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ABBONAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L. 3; semestre L. 1,50. ’
Estero : anno L. 5 ; — semestre L. 3, — Per inserzioni, prezzi da convenirsi.
Dipettoïe e Hmminlstiatofe : Séovcnuto Celli, Via magenta Jl. 18, EOffiH
Honta, 30 (giugno ^9^0 = ^nno = ZI. 27
glorie religiose della Spato 111 lilCii ItO ♦ gna — Il Vangelo ai prefetti
del Regno-— Dopo l’enciclica in Germania e altrove — Missioni... e Missioni — La religione
J esperienza e un caso speciale di applicazione
pratica — Discorrendo di fideismo — Emanuele Filiberto e i Valdesi — Le Tavole della legge — Wilh.
Kopp — Valli Valdesi — Il • Corriere della Sera »
e le uova domenicali — I viaggiatori in eterna salvezza — Pare incredibile ! — Nella città dei fiori —
L’ Onorevole Luzzatti e l’alcool — La circolare del
guardasigilli Pani — Corriere Siculo — Oltre le alpi
e i mari Di qua e di là — Il Congresso Cristiano
sociale di Besançon — La Croce, la salvezza personale, l’azione sociale — Sempre calunnie! — Intol-leranza atea — Augagneur giudicato dal « Temps »
— Niente rotazione e niente attrazione — Il clero
contemporaneo e il celibato — La lotta religiosa nella
penisola iberica — Società Gustavo Adolfo — Il quattrino della vedova — Il Tolstoi e i sostenitori del
Cattolicismo — Contro la tratta delle bianche — Padre Michele da Carbonara — Tra i pagani e per i pagani — Luttuosa notizia — In sala di Lettura —
Sotto l’incubo !
Le glorie religiose della Spagna
Ricevendo il pellegrinaggio maiorchino, il papa
colse l’occasione per sciogliere nn inno alla fede e
alle glorie religiose della Spagna : ai suoi re « che
sempre si gloriarono del titolo di re cattolici »;
ai suoi vescovi che « devotissimi alla fede apostolica si distinsero in ogni età per virtù e dottrina
alla « schiera innumerevole dei santi che sempre
in essa fiorirono » ; ai « gloriosi fondatori di tanti
ordini religiosi che, diffusi per tutto il mondo,
tanto contribuirono al vero bene della cristiana e
civile società »; e terminò raccomandando ai suoi
uditori di « custodire gelosamente i ricchi doni di
pietà e di fede, mostrandosi sempre degni figli dei
loro padri ».
Il discorso papale sarà stato nn atto di accorta
politica, specialmente nel momento attuale, ma risponde esso ugualmente alla verità? Basta ricordare pochi dati per convincersi del contrario.
Fra i re « cattolici » e difensori della fede, basta far cenno di Carlo V, il più implacabile avversario della Riforma, e suo figlio Filippo II, fanatico
e truce tanto da essere chiamato il Demonio del
Sud, che con il suo Duca d’Alba allagò di sangue
i Paesi Bassi, facendo, al dire di Ugo Grozio, ben
centomila vittime e che tentò, ma invano, di schiacciare il protestantesimo in Inghilterra. Di lui basti questo tratto : egli assisteva in Valladolid a un
grandioso auto-da-fè- Tra i condannati al rogo, vi
era un capitano italiano. Don Carlo di Sesa, il quale,
passando davanti al re, lo interpellò vivamente :
« perchè mi lasciate voi bruciare ?» E quello, rispose : « se mio figlio fosse malvagio quanto voi,
porterei io stesso della legna per bruciarlo ».
Parole feconde, poiché in quella stessa città si
vide nn giudice condannare le sue due figlie e dar
fuoco egli stesso al rogo ! Atti insigni di pietà e di
fede che si ripeterono a centinaia!
Tra i c( gloriosi fondatori di ordini religiosi »,
i soli nomi di Domenico di Gnzman e di Ignazio
di Loiola bastano a evocare tutta una storia di
persecuzioni e di delitti, di lagrime e di sangue ;
e tanto contribuirono quegli ordini al « vero bene
della cristiana e civile società » che uno, quello dei
gesuiti, fu bandito da tutti i paesi, protestanti e
cattolici, e condannato persino da nn papa. Mai
Fumanità ha visto sorgere nel suo seno società più
nefaste di quelle e che tanto ne abbiano ritardato
il progresso e la completa emancipazione.
• Quanto quegli ordini religiosi siano amati, lo si
è visto nelle Filippine donde furono cacciati pochi
anni fa a furia di popolo, e nella stessa Spagna,
per esempio a Barcellona, dove gli assalti ai conventi sono tntt’altro che rari. Se poi il popolo
fosse libero di agire, a suo talento ben altre prove
del suo amore verso i benefici ordini religiosi si
vedrebbero.
Ma la gloria religiosa più fulgida della Spagna è l’inquisizione, capolavoro diabolico, che non è
mai stato superato nè tampoco uguagliato in nessuna altra religione o civiltà. L’inquisizione cacciò
dalla Spagna in quattro mesi, e il papa se ne è
compiaciuto, 800,0(X) ebrei e Mori, destituiti di
tutto e molti dei quali, come racconta un contem-,
poraneo, vennero a morire di fame sul suolo di
Genova; ed erano più miti, più civili e più colti
dei cattolici, che in nome della fede cristiana li
cacciavano. Una iscrizione messa dagl’inquisitori
sulla loro casa in Siviglia diceva che mille eretici
circa erano stati ivi bruciati e venti mila avevano
abiurato. In 14 anni, Torquemada, gran difensore
della fede, fece incarcerare più di 80,000 persone,
quattro o cinque mila (c’è chi dice dieci) ne mandò al
rogo e più di 6000 ne fece bruciare in effigie.
Codesti nomi e codesti fatti appena accennati e
che si potrebbero moltiplicare all'infinito, nomi e
fatti che fanno impallidire quelli della grande rivoluzione francese, sono sufficenti per lumeggiare
le glorie religiose spagnuole dal papa magnificate.
Alla « fede » e alla « pietà » dei padri la Spagna deve di essere l’nltimo paese d’Europa per libertà progresso e benessere. Dopo il suo periodo
glorioso, essa ha incominciato, sotto il governo dei
suoi re « cattolici », dei suoi vescovi preclari per
« virtù e dottrina » e dei suoi benefici ordini religiosi, nn altro lungo periodo di decadenza che si
prosegue tntt’ora e che sembra senza rimedio... a
meno che la coscienza popolare non si ridesti al
soffio dei tempi nuovi e alla luce del Vangelo per
scuotere il funebre lenzuolo, che avvolge e soffoca
la nazione.
Ma, si dirà, quella lugubre istoria di fanatismo e
di sangue magnificata da Pio X come tanto gloriosa,
è storia del passato. E’ del passato si; ma il vaticano con tutti i suoi accoliti, chiercnti, nobili e zotici, si adopera a farla rivivere e renderla attuale.
Si è visto che scoppio di fanatismo prettamente
medicevale, si slega in picteste e petizioni e
funzioni espiatorie, per quel po’ di libertà concessa
da Canalf jas agli acattolici ; precisamente come succede da noi ora pel progetto di legge snll’istruzione
elementare. Ma che razza di gente è mai codesta ?
Essa pretende al monopolio della fede, della verità,
della moralità e della libertà, mentre qualifica uomini, a cui non è degna di sciogliere i calzari, quali
corrompitori della fede e dei costumi. Vuole la libertà, ma non per gli altri ■ a conservare il patrimonio della fede avita devono concorrere i pubblici
poteri, se no tutto casca ; nel mondo ci devono sfare
loro soli, il papa, e i suoi segnaci, per gli altri non
c’è posto.
Storia del passato quella che magnificava Pio X ?
Se dipendesse da lui e dalla genia clericale sarebbe
ancora quella del presente: le sue esortazioni ai
figli di imitare le virtù dei padri, ne sono la prova
lampante. E i figli, poverini, tanto in Spagna che
in Italia e altrove, fanno il possibile, consentito dai
tempi malvagi, per emulare, sia pure debolmente,
quelle gesta per cui la fede cattolica apostolica romana si è resa cosi preclara in tutto il mondo, ha
brillato e brilla di tanta luce di verità, di libertà
e di fraterno amore.
Hnpieo Rivoire
IL VANGELO AI PREFETTI DEL REGNO^
lo non sono mai stato uno dei più fermi puntelli del trono e dell’altare ; tuttavia quando c’è
qualcosa di bene anche da quella parte, è giusto e
doveroso metterlo in rilievo. E poi il Ministro Luzzatti è pure grandemente simpatico.
Addì 16 giugno 1910 il Luzzatti ha indirizzato
una Circolare ai Prefetti, Sottoprefetti e ufficiali di
Pubblica Sicurezza in genere. Quella Circolare è
degna di esser conosciuta fra noi;-e ciò, sia per
l’indirizzo generale di essa, sia per la manifestazione dell’animo personale del nostro Presidente dei
Ministri, sia per nn particolare che io credo affatto
nuovo nelle Circolari ministeriali e che ci riesce carissimo.
La Circolare è anzitutto lodevole per il suo indirizzo generale : contro la pornografia. Uomini di
ogni partito politico e religioso sono sempre stati
uniti neHa nobile lotta contro così turpe'e bassa spe• colazione; e noi Evangelici, per l’elevatezza spe
(1) Questo articolo ci è giunto troppo tardi per il numero scorso. Rinnoviamo la nostra raccomandazione.
(N. d. D.).
2
2
LA LUCE
ciale, di ordine morale e spirituale, a cni non si può
a meno d’arrivare quando si respira l’atmosfera in
cui Cristo diffonde il suo spirito, noi Evangelici siamo
al caso, -meglio di chiunque altro, di apprezzare ogni
sforzo inteso a soffocare un cosi vasto e cosi dannoso
male. Apprezziamo quindi con tutto il cuore tutto
quanto il contenuto della Circolare Luzzatti.
Un’altra cosa che ci colpisce, e dirò anche che ci
commuove in quella Circolare, è il tono cosi appassionatamente personale che vibra in essa da un capo
all’altro. Non è una pratica di ufficio che il Ministro compie, per obbligo, è la manifestazione premurosa e calda d’un suo personale sentimento. E’
un uomo che, essendo Ministro, si vale del suo potere per dar maggior forza all’opera sua, ma che se
anche sarà ridotto allo stato di semplice privato,
combatterà santamente la medesima battaglia, col
medesimo ardore, colla medesima nobiltà, col medesimo affetto.
Ma quel che più ci ha meravigliati in quella Circolare, quel che ha gradevolissimamente toccato il
cuor nostro è stato quel nobile accenno al Vangelo.
E’ poca cosa, se vogliamo ; ma via ! non eravamo
avvezzi a sentire un Presidente dei Ministri appoggiare al Vangelo le sue raccomandazioni ai Prefetti
del Regno. L’orribile speculazione pornografica è
dannosa agli adulti, dice Luzzatti, ma è più ancora
pestilenziale per gli animi teneri e i cuori innocenti
dei fancinlli. Or bene, dice Luzzatti — e qui cito
le sue parole ; « Il Vangelo con mirabili paro!
si scaglia contro coloro che scandolessano le anime
infantili ».
L’eco delle soavi e gravi parole di Cesò è qui
chiaro e sonoro. Noi ne abbiamo esultato. E’ un
omaggio reso al nostro Salvatore da colui che, dopo
il Re, è il primo magistrato dei Regno. ‘ E non un
omaggio reso da Luzzatti in un suo libro personale, in
una sua conferenza, in un articolo Ngova Antologia, in un suo dotto studio ; ma in un -documento
ufficiale, in una Circolare ministeriale ai Prefetti del
Regno. t
La legge dello Stato ha un valore, un valore
grande che noi riconosciamo ; ma quanto ha più valore per noi la legge del nostro Dio, del nostro Maestro, del nostro Gesù ! Il vedere invocata ad appoggio d’nna legge dello Stato la legge di Cristo,
ù per noi cosa importantissima e dolcissima.
Beati noi finché le leggi dello Stato si trovino in
accordo colla legge di Cristo ! Allora noi ne siamo
felici e ne esultiamo ; e quanto lietamente ubbidiamo
ad esse ! Che se invece la legge dello Stato dovesse
imporci cosa contraria alla legge di Cristo, allora
sarebbe per noi il momento doloroso, ma eroico, di
dover dire con Pietro : « Meglio ubbidire a Dio anziché agli uomini ». ^
E questo caso, pur troppo, si dà qualche volta
benché non lo si voglia riconoscere.
Nella Circolare di Luzzatti rallegriamocene 1 lo
spirito, e la lettera del Vangelo di Cristo sono in
pieno accordo con essa.
« Beato il popolo che é in tale stato, beato il popolo di cui il Signore é l’Iddio ! ». (Sai. CXLIV, 15).
Giuseppe Banchetti.
aDPDÌ’Encìclìca in Bermania e altrove
* I giornali cattolici, parlando deH’imponente Comizio di protesta tenuto a Bremen il 21 corr., contro
la famigerata Enciclica vaticanesca, hanno frasi come
questa : dopo violenti discorsi contro il Vaticano
ecc. eco.
Sempre in carattere i giornali papisti anche quando sono camuffati da liberali, da liberi pensatori, magari da atei !
Dei discorsi pronunziati a quel comizio un caro
amico ci manda fresco, fresco, un resoconto pubblicato la notte stessa dal 21-22 sulla scorta dello stenogramma preso mentre parlavan gli oratori. Basterebbe
darne traduzione in estenso ai lettori della Luce e di
altri giornali, perchè tutti si persuadessero che di
violenti discorsi non ci fu traccia, bensì di dignitosa
protesta contro la violenza delle calunnie papali all’indirizzo dei nostri Riformatori, e di protesta contro le
falsificazioni della storia di cui la grande ignoranza
dell’ex curato di Riese si rese colpevole.
Inoltre la protesta era anche diretta contro il governo che mantiene una ambasciata presso il Vaticano e si contenta di una smorfia di scusa per parte
I di colui, che offese la nazione germanica in quello
I ch’essa ha di più sacro e di più glorioso : la libertà
j di pensiero, di coscienza e di culto conquistata dalla
Riforma del secolo XVI.
Del vari discorsi pronunziati in quella circostanza
quello che raccolse i maggiori applausi fu quello del
caro nostro amico Pastore P. Zauleck presidente del
Comitato ausiliare valdese di Bremen :
« Evangelici uomini e donne, (ei disse) lo sdegno è
un fuoco dell’anima. Il fuoco può far del gran male
o del gran bene secondo che viene maneggiato.
A che vogliamo noi far servire il fuoco che l’enciclica ha acceso nel nostri petti ?
Qual è di fronte ad essa il nostro dovere?
!• Niente odio contro il papa ! Secondo la dottrina
e il sistema della Qhiesa romana nessun papa può parlare o operare diversamente.
2- Nessuna paura del papa. Volessero i nostri uomini politici ricordarsi la parola di Bismark : Noi
germanici temiamo Iddio e nlent’altro. (applausi)
3- Nessun omaggio al papa : gli onori che tanti evangelici grandi, potenti o curiosi vanno ogni tanto tributandogli non fanno che rinforzar la sua potenza
Gli Evangelici di tutto il mondo devono aver per parola d’ordine: Andare a Roma e non vedere il papa,
(applausi entusiàstici)
Qual è il nostro dovere ?
4' Maggiore unione dei credenti in seno alla chiesa
evangelica.
5' Maggiore amore per la nostra chiesa.
6- Maggior vita secondo l'Evangelo.
?• Poche parole e molte opere.
8- Venire in aiuto ai correligionari, nostri fratelli
e sorelle, che vivono dispersi in mezzo a maggioranze
papiste.
9‘ Da quanto Carlo Borromeo ha fatto per la sua
chiesa imparare a fare altrettanto per la chiesa evangelica onde la gioventù, segnatamente nella Diaspora,
venga educata evangelicamente.
10- Raccogliere in tutte le parti della Germania
evangelica un gran fondo di protesta per venire in
aiuto alle scuole e agli istituti evangelici.
Come due anni fa i cittadini di Bremen furono i
primi a venire in aiuto a Zeppelin per la conquista
dell’aria sieno aneh’essi i primi a concorrere con argento oro e biglietti di banca da cento e da mille alla
conquista dell’aria e della luce per la gioventù evangelica minacciata di soffocazione nell’ambiente cattolico romano. • (Applausi entusiastici seguiti da abbondante colletta.).
Da un’altra fonte apprendiamo che in queste ultime
tre settimane la Lega evangelica (Evangelischer Bund)
vide aumentare di ventimila il numero dei suoi membri dei quali 1700 nella sola città (in maggioranza
cattolica) di Dusseldorf.
Anche a Zurigo in occasione dell’annua assemblea
della Società pastorale svizzera 14 e 15 giugno corr
vi fu attorno al monumento a Zwingli una bella'
imponente dimostrazione di solidarietà di fede fra la
popolazione Evangelica odierna e i Riformatori del
Secolo XVI.
L’intonazione fu questa : Noi Evangelici del XX
secolo al par degli Evangelici di tutti i secoli non
mettiamo nessun uomo sugli altari, nè ad alcuno dei
nostri Riformatori tributiamo gli onori che i papisti
soglion tributare ai loro santi, ma consideriamo i
nostri Riformatori come santi nel senso di giustificati
mediante la fede e perdonati e santificati dalla grazia di Dio in Cristo Gesù.
Paolo Calvino.
di fare una colletta in favore del « tempio evangelico
tedesco di Lutero > (Lutherkirche) che sarà edificato
a Roma.
In grazia dell’enciclica papale, la Lega Evangelica tedesca ha ricevuto in soli 15 giorni l’adesione di 20000
nuovi membri ed il numero cresce ogni giorno.
Stocker
Düsseldorf, 21 giugno. — Un servizio immenso ha
reso il papa con la sua ultima enciclica ai protestanti
tedeschi especialmente alla loro più grande organizzazione, la Lega Evangelica (Evangelischer Bund). La
vergognosa offesa contro i nostri riformatori ha svegliato i dormienti di ogni parte, non soltanto della
Prussia, ma di tutta la Germania. Innumerevoli sono
state le adunanze di protesta, che si sono tenute negli
ultimi giorni, e non accenna ancora a voler calmarsi
l’agitazione nel popolo tedesco evangelico.
A Düsseldorf — come del resto in molti altri luoghi
— la parte incriminata dell’enciclica fu letta nelle
chiese evangeliche dal pulpito e, mentre si suonavano
tutte le campane, fu cantato il cantico di Lutero « Forte
rocca è il nostro Dio > in segno di protesta, stando
la congregazione in piedi. Martedì 14 corr., le società
evangeliche avevano convocato un’adunanza nella
< Tonhalle ». La vastissima sala dovette essere chiusa
un’ora prima che si principiasse, perchè non vi era
più posto. Si aperse la vicina chiesa di S. Giovanni,
che può contenere 4000 persone, ma in un attimo fu ripiena anche questa chiesa e molti dovettero tornarsene
via. Parlarono parecchi oratori molto applauditi e oltre
1700 persone si ascrissero alla Lega Evangelica. Con
entusiasmo è stata accettata la proposta del presidente
/1i$sioQÌ c.... flissioni
La « Luce » vi ha già accennato nel suo primo articolo del numero 22, ma io desidero ritornarvi per
trarne qualche altra considerazione.
La signorina Amy A. Bernardy deve aver assunto
l’impresa di denigrare gli evangelici e di portare alle
stelle i papisti e tutto ciò ch’essi fanno. Nell’articolo
cui allude la • Luce » ella scrive: ■ Dunque, c’è anche
fra loro (i cinesi di California), il che può consolare, se
può, di alcune nostre afflizioni del genere, la miseraglia rinnegata, cioè, con parola più ipocrita, convertita. » E via di quel tono. — In un numero susseguente del medesimo « Giornale d Italia, » essa scrive :
« Poiché, di Seattle, io ripenserò volentieri, con un
vago rimpianto di quella pace e di quella cortesia,
una gran casa alta, solitaria su un colle, dove le suore italiane raccolgono le piccole creature d’Italia e
d’altrui, che le tragedie e le tristezze della vita immigrata fanno orfane e diseredate....»
A sentir la signorina Bernardy si direbbe che, negli Stati Uniti, non ci fossero che delle missioni ove
e cinesi e italiani, ed altri ancora sono dagli evangelici pervertiti, e. delle case di puce ove le suore
italiane (dite cattoliche romane) raccolgono le orfane
e le diseredate !
I nostri giornali quotidiani, compreso il « Giornale
d’Italia, » hanno stampato degli articoli di lode, di
ammirazione, di esaltazione sul padre Matteo Ricci
che • all’alba del seicento riesci, primo tra gli europei, a stabilirsi a Pechino e a rimanervi fino alla
morte (11 maggio 1610) in mezzo alla considerazione
universale..»
Ma che andava a fare in Cina il gesuita Matteo
Ricci? È vero ch’egli era anche geografo e quindi
« l’attestazione che la memoria d’un nostro connazionale vive là ancora venerata non potrà riuscir ohe
grata a quanti hanno palpiti pel nome d’Italia. » Ma
convien tener conto ch’egli era un missionario romano e che i nostri fogli lo chiamano « l’apostolo della
Cina. »
Lungi da noi l’idea di voler scemare i meriti del
Ricci o di altri eroi che han portato il nome di Cristo fra i pagani. Ma ci domandiamo : Questi vostri
figli, figli della chiesa romana intendo, sono stati dei
grandi servi di Dio, la loro propaganda una grande
opera meritoria e i loro seguaci.... dei convertiti, si sa I
Non così i missionari evangelici che devono essere
degli illusi, o dei fanatici, o dei lupi rapaci. I loro
proseliti non si possono chiamar dei convertiti, ma
piuttosto «quella miseraglia rinnegata!« Non mi si
dica che c’è differenza tra andare ad evangelizzare i
cinesi in Cina ed evangelizzarli in California. I pagani, è nostro dovere di evangelizzarli ovunque gl’incontriamo; in Cina o in Affrica, nella Colonia Eritrea o a Gerusalemme, in America od in Europa.
La chiesa romana esalta i pochi grandi che ha avuti e che ha nei campi della missione fra i pagani :
Matteo Ricci, Francesco Saverio, il Cardinal Massaia
e il Cardinal Lavigerie ; e fa bene, è un suo dovere
di gratitudine.
Ma perchè gettare il discredito su quel che fanno
i missionari evangelici che sono legioni : William Carey e Schwartz, Morrisson e Duff, Moffat e Livingstone, Hudson-Taylor e Corbett, J. G. Patou e Coillard,
i due Grenfell e Sheldon Jackson, e tanti e tanti altri che ci vorrebbe troppo a enumerare? Ne menzioneremo altri due soltanto: uno di essi è tuttora vivente e trovasi a Pechino all’età di 83 anni, e predica
a quando a quando e continua l’opera sua letteraria.
È il sig. W. A. P. Martin D. D., LL. D., che approdò
a Hong-Kong nel 1850 e che durante questi 60 anni
ha evangelizzato i cinesi sia colla predicazione sia
colla stampa pubblicando libri di grande importanza
quali « Le evidenze del Cristianesimo, » « La legge
internazionale, » * La Storia, la Letteratura e le Religioni della Cina » eco.
L’altro è il sig. Henry H. Jessup D. D. entrato pochi mesi or sono nel suo riposo a Beirut, Siria, ottantenne. Aveva appena pubblicato la sua autobiografia « Cinquantatre anni in Siria • quando il Signore lo chiamò a sè. É stato durante 50 anni -direttore
del collegio evangelico di Beirut. Gli era stata offerta
una cattedra nell’«Union Seminary • di New York
nel 1857, ed ei l’aveva rifiutata. Era stato eletto segretario del suo Comitato delle Missioni estere nel 1870
ed aveva rifiutato.
Nel 1883, il Presidente Garfield gli aveva offerto il
posto di Ambasciatore degli Stati Uniti in Persia, ma
'N
3
LA LUCE
anche quell’onore aveva rifiutato per non deviare dal
suo scopo ch’era quello di lavorare alla conversione
dei gentili.
In presenza di cotali uomini, come son piccini coloro che colgono ogni occasione per calunniare l’opera evangelica, unicamente perchè evangelica e npn
papista.
Ma ritorniamo un po’ indietro. Vadano pure gli
evangelici a convertire i pagani in Cina, nell’India,
in Siria e nell’Affrica, e magari in Siberia o in Patagonia ; ma non cerchino di far propaganda fra i
cattolici romani, perfino in Roma!
Davvero?! E che fanno i cattolici romani in America ? Ecco (abbreviato) quanto scrive il • London
Standard : » Il molto Rev. A. P. Doyle, rettore della
« Apostolic Mission House » di Washington prende le
mosse da un punto affatto nuovo ; invece dell’attitudine tutta negativa d’una volta con cui s’accusava il
protestantesimo di fanatismo, di eresia e di ogni male, si preparano le centinaia di preti in modo da evitare la controversia antica, e s’insegna loro a tener
in considerazione le opinioni, magari i pregiudizi degli avversari ed a presentare le dottrine romane in
maniera tale da convincere i non cattolici della superiorità della chiesa di Roma. Si dà pure grande importanza all’arte della persuasione, della pazienza, della amabilità, del dominio su se stessi, a quel tatto, a
tutte quelle maniere che disarmano la critica e scalzano i pregiudizi degli oppositori.
Peccato che Pio X, nelle sue encicliche, non dia loro l'esempio !
Tutti i proseliti che quelle centinaia di preti potranno fare in America o altrove saranno veramente
dei convertiti e saranno messi sugli altari col Manning e col Newman I Ma un Desanctis e un Bartoli,
tutti quegli ex sacerdòti romani, dei quali la « Luce »
ha pubblicato i nomi, e tutta quella falange di laici
di cui non si potrebbe dar la lista, perchè troppo lunga, ah ! questi non son convertiti, sono.... pervertiti,
sono « la miseraglia rinnegata ! »
F. Grill.
La religione esperienza e un caso speciale
di applicazione pratica
La religione è uri esperienza. Con quanta energia
si è insistito, qui nella Luce, su questa grande verità 1
Se lo sanno anche coloro che, senza leggere il nostro
periodico, vi hanno dato qualche volta una guardatine in tutta fretta. Perciò su questa grande verità
non insistiamo maggiormente.
La religione è un’esperienza personale. Anche sii
quest’aura importantissima verità abbiam detto chiaro il nostro pensiero. Dunque passiamo oltre.
La religione è un’esperienza personale cAe nessuno
può imporre. Quanto a lungo ci siamo soffermati su
questo pensiero 1 A che pro soffermarvici ancora ?
Altamente riproviamo l’assurda pretesa di chLvoglia inoculare la religione, e più altamente ancora
riproviamo l’altrettanto assurda pretesa di ridurre la
religione a donimi. Altro sono i dorami e altra la
religione: due cose più che distinte.
Ammettiamo che gli uomini (salvo eccezione) siano
naturalmente religiosi, cioè cerchino a lor modo la
divinità, e facciano certe speciali esperienze : le esperienze religiose.
Ammettiamo del pari che sia tra uomo e uomo varietà di esperienze religiose ; e che questa varietà sia
fino ad un certo punto discernibile fin tra cristiano
e cristiano. La cosa è evidente. Noi non rinunziamo
mai alla nostra personalità; non vi rinunziamo per
conseguenza neppur quando facciamo esperienze religiose. La religione, che è un’esperienza, porta sempre
l’impronta speciale della per.soua che fa quest’esperienza. Non può essere che così, poiché — se la religione è rinnovazione e rigenerazione — non è però
suicidio spirituale. Quindi la mia religione cristiana
(ossia la mia esperienza religiosa cristiana) differirà
da quella del mio vicino di casa che sarà quanto me
sinceramente cristiano. Non si esageri tuttavia. La
varietà delle esperienze religiose cristiane, per parlar
solo di esse, dipende da le dissomiglianze che passano
tra anima e anima. Ma, se tra anima e anima ci sono
dissomiglianze, ci sono anche somiglianze e quante!
e quanto profonde! Sì che, per ciò che costituisce il
nocciolo, l’essenza della religione (come sarebbe appunto la conversione) non sussistono differenze apprezzabili tra cristiani veramente convertiti (nel senso
spirituale, morale, profondo della parola) e altri cristiani pure veramente convertiti. Ve ne diamo una
prova. Uno psicologo americano di fama mondiale, lo
Starbuck, non a scopo di edificazione, ma semplicemente a scopo di studio, di scienza, ha raccolto, per
via d'inchiesta, le testimonianze di un gran numero
di cristiani notissimi, intorno alla loro propria conversione ; e da tutte queste molte testimonianze egli
ha potuto cavare una teoria della conversione egualmente applicabile a tutte quante quelle anime. Dire
mo di più. Leggendo le pagine in cui lo Starbuck,
fondandosi sui dati raccolti, descrive, non la conversione di questo o di quel cristiano, ma la conversione
senz’altro, noi abbiam provato un senso di vero stupoj'e : ci pareva infatti che lo scienziato americano
descrivesse con precisione matematica quel che avvenne
in noi più di trent’anni or sono ; onde abbiam pensato: Ma quest’autore non descrive la conversione,
bensì la mia conversione ; e la descrive in modo così
esatto, ch’io stesso che l’ho provata non saprei imitare ! Ve l’assicuriamo: qualcosa di meraviglioso!
Non diciam altro su questo punto; gTinCelligeriti
Lettori sapranno fare il loro pro di questa importante verità di fatto.
La religione è un’esperienza, un’esperienza libera
(che nessuno può imporre), la religione non è da confondersi con 1’ adesione a dei dommi, la religione è
un’esperienza personale che office straordinarie affinità da un’anima ad un’altra anima, se esse siansi trovate su per giù nelle stesse condizioni di contatto con
l’Autore della conversione : lo Spirito di Dio in Cristo. — Ma non abbiam detto tutto.
Estendiamo la nostra visuale. A questo mondo non
sono solamente persone cresciute in ambienti cristiani,
tanto meno in ambienti cristiani americani. Abbracciate con la vostra imaginazione tutto il mondo (il
Continente nero compreso) ; anzi abbracciate gli uomini di tutti i tempi : con l’imaginazione potrete
far ciò senza fatica, e poi state attenti a questi nostri quesiti : — Se c’è affinità grande tra la religione
(cioè tra T esperienza religiosa) di certi cristiani —
come s’è detto di sopra — credete voi ohe 1’ affinità
sussista egualmente o almeno sussista con una apprezzabile vivezza tra due esperienze religiose qualsiasi,
come per esempio, tra quella del cristiano e quella
del feticista ? — Costoro sono tutt’e due religiosi sinceramente, ma tra l’esperienza dell’uno e l’esperienza
dell’altro non c’è forse, se non un abisso, almeno un
profondo fossato ? — Se c’è, da che mai dipende ? Ecco
un altro quesito degno di attirare la vostra'attenzione. Sentite: sono ammirabili Davide, Geremia, Isaia,
come uomini religiosi. Pensate a Geremia soltanto. E
dite : credete voi possibile un Geremia nato e cresciuto,
o almeno cresciuto nell’ Ottentozia o nel paese dei
Barotse ? Eppure i selvaggi affricani hanno una
religione, aneh’essi fanno esperienze religiose.— Se non
sarebbe possibile, ne avete voi ricercata la causa? La
causa si trova subito : Vambiente. È una illusione il
supporre di potersi ap,partare compiutamente. Nessun
uomo è mai vissuto soltanto della sua propria vita :
siamo tutti figli dei nostri padri e prodotti dell’ambiente. Geremia era possibile nel popolo d'Israele;
non sarebbe stato possibile fra una tribù selvaggia
del Benadir. Questo che diciamo è vero per tutto ciò
che siamo, e non soltanto per la religione. Nessuno
più di noi crede sinceramente alla rivelazione (che,
secondo noi, è essa pure un’esperienza) ma, se Diosi
rivela ad ogni anima, si rivela più limpidamente alle
anime meglio preparate. E chi le prepara? L’ambiente
(per cui intendiamo non solo Tambiente presente, ma
anche quello passato, che si chiamerà tradizione, eredità, ecc). Ci direte: « Ma Geremia supera l’ambiente ».
Senz’alcun dubbio; come, per contrario, chi verrà
dopo di lui non raggiungerà forse nemmeno l’altezza
di Geremia! Siamo nell’ampio mondo dello spirito, cioè
della libertà. Geremia è un frutto dell’ambiente... più
qualche cosa di suo, di nuovo, di divino, che fa di lui
nell’evoluzione spirituale una • variazione spontanea ».
La « variazione spontanea » per eccellenza è Gesù
Cristo !
Ne viene in ogni modo che nessun uomo vive da sè.
Così in religione, così in ogni ordine di cose. Guglielmo Marconi ha inventato il telegrafo senza fili:
non avrebbe forse inventato nemmen la... pila, se fosse
vissuto al tempo di Matusalemme. Gugliemo Marconi
è una sintesi di Volta, di Ampère, di Herz ecc. ecc.... più
...qualche cosa: il suo genio e... la sua fortuna. Voi sareste religiosi, poiché l’uomo fu sempre religioso, ma voi adorereste un sasso, se foste vissuti prima della storia; sareste tutt’al più (vi facciamo un
complimento) dei Soerati, se foste vissuti in Grecia.
Se in Affrica..., oh domandate ai nostri missionari dello
Zambesi che cosa sareste! Credete di aver scoperto
Dio, il Dio che sentite moralmente grande nella vostra coscienza, così da voi, senza l’aiuto di nessuno.
Codesta probabilmente è la più colossale illusione della
vostra vita. Là religione è un’esperienza, personale, ma
non autonoma nè indipendente nè originale del tutto.
Qualcosa ha concorso a crearvela nell’anima, e voi non
ve ne siete avvisti : questo qualcosa è tutto quel cumulo di esperienze altrui che vi preme su lo spirito
come l’atmosfera sul corpo : è la pietà di vostra madre, è una parola di moribondo, è il sorriso fiducioso
d’un bimbo, è... essenzialmente ~ se siete cristiani
— l’esperienza di Gesù Cristo, che voi avete incontrato leggendo e pregando. Non siete inventori; oppure, sì, siete inventori, ma un Volta divino vi ha
preceduti, senza del quale le vostre esperienze sareb- '
bero ben profondamente diverse. Voi non siete e non
potete essere originali che in parte, e forse siete originali in piccola parte, perchè le vostre capacità spirituali sono ristrette. Umiltà, maggiore umiltà dunque vi s’addice. Non pensate : « Io esperimento, quel
Pubblicano, no, invece ». Chi ve Tha detto ? Chi sa
che il Pubblicano non esperimentasse e più profondamente di voi, prima ancora che la mamma vi stringesse nelle orride fasce? Che ne sapete voi? — Non
fate di voi stessi esseri privilegiati. Sarebbe da orgogliosi. — Non vi staccate neppur troppo da la turba
degli altri cristiani convertiti. Non pretendete di aver, pur essendo cristiani come quelli, delle esperienze
radicalmente SMÍ peweHs. Avete sentito: la Scienza
stessa ha scoperto una somiglianza fotografica tra la
conversione di tant’anime cristiane, diverse del resto
per vari rispetti. Soprattutto : stringetevi al Cristo. In
comunione con Lui, farete esperienze superiori a quelle
stesse di Geremia; e,se non saranno esperienze tutte
vostre, tanto meglio. A Lui, non a voi, la gloria!
(L’applicazione pratica ai genitori cristiani, nel prossimo numero). T. C.
Discorrendo dì fideismo
(1)
Quel-che si può coucedere.
Teoricamente (badate che diciamo : teoricamente)
si può concedere che, quando pure la figura di Gesù
Cristo fosse giunta a noi con qualche linea di meno,
si produrrebbero egualmente la stessa conversione e
la stessa rigenerazione. Ma come fissare quali siano
queste linee secondarie ? Cause diverse non producono l’identico effetto : questa è verità elementissima.
In natura, la vita si mantiene a tanti gradi sottozero;
ma c’è un limite, oltre il quale la vita si spegna e non
può essere più suscitata. Con qual diritto sostenere
che nel mondo spirituale le cose vadano altrimenti ?
C’è un limite, oltre il quale la vita spirituale cristiana
non è più possibile. Se si tratta della natura fisica,
per mezzo di strumenti, oggi, si riesce a stabilire detto
limite; ma dov’è lo strumento per stabilire il limite,
o, come si potrebbe anche chiamare, la « soglia » della
vita spirituale specificamente cristiana ? Lo conosce '
il Ménégoz? E non ne verrebbe, in ogni modo, ciò
che a lui più torna antipatico, cioè una nuova ortodossia : di qui fin !ì e non più in là ? — Onde appare lampante la necessità, anche dal punto divista
del Ménégóz stesso, di annunziare tutto quel che ci
è noto di Gesù Cristo, non esclusa la sua Croce, che
tanti cuori ha scossi e convertiti.
Un’obiezione.
Si dirà^: il Ménégoz non ha mai sognato di dare
poca importanza alla Croce di Gesù Cristo.
Sbagliate, cari Contraddittori, ed eccovi qui parole
del Ménégoz. Vi preghiamo di badare specialmente
alle ultime. « Alle turbe, a cui predicava TEvangelo,
Gesù non disse mai d’esser stato mandato da Dio per
morire; i peccatori che venivano a lui non consolò
con la promessa di spargere il sangue per espiare i
loro peccati. Reputava (attenti !) la sua morte entrar
sì poco come parte costitutiva della sua opera in terra,
che, nel punto in cui ebbe a prevedere la cattura e
il supplizio, disse : « Padre, io t’ho glorificato in terra,
ho compiuta l’opera che tu mi hai data a fare (Giov.
17, 4) ».
Queste parole (attenti!) esplicitamente ci dicono
che, secondo Gesù, l’opera sua era compiuta già prima
della crocifissione ».
Notiamo : 1) Se Gesù non aveva parlato della propria morte alle turbe, ne aveva però parlato ai discepoli (non rechiamo citazioni, per amore di brevità);
2) quella stessa sera di giovedì santo, Gesù, istituendo
la comunione, aveva detto : » Questo è il corpo mio
che è dato per voi »; 3) domani (venerdì santo) da la
croce stessa esclamerà : « Ogni cosa è compiuta », adoperando lo stessissimo verbo ohe ricorre nel passo
citato dal Ménégo^!! — I commenti sono inutili!
Che temete ?
Se ci si rivolgesse questa domanda, risponderemmo:
Nulla assolutamente, per noi almeno. Quando tutti
coloro che si considerano banditori dell’Evangelo —
dal curato di campagna al predicatore più in voga —
saranno divenuti fideisti, e, come il capo del movimento fideista, lasceranno da parte nei loro discorsi
di... evangelizzazione la Croce di Gesù Cristo, perchè
l’opera di Gesù Cristo, secondo loro, terminerebbe la
sera del giovedì santo, resterebbe pur sempre il Libro
ad attestare la morte di Gesù, e resterebbero le cristiane esperienze di tutti coloro che nel Libro avran
trovato Gesù Cristo, le sue parole, la sua vita, la sua
morte, la sua glorificazione. Il Fideismo non è più
temibile della Critica per chi esperimenti la religione
cristiana. Alle anime perplesse a cagione della Critica
(o piuttosto dell’Ipercritica) noi intendevamo di suggerire un rifugio. Quale dovrebbe essere questo rifugio? Non. il Fideismo, sebbene abbia — tra le altre
— anche la strana pretesa di liberare da la Critica;
(1) Continuaz. e fine vedi num. prec.
4
LA LUCE
non il Fideismo, perchè è esso stesso in buona parte
una Critica, com’oggi abbiam toccato con mano. Sicuro
rifugio non può essere ohe l’esperienza cristiana.
Quel che il Fideismo ha di giust^ (salvezza indipendente da le formule) non è esclusivamente suo ;
e quel che il Fideismo ha di esclusivamento suo (salvezza indipendente da una completa, per quanto inconsapevole, visione dell’oggetto della fede cristiana) è assolutamente falso. Dunque il Fideismo è falso.
Emanuele Filiberto ed i Valdesi
Duca di Savoia, per la morte del padre, sin dal 1553,
Emanuele Filiberto non lo fu di fatto che dall’aprile
1559 quando, nel trattato di Cateau-Cambrósis, Francia
e Spagna s’impegnarono di restituirgli le terre da esse
usurpate.
In un articolo segreto di quel trattato, i tre Sovrani promettevano di adoprare le forze, che per la
pace rimanevano disponibili, ad estirpare la Riforma
nei singoli dominii. Ben se ne avvidero i protestanti
di Francia, le migliaia di vittime dell’Inquisizione
di Spagna, i Valdesi di Calabria, i martiri delle
Fiandre.
Emanuele Filiberto non volle essere da meno dei suoi
truci colleghi, ond’è che, appena tornato negli Stati
aviti, sbarcando a Nizza, emanò l’editto del 15 febbraio 1560, col quale vietava ogni culto riformato ;
chi poi si fosse recato ad assistere a quelli che facevansi nelle Valli Valdesi, era passibile di cento scudi
per la prima volta, della galera a vita se recidivoQuasicchè non bastasse, fu poco dopo deciso che
chiunque, dopo tre giorni dal suo arresto, persistesse a dirsi riformato, fosse arso vivo.
I commissari, parte ecclesiastici e parte laici, incaricati- di porre ad esecuzione quei decreti draconiani,
non potendo agire nelle città più infette dalla cosidetta eresia, come Chieri e Torino, passarono successivamente a Carignano, Vigone, Meana di Susa, Barcellonetta, ecc., ovunque mandando vittime ài fuoco,
confiscando i beni dei morti e dei fuggiaschi, accogliendo l’abiura dei timidi ; va ricordata la fermezza
dei coniugi martiri di Carignano, il francese Mathurin
e Giovanna Dratina, e di Giovanni di Cartignano. Nelle
Traili di Luserna, Perosa e S. Martino, ci volevano altri
mezzi. Biuscita vana l’opera dell’abile gesuita Possevino e di altri predicatori, il Duca proclamò la guerra
santa, scagliando contro quelle pacifiche popolazioni
un esercito misto di soldati regolari e di banditi^ di
cui affidò il comando al feroce Giorgio Costà, conte
della Trinità.
Lungo e tedioso sarebbe il ridire le male arti che
prima mise in giuoco por abbindolare e dividere
■quegli alpigiani, come anche i sanguinosi attacchi
dati ripetutamente al Taillaré, al Villar, a Pradeliorno, sempre respinti con valore. Basti il dire che,
■dopo sei mesi di guerra, venne firmato a Cavour, il
5 giugno 1561, un trattato col quale il Duca riconosceva ai Valdesi la libertà di coscienza ovunque si
trovassero per affari nei suoi Stati, la libertà di abitazione nelle Valli fino al confluente del Chisone nel
Pollice, il culto pubblico ovunque era stabibilito prima
•della guerra.
Se quel trattato non fu sempre scrupolosamente mantenuto da Emanuele Filiberto, giova però dire che i
Valdesi godettero, nel rimanente del suo regno, di una
libertà che dovè parer loro tanto maggiore quanto
venne maggiormente ristretta dagli spergiuri suoi
successori.
Giovanni Jalla.
LE TAVOLE DELLA LEGGE
Tutta la legislazione mosaica si inspira alle « Dieci
Parole » e ne riceve Timpronta. Jeiiovah se ne dichiara
l’autore. L’autorità divina, ch’è il principio fondamentale
della « teocrazia », vien cosi stabiiita formalmente nella
primissima parola del primo Patto ; « Io, Jehovah, ii
Signore, sono l’Elohim, l’Iddio tuo ». Jehovah è il vero
Monarca d’Israele, Colui dal quale emanano tutte le
leggi di qualsiasi natura : leggi fisiche, sociali, morali,
civili, giudiziarie, igieniche e soprattutto religiose.
Israele deve incarnare questo principio nel mondo, deve
proclamare il « monoteismo » fra i popoli. « Nbn sono
Io desso, il Signore (« Jehovah »), fuor del quale non
vi-ha altro Dio (« Elohim »), Dio (« E1 ») giusto e
Salvatore »? (Isa. 45-21). — Se oggi è dimessa la forma
di governo teocratica, se oggi prevalgono idee di libertà e di indipendenza — di indipendenzà soprattutto
da Dio — nondimeno, pei credenti deH’Aatico e del
Nuovo Testamento, sussiste e sussistei^ sempre la
pietra angolare d’ogni convivenza sociale ;ltIddio ! « Io,
Jehovah, sono l'Iddio tuo! » (cfr. Rom. 13-12; Prov.
8 15).
Il Decalogo esprime il pensiero morale della religione mosaica in modo altrettanto preciso che com
pleto, e quindi corrisponde a quello che Israele era uso
a considerare, sin dal tempo antico, come la religione
di Jahveh. Però, se ben si guarda, il primo comantlamento del Decalogo non implica la negazione di ogni
altro dio: quasi presuppone resistenza di altri enti divini ; ma ingiunge ad Israele di non avere altro Dio
che « Jahveh. » Il solo « vero » Dio, « Jahveh », apparisce attraverso tutta la storia nazionale del popolo
d’Israele,* come il suo Dio « nazionale », superiore agli
iddìi delle genti ; e questa « monolatria » nazionale è
il germe del « mono - teismo » assoluto.
Giammai Jahveh si è presentato come una personificazione delle forze della Natura, quali erano gli dèi
pagani nel concetto dei loro adoratori, ma sempre come
una « Personalità spirituale », come un « Essere morale ». Questo germe del monoteismo, deposto da Mosè
nella coscienza israelita e fecondato dall’azione divina,
si sviluppò traverso la storia, superò crisi e lotte e prosegui verso il finale trionfo. Dinanzi ad esso è caduto
il culto politeistico degli antichi, e cadrà ogni politeismo moderno, finché Jehovah sia « tutto in tutti ».
Nel 1903 un eminente assiriologo, il prof. Friedrich^
diede a Berlino una conferenza che sollevò un grande
scalpore e nella quale si provò a dimostrare che gli
Ebrei, nelle loro produzioni letterarie, nei loro costumi,
nelle loro idee religiose, aveano fortemente subita l’influenza della religione babilonese, non escluso il « monoteismo ». La polemica ardente che ne segui, scalzò
gli asserti del prof, tedesco, riducendo a semplici congetture le sue solenni conclusioni.
Certo, nel pensiero religioso d’Israele vi furono delle
infiltrazioni babilonesi, di cui si scorgono non poche
tracce nell’Antico Testamento ; ma, oltreché son tracce
di cose secondarie, il pensiero religioso non le ha fatte
sue senza trasformarle completamentf*, ed imprimervi
il proprio suggello. Il monoteismo degli Ebrei non va
ricercato nè sulle rive dell'Eufrate, nè su quelle del
Nilo, nè altrove: esso è proprio alla loro religione, di
cui è caratteristica speciale.
Il « Decalogo » rimane adunque la espressione più
elevata dell’idea di Dio, e di ciò ch’egli esige da noi.
Le « Dieci Parole • preludono alla « Parola di verità
dell’Evangelo » (Col. 1 6) che le conferma e le completa. Invero « l’Evangelo di Cristo » conferisce alla
«Legge di Mosè » un significato più alto, più sublime,
più spirituale di quello che risulta dalla lettera. Il
Sermone sul monte informi ! Quindi notevoli e preziose
sono le deduzioni che san Paolo ne trae : « La legge
è stata il nostro « pedagogo » a Cristo, acciocché noi
fossimo giustificati per fede » (Gal. 3-24) ; vistochè
« nessuno può esser giustificato dalle opere della legge »
(Rom. 3-20). « Il fin della Legge è Cristo, in giustizia
ad ogni credente » (Rom. 10-4).
Inchiniamoci adunque davanti alle « Tavole della
Legge ». Sian lette assiduamente nei nostri culti solenni ; Siene insegnate ai nostri figliuoli, scritte nei nostri cuori col dito di Dio ! Queste parole semplici, chiare,
concise, sebbene espresse in forma negativa e proibitiva,
saranno sempre per l’adulto e pel fanciullo uno stimolo
potente al bene, e una valida difesa contro il male. Ad
ogni tentazione del maligno, rispondiamo come Gesù ;
Egli é scritto ! Y.
WILtI. KÖPP
Il pastore emerito Wilh. Kopp, per tanti anni redattore delle < Nachrichten », che pubblicansi a Stuttgart nell’ interesse dell’ Opera d'Evangelizzazione in
Italia, è stato colpito da grave malore il 23 corrente,
nel suo villino di Perosa (1) (Württemberg) ed è spirato serenamente il 24. — L’opera nostra perde in lui
uno zelante fautore, la Chiesa Valdese uno dei suoi
più fedeli amici. Ai due figli del defunto, alla sorella
ed ai fratelli le nostre più sincere condoglianze.
Paolo Calvino.
(1) Perosa è una dello colonie Valdesi, di cui il Kopp
fu per parecchi anni pastore. Egli è benemerito non
solo di quella colonia, ma di parecchie altre, essendosi
sempre con intelletto d’amore occupato del loro benessere sì morale e religioso che temporale. Egli fu
umile e modesto, tanto da preferire un tempo il posto
di cappellano delle carceri a Stuttgart ad altri posti
più iu vista; ed in quella sua qualità arrecò conforto
e sollievo a parecchi nostri connazionali, conoscendo
egli molto bene la lingua italiana.
Arturo Muston.
Vedasi in ottava pagina nuovo aiiiionainento
VALLI VALDESI
Pomaretto — (G). Il 24 giugno ultimo scorso, hanno
avuto luogo le promozioni alla Scuola Latina (Ginnasio inferiore) di questa località.
La scuola ha per iscopo di raccogliere i giovani
delle due Valli del Chisone e della Germanasca, di
avviarli agli studi classici e prepararli per il collegio
pareggiato Valdese di Torre-Pellice.
Facevano bella corona ai nostri cari studenti un
buon numero di signore e di altri amici della scuola.
Presiedeva il Moderatore signor Léger, cui incombo
la direzione, il quale, fatta la preghiera e la lettura
della Bibbia, pronunziò un buon discorsetto di circostanza. — Il prof. Forneron lesse i risultati degli
esperimenti finali, riusciti soddisfacenti tranne che
per tre o 4 alunni, che avranno un esame da rifare.
Presero poi la parola cinque dei pastori delle due
valli rivolgendo agli alunni pratiche esortazioni per
i loro studi, per la loro vita cristiana individuale e
per... le vacanze.
Là scuola ha annoverato, nell’anno, 21 scolari. Cinque nuovi si sono già iscritti per l’anno venturo ed
altri ancora si iscriveranno in autunno.
Presenti pure vari maestri elementari ai quali anche dobbiamo se la scuola vive e prospera.
Tre cori hanno rallegrato la simpatica festa che
venne chiusa con la preghiera.
Il “ CoppisFe della Sepa „ e le uoua
Ultimamente il Corriere, more solito, metteva in
burletta certi Cristiani evangelici dell’estero che, secondo lui, avrebbero discusso circa all’ uso da farsi
delle uova deposte imprudentemente da le galline in
domenica, giorno destinato al riposo! Se questa notizietta è esatta come quella del, « Congresso missionario anglicano » di Edimburgo, il pio giornale milanese non ha ragione di andarne altero. — In ogni
modo, le galline facciano quel che meglio credono;
ma, secondo noi, in Italia, un po’ più di riposo e un
po’ meno di ubbriacature in domenica non guasterebbero punto.
I viajjleitori in eterna saivezi^a
Così intitola il Corriere della Sera nel numero del
24 corrente mese una corrispondenza di Felice Fer,rqro_da Nuov^. YorJc., La.corjispondenza è tutta una
critica degli Evangelici d’America, e merita di esser
letta, perchè è esilarante e perchè è come un termometro del senso religioso e della logica nella stampa
clerioo-moderata. — Tutto va a rotta di collo tra gli
Evangelici della potente repubblica Americana, secondo il Ferrerò. Le Chiese perdono continuamente
aderenti; non la Chiesa cattolica, veh I Nessuno pensa più alla religione. Nessuno dà più un soldo per
opere religiose, quantunque in paese pagano (questo
lo diciamo noi) siano migliaia di missionari americani. E notate la bella contraddizione : in certe radunanze di risveglio, secondo il Ferrerò, la colletta produce ogni volta da otto a dieci mila dollari (50 mila
lire). Notizia forse... un tantino esagerata e che prova,
in ogni modo, a meraviglia che la religiosità... è morta,
tanto vero... che i pastori non sanno più a che santo
votarsi per cavar qualche centesimino ai fedeli ! ! I
così detti Evangelisti vagabondano per l’America a
salvar anime (le salvano proprio loro !) come gli Apostoli antichi ; ma non lavorano, mentre gli Apostoli
lavoravano. (Si vede chiaro che il Ferrerò è lettore
assiduo della Storia apostolica!!) E cosi via, sempre
di questo tono, con la stessa scrupolosità storica, la
stessa circospezione per non incappare in affermazioni contraddittorie e con la stessa logica. Un solo
saggio di logica e basterà. « Se esistesse un rimedio
per i mali (morali, che gli Evangelisti americani
cercano di sanare) a quest’ora i mali non vi sarebbero più. É come per la canizie: se vi fosse una cura
per la canizie, non vi sarebbero più teste grigie nel
mondo. Le teste grigie vi sono, come le teste bislacche:
ergo »...
Avete ammirata la logica ? — Se ci fosse un rimedio per la canizie, non ci sarebbero più teste grige,
è vero; ma purché queste teste grige...desiderassero
di divenir bionde, castagne, nere. Per guarire, bisogna credere all’efficacia del rimedio. Ma, certo, se per
la canizie il rimedio ci fosse, chi non vorrebbe servirsene? A chi non piace di parer giovane anche a
settant’ anni ? Il guaio è ohe non a tutti piace di lasciare < l’ubbriachezza, il gioco, l’adulterio ecc. » e
non solo in America, ma anche altrove. Per la canizie il rimedio non è stato ancora trovato; ma per
Pubbriachezza ecc. pare invece che sia stato trovato.
La logica del corrispondente avrebbe dovuto tenerne
conto. Noi conosciamo degli ubbriaconi guariti. Si può
dunque guarire 1 Ergo ?... Le teste grige ci sono,
come le teste bislacche!!! Gesù ha proferito una gran
parola, quando ha detto : % Voi non volete ! »...
5
LA LUCE
PJIRE IJK^PIBILE!
Sotto questo titolo, L’Operaio Cattolico di Carpi
« organo della pia opera della Buona stampa », dopo
aver alla peggio difesa renciclica da le accuse di
« quel cari protestanti », scrive un articoletto, in cui
dice: «Sapete quante sono le sette protestantiche?
Contatele bene, se vi riesce, e ne troverete almeno
seicento ». Gli zeri naturalmente contan poco per
L’Operaio. E che conclude? Che bisogna star attac
cati all unica chiesa fondata da Gesù Cristo, la quale
si stringe intorno al Vicario. E se codesta fosse la
peggiore setta uscita dal Cristianesimo? Non ci avete mai pensato a questa possibilità?
Nella città dei fiori
Piero Jahier nella Voce di Firenze ha pubblicato
un lunghissimo articolo su « I protestanti d’Italia
rinnovando le critiche acerbe contenute in un suo
precedente articolo da noi ampiamente esaminato a
'suo tempo. Perciò questa volta ci restringeremo a
una sola osservazione generale. — L’A. considera le
cose da un lato del tutto diverso dal nostro. Noi miriamo unicamente all’evangelizzazione. Ma tale, certo,
non è lo scopo che si prefiggerebbe Piero Jahier. E’
quindi naturalissimo ch’egli — come non vuole lo
scopo — e così non approvi i nostri metodi, i quali
non sono certamente perfetti, ma sono, in ogni modo
sinceri e rettissimi.
C. di Valfiore tratta, nel giornale Fieramosca,
di Renata di Ferrara, di Vittoria Colonna e di Olimpia Morato, in un ampio articolo che intitola : « Le
ugonotte italiane ». Impossibile discorrerne in questo
numero, per mancanza di spazio.
L'Ooorevole Luzzatti « l’alcool
Il presidente del Consiglio onorevole Luzzatti « ha
proclamato la guerra santa contro l’alcoolismo ». In
autunno presenterà alle Camere tre ordini di provvedimenti : 1) aggravio della tassa su gli alcool ; 2) diminuzione degli spacci di bevande alcooliche ; 3) diffusione delle società di temperanza, con relativo sgravio su le bevande non, nocive e lotta contro le bevande intossicanti come l’assenzio. • — Bene !
La circolare del guardasigilli Tani
Notevolissima la circolare del guardasigilli Fani
contro la pornografia in genere. Riportiamo solo queste parole: « Le proteste che mi giungono » dice il
Ministro » si elevano non soltanto nel nome della morale, ma ben’anco in quello della scienza, che giudica
di grave nocumento alla vita psichica delle giovani
generazioni l’eccitarne gli istinti, e scorge in questo
fatto un elemento di inferiorità dell’educazione della
gioventù latina di fronte a quella anglo-sassone » (cristiana evangelica!)
Corriere ^tcu/o
Catania — Il Corriere di Catania pubblicava giorni
sono un articolo molto ben fatto del pastore Giuseppe
Fasulo su la « Politica vaticana », a proposito dell’ormai famosa enciclica Editae saepe.
OLTRE LE ALFTiTn^RÌr™^
Svizzera
Lugano — Il III fascicolo del Coenobium — Giugno
1910 — che sta per essere pubblicato, conterrà tra altri articoli i seguenti : Gesù o Cristo ?, Osservazioni
sull’articolo di Alfred Loisy : R. R. Roberts, Marcel
Hebert, Baldassare Labanca, Carra de Vaux, Antonio
Fogazzaro, D. M. De Unamuno, Hyacinthe Loyson,
Ugo Janni, Emile Roberty, Raffaele Mariano, Enrico
Bosio, Henri Mazel, Giovanni Vidarl, Ed. Platzhoff,
A. Ferrière, H. P. Hugenoltz, E. Giran. — Fra Girolamo Savonarola ed il papa Alessandro VI, Baldassare Labanca; Science et Raison, A. N. Bertrand.
Ginevra — Le radunanze d’evangelizzazione sotto la
tenda, per la gente che non metterebbe piede in un
regolare luogo di culto, sono andate assai bene.Si sono
avuti frutti visibili di conversione. L’ ultima radunanza fu un intrattenimento intimo specialmente per
le persone già convertite; come va\ after-meeting (Aoporadunanza) simile a quelli tanto frequenti nell’opera d’evangelizzazione e di risveglio iniziata dal grande americano Moody.
Francia
Montauban — Il pastore Boissonnas, che fu uno dei
principali oratori al convegno di Parigi, ha passato
otto giorni a Montauban e tenuto con frutto una serie
di lezioni su l’evangelizzazione, innanzi a quegli studenti della Facoltà teologica (evangelica).
Barbezienx — Importante conferenza del signor Pourésy al teatro di Barbezieux, contro la pornografia.
Rennes — Il pastore evangelico di questa città è
stato elètto cappellano del Liceo femminile, che è frequentato anche da un certo numero di alunne cristiane evangeliche.
Spagna j
Per la guerra accanita che il partito clericale gli
muove apertamente o celatamente, non ci sarebbe da
meravigliare se il bravo e coraggioso ministro Canalejas, fautore di libertà e di giustizia, avesse a cadere.
Inghilterra
Manchester. — E’ morto, all’età di 84 anni, uno dei
più illustri predicatori evangelici d’Inghilterra : Alessandro Maclaren.
Oxford. — Il signor Donald Matheson si occupa con
amore degli studenti universitari. j
Londra. — Il pastore Holden Stuart ha fondato una I
casa in cui le ragazze, che lavorano presso magazzini j
ed uffici, potranno trovare vitto, alloggio e un am- !
biente moralmente sano.
Isole Lealtà i
Mare — Un ciclone ha distrutto il tempio evange- ì
Ileo. Gli indigeni cristiani sono partiti per la Cale- ¡
donia, dove lavoreranno e guadagneranno quanto ba- j
sti per riedificare il loro tempio abbattuto. |
DI QJJA^JDÌ LÀ
Il Sig. Leonardo d’Anna ha ripreso l'opera sua fra
gli italiani di Scranton, Pa. ove aveva lavorato con
frutto parecchi anni.
— Fra i nomi degli studenti del Me Cormick Seminary di Chicago, troviamo anche quello d’un italiano, il Sig. Eugenio De Luca.
— La missione italiana di Cleveland, O., pastore
Sig. Monnet, ha fatto nuovi progressi durante l’anno.
Essa annovera 62 membri di cui 13 ammessi negli
ultimi dodici mesi.
— Il presbiterio (Conferenza distrettuale) di Erie,
Pa., ha eletto un comitato per studiare la questione
dell’inizio d’un’opera fra gli italiani del distretto.
Presidente del comitato è il Sig. Giorgio Bailey DD.
*
* •
Il Sig. Gédéon Auhin, pastore d’una chiesa di lingua francese in Providence, R. I., ha ricevuto recentemente sei nuovi membri da aggiungersi ai 27 che
erano già stati, nell’anno, ammessi alla chiesa. Tutti
sono provenienti dalla chiesa romana.
*
«
Il Sig. Frank Skala, pastore boemo e direttore d'un
foglio religioso, è stato ultimamente assassinato in
Pittsburg da un fanatico il quale ferì pure gravemente un americano, l’anziano John Gay. L’uccisore
si chiama Michele Rewdicz.
— La missione ungherese di Akron, O., prospera
sotto le cure del Sig. Giulio Kish e, in un anno, ha
già raccolti 29 membri di chiesa.
— Il Sig. Rodolfo H. Pompe, ungherese, ex alunno
della scuola teologica tedesca di Bloomfield (N. J.)
ha principiato un’opera fra i. magiari di Alpha ed
ba ottenuto già dei risultati incoraggianti.
— E’ morta Miss Novak, per lunghi anni missionaria fra i boemi del Minnesota. Il presbiterio di
Mankato tributa i più sentiti elogi alla sua memoria.
*
Tre giorni dopo aver celebrato il suo 100. anniversario, il Sig. Cicerone Barber pronunziava in una
chiesa di Fort Edward, N. Y., un sermone di 30 minuti, con voce chiara e senza fatica. Il Sig. Barber
è stato consacrato al ministero nel 11:37.
— Una missione evangelica è stata cominciata fra
i numerosi bulgari residenti in Toledo, 0. Le adunanze sono incoraggianti e l’uditorio va crescendo
ogni settimana.
^ G. d. P.
IL COHGRESSO CRJSTifll^^ DI RESflNQDN
È andato benone. Oltre a una folla di uditori, 187
membri effettivi provenienti da quasi tutta l’Europa,
tra i quali parecchi corrispondenti di giornali. Non
facciamo nomi nè di persone nè di giornali ; chè la
lista riescirebbe troppo lunga e ingombrante. I congressisti visitarono le 8 case economiche costruite due
anni or sono a Besançon stessa. Comprendono, oltre
la cantina, un pianterreno con tre stanze, un piano
superiore con due camere e^la soffitta. Davanti, una
striscia di terreno a giardino ; dietro, un orticello di
150 metri quadrati. Ogni casetta è costata 9150 franchi.
La si appigiona per 890 franchi l’anno. Se l’inquilino paga altri 21fc franchi annui, dopo vent’anni la
casa è sua. La Società ha già acquistato altro terreno,
per costruirvi una trentina di nuove casette. Ah, come Invidtiamo Besançon.!
Nel suo lavoro sui « conflitti tra capitale e lavoro »,
a prof. Gide disse, tra l’altro : « Bisogna cercare di
conciliare il patronato coi sindacati ; ciò non di meno,
non sarà possibile evitare i pericoli del sindacalismo,
se non istituendo leghe di consumatori, che potrebbero anch’essere società cooperative. — Il prof. Richard
insistè su la necessità di far prevalere nella soluzione
delle quistioni sociali : 1) il concetto di libertà di coscienza e di dignità personale ; 2) il concetto di fraternità evangelica. Aggiunse ; « Perchè l'opera nostra
riesca proficua, bisogna che apriamo gli occhi su gli
ostacoli naturali o storici che si oppongono all’attuazione del nostro ideale : l’egoismo proprio delia natura umana ; le abitudini di spirito tradizionali nelle
classi che si trovano di fronte. Bisogna restaurare
nella coscienza della classe lavoratrice il rispetto per
la libertà individuale, come pure l’idea delle restrizioni che la libertà individuale reca con sè ; e bisogna, da l’altro lato, far sbocciare nella coscienza della
classe agiata l’idea che al suo grado superiore di ag'atezza e di coltura corrispondono doveri sociali superiori ». — Molte delle tesi del de Morsier, deputato
al Gran Consiglio di Ginevra (tesi già note ai Lettori
della Luce) furono approvate a occhi chiusi : i diritti civili pari per la donna come per l’uomo ; una
morale unica, ecc. ecc. Ma le tesi concernenti la proprietà, P intervento dello Stato nei conflitti industriali, la limitazione della concorrenza, la municipalizzazione o la nazionalizzazione dei beni collettivi
(miniere, strade ferrate, ecc.), il sindacalismo, lo sciopero, il contratto collettivo, non potevano naturalmente essere accettati sul due piedi. Ma il Congresso
fece calorosa accoglienza a questo principio fondamentale proposto dal de Morsier: « Il cristiano deve
con tutte le sue forze riprovare l’azione violenta e il
rifiuto di venire a trattative pacifiche. Bisogna voler
la pace nella giustizia ». — Si trattò anche di quistioni gravi di igiene e di salute pubblica ; quistioni,
che in Germania sono, si può dire, risolute in gran
parte ; tanto che in Germania la tubercolosi fa la metà
di strage che non in Francia. Chi si occupò di quest'ultimo problema fu Edoardo Fuster, segretario generale del Comitato d’igiene sociale e professore al Collegio di Francia. Egli tenne la sua conferenza, in una
vasta sala del palazzo Granvelle, nel cortile del quale
(come nota il Draussin nella Vie Nouvelle, a cui dobbiamo anche ie precedenti notizie) sorge la statua del
cardinale Granvelle accanito nemico degii Evangelici. — Commovente il messaggio affettuoso del vecchio, eloquente e pio pastore Babut (che non aveva
potuto intervenire al Congresso) intorno all’obbligo
di mantenere all’opera sociale il carattere cristiano,
senza di che si farebbe un buco nell’acqua.
Il resoconto completo del Congresso sarà pubblicato in un volume e messo in vendita a L. 2,50. Rivolgersi a « M. Sibley ras, 19 boul. Zola, Aix-en-Provence ».
La Croce, la salvezza personale, l’azieee sociale
E' necessario che scopriamo se — dopo esserci
stretti alla Croce, come a fondamento della nostra
salvezza — noi sarem pronti a valercene come ispiratrice della nostra attività !
Io non posso staccar lo sguardo da la Croce. Ella
abbraccia ogni cosa : la salvezza personale e la salvezza sociale, la salvezza degli individui e la salvezza
del genere umano, la salvezza oltre la tomba e la
salvezza di qua della tomba. Mirando alla trasformazione della società umana, noi non ci vogliam scostare da la Croce. Che anzi, prostrati innanzi ad essa,
noi vogliamo umilmente farci collaboratori dell’opera
sua. La Croce è certezza di perdono e sorgente di
pace, in cospetto della morte. Ma ella è anche la manifestazione suprema dell’amore ; è la grande potenza
che distrugge l’egoismo e che arreca fraternità e
giustizia ; è il mezzo di conciliazione tra uomo e
uomo perchè è il mezzo di riconciliazione dell’uomo
con Dio. La Croce è il Regno di Dio che s’inizia fin
d’ora per non arrestarsi mai più. Certi cristiani pongono una croce su la tomba dei loro diletti morti, e
vi incidono queste parola commoventissime: Ave,
Crux, spet unica ! (Ti saluto, o Croce, unica speranza!)
Fan bene a porre croci su le tombe, perchè noi siam
mortali e perchè, essendo mortali e soggetti a giudizio, abbisognamo del perdono grande che discende
per noi da la Croce. Ma Gesù Cristo non pianta la
sua Croco nei cimiteri soltanto; la pianta innanzi al
mondo, in mezzo al genere umano che vive ; la pianta
come segno e mezzo di trasformazione, come potenza
destinata a sopprimere ogni iniquità e ogni dolore
ed a creare un’umanità di fratelli, giusta e santa. E
noi vogliamo — ripieni di speranza — inalzarla con
Lui in mezzo al mondo. Ti salutiamo, o Croce, trasformatrice dell’umana società! Ma, per inalzarla davanti al mondo, bisogna prima accoglierla nei nostri
propri cuori, e non solo come arra del nostro perdono e come sorgente della nostra speranza, bensì
anche come ispiratrice della nostra azione. Ti salutiamo, 0 Croce, che c’insegni ad amare ! (Da la perorazione del discorso proferito da A. Quiévreux al
Congresso cristiano sociale di Besançon. — Questa
chiusa esprime meravigliosamente bene quello che
anche noi sentiamo).
6
6
LA LUCE
sempre e^LUl^J^lE!
La Semaine religieuse (cattolica romana) di Lione
lanciava poco tempo fa una delle solite calunnie ai
danni dei missionari cristiani evangelici, che, nella
persecuzione dell’anno scorso contro gli Armeni, avrebbero € chiuse le proprie porte, respinto i fuggiaschi
o consegnatili ai loro carnefici ; mentre che i gesuiti
e le monache d’Adana avrebbero salvato IIOOO persone ». — Con molta facilità L. Favre, membro del
Comitato svizzero dei soccorsi agli Armeni, in una lettera aperta al cardinale Coulllié arcivescovo di Lione,
rintuzza l’esecranda calunnia, che naturalmente disonora soltanto i fanatici che l’hanno inventata.
Intolleranza afea
In Francia, ove l’ateismo furoreggia, continua l’intolleranza degna davvero, non di anticlericali, ma di
clericali puro sangue. Un prete, alcuni mesi or sono,
fu processato e condannato per aver parlato delle
Crociate durante la dottrinella. La Corte d’appello di
Orléans (incredibile a dirsi!) confermò la sentenza.—
Carrier, curato a Vinay, è stato or ora condannato
dal Tribunale di Saint Marcellin a 200 franchi d’ammenda per avere, nelle sue lezioni di catechismo,
dato addosso a un manuale scolastico.
Augagneiir giudicato dal « Temps »
A un banchetto di liberi pensatori, Augagneur il
famigerato ex sindaco di Lione, ex governatore dell’isola di Madagascar ed ora deputato del Rodano, ha
espresso per la centesima volta i suoi sentimenti da
inquisitore travestito contro il « clericalismo cattolico
romano » e contro il... « clericalismo evangelico ». « La
guerra emancipatrice » ha detto « comincia adesso :
la Chiesa è più pericolosa che mai ; la guerra non è
più tra essa e lo Stato, ma tra coloro che credono e
coloro che non credono. Bisogna combattere l’idea religiosa in sè stessa ».
E il Temps, commentando, scrive tra l’altre cose :
« Tutti i clericalismi sono certamente odiosi, ma Augagneur ne dimentica uno: il suo •.
NIENTE RflTAZiOJiyj^
Nel Protestant L. A. Gervais ha un beH’articoletto,
in cui riferisce quanto se.;ue: 1) Il celebre scienziato
francese, spiritualista, Enrico Poincaré, soprannominato il « papa dei matematici », nega o per lo meno
mette in dubbio la rotazione della terra. — 2) Lo
scienziato colonnello Marchand (oltre a sosfenere che
la cometa di Halley apparirà fra tre altri mesi e che
quella apparsa non era la cometa di Halley) abbatte
la legge della gravitazione universale. — II Gervais
aggiunge che, se si tien conto del fatto ohe la Scienza
adesso deve rinunziare all’ipotesi dell’indistruttibilità
delia materia ed a quella dell’evoluzione, nel senso
darwiniano (come vi ha rinunziato, tra gli altri. Anatole Franca, che oraride delle antiche sue convinzioni
darwiniane, alle quali si va sostituendo la teoria delle
mutazioni) convien concludere al fallimento della
Scienza.
Non sottoscriviamo a questa conclusione, suggerita
da un falso concetto della Scienza. La Scienza non ha
fatto e non farà mai fallimento, perchè la Scienza non
è un’infallibile sodisfatta, ma un’umile e paziente ricercatrice. Si può bensì parlar di fallimento ; ma pensando, non alla Scienza e neppure agli scienziati, bensì
a taluni scienziati-filosoti frettolosi e materialisti forse
per passione. Ruoti o non ruoti la terra, Dio regna e
Gesù Cristo splende com’astro immortale sul mondo
dello spirito.
li clero contemporaneo e il celibato
Non abbiamo nè spazio nè tempo per trattarne in
questo numero ; ma non resistiamo al piacere d’essere
tra i primi in Italia ad annunziare la pubblicazione
d’un libro che produrrà un effetto grande. Il libro
s’intitola : < Le clergé contemporain et le célibat ».
L’autore è l’abate francese Dolonno, che, pur professandosi fedelissimo alla Chiesa romana fino alla morte,
chiede ad alte ed insistenti grida l’abolizione del celibato dei preti. Il libro è pieno di fatti storici destinati a suscitare profonda impressione. I lettori, che
intendano il francese, farebbero bene a procurarselo
subito, inviando 3 franchi e mezzo all’editore Louis
Michaud, 168 Boulevard St. Germain, Paris. Avvertiamo che l’abate Dolonne è apertamente antiprotestante. E' attaccatissimo alla sua Chiesa e, come i
preti romani in genere, ha una profonda antipatia
per i Cristiani evangelici, sul conto dei quali ripete
le solite storielle. Tanto più riescirà eloquente la sua
parola contro il celibato !
Signorina sperimonfata
Rivolgersi alla direzione della Luce.
La lotta religiosa nella penisola iberica
S’è accesa viobnta
le donne popolane a
i fautori o piuttosto
spirituale. — A Esteb
scordia dura tra co
vento, tentativi d’inci
dioìna di frati avvel
dini. Si potrebbero
approviamo la violei
camente. Non così si;
non è vero forse ché
tese e non soffiasse
Lasciate che tutti gì
che è tesoro di tutti
; e non accenna a scemare. Fin
Madrid hanno protestato contro
contro le fautrici del servaggio
an, in Portogallo, da tempo la diijtadini e monaci: assalti al conendiarlo, e ultimamente una quinenati dai loro nemici, dai coutaricordare molti altri fatti. Non
nza, anzi la condanniamo energideve arrivare alle libertà. Ma
se il Papa smettesse le sue prenci fuoco, la pace tornerebbe?
■qdano del bel sole della libertà.
SOCIETÀ.’ OUST AVO ADOLFO
La Società Gust. Adolfo del Württemberg tenne
l’annua sua assemblea regionale nella piccola città
14 e 15 giugno, sotto la presidenza del Dr. -Hoffniann di Stuttgart. La colletta che
venne fatta nel distretto per offrirla all’assemblea, a
pro dei fratelli della Diaspora, produsse L. 27.000, —
.000 raccolte in Ebingen stessa.
Bell’esempio di generosità da proporsi anche a tutte
le Chiese evangeliche d’Italia non escluse le parrocchie delle Valli
Il totale delle somme raccolte nel Württemberg
durante gli ultimi dodici mesi pel Gust. Ad. V. è
stato di 154,549 marchi pari a fr. 193186. — Le domande dì soccorso pervenute alla presidenza del
Württemberg furono 164 dalle quali 104 provenienti
da congregazioni di
seguito alla Los von
recente fondate in Austria, in
Rom Bewegung (movimento separatista da Roma) èhe conta attualmente non meno
di 60000 conversioni dal papismo alla chiesa Evangelica.
Nello splendido discorso di apertura dell’assemHoffmann ei disse fra tante aiose : « Non vogliamo oggi rivol
blea tenuto dal Dr.
tre belle e buone
gere i nostri pensieri nè verso Roma sede del papa.
nè verso Stoccolma
Gustavo Adolfo, nè
dove riposa la salma dell’eroico
verso WiUemberg teatro delle
grandi azioni di Lupero, bensì verso Gesù l’amor del
quale ci riunisce in
verso i fratelli ».
Il quattrino della uedoua
Quando mi si pari
(dice lo scrittore rus
ha largito milioni
donate, mi sento com
a una famiglia di co
nella. La madre di
piccola Catterina;
più comprare il sa
zienza ! — soggiunge
sale. — Rotschild no
ghenief.
ai della generosità di Rotschild
so Turghenlef) di Rotschild che
r l’infanzia e la vecchiaia abban^osso. Ma al tempo stesso ripenso
ntadini che ha raccolto un’orfamiglia dice: Prendiamola noi la
^arà un sacrifizio ; non potremo
per la minestra, ma... — Pajl padre — la mangeremo senza
n è così grande, conclude il Tur
pe
fa
l3
11 Tolstoi e i sostenitori del Cattolicìsmo
In una lettera, il
lustri sostenitori poc(t
si esprime : « Noi sa
Cattolicismo è la più
brutale delle meuzog
deuuoziata e messa a
utilizziamola... >.
Da Washington giù
nato ha approvato, c
legge che impedisce
Stati dell’Unione
m
Il prefetto apostoljii
all’età di 74 anni. La
leggere del resto in
faremo solo un’osser
Ileo è nei campi
che non in Italia
Cardinal Massaia speb
gli orizzonti larghi
noi stessi raccontare
rello relativo a mon
vangeliei, dopo aver
pete, sono cristiani
di Madrid non parleti
questo giorno ispirandoci amore
Tolstoi parla chiaro contro gli ilconvinti del Cattolicismo, e così
ppiamo bene, dicono loro, che il
grossolana, la più assurda, la più
ne, che è stata già da lungo tempo
nodo ; ma serve ai nostri disegni ;
Contro la tratta delle bianche
nge la lieta notizia che il Sciame la Camera, un progetto di
la tratta delle bianche negli
Padre Michele da Carbonara
co della Colonia Eritrea è morto
sua vita è notissima; la potete
qualsiasi foglio quotidiano. Noi
razione generale. Il clero cattoissionari più liberale ed equo
o in Spagna, per esempio. Il
ialmente era una bell’anima da
dai sereni giudizi. Lo udimmo
dal pulpito un piacevole fatta^che ed a missionari cristiani edetto : < I protestanti, come sai^nch’essi ». Un prete o un frate
ebbe così.
M pogato l’abbonamento?
Tra i pagani e per i
Una nuova cappella e la sua inaugurazione allo Zam
besi — La conferenza mondiale missionaria di Edimburgo — Il 27° anniversario di una minuscola, ma
valente, Società missionaria.
La vecchia cappella di Sefula (Zambesi) s’accasciava
sotto il peso dei suoi non molti anni. E' stata ulti
mámente sostituita da un’ altra che, costrutta con mi
gliori materiali ed anche con arte architettonica più
provetta, fa sperare in una durata pari a quella di
sei di quelle che la precedettero, — Essa è larga, spa
ziosa, solida, in mattoni cotti e legnami accurata
mente scelti, e assicura del senso estetico e della com
potenza di chi l'ha fatta : l’artigiano missionario sì
gnor Roulet. E bisogna notare che, all’infuori del
compenso dato all’architetto essa non è costata più di
un migliaio di lire italiane. Il missionario di quella
stazione, il signor Bouchet, in una sua corrispondenza al Journal des missione Evangéliques, ne parla
così :
€ Graziosissima colle sue larghe finestre ad arco
mezzo tondo, col suo portico del medesimo stile, e il
suo tetto di paglia attentamente spazzolato e perfettamente regolare. All’interno, meglio ancora : di bel
legno rosso oscuro del paese sono le colonne che reggono il tetto; ben perpendicolari, risplendono i muri
di una tinta bianca, che poco costò, perchè ottenuta
lasciando semplicemente depositarsi nell’ acqua una
terra bianca, che si trova nei dintorni, e travasando. In fondo, un ampio palco, semplice e di buon
gusto, è dominato da una croce che spicca, in rosso
chiaro, sopra un campo di legno scuro, il quale mette
in rilievo un altro campo azzurro chiaro, con queste
parole: « Venite a me. »
Sulla parte del palco che fa le veci del pergamo, è
pirografata una Bibbia aperta, con queste parole:
« Ravvedetevi, perchè prossimo è il regno » e ♦ Iddio è amore ».
E’ rallegrante il vedere che anche fra i barbari
viene apprezzato il bello nell’arte edilizia, e che i
missionari provano il bisogno, per loro e per le popolazioni che evangelizzano, di non più contentarsi
di tugurii, più 0 meno grandi, per rendere a Dio il
culto « in ¡spirito e verità » poiché il fatto che « Iddio è spirito » non esclude ch’egli sia l'autore di
tutto ciò che v’ha di bello nel creato, e l’ispiratore
di quanto v’ha di veramente bello nell’arte.
*
* *
L’inaugurazione della nuova cappella suddetta ebbe
t’uògo la Domenica 20 marzo u. s., e fu imponente. Si
può dire che nulla vi mancò, scrive il missionario
signor Bouchet, nulla, nemmeno i colpi di cannone,
poiché ne furono tirati tre! Lewanika (il Re) aveva
mandato due suoi rappresentanti, e l’amministratore
residente (così qualificasi il governatore inglese), signor Me. Kinnon, e la sua moglie vollero associarsi a
quella festa, come pure un amico eccellente il signor
Melldrum della scuola governativa di Kanyonyo, ove
è incaricato deH’insegnamento manuale. Egli e la signora Me. Kinnon parteciparono alla Santa Cena che,
nel pomeriggio, venne distribuita ai bianchi ed ai
negri.
Le stazioni missionarie vi furono largamente rappresentate dal signor e dalla signora Burnier e dai
signori Coìsson, Lageard, Volla (tutti e tre valdesi)
e Berger. Fu una festa bellissima incoraggiante, chè
a malgrado della pioggia che cadeva alla mattina, e
tutto il giorno minacciò di cadere, i negri risposero
così bene all’invito che la cappella, la quale può contenere 450 persone, si trovò essere troppo piccola.
Manco a dire, vi furono discorsi, ci fu gran numero
di canti discretamente eseguiti, pezzi di harmonium
e perfino un coro d’uomini, mercè il concorso dei
missionari presenti.
Non rimane che da augurare che la bella ed ampia
cappella torni a riempirsi, non soltanto per qualche
altra solennità, ma, regolarmente, ogni domenica.
*
Questo fatto locale ha la sua importanza grande
per la missione dello Zambesi, ma che diremo della
importanza che, per le missioni in generale, ha la
conferenza mondiale che, si è radunata nella capitale
della Scozia ?
Uno dei nostri grandi e più autorevoli giornali politici, il Corriere della Sera, ebbe a dire di essa che
ha per iscopo di convertire il mondo al Protestantesimo ! Questo poi no ; ma convertire il mondo non
cristiano, al Cristianesimo del Vangelo, questo sì! E
facciamo voti perchè presto venga raggiunto tale
scopo grandioso, colossale, sovrumano, ma possibile
da raggiungersi, anzi certamente raggiungibile non
per virtù d’uomini, ma per la potenza di Dio.
Otto speciali commissioni, composte di eminenti
persone, sono state incaricate di preparare, in otto
volumi distinti, le relazioni da presentarsi alla conferenza sui seguenti argomenti : Del portare il Van-
7
LA LUCE
gelo a tutto il mondo non cristiano ; della chiesa nel
campo delle Missioni ; dell’Educazione in relazione
colla cristianizzazione della vita nazionale ; Del messaggio missionario in relazione colle religioni non
cristiane; della base delle Missioni in patria ; delle
Missioni in relazione coi Governi; della Cooperazione e dell'avviamento all'unione.
Un nono volume conterrà la Relazione della conferenza di Edimburgo.
Basti Tenunciazione dei tìtoli di quei nove volumi^
ciascuno di 300 o 400 pagine in 12», a dare un’idea
non soltanto dell’importanza della conferenza di Edimburgo, ma puranche dell’importanza dell’opera stessa
delle Missioni.
E v’ha chi si lusinga che il cristianesimo sia moribondo !..
*
* «
Il giorno 19 giugno, in una sala di Torre Pellice,
celebrò il suo ventisettesimo anniversario la Società
missionaria del Era del Torno, esistente fra gli studenti del Ginnasio-Liceo valdese e fondata nel 1882,
in occasione della visita del signor Coillard alle Valli
e della partenza del primo missionario Valdese.
Essa fu sempre ed è tuttora una società minuscola,
ma cerne valente s’è dimostrata, e quanto zelo e quanta
attività ha spiegato, col tenere conferenze nelle varie
parrocchie delle Valli, per venire in aiuto alle Missioni 1 In quest’ultimo anno soltanto, furono ventotto
le conferenze tenute, su vari argomenti attinenti alle
missioni, da quei giovani patrocinatori della più nobili delle cause ed, in media, sono dalle trecento alle
quattrocento lire ch’essi annualmente raggranellano
per essa.
Alla seduta anniversaria intervenne un discreto pubblico,. che ascoltò con simpatia il discorso d’apertura
e la relazione annua del presidente Giulio Martinat,
il verbale della precedente seduta anniversaria del
segretario Samuele Matthìeu ed il resoconto finanziario del cassiere Ulrico Gay, ai quali fecero seguito
osservazioni e parole d’incoraggiamento e di consiglio di alcuni membri onorari, corrispondenze, e saluti dei rappresentanti di altre società giovanili.
Nel pubblico notavasi, fatta segno a molta simpatia,
la giovane signora Fnhrmann, ritornatasene, or’ora
vedova, dallo Zambesi, coi suoi due bimbi.
Giacomo Weitzecker.
SvizzEFa, Berniania, SEandinavia menti alla
Luce, rivolgersi al pastore Paolo Calvino, LUGANO.
Luttuosa notizia
Ci perviene al momento d’andare in macchina, la
seguente partecipazione:
Una notizia, 'giunta ieri sera alle Fontane ha gettato nel lutto, non i parenti soltanto, ma tutta la popolazione del villaggio e della parrocchia.
Il giovanetto Giovanni Pascal, figlio unico del nostro amico del signor Bart. Pascal missionario al Lessato (Affrica Meridionale), ha incontrato la morte nel
lago di Neuchâtel con due amici che, con lui, stavano
a prendere un bagno.
La signora Pascal era appena giunta a Parigi, dopo
un lungo soggiorno in Affrica, quando ricevette il
triste annunzio ; corse immediatamente a Neuchâtel
per la ricerca del corpo dal suo diletto, ma, fino a mercoledì 22 corrente, senza risultato.
Il nostro pensiero corre presso al poverq padre che,
fra qualche giorno, solo, in un paese iontano, riceverà
la ferale notizia.
Possa l'Iddio delle consolazioni esser vicino a luì
in questa dolorosa circostanza, sostenerlo e fortificarlo, come pure la sua desolata consorte e le tre loro
figliuolette che, insieme ai genitori, piangono la tragica morte del loro ragazzo.
IN SALAJDIJUBTTIJRÀ
Vincenzo Melodia : Alcune eresie del papismo condannate dalla Bibbia e dalla ragione. (Risposta a
Mons. Arturo Capone). Altamura, 1910.
E’ un grande opuscolo (60 pagine in gran formato,
prezzo L. 0,30, presso l’autore, Casa Lo Re, Altamura)
di cui avrei voluto dire un gran bene. Ciò non solo
per l’antica, ìntima e veramente fraterna amicizia che
mi lega al Melodia, ma anche e più per i veri e molti
pregi del libretto che desidererei vedere largamente
sparso in Italia.
Mons. Capone vescovo (d’Altamura suppongo) ha
pubblicato un foglio volante per mettere in guardia
le sue pecorelle contro una ventina di bugie del Protestantesimo ; e il giovane pastore Melodia si è accinto a dimostrare che realmente si tratta d’una ventina di bugie.. di Mons. Capone e del Cattolicesimo
Papista. E’ un libretto denso di pensiero e scritto con
brio e con logica stringente. La materia è abbondantissima, ma il Melodia non si perde negli inutili dettagli ; si attiene agli argomenti chiari, sostanziali, irrefutabili, e li mette lì schierati in buon ordine come
una colonna leggera di bersaglieri, foderata però del
sostegno d’una buona batteria d’artiglierìa. Vi assicuro che la battaglia è condotta bene e non c’è nessun pericolo per chi sta dalla parte del vero; l’unico
pericolo è quello di quel disgraziato esercito di bugie
che cadono ingloriosamente sul campo del disonore.
Son trattati con vigore e lucidezza tutti i punti su
cui verte principalmente la controversia evangelicopapista, ed ardisco dire che un nostro bravo fratello
di chiesa, anche foimito di cultura elementarissima,
può' con quel manualetto persuadere un sincero cat
tolico romano, e, all’occasione, chiudere la bocca anche ad un membro del clero. E’ tutto fuoco ben nutrito e ben diretto; nulla si perde, tutto coglie nel segno.
Parecchi vorrebbero che nella lotta contro il Papismo si usasse polvere senza fumo né rumore, e cartucce a salve ; postero forse giudicheranno un po’
troppo vivace la penna del Melodia. Ma io non consiglierei nessuno a scegliersi per condottieri e
capitani quelli che non conoscono altre battaglie che
quelle... finte, quelle delle grandi manovre. La lotta
contro il Papismo non deve essere fatta di cortesie
e di salamelecchi ; è frutto d’amore si, ma è lotta aperta e seria contro l’errore, contro il male, contro
Satana ; si deve lottare e non cantare, sovvertire le
fortezze che s’innalzano contro la verità che è in
Cristo e non ballare attorno ad esse. Gerico sola fu
presa in quel certo modo, ma le altre piazze forti
dell’empietà furono e saranno vinte sol dalla spada.
Non armi carnali, ma armi spirituali; però armi, e
non trombe da concerto.
Una cosa che certo commuoverà ì miei lettori e li
inciterà ad acquistare il libretto. Sapete chi è l’editore di esso ? Il mio caro Melodia non se l’avrà a
male se dirò che a lui sarebbe toccato quel che è toccato a tanti altri (e perchè non a me ?) di dovere rimettere in tasca il suo manoscritto se non avesse
trovato un mecenate editore. E chi é stato l'editore
del lavoretto del Melodia? Nè Paravia, nè Bocca, nè
nna Società, nè un Comitato... E’ stata la piccola e
povera congregazione di Altamura, che, salvo errore,
non raggiunge i trenta membri, e non conta nel suo
seno che lavoratori, miseri lavoratori del braccio,
quasi tutti scarpellini. Costoro hanno avuto fiducia
nel loro caro giovane pastore, e facendo ogni sforzo
(aggiunto agli altri numerosi che essi fanno per la
loro Chiesa) hanno messo insieme una sommetta, e
cosi si è potuto pubblicare un bello e buon opuscolo,
che certo produrrà buoni e copiosi frutti. Se l’opera
sarà tutta venduta, la piccola congregazione riavrà il
suo capitaletto, forse anche con qualche piccolo guadagno, che servirà a qualcuna delle piccole spese della
Chiesa; se no, quei cari fratelli ci avranno rimesso
il_ loro denaro o parte dì esso, ma saranno però soddisfatti pel sentimento d’aver compiuto un’opera buona. E chi non penserà come loro ? E chi non cercherà
di render meno grave il loro sacrifizio? Tanto più
che acquistare quel libretto non è un sacrificare 30
centesimi, ma è uno spenderli molto utilmente. Le nostre Chiese possono, colla buona volontà, compiere
grandi cose, perfino le chiese più piccole e più povere.
La Chiesa d’Altamura, intanto, ci dà un bell’esempio.
Altre Chiese ne dànno degli altri analoghi. Cito a ragion d’onore la Chiesa di Schiavi d’Abruzzo e quella
di Taranto.
Se non tutte le, Chiese possono imitare queste, almeno lodiamole e incoraggiamole.
Giuseppe Banehetti
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografis|^eiristìt:ato Gould, Via Marghet» 2, Roma
ÚOÍÍO Ììncuèo!
Proprietà riservata — Hiprodazione proibita
— Domìtilia — riprese Don Angelo, dopo un minuto di pausa — è il serpente, che ha inoculato in
tutti il veleno; da un pezzo nè avevo il sospetto, oggi
ne ho avuto la certezza... io e lei non possiamo più
vivere sotto il medesimo tetto, non possiamo più respirare la medesima aria.
— Ella non ne ha colpa forse... obbedisce a degli or-dini... Che dirà il Cardinale?...
— Madre mia, sarà di noi quello che Dio vorrà...
questa vita non può durare. Ho contrastato, ho lottato contro gli stimoli dello Spirito di Dio, contro i
rimproveri della mia coscienza per amore di te, mamma,
e dei nostri piccini, ma questa lotta mi sfinisce, mi
annienta... Ora basta !
— Oh, Signore 1 — esclamò la povera donna, levando le mani al cielo. Per un capriccio, per l’ostinazione di una bimba, che è del tutto estranea alla
nostra famiglia, dovremo sottometterci alla vergogna
e alla miseria... E’ troppo, è troppo ! Io ne morrò di
dolore, Angelo. Te ne supplico, pensa a quello che
fai... sii paziente ancora. Maria cederà; troveremo,
col tempo, qualche mezzo per ridurla alla ragione.
Te ne scongiuro, Angelo, non precipitare le tue risoluzioni. Un giorno verrebbe, o presto o tardi, che
dovresti piangere a lagrime di sangue la tua sconsideratezza. Quanto a Domitilla, m'incarico io di farle
comprendere il suo torto.
Don Angelo la guardò in silenzio per alcuni minuti. In quello sguardo, in quel silenzio c’era un così
evidente, un così amaro rimprovero, che la povera Signo,ra ne fu tutta rimescolata.
— Ecco ancora un’altra bell’anima che si perde —
pensava intanto il prete — ecco ancora un frutto del
grande albero velenoso...
— Madre mia — disse poi sootendosi dalla triste meditazione — tu non mi comprenai più, tu non vedi
¡più le cose dal loro giusto punto. Ah, tu credi dunque
che, se Maria cedesse, tutto sarebbe accomodato, e
la gioia e la pace tornerebbero nel mio cuore? No,
mamma, t’inganni. Certo, il pane ci sarebbe assicurato, e nessuna vergogna pubblica ci minaccerehhe
più... ma il rimorso? ah, tu non conti per nulla il rimorso d’un'azione cattiva compiuta sapendolo e volendolo ?
— Che dici. Angelo? In questo tu non saresti responsabile.
— Ah ! Ecco la grande dottrina immorale ! Irresponsabile io? Chi l’ha detto? La Chiesa? Ma la
Chiesa può dunque mutare a suo talento le leggi di
Dio? Egli mi ha detto: * Tu sei responsabile » e la
Chiesa può dirmi : « No, non è vero, tu non sei re
sponsàbile ? ». E se Dio e la Chiesa sono in conflitto,
a chi dovrò obbedire ? Dalla teoria dell’irresponsabilità deriva per logica stringente la negazione assoluta della libertà. Libertà e responsabilità sono legate fra loro come la causa all’effetto. Se sono irresponsabile, io sono dunque uno strumento, uno schiavo
nelle mani di chi può farmi agire per il bene o per
il male a piacer suo. Ma è questa, mamma, una legge
stabilita da Dio? Non mi ha Egli dato un’anima libera,
affinchè, da sè, fosse capace di scegliere fra il bene ed
il male ? La Chiesa dunque, opponendosi a Dio, mi
riduce in una schiavitù, che è più obbrobriosa dell’antica, la quale si accontentava di tenere asserviti i
corpi. La Chiesa fa schiave le anime e le plasma, le
educa, le guida secondo i suoi fini speciali, che non
sono, no, non sono quelli di Dio ! -Mamma, ho lottato,
ho lottato contro me stesso e contro a Dio, ho pianto
e pregato giorno e notte per aver luce dail’alto ; ora
sono più che' convinto. Bisogna ch’io scuota da me
questo giogo opprimente, prima che sia troppo tardi,
prima che la mia volontà sia fiaccata, prima ch'io
abbia piegato il capo tanto in basso da non poterlo
rialzare mai più. Ormai la mia fede nella bontà e
nella verità della Chiesa è perduta, perduta per
sempre. Se continuassi al suo servizio, non sarei che
un vile impostore, lo non mungerò più il pane che
mi viene da lei.
A queste parole la Signora gettò un grido disperato :
-^ Angelo, Angelo! Non sai più quello che dici!
E che sarà allora di noi? Come vivremo? Che faremo ? Dove andremo P Poco ti costa l’esclamare :
* Non mungerò più di questo pane » ; ma quale pane
dunque mungerai ? E quale pane mangeranno le creature che tu, con sacrosanto impegno, hai promesso di
mantenere e di educare ? Con quale diritto, dimmi,
puoi tu ora condannarle alla miseria ? Hai parlato di
Dio ; ma non è Dio che ti ha affidato queste creature ?
Oh, non mi dire che accetterai l’offerta di Maria...
Vorrei che morissimo tutti di fame piuttosto che accettare l’elemosina da lei, che ha portato la discordia
e la rovina in casa nostra... Che farai dunque ? Quale
via è aperta ad un sacerdote che voglia tornare alla
vita del mondo? E quand’anche una se ne aprisse,
dove troverai, alla tua età, la forza e il coraggio di
intrapprendere un nuovo lavoro, di ricominciare la
vita? Angelo, Angelo, soffri, sopporta con rassegnazione... Ogni carriera ha le sue spine ! Quanti, quanti
forse pensano come te, e soffrono come te di un sistema dì cose, che anche a loro sembrerà barbaro e
contrario alle leggi di Dio; eppure tacciono, non si
ribellano, perchè sperano... perchè aspettano tempi migliori !
— Aspettano tempi migliori ! — esclamò Don Angelo con profonda amarezza. — Quando verranno?
Quando ?.... se nessuno si desta, se nessuno si scuote,
se nessuno insorge contro la tirannide delle anime
voluta e imposta e sanzionata nel nome di Dio ? Ah !
tu credi, mamma, che i possenti, a cui questo sistema
di governo è vantaggioso, proporranno i primi la riforma? Sarebbe ingenuità il crederlo. Da noi, dagli
oppressi deve partire il grido della riscossa, non contro
Dio, no; non contro il suo Cristo; ma nel nome di
Dio e di Cristo alla conquista della libertà delle
nostre anime, della indipendenza delle nostre coscienze.
Mentre proferiva queste parole, il prete sembrava
trasfigurato : gli lampeggiavano gli occhi d’una luce,
che sua madre non vi^aveva scorto,mai. Ella ne ebbe
quasi paura.
— E chi lancerà questo grido ? — diss’ella con voce
malsicura — tu forse. Angelo ? Possiedi tu la tempra
del riformatore, del condottiero di eserciti ? E chi risponderà al tuo richiamo, chi ? Dieci, venti, cento uomini forse, come te integri e coraggiosi ; ma la falange degli ignoranti, dei timidi, dei pusillanimi, dei
sodisfatti, dei gaudenti...
— Vili, vili, vili — mormorò Don Angelo, abbassando il capo sconsolatamente — e sì, purtroppo essi
sono legione I
l •'u
(Continua)
(28).
8
8
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