1
r
I
Spétt. '
Bibiiotsca Valissô ■
TOHBE PELLICS ;
(Torino)
DELLE VALLI VALDESI
Quindicìnalt
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le^vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo...
or N--------q---i i Eco - L. 600 p«vr l’interno Eco e La Luce; L, 1090 per l'interno | Spedi., atb. postale II Gruppo I TORRE PE^CE cc’p'a 17M7 Ì
i a I abbonamenti { ^ ippo^e, l’cataro |__________L; 1690 per l’e.tero | Cambio dWirizao Lire 30,- | A^^ln. CW.ana Ter,, Pelhce -C.C.P. 2-17557 . |
Addo LXXXÍI — Num. 9
Una e o p
Qualche tempo fa, in occasione di
una riunione della Associazione Varaglia che raccoglie gli uomini della
Chiesa di Torino, ho esposto alcune considerazioni circa lo svolgimento dei lavori del nostro Sinodo;
l’argomento, se non le mie considerazioni, è stato ritenuto importante
e attuale, così che gli amici della
Varaglia mi hanno invitato a proporre il problema alla attenzione
delle nostre comunità.
Chiedo pertanto cortese os|iitaìità
su questo giornale per accennare
brevemente alla questione, non certo con la presunzione di risolvere il
problema della organizzazione dei
lavori del Sinodo, ma semplic.:imeiite con l’intento di metterne a fuoco
i principali aspetti, lieto se questo
mio tentativo varrà a suscitare discussioni e altri piìi autorevoli interveuli e utili sviluppi in campo
pratico.
I LAVORI DEL SINODO
Si propone una riforma dei lavori del Sinodo Valdese
di
rata dei lavori, ostano esigenze
vario genere e principalmente 1
fatto che i Pastori non possono lasciare le loro parrocchie per un tempo troppo lungo.
L’esperimento effettuato nel Sinodo 1951 di seguire nella trattazione degli argomenti uno schema
tracciato da ordini del giorno predisposti dalla Commissione d esame
dell’operato della Tavola Valdese,
rirm lin dato- secondo T
La diagnosi del male
La diagnosi del male di cui soffre
il Sinodo è molto facile: ristrettezza
di tempo disponibile in rapporto
alla mole delle questioni da esaminare. Al rimedio più semplice, che
sarebbe quello di aumentare la dii
non ha dato, secondo l’opinione
pressoché unanime dei membri del
Sinodo, risultati positivi.
D’altra parte bisogna riconoscere
che così come sono impostati oggi i
lavori, si verificano molti inconvenienti: troppe questioni di basilare
importanza sono appena sfiorale per
mancanza di tempo; a volte TAssemblea dà alla Tavola — che entro certi limiti rappresenta rispetto ai Sinodo quello che il Governo dello
Stato rappresenta rispetto al Paria
Figliuoli della Risurrezione
(Ev. San Luca 20; 35-36)
« Risurrezione » è parola specificamente propria dell’Ev(mgelo.
Il paganesimo avea hejisì avuto, e forte, l’intuito della sopravvwenza;
ed oggi ancora, all’infuori del Cristianesimo, ipotesi piu o meno firnmsdehe. affermano la vita al dilà dello sfacelo del corpo. Ma solo il
gliuol dell’Iddio Vivente ne rivela la pienezza; e, pur senza soddisfare la mente, avida di conoscere, con un insegnamento sistematico completo, il Cristo stabilisce la certezza del fatto, sufficiente per il cuore:
” Io sono la Risurrezione e la Vita: chi crede in Me, anche se muoia,
vivrà”- enfaticamente assicura ’’chiunque contempla il Figliuolo e
crede in lui”: ” Io lo risusciterò ” ; ben chiaramente, infine, spiega chi
.siano i Figliuoli della Risurrezione.
Son ” figliuoli di Dio ”, dice; cioè partecipi della vita divina e lii
codesta vita introdotti in pieno mediante il loro risorgere.
Ed ancora insegna: son quelli che ” saranno reputati degni d aver
parte alla risurrezione dai morti ”. Risurrezione di vita, contrapposta a
quella di giudicio (Giov. 5: 29). Risurrezione dei giusti ncZla quale chi
ha operato bene riceverà il contraccambio {Luca 14: 14). Risurrezione
d’infra i morti, alla quale Fapostolo S. Paolo si sforzava di giungere m
qualche modo {Filipp. 3: 11). Risurrezione migliore, in insta della quale i martiri antichi rifiutavano la liberazione e salivano impavidi sul rogo {Ebrei 11: 35). Prima Risurrezione, riguardo alla quale iL profeta aet
Nuovo Patto dichiara ” beato e santo colui che vi partecipa {Apoc.
20: 6)... . . . . , . .
’’Figliuoli ” adunque di tale risurrezione, ossia partecipi dei suoi
effetti: ecco la promessa. . .
Gloriosa promessa! Ed è per noi, credenti. L , in ispecie, per vm,<
anime smarrite od afflitle. E’ il titolo che il giorno di Pasqua ci da. .
Basta però forse il semplice trapasso oltre l’orizzonte terrestre per
diventare automaticamente ” Figliuoli della Risurrezione ’ — di tale
risurrezione? — No. Non basta. , ,, i ■ v ’
Morire è legge di natura che non può rendere degni d aver parte al Secolo avvenire”; perchè, in sè, non trasforma nè perfeziona; anzi: si ritrovano, là, le direttive morali scelte e seguite quaggiù; si raccoglie, là, quel che si va qui seminando. _
’’Degni ” non si diventa nudiante un Cristianesimo dt triulizione,
di pie abitudini senza lotta nè progresso; ” il Regno dei Cieli e preso
a forza ed i riiolenù se ite impadroniscono ”; nè attraverso l adempio
mento esteriore, quasi magico di cerimonie o riti religiosi... folle If
lusione! , ,. ,.
Fio^liuoli della Risurrezione, dichiara Gesù, sono i figliuoli di
Dio ”;°c(doro cioè che, accettando per la fede l’opera redentrice dkil’Unigenito di Dio, comprendono praticamente il valore della sua risur___j___ _______7.fi ■nntf>iì,r,n. iholLn. loro Vltu. Ìi.ÌCOJlOSC€ìt(io il
rezione e ne
sperimentano la potenza nella loro vita. Riconoscenilo
proprio peccato, si abbandonano al suo infinito amore per essere perdonati e, quindi, vivono in maniera conforme alla loro fede guardando a Gesù, ispiratore loro Supremo; amando, come sono stati amati;
santifican^d, come santo è Colui che li chiama; rinnovando infine,
giorno per giorno, in vigilanza ed in preghiera, la loro dedizione filwr
le al Padre. ^ .
■’ Come Cristo è risuscitata dai morU, cosi anch essi camminano
in novità di vita ”. Sin da ora ” risuscitati con Cristo ”, vanno sinceramente ” cercando le cose di sopra
Luigi Marauda
mento — man *ati che ne vincolano
la libertà d’azione, senza averli sufficientemente ponderati e quindi
con risultati assai peggiori che se
non si fosse pronunciata: in altri casi il Sinodo dà la sua affrettata e superficiale approvazione all’operato
di taluni organismi della Chiesa col
risultato di porre sullo stesso piano
chi ha fatto bene e chi ha in tutto ■
o in parte mancato al suo dovere;
approva o resjiinge senza sufficientemente approfondirne gli aspetti positivi o negativi [iroposte e suggerimenti, e spesso si limita a rimandare
all’anno successivo l’esame di molte que-stioni urgenti.
E questo non jx r difetto intrinseco dell’Assemblea, ma essenzial_mente perchè i lavori sono troppo
affrettati.
bero all’inizio molte difficoltà nella
applicazione pratica di questo sistema ma siamo convinti che con
opportuni adattamenti suggeriti a
mano a mano dall’esperienza «e ne
potrebbero avere utili risultati.
Gli interventi
dei delegati
Alcune proposte
1 - Maggiore decentramento.
Il Sinodo deve occuparsi solo dei
problemi generali della Chiesa, le
questioni di carattere locale devono
essere demandate àUe Conferenze
Distrettuali, le quali oggi sono-praticainente esautor^jB., proprio perchè la decisione anche in questioni
di importanza marginale è riservata
al Sinodo.
2 - Migliore organizzazione dei la
vori.
Senza voler diminuire il valore
spirituale e religioso del Sinodo riteniamo che la organizzazione dei
lavori sia sostanzialmente un fatto
tecnico e che sia oggi trascurata. Bisogna sveltire i metodi e, pur senza
rinnegare la tradizione, prendere
quanto vi è di buono nei metodi e
Il metodo dei lavori per commissioni consentirebbe inoltre a molti
delegati che normalmente non intervengono nelle discussioni, di esprimere il loro parere.
Ovviamente anche qui è questione
di tempo: mentre in assemblea
plenaria non può parlare che un
oratore per volta, in dieci commissioni che lavorano contemporitneamente, dieci persone potrebbero
parlare nel medesimo istante.
Ma non è solo questione di tempo;
non tutti sono nati oratori e molti
delegati che pure potrebbero dare
un utile apporto, si astengono dall’intervenire perchè intimiditi sia
dal pubblico delle gallerie sia dal
parlar forbito - talvolta eccessivamente forbito - di taluni membri del
Sinodo, che per la loro maggiore
preparazione culturale, anche se
non sempre specificamente orientata ai problemi della Chiesa, intervésgono anche troppo sovente.
E aggiungerei a questo proposito
che non sarebbe male se i delegati
laici si chiamassero tra loro « fratelli « lasciando da parte per l’occasione i titoli di Eccellenza, professore, colonnello, dottore, avvocato ecc.
In sostanza riteniamo che se oggi
interviene attivamente nelle discussioni un quarto circa dei membri
del Sinodo, col sistema della ripartizione in commissioni, gruppi di lavoro più ristretti, l’apporto di tutti
sarebbe assai maggiore. ,
Col non trascurabile vantaggio di
demolire l’opinione - forse errata ed
eccessivamente pessimistica, ma certo
pericolosamente diffusa - che il Sinodo stia perdendo, almeno in parte,
il suo carattere di Assemblea di Popolo-Chiesa, per diventare un normale congresso guidato o quanto
meno troppo fortemente influenzato da un ristretto numero di persone.
Il problema, ci pare, merita di
essere approfondito perchè si rifeYisce a uno degli istituti basilari della nostra Chiesa, cioè del nostro popolo Valdese. La preoccupazione di
non riuscire troppo prolisso, lia forse nociuto alla chiarezza della esposizione; ma mi auguro che altri riprenda la parola su questo argomento e sono certo che il Direttore concederà volentieri un po’ di spazio
del giornale. Gustavo Ribet
Problemi di Evangelizzazione
{Da una inchiesta fatta in Francia
e pubblicata dalla « Revue de
l’Evangélisation » - Trad. G. B.)
nella organizzazione di altre assem
hlec similari o anche
politiche e amministrative. Per questo, ci pare, bisogna cominciare
col dare maggior rilievo all-' figura
e all’opera del Presidente e delTl ffìeio di Presidenza, preposti apjjunto
alla organizzazione tecnica dei lavori.
3 - Dedicare una parte del tempo
disponibile ai lavori per commissioni.
In altre parole, si dovrebbe - cosi come si pratica per esempio nel
Parlamento Italiano e nella stragrande maggioranza dei congressi suddividere i membri del Sinodo in
varie commissioni (per esempio linanze. Evangelizzazione, Distretti,
Stampa, Istituti di Istruzione, Istituti Ospedalieri, rapporti con le altre Chiese Evangeliche e con lo Stato, ecc.) che lavorando separatamente, ma contemporaneamente,
potrebbero nello spazio di alcune
ore op])ortunamente prescelte, esaminare i principali problemi, rilerendo poi succintamente al Sinodo
riunito in assemblea plenaria.
Si potrebbero così studiare più a
fondo le varie questioni e rimarrebbe nel contempo assicurata a qualsiasi membro del Sinodo la possibilità di intervenire su un qualsiasi
argomento, in sede di riunione generale.
Se il Presidente e l’Ufficio di Presi denz.a funzionassero bene, non dovrebbe essere impossibile nè difficile assegnare alle singole commissioni
persone particolarmente indicate
per la loro specifica competenza, e
armonizzare il lavoro contemporaneo delle commissioni e il riesame
delle loro conclusioni da parte del
Sinodo riunito in assemblea plenaria. Evidentemente si incontrereb
Nessuna epoca può considerarsi più atta
di un’altra alla predicazione deH’evangelo.
La predicazione apostolica non s’inserì forse
in un periodo poco felice per la .e«timonianza evangelica? Senza dubbio, le aspirazioni religiose del mondo greco romano
e l’attesa messianica dei Giudei, favorivano
la missione della Chiesa; d’altro canto, non
dimentichiamo che allora c’era la schiavitù,
un proletariato miserrimo ed una plebe per
la quale aveva solo valore la formula: panem et circenses. Infine c’era una classe dominante dirigente orgogliosissima e corrottissima.
Non si ha l’impressione che gli apostoli
fossero direttamente preoccupati di promuove;e riforme sociali o di modificare le strutture o di preparare il terreno perchè il seme dell’evahgelo potesse meglio svilupparsi. Va da sè che gli apostoli ritenevano che
la ricerca e la predicazione del regno comportasse tutto il resto. Non risulta che abbiano potuto ragionare nel modo seguente:
« Sviluppiamo l’aspetto umano e poi in seguito quello cristiano ». Sembra proprio
che ci sia voluto il secolo XX perchè si ragionasse cosi e ci si esprimesse cosi e si
leggesse così...
Possiamo noi inferirne che l’uomo abbia
pic;o viva coscienza della realtà che appare come progresso, oppure dobbiamo noi
interpretare questo fatto come un segno disgraziato della perdita del senso di Dio c
dello Spirito dell’Evangelo?
R. P. Peretti, Grand Séminaire, Gap.
Cosi potremo fare scaturire un Cristianesimo nuovo che coglierà alla sprovvista
la difesa del non credente.
Per farla breve, direi che nel consegnare
l’Evangelo ad altri noi compiamo un’autocritica ed un’ascesi intellettuale, pratica. Il
contenuto del nostro messaggio è un cuore
lacerato, che avverte la sua colpevolezza
profonda e che nel contempo annuncia le
profezie divine.
Questo lavoro di autocritica e questo seti'
so di consapevolezza del credente non deve
sfociare in un periodo di ristagno spirituale
0 di godimento cupo, ma deve sfo-iare in.
un’attività missionaria cospicua.
Professore Paul Ricoeur,
protestante - Strasburgo.
0
0
Mi sembra che la condizione dell’evangelizzazione sia una purificazione spietata del
messaggio perchè sia liberato dal suo rivestimento storico: il pensiero greco, i riti
del feudalesimo, i quadri borghesi.
In cambio, la volontà medesima di mantenere il dialogo con l’incredulo ■ rea la
oondizione per un’efficace lavoro su se stessi. Noi potremo cosi, più e meglio, evangelizzare noi stessi mediante il lavoro di autocritica, ottenuto dalla conversazione con
l’ateo.
Siamo tutti d’accordo che l’Evangelo non
è annunciato come si dovrebbe. Del resto
il cristiano non ha mai*saputo proclamarlo sufficientemente bene, nè con la sua predicazione, nè con la sua vita medesima, il
problema non si esaurisce tutto lì. Questo
non vuol neppure dire che dobbiamo essere soddisfatti di quanto facciamo.
Il cristiano non deve scegUere tra evangelizzazione e lotta per la giustìzia. Il cristiano è chiamato ad evangelizzare rempre,
in modo diverso, secondo le particolarità
di ciascuno. Ma non può esimersi dal portare il pane a quelli che ne sono privi.
Le due azioni si confondono nella vita
del cristiano. Ma l’equilibrio non è sempre
impeccabile: l’aspetto sociale (che costituisee spesso la vita in Cristo) fa naufragare
l’evangelizzazione.
Si può constatare l’aspetto inverso. Devo
constatare che mi pare meno pericoloso
(forse perchè non lo vivo).
La testimonianza della vita è fondamentale; ma noi siamo purtroppo con la nostra
vita dei testimoni così malvagi, da essere
costretti a dover annunciare la buona novella con la parola e a predicarla.
Ma perchè dobbiamo scegliere tra la vita
e la parola? Le due cose sono inscindibili.
Roger Mìquet.
protestante, segretario G. G. T.
2
■"O
\-.í
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Alla Facoltà di j
y/i
aa
sì, valendosi di tutti i dati balzati
per cosi dire, da questo lungo scrutare.
SOUVENIRS DE JADIS
Quando il Sinodo Valdese dei 1950
approvando una proposta della Commissione d’esame, auspicava che venisse istituito un^corso di storia valdese presso la nostra Facoltà, la situazione sul terreno storiografico era
la seguite: da una parte, in campo
valdese, le ottime ricerche sulle, fonti medioevali fatte da Emilio Comba
e i suoi successivi tentativi di fintesi
nei primi volumi della sua « Histoire
des Vaudois d’Italie » del 1887 e della sua «Histoire des Vaudois» del
1901, entrambe rimaste incompiute;
dall’altra, dopo le classiche opere su
tutta l’eterodossia medioevaìe del
Tocco (1884), del Volpe (1926) e del
De Stefano (1938), i quali, insieme
col nostro Comba, facevano tesoro
dei frutti della sempre vigile critica
tedesca (Dieckhoff, Herzog, Preger,
Haupt, Keller, Müller, Wattentbach
ecc.), il nuovo orientamento impresso a questi studi da taluni eruditi cattolici (i frati llarino da Milano, cappuccino, e Antoine Dondaine e Thomas Kaeppeli domenicani), nel senso di im ritorno allo studio filologico delle fonti, riviste nel loro testo orìginale, donde tutto un risveglio di
ricerche paleografiche nelle principali Biblioteche italiane ed estere.
Questo ritorno alle fonti è significativo: denota innanzi tutto un senso
d’insoddisfazione per le sintesi finora fatte; si spera, da un più attento
esame dei documenti, di trarre nuovi dati che possano modificare o completare le ricerche dei predecessori,
in una visione più ampia del fatto
« ereticale », non più visto soltanto
come fenomeno politico o sociale o
filosofico, ma specialmente come espressione di profonde esigenze religiose’.
Lo studio della storia valdese non
poteva rimanere fuori da tale rinnovamento di studi, nè era lecito lasciarne la prerogativa ai dotti « cattolici » o « laici », i quali, volentes
nolentes, malgrado tutta la buona
volontà di rimanere obiettivi, erano
e sono sempre portati — conte del
resto anche noi — a vedere i fatti dal
proprio punto di vista storiografico,
'o confessionale, o aconfessionale, o
anche anticonfessionale. Era doveroso, in altre parole, che da studiosi
« valdesi », cioè « riformati », si cercasse di chiarire la nostra storia, che
è la storia di tutto l’evangelismo italiano e europeo jirima della Riforma,
da un punto di vista nostro, valido
tanto quanto quello degli altri; ma,
per far ciò seriamente, era opportuno ritornare anche noi alle fonti, e
obbligarci a rifare la nostra storia,
sempre di prima mano, valendoci di
tutti i contributi precedenti, in im
assiduo lavoro di critica e di ricostruzione ispirato al solo criterio della verità nuda, quale balza appunto
dai documenti quando si esaminano
con occhi scevri da preconcetti confessionali o apologetici.
La storia valdese non è un fenomeno provinciale, che riguarda solo alcuni montanari delle valli dette vaidesi; è momento importante di tutta
la storia del cristianesimo, e, prima
della Riforma, è parte inscindibile
della religiosità della Chiesa medioevale. Donde una prospettiva storica
che a buon diritto si può chiamare
« ecumenica », nel senso che tiene
sempre presente i fasti e i nefasti
della Chiesa universale, nel suo faticoso procedere terreno, attraverso i
mille tentativi di riforma e di Controriforma che ne segnano le tappe
più importanti fino al Còncilio di
Trento.
tutti gli storici -vecchi o recenti. Si
è voluto seguire questa seconda via.
Cosi, dopo un’ampia indagine bibliografica, si è passati all’esame di
tutte le fonti di chiara provenienza
valdese, leggendone il testo nelCidioma originale o latino o romanzovaldese, e mettendolo a confronto,
ove occorresse, con le fonti non vaidesi coeve. Dopo, si dovrebbe passare ad un esame simile per le fonti
non valdesi. Infine, tentare la sinte
Lo Spirito Santo
e la Chiesa
Non si entra nella Chiesa. Ma lo Spirito
Santo, un giorno, ci rivela che ci stoino.
Un bel giorno ci si riconosce membri del
Corpo di Cristo. Questa scoperta implicherà
beninteso anche una decisione umana e tutti gli impegni concreti della vita parrocchiale. Ma questa non sarà che una risposta,
una eco della decisione di Dio e dell intervento dello Spirito Santo. Da soli non si
può fare il salto fino alla casa di Dio. Non
ci si aggiunge alla Chiesa, ma — come afferma la conclusione del racconto della Pentecoste — ” il Signore aggiungeva ogni giorno alla Chiesa coloro che erano sulla via
della salvezza” (Atti 2: 47).
...In queste condizioni, credere, vuol dire aprire gli occhi e constatare con stupore: ecco che Dio mi ha aggiunto alla sua
Chiesa. Io mi sono svegliato dai morti, nella casa di Dio. Io non ne ho merito, è andata così. Io sono una pietra della casa di
Dio costruita sulla roccia e tutte le potenze
del mondo e tutte le tempeste dell’oppressione non potranno smuovermi da una decisione che io non ho presa ma che Dio ha
presa per me, e che prende tutti i giorn,i
per me rivelandomi, per lo Spirito Santo,
il Suo Figliuolo e custodendomi nella sua
Parola... Roland de Pury.
Ma l’insegnamento della storia
valdese non è avulso dagli altri insegnamenti, nè riguarda solo gli studenti di professioùe valdese. Riguarda tutto l’evangelismo italiano e europeo. La protesta dei valdesi nel
medioevo, il loro costituirsi in chiesa a contatto con la Riforma, la loro
presente opera di evangelizzazione in
Italia e di difesa della libertà di coscienza e di culto non sono fatti isolati, espressione di ima data « confessione », in un dato paese, che bene o male li ha tollerati. No. La
Chiesa di Gesù Cristo non conosce
confini di nazióni o di confessioni.
E’ impegnata dappertutto in misura
uguale. I Valdesi, con i loro fratelli
delle altre denominazioni italiane e
straniere, anch’esse rappresentate dà
studenti nella nostra Facoltà, sono
come l’avanguarcha in Italia di un
grande esercito dì fedeli, che si appellano al solo Vangelo.
Tutta la storia dei valdesi, prima
e dopo la Riforma, in Francia, in
Italia, in Germania, neUe lontane
Americhe, non è che l’espressione
di questa esigenza di fedeltà a Dio e
a Cristo secondo la Sacra Scrittura.
Le esperienze del passato rivivono
con acuita realtà nell’oggi immediato. I nostri studenti che, a due a
due, di domenica, si sparpagliano
nelle città e nelle campagne del basso Lazio, ripetono alla lettera le
esperienze dei « barbi », loro lontani predecessori. La situazione è la
stessa, malgrado i secoli e i progressi della civiltà. Molti hanno fame e
sete di giustizia, ma non conoscono
ancora il Vangelo, perchè nessuno
è mai andato a predicarlo in mezzo
a loro. Lo studio della storia valdese è anche incentivo per i nostri studenti a capire meglio questa vocazione e a rispondervi con gioia e gra
La plus belle dette de reconnaissance que
nous ayons envers le Général Beckwith, à
mon humble avis, est celle que nous avons
contractée pendant la première période de
son séjour au milieu de nous. Car ce fut
précisément pendant les cinq ou .six premières années qu’il passa mix Vallées, que
il dirigea .son activité méthodique et inlassable vers l’instruction primaire: c’est-à-dire
à la construction de ces écoles de quartier
qui sont une des plus belles fleurs du bon
quet qu’il confectionna pendant la période
de sa vie qu’il passa parmi nous et qu’il
offrit à nos pères, en hommage à l'idéal
qu’il s’était fait avant de venir de l’Angleterre aux Vallées, où il finit d’y passer une
bonne moitié de sa vie très active, en y dépensant généreusement ses nobles iucult"s
intellectuelles et morales, son temps, son
énérgie, sa santé et una partie de sa fortune personnelle.
Ce sont ces petites écoles (ces universités
de chèvres, comme il aimait à les appeler),
qui constituent le plus beau résultat de son
oeuvre sociale parmi nous, ” le titre te plus
incontesté à notre vénération et à notre reconnaissance ”, comme s’exprimait léjà soi
Xante ans passés IV. Melile. C’est en effet
avec ces écoles qu’il réussit à combattre
non seulement l’ignorance, mais avec elle
Ci è giunta improvvisa la notizia della
morte del Pastore Emerito
Gerolamo Moggia
titudine al Signore.
Giovanni Gönnet
deceduto a Luserna S. Giovanni, il 22 Aprile 1952, all’età di 79 anni.
In attesa di rievocare nel prossimo numero del giornale la sua personalità di fedele servitore del Signore nella Chiesa
Valdese, porgiamo ai membri della swi famiglia l'espréssione della nostra fraterna
e cristiana simpatia. Red.
EVA N,G E LI.E Z A Z I O N E
Il di qua e Tal di là
Non so se tu conosca, lettore, il
fatto di queir incredulo conierenziere che sbandierava in pubblico il
programma di un Paradiso da attuarsi quaggiù, senza darsi pensiero
dell’altro, ^ al quale una signora
in lutto chi|gg la parola e gli disse:
Vuole spiegarmi, amico, come posso
avere il Paradiso in terra, se non mi
lascia almeno la speranza di ritrovare un giorno il figlio mio «'he la
morte mi ha tolto?
Il seguito del dialogo, non vale
la pena di trascriverlo intero. Facile capire, infatti, che malgrado le
virtù oratorie, l’amico non potè opporre nulla di persuasivo a quella
poveretta. « Lei ha tutta la mia simpatia, ma cosa vuole che le dica? ».
Tale la battuta migliore dello replica sua.
0
affermazioni sacrosantamente vere?
Di un bigotto oppure di qualche interessato spacciatore di sonniferi religiosi? Niente affatto: sono di Giovanni .laurès, il grande tribuno francese, alfiere delle classi lavoratrici e
martire della pace fra i popoli
In quanto poi alla natura di cotali beni, il termine stesso di eterni
basta già a chiarirla in gran uarte.
Si tratta giustappunto di ciò che
non passa in confronto di ciò che
passa, dell’alto e non del basso, dello spirito e non della materia. Si
tratta di quei tesori celesti menzionati da Gesù (Evangelo di àlatteo
6: 20) che non si possono acquistare con oro od argento perchè troppo
preziosi e perchè non dipendono
daH’uomo ma da Dio.
e si disinteressi delle cose terrene.
Nessun errore più madornale di
questo nel .quale tanti persistono
tuttora. No; Gesù non poteva nè
può disinteressarsene, egli che prese
forma umana proprio per solidarizzare in tutto coi nostri dolori e coi
nostri bisogni; egli che si mescolò
con le turbe dei miseri e moltiplicò
il cibo onde sfamarli; egli che additò nella paternità divina, nella fraternità umana e nell’amor del ])rossimo i dati e il mezzo - l’unico mezzo
- di risolvere la millenaria questione
sociale.
Date questa situazione e queste esigenze, l’incarico designato di iniziare questo nuovo insegnamento di
storia valdese presso la nostra Facoltà poteva seguire due vie: o proseguire l’opera del suo maestro Emilio Comba, valendosi dello studio
delle fonti già in parte da questi approntato, e « informare » gli studenti sui fatti saUenti di quella rtoria
e sulle ricerche più recenti; oppure
ritornare anch’egli, e con lui gli studenti, all’esame diretto delle fonti, e
solo da esso, di prima mano, « rifare » quella storia, a poco a poco, con^
severo metodo critico filologico, sempre tenuto conto degli apporli di
Ho voluto ricordare questo tipico
episodio, perchè ne risulta innegabile che il benessere materiale non è
tutto, che il presente non è tutto e
che il problema dell’al di là non
soltanto s’impone ma che il medesimo appare strettamente imparent.ato
con quelli della vita terrena, qualunque cosa ne pensi la miscredenza
o l’indifferenza. « Il giorno in cui
voi avrete concesso all’operaio quanto basta per vivere largamente, voi
non avrete provveduto ancora alla
sua felicità. Esistono dei beni eterni
dei quali la creatura umana non può
fare a meno ». Di chi sono queste
Ora, a chi ce n’andremo noi per
conoscere sempre meglio detti tesori, per assaporarne le primizie e
assicurarcene il possesso, se non a
Gesù stesso? A lui che ce li rivela
con le sue parole, con le sue opere
e nella sua persona? A lui che dice:
« Venite a me... Io sono la via... Io
sono la Resurrezione »? Dove attingeva la sua speranza, quella donna
in gramaglie citata sopra, se non da
Lui che in un caso somigliante aveva restituito vivo il fanciullo deceduto ad una vedova che, piangendo,
ne seguiva la bara? (Ev. di Luca
7: 11-15).
Con tutto ciò, attenti a non credere che Gesù si sia disinteressato
D. Argentieri
E” enriftn' pane soltanto vivrà l’uomo, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio.
ÒCI LILU. ^Ev. Matt. 4: 4)
E Simon Pietro gli rispose: Signore, a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna.
(Ev. GIov. 6: 48)
Padre io voglio che dove sono io siano meco anche quelli che Tu mi hai dati...
(Ev. Glov. 17: 24)
... le cose che si vedono son solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.
(2 Cor 4: 18)
... io do loro vita eterna, e non periranno mai.
... figliuoli di Dio... eredi di Dio e coeredi di Cristo...
(Ev. GIov. 10: 28)
(Rom. 8: 16,17)
la misère physique et morale qui était, plus
d’un siècle passé, en plein période de soidisunt ” Sainte Alliance ”, l’apanage du peuple vaudois comme des classes populaires
de tout le Piémont, qui était à cette épot/ue
parmi les états les plus rétrogrades de l'Italie.
Des souvenirs de toute espèce rattachent
les personnes qui ont plus de cinquante
ans à ces écoles de quartier qui, souvent,
aujourd’hui sont comme en deuil, avec
leurs portes closes, leurs fenêtres dégondées. leurs toits délabrés.
Souvenirs joyeux pour la plupart, portant sur les personnes et les évènements,
sur les compagnons et les régents, sur les
premières notions apprises ou sur les journées de fête célébrées dans la salle de l’école. Car c’est là que, lorsque le 17 février
était réellement la grande fête des enfants,
la fête par excellence, se réunissaient l’après midi ou le jour suivant tous les enfants du village, pour y célébrer leurs
jeux, leurs rondes et leurs chants qui ne
prenaient fin qu’à la nuit tombante, quand
il fallait, en soupirant, rentrer au bercail, à
l’appel des mamans qui, grâce aux souvenirs
des années de leur enfance, étaient et siiirlà particulièrement indulgentes.
Ma, rivendicata questa inoppugnabile verità, resta pur fermo che
Gesù è venuto fra noi soprattutto
per insegnarci a non separare il di
qua dal di là, non che per mettere
in luce il pregio infinito dell’anima
immortale rispetto a quello del corpo effimero e perituro.
Hai tu, lettore, imparata la lezione del divino Maestro? Altrimenti
afferra l’occasione di queste righe
e convinto anche tu che « esistono
dei beni eterni dei quali la creatura
umana non può fare a meno », rivolgiti a Gesù, leggi l’Evangelo di
Gesù, confidati in Gesù, e otterrai
ti: pure, come tutti i credenti in lui,
la caparra dell’eredità « incorruttibile, immacolata e immarcescibile » conservata nei cieli anche per
te (1 Pietro 1: 4).
II nous paraît, à ce propos, non tans intérêt évoquer, pour les lecteurs d’un certain âge, ceux qui ont appris L’a, h, c, sur
les bancs de nos écoles de quartier, évoquer
dis-je une charmante aventure qui a eu
pour protagoniste un régent de quartier qui
est aujourd’hui entré dans sa 81.e année et
qui a laissé les Vallées depuis 60 an.s à ¡>eu
près, pour la Caroline du Nord.
Pendant l’hiver de 1887-88, M. A. G. était un jouvenceau de 16 ans et avait été
chargé de tenir la petite école de la liibbo,
le dernier village de la vallée de Pnd. A
cette époque l’horaire était respecté et le
régent travaillait pendant toute la journée
et n’avait, pour dîner, qu’une heure a midi,
pendant laquelle il se préparait son repas
dans l’école même.
Avec le poêle, l’école avait, jjour te service du régent, une petite marmite én talc,
comme celle qu’on peut admirer au Mttsée
de la Tour. En parlant de chez lui, le jeune régent avait reçu de la main de sa mère
de la farine et de l’assaisonnement pour
préparer son dîner, qui devait être, comme on l’a deviné, une bouillie de farine,
c’est-à-dire de la « poutiglio ».
Comme le temps était court, le régent
inexpérimenté prit sa marmite qu’il remplit d’eau, la mit sur le feu, y confia Tussaisonnement et, lorsque l’eau conmençait
à bouillir, y versa rapidement sa farine.
Mais tôt après, le feu aidant, la marmite se
mit à cracher de tous les côtés avec un tel
acharnement et une telle violence, que le
malheureux « magistre » fut obligé de se
retirer à toute vitesse et de sortir précipitamment de l’école. Et il ne se hasarda
plus à rentrer jusqu’au moment où toute
la bouillie était sortie de la marmite, en
éclaboussant affreusement tout ce qui existait dans la classe : plancher, bancs, murailles, jusqu’au plafond.
Il fallut ensuite se délivrer de la marmite en l’accrochant avec un long bîton, la
porter dans la rue et la faire refroidir en
la lançant dans la neige. Et ce jour-là le
brave régent dut se contenter de son pain
bis. vraisemblablement agrémenté de l’odeur de brûlé qui devait remplir la petite
salle, après cette mémorable aventure qui
ne se répéta plus: car depuis (experentia
docet), quand l’eau bouillait, notre jeune
homme avait à ses propres dépens appris à
mettre la marmite dans le coin le plus éloigné du poêle pour y verser la farine et
à ne plus aller autour de la marmite de
« peiro douco », jusqu’à ce que la bouillie
se fût calmée.
Telles étaient les aventures auxquelles
s’exposaient plus d’un demi siècle passé,
les régents des écoles de quartier. Heureusement, pour les jeunes maîtresses d’aujourd’hui, qu’elles doivent suivre, avec leurs
cours de psycologie et de philosophie, des
leçons d’économie domestique qui les mettent à Tabri des expériences du genre de
celle dont nous avons cru bon d’.îvoquer
le souvenir, pour ceux qui savent encore
goûter, dans une époque empressée et nerveuse comme l’actuelle, le parfum des choses du passé!
Et nous remerçions M. G. de nous avoir
donné l’occasion de cet instant de repos et
de gaîté, qui veut être un agréable réconfort à l’anxiété et à l’agitation fébrile de
la vie d’aujourd’hui,
T. P.
tar
nel
le
tra
SUi
poi
pit
qi»
del
. eni
ebl
ooi
' oni
di
pa:
le
se{
■gli
va
po
sp
ne
di
le.
Vi
11
Gl
T,
lu
sil
tu
al
Si
tu
d<
D
lu
di
tt
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Alessandro Pasquet
,
t
Il 3 aprile corr., all’età di 74 anni,
nella sua abitazione in T<jiire Pellioe,
Alessandro Pasque! ha conchiuso la
suo operosa vita terrena. Già da molto
tempo una lunga penosa inesorabile
malattia l’aveva costretto a ritirarsi
dalle sue attività, nel rifugio della propria casa, circondato dalla cura affettuosa della famiglia che egli .xveva
molto amato, al centro di quell'impresa
a cui aveva dato il suo intelligence lavoro, e che ancora gli pulsava intorno
per opera dei figli. La sua vita era
sempre-stata così, semplice, modesta,
schiva di manifestazioni esteriori, consacrata alla famiglia ed al lavoro. In
quel ritiro che egli aveva creato si
. spense.
Ma i suoi convalligiani non l'avevàno dimenticato ; Alessandro Pasquet,
Parvus, il poeta valligiano, il promotore ed il collaboratore infaticabile d;
tutte le opere intese al pubblico bene.
E la triste notizia della sua. morte è
stata accolta con un senso d’unanime
cordoglio e rimpianto.
Alessandro Pasquet amò appassionatamente la sua piccola patria valdese,
nelle bellezze della natura alpina, nelle eroiche vicende della storia e della
tradizione, nel carattere ideale della
' sua gente, nella vita operosa della popolazione valligiana. Partecipò direttamente a tutto ile manifestazioni di
quella vita, portandovi il contributo
delle sue intelligenti e disinteressate
energie. Le attività civili e politiche lo
ebbei-o costante e vigile collaboratore,
con un senso profondo di serietà e di
onestà. Ispirato a principi democratici
di libertà e d’uguaglianza, si interessò
particolarmente all’elevazione materiale e morale delle classi lavorati'ici. E,
seguendo così con vivo interesse tutti
■gli avvenimenti valligiani, li illuminava via via con la luce di quella sua
poesiii popolare, familiare, semplice,
spontanea, ravvivata da un fine e sano umorismo, che rimane nel ricordo
di tutti, come il suo monumento idea' le. ad esprimere con vivace efficacia
FESTE DI CANTO
' Rettifica
La festa di canto delle Corali della
Val Pel lice avrà luogo la domenica
11 maggio, non già nel tempio di San
Giovanni, bensì a Torre PelUce nel
Tempio dei Coppieri, alle ore 15.
La prova degli inni d’insieme avrà
luogo alle ore 14 precise nella sala
sinodale, alla Casa Valdese, donde,
tutte le Corali, procederanno 'insieme
alla volta del Tempio dei Coppieri,
g Si pregano i Coralisti di essere puntuali !
!' Le altre feste di cantò delle Corali
della Val San Martino e delle Scuole
Domenicali delle due Valli avranno
luogo secondo le date e le località
designate nelTavviso apparso sul numero scorso dell’Eco delle Valli.
¡M Commissiono del Canto Sacro.
menti profondi del suo popolo. Chi non
quelli che erano i pensieri ed i sentisi ricorda il caldo entusiasmo con cui
partecipava alle celebrazioni annuali
del 17 Febbraio, la festa dei Valdesi,
ch’era per lui la festa più bella della
libertà e delle nobili tradizioni della
sua gente? E ad ogni 17 heòbraio
giungeva la sua poesia, aspettata da
tutti con vivo desiderio, applaudita
come l’espressione più vera del sentimento comune. A volta a volta egli
sapeva ricordare, coi suoi versi semplici, piani e pure efficacissimi, le béllezze delle sue alpi, delle sue valli, dei
suoi òosclii, dei suoi prati, la gentilezza ingenua e pura e la cortesia delle
s;ue donne, ed insieme la serietà rac
colta e robusta della pc^lazione valligiana, il valore del sentimento civile
e religioso della gente valdese. Ritornano alla mente le sue graziose rievocazioni della cuffia valdese, soffuse
d'nn sentimento d’ammirata e sorridente commozione, ricordate teste da
un suo amico, « quei fiori gentil , modesti come viole, beUi come rose, brilL.nti come il sole » :
Quaìido esci dalla Chiesa, al dì di fesia.
Colla tua cuffia inamidata in testa.
YalUgiana gentil, bella Valdese,
Sei il fiore più bello del paese.
Parvus non è piu con noi; ma le sue
canzoni, ma i suoi sentimenti buoni,
ma la sua devozione inalterabile al
suo paese, ma il suo senso di cordiale
solidarietà, rimangono in ricordo perenne.
A. w.
I difetti degli Italiani
Xa Xuce vietje daU’oìio
Per comprendere bene quello che sto per dire conviene fare ua piccola sforzo dHmmaginazione e vedere la topografia, o meglio la fotografa del loco.
Davanti alle finestre della mm casetta di montagna si e andata a poco a poco
sviluppando una folta vegetazione- dietro a una prima fila di arbusti alti forse
o tre metri, ne sorge un’altra formata da prosperosi alberi dallo fusto, ippocas
e tigli tremendamente fronzuti.
Questo esuberante fogliame, non ho osato sin’ora disturbarlo o interromperlo:
amo troppo gli alberi. Tuttavia, siamo ormai giunti a un punto tale che s impone
d’urgenza un energico intervento. In casa - specialmente nei locali a pianterreno non ci si vede più: gli alberi grandi e piccoli danno un’ombra cosi densa che appena lascia filtrare un po’ di luce. Ed ecco il problema: quali alberi occorre abbattere: quelli piccoli della prima fila o quelli alti della seconda.
Avevo deciso di sacrificare la prima fila, non tanto perchè mi pareva minore^
il sacrificio quanto perchè mi sembrava di raggiungere più direttamente lo scopo:]
per dar luce, maggior luce, quanto più fosse possibile di luce — io pensavo — bxr
sogna togliere di mezzo l’ostacolo immediato e diretto.
Prima però di pronunziare la definitiva sentenza m’è venuta in mente la felice
idea di consultare il mio vicino di casa: intelligente ed avveduto montanaro e Æ
miglior muratore della regione. Egli — in queste cose — la sa, generabnetOe, molto
più lunga di me.
— Giacomo, ho bisogno di luce, di molta luce: ho l’intenzione di buttar giù gV
alberi bassi davanti alle finestre del pianterreno.
L’amico mi ha guardato un po’ esterrefatto, un po’ con quell’aria di lieve commiserazione (o canzonatura?) con la quale i contadini squadrano i cittadini quando
questi si occupano di cose che non sono di loro competenza.
— Ma che cosa dice? a che cosa pensa? Tagliando i cespugli, Lei non avrà nelle
stanze mieno ombra! Se vuole maggior luce, sono le piante più alte che devono essere abbattute!
E alzando ambe le braccia al cielo, in un gesto immenso di persuasiva saggezza, Giacomo soggiun.se con voce solenne: La luce viene dall altó!ì_
Mi è bastato un istante di riflessione per comprendere che — come al solito —
era il mio vicino che aveva ragione. Salvo la mattina presto e la sera tardi, l astro
luminoso corre lassù, al disopra delle nostre teste e la luce viene dall’alto t
Se vogliamo la luce occorre .sbarazzarci non tanto dai piccoli ostacoli, dalle opposizioni immediate che molte volte sono, dopo tutto, senza molta importanza. ISci
vogliamo la luce occorre liberarci dai nemici più potenti e più acerbi, dai più subdoli e pericolosi, i quali dònno l’ombra maggiore!....
Per afferrare la ” morale della favola ” mi è bastato un minuto di raccoglimento.
Poi ho scritto sopra un foglio davanti a me, con caratteri enormi, l aurea sentenza di Giacomo, portandovi due sole varianti. Ho scritto con la lettera maiuscola
la parola I.uce e la parala Alto.
Riproduciamo dal « Giornale di Brescia »
del 18 Marzo, la seguente segnalazione di
un ’’convegno dei cinque ” radiofonico, che
ci sembra particolarmente interessante per
i pensieri in essa contenuti: ^
11 Convegno radiofonico dei Cinque ba
trattato dei « difetti degli italiani » allo
scopo dj mettere assieme delle risposte da
fornire ad una radio germanica che desiderava con piccante curiosità, sapere da noi
stessi i nostri difetti. Trovo interessante
elencare, con rigore aritmetico, quanto rilevarono i valentuomini intervenuti alla di.
soussione.
Il prof. Temolo enumerò i seguenti difetli:
1) deficienza di sociabilità (gli italiani
vivono piuttosto individualmente che incor.
porati in una società);
2) scarso rispetto della donna (ritenuta
sopratutto come uno strumento di casa);
3) mancanza d’amore per le bestie;
4) nessun apporto delle classi dirigenti al
miglioramento degli italiani;
5) mancanza di analisi interiore (forse
addirittura, di vita interiore).
Il prof. Morghen riprese alcuni degli indicati difetti, spostandoli leggerment-e o approfondendoli :
1) scarsa coscienza morale;
2) scarsa coscienza civile, e tendenza a
denigrare i governanti, gli uomini politici
e gli amministratori pubblici in genere;
3) indulgenza eccessiva verso i colpevoli
e i peccatori (parrebbe divergere dal punto n. 2; invece lo integra, come conseguenza della scarsa coscienza morale);
4) provincialismo, politica del campanile, interessi locali che si sovrappongono
agii interessi nazionali.
L’on. Jacini si indirizzò, pur restando
negli stessi solchi, a motivi particolarmente morali e religiosi:
1) la nostra religione non è profonda:
siamo più cattolici che cristiani (tema deli
LA LUCE VIENE D.VLL’ALTO!
Giovanni E. Melile
LÄ QUINTÄ LIBEItTV
-, .1. „„„„„„ nbo Tu-fidina, la vio- sino, le nubblioazioni degli acattolic
rato : Tepidermicità dei nostri sentimenti
' religiosi);
2) debole senso della razza;
3) mancanza di senso politico;
4) sperpero di retorica.
Asserzioni coraggiose, anche se non sconosciute, che mi è piacìnto trovare in bocca a persone d’indirizzo culturale e politico diverso. Mazzetto di verità obbiettive,
demoiraticamente denunciate, che può
spingere a grandi riflessioni. Ma questi italiani hanno solo difetti? I convenuti hanno
enumerato anche pregi e virtù: 1) la laboriosità (d’accordo tutti); 2) la bontà (un
po’ orientale, senza analisi critiche, ha detto Temolo; frutto di quella tal mancanza
di analisi interiore); 3) l’amore per la famiglia (generico, più istintivo che virile,
direi io); 4) scarsità di istinti sanguinari:
quindi carenza — del resto discutibile (vedansi gli anni 1944-1945) — di grandi massacri storici (Morghen).
Tutti furono consenzienti nell’ammettere
che i nostri sono i difetti dei poveri, de
diseredati. Altro convincimento generale m
parve fosse che, in Italia, si è spesso gover
nato sfruttando le cattive qualità degli ita
liani e non le buone (esempio tipico il fa
seismo). L’on Molò, prendendo spunto dal
le qualità favorevoli, difese caldamente tut
ti i loro difetti : « il popolo italiano è su
periore ad ogni tipo umano », che è una
asserzione proprio all’italiana.
Questa nota è già strabocchevole di spunti. Conviene fermarsi- E lasciatemi rileggere Pascal: « Quando tutte le cose si muovono insieme, sembra che non si muova
niente, come in una nave. Quando ^utti cor: ino verso il disordine, pare che non vi
corra nessuno. Quello che si arresta fa rilevare la corsa degli altri, come un punto
fermo ». (Poi mi degusto in silenzio: «Poche cose ci consolano, perchè poche ci affliggono »). Valenti.
La voce delle comunità
I lettori forse ricordano che a suo
tempo Roosevelt proclamò quattro libertà fondamentali ;
Ijibertà di parola
Libertà di religione
Ifibertà dalla paura
Libertà dal bisogno.
Ora neirOsservatore Romano ne viene proclamata una quinta ;
Libertà dall’errore
il che in parole povere vuol dire ; « La
verità è una sola, vale a dire quella
che professo io. Ohi non la pensa come
me è nell’errore e da tale errore dobbiamo liberarci ». Ed aggiunge : « La
Chiesa deve difendere la dottrina rivelata che il suo Fondatore le ha affidato come un sacro deposito, impedire
che nell’anima dei fedeli venga oscurata la luce di Dio ».
In questa difesa della « dottrina rivelata » possono entrare tante cose
che sarebbero in singolare contraddizione con le libertà fondamenta!’ proclamate da Roosevelt.
Vi è poi una libertà che riesce evidentemente ostica a certi ambienti di
nostra conoscenza ; la libertà di stampa. Premetto ohe indubbiamente tutti i benpensanti, di qualunque religione o partito, devono deprecare la slarn
pa oscena o quella che predica la violenza. Ma è questione di ambiente che,
se sano ed ossequiente ai comandamenti di Dio, reagisce e difficilmente
si lascia influenzare; per l’infanzia e
l’adolescenza è compito delle famiglie
di jireservare la sanità morale della
pi'ole.
Viceversa, col pretesto dei cosidetti
« ¡'umetti » si è voluto, anziché applicare la legge già esistente, farne una
nuova apposita, la quale viola k Oosti• u/.icne il cui articolo 21 è del seguente tenore : « La stampa non può essere soggetta ad autorizzazione o censura » nè stampa per ragazzi nè altra
(li qualsiasi genere. Poi statuisce 1
rredetto articolo 21 : « Sono vietate le
pubblicazioni a stampa, gli spettacoli
e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisco
provvedimenti adeguati a prevenire o
’-eprimere le -violazioni ». Sono cioè
contemplate « prevenzione o 'repressione » ma sono escluse « le autorizzazion’ o le censure ».
La violazione della Costituzione e
patente e se si ammette la censura per
una parte della stampa, si può anche
estenderla a tutta la stampa. Ld infatti in un articolo dell’Osservatore
il lettore trova citati alla rinfusa, con
le pubblicazioni oscene, anche quelle
ohe propugnano l’eresia ed il comuni
le pubblicazioni degli acattolici
su argomenti religiosi, eoe. In occasione della Quaresima un alto prelato ha
diffuso una lettera pastorale in cui afferma che la libertà è un bene per sè
stesso ma diventa poi strumento di innumerevoli mali, specialmente quando
con la libertà di pensiero e di coscienza si esige la libertà di stampa. Ij argomento centrale di detta lettera pastorale non è più l’abuso della liberta di
stampa, ma viene condannato il princijiio stesso di tale libertà.
Non è il caso di drammatizzare, però
è bene tener presente questo spirito di
intolleranza che vorrebbe tornare indieìi'o di secoli. E di fronte a tanto
strazio della libertà, ricordiamoci che
solo « dov’è lo Spirito del Signore ivi
è libertà » (2 Cor. 3 : 17).
A. Vola.
l tre sono uno: Iddio, sole di giustizia,
Gesù, luce di bontà, e lo Spirito Santo,
raggio che corre per il mondo e cerca, oh
così sovente invano, di svegliare, anche nei
profondi tuguri, i peccatori addormentati.
Mentre preghiamo, Satana veglia e cerdi .stornare la nostra preghiera con idee
profane. E siccome pur troppo, ci rie.sce
sovente, terminiamo le nostre preghiere con
la supplica: « E se la mia preghiera non è
.stata buona, rendila buona Tuì>.
Angrogna ( Capoluogo )
Nel corso del culto della domenica delle
Palme venivano confermati, alla presenza
di una numerosa assemblea i seguenti catecumeni: Bertin Liliana (Vernet), Bertin
A’vette (Bonneton), Chauvié Alma (Capoluogo), Benech Renzo (Ciabot), Bonnet
Gino (Revelera), Long Giovanni (Ponsa),
Negrin G. Giacomo (Martel), Pons Ezio
(Martel), Pons Guido (Pons), Rivoira Bruno (Stringats).
Il Signore che li ha chiamati nel suo amore e che essi hanno liberamente dichiarato
di voler amare e servire li fortifichi nella
sua grazia e li renda fermi sempre nella
fede.
Una buona assemblea ha partecipato al
culto liturgico serale del giovedì santo e
molti sono stati i partecipanti alla S. Cena.
La domenica di Pasqua, il messaggio glorioso della resurrezione del Signore è stato
proclamato davanti ad una assemblea compatta che gremiva il nostro Tempio. Quanto
mai numerosi i partecipanti alla S. Cena.
Ringrazi."imo la Corale die ha eseguito lodevolmente d’je inni di circostanza la domenica delle Palme e nel corso del culto
di Pasqua.
La Comunità ed il Pastore ringraziano
ancora vivamente il Pastore sig. Cipriano
Tourn che ha svolto tra noi durante due
mesi circa il suo apprezzato ministerio durante l’assenza forzata del Pastore per motivi di salute. Il Signore lo benedica ora nel
suo campo di lavoro che egli ha raggiunto.
Ringraziamo pure vivamente le Unioni di
Villar Pellice, del Martel di Angrogna e dei
Coppieri per le ottime serale familiari che
esse ei hanno dato in queste ultime settimane. c. a.
Bobbio Pellice
Il giorno di Venerdì Santo sono stati
confermati i seguenti catecumeni : Raridon
Yvonne (Raymond); Cairus Mariuccia (Cairus); Geymonat Ilda (Cortili); Re Susanna
(Reyniond); Hostan Melania (Ro^lagni);
Gönnet Giovanni (Cortilet); Melli Stefano
(Costa); Puy Elio (Ciastelì.
Nel pomeriggio, in una riunione familiare, le Madri lianno dato il benvenuto ai
nuovi confermati, mentre alla sera l’Unione Giovanile ha offerto loro il distintivo
valdese, simbolo di quella fede in Cristo
che non dovrà mai affievolirsi e spegnersi.
A Pasqua, come sempre succede in tale
solennità, il tempio era gremito e numerosi sono stati i partecipanti alla S. Cena.
Il Signore risorto e vivente dia a tutti
forza, luce e vita.
Il 29 marzo si è addormentata nel Signore, Mondon-Negrin Susanna del Molino, di
anni 73. Durante la sua esistenza terrena la
nostra sorella ha conosciuto molte prove,
ma la fede in Dio l’ha sempre aiutata a
portare cristianamente la sua croce.
Il 21 corrente una folla immensa ha reso
gli onori funebri alla piccola Bonjour Or
nella di Italo e di Bonjour Marietta del
Centro di anni 7. In poche ore un male
violento l’ha strappata all’affetto dei suoi
cari. Le sue ultime parole furono quelle
di Gesù alla vedova df Nain: «Non piangere ». Possano queste parole e la certezza
del ritrovo nella casa del Padre, lenire
l’immenso dolore dei genitori.
La Chiesa, solidale con chi piange, unanime si è stretta attorno alle famiglie colpite nei loro affetti più cari esprimendo ad
esse la sua sentita, sincera simpatia cri?tìana.
Sabato 19, si sono uniti in matrimonio,
nel nostro tempio, Cairus Isacco di Villar
Pellice e Pontet Maria del Podio.
Auguri di felicità nel Signore.
Ringraziamo il pastore Sig|. Giovanm
Bertinatti per aver presieduto il culto del
30 marzo.
Domenica 27 corrente, D. v., avrà luogo
il nostro annuale « bazar ». Nessuno manchi.
Brescia e Verona
I Culli della Settimana Santa sono stati
affollati e, si può dire, la totalità dei membri di Chiesa (esclusi gli ammalati) ha partecipato alla Santa Cena ai Culti.
A Brescia v’è stato un Culto di commemorazione il Giovedì Santo: un Culto ecumenico il Venerdì Santo per i profughi
evangelici e ortodossi ricoverati a cura dell’I. R. O. nell’Ospedale Nuovo, e il Culto
solenne di Pasqua. La Chiesa era gremita.
A Verona il Cand. in teol. Sig. S. Briante ha presieduto il Culto di Pasqua con Comunione. Tutta la fratellanza vi ha nartecipalo con diversi simpatizzanti.
II Lunedì di Pasqua un torpedone ha
portato un bel gruppo di gitanti sulle rive
del lago di Garda nelle vicinanze di Salò.
Il Pastore P. Bosio ha presieduto il 'Culto
sulla spiaggia, al quale hanno partecipalo
anche gl’isolati residenti in quella zona.
La giornata primaverile ha favorito i ^ gitanti i quali hanno trascorso una bella giornata sulle rive del lago. Giovani e non giovani hanno gareggiato in vari sports e la
giornata si è chiusa col canto di tutti gli
inni della sempre rimpianta raccolta tascabile di Inni della Federazione Giovanile che
ogni gitante aveva. Numerosi abitanti della
zona e gitanti hanno ascoltalo con visibile
compiacimento il canto dei begl inni.
Massello
Comme un peu partout dans la montagne,
Massel a joui d’un hiver exceptionnellement beau et propice aux travaux dans les
bois. A part quelques interruptions de courtes durées, le soleU nous a visites genereusement. La neige n’a fait que rarement son
apparition, et celle de ces derniers jours
a été une bénédiction en apportant un peu
d’humidité à nos champs desséchés. Ce retour du froid a également donné un coup
de frein heureux à un >rintemps précoce.
4
" ì '
. Î
4 —
L’ECO DELLE VALU VALDESI
qui nous àvait apporté ses premières fleurs
au début de mars déjà. .
Au cours de cet hiver, nous nous sommes
rassemblés quatre fois dans chaque quartier. La dernière réunion a été consacrée à
l’étude de la brocdrare du paiteur Carlo
Lupo: « Chi ha ragione? ». Ce fascicule
avait été au préalable distribué dans toutes
les familles. L’exposé de son contenu a été
suivi régulièrement d’un entretien, qui a
été plus ou moins nourri et plus ou moins
intéressant, suivant la nature des problèmes
qui y furent débattus. Il n’est pas possible
d’en parler dans le cadre de cette chronique
paroissiale. Toutefois, nous pourrions dire
ceci : responsables et paroissiens, nous avons à nous laisser inquiéter par les questions qui ont^ été soulevées, nous dirions
surtout per les vraies questions, celles qui
sont essentielles à notre vie. Et si nous nous
inquiétons, si nous nous interrogeons ou
plutôt si nous nous laissons vraiment interroger par Dieu, nous croyons -lue son
action puissante se fera aussi parmi nous.
Nous avons à déplorer un bon nombre
de décès survenus au cours de cet hiver.
Relevons, en particulier, la mort de la
doyenne de la paroisse, de celle que nous
connaissions volontiers sous le nom de
« dan Julie » et qui s’en est allée à l’âge
de 93 ans. Jusqu’au début de sa maladie,
elle jouissait d’une robuste santé et l’année passée encore, elle était montée toute
seule à son chalet de Codissart. A toutes
ces familles qui ont été atteintes dans leurs
affections les plus chères, nous renouvelons nos sentiments de profonde sympathie et nous les récoramandons à Celui qui
est notre seule espérance.
ri^ondenza nei cuorialla Sacra Mensa
si accostò un numero di fratelli e sorelle
notevolmente maggiore .di quello degli altri
anni. Mensa benedetta e santa! Tu sei pur
sempre il banco di prova delTamor fraterno e dell'amor di Cristo. Quando ci siamo
avvicinati a te ci sentiamo anche maggiormente uniti ai nostri cari fratelli nella fede e, sopratnttp, più vicini al nostro Signore e Salvatore.
F. U. V.
Convegno di ' primavera
Sabato Santo. I giovani Michelin Salomon Ercole Giovanni (dei Garin) e Giraudin Marta Susanna . (Inverso Buffa) | celebrarono nel nostro tempio le loro nozze.
Fiori, parenti ed amici in gran copia. Sana
letizia sotto lo sguardo del Signore.
Pasquétta. I catecumeni ccùifermati si
riunirono per un’agape fraterna col loro
Pastore. I giovani organizzarono una serie
di gare sportive sotto i castagni del Teyiiaud piecedute da un culto all’aperto. La
Settimana Santa ora chiusa offre abbondante ispirazione anche alle gare sportive dei
giovani che sono credenti c cristiani.
ACTES ECCLESIASTIQUES:
Mariage: Pons Aldo, du Chaber^, et Rostap Amandine, du Gros Passet.
Ensevelissements: Micol Melania, née
Tron, du Porinche, 83 ans; Meytre Maria
Luigia, née Tron, du Milan, 67 ans; Tron
Enrico, fu Pietro, du Robers, 77 ans; Tron
Giovanni, de Balsille, 77 ans; Micol Giulia,
née Micol, de Champ la Salse, 93 ans; Gaydou Maria, née Pons, du Chabers, 78 ans.
Domenica 20 aprile. Memoranda giornata. Ottimo culto, bella risposta all’appello ch’era risuonato in quello di Pasqua :
« Restiamo uniti »! Festa pomeridiana organizzata dalle Unioni Femminili e Cadette
in onore dei catecumeni testé ammessi alla
_ Chiesa.
Ottime recite, thè abbondante e squisito,
canti gioiosi, sopratutto, molto amore.
La sera, nel tempio, e per la terza volta
nella giornata, pubblico numeroso per ammirare delle proiezioni luminose date dal
past. Ayassot e per udire un magnifico
concerto di musica sacra dato dal M.o Rudolf Windsor.
A tutti coloro che ci hanno edificato un
grazie di cuore, a Dio la nostra lode.
I giovani di tutte le Unioni delle Valli
e del Piemonte sono cordialmente invitati
a Pinerolo LUNEDI’ 2 GIUGNO.
Un programma iScreativo vario ed avvincente al quale tutti potranno contribuire consentirà a tutti i partecipanti di trascorrere una lieta e fraterna giornata.
Nel quadro di questo convegno, incoragr
giati dal lusinghiero esito dello scorso anno, avremo alcune gare di atletica leggera
— corsa piana m. 80 e m. 1200, salto in
alto, lancio del peso, staffetta 3x3.50 — ed
i tornei di bocce e di ping-pong a coppie:
sono in palio una targa, due coppe e miraerose medaglie.
in un successivo ' comunicato sarà precisato il programma del cottvegno, mentre
saranno inviati direttamente alle i ninni
gli appositi volantini con i dettagli organizzativi. Per informazioni, ecc. rivolgersi
alle U.G.V. di Luserna S. Giovanni, Pinerolo, S. Germano, Torino e Torre Pellice.
Torre Pellice
Perrero-Maniglia
La ?Oomenica 27 Aprile, nei locali dell’Asilo, avrà luogo un a Bazar d con c( Pesca
per i bambini », in favore delle Missioni.
Esso avrà inizio alle 14,30 e lutti gli Amici
delle Missioni vi sono cordialmente invitati.
E. L. Coisson.
Da New York abbiamo ricevuto in memoria di Enrico Menusan ivi deceduto da
qualche tempo: Celine Tron doli. 5, Letizia Pons doli. 5, Louise Carré e famiglia
doli. 5, Humbert Clot e famiglia doli. 5,
Henry Ghigo e famiglia doli. 5. Ringraziamo cordialmente quei donatori i quali, così, hanno voluto ricordare il loro caro compaesano ed amico scomparso che anche in
occasione della sua ultima visita alle Valli
si era generosamente interessato alla sua
Chiesa di Perrero,
Doni in Memoria
Per Orfanotrofio Femminile
1951
Con l'aiuto di Dio, mantengano fedelmente le promesse fatteGli al Culto del Venerdì
Santo i seguenti nostri giovani fratelli confermati: Broglia Edda fu Alfredo (Crosetto), Collet Ilda di Oreste (Grangette), Ferrerò Elda di Augusto (idem), Ghigo Ida di
Alessandro (Eirassa), Pons Renata di Albcr.
to (Bessè), Ribet Marisa di Luigi (Plancia), Genre Raymondo di Giulio (Maniglia)
Pons Giovannino di B. Enrico (Plancia),
Pons Renato di Attilio (Baissa), Rostagno
Bruno e Sergio di Emilio (Alessandria).
Il Signore faccia crescere nella «ita gra
zia il bimbo Elmo Giovanni Bertalot di
Enrico e di Alma Poet (Grangette) che è
stato battezzato ultimamente.
Torre Pellice: Fiori in raem. della Sig.a
M. Coisson, missionaria, un’amica L. 2000
— N. N. in mem. del Prof. Arnaldo Malan, 5000 -— Elyira e Sebastiano De Bettini, in meni, di Ines Dal Maschio, 500 —
M. P. in ricordo di Giuseppina Bradley e
Maria Ribet, 2000 — Fanny Costantino, in
memoria del caro marito, 500. — Gorle:
Giovanni Zavarit, in mem. di Franco Eynard, 20.000.
Fiori in mem. di Onorina Odin Gay:
Napoli: Giulia Odin 5.000 — Luserna S.
Giovanni: Nella Baldini 1000. — Genova:
Fabbro Giovanni e famiglia, in sostituzione di un fiore sulla tomba dei nostri cari
defunti, 500. — Roma - I. O. V.: Felice
Boschi, in mem. della compianta Assunta
Boschi, 5000.
1952
Rieonbscen-ti, ringraziamo cordialmente
le Chiese di Pomaretto e di Massello delle
simpatiche accoglienze fraterne offerte ai
nostri giovani unionisti in occasione delle
loro visite.
Villar Pellice
La Settimana Santa coi suoi messaggi di
amore e di risurrezione è passata Ira noi
come di consueto, apportatrice di molte divine benedizioni. Anzi, più del consueto,
se dobbiamo credere ai soavi ricordi che
sono custoditi nei nostri cuori.
11 buon culto delle Palme col messaggio
del « Roi débonnaire » e il culto serale
presieduto dalla Pradeltorno; la riunione
di chiusura delle attività invernili alla
Piantà; la serata dedicata all’esame di fede
dei catecumeni confdrmandi in una atmosfera di particolare solennità, impegnarono
bellamente la prima metà della Settiiiiana.
Quindi, giovedì sera, il culto iiturgico nel
quale il canto melodioso ed ispirato della
sig.ra Lidia Frache accompagnala ali'armonium dal consorte contribuì ad impiimere
nei cuori la visione delle varie tappe, tristi
ed austere, della Passione.
Venerdì mattina culto con ammissione
nella Chiesa dei catecumeni. 1 giovani fratelli e sorelle:' Pascal Paolo, A. Hugon Renato, Rambaud Silvio, Barus Eugenio, Bertin Silvio, Grosso Rino, Gönnet Luciana,
Berton Caterina, Davit Mary, Mathieu Luciana, Priotlo Floriana, Garnier Edda. con.
fermarono il loiro battesimo e: Monnei
Giovanni, Giraudin Alfredo, Grill Gineita,
Dema Gemma e Monnet Yvonne furono
battezzali; lutti quanti dopo aver pronunziato a voce alta e distinta la propria professione di fede, dissero brevissime parole
alcuni, formularono djchiarazìoni più ampie altri, qualcuno recitò il credo. A lutti
quanti, singolarmente, venne dato l’imposizione delle mani.
In mezzo ad una atmosfera di profonda
emozione il fratello Aldo Charbonnier cantò accompafjnaHo dall’armonium 1 inno
« Vieni mi disse un giorno il Redentore ».
Quindi tutti coloro che vollero rinnovare
con i catecumeni la loro promessa di fedeltà al Signore, cantarono in piedi 1 inno
« Fino alla morte... » e furono la quasi totalità deir assemblea e cantarono con uno
slancio come dì rado si ode nel nostro tem
Per Ospedale Valdese
1951
Le famiglie Long e Comba ringraziano
in modo particolare il Sig. Bert, i Dott.ri
Coucourde e De Clementi, i vicini di casa
e tutti coloro che koh' scritti e partecipazione ai funerali hanno dimostralo loro simpatia ed affetto per la scomparsa del loro
caro papà e suocero
AVVISI ECONOMICI
Davide Long
« Nella distretta Ito invocato l’Eterno ed Egli mi ha liberato » (Salmo 120).
S. Germano 24 Marzo 1952
La famiglia del compianto
Benech Giuseppe
Doni ricnotl Dal [assieia Dalla laiala
Per Cassa Culto:
A. Diani, in memoiia Zia, L. 200 — Eredi Rollier, in memoria L. 500.000 — Un
gruppo di Valdesi di Aless.andria 2.Ì00 —
S. Soggin, per Rinunzia 5.000 — Maria Lojacono, per Rinunzia 1.000 — Citerina
Sammarco, per Rinunzia 500 — Ines Fasulo, per Rinunzia 1.000 — Eugenio Davyt,
per Rinunzia 5.000.
Per Facoltà di Teologia:
Ing. G. Neumann, Firenze L. 500 — Virginia Mongani, Colleferro 1.000 — Chiesa
di Bergamo, per Biblioteca 16.000.
Per Istituto Gould:
Woman’s Auxiliary, Chiesa Americana di
S. Paolo, Roma L. 20.000 — Anna e Paolo
Castorina, Roma 1.000.
Per Istituto Evangelico Femm. di Firenze:
Parrocchia di Frauenfeld L. 3.000 — Anna e Paolo Castorina, Roma 1.000.
Per Istituto di Vullecrosia:
— E. Girardet^ L. e E. Socci, Roma L.
2.000 — Anna e Paolo Castorina, Roma
2.000.
riconoscente per la dimostrazione di stima
e di affetto ricevuta in occasione della dipartita del loro caro marito e babbo, ringrazia tutte le persone che con la loro presenza ai funerali e con scritti hanno preso
parte al loro dolore. In modo speciale il
Dottor Scarognino pei le assidue cure e i
Pastori Signor Bertinotti e Juhier per le
visite e parole di conforto prodigategli durante la malattia e tutte le persone che furono larghe d’aiuto nella dolorosa circostanza.
Luserna S. Giovanni 17-4-52.
« Saremo sempre eoi Signore »
(I Tessalonicesi 5: 17).
CERCANSI coniugi 30-40 anni senza figli,
per cuoca e giardiniere, conoscenza francese, disposti trasferirsi in Canada, ottime condizioni. Rivolgersi Past. Rostan,
Pinerolo.
CERCANSI aiuto infermiera e donne di
' servizio disposte a lavorare negli Istituti.
Rivolgersi o scrivere al Presidente della
C. 1. O. V. in Torre Pellice, Via Angrogna, 12.
AFFITTASI a Villai Pellice, zona tranquilla, fermata corriera a 100 metri, villetta nuova, 3 camere e cucina, 2 terrazze
coperte, liquigas, bagno, garage. Rivolgersi Libreria Claudiana, Torre Pellice
(Torino).
VEiNDONSl in Luserna S. Giovanni a 200
mt. stazione ferroviaria negozio e ilioggi
3-1 vani, bagno, cantine, grage comodità
moderne, impresa geom. Gardiol R, Pincrolo,'via Fiume 6, telefono 2177.
PIANOFORTI, Armoniums, Organi — Riparazioni — Accordatura — Pulizia —
Compra-Vendita occasioni. Casa di fiducia — Laboratorio Olandese M.o Ing.
Rudy Windsor - Matla — Strada di Cavoretlo 49 — Torino.
Per Orfanotrofio di Torre Pellice:
Alma e Paolo Castorina, Roma L. 1.000.
Per Ospedali:
Anna e Paolo Castorina, Roma L. 1.000.
Per Rifugio Carlo Alberto:
Anna e Paolo Castorina, Roma L. 1.000.
Per Asilo di San Germano:
I figli, ricordando la loro cara Mamma
Elisa Meynier VinsoW L. 10.000 — Anna e
Paolo Castorina, Roma 1.000.
Per Asilo di San Giovanni:
Anna e Paolo Castorina, Roma L. l.OCO.
Per Asilo Italia:
Woman’s Auxiliary, Chiesa Americana di
S. Paolo Roma L. 20.000.
Pinerolo: Maria Meynet, in mem. del
padre, 2000 — La Montagna Nino e Gabriella in mem. del babbo, 1000 — Gay El.
sa e Renato, in mem. del nonno, 1000 —
Forneron Dino e Angiolina, in mem. Mamma, 1000 — Bertalot Gina e Ida, in mem.
dei loro cari, 1000.
Torre Pellice: In mem. dell’On. Matteo
Gay, 1000 — In mem. della Vcd. Coisson
Nisbet, 2000 — S. C. Coisson, in mem. della mamma, 2000 — Elena Farina, in mem.
della Ved. Coisson Nisbet, 2000 — Mariani, in mera, del suo diletto Gianni, 1000 —
Maria I.uisa Pons, in mem. di Giovanni e
Rosa Pons Karrer, 300. — Pomaretto: Emilia ed Elisa Lantaret, in mem. Vcd. Coisson
■ Nisbet, 2000.
Per Asilo di Vittoria:
Ing. G. Neumann, Firenze L. 500 — Lo
Presti G. in mem. del Padre 1.500 — Ines
Fasulo 5.000 — Anna e Paolo Castorina, Ho.
ma 1.000 — Eugenio Marano, in mera. Erminia Pugliese 1.000.
Per Opera delle Diaconesse:
Ing. G. Neumann, Firenze L. 1.000 — Favellini A., Firenze 500.
[Doptiallva Igriiala mia Val Pallile
I Soci sono convocati in Assemblea Generale Ordinaria per il giorno 29 Aprile
1952 alle ore 20,30 presso la Sala della
Cooperativa Operaia di via Roma in Torre
Pellice in prima convocazione ed il giorno
4 Maggio 1952 alle ore 14,30 stesso luogo
in seconda convocazione che sarà valida
qualunque sia il numero dei presenti.
Ordine del giorno:
Chicago: Alcuni amici di Chicago, in
mem. della Sig.a Maddalena Pons, 12.440.
— Como: In ricordo di Negretti Ambrogio,
la Figlia 10.000. — Roma: Dott. A. F.
Philips e Famiglia di Eidhoven in mem.
del Comm. Ing. Marcel de Yongli, 100.000.
— S. E. Bruno Farmaciari, in mem. Comm.
Ing. Marcel de Yongh, 2000. — Torino:
N. N. in mem. di Boer Clelia, nel 1“ ann.
della sua morte, 3000. — Luserna S. Giovanni: In mem. del Sig. Carlo Gay i compagni di lavoro, 3645. — Pomaretto: Barai Giovanni in mem. di Barai Cesare,
L. 5000.
1952
Lettura e approvazione verbale della seduta precedente — Relazione morale e finanziaria, presentazione Bilancio al 31-121952 — Relazione del Collegio Sindacale —
Varie.
Ci sarà un servizio gratuito di i-orriera
per i Soci dell’Alta Val Pellice, partenza
dalla piazza di Bobbio il 4 Maggio 1952 alle ore 13,30, da Villar Pellice ore 13,!5
La Presidenza.
ANNUNZI SANITARI
Pinerolo: Carro Beniamino in memoria
dei suoi cari, 1000 — In mem. delI’On.
Matteo Gay, 1000 — Torre Pellice: Maria
Luisa Pons, in mem. di Giovanni e Rosa
Pons Karrer, 500.
Il don. PAOLO PELLIZZAKO
annuncia di aprire il suo studio niedico-t’hirurgico a LUSERNA S. GIOVANNI, in Via Gìanavpllo 22 (casa
Tur in).
Dodo paiqoalp al iitcDI DI S. CPiaiaDO
pio
AU’uscita, baci, abbracci e feste ai nuovi
fratelli e fotografie in quantità...
A Pasqua, culto solenne tra i solenni. 11
testo: «Voi sarete dispersi» trovò grande
Anche quest’anno è stato mollo apprezzato il pranzo offerto dal Signor Widemann
e dagli Impiegati e Maestranze del Cotonifìcio ai Vecchi dell’Asilo di S. fermano
Chisone, rendendo ancor più lieta la loro
Pasqua. Da queste colonne giunga ai generosi Amici un pensiero di gratitudine e
ringraziamento, proi ondamenle sentilo,
nella speranza che altri seguano il loio
esempio scegliendo la forma preferita pe**
porìtafrie un contributo/ al|’assÌBtenza che
l’Asilo dà ai settanta ricoverati.
L* Amministrazione.
Il don. EMILIO FATTORI riceve
ogni giorno dalle 16 alle 19 in Viale
dei Tigli n, 7 - Luserna S. Giovanni.
OCCASIONE vendesi beirappartamento in
costruenda villa, vicinanza mare. Fauiliiazioni pagamenito. Professoressa Pirazzini,
Loano (Savona),
Baravano Pompilio
Impianfi frigoriferi
Riparazioni - Modifiche
PINEROLO
Viale Vittorio, 2
Telef. 2651
FAMILLE de paysans bernois, établie depuis longtemps dans le canton de Genève, cherche un valet de ferme. Adresser
offres et informations à M. Stockli, Fasseiry près Chanay, Genève.
DONI PER ASILO VECCHI S. Gl('
VANNI: In mem. Signora Èva Proebet
Bounous, impiegati Ditta Bounous Lire
10.000 — Dott. S. Rocchi 1000 — In mera.
Pilone Michele, operai di Pralafera 1000.
Dir. Resp. Ermanno Rostan
Autorizzazione Decreto 27 ■ XI - 1950
Tribunale di Pinerolo
Tip. Subalpina,., p. a. - Torre Pellìee
Comunicato HOOVER
Abbiamo il ¡ñamre di oomnmcare che e stata mietala
la vendita della famosa
Lavatrice elettrica HOOVER
e d.i tutti gli apparecchi HOOVER (lucùlairici, aspirapolvere, battitappeto) con rate da 6-9-12 mesi
Informa:.\'ioìd pia dettagliate presso il
Concessionario per la Valle del Pellice
Ditta PELLENC ROBERTO
Torre Pellice Tel. 2-12
Frigoriferi originali SIEMENS - SHUCHERT
Impianti e materiali elettrici - Radiofonia - Nuovo ed attrezzato laboratorio per le riparazioni di qualsiasi tipo di apparecchi radio
RIPARAZIONI TECNICAMENTE CONTROLLATE
E GARANTITE
Macchine da cucire di primarie case garantite per 25 anni
a prezzi incredibilmente ribassati
m iiaiia-Miiii-ivi
come su misura
Nel più vasto assortimento - Solo con tessuti scelti
Lavorazione speciale artigiana
Prezzi inferiori alla concorrenza - Visitateci !!!
SSI^tOriS CAFFARO ~ via Duomo - Pinerolo - Tel. 20.69
La don. ANTONINA SEIDEL
RIESER, medico-chirurgo, specialista in odontoiatria e protesi dentaria, avverte la sua spett. clientela
che fa i lavori di protesi per i sigg.ri
mutuati. Riceve a Luserna S. Giovanni, via Gianavello 30 (Nazzarotti), martedì e giovedì dalle ore 9 alle
ore 19. Protesi comune ed elegante,
cura dei denti ortodonsìa.
OROLOGERIA
Dino LflZZDRO
OREFICERIA
— Ottimi prezzi per sposi
— Orologi di tutte le marche
— da regalo
— Riparazioni e vendite rateali
ARGENTERIA
Via C. Lequio, 2 — PINEROLO
3]
cl
a:
Cl
S(
II
P
P:
t(
fa
m
A
pi
st
di
m
P'
Vi
cc
OS
m
tr.
df
m
lo
de
tà
av
no
po
sn