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Anno 113 — N. 42
29 ottobre 1976 — Li 150
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BiB;.:i/rrCA valdese
40.)66 T0ÍÍRE PEIL ICE
iìelle valli valdesi
31 OTTOBRE 1917-1976
La Riforma non è un mito
Recentemente ho partecipato
al culto in una grande comunità
deirOberland bernese, che aveva
per me un certo interesse storico e affettivo, in quanto Karl
Bar Ih vi sostituì il pastore per
un mese quand'era al secondo
anno di teologia, nell’estate 1907.
Naturalmente si trattava di una
piccola curiosità personale, senza rapporto con la realtà attuale.
La chiesa, luminosa ed ariosa,
con le suggestive colonne di legno e un organo barocco troneggiante nel centro deH’abside, poteva contenere, secondo un mio
rapido calcolo, un migliaio di
persone. Ma l’ultimo culto che
vide tutti i posti occupati doveva
essere ormai un ricordo lontano.
Sperdute in quella distesa di banchi di legno chiaro, sedevano
non più di venti persone, tra cui
il portinaio e il sottoscritto.
La liturgia era, secondo l’uso
svizzero tedesco, ridotta al minimo: : due inni, una preghiera; il
resto del tempo era interamente
occupato dal sermone. Veramente un « comodo sermone domenicale », come direbbe Massimo
Mila. Per circa quaranta minuti,
il pastore si rivolse al piccolo
gruppo disperso, svolgendo un
discorso accuratamente preparato, ricco di osservazioni inte'ligenti, che aveva come argomento l’importanza della tecnica e i
pericoli che il suo sviluppo comporla per il futuro deU’umanità.
Un argomento su cui avremmo
potuto discutere con qualche interesse, tanto più che erano presenti cinque giovanissimi, se fossimo stati riuniti in una saletta
della casa comunitaria.
Soltanto che una decisione di
questo genere sarebbe considerata una confessione di fallimento,
una ritirata. Per venti persone si
apre la grande chiesa, si accende
il riscaldamento, si paga l’organista, si fa funzionare il microfono. Per venti persone? No: per
le quattromila, cinquemila che
sono assenti. Per loro il campanile medievale fa echeggiare sulla città il potente scampanìo.
Per loro il culto, di settimana in
settimana, si ripete con la stessa
solennità, ma anche con un tentativo di modernità nella predicazione. Per loro, nella speranza
che tornino.
In questa scelta, la Chiesa ha
dalla sua parte le previsioni di
una certa sociologia. State tranquilli, dicono questi profeti, la
gente comincia a essere stanca
dell’ateismo, del materialismo.
Un nuovo bisogno di religione si
sta diffondendo un po’ in tutte
le classi, anche fra le ultime generazioni. Aspettate, e vedrete
che un giorno la gente riscoprirà
la chiesa, troverà che il culto, in
fondo, di fronte al vuoto della
società moderna, ha un suo fascino, una sua carica positiva.
Questa scelta, che punta sulla
NELLE ALTRE
PAGINE
La rubrica « protestantesimo » 2
Schede 3
Visita in Friuli 4
Notizie dal IV Distretto 5
Cronaca delle Valli 6-7
Il Libano 8
conservazione sperando nel ricupero, è solo apparentemente opposta all’altra scelta, che invece
punta sull’aggiornamento. Le
trasformazioni realizzate negli
ultimi decenni sono veramente
imponenti. Se si facesse un elenco di tutte le iniziative nuove, di
tutti i cambiamenti adottati o
sperimentati nella liturgia, nel
metodo e nei programmi del catechismo, nell’uso dei mezzi di
comunicazione, negli interventi
di comunicazione, negli interventi in merito alle questioni della
E neanche che le autorità civili
si facciano promotrici di una
decisione di questo genere. Una
riforma, nel nostro tempo, dovrà avere caratteristiche del tutto diverse. Potrà forse consistere in una serie di movimenti diversi, talora contrastanti, che
toccheranno una parte della società, ma in modo tale da essere
un motivo di attenzione per
tutti.
Ma non è quello che sta già
avvenendo? Le trasformazioni e
i contrasti che agitano tutte le
nare e ad anticipare le tendenze
predominanti di un’epoca.
E’ questa la riforma? Il successo della riforma del sedicesimo secolo è dipeso dal fatto che
i riformatori sono stati i più
bravi a intuire le esigenze dell’età moderna, e a rispondervi?
Vorrei azzardare una risposta,
anche col rischio di essere troppo drastico: i riformati sono coloro che attendono, per il nostro
tempo, una nuova esplosione di
Evangelo. All’ altro campo, al
Gruppo di Riformatori intorno al "Candeliere"; particolare
tratto da un’incisione olandese del XVII
secolo.
Da sinistra a destra:
G. Zanchio, G. Calvino, Teodoro di Bela, G. Wyeliff, W.
Perkins, M. Fiado
Illirico, G. Ecolampadio.
società, ne verrebbe fuori un
quadro impressionante di attivismo, di inventiva, di presenza in
tutti i campi. La Chiesa non è al
di fuori delle correnti del mondo
contemporaneo. E se fosse questa, la riforma del XX secolo? La
storia, anche della Chiesa, non si
ripete. Possiamo essere d’accordo che la Chiesa oggi ha bisogno
di riforma, ma questo non significa che la riforma debba avvenire secondo il modello del XVI
secolo.
Non è immaginabile che oggi
intere città adottino la riforma.
Chiese e che fanno notizia sui
giornali, non stanno forse a testimoniare che oggi, che ci piaccia o no, sta emergendo il volto
che la Chiesa avrà nei prossimi
decenni, e forse nei prossimi secoli?
Vi è però un fatto che deve
metterci in guardia: che si tratti di conservatorismo o di progressismo, la preoccupazione determinante è di restare, come
Chiesa, al centro dell’attenzione
della gente, come se la vittoria
spetti a chi riuscirà più persuasivo, in quanto riuscirà ad indovi
Appuntamenti decisivi
I prossimi mesi saranno segnati, all’interno del mondo
evangelico, da due appuntamenti molto importanti: la 3“ assemblea della Federazione (la
FCEI) in novembre a Bari, e il
conduce all’isolamento o al rinnovamento della gioventù evangelica?
campo opposto, appartengono
tutti coloro che si preoccupano
in primo luogo per il mantenimento o raccrescimento dell’influenza della Chiesa. In questo
modo, dominato dalla competizione, la Chiesa non deve cercare
di essere competitiva nei confronti delle istituzioni sociali.
Naturalmente questo non significa rimanere con gli occhi
fissi verso il cie'o. Saremo uomini con gli uomini, lotteremo
per la vita dei più deboli e per
la giustizia. Prenderemo tutte le
iniziative necessarie per farci
sentire e per farci capire.
Ma il centro della nostra attenzione sarà un altro: riconoscere ciò che il Signore sta compiendo per noi. E l’unico modo
per riconoscerlo è di tornare ad
essere umili discepoli della Parola di Dio.
Il pastore che parlava ai banchi di legno chiaro aveva pensato bene di non leggere nessun testo biblico per il suo sermone.
Quale va ad essere la nostra
rinri iV nr.,,ombre a Bari e il fisionomia e la nostra parola pipuco per ii suo sci mone,
FCEI) m Q- nell’Italia del Compromesso sto- g j, j innovazione. Ma è
“nfle"?FCEI nei nrim^ ^co? del post Concilio? della ^„"innovazione che paralizza la
canile ÌFOEl) nei primi ai ui jqon sono domande da po- •
meriterebbero una maggior
vanile (EGEI) nei primi di di
cembre a S. Severa.
La fase preparatoria di questi
incontri non è stata caratterizzata da particolare vivacità di
dibattiti, i delegati hanno letto
e meditato i documenti, le Relazioni, qualche incontro locale
o assemblea si è tenuta, ma l’evangelismo italiano si avvia alla
sua verifica senza entusiasmi né
ottimismi facili ma anche con
una qualche incertezza.
Si tratta invece di appuntamenti decisivi; dopo anni di lavoro a livello fedelare, di ipotesi e di progetti si tratta di tirare le somme e fare alcune verifiche fondamentali. L’unità delle
forze evangeliche italiane deve
essere perseguita ancora? Ha
delle prospettive, non solo come potenziamento delle nostre
strutture ma come risposta alla
situazione italiana? Il dibattito
con le forze cattoliche di base
o politicamente impegnate va
portato avanti? Che frutto darà? La linea seguita dalla EGEI
Chiesa e la rende sterile.
attenzione.
Bruno Rostagno
Riprende la trasmissione
Protestantesimo________
La trasmissione « Protestantesimo » riprenderà con l’ultima
domenica di ottobre con un nuovo orario:
domenica ore 23
sul secondo canale.
Un’altra variazione rispetto
agli anni scorsi consiste nel fatto che la durata sarà di 30 minuti mentre la frequenza della
trasmissione sarà quindicinale.
Intervistato dal « Notiziario
evangelico », il pastore Aldo
Comba, presidente della Fede
razione e responsabile del servizio radio-tele visione, pur non
esprimendo un parere negativo
di fronte a queste innovazioni,
si è detto perplesso per l’ora
troppo avanzata che impedirà
la visione a molti. L’attuale configurazione della trasmissione è
comunque provvisoria e si spera di poter ottenere un’ora meno tarda e in un giorno feriale.
A pagina 2 Giorgio Peyrot illustra il travagliato cammino che
ha condotto a questo risultato e
ne valuta le prospettive.
La 12
ora
Stiamo vivendo la dodicesima ora della nostra Chiesa evangelica. Dovrebbe essere diventato chiaro ogni volta di
più che non ci resta molto
tempo fino al momento in cui
si deciderà della sua fine, oppure l’inizio di un nuovo giorno. Ma un’altra cosa dovremmo sapere: un morente non lo
si consola né lo si richiama alla vita a colpi di fanfara. La
fanfara si addice alle cerimonie funebri, là dove si copre
il gelido silenzio con un baccano più gelido ancora, là dove le corone e la musica dei
morti coprono la decomposizione...
La Chiesa della Riforma,
che conosce nel segreto l’abisso che la separa dalla Riforma, mentre già rabbrividisce
all’avvicinarsi della morte,
canta con il coraggio della disperazione: ’’Forte rocca è il
nostro Dio” e non s’accorge
che ogni volta che pronuncia
il nome di Dio, Dio stosso le
si fa contro. Noi cantiamo:
forte rocca è il nostro Dio. Se
Dio é per noi, chi sarà contro
di noi?; ma Dio ci dice: ’’quello che ho contro di te...”.
La Chiesa che festeggia la
Riforma non lascia riposare in
pace il vecchio Lutero che deve sopportare tutta l’onta che
oggi emerge nella chiesa. Piazziamo questo morto nella nostra Chiesa, facendogli stendere una mano verso di lei, ripetendo incessantemente con
tutto il pathos dell’autosicurezza: ’’qui sto, non posso altrimenti”. E non si è capaci di
vedere che questa Chiesa non
è più la Chiesa di Lutero...
Non siamo nella verità, a
meno che agiamo con una leggerezza ed un orgoglio imperdonabili, quando ci trinceriamo dietro a questa parola. Perché possiamo altrimenti; o almeno dovremmo poter fare altrimenti; e se non lo possiamo
ci facciamo una cattiva reputazione davanti a Dio e davanti agli uomini...
La Chiesa protestante celebra il suo giorno. La protesta
fa parte dei suoi doveri tradizionali. L’oggetto della sua
protesta può essere molto diverso, però deve protestare;
stavolta contro il secolarismo
nella sua forma di irreligiosità
e — forse soprattutto questa
^olta — contro il cattolicesimo
ed i suoi pericoli (naturalmente soltanto i pericoli politici).
La Chiesa protestante protesta
contro ogni costrizione, contro
il dogma e l’autorità, per la
libertà di pensiero e di coscienza dell’individuo, protesta contro l’immoralità e l’incredulità,
contro tutti coloro che non sono nella chiesa e che non nutrono molto interesse per questa protesta: eccola la giornata del protestantesimo! Ci è diventato facile protestare, lo
facciamo con una certa sicurezza, dal momento che ci è
garantito il diritto alla protesta. Che magnifica giornata.
"Protestiamo”, questo è il nostro grido. Ma Dio dice: quello che ho contro di te... È Dio
che protesta. Contro chi? Conicontinua a pag. 2}
2
29 ottobre 197i
a colloq4iSo
con i lettori
LA TRASMISSIONE ’’PROTESTANTESIMO’
Vicende d'una rubrica televisiva
La 12“ ora
n
A partire dal primo numero di
novembre il direttore del nostro
periodico Franco Giampiccoli ne
assumerà in pieno la direzione.
Non è certo il caso che dopo
appena un anno e mezzo di lavo,
ro al giornale rivolga ai lettori
un saluto di commiato, la cosa
si giustificherebbe solo dopo un
lavoro di anni e di pieno impiego, nel caso nostro si è trattato
di un incarico provvisorio aggiunto ad altri.
Prima di mettere fine a questo
lavoro vorremmo però dire due
cose.
Anzitutto questa: nel mettere
insieme il nostro giornale ci sia.
mo preoccupati di chi ci leggeva,
abbiamo cercato di avere, dinnanzi agli occhi il più semplice dei
nostri membri di chiesa. Nel pensare gli articoli, cercare i temi,
impaginare ci siamo ricordati
che il giornale è suo, non nostro.
Leggere è un diritto, scrivere è
un dovere perché nella comunità
cristiana si scrive per gli altri
non per sé.
Questa lezione di disciplina
che ci siamo imposti vorremmo
fosse stata recepita dagli amici
come tale e non come un autori,
turismo gratuito (nel tagliare),
una faciloneria (nello scrivere)
un declassare il giornale nel piccolo pettegolezzo.
La seconda è questa: non lasciamo al nuovo direttore un
giornale ma appena un progetto
di giornale; quanto resta da fare
perché diventi strumento di coesione, di dibattito di edificazione! In questo i lettori si sentano
non solo destinatari ma corre,
sponsabili. Auguriamoci che il
nuovo comitato riesca meglio di
noi in quest’opera di ricerca e di
coordinamento.
Nel suo commiato alla comunità di Firenze il pastore Santini
diceva di volersene andare in
punta di piedi. Bella immagine,
valga anche per noi.
G. Toum
A PARTIRE DAL P NOVEMBRE TUTTA LA
CORRISPONDENZA VA
INDIRIZZATA A:
FRANCO GIAMPICCOLI
Via Pio V, 15 - TORINO
Difficile per la rubrica « Protestantesimo » — il noto quarticello destinato dalla RAI-TV agli
evangelici — trovare una collocazione adeguata nei nuovo programmi della televisione di stato. Com’è stato reso noto da ultimo, dopo varie tergiversazioni,
la rubrica andrà in onda sulla
Rete 2, a domeniche alternate
alle ore 23, per la durata di 30
minuti.
Questa è l’ultima decisione presa dalla RAI-TV al riguardo e,
tutto sommato, c’è da sperare
che venga mantenuta, sintanto
che l’orario di « Protestantesimo » non potrà essere anticipato
in seno alla terza sezione serale della domenica, almeno alle
ore 22,30.
Ma vediamo come sono andate le cose per questa « nuova serie ».
All’inizio della scorsa estate
aveva avuto termine la « prima
serie » del programma organizzato dalla FCEI e già si sapeva
che, sotto pretesto deH’annunciata riforma (che non si attua mai)
tutto sarebbe cambiato. Con la
ripresa si venne anzitutto a sapere che i 15 minuti sarebbero
diventati 30; e che la frequenza
settimanale si sarebbe trasformata in quindicinale. Una tale
proposta era già stata avanzata
da tempo da parte nostra al Servizio federale quale esperimento
da prospettare alla RAI-TV. Una
tale situazione comporta vantaggi, svantaggi e rischi su cui occorre riflettere. Essa è positiva
perché consente di presentare al
pubblico in 30 minuti uno spettacolo più organicamente sviluppato nel quale si può affrontare
in modo adeguato un soggetto.
Tutto all’ opposto può essere
considerato negativo il fatto che
la frequenza quindicinale, distrattiva per il pubblico, può distogliere dall’ascolto. A ciò però
si può rimediare con una più accorta propaganda. Di maggior
rilievo è il rischio insito nel nuovo sistema. Un programma di 30
minuti è certamente molto più
impegnativo e pertanto v’è da
attendersi che il personale preposto al Servizio federale si rimbocchi le maniche e si adoperi a
mettere su degli spettacoli con
tutti i numeri in regola.
Il secondo punto deciso è stato quello del cambiamento di
giorno; cioè il passaggio dal gio
vedì alla domenica. Questo passaggio è certamente da considerare in modo positivo poiché
l’indice di ascolto domenicale è
notoriamente più elevato, quale
che sia lo spettacolo, di quello
dei giorni su settimana, che essendo lavorativi escludono dall’ascolto una larga fascia di pubblico per un gran numero di ore.
Terzo punto: la scelta della rete. Trovandosi già confinata alle
ore 18 del giovedì all’apertura
delle trasmissioni dell’allora 2°
programma (ora e momento con
indice di ascolto pressoché nullo), la rubrica « Protestantesimo » è rimasta automaticamente inserita nel programma dell’attuale Rete 2 che, data la sua
intonazione politica, è certamente la più adatta a riceverla, fintanto che i programmi di carattere religioso di detta rete non
saranno, se lo saranno mai, totalmente ristrutturati per attuare il considetto « diritto di ac
cessso ».
Ultimo punto: la scelta dell’ora. Dapprima sembrava che 'a
RAI-TV si orientasse nel collocare « Protestantesimo » subito
prima del TG2. Pareva addirittura che allo scopo la trasmifssione andasse in onda alle ore 13
della domenica; poi la faccenda
ha slittato all’indietro. Si è passati cioè alle 12,30, e poi alle 12.
Le due Reti infatti sono, com’è
noto, tra loro in concorrenza
aperta, come se si trattasse di
due stazioni diverse e non dell’esercizio di un unico monopolio di stato; cosicché ciascuno
dei due TG tende a richiamare
il pubblico al proprio ascolto
con le più diverse forme di attrattiva. Le ore 12 erano un orario ingrato perché hanno il peggiore ascolto delle ore diurne e
per gli evangelici venivano a
coincidere in varie località o con
l’orario del culto domenicale o
con il tempo del rientro a casa.
Si stava in conseguenza determinando una vasta azione di protesta al riguardo. Quand’ecco che
tutto ad un bratto in ^ede
RAI-TV si scopre che collocando
« Protestantesimo » alle ore 12
della domenica, lo si poneva sulla Rete 2 in alternativa con una
rubrica cattolica in corso sulla
Rete 1. Ohibò! Una tale situazione di concorrenza confessiona’e viene ritenuta impossibile e
determina che la nostra trasmis
PACHINO
La chiesa di Pachino ha, dal
mese di ottobre, nuovamente il
culto al mattino, perciò la comunità deve contare sull’apporto dei laici dato che il pastore
può predicare solo quindicinalmente. La partecipazione è quasi raddoppiata — molti fratelli
impossibilitati a frequentare, si
sono con piacere rivisti. Buona
risulta anche la scuola domenicale che ora «quasi» coincide con
l’ora del culto.
Tutte le classi, dotate di rispettiva monitrice, possono ora
contare su un nutrito numero di
bambini e portare quindi avanti
il nuovo programma.
Secondo una consuetudine riconsolidatasi negli ultimi due
anni un gruppo si ritrova il mercoledì sera per studiare la Bibbia. Dopo la lettera di Giacomo
e revangelo di Marco quest’anno
si stà affrontando l’impegnativo
libro dell’Apocalisse.
In seguito alla relazione del
pastore la comunità s’è ripromessa di ritornare sul tema fede e politica, anche perché qui
avremo a primavera le elezioni amministrative e lo scottante
problema del « piano regolatore » che aveva già visto, negli
anni passati, la comunità impegnata in prima persona ha deciso inoltre di invitare il consiglio di chiesa di Catania per una presentazione del progetto
del « Centro Polivalente » o comunque di strutture più adeguate per una efficace testimonianza in quella città.
Nel quadro del circuito si pensa di organizzare una campagna
di evangelizzazione in occasione
dell’uscita della nuova traduzione ecumenica del Nuovo Testamento.
L’asilo infantile «Il Redentore », dopo le vacanze estive, ha
ripreso il suo cammino di speranza. Anche se le difficoltà economiche sono sempre ben presenti si sono aperte due sezioni accogliendo una cinquantina
di bambini, buona parte dei quali hanno esibito la tessera di
povertà I Molti amici, e di questo
ne parleremo nel prossimo numero del « Bollettino », hanno
risposto al nostro documento
prodotto nella primavera scorsa
incoraggiandoci a proseguire nel
nostro cammino convinti della
validità di questa nostra piccola
opera.
IV CIRCUITO
Una relazione del past. T. Soggin sul nuovo materiale didattico del servizio scuola domenicale e quella riguardante il problema della predicazione nel
Circuito, relatore Sergio De Ambrosi, sono state l’ossatura porta:ite del dibattito.
Riguardo alla prima delle relazioni, si può riassumere il tenore dei vari interventi dicendo che
i ragazzi delle scuole domenicali hanno mostrato un vivo interesse per il nuovo materiale e
metodo d’insegnamento.
È stato fatto presente l’impegno richiesto ai monitori e alcu
sione passi alla domenica sera
nella meno felice delle ore notturne avente però un indice di
ascolto migliore di quello delle
ore 12.
In conseguenza questo « Protestantesimo seconda serie », che
ha felicemente anche cambiata
la sigla iniziale, costringerà taluno ad una veglia più prolungata
una volta ogni 15 giorni, ma
avrà modo di rivolgersi ad una
più ampia fascia di pubblico al
quale far pervenire un annuncio
e le implicazioni dell’Evangelo.
Rubrica esterna
Su questo punto, che è quello
di maggiore importanza, sarà opportuno che il Servizio federale
aguzzi gli occhi e gli orecchi adoperandosi fattivamente per la
migliore riuscita della rubrica,
assolvendo così quello che sta
per divenire per esso un impegno ed una responsabilità ben
più grandi di quelli sino ad ora
assunti. Appare ovvio infatti che
la rubrica del « Culto radio », e
del notiziario annesso, debbano
riprendere e poi conservare il
loro carattere di servizio rivolto
intenzionalmente in via principale aH’interno degli ambienti
evangelici. Viceversa la rubrica
televisiva, in base alla sua nuova
collocazione, si presta maggiormente per un discorso ed una
visione delle cose rivolti verso
l’esterno, tendente a richiamare
l’attenzione del pubblico italiano. Si tratterà di cessare quelle
prestazioni di fatterelli nostri di
cui ci si è occupati per lo più
finora (per quelli di rilievo andrebbero tempestivamente sollecitati i due TG perché sian loro
a dare le notizie dei fatti), e di
sviluppare viceversa la presentazione di quegli argomenti e di
quei problemi di attualità cui si
rivolge l’attenzione del paese per
far noto quale sia su ciascuno di
essi il pensiero degli evangelici,
in modo da dimostrare costruttivamente che la componente
evangelica ha qualche cosa da
dire che può interessare e che
talvolta può anche presentarsi
come un orientamento od una
critica del tutto inattesi per la
maggior parte degli ita’iani.
Diritto di accesso
ne perplessità per l’attuazione
pratica di un costante insegnamento, come richiesto dalle Sequenze, nei gruppi la cui partecipazione in varie comunità non
è sempre regolare.
Partendo dall’esistenza di un
piano, di predicazione trimestrale, che assicura il culto in tutte
le sedi con spostamenti di pastori e laici, per ora in fase di
rodaggio, ci si è chiesto : la predicazione deve nascere dall’interno delle comunità e giungere ad
esse come qualcosa di esterno?
— È tassativo far riferimento a
reali problemi della vita politica
del paese? — Deve costituire nel
circuito un filo conduttore di tutta una serie di tematiche, attività
e obiettivi? — La serie dei testi
biblici sulla traccia del materiale
scuola domenicale, in fase di utilizzazione per la predicazione
trimestrale, ricoprirà una funzione coordinante?
Quali sono gli strumenti da
scoprire per un concreto sacerdozio universale dei credenti e
vivere un momento di rottura
con la cultura dominante?
Una lettura della Bibbia finalizzata a pratici obiettivi è legittima o è condizionata dall’obiettivo da raggiungere?
Una serie di punti interrogativi, quindi, saranno alTo.d.g. di
una prossima riunione del Consiglio di Circuito chiamato a fare
il punto sulla situazione emersa.
Il nuovo Consiglio del VI Circuito risulta cosi, composto :
Valdo Benecchi sovraintendente ; Francesco Carri, Salvatore
Briante; laici: Luciano Gay,
Sergio De Ambrosi, componenti
del C.C.
Occorre — e qui sta la maggior responsabilità del Servizio federale — che a mezzo di
tale rubrica si dia un’aperta testimonianza che induca a comprendere il perché la componente protestante intende partecipare a’ dialogo che si sviluppa
nel paese sui temi dell’oggi. Se
la RAI-TV continuerà ad escludere la componente protestante,
ad esempio ogni qualvolta indice un dibattito, valga la predetta rubrica per provvedere da
noi (ed i trenta minuti ora
consentono di farlo) a dare la
nostra testirnonianza ed offrire
la nostra partecipazione, invitando elementi evangelici ed altri che non lo sono ad un comune dibattito sui temi prescelti.
In tal modo si darà o’tre tutto
alla RAI-TV la testimonianza di
come va inteso il diritto di accesso per le diverse componenti
della società italiana in una situazione pluralistica come la nostra. Il diritto di accesso non
può più andar confuso con una
concessione di spazio televisivo,
relegando così talune componenti culturali del paese in un angolino nascosto privo di indice di
ascolto, come sino ad ora è stato fatto a solo discarico delle
coscienze dei dirigenti RAI-TV.
Da parte del Servizio federale
viene ora il momento di produrre ad alto livello la propria rubrica per conquistarsi quel miglior orario che le competerebbe; e di ottenere per la rubrica
quelle forme di propaganda che
i servizi TV offrono, come ad
esempio: l’annuncio del contenuto della rubrica da parte degli
speakers che ricordano i programmi serali sulle due reti dopo i TG; ed un’adeguata presentazione sul Radiocorriere-Tv. I
nostri pastori dal canto ’oro sapranno darne di volta in volta
¡’annuncio dal pulpito.
(segue da pag. 1 )
tro di noi e la nostra protesta!
Non lo avvertiamo? Protestantesimo non significa la nostra prò.
testa contro il mondo, ma la protesta di Dio contro di noi: quello
ho contro di te...
No, non abbiamo più tempo di
festeggiare simili feste di chiesa
in cui ci presentiamo a noi stessi; non vogliamo più festeggiare
così la festa della Riforma!!
Lasciate in pace Lutero, che è
morto, e ascoltate Vevangelo, leg.
gete la Bibbia, ascoltate la parola di Dio. Nel giorno del giudizio
Dio non ci chiederà certamente:
« Avete celebrato in maniera rappresentativa le feste della Riforma? », ma dirà piuttosto: « ave.
te ascoltato e custodito la mia
parola? ». Lasciamo dunque che
egli ci dica: « quello che ho contro di te è che hai abbandonato
il tuo primo amore ».
Se soltanto potessi pronunciare ora questa parola in modo da
farci veramente male. E deve
farci male, altrimenti non è la
Parola di Dio.
Ciò che ho contro di te è che
hai abbandonato il tuo primo amore. La differenza tra ciò che
qui chiamo il primo amore e
tutto il resto che si qualifica co.
sì per abitudine, è assai significativo; al di là di questo primo
amore non ce n’è un altro. Questo primo amore è l’unico amore
che esista — perché è l’amore di
Dio e per Dio —; all’infuori di
questo amore, di questo primo
amore c’è solo odio. Abbandonare questo amore significa abban.
donare Dio, abbandonare i fratelli — significa conoscere soltanto più l’odio contro Dio e contro il mondo. Ciò che ho contro
di te è che hai abbandonato il
tuo primo amore; vuol dire che
non è sempre stato così!, anche
in te dunque vi è stato un inizio!
Qualcosa è accaduto una volta
con te! Un giorno hai avuto a
che fare con Dio — non è vero?
— Gli hai rivolto la tua preghie,
ra, confidandogli il tuo male e
la tua preoccupazione, dunque
un giorno lo hai amato. Un giorno hai avuto un approccio con
Dio. E in quel tempo anche attorno a te qualcosa è cambiato,
realmente accaduto: tu hai amato gli altri, che ti irritano così
spesso e ti sono di peso, perché
in quel momento hai pensato all’amore di Dio. Hai pensato che
Dio doveva essere il Signore della tua vita fin nei suoi fondamenti più intimi e più nascosti; si,
così è stato quando tu sei andato verso i fratelli con Gesù Cristo nei tuoi pensieri.
Ed ora rivolgendoci a tutta la
chiesa: dov’è il tempo della prima grazia, il tempo in cui i primi cristiani chiamavano Gesù
Cristo il Signore della loro vita,
quando uscivano dalle loro case
per porsi al suo servizio, quando il fuoco acceso cominciò a
bruciare, il tempo in cui l’avvicinarsi del Regno di Dio era atteso così ardentemente che scese
in questa attesa e prese forma
nei più straordinari segni?...
« Ricordati dunque donde sei
caduto e ravvediti ». È precisamente questo appello che ha fatto di Lutero un Riformatore. Ricordati donde sei caduto e ravvediti! dice Lutero alla Chiesa
cattolica. Dovresti essere ardente e sei fredda; dovresti vegliare e sei distratta: dovresti aver
fame e sei sazia; dovresti aver
fede ed hai paura; dovresti avere speranza e cerchi il potere;
dovresti amare e non riesci ad
uscire da te stessa; dovresti permettere a Cristo di essere il Signore e gli tagli la parola; in
lui tu dovresti compiere dei miracoli e non riesci neppure a
realizzare le cose più banali.
La Chiesa della Riforma è la
Chiesa di coloro che si espongono a questo appello al ravvedimento, che lasciano Dio essere
Dio; che sanno che chi è in piedi deve stare attento a non cadere, e non vantarsi di essere in
piedi. La nostra Chiesa sta nella
Parola di Dio, e nella sua Parola
noi siamo giudicati. La Chiesa
che sta nel ravvedimento, la
Chiesa che lascia Dio essere Dio:
ecco la Chiesa degli apostoli e
di Lutero...
Dietrich Bonhoeffer
Giorgio Peyrot
Eslratlo di una predicazione tenuta
il 6 novembre 1932 a Berlino in presenza di von Hindenburg, in occasione della festa della Riforma.
3
29 ottobre 1976
« IDENTIKID » DI UNA CHIESA POCO CONOSCIUTA
Chi sono ì Cristiani
Maroniti del Libano?/
La loro origine si fa risalire al
monaco Marone, intorno al V secolo. L’importanza storica e teologica dei Maroniti è legata tuttavia
alle dispute cristologiche del VII
sec., cioè alle dispute intorno alla
natura della persona del Cristo,
divina ed umana ad un tempo, così come essa ha origine dall’interpretazione più completa e più
profonda dell’intera Bibbia.
Tali dispute erano sorte in funzione della Gnosi (greco: conoscenza), corrente religiosa formatasi in seno al primo cristianesimo, forse già in epoca apostolica
(cfr. vari passi delle lettere paoline, ad es. I Timoteo 4: 3). Dal
II sec. in poi, tale corrente si era
sempre più accentuata, con Taccentuarsi dell’influenza dell’ellenismo, cioè della cultura greca, nel
pensiero cristiano, minacciando di
dissolvere il cristianesimo nel sincretismo religioso del tempo. La
Gnosi aveva caratteristiche intellettualistiche e sostituiva la fede
con una filosofia fortemente spiritualista. Eresia molto complessa
nelle sue manifestazioni, in essa
rientravano sia il Manicheismo,
affermante sostanzialmente resistenza di due divinità (quella del
bene e del male), sia il Docetismo,
negante l’umanità del Cristo.
La chiesa cristiana lottò a lungo
contro ogni forma di Gnosi, non
già per conservare la fede nella
divinità indiscussa del Cristo, ma
piuttosto quella della Sua umanità. Ed è appunto questa fede nell’umanità del Cristo, che era andata lentamente spegnendosi soprattutto nella Gnosi imperante
nel M. Oriente. Nel V sec, la:
Gnosi Orientale si accèntuÒ ancora ad opera d’un’intera scuola di
pensatori (scuola di Alessandria),
e fu detta « monofisita » (dal greco: monos =solo -f physis = natura), appunto perché asseriva esserci nel Cristo una sola natura,
quella divina, assorbente in sé (di
fatto) la natura umana (lo scrittore Erick Fromm ha notato che,
ancor oggi, le correnti cristiane
più conservatrici tendono a compromettere la vera umanità del
Cristo, le correnti più progressiste
tendono invece a sottovalutarne
la divinità).
Le due nature
Al Concilio di Calcedonia (451;
IV Concilio Ecumenico) la chiesa
cattolica definì la propria teologia
(detta « ortodossa ») vigorosamente, dichiarando sussistere nel Cristo « due nature, senza confusione fra loro, né cambiamenti, né
divisioni, né separazioni ». (Lettera di Leone il Grande al patriarca
di Costantinopoli). Ma, nel M.
Oriente, e particolarmente nella
Siria, la teologia monofisita durò
ancora per secoli, inserendosi anche in contese politiche che lacerano l’Impero Romano d’Oriente,
e facendo spuntare il seme di
quello che divenne, più tardi, lo
scisma della chiesa bizantina ortodossa (1054). Nel crogiuolo di tali complicatissime contese, religiose e politiche ad un tempo, si erano formate, poco a poco, numerose comunità cristiane minori, e
fra queste appunto i Maroniti. Essi compaiono, prima in Siria, poi
nell’attuale Libano, poco dopo i
rovesci militari subiti dall’imperatore Eraclio (morto nel 641) ad
opera degli arabi (638: caduta di
Gerusalemme, 639: invasione della Mesopotamia, 639-42: invasione dell’Egitto).
A seguito dell’invasione araba,
i maroniti si rifugiarono sul monte Libano, ed ivi la loro comunità si ampliò con la conversione
delle tribù guerriere di quella regione. 1 monasteri maroniti divennero sedi episcopali e, verso il
XII-XIII sec., il vescovo di Antiochia divenne il capo di tutta la
comunità maronita; egli porta oggi il titolo di « patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente »; la sua
residenza invernale è a Bkirki,
presso Beyrut, quella estiva è a
Diman, sulla montagna del Libano. Durante tutto il M. Evo, i Maroniti, sotto la direzione dei monasteri, dei vescovi e d’una casta
nobiliare ereditaria, formarono una piccola società, in parte feudale, in parte patriarcale. Successivamente la setta islamica dei Drusi cominciò ad attirare a sé numerosi Maroniti, e le due comunità
cominciarono a svilupparsi Luna
accanto all’altra, compenetrandosi l’un l’altra anche geograficamente, in modo complesso.
Perseguitati e protetti
Perseguitati dagli Arabi, i Maroniti accolsero favorevolmente i
crociati e, a partire dal XII sec.,
cominciarono ad avvicinarsi a
Roma. L’unione col papa si consolidò gradualmente e lentamente
e fu definitivamente conclusa nel
1584, con la fondazione, da parte
di Gregorio XIII, del Collegio maronita a Roma. In quel collegio
vennero a formare la propria cultura teologica, alti personaggi della comunità maronita, fra cui i
fratelli Assemani nel sec. XVIII.
Unendosi a Roma, i Maroniti divennero una chiesa di tipo cosid
detto « uniate », cioè conservante
una sua propria autonomia: abbandonarono il monofisismo e riconobbero il primato del vescovo
di Roma, ma non s’integrarono
mai completamente.
Minacciati dai turchi, i Maroniti invocarono ed ottennero, nel
sec. XVII, la protezione del re di
Francia. Più tardi, i loro rapporti
coi Drusi, rimasti per tanto tempo
relativamente pacifici, cominciarono a guastarsi, non già (come
abbiamo già detto) per ragioni religiose, ma per motivi economici;
finché si giunse al massacro dei
Maroniti ad opera dei Drusi (nel
1860). In seguito all’intervento
della Francia, il governo turco
pubblicò un « regolamento organico » che stabiliva una specie di
condominio druso-maronita sul
M. Libano (1864). Quando il Libano giunse all’indipendenza (nel
1946), la costituzione del nuovo
Stato si sforzò di distribuire le
superiori cariche di governo, in
modo da evitare, nei limiti del
possibile, le rivalità fra le comunità religiose.
Si è visto quale misera fine abbia fatto tale costituzione!
I Maroniti hanno avuto anche
una certa diffusione all’Estero.
Nel Libano, essi sono circa 400
mila. In Egitto, a Cipro e in America vivono altri 475.000 Maroniti circa.
SCHEDA - 3
Il grande risveglio
Durante tutto il XVII secolo, in America del Nord, i battisti, i quaccheri, gli anglicani e i luterani sviluppano e
organizzano tutta una serie di
ferventi comunità.'
Molte di queste chiese pur
essendo di tipo congregazionalista sentono il bisogno di
associarsi per condividere e
organizzare attività comuni.
A Filadelfia, nel 1707, nasce la
prima associazione delle Chiese Battiste. Il cristianesimo,
attivo quanto intransigente,
degli emigrati del XVII secolo, tramonta lentamente; si
avverte un reale declino religioso insieipe ad una crisi di
valori. E’ proprio allora che
sorge il Grande Risveglio
(Great Awakening) del XVIII
secolo. G. Tennent, Jonathan
Edwards, G. ’Whitefield sono
gli strumenti di un movimento di risveglio che avrà conseguenze rilevanti nello sviluppo degli Stati-Uniti.
Le chiese dell’America del
Nord accolgono nel XVIII secolo numerosi membri venuti
dall’ Europa. Con la revoca
dell’Editto di Nantes (685) arriva in America anche un piccolo gruppo di riformati francesi. E a partire dal 1710, specialmente tra il 1714 e il 1720,
molti coloni dell’ Ulster abbandonano l’Irlanda del Nord
— non solo per difficoltà economiche ma anche per vessazioni politiche, religiose che
quivi subiscono — e si trasferiscono in America. Questi
calvinisti (Scotch-Irish) si stabiliranno nella Nuova-Inghilterra (New England). Nel 1710
un gruppo di tedeschi del Palatinato emigrano in America; dal 1727 al 1775 nuove ondate di coloni tedeschi verranno ad ingrossare le diverse chiese evangeliche del
Nord, in special modo quelle
luterane. Naturalmente anche
altri immigrati, dei diversi
stati europei, si trasferiranno in America nel corso del
XVIII secolo; gli inglesi costituiranno la maggioranza
dell’intera popolazione bianca (alla fine del XVIII secolo
sono l’83%). Com’è noto, il 4
luglio 1776, dopo quindici mesi di combattimenti, gli Stati
Uniti respingono la tutela coloniale della Gran Bretagna e
si dichiarano indipendenti. La
lotta per l’indipendenza è condotta dai discendenti dei Puritani, ma anche dai discepoli
di Locke, di Hobbes, di Rousseau e di Montesquieu.
Negli stati Uniti che nascono nel 1776 la Chiesa è separata dallo Stato. Per espressa
volontà dei primi legislatori
americani, non si fa menzione di Dio o della religione né
nella Dichiarazione d’indipendenza del 4 luglio del 1776, né
nella Costituzione del 1787.
Soltanto nel 1791 nei di^i
emendamenti alla Costituzione si trova un riferimento di
questo tipo: « Il Congresso
non farà alcuna legge relativa
alla diffusione di una religione, né all’interdizione del libero esercizio della religione
(...) ». Il fatto che in quell’epoca uno Stato lasci ai suoi cittadini libertà di culto e libertà di coscienza costituisce
una situazione eccezionale, allora unica al mondo. Nel 1790,
avviene il primo censimento
della popolazione: 4 milioni di
abitanti, di cui 750.000 sono
negri vivono quasi tutti negli
Stati del Sud e quasi tutti sono schiavi. Gli ebrei sono circa cinquemila e 25.000 i cattolici. Il 98 o il 99% dei cittadini anche se non sono praticanti, si richiamano a Chiese
nate dalla Riforma. La maggioranza delle Chiese, che erano rimaste unite alle Chiese
europee, acquistano la loro
autonomia alla fine del XVIII
secolo e all’inizio del XIX secolo. Nel 1784 si crea la Chiesa Metodista Episcopale, nel
1789 la Chiesa Protestante
Episcopale (anglicpa). Il primo vescovo cattolico americano è consacrato nel 1790. I Riformati olandesi acquisteranno la loro indipendenza tra il
1792-1794, i Luterani nel 1820.
Il Partito Baas
Il partito Baas (= rinascita) nasce dal 1940, da un precedente
Partito Nazionalista Arabo, per iniziativa del professore Zaki al
Arsuzi (precedentemente ancora, nel 1932, era nato il primo partito
arabo nel senso moderno del termine, sul monte Libano, allora in ¡siria' si trattava della Lega d’azione nazionale, in cui avevano giocato
un’grande ruolo i cristiani libanesi, soprattutto greci-orttodossi).
Arsuzi crea un partito laico, nel senso che per lui non l’Islam, ma la
lingua araba è alla base deH’unità araba.
Contemporaneamente alla nascita del Baas, si crea un movimento tra gli studenti di Damasco, chiamato « la rianimazione araba ». Lo guidano, anche qui, due professori. Michele Aflak e Salah
Bitar È interessante la posizione di Aflak, un greco ortodosso che
chiama i cristiani a «bagnarsi per rigenerarsi» nella autenticità
araba garantita dall’islamismo. , a u- i
Nel ’43 questi due movimenti si fondono nel « Baas al Arabi », la
« rinascita araba ». La corrente arsuzita, tuttavia, si presenta più vicina al marxismo, almeno per alcuni riferimenti economici, mentre
il socialismo di Aflak è di stampo nazionalistico: ritiene che nella
comunità islamica non vi siano classi, e quindi non si possa parlare
di lotta di classe, ma vi sia bisogno di « socialismo » solo per uscire
dal sottosviluppo. , tj
Negli anni cinquanta aderisce al Baas anche Akram Haurani,
leader anti feudale e socialista, apportando altri elementi di socialismo nel partito, che da allora prende il nome, che ha ancora attualmente, di « Partito socialista della rinascita araba ».
La laicità del programma del Baas permette di non accentrare i
nazionalismi e di conglobare anche minoranze (etniche e religiose)
nel partito anche attraverso il consenso determinante dell’esercito, e
specialmente degli ufficiali, spesso essi stessi parte dei gruppi di
minoranza. ^ ,, n„
Nel periodo dell’unione con l’Egitto di Nasser (la RAU), alla
fine degli anni 50, il Baas viene sciolto e gli è preferito il partito unico della Unione Nazionale; ma subito un comitato militare segreto
pone le basi per ricostruire il Baas (tra gli uornini di questo comitato gli attuali leaders siriani). Nel 61 la RAU è già morta. Nel 63 i
militari baasisti irakeni mettono fine all'esperimento che durava dal
’58 in Irak, di collaborazione al governo tra sinistra baas e comunisti: a Bassora vengono uccisi più di 10.000 comunisti. Poco dopo i
militari baas siriani vanno al potere, mettendo fuori legge nasseriani, comunisti e destra nazionalista. , ^
Da allora si sviluppano ì maggiori contrasti tra i due Baas siriano e irakeno; più « a sinistra » i militari siriani, più « a destra »
quelli irakeni, rispetto ai loro partiti.
Dal ’63 in Siria coesistono di fatto due fazioni del Baas, que. la
« civile » di Aflak e Bitar, e quella « militare ». Nel ’66 è quest’ultmia
fazione che prevale, costringendo Aflak e Bitar a riparare in Irak,
facendo primo ministro Atassi e cooptando il capo del PC siriano,
Kaled Bagdache, nel governo. i
La Siria entra sempre più nella sfera dell’URSS. Nel settembre
de! 66 la « destra » (i « civili ») tentano un contro colpo di stato,
sventato da Assad, allora ministro della difesa. Dopo la guerra del
’67, Assad è di fatto il padrone del paese; questo viene poi formalizzato nel 1970, quando, ventilandosi un intervento siriano in favore
dei palestinesi contro Hussein di Giordania, Assad rifiuta di portare
le sue truppe in soccorso ai palestinesi. Dalla crisi che ne sorge, la
«sinistra» Baas guidata da Assad viene al potere, sulla pelle dei
palestinesi .massacrati da Hussein.
LUSAKA: un nome atrfeaim ner Cristo?
Le chiese africane dovrebbero trovare un autentico nome africano per
Gesù Cristo ; il suo nome, infatti, evoca sia gli
oppressori del popolo nero sia la cultura occidentale introdotta nel Continente da missionari stranieri. Questa proposta è
è stata avanzata durante
i lavori della conferenza
della chiesa metodista
unita (United Methodist
Church) per l’Africa Centrale. In una comunicazione intitolata : « Gesù
Cristo visto in una prospettiva cristiana», il
dott. K.ureva, della segreteria amministrativa del
vescovo metodista Abel
Muzorewa, propone di
cambiare il nome stesso
di Gesù Cristo perché i
missionari europei che
evangelizzarono l’Africa
presentarono — dice Kureva — le sacre scritture
« a modo loro ». La conferenza, inoltre, ha eletto
all’unanimità il vescovo
Murorewa, vescovo a vF
ta (life bishop) della Rhodesia. La stessa decisione è stata presa per i vescovi metodisti dello Zaire, e per i pastori O. Fama, E. de Carvalho d’Angola e E. Zunguze de!
Mozambico (Bip-Snop).
Prigionieri dimenticati
Alexandre Argentov
(Unione Sovietica)
Abbiamo già parlato, in questa rubrica, della sottile forma
di tortura che è l’internamento
psichiatrico. Siamo venuti a conoscenza — tramite il settimanale svizzero « La Vie Protestant° » — di cinque nuovi casi d’internamento per delitto d’opinione, in Unione Sovietica. Tra
questi segnaliamo il venticinquenne, cristiano ortodosso, Alexandre Argentov.
Argentov aveva partecipato a
Mosca ad un seminario, non ufficiale, di storia e di filosofia religiosa. Nel luglio trascorso i
partecipanti a questo seminario
vennero perseguiti; alcuni di loro furono scacciati dal loro posto di lavoro,^ altri, in sede di
interrogatorio, vennero malmenati. Argentov fu arrestato. Nel
corso della prigionia riuscì, a far
giungere uno scritto, anzi una
lettera aperta, al patriarca Pimene. Citiamo alcuni brani :
« Benché non abbia mai avuto
bisogno di cure psichiatriche
son stato internato, con la forza, il 14 luglio in un ospedale
psichiatrico. I medici mi hanno
già detto che l’unico motivo che
spiega il mio ’ricovero’ risiede
nella mia fede in Dio e nella
mia appartenenza alla chiesa ortodossa. La mia salute è buona
e dormo perfettamente. Nonostante ciò qui mi obbligano a
prendere dei sonniferi. Di natura sono calmo ed equilibrato,
ma qui pretendono di abbattermi dandomi forti dosi di medicinali (aminazina) e minacciano
di iniettarmeli se non le ingerisco (...). Ma ciò che mi deprime
maggiormente è lo stile dei medici nei miei confronti; benché
ignorino tutto della religione
cercano di persuadermi che la
mia fede è un sintomo di malattia mentale. Pretendono che
la fede cristiana m’impedisca di
difendere la patria, mi dicono
che i progressi in aviazione e
nella ricerca spaziale hanno dimostrato che Dio non esiste, che
i preti non pensano ad altro che
a guadagnare dei soldi e che i
giovani credenti sono degli idioti patologici ». Non a caso le autorità si sono particolarmente
accanite con il più giovane partecipante al seminario ; esse, infatti, tollerano la religione presso le persone anziane ma non
possono tollerarla nelle giovani generazioni educate nell’ateismo. Un gruppo di dissidenti
moscoviti, tra cui Shimanov
(laico ortodosso internato in un
ospedale psichiatrico nel ’69),
hanno inviato un appello a Philip Potter, segretario generale
del Consiglio Ecumenico delle
Chiese, per segnalargli il caso
di Argentov.
4
29 ottóbre 1976
FRIULI
Impegno di ricostruzione
j
Visita della CED nelle zone sinistrate - Un intervento che urge prendere prima deH’inverno - Molto resta ancora da fare come evangelici
Una visita del'a Commissione
del secondo Distretto alle zone
terremotate del Friuli ha permesso di formulare alcune considerazioni che sembra utile sottoporre all’attenzione dei lettori
di questo settimanale.
Tutti sappiamo come il periodo intercorso fra la prima e la
seconda serie di scosse pesanti
sia stato molto male utilizzato
da quanti avevano la responsabilità della ricostruzione del
Friuli. Visitando, a fine settemxbre, la regione i segni visibili
della ricostruzione si limitano al
ripristino, non completo, della
viabilità stradale e ferroviaria,
allo sgombero di macerie, a qualche puntellamento, ed a quei tristi segni di un « provvisorio » che
minaccia di restare « definitivo »
costituiti da tendopoli, con qualche raro esemplare di baracche.
Non si parla nel concreto di restauro degli edifici restaurabili,
né di ricostruzione di quelli distrutti; il problema dei prefabbricati è in fase di molto ritardato realizzo; la sistemazione
del territorio (montagne frananti che incombono ancora sugli
abitati) è ancora in fase di molto nebuloso studio. Ma non è di
questo che ci è parso essenziale
occuparci. La FCEI e l’Entraide
Protestante Suisse hanno messo
a disposizione mezzi che, nella
nostra piccolezza, sono sensibili.
Anche se di qualche ritardo
dobbiamo sentirci anche noi responsabili, si sta rapidamente recuperando il tempo perduto.
— Una scuola prefabbricata a
Lestans;
— 5/6 prefabbricati unifamiliari
a Torlano;
— un dormitorio di ventiquattro
posti letto a Tramonti (servirà in seguito a quella nostra
opera);
— baracche militari svizzere (che
sembrano tali .da poter ospitare decentemente, anche di
inverno, dodici persone ciascuna);
— una roulotte già sul posto
rappresentano iniziative in fase
di avanzata realizzazione, per
una spesa di 150/200 milioni di
lire che sono certo una goccia
nel mare delle necessità, ma sono pur sempre qualcosa.
Tuttavia l’impressione più netta ricavata dalla nostra visita è
il senso di abbandono in cui vivono quelle popolazioni e Tassoluto bisogno di aiuto morale e
psicologico. Solo essendoci stati,
abbiamo potuto renderci conto
di cosa vuol dire vivere nelTincubo continuo di scosse più o meno pesanti che si susseguono
quotidianamente; di incombenti
frane che stanno minacciose sulla testa di chi vive in fragili rifugi; dei boati (anche quelli pesano) che accompagnano spesso le
scosse e ne moltiplicano l’incidenza sui nervi di chi ci vive in
mezzo; della burocrazia imperante che circonda kafkiane incertezze tutte le promesse e le
buone intenzioni di chi dovrebbe e magari vorrebbe, provvedere; della più totale incertezza
sull’avvenire per il posto di lavoro e per la stessa possibilità
di sopravvivere in loco, il che
causa una irresistibile spinta a
quell’abbandono di tutto che è
costituito da una pur rischiosa
emigrazione.
I nostri fratelli impegnati in
loco (fra gli altri i pastori Carena e Garufi, il geometra Casonato e il fratello Giovanni Urban)
non risparmiano sforzi e fanno
del loro meglio, ma è dovere di
tutti noi dar loro, e attraverso
loro a’ie vittime del sisma, la
sensazione di un appoggio costante.
Qualche suggerimento concreto:
La tendopoli di Tramonti
• reperire un o una assistente
sociale disposto a lavorare per
almeno 6/8 mesi sul posto per
orientare i terremotati nel dedalo delle pratiche da svolgere
per poter usufruire delle agevolazioni e delle assistenze che la
legge prevede. Sembra possibile
assicurare a tale persona mezzi
di alloggio e di sussistenza in loco per svolgere tale missione.
• reperire persona (sarebbe
forse compito della Federazione
farlo) da inviare a Udine per assistere il pastore Carrera nel quotidiano lavoro da svolgere per
sollecitare l’esecuzione dei lavori
in corso e per integrare i programmi di aiuto sul piano tecnico e finanziario.
• mobilitare i pastori delle zone limitrofe per dare ai nostri
fratelli friulani, con frequenti visite pastorali, quella assistenza
morale di cui hanno così reale
bisogno.
• fare avere al pastore Carrera (via F. Rismondo 5 - Gorizia)
vestiario invernale, stivali di
gomma, impermeabili, roulottes
e quanto altro utile per alleviare
i disagi della stagione.
• intensificare la sottoscrizione di fondi presso la Federazione per lo sviluppo delle iniziate
attività.
La C.E.D. del II Distretto si
sta dando da fare per operare su
queste linee.
Volete aiutarci anche voi?
La CED del II Distretto
DALLE OPERE
ORSARA
L’attività della Scuola Materna del Centro Sociale Befania è
ripresa con personale evangelico,
ma con solo diciotto iscritti!
Molti come al solito sono i
problemi finanziari. Il bus-scuola
ad esempio giace abbandonato
nel giardino per mancanza di
autista, mentre gli ormai vetusti locali del Centro Befania in
legno, sono corrosi dal tempo
e dall’umidità e necessitano di
una revisione totale.
Offerte possono essere fatte
sul Conto Corrente postale n.
13/2092 intestato a : Centro Evangelico Sociale Befania - 71027
Orsara di P.
VITTORIA
La casa di riposo della nostra
comunità risale al 1933, nata col
proposito di offrire ospitalità
ad evangelici bisognosi dell’Italia insulare e meridionale. Nel
1962 si è proceduto alla costruzione di una nuova ala elevando
la capacità recettiva a circa 30
posti letto. Nel corso degli ultimi anni sono stati accolti anche
non evangelici.
ma crea rapporti con i loro parenti ed amici e suscita interesse e a volte curiosità producendo scambi di opinioni sui criteri assistenziali adottati.
In un tempo in cui la scalata
al potere e al dominio è prassi
corrente e quasi ogni atto è
compiuto a scopo di lucro e di
sfruttamento, una attività esercitata nel nome di Cristo e non
a scopo di lucro a favore d’una
fetta emarginata della socetà, incontra il comune consenso e testimonia (entro quei limiti che
non vogliamo disconoscere) di
quanto si può, e ancor più si dovrebbe fare, per quanti vivono
quotidianamente nel bisogno.
Altro aspetto significativo è
dato dalla vasta cerchia di amici che sostengono l’opera n<^n
soltanto finanziariamente ma
con la preghiera e con i consigli
creando una grande famiglia di
credenti che solidarmente si occupano e si preoccupano per
mantenere in vita un servizio
cristiano riconosciuto valido.
CERIGNOLA
La presenza del nostro istituto
oggi è più sentita perché l’attività non si riduce ad una pura e
semplice assistenza agli ospiti
Il lavoro della Scuola materna
è ripreso con trentadue bambini
iscritti, nei locali di largo Mulini d’Amati quest’anno più razionalmente suddivisi. Da quest’anno ai bambini sarà fornito
un pasto completo.
In quanto alla Maglieria le
Riunione deiia CED
SCIGLI
La Commissione Esecutiva del
IV distretto si è riunita sabato 9
per esaminare i mandati della
Conferenza distrettuale, del Sinodo valdese e della Conferenza metodista. Si è preso in particolare esame l’esigenza di riorganizzare il lavoro del distretto
e a tale scopo si è predisposto
un piano di visite nella convinzione che occorre un pieno e diretto coinvolgimento dei pastori
e delle Chiese. Sabato 16 e domenica 17 il presidente pastore
Vicentini ed Enrico Ciliari hanno avuto un primo contatto con
le chiese e le opere della Sicilia
occidentale.
cinque ragazze che vi lavorano
si sono date un piano organico
di lavoro ed hanno deciso di dare un minimo contributo per la
gestione.
Certo le difficoltà economiche
in questo tempo di aumenti si
rivelano anche per noi come
una stangata, ma confidiamo
nell’aiuto di tanti amici.
Un altro servizio è quello di
un club d’enfants per i ragazzi
del quartiere che abbiamo cominciato a radunare ogni giovedì ma non sappiamo lo sviluppo che potrà avere.
Abbiamo anche un problema
di locali ed il riassetto del vecchio Asilo, per farne una sala
comunitaria, si presenta più
che mai urgente.
Offerte possono essere inviate
sul: Conto corrente postale n.
13/12650 intestato a: Asilo Evangelico Valdese - 71042 Cerignola.
NOTIZIARIO
FGEI Campana
Da venerdì 8 a domenica 10
ottobre è stato a Napoli il pastore Sergio Ribet, Segretario
Nazionale della FGEI. In vista
del Congresso che si terrà a dicembre è stata questa l’occasione per un incontro con i vari
gruppi operanti nella zona.
A Ponticelli una dozzina di
giovani impegnati in un doposcuola per 120 ragazzi di scuola media, che si tiene presso il
centro sociale Casa Mia, si interrogano sul senso della loro
militanza politica e della loro
adesione alla FGEI.
« Si può essere FGEI anche
se non si appartiene ad una
Chiesa evangelica, pur essendo
impegnati nella lettura biblica e
interessati alla ricerca di fede? »
chiede Mena. E Ciro aggiunge:
« Vorremmo conoscere di più e
meglio la Chiesa Metodista e
quella Valdese; abbiamo sentito
parlare di diakonia, ma come
viene esercitata in quelle chiese?; ».
ta di tutta la comunità. Questo
anno si propone di studiare la
Epistola ai Romani e poi di riflettere sulla Pasqua utilizzando anche il materiale delle Scuole Domenicali. A parte interventi pubblici che si prevedono per
il Concordato e per Natale, nel
corso dell’anno si vuole avviare
un’analisi dei giornali evangelici per verificare il peso che in
essi ha lo studio biblico, l’orientamento teologico e la funzionalità politica che essi assumono.
« Perché non potremmo essere ammessi in chiesa come membri comunicanti? ». È la domanda che nasce da alcuni di essi
dopo lunga riflessione sulla debolezza delle nostre chiese e sulla speranza nell’opera riformatrice di Cristo.
A conclusione dell’incontro il
gruppo ha confermato la propria adesione alla linea FGEI e
ha sollecitato la collaborazione
della segreteria regionale per la
continuazione delle riunioni di
studio biblico.
A Seccavo i tatzebao affissi un
po’ dovunque recavano scritto :
« La dimensione storica di Cristo é il nostro impegno nel quartiere, pubblico dibattito, sarà
presente il segretario nazionale
FGEI », seguivano alle indicazioni del luogo e dell’ora.
Una quarantina di giovani ha
ascoltato la relazione di Sergio
Tattoli sulle caratteristiche umane dell’opera e della predicazione di Gesù e sulla sua piena
adesione alla storia umana e alle sue lotte. Salvatore Astuto
(l’altro pastore eletto da questa
Comunità Cristiana Autonoma
aderente alla FGEI) ha invitato
a riflettere sui vari impegni assunti dal gruppo tra i quali spicca la collaborazione con i disoccupati organizzati. « Ma non
possiamo trascurare l’assistenza
spirituale e materiale per quanti, vecchi, malati o bisognosi necessitano di un urgente aiuto »
ha concluso Astuto.
A Pozzuoli il culto si svolge
in piena libertà di spirito. Tutti
i presenti sono invitati a prendere la parola per leggere passi biblici, pregare, offrire brevi
riflessioni, suggerire canti. Si
sentono così più voci esprimere
la partecipazione alla sofferenza
del popolo che lotta per la sua
liberazione dalla miseria e da
tutte le forze del male, la coscienza della irriducibilità delTEvangelo alla prassi del potere e dello sfruttamento, la certezza dell’aiuto di Dio per la salvezza degli uomini. Al pastore
Ribet viene richiesto un mes
saggio : non un sermone, ma una
calda e spontanea testimonianza di fede. Quando poi l’anziano della comunità ha distribuito il pane ed il vino tutti insieme si canta : « Bisogna andare
insieme con la gente, bisogna
piangere con chi piange... ».
PALERMO
Con la prima domenica d’ottobre abbiamo ripreso le attività.
Il Centro Cristiano per I” Infanzia « Lucio Schirò » ha riaperto il 1° ottobre le sue porte
per accogliere una quarantina
di bambini in età prescolare.
Una maestra coadiuvata da una
assistente e una cuoca formano
il « gruppetto di servizio ». Due
di esse sono giovani della nostra
comunità alla loro prima esperienza di lavoro. I bambini rimangono presso di noi dalle otto e mezza del mattino alle quindici e trenta. Ricevono, oltre alle cure amorevoli di tutto il personale, un piatto caldo mentre,
da casa, portano il secondo.
Il segretario della locale sezione del PCI, recando il suo saluto, ha sottolineato la validità
di questa presenza evangelica e
ha sollecitato ancor più frequenti momenti di confronto e collaborazione.
La scuola domenicale segue il
programma nazionale molto ricco e stimolante. I culti domenicali sempre ben frequentati sono affiancati dallo studio comunitario della Parola il mercoledì
pomeriggio in chiesa, il giovedì
sera a Misilmenri e il venerdì,
sera nelle varie zone della città
in casa di membri di chiesa.
Al Vomero il gruppo tiene riunioni infrasettimanali in comune con i giovani di via dei Cimbri, ma la domenica partecipa
assiduamente allo studio biblico
e poi al culto. La piena disponibilità del pastore alle prospettive della FGEI ha contribuito
molto alla maturazione del gruppo ed alla sua saldatura alla vi
Da Corlcone abbiamo ricevuto
— da un gruppetto — una richiesta di essere visitati. Per ora il pastore vi si è recato una
volta al mese.
A Palermo per le sedute del
Comitato generale del Centro
Diaconale « La Noce » il pres.
della C.E.D. past. Vicentini ha
avuto un incontro con il Concistoro, e il past. Giorgio Bouchard ha presieduto il culto del
17 ottobre.
5
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L ■*
Lettura biblica adulta
Dal 21 al 25 settembre si è
svolta a Napoli la settimana biblica che ha impegnato quest’anno una cinquantina di bambini e
ragazzi delle chiese di via dei
Cimbri e del Vomero. I giovani
della FGEI delle due chiese hanno partecipato attivamente alla
iniziativa.
I gruppi di studio si sono tenuti contemporaneamente nelle
due sedi dalle 9 alle 12 e molto
validi sono stati sia la riflessione collettiva che i momenti di
attivizzazione. Il tema generale
poteva presso a poco suonare
così: « Impariamo a leggere la
Bibbia »; nulla di nuovo, in fondo, ma attraverso degli approcci esemplificativi con i libri storici e profetici dell’A.T. e con le
Epistole e i Vangeli del N.T. si
è tentata una lettura « adulta »
che è stata allargata a temi come: analisi dei riti e delle feste
religiose, la predicazione attraverso i giornali evangelici (La
Luce, Com-NT, Il grido di guerra), ia struttura organizzativa
delle chiese valdesi e metodiste,
la dimensione politica dell’opera
chiese negli incontri di preparazione che hanno preceduto
settimana e, successivamente,
nel convegno monitori indetto
dal 13” circuito, per la presentazione del nuovo materiale Scuole
Domenicali.
Un discorso lungo, dunque,
che si è andato precisando gradatamente e che ha impegnato a
riflettere anzitutto gli adulti sul
senso di una parola scritta sull’uomo e dall’uomo, nata dalla
esperienza e dalla riflessione di
fede di uomini, in una concreta
situazione storica, per giungere
ad una considerazione adulta del
concetto stesso di ispirazione divina, non rozzamente meccanicistico e fondamentalista.
E nel precisare il rapporto Bibbia-parola di Dip/Bibbia-parola
dell’uomo, sono stati individuati
due parametri di lettura: il fatto
storico ricostruito per quanto
possibile come effettivamente si
svolse attraverso gli strumenti
critici dell’analisi storica; e la
riflessione di fede che su di esso si fece, cioè la predicazione
di cui la scrittura è testimo
questo genere sarà anche possibile raccontare nei termini storici di rivolta e di fuga di un
popolo schiavo la vicenda degli Ebrei in Egitto; cioè sarà necessario rileggere problematicaticamente con i ragazzi molti testi (per esempio, la strage dei
primogeniti degli egiziani: come
intervenne Dio? forse attraverso la mano degli ebrei stessi?)
per analizzare come, sulla base
di una precisa realtà storica ed
umana si innesta il discorso della fede di un popolo che a distanza di secoli, interrogandosi
sul suo passato, riconnette le file
della sua storia e sottolinea l’intervento prodigioso di Dio.
E questo non è « cambiare la
Bibbia » e nemmeno scandalizza
i ragazzi, almeno finché non scandalizza noi. Si tratta di fornire
elementari strumenti di analisi
per una lettura adulta. Certo il
momento pedagogico è quello
più delicato: quanta di questa
problematica (e a quale livello)
è possibile trasferire ai ragazzi?
E, comunque, qual è il livello
di consapevolezza? Direi che
IV DISTRETTO
di Gesù.
Alcuni gruppi hanno anche
prodotto manifesti, collages, disegni, lettere alle Scuole Domenicali di Roma e Irieste, un numero del Giornale di Gerusalemme dei tempi di Geremia.
Sabato 25, giornata conclusiva, tutti si sono incontrati a via
dei Cimbri per un confronto delle varie esperienze, una festosa
agape fraterna e, nel pomeriggio, un incontro con i genitori. Per il canto sono stati
abbinati gli inni tradizionali dell’Innario Cristiano con canti
spirituali di vario genere e diversa provenienza.
♦ ♦ ♦
La settimana biblica delle
Scuole Domenicali di Napoli-Vomero e via Cimbri è stata un momento di riflessione, attraverso
quattro esempi diversi, sulla
Bibbia, nel tentativo di fornire
strumenti critici per una lettura adulta ai bambini, senza miti
e magie. Queste le intenzioni,
queste le ipotesi di partenza di
un lavoro che ha visti impegnati
i monitori ed i pastori delle due
nianza. .
E questa versione della fede si
trasmette « da fede a fede », da
chi scrisse a chi legge, ma è necessaria nei credenti di oggi la
consapevolezza che si tratta di
interpretazione del fatto, se si
vuole evitare di continuare a cercare il miracolo nel reale, i sogni e le visioni nella storia degli
uomini. In una prospettiva di
molto dipende dai monitori, tenuto conto che questa impostazione suggerita dal nuovo materiale delle Scuole Domenicali,
richiede una preparazione seria
che tenga conto della storia, della geografia, della archeologia,
dell’analisi critica del testo, di
una sua possibile lettura in chiave materialistica. , .
Rosanna Nitti
DALLE CHIESE
CERIGNOLA
L’estate è sempre un’occasione d’incontro con tutti quei
fratelli che sono dovuti emigrare. Due matrimoni in agosto ed
in settembre sono stati un’ulteriore occasione di gioia.
La comunità sempre fedele
ai culti domenicali limita purtroppo solo a questi il proprio
impegno fraterno. Questo gene
_____S, GIACOMO DEGLI SCHIAVONI
Incontro FGEI
ra in alcuni una certa insoddifazione ed un’Assemblea di Chiesa che avrà luogo il 17 otto
bre, affronterà quest’argomento, cercando di dargli una soluzione.
Buona è la ripresa della Scuola Domenicale che, condotta da
due sorelle di chiesa, raggruppa
circa venticinque bambini.
La locale FGEI vive un momento di trapasso di generazioni e ciò comporta un certo malessere. Ma la partecipazione ai
campi estivi, la visita del Segretario FGEI past. Sergio Ribet
ed il convegno giovanile di S.
Giacomo degli Schiavoni, sono
stati tutti incentivi a riprendere
il lavoro con speranza.
Materna Statale. In ogni caso
la comunità insiste perché qualcosa sia fatto, sia perché cosi i
locali si deteriorano sempre più,
sia perché non è giusto abbandonare per incuria dei beni immobili della chiesa, che potrebbero comunque essere utilizzati,
in un paese dove c’è penuria di
alloggi. Certo i soldi non ci sono, ma si vorrebbe che le belle
parole di solidarietà del Sinodo
per le chiese del sud trovassero
finalmente un po’ di applicazione.
Alcuni giovani di Orsara hanno preso parte all’incontro giovanile di San Giacomo degli
Schiavoni parlando dei loro problemi e delle loro speranze.
FOGGIA
Il Centro di Evangelizzazione
di Foggia ha ripreso le sue attività in settembre, dopo la pausa estiva di luglio ed agosto in
cui sospende ogni attività, secondo un’antica tradizione. Ma
ogni ripresa è sempre positiva
ed il gruppo foggiano si è ritrovato compatto ai culti domenicali e per l’incontro settimanale
del giovedì].
Il filo conduttore del lavoro è
stato lo studio e la discussione
comunitaria dell’opuscolo della
Claudiana.
Il problema politico, quello
del cattolicesimo e particolarmente quello etico, hanno destato l’interesse della comunità,
mentre quello dell’emigrazione
è stato tralasciato perché già affrontato durante lo scorso anno. Ogni domenica la tematica
studiata comunitariamente il
giovedì, è stata ripresa nella predicazione, per puntualizzarla alla luce della Parola.
Prossimamente le riunioni infrasettimanali vedranno la comunità impegnata nello studio
dell’Epistola ai Filippesi. Una
volta al mese invece che nei locali di culto ci si incontrerà presso le famiglie.
I giovani dopo il convegno a
S. Giacomo degli Schiavoni, al
quale hanno partecipato numerosi, discùteranno la possibilità
di aderire alla EGEI ed organizzeranno il loro lavoro a partire
dalla metà di ottobre.
Alcuni problemi presenta la
Scuola Domenicale per la difficoltà di trovare dei monitori. Se
il pastore il giovedì dovrà occuparsi anche di questa attività,
avendo già degli impegni nell’Unione Giovanile e nel gruppo di
Studio Comunitario, dovrà ridurre le visite a domicilio, alcune delle quali in città e nella
campagna foggiana, hanno carattere di catechismo per simpatizzanti.
Giovedì 7 ottobre u.s. a San
Giacomo deggli Schiavoni, si sono incontrati una cinquantina
di giovani, alcuni coi loro rispettivi gruppi, altri isolati, provenienti da varie chiese della diaspora abbruzzese, molisana e
del nord della Puglia (valdesi e
battisti).
Quella che doveva essere una
visita del Segretario della FGEI
past. Sergio Ribet ad alcune unioni giovanili, s’è così, trasformata in un vero convegno che
ha avuto molti asj^tti positivi.
Già quindici giorni or sono il
Segretario Nazionale aveva visitato dei gruppi della zona di
Bari e provincia ed aveva predicato nelle comunità di Orsara, Foggia e Cerignola, discutendo in quest’ultima coi giovani
della FGEI.
Secondo lo stesso Segretario
Sergio Ribet nel sud un aspetto
positivo è quello che malgrado
la distanza e la vastità della
diaspora, i giovani sentono il bisogno di incontrarsi e di confrontarsi e, quando l’occasione si
presenta, i raduni fanno registrare una partecipazione numerosa.
A San Giacomo, dopo un breve culto, Sergio Ribet ha pr^
sentato i temi di fondo della linea FGEI: fede e politica - formazione giovanile - riforma della chiesa - lettura della Bibbia.
Si è quindi avuta una franca e
fraterna discussione in particolare sul tema di fede e politica
dove varie posizioni sono emerse che hanno fatto sentire l’esigenza di un approfondimento
ulteriore. Sebbene la realtà geografico-ecclesiastica vedeva presenti giovani provenienti da
chiese del III e IV Distretto
(ma il Molise sebbene unito al
III Distretto nella sua partecipazione FGEI è collegato con Napoli e la Campania del IV), s’è
deciso di mantenere un collegamento fra questi gruppi della
« fascia adriatica ».
Nell’anno che sta dinanzi ci si
dovrebbe incontrare di nuovo
almeno per due fine-settimana
per affrontare il tema di : « Fede
e politica » e dei « Vari modi di
leggere la Bibbia». Possibili luoghi d’incontro dovrebbero essere Orsara di Puglia e San Giacomo degli Schiavoni.
Nel complesso dunque è stata
una giornata positiva, anche se
troppo breve, che è andata al di
là delle aspettative e che ha destato entusiasmo e speranza. Il
gruppo giovanile valdese di Foggia ad esempio, che era ben
rappresentato, ha deciso di discutere seriamente l’adesione alla FGEI.
La signorina Perna (battista)
e il giovane Emanuele Cielo
(valdese) entrambi di Campobasso, sono stati designati per
mantenere i collegamenti e per
organizzare le possibilità di lavoro giovanile in questa « fascia
adriatica ».
O. L.
SCIGLI
ORSARA
Nel mese di agosto un gruppo
di giovani di Cerignola ha fatto
un campo lavoro di una settimana nel Centro Sociale, per
tinteggiare un’aula, per sistemare il giardino e per riordinare il
magagzzino. In questa occasione si sono avute alcune simpatiche serate di fraternizzazione
con giovani di Orsara intorno a
un falò.
In settembre ancora per una
settimana il pastore e famiglia
sono tornati ad Orsara. Al mattino si sono avute delle lezioni
bibliche per una decina di ragazzi, nel pomeriggio sono state fatte delle visite a famiglie della
chiesa e in serata molti giovani
evangelici e non, hanno discusso sulla situazione politica del
Paese, dopo un’agape fraterna.
Quasi ogni domenica durante
il Culto si svolge una discussione sul tema toccato dalla predicazione, che ha destato un certo
interesse nella comunità. È questa un’esperienza simpatica che
si spera di proseguire e di sviluppare scegliendo insieme i testi delle predicazioni.
Uno dei problemi che restano
aperti è quello della casa pastorale da più di quindici anni abbandonata. Durante lo scorso
anno questo problema è stato
sottoposto alla Tavola, senza poter trovare uno sbocco positivo,
anche perché il Comune non ha
mai definitivamente risposto se
intendesse affittare la casa per
farne una sezione della Scuola
I due
tempi
Riprendendo le attività la comunità metodista di Scicli ha
registrato due novità maturate
nel corso di alcune riunioni del
consiglio^ e culti assembleari : la
prima è che il pastore presiede
il culto quindicinalmente alternandosi con tre predicatori laici, uno dei quali, il fratello U.
Schirò, è iscritto nell’apposito
ruolo; la seconda si riferisce alla sistemazione dei banchi, per
rispondere meglio alla nuova
impostazione del culto comunitario. Abolito il pulpito la comunità fa ora « quadrato » attorno al predicatore ritornando
a guardare la faccia e non la...
schiena del fratello!
Pastore, predicatori laici e
monitori si ritrovano quindicinalmente per preparare i culti,
ai quali ora segue la fraterna
discussione, e le lezioni della
scuola domenicale visto che i testi biblici coincidono.
La sig.na Miriam Schirò che
per anni ha condotto da sola la
scuola domenicale è ora affiancata da tre giovani. Il martedì,
il gruppo dei più grandicelli, ritorna a riunirsi per una attività
che ricorda l’unione cadetti.
Il gruppo FGEI sta alacremente lavorando sui programmi
che è in procinto di mandare in
onda dalla stazione radio locale.
Ha elaborato un piano di trasmissione mensile: 1) presentazione delle varie confessioni presenti in seno al protestantesimo; 2) studio biblico (un libro
della Bibbia col suo peculiare
messaggio); 3) musica «religiosa » ; 4 ) presentazione di un libro della Claudiana da inserirsi in una tematica più generale.
I recenti provvedimenti fiscali sono stati giustificati con la
necessità di rastrellare fondi
per la riconversione economica
e industriale. Di fatto le tasse
sono aumentate subito mentre
della riconversione per ora se ne
parla solo, ma il governo si è
dichiarato contrario alla politica dei due tempi. Da anni il movimento dei lavoratori sostiene
che non si può aspettare che prima sia superata la crisi e poi,
in un secondo tempo, si ottengano miglioramenti sociali ; i
cosiddetti sacrifici devono avere immediate contropartite.
Ma va detto che non è una
generica trasformazione della
produttività delle imprese che
le renda competitive sul mercato estero quello che ci si aspetta. La riconversione industriale
non deve condurre alla ripresa
della produttività, di vecchio tipo, non deve solo portare ad
un’espansione della occupazione,
magari attraverso la ripresa dell’emigrazione dal Sud al Nord.
In questo caso si tratterebbe comunque di una politica dei due
tempi, o peggio di più tempi,
magari molto lunghi, perché significherebbe rimandare a tempi migliori le legittime aspettative sia dei lavoratori tutti, per
quanto riguarda l’avvio di una
economia tesa a soddisfare i bisogni reali, sia delle popolazioni del Sud, soprattutto per quanto riguarda la fine del ruolo subalterno dell’economia delle loro regioni rispetto al resto dell’Italia. Non è una pretesa massimalista chiedere che i « sacrifici» dei lavoratori non servano
a favorire la speculazione capitalistica! Una diversa politica
economica, che programmi la
riconversione delle industrie del
Nord e lo sviluppo agricolo-industriale del Sud o prende le
mosse proprio nel momento più
delicato di questa grave crisi o
viene accantonata per lungo
tempo.
La politica dei rinvìi è già
troppo nota agli abitanti del
Sud : ne sanno qualcosa i terremotati del .Belice!
E quanto essa sia nociva anche sul piano della crescita democratica del paese, lo dimostrano la ripresa di forme di
lotta selvaggia sostenuta dai sindacati autonomi che, a partire
dal pubblico impiego, mirano
alla paralisi ed al caos. Gli scioperi concomitanti di autoferrotramvieri e di netturbini a Napoli, se per un verso sono prodotti dalle scelte avventuristiche
di ambienti reazionari, per un
altro si fondano sul costante
rinvio di una legge che provveda al risanamento delle finanze
degli Enti Locali.
Tutto questo non esclude che
i tempi della transizione dalla
vecchia economia ad una nuova
più rispondente alla domanda
sociale siano necessariamente
lunghi, ma è giunto il momento
in cui si vuol vedere in qualche
modo l’inizio di processi nuovi
e la valorizzazione del voto a sinistra del 20 giugno.
Emilio Nitti
Comitato di Redazione : Bruno
Bellion Valdo Benecchi, Gustavo
Bouchard, Niso De Mìchelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
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Valli - La Luce » - Torre Pellice.
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Cambio di indirizzo L. 100.
Inserzioni : prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 col.: commerciali L. 100 - mortuari 150 - doni
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Fondo di solidarietà : c.c.p. n.
2/39878 Intestato a Roberto
Peyrot, corso Moncalieri 70,
10133 Torino.
Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Cooperativa Tipografica Subalpina
Terre Pellice
6
29 ottobre 1976
cronaca delie vani
ALLE VALLI OGGI
Risveglio
ma come?
Il preannunziato culto di appello ha avuto luogo domenica
24 nel tempio di Torre Pellice
con buona partecipazione di pubblico da tutte le parrocchie delle
Valli. Il gruppo di credenti che
10 ha organizzato può ritenersi
soddisfatto, la risposta è stata
incoraggiante ed il clima raccolto, attento e partecipe dell’as.
semblea ha dimostrato che molti attendono dalla predicazione
evangelica, dall'incontro con altri fratelli una parola chiara, lineare che orienti la propria vita.
Gli oratori ( adoperiamo questa parola brutta e del tutto inadeguata, solo per comodità)
hanno cercato di tracciare questa linea di marcia prendendo
spunto da diversi testi della
Scrittura.
Il pastore Nisbet ha riproposto all’attenzione il tema centrale della croce di Gesù come pun.
to discriminante della fede evangelica, la croce intesa come atto
dell’amore di Dio per il peccato
dell’uomo. Il post. Ayassot, preso spunto dalla parola di Paolo
« siate imitatori di Dio » ne ha
fatto risaltare il paradosso.
Più discorsivo, in chiave di ap.
pello, il discorso di Nisbet, più
polemico quello di Ayassot che
ha denunciato da parte della nostra chiesa (e del nostro sinodo)
una mancanza di speranza proprio quando Si stanno creando
delle situazioni, nuove ed impegnative nella nostra patria.
Qualche accenno alla situazione di difficoltà, di incertezza che
c’è fra noi e che ha prodotto la
petizione al sinodo si è avuto, e
così pure qualche accenno politico ma si è trattato di accenni,
11 discorso nel suo insieme voleva essere costruttivo e biblico.
Il gruppo di fratelli che si è
riconosciuto nel culto di domenica proseguirà, riteniamo, la
sua opera, e ci auguriamo che
altre occasioni si presentino di
riprendere ed approfondire i temi sollevati. Molte sono le persone che possono essere incontrate, toccate, condotte a pensare e nessuna occasione deve essere trascurata.
Vorremmo solo fare alcune
considerazioni personali. Il culto di domenica è una ricerca,
non una risposta. Pensiamo che
i fratelli che vi hanno partecipato lo abbiano vissuto come tale.
Una ricerca di linea con alcune
cose chiare, altre meno, alcuni
punti di riferimento evidenti, altri appena abbozzati.
La croce di Cristo è il centro
deUa fede, non c’è dubbio; non
c’è dubbio neppure sul fatto che
si tratta di un fatto storico in
cui noi leggiamo l’intervento di
Dio, ma come esprimerne il significato oggi, pieno, ricco, lineare senza limitarsi a ripetere citazioni bibliche? Non è una lettura politica della croce che risolverà il problema ma lo potrà
un semplice richiamo ai testi?
In secondo luogo è evidente
che urge oggi non un confronto
di idee ma di interpretazioni bibliche. Le osservazioni fatte da
B. Bellion sull’ultimo numero del
nostro giornale ricevono conferma; la bibbia ci unisce ma rischia di dividerci la sua lettura.
Infine è chiaro che i fratelli
delle nostre comunità, pur sentendo questo travaglio di ricerca
e questa diversità di fede, intendono restare uniti. L’opinione generale della chiesa è oggi disposta al confronto, non alla scissio.
ne.
Riflettendo, alcuni anni or sono, a questi problemi in un opu.
scolo dell’Attualità Protestante
« Tempo di crisi e di risveglio »,
notavamo come lo spirito del Ri.
sveglio del secolo scorso è oggi
impossibile da rivivere, il Risveglio non si ripete si può solo ritrovare una nuova fedeltà, ma
« nuova » non restaurata. Inventare occorre ma lavorando insieme; questo la chiesa intende fare oggi.
Giorgio Tourn
VILLAR PELLICE
«Partía» 1976 all'Alpe della Gianna
Considerazioni più amare che serene sulla
economia agricola
La « partía » per chi non lo
sappia (e, purtroppo, saranno
ormai in molti a non saperlo,
anche nelle valli) è l’operazione
di suddivisione, alla demonticazione («calà de l’arp») dall’alpeggio, dei prodotti caseari (burro escluso) prodotti sull’alpe.
Suddivisione fra 1 vari proprietari di bestiame dell’« arbercagna» cioè della società di fatto che si raggruppa intorno al1’« arberc » (casera). Una volta
la suddivisione veniva effettuata sulla base stretta della produzione di latte di ogni socio,
rilevata alla « mesura » cioè alla
pesata del latte eseguita otto
giorni dopo la salita («pouià»)
all’alpe. Oggi tale suddivisione
per 1 soci proprietari di bestiame, non permanenti all’alpeggio
ha subito qualche aggiustamento sulla scorta delle attuali situazioni economica e della mano d’opera. Dopo questa sintetica nomenclatura permettete
allo scrivente qualche breve considerazione personale. ■
Quest’anno — 11 settembre
1976 — sono esattamente 50 anni
che ho diretto la prima « partía », cui fui iniziato, dodicenne,
nell’ormai lontano inizio di settembre 1926, dall’esperto genitore. Sino ad oggi non ne ho mancata nessuna, salvo quelle ricacadenti nel lungo periodo del
servizio militare e della guerra.
Un motivo particolare inoltre,
mi spinge, quest’anno, a buttar
giù queste note: dopo decine e
decine di anni di chiacchere, di
progetti, finalmente è arrivata
all’alpe Gianna di Villar Pellice, una strada per l’accesso di
trattori e di camion, t: una strada di 4 m. di larghezza media,
ben tracciata, che renderà meno aspra la fatica agli alpigiani.
Personalmente sono piuttosto
restio alla apertura di nuove
strade sia in montagna, sia in
collina, sia in pianura; ma quando la strada serve ad agevolare
il duro lavoro montanaro (e collinare) non ho né esitazioni né
dubbi : si deve fare, naturalmente senza sconvolgere le condizioni idrogeologiche dei versanti.
Quest’anno, all’apparire sull’alpe, mi sembrava di sognare
scorgendo vicino alle baite i primi trattori con i capaci rimorchi. Ho pensato allora a tutti i
vecchi dell’alpe Gianna, in buona parte ormai scomparsi da
tempo, a mio padre Daniele Baridon, a Jean Pontet e a suo padre, a Steve Barbu, a Gian, a
mio suocero Pin Berton, a Jean
Daviot, a Tienne Rambaud ed
a tanti altri che progettarono
e... sognarono la strada proprio
lungo il tracciato prescelto.
Per tornare alla nostra «part’a », 1’« albercagna » ha prodotto, nel periodo di alpeggio 1976,
18 ql. di prodotti caseari (formaggi, seiras, burro). Facendo
una media prudenziale con le
altre « arbercagne » dell’alpe
Gianna, si può calcolare che la
produzione di latticini, nel periodo di monticazione 1976, ha
superato i 60 ql. per l’intero alpeggio della Gianna.
Sono 60 ql. di beni primari
(genuini al 100%), cioè fondamentali, insostituibili per la nostra sopravvivenza, mentre non
lo sono affatto tanti altri prodotti (seppure utili) come la
plastica, i giornali, i francobolli,
gli stessi trattori (sostituibili,
al limite, con muli e carri), le
automobili, la radiotelevisione,
ècc. ecc.
Pur essendo migliorato nettamente anche alla produzione (e
vi diremo il perché) il mercato
dei prodótti caseari in questo
ultimo anno, possiamo affermare, senza tema di smentite, che
i lavoratori sull’alpeggio « arpassin») hanno realizzato dei
salari che rappresentano solo
una modesta percentuale (certamente meno del 30%) dei lavoratori, per es., della editoria
dei grandi quotidiani, pur dovendo sopportare dei disagi incomparabilmente più duri.
Comunità Montana Val Chisone-Germanasca
Seduta del Consiglio
Dopo una seduta andata a vuoto per mancanza del numero legale, il Consiglio della Comunità
Montana si è nuovamente riunito il 22 ottobre, con un discreto
numero di presenti. All’inizio si
è preso atto delle dimissioni da
consigliere della Comunità del
sig. Enrico Breuza, già sindaco
di Salza, ed è stato eletto quale
rappresentante di questo Comune il sig. Giovanni Sanmartino.
È stato poi esaminato ed approvato il piano di interventi nel
campo della medicina scolastica
preventiva e di altri servizi per
la tutela della salute. La spesa
prevista, di oltre 68 milioni, ha
suscitato qualche perplessità:
per lo scorso anno scolastico, ;1
preventivo si era aggirato sui 47
milioni. Il Presidente ha tuttavia
rilevato che la spesa effettiva,
dato che il piano non si era realizzato completamente, si era ridotta di metà. Anche un previsto
contributo per corsi di nuoto a
Pinerolo è parso interessante: il
problema però rimane quello dei
trasporti e degli orari scolastici, oltre alla spesa che comunque graverebbe ancora in parte
sulle famiglie e in parte sui Comuni.
E’ stata anche approvata la
convenzione con il Convitto Valdese di Pomaretto, che ospita
bambini della zona assistiti da
vari Enti. Le rette a carico di
questi Enti saranno versate al
(Convitto tramite la Comunità
Montana.
Per il settore agricolo, si è decisa una visita a’ia latteria sociale di Borgiallo e nel campo
della zootecnia si è dato l’incarico di unificare i servizi veterinari sul piano di valle al dottor
Renzo Perrot di Perosa Argen
tina.
Dopo altre decisioni di minore
rilievo, si è giunti ad un atto
giudicato da molti di grande importaza, cioè all’ insediamento
ufficiale delle commissioni consultive della Comunità Montana: queste commissioni, che
hanno già iniziato a lavorare,
dovranno formulare tra breve
un regolamento e un piano di lavoro e nominare un coordinatore.
La seduta è terminata con una
relazione dell’assessore Paolo
Bertalotti a proposito del piano
urbanistico di Valle, che pochissimi hanno ascoltato con pazienza, dato che era già mezzanotte
passata. Nel rispetto dell’orario
e nell’utilizzazione del tempo disponibile, il Consiglio non dà
certamente prova di una grande
funzionalità.
CAI - Sezione Val Cermanasca
La Commissione Alpinismo
giovanille del C.A.I., sezione Valgermanasca, a conclusione del
primo Corso di avvicinamento
alla montagna, ha organizzato
per sabato 13 novembre, alle ore
20, presso la Scuola di Perrero,
una serata con il seguente programma: Esposizione dei lavori
dei ragazzi; esposizione della documentazione fotografica relativa alle gite; breve relazione .sull’attività 1976; proiezione di diapositive delle gite; proiezione di
film; impostazione dell’attività
per il 1977.
Alla serata sono caldamente
invitati tutti coloro che possono
essere interessati all’attività della Commissione Alpinismo giovanile.
Perché questo? Perché nel nostro Paese ha preso piede, nell’ultimo ventennio, via via rafforzandosi, il più cinico e bieco
corporativismo tanto che non
ho difficoltà nell’affermare che
la buon’anima di Tullio Cianetti (testé deceduto a Madagascar), ministro delle Corporazioni (se non erro) durante il
fascismo, aveva realizzato un
corporativismo all’acqua di rose rispetto a quello delle tante
categorie privilegiate dell’attuale
Italia democratica (!?). Come
comprova vi cito, fra i tanti, alcuni esempi oltremodo significativi ;
Anno 1938 (ultimo anno anteguerra di una certa stabilità
economica) :
— 1 ql. di grano tenero era pagato al produttore (a Cavour) a L. 100 (cento).
— Costo di un quotidiano; lire
0,30. Con 1 ql. di grano tenero, nel 1938, si potevano acquistare 330 quotidiani.
Anno 1976:
— 1 ql. di grano tenero, a Cavour, viene pagato al produttore a L. 14-15.000.
— Costo di un quotidiano; lire 150 (tra non molto aumenta). Con 1 ql. di grano tenero, nel 1976, si possono acquistare a mala pena 100 giornali (ed ancora per poco).
Anno 1938 :
— 1 Kg. di burro veniva venduto, al minuto, dal produttore, a lire 16 (sedici).
— L’affrancamento di una lettera costava lire 0,50. Con un
Kg. di burro si potevano affrancare 32 lettere.
Anno 1976:
— 1 Kg. di burro viene venduto, al produttore, al minuto,
a L. 2.500.
— L’affrancamento di una letteraco sta L. 150 (ed ancora
per poco). Con 1 Kg. di burro si possono affrancare 17
lettere.
Anno 1938:
— 1 It. di latte veniva pagato
alla produzione lire 0,80 - 1.
— Una visita a domicilio del
dott. Quattrini (medico condotto) costava, a Villar Pellice, lire 5 (cinque). Con 6 It.
di latte si pagava la visita del
medico.
Anno 1976:
— 1 It. di latte viene pagato, al
produttore, al massimo, lire 250.
— Per una visita del medico, a
domicilio, vengono richieste,
in genere, almeno 8.000 lire.
Non bastano 30 It. di latte
per una visita medica a domicilio (a questo proposito
dobbiamo tener conto che
sta assumendo gradualmente
una certa quale valida efficacia anche l’assistenza medica della mutua dei coltivatori diretti).
Cosa intendo dimostrare con
quanto sopra? Che la spinta corporativa, mortificatrice e spregiatrice dei legittimi diritti di
tanti veri lavoratori (della terra, della industria e dell’artigianato) ha purtroppo informato
cinicamente, lo ripeto, la organizzazione di tanti settori quali
appunto l’editoria dei grandi
quotidiani, la RAI-TV, l’ENEL,
la STIPEL-SIP, i bancari, le
aziende municipalizzate, gli alti
dirigenti pubblici e privati, varie categorie di postelegrafonici,
i dipendenti di molte regioni,
ecc. ecc. (probabilmente un milione e mezzo di persone in Italia su circa 20.000.000 di lavoratori, categorie agricole comprese).
Perché costoro debbono percepire degli emolumenti che, a
parità di livello, sono mediamente almeno il doppio di quelli della maggior parte dei lavoratori dell’industria e spesso il
triplo-quintuplo dei veri lavoratori della terra, cioè dei coltivatori diretti unici produttori, ripeto, di beni primari? Forse per
un processo di predestinazione
o per una investitura divina o
per un metabolismo olezzante
dei preziosi aromi d’oriente?
Perché lo Stato non ha impedito queste grossolane ingiustizie sociali, per il cui mantenimento (anzi rafforzamento) vengono chiesti ed erogati colossa
li finanziamenti dello stato stesso? Tali sovvenzioni potrebbero
trovare impiego di fondamentale importanza negli investimenti per l’economia agricola e
montana, per gli ospedali, per
la scuola, ecc.
Non intendo fare confronti
antipatici: ma è fuori di dubbio
che il prodotto del lavoro delle
categorie privilegiate (perché i
sindacati non cercano di livellare queste categorie con tutte le
altre?) non vale certo, in modo
particolare nei tempi di crisi (e
ci siamo vicini), quello dei coltivatori diretti, cioè i beni primari: senza i giornali, senza la
BAI-TV, al limite senza la luce
elettrica si vive (forse meglio)
ma senza grano, carne, latte, ecc.
non si tira avanti, malgrado il
gran parlare su alghe e su altre
diavolerie che non ho visto ingerire da nessuno. Ed allora, insisto, perché tali e tante grossolane ingiustizie retributive?
Le sperequazioni economicosociali hanno mortificato particolarmente il mondo agricolo,
negli ultimi 20 anni; tanti giovani o meno giovani hanno abbandonato la lotta impari. Con
quali conseguenze?
La rarefatta mano d’opera
agricola, pur con l’ausilio di una
buona meccanizzazione agricola
dove possibile, produce sempre
meno o comunque non produce
di più in rapporto all’aumento
della popolazione per cui, per
l’eterno gioco della domanda e
della offerta, le derrate alimentari alla produzione (non parliamo al consumo... ! ! ) hanno
subito, da almeno un anno, dei
forti aumenti che non si fermano. Ma non basta; la nostra bilancia alimentare import-export
è in totale rotta ( quest’anno si
superano i 3000 miliardi di deficit alimentare). Dall’altra parte abbiamo tanti terreni collinari e sub-montani in totale abbandono (e con gravi pericoli
per gli incendi) dove, un razionale ordinamento colturale combinato con un complesso remunerativo dei prezzi alla produzione, avrebbe potuto (e potrebbe) non dico eliminare ma enormemente ridurre il nostro deficit alimentare con l’estero con
innegabili positive ripercussioni
sulla bilancia commerciabile ed
anche sui prezzi al consumo.
Abbiamo divagato allontanandoci dalla nostra « partia ». La
divagazione è solo apparente
perché ha messo in evidenza la
mortificazione che i poteri pubblici (ed anche, diciamolo pure,
vari strati sociali cittadini o meno) hanno arrecato all’uomo dei
campi in generale, a quello del
monte in particolare.
Allontanato dai suoi campi,
dai suoi monti, l’uomo cambia,
oltretutto, notevolmente le sue
prospettive, le sue concezioni
comprese quelle morali. Ed i
cambiamenti, da quanto vediamo oggi, non sono stati, in genere in meglio, anzi.
Perciò agli uomini che, sull’alpe, hanno sino ad oggi resistito, dobbiamo viva riconoscenza, dobbiamo dire grazie per
aver salvaguardato un certo
mondo, dobbiamo cercare di
aiutarli sempre.
Dal punto di vista economico,
riteniamo che il peggio per loro
ormai sia passato : i prezzi delle derrate alimentari, soprattutto in Italia, andranno a lungo in
ascesa, anche alla produzione ;
saranno purtroppo gravi le preoccupazioni dei ceti consumatori, soprattutto di quelli non privilegiati (ed anche questo fenomeno negativo in una organizzazione moderna che si rispetti
non dovrebbe avvenire) ma i
piccoli ed i medi produttori agricoli che hanno resistito sulla
terra troveranno qualche soddisfazione economico-professionale
che ripagheranno, solo in parte,
i durissimi sacrifici sopportati in
tanti decenni.
Tutto sommato è però ben
triste che le loro modeste soddisfazioni siano pagate con altrettanto durissimi sacrifici di
tanti altri modesti lavoratori già
sempre mortificati dai privilegi
di altri ceti che l’imbelle potere
pubblico ha non solo permesso
ma incrementato con colossali
sovvenzioni di denaro della collettività. Alberto Baridon
7
29 ottobre 1976
CRONACA DELLE VALLI
Attività dei Circuiti
PRAMOLLO
III CIRCUITO
Domenica 20 ottobre si è riunita l’assemblea del 3° circuito.
L’assemblea si è soffermata in
particolare su tre problemi: 1)
Scuola domenicale e catechismo.
2) Formazione e aggiornamento
predicatori laici. 3) Analisi della situazione del circuito.
1) Scuola domenicale e catechismo : il materiale proposto
prevede un lavoro di ricerca biblica e didattica di tipo nuovo
per le nostre scuole domenicali.
Questo trova in buona parte impreparati i monitori, che pure
rilevano la grande abbondanza
di spunti a disposizione. È parso quindi necessario un approfondimento sull’impiego di questo materiale. Per tale lavoro
è stato eletto un piccolo comitato di coordinamento composto
da Silvana Marchetti, Miriam
Richard, Wanda Rutigliano, Liliana Viglielmo.
2) Formazione e aggiornamento dei predicatori locali. Sarà
curata durante le riunioni settimanali pastorali di preparazione dei sermoni che hanno luogo tutti i lunedì pomeriggio.
3) Analisi della situazione del
circuito. Si è fatta sia dal punto di vista delle comunità (il fenomeno dello spostamento, a
valle, della cura d’anime nella
nuova situazione d’insediamento), sia dal punto di vista sociale (possibilità di lavoro futuro,
costituzione di nuovi servizi sociali in valle, ecc.).
L’assemblea ha indicato alcuni nominativi in vista della costituzione di una commissione
di lavoro che raccolga dati ed
opinioni sia all’interno che al
POMARETTO
SERVIZIO MEDICO
ffistivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE
PELLICE - LUSERNA S. GIOVANNI
- LUSERNETTA - RORA'
Dal 30 ottobre al 5 novembre
Doti. PIERO SCAROGNINA
Via L. Tegas - Telef.. 90092
Luserna S. Giovanni
FARMACIE DI TURNO
Domenico 31 ottobre
FARMACIA MUSTON
( Dr. Manassero)
Via della Repubblica, 25 - 91.328
Domenico 31 ottobre
FARMACIA Dott. PRETI
Luserna Alta
Lunedì 1 novembre
FARMACIA INTERNAZIONALE
(Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice : Tel. 90118 - 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice : Tel. 91.365 - 91.300
Luserna S. G. Tel. 90.884-90.205
l’esterno delle nostre comunità.
La commissione si allargherà fino a comprendere gruppi giovanili, anziani, operatori comunali, per allargare la portata della sua ricerca. Al termine è stato riconfermato il Consiglio
uscente; Bruno Rostagno, presidente ; Adriano Longo, segretario; Ada Poèt, membro. Si è
aggiunto il nuovo membro Elvio Peyronel.
Il CIRCUITO
Le riunioni della prossimo settimana avranno luogo; mercoledì 3 a\VInverso (Clot), venerdì 5
alla Lausa.
• Sabato 6 novembre si riunirà
il gruppo giovanile nella Scuola
Vecchia di Pomaretto.
• L’Unione Femrriinile si riunisce domenica 14 novembre alle
ore 14,30.
• Nel corso degli ultimi mesi è
stata invocata la benedizione del
Signore sul matrimonio di; Maurino Claudio e Garsino Nella il
20 giugno; Ribet Attilio e Costabello Paola il 26 giugno; Long
Ettore (Pramollo) e Pons Marcella rii settembre e Coucourde
Giorgio e Cascone Matilde il 17
ottobre nel Tempio di San Secondo.
• Si sono avuti i funerali di
Bounous Elena in Rostan il 9
agosto; Giaj Checa Antonio (ospite dell’Asilo di S. Germano) il 31
agosto; Clot Ferdinando (originario di Riclaretto) il 14 settembre;
Baret Oresté (dei Pons) il 21 settembre; Balmas Giulio (di Torino) il 3 ottobre e Giustetto Giovanni di Perosa il 25 ottobre.
Che il Signore ci aiuti a trovare in Lui il fondamento della nostra gioia e della nostra consolazione in ogni circostanza della
vita.
L’assemblea di circuito è convocata per domenica 14 novembre alle ore 15 nella sala della
chiesa di S. Secondo con il seguente ordine del giorno;
— Scambio di informazioni e valutazione dei nuovi programmi della Scuola Domenicale.
— Elezione del Consiglio.
— Eventuali e varie.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
La partecipazione all’ Assemblea di Chiesa sui problemi dell’Asilo Valdese è stata buona.
Tre relazioni: la prima del Past.
Taccia sul .progetto generale, ha
fatto conoscere il costo globale
dell’opera in lire 250 milioni circa, comprendente la costruzione
della nuova ala, la ristrutturazione di parte del vecchio edificio e tutti gli impianti, attrezzature, mobili ecc. Di questa
somma rimangono scoperti circa 24 milioni: non è molto in
rapporto allo sforzo fatto, ma
neanche poco in rapporto alle
possibilità della Comunità di S.
Giovanni su cui incombe la responsabilità primaria per la copertura del deficit.
La seconda relazione del Direttore L. Gobello ha trattato i problemi della gestione: l’assemblea di Chiesa di due anni fa
aveva indicato delle linee ben
precise in relazione ai criteri di
priorità per l’accoglimento, rapportato al bisogno e non alle
possibilità finanziarie. Ne è derivato per la gestione un introito
di rette non incassate di circa
mezzo milione al mese. Un disavanzo che doveva essere coperto
dal « fondo di solidarietà », ma
che purtroppo non può per il
momento funzionare a causa del
debito sul progetto generale.
La risoluzione indicativa dell’Assemblea è stata di puntare
quest’anno sull’estinzione del debito con impegni precisi richiesti alla comunità di San Giovanni e impostare in un' secondo
tempo i problemi di gestione.
La terza relazione della Sig.ra
Faustina Charbonnier era centrata sui servizi aperti e domiciliari e le convenzioni dell’Asilo
con il Comune e la Comunità
montana.
• Anche quest’anno il Concistoro ha deciso di riprendere gli
studi di aggiornamento biblico
con lezioni quindicinali .presiedute dal pastore Taccia.
Il primo studio avrà pertanto
luogo presso l’Asilo valdese venerdì sera 29 c.m. alle ore 20,30
ed avrà come tema: « Il significato della tentazione di Gesù ».
Dopo una breve introduzione,
lo studio avverrà secondo il metodo del lavoro di gruppo.
Si consiglia di portare la Bibbia in versioni o traduzioni diverse e l’occorrente per appunti.
•La Festa della Riforma sarà
celebrata domenica mattina con
un culto di Santa Cena sia nel
Tempio che nella cappella degli
Aira'i.
Per l’occasione il Gruppo filodrammatico valdese locale presenterà nella sala Albarin sabato
30 c.m. alle ore 21 e domenica
pomeriggio 31 c.m. alle 15,30,
uno spettacolo dal titolo: tre scene sulla Riforma: ieri e oggi.
Ingresso libero.
• È mancato il fratello Gior.
dan Davide di anni 47. Ai familiari nel lutto diciamo tutta la
nostra fraterna simpatia.
ERRATA-CORRIGE
Nello scorso numero abbiamo
scritto che i genitori della piccola Isabella Tourn, nata e morta
prematuramente, erano residenti a Pinerolo anziché a Luserna
S. Giovanni.
Ci scusiamo per l’involontario
errore.
NeU’asserablea di Chiesa che
si è svolta domenica 17 ottobre
con la partecipazione di un buon
numero di persone, il dott. Giorgio Mathieu ha presentato alla
comunità una esauriente relazione degli argomenti affrontati e
discussi nel corso del Sinodo '76,
soffermandosi in modo particolare sul problema del rapporto
tra fede e politica.
• La scuola domenicale avrà
inizio domenica 7 novembre e
così pure la corale; confidiamo
nella partecipazione di tutte le
persone che già si sono impegnate l’anno scorso, oltre, naturalmente di coloro che vi si vorranno aggiungere.
• La proposta di tentare la
riorganizzazione di una filodrammatica è stata accolta bene, per
cui, anche in questo caso ci auguriamo di riuscire a fare qualcosa di concreto ed invitiamo
tutti coloro che lo desiderano, a
partecipare, sia in qualità di attori, sia di collaboratori in genere.
• Domenica 31 ottobre verrà
celebrato il Culto con Santa Cena e infine, in data ancora da
definire, sarà presente in mezzo
a noi il dott. Peyrot che ci farà
conoscere meglio tutti i problemi che travagliano la popolazione del Friuli per mezzo della
proiezione di filmine. Tutti quanti sono invitati a partecipare e
a dare il loro contributo per aiutare quanti sono ancora senza
casa.
• Rivolgiamo un fraterno saluto alle famiglie che hanno trascorso fra noi il periodo estivo,
e, augurando dì rivederle il prossimo anno, domandiamo al Signore di essere con loro durante i mesi invernali nella loro abituale residenza.
ANGROGNA
Colloquio
pastorale
PINEROLO
Il colloquio pastorale del mese
di Novembre è convocato, come
deciso nell’ultima seduta, Lunedì 8 novembre a Villa Olanda,
alle ore 9.15.
Lo studio comune della mattinata avrà come tema : Gesù
Salvatore, la croce; due introduzioni, rispettivamente del patere R. Nisbet e B. Rostagno, lo
introdurranno.
Nel pomeriggio i problemi del
Distretto.
Corali
Nel corso del culto del 24, che
ha segnato la ripresa della Scuola Domenicale e del catechismo,
i bambini della scuola dei Jourdan, sotto la guida della signorina E. Bonnet e la corale, hanno partecipato con i loro canti
all’assemblea cultuale.
• La Scuola Domenicale, il primo e il secondo anno di catechismo, seguiranno i nuovi programmi proposti dal « Servizio »
della Federazione. Il terzo e
quarto anno avranno un prograrhma biblico e di attualità.
Sempre domenica 24 c’è stata
la prima riunione, dopo la pausa estiva, dell’Unione Femminile.
Sulla traccia del prograinma.
proposto dalla Fdei si pensa di
affrontare il problema, anche attraverso testimonianze dirette,
degli ospedali psichiatrici; l’attività femminile prevede inoltre
visite alle persone isolate ed anziane della comunità.
• La corale, animata e diretta
da Jean Louis Sappé, invita tutti
gli interessati al canto a partecipare alle riunioni. Prossimo
appuntamento, giovedì 11 alle
20.30 al Presbiterio.
• La riunione preparatoria dei
monitori è fissata per giovedì
4 alle 16, presso il Presbiterio.
• Si sono svolti mercoledì 27
i funerali di Bertin Dina ved.
Rivoira di anni 64. Il decesso è
avvenuto lunedi presso il Rifugio «Carlo Alberto», dove la
Bertin si trovava da tempo ricoverata. La comunità esprime
ai familiari la propria simpatia
cristiana.
I direttori di Corali, o responsabili dell’attività corale, sono
convocati domenica 31 ottobre, alle ore 15 a Pinerolo, nei
locali di via dei Mille, per concordare il programma di lavoro
dell’anno in corso. Sulla base
delle decisioni prese in Conferenza Distrettuale la Commissione del Canto Sacro non essendo rieletta sono le corali stesse che provvederanno a tracciare il loro programma.
La CED
BOBBIO PELLICE
È deceduto, domenica 24, Guido Prochet di 71 anni. Ai funerali svoltisi martedì 26 nel Tempio di Bobbio, una folta assemblea ha partecipato al dolore
dei familiari.
La comunità esprime, in modo particolare alla vedova e ai
figli, la propria simpatia cristiana.
VILLAR PELLICE
Domenica 24 nel corso del culto, presieduto dal pastore Nisbet, è stato insediato il nuovo pastore titolare : Ernesto
Ayassot. Hanno partecipato al
culto le corali di Villar-Bobbio
e di Kùnigsberg (in questi giorni in visita alle Valli).
La settimana scorsa è deceduta nella sua abitazione la sorella
Elena Rodet ved. Tiirck.
Ai funerali che hanno avuto
luogo sabato ha partecipato un
folto gruppo di membri di chiesa e conoscenti venuti ad esprimere il loro affetto e la loro
simpatia alla famiglia in lutto
ed in particolare alla figlia Elda,
organista della nostra chiesa e
per lunghi anni direttrice della
corale.
INCONTRO EGEI
Domenica 14 novembre, con
inizio alle 14.30, presso i locali
di Via dei Mille 1, si terrà un incontro dei gruppi FGEI-Valli.
L’incontro si propone di riprendere i temi emersi nel precongresso di Villar Perosa dello
scorso maggio e di discutere i
problemi inerenti al prossimo
congresso nazionale del 5-8 dicembre, a Roma.
Naturalmente tutti i gruppi
giovanili evangelici delle Valli
sono invitati a partecipare all’incontro del 14.
TORRE PELLICE
Prezzo del latte
I produttori di latte comunicano che dal 1° novembre il
prezzo di tale prodotto verrà
portato su tutto il territorio del
comune a L. 320.
___________________FRALI
Personalia
Ci rallegriamo sentitamente
con Bruno e Katharina Rostagno, per la nascita della loro secondogenita Sara.
Associazione Amici
della Scuola Latina
Domenica 7 novembre, avrà
luogo la Giornata della Scuola
Latina. Il programma è il seguente ; ore 10,30 ; Culto nel
Tempio di Pomaretto ; ore 12,30 ;
Agape fraterna presso il Ristorante «Bel Sito»; prenotarsi
possibilmente entro il 4 novembre. Dopo l’àgape, relazione e
comunicazioni varie.
Gli amici dei nostri Istituti
d’istruzione sono cordialmente
invitati.
Casa Valdese
di Vallecrosia _______________
Già da alcuni anni la Casa di
Vallecrosia ha esteso la propria
attività anche al periodo invernale, nel convincimento d venire
in tal modo incontro alle esigenze di un sempre maggior numero
di persone desiderose di trascorrere un periodo invernale di riposo, vacanza o convalescenza in
in un clima marino assai mite
qual’è il nostro, in questa bella
zona della Riviera dei fiori.
Vi segnaliamo che se verrà
raggiunto un minimo di 20 richieste, inizieremo l’attività a
partire da sabato 15 gennaio
1977.
La quota giornaliera di soggiorno è fissata in L. 4.500 complessive ; per soggiorni di 15 giorni la quota complessiva è fissata in L. 65.000. Ricordiamo che
tali quote comprendono vitto,
alloggio, riscaldamento, acqua
corrente calda e fredda nelle
stanze, ed è limitata al periodo
gennaio-marzo. Teniamo a far
presente gli aspetti particolari
di vita comunitaria della Casa,
i suoi stretti rapporti con la
Comunità valdese locale, la possibilità di frequentare i culti domenicali, studi biblici e tutte le
normali atti^jità di Chiesa.
Per ulteriori informazioni e
delucidazioni potete scrivere o
telefonare a:
Casa Valdese per la gioventù
Via Col. Aprosio, 255
18019 Vallecrosia (IM)
Telef. 0184/2.12.83
Il culto di domenica 24 ha segnato l’inizio dell’attività della
Scuola Domenicale (che a dire
il vero aveva già iniziato con degli incontri domenicali). Numerosi bambini e catecumeni hanno formato una bella assemblea,
attenta e vivace.
Ai catecumeni del primo corso è stata consegnata una bibtaia come segno della presenza
della propria comunità ed invito alla meditazione.
Nel corso del culto è stata battezzata Marina Coisson di Mario
e Mirella Rivoira. Il Signore dia
a questa bimba di crescere nella
conoscenza della Sua parola.
Offerte
per il Tempio Valdese
Dal 19-6-1976 al 4-10-1976 abbiamo ricevuto le seguenti offerte che qui
pubblichiamo, in favore dell’organo
del Tempio Valdese di Torre Pellice:
Fontana Riccardo e Lina L. 8.000;
Tamietti Renato e Maria 5.000; Ing.
Mario Jahier 50.000; PeUegrin Umberto e Elio 5.000; Gobello Livio e
Dina in memoria di Arturo e Ida Aibarin Paschetto 5.000; Cairus Lidia e
Besson Alberto 3.000; Sigg. Barton
(G.B.) 5.000; Ernesto e Lily Di Francesco 50.000; Davide e Paola Jahier
30.000; Giorgio e Teresina Vidossich
15.000; Choeur Parroissial di Morges
(CH) Fr. sv. 50; Aline e Silvio Bellion
L. 10.000;; in memoria di Ernesto Michelin, la Famiglia 100.0()0; I. e I.
10.000; concerto organo tenuto iT 21
agosto 1976 dal M.o Ferruccio Corsani 311.680 e Marchi ted. 10; Coisson Edith L. 5.000; N.N. 2.000;
occasione del matrimonio di Oretta
Long, i Genitori 10.000; Beux Tullio
e Alda 10.000; N.N. 1.000; Ilda Rivoir 20.000; J. D. Michelin Salomon
10.000; Margiunti Enrico 5.000; famiglia Autolitano 10.000; Vitaletti
Carlo Chiesa via IV Novembre, Roma
20.000; una colletta 5.000; Olga Fuhrmann 25.000; Pro Torre Pellice 10
mila; Clemente Gay Fr. sv. 20; in occasione del matrimonio della figlioccia Oretta Long, Silvio e Delfina Mattinai 10.000; Nella Greppi Giampiccoli in memoria del dott. Manlio Gay
50.000; Camillo Giazzi 46.000; Luciana Vola in memoria di Andrea Gay
10.000; Choeur Parrossial di Morges
(CH) 15.000.
AVVISI ECONOMICI
CERCASI persona di fiducia per tenere compagnia persona anziana in
Calabria. Tel. Torino 682838 - Vìa
Pio V, 15 - presso Past. Carlo Gay.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia Tiirck, profondamente
commossa per l’affetto e la simpatia
tributati alla loro cara Estinta
Elena Rodet ved. Tiirck
ringrazia di tutto cuore coloro che le
sono stati vicini in questo triste momento, in particolare i Pastori Marco
Ayassot, Conte e Deodato, l’amico dott.
Demo, la Corale di S. .Germano, la
sig.na Ada Grill e Paifezionata Giovanna Ferro.
Pinerolo, 25 ottobre 1976.
8
8
29 ottobre 1976
DOCUMENTAZIONE - 2
Ubano: ultima frontiera
L’enigma siriano
Nella complessa questione libanese un nodo particolarmente
difficile da sciogliere è quel'o
della Siria. Che cosa rappresenta questo paese nel fronte arabo? quali posizioni sostiene? è un
paese "socialista” o un paese reazionario? quali sono i suoi obiettivi? La complessità della situazione può far pensare a qualcuno che dietro ci sia semplicemente una storia levantina di
compromessi e di voltafaccia improvvisi; in realtà una analisi
appena un po’ più approfondita
può aiutarci a comprendere la
politica siriana come ben più logica di quanto non potrebbe apparire a prima vista.
Certo all’inizio della guerra civile libanese (aprile 1975) la posizione di Damasco era a favore
deirOLP e contro i cristiani; in
un secondo momento la Siria ha
frenato il vantaggio militare di
sinistra libanese e palestinese
appoggiando di fatto le destre,
fino al punto di bloccare rinforzi e materiali che giungevano per
l’OLP per via aèrea e marittima;
infine ancora — quando il blocco
marittimo veniva assunto in prima persona dallo Stato di Israele —, i siriani si riportavano su
posizioni di « moderazione » e di
mediazione tra le varie parti in
lotta. Tutto questo complesso
fare e disfare era tuttavia segnato da momenti e battaglie ben
precise: dal 1° giugno 1976, quando le fòrze corazzate siriane entrano in Libano, al bombardamento di Sidone a metà ottobre,
subito seguito dall’« accordo di
Ryad », la prima tregua che pare
possa avere qua'che valore realistico.
Il primo interrogativo a cui
occorre dare risposta è questo:
quale sistema sociale vige in Siria, quali sono le sue classi dominanti e il tipo di economia e
di politica che queste sosten.gono?
Le ipotesi principali a questo
riguardo sono tre, e dipendono
in definitiva anche dalle scelte
politiche deH’osservatore.
Chi guarda essenzialmente alla forma in cui giuridicamente
si sviluppano forze produttive,
rapporti di produzione, aumenti
di produttività, constata facilmente che in Siria vi è un alto
livello di accumulazione e una
preponderante presenza dello
stato in questa, accompagnate
ad una direzione politica che si
autoafferma come progressista,
socialista e senza preclusioni al
locale partito comunista, e ne
trae la conclusione che ci si trova di fronte ad un paese socialista.
Ad una indagine di tipo sociologico appare invece evidente che
la direzione del paese è in mano
alla cosidetta « piccola borghesia », tendenzialmente radicalizzata e rivoluzionaria, ma costituzionalmente in preda a contraddizioni, specialmente nel contesto di una economia subordinata alle economie delle grandi
potenze.
Chi analizza da questo punto
di vista le cose non si stupirà
tanto delle periodiche alternanze di alleanze tipiche di vari paesi arabi « progressisti », e oggi
della linea seguita dalla Siria.
Un terzo metro possibile è più
strettamente legato ad una analisi marxista. Una produzione industriale triplicata dal 1970 ad
oggi (e non sulla base del petrolio, di cui la Siria non è ricca),
una agricoltura in crisi dove solo uno strato di contadini ricchi
ha approfittato dei crediti statali, un sistema bancario e monetario progressivamente aperto
al mercato libero e all’area del
capitale arabo, una tendenza nettamente a favore all’edilizia turistica alla intermediazione e alla speculazione fondiaria, hanno
trovato la loro espressione di
classe in una specie di « borghesia di stato » che non ha formalmente la proprietà dei mezzi di
produzione ma ne ha saldamente in mano il controllo attraver
so l’apparato statale; all’interno
di questa borghesia monopolistica di stato un ruolo particolare
assumono i militari, tendenzialmente e storicamente l’ala più
radicale del partito Haas al potere.
Il ruolo delle classi dirigenti
in Siria, e segnatamente del partito Haas (vedi scheda) ci fa dunque comprendere abbastanza bene che ci troviamo di fronte ad
un paese diretto secondo schemi
borghesi, sia pure in presenza
di importanti contraddizioni e
radicalizzazioni dovute soprattutto al contesto internazionale
in cui si colloca la Siria (problema arabo, problema palestinese.
alleanze con le grandi potenze,
ecc.).
Allora l’enigma siriano diviene
un po’ meno enigmatico: gli interessi delle classi dirigenti non
sono quelli dei palestinesi, né
delle masse dei paesi arabi; vanno piuttosto in cerca di spazi
geografici, politici, e di espansione capitalisitca, anche a rischio
di spezzare l’immagine « progressista » che si era data la
leadership siriana.
I palestinesi sono stati anche
in questo caso, come già al tempo del cruento « settembre nero » giordano, ma più di allora
in quanto appunto la Siria pareva giocare un ruolo più progressista della Giordania filo americana, la cartina di tornasole per
svelare la natura di classe anche
dei paesi arabi « progressisti ».
Sergio Ribet
La recente strage del campo palestinese di Tali el Zaatar (Beirut) ha riproposto tragicamente all’attenzione e alla solidarietà
del mondo il destino della minoranza palestinese.
E ISRAELE?
C’è un rischio nel parlare del
Libano: dimenticare che dietro
la questione libanese resta e si
Resistenza palestinese
e sinistra libanese
Negli articoli pubblicati sul n.
preced. di questo settimanale
abbiamo visto come la situazione interna del Libano fosse andata lentamente deteriorandosi,
a partire dal 1946 (anno della
raggiunta piena indipendenza
nazionale) e fino al settembre
1970 ( cosiddetto « settembre nero »), quando i Palestinesi, scacciati dalla Giordania, entrarono
in massa nel Libano stesso (in
numero di circa 200.000).
Questa massa introdusse forme, del tutto nuove e fortemente provocatrici, di politicizzazione. All’origine, la cosiddetta
« Resistenza palestinese » non
era compattamente di sinistra:
era composita. Ancor oggi i movimenti nei quali essa si esprime, hanno caratteristiche molto
differenziate. I più importanti
sono i seguenti:
1) Il FATH (la parola araba
AL-FATAH significa « conquista ») appunto di tendenza nazionalista e piuttosto anticomunista, è diretta da Yasser Arafath, un ingegnere ardentemente
patriota, un abile uomo politico
2) La SAIKA’ (AL-SAIKA’)
controllata dal HAAS siriano
partito Nasseriano di sinistra
(Nel Libano esistono due diver
si partiti BAAS: Tuno d’obbe
dienza siriana, l’altra irakena
per lo più rivali fra loro).
3) L’FPLP (= Fronte Popola
re di Liberazione della Palasti
na), diretto dal medico distia
no Georges Hahash. È un movi
mento filocinese, molto estremista-nazionalista, che ha coagulato intorno a sé il cosiddetto
« Pronte del Rifiuto » (contrario
al Path), cosi, chiamato perché
«rifiuta» il concetto dello Stato
Palestinese autonomo. Pretende
rigettare a mare tutti gTIsraeliani.
4) L’FDPLP (= Fronte Democratico Popolare di Liberazione
della Palestina), legato strettamente a larghi strati di cittadini libanesi, e da noi già citato
(v. n. preced.). È l’unico movimento coerentemente marxista,
con molte somiglianze col PC
cubano, e quindi abbastanza vicino airURSS.
L’OLP ( = Organizzazione per
la Liberazione della Palestina) è
l’organizzazione (oggi ufficialmente riconosciuta dall’ONU)
che raggruppa i vari movimenti
palestinesi sopra elencati, ed ha
per presidente Yasser Arafat. Il
movimento propone che Israele
restituisca la Cisgiordania affinché se ne faccia uno Stato Palestinese autonomo. (Da tempo,
nei nostri articoli, abbiamo sostenuto che Israele avrebbe fatto opera politicamente saggia,
oltre che assai positiva sotto il
profilo etico, a riconoscere anch’esso l’OLP ufficialmente: oggi forse, per unitale riconoscimento, è troppo tardi).
Il resto è Storia recente, della quale abbiamo già parlato più
volte nei nostri articoli. Riassumendola, ricordiamo come la
resistenza palestinese abbia catalizzato la sinistra libanese e
come, in seguito alle reazioni
dello Stato Libanese, l’esercito
(circa 12.000 uomini), estremamente debole e guidato da uno
Stato Maggiore esclusivamente
cristiano e da ufficiali prevalentemente cristiani, si sia spaccato in due. Gran parte della truppa, prevalentemente musulmana,
ha protetto i palestinesi, o si è
addirittura unita ad essi. È stato riniziò d’una guerra civile,
complicatasi poi all’atto della
penetrazione delle truppe siriane nel Libano.
In queste tristissime vicende,
la colpa è, più o meno, di tutti.
Certo, in misura maggiore, di
coloro che si sono scagliati ferocemente contro i palestinesi:
soprattutto del partito, più recente e più reazionario di tutti, la cosiddetta FALANGE, vera e propria milizia fascista agli
ordini di Pierre Gemayel.
Ma anche la sinistra libanese
ha commesso gravi errori. Crediamo (ma è un nostro parere
molto personale) che il suo errore più grave sia (e sia stato)
l’incapacità cronica di dare una
risposta al problema delle nazionalità. Sottolineiamo la parola errore. Perché, al dilà degli
errori, ci sono anche nella sinistra, delle vere e proprie colpe :
e la più grave di queste, dal
punto di vista concettuale, è
quella di voler dare alla parola
« interclassismo » sempre e soltanto un significato politico. Ma
(e questo è anche un nostro parere personale) si potrebbe e si
dovrebbe dare alla parola « interclassismo » anche un significatb morale, in senso positivo
oppure negativo, tale da poter
dare un giudizio anche all’interclassismo stesso.
Tullio Viola
I FATTI
1971
— Il generale Israeliano Bar
Lev minaccia la creazione di una
« cintura di sicurezza » in territorio libanese.
Gennaio 1972
— Il governo di Tel Aviv
manda un « grave avvertimento »
al governo di Beirut.
Febbraio 1972
— Israele lancia l'operazione
Fathland nel sud est libanese.
— L'esercito libanese occupa
la zona attaccata dagli israeliani e costringe I palestinesi a
congelare la loro attività.
Settembre 1972
— Rastrellamento israeliano
nel sud del Libano : 200 morti :
il governo libanese chiede ai palestinesi di abbandonare la zona.
11 aprile 1973
— Tre dirigenti palestinesi
sono assassinati a Beirut da un
r.ommando israeliano.
Aprile 1973
— Colloquio di due ore tra
Frangia e Arafat. Negli stessi
giorni vengono attribuiti vari attentati ai palestinesi.
Agosto 1974
— Nella parte alta di Beirut,
falangisti sparano su Tali el Zaatar provocando la morte di 10
civili.
Settembre 1974
— La «Conferenza del Cairo»
tra Siria, Egitto e OLP riconosce
airOLP la « unica e legittima
rappresentanza del popolo palestinese ».
Gennaio 1975
— Accordi economici tra Frangie e il presidente siriano Assad.
13 aprile 1975
— Massacro di Ain Remmaneh
(Beirut): I falangisti Cristianomaroniti commettono un attentato contro un pullmann di civili,
uccidono 27 palestinesi, tra cui
molti bambini e donne. Oltre
trecento morti nei giorni immediatamente successivi.
Aprile-giugno 1975
— Varie crisi di governo; un
governo militare formato da
Frangia viene travolto dopo poco e sostituito da un governo di
Rachid Karameh, appoggiato da
Chamoun.
Agosto 1975
— Riprendono i combattimenti
6 dicembre 1975
— « Sabato nero» a Beirut:
uccisi dai falangisti 200 musulmani.
Gennaio 1976
— Assedio al campo di Teli el
Zaatar.
Marzo 1976
— Offensiva dei progressisti.
Maggio 1976
— Elezione" del nuovo presidente Sarkis.
1” giugno 1976
— Le forze corazzate entrano
in Libano.
12 agosto 1976
— Massacro di Teli el Zaatar.
23 setembre 1976
— Boicottato da sinistre e
moderati, l'insediamento di Sarkis in zona controllata dai si
15 ottobre 1976
— Bombardamento di Sidone.
19 ottobre 1976
— Accordo di Ryad.
aggrava una ben più complessa
questione palestinese, dimenticare che alle spalle del conflitto
di oggi vi sono le guerre di ieri,
non analizzare con la dovuta cura i nuovi rapporti di forza che
si van creando, e non porsi in
fin dei conti la vecchia ma essenziale domanda politica: a chi
giova?
Intendo tuttavia partire da
una premessa di metodo, che
può non essere condivisa ma
che mi sento in dovere di fare :
come mi accingo a parlare di
Israele? È difficile farlo, per un
cristiano. Ciononostante, e proprio per questo, dobbiamo sforzarci di dare su Israele un giudizio storico e politico; così; come anche avviene per la Chiesa,
non possiamo esonerare nessuno da una analisi, molto umana,
che ci permetta di capire sul serio. Dalle vicende del Libano,
Israele ha tutti vantaggi, e ben
pochi svantaggi. Rende tranquille le sue frontiere a Nord,
vede i suoi avversari scannarsi
tra loro, vede indebolirsi il fronte che più coerentemente stava
ponendo le basi per la costituzione di uno stato palestinese,
su basi non religiose o razziste
ma di classe; inoltre, ed è un
vantaggio psicologico non indifferente, vede spostarsi il fronte
dell’informazione di massa da
temi che lo toccavano troppo da
vicino a temi che per così, dire
lo sfiorano soltanto: non è più
nell’occhio del ciclone dell’opinione pubblica.
Ma questi vantaggi che Israele riceve sono tutti impliciti nella situazione che s’è creata, o
sono stati invece attivamente ricercati da Israele stesso? È questo che appare da un’analisi un
po’ precisa. I blocchi navali per
impedire gli approvvigionamenti, anche di medicinali, ai palestinesi, Israele li ha fatti senza
preoccuparsi troppo delle linee
politiche contrastanti di cristiani maroniti e siriani.
E la situazione interna, pesante, di Israele ne viene alleggerita : restano i prigionieri palestinesi (secondo stime palestinesi, circa 60.000, tra cui 8.000
donne), restano gli aumenti del
costo della vita, resta l’infiazione, ma si rafforza l’idea di un
Israele sicuro nei suoi nuovi confini, capace di allargarli se gli
conviene, approfittando degli
appoggi efficaci degli Stati Uniti
(particolarmente facili in tempi
di presidenziali: quale potenziale neo presidente si inimicherebbe in questo momento gli
ebrei americani?), del sistema
difensivo capitalistico che ha bisogno più che mai, in un mediterraneo insicuro, di un caposaldo sicuro, al centro oltre a
tutto di una catena di alleati
che vanno dal Sud Africa all’Iran.
Il militarismo congiunto di
questi tre paesi (è di questi giorni la notizia del crescente interesse iraniano nelle fabbriche
Krupp) ha un chiaro scopo, che
è contemporaneamente di difesa
dalle pressioni interne, di classe,
e di difesa del cosldetto «mondo
libero ». Tolti di mezzo i palestinesi, o ridotti a provincia siriana, si acquisisce un importante
punto a favore del capitalismo
interno e internazionale, e attribuendone per di più la responsabilità principale a «liti in famiglia » tra gli arabi, più tranquillizzanti per tutti che non un
conflitto di classe riconoscibile
come tale.
Sergio Ribet