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Anno IV
i numero 21
del 24 maggio 1996
¡1,2000
Spedizione in abb. postale/50%
Torino
In caso di mancato recapito
‘ si orega restituire al mittente presso l'Uf. fieio pT Torino CMP Nord.
. L'Editore si impegna a
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SETTIMANALE- DELLE CHIESE EVANÌiELKTIt
ODISTE
Bibbia e attualità
PENTECOSTE
IL NUOVO POPOLO
/I racconto della prima Pentecoste
cristiana ci sorprende ogni volta.
jVel testo di Atti 2 ci sono molti elemenfì che ci portano a letture diverse. Questo succede anche con altri testi scritti:
si tratta di un dato ormai presente nella scienza dell’interpretazione (l’ermeneutica, per dirla con una parola
(scientifica). Ma, al di là dei simboli
utilizzati per comunicare e dell’impossibilità di tradurre un’esperienza spirituale in parole, il testo presenta tre
rnomenti ben delineati: una situazione
dipartenza, un avvenimento fuori
i^Salla no-ma e le conseguenze visibili
di quell’avvenimento.
(T\RIMO momento. Si svolge su due
ijj fronti: all’interno il gruppo dei diiscepoli, e all’esterno i diversi gruppi etfnici e nazionali presenti a Gerusalemìfme per la celebrazione della Pentecoste
ìèébraica. Nei discepoli prevale un senso
}di paura, di sconcerto, che porta al rilipiegamento su se stessi, all’incapacità
(di incontrare estranei; in una parola,
tal silenzio. Nei diversi gruppi etnici e
¿(nazionali prevale un senso di orgoglioI so isolamento, di assenza di contatti
mn «quelli di fuori», quindi di atten
(Mone morbosa alla propria etnia, Un
gua, cultura e tradizione. Si vuole con
servare gelosamente la propria identità ed evitare contatti e commistioni
Che potrebbero minacciarla. Anche
qui: silenzio e incomunicabilità fra etnie diverse molto lontane fra di loro.
SECONDO momento. È contrassegnato da un’esperienza spirituale
molto intensa, che le parole (dette o
scritte) non riescono a definire con precisione. Le parole sono già un tentativo
di «tradurre» in un linguaggio simbolico, orale in questo caso e diverso
dall’esperienza originale, quanto è accaduto. La prima regola ermeneutica,
secondo cui un evento deve farsi parola per poter essere comunicato, viene
forzata e risulta insufficiente (in quanto si tratta di un evento per sua natura
ineffabile, cioè inesprimibile a parole).
Il linguaggio storico si rivela anch’esso
insufficiente; forse solo il linguaggio
poetico, sollecitando sentimenti ed
emozioni,. potrebbe aiutarci a percepire il senso dell’accaduto.
Terzo momento. Cerca di descrivere le conseguenze di quell’esperienza spirituale ineffabile ai discepoli, e
per quanto si riferisce ai diversi gruppi
etnici. Il gruppo dei discepoli rompe il
digiuno di parole e passa dal silenzio
alla parola, dallo sconcerto alla certezza, dalla paura al coraggio. Quindi,
anziché continuare a rimanere chiuso
in una stanza, i discepoli escono e predicano sulle strade e nelle piazze di
Gerusalemme. I vari gruppi etnici, che
avevano chiuso occhi, orecchi e bocca
nei confronti dei «diversi» e soffrivano
di una forma non rara, purtroppo, di
atrofia sociale, ora prestano ascolto a
quelli che, incomprensibilmente, «parlano nel loro proprio natio linguaggio», nella loro lingua.
Lf ETNIA e la lingua sono diverse,
ma le differenze sono superate e
quel di cui si parla viene compreso pienamente. Si passa così dalla solitudine
all'incontro, dall’isolarhento al confronto, dall’indifferenza all'intetesse.
Un grande cambiamento. Il gruppo
dei discepoli si incontra con il gruppo
formato dalle diverse etnie e nazionalità. Ora i due gruppi, diversi per molte
vose, finalmente si incontrano, si parlano, entrano in contatto e in dialogo:
si amalgamano, fino a costituire un
altro gruppo formato da tante
sità in rapporto Vana con l’altra. Così
nasce il nuovo popolo di Dio, Questo è
stato il miracolo di Pentecoste.
Domenico Tomasetto
Il successo elettorale della Lega Nord apre interrogativi sulla «questione settentrionale»
La «secessione» è una questione cattolica?
4 milioni di voti, un elettore su quattro che al Nord sceglie i propositi indipendentisti di Bossi
testimoniano l'emergere di una questione che si credeva esorcizzata con la legge elettora e
GIORGIO GABDIOl
La Lega è tornata. Con sorpresa
dei molti, che oggi scoprono la
secessione, il «parlamento» di
Mantova, le camice verdi e il comitato di liberazione. Più di 4 milioni
di voti, oltre il 10% a livello nazionale, ma più del 20% al Nord, che
sale al 25% in Lombardia, al-30% in
Veneto. La Lega raccoglie alle elezioni del 21 aprile il suo miglior risultato e pone all’attenzione dell’
agenda politica la (^questione settentrionale». Oggi tutti, dai véscovi
italiani ai presidenti della Camera e
del Senato, si dicono preoccupati
dalle proposta di secessione di Bossi e invocano innanzitutto misure
politiche per farvi fronte, ma non si
dimenticano di ricordare che in
ogni paese c’è una stazione di carabinieri e una parrocchia.
La secessione non è certamente
una novità. È il ritorno agli inizi
quando la Lega lombarda e la Lega
veneta costruivano il loro campo
d’azione sul separatismo e sull’
identità etno-regionale, sulla lingua
nazionale. Bossi ha trasformato il
dialetto in lingua popolare e l’identità etno-regionale in separatezza,
in una nuova frontiera, nell’antagonismo ai partiti e alle istituzioni. Il
sentimento indipendista è diffuso
(più o meno con le stesse percentuali del voto alla Lega) nelle regioni settentrionali; lo ha rivelato
qualche mese fa, quando non si
parlava ancora ài elezioni, il sondaggio Poster-Limes. La Lega non
lo ha creato, lo ha interpretato.
La Lega, da voce, da appariscenza e proiezione politica a problemi
reali. La Lega si inserisce nelle contraddizioni del ststeina, si modella
in relazione alle richieste sociali, si
impone come riferimento di un
sentimento diffuso, determina 1
agenda del confrbnto politico, ma è
veramente capace di orientare il
corso degli eventi politici verso la
direzione annunciata, verso cioè la
secessione e la costruzione dello
stato della Padania? È l’interrogati
vo di questi giorni. Una prima risposta viene dal sondaggio PosterLimes. La richiesta di indipendenza
non significa infatti secessione. Rix
flette altre motivazioni: insoddisfazione per le prestazioni dello stato
nei servizi, nel sostegno all’economia, nell’imposizione fiscale.
È inoltre domanda di autonomia
locale, di efficienza amministrativa. Tutte cose a cui Bossi ha dato
visibilità. È così sul suo pullman
sono saliti in molti, indecisi e perplessi circa l’itinerario proposto loro dal Polo. L’autobus di Bossi Circola solo in luoghi conosciuti. Sul
piano elettorale Bossi ha saputo
coniugare abilmente rivendicazioni specifiche (economia, fisco, servizi) con la questione territoriale
(conflitto Nord-Sud) e ha fatto il
pieno. Ha fatto il pieno soprattutto
di voti ex democristiani come haiino notato Ivo Diamanti, dell’Università di Padova ed Ernesto Galli
della Loggia. Per quest’ultimo «le
simpatie per Bossi, il consenso ai
suoi programmi, provengono in
misura decisiva, arizi pressoché totale, da un serbatoio ideologico-politico tradizionalmente cattolico. Le
aree della Lombardia e del Veheto
dove la Lega raccoglie percentuali
elettorali fra u 30 e il 40% (...) sono
esattamente quelle dove la Democrazia cristiana era attestata abitualmente su percentuali di voto
più 0 meno analoghe. Non c’è dubbio, insomma, che il voto leghista
sia quasi sempre un voto di provenienza cattolica».
Per questo «il successo di Bossi e
la mancata ripulsa della sua prospettiva secessionista da parte di un
elettorato fondamentalmente cattolico non possono non porre il problema delle insufficienze del cattolicesimo italiano ed evocano quindi, per questa via, la responsabilità
più o meno diretta della stessa
Chiesa». Lo spostamento di voti
del tradizionale «serbatoio» cattolico, afferma Galli della Loggia, «è
accaduto perché la cultura politica
cattolica con la quale esso aveva farriiliarità e la pratica quotidiana
derivatane avevano vuoti ideologici ed equivoci non piccoli, a cominciare da una mai colmata distanza
rispetto allo Stato nazionale storicamente esistito ed esistente». Se è
così, la secessione è anche una
questio'ne cattolica. E di questo
sembrano essersi resi conto i vescovi e lo stesso papa.
Anche Fausto Bonini, direttore
del settimanale «Gente veneta» sottolinea che «non esiste un’unica
questione legata al Nord, ma un intreccio di questioni delle quali quella “cattolica" non occupa Scuramente l’ultimo posto». Di questa
situazione problematica, contìnua
Bonini, «Bossi non è altro che un
manovratore esterno».
È nato il governo Prodi
Auguri al governo... e all'
Italia
EUGEMIÓ BERNARDINI
IL governo Prodi è nato con tutta l’intenzione di essere un governo «nuovo»; per la
sua ipotizzata stabilità,
per la sua volontà di coniugare risanamento
economico e solidarietà
sociale, per la serietà dei
suoi componenti che,
simbolicamente, non temono di giurare venerdì
17, un vero «strappo»
per la tradizione scaramantica italiana.
Insieme a tanti, anche
noi vogliamo augurare
al.governo «buon lavoro», augurandoci a nostra volta che sia in grado di fare ed essere
quello che ha promesso.
Prima di tutto che sia
veramente un governo
stabile: l’azione di risanamento economico e •
sociale, la lotta all’evasione fiscale e alla criminalità organizzata, la
questione meridionale e
la nuova «questione settentrionale» richiedono
tempi lunghi e provvedimenti che non siano
soggetti a interessi elettorali immediati.
Poi, che sia un governo serio e trasparente: si
potrà essere d’accordo o
' no con la sua politica,
ma che almeno le sue
azioni e provvedimenti
abbiano un’impostazione di verità e non di propaganda e che le sue dinamiche interne, che
non mancheranno di
certo data la diversità
dei suoi componenti e
dei sostenitori esterni,.
siano comprensibili e
controllabili anche dai
comuni mortali.
Poi, che sia uh governo attento agli interessi
e ai bisogni dei più deboli. Il risanamento economico del Paese è, urgente, anche per la costruzione di una nuova
Europa, ma nel rispetto
di quei parametri sociali
e ambientali che hanno
reso e rendono una società veramente civile,
umana e responsabile,
anche nei cotÌEronti delle
generazioni future.
Infine, che sia un governo «laico» anche se
molti dei suoi componenti, a cominciare dal
leader, sono cattolici
praticanti. L’Italia ha bisogno di laicità perché
ha bisogno di libertà
(non di liberismo) e di
equilibrio (non di equidistanza), senza «legittimazioni» 0 «benedizioni» esterne. In particolare, ha bisogno di laicità il
sistema scolastico e educativo che, come ha più
volte affermato Prodi in
campagna elettorale, necessita efettìvamente di
una riforma urgente. Su
questo piano abbiamo
delle preoccupazioni anche per la tenuta «laica»
dei «laici» della coalizione governativa. Speriamo di sbagliarci.
Facciamo dunque i
nostri auguri a Prodi e
alla sua squadra impegniandoci a seguirne
il lavoro utilizzando il
«metodo» insegnato da
Gesù: «Li riconoscerete
dai loro fitittì» (Mt. 7,16).
RELIGIONE A SCUOLA PER GLI
EVANGELICI SPAGNOLI. Dal prossimo anno scol.astico, gli studenti
spagnoli delle scuole di primo e secondo grado potranno avvalersi
non soltanto dell'ora di religione
cattolica, ma anche di quella evangelica ó musulmana. L'accordo è
stato sottoscritto con il Consiglio
generale dell'insegnamento religioso evangelico, che fa capo alla Federazione delle entità religiose
evangeliche di Spagna, e con la
Commissione islamica di Spagna a
seguito dell'intesa stipulata nel
1992 che garantiva il «diritto di ricevere l'insegnamento religioso nelle
scuole pubbliche e private». L'accordo, che interesserà circa 60.000 studenti evangelici e 20.000 mu^lmani, prevede che il personale docente dell'«ora» evangelica o musulmana sia pagato dalla propria confessione religiosa se il gruppo di
studenti di una determinata scuola
non supera la decina di persone e
dallo stato se supera questo numero. In ogni caso i docenti non avranno alcun genere di rapporto di lavoro con 11 ministero dell'Educazione.
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PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 24 MAGGIO iqq
«Uno degli scribi
che li aveva uditi
discutere, visto
che egli aveva risposto bene, si avvicinò e gli domandò: “Qual è il
più importante di
tutti i comandamenti?”
Gesù rispose: “Il
primo è: Ascplta,
Israele: Il Signore,
nostro Dio, è
l’unico Signore.
Ama dunque il Signore Dio tuo con
tutto il tuo cuore,
con tutta l’anima
tua, con tutta la
mente tua, e con
tutta Inforza
tua”. Il secondo è
questó: “Ama il
tuo prossimo cometestesso”»
(Marco 12,28-31)
«Ascolta, Israele,
il Signore, il nostro Dio, è l’unico
Signore. Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio,
con tutto il tuo
cuore, con tutta
l’anima tua e con
tutte le tue forze»
(Deut. 6, 4-5)
«E Gesù disse loro
questa parabola:
“La campagna di
un uomo ricco
fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra
sé: ‘Che farò, poiché non ho dove
riporre i miei
raccolti?’. E disse:
’Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò
altri più grandi,
vi racco^ierò tutto il mio grano e i
miei beni, e dirò
all’anima mia:
Anima, tu hai
molti beni ammassati per molti
anni; riposati,
mangia, bevi, divertiti’. Ma Dio
gli disse: ‘Stolto,
questa notte stessa l’anima tua ti
sarà ridomandata; e quello che
hai preparato,
di chi sarà?’ Così
è di chi accumula
tesori per sé e
non è ricco
davanti a Dio”»
(Luca 12,16-21)
AMARE SE STESSI
PER AMARE IL PROSSIMO
La fede in Cristo ci
rendendoci
aiuta a ripristinare la nostra personalità distorta dal peccato
disponibili ad accogliere il nostro simile nelbamore
SERGIO TATTOLI
Allo scriba che Tinterrogava
sul comandamento principale Gesù rinviava allo «Shema
Israel» (Ascolta, Israele), la confessione di fede cara al popolo
di Dio: «Ascolta Israele. Il Signore Iddio nostro è l’unico Signore: '
ama dunque il Signore Iddio tuo
con tutto il tuo cuore e con tutta
l’anima tua e con tutta la forza
tua».
L’amore per se stessi è il termine di paragone che Gesù adotta per convincere ad amare il
prossimo. L’adorazione di Dio
non può restare relegata nella
dimensione della pietà personale. «Ama il prossimo tuo come te
stesso» è il comandamento che
attua la fede e ne costituisce il
naturale sbocco. Amare il prossimo come se stessi è un precetto antico, conosciuto come volontà di Dio già nel libro del Levitico: «...amerai il prossimo tuo
come te stesso» (19, 19): una parola che Gesù riprende volentieri in più occasioni.
L'amore per se stessi
DI norma, giustamente, l’accento cade sull’amore del
prossimo, ma-non si riflette sulla
premessa del discorso che è l’amore per se stessi. Su questo
aspetto si sorvola perché il pensiero dell’egoismo insito in ogni
individuo depone a favore di un
naturale amore per se stessi. Il
sillogismo «tutti sono egoisti;
l’egoista ama se stesso; quindi
tutti amano se stessi» è tanto radicato da darlo per scontato:
viene, invece, smentito dalle
Preghiamo
Perdonaci se siamo carenti nell’amore; ,
insegnaci a ved^e nel prossimo -, .
la tua immagine. .
■ VavE
Donaci l’amore, it tuo amore,
quell’amore checi
Ss
,- dbilita a testimoniare di te al mondo. * w*
v.ìt'W.'- ” ... . ^ j. ‘r, .i.
il pregamo Sigmne, per il mondo ■
^ nel quale viviamo e per le responsabilità A
Che in esso ci affidi.
SiSiÄi
scelte distruttive che l’essere
umano attua contro se stesso e
la sua stessa specie. Se l’essere
umano avesse amato se stesso
non avrebbe messo sulla sua testa la spada di Damocle della distruzione nucleare (oggi se ne
parla poco ma la minaccia sussiste) o il rischio di distruggere
l’ambiente indispensabile alla
vita. Quando rileggo questo passo dell’Evangelo mi è impossibile sfuggire all’impressione che
Gesù facesse sul serio, anzi che
Dio stesso, al quale risalgono
queste parole, facesse sul serio
quando , diceva: «Amerai il prossimo tuo come te stesso». Sono
convinto che Gesù non abbia
usato il termine di paragone
«Ama te stesso» in senso negativo. Se avesse ritenuto indecoroso l'amore per se stessi l’avrebbe
espresso in modo esplicito come fece in altre occasioni.
Gesù ha condannato, piuttosto, la mancanza di fiducia nella
provvidenza divina per cui i bisogni della vita (che mangeremo? di che vestiremo?) diventano una ricerca spasmodica, affannosa. Così ci si crea le premesse per rinfelicità e nell’infelicità non si ama se stessi!
Gesù ha condannato l’egoismo, come nella parabola di
quel ricco che continuava ad accumulare senza tener conto della brevità della vita dalla quale
presto si sarebbe dovuto separare: allora a che serve affannarsi
tanto? In questo modo ci si nega
il gusto della vita. Chi tesoreggia
per sé e non è ricco in vista di
Dio, commenta Gesù alla fine
della parabola, ha dimostrato in
pratica di non avere tanto amore perse stesso...
L'amore per gii altri
Questo cì porta ai cuore del
problema. La verità che Gesù
implicitamente mette in luce è
che non sappiamo amare gli altri
perché non sappiamo veramente
amare noi stessi! Ricordo un episodio, anni fa, agli inizi della mia
conversione. Al termine di una
serata di evangelizzazione in un
grande teatro di Napoli mi soffermai a parlare con un giovane
che aveva partecipato alla manifestazione ed era rimasto colpi
to. Era intelligente e terribilmente depresso. Ogni sua parola lasciava trasparire cinismo verso il
prossimo e amarezza verso la vita. E quando gli parlai dell’amore
di Dio, rispose con disperazione:
«Io non riesco ad amare neppure
me stesso!». Allora mi parve così
strano che si potesse non amare
se stessi: in seguito l’esperienza
mi ha dimostrato che tanti esseri
umani non si sanno amare. Crediamo d’ amarci, ma se esaminiamo il modo in cui ci amiamo
alla luce dell’Evangelo scopriamo che non sappiamo amarci
veramente.
Ci poniamo tanti problemi; ci
imputiamo colpe che non abbiamo; mentiamo ponendoci in
una posizione meschina davanti
a noi stessi: ci comportiamo in
modo che non ci fa onore; non ci
sappiamo dare momenti di riposo quando ne abbiamo bisogno:
lasciamo che la nostra vita sia
stravolta dal jitmo disumano di
questo sistema. La nostra personalità, è inevitabile, presenta
aspetti distorti, inquinata com’è
dalla realtà del male. Forse siamo amareggiati dai rimpianti
per le cose che non abbiamo realizzato; talvolta in noi si agitano
frustrazioni per le cose che non
riusciamo ad ottenere: spesso
non abbiamo troppa speranza
su ciò che ci potrà rendere il futuro. Questo modo di affrontare
le cose, oltre a impedirci di godere la vita, l’unico tempo concessoci su questa terra, si traduce in una sorta di acredine che si
tende poi a scaricare sugli altri.
Non sempre sappiamo dare il
giusto rilievo alla vita. Siamo
egoisti, è vero, ma l’egoismo non
è un buon consigliere: fintanto
che il nostro amare noi stessi
sarà una ricerca egoistica di benessere saremo votati all’infelicità perché l’egoismo non rende
felici. Per questo Gesù esortava
ad apprezzare la vita: «Non è la
vita più del nutrimento e il corpo
più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo... Non siete voi assai
più di loro?».
Certo, Gesù dice anche di
odiare la propria vita in questo
mondo. Ma lo fa parlando in
modo paradossale. Il contesto
lascia intendere che vuol met
terci in guardia dal badare solo
agli aspetti materiali senza tener
conto di Dio, colui che può, invece, dare a questa vita un senso
che la trascende e che la Bibbia
chiama «eternità».
L'amore che Gesù ci dona
IL salmista si stupiva del valore dell’uomo così minuscolo
nell’immensità del creato eppure così grande agli occhi del Signore: «Eppure tu l’hai fatto poco minor di Dio»! (Salmo 8, 5).
Gesù è il testimone per eccellenza del valore che noi umani abbiamo davanti a Dio. Tutto il
suo insegnamento è teso a rivalutare la dignità umana. Lui
stesso ha incarnato il modello di
uomo al di sopra di ogni meschinità, l’uomo spiritualmente
libero: e indicando se stesso come modello ci indica la strada
per ritrovare la nostra umanità.
In fondo anche Gesù ha amato
se stesso! Se ha amato ogni essere umano, com’è evidente da
ogni pagina evangelica, non poteva non amare se stesso. Se non
avesse amato sé stesso non
avrebbe ritenuto la sua vita tale
da poter essere offerta come sacrificio valido per la salvezza
dell’umanità! (jesù rivaluta il
senso della vita e seguendo il suo
insegnamento non possiamo
non essere orientati a ritrovare
un giusto amore anche per noi
stessi. La fede in Cristo ci aiuta a
ripristinare la nostra personalità
distorta dal peccato rendendoci
disponibili all’accoglimento del
nostro simile nell’amore. Grazie
a Cristo possiamo gustare l’amore di Dio. Il suo amore ci consente di solidarizzare con la sofferenza altmi e vedere nel nostro
simile l’immagine di Dio.
Imparare ad accettare se stessi
ci disporrà ad accettare gli altri:
amare noi stessi ci disporrà ad
amare il nostro prossimo. L’amore che il Signore ci dona e
che ricade su di noi non si perda, dunque, nei rivoli dell’egoismo ma sbocchi nel mare aperto
del dono di noi stessi ai nostri
simili, poiché in questo modo
potremo mettere^in pratica il comandamento «migliore», come
Gesù lo definiva, quello di amare il prossimo amando se stessi!
Note
omiletiche
La pista tradizional.’
suggerita dalla strutturi
stessa del testo è l’accenr*
sull'osservanza della lega
che, in ambito cristiano » ‘
compendia nell'amore p»
il Signore e per il proS
mo. Per questa meditazW
ne è stata fatta una scetó
anticonformista poiché j
è tentato di sviscerare ui
aspetto sul quale di soli«
si sorvola; l'amore
prossimo in rapporto all'?
amore per se stessi.
Può sembrare scandalo
sa, o quanto meno irritali
te, l'affermazione «Ami
te stesso». Di norma si i
fugge una predicazione i|Ì|
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cui assunto è l'amore vér^pi »«
so se stessi. La si ritieni ^reitere
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un'indebita istigazioni
all'egoismo; la si squalifii
temendo il rischio di cade^
re in un'esaltazione deli;ii
in contrasto con II mesiai
gio cristiano che propS?|
gna un concetto sobritóL,
della vita e concepisce
vita come dono di sé nel-i*^"*™”
l'amore. Tuttavia, il pro-ii
blema è presente nel testóii
ed è legittimo affrontarlQ|'
Chi volesse trattare il te4,
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Conve
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sto secondo l'EvangeIódiì ¿»nella
ia.come.
Il doci
delGonvi
b^ocieì
IPaolo
ti) preni
Matteo troverebbe un iiià
teressante accordo con la) lostrecl
cosiddetta «regola d'oro»| jonediu
Nella redazione dj Mattai
il gran comandamento (1]
amare Dio e il prossimi
come se stessi (Matteo 22,'
37-40) può essere messi)
in parallelo con la regolaid'oro di fare agli altri ciò!;
che vorremmo che gli altri?: ®tlC0"P
facessero a noi (Mt. 7,12).d Sturale
Da notare la discreparli
za tra il testo riportato in
Deuteronomio 5, 5 e quel)
lo citato in Marco. Quesff
ultimo è più esteso, Dio-;
deve essere amato anchél
«con tutta la mente tua»^’
Ciò Rimostra che all'epoi"
di Marco, questa cònfel
sere «az
'po8t-'cr
lizza a c
del cristi
se la qui
suo Reg
’jrica”
sione di fede non
piu usata nella sua formi
originaria. La variazioni)
costituisce una precisai^l
ne del concetto di aihai
Dio con tutto il cuoreL
Nell'antropologia ebrai(|
il cuore è ritenuto la sei)/
del pensiero. «Mentenè
l'equivalente greco dell'^
braico «cuore». Il termina
comprende anche la sferaj
delle emozioni e della vq:;
lontà: quindi, indica tutto
l'essere. v
Il comandamento dell'i
amore verso Dio vienO,^
messo in parallelo Cótó
l'amore verso il prossirrtM
Nell'ottica di Gesù
non è un sentimento affiy
dato ai capricci dell'emotl-l
vità; è la risposta umana,
alla grazia divina, è il m^
do cristiano di vivere la
de. Per questa ragione Gesù, pur lasciando
per il prossimo nell'ambito|
del «comandamento», SI;
dissocia da un'interprete
zione legalistica; l'amoiej
per il prossimo, che Ge5U|
propone in forma cosi fot
te da assimilarlo all'amor
per se stessi, è scevro a
ogni rivendicazione trterr
toria davanti a Dio.
finedel
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Per
ipprofondii“'
Per approfondire I arg^‘
mento è opportuno co
sultane il commentario"
E. Schweizer, Il Vengf’
secondo Marco, Pai^
Per i paralleli
possono consultare i c
mentari della stessa c
na: per Matteo 22, 3^
Schniewind, Il
condo Matteo, pLuca 10, 25-28, K. H.
storf. Il Vangelo
Luca, p. 237SS.
anche la lettura degl
coli «Legge» e
nel Dizionario teoi S
edito dalla ClaudiahaChi è interessato all^^j
dazione di Matteo
utili i riferimenti aj Pg|.
leli della regola d'oro n
la letteratura rabbin ^,
in altre fonti ‘^•’^ *'5.^0no in G. Miegge, «
ne sul Monte,
Claudiana, p- 255ss.
L
A'Ci
«.ÌV9),
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PAG. 3 RIFORMA
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Si è costituito a Parma il «Centro studi per il cristianesimo sociale»
redenti per costruire una società giusta
Una lettura teologica delle situazioni concrete ci spinge a operare
iperché sì affermino opere di giustizia sorrette dalla convinzione della fede
2che e amici di varie parti d’Italia si sono riuniti a Parma
tmica 25 marzo per costituire il «Centro studi per il cristia^0 sociale» sulla base della Dichiarazione programmatica
** trovata dal Convegno di Mezzano dello scorso anno) e
t^^tuto depositato presso gli uffici competenti.
Mezzano Inferiore (Parma), si pro^ promuovere attività di studio, ricerca, divulgazione e
iMMiione coerenti con la Dichiarazione programmatica. Gli
Mdel Centro sono l’Assemblea generale dei soci e il Consit^ettivo. È prevista un’articolazione in gruppi territoriali
—pativa dei soci di una determinata zona. Sono stati nomi
lorma si ri
amoirvér!'* Sn presidente, un vicepresidente e uri Consilio direttivo,
I si ritiend é^j^ànno in carica fino alla convocazione della prima Astigazionl ¿‘a generale. Le domande di adesione possono essere in■i squalifiJ ^alpresidente del Centro, pastore Sergio Aquilante.
>io di cade^ m^rtiamo qui di seguito i testi 4ella Dichiarazione proe del comunicato che è stato diffuso in occasione
hepropP mtftnferenza stampa del 26 marzo.
Da vàri anni evangelici e
[inèvarigelici si radunano a
¿ano Inferiore (Parma) in
Snvegno che ha affronipárticolarmente la que
tto sobriej
tcepisce li
> di sé nel',
da, il pro-j
tè nel testo!
ffrontarlo,^'
• MviuaiiyT laiwji'»-*- . *
aitare i)te-i Bione della «diaconia politivangelo dii can nella nostra società, intebbe un ini) ¡acome,un contributo delle
do con M lostre chiese per la costru)la H'nrn.i ¡[ope di una «società giusta».
llfocumento conclusivo
delèotìvegno 1991 (Edificare
la^OQietà giusta», relazioni
■diPaoIo Ricca e Giorgio Spini) prende atto dei «grandi
pbiamenti» sia di ordine
ola d'oro»,
di Mattéi)
amento di.|
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Matteo 22,;
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:he gli altrii stonco-politico che di ordine
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lere Sazzardato parlare di
“post-comunista” e
■post■'Cristiano”». Specifica
però che questo «non autoÉza a decretare né la fine
delg^tianesimo (è nelle cose la questione di Dio e del
suo Regno) né la “vittoria
ìcatlflel capitalismo»; re
/aria7inñ3t pt COU cresceote UFgeoza
® lalistione della «società
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In pesto quadro il documento valuta «ancora valida
tfctuizione avuta da una partefeniciia della tradizione
già a partire dalla
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gnarsi nella battaglia per il
socialismo, lungo là linea di
un “socialismo cristiano”».
Alcuni di noi hanno sviluppato questa riflessione, e
pensiamo che essa debba essere allargata ad altri e condotta con maggiore regolarità: proponiamo perciò la
costituzione di un Centro
studi, per tentare una «lettura
teologica» delle situazioni
concrete in cui cerchiamo di
combattere il «combattimento della fede», e assumep
con urgenza decisioni anche
operative. Noi assistiamo infatti con inquietudine, nell’
ora oscura che il nostro paese
(e tutto il mondo) sta attraversando, al profilarsi di tendenze «nuove» in realtà terribilmente antiche.
Da una parte c’è un evidente declino morale che popola
il mondo di individui narcisistici, concentrati sull’immediato godimento delle proprie possibilità, chiusi all’amore e alla giustizia, ma iii
compenso docili e disponibUi
nei confronti dei più mediocri cesarismi del momento;
dall’altra parte, l’evidente ri’ nascita religiosa punta in due
direzioni che ci lasciano interdetti: o la concentrazione
jiUn «devotional book»
Risposte bibliche per la
depressione spirituale
PIERO bensì
LAccasa editrice Uomini
nuovi)(Eun) di Marchiro'0 (Va), già specializzata in lispiritualità, vita cristiatestimonianze, evangelizWone, profezie (quelli che.
«fi Wglesi chiamano devotio?I~^bks), da qualche anno
I® lanciata in una nuova avla pubblicazione di
,^ài biblici di notevole inteprofondità, anche se
^tti in linguaggio semplice
»aniprensibile a tutti (un
Periplo da cui Eun non deSainai). L’ultimo di questa
“wa collana è il volume Der essione spirituale* di M.
%dIones.
“àutore, un pastore metodi inglese, molto noto co5^P^®dicatore, parte dal
l^PPPsto clge spesso i crenti ^ sentono stanchi, denntf*^ ° scoraggiati perché
” conoscono o hanno di
Regala
^ abbonamento
mènticato certé verità bibliche fondamentali. L’Evangelo
infatti, afferma Lloyd Jones,
per entrare nel nostro cuore
passa prima dal cervello, e se
la mente non capisce o dimentica quanto l’Evangelo
afferma, è facile che il nostro
cuore venga meno su questo
o quel punto. Ecco quindi le
varie situazioni: peccati, rimpianti, paura del futuro, sentimenti contrastanti, assenza
di libertà interiore, falsi insegnamenti, prove della vita,
sofferenza, scontento.
Con grande comprensione
pastoralej’autore diagnostica
le cause di queste depressioni
spirituali e con profonda lealtà biblica ne indica le cure
pratiche: non in modo .meccanico e letteralista, ma richiamando alla mente dei
credenti le affermazioni bibUche che li riguardano, cercando di aiutate il, credente depresso a riacquistare la sua libertà e la sua dignità di figlio
di Dio. Imparare ad adontare se stessi,e i propri problemi
con coraggio e soprattutto
cori fede è la strada che viene
indicata e che ha aiutato midiaia di credenti a riprendere
la loro «salute» spirituale. Un
libro che può essere di grande
consolazione per molti Credenti delle nostre chiese.
(*) M. Lloyd Jones; Depressone sDirltaale.
Uonuni nuovi, pp 205, £ 27.000.
sui problemi della salvezza
individuale oppure la rivendicazione (anche armata) deUe
identità collettive, delle autorità è delle tradizioni.
Diversa è la nostra fede, diversa è la nostra proposta
etica. Al centro c’è la convinzione, la passione, la realtà
del regno di Dio: realtà trascendente, certo, e presente
nella storia solo nel meriggio
assolato del Venerdì Santo:
ma perciò appunto realtà vicina, oggetto di canto e di
preghiera, stimolo di una
azione che sa di non essere
vana «nel Signore» (I Corinzi
15, 58). La nostra fede, dunque, si nutre di convinzioni
individiuali (e di responsabilità personali) ma si esprime
in una dimensione sociale:
chi crede nel Regno non è
solo di fronte alla storia: costruisce, opera, resiste insieme a molti altri, senza pretendere di poter tracciare
premature distinzioni tra
reietti e salvati.
Il nostro impegno sociale
non vuole però scadere a mero pragmatismo riformatore:
nessuna azione feconda è
possibile se nei momenti cruciali della vita e nei nodi vitali
della società non viene ascoltato fappello al ravvedimento (Marco 1, 15) in tutta la
sua forza. Ma dal ravvedimento accettato e vissuto
non può non nascere il gusto
della testimonianza e il colaggio della sperimentazione;
dei gesti vanno compiuti,
delle «opere di giustizia» vanno realizzate, pur nella chiara
coscienza efie si tratta di cose
valide solo per un tempo, efficaci solo nella imprevedibile azione dello Spirito. Tra
questi «gesti», noi annoveriamo il compito arduo e quasi
impossibile di edificare, con
altri, una società fondata sul
criterio supremo della giusti
■ Quaderno
Riscoprire
il concetto
di laicità
zia nella libertà: jaoi riteniamo ancora possibile, anzi urgentemente necessaria, una
società «socialista».
Certo, tutti gli esperimenti
socialisti del secolo si trovano a dover affrontare una crisi a cui la loro ideologia immanentistica e trionfalistica
non li aveva preparati. Ma
guai a noi se rispondessimo
con un trionfalismo di segno
opposto, facendo appeUo alle identità cristiane, alle tradizioni, alle autorità. Il no;
stro atteggiamento deve essere infinitamente più sobrio; noi intendiamo semplicemente essere la componente cristiana di quel movimento verso la giustizia, la
pace, la libertà e l’uguaglianza, che presto o tardi dovrà
pur rinascere.
A questo scopo noi ci richiamiamo esplicitamente alla tradizione del «cristianesimo sociale», alla sua generosa
utopia che credeva possibile
un socialismo senza dittatura, un marxismo senza materialismo, una lotta politica
senza odio e senza sàngue.
Figli della resistenza evangelica allo stato totalitario, noi
accettiamo con riconoscenza
la «correzione barthiana» al
cristianesimo sociale, il suo
penetrante hiblicismo, il suo
rispetto per la teologia dei padri e dei riformatori.
Socialisti in politica non
siamo dunque «liberali» in
teologia; siamo tuttavia consapevoli di vivere in un mondo pluralista in cui la confessione della fede non può che
situarsi in una dimensione di
dialogo e di a*ttesa. Perciò il
nostro Centro, pur muovendosi a partire da ima esplicita confessione di fede cristiana, è aperto a chiunque è disposto a definirsi oggi come
«affamato e assetato di giustizia».
Note di laicità* è il titolo di
un «Quaderno» delle Edizioni
Fedeltà di Firenze. Esse riprendono il proprio nome
dalla rivista che esce, mensilmente e che si presenta come
improntata proprio alla laicità. In effetti il quaderno, che
porta la firma di Marcello Vigli, riprende il concetto in varie sue accezioni: «Laicità come ideale- scrive l’editore
Mario Affuso - e come diinensione delle chiese (».), fatica a
rapportare costantemente
cultura e Vangelo, salvezza e
storia. Laicità quale condizione per una evangelizzazione
che tenda a porre ,la parola di
Dio (...) in rapporto e in dialogo con tutte le situazioni
umane». Il lavoro di Vi^i si articola in agili capitoletti che si
propongono di arrivare a una
ridefinizione del concetto: esso infatti sconta una accezione tutta negativa (il papa ha
definito laici coloro che nella
chiesa «non fanno parte del
clero»). Occorre dunque cercare una valenza positiva al
termùie: la laicità sarà disponibilità al dialogo e a calarsi
nella storia relativizzando i
propri assoluti; laicità è anche
e soprattutto un metodo; è,
infine, una cultura, che si costruisce solo insieme agli altri.
Makcello Vicaj: Note di laicità.
Firenze, Ed. Fedeltà, 1995, pp 36,
£ 10.000.
Caduta dei miti trionfaiistici dei sociaiismo
S* Dal 1988 i Convegni di Mezzano
impegno di testimonianza
Noi, credenti evangelici e
cattolici, riuniti a Parma il 25
marzo 1996 per costituire ufficialmente il Centro studi
per il cristianesimo sociale,
nel riprendere la felice tradizione dei «Convegni di Mezzano», dedicati fin dal 1988
all’analisi delle problemàtiche connesse con la costruzione di una «società libera,
giusta e solidale» e con una
rivisitazione delle tradizioni
socialiste da un punto di vista evangelico,
dichiariamo di volerci ricollegare idealmente e spiritualmente a quei movimenti
detti «di socialismo cristiano»
che da tre secoli accompagnano in modo critico e propositivo l’evolversi delle moderne società di massa;
siamo preoccupati per il dilagare di un materialismo
pratico fondato sui miti del
denaro, del successo e della
competizione selvagge, e per
;i fortissimi rischi di involu-zione autoritaria preseiiti
nella società italiana;
riteniamo che non sia possibile riproporre le formule
«socialiste» che hanno pesato
su tanta parte del nostro secolo, né che sia lecito sogna
re la rinascita di una «società
cristiana», la quale altro non
sarebbe che una aggiornata
versione occidentEde del mito
integralista:
ci impegniamo in un lavoro
di studio e di aggregazione
allo scopo di rivalutare e riqualificare i numerosi elementi positivi che si possono
rinvenire nelle varie tradizioni socialiste ma altresì in
quelle liberali;
chiediamo raiuto-delle sorelle e dei fratelli di tutte le
confessioni e di tutte le tendenze in vista di una limpida
'testimonianza cristiana che
sia svincolata da compromissioni col potere ma non si limiti a rispondere a quell’ansia di salvezza che torna a
farsi sentire nel cuore delle
società sviluppate come neUe
immense periferie del mondo odierno;
proponiamo a questo scopo la cura e l’affinamento di
una spiritualità biblica che
sia radicata nella preghiera e
sbocchi in una azione sociale
paziente e costante, ispirata
aU’insegnamento dei profeti,
alla Parola di Gesù e alla
prassi della primitiva comunità apostolica.
CENTRO CULTURALE VALDESE
Un settore da conoscere meglio
MARCO ROSTAN
SONO già trascorsi sette
anni dalTinaugurazione
del Centro culturale valdese,
che nel 1991 è diventato unà
Fondazione istituita per iniziativa della Tavola valdese
e della Società di studi vaidesi avente come fine statutario la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale
della Chiesa valdese. Numerosi sono stati da allora i lavori e i miglioramenti strutturali: in primo luogo per la
biblioteca e per il museo
storico, con dotumentazione in quattro lingue, poi per
il museo delle Valli inaugurato nel 1991 e per lo spazio
espositivo della- sala Paschetto: naturalmente molte
cose restano da fare pèr migliorare il servizio e le attività del Centro. Queste ultime, oltre ai musei e alla biblioteca, consistono essenzialmente nella formazione,
nelle mostre, neU’editoria.
Nonostante il crescente
numero di «utenti» del Centro (dalle migliaia di visitatori dei musei ai circa 300
insegnanti coinvolti quest’
anno nei corsi di aggiornamento, alle centinaia di frequentatori della biblioteca)
la realtà, l’importanza del
Centro non sono sufficientemente avvertite in primo
luogo dalle chiese; vi è stato
probabilmente nel passato
un difetto di informazione e
di coinvolgimento, al quale
si sta cercando di ovviare,
fra l’altro anche con una circolare inviata in queste settimane ad un indirizzario
purtrojjpo ancora un po’ ristretto (per i soliti problemi
di costo). Oltre a descrivere
le attività nei vari campi e a
sollecitare nei loro confronti,
un adeguato sostegno, la
circolare si conclude con un
bilancio e alcuni interrogativi che ci sembra vadano
raccolti.
1) il fronte della' cultura si
sta rivelando uno dei settori
di maggior dinamismo delle
nostre comunità; lo dimostra lo sviluppo delle attività
non solo del Centro, ma di
tutti i centri culturali disseminati in Italia e in cui si è
avviato di recente un programma di coordinamento
fruttuoso e interessante.
Dopo aver condotto una
lunga riflessione in campo
diaconale e realizzato opere
di notevole peso in quel settore ci affacciamo ora al
mondo culturale, anche
perché nella società moder-na é questo uno dei settori
più dinamici e in espansione. Il quesito di fondo che
abbiamo dibattuto m alcuni
incontri estivi è quello della
finalità di questo impegno:
informativo o evangelistico?
Non è questione di poco
conto se si considera il fatto
che negli ultimi anni il -numero delle persone che visitando i nostri musei entra in
contatto con 1^ realtà evangelica si aggira Sui dodici o
tredicimila.
2) A questa si deve però
affiancare una considerazione di carattere opposto:
la scarsa sensibilità delle
nostre comunità alla realtà
culturale. Che gli italiani
siano un popolo di non lettori e di teledipendenti è
notorio, e forse siamo determinati dal clima del paese
anche in questo. Le nostre
assemblee dibattono tutti i
problemi, ma il momento in
cui si affronta il problema
degli strumenti culturali
della nostra testimonianza
sono rari. C’è rispondenza
su tematiche generali, ideali: T8 per mille, la politica, le
opere diaconali: molto meno presente é urgente è la
questione culturale.
Per quanto concerne il
Centro, di questa situazione
si hanno prove quotidiane:
molti ignorano la sua stessa
esistenza, altri non si curano di saperne di più o di
servirsi degli strumenti che
può offiire. Forse questa situazione è imputabile anche a noi che non abbiamo
I saputo farci sentire e far conoscere la nostra realtà.
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 24 MAGGIO igM^iizic
iiS:
f
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li}
m
A colloquio con il pastore Valdo Benecchi, presidente dell'Opcemi
I metodisti riflettono sulla propria identità
Nell'appuntamento annuale di Ecumene non si tratterà tanto di riesumare una
tradizione ma di valorizzare le specificità e il dialogo interdenominazionale
In vista dell’annuale Consultazione metodista che si
terrà ad Ecumene dal 31
maggio al 2 giugno, abbiamo
rivolto al pastore Valdo Benecchi, presidente delrOpcemi, alcune domande.
- Presidente, a quasi un
anno dalla sua elezione a responsabile dell’Opcemi, può
già fare un bilancio in vista
delia prossima Consultazione
metodista?
«Quello trascorso è stato un
anno intenso e faticoso in cui
mi sono impegnato per ren- '
dermi conto della situazione
in cui rOpcemi opera. Difficile fare ora un bilancio, anche
perché potrebbe essere poco
confortante. Ciò che più mi
preoccupa è la situazione finanziaria che è veramente
pesante. Nel corso delle visite
alle chiese e nella prossima
Consultazione, come Comitato permanente abbiamo pun. tato e puntiamo su una maggiore presa di coscienza e sulla volontà di una maggiore
assunzione di responsabilità
a tutti i livelli. L’imperativo a
cui nessuno può sottrarsi è di
contribuire a costruire un rigoroso piano di risanamento
per mettere sotto controllo il
crescente indebitamento e
per arrivare al più presto a im
pareggio di gestione. Deve essere un impegno vincolante
per tutti se non vogliamo arrivare al punto di mettere in
forse il futuro stesso della
presenza metodista in Italia.
Alcuni se^i positivi incominciano a giungere. Nella misura in cui sapremo far fronte a
questa sfida potremo anche
ricevere segni concreti di solidarietà da parte della famiglia
metodista mondiale».
- La Consultazione ha un
programma molto intenso,
pensa di concentrarla su al
Un momento dei lavori della Consultazióne 1994
cune tematiche o affrontare
veramente tutti gli argomenti
all’ordine del giorno?
«La mia speranza è che tutte le tematiche in calendario
siano affrontate anche perché
intimamente intrecciate fra di
loro. Se dovessi indicare delle
priorità direi: il significato
della presenza metodista oggi
in Italia, la situazione finanziaria che non può prescindere da una riflessione sul futuro delle nostre opere e da una
valutazione attenta dei nostri
rapporti con l’estero. Mi auguro davvero che i delegati alla Consultazione (che, come è
noto, non è riservata esclusivamente ai metodisti) arrivino con degli spunti di riflessione già maturati nelle prò-,
prie chiese. Spero che arrivino con la necessaria determinazione a fare anche uno
sforzo di fantasia per individuare insieme delle soluzioni
positive ai problemi che sono
stati sollevati».
- Un punto, però, l’ha messo a fuoco ed è un punto alto:
quello dell’identità metodista.
Pensa che si possa concludere
con questo tema oppure la
Consultazione potrà essere un
punto di partenza?
«Il punto più alto della nostra riflessione sarà indubbiamente la riflessione sull’
identità metodista. Non deve,
però, risolversi in una riesumazione di una tradizione, di
alcuni valori anche se interessanti. Non vedo bene a
che cosa servirebbe mantenere un contenitore, oltre
tutto molto costoso, a cui
non corrisponda un adeguato contenuto. Se non ci sentiamo più metodisti, se siamo
convinti che non sia più necessario esserlo, non è più il
caso di sottrarre energie e risorse ad altri campi ecclesiastici nei quali potremmo trovarci più a nostro agio. Ha,
dunque, senso continuare a
essere metodisti? Se non è
così quali sono le specificità
della nostra predicazione,
della nostra spiritualità? Abbiamo ancora una nostra
proposta?».
- Può essere fatto un discorso di identità solo per quella
metodista, oppure va posta
Mondovì: un incontro di dialogo e ascolto reciproco
Le religioni unite per la pace
HERBERT ANDERS
CI si stupisce ogni volta
che un incontro religioso, organizzato frettolosamente e dal contenuto non
precisamente definito è in
grado di attrarre una vasta
partecipazione. Circa 150,
prevalentemente fra i 20 e i
30 anni, le persone che venerdì 3 maggio erano presenti nella sala del Centro di
accoglienza Beila di Mondovì, per un incontro interreligioso organizzato dal Movimento dei focolari insieme a
una piccola comunità buddista, a un rappresentante di
un gruppo musulmano e alla
locale Chiesa evangelica.
Ispirato alla «Settimana per
un mondo unito», indetta dal
Movimento focolare, rincontro si proponeva di mettere
in dialogo i diversi gruppi religiosi. Un dialogo che in
questo primo approccio consisteva anzitutto nella manifestazione della possibilità di
riunirsi nonostante la divaricazione delle singole fedi e dì
ascoltare le posizioni altrui
illustrate in brevi interventi.
Tutte le relazióni echeggiavano l’indispensabilità di
continuare il dialogo già esistente tra alcime chiese o, in
altri casi, di iniziare dal nulla
il cammino di una reciproca
conoscenza, affinché l’umanità possa realizzare una «vera» vita, garantita da una pace nella quale le religioni non
siano più strumentalizzate
per incentivare lo spirito di
divisione che porta al disprezzo reciproco e alla
guerra. Lo stesso messaggio è
stato anche ribadito da due
momenti di carattere simbolico. Prima di iniziare, i rappresentanti delle diverse religioni sono confluiti al centro
di un cerchio formato dai
presenti, ciascuno portando
una fiaccola che ha contribuito con le altre ad illuminare il buio dèlia sala. Le
fiaccole sono state posate nel
mezzo di un grande pannello
di legno che vedeva ai suoi
quattro angoli i pezzi di un
muro di divisione tra i diversi
Per la
pubblicità
su
tei. 011-655278, fax 011-657542
campi religiosi. Alla fine questo muro divisorio è stato
frantumato e trasformato in
una grande colomba di pace,
con le fiaccole nel mezzo.
Ricco di parole e gesti significativi, l’incontro è stato
arricchito da preghiere, canti, testimonianze e silenzi, e
ha lasciato una forte impressione nei presenti. Impressione rispecchiata nel quadro conclusivo della colomba contenente il fuoco al suo
interno: una colomba di pace che viene tenuta in volo
dalle grandi energie delle religioni. Purtroppo queste
energie vengono spesso
sfruttate per incentivare fondamentalismi e integralismi,
invece di essere utilizzate come slancio vitale per la realizzazione di un mondo che
possa trovare, nelle sue diversità, la pace delle comunione.
Chissà se questo incontro
sarà seguito da altri? Chissà
se le diverse chiese e comunità sapranno immettere
qùesti entusiasmi nel carattere istituzionale della loro
esistenza? Sarà possibile costruire la pace a partire dal
dialogo tra le religioni? Il
tempo è favorevole per l’instaurazione di nuovi rapporti. Lo slancio della fede può
farci camminare su strade a
noi sconosciute. Lo spirito di
entusiasmo per la realizzazione di un mondo che Si
manifesti unito, irradiato in
questo incontro dai giovani
focolarini, ci sarà sicuràmente di grande aiuto.
assieme a quella di altri evangelici a cominciare dai valdesi
e dai battisti per rimanere in
ambito bmv?
«La riflessione sull’identità
metodista non avrebbe senso
se fosse fine a se stessa. Non
ha fini denominazionali. Essa
si colloca nel quadro dei rapporti con le altre chiese evangeliche a cominciare con
quelle valdesi e battiste in vista di un comune progetto di
testimonianza. Il problema è:
quale potrebbe essere il contributo specifico del metodismo a questa comune appassionante avventura? I primi
ad essere delusi da una nostra mancanza di contributo
sono proprio i nostri compagni rii viaggio, di collocazione. Non è difficile cogliere attorno a noi un senso di partecipata attenzione a questo
problema.
Negli ultimi mesi, proprio
in vista della Consultazione,
ho sollecitato colleghi, chiese, amici ad inviarmi dei contributi su questo tema. Tutte
le risposte mi hanno fatto riflettere. Ce n’è una in particolare che mi ha anche rinfrancato ed è la conclusione
di un interessante scritto di
Giancarlo Rinaldi: “Ho la netta sensazione che il Signore
stia in questi giorni parlando
al popolo metodista italiano
in maniera particolare. Le
grandi rivelazioni di Dio avjiengono sempre nel deserto.
E il deserto che la nostra
chiesa sta attraversando (voglio dire le attuali difficoltà)
non dev’essere più il luogo
della crisi e della sofferenza,
bensì l’occasione di un incontro con Dio. Per chiarire
la nostra identità, per riprendere il nostro posto e la marcia dove Dio, ed egli soltanto,
intende condurci’’».
Pinerolo
Un anno
di transizione
Questo è stato un anno di
transizione per la nostra
chiesa. Dopo la partenza dei
pastori Bruno Tron e di Erika
Tomassone è arrivata dalla
Germania Anne Zeli, che si è
trovata sola in un ambiente
nuovo. Con la forza che le ha
dato la comune fede evangelica si è ben inserita fra noi:
Per quanto riguarda la predicazione ha trovato l’aiuto del
pastore Tourn che una volta
al mese dà la sua apprezzata
predicazione, e con lui hanno collaborato il pastore Bruno Corsani, il pastore Paolo
Ribet e i predicatori locali Aldo Garrone, Giovanni Long e
Franco Siciliano.
Domenica 26 maggio, giorno di Pentecoste, saranno
battezzati o confermati Elisa
Bolognesi, Marco Colleoni,
Davide Gardiol, Ivan Genre,
Elisa Mosca, Alberto Paschetto. Chiara Pons, Paola
ed Enric Rochon, Cinzia Solerà, Fabrizio Tron. Accogliendo questi giovani nella
comunità auguriamo loro di
sentirsi partecipi nella vita
della chiesa.
Rappresenteranno la nostra comunità alla Conferenza distrettuale Anna Bosio,
Loretta Cardon, Vanda Peyronel (supplente Graziella
Fornerone), al Sinodo Mariangela Anrico e Giovanni
Long (supplente Graziella
Tron). Chiediamo a Dio di rimanere vicini alla famiglie di
Ivonne Roman e Giorgia Pipino, decedute ultimamente.
M Dal 31 maggio al 2 giugno
La Consultazione metodisfa
rdnimei
; Lfdito«
Dal 31 maggio al 2 giugno
si terrà ad Ecumene l’annuale Consulteizione metodista,
un’assemblea convocata dal
Comitato permanente dell’
Opcemi per discutere con
ampiezza i temi di interesse
generale per le chiese e le
opere metodiste in Italia. Le
indicazioni e proposte che
emergono dalla Consultazione possono essere assunte
dal Comitato permanente e
utilizzate sia per i compiti
che sono propri di questo organismo sia per la sua relazione al Sinodo.
Alla Consultazione partecipano due rappresentanti per
ogni chiesa e opera metodista, i pastori e i diaconi metodisti, i pastori e diaconi vaidesi e di altre denominazioni
evangeliche in servizio presso chiese e opere metodiste,
gli studenti metodisti di teologia, i predicatori e predicatrici locali metodisti, i membri metodisti di commissioni,
comitati. Consigli di circuito.
Commissioni esecutive distrettuali, di Commissioni e
comitati interdenomi
nali ed esteri, i membri*^
disti della Tavola, il mo*
tore, i membri del Couiii
permanente e le per
esso invitate.
Per informazioni sulla
tecipazione, il costo (
medesima e i materiali ^
per il dibattito, ci si può jj
gere all’ufficio deU’Opcen,
Roma: tei e fax 06-4743695
Il programma previsto^
seguente:
- venerdì 31 maggio;
per cena e poi culto p;
duto da Febe Cavazzuti;
-sabato 1“ giugno:ai.
tino relazione del Comi
permanente dell’Opce
dibatito, al pomeriggio op
e temi economico-amt
strativi, alla sera conce,.,
cura della corale dela Cfli
metodista coreana di Roi
- domenica 2 giugno;
clusione del dibattito, p
sentazione delle candidai
al prossimo Sinodo, culu
rinnovamento del Patto,
partenze sono previste
il pranzo.
Cronache
MEANA DI SUSA — Domenica 12 maggio la chiesa battista
Meana ha festeggiato il 102“ anniversario della predici
ne dell’Evangelo nel paese. Erano presenti fratelli e S(
di una ventina di comunità battiste, valdesi, avventisti
fratelli e libere, provenienti da tutta la Valle di Susa, daTj
rino e cintura, dalle valli valdesi, circa 250 persone. Haiiiii
allietato il pomeriggio la corale della Chiesa awentistìj
Torino e i gruppi musicali delle comunità dei frateUi diTo
rino, via Virle e di Collegno, via Latina.
VENEZIA — Quest’anno l’ormai tradizionale incontro ddij
nerdì di Pasqua tra le varie comunità evangeliche dell^
stra zona ha avuto luogo nei locali di culto della chiei
via Cavallotti con la predicazione della pastora Laura
ne; ha partecipato una quarantina di persone (Viddei
metodisti, battisti e avventisti).
POMARETTO — L’assemblea di chiesa ha eletto come di»
na nel Concistoro con funzioni di cassiera la sorellaAi®
Genre, ha rieletto le anziane Anita Long (Masselli) e Vita |fverd(
Pastre (Inverso). Deputati al Sinodo sono stati elettiPfflll
Corsani e Vilma Pastre (supplente Marinella Barai); pd
Conferenza distrettuale sono stati eletti Anita Long, *
nella Barai e Romildo Collet (supplenti Viola Resti
Giovanni Refoum).
• La Domenica delle Palme sono stati confermati Sei
Balma, Daniele Breuza, Kathuscia Breuza, Alex Fei
Simona Ferrerò, Simona Ribet, Valentina Tron, ® ^^Knoa]
ricevuto il battesimo Daniele Corsani, Luca Coucoui* Ij*'
Elena Jahier, Tatiana Pìvaro. direi
'/dell’
^elli
iuell
proti
ìfispi
Ìpubt
FRALI — Nel corso di questi mesi la comunità di Frali haafi r sco i
più occasioni per conoscere meglio i propri ragazzi con,« S| ®to
l’altro, la serata «Guerra, non più guerra»: un denso^ ^
saggio di pace. Ultimo intervento, il culto del 12 mw A
condotto dai catecumeni con la partecipazione della s®' • sitiu
la domenicale. Abbiamo ascoltato con molta attenzioni ,'pres
fatto nostro il loro pensiero sulla creazione. A questi pn™ vètr
ni va il nostro grazie, non solo per le parole che ci ha® / non
detto ma anche per la gioia e l’impegno che hanno niaw Imposi
stato nella preparazione di questo momento comunità» ^ ziat
■tanti
Nella collana «Nostro tempo» è uscito
Noi siamo chiesa
Un appello dal popolo di Dio:
«Più democrazia nella Chiesa» ^
' Introduzione e appendice dì Luigi Sandri ì,\_
; pp 24q, L 28.000
«Nói siamo chiesa» è un'iniziativa che, nata nel
Austiìa e Germania, si è diffusa nella Chiesa
vari paesi europei ed ora anche in
usa e Canada, avanzando un’esigenza di corresponsabilità e dì
democrazìa nella Chiesa cattoli' ca. Cappello chiede una firma
personale come segno di consa(^(^e impegno verso il rafforzaménto del «primato» del «popolo
CH Db» come aveva sottolineato il
Vaficano H. Il grido di mi^i di cattoNci dedsi a non delegare più alta gerarchia ogni toro
diiittOKÌovere di battezzatì.
VIA PRirtcìPE i *
VËL 011/668.98.04 - FAX 011ÄS0.43.94 -
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Ione In abb. postale/50 - Torino
-iflgo di mancato recapito si prega restituire
^^nte presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
Fondato nel 1848
enortil.
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del Patto,
Dreviste do
esa
la predica
atelli e son
iwentiste,c
;'fiitenso fine settimana per Pomaretto che ha ospitato una
iautrita delegazione di Mirabel-et-Blacons, cittadina francese
con cui il Comune della vai Germanasca si sta avviando al
gemellaggio. Oltre a vari momenti di festa, agli incontri ufficiali, alla partecipazione a concerti e manifestazioni sportive, le giornate si sono caratterizzate anche per gli aspetti
culturali, la visita ai luoghi caratteristici della valle e rincontro fra gli insegnanti delle scuole elementari impegnati in
un progetto di lavoro sul territorio. Si stanno inoltre valutan^do le modalità per aiutare una scuola elementare di Biach,
neU’ex Jugoslavia. Ulteriore tappa verso il gemellaggio ufficiale sarà il week-end del 22 e 23 giugno quando i cittadini
(fi Pomaretto restituiranno la visita in territorio francese.
A
Delle "^lli
VENERDÌ 24 MAGGIO 1996
ANNO 132 - N. 21
URE 2000
Un vivace dibattito sta
coinvolgendo a Luserna
San Giovanni cittadini, operatori scolastici, amministra-,
tori dopo che il Comune ha
comunicato di voler accrescere il proprio contributo alla
scuola materna Sacro Cuore
come risposta ai problemi gestionali dell’istituto privato. È
evidente chp ne potrebbe derivare un ulteriore disinvestimento nella scuola pubblica
(attualmente sono 15 i milioni annui stanziati a favore di
tutte le scuole dell’Obbligo, di
cui 1,5 per materna ed elementare, 73 milioni andrebbero alla scuola privata).
Ha forse qualche senso in
queste condizioni aspettarsi
un beneficio dalla concorrenza tra le due scuole? Bisogna
SCUOLA PUBBLICA E PRIVATA
CONCORRENZA?
OIAMPAPLO CLERI
riscoprire il valore della scuola pubblica che non è un semplice servizio che possa essere dato in concessione ai privati, né un’attività economica
che possa funzionare meglio
in regime di concorrenza: è,
come diceva Piero Calamandrei, un organo costituzionale
che svolge funzioni istituzionali non delegabili ai privati.
La scuola non è un supermercato della formazione perché
il diritto all’educazione e
all’istruzione è un diritto primario dell’individuo.
Del resto la stessa Costituzione italiana impone' allo
stato di attivare un’organizzazione capace di aecogliere
tutta la popolazione in età
scolare; altre scuole possono
affiancarsi ma non sostituirsi.
La scuola è lo strumento per
la trasmissione dei vqlori della Costituzione, libertà, lai
cità, solidarietà, formazione
alla responsabilità.
È urgente ripetere un no al
finanziamento alle scuole che
operano anche bene, ma, in
coerenza con i propri valori e
principi di parte. Bisogna sottolineare l’urgenza di una radicale riforma della scuola
pubblica per supprame le disfunzioni, bisogna cambiare
rotta rispetto alla politica della «razionalizzazione» che ha
portato alla chiusura di scuole, agli accorpamenti, alla riduzione di personale e delle
ore di sostegno a favore dei
portatori di handicap. Occorre reinserire la scuola in quella réte di servizi volti alla
persona, rivalutandone il ruolo di formazione a favore dei
cittadini più giovani.
5usa,dal
Í Rifiliti e ambiente
•atelli dilof?. , , •
Un piano per
mtro delï^ ' » * ‘ ■ ■ "
iacS incielare la
a Laura
le (valdei
carta bianca
Si discute dell'utilizzo dei finanziamenti regionali per le Comunità montane
Promuovere lo sviluppo delle vallate alpine
PIERVALDO ROSTAN
;rmati Sei
Alex Fen
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Frali ha avu»
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comunii
} come cmcii'i jjpnizierà le prossime setti1 sorella^IJjPane l’operazione «Ufficio
sselli) e Vite Brille» promossa dal consoriti eletti Pai ! f zioAcea di Pinerolo. Oggetto
i Barai); pw ^ dell’operazione è la raccolta
aLoi^iM®; della carta bianca, ovvero
iola Rosta», ' 'Quella ingente mole di residui
^fodotta neH'ambito delle più
isparate attività degli uffici
obblici e che spesso sfuggo- rila raccolta differenziata,
a Couconwf > necessità - spiega il
direttore dell’Acca, Francesco Garcioffo oggi occorre
dirottare dal normale flusso
dei rifiuti in discarica la magie! 12 ma®* ’ : ,^ore quantità possibile di rene della so® sidui che possono ancora rapa attenflo® t ;^esentare delle risorse; carta,
^ questi già'" vetro, plastica. Fra l’altro il
checihffl^ ñon attivare tutte le forme
Jwsribili di raccolta differenàata andrebbe a colpire diretlaniente le tasche dei cittadini
[ con le tasse che andranno a
igravare su ogni kg di rifiuti
lattato in discarica».
La «carta bianca», fra le
^ Varie tipologie di rifiuti è
f Ijiella che riveste maggiore
l^fflteresse nell’ottica del rici' contatti opportuni presi
con le ditte che operano nel
Settore della macerazione
eonsentiranno di spuntare
Si remunerativi per una
Ita di qualità. E siccome
f8 qualità non è raggiungibile
con i semplici contenitori
0 le strade dove troppi
idini. gettano ancora altri
lotti, ecco dunque la pro)sta agli enti pubblici. Nei
ihiicipi disponibili verranno
vÌJ®^llati appositi contenitori
’Ohe Verranno svuotati da coq^ Perative di volontariato soj,9tale, senza costi aggiuntivi
'f Comuni. Ancora altri
; Uffici di pubblico interesse
PtSrebbero essere successivaùtente coinvolti neH’iniziati''u. così come le scuole, da
®®thpre grandi produttrici di
da macero.
Uti provvedimento relativa®ente semplice, che può es^re utile e educativo.
Oltre un miliardo di lire
arriverà alle tre Comunità montane del Pinerolese
dalla Regione Piemonte per
«promuovere lo sviluppo socio-economico delle vallate
piemontesi». La cifra è stata
comunicata recentemente e
sarà suddivisa in due tranches; in tutta la regione arriveranno 15 miliardi. «Gli imprenditori agricoli - dice la
giunta regionale - potranno
così beneficiare di fondi per
le piccole opere concernenti
le proprietà agro-silvo-pastorali. Per piccole opere si intendono interventi che non superino complessivamente
l’importo di dieci milioni per
beneficiario». La Regione si
aspetta che entro aprile del
’97 le Comunità montane presentino il primo programma
pluriennale per gli interventi
di sistemazione idrogeologica
e idraulico-forestale: un programma quinquennale che dovrà contenere anche un quadro economico di previsione e
l’indicazione delle priorità.
Dunque oltre un miliardo
arriverà a Pinerolo e Valli; la
Una veduta di Salza
distribuzione ha tenuto conto
della superficie e della popolazione montana. In vai Pellij
ce arriveranno 120 milionidalia prima tranche e 259^
dalla seconda, alle valli Chisone e Germanasca 154 milioni e 386, alla Pedemontana
80 milioni 4n prima battuta 'e
111 con il secondo contributo, in tutto .1.112 milioni. La
notizia è recente e dunque gli
esecutivi non hanno ancora
elaborato criteri di assegnazioni né moduli per le domande da parte degli agricol
tori. Ci sono però molte idee
sulla gestione del territorio,
talvolta anche progetti già redatti critiche ai metodi seguiti dall aRegione.
«Sono contrario a finanziamenti a pioggia - dice l’assessore all’Agricoltura della
Comunità montana vai PelUce. Mauro Pons -; preferirei
che i fondi venissero utilizzati per progetti precisi, anche
di una certa dimensione. Se
penso a quanto discusso in
questi mesi mi riferisco al sistema di irrigazione, al recu
pero in senso agrituristico di
qualche borgata, alla prossima apertura di Jin centro di
vendita di prodotti locali a
Luserna, alla necessità della
cantina sociale di Bricherasio
di trovare una nuova sede».
Anche Claudio Rivoira, assessore della Pedemontana,
pensa al settore vitivinicolo e
afferma; «Ora che si è ottenuto la Doc per i nostri vini
dobbiamo lavorare per là
massima specializzazione
possibile delle produzioni locali. Stiamo poi ultimando la
carta forestale con il relativo
piano di forestazione. Sono
da sistemare i boschi pubblici
di Cumiana e Pinerolo ma anche i privati: basti pensare alla precarietà di quelli di Prarostino percorsi dairiiicéndio
qualche anno fa e oggi causa
di grave degrado e di frane».
E su forestazione e pulizia dei
torrenti punta l’indice anche
l’assessore della vai Chisone
Gino Long: «Abbiamo una
cooperativa sorta con l’intento di intervenire nella gestione dei boschi e del territorio;
stiamo studiàndo anche possibili usi alternativi della risorsa bosco».
1
Il giornale La Stampa di sabato 18
maggio presentava una cartina dei
collegamqnti stradali tra Torino, Pinerolo, Torre PelKce con la diramazione Cavour. Immediata la curiosità di scoprire
che cosa questa proponesse. Ecco il testo: «Breve gita (120 km) in questo fine .
settimana, in due località in'cui si svol■ gono manifestazioni dedicate alla smitizzazione o al culto del fisico. A Cavour,
dopo 28 anni di pausa, ritorna il concorso intemazionale 4ei grassoni, riprende una tradizione nata nel 1948; a
Pinerolo si riuniscono, i campioni del
body building e le stelle dell’aerobica
italiana. Il tutto condito da tappe culturali in terra valdese».
Confesso che, avendo letto sull’ultìmo
numero dell’Eco delle valli il contnbuto
di Italo Pons dal titolo «Fossili mai» in
cui si accennava proprio alle problematiche dei visitatori alle Valli, sono nmasto
perlomeno perplesso dall’idea che la terra valdese possa servire di condimento al
IL FILO DEI GIORNI
CONDIMENTO
BRUNO BELLIOM
pranzo dei grassoni o alle manifestazioni
di body building, senza contare la proposta di toe una sosta presso un noto ristorante di Torre Pellice per gustare i piatti
della cucina valdese. Ecco, mi sono det-^
to, almeno finché esiste uria cucina valdese non si è fossili. Si è condimento.
Così ci vedono gli altri. Occorre prenderne atto. E Torre Pellice si inserisce,
sia pure con la caratteristica «cultufale»,
allo stesso livello di altre manifestazioni.
Non voglio con questo dire che le manifestazioni di Cavour o di Pinerolo non
abbiano una loro dignità, ma penso che
valga la pena di riflettere. Forse proprio
l’articolo di Italo Pons ci può dare un’indicazione: nel passato possiamo e dobbiamo guardare, ma per andare avanti. In
passato c’è stata una resistenza all’assimilazione che aveva sue caratteristiche e
necessitava anche di personaggi come
Gianavello o Amaud, oggi deve esserci
una medesima resistenza ad altre forme
di assimilazione e di assorbimento, in cui
le anni non possono essere né la spada
né le colubrine, ma una buona-conoscenza delle proprie vicende e soprattutto un
legame autentico con l^ radici della fede,
con l’Evangelo che solo può dare un senso al nostro esistere.
Vi è nel Nuovo Testamento una bella
parabola in cui si parla di condimento:
Gesù, rivolto ai suoi discepoli, dice «Voi
siete il sale della terra». E aggiunge;
«Ma se il sale diviene insipido, con che
lo si salerà? Non è più buono a nulla, se
non a essere gettato via e calpestato dagli
uomini». È questo, e soltanto questo, il
condimento della cucina valdese.
ìn Questo
Numero
Luserna S. Giovanni
Oltre alla questione della;
sovvenzione alla scuola
, ihatema privata del Sacro
„■Cuore, il Consiglio comune ha affrontato un altro
fffoblema sollevato dalla
minoranza dì sinistra: la
■Creazione di qn Centro»
jiovanile che era stata pre*?
iste nei locali della ex
stazione ferroviaria.
, ]’ Il
Pianta organica
Vivace discus'sione nel
Consiglio della Comui^^
■inontana valli Chisorte e
■Germanasca, in meriti:al
¿progetto di ampliaraepto
^ella pianta c»ganica, ’p^
^isto daH’amministraziot
ìpe. La minoranza ha ipotizzato delle iifogolarlta, e
klla ,fine è stata ritiri^ la
|jroposta di delibera, f ,:
Raccolta funghi
f^ono stati resi pubblici
dalle Comùnità monme i
prezzi per i tesserini annuali relativi rdla raccolta
fuilghi. I soldi derivati
da queste tariffe fmanzie-.
ranno atiività legt^ al territorio (rimboschimento e
piste forestali per le valli
Chisone e Gtìmanasca, tutela ed educazione aaibientale in vai Pellice, ripristino di fontane e sentii per quanto riguarda la
Pedemontana. t
Pagina H
Parchi
Memtre in vai Pellice
l’ipotesi della ciearione di
un parco naturale è ancora
alla fase del dibattito tra
associazioni e interlocutori
pubblici, si pjula di possibile ampliamento del Parco ^Ua vid Tronoea e nasce ripotòri di un’area tutelata fin i Cpmuni di Cn
iniana e di Pinerolo.
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TORRE PELLICE-GUILLESTRE: 41 ANNI DI GEMELLAGGIO — Si rinnoverà sabato 25 e domenica 26
maggio il gemellaggio fra le cittadine di Torre Pellice e
Guillestre in Francia con un programmai ricco di appuntamenti. Incontri sportivi, appuntamenti culturali e spettacoli
saranno parte centrale di una «due giorni» che per i torresi
inizierà all’alba di sabatò con la partenza in pullm^. Alla
trasferta parteciperanno la banda cittadina e il coro «Les
Harmonies», che, a Guillestre presenteranno dite spettacoli.
Ma la lunga serie di incontri italofrancesi, iniziata 41 anni
fa, proseguirà fra poche settimane con Tarrivo a Torre Pellice di una folta delegazione di «boscaioli» d’oltralpe per "
una nuova giornata di festa.
INCIDENTE DI VOLO: MUORE PINEROLESE — Grave incidente giovedì mattina all’aeroporto df Cuneo Leyal
' digi; un piper, piccolo aereo da mrismo dell’aeroclub Provincia Granda, pochi istanti dopo il decollo è precipitato,
per cause ancora da stabilire nei campi che circondano
l’aeroporto cuneese. I due occupanti il piccolo velivolo, il
pilòta istrattóre Luigi Canaveri, 42 armi e l’allievo, Emilio
Valletti, 47 armi, di Villar Perosa, sono morti nell’impatto.
Valletti era già in possesso di un primo brevetto da pilota e
stava volando in vista del brevetto per gli atterraggi di
emergenza. SulTuogo sono accorsi i vigili del fuoco di Savigliano. Possano e Cuneo e i carabinieri di Savigliano.
ESTATE: TRENI SOSTITUITI DA PULLMAN — Anche
la linea ferroviaria Cuneo-Saluzzo è fra le dieci che la scorsa settimana le Ferrovie del Piemonte hanno elencato fra
quelle a scarso traffico nei mesi estivi. Nel periodo luglioagosto i treni saranno così sostituiti dalle autolinee.
MAGGIOLIBRI — Il 25 e 26 maggio si conclude «Maggiolibri a Pinerolo», il programma della «bancarella» del libro
pinérolese, manifestazione in cui verranno esposti libri
aventi come oggetto il Pinerolese o pubblicate da case editrici pinerolesi, prevede la presenza di vari pittori che illustreranno dal vivo la manifestazione. Domenica 26, poi, alle ore 16 in piazza San Donato, il «Teatro Aiegre» metterà
in scena uno spettacolo con le sue marionette. Alcuni
membri del Club fotografico Pipino seguiranno la passeggiata per fotografarne i momenti più significativi.
PRAROSTINO: SI COSTRUIRANNO NUOVE CASE AL
ROCCO — Un piano edilizio che consentirà la costruzione
druna ventina di villette a schiera nella frazione Rocco di
Prarostino è stato approvato dal Consiglio comunale; oltre
alle abitazioni nella zona dovranno essere realizzate opere
di urbanizzazione e servizio come parcheggi, collegamenti
pedonali con la vicina scuola, zona per la raccolta Muti.
PINEROLO: ACCERTAMENTI TOSAP — Il Comune di
Pinerolo ha reso noto che nel periodo maggio-dicembre
dell’anno in corso si provvederà agli accertamenti della
tassa sul territorio comunale, la Tosap. Gli accertamenti
verranno svolti dalla ditta Aipa, a cui è stato affidato, da
parte del Comune stesso, l’appalto del servizio riscossione
della tassa di occupazione spazi e aree pubbliche.
PINEROLO: ORARIO BARBIERI — Il Comune di Pinerolo ha ridefinito gli orari di apertura degli esercizi di barbiere, parrucchiere ed estetista. L’apertura antimeridiana sarà
dalle 8 mentre la chiusura avverrà non oltre le 20. Entro i
limiti giornalieri individuati ogni esercente ha facoltà di
scegliere l’orario di apertura che intende adottare con l’obbligo di effettuare non meno di venti ore di apertura settimanale. La chiusura infrasettimanale è obbligatoria nella
giornata di lunedì; è facoltà degli esercenti effettuare una
ulteriore mezza giornata di chiusura settimanale.
SAN SECONDO: PIÙ CARO COSTRUIRE — Dopo una
appassionata discussione il Consiglio comunale di San Secondo ha approvato la scorsa settimana l’aumento degli
oneri di urbanizzazione, una delle poche voci su cui il Comune può intervenire alla ricerca di nuove entrate. Per la
verità la scelta dell’amministrazione si è diversificata su
due linee: favorire le ristrutturazioni contenehdo il costo
degli oneri e aumentare maggiorinente per le nuove costruzioni. Distribuzione dell’uso delle acque sul territorio comunale e un ordine del giorno in cui si chiede al nuovo
Parlamento di intervenire a favore delle associazioni culturali non a scopò di lucro, sommerse da tasse e balzelli, sono stati gli altri argomenti discussi dal Consiglio.
TORRE PELLICE: CACCIA ALLA LATTINA — Si concluderà sabato 25 maggio al mercato coperto di Torre Pellice la «caccia alla lattina» promossa da Radio Beckwith nella scuole della vai Pellice. I ragazzi in questi mesi hanno
raccolto lattine di alluminio divisi in squadre; il prodotto
della raccolta verrà conferito dalla Radio al consorzio per il
recupero dell’alluminio. Premi di vario genere saranno offerti a tutti i partecipanti alla iniziativa. Al «pomeriggio
ecologico» interverrà anche il coretto di Pinerolo che presenterà alcuni brani dal suo repertorio.
Comunità montana valli Chisone e Germanasea
Ritirato it progetto di ampliamento
della pianta òrganica ^
LILIAHA VIGLIELMO
Una polemica dai foni
J)iuttosto accesi ha segnato la trattazione dell’ordine del giorno nella seduta del
Consiglio della Comunità
montana Chisone e Germanasca di venerdì 17 maggio.
Il primo punto, che verteva
sull’ampliamento della pianta
organica generale della Comunità montana, è stato illustrato dal presidente, il quale
ha dichiarato che alcune circostanze richiedono un aumento del personale cOn conseguenti spostamenti di livello per i dipendenti già in servizio. In particolare la necessità di assumere un segretario
a tempo pieno, di fornire i
servizi nel settore socio-assistenziaii per i quali l’Usl 10
non assumerà più dipendenti,
di sviluppare nuovi progetti
di notevole interesse. Per
questo si proponeva di aumentare la pianta organica
portandola a 18 unità. La minoranza, tramite i consiglieri
Daviero e Léger, ^ è detta
contraria ad un aumento delle
spese per il personale, chiedendo contemporaneamente
di poter conoscere il contenuto della delibera. Ma la delibera non è saltata fuori e il
segretario con grande imbarazzo ha dovuto ammettere di
non essere riuscito a formalizzarla. A questo punto Lé-,
ger che aveva fatto un blitz
negli uffici alla ricerca della
delibera, ha parlato di atti irresponsabili che potevano
configurarsi come veri e propri reati, passibili di denuncia
penale, mentre Daviero elencava altre irregolarità che,
bontà sua, aveva lasciato passare. La giunta ha accusato il
colpo e con una votazione in
cui la minoranza si è astenuta
ha ritirato la delibera.
Il secondo punto riguardava
una richiesta di intervento
della Regione Piemonte pres
so il governo, perché rendesse operante quella parte
della legge sulla montagna
che prevede una riduzione del
sovrapprezzo termico sul
conàumo di energia per usi
domestici e produttivi. L’ordine del giorno è stato approvato, mentre la minoranza ne
dichiarava la totale inutilità.
Consenso globale invece
sull’ultimo punto relativo alla
costituzione del comitato dei
promotori «Pineroltour».
L’assessore iBourlot ha spiegato la necessità per il Pinerolese di non lasciarsi fagocitare dalla promozione turistica della vai Susa, con la quale
si trova unito nella definizione degli ambiti territoriali. Le
tre Comunità montane con altri enti pubblici e privati formeranno un organismo con il
compito di sviluppare il turismo sotto tutti i suoi aspetti,
per potenziare attività che assicurino un reddito a migliaia
di persone.
Appuntamento stagionale obbligato per i raccoglitori
I proventi del tesserino dei funghi
Per poter cercare e raccogliere i funghi ormai da anni
bisogna essere muniti di tesserino emesso dalla Comunità
montana nel territorio della
quale qi si reca per la raccolta. Come tutti gli anni anche
quest’anno le Comunità montane hanno reso pubblico il
costo e le modalità per potersi
munire dei tesserini. Rispetto
agli anni passati sembra essere cambiato qualcosa.
Nel territorio della Comunità montana vai Chisone e
Germanasca andar per funghi
costerà 30.000 lire, più l’imposta di bollo per la tessera,,
se si fa la tessera annuale, ma
esiste anche un tesserino settimanale dal costo di 20.000
lire; sono invece esentati dal
pagamento i proprietari di
fondi ed è stato inserito il numero chiuso: le tessere infatti
non potranno essere più di
1.600 all’anno; infine il lunedì e il giovedì è vietata la,
raccolta. In vai Pellice il rinnovo della tessera costerà
30.000 lire (qui la tessera la si
fa una volta sola, gli anni suc
cessivi occorre pero nnnovar
la) i proprietari di fondi in
valle però pagheranno per la
raccolta su suolo pubblico.
Per finire la nostra panoramica, nel térritorio della Comunità pedemontana pinerolese
il costo del tesserino è differenziato: i residenti nei Comuni della comunità montana
pagheranno 10.000 lire mentre il prezzo sale a 40.000 lire
per i non residenti: la raccolta
qui è consentita tutti i giorni
della settimana. ^
Come vengono investiti
dalle tre Comunità montane i
fondi raccolti con la vendita
delle tessere? In tutte e tre le
Comunità montane ci è stato
detto che tutte le entrate derivanti dalle tessere dei funghi
vengono rinvestite sul territorio. In vai Chisone e Germanasca il ricavato dei versamenti relativi alle circa
1.600-1.700 tessere annuali
viene investito sotto forma di
contributi per il rimboschimento dei boschi (il contributo è un tanto per ettaro), per
le piste forestali (per queste
viene coperto fino all’80%
delle spese per i materiali, sono esclusi dai contributi i
mezzi meccanici e il costo
della manodopera) e ora si
parla di possibili contributi
anche per la manutenzione. In
vai Pellice, dove negli ultimi
6 anni mediamente le tessere
sono state tra le 1.300 e le
2.000 l’anno e i fondi ricavati
tra i 38 e i 50 milioni, si punta ad investire in interventi di
tutela e valorizzazione ambientale, per l’educazione
ambientale, per la dotazione
delle squadre antincendio: gli
interventi sono effettuati direttamente dalla Comunità.
La Coniunita pedemontana
pinerolese, infine, con i fondi
derivanti dalle tessere finanzia interventi di privati di pulizia dèi boschi, di ripristino
di fontane e sentieri ecc. Sono però vietati interventi per
due anni consecutivi sulla
stessa area. Negli ultimi 6 anni sono stati stanziati dalla
Comunità, per interventi di
questo tipo sul territorio, 175
milioni.
■ i
«Diversamente uguali», rassegna a Torre Pellice
Dieci giorni per capire gli altri
Per dieci giorni a Torre Pellice la Comunità montana,
con il contributo della Regione Piemonte e di numerosi
enti pubblici e privati, organizza dibattiti, spettacoli, incontri intonio alla diversità e
alla coojierazione. La manifestazione prenderà il via il
6 giugno e si concluderà il
15. Ad aprire la serie di iniziative sarà il teatro: alle 21
del 6 giugno infatti presso il
Salone opera gioventù, dopo
la presentazione ufficiale di
«Diversamente uguali», la
compagnia Nauta! mette in
scena «Il mostro».
Da, venerdì 7 spazio ai
bambini e alle scuole: dalle
16 alle 19 infatti presso la palestra comunale di via D’Azeglio le scuole elementari e
la biblioteca di Torre Pellice
organizzano lo spazio bambi
ni; dalle 17,30 alle 19,30
«Nonsoloteatro» dà il via al
laboratorio teatrale «La follia
della quotidianità», rivolto ai
ragazzi a partire dai 15 anni,
che sarà aperto ogni giorno
alla stessa ora fino al 15 giugno, con spettacolo finale sabato 15 alle 18,30 e alle 21.
Ancora teatro per la sera del
7 con «Stravaganza» di Dacia
Maraini, a cura della compagnia Tangram. La musica
sarà protagonista la sera di
sabato 8 giugno al Palaghiaccio con il concerto rock etnico a cura dell’Itcg «Alberti».
Domenica 9 sarà la volta' dei
bambini delle scuole elementari di Rorà con il laboratorio
di cosiruzione di strumenti
musicali; alla sera alle 21
spettacolo musicale Umami.
Gli adolescenti presentano,
mercoledì 12, al cinema
Trento, alle 21, lo spettacolo
tratto dal libro di poesie «La
luna viola». Ancora teatro
giovedì 13 con lo spettacolo
«La luna» organizzato dal laboratorio teatrale di Spazio
giovani e dalla compagnia
Stilema.
Il 14 giugno presso il palaghiaccio serata magrebina con
cena e musica, organizzata
dalle famiglie magrebii^. Sabato 15 infine conferenze per
insegnanti sulla multiculturalità, laboratorio sempre per
insegnanti condotto dal professor Ongini e infine dibattito serale. Durante le dieci
giothate saranno inoltre allestite delle mostre curate dai
bambini delle scuole elementari di Torre Pellice e Bricherasio. Le attività saranno annunciate di giorno in giorno
da «banditori».
Pii
Luserna
Contributi ^
alla scuola
privata?
PIEBVALDO ROSTAN
Non accadeva da tempojl
Luserna: un Cons&’
comunale con elevata pati#
cipazione di pubblico; fotj
sono state le tre interrog
ni presentate dal gruppo^l
minoranza di sinistra che sol
levavano altrettanti problej
non secondari. L’interrogò
zione più significativa aveJ
per oggetto le difficoltà delk
scuola materna privata dell
Sacro Cuore, a seguito deill
abbandono del personale reli,
gioso alla fine dell’attual
anno scolastico, e le soluzi(|_
ni che il Comune intende dal
re al problema.
Attualmente il Comune, iiìi|
terviene con un contributo a
nuale di 40 milioni perljj
scuola di Luserna San Gidj
vanni e di 20 per quella di Li
sema Alta; da parte dellil
scuola cattolica si è chiestoli
copertura di un posto diojH
ratore con l’impegno di sosti^
mire la seconda suora con iif
tervento diretto della parroci
chia. Gli interroganti hannoT
chiesto la disponibilità al raè^
doppio delle sezioni di i
na pubblica e più in generali!
una riflessione sul futuro delleì
attività per la prima infanzia.
Nella sua risposta l’assessill
re all’Istruzione, Merlo,hal
manifestato l’intenzione (
giunta di erogare un contrii-ì
to una tantum di 25 milioiii|
«Le sezioni pubbliche esistei')
ti potrebbero assorbire al imI|
simo 10 utenti lasciando
sattese le aspettative deglir
tri 25 bambini - ha aggiuri
Merlo - e in più bisogna cofi-y
siderare che per avere ulit
nuova sezione il Provvediteli^
chiede se ci sono liste di ì
sa e al momento non ci sonffi;|
Ovvio, ma potrebbero es'-i
sere! presto se l’attivitàdd|
Sacro Cuore venisse meno. T
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consigliere Mourglia ha pre®|
iroan’'
atto della risposta ricon
per altro il senso e la lettei
dell’art. 33 della Costituziot
che, sancendo la libertà dett
scuole private, specifica che
essa deve avvenire «senztj
oneri per lo stato». L’argO'
mento tornerà comunque al
attenzione del Consiglio ®!,
sede di approvazione dell’i®']
pegno di spesa.
Un’altra interrogazione
rilievo riguardava la creazio;
ne di un centro di aggregaa^j
ne giovanile con bar analcol
co alla stazione Fs; era stai
redatto iin progetto che veda'
va coinvolti amministrarioA.
lista di minoranza, Sert del^^
Usi. Alla fine però, la’ socie®,
Metropolis che gestisce 1 d®
delle stazioni per conto dw
Ferrovie, ha preferito
re un bando sulla baser
quale i locali sono stati as ^
guati a una società che ne a*
fatto richiesta e che aprirà
bar. Chje fine farà il
per i giovani? Si è riseontis ,
un 'impegno generale per .
HiviHiiarp ima nuova Sfiu® .
dividuare una nuova
ve farlo decollare. .
Per il resto del Consig «
da segnalare interye^idiante mutui con il Crei)*
diante mutui con
sportivo, per 1’
dello spazio a disposi^^^,
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del pubblico nella piscine^
munale e per la ristrutti^ r
ne del bocciodronio (c .
300 milioni in tutto), P '
secuzione dell’esercizio.®
ciato delle funzioni soi
icio-à*'.
sistenziali tramite la.C
nità montana vai Peiuce t ^
sto prò capite per il Co
£ 35.000 annui). È stato
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^sociazione Arcobaleno
^ responsabilità
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Ampliamento in vai Troncea e nuova area a Cumiana
Nuovi progetti per i parchi
PAG. Ili
„ alcuni anni opera in vai
PellW. impegnata nel non
Lplice lavoro di prevenzio^lle varie cause di disagio,
jssociazione Arcobaleno,
leontri fra famigliari, adole«nti aìischio, iniziative volreinsérimento lavorativo,
■ nunto di ascolto. A distan- *
P gualche anno daH’inizio
all’attività, vale la pena di
il punto della situazione
chi quotidianamente se,jji problemi, a volte non
Amplici, di un’associazione
li volontariato come questa.
£i sono momenti nella vita dice Monica Natali, una delle
^lónsabili del gruppo Arcolaleno - in cui tutto sentbra
(ssere messo in discussione:
Is propria attività, i propri affetti, il senso stesso della propria'esistenza. Sono dei mopenti particolarmente difficili
ina anche importanti se li si
vive in modo positivo e coIstrattivo. Possono infatti diIveiitare delle occasioni di stilolo al cambiamento, al rinÉivamento, al miglioramento
di'jma situazione che pareva
»nza via d’uscita. Ecco, ciò
iclie ha caratterizzato la vita
,.J’ffisociazione Arcobaleno
■negli ultimi mesi, è proprio
questi momenti».
Qual è stata la linea evo'ktiva dell’associazione?
È«6isendo formata da persone
ttaìoro a§sai diverse l’asso:^one Arcobaleno segue la
¡gessa linea evolutiva ed esistenziale di una qualunque
"srsona. Si sono dovuti afsntare diversi problemi, non
' no quello del difficile (e
risolto) rapporto con i
s%i pubblici e altri problewquestioni che hanno talvolta portato a situazioni di
’ ' ) e tensione al proprio
Imo».
^~Nòn si rischia di farsi
travolgere dai problemi?
.«Spesso si è avuta la sensajtione di incontrare sul proifio cammino più ostacoli
òhe collaborazione, più pre
DAVIDE ROSSO
giudizi, più ipocrisia, più “itegatività” che volontà di costruire e crescere. Molte volte
si è giunti sull’orlo della rinuncia, della “ritirata” del lasciar perdere... ma mai come
in questo momento il direttivo dell’associazione Arcobaleno (ossia i membri più attivi
e coinvolti) ha maturato la
consapevolezza del proprio
ruolo. Se è vero che ognuno
decide per se stesso, è pur vero che la responsabilità individuale va ben oltre la propria
persona e investe inevitabilmente gli altri. È questo senso di responsabilità, che il direttivo ha sperirnentato in
modo forte durate il suo ultimo incontro».
- Consapevolezza nel direttivo, senso di responsabilità;
ma come si pone materialmente, oggi, l’associazione di
fronte al disagio?
«Come si è più volte ribadito l’associazione Arcobaleno
non ha la pretesa di “salvare”
nessuno e tantomeno intende
sostituirsi a quello che è il
dovere professionale e istituzionale di chi lavora nel servizio pubblico. L’associazione Arcobaleno è una “presenza”, una risorsa di questo territorio, un’opportunità per vivere momenti di solidarietà e
aggregazione al di là dell’indifferenza generale. È per
questo motivo che l’associazione Arcobaleno si è sempre
più aperta a nuove situazioni:
come è stato giustamente ricordato nella recente assemblea annuale dei soci, disagio
non vuol dire solo eroina ma
alcol, problemi psichici; è la
diversità che fa crescere».
Sarà capace l’associazione
Arcobaleno di raccogliere
quest’ultima sfida? Il direttivo
è determinato a proseguire secondo il programma stabilito
ed è ovviamente aperto a qualunque suggerimento costruttivo e a chiunque si avvicini
con la propria disponibilità ed
il proprio impegno.
I parchi naturali rappresentano per il territorio sicuramente un arricchimento e
una risorsa ancl)e se talvolta
vengono visti da alcuni come
un vincolo eccessivo. In questi giorni, nell’alto e basso
Pinerolese, si sta parlando di
due progetti che riguardano
la tutela del territorio, l’ampliamento del parco della vai
Troncea e la proposta di costituzione di un area di tutela
e protezione che si estenderebbe dal Comune di Cumiana a quello di Pinerolo.
, Da parecchi anni ormai si
parla di ampliare il parco naturale della vai Troncea, ora
un progetto presentato dal
gruppo regionale del Pds torna a sollevare la questione
parlando .sia di un ampliamento verso la Francia, fino
al parco naturale francese del
Queyras e l’alta vai di Susa,/
sia della gestione delle aredf
contigue al parco. Il 10 maggio in Regione doveva avvenire un incontro su questo tema ma il tutto è stato rimandato, pare, al 7 giugno.
Al parco della vai Troncea
dicono che Tampliamento
nella dovrebbe riguardare in
misura poco consistente il
Comune di Pragelato (questo
spostamento dei confini servirebbe per tutelare un bòsco
di pino uncinato di notevole
interesse) mentre sarebbe interessato in misura maggiore
il Comune di Massello; questo per consentire la salvaguardia completa degh ex siti
delle miniere del Beth: «L’
ampliamento verso la vai Susa - dicono ancora al parco sembra poco gestibile, ci pare
invece interessante il discorso sulle aree contigue al parco cosa che permetterebbe ad
esempio la programmazione
dell’attività venatoria. Il progetto va comunque secondo
noi approfondito in sede locale prima di essere affrontato in altra sede».
Per ora sono state avanzate
perplessità sull’idea di estendere il parco fino alla zona
Una frazione nel parco della vai Troncea
francese del Queyras e com- ‘
menti poco favorevoli giungono anche dalla vai di Susa.
L’impressione.di questi ósservatori è che si tratti di una
proposta di ampliamento eccessivo che potrebbe creare
tra l’altro problemi anche con
la gestione del territorio. Giudizi favorevoh invece arrivano da Massello, Comune che
sarebbe in buona parte interessato dall’ampliamento; vi
è poi ,chi vede positivamente
il tipo di gestione meno vin- colante che il pro^tto prevede per il parco.
Questo per quel che riguarda Tampliamento del parco
della vài Troncea, ma nel Pinerolesé in questi giorni si
parla anche di una possibile
area di tutela ambientale tra
Pinerolo e Cumiana.'L’idea
parte dall’iniziativa del Comune di Cumiana di inserire
nel proprio piano regolatore
una zona protetta:,da qui la
proposta avanzata in Consiglio della Pedemontana di
creare una zona di tutela, in
sostanza tutelare la zona del
massiccio del Freidur. L’e
ventuale progetto dovrebbe
prevedere la sistemazione
idrogeologica di tutti gli alvei^ la creazione di parcheggi
e aree attrezzate ai limiti della
zona protetta e dovrebbe garantire una migliore gestione
del patrimonio forestale.
L’intento dovrebbe essere
quello di creare un incentivo
turistico oltre la creazione di
posti di lavoro e inoltre potrebbe ^essere, ad èsempio,
un’occasione per valorizzare
l’ex colonia Boselli di Talucco come centro ricettì’vo. Il
«parco» non visto come vincolo ma come una risorsa,
questo è uno dei concetti che
sono emersi in Consiglio della Comunità pedemontana nel
corso del dibattito sulla proc
posta di costituzione dell’area
protetta. I Comuni che rientrerebbero nell’area di tutela
pare siano tutti d’accordo alla
sua realizzazione e questo lascia ben sperare perché la
proposta si trasformi in realtà.
iTA
mmmmmmm
toalla
•tiserva»
ilei valdesi
^ono stata stimolata dagli
iicontri su «Valdesi: chi eral'snio, chi siamo, chi stiamo
Blando» e mi sento parti^•armente coinvolta da queJto argomento sia come memho della Chiesa valdese sia
il mio lavoro quotidiano
il Centro culturale valase e il mio impegno nella ribeidana».
Mi Sono interrogata: io sono
aidese,.che cosa significa per
® Oggi? Non certo rifare e rivere la vita dei miei antena> né credere che fosse mi
umanamente parlando;
0 estraniarmi in un mondo
, ale. Eppure dire «sono val, ha Un significato pro0 per me, quando mi trono * *;^®^®8ire con altri. Io sosti* .a», «diversa», con la
son*^ '"lansità con la quale
0 «Uguale» e mi ritrovo
>u chi ha condiviso e
l^ivide con me la stessa
ij/^iuue’ che qui alle Valli
pi^tg^t'^*‘^l“®l''^uiente quella
n,? P®®aato e il presente forou tutt’uno dentro me.
sonn parte ciò che
stati i miei avi; poi sono
il mio vissuto, qui e ora. O
meglio, il passato, ciò che mi
è stato trasihesso dalle perso'ne che mi hanno sin qui circondata, consapevolmente o
meno, mi dà un modo di interagire, di intraprendere, di immaginare, di interpretare gli
eventi, di vivere insomma, che
è il mio: la mia identità. «La
vocazione», certo, diceva il
pìastore Toum a Villar, è quella che Dio ti dà: «Tu Taffern
e quella è la tua identità», riprendendo un’affermazione di
Martin Luther King. Ma parlando di «stessa vocazione»
mi posso sentire pienamente
identica a una valdese di Palermo o di Napoli. In quanto
valdese delle Valli no. Un valdese delle Valli è-un insieme
di caratteristiche che non si ritrovano altrove: credente, protestante, delle Valli.
Si può discutere di questo
insieme, ma c’è. Se non comporta particolari menti, non è
neppure una colpa! E un fatto
che qui ci si sente «popolo» in
modo diverso che nella diaspora. Chiarire il significato
della nostra identità personale
si traduce, fra le altre cose, nel
,dover pensare in maniera sempre più pressante all’accoglienza turistica. La nostra zona si sta trasformando pian
piano in una sorta di riserva,
si potrebbe definire «parco dei
valdesi»; ogni anno i gruppi in
visita aumentano, i nostri musei e i luoghi storici sono meta
di moltissimi visitatori. Per
questo motivo siamo più che
mai costretti ad autoanMizzarci e a chiederci in che modo
vogliamo che sia costruita
questa riserva. Che cosa cerca
un visitatore o che cosa si
aspetta un ospite casuale da
noi e che cosa noi vogliamo e
possiamo offrirgli?
Per rispondere a questi interrogativi dovrà esserci un
utile scambio e un’apertura
col resto del mondo evangelico italiano, ma qui, in quanto
zona a forte presenza protestante, si tratta di vedere in
quanti siamo a raccogliere la
sfida, a considerarci ancora
«popolo» e a trovare una nostra testimonianza.
Ines Pontet - Torre Pellice
Il futuro di
Villa Olanda
È di questi giorni la notizia
che l’associazione «Lou cialoun» non ha avuto l’approvazione dalla Regione del progetto per Tutilizzo di Villa
Olanda per i gióvani e io, che
ormai sono una vecchia signora piena di nostalgia e di
rimpianti, ho ripensato aH’itN
dei miei contatti con Villa
Olanda sin dai tempi in cui,
piena di forza e di energia, risiedevo a Milano e con le
amiche della leghina della
Chiesa valdese di via Francesco Sforza, venivamo a Luserna per prendere parte attiva
ai bazar a favore dei russi che
allora abitavano a Villa Olanda, che era stata data alla
Chiesa valdese dal Consiglio
ecumenico per ospitarli fino
alla fine della loro vita e fame
in seguito una casa per anziani. E sono stati felici qui i nostri amici russi, con il cuore
pieno di nostalgia ma circondati di cure e col conforto dei
ricordi e di piccole testimonianze di un tempo felice.
Ritornata a vivere alle Valli
ho continuato i miei contatti
con Villa Olanda preparando
bazàr, concerti, buffet per richiamare l’attenzione su que-sta Isella proprietà che in molti
speravamo sarebbe diventata,
data la splendida posizione* il
parco, la bella vecchia costmzione, la piccola chiesetta, una
confortevole casa di riposo,
quale di fatto già era anche se
non rispondeva in pieno alle
norme vigenti.
Ai primi di giugno del 1994
arriva dalla Tavola l’ordine di
chiudere la casja^ter la firie
dello stesso mese, quando già
tutti i posti letto erano prenotati per Testate la caparra pagata...! C’era un deficit, ma
non grandissimo, e c’era già
Nelle
Chiese
Valpesi
chi si erri offerto di saldarlo. Il
nostro Comitato spontaneo
aveva già raccolto 600 milioni
e avevamo buone possibilità
di arrivare al miliardo; aveva^
mo un buon progetto, anzi
due, già pronti, alcune persone
che si apprestavano a vendere
il loro appartamento e farne
dono... Niente da fare: si è dovuto restituire tutto ai donatori
e quando noi eravamo in con
tatto con la Chiesa luterana
per un progetto comune con
buone possibilità di sovvenzione dalla Comunità europea,
viene dato alla Tavola il comodato d’uso all’associazione
«Lou cialoun».
lo adesso mi chiedo: è possibile che i valdesi delle Valli,
col^ bisogno di opere per anziani che abbiamo, dato che
diventiamo tutti vecchissimi,
lascino finire così quello che
era un piccolo paradiso e ora è
diventato poco più di un radere col grande smantellamento
che è stato fatto? Tutti sappiamo come siano lunghe le listé
d’attesa nei nostri istituti e la
disponibilità dt posti ridotta
dalle convenzioni coi vari enti
e ospiti di altre confessioni:
possibile che la Tavola non
senta il dovere di pensare agli
'anziani che hanno tutta la vita
cercato di essere fedeli e utili
nella loro chiesa?
Adele Theiler Gardiol
Torre Pellice
CAMPO INTERNAZIONALE GIOVANI PRIMO
DISTRETTO — Ultima settimana per le iscrizioni al campo internazionale promosso
dalle chiese del I distretto in
collaborazione con la Chiesa
riformata del Vallese (Svizzera) per giovani oltre i 15 anni.
Il campo avrà luogo dal 29
giugni) al 12 luglio e potrà |
ospitare 30 ragazzi. La prima
settimana si svolgerà a Fano,
località balneare delle Marche,
alloggiando al Bevano,' casa
situata nell’entroterra; nella
secorida si scopriranno alcuni
appassionanti luoghi della Toscana pernottando in campeggio. Per iscrizioni o informazioni telefonare entrò il 25
maggio a Massimo Long, Torre Pellice, tei. 0121-953107.
COORDINAMENTO
SCOUT PRIMO DISTRETTO,— Domenica 26 maggio,
alle 9,30, presso l’èicolo grando di Pomaretto, si riunisce il
coordinamento scout del I distretto per prograinrfiare l’attività ’96-97.
ASSEMBLEA 1” CIRCUITO Venerdì 24 maggio, al1^ 21, nei locali della chiesa
valdese di Angrogna, si riunisce l’assemblea del T circuito.
ASSEMBLEA 2° CIRCUITO — Venerdì 24 maggio alle
20,45 a San Secondo, nei locali della chiesa valdese, si riunisce l’assemblea del 2° circuito.
ASSEMBLEA 3" CIRCUITO — LI assemblea del 3° circuito si svolgerà venerdì 24
maggio, alle 20,30* nei locali
della chiesa valdese di Prali.
LA FESTA DEL CANTO
CRISTIANO — Sabato 1”
giugno, alle 20,45, nel tempio
di Torre Pellice, si svolgerà la
seconda Festa del canto cristiano, con la partecipazione di
gruppi corali in rappresentanza
delle chiese evangeliche di
Torre Pellice e San Giovanni.
POMARETTO — Sabato
25 maggio alle 21, al teatro, il
gruppo giovani presenta lo
spettacolo «Il piccolo principe». Sabato T giugiio, alle 21,
dibattito su «L’identità valdese
oggi». Domenica 2 giugno
culto all’Inverso Clot alle |
11,15; seguirà agape e pomeriggio comunitario.
PRALI — Domenica 26
maggio, dalle 14, nella sala
del tempio, avrà luogo il bazar; tutti sono invitati a questo
pomeriggio di festa; un grazie
di cuore a quanti hanno collaborato all’iniziativa.
PRAROSTBSO — Il culto
di domenica 26 maggio, Pentecoste, si terrà nel tempio di
RoCcapiatta con Santa Cena.
Parteciperà la corale.
Venerdì 31 al presbiterio, ■
alle ore 20,30, ci sMà un incontro con il comitato del Rifugio Carlo Alberto per meglio conoscerne l’attività.
TORRE PÉLLICE — Domenica 26,0 alle 10, nel tempio del centro, culto di Pentecoste, condotto dai giovani
della Fgei, con cena del Signore; seguirà alla Casa unionista
un’agape fraterna, in cui ognuno porterà il suo contributo al
pasto comune. Lunedì 27 maggio, alle 20,45 al presbiterio,
secondo incontro del corso
sull’ecclesiologia valdese condotto dal prof, Giorgio Peyrot.
su «Schema dell’ordinamento
ecclesiastico valdese». Domenica 2 giugno, nel tempio del
centro, alle 10, è convocata
l’assemblea di chiesa; all’ordine del giorno relazione annua
ed eiezione di due anziani.
VILLAR PELLICE —
Domenica 26, alle 10,30, culto
con cena del Signore e ammissione di una sorella proveniènte dal cattolicesimo. Domenica
2 giugno gita della scuola domenicale a Prali.
VILLASECCA — Domenica 26, alle 14,30, bazar a cura dell’Unione femminile.
12
PAG. IV
E EcD Delle vaii.i ìàldes
VENERDÌ 24 MAGGIO I99fi
La lingua francese nelle valli Chisone e Germanasca
«Lei miglior settimana delPanno»
PAOLA WEVgL
Nelle valli Chisone e Germanasca la «Semaine du
français» è arrivata alla 6®
edizione con un nuovo logo;
«11-19 mai 1996, la Semaine
du français est la meilleure dé
l’année», risultato di un concorso bandito nelle scuole elementari dalla Comunità montana. La «Semaine» è iniziata
con una tavola rotonda dal titolo «La lingua francese nelle
nostre valli». La vai Pragelato, insieme alla vai Varalta,
l’alta vai di Susa e il Brianzonese, fa parte del Delfmato fino al trattato di Utrecht del
1713; una specie di cuneo
geografico nel ducato di Savoia, al quale appartengono la
parte bassa delle valli di Susa
e del Chisone e tutte le valli
San Martino e Pellioe. Nel
Delfinato le comunità sonò
federate in 5 Escarton, nome
che deriva da «faire l’escart»,
cioè la ripartizione di imposte
tra gruppi di Comuni. È questa una lunga tradizione di autonomia; i capifamiglia dei
villaggi si riuniscono per regolare i pascoli comuni, difendersi dai nemici, giudicare
le controversie, costruire strade e ponti, eleggere i condoli
che terranno contabilità e archivi, contratteranno diritti e
pagamenti col casteUano.
Pct quanto riguarda l’aspetto amministrativo, la lingua
ufficiale è il francese. La storia della vai Pragelato è la sto
ria del Brianzónése. La zona
della bassa vai Chisone è ter-'
ritorio dei Savoia, ma annesso
alla Francia nel 1630 insieme
alla città di Pinerolo,_ resterà
francese fino al 1697.~ Lé cosiddette valli valdesC Pellice;
San Martino e sponda destra
del Chisone, sono Miche territori dei Savoia. Due motivi
principalmente hanno portato
i valdesi del Piemonte all’uso
del francese: Tessere una terra
di confine, vicino alla Francia, e il trovarsi in un ducato
che fu costretto sotto il dominio francese dal 1500 al 1700.
La peste del 1630, che decimò la popolazione e la
provvista pastorale, obbligò
la chiesa di Ginevra a inviare
dei pastori in Piemònte, ed
essi erano chiaramente di lingua francese. Gli anni passati
in Svizzera, dopo il 1686, lasciarono un’impronta anche
. dal punto di vista linguistico:
chi ritornò mantenne l’uso
del francese anche in patria.
Ma il momento più significativo per cui si rafforza Tuso
del francese è il periodo del
ghetto: chiusi nelle loro montagne, i valdesi del 1700 resistono all’intolleranza con la
fede, la cultura, lo studio. In
questo secolo, la miseria e le
difficoltà del primo dopoguerra portarono gli abitanti
dèlie due valli, Pragelato e
Sàn Martino, ad emigrare in
Francia alla ricerca di un posto di lavoro.
Ora il francese, un tempo
diffuso accanto al patuà, al
piemontese e alTittJiano sta
perdendo terreno. Da una rL
cerca sulla situazione linguìstica nelle valli Chisone è
Germanasca, risulta che nelle
due direzioni didattiche (Villar Perosa e Perosa Argentina)
fin dal ’92 è attivato l’insegnamento della seconda lin-,
gua: su 55 classi delle elementari, nel ’96 40 sono inserite nel programma di lingua,
32 di francese e 8 di inglese.
Da un’indagine precedente,
risulta che solo il 38% dei genitori di questi bambini sa
parlare il francese, mentre il
29% lo capisce soltanto. Per
quanto riguarda la generazione precedente, il 26% dei
nonni sa parlare il francese e
il 22% lo capisce ma non lo
parla. Si può dedurne che il
risultato ottenuto dai genitori
è dovuto alla scolarizzazione
mentre per i nonni la conoscenza del francese è frutto
dell’emigrazione e dal contatto con la generazione precedetlte, molto spesso bilingue.
Hanno ancora caratterizzato
la partecipazione dei ragazzi
alla «Semaine» una proposta
di teatro in piazza, con là presentazione di una pièce della
scuola media di Villar Perosa,
«Il y avait une fois les saisons» all’Asilo di vecchi di
San Germano; il gruppo corale «Les Harmonies» ha infine
proposto le antiche canzoni
che hanno influenzato la tradizione canora di queste valli.
Appuntamenti
23 maggio, giovedì — TORRE PELLICE: Alle 15,30, alla
Casa valdese, a cura dell’Unitrè,
il dott. Danilo Mourglia interverrà sul tema: «In corsa verso i
limiti del tempo».
24 maggio, venerdì — TORRE PELLICE: Alle ore 20,45,
nella sala della Comunità montana in corso Lombardini 2, a cura
del Gruppo-di studio vai Lucerna,
Giorgio Peyrot e Giorgio Bóuchard presenteranno il volume
autobiografico deH’avv. Guido
Fubini «Lungo viaggiò attraverso
il pregiudizio» ed. Rosenberg e
Sellier, £ 29.000, acquistabile nel
corso della presentazione. Alla
serata partecipa l’autore.
24 maggio, venerdì — PINEROLO: Alle 21, presso la sede
del circolo Fabio Neruda in via
Marro 4, serata sul tema «Chi
cura chi e di che cosa? A proposito della relazione terapeutica»;
intervengono Wilfredo Galliano,
psicoterapeuta. Luigi Moine, sacerdote, Giuseppe Moretti, medico, Paimira Bertolotto, terapista
di bioenergetica.
24 maggio, venerdì — PINEROLO: Alle 18, nel salone di
rappresentanza del municipio,
presentazione del Quaderno di
Cultura alpina «Malattia e salute,
medicina popolare e ufficiale
nelle Valli del Pinerolese tra
’800 e ’900» di Gian Vittorio
Avondo, Paolo Corsani, Paolo
Laurenti e Paolo Santoro. Interverranno Flavio Maina, primario
dell’ospedale valdese di Pomaretto, Peter Sancin e Maria Luisa
Toum dell’Università di Torino.
24 maggio, venerdì — TORRE PELLICE: Presso la Casa
unionista di via Beckwith 5, alle
20,30, incontro su «L’ipertensione e disturbi cardiocircolatori» e
«La salute, norme igieniche nella
Torre Pellice
Canto
e pianoforte
all'Unitrè
È stato un buon concerto
quello che si è tenuto il 9
maggio presso TUnitrè di
Torre Pellice, un concerto per
canto e pianoforte che si presentava con un programma
che comprendeva musiche di
Bellini, Verdi, Doninzetti,
Tosti, Lear, Hoffmann, Mozart. Il concerto ha mostrato
la perfetta sintonizzazione fra
il cantante baritono Gian Luca Fasano e il maestro Giorgio Spriano che lo accompagnava al pianoforte, nel «Vaga luna che inargenti», di
Bellini, ciascuno (cantante e
maestro al pianoforte) eccellente nel proprio repertorio.
Lo stesso si può dire della
cantante Daniela Pilotto nell’
esecuzione, sempre accompagnata dal maestro Giorgio
Spriano, di opere di J. Hoffmann e Franz Lehàr. Partico-1
lare intensità ed emotività è
stata poi raggiunta nei «Puritani», ancora di Bellini, eseguita da Fasano e-Spriano.
Accanto ad alcune esecuzioni, sempre per canto e pianoforte, certamente pregevoli
di Donizetti, Verdi, Tosti, il
maggior encomio va senz’altro al duetto di Mozart «Là ci
darem la mano». In questo
pezzo, eccellentemente eseguito, è stata espressa infatti,
pur se in un motivo semplice,
tutta la raffinatezza di Mozart.
Perrero
Mùsiche
e danze delia
Slovacchia
Sabato 25 maggio, al Centro polivalente di Ferrerò con,
un concerto del gruppo della
Repubblica slovacca Ghymes, seguito da un ballo con
«Muzico e dansa d’Oc», il
gruppo musicale cha fa capo
di’Associazione omonima, si
chiuderà la rassegna di musica popolare «Cantavalli ’96».
Il gruppo Ghymes, che si è
presentato sulla scena internazionale per la prima volta
nel 1986 in Svizzera e il cui
nome deriva dà quello di un
villaggio vicino alla città di
Nitra, è stato fondato dieci
anni fa a Nitra (Slovacchia)
da alcuni studenti. Alla prima
apparizione in Svizzera hanno fatto seguito tour in Italia,
Grecia, Giordania, Iraq, Austria, Germania, Francia e
persino iti Giappone, dove la ■
band si è esibita per ben cinque settimane e infine in Finlandia, su invito della Sibelius Academy di Helsinki. La
prima incisione della band risale al 1988; ad essa ha fatto
seguito una seconda nel 1992
e una terza, a nome di «Uzenet» nel 1993. La particolarità del gruppo Ghymes risiede nell’uso degli strumenti
tradizionali popolari ungheresi, con i quali interpretano
composizioni originali ispirate alla musica tradizionale
della loro terra.
VOLLEY: IL MAGIC PlNEROLO AI PLAY OFF — Proprio
all’ultimo turno il Magic Traco di pallavolo femminile conquista
l’accesso ai play off di B2. Acquisito il passaggio alla fase finale di
Vigevano e Trecate, l’ultimo turno ha promosso il Racconigi e il Pinerolo, quest’ultimo grazie alla vittoria a Genova e alla contemporanea sconfitta delTOmegna. In CI maschile il Body Sistem ha impegnato fino alla-fine la capolista Veltri uscendone sconfitto per 2 a 3.
Nella finale provinciale allievi il Lecce Pen Torino ha battuto il
3S davanti a 300 spettatori; la formazione di Gardiol ha perso soltanto all’ultimo set per 13 a 15. Nella finale per il 3° posto successo
dell’Arti e mestieri Torino sul Chivasso mentre fra le ragazze la vittoria è andata al Carmagnola sul Cafasse. In terza divisione il Parella
ha battuto il 3S per 3 a 2 fra i ragazzi mentre nella categoria femminile il 3S B ha superato per 3 a 0 il Candiolo e il 3S A è stato battuto
dal Bricherasio per 3 a 1. Nella fase finale del campionato regionale
allievi maschile il 3S di Gardiol e Picotto ha deluso: stanchi e deconcentrati i giovani lusemesi sono stati battuti dal Casale per 2 a 1
e dal Cuneo per 3 a 0. Nel torneo Uisp il Morgan, dopo aver patito
un 2 a 3 dal Meneghetti, si è ripreso battendo in tre set il Mappano.
INCONTRO SUL FISCO PER LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE — Una chiara ed esauriente esposizione del rag. Bianco Guglielminotti ha illustrato ai convenuti al convegno organizzato dal
3S Lusema, sabato 18 maggio, la complessa serie di adempimenti
fiscali e burocratici legati alla yita delle società sportive. Purtroppo
scarsa è stata la partecipazione di esponenti di associazioni a cui
erano destinate le relazioni della giornata* Al termine della giornata
il presidente della Comunità montana vai Pellice, Cotta Morandini,
ha accompagnato i presenti a visitare il nuovo palazzo del ghiaccio
che ospiterà tra l’altro, il 1” e 2 giugno, un torneo da pallamano
nell’ambito della «Festa dello sport».
CAMPIONATI PINEROLESI DI TENNIS TAVOLO — Per
due domeniche successive Torre Pellice è stata la capitale del tennis tavolo pinerolese grazie ai campionati organizzati dalla locale
Polisportiva Valpellice. Nella categoria singolo assoluto A, successo di Marco Malano davanti a Davide Gay, nel singolo B 1° Erick
Belloni davanti a Giuliano Ghiri. Fra le ragazze successo di Elisa
Cesano davanti a Sara Battaglia. Nel doppio maschile Piras e Malano hanno superato Gay e Battaglia. Nella categorie giovanili, successi di Mauro Cesano su Samuele Revel nelTUnder 14; nell’Under 18 maschile vittoria di Alberto Picchi davanti a Ivan Bricco,
nelTUnder 18 femminile ha vinto Silvia Davit, a sua volta 8“ concorrendo anche con i ragazzi. Negli Amatori 1° Francesco Picchi,
2° Matteo Pallavicini; del doppio maschile hanno vinto Picchi e Peracchione su Bricco e Giansante.
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20 KM DE LAUSANNE — Il 27 aprile, patrocinata dal Comitato olimpico intemazionale, si è svolta la 15“ edizione della «20
km de Lausanne» che ha raggruppato tra le categorie giovanili 4
km e quelle degli adulti 10 e 20 km oltre 9.000 concorrenti. A questa prestigiosa manifestazione sportiva il Gmppo sportivo Poinaretto ’80 partecipa ormai da parecchi anni e malgrado Tagguerrita
concorrenza riesce sempre a piazzare qualcuno dei suoi atleti sui
gradini più alti del podio, in particolare nelle categorie giovanili.
Ecco alcuni dei migliori piazzamenti degli atleti pomarini che hanno preso parte alla 15“ edizione della manifestazione svizzera: nella categoria ragazze 4 km prima Valentina Richard, terzo tra i ragazzi Davide Ghigo è 24° Andrea Alcalino, tra i cadetti 22° Andrea Barrai; nella 10 km i migliori piazzamenti sono stati quelli di
Elena Breusa, 14“ assoluta con il tempo di 44’065, 20° Cristiano
Micol; nella 20 km ottava assoluta Sonia Piefgallini con il tempo
di 1.27*03” e 22“ Sonia Alliaud.
Bibbia e nella scienza, prima
parte», a cura di Bill e Roby
Sherman, primari dell’ospedale
Wildwood, Georgia, Usa, e Tom
e Laurei Rednick, del Country
Life e del ristorante vegetariano
di Chattanooga, Tennessee, Usa.
24-2§niaggio — TORRE
PELLICE: Dalle 9 alle 12, nei
locali di via Cavour 9, si svolge
il tradizionale bazar primaverile
dell’Esercito della Salvezza. Sabato 25 dalle 15 alle 18.
24- 28 maggio — TORRE
PELLICE; Presso la Casa unionista, via Bèckwith 5, alle 20,30,
inizia il corso «Cinque giorni per
smettere di fumare», a cura della
sezione locale di Lega vita e salute; iscrizione e materiali didattici £ 40.000, il corso è gratuito.
25 maggio, sabato — FRALI; Alle 21, nel tempio, concerto
del Gruppo musica di Luserna
San Giovanni e della corale valdese di Frali.
25 maggio, sabato — SAN
GERMANO: Alle 21, nel tempio, la corale valdese presenta
roratorio «Le sette parole di
Cristo sulla croce» di Heinrich
Schiitz.
25 maggio, sabato — PEROSA ARGENTINA: Alle 16,45,
nel salone della Comunità montana, tavola rotonda su «Elementi dinamici per un progetto di valorizzazione delle Valli».
25 maggio, sabato — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle
ore 21, nella chiesa del Sacro
Cuore, concerto del coro alpino
Valpellice. La serata, organizzata
dall’A vis, ha lo scopo di promuovere l’attività dell’Associazione
per il dono del midollo osseo.
25- 26 maggio — PlNEROLO: Presso il circolo Stranamore, via Bignone 89, Fiera regionale dell’autogestione. Sabato
25, alle 14,30, tavola rotonda su
«Autogestione, problemi e prospettive»; domenica 26, ore 9,30,
tavola rotonda su «Crisi del welfare, autogestione, mutualismo»;
alle 14 assemblea su «L’agenzialaboratorio per l’autogestione».
Per informazioni e prenotazioni
tei. 0121-374981.
26 maggio, domenica —
BOBBIO PELLICE: Il gruppo
«La gure matte» organizza la
quinta riedizione della Festa della primavera. Alle 11 si comincia
con la passeggiata a cavallo, si
prosegue poi alle 12,30 con la
grigliata in località Fucina (ponte
della Giournà), alle 14 inizio giochi e alle 17 premiazione.
26 maggio, domenica — SAN
GERMANO CHISONE: Alle
ore 14,30, nel parco Villa Widemann convegno sulle meridiane
con la partecipazione dell’assessore alla Cultura della comunità
montana Clara Bounous, dello
gnomonista Luciano Morra,
dell’arch. Franco Ferro Milone e
del ricelcatore Giovanni Visentin.
27 maggio, lunedì — PlNEROLO: Alle 9, presso gli Oblati
di via Soramellier, terzo incontro
«Preti-pastori» per discutere della prossima assemblea ecumenica di Graz.
28 maggio, martedì — PlNEROLO: Alle 21, nel salone
dei Cavalieri in via Giolitti, conferenza sul tema; «Il protestantesimo in vai di Susa».
30 maggio, giovedì — TORRE PELLICE: A cura dell’Unitrè, alle 15,30, alla Casa valdese,
si svolgerà un concerto del coretto valdese di Torre Pellice.
1° giugno, sabato — POMARETTO: Alle 21, nel teatro valdese, dibattito su «I valdesi: chi
eravamo, chi siamo, chi stiamo
diventando», con Claudio Tron e
Giorgio Toum.
. 1° giugno, sabato — TORRE
PELLICE: Alle 20,45, al salone
Opera gioventù di via al Forte, la
compagnia Vecchio teatro presenta la commedia brillante in tre
aiti di Carlo Veneziani «Il Signore è servito». Lo spettacolo verrà
replicato sabato 8 giugno.
1° giugno, sabato — VILLAR
PEROSA: Alle 9,30, nella sala
Skf, convegno sul villaggio
Agnelli, con presentazione del
depliant turistico della scuola media di Villar e visita guidata allo
stabilimento. Alle 21, nella chiesa di San Pietro in Vincoli, presentazione del depliant turistico
per valorizzare la chiesa.
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomaretto, tei. 8II54
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 26 MAGGIO
Villar Perosa: Farmacia De
Paoli - via Nazionale 29, tei,
51017 ' I
Ambulanze: ,y ;
Croce Verde, Perosa: tei, 81000
Croce Verde, Porte ; tei. 201464
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 26 MAGGIO
Luserna San Giovanni: Far- '
macia Savelloni - Via F. Blando 4 - (Lus. Alta), tei. 900223
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
datarie
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ÿvevaSer
•1:
PlNEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
4
SERVIZIO INFERMIERIST
dalle ore 8 alle 17, presso Ir
sedi dei distretti.
SERVIZIO eliambula:
telefono 118
Cinema
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TORRE PELLICE —Il
cinema Trento ha in pro;
gramma, giovedì 23 e venerà
24, ore 21,15, L’ussaro sul
tetto, di J. P. Rappeneau, sa-;;
bato 25 e domenica 26, ore'
20 e 22,10, e lunedì 27 alle
21,15 Piume di struzzo.
BARGE— Il cinema Co«
munale ha in programma, venerdì 24 La seconda volta e
sabato 25 maggio City hall;,
da domenica, ore 15,15,
17,15, 19,15, 21,15, a gio;
vedi, Piume di struzzo. Feriali ore 21,15.
PlNEROLO — La multisala Italia ha in programma, alla
sala «5cento», Schegge di
paura; feriali 19,45 e 22,20,
prefestivi 19,45 e 22,30, festivi 14,45, 17,15, 19,45,22,20,
Alla sala «2cento» è in visione L’esercito delle dodici
scimmie; feriali 20 e 22,20,
prefestivi 20 e 22,30, festivi
15, 17,30, 20 e 22,20.
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ì 24 MAGGIO 1996
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
È scomparso all'età di 94 anni il decano dei pastori metodisti in Italia
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Ifredo Scorsonelli, testimone dell'Evangelo
Un servizio che anche nei momenti più difficili è sempre stato
sostenuto da una fede incroi labile nella promessa del Signore
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Due ricordi sul pastorato di Scorsonelli
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^.1 aUDIO H. MARTELLI
rifREDO Scorsonelli, de/V'cano dei pastori metodidiltaliani, è deceduto a Pisa e
n^uoi funerali si sono tenuti
*^a chiesa valdese sabato 27
jMile alla presenza di un
gran numero di persone,
¿angeliche e no, provenienti
■^arie città italiane nelle
fluali il pastore Scorsonelli
jveva servito nella sua lunga
i^tà. Nato a Roma il 4 aprirei 1902, assolti gli studi di
ragioneria, Alfredo Scorsonelli era entrato nella Facoltà
«ologica metodista proprio
■^l’anno che aveva visto la
«cuoia trasferire la sua sede
dapirenze alla capitale.
Infacoltà, fra gli altri, aveva avuto come insegnati Tagliatela e Jalla. Durante gli
Studierà stato inviato a perfe(imarsi all’estero a Manchester,'Zurigo e Basilea e già un
anno prima della sua consai^ione, avvenuta nel 1928
ad opera del vescovo Edgar
filake, soprintendente Carlo
.Maria Ferreri, aveva svolto il
suo periodo di prova presso
le chiese di Calosso e San
garzano Olivete. La sua pri'nia sede era stata Bassignana
; e Alessandria e la seconda,
nel 1939, Sestri Ponente.
Sopraggiunta la guerra, Alfredo si trovò solo a dover
giurare una zona vastissima
; (oltre a Sestri, Calosso, San
Mifrzano, Torino, Savona) in
un clima-divenuto difficile
che per le angherie perpejate dalla polizia fascista che
iGenova, con perquisizioni
itimidazioni varie, aveva
iato di limitare la comuàe il suo conduttore. Anni
bramente difficili segnati
ÉH»..;'- y.-xmì
dalle bombe, dalla fame, dalle difficoltà nei trasporti, ma
anni anche di indimenticabile solidarietà e di viva speranza sostenuta sempre dalla
fede e dalla volontà di non
far mancare le predicazioni
dell’Evangelo agli evangelici
isolati. Si racconta che U pastore Scorsonelli non esitasse
a servirsi anche di una barca
pur di raggiungere le chiese
poste sulla litoranea ligure
per tenervi i culti e gli studi
biblici.
Nel 1945, nei primi momenti della ricostruzione, fu
tra gli iniziatori del «Culto ra-'
dio» trasmesso da Genova.
Nel 1947, trasferito a La Spezia, darà Ravvio alla costruzione del nuovo tempio che
sarà inaugurato nel 1953. Nel
1951 è alla cura della chiesa
di Napoli e si occupa intensamente della costruzione dell’
ospedale di Ponticèlli assieme alla famiglia Santi. È poi a
Parma, Mezzano, Vico Benignano e a Milano, curando le
due chiese di corso Garibaldi
e via Correnti.
Ritorna a Sestri alla fine degli anni ’50 curando anche la
Chiesa valdese di Sampierdarena e qui raggiunge il tempo
deH’emerifazione. Accetta
tuttavia ancora Tincarico di
pastore delle chiese di Trieste, Udine e Gorizia, tra il
1970 e il 1971. Si ritira successivamente a Pisa e. cura per
un certo periodo quella Chiesa valdese, rimasta senza pastore, assolvendo all’incarico
di sovrintendente di circuito.
Molti sono stati gli incarichi
ricevuti durante la sua lunga
carriera; fu, tra l’altro, segretario e vicepresidente del Sinodo e della Conferenza me
sta nio:
oggetti
amento,'
gosto a
lare allo
ti Un ministero attento alla società
Tullio Di Muro persona
mansueta e aperta al dialogo
VALDO BENECCHI_________
IL fratello pastore Tullio Di
Muro è morto. Non amo
iare delle definizioni di una
.persona né quando è ancora
ifa noi, né quando non è più
fra noi. Ognuno di noi è sempre molto di più di ciò che
'frta definizione può contene|te. Tullio era una persona
®nile. Ma non solo. Tullio era
"na persona mansueta. Ma
fren solo. Tullio era una persona che sapeva cogliere le
®ecasioni per intrecciare dei
APPPwti di amicizia e di comunione fraterna. Ma non
®®*o. Tullio era una persona
^e ispirava fiducia. Ma non
^•o. Tullio era una persona
“frtentica, sapevi che cosa
wya dentro. Ma non solo.
^0 era una persona di diamgo. Ma non solo. Potrei
^frtinuare ad elencare tante
tre Sue qualità senza cadere
f^fr^U’inutile e fastidiosa reHCa ^nebre di circostanza,
tnfj momen
1 sua vita lascia Rapolpaese in provincia di
tenza, per dedicare la sua
*”i*^istero pastorale
sen con profondo
tn umanità e con spiriut servizio. La sua forman **® teologica e spirituale
don 'Avvenuta sui banchi
in I di teologia, ma
bri 1? t^^utunità i cui meml'g T‘uta conoscevano solo
.^migrazione o il lavoro duro
In . di Lucania, di cui
«g^tittore Carlo Levi ha dezinn T’usprezza e la desolane, gente forgiata alla dura
scuola dell’ingiustizia sociale
e dell’indifferenza politica
nei suoi confronti.
Credo che sia stato proprio
questo contesto che ha fatto
maturare i frutti più significativi del ministero pastorale di
Tullio Di Muro; nel 1960 egli
fondava a Villa San Sebastiano, nell’altrettanto dura e
aspra terra di Abruzzo, la
cooperativa agricola. Sono
andato a rileggermi il numero di «Voce metodista» del luglio 1960 che riportava la cronaca dell’inaugurazione; Tullio ne aveva scritto ùn com-mento che a tutt’oggi ini
sembra profondamente radicato nell’insegnamento più
autentico dell’Evangelo.
Tullio scriveva, fra l’altro:
«La Chiesa deve impegnarsi
affinché la sua opera non
venga rinchiusa negli stretti
confini dei servizi religiosi e
di culto, perché non si può
portare, specie in questa zona, un positivo rimedio alle
miserie spirituali dei nostri
fratelli se non si porge nello
stesso tempo un rimedio alle
loro miserie materiali. In questo senso la chiesa e la cooperativa si associano e si completano nella loro missione
spirituale e sociale, per provvedere ai bisogni morali e
materiali degli uornini». Un
anno più tardi a Villa viene
inaugurato anche il Centro
evangelico per l’infenzia.
Grazie, Signore, per aver
suscitato fra noi questo tuo
testimone e grazie per averlo
accolto nel tuo Regno di
amore e di vita eterna.
todista, membro del Comitato permanente e di varie
commissioni di studio e amministrative. Rilevante anche
la sua attività nel campo ecumenico, nel Sae, nei convegni de La Mandola, nelle varie sedi e da ultimo a Pisa,
dove si era fatto amare dai
fratelli cattolici come ha dimostrato la presenza ai suoi
funerali di alcuni sacerdoti
che lo ebbero amico.
Il funerale, tenuto da chi
scrive, ha avuto al suo centro
il testo di Giovanni 3, 6-11,
Rincontro di Gesù con Nicodemo e la domanda che sta
sullo sfondo di questo incontro: «Come è possibile?». Nel
sermone, invitando i presenti
ad avere verso il Signore un
cuore pieno di riconoscenza
per la vita lunga, attiva e significativa di Alfredo Scorsonelli, si è toccato il problema
di come, anche in noi, diventi
possibile servire Dio e testimoniare il suo Evangelo. Accettare lo Spirito di Dio, lasciare che faccia di noi giorno
dopo giorno nuove creature.
significa diventare strumenti
del suo Regno ben al di là dei
limiti che le circostanze e le
nostre stesse nature comportano. Alfredo Scorsonelli ha
confidato nella promessa del
Signore, ha accolto il suo dono, si è fidato di lui in ogni
stagione della sua lunga vita.
Ciò lo ha reso capace di diventare «un buono e fedel
servitore», capace di far fruttare i non pochi talenti che gli
erano stati affidati.
Durante il culto hanno preso la parola numerosi intervenuti per ricordare la figura
e l’opera del fratello chiamato
alla casa del Padre: il pastore
Guido Colucci che gli è stato
vicino fino alla fine, il pastore
Franco Becchino in rappresentanza anche della Tavola
valdese, il pastore Gino Conte
sovrintendente del circuito,
membri delle chiese, sacerdoti cattolici, evangelici stranieri. Queste testimonianze
hanno detto chiaramente
quanto prezioso sia stato il lavoro di questo operaio, con
quanto zelo egli abbia «predicato la fede» 0- Wesley) e come i semi da lui piantati abbiano prodotto fimtto secondo la volontà di Dio.
Con Alfredo Scorsonelli
scompare l’ultimo legame
storico tra il metodismo italiano e la missione episcopale, ma se i testimoni passano
resta ciò che essi hanno saputo trasmettere. Anche grazie ai suoi preziosi ricordi e
consigli è stato possibile pro'prio in anni recenti dare nuova vita alla collaborazione tra
le chiese metodiste italiane e
la grande famiglia della Chiesa metodista unita, erede del
metodismo episcopale.
Il pastore
disse:
«Italia, levati!»
L’anno scórso la chiesa di
Genova-Sestri, nel celebrare il
proprio centenario, curò la
pubblicazione di u*i opuscolo
a carattere rievocativo, scritto
a più mani. Alcune pagine sono del pastore Alfredo Scorsonelli che operò a Sestri dal
’39 al ’47, dunque negli anni
difficili della guerra. «Tutta la
comunità - scrive Scorsonelli
- si sentì impegnata nella lotta per la libertà e il sollievo
delle sofferenze che la guerra
imponeva: alcuni partecipando attivamente alla lotta per
la liberazione: altri in modo
meno diretto ma non meno
rischioso, con l’assistere i più
colpiti dalle sciagure che
quella guerra e la ferocia della
Gestapo e delle Brigate Nere
andavano provocando.
Il gruppo femminile «Tabita», nel suo incontro settimanale, seppe lavorare con lena
«per alleviare le sofferenze
dei militari e dei combattenti
per la libertà». In questo contesto Scorsonelli racconta un
gustoso episodio: il 6 ottobre
del ’44 si svolse il funerale di
una sorella di chiesa, Italia
Slitti. «Il testo biblico fu imposto - scrìve Scorsonelli dallo zelante impegno caritatevole da essa sempre svolto:
l’episodio della resurrezione
di Tabita (Atti 9,36-41). Esordii dicendo: "Vorremmo avere oggi la potenza spirituale
di un Pietro e dare al corpo
della nostra sorella l’ordine
che ridà la vita: Italia, levati!’’.
Quel funerale non sfug^ alla
costante vigilanza del regime
e non tardò a fare sentire i
suoi effetti: perquisizione
notturna in casa del pastore,
visita di investigatori indaganti sui mezzi di sussistenza
della mia famiglia e dell’at-'
. tiità ecclesiastica».
L'opera è di
Dio e
riuscirà
Nel 1954, Alfredo Scorsonelli, pastore della chiesa metodista di Napoli, fu nominato presidente del Comitato
dell’ospedale evàngélico Villa
Betania, che peraltro non esisteva ancora. Il 29 novembre
1953 era stata posta la prima
pietra delTedificio di via
Manzoni, il cui costo previsto
era di 200 milioni, ma i fondi
disponibili ammontavano a
soli 11 milioni. Il Comitato
decise di sottoscrivere un
mutuo che si ottenne dopo ,
mesi di trattative e dopo avere superato piolte difficoltà.
Queste aumentarono per il
pagamento delle relative rate.
Era infatti necessario che i
lavori procedessero con celerità e fossero completati nei
tempi previsti perché il Comando americano, che avrebbe usato quello stabile
come scuola, aveva posto
delle clausole capestro quale
quella di consegnare l’edificio entro il 10 settembre ’54,
pena la decadenza dell’accordo che prevedeva un fitto
di 25 milioni per 6 anni. La
Tavola, proprietaria del suolo
e della costruzione, era però
preoccupata per l’impegno
preso e per i prestiti concessi.
11 pastore Scorsonelli con la
sua grande fede, in una lettera inviata al irioderatore Deodato, scriveva: « (...) gli evidenti segni che l’opera non è
nostra, ma di Dio che la guida
al successo, rafforzano in noi
tutti la certezza che l’avere
prestato il pròprio nome per
la registrazione della proprietà non recherà alla venerabile Tavola alcuna preoccupazione, né la farà trovare dinanzi ad alcuna difficoltà».
Aveva ragione: come Dio volle, l’edificio fu consegnato tre
giorni prima del previsto.
La preoccupazione per i più deboli e l'impegno ecumenico di Tullio Di Muro
Una vita intera spesa al servizio della chiesa
nei luoghi e nei momenti di svolta dell'opera metodista
MASSIMO AQUILANTE
L> 11 maggio si è spento a
( Parma, colpito da grave
malattia, il pastore emerito
Tullio Di Muro, caro fratello
che non mi ha mai fatto
mancare parole e gesti di solidarietà e di incoraggiamento in questi anni del mio ministerio a Parma: un fratello
anziano che con i suoi racconti ha reso più viva per me
la memoria della vicenda
metodista in Italia. Il suo ministerio pastorale infatti ha
praticamente attraversato
tutti i passaggi significativi
della storia delle nostre chiese metodiste, dall’immediato
dopoguerra a oggi.
Di Muro nasce nel 1923 a
Rapolla in Basilicata da famiglia evangelica. A Rapolla
avevano svolto la loro attività
di evangelizzazione entrambi
i rami del metodismo; ai tempi in cui il giovane Tullio comincia a impegnarsi attivamente la comunità fa parte
della Chiesa wesleyana. A 24
anni prende la decisione di
lavorare a tempo pieno per la
chiesa e viene accolto come
evangelista. Lasciata Rapolla
la sua prima sede è nell’
Abruzzo orientale, a Palombaro e poi a Perano: i ricordi
di mia nonna e di mio padre
parlano di un gióvane generoso, che si dava un gran da
fare per tenere aggregata la
cotnunità, organizzando riu-pioni di studio biblico, di
preghiera e di canto, gite, e
che quando non. lo si vedeva
in giro per il paese, con il suo
cappello a tese larghe, era
perché si trovava nelle comunità della fascia adriatica a
molti cbilometri di distanza.
Dopo Palombaro e Perano
viene inviato nel Basso Piemonte dove conosce Edda,
futura moglie, e nasce Ruben.
Poi il ritorno in Abruzzo, in
provincia de L’Aquila a Villa
San Sebastiano, dove nascono Miriam e Doris. Nel 1967
viene accolto dalla Conferenza metodista come pastore
effettivo. Poi Salerno e infine
Parma, dove è andato in emerifazione nel 1988. Una vita
pressoché interamente al servizio della chiesa, una consacrazione totale che non è mai
venuta meno, come attestano
la sua disponibilità a collaborare per i culti domenicali, a
partecipare alle assemblee di
circuito, alle Conferenze distrettuali, ai Sinodi. Pochi
giorni prima del ricovero in
ospedale, andai a trovarlo a
casa e nello studio ho visto
una cornice con scritto dentrQ «Ecco, manda me».
Mi preme mettere in evidenza due aspetti del lavoro
svolto da Di Muro, che corrispondono anche alla sua sensibilità di credente. Intanto
l’attenzione ai problemi deUe
' «classi meno abbienti» (come
egli stesso scrisse) e il suo impegno nelR«azione sociale»
della chiesa. Nei primissimi
anni ’60, mentre era pastore a
Villa San Sebastiano, ebbe la
grande intuizione di fondare
un Centro sociale, che fra le
sue attività contava anche
una cooperativa agricola di
servizio perché, disse, proprio la «cooperazione delle
forze del lavoro» avrebbe facilitato una «migliore esistenza» di quelle «classi meno abbienti». La chiesa gli fu riconoscente e riconobbe questa
componente delia sua vocazione chiamandolo a collaborate nella commissione per
Razione sociale. Negli anni di
Salerno e di Parma Tullio non
si è più trovato impegnato in
prima persona in esperimenti
concreti di diaconia, ma non
ha mài cambiato idea, come
dimostra il coinvolgimento
ideale che egli sempre esprimeva, ogni anno, alla vigilia
del «Convegno di Mezzano».
L’altro aspetto è U suo impegno ecumenico. Non so di
preciso quando abbia cominciato a maturare le sue posizioni e nel quadro di quali
esperienze di lavoro. Posso
testimoniare però che nei
suoi 15 anni di ministerio a
Parma, Di Muro ha costantemente ricercato contatti, ag
ganci, collaborazioni con i
cattolici nel suo insieme, la
presenza ai funerali di numerose amiche e di vari sacerdoti cattolici sono un attestato di riconoscenza per la fermezza di fede, la serenità interiore e la pazienza con cui
egli ha lavorato nel campo
delle relazioni ecumeniche.
La Comunità di Parma ha indubbiamente beneficiato di
questa sua opera. C’è solo il
rammarico che non abbia
potuto vedere nascere il
Consiglio delle chiese cristiane di Parma, che egli ha fortemente auspicato e per il
quale i tempi sono ormai
maturi. Si è comunque potuto rallegrare della costituzione del locale Consiglio delle,
chiese e'vangeliche.
I funerali di Tullio Di Muro
si sono svolti lunedì 13 maggio; vi ha preso parte, fra gli
altri, il pastore Valdo Beneccbi, presidente del Comitato
permanente dell’Opcemi,
che ha rivolto un messaggio
alla famiglia e alla comunità.
Sono arrivati, inoltre, messaggi dalla Tavola valdese, da
comunità, da colleghi, da
amici e amiche.
Per tutto quello che il pastore Tullio Di Muro ha fatto
per noi, per il modo in cui ha
vissuto il suo ministerio nella
chiesa, per la serenità della
fede che ci ha testimoniato
anche nel nlomento della lotta più dura, noi esprimiamo
la nostra riconoscenza al Signore Gesù Cristo, «risuscitato da morti, primizia di quelli
che dormono».
14
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PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese
Si è svolto a Santa Severa un seminario dedicato all'animazione teologica
I molti modi per esprimere la fede
Domande e risposte per sentirsi parte delia comunità dei credenti
Il ruolo non secondario della musica nella liturgia
SILVIA ROSTAaNO
ef ERA una volta un libro
della (^laudiana che si
intitolava «La fede nasce
dall’ascolto»: oggi segue il
passo successivo: la necessità di imparare a esprimere
la propria fede. «Dire la fede»
a Dio, alla comunità, all’esterno era il tema del primo
seminario sull’animazione
teologi’ca, a cura del gruppo
di animazione teologica del
dipartimento di evangelizzazione e della Egei, che si è tenuto a Santa Severa dal 25 al
28 aprile.
Un seminario di circa 30
persone, eterogenee per età,
denominazione, sesso, provenienza, posizione teologica,
ecc. che continuano a credere
che sia possibile parlare di
teologia nelle nostre chiese.
Questo significa il terihine
animazione teologica: coinvolgere tutti nella preghiera,
nel parlare della propria fede,
nell’annunciare l’Evangelo.
Spesso fl termine animazione
suscita immagini o di una cosa da esperti o di giochini che
al massimo vanno bene per
ragazzi e ragazze. Questa è la
prima scommessa, vinta, di
questo seminario: sperimentare l’animazione teologica e
vederne i pregi e i limiti. Il seminario era diviso in tre momenti, più uno: un’animazione per ciascun, ambito in cui
si dice la fede (a Dio, nella comunità, all’esterno delle co
L’animazione musicale ha un grànde ruolo nella vita delle chiese
munirà), più un quarto momento su quale progetto abbiamo dunque per le nostre
chiese.
Ricordò un’immagine per
ciascun niomento. La prima
immagine per dire la fede a
Dio: siamo nel ventre del pesce, con Giona, per tre giorni
e tre notti; siamo fuggiti da
Dio, siamo stati travolti dalla
tempesta e abbiamo buttato a
mare qualche cosa, noi stessi,
pezzi di comunità che facevano zavorra: siamo salvi ma
non lo sappiamo ancora, per
il momento dal fondo del
ventre del pesce preghiamo.
La seconda immagine per diré la fede nella propria comunità: quali sono i vari,momenti ùi cui abbiamo parlato
della nostra fede nella nostra
comunità e quando non ci
siamo riusciti? «Se tacciono
“loro,- si metteranno-a gridare
le pietre» (Luca 19,40). La terza immagine per dire la fede
all’esterno della comunità:
un’interessante dialogo su
quali testi predicare; un gmppetto proponeva Giona, Giobbe, Ruth, focalizzando l’attenzione sull’incontro con le domande della persona che ci
troviamo di fronte, altri erano
perplessi su un annuncio che
sembrava troppo in sordina, a
scapito del grande messaggio
dell’amore di Dio e della salvezza di Gesù Cristo.
E qui sta la seconda scommessa, già aperta nelle comunità, di un dialogo tra posizioni diverse, tra generazioni diverse, tra esperienze varie. Leggendo il versetto di
Esodo 13, 8 («E in quel giorno
tu spiegherai la cosa al tuo figliolo, dicendo: Si fa così, a
motivo di quello chp l’Eterno
fece penne"quando uscii
dall’Egitto»), un gruppo stimolava la ricerca di atti capaci di essere incontro tra generazioni.
Il quarto momento verteva
su cosa fare di tutto questo
materiale e di queste volenterose persone che hanno trascorso un po’ di tempo insieme: questo è sicuramente il
primo incontro del genere, a
cui speriamo ne seguiranno
altri ma questa volta in mezzo
alle comunità, non per portare qualcosa di nuovo, né per
risvegliarle, ma per confrontarsi autenticamente sulle parole e i gesti della fede, per incontrare i contenuti di fede di
fratelli e sorelle, e se le tecniche di animazione potranno
servire a questo ben vengano
anche le resistenze e le critiche, come gli entusiasmi e la
passione.
La terza e ultima scommessa, vinta, è rincontro tra l’animazione musicale e l’animazione teologica. Sembra una
ovvietà, ma anche il modo di
cantare non è neutro: comunica, forse a livello più profondo delle parole, dei contenuti. Non mi sembra si possa
dunque continuare a pensare
aH’animazione musicale come a un di più, a un’aggiunta
a momenti di culto, magari
per imbellirli o per aumentare la partecipazione, bensì si
debbano progettare i culti insieme, in modo che predica, zione e musica si fondano armoniosamente.
Monteforte Irpino: convegno in vista dell'Assemblea ecumenica di Graz 1997
Le chiese di fronte alla sfida della riconciliazione
dovranno saper ascoltare il linguaggio delle Scritture
MIMMO GUARAGNA
ABATO 11 maggio, al CenI tro incontri di Montefor
te, si è svoltoun convegno sul
tema della «riconciliazione».
Nelle intenzioni del gruppo
residenti del Centro che lo
aveva proposto il convegno
voleva essere un piccolo contributo alla preparazione
dell’Assemblea ecumenica
delle chiese europee pro
grammata per Tanno prossimo a Graz. E vero che manca
più di un anno, ma riflettere
sulla riconciliazione non è facile e non si può ridurre tutto
a una banale esortazione
dell’ultimo momento. Infatti
al convegno di Monteforte è
risultato che la strada per
Graz^ lunga e complicata e a
volte*si può finire addirittura
fuori pista. Il merito di questa
presa di coscienza va dato alla pastora Teodora Tosarti e
al professore Ottavio Di Grazia, relatori che non hanno
concesso nulla alla retorica,
non hanno cercato il consenso facile fornendo invece
CHIESA EVANGELICA VALDESE
(Unione delle chiese valdesi e metodiste)
Conferenze distrettuali
Nelle chiese valdesi e metodiste, il mese di giugno è
tradizionalmente dedicato allo svolgimento delle Conferenze distrettuali: una per le valli valdesi, una per il Nord
Italia e Svizzera, una per il Centro e una per il Sud Italia.
Le Conferenze, sulla base di una relazione della Commissione esecutiva distrettuale (Ced) e di una relazione
di una Commissione d’esame sull’operato della Ced,
esaminano: l’andamento della vita spirituale e amministrativa delle chiese e delle opere del distretto, le questioni eventualmente sottoposte o da sottoporre al Sinodo, il riconoscimento o la revoca della costituzione di
nuove chiese locali o in formazione, eventuali relazioni
di commissioni appositamente nominate nella sessione
precedente. Al termine, viene eletta la nuova Ced e un/a
deputato/a della Conferenza al Sinodo.
Il calendario delle quattro conferenze è il seguente:
I distretto 8-9 giugno a San Germano
II distretto 8-9 giugno a Milano (chiesa metodista)
III distretto 8-9 giugno a Ecumene
IV distretto 14-16 giugno a Bethel
Alle Conferenze partecipano come invitati anche membri delle chiese battiste e di altre chiese evangeliche del
territorio. Tutti i membri delle chiese valdesi e metodiste
possono assistere ai lavori delle Conferenze.
spunti di riflessione che fanno di Graz non un momento
dove la chiese possono autoglorificarsi, bensì dove tutti
sono costfetti a una profónda
confessione di peccato.
Tosatti e Di Grazia hanno
usato strumenti diversi; la
prima è partita da una rigorosa lettura del testo biblico,
mentre il secondo ha insistito
sulla critica alla presunzione
della teologia; ne è emerso
un confronto serrato: più che
due interventi hanno offerto
una rete di informazioni e riflessioni interagenti che hanno costretto l’ascoltatore a
prendere posizione, a collocarsi in un contesto di scelte
non intellettuali ma esisten
ziali. Non c’è stata nessuna
affermazione categorica o
dogmatica, e proprio questa
impostazione pone sotto
un’altra luce l’assemblea di
Graz: le chiese ufficiali si parleranno addosso, o sapranno
ascoltare e probabilmente tacere quando la parola copre
vuoti senza riempirli? Proprio
Ottavio Di Grazia induceva a
questa riflessione: ci sono
momenti in cui Dio tace, Dio
è muto, e invece le chiese
ciarlano sempre. La teologia
nella pretesa filosofica di
concettualizzare, di rendere
astratta la parola di Dio, mostra tutti i suoi limiti e la sua
miseria. Il linguaggio delle
Scritture, invece, è immediato, colpisce la mente, il cuore: la parola di Dio appunto o
ci converte oppure è morta.
La teologia invece è mediazione, alla rottura drammatica sostituisce la continuità.
Le teologie sono dilagate sul
Silenzio di Dio.
Teodora Tosatti ha centrato
il suo intervento sul fatto che
la riconciliazione è un atto
unilaterale di Dio. La creazio
ne, vista come «sogno di Dio»,
poggia su tre pilastri: l’amore
tra Dio e l’uomo, tra l’uomo e
l’uomo e tra l’uomo e la terra.
La rottura in un solo punto
pregiudica il tutto: questo è
peccato. Il paradosso è che
l’offeso, Dio, offre la mano e
propone la riconciliazione
con l’umanità così com’è cori
tutta là sua cattiveria. La riconciliazione non è dunque
dimenticare, ma assumere
sulle proprie spalle tutto il peso della storia, un peso insopportabile per l’uomo.
Iniziative come questo convegno vanno incoraggiate
pe;ché la riconciliazione è
una sfida terribile che Dio ci
pone: proprio quando ci accorgiamo che parlare di riconciliazione come di un atteggiamento di buona volontà da parte nostra non ha
senso, abbiamo capito tutta
la portata dell’assemblea di
Graz. Se si moltiplicano le iniziative come quella di Monteforte si potrà con tanti piccoli e significativi atti fornire
un grande contributo: non
Un chiesa che sale in cattedra
e insegna, ma una comunità
di credenti che confessa il
suo peccato, la sua offesa
contro Dio, contro il fratello,
contro la natura.
I partecipanti erano pochini: sorge una domanda: piace forse anche a noi la chiesa
trionfante, la chiesa delle nostre chiacchiere inutili e boriose? il nostro chiasso nevrotico che nasconde tutta la
paura che abbiamo del silenzio di Dio? Se le troppe assenze registrate a Monteforte
dipendono da questo ateismo clericale che ci fa fare a
meno di Dio per non rinunciare alla ritualità del nostri
atti, allora la via verso Graz è
veramente lunga.
VENERDÌ 24 MAGGIO i (A .
Agenda
PADOVA — Nell’ambito degli incontri!
commento al volume «Un patto per la ’
alle 16 nelle sale sociali della Chiesa i
dista si tiene un incontro dal titolo «Viola
za e vita quotidiana: una riflessione biblì
ca». Per informazioni tei. 049-650718.
RIVOLI — NelTambito di un ciclo di conferenze il pastoif
Giancarlo Farina, direttore della Società biblica di Ginev
parla sul tema «Bibbia e Satana»: ore 21, nella chiesa I
sta di viale Bassano 1. Per informazioni tei. 011-9534752.
TORINO — «Puritanesimo, riforme e rivoluzioni» è ilte|
ma delTincontfo con Michael Walzer» organizzato i
Centro A. Pascal. Intervengono Maurizio Viroli,
Miegge, Daniela Bianchi, Giuseppe Rutto, Anna ElisabetJ
Galeotti e Massimo Salvadori che presenteranno il libi^
«La rivoluzione dei santi» di M. Waltzer, edizioni Claudi}
na; ore 10, salone valdese di corso Vittorio Emanuele 1
scu
|le id
flàsemi
Per ulteriori informazioni telefonare allo 011-6692838.
MILANO — In occasione della Veglia e|
cumenica di Pentecoste, la Chiesa metodis
propone una riflessione sul tema «Riconc
liaziorie: piccoli passi verso Taccoglieni
della diversità». Il ritrovo è previsto per
ore 20,45 alla stazione di Quarto Oggiaroe]
toccherà alcuni punti del quartiere fino alla conclusioii
della festa nella parrocchia della Pentecoste in via Graf 2Ìj
Per informazioni tei. 02-6886612.
RIVOLI — NelTambito di un ciclo di conferenze, il pasti
re Francesco Casanova parla sul tema «Il senso della vit
ore 21, nella chiesa battista di viale Bassano 1. Per ulterioB
etti
beco
:a,coir
tote:
¡oidi !
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tìistri
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¡porte
¡andò
lotf
esittadi
informazioni telefonare allo OTl-9534752.
ISOLA DEL LIRI — La comunità battisi
organizza dalle 10 alle 15,30 la festa annu^
delle chiese battiste, metodiste e valdesi i'
Basso Lazio, che si svolgerà in via Po, ten
po permettendo. «Scegli la vita in un mom|
di crisi» è il titolo della conferenza che 1
lo Naso, direttore di «Confronti», terrà alle ore 11 nelTa
bito della manifestazione. Partecipa la corale di Rom|
Montesacro. Per informazioni tei. a Lutero Pallagro|
0776-812055, oppure al pastore Sergio Tattoli, 808364.
MATERA — Il gruppo teatrale «La Mateola» della Chie|
battista, diretto da Michele Mattone, presenta «La giara»|
Luigi Pirandello: ore 19,30, nel locale di culto in via Grail
il
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lï ïiô è
lióla jplural
iere,
Il SO]
ìUa;
na. Per informazioni tei. 080-5543045 oppure 838164.
UDINE — Nella sala della Chiesa mete
sta di piazzale D’Annunzio 9, alle ore 18,1
corale della Chiesa evangelica battista)
Colonia (Germania) tiene un concerto
nizzato dal Circolo culturale «Guido
dolfo». La corale, diretta da Reinhart Ka
presenta gospel in italiano, inglese e tedesco.
TORINO — NelTambito di una serieó
culti di evangelizzazione, il pastore Piei^
Behsi parla sul tema «L’iniziativa di Di^
Gesù Cristo»: ore 18, tempio di via Passi
laequa 12. Per informazioni tei. 011-53728|
TORRE PELLICE — Nella Sala PaseW
del Centro culturale valdese, alle 17, si ini
gura la mostra delle opere del pittore e se
tore Giulio Mosca. La mostra sarà aperta i||
no al 14 giugno il giovedì, sabato e dome®
ca dalle 15 alle 18 e il lunedì, martedì, nid
coledì e venerdì dalle 14 alle 17. Tel. 0121-932566.
TORINO — Nell’ambito di una serie di culti di evangeli
zazione, il pastore Piero Bensi parla sul tema «La Bibbi
testimone di Cristo per noi»: ore 18, presso il tempio di vi|
Passalacqua 12. Per informazioni tei. 011-537283.
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BOVES — Alle ore 10, al parco Marqu«
festa primaverile delle comunità evangeli«
di Alba, Bra, Cuneo e Mondovì, organiz»
dalle chiese evangeliche del Cuneese. Cui
all’aperto, agape fraterna, canto e giochi,
informazioni: past. Anders, tei. 0171-6302.
TORINO — NelTambito di una serie di culti di evangel
zazione, il pastore Piero Bensi parla sul tema «L’Ev;
ci interpella e ci insegna»: ore 18, nel tempio di via P
laequa 12. Per informazioni tei. 011-537283.
PADOVA — «Le strutture economi^
mondiali e i loro accordi» è il titolo di
conferenza di Francescuccio Gesualdi che ,
tiene nel quadro dell’iniziativa «Lunedì e ,
il Sud del mondo»: ore 20,45, *
Cuamm. Per informazioni tei. 049-6902b!'-l
PERUGIA — «I valdesi e le origini del pacifismo»
tolo di una conferenza che il prof. Lucio D’Angelo te^
le 18 nei locali della chiesa valdese in via Benincasao.
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informazioni tei. a Gianni Sagripanti, 075-5179804.
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CULTO EVANGELICO: ogni dotaem
mattina alle 7,27 sul primo programma ,
diofonico della Rai, predicazione c ^
dal mondo evangelico italiano ed esteròi
puntamenti e commenti di attualità.
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PROTESTANTESIMO: rubrica televg
della Federazione delle chiese evangoh
trasmessa a doméniche alterne da
23,40 circa e, in replica, il lunedì della
mana seguente alle ore 9,30. Lunedì 27
gio replica «Diario da Gerusalemme».
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa ™brìca^^
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settin'
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jpoccorre dire che non
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intendere, di dare o
jsoldi alle scuole confcnali 0 ideologiche (la
Qsa quasi nessuno nelle non si tratta neppustione privata o statanbe ipotesi possibili
^¿ertazione. Il problelijttosto, consiste nel
> quando la scuola può
ii'bene comune, un bebblico, quindi un comt<un servizio di cui lo stada essere regolatore efiitore. A^io giudizio, la
buò dirsi un bene pubpltanto quando rispon|ue esigenze: alche ri
I il diritto di libertà di
Éndimento: b) che riJda a un determinato
ird Istruttivo.
Tlibertà di apprendimeniporta il rispetto delcando come singolo e
cittadino. Come singoJunno ha il diritto di potegliere liberamente i
|ri valori di vita in cui crep eiò è possibile in una
is^uralista e non a sen|ico. Nessuno può sceIper lui: né la famiglia.
Chiesa, né lo stato. Il di|devere dei genitori di
re i figli è il diritto-doIdipffrire ai figli l’occa' Ìucativa della scelta di
|sopra, non di sostituirsi
iseelta. Come cittadino,
falunno ha il diritto di
fere nella consapevolez
II tessuto connettivo copte la società a cui ap
ae. E questo può realiz' raverso un’educazioilogo ravvicinato, non
aste trincee che favo) un processo di peribalcanizzazione» delità,
ralismo dei valori in
go e un determinato
ard di istruzione cornilo il modello pubblico
amuovere. II decentralo, l'autonomia o il «priBdale» sono strade perdili purché sia salvaguarpl modello pubblico. Il
Sodi valutazione di cui si
adeve trovare in questo
Milo il paletto fisso per
\div'entare una facile
fetoia. Resta allora una
oda: alle scuole che in^0 mantenere il proprio
"sento confessionale o
pgico (ideologia tecnooa compresa) neanche
Fa del finanziamento
Jool ^l’interno delle liidi istituire le scuole, deae dal principio costituw della libertà d’insppnto che va conservato
^fe.jptegrato con quello
hmmo delle libertà di
ordimento, le scuole
psslohali 0 ideologiche
Che fine fa l'articolo 33 della Costituzione?
ALDO RIBET
>->f‘ H
qualche considerazione possa farsi.
iféUa épffiitiiiiidh^ non v’è alcuna disposizione sulla interpretazione della
legge, come non ve n’era nello Statuto
albertino. Vi è però l’art. 12 delle preleggi: «Nell'applicare la legge non si può ad
essa attribuirsi altro senso che quello
fatto palese dal significato proprio dell$
parole secondo la connessione di esse, e
dalla intenzione del legislatore»..
Se una controversia non può essere
decisa con una precisa disposizione si
ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie aVialoghe; se il
caso rimane ancora dubbio, si decide
simo; e poi con la stessa legge o altra secondo i principi generali’ dell’ordinasuccessiva requiparazione piena degli >. mento giuridico deUo stato,
insegnanti dell’lrc agli altri docenti del- ' Se invitiamo un qualsiasi cittadino,
le scuole statali; fe forse anedra un’altra fra quelli che hanno frequentato la
legge che istituisca, come materia curri- ^ scuola dell’obbligo, a leggere, alla strecolare, la «storia delle reli^oni» (dimen- ' gua di quanto precisato nel citato art.
beando che le varie religioni del Libro,, 12, l’art. 33 della Costituzione, al 3”
attraverso le diverse letture del Libro, ' coirima, che dice; «Enti e privati hanno
sono addivenute a divisioni, guerre di '
religione, ecc.). il tutto, ovviamente,
senza che venga modificato l’art. 33
della Costituzione.
A questo riguardo, mi pare che una
DOPO il reiterato invito del papa rivolto alla Repubblica italiana a
provvedere alla parità tra scuola statale
e non statale (cioè al finanziamento da
parte dello stato, diretto, o indiretto,
delle scuole non statali o private), invito
al quale sembra che l’Ulivo abbia intenzione di dar seguito, che cosa dobbia- ’
mo attenderci?
Una legge ordinaria che disponga la
parità, della quale ovviamente si gioveranno anche le nostre scuole private, in
questa atmosfera di neocostantiniane
il diritto di istitUfire scuole ed istituti di
educazione, senza oneri per lo stato», la
risposta appare chiara, proprio per il
senso fatto palese dal significato proprio delie parole secondo la loro con
nessione. E allora, prima di procedere
alla parità, diretta o indiretta, di finanziamento alle scuole private o non sta^
tali, parrebbe logico doversi procedere
all’abrogazione del 3° comma, eliminando da detto artìcolo la dizione «senza oneri per lo stato».
Pare, invece, che i sostenitori della
parità, diretta o indiretta, di finanziamento alle scuole private e non statali
non intendano far precedere la modifica della Costituzione,'facendo dire alla
stessa quello che in realtà non dice, almeno secondo il primo canone inter'pretatìvo della legge e ricorrendo a interpretazioni diverse anche da quelle
che erano le intenzioni del legislatore
della Costituzione.
Tra l'altro, il far precedere alla legge
ordinaria di equiparazione tra scuole
statali e non statali la modifica parziale
dell'art. 33 della Costituzione eviterebbe eventuali ricorsi, sotto tale profilo,
alla Corte costituzionale, che verosimilmente si'avrebbero in caso contrario. O
si teme che la modifica parziale dell’art.
33 d ella Costituzione non raccoglierebbe i voti necessari?'., 1
vanno prese in considerazione nella misura in cui assolvono al compito dell’istruzione e per la quale la famiglia
non può essere aggravata
economicamente due volte.
Ciò- comporta ridotti contributi finanziari pubblici, ridotti per conservare alla scuola
pubblica il giusto riconoscimento e il giusto peso di forza
trainante di tutto il sistema
formativo nazionale, in quan^
to unica deputata a rispondere all’ineludibile primato della libertà di apprendimento.
Ciò sia detto con franchezza e
in autentico spirito liberale, al
di là di ogni steccato ideologico o di opportunismi poUtici
spesso camuffati di falso liberalismo.
Nando Bacchi
Boretto (Re)
M Elezioni e
mancati profeti
Leggo sulla prima pagina
della Stampa del 12 maggio
«La sfida di Bertinotti: via dalla Nato e dalla moneta unica
europea». Bossi (con milioni
di italiani) chiede da oltre
dieci anni il federalismo altrimenti propone la secessione
della Padania. I media, politici, magistrati, militari e Chiesa cattolica gridano allo scandalo utilizzando la facile e
ipocrita retorica dell'unità
d’Italia. Oseranno altrettanto
contro Bertinotti, vero padrone del destino del governo
Ulivo, invocando l’unità della
Nato e dell’Europa?
Per quanto mi riguarda
Bossi è un abile attore del
teatro della politica al quale,
se avremo mai del federalismo, dovrebbe essere assegnato l’oscar della scene^iata attuata allo scopo di far
^0 V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011 (657542
Porla, 93 - 80137 Napoli - tei. 061/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille, 1 10064 Pinerolo
ORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanuele PaJ^DATTORI; Stelio Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Alberto Cor^^ino Di Croce, Fulvio Ferrarlo, Giorgio GardioI (responsabile ai termini gi legge)
^ Qirolami, Anna Maffei, Milena Martlnat, Carmellna Maurizio, Luca Negro, Luisa
JiNacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Ro^8ldo Rostan, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele Volpe. AMMINISTRA■ r Castangia. ABBONAMENTI: Daniela Actia. FOTOCOMPOSIZIONE: Aec
J - tei. 0174-551919, STAMPA: U Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174•wXTORE: Edizioni Protestanti s.r.l.-via Pio V, 15 bis -10125 Torino.
nonpuoeaa§remMlu^mputltnmnl»
' Inswìoni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000. Partecl* oiillimetro/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
^ nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con II ri.
*®®*’ rssponsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state regiordinanza in data 5 maize 1993.
rno99Ìo 1996 à Stato oonaegnato per l'inoltro postale all'Ufficio CMP
... *®®Romoll 44/1 Idi Torino mercdeiiJ115 maggio 1996.
parlare finalmente tutti di federalismo. La sua evidente
provocazione è volutamente
non capita solo dai sepolcri
inqbiancati della vecchia politica, i quali giocano a che tutto cambi perché nulla sia
cambiato.
Sono ipotizzabili nuove elezioni se è vera l’equazione;
Bossi sta a Berlusconi come
Bertinotti sta a Prodi. È il risultato matematico della perversa legge elettorale che ha
tradito lo spirito del referendum votato dalla maggioranza degli italiani. Ieri ha vinto
il Polo e ha governato sino a
che Bossi ha voluto; oggi ha
vinto rUUvo e governerà sino
a che Bertinotti vorrà.
A proposito delle precedenti elezioni, sarebbe utile rileggere su Riforma dell’epoca le
relazioni di tutte quelle sciagurate profezie propinate in
occasione delle assemblee
Fcei, Ucebi e Sinodo circa la
tragedia di un ventennio nuovo post fascista.
Agli autorevoli mancati
profeti auguro che potremo,
ogni cinque anni, riproporre
l’alternanza di governo,'anche con l’Ulivo al potére.
Roberto Mollica
San Mauro Torinese
^ I cristiani
e la mancanza
di lavoro
Sono un dottore in Scienze
politiche per l’Uniyersità degli Studi di Genova, ma per la
sezione Circoscrizionale dell’
impiego (ufficio di collocamento) sono uno dei tantissimi disoccupati iscritti, insomma un numero. Sino ad
oggi non sono riuscito a conseguire un impiego stabile,
ma soltanto a tempo determinato. Recentemente ho lavorato come .bidello presso il
Comune e adesso sono di
nuovo disoccupato. Devo dire che da un punto di vista
professionale non mi sono
realizzato perché, se lo avessi
saputo a 14 anni, non avrei
frequentato il liceo classico e
poi l’Università, ma avrei optato per apprendere un mestiere pratico quale l’idraulico
0 il muratore o altri che oggi
sono richiesti (...).
Io so, per esperienza personale, che il disoccupato generalmente si sente un fallito,
un inutile per la società che ti
rifiuta il diritto al lavoro sancito solennemente dalla nostra Carta costituzionale.
Inoltre, è questo è il punto
più tragico, il disoccupato
iscritto alle nostre chiese si
accorge che, nonostante le
belle parole di conforto e le
preghieie, la situazione è stagnante e il principio che sembra prevalere è: ognuno per
sé e Dio per tutti. Insomma la
comunità cristiana è impotente dinanzi alla disoccupazione! Possiamo soltanto predicare parole di conforto, ma
non risolvere nulla. (...) Le
chiese gestiscono opere diaconali, le quali se sviluppate
potrebbero dare occupazione
a una parte dei nostri disoccupati. Talvolta si impiegano
persone provenienti da altri
paesi quando in casa nostra
abbiamo persone che marciscono nell’inerzia.
Siccome ci sono ora anche
dei deputati alla Camera facenti parte di chiese evangeliche, desidero ricordare loro
che come tutti gli altri parlamentari ricevono una lauta
indennità, mensile che consente loro di vivere agiatamente e forse anche di dimenticarsi dei tanti che si
sentono falliti in questa nostra Repubblica italiana fondata sul lavoro, e alla fine
qualcuno si getta giù da un
ponte monumentale, come è
già successo diverse volte a
Genova. Non si può neanche
risolvere il problema con lavori a tempo determinato,
bensì promuovendo opere
pubbliche che consentano di
impiegare imprese e lavoratori e consentire che il reddito prò capite aumenti e consenta così alla ricchezza di
circolare, se no si rischia di
arrivare a una società nella
quale pochi vivono nell’agiatezza e la massa nella miseria.
La prima comunità cristiana, quella di Gerusalemme,
ebbe un periodo, durato poco, nel quale i membri della
comunità avevano risolto i
problemi finanziari e di occupazione. È interessante quella
breve esperienza, poiché fu
oggetto di riflessione da parte
dei socialisti utopisti del primo Ottocento, i quali auspicavano una società di liberi
ed eguali senza più lo spettro
della miseria e dell’àsservimento. Penso che come cristiani evangelici dovremmo
riscoprire l’esperienza della
comunità gerosolimitana così
efficacemente descritta in Atti
4,32-35.
Angelo Costa - Genova
■ Il battesimo
di Clodoveo
Fermo restando che la
conversione al cristianesimo
del franco Clodoveo si deve
all’iniziativa della novella
sposa, la burgunda Clotilde,
rimane qualche dubbio sull’
ortodossia cattolica di quest’ultima. Secondo uno degli
storici più recenti di Ginevra,
i Burgundi erano ariani {cfr.
Henri Babel, La Vérité sur
Genève, Riforma del 12-4-96).
La principessa Clotilde, nipote del re Gondebaud, era
stata educata alla corte del
pqdre Godigisel che risiedeva
a Ginevra, uno degli alti luoghi del I Regno di Borgogna.
Siamo nella seconda metà
del secolo V. Partendo da
questo dato di fatto, il Babel
giunge addirittura alla conclusione che «non si può dire
che la chiesa è la cattedrale
di Ginevra siano sempre state cattoliche prima della
Riforma»!
La cosa diventa ancora più
interessante se si pensa che,
1.040 anni dopo il battesimo
di Clodoveo, Calvino trovò a
Ginevra un terreno già dissodato sia civilmente che religiosamente. Grande peso vi
aveva assunto fin dal medioevo il Consiglio cittadino,
fautore delle secolari lotte
per l’indipendenza dai Sàbaudi, specialmente quando
costoro vi crearono dei vescovi a loro legati anche per
vincolo di sangue (cfr. Olmer
Reverdin, Destín de Genève,
in «Bastions de Genève», n. 4,
2“ sem. 1959, numero speciale in occasione del fV centenario dell’Accademia di Calvino, pp. 23-24).
A questo punto non va dimenticato che, quando nel
1532 il francese Farei giunse
a Ginevra reduce dal Sinodo
valdese di Chanforan, le idee
nuove, luterane, vi erano già
predicate in case di mercanti,
come quel Baudichon de la
Maisonneuve, che sarà poi
processato per eresia a Lionq
nel 1534.
Due anni dopo lo stesso
Farei «fermerà» Calvino nella
cittadella futura capitale del'
protestantesimo europeo
riformato. Sono cose areinote, ma che vanno rivisitate in
un contesto più generale in
cui si accavallano e si mescolano arianesimo, luteranesimi, evangelismo valdo-farelliano e calvinismo.
Giovanni Gönnet- Ronta
Cuius regio
eius religio
Egregio on. Giorgio Gardiol, gli episodi da lei citati
nel suo fondo «Cuius regio,
eius religio», a pag. 10 di
Riforma del 3 maggio sono
gravi ma purtroppo non nuovi né, e me ne rammarico,
isolati. Per quanto riguarda le
argomentazioni usate contro
di lei dal capogruppo della
Lega Nord al Comune di
Chieri, mi impegnò formalmente a porre la questione
all’attenzione della dirigenza
del mio partito per un richiamo che sarà giusto e opportuno. Questi non sono incidenti
di percorso: sono un sintomo
di un modo distorto di vivere
la politica esclusivamente come potere, irridendo le idee e
puntando più sulla delegitti
mazione dell’avversario che
sulla capacità di esporre un
programma, una visione del
mondq, un’etica da accogliere o rifiutare.
Se questo è vero, e lo è, anch’io come candidato ho avuto qualche problema e avrei,
se volessi, qualche lamentela
da esporre. Potrei piangere la
banalizzazione strumentale o
la degnazione buonista che di
noi e delle nostre idee è stata
fatta, anche da alcuni «maitre
a penser» del mondo valdese.
Potrei raccontare l’episodio
di un militante del suo partito
che, incontrandomi su una
piazza mentre entrambi distribuivamo manifesti, si è dimostrato, sia pure con molta
cordialità, sinceramente rattristato nel constatare che un
valdese potesse essere diventato leghista. Sono, in fondo,
piccoli scampoli di vita politica e come tali vanno vissuti,
con una punta di umorismo e
di disponibilità al dialogo,
senza credersi migliori, sapendo ascoltare e proporre.
Ma fra i manifesti di crociata il migliore, credo, è di proprietà dell’Ulivo ed è stato
diffuso nelle valli valdesi, per
opera di «principi» in buona
parte valdesi. Questi «principi», nelle persone del presidente della Comunità montana valli Chisone e Germanasca, con la sua corte di assessori e di numerosi sindaci
della valle, si sono pronunciati con tutta la pubblicq autorità del loro grado, per mezzo
di im manifesto capillarmente diffuso, in favore dei loro
candidati. «Cuius regio, eius
rei publicae administratio».
Anche questa è la politica
nelle nostre valli. E il fatto che
la stessa cosa sia successa in
alcuni paesi della più degradata cintura torinese, usato
da qualcuno per giustificarsi,
non cambia nulla. Siamo diventati uguali. Forse è giusto,
forse non è una buona cosa.
Ettore Micol - Villar Perosa
Caro prof. Micol
le sue osservazioni sono utili a completare un quadro di
campagna elettorale alle Valli
che mi era sfuggito. Osservo
solo che i comportamenti sono però diversi nella sostanza.
Negli episodi denunciati nel
mio articolo gli avversari denunciavano come un ostacolo
insormontabile per il voto, la
confessione religiosa protestante o Oaldese. Cera un idea
integrista della politica. Negli
episodi da lei denunciati, mi
pare invece che la contrapposizione riguardi contenuti
della politica leghista. Ciò è
vero nel caso dell’appello al
voto sottoscritto dai sindaci.
C’è cioè un impostazione laica della politica. La differenza non è poca. No: non siamo
tutti uguali.
Giorgio GardioI
M Errata
Per uno spiacevole errore
l’articolo «Il Consiglio delle
chiese di Venezia» (Riforma
n. 20 pag. 8) è statò firmato
Erminio Macchi anziché, correttamente, Franco Macchi.
Ci scusiamo con l’interessato.
' RINGFIAZIAMENTO
«...alla sera Gesù disse loro:
“Passiamo all'altra riva"»
I familiari di
Emma Costantin ved. Stalè
ringraziano di cuore tutti coloro
che hanno partecipato al lore dolore.
Un ringrazioamento particolare
ai medici e al personale dell’
Ospedale valdese di Torre Penice, al dottor Scarognina, alle signore Rosa e Adua, Angela,
Franca Recchia e ai pastori Franco Davite e Luisa, Claudio Pasque! e Mario Berutti.
Lusema San Giovanni
18 maggio 1996
16
\ ^
fe'
ir
■ PAG. 8. RIFORMA
VENERDÌ 24MAGGIOiyi^
Seminario itinerante organizzato dalla rivista «Confronti» alla fine di aprile
Sulle frontiere della pace tra Israele e i territori palestinesi
EUGENIO STRETTI
O ULLE frontiere della
\\ ^
I pace» si intitolava il
seminario itinerante promosso dal 24 aprile al 1° maggio
dalla rivista «Confronti» in
Israele e nei territori autonomi palestinesi. Una ventina
di ebrei, cattolici ed evangelici, per una settimana sotto
l’occhio vigile della telecamera della troupe di Protestantesimo, hanno costituito una
piccola comunità ecumenica
sottoposta alle levatacce imposte per necessità di rispettare la fitta agenda da parte
di Paolo Naso, coadiuvato nel
servizio da Lucia Cuocci. A
entrambi e a Laura Micheletti, instancabile traduttrice, va
un sentito ringraziamento
per questa bella esperienza
collettiva.
Il viaggio inizia a Fiumicino con una serie interminabile di interrogatori da parte
dei servizi di sicurezza israeliani; chi è già stato in Israele
non piiò non rilevare come i
ripetuti episodi di terrorismo
hanno di fatto moltiplicato
tali ihisure precauzionali. Arriviamo all’aeroporto Ben
Gurion al calar della sera e
per tutto il tragitto sino a Gerusalemme, notiamo le strade imbandierate. Israele festeggia un duplice avvenimento: l’anniversario dell’indipendenza del 1948 e i 3000
anni della fondazione della
città conquistata con uno
stratagemma da parte di Davide e considerata quindi,
contro ogni evidenza storicoetnica, capitale esclusiva dello statò ebraico. L’indomani,
in Cisgiordania, a Ramallah,
abbiamo il primo impatto
con la nuova realtà palestinese. I territori sottoposti alla
«Autorità nazionale palesti
Jabalya (Gaza): Il gruppo nel luogo In cui è scoppiata l'Intlfada
nese», secondo gli accordi di
Washington del 13 settembre
1993, si dividono in tre categorie A, B, C e coinvolgono
oltre due milioni di palestinesi in Cisgiordania e nella
striscia di Gaza. Soltanto le
città (Ramallah, Nablus, Gerico e Gaza) appartengono
alla categoria A e quindi sono
sotto il pieno controllo delle
autorità palestinesi. Il 90%
del territorio (categorie B e C)
è spezzettato da check point
israeliani che, dopo gli attentati degli scorsi mesi, hanno
chiuso le frontiere, impedendo a centoventimila palestinesi di raggiungere i posti di
lavoro in Israele.
In questa situazione difficile, come ci ricordava il direttore del ministero dell’Educazione, Khali Mashi, sin dal
settembre 1994 sono iniziate
regolarmente le attività scolastiche in tutto il territorio
palestinese. La popolazione
scolastica supera le settecentomila unità, i giovani al di
sotto dei vent’anni ammontano al 56% della popolazione. Gì sforzi educativi dell’
Autorità nazionale palestinese vengono supportati da
programmi educativi di paesi
amici, tra i quali spicca positivamente l’Italia. La seconda
tappa del nostro viaggio è
stata a Tel Aviv, per rincontro con il ministro israeliano
per l’immigrazione, Yair Traban, e con Monica Pollak, responsabile degli affari internazionali del partito di sinistra Mapam. Un incontro avvenuto con l’eccidio di Cana
ancora fresco e con spiegazioni, da parte del ministro
necessariamente provvisorie
e fortemente segnate dalla
particolarità del momento.
Negli ultimi cinque anni oltre
settecentomila ebrei sono
tornati in Israele; ad essi è
stata garantita una adeguata
sistemazione.
La visita alla striscia di Gaza
e in particolare al campo profughi dUabalya, dove è scoppiata rìntifadà il 9 dlCéTtlbTè
del 1987, ha rappresentato
uno dei momenti forti ed
emozionanti del seminario.
In questa striscia di terra assolata e povera, il Consiglio
delle Chiese del Medio Oriente svolge un’azione pressoché
unica di aiuto economico e
sociale. Il Consiglio, al quale
aderisce dal 1990 la Chiesa
cattolica, raccoglie oltre dodici milioni di cristiani arabi
appartenenti a chiese orien^
tali, ortodosse, protestanti,
uniate e cattoliche. Sulla strada per Gerusalemme abbiamo visitato il villaggio di Nevé
Shalom-Wahat AI Salam, dove abitano ebrei ed arabi israeliani: è un luogo di pace e
riconciliazione fondato nel
1972 dall’ebreo domenicano
Bruno Hussar, recentemente
scomparso.
Altre tappe significative del
nostro viaggio sono state a
Gerusalemme. Al museo del
ricordo (Yad Vashem) dello
sterminio di sei milioni di ebrei durante la seconda guerra mondiale, abbiamo visto il
Memoriale dedicato ai bambini uccisi nei campi di concentramento. Un gioco di
specchi moltiplica le candele,
il tutto nella penombra che
teologicamente ricorda il luogo dei morti (sheol).
Gli incontri con il patriarca
latino Michel Sabbah e il vescovo anglicano Samir Kafity
ci hanno fatto incontrare due
voci palestinesi autorevoli.
Due incontri politici: uno con
Walid Al Salim, membro del
Consiglio nazionale palestinese favorevole a un unico
stato israelo-palestinese con
capitale Gerusalemme e l’altro con Peace Now, movimento pacifista israeliano,
hanno concluso il nostro
tour. Non sono mancati,!
■momenti di turfiìnd; ma lo
scopo principale del viaggio è
stato quello di incontrare le
sorelle e i fratelli israeliani e
palestinesi, nella comune fede nel Dio di Abramo.
I Malesia
Un paese «tranquillo
dove scompaiono i bamby
I»
ANNA UUNG*
IN Malesia i cristiani sono
una picèola minoranza.
Essi si mescolano ai musulmani, agli indù, ai buddisti e
ai seguaci delle religioni popolari cinesi. La Malesia non
è solo un paese multireligioso ma anche un paese relativamente tranquillo.
Ma nella «tranquilla» Malesia imperversa una certa mafia. Bambini e adolescenti
scompaiono, molti dei quali
vengono probabilmente venduti per essere avviati alla
prostituzione all’estero. Un
giorno, una madre che faceva
i suoi acquisti al supermercato, si accorse ad un tratto che
i due figli non erano più accanto a sé.
Saggiamente, chiamò immediatamente le forze dell’
ordine che bloccarono tutte
le uscite. Il negozio venne setacciato e i due ragazzi vennero scoperti, con le mani legate, nelle toilette. Gli avevano già raso i capelli per impe
dire il loro riconoscimetì^ij
questo caso la vicend^ha
avuto un lieto fine,
moltissimi casi non è co^
La Chiesa presbiteri^
ammette l’ordinazione ddi
donne, ma per queste ula| ’
le cose non sono facili. Mol
di quelle che hanno undici
ploma in teologia non vene
no consacrate e rimango;
semplici predicatrici sen,
avere diritto al titolo dipasj|
re. Se una donna vuole ess
consacrata, deve rimani,,
celibe, a differenza dei su'
colleghi maschi che poss
sposarsi.
La Malesia è un paese tri«,
quillo, ma... come in moltii
tri paesi, i bambini nontàs’
no nella sicurezza; cornei
molti altri paesi, 000 05
uguaglianza tra uominf
donne rispetto all’ordinat
ne. E ci sono tante altre cal
ne di ingiustizia che biso;
rompere. (Arni Update)
* Responsabile dell’Alleak
riformata mondiale per
questioni giovi
mJk.iUi I ' iUMvs f;
^isc
Èeve
Anna Ljung insieme al gruppo giovanile della Chiesa presbiti
i^GTché non erodo noli© prom©ss© impossibili da mant©n©r©, n©!!© cos© eh© si appiustano da sol©, n©ll art© di arranpiarsi, ma eom©
I DO L'OTTO PER MILLE
la Chi©sa VaÌd©s© er©do n©U'imp©pno, nèl lavoro, n©lla eomp©t©nza: in una parola, p©rehé erodo'noll'uomo. E por 1© Chioso Valdosi
ALLA CHIESA VALDESE
© Motodist© un uomo proseind© dalla sua razza, dalla sua rolipion© © dal suo sosso. Porehé erodo alla tolloranza © alla eonvivonza
PERCHÉ
tra iodi è eultur© divorso. Do l'otto por mill© dol roddito IRPEF alla Chiosa Valdos© porehé so eh© vorrà invostito in ospodali,
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