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LA eilO^A NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PBBXKO t»’A«»OClAKiOXE
Torino, per un anno . . . L. C »
» |)er sci mesi ...» 4 »
Per le provincie c l’estero franco sino
ai contini, un anno . . L. 7 20
per sei mesi , » S 20
La direzinne della DUON.\ NOVPXLA è
in Torino, casa liellora, via del Valentino, n'‘ 12, piano S".
1.16 associazioni si ricei'ono da Cahi.otti
Bazzarini e Comp. Editori Librai io
Torino, via Nuova, casa Melano.
Gli Associati delle Prorincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla dilla sopradetta.
Cronologia Biblica V. ■— 1 Goofessorì di Gesù Cristo in Italia nel secolo XVI. —
Pietro Carnesecchi. — Cristianesimo Evangelico. — Un Giuramento, — Notizie
religiose: Roma. — Grenoble. —Bourg. — Cronachetta politica.
V.
Noi termineremo queste cronologiche nozioni indicando per ultimo come si è finanche avuto ricorso agli
eclissi per rinvenire e fermare le epoche precise dei più grandi avvenimenti predetti dai Profeti.
Queir inarrivabile scrutatore degli
astri e de’ pianeti che ’fu il famoso
Newton creatore ed ordinatore delle
leggi del moto, e uno senza dubbio
dei più grandi ingegni^he abbia avuto
non la sola Inghilterra ove nacque,
ma rUniverso Mondo, aveva intra
preso a stabilire il modo fisso e certo
d’ordinare per mezzo degli Eclissi, la
cronologia dei tempi rimoti. lo voglio,
avea detto a se stesso , cercare negli
antichi storici, tutti i racconti ch’essi
ci fanno dei giorni in cui fu veduto
estinguersi in piena luce i raggi del
Sole, od oscurarsi la Luna e tingersi
in colore di sangue. Perciocché questi fenomeni empiendo per solito di
terrore i viventi li hanno indotti a consegnarne quasi sempre la memoria nei
pubblici registri. E siccome io posso
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co’ miei calcoli trovare con ccrlezza
in qual anno, in qual giorno del mese,
in qual ora del giorno è accaduta ciascun’eciissi, è chiaro, che io posso
ancora venire a capo d’assegnare la
data precisa a tutti gli avvenimenli
conteraporanei. Così p. e. quando io
leggo nella storia di Plutarco che oscurossi il sole per tutta Italia in quell’
anno che Romolo ebbe fondata Roma,
io posso attestare, che quest’avvenimento celeste è succeduto l’anno 753
avanti Cesili Gristol, ai 5 di luglio, e
propriamente alle 4 dopo mezzo
giorno.
Dirà forse taluno; a che giovano
quesli calcoli per chi desidera solamente que’ lumi cronologici generali
che bastano a comprendere gli avveuimenti profetici, annunziati dalla
Sacra Bibbia? Rispondiamo che Newton applicandosi allo studio delle profezie potò essere indotto a fare questi
calcoli da due osservazioni nate in lui
dal profondo l ispetto che aveva per le
Sacre Scritture. Da principio egli vide
che computandosi per mezzo degli
eclissi gli anni con maggior precisione, s’arrivava a conoscere perfettaniente come si fossero appuntiuo avverate le profezie di Daniele nelle
epoche state indicate da lui, per esempio, quella delle settanta settimane di
anni. In secondo luogo dovette Newton essere trailo a fare questi calcoli
riguardo alla cronologia profetica da
una scoperta mirabile che gli venne
fatta ne’ lunghi suoi studi, ed ecco
qual fu.
Aveva egli pe’ suoi calcoli delle
eclissi fatto uso d’un catalogo lasciato
dall’ astronomo Tolomeo. Era quesli
un Pagano vivente In Egitto 140 anni
dopo Gesii Cristo, ed avea ne’ suoi libri inserito le osservazioni astronomiche fatte in Babilonia durante una
lunga serie d’anni, e state già raccolte
tre secoli prima di lui dal famoso Ipparco di Nicea. Or quale e quanta
non fu l’ammirazione di Newton pel
profeta Daniele, quando vide che il
Pagano Tolomeo per designare gli anni
delle sue eclissi avea diviso i tempi
antichi nella slessissMfca maniera che
avea fatto 745 anni prima il Profeta;
vale a dire, che l’astronomo Tolomeo
avea veduto innanzi a se nel passato
le quattro monarchie che Damele avea
preveduto in un lontano 'avvenire
mostratogli dallo Spirito di Dio. E
cosi leggendo Daniele, si direbbe, che
egli tenea sotlo gli occhi le tavole di
Tolomeo, o leggendo Tolomeo si direbbe ch’egli ha copiato io profezie di
Daniele. In effetto come quest’uomo
ispirato da Dio contemplando coi profetici suoi sguardi nel seno delle età
future quei quattro grandi imperi chc
dovevano agitare il mondo, li considerava sotto l’immagine d’una sola
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statua, non formanti che ua solo regno il quale cominciava dai re di lia>
bilouia, si continuava nei re di Persia,
c poi in quelli de’ Greci e terminava
negli imperatori e re de’ Lalini ; cosi
il pagano Tolomeo 745 anni dopo
Daniele per ordinare le tavole de’suoi
eclissi ha computato gli anni partendo
dai re delle quattro monarchie considerate come se fossero la conlinua- ‘
zione d’uu solo e medesimo regno,
come apparvero in ispirito tanti secoli
innanzi al Profeta Daniele. Perciò
anche Tolomeo comincia i suoi computi dai re di Babilonia, li conduce a
Ciro ed ai're di Persia, giunge ad Alessandro il Grande ed ai re Greci dell’Egitto, e termina cogli imperadori di
Roma.
E qui conviene notare un’altra particolarità degna di tutta l’attenzione,
cd è, che siccome nella statua di Daniele ognuna delle quattro monarchie
s’inlende che debba avere cominciamento dal punto in cui cessa la precedente, così nel catalogo del pagano
Tolomeo la lisia dei re (la quale egli
chiama regola o canone matematico
dei re), non conta i re di Persia che
dall’anno in cui divennero signori di
Babilonia, nè conia i re Macedoni
se non dopo ch’essi hanno soggiogato
i Persiani, nè fa molto dei monarchi
di Roma, che da quando essi hanno
abbattuto I troni dei successori d’Ales
sandro. Laonde si vede che il Pagano
Astronomo non tiene conto alcuno
deH'esislenza dei re anteriore all’epoca
della distruzione delle potenze rivali.
Cosi appunto avea fatto nè più, nè
meno il profeta Daniele. Quesla singolare coincidenza farebbe quasi credere che l’Aslrononio nel designare le
sue tavole avesse in vista la statua di
Xebucadnelzar del Profeta, e tale
coincidenza colpì forte l’animo religioso di Newton, e lo condusse ad intraprendere lunghi e difficili studi sopra gli eclissi de’lempi andati, e potè
indovinare epoche precise d'avvenimenti da noi lontanissimi.
Ciò per altro ch’egli avea più direttamente in mira era di ammirare Io
«pirilo e la parola di verità che risplende nelle profezie di Daniele cui
riconobbe a lume di scienza matematica per veramente ispirate dal sommo
e sapientissimo Iddio che regnando
neU’eternilà è anche l’unico Padrone
e Signore dei lempi , e solo potea in
tanta lontananza di secoli mostrare
agli occhi del Profeta i futuri eventi.
Di qui nacque la grande riverenza chc
sempre egli ebbe al libro di Daniele,
e lo studio che pose neirinlerprelarne
gli arcani misteri.
Il Sacrosanto Evangelo ci parla di
oscuramento del Sole e della Luna
non solo alla fine de’ secoli, ma eziandio alla morte del Redentore. Pare
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per altro che non faccia ivi parola
deH’ecllssi propriamente detla, ma più
prestò d’un prodigio voluto dall’Onnipotenza di Dio. San Luca al capo
XXIII. 44, 45, ci fa sapere che agonizzando Cristo in croce « era circa
la sesia ora e sì fe’ buio per tutta la
terra sino all'ora nona e si oscurò il
sole » (Traduz. di Martini). Ora bisogna avvertire che un’eclissi totale della
luna può togliere affatto la sua luce
per lo spazio d’un ora e mezzo finché
il suo disco rimane immerso neH’ombra della terra; ma un’eclissi totale
del sole non può durare in qualche
luogo, che appena quattro miauti, nell’atto che la luna è più prossima alla
terra, e la sua ombra per conseguenza
è piii fitta. Da ciò apparisce chiaramente che le tenebre le quali ricoprirono la Giudea nel tempo della crocifissione di Cristo dall’ora sesta alla
nona, ossia da mezzo giorno fino alle
tre, erano opera soprannaturale, non
potendo mai naturalmente durare per
cosi lungo tempo.
Altra osservazione che conferma
assolutamente il miracolo è, che era
il plenilunio, vale a dire accadeva ciò
in un tempo, che il sole uon poteva
mai essere eclissala dalla luna.
11 senatore Aurelio Cassiodoro A.D.
314 discoprì nelle sue investigazioni
storiche che durante il 5» consolato
di Tiberio Cesare Angusto e dir Elio?
Seiano (U. C. 784- A. D. 51), avvenne
la 'passione di Nostro Signore Gesù
Cristo agli 8 delle Calende di aprile
(25 marzo), ed allora suocesse una
tale oscurazione del sole che non se
n'è mai veduta la simile nè prima uè
poi. « Ilis consulibus Tiberio CiEsare
« Augusto V, Aelio Seiano, Dominus
« Noster Jesus Christus passus est
« octavo kalendas aprilis, et defeclio
« Solis facta est qualis ante vel post« modum nunquam fuit». Scaliger
De Emend. Temp, p. 563. Quest»
memoria storica comprova perfettamente le surriferite parole deH’Evangelisla s. Luca.
Per noi Cristiani è pur sempre una
bella soddisfazione il vedere che la
scienza e la storia facendo i loro naturali progressi nell’ insegnamento nmano concorrono a manifestare sempre meglio la veracità di que’libri che
non possono mentire giammai perchè
dettati da Dio. Per tal modo gl’ingegni anche più illustri come fu quello
di Newton s’affrettarono a rendere ia
nome della scienza umana il dovuto
omaggio aU’infallibile parola di Dio,
a cui sola noi Evangelici inchiniamo
la nostra ragione, e vogliamo sia conforme la nostra Fede.
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1 CONFESSORI DI G. CRISTO
IN ITALIA
NEL SECOLO XVI
PIETRO CAKWESECCHI.
I. Il secolo XVI, che parea destinato
alle riforme evanj^eliche, fu per l’Italia
un secolo di atrocità e di barbarie:
l’intolleranza della Chiesa romana fu
così inesorabile che, non paga d’aver
bruciati i suoi nemici e sparse le loro
ceneri al vento, ne oltraggiava fin la
memoria, e non di rado abbatteva i
loro monumenti, ne distruggeva le
opere, cercando di cancellare anche i
nomi delle sue vittime. Questa barbara
politica fu perniciosa all’ Italia uon
meno che le vandaliche irruzioni del
medio evo. Ma la verità, còme la luce
del sole, può essere oscurata in parte
e per qualche tempo, ma in lutto e
per sempre non mai. — Che non fece
la Corte di Roma contro Arnaldo da
Brescia, e ‘Girolamo Savonarola, e
Pielro Carnesecchi per sottrarli alla
giusta onoranza de’posteri? Ma il disonesto scopo non fu raggiunto; que’
grandi nomi, che un lempo era delitto
profferire, cinti adesso di gloria inspirano dovunque ossequio, maraviglia e
virtii.
È pur bello il ricordare le geste dei
grandi uomini e i sacrifizi da essi durali per fondare sulla terra il regno
della verità e della giustizia: a loro
l’umanità deve un tributo di riconoscenza e di gloria. — Ma il miglior
modo di onorare i grandi è quello di
emularne le virtù e compierne le opere
magnanime.
Scriveremo di Pietro Carnesecchi,
nome celebre in Italia e fuori per 17
anni di fede evaugelica salda ognora
a fronle delle persecuzioni e de’fulmini
del Valicano, e pel continuo apostolato contro la corruzione e la tirannide
de’romani pontefici, e di quanti allri
facean turpe mercato e monopolio
della religion pura di Crislo, e finalmente pel martirio, che fu il sublimo
suggella della sua fede.
II. Nacque Pietro Carnesecchi nel
principio del secolo xvi da nobile famiglia fiorentina: la natura lo colmava
de’suoi favori dotandolo di bello aspetto, d’animo ardente e d’un giudizio
rapido e penetrante; a’quali doni egli
aggiunse i pregi d’una educazione accurata e scevra di superstizioni e pregiudizi, profonde dottrine, purità di
costumi, lealtà di cai'rittere e modi
gentili e di_gnilosi a un tempo; per cui
fin dalla prima giovanezza sollevandosi dal volgo de’mediocri, tenuto era
in pregio dagli uomini più illuslri del
suo secolo. Il Cardinal Sadoleto, il
Bembo, e Della Casa e Flamminio, uomini dotti ed ornamento di quell’elà,
non parlano di lui che con termini di
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alTrittuosa ammirazione , come d’un
personaggio pieno di virtù, capace di
cose eccelse e degno di vivere e primeggiare negli Siati.
Carnesecchi era giovane ancora
quando vide e conobbe le Corti, nelle
quali ebbe onorificenze e favori tali
da lusingare l’animo il più cupido e
degno di splendido avvenire. La sua
famiglia era slata sempre ligia e fedele
a’Medici sì nella prospera cbe nell’avversa fortuna; perciò egli che, olire a'
suoi meriti, accumulava il retaggio di
tanta fedellà, fu ben accetto nella
Corte di Firenze, amico allo stesso
Cosmo, e caro a Clemente VII, pontefice di mediceo lignaggio, che lo nominò dapprima secretano, poi prolonotaro delia -sede apostolica, e lo investì di due abbazie, l’una in Napoli,
l’altra in Firenze; e tale era il credito
e l’ascendente di Carnesecclii nell’animo del papa, che questi, ingolfato
com’era negli affari polilici, a lui affidava le cure del supremo sacerdozio,
talché comu^mente diceasi, essere la
Chiesa governata più da Carnesecchi
che da Clemente.
Il suo ufficio era assai delicato e
diflìcile,pericolosa la slessa predilezione che godea del papa; giacche, se
tutte le Corti sogliono essere cinte di
uomini invidi e gelosi dell’altrui fortuna, la Corte romana ne abbondava.
Pure il Carnesecchi ebbe tanta mode
raiione e tattica da sfuggire a’colpì e
alle macchinazioni degli ambiziosi ;
anzi, mercè le sue virtù, seppe rendersi
devoti gli animi di coloro, ai quali la
sua rovina poteva essere.utile e cara;
dimodoché nè durante la vita, nè dopo la morte del suo protettore soffrì
egli veruna disgrazia.
Nel maneggio degli alTari che si
dicevano ecclesiastici Carnesecchi,
comechè virtuoso ed onesto, era un
abile uomo di Stato e nulla più;
regolava le faccende della Chiesa con
quello stesso zelo e cura con cui
avrebbe regolato gli affari secolari
di un principe; la sua era un’opera
di calcolo saggio, ma senza spirito
veramente religioso; imperciocché in
quel posto trattavasi di ben governar la Chiesa e gl’interessi del papa,
senza badare alla Chiesa è agli interessi spirituali de’fedeli; nel modo
che in un governo di.spotico ì ministri mirano al solo bene del loro signore senza curarsi gran fatto del bene
de’popoli. La Chiesa romana è stata
ordinariamente governata in un modo
più politico che religioso, più con l’impero che con la carità, perchè i suoi
capi, privi bene spesso della vera fede
evangelica, hanno mal compreso e
malissimo disimpegnato il loro ministero.
In quei tempi la religione servia di
pretesto e di ombra a politiche ambi-
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zioni; la Corte romana abbondava di
intrighi e di raggiri; si accordavano
benefìzi ecclesiastici per oro e per guiderdone a disonesti servigi; si bandiva
la guerra e beuedicevasi l’esterminio
di quei fedeli che ricusavano di passare sotto il giogo de’ tiranni, favoriti,
0 figli degli stessi pontefici. Ciò posto,
per un uomo educato, come Carnesecchi, liberamente, pieno al pari di lui
d’ingegno e di filosofia, e poi messo
in chiaro de’ misteri della Corte romana; per un tal uomo la religione
non poteva essere che un nome, sotlo
il quale o dovea celarsi la incredulità,
0 per lo meno l’indifferenza religiosa;
al suo posto dunque non si poteva
essere da più di un bravo uomo di
Stato.
Ma se la carriera degli onori intrapresa da Carnesecchi con si felici auspicii ebbe termine con la morte di
Clemente VII, pure essa gli fu di
grandissimo giovamento per quella
missione assai più nobile e sacra cui
la sapienza di Dio lo avea già destinato.
III. Al Pontefice Clemente VII
succedeva, col nome di Paolo III,
Alessandro Farnese, sangue di antichi
condottieri, prelato tutt’altro che incolpevole, quantunque non crudele, e
padre di Pier Luigi che in breve ei
fece gonfaloniere di Sanla Chiesa. Allora il Carnesccchi, lasciando Roma,
sceglieva Napoli per soggiorno, ove
ripigliava i cari studi che a causa
delle gravi cure ecclesiastiche avea
dovuto interrompere; riallaccò le antiche relazioni cogli uomini di lettere,
ne contrasse delle nuove e parimente
illustri; il desio della gloria letteraria
nel suo animo succedeva a quello dei
diplomatici onori.... Ma neppur questa
era la via per cui il siio nome dovea
giungere alla posterità, ed il suo spirito al premio eterno dei giusti. L’amore delle lettere che tutto, direi quasi,
lo assorbiva, gli fe’ cara l’amicizia di
Valdez e Pietro Martire ed Ochino,
uomini sapienti e infaticabili apostoli
del Vangelo; e furono essi che aprirono il suo inlellelto alla verilà, ed il
suo cuore a salutare credenza; essi
die, irorandolo così assetato di gloria,
gliene additarono una che nè per secoli, nè per vicende non muore, non
cangia, nè fallisce giammai. Così ciò
che s'era egli prefisso qual mela dei
suoi desiderii, non fu che il mezzo
onde in seguito pervenne a quel sacro
ministero cui non avea rivolto il pensiero. — La sapienza di Dio spesso
trae a sè gli uomini mercè le loro
stesse passioni i {Conlinua).
CRISTIANESIMO EVAKGEIICO.
Il signor Cardinale di Sanla Chiesa •
Gaetano Baluflì, arcivescovo d’Imola
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«egli Stati Roniani, ha pubblicato alcuni Avvertimenti a’suoi amatissimi
diocesani intorno alla Riforma cd ai
tentativi per introdurla in Italia, e
fanno parte della Collezione di buoni
libri in favore della Religione Cattolica, stampata qui in Torino dalla
tipografia Eredi Botta.
Acciocché i nostri lettori apprendano di che maniera i vescovi d’Italia
sieno informati della vera storia del
Cristanesimo Evangelico qual è stato
predicato e viene ancbe oggi praticato
dalla Riforma, e del come la sappiano
dare ad intendere ai fedeli che li ascoltano, vogliamo qui contrapporre
alle avventate e favolose proposizioni
del Cardinale i fatti e i progressi recenti della stessa in Germania.
Il Cardinale, colla franchezza di chi
è intimamente persuaso di dire la verilà, ci spiattella che la Riforma è:
Corrompilrice §. I. pag. 7.
Non cattolica §. II. pag. lo.
Empia e non santa §. III, pag. 25.
Settaria §. IV. pag. 40.
Diabolica {sic) §. V. pag. 53.
Funesta all’Italia §. VI. pag. 66.
Ebbene : le piante si conoscono dai
frutti : noi addurremo qui le opere e
le aspirazioni e- gli sforzi e i sacrifizi
che va oggi facendo la Riforma colà,
dove nacque, per la propagazione del
Vangelo, e i nostri lettori giudicheranno della fede che possono meritare
i giudizi che ne ha dato il sig. Cardinale arcivescovo.
Premettiamo che da noi si parla
della Riforma a cui hanno posto mano i Riformatori di tutti i paesi da Lutero in poi, e non delle opere personali d’alcuno. La Chiesa unica e vera
di Gesù Cristo, come regno di verità
e di giustizia, non dipende dalle qualità personali di nissuno, ma insegna
la verità e la giustizia per tutti. Noi
dunque per Riforma intendiamo quel
sistema di vita cristiana ed evangelica
insegnato dagli Apostoli, e richiamato
in vigore dai Riformatori, sistema che
non si può imparare che dalla parola
di Dio, registrata nel santo Evangelo,
e vive di fede non già speculativa e
sfornita d’opere, ma pratica e consistente nella rigenerazione spirituale
continuamente rinnovellata, rigenerazione mercè la quale si manifesta e si
conserva il tesoro della fede.
Non pariiamo qui come ognun vede della nostra Chiesa Valdese, perchè di secoli anteriore alla Riforma e
al Papato, e fondata in Italia fln dai
tempi apostolici come abbiamo dift'usamente provato dal N° 17 al N"“ 55
di questo giornale, e perchè di essa
nou parla il Cardinale.(?) Forse parve
troppo piccola a’suoi occhi, e amò
meglio rivolgere il suo santo sdegno
contro la Riforma, che nel suo seno
comprende più terre e più popoli, e
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secondo lui farueglio assai gl’interessi
del Diavolo.
Ora veggiamo ciò che fanno e tentano oggi di fare per i progressi della
fede e la emenihzione dei costumi in
Germania i seguaci di quesla Riforma.
Nella primavera del 1848, settanta
Pastori alemanni si sono riuniti a Sandhof presso Francoforte per avvisare
ai mezzi di riaccendere il fervor dei
Crisliani. Rattiepiditi in tutta Europa
(nè il sig. Cardinale vorrà, speriamo,
eccettuarne i paesi cattolici papali) dal
fllosoGsmo Yolteriano, poi dall’indifferentismo politico, poi dal naturalismo Kantiano, poi dal simbolismo che
innalzava il Cristianesimo alla gloria
di sapienza profondamente vera ma
tutta simbolica e niente sopranaturale, dal criticismo Hegeliiano che ammettendo per unica religione deCnitiva dell’uomo il Cristianesimo, lo tramutava colle sue sintesi in un panteismo, che finì colla negazione d’ogni
religione e di Dio nelle opere di Strauss
e di Feuerbach, sono in tutta omai la
Germania divisi fra Razionalisti e indiiferentisti, non già solo nelle classi
pili colle ed istruite della società, ma
pur nelle più basse e pù rozze. Ivi
cattolici e proteslanti sedotti da una
fdosofia incredula, propinata sotto forme popolari,abbracciano più volentieri
una^setla politica qualunque, che non
occuparsi di doveri ed esercizi di religione.
A scuotere da così mortifero le'
targo i lor fratelli que’ settanta ministri evangelici convennero tutli nel
progetto di istituire una Missione InTERioBE. Intesero con ciò d’invitare
tutti i veri credenti cristiani a stringere una sacra lega fra loro, e aiutarsi
a vicenda a guadagnar seguaci fedeli
a Cristo, non già solo cogli usati solenni esercizi di culto, econ le predicazioni de’ ministri, ma colla cooperazione d’ogni cristiano che se ne senta
la forza e ne abbia la santa volontà.
Si diede insomma vita e principio ad
un apostolato individuale da doversi
esercilare all’uopo da ciascuno, sia
nella propria famiglia, sia in quelle
del congiunto, dell’amico e del vicino,
sia indirettamente e poco a poco, sia
direttamente e a un tratto secondo le
occasioni e 1 casi; ma perù sempre e
unicamente colla parola di Dio, e col
santo Vangelo alla mano, perchè solamente nella parola di Dio è la verità,
la giustizia, e la grazia.
Questa Missione Interiore è stata
approvata da tre altri numerosi sinodi
convocati dopo quello di Sandhof,
cioèdaquello di Wittemberg del 1849,
da quello di Stuttgart del 1850, e da
quello di Elberfeld del 1851.
Or quali furono i fruiti raccolti da
questa santa istituzione fondala nel
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seno della Riforma ? Noi vorrenimo
che il sig. Cardinale si desse la pena
di ben considerarli, perchè vedrebbe
come egli andò lontano dal vero quando a’suoi amatissimi tHocesani insinuava (di tutla buona fede, come vogliamo supporre) cosi stfllte e fallaci
opinioni della Riforma. I fruiti principali che finora si ebbei-o dalla Missione Interiore li ricaviamo dal sig.
Gio. Moaod (1) e sono;
1“ Uno spirito di pielà crisliana nel
seno delle famiglie. La società sarebbe
presto rigenerata a Cristo se si cominciasse dal rigenerar lu famiglie. Ogni
padre ed ogni madre di famjglia haano
un assai bello apostolato da esercitare,
se vogliono, denlro il recinto delle
domesliclie mm-a. — È questa la
corruzione di cui accusa la Riforma il
sig. Cardinale?
2° L’osservanza della domenica, la
quale non era affatto visibile in Germania, ed oggi si vede con bello esempio già praticata da molti, in moltissimi luoghi. — È questa l’empietà a
cui allude il Cardinale?
5" La cura aflettuosa dei poveri e
degli infermi. Ogni cristiano rigenerato si crede obbligato in coscienza ad
accorrere in soccorso del suo prossimo
e sotto nissun pretesto se ne scansa.
Bello è quindi il vedere 1 ricchi come
(1) Confcrence de l’alliance Évangclique aLon(lr«s; Paris, tiliiairic ds Marc Dnoloux 1832.
i poveri visitare a domicilio i bisognosi, e distribuirsi all’uopo le grandi
ciltà in distretti. — Sono queste le
opere diaboliche attribuite alla Riforma dal Cardinale? ♦
4° L’educazione dei figli del povero,
che istruiti ed allevati nel bene non
possono non concorrere grandemente
alla prosperità dell’ avvenire. — È
qui forse dove il Cardinale vede i semi
delle sette rivoluzionarie?
5“ Le biblioteche edificanti per uso
di chi desidera letture istruttive e piacevoli. — Sarebbero queste per avventura, a detta del Cardinale, le istituzioni della Riforma pericolose all’Italia?
6“ Riunioni religiose dove si spiega
e si predica in modo popolare la parola di Dio. Per la Riforma Yalpita e
Vomeffu della rigenerazione spirituale
è la parola di Dio. — È forse per
questo che il Cardinale nega carattere
e nome di cattolica alla Riforma?
7° La fondazione delle Case di ricovero pei fanciulli abbandonati o
viziosi. Dal 1848 in qua si souo
aperti 30 nuovi asili di questo genere
in Alemagna. — Non sono queste agli
occhi del sig. Cardinale opere sante?
8" L’aperlura di diversi spedali per
uomini, per donne, e per fanciulli
fatta e mantenuta da soscrizioni spontanee. — Dopo ciò parerà ancora
al sig'. Cardinale scompagnata dalle
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buone opere la fede della Riforma?
9“ L’assistenza ai prigionieri, sia
nel tempo che languiscono dentro le
carceri, sia dopo che ne sono usciti a
libertà. Si è ottenuto in più luoghi che
i custodi sieuo persone educate , ben
costumate , e premurose di allegerire
al possibile i dolori degl’ infelici carcerati. — Troverà forse il sig. Cardinale degna di biasimo questa sì pia
istituzione ?
10'’ La spedizione di Evangelisti iu
tutti i paesi dove sono Alemanni, per^
chè, come pratici degli usi c della lingua, li possano catechizzare aH’occasionee dirigerli nelle cose di religione. Così
la Riforma liene evangelisti alemanni a
Costantinopoli, a Napoli, a Londra, a
Parigi* a Lione, a Marsiglia, allo
HAvÌc ecc. ccc. — È qui forse dove
il sig. Cardinale vedrà la Riforma invasa dallo spirito funesto , che , secondo egli dice , aspira alla distruzione d'ogni potere , e viiol condurre
la socielà ad orribile suicidio ? —
Questo non è che uno schizzo anche
menomo del molto bene che opera oggidì la Riforma in Alemagna , quella
Riforma dipinta a così neri colori dal
sig Cardinale. E noti che tutlo questo
bene secondo i bisogni de’ tempi e de’
luoghi è fatto spontaneamente dai fedeli , e si può veramente chiamare
frutto della carità cristiana.
Oggi la Riforma in ogni luogo s’a
dopera a correr sulle traccie del divino Maestro in cerca di ciò che è perduto. Il secolo, 0 a meglio dire l’umanità è sofferente, le manca quel soffio
di vita che viene solamente da Dio.
Or tutta la potenza necessaria a risuscitar questa vita Iddio l’ha riposta
nella sua parola, nel suo Evangelo.
Convien dunque propagarlo sempre colla predicazione. Ma ove al
bisogno non basti, sia perchè pochi l’ascoltano, o non V ascoltano
colla dovuta attenzione, o ascoltato
facilmente l’obliano, o assolutamente
rifuggono dal mandarlo ad esecuzione , è nocessario metterlo come in
veduta continua solto gli occhi di
tutti colle anioni edificanti della carità. Per ciò fare conviene essere in
molti e risoluti a qualunque sacrifizio
possa esserci richiesto a salvare i fratelli. La Riforma ha quindi oggi fatto
appello a tulli i fedeli, perchè suH’esempio di Cristo che passò la vila in
ben fare, e giungeva tante volte ad
ottenere la salule delle anime inco- .
minciando a guarire le infermità del
corpo, non si stanchino dall’ esercizio della carità. Di qui il fervore veramente ammirabile che si è sveglialo
in tulli i paesi evangelici per sollevar la miseria , per curare gl’infermi,
per consolare gl’infelici, e provvedere
a tutte le necessità del prossimo.
Dopo ciò è impossibile di credere ,
12
sulla parola di un Cardinale di^^Santa
Chiesa; che la Riformasia per se stessa
corrompilrice , satanica , rivoluzionaria , e funesta alle famiglie ed ai popoli.
Quanto all’Italia il sig. Cardinale
è terribilmente in collera colla storia
del d’Aubigné , nella quale riconosce
un « argomento potente ad abbattere
(sono sue parole) in Italia la Chiesa
Caltoliea regno di Gesù Cristo , e sostiluirvi la Riforma regno di Satanasso. §. VI. pag. 66. Venendo poi
all’enumerazione dei mali che inondei-ebbcro il bel paese nel caso che gl’italiani un bel giorno si risolvessero a
far senza papa e regolarsi la coscienza
da loro col solo evangelo alla mano,
e colla vera fede di Cristo nel cuore,
dice che la Riforma scuoterebbe subito il principio d’autorità , come ha
scosso il giogo della legge eterna : appresso abolirebbe la famiglia ; colla
famiglia la proprietà, e colla proprietà
la religione. (Pag. 68). Dunque conchiude : 0 ricusare la Riforma, o abbracciàrla e perire.
O il sig. Cardinale ha in testa di
parlar della Riforma di cui tratta
la storia .del sig. d’Aubigné , ed è l’unica Riforma cristiana venuta sin qui
a nostra notizia, e allora gli chiederemo il permesso dì osservare che abbiamo da secoli in Italia il cristianefiimo di questa Riforma, e ve l’ave
vamo secoli prima che k Riforma nascesse. È questo il cristianesimo della
Chiesa Valdese del Piemonte; la quale
dai tempi apostolici infino a noi non
ha mai avuto altra regola di fede che
il solo vangelo. Ebbene , sappia il sig.
Cardinale che questa Chiesa Italiana
non ha mancato mai di riverenza alle
autorità costituite, non ba mai sognalo
di abolire la famiglia nè la proprietà,
ed é sempre stata costante nel professare la sua religione santissima e purissima senza avere mai nulla intrapreso contro la medesima. É questo
un fatto storico ed innegabile. Perchè
dunque non potrebbe darsi il caso,
che come in Piemonte il cristianesimo
evangelico della Chiesa Valdese è stato
immune da tutti i disordini, etil il sigCardinale attribuisce alla Rifowna ,
così anche non fosse dagli stessi disordini immune la Chiesa Milanese,
la Veneziana , la Fiorentina, la Napolitana e la Romana, quando veramente queste Chiese si distaccassero
dalla Chiesa del Papa per abbracciar
l’evangelica ? Noi non veggiamo ragione perchè non potesse pacificamente esistere altrove ciò che pacificamente esiste da secoli in Piemonte,
e ci paiono del lutto inverisimili i timori espressi dal sig. Cardinale.
0 egli per Riforma intende un chaos
nuovamente disteso dall’ira di Dio
sulla faccia delia terra, e allora per-
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chè nominare il d’Aubigné, la cui
storia ò le mille miglia da questa idea?
Perchè usare il vocabolo assoluto di
Ili forma che presso lutti i popoli ha
senso di Riforma religiosa , e propriamente di quella che aU'aulorità del
vescovo di Roma sostituì l’autorità del
vangelo ? Certo se è vero che il cristiauesimo piìi è purgato dalle invenzioni e (radizioui umane, più ancora
si avvicina alla sua sorgente , c più
per conseguenza esercita di efQcacia
salutare sulle famiglie e sulle proprietà , il sig. Cardinale non avea che a
dimostrare come il cristianesimo del
vescovo di Roma sia più puro e meno
umano del cristianesimo del vangelo.
Ecco il terreno della sua tesi. Come
però lo scopo delle dottrine evangeliche non è mai talmente confuso collo
scopo della sapienza politica, cercando questa il maggior benessere mondano, e aspirando quelle alla beatitudine sempiterna dol cielo, il sig. Cardinale comprese il poco o niuuo eiletto
che avrebbe sortito tenendosi in quell’angusto terreno. Scorrendo però nel
campo dei vantaggi terreni di famiglia e proprietà, anche si sarebbe
ingannato. Perciocché la storia passata e presente non lo favoriva; anzi
le protestanti nazioni prevalendo in
ogni luogo da Rema a Londra ed
a Wasingthon per fiorenti ricchezze
alle nazioni cattoliche papali, non i)o
tea mai dedurne la sospirata conchiusione in prò del suo cattolicismo. Amò
dunque meglio oscurar la questione
mescolandola con leologica scaltrezza
di personalità luterane , calviniste ,
zuingliane , inglesi e americane , di
successi politici contemporanei alla
Riforma , di memorie tratte dagli ar^
chivi dei tempi barbari, di brani di
libri rivoluzionari , e sociali, e tutlo
ciò compose e intersecò per modo, cho
ragionando or di rivoluzione, or di
socialismo , or di comunismo usava
a tempo opportuno la parola Riforma.
Con simil tattica si può di leggieri
imporre ad una ignara moltitudine di
diocesani, ma non mai a uomini che
abbiano aperti gli occhi della mente,
nè ancor perduto il ben deU’intelletto.
Il cristianesimo evangelico non ten^
de che a santificare gli spiritj, e nulla
ebbe mai nè può aver di comune colle
passioni mondane sieno personali o
politiche. Niuno Stalo di conseguenza
e niuna socielà al mondo potrà mai
nulla temere dalla introduzione di
questo cristianesimo, e noi in pieTT
monte, mercè la Chiesa valdese^ ne
siamo spettatori e testimoni da secoli.
IN GlimiENTO
Togliamo dagli Archivi del Cristianesimo (25 settembre) la traduzione letterale del giuramento che
fanno i membri deìl’associasione cat-
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tolica romana (Bibbomen) in Irlanda.
Un tale documento fu trovato il 15
luglio scorso nelle vicinanze di Tydavenet.
. « Io Patt M’ Renna giuro per s.
Pietro e s. Paolo, e per la beata Vergine Maria di essere fedele alle Società {Ribbon Soeieli/), di custodire e
nascondere tutti i suoi segreti, e le
sue parole d’ordine, d’essere sempre
pronto ad eseguire gli ordini de’ miei,
superiori, e, per quanto sarà in mio
potere, esiirpare Mie le eresie e tidli
i protestanti., a camminare nel loro
sangue fino alle ginocchia. Cosi la
beata Vergine Maria, e tutli i Santi
mi sieno in aiuto. Oggi 2 luglio 1852
— Patt M’ KiifiPia ’ ’.
Siffallo documento non abbisogna
di commentario !
AIOTIZIE BElilCilOSi:
Roma. Su denimzie d’alcuni preti (analici, si è già fatto segretamente un
processo al Vescovo di Savoua senza
volerne dar parte al Governo piemontese che per mezzo del suo Ministro
plenipotenziario qui residente ne chiedeva contezza. Dicesi che verrà rimosso
dalla sede che occupa, per avere l’anuo
scorso benedette e distribuite le bandiere alla Guardia Nazionale di Genova,
dove era stato già pregato da monsig.
Vicario Generale a non fare una simile
funzione. La questione nasce dall’aver
egli esercitato ua atto di giurisdizione
che non poteva in diocesi non sua, contro l’espressa volontà di chi la presiede.
In questa occasione si sono accolte tutte
le denunzie fatte dai malevoli di Savona
contro il loro pastore. Non gli vale di
aver sottoscritto la petizione deU’Episcopato conlro la nuova legge del Matrimonio, perchè si riguarda queslo come
un atto di condotta politica e non d’interno e sincero convincimento dell’animo, stante che passi per un prelato di
idee liberali, e per conseguenza eterodosso. Così oggi si ragiona a Roma. Eppure si sa che quando egli diede un
solenne prauzo per festeggiare le Riforme di Carlo Alberto, v’ iutervennei'o
allegramente quegli istessi ecclesiaslici
che oggi sono i suoi accusatori.
.— Scrivono in data del 26 alla Gazzetta di Augusta ; « È stato scoperto il
grandioso monumento eretto nella
chiesa di s. Luigi alla memoria dei soldati francesi caduti d’innanzi a Roma.
È noto che nel numero di questi vi sono
moltissimi protestanti dell’Alsazia ; tuttavia neppure questi sono esclusi dal
beneficio di una messa quotidiana ordinata dal Papa in loro suffragio
— Una corrispondenza della Gazzella (TÀugusta 'm Aala di Roma annunzia
che il clero si mostra più chc mai negli,
gente nel rendere conto preciso dell’attivo e del passivo dei suoi fondi, temendo che lo vogliano far contribuire a
colma re il deficit dello Stalo.
Intanto la Sacra Vidla Apostolica
ha pubblicato un monitorio in cui, premesso che molti ecclesiastici si sono
mostrati indocili ai sovrani ordinamenti, viene iagiuuto ai superiori delle
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chiese, dei monasteri e delle abbadie di
essere sinceri coi visitaton, e di coadiuvarli nelle loro ricerche. Nel caso poi
che ricusassero di mostrare i chiesti
documenti, o cercassero di sopprimere
qualche pio legalo, la Sacra Fisila procederà contra di essi con tutte le vie
di dirilto e di fallo, e se in seguilo all’ammonizione non si piegano, saranno
puniti con una multa di 25 scudi.
A coloro che spingeranno anche più
oltre la renitenza saranno applicate le
[>ene spirituali comminale dal Concilio
di Trento, sess. 22, cap. xi, de Relorm.
a lutti coloro che mirano a sopprimere
e ad usurpare i diritti e i beni appnrleneitli alle chiese ed alle case pie. 11
documento porla la data di Roma 16
agosto e la firma del Cardinal Patrizi,
vicario generale.
Grenoble. 11 Concistoro della Chiesa
Riformata ha presenlato al principe Presidente i suoi omaggi,equCBti accogliendoli di buona grazia, ha ris|)osto « Benché io sia sinceramente cattolico, saprò
sempre mantenere e difendere il gran
principio della libertà religiosa d .
Boukg. Un culto evangelico esisteva
da più tempo a fresno!/-ie-.i3rant/, quando
un decreto del Prefetlo deH’^line in data
del 21 agosto p. p. ad un tratto lo sospese. Si credette che siffatta proibizione
provenisse dal non essere {orse il locale
destinato a questo culto abbastanza arioso,
e sceltone subito un’altro, si pregò il
Prefetto a voler revocare il suo decrcto.
Questi risjìose dicendo che ^dietro informazioni recentissime era venuto a suacognizione non esistere a Fresnoij -le-qrand
nissuna famiglia veramente e seriamente
protestante, che quindi prima di deci
dersi, era necessaria un’inchiesta. L’inchiesta fu fatta, ii tamburo del comune
percorse il paese annunziando agli abitanti cbe quelli fra di loro i quali riconoscevano l'ulilità d’un tempio proleslante
avessero da venir (irmare alla mairie, una
dichiarazione ohe sarebbe mandata al
Prefetto. Or cbe avvenne? — Fin dalla
scorsa settimana, più di ottaìsta capi di
famiglia si erano recati ad apporre la
loro (irma !
CROXACIIETTA POLITICA
Casale. Sua A. R. la Duchessa d;
Genova ha regalato all’asilo infantile di
quesla città uua somma cospicua in pegno della sua beiievolenza ai figli del
povero.
Stati Romakj. Orrori sopra orrori;
il Governo è in luanifesta dissoluzione,
e Friincesi ed Auslriaci non bastano a
tenerlo in piedi. Ecco fatti:
l" Nello stradale di Civitavecchia una
mano di assiissiui a cavallo hauno derubato un convoglio francese disarmando
le guardie, e più d’una volta hanno svaligiato le diligenze.
2^ A Lugo nelle Romagne sono stati
pugnalati il giudice processante e il gonfaloniere. 11 giorno appresso i Croati vi
sono entrati colle baionette in resta.
S** A Faenza si deplorano diversi omicidi senza che la giustizia sia giunta
a discoprirne gli autori.
4*^ Nelle campagne dì Ascoli diverse
compagnie di ladri menano via dalle
stalle il bestiame e dai granai il raccolto
senza cbe siasi sncor pensalo a dissiparle.
Dicesi cbe in massima parie sieno formate dai compagni d’arme del famoso
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prete Taliani, che ebbe ultimamente
seiioila scudi dall’erario pontificio per
distribuirseli coli quanti lo aiularoiio nei
tentativi di reazione armata nel tempo
della Romana Repubblica, e non avendo
iatte le parti senza mollo amor proprio
si sono ribellati a lui e al Governo, e
oggi battono la campagna.
5® A Viterbo un’intera compagnia di
cacciatori con i loro ufficiali hanno disertato dal servizio del Papa, e fanno i
briganti.
fiO A Bologna è stata arrestata la signora Zanardi madre di quattro iìgli,
e tradotta nella fortezza di Ferrara senza
cbe nissuno possa sospettare il pei-cbè,
godendo essa della stima generale di
tutli i buoni.
7” A Roma dopo le tante condanne e
proscrizioni nou solo sono ancor piene
le carceri di detenuti politici, ma vi sono
seimila precettati, ossi a cittadini con precetto di essere ritirati in casa ogni sera
alla calala del sole, e non uscir la mattina che a giorno chiaro, e gli sbirri
vanno in volta tutta notte a visitar quartiere per quartiere quest’infelici, che
non possono per tal mjdo nemmen
dormire tranquillamente in propria casa.
Cosi si vive nei paesi governati coi principii dell| Civiltà Cattolica.
Francia. Sua Altezza il Principe Presidente prosegue la sua marcia trionfale
nei Dipartimenti del mezzodì sempre
accolto con entusiasmo dalle popolazioni
fra le grida unanimi di « Vrèa l'imperatore, Viva Napoleone III » .
— Il Cattolico riferisce come notizia telegrafica di MarElglia che a Tolone è stato
sparato un colpo di fuoco contro il Presidente, forandogli il cappello.
Marsiglia; La Polizia ha scoperto un
complotto contro la .vita del President»,
ba sequestrato una iimcehina infernale
composta di 2b0 canne, secondo il sistema [»rfozionato del Fieschi autore noto
e famoso della macchina scaricata contro
Luigi Filippo a Parigi. Ha inoltre arrestato un membro del complotto e diversi
altri, su cui pesano gravi sospetti di
averne fatto parte, e se ne sta istruendo
il rispettivo processo.
Londha.—11 ministero è risoluto di
rispondere alle provocazioni di Roma
colla maggior moderazione, ma insieme
con tutta la fermezza che si conviene
alla dignità nazionale deU’Inghilterra, 11
cardinale Antonelli ha negato all’inviato
della Gran Bretagna 1 documenti comprovanti la reità del signor Murray cittadino inglese dimorante in Ancona e
condannato dai tribunali del papa a
morte per pretesa complicità negli omicidii politici avvenuti in quella città.
Questa inesplicabile condotta di Roma
dà luogo a sospettare clie il supposto
delitto non sia provato, "e la obbligherà
a mettere in libertà il condannato, o a
spstenere una lotta ineguale colla Gran
Bretagna, che certo non soffrirà mai che
si mandi a morte senza ragione un cittadino inglese. Si aggiunge da qualche
foglio che Antonelli abbia anche ricusato di ammettere in qualità di ministro
residente in Roma un agente politico
dell’Inghilterra, come desiderava il ministero Derby. Ma questo non pare verosimile, essendo vietato dalla costituzione inglese ogni relazione diplomatica
diretta col papa, e richiedendosi perciò
una legge del parlamento.
—Per la morte del duca Wellington
S. M. la Regina ha preso il lutto per 8
giorni.
' ' I 1 a
Direttore G. P. MEILLE.
Ripìaldo Bacchetta gerente.
Torino, — Tip. Soc. di A, Po» e C.