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Anno 122 - n. 7
14 febbraio 1986
L. 500
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Gruppo 1 bls/70
In caso di mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre Pellic«
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
SEMINARIO CGIL SCUOLA SULL'INSEGNAMENTO RELIGIOSO NELLA SCUOLA PUBBLICA
Insegnanti, qualcosa si muove
Dal rifiuto dell’insegnamento religioso confessionale nella scuola materna alla richiesta di revisione dell’intesa Falcuccì-Poletti: cresce il dissenso sull’attuazione del nuovo Concordato
Si è aperto a Palermo quello
che è stato definito U più grande processo contro la maña. E
10 è. Non solo per U numero di
imputati (474 persone presunte
responsabili di 95 omicidi, traffico di droga e di armi per migUaia di miliardi, rapine, taglieggiamenti, estorsioni), ma anche
perché dagli sviluppi deU’istruzione di questo processo ne nascerà un altro con 300 imputati
che dovrebbe vedere esaminati i
legami politici e finanziari della
mafia, il cosiddetto ’terzo livello’.
Quello Che si è aperto a Palermo è dunque solo la prima parte dei « processo alla organizzazione mafiosa denominata ’’Cosa
Nostra” che con la violenza e il
terrore ha seminato e semina
morte e terrore» come affermano i giudici nella sentenza di
rinvio a giudizio. Esso rappresenta indubbiamente un successo dello stato nella lotta contro i poteri criminali e di quel
movimento democratico che in
primo luogo a Palermo e in Sicilia ha saputo opporsi in questi
anni al potere violento che spara
ed uccide, che impedisce i diritti collettivi e le libertà individuali organizzato in Cosa Nostra.
Mafia sconfitta allora? Non
mi sembra di poter condividere
11 giudizio di sconfitta espresso
da molti dei nostri governanti.
Dai fatti della scorsa estate a
Palermo alle ultime manifestazioni pro mafia dei disoccupati,
è tutto un susseguirsi di avvenimenti che dimostrano come la
mafia sia un potere che ha ricevuto colpi, ma che è ancora capace di riorganizzarsi, di fronteggiare le novità che ha di
fronte.
li processo di Palermo è comunque un momento importante
della lotta contro il potere
mafioso. Almeno una cosa è
certa: rinvincibilità che circondava il potere mafioso è messa
in discussione. E non è poco in
una città e in una regione che,
come ricordava Rita Costa alla
Assemblea della FCEI dello scorso novembre a Palermo, devono
saper uscire daH’indifferenza e
dalla rassegnazione.
Il processo però non è tutto.
Sarebbe perciò illusorio aspettarsi da questo processo e dagli
altri collegati una risposta definitiva aila mafia. Innanzitutto perché questi « maxiprocessi » sono
e devono essere unicamente dei
processi, cioè luoghi in cui si
esercita la giustizia e si valutano le responsabilità individuali
nel più rigoroso rispetto della
legalità. Il processo dunque non
è — anche se i mass media vogliono così — lo spettacolo rassicurante di un potere antagonista costretto in ritirata e sconfitto, né una campagna propagandistica contro la mafia. Dal
processo ci attendiamo giustizia
per le vittime dei delitti e per
gli imputati.
La lotta contro la mafia va oltre. Ognuno è chiamato a fare
la sua parte, non solo a Palermo
e in Sicilia, ma in tutta Italia
perché la mafia è un fenomeno
nazionale diffuso su tutto il territorio. La si combatte in ogni
parte rifiutandone la cultura, gli
atteggiamenti, denunciandone gli
aspetti anche più insignificanti.
Giorgio Gardiol
« Solo una mente senza alcuna inquietudine intellettuale ha
potuto concepire l'introduzione
di un insegnamento confessionale nella scuola materna ». Questa diagnosi esprime la squalifica senza appello espressa su
questa parte dell’intesa Falcucci- Poletti dal Seminario nazionale sull’insegnamento religioso
nella scupla pubblica organizzato a Roma dalla CGIL scuola
nei giorni 6-7 febbraio. L’espediente delle attività alternative
per chi non si avvale dell’inse^amento religioso non è infatti applicabile ad un livello di
età in cui la semplice divisione
tra chi si avvale e chi non si
avvale sarebbe sentita in modo
traumatico senza alcuna possibilità di essere compresa. Nella
materna, ha affermato un delegato, gli aspetti discriminatori
sono presenti non a livello di
rischio o di eventualità bensì
come dati strutturali del meccanismo stesso che è stato inventato.
Ma se per l’introduzione dell’insegnamento religioso confes
sionale nella materna l’elettroencefalogramma intellettuale è risultato irrimediabilmente piatto, non hanno ottenuto diagnosi molto più confortanti vari
altri aspetti, dell’accordo tra la
CEI e il Ministero della Pubblica Istruzione. Vediamone alcuni.
Rilievi e denunce
Disponibilità dell’insegnante ad
insegnare religione nella materna ed elementare. E’ stato notato che l’idoneità concessa dall’autorità ecclesiastica si fonda
su criteri estranei a quelli della
scuola; che la disponibilità comporta una discriminazione tra
gli insegnanti mentre un’ulteriore discriminazione si verifica per
quelli che, disponibili, non ricevano poi — o si vedano revocare — l’idoneità da parte del
vescovo; che la possibilità di essere insegnante di classe, insegnante di religione e magari insegnante di attività alternative,
contribuisce a svilire la qualifi
cazione professionale dell’insegnante.
Attività alternative. Da più
parti è stato messo in evidenza il cinismo con cui il ministro Falcucci ha inventato questo riempitivo destinato nella
sua intenzione unicamente a legittimare la collocazione dell’insegnamento religioso nell’orario
delle lezioni; Linsanabile contraddizione tra attività interessanti che farebbero concorrenza all’insegnamento religioso e
attività noiose o dequalificate
che penalizzerebbero chi non si
avvale; l’assenza di copertura finanziaria per il compenso di
esperti o incaricati a cui siano
affidate queste attività nel caso,
non certo ipotetico, che insegnanti titolari si dichiarino non
disponibili per insegnamenti alternativi che non competono loro per contratto.
Regioni di confine. Sono state
denunciate le conseguenze di un
piccolo inciso del protocollo addizionale dell’Accordo di revisione del Concordato che lascia
intatto per le « regioni di con
IL CULTO E LA COMUNITÀ’ DEI CREDENTI • 1
Il tuo equipaggiamento
Riprendendo un’idea emersa nel Convegno pastorale della
scorsa estate a Torre Pellice, i pastori di Milano hanno preparato
insieme una serie di predicazioni sul tema del culto che sono state
tenute nella chiesa valdese di via Sforza e nella chiesa metodista
di via Porro Lambertenghi. Per un uditorio più vasto riproduciamo
a partire da questo numero una sintesi di queste predicazioni curate dagli autori.
Culto. Un termine che fa pensare al momento sacro, all’ora
dello spirito, lontano dai tumulti e dalle preoccupazioni della
vita quotidiana.
I mutamenti sociali tolgono
spazio al culto. Neppure a Nata
le e a Pasqua c’è il pienone come una volta. Si pensa di diluire
la partecipazione alla domenica
precedente o seguente per recuperare almeno qualche frammento
di quelle ricorrenze così importanti per il calendario ecclesiastico.
L’apostolo Paolo in Romani 12 ci propone ima nuova comprensione del culto. « Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di
Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio; il che è il vostro culto spirituale » (v. 1).
Corpi. E’ la nostra vita in tutte le sue espressioni. Padre, madre, genitori, figli, marito, moglie, il nostro lavoro, il nostro
denaro, il nostro tempo libero,
la nostra capacità di amare, di
comunicare.
Sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio. A Dio non piacciono l’incenso, i riti sacri, i gesti
rituali. Non gli interessa la nostra rinuncia spicciola. Egli ci
chiede di mettere al suo servizio
la nostra intera esistenza per la
testimonianza dell’Evangelo. In
altri termini Dio ci rivendica interamente per sé. Questo il tipo
di culto che egli gradisce.
Il culto passa dal recinto sacro alla vita profana di ogni
giorno. Il culto è il servizio che
rendiamo al Signore con tutta
la nostra vita. Da momento sa
cro al quale ogni tanto partecipiamo per incontrare la divinità, a impegno a servire il Signore nella profanità della vita di
ogni giorno.
Sacrificio vivente, dono della
vita, non l’offerta dell’animale
morto o dei riti liturgici ripetitivi.
Insomma, il vero culto nasce
dal rapporto quotidiano, vivo,
con una Parola viva, è metterci
a sua disposizione.
L’offerta della vita, ma non
comunque vissuta. «E non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente,
affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio »
(v. 2).
Non accettare di vivere acriticamente secondo le regole del
mondo, saper anche rompere
con la sua logica, saper essere
critici, saper discernere quando
valutare come positive le proposte della società e quando invece prenderne le distanze. Queste
possibilità non derivano solo dal
nostro buon senso, ma da una
continua verifica con la Parola
di Dio, dal chiedere ogni giorno
in preghiera quale sia la volontà
di Dio per la vita del mondo. Vivere la vita in rapporto al progetto di Dio. E’ una vita così
orientata che mettiamo al servizio della Parola di Dio.
Ma il culto domenicale con la
comunità ha ancora senso? La
nostra fede non può essere vissuta ovunque e in qualsiasi momento? Alcuni di voi si aspettano una risposta positiva soprattutto alla prima domanda. La
vostra coscienza sarebbe pienamente tranquillizzata. La chiesa
primitiva si riuniva ogni giorno
per pregare e per leggere la Scrittura, i riformatori ogni mattina
celebravano il culto, e così Giovanni Wesley e il suo gruppo. Perché? Non erano persone che non
sapevano come impiegare il fine
settimana.
Il culto comunitario è il momento in cui riceviamo il necessario equipaggiamento in vista
della ripresa del servizio di ogni
giorno, per continuare ad essere
dei testimoni, per ricevere discernimento, per ricaricare la
nostra capacità critica. E tutto
questo è opera di Dio che ci incontra nella Parola predicata
del culto domenicale. Questa noValdo Benecchi
{.continua a pag. 12)
fine » (provincie di Trento, Bolzano, Trieste, Gorizia, Udine) il
« regime vigente » che tra l'altro comporta l’obbligatorietà
dell’insegnamento religioso. Ne
risulterebbe un doppio regime:
da una parte la facoltatività col
diritto di scegliere se avvalersi
o non avvalersi delTinsegnamento religioso, dall'altra l'obbligatorietà dell’insegnamento religioso salvo esonero.
A dire il vero, molte delle incongruenze e degli elementi inaccettabili della nuova configurazione delTinsegnamento religioso non sono nati con l'accordo
Falcucci-Poletti. Erano già contenuti, almeno per accenni, per
potenziali sviluppi, nel tqsto della revisione del Concordato, soprattutto nel protocollo addizionale. Partecipanti e dirigenti del
Seminario non hanno ignorato
questo fatto, lo hanno anzi ammesso con una insistita autocritica parlando della disattenzione che ha accompagnato la revisione del Concordato e del ritardo culturale che la sinistra
accusa nella percezione del cammino che il cattolicesimo ha percorso dopo il Concilio e nella
elaborazione di un discorso proprio sulla religione come fatto
culturale.
Ma il mea culpa, come è giusto. non sembra bloccare una
forte volontà di impegno della
CGIL scuola. Il sindacato si propone di incalzare il Governo perché le scadenze fissate siano risnettate. soprattutto Quella del
30 aprile per la definizione delle
materie alternative, anche con
decreto legge, in assenza della
anale l’inizio del regime di facoltatività dovrebbe slittare in
quanto nuò essere attuato solo
in presenza di chiare alternative all’insegnamento religioso;
per gli insegnanti elementari e
materni che. disponibili, si vedranno rifiutare o revocare l’idoneità, chiederà chiari criteri pubblici di valutazione, procedure
Dubbliche e possibilità per gli
interessati di replicare; d’altra
parte, sempre per gli insegnanti elementari e materni, se non
arriverà ad organizzare il rifiuto della disponibilità ad insegnare religione (anche se questo è stato chiesto), darà comunque un preciso orientamento in questo senso, mostrando
come ormai sia inaccettabile il
far religione come male minore
risnetto all’ingresso di un catechista esterno nella classe.
Né il rifiuto di insegnare la
religione cattolica significherà
accettazione passiva della divisione della classe frazionata tra
chi si avvale e chi non si avvale
dell’insegnamento religioso: la
richiesta che Tinsegnamento religioso e le attività alternative
siano organizzati per gruppi sulla base delle classi parallele della scuola e non sulla base della
singola classe consentirà di non
discriminare gli alunni. Sarà
certo cosa di diffìcilissima attuazione, ma scopo non ultimo
Franco Giampiccoll
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
14 febbraio 1986
UN’EDIZIONE CLAUDIANA
Anche per i non
addetti ai iavori
A colloquio con i lettori
FRASE SIBILLINA
Il testo biblico ridiventa « racconto » - Un
libro che stimola alla riflessione comunitaria
Ecco un libro che riconcilia
anche i non-teologi con la ricerca esegetica Spesso, infatti,
l’esigenza di capire i testi biblici
alla luce del loro contesto storico rende i commentari simili a
manuali di archeologia, tanto che
il risultato è non di rado scoraggiante per chi è al di fuori
della cerchia degli « addetti ai
lavori ». Naturalmente, se l'alternativa a questo approccio scientifico devono essere le divagazioni fantasiose dei teologi liberali
di ieri e di oggi, ben vengano le
ricerche storiche e filologiche anplicate alla Bibbia; eppime, rimane il fatto ohe queste narlano
un linguaggio che non è accessibile a tutti.
Il libro di Hollenweger si inserisce in questa problematica in
modo profondamente innovativo:
da una parte, esso restituisce al
racconto biblico una delle sue
caratteristiche essenziali: quella
di essere — appunto — un racconto, nel quale concetti e idee
vengono espressi attraverso situazioni e personaggi piuttosto
ohe con enunciazioni teoriche; e,
dall'altra, questo avviene senza
rinunciare per niente al rigore
dell’esegesi. Al contrario, questa
« esegesi narrativa » non nuò fare a meno di essere particolarmente accurata, per rispondere
all’esigenza di far rivivere aspetti psicologici e sociali che i testi
biblici, così vicini nel tempo e
nello spazio ai fatti che narrano,
possono permettersi di lasciare
nell’omibra.
Questa riscoperta del racconto
come strumento per la predicazione costituisce — è chiaro —
una novità innanzitutto sul piano del metodo; Hollenweger però non si è limitato a descrivere
una nuova tecnica, ma l’ha anche usata, interpretando i testi a
cui si riferisce il volume della
Claudiana. Sarebbe comunque
difficile o del tutto impossibile
dire quale sia la sua interpretazione di ognuno di essi. Hollenweger infatti non ci presenta la
lettura del testo biblico da un
particolare punto di vista, come
avviene nelle forme tradizionali
dell’esegesi; al contrario, di punti di vista ce n’è tanti quanti i
personaggi dei vari racconti. E
non è uh caso ohe. recuperando
la struttura narrativa della predicazione, emerga anche il carattere problematico dei testi biblici: attraverso i dubbi e le contraddizioni dei protagonisti dei
vari racconti (ohe sono sempre
persone “marginali” nella comunità: simpatizzanti, credenti in
crisi), e nei contrasti fra quelli
ohe sono più forti nella fede, e
che tuttavia polemizzano fra di
loro — basandosi su testi biblici
— per questioni teologiche ed
etiche.
I nodi che vengono al pettine
sono moltissimi, e sono presentati dall’autore in forma aperta,
senza che — nella maggior parte
dei casi — egli lasci intuire la
sua posizione. Lo scopo del libro,
peraltro, non è quello di fornire
interpretazioni già pronte, ma di
stimolare una riflessione, possibilmente collettiva. Lo stesso
Hollenweger, del resto, suggerisce di drammatizzare questi racconti per meglio immedesimarsi
nelle situazioni e nei personaggi.:
Si può quasi dire, in fin dei
conti, che si tratti di una (riuscita) traduzione di alcuni testi
biblici « in lingua corrente ». Col
vantaggio rappresentato dalla
mancanza àéiVimprimatur.
Paolo Florio
' W. J. Hollenweger, Conflitto a
Corinto, esperienze ad Efeso, Claudiana 1984, pp. 155, L. 7.200.
Caro Direttore,
ho letto con viva partecipazione la
pagina che » La Luce » ha dedicato alla Missione Evangelica contro la lebbra, che merita davvero l’appoggio di
tutti noi.
Nell'introduzione (in grassetto) compare tuttavia una frase sibillina e misteriosa, che può essere interpretata
solo in modo allegorico: « nel 1985 la
Chiesa Valdese e l'Assemblea delle
chiese del Fratelli sono state tra i
maggiori contribuenti della Missione ».
Una Chiesa Valdese » infatti non esiste se non .xome importante memoria
del passato: esistono invece le chiese
valdesi, da sette anni pienamente integrate con le chiese metodiste che
sono in Italia: quando le si vogliano
indicare congiuntamente, si deve far
uso del nome ufficiale: Chiesa Evangelica Valdese (che va inteso come indicante I’,« unione delle chiese metodiste e valdesi » a norma dell’alt. 4 del
Patto d’integrazione). Quando le si voglia indicare disgiuntamente, si usa dire
« le chiese valdesi », » le chiese metodiste » e sempre più spesso insieme,
» le chiese valdesi e metodiste ».
Ancora in occasione della recente
Assemblea della Federazione, abbiamo
visto che questa terminologia funziona
benissimo, e chiarisce molte cose. Essa del resto rende ragione della nostra
più profonda e radicata ecclesiologia:
noi non siamo "una chiesa" denominazionalmente compatta e suddivisa in
sezioni locali, come un partito: siamo una unione di chiese locali che
si riconoscono reciprocamente, e insieme conducono la missione evangelica nel nostro paese: la nostra bella
Disciplina Generale lo dice con grande chiarezza nel suo articolo 1 ', e la
nostra esperienza lo riscopre quotidianamente: quella che abitualmente chiamiamo ■■ la nostra chiesa » è in realtà
una lega di chiese locali, certo dotate
di forti organi comuni! (primo frà tutti
il Sinodo) ma in definitiva responsabili davanti a Dio dei modo in cui vivono
e predicano l'Evangelo di Cristo.
Quanto aH'Assemblea delle chiese
dei Fratelli, temo che anch’essa non
esista: mentre esistono numerose Assemblee dei Fratelli, che tengono convegni, agapi, eoe. Ma su questo sono
naturalmente meno competente.
Grazie per l'ospitalità.
Giorgio Bouchard, Roma
' Art. 1 - Le chiese che da secoli re
PADOVA
AIDS, fuori dai pregiudizi
Il giorno 25 gennaio ha avuto
luogo nei locali della chiesa metodista di Padova l’annunciato
convegno sui problemi deU’omosessualità e transessualità. Erano
presenti il pastore Ermanno Genre del centro di Agape e l’on. Vera Squarcialupi, membro del Parlamento etu-o)5eo.
L’on. Squarcialupi ha ampiamente trattato il problema della
lotta aH’AIDS nella Comunità
Europea, fornendo un’interessante documentazione sulle origini
della malattia e sui livelli di presenza nei vari paesi.
Se le sue origini sono africane in ambiente eterosessuale, la
sua diffusione ha avuto luogo invece in contesto americano f49
casi per milione), anche, ma non
necessariamente, omosessuale,
per raggiungere poi l’Eurooa con
percentuali oscillanti fra un massimo di 10 casi per milione (Belgio) e un minimo di 0,9 casi ner
milione (Italia). Un’osservazione
importante riguarda l’alto livello economico dei naesi europei
maggiormente colpiti, cioè Belgio, Svizzera (9,7 casi per milione), Danimarca (9,5 casi per milione); per cui si può sostenere
che si tratti di malattia che ormai colpisce paesi ricchi, in cui
cioè sono più facili gli sposta
menti in luoghi di turismo erotico.
La malattia è stata accolta con
grande disagio e impreparazione
in tutto il mondo politico intellettuale laico, per l’incapacità di
contrastare sul piano scientifico
l’interpretazione moralistico-punitiva.
Un’indagine più approfondita
delle origini e delle modalità di
diffusione della malattia ha ormai permesso di superare i pregiudizi che finivano con il ghettizzare e punire soprattutto gli
omosessuali e i tossicodipendenti.
Nell’ ambito della Comunità
Europea si sta organizzando, con
buone probabilità di riuscita, un
programma di ricerca medica
per la prevenzione e la cura del
morbo. In Italia si stanno impegnando organismi di assistenza
e informazione; a Milano sià esiste un telefono amico.
Purtroppo i canati ufficiali di
comunicazione sono sempre piuttosto carenti e tendono a sottolineare con coloratura mor’oosa
tutto ciò che riguarda questo
problema.
L’on. Squarcialupi ha concluso
rallegrandosi ner la disponibilità dimostrata dalla chiesa metodista di Padova, che ha avuto la
sensibilità e il coraggio politico
di impegnarsi in questo lavoro di
sostegno agli omosessuali.
Il past. Genre ha parlato dei
motivi dell’accoglienza e dell’ascolto da parte del centro di
Agape di Prali: già nel 1980, infatti, ad Agape è stato organizzato il primo incontro su « omosessuali e credenti ». Ermanno
Genre ha particolarmente insistito sulla valenza e sul significato
del termine « accoglienza », che
non può rappresentare soltanto
benevolenza comunitaria, con
l’intento più o meno palese di
trasformare « l’altro », ma totale
accettazione della sua persona
nel suo specifico e nelle sue finalità.
Questo concetto di accoglienza
deve considerarsi sempre legato
a quello di comunità, ohe, lungi
dal fornire solo spazi ghettizzanti, deve invece rappresentare
luogo d’incontro di soggetti diversi per età, stato sociale, cultura, in modo tale da offrire effettiva possibilità fraterna di crescita e di chiarimento reciproco.
E’ seguito un dibattito fra le
numerose persone presenti, molto attente ed interessate ai vari
problemi sollevati. 11 past. Genre ha anche presieduto il culto
domenicale del 26 gennaio nella
chiesa metodista di Padova.
Alberto Bragaglla
moti e attraverso numerose persecuzioni Dio, nella sua grande misericordia, ha conservato nella fede alla sua
Parola in alcune valli delle Alpi occidentali che dal movimento valdese
hanno preso il loro nome; quelle sorte
di poi per la predicazione evangelica in
vari paesi dove Dio ha condotto la
popolazione valdese, e quelle che professando la stessa fede evangelica, sono venute e vengono unendosi ad essa,
accogliendo la Disciplina, formano nella
loro totalità un unico corpo che vive
nella sola Grazia del Signore.
NON MI TURBA
Gentile Direttore,
Insegnanti,
qualcosa
SI muove
(seme da pag. 1)
trovo appassionante il dibattito scaturito di recente in queste pagine sull'imprimatur apposto alla TILC. Non
vorrei, come sovente accade, che alcuni
lettori abbiano ravvisato in questo un
fuoco di paglia oppure una diatriba fra
pastori, giacché il problema costituisce
a mio avviso un luogo teologico concreto ed eloquente.
Va da sé che l’imprimatur vescovile
affisso in apertura di un libro, tanto
più un testo sacro, è cosa spiacevole
ed imbarazzante per qualsiasi credente
riformato in quanto immagine di autorità e poteri che non riconosce, emblema di una debolezza quasi fisiologica
dello spirito cattolico. Comprendo quindi l’indignazione suscitata da un « bollo » calato sul pur notevole successo
del lavoro di traduzione ecumenicamente sostenuto in questi anni. Condivido la preoccupazione di quanti vedono l’autorità magisteriale spesso
soffocare, anche in campo ecumenico,
ia collegialità fraterna del laicato ed il
rinnovamento operato dallo Spirito.
Tutto ciò mi sollecita a soffrire e pregare ancora per la conversione dei fratelli cattolici e dei loro pastori.
Fatto sta, ohe anche nella mia comunità e nelle chiese valdési sorgono
seri scrupoli e riserve circa l’utilizzo
deila TILC nella predicazione e la testimonianza evangelica. Ci si divide,
grosso modo, fra estimatori della traduzione ottenuta oppure accusatori del
fallimento complessivo che l’imprimatur attribuisce all’intero progetto. Due
posizioni che pur contenendo una giusta lettura dei fatti, implicano per il
futuro risposte errate o comunque
molto discutibili. Gli uni salutano con
soddisfazione una versione interconfessionale che, grazie al contestato imprimatur della CEI, diffonderà la Bibbia
in Italia (via la Curia) — gli altri recepiscono nel bollo vescovile una sconfessione dello spirito dell’iniziativa intera, un’appropriazione esterna di delicati passi ecumenici. Di conseguenza
la Società biblica distribuirà Bibbie
con nulla osta per l’ambito cattolico
e quello evangelico tollerante, e Bibbie pulite per i credenti protestanti allergici all’imprimatur.
Questa distinzione è a mio avviso
un inutile scandalo che vanifica , una
occasione di coerente testimonianza.
A costo di suonare irriverente ai fratelli cattolici, vorrei interpretare la
discussione col testo di Romani 14 o
di I Corinzi 8, dove Paolo esorta i
forti a comprendere gli scrupoli dei
deboli nella fede: a Roma faceva scandalo fra i giudeo-cristiani che carni
sacrificate agli idoli imperiali venissero accettate e consumate pubblicamente da altri credenti (forti), contro
ogni prescrizione giudaica. « Il regno
di Dio non è fatto di questioni che riguardano il mangiare e il bere, ma è
giustizia, pace e gioia ». Rendiamo
grazie a Dio per la nuova traduzione
delle Scritture e per le occasioni che
tale versione ci offre; attendiamo affinché chi è stato fra noi turbato dagli
altrui sacrifizi (al potere gerarchico)
cresca nella fede in carità, e ne sia
libero. Che la mia Bibbia rechi impressa un’insegna vescovile o un qualsivoglia imprimatur non mi turba affatto, perché l’idolo del potere sacerdotale è caduto per sempre sulla croce
e « ognuno dovrà rendere conto di se
stesso a Dio ».
in una chiesa minoritaria si rende
necessario vigilare di continuo, perché
ogni debole tenda alla libertà di Cristo e non rischi piuttosto un reattivo
asservimento alle infedeltà che tanto
recepisce negli altri. Tutto ciò anche a
livello ecclesiale.
Davide Giannoni, Brescia
— oltre quello di non discriminare gli alunni — è anche quello di dimostrare la « ingestibilità » del meccanismo messo in
piedi dal ministro Falcucci.
La scadenza infine del giugno
’87, quando secondo la risoluzione del Parlamento dovrà essere valutata la prima attuazione dell’intesa Falcucci-Poletti, si
prospetta per la CGIL scuola
come un appuntamento di estrema importanza: l’occasione di
dimostrare appunto tutte le contraddizioni della nuova configurazione dell’insegnamento religioso e la richiesta di rivedere
l’intesa stessa per apportarvi rilevanti modifiche; in primo luogo per escludere un insegnamento confessionale dalla scuola
materna.
Prospettive positive
Con il limite di esser stato
circoscritto, nella partecipazione e nel dibattito, quasi esclusivamente alla scuola materna
ed elementare, questo Seminario mi sembra fornire delle nrospettive sostanzialmente positive non solo per le indicazioni
che ne sono emerse, ma anche
per la dialettica che lo ha mosso. Se la linea della segreteria,
pur unitaria, sembra oscillare
tra \m’accettazione della situazione determinata dall’intesa
Falcucci-Poletti con l’impegno a
valorizzare al massimo i contenuti delle materie alternative,
e un'esasperazione delle contraddizioni insite nel rozzo sistema ideato al fine di farlo saltare e giungere ad una sua revisione, gli interventi dei partecipanti in grandissima parte hanno spinto in questa seconda direzione e non di rado sono andati oltre, con la richiesta esplicita che per l’insegnamento religioso confessionale sia rivendicata una collocazione al di fuori
dell’area curricolare e quindi
del normale orario scolastico
Ne emerge un quadro di note;
vole movimento, di volontà di
recuperare il terreno perduto,
di impegno per iniziative locali
e nazionali di mobilitazione e
aggregazione.
Sarà lo spaccato di una élite
di minoranza e velleitaria? Forse. Ma forse — e tutto sommato
più probabilmente — questo seminario è l’espressione di una
situazione nuova, di un risveglio
dopo un lungo sonno, colpevole
finché si vuole ma per lo meno
finito. Se prima era tutto fermo
ora c’è movimento, non solo di
singoli ma di realtà variamente
collegate. Gli insegnanti si accorgono che molti genitori non sono
per nulla indifferenti alla pia
truffa messa in piedi dalla Falcucci; parlano dell’inizio di una
traiettoria che è destinata a non
concludersi a tempi brevi; dicono che prima o poi l’insegnamento religioso confessionale deve
essere restituito alla comunità
dei credenti; si prospettano la necessità di ridiscutere tutta la materia mettendo in conto la necessità di revisioni che arrivino fino
al livello del Concordato...
Perché questo non risulti essere solo un esercizio verbale è necessario un forte impegno degli insegnanti; ma anche quello
di genitori e studenti. Più in generale dei cittadini e, tra noi, dei
membri di chiesa che su questi
temi hanno la responsabilità di
informarsi, aggiornarsi, parlare
con la gente, portare una precisa
testimonianza.
Franco Giampiccoli
I
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3
14 febbraio 1986
fede e cultura 3
LA SOFFERTA MEDITAZIONE DI WIESEL SULL’« OLOCAUSTO »
Un ebreo oggi
La fine di un’epoca - Domande intorno a Dio e all’uomo - Il grande
patrimonio religioso e culturale di Israele non è andato perduto
UN SIGNIFICATIVO CAMBIAMENTO
Ebrei o Israeliti?
Ecco un libro di struggente e
dolorosa bellezza che nasce come meditazione tesa e sofferta
sull’olocausto e segue poi la vicenda interiore ed esterna di
Israele — popolo e Stato — dopo Auschwitz e Treblinka, affrontando anche temi controversi di
bruciante attualità come la sofferenza del popolo palestinese e
il terrorismo che essa genera, il
sionismo che secondo FA. è scandaloso assimilare al razzismo
(come ha fatto l’ONU in una sua
discussa risoluzione), i rapporti
tra ebr ei e cristiani ( « nella bufera, siamo stati costretti a rivederli. Il fatto è che una verità
nuova e dura ci aveva colpiti:
mentre tutte le vittime erano
ebrei, tutti gli assassini erano
cristiani », p. 23), ed altri ancora.
L’olocausto è la stazione terminale di un’interminabile via crucis: « mi chiedevo se eravamo
giunti alla fine del popolo ebraico, o forse alla fine deH’avventura umana. Certo, era la fine di
un’epoca, la fine di un mondo »
(p. 20).
L’Autore è un superstite, il
suo è il racconto di un testimone. Mille altri hanno già raccontato, ma la memoria di Israele
è inesauribile come la sua sofferenza. « La memoria... ecco il nostro vero regno » (p. 86). Gli episodi sono scelti (abbondano anche i racconti, in genere molto
belli) e scolpiscono di volta in
volta questo o quell’aspetto dell’anima ebraica. Ma il viaggio
nella memoria è insieme un viaggio nella coscienza. Nella fornace ardente dell’olocausto, le domande intorno a Dio e all’uomo
spaventano come l’universo di
morte da cui sgorgano, sia che
ammutoliscano in un dolore pietrificato che non può essere consolato sia che si sciolgano in un
grido di protesta e di invocazione — grido e preghiera insieme,
speranza disperata come nel Salmo 22 e in tanti altri passi della
Bibbia.
L’immenso, temibile « perché? », che incombe inesorabile
sull’ universo concentrazionario,
sul regno del filo spinato, sulle
montagne di ceneri umane, e che
da allora abita e agita le coscienze di milioni di uomini, è diretto con uguale urgenza e pertinenza a Dio e all’uomo, nerché se è
vero che Dio ha lasciato fare, è
vero anche che chi ha fatto è
l’uomo. La domanda su Dio è
inestricabilmente intrecciata a
quella sull’uomo. Lo sa bene la
fede d’Israele ohe dice per bocca
d’un rabbino: « E’ sacrilego in
egual misura affermare che Dio
o l’uomo siano al centro dell’universo; dobbiamo invece credere
che l’uno è l’universo dell’altro:
tutti e due ne cercano il centro » (p. 16).
Ma oltre che punto terminale,
l’olocausto è stato anche punto
iniziale. « Come era accaduto in
passato, la prova provocò non un
tramonto ma una rinascita della coscienza ebraica e uno sviluppo della storia ebraica.
L’ebreo non solo non ruppe i
legami, ma li rinsaldò. Auschwitz
forse lo rese più forte » (p. 25).
Il libro di Wiesel ne è un documento. Nulla dell’immenso patrimonio religioso e culturale di
Israele è andato perduto, soprattutto nulla della sua inestinguibile, inspiegabile, paradossale
passione per Dio e per l’uomo,
che forse costituisce il segreto
ultimo e inviolabile di onesto popolo-testimone davvero unico
tra le famiglie della terra. Così,
anche i nomi terribili ed esecrati
di Auschwitz, Majdanek, Treblinka, Belsen, Fonar, Sobibor, Buchenwald, Mauthausen, C'ielmno
— nomi da incubo — si trovano
accostati ai nomi amati e luminosi di Àbramo, Isacco, Giacobbe, Mosé, Davide, Sara, Rebecca,
Rachele, Ruth — nomi di memorie felici — e intessuti con questi nella trama di un’unica storia di fede contro ogni evidenza
e di speranza contro ogni speranza.
Abramo e Auschwitz: ecco i
due poli della testimonianza di
Wiesel, raccolta in queste pagine che sovente trapassano l’anima, come una spada affilata, a
due tagli. L’epilogo è ancora una
volta di Àbramo: sua, e non di
Hitler, è Fultima parola. Àbramo, che, come diceva Kierkegaard, « disarmò Dio con la propria debolezza ». Abramo, il più
grande di tutti: « grande per
l’energia la cui forza è debolezza,
grande per la saggezza il cui segreto è follia, grande per la speranza la cui forza è demenza... ».
Àbramo, « ohe lasciò una cosa, la
sua ragione terrestre, e un’altra
ne prese: la fede ». Come Àbramo non ha lasciato lamentazioni,
così la testimonianza di Wiesel
non sfocia in un lamento. L’agghiacciante silenzio di morte dei
campi di sterminio è rotto, oltre che dall’ultimo pianto dei
bimbi, oltre che dall’ultimo sospiro-preghiera dei morenti, oltre
che dal terribile silenzio delle
vittime (il silenzio delle vittime.
a differenza di quello della morte, parla, grida!) — è rotto, il silenzio di Auschwitz, da una inattesa, impensabile confessione di
fede messianica, perché l’attesa
del Messìa è da sempre, anche
nell’inferno di Auschwitz, l’anima di questo popolo: « Io credo,
Giacobbe. Credo, Israele. Ascolta
la voce di Israele, la fede d’Israele. Elia viene, o non viene, Israele gli apre ugualmente le porte e
i sogni. Poiché il profeta ha più
bisogno degli ebrei che gli ebrei
del profeta. Auschwitz ha ucciso
gli ebrei, ma non il loro amore
per il messaggero » (p. 274).
Su questa progenie di Abramo
che dice, anzi canta, la sua fede
in mezzo a mille smentite, contraddizioni, negazioni, crocifissioni, olocausti, scende ima singolare, paradossale benedizione:
« Benedetto sii tu, Israele, per la
tua fede in Dio — nonostante
Dio. Benedetto sii tu, Israele, per
la tua fede nell’uomo — nonostante l’uomo. Benedetto sii tu,
Israele, per la tua fede in Israele — nonostante gli uomini e
Dio » <p. 275). Chi può intendere,
intenda, e si chini pensoso sulle
pagine di questo libro.
Paolo Ricca
^ Elie Wiesel, k Un ebreo oggi ».
Racconti, saggi, dialoghi. Traduzione
di Luisito Bianchi, Editrice Morcelliana, Brescia, 1985, pp. 288, L. 18.000.
SONDAGGIO ”IL MONDO” - MAKNO
Gli italiani
e la religione a scuola
Gli studenti dicono; diritto di scelta a 14 anni, insegnamento alla prima o all’ultima ora
Il settimanale economico « Il mondo »
In collaborazione con la società Makno
ha svolto un sondaggio di opinione
circa l’insegnamento della religione
cattolica nella scuola. Il sondaggio ha
riguardato 2.000 persone rappresentative dell'universo dell'opinione pubblica
italiana. Si tratta di un sondaggio assai attendibile perché si basa sullo
stesso campione di persone usato dalla Makno per i sondaggi elettorali,
ohe negli ultimi anni si sono quasi
sempre dimostrati azzeccati.
Alla domanda « Siete favorevoli all'insegnamento della religione cattolica
nella scuola? » il 69,8% ha risposto
favorevolmente e il 18,7% ha risposto
negativamente, l'8,6% è incerto, il 2,6%
non ha risposto. Non tutti i cattolici sono però favorevoli (in questa categoria rientrano il 94% dei praticanti, e il
62% dei non praticanti) e vogliono
l'esonero (l'1% dei praticanti e il 37%
del non praticanti).
Tra gli aderenti ad altre religioni
(non meglio specificate) il 25% vuole
l'insegnamento religioso cattolico nella scuola, il 37% l'esonero. Il 38% è
incerto sul da farsi.
Rispetto all’età in cui deve cominciare l'insegnamento della religione la
maggioranza degli italiani non è d'accordo con la Gei: solo il 29,2% vuole
che inizi nella scuola materna mentre
Il 32,4% vuole che inizi alle elementari e l’11,6% alle medie. Tra i cattolici praticanti II 43% vuole la religione
alla scuola materna e il 42% vuole
ohe inizi nella scuola elementare. Tra
gli aderenti ad altre religioni il 12%
vuole la religione alla materna, il 25%
alle elementari, il 25% alle medie. Tra
gli atei nessuno la vuole alla materna,
il 9% alle elementari, il 4% alle medie.
Rispetto alle alternative all’ora di
religione cattolica il 23,4% pensa che
bisognerebbe assicurare « un’ora in
più deiie altre materie », il 43,5% vuole « un'ora di insegnamento analogo »,
Il 27% vuole che « sia collocata all'inizio o alla fine dell'orario scolastico ». E
tra questi ultimi sono soprattutto gli
studenti delle scuole superiori a richiedere (sono quasi la metà, il 47%)
che l'ora di religione sia messa alla
prima o all'ultima ora.
Riguardo al problema di chi debba
decidere il sondaggio fa emergere come il 59,3% degli italiani sarebbe favorevole a lasciare la scelta ai ragazzi
superiori ai 14 anni, e tra questi vi è
il 50% dei cattolici praticanti, l’87%
degli atei, il 65% dei cattolici non praticanti. G. G.
In occasione delle trattative
per /’intesa alcuni membri della Commissione governativa hanno manifestato viva sorpresa e
curiosità per la decisione delle
Comunità israelitiche italiane di
cambiare il loro nome ottocentesco in Comunità ebraiche italiane.
Ebrei o Israeliti? Ecco guanto scrive in proposito Alain Finkielkraut nel libro «Le Juif imaginaire » {Seuil Edit. Parigi).
Poi venne la sconfitta dei fascismi e l’epurazione. La barbarie scomparve dal discorso, l’odio razzista fu messo fuori legge, ci furono sì (e continuano
ad esserci) brusii indistinti,
graffiti scritti di fretta, la notte,
sul muri dei cimiteri o sui sedili della metropolitana, ma non
si sentirono più appelli orchestrati al massacro, e la parola
« giudeo » che aveva conosciuto
la sua apoteosi durante gli anni di guerra cessò bruscamente
la sua carriera. Anche « Ebreo »
diventò quasi una parola tabù:
una parolaccia, un nome osceno. Molti non osarono più usarla, come se, troppo bruciante,
troppo diretta, portasse in sé
una connotazione ingiuriosa. Sì
temeva, dicendo « Ebreo », di
dare testimonianza di una promiscuità poco chiara con i collaboratori e coi nazisti. Si sentiva come un fastidio, come una
ripugnanza, nel designare una
collettività martire con lo stesso nome che avevano usato i
suoi boia. Con ostentazione, con
untuosità, si parlava allora degli Israeliti, in modo da lasciare intendere a chi ascoltava, che
chi stava parlando era puro da
ogni antisemitismo, che si sentiva simpatia attiva per questo
popolo sinistrato. La parola
« Israelita » conobbe così una
fortuna eccezionale, perché bastava fame uso per 'meravigliare gli altri e felicitare se stesso
della propria mansuetudine e
della propria umanità. Come si
era buoni allora, come era dolce (e soprattutto economico)
prendere con due sillabe la parte delle vittime! Una parola, una
sola e si era lindi, trasparenti,
impeccabili! Questa parola che
era stata precedentemente riservata agli Ebrei assimilati, venne a qualificare l’intera comunità. Perché i tempi non erano
più quelli della discriminazione, rna quelli dell’eufemismo:
non si trattava più di separare
i buoni e i cattivi, ma di agitare e affiggere la propria bontà
nei confronti degli Ebrei nel loro insieme.
E gli interessati, loro, che dicevano? Conservavano il silenzio. E’ probabile che una revi.slone di vocabolario così sottolineata, così piena di precauzioni, non ispirasse loro nulla di
buono. Questa civiltà improvvisa, queste pinzette verbali, questo modo un po’ manierato di
rivolgersi ai martiri, questo
omaggio protocollare ai vinti.
Siete favorevoli alPinsegnamento della religione o aiPesonerof
una volta messi i vincitori in
condizione da non nuocere, tutto ciò dava loro un senso di
stridore. Ma essi tacevano.
Chiusi nel loro lutto e nel loro sforzo di vivere di nuovo, lasciavano l’universo rifarsi una
virtù a buon mercato: avevano
altre gatte da pelare, altri incubi, altre angosce. Ci volle l’opera del tempo, la creazione, il
consolidamento e le vittorie dello Stato d’Israele, e infine l’arrivo degli Ebrei dell’Africa del
Nord, perché gli Ebrei insorgessero pubblicamente contro questa compunzione, e abbandonassero questo modo chic di presentarsi, questa denominazione
d’origine pastorizzata: Israelita.
Perché questo rigetto? Perché
nella parola « Israelita » gli
orecchi esercitati percepiscono
una cortesia soave e una violenza trattenuta. Luna come l’altra sgradevoli da sentire. L’urbanità sussurra: « Non dico
ebreo, io, vedete che buone intenzioni ho nei vostri confronti! 'Vedete come mi comporto
bene! ». E questa squisita cortesia si accompagna ad un richiamo all’ordine: « Non siate
voi stessi Ebrei, non aiutatevi
l’un l’altro, non mettete in mostra la vostra differenza, non
date presa alle calunnie dei vostri detrattori, perché, allora,
deludereste la mia fiducia, e io,
in caso di crisi, non potrei fare
più nulla per voi ».
« Israelita » è una parola discreditata due volte: per l’umiltà di cui fa pretenziosamente
mostra e per la minaccia che
dissimula. Mano di ferro in
guanto dì velluto, i suoi utenti
sembrano volere ad ogni costo
mantenere gli Ebrei sotto sorveglianza e dettare loro il loro
comportamento. Come se nulla
fosse. Come se il popolo ebraico dovesse alla sua propria misantropia le reazioni di «+"nore
e di animosità della popolazione circostante. Con una sola
parola, dunque, ci si lava del
genocidio e ci si chiude alla verità di questo evento.
Disgraziatamente per questi
tutori affabili, ci sono sempre
meno Israeliti in questo- paese.
Questione terminologica’ No:
problema giudiziario. Dirsi Israelita. era presentarsi con le carte in regola, dichiararsi assimilato. dichiararsi normalizzato e
non colpevole: era giocare il gioco dell’esame perpetuo e accettare con buona grazia di essere
seguito, notato, osservato in modo ininterrotto dallo sguardo
sospettoso della coscienza maggioritaria. Dirsi Ebreo, semplicemente. significava affermare
questo: « Noi non siamo colpevoli. ma non siamo nemmeno
innocenti. E’ l’idea di un tribunale che ricusiamo per sempre.
Alcuni credono di potersi abrogare il diritto di legiferare la nostra esistenza, è affar loro; noi
non accettiamo di sedere nella
gabbia degli accusati. Abbiamo
pagato per saperlo; secondo il
gusto dell’antisemita, noi abbiamo torto in ogni modo. Torto
di essere l’Altro, torto di essere
il Medesimo.
Noi non ci difenderemo più,
perché i nostri nemici ci hanno
condannati in anticipo, perché
nessuna giurisdizione superiore
può Hecidpi-e per noi della nostra identità collettiva, che questa autorità abbia nome ’’Francia”, ’’Stato” o ’’Uomo”. Proclamandoci ’’Ebrei”, e non più
’’Israeliti”, noi chiudiamo una
epoca, dichiariamo decaduto il
tempo della sorveglianza e quello del processo ».
Alain Finkielkraut
(dalla rivista Ha Keillah della Comunità ebraica di Torino, dicembre ’85).
4
4 vita delle chiese
14 febbraio 1986
A TORRE PELLICE NASCE UN SINGOLARE BOLLETTINO GIOVANILE
ASSEMBLEA TEV
"Parole sante"?
Si chiama « Parole sante », e
■ha per sottotitolo « Tutto quello
che avreste voluto sapere sulla
vita ma non avete mai osato chiedere ». Ad onta dello stile un po’
demenziale, -è il nuovo bollettino
dei giovani valdesi di Torre Pellice, e farà la sua prima comparsa in pubblico domenica 16
febbraio, quando sarà presentato in chiesa durante il culto.
fatto (e non è un caso che diversi redattori facciano anche parte
di questi gruppi); dall’altro, il
bollettino aspira a essere uno
stimolo e una fonte di idee.
Gli interlocutori di « Parole
sante », peraltro, almeno negli
ambiziosi disegni dei suoi redattori, dovrebbero essere innanzitutto quei numerosi giovani che
al culto non ci vanno, e che hanno ormai — o hanno sempre
avuto — un rapporto più o meno labile con la chiesa.
Naturalmente, il bollettino si
rivolge anche a chi invece, giovane o meno giovane, partecipa in modo più attivo alla vita
della comunità, a cominciare dai
^uppi giovanili già esistenti, per
i quali « Parole sante » vorrebbe
rappresentare da un lato uno
strmnento per la diffusione di
ciò che viene da essi pensato e/o
L’aspetto di « Parole sante » rispecchia 'gli obiettivi ohe il gruppo redazionale si prefigge: articoli brevi, largo uso di illustrazioni e vignette, titoli spesso ironici, totale assenza di « pezzi forti » della maggior parte dei bollettini come calendari di attività
o appelli a partecipare a questa
o quella riunione. Quello che invece nel bollettino si può trovare
sono commenti, riflessioni, interviste, dibattiti: e, quanto a questi ultimi, già se ne preannuncia
uno assai « caldo » sull’impegno
politico dei giovani, scatenato da
un intervento di Italo Pons — un
po’ il « padre spirituale » del
gruppo — che ha suscitato reazioni polemiche nella parte più
giovane della redazione.
Un altro tema caro a « Parole
sante » è la formazione giovanile,
e in particolare la problematica
del catechismo. Il numero 0, quel
Verso il XVII Febbraio
ANGROGNA — Sabato 15 alle
15.30 il pastore Gérard Cadier
terrà una lezione biblica ai catecumeni; alle 20, sabato 15, il
culto a Pradeltorno sarà presieduto dal past. Cadier. Anche domenica 16 nel Tempio del Capoluogo il culto sarà in francese
presieduto dal past. Cadier. Il
programma del XVII: inizio del
culto alle 10 con Corale e drammatizzazione dei bambini della
"Scuola Domenicale” sull’esilio,
alle 12 mizia l'agape. Ospite della giornata è il prof. Tavo Burat
che presenterà un audiovisivo
sull’eresia di Fra Dolcino. La serata è organizzata dalla Corale
presso il Tempio del Serre alle
20.45 con la presentazione di un
"recital” di canti e documenti
originali ripercorrenti la tragedia delTesili'O dei Valdesi.
PRAROSTINO — Il culto del
17 Febbraio avrà inizio alle ore
10.30 con la partecipazione della
corale.
Il pranzo deve essere prenotato entro il 14 febbraio direttamente al ristorante Tarin al prezzo di L. 16.000.
• La comunità vuole ricordare
con fraterna simpatia la famiglia
del fratello Giovanni Gailian deceduto il mese scorso.
• Un gioioso benvenuto e auguri alla piccola Sara di Silvana
Codino e Luciano Rostagnol.
PINEROLO — Questi gli appuntamenti per il 17 febbraio:
domenica 16, ore 20: falò seguiti da riunioni ad Abbadia e al
Besucco; lunedì 17, ore 10: Culto con S. Cena; ore 19.30: Cena comunitaria. (Le iscrizioni
sono raccolte da Vera Long,
tei. 71.597).
FERRERÒ • MANIGLIA —
Quest’anno il 17 febbraio ci sarà il culto unico a Ferrerò alle
ore 10. Il pranzo si terrà a Ferrerò, nei locali comunitari alle
12.30. Il costo si aggirerà sulle
10-12.000 lire, con sconto del 50
per cento per i bambini al di
sotto dei 14 anni. Prenotazioni
con caparra al pastore al più
presto possibile. Quest’anno
avremo il piacere di avere fra
di noi il professore Giorgio Peyrot e la sua signora, con cui potremo dibattere sul tema dei
rapporti fra la chiesa valdese
e lo Stato.
• Un altro fratello ha terminato la sua vita terrena: è ring.
Mario Jahier, di 64 anni. Tutta
la comunità è solidale con la
moglie ed i figli in quest’ora di
prova.
Ultimi 5 minuti
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Anche quest’anno, in occasione della Festa del XVII Febbraio, una fiaccolata, organizzata dal Gruppo Cadetti, si snoderà la sera della vigilia sui sentieri della collina di San Giovanni fino a Ciò ’d Mai, mentre
lo che sarà presentato domenica,
contiene le riflessioni di un catecumeno soddisfatto; ma lo scoop
del n. 1, atteso per marzo, saranno, assicurano i redattori, le rivelazioni di un « dissociato » del
catechismo, uno ohe ci va perché
ce lo mandano i genitori, ed è
poco o niente convinto di quello
ohe vi si fa. Staremo a vedere.
Altri temi di questo numero 0
sono: la riflessione biblica (il titolo è: « Dio è vendicativo? »),
Finsegnamento della religione a
scuola, una lim^ intervista sulla Filodrammatica, Radio Beckwith. Il tutto è stato perpetrato
da una decina di giovani, giovanissimi e non-tanto-giovani, che
— affermano — a dispetto delle
tante differenze, di età e d’altro,
esistenti fra di loro, sono riusciti
finora a lavorare insieme in modo non solo produttivo ma anche
piacevole, forse anche grazie all’aiuto di un certo numero di bottiglie di vino, che hanno dato al
gruppo una discreta gradazione
alcoolica...
L’8 per mille
agli istituti
di istruzione
p. F.
L’Assemblea del 9 febbraio ha
discusso sulla proposta destinazione dell’8 per mille dei redditi e ha così manifestato il proprio parere:
L’Assemblea del Movimento
di Testimonianza Evangelica
Valdese, considerando la possibilità che le chiese indichino la
destinazione dell’8 per mille nella denuncia dei redditi,
esclude che questa specie di
tassazione indiretta possa andare a beneficio della cassa culto ;
considerando però che i nostri istituti di istruzione e di
assistenza sono al servizio di
una popolazione talora non prevalentemente evangelica, e che
diversi istituti già percepiscono
delle sovvenzioni statali,
ritiene che non sarebbe contrario ai nostri principi di separazione della Chiesa dallo Stato qualora la percentuale proposta fosse devoluta ai nostri istituti di istruzione e di assistenza.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
la Corale darà il suo contributo
canoro riunita attorno al falò
del Saret.
Dopo il culto di ringraziamento del XVII, avrà luogo la tradizionale agape fraterna nella
Sala Albarin ed alla sera un
simpatico incontro con la Corale ed il Gruppo filodrammatico continuerà la riflessione
storica sulle vicende delle persecuzioni del 1686 e sul significato dei compositori Händel e
Bach, di cui lo scorso anno si è
ricordato il terzo centenario della nascita.
Nel corso del culto vi sarà anche una informazione sulla situazione dell’insegnamento della
religione cattolica nelle scuole
pubbliche.
I biglietti per il pranzo sono
in vendita presso il negozio di
commestibili Malan-Chauvie ai
Bellonatti e presso la cartoleria
Malanot-Meynet agli Airali.
ti, che verrà rappresentata il 17
e il 23 febbraio sempre alle ore
20.30. Gli incassi delle serate
saranno devoluti per la casa di
riposo di San Germano, perciò
confidiamo nella generosità di
tutti.
zazione ed elezione delegati alla
Conferenza Distrettuale e al Sinodo; 25 maggio: discussione della relazione morale.
Otto per mille
torre PELLICE — L’Assemblea di chiesa del 9 febbraio
ha rappresentato l’inizio della
riflessione sulle questioni finanziarie proposte dal Sinodo. Lo
studio della defiscalizzazione
delle contribuzioni e di quello
che ormai viene comunemente
chiamato «l’otto per mille» occuperà molta spazio, dalle riunioni di studio biblico a quelle
quartierali, per terminare a
maggio con una Assemblea in
cui la chiesa sarà chiamata ad
esprimersi con un ordine del
giorno. Per raggiungere il maggior numero di membri di chiesa verrà studiato il modo di
divulgare la documentazione che
il pastore Toum ha molto chiaramente presentata all’assemblea.
• Sono decedute Margherita
Monnet ved. Pons, Margherita
Bersandi ved. Giraudo, Elena
Edith Goisson e Mery GergoU.
La comunità esprime alle famiglie la sua fraterna solidarietà.
'• La Corale ha presentato a
Torino domenica 26 u.s. un programma di canti e diapositive sul
tema degli anziani in vista della
ristrutturazione del nostro asilo. La generosità dei fratelli torinesi è stata un segno di incoraggiamento per i coralisti e per
coloro che si sono occupati del
m,ontaggio dell’audiovisivo (in
particolare Sergio Comba) i quali contano di presentare il programma in altre comunità delle
valli e fuori.
Tre per cento
Venerdì 14 febbraio
MASSELLO — Il 17 febbraio
culto alle ore 11 al Reynaud. Domenica 23 febbraio, dopo il culto, ci sarà im pranzo comunitario al Reynaud, a cui tutti sono
invitati. Per prenotazioni mettersi in contatto con il pastore
o con la signora Erminia Tron
del Reynaud.
S. GERMANO GHISONE —
Il Concistoro nella sua riunione
del 24 gennaio ha preso in esame vari argomenti di grande importanza: la relazione finanziaria
e la risistemazione della sala valdese. (Quest’ultimo tema ha occupato buona parte della serata ed'
ancora non è ben chiaro come
possa risolversi il problema perché per essere in regola con le
vigenti disposizioni bisogna spendere somme ingenti.
Quanto al consuntivo del 1985
le cose non stanno troppo male
anche se si devono fare altri
sforzi per prendere in seria considerazione la proposta della
Tavola del versamento del 3%
del reddito di ciascuno.
□ SULLE ORME
DI PAOLO
TORRE PELLICE — Alle ore 20.30
presso la Foresteria Valdese si terrà
una serata aperta a tutti sul recente
viaggio in Turchia con visione di diapositive. Parteciperà il pastore Gérard
Cadier.
Domenica 23 febbraio
n ASSEMBLEA DELLE
CORALI
PINEROLO — Alle ore 15 nei locali di
Via dei 'Miiie 1 è convocata l’assemblea delle Corali con il seguente o.d.g.:
1) Esame della bozza di Statuto dell'assemblea;
2) Festa di canto;
3) Attività esterne delle Corali.
PRAMOLLO — Domenica 9
febbraio ha avuto luogo l’assemblea di chiesa per esaminare la
relazione morale e finanziaria
e il preventivo per l’anno 1966.
• La filodrammatica sta preparando la commedia « Gli ultimi 5 minuti » di A. De Benedet
• Le assemblee di chiesa che
il Concistoro ha programmato
sono: 2 marzo: 8 per mille e discussione dell’idea di formare una’commissione elettorale’ onde
facilitare le elezioni dei delegati
alla Conferenza Distrettuale ed
al Sinodo; 13 aprile: evangeliz
n INCONTRO
DELLE COMUNITÀ’
EVANGELICHE
TORRE PELLICE — Alle ore 15 presso
la Foresteria si tiene l'incontro di tutte le comunità evangeliche della cittadina sul tema « lo straniero che è
tra le tue porte ».
SOCIETÀ’ DI
STUDI VALDESI
Notizie
• Ci hanno lasciati in quest’ultimo periodo i fratelli: Alberto
Bertalot, Camilla Miè ved. Ferrier, Enrico Pontet, di anni 76,
e Pietro Alberti. Alle famiglie
in lutto vada la viva e fraterna
simpatia di tutta la comunità e
siano loro di conforto le parole
del Signore Gesù : « IFenite a me
voi tutti che siete travagliati ed
aggravati ed io vi darò riposo».
Questa rubrica della Società
di Studi Valdesi avrà scadenza
regolare mensile. Tratterà aspetti di storia sociale ; problemi,
episodi, luoghi e personaggi utili a cogliere il pensiero e l’andamento della chiesa e della società esistenti prima delle due
guerre mondiali.
Sono gli stessi temi, estesi anche ad altre epoche, presentati
sulla Beidana, la nuova rivista
della S.S.V. di cui è appena uscito il secondo numero. Porse per
molti Beidana è un nome strano. In realtà non è che una antica roncola del XVI secolo, trasformata in arma, per necessità, ^ tempo delle crociate contro i valdesi. La storia dietro la
beidana è una storia di lavoro
contadino e di battaglia per la
fede. Soprattutto però di persone. Ci sembrava un piccolo
esempio di come considerare la
ricerca storica.
La Beidana è divisa in otto
rubriche che rappresentano :
settori di impegno della S.S.V.,
Museo, Biblioteca, Archivio, Attività; problemi e argomenti su
cui confrontarci e su cui si sa
poco, una specie di Nodi su cui
provocare uno studio più approfondito ; domande di oggi
poste al passato, una forma di
Presente neUa Storia. Per dare
un esempio, sul primo numero,
G. Tourn affronta il modo dei
valdesi di ricordare gli avvenimenti della loro storia, M. Taglierò fa un esempio di religiosità popolare e D. Jalla narra il
processo di formazione dei musei. Nel numero due, invece, appena uscito, sono illustrate in
particolare le Attività della
S.S.V.
E’ iniziata a funzionare una
segreteria stabile, con un recapito telefonico — 0121/932179 —,
strutture minime per far fronte al lavoro in netto aumento,
specie con l’avvio delle manifestazioni per il Centenario e l’interesse per la storia e cultura
valdese.
Attualmente, oltre al normale disbrigo di faccende amministrative ; corrispondenze, conti, spedizioni, controllo schedari e soci, la S.S.V. cura la pubblicazione del Bollettino, una rivista storica specializzata che
meriterebbe di essere più consultata per le preziose ricerche
sul protestantesimo che essa
contiene. Inoltre, coordina la
commissione musicale in vista
di una pubblicazione completa
di testi e trascrizione (sono più
di 300 canzoni); ha portato a
termine una prima fase di rior
dino dei musei delle valli; par
tecipa a convegni e commissio
ni locali, regionali e provinciali
che riuniscono enti e gruppi
culturali; è in collegamento con
l’Università di Torino per consulenze e scambio di materiali;
prepara con la consulenza di
un comitato scientifico, il Convegno storico di agosto.
A lunga scadenza sono previsti mostre, gite e seminari, nel
quadro delle manifestazioni per
il Centenario. Come si vede, molta carne al fuoco ! Inutile dire
che c’è bisogno di idee, collaborazioni, proposte
B. P.
# Hanno collaborato a questo
numero: Domenico Abate,
Giuseppe Baldi, Alfredo Berlendis, Alessandro Bottazzi,
Michele Campione, Ivana Costabel, Dino Gardiol, Giorgina Giacone, Vera Long, Daniele Macris, Paola Montalbano, Adriano Morelato, Bruna
Peyrot, Lucilla Peyrot, Piervaldo Rostan, Franco Taglierò.
I
1
5
14 febbraio 1986
vita delle chiese 5
DIBATTITO A TARANTO
LIVORNO
Guerre stellari
"Vilipendio''
« Certamente il popolo americano, così profondamente attaccato alla sua autentica democrazia, saprà validamente
contrastare e sconfìggere il progetto deiramministrazione Reagan che intende realizzare il cosiddetto scudo di difesa spaziale ». Con queste parole del prof.
Franco Dupré si è conclusa la
conferenza-dibattito sul tema
« Gli scienziati e le guerre stellari » che ha avuto luogo la sera di sabato 25 gennaio nei locali di attività della Chiesa valdese di Taranto.
La riunione è iniziata con una
introduzione del past. Giuseppe La Torre che ha voluto sottolineare la necessità dei credenti di accostarsi a questa problematica con l’intento di informarsi sempre meglio per
combattere tutte le iniziative
tendenti a minacciare la pace
nel mondo.
Infatti il prof. Dupré ha esordito facendo osservare che è
importante parlare dell’argomento, soprattutto perché è l’ostacolo principale che attualmente si frappone qlle intese
sulla pace tra USA é URS^.
L’iniziativa, com’è noto, è partita dagli USA: con un discorso a sorpresa il presidente Reagan ha prospettato la possibilità di annullare l’azione dei missili avversari, mediante la costruzione di uno scudo spaziale, che riesca a fermarne la corsa poco dopo che si sono avviati o, comunque, molto prima
che raggiungano l’obiettivo. Un
progetto del genere, destinato,
secondo Reagan, alla sola difesa, sarebbe l’unico strumento
capace di garantire la sicurezza
della nazione americana e la pace futura sul nostro pianeta.
Per questo ha chiesto al Congresso lo stanziamento di 25 mì
liardi di dollari per la fase iniziale di ricerca e i primi esperimenti, la collaborazione di tutti gli scienziati del mondo e di
quelli americani in particolare.
Ma subito molti scienziati, rispondendo negativamente all’invito a collaborare, hanno osservato che il progetto presenta
almeno tre aspetti minacciosi e
destabilizzEinti : il primo è che,
dato il gran numero di missili
a testata multipla in dotazione
agli eserciti delle due superpotenze, una difesa totale è impossibile, perché basterebbe che il
10% o forse anche l’l% di tali
testate raggixmgesse l’obiettivo
e sarebbe la catastrofe; il secondo è che, anche volendo ipotizzare il raggiungimento della
difesa totale, rimane sempre la
possibilità da parte di chi l’ha
realizzata di attaccare per primo; e infine il terzo è che, per
gli enormi costi necessari alla
realizzazione del progetto, sarebbe finalizzato a mettere in
ginocchio l’economia sovietica
nel caso che l’URSS s’imbarcasse, com’è prevedibile, in un
progetto analogo.
Numerosi sciénziati,' attraverso le riviste specializzate e convegni a vario livello, hanno promosso, anche con successo, una
grossa campagna contro tale
progetto, prendendo spesso posizione contro le enormi spese
che molti paesi destinano alla
cosiddetta « difesa ». In Italia
diversi uomini di scienza si sono organizzati nell’Unione Scienziati per il Disarmo (USFTD),
della quale il relatore è segretario per la sezione romana.
Molto partecipato il dibattito
che è seguito, e ottima la presenza di pubblico anche estraneo all’ambiente evangelico.
Pasquale Consiglio
« ...Essendo rispettosa dei diritti dell’uomo e seguendo il
Vangelo del Principe della pace, la Chiesa evangelica valdese
di Livorno esprime la sua solidarietà ai pacifisti che con il
manifesto del 4 novembre hanno voluto esprimere il loro dissenso (dalla festa delle FF.AA.,
ndr) sottolineando il pericolo ohe
l’esaltazione di guerre passate
può rappresentare in im momento di grave corsa agli armamenti ». Con queste parole si
chiude una presa di posizione
adottata dal Consiglio della
Chiesa valdese di Livorno su ima
vicenda iniziata in seguito alla affissione in città, il 4.11.1985, di
un manifesto contro l’esaltazione della guerra. Ventisei pacifisti livornese, fra cui un membro della Chiesa valdese, si sono autodenunciati per questa
iniziativa e la procura della Repubblica ha inviato loro nelle
prime settimane del nuovo anno una comunicazione giudiziaria informandoli che è stato iniziato contro ' di essi un procedimento penale ai sensi degli artt.
290 e 112 del C.P., cioè per «vilipendio delle forze armate e
relativa aggravante per concorso ».
La frase incriminata contenuta nel manifesto suonava così:
« 4 Novembre: festa dell’Esercito - Esaltazione di una strage
compiuta - Preparazione di una
strage futura? ». In essa non vi
sono di fatto gli estremi del vilipendio e dell’oltraggio, in quanto della inutilità della strage passata è ormai convinta la maggioranza degli storici e della gente,
e la possibile strage futura è
ipotizzata al fine di indurre ad
una riflessione. I pacifisti però
non sono soli: oltre alla Chiesa
valdese, molti altri gruppi, associazioni e comunità livornesi
hanno espresso loro solidarietà.
Giovanni Scuderi
Religione e iibertà
Le Chiese evangeliche hanno preso atto con inquietudine del
nuovo compromesso concordatario sull’insegnamento della
religione nella scuola pubblica.
Resta comunque essenziale utilizzare fino in tondo gli spazi
di libertà che questo accordo pur riconosce al cittadino e allo
studente. Perciò proponiamo a tutti i cittadini dì rispondere
no alVinsegncanento della religione a scuola.
L’evangelo di Gesù non può essere insegnato come una qualsiasi materia ma proposto come un appello e una sfida alla
persona umana.
■ NOI NON VOGLIAMO TENERE LA RELIGIONE FUORI DALLE SCUOLE MA CHIEDIAMO CHE
il fatto religioso venga presentato fuori dai normali
programmi scolastici, gratuitamente, in un clima di
libera ricerca e di libero dibattito.
■ IL PLURALISMO COMINCIA NELLE SCUOLE.
■ LA DEMOCRAZIA COMINCIA NELLE COSCIENZE.
La Federazione
delle Chiese Evangeliche
in Italia
XVII Febbraio 1986
FDEI
Giornata mondiale
di preghiera
Nel 1968 fu costituito ad Uppsala il Comitato Internazionale
della Giornata Mondiale di Preghiera (G.M.P.) composto da una
delegata per ciascun comitato nazionale (vi sono oltre 100 comitati in 170 Paesi del mondo). Il
Comitato Internazionale si riunisce ogni 4 anni per eleggere il Comitato Esecutivo e finora si è
riunito in Thailandia, nel Messico, nello Zambia, in Austria. Quest’anno il Comitato ha scelto co
me luogo d’incontro Stony Point,
a New York; la data è: 9 - 19
maggio. Saranno presenti delegate anche dal Terzo Mondo e
la FDBI sarà rappresentata da
Fernanda Comba, membro del
nostro Comitato. Il nrogramma
deU’assemblea comprende momenti di studio biblico, di riunioni di preghiera, di culto e culminerà con la celebrazione mondiale del centenario della G.M.P.
che avrà luogo nella Chiesa intemazionale e interconfessionale
di Riverside, New York.
CORRISPONDENZE
Agape e diapositive
La Comunità di Susa continua
a ritrovarsi, una volta al mese
dopo un culto domenicale, con
un’àgape fraterna nei locali della chiesa, per trascorrere insieme momenti di serena, gioiosa
comunione.
Nel corso degli ultimi, recenti incontri, sono state proiettate
ed illustrate diapositive Sui luoghi, monumenti e tradizioni della Palestina, che hanno destato
vivo interesse e dato spunto ad
interventi e rifiessioni.
Ancora una volta al mese battisti, cattolici e valdesi della
Valle si incontrano per un comune studio degli «Atti degli
Apostoli » nel corso del quale
non mancano, come non mancheranno, occasioni per un confronto con la Scrittura del no
stro essere credenti e chiese.
Queste riunioni, che hanno
luogo alternamente in sedi evangeliche e cattoliche e con la
partecipazione di pastori e sacerdoti, sono seguite da un buon
numero di persone, alcune delle quali attivamente impegnate
nel settore dell’informazione,
nelle proprie comunità ecclesiali o in enti da esse dipendenti.
Due lutti
MESSINA — La chiesa di
Messina è stata provata dal lutto per la perdita della sorella
Edel Staglianò ved. Pintaldi,
morta all’età di 80 anni a Palermo presso la figlia Pina. I funerali si sono svolti lunedì 13
CASA VALDESE
Via Croce di Città, 11 — 11100 AOSTA
Tel. 0165/44.345
Sono aperte le prenotazioni per soggiorni di singoli, famiglie o gruppi.
Periodò di esercizio: 15 giugno - 30 settem.bre.
Sono a disposizione n. 6 mini-alloggi, con vano cucina,
servizi interni e doccia per piano; possibile ampia e corredata cucina in comune per gruppi.
Tariffe giornaliere per alloggio:
1 persona: L. 30.000 — 2 persone: L. 35.000
3 persone: L. 40.000 — 4 persone: L. 45.000
L’annuncio è rivolto in particolare a coloro che vogliono unire un periodo di riposo e di svago alpino, a momenti di rifiessione biblica con la comunità locale e còn le stesse
famiglie ospiti della casa.
Il direttore: Roberto Romussi
gennaio nella sua città di origine.
La famiglia Staglianò, cui Edel
apparteneva, è stata una delle
più antiche della Chiesa di Messina : il suo nome ci riporta agli
ultimi anni deH’800 e ai primi
del ’900 quando la comunità valdese era ormai cresciuta e pienamente inserita nel contesto
culturale della città. Erano anni di intensa testimonianza, di
entusiasmo e di impegno evang6lìC0
Il terremoto del 190« aveva
poi inflitto un duro colpo alla
giovane chiesa: in esso perirono i due terzi dei membri ed
anche i parenti e la madre di
Edel. Edel, che aveva allora due
anni, scampò come per un miracolo. La sua esistenza è stata
segnata da questi avvenimenti,
ma è stata soprattutto forgiata
da una profonda educazione cristiana, che, ricevuta in famiglia
e poi in un collegio evangelico
di Firenze, ne ha fatto una donna forte, capace di affrontare le
diflìcDltà e le prove della vita.
E le prove non sono mancate:
andata sposa al rag. Pintaldi, è
rimasta vedova all’età di 24 anni con due figli da crescere e
da educare. La fede è stata allora la sua forza, la comunità
la sua famiglia spirituale e l’ambiente in cui ha attinto dalla Parola di Dio le energie per vivere
la sua vocazione cristiana, nel
compimento del suo dovere di
madre e nel lavoro.
sacrificio dimostrati; in seguito
divenne dirigente provinciale
della C.R.I. Sempre attiva nella comunità. Vera Fog ha lasciato una cospicua donazione
all’Asilo valdese di Vittoria, ultima testimonianza di una vita
dedicata ai poveri e ai sofferenti.
Rito evangelico
nei duomo cattolico
MESTRE — Il 14 gennaio è
deceduto il fratello Mario Colonna Romano; i funerali si sono svolti, con rito evangelico,
nel duomo cattolico di S. Lorenzo, Mestre, sabato 18 gennaio.
La comunità è vicina, nella
preghiera, alla famiglia Colonna e ai parenti e ringrazia Mons.
Visentin e l’arciprete di S. Lorenzo per l’ospitalità.
Cristo, il Risorto, sia sorgente
di cristiano conforto e fonte di
Inoltre, lunedì 19 maggio, alle
Nazioni Unite, organizzato dalla
Church Women United, sarà tenuto im seminario al quale tutte
le donne presenti (anche non delegate) possono partecipare. Poiché molte donne evangeliche di
nazioni diverse hanno espresso
il desiderio di essere presenti alla Celebrazione di Riverside, il
Comitato Esecutivo della Giornata Mondiale di Preghiera comunica dì aver prenotato il Centro Metodista « Alma Mathews
House » nel Greenwich Village di
New York per le donne di altra
nazionalità disposte a recarsi negli USA. Il costo è di circa 30
dollari per notte, esclusi i pasti
che possono essere consumati in
uno dei tanti locali all’interno
del Village. Poiché il numero dei
posti disponibili è limitato, si
prega chi avesse intenzione di
recarsi a New York di far pervenire urgentemente alla presidente della FDEI il proprio nominativo.
speranza.
Indirizzi e telefoni
Incontri
• Pochi giorni dopo, fra l’altro, la chiesa è stata colpita da
un’ulteriore grave perdita, quella della decana della comunità.
Vera Fog, che aveva 93 anni.
Vera aveva partecipato come
crocerossina sia alla prima che
alla seconda guerra mondiale,
riportando menzioni e medaglie
per l’abnegazione e lo spirito di
Sergio Tattoli, pastore battista, è stato trasferito da Reggio
Calabria a Campobasso per curare, oltre a quella del capoluogo, le chiese battiste di Ripabottoni e Macchia Valfortore.
Il nuovo indirizzo è il seguente : Sergio Tattoli - contrada
S. Giovanni dei Gelsi 31/c, 86100
Campobasso (tei. 0874/65265).
L’indirizzo del pastore Gian
Maria Grimaldi è il seguente :
via Rismondo 10. 05100 Terni
(tei. 0744/47309). Tale indirizzo
per errore non è stato riportato nel calendario « Valli Nostre »,
dove manca altresì il telefono
del pastore Giorgio Resini
(Brindisi), che è il seguente:
0831./222452.
MILANO — Domenica 16 febbraio.
alle ore 15, presso la sala attigua alla
libreria Claudiana, conferenza di Febe
Rossi Cavazzutti sul tema « Apartheid
in Sud Africa ».
IVREA — Venerdì 28 febbraio, alle
ore 21, presso la chiesa valdese, dibattito col pastore Giorgio Tourn, presidente della Società di Studi Valdesi,
e la professoressa Clara Gennaro, insegnante all'I.T.I.S. sul tema; «Valdo
e Francesco, due esperienze cristiane
per l’oggi ».
TORINO — Mercoledì 19 febbraio
ore 21 nella sala di C.so Vittorio 23
Franco Calvetti e Franco Glatnpjccoli
parleranno su « Insegnamento . della
religione; la proposta dei Valdesi ».
É,
6
6 prospettive bibliche
14 febbraio 1986
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Prospettive finali
e compito attuale
Gloria di Dio e pace in terra - 7
4.1. L'Antico Testamento torna
sempre ad esprimere l’attesa di un
regno di pace (Isaia 2: 2-4; Michea
4: 1-5; Zaccaria 9: 10; Isaia 11: 1-9).
Secondo Isaia 9: 5 ss. il Messia sarà
il mandatario di Dio; sarà il garante e il guardiano della pace nel regno messianico avvenire.
Nel Nuovo Testamento le promesse dell'Antico si manifestano in Gesù. In Gesù Cristo Dio adempie la
sua promessa. Ma l’adempimento diventa a sua volta promessa. Certo,
il regno di pace è inaugurato, ma
soltanto alla fine dei tempi si rivelerà nella sua gloria.
La pace perfetta
nella nuova creazione
La risurrezione di Gesù è l'inizio
della nuova creazione, il cui compimento si manifesterà soltanto alla
fine dei tempi. Il regno di pace di
Gesù si situa fra il « già ora » e il
« non ancora ». La pace data da Gesti diventa un mandato di pace affidato ai cristiani. Al seguito di Gesù,
diventano artefici di pace: « Beati
quelli che procurano la pace, perché saranno chiamati figli di Dio »
(Matteo 5: 9). NeH’attesa del regno
eterno di pace, i cristiani sono chiamati a pregare e a operare per la
pace sulla terra.
4.2. E’ opportuno fare una distinzione fra la pace di Dio e la pace
nel mondo, ma non abbiamo il diritto di separarle. Chi distingue, è ciò
nondimeno tenuto a chiarire quale
relazione vi è tra gli oggetti così distinti.
La pace di Dio è una pace data,
e spetta alla chiesa e ai cristiani di
renderne testimonianza. Se facciamo della proclamazione della pace
un programma politico, una pace
realizzabile umanamente, allora restiamo in debito verso il mondo e
verso gli uomini del messaggio per
il quale siamo stati chiamati e investiti di un mandato: cioè la libertà
concessa agli uomini di fare dei progetti, di decidere e di agire al di fuori d! qualsiasi paura.
Una missione specifica
ma senza crociate
Concludiamo, questa settimana, la pubblicazione della versione italiana delle « prospettive bibliche », curate dal prof. Paolo Ricca e dal
past. Helmut Begemann, sul tema generale della prossima assemblea
della Conferenza delle Chiese europee, convocata per il settembre di
quest’anno a Stirling, in Scozia: «Gloria a Dio, pace sulla terra». La
scorsa settimana abbiamo visto come la pace, secondo il messaggio biblico, ha sempre un grande realismo: indica l’integrità della vita in tutti
i suoi aspetti, anche fìsici, l’armonia dei rapporti, la ’’giustizia”; è a fondamento della vita comunitaria; è dono di Dio, diversa dunque da come
la concepiremmo noi, inarrivabile, per le nostre forze; ma è dono che,
ricevuto, diventa ■— deve diventare ■— in noi un dinamico fattore di pace, pur pallido riflesso ed eco e segno della pace di Dio, ricevuta ed
attesa.
La missione di pace, particolare
e ben precisa, affidata alla chiesa è
quella di proclamare l’Evangelo di
Gesù Cristo, principe della pace, di
pregare per la pace nel mondo, di
intercedere per tutti coloro che esercitano una responsabilità, di trasmettere l'assicurazione del perdono e di celebrare la riconciliazione.
Al tempo stesso la chiesa deve ricordare ai politici le responsabilità
che essi hanno nei confronti della
pace, affinare la loro coscienza e ingaggiare con loro un dialogo critico.
I problemi e le decisioni politiche
non devono essere elevate al rango
di decisioni di fede e il messaggio
della chiesa non deve esaurirsi in
appelli e analisi di ordine politico.
Ci sono infatti concezioni e convinzioni diverse, persino contraddittorie, quanto ai modi per assicurare
la pace nel nostro tempo. Tutte de
a cura di GINO œNTE
vono essere tollerate in seno alla
chiesa. Dei cristiani possono avere
posizioni diverse a proposito di determinate questioni etiche. Ma nessuno ha il diritto di rifiutare a un
altro la qualifica di cristiano, in seguito al fatto che abbia adottato un
punto di vista diverso dal suo.
una saggezza profonda per la vita in
comune, di cui il nostro tempo ha
sempre più bisogno. Nella certezza e
nell’attesa della venuta del regno di
Dio, il Sermone sul monte nel suo
insieme si vuole al servizio della vita, della sua preservazione e del suo
rinnovamento. In un mondo nel quale il comportamento della gente non
è di certo determinato dal Sermone
sul monte, il cristiano rappresenterà e farà valere, ciò nondimeno, il
punto di vista di esso, nella certezza
fiduciosa che Dio è il Signore del
mondo.
Come cristiani sappiamo di essere soggetti a sbagliare, che ci ritroviamo sempre colpevoli e che dipendiamo dalla benevolenza di Dio,
il quale non si stanca di venirci incontro con la sua promessa di pace.
Il Sermone sul monte non sospende gli ordinamenti della politica,
della società e dell'economia, che
restano necessari in un mondo minacciato dalle forze del male. Il Sermone sul monte indica però la direzione in cui uomini e donne, al seguito di Gesù, devono pregare e operare per la trasformazione e per il
rinnovamento del mondo.
Sermone sul monte
e missione di pace
UN NUOVO COMMENTO A ROMANI
5.1. Molti si pongono nuovamente, oggi, la questione di che significhi il Sermone sul monte per la missione di pace dei cristiani e per la
loro responsabilità politica nel mondo. Il Sermone sul monte non è una
raccolta di istruzioni per l’uso, ad
uso dei politici. Non possiamo trarne alcuna conclusione immediata in
vista di decisioni politiche.
Gesù si rivolge alla comunità dei
suoi discepoli. La promessa della
beatitudine, « Beati quelli che si
adoperano per la pace: saranno chiamati figli di Dio », il comandamento
di amare il nemico e l’esortazione a
rinunciare alla violenza indicano la
direzione seguendo la quale i cristiani devono scoprire qual è la loro responsabilità nei confronti della pace nel mondo. Il comandamento di amare i nemici e di rinunciare alla violenza è capito, da molti,
come se ci fosse imposto di assistere senza reagire alle opere del male,
di sopportare pazientemente l’ingiustizia e di rimettere ogni cosa a Dio.
Ora, questo comandamento ha un
significato essenzialmente attivo. Vi
si parla di come vincere il male. Il
Sermone sul monte ci incita a non
scaricare la colpa sull’altro, ma a
cominciare da noi stessi.
La giustizia di Dio
Spezzare il circolo
vizioso del male
5.2. Il comandamento dell’amore
del nemico, per esempio, attende,
da colui che lo ascolta, un impegno
previo. Non invita l’altro a fare il
primo passo. E’ da me, quando lo
ascolto, che il comandamento attende il primo passo. Indica una via
efficace per spezzare l’obbligo della
rappresaglia, il circolo vizioso dell’odio e della violenza reciproci, per
giungere alla riconciliazione e al costituirsi di una nuova comunità
umana.
Non è dunque un comandamento
irrealistico, è invece un comandamento ragionevole, che racchiude
Da poco più di un anno esiste, per gli
appassionati di studi biblici, un nuovo
commentario sulla ’Lettera ai Romani’
di Alphonse Mailloù. Noto soprattutto
per il suo riuscito libro sulle ’parabole di
Gesù’ (1973) per non dire della serie
scritta sui Salmi (1972) in collaborazione con quel geniaccio di Lelièvre, Maillot ci presenta, questa volta, un vasto,
stimolante, commentario del complesso
scritto paolinico (che continua a far versare fiumi d’inchiostro). Un commentario che nasce, questo di Maillot, direttamente dalla predicazione, lo avverti incontrando qua e là accenni all’attualità,
s’incontrano paragoni, esempi pratici,
improvvisi ’colpi d’occhio’ che rendono
il testo non solo leggibile ma adatto per
la predicazione.
Con l’aiuto di due bravi ellenisti Maillot, che ha 64 anni ed è stato nominato
dottore in teologia dall’Università di
Strasburgo, •-traduce in nuova versione
tutta la lettera di Paolo. Uno dei termini più difficili da rendere è quello di
’giustizia di Dio’. Tanto per fare un esempio di casa nostra la TILC in Romani
1: 17 traduce ’giustizia’ con ’riabilitazione’ e, in un altro punto, per esempio In
3: 14 anziché dire ’giustificazione’ propone il termine ’liberazione’ che è, certamente, di immediata comprensione ai
più, ma teologicamente non ha, mi pare, lo stesso spessore del termine tecnico ’giustificazione’ (fcndamentale nel protestantesimo, da Lutero in avanti).
Maillot — che non manca di creatività
e fantasia — traduce la ’giustizia di Dio’
di 1: 17 con «l’opera salvifica e giusta
di Dio ». Senza allungare il discorso sulla traduzione bisogna pur dire che appena ti capita in mano (e non succede
tutti i giorni) un nuovo commentario
scientifico alla lettera ai Romani — vuoi
per deformazione sessantottesca vuoi per
semplice curiosità di vedere come l’A.
se la cava su uno dei punti più controversi di tutto lo scritto — si va a leggere il commento a Romani 13, la tanto
famosa e discussa sottomissione alle autorità, il ’capitolo scomodo’. Maillot —
riassumo a grandi linee — ritiene che
questo capitolo vada compreso nel clima di quelle precise circostanze storiche. Quel capitolo di Paolo fu, in realtà,
scritto per evitare ai giudeo-cristiani, più
critici verso Cesare-Nerone, e ai pagano-cristiani più possibilisti nei confronti
del potere costituito, delle inutili persecuzioni. « Le strutture civili — scrive
Maillot —, i magistrati, gli esattori, i doganieri e lo stesso Nerone sono integrati
nel dinamismo della giustizia di Dio, anche se in un modo molto diverso da
Israele o dalla comunità cristiana. Le
autorità civili non sono emanazione del
Demonio (anche se esso si intromette
spesso e volentieri), ma di Eho. E i cristiani non devono, per definizione, diffidarne (...); anche Israele proviene da Dio
ma non per questo ha sempre rigato diritto, anzi la sua storia ha avuto non po
chi momenti bui ».
Una caratteristica del commentario è
costituita dalle numerose ’osservazioni’
che accompagnano l’analisi dei brani e
che finiscono col costituire un vero ’commentario nel commentario’. In poche parole, aprendo questo libro, ci si trova
di fronte a tre apporti ugualmente interessanti. Primo : una nuova traduzione
del testo greco di Paolo (ovviamente discutibile come ogni traduzione lo è; non
facciamoci un idolo dellai nostra comprensione del testo originale!); secondo:
le ’note’ al testo, articolate versetto per
versetto, scritte in modo conciso, asciutto, ogni tanto s’incontra qualche tecnicismo e mai il testo greco; terzo: le lunghe ’osservazioni’ che costituiscono il
tessuto connettivo del libro, la sua originalità, nonché uno stimolo continuo alla predicazione. Ovviamente Maillot non
ci fornisce degli ’schernirà’ per la predicazione, tuttavia uno se li può fabbricare da sé mettendo in relazione le ’note’
con le ’osservazioni’. Non funziona sem
pre, ma spesso.
Secondo Maillot il cuore della lettera
di Paolo è costituito dai capitoli 9-11 che
toccano la realtà e il ’destino’ d’Israele;
il capitolo 16 sarebbe un’aggiunta spuria
(forse un biglietto di saluti scritto da
Paolo per altri cristiani che non quelli
di Roma). Va’ a sapere. Certo molti interrogativi restano aperti, ma Maillot
non si tira indietro, la sua risposta è
pronta e argomentata. Leggendo Maillot
accanto al più famoso commentario di
Leenhardt (1957) o al più recente di Kaesemann (1974) e perché no? anche accanto all’imbattibile di Karl Barth (ed.
italiana, nella traduzione di Miegge del
1962) esso non sfigura. Anzi costituisce
un arricchimento in più nella comprensione della teologia di Paolo organizzata
intorno al grande tema della giustizia di
Dio manifestata in Cristo.
Giuseppe Platone
' Alphonse Matelot, L’épître aux Romains, Ed. Labor et Fides, 1984, Genève,
pp. 382.
l
7
14 febbraio 1986
obiettivo aperto 7
UNA SOTTOSCRIZIONE PER IL XVII FEBBRAIO
STAMPA VALDESE
NEL RIO DE LA PLATA
La Tavola Valdese ha indetto una sottoscrizione a favore dei due giornali che la
nostra chiesa pubblica nel Rio della Piata:
il Mensajero Vaidense (Uruguay) e Dialogo
(Argentina).
Questa iniziativa nasce per una richiesta della Mesa Vaidense: è ben chiaro che
questi giornali assumono una importanza
rilevante nel clima di libertà riacquistata
che stanno vivendo Uruguay ed Argentina.
Una stampa libera è allo stesso tempo
un frutto e uno strumento di libertà: e
quindi ben congeniale al « clima » del 17
febbraio avviare questa sottoscrizione pubblica, a partire dalle collette che si faranno durante i culti del 17, ma anche con sottoscrizioni apposite che i concistori e i singoli vorranno dedicare a questo scopo.
Come viene ’letta’ dal Sudamerica la
colletta che ci apprestiamo a fare, il 17 febbraio, per la stampa evangelica valdese nel
Rio della Piata? Leggiamo, nel numero del
dicembre 1985 del « Mensajero Vaidense »,
e precisamente dalla « circolare del moderatore » che è una delle rubriche fisse del
periodico: « Colletta del 17 febbraio (Italia): ci si informa che nell’ambiente evangelico in Italia la ricomparsa del 'Mensajero Vaidense’ è stata salutata con giubilo e
che sarebbe considerato molto positivo che
le offerte, che ogni anno si raccolgono il 17
febbraio in favore del Rio della Piata, potessero essere destinate nel futuro al nostro periodico. Ma la decisione di sollecitare queste offerte tocca alla ’Mesa’ (la 'Tavola sudamericana). E la 'Mesa' decide di
sollecitare queste offerte per 'i periodici’:
il 'Mensajero Vaidense’, chiaramente, ma
anche ’Dialogo’ ».
Che cosa vuol dire questa precisazione?
Per capirlo, dobbiamo comprendere due
cose: che cosa sono i due periodici indicati, e qual è la situazione geografica e politica in cui vivono i nostri fratelli sudame
ricani.
MENSAJERO
VALDENSE
Ojgano de la Iglesia Evangélica Valdense del Río de la Plata
I lagramado c impreso en AS, Circunvalación Durango 383,
; pn un tiraje para esta edición de Junio de 1500 ejemplares
Día los
hijos de
Israel
que
marchen
(Exodo
14:15)
VESA VALDENSE Colonia Valdense • Dpto. Colonia - Uruguay Año LVI, No. 1252 • Juniode 1985
Av. 8 de Octubre 3039 • Montevideo - Teléf. 80 10 93 - Uruguay
Questo periodico, più conosciuto nell’area europea,
rappresenta una « bandiera » per i valdesi. Non solo
per la sua età veneranda (il
primo numero era uscito il
r maggio del 1919; il periodico risultava dalla fusione
di due giornali precedenti,
« La Union Vaidense » ed
« El semanario de las colo
nias »), ma anche perché nel
1974 era stato chiuso d’autorità dal regime militare
uruguayano, proprio perché
nella solidarietà che lega i
valdesi del Sudamerica con
quelli europei aveva 'osato'
riportare cronache dal Sinodo europeo che non erano
garbate al governo.
Quando dunque, nel giu
gno del 1985, il giornale ha
potuto riprendere le pubblicazioni, dopo il cambiamento di regime in senso democratico, non si è trattato soltanto di un « ritorno all’antico », è stato anche un segno
di fiducia, un segno di riconoscenza per una democrazia recuperata e uno sguardo verso il futuro.
IGLESIA EVANGELICA VALDENSE DEL RIO DE LA PLATA — IGLESIAS REFORMADAS EN ARGENTINA
AÑO I - 2 PERIODICO BIMESTRAL SETIEMBRE-OCTUBRE DE 1985
Tuttavia, sempre nel 1985,
le nostre chiese in Sudamerica hanno anche avviato un
altro progetto ambizioso. Riprendendo collaborazioni ed
iniziative editoriali già col
Pagina a cura di
Sergio Ribet
laudate in passato, in Argentina si è preso a pubblicare
« Dialogo », un periodico destinato alle chiese valdesi e
ad una delle chiese riformate presenti nel paese, la più
vicina alla nostra sensibilità, la « Iglesia Reformada en
Argentina ».
EL SOMBRE RITO
S. GUSTAVO
S. CARLOS
brasile
BELGRANO
PATSANDU
I ARROYO NEGRO URUGUAY'
FRAY BENTOS * VALDENSE
N. PALMIR/^ DOLORES
ESTANZUE^ ^ OMBUES DE LAVALLE
taSriras? •'«■G'JE'-ETE
|~A • ^COLONIA VALDENSE
coLor^A , •cosmopolita
BUENOS AIRES. ROSARIO
ALFEREZ,'
argentina
• COL. IRIS
b. bL/.NCR ,
2
Le chiese valdesi
in America Latina
Un esperimento ecumenico dunque, sia pure tra chiese di teologia e sensibilità
affini, ma che potrebbe essere un primo passo verso
una razionalizzazione della
stampa evangelica nell’importante paese del « Cono
Sud » dell’America Latina.
La situazione geografica
Per comprendere il senso complessivo dell’appoggio
che vogliamo dare alla stampa periodica in cui i valdesi
sudamericani sono presenti, occorre una riflessione sul "peso” diverso che hanno i due paesi. Argentina e Uruguay, e,
aH’interno di essi, dei valdesi che vi operano.^
L’Argentina è uno dei "grandi paesi” dell’America Latina, il maggiore di lingua spagnola (solo il Brasile, di lingua portoghese, contende all’Argentina la "leadership” culturale del continente sudamericano); nella metropoli di Buenos Aires si concentra una quantità di iniziative economiche, culturali, e, di riflesso, anche religiose (basti pensare
allo ISEDET, la Facoltà di Teologia evangelica ed interdenominazionale che serve vari paesi e molte denominazioni); in Argentina tuttavia la presenza valdese è molto piccola e dispersa (circa cinquemila valdesi su una popolazione di circa trenta milioni di abitanti), mentre altre chiese evangeliche vi hanno un peso maggióre.
Di qui l’importanza per i valdesi argentini, di poter
utilizzare una "cassa di risonanza” più ampia di quella che
potrebbero permettersi “in proprio”.
Diversa è la situazione dei valdesi in Uruguay. Il piccolo paese (che non arriva ai tre milioni) ha una presenza
valdese relativamente consistente (circa diecimila), e tanto più significativa se si tiene conto di alcuni fattori specifici: il paese è un paese laico, anche se a maggioranza
cattolica, i valdesi rappresentano il nucleo protestante di
gran lunga maggioritario, e per di più è qui che hanno una serie di strumenti di testimonianza di tutto rispetto: daH’asìlo per anziani al centro per audiovisivi, dall’istituto per handicappati al museo storico, dalla "casa valdese” alla libreria Morel, con una concentrazione di opere
a Colonia Vaidense che fa di questa cittadina di poche migliaia di abitanti un poco la "Torre Pellice” del luogo.
In questa situazione, ben si comprende che il "pubblico” cui si rivolgono i due periodici sia diverso, anche se
uguale è l’ispirazione che anima i valdesi di qua e di là
del Rio della Piata: un forte senso di identità valdese e un
altrettanto forte senso ecumenico.
C’è il rischio che uno dei due periodici venga ad essere
considerato la bandiera del passato, del valdismo, dell’identità, e l’altro il simbolo del presente, dell’ecumenismo, dell’apertura? Che un giornale sia simbolo della provincia,
l’altro della metropoli?
Crediamo di no: si tratta di due fogli complementari,
appoggiare l’uno come l’altro significa, per noi europei,
rispettare una dialettica che può essere vitale per i nostri
fratelli sudamericani. Anche noi abbiamo vissuto vari tentativi di razionalizzazione della nostra stampa.
L’evangelismo sudamericano, e in particolare rioplatense, così vivo, così complesso, deve poter sviluppare la
sua voce, anche nell’ambito delle pubblicazioni periodiche.
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8 ecumenismo
14 febbraio 1986
SETTIMANA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
EUROPA
La TILG
nell'Abbazia
Segretari
battisti
Echi dal mondo
cristiano
a cura di CLAUDIO PASQUET
a convegno Una poesia peruviana
PIETRA LIGURE — Nel quadro delle manifestazioni per la
settimana dell’unità dei cristiani
si è avuto un più che riuscito
incontro tra evangelici e cattolici la sera del 23 gennaio a Pietra Ligure. Non meno di 170 persone in gran parte cattolici, religiosi e laici, con una buona partecipazione di evangelici da Savona, erano presenti nel capiente teatro attiguo all’antica abbazia benedettina per la presentazione della Traduzione interconfessionale della Bibbia promossa dalla Casa valdese di Borgio
Verezzi a cui hanno aderito le
parrocchie cattoliche del Finalese. La conferenza è stata presieduta dal pastore Franco Becchino che introducendo la serata
con la lettura di Is. 40; 1-8 faceva notare tra l’altro come i colportori evangelici del secolo scorso e gli amanuensi benedettini
durante il Medio Evo abbiano
tutti prestato, sebbene in modi
diversi, im servizio ugualmente
prezioso per la diffusione della
Sacra Scrittura.
E’ seguito dapprima l’intervento del pastore Daniele Garrone,
uno dei traduttori della TILC,
che ha dato importanti informazioni circa ì metodi e i tempi
impiegati per la realizzazione di
questo grosso lavoro. Il pubblico
ha seguito con interesse intervenendo alla fine con varie domande. Da parte cattolica il teologo
benedettino Pio Tamburrino dell’Abbazia di Novalesa (Susa) pur
riaffermando tra l’altro che
« ...il magistero è custode della
Parola », ha detto anche che « la
Chiesa cattolica ha ritrovato in
questo secolo un grande tesoro,
la Bibbia, appunto ». In definitiva un incontro positivo in vista
di un cammino comune tra le
chiese cristiane verso Colui —
come concludeva Franco Becchino — che è il capo e cioè Gesù
Cristo.
’’Credenti
in Cristo Gesù”
PISA — Il « Gruppo di impegno ecumenico » che da alcuni
anni si riunisce (nei locali della
Chiesa valdese) per portare avanti lo studio della Parola, nel
contesto della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,
la sera del 21 gennaio ha preparato un incontro di preghiera
nella chiesa di S. Sepolcro. Vi
harmo partecipato centinaia di
persone di varie confessioni, riunite nell’unico desiderio di rinnovamento spirituale chiaramente
espresso àhche nelle numerose
preghiere spontanee dei partecipanti. Per la prima volta in
Pisa è stato possibile realizzare
l’idea che al di là delle tante
confessioni può esistere l’unica
legittima confessione che è quella di « credenti in Cristo Gesù ».
La liturgia è stata condotta dal
pastore Salvatore Briante con
due sacerdoti, il pastore della
Chiesa avventista, due laici (una
cattolica e l’altro valdese). La
consistente colletta raccolta è
stata devoluta al gruppo Italia
10 di Amnesty International che
da alcuni anni lavora in Pisa (la
Chiesa valdese ne è socia effettiva) e che ha come obiettivo la
liberazione dei perseguitati politici. Ha concluso rincontro una
agape fraterna che ha riunito
più di 70 persone in una comunione di gioiosa fratellanza.
Si è tenuto nei pressi di Linz
(Austria), dal 15 al 22 gennaio,
l’annuale Consiglio dei segretari
giovanili rappresentanti le diverse Unioni componenti la Federazione Battista Europea (EBF).
Per l’Italia la rappresentanza è
stata assicurata dalla EGEI che,
in questi ultimi anni, ha incrementato il proprio interesse nei
confronti delle realtà denominazionali internazionali.
L’incontro, che è allo stesso
tempo un’occasione di formazione biblica (con i tipici supporti deH’animazione) e di scambio
di esperienze neiram,bito del lavoro giovanile nelle diverse realtà nazionali, ha espresso la
formazione del nuovo Comitato
Esecutivo del Dipartimento Giovanile delTEBF, di cui è stato
riconfermato presidente il pastore tedesco Uwe Kuhne. Molto
tempo dei lavori è stato dedicato
alla preparazione dell’annuale
Campo Estivo che si terrà quest’anno dal 20 al 26 luglio a Malmoe (Svezia).
Fra le mozioni approvate nel
corso dei lavori merita di essere
segnalata quella riguardante l’argomento « Pace ». La stessa è stata approvata aU’unanimità da
tutti i delegati delle 20 nazioni
europee partecipanti e, fra l’altro, la mozione recita: «... noi condanniamo tutti gli sforzi tesi all’accumulo degli armamenti, siano essi convenzionali, atomici o
cosmici... incoraggiamo tutti i
giovani battisti d’Europa a discutere sul problema della Pace... e
a lavorare per l’obiettivo della
pace e della giustizia ».
M. C.
Informazioni dalla Comunità
Evangelica di Azione Apostolica
Lesotho
Nella notte tra il 19 e il 20
gennaio scorso il primo ministro del Lesotho è stato rovesciato dal comandante della forza paramilitare, il generale J.
Lekhania. Era da una settimana che a Maseru, la capitale del
piccolo stato africano, esteso
circa come il Belgio e completamente incapsulato nel territorio della Repubblica Sudafricana, si verificavano disordini ad
opera dei soldati del generale
Lekhania. Il colpo di stato è
stato certamente favorito dal
governo di Pretoria, che già da
tre settimane aveva imposto il
blocco economico al Lesotho,
colpevole di dare rifugio a « terroristi », che periodicamente
svolgevano azioni armate contro il governo razzista del Sud
Africa.
Certamente il colpo di stato
lascia il Lesotho in una situazione estremamente precaria. La
lotta politica nel piccolo regno
africano è violenta; si fronteggiano la forza paramilitare, il
Basotho National Party del deposto primo ministro, e la Lega
della Gioventù, filo-comunista e
chiaramente favorevole a concedere il diritto di asilo ai combattenti anti-apartheid. Ma l’Africa del Sud esige che il Lesotho si sbarazzi dei guerriglieri,
mentre lei stessa non riesce ad
ottenere risultati apprezzabili sul
suo territorio. Il ricatto è enor
a cura di Franco Taglierò
me, tenuto conto del fatto che
il 97% delle importazioni del
Lesotho proviene da Pretoria e
150.000 operai (su una popolazione di un milione e mezzo di
abitanti) lavorano nelle città
sudafricane.
La Chiesa Evangelica del Lesotho non pare aver subito danni in seguito al colpo di stato
di gennaio. A Morija, dove lavora Laura Nisbet, inviata valdese della Cevaa, la situazione
appare tranquilla, ma è forte la
preoccupazione per una possibile escalation delle misure repressive.
La Chiesa Evangelica del Lesotho è autonoma dal 1964. Conta 74.000 membri con una cinquantina di pastori ; gestisce una
facoltà di teologia, una scuola
pastorale e una scuola biblica,
oltre ad una scuola professionale e a un centro di formazione dei laici.
Progetti raccomandati
Alle Chiese membro la Cevaa
ha proposto il sostegno finanziario di varie iniziative particolarmente importanti. Ne presentiamo alcune con lo scopo di
chiarire ai lettori l’opera della
Cevaa.
— Chiesa Presbiteriana del
Mozambico. Costruzione di due
aule per il corso serale di teologia a Maputo. Per continuare
questo lavoro molto importante
per la chiesa è necessario ampliare la scuola, poiché ci sono
altre chiese che desiderano inviarvi studenti.
— Chiesa Evangelica della Nuova Caledonia. Sostegno al progetto di sensibilizzazione allo
sviluppo umano e comunitario.
Lo scopo di questo programma
è di aiutare le popolazioni dei
piccoli villaggi a gestire il proprio sviluppo e i loro progetti
futuri facendo capire che la chiesa è lì per la liberazione dell’uomo nel suo complesso e non
solo per occuparsi di questioni
spirituali.
— Chiesa Unita di Zambia.
Scuola d’agricoltura di Chipembi. Il Chipembi Farm College
è integrato nel piano governativo di una politica di diversificazione dell’economia verso una
agricoltura di autosufficienza alimentare. Oggi è necessario installare una pompa per l’irrigazione e rinnovare tutto il sistema irriguo.
— Unione delle Chiese Battiate del Camerún (UEBC). Costruzione di un centro per la
scuola di economia domestica a
Duala. Da alcuni anni il Movimento delle donne e la UEBC
organizzano corsi per giovani
ragazze che non possono pagarsi le spese scolastiche. Il numero delle allieve è in continua
crescita e la vecchia struttura
non è più in grado di funzionare convenientemente.
(Terre Nouvelle) — La rivista Terre Nouvelle, che riporta
le voci degli organismi svizzeri
di lingua francese impegnati nel
lavoro per il terzo mondo, pubblica in quarta di copertina del
numero di gennaio-febbraio una
poesia peruviana scritta da Manuel Scorza. Ne diamo una traduzione con la speranza che ci
aiuti a riflettere:
Finché qualcuno soffrirà
la rosa non potrà essere bella;
finché qualcuno guarderà il pane con desiderio,
il grano non potrà dormire;
finché pioverà sul petto dei
mendicanti,
il mìo cuore non sorriderà più.
Poeti uccidete la tristezza.
Non cantate la romanza dell’iride.
Esistono delle cose più importanti
che piangere gli amori perduti:
il rùitìore di un popolo che si
desta
è più bello della rugiada!
Il metallo risplendente della sua
collera
è più bello della spuma!
Un uomo libero
è più duro del diamante!
India: unione
di chiese
(SOEPI) — I partecipanti alla quarta riunione (tenutasi dal
29 novembre al 1“ dicembre ’85)
del consiglio delle chiese indiane che raggruppa la chiesa unita del Nord India, la chiesa unita del Sud India e la chiesa Mar
Toma, hanno chiesto che si
giunga presto ad un processo
di unificazione delle tre chiese.
In questa linea i 60 rappresentanti dei quasi 4 milioni di cristiani appartenenti alle tre chiese hanno promosso la nascita
di un festival dell’unità da tenersi annualmente e la pubblicazione di un libretto stampato
nelle varie lingue indiane che
tratti l’argomento dell’unificazione delle chiese. Sono stati
inoltre formati dei comitati che
promuovano l’organizzazione di
lavori comuni a livello dei giovani, delle donne e dei pastori.
La chiesa unita dell’India del
Sud, fondata nel 1947, riunisce
anglicani, presbiteriani, congregazionalisti e metodisti. La chiesa unita deirindia del Nord, fondata nel 1970, raggruppa anglicani, presbiteriani, fratelli, discepoli di Cristo ed alcuni gruppi metodisti e battisti. La chiesa Mar Toma, che fa risalire le
sue origini all’apostolo Tommaso, che l’avrebbe fondata nel
52 d.C., pur essendo nella linea
delle chiese ortodosse ha subito
un grande movimento di riforma interna nel XIX secolo.
Il papa
a Taizé
(SOEPI) — Frate Roger, priore di Taizé, ha annunciato che
il papa si recherà a Taizé durante il suo nrossimo viaggio in
Francia dal 4 al 7 ottobre 1986.
La comunità ecumenica di Taizé è stata fondata da frate Roger negli anni ’40. E’ composta
da « frati » di 20 diverse nazionalità appartenenti a diverse
chiese cristiane. Durante l’anno
accoglie decine di migliaia di
giovani, provenienti da tutto il
mondo, che intendono vivere nel
centro una esperienza spirituale ed ecumenica. Ultimamente
la comunità, sorta còme centro
protestante, si è sempre più al
lineata su posizioni cattoliche,
tanto da rifiutare negli ultimi
tempi dì essere inserita nell’indirizzario della Federazione Protestante di Francia.
Bambini
incarcerati
(SOEPI) — Molti non lo sanno, ma in Sud Africa, in virtù
della legge sullo stato d’emergenza, possono essere incarcerati
senza processo, oltre che gli adulti, anche i m,inorenni. Negli
anni passati si è persino verificato il caso dell’arresto di bambini di 7 anni. Un rappresentante del governo ha recentemente
dichiarato che 5 ragazzi sotto i
18 anni sono attualmente detenuti nelle prigioni della provincia
del Capo.
Un protesta|ite 8(1
parlamento polacco
(SOEPI) — Nel nuovo parlamento polacco, entrato in carica nell’ottobre scorso, ci sono
20 rappresentanti dei cattolici,
uno degli ortodossi, uno degli
ebrei e uno dei protestanti. Nei
40 armi di storia della Repubblica Popolare di Polonia è la
prima volta che le minoranze
religiose sono rappresentate al
parlamento.
Metodisti
in Africa
(World Parish) — Il metodismo in Africa è rappresentato
da varie chiese ed è presente in
24 paesi del continente. Le cbie
se più numerose sono quelle del
Sud Africa (915.460 membri) e
della Nigeria (741.648), quelle
meno numerose sono quelle di
Fernando Poo (600 membri) e
della Tunisia (274 membri). Secondo World Parish, organo del
consiglio metodista mondiale, i
metodisti africani sono in tutto
3.260.359.
Nuovo presidente
Il Sinodo della Chiesa Evangelica della Germania Federale, che
raccoglie le Chiese regionali,
l’EKD, nella sua assemblea a
Trêves, ha eletto Presidente il
pastore Martin Kruse, di anni
56, vescovo luterano di BerlinoBrandeburgo. Il nuovo presidente dell’EKD, Federazione che
conta 26 milioni di protestanti
tedeschi, è uomo di cultura ben
noto al di là delle frontiere per
il suo fervido impegno e per i
reiterati appelli in favore della
pace, come per le sue campagne
a prò degli stranieri e degli emargìnati. Anche i gruppi delle
chiese conservatrici, gli ambienti economici e la stampa che domina la scena della Berlino occidentale, hanno riconosciuto nel
past. Kruse un « uomo di grande
equilibrio ».
Più Bibbie in Cina
(SPP) — La fondazione Amity,
un organismo indipendente tanto
dal governo quanto dalle chiese
cinesi, ha stipulato un accordo
con l’università di Nanchino per
la costruzione di una tipografia
che permetterà di stampare annualmente 250.000 Bibbie e 500
mila Nuovi Testamenti, oltre a
quantità imprecisate di innari e
libri di teologia. L’accordo rappresenta una premessa per una
notevole accelerazione della diffusione della Bibbia in Cina.
9
14 febbraio 1986
cronaca ddle MUÍ 9
FERROVIA PINEROLO-TORRE PELLICE
XVII
febbraio
Le chiese valdesi delle Valli
hanno organizzato tutto per festeggiare il XVII febbraio, lunedì 17. Domenica 16 le chiese saranno mezze vuote, il lunedì invece saremo numerosi al culto,
al pranzo e alla serata conclusiva.
In diaspora le chiese valdesi e
metodiste festeggeranno il XVII
la domenica più vicina ma non
per questo danno meno importanza di noi a quella che Giovanni Miegge definiva la « festa della
libertà di coscienza ».
Organizzando tutto per lunedì
11 le chiese valdesi delle Valli invitano esplicitamente i loro membri a non andare a lavorare, in
modo da partecipare pienamente
a questa importante giornata comunitaria. Se non fosse così si
sarebbe organizzata la « festa
della libertà » per domenica 16.
Quando Cossiga, allora presidente del Senato, venne alle Valli (e
in quell'occasione si dimostrò attento osservatore del protestantesimo europeo, specie di marca
anglosassone) nel corso del dibattito che ne seguì, un insegnante gli chiese se non sarebbe stato
il caso di istituire il 17 febbraio
come festa nazionale della libertà
religiosa. Ora non ricordo la risposta di Cossiga, mi parve
comunque che quella proposta
non trovò grande interesse da
parte di quello stesso pubblico
che — pur in una pluralità di posizioni — tiene moltissimo al 17
febbraio.
Di fronte al « 17 » s’incontra
una gamma diversa di atteggiamenti. Provo a tratteggiarne almeno tre. C’è il valdese che magari non vedi quasi mai in chiesa,
ma che troverai puntuale al falò,
al culto, al pranzo ed alla serata
della Filodrammatica o della Corale: questo è il valdese che chiede
il permesso sul lavoro di assentarsi per partecipare alla « festa
valdese ». C’è poi il valdese che
vedi spesso in chiesa ma che lunedì 17 andrà a lavorare perché è
contrario alle feste infrasettimanali legate a ricorrenze religiose.
E c’è anche il valdese che per lunedì 17 chiederà il permesso di assentarsi dal lavoro per vivere la
« festa valdese » sulla neve, a
sciare, perché anche questo è un
modo di festeggiare. Alcuni vorrebbero « intruppare » i comportamenti dei valdesi in un atteggiamento unico, valido per tutti:
il 17 febbraio nessun valdese vada a lavorare, tutti in chiesa!
Però, nella nostra chiesa i
« diktat » non funzionano. Gli ordini dall’alto cadono nel vuoto,
funziona quello che si decide insieme, comunitariamente. Se è festa della libertà ci sia libertà per
tutti, sul versante religioso, di accettare o meno la proposta che le
chiese fanno per lunedì 17 febbraio. Ossia di vivere comunitariamente una giornata ricca di
significato storico e attuate.
Se vogliamo festeggiare il 17
facciamolo chiedendo il permesso
sul lavoro, senza pretendere di
imporre agli altri una data in cui
non si riconoscono. Non vogliamo avere una nostra « immacolata concezione »; sarebbe un privilegio che contrasta con la nostra concezione di chiesa. Non
stiamo neppure a squalificare
chi il 17 lo festeggerà la domenica più vicina, né squalifichiamo
chi, alle Valli, quel giorno andrà
a lavorare. Se così non fosse, ditemi voi, quale libertà andremmo
a festeggiare?
Giuseppe Platone
Continua la mobilitazione
in difesa del treno
Davanti alle telecamere della troupe di ’’Protestantesimo” presentate dalla commissione tecnica le proposte di razionalizzazione
Riorganizzazione degli orari,
ammodernamento dei passaggi a
livello, redistribuzione del personale, sono i punti più qualificanti del documento che una commissione tecnica di studio, nominata a dicembre all’interno del
Comitato difesa della ferrovia
Torre Pellice - Pinerolo, ha elaborato in vista di tm prossimo incontro con l’Assessore regionale
ai Trasporti.
Una cinquantina di persone,
riunite nella Sala Consiliare del
Comune di Torre, sotto i fari
necessari alle riprese della troupe televisiva di Protestantesimo,
per l’occasione in trasferta per
seguire la mobilitazione della Val
Pellice attorno al suo treno, hanno ascoltato la relazione della
commissione tecnica. Le proposte sono nella direzione, unica
praticabile, di diminuire drasticamente i costi di esercizio della
ferrovia, per il suo mantenimento. Erano presenti, fra l’altro, anche i rappresentanti del Comitato difesa della linea Airasca - Saluzzo, purtroppo già tagliata dal
1° gennaio scorso. Da parte loro
sono stati ampiamente descritti
i disagi cui sono sottoposti i
viaggiatori di quella zona (tra
l’altro situata a cavallo tra due
diverse province): attesa dei pullman sostitutivi fuori dalle stazioni (troppo lontane dalle strade di percorrenza del servizio) e
quindi alle intemperie, dilatazione dei tempi di percorrenza, problemi relativi alle tariffe e alla
reperibilità dei biglietti, ecc...
E’ dunque sul terreno della
funzionalità e di una maggiore
economicità gestionale che il comitato dovrà far leva sui suoi
prossimi interlocutori: in primo
luogo l’Assessore e Tamministrazione regionale, e, successivamente, l’ente ferroviario.
Con la prospettiva di realizzare l’abbattimento dei costi previsto dal documento tecnico, dovrebbe risultare evidente la convenienza del trasporto su rotaia
rispetto a quello, fin qui ampiamente avvantaggiato, del trasporto su gomma.
Non sono mancate ulteriori nrecisazioni negli interventi seguiti
aU’esposizione del documento,
preceduta da un’introduzione a
carattere storico-sociologico sulle motivazioni ohe portarono un
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TORRE PELLICE
secolo fa alla realizzazione di
questa linea, curata da Franca
Coisson, assessore ai trasporti
della Comunità Montana Val Pellice e presidente del comitato.
Saranno necessarie garanzie
relative alla destinazione del personale eccedente (il quale peraltro sarebbe drasticamente allontanato nell’ipotesi della chiusura
definitiva della linea); è stato rilevato come, anche nelle condizioni di emergenza venutesi a
creare in seguito al maltempo, il
treno abbia costituito l’unico
mezzo di trasporto veramente sicuro per il viaggiatore (dato,
quest’ultimo, rilevato anche dai
tele e radiogiornali nazionali).
Il documento tecnico, unitamente ad altre informazioni relative alla vicenda ferrovia e al
le successive scadenze, verrà in
parte riprodotto su un bollettino
di prossima pubblicazione, a cura di un altro "sottocomitato”,
che si occupa di tutti i problemi
del raggiungimento della popolazione della valle a mezzo stampa (comunicati ai periodici locali, bollettino, ma anche utilizzo
delle bacheche comunali).
La mobilitazione, ed anche, come si è visto, il lavoro tecnico,
continuano. E’ da sperare che il
documento possa essere utile base di lavoro comune tra il comitato e i suoi interlocutori, posto
che ci sia, alla base di tale impegno, la volontà nolitica di giungere ad una ridefinizione migliorativa deH’insostituibile servizio
ferroviario.
Alberto Corsanl
SCHEDA
Le proposte del comitato
Il deficit evidenziato dalle FFSS nella
tratta PInerolo-Torre Pellice è pari a
4 nniliardi e mezzo, di cui 3.780.000.000
dovuti al costo del personale calcolato
in 108 unità. Uorganico effettivo comprensivo del personale . di scorta riscontrato mediante indagine diretta è
di 82 persone: in questa cifra non è
stato contato il personale della stazione di Pinerolo che rimarrebbe comunque nella propria sede anche a
taglio avvenuto. Il documento cerca
poi di individuare In quali settori il
rapporto quantità di personale-servizio risulta inadeguato alle caratteristiche di modernizzazione che dovrebbero ispirare una gestione attuale
del servizio ferroviario.
La tratta Pinerolo-Torre Pellice è caratterizzata da un elevato numero di
addetti dislocati su tutta la linea per
il funzionamento ancora manuale di
quasi tutti i passaggi a livello. Lo
stesso processo di automazione di
questi passaggi a livello in corso l'anno passato, era stato sospeso forse in
vista della ventilata soppressione della
linea.
PROPOSTE
— Sostituzione temporanea del servizio ferroviario notturno con autobus
a tariffe ferroviarie, limitando alla stazione di Pinerolo gli attuali treni in
arrivo a Torre Pellice alle 23.52, alle
1.20 ed alle 6.04 e quelli in partenza
da Torre Pellice alle 3.50, alle 4.19 ed
alle 5.04. Questo primo intervento permetterebbe la soppressione del turno
lavorativo dalle ore 21 alle 5.15.
— Automatizzazione dei passaggi a
livello. Questo intervento dovrebbe articolarsi in 2 fasi. La prima relativa a
quelli per i quali è già stata eseguita
la posa dei cavi di collegamento con
l'aggiunta delle centraline di comando e dei sistemi di controllo video
(passaggi a livello di Pinerolo).
La seconda fase riguarderebbe i re
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stanti e potrebbe avvenire o con telecomando o con azione diretta dalla
stazione di Bricherasio o trovando una
soluzione con I comuni interessati per
quelli che danno solo su fondi agricoli
e sono di scarsissimo transito.
— Trasformazione delle stazioni intermedie, in fermate e ripristino dei
treni di notte. Questa Ipotesi porterebbe ad un solo addetto ad ogni fermata per ogni turno lavorativo. Contemporaneamente si potrebbe dare anche
a privati (bar, tabaccherie, rivendite di
giornali) la vendita di biglietti. La riduzione dei costi realizzata potrebbe
consigliare II ripristino su tutta la percorrenza dei treni della notte fermati
o in attesa a Pinerolo.
La proposta, se accettata, porterebbe l’organico dalle attuali 82 a 28 unità.
Il problema delle eccedenze con relativi trasferimenti si pone comunque
per tutto il personale se si andrà alla soppressione della tratta.
Analizzando le esigenze della popolazione e neU’ottica di aumentare l’utenza della ferrovia vengono avanzate
le seguenti ipotesi:
1) Prolungamento con partenza da
Torre Pellice alle ore 7.35 del treno
attualmente in partenza da Pinerolo
alle 8.10 (istituito a partire dal r gennaio 1986). Questo permetterebbe agli
studenti della vallata di giungere in
tempo per l’inizio delle lezioni.
Attualmente questi servizi sono attuati utilizzando linee di autobus a
finanziamento regionale (SAPAV-SDAVCavourese), 5 corse verso Pinerolo al
mattino e 4 corse da Pinerolo verso
le 13.
2) Prolungamento a Torre Pellice
del treno in partenza da Torino Porta
Nuova alle ore 12.13 e diretto ad Airasca; questo permetterebbe il rientro
entro le 13.30 dei circa 250 studenti
delle scuole medie superiori residenti
in Val Pellice.
3) Anticipazione deli'orario di partenza da Torre Pellice, daiie ore 7.17 attuali aile ore 7. Esigenza fortemente
sentita dai pendolari che arrivando a
Porta Nuova alle 8.10 sarebbero In
grado di recarsi sul luogo di lavoro
entro le 8.30.
Per rendere ancora più appetibile
l’utilizzo del treno migliorando i tempi di percorrenza (di 10-15 min.) si richiede come fase transitoria e con spesa relativamente modesta di poche
decine di milioni una soluzione che
trasformi la stazione di Pinerolo da
stazione « di testa » a • stazione passante ”, con un sovrapassaggio o sottopassaggio che darebbe immediatamente accesso alla zona delle scuole del quartiere di S. Lazzaro.
Il decreto Galasso
non piace
PINEROLO — Il consiglio
comunale ha deciso a maggioranza di ricorrere al TAR per
far annullare, per illegittimità,
il decreto ministeriale che sancisce l’inedificabilità assoluta fino al 31.12.’86 della collina. Contro la decisione si sono espressi il PCI, DP, MSI, ed 1 consiglieri repubblicani che pur facendo parte della maggioranza
si sono astenuti. Erano fuori dell’aula in evidente dissenso col
proprio grunno due consiglieri
socialisti ( gli arch. Arione e
Mongiello), l’assessore PSDI,
Berti, e l’esponente del gruppo
socialdemocratico autonomo, Peretti.
Subito dopo l’approvazione
della impugnativa il consiglio ha
deliberato di assegnare ad imprese e cooperative edilizie alcune aree in zona CP 5, precollinare, che cade nei limiti previsti dal decreto ministeriale.
Su queste delibere oltre ai repubblicani si è astenuto un altro gruppo di maggioranza,
quello liberale.
E’ comunque difficile che in
breve tempo si possa costruire
in quella zona perché il tribunale amministrativo regionale è
notoriamente molto lento nelle
sue decisioni.
La maggioranza consiliare spera perciò non in una sentenza
del TAE, ma in un decreto di
sospensiva della validità del decreto ministeriale in modo da
permettere-l’inizio dei lavori entro l’ottobre di quest’anno. Qualora questo non avvenisse le imprese e le cooperative perderebbero i finanziamenti pubblici.
Infiltrazioni d’acqua
in piscina
LUSERNA — Dal 4 febbraio
scorso, in seguito ad un’ordinanza del sindaco, Badariotti, la
piscina è temporaneamente chiusa. Quali i motivi? Abbiamo sentito in merito il sindaco stesso;
«Ho ricevuto una relazione dell’ufficio tecnico comunale in base alla quale la controsoflfittatura si presenta gravemente deteriorata in seguito ad infiltrazioni d’acqua; il problema risaliva
già ad un po’ di tempo fa ma
probabilmente le recenti nevicate lo hanno aumentato rendendo pericolosa la struttura.
Ovvia a questo punto la chiusura che abbiamo deciso all’interno del consorzio di gestione
che prevede la Provincia ed i
comuni della ’Valle».
Quali i tempi prevedibili per
la riapertura? « Dovendo fare i
conti con la burocrazia non si
può mai essere troppo ottimisti ; comunque bisognerà valutare attentamente i lavori da
fare, procedere alTassegnamento ad una ditta mediante delibera ed arrivare infine all’esecuzione ».
Nel colloquio col sindaco di
Luserna siamo finiti anche a
parlare dei danni causati dalia
neve e dei costi gravanti sul comune. « Abbiamo avuto grossi
problemi di circolazione che si
sono risolti nel giro di qualche
giorno con una spesa per il comune di circa 18 milioni; per
altro abbiamo registrato anche
il crollo sul territorio comunale
di alcum capannoni mentre tettoie comunali sono state tempestivamente ’scaricate’ del loro
peso. Siamo rimasti in contatto con la Prefettura ma alla fine
non abbiamo riscontrato casi di
particolare gravità».
10
10 cronaca delle Valli
14 febbraio 1986
VAL CHISONE E GERMANASCA
Chiesta
la dichiarazione
di calamità naturale
CONVEGNO SINDACALE A TORINO
Gli stranieri in Piemonte
Non solo braccia ma uomini - « I terroristi non dormono nei vagoni »
- Positivo il disegno di legge della commissione Lavoro della Camera
NeH'ultima seduta del Consiglio che ha avuto luogo venerdì
7 febbraio, la giunta della Comunità Montana Chisone e Germanasca ha reso noti gli incarichi
assunti dai vari assessori, sia nell’ambito specifico della Comunità, sia in veste di amministratori deirUSSL 42. Questi incarichi
sono così ripartiti:
Gerolamo Sola, presidente: urbanistica, pianificazione; medicina di base, P.A.S. Renzo Furlan,
vicepresidente: lavoro, occupazione, industria, artigianato, commercio; igiene pubblica, progetto
tutela salute dei lavoratori. Giorgio Montesanto: agricoltura e
forestazione; veterinaria. Ferdinando Michellonet: gestione parco mezzi; servizi sociali, progetto
anziani. Giovanni Rostagno: lavori pubblici, bonifica montana,
patrimonio; tecnico economale. Naldo Breusa: turismo,
sport, manifestazioni, mostre;
tutela sanitaria, attività sportive. Rosa Tamarin: informazione; educazione sanitaria, progetti tutela materna e infantile,
handicappati. Erminio Ribet:
istruzione, cultura, formazione
professionale; progetto informatica. Giovanni Laurenti: energia,
ecologia; medicina integrativa,
medicina legale, salute mentale.
E’ stata anche approvata una
commissione consiliare speciale
sui problemi dell’occupazione,
congesta di un consigliere per
ogni gruppo, con lo scopo di seguire le difficili questioni legate
ai posti di lavoro e di riferirne in
Consiglio. La commissione diventerà gruppo di lavoro con raggiunta di tre rappresentanti delle
organizzazioni sindacali, tre sindaci dei Comuni niù interessati e
tre rappresentanti delle categorie
produttive.
Il Consiglio è stato poi chiamato a pronunciarsi sulla proposta
della giunta di chiedere per il
territorio delle valli Chisone e
Germanasca lo stato di calamità
in seguito alle abbondanti nevicate dei giorni scorsi. La mozione, letta dall’assessore Laurenti,
denunciava l’ANAS per aver lasciato la statale 23 in un caos indescrivibile e anche la Prefettura di Torino che non aveva concesso di avvalersi del servizio di
protezione civile, con l’impiego
dei militari di stanza a Pinerolo.
Su questa proposta si accendeva
un’accanita discussione tra chi
sosteneva l’iniziativa mettendo in
luce i disagi e il danno economico degli enti pubblici e dei privati e chi invece riteneva che dopo
tutto nelle zone montane la neve
è una condizione naturale e molto spesso, come a Prali o Pragelato, è più dannoso rimanerne
senza.
Altri osservavano che era giusto chiedere maggiore tempestività negli interventi e un rimborso nelle spese, ma che non si
doveva fare di ogni erba un fascio e ohe il servizio di sgombro
neve, appaltato dall’ANAS a privati, in alcuni tratti era stato eseguito a regola d’arte.
In conclusione, prevaleva l’opinione ohe a piangere miseria ci
si guadagna sempre e che nella
ripartizione dei fondi per i danni
causati dalla neve si rischiava di
essere tagliati fuori, ouindi la lettera di protesta, modificata in alcune parti, veniva apnrovata all’unanimità.
Nella stessa seduta, per la parte dedicata all’USSL, è stata approvata l’erogazione di vari sussidi e il rinnovo della convenzione con l’Asilo di S. Germano per
l’assistenza agli anziani non autosufficienti.
LUiana Viglielmo
« Fuori gli immigrati di colore
da Torino », così recita una grande scritta sui muri della ex fabbrica della Ceat. La fabbrica è ormai chiusa, gli operai se ne sono
andati, ohi in pensione, chi in cassa integrazione, ma c'è ancora
qualcuno che teme la concorrenza del lavoro degli stranieri. Eppure nella città che più di ogni
altra in Italia ha subito i colpi
della ristrutturazione aziendale,
anche il mercato del lavoro parallelo, quello legato all’occupazione
precaria, marginale, clandestina
è in crisi: gli stranieri ufficialmente residenti sono scesi da
13.885 del 1983 a 7.231 del 1985.
La crisi deH’occupazione si fa
sentire e colpisce particolarmente gli stranieri.
Dopo l’attentato a Fiumicino
e a Vienna gli stranieri sono sottoposti a pesanti controlli di polizia, vengono spesso fermati ed
identificati in pieno centro e
« così cresce tra la gente l'equazione straniero = deviante, possibile delinquente », osserva Fredo
Olivero, responsabile dell’ufficio
stranieri del comune di Torino.
Di questo si è discusso nel convegno tenutosi sabato 8 febbraio
al Teatro Nuovo di Torino organizzato dalla CGIL, CISL, UIL.
E’ stata l’occasione per verificare come le comunità di stranieri
in Piemonte vivono questo clima
ANGROGNA
Primi passi della
Cooperativa
Mount Servin
« La Cooperativa di incentivazione turistica Mount Servin è
una realtà che in questo primo
anno di funzionamento si è consolidata ed è pronta ad affrontare i suoi compiti ». Con queste parole Valdo Benech, presidente della cooperativa, ha aperto venerdì sera 7 febbraio, ad
Angrogna, l’assemblea dei soci.
Questo primo periodo è stato
infatti caratterizzato da una notevole mole di lavoro fatto dai
soci in buona parte a livello di
Comunità Montana Val Pollice - USSL 43
CONCORSI PUBBLICI
Sono indetti pubblici concorsi, per titoli ed esami, presso
l’Unità Socio Sanitaria Locale n. 43 a:
— 1 posto di Operatore Professionale di 2“ categoria - Infermiere Generico;
— 1 posto di Collaboratore Amministrativo.
Le domande, in carta legale, dovranno pervenire all’Ufficio
Personale dell’U.S.S.L. n. 43 - Piazza Muston 3, Torre Pellice entro e non oltre le ore 12,00 del 25 febbraio 1986.
Per ogni altra informazione rivolgersi all’Ufficio Personale
delTU.S.S.L. n. 43 - Piazza Muston 3, Torre Pellice, tei. 0121/
91514 - 91836 - Qrario apertura al pubblico: tutti i giorni dalle
ore 9 alle ore 12 escluso il sabato.
Torre Pellice, 4 febbraio 1986
IL PRESIDENTE
(Arch. Piercarlo Longo)
di risorgente razzismo nei loro
confronti.
Nei numerosi interventi che si
sono succeduti, le varie comunità
e quella araba in particolare,
hanno tenuto a precisare la loro
distanza dal terrorismo e la necessità che siano considerati dei
lavoratori al pari degli altri: « 1
terroristi non dormono in tuguri,
non dormono nei vagoni ferroviari, non lavorano ai mercati generali alle quattro di mattina, loro hanno soldi, possono permettersi alberghi di prima categoria,
non entrano in Italia senza soldi
e quindi non sono rinviati alla
frontiera » — ha osservato Mohamed della comunità irachena.
Gli stranieri presenti al convegno hanno richieste precise da fare alle autorità locali: gli studenti chiedono assistenza sanitaria
completa, la possibilità di lavorare part-time, maggiori posti letto alla casa dello studente, possibilità di accedere fino al numero
del 5% del totale desìi iscritti
alle facoltà universitarie, buoni
per la mensa imiversitaria. I lavoratori invece chiedono locali
per fare scuola ai loro figli, possibilità di organizzare manifestazioni culturali sui loro paesi, e
— con insistenza — una moschea,
in cui « ambulanti, uomini d'affari di passaggio, studenti, possano pregare insieme ».
Ci sono noi le limitazioni al
soggiorno, le difficoltà ad otte
nere quel famoso pezzo di carta,
« il permesso di soggiorno », essenziale per non doversi sentire
clandestini, per poter circulare
senza il rischio di vedersi fermati dalla polizia ed espulsi. Di aui
la necessità di leggi certe per
tutti che sanciscano diritti e doveri. A questo proposito gli stranieri hanno valutato positivamente la proposta di legge licenziata dalla Commissione La\oro
della Camera, che afferma i lÙritti degli stranieri, e negativamente il disegno di leo-'^e del Gc verno sull’ingresso e il soggiorno degli stranieri in Italia: «è dentro
la sola logica di difesa dell ordine pubblico », hanno osservato.
Gli stranieri chiedono infatti
che vengano loro riconosciuti i
diritti previsti dalla risoluzione
143 dell’Qrganizzazione Internazionale del Lavoro, risoluzione
approvata anche dall’Italia, ma
non ancora operante. Per i sindacati, si tratta di capire che gli
stranieri non « sono solo brcscia,
ma uomini ».
Un convegno importante, a patto che non sia solo « di facciata »
e per onesto veda i sindacati, i
partiti, gli enti locali accogltere
nella loro azione le richieste degli stranieri. Sono le stesse che
gli emigrati piemontesi facevamo
anni fa ai governanti dei p.iesi
che li accoglievano per lavorare.
Giorgio Gardiol
COMUNE DI PRAMOLLO
Modificare l’accordo
per l’ora di religione
volontariato per mettere in piedi le strutture necessarie.
Sono così ora funzionanti un
anello di 5 Km. per lo sci di
fondo esteso sino al Sangle per
dar modo agli appassionati di
salire con gli sci anche dal versante di Pramollo; uno chalet
bar; un deposito per il battipista con annessa biglietteria; un
acquedotto, mentre è stato ripulito e recintato il giardino botanico della Róstanla ed in primavera si provvederà a nuovi
piantamenti.
In questo momento è all’analisi dePa competente commissione regionale un finanziamento che permetterebbe la realizzazione di un impianto di risalita a fune bassa. Sono molti infatti coloro che intravvedono
delle possibilità di incremento
di attività in questo settore destinato prevalentemente alle famiglie.
« L’aspetto più interessante
dell’attività della cooperativa —
ha sottolineato Andrea Ribet,
relatore per i revisori dei conti
— è stata la capacità di aggregare la gente attorno ad un progetto; viste le premesse c’è da
augurarsi che questo impegno
possa salvaguardare e mantenere
quella parte di montagna pur
incentivando l’afflusso turistico ».
Con la proposta del sig. Cucchiaratti, altro revisore dei conti, di pensare in un futuro ad
una raccolta di « prestiti fatti
dai soci » ad un tasso tale da
essere interessante sia per la
cooperativa, sia per i soci stessi, si concludeva il dibattito.
A. L.
Il Consiglio Comunale si è
riunito mercoledì 29 gennaio ed
è stata l’ultima .seduta con il
Segretario dott. Bruno Bertalmio, che ha ottenuto il trasferimento a S. Secondo. Il Sindaco, a nome dell’Amministrazione e anche del personale, lo ha
salutato e ringraziato per Tottimo lavoro che ha svolto con
noi nei 10 anni trascorsi nei Comuni di Pramollo e S. Germano.
Fra i vari punti alTo d.g., è
stata approvata di nuovo l’addizionale sul consumo dell'energia elettrica, tassa che sarà quest’anno di 13 L./Kwh. per le abitazioni; i soldi ricavati vengono utilizzati p>er l’installazione
di nuovi punti-luce; si è calcolato che a Pramollo ne possiamo mettere uno ogni anno!
E’ stato anche espresso parere positivo in merito al progetto per la realizzazione di un garage in località Pellenchi, che
ospiterà lo scuolabus del Comune e TUnimog lo spartineve che
è di proprietà della Comunità
Montana.
Sarà possibile costruire la fognatura nella borgata Pellenchi
per mezzo di un mutuo di circa
80 milioni assunto con la Cassa
Depositi e Prestiti. La fognatura per la borgata Ciotti, che rimane Tunica fra le borgate abitate tutto Tanno ad esserne priva, verrà realizzata con i fondi
derivanti da mutui con onere
di ammortamento a carico dello Stato, da spendere nel triennio ’85-’87; con tali fondi verrà
pure realizzato il rifacimento totale o parziale dell’acquedotto
del « Gaiet », dalla vasca di distribuzione alla borgata Pellenchi.
■Alla fine è stato presentato e
discusso il seguente o.d.g. sulVinsegnamento della religione
nella scuola, che è stato approvato all’unanimità:
« Il Consiglio Comunale di
Pramollo..., con riferimento al
recente accordo stipulalo tra lo
Stato italiano, rappresentato dal
ministro alla pubblica istruzione, on. Franca Falcucci, e lo
Stato del Vaticano, rappresentato dal cardinale Poletti, in materia di insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali,
ESPRIME
vibrata protesta per un atto che,
non preventivamente concordato in Parlamento, discrimina i
cittadini, ai quali la Costituz.ione della Repubblica riconosce,
con^ l'art. 3, uguaglianza di diritti “...senza distinzione di sesso,
di razza, di lingua, di religione,
di opinioni politiche, di condizioni economiche e sociali’’.
INDIVIDUA
in questo atto una palese riduzione dell’art. 8 della citata Costituzione, che recita: “Tutte le
confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge...", perché favorendo una di
esse limita di fatto la libertà
delle altre;
RITIENE
che in uno Stato laico l’insegnamento religioso sia compito che
non compete ad Organi Statali,
bensì alle famiglie ed a quelle
Istituzioni confessionali in cui
esse si riconoscono;
CONDANNA
questa decisione del Governo
Italiano perché lesiva dei diritti
delle minoranze ».
Ivana Costabel
11
14 febbraio 1986
cronaca delle Valli 11
INDAGINE A TORINO
Occhio al fumo e all’alcol
Consumano più tabacco gli uomini ignoranti e le donne istruite - Una
abitudine viziosa che si contrae di solito negli anni della scuola
Il problema del fumo e del
consumo di alcol merita una attenzione particolare in considerazione della riconosciuta importanza di questi fattori come
indicatori di rischio per diverse patologie. Secondo i dati più
recenti di cui disponiamo (1983)
il 31" 0 degli italiani si dichiara
fumatore. Tre anni prima superavano il 34%, ciò significa che
sono in aumento gli ex fumatori.
Il numero medio di sigarette
è di 15 al giorno.
Un’indagine fatta a Torino su
un campione casuale di popolazione superiore ai 25 anni, ci rivela che i fumatori sono tra gli
uomini il 46% e ir 32% tra le
donne; gli ex fumatori il 32%
tra gli uomini e il 9% tra le
donne; non ha mai fumato il
22% degli uomini e il 58% delle
donne.
Gli uomini consumano più tabacco delle donne, mentre per
i soggetti più giovani, nati dopo
il 1940, diminuiscono i consumi
di tabacco e cambia la qualità.
Cioè preferiscono tabacco biondo e le sigarette con filtro. In
compenso si abbassa l'età in cui
si comincia a fumare.
Titolo di studio e livello socioeconomico incidono in maniera diversa per gli uomini e
per le donne. Infatti la maggiore esposizione al fumo si registra per gli uomini a basso livello sociale e scolastico, mentre esattamente l’opposto avviene per le donne.
Sempre esaminando lo stesso
campione, è risultato bevitore
di alcol il 96,5% degli uomini e
l’86.5" (i delle donne. La bevanda
maggiormente consumata rimane il vino, ma i consumi di birra e di super alcolici sono maggiori tra i 25 ed i 45 anni.
Anche per l’alcol è presente
un forte legame fra basso livello socioeconomico (e bassa scolarità) ed elevato consumo.
Pertanto, sulla base di questi
dati, la popolazione a rischio
maggiore per esposizione all'alcol e al tabacco, cui rivolgere
preventivi interventi, può essere individuata negli uomini con
titolo di studio inferiore e professione non qualificata, e nelle
donne giovani, di classe sociale
elevata, tenendo conto che l’inizio dell’abitudine al fumo coincide con le prime classi di scuola media superiore.
Gli avvisi da pubblicarsi in questa rubrica debbono pervenire in tipografia
entro le ore 9 del lunedì precedente
la data di pubblicazione del giornale.
Spettacoli
SCUOLA MEDIA DI TORRE PELLICE
Ragazzi in gamba
La classe II C della Scuola Media « Leonardo da Vinci » di Torre Penice ha realizzato durante
lo scorso anno scolastico il lavoro teatrale: « Nonno Enrico, raccontami una storia... », che si nroponeva il recupero delle tradizioni passate attraverso le testimonianze degli anziani per Una acquisizione più diretta del senso
storico. In particolare l’attenzione si è concentrata sull’istituzione scolastica, che rappresenta
una realtà molto importante per
i ragazzi; il rapporto con gli insegnanti, con i compagni e le materie di studio suscitano molte
discussioni e proprio da una di
queste è nata l’esigenza di confrontare la realtà scolastica attuale con quella passata, vissuta
dai genitori e soprattutto dai
nonni.
Tutta la classe è stata sollecitata ad un’attività di ricerca, da
cui sono emersi alcuni aspetti importanti:
1) La severità dei maestri che
utilizzavano punizioni fisiche
piuttosto dure per correggere le
mancanze degli alunni (es. stare
in ginocchio sulle noci, bacchettate sulle mani ecc.).
2) Grandi differenze tra ricchi
e poveri, evidenti soprattutto nelrabbigliamento, che comportavano il disprezzo dei più fortunati
verso gli altri.
3) La maggior parte degli alunni era impegnata, durante le ore
libere, in lavori di pascolo e di
campagna, con scarsa possibilità
di curare lo studio.
iLe storie raccontate sono tutte
vere, così come reale è il personaggio di nonno Enrico (Enrico
Bertin di Angrogna), nonno del
nostro alunno Claudio Garnier.
Il lavoro è perciò del tutto originale.
All’inizio deU’attuale anno scolastico il suddetto lavoro è stato
inviato al Concorso Nazionale
Scolastico « Ragazzi in gamba »,
che ha la sua sede a Chiusi (Siena) ed è stato selezionato oer la
partecipazione alle finali interregionali dell’Alta Italia che si terranno a Paiosco (BG) il 23 febbraio prossimo.
Bianca Maria Carletti
TORRE PELLICE — Il 17 febbraio nel
tempio valdese la Filodrammatica presenta lo spettacolo teatrale « Shamgorood e dintorni », tratto da un lavoro del
commediografo e romanziere Elie Wiesei.
La rappresentazione prende spunto
dal 300“ anniversario dell’esilio dalle
Valli dei Valdesi in seguito alla repressione del 1686.
Attraverso una rivisitazione del testo
di Wiesel sulle stragi di ebrei in centro
Europa nel 1600, e con l’integrazione di
letture di periodi molto diversi e lontani da loro, vengono proposte alcune
riflessioni sulla somiglianza delle esperienze e delle persecuzioni patite da
molte minoranze etniche e religiose
nel corso dei secoli.
Si inizia alle ore 20.45, tutti sono
caldamente invitati.
Concorsi
LINEA PINEROLO - SAN SECONDO
CON LA TOGA
0 SENZA TOGA?
timanalmente salgono sul pulpito indossando un abito del quale probabilmente non conoscono il significato.
Gruppo giovani di Pineroio
Suburbano: S. SECONDO • PINEROLO - in vigore dal 9 settembre 198S
Cercavamo risposte illuminanti riguardo ad un argomento circondato da indifferenza, per noi e per chi come
noi brancola nel buio. Risultato: risposte evasive, contraddittorie e non convincenti.
il punto è che persino gli interessati, cioè i pastori interrogati, hanno manifestato la loro confusione e superficialità sulla questione. Ma in fin dei
conti che significa la toga?
E' certo una domanda lecita per chi
la vede domenicalmente esibirsi sul
pulpito e per chi sa più per sentito
dire che per altro che cosa essa sia.
E chi. se non i dottori in questo
campo, coloro che ne fanno uso, poteva dissipare i nostri dubbi? Ma Invece . la sorpresa: neanche loro hanno
le idee chiare. Lo dimostrano le risposte dateci, che arrivano addirittura
al grottesco. E' comunque stata nostra
intenzione analizzarle al fine di ricavarne un quadro complessivo il più
chiaro possibile.
La maggioranza dei pastori indossa
la toga non per motivi dettati da convinzioni teologiche, ma per spirito di
adeguamento.
Per chi ha scelto la serietà come
sua alleata, le risposte sono state
molto chiare e quasi scontate: si indossa la toga perché essa è il segno
della predicazione e come tale è accettabile anche addosso a un laico.
C'è chi Invece, più virtuoso e alla
moda, la mette « perché fa pendant
col pulpito ” (I), e cl sono infine I
fedeli seguaci dei loro predecessori,
sbiadite copie degli originali, che set
LA SCOMPARSA
DI EDITH COISSON
Eccoti giunta al capolinea, cara signorina Co'isson.
La tua corsa, fatta di comprensione,
di aiuto, di dedizione, di amore, è terminata. Molte delle tue orphelines sono
corse a darti l'ultimo saluto, ad offrire una lacrima a colei che, forse più di
tante madri, ha saputo crescere tanti
piccoli esseri affidati con fiducia alle
sue cure. Ricordiamo l’incontro con
te di un anno fa. Quanta gioia, quanta
serenità c'erano in te e quanta riconoscenza nei nostri cuori.
Possano i molti semi sparsi dalle
tue mani in tutte noi, svilupparsi tanto
da colmare un pochino il vuoto che hai
lasciato. A Dio cera signorina Co'isson.
Ida e Ines (Isette) Long, Pineroio
II) 12) DI
S. SECONDO s,ta 725 7.56 OJO 9.30 10,30 fijo 12J0 13,10 13J0 14,X 15,30 16.30 17,3(1 18,3t
Miradplo 5,12 7,27 8.00 8,35 9,35 10,35 11,35 12,35 13,4? 13,35 14.35 15,35 18,35 (7,35 1B.35
Pinerdfo Caá. Berardi 5,14 728 8D2 0J7 9J7 10,37 lU/ 12.37 13.13 13,37 14J7 15,37 16J? Ì7,37 18,37
Ponte Lamina (Ospedali) 5.15 7J0 0,05 0.40 9,40 10,40 11,40 12,40 13,14 13,40 14.4C 15,46 16,40 17,40 18.4C
Pineroio P.za S. Croce 5,i; 7J2 6,07 8,45 9,45 10,45 11,45 12,46 13,16 13,45 14,45 15,45 16,45 17,45 18,45
Pineroio P.za Cavour 5,19 7J3 8,08 8,47' S.47 10,47 11,47 12,47 13.19 13,47 14,47 15,47 16,47 17,47 16,47
Pineroio Stazione FF.SS. 520 7J5 8JI8 8.50 9,50 10,50 11,50 USI 1L21 13,50 14,50 15,50 I6J0 17,50 18,50
Pineroio Slab. RIV-SKF 7J8 8.55' 965 1065 11,55 12,55 13.55 14,55 15,55 16,5& 17,55 10,55
Pineroio Ist. M. Immac. 0.10
Pineroio Centro Studi 7,40 8,10
Suburbano: PINEROLO • S. SECONDO
(1) Non si effettua il sabato; (2) Scuolabus
Pineroio Centro Studi
Pineroio Ist. M. Immac.
Pineroio Stab. RIV-SKP
Pineroio Staziona FF.SS.
Pineroio P.za Cavour
Pineroio P.za S. Croce
Ponte Lemina (Ospedali)
Pineroio Cas. Berardi
Miradolo
S. Secondo
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TORRE PELLICE
TORRE PELLICE — Radio Beckwith,
dopo il pranzo comunitario del 17 febbraio organizza in Foresteria un concerto di canti-musiche latinoamericane. Canterà accompagnandosi con la
chitarra il pastore Hugo Armand-Pilon.
La rivista « Gli artisti del giorno »
indice il premio letterario nazionale
di poesia (su tema libero, sul Piemonte, sui dialetti italiani), narrativa inedita, narrativa, riservato agli studenti
delle scuole medie e medie superiori,
■■ Cesare Pavese - Mario Cori ».
Gli interessati possono rivolgersi per
informazioni alla Segreteria del premio « Cesare Pavese - Mario Gerì » ■
casella postale - 12013 Chiusa Pesto
(Cuneo).
Gli elaborati andranno inviati in busta chiusa airindirizzo di cui sopra
entro il 30 aprile 1986.
RINGRAZIAMENTO
« Noi abbiamo conosciuto l’amore da questo; che Gesù ha dato
la sua vita per noi; noi pure
dobbiamo dare la nostra vita per
i fratelli »
(I Giovanni 3: 16).
Il giorno 5 febbraio il Signore ha
improvvisamente richiamato a sé la nostra carissima
Edith CoTsson
Lo annunciano, nella certezza della
resurrezione, il fratello Roberto con la
moglie Lisa Giampiccoli, la sorella
Jeannette (Inghilterra), la cognata Ida
Mathieu, i nipoti ed i parenti tutti.
Neirìmpossibilità dì farlo singolarmente, commossi e riconoscenti, ringra2Ùano tutti coloro che, in questa triste circostanza, hanno preso parte al
loro dolore ed in modo particolare le
sue care figliole deirOrfanotrofio Valdese di Torre Pollice e la figlioccia
Malvina Legger che le hanno manifestato tanto affetto e riconoscenza. Ringraziano sentitamente il dott. De Bettini, il personale dell’Ospedale Valdese di Torre PeHice, i pastori Giorgio
Toum, Severino Zotta e Bruno Bellion.
Eventuali offerte in memoria a favore della ristrutturazione dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice.
Tarre Pellice, 9 f^braio 1986
RINGRAZIAMENTO
<c VEterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1).
I familiari del compianto
Luigi Guido Tron
di anni 72
ringraziano quanti sono stati loro vicini nel momento del lutto, in modo
particolare il personale tutto del Rifugio Carlo Alberto.
Pineroio, 7 febbraio 1986
AVVISI ECONOMICI
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Guardia Medica :
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Guardia Farmaceutica :
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( Distretto di Pineroio )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pineroio: 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva«
tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica :
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Lusema San Giovanni: F/^RMACIA
GAIETTO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza :
C.’t(ce Rossa Torre Pellice:’telefono 91.996.
12
12
e società
14 febbraio 1986
USA: IN MARGINE AL PROCESSO CONTRO I "SANTUARI
f »
NUOVA GESTIONE
Sei chiese
denunciano il governo
Infiltrazioni di agenti, registrazioni di dibattiti, fotografie, schedature, violano la libertà religiosa, affermano presbiteriani e luterani
Mentre il processo contro gli
11 leader del « movimento dei
santuari » (tra essi, ricordiamo,
vi sono anche due preti ed una
suora cattolici, ed il pastore presbiteriano John Fife) sta per
concludersi, due fatti nuovi sono em^ersi in queste ultime settimane: entrambi collaterali, non
direttamente inerenti al processo
vero e proprio, ma comimque
estremamente indicativi dell’interesse e del clima che regnano
a riguardo del problema dei rifugiati politici.
Aumentano le
città-santuario
Il primo fatto è che sono in
aumento le città-santuario, cioè
quelle città che appoggiano e
aiutano i rifugiati dei paesi centroamericani.
Non si tratta solo di un semplice movimento d’opinione, di
una adesione o di una solidarietà concessa a persone che nel
loro paese correrebbero seri pericoli di vita. Il fatto che si mettano in moto anche le amministrazioni delle città comporta
ima implicazione estremamente
importante, come faceva notare
il New York Times del 4 gennaio: se è vero che dette amministrazioni non possono approvare leggi sull’immigrazione
(prerogativa soltanto del Governo Federale), la loro presa di
« L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Redattori: Giorgio Gardioi, Paolo
Fiorio, Roberto Giacone, Adriano
bongo, Giuseppe Platone, Sergio
R'ibet. Comitato di redazione: i redattori e: Mirella Bein Argentieri.
Vaido Benecchi, Mario F. Berutti,
Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti. Bruno Gabrieiii, Claudio H. Martelli, Roberto Peyrot, Massimo Romeo, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana Vigllelmo.
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FRANCO GIAMPICCOLI
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Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
'mestato a • Li Luca: fondo di solidarietà ». Via Pio V. 15 - Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
posizione e dichiarazione a città-santuario suona come condanna dell’inadempienza dell’amministrazione centrale, che non
sarebbe affatto sensibile alle disperate condizioni delle migliaia
di stranieri « illegalmente » fuggiti negli Stati Uniti, e soprattutto non applicherebbe il Refugee Act o legge sui rifugiati del
1980.
Un atto illegale
Ma il secondo fatto, accaduto
il 13 germaio ed a cui tutta la
stampa americana ha dato ampio risalto nelle prime pagine dei
giornali, ha avuto un impatto
ancor più grande. Ed avrà sviluppi imprevedibili neH’immediatq, futuro. La Chiesa Presbiteriana (IÍ.S.A.) e la Chiesa Luterana
d’America, unitamente a quattro
chiese locali, hanno intentato azione legale contro il Governo
Reagan, accusandolo di aver inviato nelle loro chiese vari agenti ed informatori prezzolati per
assistere a funzioni, studi biblici
e riunioni varie, al fine di scoprire rifugiati centroamericani e
chi li aiutava. Il Governo, autorizzando registrazioni segrete di
dibattiti, fotografie, annotazioni
dei numeri di targa delle auto
dei membri di chiesa ecc.... ha
violato — sostengono le sei chiese — le garanzie costituzionali
della libertà religiosa, commjettendo un atto illegale e creando
un pericoloso precedente.
Il Governo, pur avendo cercato in un primo tempo di affossare il fatto, sostiene ora che
tali infiltrazioni facevano parte
della normale fase istruttoria del
processo contro il movimento
dei santuari, ora in corso.
« Difendere le garanzie della
libertà religiosa »: questo il motto in base al quale le due denominazioni nazionali e le quattro
chiese locali hanno iniziato la
loro azione legale presso la Corte Federale distrettuale di Phoenix, Arizona.
Le chiese, che rappresentano
insieme circa 5 milioni e mezzo
di membri comunicanti e che appoggiano tutte il movimento dei
santuari, hanno però intentato
questa causa indipendentem,ente
dal processo che si sta celebrando a Tucson, Arizona, contro
gli 11 leader del movimento stesso.
Lo precisa il past. James Andrews, Segretario della Chiesa
Presbiteriana, in una lunga lettera-circolare spedita ai colleghi
(e di riflesso a tutti i membri di
chiesa); «Questo nuovo processo, che nasce dal problema dei
rifugiati, non fa parte del processo in corso contro i membri
del movimento dei santuari. Poteva svilupparsi a seguito di un
casO' di tasse, di discriminazione
razziale o di violata riservatezza
in cura d’anime. Spero che chiederete a tutte le assemblee di
pregare con noi, affinché questo
appello al procedimenti legali del
nostro paese sfoci in una chiarificazione della natura della libertà religiosa nella tradizione
americana ».
La lettera termina con un invito a tutti i membri delle comunità locali a non considerare
il processo intentato il 13 gennaio come un attacco delle chiese al Governo Federale, ma « come un corretto uso da parte
delle chiese del nostro (n.d.r.=
americano) sistema democratico: utilizzando il potere giudiziario del Governo per verifica
Rilancio del
Fondo di solidarietà
re la correttezza di comportamento da parte del potere esecutivo del Governo stesso ».
Le chiese si interrogano dunque — ed esigono risposta —
su quale debba essere il comportamiento degli investigatori
governativi nei confronti delle
chiese in ogni momento: e scoprono che la legge americana è
alquanto carente al riguardo.
Minaccia ai
rapporti chiesa-stato
In una corrispondenza da Washington, il New York Times
del 13 gennaio faceva notare
com^ questa azione giudiziaria
appena intrapresa rappresenti
una minaccia al% relazioni chiesa-stato negli Stati Uniti.
E dal momento che nessun
gruppo o movimento religioso,
anche per questioni altamente
morali, può agire « al di sopra
della legge » — questa la sostanza del discorso — può il Governo fare diversamente, infiltrandosi illegalmente nelle funzioni
di chiesa?
Un influente uomo politico, il
democratico Peter Rodino, presidente della commissione Giustizia della Camera, scriveva
qualche settimana addietro' al
procuratore generale Edwin
Meese che ogni indagine « che
possa riguardare attività di una
organizzazione religiosa » deve
essere precedentemente autorizzata alm,eno da un sostituto procuratore generale.
Questa procedura è stata seguita nel caso delle infiltrazioni effettuate nelle chiese-santuario?
L’on. Rodino chiedeva infine,
in modo del tutto ironico, se il
Ministero della Giustizia « sia in
grado di distinguere tra' l’entrare
in una chiesa per compiere arresti dall’entrare in una chiesa al
fine di raccogliere elementi per
una istruttoria».
Il processo alle chiese-santuario si è dunque arricchito di
un processo-satellite: rifletteranno entrambi la luce della giustizia?
Roberto Giacone
Colla pubblicazione di questo
elenco cessa la collaborazione
di Samy Odin, che ringraziamo
per il lavoro svolto.
La gestione del nostro Fondo
viene ora affidata ad una piccola commissione composta da
Maria Luisa Barberis, Renato
Coisson e Roberto Peyrot (coordinatore).
Dalle cifre sotto indicate si potrà notare come i lettori abbiano
ulteriormente e generosamente
contribuito (con la somma di
L. 15.936.000) per recar sollievo
alla drammatica situazione in
Eritrea, in risposta agli appelli
ed alle denunce lanciati dal nostro settim,anale. Quanto prima
torneremo in argomento, dato
che siamo in attesa di conoscere
il mezzo più sollecito e nello
stesso tempo più efficace di intervento. Con questo secondo invio (ve n’era già stato uno precedente di L. 31 milioni tramite
la missione evangelica svedese)
riteniamo chiusa questa sottoscrizione.
Come certo i lettori ricorderanno, il Pondo rimane aperto in
modo permanente alla raccolta
di doni a sostegno del programm,a del CEC di lotta al razzismo
(PLR) e contro la fame nel mondo.
Inoltre, siccome alcune offerte pervenuteci sono state destinate dai lettori a favore dei disastrati deUa Colombia e del
Messico, attendiamo ulteriori,
generosi ed urgenti doni in appoggio alla sottoscrizione a suo
tempo aperta dalla Federazione
delle Chiese evangeliche. Tutti
noi abbiamo ancora vive le immagini degli immensi disastri
che hanno colpito Città del Messico dopo il terremoto e la zona
della Colombia a seguito deU’eruzione del vulcano Nevado del
Ruiz. Siamo certi che i lettori
risponderanno in modo adeguato consentendo così al nostro
settimanale di testimoniare la
sua presenza e la sua solidarietà in queste drampiatiche situazioni.
Concludendo, tre sono le iniziative attualmente in corso:
1) Fame; 2) Razzismo; 3) Messico e Colombia. Sì prega di specificare la causale del versamento indicandola sul c.c.p. n.
11234101 intestato a La Luce,
Pondo solidarietà, via Pio V, 15,
Torino. Un’ultima, viva raccomandazione; diversi lettori si
servono del suddetto numero di
Doni Eco-Luce
DONI DI L. 3.000
Aosta: Marconi Mario, Tartaglione Nicola — Milano: Roselo Bruno, Malan Liliana, Alessio Elio — Firenze: Fontana
Delia, Jourdan Marco — Prosinone:
Costa Luigi — Verona: Filippi Elsa —
Catania: Giacinto Lidia — Tramonti:
Menegon Erminia — Foggia: Loffredo
Michele, Rutigliano Romeo, Soriano
Rocco, Varese Aldo — Pavia: Calvi Beniamino, Nicolai Gianandrea — Luserna
S.G.: Gai Pio — S. Maurizio Opaglio:
Bertinat Pietro — Pieve Emanuele: Balestrin Ermanno — Torino: Corongi Frida, Violo Primo — Como: Lupo Graziella — Imola: Camerlata Leda —
Forni di Sotto: De Luca Angelica —
Coazze: Rosa Brusio Guido — Calosso: Soave Luciano — Trieste: Cozzi
Sergio — Terranuova Bracciolini: Carunchio Vittoria — Tradate; Di Toro
Esterina — Pescolanciano: Pallotta Alfredo —Redondesco: Convertito Maria
— Torre Pellice: Chiavia Olga, Malan
Aldo e Lucilla — S. Lucia Mentana:
Giuliani Giovanni — Vintebbio: Menalli Elda, Tazzolio Carlo — Piombino:
Banchetti Giuseppe.
SOSTENITORI
Bergamo: Tosi Giuseppe, Von Wunster Roberto — Rivalta: Cianci Aldo —
Aosta: Azzoni Guido, Monaya Carlo,
Antonioli Carlo — Roma: Del Buono
Siri — Gorle: Tschudi Matilde — Bologna: PostpschI Umberto, Medola
Maurizio — Pavone C.se: Bertarione
Bice — Torino: Turchi Laura — S, M
Capua Vetere: Storino Mario — Porde
none: Casonato Aldo — Sagrate: Beltra
mi Umberto — Villapriolo: Longo Mim
ma — Favara: Bellacqua Anita — Al
bino: Honegger Milly — Milano: Mau
ri Ada — Pino Torinese: Armand Pi
Ion Mario — Bari: Vigliano Evelina —
Torre Pellice: Flenking Ruggero — Ca
losso: Tomassone Maria — Chiavar!
Gay Elvira — Felónica: Barlera Livio
— Montevergine: Olivieri Paolo — Mal
nate: Rosselli Denise — Ouartu S
Elena: Angiolillo Simonetta — Vinteb
bio: Deivecchio Cornelio — Venezia
Fortunato Zanchi Eunice, Cacciati Bogo
Evelina.
DONI DI L. 5.000
Brindisi: Mosca Toba Elena
sala: Garzia Salvatore.
Mar
c.c.p. per inviare denaro per il
rinnovo degli abbonamenti o per
doni con altre destinazioni (opere varie. Tavola, ecc.). Si prega vivamente i sottoscrittori di
avvalersi del suddetto c.c.p. solo ed unicamente per versamenti al nostro Fondo. Grazie.
Roberto Peyrot
1. 5.000: Cassetti Lina.
L. 6.000: Tron Bernoulli Mimi.
i. 10.000: Vezzosi Giovanni (6 volte).
L. 15.000: Grillo Gabriella, Grillo Paolo, Alunni della 4" A del 2° Circolo Di
dattico di Pachino.
L. 20.000: Mathieu Ersilia, Berrà Gins,
Vivenzi Paolo, Scuola dom. valdese di
Messina.
L. 25.000: Armosini Maria, Coug.T
Alda, Jouve Alice, Gottardi Sara e Sacro (2 volte).
L. 26.400: Classe 2", Scuola domenicale del Centro, Torre Pellice.
L. 30.000: Grillo Rina, Bogo Cacciari
Evelina.
L. 35.000: Bein Argentieri Mirella,
L. 50.000: Daniela e Donatella. Ceri
cola Michele, Jalla Etiennette e Pierluigi, Costa Stefano, Pozzanghera Adele e Lilia, Pons Ida e Teofilo, Melchiori Eugenia ved. Peyronel, N.N. da Livorno, UFV da Messina, Scuola domenicale degli Appiotti (Torre Pellice).
L. 72.000: Classi Asilo, I, III, IV elementare della Scuola domenicale dei
Centro (Torre Pellice).
L. 96.000; Leonardi Annaluisa: obiezione fiscale spese militari (5,5% delie,
dichiarazione IRPEF).
L. 100.000: S. C., Bein Ernesto e Mirella, Coisson Mario, Fontana Delia (3
volte). Costa Stefano, N.N. da Prarostino, Grillo Olga in mem. di Adone, Cornelio sorelle,
L. 150.000: Colletta della festa della
Scuola Domenicale di Rorà del 12..5.83.
L. 200.000: Clemenzi Aldo.
L. 500.000; Coisson R., Fiorini Adria
na e Laura.
L. 1.500.000: Vinay Tullio e Signora.
Inoltre ci sono pervenute L. 80.00'
(50.000 P. Vivenzi + 30.000 N.N. per
Asilo S. Germano) e L. 50.000 (G. Rossotto per Rif. Carlo Alberto). I relativi
importi sono stati reinoltrati a chi di
dovere unitamente a L. 435.000 già indicate nel precedente elenco del 26
aprile 1985, per un totale di L. 565.000
che storniamo.
Totale ricevuto (L. 5.090.400 — L.
565.000) L. 4.525.400; saldo precedente
L. 11.815.649; in cassa L. 16.341.049.
N.B. - Avvertiamo che per l'avvenire
non daremo più notizia delle eventuali
cifre inviate erroneamente ai Fondo,
che verranno comunque inviate ai relativi destinatari.
Equipaggiamento
(segue da pag. lì
stra predicazione così fragile e
frarnmentaria non è solo una generica meditazione su Dio, ma
può diventare lo strumento nelle sue mani per suscitare la fede
e chiamarci al suo servizio.
Il culto domenicale è anche
adorazione, riconoscenza, è il
momento in cui, nonostante le
nostre differenze, scopriamo di
essere stati resi un popolo nuovo. Nel culto testimoniamo che
la fede e gli eventi annunciati
nella Scrittura sono per tutti.
Penso che si possa dire che
chi prende sul serio il culto domenicale prende anche sul serio
il culto quotidiano, il servizio di
ogni giorno. La nostra presenza
assidua al culto è un segno di
come usiamo la nostra vita quotidiana.
Il protestante non può mancare al culto e non perché deve
soddisfare ii precetto domenicale, ma perché non vuol mancare
all'appuntamento con la Parola
di Dio che gli fornisce il necessario equipaggiamento che lo
rende testimone dell'Evangelo
di Cristo nelle vicende di ogni
giorno.
Valdo Benecchi