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Roma, 14 Novembre 1908
Si pobbllca ogni Sabato
ANNO 1-N. 46
LA LUCE
Propugna gl’interessi sociali, morali e religiosi in Italia
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ABBOKAMKNTI
Italia : Anno L. 2^50 — Semestre L. 1,50
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Un numero separato Cent. 5
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Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
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SOMMAKIO
Guardando attorno. — La religione ufficiale, I, Arturo Mingardi. — Un frate e un prete. — Ah. Iieramosca ! — Calvino giudicato da Harnack.
Echi del Congresso di Londra. — Odio di razza,
Y. — Pagine di Storia, Giovanni Jalla. — Per la
Morale, Paolo Calvino. — Pro riposo domenicale.
— Salice piangente. — ETella Penisola e nelle Isole.
— Italiani fuori d’Italia. — Oltre le Alpi e i Mari.
— Primavera della vita. — Carteggio. — A Spizzico
— Congresso Nazionale delle Unioni Cristiane
delle Giovani, A. C. G. — Il più bel flor ne colgo.—
Corriere di Sicilia, L. Rostagno.
Guardaodo attorno
(Noterei!e e Spigolature)
Da nostre informazioni private risulta che Enrico
Ferri nella città di Rosario (Santa Fe) sarebbe stato
solennemente fischiato.
Poiché siamo nel Sud dell’America, raccogliamo
quest’altra notizia abbastanza curiosa, che un nostro
corrispondente di là ci partecipa. « La colonia Ines
y Cariota nella Pampa Centrale-Uriburu è tutta occupata per sessanta miglia da Italiani ». Ebbene in
quella vasta estensione di territorio non vi è nè un
solo medico, nè un solo farmacista e « neanche un
solo medico per l’anima ». Per trovar un prete bisogna percorrere miglia e miglia.
%
* «
L’Araldo Cattolico che si pubblica in Roma ha un
articolo discretamente scipito in risposta al nostro
collaboratore Sig. Mingardi, del quale anche questa
settimana offriamo ai lettori uno scritto importante.
Il Signor Mingardi non durerà certo molta fatica a
ribattere - nel nostro prossimo numero — gii argomenti all’acqua fresca del suo..... egregio contrad
ditore.
*
♦ ♦ \
La volta scorsa, accennammo di volo alla prima
lettera del Prof. Minoccbi, da lui pubblicata nella
Provincia dì Brescia.
Eccone ora qui i punti essenziali.
Il Minoccbi definisce anzitutto l’opera sua e allude
alle persecuzioni sostenute :
« E’ vero, bensì, che fra i cattolici, detti moderni€ sti, io non apparivo dei più spinti ; anzi è noto, che
« gli amici mi hanno rimproverato talvolta la mia mo« derazione, e quello spirito conciliativo che aveva ai
€ loro occhi l’aspetto di una cieca dedizione ai placiti,
« qualunque si fossero, dell’Autorità. Ma realmente,
« che cosa ho io cercato per quattordici anni, col mio
« modesto lavoro, se non di far opera ostinatamente
€ conciliativa fra i doveri scientifici e sociali del tempo
« nostro e i principi! della religione ? Si figuri lei, se
€ perciò io potevo nutrir P illusione di piacere agli
* uomini, e riceverne onori e ricompense ; mentre in« vece dovevo, con gli altri miei compagni, soffrire
. del continuo impedimenti, difficoltà, antipatie d’o« gni sorta per parte di chi avrebbe dovuto incorag« glarci e approvare i nostri deboli ma onesti tenta. tivi. Ma era stabilito, che noi fossimo, per fas vel nefas^
« cacciati via, che dovessimo trovarci ridotti alla di
« sperazione : non potendo esser convinti di eresia,
« fummo colpiti da un qualsiasi arbitrario decreto, e
• poi costretti a subire l’avvilimento supremo d’una
« ritrattazione fabbricata da loro. Neanche la nostra
« coscienza, unico bene lasciatoci dai nostri avversari
« finora, doveva essere rispettata. E la guerra ìmpla« cabile tuttora continua contro chi esce e contro chi
» non vuole uscire... Lei lo sa ».
Poi il Minoccbi esprime il concetto ch'egli ha del
Modernismo :
• Vorrei, però, farle osservare, che il così detto
« modernismo » — povero nome, fatto dai nemici
« dell’ idea che rappresenta — è questione scienti« fica e sociale ben più importante, che non possa
« apparire a prima vista. Che cosa vogliono, insomma,
« i cattolici detti modernisti, se non farla finita una
« volta con ogni compromesso settario della religione
* nel campo economico e politico ; che cosa vogliono,
« se non persuadere i buoni e forzare i malvolenti a
« riconoscere lealmente i risultati certi della scienza
« moderna^ e i diritti, da tanto tempo conculcati, delle
« libertà popolari ? »
Quindi l'ex Abate dice chiaro il suo intento e
quello dei suoi amici : combattere il clericalismo.
« Noi non combattiamo già la religione che vive li-’
« bera e forte nel santuario della coscienza umana,
« ma combattiamo quella maschera di religione, in« trecciata d’interessi economici e di passioni politi
♦ che, che oggi dicesi clericalismo, e che in più mi» seri tempi ebbe il suo naturale sfogo sui roghi del« l’Inquisizione ».
I mali della Chiesa, prodotti specialmente dal clericalismo non lasciano oramai più impassibili i sacerdoti onesti e schiavi. Sentite ancora il Minoochi :
* Quanti preti di pura coscienza profondamente
« gemono oggidì su quelle piaghe della Chiesa, che
« la loro lunga veste purtroppo rappresenta, i quali
. dalla odierna società attendono ansiosamente quella
« liberazione che essi sono, e si credono, impotenti a
* darsi per iniziativa propria 1 »
Le ùltime parole della lettera sono le più oommo
venti. La Chiesa Romana ufficiale è oramai una
* setta ».
« A me e ad altri poco importa, se un’accolta di
* gente, che merita oramai nome di « sètta » ci vuol
« lontani da sè. La nostra coscienza, serena e tranquilla
« nella pace e comunione con Dio, ci fa buona testi« monianza che noi restiamo ancora sacerdoti della
« grande Chiesa umana, e della vera religione* cui
» sono appartenuti, grandi e piccoli, tutti gli apostoli.
« Il cristianesimo diventò universale, quando il giu« daismo fariseo lo cacciò via dal suo seno ; noi ab
* biamo nella storia del passato la profezia dell’av« venire ».
Los von Rom ! adunque. Addio per sempre, o Chiesa
gretta e settaria !
*
¡H «
Il grande drammaturgo Sardou è morto ; nè possiam dire che religione avesse. Egli era religioso, ma
che miscuglio, per carità, che miscuglio di credenze !
*
• «
Joly nolYAcademie des Sciences scrive cose eccellenti intorno al problema religioso e più particolarmente intorno al nystj.ci®p, che datanti viene àncora considerato còme uirinfermità dell’anima.
E’ curioso tuttavia il veder affermate come scoperte nuove certe cose ehe noi Evangelici propugnamo
da secoli!
*
Giulio de Frenzi, ironicamente, frusta a sangue nel
Giornale d’Italia un teatro immorale, a cui hanno
adito gratuito i fanciulli, purché accompagnati dai genitori... senza cervello. Si tratta del teatro comunale
di Roma, l’Argentina,
Speriamo che il signor Giulio de Frenzi voglia
unirsi a noi per stimatizzare anche qualche cosa di
..... governativo, come sono o saranno per l’appunto
i chioschi giornalistici delle stazioni, vere esposizioni
di stampe e di scritti stupidissimi per mancanza
d’arte, luridissimi per mancanza di senso morale.
Ca I^eli^iope ufficiale
I.
Realmente ì’umanità, oltre l’interiore progressivo
senso della Divinità, che nel precedente articolo (la
Religione interiore) abbiamo chiamato il fondamento
della religione, ha una passione intellettnale, ossia
possiede anche un senso critico, per mezzo del quale
avverte la relatività dell’esistenza, il modo, il numero, la misura; dà ad esse un nome e le coordina,
le distingue e le osserva sotto tutti gli aspetti, suggeritile dalla propria intima evoluzione, onde fare
la scienza riflessa della vita propria e delle cose.
Quest’altra facoltà dell’anima (psiche) umana quando
è in azione, vien detta : ragione.
L’uomo incomincia a ragionare quando per la prima
volta avverte la causa propria ed immediata di un
effetto qualunque.
Sebbene inconsciamente, ragiona anche la natura bruta; vediamo infatti che praticamente ogni
cosa possiede il senso matematico del proprio utile
e del proprio danno, e sa dirigersi, espandersi, equilibrarsi.
Ma, perchè le cose non hanno la coscienza specifica e riflessa della propria utilità, non si dicono
ragionevoli ed è riservato all’umanità questo titolo,
dappoiché nella sua storia dimostra dì tendere alla
conquista Riflessa di tutta la scienza della vita, il
che non pare avvenga per le cose.
E’ evidente che un uomo può, più o meno, vivere
conforme lo scopo a lui fissato dalla natura, senza
ch’egli conosca riflessivamente, cioè scientificamente,
lo scopo stesso e i mezzi matematici per raggiungerlo.
La vitalità umana non è opera dell’individuo nel
suo principio e non lo è neppure nel suo progresso
e nel suo scopo.
E’ poi altrettanto certo che romanità non ha la
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2
LA LUCE
piena conoscenza riflessa, vale a dire, non possiede
finora la scienza completa di sé e deH’universo; mentre
la storia dimostra l’addivenire della scienza.
Una definizione assolata, circa la sostanza e là
natura di qualsiasi fenomeno interno ed esterno alTuomo, è ancora un assurdo sulla terra, eppure l'umanità ha vissuto e vive e va progressivamente conquistando la verità.
Per quanti secoli l’umanità non visse ignara delle
più elementari cognizioni, che oggi anche un fanciullo possiede ! ? E quanti misteri ancora insóspettati esistono intorno a noi e dentro di noi, che diverranno il trastullo dei bimbi di domani ! ?
Il senso critico, ossia la ragione, dunque non fa
la vita: ma è la vita che pér sè stessa eleva gradatamente l’umanità e la rende capace di aumentare
continuamente la sua potenza razionale onde fare
la scienza riflessa.
Se è di estrema importanza lo studio di quest’altra caratteristica della psiche umana, il senso
critico, poiché esso è la chiave della storia di tutta
la vita esteriore dei popoli, non bisogna però perdere
di vista la verità fondamentale che l’intima evoluzione della anima (psiche) umana avviene per forza
interiore, non già per la capacità critica, la quale
anzi è subordinata e relativa al grado di potenzialità
raggiunto interiormente.
Senza dubbio l’uomo cresce dal di dentro e le cose
esterne non sono che occasioni e stimoli per la sempre
crescente esplicazione deH’inesauribile sua anima
(psiche).
E’ perciò che tutti i savi antichi e moderni convengono in questa massima « conosci te stesso »,
oppure « sii te stesso », e insegnarono la necessità di vivere interiormente per trovare la sapienza
non fallace.
*
* ¡e
Abbiamo visto che la i eligione è il fenomeno per
eccellenza interiore, quindi il più reale per l’umanità.
Perciò doveva inevitabilmente solleticare la passione critica dei popoli, la quale come ha sete di
vedere, di toccar con mano la sostanza delle cose
esterne e l’ultimo perchè dei fenomeni materiali, e
di specializzare e dare un nome a tutto, col manifesto intento di riprodurre quasi l’ordine delle cose
coll’intelligenza e colla parola, vuole anche fare la
scienza esterna del mistero che si svolge segretamente nell’intima anima (psiche) di ogni uomo.
Ma se l’umana intelligenza è ancora tanto bambina nella scienza delle cose esteriori, lo è anche
maggiormente nella riproduzione razionale di quel
mondo sublime che è la vita interiore.
Per quanto Tuomo sia testimone meglio attendibile quando afferma circa le proprie intime esperienze, è tuttavia circa di esse tanto meno attendibile la sua parola, ossia la rappresentazione esterna,
la concretizzazione intellettuale che egli ne vuol fare.
I misteri dell’anima sono quasi sproporzionati alla
parola convenzionale inventata finora dagli uomini;
tutti sono convinti che solo pochi, i sommi poeti
ed i profeti, riescono ad accomodare la parola ai sentimenti e alle intime esperienze dello spirito più
umano.
L'arte, e più specialmente la musica, serve meglio all’estrinsecazione della psiche; ma il tramite
più facile ne è la vita pratica in relazione cogli uomini e colle cose.
La parola resta sempre la più imperfetta estrinsecazione del mondo interiore umano, tanto più che
essa è molto relativa ai tempi, ai luoglii, all’individuo che la pronunzia e a quelli che l’ascoltano.
Forse non esisterà mai una parola perfettamente
umana, cioè una ed universalmente proporzionata a
rappresentare le esperienze spirituali.
Si può dire, dunque, che l’anima realmente intuisce ed è la verità; ma tutta la concretizzazione
di essa per la parola sarà sempre un simbolo totalmente relativo.
Solo la vita pratica e l’arte possono confondersi,
e identificarsi colla psiche di un uomo.
Alla sua volta anche di questa vita pratica e di
quest’arte dei genii e dei santi l’umanità vuole po^
fare la scienza, ossia la riproduzione razionale.
Insomma l’umanità sente di essere una indefinibile realtà ed è tormentata dalla passione di descrivere sè stessa e la natura tutta coll’intelligenza per
mezzo della parola, e dell’arte e della meccanica onde
poter vivere la propria vita anche in un modo riflesso.
*
• «
E’ senza dubbio una duplice vocazione che incombe agli uomini : cioè, vivere della Realtà assolata — Dio — e formularne anche una scienza
umana. Ma le sono due cose praticamente diverse e
molto ben distiate.
La prima è religione; la seconda è ragione, filosofia, scienza conforme la si voglia chiamare.
Entrambi incombono all’umanità come un dovere
eterno ed ineluttabile; la seconda però non è cosi
necessaria aH’uomo preso individualmente, il quale
anzi conserva sempre tutta la sua libertà davanti a
qualunque affermazione filosofica con qualsivoglia
nome e sotto qualsiasi speciosità gli si presenti.
La storia però ci dimostra che di queste due
umane vocazioni, di questi due doveri si fece una
deplorevole confusione in ogni tempo.
Da una parte le speculazioni del senso critico circa
i fenomeni intimi deU’anima e quelli esterni della
natura con le relative parola, vita e arte adoperate
in determinate epoche e nazioni, furono sanzionate
come l’atima, l’assoluta espressione della verità e
vennero confuse con la Realtà eterna, di cui l’anima
umana testimonia, e con le leggi positive che govervano l’universo.
Dall’altra parte si misconobbe la Realtà assoluta;
e le esperienze intime che raccertano, vennero considerate quali vaneggiamenti metafisici di popoli fanciulli; riducendo cosi Tuomo e l’aaiverso a un tutto
meccanico e fatale senza vita reale, perchè senza un
ordine in qualche modo cosciente, e senza uno scopo
che possa in qualche istante fortunato essere avvertito, anche confusamente, almeno dal senso critico
dell’umanità, che pure è ammesso.
Si, l’uao,ch3 l’altro disordine precipitò l’umanità,
nell’identico errore di negare la propria intima capacità religiosa per far l'anima schiava del senso
critico — la ragione — o di qualche relativa creazione
di essa, togliendole di vedere che se in essa non esistesse il senso profondo, continuo, progressivo dell’Assoluto, nulla vi sarebbe per essa da criticare e
da intendere, per la ragione semplicissima che tanto
vi è di coscienza riflessa e quindi di facoltà critica,
quanto vi è di senso dell’Assoluto.
Però il più fatale degli accennati disordini è il
primo, poiché, mentre pure è il risaltato di una
ricognizione tanto del senso religioso, quanto del
senso critico, praticamente è la distrazione violenta
d’entrambi ; del senso religioso, perchè ne ferma
l’evolazioae, viva a un dato tempo e tra un determinato popolo : del senso critico, perchè, proclamando
delle formale assolate, viene implicitamente ad ammettere che dunque il senso critico — la ragione —
ha terminato il suo compito e non gli resta che da
ruminare eternamente le costruzioni intellettuali e
scientifiche degli antenati.
L’altro disordine, quasi proprio deirepoca moderna,
contrariamente all’ apparenza, porta seco stesso il
principio di una immancabile resipiscenza. Esso è
l’apoteosi esclusiva del senso critico, ossia della ragione : è senz’altro una esagerazione ; ma dall’emancipazione e dalla libertà della ragione ne è sempre
scaturita la luce.
Nell’affermare fieramente se stessa la ragione crede
negare ogni altra umana facoltà : ma realmente nega
solo gli abusi delle altre facoltà, mentre implicitamente ne afferma il valore sostanziale. Essa finisce
poi necessariamente per convincersi di non essere
altro che un segnalatore, che annota e studia ciò
che un’altra Potestà fa nella psiche umana e nell’universo.
Il genio, ad esempio, che solo somministra il materiale al lavoro del senso critico di tutti gli altri
uomini, non è certo un prodotto della ragione, la
quale anzi lo ha dovuto giudicare una forma speciale di pazzia.
Davanti ai sommi geni della musica, della poesia,
della pittura, della scultura, della morale e dell’ amore ; come davanti agli eroi tutti, la ragione non
ha che da esclamare : questi sono fenomeni che mi
sfuggono !....
Hi
« H:
E’ necessario adunque qualche studio circa il primo
disordine, il più pregiudizievole all’ umanità, quello
cioè che confonde le formale intellettuali colla Verità reale di Dio e delle leggi positive che presiedono alla natura tutta.
C’è un vizio innato nell’umana ragione, in causa
del quale ogni uomo e ogni popolo è inclinato a
sposare le prime idee, che suscitarono entusiasmo
morale,'0 estetico, o intellettuale, e a perseverare
tenacemente in esse.
E’ la storia che lo dimostra quando ci ricorda
tutti quei geni e quegli eroi che per le loro idee
innovatrici sui vari campi dell’attività psichica morale e intellettuale dovettero subire derisioni, miserie e spesso anche la morte.
L’ umanità è affetta dal vizio del dommatismo e
da esso si è lasciata dominare sempre, nei limiti del
possibile, in ogni branca dell’attività e dello scibile,
a cui rintima psiche spinse la facoltà critico-razionale.
Con ciò k ragione attenta alla propria esistenza,
perché il tradizionalismo esagerato fino all’ eccesso
dommatico è una dichiarazione di impotenza a ragionare ulteriormente e meglio ; è una diffidenza radicale implicita circa le antecedenti affermazioni.
Ciò non ostante l'ultima cosa di cui l’uomo individuo e il collettivo si persuadono è quella di aver
avuto torto quando credevano di ragionare rettamente, e di dover ammettere ciò che prima avevano
negato, o anche solo ignorato.
Era naturalissimo che un tale pessimo vizio dovesse quasi toccare Tiuverosimile nel campo delle
concretizzazioni razionali e pratiche del mondo misterioso della psiche, ossia in quel complesso di cose
che si chiama la religione esteriore.
fliTtaro CQlngavdi
UN KRATU U UN URETU
Il sig. Giovanni Eochat, pastore a Firenze, ci manda
i seguenti brani di lettere, di cui assicura l’autenticità.
Un frate francescano delle Marche gli scriveva ;
...« L'altro giorno fui a P. a dire la messa, dove dispensai quasi tutte le copie del Vangelo eh’ Ella mi
fece avere poco tempo fa.
Oh 1 se avesse veduto quei buoni contadini con quanta
gioia prendevano il libro di Gesùl Tutti mi dicevano
di volerlo leggere e di farlo leggere.
Purtroppo anche qui domina sovrano il culto esterno a scapito delTiflferwo.
Feste, processioni, funzioni solenni e clamorose le
quali, di solito, si risolvono in disordini e profanazioni.
In parrocchia vi è un crocifisso assai più venerato —
mi vergogno di dirlo — di Gesù in sacramento.
Dinanzi a queU’immagiue, vedreste di continuo lumi
che ardono, gente che prega, mentre a Gesù Sacramento nessun vi bada.
Vi era una statua di S. Antonio Abate — e consisteva in un tronco di guercia con una testa coperta
di una lunga barba, da far spiritare. Costumavano poi
di vestire quel tronco da Vescovo con mitria, croce e
pastorale.
A forza di dire, alcuni si decisero di togliere quell’indecenza, sostituendola con una statua di cartone romano, abbastanza conveniente.
Ma qaante ne han detto contro questa povera statua I
« È un S. Antonio ragazzo, inesperto, esso non conclude
« nulla, mentre il vecchio della barba, col maialino,
* quello, si, faceva le grazie ! »
« A me guariva la vaccarella »
« A me guariva il vitellino, e perfino... lo credereste ?
perfino il gatto ! »
Ed a me, soggiungeva una donnetta dal collo torto
e la corona in mano, « a me quel santo vecchio, ve« stito quasi come il papa, guariva un patericcio in un
« dito, che mi faceva urlare, giorno e notte, come un
« cane.
« Dite che si provi un po’ lui adesso, quel ragazzetto 1 »..
3
LA LUCE
Sembrano favole, eppure è storia vera, documentata.
Vediamo ora come si santificano le feste ordinarie. Già
si sa : la mattina un boccone di Messa alla cacciatora
e nelle ore pomeridiane l’immancabile funzione Benedizione. Dissi immancabile, altrimenti che guadagnerebbero i bottegai ?
Eppure si tratta di gente battezzata, che ascolta
Messa, fa Pasqua, sovracarica di santi, me daglie, corone
Creda pure : la piaga dell’ignoranza e superstizione
religiosa è generale, profonda, incraucrenita. Iddio solo,
nelle cui mani sta il cuore degli uomini, può operare »
Un Eeverendo scriveva al sig. Giovanni Kochat ;
« Non voglio negarlo, molti praticano quotidianamente varii esercizi di pietà, ma per formalità più che
per dovere; tantoché si può loro dire coll’Apostolo:
« questo popolo mi onora colle labbra, ma il suo cuore
è lontano da Me ».
In altre parole, il culto interno è paralizzato. In altri poi vi è fede, ma circondata da un monte di pregiudizi.
Tanti pretendono conciliar Cristo con Belial, Fede
e massime mondane.
Non vi è più distinzione fra il culto di Latria e
Dulia ; mettono tutto a un pari »...
Ah Fieramosca!
Un tale che si firma Pirro pubblicava nel numero 12 - 13 ottobre del. giornale fiorentino II
Fieramosca una delle solite tirate a base di volgari calunnie contro gli Evangelici.
Il presidente dell’Alleanza Evangelica Fiorentina,
pastore Giovanni Rochat, diresse al suddetto giornale una lettera di protesta, che il suddetto giornale si è guardato bene dal pubblicare !
Perchè l’Alleanza fiorentina non ha fatto ricorso
all’nscere, com’era suo pieno diritto ? Ella si è ristretta a formulare un ordine del giorno, affidandolo, per la pubblicazione, alla gentilezza d’un altro
foglio fiorentino : Il Nuovo Giornale.
Ecco qui ciò che il II Nuovo Giornale ha pubblicato nel numero del 5 corrente :
« Firenze, 3 novembre 1908.
« Ill.mo Sig. Direttore del Nuovo Giornale
* Firenze.
« Preghiamo la S. V. Ill.ma di volersi compia« cere di inserire nella cronaca del suo accreditato
« giornale l’ordine del giorno dell’Alleanza Evangelica
« Fiorentina, che termina la vertenza sorta tra il Fie« ramosca e le Chiese Evangeliche Fiorentine.
« Certi ch’ella vorrà concederci questo favore le
« porgiamo i nostri distinti saluti.
« Il Segretario
« Raffaello Nannoni
« Ordine del Giorno
« Il Comitato dell’Alleanza Evangelica Fiorentina,
« nella sua seduta del 2 Novembre corr., presa co« noscenza di quanto il suo presidente signor Gio« vanni Rochat fece, per ottenere dal giornale Fie« ramosca l’inserzione d’una, risposta, da lui fatta,
« in nome dell’Alleanza Evangelica, all’articolo:
« Chiese Eterodosse, che apparve nel Fieramosca
« del 12-13 Ottobre, firmato esprime il suo
« vivo rincrescimento che tale inserzione non sia
« stata ottenuta nonostante la*' formale promessa
« fattane dall’autore dell’articolo, in presenza di
« varie persone della Redazione del giornale, de« plorando questo modo di procedere, passa all’or« dine del giorno.
Il Segretario
Raffaello Nannoni »
INNI SACRI
La seconda edizione di 5000 copie sara pronta per
il 20 Dicembre p. v. - Legature in tela stile nuovo,
serie ed eleganti insieme. -- Lire UNA la copia, franca
di porto in tutto il Regno. — Spedire ordinazioni alla
Libreria Claudiana, Via de’ Serragli 51, Firenze.
Calvino giudicato da Jiarnack
{e. r.) Le discussioni sul grande riformatore sono all’ordine del giorno un po’ dappertutto. Degli evangelici
ungheresi, commossi dalle critiche fatte al riformatore
dal Sig Zovanyi vollero cou.siiltare in proposito il celebre professore berlinese Harnack, ii quale rispose
così : € Ci vorrebbe un intero opuscolo per rettificare
gli asserti del sig. Zovanyi, dove vanno commisti 1’ esatto e l’inesatto ; non ho tempo di accingermi a quel
lavoro. Mi preme però dirvi questo : Calvino fu il Mosè
dell’Europa occidentale ; la sua legislazione sui costumi
è forse il monumento più importante nella storia della
civiltà evangelica moderna. Per fermo, Calvino non è
un Riformatore come Lutero ; ma va pur detto che
Lutero non fu un Riformatore come Calvino. Essi sono
per l’appunto due tipi diversissimi di grandi Riformatori. Personalmente, Calvino mi è poco simpatico. Ma
i Riformatori non ci furon mandati per esserci simpatici, sibbene per innalzare 1’ umanità a un grado superiore. Ciò fece Calvino ».
fDal Protestant)
Echi del congresso di Londra
I lettori della « Luce » sentiranno volentieri come
viene oggi commentata la proibizione della processione
col S. Sacramento al recente Congresso eucaristico
dallo stesso arcivescovo romano di Londra :
« La piega — ei dice — presa dagli avvenimenti fu
cagion di gran sollievo a molti cattolici romani i quali
temevano che la processione del S. Sacramento desse
luogo a profanazioni e a disordini. Lo temeva lo stesso
capo del governo. Se il governo si fosse pronunziato
contrario, sei mesi fa, io avrei riconosciuto che non eravamo ancora pronti per l’onore di tanto evento e
l’avrei aggiornato io stesso. Anche aU’nndicesima ora
mi arresi volentieri ai voti espressi dal governo, e nel
suo intervento mi piacque veder pure l’intervento della
Provvidenza divina ». e. r.
Odio di razza.
J ■ ■ ■ • . O' ____
Non ha guari in Springfield, capitale politica
dello Stalo deUlllinese negli Stati Uniti d’America, sono avvenute scene d'orrore e di sangue
che hanno suscitato un onda di protesta nel mondo
dei ben pensanti cittadini americani. I disordini non
si sono limitati a Springfield ; si sono estesi anche
ad altre località dePIllinese e ad altri Stati; e si deve
all’energia del governatore Dnneen, se si è potuto
scongiurare una strage di negri : cosa che sarebbe
ridondata a gran disdoro dell’intiera nazione americana.
I linciaggi che spesso si compiono con selvaggio
furore nelle persone dei negri accusati di delitti comuni, e i disordini che qua e là scoppiano contro
l’elemento detto « di colore » (coloured), mostrano
con troppa evidenza che, malgrado i lumi di civiltà
dei tempi moderni, e i progressi strabilianti fatti dagli americani in ogni ramo dell’attività umana, l’odio di razza perdura esteso e profondo.
Quali ne possono essere le ragioni ? — La ragione di questa inveterata antipatia contro la razza
nera, — antipatia più o meno intensa in tutti gli
Stati-Uniti — non esce dal campo degli interessi
pecuniarii. — I negri resistono alla fatica più che
i bianchi ; più che i bianchi si adattano a vivere
modestamente. I loro bisogni materiali sono pochi ;
fanno bastare a questi bisogni quel poco che guadagnono. Così, senza volerlo, senza metterci nessuna
cattiva intenzione, essi fanno una concorrenza insostenibile alla mano d’opera dei bianchi; i quali, avendo
maggiori esigenze, reclamano paghe maggiori.
Per la medesima ragione, la razza gialla è mal
veduta agli Stati-Uniti — o, per essere più esatti,
negli Stati bagnati dal mar Pacifico. I Giapponesi però
non corrono i pericoli a cui i negri sono esposti,
imperocché, al di là del mare, è la lor nazione che li
vigila e li' tutela, e che ha dimostrato di poter stire
a fronte di ogni potenza, non solo asiatica ma europea.
Ma qual nazione prende a proteggere i negri ?
La guerra di Secessione ebbe per iscopo di abolire la schiavitù, e di conferire alla razza di Cam
quella libertà, e que’ diritti che, di natura, appartengono a tutti gli nomini, quale che sia il color
della loro pelle. Il Nord trionfò sopra il Sud e la
schiavitù dei negri rimase abolita dal Nord al Sud;
ma ora ci troviamo dinanzi a questo strano fenomeno ;
che negli Stati del Nord l’odio di razza divampa
più fieramente che altrove ; e che i negri fuggiaschi
cercano scampo in quegli Stati che combattevano
per tenerli oppressi !.
D’altronde il fenomeno si spiega. Negli Stati
meridionali della Confederazione, l’elemento bianco
è più abituato a rimaneré a contatto deH’elemento
negro ; e può considerare questo ritorno dell’elemento negro come una prova, in suo favore, della
nessuna necessità di mandar liberi coloro che potevano vivere in schiavitù. Certo, non è il caso di
deportarli nel loro paese d’origine, in Africa, dove
si troverebbero più forestieri che in America ; ma
se si spandono nelle Repnbblichette dell’America
centrale, dove gli uomini di colore sono predominanti, chi assicura che proprio là, non diventino un
pericolo — il pericolo nero ?.
Molto si fa pel rilevamento della razza di CamSi può domandare : / Cristiani, fanno essi abbastanza ? — Y.
pjiqiHE PI sTORm
Catari Valdisl nella Valle di S. Martino
Vari scrittori piemontesi odierni, senza prendersi
la briga di leggere ciò che fu da altri pubblicato e
dando un valore preponderante ad un documento da
loro scoperto, vanno ripetendo che. i Valdesi non
penetrarono nella Valle di S. Martino che negli
ultimi anni del Medio Evo. Ciò assevera, ad esempio,
un giovane professore per altro benemerito degli
studi storici, solo perchè ha trovato un contratto
concluso tra quei valligiani ed i loro signori,
in principio del quale il notaio inserì la solita formula in nome di Maria Vergine. E sì che, a non
parlar d’altro, VEcho des Vallées e la Rivista
Cristiana avevano pubblicato, sin dal 1881 il documento, trovato dal signor Weitzecker, che ora
citeremo.
Nel 1451, trovandosi a Pinerolo Finquisitore Fanzone de Regi bus gli venne condotto dinanzi un tale
Filippo Regis di Val S. Martino. Le atroci torture,
che non gli furono risparmiate, gli strapparono copiose informazioni, che i segretari del S. Uffizio ci
hanno fedelmente tramandate. Regis narra che egli
assieme con un collega, per nome Francesco Leydet
di Val Penosa, fungeva da diacono, o luogotenente
dei Barbi, visitando i fedeli della Valle di S. Martino,
raccogliendo le loro contribuzioni volontarie, e trasmettendole periodicamente ad un Barba di Manfredonia che, con altri Barbi, veniva pure ogni anno a
visitare quella Valle. Domandato di nominare i suoi
conoscenti eretici, il povero torturato si lasciò sfuggire dalle labbra convulse tanti nomi che si vede
che la chiesa valdese era già da tempo saldamente
stabilita nella Valle di S. Martino. Vi si nota pure
che, oltre a numerose famiglie, note nella storia
valdese ma ora spente, quelle che occupano attualmente quella Valle, condividevano già nel 1448 ed
anni seguenti, la fede valdese. Così, nell’ attuale
parrocchia di Villlasecca, i Géorgis (o Giors), Macelli,
Poyetti, Ferreri Murisani (Menusan), Pereti, Pascalis;
in Rodareto. Geme, Grigli), Balma, Payroti ; a San
Martino, Ghigo, Reynaudi, Eibeti, Bergeri), Nicoli
(ora Micol), Perro; in Brosa, Tron, Rizardi,
Ribeti, Giraudi, Nicoli; in Pralibus, Band, Rostagni,
Ghigo ece. ecc., tutti nomi che egli stesso aveva
letti più volte nel registro del Barba valdese. Domandato però del suo insegnamento, egli mostra di
avere dottrine fortemente miste di catarismo. Non
si ha la sentenza, nè possiamo sapere quale trattamento sia stato fatto allo sciagurato Regis.
G. J&lla.
4
4
LA LUGE
per la jYioraje
Il Comitato nazionale germanico contro il traffico
delle giovani è riuscito l’anno scorso a fare arrestare
19 di quest’infami negozianti di carne umana, non che
a liberare 40 ragazze che s’erano ingenuamente lasciate
accalappiare dalle promesse di magnifici posti all’estero.
In Italia è urgente che la Chiesa Evangelica nel suo
insieme raddoppi, o triplichi la propria attività nel
campo del rilevamento morale eh’ è un capitolo dei
più importanti del beninteso socialismo. Bando a quel
semicretino pregiudizio che di certe cose una persona
a modo non debba occuparsi ! Il cristiano deve saper
santificare l’affermazione del.poeta pagano ; Homosum et
Hil fiumani a me alienum puto, nel senso e nello spirito
di Filipp. 4. 8.
Paolo Calvino.
Pro riposo domenicale
(e. r.) Il XIII congresso internazionale della Domenica, convocato a Edimburgo, ha attirato nella pittoresca capitale della Scozia oltre 300 delegati venuti
da ogni parte del mondo.
Vennero presentati molti lavori notevolissimi circa
la necessità fisica del riposo domenicale, sulla sua importanza per il commercio e l’industria, sul suo valore
per la vita religiosa e morale dei popoli e per lo sviluppo della vita di famiglia.
Il municipio fece splendide accoglienze ai congressisti.
Il sindaco, Mr. James Gibson, pronunziò un discorso
nel quale disse quanto sia necessario il riposo domenicale per il benessere fisico, intellettuale, morale e religioso di tutti i lavoratori. Egli si disse convinto che
la chiusura, in Domenica, di tutti i negozi della città,
compresi i caffè, le pasticcerie, gli spacci di tabacco,
ha contribuito assai alla prosperità materiale e morale
di Edimburgo e all’ incremento della vita di famiglia.
Al finire delle sedute, fu adottata all’unanimità la seguente mozione : « 11 Congresso riconosce i grandi servizi resi dal Comitato di Ginevra in quanto concerne
il riposo della domenica nei diversi paesi di Europa e
lo assicura del proprio appoggio unanime e cordiale
nei suoi sforzi per propugnare e caldeggiare la causa
•ch’esso rappresenta »
Salice piaagcntc
Anastasia Cataldi, il 30 ottobre, all’età di 75 anni,
entrava nel suo riposo.
Giunta alla conoscenza del Vangelo nel 1881, da quell’ora in poi non venne mai meno alla sua fede, confessando Cristo crocifisso in tutte le occasioni, discutendo
anche con preti, onorandosi d’essere evangelica; per
la qual cosa non le mancarono gli scherni e i motteggi per parte degli intolleranti.
Ai culti per ben 27 anni non mancò mai. Si può
dire di lei come di Anna : «Non si dipartiva mai dal
tempio, servendo a Dio notte e giorno ».
Negli ultimi momenti, fu più che mai desiderosa d’ascoltare la lettura e la spiegazione della Parola di Vita,
e d’unirsi alle preghiere dell’Evangelista.
Voglia lo spirito del Signore assistere e consolare il
povero marito afflittissimo e malato.
Palermo, novembre 1908
0. Armo
Jtella peninola < nelle }sok
(Notizie delle nostre Chiese)
Roma.
Veniamo informati che il rimpianto sig. B. Bounous,
di cui la Luce ha parlato nel numero scorso, era addetto in modo speciale alla persona del Presidente del
Consiglio e Ministro dell’Interno da Depretis a Giolitti,
che l’aveva sommamente caro.
— Domenica passata, nel nostro tempio di Via Nazionale, il signor G. E. Meille diede una piacevole conferenza su le nostre colonie sudamericane, che — com’è noto — festeggiarono i giorni scorsi il cinquantenario della loro fondazione.
— La stessa sera e quasi alla stessa ora, nel tempio
Metodista E. di Via Venti Settembre, si inaugurava
la Scuola di Teologia, la quale — com’ebbe a dire il
pres. signor Clark — dopo aver provveduto di evan
gelizzatori parecchie città italiane ed estere e dopo un
periodo di sospensione, si riapriva con l’intento di concorrere di nuovo efficacemente all’opera del Signore.
Notevole la prolusione del Prof. Guglielmo Nesi. Il
metodo sperimentale — diss’egli tra l’altro — deve
condurci al Cristo e alla conversione, cioè ai due grandi
fatti capitali, l’uno oggettivo e l’altro soggettivo, conditio ^ine qua non per essere « testimoni ».
Alla cerimonia erano presenti anche amici di altre
chiese.
Salle.
Il signor G. Nicosia ci manda piacevoli particolari
intorno alla maestra signora Livia Bolmini Martelli,
che da Salle — ov’ella ha lavorato indefessamente per
il Signore — è stata trasferita a Falerna. Il signor
Nicosia a nome di tutti gli Evangelici di quel luogo,
rende alla brava insegnante una bella e commovente
testimonianza.
Catania.
Stralciamo alcune parole dalla relazione annua di
questa Chiesa.
« Il Comitato ci ha offerto di affittare una sala centrale, come succursale della Chiesa, e noi abbiamo
accettato ben volentieri.
La sala sarà aperta prossimamente in via Lincoln.
Anche quest’anno abbiamo cercato di evangelizzare
la cittadinanza.
Molti mezzi sono stati adoprati : la stampa, mediante
articoli e cortesi polemiche sul Corriere di Catania,
che ringraziamo della gentile ospitalilà ; la diffusione
di opuscoli e di giornali evangelici ; una conferenza
alla Camera del Lavoro, cortesemente presentati dall’on. Di Felice ; conferenze straordinarie nel tempio,
specialmente durante la quaresima, con grande concorso
di popolo. »
Jtalianl fuori d’Jtalia
La Chiesa Presbiteriana italiana di Filadelfaa, sorta
da circa sei anni, aveva un Tabernacolo di legno in
Tenth and Kinibal Si:, capace di 4 a 5 cento posti
a sedere. Era però divenuto angusto ed urgeva costruire il sospirato tempio sul medesimo suolo.
Nel mese di Settembre decorso il Tabernacolo fu
trasportato integralmente in un suolo poco discosto
per continuarvi i culti, ed il 19 detto mese, col concorso di molti americani ed italiani, vi fu una cerimonia speciale per « rompere il terreno », come là si dice.
Per espresso volere del Comitato fu consegnata una
pala, tutta dorata e fregiata di nastri dai colori americani ed italiani, al giovane pastore della Chiesa, Arnaldo Stasio, e le prime zolle di terra furono levate
là dove verranno gittate le fondamenta.
Presente alla cerimonia era il fondatore di quella
Chiesa, Michele Nardi, ed il primo pastore della medesima, D. D. Algide Pirazzini.
Il nuovo tempio sorgerà secondo disegni giudicati
esteticamente belli e costruito con tutti gli ambienti
accessori corrispondenti ai bisogni di un’opera moderna
Conterrà 750 posti a sedere, ed in date circostanze,
aprendo una gran porta, che lo dividerà da una vasta
sala per la Scuola Domenicale, diverrà un vero anfiteatro capace di contenere 1200 persone.
Sarà un bell’edificio pel quale è preventivata la
spesa di D : 40 mila oltre i 20 mila spesi per l’acquisto del suolo.
Già ferve il lavoro, e pel primo del prossimo maggio dovrà essere pronto per l’inaugurazione del Tempio.
Anonimo.
OLTRE LE ALPI E I /IflRI ^
(Notizie delle Chiese Evangeliche estere)
Svizzera.
(e. r.) Facoltà indipendente di Neuchâtel. —- Il pastore, Henri Monnier, dottore in teologia, non ha accettato la chiamata rivoltagli da quella facoltà di
occupare la cattedra lasciata vacante per la recente
morte del rimpianto prof. Jean de Rougemont.
{e. r.) — Il celebre pittore cristiano, Eugenio Burnaud, ha consentito che si espongano all’Ateneo di
Ginevra i suoi disegni già tanto ammirati al Salon
di Parigi, ma solo per quindici giorni. Ecco quel che
ne scrive la « Semaine Religieuse > : « Siamo lieti di
poter dire che quei mirabili disegni ci sembrano me
ritare cosi per la concezione come per l’esecuzione tutti
gli elogi espressi dai critici d’arte. Essi sono tutti
assai espressivi ed alcuni di grande effetto religioso ».
Degni di particolar menzione i disegni riferentisi alle
parabole delle dieci vergini, dei servitori vigilanti in
attesa del Padrone, della dramma perduta, del figlinol
prodigo. Come ben disse Robert de laSizeranne « si
vien fuori da quella Esposizione, se non migliori, più
pensosi assai di quando vi si entrò » !
Francia.
(e. r.) — E’ morta nello scorso settembre la signora
Marie Bon, naia Viaud, sorella del sig. Jnlien Viaud,
noto ormai sotto lo pseudonimo di « Pierre Loti ». La
sig.ra M. Bon era profondamente attaccata alla Chiesa
Evangelica di Francia e ne seguiva il culto con assiduità, benché essa pure possedesse una elevata coltura
letteraria ed artistica.
Russia.
{e. r.J — La chiesa luterana in Russia è cresciuta
in un solo anno di oltre 40.000 membri, in seguito a
conversioni di greci ortodossi. Quest’accrescimento si
è prodotto soprattutto in Siberia. I sette pastori luterani che lavorano in quel paese non bastano più al
loro compito.
Giappone.
(e. r.) — Il prof. R. Allier pubblica nel « Siècle «
dell’ll ottobre u. s. i seguenti ragguagli sul nazionalismo religioso al Giappone. Le chiese cristiane evangeliche del Giappone vogliono essere delle chiese nazionali e non delle missioni. Cotesto movimento che si
delineava fin dalla fondazione delle prime chiese evangeliche ora si accentua e precipita. Le chiese giapponesi si vanno emancipando dalla tutela delle missioni
straniere ; esse voglion vivere di vita propria, amministrarsi da sè : anzi alcune di esse son già riuscite
nell’intento.
Un articolo pubblicato nel « Guardian », che parla
della prossima indipendenza delle chiese evangeliche
nipponiche, è favorevolmente commentato dalla maggior
parte dei giornali dell’impero.
Detto movimento interessa le missioni del romanesimo,
che non può mostrarsi più oltre restio al desiderio di
nazionalismo religioso. « Se Roma esita a mettersi per
quella via, gli è che paventa un pericolo maggiore, per
essa, deH’americanismo : il nipponismo ».
A. SPIZZICO
{e. r.) La nuova costituzione turca ha concesso agli
Ebrei la facoltà di acquistar terreno in Palestina, ciò
che prima si poteva far soltanto di nascosto. Corre la
voce che il sultano pensi a vendere le ubertose' terre
della valle del Giordano e che un sindacato ebreo sia
pronto a comprarle.
{e. r.) Una società ottenne di valersi delle acque del
Giordano per produrre 1’ elettricità necessaria alla illuminazione di Gerusalemme.
Si spera aver forza abbastanza per rimpianto elettrico di diverse fabbriche e di mulini soprattutto. I
dintorni di Gerico potranno essere irrigati in modo da
tornare alla primitiva ubertosità 1
{e. r.) Il decreto che conferiva a certi missionari e prelati romani, in Cina, un grado ufficiale uguale a quello dei
mandarini é stato abolito di recente. Esso aveva dato
luogo a parecchi abusi. Soli nove viceré esistono nell’immenso impero, mentre 46 vescovi papisti erano posti nella condizione loro medesima e richiedevano spesso
e volentieri una protezione speciale per sè e i loro greggi.
(P. C.) Muore un multimilionario senza figli, i suoi
eredi lontani sono tutti ricchissimi, eppure appena la
millesima parte delle sue ricchezze sono state destinate
a opere di beneficenza. Io son del parere che quel multimilionario era o un grande avaro o un povero di
spirito, chè non ha neppur saputo cogliere il momento
opportuno per lasciare un nome venerato e benedetto
dai poveri. Sarebbe urgente che la legislazione provvedesse in modo davvero draconiano a che, quando
uno muore senza eredi diretti, almeno la metà della
sua sostanza vada all’erario dello stato.
(P. C.) In quante lingue è tradotta la S. Scrittura ?
Tutta la Bibbia in 101, il Nuovo Tes. in 127. Singole porzioni dell’ A. o del N. T. in 254. Di queste
traduzioni più di 400 son dovute al lavoro indefesso
5
LA LUCE
■dei Missionari evangelici. Quante sian dovute ai missionari cat. romani non sappiamo, bisognerebbe rivolgersi alla Propaganda Fide sola in grado di saperlo.
Eacconta il missionario Spaich, cbe contansi attualmente
nelle Indie non meno di 9 società bibliche le quali
sono intente a diffondere la Bibbia o parti di essa
nelle 84 lingue (o dialetti; che parlansi in quell’ immenso paese.
(e. r.) La Mecca sta per avere la sua stazione ferroviaria. Non è possibile vedere i progressi della ci.
viltà penetrare, a poco a poco, in quel mondo musulmano
cosi assolutamente chiuso fin qui, senza lodare Iddio
che prepara cosi la sua via nel mondo.
[OHGKESSD HaZIOHBLE DELIE D. L d. 6.
Giovedì.
primavera, della vita
G-ermania. {P- G.) — Le società dei giovani cristiani evangelici sono in tutta la Germania
in numero di 1963 con circa 115.000 membri.
Svizzsra. (e. fG — La Conferenza degli
Studenti Cristiani ebbe luogo a Morges dal 17 al
20 Ottobre. Ci furono discussioni alte ed interessantissime, guidate da uomini competenti, circa il
lato sociale del Cristianesimo, l’Assolutismo intellettuale, la necessità di combattere il vizio sistematico.
Alla parte più intimamente, religiosa furono riservate parechie ore della mattina. Gli studenti cristiani, presenti alla Conferenza, trascorsero delle
ore soavi e benefiche, nelle quali fu dato loro comprendere che lo Spirito vivente del Cristo può solo
infondere in essi la forza di essere pari al compito
che li aspetta.
.SL.
eñ'HT^&Qio
Caro Direttore,
E poiché ho la penna in mauo mi permetto di aggiungere un’osservazione d’indole diciam cosi francobolliana. Non di rado qualche caro amico o conoscente mi
onora con una cartolina illustrata o con un suo biglietto di visita sul quale scrive un gentile saluto o
augurio affrancato con 5 cent., ma sebbene la busta sia
aperta quel saluto sempre gradito viene a costarmi
cinquanta centesimi cioè il doppio del porto di una
lettera non affrancata, e ciò per la ragione semplicissima che l’amministrazione delle poste federali per
tanti riguardi modello di generosità (con 10 cent, mandi
in busta chiusa 250 gr. da un capo all’altro della Confederazione) è di un rigore draconiano con ogni trasgressione delle convenzioni internazionali. Cosi mi
voglian sempre bene gli amici e conoscenti com’io
voglio a loro, ma franchino sempre con 10 centesimi
le cartoline e con 25 le buste.
Lugano, 7 novembre 1908.
® P. Calvino
SCUOLA DOMENKflLE
{e. r). Un Congresso di monitori delle scuole dome
nicali e di altri giovani cristiani raccobe oltre 600
persone nella città messicana di Gnauajuato, dove, 30
anni or sono, furono cacciati via e lapidati dei missionari evangelici. In questa occasione non solo il governatore si compiacque ricevere cordialmente una deputazione, ma volle pure mandare un messaggio improntato a benevolenza chiedendo il testo dei discorsi e
dei rapporti presentati al Congresso.
Errata Corrige
Nell’ultimo articolo A Strasburgo, è incorso un grave
errore. In luogo di : « la mia brevità fu dovuta unicamente agli applausi di cui l’assemblea mi volle onorare » si legga; «-alla mia brevità furono dovuti gli
applausi di cui l’assemblea mi volle onorare ».
Attenti e in guardia! Î
Circola di città in città una signora giovane, ben
vestita, che sotto diversi nomi si presenta con
bigUetti di pastori o lettere su carta intestata, il
tutto abilmente contraffatto ed imitato.
All’erta dunque, e pronta denunzia alla questura
Un breve ed edificante studio biblico del pastore signor Cervi precede la seduta antimeridiana.
Dopo il canto e la preghiera, le congressiste riprendono i loro lavori sotto la presidenza della signora
Schalck.
Si odono alcune brevi comunicazioni della signorina
Meynier e della signora Schiavoni quindi si dà principio
alla lettura dei rapporti sulle varie opere di attività
sociale, di cui si occupano le Unioni nelle varie città
d’Italia.
La lettura del rapporto della signora Muston sulla
Casa Internazionale di Eoma riesce interessantissima
e viene vivamente applaudita.
La signora Fontana-Eoux legge il rapporto della signora Biava sul Foyer di Milano. La signora Biava
richiama l’attenzione del Congresso sul fatto doloroso
che a Milano, città dove immenso è il numero delle
Giovani che avrebbero bisogno di essere aiutate e protette dall’Unione, non si sia ancora riusciti ad avere
uno stabile proprio ed una segretaria stipendiata, la
quale possa dare un valido aiuto alla direttrice. La
signora Biava esprime poi a voce il voto che anche per
Milano si possa trovare un’altra Miss Gould come già
per Eoma.
La signora Schalck risponde che certo questo desiderio deU’Unione milanese è legittimo,^ ma esorta a
non fidare troppo sulle Miss Gould, che eventualmente
potrebbero soccorrere l’opera. Dobbiamo prima servirci
di tutte le nostre forze, e decuplarle. Per Milano si
deve far noi.
La signorina E. Longo legge la relazione sul Foyer
di Torino.
Alla domanda della signora Schiavoni la presidentessa risponde che per comperare uno stabile per il
Foyer di Milano occorrerebbe una somma assai forte,
ma che per Eoma si cominciò con un primo fondo di
L. 25, e che non si deve quindi spaventarsi, ma aver
fede e gettare volonterosamente le prime basi.
Anche a Firenze è vivamente sentito il bisogno d’un
Foyer.
La signorina Costabel, la signorina Cicognara, la si
gnorina Greco, la signorina Fontanieu, la signora Moreno leggono successivamente le relazioni sulle case
estive di Angrogna, di Bergamo, di Napoli, di Firenze,
di Genova.
Tutte queste relazioni contengono dati interessantis
simi e dimostrano quanto bene possano fare alle gio
vani povere tali istituzioni, che tendono a preparar loro
un piacevole riposo del corpo e dello spirito per qualche
mese all’anno.
Dopo la lettura delle relazioni sulle opere di attività
sociale, si procede alla lettura dei rapporti delle pre
sidentesse di gruppo sull’opera generale delle varie
Unioni.
La signorina Elba Longo, la signora Janni, la si
gnora Eochat, la signora Franza leggono le interes
santi, benché forse un po’ lunghette, relazioni del gruppo
Piemonte, Liguria, Toscana, Eoma-Napoli.
Seduta pomeridiana, pres. della signora Schalck e
poi della signora Gardiol.
La signorina Cicognara pone fine alla lettura dei rapporti col presentare quello del gruppo Lombardia.
Tanto le relazioni sulle opere di attività sociale,
quanto quelle sull’opera delle varie Unioni sono accolte
da vivi applausi.
Si legge un buon lavoro della signora Clarke di Spezia
sopra le Unioni Cadette.
La signora Schiavoni parla a lungo e con brio sopra la
necessità di allargare la cerchia di attività delle Unioni,
e di farle conoscere in mezzo al mondo, e accenna a vari
mezzi che le sembrerebbero più opportuni per raggiun
gere tale duplice scopo. {Applausi).
La signora Schalck accetta in massima le proposi
zioni della relatrice e incoraggia le Unioni a prose
guire sempre più innanzi, ma le pone in guardia affinchè, pur cercando di farsi conoscere e di non restare
isolate dalle Federazioni femminili, tengano sempre alta
la bandiera di Cristo. Molto meglio sconosciute con
Cristo che conosciute sema Cristo.
La signora Muston aggiunge che dobbiamo ringraziare Dio perchè ora la donna ha il diritto e la libertà
di affermare la sua fede evangelica. Non dobbiamo ver.
gognarci mai dell’Evangelo di Cristo, ma unite ad altre
opere evangeliche femminili dobbiamo ordinarci in modo
da poterci presentare forti e compatte in mezzo al mondo..
Vivissimi applausi accolgono le calorose parole della
signora Schalck e della signora Muston.
La signorina Fontanieu legge un suo lavoro molto
interessante ed applaudito Unione e le Operaie.
La seduta si chiude con una preghiera della signora
Gardiol.
Alle 5 pomeridiane un sontuoso thè, servito con signorile eleganza, veniva offerto alle congressiste dalla
signorina Betts all’Istituto Crandon.
L’Unione di Eoma offriva alle 8 di sera un trattenimento riuscitissimo. Un coro di signorine, un magnifico pezzo per due arpe, una conferenza con proiezioni
luminose, detta con erudizione grande e con ¿arbo squisito dalla signorina prof. Amilda Pons, il coro ben eseguito della Carità di Eossini, un thè abbondante, ecco
il programma attraentissimo della bella serata. Un bravo
di cuore agli esecutori, alle esecutrici, alla gentile conferenziera e all’infaticabile istruttore dei cori, signor
Boriglioni.
Venerdì
Il Sig. Nitti continua l’edificante studio biblico sulla
parabola della vite e dei tralci. Dopo la preghiera si
apre la seduta.
Presidenza della 8ig.ra Schalck.
La Sig.na E. Longo legge due studi delle Sig.ne Erminia Pons e Euga sull’ influenza che le nostre Unioni
dovrebbero avere sopra le studentesse delle scuole Normali e delle Università.
Si ode la lettura delle due relazioni delle Sig.re Clerico e Arias sulle condizioni della donna in Sicilia. Le
Unioni potrebbero fare colà un gran bene.
La Sig.ra Schalck assicura il Congresso che il Comitato Nazionale farà il suo possibile per mandare l’anno
venturo in Sicilia la Sig.na Meynier.
La Sig.ra Gardiol legge le proposte che sono state
presentate, ed apre la discussione sopra ciascuna di
esse. Si approva quanto segue :
1- Che la sede del Comitato di pubblicazioni sia trasportata da Firenze a Torino.
2' Che la segretaria di ciascuna Unione sia retribuita, là dove è possibile.
3- Che ogni presidentessa di gruppo mandi al Comitato Nazionale il suo rapporto molto conciso un mese
prima del Congresso.
à- Che la Guida attuale si trasformi in semplice Costituzione, e che si stampi inoltre un opuscolo speciale
contenente dati storici delle origini delle Unioni, del
loro scopo, dei loro programmi di attività ecc.
Seduta pomeridiana près, signore Schalck e Gardiol.
Si procede subito allo studio degli articoli della Costituzione la quale è stata precedentemente distribuita
su foglietti a stampa a tutte le congressiste, affinchè
possano esaminarla e seguirne facilmente la discussione.
Alcuni pochi emendamenti vengono ammessi, e la
costituzione viene approvata.
Il Comitato delle Pubblicazioni riesce cosi costituito ;
Signora Boldrini Gay, Signora Ada Metile, Signorina
Peyron, Signorina Amilda Pons.
Si elegge per scrutinio segreto il Comitato Nazionale
e si hanno i seguenti risultati ;
Presidentessa — Sig.ra Schalck — Vice-presidentesse — Sig.ra Schiavoni, Sig.ra Gardiol — Segretaria
Sig.na Meynier — Eapp. Opere sociali Sig.raMuston.
Il Comitato Nazionale cosi formate viene vivamente
applaudito.
Avendo la Sig.ra Schiavoni dichiarato che le sarà
molto difflcile di poter sempre assistere alle sedute del
Comitato, viene aggiunta una terza Vice Presidentessa,
la Sig.ra Eae di Napoli.
La Sig.ra Schalck dichiara che ella era disposta a
cedere la presidenza in altre mani, ma il Congresso acclama alla presidentessa, ed ella ringraziando di cuore
accetta di restare ancora in carica.
Si decide che il prossimo congresso abbia luogo fra
4 anni a Milano.
La Presidentessa ringrazia quindi l’Unione di Eoma,
per la larga e cordiale accoglienza ricevuta, e tutti
coloro che in mille modi si prestarono per ospitare le
signore e signorine venute da ogni parte d’Italia e per
rendere attraente questo indimenticabile congresso.
Fra unanimi applausi il congresso manda poi un rispettoso telegramma alla Maestà della Eegina Elena.
La presidentessa Sig.ra Schalck invoca la benedizione del Signore sopra le Unioni d’Italia e del mondo
intiero, e dichiara quindi chiuso il 4- Congresso Nazionale.
La sera alle 8 una imponente funzione aveva luogo
nella Chiesa Valdese di via Nazionale.
I La chiesa, gremita di congressiste, di signore e si-
6
«
LA LUCE
gDori di Roma, presentava nno spettacolo imponente.
L’edificante culto presieduto dai signori Eev. Piggot e
Clark fu chiuso colla celebrazione della Santa Cena,
alla quale parteciparono con unan-me slancio quasi
tutti gli intervenuti.
L’imponentissima e solenne cerimonia lasciò negli
animi una profonda e dolcissima commozione.
PI. C. Q.
— La relazione sugli c Studi biblici », accennata nel numero scorso, non era dovuta soltanto alla
mgnora Boldrini, bensì anche alla signorina Paolina
Sala di Chiasso.
Il più bel fior ne colgo
(Brani di discorsi detti nel recente Congresso delle
Unioni Cristiane delle Giovani in Roma).
Ed ora 1 avvenire ci sta dinanzi. Come vi entrerete
voi, care amiche italiane ? Ho sempre davanti agli occhi
il sogno della prima ora, e un’ambizione sempre più
alta per l’opera nostra, perchè essendo Cristo il nostro
scopo ultimo, noi dobbiamo camminare verso la perfe.
zione.
La prima cosa per render più sicuro il nostro cammino verso di Lui, è una più completa e più leale ncocezione della nostra base. Una fede vivente in Cristo
nostro Dio e Salvatore. Ciò è ben chiaro, ben definito, ma
è anche molto solenne. Ciò implica la Sua Direzione in
tutti i nostri progetti, la Sua,, presenza in tutte le nostre radunanze. Ciò significa che noi dobbiamo essere
soce veramente attive, che, conoscendo personalmente
1 efficacia del sacrifizio di Cristo, bruciano d’amore per
farlo conoscre ad altre loro sorelle.
Ci dicono spesso : « Bisogna attirare le giovani, moltiplicando i divertimenti ». « Bisogna rammentarsi che
il cuore umano non è portato alle adunanze di preghiera
e agli studi biblici ».
Tutto ciò è vero pur troppo; ma se le adunanze di
preghiera non saranno il centro e il punto di partenza
del nostro lavoro ; se dagli studi biblici le soce effettive non trarranno forza, coraggio^ insegnamenti e direzione, se dimenticheranno il solo vero fondamento,
sia pur bella in apparenza l’opera loro, sieno pur numerose le loio attività, esse non avranno fatto che costruire sulla sabbia una casa, che il primo soffio di vento
farà crollare.
Innanzi tutto dunque una base vera e ben salda
Non vi vergognate del vostro Maestro, care amiche. Fate
che chiunque entri nelle,vostre sale, nei vostri Foyers,
nelle vostre case estive, senta che Cristo c’è, che è
Lui il primo invitato, adorato ed obbedito; e poi accrescete le scuole, le società corali, le serate sociali; incoraggiate pure la gioia sana; ricercate pure tutti i
mezzi più convenienti per attrarre le vostre sorelle di
ogni classe sociale, per allargare i loro orizzonti, per
risvegliare in loro il sentimento altruistico, per rallegrare la loro vita di fatiche. La casa costruita sopra
la roccia, s innalzerà allora lentamente, ma sicuramente
sfidando i secoli a gloria di Dio e per l’avanzamento
del suo regno.
Elisa Schalok.
Le nostre Unioni progredite in numero ed influenza
sociale, sono ora maggiormente capite e stimate dal
pubblico evangelico ed anche dal cattolico che ci copia
in varie guise; e se esse saranno fedeli e perseveranti,
se ascolteranno con amore e simpatia le voci della
lunga, interminabile schiera delle giovani isolate, delle
vittime delle ingiustizie sociali, che soffrono e faticano
nella lotta di un’esistenza travagliata, se sapranno occuparsi anche delle giovani.più intellettuali, tormentate talvolta da dubbi e da lotte non meno angosciose
per guidarle tutte nella via luminosa che conduce all’Ideale perfetto, cioè a Cristo, nuove vie di lavoro fecondo si schiuderanno all’attività loro.
E siccome la vita, sia individuale, sia collettiva, deve
sempre essere ascensione, eleviamo i nostri sguardi e
le nostre aspirazioni verso la vetta € tutta sgombra
tuttaserena nel sole »: abbiamo per le nostre Union
delle visioni grandiose.
L’ideale che ci proponiamo è forse troppo alto se
rtguaidiamo alle nostre forze, ai nostri deboli mezzi;
ma la fede del Maestro in cui tutte crediamo, i suoi'
inviti al lavoro in Lui e per Lui, le nuove aure di spiritualità che, dopo tanto materialismo, fremono nella
nostra cara Italia, la vista delle messi che biancheggiano e che aspettano intelligenze volonterose, cuori
palpitanti d’amore e braccia lavoratrici, ci sospingono
nella mischia piene d’entusiasmo, vibranti d’energia per
lavorare all’avvento, in questa terra, del Regno di Dio
fra le giovani, sicure della bontà della nostra causa,
sicure delia vittoria finale.
Elisa Meynier.
Nell’Unione, istituzione cristiana, se il Cristo è poco,
l’Unione vai poco; se il Cristo è molto, l’Unione vai
molto : ma il Cristo è tutto, il centro, l’energia motrice, e l’Unione diventa opera cristiana per eccellenza,
opera eterna...
^ Cristo dev essere autore, ispirattore di ogni nostra attività. E quali molteplici attività non saprà Egli ispirarci I
L attività del Suo pensiero immenso, che dal mondo
visibile trasse imagini del mondo invisibile; che gli rivelò tutto ciò che è nell’uomo, il bene per incoraggiarlo»
il male per combatterlo, che gli fece cosi ben discernere i bisogni dell’epoca sua, che furon quelli di tutte
le epoche, perchè erano il grido dell’anima, della vita
umana straziata dal peso dell’ ingiustizia e dell’ iniquità.
L attività del Suo cuore che palpitò aU’unisono con
tutti i cuori travagliati e stanchi, innanzi al quale ogni
forma di peccato trovò misericordia; eccetto l’ipocrisia
e l’orgoglio. ,
L attività delle mani pietose sempre pronte a sollevare ed a leuire le sofferenze dei corpi affranti, a tendere cibo agli affamati...
Egli oggi è ancora con noi. Mi sembra di udire una
delle nostre prime sorelle nella fede, Marta, rivolgere
ad ognuna di noi le parole, che in un giorno di gioia
laggiù in Betania, ella disse alla sorella Maria; « Il
Maestro è qui ed Egli ti chiama ». Possiamo noi, care
amiche e compagne e giovani nostre, nell’opportunità
che ci è data di ritrovarci in questi giorni, realizzare
che Egli è qui, contemplarlo, comprenderlo, e nell’Unione e fuori, per Lui e con Lui, intensamente amare
operare e vivere. ’
Alice Schiavoni-Bosio.
La base della nostra Società è una fede viva in Gesù
Cristo nostro Salvatore. Mi sembra perciò che la vita
spirituale debba essere il centro, la luce, la forza potente che ispiri ed invigorisca i molteplici rami di attività che si espandono dalla nostra Unione.
Che cosa non compirà un’Unione i cui membri si
sono consacrati a Dio, sono ripieni dello spirito di preghiera e desiderano far del bene intorno a loro ?
____________Sig.na Stagnitta.
E’ stato detto che la preghiera è il respiro del
l’anima e noi infatti sperimentiamo che una società
cristiana la quale voglia vivere una vita sana e rigogliosa deve comporsi di membri potenti nella preghiera.
Questa caratteristica si deve riscontrare in ogni Unione
cristiana che di tal nome sia degna.
Perchè la preghiera è il mezzo potente e vivo di unione
col Maestro e l’unione col Maestro è la via più breve
e più sicura per conseguire e mantenere l’unione fra
noi; la qual cosa non deve dirsi solo della preghiera
individuale, quella collettiva ha promesse e benedizioni
speciali: è la preghiera della famiglia......
Però nell’atto stesso in cui dobbiamo porre in opera
ogni mezzo per incoraggiare le persone timide alla
preghiera nelle radunanze, ed incoraggiarle a spiccare
il volo, dobbiamo guardarci dal far pressioni che molto
probabilmente otterrebbero un effetto opposto a quello
che ci prefiggiamo. Guardiamoci altresì dal considerare
le Unioniste che nelle radunanze non pregano ad alta
voce,quasi fossero delle inconvertite e non diamo loro
l’impressione che esse, a parer nostro, sieno delle minorenni spiritualmente. Ciò non solo sarebbe in molti
casi una vera ingiustizia, ma non faciliterebbe menomamente il successo da noi vagheggiato, anzi eleverebbe nuovi ostacoli.
_____________ Felicita Janni.
« Là dove sono due o tre radunati nel nome mio,
quivi son io in mezzo di loro ». Non è questo forse
un dolce e stringente invito ad unirci nell’ orazione,
invito accompagnato da una splendida promessa ?
Ah, perseveranza ci vuole, care amiche, se si desidera
veramente ottener qualche cosa: la parabola del giudice iniquo insegni... Oh quante volte abbiamo lasciato
raffreddare il nostro eintusiasmo... il risveglio del paese
di Galles è il frutto tìi vari anni di preghiere collettive, lo sappiamo tutte, ma lo dimentichiamo sempre.
La perseveranza, disgraziatamente manca alle Italiane ;
si lavora dapprima con ardore, con slancio, con zelo e
poi... più nulla ! l’Apostolo dice che si deve perseverare
in buone opere, sino alla fine ; e questa è pure una
buona opera, mi pare !
Antonietta Grill.
Che fare adunque ? Ecco ; continuiamo con tutto il
nostro zelo le opere intrapprese, che ci sono state suggerite dal bisogno d’azione susseguente ad ogni vera
fede, come conseguenza d’un ordine del Maestro, continuiamole pregando : inoltre studiamo come Unione,
leggiamo, investighiamo, esploriamo, alla luce della
nostra grande idea, il mondo che noi dobbiamo trasformare.
Lavoriamo per ora a foggiare gli strumenti per il
nostro futuro lavoro ; per mettersi all’opera con buona
speranza di risultato occorre esser sicuri della validità
deglijstrumenti, e lo strumento uomo è materiato (iidea f
^ Quando le idee saranno abbastanza robuste secondiamo l’impulso della fede nostra e noi vedremo quali
frutti^ porterà l’opera nostra ; primi frutti spirituali
per ristoro del lavoratore !
Da questi giorni di dolce comunione, da queste
alture spirituali ove largamente possiamo aspirare l’aria pura delle comuni idealità, noi dovremo scender di
nuovo a valle nel mondo grande e tenebroso.
Questi sono i momenti, delle grandi visioni, che dànno
al cervello l’ebbrezza dei profeti, al cuore l’ebbrezza
dei martiri; cerchiamole le grandi visioni.
Ecco, vedete laggiù in basso nel mondo il grande esercito del bene a cui ci gloriamo d’appartenere, che
procede a bandiere spiegate ? E l’immensa miseria umana che ci tende agonizzando le braccia ? E all’orizzonte i bagliori dell’alba nuova di giustizia e d’amore per
il mondo redento, la sagoma luminosa della grande
città che si sta fabbricando nei secoli dove non vi sarà
tempio alcuno ; poiché il Signore Iddio onnipotente
e l’Agnello sono il tempio di lei? la santa città che
scende dal cielo d’appresso a Dio e terra e cielo che
van trasformandosi in nuova terra e nuovi cieli... ?
Questo noi siamo chiamati a fare ! E chi potrà sentire tale responsabilità, tale possente chiamata senza
piegar le ginocchia?'*'
« Chi avrà dato da’ bere un bicchier d’ acqua a un
mìnimo nel nome di Gesù non perderà punto il sua
premio ». *
« Chi avrà redenta un anima risplenderà come stella
in sempiterno ».
____________ Ada Melile.
Propongo che ogni membro attivo, senza adunare
cominissioni speciali, prenda nota di qualche nome e
indirizzo e s’occupi personalmente di qualche membro
associato. Raccolgo sotto questo titolo specialmente le
Unioniste più povere, quelle che lavorano e sono di
condizione sociale inferiore.
La maggior parte di queste conducono vita sedentaria ; e se talvolta in una domenica di sole, si conducessero fuori, sarebbe un compenso alla privazione di
tutta una lunga settimana, ed una felicità per quelle
anime piene d’ombra anch’esse 1 La Natura e l’Arte sona
doni di Dio; e dalla contemplazione delle sue opere
meravigliose, nasce un culto che irraggia tutta quanta
la vita. E’ un sacro dovere di render felici quelle ragazze. E Dio ha creato il mondo così bello e cosi ricco,,
per darci quella intima gioia di vivere che, come un
sole fra le nubi, s infiltra e brilla in raggi e sprazzi di
luce.
Rendiamole felici! Ed insegnarne loro, imparandolo
prima noi, coll’aiuto dall’ Alto, che la vita è santa e
bella. Un cristiano dovrebbe essere allegro e spandere
luce intorno a sè.
Clelia Costa.
Ricordiamoci che anche un fatto, una parola insignificante a prima vista, lasciano un’impronta indelebile
sul carattere che è in formazione, impronta che si svilupperà più tardi nella maggioranza dei casi, ma che
certamente porterà il suo effetto nella vita della fanciulla. Non ci importi se forse mai vedremo i risultati
del nostro lavoro ; facciamolo con gioia e lasciamo nelle
mani del Signore di far fruttificare il seme che spargiamo. In questo secolo nel quale tutti parlano e si
affaticano per conseguire miglioramenti, pace e felicità,
^ noi non possiamo sottrarci al dovere, come seguaci del
I Divino Maestro, di portare un contributo sano e forte.
7
LA LUCE
sotto la guida del Vangelo, per mettere basi solide al
carattere della futura donna, afitinchè sappia dove trovare la pace e la tranquillità, che nessun miglioramento
di una società anche giusta potrà apportarle. E' una
necessità dolorosa della vita che vengano pene e tribolazioni, perciò la donna dev’ essere preparata ad affrontare la vita con la forza del carattere e con la
rassegnazione alla volontà di Dio ; forza e rassegnazione non passive, le quali solo potranno dare quella
pace che Gesù promise ai suoi, non come il mondo la dàNon è dunque un grande dovere per noi Cristiani
di cominciar l’opera unionista dalle tenere pianticelle ?
Isotta Glauca Clarke.
curato e coscienzioso affinchè, mentre da un lato impariamo ad amare Dio con tutto il nostro cuore, possiamo dall’altro imparare a renderci conto esatto della
nostra fede ed esser pronte a schiarire ad altri le vie
della verità.
Due specie di studi biblici sono necessari nelle nostre Unioni : uno più semplice e facile adatto alle in.
telligenze meno sviluppate; uno più profondo, più grave,
più esegetico, basato su studi storici, geografici, scientifici, filosofici, tale da sodisfare le menti che, per essere più elevate e più colte, sono per ciò appunto più
spesso, pur troppo, accessibili al dubbio ed allo scoraggiamento.
Maria Bonnet.
La prima cosa di cui ha bisogno la donna siciliana
ò di una larga e benintesa educazione ed istruzione ;
aprirle gli occhi, svegliarla dal lungo sonno, farle conoscere tante cose generose, belle, nobili che le sono
ancora ignote, distruggere i vieti pregiudizi, le secolari superstizioni, le catene che la impacciano. E tutto
ciò farlo con amore con gentilezza, senza urtare, senza
offendere giammai, con quell’arte somma che la donna
si bene conosce, che adopera talvolta a scopi triviali,
ma che può essere usata per nobilissimi fini. In una
terra di poesia e d’imaginazione servitevi largamente
di questi due bei doni concessi da Dio all’anima umana.
Lasciate che la fanciulla sogni come l’età i fiori il
cielo del suo paese le consigliano ; ma che i suoi sogni
sieno sempre più puri, sempre più alti; sempre più
vicini a Cristo, ideale nostro.
Lisa Clerico.
E quando le nostre Unioni avranno messo in opera
tutti questi mezzi per il miglioramento sociale ed intellettuale della donna Siciliana, avranno pure contribuito al suo rilevamento morale ? Io ne sono persuasa,
anzitutto perchè l’ambiente sano delle Unioni non può
non esercitare una benefica influenza su di loro, e poi
perchè tanto più esse sapranno, tanto più saranno
conscie della loro dignità e prenderanno sulla famiglia il posto che lorff spetta e lo sapranno tenere con
onore... Ma soprattutto, oh, non dimentichiamoci di condurre la sua anima ai piedi di Gesù, la luce che ha
illuminato ed illuminerà sempre le tenebre dell’errore
fi dell’ignoranza. ,
E con Gesù nell'anima non è possibile che la vita
non si trasformi, non si idealizzi, non si perfezioni. Seminiamo e lavoriamo, noi strumenti deboli nelle sue mani, ma aspettiamo dall’alto il coronamento dell’opera. E se Egli sarà la guida del nostro lavoro, io spero e credo che su questa terra d Italia, redenta anch’essa col sangue di tanti martiri,
spirerà presto un’aurora nuova di libertà ; libertà dal
pregiudizio, dal peccato e dall’errore, e noi la saluteremo due volte libera e forte.
A. Arias.
Rammentiamoci però che se ci avvicineremo a queste
ragazze Ge operaie) esse non si accontenteranno delle
nostre parole : non solo ogni nostro discorso, ma ogni
nostro atto sarà spiato ed esaminato. Non è più il
tempo di predicare con parole ; i fatti saranno più eloquenti e produrranno più frutto. Che Dio voglia dare
a ciascuna di noi di poter, col nostro esempio, attirare
a Lui quei giovani cuori. Oh, se ogni Unione lavorasse
di più per questa classe di giovani ! La donna informa
la famiglia ; è lei l’angelo tutelare, o distruttore della
pace domestica ; a noi che lavoriamo tra le donne incombe una grande responsabilità, voglia Iddio farcela
sentire, e ci dia il Suo Spirito per discernere quello
che c’è da fare. Lavoriamo non solo riguardando in
basso, ma inalziamo i nostri cuori in alto e lavoriamo
collo Spirito di Dio. Allora solo il nostro lavoro produrrà numerosi frutti e donando la felicità ad altri ci
sentiremo noi stesse più felici. Dio vuole aiutarci !
Sig.ra Fontanieu.
QueU’influenza religiosa che regola ogni atto della
nostra vita, che fa di noi esseri viventi ed operanti
secondo la pura legge divina dovranno sentire le nostre
amiche, qui nelle nostre riunioni familiari, ove cercheremo di condurle. Di fronte alla tendenza scettica
e materialista acquistata nelle pubbliche scuole, noi
porremo l’amore ardente di Dio, il sacrificio del Cristo
che amava i piccoli fanciulli e che, nelle Sue lunghe
e faticose peregrinazioni, era lieto di poter fermarsi
con loro e prodigar loro le più tenere carezze.
Cosi l’influenza religiosa, sentita e costante, il fascino che emana dalla Bibbia, Studiata e meditata, renderà più saldo il carattere delle giovani maestre, indicherà loro il vero fine della vita e le renderà atte
a formare le anime dei bambini.
Brminia Fona.
E’ giunto il momento in cui le nostre Unioni devono
farsi conoscere o prendere il posto che è loro dovuto
nel grande consorzio delle opere di attività femminile
del tempo nostro. Una ragionevole réclame sarebbe indicata : Avvisi stampati di tutto-; ciò che facciamo ;
indirizzi delle nostre sedi sociali programmi delle nostre varie attività (studi religiosi, lezioni, cucito per i
poveri, beneficenza, biblioteche circolanti, ecc.), indirizzi
Foyers e nomi di persone a cui dirigersi per informazioni
Tale réclame dovrebbe essere fatta su larga s:;ala,
e vorrei pure che la nostra Unione aderisse alla Federazione delle opere femminili, là dove queste Federazioni esistono.
Alice Sohiavoni-Bosio.
Come ogni opera per sussistere e vivere di vita operosa ed intensa ha bisogno d’un centro d azione, di
una direttiva determinata e costante da cui prenda
principio e vigore, così un’Unione cristiana, per affermarsi tale e non venir mai meno all’alto suo scopo
deve avere per focolare di luce gli studi biblici, donde
le emanino raggi di vita vera, ispirazioni ed incitamenti ad un’attività continua, benefica e feconda.
Signore Boldrini e Sala.
Si distinguano bene nelle nostre Unioni gli Studi
biblici dalle meditazioni bibliche. Queste hanno per iscopo lo sviluppo della spiritualità religiosa della giovane, quelli il sodisfacimento legittimo dei bisogni dell’intelligenza a riguardo della interpretazione della
Bibbia.
Non intellettaalismo biblico vogliamo, ma studio ac
Le giovani che studiano hanno oggi lo snervamento
inevitabile e fatale delle razze esaurite ; la fede l’entusiasmo religioso, sono sentimenti troppo forti per
l’animo loro privo di idealità e di desiderio : le giovani
che studiano dimenticano oggi di essere donne, non
sanno passar nella vita amando e beneficando, non
sanno trovar conforto e pace in alcuna grande ed incrollabile convinzione leligiosa. Le unioni cristiane
hanno il dovere di occuparsi di queste giovani e devono aggiungere alle molteplici loro attività un attività
nuova... Nell’Unione le giovani che studiano sentiranno
la potenza della nostra fede, la grandezza del nostro
ideale, e sentiranno soprattutto un alito vivificatore di
simpatia e d’affetto.
... Comprenderanno che la dottrina di Cristo sodisfa
le aspirazioni del cuore ; la convinzione teorica non ha
che un interesase secondario e si produrrà lentamente...
Signorina Baga.
Per tnanccinza di spanto il bel discorso del Doti,
Roberto Prochet è rimandató al prossimo numero.
PADRE E FIGLI©
A certi cervellini gioverebbe meditare la seguente
osservazione di uno scrittore inglese ;
c E’ curioso verificare — egli cosi scrive — come va
mutando con gli anni l’opinione di un uomo intorno
al proprio padre. Cito il caso mio ". A dieci anni, io
pensavo che mio padre sapesse ogni cosa ; a quindici,
ero persuaso di saperne quanto lui ; a venti, di saperne
due volte più di lui ; a trenta di rado mi degnavo richiederlo di consiglio , a quaranta mi accorsi eh egli
la sapeva lunga al par di me; a cinquant’anni presi a
dichiarare che mio padre era l’uomo più intelligente
che ci fosse e ne sou convinto tutt’ora.
iJìaìVElan)
1 e. r.
Corriere di Sicilia
pTopvio dlVultim^OTd Tic&vidfdo Id segu67it€ cottì-^
spondenzd :
* Fervet opus. Le villeggiature autunnali sono
terminate. La vita cittadina ha ripreso tutto il suo
movimento e parimenti quella delle nostre chiese
e, dovunque, la campagna invernale evangelistiea è
stata iniziata con buoni auspici.
A Palermo visto il concorso crescente degli uditori abbiamo rinunziato alla piccola cappella, ove abitualmente hanno luogo i culti serali, per riunirci
in quella grande, e ieri sera vi fu una numerosa adunanza. Giorni fa accompagnammo al campo del
riposo la salma di una nostra sorella delle Falde di
Montepellegrino, donna Anastasia Cataldi, la veterana di quel nucleo di fratelli cui spezza il pane di
vita il sig. Arnao. Circondavano la bara i numerosi
congiunti ; i nipoti e i pronipoti della defunta che
formano per l’appunto la piccola comunità evangelica di quel popoloso subborgo. Raccomandiamo alle
preghiere dei fratelli il di lei consorte ottantenne
che da una caduta ebbe spezzata la gamba ed è degente all’ospedale ignorando tuttora la dipartita della
moglie.
Da CaUq,nissetta il sig. A. Arias visita periodicamente oltre la promettente stazione di Serradifalco
quella di Aidone ove molti anni fa fu primo a bandire la Buona Novella il sig. Ern. Giampiccoli, quindi
il Dott. Banchetti ed altri ancora. Per delle circostanze che non ricorderemo l’opera fu sospesa anni
addietro, e pareva che quel campo dovesse definitivamente abbandonarsi. Senonchè una parte della se^
menza cosi copiosamente sparsa continua a conservare la sua vitalità in talune anime. L’ amore pel
Vangelo si è andato man mano ridestando e, cedendo
ai ripetuti inviti pervenutigli, il pastore di Caltanissetta risolvette di recarvisi una volta al mese. Gli
Aidonesi gli hanno fatto festose accoglienze, e ad
udire il suo messaggio sono accorsi numerosissimi.
Gli auguriamo di cuore che sia sempre cosi.
L’opera che si va compiendo per mezzo delle scuole
continua a darci buoni incoraggiamenti. La provvida
legge pel Mezzogiorno che addebita al governo una
gran parte delle spese dell’istruzione elementare e
giova quindi molto all’inoremento delle scuole comunali, non ha però recato alcun danno a quelle delle
scuole evangeliche le quali sono sempre molto apprezzate. A Grotte abbiamo inaugurato il nuovo anno
scolastico con 250 alunni, a Biesi con 400. A Pachino i locali sono del tutto insufficienti a soddisfare
le domande d’iscrizione. A Grotte poi abbiamo anche
quest’anno una numerosa ,classe di catecumeni alimentata in gran parte da ex alunni della scuola.
Ci giunge stamani à.^^Gatania la notizia dell’inaugurazione della nuova sala di evangelizzazione di
Via Lincoln 146, punto centralissimo della città,
avvenuta il 7 corrente con una conferenza del pastore
sig. Fasulo su Aonio Paleario. Da molto tempo i
nostri fratelli vagheggiavano l’apertura di un secondo
locale stante l’infelice "ubicazione del tempio di Via
Naumachia. I loro voti sono ora esauditi. Esso servirà
pure di sede all’Associazione Aonio Paleario testò
fondata, la quale si propone: 1- di combattere l’invadente clericalismo tanto nefasto all’Italia e al vero
cristianesimo, 2* di incoraggiare lo studio della quistione religiosa in genere e più specialmente del cristianesimo genuino, 3‘ di diffondere con ogni mezzo
la cultura fra il popolo. Alla nuova associazione e al
nostro egregio collega inviamo i più caldi auguri di
prospera e benedetta attività nella bella Catania ».
Palermo, 9 Novembre 1908.
Luigi Bostagno
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografìa deH’Iatituto Gould Via Margbera 2, Roma
roitraci subito MAESTRA d’italiano patentata, che coLui'LQuI nosca benissimo il francese, per orfanotrofio
femminile evangelico. — Rivolgersi a Donna Bettina
della Valle di Casanova. — San Remigio. Pallanza
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