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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTESTE, METODISTE, VALDESI
K venerdì 6 OTTOBRE 1995
ANNO 3 - NUMERO 37
PASSI VERSO LA PACE
PER UN
NUOVO PATTO
ALBERTO CORSAMI
Il mondo guarda con senti1
.menti contrastanti ai passi
avanti che la pace cerca di
compiere in Medio Oriente e
. in Bosnia. 11 trattato firmato il
28 settembre alla Casa Bianca da Arafat e Rabin è una
tappa significativa verso la fi
||A^;ne dell’occupazione israelia
S. na della Cisgiordania; pensa. re a un futuro stato di Palesti
na non è più follia. 48 ore pril^ma a New York veniva delineato l’assetto della futura
' Bosnia, meccanismo istituzionale estremamente com‘ plesso che per ora non risolve
(né poteva essere altrimenti)
il problema della restituzione
dei possedimenti e delle case
ai profughi dell’uno e dell’alitro campo. Nel momento in
ui disconoscere dai nostri
salotti r importanza di tali atti
diplomatici significherebbe
offendere tutti i morti e gli
«offesi» di questi anni, occorre tenere presenti due ordini
di problemi che non mancheranno di far sentire la propria
attualità nel futuro.
1 ) Al tavolo delle trattative
in Bosnia si è giunti male;
l’Europa ha perso credibilità,
rOnu (che pure, quando e doi». ve ne ha avuto i mezzi ha rial' -y dotto con le proprie forze
VI;d’interposizione il numero
delle vittime civili) ha scontato la pressoché nulla considerazione che ne hanno i governi degli stati membro. I bom, bardamenti hanno rischiato di
V capovolgere la situazione e incoraggiare chi stava per soc. combere aa alzare la. posta per
ottenere sul campo qualcosa
di più. Non era imprevedibile;
fi pacifisti, nonostante il dileggio della destra e della sinistra, su questo punto nel 1991
avevano ragione: in questo
«nuovo mondo» non si sa chi
debba prendere decisioni, chi
possa avere il monopolio della
rorza, chi possa svolgere compiti di polizia internazionale.
Il Golfo fu un’emergenza; ma
f poi nessuno non dico che abbia risolto, ma neppure ha tentato di discutere il problema.
Finché (more italico) si è
giunti a un’altra emergenza.
Ora urge che l’Onu venga
riformata: il 50° anniversario
ha fatto sì che le rivendica■ zioni partite dalla marcia Perugia-Assisi (diplomazia popolare, Onu dei popoli, e del
' ■ ’ ‘ volontariato oltre che dei governi) per una volta trovassero eco nella grande stampa.
D’altra parte finalmente un
governo italiano si è accorto,
nella persona del ministro Susanna Agnelli che li ha visitati, dei volontari delle Ong che
operano nell’ex Jugoslavia.
2) Al di là dell’abilità dei
diplomatici, della possibile
riuscita delle trattative e degli
strumenti per far rispettare
agli eserciti e ai politici i fìituri accordi, rimarrà un proE blema culturale e sociale di
proporzioni esorbitanti. Come
non vedere, dietro il tuo prossimo, serbo, musulmano,
croato, la divisa di coloro che
hanno ucciso, stuprato, saccheggiato? Come ricostruire
la fiducia, la capacità di discutere e di mediare fra le
persone fisiche? Come resuscitare la storica complessità
culturale della Bosnia, al momento annichilita dalle visioni manichee e nazionalistiche, declinate in toni bianchi
e neri privi di sfumature?
Questo sarà il problema più
grave, ma su questo i credenti
possono impegnarsi: battisti,
metodisti e valdesi, sulla
scorta del bel convegno della
Fcei organizzato a Pentecoste
dopo la guerra del Golfo, lo
hanno chiesto nelle loro recenti assise: hanno chiesto
che gli organismi ecumenici
spingano, senza paternalismi,
senza soluzioni calate dall’alto, le chiese di quei luoghi
«caldi» a promuovere un’alfabeto della convivenza.
Senza questi passi la diplomazia rimarrebbe un esercizio di professionisti; noi vogliamo invece che, oltre i tavoli ufficiali, si incarni in
ognuna e ognuno un atteggiamento costruttivo. Fare la pace non vuol dire smettere di
combattere per ristabilire la
situazione di prima: vuol dire
creare qualcosa di nuovo,
aderire al «nuovo patto» che
si è stabilito, come ha scritto
Sergio Rostagno {Teologia e
società, Claudiana, 1989),
con la morte di Cristo.
L'accettazione dell'Evangelo implica il cambiamento della nostra mentalità
L'amore dì Dio: fatti, non solo parole
LUCIANO DEODATO
«Vestitevi dunque, come eletti di Dio,
santi e amati, di tenera compassione, di
benignità, di umiltà, di dolcezza, di longanimità; sopportandovi gli uni gli altri
e perdonandovi a vicenda, se uno ha di
che dolersi d’un altro. Come il Signore
vi ha perdonati, così fate anche voi».
(Colossesi 3, 12-13)
. esù ti ama» leggevo sull’adesivo appiccicato al lunotto posteriore di un’automobile che mi stava davanti nel caotico traffico cittadino. La
scritta si avvicinava o si allontanava a
seconda delle frenale o delle accelerazioni, mi ballava davanti agli occhi, spariva, riappariva. Ci vuole certo del coraggio a portare un messaggio di questo
tipo attraverso le strade della città, perché se da un lato è forte e chiaro, dall’altro è anche debole e oscuro. Un’affermazione di fede che non trova riscontro
nella realtà quotidiana, fatta di tutto,
tranne che dell’amore. Sarà per questo
che nella nostra predicazione continuiamo a ripetere'fino all’ossessione il messaggio di fondo dell’Evangelo: l’amore
di Dio. E ci affanniamo a cercare di rendere comprensibile un messaggio paradossale, impronunciabile davanti a una
madre che muore, a un giovane che scopre di essere malato di cancro, a un
bambino sfracellato da una mina, a una
guerra che produce migliaia di profughi
in fuga, a fosse comuni con centinaia di
trucidati senza pietà e senza motivazione, e cosi via dicendo, 'i
Di fronte alle infinite drammatiche incongruenze in cui si dibatte la nostra vita
e la nostra storia, abbiamo abbandonato
il concetto di «onnipotenza» di Dio, per
passare a quello della sua «impotenza».
Può darsi che, provvidenzialmente, siamo stati così condotti a scoprire anche la
dimensione della «debolezza» di Dio,
della sua sofferenza in mezzo alle nostre
sofferenze: la croce di Cristo è veramente al centro della nostra storia. Ma tutto
questo non deve farci dimenticare il secondo aspetto dell’Evangelo: l’esigenza
della nostra conversione. Calvino diceva
che la parola di Dio non ci è stata data
per renderci capaci di sottili ragionamenti, ma per cambiare le nostre vite. Tutte
le epistole terminano con una serie di
esortazioni simili a quella che abbiamo
posto come tema di questa riflessione.
L’amore di Dio è un dato che viene
annunciato come cosa notà: noi siamo
«eletti», «santi», «amati» da Dio. Possiamo esserne convinti o dubitarne ma questa, ci piaccia o no, è l’opera di Dio che
non sta a noi giustificare, razionalizzaip,
.rendere comprensibile. Il nostro compito
invece è quello di viverla e, forse, nella
misura in cui la viviamo, rendiamo comprensibile ad altri la follia della croce.
Non è qualcosa di semplice. Il verbo che
introduce questa esortazione dell’apostolo è «vestitevi». Si tratta dunque di indossare un abito che non ci è consueto,
imparando ad agire secondo compassione, benignità, umiltà e altre cose del genere che, più che a noi, appartengono a
Dio. Così come di Dio è anche il «perdono», anzi è la sua opera propria.
Portiamo pure a spasso un adesivo per
le' vie della città, jna ricordiamoci che il
nostro compito non è solo quello di dire
delle parole, pronunciare degli slogan, o
cercare di giustificare Dio, quanto piuttosto di raccogliere la sfida dell’Evangelo. Chi ha capito l’amore di Dio non si
riempie la bocca di parole, ma riempie la
propria vita di atti di amore.
Roma
Una scuola
pluralista
«Le chiese evangeliche ■
riaffermano l’importanza della formazione religiosa nella
scuola pubblica. Ma a condizione che sia un ’informazione
pluralista, laica e interdisciplinare: slegata cioè da intenti confessionali e catechetici che spettano alle singole .
comunità di fede e non all ’
istituzione scolastica». Così , V
si è espressa la pastora valdese Maria Bonafede al forum
«Educazione e culture nella
Scuola. Esperienze e proposte
di educazione ad una società
multiculturale» promosso il
28 settembre dall’assessorato
alle Politiche educative del
Comune di Roma.
AH’incontro, in cui l’assessore competente, Fiorella Farinelli, ha proposto l’istituzione di un «osservatorio» del
pluralismo religioso e culturale nelle scuole romane, hanno
partecipato anche mons. Cesare Nosiglia, vescovo ausiliario di Roma, rav Benedetto
Camcci Viterbi, rabbino presso la comunità ebraica di Roma, e Abdellatif E1 Kettani,
direttore del Centro culturale
islamico della moschea della
capitale. Era presente anche il
ministro della Pubblica istruzione, Giancarlo Lombardi.
«La costituzione di un “osservatorio” del pluralismo
delle religioni e delle culture
nella scuola della capitale è
un obiettivo importante e qualificante - ha proseguito la
pastora Bonafede - ma non
possiamo ignorare il fatto che
proprio a Roma la recente
convenzione tra il Comune e
il Vicariato sull’attivazione
dell’insegnamento religioso
cattolico nelle scuole materne
sembra indicare una strada
decisamente diversa che, come evangelici, non possiamo
che respingere. Soprattutto
quando si tratti di bambini
così piccoli e “indifesi” come
quelli della scuola materna».
Nella stessa linea il rabbino
Caracci ’Viterbi ha sottolineato l’importanza di un quadro
che tuteli e valorizzi la propria, specifica identità, (nev)
Ecumene
Comitato centrale
del Cec
pagina 2
All’Ascolto
Della Parola
La disperazione
e la fede
pagina 6
Attualità
Donne a Pechino
pagina’7
2
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"7K‘
PAG. 2 RIFORMA
Ecumene
VENERDÌ 6 OTTOBRE 1995
Ginevra: riunione annuale del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese
Come creare una «rete ecumenica inclusiva»
che possa comprendere tutte le chiese?
Si è svolto a Ginevra, dal
14 al -22 settembre, rincontro
annuale del Comitato centrale
del Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec). Il Comitato centrale, composto da 150 membri e presieduto dal «catholicos» armeno-ortodosso Aram
I Keshishian, è l’organo di
governo del Cec fra un’Assemblea e l’altra e proprio
della prossima Assemblea del
Cec, prevista per il 10-22 settembre 1998 a Harare (Zimbabwe), si è occupato il Comitato centrale, mettendone a
punto il programma e il tema
Volgetevi a Dio. Rallegratevi nella speranza»). In vista
dell’Assemblea il Comitato
ha dibattuto un delicato problema ecumenico: celebrare,
oppure no, l’eucarestia durante rincontro, a cui è prevista
la partecipazione di oltre
1.000 delegati e osservatori di
tutte le confessioni cristiane?
La tradizione vuole che ad
ogni incontro del Cec si celebri l’eucarestia, ma il problema è che a molti credenti (in
particolare ortodossi e cattolici) non è consentito parteci- '
pare ad una celebrazione eucaristica ecumenica. Sul tema
Scontri razziali in Sud Africa. Frank Chicane ha invitato il Cec a proseguire la lotta contro il razzismo in tutto il mondo
comunque il Comitato ha rinviato ogqi decisione alla seduta del ’96. Sempre in riferimento all’Assemblea di Harare, il Comitato ha discusso il
problema del futuro del movimento ecumenico. Qual è il
ruolo del Cec di fronte alla
proliferazione di organismi
ecumenici (e talvolta alla
competizione fra essi)? Come
creare, ha chiesto il Segretario generale del Cec, Konrad
Kaiser, una «rete ecumenica
inclusiva» che possa includere anche i cattolici e le chiese
di area «evangelical» che attualmente non fanno parte del
Cec? Un altro importante appuntamento che il Comitato
ha messo a punto è la Conferenza mondiale su missione e
evangelizzazione che si svolgerà a Salvador (Brasile) nel
novembre 1996.
n Comitato ha poi approvato una serie di dichiarazioni e
documenti su temi di attualità:
sulla ex Jugoslavia un appello
ai leader religiosi, politici e
militari per porre fine al conflitto e «trasformare il clima
di odio e violenza» e una condanna dell’«angusto nazionalisino» manifestato da alcuni
leader .religiosi (anche se il
Comitato non ha ritenuto opportuno «censurare» espressamente nessuno); su Gerusalemme come «città aperta»
ugualmente importante per
cristiani, ebrei e musulmani;
sulla ripresa dei test nucleari,
con un invito a Cina e Francia
a porvi immediatamente fine.
Altri temi affrontati sono
stati quello dei rifugiati e migranti (il Comitato centrale ha
ricevuto e inviato alle chiese
un documento sul tema, e il
1997 è stato dichiarato «anno
ecumenico delle chiese in solidarietà con gli sradicati»);
del razzismo (Frank Chicane,
già segretario del Consiglio
sudafricano delle chiese, ha
invitato il Cec a continuare ad
operare fermamente contro il
razzismo in tutto il mondo,
anche dopo la caduta dell’
apartheid); del «governo
mondiale», a 50 anni dalla nascita dell’Onu. Sei nuove
chiese sono state ammesse a
far parte del Cec, portando
così il numero delle chiese
membro a 330. (nev)
Il sindaco di Mosca ha promesso la fine dei lavori entro l'inizio del prossimo anno
Sta sorgendo la più grande chiesa della Russia
Il 19 agosto scorso il patriarca Alessio n della Chiesa
ortodossa russa ha celebrato
la festa ortodossa della Trasfigurazione nella Chiesa della Trasfigurazione, in un seminterrato in cemento armato
che fa parte dell’immensa
cattedrale del Cristo Salvatore, in corso di costruzione a
Mosca. La celebrazione, trasmessa dalla televisione russa, ha segnato un’ulteriore
tappa in uno dei progetti edili
più ambiziosi e più controversi della Russia attuale. La
nuova cattedrale, che sarà la
più grande chiesa della Russia, viene edificata nello stesso luogo della prima chiesa
del Cristo Salvatore, che fu
inaugurata nel 1883 e che poteva contenere 10.000 persone. La chiesa venne fatta saltare nel 1931, nel corso di un’
operazione diretta dal vicepresidente di Stalin, Lazar
Kaganovich. In seguito la co
struzione, nello stesso posto,
del Palazzo dei Soviet, di
400:000 metri quadri, dove
doveva sorgere una statua di
Lenin di 75 metri di altezza,
non venne mai ultimata. Negli anni ’60, dopo che una
commissione sovietica ebbe
confermato lo spreco e l’enorme corruzione attorno a
tale progetto, le fondamenta a
metà ultimate vennero trasformate in una piscina comunale, molto apprezzata dai
nuotatori perché riscaldata.
Nel gennaio di quest’anno, quando la Chiesa ortodossa russa celebrò Natale,
venne posta la prima pietra
della nuova cattedrale nel
fondo della piscina vuota. La
costruzione ha ora raggiunto
Taltezza di un edificio di otto
piani che si erge sopra un
enorme seminterrato che ospiterà, oltre alla Chiesa della
Trasfigurazione, due sale destinate ai consigli religiosi, la
residenza del patriarca, un
museo, una biblioteca e varie
attrezzature tecniche. Di recente, il Consiglio comunale
ha approvato il progetto di
un ponte pedonale che collegherà la cattedrale all’altra
sponda del fiume. Il sindaco
di Mosca, Yuri Luzhkov,
uno dei primi sostenitori del
progetto, ha promesso che la
sagoma della cattedrale sarà
ultimata entro il prossimo
gennaio.
Benché la cattedrale goda
di immensa popolarità presso
la popolazione moscovita, i
mass media e il Parlamento
russo continuano a dire che il
progetto è a carico del budget
federale o comunale, quindi a
danno dell’economia nazionale e dell’assistenza sociale.
Il sindaco ha risposto che il
progetto di 250 milioni di
dollari sarà interamente finanziato da doni, anche se
una recente dichiarazione del
consigliere economico del
presidente Eltsin ha creato
qualche dubbio al riguardo.
La Fondazione che gestisce le
finanze della cattedrale afferma che, dall’inizio dell’anno,
sono già pervenuti doni per
un ammontare di 29,5 milioni
di dollari.
Nell’agosto scorso il presidente di una delle grandi banche, Stolichny, ha consegnato
al patriarca Alessio il primo
dei 50 lingotti d’oro di un
chilo, di un valore di mezzo
milione di dollari, che serviranno a dorare le cupole bulbose della cattedrale. Ci sono
state critiche anche sul modo
in cui vengono raccolti i fondi: per esempio, l’archimandrita Pyotr Polyakov ha benedetto un concerto rock in uno
stadio di Mosca. Ciò non toglie che l’opinione pubblica
rimanga decisamente favorevole al progetto della nuova
cattedrale di Mosca. (eni)
Mancano i fondi per i restauri e le chiese sembrano incapaci di far fronte alla situazione
Opere d'arte in pericolo nell'ex Germania Est
Migliaia di opere d’arte sacra della Germania orientale
sono forse destinate a scomparire per mancanza di manutenzione se non verranno reperiti i fondi necessari per il
ioro restauro. Questa la conclusione di un rapporto della
Fondazione tedesca per la
salvaguardia e la conservazione dei monumenti, pubblicato a Bonn. La Fondazione
precisa che dipinti, sculture e
croci, a volte vecchi di 800
anni, nonché altari e altri beni
di chiese, devono essere restaurati con estrema urgenza.
La scomparsa di questo patrimonio rappresenterebbe «una
pesante perdita per la cultura
tedesca». La Fondazione ag,giunge che le chiese tedesche
sembrano incapaci di fare
fronte a questa situazione, e
che tutti i progetti sono sospesi per mancanza di fondi.
Nell’ambito delle chiese protestanti della Germania orientale soltanto due persone, a
Erfurt e a Magdeburg, sono
incaricate della tutela del patrimonio culturale, lamenta la
Fondazione che chiede ai cittadini tedeschi di dare più denaro per la conservazione
delle opere d’arte.
Thomas Kielinger, che fu
redattore del settimanale
Rheinìscher Merkur, di Bonn,
riconosce che il rapporto della Fondazione descrive fedelmente lo stato deplorevole
delle opere d’arte che si trovano nelle chiese dell’ex Germania dell’Est. Alcune di
queste sono in uno stato così
degradato che non è neanche
pensabile restaurarle. «Da
una parte, le casse dello stato
sono vuote - fa notare Kielinger - e dall’altro il peso delle
tasse scoraggia i cittadini a
dare di più. Essi sono stufi di
sentire parlare degli enormi
bisogni finanziari dell’Est. E
siccome le chiese protestante
e cattolica romana usufruiscono del sistema dei contributi ecclesiastici, molti tedeschi si chiedono perché le
chiese non abbiano i mezzi
per provvedere esse stesse ai
propri beni».
Per Kielinger, lo stato di
abbandono del patrimonio
delle chiese rispecchia il declino generale del cristianesimo in Germania orientale:
«Contrariamente ad ogni a
spettativa - afferma - il cinismo generalizzato e la confusione non hanno provocato
un ritorno dei cittadini alla religione. Molti tedeschi dell’
Est sono tuttora profondamente delusi della posizione
presa dalle chiese durante il
regime comunista».
Circa un quarto della popolazione (16,2 milioni) della
ex Germania Est è membro
degli otto Landeskirchen’ (distretti) della Chiesa evangelica di Germania (Ekd) nella
regione ma vari studi dimostrano che questo ex paese
comunista è uno dei più secolarizzati d’Europa. Secondo
uno di questi studi, realizzato
nel 1993, solo un cittadino su
sette riconosce l’importanza
della religione. (eni)
Dal Mondo Cristiano
Svezia: separazione
tra chiesa e stato entro il 2000
STOCCOLMA — La Chiesa nazionale di Svezia romperà i
suoi legami con lo stato il 1° gennaio dell’anno 2000. Lo ha deciso il Sinodo della Chiesa evangelica luterana svedese, con
251 voti favorevoli e 28 contrari, su proposta del governo. Fin
dal prossimo anno, i bambini svedesi non saranno più automaticamente registrati fin dalla nascita come membri della chiesa
nazionale. Entro il 2000 la Chiesa di Svezia perderà il diritto di
riscuotere tasse. Potrà però continuare a percepire una «tassa di
membro» tramite l’amministrazione fiscale. Dopo decenni di
critiche contro il monopolio religioso deila chiesa nazionale,
tutti i partiti presenti in Parlamento si sono trovati d’accordo,
quest’anno, sul principio della separazione chiesa e stato: questa misura fra l’altro porrà fine alla subordinazione della chiesa
alle autorità civili. Marita Ulvskog, ministro dell’Interno, responsabile degli Affari religiosi, ha salutato con soddisfazione
il voto del Sinodo: «Il risultato è molto più chiaro di quello che
ci aspettavamo», ha dichiarato. 11 ministro ha annunciato la
preparazione di un piano dettagliato riguardante la separazione
e le sue conseguenze pratiche. Per i membri della chiesa i cambiamenti non dovrebbero essere molto significativi. Su 8,5 milioni di svedesi, l’89% appartiene alla chiesa nazionale, il 73%
dei neonati viene battezzato, il 58% dei giovani fanno la confermazione, il 63% delle coppie si sposa religiosamente e il
90% dei funerali si svolge in chiesa. (spp)
Berna: i 50 anni della Chiesa
riformata di lingua italiana
Tradotto il Nuovo Testamento
per gli zingari Rom
PARIGI — A Parigi, presso una chiesa battista, è stata presentata recentemente la prima traduzione ufficiale del Nuovo
Testamento in lingua Rom. Per Mateo Maximoff, un noto scrittore Rom, è stato un giorno speciale* perché alla base di questa
versione c’è un suo accurato lavoro durato una decina d'anni.
Per diverso tempo l’Alleanza biblica universale, interessata alla
pubblicazione di questo testo, aveva cercato dei finanziamenti
per la stia revisione, stampa e distribuzione. Infine l’operazione
è stata possibile per l’interessamento di due missionari attivi
fra i Rom, che sono riusciti a farla finanziare dai battisti della
Virginia. Benché i Rom siano oltre 40 milioni, sparsi in tutto il
mondo, questa è la prima traduzione del Nuovo Testamento
completa e corretta nella loro lingua. In realtà i Rom parlano
diversi dialetti, ma la lingua usata per questa versione è comprensibile a tutti. (ebps)
Francia: il giornale «Réforme
ha un nuovo direttore
»
PARIGI — Jean-Luc Mouton è il nuovo direttore del settimanale protestante francese «Réforme»: subentra al pastore
Michel Leplay, che ne era direttore dalla primavera 1991. Finora Jean-Luc Mouton era direttore del giornale delle chiese luterane di Alsazia e di Mosella, «Messages évangéliques». 11 settimanale «Réforme», che quest’anno ha festeggiato il suo 50°
anniversario, ha una tiratura di 8.000 copie. (spp)
India: calo dei cristiani
NEW DELHI — Nell’ultimo decennio la percentuale dei
cristiani rispetto alla popolazione indiana è leggermente calata.
All’inizio degli anni 80 era del 2,45%, ora è del 2,32%, secondo le ultime statistiche pubblicate a New Delhi. Tali statistiche
rivelano che la grande maggioranza della popolazione è di obbedienza indù (circa l’82%). I musulmani costituiscono
r 11,6%. I cristiani nel loro insieme rappresentano la terza «forza religiosa» del paese con circa 20 milioni di membri. (spp)
Cina: prima rivista religiosa
PECHINO — A fine agosto è uscita la prima rivista religiosa
in Cina. Si chiama «Religione in Cina» e avrà scadenza trimestrale. L’editore è l’Ufficio per gli affari religiosi del Consiglio
di Stato. La rivista dovrebbe presentare «le misure e i progressi
del governo concernente la religione» e pubblicare articoli sulla
storia, la ricerca teorica e lo sviluppo artistico di «tutti i raggruppamenti religiosi in Cina». La Costituzione cinese garantisce la libertà religiosa ma tutte le chiese sono sotto il controllo
dello stato e non possono avere contatti con l’estero. (spp)
:A
BERNA — La Chiesa riformata evangelica di lingua italiana
di Berna ha festeggiato i suoi 50 anni il 3 settembre scorso, con
un culto di giubileo bilingue. Le chiese riformate evangeliche
Beme-Jura fanno da supporto giuridico a questa chiesa al servizio dei protestanti di lingua italiana nella capitale della Svizzera. La «Chiesa evangelica di lingua italiana di Berna» è stata
fondata nel 1945 in quanto struttura di accoglienza per i protestanti abitanti a Berna ma originari dall’Italia, dal canton Ticino e dalle valli del Sud dei Grigioni. Attualmente, conta fra i
suoi membri anche uomini e donne di origine svizzero-tedesca
che si sentono vicini alla lingua e alla cultura italiane. Una pastora, Kathrin Zanetti, delegata del Consiglio sinodale presso la
chiesa di lingua italiana, vi dedica il 30% del suo ministero.
Due volte al mese vengono celebrati culti presso la chiesa francese di Berna. La Chiesa riformata di lingua italiana di Berna
conta un centinaio di membri, con una frequenza media ai culti
di una quarantina di persone. (spp) '
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1 6 OTTOBRE 1995
PAd'3 RIFORMA
liViaggio del «Qubmet» alla scoperta dei luoghi dei primi cristiani
te impronte dei cristiani di
' Ánche quest’anno il «Clublaet», che opera con la regia
j-^1 pastore Claudio Martelli,
ha organizzato il suo viaggio,
che ha avuto per meta la Tur■ 'chia come quello del 1994,
con il diverso itinerario e
IfOTOgranima di visitare e pren'^dere coscienza dei luoghi do
yve la chiesa primitiva mosse ¡
^l^jsuoi passi e si preparò alla
l'ii^ll^acolosa rapidissima diffu>5%one nel bacino del MediterjÌ.;Hneo. I due viaggi infatti
- ¿.hanno avuto il fine comune
primo essendo stato dedi
'’^"¡ato alle sette chiese dell’
' Apocalisse), di sensibilizzare
-a-i partecipanti ai luoghi dove
(«amminarono Paolo e Timo■ 'teo, dove si incontrarono BarV. naba e Marco, Gregorio e Ba'■'•'¡silio, tutti doloro cioè che gli
\ 'Atti degli Apostoli ci presenV. (ano come i primi e diretti
^ protagonisti della straordina, 'ria avventura cristiana.
• Il programma è stato pienaf dènte rispettato, con un’organizzazione complessiva di
, .. alto livello che ha dato piena
, - soddisfazione ai 50 parteci,, panti che, attraverso la visita
V ,ai luoghi, la quotidiana parola
■;del pastore e gli studi biblici,
il?/hanno potuto rivivere emo
Sstioni che certamente si sono
proposte con una valenza
molto più intensa e incisiva
rispetto a quanto può essere
.Colto attraverso le letture o i
.^ommenti o le immagini fil
mate. La ricchezza di memo■riaìdei luoghi poi è tale che
ogni passaggio era occasione
di meditata attenzione e riflessione. Ne ricordiamo i
'momenti salienti perché l’esperienza fatta può essere di
^Stimolo per visite e approfon;?sdimenti ulteriori.
Entravamo nell’albergo di
, .^kara, il pomeriggio del 26
giugno, mentre nsuonavano
;^5le parole del muezzin della
’v» vicina moschea che chiamava
alla preghiera; e la prima visi' ta veramente carica di emo
' zione è stata il giorno succesC; sivi ad Hattusa, odierna Bor'- gazkoy, antica capitale degli
■ Hittiti. Dall’alto dei monti
..dove è collocata la città si do, mina una grande valle e i resti che i nostri occhi hanno
potuto vedere ci hanno messi
, ■ in contatto con un tempo
^ inimmaginabilmente lontano:
; ^ 1.300 anni prima di Cristo.
>- .1 Questo è stato l’avvio, il ro^•1 daggio del lungo percorso che
< ha avuto il suo cuore nell’at' ; tenta visita alla Cappadocia
j'-heir altopiano anatolico, con
meta particolare la valle di
* Goreme (la valle nascosta), in
. cui i fenomeni della natura e
l^nventiva dell’uomo hanno
‘, Causato la formazione di un
luogo incredibile, e per le par' „ ticolarità determinate da feno
' meni vulcanici antichissimi e
per la capacità dell’uomo di
are proprie quelle particolari
>5 situazioni fisiche volgendole
^ ' a proprio favore.
Qui, in un’infinità di celle
scavate nel tufo, vissero in
preghiera i primi monaci, qui
'intere popolazioni si rifugia>rono in città sotterranee per
sfuggire ai massacri dei turchi, qui le chiese rupestri ri/ cavate nelle concrezioni vulTfC^che furono luoghi di preghiera segreti che conservano
;^Mcora nelle loro decorazioni
interne i segni delle vicende
drammatiche legate all’iconoI iclastia e ai primi rapporti
fct^flittuali con l’Islam.
Oggi la Cappadocia'è una
¡meta quasi di moda: per visitaria i»rò in modo corretto e
. toglierne gli straordinari va-a,
^ ■ lori bisogna collocarsi nell’ ‘
* -j.
^ * «
... r.
Gorene: villaggio turco in Cappadocia abitato fino agli anni 50 nelle
grotte naturali della montagna (foto Roberta Peyrot)
ottica delle vicende cristiane
primitive e dei rapporti di
questo mondo nascosto con
la diaspora ebraica, con il
mondo greco che forniva lievito culturale e artistico a
quello romano, con gli itinerari dei commerci e dei mercati che sono stati il tramite
per la scoperta dell’Oriente e
della sua civiltà.
Questi aspetti hanno avuto i
loro punti di riferimento durante il viaggio con le visite a
Perge e Aspendos (il magnifico teatro) e successivamente a
Phaselis, delizia ellenistica sul
Mediterraneo turchese. Le visite a Termessos (un altro nido di aquile) e quelle a Konya
(città sacra a Meylana, grande
saggio della fede islamica, venerato nel suo santuario da
folle di fedeli e ai suoi dervisci danzanti dei quali abbiamo
potuto assistere a una danza
rituale) e ad Antalya (alla frescura antica del suo centro
storico) sono stati i contatti
più immediati e più sollecitanti con la civiltà e la cultura
islamica, antica e meno antica, che hanno avuto il loro
culmine a Istanbul, con la visita al Topkapi, una città nella
città, e con l’immersione in
quéi miracoli dello spazio e
dell’architettura che sono la
Moschea blu e Magia Sohpia.
Ma come non ricordare a
Istanbul la visita al Grande
bazar e alla cultura materiale
che esso esprime (il mercato,
le contrattazioni, l’affollamento, la dimensione senza
fine) e la visione notturna
dalla terrazza dell’ospitalissimo albergo che 6i ha accolti
qui, del profilo della città significativamente centrato su
Magia Sophia illuminata e
splendente? Un viaggio indimenticabile, da ripercorrere
tutto con la memoria, che ha
creato amicizie e solidarietà
nuove in un clima di intensa
partecipazione e di profonda
gioia interiore.
Monteforte Irpino
Campi
per ragazzi
Già da diversi anhi presso il
Villaggio evangelico - Centro
incontri di Monteforte Irpino
(Av) si organizzano campi
estivi per bambini di età compresa tra i 7 e.i 13 anni. Il particolare interessamento delle
famiglie del piccoli partecipanti e fentusiasmo- degli
stessi nelle giornate montefortesi ci spingono a continuare
il nostro lavoro di organizzatori e coordinatori, al fine di
garantire ai nostri piccoli
ospiti momenti di sincera vita
comunitaria. Particolarmente
sentita è stata la partecipazione dei bambini .anche per questa estate 1995. Nel inese di
luglio il Centro ha organizzato due campi: uno per bambini dai 7 ai 9 anni, un altro per
bambini dai 10 ai 13 anni.
Il primo campo (1-9 luglio)
invitava i bambini più piccoli
a scoprire le proprie capacità
creative. Il tema del campo,
coordinato dal pastore Antonio Squljieri con l’ausilio di
Valeria Cutolo è Enzo Giacobbe, è stato: «L’artista che
è in te». Il secondo campo si
è invece svolto nella seconda
decade del mese di luglio e
ha coinvolto ragazzi più grandi, di età compresa tra i 10 e i
13 anni. Un valido supporto
nell’organizzazione e nella
scelta delle attività è stata assicurata dal pastore Antonio
Squifieri e dai coniugi Alfonso e Carmelina Manocchio. Il
tema trattato è stato quello
della «diversità».
Le attività dei bambini
presso il Centro incontri si
sono svolte sia all’interno
della sala-auditorium, sia
aH’estemo, negli spazi verdi e
nell’anfiteatro in pietra costruito all’interno del giardino. Alla festa finale di ciascun campo hanno partecipato i genitori dei bambini, che
hanno assistito alle scenette e
alle danze preparate dai bambini, hanno ascoltato le poesie e i canti in tema con gli
argomenti dei campi.
Chiesa metodista di Roma
i
^ n S'
LUCA BARATTO
Domenica 17 settembre si
è celebrato a Roma, nella chiesa metodista di via XX
Settembre, il culto di insediamento del pastore Valdo Benecchi. A questo importante
momento hanno preso parte
oltre 150 persone, tra cui numerosi rappresentanti di altre
comunità evangeliche romane
e non (le chiese..^valdesi di
piazza Cavour e via IV Novembre, la comunità metodista di Ponte Sant’Angelo, la
comunità di lingua francese,
la Facoltà di teologia, la^comunità di Villa San Sebastiano) per esprimere il proprio
benvenuto al nuovo pastore.
Il culto è stato presieduto
dal sovrintendente dell’XI
circuito, pastore Thomas Elser, che con sobrietà e partecipazione ha ricordato a Benecchi il suo compito e la sua
responsabilità nel mettere i
propri doni al servizio della
comunità in cui è ricevuto,
per mantenere in essa costante la predicazione della parola
del Signore. Responsabilità,
come ha detto la presidente
del Consiglio di chiesa. Maria'
Sbaffi Girardet, in cui egli
non è solo ma è sostenuto
dall’intera comunità, in un
compito di testimonianza che
è di tutti i suoi membri.
Il pastore Benecchi ha voluto rispondere alle parole
che gli sopo state rivenite sottolineando come egli venga
ad inserirsi in un contesto già
avviato, in cui altri lo hanno
preceduto, e ha quindi citato I
Corinzi 3, 6ss, dove Paolo indica la molteplicità degli operai al servizio dpi Signore
(c’è infatti chi pianta e chi
annaffia), ma l’uhicità di Dio,
l’unico che può «far crescere» e prosperare l’opera sua.
La predicazione, tenuta dallo stesso pastore Benecchi, si
Il pastore Valdo Benecchi
è concentrata sul tema della
«memoria», riferito in particolare al centenario Che la
Chiesa metodista di via XX
Settembre si appresta a celebrare i prossimi 11 e 12 novembre. Partendo dal testo di
Deutefonomio 26, 1 -10, ^Benecchi ha sottolineato come
la parola memoria non indichi semplicemente un insieme di ricordi frammentari del
nostro passato, ma piuttosto
stia a indicare «il mondo, la
storia, la cultura,-la tradizione
che ci hanno formati^». Nel
nostro specifico di credenti,
ricordare gli eventi passati significa rifare oggi l’esperienza dello stesso Signore e salvatore delle generazioni che
ci hanno preceduto^ e fermarsi quindi a riflettere sul nostro
fare di oggi e sul nostro progettare per il futuro. "
Al termine del culto è seguito un breve momento conviviale in cui ognuno ha potuto salutare direttamente il pastore Beriecchi e sua moglie
Piercarla, augurando loro
l’inizio di un fruttuoso periodo a Roma, benedetto dalla
mano del Signore.
Triveneto
Nasce la
Consulta
per l'Evangelo
Il 1° luglio si sono riuniti a
Belvedere (presso Bassaflo,
Vicenza) 26 credenti di varie
realtà evangeliche nel Triveneto, la gran parte dei quali
ha accettato l’atto costitutivo
della «Consulta del Triveneto
per l’Evangelo» e stabilito un
comitato esecutivo. '
La Consulta dovrà essere
un organo che permetta agli
interessati di incontrarsi,
scambiare esperienze e valorizzare quei doni spirituali
che il Signore elargisce ai credenti, senza creare legami o
catene. Lo scopo è di evangelizzare e portare un risveglio in questa zona. Questo
incontro era stato preceduto
da altri quattro, nei quali si
iniziava a conoscersi e a preparare la base generale della
Consulta. A questo primo ciclo hanno partecipato circa 40
persone. Sono stati eletti per il
comitato esecutivo; Antonio
Arrigucci (presidenté), Claudio Manon, Antonio di Lullo,
Gino Mazzoccoli, Aldo Campos, Mario Pangos, Giuliano
Soveri e Pierino Zingg. L’indirizzo della segreteria è presso Pierino Zingg, via Postgranz 8c, 39012 Merano (Bz),
fax 0473-222490.
Un ciclo estivo di conferenze di evangelizzazione a Torre Pellice ^
Il tempio rimane aperto per discutere
di religione^ fede^ politica e chiese
MIRELLA ARGENTIERI BEIN
A cura della Commissione
evangelizzazione della
Chiesa valdese di Torre Pellice e nel quadro delle attività
del «Tempio aperto» 1995, i
pastori Giorgio Tourn, Domenico Maselli e Giorgio
Bouchard hanno tenuto tre
conversazioni seguite da dibattito alla presenza di un
folto pubblico. '
Domenica 30 luglio il binomio «Religione e fede» è
stato analizzato da Giorgio
Tourn. L’argomento è stato
riproposto alla nostra attenzione anche dal pensiero di
Dietrich Bonhoeffer, studiato
nell’ambito del collettivo
«Giovanni Miegge» e oggetto di tante manifestazioni nel
corso dell’anno. La religione,
in quanto bisogno di ritualità
(nel quadro di rassicuranti
tradizioni che non ci mettano
in questione), non è sinonimo
di fede, anzi può diventarne
la negazione se ci astrae dal
mondo in cui essa deve essere vissuta.
' Tuttavia non è escluso che
dalla routine della religione
possa nascere la fede così come la fede rischia a sua volta
Davanti al tempio valdese di Torre Penice
di scadere nella religione. La
sera del 6 agosto Domenico"
Maselli, «un credente a Montecitorio» (come egli stesso
ha desiderato essere definito), richiesto di spiegare la
sua decisione di coniugare
l’attività di pastore con quella di deputato, ha dichiarato
di non riscontrarvi contraddizione. Ha visto la possibilità
di vivere la propria fede in un
ambito diverso, in una visione rigorosamente laica, e in
risposta anche alla richiesta
di molti suoi concittadini non
credenti. Di questa possibilità
Maselli ha offerto esempi
concreti hCl suo stile discorsivo e accattivante.
Il terzo incontro, il 20 agosto, verteva sul tema «Chiesa
e sette», presentato da Giorgio Bouchard. L’oratore, do
po aver precisato le sue convinzioni di credente evangelico riformato, ha messo in
evidenza-come la setta nasca
per reazione all’immobilismo
dell’istituzione-chiesa (è possibile che in seguito la setta
stessa divenga a sua volta
chiesa e ne acquisisca pregi e
difetti).
Bouchard ha illustrato con
grande conoscenza di causa
la genesi e le caratteristiche
delle molte «sette» esistite e
esistenti, deplorando vivamente la superficialità delle
critiche con cui esse vengono
spesso «liquidate», e citando
le tragiche vicende dì persecuzioni subite anche da altri
credenti per la redéltà ai propri principi (dagli ahabàttisti
ai Testimoni di Geova). Par
accogliendo còme giusto il
severo richiamo ci resta il
rammarico che, per l’esiguità
del tempo, non sia stato pos-‘
sibile chiàrire meglio il càncetto di . chiesa in senso neotestamentario come bussola
orientati và nel grande mare^
dei movimenti religiosi, settari o meno. Il nostro grazie
àgli oratori e al pubblicò,
quesf’annb particolarmente
attento e partecipe. ’
. a/".,.
¥
4
RffORMA
VENERDÌ 6 OTTOBRE 199.^;
Gemellaggio tra la Chiesa valdese di Pinerolo e fa Chiesa riformata deH'Annonciation
La»Riformà calvinisti unisce due chiese
che si sono incontrate 450 anni dopo
Cìjpca quattro anni fa erano
iniziati (fci contatti tea la jcoomnità valdese di Pinerolo e
quella riformata di Passy
. (Parigi) e Un culto in comune
, si .era svòlto a Piiterolo. I
contatti proseguiti nel tem^
hanno portato ora ad un in. contro â Parigi: un gruppo di
. partecipanti è stato fraternamente accolto, nelperiodo
dal 14 al 17 settembre^ dall
’iinportante comunità (Eglise
Réformée de l’Annpnciation)
il cui tempio è situato in pieno centro della metropoli.
L’incontro ha avuto il suo
momento saliente nel culto
domenicale, dedicato anche
alla ripresa delle attività e alla
consegna della Bibbia ai partecipanti al corso del precatechismo. Il culto è stato condotto dal pastore. Jean-Marc
VioUet per la''liturgia e dal
pastore Bruno JTron per la
predicazione., fondata sul testo di Matteo 5, 13-16: «Vous
êtes le sel de la terre
Vous êtes la lumiàfe du monde». Oltre ai canti previsti dal
culto, il gruppo di Pinerolo ha
eseguito anche due inni.
Il secondo momento importante si è avuto nel pomeriggio, quando le due comunità
hanno fraternizzato e sono
stati ricordati i secolari legami
che uniscono i valdesi alla :
terra di Francia e, agli ugonotti- Particolarmente api^ezzato
l’intervento del prof. Corsani
che, dopo aver ricordato le
origini lionesi del movimento
valdese, ha menzionato i legami più importanti, quali l’adesione alla Riforma calvinista
nel 1532; la Confessione di
fede di La Rochelle, adottata
in sostanza dalla Chiesa valdese; il comune sforzo missionario nella Société des
missions di Parigi e poi nella
Cevaa; l’opera alle Valli di
pastori ugonotti, già nel XVI
secolo e soprattutto nel XVII,
aiuto significativo che portò
anche al consolidamento della
lingua francese alle Valli. 11
pastore Viollet ha anche ricordato la Bibbia di Olivetano
che, con la sua traduzione dagli originali, è stata a lungo
fondamentale per tutti Ì riformati di lingua francese.
Saint-Germain-rAuxerrois che sorge davanti al fronte orientale del Louvre
Un’altra parte molto importante dell’incontro è stata
dedicata alla scoperta o riscoperta dei luoghi ai quali sono'
legati i principali avvenimenti della storia del protestantesimo a Parigi. Guidati da due
specialisti in materia, abbiamo visitato per prima la chiesa di Saint-Germàin-desPrès, anticamente abbazia,
della quale fu abate Guillau-:me Brieonnet. Vescovo di
Meaux, egli attirò presso di
sé il celebre umanista Jacques^Lefòvre d’Etaples, ben
conosciuto per il concetto
della giustificazióne per fede,
espresso nei suoi commentari
a Paolo, e più tardi anche Farei, costituendo il cerale de
Meuicc, culla della Rifórma
in Francia.
Si è percorsa in seguito la
me Visconti (anticamente me
des Marais Saint-Germain)
nelle cui case, ora scomparse,
si celebravano i culti. In una
di esse si tenne clandestinamente il Sinodo nazionale costitutivo della Chiesa riformata di Francia (1559). Dopo
una sosta nel cortile del Louvre, carico di memòrie stori
che, si è poi arrivati, presso il
tempio deirOratoire, davanti
al monumento a Coligny .
A quel momento la nostra
guida, che è anche un valente
storico, non ha mancato di ricordare che esiste nella storia
del protestantesimo francese
uno spartiacque che può essere situato attorno all’anno
1561: sino ad allora i riformati subiscono le persecuziopi senza reagire con la violenza e il movimento è in
espansione; dal 1562 in poi si
scatenano le guerre di religione e non si potrà evitare
un lento declino. Coligny
stesso, che pure era uomo
d’armi, era contrario all’uso
della forza da parte protestante: solo un insieme di tragiche circostanze lo porteranno a mettere la sua spada al
servizio della cause.
Questa grande figura di uomo leale e di soldato valoroso
ha avuto anche un significativo riconoscimento da parte
del Comune di Parigi, che gli
ha dedicato nel 1972 la via
davanti alla chiesa di SaintGermain-l’Auxerrois, che nel
lontano 24 agosto 1572 diede
il segnale della Saint-Barthélemy, di cui Coligny fu la più
illustre vittima. .
Un’ulteriore visita storica
ha poi avuto luogo a Poissy,
nella stupenda tenuta di un
membro di chiesa. Si .è così
visitato Ü terreno su cui sorgeva l’antica abbazia sede
del famoso colloquio di Poissy del 1561, a cui partecipò
TÎbéodore de Bèze. Convocato in vista di un accordo dottrinale tra cattolici e protestanti, terminò, come si sa,
senza alcun risultato. Un giro
interessante è stato anche
queUo al castello di Fontainebleau, sia pure limitato all’
esterno, ma senza dimenticare l’editto che vi fu firmato
da Luigi XIV il 18 ottobre
1685, che revocava quello di
Nantes del 13 aprile 1598.
Quale concreto risultato
dell’incontro si è formulata la
proposta di gemellaggio delle
scuole domenicali delle due
comunità, con l’impiego di
un materiale di studio in comune. 11 migliore augurio è
che, con questa e altre iniziative, si mantengano vivi i rapporti tra le due chiese.
J
Campagna di evangelizzazione delle chiese battiste di Puglia e Basilicata
In giro per i quartieri distribuendo volantini
poi^ la sera^ la testimonianza in chiesa
MCpU NUZZOUSE
potranno invo^ V-'. care il Signore, se
non hanno creduto? E come
potranno credere inalai, se
non ne hanno Sentito parlare? E come ne sentiranno
parlare, se nessuno lo annunzia?» (Romani 10,14).
Ha avuto luogo dal 21 agosto al 24 settembre una campagna di evangelizzazione
delle chièse battiste di Puglia
e Basilicata. L’attività è stata
svolta dal missionario scozzese David Mac Parlane per
alcune comunità che avevano
dato la loro adesione. Il pastore Mac Parlane attualmente è reggente della Chiesa
battista di Altamura, ed è qui
con la sua famiglia da un anno: nella nostra comunità sta
portando un rinnovamento liturgico e spiritutde soprattutto nel canto, anche per le sue
doti di buon chitarrista. La
campagna è stata promossa
da Mac Parlane, animata e
sostenuta con il supporto di
un gruppo musicale di una
comunità evangelica di Perugia e di un gruppo di giovani
provenienti da Scozia e Inghilterra: in tutto una dozzina
di persone che sono state
ospitate (meglio dire accampate) nei locali sussidiari della nostra chiesa per mangiare
è dormiré, occupando il bal,Iatoio, le salette della scuola
dcnnenicale e anche l’ufficio
df segreteria, non èssendoci
ancora la disponibilità del
nostroCentro sociale.
L’attività ha avuto un carattere un po’ vecchio stile:
in giro petr i quartieri intorno
al locale di culto nei pomeriggi, con distribuzione ogni
giorno di centintùa di foglietti di invito, suonando e cantando inni di lode al Signore
e conversando con la gente;
l’invito era a partecipare la
sera nel locale di culto all’
ascolto di messaggi, testimonianze, canti e predicazione
tematica su «Una fede per i
nostri tempi». Ha collaborato
alle varie serate conclusive
per ogni chiesa la pastora
Elizabeth Green, con una
predicazione puntuale siri tema, molto eloquente e vibrante. Per quel che d riguardà dui ad Altamura, durante le tre serate abbiamo
avuto la presenza ogni sera di
una ventina di visi nuovi, che
si sono presentati e hanno
partecipato anche con qualche emozione.
Non avevamo particolari
pretese: abbiamo solo cercato
di svolgere uno dei principali
compiti dei credenti, l’annunzio dell’Evangelo con impegno a farsi portavoce fuori
delle quattro mura domesti
che; ci associamo in questo a
quanto ha scritto recentemente il pastore Piero Bensi. Tutto sommato però qualche piccolo frutto si è già visto: le
chiese si sono mobilitate (e
non era facile, essendosi perso un po’ quel gusto d’un
tempo per l’evangelizzazione), e abbiamo rivisto simpatizzanti, figli e nipoti che non
partecipavano da tempo alla
vita della chiesa; non sono
mancati gli appelli a «decisioni di conversione» ad ogni
serata conclusiva in vari casi
ha funzionato. E questo un
buon incoraggiamento ad andare avanti.
L’esperienza sarà ripresa
nella primavera prossima in
modo più organico e articolato. Un grazie dunque al pastore Mac Parlane e al gruppo di supporto nonché alla
pastora Green per l’entusiasmo che hanno profuso.
Mestre: iniziative degli avventisti
In piazza per i
bambini di CernobiI
Dopo soli tre anni di permànenza nèl Veneto il pastore Daniele Bastari, responsabile per le chiese avventiste
di Mestre-Treviso e Conegliano Veneto, ha chiesto e
ottenuto di poter continuare il
proprio ministero a Sciacca,
in Sicilia, in modo da poter
assistere anche i vecchi genitori. Durante il suo ministerio
è stato possibile iniziare un
fraterno dialogo e dei fraterni
incontri di culto con le comunità valdese e metodista, battista e avventista. 11 suo posto
sarà preso quanto prima dal
pastore Patrizio Callieri, con
cui il percorso iniziato potrà e
dovrà continuare.
Anche quest’anno le tre comunità avventiste della zona
hanno dato pubblica testimonianza della propria fede è
raccolto fondi per aiutare i
bambini di CernobiI ospitati
dalle strutture avventiste italiane e i malati di Aids della
casa Eben-Ezer di Mestre. La
piazza prescelta è stata lesolo, per ben due sabati pomeriggio, dove si è esibito il
complesso «Gospel» della comunità avventista di Sesto
San Giovanni. Le offerte rac
' colte sono state di oltre due
milioni di lire.
Intanto una nuova struttura
provvisoria per malati di
Aids è sorta nel centro storico di Venezia. Come annunciato alle comunità valdese e
avventista si era presentata
un’emergenza per due malati
privi di permesso di soggiorno. Così, dall’inizio di luglio,
come comitato «11 sostegno»
abbiamo «prelevato» il loro
appartamento in affitto e pensiamo al loro mantenimento
nonché alle bollette varie per
una media di due milioni di
lire mensili. Il Comune è intervenuto con un contributo
straordinario di 600.000 lire
mentre i medici dell’Isola
delle Grazie curano, in day
hospital interno, gli attuali
due malati ai. quali potrà aggiungersene un terzo. Unitamente alla Ussl del centro
storico, si spera di pt)ter dar
vita per fine ottobre a un corso di formazione per volontàri, mentre il responsabile
dell’Opera sociale avventista
di Mestre ha dato la propria
disponibilità per una pubblica
manifestazione per raccogliere fondi. .
Un libro che dura tutto l'anno
«Un giorno
una parola»
È uscita di recente, a cura
dell’editrice Claudiana di Torino, la traduzione delle letture bibliche quotidiane dei
Fratelli moravi per il 1996 (in
tedesco Losungen in quanto il
breve testo deH’Antico Testamento proposto viene tratto a
sorte fra una selezione di migliaia di pqssi biblici) che per
ogni giorno dell’anno offre
per la meditazione un versetto dell’Antico Testamento,
uno del Nuovo e un breve
spunto di riflessione.
Le Losungen originali sono
giunte al 266“ anno consecutivo di pubblicazione e sono
da tempo diffuse in numerose lingue. Per quanto riguarda il nostro paese ci furono
in passato alcuni tentativi di
proporre anche ai credenti
italiani una «pausa di riflessióne» giornaliera, cpn il richiamo al testo biblico e l’invito alla preghiera, attraverso
questo semplice strumento.
Finora l’iniziativa non aveva
riscosso molto successo, tanto che ogni volta era stata accantonata.
Dall’anno scorso la Federazione dèlie chiese evangeliche ha rilanciato la proposta.
Abbonamento
alla rivista
per l’anno 1995-96
Abbonamsnto per rintomo........................L. 28.000
Abbonamento sostenitore per linterno...........L. 50.000
Abbonamento per l’estero.......................L. 32.000
6 0 più abbonamenti
allo stesso Ìndh1&o (l’uno)....................L. 25.000
Un numero separato...............................L. 14.000
da venti« ul t.c.fi. n. 18345223 Intectaio a «Comitato Sooolo Domanltwll». via .
, Porro Lambertaoslil 28 ■ 20159 Mllaoo .
la Claudiana l’ha accolla, e i
risultati sono andati oltre le
aspettative: le 4.000 copie tirate (prima edizione e due ristampe) sono state tinte esaurite. I lettori sono sojirattuttQ
evangelici, ma vi sono anche
parecchi cattolici c diversi
«senza chiesa», il cne crea
una bella comunione ecumenica nella meditazione quotidiana della Scrittura.
Il volumetto relativo al
1996, notevolmente migliorato nella grafica rispetto a
quello dell’anno in corso, inizia con una preziosa introduzione del prof. Paolo Ricca e
contiene, prima degli spunti
giornalieri, sette suggerimenti
di preghiere di gratitudine,
confessione di peccato e intercessione, di argomenti vari, che possono accompagnare la meditazione quotidiana.
Ci auguriamo che la pubblicazione possa proseguire
ad multos annos, riscuotendo ,
un successo crescente, ed
esortiamo caldamente i nostri
lettori a procurarsene non solo una copia per sé ma ad acquistarne più copie per regalarle a parenti, amici e conoscenti.
5
Immigrati fanno la fila davanti alla questura
jjfederazione delle chiese evangeliche
Per una legge giusta
immigrazione
n
Il Servizio rifugiati e mi
franti della Federazione delchiese evangeliche in Italia
lancia un appello a tutte le
. realtà evangeliche che operano nel campo dell’immigra_ zione per sostenere la causa
% degli immigrati di fronte a
^■ progetti di legge particolarmente restrittivi.
Le posizioni che il Servizio
. ^Itnigranti, insieme ad altre associazioni laiche e religiose,
tenta di portare avanti, sono
state rese note su «Riforma»
n. 36 del 29-9-95.
Il Servizio migranti chiede
di inviare una lettera, della
quale indichiamo una possibile traccia nelle righe qui
appresso, alla I Commissione
Affari Costituzionali - Camera dei deputati - piazza Montecitorio - Roma (fax 0667604261) e rivolta ai capigruppo della Camera.
W' ■
Lettera alla Camera
A tutti i capigruppo della
jgfsC-amera.
" , fi Come cittadini responsabili
chiediamo al Parlamento e in
particolare alla 1 Commissione una legge sull’immigrazione che tenga conto sia del bi¿ sogno di sicurezza del cittadino italiano che della tutela dei
diritti fondamentali degli stra
-k . . .
f - Chiediamo ai partiti di
non strumentalizzare l’argomento dell’immigrazione per
^ scontri politici tra le diverse
'■^1 forze, convinti che i valori
della giustizia, della solidarietà e della responsabilità
verso il cittadino fanno parte
del patrimonio di tutti.
- Chiediamo che una legge
sull’immigrazione affronti in
modo efficace i problemi più
urgenti di questo fenomeno
introducendo una gamma di
strumenti per affrontare le diverse situazioni di irregolarità
o di disagio grave in modo
efficace.
- Chiediamo in particolare
di:
1) salvaguardare il diritto
aH’integrità e all’unione familiare, e specificatamente di
regolarizzare le persone che
si trovano sul territorio per un
ricongiungimento farruliare di
fatto;
2) regolarizzare la posizione delle persone che hanno
un rapporto di lavoro di fatto;
3) creare norme per il lavoro stagionale, ammettendo i
lavoratori stranieri che attualmente si trovano sul territorio
anche in stato di irregolarità;
4) combattere la speculazione sugli ingressi clandestini aprendo canali d’ingresso
per lavoro legale in Italia corrispondenti alle esigenze del
mercato del lavoro italiano;
5) migliorare la legislazione per i richiedenti asilo e i
rifugiati.
- Chiediamo che qualunque modifica alle norme sull’
espulsione tenga in dovuto
conto il diritto al ricorso effettivo e garantisca i diritti
previsti dalla Costituzione
italiana e dalle Convenzioni
internazionali ratificate dall’
Italia.
Chiesa metodista di Terni
Giornata comunitaria
Domenica 17 settembre la
Chiesa metodista ha avuto una
giornata comunitaria e, in tale
occasione, è stata allietata dalla visita di un gruppo di fratelli tedeschi provenienti da diverse parti della Germania, in
vacanza in Italia, accompagnati dal prof. Paolo Ricca.
La giornata è cominciata con
il culto bilingue, presieduto
dal pastore Ricca che ha predicato sul capitolo della Genesi che narra il sogno di Giacobbe a Bethel. Un momento
particolarmente sentito è stato
quando la comunità, raccolta
in cerchio attorno al tavolo
della Santa Cena, ha ripetuto
le parole del Padre Nostro tenendosi per mano.
Al culto è seguita l’agape
fi"atema, preparata da alcune
sorelle del comitato femmini
le, a cui hanno partecipato anche i fratelli della comunità di
Perugia. Al termine del pranzo è stato aperto il bazar che
comprendeva, oltre i lavori di
cucito, anche lavori di piccolo
artigianato quali manufatti in
legno, rame e corda, tutti eseguiti da fratelli e sorelle di
chiesa, il buffet e una ricca
pesca per i più piccini.
Durante il pomeriggio abbiamo ricevuto la visita di alcuni fratelli della Chiesa valdese di Forano Sabino accompagnati dal pastore Eugenio
Rivoir e da sua moglie Doranna. La giornata è stata molto
allegra ed ha arricchito spiritualmente tutti i presenti, che
hanno potuto sperimentare come la comunione fraterna abbatta tutte le barriere, comprese quelle di lingua.
Vita Delle Chiese
Chiesa valdese di Villasecca
Uno sguardo alle
attività dell'estate
PAG. 5 RIFORMA
DopoJI voto popolare di Zurigo,
No alla separazione
tra chiesa e stato
CLAUDIO TRON
Alcune giornate festose
sono state vissute da varie famiglie o dalla comunità
nel suo insieme.
Si sono sposati Renzo Costantino e Tiziana Bertetto;
Fabrizio Maurino e Lucia
Clot; Dario Massel e Paola
Gaido; Eddy Benech e Silvia Sartore, Fiorella Peyronel e Ugo Fantini. Molti cari
auguri agli sposi e alle loro
famiglie.
La comunità ha avuto il piacere di incontrare i pastori
Schneider e Janavel, che hanno prestato servizio in passato
a ViUasecca, e ha ricevuto nel
corso dei culti e riunioni
all’aperto i messaggi anche di
Milena Martinat, Flavio Micol, Elvio Peyronel, Dario
Tron, Karola Stobaus (Centro
diaconale «La Noce» di Palermo), Sergio Rostagrio («I problemi etici nella riflessione
teologica recente») e Renato
Maiocchi («Le chiese battiste
in Italia»). Il 12 agosto ha
avuto luogo l’agape fraterna
con gli amici di Marsiglia.
I bambini e i ragazzi delle
comunità di Villasecca, Perrero-Maniglia e Massello hanno
avuto il loro ormai consueto
campo estivo a Massello con,
crediamo, piena soddisfazione
dei partecipanti. Sempre occasione di festa, oltre alle riunioni estive, sono i culti a
Combagarino in cui si incontrano persone che tornano tra
noi solo ogni tanto. Ringraziamo tutti coloro che hanno
collaborato alla buona riuscita
degli incontri.
Ben Mamoiin Abdellatif,
«chauffeur» di autocarri, con
la sua piccola famiglia, moglie, bimbo di tre anni, abita
da noi in uno degli alloggi
della chiesa. Sono di nazionalità marocchina e di religione musulmana. Considerando che lavorano e che sono una famiglia, l’accoglienza è in un certo senso facile.
Comunqup, benvenuto Abdellatif con la tua famiglia!
Gli stabili hanno finalmente
ricevuto alcuni interventi di
peso: al tempio di Villasecca
è stata rifatta la facciata, abbassata l’imboccatura del camino, rimesse le grondaie,
consolidato l’appoggio della
capriata centrale del tetto; il
Concistoro intende proseguire gli interventi, con la tinteggiatura interna, rimpianto
elettrico, il portone di entrata;
sono state rifatte le grondaie
ai locali dei Chiotti; al momento in cui scriviamo altri
lavori si stanno facendo alla
scuola del Trussan, al tempio
di Combagarino (facciata) e
alla cucina dei Chiotti.
Ai vari lavori hanno collaborato intensamente dei volontari, che ringraziamo per il
loro aiuto prezioso. Ringraziamo sentitamente anche tutti coloro che hanno già contribuito e contribuiranno finanziariamente. In particolare
ringraziamo il Comune di
Perrero che ha contribuito per
il tempio di Villasecca con la
somma di £. 500.000. Grazie
anche a tutti coloro che hanno
portato carta da riciclo alla
casa pastorale. Ricordiamo
che questa viene poi consegnata alla raccolta di Pomaretto e i proventi sono devo-^
luti alle iniziative a favore del
Madagascar, a cui lavora anche il gruppo giovani del circuito.
La nostra chiesa conta ancora un discreto numero di
giovani, quasi tutti presenti in
qualche attività (filodramma
Veduta di Villasecca superiore
fica, riunioni quartierali, qualcuno anche al culto, scuola
domenicale, alcuni culti sono
stati tenuti dai giovani; uno
anche a Massello). La lamentela che si sente a volte sull’
assenza dei giovani riguarda
al massimo' il culto domenicale, e questo ovviamente, ci
dispiace, ma è necessario tener presenti anche le altre attività. Vorremmo riuscire a
far sentire meglio ai giovani
l’apprezzamento per quello
che fanno. Ci proponiamo,
quindi, di incontrarli, magari
quando la filodrammatica riprenderà la sua attività, intanto per invitarli a iscriversi come membri elettori. Poi potremmo ipotizzare alcune attività in cui siano particolarmente presenti: gruppo filodrammatica, gruppo culti e
altri eventuali.
Torino
Corsi per
predicatori
Il corso triennale per i ministeri locali nella chiesa, organizzato dal IV circuito della
Chiesa valdese e dall’Associazione chiese battiste in Piemonte, riprenderà a partire da
sabato 7 ottobre, alle ore 15,
in via Bertela 63, nei locali
adiacenti alla chiesa battista
di Torino via Passalacqua.
Il corso prevede 15 materie
che vengono svolte in sei semestri, nei periodi ottobregennaio e marzo-giugno: ogni
materia sarà seguita da un
colloquio finale di valutazione. Il corso (che è giunto alla
sua seconda edizione) è ricominciato nell’autunno del
’94: il semestre che inizia è
dunque il terzo. Ciò non preclude a nessuno la possibilità
di inserirsi, anche se ha saltato i primi due semestri.
Da ottobre a gennaio gli incontri verranno tenuti dai pastori Giorgio Bouchard («Le
chiese evangeliche in Italia»,
14/10, 18/11, 16/12) e Emmanuele Paschetto («Storia
del cristianesimo dalla Rifórma ai giorni nostri», 7/10,
4/11, 2/12, 13/1), il sabato
pomeriggio, dalle\15 alle 18.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a Gino Dentico, corso Traiano Ì3, 10135 Torino,
tei. 011-618079.
Con 193.822 voti contrari e
105.452 a favore è stata respinta nettamente nel cantone
di Zurigo l’iniziativa che
chiedeva la separazione della
chiesa dallo stato.
Poiché consideriamo il rapporto tra lo stato e la chiesa
nel cantone di Zurigo un rapporto di collaborazione libera
e di reciproca fiducia, nel
quale i limiti é le responsabilità dell’uno non sono nocivi
alla missione dell’altra, non
possiamo che rallegrarcene.
Sarebbe tuttavia espressione di una scarsa sensibilità
evangelica, oltreché di grande
miopia politica, se quel verdetto popolare finisse, .magari
anche involontariamente, per
ingenerare pensieri di autocelebrazione nei «vincitori», o
con l’invogliarli a lasciare
tutto com’era prima. Senza timore di esagerare ma con la
calma certezza di essere nel
giusto riteniamo che l’ora che
stiamo vivendo riporti d’attualità la questione della riforma della chiesa. C’è un momento per così dire teorico. Si
tratta di accertare se siamo disposti a considerarci in distretta, a implorare il Signore,
a umiliaci profondamente davanti a lui, a rivolgergli le nostre preghiere, perché ci aiuti ì
a fare scaturire dalla fede antica, dalla Scrittura, una parola nuova per l’oggi che ci
aiuti a liberarci dai nostri
conformismi e dalle nostre infedeltà. Poi, altrettanto importante, è il momento pratico:
proprio perché siamo protesi
verso il Signore, possiamo essere critici verso le strutture
tradizionali, i programmi consueti per creare nuove realtà
in cui incarnare la fede dei
singoli e della chiesa. .
Più attuale che mai suona in
quest’ora il detto di Gesù;
«Nessuno che abbia messo
mano all’aratro e poi riguardi
indietro, è adatto al regno di
Dio» (Luca 9, 62). Possano le
energie, T intelligenza che abbiamo visto all’opera in questi
mesi essere ora convogliate
con altrettanto zelo sul problema centrale che sta dinanzi
a noi: la riforma della chiesa.
La chiesa evangelica di lingua italiana a Zurigo
Cronache
PRAMOLLO — Tutta la comunità si rallegra col proprio pastore Winfrid Pfannkuche che il 30 settembre, nel tempio
di Pinerolo si è unito in matrimonio con Nadia Delli Castelli e chiede al Signore di benedire questi sposi e di dare
loro una vita felice e colma di soddisfazioni.
• Domenica 8 ottobre avremo un culto speciale, presieduto
dal pastore Ruben Vinti, nel corso del quale Verrà insediato
il nuovo pastore della comunità, appunto Winfrid Pfannkuche. Seguirà un pranzo comunitario che sarà anche un’occasione per salutare il pastore Vinti e signora e ringraziarli per
il lavóro svolto in mezzo a noi in questi anni passati e per
dare il benvenuto al nuovo pastore e augurargli un sereno e
proficuo lavoro. Domenica ci sarà il culto di inizio attività.
• Ringraziamo di cuore Florence Vinti e Franco Siciliano
per i messaggi' rivoltici nel corso dei culti da loro presieduti,
rispettivamente il 3 settembre e il 1° ottobre.
• Ci ha lasciati improvvisamente, all’età di 67 anni, la sorella Ilda Long Soulìer (Case nuove dei Ciotti). Ai familiari
giunga l’espressione di fraterna solidarietà cristiana.
SAN GERMANO — Un momento molto bello di comunione
fraterna è stato vissuto domenica 24 settembre, quando un
gruppo di una quar^tina di persone si è recato in visita alla
chiesa di Coazze. Due realtà diverse, la numerosa comunità
delle Valli e il piccolo gruppo della diaspora, hanno avuto
così modo di porsi a confronto, arricchendosi ognuna dei
doni dell’altra. In particolare, assistendo a un concerto di
musjca classico-araba per liuto é chitarra offerto alla popolazione, abbiamo potuto scoprire la capacità di questa piccola chiesa di aprirsi alla città.
• Nel corso degli ultimi mesi abbiamo avuto modo di ess,ere
lieti con chi è nella gioia e di piangere con chi è nel lutto. È
stato celebrato il battesimo della piccola Noemi Baret, di
Giorgio e di Beate Scheidegger; sono mancati invece Adele
Meynier ved. Giacone, di 87 anni, Oreste Richard, di 67
anni, Evelina Long ved. Canonico, di 80 anni e Ugo Gallian, di 51 anni. In tutte queste occasioni, quelle liete e
quelle tristi, abbiamo voluto portare lo stesso messaggio:
che la nostra vita ha senso soltanto quando riposa nelle mani del Signore che ci ha amati in Cristo.
AOSTA — Durante Testate hanno presieduto il culto, oltre al
pastore Marchetti, il pastore Gregorio Plescan, i predicatori
locali Wanda Monaia, Carlo Monaia, Sandro Di Tommaso
e il professore di teologia nel Wiirttenberg Dieter Stoodt; a
tutti loro va la nostra riconoscenza.
• È stato celebrato il matrimonio di Andrea Peloso e Irene
Chiarie, ai quali rinnoviamo fraterni auguri.
• Domenica 1° ottobre con il culto di Santa Cena abbiamo
iniziato il nuovo anno di attività che segna la ripres^ della
scuola domenicale, deTcatechismo e degli studi biblici.
6
PAG. 6 RIFORMA
Della Parola
VENERDÌ 6 OTTOBRE 1995
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MARIO CONETTI
Si può leggere questo brano
del Vangelo di Luca alla
luce di una questione di fondo: la relazione tra la persona
e il Cristo, il rapporto che si
stabilisce, o non si stabilisce,
tra la singola persona, uomo o
donna, e l’evento Cristo. Il
problema iniziale sarà il significato del Cristo per resistenza umana, e le risposte che in
quanto esseri umani possiamo
dare al Cristo. Queste domande forniscono un percorso di
lettura, una «pista» che ci
conduce a trovare, per questa
pericope, un significato che
sia davvero rilevante per noi,
per la nostra vita.
L'incontro con il Cristo
Il punto di partenza, il momento iniziale, di questo
• percorso è dato da un fatto assolutamente eccezionale,
; straordinario nel senso letterale del termine, perché va al di
là delle nostre esperienze ordinarie. Nei racconti evangeUci questa esperienza è descritta come un incontro tra perso* \ ne: il Cristo è una persona che
incontra altri individui. È mutile sottolineare non solo come per noi questo sia impossibile, ma come un’esperienza
di questo tipo fosse impossi
A partire da questa esperienza si rendono possibili dei
modi di essere, degli «stili di
vita», diversi: a seconda di
quale sarà la nostra reazione,
di come ci poniamo nei confronti dell’evento Cristo.
Il significato
dell'evento Cristo
Diciamo che l’esperienza
dell’incontro con il Cristo è un momento eccezionale, di cruciale importanza,
perché questo evento ha un significato straordinariamente
importante per Desistenza
umana. Luca 7, 36-50 cerca di
chiarire questo significato con
due immagini: la remissione
dei peccati é l’andare in pace.
Per dare senso all’immagine
della «remissione dei peccati»
bisogna proporre una possibile definizione di peccato. Soeren Kierkegaard, il grande filosofo e teologò luterano danese del secolo scorso, ha cercato di descriverlo così: «La
dottrina cristiana del peccato
è il diritto che il divino si permette di rivendicare sull’umano... Ci vuole una rivelazione
di Dio per insegnare all’uomo
che cos’è il peccato» (La malattia mortale, tr. it. di Meta
«Uno dei farisei lo invitò a pranzo; e Gesù, entrato in casa del fariseo, si mise a tavola. Ed ecco, una donna che era
in quella città, una peccatrice, saputo che egli era a tavola
in casa del fariseo, portò un vaso di alabastro pieno di olio
profumato; e, stando ai piedi di lui, di dietro, piangendo,
comincio a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i
suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva
con Volto. Il fariseo che lo aveva invitato, veduto ciò, disse
fra se: “Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è
questa che lo tocca; perché è una peccatrice”. E Gesù, rispondendo gli disse: “Simone, ho qualcosa da dirti”. Ed
egli: “Maestro, dV pure”, “Un creditore aveva due debitori; l’uno gli doveva cinquecento denari e l’altro cinquanta.
E poiché non avevano di che pagare condonò il debito a
tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?”. Simone
rispose: “Ritengo che colui al quale ha condonato di più”.
Gesù gli disse: “Hai giudicato ret^mente”. E, voltatosi
verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Io
sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell’acqua
per i piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li ha
asciugati con i suoi capelli Tu non mi hai dato un bacio;
ma lei, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi Tu non mi hai versato l’olio sul capo; ma lei mi
ha cosparso di profumo i piedi Perciò, io ti dico: i suoi
molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato;
ma colui a cui poco è perdonato, poco ama”. Poi disse alla donna: “I tuoi peccati sono perdonati”. Quelli che erano a tavola con lui, cominciarono a dire in loro stessi:
“Chi è costui che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse
atta donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace”»
(Luca 7, 36-50)
bue anche per i primi lettori
dei Vangeli. Ma l’immagine
deirincontro tra persone descrive molto bene quanto viene vissuto nell’«ascolto» (la
lettura, la riflessione, la comprensione profonda, quasi un
processo di assorbimento) del
Nuovo Testamento; perché
r «ascolto» del Nuovo Testamento ci coinvolge, ci interroga, tanto in profondità, in
un modo così complesso e
completo, molto più di quanto
non faccia di solito la parola
scritta; ci coinvolge come éi
coinvolgono certe persone
che incontriamo. È un’esperienza che non ci lascia indifferenti, non possiamo ignorarla o rimuoverla, tende a diventare uno dei momenti più
importanti e decisivi della nostra vita, un fatto di importanza cruciale, qualunque sia la
nostra reazione.
Corssen, Milano, Mondadori,
1990, pp 114-115). Queste
parole indicano, tra tante altre
cose, che la «dottrina del peccato» è la comprensione dell’
esistenza umana posta di
fronte alla volontà di Dio,
cioè alla luce della rivelazione di Dio.
È per rivelazione che riusciamo a comprendere che
l’esistenza umana si svolge al
cospetto di Dio, si fonda nella
relazione del soggetto con
piò. Ma l’essere umano ha la
libertà sufficiente per poter
spostare il centro della propria esistenza; può centrare la
sua vita su se stesso, e non
neiramore di Dio e del prossimo (e in questo consiste il
peccato). Il peccato è nella
volontà personale del singolo
individuo; è non voler ammettere i limiti della fragilità
della condizione umana; vo
ler trovare in se stessi, nella
condizione umana, una dimensione e un significato assoluti e universali; è volersi
garantire delle certezze che
stanno al di là dei limiti dell’
esistenza. Da questa volontà
ostinata deriva l’esperienza
dell’ansia e dell’angoscia, per
una vita che si disperde in
frammenti e lacerazioni.
Il peccato è, in un certo
senso, l’affermazione di sé,
quando diventa fonte di angoscia; è l’impossibilità di superare l’angoscia, il fallimento a
cui la volontà ostinata va incontro nel suo tentativo di
trovare il vero significato
dell’esistenza umana solo al
suo interno, dato che questa è
sempre limitata, parziale e
frammentaria, e non riesce
davvero ad avere di per sé un
senso profondo. Ma tutto
questo può venir compreso
solo se Dio ce lo rivela: è 1’
Evangelo, e solo l’Evangelo,
che in ultima analisi «dice la
verità» sulla vita umana, ce la
fa capire nella sua profonda
drammaticità.
Nel Cristo si è realizzata
r «unità paradossale» di divino e umanq; e questa unità è
l’indicazione della possibilità
di trovare il senso dell’esistenza in ciò che è alio stesso
tempo al di là dell’esistenza
(Dio) e aH’intemo dell’esistenza stessa (Dio incarnato).
Nell’unità di divino e umano,
«il diritto che il divino si permette di rivendicare sull’umano» è assunto e realizzato entro l’umano. Nell’evento Cristo, che allo stesso tempo appartiene all’umano e lo trascende, si trova la possibilità
di superare la drammaticità
della mancanza di senso della
vita umana; nell’evento Cristo si può trovare il senso della nostra vita. Questo è il
messaggio della «remissione
dei peccati», che indica almeno la possibilità di tendere a
un superamento dell’angoscia, puntando verso una vita
rinnovata e verso una nuova
relazione con Dio.
L’immagine di «andare in
pace» si riferisce a questa
nuova possibilità di vita. Il
verbo che la Riveduta traduce
con «andare» è quello usato
nel greco delle traduzioni della Bibbia ebraica (e poi nel
Nuovo Testamento) per rendere un verbo ebraico che significa sì «andare, camminare», ma che ha anche un significato più profondo: si riferisce a uno stile di vita, un
modo di pensare la propria
vita, e di agire, di comportarsi. «Andare in pace» quindi
indica un nuòvo stile di vita.
L'incontro e la relazione
Va ricordato che il Cristo è
sempre nascosto anche là
dove è realmente presente:
l’esperienza dell’incontro è
sempre problematica, enigmatica; questo vuole esprimere il
racconto evangelico quando
insiste sulla perplessità dei
suoi personaggi di fronte a
Gesù. Il centro, l’asse portante di questa pericope è la descrizione delle possibili relazioni in cui l’essere umano
può venirsi a trovare nei confronti dell’evento Cristo, come risultato di quell’esperienza dell’«incontro».
Le risposte umane all’amore di Dio rivelatosi in Cristo
sono certamente molte e diverse ma il testo evangelico,
per essere più chiaro ed efficace, le riconduce a due alternative di fondo, che sono rap
presentate narrativamente dagli atteggiamenti che assumono, verso Gesù, Simone il fariseo e la prostituta (questa è
la traduzione corretta del termine che la Riveduta invece
rende, pudicamente, «peccatrice»; «Una donna che era in
quella città, una peccatrice» si
traduce meglio così: «Una
donna che faceva la prostituta
in quella città»).
Il fulcro dell’attenzione è
sempre sulla domanda: come
si può «rispondere» al Cristo?
Simone il fariseo e la prostituta rappresentano le due possibilità di risposta; quella dello
scandalo e della disperazione
e quella della fede.
Lo scandalo
Il racconto dei primi versetti descrive la possibilità
dello scandalo di fronte al rovesciamento dell’ordine costituito. Gesù accoglie una
prostituta, ne accetta volentieri le prestazioni sessuali (in
quel contesto culturale, ungere e accarezzare i piedi, addirittura con i capelli sciolti, era
un raffinato rituale erotico,
era il «proibito»). Simone il
fariseo si scandalizza; e chi
non avrebbe reagito così? Ma
il contrasto tra le azioni della
prostituta e la reazione di Simone indica lo stridente conflitto tra esteriorità e interiorità per quanto concerne il
rapporto con Dio.
Simone rappresenta l’autodivinizzazione di un sistema
religioso (1’«ordine costituito»), che pretende di aver
compreso come dev’essere la
relazione tra la persona e Dio,
e vuole gestire U rapporto con
Dio secondo dei parametri
oggettivi, e del tutto esteriori.
Vuol far consistere il rapporto con Dio, la vita religiosa,
nella conformità a dei comportamenti esteriori; vuole
costruire un rapporto con Dio
assolutamente prevedibile,
scontato, e per questo rassicurante. Ma questa è solo una
presa in giro di Dio; quando
Dio viene identificato con
delle visioni umane, con la
comprensione che abbiamo di
lui e con i modi in cui esprimiamo questa comprensione;
quando ci sentiamo sicuri che
il nostro modo di pensare e di
dire Dio, e di rendergli il culto, sia il modo «giusto», allora ci facciamo gioco di Dio.
Nel rapporto con Dio, la
verità è l’interiorità. Nell’interiorità, nella singola esistenza personale, l’adorazione di Dio è sincera; nell’interiorità non si pone il problema della conformità o meno a
un sistema religioso (a ,una
teologia, a dei modi della preghiera). NeH’esteriorità l’adorazione di Dio è autoadorazione; quindi le forme esteriori non hanno davvero importanza; tutto quello che è
esteriorità non conta. Quello
che conta davvero è l’atteggiamento personale; la reazione che sentiamo nella
profondità del nostro essere
nei confronti dell’evento Cristo; l’accettare o meno di essere coinvolti. Poi, i modi in
cui si esprime questo coinvolgimento sono qualcosa di assolutamente soggettivo e personale, che può riguardare solo la singola persona.
Lo scandalo più rilevante è
tuttavia quello di fronte all’
evento Cristo. Il Vangelo di
Luca sviluppa un discorso articolato su questa possibilità
di scandalo: dalla guarigione
del paralitico (5, 20-21) fino
al primo annuncio della passione (9, 22). Nel nostro bra
no, la possibilità dello scandalo è rappresentata nelle parole di quelli che stavano a
tavola con Gesù: «Chi è costui che rimette anche i peccati?». Scandalizza il fatto
che in una singola esistenza
umana si sia realizzata r«unità paradossale» di divino e
umano; che questo uomo sin-,
golo sia il Figlio di Dio.
Scandalizza soprattutto l’importanza essenziale di questa
unità; il significato che assume di fronte a tutte le nostre
ambiguità. 11 Cristo è «segno
di scandalo» (Luca 2, 35)
perché esprime in una singola
esistenza, cioè non in astratto,
ma in quello che c’è di più
concreto, la singolarità per
eccellenza (una singola esistenza, una personalità) 1’
unità di divino e umano. Ciò
che «scandalizza», e che desta una reazione assolutamente negativa, è che la possibilità di una rinnovata relazione
con Dio si trovi nella fede
nell’evento Cristo; che questo
si presenti come la risposta
alle inquietudini esistenziali.
In questa unità di divino e
umano, realizzatasi nel concreto di una singola esistenza
umana, si vede come effettivamente possibile l'umanità
rinnovata.
I - continua
lera
Qualunque fosse il peccato delVuonw, é anche se la.
sua colpa fosse così ¡spaventosa da far disperare non
solo lui ma Vumanità intera del peidono; beato tuttavia colui che non si scandalizza, ma crede che Gesù
Cristo ha detto al paralitico; «1 tuoi peccati ti sono rimessi»; crede che questa remissione glifi* tanto facile
quanto dire al paralitico «Alzati, prendi il tuo letto e
cammina»; beato colui che non si scandalizza nel perdono dei peccati. ?
Beato colui che non sì scandalizza ma credè Ch’Egli
era Dio, l’unigenito del Padre, che questo qpparteneva a Cristo e appartiene a coloro che vogliono appartenere a Cristo; e beata è la sua vittoria, poiché la fe-l
de vince il móndo, vincerulo a ogni istante il nemico
nel suo intimo, che è la possibilità dello scandalo^
Soeïen Kierkegaard
(tratto da Esercizio del cristianesimo, tr. it di C. Fàbro,
l; Roma, Studium, 197 i, p. 137)
7
4Í
:Ì
NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA ITALIANA
FINALMENTE UN TAVOLINO
A QUATTRO GAMBE!
>' n."
ottobre
t995
T
\ff\
HAl F/lT1tl .
,;ii^ Dall’1 al 3 settembre si ,è a Torre
■•Pellice la II sessione con^fttgttleirAssem;tiìea generale deH'Uoebl e Ìélf Sinodo delle
, . chiese valdesi e metosRste: pià,cti 300 persone tra delegati/e, deputati/e, ihivitàti/e, osseryatori/trici, curiosi/e, àmie^chtar'^renti etc.,
sicurameti|ie una grandé oe{sa®Ìone per vedetam^iiente, ntrovarè vecchi amici, conoswfl^yipve persorre, fiive’tìeiV^ po' di fgetni/e, un
po’ OTme succede nei nostri
congressi o nei campi studio. Ma non è certo per
questo che molti di noi hanno fatto tanta strada per recarsi a Torre Pellice.
La II Assemblea-Sinodo
era una tappa importante,
molto attesa, sul cammino
della comunione fraterna bmv. Dovevamo infatti valutare e completare ciò che abbiamo
Viziato cinque anni fa. È stato detto che abbiamo messo la quarta gamba al tavolino bmv
che ne aveva solo tre (reciproco riconoscimento, collaborazione territoriale, giornale
unico) ed era un po’ zoppicante. La quarta
■ gamba, il riconoscimento dei rispettivi ordin
fhenti, è sicuramente un passo fondamei
sul cammino bmv; e non credo solo
Completa fino in fondo l’accettazgfh^f^a
dell’altra, ma perché il documer^’, c5ya
l’abblamo votato, invita ognuno CtTnbi non
lo ad accettare l’altro, ma a ligtótezan
to dell’ordinamento dell’altro Vè nel pri
Questo spinge i battisti (congregazionaiisti,
per cui ogni comunità è sovrana nel gestirsi) a
dare maggior peso al momento assembleare
e alle decisioni prese in accordo con le altre
3-fl5T/ì
/Vii Servo. „ /
;yc,
VGE I naso.
-'■•iS
■fiS
comunità, così come spinge i valdesi e i metodisti a valorizzare maggiormente la real'
belle singole chiese locali rispetto al moi
sinodale.
Questo è lo spirito del riconoscitBi
.erdinamenti: non solo accettar]
conoscere e valorizzare quai
in noi. Insamma, dopo dece
abbiamo scoperto che enttUpibi gli
menti sono legittimi alla luce deH’ecclesioTógia
neotestamentaria, così come oggi ia conosciamo,*e che non sono poi così diversi.
E come nel ‘90 a Roma col reciproco riconoscimento delle
chiese, dei membri e dei ministri, ci A
come chiesa con-A C >
tessante lo stesso“’’*^"
Qesù Cristo, sulla A C
base di una comu-“' "
ne comprensiones
bell’Evangeio, una”
comune vocazione di testimonian
oggi con il riconoscimento degli ordinamenti ci
siamo accorti di essere molto più vicini di
quanto pensassimo anche nell’ecclesiologia e
ci siamo impegnati a intraprendere un cammino di conoscenza e valorizzazione reciproca.
Quest’aspetto del processo bmv, così come il riconoscimento dei membri, ci è molto
familiare come Fgei. In vari modi e a vari livelli noi viviamo da 2
anni questo ricon^
mento recipro
volta che ci
mo come c^MFDm'
nei gruppi radali, ne
càmpi studio, nei campi estivi e nei congressi. Abbiamo imparato
a conoscerci, ad apprezzarci reciprocamente, a fare delia diversità
una ricchezza e non un rischio.
Abbiamo cercato di essere
chiesa,Jnsieme nella pratica
d^ (^^Uianità, nelia sempli.,ciC|y®a nostra fede, che ci
'%or|i^ vivere l’uno accanto
i'"«™tra nelle stesse certezze e
ihegli^fe^i dubbi, mossi dagli
^^%rfrrogativi e dalla vo' 1 crescere insieme in un
tinuo confronto.
Molte sono le cose importanti dette e decise in questa
Assemblea-Sinodo, tutte degne di molta attenzione da parte di noi tutti, ma forse una più
di altre ci riguarda come giovani e come fgeini/e. La volontà
(perché per ora solo di questo
si tratta) di aprire la Facoltà
valdese di teologia a una maggiore partecipazione della
componente battista. Al di là di
tutti i problemi pratici, giuridici
e ordinamentali, che questa
volontà comporta, credo che
olinearne l’importan'che sla molto imporr i giovani battisti inia considerare la Facoltà
fne cosa propria. Cotrumento di studio.
Io messo a disposizione
londo bmv, cosa che è già
ttora, ma realmente sentito
allo stesso modo da battisti,
metodisti e valdesi come la
propria facoltà di teologia. Senza togliere niente al seminario battista europeo di Praga (ex Ruschiikon) e alle scelte di
quanti tra i/le nostri/e ragazzi/e, chiamati alla
sti/e studiano e hanno studiato in passato alla
Facoltà valdese, ma credo che la prospettiva
di non considerarla più la Facoltà valdese ma
la Facon
sia moltd
ia del protestantesimo bmv
tiva.
dunque? No, non pro
‘90, questa era ormai routine. Tutto questo mi
preoccupa un po’. Non vorrei che perdessimo
il senso di cjò che stiamo facendo, della sua
enorme importanza. Non vorrei che ci dimen
I molte cose, preso aliiportantissime, con3se decise nel ‘90 e avprocessi a lungo termine
Sna e Facoltà) eppure sono rista un po’ delusa, sono tornata a
Icasa, dopo tre giorni intensissimi, con un po’
di amarezza. Chi come me è stato alla prima
Assemblea-Sinodo, certamente certamente ricorderà l’entusiasmo che animò quell’Assemblea: la consapevolezza che ognuno di noi
aveva dell’Importanza enorme di quel che sta
fìS-fìS-ft&àS-ftS-AS-AS-AS
... se (VE
CON Tosi
IS-R'S'
-fìS
ñs
vocazione pastorale, decidono di
andare a studiare
all’estero, credo
che sia una gran
de opportun
avere una fai^
di teologla|S{i||ul
recepiyym^in
fondo cq^^cosi
propria alrohe dalla componente
battista. Già molti/e ragazzi/e basi
vamo per fare, la ricchezza e la profondità dei
culti di inizio giornata e dei numerosi momenti
liturgici che |s>ggompagnavano, l’animazione
dei dibat|l |^»ontri appassionati sul tema
del bsltellmyf profondo cammino di crescita
»ioii^^uelle giornate da chi era presen^tOijBQ|scere e mutare la propria opi}rdo finale.
5he tutto questo sia mancato,
locata la cura dei momenti liturgifprattutto mancava l’entusiasmo. Era
^se si desse un po’ per scontato l’esito
PAssemblea-Sinodo. Come se non valesse
pena accalorarsi tanto, perché comunque
le cose sarebbero andate come previsto.
Qualcuno ha detto (e mi dispiace citarlo) che
l’Assemblea-Sinodo Importante era quella del
S-A
-ASiAS-K'-AS-AS-AS-AS
ticassimo di come il mondo protestante guarda al nostro “esperimento” unico al mondo.
Non vorrei che ci dimenticassimo della responsabilità delle nostre chiese; non
soprattutto che le decisioni dell’Asseq "
nodo rimanessero nella carta, n«
menti da archiviar^
in fretta, delle
rie e sicuran
poi in
che ve
nostri_________
rrei^^^il^ carta arrlvaf||inrro a|^^^etta intesa ma
nella realt^Jmanessimo chiusi
ognuno tra le mura della propria
chiesa dimenticandoci del vero unico motivo che ci ha fatto intraprendere la strada del reciproco riconoscimento, il desiderio di testimoniare uniti al mondo il Cristo nel quale
crediamo.
Forse il nostro compito come
giovani evangelici è proprio qu.ello
di ricordare sempre alle nostre
chiese che insieme si cresce meglio e che la nostra testimonianza
di Cristo è più incisiva e credibile
se lo facciamo insieme. Ho sempre
creduto nel lungo processo che ha
portato al reciproco riconoscimento, e non vogiio concludere questa
breve riflessione con una nota di
pessimismo che potrebbe far fraintendere le mie intenzioni, in realtà
vorrei solo richiamare l’attenzione
di tutti voi sull’Importanza della comunione che ci lega e dei motivi
che ci hanno spinto a intraprendere questo cammino
che essi diventino
vuote.
Per questi
cordandoj
mento
megtoWonirovi
blea-Sino^^éul^mck
percorren
18). a "
imparai%giì uni
to un grande com^
ncludere ridocuosci'Assemmmlno da
(I Giovanni 2,
rlceverè, dare e
Abbiamo soprettutcomune d$ svolgere in
questo paese. Il Signore ci chiede di svolgerlo
inslerhe”.
Sara Comparetti (Milano)
AS-AS-AS.AS-AS,
flS-AS-AS^-®
8
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HotiziQriofgei
7^x
/
Sfìj^NNOi
Eccoci qùài
Siamo a gruppo %
Egei Rivoli-Venaria, ovvero ia risposta battista al gruppo Aleph".
Dubitiamo che questo artico!
zione venga pubblicato, dato
non abbiamo ancora pagato la quSra aniuMe
di iscrizione (anche perché non percepiamo
l’B per mille).
“RfyoLI-UENARIA
3 ^a ani^e
gruppo storico (vedi I
foto), abbiamo deciso
di aderire solo adesso alla Egei, questo per
S-'fi,;- fe;-:..,
IO io abbiarnó svolto soprattutto a //vello l^le é'mm abbiamo avuto ancora c^
della Egei, Comunga0 ipn §/
perché pdtm o poi,^^m s^Srmmè^^l,
fft^&no dl noi lo incontrerete a qualche con
' V'
Se nel frattempo volete contattarci per conoscerci, noi saremo ben contenti di rispondervi. Indirizzate il materiale (lettere, cartoline,
avvisi di garanzia, foto di
Ojo è per me come una
ché pur avendojjn modo diverso di impostare
il lavoro nelMimmm^m^e domi
nanti della /li^ldp5r||o che la
possibilità di poterci incontrare e confrontare
con altre realtà giovanili del mondo evangelico potesse essere una occasione molto importante per fare nuove esperienze e ricevere
stimoli nuovi.
Siamo nati dall’anione
Elia Piovano) a:
m^SUbv^nHb- >
•»"W < " oli} ,
Chfass Bmng^da Sàttìsta
-------pl^àìVQ^ (TO^
itone e pult^Cih^oñaíe Samaiiiha..
ri^M^l^ivi^i,^Ìp ùrp^o
làWràvàno' sé'pàratamente.
Ognuna delle due componenti svolge attività specifiche: il gruppo di Venaria si
impegna a racimolare fondi
a scopo umanitario con
mercatini e bazar, menUé il
' I
oar&'^Héstt^as^tti
specifici della nostra vocazione, il resto del lavoro di
17 - 18 GIUGNO 95: CONVEGNO
SULLA BIOETICA, ovvero cosa
PUÒ’ ACCADERE QUANDO L’ORGANIZZAZIONE NON E’ SVIZZERA
Il gruppo ALEPH di Torino in coilaborazione con il gruppo Fgei di Rivoli-Venaria ha deciso di affrontare insieme le problematiche di
ordine bi'oetico quali ingegneria genetica, inseminazione artificiale e le relative ripercussioni nella società: adozioni, affidamento, legislazione etc...
Il convegno del 17-18 è stato il frutto del lavoro assiduo dei singoli gruppi di ricerca. Una
sorta di riassunto conclusivo del lavoro precedentemente svolto, così almeno doveva essere, ma a causa della nostra totale inesperienza...
ORE 16.30 inizio dei lavori (secondo il volantino illustrativo del convegno): affluenza alla foresteria di Torre Pellice inferiore al 30%.
ORE 17.30 distribuzione delle camere con
scelta minuziosa da parte degli occupanti; segue pagamento dell’obolo.
ORE 18.00 se tutto va bene si inizia (davanti a una tazza di thè): confusione e smarrimento poiché ci si è dimenticati a Torino cartelloni e pennarelli; nonostante ciò la discussione procede animata e interessante, secondò la scaletta, fino all’era di cena.
ORE 19.30 cena al sacco: i commensali
continuano la discussione con ia bocca piena
convinti, più o meno in buona fede, del prose
guimento dei lavori a cena ultimata con giochi
a tema.
SERATA a poco a poco la situazione degenera in una nottata di scialo; fra incontri di
pallavolo al buio e canzoni accalorate con la
piacevole compagnia dei giovani della casa
Unionista.
THE DAY AFTER (il giorno dopo) una silenziosa processione di individui con le occhiaie vaga per la foresteria. In questo frangente scatta la sindrome del “fai tu”, ovvero si
delega al prossimo l’iniziativa dù riprendere i
lavori.
MATTINA INOLTRATA quando tutte le pecore hanno fatto ritorno all’ovile si riprende il
dibattito.
Dibattito che si conclude dopo pranzo in
quanto il gruppo di Rivoli, a causa di inderogabili impegni, deve ritornare a casa. I superstiti continuano il dibattito a livello amatoriale.
ORE 18.00 tutti a casa.
P.S. Nonostante tutta la nostra inesperienza organizzativa dal convegno sono emerse
discussioni, riflessioni e spunti interessanti, e
nonostante quel che diconp certi professori di
bugie consentiteci di credere in un prossimo
lavoro migliore.
il gruppo Aleph (Torino)
"Ìoro b'i
1 AlììMJ» siim fAowv. »ten» eáSi SlíiSr
te vorrei
da masticare, ebe mf piacé abtjaspanza, vai
mi resta apptrxjcata da qmkM psrte e aon là lasao
^ .èflotbém'ì^a&ilpessunop^aiìceiier^,
(Berne!20-30 fusaio, canvìo giovani “Quando Dio usci di chiesa ")
scadili
rfeirnni*i
RICCHEZZE E DIFFICOLTA' DEL
DIALOGO ECUMENICO
L’attività fgeina all’estero è stata anche durante questa estate particolarmente ricca. Numerose e importanti le partecipazioni e i contributi resi e ricevuti dalle nostre delegazioni.
Speriamo di ricevere dei contributi da parte
loro sul Notiziario.
Intensa anche l’attività di coloro che all’interno degli organismi ecumenici prestano il loro servizio ormai da qualche anno su temi
specifici. A questo proposito salutiamo con
gioia le elezioni di Debora Spini alla presidenza del comitato esecutivo mondiale dell’MCS
e di Donatella Rostagno a membro dello stesso comitato. Auguriamo loro buon lavoro!!!
AgU incontri internazionali è riconosciuta la
caratteristica di essere dei luoghi privilegiati di
incontro e di confronto con le diverse culture
e fedi, ma proprio perché questi momenti
pongono questioni di fondo sulla capacità di
ascoltare e di comunicare tra identità culturali
e religiose diverse, è sorta l’esigenza, soprattutto da parte di chi da qualche anno frequenta gli organismi ecumenici, di avere dei momenti di formazione specifici in preparazione
degli incontri stessi. Le radici storiche, culturali e religiose rendono, a volte, così differenti
l’etica, ìt costume, il modo di esprimere la fede, anche all’Interno di una stessa denominazione.
A partire da questa esigenza la consultazione esteri di fine maggio (S. Severa 20-21
maggio 95 - “Egei on thè road’) ha cercato di
fare il punto sul dialogo ecumenico. Il pastore
Sergio Ribet si è soffermato sul significato
dell’ecumenismo sia in senso generale sia rispetto ad alcune tematiche precise e il professore Yann Redalié ha dato alcune indicazioni
su una delle differenze fondamentali in cui
con maggior frequenza ci si imbatte nel dialogo ecumenico: l’approccio al testo.
Nel suo intervento Sergio Ribet ha spiegato come attorno al termine ecumenismo si costruiscano spesso aspettative sovradimensionate 0 come non si scindano con consapevolezza i differenti piani in cui il dialogo può avvenire. Si ha inoltre spesso una erronea visione di un processo a cerchi concentrici, tra le
macro strutture fino alle periferie locali.
Se si parla di ecumenismo si parla di relazioni intercristiane, il dialogo con le altre fedi è
aperto ma bisogna essere coscienti che non
può stare sullo stesso piano. Il problema non
è tanto definire quale sia la chiesa possibile,
non c’è la necessità di giungere a delle cer
Sugli argomenti trattati nelle due giornate
della consultazione esteri sono in preparazione a cura dei gruppo di lavoro sugli esteri e
del consiglio Egei, delle schede che verranno
inviate alle giunte regionali.
Renato Del Priore (Milano)
(Ministro degli Esteri della Egei)
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tezze, la necessità sta nella relazione che esiste tra identità e dialogo: non esiste identità
senza dialogo e viceversa. Il beneficio dell’incontrare chi ha idee differenti risiede nella
possibilità concreta di costruire una identità
storica, di gestire nel dialogo i conflitti che, in
quanto di fede, sono irriducibili e, se vogliamo, di costringere le identità ad essere se
stesse. Gli incontri ecumenici organizzati dai
vari organismi su questioni specifiche con cui
anche noi abbiamo contatto permettono di
metterci reciprocamente in-discussione, ovvero di renderci consapevoli che le contraddizioni che stanno di fronte a noi, dal razzismo alla
corsa agli armamenti all’ordine economico
mondiale, non possono essere affrontate solo
in sede etica ma richiedono uno status confessionis che esprima una concreta coerenza
di fede.
Yann Redalié ha messo in evidenza come
non ci possa essere dialogo se non attraverso la disponibilità di ciascuno a capire il perché l’altro agisca in un certo modo; ascolto e
comunicazione nell’intento prima di tutto di
rafforzare la comprensione della propria identità, affinché non si avverta la minaccia dell’incontro con la diversità. Attraverso l’analisi di
due metodi di lettura del testo biblico, storicocritico e fondamentalista, abbiamo visto come
nel dialogo sia necessario saper riconoscere
la parzialità del nostro come di ogni altro approccio.
Negli incontri a cui noi partecipiamo è importante accettare le differenze storiche, di
lingua, di cultura, di percorso teologico. E’ opportuno assumere il coraggio della pertinenza
e dell'onestà intellettuale, senza abbandonarsi sul già acquisito e senza limitarsi all’ambito
religioso ma occupandosi di tutti gli aspetti
dell’esistenza. Occorre creatività per rinnovare il significato di alcuni elementi biblici (che la
bibbia vada spiegata è già presente nella bibbia stessa) e disponibilità a valutare l’importanza di alcune nuove forme di espressione
della fede che facilitano e arricchiscono l’incontro tra persone di diversa provenienza e
formazione.
9
I Spedizione in abb. postai«/®) - Torino '
In caso di mancato recapito si prega restituire
al mitterrte presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
'Hi L’Editore sì impegna a corrispondere
ii diritto di resa.
Fondato nel 1848
^ .ii '
È stata una mattinata di festa: lunedì 25 settembre autorità civili, familiari,' ma soprattutto i bambini della scuola
elementare di San Germano, si sono riuniti per ricordare
l’opera dello scrittore Piero Jahier a cui è stata intitolata appunto la scuola. Il prof. Seglie ha puntualizzato l’importanza di una scuola per un paese montano e per i giovani in
genere; una scuola minacciata da più parti; da un lato la televisione con i suoi modelli aberranti, dalP altro normative
che portano alla chiusura delle scuole nei piccoli centri.
Dopo numerosi interventi, le pronipoti di Jahier (era presente anche un figlio dello scrittore) hanno scoperto la targa accanto alla porta d’ingresso dell’edificio.
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VENERDÌ 6 OTTOBRE 1995
ANNO 131 - N. 37
URE 2000
Quello che più colpisce
nel tentato rifiuto di
assunzione del centralinistà
nonvedente Diego da parte
del Comune di Pinerolo non è
tanto l’ignoranza di una singola legge, poiché di leggi ve
ne sono molte e se un problema non si è mai presentato
si può anche comprendere
che non si disponga lì per lì
delle informazioni adeguate.
Ma quando i riferimenti di
legge siano stati resi noti come lo sono stati, e parlano in
modo inequivocabile di obbligatorietà dell’assunzione,
allora sì che stupisce e inquieta assistere a tentativi più
0 meno maldestri di aggirare
obblighi e impedimenti e magari sentir dire anche a pubblici amministratori che «non
UNA CULTURA POCO DIFFUSA IN ITALIA
LEGALITÀ
FRANCESCO FRATTA
dobbiamo cedere». Cedere a
che cosa? Alla legge?
Stupisce e inquieta, perché
se non è anunissibile che in
generale un cittadino recepisca e rispetti una legge solo
quando e nella misura in cui
non contrasta con i propri desideri e progetti e tanto meno
ciò è ammissibile per amministratori pubblici. Se poi
la legge è una legge che, come in quesfo caso, tutela le
fasce deboli, ispirandosi al
principio di solidarietà sancito dalla Costituzione, allora
l’inquietudine si fa sconforto,
specie quando a tentare di
«noti cedere» , sono esponenti
di una giunta che ha posto fra
i suoi principi programmatici
proprio la solidarietà.
Un’ultima considerazione
di carattere un po’ più generale; le leggi a tutela degli invalidi non sòno necessaria
mente il paravento per i falsi
invalidi, come certo giornalismo a caccia di scoop
subdolamente dà ad intenderé. È invece la scarsa cultura
della legalità del nostro paese
e della sua classe dirigente . fi
che attraversò applicazioni, '
magari rigide sul piano fot- '
male, ma alquanto «elastiche» di norme e soprattutto di .
strumenti di controllo,, che
per lo più esistono e sono validi, trasforma le leggi da
garanzie del diritto in occa- ’
sioni vantaggiose pej furbi e . ,v
immanicati, costringendo^
spesso, chi veramente ha dèi
diritti, ad umiliarsi e mendicare ciò che gli spetta. Nel caso di Diego comunque, per
una volta non è statò così.
Rallegriamocene!
¿■'>È
■ÿ Pista del Pra
"^.Fermare
transito
V indiscriminato
Si torna a parlare di viabilità nell’alta vai Pellice per
quanto riguarda l’accesso al
Pra e al colle Barant; alla conca, com’è noto, si accede tramite la pista agro-silvo-pastorale, mentre al Barant si aniya
con la vecchia strada militare
che sale dal Barbara e successivamente scende sul Pra.
Una rete di strade, ufficialmente chiuse a! traffico, la cui
gestione non è affatto semplice; un problema in più deriva
dall’apertura nella conca di un
agriturismo a cui, secondo la
legge regionale 45 che disciplina l’uso delle piste, si può
accedere in auto. Si arriva così al paradosso che se si va
all’agriturismo, un’azienda
privata, si può andare al Pra
in auto, se si ha come meta il
, rifugio fervisi del Cai, non è
possibile. Così l’estate ha evi, denziato i primi problemi: difficoltà di incrocio fra veicoli,
tanto più se si è poco esperti
della guida in montagna, rischio della trasformazione
della conca in parcheggio, salita addirittura di pulmini da
20 persone. Come vigilare?
; «Si discute ora di una pro■ posta della Comunità mon' tana - spiega il sindaco di
Bobbio, Aldo Charbonnier di una gestione delle piste affidata in convenzione alla
Provincia; a parer mio bisogna evitare un accesso indiscriminato al Pra, così come
al Barbara: ne parleremo in
Regione. Credo che l’unica
alternativa praticabile sia
quella di un servizio navetta».
Coinvolti nel dibattitp ci so-'
no anche Cai, Comune di Villar Pellice, Comunità montana: «Una convenzione che
porti ad una valorizzazione in
senso pedonale o ciclabile può
essere interessante - dice il
vicepresidente della Comunità
montana Mauro Pons -, p6t
evitare il caos di quest’estate,
bisognerà pensare seriamente
al servizio di navetta».
Si è conclusa la prima parte del VI Sinodo diocesano dedicata a un tema di attualità
Comunità cristiana e famiglia nel Pinerolese
MARCO ROSTAN
O iamo riconoscenti pri^ *3 rna di tutto a Dio e poi
a tutti voi, cattolici della diocesi di Pinerolo, che avete invitato i valdesi come osservatori fraterni a questo vostro
Sinodo, preparato con tanta
cura, che ci ha coinvolti
tutti». Sono alcune delle parole che Marcella Gay e Ada
Gardioì Cavagnero, delegate
dalle chiese valdesi del I distretto, hanno pronunciato nel
saluto ufficiale alla celebrazione conclusiva del VI Sinodo diocesano pinerolese, momento finale della prima tappa del Sinodo che, come affermato nel documento finale,
«è innanzitutto un cammino di
fede e di conversione di tutta
una comunità sulla strada di
Cristo per la liberazione dal
peccato, dalla incapacità di
vivere pienamente il progetto
di Dio e dalla morte».
Un cammino di fede, ci
racconta Marcella Gay, strutturato in un modo assai vicino al nostro concetto di una
chiesa costituita da una gerarchia di assemblee; il Sinodo della diocesi di Pinerolo
Il vescovo di Pinerolo, Pietro Giachetti
era iniziato nel dicembre del
1994, dopo un ampio studio
del Censis su «quale è la
realtà delle famiglie e come
si sono evoluti i valori della
famiglia»', questo documento, insieme ad altri tèsti e a
un ampio «strumento di lavoro», ha costituito la partenza
di una ricerca individuale e
collettiva durata circa un anno. Lo strumento di lavoro
conteneva, per ogni capitolo,
delle domande: ad esse si è
risposto prima con una riflessione individuale deì vari
componenti il Sinodo, poi
con assemblee di zona e infi
ne in assemblea plenaria.
Hanno partecipato al Sinodo
i presbiteri e i diaconi, i delegati laici parrocchiali e quelli
di associazioni e movimenti,
le religiose e i religiosi. Di
ogni assemblea di zona doveva inoltre essere redatto un
verbale.
I capitoli del documento finale possono darci un’idea
dei contenuti: 1) ritrovare nel
Vangelo l’identità della famiglia; 2) per una società di persone e di famiglie e non solo
di individui; 3) il dono della
vita e l’educazione alla vita;
4) iniziazione e celebrazione
del matrimonio; 5) matrimoni
misti e coppie interconfessionali; 6) famiglie in difficoltà
^e impegno della comunità.
Il metodo di discussione,
che ha coinvolto migliaia di
persone, ha portato dalla bozza iniziale a una seconda bozza in primavera e poi al testo
finale che è stato messo in
votazione capitolo per capitolo, ricevendo amplissimo
consenso. «Su certi argomenti - dice Marcella Gay - sembrava di assistere alle nostre
passate contrapposizioni fra
Tev e sessantottini: una parte
avrebbe voluto, su certi
aspetti di etica, una severa
condanna. La gran maggioranza del Sinodo è stata comunque d’accordo nel proporre un modello cristiano
per la vita di famiglia». Torneremo più ampiamente sul
documento finale: Marcella
Gay conclude dicendo che lo
potremmo sottoscrivere in
gran parte: non però su alcuni
termini, come l’identificazione cristiani-cattolici e la concezione del matrimonio come
sacramento, e soprattùtto per
la parte concernente i rapporti
fra la chiesa e lo stato.
Domenica scorsa, a Rorà, nella saletta intitolata al pastore Michel Morel, dove si tengono i culti nella stagione
fredda, il predicatore era un laico e, come ha egli stesso notato all’inizio del
culto, poteva parere strano che ad ascoltare la sua predicazione vi fossero ben
tre pastori, regolarmente laureati in teologia e consacrati a suo tempo. E stato
fatto notare, al momento degli annunci,
che questo fatto costituiva in realtà un
arricchimento per tutti e infatti nel modo
di porgere, nel modo di esprimersi, nel
modo stesso di formulare le preghiere
non vi era uno scimmiottare i pastori,
ma era pienamente percepibile un’immediatezza e, anche, una libertà di linguaggio che ai pastori qualche volta (o
troppo spesso?) fa difetto.
Ma com’era nel passato? Le discipline
del secolo scorso erano, a questo proposito assai chiare. Non vi è alcun dubbio che la funzione della predicazione fosse
riservata ai pastori, mentre la liturgia era
IL FILO DEI GIORNI
PREDICATORI
BRUNO BELLION
parzialmente tenuta dal. maestro della
scuola principale, il cosiddetto «régent
de la grande école», dipendente del Concistoro con la responsabilità dell’insegnamento e appunto, di fungere nel culto
da lettore e da conduttore del canto,
quando ancora non erano stati introdotti
strumenti musicali come l’armonium e,
più tardi, l’organo.
Quando un pastore era pa- qualche ragione assente dalla sua comunità, per
malattia, per assenza autorizzata, o per
decesso, la chiesa che non poteva fruire
del suo ministero riceveva la visita e la
predicazione degli altri pastori a turno.
quindicinalmente, secondo un giro di
predicazioni stabilito dalla Tavola e siccome non sempre i pastori avevano la
possibilità o erano disposti a sobbarcasi
la distanza che separa, per esempio,
Rorà da Frali o Rodoretto, la disciplina
prevedeva che la Tavola inviasse alla
chiesa a cui doveva essere provveduto in
tal modo l’elenco dei turni di predicazione, in margine al quale il Concistoro doveva annotare le eventuali assenze e rimandarlo in seguito alla Tavola, a cui
spettava poi il compito di valutare i motivi dell’assenza.
Sarà solo molto più tardi, credo negli
anni fra le due guerre, che si farà stradk
l’idea che vi sono nelle chiese persone
che, pur non avendo fatto studi teologici
completi, hanno il dono della predicazione e la volontà di prepararsi per trasmeU
tere ai fratelli e alle sorelle della comunità un messaggio che è autentica predicazione dell’Evangelo. Sotto questo
aspetto siamo oggi più ricchi di ieri.
Isì'
►
Numero
f___■
Perrero
,, ‘lhiZiano. 1 lavori per la
costfdi:ÌiiÌriS/defl
ìumuo
naie ha intanto -apportato.'
deUe vart^rioTii ‘
e si sta ■piSisafld#K#^Éiè^
garantire ctfediziòni-ade- ^
guate di lavoro àU'afficio
tecnico.il sindaco, Riccardo Léger,, in «n’intervista,
affronta poi- i principali
problemi Sul tappeto, fra
cui il mantenimento delle
scuole e il progetto perula
metanizzazione. ^
PÀGINA II
È Stata presentata ufficialmente al pubblico r
Associazione lavoratori pinerolesi (Alp), un organico di natura territoriale e
indipendente che si batterà
per migliorare nel concreto
le condizioni di vita e di
lavoro, in un’ottica intercategoriale. '
‘ ' Pagina E
Zone montane
Le statistiche desunte
dall’ultimo censimento nazionale (1991), hanno fornito dati non sconcati per
quanto riguarda le zone
montane; in provincia di
Torino risulterehbè che la
popolazione di montagna
aumenta del 9%. Restano
penalizzate le attività
dizkmaH», ma nuove forme di layoiri si affacciano
sul panorama
pAGaiÀHI
Val d'Angrogna
Prende il via in quest i
giorni l’edizione numefo
17 del collaudato «Autan
no»; mostre mercato, di
battiti politici, cori e spetw
tacoli iSttimeranno la vaUata per tuttq il mese di ottoine attirando anche turisti..
Pagina IV
■‘Sì
10
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PAG. II
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VENERDÌ 6 OTTOBRE 1995
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QUASI CON(ÌLUSI I ^VORI SUL PONTE — I lavori ef^ fettuati dalla Provincia sul ponte degli Appiotti, all’ingresso
di,Torre Pellice, stanno per essere ultimati; la scorsa settimana è avvenuto il collaudo statico e si sta costruendo il
marciapiede con i nuovi parapetti. Il vantaggio ottenuto con
, i’ampliamento consisterà sostanzialmente nell’eliminazione
della strozzatura causata da chi deve svoltare a sinistra provenendo dal centro di Torre. Saranno infatti segnalate tre
j , corsie e verranno ridotti gli impianti semaforici,
INDENNITÀ COMPENSATIVA 1995 — Gli agricoltori residenti e operanti in montagna che coltivano almeno tre ettari di terreno e che si impegnano a proseguire un’attività
agricola per almeno un quinquennio, possono presentare
~ ' domanda di indennità compensativa per il 1995 compilando
gli appositi moduli Eima disponibili presso le organizzazioni di categoria. La domanda dovrà essere corredata dal mo■’ dello (fi risanamento, partita Iva, codice fiscale, Cd4, estremi catastali dei terreni dell’azienda. Le domande dovranno
essere presentate entro il 10 ottobre presso le organizzazioni professionali agricole in modo da consentire Tinoltro,
tramite le Comunità montane, ài competenti uffici regionali
- entro il 15 ottobre.
tIN DIZIONARIO FRANCOPROVENZALE — È comparso in Italia, per le edizioni Dell’Orso (prezzo £ 38.000), curato da Vincenzo Mihichelli, un pugliese che da anni vive a
T(mno, unSdizionario ftancoprovenzale. A Faeto e a Colle
di San Vito, in provincia di Foggia, vivono ihfatti dei discendenti di francoprovenzali originari della Valle d’Aosta,
pare giunti in Italia ai tempi di Carlo d’Angiò, nel XIII secolo. Minichelli ha svolto una ricerca di parole per quasi
> _ ■ vent’anni. Il dizionario, molto documentato, si può trovare
alla Celid nell’Ateneo eli via Sant’Ottavio, alla Stampatori e
alla libreria delle facoltà umanistiche. ^ ^
TRAZZI INTERROGA LA PROVINCIA SULLA SCUOLA DI INVERSO RINASCA — Il consigliere provinciale
- della Lega Nord Alberto Trazzi ha presentato un’interrogà-zione all’assessore Camoletto sulla ventilata chiusura della^
scuola elementare del Clot a Inverso Rinasca. Trazzi chiede
fra l’altro di «conoscere l’orientamento dell’assessorato
sulla politica scolastica nelle zone montane. Inoltre si chiede se non sia opportuno intervenire presso il Provveditore
agli studi e il ministero della Pubblica istruzione per sollecitare un’applicazione delle normative vigenti meno burocratica e più rispettosa dei naturali diritti degli alunni che,
almeno nella prima età scolastica, meriterebbe una migliore considerazione».
ANCORA SULLA VIABILITÀ IN VAL CfflSONE — Anche la giunta regionale del Piemonte entra nelle riunioni
sulla viabilità in vai Chisone in vista dei mondiali di sci del
’ Sestriere. L’incontro voluto dalla Regione ha visto la partecipazione dell’on. Malan, del senatore Bonansea, dell’assessore provinciale Campia, dei sindaci di Pinerolo e Sestriere, del presidente della Comunità montana Ribet. Al
centro della discussione soprattutto lo svincolo di Porte e il
completamento dell’autostrada.
ASTA PER CORPI DI REATO — Un bullone, ma anche
cacciaviti, maglioni, autoradio, quattro autovetture, saranno
fra gli oggetti messi in vendita sabato 7 ottobre, dalle 9,
presso la cancelleria della Pretura circondariale in via Convento di San Francesco a Pinerolo. La vendita prevede la
^ partenza da prezzi fissati dal perito nominato dal tribunale.
Vn.LAR PEROSA: OCCHIO ALLA PENNA! — È esposta
■ fino all’8 ottobre, presso la Società operaia di via Bianciotto, una raccolta di penne e piume dell’avifauna del Piemonte curata da Renzo Ribetto, guardaparco al Parco di
! CaVour. La mostra è aperta dalle 15 alle 19 giovedì, dalle
' Italie 23 il sabato e dalle 10 alle 23 la domenica.
LUCY: PROPOSTE CONCRETE PER IDISABILI — Arriverà a Torre Pellice su iniziativa della «Bottega del possibile», mercoledì 11 ottobre: si tratta di Lucy, una mostra itinerante sull’evoluzione della casa con proposte concrete per
le persoàe disabiU. La tecnologia ha fatto grandi progressi
sulla strada dell’àutonomia dei portatori di handicap; è un
problema di conoscenza, di informazione che deve coinvolgere famiglie, associazioni che lavorano in campo sociale,
amministr^ioni comunali. L’appuntamento è per le 16, a
Torre Pellice, in piazza Muston (in caso di cattivo tempo
presso il mercato coperto in corso Gramsci).
■z
AttICURAZIONI
jiiaH'aaVita
Agenzia generale
POGGIO e GÖNNET
via Trieste, 47 - Pinerolo - tei. 0121 /764Ó4
Intervista al sindaco, Riccardo Leger
resiste
MILENA MARTINAT
P errerò è indubbiamente il
Comune più alto delle
Valli dove sopravvivono le
scuole dell’obbligo, sia l’e, lementare che la media; in
tempi come questi,'in cui
molti plessi sono a rischio,
non è cosa da poco. «La scuola elementare - spiega il sindaco, Riccardo Leger - ospita, oltre- ai bambini delle borgate alte del nostro Comune,
anche quelli provenienti da
ScUza e Massello. Abbiamo
perciò istituito un servizio di
scuolabus gratuito che raccoglie i bambini in tutte le borgate. La scuola media ogni
anno viene minacciata di
chiusura, ma dobbiamo riuscire a farla vivere: teniamo
conto della distanza che già i
ragazzi debbono coprire per
arrivare a scuola, anche
chilometri per i più lontani
come gli studenti di Frali. Sarebbe assurdo farli scendere
fino a Perosa Argentina».
In realtà Perrero ha una popolazione prevalentemente
anziana: 900 in tutto gli abitanti. In compenso i confini
sono assai ampi: 63 km quadrati di superficie con borgate abitate fino a 1.200-1.300
metri; 54 km (^i strade comunali da mantenere in ordine.
' «La manutenzione regolare
delle strade rapppesenta la
voce più rilevante del nostro
bilancio ^ continua il sindaco
il lavoro è immenso e continuo: muri che crollano e
che devono essere risistemati, asfalto che cede. Adesso,
ad esempio, stiamo terminando una buona manutenzione
sulla strada di Riclaretto: i
CQSti sono molto elevati ma è
indispensabile poterli sostenere per mantenere agevoli i
collegamenti per la popolazione. Devo però dire che i
cittadini sono consapevoli
della gran mole di lavori necessaria e contribuiscono
con manodopera e anche con
aiuti economici», y
Fra i progetti più rilevanti
vi è quello di metanizzazione... «È stato chiesto un finanziamento di un miliardo e
ottocento milioni a totale carico dello Stato; dovremmo
portare la rete del gas a
Chiotti, Pian Faetto, Perrero
- illustra Leger -. Per il prossimo anno abbiamo anche
chiesto un mutuo di 154 milioni per la costruzione di
un’area ricreativa e sportiva». Anche il sindaco Leger
ha un sogno da realizzare: «Il
personale dei nostri uffici ha
un organico assai ridotto rispetto alla mole di lavoro da
svolgere; purtroppo il bilancio comunale è quello che è e
non possiamo permetterci di
aumentare il personale».
Consiglio comunale a Perrero
ir campo sportivo
LILIANA ViOLlEyillO-'
Sono incominciati i lavori
per il campo, sportivo progettato al capoluogo di Perrero, in una zona adiacenti al
Campetto e ai giochi di bocce.
Il Consiglio comunale, nella
seduta del 28 settembre, ha
approvato l’accensione di un
mutuo di 154 milioni con la
Cassa depòsiti e prestiti: con
tale somma, abbandonando
un prpgetto precedente, più
imponente ma anche più costoso, si potrà realizzare un
campo bitumato, ricoperto
con erba sintetica, adatto a
gare di calcio con squadre ridotte a sette giocatori; due
giochi di bocce e servizi igienic;i adeguati completeranno
l’opera. .
Il sindaco, Riccardo Léger,
ha illustrato le variazioni al
bilancio di previsione: tra le
altre voci, meno spese per il
segretario a tempo parziale,
amministratori e consiglieri
hanno rinunciato a indennità
e gettoni di presenza, i genitori dei bambini che frequentano la scuola materna a P07
marette hanno chiesto un
contributo per il servizio di
trasporto, bisogna sistemare
gli impianti elettrici del municipio e l’archivio storico. Si
è visto,' inoltre, che l’ufficio
tecnico che dovrebbe servire
oltre che a Perrerq e Prali, an
che a Salza e Massello rischia
la paralisi da superlavoro, ma
sarà difficile assumere altro
personale.
Infine è ritoraato sul tappeto il problema delle scuole
comunali non più in uso e del
loro utilizzo. L’amministrazione di Perrero aveva prospettato la soluzione della
vendita dei cinque immobili
come il modo più semplice
per evitare le necessarie ristrutturazioni e incassare subito una bella sommetta. Il
momento di decidere non è
però ancora arrivato; prima si
farà una valutazione caso per
caso sulla maggiore o minore
convenienza della sistemazione delle ex aule in alloggi da
affittare.
Il municipio di Perrero
Iniziative
I consiglieri
provinciàli
per Sarajevo
I consiglieri e i componenti
della giunta della Provincia di
Torino hanno deciso di devolvere al Comitato di solidarietà per Sarajevo i gettoni di
presenza a una seduta consiliare. L’iniziativa è stata proposta nel luglio scorso, all’intera assemblea, dal presidente
del Consiglio provinciale.
Elio Marchiaro.
»
«La situazione di Sarajevo
- sottolinea il presidente
Marchiaro - richiede un impegno personale nonché corale. I consiglieri e gli amministratori provinciali intendono dare con questo contributo un aiuto concreto, pur se
modesto, agli abitanti di Sarajevo la cui condizione di indigenza e di morte non può e
non dev’essere dimenticata. È
necessario che ognuno di noi,
cittadino o pubblico amministratore, sostituisca al blando
interesse per la ex Jugoslavia
un coinvolgimento autentico
e generoso. Tanto più che le
Sarajevo tendono purtroppo a
moltiplicarsi nell’ex Jugoslavia e il dramma dei profughi
coinvolge e travolge le popolazioni di intere etnie».
La somma raccolta (6 milioni 625.000 lire) sarà versata alla presidente del Comitato di solidarietà per Sarajevo.
Presentata a Pinerolo l'associazione territoriale «Alp»
Lavoratori per la democrazia
Dopo una serie di incontri
preliminari che si sono svolti
dal mese di agosto in avanti
lo scorso venerdì 29 settembre finalmente Alp (Associazione lavoratori pinerolesi) si
è presentata a un vasto pubblicorii simpatizzanti che si
era riunito presso l’Auditorium del liceo a Pinerolo. Ma
che cos’è Alp p quali sono i
suoi obiettivi principali? Lo
abbiamo chiesto a Enrico
Lanza, uno dei suoi fondatori. «L’Alp è stata fondata da
persone della vecchia guardia dell’attivismo appartenente all’estreñía sinistra spiega Lanza -, coloro che
dopo la “marcia flei quarantamila’’ si sono discostati
bruscamente dai sindacati
federali e in questi anni non
hanno mai creduto al rilassamento personale e politico
né tantomeno a un atteggiamento superficiale lassista;
persone abituate a combattere per la propria minoranza,
come nelle nostre valli e che
in questi anni hanno lavorato a volte in modo latente, in
altri momenti manifestando
apertamentenl dissenso nella
vita politica e sindacale del
Pinerolese. "
L’Alp vuole essere un’associazione (sindacato) slegata dai sindacati federati, in
difesa deità democrazia,
dell’autonomia e avulsi dai
sistemi politico statali».
L’Alp si definisce qn’organizzazione sindacale, culturale e di mutuo soccorso che
si propone il generale miglioramento delle condizioni
di lavoro e di vita dei lavoratori, la ricerca degli elementi
fondamentali per la costruzione di un sindacato effettivamente dei lavoratori, unitario, intercategoriale e nazionale, che mantenga collegamenti informativi, organizzativi e di cpordinamento tra
le varie esperienze sindacali
presenti nel Pinerolese e
nell’area piemontese.
Attualmente gli iscritti sono circa trecento e appartengono a diverse categorie di
lavoratori; da quelli degli enti locali a quelli delle piccole
e grandi aziende del territo
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rio, dagli insegnanti ai metalmeccanici. «Il fatto di essere
un ’associazione territoriale
- continua Enrico Lanza - da
un lato offre la possibilità di
conoscere meglio la realtà,
la .storia e le condizioni dei
lavoratori associati, dall’altro pensiamo di superare il
limite territpriale con affiliazioni e altre forme di collaborazione con altre associazioni simili presenti in altre
realtà a livello nazionale».
Per iscriversi ad Alp (il costo della tessera per il 1996 è
di lire 20.000) ci si può rivolgere presso la sede di via Bignone 89, telefono 0121374981 e nei giorni dispari
Alp è a disposizione, dalle
15 in avanti, per consulenze
e informazioni.
\ ..
11
s.-.
)ì 6 OTTOBRE 1995
E Eco Delle Vao.t aàldesi
pagHI
jan Germano Chisone dedica le elementari allo scrittore
na scuola per Piero Jahier
MARILENA LONfi
attinata un po’ diversa
per'gli alunni della
ìUola elementare statale di
Ì^n Germano Chisone, quella
di lunedì 25 settembre; alle
Il si è tenuta infatti la ceriiionia di intitolazione dell’
bifido scolastico al poeta e
iéiittore Piero Jahier.
!> L’atrio della scuola era greil sindaco, dopo una
,'^ve introduzione, ha dato la
»arola ai vari oratori, tra cui
ispettrice scolastica Massilello, il dottor Seghe che ha
l^lato a nome del Distretto
»lastico sottolineando l’iml|ioftanza dell’istituzione sco
lastica e la necessità di difendere in modo agguerrito la
scuola nelle nostre zone di
montagna per evitare un ulteriore spopolamento e la desertificazione delle zone alpine. Il prof. Boella ha delineato con passione la figura letteraria di Piero Jahier accennando alle sue opere.
Erano presenti alla cerimonia alcuni familiari e in particolare un figlio dello scrittore
che ha ricordato con tenerezza il padre, rivolgendosi con
parole molto semplici ai bambini. Gli alunni della scuola
elementare hanno poi letto e
illustrato alcuni brani tratti
dal libro Ragazzo, riguardanti
il paese di San Germano, descritto come «il paese delle
vacanze», dove Piero Jahier
rievoca la sua fanciullezza: vi
sono pagine di accurata resa
ambientale, il passaggio per il
centro del paese, le donne
con le loro «cavagne»...
Al termine è stata scoperta
una targa e l’amministrazione
comunale ha offerto un rinfresco. L’auspicio di tutti è
stato che l’intitolazione della
scuola a Piero Jahier, al di là
dell’atto formale e simbolico,
possa servire a far ricordare
alle generazioni future una
personalità letteraria di grande interesse anche umano,
etico^e sociale.
San Germano Chisone nel 1909
fon bilancio sull'attività dello scrittore sull'«Eco delle Valli», poco dopo la scomparsa
ome Piero Jahier scrisse da protestante
'«Sono nato a Genova, dove
finio padre era pastore evanVII aprile 1884. A
'Menava ho avuto i miei primi
icordi d'infanzia, fino a 5
'¡f^nni. Mio padre, Pier Enrico
ÌMiahier, in italiano Giaiero,
ì^^iscendeva da antichissima
W^imiiglia valdese, nota come
W^la famille des pasteurs et
^^apitaines Jahier”, che ha
'^pato alle guerre di religione
^mulle montagne valdesi pasto^ ri e capitani, un eroe, il capi' tana Barthélemy (1655),
'[pgreatore della guerra partigiana in montagna, e un apo^¡¡a - il capitano Bernardin
'^Jahier, di Pramol (1598).
'M^MìO padre era assai fiero di
■ fépteste origini, e io non avevo
y^àiecì anni che, essendo egli
(pastore a Susa (che è la città
iC^escritta in “Morte del PaffHre ”) mi fece valicare a piedi
fantastico pellegrinaggio
jf¿di due notti e due giorni, gerf (,la in spalla, il colle dell’As
(Èietta, discendere in vai Chi
ifìisone, e poi risalire a Pramol
{prato molle, un gruppetto di
(^-casupole montanare, culla
della famiglia) dove il vec’ÌV chio Régent del luogo, un
Jahier, mi fece lezione di tral - dizioni familiari davanti a
f una scodella di trifula salò
I .(fatate salate) e polenta di
?*^,’gmno saraceno...
( Mia madre... fiorentina...
'■ (cantava e ricamava deliziosamente anche vecchia, e col
•suo umore gaio, la parlantina
''^toscana e la perpetua aria
.giovanile... faceva il più gran
de contrasto con mio padre,
un colosso con la tradizionale
barba fluente all 'uso valdese,
e col suo pessimismo calvinista sull’umana natura».
. Così Piero Jahier si presentava in «Cronaca personale»,
le pagine che concludono la
sua raccolta di «Poesie».
L’uomo e lo scrittore sono
stati ricordati lunedì 25 a San
Germano quando la locale
scuola elementare è stata intitolata allo scrittore. Un uomo
dalla vita sofferta e tumultuosa; una vita che diventava arte e lettefamrà.
Jahier valdese
«Si può dire che Piero
Jahier sia uno scrittore protestante?» si chiède Giuliana
Pascal sulle pagine dell’Eco
delle Valli all’indomani della
morte dello scrittore, nel
1966.
«I suoi natali sono incontestabilmente valdesi. Ma spesso i natali e l’appartenenza di
fatto .a un “gruppo etnico”
non bastano a giustificare una
fede. Sappiamo che Jahier si
è allontanato dalla chiesa valdese come istituzione, che
egli ha aderito a partiti marxisti e che, nell’ultimo periodo
della sua vita, non ha negato
una certa simpatia per l’apertura ecumenica della Chiesa
cattolica giovannea.
Eppure, nelle sue opere, c’è
il “marchio” protestante; non
lo si può comprèndere senza
saperlo protestante e valdese;
non è confondibile o interscambiabile con uno scrittore
di confessione e di origine diversa. Jahier non è mai teologico, e difficilmente esprime
in modo dirètto .la sua fede;
eppure essa vive in lui, in
modo nascosto, “dietro le
spalle” come lui stesso dice,
come un’eredità che rimane
pungolo costante e costante
sofferta inquietudine.
Questo distacco dalla fede
dei padri, ma al tempo stesso
questa presenza del passato
nella sua vita, viene dallo
scrittore descritta in una pagina di “Ragazzo”: “...ma ci
sono dei giorni di disgusto in
cui ha bisogno di appartarsi.
Sebbene rifiuti il passato, le
idee del passato, le idee morte sono con lui, vivono in lui
come una protezione. Dietro
le sue spalle ribelli ci sono le
nonne calviniste coi capelli
lisci sparsi intorno al viso
austero; ci sono i pastori che
s’alzavano sul pulpito rigidi
nella toga nera e lasciavan
cadere sull’assemblea gènuflessa l’invocazione sicura:
Notre aide est au nom de
Dieu.
La fatica delle anime loro
frutta anche nel suo sangue.
Ci sono delle ore che ha bisogno di appartarsi; riaprendo
il suo Testamento sul comodino si atterrisce d’esser tanto
malvagio, ritorna ai racconti
morali dove c’è sempre uno
che si sacrifica; bagna di lacrime il suo guanciale, solo
nel nero della notte, e i fratel
li che gli dorrnono accanto si
spaventano dei suoi singhiozzi soffocati”. Questa, e ancora la pagina che descrive l’incontro con il poeta francese
Claudel sono - dice Giuliana
Pascal - le pagine più “prote'stanti” di Jahier».,
Su Jahier scriveva anche,
nel dicembre del ’66, Augusto Annand Hugon: «Opinione concorde dei critici letterari è che in Piero Jahier, sia
pure attraverso la scarsa produzione, sia sempre presente
la “rigidità”, !’“austerità tipicamente calvinista” ereditata
dal padre pastore valdese e
dall’educazione protestante
ricevuta da bambino. A maggior ragione possiamo sentirla noi protestanti, in Piero
Jahier, quèlla carica di spiritualità che riesce ad assumere
forma poetica, ma che rimane
certamente inconfondibile, e
per cui sentiamo lo scrittore
veramente nostro, di un’epoca in cui i valori religiosi tradizionali non erano ancora
scomparsi, ma erano ben presenti anche in coloro che solo
anagraficamente o per la nascita appartenevano alla chiesa valdese.
In questo senso, Jahier rappresenta il dilemma e le sofferenze di quanti hanno sentito e sentono la forza di una
tradizione trasformatasi in costume e coscienza, ma non
vedono come essa possa sopravvivere in un mondo ormai diverso; e perciò amano
accusando...».
Una pagina da «Ragazzo»
Il tranvai dì Pìnérolo
in mezzo alle case
Non mi piace il treno; il
treno non si occupa di noi. Mi
piace il tranvai di Pinerolo
che aspetta i viaggiatori. Non
se ne va noncurante conte un
treno. La macchina tutta fasciata e intettoiata aspetta
sonnecchiando mentre il fuochista. lustra la targa: Val San
Martino. Certamente quando
il fuochista avrà finito di lustrare monterà su e guarderà
ancora una volta tutte le porte. Ecco: il sindacò è salito, e
il macchinista dà di piglio alla cinghia della campana. La
caldaia dal suo storhaco fondo tira fuori quel muglio che
libera la strada e il tranvai si
muove.
Allora quei due che parevano mendicanti, sì afferrano
alla ringhiera, ritrovano sulla
reticella della prima classe un
berretto con un fregio e diventano fattorini del tranvai
di Pinerolo. Io ho avuto il
permesso di stare sul terrazzino da dove si vede tutto e non
pare di essere portati, ma di
fare qualcosa anche noi.
Vedo la collina a ridosso di
Pinerolo con in cima un campanile quadrangolare e un
grande orologio bianco; ma
non si legge che ore sono. Il
tranvai scorre in mezzo alle
case e alle botteghe soffiando
vapore dagli sfiatatoi contro,
la marmagliq che non si tira
da parte.
I cani gli abbaiano dietro, i
cavalli s’impennano e fanno
sfavillare l’acciottolato. Tutta
la città vuol vedere: i soldati
si pigiano ai finestroni delle
caserme, i borghesi sotto i
portici lasciano il caffè a
mezzo: sulla terrazza dell’Albergo del vapore due bimbi
scostano dal parapetto i barattoli del tonno coi convolvoli per potersi affacciare.
Quella lì dev’essere la drogheria dove entrai di nascosto quando mi struggevo di
avere una di quelle cioccolate coi soldati che fa Talmone
di Torino (non pària cioccolata che sgrigliola, ma per il
soldato). Ci sono ancora quei
blocchi allettanti in vetrina,
ma sbiaditi, stantii, polverosi
e cacati di mosche. Cosa faranno di così tanta cioccolata il giorno che la lederanno
di lì? Porse la rimandano'a
Talmone perché la rimetta in
pasta.
Le donne che tornano dal
mercato con quelle grandi cavagne al braccio hanno invaso il terrazzino. Ne fanno salire sempre, e ridono perché un
mazzo di carote che sporge
dal paniere m’ha insudiciato
la marinara. Sono allegre,
perché hanno venduto il burro e contano delle tascate di
soldi. (...)
Da II paese delle vacanze in
«Ragazzo»
Convenzione tra Torino e la Provincia
Tutela ambientale
; La giunta provinciale ha apI,, provato la convenzione con il
; Comune di Torino e l’azienda
■^regionale Usi 5, laboratorio di
•' sanità pubblica, di Grugliasco
‘per avviare il risanamento
' acustico dell’area metropolir tana torinese. «Il piano trienmale tutela ambientale - spie: gfl l’assessore all’Ambiente,
J Giuseppe Gamba - prevede/
per jl Comune di Torino un fi, ; . nanziamento di 400 milioni
mirato al disinquinamento
acustico dell’area metropoliÍ tana, con il vincolo che il di';i inquinamento in questiorte
àa realizzato dalla Provincia
di Torino». , ^
«Con la convenzione - aggiunge la presidente, Mercedes Bresso - il Comune di
Torino delega la Provincia a
I' sòVrintendere all’ attuazione
( del progetto di disinquina
mento la cui esecuzione viene
a sua volta affidata all’azienda regionale Usi 5 di Gruglia
sco. L’Usl 5 dovrà provvedere alla suddivisione del terri
torio dell’area metropolitana
in zone distinte ed attuare
successivamente una rete di
verifica e di controllo permanenti dei livelli di rumorosità
del traffico veicolare».
Il progetto Ecos «cura delle
foreste e creazioni d’impiego» è stato attivato dal
Consiglio dei Comuni e delle
Regioni d’Europa (Cere) con
l’obiettivo di mettere a punto
metodologie comuni per
scambi tecnico-scientìfici utili alle gestioni delle aree boschive'soprattutto in territori
dove il bosco caratterizza il
paesaggio e costituisce un
elemento importante per l’occupazione.
Calano le attività «tradizionali» ma si sviluppano nuovi settori imprenditoriali
Sorpresa^ aumentano gli abitanti in montagna
FEDERICA TOURN
Da una valutazione generale dei dati demografici
dell’ultimo censimento, emerge inaspettatamente un incremento del 9% dei residenti
dei Comuni montani della
provincia di Torino, anche a
fronte di una diminuzione
globale di popolazione del
4%. Le cause sono da ricercare nell’espansione edilizia
di alcuni Comuni della cintura
di Torino, e più' in generale
nel flusso migratorio proveniente dalla città verso aree
meno urbanizzate, in cerca di
verde e di case a prezzi più
vantaggiosi; nel fondovalle,
inoltre, si riversano-anche gli
abitanti dei paesi sopsa gli
800 metri (nel decennio ’8191 a Rorà, per esempio, si è
assistito a una riduzione de
mografica del 68% a fronte di
un aumento del 101% a Lusema San Giovanni).
L’incremento demografico,
tuttavia, non è uguale dappertutto: sembra investire la
vai Chisone, la vai Susa e per
certi versi la vai Pellice, che
ha registrato una crescita anche del tasso di natalità, e trascurare invece le valli di Danzo e del Canavese.
La ripresa demografica non
deve però indurci in inganno:
se la montagna sembra essere
di nuovo una risorsa appetita,
il ruolo dell’agricoltura «tradizionale» è però in netto declino: calano gli addetti, le
stesse aziende agricole sono
diminuite del 22%, mentre
aumentano le piccole imprese
destinate all’autoconsumo
(sono il 31% in più rispetto al
precedente censimento): si as
siste ad un ritorno alla conduzione diretta dei terreni di
proprietà familiare di pensionati, prepensionati o di individui che non trovano lavoro in
altri settóri.
In montagna vi è quindi una
prevalenza di aziende non
professionali, condotte da
agricoltori «pluriattivi» che
esercitano, se ne hanno la
possibilità, anche altre attività. L’agricoltore professionale nòn è più la figura di riferimento per garantire una
presenza sul territorio montano: è necessario invece «reinventare» il ruolo dell’agricoltura in montagna studiando le
sue possibilità di integrazione,
le sinergie possibili con altri
settori produttivi. Non è tutto:
sarà necessario pensare a forme giuridiche nuove xhe rispecchino la nuova realtà e
facilitino l’integrazione e la
cooperazione economica tra
soggetti diversi, pubblici e
privati, ovviamente interessati.
alla valorizzazione delle risorse locali.
Si dovranno anche solleci- .
tare incentivi fiscali a favore
di chi esercita la pluriattività e
per sollecitare l’insediamento
di piccole e medie attività
commerciali e produttive;
senza dimenticare la Valorizzazione del patrimonio naturale, inteso sì come fornitore
di aree verdi ma anche come
insieme di servizi ambientali
al settore turistico come i*
campeggi, le aree attrezzate,
l’offerta di prodotti .biologici
(con ia conseguente necessità
di una legge regionale che regoli e valorizzi questa produzione per un effettivo rilanciò
sul mercato locale).
y rt
ri
12
PAG. IV
. ' í.
C Eoo Delle 1ÀLLI moEsi
VENERDÌ 6 ÒTtOBRE 1995
■M
Angrogna'ii
L'« Autunno!
al via. ;
f:.
«E un occasione per crescere nella partecipazione alla^
vita della nostra comunità.
dice il sindaco di Angrogna,
Jean-^uis Sappé, concludendo la sua presentazione della
17“ edizione dell’Autunno in
vai d’Angrogna cogliàfiiola*
dunque fin tanto che è possibile». L’edizione ’95 dell’ji«
«Autunno» ha preso il via co-^^
me spesso è accaduto in passato, in punta di piedi; poi,
col.passare delle settimane,
degli incontri, degli appuntarrfenti, questa rassegna itinerante per la vai d’Angrogna si
concretizzà: come sempre si
alterneranno momenti in cui
la riflessione riguarda le tematiche della montagna in
genere ad altri in cui proprio
la piccola comunità è al centro della discussione: sarà così, ad esempio, il 21 ottobre
quando l’amministrazione risponderà allá popolazione di
quanto fatto in questi primi
cinque mesi di attività e nello
stesso tempo cercherà di progettare con la gente le iniziative da realizzare nei prossimi
anni. Ci sono poi argomenti,
come l’agricoltura in montagna, la legge sulla montagna,
la nuova normativa sulle pen. sioni, che interessano tutti i
cittadini ma che hanno un respiro più ampio.
L’Autunno sarà anche aggregazione: non mancano gli
spettacoli, i concerti, le feste,
n primo dibattito riguarderà la
legge regionale sulla montagna: se ne parlerà giovedì 12
ottobre, ore 21,15, alla sala
unionista di San Lorenzo.
Piiierolo I V
Giovani
concertisti
Si conclude venerdì 6 ottobfé con la premiazione il
concorso di videoamatori pinerolesi non professionisti ed
ecco che immediatamente
parte la seconda edizione del
Festival mùsicale d’autunno^
Pinerolo dunque riscopre, dopo la tradizione della Cavalleria e dell’equitazione, anche il suo ruolo di formazione nel campo musicale. La
zona del resto ha alle spalle,
anche nelle valli, una forte
tradizione sia nel canto corale che nella musica: ba'sti
pensare alle numerose rassegne che periodicamente vengono proposte e ai concerti. •
Dall’8 ottobre sarà presentata una serie densa e ricca di
concerti che si alterneranno
>ogni sera proponendo cori,
serate jazz, musiche da film,
musica classica. Sede principale sarà il Teatro-incontro di
via Caprini ma non mancheranno gli appuntapienti anche
al salone dei cavalieri in via
Giolitti e all’auditorium del
liceo scientifico. Appuntamento di rilievo sarà pure il
concorso internazionale di
musica «Pinerolo città della
Cavalleria» che offrirà un
ricco montepremi in denaro e
concerti da svolgersi l’anno
prossimo. Sono previste le
sezioni <i<Trio>>, pianoforte,
«Giovani pianisti» suddivisi
in varie categorie. Il concerto
dei vincitori si svolgerà domenica 22 ottobre, alle 20,45
al Teatro-incontro.
La giuria sarà composta da
autorevoli maestri europei e
americani
Nelle
Chiese Valdesi
ANGROGNA — La comunità darà ufficialmente il benvenuto al candidato al ministero pastorale Franco Taglierò
e alla sua famiglia durante il culto di domenica 8 ottobre, alle 10, nel tempio del Serre. Da quella data inizieI ranno ufficialmente tutte le attività.
• Domenica^l5 ottobre avrà luogo l’assemblea di chiesa
che dovrà eleggere un anziano per la zona di Torre Pollice in sostituzione di Jean-Louis Sappé, dimessosi a seguito della sua elezione a sindaco. Nel corso della stessa
assemblea di chiesa verrà presentata anche la relazione
sui lavori del Sinodo.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 8 ottobre,
. «Festa del raccolto» con culto alle 10 al Ciabas; dalle
14,30, alla sala Albarin, esposizione e vendita di prodotti. Alle 19 «marenda sinoira» e dopo cena il past. Pasque! parlerà della vita delle chiese riformate nell’EuTopa di oggi.
PERRERO-MANIGLIA — Il culto di inizio attività si
svolgerà domenica 8 ottobre alle 10 a Perrero.
FRALI — Venerdì 6 ottobre iniziano scuola domenicale e
catechismo.
TORRE PELLICE — Sabato 7 ottobre, ore 14,30, alla
Casa unionista, inizia la scuola domenicale. Domenica 8
ottobre si svolgerà l’assemblea di chiesa con la relazione dei deputati al Sinodo. Lunedì 9 ottobre, ore 20,45 e
giovedì 12, ore 15,30 ricomincerà lo studio biblico settimanale. Giovedì 12, alle ore 14,30, inizierà il precatechismo e, alle 17, i corsi del 2° e 3° anno di catechismo.
SAN GERMANO — Domenica 8 si terrà il culto di apertura delle attività con la partecipazione dei bambini della scuola domenicale e dei ragazzi del catechismo; il
culto sarà tenuto dai rappresentanti delle attività.
• Martedì 10, alle 20,30, incontro coi genitori, del ca
. tecumeni per definire Ì programmi e gli orari dell’anno.
Mercoledì 10, alle 14,30, prima riunione dell’Unione
femminile.
SAN SECONDO — Sabato 7 ottobre, alle 14,30, si svolgerà rincontro dei bambini della scuola domenicale e
dei ragazzi del precatechismo; alle 17 incontro di tutti i
catecumeni. Domenica 8 ottobre, ore 10, culto con assemblea di chiesa per la relazione dei deputati al Sinodo.
VILLASECCA — Domenica 8 ottobre culto di apertura
attività, con la partecipazione dei bambini e dei catecumeni; celebrazione della Cena del Signore.
• L’Unione femminile inizia la sua attività giovedì 12
ottobre, alle ore 14,30. Le prime riunioni quartierali
avranno luogo il 10 ottobre a Villasecca e TU a Serre
Marco, con inizio alle ore 20.
Sl^ORT
•POMARETTO: OLTRE 1.000 ATLETI IN GARA —
Oltre mille atleti hanno partecipato alle gare organizzate dal
gruppo sportivo Pomafetto ’80 in occasione dei suoi 15 anni di
attività; 48 le competizioni proposte. Alla fine sono stati premiati gli atleti che hanno partecipato al maggjor numero di gare per categoria: Assoluti maschili, Sergio Roberto, 36; Giovani maschili, Andrea Barrai, 35; Giovani femminile, Elena Roberto, 36; Unica femminile, Doina Santa, 31; Junior-Senior
mascbile,Federico Clement, 25.
TENNIS TAVOLO; PER LA VALPELLICE INIZIO IN
SALITA —- Le due squadre della Polisportiva Valpellice in
carneo sabato scorso sono state entrambe sconfitte per 5 a 1 dal
Dopolavoro Poste di Torino. 11 risultato era in qualche modo già
scontato in partenza eppure va segnalato il miglioratriento del
gioco dimostrato dai valligiani capaci di imporre la «bella» in
diversi confronti. Nella CI nazionale hanno giocato Rosso, Malano e Davide Gay, autore del punto; in C2 regionale sono scesi
in campo Giuliano Ghiri, Rossetti e Piras, autore dell’unico
punto, il campionato resta ora fermo per una settimana; inizia
invece il campionato di D2 provinciale che vedrà mercoledì 11
ottobre a Torre Pellice i valligiani contro il Cus Torino Lavazza.
CALCIO; SECONDO SUCCESSO PER IL PINEROLO
— Dopo aver espugnato sette giomi'prima il campo di Saluzzo,
il Pinerolo nel campionato Dilettanti si aggiudica, questa volta
per 4 a 0, anche il derby col Nizza Millefonti. L’inizio è stato
dei torinesi che però col passare del tempo hanno cominciato a
subire gli attacchi del Pinerolo fino alla rete di Fabbrini al 25’
del primo tempo. Sbloccato il risultato, nella ripresa gli ospiti
sono letteralmente spariti ed è statoli festival delle reti, ben tre
personali del centravanti Pia.
IL 3S PINEROLO SARÀ TARGATO NOVA SIRIA —
La neonata associazione del 3S Pinerolo che affiancherà il Body
Sistem nell’attività pàllavolistica giovanile a Pinerolo e che ha
stipulato un accordo pubblicitario con la ditta di Bibiana Nova
Siria, parteciperà al campionato ragazzi Fipav insieme a Meneghetti, Green Volley, Con Voi volley. Sportidea, Volley San
Paolo, Poirino e Bardonecchia; la formazione femminile parteciperà invece, col nome «Bar dei tigli», al torneo Éaudrino e al
campionato di terza divisione Fipav. La società 3S organizzerà
anche quest’anno i trofei Baudrino e Storello; giovedì 5, presso
il complesso simrtivo di San Pietro Val Lemina si terrà una riunione delle società interessate per definire i calendari.
VOLLEY: ÀL BARGE IL TORNEO DI LUSERNA —
L’Itt Barge si è aggiudicato il torneo di Luserna disputatosi nello scorso fine settimana; si è trattato del primo quadrangolare
amichevole per mettere a confronto le varie formazioni giovanili di Luserna e di Pinerolo.
Otto formazioni pinerolesi, suddivise in due gironi, hanno invece partecipato domenica a un torneo di pallavolo femminile
organizzato dal Comune e dalla locale Polisportiva. Nel settore
giovanile, categoria allieve, hanno vinto lé padrone di casa
mentre nella categoria assoluta le ragazze del 3S Bar dei tigli,
al loro esordio stagionale, hanno vinto battendo Tunder 16 del
3S guidata da Marco Gardiol.
SKY ROLL: ANTONELLA GHIA VIA CAMPIONESSA
ITALIANA — Si è disputato domenica 1° ottobre in vai Maira
il campionato italiano Gran fondo di ski roll per le categorie
Junior, Senior, Master e Dame nonché il secondo trofeo giovanile Gran fondo Memorial Emiliano Stella valido come campionato nazionale giovanile per le categorie Allievi, Cadetti,
Esordienti, Giovani. La squadra giovanile dello SC Angrogna
ha vinto il trofeo con il successo di due atlete e ottimi altri
piazzamenti. Sulla distanza di 12 km Antonella Chiavia ha conseguito il titolo di campionessa nazionale Csa In nella categoria
Allieve, seguita al 4“ postp da Helen Coucourde. Nei Cadetti
maschili (6 km) ancora medaglia di bronzo per Luca Gay e 6“
posto per Marco Bonjour. Nelle Cadette femminile 5“ è giunta
Elisa Codino, 6“ Miriam Monnet e T Manuela Catalin.
Negli Esordienti maschili (3 km) podio per Luca Montanari,
giunto 3°, mentire Manuele Monnet è giunto 6°, Andrea Montanari 7°, Stefano Volpe 10° e Luca Bonjour 11°.
Nelle giovani femminili (3 km) ancora una campionessa: Federica Buenza, seguita al 2° posto da Elena Volpe con Astrid
Charbonnier 4“. Ottimi piazzamenti anche nelle altre categorie:
Simone Pastre 4° e Stefano Davit 5° fra i Giovani; Davide Coucourde 5° nel campionato italiano sulla distanza di 35 km, Danilo Negrin 10° fra i Senior, Alfredo Chiavia 9° nei Master I,
Giulio Chauvie 5° fra i Master II, Miriam Avondet 9“ fra le Seniores, Erica Revel 4“ fra le Dame.
Cognomi
A proposito di quanto pubblicato da voi nel numero 33
dell’8 settembre sui cognomi
valdesi dovuti ad errore di segretari e secondo Rostan, ma
che io definirei prepotenze ed
inganni dei medesimi, mio padre, Alessandro Rivoir, scoprì
soltanto al principio del servizio militare'che il segretario
fellone, ingannando i suoi genitori, lo aveva trascritta quale Rivoiro. Non rispondendo
all’appello ripetuto tre volte
che chiamava Alessandro Rivoiro, in quanto non conosceva quel Rivoiro essendo Rivoir, si buscò tre giorni di prigione. Ma dopo essersi sposato ed aver avuto una figlia,
mia sorella Giulia, poi sposa
del pastore Rinaldo Malan,
mio padre volle ristabilire il
vero cognome ai suoi figli.
Occorreva una domanda che
difficilmente sarebbe stata accolta dalla procura del regno...
Scelse una via più spiccia:
denunciando gli altri figli
all’ufficiale di stato civile che
doveva registrare la denuncia
di nascita, disse semplicemente che Rivoir e non Rivoiro denunciava la nascita
di... e così grazie a lui sono
nuovamente Rivoir. Aveva
sempre lavorato per mantenere la famiglia ma non avevamo ricchezze e non vi furono complicazioni legali per
un’eredità inesistente. Consiglierei a tutti quello che hanno avuto il cognome bistrattato di seguirne l’esempio, badando a trovare una soluzione
in caso dì eredità.
Guido Rivoir - Lugano
5 ottobre, giovedì — ANGROGNA: Si svolge a San
Lorenzo la tradizionale fiera
d’autunno.
5 ottobre, giovedì —
TORRE PELLICE: Dalle
16, presso là palestra del Collegio valdese, iniziano i corsi
di danza per bambini a cura
della scuola «Ginger» fino a
giugno tutti i giovedì.
7 ottobre, sabato — TORRE PELLICE: Alle 17, presso la sala Paschetto del Centro culturale valdese, inaugurazione della mostra di Egle
Scroppo «Enigmi», aperta fino al 22 ottobre.
7 ottobre, sabato — ANGROGNA: Alle 21,15, nel
tempio di Pradeltorno, concerto del coro alpino Valsusa;
nell’intervallo presentazione
del romanzo «L’estate di
Gian Courbella» di Quattrini
e Cassisa.
7-15 ottobre — PINERO
LO: Presso la parrocchia di
San Lazzaro (Cuore immacolato di Maria, via S. Lazzaro
3) è aperta con orario 8-12 e
17-19 una mostra di documenti, immagini e messaggi
che ripercorre i 50 anni della
comunità. È anche disponibile un quaderno rievocativo e
sono possibili visite guidate
per le scolaresche (tei. 0121322426).
8 ottobre, domenica —
LUSERNETTA: La Pro Loco indice la Sagra del fungo.
8 ottobre, domenica —
ANGROGNA: Presso l’ala
comunale, nel corso della
giornata, mostra dei funghi a
cura di Mauro Pons.
9 ottobre, lunedì — PEROSA ARGENTINA: Fiera
autunnale e rassegna zootecnica con sagra dei prodotti
della valle.
9 ottobre, lunedì — VILLAR PEROSA: Alle 16,45,
presso la direzione didattica
delle scuole elementari in via
IV Novembre 1, secondo incontro per.il corso di storia e
cultura locale per insegnanti
della scuola elementare su
«L’età di Giolitti e la grande
guerra», con relazione di
Giorgio Peyrot.
9 ottobre, lunedì — BOBBIO PELLICE: Il Comune
organizza, per l’intera giornata, la castagnata.
11 ottobre, mercoledì —
PERRERO: Fiera autunnale
a cura del Comune.
12 ottobre, giovedì — ANGROGNA: Alle 9, presso la
sala consiliare, apertura della
mostra fotografica «Meraviglie dello stambecco» a cura
della Comunità montana. La
mostra rimarrà aperta fino al
17 ottobre con orario 9-12,
14,30-16,30. Alle 21,15,
presso la sala unionista a San
Lorenzo, incontro-dibattito su
«La legge regionale sulla
montagna».
L'Eco Deue Vaui Valdesi
Via Pio V, 15 -10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 -10066
Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121/932166
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non può essere venduto separatamente
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Resp. Franco Giampiccoli
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 2.000
mti
-CHlSONja >■ GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 8 OTTOBRE
San Germano Chisone: Farmacia Tron , tei. 58787
Fenestrelie: Farmacia Grippo
- Via Umberto 1.1, tei. 83904
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte ; tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 953355
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 8 OTTOBRE
Torre Pellice: Farmacia Muston - Via Repubblica 22, tei.
91328
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO . / '
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
Presso i distretti, ore 8-17.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
Cinema
TORRE PELLICE — 11
cinema Trento ha in programma, giovedì 5 e venerdì
6 ottobre, ore 21,15, Il soldato molto semplice Ivan
Chonkin (regia di J. Menzel); sabato, ore 20 e 22,10,
domenica, ore 16, 18, 20 e
22,10 e lunedì 21,15 Scemo
& più scemo.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma,
venerdì 29, ore 21, Jefferson
in Paris; sabato, ore 21,
Tommy boy; da domenica,
(14,15, 16,30, 18,45, 21) a
giovedì (feriali ore 21), Waterworld.
PINEROLO — La miiltisala Italia propone, alla sala
«2cento» I ponti di Madison
County (feriali ore 19,45 e
22,20, sabato 19,45 e 22,30,
domenica 14,45, 17,15, 19,45
e 22,20). Alla sala «5cento» è
in programma Batman for
ever (feriali ore 20 e 22,20,
sabato 20 e 22,30, domenica
15, 17,30, 20, 22,20).
Economici
PRIVATO acquista mobili vecchi-antichi e oggetti
vari: tei 0121-40181.
SIGNORA valdese di Milano affitterebbe a studentessa evangelica camera con servizi autonomi. Telefono 0226820468.
REGALANSI annate complete de La luce e Protestantesimo da ritirarsi a Biella o a
Torre Pellice. Rivolgersi a
Giuseppe Zaldera, via Delleani 21, 13015 Biella; tei.
015-405498.
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(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e iaboratorio:
via S. Secondo, 38 - v 0121/201712
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FA VIVERE LA TUA CASA
13
m:
VA
MoPiziQriofùeì
A
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VITA COMUNITARIA AL CFD
“Che cosa significa per voi far parte del Centro di formazione diaconale?”
Tante volte ci è stata posta questa domanda e ci rendiamo conto solo ora che
ogni risposta data nell’arco di questi ultimi due anni, cambiava in funzione del tempo
che passava e sicuramente molto diversa è la risposta che diamo ora da quella iniziale.
Cominciamo questa esperienza di vita comunitaria con entusiasmo e con un’idea
molto spensierata di ciò che significasse vivere insieme ad altri giovani. L’accoglienza che ricevemmo fu molto calorosa e la sensazione che provammo fu subito quella di essere entrati in una grande e particolare famiglia dove ognuno contribuiva a farci
sentire a nostro agio. Uno dei momenti che ricordiamo con piacere, e che poi scoprimmo essere uno dei pochi incontrffissi di tutte le giornate, fu il ritrovo per il caffè
dopo pranzo: in quest’attimo di relax tutti si incontrano per godere della compagnia
altrui prima di riprendere le varie attività. Infatti il Centro di formazione diaconale, che
prevede sia l’iscrizione a corsi universitari o para-universitari sia la frequenza obbligatoria ai corsi diaconali, riduce notevolmente il tempo libero nell’afco della giornata.
Nonostante ciò c’è sempre qualcuno pronto a condividere con te preoccupazioni,
tensioni e problemi e questo contribuisce a rendere meno pesanti i momenti difficili.
Certo è anche il fatto che in una piccola comunità (attualmente siamo 15 persone)
non mancano momenti di scontro dovuti alla routine quotidiana (turni di pulizia non
rispettati, nervosismo pre-esame ecc...), tutti aspetti, questi, che difficilmente ci saremmo aspettate di trovare.
Fondamentali per la nostra crescita sono stati i momenti difficili che ci hanno permesso di ridimensionare i nostro io, di forgiarlo in funzione delle esigenze degli altri
e così di crescere e di maturare in modo autonomo lontane dalla protezione e dalla
sicurezza familiare.
Oggi alla domanda “Che cosa significa vivere qui?” rispondiamo che sicuramente
vivere al Centro di formazione diaconale è un’occasione importante e determinante
per la crescita individuale e spirituale e per chi si prepara ad un futuro lavoro diaconale, mettendo la propria vita al servizio degli altri.
Laura Salvaggio e Silvia Zerbinati
Mcuni'e campisti/e del campo giovani di Bethel hanno ietto
un passo de «La notte di Elie Wiesel- Lo hanno poi riscnt* to provando a mettersi nei panni di uno dei protagonisti • *
Dov'era Dio? '' t % .
Ecco, sono anch’io arrivato alla fine dei miei giorni. Non è facile ammetterlo, ma di s/- ^
curo la mia morte passerà inosservata agli occhi di chi fu.presente a quella crudele esecuzione che fui costretto a fare. Per me erano ordini da eseguire e adesso mi vergogno
‘ deil’indifferenza che provai togliendo io sgabello che sosteneva la vita del bambino. Eb-^
bene sì, fui capace di impiccare proprio un bambino. Ricordo i suoi occhi che mi fissavano, quasi per chiedere pietà. Non so ancora cosa mi subcesse; tutto ad un tratto mi
sentii un brivido dietro la schiena, per un attimo pensai che il fanciullo vólease dirmi'
qualcosa, ma non ebbe la possibilità di farlo. La mia angoscia aumentò quando diètro di
‘ me qualcuno urlò: «Dov’è H buon Dio?». Dopo quel gesto, dopo quell'inutile crudeltà ancora non mi rendevo conto, ma riuscivo in quel momento a pensare' a^Dio.pa
quell’istante in poi mi perseguitò la brutalità del mio gesto per il resto dei miei giorni. .<
Perché Dio non mi ha fermato? Dov'era in quel momento? , .J.
Forse era lì, di fronte a me, appeso a quella fune. - J ' if
/T
✓
(iaC consigCio^
%
Ogni autunno ritorniamo dalle vacanze e ci rituffiamo nelle vairé attività, nel lavoro
del gruppo giovanile o negli incontri della comunità. Ogni anno programmianrìo il nostro
tempo, pensiamo a rinnovare alcuni impegni o a liberarcene. Netta quotidianità. Il regno del prevedibile. Un impegno spesso vissuto con stanchezza.
Perché non vivere come se fossimo già netta terra promessa, dove ogni cosa è vista con urgenza? Sentire questo inizio autunnale come un'occasione che ci spinge a
trovare per ogni ingiustizia una soluzione, perpgni guerra un’azione di pace; per ogni
persona una parola d’amore particolare. Netta quotidianità, il Regno. Un impegno entusiasmante.
Silvia Rostagno (Roma)
J
9i LEPflH ÌE/L^/VTAD/A/O
•V.'. .S''
Ceti una witau
^ aveva presfftiìiàffitto da
una riserva di cibo bella
t'i
A Bethef durantp il campo'giovartt dal titolo “Quando Didì;
usci di chiesa" (20-30 luglio), quattro,ragazzi terteschi hanno letto e riscritto a modo loro i printì due capitoli del libro
dì Giobbe. Ecco II risultatoi
viveva al iimüpdi un campo di_^grmodhe un coniadino^
' '.La lepfp.viveva aséàfbèriè, aveva mrM piccini
fndié finora II campo aveva dato buortt frutti.
« Un giorno il contadino ò il ¿acaeSore si incontrarono al bar “Rastel II contadino dissè- «Poiché tu hai'préao'títdht ìa lepre un po’ troppo sotto la tua protezione, essa co‘ '^inòìa ad occupare troppo spigttà nel mio campo» E il cacciatore: «È una buona lepre '
non fa nulla di mq^' Si^p'^f^à sólo quello dìe le spetta e di cui ha bisogno per vive- .,
te Tuttavia, se mi diai àie Ut t^r» ri ¡disturba, puoi combatterla, ma senza ferirla. Vedrai' \
diè non abbandonerà il^puocarrtoO". . , ' 4.,
^ - 'Perciò II contadfío tafgho librano dfíunucó i vunicóli detta lepre e h attagò. Atta fine ' ’
àtò il campo'la fhdn^gère i suoi cuniaA é le sue provviste e vide uccidere i ■
suoi piccoli Bi'Ati^ nèa aa^Stto piu remòtojdel^ slip tana e disse fra sé e sé: «A iungo ,
' ho vissuto qui cosi bene ed ero piotetti. ma aa'la disgrazia e venbta a trovarmi a casa. .
li cacciatore rm ha trattato bene a lungo e perciò credo che a saranno di nuovo tempi
' migliori: continuerò a vivere qui»..., - < .*■ .
Po! li cacciatore e il contadino hfriiopnriàipn^ì nuovo'a! bar ‘Rasta* e II contadino
disse al cacaàtore: «Ho distruttó^ie lepre, distrutto le sue gallane e ucci
so I SUOI picco^jtja lei è nmasfa, JM® vedrai: se attaccherò lei stessa, iasceià il campo
, evi rinuntiSi^^E il cacciatore: «,Ci^!ieLpure^.lgpre, ma non ucclderlal» * r."
Così II oafdadinp aizzò il suo caò^ntroifa^p^re e sparse il campo di prodotti chimicS'. La lepre! ^ta gai cane e as^l^daì prddoé chimici, fu pregata dal suo leprotto di /
-andarsene éaFcarppo. La lepre t^p^n«H'e8qpla(pre è stato tanto buono con me, per- '■;
cfté non dovtei'sopportare anche qualcosa di male? Tornerà certamente ad andare be- ,
pe».
Ma la lepre mori prima che la situazione migliorasse.
VA — 11» t
« *4 .-i . V V*
CAMPO GIOVANI
Dal 27 luglio al 6 agosto si è tenuto a S.Severa l’annuale campo
giovani. E’ stata la mia prima esperienza di questo genere ed anche
il mio primo approccio alla Comunità Evangelica alla quale mi sono
avvicinata tramite alcuni amici ed amiche (io sono di famiglia cattolica).
I momenti di studio sono stati per me non solo fonte di approfondimento di argomenti sui quali avevo scarsa conoscenza, ma
occasione di confronto con ragazzi e ragazze provenienti da esperienze diverse, ed hanno contribuito a creare un clima di serenità e
avvicinamento agli altri.
II tema del campo, l’identità evangelica in raffronto alle altre comunità religiose, è stato svolto ad opera della staff e dei diversi relatori in
modo sufficientemente semplice perché tutti potessimo comprendere e
partecipare alle relative discussioni.
Le meditazioni serali sono state per me un momento molto forte, di stimolo alla riflessione peTsòdale, momento che forse nel nostro vivere quotidiano tendiamo purtroppo a trascurare.
Prima della partenza per il campo avevo immaginato non senza un certo timore, attività di studio più impegnative ed intense mentre a mio parere
il tempo libero è stato largamente sufficiente a permettere che il campo
fosse fondamentalmente una vacanza.
Fra le attività serali di divertimento, ho particolarmente gradito le danze
proposte da Marta e Paola di La Spezia, le altre serate sono forse state
scarsarhente organizzate ma comunè|ue piacevoli. Molto coinvolgenti i
canti, a volte accompagnati da danze, durante il culto e le meditazioni.
A conti fatti, un’esperienza positiva che spero di poter ripetere.
Sonia Schena (Torino)
SANTA
SEVERA
14
%
HoPiziQriofgei
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7T^ ' • 7^ ' ! ^
I:
_ - -"Í
glwehtù .evangeUcéS
. estate 1995 hv * '
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í’Cí-'
_ <iii» »
^ - sommlrio ':-'Wf'"--:
Gii androidi sognano riviste dveQlj^Ss^M^elì:
,, studio biblico . "í^' v-:4
‘il *Non dimenticare^ Aréia^, ;
di Daniele Garrone ^
Studi, ilf^stpni e riceìc^;!;;^
4*L'evangellsmo itafiano a metàWgli armi‘90
intervista a Paolo Spano
“ 12*Laicìtàt una riflessione teologica
di Giorgio Toum
dibattito f i
18*Metamorfosi deila predicaziòniè
diBrunoRostagno
2i‘Predicare davaiifl' a una telecamerèS
' di Renato Maiocchi ^
rubriche
24*Segnaia^ioni^
- - 27*Appuntafì™enti
*'■ attettére^^.... - d
V r Mifdaica
iarrr:. , i^r, <■> '
r/voi
Olí, ^
E LE MURA CROLLARONO
«... And thè walls carne tumbling down»
(...e le mura crollarono): questo è stato il tema del Presbyterian Youth Tqennium 1995
che, dal 23 al 30 luglio, si è svolto nella prestigiosa Purdue University (West Lafayette, Indiana).
È ormai trascorso più di un mese dal mio,
purtroppo breve, soggiorno americano, eppure mi sembra di udire ancora il canto ed il battito di mani degli oltre 5.800 teen-ager americani durante il culto che c’era ogni mattina.
Fra qualche mese forse ricorderò soltanto
alcuni nomi dei 90 ospiti speciali (fra questi
c'eravamo Amos Carri ed io), arrivati in America da 42 paesi differenti. Certo, questi ed altri dettagli dimenticherò, ma la rappresentazione scenica avvenuta in quei sabato mattina, penso, mi accompagnerà per sempre.
Dinanzi ai nostri occhi si ergeva un muro
apparentemente di argilla e cemento; in realtà
i suoi mattoni erano l’egoismo, l’indifferenza,
la violenza, la paura, l’intolleranza e II pregiudizio. Un muro alto, esteso, su cui però erano
visibili delle crepe. Picconi ed arnesi non riuscivano a scalfire quell’ostacolo, finché la croce, simbolo dell’accoglienza e dell’immenso
amore di Gesù Cristo, ha reso a poco a poco
quelle lesioni delle incontrollabili falle. Inesorabilmente quel muro era ridotto in un mucchio di macerie. Questo materiale, poi, sarebbe stato utilizzato per nuove costruzioni: non
più barriere, ma ponti sui quali ognuno, nelle
piccole e grandi diversità, avrebbe incontrato
il proprio fratello.
Nella mia mente l’immagine di quel grigio
muro rimane, ma accanto ad essa vi è quella
di noi giovani che, con entusiasmo ed energia, siamo chiamati ad essere costruttori di
nuovi ponti.
Marta D’Auria (Napoli)
m eoe eco
Seminarlo formazione per I gruppi del Nord Italia
27-29 ottobre 1995, Philadelphia - Rivoli____
costo £ 50.000
«Che ghiandaia marina sei?
Ovvero come nidificano i giovani nelle comunità.
Che cos’è la comunità?
Ghiandaia delia Florida (Aphelocoma cocruescens)
Progetti e sogni per le nostre comunità».
Iscrizioni e richieste di borse viaggio, presso le segreterie regionali
0 do Silvia Rostagno, 051321.97.29.
Seminario di formazione per i gruppi
del Sud Italia
Il Consiglio allargato è convocato il 14 ot
tobre alle ore 9,30 presso il centro di S.
20-22 ottobre 1995, Adeifia
Severa, fino al pranzo del 15~ottobre, con
costo £ 50.000
«irpenero della differéñzaT
I seguente ordine del giorno:
1. Relazioni d^ie segreterie regionali
2. Discussione di contenuto sulla scuola
Liberta femminìTé e liberta maschile. 3. Programmazione delle attività 1995
Le parole per dirlo»
1996
Iscrizioni e richieste di borse viaggio, 4. Preparazione del XII Congresso
presso le segreterie regionali
5. Finanze
0 do Lula Nitti, 081/28.43.93
6. Varie ed eventuali
MOVIMENTO CRISTIANO
STUDENTI: difficili equilibri
Dal 28 luglio al 4 agosto si è tenuta a lasi,
in Romania, l’Assemblea Europea (E.R.A.)
del Movimento Cristiano Studenti: si tratta, in
pratica, del congresso biennale con cui il
WSCF-Europe imposta il lavoro dei due anni
successivi ed elegge il Comitato (E.R.C.) che
ne coordina le attività.
Il tema dell’Assemblea era “I valori cristiani
sfidano l’istruzione superiore”, ed a questo
proposito è bene ricordare che la dimensione
europea del MCS va oltre quella che normalmente slamo abituati a considerare; principalmente nel paesi nordici, infatti, i movimenti
giovanili delle varie chiese protestanti (luterani in testa) sono ben radicati nelle scuole e
nelle università e possono contare su organizzazioni molto forti, cui aderiscono migliaia di
giovani: il WSCF viene quindi vissuto come il
naturale strumento di collegamento oltre che
di scambio con realtà profondamente diverse,
come può essere quella della Fgei.
Per quanto riguarda i lavori dell’Assemblea
ed i risultati (mozioni, etc.) dobbiamo dire di
non essere particolarmente soddisfatti: l’impressione che ne abbiamo ricavato è quella di
un dibattito che si è sviluppato cercando di
evitare accuratamente i temi più delicati provocando un livellamento verso il basso. Tutte
le questioni “scottanti” inerenti specialmente
l’influenza ed il peso “politico” dei vari movimenti forti, ovvero il loro bilanciamento o la
prevalenza di una linea sull’altra, sono state
riportate solo ,di riflesso in plenaria, creando a
noi rappresentanti di movimenti più deboli notevoli problemi di comprensione delle dinamiche in atto e, in definitiva, l’impossibilità di intervenire proficuamente nelle decisioni.
Un. esempio su tutti è sicuramente la situazione in Bosnia, rispetto alla quale ci aspettavamo, se non prese di posizione nette, perle- j
meno un dibattito vista la presenza di due
rappresentanti serbi: attoi;no ad essi si è però
stretto tutto il “blocco” ortodosso rappresentato dai paesi del sud-est europeo, che di fatto
ha impedito che tale dibattito avesse luogo.
L’impressione è che si sia cercato di evitare
una spaccatura che non sarebbe stata solo
politica, ma soprattutto religiosa e che avrebbe intaccato i delicati equilibri “ecumenici”
(Nord-Ovest protestante e Sud-Est ortodosso)
che caratterizzano l’attuale WSCF-Europe, la
mozione deH'assemblea si è così ridotta ad
una raccomandazione al Comitato per sviluppare i rapporti con i movimenti giovanili di tutte le parti coinvolte e consolidare quelli già in
atto con le giovani ed i giovani serbi.
In questa direzione va anche un’altra considerazione rispetto al nostro approccio
aH’ecumenismo, cui tendiamo naturalmente,
ma di rado riusciamo a intraprendere con
realtà diverse da quella cattolica: è in occa-1
sioni come questa che ci si rende conto delle '
difficoltà oggettive di dialogo con cristiani così
diversi da noi. Come affrontare un confronto
con la rigidità ortodossa? Come conciliare la
nostra esperienza con la loro, rispetto al ruolo
della donna o alla condanna dell'omosessualità (“un’erbaccia da estirpare finché è giovane...”)? Come cercare spontaneità e libera
espressione in giovani che è possibile incontrare solo in quanto autorizzati dalle massime
autorità ecclesiastiche e che di queste possono riportare esclusivamente le posizioni ufficiali? Sono questioni aperte ehe forse ci possono servire anche nella riflessione rispetto al
futuro del progetto di scambio con la chiesa
ortodossa albanese.
Molto positivo ci è parso, invece, l’interesse del WSCF per il sud-Europa: l’invito esplicito consiste in un maggiore coinvolgimento
nel Southern Project (insieme a Francia, Grecia, Spagna e Portogallo), neH’ambito del
quale verranno realizzati nei prossimi due anni un Southern Summer Festival (che segue
quello di Riesi del ‘94) e una sorta di “seminari di formazione-quadri”, con particolare attenzione alla formazione linguistica (impariamo
meglio l’inglese...), necessari per avvicinare
maggiormente i movimenti del Sud al lavoro
del WSCF-Europe. Ci sembrano buone occasioni di scambio e formazione per la FGEI nel
suo complesso e per i singoli fgeini e fgeine,
nella speranza che l’Invito venga raccolto positivamente.
Ricordiamo infine che Donatella Rostagno
è stata riconfermata nell’European Regional
Committee con il ruolo di rappresentante
E.R.C. nel Consiglio mondiale del WSCF e
che anche a lei, oltre a Renato Del Priore (responsabile-esteri per la FGEI), si può fare riferimento per cònoscere meglio le future iniziative del WSCF.
Daniela Rapisarda (Roma)
e Andrea Sbaffi(Firenze)
15
Attualità
Pechino e oltre: intervista a Aruna Gnanadason
Le donne non sono state prese
sul serio dalle Nazioni Unite
PAG. 7 RIFORMA
;runa Gnanadason coor,;dina fin dal 1991 il proa donne del Consiglio
nico delle chiese (Cec).
Già'segretaria esecutiva del
I Consiglio nazionale delle
cinese in India, è membro
dell’Associazione ecumenica
dei teologi e delle teologhe
del Terzo Mondo. Ha fatto
pMte della delegazione del
Cec al Forum delle organizzazioni non governative
lOng) delle donne svoltosi a
' jSuairou e ha partecipato, con
altre quattro donne accreditate del Cec, alla IV Conferenza mondiale sulle donne a
'Ifehino.
- Per prima cosa, ci può
■¡esprimere una valutazione?
, ^Nonostante abbia sofferto
di limitazioni e complicazioni
burocratiche ritengo che il
.jFdhrm sia stato organizzato
itene: riuscire a tenere quasi
4.Ó00 incontri e gruppi di lavoro non era cosa da poco,
■^biamo vissuto un’occasione preziosa per ascoltiire voci
di donne che normalmente
non ci raggiungono e ne abbiamo ammirato il coraggio:
diolte donne provenienti da
^si militarizzati o retti da
'iovemi fondamentalisti hanno parlato apertamente, anche
a fischio della vita. Credo
però che l’energia, il coraggio, rimpegno di queste donne pon siano filtrati nella
Conferenza ufficiale. C’era
troppa distanza fra questa e il
Forum, distanza che noi del
Cec abbiamo denunziato sin
primo momento. Questo
ifOnu non doveva consentirlo; è vero che c’erano a Pechino 3.000 donne delle Ong,
ma la Conferenza è apparsa
comunque arida perché per le
donne di movimento non
c’era modo di intervenire la
loro voce è rimasta inascoltata. Un esempio: nella piattaforma di azione al paragrafo 31 si afferma che “F
;estremismo religioso può da
Performance di un gruppo canadese nella serata di chiusura del Forum
re origine alla violenza contro
le donne”. Non è questo che
abbiamo udito a Huairou, dove abbiamo visto manifestazioni e moltissimi gruppi di
lavoro che denunciavano la
violenza come direttamente
causata dal fondamentalismo
e dall’estremismo religioso.
Il fatto che pochissime Ong
abbiano potuto parlare alla
Conferenza (e solo quelle che
avevano un certo potere politico) mostra come le donne
non siano state prese sul serio
dall’Onu».
- Nemmeno il Cec ha avuto
la possibilità di intervenire
con una propria àjfermazione
alla Conferenza. Come mai?
«Ques.ta è la prima volta
che non ci viene offerto lo
spazio che ci compete. Non
hanno considerato che noi
siamo un’organizzazione
mondiale e che rappresentiamo una voce alternativa rispetto alle voci conservatrici
di altre chiese; questo ancora
Le chiese senza Intese con lo stato
Serve una legge^
• Lunedì 25 settembre, a cura
della Commissione delle
,chiese evangeliche per i rapporti con lo stato, si è svolto a
Roma, presso la Casa valdese, un convegno per esaminare la situazione delle chiese
evangeliche con e senza Intese e le prospettive prossime.
La notizia nuova è che il presidente del Consiglio ha dato
delega per le trattative al sottosegretario alla presidenza
Lamberto Cardia e che la
Commissione, che ha trattato
le ultime Intese, presieduta
dal giudice Schinaia, resta in
^carica per l’istituto della
«prorogatio». Il provvediiinento è alla Corte dei Conti
per il controllo dovuto e se ne
attende da un giorno all’altro
la promulgazione.
■ L’on. Domenico Maselli,
/ nella sua relazione su «Il si; gnificato politico delle Intese», ha fatto il punto della si/tuazione, illustrando la posizione delle chiese evangeliZlt® in attesa (Chiesa apostoli*{ca in Italia e Esercito della
Stìvezza) nonché quella delle
/altre confessioni religiose
|XTestimoni di Geova, Islam,
^buddisti), che aspettano da
Riempo la convocazione (i Te
stimoni dal 1978). Il prof.
Long ha illustrato «I presupposti per chiedere le Intese».
Dopo un efficace e conciso
sunto storico, Long ha precisato la situazione attuale, dando consigli pratici alle chiese
che si accingono ad aprire le
trattative con lo stato.
Il past. Franco Scaramuccia, nella sua relazione «Una
lettura sinottica delle Intese»,
ha presentato l’evoluzione
che si è avuta nella successione delle varie Intese, esprimendo l’invito alle chiese
che stanno per iniziare i rapporti con la controparte governativa ad aprire nuovi spazi di libertà, mantenendo però
una stretta unità di fatto e di
pensiero con il resto dell’
evangelismo italiano.
Un vivace dibattito, fatto di
domande ma anche di auspici
positivi per la nuova stagione
di attenzione da parte di alcuni settori del Parlamento alla
presenza evangelica nella società, ha concluso i lavori. A
detta dei partecipanti si è trattato di una giornata di intenso
impegno, ben spesa per lo
sviluppo del nostro lavoro e
per l’avanzare della nostra
missione in Italia. '
una volta dimostra che l’Onu
non cerca neppure di capire la
società civile. Eppure il Cec
ha appoggiato l’Onu sin dal
momento della sua organizzazione 50 anni fa, perfino contribuendo a stendere i suoi
primi documenti ufficiali e
sostenendo sempre il suo ruolo cruciale nel mondo, anche
superando la diffidenza e la
critica di alcune fra le nostre
chiese membro».
- Lei pensa che questo abbia a che fare col fatto che si
trattasse di donne cristiane?
«Io credo di sì. In questo
né la Conferenza, né l’organizzazione stessa del Forum
hanno percepito l’importanza
del nostro contributo; c’è
molta diffidenza e ignoranza
nei movimenti delle donne
rispetto al ruolo positivo che
le fedi possono rivestire rispetto alle donne. In genere
si pensa subito alla religione
solo nella sua variante fondamentalista».
- Lei crede che il principale
ruolo del Cec sia, rispetto ai
fondamentalismi, appunto
quello di rappresentarè un 'altra faccia del cristianesimo?
«Io credo che il ruolo principale del Cec sia quello di
rendere esplicito il valore liberante dell’Evangelo: esso
parla di giustizia, di giustizia
economica, di giustizia razziale, giustizia per le minoranze, i rifugiati, i migranti.
Noi dobbiamo rendere udibili
le voci delle donne delle periferie: per questo abbiamo focalizzato la nostra riflessione
su “donne e economia”, cercando di analizzare la povertà
e le relazioni fra questa e la
liberalizzazione dei mercati, e
come questo riguardi in primo luogo le donne».
- Cosa pensa delle conclusioni della Conferenza Onu?
«I risultati della conferenza
sono piuttosto deludenti sulla
questione economica, che poi
è il fulcro di ogni discussione. Le affermazioni conclusive non sono abbastanza forti
né per l’impegno dei singoli
governi, né per l’impegno finanziario dei paesi ricchi nei
confronti dei paesi poveri rispetto a tutta la questione del
debito. La cosa positiva è che
le affermazioni del Cairo sui
diritti sessuali e riproduttivi
siano state riprese e confermate; anche sulla violenza
sono prevalse posizioni di denuncia speriamo efficaci. La
questione dell’universalità
dei diritti umani rimane un
problema».
-In che senso?
«Molte donne dei paesi del
Terzo Mondo mettono in
questione l’idea di universalità dei diritti umani, dicendo
che ogni comunità deve sviluppare un proprio concetto
di diritti umani. Le comunità
indigene per esempio hanno
un’idea molto diversa da
quella delle società occidentali, le donne del Sud del
mondo parlano più volentieri
di diritti comunitari piuttosto
che di diritti individuali. Anche i governi del Sud mettono
in questione l’universalità dei
diritti umani ma certo non
nell’interesse delle donne».
- All’Assemblea ecumenica
europea di Basilea nel 1989
lei ha parlato con coraggio e
passione dalla prospettiva del
Sud sui problemi che attanagliano l’umanità oppressa.
Oggi mi chiedo: quale speranza?
«Non l’ha vista a Huairou?
Quello che abbiamo esperimentato al Forum è che, nonostante l’Onu, nonostante i
governi, le donne lavoreranno
per il cambiamento. E questa
è la .speranza: la speranza è
nelle donne, eppure mai come
oggi mi rendo conto di quanta
divisione e quanto razzismo
siano ancora da superare anche negli stessi movimenti
delle donne; se non lavoriamo
con profondo senso di solidarietà, mettendoci in discussione, allora non c’è speranza».
- In che modo il Consiglio
ecumenico rilancerà alle
chiese i temi di Pechino?
«Pechino rappresenta per
noi una pietra miliare nel programma del Cec per il decennio di solidarietà delle chiese
con le donne e le voci udite
qui saranno rese parte integrante dell’ultima parte del
decennio e concretamente dei
programmi futuri».
OPINIONE
CONVERGENZE
DELLA STORIA
ALFONSO MANOCCHIO
Il disegno comincia a delincarsi? Il declino di una
classe dirigente è il motivo
per la Chiesa cattolica romana italiana di riprendere
vecchi ferri ed esercitare
l’antico mestiere di modellare la nostra società?
Nel 1861 padre Taparelli
si rivolgeva al generale della Compagnia di Gesù e lo
esortava a promuovere una
piena restaurazione della
«dottrina antica» (quella di
Aristotele e Tommaso D’
Aquino) con queste parole:
«L’importanza di questa
dottrina apparisce cuiche sotto l’aspetto sociale, se si
considera che materia e forma equivalgono a passivo e
attivo. Chi sostiene che questi due principi sono essenzialmente congiunti in tutto
l’ordine mondiale, si trova
condotto di conseguenza in
conseguenza a stabilire la
congiunzione dell’anima col
corpo dell’uomo, della moltitudine col Principe della
società, dello stato colla
chiesa nella società cattolica. All’opposto anche i buoni quando rinunciano a queste dottrine si trovano propensi a separare l’anima dal
corpo, a supporre antagonismo tra il popolo e il sovrano, a gridare... che la chiesa
si separi dallo stato» (AaVv,
«Chiese nella società», JVIa-t
rietti, Torino, 1980, p. 214).
Quindi la chiesa è la forma della società, che è la
materia; la chiesa è l’anima
della società, che è il corpo.
La funzione di forma della
Chiesa cattolica per la società italiana ha significato
un lungo cammino di riconquista. Le tappe possono essere così tracciate; definizione del dogma dell’Immacolata Concezione, il Sillabo, il Concilio Vaticano I,
l’azione e le encicliche di
Leone XIII, iniziative devozionali di massa (Sacro
Cuore e Cristo Re), organizzazione del laicato fedele
sul terreno spciale e politico. Ultima tappa: trasformazione del partito di don
Sturzo in partito cattolico e
confessionale, mentre il fondatore lo voleva: «... partito
non cattolico, aconfessionale, come un partito a forte
contenuto democratico e che
si ispira alle idealità cristiane, ma che non prende la religione come elemento di
differenziazione politica»
(L. Sturzo, «Il partito popolare italiano», Zanichelli,
Bologna, 1956).
Il processo al sen. Giulio
Andreotti, che si è aperto a
Palermo il 26 settembre con
l’accusa di associazione mafiosa, segna il declino di una
classe politica ma anche in
parte la sconfitta della messa
in campo della Chiesa cattolica fin dal secolo scorso.
Penso che non si possa
negare che Andreotti ha mediato al meglio e più a lungo
di tutti gli interessi della
Chiesa cattolica nella società italiana. L’analisi della
sua complessa carriera politica porta alla conclusione
che le responsabilità penali
(se saranno accertate) non
sono scindibili dal giudizio
politico, Il tribunale di Palermo giudicherà il cittadino
Andreotti, il popolo italiano
avrà davanti ai suoi^occhi il
presidente del Consiglio, il
ministro della Difesa ecc. E
comunque vadano le cose,
tramontano una classe politica, un partito e una strategia religiosa.
A distanza di circa due
mesi (20-25 novembre),
sempre a Palermo, va di
scèna un secondo atto importante per la società italiana che fa capire'che si è preso coscienza di quello che è
successo in Italia. La Chiesa
cattolica italiana si riunisce
in convegno e certamente
proporrà il rinnovamento
del modello di presenza in
Italia del vasto e ricco patrimonio di forze di cui dispone. L’avvenimento cade in
quadro politico prossimo alla semplificazione, almeno
per quanto riguarda l’insediamento della destra cattolica (ma esiste una destra
laica?). Nel secondo dopoguerra gran p^e di essa entrò nella De di De Gasperi
con la benedizione dei comitati civici di Gedda,
un’altra parte si rese invisibile nelle istituzioni e una
parte visibile entrò nel Msi.
Oggi il cammino si inverte. Gran parte della ex De
entra nel polo di centro-destra e la parte invisibile si
salda con quella visibile in
An. Quello che ci si augura
è che l’opera di rinnovamento della Chiesa cattolica
non sia diretta da due categorie già largamente utilizzate in passato. La prima si
chiama difesa da «nemici»
e di «interessi», la seconda
risponde alla nostalgia della
forma. Ci sono evidenze
drammatiche e tragiche,
bussano alla porta bisogni e
povertà nuove, si richiedono riferimenti e orientamenti nell’assieparsi di problematiche non lievi. Al confronto (vale per tutti i cristiani) vanno lasciati a casa
schematizzazioni, contrapposizioni, percorsi rassicuranti e proposte strutturate
al millesimo e senza smagliature. In questa fortezza
lo Spirito Santo farebbe
molta fatica ad entrare.
por / vtatrl acquisti, per gli abbonatt^q
-- -Àt a! periodici evangelici
Llbrerié CLAUDIANA
MILANO: TORINO:
ÌvìaFr^nce^Sforza, 12/A
ROMA)
•V TORRE PELLICE: -, '. Libreria & cdtuia
■ j II T-i- , ¿iSikgiosa
piazza della Libertà, Cavour, 32;
tel.0121/91422 v \ ‘ tei. 06/3225493
16
PAG. 8 RIFORMA
Cultura
VENERDÌ 6 OTTOBRE 1995
L'origine di una libreria bolognese
Una bancarella
carica di Bibbie
GIQIfAHHI ANZIANI
Il turista appassionato di
antiche librerie può trovarne una con una singolare
storia a Bologna, nel centro
storico: la libreria Veronese,
dal 1888.. È una piccola libreria, in via De’ Foscherari, poco, lontano da piazza Maggiore, in cui si possono trovare testi ormai fuori dai circuiti normali, anche se non
siamo ancora nel campo
dell’antiquariato librario. È
una via di mezzo fra l’usato e
l’introvabile. Questa libreria
ci interessa perché la sua storia si collega alla presenza, in
Bologna, della Chiesa evangelica metodista. Le due storie hanno avuto un loro percorso diverso, pur con momenti significativi di comunione.
L’«avventura» della libreria Veronese inizia alla fine
del secolo scorso quando un
certo Francesco Veronese
giunge in città con una bancarella carica di Bibbie protestanti. La figlia, Eva Veronese (nata a Bologna nel
1891) frequenta la Chiesa
metodista di via Venezian e
ne diviene membro comunicante la domenica di Pasqua
del 1910. Eva avrà,un ruolo
importante nella storia e nella rilevanza cittadina della li
breria, e sarà per un certo
tempo punto di comunione
con la storia della Chiesa metodista stessa; sarà anche
eletta deputata alla Conferenza metodista del 1966.
Attualmente la libreria ha
un nuovo gestore, Ruggero
Carnevali, che rnsaitiene la hnea tradizionale di questo
luogo di incontro e di scoperte di libri rari. Entrando troviamo, nei primo scaffale a
sinistra, molti testi religiosi,
tra i quali Fede e storia di
Reinhold Niebuhr; a fianco
due grossi volumi sul Savonarola di edizione sconosciuta. Diverse sono le Bibbie che
trovano un posto particolare
tra scaffali polverosi: non antichità, ma, appunto, rarità.
Il fatto singolare è che un
legame tra la libreria e la storia dell’evangelismo continua. Carnevali ci confessa
che il padre della nonna patema fu un pastore evangelico (un certo Dahó, forse valdese) e che questa nonna ricordava vari momenti del ministerio del padre stesso. In
lui vi è ancora una forte passione per la cultura religiosa
intesa come impegno per la
crescita della vita in città, una
città che fa fatica ad aprirsi
con coraggio a un mondo ancora sconosciuto quale è
quello protestante.
Il centenario del cinema e il sacro
No al kolossal
No all’oleografia, no al didascalismo e alla produzione
di tipo kolossal, sì alle opere
di riflessione, di indagine e
approfondimento del messaggio biblico. La rivista Jesus*
nel suo numero di settembre
dedica il dossier centrale al
centenario del cinema e si
sofferma in particolare sulla
presenza della Bibbia e della
fede nella settima arte. In una
serie di cronologie e profili di
autori significativi vengono
ripercorse le tappe principali
di un’avventura che continua,
che contribuisce a diffondere
il messaggio biblico anche a
rischio (spesso divenuto
realtà) di annacquarlo e di ridurlo a spettacolo.
Dai primissimi film dell’
epoca muta, in pratica delle
sacre rappresentazioni filmate, dall’intento edificante e
educativo, si giunge al carattere illustrativo di Zeffirelli
{Fratello sole, sorella luna e
il didascalico Gesù, a puntate),
che viene giustamente liquidato senza tanti complimenti
(«rilettura oleografica e patU
nata, che non coinvolge e non
convince»), come ì più illustri
predecessori Cedi B. De Mille e John Huston.
Il mensile cattolico si sofferma molto più attentamente, a ragione e con articoli
specifici, sui rapporti tra cinema e fede in altri autori: vengono ripercorsi così la ricerca
di Ingmar Bergman sul senso
della vita é sul trascendente
(una ricerca che lo condurrà
alla tragica scoperta del «si
lenzio di Dio» con la trilogia
dei primi anni ’60); l’introspezione che il luterano Cari
Th. Dreyer effettuò all’interno di quello che chiamava il
«dramma obiettivo delle anime», attraverso le figure di
Giovanna D’Arco, della strega circondata dalla superstizione e dalla finzione di Dies
Irae, dello studente di teologia che si crede Cristo in Ordet (La parola).
Una finestra viene dedicata
anche a un maestro del cinema moderno, tanto schivo
quanto profondo nel suo stile,
quale è Robert Bresson: i
suoi film sono ispirati da un
cattolicesimo tutto fatto di rigore, al punto da essere definito giansenista e sono basati,
non a caso, su un’estetica
«del togliere» più che dell’
accumulare. Creare per Bresson equivale a sottrarre elementi (dal racconto, dalla figurazione, dallo stile) al fine
di mandare in primo piano i
sentimenti e le strategie (a
volte il caso o il fato, specie
nei film ispirati a Dostoevskij
e Tolstoj) che mettono in relazione i personaggi. Non
manca la storica attenzione
dell’ambiente culturale cattolico per Luis Bunuel che, pur
nella sua irriverenza e nel suo
anticlericalismo anarchico,
seppe capire meglio di altri i
modi in cui la fede esprimeva
se stessa (e le sue contraddizioni) nella società.
(*) «Il sacro nel cinema», dossier a cura di Vincenzo Marras, in
Jesus, settembre 1995. £ 5.000.
Una rivista delle chiese rioplatensi
Memoria storica
Lancillotto e Ginevra (1974) di Robert Bresson
Culto a Montevideo
Che ognuno di noi sia creatura individuale, con caratteristiche proprie e irripetibili, é
un concetto condiviso sia dai
cristiani sia da ambienti non
toccati dalla fede; è un concetto, inoltre, che è stato riproposto all’attenzione un anno fa quando esplose la polemica sulle possibilità di «clonazione» degli esseri umani:
uno degli slogan allora in voga fu giustamente quello che
diceva, nella sostanza, non
voglio «copie di me», sono
uno e uno solo.
Il concetto si trova riesposto e ribadito con forza
nell’editoriale del primo numero di Singular*, nuova rivista che nasce nell’ambito
della Commissione per la
storia, il museo e la biblioteca della Chiesa valdese del
Rio de la Piata. Il responsabile della pubblicazione semestrale, Mario L. Bertinat, afferma la necessità di uno
strumento che mantenga viva
la memoria storica, al momento diffusa in tantissime
storie, aneddoti, libri, ma che
necessita di una sistemazione
organica e durevole. «Perdere la memoria - sostiene
l’editoriale - equivarrebbe a
perdere coscienza di noi stessi». Ma la memoria valdese è
anche un’identità «singolare»
(da qui la testata): «Singolare
è la creazione di Dio; singolare è l’essere umano», che si
trova a scoprire la propria incompletezza di fronte al
creato e al messaggio di Dio.
La rivista sarà perciò uno
strumento di relazione, di
confronto e di scambio fra le
comunità e fra i lettori, sai
contributi dei quali conta
molto la direzione.
11 primo numero si apre con
una predicazione che il pastore Giorgio Toum ha tenuto a
Montevideo in occasione del
viaggio organizzato nel novembre 1994 nell’area rioplatense, incentrata sulla differenza tra chiesa e setta («Nella setta si obbedisce alla legge, nella chiesa si obbedisce a
Gesù»), tra formare proseliti
e suscitare il discepolato; il
proselitismo produce copie di
adepti, il discepolato apre la
strada a un altro essere umano (ancora la questione dell’
unicità o della copia).
Sfogliando le pagine della
pubblicazione si trovano le
rievocazioni di due pagine
della storia delle chiese rioplatensi: i sessant’anni del
Parque 17 de Febrero a Colonia Vaidense, che cominciò
a veder sorgere i primi accampamenti nel 1935 in seguito alla generosa donazione
del dottor Luis A. Bonjour, e
la vicenda di El Sombrerito,
nella provincia argentina di
Santa Fé.
Completano il numero una
rassegna delle attività del museo e della biblioteca, e una
rievocazione, che si deve al
pastore Giuseppe Platone,
della presenza valdese nel
Nord America, tra la Carolina
del Nord e New York.
(*) Singular. Memoria vaidense. N. I (agosto 1995). Direzione presso M. L. Bertinat Emilio Barbaroux esq. 11 de Junio - 70202 Colonia Vaidense
(Uruguay).
La rivista del Centro studi
Ode alla memoria
di Fra Dolcino
È una poesia, per la precisione un’ode, ad aprire l’ultimo numero della Rivista dolciniana*. L’opera si rivolge a
Dolcino stesso e fu composta
nel 1906 da Pietro Strigini, direttore della Scuola tecnica di
Varallo, nel momento in cui si
preparava l’innalzamento
dell’obelisco dedicato all’eretico sul monte Massaro. Il fatto poi che l’autore fosse un liberale riformista «testimonia
l’adesione anche di esponenti
culturali di area non vicina al
socialismo dei promotori» del
movimento di «rivendicazione» di Fra Dolcino. La poesia
uscì sull’Almanacco-guida
della vai Sesia nel 1907.
La rivista prosegue con la
terza parte di uno studio del
professore olandese J. C. De
Haan, scritto nel 1927 e tradotto dal past. Renato Di Lorenzo, e dedicato alla «setta
degli apostolici e i loro capi».
In particolare i capitoli riprodotti in questo numero della
rivista si riferiscono alle
«profezie della prima Lettera
di Dolcino». Tavo Burat invece afifronta il tema della
«gran catena delle sollevazioni cristiane», indagando i rapporti fra feudatari e popolo,
tra fede e ribellione delle
classi subalterne. Si parla cosi
di anabattisti e montanisti, di
Wyclif e di Hus, dei taboriti e
di Müntzer e dei camisard.
Pietro Delmastro tratta dei
«Reperti dolciniani provenienti dal monte Rubello», illustrando le modalità di un
importante intervento di restabro sugli stessi, mentre una
parte finde della rivista è dedicata all’attività del Centro
di studi dolciniani svolta più
recentemente.
{*) Rivista doidniana n. 5
(luglio-dicembre 1995). Abbonamento annuo £ 20.000 sul ccp n.
10737286 intestato a «Magia studio redazionale», via Lazzari 5,
28100 Novara, specificando la
causale.
Amicizia ebraico-cristiana
Ricordare Auschwitz
cinquant'anni dopo
L’ultimo numero di Amicizia ebraico-cristiana*, bollettino curato dall’omonima associazione fiorentina, è dedicato principalmente al ricordo dei cinquant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale e, conseguentemente,
anche dalla scoperta della
Shoà e dello sterminio. Non a
caso vengono proposti un testo di Primo Levi, scritto per
La Stampa in occasione del
30° anniversario, che analizza
l’orribile capacità di «dare
una struttura» al male, cioè al
lager, dove anche fra i prigionieri venivano a stabilirsi indotte gerarchie, e un messaggio del pastore luterano Jürg
Kleemann in ricordo di Dietrich Bonhoeffer.
Seguono fra gli altri uno
scritto di don Giuseppe Dossetti («Le radici remote e
prossime della Costituzione»)
che risale al dicembre scorso
e che richiama ai valori imprescindibili della nostra Car
ta fondamentale, e due articoli in occasione del cinquecentenario, ricorso nel 1994, della morte di Pico Della Mirandola («Pico: la cultura biblica
e la tradizione rabbinica», di
Ida Zatelli, e «Pico tra filosofia ebraica e “qabbala”», di
Fabrizio Lelli).
Completano il fascicolo una
rassegna bibliografica e un’
utile serie di documenti che
vanno dalla dichiarazione della fine della belligeranza tra
Giordania e Israele (25 luglio
1994) al documento dell’incontro «Uomini e religioni»
1994 di Assisi, dall’appello
congiunto del patriarca Aleksij II e del muftì Hussein
Aslabekov contro il massacro
in Cecenia (il 15 dicembre
1994) alle dichiarazioni dei
vescovi polacchi e tedeschi
sul cinquantenario della liberazione di Auschwitz.
(*) Amicizia ebraico-cristiana n. 1-2, gennaio-giugno 1995.
Cas. postale 282,50KX) Firenze.
L'ultimo numero de «Il gallo»
Per una difesa dei
valori dell'umanità
Stiamo perdendó il concetto dell’«umano»? Il mondo
ipertecnologicizzato dei media e della comunicazione,
della globalità dell’economia
e dell’esplosione dei nazionalismi sta perdendo di vista i
valori morali che erano garanzia di una convivenza accettabile?
Sono queste le domande
che si pone il corpo centrale e
monografico dell’ultimo numero de II gallo*, rivista cattolica genovese. L’esigenza,
ribadita nell’editoriale di presentazione, è quella di indagare, attraverso i contributi
settoriali di diversi specialisti,
se esistano i presupposti per
un’opera di resistenza culturale, che metta d^ivvero l’uomo al centro di ogni riflessione. Per questo, si dice, è necessario analizzare il reale,
«avvertire il rischio che incombe sull’umano», e poi
«vigilare, testimoniare uno
stile di vita altro dal modello
individualistico oggi corrente; contribuire (...) alla costituzione e dijfusione di quelle
minoranze critiche (...) che
non temono l’impopolarità...». Un assunto che ci coinvolge, e che chiama i protestanti a confrontarsi con un
mondo sempre di più affidato
ai tecnocrati, che sembrano
gli unici a poter governare il
caos delle nuove tensioni
economiche e sociali. A una
sezione dedicata appunto
all’analisi (l’economia, i media, il costume), interessante
anche se non sempre del tutto
convincente (è forse eccessivo raddossare le colpe della
rincorsa al denaro e al successo a un modello «americano») seguono le linee per
scoprire nell’Altro l’umanità
di noi tutti, anche sulla base
dei suggerimenti che vengono dalla fede.
(*) Il gallo. Luglio-settembre
1995, £ 5.000. Casella postale
1242 Genova.
17
‘ ^ 6 OTTOBRE 1995
PAG. 9 RTORMA
Cadute alcune antiche interpretazioni si potrebbe far strada una nuova ipotesi
Le navi di Tarsis venivano dalPisola d^Elba?
Ì,.$ul tema delle navi di Tarsis
Mario Cignoni ho tenuto una
Conferenza presso il Centro culturale protestante di Rio Marina.
'ih
MARIO CIGNOHI
■f
'fc
f.t
na manciata di versetti
^ sparsi per l’Antico TeItMuento ricorda le misteriose
!.;«navi di Tarsis». Salomone,
si ^acconta, aveva, accanto alla flotta normale, anche una
flotta di «navi di Tarsis», e
^ósì i fenici di Tiro. Forse
scrittori di Israele indicavano
un bastimento commerciale
equipaggiato per i lunghi
viaggi, e quindi particolarmente robusto, capace più di
altri di affrontare il mare
aperto; «navi d’alto tnare»,
traduce la Tilc. Navi grandi,
superbe, simbolo di un orgoglio che provocò perfino l’ira
dei profeti (Isaia 2, 16).
Eppure sarà esistita una località da cui queste navi hanno tratto in origine il loro nome: una potenza marinara che
tagine sono state abbandonate
dalla critica moderna e così
quélla di Giuseppe Flavio che
propone Tarso in Cilicia. Nel
nostro secolo si è parlato delle
colonie fenice di Tarros in
Sardegna ò di Tartesso in
Spagna, ma il noto prof. Sabatino Moscati ha demolito queste ipotesi. Si tratta di una località quasi mitica che per gli
ebrei era «in capo al mondo».
Le navi avrebbero potuto
essere in origine toscane, forse addirittura elbane. Da Tar
Rio Marina vista daila coiiina sovrastante
gli^r hanno attribuita scrittori
di.un’epoca posteriore (V
sec.?), poi queste navi sono
citate anche all’epoca di Gio^at, di Isaia, di Ezechiele, di
;)^òna. Si tratta di un termine
■tecnico con cui gli antichi
ha creato un tipo particolare
di nave. Dove era dunque Tarsis? I traduttori e gli studiosi
della Bibbia non sono concordi: le vecchie ipotesi della
Septuaginta e della Vulgata
che r identificavano con Car
sis infatti (Ezechiele 27, 12)
provenivano i metalli (ferro,
stagno, argento) presenti all’
Elba e nelle vicine colline
metallifere. In queste località
si trovavano le miniere più
grandi dell’intero bacino del
Mediterraneo, come attestano
tutti gli scrittori classici e
provano le scoperte archeologiche. La zona alle spalle di
Piombino è considerata addirittura unica per quanto riguarda lo stagno, indispensabile alla formazione del bronzo. L’ebraico Tarsis, inoltre,
secondo questa ipotesi confortata da alcuni dizionari,
come indica la radice Trs,
corrisponderebbe al latino
etruschi, al greco Tyrnsenoi/Tyrrenoi, all’antico egizio Tursa.
Le navi di Tarsis potrebbero quindi essere navi etru-.
sche, appositamente attrezzate, che trasportavano i metalli
dell’Elba e della Toscana pér
il Mediterraneo, fino ai porti
palestinesi e fenici. Non vi è
nulla di strano che una talassocrazia (potenza marinara)
come quella etrusca, che ha
lasciato il suo nome al mar
Tirreno e traccia della sua
presenza negli scrittori classici greci, che si è espansa fino
alle Baleari e perfino, pare,
oltre Gibilterra abbia raggiunto le coste palestinesi. Lo
confermerebbe anche la presenza di vasellame etrusco
negli scavi compiuti in Turchia, Egitto e Siria,
Elbani nella Bibbia, dunque? LTpotesi è affascinante
e c’è chi osserva che recentissimi scavi sulle alture alle
spalle di Rio Marina stanno
rivelando la presenza di antichi insediamenti, molto importanti, dove il ferro non solo veniva scavato, , ma anche
fuso in forni costruiti sull’isola stessa per essere poi caricato sulle navi ed esportato per
il Mediterraneo.
mm.
ai
.( Un interessante libro del filosofo Emanuele Severino sul cristianesimo
I Cristiani e atei in cerca dell'Essere
N. SERGIO TURTULICI
La verità della ragione, del
1
Logos, è che l’Essere è,
il contrario dell’Es.sere, il non
essere, è il nulla. Venir fuori
.■dall’Essere per fare esperien, za del molteplice, per divenire e correre verso il nulla.
Questo è il cuore del pensiero
•di Parmenide, filosofo greco
vissuto tra il VI e il V secolo
a.C. A partire dall’intuizione
parmenidea, Emapuele Severino, che tiene cattedra a Venezia di filosofia teoretica, ha
tracciato in più libri una suggestiva quanto ardita interpre
tazione della storia dell’Occidente: storia di un progredire
verso il nulla, filosofia che
precipita nel nichilismo. Severino ha ripreso il tema nel
suo ultimo libro, «Pensieri sul
cristianesimo»*.
Venir fuori dall’Essere era
forse necessario, come per
Adamo mangiare dei frutti
dell’albero della conoscenza
■e venir fuori dall’Eden. Pure
Severino, come Nietzsche, si
'interroga sul passato dell’Ócoidente stante che religione,
morale, filosofia hanno perso
la loro forza e scienza, tecnica, ideologia, politica hanno
ceduto il passo a tecnicismo
ed efficientismo senz’anima e
passione. «In nome della ra) zionalità tecnologica ingenuamente intesa, stiamo corréndo il rischio di perdere
inon solo il patrimonio gran, ; (fioso del nostro passato,-ma
4 il significato stesso del nostro
tesserci dovuti separare da esso. Oggi la nostra civiltà è un
^nàvigatote che allontanandosi
jda terra, dalla terra del passa!f. to, non si ricorda più dove la
Ulisse non cede alle lusinghe delle sirene: un episodio che simboleggia la volontà umana di sapere
terra sia; può sbattervi contro
nella nebbia della dimenticanza... e ritornare al passato
più primitivo e più incolto».
fl cristianesifflò è per Severino specchio del significato
unitario della civiltà occidentale e poiché il significato
ututario di'questa civiltà gli
appare il nichilismo, il cristianesimo è specchio del nichilismo. Severino mostra come. il cristianesimo, si avvi
luppi in una serie di contraddizioni. La parola che Gesù rivolge al giovane ricco è
radicale, quella della chiesa ai
popoli ricchi per spronarli alla pratica del dono ai pòveri è
improntata al possibilismo; il
tributo a Dio non è compatibile cori quello a Cesare se
Cesane è anche Mammona; la
«ragione naturale» deve »soccombere, in caso di conflitto,
alla rivelazione, alla grazia,
alla fede; l’aspirazione totalizzante alla «società cristiana» cozza con la promozione
evangelica della libertà, dei
diritti dell’uomo contro ogni
totalitarismo.
L’argomentare di Severino
è accattivante: è interessante
come egli faccia vedere, ad
esempio, che la fede non può
vivere se non nel dubbio, che
la secolarizzazione e l’ateismo paradossalmente rendono più immediata la testimonianza cristiana. «L’ateo e
Dio pensano qualcosa di
identico perché entrambi pensano che le cose del mondo
escono dal nulla e vi ritornano. L’ateo e Dio concordano
cioè sul senso delle cose».
Viene però da chiedere a Severino dove ci porti questa
sua scoperta dell’Essere perduto. Il Dio della nostra fede
si fa «altro», muovendosi verso l’uomo, Dio che, nella dinamica trinitaria, diviene, non
è mai uguale a se stesso.
Se il discorso di Severino ci
porta, come mi pare porti,
verso un’esperienza di fusione con l’Essere, il Tutto, Dio
in definitiva, tendente a negare il valore del terreno, del
naturale, del divenire del realizzarsi nella storia (una sorta
di suggestione buddistica o
zaraustriana che infatti egli)
evoca) non credo che sia una
novità Molti occidentali in
crisi vagheggiano la quiete
nirvanica delle religioni orientali, anche se con molto
meno rigore di pensiero metafisico rispetto al professore
di Venezia.
(*) Emanuelb Severino; Penrsieri sul cristianesimo, Milano,
Rizzoli, pp 324, £ 32.0(X),
Dormitorio per immigrati a Baggio, nell’interland milano^ 953)
Libri
Delitto e coscienza
j Un romanzo nero, un poliziesco al contrario: potrebbe essere
questa la definizione di Nebbia al Giambellinof, del milanese
Giovanni Testori, riemerso fra i dattiloscritti inediti di uno
scrittore misconoéciuto a due anni dalla sua scomparsa e a quasi 40 dalla stesura. L’autore del Ponte della Ghisolfa e della
Gilda del MacMahon, nonché di vile opere teatrali, profondamente cattolico, può essere avvicinato a Georges Bemanos, di
cui sposa rihteresse per le descrizione d’ambiente e di anime.
Nebbia al Giambellino è la vicenda fosca di una védova della
provincia, giunta nella periferia della Milano anni ’50 con la
piccola figlia per cerearé lavoro. Lo troverà andando a servizio
in diverse famiglié, finché un tipico «commenda» la prende
con sé con l’intenzione per nulla nascostaci fame la propria
amante. La vicenda scorre a ritroso, a partire dalla scena
dell’uccisione della donna da parte di lui, per proiettarsi alla ricerca dei motivi che l’hanno portato a quel gesto. Il'dato più
particolare, oltre a quello descrittivo di un’epoca cradele, in cui
si facevano soldi e si distraggevàno le persone e le relazioni
umane, è lo sconvolgimento che il delitto porterà al suo autore,
che, attraverso una prosa complessa e un’articolazione molto
macchinosa del periodare, consegna al lettore una persona diversa da quella che sospettava all’inizio.
(*) Giovanni Testori: Nebbia al Giambellino. Milano, Longanesi,
1995, pp 207, £ 25.000.
Strumenti biblici
I dizionari biblici divulgativi iniziano ad essere numerosi;
quest’ultimo, presentato in edizione italiana dalla Rizzoli* è
uno strumento di ricerca, studio e lavoro,rutile per monitori, catechisti, predicatori, pastori e quanti vogliano acquisire una ricca mole di dati pér poter cogliere il testò biblico in quelle che
ad un primo impatto sembrano solo aride notizie di dettaglio;
un dizionario biblico fornisce in realtà, insieme a commentari,
chiavi bibliche, atlanti, concordanze e sinossi, validi strumenti
per viaggiare nei testi sacri senza perdere l’órientamento.
(*) ANDtó-MARiE Gerard: Dizionario della Bibbia. Personaggi, luoghi, episodi, istituzioni, parabole, concetti, costumi. 2.300
voci, 50.000 rinvìi. Due volumi in cofanetto. Milano, Rizzoli, 1994,
£ 60.000.
Per tutti i perseguitati
Ricostraire il ricordo dello sterminio dei Testimoni di Geova, martiri, con molti altri di fedi e opinioni diverse, dell’epoca
nazista, è lo scopo del libro di Sylvie Graffard e Léo Tristan',
opera che si presenta come obiettiva, non essendo gli autori
stessi Testimoni di Geova. Quando si tratta dello sterminio
perpetrato dai nazisti si pensa giustamente e doverosamente
soprattutto agli ebrei, ma molti altri pagarono con la vita la loro appartenenza a categorie ritenute inferiori o subunoane: zingari, portatori di handicap, omosessuali. Testimoni di Geova,
appunto, oltre agli oppositori politici al regime, di varia estrazione politica. Resta allora il rammarico per come là resisteiìza^
al nazismo abbia trovato gli oppositori reali e potenziali ciascuno rintanato nel proprio guscio, ignaro delle sofferenze, le
.medesime, che subivano altri; così ciascuno si ritrovava detenuto con una stella di colore diverso, gialla per gli ebrei, brune
gli zingari, viola malva per i' Testimoni di Gèova, rosa per
gli omosessuali e così via^ E i cristiani delle grahdi chiese,
cattolica e protestante, che cosa facevano? m l^hi presero
.parte attiva alla Resistenza: il Circolò della Rosa bianca,
Bonhoeffer e pochi altri, martiri anch’essi.,Resta il rammarico
di un dialogo mancato, che ancor oggi non è avviato completamente fra tutti coloro che portano la memréña delle proprie
(identità violate. (m.a.)
(1) S. Graffard-L. TristaR: I BlbeBPwschtìr e il nazismo (1933;1945). I dimenticati dalla storia. Ed. Tirésias, pp 238, £ 35.000.
I (2) H. Heqer; Gli uomini <»b tt triangélo rosa. La tragedia di oh
omosessuale nei campi di concehtràmento della Germania nazista.
Torino, Sonda, 1991,..
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18
PAG. 10 RIFORMA
Vita Quotidiana
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SAVONA — Si tiene l’Assemblea del V/1
circuito delle ^chiese valdesi e metodiste!^
Alle ore 9 per i^pastori e i predicatori, alle
Ore 14 per i deputati, nella chiesa di via
Diaz 6. Per informazioni tei. 019-806467.
VARESE — n Movimento femminile battista organizza una conferenza di Doriana
Giudici, teologa e consigliere del Cnel, sul
tema «Le donne e l’azione per l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace»: ore 17, via Verdi
14. Per informazioni tei. 0332-2^2584.
GENOVA — Nell’ambito delle attività del
gruppo Sae di Genova su «Messianismo;
storia, speranza, salvezza», il prof. Piero
Stefani, della rivista «Il Regno», parla sul
tema «I cristiani nuovo popolo eletto?»; ore
17, presso l’ Aula magna del Liceo classico
A, Doria. Per ulteriori informazioni telefonare allo 010566694 (giovedì ore 16-1830) e 010-21473.
IVREA —n vescovo di I^rea, Luigi Bet-tazzi, discute con l’àutore il libro di Giorgio
Bouchard «Spirito protestante e etica del socialismo». Introduce il past. Gregorio Plescan: ore 17,30, nella sala Santa Marta. Organizza la Chiesa valdese, tei. 0125-631960.
LONATO (Bs) — Si apre presso il Centro ecumenico
dell’Abbazia di Maguzzano il convegno «Conoscere i fratelli evangelici». IntervengonaRenzo Bertalot, 'Gaetano
Gecchele, Emilio Sfredda, Katrin Hess, Bruno Corsani, Domenico Tomasetto, Mario Affuso, Angelo Maffei, Klaus
Jesch, Aja Cartinen. Il convegno termina domenica 15 ottobre. Per informazioni tei. 030-9130182; fax 030-9913871.
hflLANO — Inizia la campagna evangelistica con la predicazione di Reinhard Bonnke; fino al I5 ottobre al Palatrussardi. Per informazioni tei. 02-810366.
BERGAMO — Inizia l’attività ’95-96 del
Centrò culturale protestante. Nell’occasione
il prof. Mario Miegge (Università di Ferrara) terrà la prolusione sul tema: «Il calvinismo e le origini del federalismo»: ore 16,
presso l’ex sala consiliare di via Torquato
Tasso 4. Per ulteriori informazioni tei. 035-238410.
FIRENZE — L’Associazione delle chiese battiste della
Toscana e il Movimento femminile battista organizzano
un incontro sul «Decennio ecumenico delle chiese solidali
con le donne» con la partecipazione della pastora Elizabeth Green che parlerà sul tema «Le donne e il Vangelo:
quale messapio per l’oggi». Dalle ore 16 di sabato 14 alle
17 di domenica 15 ottobre presso la chiesa battista di Borgo Ognissanti 4. Per informazioni tei 055-210537.
TORINO — Si tiene l’assemblea dell’Associazione delle chiese battiste in Piemonte:
ore 15, presso la chiesa battista di via Viterbo 119. Per ulteriori informazioni telefonare
alloOl 1-8986459 (Roberto Mollica). ,
TORINO — «Da Lutero a Martin Luther
King. L’avventura spirituale del mondo protestante» è il titolo di un corso di formazione'
che si tiene ogni giovedì in due sessioni, alle
16 e alle 20,45 organizzato dalla Chiesa valdese e dal Centro «A. Pascal»r nella sala
della Chiesa valdese di via Pio V la prima lezione su «Lutero nella Torre». Per informazioni tei. 011-6692838.
FIRENZE — L’associazione «Biblia» festeggia i primi 10 anni con un convegno dal
titolo «Voce di gioia, vóce di giubilo; la
Bibbia e la festa». Il prograinma prevede
relazioni di Gianfranco Ravasi, Giovanni
Filoramo, Pierò'Stefani, Luis Alonso
Sohoekel, Timothy Verdon, Elemire Zolla, Luciano Caro;
modera Alberto J. Soggin. A Palazzo vecchio il 21 e 22 ottobre: per informazioni tei. 051-8825055 o 055-578900.
MILANO — Il Centro culturale protestante inizia le sue
attività ’95-96 con una conferenza di Gianpiero Comolli
sul tema «La diffusione delle religioni orientali in Italia»:
ore 17, nella sala adiacente aUa libreria Claudiana di via
Francesco Sforza 12a. Per informazioni tei, 02- 76021518.
TORINO — Si tiene l’Assemblea del IV circuito delle
chiese valdesi e metodiste: ore 9,30, nella sala di via Pio V
15. Per informazioni tei. 011-6508970 (past. Milaneschi).
BERGAMO — Proseguono le attività del
Centro culturale protestante sul tema «La
questione delle immagini nell’età della
Riforma e della Controriforma» con la conferenza del pastore prof. Emidio Campi
(UnivcKità di Zurigo) su «La Riforma protestante e le immagini religiose: le ragioni di un rifiuto»:
ore 17,30, nella sala dell’Accademia Carrara, piazza Carrara 82a. Per informazioni tei. 035-238410.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
rnattina alle 7,30 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
della Federazione delle chiese evangeliche
in Italia, trasmessa a domeniche alterne da
Raidue alle 23,30 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguette alle ore 8.
AVVERTENZA; i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimànale.
Il problema della qualità dell'aria
La benzina è verde
ma Nnquinamento resta alto
V
Dal 1993 tutte le nuove auto sono dotate di catalizzatore. La stampa ha però, attraverso articoli spesso contraddittori, creato incertezze ai
cittadini che ai trovano ad essere, nello stesso tempo,-vittime e responsabili del degrado
della qualità dell’aria che si
I, respira. La «Lega per la difesa ecologica», aderente alla
I Federazione nazionale Pro
Natura, ha predisposto una
sorta di glossario con alcune
informazioni essenziali per
ciascun tema.
Benzina «verde»: la benzina verde (ma il nome corretto
è benzina senza piombo) è
stata introdotta nel mercato
insieme alle prime auto catalizzate. Infatti, per il buon
funzionamento di queste, è
necessario che la benzina impiegata sia priva di piombo
che distruggerebbe il catalizzatore dopo un solo pieno. Le
piime benzine senza piombo,
commercializzate alla fine degli anni ’80, risultavano notevolmente diverse dalla «super»: il loro contenuto in benzene e idrocarburi aromatici
era molto superiore a quest’
ultima. Pertanto l’uso di benzine verdi in veicoli non catalizzati era assolutamente da
sconsigliare in quanto avrebbe aumentato la diffusione,
nell’aria che respiriamo, di'
benzene e di altri composti
pericolosi per l’uomo. Ora la
situazione si è modificata in
quanto sia la benzina super
che quella verde vengono prodotte da una stessa base di
partenza, haimo cioè la stessa
composizione merceologicà
an^he in benzene e aromatici:
la super contiene solamente
0,15 g/1 di piombo in più rispetto alla benzina verde per
aumentare il numero di ottani.
Oggi, pertanto, non vi sono
ragioni per sconsigliare l’uso
di benzina senza piombo nelle
auto non catalizzate purché
l’auto stessa possa funzionare
con una benzina a minor numero di ottani qual è la benzina senza piombo.
Catalizzatore: il catalizzatore è costituito da un supporto ceramico poroso nel
quale sono assorbiti alcuni
grammi di metalli preziosi
(platino, palladio, rodio) posti all’interno del silenziatore
(da cui deriva «marmitta catalitica»). I metalli nobili
hanno la capacità di completare la combustióne trasformando i principali inquinamenti in composti innocui o
comunque meno pericolosi;
ad esempio, l’ossido di carbonio e gli idrocarburi incombusti vengono trasformati in acqua e anidride carbonica, mentre gli ossidi di azoto vengono scomposti negli
elementi azoto ed ossigeno.
Sonda Lambda: è un dispositivo essenziale in quanto
controlla istante per istante il
rapporto tra benzina e aria inviate in camera di combustione, rapporto che deve mantenersi costante. In caso contrario, la conversione degli inquinanti non potrebbe essere
completa e si creerebbero
condizioni di surriscaldamento locale con conseguente
danneggiamento e diminuzione della durata stessa del catalizzatore.
Emissioni inquinanti dei
veicoli catalizzati: i veicoli
catalizzati in buono stato di
manutenzione emettono concentrazioni di inquinanti notevolmente inferiori a quelle
dei veicoli non catalizzati (se
si escludono i brevi tratti per
corsi quando il catalizzatore è
ancora freddo). Se il'catalizzatore è usurato la concentrazione di inquinanti aumenta
rapidamente fino a superare
quella dei veicoli privi di catalizzatore; infatti, a parità di
potenza erogata, i veicoli catalizzati consumano maggiori
quantità di carburante e la miscela in camera di combustione è leggermente più ricca in
benzina.
Durata dei catalizzatori: il
catalizzatore può mantenere
accettabili condizioni di funzionamento per 100.000 km;
questo periodo, spesso inferiore alla vita del veicolo, può
però ridursi notevolmente in
assenza'di una buona manutenzione oppure in caso di uso
non corretto del veicolo. È comunque consigliabile seguire
le avvertenze contenute nel libretto di istruzioni del veicolo. Quando è usurato, il catalizzatore deve essere sostituito; la spesa è notevole e può
variare da circa un milione
per le utilitarie a oltre due milioni per le auto di maggior
cilindrata. L’accumulo di
marmitte catalitiche di scarto
non costituirà, però, un pericolo per l’ambiente, in quanto
l’alto costo dei metalU preziosi in esse contenuti rende economici i processi di recupero
dai quali è possibile estrarre il
99% dei suddetti metalli.
Controlli annuali; il Co
,mune di Modena ha attivato,
per primo, nel 1992 (seguito
da molti altri comuni della
Provincia) l’obbligo per gl(
automobilisti di provvedere
alla manutenzione periodica
deit sistemi di aliirientazione e
al controllo annuale dei gas di
scarico dei veicoli; tale obbligo è previsto anche per i veicoli catalizzati. Alcune grandi
città, come ad esempio Torino e Roma, che hanno adottato provvedimenti simili, hanno però escluso dall’obbligo i
veicoli catalizzati. Tale esclusione, come prima riportato, è
tecnicamente ingiustificata;
inoltre una manutenzione poco accurata dei veicoli catalizzati potrebbe causare un
invecchiamento precoce del
catalizzatore con la necessità
di provvedere alla sua sostituzione anticipata.
Revisione periodica; per
evitare differenze fra città vicine, che come sopra detto
potrebbero trarre in inganno
gli automobilisti, la Lega per
la difesa ecologica auspica
che venga data attuazione, in
ambito nazionale, alla prescrizione contenuta nel nuovo codice della strada che impone
tempi più ravvicinati per le
revisioni periodiche e i controlli dei fumi di scarico di
tutti i veicoli dotati di motore
-a combustione interna. I tempi per la concreta applicazione di tale provvedimento saranno probabilmente ancora
lunghi; è pertanto possibile
che tra alcuni anni molti veicoli catalizzati, in assenza di
interventi di periodica manutenzione, risultino più inquinanti di quelli non catalizzati,
(da Obiettivo ambiente n.9/95)
Nella «Piccola biblioteca teologica» è Uscito il O; 38
Gerhard Bailb
Il significato
morte di Gesù*
UinterpretazìQne del Nuovo Testameiitó
pp 256, L. 32.000
Con esernpiare chiareiza il libro intende accertare il
modo in cui la morte di Gesù è stata compresa e
spiegata dagli autori del Nuovo.
Testamento e quel che ciò ha *“
comportato jper ia cristianità
primitiva. Il Nuovo Testamento
non d offre una sola rispetta,
bensì tentatìvi diversi di espri*
mere l’azione di Dio con un linguaggio umano sempre approssimativo. Una cosa è cei>
ta: Cristo è morto per noi e
que^o è un dono di DId.
dmKBma
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 - lOtìS TOF8NO
TBL oiim.tex)4 - PAX oit/e50.43S4 • C.C.P. samm
VENERDÌ 6 OTTOBRE 1995
CORSI
A scuola di manager
La Commissione sinodale
per la diaconia (Csd),-a seguito del positivo incontro di
formazione per direttori e comitati delle opere sociali delle nostre chiese, organizza
una serie di corsi di formazio,ne e perfezionamento per i
membri dei comitati articolati
sul territorio italiano. Non sono previste «lezioni» perché
l’intenzione non è fornire
nuove nozioni ma quella di
rivedere discutere e ristrutturare le esperienze di ciascun
partecipante. Per questo verranno utilizzati i metodi della
formazione manageriale (role
paiyng, simulazioni e esercitaziohi collettive).
Quattro i grandi temi del
confronto e della ricerca: 1)
costruzione della mappa decisionale, 2) l’organizzazione
dei servizi, 3) le responsabilità interecclesiastiche e gli
strumenti, 4) la specificità
evangelica. Lo scopo è quello
di aiutare i membri dei comitati «a guidare la trasformarione dei diversi servizi della
chiesa in una società che
cambia continuamente a ritmi
sempre più serrati». Coordinatore dei corsi sarà Gianluca
Barbanotti.
Alle valli valdesi il corso si
terrà presso la Foresteria vai-,
dese di Torre Pellice il 13 e
14 ottobre e il 21 e 22 ottobre; in Toscana il 17 e 18 novembre e il 25 e 26 novembre
(data da confermare) mentre
in Sicilia le date sono ancora
da definire. Per infomiazioni
e maggiori dettagli ,sul programma rivolgersi a Anita
Tron, tei 0121-953122, fax
0121-953125.
PRORasiri
La politica delia Nato
In concomitanza con il vèrtice dei parlamentari dei paesi
aderenti alla Nato (Tormo, 69 ottobre), numerosi gruppi e
movimenti pacifisti promuovono un convegno per discutere sulla politica militare
della Nato a confronto con il
diritto intemazionale di pace.
In particolare saranno tenuti presenti alcuni punti fermi
di riflessione:
- La Nato come organizzazione militare dell’Alleanza
atlantica non può esautorare
di fatto rOnu intervenendo
militarmente in varie situa-,
zioni di guerra, come invece
è avvenuto in questi anni;
- I bombardamenti Nato in
Bosnia non possono costituire
la reale soluzione negoziata e
pacifica dei conflitti tra le repubbliche dell’ex Jugoslavia;
- dopo la caduta del muro
di Berlino e lo scioglimento
del Patto di Varsavia sono
cadute le residue motivazioni
rispetto al mantenimento della Nato, il cui scioglimento
peraltro si porrebbe non come questione ideologica ma
come scelta a favore di una
politica di disarmo;
- oggi più^che mai l’Onu
può essere profondamente
rinnovata in senso democratico, a costituire quel soggetto
sovranazionale impegnato a
garantire sicurezza e pace.
L’incontro si tiene a partire
dalle 14,30 presso la sala riunioni della circoscrizione 3
(ex caserma Lamarmora, corso Ferrucci 65a): dopo una
serie di relazioni e di inter- "
venti dei gruppi promotori si
svolgerà un dibattito aperto
che culminerà nella redazione
di un testo-documento. ,
Notìzie evangeliche
agenzia stampa
abbonamento annuo L. 50.000
da versare sul ccp 82441007
intestato a Nev - Roma
}
19
; >^ERDÌ 6 OTTOBRE 1995
Pagina Dei Lettori
PAG. i 1 RIFORMA
Professionisti
e dilettanti
- Mi è piaciuto l’ultimo paragrafo dell’articolo di Giorgio
Todm su Riforma del 22 settembre, intitolato Non trascuriamo la nostra memoria storica, in cui praticamente l’autore riconosce che la Società
di studi valdesi, presentando
l’identità valdese-evangelica
con contributi di alto livello,
sta trascurando uno dei suoi
scopi per i quali è stata a suo
teàapo fondata: la diffusione
fra il popolo valdese della conoscenza della sua storia e
della sua testimonianza.
Toum riconosce che «il numero degli studiosi di storia
nel nostro ambiente si riduce
- in modo preoccupante». Questo proprio perché la Società
di'studi valdesi, orientando la
sua attività storica per mezzo
di sforici professionisti, non
itebraggia quelli «dilettanti»
0 «eruditi» (come li qualifica
Grado Merlo nel suo Valdesi
evaldismi medievali), che pure sono stati, per i suoi primi
cento anni, l’ossatura della
'Società stessa.
Tali sono stati, fin dalla
.fondazione, tutti i presidenti e
anche molti dei membri del
Seggio, pur essendo o professori di scuola media o pastori
0 mèdici o persone impegnate
in altre professioni, e tutti
:^ilettanti» come storici; eppure ci hanno lasciato delle
ifhportantissime opere di ricerca storica valdese; penso,
per citare solo qualche nome,
a'Alessandro Vinay, Teofilo
Gay, Giovanni falla, Davide
Jatóér, Teofilo G. Pons, Arturo Pascal i quali, oltre ad aver
, C;'̻rodotto opere di notevole
Valore scientifico, hanno saputo anche essere degli ottimi
divulgatori.
È questo uno dei compiti
' .della Società di studi valdesi:
incoraggiare, fra i membri
della Chiesa valdese, chi si
•interessa alla sua storia, anche se non appartenente ad
.ambienti accademici.
Osvaldo Cdisson
Torre Pellice
Un Centro per la crescita spirituale e comunitaria di generazioni di giovani
Il Villacsìo
LIUANO FRATTINI
In questi tempi di rivisitazione, mi
sembra debba avere una p'afticolare
attenzione il Centro evangelico «Villaggio della gioventù» di Santa Severa che
ha anni di storia e anche di leggenda.
Chi scrive è «cresciuto» spiritualmente e
fisicamente al Villaggio seguendone le
mutazioni e gli assestamenti. Quella del
Villaggio della gioventù di Santa Severa
è stata una storià di pionierismo evangelico ed evangelistico, cresciuta sulla radice dell’entusiasmo e della dedizione al
prossimo. Si è passati, nel tempo, dalla
vendita di tagliandi del «mattone» a periodi imprecisi per giungere all’attuale
gestione dai contorni ben definiti.
Qualificare correttamente un Centro
evangelico di qualsivoglia fattispecie è
un esercizio improbo: ma quello direttq
da Paolo Laudi è un Centro la cui caratterizzazione evangelica si impone per la
sua linearità e concretezza. Testimoniare
l’Eyangelo nelle sue molteplici implicazioni è la cifra dell’attuale gestione del
Villaggio della gioventù, punto di ritrovo per protestanti, cattolicii ebrei, ortodossi, agnostici, ecologisti, pacifisti.
La discrezione e il rispetto che il direttore ha verso ogni iniziativa sono evidenziati dal consenso che il Centro evangelico rinnova e moltìplica ogni anno e
dalle opinioni positive espresse da singoli partecipanti e da gruppi che possono
confrontare opinioni e tematiche senza
essere schiacciati da modelli angusti ma
allo stesso tempo verificare la qualità di
un ambiente tonificata dal segno del servizio al Signore.
Troppo spesso tutto ciò che si svolge
al Villaggio della gioventù è sbrigativamente etichettato con la dizione «Santa
Severa», in omaggio a una regola giornalistica che designa un avvenimento in
base alla sua collocazione geografica e
qualche volta topografica. Sarebbe invece necessario che prevalesse la precisione per sottrarre ogni valore nominalistico agli accadimenti, intessendoli invece
della particolarità di un luogo che non è
solo elemento logistico ma corpo di natura evangelica e in quanto .tale doverosamente testimoniale.
Rivedere i nostri convincimenti sul
Villaggio della gioventù servirebbe a irrobustirne la portata e a dilatarne i confini. Troppe volte se ne parla per sentito
dire 0 di rimando a nostalgiche formulazioni. Questo non significa partire da zero perché il Villaggio ha nomi indelebili.
Berta e Guido Saccomani, due straordinarie persone, due,coerenti cristiani che
hanno dedicato la lóro vita, senza chiedere nulla in ricambio, ai giovani, alla loro
crescita morale e spirituale. »Nel loro ricordo va appunto rivisitato
il Villaggio della gioventù che è diventato, grazie a Paolo Landi, un Centro
evangelico di primaria importanza e di
indubbio prestigio, nonostante le cosiddette istituzioni battiste non abbiano
sempre attéso al loro compito di essere
elementi corroboranti di un’impresa che
l’evangelismo italiano nelle sue articolazioni ha compreso e apprezza.
Figlio
della chiesa?
Caro direttore,
mi ha sorpreso l’encomiastica biografia di Guglielmo
Marconi apparsa sul n. dell’8
settembre, nonché la nota
«Marconi valdese» che l’accompagna, dovuta, a giudicare dallo stile, al medesimo
autore, al quale l’ammirazione per il suo personaggio impedisce il distacco critico necessario per scorgerne le ombre, insieme alle luci.
Non voglio mettere in que
Riforma
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
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DIRETTORE: Giorgio Gardiol
VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
REDATTORI: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Luciano
Cirica, Alberto Coreani, Avemino Di Croce, Piera Egidi, Fulvio Ferrarlo,
Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca
Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Giancarlo
Rinaldi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan,
Marco Schéllenbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele Volpe
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
bel l'gennaio 1951, responsabiie Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
eoo orcSnanza in data 5 marzo 1993. '
Il numero 36 del 29 settembre 1995 è stato consegnato per l'inoltro postale airufficio ÓMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 27 settembre 1995.
stione qui la grandezza dello
scopritore e dell’inventore,
universalmente riconosciuta
ma, più modestamente, la legittimità della pretesa di definire «valdese» un uomo che
10 è stato soltanto nella sua
giovinezza.
Il Consiglio di chiesa della
comunità valdese di Livorno
aveva le sue buone ragioni
per dirsi «lieto», nella sua relazione al Sinodo in data 30
giugno 1897, «di annoverare
tra i componenti della chiesa
11 signor Guglielmo Marconi,
inventore del telegrafo senza
fili, onore della patria e della
Chiesa». Uguale diritto, a distanza di un secolo, non abbiamo noi, per quello che sappiamo della vita successiva di
Marconi fino al suo termine.
Da un certo momento in
poi, Marconi ha cessato di essere valdese o più genericamente protestante. Angelo
Brunero, autore dell’articolo,
non ci dice quale parte abbia
avuto nel suo pensiero il problema religioso, ma non pare
che sia stata molto grande, se
egli stesso deve ammettere
che Marconi si avvicinò al
cattolicesimo non per fede,
ma «per ragioni (...) scientifiche». Non sarebbe stato meglio dire semplicemente «per
convènienza»?
Dal contesto dell’articolo
risulta chiaro che Marconi
ebbe uno spiccato senso degli
affari e seppe sempre amministrarsi molto bene. Non diversamente da un affare dovette sembrargli l’incarico
prestigioso di installare la stazione radio della Città del
Vaticano, che valeva bene
una messa, come Parigi per
Enrico IV. Con lo stesso spirito è da ritenere che abbia
accettato le cariche di presidente del Consiglio nazionale
delle ricerche e dell’Accademia d’Italia che il regime fascista gli offriva. Lo scambio
era vantaggioso per entrambe
le parti: Marconi con la sua
fama internazionalé dava lustro al regime e questo lo ricambiava ricoprendolo di
onori, di privilegi e di finanziamenti. Dalla lunga frequentazione di. Inghilterra e
Stati Uniti, dove pure aveva
costruito la sua fortuna, egli
non sembra aver derivato un
apprezzamento significativo
per la democrazia politica, tale da impedirgli di aderire
pubblicamente e senza riserve
al fascismo.
Se poi Ip confrontiamo con
altri scienziati, fisici in particolare, di lui non meno grandi, che dall’Italia e dalla Germania andarono in esilio per
ragioni politiche, Marconi ne
esce ancor meno bene. Non è
sufficiente aver appartenuto
per un certo tempo alla nostra
chiesa o averne frequentato le
scuole per esserne detti «figli». A nessuno viene in mente di definire Piero Jahier o
Franco Fortini «figli della
Chiesa valdese» eppure, per
le loro scelte, per la loro coerenza etica, per molti contenuti della loro opera, ne
avrebbero qualche titolo in
più di Marconi.
D’altra parte è proprio
l’espressione «figlio della
chiesa» che è inaccettabile
per l’ecclesiologia protestante, per la quale la chiesa non
è madre e i credenti non sono
suoi figli. I credenti sono figli
del Padre che è nei cieli e che
li ha chiamati per grazia a far
parte della sua famiglia spirituale. Tra singoli erodenti
possono stabilirsi rapporti
personali di paternità (o maternità) e,, reciprocamente, di
figliolanza spirituale, come
tra Paolo e i suoi discepoli.
Ma la chiesa, per il sacerdozio universale dei credenti, è
libera associazione di testimoni dell’Evangelo. Non madre, dunque.
Preoccupa che su Riforma
si sia lasciata passare questa
espressione che non appartiene al nostro linguaggio, ma a
quello dell’apologetica cattolica. Non rientrano nel nostro
costume le annessioni di personaggi che riguardano solo
la nostra storia, ma non hanno
condiviso la nostra fede. Questa caduta di stile dobbiamo
considerarla un segno, sia pur
piccolo, della nostra omologazione in corso alla moda revisionistica che, Renzo De Felice docet, va per la maggiore
in questi poco felici tempi?
Giacomo Quartino
Genova
I tribunali
del popolo
Chi ricorda il tribunale dei
popoli? Air indomani della
prima guetoa mondiale le potenze dell’Intesa sancirono
nell’art. 227 del trattato di
Versailles il principio che
l’ex imperatore Guglielmo II
e altri criminali di guerra tedeschi avrebbero dovuto essere tradotti davanti a un tribunale intemazionale, formato dai rappresentanti delle
forze vincitrici, per aver violato la morale e i trattati internazionali. Questo processo
non venne mai effettuato.
Al termine della seconda
guerra mondiale, nel 1945-46,
a Norimberga si svolse il processo da parte di un tribunale
militare intemazionale contro
capi nazisti, militari e alti funziònari. Undici esecuzioni capitali (Goering si suicidò)
vennero eseguite il 16 ottobre
1946. Dopo Norimberga il
mondo è cambiato; i criminali
di guerra non godono più
dell’impunibilità come nel
passato; presto o tardi viene
l’ora della resa dei conti per
tutti. Questa è una grande vittoria per i cittadini del mondo: a guerra finita si potrà fare
un processo ai fautori della
guerra stessa. Probabilmente
saranno i vincitori che lo potranno fare, comunque dei capi pagheranno. Questa vittoria
dell’umanità, dopo un conflitto atomico non potrebbe aver
luogo, perché non resterebbero più né vinti né vincitori.
La Resistenza continua rivendicando la conquista di
Norimberga con marce della
pace, che i mass media dicono essere strumentalizzate
dalle parti, con commoventi
ma sporadici e scollegati tentativi di autorganizzazione
spontanea, popolare e giovanile per la pace: manifestazioni che sembrano sottolineare drammaticamente il
pauroso squilibrio delle forze
in campo, terribili ed efficaci
quelle della morte, quasi solo
simboliche quelle della vita.
I partigiani non hanno mai
tenuto conto di questo squili
brio di forze quando hanno
iniziato la loro lotta per la libertà e la pace. Oggi i resistenti, legati come ieri al popolo, lottano per la pace; cercano di dotarsi di una forza
morale e politica tale da suscitare nella coscienza di mtti
gli uomini l’esigenza di un
trattato di «pace preventiva»
rispetto a una eventuale terza
guerra mondiale.
In preparazione di questo
evento tutta la Resistenza europea deve organizzarsi per
proporre a tutti i tribunali della terra, da quello dell’Aia a
quello per i diritti dei popoli,
la proclamazione di «delitto
contro l’umanità» non solo
per l’uso ma anche per la
conservazione, la progettazione e la costruzione di qualsiasi tipo di esplosivo atomico.
L’insurrezione contro la follia
della morte atomica deve mobilitare subito tutti gli uomini
coscienti e consapevoli, altrimenti la strage atomica significherà solo la fine biologica
di un’umanità spiritualmente
non ancora nata e già morta.
Lionello Gaydou
Moncalieri (To)
Piu tempo
per noi
L’esperienza di quest’ultimo campo giovani, tenutosi
al Villaggio della gioventù di
Santa Severa dal 27 luglio al
6 agosto, si è rivelata molto
utile come ulteriore occasione
di confronto durante i momenti di vita comunitaria. Intelligente è stata la scelta dei
relatori che hanno contribuito
a rendere gli studi stimolanti
anche perché, rispetto agli altri anni, è stato fatto costante
riferimento alla Bibbia.
Desideriamo tuttavia esprimere alcune osservazioni, non
polemiche ma costruttive: innanzitutto la durata del campo, ridotta di cinque giorni rispetto all’anno scorso, non ha
consentito né un sufficiente
approfondimento del tema né
un maggiore sviluppo dei rapporti interpersonali. La presenza poi di un ulteriore campo di esterni nel periodo riservato a cadetti e giovani ha finito per penalizzare proprio
queste due fasce di età così
importanti per la formazione.
Fra l’altro questo campo è
stato inserito senza dare ai nostri giovani la possibilità di
parteciparvi. Non vorremmo
che l’incoraggiamento delle
chiese all’attività dei giovani
fosse solo a parole, mentre
poi di fatto questi si trovano
ad essere penalizzati.
Speriamo che di ciò si tenga conto in futuro, jierché è
proprio da momenti come
quelli vissuti nei campi che
possono nascere vocazioni
verso un servizio nelle nostre
chiese.
Deborah D’Auria, Marta
Marziali, Stefano Vergari
RINGRAZIAMENTO \
«Sois ferme et prend courage.
Sois sans crainte et sans peur;
car l'Etemel, ton Dieu,
est avec toi»
Josué 1,9
La moglie, i figli, i parenti tutti di
Alberto Pons
nell'Impossibilità di farlo personalmente, commossi, sentitamente
ringraziano tutte le pèrsone che
sono state loro vicino con presenza, scritti, parole e opere di bene.
Un ringraziamento del tutto particolare al pastore Claudio Pasquet, al signor Livio Gobello, alla
direzione e al personale dell'Asilo
valdese.
Lusema San Giovanni
2 ottobre 1995
20
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PAG. 12 RIFOl^
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Villaggio Globale
VENERDÌ 6 OTTOBRE 1995 l
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Usa: Banca mondiale e Fmi sotto l'occhio attento del «Gruppo di lavoro religioso»
Praticare il giubileo biblico annullando
il debito dei paesi più poveri dell'Africa
Trenta organizzazioni americane, collegate con le principali chiese protestanti e con
la Chiesa cattolica romana,
hanno messo in piedi un
«Gruppo di lavoro religioso»
(Rwg) sulla Banca mondiale
e il Fondo monetario intemazionale (Fmi), per promuovere una migliore giustizia nel
quadro dell’economia mondiale, soprattutto per quanto
riguarda i problemi legati alle
due più grandi istituzioni di
credito del mondo.
In questi ultimi dieci anni,
alcune organizzazioni religiose si sono preoccupate nel
vedere la Banca mondiale e il
Fmi «aggravare» i problemi
dei paesi in via di sviluppo,
distruggere l’ambiente e mettere alle corde i paesi poveri,
indebitandoli. Un portavoce
della Banca mondiale ha però
affermato all’agenzia ecumenica Eni che la banca fa del
suo meglio per risolvere i
problemi dei paesi in via di
sviluppo e prende le misure
necessarie per proteggere
l’ambiente.
Le organizzazioni religiose
si sorto soprattutto concentrate sui problemi dell’Africa,
dove un debito valutato a circa 164 miliardi di dollari ha
costretto molti paesi del continente a interrompere i loro
investimenti nella scuola,
nella salute, nell’industria e
nella produzione alimentare,
n crollo dei prezzi delle materie prime ha aggravato la
crisi del debito africano e ha
spinto la Conferenza delle
chiese di tutta l’Africa (Ce
ta), che ha la propria sede a
Nairobi, a chiedere alla comunità mondiale di indagare
sulle modalità di presoti della
Banca mondiale e del Fmi, e
su quelle che definisce «pratiche commerciali ingiuste»
sul mercato intemazionale.
11 Rwg ha unito la propria
voce a quella di un movimen
Scena di vita quotidiana nei Corno d’Africa. L’indebitamento sta strangolando l’economia africana
to mondiale che chiede la
riforma delle istituzioni finanziarie internazionali. Il
Rwg ha come obiettivo di
informare le chiese e le comunità religiose sul problema
del debito e dello sviluppo,
lavorando con gruppi di base
e con la campagna «50 anni,
basta!» negli Usa. Centinaia
di responsabili religiosi hanno firmato la dichiarazione
del Rwg che chiede un cambiamento e che propone l’annullamento del debito dei
paesi più poveri, la soppressione dei programmi di aggiustamento stratturale e settoriale, e una maggiore responsabilizzazione delle due
istituzioni finanziarie create
50 anni fa a Bretton Woods,
vicino a Washington.
Ispirato ad un testo dell’
Antico Testamento (Levitico
25, 9-10), che proclama un
cinquantesimo anno di giubileo per la terra e i suoi abitanti, il Rwg spera che il «popolo credente potrà trovare delle
soluzioni» all’abisso finanziario che minaccia i poveri.
E quanto ha precisato Erich
D. Mathias, impegnato in
Africa per conto dei Discepoli
del Cristo e della Chiesa Unita del Cristo di New York.
Mathias ha dichiarato che il
programma del Rwg «Un appello al giubileo» invita la
Banca mondiale e il Fmi ad
effettuare una sincera valutazione del «peccato» che sta
rodendo l’economia mondiale, per comprendere la sofferenza imposta ai più poveri
dalle politiche monetarie ed
economiche mondiali e per
ricercare, così come Dio li
vede, un nuovo paradiso e
una nuova terra in cui regnino
la compassione, l’equità e la
giustizia.
I membri del Rwg, appartenenti alle principali chiese
protestanti, alle organizzazioni cattoliche e alle comunità religiose, collaborano
con le organizzazioni laiche
ed ecologiche per fare conoscere la loro causa prima e
durante la riunione annuale
delle due banche mondiali
che si svolgerà dal 9 al 12 ottobre prossimi, a Washington. I loro sforzi sono coordinati a Washington da Maryknoll, un organismo cattolico presente in 37 paesi. La
«Campagna dei 50 anni» organizzerà, il 7 e 8 ottobre, un
grande incontro sulle soluzioni di ricambio che possono essere apportate all’economia mondiale. (eni)
Federazione protestante di Francia
No ai test nucleari
Pubblichiamo la dichiarazione redatta dal Consiglio della Federazione protestante di Francia il 18 settembre scorso, a Parigi.
«Durante gli ultimi mesi, nel nostro Paese e nel mondo
intero, molte manifestazioni hanno rievocato la memoria
del terrificante annientamento delle popolazioni di Hiroshima e di Nagasaki, nell’agosto 1945, dopo l’uso per la prima
volta dell’arma atomica.
Queste manifestazioni hanno ravvivato anche la presa di
coscienza delle minacce, sempre più reali e surrealiste allo
stesso tempo, che da 50 anni a questa parte fanno, pesare sul
creato la moltiplicazione degli stock di quelle armi e l’accrescimento della loro potenzialità distruttiva.
Nel contesto di questo tempo, di memoria e di fronte alle
tante situazioni internazionali e nazionali particolarmente
preoccupanti, la decisione del governo di effettuare una ripresa immediata degli esperimenti nucleari nell’atollo di
Mururoa, interrotti da tre anni, ci appare fuori luogo e pericolosa.
Ciò che può rendere logica una decisione, in questo caso
gli esperimenti che permettono di verificare la qualità degli
armamenti, non per questo la rende giusta e buona.
Con varie iniziative ecumeniche, le nostre chiese e istituzioni hanno fatto conoscere al Presidente della Repubblica
la loro delusione e i loro timori di fronte a questa decisione
la cui applicazione pratica, purtroppo, è appena iniziata. Temiamo che essa abbia come conseguenza di ridurre domani
le possibilità di un reale e decisivo impegno collettivo e di
fiducia reciproca da parte di tutte le nazioni, nella costruzione della pace con altri mezzi che non con il possesso
dell’arma atomica o, in mancanza di questa, di altre armi di
terrore (batteriologiche, ecc.).
Senza volere entrare nei dibattiti tecnici sui quali gli stessi esperti sono divisi, la Federazione protestante di Francia,
da tempo e in varie occasioni (in particolare durante le Assemblee di La Rochelle nel 1983 e di Lille nel 1991), ha tenuto ad esprimere la propria vigilanza, ricordando che la
pace e la sicurezza non possono basarsi su minacce che
mettono in gioco le capacità stesse di esistenza dell’umanità. In nome della speranza viva nella quale Dio sorregge
la sua creazione e la nostra umanità non possiamo, noi cristiani, rinunciare a questo richiamo.
Crediamo alla necessità urgente e alle possibilità di promuovere, ognuno e insieme, un’altra concezione della pace
e della sicurezza, inseparabili dalla giustizia sociale ed economica e dal rispetto dovuto a ogni popolo, a ogni minoranza, a ogni persona. Questa convinzione ci spinge a intraprendere, nel modo più realistico possibile, una riflessione
teologica, etica e politica, nelle nostre chiese e istituzioni, a
livello nazionale ed europeo, sulle condizioni e i mezzi della difesa e della sicurezza.
Con questa riflessione vogliamo portare un contributo
all’iniziativa e allo sviluppo di un dibattito pubblico di cui
lamentiamo l’assenza o le insufficienze.
Se vi sono logiche che portano a delle “impasse”, con la
ripetizione continua degli stessi rapporti di forza, ne assumiamo insieme la responsabilità nella diversità legittima delle nostre opinioni. Ma in questa stessa diversità, assumiamo
anche insieme la responsabilità di osare altri comportamenti.
Questo è il contributo necessario della nostra vigilanza
spirituale. Qui, la nostra protesta deve farsi proposta». (bi¡>)
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Le preoccupazioni dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati
Il governo croato revoca lo status
di rifugiati a migliaia di bosniaci
L’Alto Commissario delle
Nazioni Unite per i rifugiati
(Acnur) ha espresso viva
preoccupazione in merito alla
direttiva del governo croato
che revoca lo status di rifugiato a decine di migliaia di
bosniaci, come parte di un
piano per cominciare a rimandarli a casa.
L’ufficio dell’Acnur di Zagrabia è stato informato ufficialmente della decisione del
governo, entrata in vigore dal
22 settembre. Una direttiva
dell’Ufficio croato per gli
sfollati e i rifugiati informava
che la revoca dello status di
rifugiato avrebbe interessato
persone provenienti da almeno 20 città della Bosnia-Erzegovina, comprese «le aree recentemente liberate». Informava inoltre che il loro ritorno in Bosnia-Erzegovina sarebbe avvenuto «in cooperazione» con il governo bosniaco e le autorità croato-bosniache. Secondo i mezzi di comunicazione, i funzionari
croati avrebbero dichiarato
che 100.(X)0 rifugiati bosniaci
attualmente in Croazia sarebbero potuti tomaie immediatamente nelle proprie case.
«Sono estremamente preoccupata per questo annuncio,
che potrebbe significare il
rimpatrio forzato di decine di
migliaia di persone in un’
area che non è né sicura né
preparata a riceverle - ha
detto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, signora Sadako Ogata -.
L’Acnur ritiene che sia prematuro iniziare qualsiasi tipo
di rimpatrio su larga scala in
Bosnia-Erzegovina, e che tale
rimpatrio debba essere considerato nel contesto di un processo di pace totale, secondo
gli standard internazionali.
Tale direttiva è inopportuna,
e inviterei il governo croato a
riconsiderarla». La signora
Ogata ha osservato che la
Croazia «è stata estremamente generosa nel trattamento
riservato ai profughi, e ci
rendiamo conto che tale generosità può aver costituito
un peso per le risorse del
paese. Ma non è questo il momento di rimpatriare le persone contro la loro volontà».
Attualmente la Croazia
ospita inù di 460.000 tra rifugiati e sfollati. Un ritorno forzato dei rifugiati costituirebbe
una violazione del principio
fondamentale di non respingimento contenuto nella Convenzione di Ginevra del 1951
sullo status dei rifugiati, della
quale la Croazia è firmataria.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite è inoltre seriamente preoccupato circa il
ritorno forzato di oltre 2.(XX)
rifugiati croato-bosniaci e
musulmani recentemente espulsi verso la Croazia dalla
regione di Banja Luka, attualmente sotto controllo serbo.
Le autorità croate hanno rimandato i rifugiati nelle zone
occidentali e nordoccidentali
della Bosnia sotto controllo
governativo, comprese Bihac
e Glamoc. Anche in questo
caso non solo le aree non sono sicure ma non esistono
neppure condizioni accettabili per il rimpatrio. Molti dei
rifugiati intervistati dall’Acnur hanno affermato di non
aver dato il proprio consenso
al rimpatrio, e alcuni hanno
anche detto che i membri delle loro famiglie si trovano nei
centri di accoglienza in Croazia. Altri perfino avevano documenti validi di ingresso in
paesi terzi. (Acnur)
Incontro a Ginevra tra i ministri zairese e ruaniJese e l'Acnur
Definite le modalità di rimpatrio
dei rifugiati ruandesi nello Zaire
Il 25 settembre scorso i ministri dello Zaire e del Ruanda si sono incontrati a Ginevra sotto gli auspici dell’Acnur (Alto Commissariato
dell’Onu per i rifugiati) per
accelerare le operazioni di
rimpatrio dei rifugiati ruandesi e si sono impegnati a
porre un freno alle attività
degli estremisti e ad assicurare sicurezza e protezione ai
rimpatriati.
In un comunicato congiunto diffuso al termine dell’incontro della Commissione
tripartitica, il vice primo ministro e ministro degli Esteri
zairese, Gérard Kamanda wa
Kamanda, e il ministro olandese per la ricostruzione e
l’integrazione sociale, Patrick
Mazimhaka, hanno confermato gli impegni assunti con
l’Alto Commissario signora
Sadako Ogata, durante la sua
visita nella regione dei Grandi Laghi, dal 31 agosto al 7
settembre, per creare le condizioni che permettano il
rimpatrio.
Il comunicato informa che
lo 2^aire si impegna «a ridurre
qualsiasi forma di intimidazione» nei campi dello Zaire
che, insieme ad altri fattori,
impediscono oggi il rimpatrio. Lo Zaire, che ospita un
milione degli 1,8 milioni di
rifugiati ruandesi che si trovano in Africa centrale, ha
anche accettato di avviare nei
campi profughi una campagna di informazione sulla situazione in Ruanda.
Da parte sua il Ruanda ha
accettato di rafforzare le
strutture di accoglienza, di ridurre i controlli ai confini e
di fornire sicurezza e protezione a coloro che rimpatriano, in collaborazione con
l’Acnur e con le altre agenzie
per i diritti umanitari che
operano in Ruanda. Ha anche
accettato di sostenere l’Acnur
nella sua campagna informativa sulle condizioni nei villaggi e di consentire le visite
dei rifugiati e dei loro leader
nei loro paesi d’origine.
L’incontro, presieduto dalla signora Sadako Ogata, si è
tenuto nell’ambito dell’accordo tripartitico firmato a
Kinshasa nell’ottobre 1994,
che prevedeva il rimpatrio
volontario dei rifugiati ruandesi in ¿aire. Accordi tripartitici analoghi sono stati con
clusi anche per i rifugiati
ruandesi che si trovano in
Tanzania e in Burundi. 11
programma di rimpatrio volontario dell’Acnur è iniziato
a dicembre. Da allora più di
30.000 rifugiati ruandesi sono rimpatriati grazie a questo
programma che però, in diverse occasioni, è stato interrotto in seguito a incidenti
relativi alla sicurezza avvenuti sia in Ruanda che in
Zaire. Altre 220.000 persone
sono rimpatriate di propria
iniziativa.
Il Segretario generale delle
Nazioni Unite, Butros Ghali,
aveva chiesto alla signora
Ogata di intraprendere la sua
recente missione nella regione dei Grandi Laghi, dopo
che lo Zaire aveva espulso
15.000 rifugiati ruandesi e
burundesi tra il 19 .e il 24
agosto. Per lo Zaire, la presenza dei rifugiati costituiva
una minaccia alla sicurezza
del paese, per cui essi sarebbero dovuti tornare nel proprio paese entro il 31 dicembre. Lo Zaire ospita anche
135.000 dei 250.000 rifugiati
burundesi che si contano nella regione. (Acnur)
Í
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