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ECO
DELLE miLT VALDESI
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LOI.'GO SELMA
Casa Valdesa
lOEiiEJWJCfi
Seti ima naie
della CMesa Valdese
Anno LXXXIX - N. 33
Una copia Li re 30
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo...
ABBONAMENTI
Eco: L. 1.200 per l’iiitemo | Eco e La Luce: L. L80O per l’intemo I Spediz: abb. posule • li Grappo
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TORRE PELLICE - 21 Agosto 1959
Ammin. Claadiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
Vigilia sinodale
Anche quest’anno stiamo vivendo,
tradizionale eppur sempre nuovo, il
periodo pre-sinodale. Mentre la Commissione d osarne costituita dai Pastori E. Alme e G. Girardet, dal Dott.
E. Bosio e dal Dott. A. UaDella è alTopera, esammando i documenti da
>:ui risulta l’operato della Tavola nei
corso dellO' scorso anno, e più ampiamente la vita della nostra Chiesa, si
c riunito il Corpo pastorale (o piu
precisamente una sua rappresentanza!, con la partecipazione di un «puh.
DÙCO » interessato ma non troppo numeroso, per ascoltare re.sposizrone dei
quattro candidati al ministero che
oue.st'anno si sono presentati per Teolirne di fede.
uopo iJ culto iniziale, presieduto
uai Moderatore, sono state iormulate
ai candiaati le quattro domande a
cui avrebbero dovuto rispondere, e
mentre nella Biblioteca essi racccgnevano le proprie idee, nella Sala
sinodale i Pastori cominciavano a
Il iar conoscenza » con loro attraverso
1 lapponi dei uonsiguo della Facoltà
ai reologia sul loro corso di studi
Ideologici, e dei Pastori ai cui erano
stati coadiutori o dei Sovrintendenti
del Distretto in cui avevano svolto ii
loro periodo di prova, quindi uno dopo 1 alile hanno esposto quanto avevano ua aire sui temi loro assegnati,
u risposco ad alcune domande. 1 punii dell'esposizione erano; 1) La Parola di Dio come norma della nostra
lesde e delia nostra predicazione; 2)
tu giusaricazioiie ; r ediiicazione
della Chiesa; 4) la mia vocazione al
: ninistero.
1 candidati hanno risposto con sem.
piicità e sicurezza, sono stati degli
« esami di tede » cne hanno veramene corrisposto a ciò che il Past. Lupo,
nella che- egli invia-al
pastorale, da che la malattia gli imitedisce di partecipare alla sua nuli-one, diceva così bene dover essere
an esame di fede, rliproouciamo qui
accanto una parte di questa lettera
ì;o.s1 bella, i quattro giovani hanno
esposto con chiarezza ii loro pensier-j
leolcgico, ma chi li ascoltava ha potuto sentire che non si trattava di
una « lezione », bensì veramente di
una confessione di fede. Questo carattere personale deU’esposizione e
stato particolarmente marcato, naturalmente. nello svolgere il 4« punto.
E' sempre un moménto un po' difficile, e al tempo stesso così bello, quello in cui il giovane, giunto per vie diverse alTimpegno pastorale, cerca di
esprimere il chiarirsi della sua vocazione. Giovanni Bogo, veneziano, dopo aver intrapreso altri studi, ha sentito che Dio gli chiedeva un impegno
diverso, p;iù totale di quello eJbn cui
si era accinto a servire il Signore nella sua vita di professionista cristiano; ed eccolo seguire gli studi teologici alia Facoltà di Roma e poi a
Basilea, dopo di che è per un anno
candidato a Milano. Giovanni Conte,
torinese, cresciuto anche lui con altri
programmi, ha cominciato a scoprire la realtà della Chiesa, dopo ¡a confermazione ed è stato portato lentamente, ma con certezza, a trovare la
sua nuova via ; compiuti gli studi teologici a Roma, a Ginevra e a Aberdeen (Scozia), è stato per due anni candidato a Pomaretto e poi a Rorà.
Franco Giampiccoli milanese, ha visto chiarirsi la sua vocazione ad Aga<pe: lassù ha compreso la necessità di
impegnarsi nella lotta quotidiana del
■ministero pastorale; e dopo il corso
di studi a Roma e a Princeton (USA)
ha svolto il suo anno di candidatura
a Perrero. Sergio Rostagno, alessandrino, ma di famiglia originaria di
Villasecca, ha affermato che anche
per lui la vocazione pastora*e si è
chiarita a poco a poco, senza grandi
« crisi », ma d’altra parte in un continuo interrogarsi sulla effettiva realtà di tale vocazione, e se con since
rnà egli può dire, ora, al termino dei
■SUOI studi a Roma e a Gottinga, e
di due anni di candidatura a Milano
e a Catanzaro, di sentirla limpida e
nel (a. sente tuttavia il bisogno di un
ccs-iante interrogarsi ancora: se la
.-ua risposta corrisponda veramente
ogri’ giorno alla vocazion-e che gli è
sfata rivolta. Con toni diversi, è risuonata la parola riconoscente de!
l’impegno nella sua serietà e nella
sua allegrezza.
Approvati i loro esami di fede, i
candidati si sono visti assegnare i testi per l’ultima prova di predicazione.
Sono stati tenuti due culti nel corso
dei quali hanno predicato, con esito
positivo, anche se naturalmente noti
scevro di critiche, G. Bogo (Romani
8 : 26-27) e G. Conte (Matteo 7: 21)
ai Coppieri di Torre Pellice, martedì
18, e F. Giampiccoli (Matteo 21: 28-31)
e S. Rostagno (Matteo 18: 1-2) a Pomaretto, mercoledì 19.
Essi saranno così presentati al Si
nodo, per la loro consacrazione al
ministero della Parola. Lieti di ve
derli accrescere le file del nostro
Corpo pastorale, rivolgiamo loro il nostro augurio più vivo per questo ministero in mezzo a noi in vista del
quale si sono seriamente preparati e
in cui hanno espresso la volontà di
impegnarsi con l’aiuto e nel nome del
Signore. •
UN MESSAGGIO
In occasione della riunione del XV agosto il Moderatore ha ricevuto da Ginevra
questo telegramma : « A nome Valdesi di
Romandie invio saluto comnlosso ai Valdesi Convegno di domani. Emile Pasque! ».
Grazie di cuore!
COMUNICATO
La prossima Sessione Sinodale della Chiesa Valdese si aprirà, Dio
volendo,
: Domenica 30 Agosto alle ore 15,30
nel Tempio Valdese di Torre Pellice, con un culto presieduto dal Past.
Aldo Sbaffi e la consacrazione al Santo Ministero dei Candidati Giovanni
Bogo, Giovanni Conte, Franco Giampiccoli e Sergio Rostagno.
I membri del Sinodo, ministri di culto e delegati, sono convocati
per le ore 15 nell'Aula Sinodale della Casa Valdese, per presenziare
all'apposizione della firma dei Candidati all'atto di accettazione della
Confessione di fede della Chiesa Valdese.
Immediatamente dopo il culto, i membri del Sinodo si recheranno
nell'Aula Sinodale per costituirsi in Assemblea, sotto la presidenza del
più anziano di età tra i Ministri di culto in attività di servizio presenti,
e procedere alla nomina del Seggio definitivo del Sinodo.
Ermanno Rostan
Moderatore della Tavola Valdese
Che cos’è un ejsame di fede?
li Pasture Lupo ha indirizzatu questa lettera al Moderatore, per il Corpo
Pa.starale riunito per l’esame di Tede dei quattro candidati al ministero
CARNET DEROUTE
Caro Rostan
non potrò essere presente, alla riunione del corpo pastorale questa mane. Tu ne sai il motivo.
E’ pero doveroso da parte mia di
dirti che io .sono egualmente presente, col cuore e colla mente a cotesta
nUtxvone
-A.
£’ un fatto che non dipende da
noi. ]\oi facilmente andiamo a spaS'
.so chissà dove, perenni evasi nei nostri sogni.
I,’essere o meno presenti procede
da un imperativo della carità di Cri•sto che, degni od. indegni, ci fa
uno ” in lui.
Non posso nasconderti però il mio
dolore di non poter più essere presente agli incontri della comunità
cristiana.
Questa è la più grande privazione
o la più dura prova che mi è riserLata nel mio stato. Soffrire fisica
niente è certo cosa meno grave.
Risogna però riconoscere che cotesta privazione o prova, è ampiamente compensata da una realtà più
profonda che rinasce dalla terra,
quando in essa si è sepolti con Cristo.
Vi è dunque, neWordine della fede, un ineffabile privilegio tanto
nella presenza come nell’assenza.
Tutto va sempre bene.
Ti prego di salutare i compagni
di fede e di ministero.
Chi può misurare il dono prezio
so della comunione dei credenti e
dei loro incontri?
Certo noi vediamo, oggi, ancora
le. cose come in uno specchio torbido, ma io penso che Dio conserverà
nel mondo eterno ¡le vose sue, che
noi abbiamo scarsamente valutate e
capite. q
-■■■- Il corpo pàstoihit^si radmta^-pe^ 4,
l’esame di fede dei Candidati e ¡ per
Tesarne della nuova liturgia.
Per quanto riguarda l’esame di fede partecipo coi .seguenti pensieri:
a) Mi sgorga dall’animo un senso
di ringraziamento a Colui che opera
oggi, nel cuore degli uomini. Vi è
adunque una fedeltà di Dio che precede e suscita ogni nostra opera.
b) Noi siamo chiamati ad ascoltare essenzialmente, una testimonianza. Non è un esame di concetti, chi
allora basterebbe essere colti ed intelligenti, ma è un esame di fede il
che richiede una posizione di giustizia e di bontà. Penso che non vi
sia nulla di più difficile e di più grave, per la povertà- della natura umana, rendere conto agli altri della
propria fede. Chi può captare l’Eterno in formule discorsive? Ma è
proprio qui dove nell’esame di fede
.Si scopre la differenza tra il teologo
colto ed il credente. Il primo parla
con pretesa sicurezza. Il .secondo onora nelle sue parole il mistero infinito di Dio Padre.
E coloro che ascoltano non po.ssono fare che una cosa .sola vera: ascol
tare, in spirito di preghiera, colui
che tenta di precisàrè T ineffabile,
della fede.
c) Per questo un giudizio sulla fede dei candidati non può e.ssere dato che nello spirito della Carità della croce, consapevoli della nostra ir
riducibile povertà spirituale, begter
dmta cM misiérryMelkr prè^
ta.
d ì Penso che un esame di fede ilei
candidati sia anche un invito al rinnovamento della nostra fede persoiiale:
La fede non è un capitale tesorizzalo ia formule alla banca teologica,
ma è un prezioso metallo che si scava ogni giorno nelle [A-ofondità di
questa terra in cui è disceso il mistero dell’Eterno amore.
e) Penso ancora come questo atto
ih. te.stimonianza e di ascolto po.s.sa
essere un dono di pura gioia. La.
gioia che non procede dai comuni
fatti della vita e dai quotidiani compiacimenti ma, forse, un pallido riflesso nel nostro mondo della .santa
gioia celeste per il peccato vinto, e
trasformato nel credente in un riconoscente servizio al Pastore del grande ovile.
Io credo che il Padre ami questa
tracotante vwlenza dei figli, nell’ordine della fede, quando si tratta di
credere ed accettare il dono della
sua gioia e del suo amore. Non è
questa la inaudita novità dell’Evangelo di Cristo?
CEST VANNEE
DU REFUGIE...
Près cTun million d’Arabes dépossédés de
leurs foyers et de leurs terres, sans moyens
d’existence el sans espoir d’un avenir meilleur, vivent pour la plupart dans des camps
administrés par l’Office de Sécuurs et de
Travaux des Nations-Unies pour les Réfugiés palestiniens (UNRWA). Ils sont 225.000
dans la bande de Gaza, 130.000 au Liban,
lifS.OOO en Syrie, et des milliers d’autres
.sont éparpillés dans d’autres pays du Proche-Orient.
En Jordanie, ils sont plus d’un demi-million, cù ils forment le tiers de la population du petit royaume hashemite. Ce que
l’on croyait n’être qu’un exil temporaire,
dure depuis dix ans; Tamerlume et le mécontentement croissent en proportion dans
les camps, car la vie y est dure.
Les habitants des villages frontières ne
.sont pas dès réfugiés au sens technique du
mot, car ils n’ont pas quitté le lien de leur
résidence; ils ont seulement perdu leur
gagne-pain et la plupart de leurs maisons
ont été détruites dans les batailles. C’est
ce que nous explique M. Willard Jones,
quaker américain qui est secrétaire exécutif du Comité pour les réfugiés du Conseil clirétien du Proche-Orient. Ce conseil
est una agence interecclésiastique en rap
Le pays de la neslalgie
port avec le Conseil international des Missions et le Conseil oecuménique des Eglises. M. Jones nous -parle encore de ces
villageois, gens hardis et robustes, toujours prêts à exercér l’hospitalité envers
ceux qu’ils considèrent comme leurs amis,
tout en conduisant sa voiture d’une main
experte le long de la route de montagne
en lacets ou patrouillent des soldats jordaniens et se dressent des « dents de dragon » en béton pour arrêter les tanks ennemis. ,
A Beit Iksa, nouS laissâmes la voilure
pour grimper sur les collines rocheuses
d’où l’on voit un village rasé par la guerre de 1948. Lentement, les maisons ressortent de terre. « Voilà l’école », dit M. Jones en pointant vers le sommet de la colhne. Une toute petite école, comprenant
deux .iialles de classes pour filles, a pu être
construite grâce à un don fait au Conseil
chrétien par une coibpagnie de commerce,
Appellés à décider de l’usage de ce don,
les villageois optèrent sans hésiter pour
l’école.
Le muktar, ou chef du village, vint au
devant du secrétaire du conseil et lui exposa les problèmes q6e pose Tachèvement
des plans. Ici, l’examen de telles questions
ne se fait pas dans des bureaux ni des
comité.s: les questions d’entraide des Eglises ou de secours aux réfugiés se règlent
sur place avec les intéressés, dans les
champs ou dans le magasin de café du village. Dix-huit fois, déjà, des négociations
avaient en lieu au sujet des honoraires de
l’architecte, des contrats de travail, des
accords avec les donateurs. Celle dix-neuvième fois, cela se passa dans le magasin
de café, le muktar et les autres fumant le
long narguilé tandis que M. Jones sirotait
son café.
Si les habitants de Beltir, comme d’autres, ne sont pas sans amertume lorsqu’ils
regardent à leurs pieds la vallée fertile
cultivée par les Israéliens, ijs ont, mieux
que d’autres, résisté à l’apathie et au mécontentement. Grâce en grande partie au
génie d’organisation de Hassar et à sa vaste expérience du travail social, les villageois se sont mis courageusement à l’ouvrage. Le Conseil chrétien du ProcheOrient a procuré une maîtresse pour le
centre de couture et des machines à coudre pour les jeunes filles, ainsi qu’un
maître pour faire la liaison entre le centre et l’école publique.
(suite en p. 4)
le petit chien
Elle se dérobait obstinément à nos
recherches. Et pourtant nous étions
sûrs de suivre le bon chemin.. Poursuivant notre pèlerinage dans les
Vallées, nous avions décidé, ce jourlà, de visiter la maison qui servit
de refuge à Josué Janavel, et, après
nous être soigneusement documentés, nous nous étions mis en route
allègrement.
Le ciel était parsemé de nuages,
mais le temps demeurait beau et
l ombre des grands châtaigniers nous
rendait la marche agréable.
Nous rencontrâmes plusieurs fermes, toutes closes et désertes mais
nullement abandonnées pour autant,
ainsi qu’en témoignait Vordonnance qui régnait dans les abords et les
dépendances. Nous nous désaltérâmes à plusieurs sources fraîches ei
limpides.
Mais toujours point de ” Janavelle”!
Etions-nous montés trop haut?
Avions-nous omis d’obliquer à droite... ou à gauche? La signalisation
de ces sentiers, qui s’entrecroisent
el se brouillent, était quasi inexistante, et nulle flèche, nul panneau
n indiquait la direction à suivre
pour parvenir à l’émouvante retraite.
£iyÎ5ixaE-AyrW
^ouaam, des aboiements se firent
entendre. Quelque chien de ferme,
abandonné par .ses maîtres pour la
journée, et qui commençait à trouver le temps long. Flairant quelque
visiteur, il les avvertissail de .sa présence.
Nous nous dirigeâmes dans sa direction, dans l’espoir de rencontrer
quelque paysan, quelque vieille qui
nous remettrait dans le bon chemin.
De paysan, point. Mais, à l’entrée de la propriété, un aboiement
joyeux nous accueillit, et un bravt
toutou, attaché à une longue laisse
à glissière lui permettant une certaine liberté de déplacement, sauta
sur nous. Il haletait et frétillait.
Nous le caressâmes, et il nous rendit nos caresses avec usure. Instinctivement, je lui parlai dans cette
langue d’Oc, si voisine des dialectes
des Vallées et qu’il devait comprendre. Mais quand nous lui demandâmes où .se trouvait la ’’Janavelle ’, il ne nous répondit pas — et
pour cause! — et il en parut tout
navré...
Nous demeurâmes un long moment avec lui. Il nous regardait
avec de si bons yeux que nous avions
de la peine à le quitter. Il .serait
tout seul jusqu’au .soir...
Le soleil s’inclinait sur l’horizon,
l’ombre de.scendait des sommets, et
il fallait partir.
Une dernière caresse, un dernier
regard, et nous nous éloignâmes lentement. Il n aboyait plus, il gémissait à présent, et nous pouvions Tupercevoir encore, juché sur un tas
de pierres, nous regardant, le coeur
bien gros...
La brave bête...
Un dernier regard au détour du
chemin, et nous ne le vîmes plus.
Mais nous entendîmes, longtemps
encore, répercutés par l’écho, ses
appels et ses plaintes...
Je gage qu’il se sera montré plus
affectueux encore envers ses maîtres, lorsque, la nuit tombée, ils .seront rentrés des champs, et qu’il
leur aura raconté, en son patois, la
visite de ces promeneurs, et la compagnie que ceux-ci lui avaient tenue
un bon moment...
...Mais nous n’avions toujours pas
trouvé la ”Janavelle” !
Marcel Carrières
V-.-mWdli
2
l'ICO DELLE vàÜJ VALDESI
N. 33 — 21 agosto 1959
La riunione del XV Agósto
“'TT
Una serena giornata di fraternità e di gioia
Una volta i nostri padri conoscevano tutti i sentieri delle Valli. In
lunghe e frequenti passeggiate facevano di volta in volta la conoscenza
piena di amore e di entusiasmo con
ogni angolo delle nostre vallate, interessandosi non solo all’aspetto panoramico ma anche alla storia del
popolo che per secoli in quelle vallate, su quei viottoli, in quelle borgate
aveva vissuto, gioito e sofferto. Oggi,
noi conosciamo poco le nostre Valli.
Mentre per quelli che gixmgevano
dalla Valle del Chisone la strada si
presentava facile e semplice, per quelli che giungevano dalla Val Pellice
un’insieme di valloncelli e di stradette avrebbero indotto più d’uno in errore se non ci fosse stata una lunga
processione di gente che dalle Porte
di Angrogna procedeva gioiosa e serena verso il luogo d’incontro.
Per molti si trattava della prima
presa di contatto con questa parte
così bella e ridente delle nostre Valli,
per altri si trattava dì im ritorno do
po molti anni. Questa zona di Prarostino e Roccapiatta ha un suo paesaggio particolare; le colline verdi
hanno una linea morbida ed equilibrata che dona im particolare senso
di pace e serenità. Posto particolarmente adatto, è parso a molti, per
la Riunione del XV Agosto.
Vna nuova formula
Gli organizzatori hanno tentato
quest’anno di seguire ima nuova via
nel programma della giornata. Ci è
parso cne si sia cercato di precisare:
1) che la riunione è, per quanto riu
nione di massa, una riunione della
Chiesa Valdese; 2) che un incontro
su cosi vasta scala dà la possibilità
di proporre a molti Valdesi dei problemi fondamentali della loro vita
chi li riguardano da vicino; 3) si è
abolito il pomeriggio ricreativo, istituzione felice al tempo andato, quando da Agape si potevano organizzare
interessanti gruppi di giovani provenienti da varie parti d’Italia e del
mondo. Da molti anni ormai questo
programma ricreativo non riusciva
affatto e opportunamente lo si è abo
lito.
La giornata è iniziata con un culto
presieduto dal Pastore locale sig. G.
Peyrot mentre il Past. Paolo Marauda ci ha condotti nella meditazione
della Parola di Dio. Non s’è trattato
di una « introduzione » al programma, ma di un culto vero e proprio
(forse per sottolineare questo i due
Pastori erano in toga) quasi a ricordare ad ogni Valdese presente che
la giornata del credente comincia con
l’adorazione di Dio e con l’ascolto
della sua Parola.
Il canto degli inni è stato accompagnato dal doppio quartetto di ottoni del Villar che ha dato un ottimo
contributo sia unificando le voci sparse nel vasto anfiteatro che ci acco
glieva, sia aiutando tutti a cantare
con lo stesso tempo.
Dopo il culto due oratori, il Dott
Gustavo Ribet e il Past. Gustavo
Eouchard ci hanno parlato della situazione attuale delle Valli.
Il Dott. Gustavo Ribet ha trattato
il problema della situazione sociale
ed economica delle popolazioni delle
Valli. Egli ci ha prospettato due fattori principali della attuale trasformazione che si nota alle Valli: il fattore emigrazione ed il fattore indù
striaiizz azione.
Sono due realtà che vanno oltre
il problema specifico delle Valli, due
realtà che riguardano tutte le popolazioni montane, ma che hanno qui
alcuni aspetti particolari ed inoltre
che influiscono non poco sopra la
vita della Chiesa alle Valli.
Non possiamo qui riportare tutte
le interessanti osservazioni ed i numerosi dati statistici che il Dott. Ri
bet ci ha esposto nel suo dire, ma
pensiamo che questi argomenti po
Irebbero essere ripresi utilmente sui
nostro giornale.
Il Dott. Ribet ha terminato esor
tando la popolazione valdese a rea
gire alle varie forze di disgregaziono
che sono all’opera ed a mantenere
frrtemente l’unità nella fede cosi necessaria qui ed anche in vista dellaltre Chiese valdesi sparse nel resto
dell’Italia.
Il Past. Gustavo Bouchard ha trattato della situazione religiosa alle
Valli. Egli ha sottolineato il fatto che
il valdese fin dalla nascita è accolto
nella Chiesa che lo aiuta in tutti i
modi per dargli la conoscenza dell’Evangelo. Il Valdese è dunque par
I\ioolarmente privilegiato e nessun
valdese può dire di non aver cono
scinto il Cristo. Per contro la vita
di buona parte della popolazione delle Valli è una vita religiosamente
inerte ed i contatti con la chiesa avvengono soltanto in occasioni di ce
rimonie ufficiali (battesimi, matrimoni, e specialmente funerali) nè tro
viamo nel popolo valdesé un desiderio di annunziare l’Evangelo, che per
la grazia di Dio egli possiede, a chi
non lo conosce ancora. Il quadro del
pastore Bouchard è stato tetro, ma
purtroppo assai aderente alla realtà
Non sarebbe male che oltre alla
constatazione di fatto si ricercassero
le cause di questo franamento del po
polo valdese sul terreno religioso e
se ne seguisse lo svelamento attraverso gli anni affin di ricercare i mezzi più idonei per reagire a questo
triste stato di cose.
Si riapre al colto il tempio
di Roccapiatta
Al centro della valle nella quale
ci troviamo (la valle si apre come un
immenso anfiteatro verdeggiante) c’è
un piccolo promontorio. Su di esso,
in posizione magnifica, c’è il tempio
di Roccapiatta: è un pio’ più basso
del luogo d’incontro, a pcche centinaia di metri di distanza. Ed ecco
che si forma un lungo corteo: lo
apre il sig. Moderatore Past. Ermanno Rostan col Past. Giovanni Peyrot,
seguono i Pastori presenti, gli Anzia
ni ed i Diaconi e pioi tutta la gente.
Ci si avvia al tempio di Roccapiatta
completamente rinnovato: esso ci appare semplice e decoroso. Ben presto
il tempio è pieno e una gran folla
rimane fuori. Con una breve quanto
suggestiva cerimonia il sig. Moderatore ha riaperto il vecchio tempio al
culto in Ispirito e Verità; una vecchia Bibbia in lingua francese (stampata a Ginevra nel 1712) è scata apier
ta sul tavolo della S. Cena. La cerimonia si è chiusa col canto del Giuro.
Qualcuno ci ha ricordato che in
quel tempio nel 1686 Arnaud ed i
capifamiglia Valdesi discussero l’ultimatum del duca di Savoia: o esiliare o abiurare. Essi decisero: Rimarremo qui, fedeli al nostro Dio.
Dopo la merenda consumata in al
legria sparsi qua e là sui prati, ci si
è nuovamente raccolti per ascoltare
i messaggi del Past. Ernesto Ayassot
e del Past. Giovanni Tron.
Il Past. Ernesto Ayassot ci ha raccontato la storia di due ipotetici Vaidesi che. da un paese qualsiasi delle
Valli scendono a Torino per ragioni
di lavoro: Jean, è il valdese impegnato con la sua chiesa, che giunto a
Torino cerca subito di innestarsi nella vita della nuova Comunità che lo
accogUe, Jacques è invece il valdese
tiepido, che ha paura di dire che è
valdese e che non ha mai tempo di
andare in Chiesa così che rimane
solo nella grande città. Ma l’uno e
l’altro si trovano continuamente richiamati al problema della fede per
il fatto stesso di trovarsi improvvisamente in un ambiente tutto cattolico cesi diverso per mentalità da
quello dal quale essi provengono. Con
brio e con arguzia l’oratore ci ha descritto alcuni momenti essenziali della nuova vita dei due bravi Valdesi
a Torino, alcuni loro incontri, le reazioni diverse dell’uno e dell’altro. E
Past. Ayassot è riuscito in modo estre
mámente divertente a condurre i suoi
ascoltatori a riflettere ad alcimi problemi essenziali della nostra responsabilità di Valdesi. Il suo richiamo
alla testimonianza è risuonato estremamente serio e urgente.
Infine il Past. Giovanni Tron, da
poco tempo arrivato dall’Uruguay, ci
na parlato delle chiese dell’Uruguay:
dopo averci ricordato l’origine della
emigrazione in Uruguay ed essersi fen
mato in modo particolare sulla figura del primo Pastore recatosi colà:
Pietro Morel, egli ci parla in particolare dell’opera a Montevideo dovè si
sta costruendo un grande tempio (per
il quale le nostre (diiese hanno fatto
una colletta speciale e per il quale
sarà devoluta una parte della colletta del 15 Agosto). Egli ci mostra in
modo chiaro l’urgenza della creazione di una chiesa a Montevideo dove
convergono molti valdesi che per ora
sono spesso rimasti isolati e distaccati da qualsiasi chiesa, dove convergono molti malati ricoverati negli
ospedali della città e dove v’è una
crescente presenza di giovani studenti Valdesi che saranno in un domani
assai prossimo i membri più responsabili delle nostre comunità in Uruguay.
Da queste colonne noi auguriamo
che presto la Chiesa di Montevideo
possa essere costruita ed essere uno
strumento prezioso per l’opera della
nostra Chiesa in quella città.
Il programma è così terminato e
molti hanno- preso la via del ritorno
mentre altri hanno pensato bene, prima di partire, di rifocillarsi ancora
un po’ con una buona merenda.
Giornata buona sotto tutti i punti
di vista. Dobbiamo da queste colonne
rivolgere un vivo gteie agli organizzatori della gìomatà, ai sigg. Benech
che hanno offerto il loro prato come
luogo d’iiicontro, agli oratori che ci
hanno così bene e vivamente interessati. T — 8
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I lavori per la costruzione del nuovo tempio sulla piazza di Ghigo di Frali; la foto
è però stata presa alcune settimane or sono: dopo il lavoro di fondamenta, i muri sorgono ora già dal piano del terreno.
Toponimi deiie Vaiii Vaidesi
di r. G. p o s
Riunione ai Colle
delle Fontane
La tradizionale riunione del
Colle delle Fon^e avrà luogo
domenica 23 ag<^|to alle ore 15.
In caso di cattivo tempo si terrà
nella scuola deHe-- Fontane. Diversi oratori presenteranno alcuni aspetti del|ia nostra opera
di evangelizzazione. Cordiale
invito a tutti !
li Bös: villaggio in quel di Pramollo.
Beux è nome dì fam. nelle valli
valdesi ed altrove, italianizzato in
« Bosio », ed ancora- sparso nel vallone di Pramollo. Nel territorio di
S. Germano troviamo già un Bosius, in un doc. del 6 die. 1230; un
Ghiraudus Bosius prop. a S. Germano in altro del 12 febb. 1280.
i Bianchi: villaggio di S. Giovanni,
presso i Bastia, ad occ. dei Peyrot.
Dal nome di fam. Bianchi, Bianqui, Bianchis che si può trovare
in vai Pragelato fin dal 1319. 1724,
alli Bianchis ossia Serre delle noie. .
la Bilia: villaggio sulla Ciamugna, al
’centro di Prarostino. Secondo G.
• i Jalla è nome di fam. proveniente
' da S. Secondo, stabilitasi a Luserna verso il 1750. Può anche essere
abbreviazione di Sobilla, Subilia,
nome di fam. pure nostrano. Nel
1614 troviamo una Mad.ma Bilia
sposa di un Barbero di Bibiana, ed
un Giorgio Billia’ nel 1597, era a
capo del comune di Saluzzo; Bilia
uxor Jacobi Carreria (doc. 14161479).
la Bjmo- gruppo di case su la strada
pròvìnciale, fra S. Secondo ed Osasco, ma sul territorio di Prarostino.
Si ha notizia di un « G. Bima delle
fini di Cuneo», ma abitante alle
Valli, verso il 1561. « Bimo » in dialetto è una capra di meno di due
anni che non ha ancori figliato.
Bioccia: villaggio di Angrogna, sopra il Caciet, sulla strada che da
Buonanotte conduce alla Vaccera
In Linguadoca, bioc ha il significato di fondo di una botte (M.) mentre in piem. biocia significa ritaglio, frastaglio, eco. e bioch indica
li capecchio grossolano che si pu
ancora filare.
li Blanc: villaggio presso il capoluogo di S. Germano. Nome di fam.
della Francia meridionale e del
Delfinato, forse venuto alle Vali:
attraverso il Pragelato. Ad Aiguille
nel 1332.
id. case presso i Blonat di S. Giovanni, ove si stabilì una famìglia
di Blanc, verso il 1800. proveniente dalla Francia. daKa quale uscì
il predicatore laico Antonio Blanc,
amico- di Félix Neff. Ma il nome
Bianqui, Bianchi, che ne sembra
derivato, si trova già a S. Giovanni nel 1655 (J. J.).
li Blegìe: villàggio in quel di Pomaretto, sopra ta Lauso. Blégier è nome di fam. prov. ed è pure diventato nome di luogo nel dipartimento delle Basse Alpi (M).
la Blina: foresto ad Angrogna, all’inversG, presso l’Embérgiarìa. Forse
dal nome di fam. Belin, Bellin, che
troviamo alla Torre nel 1655 e di
cui il nostro toponimo rappresenterebbe la forma femminile.
CONFERMATI NELLA FEDE
« Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù il Signore, così camminate uniti a Lui, essendo radicati ed
edificati in Lui e confermati nella fede, come vi è
stato insegnato ed abbondando in azioni di grazie ».
(Colossesi 2: 6-7)
I Colossesi avevano ricevuto l'annunzio di Cristo Salvatore e Signore,
e la buona novella aveva portato i suoi frutti. Tosto però erano venute
le insidie della predicazione di falsi dottori : non tanto il pericolo dell'abiura per ricadere completamente nel paganesimo di prima, quanto
piuttosto il porre accanto all'Evangelo elementi di sapienza umana come
se Cristo non fosse più il vero ed unico Signore quale era stato annunziato.
S. Paolo scrive a quella chiesa onde aiutarla a sormontare il pericolo,
e addita come mezzo di vittoria la potenza che deve avere la fede di
quei credenti; siano essi dunque confermati nella fede, camminando
uniti a Cristo, radicati ed edificati in Lui.
L'esortazione dell'apostolo trova anche per noi ,oggi, la sua applicazione.
Noi abbiamo ricevuto Cristo. La nostra Chiesa attfavefso i secoli,
sia pur con tutte le sue debolezze e manchevolezze dovute agli uomini
che la compongono, ci ha dato l'annunzio di Cristo. Questo è il nostro
privilegio e la nostra responsabilità. •
Cristo non è per noi uno sconosciuto : è di Lui che ci è stato parlato
nell'istruzione religiosa ricevuta In gioventù; a Lui abbiamo promesso
fedeltà nel giorno della confermazione; è Lui che ci viene annunziato
ogni domenica ed in cento occasioni della nostra vita, nella gioia o ne!
dolore.
Qualcuno in passato ci ha definiti « popolo della Bibbia » ; amara
ironia oggi quando troppi Valdesi dimenticano così spesso la loro Bibbia
e trascurano il culto familiare. Ma l'espressione può esser vera nel senso
che, malgrado tutto, l'annunzio della Bibbia, l'annunzio di Cristo, Parola
Vivente di Dio, ha continuato ad esserci dato.
Abbiamo ricevuto Cristo « il Signore»: non uno dei signori della
nostra vita accanto al quale sia lecito porne degli altri. Il Signore in senso
pieno ed assoluto, che non s'accontenta che facciamo di Lui un'etichetta
o che gli diciamo « Signore, Signore » solo colle labbra,- Colui che non
vuole essere il Signore soltanto della cosidetta sfera religiosa bensì di
tutta quanta la nostra vita, ed esige tutta la nostra fedeltà nella quale
troviamo la sola possibilità di essere liberi. Il Signore quale ci è stato
annunziato: Signore della vera pace di cui il mondo ha bisogno; Signore
della Chiesa che ne costituisce e mantiene l'unità nella diversità dei ministeri e dei carismi ; Signore del mondo che al di là delle apparenze di
oggi, ha già vinto e renderà manifesta la sua vittoria nel Suo giorno, nel
gran giorno che s'avvicina, perchè Egli viene.
Come per Colesse, vi sono oggi per noi dei pericoli meno appariscenti che non l'abiura, il rinnegamento completo di Cristo, o l'ateismo:
è il pericolo di perdere di vista la sola sovranità a cui dobbiamo sottoporre la nostra vita, quella di Cristo.
Anche certi valori, come famiglia, casa, lavoro, svago, che trovano
nella luce di Cristo la loro vera bontà ed importanza, divengono idolatria
pericolosa se — dimenticando la sovranità di Cristo — li poniamo al di
sopra di Lui ; falsi messianismi come se dovessimo aspettare un altro
Vangelo oltre qùello di Cristo; conformismo o mimetismo perchè ci si
vergogna di Cristo ; attivismo che è servizio di noi stessi anziché l'attività
normale per il credente che è servizio di Dio... Queste ed altre forme
di idolatria sono un disconoscimento della sovranità del vero ed unico
Signore.
Per vincere?: una sola forza, la vera fede che è certezza, fiducia,
ubbidienza. Fede nella quale, per vincere, dobbiamo essere confermati :
deve esser fatta fruttare come talento ricevuto da Dio, dev'essere rinvigorita ogni giorno perchè è di ogni giorno il pericolo che la contrasta ;
deve ricevere ognora la sua «conferma», il suo contenuto, il suo oggetto
che è Cristo il Signore. Conferma della fede espressa dall'apostolo con
3 immagini :
— Camminare uniti a Cristo: il movimento della vita secondo le
condizioni ricevute da Dio in Cristo, di uomini chiamati, giustificati ;
— radicati in Cristo: fermezza della vita cristiana che dal Signore
riceve la linfa come il tralcio dalla vite;
— edificati in Cristo: solidità e continuità delia vita del credente,
pietra deH'edificio che ha il suo fondamento nel Signore.
Il testo comincia con un passivo: « ricevuto Cristo»: se abbiamo
conosciuto Cristo non è merito nostro, ma una grazia. Alla fine del versetto il verbo è attivo: « abbondando in azioni di grazie »: quella è la
nostra parte. La riconoscenza, il segno che abbiamo capito ch'Egli è il
Signore nel quale abbiamo tutto pienamente (2: 10).
Non sempre ci rendiamo conto che anche quel che v'è di meglio in
noi, nel pensiero e nell'azione, ha pur sempre bisogno del perdono di
Dio. Siamo allora lontani dall'Evangelo che dice che non abbiamo il
diritto di menar alcun vanto dinanzi a Dio, e che quel che facciamo non
deve esser fatto affinchè il Signore ci ringrazi, ma, al contrario, per dire,
pur così modestamente e debolmente, il nostro ringraziamento al Signore.
La vita del credente altro non può essere che gioiosa gratitudine verso
il Signore che tutto vuole di noi e da noi perchè tutto Egli ha già fatto
per noi. Riconoscenza, espressione di fede viva e confermata in Cristo, e
perciò impegno: nella vita individuale e nella vita associata della Chiesa.
Possa ciò esser vero per noi Valdesi delle Valli che^ come solida retrovia,
o per i Valdesi fuori delle Valli che, come punte avanzate di un esercito,
siamo impegnati nell'azione del|a testimonianza- e nel combattimento
della fede — fede completa in un Cristo completo, solo Signore —;
spinti ed animati dalla riconoscenza verso Colui che tutto ha fatto e farà
per noi.
Paolo Marauda
4
3
21 agosto 1959 — N. 33
L'ECO DELLE V^^LI VALDESI
— 3
Devozioni in i;risi?>^
L’ANSA comunica che un articolo molto coraggioso su di un tema delicato è
stato pubblicato nel numero di luglio-agosto della rassegna « Stella mattutina », organo delle congregazioni mariane della
Compagnia di Gesù. Partendo dall’ osservazione della decadenza di alcune pratiche devozionali, osservazione comune a
pastori d’anime e a teologi, il P. Domenico Grasso S. J. afferma che alla crisi
partecipano un po’ tutte le devozioni, eccettuata forse quella della Vergine, e non
VI sfuggono nemmeno alcune connesse con
la persona del Redentore (il Nome di
Gesù, il Volto santo, le cinque piaghe..,).
Se una causa di questa decadenza può essere attribuita “all’attenuato spirito religioso che si nota in alcuni ceti, si può però
anche dire che essa è dovlita ad una maggiore conoscenza della Bibbia, del Vangelo e della liturgia che hanno ricentrato
la devozione del cristiano sulla persona
umana e divina del Cristo: la devozione
torna ad essere cristocentrica e quindi sdegna certe pratiche spirituali particolari che
non rispondono più al bisogno dell’uomo
nggi; per 1 autore, perciò, la crisi di
tali devozioni è in complesso « un indice
positivo della spiritualità di oggi. Essa
corrisponde al bisogno di una maggiore
profondità nella vita cristiana e alla necessità di vederla centrata nelle sue fonti
genuine... ».
A queste affermazioni corrispondono
quelle di « un prelato » della Città del
Vaticano, intervistato da F. Pucci, un cronista de La Stampa (31 luglio 1959) a proposito di un recente decreto del S. Uffizio che dichiara « fantasia » certe pretese
visioni della Madonna in Olanda. 11 predetto prelato ha detto : « E’ bene che si
sappia che la Chiesa nulla disapprova più
elle l’isterismo e la superstizione, di cui
immancabilmente queste manifestazioni popolari sono prova evidentissima. L’ansia
del miracolo, la corsa a tutto ciò che ha il
sapore- del meraviglioso, sono oggi un segno dell’ignoranza e dell’ingenua credulità largamente diffuse; indubbiamente anche un indice dei tempi malsicuri e gravidi di minacce in cui tutti viviamo ».
Come non rallegrarsi di queste prese di
c oscienza e di posizione più lucide e diciamo pure più « evangeliche »? Auspicando che non rimangano esclusiva di una
piccola élite, e ricordando d’altra parte
c he la gerarchia romana, specie nei gradi
più bassi e sul piano locale, ha avuto e ha
talvolta una grave responsabilità nel sorgere e nel prosperare di tali devozioni superstiziose e spesso grossolane.
Due scomparse
Nelle: ullimec settimane sono scomparse
due figure di primo piano del Cattolicesimo nostrano, molto diverse fra di loca.
Si tratta del P. Agostino Gemelli, a lungo
Rettore della Pontificia Università del
S. Cuore, a Milano; e di Don Luigi Sturzo,
singolare figura di uomo politico, senatore deRa Repubblica, di cui si potevano
ceviderite-mente rifiutare o discutere molte
posizioni politiche, ma di una dirittura
e spesso di una lucidità di giudizio notevoli.'Non è certo che egli fosse nella «linea » ufficiale vaticana, ed infatti la sua
-comparsa ; non è stata c erto sottolineata
dalla stampa cattolica, cosa che è tanto
jiiù risaltata a confronto del modo veramente eccessivo con cui è stata « orchestrata », sull’Osservatore Romano, per giorni e giorni, la malattia e la fine del Padre Gemelli: certamente l’Università del
S. Cuore è la fucina di un’élite culturale
cattolica di primaria importanza nella nostra vita nazionale...
Ottanta anni fa
Ottantanni fa, il 4 agosto 1879, Leone
Xlll indirizzava al mondo cattolico la sua
prima enciclica dottrinale, VAeterni PaIris. In essa il Pontefice, contro il diffondersi di uno spirito razionalistico
che portava nel campo della teologia un
criterio di « scientificità » giudicato pericoloso — e che infatti in certi casi estremi, nel Cattolicesimo come nel Protestantesimo, portò alla negazione di lati fondamentali dell’Bvangelo — contro tutto
ciò Leone XIII volle dare un deciso colpo
di barra, ricordando solennemente — e
infallibilmente '— che fondamento della
fede cattolica era « l’aurea sapienza di San
Tommaso », e che era quindi necessario
che ne fosse messa « in chiaro la solidità
e la eccellenza sopra quella di ogni altro »
e che ciò avvenisse attingendola dalle sue
vere fonti, dagli scritti e da quei canali
che derivino direttamente da quelle fonti.
Si trattava dunque di un vero e proprio
ritorno alle fonti. Ma a quali fonti? Quella revisione e quella purificazione della
fede — necessarie — non avvennero, come
avverranno invece in quei decenni nel Protestantesimo, con quel movimento che sfocerà nel « rinnovamento biblico », nel ritorno cioè alle vere fonti, quelle scritturali, intese secondo l’interpretazione delha
Riforma quale vivente, ed unica Parola
di Dio, perennemente attuale. La « riforma » dottrinale cattolica si riportò alle
fonti del pensiero di S. Tommaso, e alla
tradizione « scolastica », che pur avendo
rappresentato un momento importante e
non trascurabile della storia della riflessione teologica cristiana, segnò pure un
momento di confusione grave di conseguenze fra il pensiero genuinamente cristiano e la filosofia aristotelica allora dominante: uno dei molti esempi, nella storia della teologia, di quegli sforzi di esprimere il contenuto evangelico con 11 linguaggio e nel pensiero di un’epoca, sforzi
in sè legittimi e anche necessari, ma che
talvolta portano ad un’indebita mescolanza di elementi cristiani ed estranei, e che
rischiano di irrigidire il pensiero cristiano
in una forma cristallizzata che finisce per
costringere e pesare anziché aiutare a chiarire. Questo « colpo di barra » del Magi
slero romano, confermato alcuni anni do^ l’enciclica Pascendi Dominici gregis, con cui venne stroncato il
movimento modernista, fu gravido di conseguenze per l’indirizzo generale cattolico
dei decenni successivi, fino ad oggi. E non
possiamo davvero essere d’accordo con
Cornelio < Fabro, che ricordava l’anniversario deU’Aeferni Patris, suìVOsservatore
romano del 6-8-59, esaltando tale preteso
ritorno alle pure fonti. Pensiamo anzi che
ta e deciso indirizzo « tomistico » della
teologia sistematica cattolica abbia contribuito ad accentuare il suo distacco da quella delle altre confessioni cristiane, oltre a
rappresentare un imbrigliamento di molte
mrze fresche di pensiero nell'ambito del
Uattolicesimo stesso. Se tale processo non
è stato ancora più grave, è dovuto al fatto
che un maggiore studio esegetico delle
Scritture, certamente riscontrabile nella
telogia cattolica, e incoraggiato dagli stessi Poritefici, ha riavvicinato, intorno ai
testi biblici, cattolici e protestanti. E, sen
za sopravvalutare ma anche senza sminuì
re la portata di questo « incontro », ci
auguriamo che esso continui e si approfondisca sempre più. Poiché nella Parola di
Dio è il fondamento della Chiesa.
Le prime due encicliche
di Giovanni MIII
A un mese di distanza l’una dall’altra,
Giovanni XXIII ha rivolto al mondo cattolico le sue due prime encicliche. E’ molto importante, anche per noi evangelici,
sapere ciò che queste encicliche contengono, perchè fanno in un certo senso il
punto della attuale situazione ufficiale del
Cattolicesimo, ed hanno spesso gravi conseguenze, negli anni successivi, come quanto abbiamo detto sopra dimostra. Ora,
niente di rivoluzionario appare nelle due
encicliche in questione: la prima. Ad Pétri cathedram, e un discorso generale, che
si articola in una specie di trilogia: la verità, la pace, l’unità; e non c’è nulla di
nuovo nel modo di considerare la verità
( di cui il Magistero è depositario infallibilc) mentre vi sono parole notevoli a
proposito della necessità di pace fra i popoli, le classi sociali, fra le razze, in seno
alle famiglie nè nel modo di affrontare
il problema, certo sentito, dell’unità. Anzi, a questo proposito, è stato notato da
rnolte parti che il riaffermato concetto dell’unità come « grande ritorno » all’unico
Ovile illumina chiaramente le intenzioni
a proposito dell’indetto Concilio ecumenico cattolico. Albert Finet ha scritto al riguardo su Réforme (15-8-’59); «Il n’y a
qu’uree Eglise. L’encyclique ignore ce terme pour qualifier les autres confessions.
Ce ne sont que des « communautés » chrétiennes. Et pour éviter de citer le Conseil
oecuménique des Eglises, on parle de
«conseils permanents», ce qui représente
une erreur d’information. Conséquence:
l’unité de l’Eglise ne se présente pas comme un problème à résoudre, une recherche à poursuivre, elle est très exactement
ad Pétri cathedram et les « communautés »
chrétiennes n’ont rien d’autre à faire qu’à
rentrer au bercail. C’est d’ailleurs dit avec
une chaleur de coeur, une émotion et une
tendresse auxquelles nous sommes sensibles, comme nous sommes sensibles à
l’humour involontaire qui pousse Jean
XXIIl à citer à notre intention l’epître aux
Hébreux: « Souvenez-vous de vos pères... »
Si on s’en souvient: saint Paul, saint Cyprien (puisque l’encyclique le cite), saint
Augustin, saint François, Luther, Calvin,
tous ceux qui s’en réclament... jusqu’à
Barth! ».
La seconda enciclica, Sacerdotii nostri
primordio, è stata diffusa in occasione del
centenario della morte (« piissimo Transito ») del Curalo d’Ars, S. Giovanni Maria
Vianney; ed è particolarmente centrata sul
ministero sacerdotale. E’ una « pastorale »
del Sommo Pontefice ai vescovi suoi confratelli e tramite loro a tutti i sacerdoti
ed è tutta pervasa da un calore umano e da
un amore per le anime che non possono lasciare indifferenti; vi sono molte esortazioni che, mutatis mutandis, potrebbero
ess re indirizzate da un moderatore ai pastori della sua Chiesa, ricordando loro, come a se stesso, la necessità di una piena
consacrazione al proprio ministero — serie riserve faremmo soltanto al concetto
di « ubbidienza » che traspare dall’enciclica: una ubbidienza alla gerarchia e in ultima istanza al Papa che si indentifica in
modo per noi inaccettabile con l’ubbidienza a Cristo. Malgrado questo lato simpatico e vivo anche per noi dell’enciclica —
un evangelico non mancherà però di notare
il fatto che sulle 104 citazioni, soltanto 7
sono bibliche... risulta però, pure in
tutta la sua grandezza e nobiltà umana,
eroica anzi, una figura di sacerdote, una
concezione del sacerdozio che riteniamo
una volta di più inconciliabile con la Parola di Dio. Giovanni XXIII cita queste
parole di uno degli ultimi discorsi del suo
predecessore: « Il carattere sacramentale
dell’Ordine sigilla da parte di Dio un patto eterno del suo amore di predilezione,
che esige dalla creatura prescelta il contraccambio della predilezione... il chierico
sarà un prescelto tra il popolo, un privilegiato dei carismi divini, un depositario del
divino potere, in una parola un alter Cliristus... Egli non si appartiene, come non appartiene a parenti, amici, neppure ad una
determinata patria: la carità universale sarà il suo rapirò. Gli stessi pensieri, volontà, sentimenti non sono suoi; ma di
Cristo, sua vita w; e ricorda la liturgia dell’Ordinazione che riferisce ai sacerdoti la
parola di Gesù: « Non vi chiamo più servi,
ma amici ».
Rifiutiamo il privilegio e potere divino
di cui qui si parla, l’indebita sostituzione
a Cristo ; e riaffermiamo la nostra fede nel
sacerdozio universale di tutti i credenti :
la chiamata di Cristo non vale solo per un
clero, è rivolta ad ogni credente.
GtNO Conte
11 Concilio Ecumenico
Ha avuto luogo um riunione interconiessionale di giornalisti. Scopo
principale di questa conferenza era
di ricondurre le speranze suscitate
dalla proclamazione del Concilio alla
Icro giusta proporzione.
Il cattolico professor Ed. Stakemeier, nella sua esposizione su « Il concilio annunciato e l’ijinità dei cristiarii ». ha risposto negativamente a
quanti si domandavano se il concilio
si sarebbe occupato di unione. Ha invece affermato che ci si occuperà assai pjù del rinnovamento spirituale
dellà Chiesa nei confronti delle difficoltà e della situazione attuale. Ha
anche aggiunto che un rinnovamento in seno alla Chiesà cattolica darebbe ai fratelli separa^ una immagine
convincente. i>r
Dal canto suo il professore di teologia Peter Meinhold, di Kiel (prote
stante), ha rivolto alcune domande
alla Chiesa romana: «La Chiesa Cattolica romana è effettivamente pronta a riccncscere la qualità di Chiesa
a altre Chiese che si sottomettono alla 3’gnoria di Gesù Cristo e il cui ordinamento e la cui costituzione sono
conformi allo spirito ideile Chiese primitive? La Chiesa romana è essa
pronta a rendere Destimonianza a
Cristo, insieme ad altee Chiese, dinan.
zi al mondo non cristiano, per quel
che riguarda i campi dell’etica sociale, della politica e della cultura?».
Intanto il patriarcato di Mosca della Chiesa ortodossa russa ha fatto sar
pere che non pensa- di accettare un
eventuale invito a partecipare al Concilio Ecumenico annunciato dal papa
ed ha smentito' che' suoi rappresentanti abbiano avute dei colloqui in
proposito col nunzio apostolice, di
Vienna. (S. OE. P. I.)
Film capitolici
L’agenzia « Mondo religioso » comunica
che verrà realizzato in Spagna, in coproduzione hispano-american^, un film: «La vita di Cristo », impostato su basi eccezionali di' grandiosità e di alta dignità, qualitativa e spettacolare [ma non nascondiamo
la nostra diffidenza - n. d. r.). Dalla stessa
fonte apprendiamo che una troupe cinematografica ha iniziato neU’iinterno della Città
del Vaticano la lavorazione del film « Luce
sul monte », che narrerà la storia dei Pontefici della Chiesa Cattolica Romana attraverso le opere d’arte che si^ trovano nella
Città del Vaticano.
Tuniche in vetrina
In altra parte del giornale si fa notare che le reliquie — ed anche le reliquie che hanno qualche attinenza con
Gesù — sono in ribasso. Sembra che
i credenti (quelli cattolici, ben inteso) non accordino più loro tutta quell’importanza che era loro riconosciuta
un tempo. Tuttavia un articolo apparso su La Stampa del 15 agosto u.
s. sembra smentire le constatazioni sopradette : « Tre milioni di fedeli nel
Duomo di Treviri dov’è esposta la tunica attribuita a Gesù », così l’articolista intitola il suo ’ servizio ’. Se tre
milioni di persone sono ancora disposte a partecipare ad un pellegrinaggio
col solo scopo di sfilare reverenti dinanzi ad una tunica che giganteggia
sull’altar maggiore di un duomo romanico, in mezzo ad una pia luminaria ed al fasto delle vesti sacerdotali,
segno è che il tarlo delle reliquie non
è ancora morto, che questo tragico
malvezzo che è penetrato nel cristianesimo non è ancora stato eliminato.
Certo la ’ tunica di Gesù ’ sembra
avere alcuni requisiti per essere considerata autentica : niente cuciture,
strappo alla manica sinistra come avveniva allora per i condannati e così
via. Cosa che non fa che aumentare la
sua importanza rispetto ad altre reliquie dall’autenticità assai più controversa...
Tuttavia la Chiesa Romana, ci vien
detto, non reclama dai suoi fedeli che
essi credano nell’autenticità della reliquia, le basta che essi sfilino reverenti dinanzi ad essa come davanti ad
un simbolo dal quale sono rimandati
a Colui che è al di là del simbolo: a
Cristo stesso. V’è fm-se un certo progresso? Si sta forse cercando di spingere progressivamente il popolo dei
credenti ad allontanare da sè ogni superstizione? Si sta forse cercando di
liberarsi da quella specie di circolo vi
zioso per cui molti sono contrari al
culto delle reliquie, ma non lo attaccano apertamente per non urtare la
massa di quei ’ semplici ’ nella fede
che trovano in esso un certo appagamento?
Non ci pare che la situazione attuale
permetta di essere molto ottimisti. Innanzitutto sembra ohe, a getto continuo, si organizzi ora un Anno Santo,
ora un pellegrinaggio a Lourdes, ora
qualche altra attività del genere. Si
nota il desiderio di rinverdire l’interesse dei fedeli per questa o quella reliquia (e bisogna riconoscere che c’è
molta scelta) che era forse un po’ passata nel dimenticatoio. Di questo passo non vediamo come si possa fare
molti progressi sulla via dell’abbandono di una delle piaghe che inceppano
più fortemente il romanesimo.
Se non si chiede più di credere nelle reliquie od in determinate reliquie
non si è per questo ancora saputo trarre la vera conclusione da questo fatto.
Si vuole continuare a ’ facilitare ’ la
fede dei semplici dando loro un appiglio, un oggetto capace di suscitare
in loro il sentimento del sacro, del miracoloso. Ma da questo non può ancora scaturire rincontro col Signore
vivente, la cui presenza, il cui amore,
la cui potenza, nessuna tunica esposta in vetrina può ’ facilitare ’ o realizzare. E così la lunga fila dei pellegrini sembra allungarsi aH’infinito,
passando da un oggetto di pietà all’altro. Così continueremo ad assistere allo sfilare speranzoso di uomini
doloranti nel corpo e nello spirito che
non sanno cercare la loro guarigione
là dove la loro .attesa non andrebbe
delusa. La tunica di Treviri rimanda
a Gesù, è vero, ma in modo tale che,
per giungere a Lui, bisogna voltarle
la schiena.
Giovanni Conte
Manifestazioni valdesi di fine agosto
. —Il , ,i.M, ; (irttii. ....I. ,1 . — ■ fT* - B
La IX Gidiirnata del Collegio Valdese
Tiirre Pellice - 23 a.gosto 1959
Ore 12,30 - Riunione conviviale presso la Foresteria, ex-Scuole Villa
(L. 650 ,§ testa). Si raccomanda vivamente di prenotarsi al
più presto, anche per telefono.
Ore 14,30 - Sedata sociale presso la- Casa Valdese - Relazioni morale
e finanziaria - Varie - Proposte - Elezioni.
Ore 16,30 - Al campo del Convitto - Servizio di buffet - Autoparcheggio pel cortile del Collegio aperto dalle ore 11 - Quiz.
Convegno di studi suiia Riforma
ed i movimenti reiigiosi in itaiia
Come già abbiamo a suo tempo annunziato, per iniziativa della Società di Studi
Valdesi, il Terzo Convegno di Studi sulla
Riforma ed i movimenti religiosi in Italia,
avrà luogo nei giorni 28 e 29 agosto prossimo a Torre Pellice, nell’aula della Casa
Valdese. Per cura di un’apposita Commissione, formata dai Prof. Delio Cantimori,
Eugenio Duprè Theseider, Augusto Armand Hugon, è stato stabilito il programma completo del Convegno, che si presenta veramente notevolè, ' sia come personalità che vi partecipano, sia come importanza d’argomenti trattali. Ne pubblichiamo
i dati essenziali.
Venerdì 28 Agosto ore 9: Apertura del
Convegno.
Relazioni: Raoul Manselli: I Valdesi di
Provenza nel registTip^ inquisitoriale di
Bernard Gui. — Eugenio Duprè-Theseider:
Tra spirituali e Fraticelli. — Giovanni Gönnet: Casi di sincretismo ereticale in Piemonte nei secoli XlV-IfV. — Luigi Firpo:
Marcello Squarcialupi esule per causa di
fede. — Henry Meytàn: Un « Pasquillus »
inédit sur le Conclave de 1549-50.
Ore 15: Ripresa dei, lavori: Luigi Santini: Gli esuli italiani durante la Riforma
e la lesi della fuga nella persecuzione. ^—
Giorgio Peyrot: Una disciplina valdese
inedita della metà del XVIII secolo. —
Giorgio Spini: Nuovi documenti sul movimento evangelico clapdestino nella Toscana del Risorgimento.
Ore 21: Pubblica^ conferenza del
prof. Henri MeylàB dell’Università di
Losanna (in occasione del giubileo
ginevrino): Le secrét de Calvin.
Sabato 29 Agosto ore 9: Paul Guichonnei : La propagande protestante en Savoie
à l’époque de Cavour. — Arnaldo Cicchitti-Suriani: Uno scismatico lombardo:
il conte Ottavio Tasca (1795-1872). — Teo
doro Raima: Motivi polemici nella storiografia su G. Savonarola.
Ore 10: Interventi e discussione sulle
comunicazioni.
Programma del prossimo Convegno.
Chiusura dei lavori.
Ore 14: Gita facoltativa ai luoghi storici
della Valle d’Angrogna (con macchina).
Congresso annnale
deinU.C.E.
Ricordiamo che il Congresso annuale dell’associazione avrà luogo,
D. V., a Torre Pellice il 27 corr.
nella sala unionista, gentilmente concessa, col seguente programma:
Mattino: ore 9,30; Breve culto di
apertura presieduto dal sig. Moderatore. — Ore 10: Relazione morale e finanziaria. Elezioni. — Pranzo
in comune aU’albergo Malan.
Pomeriggio : Relazioni sui convegni di Sicilia, di Berlino, d’Olanda,
sul campo latino; discussioni sul problema del laicismo.
Chiediamo a tutti i soci di fare
il possibile per non mancare perché
il congresso sarà chiamato a pronunciarsi su questioni vitali dell’Associazione.
Pastori, genitori ed amici dell’A.
1 C. E. sono pure cordialmente invitati.
1 partecipanti al Convegno saranno ospitati nella Foresteria Valdese (via Arnaud piazza Gianavello). Per prenotazioni ed informazioni, occorre rivolgersi al Prof. Augusto Armand Hugon (Torre Pellice).
Anche in questa sua terza edizione il
Convegno di Studi porta a Torre Pellice
un efficace elemento di dignità e di sviluppo culturale, che ne assicura l’esito
migliore.
AD AGA^
Giornate Teologiche
25-26 agosto
Dedicate al tema del « dialogo tra
protestantesimo e laicismo », ci si
augura possano raccogliere un buon
numero di partecipanti e rappresentare un vero e fecondo incontro. Due
relazioni saranno presentate : dal
Prof. Alessandro d’Entrèves su a Senso e limiti del laicismo » e dal Prof.
Giovanni Miegge su « Significato c
problemi del protestantesimo ». Le
due relazioni saranno precedute, secondo l’uso tradizionale, da due studi biblici.
A. I. C. E.
Bando di concorso
E’ bandito per l’anno scolastico
1959-1960 un concorso per numero
3 borse di studio da L. 25.000 (venticinquemila) raduna, per studenti e
studentesse evangeliche, di Istituto
Magistrale o di Scuola Media, che
s’impegnino ad insegnare alle Valli
per almeno 5 anni. I candidati dovranno presentare entro il 15 settembre c. a. alla segretaria dell’AICE
insegnante Bonnet Etbel, via Matteotti 18, Torre Pellice) i seguenti
documenti:
1) Pagella del l'ultimo anno scolastico o docunrento equipollente;
2) Certificato in carta libera dell’Agente delle Imposte;
3) Stato di famiglia in carta libera;
4) Domanda in carta libera firmata
dal padre o da chi ne fa le veci;
5) Presentazione di un pastore o di
un insegnante evangelico.
Ricordiamo che le offerte Pro Borse di Studio si ricevono sul Conto
Corrente n. 2/40715 intestato al M”
Dosio Levi, San Secondo di Pinerolo (Torino).
4
Noi abbiamo conosciuto l'amo- re che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto. L'Eco delle Valli Valdesi Se uno dice; (o amo Dio, e odia il suo fratello, è bugiardo 1 Giovanni 4: 20
1 Giovanni 4:16 f • ...
NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ'
AlVI/ROGIVIA [Serre)
Domenica pomeriggio, 16 c. durante il
culto all’aperto nella località Barfé è stato
amministrato il battesimo al piccoli Malun Nadia di Giovanni e di Roman Anna
e Roman Silvano di Giulio e Benech Albina di Serre Malan. Faccia il Signore crescere questi fanciulli in statura, sapienza e
grazia dinanzi a Lui e dinanzi agli uomini.
Nelle ultime settimane, per tre domeniche durante l’assenza del Pastore recatosi
in Germania i culti sono stati presieduti
dai Sigg. A. Arghittu, B. Bellion, dal Maggiore dell’Esercito della Salvezza L. Calzi
e dal Pastore Gino Conte. Li ringraziamo
di cuore per la loro pronta e volonterosa
collaborazione.
Nelle prossime settimane i culti avranno
luogo nelle seguenti località: domenica 23
agosto: Serre, nel tempio alle ore 10; Bagnau, all’aperto alle 14,30. Domenica 30
agosto, alle ore 10 nel tempio di Pra del
Torno, anziché al Sap, per potere permettere non soltanto al Pastore, ma a tutti i
membri di Chiesa che lo desiderano di recarsi nel pomeriggio a Torre Pellice per
il culto di inaugurazione del Sinodo alle
ore 15. Domenica 6 settembre, alle 10 nel
tempio del Serre e nel pomerggio alle 14,30
al Bagnau.
AHÌGR0GIU4 iCapoluogo)
Domenica 16 agosto, nel corso della nostra riunione pomeridiana ai Malans inferiori sono stati presentati al Battesimo
cristiano i bambini Peraldo Fiorella, Renato, Luciana, Corrado Franco di Giovanni e Bertin Elvina (Malans inferiori).
La grazia è la benedizione del Signore
circondino ed accompagnino sempre i bambini ed i loro genitori.
Domenica 23 agosto alle ore 15, tempo
permettendolo, avrà luogo una riunione
all’aperto nel solito castagneto tra la frazione Stringats e la frazione Bruere.
lilLi.ftSECCa
La riunione a Villasecca superiore, che
doveva aver luogo il 16, si terrà il 23, alle
ore 15.
T.DSERIVIA SA1VI ElOEAlVIlVi
L’ultima riunione domenicale all’aperto
avrà luogo a Rocciamaneud il 23 p. v. alle
ore 15.
La domenica sinodale saranno sospesi i
culti pomeridiani.
Noææb d^oro a Bobbio Pollice
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Domenica 9 agosto i coniugi Nicodémo Gay e Anna Grand hanno celebralo il
50o anniversario del matrimonio. Circondali da un numeroso gruppo di parenti e
di amici, venuti per Foccasione dagli Stali Uniti, dalla Svizzera, dalla Francia e
da varie parti delle Valli, i nostri fratelli si sono recati al culto domenicale, dove
il Pastore ha rivolto loro, a nome della comunità, parole di felicitazione, formulando auguri per una vecchiaia serena e ricca di benedizioni. 1 festeggiamenti si
^no conclusi con un ricco pranzo all’Albergo Camòscio, seguito da alcuni discorsi
ispirati alla gioiosa circostanza. Rinnoviamo aj festeggiati i nostri migliori
- {foto Pellogrin)
Le pays de
la nostalgie
(suite de p. 1)
Nous avons visité ce centre de couture,
où des jeunes filles arabes, en belles robes
noires brodées de rouge ou de jaune éclatant confectionnent chemisettes rouges et
shorts kakis pour les garçons et les filles
de l’école élémentaire. Tous Jes enfants
du villages, et ils sont quelque 1.500 (2.600
en comptant les animaux domestiques, car,
nous dit notre interlocuteur, nous comptons toujours les animaux dans la population!) sont hahillés par le centre de coulure soutenu par le Conseil chrétien.
« Nous devons aussi au Conseil votre visite et votre amitié », a ajouté Hassar qui
nous a confié que Mme Jones, qui s’est
pleinement associée au travail de son mari
depuis leur arrivée dans le pays en 1922,
est très aimée ici. Hassar nous a encore
expliqué que la situation de Bettir est un
peu particulière, toujours à deux pas de la
catastrophe, bien sûr, mais jouissant du
privilège de pouvoir récolter les fruits des
vergers qui sont au bas de la colline, en
Israël. A un autre moment, il dit « Si l’on
est toujours préoccupé de gagner de l’argent, on tue l’esprit. Nous préférons être
un peu pauvres ». Malgré cette déclaration, le village de Bettir, comparé à la plunart* des autres, respire la prospérité.
L FNRWA lui a donné un bon départ il
y a quelques années, mais sa situations favorable est due surtout à l’initiative locale.
« Notre projet le plus ambitieux maintenant, est une conduite d’eau », dit Hassar, en montrant le trajet que devra faire
cette canalisation, de la source où nous vo.
yons les femmes venir avec leurs cruches
et les enfants s’ébrouer dans l’eau, jusqu’au coeur du village.
Beit Iksa, Beit Surik, Bettir: trois villages frontières vivant dangereusement,
chacun à sa manière et chacun aidé par les
Eglises du Conseil oecuménique.
Le Conseil chrétien du Proche-Orient
qui centralise et répartit ces dons, les reçoit en dollars, livres, marks, guilders, et
bien d’antres monnaies encore. Ce n’est
qu’une goutte d’eau dans la mer de la misère humaine, mais c’est le signe tangible,
pour au moins un certain nombre, que le
monde n’a pas oublié le sort de ees déracinés même si les nations ne font pas mine de vouloir prendre avec hardiesse les
mesures nécessarires pour mettre fin à
une situation pénible pour tous.
(S.OE.P.I.) Betty Thompson.
POMaRETTn
Sabato 8 agosto abbiamo celebralo i matrimoni di Long Gino e Rostagno Rosa,
e Chamhon Enzo e Galliano Marina. Un
folto stuolo di parenti ed amici ha preso
parte alla cerimonia. Il Signore benedica
gli sposi e conceda loro una vita serena e
fedele alla Chie.sa.
— Recentemente abbiamo battezzato
Bianchi Cristina e Bianchi Marinella di
Luigi, nonché Coucourde Giorgelta di Nino e-Coucourde Paolo di Gino. Siamo lieti
di aver accolto nella Chiesa le tenere creature; invochiamo su di loro la grazia di
Dio perchè possano crescere nelle Sue vie.
— Ringraziamo molto il collega Paolo
Marauda e l’evangelista Archimede Bertolino per i messaggi rivolti recentemente
alla Chie.sa di Pomaretto.
— Domenica prossima 23 agosto alle ore
10 il culto al centro sarà presieduto dal
Pastore Enrico Tron ed all'Inverso dal Pastore della Parrocchia; al pomeriggio alle
ore 15 avrà luogo la riunione all’Inverso
di Pomaretto.
saiv SECUItDll
— Un ringraziamento particolare al Pastore Augusto Jahier che la domenica 26
luglio u. s. ha predicato dal pulpito del
nuovo Tempio portando alla nostra comunità un fraterno e vibrante messaggio di
fede cristiana.
— 11 1» agosto si sono uniti in matrimonio la signorina. Codino Mirella, già
inonitrice della nostra Scuola Domenicale, e il signor Rivoiro Anselmo, attivo
membro della nostra comunità. Auguriamo ai felici sposi che il Signore benedica
que.sto nuov(] focolare.
— Il culto di domenica scorsa è stato
presieduto dal sovrintendente al I» Distretto ilott. Ribet. La comunità lo ringrazia di cuore e si associa alle parole di
elogio da lui espres.se nei riguardi del Pastore Cipriano Tourn che ha diretto intcrinalmente la nostra parrocch'a in questi
ultimi mesi accattivandosi la stima e l’affetto di tutti.
— Allestito dall’Unione delle Madri in
collaborazione con l’Unione giovanile, donieni: a pomeriggio 23 agosto avrà luogo
un gran le « bazar » il cui provento sarà
devoluto a favore del nuovo Tempio. Raccomandiamo viva mente ai fratelli e sorelle delle chiese v'cine questo bazar c ringraziamo fin d’ora quanti verranno a visitarlo jaortando il lor.> irìhuio di generos.a
affetto e di solidarietà ne' riguardi di questa giovane parrocchia.
d. g.
PRAR08TIIVI0
Battesimi. Al culto di domenica 9 agosto, è stato amministrato il battesimo a:
Forneron Marina, di Dino e di Gaudin
Nella (Cardune); Griglio Luciano, di Mario e di Forneron Wilma (Ciarvet Roccapiatta); Pagetto Renzo, di Nicodémo' e di
Reynaud Erma (CoUaretto); al culto di
domenica 16 a: Avondet Rita, di Marco
e di Armellino Alma (Deserta); Avondet
Liliana, di Bruno e di Bonavita Maria
(Neuchâtel); Gardiol Ivana, di Luigi e di
Pastre Alma (Gay); Coisson Flavia, di
Enrico e di Casagrande Noemi (S. Secondo). Possano tutti questi figliuoli crescere nella grazia di Dio e nella viva comunione della Chiesa,
Predicazione. Il culto di domenica 16
agosto è stato presieduto dal Past. Gustavo Bouchard di Pomaretto. Ringraziamo
ancora il Past. Bouchard (nonché la gentile signora) per la gradita visita.
AI Agosto. Altri p'arleranno dello svolgimento -della festa del XV agosto a Roccapiatta. No! vorremmo soltanto compiacerci per la buona riuscita della giornata... soprattutto per la commovente cerimoma di inaugurazione del tempio restaurato. E stato per la Comunità di Prarostino e soprattutto per i fratelli di Roccapiatta un momento di profonda commozione vedere il vecchio tempio (rimesso a nuovo gremito da una folla così numerosa, e il S g. Moderatore Rostan aprire
■sul tavolo della ,S. Cena la vecchia Bibbia.
Vorremmo ringraziare per la col
letta Cile c ,iata fatta al mattino (sebbene
un tant no delusi perchè non è stata destina a integra’menie per il tempio di Roccapiatla). Ringraz'amo pure coloro (e
sono stati numerosi) che, non sollecitati,
CI hanno fatto pervenire una offerta personale per 1 lavori eseguiti al detto, tempio.
Magari il loro esempio sarà seguilo da altri ancora. Grazie a tutti.
ÌUÌH/V’
La settimana scorsa abbiamo avuto il
P-acere di avere in mezzo a noi un simpat co gruppo di giovani bernesi, accompagnato dal proprio pastore e da una assis ente di Ch.e.sa. Quantunque i nostri grati li ospiti SI siano trattenuti soltanto una
settimana essi hanno potuto avere un reale
comatto spec e con i giovani rorenghi.
'el corso della settimana i iio.stri fratelli
svizzeri hanno visitalo Torre Pellice, intcie.,anilos^ vivamente a lutto ciò che riguarda 1 opera della no.s'.ra Chiesa e le
sue attività. In que.sta occasione abbiamo
apprezzalo i vantaggi offerti dalla felicemente funz.onante Foresteria che lia accolio e slamato i visitatori. Siamo convinti della bontà di questi incontri e ci auguriamo liie essi pos.sano intensificarsi. A tal
hne abbiamo già attuato diverse migliorie
alla Casa del Camoscio, che si avvia ormai
a diventare un piccolo centro capace di accogliere, in modo semplice ma efficiente,
0 tre venliciiique ospiti. Ai nostri amici
che sono tornali alle loro attività abituali
diciamo ancora una volta il nostro piacere
di averli avuti in mezzo a noi e di aver
potuto tenere un culto in comune ed esprimiamo la speranza di rivederli alle Valli.
Domenica scorsa, 16 agosto, si è svolto regolarmente il bazar di beneficenza del
Lenirò. Abbiamo ap].rezzalo il Imono spi*1.^ .'','0 0 regnato prima e durante questa
all.vita della nostra comunità. A quanti si
sono impegnati in modo speciale - e sono
molli, piccoli e grandi - diciamo il nostro
grazie, nella consapevolezza che essi hanno
voluto, COSI, servire tutta la comunità.
1 ensiamo con riconoscenza anche a quanti, villeggianti e non, ei hanno dato una
prova tangibile del loro interessamento e
del loro spirito di collaliorazione.
Come era già stalo annunziato a suo
tempo ricordiamo che domenica prossima,
23 ago.slo, avrà luogo una riunione al Bric.
con inizio alle ore 15. Speriamo che molti possano parteciparvi, data la relativa viI manza al Centro del luogo scelto.
I^sideriamo ringraziare di cuore il
past. Panascia, che ha presioiluto il cullo
del 16 agosto.
torre RELIIEE
UN LUTTO. — Al momento di andare in macchina ci g;iun,i;e notizia
che dopo lunga malattia si è spenta
alla Casa delle Diaconesse Suor Margherita Rivoir.
In attesa di ricordarne più ampianiente la figura esprimiamo la nostra
piu viva simpatia cristiana ai familiari e alle compagne di Suor Mpt
.gherita.
(.ome progcllalo, siihalo 8 agosto l'Unione giovanile del Centro (ancora un po’
sparuta...) si è sofferiiiala ad esaminare il
lavoro dell’Assistenza sociale: la Sig.na Alice Jouve ha vivamente interessalo gli intervenuti deliiieando rapidamente, ma con
conoscenza di cau.sa. il lavoro dell’Assislenza sociale com’é concepito e svolto,
oggi, in Italia. Nella seconda parte della
serata gli intervenuti hanno discusso sul
come i membri deirUnionc giovanile possano in qualche modo in.serirsi in questo
lavoro, che può essere il modo, per la
Chiesa, di esprimere in opere di effettiva
solidarietà la roniiinioiie della fede. Sabato 22, alle 21, il Prof. Ferrucrio Corsani
parlerà su « La nostra Chiesa e il canto
.sacro ».
Altri lutti hanno colpito in questi ultimi
giorni la nostra Chiesa: sono stali celebrati i servizi funebri di Margheritti Ribotta
n. Castellano (Serverai e di Margherita
Chauvie ved. Ribolla (S- Margherita). Il
Signore risorto conforti con la ferma speranza della Vita coloro che sono nel lutto,
a cui esprimiamo la nostra Iralerna simpatia cristiana.
lUaSSELLO
— Il 12 u. 8. è deceduta all’elà di 94 anni Maria Barai del Piccolo Passel.
— Diamo il benvenuto alla piccola Paola Pons che è venuta ad allietare la famiglia di Alessandro Pons del Chabers.
— Ricordiamo la riunione del Colle delle Fontane, domenica prossima, 23 c. m.,
alle ore 15.
— La nostra Unione giovanile ha continuato la sua attività regolare.
Redattore; Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Td. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/175.57
Tipografia Subalpina - s. p a
Torre Pellice (Torno!
Le famiglie Long-Beux-Bianconi commosse per la dimostrazione di affetto tributala alla loro diletui
Adelaide Long
ringraziano sentitamente tutte le persone
che con fiori, scritti e di presenza, hanno
preso parte al loro dolore. In modo particolare sono grati al nipote dottor Teodoro Peyrot per le amorevoli cure prodigate, ai Pastori Bert e Ribet.
Fatto.si sera. Gesù disse loro: «Passiamo all’altra riva ».
(S. Marco 4: 35).
S. Germano Chisone, 12-8-1959.
Monsieur Jean Picot
Monsieur Henri Picot
Monsieur et Madame Jacques Picot
ont la douleur de vous fa're pan du décès
de
Madame
Marie Anne Picot
leur chère femme, mire et belle-mère, enlevée à leur affection le 18 Aônl 1959.
Or, respéranre ne trompe point,
parce que l’amour de Dieu est
répandu dans nos roeurs par le
Saint Esprit qui nous a été donné.
(Rom. 5: 51.
Châ'.el de la Crosetiaz
Viney par Gilly (Vaud).
X MostiM d’AHe foiiiiMiipuri)non
Domenira 23 alle ore 17,30 nei locali del
Collegio Valdese sarà inaugurata la X Mostra di Arte Contemporanea che comprende le firme oggi più significative della pittura italiana. I partecipanti sono oltre una
cinquantina e ci offrono un panorama coni,
pleto attraverso le 150 opere di tutte le tendenze, dalle più legate alle posizioni del
Novecento a quelle astratte più aggressive
e di avanguardia.
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Ri'ut'. Ri*. Franco Upcrli
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedi e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
dì Torre Pellice : previo appuntamerito
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Medico Chirurgo
Specialista
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Il primo e il terzo mercoledì del mese
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Direttore : Pref. (iiiio Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunali
di Pinerolo con decreto del 1-1-195.5
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