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LU BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PKRKZO »’ASSOC IA*10.\E
(J domicilio)
Torino, per un anno L. G,00 | L.7,00
— per sei mesi « 4,00 | » 4,30
Per le provincie e l’estero franco sino
al contini, un anno . . I... 7,20
per sei raesi, « 5,20
Aì.r.OfjoìiTtf Si tv iy^TTn
Seguendo la verilà nella carili
Epes. IV, 15.
L’Umcio della BUONA NOVELLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO BIAVA, viaCarlo Alberto,
dirimpetto al CalTè Dilei.
Le associazioni si ricevono in Torino allo
stesso Uilìcio.
Gli Associali delie Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alta libreria Biava.
Avviso. — Appello alla beneficenza cristiana. — Benedetto Giuseppe Labrer ossio
un beato della Ghiesa dì Roma. — Notizie religiose. — Cronachetta politico.
AVVISO.
Onde incominciare Tanno quat lo della Buona Novella co! primo Venerdì del Gennaio 18ati, e per evitare una sospensione del Giornale, la Direzione ha pensalo di protrarre la pubblicazione dei
Numeri deU’anno 111 fino a lutto dicembre prossimo : perciò incominciando dal 1” settembre a tutto dicembre i numeri invece di
dC pagine non saranno che di otto. a.a oirczione.
APPEIiliO A1.I.A BEnTEFICEIVZA CRI§TIA]VA.
L’Amministrazione municipale della
dllà di Torino ha pubblicato il seguente manife.sto:
IL SINDACO
della Città di Torino.
« Comunque l’epidemia che affligge
alcune parli dello Stalo non abbia ri
sparmiata la nostra dllà, essa si mantenne però sinora in limiti alquanto
ristretti, e si ha luogo a sperare che
non abbia a diffondersi maggiormente.
Tuttavia se le conseguenze del morbo
falale sono in Torino ben minori che
altrove, molte sono ie private sciagure
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clic si hanno a lamentare, molte le
vedove lasciate prive d’ogni sostegno,
molti gli orfani rimasti derelitti nella
loro infanzia.
Il Municipio ha provveduto perchè
questi sventurati abbiano conveniente
ricovero, e siano sovvenuti a spese del
civico erario: ma il sollievo cbe può
dare il Municipio è puramente temporaneo e per contro si richiedono provvedimenti che valgano ad assicurare
il sostentamento, almeno per qualche
lempo, a povere famiglie ed a mettere
infelici orfani in grado di raggiungere
quell’età in cui possano col lavoro
provvedere a se stessi.
Nell’intendimento di ottenere i necessari soccorsi ò stato per cura dell’autorità municipale raccolto un Comitato centrale di beneficenza, composto delle persone sotto indicate, il
quale deliberò di fare un appello alla
carità pubblica incaricando di ricevere
le largizioni gli stessi onorevoli cittadini che prestarono con tanto interessamento l’opera loro pei soccorsi invernali.
Concittadini !
Quando una pubblica sventura si
abbatte sovra una ciltà, i figli e le vedove degli infelici cbe ne rimasero
vittime sono affidali aU’aflettuosa umanità dei superstiti; epperò il Comitato
si rivolge alla nota generosità dui Toripesi colla certwza che fecondo sarà
l’invito, poiché è vanto di questo popolo il saper sempre degnamente rispondere ad ogni fdantropico divisamento II.
Sieguono i nomi dei signori componenti il Comitato e dei signori incaricati di ricevere le obblazioni.
La Direzione della Buona Novella
facendo plauso alle savie parole del
Sindaco, crede suo dovere di fare appello alla carità de’suoi correligionarii
italiani e stranieri acciò concorrano
secondo i loro mezzi ad un’opera cosi
caritatevole e così necessaria.
CRISTIANI EVANGELICI!
Ricordatevi che « la religione pura
ed immacolata appo Iddio e Padre è
questa: visitar gli orfani e le vedove
nelle loro afflizioni : e conservarsi
puro dal mondo i>.
Gli orfani e le vedove in discorso
non sono nostri correligionarii; ma, c
non sono perciò nostri confratelli? Ricordiamo il fatto del Samaritano scismatico che soccorse il tapino israelita, sul quale avevano gettato uno
sguardo d’indifferenza il sacerdote ed
il levita! (Lue. x. 50-57).
La Direzione della Buona Novella
s’incarica di ricevere i doni per una
lale opera di carità e trasmellerli al
Comitato, e calcola specialmente sui
fratelli stranieri, siccome su coloro ai
quali Dio ha dato maggiori mezzi.
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LA FESTA DELLA BALZIGLIA
NELLE VALLI VALDESL
IL
Al sig. Roussel successe a parlare ¡1
suo amico e compagno di viaggio rev.
Noël. « Io nou posso, diss’egli, se non
rallegrarmi quando rifletto al gran divario che passa tra questa raunanza ed i
falli die questi luoghi ci ricordano. Figuratevi quel terrihile 10 maggio, quando
400 uomini annidati lassù su quella rupe
non si vedevano tutt’attorno che nemici.
Guardavano a manca verso il Pis, nemici;
si volgevano a destra verso il Gugniverf,
nemici ancora; si guardavano davanti,
qui sul luogo stesso ove io contemplo migliaia di persone, uomini, donne e bambini, cbe tranquillamente mi ascoltano,
e non era dalo loro di scorgere se non
nemici più numerosi che mai, e tutli siiibondi del loro sangue. Figuratevi là su
quelle verdeggianti pendici delGugnivert,
più pezzi di cannone rivolli ai loro deboli
ripari. Ecco inalberarsi una bandiera
bianca ed un araldo latore di proposte
pacifiche avviarsi fino a loro; ma quelle
proposte offendono la coscienza e non le
possono accellare. Ecco allora inalberarsi
uii’altra bandierajdi color rosso, segno tremendo che non vi è più pielà per loro,
ina la più orribile fra le morti. Udite il
rimbombo del cannone che ha cominciato
a tuonare, e che ad ogni colpo apre alriniiiiico nuovo accesso per irrompere
nella smantellata fortezza! Lu parte inferiore è presa : dove sono ora i 400 uomini che la difendevano? Guardateli lassù
in quella velia. Ma come mantenervisi,
senza pane, senza letto, c seminudi quali
sono? E giunto il moiiienlo dell'iutiera
loro ro\ina, essi slessi non s’ilhidono; il
nemico aucora lo sa, e tulta la noUe egli
la spende in progetli sul genere di morie
più atroce, col quale egli si vendicherà di
lanlo eroismo. Spunta il giorno, il nemico
si muove in traccia della sua preda di cui
è sicuro. Ma dove sono allora i Valdesi?
Guardate lassù, lassù sulle più alte vette
del Pellegrino; eccoli là inginoccbinni cbe
rendono grazie all’iddio che gli ba salvati ! 0 bontà ! o misericordia di Dio !
« Ma oggi come lutto è diverso da quello
d’allora! Ove sono in questo giorno i nemici? Guardatevi attorno, scorgete voi un solo
sguardo inimico che vi contempli? No,
quivi tutti SODO amici, lutti slamano; nis*
sunoche odii,nè che voglia odiare .... Mi
perchè siete voi qui; o fratelli? Non è già
al solo (ine di rallegrarvi ripassando alle
gesta dei vostri padri; ma ancora e sovratutto di ricevere ammaestramenti da questi fatti e da essi apparare i grandi obblighi che a voi incombono. Poiché se degli
avi gloriosi sono un gran privilegio, essi
costituiscono altresì, non vogliate dimenticarlo, una grande risponsabililà. Volete
voi affroolarla con gloria una tale risponsabililà? volete voi potervi chiamare senza
menzogna 1 tìgli dei padri vostri? fate sforzo per rassomigliarli in quello clieaveano
di più grande, nella loro fede. Siate come
quel martire del Val di s. Martino, quel
rev. Ilector, il quale a fronte del rogo che
lo dovea consumare invece di spaventarsi
glorificò Iddio colla sua costanza a confessarlo. Siale come quel Goffredo Varuglia, il quale diventato apostolo della fede
che poco prima perseguitava, al suo manigoldo che lo richiedeva del perdono,
tranquillamente ri.'pondeva; » Coraggio,
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adempì al tuo ufficio, cliè io t'ho già perdonato.
« SiaLe come quel napitaoo lahier di
Pramollo, di cui Seger lasciò scrino ;
Il Gran capitano, degno di essere ricor11 dato, tanto più che manifestò sempre
>1 un grande zelo pel servizio di Dio ed ii
«sostegno della sua causa, senza che lo
« potessero smuoyere mai nè promesse,
<1 nò minaccie; unendo al coraggio del
«leone, l’umillà dell'agDello, tributando
Il sempre a Dio tutto il successo delle sue
«vittorie; uomo di mente elevata, e che
I. si sarebbe potuto chiamare perfetto,
<1 quando avesse sempre saputo temperare
Il il suo coraggio e darsi tempo in più in" ccDtri di consultare la sua prudenza e
i< la sua carità ».
« Siate come quel Gianavele infioe che
al marchese di Pianezza, il quale cercava
di spaventarlo, minacciando deU’uUimo
.Supplizio la moglie e le figlie che gli erano
cadute nelle mani, rispondeva imperterrito : <1 Se a loro torrete la vila del corpo,
<1 non potrete torre loro la vita eterna che
iiG. C. ha conquistata e promessa a
Il quanti crederanno in Lui e morranno
Il confessandolo ».
Il La fede fu quella che tutti costoro li
fece parlare ed operare a questo modo :
11 Siate come loro, e parlerete e vi adoprerete nella stessa maniera; ed allora
essendo veri cristiani voi sarete certi altresì di essere veri Valdesi ».
« Ma non è soltanto che voi siate buoni
che G. C. richiede da voi, ma che vi adopriate con ogni possa a rendere buoni ancora gli altri. Se possedete la veritù, il
primo dovere cbe v’incombe dopo quello
di professarla per proprio conto, si è
quella di farla conoscere a chi l’ignora ».
Molte allre cose soggiunse l’oralore,
che per brevità siamo costretti a tralasciare; ma cbe, siamo certi, non si cancelleranno dalia memoria di quanti ebbero
il bene di udirle.
Il terzo a rivolgere la parola all’Assemblea fu il dottore Thompson di Glasgow,
che parlò, non che a nome suo, a nome
ancora degli amici che l’accompagnavano;
Il Le mie parole,‘diss’egli, saranno brevi.!
miei amici ed io veniamo da ira paese
che da secoli ha portato alla Chiesa Valdese l’interesse più sentito. 11 Protettore
egli stesso ha scritto, ed il nostro grai>
poeta Jlllton pure, ha scritto a pro dei
Valdesi, lettere ai principali potentati
d’Europa. 11 nostro paese rassomiglia il
vostro sotto varii rapporti. I nostri monti
ci fanno pensare ai vostri; le stesse sono
le vostre credenze. Noi siamo i figli dei
Covenanters morti sui loro monti per la
difesa della loro fede, come voi siete i figli degli antichi Valdesi, che per la difesa
della loro fede sparsero il sangue su questi monti. Ma ad un pericolo ci espone
questa discendenza gloriosa, quello cioè
di figurarci cbe i martini e le virtù dei
nostri antenati siano meriti per noi, mentre saranno quelle che ci accuseranno e
che ci dichiareranno più colpevoli se non ci
sforzeremo di imitarle. Io non posso se
non credere che voi Valdesi siete stati da
Dio conservali in quesle contrade iu visla
di una grande opera, quella di ritenere per
poi diffundere là verità. Adempite adunque coraggiosamente e con fede a quella
gran missione che vi è additata, e Iddio
non verrà meno alla vostra aspettazione.
Io ho la gioia di dirvi che siamo incaricali i miei amici ed io, di portarvi i saluti
di oltre 50fl Chiese, che • amano e bra-
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mano di strignere sempre più con voi I
Tincoli di fralellanza e di carità. Ed ora,
cari rratelli, siate fermi, vigilanti, allegri,
e l’iddio della pace sia con voi ».
A questo discorso detto in inglese e
tradotto parola per parola dal Moderatore, tenne dietro in Leila lingua toscana
una calda allocuzione del sig. Niccolini,
diretta a destare nel cuore dei suoi uditori un attaccamento sempre più vivo all’Evangelo, a quel Vangelo la di cui mancanza fu rovina aU’Ualia in mezzo a
tante grandezze, come le sarà risorgimento la sua difTusione.
Tre e quasi quattr’ore erano scorse in
questi fraterni colloquii, ed il bisogno di
qualche riposo cominciando a farsi sentire,i I Presidente, dopo una preghiera sospese la seduta per un’ora. Ed ecco in un
batter d’occhio quella folla immensa disperdersi chi a destra, chi a sinisira, e
l’intiero vallone di Balziglia trasformarsi
io un vasto refettorio ove non si scorgeoon
cbe crocchi di gente che pranzavano, chi
appiè d’una roccia, chi lungo II torrente
che spumeggia, cbi all’ombra dei larici
che colà abbondano: spettacolo più grazioso che si possa concepire, tanto all’allegrezza che è dipinta sopra ogni vólto,
va unita in tutli quella decenza e quella
convenevolezza di cui il cristiano non diparte mai anche in mezzo ai suoi sollazzi.
( continua ).
BE.^EDETTO GIUSEPPE LÌBBB
OSSIA
Un bealo della Chiesa di Roma.
Se a tulti 1 nostri lettori è nota la recente beatificazione di queslo personag
gio, non tutli sapranno per quali virlù singolari e distinte doli egli si rese capace
di tanto onore ; ed è per soddisfarli che
diamo qui appresso alcuni brani della vita
di questo beato, vila dettala nnn da qualche evangelico e quindi sospetta, ma dallo
stesso Alegiani che era avvocato nella
causa della sua lieatificazione, e che la
dedicò a S. E. il cardinale prefetto delia
Congregazione dei Riti.
« Dopo che Labre (dice questi) ebbe
fissato, non dico il suo domicilio, poiché
non ebbe mai nè casa nè tetto, ma II suo
soggiorno io questa grande ed illustre
città di Roma, i primi anni andava a mettersi al coperto a Monte-Cavallo, in una
specie di antro, sotlo una scala, vicino al
corpo di guardia, lu seguilo andò ad alloggiarsi in un altro ridotlo, al Coliseo o
anfiteatro di Flavio. Tutla la sua mobilia
consisteva in un panierino, ove teneva il
suo breviario, ed alcuni altri libri di devozione; lo che gli fece contrarre una malatlia gravissima, di cui non sarebbe mal
guarito senza le cure caritatevoli di M.
Mancini. Allorché fu bene ristabilito, questo degno ecclesiastico l’ammise nel proprio Ospizio Evangelico, gli diede alloggio duranti i tre ultimi anni di sua vita
e siccon^e la sua biancheria era estremamente sporca, M. Mancini gli fece regalo
di una camicia; ma durò tutta la fatica
del mondo a fargliela accettare.
« Egli ha sempre evilata , fino dalla
fanciullezza, la conversazione delle persone del sesso, sulle quali non gettava mal
gliocchì:unasottomissione ed obbedienza
scrupolosa verso i suoi direttori, seguendo
ciecamente in tutto e per tutto i loro salutari consigli, erano esempii segnalati di
umiltà, di astinenza , di morlificazione.
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no» prendendo qualche volta per suo nutrimenio che torsi di broccoli, scorze di
limone, foglie di lattuga e di cavolo che
troTava nelle strade: gli è avvenuto pure
di nutrirsi di un resto di zuppa andata a
male eh’ era stata gettata sopra un letamaio , non credendo di esser veduto. Finalmente egli misurava sempre il grossolano alimento che prendeva, non sulla
delicatezza, ma sulla necessiià di conservare la propriavita; tutto questo, come
si spera, si troverà pienamente giustificato dai documenti giuridici cbe serviranno al processo della stia canonizzazione.
(I E per formarci un’ idea della sua povertà, basta gettare un’occhiata sulla sua
scodella o lazza di legno, monumento
eterno della sua privazione, ove riceveva
la zuppa alle porte delle case, e che M.
Marconi, suo ultimo confessore, ha ottenuta come una grazia dopo la morte del
suo santo penitente.
« Essa ò rotta e scornata da un lato, dimodoché non si può riempirla; e siccome
si era spaccata nel mezzo, egli l’aveva
falta ricongiungere in tre punti con fil di
ferro. Essa non poteva dunque tenere nè
vino , nè acqua , nè brodo, e nondimeno
egli conservò l’uso invariabile di uon domandar l’elemosina a chicchessia; e quando gli si offriva qualche cosa senza ch’egli domandasse, la ricusava se non ne
aveva bisogno, c la dava ad altri poveri.
Egli era cosi atlaccato a quest’ uso, che
si ebbe bisogno della permissione del suo
confessore per indurlo a riservarsi una
piccola somma di danaro per comperare
un breviario, poiché egli aveva la santa
abitudine di recitare l’uffizio divino. Cbe
più ! Bastava il riguardarlo, per assicu
rarsi ch’egli era un compiuto modello,
ed un quadro perfetto della povertà, 1 suoi
capelli negletti, la sua barba alla nazzarena, il suo viso pallido, le sue vesti strappate , il suo corpo livido, con un rosario
al collo ed una cintura intorno a’suoi lombi, ordinariamente senza calze, colle scarpe a pantofola, una camicia sporca e disgustante; e per darne un’idea completa,
aggiungiamo ch’egli era cosi coperto di
pidocchi, che nelle chiese più d’unapersnna
si allontanava da lui per non esserne infetta » !
E sarà dunque in questo senso che
lasciò scritto l’apostolo s.Pietro (1 Piet. i.
13): Il Siccome Colui che vi ha chiamato
è santo, voi altresì siale santi in tutta la
vostra conversazione! » Noi abbiamo ben
letto Dell’Evangelio: l»eati I mansueti,
beati i pacifici; l)eati quelli che sono affamali ed assetali di perdono e di giustizia;
beati quelli che soffrono persecuzione,
ma non vi avevamo mai letto : beati coloro che per pigrizia si lascieranno mangiare da' pidocchi. Davvero che un tal
bealo fa palese l’armonia che esiste tra la
religione, che l’ba dichiaralo lale e la civillà !
NOTIZIE UELIGIOSE
T0Bi.N0. Monsignor Fransoni dal suo
esilio, per ispirit) di quella cristiana carità e zelo, da cui è stalo sempre animalo, ha ordinato che si Recitasse in tutte
le messe l’orazione contro i persecutori,
facendo evidentemente allusione ai Ministri, i quali per il bene dei poveri hanno
fallo uscire provvisoriamente da alcuni
pochissimi conventi pochi frati e mona-
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che oziosi che occupavano vDslissimi locali senza bisogno. Il Minisicro jierò ha
proibito la pubblicazione dell’ordine arcivescovile.
Roma. — Il papa ha pubblicalo un nuovo giubileo per lutto il mondo catlolico.
Bonifacio Vili nel 1300, cioè tredici secoli dopo gli apostoli, fu il primo inventore del giubileo nel cristianesimo: ma
rinfallibile Bonifacio slabili che non si
celebrasse che ogni cento anni. Noi non
vagliamo analizzare la enciclica del papa,
ma solo vogliamo far notarealcune espres¡-ioni che ci sembrano indicare la menzogna e la ipocrisia di chi le ha dettate.
« Contemplando colla sollecitudine e colraiTelto della nostra apostolica carità l’universo mondo cattolico, vi possiamo appena esprimere a parole V. F. da quale
intimo dolore siamo compresi, allorché
veggiamo la cristiana e civile repubblica
dappertutto in un modo miserando turbata, tormentala ed oppressa». Gli esuli
romani, e gli uomini di cuore e di buon
senso non sanno comprendere quell’a//è»o
deUaaposlolicacarilàvcdcTìtiogW Stati papali tormmtati ed oppressi non dai demagoghi, ma dalle baionette croate, francesi
e svizzere, chiamatevi e mantenute da
colui che dice di non sapere esprimere
con parole l’intimo dolore dal quale è
compreso per la oppressione dei popoli.
Una delle ragioni di questo giubileo è
aflinchè Dio liberi principi e popoli da
tutt' i mali onde sono o/jìiili. Ma chi intima il giubileo, perchè non incomincia a
dare il buon esempio liberando i suoi popoli da queir immensa congerie di mali
coi quali li affligge?
— Il papa onde consolare il suo popolo
nella grave miseria ed oppressione nella
quale si trova , ha ordinalo che da ora
innanzi si celebri la fe.sla dei ss. martiri
Timoteo, Ignazio, Policarpo e Tito con
rito doppio minoTR (stile di curia). E poi
i libertini diranno che il papa non fa nulla
per il bene dei popoli !
In un breve indirizzato al vescovo di
Periguenx e pubblicalo dai giornali francesi, esorta tutti i vescovi a rimettere in
vigore Vindice, ed opporsi rflicacemente
alla libertà della stampa.
— La Madonna dei padri Conventuali di
Civitavecchia ha fatto concorrenza alla
celebre Madonna di Rimini : anche essa
muove gli occhi, e Roma ha approvato il
miracolo: una relazione ne ò siala pubblicata coir approvazione dell’ assessore
della S. Congregazione dei riti, del maestro del sacro Palazzo, e del vice-gerente
del Papa.
Fiuncu. Menlre i vescovi francesi istigati dal Papa cercano per tutte le vie
d’impedire la libertà della stampa a tulti
coloro che non pensano alla loro maniera,
ne sanno però profittare grandemente a
loro favore. Ecco cosa scrive da Parigi un
corrispond-inte dell’ Indépendance Belge :
« Poiché siamo alla questione di letteralura e arte libraria, permettetemi di farvi
conoscere che i corifei del partilo clericale raddoppiano di altivilà nella fabbricazione di libercoli che distribuiscono a
bizzeffe nelle 33,000 comuni della i’rancia. Tali libercoli si basano lutti sopra un
sistema di proselitismo tolto ad imprestilo dalla rev. Compagnia di Gesù , c
sono intitolati : La pistòla ddla fede ; il
pugnale del Sacro Cuore; il tamburo della
contrizione, c molte allre sciocche com' posizioni che si dislribuiscono a prof'isione. l rorifei in queslione arruolano
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a questa crociata di un nuovo genere gli
scrittori disoccupati e venali nel maggior
numero possibile. Ma non si tengono io
questi limiti, ese le conridenze che mi
soBo state fatte sono vere, essi andrebbero fino a fare delle rimostranze vivissime a coloro che tollerano la libera emissione e la vendila dei libri delle diverse
comunioni protestanti ».
Ginevra. Per la terza volta in ua anno
si è celebrata solennemenle nella chiesa
nazionale di Ginevra la funzione di abiura
di caltolici , i quali rinunziando al papismo hanno abbracciala la religione evangelica. Giovedì scorso (31 agosto) cinquantatrè cattolici romani nel vasto tempio di S. Pietro, io mezzo ad una folla
coropalia di popolo di tulli i ceti e di
tulle le comunioni, hanno fallo solenne
abiura, e pul)blica professione della fede
evangelica. Intanto i caltolici fabbricano
una nuova cattedrale, e per carpire danaro van dicendo all'estero che il cattolicismo aumenta in tal guisa, che l’antica
chiesa non basta più alla gran moltitudine: desidereremmo una lista esatta dì
lutti i proteslanli ginevrini che in quest’anno si sono falli cattolici per constatare se l’aumento o la defezione è dulia
parte dei catlolici o dei prolestanti.
CROXACHETTA POLITICA
BOLLETTINO SANITARIO PER LA CITTA,
BORGHI E TERRITORIO PI TORIXO.
DelGlbre. Casi: uomini 53, donne 16,
ragazzi 7. Totale 36.
Decessi: uomini 8, donne 12, ragazzi 2.
Totale 22.
Dei suddetti casi, 10 avvennero in cil
là, 2i nei subborghi, 2 Del restante territorio.
Dei decessi, S io città, 16 nei sobborghi, 1 nel restante lerritorio.
Totale dal 30 luglio al 6 7bre: Casi ili.
Decessi : 305.
Genova, 7 Ibre. Bollettino sanilario del
6 7bre; Casi 21; morti 10; di cui 3 negli
ospedali. Nella provincia Casi 32; morti 19.
Spagna. 11 governo ha sciolto lulti i
club, società e riunioni politiche, ad esclusione delle sole riunioni elettorali.
Londra. Tre nuovi navigli russi sono
stati venduti alTiocanto.
DISPACCIO ELETTRICO.
Trieste, 6 settembre.
Costantinopoli , 28. — Said-Bascià è
sialo iaslallato.
Sl-Arnaud in un ordine del giorno del
23 dice; « La spedizione in Crimea ed a
Sebastopoli avere per scopo di conseguire
un pegno di pace ».
Thebisonda , 22 — La comunicazione
colla Persia è ristabilita.
ConFtj’, 26. — Il Parlamento Jonio è
prorogalo pel 18 marzo.
Atene, 2. — Il generale francese persiste nel progetto di traslocare le truppe
in Atene. Più di mille soldati sono morii.
Nuova dilazione venne accordata alla
marina mercantile.
Il choléra a Costantinopoli, a Varna ed
a Smiine è diminuito.
Direttore P. G. MEILLE.
Grosso Dojie.mco gerente.
TIP. soc. DI A. FO.VS E CO.MP.