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ECO
DELLE WII VALDESI
bibuoteca
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Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 1 10 .31 32
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T(m;i;I, l’KI.I.iCK 10 Agosto i''73
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I 25 ANNI DEL C.E.C
Problemi e prospettive
Domenica 24 tutte le chiese cristiane, ad eccezione della cattolica romana, ricorderanno nel corso
di un culto una data di grande significato storico: laf ondazione del
Consiglio Ecumenico delle chiese
avvenuta 25 anni or sono ad Amsterdam. Per un caso singolare e
significativo quella stessa domenica si inaugurano a Torre Pellice
d Sinodo Valdese e la Conferenza
Metodista; i lavori, le riflessioni e
ie ricerche di queste due nostre
chiese si trovano così inseriti in
un quadro molto più vasto: quello della chiesa universale nel eliria della ricerca ecumenica. Occorrerà tornare su questo agosto
048, sul suo significato per la storia della chiesa cristiana del nostro secolo, valutare il significato
che il C.E.C. (la sigla del Consiglio Ecumenico ormai a tutti nota
come la barchetta sul mare che ne
c lo stemma) ha avuto per la te•stimonianza evangelica. Ci basti
oggi rilevare alcuni fatti su cui riflettere in questa vigilia sinodale.
Che cosa, anzitutto, ha significato il C.E.C. per le nostre chiese?
Volendo essere onesti con noi stessi dobbiamo ammettere che non
sembra aver significato moltissimo; per la maggior parte dei
membri delle comunità la vita
della chiesa è ancora e sempre la
vita della propria parrocchia e
molti giudicano per lo meno strano questa abitudine (seguita anche dal nostro giornale) di parlare sempre delle cose degli altri,
dalla Corea all’Oceania anziché
occuparci delle cose di casa no.■'ira. Non si può dunque dire che
i; fondazione del Consiglio Ecunioiico abbia trovato le nostre coni ¡.ni ità evangeliche italiane particosarrnente vive ed impazienti nella battaglia ecumenica. Ecumenici diciamo noi, lo siamo sempre
stati, non abbiamo bisogno di diventarlo, contatti con tutte le chiese del mondo non sono mancati
nei secoli trascorsi. D'altra parte
l’isolamento culturale dell'epoca
fascista ed il clima generale della
nostra teologia non erano molto
propizi ad una meditazione di
quel genere. Sta di fatto che la
problematica posta dal Movimento Ecumenico delle Chiese nel periodo 1920-40 non è stata al centro dei nostri dibattiti. C’è stata
certo anche nell’evangelismo italiano una storia ecumenica che
meriterebbe di essere scritta; dalla posizione personale di Ugo Janni alla ricerca teologica del gruppo di Gioventù Cristiana, sempre
presente in modo autorevole, alrecumenisnio evangelistico di tipo risvegliato del I Congresso
Evangelico del 22. Tutto questo è
presente ma la vicenda ecumenica si è svolta senza che ne prendessimo realmente coscienza a livello di base. La prima constatazione può dunque essere questa:
sono avvenute attorno a noi grandi cose e non ce ne siamo sempre
resi conto.
Il Movimento Ecumenico ha significato anzitutto un allargamento del nostro orizzonte ecclesiastico: non più solo una manciata di
credenti isolati in un contesto ecclesiale cattolico diverso ed estraneo spesso, ma una voce, sia pur
piccola, in una comunità di uomini numerosa e ricca di spunti,
questo ci sprovincializza non poco, ci ridimensiona anche un pochino, ci obbliga a guardare con
occhi diversi quello che ci sta intorno. Dopo il 1948 e la fondazione del C.E.C. nessuna chiesa può
più pensare per proprio conto,
considerarsi sufficiente, bastare a
se stessa, neppure la Chiesa romanna, malgrado le sue affermazioni
di autosufficienza.
Il fatto che domenica si inauguri la sessione del Sinodo valdese
congiuntamente con la sessione
della Chiesa metodista è l’esempio più chiaro e convincente di
questa realtà ecumenica a cui nessuno può più sottrarsi.
Il passo compiuto sulla vita della
ricerca ecumenica dalla sessione
congiunta dello scorso anno alle
assemblee di quest’anno è più
grande di quanto sembra, significa semplicemente che una volta
fatto il passo dell’allargamento di
orizzonti non si può più tornare
indietro a vedere le cose ognuno
dalla propria finestra. Abbiamo
impiegato anni ed anni per arrivare ad una sessione congiunta, timorosi che questo potesse significare perdere qualcosa: libertà,
autonomie, caratteristiche e ci si
accorge ora che i fatti sono più
forti delle volontà e dei timori
nostri.
Dico i fatti perché a viste umane le cose sono così, sono le circostanze che ci obbligheranno a fare
le nostre scelte in una direzione
ben precisa, in realtà da credenti
dobbiamo pur saper leggere nei
fatti: il cammino ecumenico non
è solo, anzi non è in primo luogo,
una sistemazione adeguata delle
chiese di fronte ui problemi della
storia moderna ma una determinazione dello Spirito di Dio. Il
C.E.C. non è l’O.N.U. delle chiese
o il M.E.C. delle teologie, è una decisione umana presa in obbedienza alla fede in Cristo e nella coscienza della presenza dello Spirito. Il Movimento Ecumenico
non è una politica ecclesiastica è
una vocazione di Dio.
Questo significa però un seconiiin: !i
Assemblee, dibattiti,
conferenze
che il C.E.C.
non si riduca a questo
dipenderà da noi.
do fatto: una nuova visione delle
cose. Non basta vedere cambiare
le situazioni (e trovarci uniti vaidesi e metodisti per tornare poi
al piccolo mondo del nostro sinodo prossimo) bisogna cambiare
noi. Uscire di casa (e stiamo uscendo volenti o no) vuol dire in
VERSO IL NOSTRO SINODO
Tempo d’incontri, vario è vivace
Campeggi e raduni
^ Mentre le Valli Valdesi si stanno
riempiendo di villeggianti, in notevole
misura evangelici, sono in programrna tutta una serie di riunioni e di attività di interesse generale per la nostra Chiesa.
Agape — ne abbiamo pubblicato il
programma e il resoconto dei primi
campi — sta vedendo passare il consueto caleidoscopio di campi e campisti, venuti di qua e di là dallTtalia e
dall'estero; segnaliamo ancora, in particolare, il "campo famiglie” di metà
agosto, 13-23 agosto, opportunamente
distinto in due sezioni: il campo biblico per evangelici italiani (il campo
più "interdenominazionale” dell’anno)
sul tema « Ricostruire la comunità » e
il campo pre-cadetti che studierà « la
storia di Giuseppe ».
Il Museo di Frali è fortemente frequentato, e così quello che è visibile
del Museo Valdese di Torre Pellice^ in
fase di ristrutturazione in vista della
inangurazione nella forma totalmente
rinnovata, che si prevede per il luglio
1974. Anche il piccolo Museo di Rorà
è in riallestimento. La Foresteria di
Torre Pellice, come gli altri centri di
accoglienza nelle Valli, registrano il
pieno; e questo significa, oltre a molto
lavoro per i responsabili, una molteplicità di incontri, un approfondimento di conoscenza senza dubbio nettamente positivo. Ne] corso dell'inverno
nelle chiese — specie nelle loro Unioni femminili — si è avviata una riflessione sul senso del turismo nelle nostre Valli; è ora il periodo di una prima verifica.
Il grande raduno annuale del « XV
Agosto» è quest'anno unico per tutte
ie Valli, ed è convocato sulle pendici
della collina di S. Giovanni, in Val
Pellice. Il programma è pubblicalo a
pag. 4. La Commissione del I Distretto, che lo organizza, cura anche quest’anno che alcuni dei temi siano in
relazione alla tematica sinodale.
Un nuovo pastore
Un candidato al ministero pastorale
è presentato quest’anno al Corpo Pastorale, prima, per l’esame di fede e il
sermone di prova, al Sinodo poi, pella consacrazione: Emidio Campi, nato nel 1943 a Torremaggiore (Foggia),
seguili gli studi teologici alla Facoltà
Valdese di Teologia di Roma, dopo un
anno di prova a Felónica, è da due
anni in Germania, dove ha svolto un
metà tempo di servizio fra gli emigranti italiani della regione di Stoccarda,
mentre continuava i suoi studi teologici (la prossima primavera conta conseguire il dottorato in teologia presso
l’Università di Tiibing n, con una ricerca approfondita sulla figura di Thomas Müntzer, ricerca che ha già messo a frutto con un am ( ho articolo pubblicato su « Gioventù Evangelica » e
soprattutto con una raccolta di scritti
di Th. Müntzer, con ampia introduzione, curata per la Claudiana e pubblicata l’autunno scorso); sposato, la sua
compagna ha pure conseguito la licenza teologica. Emidio Campi si presenterà al Corpo Pastorale, per l’esame di
fede, la mattina di sabato 18 agosto,
nell’aula sinodale della Casa Valdese;
qualora tale esame sia positivo, egli
sosterrà nel pomeriggio dello stesso
giorno, nel tempio dei Coppieri, il sermone di prova.
Campo studi
e Corpo Pastorale
Subito prima del Sinodo la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
organizza anche quest’anno, a Torre
Pellice, due giornate di studio: essa
ha infatti indetto per il 23 e il 24 agosto un convegno, che sarà ospitato dalla Foresteria, sul tema « Protestanti
italiani e dissenso cattolico »; diretto
da Aldo Comba, udrà e discuterà le
relazioni di Giorgio Girardet, Paolo
Ricca, Filippo Gentiioni, Alfredo Sonelli.
II sabato 25 agosto sono convocati
a Torre Pellice il Corpo Pastorale Metodista e quello Valdese: la Chiesa
Metodista ha chiesto di poter tenere
anche quest’anno la sua Conferenza a
Torre Pellice, in concomitanza con il
Sinodo Valdese, e a tale scopo ha
spostato la data della propria convocazione; la risposta valdese a questa
proposta — anche se quest’anno non
vi sarà sessione congiunta della Conferenza e del Sinodo — è stata, naturalmente, lietamente positiva, e si cercherà di avere in comune ogni riunione
possibile, a cominciare, appunto, da
una sessione comune dei Corpi Pastorali per la mattina del 25, nell’aula
sinodale, dibattendo il tema « Il ministero pastorale oggi »; delta sessione è aperta al pubblico; nel pomeriggio, poi, i due Corpi Pastorali affronteranno le questioni di rispettivo interesse.
Il culto di apertura
La Domenica 26 ricorrerà — come
rii.'orda qui accanto Giorgio Tourn _
il 25" anniversario della costituzione
del Consiglio ecumenico delle Chiese,
e in quell’occasione nel culto mattutino nel tempio di Torre Pellice sarà ricordata la ricorrenza; presiederà il
past. Alfredo Sonelli, predicherà il
past. Mario Sballi, presidente della
FCEI. Sarà un’occasione anche per le
nostre chiese di ripensare nel culto al
dono e alle responsabilità che la costituzione del CEC ha rappresentato e
rappresenta anche per la Chiesa Valdese. Nel pomeriggio, il culto inaugurale della sessione sinodale e della
Conferenza metodista si terrà nel tempio di Torre Pellice: presiederà il past.
Mario Sbafìi, presidente della Chiesa
Metodista e predicherà il past. Gustavo Bouchard, predicatore designato
dall’ultimo Sinodo Valdese. La sera,
la tradizionale serata a cura della Società di Studi Valdesi sarà consacrata
quest’anno ad un tema più ristretto e
locale ma non meno interessante di
quanto fosse gli anni scorsi. Sotto la
guida dei signori Longo e Maccari sindaci di Rorà e Pramollo verrà introdotto il problema delle autonomie locali in riferimento alla recente legislazione sulle Comunità montanè. Il discorso si inserisce direttamente in
quello più ampio ed impegnativo della ristrutturazione sociale e del turismo nella zona delle Valli ed è superfluo sottolinearne la portata.
Lunedì 27, con il culto in comune
con i Metodisti (Io saranno tutti i culti mattutini) avrà inizio la settimana
di lavori sinodali; la quale per parte
valdese si aprirà con la lettura della
relazione della Commissione d’esame.
Questa, costituita da Giovanni Bogo,
Guido Colucci (relatore). Franco Monaco e Roberto Peyrot, è al lavoro
dalla fine di luglio sull’intera documentazione relativa all’attività della
Tavola e del Consiglio della Facoltà
di Teologia, e indirettamente sull’intera vita della Chiesa Valdese.
Problemi aperti
Fra i temi che la Tavola Valdese, nel
suo Rapporto, propone al Sinodo (oltre a quelli che la Commissione d’esame riterrà opportuno aggiungere e
a quelli proposti da Conferenze Distrettuali) in modo particolare, segnaliamo: la tematica deWevangelizzazione, in rapporto al significato delle celebrazioni dell’S" centenario del movimento valdese: qual è il senso della
nostra presenza evangelica in Italia?
i rapporti con lo Stato, in relazione alla questione déìVabrogazione delle leggi sui culti ammessi, dibattuta in tutte le chiese, anche se con alterne vicende d’interesse; la vita delle chiese
valdesi sudamericane, nei conflitti che
travagliano l’Argentina e l’Uruguay; il
problema del senso e delle forme della
diaconia; l’impostazione deWattività
g- c.
(continua a pag. 2)
contrare gente, rischiare la propria sicurezza, stare con gli altri
da pari a pari, questo però è più
difficile e pericoloso che stare da
soli.
Poco preparati a ragionare ecumenicamente nel 1948 siamo oggi
più maturi, più pronti, più attenti? A livello internazionale anzitutto e poi a livello nazionale. Siamo pronti a collocare la nostra
riflessione nel quadro nuovo di
una ricerca interconfessionale?
Siamo pronti a vedere le esperienze delle nostre chiese e le caratteristiche loro, valdesi e metodiste
nel quadro di una comune ricerca
di tutta la Chiesa di Cristo? Ci rendiamo conto cioè del fatto che
quanto stiamo vivendo noi in questi anni, e quanto dibatteremo nelnostre assemblee, sono gli stessi
problemi che tutte le chiese cristiane affrontano? Comprendere
questo significa da un lato aprirsi
alle esperienze altrui, stare in
funzione degli altri. Tutta la ricerca che da alcuni anni si va conducendo sul tema del movimento
valdese medievale, sulla prima Riforma, non sono temi da convegno storico soltanto, o da celebrazioni centenarie, sono temi vivi,
attuali, sono la parola caratteristica, la vocazione particolare che
siamo chiamati a portare nel dialogo ecumenico attuale. Rivivere
l’esperienza valdese antica non significa copiare e celebrare ma inventare ùn modo di essere « vaidesi » oggi in comunione con tutta
una esperienza passata (e potremmo anche dire di essere « metodisti » nell’Italia di oggi).
I 25 anni di esperienze e di incontri ecumenici non sono passati
invano, sempre più ci troviamo
confortati con altri credenti ed altri modi di credere ma sempre più
ci troveremo anche posti di fronte
a delle richieste da parte di fratelli, il dialogo non solo arricchisce ma impegna, implica che si voglia un atteggiamento di disponibilità, una volontà di dare, offrire, cercare. Se questo pensiero
aleggiasse più spesso nella nostre
assemblee sinodali forse il dibattito acquisterebbe una maggior
apertura ed un nuovo respiro, se
cioè ci rendessimo conto che quanto stiamo cercando non è solo per
noi ma per tutti, che ogni esperienza positiva fatta da noi può
servire ad altri, che la nostra fedeltà all’Evangelo ed alla vocazione particolare della nostra chiesa
può in ultima analisi tornare a
beneficio di molti credenti perché
chi trova oggi, nel contesto ecumenico, non trova per sé ma per
tutti.
G. Tourn
2
pag. 2
N. 31-32 — 10 agosto 1973
? fi
V A'
fS testhnonianza: sappiamo servircene?
LA CLAUDIANA
Da alcuni anni la nostra casa editrice Claudiana ha intrapreso un programma di pubblicazioni molto intenso e lo va conducendo con perseveranza malgrado difficoltà d’ordine finanziario e di collaborazione. Anche qui,
come in altri campi, carenza di uomi
ni e di fondi, ma più dei primi che dei
secondi. La relazione che il comitato
presenta quest’anno al Sinodo, pur
prendendo atto di queste difficoltà,
sottolinea però alcuni elementi interessanti e positivi. Analizziamo anzitutto questi ultimi:
biblico su Amos, raccolta di meditazioni in occasione di Natale hanno avuto
successo di molto inferiore al dovuto,
ed era materiale biblico di vario genere. I libri per ragazzi dal Buccino
al Paese del rododendro rosso sono
quasi ignorati, lo stesso dicasi per la
collana di biografie.
Anche a questo riguardo sembra essere diffuso un senso di generale sfiducia, di demissione, di silenzioso boicottaggio da parte di molti; il sistema
di diffusione centrato sul pastore e
sul piccolo deposito parrocchiale a lui
affidato è entrato in crisi ed occorrerà
rimediare. G. Tourn
NOVITÀ
GIORGIO TOURN
Dna Chiesa in anaiisi
La nuova sede della Claudiana a Torino
Più udienza fuori
Il primo fatto, non privo di significato, è l’aumento delle vendite sia dei
libri della Claudiana (48% in più rispetto al 1972) che di altri editori (23
per cento), aumento che è ancora inferiore al previsto ed al dovuto ma
che risulta, nella situazione attuale, incoraggiante. Questo volume di vendite
è stato in parte determinato dall’aumento di pubblicazioni, verificatosi
nel corso dell’anno, ed anche dalla sistemazione dei negozi di Torino (nel
nuovo stabile di via Pio V, in posizione più favorevole che nel precedente
scantinato) che di Torre Pellice.
Il secondo fatto più interessante ancora è l’udienza che alcuni nostri libri
hanno avuto fuori del nostro ambiente. Già da alcuni anni assistiamo ad
una progressiva espansione della nostra editoria, quest’anno il salto è stato rilevante. Si tratta in particolare
di alcune opere « grazie alle quali la
nostra udienza è oggi notevolmente
più ampia rispetto agli anni precedenti, anche se non sempre si traduce in
effettivi introiti, data la ben nota abitudine nazionale di discutere le idee
di un libro sulla base di recensioni e
del sentito dire ». Queste le opere che
hanno suscitato maggiore interesse:
Poppino Qrlando: La Comunità di
Oregina. « ...Malgrado il boicottaggio
romano la prima edizione è andata
esaurita... e le dodici presentazioni
pubbliche hanno costituito... una forma di ’campagna di evangelizzazione’
che meriterebbe di esse analizzata
attentamente ».
Un altro libro che ha suscitato interesse è La pelle del manovale, di
Romano Borgetto di Cuneo, « rifiutato
da una casa editrice cattolica progressista perché troppo radicale ».
L’antimilitarismo oggi di G. Rochat
« è uscito al momento giusto suscitando vivo interesse fra i militanti politici ed i vari gruppi di antimilitaristi ».
Benché più difficili e molto meno legati a problemi di attualità sono stati
molto bene accolti Teologia nera della liberazione di J. Cone e Scritti politici di Th. Müntzer.
libro come strumento di evangelizzazione e di testimonianza.
« Il numero dei depositi presso le
chiese evangeliche » nota la relazione
« è stazionario. Nel 1970 erano 57, sono ora 58, di cui 33 presso chiese vaidesi, 11 metodiste, 10 battiste e 4 svizzere italiane. Circa la metà delle chiese valdesi continua quindi a non utilizzare questo servizio privando i propri membri di chiesa della possibilità
di conoscere le novità della Claudiana
man mano che escono ».
Accade così che malgrado il numero dei negozi, la settimana del libro,
la propaganda sulla nostra stampa, il
numero dei libri venduti nel nostro
ambiente risulti sempre basso. C’è
una grande obiezione che si sente
spesso ripetere: nessuno compra perché si tratta di libri o troppo politici
o troppo difficili. È proprio vero? Tutto il materiale biblico (cioè non politico) pubblicato di recente: Nuovo Testamento Annotato, volume di studio
Non chiudere porte che si aprono
Scarso interesse in casa
Veniamo agli aspetti negativi. Sono
presto elencati, anzi si riducono ad
uno solo: disinteresse quasi totale dei
membri delle comunità al lavoro editoriale, scarsa lettura, insensibilità al
Quali sono le prospettive della
nostra casa editrice in questa situazione, anzi quale è il suo senso? La relazione della Commissione ci propone una ipotesi di lavoro per l'immediato futuro che
merita di essere presa in attenta
considerazione.
« Solo tre anni fa non v’era quasi Casa cattolica che non avesse
aperto la sua collana ’’ecumenica” con autori protestanti ’’avanzati”. Vi fu allora chi mise in dubbio l’opportunità di continuare ad
investire energie e denaro in una
’’nostra” casa editrice quando
quello che potevamo fare noi '
facevano (con ben altri mezzi!)
cattolici. La situazione è in brevissimo tempo radicalmente mutata.
Sotto l’abile e prudente ma costante pressione normalizzatrice
della curia romana, tutte le Case
cattoliche, anche le più ’’ribelli”
sono rientrate nei ranghi annullando i programmi di pubblicazioni ’’sgradite”.
lo
i
Da parte loro le case laiche, terminata la ventata d’interesse per
la problematica religiosa a livello
di massa, hanno annullato i loro
programmi nel settore soprattutto, ma non unicamente, per motivi economici. Il quadro che ne deriva... è preoccupante. I fermenti
del cattolicesimo italiano postconciliare — tuttora ben vivi e
operanti — sono totalmente
sprovvisti di una loro voce nel settore editoriale e rischiano fortemente l’emarginazione. Sempre
più spesso la Claudiana viene sollecitata a farsi portavoce di questi
gruppi. Anche se sarà necessaria
un’attenta vigilanza per non deflettere dalla nostra linea editoriale, riteniamo che si aprano qui
delle possibilità di testimonianza
assolutamente insospettabili ancora pochi anni or sono.
CHI LI HA LETTI ?
R. SHAULl, Oltre le regole del gioco
M. LUTERO, Il Padre nostro spiegato ai semplici laici a cura di Valdo Vinay
TH. AAUENTZER, Scritti politici a cura di Em. Campi
S. RICCIARDI, Perché pregare
S. ROSTAGNO, Parliamo ancora della Riforma
Pane al pane...! — rapporto del sinodo rif. olandese sulla Bibbia
LETTY M. RUSSELL, Liberazione della donna in una prospettiva biblica
Sfida della Parola (52 meditazioni bibliche)
P. ORLANDO, La comunità dì Oregina
Amos, a cura di G. TOURN
G. lURATO, Pietro Tagliatatela
Histoire memorable de la guerre faite par le due de Savoye
A. SONELLI, Ecumenismo sì, ma quale?
L'antimilitarismo oggi, a cura di G. ROCHAT
R. BORGETTO, La pelle del manovale
F. GIAAAPICCOLI, Liberi ma disuguali
J. CONE, Teologia nera della liberazione
E. ROSTAN, Sconfitta della morte
R. MEHL, Morale cattolica e morale protestante
A. MOLNAR, Jan Hus testimone della verità
P. RICCA, L'identità protestante
G. TOURN, Una chiesa in analisi. I valdesi dinanzi al domani
Naturalmente questa nuova
apertura della Claudiana alle voci più « evangeliche » del dissenso
cattolico viene a contrastare, sia
pure modestamente, un preciso
disegno normalizzatore della curia romana e suscita quindi reazioni di chiusura nei nostri confi onti, il che ci costringe spesso
ad operare in una situazione nettamente più sfavorevole.
In questa situazione di ’’aperture” impreviste ma anche di contrasti non possiamo permetterci
errori o battaglie di retroguardia.
Dobbiamo raccogliere le forze e
gli strumenti necessari per una
lotta che può diventare molto dura. Ritirarci a questo punto potrebbe voler dire perdere un’opportunità di testimonianza e di
"presenza” che potrebbe rivelarsi
preziosa ».
La Comm. Editoriale
Claudiana
LA DIACONIA
L’assistenza agli emarginati dalla società è stata sempre uno dei tratti
caratteristici della comunità cristiana — questo compito non è venuto meno neppure oggi — Una riconversione delle strutture si impone però ad una riscoperta della vocazione del servizio.
I valdesi di fronte al domani
(P.C.M. n. 23, pp. 134, L. 1.500)
1848, fanfara per Tevangelo in Italia.
Con la libertà religiosa accordata dallo statuto albertino ai Valdesi, cominciano gli anni che « a molti evangelici
odierni appaiono come un tempo eroico e felice ». Ma la fanfara è muta dopo la prima guerra mondiale che « segnava la fine dell’età protestante nel
mondo ». Fuori, il sorgere della coscienza proletaria con la rivoluzione d’ottobre; dentro, di qua Roma papale che
rialza la testa, di là il fascismo. In
mezzo gli evangelici italiani accomunati dalla medesimo angoscia vocazionale: che dire, che fare? Per il momento è necessario attendere, ristrutturare, resistere...
Passa anche la seconda grande guerra, viene la Liberazione. L’Italia si trasforma in campo economico e sociale,
mutando in profondità la vita ed il
comportamento degli italiani; ne deriva una crisi ed un mettere in questione
di molte realtà ed istituzioni stabilite,
cornprese le chiese cristiane. Quali sono in questo contesto le prospettive di
rinnovamento a livello di vita organizzata, di dottrina, di atteggiamenti per
una comunità che si voglia evangelica?
L’autore prende in esame le vicende e
la situazione della Chiesa Valdese, indicando alcune linee di ricerca e sforzandosi di coglierla nella sua realtà.
Ma non per questo il libro deve considerarsi limitato ad un ambito confessionale ristretto: i problemi di una
chiesa sono oggi i problemi di tutte le
chiese e tutti i credenti potranno trovare qui, messi a fuoco, le proprie speranze ed i propri interrogativi.
Inf/Claudiana
Quest’anno il Sinodo è invitato, in
base alle decisioni della sessione dello
scorso anno, a dare particolare rilievo
ad un problema: la Diaconia. Già nel
corso degli scorsi anni si era fatto strada la convinzione che questo tema stesse diventando di primaria importanza
nella vita della nostra testimonianza;
lo si avvertiva nel dibattito sull’operato
della C.I.Q.V., percorrendo le relazioni,
sempre ricche di spunti del Centro Diaconale, che attese invano un dibattito
delle sue esperienze, lo si avvertì approvando gli statuti di due grandi iniziative quali il Centro Diaconale di Palermo ed il Servizio Cristiano di Riesi.
Gli elementi che rendono urgente
questo dibattito chiarificatore sono individuati dalla Relazione della Tavola
nei seguenti punti:
1) Notevole numero delle iniziative in
questo settore;
2) Rapido mutare delle circostanze
esterne;
3) Crisi del personale e delle strutture
edilizie.
La Relazione nota; « ...per quanto riguarda il primo punto la situazione è,
almeno ufficialmente, cambiata. Rimane invece drammaticamente valida la
esigenza di una fattiva solidarietà con
le sempre più numerose vittime di
una società in crisi (ragazzi senza famiglia o lontani da essa, inabili, vecchi) ».
Un boom incontrollato
Nel corso degli ultimi 150 anni sono
sorte fra noi moltissime opere, spesso
per iniziativa di un singolo pastore o
di una comunità sorrette dall’aiuto di
amici esteri. Non ci rendiamo neppure conto del loro numero, ma « questo lento (e scarsamente controllato)
accumulo ha lasciato in sospeso parecchi problemi: l’autonomia dei singoli istituti..., il loro inserimento nella vita della chiesa, il necessario coordinamento fra le varie opere simili ».
Molto slancio dunque, molto impegno,
spirito di iniziativa che però si accende molto spesso nel momento della costruzione e che va lentamente diminuendo dopo, quando bisogna gestire
le opere stesse. La domanda prima è
questa: una chiesa di poche migliaia
di membri può permettersi di creare
e condurre un tale numero di opere
assistenziali?
Esprimendo questo pensiero in modo molto semplice, forse anche troppo, per necessità di chiarezza, potremmo dire; le nostre opere sono nate
come servizio all'interno della comunità valdese (anche se sono sempre
state aperte ad ogni persona bisognosa senza discriminazione), oggi diventano strumento di testimonianza e di
servizio verso l’esterno. Prima servivano a noi, ora agli altri; siamo disposti ancora a mantenerle a queste
condizioni? Ne abbiamo la possibilità?
Non è un caso che il problema sia sorto in un settore particolarmente delicato: quello dei minori, cioè di quella
parte della nostra società che era sin
qui servita dai nostri orfanotrofi e
convitti. Sono queste opere che più di
tutte sono oggi esposte alle critiche e
alle riserve da parte di molti, è naturale sia così perché sono quelle che
più di tutte pongono in crisi il nostro
antico concetto di assistenza.
Carenze (di uomini e mezzi
Le situazioni mutano
Perché sono sorte queste opere?
« Per rispondere a due esigenze diverse: a) l’esclusione dai corrispondenti
istituti cattolici... specialmente nel
ghetto delle Valli, e b) le condizioni
drammatiche di miseria della popolazione nei centri di evangelizzazione ».
« Nel passato buona parte della nostra Diaconia era stata di tipo artigianale; gli edifici rispondevano all’esigenza del puro ricovero dalle intemperie, e spesso al personale non era
richiesta una particolare competenza
tecnica, mentre oggi la situazione sempre più complessa che dobbiamo affrontare... esige e preparazione e ti
toli specifici. Diventa così sempre più
assillante il problema del reperimento
di personale specializzato e dei mezz‘m
per pagarlo secondo le disposizioni di
legge. Intanto numerosi edifici si rivelano sempre più inadeguati alle esigenze attuali... ».
Questi i gravi interrogativi aperi:
che evidentemente il Sinodo non avrà
modo di risolvere in pieno; sono dinnanzi a tutti i credenti e si può solo
sperare che impostati in modo serio
siano avviati a soluzione nel corso dei
prossimi anni.
Verso
il nostro Sinodo
(segue da pag. 1 )
La Società di Studi Valdesi in occasione della sua seduta annua, convocata domenica 26 agosto alle ore 21
nell'aula sinodale, indice un pubblico
dibattito sul tema ;
Forma di "autonomie"
nelle Valli Valdesi
ieri ed oggi
che sarà presentato dai seguenti oratori : A. Armand Hugon, presidente
della Società, P. Longo ed E. Maccari,
presidenti dei Consigli di Valle della
vai Pellice e Chisone.
Seguirà la seduta ordinaria dei soci.
il Seggio
della Claudiana, in rapporto alla nostra presenza in Italia (per queste due
tematiche, si veda la pag. 2); ovviamente una parte dei dibattiti esamineranno le questioni finanziarie: se da
un lato si può constatare una rallegrante maturazione (ma rimangono
ampi margini!) della coscienza contributiva dei credenti e delle chiese, desta invece preoccupazione il crescente
carico amministrativo rappresentato
da un complesso di edifici in notevole
misura invecchiati e non più funzionali, e di opere che si sono andate moltiplicando nel dopoguerra. L’assemblea sinodale ha dunque davanti a sé
una densa agenda di lavori.
Seguiranno alla settimana sinodale
le « giornate storiche », anche quest’anno organizzate dalla Società di Studi
Valdesi, che ha convocato per i primi
di settembre il Convegno di studi sull’eresia e la Riforma in Italia.
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10 agosto 1973 — N. 31-32
iiag. 3
BANGKOK: principio di una nuova era deiropera missionaria
L articolo che segue è stato pubblicato nel numero di aprile 1973
della International Review of Mission”, rivista trimestrale del Dipartimento per la Evangelizzazione e la Missione del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
L autore, il pastore Emilio Castro, nuovo direttore di questo
dipartimento, che succede al pastore Philip Potter, ora segretario generale del Consiglio Ecumenico, cerca di dare la sua valutazione sull incontro di Bangkok, e allo stesso tempo di indicare molto brevemente quelle che potranno essere le linee seguite dal suo dipartimento nei riguardi di quello che gli inglesi chiamano il ’’follow up”,
cioè l azione pratica da svolgere, dopo una conferenza, perché la sua
influenza possa concretizzarsi giustificandone così Vutilità.
Questo dunque il testo dell’articolo:
"Siamo convinti di esserci riuniti
intorno al Cristo vivente”
La Conferenza sul tema « La Salvezza Oggi », convocata dal Dipartimento
per l’evangelizzazione e la missione,
è stata anzitutto un avvenimento sul
piano spirituale. Uno dei suoi scopi
principali era esaltare la salvezza che
noi conosciamo in Gesù Cristo. Il battito segreto del cuore della conferenza
si sentiva nel culto celebrato ogni mezzogiorno, quando ognuno era invitato
ad esprimersi nella sua lingua materna. Questo momento di preghiera e di
adorazione era l’occasione offerta per
esporre dinanzi a Dio tutte le divergenze, le ansietà, e le speranze della comunità. Si creò così una atmosfera
spirituale di cameratismo, di fiducia
reciproca e di solidarietà, che ci dava
!a possibilità di affrontare in una nuora prospettiva le differenze di opiniole, reali o apparenti, che sorgevano
nelle discussioni. La sorgente di que;ta atmosfera è stata indicata chiaramente nel messaggio della Conferenza
alle chiese là dove è detto: « Siamo
convinti di esserci riuniti intorno al
Cristo vivente ».
Prima che cominciasse la conferenza
molti erano ansiosi a proposito dei
suoi risultati. Essi temevano che essa
ootesse essere l’occasione di una rottura definitiva nella famiglia cristiana.
Noi ci trovavamo di fronte al tema
fondamentale della nostra tradizione:
« la salvezza ». Opinioni diverse e contradittorie su questo argomento potevano essere l’indicazione di divergenze concernenti la radice stessa della
nostra fede. Coloro che nutrivano dubbi a proposito dell’attività del Consiglio Ecumenico delle Chiese, nel suo
sforzo per associarsi alle crisi storiche
deU’umanità, temevano che a Bangkok
questa linea « orizzontale » venisse in
certo qual modo sacralizzata. D’altra
parte coloro che erano impegnati per
la liberazione su vari fronti politici
nei loro paesi, temevano che Bangkok
significasse il rifugiarsi in qualche pia
definizione senza relazione con la realtà terrena giornaliera, (il che per loro sarebbe stato un passo indietro).
In realtà Bangkok ha superato questi
timori e ci ha fatto riprendere la via
del ritorno ai nostri paesi rispettivi
con un sentimento più profondo del
nostro impegno per la Missione cristiana. Non abbiamo ignorato le dure
realtà. Come avremmo potuto ignorarle, sapendo che eravamo a un’ora di
volo dal Vietnam e consapevoli eh,e
ad ogni istante i bombardieri americani s’innalzavano dagli aeroporti della Thailandia, mentre noi stavamo discutendo delle nostre convinzioni teologiche.
Salvezza: molti aspetti, molte espressioni
La sfida, i problemi e le opportunità
suscitate dal nostro tema, furono esposti in due relazioni da M. M. Thomas
Thomas Wieser... Poi la Conferenza
continuò i suoi lavori in gruppi, ognuno essendo incaricato di studiare un
aspetto del problema. Alcuni studiarono un brano particolare della Bibbia; altri l’argomento della morte e la
inalattia. Alcuni usarono la contempla:done, altri si servirono dell’arte, per
esaltare la realtà della salvezza. Fu in
questi piccoli gruppi impegnati in vari
modi che la fiducia e la conoscenza reciproche furono create assieme ad una
atmosfera piena di aspettativa. Poi la
conferenza fu divisa in tre sezioni per
ìiscutere, « la salvezza e l’identità cul.arale », « la salvezza e la giustizia solale », e « il rinnovamento delle chiese in relazione alla salvezza». Non vi
.'¡■ano testi_ già preparati; il materiale
ernie fornito dai gruppi che studiaroo laboriosamente questi temi, ed era
iutto impregnato dalle esperienze personali dei delegati. Profondamente
consci della nostra appartenenza comune in Cristo, ci fu possibile venire
alle prese con problemi basilari e realtà difficili, senza distruggere la reciproca fiducia. La presenza fra noi di persone che rappresentavano gruppi impegnati nella lotta per la liberazione
in situazioni difficili come la Sicilia, il
Vietnam, l’Irlanda del Nord, ci confrontava continuamente, nelle nostre
discussioni, con la realtà. Non potevamo esprimere liberamente dei concetti astratti, senza fare costantemente
riferimento a quello che stava accadendo nella vita del mondo e nella vita delle chiese.
Il problema della cultura e della conversione fu messo a fuoco dalla testimonianza personale di persone e chiese che cercano di assumere le loro responsabilità in situazioni particolari.
La relazione tra salvezza e giustizia
sociale fu considerata in rapporto agli
sforzi compiuti da uomini e comunità
cristiane in molte situazioni del mondo che sono una sfida per loro. E la
preoccupazione per lo sviluppo della
chiesa fu considerata in relazione alla volontà di Dio che libera e fu
espressa in questa domanda: come
può la comunità cristiana essere resa
più forte perché possa compiere una
attività più fedele obbedendo al suo
Maestro? Attraverso questa azione costante tra lo studio biblico, l’adorazione di Dio, la riflessione e lo scambio
di informazioni, è emersa una serie di
convinzioni che sono espresse nei documenti di Bangkok. Questi documenti, quando vengono letti nella solitudine di uno studio, forse, non potranno
comunicare la ricchezza dell’esperienza che essi contengono. Dobbiamo invitare i nostri lettori a porsi nella situazione esistenziale di coloro che,
provenendo da un luogo particolare
dell’impegno missionario, incontrarono dei fratelli e delle sorelle, venuti da
ambienti culturali diversi ma ugualmente impegnati al servizio del medesimo Signore nella loro lotta personale per la salvezza. Assieme hanno
cercato di trovare una definizione comune, una descrizione comune della
salvezza sperimentata da loro in Gesù
Cristo. Noi pure dobbiamo metterci
nel bel mezzo di quel gruppo di persone, che avevano reciprocamente fiducia, e allora potremo capire il messaggio contenuto in questi documenti.
Forse le convinzioni emerse a Bangkok possono essere capite soltanto da
chi si trova in una situazione in cui le
divergenze sono considerate in un impegno comune per il Signore. Certo
che ci furono molte opinioni diverse.
L’onera missionaria fu giudicata in
modi diversi, secondo se il punto di
vista era quello di una persona del
Terzo Mondo, o deH’Qccidente. Certo
che sono emerse delle accentuazioni
dottrinali molto diverse. Ma una cosa
è apparsa chiara a tutti « la nostra solidarietà in Gesù Cristo! ». Perciò esaltando questa realtà di base, fummo
portati ad accettare le divergenze e a
viverle, a parlarne, a usarle in quanto
facenti parte della tensione nella quale Dio ci chiamava ad essere testimoni
ubbidienti. Tutte queste differenze personali non poterono eliminare il riconoscimento reciproco della nostra appartenenza alla comunità di Gesù Cristo.
Angoli visuali diversi, talora divergenti,
una solidarietà fraterna profonda
Abbiamo pure scoperto che le preoccupazioni teologiche o l’accento su alcuni aspetti particolari della nostra
fede, che appaiono molto importanti
nelTarea locale dove viviamo, sono cot>
.siderate molto diversamente dal pun*o di vista di una missione mondiale.
Le discussioni teologiche che avvengono in certe parti dell’occidente, erano
ignorate da coloro che provenivano
dall’Asia, dall’Africa e dall’America Latina, perché essi sentivano che non
erano questioni basilari per la loro ricerca del modo di proclamare la salvezza nel nostro tempo... L'assemblea
ha raccomandato che questo materiale
regionale sia studiato, ma col fine di
arricchire la discussione al livello mondiale. Però un consenso unanime su
questi problemi non può più essere
considerato come essenziale perché si
possano unire i nostri sforzi in una
opera missionaria mondiale. Così a
Bangkok siamo giunti al punto di considerare la salvezza come una realtà
comprensiva: essa è la sollecitudine di
Dio, l’amore di Dio per tutta l’umanità,
e allo stesso tempo essa chiama ognuno a una relazione personale con Gesù Cristo. Abbiamo realizzato a Bang
kok che la schizofrenia teologica che
separa la relazione con Dio dalle relazioni coi vicini, sparisce nella meravigliosa conoscenza di un Dio che libera,
il cui spirito opera per mezzo di vari
agenti liberatori, ma agisce principalmente per mezzo della sua Chiesa, per
portare alla umanità il segreto del suo
amore e per offrire la possibilità di decidere coscientemente di incorporarsi
nella sua missione divina di salvezza
e liberazione.
Abbiamo scoperto che preoccuparsi
dello sviluppo della chiesa è necessariamente congiunto alla preoccupazione per la giustizia sociale e l’autenticità culturale; che la partecipazione dei
cristiani alle lotte per la giustizia sociale, particolarmente se a favore dei
deboli della terra, non significa deviare dalla preoccupazione principale della fede cristana, ma è in modo più preciso, la sua espressione nel mondo contemporaneo. Abbiamo realizzato che
in una situazione come quella del Vietnam, la priorità per la salvezza è la
pace, e che l’unico modo di agire veramente da cristiani era di lottare per
la pace. In altre situazioni abbiamo
scoperto che la salvezza significa cercare l’indipendenza, o la riconciliazione. In nessun caso queste priorità
particolari possono esprimere tutte le
possibilità o tutto il contenuto del
messaggio cristiano di salvezza, ma
ignorandole il Vangelo viene tradito.
(...) Nessun aspetto della vita dell’uomo è estraneo alla comunità cristiana.
Nella nascita di un bambino, nella sua
crescita, nel suo inserimento nella comunità umana, nella lotta per la libertà di intere comunità, nella ricerca di
forme di vita più umane, noi vediamo
manifestazioni della provvidenza di
Dio, dell’amore di Dio, della sollecitudine di Dio, dell’amore di Dio. Il Dio
che agì nell’esodo, liberando il popolo
di Israele, e il Dio che operò sul Golgota, mediante la morte e la risurrezione di Gesù Cristo, e offre nuova vita a tutta la umanità, è lo stesso Dio
che ci chiama ad operare per la salvezza della umanità. Allo stesso tempo abbiamo realizzato la validità permanente della relazione personale col
Dio che conosciamo per mezzo di Gesù Cristo, e siamo impegnati ad invitare la gente ad entrare in relazione
con lui, a ricevere il vangelo della loro liberazione personale, perché possano, ispirati dal vangelo e sospinti da
questo incontro, essere arruolati come soldati di Gesù Cristo nella sua
lotta per la liberazione della umanità.
Secondo questa concezione della liberazione, noi riconosciamo che gli uni
e gli altri lottiamo su frontiere diverse,
che dovrebbero essere complementari
e non contradittorie, come servi del
medesimo Dio che in Gesù Cristo, ci
ha fatti accedere ad una libertà più
ampia.
Nessuna visione romantica della Chiesa
Quindi la Chiesa appare come Ja
comunità chiamata a portare il messaggio della salvezza. Questo non significa che Bangkok abbia avuto una visione romantica e illusoria della Chiesa. Non vi è stato alcun falso ottimismo, sulla situazione reale della Chiesa. Al contrario la conferenza ha dichiarato chiaramente che « senza la
salvezza dalla loro cattività delle chiese ancora impgnate a promuovere l’interesse delle classi, razze o nazioni dominatrici, non V; può essere una chiesa che salva. Se ìe chiese e i cristiani
non saranno lil ci ati dalla complicità
con l’ingiustizia e la violenza delle
strutture, non \i imìò essere una chiesa
che libera rum i;,ità. Tutte le chiese,
tutti i cristiani devono affrontare il
problema e sta ire se essi servono
soltanto Cristo, . la sua opera di salvezza, o se allo osso tempo servono
anche potenze dv ; inumanità. Nessuno
può servire a du; padroni, a Dio e a
Mammona (Mat., 6: 24). Dobbiamo
confessare il cattivo uso che facciamo
del nome di Cristo, quando le chiese
accettano d.ei compromessi con dei
poteri oppressivi, qi : ndo noi rimaniamo apatici a causa i nostri interessi
personali, e della istra carenza di
amore e per paura Stiamo cercando
di realizzare la vera comunità di Cristo, che opera e soc re per il Regno.
Cerchiamo di essere la chiesa, ricca di
doni che coinvolge le energie esistenti,
nell’opera di salvezza (I Cor. 12). Cerchiamo di essere la chiesa che prende
l’iniziativa per una opera liberatrice,
e sostiene l’attività di altri gruppi liberatori, senza guardare al proprio interesse... Una chiesa che non è semplicemente un rifugio per coloro che sono salvati, ma una comunità che serve
il mondo, per amore di Cristo ». (Relazione della II sezione della conferenza).
Questa è la chiesa che desideriamo
vedere crescere. Questo è l’invito al
discepolato che è il nostro mandato
evangelico.
Bangkok ha centrato il suo interesse sull’argomento scelto: « la Salvezza oggi »; ma era una conferenza missionaria, una conferenza in cui delle
chiese e delle organizzazioni missionarie hanno lavorato insieme. Perciò era
necessaria una riflessione sul significato del loro concetto di alvezza in vista delle loro attività. Noi siamo giunti
ad una conclusione: Abbiamo visto la
fine di una era missionaria; comincia
ora una nuova era nella quale il concetto della "missione a livello mondiale", sarà fondamentale. Naturalmente non abbiamo potuto prevedere
tutte le implicazioni di questa affermazione.
Segni di una nuova era missionaria
Ma alcune cose sono già evidenti.
1. - Non è più possibile distinguere chiaramente tra la missione all’estero e la missione intei na. In un mondo in cui siamo tutti collegati, siamo
anche solidali. L’opera missionaria
svolta dalle chiese negli Stati Uniti è
più importante per determinare la situazione della Chiesa in molti paesi del
mondo, che il fatto che esse mandino
o no dei missionari all'estero.
Infatti, quel che darà più credibilità
alla testimonianza del missionario all’estero è l’attitudine delle chiese nei
riguardi dei problemi del suo paese.
Le condizioni in cui si trovano gli
operai emigrati in Francia, Svizzera o
Germania, da una migliore valutazione della qualità missionaria della chiesa in quei paesi, che il numero di missionari che esse possono mantenere in
Africa o in altre parti del mondo.
2. - Questo non significa la fine di
ogni missione all’estero. Al contrario,
nuove possibilità per una cooperazione internazionale si aprono per noi
quando realizziamo l’importanza di
una visione del mondo intero come
terreno di missione. Alla conferenza
del Messico fu cognato il motto: « La
Missione nei sei continenti ». Qra noi
comprendiamo che la situazione missionaria nella Svezia, è anche la responsabilità della Chiesa che si trova
in Africa, Asia o America Latina, e
che quando consideriamo le possibilità
di azione offerte da una particolare
situazione locale, dobbiamo ricordare
che abbiamo alla nostra disposizione
le risorse della Chiesa mondiale. Riconosciamo le difficoltà che sorgono
quando si cerca di applicare concretamente questo concetto, perché le risorse finanziarie sono concentrate in alcune regioni del globo. Ma cominciamo
ad imparare a distinguere le persone
dal denaro. Ciò che è veramente importante è che ora noi vediamo, più
che nel passato, sempre più ampie possibilità di cooperazione missionaria.
3. - I paesi occidentali hanno bisogno dell’aiuto di quelle che chiamiamo le « terre di missione », per l’adempimento del loro dovere missionario
in mezzo a delle società secolarizzate.
Questo è stato un fatto nuovo a Bangkok: la gioia della scoperta che la
Chiesa Universale ha questa dimensione e il poter domandare onestamen
te l’aiuto gli uni agli altri nelle nostre
situazioni missionarie.
Nessuno può essere così sicuro delle sue possibilità da credere che non
abbia bisogno dell’aiuto di fratelli e
sorelle di altre nazioni. Nessuna chiesa dovrebbe concentrare il suo interesse tanto esclusivamente sui propri
affari da dimenticare che è pure responsabile dell’opera missionaria nel
resto del mondo.
A Bangkok avevamo dei rappresentanti provenienti dai paesi socialisti
dell’Europa Qrientale, che espressero
il desiderio di partecipare all’opera
missionaria della Chiesa nella sua totalità. C’è qui una possibilità che merita di essere studiata e utilizzata concretamente in qualche modo. Ci sentiamo di sostenere queste chiese nella
loro testimonianza e dar loro l’assicurazione che partecipano con altri all’opera globale della comunità cristiana? Alcune di queste chiese hanno
partecipato pienamente nel passato
all’opera missionaria internazionale.
Alcune delle chiese ortodosse hanno
una lunga storia missionaria, usando
metodi diversi, con una accentuazione
della vita liturgica, che varrebbe la
pena di studiare e da cui si potrebbe
imparare molte cose. D’altra parte ci
sono delle ispirazioni, esperienze e metodi che questi fratelli potrebbero acquistare al contatto con le situazioni
di altre chiese e dei loro responsabili
in altre regioni del mondo.
4. - Alla luce della nostra consapevolezza della realtà drammatica della
Chiesa piantata un po’ dappertutto nel
mondo e radicata in culture nazionali
diverse, dei valori che nella recente
storia missionaria erano accettati come ovvii, furono, non soltanto messi
in dubbio, ma seccamente rifiutati.
Siamo giunti al termine della occidentalizzazione della Chiesa e siamo
impegnati in uno sviluppo per cui, attraverso varie identificazioni locali apparirà la Chiesa Universale. Questo
sviluppo susciterà delle tensioni ma è
anche pieno di promesse. « L’universalità della fede non contraddice i suoi
aspetti particolari ». I cristiani scoprendo che le loro radici sono affoncolari, accettano questo fatto quale loro specifica contribuzione al dialogo
ecumenico e all’impegno missionario
date in razze, nazioni, culture, parti
su scala mondiale. L’azione reciproca
delle varie espressioni locali, della
Chie Universale ci darà un doppio vantaggio: poterci rallegrare per le benedizioni ricevute dagli altri, e la correzione fraterna che scaturisce dalla nostra comune obbedienza. La missione
della chiesa deve avere radici affondate in una cultura particolare per potersi confrontare con altre culture affinché sia una sfida creatrice.
In questa nuova era in cui entriamo,
SI aprono nuove possibilità per adempiere la nostra missione che vuole che
siamo il « sale della terra e la luce del
mondo ». In questa visione del mondo
e colle risorse e i tesori della fede
cristiana siamo chiamati ad usare la
nostra immaginazione per creare nuove strutture per inquadrare le relazioni tra chiese e organizzazioni missionarie, ed avere una libertà più ampia,
una ubbidienza piu intelligente, e una
migliore utilizzazione delle nostre risorse. Noi guarderemo al futuro come
soli possono aspettare coloro che conoscono Colui che fece, fà, e farà ogni
cosa nuova. È in questa prospettiva,
usando la nostra immaginazione e
cercando di usare liberamente tutte le
risorse presenti per allargare sempre
più la nostra opera missionaria, che
deve essere letta la proposta di una
moratoria, fatta a Bangkok.
Una moratoria, che sopprima rinvio di personale e aiuti finanziari da
un paese particolare, non è proposta
come se fosse un principio di generale
applicazione o come una soluzione da
adottare in molti luoghi. È soltanto
una proposta in mezzo a tante altre,
tratte dall’arsenale delle varie possibilità offerte per l’adempimento della
nostra missione. Una moratoria può
essere giustificata soltanto quando si
giunge alla conclusione che in un luogo particolare, e ad un dato momento,
essa è il modo migliore per l’adempimento della nostra vocazione missionaria; non dovrebbe mai essere una
rinuncia a questa vocazione. Questo
deve essere detto ben chiaramente.
Obbedendo alla vocazione missionaria,
può darsi che per riacquistare la nostra personale identità e per scoprire
nuove possibilità di azione missionaria, noi abbiamo da attraversare un
periodo in cui vengano sospese certe
forme di relazioni tradizionali. Deve
essere una moratoria in vista della
Missione e non una moratoria dell’attività missionaria.
Non meno
ma più salvezza
Bangkok non supplica perché ci sia
meno salvezza, ma più salvezza. Bangkok è un invito a guardare avanti con
gioia, uniti nella nostra comune conoscenza del Dio che in Gesù Cristo ci
libera e ci invita a vedere ed a partecipare alla sua azione liberatrice nel
mondo intero. Molte cose dovranno
essere discusse. Rimangono molti problemi da risolvere. Donde verrà la potenza per una azione nel mondo di oggi? Come comprendiamo questa appartenenza a delle culture particolari
e allo stesso tempo la dimensione universale della Chiesa? Come potremo
realizzare delle strutture che favoriscano una collaborazione vera, in un
mondo così diviso? Come possiamo
essere predicatori del Vangelo della
riconciliazione, senza tener conto delle
profonde divisioni esistenti nella umanità? È vero: ci sono molti problemi
intellettuali, pratici, strutturali. Ma
sappiamo una cosa: Dio agisce sempre
nel mondo per liberarlo, e noi, avendo
accettato Gesù Cristo, siamo stati arruolati in questa azione apostolica.
Qbbediamo giorno dopo giorno a questa vocazione, nella speranza che Dio
aprirà nuove vie alla nostra testimonianza, mentre proseguiamo il nostro
cammino con Lui.
Emilio Castro
Leggendo l'ultima parte di questo
articolo del pastore Castro, appare
chiaramente che la Società delle Missioni di Parigi, quando ha deciso di
creare al suo posto la nuova organizzazione della Comunità Evangelica per
l'Azione Apostolica, le cui strutture
sono state illustrate varie volte agli
abbonati del nostro giornale, è entrata
risolutamente nella nuova era missionaria, di cui parla il nuovo segretario
del Dipartimento per la Evangelizzazione e la Missione del Consiglio Ecumenico delle Chiese. La C.E.V.A.A.
compie una opera di pioniere nel campo delle relazioni fra le chiese europee
e americane e quelle del Terzo Mondo.
È comprensibile quindi il vivo interesse suscitato dalla Cevaa negli ambienti missionari britannici e durante la
conferenza di Bangkok. È da sperare
che un interesse altrettanto vivo si
manifesti nelle nostre chiese, e in particolare in quelle delle Valli, quando
il Consiglio della Cevaa terrà la sua
sessione annuale a Torre Pellice daini al 19 setembre, e che molti membri di chiesa approfittino pienamente
dei contatti che potranno essere stabiliti con i rappresentanti di quelle chiese sorelle, particolarmente la domenica 16 settembre.
R. COISSON
4
pag.
CRONACA DELLE VALLI
N. 31-32 — 10 agosto 1973
PRIMO DISTRETTO
XV AGOSTO
La festa del XV Agosto avrà luogo quest^anno nel territorio della comunità di San Giovanni in una bellissima località collinare detta « Ciabot 'd le
Masche » sotto i castagni. Il percorso a senso unico sarà indicato da apposita
segnaletica partendo dai Bellonatti, dalla zona del Tempio, via Saret con uscita presso la strada dell'Uliveto. Per chi intenda andare a piedi si può lasciare
I automobile sul piazzale del tempio e raggiungere la località per la bella
strada ombreggiata nei boschi, circa Vi ora di cammino. Per chi intenda raggiungere la località in macchina si prega tenere presente che le condizioni
della strada non permettono transito a vetture di larghezza superiore alla
FIAT 124.
Sul posto sarà allestito un ricco' buffet con bevande, cibi caldi, pane di
produzione locale, torte, ricca lotteria e pesca. Tutti i proventi di queste attività saranno destinati al progetto dell'Asilo Valdese per persone anziane.
Il tema dell'incontro nella mattinata è quest'anno l'impegno della comunità cristiana nel servizio diaconale. Si tratta di un problema che è al centro
del dibattito oggi e che il Sinodo affronterà. Vogliamo affrontarlo in un dibattito con il maggior numero di fratelli che possano dare il loro contributo e la
loro esperienza personale: pastori, laici impegnati, responsabili. Il programma per la giornata è pertanto stabilito in linea di massima in questo modo:
ore 10 - culto
ore 10,30 - Dibattito presieduto dal past. Giorgio Tourn a cui partecipano
suor Dina Constantin, Luciano Deodato, Alberto Taccia, Dario
Varese.
ore 15-17 - Messaggi e brevi interventi sul Centenario di Valdo, l'evangelizzazione, la chiesa valdese nel Sud America.
La Commissione Distrettuale
Rorà
I focolari misti ioterpeilano le comooità
Le coppie interconfessionali si sono riunite
a Torre Pellìce per il loro 4“ incontro francosvizzero-italiano nei giorni 6-8 luglio.
L’argomento dell’incontro (« Eucaristia, dìvisioni dei cristiani e coppie interconfessionali ») mirava, oltreché ad un approfondimenti teologico-pastorale da parte del gruppo, a
provocare le comunità del pinerolese e ad ofrire loro una occasione di dialogo e di ricerca
comune.
Le comunità locali non hanno accolto questo invito (forse anche per il disinteresse di
preti e pastori); per questo il gruppo dei
« Foyers mixtes » la domenica 8 luglio, anziché farse un culto con eucaristia per conto
proprio, ha preferito suddividersi e partecipare al culto e alla messa nelle comunità di
Torre Pellice.
Durante la celebrazione è stato rivolto ai
fratelli delle comunità un messaggio, di cui
riproduciamo il testo.
Speriamo che questo testo venga discusso
dalle comunità e che possa avviare un «lialogo
proficuo tra il Gruppo « Focolari misti » e le
parrocchie in vista dell’attività ecumenica,
che riprenderà in autunno, e anche in vista
del 5° incontro franco-svizzero-italiano che sì
terrà di nuovo a Torre Pellice nel luglio 1974.
La segreteria del gruppo
« Focolari misti »
Messaggio alle comunità valdese
e cattolica di Torre Pellice
Siamo una trentina di focolari misti appartenenti a dei gruppi di focolari misti della
Francia, della Svizzera e delVItalia, riuniti
a Torre Pellice con alcuni preti e pastori per
un week-end di discussione di meditazione.
I focolari misti sono quelli in cui gli sposi,
di confessione cattolica e protestante, hanno
scoperto che la fede cristiana e per loro fondamentalmente comune, malgrado le differenze che esistono e sussistono tra le due
confessioni a cui appartengono.
Riconoscendo un solo Signore, ci presentiamo a voi come fratelli in Cristo, a voi Parrocchia Valdese o Parrocchia Cattolica. Infatti alcuni di noi sono venuti a questa liturgia in questa chiesa, mentre altri si rivolgono
contemporaneamente all’altra parrocchia di
Torre Pellice con le stesse parole.
Che cosa hanno da dirvi i focolari misti?
Semplicemente hanno da raccontarvi quello
che e loro capitato. Dagli inizi del loro fidanzamento o del loro incontro, i futuri sposi
misti hanno trovato delle difficoltà. Da buon
protestante (o cattolico) ciascuno era persuaso
chiesa, che il suo fidanzato (o fidanzata)
avrebbe dovuto immediatamente riconoscerlo:
ed e stato necessario scoprire subito che le
cose non stavano così.
iiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiittiilin
Per le Biblioteche
del Pinerolese
L’Assessore Regionale Mario Chiabrando
con nota del 28-6-73 ha dato comunicazione
di un contributo deDa Regione di L. 9.500.000
stanziato per la Biblioteca Comunale di Pinerolo, di altro per L. 360.000 a favore della
Biblioteca di Riva e di un terzo di lire
1.330.000 per la Biblioteca di San Lazzaro.
Inoltre ha dato assicurazione che altri
54.920.000 sono stati deliberati sempre dalla
Regione a favore delle singole Biblioteche del
Sistema Bibliotecario Provinciale che fa capo
a Pinerolo.
Anche lo Stato ha stanziato per il Sistema
Bibliotecario la somma di L. 41.674.000.
L’Assessore Provinciale Celeste Martina ha
invece dato notizia che la Provincia metteva a
disposizione del Sistema L. 300.000.
Di un’altra assegnazione di L. 300.000 a favore della stessa organizzazione, fatta dal Ministero delle Finanze, aveva dato comunicazione l’Onorevole Alpino, il mese scorso.
San Secondo
Vendita
di beneficenza
L'annuale vendita di beneficenza organizzata dall'Unione
Femminile avrà luogo, nella sala, domenica 19 agosto, alle
ore 15.
Sarà pure allestito un ricco
buffet con dolci preparati in
casa e bevande varie. Tutti vi
sono cordialmente invitati.
È stato necessario prima di tutto abbandonare ogni pregiudizio di superiorità, lasciare delle idee preconcette, reagire contro un
certo tipo di sensibilità religiosa proveniente
da una certa educazione, e farsi più aperti.
È stato necessario anche superare a volte
gli ostacoli che le famiglie hanno posto al matrimonio che si preparava; è stato necessario
affrontare le difficoltà di trovare il posto della
coppia nelVuna o nell’altra comunità ecclesiastica in cui conveniva inserirsi.
Pian piano è stato necessario percorrere un
certo cammino; conoscere meglio l’altra confessione, comprendere le sue tradizioni, i suoi
riti, il suo spirito, ed imparare (cosa molto importante) non solo a comprendere ma ad amare la confessione del congiunto. Infine a saper partecipare attivamente, come coppia, alla vita delle due parrocchie.
In questo cammino i gruppi di coppie miste, di cui facciamo parte, ci sono stati di
grande aiuto. Si e stabilita una amicizia, e
come amici ci si scambiano delle esperienze,
si trova un incoraggiamento per superare i
propri pregiudizi e ci si esercita a vivere in
comunità.
Ma i gruppi di focolari misti sono coscienti
di dover resistere ad una tentazione che presto si presenta quella di formare delle piccole sette, 0 addirittura una specie di « terza
chiesa ».
Quando ci si trova bene tra amici, si può
avere il sentimento che non si ha più bisogno degli altri. Ma questo significherebbe
perdere il senso della Chiesa di Cristo, della
Chiesa Universale, ed aggiungere altre divisioni a quelle di cui essa già soffre. Ai membri delle coppie miste sta a cuore essenzialmente partecipare alla vita delle Chiese nelle
quali rispettivamente sono nati ed hanno imparato a conoscere Cristo.
Non sono infedeli alla loro Chiesa, frequentano insieme la Messa od il Culto, sentendosi
ugualmente in comunione nell’uno e nell’altra. Il protestante non cessa di trovare un arricchimento nel conoscere meglio la Messa,
ed il cattolico fa la stessa esperienza partecipando al Culto Evangelico.
Resta un momento doloroso quello della
Comunione: uno solo degli sposi può partecipare alla comunione, perché l’ospitalità eucaristica (come si dice) non è ancora entrata
nelle abitudini delle Chiese, ed è ammessa
molto raramente dalle Autorità Ecclesiastiche.
Se questa mancanza è cosi fortemente sentita, è precisamente perché il sentimento dell’Unità dei Cristiani, realizzato nelle nostre
famiglie è diventato per noi cosciente in modo molto vivo. Questo è un dono meraviglioso
che abbiamo ricevuto e che ci auguriamo po.ssa essere condiviso da tutti.
Una grazia ricevuta implica una missione:
quella di testimoniare questa grazia agli altri.
Speriamo di contribuire, modestamente e secondo le nostre deboli possibilità, al progresso
deir Ecumenismo.
È per questo che siamo venuti dalla Francia. dalla Svizzera e dall’Italia qui a Torre
Pellice. per fortificarci gli uni gli altri e per
testimoniare dell’Unità nel Signore.
Vi siamo riconoscenti di averci accolti questa mattina e vogliamo dirvi quanto la vostra comprensione e la vostra preghiera ci
sono preziose. Grazie ad esse altre coppie miste saranno aiutate a vivere insieme la loro
fede in Gesù Cristo.
Torre Pellice, 8 luglio 1973
Domenica prossima la nostra comunità avrà
il suo tradizionale Bazar alle ore 15. Mentre
ringraziamo coloro che hanno lavorato per la
sua preparazione invitiamo tutti cordialmente
a partecipare. Alle 14,30 verrà inaugurato il
nuovo Museo nella sede della casa del camoscio sistemato nel corso della settimana da
un volenteroso gruppo di giovani.
San Germano
Chisone
— Il pastore e la comunità ringraziano
sentitamente il sig. Dino Gardiol, il pastore Giorgio Toum, Silvana Tron e Ileana
Lanfranco che hanno presieduto i culti delle
domeniche 15, 22 e 29 luglio.
Un sincero ringraziamento anche al pastore
Teofilo Pons che ha assicurato nello stesso
periodo i culti alla Casa di Riposo e che ha
celebrato il matrimonio di Paolo Pirón e Liliana Plavan. La sposa è della Costabella. Facciamo i migliori auguri a questi giovani
sposi.
— Ricordiamo che il culto di domenica 12
agosto avrà luogo alla Rostania, alle ore 10,30.
In quest’occasione il culto al tempio sarà sospeso. Naturalmente in caso di cattivo tempo si rimarrà nel tempio. Si chiede a quanti
hanno la macchina di prevedere la possibilità
di trasportare qualche fratello o sorella appiedati.
— La Relazione Annua cosi come la prima
busta per la contribuzione di questo nuovo
anno finanziario sono state distribuite a tutte le famiglie e siamo riconoscenti a quanti
hanno saputo e voluto aiutare il concistoro in
vista dei versamenti estivi da fare alla Cassa
centrale restituendo le buste con sollecitudine.
Siamo particolarmente riconoscenti a quanti
hanno deciso di effettuare dei versamenti mensili.
— Il pastore Conte e la famiglia ringraziano di tutto cuore tutti coloro, parrocchiani
e non, che hanno saputo cancellare con la loro generosità e col loro affetto gli effetti nefasti di un furto subito nel corso di un culto.
La famiglia Conte è felice di dire che una
parte della somma potrà essere messa da parte in vista dell’acquisto di un ciclostile per
la comunità, dato che la ’’falla” è stata largamente tappata.
Giovanni Conte
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Pomaretto
Dal 4 al 19 agosto visita di una dozzina di
giovani francesi guidati dal sig. Costantino. Il
gruppo si accamperà nei pressi dei Blegieri.
Per fare conoscenza con le Valli ciascuno dei
giovani passerà un giorno e una notte presso
qualche famiglia, tanto nella Val Pellice
quanto nella Val Germanasca. I giovani si
produrranno in uno spettacolo di canzoni nei
luoghi e nelle ore che renderemo tempestivamente noti. I giovani di Pomaretto sono
invitati a mettersi in contatto con questi loro
colleghi francesi.
La riunione estiva allTnverso Pinasca avrà
luogo intorno alla frazione di Combavilla, domenica 12 agosto alle ore 14,15 circa. Portare un innario. Probabilmente faremo partecipare i giovani francesi di cui sopra.
La relazione annua del concistoro è stata
distribuita a tutte le famiglie. I nostri tre
deputati al Sinodo stanno leggendo il volume
di rapporti che ogni anno viene distribuito in
vista deU’assemblea. Alcuni dei settori dei
quartieri che il pastore non ha ancora visitato,
saranno visitati nei prossimi mesi, e nessuno
verrà dimenticato! Ferie nella maggior parte
delle aziende. Il fatto che il ’’collettivo operaio” di Perosa si ritrovi nei nostri locali ha
suscitato fortissime critiche in taluni ambienti. Il Concistoro convoca per il 7 settembre,
nel teatro, un’assemblea di chiesa per definire la posizione della chiesa dì Pomaretto sulla questione e per prendere una decisione in
merito. La riunione è limitata ai soli membri della nostra chiesa. Ci auguriamo che coloro che abitano a Perosa e dintorni, e che
forse sono i più direttamente interessati, vengano.
Convitto valdese
Sono aperte le iscrizioni (scuola dell’obbligo) ; rette; elementare L. 58.000,
medie L. 60.000.
Borse di studio possono essere accordate dietro presentazione ed accettazione di domanda scritta e circostanziata. Richiedere le condizioni di
ammissione, (tei. 8273; abit. 81.194).
PRIMO DISTRETTO
Situazione finanziaria del Distretto in data 31 luglio:
A. - impegno per l’anno 1973-74
B. - versamento effettuato a due mesi.
''iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Bxxxxxxxx
Come risulta dal grafico qui sopra le comunità del distretto hanno mantenuto
fede all impegno assunto in Conferenza effettuando regolarmente i propri versamenti.
Non ci resta che rallegrarci per questa positiva risposta ed augurarci che si prosegua
in questa lìnea di azione. Comm. Distrettuale
Luserna S. Giovanni
— L’annuale bazar, organizzato dalla Società di Cucito « Le Printemps », ha avuto
luogo il 29 luglio u. s. nei locali della Sala
Albarin con un successo veramente lusinghiero e positivo.
Con una interessante quanto appropriata
introduzione, il Pastore Bertinat ha dato il
via alla simpatica festa che ha visto fin dall’inizio numerosissimi visitatori, intervenuti
da ogni parte, avvicinarsi ai banchi di vendita ed ai vari tavoli dove le nostre giovani
servivano la tradizionale tazza di tè.
Il paziente lavoro delle nostre sorelle è
stato largamente ricompensato ed ha permesso di versare al Comitato dell’Asilo dei Vecchi la non indifferente somma di un milione
di lire.
Ai vari collaboratori, che non hanno lesinato tempo e fatica per il buon esito di questa simpatica giornata, un vivo ringraziamento.
Durante l’assenza del Pastore Taccia, il
Pastore Jahier ha dato la sua fattiva collaborazione al Pastore Bertinat nei lavori delle
varie attività di Chiesa.
La comunità lo ringrazia di cuore con
l’augurio di poterlo ancora rivedere sovente
in questa parrocchia che per tanti anni lo ha
avuto quale amato ed apprezzato conduttore
spirituale.
— Il Pastore Roberto Nisbet ha presieduto
il culto del 15 luglio u. s. Lo ringraziamo per
il suo forte e convincente messaggio di fede.
— Fervono i lavori di preparazione per la
Festa del XV Agosto che quest’anno, come già
è stato annunciato, avrà luogo nella località
(( Ciabot dde Masche » di San Giovanni.
Mentre ci auguriamo un buon intervento
di pubblico, ricordiamo ancora che tutti i proventi andranno a favore del costruendo Asilo
dei Vecchi.
Dino Gaiitiiol
Dalla Valle Germanasca
Approfittando delle scarse giornate di sole,
si procede nel lavoro di segnalazione delle mulattiere e dei sentieri di montagna riportati
sulla carta topografica della Val Germanasca,
in vendita a Frali, nella sede della Pro Loco.
I sentieri sono numerati all’inizio e ad ogni
incrocio in rosso o in azzurro e le segnalazioni vengono ripetute dove le piste si presentano confuse. Nella zona di Frali sono stati segnati questi itinerari: Nido dell’Orso e Lago di Ènvie, Vallone delle Miniere, Passo di
Brard e Col Giuliano.
Anche se le nostre montagne sono considerate abbastanza sicure, purtroppo in estate gli
incidenti non mancano, perciò l’iniziativa
della Sezione C.A.I.-Val Germanasca e della
Pro Loco di Frali è utilissima per i turisti,
ora che gli alpeggi più alti sono abbandonati
e i sentieri che vi conducono trascurati.
Prall
Oltre 2.500 persone hanno visitato il Museo
di Frali nel mese di luglio. Sono state vendute
molte cartoline della vecchia Frali che documentano in modo significativo l’evoluzione di
un villaggio montano negli ultimi 70 anni.
Queste cartoline, trovate nelle case praline e
rifotografate, sono anche curiose per un particolare : l’altitudine di Frali va su e giù e
soltanto nell’ultimo esemplare si stabilizza sugli attuali 1.455 metri.
Sono anche giunti ad arricchire la raccolta
parecchi oggetti caratteristici della nostra valle. Manca invece un « biirie » (zangola) con i
cerchi di legno, che a quanto pare è un utensile piuttosto antico e perciò quasi introvabile. Chi ne avesse uno ancora in buono stato
e fosse disposto ad offrirlo al museo, farebbe
certamente una cosa molto gradita.
Perrero
A Ferrerò un gruppo di ragazzi, villeggianti e locali, ha offerto sabato scorso una serata
ricreativa a parenti ed amici. La recita, che i
ragazzi avevano preparato da soli, era di
poche pretese e di molta allegrìa e ha suscitato i più benevoli applausi che si potessero desiderare.
Come gli anni scorsi, la Fro Loco di Ferrerò ha organizzato in questa settimana la
f( Festa dei bambini », con giochi e gare e
l’immancabile e chiassosa sfilata per le vie
del paese.
L. V.
Colonia Salutista di Bobbio Pellice
Domenica 22 luglio vi è aria di festa nel
grande salone Salutista a Bobbio Pellice.
Molti mazzi di fiori campestri artisticamente confezionati dal colon. Fivaz, danno un
tocco di gentile poesia, sulla parete accanto
alla bandiera italiana, spicca il vessillo Salutista. Olle ore 16 inizia un ricco programma di musica, cante e dialoghi che i bimbi
della Colonia offrono al numeroso pubblico
intervenuto : vi è anche il pastore Adolph
Schmid t di Langenfeld (Renania) con la
sua numerosa famiglia.
I 68 bimbi della Colonia, diretta con tanto amore e sensibilità dai colon. Fivaz e la
loro « équipe » hanno trascorso ben 4 settimane in un ambiente allegro, sereno e sano.
È stato un susseguirsi di canti, di insegnamneti biblici con l’aiuto di un flanellografo,
d; attività musicali con tamburelli, chitarre
e trombe cbe ha fatto esclamare ad un vispo
maschietto « ma perché qui la notte ed il
giorno sono cosi corti? ». Sono bimbi vivaci,
molto intelligenti ed aperti provenienti da
Napoli, Roma, Firenze, Milano, Torino, Rivoli, Luserna S. Giovanni e Torre Pellice, uniti
nell’amore di Cristo, senza distinzione di classi. di religione, di provenienza.
II programma di ogni giornata si iniziava
alle ore 10 con un culto a cui tutti hanno
partecipato con entusiasmo. Era commovente
il momento della preghiera; c’era sempre qualeuno ehe desiderava pregare e l’équipe era
felice di questo, ricordando le parole di Gesù
« Lasciate che i piccoli fanciulli vengano a
me ». Nel culto dell’ultima domenica, culto
presieduto dal col. Fivaz, undici ragazzi e ragazze hanno risposto all’appello di seguire il
Signore.
Non sono mancate le gite a Villanova, al
Prà e dintorni, né il lavoro quotidiano a turno, per il buon andamento della numerosa comunità.
Particolarmente applaudite il 22 luglio sono state le tamburelliste, la fanfara preparata
in una settimana con ragazzi che non conoscevano la musica, tranne uno o due ed il
gruppo delle chitarriste preparato con tanta
pazienza dalla sergente Noli e i numerosi
inni con accompagnamento di fisarmonica
cantati con voci intonatissime dai 68 bambini diretti dalla capitana Dentice.
Molto commovente la lettura della « preghiera dell’adolescente » di Michel Quoist,
sacedote in permanente contatto con giovani
di tutti gli ambienti, letture con accompagnamento di musica sacra, il cui tema dominante era il salmo di Lutero « Forte rocca è il
nostro Dio ».
Vogliamo ancora ringraziare vivamente lo
Esercito della Salvezza per la sua meravigliosa opera a favore di questi fanciulli, opera che
è stata benedetta e che certamente porterà
molti frutti alla gloria del Signore.
Lina Varese
Rodoretto
L’interesse per la vita di un tempo è anele
documentato da una mostra inaugurata
Rodoretto domenica 5 agosto. La mostra è ii
titolata (( Attrezzi e strumenti adoperati di :
nostri nonni» e rimarrà aperta fino al ]'
agosto.
Contratto
dei minatori
Dopo una lotta protrattasi per tre mesi. ■
che è costata ben 120 ore di sciopero, è sta’ ;
recentemente raggiunta un’ipotesi di accoF ' ■
per il contralto collettivo nazionale dei mir,
tori.
Dal punto di vista sindacale importanti pn
ti sono stati raggiunti sulla organizzazione ..u
lavoro circa gli aspetti normativi, salariali e
dei diritti sindacali.
Siccome dalla bozza risultano, a parte k
13 mila lire e l’indennità di sottosuolo ugii
li per tutti, molte altre cose che si acquisirà ■
no con una certa gradualità, si dovrà attendr
re il pronunciamento dei consigli di fabbric i
e delle maestranze, per poter ritenere condì
sa la vertenza.
Pertanto un compito molto importante a;tende ancora i minatori alla ripresa della Is
ro attività dopo le ferie, e cioè l’esame .attent ‘
di tutta la bozza dell’accordo.
LMneontro
del Colle
delle Fontane
Il 5 agosto ha avuto luogo al Colle delle
Fontane il consueto incontro. Alla riunione,
meno frequentata rispetto all’anno scorso, so
no intervenuti amici e fratelli provenienti non
solo dalle comunità viciniori, ma anche da
altre comunità al di fuori delle Valli. Quale
tema dell’incontro si era scelto quello del servizio. Claudio Tron ha inquadrato teologicamente il problema, esaminando il testo di
Gal. 5: 13; un testo che mette in crisi l’idea
di una ubbidienza gerarchica e legalistica.
L’amore è più forte e più grande di qualsiasi
legge; anzi, come si vede dal caso degli obiettori di coscienza, per amore tante volte si è
costretti a trasgredire anche la legge. Successivamente si è cercato di vedere due casi
concreti di servizio. Adriano Longo ha ’ato
una interessante informazione sull’opera che
attualmente si svolge nel Convitto di Pomaretto ed è stato presentato il simpatico gruppo di lavoro attualmente all’opera per la strada di Grangette.
Esprimiamo, insieme con i soci
e compagni di lavoro della Cooperativa
Tipografica Subalpina, il nostro più caldo augurio per una rapida e completa
guarigione a Predino Borno, infortunatosi venerdì scorso al suo posto di lavoro.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia di
Luigi ReveI
riconoscente per le prove di simpatia
ricevute nella circostanza della sua
dipartita, ringrazia quanti hanno preso parte al suo dolore. In modo particolare ringrazia il dott. Enrico Gardiol ed il personale dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice, i Pastori Sonelli, Bertinat, Rivoira e Jahier.
Luserna S. Giovanni, 27 luglio 1973.
5
10 agosto 1973 — N. 31-32
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
pag. 5
FACOLTA’ VALDESE
DI TEOLOGIA
Le iscrizioni all’anno accademico che
comincerà alla fine di ottobre si ricevono durante tutto il mese di settembre. Diamo le norme per l’iscrizione alle varie categorie:
a) per il corso di Licenza in teologia: è il corso di quattro anni, frequenz.r obbligatoria, normalmente richiesto
per esercitare il pastorato. La domanda, scritta e motivata, dev’essere indirizzata al Consiglio di Facoltà (via
Pietro Cossa 42, Roma) e corredata dei
seguenti documenti:
— certificato di nascita;
— diploma o certificato di maturità
classica o altro titolo superiore giudicato equipollente dal Consiglio;
— attestato fornito dal Concistoro o
Consiglio della chiesa di cui il candidato fa parte, dal quale risultino
i caratteri morali e spirituali del
medesimo e la sua iscrizione da almeno due anni a una comunità
evangelica;
— un certificato medico comprovante
sana costituzione fisica;
— due fotografie formato tessera.
b) per il corso da studente esterno
(corso di livello universitario, che però
non abilita al ministero pastorale. Non
è richiesta la frequenza e lo studente è
esonerato, a sua richiesta, dalle esercitazioni pratiche):
Soggiorni di vacanza
integrati per minori
normali e disadattati
Come già negli ultimi quattro anni, TA.A.L
(Amministrazione per le Attività Assistenziali Italiane e Internazionali) organizza a scopo
sperimentale per questa estate alcuni soggiorni di vacanza integrati per minori normali e
disadattati in quasi tutte le Regioni d’Italia
Per il Piemonte, il soggiorno di vacanza si
?‘.o]ge a Merletto di Graglia (Vercelli) in due
lumi: il 1° turno è iniziato il 3 luglio scorso
e proseguirà per tutto il mese, di agosto p. v.
Entrambi i turni ospitano 60 minori di età
dai 6 ai 14 anni (di cui 24 handycappati),
])ro^ enienti, in questo mese di luglio, dalle
province di Torino e di Cuneo e nel mese di
agosto dalle province di Alessandria, Aosta,
Asti. Novara, Vercelli.
I) soggiorno di vacanza integrato non si propone iini terapeutici speciali, ma vuole essenzialmente consentire agli handycappati
un’esperienza di vita più libera e più ricca di
quella normalmente vissuta e favorire la loro
integrazione con i minori normali, anche in
situazioni extra-scolastiche.
Si cercherà di raggiungere questi scopi non
rioitanto airinterno del soggiorno ma anche
airesterno. mediante ricerche di ambiente,
fiochi ^ ari organizzati, in cui vengano coinolii non solo i partecipanti al soggiorno ma
anche gli abitanti del paese. I bambini ed i
ragazzi saranno seguiti da un’équipe cosi for:t 1 ! ; ! [ a :
— nn coordinatore con responsabilità ufFicìab.' del soggiorno;
— .¡ri animatore libero da impegni di gruppo < on .i bambini, esperto nelle attività ri
fvo-?ociali;
— ri ri' psicoioga;
— riri irissìslente sociale con la funzione di teiri re i rapporti con l’esterno, sia nella fase
preliminare, sia durante la conduzione del
soggiorno;
— un infermiere;
— dodici animatori, in rapporto cioè di due
ogni 10 bambini che formano il « piccolo
gruppo » costituito per i momenti essenziali della giornata (sonno e pasto).
La finalità dell'intervento dell’A.A.I. sono
quelle di ricercare, adottare e verificare le
formule e i contenuto meglio rispondenti alle
esigenze deH'integrazione dei minori; contribuire — nella misura consentita dalla limitala ampiezza dell’esperimento e dalle possibilità dell’A.A.I. — all’attività di ricerca, studio e programmazione di nuovi servizi condotta dagli organismi competenti (Regione ed altri enti locali).
Con quest'estate 1973, ritenendosi conclusa
la fase sperimentale dell’attività fin qui condotta. si procederà alla sua verifica definitiva
mediante l’impiego di appropriati strumenti
di controllo tecnico; si tradurranno i risultati
della verifica in un documento da mettere a
disposizione degli organi competenti, si esamineranno le prospettive di lavoro emergenti
e si formuleranno nuove, concrete ipotesi per
la soluzione del problema delle vacanze dei
minori disadattati.
Chiunque fosse interessato al soggiorno, può
recarsi a visitarlo, previo accordo con l’équipe (per evitare che i ragazzi siano fuori sede).
L'indirizzo è: Merletto di Graglia (Vercelli)
telef. (015) 63168.
Violenza
e nonviolenza
Data: 3-15 settembre 1973.
Luogo: Casa Cares, 50066 Reggello (FI), tei.
(055) 86713.
Quota: Lire 15.000.
Iscrizione: entro il 20 agosto presso Massimo
Rubboli, Casa Cares.
Negli ultimi decenni si è andata acquisendo una coscienza sempre più precisa — anche
in seguito a molte esperienze scientifiche —
dell’importanza fondamentale dei primi anni
di vita dell’individuo per quanto riguarda
tutto il suo sviluppo ulteriore e la formazione
del suo carattere: carenze affettive e situazioni in genere inadeguate determinano, nei casi più gravi, deficienze irreversibili, ma anche
nei casi a normali » tale influsso è importante perché almeno inizialmente condizionante
nei confronti delle tradizioni, delle istituzioni,
della vita tutta, sociale e individuale.
Dal punto di vista nonviolento il problema
va attentamente studiato, e non solo da quanti si occupano professionalmente di formazione, perché la concezione nonviolenta trova
fondamento nell’ipotesi di una sostanziale autonomia dell’individuo e di una reale capacità
di superamento dei condizionamenti storici
mediante nuove prospettive tese verso il futuro.
La questione si pone a tre livelli : psicologico per quanto riguarda l’analisi dei processi che si svolgono nell’individuo secondo le diverse circostanze; sociologico per l’esame dell’influsso dei diversi ambienti, in particolare
quelli depressi, e delle strutture primarie, fondamentalmente la famiglia (oggi caratterizzata da una profonda crisi della forma tradizionale e dalla ricerca di configurazioni nuove) o
l’istituzione sostitutiva; pedagogico per la ricerca dei mezzi d’intervento e delle soluzioni
più adatte dal punto di vista dell’educando,
anche mediante la discussione di esperienze
concrete vicine e lontane.
Ovviamente i tre livelli vanno intesi come
strettamente connessi e praticamente indissolubili e l’intera trattazione ha uno scopo non
intellettuale-accademico, ma di orientamento
operativo per le esperienze di vita quotidiana
di ognuno.
Saranno tenute le seguenti relazioni, seguite ciascuna da discussione in gruppi e generale : G. Cacioppo : Nonviolenza come educazione; G. Fresco Honneger: Aspetti psicologici; T. Vinay, V. Benecchi: Educazione cristiana: A. L’Abate: Aspetti sociologici; M.
Galli, L. Zecca : L^assistenza ai minori in Italia, oggi: G. Mugnaini: Aspetti legislativi; G.
Cacioppo : Esperienze d’educazione nonviolenta e antiautoritaria.
Per il programma dettagliato e ogni altra
informazione, rivolgersi a Casa Cares.
l
CASA DE FBMEX
(ISTITUTO ARTIGIANELLI VALDESI)
ISCRIZIONI
Sono aperte per giovani operai e studenti fra gli anni 18 e 28. In casi
speciali possono essere accettati elementi più giovani.
POSTI 35
Riapertura in settembre - L. 60.000 mensili - Dep. L. 30.000
Tel. 652287 - Via Petrarca, 44 - TORINO
Pramollo
— stessi documeni come sopra, salvo
il certificato medico.
c) per i corsi per corrispondenza,
per laici (breve corso biennale, di circa
20 lezioni all’anno):
— domanda scritta;
— certificato di licenza di scuola media superiore o inferiore;
— certificato di appartenenza a una
chiesa evangelica.
d) per i corsi per collaboratori
laici, con esercitazioni pratiche: essendo questi corsi destinati ai fratelli e
alle sorelle delle chiese di Roma e dintorni, gli interessati sono pregati di
prendere contatto direttamente con la
Facoltà. Per corsi analoghi in altre località, rivolgersi ai pastori.
Nel suo giro di visite ad alcune comunità
delle Valli la Corate tedesca di Bad-VilbelHeilsberg diretta dal M.o Sig. Reich ha tenuto un apprezzato concerto nel tempio. Al
termine è stata effettuata una colletta in favore delle scuole d’istruzione secondarie alle
Valli. Rinnoviamo a questi fratelli e sorelle
il nostro ringraziamento per la loro gradita
visita e per il messaggio che ci hanno lasciato ed esprimiamo anche una parola di
gratitudine ai Pastore B. Bellion, la cui conoscenza della lingua tedesca ha facilitato questo incontro.
— Abbiamo amimnistrato il battesimo a
Peyronel Roberta di Renzo e di Ferro Maria
della chiesa di Torino ed a Long Fabrizio di
Ezio e di Baret Olga; la grazia del Signore
riposi su questi bambini e sulle loro famiglie.
— Un cordiale benvenuto a Samantha giunta ad allietare i coniugi Long Roberto e Bouchard Violetta : il Signore accompagni con le
sue benedizioni questa famiglia.
Il Consiglio ha deciso, inoltre, di offrire una possibilità di studio a quei
giovani che, non avendo per il momento l’intenzione di dedicarsi al ministero pastorale né di seguire il corso completo di studi teologici, abbiano la possibilità di dedicare un anno allo studio
per Farricchimento della loro esperienza spirituale e per una più efficace collaborazione nella chiesa. È un invito
che si rivolge ai giovani Qualificati per
gli studi di cui al punto « a », e ai quali
questo anno di studi potrebbe venire
poi conteggiato come valido ove decidessero di seguire il corso completo in
vista del ministero. Se qualcuno iscrivendosi al I anno di università pensa
di poter dedicare alcuni mesi alla riflessione teologica, oppure essendosi
laureato ha un periodo libero prima di
inserirsi in un’attività lavorativa, o di
prestare servizio militare, lo invitiamo
a riflettere a questa possibilità. Per
maggiori informazioni, anche per quanto riguarda problemi economici e borse di studio, rivolgersi alla segreteria
della Facoltà o prendere contatto con
uno dei docenti.
Roma, 8 agosto 1973.
— Salutiamo fraternamente i fratelli e le
sorelle di altre comunità che trascorrono le
loro vacanze in mezzo a noi ed auguriamo
loro un buon soggiorno a Pramollo.
Avvertiamo i lettori del nostro settimanale che il prossimo numero porterà
la data del 31 agosto.
Sinodo Valdese 1973
Il Sinodo Valdese, secondo quanto disposto dall'atto sinodale n. 74
del 1972 è convocato per
DOMENICA 26 AGOSTO, ALLE ORE 15
nell'aula sinodale della Casa Valdese di Torre Pellice.
Il culto avrà inizio alle ore 15,30 nel tempio.
Poiché quest'anno contemporaneamente al nostro Sinodo si riunirà
anche la Conferenza Metodista, abbiamo invitato il Presidente della
Chiesa Evangelica Metodista pastore Mario Sbafifì a partecipare alla prima parte della liturgia del culto di apertura del Sinodo. Predicatore
sarà il pastore Gustavo Bouchard.
Qualora l'esame di fede e il sermone di prova abbia esito favorevole, si procederà alla consacrazione del candidato Emidio Campi.
Si pregano i pastori di dare comunicazione alle chiese della consacrazione del candidato al ministero Emidio Campi a norma dell'articolo 132 RR.OO.
per la TAVOLA VALDESE
Aldo Sbaffì, Moderatore
NOTA: In data 14 luglio abbiamo spedito da Roma una lettera circolare ai Membri del
Sinodo. Altra lettera circolare è stata inviata, in pari data, ai Pastori e Anziani evangelisti,
per la convocazione del Corpo Pastorale. Chiedevamo, tra Taltro, di essere informati su
eventuali recapiti estivi, per l'invio del «Rapporto al Sinodo 1973».
Poiché ci risulta che dette circolari non sono giunte a destinazione, riteniamo opportuno trattenere a Torre Pellice il volume del «e Rapporto al Sinodo 1973». Esso potrà essere
ritirato fin da ora presso la Casa Valdese. IL MODERATORE
Torre Pellice, 10 luglio 1973
Le attività degli studenti del ginnasio - liceo
del Colisgio di Torre Pellice
Anche durante q; .sfanno scolastico
gli studenti del Cohegio hanno svolto
tutta una serie dì ; ttività extrascolastiche col preciso : c>po di colmare almeno alcuni dei vu/ ri che un tradizionale sistema potre ; e lasciare. Queste
attività hanno tre ito, come già lo
scorso anno, il loi ; momento dì ideazione e di program r-azione nelle ore di
doposcuola concep - ; non solo come
recupero e ripetiz le dei programmi
scolastici, talvolta bbastanza aridi e
limitativi di quell che dovrebbe essere la crescita foi ativa, educativa e
culturale del disct - - a, ma specialmente come allargami; - o e completamento del campo d’alf vità deU’allievo. Si
drammatica, altri con il Coro Alpino,
che intendiamo ringraziare e con il
quale speriamo di poter nuovamente
collaborare l’anno prossimo.
Il repertorio del Coretto vuole proporre due tipi di messaggio diversi: da
un lato, con una serie di canti appartenenti allo tradizione popolare, trasmette all’ascoltatore la gioia spontanea e
la fiducia nella vita tipica dei giovani,
dall’altra, con canzoni impegnate o spirituals, propone un tipo di riflessione
religiosa attenta ai grandi problemi
che assillano l’umanità: la guerra, il
razzismo, le ingiustizie e le ineguaglianze sociali.
IV ginnasio, saremo un po’ più numerosi e sapremo meglio regolare e distribuire le nostre forze e possibilità.
tratta quindi non J' rendere semplicemente più efficient • 1 sistema scolasti
LA FILODRAMMATICA
co attuale, ma di i c xcare e sperimentare forme nuove c i vita scolastica,
tendendo a quella tc-tola a tempo pieno di cui ormai ti tt :, allievi, genitori
ed insegnanti, sentono la necessità.
IL DOPOSCUOLA
In queste ore di dopc.'scuola sovente
viene a cadere quella p.isante e tradizionale barriera tra 0;scente e docente: si lavora insieme s m piano di assoluta parità; fa seti i - diventa così
automaticamente me: burocratica,
più libera e piu creati . ii nuovo tipo
di rapporto che si vie così a creare
durante -queste o e - iie e si estende in quelle che sono :: ore tradizionali di lezione. Tulio •. a certamente
favorito dal fatto che i ostro Istituto,
non essendo statale. 2- di una certa
tranquillità eci auion 1 inno sco
lastico inizia realmeni-- r> ottobre e
gli allievi nor sun i ad assi
stere, nel corso delia):;;!), ad un carosello incessante di doci >ii diversi, come purtroppi ucce iie scuole
statali. È garant ta q i una certa
continuità didattica e no che più importa, un rapporto tra -elicvi e professori che va ben al di la aol burocratico
ed autoritario legame mr.aermato su registri, voti ed interrogazioni. Certo,
sperimentando si può pure sbagliare e,
quest’anno, di errori se ne sono commessi parecchi: ci eravamo, ad esempio proposti di pubblicare un giornale
che non fosse solo la voce interna
della scuola, ma che potesse costituire
un collegamento tra gli studenti e la
valle dove abitano, con tutti i suoi problemi. Non siamo neppure riusciti a
pubblicare un numero di questo giornale: abbiamo discusso articoli, promosso indagini, condotto interviste e
poi... tutto in fumo. Ci ripromettiamo,
per l’anno prossimo di meditare sui nostri errori, siano essi tecnici o di impostazione, e di correre ai ripari; certo è
che, nella pluralità delle idee, dei propositi e delle iniziative, sovente non si
riesce più a passare dal piano della discussione a quello propriamente operativo. Comunque sbagliare è utile e, in
certi casi, anche doveroso: non siamo
mai partiti, in tutte le nostre attività,
con idee preconcette o piani arbitrariamente stabiliti e non prima discussi
e ridiscussi collettivamente.
I giovani appassionati di teatro si sono ritrovati a partire dal mese di novembre per preparare un atto unico di
Vittorio Calvino « Così ce ne andremo »: il lavoro è avvenuto in collaborazione con alcuni insegnanti: si sono
dovute superare non poche difficoltà: i
ragazzi erano tutti giovanissimi ed alla
primissima esperienza del genere ed
inoltre molti pomeriggi sono stati spesi per rendere un po’ più ospitale l’Aula Magna — quanto disordine, quanta
sporcizia accumulata da anni! — e per
preparare il palco e lo scenario. Comunque il 17 ed il 18 febbraio l’atto
unico ha potuto essere rappresentato
a Torre Pellice in uno spettacolo con
la collaborazione della Corale e del
coretto; in seguito è stato ripetuto a
Luserna S. Giovanni, a S. Secondo ed
infine a Pomaretto. I fondi raccolti con
questi spettacoli andranno a favore
della prevista ristrutturazione dell’Aula Magna, nel quadro dei lavori di ampliamento del Collegio, già in fase di
avanzata realizzazione.
I CORSI DI TEDESCO
Il Liceo Classico — ma è una carenza tipica di tutta la scuola italiana —
non offre che una lingua straniera.
Questi corsi vorrebbero colmare almeno in parte, questa lacuna. Certo, il tedesco non è facile e, dopo tanto latino
e greco, certe volte appare un po’ pesante anche se de lezioni sono condotte
con criteri assolutamente moderni e,
con la continua conversazione, tendono
a darci una conoscenza viva della lingua. Intendiamo qui ringraziare gli insegnanti dei due corsi pastori Stollreiter e Bellion, che ci hanno seguito con
tanta pazienza e permesso di entrare
in corrispondenza con dei nostri coetanei berlinesi, delle colonie valdesi ed
austriaci. Con questi corrispondenti
abbiamo già iniziato od abbiamo in
programma una serie di visite vicendevoli, che non possono che migliorare
ed europeizzare la nostra cultura e la
nostra sensibilità.
LA FRA DEL TORNO
I giovani della « Fra del Torno », rinata l’anno scorso con criteri, ed idee
nuove, ha subito quest’anno un certo
rilassamento, soprattutto perché gli
animatori ed i promotori di questa associazione erano già estremamente impegnati contemporaneamente sia con
la Filodrammatica, sia con il Coretto,
comunque qualche riunione è stata tenuta in alcuni quartieri delle Chiese di
Bobbio e di S. Secondo. Ci ripromettiamo di continuare, l’anno prossimo con
maggiore intensità questa attività, specialmente se, con la linfa della nuova
IL CORETTO
L’attività del Coretto, si può ben dire, è stata la principale e quella più
sentita dagli allievi. Sotto la guida
esperta ed impareggiabile di Carletto
Arnoulet, il coro ha raggiunto quest’anno vertici di assoluta eccellenza, svolgendo un’attività addirittura troppo
pesante: sono stati eseguiti dei concerti a S. Secondo, a Torre Pellice in occasione del 17 febbraio, a Luserna S. Giovanni, a S. Secondo nuovamente, a Pomaretto, a Villar Perosa, a Pinerolo,
tutta una serie di concert! in Germania
di cui si è già parlato a parte su questo
stesso giornale, ed infine si è cantato
a Luserna S. Giovanni per gli anziani.
Bisogna notare che i ragazzi hanno dedicato almeno una — ma moke volte
anche due — serate alla settimana per
le prove. Alcuni concerti sono stati
eseguiti in collaborazione con la Filo
Convocazìoni
del Corpo Pastorale
Il Corpo Pastorale è convocato per
sabato 18 agosto 1973
alle ore 9,30 nell'aula sinodale
della Casa Valdese di Torre Pellice per procedere all'esame di
fede del candidato al ministero
Emidio Campi.
Il sermone di prova del candidato avrà luogo nello stesso
giorno, alle ore 17,30, nel tempio dei Coppieri di torre Pellice.
Il Corpo Pastorale ValdeseMetodista è convocato per
sabato 25 agosto 1973
alle ore 8,30 nell'aula sinodale
della Casa Valdese di Torre Pellice.
L'argomento dell'incontro è il
seguente; «Il ministero pastorale oggi ».
Il MODERATORE
Aldo 5baffì
LE ATTIVITÀ' DIACONALI
Anche queste — qualcosa si è comunque fatto — hanno subito un certo rilassamento per la stesse ragioni che
hanno ostacolato l’attività della Pra
del Torno. Nel mese di novembre abbiamo ricevuto la visita del pastore
Taccia, che ci è venuto a parlare delle
attività diaconali della Chiesa.
Il concetto di ’’assistenza” è radicalmente cambiato: enormi e pesanti
problemi angosciano il nostro tempo e
la società in cui viviamo: non è più
sufficiente far l’elemosina al povero ed
offrire una parola buona, sovente ipocrita, al sofferente: la Chiesa deve e
può fare molto di più. Questi concetti
sono emersi chiari dalle parole del
signor Taccia e dalla discussione che
ne è seguita: tutto ciò comunque non
significa che ci sipossa tringere dietro
il comodo e superficiale discorso che,
se non cambiano le strutture della
nostra società, nulla si possa fare, nulla possa migliorare: bisogna anche saper pagare di persona, saper non sottovalutare gli sforzi e gli impegni individuali. Per questo ragione pensiamo,
l’anno prossimo, di impegnarci in questo senso, con particolare riguardo al
problema degli anziani che sentiamo
in modo particolare.
LE ATTIVITÀ’ SPORTIVE
Anche queste, per le ben note ragioni, hanno subito un certo regresso. Ci
sia comunque permesso di fare una osservazione: pensiamo che un Comune
come quello di Torre Pellice con una
popolazione studentesca percentualmente molto alta, dovrebbe offrire molto di più ai giovani, specialmente per
quel che riguarda le attività fìsiche fondamentali, che si praticano nelle palestre, nella piscine e sulle piste di atletica leggera. Questo non è appunto che
noi rivolgiamo ai nostri amministratori comunali: sappiamo bene che ci sono enormi difficoltà e che ci sono problemi senz’altro più urgenti. Ma se
consideriamo che l’Italia ha il ben triste primato europeo dei bambini rachitici, che nel nostro paese prevale la
massa isterica dei tifosi rispetto all’esiguo numero dei praticanti e che lo
sport va inteso come un fatto educativo fondamentale nello sviluppo globale di ogni persona, pensiamo che la nostra osservazione possa venir accolta
come un invito alla collaborazione.
Non ci rimane che concludere con
un certo senso di soddisfazione per ciò
che si è potuto realizzare, ma anche
con un certo rammarico, forse, per
tutta la carne messa al fuoco e poi
andata in fumo. Speriamo, in futuro,
di poter essere un po’ più costruttivi!
Un gruppo di studenti
e di insegnanti
6
N. 31-32 — 10 agosto 1973
L'energia geoterinica, perchè no?
Le viscere della terra contengono riserve immense di energia termica,
sotto forma di vapori e di aeque: che vieta di pensare che esse siano
un giorno economicamente sfruttabili su larga scala, come già avviene in alcuni centri, come a Larderello? Non sarebbe più utile per
V umanità dedicare a queste ricerche sotterranee gli immensi capitali
investiti nella ricerca spaziale?
^ Tutto andrebbe forse meglio per
l’umanità, se i capitali investiti nella
conquista dello spazio avessero servito
a esplorare le immense risorse d’energia nascosta al centro della terra. Questa, almeno, è la tesi esposta da un ingegnere britannico, Christopher Armstead, in un saggio sull’energia geotermica pubblicato in questi giorni dall'UNESCO.
Si tratta di una serie di studi, per altro molto tecnici, su temi quali il sondaggio, la perforazione e lo sfruttamento di pozzi che forniscono vapore
o acqua caldi. Ma in un capitolo introduttivo 1 ing. Armstead, che è il direttore tecnico dell’opera, si dà a riflessioni interessanti sul futuro: « Prospettive favolose possono aprirsi, a termine
più q meno lungo, per l'energia geotermica. Le viscere della terra nascondono infatti riserve prodigiose: a loro
confronto le altre sorgenti d'energia
attualmente a nostra portata sembrano insignificanti.
« Ma come trar partito da questa
energia, dato che la natura ne lascia
filtrare alla superficie soltanto un'infima frazione? Lo sfruttamento dell'energia geotermica si limita oggi alle
regioni di geysers e si sorgenti d'acqua
calda etc., dove la curva di temperatura in profondità è estremamente elevata rispetto alla media, la quale è di
circa 1° ogni trenta metri ».
Anche le regioni non termiche, prosegue Ch. Armstead, nascondono immense riserve di calore sotterranee, ma
a tali profondità che non sarebbe economicamente redditizio sfruttarle con
i mezzi tradizionali attuali. Le cose non
devono però necessariamente restare a
questo punto.
« Con l'aiuto del tempo, non è escluso che si trovi il mezzo di penetrare
più profondamente nel magma (insieme di rocce in fusione situate sotto la
scorza terrestre), forse procedendo a
esplosioni nucléàri sotterranee, e per
un costo accettàbile in proporzione degli utili dell'operazione.
« Potremmo allora sfruttare una frazione di questa energia, le cui. vaste
concentrazioni locali, aggiungendosi alle riserve degli oceani, permetterebbero agli uomini di risolvere per sempre
i problemi posti loro dall'approvigionamento di energia e di acqua potabile, per di più — cosa essenziale — con
un inquinamento ridotto al minimo.
«Può sembrare una visione fantastica, ma non consideravamo così, vent'anni fa, anche i viaggi nello spazio?
E ci si può domandare se non sarebbe
stato più utile per l'uomo spendere per
le ricerche sotterranee le somme immense consacrate alla ricerca spaziale ».
L’ingegnere inglese Sir Charles Parsons immaginava senza dubbio un
obiettivo analogo quando, nel 1904,
proponeva di scavare un pozzo di
20 km. di profondità. Riteneva che ci
sarebbero voluti 85 anni per compiere tale impresa, che definiva « l'esplorazione dei fuochi dell'inferno ».
UN MOTORE TERMICO
FORNITO DALLA NATURA
L’idea di Parsons non è mai stata
realizzata, come non lo è stato il famoso progetto Mohole, del quale da
una diecina d’anni non si parla più, negli Stati Uniti. Ma grosso modo sappiamo come funziona l’enorme motore
termico della natura, come le acque
piovane s’infiltrano nel terreno attraverso fenditure e spacchi e raggiungono la lava ardente per risgorgare sotto
forma di vapore, di geysers o di altre
sorgenti calde.
Il vapore geotermico fornisce già circa 890 megawatt (milioni di watt) di
energia elettrica: gli impianti maggiori si trovano a Larderello, in Toscana,
dove l’energia geotermica era utilizzata fin dal XVIII secolo per la fabbrica
zione dell’acido borico; oggi vi è in funzione, grazie al vapore sotterraneo,
una centrale che ha la potenza di 390
megawatt.
Impianti analoghi si trovano in Nuova Zelanda, Giappone, USA e URSS;
un altro si sta costruendo in Messico.
A temperature inferiori, sgorga non
vapore, ma acqua calda: anche in questo caso, si tratta di riserve preziose.
In Islanda, ad esempio, il 40% dei
200.000 abitanti vivono in case attrezzate con riscaldamento geotermico. La
natura ha avuto la generosità di offrire airislanda certe compensazioni:
le condizioni climatiche vi rendono necessario l’uso del riscaldamento 330
giorni all’anno (per gli Islandesi recarsi a Copenhagen vuol dire « scendere
nel mezzogiorno »), ma il sottuosuolo
della grande isola nasconde un sole, o
quasi, e oltre a fornire il riscaldamento le risorse geotermiche servono a
mantenere circa 100.000 mq. di serre le
quali permettono a pomodori, cetrioli
e fragole di maturare nei pressi del
circolo polare artico. E ancora l’energia geotermica, in Islanda, che permette la fabbricazione della diatomite, un
composto di alghe unicellulari che, una
volta seccate, sono utilizzate nella fabbricazione di vernici per ceramica e di
dinamite.
Dunque nel mondo l’uso industriale
di questa forma d’energia va diffondendosi sempre più: nella Nuova Zelanda per la produzione della pasta cartacea, nelTURSS per riscaldare il suolo gelato delle regioni del grande Nord
siberiano e permettervi l’agricoltura;
in Ungheria si utilizza l’energia geotermica per riscaldare stalle e pollai:
sotto la pianura ungherese vi sarebbero circa 4.000 chilometri cubi d’acqua
calda, la cui temperatura oscilla fra
60“ e 200°, e l’energia termica che essi
possono fornire è valutata «pari al
50% del valore calorifico di tutte le riserve di petrolio conosciute nel mondo » — scrive nell’opera pubblicata dalrUNESCO lo specialista islandese
Sveinn Einarsson.
La Nuova Zelanda ha l’orgoglio di
essere il primo paese che ha un albergo riscaldato e fornito d’impianto
di aria condizionata con energia geotermica. Si trova a Rotorua, non lontano da quest’Eden descritto da Christopher Armstad: « In un villaggio
maori si può vedere un pescatore prendere una trota, poi deporta, per farla
cuocere, in un bacino d'acqua bollente
a pochi metri dal luogo della pesca.
Poco lontano, sua moglie fa un bagnetto geotermica al suo bambino, mentre
la figlia maggiore fa il bucato a una
sorgente d'acqua calda e delle patate
scuociono su di un foro dal quale scaturisce vapore vulcanico ».
Daniel Behrman
(Informations UNESCO)
IL CARCERE COME ’’SERVIZIO SOCIALE’^ .
Una "Carta dei diritti”
per ii detenuto europeo
In questo periodo tutta una serie di insurrezioni, più o meno gravi,
in vane carceri italiane ha riproposto in termini drammatici la situazione carceraria nel nostro paese e l’urgenza di una riforma al
riguardo. Ci pare quindi utile riportare dal n. di giugno 1973 del
mensile « L Incontro » questa notizia
IN ITALIA
Diminuiti i divorzi
Diminuiscono in Italia le richieste di divorzio : contro gli ingiustificati allarmismi degli antidivorzisti, nei primi tre mesi di quest’anno, seeondo le statistiche dell’ISTAT, le
domande di seioglimento di matrimonio sono
state 4.483 contro la modesta cifra di 6.748
dello stesso periodo dell’anno scorso, con una
diminuzione del 33,6 per cento; i divorzi portali a compimento sono seesi da 11.311 dell’anno seorso a 6.748 (il 44,7 per cento in
meno). Questi dati significano in sostanza che,
sanate le situazioni più gravi (in genere riguardanti unioni già effettivamente sciolte da
anni), si va verso un assestamento nel quale il
divorzio resta una sporadica eccezione.
In aumento inveee le separazioni : le domande presso i trihnali sono aumentate del
cinque per cento rispetto ai primi tre mesi
del ’72 : i procedimenti sono stati infatti 6.43®
contro 6.134.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Coop. THp. Subalpin/i - Torre Pellice (Torino}
H II presidente del Senegai, Léopold Sedar
Senghor, ha annuneiato che entro un
mese si riuniranno i rappresentanti dell’Oeam,
l’organizzazione che riunisce gli Stati africani
francofoni, per discutere i problemi derivati
dal ritiro del Camerún e del Ciad. Sarà un
convegno molto importante perché da qualche
mese, mentre Senghor ribadisce « l’utilità dell’Ocam contro la balcanizzazione dell’Africa
centro settentrionale » e parla di ’’crisi di crescenza”, alcuni Stati hanno intenzione di chiedere lo scioglimento deU’Ocam giudicata « uno
strumento per la eontinuazione del colonialismo francese in Africa ».
I Continua a restringersi il ’’mare libero”:
seguendo l’esempio di ormai numerosi
altri paesi — la cui decisione è stata aecettata
o è tuttora oggetto di contestazione — anche
In Tunisia ha esteso il limite delle proprie
acque territoriali: da 6 a 12 miglia.
H Per celebrare il centenario della fondazione della sezione milanese del Club
Alpino Italiano, questa ha organizzato una
spedizione partita in questi giorni per il Perù,
dove ha programmato la scalata del monte
Huesearan (m. 6.769), il più alto delle .Ande
peruviane.
I Si è tenuto a Roma, presso la sede della
FAO, l’8“ Congresso della Società europea di sociologia rurale, che ha esaminato le
profonde modificazioni intervenute nelle strutture sociali ed economiche, specie per ciò che
riguarda l’agricoltura. I sociologi europei hanno affermato che grazie alla tecnologia e alla
programmazione e alla riduzione del numero
dei contadini, è possibile sfruttare alcune caratteristiche del mondo rurale si da farne »
una società che unisca alla razionalità della
programmazione la spontaneità della partecipazione diretta ».
I L’istituto sismologico di Uppsala ha registrato nella notte del 23 luglio una
potente esplosione sotterranea nella regione
siberiana di Semipalatinsk, dove si trova il poligono nucleare sovietico : la potenza è stata
•li 7,1 gradi della scala internazionale; negli
ultimi dieci anni solo cinque esplosioni nucleari sovietiche hanno raggiunto questa potenza.
I L’inflazione continua un po’ dovunque
nel mondo : il Brasile ha deciso di svalutare il cruzeiro fissandone la parità con il
dollaro a 6,090. Il boom economico brasiliano
reale, ha però anche i suoi risvolti negativi.
Dopo mesi di indagini e di inchieste
nelle carceri europee, soprattutto in
quelle che videro le rivolte più lunghe
e aspre come in Italia e in Francia, il
Consiglio d’Europa ha preparato un
codice in 94 punti al quale si dovrebbero adeguare, entro cinque anni, le
amministrazioni penitenziarie dei Paesi aderenti.
_ Il carcere, dice la « carta », è un « servizio sociale », come le scuole, gli ospedali, i trasporti ecc. Pertanto esso deve
servire realmente agli scopi per il quale è stato creato. Il detenuto è un cittadino come gli altri, non un « diverso », che conserva i suoi diritti inalienabili. Il portone dello stabilimento penale — secondo i giuristi del Consiglio
europeo di Strasburgo — non è la soglia di un altro mondo, dove vigono
norme subumane, codici di comportamento aberranti, condizioni di vita degradanti. Se così fosse, il sistema penale verrebbe meno alla sua funzione
che è quella di restituire alla società
un individuo risanato e non irrecuperabile, come purtroppo è oggi il caso
più frequente.
È, insomma, il principio tanto conosciuto, quanto di fatto violato, della
rieducazione. Ma i giuristi del Consiglio d’Europa non sono tanto ingenui
da immaginare che tali principi possano da soli modificare la realtà. Perciò,
in attesa della riforma « morale », si
assicuri almeno una riforma « materiale » delle carceri: chissà che la seconda non sia matrice della nrima.
Fra le 94 voci che compongono la
« Carta del detenuto » molte riguardano l’igiene (si raccomandano servizi
completi per ogni cella), l’alimentazione (il numero delle calorie deve essere
fissato sulla base delle norme dietetiche più avanzate), la cubatura dei locali, la luminosità (il detenuto deve noter lavorare e leggere alla luce del giorno), l’abbigliamento, l’esercizio fisico.
La « carta » raccomanda esplicitamente di favorire al massimo i contatti con i familiari, le mogli, gli amici. Il
documento cita come esempio il sistema adottato in molti istituti di pena
svedesi, dove esistono, accanto all’edificio del carcere vero e proprio, minibungalow, dove i detenuti possono incontrare, in libertà e discrezione, la
moglie e le amiche.
Il lavoro deve essere regolarmente
CRISTO
E PORTUGAL
« La discussione del governatore
con i nostri due
compagni durò circa 15 minuti. Quan- ~
do uscirono dall'edifìcio dell'amministrazione il governatore ci disse: "Ho
parlato con i vostri compagni, mi hanno informato sulle vostre richieste:
^ ® fìimfcuno qui che vuote ripetermele?". Si alzarono centinaia di mani, il
governatore ne scelse dieci e li fece
avanzare di un passo. Alcuni poliziotti
si avvicinarono e misero te manette
ai due, gli altri cominciarono a picchiare i dieci che erano avanzati. Ci
mettemmo a protestare. I soldati innestarono le baionette e le puntarono
al petto di quelli che stavano in prima fila. Quando il governatore diede
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
l'ordine di portrar via su una jeep ,
compagni arrestati, ci precipitammo
avanti. Perché li portavano via? Erano una delegazione pacifica, perché li
volevano arrestare? Allora i soldati
cominciarono a sparare a non più di
due metri di distanza. Poi cominciarono a sparare anche le truppe che avevano scortato il governatore. Eravamo
qualche centinaio nella piazza, mi misi
a correre e correvo su decine di cadaveri. I soldati aspettavano che quelli rimasti vivi si raccogliessero in piccoli gruppi terrorizzati e li centravano con le granate. Non c'erano ripari
nella piazza: solo la jeep che doveva
portare via Kibiriti e Vanomba (i due
compagni di cui sopra), dietro la quale si erano ammonticchiati alcuni di
di noi. Cerano dei bambini. Quando
tutto fu finito, i poliziotti misero le
armi sotto la jeep e li uccisero a uno
a uno ».
Questo racconto è tratto dalla famosa denuncia, fatta al « Times », da
padre Hastings, ed è riportato in un
articolo su «L’Espresso» (in data 22
luglio ’73), di Giuseppe Catalano e
Paolo Mieli. La formula « Cristo e
Portugal » è una delle due messe a fondamento delle scuole delle missioni
del Mozambico; l’altra formula è:
« Mcr.amhique è Portugal ».
Il « Manifesto » (del 18.7.’73) ha fatto un do’ di « storia vaticana » dietro
l’omertà sulle stragi, che sta nelle alte
e segrete sfere della chiesa cattolica.
« Parlando a Castel Gandolfo (vi si
legge), sua residenza estiva, il papa,
quest'anno, non ha ancora tuonato, come nell'estate del ’72 (mentre i bom
bardieri di Nixon massacravano i contadini vietnamiti), contro la “pornografia". In compenso, ha nuovamente
condannato Vaborto. Delle stragi in
Mozambico, che riempiono le prime
pagine dei giornali, nessuna parola
esplicita di riprovazione è venuta dal
vicario di Cristo. Solo accenni talmente vaghi e generici che appena qualche “vaticanologo" li ha voluti interpretare come una silenziosa deplorazione degli episodi di genocidio che
avvengono quotidianamente nelle colonie portoghesi ».
ISRAELE
E LA GRANDE COLLUSIONE
★ Una viva attività diplomatica, ai
più alti livelli, si nota nel M. Oriente,
mentre la temperatura sale nel mondo arabo. Questo è certamente in stretta relazione colla grande collusione fra
USA ed URSS. In proposito, « Le Nouvel Observateur» (del 2-8 luglio ’73)
ha pubblicato un articolo dal quale riportiamo quanto segue.
« Atteso senza timore, il vertice Nixon-Breznev s'è concluso con la più
degli ambienti
CIO per tre ra
grande soddisfazione
direttivi israeliani. E
gioni:
1) Il comunicato americano-sovietico rivela che il disaccordo fra i due
“Grandi" sul modo di risolvere il conflitto nel M. Qriente, rimane inalterato.
Perciò Israele non deve più temere, almeno per un ragionevole periodo di
tempo, lo spettro d’una soluzione imposta.
2) Il comunicato dimostra che
Washington e Mosca si rifiutano entrambe d'essere direttamente coinvolte nel conflitto. (...) Lo spettro d'un
intervento sovietico a fianco dell'Egitto (del resto già divenuto molto improbabile dal giorno — un anno fa —
in cui la maggior parte degli esperti
militari sovietici furono ritirati dall'Egitto), sembra definitivamente svanito.
3) L'omissione, nel comunicato
congiunto, della risoluzione 242 del
Consiglio di Sicurezza deU'ONU (la famosa risoluzione del 22.11.’67) e del
suo corollario cioè la “missione Jar
ring " (omissione
dovuta alle divergenze fra Nixon e
Breznev sull’interpretazione diq uella
risoluzione), non è
passata inosservata a Gerusalemme.
Non è un segreto per nessuno che quella risoluzione non fu accettata da
Israele che con molta reticenza e che
il Dr. Gunnar Jarring, inviato speciale deU’QNU, divenne ben presto la bestia nera della diplomazia israeliana. (...)
Anche il paragrafo che richiama gli
“interessi legittimi del popolo palestinese" non ha molto commosso gli ambienti direttivi israeliani. Anzitutto
perché non si tratta d'una novità: tutti i documenti americani recenti parlano dei diritti, degli interessi o delle
legittime aspirazioni dei Palestinesi, a
cominciare dal discorso sulla politica
estera pronunciato da Nixon nel settembre ’72 davanti al Congresso americano. In secondo luogo perché il diplomatico americano Joseph Sisco ha
dato assicurazioni agl'israeliani sulla
portata del detto paragrafo, il cui contenuto concreto non è stato precisato
(né verrebbe precisato, se non dopo
consultazione con Israele). In terzo
luogo perché si sa benissimo, a Gerusalemme, che i sovietici, non più degli americani, non bruciano d'affetto
per le organizzazioni palestinesi ».
ALBANIA DIMENTICATA?
^ « L'Albania è minacciata da una
crisi politica. Durante la riunione del
comitato centrale del Partito Comunista albanese che s'è tenuto alla fine di
giugno, s'è discusso del “mancato impegno delle masse popolari nella costruzione del socialismo nel corso degli ultimi mesi". Il quotidiano ufficiale del
partito, "Zeri i popullitt", ha lasciato
capire che operai, studenti e contadini mostrano un entusiasmo minore di
fronte alle “grandi battaglie che il paese deve combattere per industrializzarsi". E probabile che all'origine deìl'insoddisfazione sia l'isolamento politico in cui l'Albania è confinata. Tirana, da “faro del socialismo in Europa”
(com'era definita dai cinesi fino a poco tempo fa) è oggi abbandonata da
tutti. Gli stessi cinesi preferiscono appoggiare l’Europa contro le superpotenze USA e URSS, piuttosto che far
riferimento al vecchio leader comunista albanese Henver Hoxha ».
(Da « L’Espresso » dell’8.7.’73).
retribuito e deve essere escluso ogni
« sfruttamento della manodopera detenuta »: la condizione di carcerato
non giustifica abusi salariali. Lavoro
formativo, tale da contribuire anche .alla qualificazione o alla riqualificazione
professionale.
Ma tutte le buone intenzioni non basterebbero senza un personale carcerario all’altezza di un compito tra i più
difficili. Perciò « ogni membro del personale — dice la risoluzione — di qualsiasi grado deve essere scelto con cura estrema e godere di un trattamento
e di una preparazione di prim’ordine ».
V. Z.
per la
Per la laicità
dello Stato
L’Assemblea dei rappresentanti
regione Emiliana e pep, la . Lombardia orienUile — delle Comunità 'Evangeliche Metodis'a,
Valdese e Battista; del Movimento cristia-io
« 7 novembre »; déll’j^soàiàzione per la libertà religiosa (ALRI);"'^ del Partito Radicai,';
di Pax Christi (Sezipp^ Bolognese),
riunita a Mezz'&iio Inferiore (Parma) il
31 maggio 1973,
neWambito della lotta per i diritti dea ucratici in Italia, fra cui quello della libe: ‘à
religiosa,
preoccupata della gravità delle coii-i'guenze connesse col. permanere di un regine
concordatario e confessionale nel Paese.
consapevole del rischio che la battaglia
per una reale libertà religiosa sia riteni a
espressione di alcune frange e sia, quindi, ci: siderata estranea alla più ampia lotta ch. i
lavoratori sostengono'per le riforme e per u-a
democrazia che sia reale espressione della -ilontà delle masse popolari,
dichiara
di impegnarsi a fondo per il rilancio di ii
movimento unitario cóntro il Concordato. ' itenendo la sua abolizione obiettivo irriiutiu' abile sia a livello di coscienza cristiana che •litica, assumendo corile piattaforma di liberti^
di democrazìa e di pluralismo la Costituzione
repubblicana e antifascista.
A tal fine promuove la formazione di '■■•n
COMITATO REGIONALE rappresentativo -h
queste ed altre forze disponibili e interesso o.
Consapevole, però, delle reali difhcoi’à
che oggi incontra la lotta per rabolizione •, d
privilegi ecclesiastici concordatari e consi.Jerando anche Tobiettivo rapporto di forze
Paese,
dichiara
la propria disponibilità ad ogni iniziativa c' e
si muova nella direzione di un effettivo pì’iralismo. Per questo
rileva
l’estrema positività della regolamentazione per
l’assistenza religiosa nelle colonie estive -non obbligatoria ma opzionale — emana‘n
dalla REGIONE EMILIA ROMAGNA, sotto^
lineando come, l’esperienza di una effettiva
libertà religiosa possa essere un vero contributo al rispetto della, pluralità ed una valida
sperimentazione dì quella che ci auguriamo
divenga norma nel nostro Paese, così come
sancito dalla Costituzione.
per VA.L.RJ.: Malservisti Francesca; per la Chiesa Metodista: Benecchi Valdo; per la Chiesa Valdese: Costabel Bruno; per la Chiesa Battista: Tomasetto Domenico:
per il Mov. « 7 Novembre »: Mazzoni Luciano; Collettivo Radicale
di Bologna; « Pax Christi ». Sezione Bolognese
el
Comitato Regionale per Tàbrogazione del Concordato - Bologna, Via G. Venezian, 1.
InRniitrn intRrnazionale
d’insRgnanti 'avi/RntìsH
A ^¡FRnZR
Firenze — (Quaranta professori avventisti
hanno partecipato a un convegno di educatori a livello internazionale tra insegnanti
europei ed extra-europei della Chiesa Cristiana Avventista presso il liced scleiitifico « Villa Aurora ».
Il corivegù'p s’inquadrà nell’ambito delle
manifestazioni del certìenàrio per la fondazione della prìttia scuola di questa denominazione e vi hannó partèfcipàto anche il dr. C. B.
Kirsch, segretario mondiale per l’educazione
e il dr. E.E. White,, segretario per l’educazione per l’Europa e I Africa.
Al momeiiio presei^te — informa una nota
— il sistema oUuQititìrVo mondiale di questa
chiesa evangelica . crede alla necessità di
una più sentita collaborazione tra gli uomini dì ogni religione, colore e lingua, opera con
4.500 scuole e 20.000 insegnanti per l’ediicazione annuale di oOu.OOO suidentì di ogni grado e ordine.
Queste cifre, anche se modeste, indicano
— dice la nota — che il sistema educativo
mondiale avventista costituisce, numericamente parlando, il più massiccio e, nel contempo, il più capillare tra i sistemi educativi
del mondo protestante. In Italia attualmente
operano tre scuole elementari in Sicilia, una
scuola media inferiore ed una scuola media
superiore a Firenze (ANSA).