì
senza dubbio felicemente sullo sviluppo del suo carattere, saldo come
le rocce, e ad un tempo aperto, gioviale, contraddistinto sempre da profonda bontà e da fede incrollabile.
Compì gli studi secondari presso il
Liceo Ginnasio di Torre Pellice e
quelli teologici nella Facoltà F aldese
di Firenze; li completò poi all’Università di Glasgow (Scozia); così che
parlava perfettamente le tre lingue:
italiana, francese, inglese. Egli fu
perciò periodicamente mandato durante molti anni a rappresentare la
Chiesa, sia in iseozia, sia soprattutto
in [svizzera, ov’era conosciutissimo e
stimato e dove allargò in molti ambienti la conoscenza dell’Opera nostra
in Italia.
Consacrato al S. Ministero nell’anno 1892, fu emeritato per raggiunti
limiti di età nel 1935. Oltremodo ricco è il suo stato di servizio, comprendente ben 12 Minis.teri, oltre i periodi ”di prova” trascorsi a Napoli
ed a Roma negli anni 1890-1892. Fu
così pastore a Roma, a Palermo, a
Catania, a Vittoria, a Livorno, a Palermo di nuovo, a Firenze, a Roma
Piazza Cavour, a S. Giovanni, a Brescia, a Milano II e Milano I. Come
membro dell’antico Comitato di E
vangelizzazione, poi della Tavola
Valdese, fu Sovrintendente distrettuale negli anni ,'1906-1911 e 1919-1921.
Quanti episodi si potrebbero narrare di sì complessa attività! Ci sia
consentito di evocare due soli ricordi che, per quanto d’indole piuttosto
personale, sono accenni ben atti ad
illustrare la figura dell’amato scomparso.
Udiamo ancora come se fosse d’ieri il racconto delle sue ricerche affannose fra le macerie di Messina all’indomani del terremoto del 1908 che
inghiottì, fra l’altro, la nostra Chiesa
ed il pastore Adolfo Chauvie con la
compagna ed il bambino. Luigi Rostagno era allora Capodistretto della
Sicilia: noncurante del pericolo, egli
subito si dimostrò veramente all’altezza del suo doloroso compito. Nè
mai dimentichererpo, d’altra parte,
come egli ci fu maestro, là nell’Isola
lontana.... nè il paterno affetto dol
quale egli e l’indimenticabile sua
compagna accolsero in casa l’allora
’’Candidato in prova”.
Perciò, ci è sempre piaciuto ed ancora ci è caro di rivederlo, col pensiero, come Egli era allora; e di ”udirlo” : chi, avendolo conosciuto, non
ode ancora l’accento meraviglioso
della sua voce? Ei conservò d’altronde fino all’ultimo, se non la possibilità di cantare, quella freschezza di
spirito per cui avrebbe potuto ripetere: ”Io sono un giovanotto... che
si annoia nel corpo di un vegliardo” !
Ora, liberato dalla ’’tenda che va
in isfacelo”. Egli unisce la sua alle
armonie celesti, là dove eterna è la
giovinezza.
Le esequie sì svolsero nel tempio dì Sap
Giovanni il 2 settembre. AH’arrivo del corteo, le gravi note dell’organo eseguirono il
cantico n. 98 composto dal venerato Estinto; dopo di che, presiedendo il servizio funebre, il pastore locale sig. Roberto Jahier
molto opportunamente rivelò quanto nel testo Ep. Filipp. 1: 21 si applica alla persona
ed all’attività dell’Estinto : « Per me, il vivere e Cristo, e il morire guadagno»; affermazione che, in risposta all’insopprimibile anelito dello spirito umano alla Vita,
gli viene — non dalla filosofia, non daUa
teologia, non da formule umane — da una
Persona, bensì: dalla persona vivente del
Cristo, o dall’opera sua a favore di chi ora
non vuol « sapere altro che Cristo, e Cristo
crocifisso »!
Guadagno, sllora, la morte per la trionfante risurrezione, senza la quale Cristo è
una fredda pietra sepolerale; ma nella quale la separazione estrema segna l’alba di un
nuovo giorno: morire è andar con Cristo.
Speranza immortale che echeggia nell’inno
lasciatoci in testimonianza perenne dal nostro Diletto :
« Gesù l’Amico supremo è ognora...
Dìvin Fratello, con me dimora. Oh! quale
amor! »
E l’assemblea, commossa, cantò questo
inno. ■
Portando quindi il saluto della Chiesa al
suo fedele Operaio, il Moderatore past. A.
Deodato disse con grande efficacia della
consacrazione al Signore di Luigi Rostagno,
come eloquentemente riassunta dal suo stato di servizio nelle numerose Comunità
che l’ebbero a Conduttore; e della costante, attiva sua testimonianza all’Evangelo, di
cui citò esempi commoventi; ricordò da
ultimo il dono e la passione per il canto
sacro del venerato Collega, per il quale or
si compie, nella gloria, quanto da lui sì
spesso cantato quaggiù nella fede;
« Ancor fra i cori angelici
Benedirem Gesù! »
Una fervente preghiera elevata a Dio dal
presidente del Sinodo, past. Emilio Corsani chiuse il servizio; mentre, al cimitero,
il pastore emer. G. Bertinatti celebrò il
culto liturgico finale.
Alla cara famiglia Rostagno, ai membri
di essa presenti e lontani, a tutti i congiun.
ti, rinnoviamo l’assicurazione della nostra
viva simpatia cristiana.
Luigi Marauda
Dal messaggio del Pastore Niemòller
Scuola Latina di Pomaretto
Gli esami della sessione autunnale avranno luogo nella seconda quindicina di settembre. Il diario delle prove scritte verrà
affisso all’Albo deiristilulo appena il Comniissario governativo ne avrà dato comunicazione alla presidenza,
Sono aperte le iscrizioni alle classi I, II
e in legalmente riconosciute. Le domande,
rivolte al preside, devono essere redatte in
bollo da L. 24 per l’iscrizione alla I e in
carta semplice per l’iscrizione alla II e alla III.
Sono venuto in mezzo a voi come
un’ambasciatore della Chiesa che sta al
di fuori e vi porlo il saluto del Consiglio Ecumenico, in una confessione di
fede in Gesù Cristo che ci unisce gli uni
agli altri. La Chiesa Valdese sta nel pensiero e nel cuore di tutta la cristianità
evangelica. Vi porto anche il saluto della Chiesa Evangelica di Germania; un
saluto cristiano è sempre una consolazione in mezzo alle difficoltà.
Noi pure abbiamo dovuto sostenere la
lotta che i vostri padri e voi avete soste,
nulo. Abbiamo vissuto tanto tempo in
un’atmosfera di ottimismo e di facili re.
lazioni tra Cristo e Cesare; ma ci è stato dato di comprendere che la parola
i( Date a Cesare quel che è di Cesare.. »
non è una semplice e facile ricetta. Abbiamo imparato che Cesare non richiede soltanto quel che gli compete; anzi
Cesare ha più volte voluto quel che è
di Dio soltanto e Dio è un Dio geloso.
Allora abbiamo anche imparato che
si deve ubbidire a Dio più che agli uo
La lotta e ora in atto sulla terra ed è causa di rovina per la Chiesa, ma anche
per lo Stato. Dio ha messo sulle nostre spalle una responsabilità nel nome di Cristo e nessuna autorità terrena può toglierci questa responsabilità. Le esperienze ci
hanno insegnato e ci insegnano il senso della parola di Cristo: «Beati voi quando
vi perseguiteranno... », ma ci insegnano anche che cosa voglia dire diventare viventi nella comunità. Al tempo della persecuzione in Germania pensavamo di avere pòchi fedeli nelle chiese e ci siamo accorti che avevamo un nuvolo di testimoni; il pulpito non era vuoto quando i Pastori erano portati via (e qui ricorda un episodio
commovente, quando trovandosi egli nel campo di Dachau, sua moglie ebbe a dirgli
che una domenica mattina suo figlio di 16 anni era salito sul pulpito, spontaneamente, per leggere la Bibbia e predicare; quello doveva essere il suo primo ed ultimosermone, perchè poco dopo veniva arruolato, spedito al fronte ed ucciso).
« Se costoro tacciono », dice Gesù Cristo, « le pietre parleranno »; ed i laici
hanno parlato, sono saliti sul pulpito; anche le donne hanno parlato e annunziato
l’Evangelo quando i Pastori erano inseguiti e rinchiusi nei campi di concentramento. Quando ero nel campo di Dachau, ogni sera nella mia comunità c’era un culto
di intercessione a Dio per me. E questa è stata una benedizione della persecuzione.
La nostra Chiesa in Germania ha conosciuto anche un’altra benedizione: e diventata vivente, si è destata dal sonno. Sa di avere un compito e non si accontenta
di sapere che è nutrita dalla Parola di Dio. Voi Valdesi siete una giovane chiesa se
sentite anche la vostra missione. Questa non eonsiste nel mandare un missionario
nelle isole del Sud, ma nel ricordare l’Evangelo di Cristo agli uomini che vivono
accanto a noi. Non si tratta più ora di vivere la propria religione privatamente; si
tratta di entrare in un mondo che chiede a noi cristiani: « che cosa credete voi? »..
Ed è una benedizione nella persecuzione che questa domanda ci venga fatta dal di
fuori.
Ma ci sono altre benedizioni ancora. Dio ci ha tratti dalla prigione per predicare l’amore e per parlare di speranza. Da tutto il mondo sono giunti & noi dei
doni che sono un segno di amore nei tempi della sofferenza. Però ancora oggi c è alla nostra porta un povero Lazzaro; la Germania è divisa in due parti. Dietro la cortina un popolo soffre e fa penitenza e noi dobbiamo essere predicatori di amore in
mezzo agli uomini sazi della Germania occidentale. Gli uomini hanno creduto in
.un facile ottimismo; ma le molte speranze sono un nemico della speranza. Ora il
cantpo è pronto e gli uomini sono più pronti a capire che l’amore di Dio in Gesù
Cristo è la sola speranza. Questa è la terza benedizione della persecuzione.
Ci sono delle grandi benedizioni che scaturiscono dalla sofferenza. Sono persuaso che questo si sia dimostrato vero anche per voi, Valdesi. (E qui il Past. Niemoller riferisce l’episodio della S. Cena celebrato in una cella della prigione su richiesta di un mìlite delle S.S. germaniche condannato a morte per delitti commessi; una
S. Cena celebrata fra due uomini entrambi peccatori, lui e il milite, con una crosta
di pane e un po’ d’acqua). Quello è stato il momento della mia seconda conversione. Dio infatti odia il ^ceatore e lo salva.
E’ una tentazione satanica che noi dimentichiamo tutto ciò e che odiamo ancheil peccatore, che identifichiamo il persecutore con la persecuzione. Cristo non è venuto a cercare delle persone pie, ma è morto anche per Hitler, anche per Stalin. Noi
siamo tentati naturalmente di dire che quelle persone non hanno nulla da fare con
Dio; ma dobbiamo ricordarci che, se Cristo è morto per me, è morto anche per loro. E che Dio abbia compiuto un miracolo per me, ci posso credere solo quando ho
perdonato agli altri.
Avete capito che cosa tutto ciò significa per la cristianità? Il mondo anela alla
pace, noi abbiamo un messaggio di pace; ma non possiamo trasmetterlo e poi rimanere quali eravamo prima. Se predichiamo il perdono, lo possiamo fare solo in
quanto perdoniamo agli altri; e se parliamo della pace di Dio, dobbiamo esser pron.
ti a parlarne attorno a noi. E se viviamo del perdono, non possiamo viverne che perdonando. E’ difficile, ma è cosa che è stata compiuta una volta, perchè Cristo è
morto per noi e noi dobbiamo fare lo stesso per gli altri.
Che cosa ha da farcia Cristianità con la politica? La Cristianità, se sapesse che
cosa è, dovrebbe essere la coscienza della vita politica; in un mondo dove c’è odio,
dovrebbe vivere in tal modo da opporre all’odio l’amore. Là dove la Cristianità non
compie tale missione, il sale ha perduto il suo sapore e la luce è posta sotto il moggio. Si può dire che una comunità cristiana adempie la sua missione quando è veramente comunità di Gesù Cristo. Allora non ha più a che fare con delle cose estranee, ma con delle persone per le quali Gesù Cristo è morto.
Avete pensato che Gesù Cristo non è morto per la patria, nè per una'persuasione religiosa, nè per il progresso delle potenze occidentali? Egli è morto per i peccatori; quelli che beneficano di quella morte, non sono piu sacrificati all odio.
Dio vuole che serviamo gli uomini peccatori. Ciò significa che l’uomo non è
più quaggiù per la politica, per gli ideali umani ai quali si sacrifica, per il progresso, neanche per la patria. La politica e per il servizio degli uomini, se è vera politica; il progresso è per il servizio degli uomini, se è vero progresso; l’economia è
per il servizio degli uomini, se è vera economia.
Questo è il rovesciamento di quanto pensa il mondo; ma il mondo deve esser
rovesciato, se è vero che Dio si è sacrificato in Cristo. Quella sola è la via per cui
Egli crea dei nuovi cieli e una nuova terra.
Abbiamo riassunto in buona parte la conferenza del Past. Niemòller, pronunziata giovedì sera, 4 settembre, nel tempio di Torre Pellice, alla presenza di un pubblico imponente. Nessun riassunto può ridare ai lettori l’impressione di forza spirituale e di semplicità che scaturiva dalla bocca del predicatore. Esso servirà tuttavioì a
quelli che erano presenti per ricordarlo ed agli assenti per comprendere quanào efficace sia stata la visita di questo coraggioso testimone di Cristo, nell’ora della persecuzione, della tribolazione e del sospiro di tutta la Chiesa verso tempi migliori.
Red.
4
. L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Cronache Agricole
Anche quest’anno l’agricoltore Castelli
(Chiavula di Torre Pellice), ha riportato un
primato coltivando il frumento « Mont Calme 245». Su una superficie di mq. 1.025 ha
ottenuto q.li 3,42 di granella equivalenti a
q.li 33,36 per ettaro e q.li 57,07 di paglia;
produzione di punta queste, quando si pen.
si alla giacitura e altitudine di Chiavala 850
m. s. 1. m. e con concimazione normale:
(q.li 5 di perfosfato min.le 18-20 alla semine e q.li 2 nitrato di calcio in copertura per
ettaro.
La fotografia mostra quali spighe il Castelli ha prodotto dove con la segala non si
arriva a fare q.li 10 per ettaro. Auguriamo
a -tutti gli agricoltori che coltivano Mont
Calme 245 di fare altrettanto. E’ rallegrante constatare che la schiera dei coltivatori
di Mont Calme 245 aumenta ogni anno,
prendiamo occasione per riportare i dati
di produzione del Campo Sperimentale che
la Scuola Valdese di Agricoltura di Luserna
San Giovanni ha fatto per conto dell’Ispettorato Agrario :
San Pastore q.li 32 per ettaro; Moni Calme 44; Albertino 27,5; Roma 28; Virgilio
30,2; Tevere 33,5.
Come si vede anche sulla collina di San
Giovanni il Mont Calme ha prodotto q.li
10,5 per ettaro in più del Tevere che da
noi gode ottima fama.
L’altro motivo di compiacimento è dj ordine zootecnico, e cioè malgrado le difficoltà di rifornimento dei soggetti, la Razza
Bruno Alpina Luganese va estendendosi con
soddisfazione dei proprietari. Ci auguriamo che prima del 1960 nella Valle del Pellice si possa istituire un Libro Genealogico
di questa razza e così creare nelle nostre
Valli la produzione di soggetti scelti che andraimo a rifornire le stalle della pianura.
Verrà pure il momento che le Autorità
competenti dovranno riconoscere, anche per
le nostre plaghe, la superiorità di questa
razza che è oggi la più numerosa in tutta
Italia. M. G.
Pinerolo
Il giorno 2 Agosto un lungo corteo ha
accompagnato all’ultima dimora terrena la
spoglia mortale di Ernestina Gardiol di Miradolo, deceduta dopo alcuni giorni di dura sofferenza. Nel ricordare la sua buona
figura di madre, esprimiamo alla famiglia
colpita dal lutto i sensi della nostra simpatia cristiana, non disgiunta dalla piena
speranza in Colui che ha vinto la morte cd
ha messo in luce la vita e l’immortalità
mediante l’Evangelo.
E’ stata presentata al battesimo la piccola Daniela Benazzato di Mario e di Pascal
Luciana. Iddio le conceda la grazia di conoscere un giorno per fede il Salvatore Gesù Cristo.
Nelle ultime settimane sono stati celebrati i seguenti matrimoni: il 9 agosto. Avondet 'Franco e Cardon Elsa; l’il Agosto,
Salvai Nino Umberto e Bonin Luigia Francesca; il 28 Agosto, Colleoni Mario e Gardiol Ida; il 31 Agosto, Cauda Renato e Careglio Giuseppina; l’8 Settembre Vola doti.
Renato e doti.ssa Alfano Fiorella, membri
fedeli della nostra Corale di Chiesa.
In poco tempo, cinque nuove famiglie
costituite. A tutte rivolgiamo ancora il nostro cristiano augurio di bene, nel vincolo
di un affetto fedele e profondo, fortificato
dalla fede in Colui che può veramente aiutarci ad edificare la nostra vita sulla roccia.
La chiesa ha udito nel corso dell’estate
la predicazione della Parola di Dio da parte dei Pastori E. Micol, A. Ricca, G. Bertinatti, G. Castiglione, S. Colucci. Essa li
ringrazia sentitamente e ringrazia pure i
Pastori U. Bert e G. Peyrot per la loro col.
laborazione in occasione della celebrazione
di matrimoni.
Angrogna ( Capoluogo )
Domenica, 24 agosto nel corso della nostra riunione pomeridiana nella scuola del
Martel sono stati battezzati i bambini:
Pahud Janine Hélène di Marcel e Sappè Ada (Yverdon); Sappè Rosemarie di Mario
e Sebneider Clara (Torre Pollice); Sappè
Marisa di Alfredo e Chiavia Lidia (Martel).
La grazia del Signore accompagni sempre
bambini e genitori. e. a.
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SEZIONE ESAMI DI AUTUNNO
Lunedì 15 settembre avranno inizio gli
esami della sessione autunnale dell’anno
scolastico 1951-52.
Alle ore 8 cominccrauno queUi di Ammissione al Liceo e di promozione ed idoneità alla II e III classe, nonché quelli di
promozione ed idoneità alla V classe, del
Ginnasio.
Gli esami di Licenza dalla Scuola Media
e quelli di promozione ed idoneità alla II
ed alla III classe avranno inizio alle ore
8,30.
Quelli di Aimnis.sione alla Scuola Media
avranno luogo alle ore 9.
Il Diario degli esami sarà affisso nell’Atrio dell’Istituto.
Per le iscrizioni ed informazioni, rivolgersi alla Segreteria della Scuola aperta nei
giorni feriali, dalle 10 aUe 12.
Gli esami della Maturità classica sono
anticipati al giorno 29 settembre: le prove
scritte si effettueranno coll’ordine seguente:
lunedì 29 settembre, italiano, martedì 30,
dal latino, mercoledì 1“ ottobre dall’italiano, giovedì 2 ottobre, greco.
Gli orari delle prove orali verranno fissati successivamente dalle competenti Commissioni d’esame. Il Preside
Coniegno organisti
La Commissione del Canto Sacro indice
due convegni ai quali invita caldamente
tutti i fratelli e le sorelle ebe prestano il
loro servizio nelle Chiese suonando l’organo o rharmoniutn.
.Lunedì 22 settembre ore 9,30 a Pomaret
to (Convitto). ~
Martedì 23 settembre ore 9,30 a Torre
Pellice (Casa Valdese).
Programma: mattino: studio sulla formazione della musica nel culto. Indicazione
c segnalazione di raccolte musicali adatte
per i culti. Discussione. Varie.
Po-merigalio : dimostrazioni pratiche all’harmonium ed all’organo.
Lo scopo di questi incontri è di fornire
l’occasione ai nostri fratelli ed alle nostre
sorelle organisti ed harmoniumisti di frater.
LA CORRIERA DEGLI STUDENTI
Ecco la corriera che grazie
all’aiuto della Soc. Crumière,
integrato dai sussidi dei Comuni di Bobbio e di Villar
Pellice, è venuta a facilitare
notevolmente l’afflusso degli
alunni dell’alta Val Pellice
alle scuole di Torre Pellice.
Speriamo vederla ripristinata anche per il prossimo anno e saremo grati a quanti
vorranno, con 1 loro doni, agevolarci anche nel nostro
compito assistenziale verso i
nostri studenti.
Enrico Geymet, pastore di
Villar Pellice — Arnaldo
t Genre, pastore di Bobbio
PeUice.
VILLAR
AVVISI ECONOMICI
nizzare e di studiare insieme, mediante uno
scambio di esperienze e di idee, il modo
di facilitare e migliorare questo importante
servizio. L’invito è esteso naturalmente a
tutte le persone che si interessano a questa
questione. Nelle due giornate si potrà avere il pranzo per modico prezzo ai due Convitti.
La Commissione del Canto Sacro
La famiglia del
Pasfore Valdese
Luigi Rostagno
commossa per Vindimenticabile dimostrazione di affetto e di simpatia ricevuta in
occasione della dipartita del loro caro, ringrazia riconoscente tutti coloro che hanno
voluto essere loro vicini nella dolorosa circostanza e in modo particolare il Pastore
R, Jahier che presiedette U servizio funebre, il Sig. Moderatore per il suo messaggio, il Sig, Vice Moderatore, il Pastore G.
Bertinotti, it 'Pastore Emilio fiorsani, i
membri della Ven, Tavola che portarono il
feretro, i numerosi Pastori intervenuti, la
Corale e la Comunità di Luserna S, Giovanni, il Dott. Paolo Pellizzaro per le cure
prestate con filiale affetto e quanti altri in
tanti modi manifestarono la loro solidarietà nel dolore.
La vaiava, i bimbi, le famiglie Peyrot e
Stale e congmnti tutti deWindimenticabile
Luigi Peyrot
ringrazUmo sentitamente il Cav. Giovanni
Mazzonis, il signor Nanni Mazzonis, la Direzione e gli impiegati della Stamperia, i
compagni di lavoro, i pastori Jahier e Ayassot, i dottori Lonza, De Bottini e Scarognina nonché tutti coloro che con fiori, scritti
ed altra forma hanno preso parte al loro dolore.
Luserna San Giovanni, 30 agosto 1952
La famiglia del compianto
Micheie Bertaiot
profondamente commossa e riconoscente per
la manifestazione di stima e simpatia ricevuta in occasione della dipartita del suo
Caro, ringrazia il Pastore Micol per le buone parole di conforto, il Dott. Bertolino e
tutte le persone che le furono vicine e si
unirono ad essa nell’ora della prova.
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Le famiglie Grill, Genre, Garrou, Berto
lino ed i parenti tutti di
Margherita Grill
Nata Genre
sentitamente ringraziano quanti, in qual- V
siasi modo, dimostrarono il loro affetto e la
loro simpatia in occasione della dipartenza
della loro Cara.
« Io ho combattuto il buon combattimento della fede, ho finito la
corsa, ho serbato la fede ».
(2 Tim. 4: 7)
Prali . Villa 24-8-1952
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