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Anno 123 - n. 25
26 giugno 1987
L. 700
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a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
CONCLUSO A FRANCOFORTE IL GRANDE RADUNO PROTESTANTE
Tutti i colorì
del Kirchentag 1987
AIDS, Terzo Mondo, apartheid, ecologia: questi i temi che sono stati
maggiormente dibattuti da oltre centomila giovani evangelici tedeschi
Ogni Kirchentag (KT) ha i suoi
colori. Dopo il viola a Francoforte, dal 17 al 21 giugno, ha prevalso il giallo delle migliaia di fazzoletti al collo dei manifestanti
contro il regime in Sud Africa.
Apartheid, ecologia, disarmo sono stati i temi più dibattuti. Migliaia di persone, oltre centomila
di cui il 70% giovanissime, si sono confrontate con i testi biblici
che aprivano le intense giornate
di questa immensa biennale del
protestantesimo tedesco. Tra i
commentatori della parola biblica, accanto a nomi famosi come
Jörg Zink o Dorothea Solle, abbiamo potuto apprezzare anche
il Jiostro Paolo ¡Ricca, convincente ed appassionato, che — per la
prima volta nella storia dei KT
— ha condotto tre studi biblici
^in lingua francese.
La proposta di Weizsäcker, lanciata al termine del KT '85 a
Düsseldorf, di arrivare al più
presto ad un concilio ecumenico
della pace non ha trovato, a Francoforte, quel riscontro che forse
tutti si aspettavano. Meglio impegnarsi subito per abbattere
l’apartheid o per il disarmo o
per l’affermazione dei diritti
umani o per il Terzo Mondo anziché — questo mi è parso di capire — concentrare tutti gli sfor
zi yepo un traguardo lontano e
difficile da raggiungere.
Ma cos’è che attira i giovani
tedeschi che a migliaia — come
una fiumana perennemente in
movimento dal mattino alla sera — prendono possesso di questa grande fiera in cui tutto, e a
tutte le ore, viene discusso e in
cui tutte le tendenze ecclesiastiche sono rappresentate? Qual è il
segreto di questo successo che
continua ad aumentare sino al
punto in cui si dovrà scrivere sul
portone principale d’ingresso:
« tutto esaurito »? Forse il fatto
che ci sono molte cose nuove da
vedere e da sentire o forse il
fatto affascinante che in quattro
giorni conosci gente aperta, sensibile alle cose che interessano
anche a te, o forse l’esperienza
indimenticabile di potere passare
rapidamente nel corso di una
giornata che ti vola tra le mani,
per esempio, da una tavola rotonda sul disarmo con teologi e
politici, ad un dibattito sulla disoccupazione giovanile e via via
sfogliando il programma di 350
pagine sino al « mercato delle
possibilità », dove accanto al
gruppo pacifista trovi lo stand
dei militari di carriera che t’invitano a prendere il caffè con loro per parlare della testimonian
za in caserma. Insomma tutto e
il contrario di tutto il che, per
un qualsiasi giovane, è non solo
formativo ma stimolante.
Non previste nascono pure accese discussioni, si lanciano anche critiche feroci e giudizi pesanti ma in genere sempre in un
quadro di rispetto reciproco.
Molti di questi dibattiti a cui assistono, a volte, dieci o ventimila persone rimbalzano in televisione, alla radio, sui giornali, con
un effetto moltiplicatore che si
quantifica nelle centomila presenze quotidiane. Non per nulla
più di mille giornalisti hanno seguito lo svolgersi del KT («un
numero ben più grande di quello
che ha seguito la recente visita
del papa in Germania », mi dice
un corrispondente di un settimanale regionale) in cui l’attenzione
dei partecipanti non è stata attirata da un personaggio, o da un
argomento ma percorreva una
gamma di situazioni e riflessioni che partendo dai testi biblici
mattutini^ giimgevano alle questioni più scottanti. Compreso
anche l’AIDS: « Si tratta di combattere l’infezione, non gli infetti
— ha detto la psicoioga Kopne di
Bielefeld — e di cominciare a
parlare in modo razionale di sessualità anche nelle chiese poiché
Dal n al 21 giugno si è svolto a Francoforte sul Meno il 22° Kirchentag evangelico, sotto il motto "Ecco l’uomo", che ha visto la partecipazione di più di centomila giovani.
per molte persone la sessualità è
una questione irrisolta, fonte anche di sofferenza nascosta ».
Compreso anche il problema del
disarmo per il quale Heinrich Albertz, pastore ed ex-sindaco di
Berlino occidentale, ha detto di
fronte a diecimila persone: « Nei
Paesi dell'Est l’industria degli armamenti apnartiene allo stato,
nei Paesi occidentali lo stato appartiene all’industria degli armamenti e il nostro stato (Repubblica Federale Tedesca, n.d.r.) appartiene prima di tutto alla
Deutsche Bank ». E proprio le
banche sono state al centro della manifestazione anti-apartheid,
a cui hanno partecipato sabato 20
quarantamila persone, che ha attraversato la city di Francoforte
dove hanno sede le principali
SALMO 107
/ riscattati di Dio
« Celebrino FEterno per la sua bontà e per i suoi prodigi in
favore degli uomini. Poich’egli ha ristorato l’assetato e ha colmato
di beni l’affamato» (vv. 8-9).
Il salmo 101 non è, come altri,
ristretto al solo popolo ebraico,
ma si estende a tutti gli uomini
della terra, senza distmzioni. Ciò
che li accomuna non è la razza o
una particolare elezione divina,
ma la condizione di una universale sofferenza, del comune trovarsi in balia delle avversità e
della propria assoluta incapacità
di salvarsi e di salvare. A questo
fa riscontro l’intervento compassionevole e potente dell’Unico in
grado di offrirlo: Dio. Le varie
situazioni di dolore e di colpa, a
cui si riferisce il lungo salmo,
non .sono semplicemente allegoriche, ma rispondono a ben concrete condizioni in cui si potevano trovare uomini di quell'epoca
e di quei paesi, nell’interezza del
loro essere psicofìsico e sociale,
secondo la concezione antropologica tipica dell’Antico Testamento, che esclude ogni dualismo di
altre religioni e filosofie tra corpo e anima, materia e spirito,
individuo e società. Si parla di
sofferenze gravi e insieme elementari della vita, mancanza di
cibo, di acqua (terribile in quei
paesi!), di alloggio, di inserimento nella comunità (la città, secondo il linguaggio del salmo), di libertà (i ceppi, i legami), o relative ad attività di lavoro (i naviganti nella burrasca, sulle fragili
navi di legno dell’epoca), ecc.
Tutto è descritto con efficacia e
ricchezza d’immagini poetiche
non fini a se stesse, ma aventi lo
scopo di mettere ancora più in
risalto il carattere gioioso, gratuito, insostituibile del beneficio
arrecato dall’intervento di Dio.
Ma prima di questo è messo in
rilievo uno dei punti fondamentali della Bibbia: la realtà del
peccato. Il peccato è nello stesso
tempo causa della distretta e distretta per se stesso, all’origine,
sempre, d’ogni sventura e consistente non tanto in infrazioni di
precetti morali, quanto nella radicale ribellione a Dio, che si manifesta in atteggiamenti di autoesaltazione e di repressione (i
principi) a carico dei poveri, degli umiliati, dei bisognosi. Dio riscatta tutti gli uomini che lo in
vocano, ma una sua attenzione
particolare va ai minimi, ai socialmente oppressi; concetto continuamente ricorrente del messaggio biblico, sia nell’Antico che
nel Nuovo Testamento (vedere il
canto di Maria nella sua visita
ad Elisabetta, in Luca 1: 46-55).
Il riscatto liberatorio che Dio
attua è altrettanto concreto e totale quanto lo erano le situazioni
di dolore e di peccato descritte
lungo il salmo. Nemmeno qui
esso si riduce a un conforto puramente spirituale o escatologico, secondo una lettura che ha
dominato per molti secoli il cristianesimo e ancora diffusa oggi.
Dio « veramente » salva, e non
solo dal peccato, ma anche dalle
sue conseguenze dolorose e mutilanti, viste sempre, nella Bibbia, come una correzione divina
di tipo paterno, mai come sterile
e irritata punizione fine a se
stessa. Dio salva dal pericolo,
dalla malattia, dall’emarginazione, dal bisogno, sia di natura sociale, sia nei rapporti con la natura spesso nemica, secondo la
-vita di quell’epoca, basata sull agricoltura e la pastorizia, per
cui la massima benedizione divina si realizza nella fertilità del
la terra e del bestiame.
L’atteggiamento del salmista
non ha però niente a che fare con
la superstizione idolatrica che
domina le religioni d’ogni tempo.
Dio non è un dio, un idolo, di
cui propiziarsi i favori, ma è la
condizione stessa del vivere, del
nascere, del morire, l’Essere benefico in cui tutto sussiste. Creatore eterno, onnipotente, provvido, fonte della legge come della redenzione, a cui va ogni lode
incondizionata.
E’ infatti la lode che dà chiusura e significato a tutto il salmo,
a cui tendeva la descrizione della
distretta e del peccato, l’invocazione e la speranza; lode intesa
come riconoscimento e atto di
fede nella inesauribile misericordia e potenza di Dio, e non semplicemente individuale, come in
alcuni salmi, ma comunitaria, corale, di tutto il popolo.
Tutto questo salmo è semplice,
immediato, trasparente; riuscissimo anche noi, oggi come tanti
secoli fa, nella nostra condizione
diversa nelle forme, uguale nella
sostanza del peccare e del soffrire, a ritrovare, nei rapporti con
Dio e con gli altri uomini, un po’
di questa profonda, semplice fiducia del salmista ebreo: come
si vivrebbe più intensamente non
solo la realtà del male, ma soprattutto la realtà del riscatto,
della pace di Dio!
Vera Buggeri
banche europee. Il Präsidium del
KT, nel maggio scorso, al termine di una discussione durata alcuni mesi, ha ritirato i propri capitali dalla Deutsche Bank. Ma
sarà possibile ora trovare una
banca al di sopra delle altre, non
compromessa, neppure indirettamente, con gli investimenti in
Sud Africa?
Ritornando alle impressioni generali su tutta la manifestazione
del KT direi ohe due sono stati i
principali protagonisti di queste
giornate: i giovani, anzi i giovanissimi dai 14 ai 18 anni, e l’Africa. Non solo il Sud Africa, ma la
Namibia, la Tanzania. L’Africa
come Terzo Mondo spogliato delle sue ricchezze e delle sue possibilità. Al KT c’era molta gente
di colore e anche molti latinoamericani che spiegavano le loro
situazioni poiché si tratta di un
unico destino.
Ora che questa biennale protestante è finita con un grande culto allo stadio di Francoforte dove ha predicato il presidente della Alleanza Riformata Mondiale
Allan Boesak di fronte a 100 mila
persone, in Germania si torna a
dire e a scrivere che una cosa è
il KT, altra cosa è la realtà delle
chiese. Eppure senza queste chiese istituzionalizzate sino all’osso
non ci sarebbe il KT. Ed è anche
vero che molti partecipanti al
KT tornano nelle loro chiese con
più voglia di fare e di disfare.
Tra i compiti più urgenti da affrontare c’è quello di abbattere
l’apartheid in Sud Africa.
« Dalle ceneri di quella città
che si chiama (Pretoria — ha detto Boesak nello stadio gremito
all’inverosimile — nascerà la
nuova Gerusalemme. Vedremo
questa nascita quando l’apartheid avrà cessato di regnare e
la pace prenderà il suo posto ».
Questo è stato il messaggio finale di un KT molto biblico, con
molte preghiere ed un’intensa ricerca di Dio e di sé. E quindi un
KT anche molto politico poiché
nell’antica parola di Pilato rivolta a Gesù: «Ecco l’uomo» — motto di questo KT — si è riflesso
oggi il destino dei popoli oppressi che lottano per la loro salvezza. Mentre il canto di una corale
della Tanzania chiudeva la liturgia del culto finale, il vescovo luterano Kruse dava appuntamento a tutti per il prossimo KT che
si terrà nel 1989 a Berlino.
Giuseppe Platone
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2 commenti e dibattiti
26 giugno 1987
UNA CREDENTE ISOLATA
Innamorata deH’Evangelo
Tutte le mattine ascolto la trasmissione ”i giorni” e ho desiderato tanto l’intervento di un pastore, finalmente stamattina si è realizzato il mio
desiderio.
Speravo che non essendo più la cattolica religione di stato e dovendoci essere la riforma dei
programmi radio e televisione, ci fosse più giustizia, ma la mia è stata solo utopia, i forti sono rimasti, forti in tutto e su tutto!...
Conobbi la verità all’età di 58 anni, ero praticante cattolica, ma quando il Signore mi chiamò,
ho cercato di essergli fedele. Per tantissimi anni
sono stata nutrita dalla parola di Dio e sono stata
contenta, ma quando nel lontano 1979 sono tornata
in Sicilia, cominciarono le prime sofferenze. **
10.000 abitanti, e abito in centro, quindi conosciuta
da tutti e così critiche ne ho avute senza fine né misura, mi negavano perfino il saluto, ma non mi scoraggiai, non essendoci altre chiese frequentai la comunità **, irreprensibile nella sua fede ma con
poca conoscenza, ci portai delle anime e cercavo
di essere utile. Lavorai tanto per portarli alla verità. Grazie a Dio (a Lui solo sia gloria) ho acquistato la loro fiducia e mi danno modo di parlare.
Ho avuto lunghe conversazioni anche con il parroco della vicina parrocchia; ma in sostanza sono
sola. Ho i miei 74 anni, sono innamorata dell’Evangelo e in tutte le conversazioni faccio entrare un
versetto biblico.
Stamattina ho ascoltato il commento del Salmo
121. Fra l’altro il pastore che predicava diceva che
nel sacerdozio universale dei credenti è fondamentale il colloquio fraterno e la consolazione reciproca. Questo è quanto ci fa presente il Nuovo Testamento. Così, a turno, senza rìgide barriere, siamo
sacerdoti l’uno dell’altro. La fede cristiana non è
una filosofia di vita individuale, ma è una fede
personale che si vive nella e con la comunità. La reciproca consolazione fraterna è un annuncio ed è uno
dei modi con i quali Dio ci viene in aiuto mediante
l’altro. E’ la conferma dunque che la persona umana non basta a se stessa, ma che ha bisogno dell’altro: nessuno è sacerdote a se stesso.
Queste esortazioni del pastore io le vivo; sento
profondamente il bisogno della comunità perché non
si può avere un rapporto monco con Dio.
A ***, 40 Km., potrei frequentare benissimo.
Fra l’altro abbiamo un buon pastore, ***, e la chie
sa è vìva; non solo la nostra, infatti ho sentito dire
che anche a *** e a *** c’è un risveglio meraviglioso. Gloria a Dio, Alleluia! Così, come dicevo, potrei frequentare benissimo, e ogni tanto lo faccio.
Ma poi torno a casa addolorata perché devo prendere la corriera e li devo lasciare sul più bello. Se
fossi in una casa in affìtto sarei anche disposta a
trasferirmi.'Spesso penso che quando il Signore mi
chiamerà i miei funerali saranno cattolici (che Iddio
non lo permetta!). Viva non vado in chiesa e nemmeno vorrei entrarci da morta.
Sono sola. Passo delle notti insonni, ma ascolto
delle cassette registrate, e anche queste mi aiutano
ad evangelizzare. Mi piacerebbe averne qualcuna in
cui si parli del sacerdozio universale. La chiesa cattolica non parla affatto di questo tema. Parla solo
di laici e preti.
La chiesa cattolica ci ha tenuti sempre come suoi
schiavi e specie nel Meridione contìnua a spadroneggiare. Sembrava che dovesse cominciare un cambiamento perché in tutte le chiese sorgono delle comunità, ma l’Evangelo è sempre spiegato come a
loro conviene e il popolo rimane cieco. Così manca
l’amore per la famiglia e cresce la fiducia (errata)
in loro.
Gli inizi della mia fede furono a Firenze, poi
una sorella m’invitò a Bologna per alcuni giorni e
ci rimasi sette anni. Facevo la sarta, non guadagnavo, ma l’amore mi bastava ed ero felice. Meno male
che, grazie a Dio, sono autosufficiente e in quanto a
energia mi sento più forte di una ragazza, perché
mentre questa per fare 100 metri di strada cerca
un passaggio, io ne faccio un chilometro e inoltre
non mi stanco. Però non so chi si potrà ricordare
di me. San Paolo dice di essere facitori della Parola
e non soltanto uditori. E questo mi causa molta
amarezza ed anche delusione. Mi scusi, pastore, è
un piccolo sfogo.
Tornando al suo intervento di stamattina alla
radio, per me è stato tanto di edificazione e desidererei riascoltarlo. Se ci fosse una registrazione mi
farebbe molto piacere averla. Non me lo mandi per
iscritto, perché ho problemi di vista e mi stanco a
lèggere. Una registrazione mi farebbe passare veramente delle ore felici. *
Termino coll’implorare da Dio le sue sante benedizioni, e la saluto fraternamente.
G.I.L. (Sicilia)
PROFILI DI CREDENTI
L’iscrizione ecumenica
Aprile 1987. In un paesino della bassa padana.
Da qualche tempo vi si trova FV, una nostra sorella. Il parroco va a visitarla, apprende che è evangelica, si mostra interessato, si dimostra « aperto ».
Ora le chiede i suoi dati anagrafici: servono per gli
auguri di compleanno e per Tarchivio della parrocchia. FV lo ringrazia per gli auguri, e gli dice che
lui non ha da fare altro. Il parroco insiste. FV ha
motivo di ritenere di trovarsi iscritta contro la sua
volontà; scrive allora al parroco, al vescovo e al
pastore che non intende trovarsi iscritta in nessun
registro o archivio di nessuna parrocchia cattolica;
la sua scelta l'ha già fatta con consapevolezza e decisione: è evangelica. Il parroco reagisce: ma come!... siamo in tempo di ecumenismo!...
Santa Cena all’ospizio
Ottantatre anni,msridionale, piccolissima, parlantina sciolta, occhi di una vitalità impressionante.
Sono andato a trovarla con alcuni fratelli nel deposito per persone inutili dove « vive » da un po’,
chiamato del tutto immeritatamente « Casa di Riposo ».
Ci sono andato perché, in tempo di Pasqua,
aveva piacere di una lettura biblica, di una preghiera, della Santa Cena. E cosi la vedo in quella
che è tutta la sua casa: un letto in una stanza dove
ce ne sono altri cinque, un comodino, una fetta di
armadio.
Mentre prepariamo per il culto, spiego in modo
semplice alle sue compagne di camera che cosa
stiamo per fare. Dico che son benvenute se vogliono assistere, o anche partecipare. Però non si sentano obbligate.
Partecipano tutte. Anche alla S. Cena. E, sono
convinto, con una certa consapevolezza. Ma la cosa
E LA CHIESA
CONFESSANTE?
tenera a « La Repubblica »
(non pubblicata)
Normalmente leggo con interesse
gli articoli di Gianni Baget Bozzo; la
sua posizione ecclesiastica, anomala,
gli consente di vedere le cose con un
certo distacco, il che non nuoce. Ma
proprio per questo, ieggendo il suo
Wojtyla e M nazismo (n. 104 de « La
Repubblica » del 3-4 maggio scorso), mi
aspettavo quaicosa di più di una generica menzione delie responsabilità
della Chiesa tedesca sono il nazismo.
Baget Bozzo cerca, sì, di spiegare le
ragioni del suo silenzio, pronuncia persino un giudizio severo quando scrive che, tacendo, ,« essa rimase una
Chiesa dalla parola limitata e non divenne una Chiesa perseguitata ». Ma
di quale Chiesa parla Baget Bozzo? Perché non ha ricordato in tutte lettere
la Chiesa confessante, evangelica, che
ebbe anoh’essa I suoi martiri? Tra
« coloro che si opposero più fortemente al nazismo » e « lo fecero per
una volontà di uscire dallo spazio sacro e riaprire se stessi e la loro realtà ecclesiale al dolori degli altri uomini, volendo essere solidali con la verità e contro l'ingiustizia prima di esserlo con qualsiasi altra realtà », vi
furono certamente i pastori e teologi
protestanti Karl Barth, Martin Niemöller e Dietrich Bonhoeffer, quest'ultimo ■■ assassinato » nel campo di
concentramento di Flossenburg proprio
alla vigilia della liberazione, il 9 aprile 1945. In altre parole, non ci fu soltanto una « Chiesa... preoccupata durante il periodo nazista, a Roma come
in Germania, dalla necessità di salvare se stessa », ma ci fu una Chiesa
cristiana confessante (formata da luterani, riformati ed evangelici uniti)
che produsse nel 1934, nel pieno della
bufera, la poco nota (oggi) <■ Confessione di Barmen »; la quale, con le sue
6 tesi, tutte centrate su Cristo e sulla Parola di Dio, fu e resta una condanna irrevocabile di tutti i possibili
compromessi delle chiese cristiane
con le potenze, spesso diaboliche, del
mondo (cfr., per saperne di più, Giorgio GIRARDET, La Chiesa al bivio; Barmen 1934, Torre Pellice, Società di
Studi Valdesi, 1984, 8°, pp. 36).
Giovanni Gönnet, Roma
Papa Wojtyla pensa che indire l’anno mariano
sia portare un contributo alla causa dell’ecumenismo. Il parroco di... pensa che in nome dell’ecumenismo egli possa iscrivere tutti nei registri della
sua parrocchia. FV sa che ecumenismo non significa appiattimento, confusione, cancellazione di ogni
identità di fede e di confessione di fede; conclude
la sua lettera così: « Con fraternità, ma anche con
la chiarezza che sorge da reciproco rispetto ». Fraternità, chiarezza, rispetto. Ritrovarsi nella grazia
di Cristo; non accatastamento sotto un qualsiasi
« cupolone ».
Non c’è spazio per nessuna « appropriazione indebita ».
G. C.
LA NOSTRA
RISPOSTA
non mi sorprende perché, nelle quattro chiacchiere
che abbiamo fatto subito dono arrivati, mi han
detto che la nostra sorella è una evangelizzatrice
instancabile, polemica all’occorrenza. Tutti i giorni
legse loro la Bibbia e prega. E nelle loro parole si
coglie non il fastidio per una rompiscatole, ma
l'ammirazione per una testimone.
Prima di andare via, le domando: « Sorella, ha
avuto difficoltà perché potessimo celebrare qui la
Cena del Signore?». «Nessuna», mi risponde prontissima. « Il direttore mi ha detto che per lui andava
bene; solo, bisognava sentire la suora del reparto.
Ma io ho detto subito: Che c’entra la suora? Finché pago il mio letto, il mio letto è casa mia. La
suora vada a comandare a casa sua ». Il libro degli
Atti sottolinea più volte la « franchezza » con cui
gli Apostoli testimoniavano Gesù. 'Ho avuto un segno che quel dono dello Spirito è ancora dato alla
Chiesa. Sapranno viverlo, le generazioni più_ gio
tabili, gravi disubbidienze alla volontà
di Dio che pure ci è stata chiaramente
indicata nell’Evangelo.
L'Apostolo Paolo, infatti, parlando
della vita del cristiano, la paragona
ad una corsa, ad una battaglia per la
quale dobbiamo cingere tutta ■■ l'armatura di Dio ».
Bisognerebbe, perciò, insegnare,
specie ai giovani, che non tutti i problemi si possono risolvere per rendere la nostra vita più comoda e scevra
di sofferenze. Significa ingannarli ed
esporli a delusioni pericolose se inculchiamo nella loro mente l'idea che
col progresso tecnologico e scientifico
si potranno, col tempo, eliminare tutte
le difficoltà e le amarezze dell'esistenza. Solo una vita vissuta con coerenza nella fede potrà aiutarci a vedere
le cose con maggiore serenità e con
viva speranza senza dover rinunciare
a combattere il buon combattimento a
cui ci chiama il nostro Signore.
Ho apprezzato il messaggio del pastore Naso In modo particolare perché ci richiama a quella che deve
essere la nostra risposta alla azione
misericordiosa della giustizia di Dio
argomento a cui oggi ci si riferisce,
in generale, solo « en passant » o ohe
viene chiamato moralistico in senso
negativo, perché si teme di ricadere
nel concetto del merito secondo l'insegnamento cattolico; però, tale ti
more può essere una tentazione che
distoglie la nostra attenzione da quello che facciamo o diciamo e che ci
spinge a giudicare le nostre azioni
con troppa indulgenza e superficialità
Bene, dunque, ha fatto il pastore s
richiamarci all'Importanza di tali cose
Vittoria Stocchetti, Genova
vati) :
S. R.
Caro Direttore,
vorrei, anzitutto, ringraziare il pastore L. Naso per il bel messaggio
pubblicato nel numero del 15 maggio
U.S., col titolo « Giustizia umana e
giustizia divina ». Commentando la
parabola degli operai nella vigna in
Matteo 20 (1-16) e quella del banchetto di nozze in Matteo 22, il pastore mette in evidenza come sia diverso il criterio con cui il fattore retribuisce gli operai da quello che si
aspetterebbero secondo la giustizia
umana; quindi, fa notare che ■■ oltre
alla giustizia umana c'è quella che
Dio imputa, attribuisce alla sua creatura peccatrice, ma la concede ad
una condizione: che noi ci spogliamo
della veste di giustizia nostra per rivestire umilmente quella di Cristo, che
ci viene offerta gratuitamente ». Però,
non dobbiamo dimenticare che la giustificazione che II Signore ci offre mediante il sacrificio di Cristo, cioè a
così caro prezzo, non deve » smorzare
la spinta all'azione buona o alla pratica delle opere giuste, perché, anche
se i nostri debiti sono stati pagati,
non possiamo incoscientemente darci
a farne altri ». In altri termini, la nostra vita, nonostante le immancabili
cadute (se cadiamo vuol dire che slamo in cammino), dovrà mostrare la riconoscenza per il dono che abbiamo
ricevuto, e noi dovremo sforzarci di
« conservare pulita la nostra veste di
cui siamo stati rivestiti ».
. Chi, infatti, crede di entrare nel
banchetto, a cui il Signore ci invita,
tenendo il proprio vestito (pensando
che non è poi così sporco) verrà inesorabilmente espulso dal banchetto da
Colui che ci invita ». Parole piuttosto
dure, come si vede, ma più che necessarie in un tempo in cui siamo
portati a giudicare con somma indulgenza e spesso a giustificare con ragionamenti, il più delle volte Inaocet
USCIRE ED
EVANGELIZZARE
Gentilissimo Direttore,
nel corso dell'ultimo Consiglio os
Chiesa della mia città, abbiamo discusso a lungo della necessità di
« evangelizzare », di « uscire » dai nostri cerchi troppo chiusi, di farci co
noscere di più e di cercare di trovare
anche nel nostro modesto interland.
altri che sentano, come noi, il richiamo deH'Evangelo di Cristo. Naturomente sono state anche fatte proposta
concrete, ma qualcuno ha osservato
ohe, molto probabilmente, altre nostre comunità in Italia hanno cercato
di mettere in atto analoghi tentativi
e che sarebbe molto interessante confrontare le esperienze altrui nella
multiforme società di oggi.
Ti preghiamo pertanto di voler pubblicare questa nostra richiesta, invitando le Chiese sorelle a farci conoscere, direttamente o tramite il giornale, I tentativi espletati ed in corso,
da parte delle Comunità o dei singoli
membri, per portare ad altri la parola
dell'Evangelo ed i risultati conseguiti.
Il Consiglio di Chiesa
Comunità Evangelica Metodista
di Terni
Dove sei?
Francesco BRUNO cerca un Peyronel che è stato militare in Russia con
lui all'Inizio del 1942. Battaglione Cervino - Comp. Sciatori. Mettersi in
contatto con la redazione del giornale, tei. 011/655278.
La signora Lidia TRIONFO di Genova
(tei. 010/31.85.52) avrebbe vivo desiderio di mettersi in contatto con qualcuno della famiglia Brazzini, già dipendente della Soc. Ruths.
Nuovi indirizzi
Il pastore Saverio Guarna comunica
il suo nuovo indirizzo; via della Bella
Villa, 31 - 00172 ROMA.
Il past. Luigi Spuri comunica il suo
nuovo indirizzo: Via Buonarroti 5, 00053
Civitavecchia (Roma).
ERRATA
La FFEVM comunica che il dono prò
SACC pubblicato nell'elenco apparso
sul n. scorso sotto la voce Fdei-Pinerolo, deve intendersi come Unioni
femminili e scuole domenicali del 1“
Distretto. Rimane identico l'importo
di lire 420.000.
3
f
26 giugno 1987
vita delle chiese 3
Visite alle famiglie
Il problema delle visite alle famiglie che lentamente si sono
allontanate dalla vita delle comunità è tornato di stretta attualità alle valli; a Torre Pellice
la Commissione Evangelizzazione, con gli anziani ed altri membri di chiesa, hanno nel corso
dell'anno realizzato una serie di
incontri con le famiglie.
Per tentare un primo bilancio
di queste iniziative abbiamo incontrato la signora Alba Kovacs,
che è stata un po’ l’animatrice di
queste riunioni.
« Si è trattato di alcune ore distensive trascorse insieme per facilitare rapporti che altrimenti
non sarebbero stati possibili; in
qualche caso la nostra presenza
è stata interpretata come intromissione nella vita privata o paragonata all’atteggiamento dei
testimoni di Geova ».
Con quale tipo di preparazione
e di materiale vi siete presentati
nelle famiglie?
« Il gruppo di visitatori ha avuto al suo interno più momenti
ADELFIA
Cos’è la felicità?
11 23 ed il 24 maggio* scorso
si è svolto ad Adelfia un convegno che ha riunito una sessantina di giovani siciliani, provenienti soprattutto da Palermo,
Catania, Riesi, Scicli ed Alimena.
Iniziato con la presentazione
dei partecipanti, il convegno ha
subito affrontato, con un primo
intervento di Mauro Pons, il tema proposto: « Che cosa è la
felicità? ». Ai partecipanti era
data la possibilità di operare una
scelta tra alcuni oggetti di consumo o di valore (una automobile, un conto in banca, un pozzo di petrolio, ecc., ecc.) ed i
cosiddetti « valori spirituali » (amore, amicizia, solidarietà, onestà, ecc., ecc.). In base alle scelte operate dai singoli, i partecipanti si sono divisi in quattro
gruppi (gli edonisti reaganiani,
gli edonisti puri, gli umanisti
pentiti ed i ’’francescani"), i qua
AWS
Vìsite
in USA
Negli ultimi mesi si sono intensificati i rapporti tra le chiese valdesi e metodiste italiane
e le chiese protestanti degli Stati Uniti.
Il « sabbatical » del pastore
Bouchard è stato ricco di incontri con gruppi, facoltà di teologia, predicazioni in differenti
chiese; da segnalare un intervento al National Council of Churches con sguardo particolare alla dialettica fede-cultura.
In questi mesi si ricordano
anche le visite e i soggiorni di
Elsa e Claudio Martelli, Debora
Spini, Paolo Ricca.
E’ previsto l’arrivo anche di
Bruno Gabrielli per una conferenza internazionale sulla pace
organizzata dalla chiesa presbiteriana. Infine nelle prossime
settimane giungerà in America
anche il pastore Platone con la
sua famiglia, che trascorrerà un
anno con la chiesa valdese di
New York e l’AWS.
Queste visite costituiscono
dunque un apprezzabile arricchimento della solidarietà tra
chiese.
li hanno iniziato a riflettere sulle motivazioni che li avevano
portati a fare determinate scelte.
O^i singolo gruppo ha poi
continuato il lavoro cercando di
approfondire gli atteggiamenti
caratteristici della categoria in
cui si era identificato, con lo
scopo di individuare il concetto
di felicità per ognuna di esse.
Prima delle conclusioni, su
questa parte del convegno, si è
assistito alla proiezione di un
audiovisivo, prodotto e proposto
da Sergio Velluto, sui problemi
dell’ecologia visti però attraverso la riproposizione della storia
della terra come insieme articolato e complesso di cicli biologici.
Non si può dire che il convegno abbia avuto delle vere e proprie conclusioni, anche perché
Toratore si è dilungato troppo
nella sua esposizione.
Nelle valutazioni finali, infatti,
molti hanno sottolineato la diversità delle loro posizioni rispetto alle conclusioni dell’oratore.
Vista la numerosa partecipazione all’incontro e lo spirito
con cui è stato affrontato, i partecipanti hanno proposto di organizzare altri momenti "insieme", magari ancora ad Adelfia,
basati o sulla storia valdese o
sulla musica.
Paolo Testa
TORRE PELLICE
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
di riflessione; inoltre abbiamo
avuto un incontro col pastore G.
Tourn ed esaminato insieme
l’opuscolo "Visitatori locali” di
Soggin ». '
A fronte di obiettivi dichiarati
quali conoscenza reciproca, esplorazione su come è vissuto il
rapporto con la comunità, e per
quali motivi^ si è eventualmente
interrotto, si possono trarre alcune conclusioni?
« E' evidente che il recupero è
molto difficile; le persone sono
assorbite da uno stile di vita fatto di tante cose più importanti
della vita di fede, che solo la riscoperta di un grande amore
per l’Evangelo potrebbe cambiare, ma... non si ha tempo! La
preparazione biblico-teologica è
scarsissima, resta qualche aggancio con la tradizione; la comunione di fede non è un concetto
acquisito, in compenso si sono
radicati alcuni luoghi comuni tipo: "Non vado in chiesa ma credo”, "La chiesa non ha fatto niente per me”, "Si può pregare in
casa; in caso di pericolo la preghiera ti viene spontanea”.
Di fronte a queste considerazioni riteniamo comunque che i
rapporti personali siano fondamentali per esortare, coinvolgere, comprendere, farsi comprendere; individuare persone disponibili a collaborare con anziani e
pastori deve essere un momento
operativo importante per il futuro ».
Piervaldo Rostan
Ripresa di attività
XV Agosto
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 28 GIUGNO
ore 23 circa - RAI II
In apertura come sempre il
punto sull’attualità, segue un
filmato dedicato all’Ospedale
Evangelico di Torre Pellice.
Chiude la trasmissione « il
riflettore » acceso su Eric
Puchs.
Matrimoni
interconfessionali
Incontro
internazionale
Nei giorni 18-19 luglio 1987 si terrà
presso la Foresteria Valdese di Torre Pellice [Via Arnaud, 26) un incontro
ormai tradizionale di coppie miste
francesi, svizzere e italiane.
il tema previsto per quest’anno è il
seguente: « Celebrazioni ecumeniche
di battesimo e loro conseguenze ».
La sera del sabato 18 alle ore 20.45 ci
sarà una tavola rotonda pubblica aperta a tutta la popolazione.
Chi desidera partecipare all'incontro è pregato di scrivere o telefonare a:
— Coniugi Cavagnero, via Cambiano 7.
10064 Pinerolo (0121/21685):
— Coniugi Giolito-Bonnet, via Antlnori 6, 10128 Torino (011/584491);
— don Mario Polastro, via S. Lazzaro
3, 10064 Pinerolo (0121/22426).
— La retta completa per i due
giorni presso la Foresteria Valdese è
di L. 52.000. Il pasto singolo L. 9.500.
— Le coppie che intendono partecipare con del bambini, debbono comunicarlo.
Per la pensione completa è assolutamente necessaria la prenotazione entro il 30 giugno.
UN CAMPEGGIO AGRITURISTICO
Vacanze ad Orsara
La chiesa valdese di Orsara
dispone di una ampia zona di
verde, con alberi, un prefabbricato, servizi igienici, acqua e
luce (10.000 mO in Via G. Di
Vittorio (ex Asilo Betania). Per i
mesi di luglio, agosto, settembre il Consiglio di chiesa mette
gratuitamente a disposizione di
membri delle nostre chiese detto terreno e le annesse strutture
per un campeggio ’’agrituristico
evangelico”, in una zona collinare e fresca (750 m.), non lontana dalle attrazioni turistiche
della Puglia. Sul terreno possono accedere, sia pure in numero limitato, roulottes e campers.
Chi desidera usufruire del terreno deve comunicarlo a Centro
Betania, c/o Giuseppe De Angelis. Via C. Alberto, 71027 Orsara di Puglia, tei. 0881/964.348:
solo se la vostra richiesta non
potesse essere accolta il Centro
Betania lo comunicherà all’interessato.
La chiesa è lieta di accogliere i turisti per il culto (domenica ore 10) e altre attività potranno essere programmate in
base al numero degli interessati.
Orsara è un paese di grandi, tradizioni evangeliche e libertarie
e vi accoglierà con gioia.
MASSELLO — La piccola comunità di Massello sta segnando
in queste settimane la ripresa
della sua vita estiva ravvivata
dal ritorno dei massellini «estivi », Un buon gruppo di lavoratori volontari, con l’aiuto di
mezzi meccanici e di materiali
fomiti dal Comune, ha allargato
la strada del tempio in modo
da renderla percorribile alle automobili.
il 31 maggio. Oltre alle numerose persone che vi hanno collaborato, vogliamo esprimere la riconoscenza della nostra chiesa
ai coniugi Toya-Peyrot che hanno messo a nostra disposizione
tutte le attrezzature del forno.
Predicatori ospiti
Il raduno di quest’aimo del
XV Agosto si terrà a Lavai, in
Val Troncea, a cura del III Circuito. Chiunque voglia partecipare al coordinamento ed alla
esecuzione dei lavori necessari è
vivamente pregato di mettersi in
contatto col pastore di Pomaretto (tei. 0121/81288).
• Il culto di domenica 21 giugno ha segnato in modo molto
bello il ritorno al tempio per
le assemblee domenicali; è stata
battezzata Romina Pons, di Ugo
e Ada Ferrerò e abbiamo ricevuto la visita della corale di
Perrero, con un gruppo della
« Turba concinens », e dell’Unione femminile di Villar Pellice
che nel pomeriggio ha visitato il
museo della Balziglia.
L’annunzio delTevangelo ci è
stato portato dal psistore Teofilo Pons, che ringraziamo ancora sentitamente, insieme a tutti
i visitatori.
VILLAR PELLICE — Una parola di viva gratitudine ai fratelli Dino Gardiol e Paolo Marauda per il messaggio rivolto
nei culti rispettivamente presieduti le domeniche 14 e 21 corr.
mese.
Benvenuto
'• E’ deceduto lunedì 8 giugno
all’età di 81 anni il fratello Enrico Gaydou, del Ciaberso.
Scompare così una bella figura di credente, per lunghi anni
anziano, membro della piccola
corale di Massello.
Rinnoviamo alla sua compagna e alla sorella l’espressione della nostra simpatia e dell’affettuoso ricordo di una persona
mite, nella certezza che i mansueti sono beati in Cristo, perché
erediteranno la terra (Matteo
5: 5).
ANGROGNA — Sabato 27 alle
ore 21 si terrà la seduta del Concistoro con la partecipazione
dello studente in teologia Stephan Miihlìch che lavorerà ad
Angrogna in luglio ed agosto.
• Domenica 28 alle 15 si terrà,
al Bagnóou, il primo culto della stagione estiva.
Nuove culle
POMARETTO — Felicitazioni a IVIinuccia e Italo Baret per
la nascita di Giuseppe Roberto
ed a Emanuela e Claudio Bruno di Inverso Pinasca per la nascita di Michele.
Decesso
Bazar
VILLASECCA — E’ stato molto soddisfacente ed incoraggiante
il risultato del Bazar, avvenuto
SAN GERMANO CHISONE
— Il 17 giugno la comunità si
è raccolta per salutare Irma
Pons ved. Gallìan, di 80 anni, che
ci ha lasciato dopo lunga malattia; rinnoviamo alla famiglia
la nostra cristiana simpatia.
PONENTE LIGURE
Gli evangelici e Maria
SANREMO-BORDIGHERA —
Il 23 maggio il teologo Cesare Milaneschi ha tenuto a Sanremo una conferenza dal titolo
« Gli evangelici e Maria ». Molto
buona la partecipazione e vivace il dibattito su un tema alquanto importante, che trova
sempre in contrasto le diverse
fedi cristiane.
• Domenica 17.5 si è svolto
il tradizionale bazar di primavera, che ha visto presenti, oltre alle comunità di Sanremo e
Bordighera, anche alcuni fratelli
e sorelle di Imperia.
• Il 24 maggio abbiamo avuto la gradita visita del pastore
Salvatore Carcò, accompagnato
dalla sua gentile signora. Il pastore Carcò sarà alla guida delle
comunità di Bordighera e Sanremo a partire dal prossimo ottobre, sostituendo il pastore Peyrot, che ci lascerà dopo 12 anni
di servizio costante ed instancabile.
• Domenica 31 maggio si è
svolta a Bordighera una giornata di fraternità protestante
con i fratelli e le sorelle della
Chiesa riformata di Montone e
Principato dì Monaco. La giornata, iniziata con il culto in francese, è continuata con un’agape
fraterna alla Casa Valdese di
Vallecrosia. L’incontro si è poi
concluso nel pomeriggio con
scambio fraterno di messaggi.
NAPOLI - PONTICELLI
Cercasi direttore
L’Ospedale Evangelico Villa Betania di Napoli, ente morale senza fini di lucro, cerca un Direttore amministrativo che, in stretto rapporto con il Comitato direttivo, coordina più collaboratori ed è responsabile della gestione amministrativa dell’Ospedale, della applicazione della
normativa contrattuale e fiscale, della tesoreria; dovrà essere
inoltre in grado di mantenere
rapporti con le banche, con le
rappresentanze sindacali e coi
diversi e particolari enti locali
(USSL, Regione, Provincia, ecc.).
La persona che cerchiamo è
un laureato in legge o in economia, con una possibile (ma
non indispensabile) esperienza
di gestione amministrativo-sanitaria.
E’ previsto un inquadramento al livello dirigenziale, con una
retribuzione commisurata al livello di professionalità.
Sede di lavoro: Napoli.
Inviare curriculum a; Presidente Ospedale Evangelico « Villa Betania » - Via Argine (Ponticelli) - 80147 Napoli.
4
fede e cultura
26 giugno 1987
1
R
MOTTOLA
Ecumenismo per la pace
Al pellegrinaggio promosso da Pax Christi: canti, preghiere, testimonianze davanti ai cancelli dell’aeroporto militare di Gioia del Colle
Da sabato 30 maggio al sabato
successivo si è svolto in Puglia
un pellegrinaggio, organizzato da
Pax Christi, per pregare e riflettere in quei luoghi della regione
in cui si stanno maggiormente
realizzando preparativi di guerra. A questo pellegrinaggio molte
chiese evangeliche presenti sul
territorio hanno voluto dare piena adesione e sostegno.
Questi cenni di cronaca si limitano alle due tappe di Gioia del
Colle e Mottola ohe hanno visto
coinvolte attivamente le chiese
battiste del luogo con numerosi
altri evangelici della regione.
L’aeroporto militare di Gioia,
come si sa, ospita i « Tornado ».
Si tratta di aerei costosissimi,
ideati per l’attacco e in grado di
trasportare armamenti atomici.
Le nostre piccole comunità
battiste già Tarmo scorso hanno
organizzato e realizzato un momento di preghiera e riflessione
biblica davanti ai cancelli di quest’aeroporto. Purtroppo in quell’occasione il seguito ecumenico
fu piuttosto scarso.
Quest’anno abbiamo entusiasticamente aderito alTiniziativa di
Pax Christi. Davanti ai cancelli
eravamo numerosi. C’erano giovani, anziani e anche molti bambini. C’erano anche molti che pur
non appartenendo ad alcxma
chiesa hanno voluto ugualmente
testimoniare, con la loro presenza, adesione e simpatia per l’iniziativa.
L’incontro è durato poco più di
im’ora. Si sono alternati canti a
preghiere, confessioni di peccato
a testimonianze.
Senz’altro efficaci sono state le
parole di iMons. Tonino Bello, vescovo di Molfetta, che ha ricordato che l’impegno per ü disarmo e la pace da parte dei cristiani trova il suo fondamento in
una logica che per questo mondo
è follia, ma è la stessa follia che
sta alla base delTevangelo annunciato e vissuto da Gesù.
Tra i pellegrini si sono avute
testimonianze di membri di alcune comunità cattoliche di accoglienza e di obiettori di coscienza al servizio militare. Tutti concordemente hanno sottolineato
la necessità di im impegno concreto per la pace, che è un bene
che deve appartenere a tutti, e
Tobbligo da parte dei cristiani di
prendere coscienza del loro ruolo
storico sulla questione, senza scadere in settarismi o trionfalismi
di chiese o sigle.
Il giorno dopo c’è stata ima
marcia silenziosa da S. Basilio a
Mottola (14 Km. circa). Quest’ultima località è stata inclusa nel
pellegrinaggio perché qui tra cattolici ed evangelici si è avviato
un dialogo fecondo, incentrato
sulla lettura biblica, i problemi
ambientali e quelli relativi alla
corsa agli armamenti.
Gruppi delle due comunità,
inoltre, hanno lavorato per produrre un documento, poi approvato dalle due chiese, che
contenesse alcuni riferimenti teologici e pratici per una testimonianza ecumenica per la pace.
Tanti si sono uniti alla marcia
dei pellegrini. Mi piace ricordare,
in particolare, la presenza di due
sorelle della nostra chiesa evangelica, la prima di 78 anni e la
seconda di 82. Esse hanno voluto
percorrere tutto ü tragitto dando
così, senza parole, un’impressionante testimonianza di militanza
per la pace e per Tevangelo di
Cristo.
Una volta arrivati a Mottola i
pellegrini, una ventina circa, sono stati accolti in piccoli gruppi
nelle varie parrocchie. La nostra
comunità, che ne ha ospitati sei,
ha voluto festeggiare gioiosamente Tavvenimento con un’agape
affollata e festosa. Nel pomerig
gio abbiamo discusso con i nellegrini il documento sulla pace elaborato per l’occasione.
La giornata si è conclusa con
due momenti per noi straordinariamente significativi: il primo
nella sala di culto della nostra
chiesa ed il secondo in ima parrocchia cattolica del paese. Era
la prima volta che aprivamo i
nostri locali, interamente ristrutturati, al pubblico. Lo abbiamo
voluto fare anche se i lavori non
sono del tutto ultimati, per esprimere l’importanza che per noi rivestiva rincontro. La sala di culto, pur molto capiente, si è andata gradualmente riempiendo fino
alTinverosimile.
La liturgia, imperniata sulla
predicazione della Parola, ha avuto momenti di partecipazione
collettiva molto sentiti. Nel corso
del culto è stata letta la dichiarazione di denuclearizzazione dei
nostri locali di culto. Poi, in corteo, ci siamo recati in chiesa cattolica. Qui, ancora canti, preghiere e testimonianze hanno continuato ad alternarsi. Si era fatto
piuttosto tardi ma nessuno aveva fretta. Anche la comunità cattolica ha comunicato la sua decisione di denuclearizzare i locali
di culto mentre è stata ufficialmente aperta la campagna di raccolta di firme, promossa dalle
due chiese, al fine di estendere la
denuclearizzazione a tutto il territorio comunale.
La confessione di Cristo, unico
Signore, e l’impegno per la pace
e la giustizia sono stati tutt’uno
nell’esperienza di questi giorni.
Adesso resta a noi tutta la responsabilità di proseguire lungo
questa strada nella vita di tutti
i giorni e siamo certi che il Signore non ci farà mancare ispirazione, aiuto, fantasia e gioia di
testimoniare e lottare.
Massimo Aprile
NAPOLI ■ CONVEGNO ALL’OSPEDALE VILLA BETANIA
La buona novella ai malati
Il 25 aprile si è svolto presso
l’Ospedale Evangelico «Villa Befania» di Napoli-Ponticelli un
convegno sul ruolo e i rapporti
degli operatori sanitari con i
degenti.
Il direttore sanitario dell’ospedale, dr. Pasquale Accardo, ha
descritto la « relazione d’aiuto »
che deve intercorrere tra operatore sanitario e malato. Essa deve « promuovere in una persona un migliore adattamento alla
situazione che sta vivendo, per
metterla in grado di superare le
difficoltà e recuperare un certo
grado cfi benessere psicofisico ».
Bisogna tenere presente che una
persona psicologicamente sana,
quando si ammala, diventa molto più sensibile a reazioni inconsce, come per esempio il considerare i disturbi patiti «come
una colpa o una punizione ».
« Anche una predica, ancorché in
buona fede, può scatenare situai
zioni angoscianti negli ammalati :
il dolore e la sofferenza, se intesi come punizione divina al peccato, possono far precipitare
l’ammalato in una profonda angoscia e depressione dalle quali
può essere difficile la risalita, con
notevoli interferenze negative rispetto alla terapia ». La condizione del malato è ulteriormente
complicata da una certa depersonalizzazione che si verifica in
ospedale ; scattano allora nel degente dei «meccanismi di difesa »: la « regressione » (« La ma
lattia mi ha reso un bambino
piccolo, occupatevi di me! ») che
se si protrae può alla fine essere
di ostacolo al degente, e la « negazione della realtà», per cui il
malato si comporta come se non
soffrisse di alcun disturbo, dichiarando di « sentirsi bene ». La
conclusione di Accardo è che « è
bene che familiari, cappellani,
pastori e volontari siano più informati sulla problematica psicologica della malattia, in modo
da poter meglio comprendere le
esigenze dei malati ».
Il past. S. Carcò, vicepresidente del Comitato direttivo dell’ospedale, ha dedicato la propria relazione al dr. Teofilo Santi.
Poiché per noi — ha detto Carcò
— Tevangelo è testimonianza resa a Gesù Cristo, « annunziare
Tevangelo ai malati vuol dire innanzitutto e soprattutto testimoniare di Gesù Cristo e di quanto egli ha detto e fatto », mettendo al loro servizio la nostra
attenzione e i nostri doni. Passando al «come annunziare Tevangelo ai malati », si pone immediatamente un problema di linguaggio. Esso deve essere iimanzitutto « universale », riferirsi a tutto Tessere umano, e non soltanto alTanima e allo spirito.
Inoltre, vanno tenuti presenti
alcuni suggerimenti: 1) Allontanare la tentazione di colorare
la nostra testimonianza con la
nostra tradizione confessionale.
2) Tenere presente che un ospe
dale non è equivalente ad un locale di culto, o ad una piazza.
3) Evitare di citare versetti isolati della Bibbia, staccati dal
loro contesto.
PROTESTANTESIMO IN TV
La trasmissione, finalmente
ricornparsa in TV la sera di
domenica 14 dopo la recente
ondata di scioperi, riguardava
l’Esercito della Salvezza, « un
esercito senza fucili ». Abbiamo così ripercorso, attraverso
il racconto di R. Maiocchi da
Londra, la sua intervista alla
comandante generale Èva
Barrows e la proiezione di
un interessante filmato prodotto agli albori del cinema,
la storia di questo singolare
movimento risalente alla seconda metà del secolo scorso.
Fondata dal pastore William
Booth che a un certo punto si
era staccato dalla chiesa metodista ritenendola priva ^ di
carica dirompente (benché il
metodismo stesso fosse sorto
riassumersi nel binomio predicazione ed impegno sociale,
esercitato in forma diretta,
cioè attraverso opere gestite
in proprio. E’ apprezzabile la
elasticità grazie alla quale sa
organizzarsi tempestivamente
per intervenire nelle situazioni di bisogno via via emergenti nei singoli paesi.
Lo vediamo ad esempio all’opera a Roma, nell’Albergo
del Popolo, a favore dei « migranti »; ad Hong Kong, per
venire incontro al « boat people »; in Africa, in situazioni
disastrose, in America ed altrove, per il recupero dei drogati e degli alcoolisti e ancora in Italia in aiuto ai giovani
disoccupati e ai senzatetto,
mediante interventi non solo
Un esercito
senza fucili
a sua volta un secolo prima
in contestazione all’immobilismo della chiesa anglicana), la
nuova organizzazione passa
attraverso alcune tappe. All’iniziale impegno all’interno
di un gruppo di « missionari
del Vangelo » segue un’intensa opera di evangelizzazione
in locali estranei all’ambito
ecclesiastico (vengono acquistati un bar, un grande mercato coperto ecc.) a cui si collegano iniziative assistenziali,
fino alla costituzione di un
« esercito di volontari per
l’Evangelo » e alla successiva
trasformazione in « esercito
regolare », con le caratteristiche che conosciamo e la sua
rapida diffusione in tutto il
mondo.
La prorompente ed appassionata personalità del fondatore ebbe senz’altro un peso
determinante nello sviluppo
del movimento. Basti pensare
che nel 1912, già ottantatreenne, egli tenne un discorso al
congresso internazionale di
quell’anno e che, in occasione
dei suoi funerali, la città di
Londra fu bloccata per un’intera giornata.
Le finalità dell’Esercito della Salvezza permangono inalterate ancora .oggi e possono
di tipo assistenziale ma anche
informativo e formativo. Anche il fatto che la donna vi si
trovi su un piano di perfetta
parità, sotto tutti gli aspetti,
merita di essere segnalato.
Alla domanda rivoltale da
Maiocchi su come definirebbe
l’Esercito della Salvezza la
« generale » Barrows risponde
che si tratta di una chiesa con
un proprio bagaglio dottrinale, vista però e conosciuta
piuttosto per le sue attività, e
che si regge anche finanziariamente grazie alla fiducia di
cui gode all’esterno e al personale impegno dei suoi membri. Il « rituale » che lo caratterizza, contraddistinto dalle
divise, dalle manifestazioni
musicali nelle vie e nelle piaz- |
ze ecc. è da lei ritenuto ancora valido per le possibilità
che offre di immediato riconoscimento e conseguente facilitazione per l’apertura del discorso.
La trasmissione, scorrevole
e chiara, mi è parsa utile a
controbilanciare la frequente
« sufficienza » e superficialità
con cui spesso si considera e
si parla in Italia dell’Esercito
della Salvezza.
Mirella Argentieri Bein
La teologia della liberazione
In conclusione, ha detto ancora Carcò, « dovrebbe risultare
chiaro che tutti i metodi e le
tecniche devono aiutare noi e i
malati a scoprire l’amore di Dio,
che tutti coloro che hanno la responsabilità di venire a Villa Betania per annunziare Tevangelo
di Gesù Cristo devono ben prepararsi a questo compito, ed infine che essi sono e rimarranno
sempre degli apprendisti di Gesù
Cristo e del suo evangelo, vivendo la gioia del servizio reso agli
altri e dando solo a Dio il ringraziamento, la lode e la gloria ».
S. C.
La casa editrice Cittadella
nel 1985 ha pubblicato due volumetti piuttosto interessanti che
illustrano l’esperienza di uno dei
vescovi cattolici più impegnati
nella causa dei poveri : Pedro
Casaldàliga, vescovo di Sào Pélix do Araguaia, Mato Grosso,
Brasile.
Nel primo volumetto (Nella fedeltà ribelle, pp. 247, L. 12.000)
troviamo i suoi diari pastorali
dal 1977 al 1983, che offrono uno
spaccato della realtà brasiliana
più povera e, soprattutto, di un
modo di essere vescovo inimma
ginabile per le « eminenze » nostrane, ma anche per tanti comuni cristiani nostrani, anche evangelici. Peccato che la traduzione
lasci spesso a desiderare.
Nel secondo volumetto (Fuoco
e cenere al vento, pp. 92, L.
7.000) troviamo una raccolta di
poesie che vuole essere una antologia spirituale di un cristiano che vive la sua fede e il suo
impegno con speranza e passione, con lucida razionalità ma anche con una spiritualità inteipa,
nutrita dal fuocO' dello Spirito.
E. B.
/n un mare di verde, in un’oasi di pace
Hôtel du Parc
RESTAURANT
Casa tranquilla aperta tutto Vanno
Facilitazioni per lunghi periodi di permanenza
Saloni per banchetti nozze
Viale Dante. 58 - Tel. (0121) 91367
^ TORRE RELUCE
5
26 giugno 1987
obiettivo aperto 5
;■
REPORTAGE DALLA SIRIA
SE IL MONDO VI ODIA...
I complessi rapporti tra comunità cristiane e islamiche - Autoidentificazione come mezzo per conservare la propria storia -1 metodi duri di Assad e le preoccupazioni del suo popolo per un futuro legato alle varie fazioni
Mentre davo uno sguardo ad
Aleppo dall’alto del tetto delTufiBcio vescovile della chiesa
ortodossa siriana, la città sembrava in pace. Qualche attimo
più tardi, la chiamata dai minareti copriva la scena davanti a
me con un lento, costante rumore. In quel momento sentii con
certezza che ero nuovamente
nel centro dell’Est arabo.
In quel soleggiato pomeriggio
di Pasqua, mi colpiva l’armonia
che sembrava pervadere questa
operosa città siriana. Riflettevo
sulle ben diverse immagini che
avevo registrato l’anno prima;
l’intervento siriano a Beirut; il
terrorismo sponsorizzato dallo
Stato; il risveglio islamico e la
collera dell’Islam militante; discorsi di un nuovo spiegamento
di missili nella Bekaa e di una
nuova guerra con Israele. I miei
occhi smentivano queste notizie
turbolente. Le strade sotto di
me avevano un flusso regolare
di passanti. C’erano giovani uomini in abiti da ufficio, donne
sciite velate di nero, vecchi uomini avvolti nei loro tradizionali
abiti rurali e giovani donne truccate, vestite con abiti europei all’ultima moda.
Quel pomeriggio quasi arrivai alla conclusione che la vita
ad Aleppo era pacifica e priva
di tensioni di qualsiasi genere.
Se non avessi avuto l’opportunità di parlare personalmente con
diversi abitanti della città, avrei
sicuramente scritto una lusinghiera brochure turistica.
Mentre stavo sul tetto, mi raggiunse Catrina, grassoccia ma
piacente donna greca-cattolica di
67 anni, inserviente alla guardia
notturna del vescovado. Io commentai che trovavo la chiamata
dei minareti musicale e misteriosa. L’ostilità della sua risposta
mi colse alla sprovvista, spezzando la tranquillità delle mie riflessioni precedenti.
Catrina può parlare
liberamente
Catrina era arrabbiata, risentita non solo per il fatto che venivano costruite nuove moschee,
ma anche perché esse soppiantavano e lentamente circondavano, le belle chiese di Aleppo. « Le
campane delle chiese », essa disse, « sono quasi silenziose ora ».
Mi spiegava che, se è vero che
i muezzin chiamano per ricordare ai fedeli di pregare, per la
comunità cristiana di Aleppo
queste voci dai minareti servono a sottolineare il fatto che i
suoi membri diminuiscono.
Per Catrina, la parola di Mohamed risuonante cinque volte a]
giorno dai minareti di Aleppo
è un’intrusione alla sua libertà
di cristiana. Non è interessata
a un dialogo cristiani-musulmani.
Ho scelto di parlarvi di una
delle mie conversazioni con questa donna perché lei — contrariamente a molta gente che ho
incontrato ad Aleppo — non era
in una posizione di autorità. Non
avendo bisogno di misurare i
propri commenti, era totalmente franca.
E' dalle pratiche religiose di
questa terra, ora conosciuta come Siria, che la cristianità ricevette il suo nome circa nel
40 d.C. Mentre le comunità cristiane, da un capo all’altro del
vecchio mondo, soffrivano le
persecuzioni, quelle di quest’area
erano lasciate relativamente libere di seguire la loro fede. Oggi queste comunità continuano
a godere di questa libertà, ma
la dimensione della comunità
islamica di Aleppo crea l’impressione — fra le comunità cristia
ne — che il loro spazio di manovra diventi sempre più limitato.
Nessuna ostilità è esistita
qui fra cristiani e musiflmani
sin dall’Impero Ottomano. Attualmente è iniziata un’importante collaborazione fra le due
comunità in friateria di affari,
governo, vita professionale, ma
le barriere sociali non saranno
facilmente smantellabili.
Storicamente Aleppo è stata
una comunità cristiana indipendente che ha sempre cercato di
respingere l’autorità di Damasco. La comunità è composta da:
assiriani, siriani-ortodossi, greci-ortodossi e greci-cattolici, armeni-ortodossi e armeni-cattolici, armeni-evangelici. Tutte queste denominazioni sono fiere e
proteggono la loro storia e le
loro tradizioni. Per secoli sono
state piccole minoranze in una
comunità a prevalenza musulmana-sunnita.
Tutte hanno delle scuole per
i loro giovani, ma queste strutture raramente creano occasione di scambi e interazioni.
Il vescovado siriano-ortodosso, dove io ero ospite, è situato
in un importante circondario cristiano-cattolico. A due isolati da
esso ci sono belle chiese grecocattoliche e greco-ortodosse. Separa questi due edifici una moschea da 3 milioni di dollari, che
è stata terminata tre anni fa.
Pagata dall’Arabia Saudita e dal
Kuwait, è una magnifica struttura che, chiaramente, supera in
splendore le due chiese che essa
divide.
L’abitudine di installare moschee nelle comunità cristiane
non è fenomeno nuovo; essa
risale alla conversione — nelTS"
sec. — di una chiesa della dinastia Omayyadi in quella che è
ora chiamata la grande moschea
di Aleppo. Nuove moschee sono
state recentemente costruite addirittura al posto di discoteche
e night-clubs.
Il risentimento delle comunità cristiane di Aleppo verso la
dominazione musulmana, è quindi in parte anche il risultato diun’opprimente presenza fìsica.
Un’altra fonte di tensione si può
notare nella circoscritta autoidentificazione -di queste stesse
comunità, una pratica che è la
naturale conseguenza del loro
tentativo di preservare e di
omogeneizzare la loro identità.
Sono comunità con pochi legami all’esterno. I loro ragazzi ricevono come insegnamento o,
per essere più precisi, hanno radicato in loro, l’importanza di
preservare la natura distinta della propria comunità per mezzo
di lezioni intensive di storia,
lingua e liturgia.
Il capo della comunità evangelica-armena di Aleppo è un
uomo caldo, brillante ed energico. Ha passato gran parte della sua vita in questa città. Parla correntemente Tarabo, ma
con le caratteristiche pause -di
chi usa raramente questa lingua. Membri della comunità armena di Aleppo continuano a
comunicare tra loro in armeno.
Essi si identificano in primo luogo con l’Armenia, essere cittadini
siriani è per loro una cosa secondaria. Il loro patriottismo
non è diverso da quello sentito
dalla comunità armena in Libano.
Recentemente, gli armeni hanno intrapreso degli sforzi per
allargare i loro confini storicamente determinati e per incrementare la loro interazione con
la più grande comunità di Aleppo, musulmana e cristiana. Una
nuova clinica per la cura dentale, creata dalla chiesa evangelica-armena, è ora in fimzione e
serve per tutta la comunità.
In un sermone intitolato « Se
il mondo vi odia...», il vescovo
siriano-ortodosso di Aleppo, Johanna Ibrahim, ha dato sostanza ai pensieri e alle insicurezze
ricorrenti nella sua comunità e
nella comunità arabo-cristiana.
Vita delle chiese e
alienazione
« Le nostre chiese nel Medio
Oriente in questi giorni sperimentano la vita come alienazione, perdita e divisione. Questo
è un nuovo periodo nella vita
della chiesa, una pagina di storia incerta. Gli eventi ci oltrepassano a im’andatura eccessivamente veloce: un risveglio
islamico o un ’’revival”; prospettive politiche spaventose;
visioni e previsioni concernenti
il futuro della regione. E la questione più importante rimane:
Dove si situano la nostra esistenza e il nostro posto in tutti questi rivolgimenti? Il terrore fa la
sua strada. Prende possesso dei
cuori della maggioranza, al punto che la paura di un terribile
massacro — che potrebbe avvenire nella regione — raggiungerà
presto il resto dei cristiani. Queste sono tutte previsioni nere
del futuro della chiesa. Allora
noi ricordiamo le parole di Gesù: ”Se il mondo vi odia...” ».
L’isolamento e la tremenda
pressione avvertiti dalla comunità cristiana di Aleppo, espressi così vividamente dal vescovo, riflettono un’insicurezza che
sembra generata sia dalTinterno che dalTesterno delle comunità. Esistono questioni difficili
con le quali le comunità islamiche e cristiane devono scendere a patti. Per esempio, come
possono riunirsi in comune riflessione sul pluralismo religioso? Come può essere assicurata
la piena dignità delle minoranze
senza usurpare la libertà della
maggioranza a essere pienamente se stessa, e viceversa?
Il ruolo della Siria è di primo
piano sul palco politico del Vicinò Oriente. La vita interna del
paese — la sua stabilità o instabilità — influenza fortemente le
sue decisioni in politica estera.
Il presidente Hafez Assad è un
abile e acuto politico: la maggioranza della gente con cui ho
parlato ad Aleppo era d’accordo
su questa valutazione. Facendo
seguito a un lungò periodo di
instabilità endemica della politica siriana, Assad — che è salito al potere nel 1970 — è stato
in grado di stabilire un regime
relativamente vigoroso e coerente. E’ anche vero che le radici dei passati disordini non sono state ancora interamente eliminate, e che la popolazione urbana sunnita continua a denunciare il regime di Assad come
quello, illegittimo, di un gruppo
settario Alawi (*) (benché Assad si sia formalmente convertito all’Islam sunnita). Ma una
effettiva strategia interna, la direzione personale del presidente e l’aura dì successo e di coesione senza precedenti che circonda il gruppo presidenziale,
sono servite a mitigare l’effetto
destabilizzante di tali fattori.
Negli anni 70, il risentimento
della popolazione urbana sunnita, esautorata dal potere politico da gruppi religiosi minoritari
provenienti dalTentroterra rurale
e il suo rifiuto dì accettare un
gruppo dirigente percepito come non islamico e irreligioso,
trovò espressione nella Fratellanza Islamica.
Un decennio di scioperi e dimostrazioni, tuttavia, si rivelò
insufficiente a scalzare il regi
« ...trovavo la
chiamata dei
minareti musicale e
misteriosa...».
Un gruppo di fedeli
in ascolto.
me, a cui rimase fermamente il
controllo delle Forze Armate.
Nel 1979 le frange più radicali
della Fratellanza Islamica ebbero successo neH’incitare alla disobbedienza civile il nord della
Siria. Parecchi mesi passarono
prima che l’esercito di Assad
riuscisse a domare questa rivolta.
Nel 1981 violente opposizioni,
guidate dalla Fratellanza Islamica, sorsero di nuovo nel paese.
Le forze governative, guidate da
Rifa’t, frateìlo di Assad, attaccarono i nuclei della Fratellanza in tutte le maggiori città, inclusa Aleppo. Assad riuscì a
schiacciare la struttura di base
della Fratellanza, ma nuovi nuclei sorsero, più radicali che
mai. Seguì un’ondata di bombardamenti con bersaglio i palazzi del Governo.
Opposizione e
repressione
Nel 1982, un’insurrezione della
Fratellanza ebbe luogo ad Hama. I dissidenti tennero testa alle forze governative per due settimane. Finalmente il Governo
circondò la città, colpendola con
l’artiglieria pesante. Il bombardamento lasciò gran parte dell’antica città in rovina e — secondo alcune stime — fino a 10.000
morti. Lo spiegamento dì forze
di Assad ad Hama serve a illustrare quanto egli è disposto a
fare pur di controllare l’opposizione interna.
Pochissima gente, ad Aleppo,
mette in questione l’autorità di
Assad. Le bandiere del partito
Ba’ath e le foto di Assad sono
visibili in ogni negozio, negli
uffici degli amministratori delle
chiese, nei taxi.
Un avvocato di Aleppo attribuiva la popolarità di Assad alTaccresciuta diffusione dell’educazione gratuita, garantita anche
a livello universitario.
Un giovane della chiesa evangelica di Homs notava che in
Siria non si vedono mendicanti
— dato che il regime di Assad
viene incontro ai bisogni principali della gente.
La durezza del regime di Assad e la brutalità con cui ha
soppresso i dissidenti hanno fatto sorgere dei risentimenti. Nonostante ciò, non impediscono
che questo modo rigido di fare
politica, sia aH’intemo che all’estero, susciti anche una certa
ammirazione. Durante le mie
conversazioni, la gente esprimeva un grande rispetto per Assad.
La lealtà, affermata pubblicamente, che ho incontrato ad Aleppo, non può nascondere alcune evidenti contraddizióni.
Una di creste è il nuovo quartier generale del partito Ba’ath
attualmente in costruzione ad
Aleppo. E’ circondato da un
muro di cemento alto due piani,
rinforzato contro le bombe da
carro. Ha una piazzola per elicotteri sul tetto e le finestre
sono simili a quelle di una fortezza. Questo implica un piano
di difesa contro le insurrezioni
popolari.
Un altro segno di insicurezza
è la presenza di carri corazzati
per il personale, come parte del
traffico giornaliero di Aleppo.
Durante una passeggiata serale
ad Homs, in una strada alberata, notai una fila di 30 mezzi
corazzati a pieno carico. Chiesi
al mio compagno dove stavano
andando e lui mi rispose: « Probabilmente in nessun posto ».
Mi spiegò con freddezza che
questi si muovono con frequenza, per far notare alla gente la
loro presenza.
Un uomo di Aleppo, con una
buona posizione, mi ha spiegato
che il popolo siriano si preoccupa meno del presente, con
Assad che controlla, che del futuro del paese, quando lui sarà
troppo vecchio per governare
o morirà. Per ora, il presidente
tiene strettamente il controllo,
attorniato da amministratori
scelti con cura e da militari
estremamente leali. Ma gli stessi ministri, ufficiali dell’esercito
e professionisti colti che ora
servono il regime fedelmente,
rappresentano una mistura esplosiva di fazioni politiche.
Lo scoppio di una guerra civile che seguisse linee puramente politiche potrebbe coinvolgere tutti gli elementi della società siriana e dare origine a scontri fra sette. Se questo divenisse
il caso, le « terribili prospettive
politiche » e la « paura di massacri » cui alludeva il vescovo
Ibrahim, sarebbero una possibilità reale. Lo stesso uomo era
dell’opinione che alcuni capi di
fazioni siriane, se e quando
prendessero il potere, sarebbero
molto più spietati di Assad e
molto più pericolosi non solo
per la Siria e il suo popolo, ma
per il futuro del Libano e per
la pace nel Vicino Oriente.
Robert S. Worley
(*) Alawi è uno scisma dell'IsIam.
GII Alawiti credono che Al), cugino
del profeta Maometto, sia l’Incarnazione di Dio.
■i
6
6 valli valdesi
26 giugno 1987
2 - LUSERNA SAN GIOVANNI
A tutto sport
Strutture utilizzate anche dai ragazzi delle scuole di tutta la vai Pellice - Gestione mista, pubblica e privata - Problemi per l’«asse di valle»?
Riprendendo il nostro viaggio
fra gli impianti sportivi della Val
Pellice, cerchiamo di capire qual
è la situazione di Lusema S. Giovanni, il centro con più abitanti
che da parecchi anni ha in qualche modo proprio privilegiato
questo settore.
Politicamente se ne occupa il
consigliere delegato Bruera ed a
lui chiediamo di farci un quadro
di quanto si offre oggi alla popolazione.
— Gran parte degli impianti
sono concentrati nella zona a
monte del ponte sul Pellice; si
tratta di campo sportivo, palestra, campi di tennis (4 -f 1 polivalente), bocciodromo coperto, la
pista di atletica e la piscina.
Quest’ultima è gestita mediante
un consorzio che vede la partecipazione, oltre che del nostro Comime, della Comunità Montana,
della Provincia e dei Comuni della Valle.
Per quanto riguarda il tennis,
recentemente il consiglio comunale ha deliberato di provvedere
alla copertura di uno dei campi;
la struttura scelta, che tiene conto delle possibili pressioni di precipitazioni nevose o del vento,
consentirà comunque una apertura laterale parziale nel periodo
estivo. Il costo dell’operazione,
circa 130 milioni di lire, dovrebbe
essere coperto da un mutuo contratto presso il Credito Sportivo,
mentre minori sicurezze esistono
sui tempi di realizzazione dell’opera ohe dovrebbe comunque
essere a disposizione del pubblico nella prossima primavera.
La pista di atletica di Luserna San Giovanni.
stri. Il consigliere Bruera si dice
quasi certo che essi siano suflScienti a garantire adeguata protezione in caso di nuove alluvioni,
altri, come il dott. A. Baridon, sono molto più scettici al riguardo.
Un’altra « mina » su questa zona potrebbe essere costituita dal
ventilato ed ormai famoso « asse
di valle », che dovrebbe in qualche modo tagliare a metà la
zona. « Egoisticamente parlando — dice Bruera — al Comvme
farebbe molto comodo che il
tracciato venisse spostato sull’argine del torrente, anche se ci
rendiamo conto che nascerebbero altri problemi ».
Restano dunque i progetti di
ampliamento ma resta a questo
punto la verifica con le altre ipotesi di destinazione della zona di
cui molto si parla in questi tempi in tema di viabilità.
Piervaldo Rostan
— E’ possibile calcolare quale
sia all’incirca il numero di persone che utilizzano questi impianti?
— Va ricordato che alcuni impianti, quali la piscina e la palestra, sono utilizzati al mattino in
modo continuativo dalle scuole
dei Comuni della Valle con presenze medie di 80-100 ragazzi. Per
quanto riguarda gli altri impianti abbiamo ima decina di grunni
sportivi di Lusema che usufruiscono delle strutture e che rappresentano circa 300 ragazzi.
3^ EDIZIONE A TORRE PELLICE
2 giorni per la pace
— E’ noto che difficilmente i
Comuni gestiscono direttamente
i propri impianti sportivi, scegliendo sovente il ricorso a convenzioni; che cosa accade a Luserna?
— Abbiamo alcune gestioni dirette mentre in altri casi ci affidiamo a gruppi privati: in questo caso gli accordi prevedono
che le società procedano nella loro attività ed il Comune evita in
questo modo di doversi preoccupare degli oneri di manutenzione
ordinaria. Sono in questa condizione i campi di tennis, il bocciodromo, mentre la palestra vede l’impiego di personale comunale.
Mentre per il futuro si prevede
un ampliamento e recinzione del
campo sportivo, la pista di atletica richiederebbe una revisione,
a distanza di sette anni dalla sua
costruzione; per ampliamento
degli impianti mi riferisco al
progetto di costruire un secondo campo di calcio per consentire la più larga pratica dello sport,
lasciando il campo principale in
buone condizioni. In questo caso
sarebbe forse possibile ospitare
gli allenamenti di una qualche
formazione sportiva di serie superiore.
Mentre da alcune parti sembra
segnalarsi un calo di tensione sul
tema « pace », la commissione
pace della Chiesa valdese di Torre Pellice propone la terza edizione della « Due giorni per la
pace», presso i giardini di piazza Muston a Torre Pellice, ribadendo l’importanza di discutere,
riflettere e confrontarsi su temi
che restano assai significativi e
si arricchiscono ogni giorno di
ulteriori elementi di stretta attualità.
Così quest’anno, alTinterno delle giornate di sabato 27 giugno e
domenica 28, vi saranno momenti
di dibattito sul traffico d’armi in
Italia con la partecipazione di
padre Melandri della rivista
«Missione Oggi», Giorgio Guelmani di Gioventù Evangelica,
Claudio Canal dell’« osservatorio
# Hanno collaborato a questo
numero: Eugenio Bernardini, Mario Berutti, Salvatore
Carco, Gino Conte, Luigi
Marchetti, Paola Martinelli,
Sergio Nini, Teofilo Pons,
Paolo Ribet, Salvatore Ricciardi, Aldo Rutigliano, Claudio Tron.
suU’industria bellica ». Altri
momenti di dibattito verranno dalla proiezione del film
« Salvador » e sul ruolo dei cristiani sul tema dei « diritti offesi ».
Secondo un cliché ormai diffuso, le tematiche paclflste si intersecano sempre più con quelle
ambientaliste ed è così che, in
collaborazione col WWF, gli assessorati all’ecologia della Comunità Montana e del comune di
Torre Pellice, ci saranno momenti di informazione e coinvolgimento popolare su argomenti
quali la raccolta differenziata dei
rifiuti (con servizio permanente per pile e farmaci scaduti)
ed una biciclettata non competitiva che rinnoverà quel clima,
già presente negli anni scorsi, di
« festa ».
Previsti, ovviamente, momenti
di riflessione biblica, stand di
Amnesty International, obiettori
di coscienza, Ass. Italia-Nicaragua. Comitato pace vai Pellice,
servizio buffet, momenti musicali fino al concerto finale di domenica sera con un gruppo
« jazz-fusion ».
P. V. R.
Per la tutela
del l’ambiente
La Comunità Montana Val Pellice USSL 43 organizza una giornata di lavoro sulla tutela dell’ambiente in Val Pellice per sabato 27 giugno, presso la sala del
Consiglio di Comunità, in corso
Lombardini 2 a Torre Pellice.
Previsti vari momenti informativi e di dibattito. Ne segnaliamo alcuni: ore 10, « Il Servizio di I^ene pubblica a confronto con i Comuni e le Associazioni di volontariato » e, a seguire, «I compiti della Comunità
Montana sulla tutela ambientale ». Nel pomeriggio, alle ore
14.30, « L’educazione ambientale
nell’attività scolastica » e, alle
ore 17.30, una tavola rotonda sul
tema « La gestione del territorio: gli interventi degli enti locali »: il presidente della Comunità Montana ed i sindaci della
Valle rispondono agli organi di
stampa ed alla popolazione.
mano all’adeguamento del padiglione manifestazioni in piazza
Muston alle norme antincendio,
con l’affidamento di incarico professionale per il progetto.
Tre sezioni
per la scuola materna
VILLAR PEROSA — Su richiesta deH’amministrazione comunale di Villar Per osa, sono
state istituite per il prossimo
anno scolastico tre sezioni a
tempo pieno di scuola materna statale.
Cessa così il suo servizio la
scuola materna aziendale che si
avvaleva di personale religioso;
l’edifìoio sarà acquistato dal
Comune che assicurerà anche la
mensa e il trasporto.
Più cara
la raccolta rifiuti
• La direttrice didattica di Villar Perosa, Marisa Calliero, lascia questo Circolo in seguito al
suo trasferimento a Pinerclo.
Verrà sostituita dalla dott.sa Gabriella Carpegna, proveniente da
Vinovo. Ad entrambe un augurio di buon lavoro nella nuova
sede.
Secondo la facoltà data ai Comuni, anche il Consiglio comunale di Torre Pellice ha deliberato un aumento del 50% per la
tassa raccolta rifiuti solidi urbani; in base a questo provvedimento il Comune dovrebbe vedersi garantiti maggiori introiti
anche se, su questo tema, è stato segnalato il costante aumento
dei costi di smaltimento presso
la discarica di Pinerolo il cui ormai prossimo esaurimento è stato da noi già presentato nelle
settimane passate.
Nella stessa riunione del Consiglio è stata decisa l’emissione
di un bando di concorso per altri 6 mini-alloggi risultati disponibili presso il complesso comunale ristrutturato in S. Ciò.
Infine è stato decìso di por
Mancano
aule scolastiche
Per effetto di un decreto approvato dal Consiglio dei Ministri che fìssa a 25 il numero degli allievi delle classi prime e
delle successive, l’Amministrazione provinciale dovrà reperire
per il prossimo anno scolastico
302 aule in più rispetto alle previsioni.
A tre mesi dall’inizio dell’anno
scolastico l’assessorato competente ha espresso la sua preoccupazione ritenendo la Provincia
« non in grado di assicurare la
disponibilità delle strutture necessarie per un servizio adeguato e di migliore qualità didattica ».
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I
7
F
26 giugno 1987
valli valdesi 7
EDEN O
ZONA DEPRESSA?
Egregio Direttore
Quanto letto sul n. 22 del suo giornale, sulla proposta di un parco in
Val Pellice.
Mi soffermo sul contenuto di queste parole: « Qualcuno vuole costruire
un'ovovia; voleva costruire un traforo
al colle della Croce: un valico al colle dell’Urina ecc. ». A tal proposito
non sono mai stato contrario e sarò
sempre convìnto, non di qualcuno, ma
bensì di una grande maggioranza della
gente di Valle, dalle paternità valligiane e di buon senso, con volontà di
progresso « non di continuo regresso ». Qualora se per ipotesi domani
sorgesse in valle un'autostrada, un
tunnel al Prà; una semplice strada di valico sul colle, 0 semplicemente la soluzione più vicina l'ovovia. Naturalmente se ogni cosa fosse fatta con ì giusti criteri, di certo non si verrebbe a
deturpare, degradare l'ambiente, ma
bensì ad abbeliire il contrasto con la
natura selvaggia e verrebbe sciolto
quell'attuale aspetto di monotonia, solitudine, arretratezza e desolazione. Uno
dei tanti motivi principali dello spopolamento. Chi mai si è ieri preoccupato di questa gente? Che l'alta valle compresa la conca del Prà debba
rimanere in eterno nell'isolamento ed
arretratezza con una secolare mulattiera per fare felice chi cerca pace
e riposo? A mio avviso considero questo: egoismo e noncuranza nei confronti dei valligiani del luogo. Perché
non dare a questa gente più credito,
i servizi essenziali, una semplice strada’
Con « l'eventuale » progetto ovovia. oggi c'è chi si preoccupa di già
di un eventuale spopolamento degli
animali desiderosi di pace e tranquillità...1 Allora perché non suggerire
all'Ingente numero di persone ohe
frequentano la conca del Prà, di andare
a cercare refrigerio in altre valli alpine dove esiste più civiltà, ovvero
strade accessibili ai valichi ed ai
fabbisogni di quei montanari, pastori
s mandriani, cosa inesistente nella
magnifica conca del Prà? Qppure andare a cercare ed esplorare le grandi foreste tropicali...! A salvaguardia
delia nostra flora alpina, per il quieto
vivere di questi poveri animali di valle selvaggiamente disturbati. A.uspican
do un nuovo parco, in un imminente
futuro, la Val Pellice diverrebbe « copia del giardino dell'Eden »? Con una
sola coppia di autentici valligiani, a
custodia di innumerevoli animali. Perché i pochi autentici custodi della
valle stanno scomparendo. La brutta
realtà. « Zona depressa ». Potrà un
semplice parco portare progresso?
L'agriturismo? Stanno scomparendo
anche gli agricoltori...! Innanzitutto
occorre una strada. Colleghiamo due
valli ed i loro valligiani, cugini e
gemelli di un'antica cultura e tradizione. Una semplice strada, vai più di
tanto oro, una strada non è degrado è
necessità di comunicare. Da decenni
han varcato il suolo lunare, mentre
nell'alta valle quasi tutto resta da
fare. Questa non è utopia è la realtà.
La soluzione a salvaguardia dell'ecologia, dell'ambiente non viene risolta
con l'impedire di costruire la strada,
l'albergo, l'ovovia.
La Val Pellice necessita di rimboschimenti, là dove erano stati intrapresi, ma con II benessere abbandonati, là in quei pendi! franosi e scoscesi. Oggi coperti di rovi e sterpi;
dominio di vìpere e serpi. Torrenti
che nelle prossime piene andranno
alla deriva per mancanza di argini a
protezione. Sarebbe tempo di fare
qualcosa, di lavorare per questa gente, per questa valle, che ha sempre
dato i giusti tributi ad ogni evenienza.
Roberto Giordan, Torre Pellice
IN DIFESA DELLA
CULTURA LOCALE
Caro Direttore,
in questa . lettera, scritta prima delle
elezioni, faccio qualche considerazione
sui programmi o promesse dei candidati, relativi ai problemi locali, riferendomi specialmente alle risposte date ad alcuni interrogativi posti dall'Eco del Chisone.
L'attenzione è parsa concentrarsi,
almeno per i principali partiti, su: a)
i non attivi (ma non è vero), sia " disoccupati », giovani o no. sìa anziani
e pensionati; b) la viabilità, i trasporti e anche quel che si chiama l'assetto idrogeologico (fiumi, torrenti), e c'è
chi vuole autostrade che servano lontano e chi mette prima una (ri)sistemazione del territorio con una facilitazione delle comunicazioni vicine, an
ABBIGLIAMENTO
DI CLASSE
a
{I
so
Via I Maggio 62-64
a LUSERNA
che verso Cuneo e con la Francia. Mi
pare che manchi un punto essenziale;
c) la cultura, per cui vale la pena di
vivere e venire in questi paesi: le
Valli Valdesi e anche il Pinerolese.
Chi si interesserà in Parlamento della
rrostra cultura locale, in particolare
della difesa e valorizzazione del francese e delT'occitano? E come? Non
possiamo accontentarci di sentir dire
che abbiamo buoni servizi scolastici,
sanitari ed assistenziali, ma altri servizi mancano o lasciano a desiderare.
Si parla tanto di autonomie locali
(nelle teorìe sembra quasi rovesciata
la tendenza di cinquanta e anche
quarant'anni fa), ma dov'è quell'autonomìa delle Valli Valdesi e Occitane
e delle Alpi Occidentali che permetta
di prendere le proprie responsabilità
verso i nostri cittadini, e verso gli
altri, vicini e lontani? Questo è un
problema istituzionale, da vedere con
il Parlamento e la Costituzione, e anche con le istituzioni internazionali.
Stringendo direi che nelle preoccupazioni dei nostri politici difetta questa:
cultura e autonomia, che è anche libertà da oppressioni.
A sinistra non ci si stupisca allora
di campanelli d'allarme come il » Piemont » di Gremmo, o anche la deregulation di Reagan. Questi campanelli
suonano anche perché la sinistra non
fa intera la sua parte.
Con i miei saluti.
Gustavo Malan, Torre Pellice
LA POSSIBILITÀ’
DI RIMEDIARE...
In questi giorni ho preso atto della
decisione espressa dal Consiglio docenti di respingere mia figlia.
Con molta molta amarezza mi sforzo di adattarmi ad una decisione che,
voglio credere, sia stata presa a fin
di bene, ma che mi lascia parecchio
perplessa.
Essendo al corrente della preparazione lacunosa e dell'impegno non costante di mia figl^, ho sempre pensato che fosse giusto e doveroso da
parte degli insegnanti rinviarla a settembre con delle materie, ma non mi
aspettavo certamente la « bocciatura »
votata e sostenuta in Consiglio, tenuto conto che;
1) nel corso dell'anno mi sono costantemente informata sul rendimento
scolastico. Nessuno degli insegnanti
mi ha prospettato una situazione rosea, ma nessuno mi ha fatto prevedere una situazione catastrofica, fio
chiesto ai docenti di farmi sapere se
dovevo intervenire con delle lezioni
supplementari, ma ho avuto una sola
segnalazione dall'insegnante di latino. Perché, se la situazione era così
grave, non ne sono stata informata
come ho sempre richiesto?
2) Altre ragazze erano in situazioni altrettanto precarie: non avendo precisa conoscenza delia loro situazione,
non mi permetto di giudicarla, ma chiedo: " Perché per loro è stato valutato l'aspetto umano e sono state rinviate a settembre con alcune materie,
mentre altre sono state loro condonate? ».
lo sono una lavoratrice e col mio
solo stipendio mantengo agli studi tre
figlie. Non voglio con questo dire che
se un genitore fatica economicamente, il figlio deve essere promosso
anche se non lo merita, ma ritengo
che prima di passare a decisioni drastiche e definitive, che talvolta emarginano ed escludono per sempre dal
mondo della scuola, sarebbe giusto dare la possibilità di rimediare a settembre, considerando che le sue insufficienze non erano certamente gravi,
almeno a quanto pareva.
Mi rendo conto che sono lontani
i tempi in cui era di moda leggere il
libro di Don Milani, ma come è possibile che un Consìglio docenti arrivi a
punire ed emarginare i più . deboli »
solo per dimostrare alla classe che
•— giustamente — è necessario essere
studiosi e preparati per superare l'anno scolastico, ma anche conformisti,
ubbidienti e subordinati.
'Mirella Benedetto, Torre Pellice
Borsa di studio
a Grenoble
Nel centenario della nascita dell'Aw.
Paolo Sciolla Lagrange, la famiglia ha
deciso di istituire una borsa di studio
per i corsi estivi di lingua e letteratura francese dell'Università di Grenoble.
La borsa di studio comprende le
spese di iscrizione al corso, della
durata dell'intero mese di settembre,
le spese di alloggio nella residenza
universitaria e la somma di 3.000 franchi per le ulteriori spese.
Possono concorrere alla assegnazione della borsa gli studenti e le
studentesse di Pinerolo e delle Valli
pinerolesi che terminano con successo,
nell'anno in corso, gli studi dall'ultimo
anno di liceo nei licei classici, scientifici e linguistici della zona.
Gli studenti e studentesse che desiderano concorrere devono farne domanda, entro il trenta giugno 1987,
fornendo elementi circa il loro interesse a seguire il corso, ed indirizzando la domanda a: « Borsa di studio
Sciolla Lagrange », Via Pinerolo 11,
10060 Burìasco.
E' indispensabile una buona conoscenza della lingua francese.
Una apposita commissione esaminerà le domande, riservandosi di convocare personalmente i candidati, e farà
conoscere la decisione entro il 30 luglio.
t
Festa di solidarietà
con il Nicaragua
Questo è l'elenco dei numeri dei
biglietti vincenti alla lotteria di solidarietà, estratti nel corso della festa
e non ancora ritirati: 445, 1155, 1064,
1068, 1047, 1420, 1544, 1602, 1887,
2094, 2386, 2391, 2400, 2409, 2786,
2982, 2863, 2995, 2795.
I premi potranno essere ritirati presso la sede della Comunità di Base in
corso Torino 288, telefonando prima
al 22339. entro il mese di giugno.
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ho conservato la fede »
(II 'Timoteo 4: 7)
Il 13 c.m. si è addormentato neEa
pace del Signore
Mario Bianconi
Fiduciosi nelle (promesse divine, ne
danno il doloroso annuncio la moglie
Irma Long, i figli Sergio e Mirella
con le rispettive famiglie, la sorella
Anna e i parenti tutti.
I funerali hanno avuto luogo 'lunedi 15 alle ore 11 presso la Chiesa
va'ldese di via IV Novembre 107, Roma.
Roma, 15 giugno 1987
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23 ; 1)
Ci ha lasciati
Franco Fiori
A funerali avvenuti l’atnnunciano
con dolore la mamma Margherita Peyronel, 'la moglie Margherita Gonella,
la figlia Eugenia ed i parenti tutti.
Un ringraziamento particolare al pastore Rivoir.
Torino, 16 giugno 1987
RINGRAZIAMENTO
« In te, o Eterno, io mi
confido »
(Salmo 71)
I figli ed i 'familiari tutti di
Carlo Ricca
commossi per la grande dimostrazione
di affetto e simpatia tributati al loro
caro, nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che
con parole di conforto, scritti e presenza, hanno preso parte al loro dolore.
Un grazie particolare ai pastori sigg.
Toum e Zotta.
Torre Pellice, 24 giugno 1987
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Croce Verde Porosa: Tel. 81.000.
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Guardia medica ;
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
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Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
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Guardia medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
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t
I
8
8 fatti e problemi
26 giugno 1987
Ss
RAPPORTO DAL FONDO PER L’INFANZIA
DENUNCE ALL’ONU
Bambini in prima linea Attacchi
Nell Africa australe quasi un milione di bambini muore prima dei
cinque anni, a causa di conflitti interni e di incursioni sudafricane
Già in varie occasioni abbiamo purtroppo dovuto sottolineare come negli attuali conflitti,
che si stanno svolgendo in una
cinquantina di paesi nel mondo,
il maggior numero di vittime sia
fornito da donne e bambini. Secondo im documento a cura del
Fondo delle Nazioni Unite per
l’infanzia (PISE), che esamina la
situazione dei bambini nell’Africa
australe, con particolare riferimento a: Angola, Botswana, Lesotho, Malawi, Mozambico, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe, donne e bambini rappresentano oltre i tre quarti delle
vittime delle situazioni locali.
In secando luogo, i morti per
fame o sottoalimentazione per
la mancanza di programmi o di
interventi diretti a causa delle
situazioni locali. Solo nel Mozambico — sottolinea il rapporto — nel periodo 1983-1984 sono
morti ben lOO mila esseri umani.
lati.
I nove suddetti paesi contano
globalmente una popolazione di
circa 70 milioni di abitanti. Su
circa 3,5 milioni di nascite, ben
750 mila bambini muoiono prima
dei 5 anni. Queste morti sono
anch’esse imputabili, direttamente o indirettamente, ai conflitti
attuali ed alle incursioni armate
che il Sud Africa compie negli
Stati vicini. Èsse infatti, oltre
che dalle armi, derivano dalla distruzione delle installazioni sanitarie e delle scuole, dallo smembramento delle comunità, dalla
perdita di produzione alimentare,
dalle carenze sanitarie e dalla
scarsità o mancanza d’acqua.
Secondo il rapporto del PISE,
questa destabilizzazione militare
ed economica origina almeno tre
categorie di morti. Innanzitutto,
le vittime dirette delle azioni militari, e sono migliaia, a cui seguono altre migliaia di morti a
causa delle ferite mal curate e
per il propagarsi di epidemie.
Il terzo tributo pagato alla
morte è quello dei bambini ed è
quello più imponente. Oltre a
quelli uccisi dalle armi o vittime
di massacri, vi sono i morti per
diarrea, per mancanza di vaccini
e di cure ospedaliere, per malnutrizione. Sono 140 mila i piccoli martiri morti nel 1986 solo
in Angola ed in Mozambico.
Questo significa che ogni 4 minuti imo di questi bimbi è morto o muore in seguito alla guerra e alla conseguente destabilizzazione. Questo significa anche — sottolinea il rapporto delle Nazioni Unite — che fra il
1980 e il 1986 i lattanti e i bimbi morti in Angola e Mozambico
harmo superato la cifra di mezzo milione.
In questo marasma bisogna poi
registrare anche l’opera mortale dei gruppi terroristici (spinti
probabilmente dalla fame, dallo
spirito di vendetta e da fanatismo religioso), i quali incendiano cascine e i raccolti, le cliniche,
le chiese, le moschee, i magazzini e i villaggi, che avvelenano
i pozzi e vi gettano dei cadavari,
che attaccano le vie di comunicazione vitali per la vita agricola.
Vittime di questi gruppi sono
membri di ordini religiosi, tecnici stranieri, insegnanti, infermieri, ingegneri e geologi che
sono stati trovati uccisi o muti
Tutto questo ha anche pesanti risvolti economici. Stime ufficiali del costo delle guerre nel
periodo 1980-84, comprendenti i
danni di guerra, le carenze della
produzione, l’aumento delle spese
militari e l’arresto della crescita
economica, registrano, per la
regione, un totale di 10 miliardi di dollari. Se vi si aggiungono i costi degli anni 1985-86, si
può stimare che il totale dei danni subiti dai nove paesi dell’Africa australe si aggiri, a costi
odierni, sui 25/30 miliardi di
dollari.
Queste cifre — sottolinea il documento — rappresentano la produzione totale della regione afroaustrale per il 1985. E’ come dire
che queste perdite costano oltre
mezzo milione di lire a testa per
ogni uomo, donna, bambino e
lattante della regione. Questo
costo economico dimostra che si
tratta di una vera e propria
guerra e non di una semplice destabilizzazione marginale accompagnata da disordini civili e da
incidenti di frontiera.
Il PISE, nel suo rapporto, ha
identificato una serie di misure
urgenti che devono essere adottate per soccorrere in modO' particolare l’infanzia. Ma è chiaro
che, prima di tutto, si devono
stabilire la pace e la giustizia.
Finché esisterà la politica sudafricana dell’apartheid e le sue
incursioni armate negli Stati vicini, l’assistenza intemazionale e
locale non potrà certamente, da
sola, avviare in modo efficace
il processo di ricostruzione.
Roberto Peyrot
ISLAMIZZAZIONE IN MALAYSIA
Beve birra:
condannato a sei bastonate
La legge islamica punisce l’uso dell’alcool come quello della droga
KUALA LUMPUR — Shamsuddin Muhammad non immaginava
di finire sulle prime pagine dei
giornali, andando a fare qualche
giorno di vacanza nel turistico
Kelantan, uno degli imdici stati della Federazione della Malaysia. Mentre in im ristorante
della capitale Bota Baru beveva una lattina di birra in compagnia di una ragazza, è stato
arrestato da un funzionario del
dipartimento affari religiosi del
governo, incaricato di far rispettare la « legge islamica »
adottata recentemente nel Kelantan. Shamsuddin, immediatamente processato, è stato condannato ad una multa di 1000
« ringgit » (circa mezzo milione
di lire) ed a sei bastonate. « Be
re alcol è grave come drogarsi »
ha detto il giudice. L’esecuzione
della sentenza è avvenuta nel
carcere locale, poi c’è stata la
scarcerazione immediata. « Immaginavo peggio — ha detto
Shamsuddin all’uscita dal carcere —; evidentemente l’incaricato del^ pena ha avuto la mano leggera. Ma è un’esperienza
che non vorrei ripetere ».
Il caso del giovane Shamsuddin è finito sulle prime pagine
dei giornali nel quadro dell’acceso dibattito suH’opportunità
di adottare la « legge islamica »
negli stati della Federazione.
Finora solo il Kelantan l’ha adottata in modo rigido, ma altri
stati stanno seguendo la stessa
linea. Il Ministro dell’Educazio
ne del governo federale, Anouar
Ibrahim, ha dichiarato il 16 febbraio, in seguito al dibattito sul
caso di Shamsuddin, che il governo della Malaysia intende
proseguire « energicamente » il
suo programma di islamizzazione riguardante la legislazione
e Tamministrazione ed ha invitato il popolo a partecipare a
questo processo ed a non contravvenire la legge coranica, per
non subire le pene previste. Nella Malaysia peninsulare vi sono
circa 13 milioni di abitanti, dei
quali 500.000 sono cristiani e
altri buddisti e indù: queste
minoranze temono che il cammino verso l’islamizzazione dello
stato porti a ridurre la libertà
per tutti.
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ai diritti dei popoii
La Lega intemazionale per i
diritti e la liberazione dei popoli
ha partecipato' alla 43® sessione
della Commissione ONU per i
diritti umani, dove ha presentato una serie di interventi relativi
a specifiche situazioni quali il
Sahara occidentale, la Corea del
Sud, il Paraguay, il Cile, la Colombia.
La Lega ha espresso viva
preoccupazione per la sorte del
popolo Sahraui, vittima di una
guerra ingiusta e impedito nell’esercizio del suo diritto all’autodeterminazione, lamentando in
particolare il sostegno offerto da
alcuni stati al paese aggressore.
Riguardo al diritto dei popoli,
la Lega ha fatto rilevare come
questo passi attraverso il godimento ed il libero uso delle proprie terre. Diritto di fatto negato in Paraguay alle popolazioni
contadine, vittime di una vera e
propria spoliazione da parte delle multinazionali. La brutale repressione è la risposta data alle
più legittime richieste ed aspirazioni di questo popolo.
Fra i paesi ancora colpiti dalla
pratica della tortura e della de
USA
Il potere
delle sètte
tenzione per motivi politici la
Lega ha evocato la situazione
della Corea del Sud, presentando
alcuni casi individuali di studenti e sottolineando come tale pratica sia ora estesa ad ogni strato sociale. Il numero dei detenuti politici è ora di 34(K) ed essi
vengono sottoposti a trattamenti
particolarmente crudeli. La Lega
ha chiesto che si nominasse un
relatore speciale per indagare su
questa situazione.
Per quanto riguarda la situazione in Cile, è stato fatto osservare che questa si è particolarmente aggravata a causa dell’estensione della giurisdizione dei
tribunali militari e delle restrizioni imposte ai diritti e procedure della difesa. La Lega ha
inoltre denunciato il continuo
uso della tortura da parte delle
forze di polizia.
L’intervento riguardante la
Colombia ha messo in luce come il governo non rispetti gli
impegni assunti. L’applicazione
della dottrina della « sicurezza
nazionale » porta ad una vera e
propria militarizzazione del paese. La legislazione in vigore prevede disposizioni del tipo « stato
di assedio » che permettono che
i civili siano giudicati da tribunali militari, senza alcuna garanzia processuale. Il precedente stato di diritto è stato trasformato
con un « colpo di stato istituzionalizzato », da cui derivano violazioni dei diritti e delle libertà
fondamentali dei cittadini.
Sono 221 le stazioni televisive
delle sètte « evangelica! » negli
Stati Uniti, con un incremento
del 70% negli ultimi 5 anni. Le
stazioni radio sono 1.370. Si
tratta di un importante apparato che ha un’audience calcolata
tra i 4 e i 6 milioni di ascoltatori a settimana, I principali
protagonisti del fenomeno televisivo « evangelica! », di stampo
conservatore, sono Orai Roberts,
Jimmy Swaggart, Jerry Falwell,
Jim Bakker.
Il fenomeno non è nuovo nella società americana: nel 1965
Jim Bakker ha fondato il « Club
dei 700 » alici scopo di sostenere
finanziariamente le operazioni di
propaganda religiosa. Nel 1974
Bakker diede vita ad un network
denominato PTL (una sigla che
sta per « Fraise ’The Lord » o anche « People That Love »), un
vero impero con un giro di 129
milioni di dollari all’anno.
Se dunque non si tratta di un
fenomeno nuovo, quello che è
nuovo consiste nella catena di
scandali e contestazioni che hanno avuto come bersaglio proprio Jim Bakker e la sua base
operativa nel North Carolina.
Bakker si è dimesso dalla carica
di presidente del PTL dopo aver pubblicamente ammesso di
avere avuto un « incontro sessuale » con la ex-segretaria della
sua chiesa e di avere pagato per
tenere nascosto il fatto. Lo scandalo ha scatenato tutte le rivalità aH’interno delle sètte « evangelica! ».
Del resto le trovate per farsi
pubblicità ai predicatori non
mancano: insieme a Bakker, Oral Roberts ha polarizzato la
attenzione della stampa e del
pubblico. Il 4 gennaio scorso
Roberts ha annunciato che Dio
in persona gli aveva ordinato
di raccogliere otto milioni di dollari (oltre 10 miliardi di lire)
entro il 31 marzo per costruire
una scuola in Africa. Il risultato
dell’imponente colletta che da
allora si è scatenata ha raggiunto la cifra di otto milioni e 700
mila dollari, a dimostrazione
ulteriore della potenza economica delle sètte.
• L'Eco delle Valli Valdesi >
Tribunale di Pinerolo n. 17S
Rea
Redattori: Alberto CorsanI, Luciano Deodato, Giorgio Gardioi (direttore), Paolo Florio, Roberto Giaco
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