1
DELLE VALLI VALDESI
Spet t.
BIBLIOTECA VAI DESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Taldese
Anno XCI — Num. 12
Una copia Lire 30
ARRmvAMiTMTT / 1-300 per rinlerno 1 Eco e La Luce: L. 2.006 per fintenio | Spedia. abb. poatale - I Grappo I TORRE PELLICE 24 Maarzo 1961
\ L. 1.800 per resterò I L. 2.800 per l’estero j Cambio d’indiriaao lire SO I Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17S57
Mentre si costituiva V Unità Italia
I Valdesi e i awenimenlì del 19C1
E’ ormai noto a tutti come il 17
marìso 1861 veniva proclamato a Torino il Regno d’Italia, con a capo
Vittorio Emanuele II. Le celebrazioni di questi giorni in tutto il paese
ricordano appunto agli italiani l’evento fondamentale del Risorgimento, con cm la città piemontese finiva
praticamente la sua funzione politica, e con cui si dava avvio all’epilogo della conquista deU’indipendenza.
Con la proclamazione di Vittorio
Emanuele a re d’Italia si dichiaravano infatti decaduti e il potere temporale dei papi e l’occupazione austriaca del Veneto: l’unificazione nazionale sarebbe soltanto stata quistione di tempo.
La partecipazione valdese alle giornate del 1861 non ha importanza particolare : troviamo però modo, studiandone i fatti relativi, di sottolineare alcuni aspetti interessanti, che
è peccato non far conoscere. Notiamo intanto che in quella famosa seduta al Parlamento Subalpino in cui
fu acclamata la nascita del Regno
d’Italia, i Valdesi erano assenti: se
in due precedenti legislature avevano avuto a rappresentarli il noto banchiere Giuseppe Malan, nelle elezioni del gennaio ’61 il Collegio di Bricherasio aveva nominato suo deputato il marchese Emanuele di Rorà. Cosi la proclamazione del Regno era
passata inosservata o quasi alle Valli, e non solo alle Valli, tanto che il
governo stesso stabili che in occasione delle feste dello Statuto, nella prima domenica di giugno, particolari
cerimonie fossero dedicate a celebrare l’avvento del nuovo regno.
Interessante rileggere a tale proposito la circolare che il Ministro delrintemo Minghetti inviava a tutti i
sindaci: «... Il Governò lascia intera
iriente libera la scelta dei modi al Comune, ma non può a meno di raccomandare vivamente alla S. V. di scegliere quelle forme che più siano atte a dare ai popoli un’idea adeguata
del grande avvenimento che con questa festa si ricorda, e che più valga
ad ispirare seri pensieri e generosi
sentimenti.
Ove siano truppe stanziate avrà
luogo una rassegna di esse e della
Guardia Nazionale; slmilmente se vi
fesse l’istituzicne di un tiro a segno,
sarà da preferirsi quel giorno per la
distribuzione dei premi.
Quando il Comune possa farlo, sarà similmente bello scegliere quel
giorno per far pubbliche mostre di
belle arti o d’industrie,, e per dare
esercizi letterari o grammatici....
Il Municipio sceglierà quei modi di
ricreazione che possono meglio acconciarsi agli onesti desideri ed alle abitudini della popolazione, e la illuminazione degli edifici pubblici chiurlerà un giorno che ricorda l’evento più
memorabile d’Italia per tutte le età
venture...».
Di tali disposizioni si trova traccia
negli atti del sinodo valdese convocato quell’anno, a fine maggio, a S.
Giovanni. Infatti l’atto n. 34 stabiliva : « Le Synode invite les membres
do l’Eglise, et plus pa^icultórement
les pasteurs et les consistoires à s associer, par un service spécial d’action
de grâces, à la fête nationale, fixée
par loi du Parlement, au premier dimanche de juin de chaque année »,
e l’art. 48 suonava così: «Le Synode
vote à S. M. Victor Emmanuel II, Roi
d’Italie, au Parlement National, et
aux ministres du Roi, ses félicitations
les plus sincères pour les glorieuses
destinées dont Dieu les a fait iiKtruments en faveur de notre patrie; il
exprime les voeux les plus ardents
pour que le Seigneur veuille leur fa^
re atteindre glorieusement le grand
but qu’ils se proposent».
Che delle ragioni di simpatia ci fossero da parte Valdese verso i destini
della patria, è ovvio: infatti, oltre al
tradizionale attaccamento alle istituzioni e alla fedeltà a casa Sa.voi^ i
governi fin allora succedutisi m memonte dopo il 1848 erano stati estremamente liberali e tolleranti nei riguardi della libertà di coscienza e di
culto, e certo i Valdesi non potevano non vedere con gioia estenderai
tale politica a tutta la penisola.
Chi invece, a quei tempi, era piuttosto freddo e ostile nei riguardi degli eventi risorgimentali, era n ci^
e la Chiesa. Anche se oggi ®®rta^rlografia tende a spacciare come
ra dei cattolici il Hisorgimento, o Ite
lo meno a presentarlo come raggiunto con la loro collaborawone e incontrovertibile che il
portava con sè tali germi di ‘
nismo e di anticlericalismo da fan
L’aula di Palazzo Carignano, a Torino, in
cui si riunì il primo Parlamento italiano.
inviso a tutta la gerarchia della Chiesa: e se collaborazione ci fu, venne
da poche e straordinarie eccezioni.
Non si dimentichi, fatto importante, che il Risorgimento, con tutte le
sue conquiste liberali e progressiste
era condannato in blocco dal famoso
Sillabo del 1864, in cui Pio IX ■ espri
meva il pensiero ufficiale della Chiesa.
Della situazione di disagio in cui
si trovava il clero cattolico nel 1861
è peraltro prova chiara la circolare
del Ministro Minghetti ohe abbiamo
testé citata.
Diceva essa infatti : « Il governo di
S. M. confida che tutti i vescovi e
parroci aderiranno di buon grado a
tale invito (di celebrare con rito religioso il grande evento), e dimostre
ranno anche in questa occasione la
loro carità cittadina. In tal caso avrà
luogo la festa religiosa con una messa accompagnata dal canto dell’In
no Ambrosiano. Ma qualora l’autorità ecclesiastica non credesse di poter
.aderire, aitale, invito,, il Governo di
S M., deplorando l’illusione nella
quale taluno si troverebbe, vuole nul
La Chiesa di Scozia
e i missili “Polaris,,
Trecento responsabili della Church oj
Scotland, preoccupati per lo stazionamento
nella base di Holy Loch d un sottomarino
armato di ’’Polaris”, hanno chiesto al governo di prevenire la necessità d’inviare
sottomarini ”in missione o manovre suscettibili di accrescere i pericoli di guerra”Il rapporto di questa commissione respinge però la rinuncia unilaterale all’armamento nucleare; raccomanda di rafforzare
quello convenzionale, se ciò può ridurre
la necessità di armi nucleari difensive.
Il past. Cray di Glasgow, membro della
commissione, ha dichiarato che la imova
base ”ha causato una specie di panico nel
cuore di molti cittadini e la Chiesa ha il
dovere di rispondervi... Che si fabbrichino missili Polaris e altre armi, che somme
considerevoli si sciupino così, mentre metà del mondo soffre la fame, è cosa che
dovrebbe riempirci di vergogna e di orrore”.
lameno che si rispettino scrupolosamente i sentimenti della sua coscienza. e quindi la S. V. non insisterà
ulteriormente a tale fine. Bensì, ove
fo^ nel territorio del Comune qualche chiesa di patronato municipale,
e alcun sacerdote disposto a celebrarvi la presente solennità. Ella potrà
supplire in tal guisa al difetto della
autorità gerarchica Ecclesiastica.
Ad ogni modo poi, abbia o non abbia luogo la ftmzione raligiosa, non
mancherà la parte civile alla Pesta... ».
Queste parole rivelano in breve
quale fosse il vero volto dell’Italia risorgimentale e del diffuso stato d’animo di quel tempo.
Non possiamo però non osservare
che parecchia acqua è passata sotto
i ponti da un secolo fa...!
Come si svolsero allora le manifestazioni? A Torre, il priore Giov.
Batt. Arleme, invitato dal Sindaco
Amico Comba a celebrare la funzione religiosa richiesta, rispondeva:
« ...devo farle presente non poter io
disporre su tale oggetto trattandosi
di una fimzione straordinaria: però,
appena riceverò le disposizioni a ciò
analoghe dallTllmo e Rev.mo Monsignor Vescovo della piocesi, o da chi
per esso, sarà mia sollecita cura di
rendernela avvertita per la sua norma. Godo per la propizia occasione...
ecc.... ».
Era allora ve.scovo di Pinerolo
Mons. Renaldi, uomo di spirito abbastanza liberale e aperto: nel ’70, in
occasione della proclamazione delia
Infallibilità papale, fu uno dei pochissimi oppositori. A Pinerolo e nella sua Diocesi godeva di larga stima,
e ci si sarebbe aspettato da lui una
presa di posizione, .favorevole.
Tuttavia la rispósta non venne!
Perciò, a Torre Pellice, e verisimilmente in tutte le Valli Valdesi, non
si ebbero celebrazoini religiose nelle
Chiese cattoliche, ma soltanto nei
templi valdesi...
A Torre il programma prevedeva:
« ore 9, Rivista e fuochi di parata del
la Guardia Nazionale,
ore 10 Canto del Te Deum nella Chiesa Valdese.
ore 14 Distribuzione di pane ai poveri del Comune.
Ballo pubblico sulla Nuova Piazza,
ore 19 Ascensione di un pallone aerostatico (prodotto di privata sottoscrizione).
A notte: Falò sulla vetta del monte
Rocabaudet.
E finalmente illuminazione degli edifizi e piazze comunali, confidando
la Giimta che gli abitanti tutti conce rreranno a renderla generale per il
paese ».
Aggiungiamo ohe la Nuova Piazza
era l’attuale Piazza Cavour, da fioco
costruita, e ohe l’illuminazione pubbiica era allora fatta con lanternoni
in cui si bruciava olio d’oliva!
Augusto Armand Hugon
DANILO DOLCI
negli Stati Uniti
Danilo Dolci si trova da alcune settimane negli Stati Uniti,
dove ha ricevuto
cine di Inviti da un
versila, coUeges, asso
ciazioni culturali, club politici ed ecclesiastici — riferisce L’Espresso — scrittori,
economisti, accademici, editori. La sola
ostilità incontrata nella sua visita. Dolci
l’ha trovata in alcune autorità diplomatiche italiane, e in particolare dal console
generale a New York e consigliere d'anibasciata, niarcliese Ruggero Farace di Villaforesta, che ha ipersonalmente telefonalo
a numerosi enti culturali per dissuaderli
dall’organizzare manifestazioni in favore
di Dolci. Il direttore dell’Associazione
per ramicizia fra l’Italia e gli Stali Uniti
gli lia però risposto con una pubblica dichiarazione : « La nostra è un’associazione
americana, e i suoi soci non hanno nessaina intenzione di prendere ordini dal governo di Roma ».
Ancora più ufScialmenle ha risposto al
1’ atteggiamento del
nostro governo — che
vede in Dolci un cattivo cittadino perchè
«d'ffama» il suo paese rivelandone la miseria. e die ha già osteggiato il suo lavoro
in Italia, giungendo pure a ritirargli, sia
pure momentaneamente, il passaporto onde impedirgli i suoi giri di conferenze all’estero — lo stesso governo di Washington: infatti Sargent Shriver, cognato di
Kennedy e leader dei Corpi volontari della pace (istituiti recentemente dal governo
americano, raccoglieranno persone disposte ad offrire un periodo di lavoro, con
una retribuzione minima, in un paese sottosviluppato, in cui si inseriranno pienamente parlandone la lingua e condividendone la vita), ha didiiarato; «Fondando
i nostri Peace Corps il presidente Kennedy aveva pensato alla sua ’Inchiesta a
Palermo’ ». Ora i volontari della pace vogliono avere Dolci come maestro e coRaboralore.
DOMENICA DELLE PALME
Innocenti di mani
e puri di cuore
(Salmo 24)
parla il Salmo 24 — occa
Tanto nella lontana occasione di cui
sione di festa per il ritorno dell'Arca del Patto nel territorio di Israele
quanto nel giorno delle Palme, si tratta del Signore che viene per portare gioia e liberazione ai suoi, per colmare la loro vita con la sua presenza.
Soltanto l'atteggiamento del popolo differisce grandemente da
un caso all'altro. Quando l'Arca rientra in Sion assistiamo allo spettacolo di un popolo che ha imparato che cosa significa avere un cuore
rotto per il pentimento e per il riconoscimento del proprio peccato, di
un popolo che cerca da Dio giustizia innanzitutto nei confronti delle
proprie colpe, per esserne lavato. Non si proclama « innocente di mani
e puro di cuore» come lo farebbe un fariseo di ieri o di q^i._ Al contrario, riconosce che, se gli è possibile avvicinarsi tósi a Dìo, quésto è
dovuto a Lui stesso che fa grazia e dona una vita nuova, la vita dello
Spirito.
Acclamando « Colui che viene nel nome del Signore » Israele ha
invece altro in mente; attende da Cristo una giustizia umana e discutibile; quella di chi renda ad Israele il suo territorio scacciandone i
romani con le armi. In realtà Gesù viene ancora ad aprire la stessa
porta che si apriva per far passare l'arca, il segno della presenza di
Dio in mezzo al suo popolo, viene per salvarci dal nostro peccato. Il
nostro è un Re che muove per primo verso coloro che ha chiamato ad
essere suoi.
Tutto dipende, dunque, dal modo con cui gridiamo osanna al nostro Re. Tutto dipende se cerchiamo in Lui il nostro rinnovamento interiore e se siamo disposti a far sì che tale rinnovamento si traduca in
atti o se, come ai tempi di Gesù, riduciamo il Signore ad un Re a nostra immagine e somiglianza.
Quel che è certo è che l'innocenza e la purezza di cuore di cui
parla il Salmo non ci può essere data che da un Signore misericordioso,
che apra per noi le porte del Regno dei cieli e ci dia, col suo sacrifìcio,
di affrontare gioiosamente la lotta della nostra esistenza, sapendo che
siamo guidati dall'Eterno forte e potente, daH'Eterno degli eserciti.
Chi dunque « salirà al monte deH'Eterno »? Colui che avrà innalzato il suo genuino Osanna al Signore che viene. Giovanni Conte
Iff viaggio negii Stati Uniti
Da due settimane sono in viaggio
negli Stati TJniti per assolvere la missione che la Tavola Valdese mi ha affidato; approfitto oggi di una mezza
giornata di riposo per riassumere le
mie impressioni e comunicare ai lettori del giornale alcune esperienze
fatte in occasione dei miei primi incontri con chiese e gruppi di amici.
Prima di imbarcarmi da Cherbourg
mi sono trattenuto una giornata a
Parigi, fraternamente accolto dal Dr.
Eros Vicari e dalla sua famiglia. Il
Dr. Vicari, attualmente all’ambasciata d’Italia, proviene dalla Chiesa Valdese di Roma e si è occupato con
molto interesse in questi ultimi anni
dei Valdesi di Parigi. Con lui ho fatto
visita alla famiglia Appia, profondamente unita alla Chiesa Valdese da
vincoli di fede e di sangue ; e la sera,
in casa del Dr. Vicari ho parlato ad
tm gruppo di Valdesi rievocando la
festa del 17 Febbraio nel suo significato storico ed attuale, per tutti i
Valdesi residenti in Italia o sparsi
F>er il mondo.
Ogni volta che posso riunire i nostri fratelli in fede provo un senso (fi
gioia e di riconoscenza. In questi primi tre anni (fi lavoro nell’incaritx)
che il Sinodo mi ha affidato ho già
avuto l’occasione di incontrarne molti: nel Sud America, in Francia, in
Svi2zsera, in Inghilterra, in Olanda ed
in altri luoghi ancora; ed ora sto
prendendo a poco a poco contatto an
H Moderatore, che è per aicnni mesi nel Mord
Aoiierica e che seguiamo con affetto nel giro di
visite che compie a nome della nostra Chiesa,
riferisce delle prime tappe del suo viaggio
che con i Valdesi degli Stati Uniti e
del Canada.
Il viaggio via mare è stato tranquillo e riposante, adatto alla missione
piuttosto lunga e impegnativa che ho
apFiena iniziata. Ho avuto per cinque
giorni quale unico compagno di tavola un superiore dei frati francescani, di nazionalità inglese il quale, però, aveva trascorso ben undici anni
a Roma. Ci siamo fatti ottima compagnia e non ho potuto fare a meno
di constatare come egli conoscesse
molto bene il Cattolicesimo italiano
e le sue interferenze con il mondo politico, non sempre favorevoli alla elfi
cada della testimtxnianza cristiana
intesa in senso qualitativo piuttosto
che quantitativo.
La città di New York è apparsa per
la prima volta (finanzi ai miei oc(ihi
la mattina del quinto pomo di viaggio, con i suoi altissimi grattacieli e
con le limghe, ininterrotte file di automobili sulle strade che fianchegpano FHudson River. Allo sbarco ho subito incontrato il Past. Alfredo Jana
vel, il Segretario del nostro Comitato
Mr. A. Wiles ed alcuni altri amid della nostra Chiesa. Ho pranzato con
questi nostri amici ai quali si sono
aggiunti successivamente il Dr. Rev.
Phillips Elliott e Mr. A. Riggs; dopo
di che sono stato condotto a visitare
il palazzo delle Nazioni Unite, a poca
distanza dalla mia prima residenza a
New York. Il mio primo contatto con
la metropoli è pertanto avvenuto là
dove uomini di ogni F>aese e di civiltà
e fede diverse s’incontrano per esaminare e talvolta risolvere i grandi
problemi delle nazioni, in im tempo
che è soprattutto caratterizzato dal
risveglio dei paesi africani e della
loro indipendenza nazionale.
Il mio lavoro vero e proprio ha avuto inizio il giorno successivo. Ho avute l’o(»asione di incontrare molte persone responsabili delle grandi Chiese
Protestanti americane ed alcuni elementi del Consiglio Ecumenico nel
grandioso palazzo di 18 piani, l’Inter
Church Building, dove si trovano i
principali uffici delle Chiese Evange
liche degli Stati Uniti. In quel palazzo, inaugurato l’anno scorso alla presenza del Presidente Eisenhower, si
ha veramente l’impressione della universalità della Chiesa: americani, europei, negri, cinesi, indonesiani ed altri ancora operano insieme, ciascuno
nel proprio settore, per l’Evangelo di
Cristo sulle vie della testimonianza,
della missicne e del servizio. LTnter
Church Building è veramente un
grande edificio moderno per noi europei; è comunque piuttosto basso di
fronte all’Empire Building con i suoi
102 piani, dai quali la metropoli aF>pare in tutta la sua vastità.
Domenica, 5 marzo, ho predicato in
una chiesa del New Jersey, davanti
ad una vasta assemblea (fi parecchie
centinaia di persone, dopo aver rivolto un messaggio ad un gruppo di giovani. Dof» il culto ho salutato molte
persone, tra le quali non poche di
origine italiana. Nel pomeriggio ho
partecipato al culto nella Chiesa Valdese di New York dove ho trovato varie persone provenienti dalle Valli alle quali ho potuto mostrare varie diapositive assai recenti sulla frana di
Pramollo, sulle celebrazioni del 17
Febbraio alle Valli, su Frali nel suo
recente aspetto mvemale e sul rinnovato Ospedale Valdese dì Torino. Dopo il culto, i Valdesi di New York insieme con vari nostri amici americani, si sono riuniti in un albergo della
{continua in 4.a pag.)
2
pac. 2
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 12 — 24 marzo 1961
• J
miiiiimiii tiuiitimiiiiiiui
GIOVEDÌ’ 15
AUa conferenza di Londra il Sud Africa, prevenendo l’espulsione, esce dal Commonwealth; oltre agli afrosiatici, il più
accanito oppositore del razzismo sudafricano è stato il premier canadese, l’evangelico Diefenbaker. L’Unione sudafricana
resterà però nell’area della sterlina.
Al congresso socialista di Milano ro,pposizione (Vecchietti e Basso) risponde alla
redazione del segretario del PSI, Nenni.
Il Consiglio dei ministri francese comunica la decisione di aprire a brevissima
scadenza le trattative con gli algerini, in
Savoia.
VENERDÌ’ 16
Si celebra la costituzione del Regno d’Italia.
Al congresso socialista si affrontano le
diverse posizioni circa i rapporti con DC
e PCI, .sulla politica estera, sulla rappresentanza delle varie correnti. Intanto democristiani, liberali e socialdemocratici esaminano O « piano della scuola » (assenti,
della coalizione governativa, i repubblicani), e ne risultano una volta ancora
molte e gravi divergenze in specie circa
il confessionalismo.
Il governo provvisorio algerino accetta
le trattative ufficiali : « Siamo pronti a
discutere le condizioni per un referendum sulla sorte del Nordafrica »; e nomina i suoi delegati.
L’Arabia Saudita ha cliiesto lo sgombero della l)ase aerea americana di Dharan, per cui l’aecordo scade nel 1962.
Scontri sanguinosi al confine fra Angola e Congo; secondo fonti portoghesi
i disordini sarebbero dovuti a « terroristi » provenienti dal Congo.
SABATO 17
Al Congresso del PSI risaltano, fra i numerosi interventi, quelli di De Martino
ohe sostiene le te.si nenniane, e di Lussu,
della sinistra; questa prepara una mozione
unica contraria a Nenni.
A New York il Segretario di Stato Rusk
e il Ministro degli Esteri sovietico Grorayko discutono della situazione nel Congo e nel Laos, dell’ONU e della sua organizzazione, del disarmo.
All’Arena di Verona, in margine alla
Fiera deU’Agricoltura, la Confagricoltura
organizza un convegno di protesta di 15.000
agricoltori che richiedono di aver parte
al ’miracolo economico’ di cui hanno
fruito industria e commercio : « Siamo soffocati dalla morsa delle spese crescenti e
dal ribasso dei prezzi dei prodotti ».
Numerosi attentati fascisti in Francia,
in reazione alle imminenti trattative con
gli Algerini.
DOMENICA 18
Il card. Wyszynski respinge le accuse
di Gomulka, secondo cui la Chiesa cattolica polacca sarebbe una quinta colonna
politica della S. Sede.
Ultima giornata del congresso socialista :
risposte conclusive dei vari rappresentanti di corrente. Mentre i partiti si preparano ad esaminare le conclusioni socialiste, il PLI rilancia l’idea di un governo
« di convergenza », il veoohio quadripartito.
LUNEDI’ 19
Si conclude il congresso socialista: Nenni ha il 55% dei voti, le sinistre unite il
41,92%; gli 81 seggi del Comitato centrale
sono così ripartiti: autonomisti 45, sinistra 29, bassiani (Alternativa democratica)
6, Pcrtini 1. Rispetto all’ultimo congresso,
a Napoli, le posizioni non sono mollo
cambiate: il partito continua ad essere
profondamente diviso (ma quale partito
non lo è?) sulla politica internazionale e
nazionale (rapporti con DC e PCI), ma
viene riconfermato il superamento definitivo del « frontismo » e d’altra parte la
piena unità d’azione sindacale nella CGIL,
il neutralismo (che renderà assai difficile
una vera collaborazione di fondo con la
DC). Si nota un lieve spostamento di forze
verso la sinistra, cresciuta del 3,91% rispetto a Napoli.
Nella Germania ore. la DC di Adenauei
vince le anuninistrative nella RenaniaWestfalia (comprende il Iracino minerarioindustriale della Rubri, finora retta dai
socialdemocratici, mentre questi si affermano nella Bassa Sassonia, In forte perdita i neonazisti, in aumento i liberali.
Lissbona manda truppe nell’Angola per
fronteggiare i tnoti insurrezionali.
MARTEDÌ’ 20
In un incontro a Como Adenauer e Fanfani confermano la volontà di coordinazione politica nel quadro europeo e « di
aiuto ai paesi arretrati ». Alla Camera interrogazioni sul processo per l’oltraggio
missino alla lapide di Matteotti e sul disarmo del Conte Grande. Il Consiglio Comunale di Firenze, in riunione straordinaria per gli incidenti fascisti, cliiede la
messa al bando del MSI.
Air.Assemhlea generale delle N. U. Gromyko attacca Hammarskjoeld e insiste
perchè sia sostituito.
MERCOLEDÌ’ 21
Nel dibattilo sul Congo all’ONU Stevenson risponde alFallacco di Gromyko contro Hammarskjoeld, ed è sostenuto dalla
maggioranza. Si affronta poi la questione
dell’Angola.
Incidenti provocali dai comunisti al
Consiglio comunale di Genova, in opposizione a democristiani e socialisti.
Consiglio comunale di Firenze approvato
un o.d.g. che chiede fra l’altro « l’applicazione rigorosa della norma costituzionale che vieta la riorganizzazione sotto
qualsiasi forma del disciollo partito fascista ».
L’Assemblea della Chiesa Valdese
di Roma (Piazza Cavour), il cui conduttore, Past. Roberto Comba, sarà
presto occupato in tote nell’Ufflcio
della Tavola, ha nominato a succedergli il Past. Carlo Gay.
|.’UOMO E LA TERRA - 2
Solidarietà che è oarabola
Abbiamo ricordato, nel primo articolo, come l’uomo, per volontà di
Dio, sia imito alla terra da un vincolo
profondo, dalla sua stessa origine: è
l’adam, uomo di fango, tratto dalla
terra, dalla potenza creatrice del soffio vitale del Signore. Si può ancora
notare che numerose immagini bibliche illustrano la stretta relazione dell’uomo con la terra : il « deserto » è
sempre il luogo della prova e della
tentazione, mentre l’acqua che scorre
è simbolo della benedizione divina :
fiumi sgorganti dal trono di Dio irrorano l’eden e la città di Dio (Gen.
2: 10 ; Ez. 47 ; Apoc. 22: 1 ). Ancora,
molte delle parabole narrate da Gesù
sono desunte dalla vita rurale, dall’ossen'azione della terra (cfr. Matt
13, Marco 4, Giov. 10); Gesù porta ad
esempio ai discepoli gli uccelli, i gigli della campagna — non per la loro
sventatezza: ruccello cerca il suo cibo, la pianta affonda le sue radici nel
suolo — ma a causa del loro abbandono confidente, sia pure istintivo, alla saggezza della Provvidenza divina.
E’ pure da sottolineare un aspetto
appena accennato nello scorso articolo; che cioè il legame fra l’uomo e la
terra non è qualcosa di remoto, perduto nelle millenarie origini del mondo e dell’umanità. Allo scadere dalla
situazione originaria, dalla vita nell’eden l’uomo non si è estraniato alia
terra da cui era sorto e che era il quadro in cui il Signore l’aveva posto a
v’vere e lavorare in lieta pienezza di
vita : al contrario la stessa terra, in
cui continua a svolgersi la sua vita,
è diventata il luogo della sua punì
zione, lo strumento attraverso cui la
sua vita è maledetta: il luogo della
sua dura fatica, e la sua tomba, che
rimangono ben vere, l’una e l’altra,
anche per il cristiano che conosce la
redenzione e la potenza della risurrezione.
« La terra partecipa alla maledizione in cui è incorso l’uomo (e si legga
nel cap. 8 della lettera ai Romani come Paolo sa esprimere il « gemito della creazione in travaglio», in attesa
della redenzione): ma diviene al
tempo stesso il luogo dell’attività redentrice del Signore ; è oggetto di una
promessa divina (« i nuovi cieli e la
nuova terra in cui abiterà la giustizia»): la vittoria di Dio sigmficherà
la liberazione e la trasformazione della terra stessa, tutte le cose saranno
rjconciliate in Dio (cfr. Is. 11: 1-9;
65: 21-25)».
« Cesi la terra è per l’uomo una sorta di parabola delle cose divine ; l’uomo è legato alla terra e la sorte della
terra è legata a quella dell’uomo »
(S. De Diétrich) (1).
Il contatto diretto deH’uomo con la
ttira è dunque un elemento importante (essenziale?') della sua umani
tà: a ccntatto con essa per il suo lavoro, o ricercandeffo nel suo tempo libero, gli si offre la possibilità di ritrovare la sua vera statura umana, piccola certo, ma la sùa : è un uomo sulla sua terra, non un’anonima vite del
meccanismo di una metropoli, di una
fabbrica, di un ufficio. In questo senso il contadino non sa forse abbastanza come la sua vita — dura e talvolta incerta — abbia però una sua
dignità, e una libertà che solo le prò
fessicni liberali (insegnamento, medicina, giurisprudenza) conservano, mal
grado indubbie servitù.
Que.sto contatto diretto dell’uomo
rcn la terra è particolarmente importante per il credente che ha occhi
per vedere e crecchie per udire: appunto perchè tutta la vita, s’,, ma in
particolare la natura, la terra, pos
sono per lui essere « parabola delle
cese di Dio ». Lo Spettacolo che si of
I pastori nel quadro
della pubblica
previdenza sociale
La discussione avviata circa la progettata estensione del provvedimento per una
pensione al clero anche a favore dei nostri pastori, non mi sembra impostata in
termini chiari e corretti.
Infatti da un lato non mi pare che sia
esatto chiamare in causa i supremi principi ecclesiologici per dimostrare che fuori di ogni pos.sibile ed illusoria « identificazione di una società con la chiesa », questa debba rifuggire ogni legame o contaminazione con lo Stato. Così argomentando
si ’ fa in definitiva della retorica rigorista
che in un ambiente conte il nostro può
raccogliere un facile plauso. D’altro lato è
del tutto fuori posto parlar di elargizioni
dovute o meno dallo Stato alla Chiesa, o
di ringraziamenti, conferendo ad un provvedimento statale la corona di gloria della
mano di Dio, poiché cosi ragionando si
fa della ancor più semplicista retorica da
cassetta e si dimentica che Dio opera anche a mezzo del faraone che non ha conosciuto Giuseppe. Nè tanto meno il disegno di legge in parola può esser legittimamente posto sullo stesso piano delle norme che prevedono riduzioni di imposte;
o la parificazione del fine di cullo a quelli
di istruzione e beneficenza agli effetti fiscali; nè sul piano di quelle che prevedono l’esonero di pastori dal servizio militare; o di quelle altre che regolano gli
effetti civili del matrimonio avanti ad un
ministro di culto evangelico, al quale, come ha riconosciuto anche una recente sentenza, « sotto ne.ssun verso può essere attribuita la qualità di ufficiale dello stato
civile », perchè nou la riveste neppure
nel momento della celebrazione.
Per recare un qualche contributo ad una
chiarificazione di quanto sta per avvenire,
dirò anzitutto che il provvedimento per
l'estensione di una « assicurazione • obbligatoria di invalidità e vecoliiaia » anche
ai ministri di culto evangelici non concerne direttamente le chiese e pertanto la
Tavola come ente amministrativo non ne
trarrà alcun beneficio finanziario. 11 provvedimento concerne i pastori considerali
individualmente, per i quali verrebbe a
nascere l’obbligo della iscrizione all’istiuendo Fondo da gestirsi dall’INPS, con
l’onere del versamento dei contributi nella
misura di circa 2.500 lire mensili, senza
altro onere per la Tavola. Ai pastori poi,
.al eomniinenlo del 70» anno, verrebbe corrisposta una pensione da un minimo di
15.000 ad un masisimo di 40.000 mensili a
seconda della anzianità maturata. Alla Tavola incomberebbe solo di certificare la
qualità di ministro di culto degli interessati.
Pertanto Lutto il discorrere che si è fatto
sul « perchè no? » e sul « no. perchè » della presunta operazione di finanziamento ad
intenzione della Tavola e delle sue difficili condizioni economiche, è destituito di
fondamento. Se si vuole-tparlar di risanamento delle finanze si potrebbe al massimo domandare a quei pastori che oggi
plaudono per la « resa giustizia » che un
tal provvedimento attuerebbe e che si sentono disposti « magari con un bruciolo di
commozione » ad « accettare con riconoscenza » quanto .sta per e.sser loro donato,
se essi, a sollievo delle finanze della chiesa, .siano disposti ad accontentarsi in avvenire del « dono » della pensione di Stato
offerta loro, rinunciando totalmente a quel
la che sino ad ora gàrebbe stata per loro
« mendicata da credènti che spesso .sono
più poveri » di loro!
Ogni scherzo à parte, l’aspetto serio della questione e che solo può giustificare il
provvedimento’ de quo rendendolo accettabile anche per noi evangelici, è che esso
via varato tenendo presente il suo aspetto
sociale. Se è in quanto cittadini che i pastori verranno ipseriti nel meccanismo della previdenza sociale obbligatoria (cioè
senza particolari privilegi inerenti alla
qualità di ministri di culto), le Chiese
evangeliche, come l’iian detto .sin daU’inizio, aderiranno; se invece il provvedimento dovesse concretare particolari condizioni di favore in considerazione di uno « .stnlua clericalis », per noi evangelici, che non
cono.sciamo e non intendiamo avallare nel
nostro ambiente un concetto di casta ecclesiastica, il provvedimento sarebbe prima
ancora che inaccettabile, improponibile.
A me sembra «he se si volessero ricercar
precedenti a cui assimilare la disposizione
che sta forse per esser emessa, si potrebbe
considerare il provvedimento per l’aissicurazione obbligatoria invalidità e vecchiaia
per i ministri di culto, alla stregua delle
norme a suo tempo emanate in tema di
tenuta dello stato civile e circa l’obbligo
di provvedere alla istruzione elementare.
Nei secoli passati la Chiesa nostra ha provveduto in proprio a queste incombenze e
non senza aggravio economico, ma di nece.ssità, ed a favore delle popolazioni che
si affidavano alle cure dei suoi pastori,
intendendo :osì come Chiesa sopperire,
in surrogazione di obbligo, a peisi ed incombenze che erano propri della società
civile e non proipriamente di quella religiosa. Quando però lo Stalo ha preso coscienza delle incombenze che gli erano
proiprie anche in questi campi ed ha .avocalo a sè sia la tenuta dello stalo civile sia
l’obbligo di provvedere alla istruzione elementare, la Chiesa noistra ha acceduto a
tale legittima ritdiiesla dello Stato senza
sollevare, fuor di proposito, presunte polestntes in tempornlihu.i. La Chiesa ha «omplicemenle riconosciuto e.sser di Cesare
quello che a Cesare incombeva di fare; c
si è limitala a considerare che essa aveva
agito in pioniere sopperendo a bisogni collettivi a carattere leunporale. Al pari oggi
con roMdigo della assicurazione sociale
di invalidità e vecchiaia i he va via via
estcndendo.si a tutti i cittadini esplicanti
attività di lavoro. La Chiesa come tale,
cioè come divina instilnlio e ad un tempo
societa.s fidelium. non ha che da prender
atto di quanto avviene nello sviluppo di
un problema di coscienza .sociale nel qua
dro della società civile, permanendo vigile
a che tale sviluppo si svolga senza intro
missioni in spirilualihus da parte dello Sta
lo e senza che l’adeniipimento di un dove
re nel seno della civilis societa.s crei turba
live di rapporti e di istituti neirainbilo
dell’ordine ecclesiastico.
A tanto redo debba limitarsi l’azione o
l’atlenzione degli organi ecclesiastici, perchè il provvedimento deve riguardare i pastori singolarmente considerati come cittadini che lavorano per il soddisfacimento
dei bisogni religiosi di una parte della
popolazione. E ciò costituisce un interesse
pubblico costituzionalmente protetto senza
discriminazioni confessionali.
Giorgio Peyrot
ire aU’uomo che contempla gli splendori della terra e le sue brutture sofferenti è carico di significato, di un
tacito ma possente messaggio che la
fede deve poter avvertire.
La « fuga nella natura », il « ritorni; alla terra » devono essere reali :
non sono tali le villeggiature in località alla moda, evidentemente, nè
le gite che si risolvono nell’addìzioIlare chilometri sul cruscotto, nè il
puro agonismo di gare in cui prevale
la tecnica sul goduto, personale contatto con la terra. Tuttavia, tenendo
presente questa considerazione, è sempre assai rallegrante vedere tanti adulti e giovani non trascinare tutto
T loro tempo libero davanti agli schermi televisivi, o nei bar di città e di provincia, o nelle sale cinematografiche,
r;on impigrirsi nelle loro pantofole,
ma essere ancora, capaci di godere appassionatamente di quel che può offrire lo spettacolo che si schiude sulla cresta di una montagna, l’ebbrezza di una discesa per pendii nevosi,
il, piacere diffuso di una buona nuotata, anche la più semplice ma attenta passeggiata (chi ha avuto occasione di ascoltare il prof. Bruno Peyrorel illustrare con passione diapositive
della passeggiata in montagna di un
sppassicnato, sa quali tesori si schiudono ad ogni passo -ill’occhio attento
ed amorevole), e, non ultima, la cura
di un giardino, di un terrazzo fforito.
Nella nostra civiltà te-cnicizzata ohe,
con l’industrializzazione, la migrazione verso le metropo-li, tende a staccare Tuomo dalla terra, non solo materialmente ma anche spiritualmente,
ci si impone uno sforzo costante per
reagire : il ccntatto con la terra è indispensabile per non naufragare in
una gelida e anonima vita di massa.
C’è però ancora una cosa da dire, e
racltc nettamente: la terra non rivelerà mal Dio all’uomo ; e dì conseguenza l’uomo non ritroverà mai sè
stesso rifugiandosi nella natura. I
Salmi che cantano la gloria di Dio
sfolgorante nelle meraviglie e nella
grandiosità del creato -- sono numerosi: 8, 19, 104 e quanti altri! — sono
gli inni di un credente che già conosce il Signore del cielo e della terra
perchè Egli si è rivelato parlandogli:
non sono in alcun modo Tesaltazione
— pagana — davanti alla maestà della natura multiforme e perenne.
Questo significa chiaramente per il
cristiano che la più sana e appassionata immersione nella natura non
può mai, in alcun modo, sostituire
quello che solo la Parola di Dio, letta
nella propria casa ma anche ascoltata nella comunione della Chiesa, può
dargli: il senso della sua vita.
Cristo non ci ha chiamati ad un
nuovo legalismo della domenica che
scstituisse quello del shabbat ebraico;
ma un costante abbandono del culto
domenicale con la propria comunità
significa troncare il nostro innesto
nella pianta vitale di Cristo e della
sua Parola (Giov. 15); nessun tuffo
nella nat’ara potrà mai sostituirlo.
Cena del Signore
Alla- Tua mensa non c'è solitudine,
chi ai Tuoi Segni si accosta
è con tutti gli uomini
dispersi su tutta la terra,
a Te li conduce come una madre
i suoi ’ngli.
Alla Tua mensa non c'è dolore,
dove i Tuoi Segni compaiono
la terra sporca di sangue
già si redime,
il grido di chi è calpestato
a Te lo approssima.
Alla Tua mensa non c'è miseria,
i doni Tuoi splendono
su tutta la terra,
su chi uccide e chi è ucciso,
su chi Ti bestemmia
e chi Ti ama.
Alla Tua mensa m'accosto portando
i miei legami d'amore,
la mia gioia, o Signore, e questo
Tuo miracolo, la riconoscenza
di cui mi pervadi l'essere.
Rita Gay
(1) Questo paragrafo è adattalo da uno
stilema di stud o su « La terre )>, presentato da S. Diétrkh neU’opera Le renouveau
biblique (pp. 278 ss.). Vi ritorneremo nelle prossime « puniate ».
Federazione Femminile
Valdese
A tutte le Unioni delle Madri
e Unioni Femminili delle Valli
Nel pomeriggio della domenica 9
aprile, a nartire dalle ore 14,30, nei lo
cali della Chiesa Valdese di Pinerolo,
siete attese per un incontro fraterno,
organizzato a cura della F.F.V. e dell’Unione Femm. di Pinerolo.
Tema dell’incontro ; « LA DONNA
NELLE VALLI IN TRASFORMA
ZIONE ».
a) La donna rurale (Sig.na Eveiina
Pons).
b) Tra campi e fabbrica (Sig.ra M.
Luisa Davite).
Il culto iniziale sarà presieduto dalla Sig.ra Nelly Rostan.
Siamo certe che sarete interessate
a questo incontro e che interverrete
numerose. Il C. N.
Les familles Tron du Bobers et des Portes ont été cette semaine éprouvées par le
deuil. Au Robefs est déèédé M.r Henry
Tron à l'âge de 85 ans, nous garderons le
souven t- de re barba d’autrefois souriant
et réservé; aux Portes la famille d’Henry
Tl on a nou vellement vu un de ses enfant.i
la quitter: le petit qu’elle attendait es:
décédé avant sa naissance. Aux parents et
grands-parents notre sympathie fraternelle.
Dimanche, séance du Consistoire et examen des catéchumènes à 14 heures; réunion
à Salse à 20 heures.
PERSONALIA
Graziella Laurora ha uonseguito brillantemente la laurea in lingua e letteratura
straniera presso TUniversità di Bari riportando il ma'Sisimo dei voti e la lode.
La Comunità Valdese di Bari nel comunicarlo alla grande famiglia dei lettori
formula i migliori auguri.
Caro Direttore. — Mentre lì ringrazio
per le cortesi espressioni che hai pubblicato a mio riguardo, nell’« Eco delle Valli »,
a propoisito dei miei apprezzamenti circa
lo sciopero degli • Stabilimenti Mazzoni«,
ti prego di voler pubblicare, nel giornale
da le egregiamente diretto, un breve chiarimento agli apprezzamenti su cìlati, chiarimento ohe vuol essere una messa a puntò, ed insieme una correzione alle inesattezze ed alle interpretazioni varie, che sono state pubblicate e dette in giro nei riguardi delle opinioni da me espresse. Tralascio naturalmente le interpretazioni malevoli e calunniose, espresse da più parti,
come quelle pure espressamente false ed
ostili, che vogliono travisare il mio pensiero; mi riferisco alle interpretazioni equilibrate ed in buona fede, quali quella
del tuo trafiletto, le quali dimostrano quanto sia difficile, in una quìslione cloniroversa, farsi capire dal prossimo, anebe benevolo, pur cedrando d’esprimersi in un
linguaggio chiaro e corretto.
Dopo aver espresse le mie aniiclievoli
relazioni col Cav. Giovanni Mazzoni», dopo aver sottolineato il senso di comprensione, di amicizia e di collaborazione che
io ho cercalo ripetutamente di dimostrare
verso le categorie dei lavoratori, ho enunciato nel modo più chiaro due dichiarazioni, quelle che sono state particolarmente male inleripretate. La prima: che io
ritengo di non possedere gli elementi necessari per esprimere un giudizio conipetente e giusto per Vana e per Valtra
parte, circa la vertenza fra la Ditta Mazzoriis e le sue maestranze. La seconda
affermazione: che ritengo che il modo
con cui è avvenuto lo svolgimento della
vertenza in parola è stato fin da principio impostalo in modo inopportuno, imprevidente ed inefficiente, e così ha continuato ad essere, a danno di tutti. Se la
quìstione — ho concluso — fosse stata
fin dall’inizio impostata in modo più ra
gionevole e più opportuno, ritengo che
esiìa avrebbe potuto avere un esito diveirso.
Questo è quanto ho affermato; ed io
ilo il diritto d’essere in questo modo onestamente compreso ed apprezzato, senza
altre interpretazioni e deduzioni che esorbitano dal mio pensiero.
Ed ora, caro Direttore, permettimi un
breve commento. Di fronte ad una vertenza fra maestranze e padrone, si può
in genero scegliere uno dei tre seguenti
atteggiamenti: o sì dà senz’altro tutta la
ragione alla maestranza, si grida « dagli
al padrone! » si versa olio sul fuoco,,
finche il dissidio si esaurisce con la cessione d’uno dei contendenti; ovvero si
da del tutto ragione al padrone e si aiispirano i mezzi per piegare le categorie
dei lavoratori; ovvero infine, ritenendo
di non possedere gli elementi d’un giudizio giusto e definito per ambedue le
parti, si cerca, con le proprie più o meno
modeste possibilità, di collaborare a metter pace fra i due contendenti, a risolvere il dissidio con, concessioni ragionevoli dall’una e dall’altra parte.
Io ho scelto in piena coscienza e con
senso di responsabilità questo terzo atteggiamento, e come sanno le maestranze
ed il padrone, ho cercato praticamente
e ripetutamente di realizzarlo, coi mo
destissimi mezzi che può aver un semplice cittadino vecchio pensionato di buona volontà. Evidentemente con tale scelta si rischia d’esser criticato in modo
più o meno benevolo da ambe le parti,
d’essere accusalo di mancanza di coraggio.^
di tenere il piede in due staffe, e similiPazienza! Qualunque sia Pesito, ritengo
d’aver scelto la strada giusta.
Ti ringrazio, caro Direttore, deirospilalilà che mi hai voluto offrire.
Attilio Jalla
Pubblichiamo volentieri questa precisazione ma ribadiamo la nostra presa di posizione.
3
24 marze 1961 — N. 12
L’ECO DELLE VALU VALDESI
pag.
UNA GIOVANE NAZIONE IN UN PAESE ANTICO
Due parole dal Ghana
Abbiamo ricevuto con molto piacere
e gratitudine questa corrispondenza dal
Ghana del Doti. E. Fattori, ex-allievo
del Collegio Valdese. Gli inviamo un
saluto e un augurio molto cordiali,
sperando che ci scriva ancora.
E’ Hüttli una minuscola casa dove
con mia moglie trascorro in assoluta
quiete le ore di riposo. Lontana alcuni chilometri dall’ospedale, sita su un
lato di una deserta collina al centro
di un breve spiazzo erboso, essa domina xm largo orizzonte di foreste per
lo più inviolate. Una siepe di gigan
tesche agavi corre su tre lati attorno
alla piccola radura.
Dal terrazzo il tramonto è un incendio nel cielo. Quasi per mezz’ora
ad ccchio nudo si può seguire il calar
del sole sull’crizzonte ; grande globo
di ferro arroventato senza più luce
attorno, che a poco a poco fra contorte e mal distinte sagome di nubi
td enormi masse di vapori sembro
annegarsi in un tratto di crizzont'
rosso come sangue. Mentre il giom’
qui in Africa si spegne in un’agoni
policroma di luci ecco di già la nott
attorno senza crepuscolo.
E’ il momento di far ritorno. Hütt’
rimane per un’ennesima volta sol
nell’oscurità e mentre la luna indù
già chissà mai dove di là dalle coll'
ne, la nostra Opel fruga le tenebr
lungo la via del ritorno coi suoi fa'
spregiudicati e il ronfare del moto
è una nota discorde sotto la volta d
queste foreste. Ma ecco laggiù vers
occidente un debole bagliore, un alo
ne evanascetìte. Se spegnarne i far
10 si può vedere più distinto. In quo
punto lontano nella notte c’è Kumas
Ci dividono molte serie di collini
sulle quali per miglia e miglia si ada
già la foresta tropicale oggi violât,
dalla grande strada asfaltata prove
niente da Accra. Kumasi fu sino agl
albori del nostro secolo la capitale de
regno degli Ashanti basato su unr
struttura sociale di tipo matriarcalt
ccnservatasi sino oggi. Il diritto d
eredità, per es., segue la linea mater
na e rautorità familiare è rappresen
tata dailo zio materno. L’Ashanti r
la zona più fertile del Ghana e la più
ricca. Il cacao non originario di questa terra ha trovato qui un ambiente
ideale per la sua coltivazione. Allo
straniero i gialli grossi frutti ricordane diecine di palloncini cinesi pendenti dai rami degli alberi ai lati della strada, ma per la popolazione locale sono il simbolo del benessere in misura assai maggiore delle miniere
d’oro e dei giacimenti diamantiferi.
Tutta la terra in Ghana è rossastra
cerne la terra cotta. Rossastri i termitai, solitari castelli in miniatura
tulio sfondo verde della foresta. Da
questa terra rossa la leggenda vuole
che gli Ashaxiti siano stati generati
e per la tradizione pagana l’immagine
della morte si esprime nel colore rosso usato nel lutto e nei cerimoniali
delle ricorrenze funebri. Ma questa è,
a mio avviso, per quanto vecchia di
qualche secolo una leggerida nata
reirinteresse della conquista. Gli
Ashanti non sono per nulla originari di queste regioni; vi si stabilirono
soltanto alcuni secoli or sono scac
ciandone le popolazioni indigene e
in parte assimilandole. Osservando
jggi questi coltivatori di cacao non
si riesce più a individuare nella discendenza le qualità guerriere delle
predaci tribù della stirpe degli Akan.
Ancor oggi e non soltanto nei piu
remoti villaggi, quando un cirro vagabondo' per il cielo vela la luna, c’è
chi si nasconde il viso in un lembo
del mantello' perchè il Kra do pirite
vitale) non abbia ad eclissarsi. Qui
sta il nocciolo del paganesimo degli
Akan; il culto della luna intesa quale Dea creatrice, emanatrice dello
« spirito di vita » trasmesso ai clan e
alle tribù attraverso un intermediario rappresentato da una donna considerata la fondatrice del clan. Di qui
11 fondamento non soltanto sociale
ma religioso del matriarcato.
Oggi in seguito a ricerche compiute da etnologi inglesi, si pensa che
esista uno stretto nesso fra le creden
ze religiose e l’organizzazione sociale degli antichi Akan e quelle dei Libici e Libici-Fenici (Cartaginesi, tan
to da far pensare di trovarci in presenza di una civiltà pre-Araba di carattere nord africano. Può forse avere un certo valore in questo senso
una leggenda tramandatasi fra gh
Akan che li vuole discendenti da una
popolazione di razza bianca provenienti dal Sahara. Dal punto di vista
storico l’oasi di Jado (o Djado, o Diadon) aU’ovest dei Monti Tibesti, rappresenta il luogo dal quale gli Akan
si spinsero sul Niger. Quest’oasi fu
assai probabilmente la capitale dei
regno di Zaga o Zaghava (I sscmo
dopo Cristo) che dominava la graime
ed antica via carovaniera (detta dagli Arabi) degli schiavi. Lago ChadMurzuk nel Fezzan (Libia).
Tale regno di Zaga era stato foridato da genti originarie deH’Abissinia 0 dell’Arabia del Sud. Dalla fusione di quelle col Berberi Libici e
coi Gara (questi ultimi appartenenti
al ceppo Cùssita e stabilitisi nella regione dei Monti Tibesti in un’epoca
precedente alla fondazione del regno
d; Zaga) si originò ' la stirpe degli
Akan. La conquista da parte degli
Arabi deH’Africa del nord e la pressione esercitata sulle popolazioni dell’interno provocarono una lenta eiiu-
grazione di queste verso il sud. I Lemta Tuaregs scesero dal Fezzan inva
dando i territori Zaga attraverso i
M. Tibesti e a loro volta i futuri fondatori dei multipli Stati Akan marciarono attraverso il paese della sabbia, «il sarem» a noi noto oggi come
Sahara e andarono a stabilirsi sulla
grande ansa del Niger (regno di Dio).
La loro organizzazione sociale basata sui clan a direzione matriarcale
permise una rapida assimilazione di
elementi indigeni di razza negra. I
secoli seguenti videro la nascita di
parecchi Stati Akan che sotto la pressicne dei Berberi Islamizzati si trapiantarono sempre più a sud; nella
parte meridionale dell’odiema Mauritania fra l’8(K) e il 1224 il regno d':
Ghana; il regno di Mossi nell’odierna «Unione del Volta»; verso il 13CU
1 regno di Gonja negli odierni territcri del Nord Ghana ; il regno di Bono nacque a sud del Volta Nero; poi
ne! 1500 nelle foreste tropicali del
Kwamr Ykriimtdi. primo ministro de'
Ghana, è ima delie figure maggiori delle
giovani nazioni alricnne; ultimamente ha
prò;.osto aff'OW di affidare a forze africane la par'ficaz'.one del Congo, ed è stalo
un deriso avversario del Sud Ifrira alla
Conferenza del Commanireallh. a Londra.
l’attualè Ghana sorse il regno di Aky
erekyere. Altri due stati Akan intanto si erano andati formando nei territori della Costa d’Avorio; Bona e
Kumbu. Fu nel 1710 infine che i dì;cendenti del regno di Bono con elementi prevenienti da Bona dettero
or’gine al più grande e importante
stato Akan; il regno degli Ashanti,
ccacciandone in parte la popolazione
locale. Oggi i territori dell’ex regno
formano la regione « Ashanti e Brong
Ahafo » nella zona centrale e collinare del Ghana con capitale l’antica
Kumasi. Questa zona è ancor oggi cooerta da vastissime foreste nelle quali la coltivazione del cacao e l’industria del legname aprono le prime
profonde chiarite.
La storia deirAfrica occidentale a
sud del Sahara conobbe la nascita di
molti stati per opera della stirpe
Akan, ma il grado massimo raggiunto dalla loro civiltà, meno di un secolo fa, era di un tipo anteriore della
fendazione di Roma. Mi servo in questo caso di un confronto che può apparire grossolano; tuttavia lo ritengo
semplice ed evidente nel suo ,significato prospettico ; tanto più se si con
sidera che il famoso solco fu tracciaio con un aratro; strumento questo
ancor oggi qui pressoché sconosciute.
Non esiste tutt’oggi un’arte, una musica, una letteratura indigena. La
molteplicità dei linguaggi è addirittura caleidcsccpica. Tutto ciò che al
presente costituisce istruzione è frutto di importazione. Il linguaggio più
importante e più largamente parlato
è il Twi, antico idioma degli Ashanti, che tuttavia è lontano ancora dal
raggiungere la dignità di lingua nazionale. Eppure a noi sembrano vibrare di poesia anche queste terre!
Fermarsi magari sul bordo di una
piaccia radura ai piedi di un « silk
tree» (l’albero del kapok) e rimirare
'i contrasto dei suoi rami spogli, scheletrici contro il cielo, che protendono
gl; estremi inaspettatamente adorni
d; magnifici fiori rossi e verso i ciuffl
verde opaco delle altissime palme.
Che dire di quei grossi lucertoloni, i
Gila monsters, dal dorso blu e rosso;
alcuni con un crostone giallo sulla
testa inquieta! Ben presto se ne fa
l’abitudine. Sono assolutamente inrccui ma amano sbucarvi fra i piedi
aH’improvviso o saltarvi dall’alto sulla schiena causandovi .un brividino
sotto il sole tropicale. Nel nord purtroppo ci sono lande senza fine dove
un albero non vive e dove l’erba cresce rigogliosa nei mesi di pioggia ma
diventa stoppia durante la stagione
secca. La gente allora mangia una
volta al giorno quando ci riesce e gira del tutto ignuda. Il bestiame viene
condotto al sud e svenduto. I grandi
fiumi che allagano il paese durante
,e piogge, nei mesi di siccità si riducono a piccoli rivi che persino un bimbo supererebbe d’un salto. Tale è il
problema del nord a sud del Sahara.
Emilio Fattori
L’EDUCAZIONE CIVICA
____Li
Il dibattito del convegno primaverile A. I. C. E.
Doinenk-a 19 marzo ha avuto luogo a
l’inerolo il convegno primaverile dell’.A.I.C.E., anche se la primavera doveva
arrivare solo due giorni dopo. Argomento
dello studio e del dibattito era lo stesso
di quello del convegno autunnale, poiché
era sembrato, allora, cì»e l’argomento non
fosse stato esaurito, anche se era stato
magistralmente trattato dal -Prof. Peyronel.
A introdurre il dibattito erano, questa
volta, la prof. Marcella Gay, di Pinerolo,
ed il maestro Paolo Gardiol. di S. Se-ondo.
Il maestro Franco Calvetti, di Pomaretto, che presiedeva nella sua qualità di
membro del Seggio, ha dato prima la parola a quest’ultimo, il quale è partito dalla nei-eivsità di una distinzione fra educazione civica ed iittruzione civica, prevalentemente formativa, la -prima; informativa,
la seconda. Naturalmente l’educazione civica è di gran lunga più difficile e delicala dell’istruzione c non può fondarsi
che sull’esempio del maestro. D’altra parte non ci «i può nascondere che anche
nella seconda ei sono difficoltà, talvolta
molto gravi, di cui l’oratore ha fatto un
elenco molto meditato, anche se conciso.
Il programma di istruzione civica .si
fonda essenzialmente sullo studio delle
leggi; questo, in misura più o meno grande, implica un giudizio, da parte dell’inscgiianle, sulle leggi stesse, sulle incoereiize della legislazione: in Italia, per
esempio, fra Costituzione e Codice Penale, tra libertà e censura eco.: inoltre è
necessario, come in tutte le discipline
umanièliclie — e, in misura minore anclie
in quelle scientifiche — affrontare argomenti ancora discussi, il cui interesse e
la cui portata possono, a volte, non e.ssere
del tutto chiari, specie nelle questioni di
diritto estero.
Ma la didattica deU’educazione civica
deve, come ogni altra, partire daH’ambiente noto al fanciullo. In questa prospettiva, particolare risalto hanno i diritti di
libertà, anche perchè nella vita stessa della scuola esiste una continua ten.sione fra
libertà dello scolaro e libertà dell’insegnante. Nella problematica della libertà
si inserisce la necessità di laicizzare l’inscgnamenlo c la ,S(-uola.
E' necessario, ancora, riconoscere i limili alla nostra cd alla altrui libertà; di
questo sono, talvolta, scarsamente coscienti i popoli elle reclamano a gran voce la
libertà quando sono sotto l’oppressione e
( Ile, poi, raggiunta rindipendenza, dinientii-atio facilmente ¡I valore della libertà
La Sig.na Gay lia, invece, esaminato
due documenti: una dkbiarazione delrA.D.E.S.S.P.L, associazione laica, in difesa della scuola pubblica, ed un articolo
apparso su « Libera Critica », giornale degli studenti medi e universitari milanesi.
Dall’esame di questi due documenti la
Sig.na Gay ha tratto argomento per un
confronto fra l’azione dei cosiddetti « laici » e quella che dovrebbe essere la nostra di evangelici.
1 i< laici » hanno talvolta la tendenza a
limitarsi a diagnosticare i mali della società e si rincihiudono in un dignitoso disprezzo delle istituzioni sociali attuali
■senza avere grandi . speranze di rialzarle
dal cattivo stato in cui si trovano; la limitazione più grave sta nel fatto che essi
si curano solo della società e non dei singoli, i quali, in ultima analisi, è più facilmente possibile educare e riformare;
e per educare gli individui, non è lecito
aspettare una riforma della società.
D’altra parte il laicismo compie un lavoro positivo nella lotta sostenuta contro
l’imbottitura dei crani — di cui accusano
i preti di ogni colore —, contro le piccole
riforme riguardanti gli orari e le integrazioni di programmi — come nel caso dell’educazione civica — e contro ogni altro
provvedimento volto a far credere che si
fa qualcosa anche quando non si fa niente.
Nella discussione la Sig.na Pons ha fatto
notare che non bisogna sòpravalutare la
portata dei lati negativi del « -laicismo »
perchè è l’unica corrente che lavori per
una riforma della nostra società, e che non
è vero che l’aspetti placidamente per educare gli individui. Sono, poi, affiorate varie
questioni: il problema dei rapporti fra
rispetto delle idee altrui e dovere di insegnare la verità; il problema dei <-astighi
dati ai bambini e delle reazioni di quelli
di fronte ad essi, quali il non confessare
più le proprie marachelle o simili : si è
concluso che i melodi non possono essere
omogenei per tutte le età. Si è, comunque
notala la necessità di non punire per motivi futili e di ricordare, anche quando
non si puniscono i bambini, che nella
vita non si potrà continuare a fare i pro
pri comodi impunemente; infine il problema dell’insegnamento della religione
ed. in particolare, della storia sacra, quando sono riferiti fatti sanguinosi compiuti
dal Popolo eletto, problema a cui ha risposto, dietro richiesta dei presenti, il pastore Conte, rifacendosi ad un articolo
apparso su « Scuola Domenicale » e rilevando che non è il caso di voler moralizzare l’Antico Testamento, e che questo
non gli toglie nulla del suo valore per
la fede.
Questi, brevissimamente, gli argomenti
toccati; naiur.ilmente si presenta a chi deve riassiuinere lo stesso rischio di chi deve
insegnare l’educazione civica: quello,
cioè, di non essere oggettivo e di non essere completo neirinformazione; ci scusiamo se an-eino lasciato da parte qualche
elemento importante. Ci preme, comunque, sottolineare questo : si è visto nella
discuissione che non è possibile prescindere dagli altri aspetti dell’educazione
trattando di educazione civica: infatti si è
scivolati in problemi che non avevano che
riferimenti molto indiretti con l’educazione civica stessa; d’altra parte un individuo non può dirsi educato se gli manca
un’educazione sociale. Un uomo, per essere nomo, deve avere il coraggio di impegnarsi in un’azione sociale.
Ringraziamo gli amici di Pinerolo pella buona accoglienza e per la tazza di tè.
.senza la quale nessuno sognerebbe che si
potesse fare un convegno di qualsiasi natura. c. t.
Incontro Valli-Evandizzazione
Un appello era stalo rivolto alla gioventù di Villar Pellice affinchè volesse concorrere allo sforzo evangelistico della Chiesa
interessandosi alla Comunità di Campobasso e durante tutto l’inverno il nome di
Cani'pobasso era tornato spes.so nelle riunioni e nelle attività Villaresi.
Per dare maggiore concretezza alla cosa
ecco, ai pri.mi di marzo, il pastore valdese
di Campobasso sig. Elia Libonali con la
propria consorte a Vi'Uar Pellice per un
.soggiorno di una .settimana.
11 fratello Libonali a Villar Pellice
è .stalo aiscoltato con interesse sempre crescente ed ha trovato nel cuore di tutti una
sincera simpatia. Profonda impressione soprattutto hanno fatto le descrizioni ch’egli
ci ha date dei nostri fratelli evangelici
abruzzesi. Le sofferenze di quegli umili
credenti costretti a vivere e mantenere la
famiglia con lavori occasionali che fruttano spesso solo 3-4 mila lire alla settimana
e ohe ogni tanto sono loro strappali perchè sono protestanti...
La fedeltà di quei credenti confinati nell'isolamento della diaspora visitati dal pastore solo di rado e per i quali la chiesa
più vicina è talvolta a 40-60, persino 100
k:m. di distanza, la fedeltà di ragazze che
finunziano al matrimonio piuttosto che
contrarlo misto, la perseveranza di fratelli
assidui ai culti anche quando per venirci
A Sud dei Pirenei
I
Recentemente sì ^ concluso in Spagna
un procesfso a carico' di alcune personalità
imputate di oippoisizione al regime del
Caudillo, con sentenze che hanno stupito
per la loro mitezza. Ancora una volta ci
poniamo, pieni di ^eranza, la domanda :
c'è qualcosa di nuoVo che matura in Spagna?
Comunque, una notizia rallegrante è il
tornare alla ribalta della vicenda dei saverdo-i baschi: nel maggio I960, 339 sacer.
doli delle diocesi di Pamplona, Vìtoria,
Bilbao, S. Sebastian avevano indirizzato —
come i lettori ricorderanno — una lettera
aperta ai loro vescovi, denunciando gli
abusi del reg'ìuie franchista e invitando
appa-S'sionalamente l’èpiscopato a condannarli apertamente e a far cessare quella
collusione fra Chiesa e Regime die aveva
effetti disastrosi nejH’opìnione pubblica,
scavando un abisso sempre più profondo
fra Chiesa e popolo; èra un appello ricco
di profonde risonanze cristiane, ma non
trovò eco favorevole nell’alta gerarchia
cattolica, colta in un momento in cui era
già in appena velato contrasto con il governo, che ne osteggiava e limitava la libertà sindacale e di stampa; venne anzi
la pubblica riprovazione, prima per bocca
del nunzio apostoMeo Anlonìuili, poi in
una pastorale dei vescovi delle quattro
diocesi, che con grave insensibilità spirituale denunciavano la lettera come torbida mossa politica.
f/Espresso informa ora che negli ultimi
mesi clero e fedeli della regione chiesero
on petizioni scritte la pubblicazione in
Spagna della « lettera » che, pubblicata all’estero, circolava invece solo clandestinamente nel paese. Invano mons. Font y
Andreu, vescovo di S. Sebastian, minacciò
la sospensione a divinìs ai sacerdoti firmatari. La maggior parte dei 339 preti baschi
hanno anzi presentato appello al Tribunale della Sacra Romàna Rota contro l’alleggiamenlo assunto verso di loro dai vescovi.
$ ^ ^
Intanto il Portogallo, balzato alla ribalta
deH’altenzione intemazionale in seguito
alla avventurosa vicenda del « Santa Maria », con cui il cap. Galvao e il capo
delFopposizione a Salazar, Delgado, hanno
costretto il mondo ad aprire gli occhi sulla siuazione lusitana, sembra momentaneamente ricaduto nel torpmre, e cosi pure le
colonie (si ricorderanno i moti dell’Angola, di cui si è avuta, negli ultimi giorni,
una reviviscMiza).
Con una di quelle indiscrezioni in cui è
maestro te che sono molto attendibili perchè ben raramente vengono ribattute, sia
pure genericamente), f/Espresso dà ora
notìzia dì una dichiarazione falla pubblicamente, e poi soffocata, dai vescovi portoghesi riuniti a Lisbona dieci giorni pri
ma del colpo di mano del cap. Galvao.
La Chiesa Romana e il governo di Salazar sono uniti da un Concordalo c da
un Accordo missionario ^per le colonie',
di cui l’anno scorso è stalo celebralo il
ventennale. Ora proprio circa l’impero coloniale portoghese, i vescovi lusitani prendono così posizione: « I vescovi della metropoli, persuasi delle responsabilità del
loro ufficio pastorale, ricordano ai fedeli
affidati alle loro cure i disegni evidenti
di Dio sulla patria portoghese. La linea
provvidenziale della nostra storia ha fatto
di noi, dopo numerosi secoli, gli strumenti
del Signore nella evangelizzazione d'una
parte considerevole del inondo, in America, in Asia, in Africa, persino in OK'eania. E la Chiesa ha sempre confermato
questa missione ». (L’ultima volta appunto
nel 1941). con FAccordo missionario, « una
nuova investitura, da parte della S. Sede,
della missione civilizzatrice della nazione
portoghese »).
Per quanic i vescovi del Portogallo si
rendano conto di quanto il colonialis.mo
sia avversalo da tante nazioni, affermano
che è perchè « hanno perduto la coscienza
di se stessi, nell’anarchia delle idee, nel
dubbio dì quello che è diritto e dì quello
che è dovere, nella fais<’inazione dei miti,
nella frattura delle tavole morali del decalogo )> eec. E poiché il Portogallo, « cosciente della sua missione evangeliT/alrìce
e civilizzatrice, soffre di vedere che essa
non è nè compresa nè apprezzata e che si
tenta addirittura dì contestarla », i suoi
fedeli coscienti pregano per gli altri popoli «perchè Dio lì illumini, lì guidi e li
riconforti sui diritti cammini della verità
e della giustizia ».
Pochi giorni dopo i sullodati vescovi
hanno potuto sentire come lia reagito
l’opinione pubblica. Ma in un tempo in
cui tutte le Chiese e le Missioni cristiane
fanno un esame dì coscienza sugli equìvoci gravi che si sono verificati fra colonizzazione e missione, fra Evangelo e « civiltà », una presa di posizione come questa rivela una scarsa sensibilità sociale c
politica, ma soprattutto cristiana.
debbono percorrersi a piedi fi-lO e più kni.
aH’andata e altrettanti al ritorno. Tulio
ciò ha parlalo fortemente al cuore dei villaresi che non se lo dimenticheranno tanto
presto così come non dimenticheranno
(|uel vecchietto giunto in chiesa a Campobasso una sera, lutto fradicio e coperto di
fango per aver percorso 15 km, .sotto la
pioggia per venire ad assistere ad un culto
presieduto dal Moderatore...
Ma l’incontro Villar-Campobasso non si
è espresso soltanto con questa visita.
Pochi giorni prima erano giunti al Villar da Camnobasso due giovani sposi i lui
anziano del Concistoro di Villar Pellice,
montanaro d’antica lega non certo modernizzalo, lei, pretta figliuola abruzzese, picl olina, forosella dallo sguardo un po’ spaurito coinè quello dì un uccellino tolto da
una famìglia evangelica della città di Campobasso e portalo di punto in bianca tra
dirupale montagne ancora chiazzate di neve. Giunsero ima sera e fecero la loro prima tappa all’amico presbiterio pCT farvi
un po’ di cena... Ma la cena non è ancora
finita che s’ode lontano, nell’ombra della
notte, un nutrito scampanio. — Cos’è? Un
armento di pecore a quest’ora, in questa
stagione?
— \o, è la « ciabra »! I montanari villaresi non hanno voluto rinunziare alla
loro tradizione neppure in questa occasione e Tanziano Berton e la «ua sposina dovranno subirsi la « ciabra » come tanti al'ri sposi lo hanno dovuto... Il Pastore,
uscito un istante per rendersi conto, rientra dicendo: « E' necessario che la sposina venga fuori... » E fuori è pieno di gente
e mentre lontano risuonano ancora le campanelle, qui risuonano applausi, auguri e
corrono strette dì mano... E’ la « ciabra »
sì. ma una ciabra gentile e fraterna...
La sposina di fronte ad una simile accoglienza, almeno da principio, dovette provare qualche sgomenlo, -ma si ricredette
certo l’indomani mattina e nei giorni seguenti quando in una Tìrocessione dì visite
bolla e interminabile quasi lutto il paese
venne a darle il benvenuto e ad offrirle
dei fiorì e dei regali per altrezzare un po‘
la sua casa non troppo dotala di conforls.
« I.’incontro » vero e proprio però tra
Villar e Campobasso ebbe luogo domenica
manina 5 marzo nel culto presieduto dal
pastore Libonali e seguilo con attenzione
tiìullo sosleniita. Prima del Te Deuin finale. con sobrie parole, venne dato un fraterno « benvenuto » alla ,sposina di Cainpoba -o. mentre un gruppo di catecumeni
sorgeva in piedi e— bando ai pregiudizi
— cantava in dialetto abruzzese la nota
canzone « vola, vola »... (Juindì Libonali
scende dal pulpito e s avvia verso rus<*ita
conducendosì la sposina per mano. Si fermeranno alla porla e tulli faranno a gara
per bene augurare e stringere la mano..
Il piazzale del tempio, questa volta, si
sfolla con particolare lentezza... C’è per
Paria come sospesa una «trana commozione... Molli vogliono ancora salutare. C*è
<la un lato un gruppo di giovanelle. Ad
un trailo una si tlls’acca dal gruppo quasi
di corsa, viene alla sposa, le bulla le ì)ra< cia al collo. Pabbraccìa con trasporlo... La
sposina scoppia in lacrime e la villarese
piange lon lei... o son lacrime contagiose,
le altre giovanelle accorse si fregano gli
Odili a lulPandare, le signore presenti
cercano il fazzoletto... E’ un momento di
(ommozione generale, piangono liuti... Da
un lato del piazzale il Pastore, con un altro fratello osserva la scena: e il fratello,
imbarazzalo, si volta da un lato dicendo:
« Scusi sa, io sono troppo sensibile, se mi
commuovo non so Iraltenere le lacrime... »
E il pastore che si è voltalo dall’altra piarle : « Scusi lei me, io son forse peggio di
lei... ».
E così, quel giorno, son cadute parecchie lacrime sul piazzale della Chiesa, che
ci hanno fallo tanto bene e hanno suggellalo in modo quasi simbolico Pinconlro Villar-Canipobasso e ■¡•i lianno convinti una
volta di più della forza dei vincoli che
uniscono le Valli all’Evangelizzazione.
Siamo lutti membri di una stessa famiglia. Enrico Geymet
4
p»g. 4
L’ECO DELLE VALU VALDESI
p N. 12 — 24 marzo 1961
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELLICE
Ringraziamo l’UGV del Podio per la
serata offerta alla Comunità la dommica
5 marzo.
I nostri 11 catecumeni confermandi hanno partecipato tutti con gioia alla giornata
dei catecumeni indetta domenica 12 marzo
ad Agape.
Martedì 14 marzo nel corso della nostra
riunione quartierale di Romana è stato
presentato al Battesimo il bimbo Baridon
Marco di Ermanno e Baridon Celine. Il
Signore benedica il bimbo ed i suoi cari.
Mercoledì 15 marzo abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la
spoglia mortale della nostra sorella Mondali Maria vedova Catalin deceduta all’età
di anni 81 alla frazione Pianta di Villar
PeUice dove da quando le sue forze stavano declinando ella si trovava, amorevolmente curata dalla famiglia della sua figliuola. La nostra sorella amava molto la
sua Chiesa nella quale, finché le forze glie
10 hanno consentito, ha sempre partecipato
regolarmente ai culti: essa ci lascia così
un esempio da seguire in questo tempo in
cui le sacre assemblee tendono ad essere
disertate dai più. Ai familiari, ai parenti
tutti rinnoviamo l’espressione della nostra
viva e fraterna simpatia cristiana. Ringraziamo il Pastore E. Geymet per la sua partecipazione al servizio funebre svoltosi alla Pianta e nel Tempio di Bobbio Pellice.
Sabato 18 marzo abbiamo invocato la
benedizione di Dio sul matrimonio di
Gönnet Giovanni e Gönnet Anna Maria,
ambedue originari del nostro Comune e
da anni ormai residenti a Torino. La grazia e la benedizione del Signore circondino ed accompagnino sempre questo nuovo
focolare.
Con la fine di marzo avranno termine le
nostre riunioni quartierali nel corso delle
quali abbiamo, tra l’altro, esaminato le
principali questioni trattate al Sinodo scorso e studiato alla luce della Parola di Dio
11 problema del « denaro nella Chiesa ».
Tutti i quartieri, salvo uno, hanno designato i loro Anziani e Diaconi che saranno
nominati in una prossima Assemblea di
Chiesa.
Al culto di domenica 26 marzo 11 catecumeni saranno confermali. Li raccomandiamo vivamente alla preghiera della
Ch'esa tutta onde il loro « sì » possa essere
veramente pronunziato con umile fede e
gioiosa riconoscenza.
La sera del venerdì santo alle ore 20.45
avremo un culto liturgico della Passione
con la celebrazione della Santa Cena con
calice comune.
La Domenica di Pasqua la Santa Cena
sarà celebrata col calice individuale. La
nostra Corale parteciperà al culto della
confermazione ed a quello di Pasqua.
Domenica 19 marzo nel corso del nostro
culto sono stati presentati al Battesimo i
bambini: Geymonat Maura di Giovanni e
Pontet Annina (Via Boschetti); Lausarot
Bruno fu Felice e di Geymonat Paolina
(Vicolo Cortili).
Sui bimbi e sui loro cari invochiamo la
benedizione e la grazia del Signore.
e. a.
P0MÄRETT0
Sabato 25 corr. avrà luogo una distribuzione di viveri americani. Si prega di portare l’occorrente.
Nell’ultima cronaca si è incorsi in un
errore riguardante un servizio funebre,
si trattava di Oliva Ferdinando anzidiè
Mina Ferdinando.
Siamo riconoscenti alle seguenti persone per le offerte inviate per gli operai
dei Cotonifici Val di Susa: Bianchi Ester
Virginia, Biella, L. 5.000; N. N., San Germano Citisene, 10.000; N. N., Torre Pellice, 5.000; Enzo Jouve, Torre Pellice,
1.000; Comunità Valdese di Biella 20.000.
Da parte dei beneficati inviamo un pensiero di gratitudine ai generosi donatori.
VILLASECCA
Il 12 u. s. oltre una trentina di Mamme
dal vari quartieri della nostra parrocchia
si sono recate a Ferrerò dove hanno incontralo le Sorelle di quella Comunità e di
Massello per celebrare assieme la giornata
universale di preghiera della donna, che
non aveva potuto essere fatta il 17 febbraio. Sotto la presidenza delle Signore
Rivoira, Quattrini, Tourn e Davite le Sorelle delle nostre tre Chiese hanno passato
un buon pomeriggio di fraternità e di intercessione. Desideriamo ringraziare in modo particolare la Sig.ra Rivoira e l’Unione delle Madri di Ferrerò che lianno organizzato la calda e cordiale accoglienza.
La stessa domenica i catecumeni di IV
anno si sono recati a Frali iter l’incontro
di cui è già stata data notizia.
Il culto ai Chiotti è .stalo presieduto dal
M.0 Franco Calvelli di Pomaretto che ringraziamo sentitamente. Ringraziamo pure
la Sig.na Liliana Viglielmo che, in occasione della visita del Pastore a Marsiglia
ha curato lo svolgimento della Scuola Domenicale.
SAN SECONDO
Il culto di domenica scorsa è stato pre,
sieduto dallo studente della Prà del Torno signor Nicolosi di Bergamo che ha portato un eloquente messaggio di fede cristiana.
La nostra comunità Io ringrazia caldamente e gli dice la gioia di averlo potuto
ascoltare perchè egli ha dimostrato con
la sua testimonianza che, in mezzo ad un
mondo pagano in cui per molti pm'troppo
è un vanto appartenere alla cosidetta gioventù bruciata, esistono ancora dei giovani ohe sanno raccogliersi intorno alla
Parola di verità e di vita, giovani che
credono alle promesse divine e giornalmente fanno nuovi progressi nella conoscenza e nell’amore di Cristo.
Al giovane Nicolosi che domenica prossima riceverà la confermazione quale catecumeno della Chiesa di Torre Pellice
formuliamo i nostri più sinceri auguri e
chiediamo al Signore di renderlo sempre
più atto al buon combattimento della fede
e della vita.
In viaggio negli Stati Uniti
(segue dalla l.a pag.)
città per la cena del 17 Febbraio ritardata di alcuni giorni a causa della
mia venuta. Ho rivolto a tutti il messaggio della Tavola e delle Chiese
Valdesi d’Italia e deU’Amerlca del
Sud, esortando i presenti a ricordare
11 17 Febbraio in uno spirito di umiltà
di solidarietà e di perseveranza nella
fede.
Due giorni dopo mi è stata offerta
l’occasione di parlare della Chiesa
Valdese da una stazione radio dipendente dalla grande chiesa di Riverside. Non ho voluto perdere quell’occasione preziosa ed ho trasmesso il
mio messaggio rispondendo ad alcune domande ohe mi venivano fatte;
due ore dopo, nella stessa chiesa, he
avuto il privilegio di parlare ad un’assemblea di 250 uomini, riuniti per un
pranzo annuale e per ascoltare il discorso ufficiale di un’alta personalità
del Segretariato delle Nazioni Unite.
Mercoledì, 8 marzo, ho incominciato a viaggiare. A Hartford, nel Connecticut, quattro volte durante una
stessa giornata ho dovuto presiedere
delle riunioni, iniziando la mattina
con un discorso agli studenti del Seminario o Facoltà di teologia. In altre località, in una giornata assai
fredda e nevosa, ho parlato della nostra Chiesa e del Protestantesimo in
Italia. A Bronxville, domenica scorsa
12 marzo, in una chiesa riformata,
ricca di bellissimi edifici, ho dovuto
prendere tre volte la parola davanti a
numerose assemblee nel culto mattu
miniNi
soggiorno ideale per le vacanze,
incantevole spiaggia con facilità per
sabbiature, gite interessanti.
La Pensione T. V. in Rivazzurra di
Rimìni offre pensione completa a
L. 1.400 nella bassa stagione e
L. 1.800 nell’alta, comprese cabine,
tende sulla spiaggia, servizio e tasse
Cuc na eccellente. Ambiente sereno.
Per prenotazioni rivolgersi a:
ELDA MALAN
— LA COMBA —
Luserna S. Giovanni (Torino)
tino o nelle riunioni giovanili, adoperando ogni tanto le proiezioni che ho
portato con me. Lunedi ho preso contatto durante un pranzo con i responsabili della Reformed Church of America, dopo aver parlato ad un gruppo
di studenti in teologia dei grande
Union Seminary di New York. In tali
occasioni le domande non mancano e
si vede con piacere quanto sia possibile, ancora oggi, parlare non soltanto della storia passata ma delle ragioni che giustificano una ch’ara testimonianza evangelica in Italia. Ieri
a Filadelfia sono stato accolto da ima
magnifica assemblea di signore, appartenenti alle varie Chiese Protestanti della città, sotto la direzione
di una nostra vecchia e fedele amica,
Mrs. Fhitnam. Circa 200 persone erano presenti al pranzo, dopo di che sono stato presentato e invitato a parlare. Ricordo d’aver incontrato tra le
molte altre persone anche due nostre
sorelle in fede, oriunde rispettivantente di Bobbio e di Villar Pellice:
le sig.e Judith Pontet e Jeanne Allio.
Miss K. Rose, fedele amica di Agape, mi ha dato la possibilità di parlare della nostra Chiesa ad alcune personalità della Chiesa Presbiteriana
che a Filadelfia ha i suoi uffici per la
educazione cristiana dei familiari e
dei giovani. Ed oggi a Washington, da
dove scrivo queste righe in una breve
sosta, ho partecipato ad una riunione
dei responsabili delle varie chiese
evangeliche della città.
Tom-erò a Washington tra una diecina di giorni; questa sera mi metto
in viaggio verso Valdese nel Nord Carolina, ove giungerò domani, 18 marzo
Nella mia prossima lettera parlerò
della mia visita a Valdese, così legata
alla storia del nostro popolo e della
nostra Chiesa Al termine di questa
prima corrispondenza desidero inviare alle nostre chie.se ed ai lettori il
mio cordiale saluto. Il tempo che sta
dinanzi a noi è tempo di preparazione alla Settimana Santa; sia questo
tempo veramente benedetto da Dio
per le nostre comunità, in modo speciale pter i giovani catecumeni che si
preparano alla confermazione. Il Signore consolidi la loro fede e ci dia
di essere im popolo che lo serve, con
dedizione e con fiducia cristiana.
Ermanno Rostan
BBAROSTINO
Giovedì 16 marzo ai sono uniti in matrimonio nel nostro tempio Fomerone
Guido (Mo'nM-e) e Coi^on Elda (Piani).
Che il Signore benedirà questo nuovo
focolare formatosi sotto al suo sguardo.
Come era stato annunziato, sabato sera,
18 marzo, abbiamo ricevuto la gradita
visita della filodrammatica di Angrogna
(Prasuit-Vernè) elle ci ha offerto una magnifica serata, rappresentando il dramma
« Matilde di Tannenburg » (opera commovente, piena di sentimento romantico).
La sala era gremita di pubblico attento.
Dopo la rappresentazione gli ospiti si sono fermati con i noswi giovani per prendere la tradizionale lazza di tè e per
fraternizzare... Peccato die l’ora della
partenza e della separazione sia giunto
coisl presto. Grazie ancora ai nostri fedeli amici.
Diamo qui l’elenco e l’orario dei culti
della Settimana Santa: Domenica 26 marzo (Le Palme), culto ore 10, con Confermazione dei catecumeni; Giovedì 30 marzo (Giovedì Santo), ore 21 culto liturgico
con Santa Cena; Venerdì 31 marzo (Venerdì Santo), ore 10 culto con Santa Cena presso la cappella del Roc; nel pomeriggio, alle ore 15, culto con Santa Cena
nel tempio di Roccapiatta; Domenica 2
aprile (Pasqua), culto ore 10 con Santa
Cena.
bora
— La famiglia di Eìrmanno e Elvira
Tourn è stata allietata dalla nascita della
piocòla Serena. Ci rallegriamo con i genitori ed i fratellini della neonata, alla quale auguriamo di crescere bene.
— « Magna Rosa » è di nuovo tra noi
da qualche giorno e si va rapidamente rimettendo dalla sua frattura.
— Il siig. Bruno Durand è stato ricoverato all’ospedale per un attacco di polmonite, ma le pronte cure hanno arrestato
la malattia. Siamo riconoscenti che stia
già meglio.
— Giovedì 30 nel pom. avrà luogo una
distribuzione di viveri americani.
— La sera dello stesso giorno, alle ore
20, i catecumeni di'IV» anno sono convocali per l’esame alla presenza del Concistoro .
— Si ricorda olle il culto di confermazione avrà luogo il Venerdì Santo alle 10.30
e che il culto di Fasqua, con S. Cena,
avrà regolarmente inìzio alle 10.30.
— Ricordiamo ancora la riunione delr Unione delle Madri di domenica 26 marzo, nel corso della quale avremo il piacere
di ascoltare un messaggio della Sig.ra
E. Conte.
l catecumeni che saranno ammessi alla
Chiesa il giorno delle Palme sono : Bonjour Anita (Pianta), Charbonnier Graziella
(Sarei), Collet Laura (Centro), Demaria
Ada (Teynaud), Gaydou Alida (Garin),
Geymonat Alma (Ciarmis), Geymonat Marisa (Ciarmis), Gönnet Marilena (Sarei),
Morglia Graziella (Sabbione), Rambaud
Elena (Sarei), Rivoira Valeria (Inverso),
Davit Osvaldo (Teynaud), Davit Umberto
(Teynaud), Geymonat Silvano (Ciarmis),
Gonin Ferruccio (Teynaud).
Un lutto a Coazze
E’ stata accompagnata alla sua ultima
dimora, da una vera folla di conoscenti.
Costanza Tessa in Mattone, di Coazze. I
numerosi familiari e nipoti la piangono
non senza portare in cuore la certezza
della cristiana speranza. La comunità si
è stretta intorno ai congiunti afflitti, cui
tutta la borgata di Ruadamonte ha porto
l’espressione sincera e cordiale della propria simpatia. r. 6.
ifUna nuova società biblica cattolica è
stata creata nei Faesi Bassi. Contemporaneamente è stata terminata una nuova versione cattolica della Bibbia. Fer sottolineare Tavvenimento la pastorale di quaresima dell’episcopato olandese è interamente dedicata ad incoraggiare la lettura della Bibbia. ” Fiù che mai abbiamo bisogno
di una chiara visione del senso della vita,
e le S. Scritture ce ne mostreranno la via”.
Direttore resp. : Gino Conte
Coppieri ■ Torre Peli. ■ Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
________n, 175, 8-7-1960______
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
AVVISI ECONOMICI
CERCASI URGENTEMENTE due cuoche,
un uomo fatica e due signorine per servizi generici presso Istituti Valdesi. Buon
salario e assicurazioni sociali. Rivolgersi
CIOV, piazza Mu.ston 1, - Torre Pellice
(tei. 95-36).
CERCASI cuoca e cameriera per distinta
famiglia di Ginevra. Scrivere a pastore
Beri, S. Germano Chisone.
VENDESI Fiat 500 giardinetta 6 mesi. Rivolgersi al giornale.
CHERCHE personne de confiance sachant
cuisiner. Eté, campagne; hiver, viUe.
Gage à convenir. Eîcrire à: M.me Roulet,
16 Rue Senebiar, Genève (Suisse).
M n D T f f fabbrica
W U D I L 1 artigiana
strada di S. Secondo n. 4 ■ Tolofono 2344
PINEROLO
di fronte Caserma Berardi (Alpini)
ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI
VILLETTE TIPO SVIZZERO
( altitudine circa 700 m. )
Progettista : Dr. Arch. IVAN DABIANCOFF ( Torino )
4-6 vani e servizi
Esposizione a mezzogiorno, con splendida vista
sulla Valle da Villar Pellice a Saluzzo
Per informazioni, scrivere esclusivamente a :
Bric delle Betulle 34841 - Fermo Posta - Tot re Pellice
Alla Falegnameria
SERRE
INVERSO PINASCA (Torino)
TROVERETE MOBILI
ADA TTI
ALLA VOSTRA CASA
CON VASTO
ASSORTIMENTO
DI SCELTA
Pagamento anche a rate a completa comodità
IDROTERMICA
TORRE PELLICE
Via Garibaldi, 4 - Telefono 9204
PINEROLO
Via Saluzzo, 12 - Telefono 2620
★
★
★
★
★
Specializzata in impianti termosifoni
Termocucine brevettate - Cucine per alberghi
Impianti completi termonafta
Serbatoi a nafta di qualsiasi capacità e spessore
Bruciatori thermomatic silenziosissimi
(garanzia 10 anni)
PREVENTIVI A RICHIESTA SENZA IMPEGNO
CONDIZIONI DI PAGAMENTO A COMODITÀ DEL CLIENTE
OROLOGERIA - - OREFICERIA
BORNO EMANUELE
Via Trieste, 6 PINEROLO Telef. 3117
Concessionario GIRARD-PERREGAUX — ENICAR — BERNA
★ Attrezzato laboratorio oreficeria per riparazioni e lavori
su ordinazioni
★ Si accetta anche l’oro dai clienti
•k Massima garanzia
SI FABBRICANO CROCI UGONOTTE E STEMMA VALDESI
Abbigliamento per UOMO DONNA RAGAZZO
XBiTEX
«li ■»io»«» l»i«Mi
Le più eleganti e moderne
confezioni
ABITI SOPRABITI -- PALETOT
IMPERMEABILI
PINEROLO - Via Chiapperò, 12 • Grattacielo - Telefono 36.79