1
1998
età
SO
in di.
essere
irlan
' dico
radei
iropri
àvie
icani?
moli
olli.D
iù seitello
I pasopao
igono
i. Agl
rico
spor
raso
Tota
ili. L
ones
Ismo
teoio
lazio
Intelhiede
nostri
te alle
iSO».
per lìvalve
numero 15
del IO aprile 1998
spedizione in a. p. 45%
art. 2 comma 20/B legge 662/96
filiale di Torino
in caso di mancato recapito
si prega restituire al mittente
presso l'Ufficio PI Toripp C" "
L'Editore si impegna a
corrispondere il diritto dì re
sa dell®
oAcnur) |
ANCHE NOI
«Anche noi quindi liberiamoci da
ogni peso, liberiamoci dal peccato che
ci trattiene, e corriamo decisamente la
corsa 'che Dio ci propone»
Ebrei 12,1
ATEI capitolo 11, l’apostolo ricorda
la lunga serie di testimoni biblici
che vissero per fede. Uomini e donne
che, pur vivendo animati dalla fede
nella promessa di Dio, non poterono
mai vedere la realizzazione della loro
speranza. Chi scrive sostiene che questo è avvenuto perché dovevamo ancora arrivare noi. Il compimento non poteva avverarsi senza i lettori di questo
messaggio, al tempo dell’apostolo e
anche al nostro tempo. La salvezza attesa è contemporanea a tutti gli uomini e a tutte le donne della terra, nessuno arriva troppo tardi. L’elenco della
lettera si conclude con i suoi contemporanei perseguitati, ma in realtà continuafino ad oggi, anche se non sapremo fare i nomi di tutti i martiri sconosciuti che nel nostro tempo hanno speso la vita per la giustizia e la pace. Solo
alcuni diventano dei simboli per tutta
¡'umanità: Bonhoeffer, Ghandi, mons.
Ramerò, M. L. King. Tutti, per fede,
hanno vissuto guardando più lontano
delle difficoltà presenti: che insegnamento per noi che siamo così tanto
condizionati dal successo di ciò che intraprendiamo. Non è il risultato, vittoria o perdita di tutto, che conta, ma resistere e mantenere la fede.
ALL’INIZIO del capitolo 12 l’apostolo fa un salto nel discorso: «Anche noi quindi!». Anche noi. Il ricordo
dei testimoni del passato e del presente non serve per porre sugli altari degli
eroi irraggiungibili, ma perché sia per
noi un esempio e una forza per fare lo
stesso: «Gettiamo il peso che ci trattiene e corriamo la gara che Dio ci propone». Noi, nei paesi più ricchi, abbiamo tanto cose materiali e tante opportunità di vivere esperienze interessanti e formative, che però possono essere un freno. È facile nascondersi per
paura di perdere una relativa sicurezza, sostenendo di non essere ancora
pronti. Dietrich Bonhoeffer, nel 1934,
scriveva: «Una via alla pace che passi
per la sicurezza non c’è. La pace infatti deve essere osata /.../. Ghi rivolgerà
l’appello alla pace così che il modo
oda, che sia costretto ad udire?». Ma
invece di osare, quanto i credenti e le
chiese rimandano, e quanto grande è
il prezzo di ogni nostro invito?
un invito rivolto a noi anche oggù
Ct imparare a considerare la nostra
vita come quella di viandanti, di stranieri, per diventare capaci di una speranza certa (11, 1) fondata non in noi
stessi, ma in qualcuno che non si vede,
in Dio, che non si può stringere nelle
proprie mani per appropriarsene ma
che si può prendere per mano per esse
re guidati nel cammino della nostra
vita. Allora, se accogliamo l’invito, sa
premo anche spenderci con gioia ed
entusiasmo senza esigere garanzie,
senza rinviare. Anche noi dunque, ma
come ci riusciremo? Liberarci da ogni
peso che ci trattiene non basta, se non
sappiamo in che direzione muoverci.
L’apostolo perciò prosegue al v. 2: «Teniamo lo sguardo fisso'in Gesù: è lui
che ci ha aperto la strada della fede e
ci condurrà fino alla fine». Come in
Una gara in cui chi corre non guarda
ni propri piedi, ma nella tensione della corsa punta al traguardo, così per
noi il traguardo è davanti a noi e lo
comprendiamo in Gesù che ha accettato di morire. Gesù non ha tradito la
sua speranza e non ha rinnegato mai
la sua fede nella giustizia di Dio, in lui
e nella sua vita donata e conservata
anche la nostra gioia, se seguiamo
suoi passi. Gioia e croce sono unite in
una frase e in una vita.
Francesca Cozzi
settimanale: delle ::chtese: EmHGt^LicHE battiste, METom^^^
Dal suicidio in carcere di Edo Massari alla rivolta dei «ragazzi» dei centri sociali
Il malessere sociale degli squatter
A Torino, come in tante altre città europee, esprimono una cultura radicalmente antagonista
con atteggiamenti ribellistici e a volte violenti. Sono uno specchio della nostra società
GIORGIO GARDIOL
TTNA città di morti» così gli
\\ U squatter definiscono Torino. Una città, una società di cui loro, gli squatter, si sentono estranei.
Non si può comunicare ai «morti»,
anche se alcuni politici e intellettuali dicono di volere il dialogo, di
voler comprendere «il disagio». Il
dialogo non è che un espediente
per «ciurlare nel manico», per coprire le responsabilità degli «assassini». Tutto è cominciato con il suicidio nel carcere delle Vallette di
Torino deU’anarchico Edoardo
Massari, «Baleno», uno squatter accusato di essere responsabile di alcuni attentati contro il progetto del
treno a alta velocità (Tav). Tre anarchici, tutti e tre squatter, sono accusati di essere collegati ai «lupi grigi», un’organizzazione di «ecoterroristi» che ha rivendicato gli attentati
in Val Susa. Arrestati, senza troppi
complimenti, dalle forze di polizia
nelle case occupate sono stati rinchiusi nelle carceri delle Vallette a
Torino e del Cerialdo a Cuneo.
All’arresto è seguita una perquisizione delle case e di alcuni «centri
sociali». Ma soprattutto è seguito il
suicidio di Edoardo Massari.
La risposta degli squatter, degli
anarchici, dei centri sociali, che si
sono uniti in questa occasione, non
si è fatta attendere: cortei in città
con atti di vandalismo, violenze
contro giornalisti in occasione dei
funerali, ancora cortei con violenze
e danneggiamenti. La città si è divisa. I più hanno paura di un ritorno
al clima degli anni del terrorismo,
alcuni invocano legge e ordine
contro l’eccessivo permissivismo
delle autorità, altri vogliono capire,
altri, a sinistra, si interrogano ideologicamente se il «movimento» sia
0 no «di sinistra». Ma c’è una identità comune agli squatter, agli anarchici, ai centri sociali? Qui va sfatato un luogo comune. Non sono un
movimento giovanile: i loro «dirigenti» hanno passato la quarantina
e alcuni anche la cinquantina! Sono Tonda lunga di una cultura politica delT«autonomia» degli Anni
«El Paso», uno dei centri sociaii più noti a Torino
80, largamente presente nella città.
Torino, dagli Anni 80 ad oggi, ha
vissuto un grave crisi sociale e di
identità. Sedici anni fa Giovanni
Agnelli, allora presidente della Fiat,
poteva dire: «Torino ricorda le antiche città di guarnigione, i doveri
stanno prima dei diritti, il cattolicesimo conserva venature gianseniste, l’aria è fredda, la gente si sveglia presto e va a letto presto, l’antifascismo è una cosa seria, il lavoro anche, e anche il profitto». Uno
schizzo in cui si riconosceva volentieri anche la cultura progressista e
marxista della città.
Oggi più nessuno si riconosce in
quella descrizione. Il lavoro manca.
La Fiat è più che dimezzata: gli ad
detti da 90.000 degli Anni 80 sono
oggi 40.000. I giovani disoccupati
(che hanno meno di trent’anni)
delle Vallette (il quartiere creato
negli Anni Sessanta per ospitare gli
immigrati dal Sud) sono il 46% degli uomini e il 51% delle donne. Lo
stesso discorso vale per Mirafiori,
per Lucente. La situazione non
esplode perché del problema se ne
fanno carico i genitori, magari entrambi pensionati Fiat. Ma Torino
rimane la più importante città industriale d’Italia col 35% di occupati nel settore, contro una media
italiana del 20%. E la tendenza alla
deindustrializzazione non è finita.
Solo i profitti rimangono una cosa
seria. La Fiat non ha mai fatto attivi
in bilancio come l’anno scorso!
In questo contesto in cui le prospettive del futuro sono sempre
più incerte si è realizzata una saldatura, spesso solo temporanea,
tra i giovani e le subculture antagoniste dell’autonomia. Sono nati
prima i circoli («Canga^eiros, Barabba, Montoneros...») poi i centri
sociali («El Paso, Gabrio, Prinz Eugen...»). Sono nati a Torino e nella
sua cintura, perché qui è maggiore
l’esigenza di differenziarsi, di sottolineare la propria unicità e diversità rispetto al «pensiero unico», ai
«morti». Lo stile di vita, l’occupazione delle case vuote e degli spazi
abbandonati, il rifiuto teorizzato
del lavoro (che comunque non
c’è), la rivendicazione del reddito
minimo generalizzato, la scelta
dell’abbigliamento, il colore dei capelli, l’orecchino, materializzano
l’identità sulla scena sociale.
Nei centri sociali autogestiti si
esprime un forte antagonismo verso la società e i suoi modelli culturali, le forme organizzate e gerarchiche della politica, anche quella
della sinistra. Di qui le forti supestioni dell’anarchismo, delTantiautoritarismo e dell’azione diretta.
L’azione è una forma espressiva, è
affermazione di una identità, senza
«fini ultimi», che si traduce prevalentemente nel linguaggio della
musica e nella provocazione spettacolare contro i benpensanti. Le
mobilitazioni sono organizzate attorno a obiettivi e a simboli della
società a cui ci si dichiara estranei:
il carcere, l’alta velocità, il consumo, la proprietà privata.
In questa realtà, che stentiamo a
conoscere, dobbiamo leggere sì i
sintomi del malessere, ma anche
quelli dell’impegno, della ricerca
culturale e artistica. La pittura, la
musica, il teatro sono stati rinnovati proprio da questa ricerca. I
centri sociali sono lo specchio di
una società complessa nella quale,
bene o male, viviamo. Fare gli
struzzi non serve. Serve piuttosto
profonda riflessione di politici, intellettuali, giornalisti e in molti casi
anche un’autocritica.
La Commissione ecumenica europea per chiesa e società
La moneta unica e la sfida dell'identità europea
La Commissione ecumenica europea per
chiesa e società (Eeccs)
ha diffuso un documento su «L’unione economica e monetaria» elaborato dal gruppo di lavoro «Unione politica ed
economica». Il Comitato
esecutivo della Eeccs ha
deciso di mettere a disposizione delle chiese
europee il documento
come contributo alla riflessione e al dibattito.
Il documento valuta i
punti a favore e quelli a
sfavore dell’Unione economica e monetaria (la
Uem) europea. Da una
parte mette in guardia
da un’economia di mercato troppo sfrenata elencando i punti deboli
del progetto della mone
ta unica e del mercato
comune. Dall’altra non
intende affatto screditare TUem, che secondo la
Eeccs porterà dei vantaggi reali: «Per essere
efficace, un mercato comune ha bisogno di una
moneta comune. Proprio la moneta unica potrebbe contribuire a creare quella identità europea così fortemente auspicata». La Eeccs si pronuncia quindi nettamente a favore della moneta unica e della Uem
europea: «Basta saperne
cogliere le sfide».
Quello del dibattito
sulla moneta unica dovrebbe piuttosto essere
un dibattito sui modelli
economici: «Le società
sono costruite su molto
di più che sul solo denaro, si fondano sulle persone e su un rapporto
duraturo con l’ambiente. I modelli economici
attuali (compreso il modello sociale europeo di
mercato) non tengono
sufficientemente conto
dei costi umani e ambientali. 11 modello di
sviluppo lineare proposto è contestabile». Problematiche anche le
conseguenze sul piano
della sicurezza sociale e
della disoccupazione:
con una politica economica sempre più dominata dalle decisioni della
Banca centrale europea,
i politici si troveranno
con le mani legate su
numerose questioni di
interesse pubblico.
Altro problema è quello del mancato coinvolgimento della popolazione europea nel progetto della moneta unica: «Arrivati a questo
punto non si tratta più
di sapere se ci debba essere oppure no un’Uem.
Il dibattito deve vertere
sul contenuto e la natura delTUem. La domanda è: che tipo di Europa
vogliamo? L’Uem può
essere un contributo significativo». E conclude:
«Lo sviluppo delTUem
offre all’Europa delle
reali opportunità per affrontare i problemi economici e politici cruciali
con i quali il mondo industrializzato deve confrontarsi in questo fine
secolo». (nev)
LA BEATIFICAZIONE
DI PAPA GIOVANNI XXIII
Il processo di beatificazione di papa
Giovanni XXIII procede e secondo la
commissione cattolica incaricata dovrebbe anche avere esito positivo (sono ben
15 le testimonianze accertate di miracoli
compiuti per suo tramite). Il quotidiano
la Repubblica del 4 aprile riferisce che
certi «ambienti protestanti» avrebbero
manifestato una sorta di placet a questa
beatificazione. Non ne dubitiamo: la
simpatia che circonda il «papa buono»
può avere indotto qualcuno a questa
considerazione «ecumenica».
Bisognerebbe però ricordare che Tapprezzamento protestante per le novità
promosse da papa Roncalli con il Concilio Vaticano II non significa che siano venuti meno i tradizionali motivi di dissenso teologico (giustamente Vittorio Subilla parlava di una «nuova cattolicità del
cattolicesimo»). E un processo di beatificazione non fa altro che confermarlo.
Inoltre, capiamo che è più tranquillizzante consegnare alla devozione popolare la memoria di un papa semplice e
mite piuttosto che ricordare che egli sostenne un progetto riformatore che è
ben lungi dall'essere compiuto. (e.b.)
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
«Io, Giovanni,
vostro fratello e compagno nella
persecuzione, nel
regno e nella
costanza in Gesù,
ero neWisola
chiamata Patmos a
causa della parola
di Dio e della
testimonianza di
Gesù. Fui rapito
dallo Spirito nel
giorno del Signore
e udii dietro a me
una voce potente
come il suono di
una tromba, che
diceva: Quello che
vedi, scrivilo in un
libro e mandalo
alle sette chiese...
Io mi voltai per
vedere chi mi stava
parlando, vidi sette
candelabri d’oro
e in mezzo uno
simile a un figlio
d’uomo... Usuo
capo e i suoi capelli
erano bianchi come
lana candida,
come neve; i suoi
occhi erano come
fiamma di fuoco;
i suoi piedi erano
simili a rame
lucente,
arroventato in una
fornace e la sua
voce era come il
fragore di grandi
acque. Nella destra
teneva sette stelle;
dalla sua bocca
usciva una spada a
due tagli, acuta,
e il suo volto era
come il sole quando
splende in tutta la
sua forza. Quando
lo vidi, caddi ai
suoi piedi come
morto.
Ma egli pose la sua
mano destra su di
me, dicendo: Non
temere, io sono il
primo e l’ultimo,
e il Vivente. Io ero
morto, ma ecco
sono vivo per i
secoli dei secoli,
e tengo le chiavi
della morte
e del soggiorno
dei morti»
(Apocalisse 1, 9-18)
Cristo è risorto dai
morti
ha vinto la morte
con la morte
e donato la vita a
coloro che sono
nelle tombe.
Cristo è risorto!
È veramente
risorto! Alleluia!
(dalla liturgia pasquale
ortodossa)
«IO SONO IL VIVENTE»
La realtà minacciosa che ci appare più tremenda e definitiva non lo è mai veramente se Dio non vuole. L'annuncio pasquale è appunto che Dio non lo vuole
GINO CONTE
UNA mattina di domenica.
A Patmos, una Ventotene
dell’impero romano sul finire
del I secolo, c’è un sorvegliato
speciale, Giovanni. L’apostolo?
Probabilmente no; aveva comunque avuto un ruolo di primo piano neUa diaspora cristiana dell’Asia Minore, forse con
sede a Efeso. La persecuzione di
Domiziano non si è ancora scatenata in tutta la sua violenza
ma il potere romano ha già cercato di decapitare il movimento
cristiano, che sente irriducibilmente resistente alle sue idolatriche tendenze totalitarie, e di
ridurre al silenzio le voci più
chiare e forti: Giovanni, in quella provincia.
Il Signore e lì, vivo, e parla
Era dunque un mattino domenicale, a Patmos. Il confinato Giovanni pensa ai fratelli, alle sorelle che nel giorno del
Signore, senza stancarsi di celebrarne la risurrezione, sono riuniti per l’ascolto dell’Evangelo:
Gesù, il Cristo, è il Signore! Ed
ecco che aH’improwiso, come
non ha importanza, il Vivente è
lì con lui: Giovanni ne avverte
la presenza con un’immediatezza abbagliante, la visione è
così sconvolgente da tramortirlo. È come guardare il fuoco, il
sole meridiano, è come udire il
rombo di un’immensa cascata
o del mare scatenato. Niente di
tutto questo, in realtà, è una
normale, quieta mattina domenicale: ma il Signore è lì, il San
to, indicibilmente vivo e gli parla e subito gli dice quelle che
sono di solito le prime parole
del Signore, quando si rivolge a
noi: «Non temerei».
Forse per vivere davvero il
giorno del Signore e sopratutto
la Pasqua che si ripercuote in
ogni domenica, dobbiamo riscoprire quanto ci è necessario quel
«Non temerei», riscoprire il «timore di Dio», il senso impressionante della sua prossimità viva e
santa. Non siamo dei visionari
come Giovanni, ma se la presenza di Dio, la sua parola non ci
tramortisce un po’ più di quanto
avvenga per lo più nella nostra
tranquilla mediocrità di spirito,
c’è da domandarci se abbiamo
davvero incontrato lui, ascoltato
lui. La sua vicinanza è «temibile»
e lo è la sua parola (Ebrei 10, 31;
4,12). Allora diventa vitale che ci
dica: «Non temerei».
<Non aver paura di me!»
Un annuncio sobrio, scarno
non scontato
Preghiamo
Se esiste qualcosa come la musica avvenire, allora il
suo momento è stato quel mattino, il suo momento è
ogni mattino di Pasqua: per salutare l’uomo nuovo sul
quale la morte non ha più potere. Naturalmente dovrebbe essere una musica scritta non solo per flauti e
violini, né per trombe, organo e contrabbassi ma per
tutto il creato, per ogni creatura che geme e anela, in
modo che l’intero universo possa associarsi e piccoli e
grandi, fosse pure tra le lacrime, possano giubilare e,
sì, persino le cose mute e più rozze siano portate a vibrare e ronzare all’unisono: Ecco un Uomo nuovo, in
modo misterioso ci precede tutti di molto, eppure, eccolo, è qui.
Eberhard Jùngel
(da Evangelisches Gesangbuch, München, p. 213)
IN quel mattino del giorno del
Signore, mentre le chiese
stanno ascoltando l’Evangelo, il
Signore ripete al veggente il
semplice, essenziale Evangelo
pasquale: «Io sono il primo e
l’ultimo, il Vivente: ero morto,
ma ecco sono vivente per sempre e ho in pugno le chiavi della
rnorte e del soggiorno dei morti». Su questo scarno annuncio
si costmisce l’Apocalisse, questa
visione grandiosa della storia
dell’umanità e, al suo interno,
della minacciata ma resistente
chiesa di Cristo; esso è stato il
nerbo vivo della fede e testimonianza apostolica e vuol essere
quello della nostra vita.
Tutto dipende da lui, dal suo
venire (lo aspettiamo e invochiamo?), da lui che ci parla (tendiamo l’orecchio?). Se no Pasqua
può ridursi a pura ricorrenza festiva adatta a ponti turistici; e invece nella più comune mattina
domenicale può rinnovarsi abbagliante, tutta in profondità,
Pasqua. Come per il confinato
Giovanni, quella mattina, a Patmos. Giovanni è sconvolto proprio dalla prossimità giusta e
santa del Signore, si sente messo
in questione e giudicato; e allora
il Vivente gli dice, e dice a noi,
che «non abbiamo nulla da temere da lui». Non viene per distruggerci, ma per farci vivere.
CHE cosa temiamo, noi? La
malattia, la solitudine, la povertà, l’inflazione, il terrorismo e
la guerra, la bomba demografica
e T«effetto serra», la violenza e la
morte e dimentichiamo che
l’unico che dovremmo davvero
«temere» è l’Iddio santo, il solo
dal quale la nostra esistenza dipende in modo assoluto, per
sempre. Questo Signore tanto e
in tanti modi offeso, che ha sofferto ed è morto per causa nostra, richiamandoci a sé ci dice:
«Non avere paura di me!». Se Dio
è così per noi, chi sarà contro di
noi? (Romani 8, 31 ss.). Non c’è
più alcuna forza ultima, assoluta: tribolazione, malattia, angoscia, fame, persecuzione, pericolo, guerra, il Nemico stesso. Satana, né l’ultimo nemico, la morte «naturale» o violenta. La realtà
minacciosa che ci appare più
tremenda e definitiva, non lo è
mai veramente, se Dio non vuole. E l’annuncio pasquale è appunto che Dio non lo vuole:
«Cristo ha distrutto la morte e ha
dato alla luce la vita» (2 Timoteo
1,10). Vivendo fra noi Gesù ci ha
mostrato come Dio ama e redime le sue creature peccatrici e
malate e mortali; risuscitandolo
il terzo giorno Dio ha suggellato
quella sua testimonianza.
Il primo e l'ultimo
Al confinato Giovanni, e per
suo mezzo a noi, questo è
detto con un’affermazione strana: «Io sono il primo e l’ultimo, il
Vivente». A chi è malato, ha fame, si rode solitario, patisce ingiustizia, persecuzione e guerra,
vede morire e lotta con la morte,
sembra di scarso interesse e mediocre consolazione sapere che
c’è, se c’è, un Essere al di sopra
dello scorrere del tempo e del
suo consumarsi. Uno che è lo
stesso ieri, oggi e sempre. Ma
non è questo che il Vivente ci dice, e Giovanni lo ha capito. Siamo come una colonna incamminata in zona nemica, minacciata
da ogni parte in tanti modi, spesso ignoti. Il Vivente ci dice: «Apro
io la marcia, e la chiudo io».
Nessuno pensi: eccomi qui solo a battermi; ci sono io, davanti.
Io sono il primo; qualunque colpo vi colpisca, ha già colpito me.
Non c’è problema, angoscia, do
lore a cui arriviamo per primi,
con cui dobbiamo misurarci da
pionieri: Cristo ci ha già preceduti. È in ogni cosa, in ogni situazione «il primogenito di ogni
creatura, il primogenito dai morti» (Colossesi 1, 15; 18). Per chi
ha incontrato lui, non c’è più vero ignoto, perché davanti a noi
c’è lui, noto, il suo amore possente. In marcia, c’è chi resta indietro, ai margini. Prima o poi
viene il momento in cui vediamo
la colonna continuare, distanziarci: figli, nipoti, la generazione che ci segue vanno avanti e
noi restiamo a poco a poco indietro... Ma dietro a noi ci sarà
sempre lui, il Signore che ci dice:
«Io sono l’ultimo». Se anche, per
la dura legge della vita, quella
che ora chiamiamo vita, ti si è lasciato indietro, ai margini, io ti
sto dietro e ti raccolgo: non rimarrai come un mucchietto di
polvere lasciato dal millenario
fluire della storia umana.
Parole, pur toccanti? No. Il Vivente dice, quasi brutalmente,
«ero morto» e Tabbiamo appena
ricordato. Il Padre mi ha mandato in avanscoperta fino all’estremità dell’esperienza umana, al
punto di non ritorno, ma me ne
ha fatto ritornare, lui a cui tutto
è possibile, «ed ecco sono vivente, per sempre», non solo per
me, ma per voi. Anche quando
cadrete, non resterete a terra;
vengo dietro a voi, e vi raccolgo.
Di questa meraviglia c’era stato
un presentimento nell’annuncio
del profeta, l’ignoto anonimo
«secondo Isaia», ai deportati in
Babilonia, risuscitati alla libertà,
al momento di intraprendere la
pericolosa traversata del deserto
per rientrare in patria: «Il Signore marcerà davanti a voi, il Dio
di Israele sarà la vostra retroguardia». (Isaia 52,12).
Soltanto Dio può avanzare così, contro il diavolo e la morte,
senza avere nessuno davanti a
sé, nessuno che gli copra le spalle. È Dio; e ci ha mandato il Figlio a vivere in una vita umana
questo suo essere «il primo e
l’ultimo». E in una mattina di
domenica manda il suo Spirito a
Giovanni e a noi per dirci, in faccia a ogni realtà minacciosa: Io
vivo, e faccio vivere. È questo,
Pasqua.
(ultima di una serie di
quattro meditazioni)
Note
omiletiche
Patmos, è una
isola delle Sporad"
Pejago dell’Egeo, a nor
piccoli
'■ arci.
grande distanza dalle
ste dell'Asia Minore. Ogj
è meta di turisti affasi
nati da una natura anco
ra in parte incontamina^
LaFed
di di
e alcune di queste
piccoli
isole erano allora, siam
verosimilmente néll'uit' '
giank
mo decennio del
secolo
utilizzate dai romani co.
me luoghi di confino- p«
mos, una Ponza o una
Ventotene del I secolo
L'Asia Minore, l'odierna
Turchia, era stata una
delle regioni più percorsi
dalla predicazione cristia.
na e dove più numerosi
erano sorte le comunit}
della diaspora apostolicalo attestano chiaramente
l'epistolario di Paolo e di
altri, il libro degli Atti e la
stessa Apocalisse giovannica, e lo conferma la storia ulteriore del cristianesimo anche se, ovviamente, senza alcun riconoscimento civile, «il giorno
del Signore» si era ormai
largamente imposto come giorno liturgico settimanale, almeno nelle comunità etno-cristiane.
Fin dalla grande visione
introduttiva, l'incontro
con il Signore risorto, l'Apocalisse giovannica si vale di espressioni e immagini caratteristiche di
questo «genere»; si distingue tuttavia dall'apocalittica giudaica per la
sobrietà che non cede la
briglia alla fantasia più
scatenata e barocca. La
medesima osservazione si
può fare per I tratti apocalittici che ritroviamo
talvolta nella predicazione di Gesù e in alcune lettere apostoliche.
«Non temere!», «Non
temete!»: basta scorrere
una Chiave biblica, se non
sovviene la memoria, pei
verificare che questa è
una parola caratteristica
di Dio, ripresa spesso, in
più occasioni, da Gesù.
Anche, talvolta, come avvertimento in negativo;
in questo caso l'invitoa
«temere» il Signore dà al
verbo il senso positivo e
attivo di onorare, adorare, ubbidire. Forse sarebbe necessario, nei due casi, usare verbi diversi e,
nel primo, «aver paura».
Comunque, l'impatto cori
la presenza «santa» di
Dio sconvolge, come appare dalle teofanie a Giacobbe (Gen. 28, 16 s.), a
Mosè dall'Horeb al Sinai,
a Isaia (6), a Giobbe (38)e
dalle apparizioni del Cristo «teofanico» sul monte
della trasfigurazione, sul
lago di Genezaret, e del
Risorto, per fare solo alcuni esempi.
Parafrasando una frase
di Romano Guardini, nessuno muore più com'è
morto Gesù. Lui ci precede nella battaglia finale
contro la morte, che noi
prima o poi finiamo sempre per perdere. Tuttavia
quella parete impermeabile contro cui Gesù si e
spezzato nella sua nuda
fiducia nel Padre, per noi
è ora forata dal raggio di
luce di Pasqua.
Per
approfondire
I commenti all'Apo^'
lisse del Lohse (Paideia ,
Brùtsch (Labor et Fides),
Ellul (Desclée), Corsim
(Sei), Ravasi (Bur) e m
particolare i libri di 6Corsani, L'Apocalisse, giti
da alia lettura (Claudiana,
1987) e L'Apocalisse e
¡'apocalittica dei Nuovo
Testamento (Edb 1997).
Sull'apocalittica:
- W. Schmithais, L'apocalittica (Queriniana, 7 1
- K. Koch, Difficolto
dell'apocalittica (Paideia,
1977).
- D. S. Russell, L'apoco
attica giudaica (Paideia1991).
Dieci a
azioni 1
le donne: q
programma
ciato dal Cc
co delle chic
to proprio I
europea del
(Kek) e dalli
membro, f
aderenti a
delle chies
Italia (Fcei).
ne del dece
un bilancio
appena con
indetto dall
derazione c
geliche in I
29 marzo se
gniflcativo
dedicato al
lenza contri
All’aperti
una «perfoi
dalla pastor
un gmppt) <
ne: la storie
donna è in
sempre più
veli-lenzuol
le impedii
mentre un
sua storia,
grandi viol
che riesco!
sviluppo d
lltà. Man i
sommano, i
li» a nasco]
Giovanna, 1
prende cose
tuaàone e <
ne» a perse
daDio e ca|
e sviluppo;
no tolti ad
quando Gic
tersi in pieci
Seguono
regno, tene
ria Nadotti
seduzione
mie che uc
che mutile
prattutto a
donna nell
ria Lesley
(Scozia) su
do», cioè I
donne che
' lenza mor
I phiese, che
ignorate o
aversedott
spesso aw
fatte dalle (
te storie eli
tate, un vie
dalla Nad
ambientate
tiia, dal sai
teotipi che
a tutti gli (
che nella
triarcale (h
. La settar
ti al conv,
come pre\
mentre gl
giungono i
sera per la
! tapprese
la percenti
anche que
tton raggili
et per cen
tempo i Pi
tre Un cen
'?uda è pi
dente d
Giudici, a
®PPassion
tutte le c
Lhiede ai
Jtdese di s
tossi donn
L viceveri
avrebbero
te Uomini.
Panno fati
“che itali!
^ti'idarietà
dieci ar
Il quadr
fonèmol
«cune do
c hanr
nno
3
^,n:NFRDÌ 10 APRILE 1998
PAG. 3 RIFORMA
:he
’piccoli
arci,
a no[
dalle co
51-e. Og,
I affasti
'ra anco
faminati
a piccoli
a. siamo
nell'uiij.
I secolo,
mani co!
fino: Pat.
a 0 una
I secolo,
'odierni
ata Una
percorsi
a cristia,
umerosi
omunlti
»ostollca:
ra mente
solo e di
Atti e la
giovanla la stocristiane
^viameniconosciI giorno
ra ormai
osto coico settinelle colane,
e visione
ncontro
irto, l'Aica si vae imma;iche di
»; si didall'apoa perla
cede la
asia più
acca. La
azione si
atti apooviamo
idicazio:une let
È terminato il «Decennio ecumenico delle chiese in solidarietà con le donne» (1988-1998)
Oltre il silenzio: la parola alle donne?
la Federazione delle chiese evangeliche e la Federazione delle donne evangeliche fanno un bilancio
di dieci anni di iniziative e riflessioni. Purtroppo si è fatto poco, sia nelle chiese che nella società
D
niANNA SCICLONE_______
lECI anni di parole e
azioni in solidarietà con
isonne: questo chiedeva il
Ueramma ecumenico, lanriato dal Consiglio ecumeni^delle chiese nel 1988 e fatto proprio dalla Conferenza
europea delle chiese europee
(Kek) e dalle sue varie chiese
membro, fra cui le nostre
aderenti alla Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia (Fcei). Ora, a conclusione del decennio, si tentano
un bilancio e una sfida. Si è
appena
concluso il convegno
na frase
ini, nesI com'è
:i precea finale
che noi
no serriruttavia
jermeaesù si è
la nuda
per noi
aggio di
idire
'Apocaaideia).
: Fides),
Corsini
ir) e in
ri di B;se, gn/ludiana,
ììisse e
Nuovo
1997).
, L'apoda, '76);
■ficolta
»aideia,
.'apoca
»aideia,
indetto dalla Fcei e dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei), il 2829 marzo scorso, dal titolo significativo «Oltre il silenzio»,
dedicato al tema della «violenza contro le donne».
All’apertura del convegno
una «performance» condotta
dalla pastora Gabriela Lio e da
un gruppo di donne napoletane: la storia di Giovanna. Una
donna è in ginocchio e poi è
sempre più curva e avvolta in
veli-lenzuoli che la coprono e
le impediscono di parlare
mentre una lettrice legge la
sua storia, fatta di piccole e
grandi violenze quotidiane,
che riescono ad impedire lo
sviluppo della sua personalità. Man mano che esse si
sommano, si aggiungono «veli» a nascondere l’identità di
Giovanna, fino a quando non
prende coscienza della sua situaàone e della sua «vocazione» a persona umana, amata
daDio e capace di autonomia
e sviluppo; allora i veli vengono tolti ad uno ad uno fino a
quando Giovanna potrà mettersi in piedi.
Seguono le relazioni al convegno, tenuta la prima da Maria Nadotti di Milano, su «La
seduzione della violenza: parole che uccidono, immagini
die mutilano» dedicata soprattutto aU’immagine della
rionna nella pubblicità, l’altra
daLesley Orr MacDonald
(Scozia) su «Costrette al silenzio», cioè sul rapporto delle
donne che hanno subito vio' lenza morale o fisica con le
! chiese, che le hanno di solito
ignorate o colpevolizzate per
ever sedotto gli uomini. Come
spesso avviene nelle relazioni
fatte dalle donne ci sono molte storie che vengono raccontate, un video viene mostrato
dalla Nadotti su una storia
ambientata nell’odierna Albania, dal sapore arcaico, di steteotipi che però sono ancora
a tutti gli effetti presenti anche nella nostra cultura patriarcale (la storia di Bablock).
La settantina di partecipan1 al convegno è composta,
conte prevedibile, da donne,
mentre gli uomini non raggiungono il dieci per cento; la
sera per la tavola rotonda con
j fsppresentanti delle chiese,
® percentuale si alza un poco,
wche questo prevedibile, ma
on raggiunge lo stesso il dietper cento, perché nel frattnpo i partecipanti sono oltrf a** La tavola ro
«ìH ^ Pc^sleduta dalla predente della Fdei, Doriana
’ttdici, attiva sindacalista e
PPassionata combattente di
te le cause delle donne.
L.’®de ai responsabili delle
f eli sesso maschile: se tu
R ®t donna cosa avresti fatto?
, *^d''drsa alle donne cosa
fp fatto se fossero sta
i ^ fcfftt chiede cosa
1 ^dtto le chiese evange«pI'j 'fdliane per dimostrare
itì alle donne in que
dieci anni.
n ^fiddro che ne è risultato
è molto confortante: solo
g dite donne si sono mosse
anno continuato le loro
battaglie senza incontrare
troppa resistenza da parte
delle chiese.
Ma il decennio non doveva
essere quello del lavoro delle
donne, ma quello del lavoro
delle chiese per rafforzare
l’identità delle donne e per
accettare di cambiare se stesse per render possibile l’apporto delle donne. No, su
questo non ci siamo! È l’opinione diffusa e testimoniata
dai rapporti dei quattro gruppi di lavoro dove non sono
mancate storie e scambi di
esperienze veramente toccanti. Nulla è cambiato nel
modo di essere e di lavorare
delle chiese e della società in
cui viviamo. Le donne che
vogliono inserirsi nelle loro
strutture devono farlo a rischio della loro incolumità
sia fisica che psichica, con il
doppio lavoro e continuando
a sopportare da sole il peso
della famiglia e dell’invenzione del nuovo.
Irja Askola, pastora finlandese, segretaria presso la Kek
del programma ecumenico
del decennio, persona estremamente comunicativa e vivace, prova a trarre delle
conclusioni dall’esperienza
generale del progetto: malgrado le prevedibili delusioni
qualcosa si è mosso al livello
ecumenico più generale. Le
visite dei gruppi ecumenici
(due donne, due uomini di
diverso paese e differente
tradizione ecclesiastica) sono state di grande interesse e
ben accolte anche in ambito
ortodossso; è iniziato un
profondo interesse fra le
donne cattoliche, che restano ovviamente fuori da questo ambito, ma applicherebbero volentieri alle loro chiese gli stessi criteri.
Le grandi questioni sono
state poste, riguardanti la dignità, la vocazione, il posto
delle donne nella chiesa e
nella società. Sarebbe illusorio pensare che dopo millen
Un momento del convegno presso la Facoltà valdese di teologìa
teofania rende possibile alle
donne essere testimoni della
vita nuova della resurrezione.
ni di repressione ora basti un
decennio per ribaltare la situazione.
Rispetto al lavoro delle
chiese Irja traccia un programma sulla scorta di tre
racconti biblici: la donna cananea, che pur accettando
una posizione di inferiorità
riesce a far guarire sua figlia e
a modificare l’atteggiamento
perfino di Gesù nei suoi incontri. Dunque la prima parola d’ordine è: sapere cosa si
vuole e insistere. Il secondo
episodio biblico è quello di
Marta e Maria, dove la parola
di Gesù è chiarissima e occorre che le donne, anche se
vengono da esperienze diverse, servizio o ascolto, non si
contrappongano e dividano,
ma trovino il modo di stare
insieme a Gesù. E infine la
storia di Pasqua, dove un angelo rotola la pietra e una
A conclusione del convegno ci siamo trovati tutti e
tutte nella chiesa valdese di
piazza Cavour, che già nei
suoi locali ci aveva ospitato
con una sontuosa agape il sabato sera (interamente gestita da un gruppo di uomini
della comunità). Partecipiamo al culto domenicale, molto curato nella liturgia e nei
canti, e ascoltiamo una bella
predicazione della pastora
Elizabeth Green sul testo di
Efesini 5, 8-14 «...già eravate
tenebre, ma ora siete luce nel
Signore». Dopo aver esposto
il tema del convegno, la pastora ha parlato della violenza contro le donne come la
punta di un iceberg, che rivela una violenza sistemica di
cui non solo le donne sono
oggetto, ma anche i bambini,
gli extracomunitari, gli omosessuali. Il buio è veramente
pesto. La notte fonda. Occorre denunciare la complicità
di cui noi stessi e le nostre
chiese, anche senza volere,
sono complici. «Il cristianesimo - ha affermato la Green -,
iscrivendosi in un ordine che
accettava la superiorità dell’uomo sulla donna e codificando i rapporti fra i sessi in
termini di dominio e di ubbidienza, ha legittimato teologicamente un ordine sociale
che dà il suo avallo alla violenza contro le donne. Le tenebre sono in noi... per la
nostra indifferenza, il nostro
silenzio in proposito».
L’utilizzo dell’immagine
del contrasto tra tenebre e luce, è efficace. L’esortazione
dell’inno contenuto nello
stesso testo «Risvegliati, o tu
che dormi, e risorgi dai morti,
e Cristo ti inonderà di luce» è
possibile solo tra i credenti
che sanno di aver ricevuto un
nuovo status da Cristo e possono ora comportarsi in modo nuovo. Probabilmente la
maggior parte dei cristiani si
sente a posto perché non
commette di queste violenze,
però il testo ci incalza e non
ci lascia pace, dice: «Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre: piuttosto
condannatele!».
Infine i saluti tra le partecipanti: i gruppi (da Napoli,
dalla Puglia, da Catania e Siracusa) riprendono il viaggio:
abbiamo conosciuto nuove
compagne d’opera, credevamo che il movimento delle donne fosse ormai stanco e
vivacchiasse In attesa di
scomparire e invece forse comincia ora a diventare vero e
forte. Forse le chiese prenderanno sul serio il loro messaggio e oseranno svegliarsi
dal sonno per lasciarsi inondare della luce del Cristo risorto, che rifonda la vita di
ognuno e quella di tutti!
fc Dal sermone
La luce penetra
le tenebre
Brano tratto dal sermone di
Elizabeth Green tenutosi domenica 29 marzo nella chiesa valdese di Roma piazza Cavour a
conclusione dei lavori del convegno «Oltre il silenzio».
«(...) Questo brano [Efesini
5, 8-14] ci mette davanti uno
scenario bellissimo: la luce
che penetra le tenebre finché
non ci sia più buio sul nostro
paese, finché non ci sia violenza di sorta. La luce che
inonda il mondo perché “tutte le cose sono denunciate
dalla luce”, denunciate cioè
dai figli e dalle figlie della luce. Qual è la base di questa
promessa? Da dove splende
una luce capace di far scomparire la nostra notte fonda? È
chiaro. Dal Cristo risorto. La
luce che una volta per sempre
ha vinto le tenebre: «Risvegliati o tu che dormi, e risorgi
dai morti, e Cristo ti inonderà
di luce». Consapevoli del buio
in noi e intorno a noi, consapevoli della complictà del cristianesimo e del nostro silenzio colposo, risvegliamoci dal
torpore della nostra indifferenza. Cominciamo a camminare come figli e figlie della
luce. Cominciamo a denunciare la violenza contro le
donne, la violenza che noi
perpetriamo, la violenza di
cui noi siamo vittime. Cominciamo ad andare veramente
oltre il silenzio, rendendo manifesta la violenza contro le
donne secondo la promessa
delle scritture, che tutto ciò
che è manifesto è luce. Che
Cristo ci inondi di luce!»
Elizabeth Green
Le mozioni finali del Convegno
Contìnua il lavoro
del decennio ecumenico
Le partecipanti e i partecipanti al convegno «Oltre il silenzio», svoltosi a Roma il 2829 marzo 1998, indetto dalla
Fcei e dalla Fdei a conclusione del Decennio delle chiese
cristiane in solidarietà con le
donne, consapevoli dell’alto
valore di questo progetto
ecumenico i cui effetti nori
dovranno essere trascurati
nel tempo,
incoraggiano le chiese cristiane ad impegnarsi sempre
più nel riconoscimento delle
differenze come parte integrante della buona creazione
di Dio e nella valorizzazione
delle diverse esperienze dei
generi, anche nella teologia e
nell’ecclesiologia, nelle quali
sembra ancora insufficiente
l’apporto delle donne:
invitano le chiese e i credenti, donne e uomini, a sperimentare con coraggio nuovi
modi di vivere insieme nella
famiglia, nelle chiese, nella
società, essendo vigili contro
ogni forma di relazione violenta;
chiedono alla Fcei di continuare il lavoro iniziato nel
corso del Decennio, come
auspicato anche dalla Conferenza delle chiese europee
(Kek) e dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), trovando persone, mezzi e strumenti idonei;
sollecitano infine la Fcei a
promuovere la produzione e
la condivisione di testi e materiali utili alle chiese per il
lavoro della testimonianza in
questo ambito.
Lettera aperta ai presidenti di Camera e Senato
Molestie sessuali sui posti dì lavoro
Murales sulla necessità che le donne partecipino alla politica
Dal 2 ottobre 1996 è «fermo» in Senato il disegno di
legge, a carattere civile, che
interviene su «Molestie sessuali nei posti di lavoro». Un
altro provvedimento, di carattere penale, è da mesi all’esame della Comniissione giustizia del Senato. È dal 1991 che
la Commissione europea ha
rivolto una «raccomandazione» anche all’Italia, perché
sui posti di lavoro venp introdotto un «Codice di condotta», che liberi le donne da
provocazioni e molestie. Lo
stesso Parlamento europeo,
in data 11 febbraio 1994, ha
votato una «Risoluzione» che
prevede da parte dei responsabili di imprese, aziende e
uffici, un’attività di prevenzione e di informazione. Molestie e ricatti sessuali, sia sul
posto di lavoro che per chi
cerca lavoro, sono un prezzo
ancora alto che le donne devono pagare, senza che nemmeno se ne parli o si smuova
l’opinione pubblica su tutta
questa materia. Una legge ad
hoc non solo renderebbe più
sereno il luogo di lavoro, ma
sarebbe un ulteriore tassello
per costruire quella cultura
del rispetto della dignità di
ogni donna che ogni società
civile e democratica dovrebbe garantire.
Per tutte queste ragioni, le
partecipanti e i partecipanti
al convegno «Oltre il silenzio»
tenutosi a Roma dal 28 al 29
marzo 1998, indetto dalla Federazione delle chiese evangeliche italiane e dalla Federazione delle donne evangeliche italiane, a conclusione
del programma ecumenico
«Decennio delle chiese in solidarietà con le donne»
chiedono
che il Parlamento italiano
introduca, anche in Italia,
una normativa che prevenga
e punisca «le molestie sessuali sui posti di lavoro», come già avviene in molti altri
stati europei.
Un testo di una pastora tedesca
Credo nell'emozione
Credo nell’emozione santa delle donne che hanno visto
rotolare la pietra all’alba del sole di Pasqua.
Condivido la loro speranza per
una comunità riuscita di santi/e
una comunità di sorelle e fratelli liberati / e
dove nessuno chiude la vita dell’altro come una pietra.
Credo nella vera immortalità di Gesù
il cui incontro ci ha rivelato
la forza nuova della vita umana;
ha affrontato tutto quello che nega la vita
scavalcando il potere e le opinioni degli altri;
ha preso posizione e si è implicato finché
il diritto alla vita gli fosse tolto e
che fosse assassinato dall’odio.
Così fa parte di questa catena apparentemente
incessante di coloro che sono disprezzati e assassinati,
la cui sofferenza non si può dire con parole.
Eppure non possiamo tacere
perché altrimenti diventeremmo pazzi.
Credo nel segreto dolce e fragile che chiamiamo vita,
nascosto nella terra come un seme
che ci sorprende dappertutto pieno di interrogativi
e suscita il nostro amore, la nostra interdipendenza,
e la nostra responsabilità.
(di una pastora della Rdt, 1986)
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 10 APRII F io.
La riunione del Comitato esecutivo della Cevaa a Colonia Vaidense
L^incontro con gli aborigeni Tobas
Lo stato argentino sta per restituire 150.000 ettari di terra agli indiani Tobas
La Cevaa ha lanciato una «Azione apostolica comune» per facilitare il loro ritorno
ALAIN REY*
IL Comitato esecutivo della
Cevaa, riunito a Colonia
Vaidense, ha vissuto un momento molto significativo in
occasione dell’incontro con
i Tobas. Avevo potuto io stesso andare nel Chaco argentino prima del Comitato esecutivo e avevo potuto rendermi conto della realtà dei Tobas nel loro contesto.
Il Chaco è una immensa e
bella regione che costituisce
il territorio tradizionale degli
indiani Tobas, la terra dei loro antenati, strappata loro
dai colonialisti. Al termine di
una lunga lotta lo stato argentino oggi sta per restituire
150.000 ettari ai Tobas: costoro potranno rientrare nelle loro terre e lasciare le cittàrifugio di Castelli, nelle quali
molte migliaia di persone nel
corso degli anni sono state
ghettizzate e parcheggiate. È
un momento estremamente
importante nella vita del popolo Toba, il quale con la colonizzazione non ha conosciuto altro che sconfitte, discriminazioni e sterminio. Fino al 1920 lo stato argentino
dava una sostanziosa ricompensa a chi avesse consegnato le due orecchie di un Toba!
Sotto questo aspetto la storia
dolorosa dei Tobas del Chaco
non è diversa da quella di altri aborigeni del continente
latinoamericano.
Il momento che es§i vivono
attualmente è di capitale importanza, perché attraverso
Il Comitato esecutivo della Cevaa con I responsabili deH'Azione missionaria presso gli indiani Tobas del Chaco Argentino
questa restituzione della terra essi si trovano per la prima
volta a vedere riconosciuti i
loro diritti e allo stesso tempo
il loro dolore e la loro sofferenza. Essi sono messi nelle
condizioni di ritrovare le loro
radici e la loro dignità, ma è
innegabile che questo ritorno
alla terra crea un certo numero di difficoltà. Come ritrovare questa terra e imparare ad abitarla? Quale senso
dare a questo ritorno?
Quando i Tobas dovettero
abbandonare le terre vivevano in un sistema economico
di semplice sussistenza, dediti alla caccia e alla raccolta
dei prodotti spontanei della
terra. Da allora sono stati
esposti ad altre realtà, hanno
integrato i valori dello scambio con quelli del lavoro remunerato e dell’economia di
Consigli nazionali delle chiese
Non dimenticare il compito
«profetico» delle chiese
Si è svolta a Abergavenny
(Galles, Gran Bretagna), dal
19 al 22 marzo scorso, la consultazione annuale dei segretari dei Consigli nazionali e
delle Federazioni di chiese
dei paesi europei, promossa
dalla Conferenza delle chiese
europee (Kek). Ai Consigli
nazionali di chiese aderiscono chiese appartenenti a varie famiglie confessionali:
chiese protestanti, anglicane, vecchio cattoliche, ortodosse e, in misura crescente,
anche le Conferenze episcopali cattoliche.
Fra i temi all’ordine del
giorno, una valutazione dell’Assemblea ecumenica di
Graz, i cambiamenti in atto
nel movimento ecumenico,
le iniziative previste per il
2000. Unanimi e positivi i
commenti su Graz, anche se
molti hanno osservato che
l’Assemblea non ha cambiato
la situazione ecumenica, non
ha aggiunto nuovi impegni e
nuovi programmi ma è servita a rafforzare quelli esistenti.
Una certa difficoltà nel «dopo-Graz» si registra quindi
nei paesi in cui il movimento
ecumenico è meno radicato,
come quelli del Sud e dell’Est, paesi che però erano
massicciamente presenti a
Graz. Il rappresentante della
Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), in
particolare, ha chiesto che
Kek e Ccee (Consiglio delle
Conferenze episcopali europee) si adoperino per favorire
anche a livello nazionale il
proseguimento del processo
avviato a Graz.
Un ampio dibattito è stato
dedicato al processo di ristrutturazione degli organismi ecumenici, sia a livello
globale (Consiglio ecumenico delle chiese), continentale
(fusione di organismi, come
Kek e Eeccs-Commissione
ecumenica europea per chiesa e società), e nazionale
(molti Consigli stanno modificando il loro statuto, in particolare per favorire l’adesione di nuove chiese). Se la crescita istituzionale del movimento ecumenico è un fatto
positivo, è necessario che gli
organismi ecumenici non dimentichino il loro compito
«profetico», spingendo continuamente le chiese verso
nuovi traguardi ecumenici.
Numerose le iniziative comuni in vista del 2000, specie
in Gran Bretagna e in Scandinavia. In Gran Bretagna, nell’ambito della campagna «lubilee 2000», lanciata da vari
movimenti cristiani, il 16
maggio prossimo è prevista
una grande catena umana a
Birmingham, in occasione
dell’incontro delle potenze
industriali (G7), per chiedere
il condono dei debiti del Terzo Mondo. Altra iniziativa, il
progetto «Pilgrimage 2000»,
che prevede una serie di pellegrinaggi ecumenici, a Glendalough (Irlanda) e Trondheim (Norvegia) nel 2000, a
Creta tra il Natale 2000 e il
Capodanno 2001, a Sarajevo
e Strasburgo nel 2001.
All’incontro di Abergavenny hanno partecipato una
trentina di persone, in rappresentanza di 19 Consigli o
federazioni di chiese. Presenti inoltre i segretari generali
di Kek (Keith Clements),
Eeccs (Keith lenkins) e Ccee
(Aldo Giordano). La prossima
consultazione avrà luogo
nell’aprile 1999 a Roma, su
invito della Fcei. (nev)
mercato. Non se la sentono
di ritornare al modo di vivere
dei loro padri; vogliono sfruttare la loro terra e trarne serenamente di che vivere. A
causa di questo cambiamento i Tobas sono dunque chiamati ad affrontare una vera e
propria rivoluzione culturale,
che passa attraverso un nuovo rapporto con la terra, un
altro modo di vivere.
È per riuscire a vivere questa rivoluzione che i Tobas
fanno appello alla Cevaa. Bisogna dire che essi negli ultimi decenni sono stati largamente cristianizzati da chiese e missioni nordamericane
di tipo pentecostale. La fede
è una dimensione molto importante nella loro vita, ma è
una fede la cui teologia è essenzialmente orientata verso
il cielo. In altre parole si trat
ta di una teologia che non è
adatta alla realtà contingente
dei Tobas, quella del ritorno
alla terra associato a una richiesta profonda di giustizia
e di ricupero di dignità. In
queste condizioni i Tobas
chiedono alla Cevaa, per il
tramite della Chiesa valdese
del Rio de la Piata e dell’istituto di Teologia di Buenos
Aires (Isedet) un supporto
nel campo della animazione
teologica e biblica di tipo popolare. «Noi vogliamo comprendere ciò che viviamo oggi a partire dalla nostra fede
e dai testi che la costituiscono e la fondano. Aiutateci a
fare questa lettura e accompagnateci in questo processo», ci chiedono.
Cinque pastori Tobas erano
venuti in Uruguay per partecipare al Sinodo della Chiesa
valdese e per incontrare il Comitato esecutivo della Cevaa.
Abbiamo tarscorso insieme
un lungo pomeriggio di discussione e di condivisione.
Al termine di queste ore di
scambio i membri del Comitato esecutivo erano pienamente convinti della pertinenza e della giustezza del
progetto. Qualcuno era forse
arrivato con dei preconcetti,
ma l’incontro è stato pienamente convincente. L’Azione
apostolica comune parte ora
con forti basi di solidarietà e
con strumenti efficaci perché
venga compresa in tutte le
chiese della Cevaa.
' segretario generale
della Cevaa
Si trova a Parigi, in rue de Gergovie
Inaugurato il Centro europeo
delle chiese protestanti
Il 16 febbraio scorso è stato
inaugurato ufficialmente il
«Centro europeo di incontro
delle chiese protestanti» (Cerep). Situato in rue de Gergovie, a Parigi, questo nuovo
luogo di accoglienza e di incontro è frutto di un partenariato tra la Chiesa riformata
di Francia (Erf), la Chiesa evangelica in Renania (Ekir), il
Diakonishes Werk in Renania
e la Chiesa protestante tedesca di Parigi.
Questo progetto comune,
affidato all’associazione Foyer «Le poni» presieduta dal
pastore Marc Richalot, si propone di promuovere lo scambio e la cooperazione tra le
chiese protestanti in Europa,
Norvegia
Gunnar Staalsett
vescovo di Oslo
Il 27 marzo scorso il pastore norvegese Gunnar Staalsett, ex segretario generale
della Federazione luterana
mondiale dal 1985 al 1994, è
stato nominato vescovo di
Oslo dal re Araldo V. Ad agosto subentrerà a Andreas Aarflot, giunto all’età della pensione. Gunnar Staalsett, 63
anni, ha una lunga esperienza della vita della chiesa e
della politica. È stato presidente del Partito di centro di
Norvegia dal 1977 al 1979.
Dal 1984 è membro del Comitato del Premio Nobel per
la pace. Dal 1994 dirige il seminario di teologia pratica
all’Università di Oslo. (eni)
mettendo a loro disposizione
il Cerep. Quest’ultimo, diretto
dal pastore Roland Rigoulot,
dovrebbe diventare un luogo
importante di incontro e di
dialogo e si è dato l’obiettivo
di favorire i contatti tra chiese
del Nord e del Sud dell’Europa. La sua capacità ricettiva è
di circa 30 persone e offre sia
camere sia sale di riunione. È
particolarmente adatto alle
sessioni di formazione, agli
incontri tra chiese, alle «retraite» spirituali, ai soggiorni
linguistici e agli incontri giovanili. Il Cerep intende d’altra parte essere un luogo di
animazione teologica e uno
spazio di incontro per le
chiese di Parigi.
Il Cerep progetta inoltre di
organizzare sessioni di iniziazione alla cultura francese e
di conoscenza del protestantesimo dei paesi latini. L’inaugurazione era presieduta
dai pastori Manfred Koch,
presidente dell’Ekir (e della
Chiesa evangelica in Germania, Ekd) e Michel Bertrand,
presidente del Consiglio nazionale dell’Erf. Nel suo messaggio, il past. Koch ha dichiarato: «Il “Centro europeo” (...) dovrà approfondire
il dialogo iniziato e invitare
altre chiese in Europa ad avviare lo stesso cammino.
L’immagine del popolo di
Dio in cammino ci incoraggia a non temere le sfide che
si presentano nel nostro
mondo spesso così sconcertante. La diversità delle tradizioni culturali, religiose e politiche rappresenta qui una
forza notevole. Questa Casa
sarà aperta per il dialogo, per
la lotta della verità, per la celebrazione comune nello
Spirito delTEvangelo». (hip)
Stati Uniti: «piena comunione» tra quatti^
grandi denominazioni protestanti
CHICAGO — Con la ratifica di 88 distretti presbiteri
giunge al traguardo il processo di «piena comunione»?
quattro grandi denominazioni protestanti degli StatiUnitìi
4 ottobre un culto solenne a Chicago sancirà la fine di und
logo iniziato ben 36 anni fa tra la Chiesa luterana (Elea, 5 J
boni di membri), la Chiesa presbiteriana (3 milioni e 7oó Oflì
la Chiesa riformata degli Usa (300.000) e la Chiesa unita]
Cristo (1 milione e mezzo). La «piena comunione» noni
un’unione organica delle quattro chiese, quanto piuttosto u
impegno a lavorare insieme, sia localmente che all’estero
Il m
chi
PAI
nella testimonianza evangelica e ad elaborare procedure cb
permettano l’interscambio dei pastori.
pastori.
(nevlak
I metodisti africani: annullare il debito
JOHANNESBURG — Al termine della prima «Conferenza dt
leader metodisti africani» (15-18 marzo) è stato reso pubblici
un appello affinché tutte le chiese del continente «si mobiliti
no per chiedere entro il 2000 l’annullamento del debito inter
nazionale dei paesi africani». L’appello si inserisce nella lina
già adottata dalla Conferenza delle chiese africane (Aacc) e di
Consiglio mondiale metodista che all’inizio del mese avevani
rivolto una analoga richiesta ai governi del G7. (nevleni
Ruanda: assassinati tre volontari delia Flm
KIGALI — L’assassinio di tre volontari della Federazione lu
terana mondiale (Flm) all’opera in Ruanda (da parte di uni
banda armata hutu sconfinata dalla Tanzania) non fermeti
l’impegno della Flm per un pacifico reinsediamento dell’etnii
tutsi dopo il genocidio del 1994. Lo ha dichiarato il segretarie
generale della Flm, Ishmael Noko, in una lettera indirizzatali
presidente del Ruanda, Biziungu. «Non abbandoneremo le comunità che stiamo seguendo - dice la lettera - perché la nostri
presenza continua ad essere una delle poche garanzie per procedere nel cammino della pacificazione». (nevMc]
Germania: l'Istituto evangelico di
Bensheim valuta il documento sulla Shoah
BENSHEIM — In un comunicato stampa del 20 marzo scorso
l’Istituto di Bensheim per lo studio confessionale della Chiesa
evangelica tedesca, ha preso ufficialmente posizione sul receite documento vaticano sulla Shoah. «I cristiani e le loro chiesi
sono legati tra di loro da una storia di colpe comune nei con
fronti del popolo ebraico - si legge nel comunicato. - Ecco perché anche i cristiani evangelici si devono interessare alla posizione vaticana per quanto riguarda la rivisitazione del passato». Da una parte l’Istituto di Bensheim esprime il suo apprezzamento per il documento cattolico, dall’altra però nonnasconde le sue perplessità: «È problematico l’atteggiamento cattolico-romano a favore del papa Pio XII, un papa discusso piaprlo per la sua politica nei confronti degli ebrei; problemafe
anche la mancanza di un riconoscimento della colpa da paitt
della Chiesa cattolica per i crimini dell’olocausto». (»)
La passi
musica
dicevo, ir
pronta del
con la Rifu
favorisce
delle prim
maniche, l
nia, in cui
interprete!
anche Tas
denti che,
sacerdotali
mente a Di
to, a lui eh
le proprie
tura musi
verso l’ora
gicamente
so, con Tii
che interp
fra i prota]
del coro, c
rappresen
della follai
e quella d
credenti; c
dipingoni
luppano
sentimen
polifonia c
a una forn
dica, e cor
compagni
continuo,
ne contrib
rocca italic
inserita ne
zione rifoi
certamenti
e più rigo]
a cogliere i
amenti dei
Con la ,
SanMattet
modello ni
ioimata; a
riportano
razione ev
terventi d
cherappre
personagg:
coro, in fc
Israele: storico incontro tra il patriarca
latino e i due rabbini capo
■i
BIVISTE
GERUSALEMME — Per la prima volta si sono incontrati i
23 marzo scorso a Gerusalemme il patriarca latino di Gerusalemme Michel Sabbah, di origine palestinese, il rabbino capo
degli ashkenaziti, Yisrael Meir Lau, e il rabbino capo dei sefarditi, Eliahu Bakshi Doron. Dopo rincontro, definito storico,j
tre rappresentati religiosi in un messaggio hanno invitato i
leader palestinesi e israeliani a riassumersi l’impegno per ui
dialogo pacifico per mettere fine al conflitto mediorientale e
hanno sottolineato che la violenza politica non deve mai essere legata alla religione. Tra gli argomenti discussi anche quello del libero accesso per palestinesi cristiani e musulmani alla
Città Santa, che oggi rimane ancora blindata, e il recente documento vaticano sulla Shoah. (nevleni]
Che
Bolivia: un secolo di presenza battista
ORURO — Dal 15 al 19 aprile, la città di Oruro ospiterà le celebrazioni per i primi 100 anni di presenza battista in Bolivia;
Sono previste conferenze, tavole rotonde e commemorazioni
con la partecipazione di rappresentanti dell’Alleanza battisti
mondiale, delì’Unione battista latinoamericana e di autoritl
governative. In cento anni, le chiese battiste boliviana sono di’ventate 300, con circa 13.000 fedeli battezzati. (nevm
Austria: la prima donna sovrintendente
luterana si candida alle presidenziali
VIENNA — Gertraud Knoll, 39 anni, prima donna a ricopiò*
la carica di sovrintendente della Chiesa luterana in Austria, Wì
reso nota la sua intenzione di presentarsi come candidata au
icau ijuid m 5»ua ijiienzione ai preseniarsi come canuiuaLv» *tonoma alle prossime elezioni presidenziali austriache. 11
programma, che prevede una netta distinzione tra chiesa
_ ___ _ . . .V 1
stato e «un approccio più umano ai fatti politici» ha già riceva
to l’appoggio dei Verdi e dei socialdemocratici. (nevllvi
Islanda: 100 anni di presenza avventista
REYKJAVIK — In una grande manifestazione che si è ^vo
recentemente a Reykjavik, gli avventisti hanno celebrato ¡1
tesimo anniversario della loro presenza in Islanda. Il «messas
gio» avventista giunse in Islanda nell’autunno del 1897 ,,
David Ostlund organizzò il primo gruppo di credenti. 11 pf®
dente della Repubblica islandese, Olafur Ragnar Grimmson, ^
dichiarato; «La chiesa avventista può apparire una chiesa
minoranza rispetto ad altre chiese, ma quando considero^,
parte che avete svolto nella storia del nostro paese, si
una comunità cristiana che ha avuto un ruolo importante e
rio. Non solo nell’area dell’educazione, ma anche offrendo
esempio con il vostro modo di vivere la fede cristiana».
5
■ rpfMFRDl 10 APRILE 1998_____________________
•E 19S ^
PAG. 5 RIFORMA
uatiK
^’iteriai
One»
iUnitti
li un dii
ca, 5ijj
700.00(1)
unita (I
2» noni
ttostoi,
ll’estetj
dureci,
(nevla\
ito
renzadi
pubbli«
mobOis.
ito intei.
ella lins
iccledj
aveva«
(nevleìi,
a Fini
zione la
e di uni
fermeri
leU’etnii
egretario
rizzatali
no le cola nostri
per prò(nevlak]
Shoah
IO scorso
a Chiesa
ul receiro chiesi
nei con
ìcco perilla posiel passaappreznon naento catissoproilemafe
dapj»
(naì
ca
|cA La «Passione secondo Matteo» di Bach in alcune città italiane
La musica per l'edificazione del credente
Il musicista seppe riunire tradizioni musicali diverse per comporre un'opera
che esprime la narrazione degli eventi e la partecipazione della comunità
paolo fabbri
La passione come forma
musicale nasce nel Medioevo, ma riceve un’imoronta del tutto particolare
con la Riforma. Lutero infatti
favorisce la composizione
delle prime «passioni» germaniche, basate sulla polifonia, in cui ben presto il coro
interpreterà simbolicamente
anche l’assemblea dei credenti che, senza mediazioni
sacerdotali, si rivolge direttamente a Dio, a lui chiede aiuto, a lui chiede perdono per
le proprie mancanze. La cultura musicale si evolve poi
verso l’oratorio, drammaturgicamente assai più complesso, con l’intervento di solisti
che interpretano varie parti
fra i protagonisti dell’evento;
del coro, che si divide fra la
rappresentazione simbolica
della folla accusatrice di Gesù
e quella dell’assemblea dei
credenti; degli strumenti, che
dipingono atmosfere e sviluppano le espressioni di
sentimenti e emozioni. La
polifonia cede a volte il passo
a una forma musicale monodica, e concertata, con l’accompagnamento del basso
continuo. A questa evoluzione contribuisce la musica barocca italiana, che viene però
inserita nel solco della tradizione riformata protestante,
certamente meno scintillante
e più rigorosamente protesa
a cogliere in profondità i sentimenti dei fedeli.
Conia Passione secondo
San Matteo Bach propone un
modello nuovo, una struttura
ioimata: a) da recitativi che
riportano fedelmente la narrazione evangelica; b) da interventi di numerosi solisti
che rappresentano i maggiori
personaggi dell’evento; c) dal
coro, in formazione doppia.
nsort,
;hiesa d'
ìidero
trattali'
nteeva'
■endou»
!bk
Il direttore Philippe Herreweghe
che rappresenta la folla o i
credenti; il corale che esprime i sentimenti della comunità ecclesiale, con gli strumenti che accompagnano i
solisti o il coro, fondendosi
con loro o diventando assoluti protagonisti, quando le parole sono troppo imprecise
per esprimere ciò che il cuore
ha da dire. Pur nella sua complessità e durata, la Passione
secondo San Matteo, eseguita
per la prima volta il Venerdì
Santo del 1727 nella Thomaskirche di Lipsia, fu inserita in
un contesto liturgico più vasto, da cui risultano ancor
meglio i suoi intenti, che non
erano certo soltanto didattici.
La liturgia si apriva con un
corale cantato dal coro e dalla
comunità; seguiva la prima
parte della passione, poi ancora la strofa di un corale a
cui seguiva il sermone, come
sempre al centro del percorso
liturgico, poi la seconda parte
della passione, un mottetto,
la preghiera della comunità
guidata dal pastore, e infine il
corale conclusivo cantato
daH’assemblea. L’intento di
Bach, esaltato dalla liturgia
nel suo insieme, è quello di
edificare la comunità dei credenti, di costruire insieme
una comunità fondata sull’amore e sulla fede consapevole. A riprova di questo intento uno dei brani più belli,
il corale Beflehl du deine Wege («Affida il tuo cammino»
(riproposto varie altre volte) è
ancor oggi nelle chiese protestanti italiane un canto comunitario di confessione di
peccato («Dal fondo del mio
duolo», inno 172 deìVInnario
cristiano).
Edificazione quindi, che
trova con la musica strade per
entrare nel cuore impossibili
alla parola. Come dice bene
Raffaele Mellace nel programma di sala: «un sermone al
quadrato». Successivamente
Mellace definisce la passione
un «esercizio spirituale», richiamandosi a Sant’Ignazio di
Loyola. Noi diremo che il movimento pietista, a cui Bach
apparteneva, esaltava piuttosto l’incontro personale con
Cristo come momento fondamentale di conversione della
persona, che entrava in tal
modo a far parte della comunità dei credenti, in una visione diversa dalla casistica
ontrati il
Cerosaino capo
iei sefarstorico,!
n vitato!
0 per UJ
ientale c
nai esse:he quélnani alla
ente do(nev/eniì
a
jrà le ce
1 Bolivia
lorazioni
1 battisti
autorità
sono di(nevlatà
ite
ricoprir'
istria, Wj
data aule. Il su'
chiesa'
à riceva;
(nev0i
¡sta
è svoli*
to il ceu;
(messa|'
’ quartof
11 presi’
“VISTE Un illuminante sondaggio pubblicato da «Jesus»
Che cosa sanno gli italiani delle religioni?
Il numero di marzo di Jesus,
mensile delle Edizioni San
Paolo nato vent’anni fa, contiene un esclusivo sondaggio
sugli italiani e le minoranze
religiose, commissionato al1 istituto Cirm e condotto nel
febbraio di quest’anno. I risultati sono sorprendenti.
«Oltre il velo. Lo sguardo della
fede» è l’emblematico titolo di
eopertina, recante l’inquietante immagine degli occhi di
una donna musulmana che
^scoilo dalle pieghe del velo
islamico. «Veli da squarciare»
incita, appunto, l’editoriale.
«U maggioranza dei cittadini italiani e dei cattolici
praticanti - si legge - ignora
tutto, 0 quasi, delle altre contnssioni cristiane e ancor più
delle altre religioni. È un se8no triste». E continua: «L’itinnrario che ci porta verso gli
®*tii coincide con la strada
uni ritorno verso una fede
1 ulta e matura». Tale ricerca
stende, appunto, stimolare a
ntraprendere un simile perorso, perché «il “primo velo
® squarciare” è quello che
®nura la “nostra" fede». Il
ossier «La libertà religiosa
pi nostro paese» poi, a cura
2 Maurizio De Paoli e Gioanni Ferrò, legge i dati emer
anche attraverso un repor. 86 parallelo su come vivono
^tnoranze religiose.
A un campione di 800 perone, raggiunte telefonicaante, sono state rivolte 10
„ .iptande: le prime quattro
jV. nffattiva libertà di religio'U Italia, le restanti sei sul
la conoscenza delle altre
realtà di fede. Dunque: «Che
cosa sono gli “altri”?. Figli di
un dio minore?» si interroga
Maurizio De Paolo. E risponde: «Forse no, ma certo fratelli poco conosciuti e da
guardare con qualche sospetto e paura, provocati dalla
non conoscenza della fede altrui, ma anche dalla propria».
Nell’insieme un dato sorprende: una maggior conoscenza e una più ampia apertura si registrano presso gli
intervistati non cattolici e
atei (in genere prevalgono
questi ultimi).
Si può parlare di autentica
libertà religiosa? Ne sono
convinti il 76,8% (cattolici
praticanti: 86%; non cattolici:
44,1; atei: 53,5). Non ne sono
persuasi il 18,2%: rispettivamente 9,1; 52,6; 37,8). Il cattolicesimo è privilegiato rispetto alle altre confessioni?
SI per il 67% (65,5; 81,3; 87,7).
È forse giusto insegnare nella
scuola pubblica religioni diverse da quella cattolica? 11
64,4% (50,7; 73; 77,5) risponde affermativamente. Quanti
professano altre fedi costituiscono un fatto positivo o
piuttosto una minaccia per
l’identità culturale nazionale?
Per il 54,2% si tratta di un fatto positivo (41,9; 66,8; 84,2).
Una minaccia, invece, per il
28,7% (37,5; 21,8; 9,1). È possibile dialogare con i musulmani? SI secondo il 42,1%
(34,4; 53; 62,4).
Per i protestanti sono stati
scelti i valdesi a titolo esem
plificativo. Ne ha sentito parlare solo il 32,9% (24,3; 60,9;
68.6) , contro il 67,1 (75,7;
39,1; 31,4). Sono una setta per
il 6,2% (7,5; 2,3; 10), una chiesa di tradizione luterana per il
32,9% (30,1; 53; 51,4), un movimento cattolico tradizionalista per il 27,6% (25,5; 30;
12.7) . Non lo sa il 33,2 (36,9;
32,7; 25,9). Infine è il turno
dei mormoni (mentre per gli
ebrei è presente solo un articolo). Ne ha sentito parlare il
61,9% (49,5; 80,7; 95,2). Il loro
riferimento è la Bibbia secondo il 53,1% (52,3; 56; 66,7) e
credono in Gesù per il 30,4%
(31,3; 42,3; 32,4).
«prescrittiva» cattolica; cosi
come diversa rispetto all’edificazione è l’ascesi a cui mirano gli esercizi spirituali. D’altronde la riforma cattolica è
stata prettamente ecclesiale,
mentre quella di Lutero, Calvino e Zwingli ebbe come
punto di riferimento il credo
personale (cfr. G. Tourn, Italiani e protestantesimo, Claudiana, 1997). Di qui la diversa
impostazione culturale e teologica di Bach, che si riflette
anche sulle opere scritte su
commissione cattolica.
Resta il dono straordinario
del grande compositore, che
anche oggi a tutti i credenti fa
spesso terminare l’ascolto
con le lacrime agli occhi. L’esecuzione di Philippe Herreweghe, che ha diretto il Collegium vocale di Cent (a Milano il 24 marzo, a cura della
Società del Quartetto, e poi a
Bologna e Roma) ha alternato
una cadenza più lenta nei recitativi deU’evangelista ad altre più vigorose nei momenti
più drammatici della narrazione, come nel Lass ihn kreuzigen, in cui tutta l’umanità
sembra gridare «sia crocifisso», o fortemente enfatiche
della pietà, come nel citato
Beflehl du deine Wege o nella
stupenda aria Können Tränen
meiner Wangen («Se le lacrime delle mie guance»), in cui
la ripetizione insistita del tema rinvia al tormento dell’anima di fronte alle torture
inflitte al Signore.
Il coro, dopo qualche incertezza iniziale, ha terminato in
crescendo, con una esecuzione in cui il rigore si combinava a un pathos intenso e coinvolgente. Dei solisti, tutti di
buon livello, merita una menzione particolare il controtenore Andreas Scholl, le cui
qualità canore si associano a
una rara perfezione tecnica.
LIBRI
LIBRI Un utile libro di Pietro Bolognesi
«Dichiarazioni evangeliche»
un'ampia documentazione
MARCO TATRIELE
Del mondo evangelico, bisogna confessarlo, non si
sa molto, anzi è facile fare
confusione. Da un po’ di tempo a questa parte si va delineando anche l’uso del termine «evangelicalismo» che
corrisponde a «evangelica!»,
«evangelico radicale», «evangelico biblico», «conservatore», tutti termini che tentano
di evocare l’interesse dell’evangelismo per le fondamenta della fede. Si capisce cosi
che accanto alla realtà evangelica tradizionale ne esiste
una assai vivace e in grande
espansione. Secondo Pietro
Bolognesi però «la storia degli
evangelici è ancora tutta da
scrivere» e il suo libro’* costituisce una pietra miliare per
tracciarne l’itinerario.
Se è vero che nel panorama
evangelico italiano gli eventi
editoriali degni di nota sono
pochi, la pubblicazione delle
Dichiarazioni evangeliche a
cura di Bolognesi è un avvenimento che tra qualche anno potrà essere definito storico e di cui oggi è comunque
possibile intravedere l’importanza: per l’ampiezza della documentazione messa a
disposizione del lettore e per
la visione che lo anima, il testo è un’iniziativa unica nel
genere, anche se confrontato
con quanto offre il mercato
editoriale internazionale.
In una veste tipografica eccellente, il volume raccoglie
in ordine cronologico 38 dichiarazioni formulate all’interno del movimento evangelico negli ultimi tre decenni.
La scelta del materiale è stata
effettuata nel tentativo «di individuare quei documenti
che per la loro rappresentatività e per le tematiche affrontate possono offrire spunti
utili alla comprensione del
pensiero evangelico» (p. XII).
La scelta dell’arco di tempo
non è casuale. Infatti il periodo, che va dalla seconda
metà degli Anni 60 in poi, è
stato testimone di una nuova
fase nella storia delTevangellsmo, di cui è ancora difficile
capire l’impatto in tutta la
sua portata, ma che ha
profondamente segnato il
movimento evangelico nel
suo complesso. La documentazione è opportunamente
raggruppata intorno a tre
momenti significativi di tale
percorso storico, quali i congressi missionari di Berlino
(1966), Losanna (1974) e Manila (1991). Inoltre ogni dichiarazione è introdotta da
una scheda che ne evoca il
contesto e che fornisce utili
dati biografici per ulteriori
approfondimenti.
La corrente evangelicale
pare prendere le distanze dalle tendenze liberali trascinate
dalla modernità e da quelle
neofondamentaliste angosciate dalla nostalgia. Di fronte ai primi si indica la propria
aderenza alle convinzioni del
cristianesimo storico, ai secondi l’impegno per scoprire
nella Scrittura il messaggio
per tutto l’uomo e non solo
per una parte di esso. C’è una
memoria e dall’altra una volontà di presenza nella società attuale. La corrente
evangelicale si presenta ora
con una documentazione che
non può essere messa da parte se si vuole veramente capire e dialogare con essa. Si
tratta di uno spaccato affascinante che merita considerazione e non semplice archiviazione; uno strumento indispensabile e imprescindibile
per coloro che vogliono conoscere l’evangelismo contemporaneo al di là degli stereotipi e dei pregiudizi vigenti.
(*) P. Bolognesi (a cura di).
Dichiarazioni evangeliche. Il
movimento evangelicale 1966
1996. Bologna, Dehoniane,
1997, pp. 501.
Presentato a Parma il romanzo storico di Spaggiari
La vicenda di Segalello e degli apostolici
CORRADO MORNESE
Nella splendida cornice
del salone delle feste di
Palazzo Sanvitale a Parma,
gremito di gente, si è tenuta
il 25 febbraio la presentazione del volume II giullare del
vescovo di Pier Luigi Spaggiari (Azzali editore, Parma,
1997, edizione speciale per la
Banca del Monte di Parma),
romanzo storico che ha come protagonista Gherardino
Segalello, fondatore del movimento apostolico, arso sul
rogo a Parma nel 1300, anno
del primo Giubileo. La serata, che come il libro è stata
Un incontro
Cuba secondo
L’il marzo a Milano, nella
sala della libreria Claudiana,
si è tenuto un incontro organizzato dalla Casa dei dirittiAssociazlone culturale Punto
rosso-Convenzione per l’alternativa, con Giulio Girardi,
di ritorno da Cuba, dove con
altri tre teologi della liberazione (Frei Betto, François
Houtard e Pedro Riberi de
Oliveira) ha incontrato Fidel
Castro, con il quale hanno
valutato l’effetto della visita
di papa Wojtyla.
La sala valdese è stata in
poco tempo riempita da oltre
un centinaio di persone che
pubblico a Milano
Giulio Girardi
attentamente hanno seguito
lo svilupparsi del ragionamento di Giulio Girardi. Il noto teologo ha ricordato l’importanza di questo incontro
tra Fidel Castro e il papa, valutandone i possibili effetti
nel breve e nel lungo periodo.
Forse l’incontro, è stato detto,
potrà incidere negli ambienti
diplomatici internazionali
per riaprire la discussione
suU’embargo al quale Cuba è
tuttora sottoposta. Giulio Girardi è autore, fra le varie sue
pubblicazioni, del libro Cuba.
Dopo il crollo del comuniSmo
(Boria, pp. 266, £ 36.000).
sponsorizzata dalla Banca,
ha visto gli interventi, oltre
che dell’autore, di don Alfredo Bianchi, Giuseppe Marchetti e Franco Correr!, seguiti dalla rappresentazione
dell’atto unico Segalello e fra
Salimbene, autore Bruno Rivalta, interpretato da Silvia
Marchetti e Stefano Cutaia
preceduti dal coro diretto da
Leonardo Morinl.
Sia il volume sia la manifestazione rappresentano due
momenti fondamentali per
quel «recupero storiografico»
e quella riabilitazione eticostorica di Segalello che sono
uno degli obiettivi fondamentali dell’azione del Centro studi dolciniani, che da
anni cerca di stimolare, con
scritti e iniziative varie, una
profonda rivisitazione del
«grande» Gherardino. Si ricordi, tra l’altro, la partecipazione di lavo Burat e mia, un
paio d’anni fa, a Collecchio
alla presentazione del libro di
Carlo Fornari Frati, antipapi
ed eretici parmensi, nel quale
Gherardino veniva riproposto nel senso da noi indicato,
durante la quale proponemmo una sorta di «gemellaggio
ereticale» tra Collecchio (nella cui frazione Ozzano Taro
nacque il Segalello) e Prato
Sesia, paese natale di Dolcino. Questa nostra proposta
trovò in seguito una realizzazione proprio in una serata a
Prato Sesia, presente il sindaco di Collecchio. Si ricordino
inoltre i numerosi contributi
relativi alla figura e al signifi
cato del messaggio di Gherardino pubblicati e sulla Rivista dolciniana e nel volume
Dolcino e il lungo cammino
dei Fratelli apostolici edito
dal Centro studi dolciniani e
giunto alla seconda edizione.
Ora con il volume di Pier
Luigi Spaggiari e con la serata
di Parma è come se il lungo
oblio e addirittura la falsificazione storica fossero definitivamente tramontati. Da rimarcare il concreto sostegno
dato all’operazione da un
istituto bancario illustre che
ha conferito al tutto quel carattere di «ufficialità» che ne
sancisce il pieno successo.
Nel merito del bel libro di
Spaggiari, rileviamo che l’impostazione è pienamente
condivisibile, a partire dalla
affermazione: «La criminalizzazione di Gherardino e dei
suoi seguaci segue una logica
spietata: dimostrare la fuoriuscita da qualsiasi regola di
quanti combattevano il monopolio dell’insegnamento
religioso da parte della chiesa; che esercitavano una concorrenza incessante nei confronti degli ordini religiosi regolari e in particolare di quello dei minori (...); che incitavano la popolazione contro la
corruzione del clero».
Da questo passo si coglie il
senso più generale del lavoro
di Spaggiari, lavoro certo di
fantasia, ma con un taglio culturale corretto e attento a una
visione «altra» e alta, quale
Gherardino Segalello, il giullare di Dio, senz’altro merita.
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 10 APRII^q„
È iniziata la campagna per la Convenzione dei diritti dei migranti
Una legge internazionale per i più deboli
Approvata nel 1990, per entrare in vigore la Convenzione dovrà essere ratificata
da almeno 20 paesi aderenti all'Onu. Il sostegno degli organismi ecumenici
BRUNO TRON
Dicembre 1990: nei Palazzo di vetro a New York
l’Assemblea generale delle
Nazioni Unite approva finalmente la Convenzione internazionale per la protezione
dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro
famiglie. È un momento importante non solo per il popolo degli immigrati, ma anche
per la «giustizia», nel senso
che questa parola ha nei profeti di Israele. Impossibile in
un breve articolo ricordare
tutti i punti rilevanti della
Convenzione; basti qui accennare ad alcuni concetti più significativi. In primo luogo, a
fondamento della Convenzione, sta il riconoscimento che
il migrante è un soggetto titolare di diritti riconosciuti da
numerose convenzioni internazionali, a partire da quella
fondamentaie che è la Carta
dei diritti umani sancita dalrOnu quasi subito dopo la
sua costituzione. Tale concetto viene esteso anche ai familiari del migrante, entro un
dato grado di parentela.
Inoltre si afferma che i diritti fondamentali devono essere anche garantiti ai cosiddetti «clandestini», difendendoli dallo sfruttamento e dal
traffico disumano a cui assistiamo di questi tempi. Lo
stesso viene affermato per
chi è sottoposto a provvedimento di espulsione, con divieto comunque di espulsioni
in massa, anche i frontalieri e
gli stagionali devono vedere
assicurati i propri diritti. Viene fatto divieto di operare discriminazioni a danno dei lavoratori migranti nelTimpie
Un gruppo di lavoro di «Essere chiesa insieme»
go e l’accesso ai servizi; deve
essere garantita loro la libertà
di pensiero, coscienza e religione, COSI come la partecipazione democratica alla vita
del paese attraverso il voto
nelle elezioni amministrative. Affermati i diritti, la Convenzione legittimamente fa
obbligo ai migranti di rispettare le leggi che regolano la
vita associata del paese in cui
si trovano. Tuttavia questi e
altri principi fondamentali
non hanno alcun valore giuridico, se la Convenzione non
viene ratificata da almeno
venti paesi membro delTOnu.
A tutt’oggi i paesi firmatari sono una decina scarsa, e fra i
paesi che non hanno ratificato la Convenzione c’è anche
l’Italia. Ecco perché è urgente
dare il via a una campagna
per la ratifica da parte del nostro paese.
L’Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, riunita a Torre
Pellice a fine ottobre, ha aderito a questa campagna pro
La mozione
dell'Assemblea Fcei 1997
Servizio rifugiati e migranti
L’Assemblea invita le chiese ad accogliere l’appello di
Isaia : «Allarga le tue tende...» e le esorta ad attuarlo concretamente facendo spazio ai fratelli e alle sorelle che vengono
da altri paesi nelle nostre chiese e nella società nella quale
viviamo e favorendo la loro partecipazione a tutti i livelìi dei
nostri organismi.
a) L’Assemblea esprime il suo appoggio e il suo apprezzamento per il proficuo e coraggioso lavoro che il Srm, unitamente alle chiese, in questi anni ha portato avanti nel nostro paese, nella costruzione di una cultura dell’accoglienza
e nel concreto sevizio agli/alle immigrati/e. L’Assemblea
quindi invita il Srm a continuare l’attività che gli è proprio
nei suoi compiti specifici, sia politici che sociali e di intensificare il collegamento con le chiese. Dà mandato al Consiglio di incrementare il numero dei/delle corrispondenti territoriali e degli/delle immigrati/e nel comitato del Srm.
b) L’Assemblea dà mandato al Consiglio di attivare comitati zonali (atto 23/94) che sostengano il lavoro del Srm attraverso i/le corrispondenti, ove è possibile in collaborazione con le federazioni regionali e gli organismi intermedi
delle chiese membro.
c) L’Assemblea ricorda alle chiese la responsabilità di
contribuire al reperimento delle risorse necessarie per il
pieno ed efficace funzionamento del Srm.
d) L’Assemblea invita il Consiglio a promuovere in modo
particolare i rapporti di fraternità e collaborazione con le
chiese evangeliche costituite da immigrati.
e) L’Assemblea invita le chiese a proseguire il cammino
comune di «Essere chiesa insieme», accogliendo questo dono del Signore che può contribuire al rinnovamento delle
nostre chiese. In particolare le invita a partecipare attivamente al forum convocato per il 20-22 febbraio 1998 a Santa
Severa.
f) L’Assemblea dà mandato al Consiglio di chiedere agli
esecutivi delle chiese federate l’istituzione di una domenica
dedicata agli/le stranieri/e che sono tra di noi.
Per i vostri acquisti, per gii abbonamenti ai periodici evangelici
Librerie CLAUDIANA
MILANO: TORINO:
via Francesco Sforza, 12/A via Principe Tommaso, 1 ;
tei. 02/76021518 tei. 011/6692458
ROMA:
TORRE PELLICE: Libreria di cultura religiosa
piazza della Libertà, 7; piazza Cavour, 32;
tel.0121/91422 tei. 06/3225493
mossa da un comitato internazionale di cui fa parte anche il Consiglio ecumenico
delle chiese, e ha invitato le
nostre chiese evangeliche a
mobilitarsi capillarmente per
questa campagna mirata a
coinvolgere non solo i membri di chiesa ma anche gli abitanti dei luoghi in cui le chiese si trovano; si tratta dunque
di un’iniziativa pubblica. È
un’occasione per riaffrontare
il non facile problema delle
nostre reazioni di fronte alle
migrazioni, di discutere fra
noi le molte idee diverse che
ci siamo fatti in merito, confrontandole con i fondamenti
della nostra fede, riflettendo
sul messaggio biblico e cercando l’incontro e il dialogo
con i soggetti stessi dell’immigrazione. Le chiese evangeliche di Francia lo stanno
già facendo con grande impegno e in modo capillare.
Ma, ci si chiederà, qual è lo
scopo della campagna? Una
volta che si fosse ottenuta la
ratifica della Convenzione da
parte del nostro Parlamento,
che cosa cambierebbe veramente? Non bastano per questo le leggi dei singoli paesi in
materia di immigrazione?
Una Convenzione Gnu, una
volta ratificata da almeno
venti paesi, diventa legge internazionale. Questa particolare Convenzione diventa
uno strumento di verifica e
valutazione delle politiche e
delle leggi nazionali sulle migrazioni. Inoltre, sulla base
della Convenzione, i governi
dei paesi che hanno aderito
possono essere richiamati al
rispetto di quanto statuito
nella Convenzione; anzi la
Convenzione sui diritti dei lavoratori migranti prevede
l’istituzione di una Commissione internazionale sull’applicazione della medesima da
parte dei singoli stati.
Come procedere per l’avvio
della campagna? Il Consiglio
della Fcei ha ricevuto dall’Assemblea il mandato di dare
alle chiese tutte le indicazioni
necessarie; ed è quanto le
chiese dovrebbero ricevere
tra breve. C’è da sperare che
questa iniziativa riceva la dovuta attenzione; fra noi infatti, se ci impegniamo, possiamo raccogiiere senza troppe
difficoltà qualche migliaio di
firme, che aumentano se
coinvolgiamo altra gente al di
fuori delle nostre comunità.
Anche questo è evangelizzazione da parte delle nostre
chiese, che hanno dichiarato,
tramite l’Assemblea della
Fcei, di riconoscere nella difesa della libertà di tutti, anche degli immigrati, uno degli elementi costitutivi della
propria testimonianza in
questo nostro paese.
’ Risoluzione del Parlamento europeo
Diritti inviolabili per tutti
Lo scorso febbraio il Parlamento europeo ha votato a
maggioranza una risoluzione
in cui chiede che «gli immigrati extracomunitari beneficino dell’uguaglianza di trattamento in materia di diritti
economici e sociali, del riconoscimento dei diritti civili,
culturali e politici, in particolare del diritto di voto alle
elezioni locali, per coloro che
risiedono da più di cinque
anni in uno stato membro
conformemente alla Convenzione del Consiglio d’Europa; fa osservare che la dignità umana è intangibile e che,
per conseguenza, i diritti deli’uomo inviolabili e inalienabili costituiscono la base di
ogni comunità umana, della
pace e della giustizia, nel
mondo e che pertanto questi
diritti devono essere riconosciuti senza restrizione alcuna a tutte le persone sul territorio dell’Unione europea».
In contraddizione con questa risoluzione però, il Parlamento europeo ha riconfermato che «le regole della cittadinanza dipendono dagli
stati membri e possono basarsi sia sul principio del diritto di sangue che su quello
del diritto di suolo; ribadisce
che l’esercizio dei diritti civili
dovrà essere legato all’acqui
sizione della cittadinanza
chiede agli stati membri di
permettere agli immigrati dei
paesi terzi che hanno ottenuto un permesso di soggiorno
di lunga durata e che hanno
l’intenzione di continuare a
soggiornare nell’Unione di
acquistare la cittadinanza».
Non è stata quindi accolta
la richiesta della proponente
Aline Pailler, che chiedeva
che fosse riconosciuto il diritto di suolo integrale dal momento della nascita per l’acquisizione della cittadinanza.
(immifax)
A colloquio con Anne Marie Dupré
Operare sui due fronti
degli immigrati e dei rifugiati
Il 20 marzo è iniziata a livello mondiale la campagna
per la promozione della Convenzione delle Nazioni Unite sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti
e dei loro familiari. L’Italia
ha avuto un ruolo importante nell’elaborazione di questa Convenzione, approvata
quasi all’unanimità dall’Assemblea generale dell’Onu il
18 dicembre 1990.
Fondamento della Convenzione è il riconoscimento del
migrante come soggetto titolare dei diritti umani fondamentali. In particolare: protezione dallo sfruttamento e
dal traffico disumano di persone, divieto di espulsioni di
massa, diritti dei lavoratori
stagionali e frontalieri, divieto di discriminazione dei migranti nell’impiego e nell’accesso ai servizi sociali e sanitari, libertà di coscienza e di
religione, partecipazione democratica alla vita del paese
attraverso il voto nelle elezioni amministrative. D’altra
parte la Convenzione obbliga
i migranti a rispettare le leggi
che regolano la vita del paese
in cui si trovano.
Per entrare in vigore questa
Convenzione dovrà essere varata da almeno 20 paesi aderenti alle Nazioni Unite. Al
giorno d’oggi solo le seguenti
nazioni l’hanno già ratificata:
Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Colombia, Egitto, Marocco, Filippine, Seychelles, Sri
Lanka e Uganda. Messico e
Cile stanno per farlo. La maggior parte delle organizzazioni internazionali di chiese, inclusi il Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec), la Conferenza delle chiese europee
(Kek) e la Conferenza delle
chiese del Pacifico (Pcc) sostengono ufficialmente la rati
fica della Convenzione del
1990. La chiesa cattolicae
molte Conferenze episcopi
nazionali hanno anch’esse di.
chiarato il loro sostegno.
«Questa Convenzione in.
tende introdurre a livello
mondiale uno standard mini,
mo per il trattamento degli
immigrati» - spiega Anne Marie Dupré, coordinatrice del
Servizio rifugiati e migranti
(Srm) della Federazione delle
chiese evangeliche in Italia
(Fcei). E precisa: «Ratificando
questa Convenzione e invitando gli altri paesi europeia
fare lo stesso, l’Italia potrebbe
dare un segnale di grande civiltà a livello internazionale
per la protezione di milioni di
uomini e donne che si trovano nella condizione di migranti. Una tale iniziativa
completerebbe il notevole lavoro che l’attuale governo e
Parlamento hanno svolto in
questo settore». Anne Marie
Dupré, che fa parte anche del
Comitato internazionale per
la promozione dei diritti dei
migranti (Imrwc), afferma
che «in questo momento l’Italia si sta attrezzando con
una legislazione organica sia
per gli immigrati che per i rifugiati ed è importante promuovere questa Convenzione
che intende garantire i diritti
degli immigrati così come lo
fa già la Convenzione di Ginevra del 1951 in riferimento
ai diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo».
La Fcei ha deciso nella sua
ultima Assemblea (che si è
tenuta a Torre Pellice nel novembre 1997) di partecipare
attivamente alla campagna
per la promozione di questa
Convenzione. Nella stessa
occasione è stata approvata
la mozione che pubblichiamo in questa pagina, (netl
Immigrati e servizi sociali
«
Rete d'urgenza» a Napoli
Mettere in relazione e far
interagire tra loro tutte le risorse territoriali, individuali e
collettive che per sensibilità,
competenze e professionalità
possono attivarsi per la costruzione di una rete diffusa
di opportunità solidali a supporto dei percorsi di inclusione degli immigrati e delle immigrate e per tutelarne i diritti di cittadinanza. È questo
l’obiettivo che si pone la Rete
antirazzista di Napoli, riformulando in funzione delle
esigenze locali il progetto elaborato da alcune associazioni
antirazziste di Torino.
Si privilegerà un lavoro di
osservazione e monitoraggio
dell’accesso degli immigrati
ai servizi sociali perché è
questa l’emergenza rilevata
dalle associazioni che hanno
partecipato alle prime riunioni in cui è stato discusso il
progetto: a Napoli manca ancora oggi un ufficio immigra
á à
Spedizious i
^ 2 commi
in caso din
al mittente |
L’Editore si i
ti presso il Comune. La mes;
sa in comunicazione dei vari
servizi sparsi sul territorio 6
attivazione di un servizio di
informazioni sulle erriergenze sono gli obiettivi principa*'
anche in vista dell’entrata m
vigore della nuova legg®
sull’immigrazione. (immifo^>
Trai
che qr
loro fe
erano
gazzi I
iniziat
no un
rientri
75 am
pegno
Finer
Uni
sani
Il gruppo musicale peruviano di Tito Figueroa all’Incontro «Essere chiesa insieme»
11 Pin
me reai
monte i
propri
dei ser
per il p
2000 a
«intesa
pulars
monte
zione c
nuta 1<
corso (
alla pr
Pinero!
delle \
nasca,
Ausi 1
presen
tìvità i
dai dal
ni, las
te nel
milioi
vai Pe
valCh
restani
Tra
provai
nizza;
relati'
dagli I
vai CI
Piner
posti
snelli
456 r
ridisti
vanti
ex Cc
visto
dei pc
li faci
Mica,
retto,
revisi
nitari
lizza;
ture
Praro
mala^
zio «I
per c
ment
liare
ne di
grato
l’elic
7
Ui98
upré
iiati
3ne del
olicae
‘scopali
esse di
lO.
•ne in.
livello
dmini:o degli
me Macice del
‘igranti
tie delle
n Italia
ficando
e inviiropeia
otrebbe
inde cizionale
ilionidi
ii trovadi iniziativa
:vole laverno e
/olto in
s Marie
iche del
lale per
ritti dei
ifferma
mto rido con
nica sia
per i riite proenzione
i diritti
;ome lo
e di Gìrimento
3 dei ri
ella sua
;he si è
nel noecipare
npagna
questa
stessa
provata
rlichia{mì
li
comma 20/B legge 662/96 - Filiale dlTorino
di mancato recapito si prega restituire
'al mittente presso i'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere il diritto di resa.
Fondato nel 1848
La mes;
dei vari
itorio e
vizio di
riergen;
■incipali
trata if
r legge
" .e
•%'
% '
K
Tra battesimi e confermazioni, sono stati 74 i catecumeni
che quest’anno nelle chiese delle Valli hanno dichiarato la
loro fede. La domenica delle Palme come al solito i teinpli
erano gremiti per festeggiare T ammissione in chiesa dei ragazzi che hanno terminato il periodo di formazione biblica
iniziato con la scuola domenicale. Certo 74 catecumeni sono un bel numero rispetto, per esempio, ai 37 del 1996; e
rientrano nella «media» a cui siamo abituati, se pensiamo ai
75 ammessi nel 1995 o agli 80 del 1980. È l’inizio dell’im
pegno nella chiesa o dell’ allontanamento?___________
Delle Yaui "^àld
venerdì io aprile 1998
Sono stati presentati i progetti vincitori del concorso di idee per una stazione Fs
passante a Pinerolo: la realizzazione non sarà immediata e
tuttavia si apre una possibilità
attesa da anni da tutti i fruitori del treno della vai Pellice. I
responsabili torinesi delle ferrovie si sono detti indicativamente d’accordo sulla proposta dei pendolari; i costi
dell’operazione non dovrebbero neppure essere troppo
elevati. La trasformazione
della stazione dovrebbe velocizzare i tempi di percorrenza
e anche consentire un maggiore utilizzo da parte degli
studenti che si recano a Pinerolo. Ma ci sarà sicuramente
qualcuno che dirà che si tratta
di un’opera inutile: bastereb
UN POSSIBILE RILANCIO DELLA FERROVIA
METROPOLITANA?
PIERVALDO ROSTAN
be mettere qualche pullman
in più e la vai Pellice avrebbe
un servizio ottimo...
Proprio in questa occasione
vogliamo lanciare una idea
diversa; una provocazione?
Forse no, semplicemente una
proposta che un’azienda come le attuali Fs che considerano i cittadini non utenti ma
«clienti» potrebbero anche
valutare. L’idea non è nuova
in assoluto e mi è capitato di
risentirla pochi giorni fa proprio viaggiando in treno. Perché non trasformare la tratta
Torre Pellice-Pinerolo in una
vera metropolitana?
Provate a pensare a brevi
fermate lungo il percorso. Ci
sono zone di forte espansione
urbanistica a Luserna San
Giovanni proprio intorno
all’asse ferroviario, la stessa
cosa si può dire per Bricherasio e anche Pinerolo. Per non
parlare di un noto supermercato sorto a pochi metri dai
binari e meta di molti valligiani o, ancora, delle storiche
richieste di San Secondo. E
l’investimento non sarebbe
certo stratosferico: qualche
pensilina coperta, macchine
obliteratrici da installare sui
treni e biglietti, oggi introvabili, in vendita finalmente in
tutte le edicole e nei bar. In
questo modo la linea ferroviaria diventerebbe un’alternativa all’auto che tanto intasamento causa sulla provinciale
che risale la valle. Un sogno?
Forse, ma se un’azienda volesse davvero essere considerata tale, si muoverebbe anzitutto alla ricerca dei famosi
«clienti», offrendo loro il
massimo del servizio.
Pinerolese
Una mappa
dei servizi
sanitari
È stata aperta a Pinerolo all'inizio di aprile una sede decentrata di uffici provinciali per il nostro circondario
La Provincia di Torino si avvicina al Pinerolese
MARCO ROSTAN
11 Pinerolese è una delle prime realtà territoriali del Piemonte ad aver ridisegnato nei
propri 47 Comuni la mappa
dei servizi sanitari pubblici
per il prossimo triennio 19982000 attraverso un’apposita
«intesa di programma» da stipularsi tra la Regione Piemonte e l’Ausl 10. La definizione di questa intesa è avvenuta lo scorso 1° aprile nel
corso di una riunione in cui,
alla presenza dei sindaci del
Pinerolese, della vai Pellice e
delle valli Chisone e Germanasca, il commissario dell’.
Ausi 10 Ferruccio Massa ha
presentato un quadro delle attività in corso. Come emerge
dai dati consuntivi dei Comuni, la spesa sanitaria prò capite nel 1997 è stata pari a 1
milione 811.000 lire per la
vai Pellice, 1.769.000 per la
vai Chisone e 1.609.000 per il
restante Pinerolese.
Tra le novità dell’intesa approvata, troviamo: la riorganizzazione dei distretti, con
relativa riduzione numerica
dagli attuali 5 a 3 (vai Pellice,
vai Chisone e Germanasca e
Pinerolese); l’aumento dei
posti letto all’ospedale «Agnelli» di Pinerolo da 338 a
456 mediante l’utilizzo e la
ridistribuzione dei posti derivanti dall’acquisizione dell’
ox Cottolengo (inoltre è previsto nel triennio l’aumento
dei posti letto dei due ospedali facenti parte della rete pubblica, Torre Pellice e Pomaretto, da 134 a 144 posti); la
revisione delle residenze sanitarie Rsa attraverso la realizzazione delle nuove strutture di Bibiana, Cumiana e
Prarostino; l’istituzione per i
malati terminali di un servizio «hospice» di 10 posti letto
per cure palliative e incrennento dell’assistenza domiciliare integrata; la realizzazione di un Centro diurno integrato per anziani; la pista per
1 elicottero di soccorso.
Dai primi di aprile in via
dei Rochis 12, presso
l’Istituto Marie Curie, è in
funzione per il Circondario di
Pinerolo una sede decentrata
della Provincia di Torino. E
una delle quattro sedi sinora
aperte (le altre riguardano i
Circondari di Ivrea, Lanzo e
Susa) nel quadro di un opportuno decentramento amministrativo degli uffici: grazie alle attrezzature di cui è dotato
ogni ufficio sarà possibile per
i cittadini e per gli amministratori svolgere più facilmente una serie di pratiche
senza doversi recare a Torino.
Inoltre i Circondari potranno
svolgere assistenza tecnica e
amministrativa per gli enti locali; e ci sarà un luogo preciso nel quale la Provincia potrà incontrare i Comuni e le
Comunità montane per i compiti di programmazione; proprio i sindaci e i presidenti
delle Comunità montana interessate costituiranno una consulta su tutte le questioni attinenti il Circondario e le funzioni provinciali.
In un primo incontro, svoltosi ancora prima dell’inaugurazione ufficiale (che è avvenuta il 4 aprile), insieme
all’assessore all’Urbanistica
della Provincia, Luigi Rivalla,
si è parlato delle politiche provinciali sul territorio, con particolare riferimento al settore
industriale. Un dato impressionante; nel Circondario di
Pinerolo dal 1991 al 1995 gli
addetti nel settore industriale
sono diminuiti di circa 8.000
unità, passando dai circa
18.000 a poco più di 10.000.
Nonostante questo, se si compongono i piani regolatori dei
vari Comuni, emerge una
quantità di aree, sparpagliatissime, che dovrebbero essere
destinate a nuovi insediamenti
industriali per un totale di circa 43.000 persone impiegate!
Alcune di queste aree sono
collocate in zone prive di una
viabilità funzionante, altre al
di fuori di qualsiasi tradizione
lavorativa locale.
È chiaro che si tratta di una
pia illusione: è finito il tempo
in cui per sostenere l’industria
i Comuni potevano limitarsi a
prevedere per i futuri stabilimenti un’area nel loro piano
regolatore; ed è assurdo che
ogni Comune faccia questo
ragionamento per conto suo,
per di più senza coordinarsi
con la Provincia. Del resto
questo discorso vale per tutti i
piani di sviluppo: purtroppo,
in questa riunione, mentre
erano rappresentate la Comunità montana vai Chisone e
Germanasca e la Pedemontana, con le quali la Provincia
sta stipulando convenzioni,
proprio perché le linee di sviluppo per i rispettive territori
siano, fin dall’inizio, concordate tra livello provinciale e
livello locale, non c’era nes
suno per la Comunità montana vai Pellice, anche se erano
presenti i sindaci di Villar, di
Rorà e di Luserna. Il professor Conti e l’architetto Barone, che conducono l’indagine
per conto della Provincia,
hanno poi illustrato ai presen
Una riflessione in occasione delle confermazioni e dei battesimi alle valli valdesi
Quello che l'Evangelo cì chiede di dire
GIANNI OENRE
Tempo di battesimi e di
confermazioni nelle nostre chiese; tutto secondo tradizione. Non sono però preoccupato per ciò che diranno o
in seguito faranno i ragazzi
che in questa stagione vengono ammessi nelle nostre chiese, ma per quello che tutti noi
faremo insieme a loro, per la
chiesa d’oggi e del domani.
Nella parabola del fattore
infedele (Luca 16, 1-8), la più
scandalosa, la più immorale di
tutte le parabole di Gesù, il
fattore che ha ormai ricevuto
dal suo padrone la lettera di licenziamento per avere dissipato i suoi beni, si chiede
«Che cosa farò, ora?». Nel
momento in cui Dio ci dice
che sta per ritirarci la sua vocazione, che cosa ci rimane da
fare? Nel momento, ed è abbastanza evidente che questa è
la nostra situazione, in cui le
chiese cristiane storiche perdono ogni giorno credibilità,
non ispirano più fiducia e la
gente alla ricerca di valori spirituali bussa altrove per ricevere soddisfazione, che cosa
ci rimane da fare di assolutamente urgente, in questo tempo che precede il licenziamento, che ci separa dal diventare
dei disoccupati irrecuperabili?
La parabola sembra proporci due indicazioni, semplici
eppure tutte ancora da mettel'e in pratica. Anzitutto dovremmo preoccuparci meno
di noi stessi, creando spazi di
amicizia. Sembra che Dio ci
chieda di usare tutto ciò che
ci ha affidato (la Bibbia, la
predicazione dell’Evangelo,
la nostra pietà e la nostra teologia) per costruire convivialità, comunione, per favorire
il .senso dell’accoglienza e del
calore umano. Dio ci chiede
di «svalutare» i suoi beni e di
mettere forse a rischio la nostra ortodossia pur di farci degli amici fra le persone in ricerca, fra i tanti nostri contemporanei che parlano un
linguaggio di fede diverso dal
nostro e vengono da esperienze, da contesti, da itinerari diversi da quelli che tradizionalmente ci appartengono.
In secondo luogo ci ricorda
che noi esistiamo come chiesa cristiana esclusivamente
per annunciare agli altri che i
loro debiti sono ridotti. Dio
non si preoccupa neppure
delle nostre intenzioni: nella
parabola quelle del fattore sono ben poco onorevoli, dal
momento che egli addirittura
compra l’amicizia degli altri
con il denaro sottratto al padrone! A Dio insomma non
interessa che noi custodiamo
una storia o un’ortodossia,
ma soltanto che impariamo
ad annunciare alla gente
schiacciata dai sensi di colpa
e dalle ipoteche che paralizzano l’avvenire che il loro debito è stato rimesso. Può darsi
che queste due piccole indicazioni comportino una rivoluzione del modo in cui abbiamo sempre concepito la
chiesa, ma l’Evangelo può
chiederci questo e altro.
ti l’approfondita ricerca che
si sta svolgendo per capire le
ragioni profonde del declino
industriale, per entrare concretamente nei problemi specifici di ogni impresa e cercare insieme delle politiche che
possano sostenerle.
La speranza che il Circondario rappresenti davvero un
elemento reale di decentramento è stata ribadita dalla
presidente della Provincia nel
giorno dell’inaugurazione:
«Le competenze delle Province aumentano; caccia e pesca,
trasporti, viabilità, ambiente,
edilizia scolastica, sono materie su cui la Provincia ha ricevuto deleghe specifiche - ha
detto Mercedes Bresso - ed è
importante che cittadini e amministratori sappiano cogliere
le opportunità offerte dal Circondario»; uno spazio, è stato
poi ricordato, da utilizzarsi
anche in sede istruttoria per
sentire, prima di assumere ti
provvedimenti, il parere dei
sindaci e degli assessori.
Nella sede del Circondario
sono esposte, non solo per
estetica, molte tavole tematiche riguardanti i vari aspetti
del nostro territorio, dall’ambiente alle acque, alla viabilità, alla residenza, aH'occupazione: è auspicabile che
questi lavori siano tempestivamente conosciuti dagli amministratori locali.
8
PAG. Il
E Eco Delle Iàlli Vai.of.su s
3ÚL
~~Ti|il>11f||flifl(
^ERDÌ 10 APB^
I GIOVANI E GLI SPAZI — Da diversi anni il mondo giovanile reclama spazi, non sempre cerca il confronto, spesso usa linguaggi nuovi (da tempo muri o vagoni ferroviari
vengono dipinti con disegni analoghi a quello nella foto).
Ora la tensione si è accentuata a Torino, ma anche a Pinerolo qualcuno si è «divertito» a coprire di scritte la sede de
L’eco del Chisone. I carabinieri vigilano ricorrendo a numerosi servizi notturni. L’assessore ai Giovani di Pinerolo,
Antonio Bruno, è convinto che anche a Pinerolo ci siano
«forme di disagio e le scritte ne sono un sintomo. Siamo di
fronte a una forte frammentarietà del mondo giovanile; anche le associazioni che aggregano coinvolgono in realtà
solo una parte di questo mondo; molto resta da fare. Per rispondere al “problema spazi” il Comune di Pinerolo metterà al più presto a disposizione una sala per far musica al
centro sociale di via dei Rochis».
TORRE PELLICE: FURTO IN TABACCHERIA — Per la
seconda volta nel giro di poche settimane la tabaccheria
Giordana, nella centrale piazza Libertà a Torre Pellice, è
stata visitata di notte dai ladri. La scorsa settimana i ladri
hanno forzato l’ingresso principale del negozio e asportato
tabacchi e valori bollati per svariati milioni. Nessuno pare
avere udito nulla, al contrario di quanto era accaduto la settimana precedente quando un vicino negozio di abbigliamento era stato a sua volta svuotato della merce e una persona che abita nello stesso stabile aveva notato i ladri senza
avere la prontezza di avvisare i carabinieri.
INCIDENTE IN MINIERA — Grave incidente sul lavoro alla miniera di talco della Luzenac a Crosetto, la scorsa settimana. Verso le 16 di venerdì 3 aprile un blocco di talco di
notevoli dimensioni si staccava dalla volta della galleria
colpendo al capo un lavoratore impegnato nell’estrazione, il
40enne Marco Talmon di Pinasca. L’operaio è stato ricoverato all’ospedale di Pinerolo in prognosi riservata.
IL PINEROLESE HA RISPOSTO: CI SONO GLI ALLOGGI PER L’AUSL — L’appello lanciato da parte
dell’Ausl 10 nelle scorse settimane attraverso i mezzi di comunicazione ha funzionato. Ben sei proprietari di immobili
hanno risposto mettendo a disposizione altrettanti alloggi
per ospitare gnrppi residenziali di pazienti psichiatrici lievi.
In tempi brevi i primi otto pazienti potranno perciò avere
una casa uscendo dagli istituti per ricominciare una vita domiciliare il più possibile «normale».
SAN SECONDO RICORDA IL 1848 — Anche il Comune di
San Secondo ha deciso di ricordare l’anniversario dei 150
anni delle Lettere Patenti. Venerdì 17 aprile, alle 20,30,
presso il centro polivalente che ospita la biblioteca, verrà
inaugurata la mostra del Centro culturale valdese «Dalle
Valli all’Italia». Alle 21 conferenza degli storici Giorgio
Tourn e Giorgio Rochat sul tema «1848-1998: 150 anni di
libertà». La mostra resterà aperta fino al 24 aprile, dalle 9
alle 12 di mattino e dalle 15 alle 18 nel pomeriggio. Venerdì 24, alle 21, verrà presentato il numero monografico de
La Beidana dedicato a quegli avvenimenti.
INCONTRO SULLA LAVORAZIONE DEL LATTE — A
seguito dell’entrata in vigore di varie norme europee sulla lavorazione del latte, molte aziende medio-piccole, specie delle zone montane, si verrebbero a trovare a rischio di chiusura
vista l’onerosità degli interventi necessari. Il Pds, attraverso i
consiglieri regionali Riha e Bellion già in autunno aveva sottolineato l’importanza del problema chiedendo un impegno a
Regione e ministero. Ora la Regione ha stanziato 50 miliardi
per il settore; mercoledì 15 aprile, alle 21, nella sede della
Comunità montana vai Pellice si svolgerà un incontro promosso da Marco Bellion con veterinari e tecnici del settore
per illustrare le norme e gli interventi da effettuare.
LA REGIONE CONTRIBUISCE PER IL LATTE — Da
recenti normative (dpr 54/97) discende la necessità di adeguarsi alle norme di carattere igienico-sanitario sulla produzione e trasformazione del latte. La Regione Piemonte, al
fine di aiutare gli allevatori interessati, interviene con provvedimenti finanziari per coprire parte delle spe.se sostenute:
la domanda di contributo, sotto forma di «Piano di miglioramento aziendale», deve essere inoltrata entro il 24 aprile
1998 al Settore regionale territoriale per l’agricoltura di
competenza. Il Servizio agricoltura della Comunità montana vai Pellice, in via Caduti per la libertà 6 a Torre Pellice
(tei. 932262), è a disposizione per la compilazione delle domande e per ogni informazione al riguardo.
VitaHuova
EDGARDO POGGIO S.A.S. ASSICURAZIONI
^asilesm
Agente generale
Maria Luisa POGGIO GÖNNET
Via Raviolo, 10/A
Tel. 0121-794596
10064 Pinerolo
FAX 01 21-795572
A colloquio con Vincenzo Bertalmio, nuovo responsabile CgiI
Pinerolo laboratorio sindacale
Il nuovo responsabile alla
Cgil di Pinerolo, da qualche
settimana, è Vincenzo Bertalmio; pinerolese, rappresentante sindacale per alcuni anni alla Mustad, nella Fiom
come segretario generale per
cinque anni e poi a Torino,
sempre nella Cgil. L’arrivo, o
meglio il ritorno, a Pinerolo
cade in un momento particolare: a livello nazionale il dibattito sulle 35 ore, localmente i dubbi sul futuro della Beloit e in più una situazione
sindacale che per il primo
sindacato italiano non si può
considerare brillante. Pinerolo è per certi versi un laboratorio per il sindacato: una Cisl storicamente forte e molto
presente sul territorio, la crisi
del sindacato confederale che
ha visto sorgere l’esperienza
di Alp. Ma Pinerolo ha anche
visto, negli ultimi anni, pesanti episodi di ristrutturazione e di delocalizzazione di alcune aziende fino al riconoscimento di zona a declino industriale. Si può dire che la
nomina di Bertalmio voglia
anche essere un tentativo di
rilancio della Cgil? «Pur essendo responsabile di una
singola organizzazione - dice
Vincenzo Bertalmio - credo
che l’obiettivo per la nostra
zona debba essere il rilancio
del sindacato confederale.
Alp nasce da un pezzo del
sindacato confederale: credo
sia tempo di riaprire il confronto, senza però dimenticare di valutare la rappresentatività effettiva delle organizzazioni all’interno del mondo
del lavoro. Non secondaria
dovrà essere la valorizzazione
delle risorse umane presenti
nel sindacato».
-C’è nel Pinerolese una
crisi di rappresentanza sindacale; due esempi si possono
fare a partire dalla vicenda
delle elezioni in Skf che avranno una «coda» giudiziaria e gli stabilimenti Beloit da
anni senza rappresentanza
sindacale...
«In Beloit i lavoratori sono
senza rappresentanza da molti
anni e secondo noi si deve
andare a votare entro breve;
ritengo che tutte le associazioni di lavoratori regolarmente costituite possano partecipare alle elezioni cosa
che, per una “strana” vicenda
non è stato possibile in Skf».
- Varie indagini condotte
nel mondo della fabbrica, nel
Nord Italia, hanno dimostrato che una cospicua fetta di
operai oggi guarda con interesse alle proposte della Le
Un incontro a Luserna San Giovanni
L'alcol al volante
MASSIMO GNOME
. opo aver bevuto un
bicchiere in più ci
mettiamo alla guida?»: que
sto il tema dell’incontro che
si è tenuto venerdì scorso alla scuola media di Luserna
San Giovanni. Si trattava del
primo di tre appuntamenti
organizzati dal gruppo di lavoro sull’alcolismo della vai
Pellice, rappresentante i diversi servizi dell’Ausi 10 che
si occupano di dipendenze e
in particolar modo dei problemi alcolcorrelati. Il dott.
Maurizio Martucci, psicologo responsabile del Sert di
Torre Pellice, ha individuato
nell’informazione e nella
sensibilizzazione della popolazione e degli enti locali gli
obiettivi principali di questa
iniziativa che toccherà nei
prossimi mesi altri Comuni
della vai Pellice; un peccato,
allora, che davvero pochi
fossero i presenti.
Non se ne parla mai abbastanza di alcol, non si va mai
a mettere il dito in questa piaga che, si è ancora sottolineato nel corso della serata, ogni
anno uccide 30.000 persone
nel nostro paese (probabilmente stima in difetto e comunque trenta volte superiore
ai morti della ben più condannata eroina...). Si tace sul fatto che, bene o male, ci tocca
tutti, astemi o beoni che siamo. Già, perché l’alcol, quando arriva sulla strada, ha ricordato l’ispettore capo della
polizia stradale di Pinerolo
Massimo Sutera, non è più solo un problema degli alcolisti
e delle loro famiglie, non
coinvolge soltanto quelli che i
benpensanti additano come
gli ubriaconi, i «senza speranza» ma diventa il celebre e triste «fenomeno» delle stragi
del sabato sera, dei giovani
che corrono a duecento alT
ora, fuori dalle discoteche, ma
non solo; si tratta, al di là dei
facili stereotipi, anche di noi
tutti che, dopo una cena in
compagnia, non esitiamo a
metterci alla guida ignorando
evidentemente il pericolo di
questo comportamento. I riflessi sono alterati, la consapevolezza sembra esserci ma
in realtà non ci si rende conto
della propria condizione.
Facile sembra nascondersi
dietro la presunta scarsità
delle leggi in materia: le norme ci sono, ma è difficile applicarle, anche e soprattutto
per la triste e famosa mancanza di senso civico dell’italiano medio (quasi consolante tirarla sempre in ballo,
questa mancanza...). In Europa, ha spiegato il dott. Martucci, si ha un’altra consapevolezza rispetto ai rischi dell’ebbrezza al volante. In Germania chi guida non beve e
in Inghilterra i servizi di taxi
fanno i loro affari proprio
sulla riconsegna a domicilio di quelli che, quella sera,
hanno voluto festeggiare esagerando con le pinte di birra
la.sciate sul tavolo.
I controlli da parte delle autorità competenti, anche se
economicamente non rendono come il temuto autovelox,
vanno potenziati; e poi spazio
alla prevenzione primaria:
educazione stradale nelle
scuole in testa, una disciplina
che è sempre assente nelle
aule italiane.
TRASPORTI
E ONORANZE FUNEBRI
VAL PELLICE
di Giacotto & c.
Funerali ovunque
Via r Maggio 8,10062 Luserna San Giovanni (To)
tei, e fax 0121/954340 (notturno è festivo)
ga Nord. È caduto dunque il
binomio classe operaia—sinistra ?
«Non in tutte le parti del
Nord ci sono le stesse sensibilità di fronte al “fenomeiio
Lega”; mi sembra che il
Nord-Ovest sia assai meno
vicino a Bossi. C’è comunque
un problema vero; l’anno
scorso abbiamo voluto ribadire che la divisione nel nostro
paese non può che provocar
danni contribuendo a isolare i
lavoratori. Credo nello stesso
tempo che i ritardi accumulati
nelle parti deboli del paese
vadano recuperate: penso alle
infrastrutture che oggi nel
Sud non sono nelle condizioni di ricevere delle opportunità imprenditoriali».
— L’avvento del governo
Prodi ha fatto diventare la
concertazione l’elemento portante della strategia sindacale; non è che si sia un po’
troppo perso la capacità di
condurre una lotta sindacale?
«Non credo; i lavoratori
debbono poter esprimere le
loro valutazioni sulle ipotesi
di accordo. Se in questo periodo ci sono state minori iniziative sindacali questo ha
coinciso con una maggiore
attenzione ai problemi del
mondo del lavoro. Non va
però dimenticato che proprio
in questa zona, sull’accordo
del 23 luglio 1993, ci sono
valutazioni differenti; a me
pare un fatto importante e positivo: a titolo di esempio ricordo che i metalmeccanici in
questa tornata di contrattazione hanno fatto più di 500 accordi, cosa che non si era fatta nemmeno nel periodo d’oro degli anni ’87-88».
Pinerolo
Riqualificare
il centro
storico
- °° PROFILI & CARRIERE PINEROLO - via Saluzzo 60 - Tel 0121/393188 ricerca e seleziona PERSONALE per AZIENDE richiedenti
Azienda produzione gomma-plastica, ricerca RESPONSABILE DI PRODUZIONE sede di lavoro prov. Vercelli. Età indicativa 35/45 anni esperienza gestione personale. Industria alimentare pinerolese, ricerca TECNICO CHIMICO Milite assolto Fortemente motivato alla crescita professionale Automunito.
Impresa artigianale di Pinerolo ricerca FABBRO - CARPENTIERE Milite assolto esperienza di base. Assunzione secondo legge Impresa autotrasporti pinerolese ricerca AUTISTI PAT. "D - E" Età ind. 30-40 anni per trasporti Italia - Spagna Germania - Francia.
Impresa artigianale pinerolese ricerca IDRAULICO-TUBISTA Esperienza di base milite assolto. Assunzione secondo legge Prestigioso ristorante pinerolese ricerca CUOCHI (CAPI PARTITA) Si richiede esperienza. Ottima retribuzione.
RICERCA PARTNER Avviata lavanderia zona Pinerolo centro. Prospettiva per ulteriore espansione. Investimento adeguato. RICERCA PARTNER Attività artigianale comm.le in espansione sita in Sestriere aperta tutto l'anno. Investimento contenuto.
RICERCA PARTNER Avviata attività - 100 coperti Ristorante pizzeria Cedesi quota società a socio attivo Ottimo fatturato documentabile RICERCA PARTNER Artigiano Eletricista Avviata attività pinerolese ottima clientela fidelizzata. Cerca partner per acquisire lavori importanti.
Un'iniz
lIPc
edu
Novità per i negozi e ne,
chi intende ristrutturare uV
casa nel centro storico di Pj*
nerolo. Da quest’anno sarai
no esentate dall’imposta sul
pubblicità le insegne storici»
di tipo e materiale tradiziona
le, così come sarà esente dj
tasse l’occupazione del suolo
pubblico con panchine, fiori,
altri tipi di arredo urbano.
Queste sono alcune delle
agevolazioni che Fammini.
strazione di Pinerolo ha pre.
visto al fine di riqualificare J
centro storico della città. [
Comune recentemente ha deciso di venire incontro alle attività commerciali e ai cittadini che abitano in questa
parte della città varando alcune agevolazioni di tipo economico che oltre a quelle sopra elencate prevedono anche
riduzioni dei contributi per il
rilascio delle concessioni edilizie e l’applicazione dell’aliquota ridotta al 4 per mille
deirici; queste ultime misure
in particolare dovrebbero favorire, nell’intenzione della
giunta, il recupero del patrimonio edilizio della zona
mentre le misure relative all’occupazione del suolo pubblico dovrebbero favorire un
miglioramento dell’arredo urbano venendo incontro alle
esigenze degli esercenti.
Soddisfazione viene soprattutto da parte dei commercianti, anche se rimangono sul
tappeto altri problemi da risolvere come la questione della mancanza di parcheggi o
della zona a traffico limitato.
DA
Per la n
noscen
l’arnbienti
più importi
ti enti e a:
diverso titr
frontare C'
che, si por
ùlema di ir
alla sua sai
st’ottica pr
che nel P:
gramma d
bientale, fi
recentemer
Parco natu!
cea e il cc
vedrà coin
ni delle sci
Il proge
una propc
protrarrà P'
ci e sarà ir
do ciclo d(
tari. I guai
nelle clas
bambini e
problema
dove finisc
li, quali pr
loro smalti
come riso
suo utilizzi
parte della
cerca, qual
sorse) oltre
getiche e ir
versi tipi d
queste caui
«Eunpr
zione amb
chele Otti
Parco natui
cea - rivo
domani, ai
Caro din
9
■E l9s ypMFRDÎ 10 APRILE 1998
^■1
Yalu "^ldesi
PAG. Ili
Un'iniziativa rivolta alle scuole
Il Parco e l'Acea per
educare alPambiente
e pe,
rare um
:o di Pi.
•0 sarai],
)sta salii
storich;
idiziona
sente d,
lei suolo
e, fiorio
ano.
ne dello
rnimini,
' ha pre.
ificare ¡|
città. Il
e ha de
3 alleatai cittaquesta
do alcaipo eco-ielle solo anche
Iti per il
ioni criidell’alier mille
i misure
bero fané della
si patrila zona
ìtive alilo puborire un
redo urtro alle
iti.
: sopratrmmet|ono sul
li da rione delheggi 0
nitato.
to
naie
Iti
agna
;e
A)
a.
im.le
to.
I
lese
:ata.
isire
pavide bosso
Per la nostra società la conoscenza e la difesa dell’ambiente diventa sempre
più importante e vitale e molti enti e associazioni, che a
diverso titolo si devono confrontare con queste tematiche, si pongono oggi il problema di informare e educare
alla sua salvaguardia. In quest’ottica presto sarà attivo anche nel Pinerolese un programma di educazione ambientale, frutto di un accordo
recentemente raggiunto fra il
Parco naturale della vai Troncea e il consorzio Acca, che
vedrà coinvolti 4.000 bambini delle scuole elementari.
Il progetto, che nasce da
una proposta dell’Acea, si
protrarrà per tre anni scolastici e sarà indirizzato al secondo ciclo delle scuole elementari. 1 guardaparchi andranno
nelle classi a incontrare i
bambini e parleranno loro del
problema rifiuti (cosa sono,
dove finiscono, come riciclarli, quali problemi comporta il
loro smaltimento), dell’acqua
come risorsa naturale e del
suo utilizzo e sfruttamento da
parte della società umana (ricerca, qualità, tutela delle risorse) oltre che di fonti energetiche e in particolare dei diversi tipi di inquinamento che
queste causano.
«E un programma di educazione ambientale - dice Michele Ottino, direttore del
Parco naturale della vai Troncea - rivolto ai cittadini di
iomani, anche se non sotto
L'accoglienza
agli stranieri
Caro direttore,
siccome solamente mercoledì 1“ aprile ho ricevuto
1 Ecovalli di venerdì 27 marrispondo ora all’articolo
di Giovanna Rollerò «Imparare a leggere le differenze».
Francamente non capisco
perché l’articolista, che conosce la situazione locale, mi
traccia apparire come un sindaco contrario all’«accoglienza» degli extracomunitari. Ri'^ordo, per inciso, che i molti
wtracomunitari arrivati a
otre Pellice hanno trovato
. tempo il sindaco, l’ammit|strazione comunale, i servidi assistenza e gli uffici comunali disponibili a dare alle
.0 necessità una risposta sia
nnmediata sia a lunga sca,6nza. E così hanno trovato
'Stentazione non in catapec>e ma in alloggi comunali,
nifi per i permessi di sogS'orno, per ¡e prime necessità
uc. in un quadro di solidautà concreta e silenziosa che
Visto anche la partecipaU"e di privati. Li conosco
rsonalmente tutti e la porta
d ufficio in municipio e
3 mia abitazione all’octrenza sono state sempre
(uome lo sono d’altra
c per tutti quelli che hanun problema).
1’ .*^uno forse meritato
I’ '''Uctta di «contrario al“ccoglienza» perché ho detstn t ^ non credo che la rira otturazione delle borgate
aln «soluzione»
In r 1 V ^ dell’accoglienza?
^®altà ho detto altre cose
non sono state riportate e
che
valutiamo la capacità che i
bambini hanno di influenzare
i genitori. Ci rivolgiamo a un
bacino ampio e contiamo,
nell’arco di tre anni, di coinvolgere nel nostro progetto
circa 300 classi a cui il personale del Parco svolgerà due o
tre giorni di lezioni; inoltre
stiamo anche preparando del
materiale illustrativo che distribuiremo agli insegnanti
per successivi approfondimenti che questi vorranno affrontare».
Le lezioni che dovrebbero
partire già da quest’anno, per
l’Acea sono un importante
tassello per la realizzazione
del progetto di smaltimento
dei rifiuti che l’azienda pinerolese ha avviato lo scorso anno con il consorzio analogo di
Collegno-Grugliasco-Rivoli
«Cdiu» e con il consorzio
«Torino Sud». Le diverse fasi
dell’accordo siglato tra i tre
consorzi, che dovrebbe portare alla costruzione entro cinque o sei anni di un’inceneritore che serva i tre bacini interessati, prevede una sensibile
diminuzione dei rifiuti che
oggi finiscono in discarica attraverso la minore produzione, la diversificazione e il recupero dei materiali di scarto.
L’Acea ha in programma tra
l’altro a questo proposito la
costruzione di altre 12 aree
sovracomunali attrezzate per
la raccolta differenziata dei
diversi materiali simili a quella già esistenti a Torre Pellice
e a Luserna San Giovanni e
quella di Pinerolo che sarà
pronta fra un paio di mesi.
cioè che: 1) ritenevo (e ritengo ancor più dopo la lunga
chiacchierata con l’amico sindaco Mannello) che l’esperienza di Badolato, a cui va il
mio plauso e sostegno, è unica e non «esportabile»; 2) ritenevo, anche in base alla
esperienza maturata, che piccoli nuclei di extracomunitari
possano essere accolti e aiutati nell’integrazione mentre
grandi nuclei creano situazioni difficilmente gestibili e che
quindi, al di là delle emergenze (se ti trovi 400 curdi improvvisamente in casa non li
puoi certo ributtare a mare), è
necessario orientare i flussi e
preparare l’accoglienza
(l’emigrazione dal Sud al
Nord Italia e la recente vicenda di Villa Litemo non hanno
insegnato nulla?). Ho affermato anche che tutti i Comuni dovrebbero farsi carico del
problema e che non esiste
un’unica «regola» per l’accoglienza valida per tutte le
realtà; 3) le borgate nella nostra valle sono ampiamente
ristrutturate e abitate (anche
come seconda casa) e le pochissime borgate non ristrutturate sono collocate in luoghi poco o per nulla accessibili. Aggiungo ora: siamo
convinti che sia bene per gli
«accolti» finire in qualche
realtà isolata?
In conclusione credo che la
Comunità montana, che si è
occupata lodevolmente di
«biblioteche multietniche»,
farebbe bene a aprire, anche
alla luce della legge 6 marzo
1998 n. 40, «Discipline dell’immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero»,
un dibattito con gli amministratori locali e la popolazione tutta.
Cordiali saluti.
Marco Armand Hugon
sindaco di Torre Pellice
Apertura parziale a Pinerolo
Adesso sì pattina
ma senza ghiaccio
Domenica 19 aprile, su proposta della Provincia di Torino, anche a Pinerolo si svolgerà la manifestazione «Porte
aperte allo sport», iniziativa
volta alla promozione dello
sport per tutti a livello assolutamente amatoriale che in zona ha visto anche l’adesione
di Torre Pellice. La giornata,
anzi il sabato precedente, diventerà l’occasione ghiotta
per aprire al pubblico il palaghiaccio coperto; a dire il vero di ghiaccio non ce ne sarà
l’ombra, ma la pista potrà essere utilizzata per il pattinaggio a rotelle... in attesa di
tempi migliori. Siamo dunque
alla fine dei lavori di un lotto;
altri interventi saranno comunque ancora necessari prima che gli spalti possano dare
ospitalità alle 3.000 persone
previste e la pista possa essere utilizzata dai pattinatori.
«Durante l’estate - dice un
soddisfatto Antonio Bruno,
assessore allo Sport di Pinerolo - dovranno prendere
corpo altri lavori, dal ricove
ro per le macchine alla sala
per i giornalisti, al bar. Ci auguriamo che il palaghiaccio
diventi un vero punti di riferimento per la gioventù pinerolese». C’è una garanzia
economica per i lavori necessari all’apertura? «I soldi ci
sono - precisa Bruno -; dobbiamo fare gli appalti e speriamo di chiudere i lavori in
settembre. La gestione attualmente è stata affidata alla Società sportiva del ghiaccio di
Pinerolo, ma dopo un anno
dovremo andare ad una vera
gara d’appalto».
Accanto al palaghiaccio c’è
un altro cantiere, quello della
piscina. Per ora si tratta di un
buco... «I lavori dovrebbero
ricominciare in aprile - assicura l’assessore allo Sport -;
abbiamo infatti una disponibilità di 500 milioni. Certo
per portare a termine l’opera
dovremmo accendere altri
mutui: in un paio di anni, se
non ci saranno intoppi burocratici o tecnici, la struttura
potrebbe essere in funzione».
Il cantiere del palaghiaccio a Pinerolo
Il secondo incontro a Parigi
Antenati alle Valli
Sabato 28 febbraio 1998 si
è svolto, presso la sede dell’Associazione «Ancêtres Italiens», la seconda mezza
giornata di formazione e di
aiuto reciproco sull’arte e la
maniera di praticare ricerche
genealogiche sui propri antenati valdesi giunti in Francia
dalle valli valdesi.
Una quarantina di persone
aveva risposto all’appello del
presidente dell’associazione,
Marc Margarit, che ha parlato
del problema delle ricerche
genealogiche in Italia e in
particolare nelle valli valdesi.
Tali ricerche, molto sviluppate in Francia, cominciano a
manifestarsi anche in Italia.
Gli archivi si possono trovare
sia nei registri della Chiesa
valdese, dal 1700 fino ai giorni nostri, sia presso l’anagrafe
dei Comuni a partire dal
1865, sia negli archivi di stato a Torino.
Per quanto riguarda la
Chiesa valdese, tutti i registri
si trovano ora presso l’archivio della Tavola a Torre Pellice. Tuttavia, questi documenti sono stati tutti microfilmati dalla Società genealogica dell’Utah nel 1948 e possono essere consultati presso
i «Centri di ricerca sulle famiglie» che que.st’ultima possiede in tutte le grandi città di
Francia e d’Italia.
L’Associazione ha acquistato 17 dei 42 microfilm delle ricerche sistematiche realizzate dalla Società genealogica dell’Utah a partire dagli
archivi che ha microfilmato
nel 1948. Queste informazioni saranno poco alla volta
informatizzate in modo da
creare una banca dati accessibile a tutti. Un esemplare di
questa banca dati sarà depositato presso l’archivio della
Chiesa valdese a Torre Pellice. I microfilm sono consultabili presso la sede dell’Associazione, 3 me de Turbigo,
a Parigi. Una nuova serie di
microfilm verrà acquistata
man mano che le disponibilità finanziarie dell’associazione lo permetteranno. Per
quanto riguarda i Comuni, ricordiamo che i documenti di
meno di 100 anni non sono
accessibili e che per poter
consultare documenti anteriori a 100 anni occorre l’autorizzazione scritta del Procuratore della Repubblica di
Pinerolo.
Michel Poët ha fatto poi
una rapida presentazione della storia dei valdesi, e ha
spiegato come la passione per
questa storia gli sia venuta in
seguito a un banale rifiuto da
parte dell’amministrazione
francese di rilasciare una carta d’identità a suo padre nel
1960. Eric Volat, infine, ha
presentato una parte del suo
voluminoso ed eccezionale
lavoro di ricerca che sta portando avanti da 6 anni.
Dopo queste relazioni, i
partecipanti hanno potuto
consultare le opere, i microfilm e le microschede disponibili presso l’Associazione.
La terza edizione di questo
incontro fraterno di scoperta
e di scambio avverrà sabato
13 marzo 1999. Per informazioni rivolgersi a: Association
Ancêtres Italiens, 3 rue de
Turbigo, 75001 Paris Tel.
0033-1-46642722.
Nelle
Chiese Valdesi
INCONTRI «G. MIEGGE» — Domenica 19 aprile, alle ore 17,
nella sala delle attività di San Secondo di Pinerolo incontro
teologico del gruppo «G. Miegge» sul tema della cristologia.
CULTO ALL'OSPEDALE — Giovedì 9 aprile alle 16,30 culto pasquale all'ospedale di Torre a cura della chiesa di Villar Pellice.
AGAPE CAMPO DI PASQUA — Si svolgerà dal 9 al 14 aprile il
campo Pasqua donne sul tema «Sentire II movimento, muovere Il sentimento».
ANGROGNA — Giovedì 9 aprile, alle 21, culto a Pradeltorno;
venerdì 10, alle 21, culto al Serre; domenica di Pasqua culto
alle 10 al capoluogo con Santa Cena, confermazione di Gianni
Rivoira, insediamento dell'anziana eletta nell'ultima assemblea di chiesa; partecipa la corale. Sabato 18 aprile a partire
dalle 8,30 campo di lavoro alla Rocciaglia in previsione della
riapertura della stagione estiva.
BOBBIO PELLICE — Venerdì 10 aprile, alle 21, culto nel tempio
con Santa Cena. Domenica di Pasqua culto con Santa Cena alle 10; partecipa la corale. Riunione quartierale martedì 14
aprile alle 20 ai Payant.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Giovedì 9 aprile, alle 21, culto nel
tempio con Santa Cena. Venerdì 10, alle 21 nel tempio, culto
liturgico; partecipano i ragazzi del 3° anno di catechismo. Domenica 12 aprile Pasqua culto alle 9 agli Airali con Santa Cena, alle 10 culto con Santa Cena nel tempio.
MASSELLO — Venerdì 10 e domenica 12, culto alle 11 con Santa Cena.
PERRERO-MANIGLIA — Giovedì 9 culto liturgico a Perrero alle
20,30. Domenica 12 culto unico con con Santa Cena a Maniglia, alle 10,30. Riunioni quartierali: giovedì 9 aprile alle 14 alle Grangette, martedì 14 aprile alle 14,30 alla Baissa. Martedì
7 aprile incontro dell'Unione femminile.
PINEROLO — Giovedì 9 aprile alle 20,30 culto con con Santa Cena a cura dell'Unione femminile. Venerdì alle 10 culto a cura
della corale alle 20,30. Domenica di Pasqua alle 10 culto con
Santa Cena.
POMARETTO — Giovedì 9 alle 20,30, culto con Santa Cena. Venerdì 10, alle 20,30, culto con Santa Cena a Inverso Clot. Domenica 12 aprile, Pasqua, alle 9 culto all'ospedale con Santa
Cena e partecipazione della corale; culto nel tempio alle 10
con Santa Cena e corale. Riunioni quartierali; mercoledì 15 a
Pomaretto alle 20,30, venerdì 17 a Perosa alle 20,30. Culto
ecumenico pasquale al centro anziani di Perosa sabato 11
aprile alle 15,30.
PRALI — Venerdì 10 aprile alle 10,30 culto con partecipazione
della corale; domenica 12 Pasqua culto alle 10,30 con Santa
Cena.
PRAMOLLO — Giovedì 9 aprile culto alle 20,30 con Santa Cena.
Venerdì 10 alle 20,30 incontro della corale.
RODORETTO-FONTANE — Venerdì 10 alle 10, nella casa della
famiglia Tron, culto della settimana di Pasqua.
RORÀ — Venerdì 10 aprile, alle 21, culto nel tempio.
SAN GERMANO — Giovedì 9 aprile alle 20,30 culto tenuto
dall'Unione giovanile. Venerdì Santo 10 aprile, alle 20,30, culto a cura della corale. Culto di Pasqua alle 10 con Santa Cena.
TORRE PELLICE — Riunione quartierale mercoledì 15 aprile ai
Bouissa. Giovedì Santo 9 aprile alle 21 culto con Santa Cena
nel tempio del centro, con la partecipazione della corale, venerdì 10 alle 10,30 culto con Santa Cena nella cappella degli
Appiotti; alle 21 culto nel tempio dei Coppieri, con Santa Cena
e partecipazione del Coretto. Domenica di Pasqua alle 10 culto
nel tempio del centro con Santa Cena, partecipa la corale.
VILLASECCA — Venerdì 10 aprile, alle 10, culto ai Chiotti. Incontro dell'Unione femminile giovedì 9 aprile alle 14,30. Riunioni quartierali; martedì 14 aprile alle 20 a Villasecca, mercoledì 15 alle 20 alla Roccia, giovedì 16 alle 20 a Morasso. Il 9
aprile, alle 14,30, l'Unione femminile incontrerà la prof. Elena
Pascal. Domenica 19 aprile visita della scuola domenicale di
Pinerolo, che parteciperà al culto con una serie di canti: questo culto sostituisce la lezione del 16 aprile.
Pretura di Pinerolo
Ricorso per usucapione ex legge 346/1976
Il sottoscritto avv. Paolo Gay, procuratore e domiciliatario di Rivoira Giovanni Giulio, nato a Rorà il 9 dicembre 1926, residente a Rorà, via Maestra 7 cod. fise. RVR GNN 26T09 H554A.
Tale in forza di delega 10.11.1997 in calce al ricorso
per usucapione depositato presso la Pretura di Pinerolo il 2.12.97, su autorizzazione del Presidente del Tribunale di Pinerolo del 27.2.1998, previo parere favorevole del P. M. del 6.2.1998, alla notificazione per pubblici proclami ai sensi dell’art. 150 c.p.c., notifica ai signori Godine Maria Luisa fu Giovanni; Godine Marta fu
Giovanni; Tourn Alberto Enrico fu Bartolomeo;. Tourn
Lidia Berta Ivana fu Arturo; Tourn Luigia mar. Shenvey
fu Bartolomeo; Tourn Paolo Luigi fu Arturo; di aver proposto ricorso per usucapione ex legge 346/’76 al Pretore di Pinerolo per sentir dichiarare l’esclusivo diritto di
proprietà del ricorrente sui seguenti beni immobili in
Comune di Rorà censiti a Catasto terreni alla partita
547 intestata ai predetti signori:
F.10 n.138 di ettari 1.22.40 bosco ceduo R.D. 18.360;
F.11 n. 23 di ettari 1.99.96 bosco ceduo R.D. 15.996;
F.11 n. 24 di ettari 0.79.70 bosco ceduo R.D. 2.391 ;
F.11 n. 25 di ettari 0.57.38 cast frutto R.D. 5.738;
F.13 n. 69 di ettari 0.55.49 bosco ceduo R.D. 4.439;
F.14 n. 6 di ettari 1.20.22 bosco ceduo R.D. 9.617
F.14 n. 25 di ettari 0.34.95 bosco ceduo R.D. 3.495;
F.14 n. 26 di ettari 0.03.92 fabb rurale R.D. 0;
F.14 n. 27 di ettari 1.34.77 prato R.D. 22.910.
Con avvertimento che contro il ricorso, affisso all’albo
della Pretura di Pinerolo e del Comune di Rorà per 90
giorni, chiunque vi abbia interesse potrà proporre opposizione entro 90 giorni dalla scadenza del termine di
affissione.
Pinerolo, 18 marzo 1998
aw. Paolo Gay
10
PAG. IV
E Eco Delle Vaoj ^ldesi
venerdì io aprile 199S
venerdì
CICLISMO
Ottima riuscita per il 1°
«Trofeo centro vacanze», corsa di ciclismo valevole per la
categoria allievi disputatasi
domenica 5 aprile con parteaza a Brichersio e arrivo a Bobbio Penice. La gara, organizzata dalla società ciclistica
Bricherasio, ha visto gli atleti
percorrere per due volte un
anello fra Bricherasio, Cavour
e Bibiana, prima di imboccare
la vai Pellice. La corsa si è decisa sulle salite fra Torre e
Villar Pellice: dopo che si era
formato alla testa della corsa
un terzetto composto da Lenza
e Bozza del Piossasco e Bianco del Sassi, su un successivo
strappo Bozza perdeva contatto coi primi due. Il tratto fra
Villar e Bobbio si è trasformato in un lungo sprint ma solo
l’ultima breve salita aH’arrivo
di Bobbio ha permesso a Richard Lenza di staccare Bianco di una decina di secondi.
Sfortunato Bozza a cui è caduta la catena a pochi metri
dal traguardo venendo poi assorbito dal gruppo degli inseguitori; terzo si è così classificato Emiliano Mascia.
PALLAVOLO
Un solo successo per le formazioni pinerolesi in serie B:
il Body Cisco ha infatti vinto
in tre set contro il Mondovì in
B2 maschile, mentre le squadre femminili sono state sconfitte, per 3-2 a Omegna il Magic Traco in B1 e per 3-1 il
Cerotti in B2 ad opera del Casale. La formazione del 3S di
Mario Picotto, battendo per 31 il Rivoli sul suo campo, raggiunge con tre giornate di anticipo la promozione in prima
divisione femminile; in seconda divisione maschile il 3S di
Gardiol perde in casa per 3-2
dalla Voluntas ma si rifà a
spese del Bardonecchia vincendo per 3-0. In terza divisione maschile il Barella batte a
Pinerolo il 3S per 3-2 ma le pinerolesi vincono a Torino col
Cus Kappa per 3-2. Nel torneo
«Ferrazza» femminile guida il
3S con 10 punti, davanti a San
Secondo, Avis Perosa, Vbc Pinerolo con 6 punti.
CALCIO
Circa quaranta docenti di
educazione fisica provenienti
da scuole materne, elementari,
medie e superiori di tutto il
Nord Italia, dal 1“ aprile si sono confrontati a Torre Pellice
sui contenuti del progetto
«Sport per tutti». In particolare l’iniziativa è finalizzata a
promuovere nella scuola la
pratica di attività sportive che
coinvolgono non solo gli atleti
veri e propri ma intere scolaresche. Il progetto inoltre ha la
sua specificità nel voler fare
dello sport un fondamentale
strumento di prevenzione del
disagio minorile, proponendo
le discipline sportive come veri e propri forti momenti educativi. I docenti riuniti a Torre
Pellice si sono occupati in
particolare del calcio, visto
come pratica sportiva di facile
attuazione, moìto amato e praticato tra i bambini e i ragazzi
tra gli 8 e i 12 anni, che contano a livello nazionale oltre
trentamila squadre giovanili e
più di tremila scuole calcio.
L’obiettivo, dicono gli organizzatori, è quello di collaborare alla formazione di tecnici
preparati anche dal punto di
vista pedagogico, che sappiano usare lo sport e in particolare il calcio come uno strumento di formazione e crescita dei giovani. Non a caso uno
dei tre corsi che ogni anno
vengono organizzati in Italia
quest’anno si è svolto in Piemonte: proprio a Torino, 100
anni fa, veniva fondata la Federazione italiana giuoco calcio e all’inizio di maggio sono
previste in città numerose manifestazioni.
PALLAMANO
Si conclude in bellezza il
campionato under 15 di pallamano per il 3S Pinerolo; l’ultima partita, col Rivalta, ha
dato alla squadra di Miriam
Bellion la vittoria e il secondo
posto nel girone. Tutti i giocatori, compreso il portiere Demichelis (su rigore) sono andati a rete. Cannoniere assoluto Stefano Rivoira, autore di
12 reti. Il punteggio finale di
25-10 dice di una gara assolutamente senza storia, fin dal
primo tempo. Nell’under 18
invece il 3S ha perso per 8-16
a Vercelli, senza tuttavia compromettere il terzo posto. Il
primo tempo si è chiuso sul 55 mentre nel secondo tempo è
successo di tutto, compresa
l’esplusione di Vellano reo di
proteste troppo vibrate. Ci sono state molte altre penalità
minori ma soprattutto ne ha risentito il gioco dei pinerolesi:
il Vercelli ha così preso il largo per il successo finale.
PODISMO
Un folto gruppo di atleti del
gruppo sportivo Comunità
montana valli Chisone e Germanasca ha partecipato domenica alla «Vivicittà» di Torino. Monica Ghigo e Valeria
Clot Varizia sono giunte rispettivamente prima e seconda fra le esordienti; successo
anche per Valentina Richard
fra le cadette. Sul podio anche
Francesca Ferrerò, 2“ fra le ragazze, David Ghigo, 2" fra i
ragazzi e Stefano Bresso, 3“
fra i cadetti.
9 aprile, giovedì — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Alle ore 15, nella sala mostre
del municipio, su iniziativa
dell’Auser e del sindacato pensionati della Cgil, Giovanni
Borgarello illustrerà la proposta di costituzione del parco
naturale della vai Pellice.
9 aprile, giovedì — Presso
la sede della Comunità Montana dalle 9 alle 12 e dalle 13 alle
16 giornata di formazione per
direttori di presidio residenziale dedicata al tema «Vecchi
stereotipi e nuove prospettive
per l’adulto anziano» con la
dott. Alessandra Risso.
11 aprile, sabato — PRAGELATO: Nella sala consiliare del municipio presentazione
del libro «Divertirsi», scritto
dagli alunni delle scuole elementari, e apertura della mostra «Dindalan» (culle e giochi
per bimbi di altri tempi) a cura
della Comunità montana e
dell’associazione culturale
«Abitare in valle».
13 aprile, lunedì — TORRE PELLICE: Per le vie del
paese dalle 8 alle 17 fiera di Pasquetta, con mercatino naturale.
15 aprile, mercoledì — TORINO: Alle 21, al teatro Agnelli, per la rassegna «Il teatro delle religioni», va in scena «L’asino che vola» sulla storia di San
Giuseppe da Copertine. Ingresso £ 15.000, ridotto 10.000.
16 aprile, giovedì — PINEROLO: Alla libreria Volare,
corso Torino 44, alle ore 18, incontro sul tema «Il mezzo secolo d’oro della medicina torinese» con il prof. Tosano, dell’Archivio scientifico e tecnologico
dell’Università di Torino.
16 aprile, giovedì — TORRE PELLICE: Alla biblioteca
della Casa valdese, alle 15,30,
per rUnitrè, concerto per flauto e pianoforte con Alessandra
Crosta e Nadia Testa. Beethoven, Donizetti, Doppler.
16 aprile, giovedì — TORINO: Al teatro Agnelli, alle ore
21, per la rassegna «Il teatro
delle religioni», va in scena
«Thérèse».
17 aprile, venerdì — PINEROLO: Nella chiesa di San
Giuseppe, alle 21, concerto per
pianoforte con Aldo Sacco.
17 aprile, venerdì — TORRE PELLICE: All’ospedale
valdese, dalle 8,30 alle 11,30,
prelievo collettivo di sangue
per la sezione locale Fidas.
17 aprile, venerdì — BIBIANA: Al cinema parrocchiale, alle 20,45, incontro sul
tema «Se in famiglia qualcuno
beve, chi ha più bisogno di aiuto?», con Nicola Lezza, psichiatra del Servizio di salute
mentale Val Pellice.
17 aprile, venerdì — TORRE PELLICE: Alla sede del
Cai, piazza Gianavello, alle 21,
serata di diapositive dedicata al
Madagasca.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma, giovedì 9 e venerdì 10, ore
21,15, La seconda guerra civile americana di Joe Dante;
sabato, ore 20,20 e 22,10, domenica, 16,30, 18, 20,30,
22.10, lunedì ore 20,30 e
22.10, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì (ore 21,15)
Aprile di Nanni Moretti.
PINEROLO — La multisala
Italia propone, alla sala «Scento», La maschera di ferro: feriali 19,45 e 22,20, sabato 19,45
e 22,30, domenica 12 e lunedì
13, 14,45, 17,15, 19,45 e 22,20.
Alla sala «2cento» è in visione
Un topolino sotto sfratto; feriali 20,15 e 22,20, sabato 20,15
e 22,30, festivi 14,30, 16,30,
18,15, 20,15 e 22,20.
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica;
DOMENÌCA12 APRiLE
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo
tei. 0121-323422; fax 323831
redazione Torre Pellice
tei. 0121-933290; fax 932409
Sped. In abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. ai sensi di legge Piera Egidi
Stampa; La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 2.000
VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 12 APRiLE
San Germano Chisone;
Farmacia Tron , tei. 58771
LUNEDÌ 13 APRiLE
Rinasca: Farmacia Bertoreiio
- v. Nazionale 22, tei. 800707
Villar Pellice: Farmacia Gay
Piazza Jervis, tei. 930705.
LUNEDI 13 APRILE
Luserna San Giovanni: Farmacia Saveiloni - Via Blando
4 - (Luserna Alta), tei. 900223
VENDESI Villar Pellice
casa semi indipendente 2 cantine, primo piano cucina sala bagno, secondo piano due camere. Stalla, fienile, giardino. Tel.
0121-930758 (ore serali).
BORGIO VEREZZI (Savona) mensilmente affittasi alloggio. Tel. 0121-91224.
l'inizi
civil
DAVI
Dal 9 i
svolto
dese di Rio
diaccoghei
bielorussi <
Radum. Po
solino biai
nazionale (
si occupa d
re dell’inf
inserisce ir
iniziative
svolgerann
no in varie
sola. Quest
sentano ut
vello saniti
ciale per c
oltre a sul
radiazioni
reattore ni
vivono un
dono fami
Il camp
Comune c
la direzior
se, ha vist
partecipa:
zione di I
prodigate
solidarieti
bini. Le 1
presenti r
naie, sia 1
cattoliche
no prodig
indûment
ganizzare
timento t
culturale
Feste e gl
glioii risi
scampagn
lezze nato
no susse
mente. In
sottolinei
l’amminis
e della di
che hann
alle inse]
■ CI
Cors
sulp
L’anm
valdese c
evangelic
Pascal» a
una serie
titolate «1
fede», eh
di riperc
radici el
modo di
con Dio
che si rin
lità del C
senza ri:
zioni del
Nella ste;
uo un sei
che Si
Il COI
anno n
immigri
gente,
Molti, c
^fine ti
da una
^); sej
menico
Dupré ]
tante d
ministe
dibatti!
'’enti c
associa
conclui
tte dur;
Mi'iwol
Palerm
(borgo
11
1998
vene^
10 APRILE 1998
Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
I
\sca
stiva:
81154
ILE
71
E
torello
10707
stiva:
ca:
ILE
a Gay
)5.
E
i: FarSlancio
D0223
;si
erolo
831
ice
32409
ma
nenie
i/60
)idi
'Savo
allog
Solidarietà alla Casa valdese di Rio Marina
Per i bambini bielorussi
l'iniziativa di accoglienza ha coinvolto anche la comunità
civile e le autorità scolastica e amministrativa dell'isola
naVIDE BUTTITTA_
Incontro con Paolo Naso alla chiesa di La Spezia
La costruzione della società multiculturale
ELISABETTA SENESI
Dal 9 al 27 marzo si è
svolto presso la Casa valHpse di Rio Marina un campo
Accoglienza per 15 bambini
eloruisi dell’orfanotroflo di
Radum. Promosso da «Il Sas«olino bianco», associazione
nazionale di volontariato che
d occupa di iniziative in favore dell’infanzia, il campo si
inserisce in un programma di
iniziative analoghe che si
svolgeranno nell’arco dell anno in varie località della penisola Queste iniziative rappresentano un forte aiuto sia a livello sanitario sia a livello seriale per questi ragazzi che,
oltre a subire gli effetti delle
radiazioni dell’esplosione del
reattore nucleare di Cernobil,
vivono una realtà di abbandonofamiliare.
Il campo, organizzato dal
Comune di Rio Marina e dalla direzione della Casa valdese, ha visto una straordinaria
partecipazione della popolazione di Rio Marina, che si è
prodigata nell’aiuto e nella
solidarietà verso questi bambini. Le varie associazioni
presenti nel territorio comunale, sia laiche che religiose,
cattoliche e protestanti, si sono prodigate nella raccolta di
indumenti e fondi e nell’organizzare momenti di divertimento e di arricchimento
culturale per questi ragazzi.
Feste e giochi, cene nei migliori ristoranti del paese,
scampagnate e visite alle bellezze naturali dell’isola si sono susseguite incessantemente. In particolare poi va
sottolineato l’impegno dell’amministrazione comunale
e della direzione scolastica
che hanno costruito insieme
alle Insegnanti bielorusse.
La Casa valdese di Rio Marina ha ospitato ii campo
che avevano accompagnato i
bambini, un percorso didattico comune fra i ragazzi albani e quelli bielorussi, facendo
di questa occasione un momento di scambio e di reciproca conoscenza.
Notevole è stato l’impegno
profuso dal personale della
Casa valdese, e in particolare
della direttrice Ornella Grein,
che hanno «adottato» per
questo periodo questi ragazzi
comunque sfortunati, rendendo con mille attenzioni
l’ambiente familiare e il soggiorno piacevole, coadiuvati
da un numeroso gruppo di
volontari che si sono costituiti come sezione locale de «Il
Sassolino bianco». L’associazione per poter svolgere queste e altre attività ha richiesto
e ottenuto un parziale finanziamento dei progetti alla
Commissione otto per mille
della Chiesa valdese. Questa
associazione nazionale, nata
da un gruppo di fratelli e sorelle delle chiese evangeliche
fiorentine ma assolutamente
■ Chiesa valdese di Torino
Corso di formazione
sul profetismo ebraico
L’anno scorso la Chiesa
valdese di Torino e il Centro
evangelico di cultura «Arturo
Pascal» avevano organizzato
una serie di conversazioni intitolate «Com’è nata la nostra
fede», che avevano permesso
di ripercorrere e rivisitare le
radici ebraiche del nostro
utodo di vivere il rapporto
con Dio, senza per questo
une si rinunciasse alla centrahtà del Cristo e, d’altra parte,
senza rinnegare le acquisi®oni della scienza moderna.
Nella stessa traccia, quest’antro un secondo ciclo di inconfri, che saranno tenuti dal pa
store Giorgio Bouchard, affrontano il messaggio dei
profeti ebrei.
Gli incontri sono aperti a
tutti e si tengono nella sala
valdese di via Pio V 15 (I piano) in due orari paralleli (ore
16 e ore 20,45) con inizio giovedì 16 aprile (argomento del
giorno «I profeti contro l’idolatria»). Seguiranno «La coscienza di fronte agli imperi»
(23 aprile); «Cittadini, non
servi» (7 maggio); «La giustizia sociale» (14 maggio); «La
missione universale di Israele» (21 maggio); «L’attesa
messianica» (28 maggio).
centro studi per il CRISTIANESIMO SOCIALE
Borgo Riccio 13-43100 Parma - tei. 0521/238551
B consueto Convegno di Mezzano (Parma) si terrà quest
Unno nei giorni l°-3 maggio e affronterà la questione della
iuimigrazione, nel quadro del tema, oggi così centrale e urpnte, della società aperta, multiculturale, ecc. Il titolo è
diversi, ma non troppi. Immigrazioni nelle società italiane
Jfine millennio. 11 Convegno sarà introdotto, sabato mattina,
una relazione di Giovanni Mottura (Università di Modetta); seguirà una tavola rotonda a cui prenderanno parte Doroenico Maselli, Sergio Rostagno, Bruno Tron e Anne Marie
Bupré per il Servizio rifugiati e migranti Fcei, un rappresentante della Garitas; siamo in attesa di conferme da parte de
"tinistero degli Affari Sociali e del ministero degli Interni. 11
9'battito del sabato pomeriggio sarà aperto da alcuni interVenti che riflettono esperienze di base (centri d accoglienza,
Ussociarioni di immigrati, amministratori locali, ecc.). Le
'-onclusioni si terranno la domenica mattina. La predicazione durante il culto sarà svolta da Bruno Tron e da Vivian
Wiwoloku, collaboratore del Centro per l’immigrazione di
ulermo. Per le prenotazioni rivolgersi a Massimo Aquilante
(borgo Riccio 13 - 43100 Parma. Tel. 0521-238551).
laica e aperta al contributo di
tutti, per svolgere le proprie
attività sta intessendo una rete di rapporti di collaborazione con altre associazioni che
condividono le stesse finalità
e fa appello a tutte le associazioni e istituti e alle chiese
evangeliche e ai singoli membri di chiesa per avere suggerimenti, collaborazioni e sostegni finanziari per nuovi
progetti di aiuto all’infanzia
in difficoltà. Progetti simili a
quello di Rio Marina si svolgeranno entro l’anno presso
il Centro vacanze dell’Esercito della Salvezza di Bobbio
Pellice e presso Casa Cares in
Toscana e, vista la particolare
sensibilità dimostrata dalla
popolazione elbana, l’iniziativa di accoglienza di questi
bambini bielorussi verrà replicata a febbraio e diventerà
un impegno fisso della Casa
valdese di Rio.
L’indirizzo dell’associazione «Il sassolino bianco» è
presso la Chiesa valdese, via
Manzoni 21, 50122 Firenze.
: Albano
Verso
un concilio
universale
La comunità evangelica
ecumenica di Albano e il
gruppo ecumenico della stessa cittadina organizzano per
domenica 19 aprile alle ore 11
una celebrazione ecumenica
in via Risorgimento 87. Interverrà per l’occasione Gigi De
Paoli, membro del Comitato
di collegamento del movimento internazionale «Noi
siamo chiesa», sul tema «Verso un concilio universale».
Ogni terza domenica del
mese la comunità evangelica
ecumenica e il gruppo ecumenico promuovono una celebrazione ecumenica della
parola di Dio, a cui invitano
esponenti di varie realtà ecclesiali per una testimonianza e una condivisione del
cammino di fede. Gigi De
Paoli, cattolico, psicoanalista,
è esponente del movimento
internazionale nato in Austria in ambiente cattolico e
che ha raccolto milioni di firme in tutto il mondo per promuovere la democrazia nella
chiesa. Attualmente il movimento sta riflettendo sulla
proposta lanciata dal Consiglio ecumenico delle chiese
di avviare, all’inizio del nuovo millennio, un processo
conciliare che coinvolga tutte
le chiese cristiane.
Seguirà un’agape comunitaria. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere al pastore Luca Negro (tei. 069647827) oppure alla famiglia
Vanni (tei. 06-9323917).
Nel mese di marzo ha
ripreso la sua attività
il collettivo culturale della chiesa valdo-metodista di
La Spezia con una conferenza-dibattito sul tema dell’emigrazione, tenuta da Paolo
Naso, giornalista e direttore
della rivista «Confronti». «Vivere insieme per crescere insieme; la sfida della costruzione di una società multiculturale» è stato l’argomento di
riflessione su cui il relatore ha
intrattenuto l’uditorio, tracciando un quadro ampio e articolato della situazione di
ben 50 milioni di persone che
vivono in varie nazioni d’
Europa nelle quali non sono
nati, ma in cui sono stati, in
qualche modo, attratti dalla
possibilità di ottenere condizioni di vita migliori rispetto
al proprio paese d’origine.
Considerati culturalmente
«diversi» nel senso ampio del
termine, sono stati accolti a
partire dagli Anni 70 soprattutto come forza lavoro da
sfruttare, quasi sempre come
lavoratori stagionali, non tutelati (vedi Francia, Belgio,
Germania). Sotto un profilo
sociologico si può schematicamente parlare di tre differenti modi di rapportarsi con
gli emigrati e quindi con la
loro «diversità».
Il primo modello è quello
della «balcanizzazione», che
si è realizzato attraverso la
separazione delle culture
che, secondo questo tipo di
approccio, non è possibile
unificare. Si pensi al Sud Africa con l’apartheid, alla situa
16-19 aprile
Chiese latine
in assemblea
a Ecumene
Si svolgerà dal 16 al 19
aprile, presso il Centro metodista «Ecumene» di Velletri,
l’assemblea della Conferenza
delle chiese protestanti dei
paesi latini d’Europa (Coppie) che celebra in questa occasione il cinquantenario
della fondazione. Al centro
dei lavori la questione delle
«relazioni tra le chiese e lo
stato», inquadrata in un contesto europeo in costante trasformazione, nel quale il dibattito sulla libertà religiosa,
ormai garantita da tutte le
Costituzioni degli stati membro della Comunità europea,
si sposta sulle modalità pratiche di queste relazioni e sulle
loro evoluzioni recenti. Statuto fiscale e finanziamento
pubblico alle chiese, accesso
ai mezzi di informazione e
interpretazione del principio
di laicità: questi i temi principali del dibattito assembleare
che verrà ufficialmente aperto dal presidente della Cepple, il pastore valdese Salvatore Ricciardi, e dal segretario Gérard Delteil, pastore
della Chiesa riformata di
Francia. Seguiranno la relazione dei professori Gianni
Long, ordinario di Diritto
pubblico alla Luiss di Roma,
e Roland Campiche, ordinario di sociologia all’Università di Losanna.
La Cepple è stata fondata
nel 1948, con gli echi della
guerra mondiale ancora percettibili nell’Europa alla ricerca di una nuova identità,
per rafforzare i legami di solidarietà tra le chiese latine
dell’Europa; in particolare
con quelle spagnole e portoghesi, colpite dall’oppressione delle rispettive dittature.
Fanno parte della Cepple in
Italia le chiese valdesi, metodiste e battiste. (nev)
Disordini razziaii nel Sud Africa degli anni ’60
zione balcanica, dove la presenza di etnie molto differenziate ha portato alla cosiddetta pulizia etnica, o alla
complessa realtà libanese.
Questo tipo di modello sociale ha però storicamente sempre comportato guerra e
scontro violento.
Il secondo modello è quello proposto dagli Stati Uniti
d’America del crogiuolo, per
cui dalle differenti culture è
possibile creare un’unica
identità. Infatti negli Stati Uniti sono state accolte ondate
di persone provenienti dai
più svariati paesi del mondo
con due grosse eccezioni: la
comunità latinoamericana e
quella nera. Non possiamo, a
questo proposito, non ricordare la battaglia combattuta
da Martin Luther King contro
la separazione razziale e, per
riferirci a più recenti avvenimenti, gli scontri tra poliziacomunità afroamericana e
comunità coreana avvenuti
nel 1993 a Los Angeles che
mostrano il fallimento del
modello nordamericano.
Il terzo tipo di struttura sociale è quello dell’omologazione, attuata particolarmente in Francia, dove le mi
noranze di emigrati sono stati costretti all’identificazione
con la cultura dominante;
questo ha determinato ribellione, esplosioni di violenza,
degrado sociale, delinquenza. È evidente quindi come
questi tre modelli portino in
sé le cause della loro stessa
crisi; guardando quindi le
cose con realismo, è necessario, secondo Paolo Naso,
orientarsi verso atteggiamenti diversi.
Premesso che il Sud del
mondo sarà sempre più povero, dal momento che le politiche di cooperazione internazionale sono destinate ad
esaurirsi per mancanza di
fondi, considerato inoltre che
il mercato del lavoro si evolve
in senso globale e che tutte le
società moderne si fondano
sul pluralismo, è necessario
prima di tutto imparare a conoscere davvero queste culture diverse, cercando di liberarci da pregiudizi e luoghi
comuni. La premessa fondamentale per la realizzazione
di tutto ciò è comunque il riconoscimento della parità di
diritti per tutti per evitare che
la parola pluralismo sia vuota
di contenuti reali.
Per le chiese evangeliche
Atti liturgici
e registri ecclesiastici
È disponibile il fascicolo n.
1 degli «Atti liturgici» prodotto dalla Commissione per il
culto e la liturgia della Chiesa
evangelica valdese (Unione
delle chiese valdesi e metodiste). Il fascicolo contiene le liturgie per il battesimo dei
credenti, il battesimo dei figli dei credenti, la confermazione, l’ammissione di nuovi
membri già battezzati in una
chiesa non evangelica, l’accoglienza (presentazione) di
figli di credenti.
Le liturgie sono adatte all’uso delle chiese valdesi e
metodiste ma, almeno in parte, sono adattabili all’uso delle chiese battiste e delle altre
chiese evangeliche.
Il costo del fascicolo (pp.
Ili, formato 18x24 cm) è di £
10.000, più £ 4.500 di spese
di spedizione (invio con la tariffa «lettere»). Chi lo deside
ra può ricevere, senza ulteriore spesa, anche il floppy
disk (specificare il formato
del file e se si utilizza la piattaforma Dos o Mac).
Inoltre sono ancora disponibili 1 seguenti registri ecclesiastici (pp. 100, formato
26x35 cm) a £ 50.000 cadauno, comprensive delle spese
di spedizione:
• atti di battesimo;
• atti di matrimonio;
• atti di benedizione di matrimonio;
• atti di sepoltura.
I registri sono utlilizzabili
da parte di tutte le chiese
evangeliche, salvo il registro
degli atti di matrimonio specificamente predisposto per
le chiese valdesi e metodiste.
Rivolgersi alTamministrazione di «Riforma»; via San Pio
V, 15, 10125 Torino; telefono
011-655278 - fax 011-657542.
12
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 10 APRILF
La ricorrenza del XVII Febbraio ricordata dagli evangelici di Roma
L^anniversario festeggiato nella sua data
Dal Medioevo al Novecento una linea storica ricca di episodi, testimonianze
e animazioni cantate per riflettere collettivamente sul senso della libertà
MARIA BONAFEDE
Esta'a una settimana della
libertà importante quella
di questo 1998 che abbiamo
voluto festeggiare in due modi, anzi in tre. 11 primo, starei
per dire il più importante,
non riguarda ciò che abbiamo fatto, il contenuto delle
iniziative, ma il quando, e
cioè la data della prima occasione di incontro, riflessione,
festa e preghiera delle chiese
evangeliche di Roma: abbiamo scelto di festeggiare insieme l’anniversario del XVII
Febbraio 1848 proprio il 17,
un martedì, un giorno feriale,
lavorativo, e non la domenica
più vicina o un giorno più favorevole alla partecipazione,
come ormai siamo abituati a
fare da anni visto che Roma è
enorme, gli spostamenti difficili e lunghi.
Abbiamo scelto di festeggiare il 17 perché le date contano, e un anniversario va festeggiato nella sua data, perché è importante ricreare una
coscienza. E se i valdesi, dopo
sette secoli di emarginazione,
persecuzione, negazione del
diritto a esistere, il 17 febbraio 1848 ottennero finalmente quel diritto, non si potevano ricordare 150 anni di
libertà in un altro giorno. Mi
chiedo se questo non debba
valere anche per i prossimi
anni, quando non sarà più cifra tonda, se non sia impor
II m.o Carlo Leila, direttore del coro «Ipharadisì»
tante per noi provare a riscoprire quella data e quella storia, ricomprenderla insieme
ai più giovani fra noi che di
quella data e del senso di
quella lunga vicenda non
sanno quasi nulla. Non, evidentemente, per il gusto degli
anniversari, né per una sorta
di trionfalismo, ma perché la
memoria è necessaria per vivere, per sapere che il fatto
che esistono chiese valdesi a
Roma, a Milano, a Napoli, a
Palermo... cioè fuori delle valli valdesi dipende da quella
data, 0 anche da quella.
11 secondo modo e il terzo
modo di ricordare e esprimere riconoscenza al Signore in
occasione della Settimana
della libertà sono legati ai
Chiesa battista di Casorate
Un'assemblea ricca di
proposte per la testimonianza
Il 29 marzo, dopo il culto e
un’agape fraterna, ha avuto
luogo l’assemblea ordinaria
annuale della chiesa evangelica battista di Casorate Primo
con partecipazione di un cospicuo numero di membri. La
relazione del pastore ha evidenziato alcuni punti indispensabili per un valido impegno di ogni membro della
comunità in vista di un lavoro
fattivo di testimonianza e
evangelizzazione degno del
compito che Dio affida Ila sua
chiesa. La relazione è stata
approvata all’unanimità e alcune sorelle hanno espresso
loro pensieri nel desiderio di
collaborare: sono seguite le
relazioni delle varie attività,
tutte approvate all’unanimità.
A soli due mesi dall’insediamento del pastore Colombo
risulta evidente l’assiduo lavoro già svolto nonché lo zelo
e l’entusiasmo che animano
tanto lui quanto la consorte e
fedele collaboratrice Tina: di
questo la comunità si è già dimostrata molto riconoscente.
L’assemblea si è chiusa verso
le 19,30 in un’atmosfera di
comunione fraterna, e di riconoscenza al Signore per le sue
benedizioni.
onfiv i
APRILE 1998
NordISud
Quando il debito divora lo sviluppo
Memoria
Lo scambio politico tra foibe e Shoah
Russia
La legge sui culti e il proselitismo selvaggio
Islam
Famiglia musulmana e sfide della modernità
Sindone
Un ostacolo all’ecumensimo?
Confronti: una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 65.000;
(sostenitore lire 120.000 con libro in omaggio). Versamento sul ccp 61288007
intestato a coop. Com Nuovi Tempi, via Firenze 38, 00184 Roma.
Chiedete una copia omaggio telefonando allo 06-4820503, fax 4827901,
(indirizzo Internet; Http7/hella.stm.it/market/sct/home.htm)
contenuti, a ciò che abbiamo
fatto. Anzitutto la sera del 17:
la chiesa piena, abbiamo cercato di seguire attraverso i secoli una traccia di libertà, aiutati da brevissime e essenziali
pagine di storia che andavano dal Medioevo al Novecento, con il supporto di immagini che aiutavano la memorizzazione dei fatti e di canti
delle diverse epoche eseguiti
da un coro convinto e trascinante, «Ipharadisi», composto da fratelli e sorelle delle
chiese evangeliche napoletane e guidato dal maestro Carlo Leila. «Ipharadisi» ha chiuso in crescendo regalandoci
una coinvolgente animazione
biblico-canora sulla libertà.
Giovani e meno giovani, val
desi, metodisti, battisti, salutisti, luterani, ma anche avventisti e pentecostali, insieme a fratelli e sorelle cattolici,
come l’amico monsignor Clemente Riva, hanno vissuto insieme questa festa della memoria e della libertà.
Domenica 22 febbraio un
altro incontro significativo ha
chiuso la nostra Settimana,
mettendo l’accento sulla sfida che la libertà pone oggi alle chiese: a piazza Cavour era
infatti confluito il convegno
«Essere chiesa insieme» organizzato nei giorni precedenti
dalla Ecei. E stato un culto
hello, pieno di lingue e di
musica, pieno di attesa della
parola, ma anche di gioia per
la fraternità vissuta. La Scrittura è stata letta in più di 15
lingue, e il senso di quell’incontro era in modo tangibile
il contenuto della parola
d’ordine scelta per quest’anno dalla Federazione: «la libertà degli altri». Cioè non
solo la memoria, non solo il
cammino aH’indietro nei solchi che la libertà ha tracciato
nella storia del mondo e nella
nostra, ma anche la volontà,
con l’aiuto di Dio, di vivere
oggi quella libertà cercando
di capire insieme quali frontiere apre la libertà, e per
quali libertà c’è bisogno di
impegnare la propria fede e
le proprie risorse.
(da «La comunità di piazza
Cavour», aprile)
Centro culturale protestante
Una biblioteca a disposizione
dei cittadini di Milano
La biblioteca del Centro
culturale protestante di Milano è a disposizione di quanti
abbiano bisogno di consultare lessici e dizionari biblici e
teologici, commentari dei libri dei due Testamenti, studi
particolari su tutta l’estensione della Scrittura, opere varie
di storia del protestantesimo,
scritti e biografie dei riformatori, opere dei teologi protestanti di ieri e di oggi, e materiale documentario sulla storia e la vita delle chiese evangeliche italiane, nonché annate di riviste evangeliche.
L’iniziativa di una biblioteca specialistica in una città
importante come Milano rispondeva allo scopo primario
di andare incontro alle esigenze di un pubblico piuttosto vario. Scrivevano i responsabili, nella circolare del novembre 1995, con cui si dava
comunicazione ufficiale della
sua apertura: «L’iniziativa si
affianca a quella della libreria
Claudiana e si colloca in una
prospettiva prettamente culturale: non è cioè condizionata da particolari interessi di
carattere confessionale e mira
a una documentazione per
quanto possibile globale di
quella molteplicità e varietà
di aspetti che costituiscono
da sempre una caratteristica
della realtà protestante. Per
cui l’attenzione non è limitata
alla Riforma e alle maggiori o
minori famiglie ecclesiastiche
che ad essa fanno capo, ma si
estende anche ai movimenti
di dissenso o collaterali al fenomeno delle associazioni indipendenti e a quanto porta
l’impronta dello spirito protestante nei più svariati ambiti
culturali, come l’etica, la politica, il diritto, l’educazione,
l’arte e la letteratura».
Nel rivolgersi in modo particolare alle comunità evan
geliche e ai singoli loro membri, i promotori ricordano
che la biblioteca è stata concepita come uno strumento
di servizio cristiano a disposizione di quanti possano avere bisogno di un ampio e
qualificato materiale di studio, documentazione o informazione altrimenti introvabile nelle corhuni biblioteche
pubbliche. Si rende così possibile, per esempio, la consultazione di dizionari, lessici
e enciclopedie di varie dimensioni e in diverse lingue,
oltre a commentari, introduzioni e studi generali o particolari sull’intera estensione
della Sacra Scrittura. A questo si aggiunga la possibilità
di accedere ad opere che dai
più vari punti di vista trattano in genere del cristianesimo e più in particolare del
protestantesimo. Della biblioteca è parte integrante
una emeroteca che mette a
disposizione del lettore riviste e periodici in diverse lingue e di varia informazione,
attraverso cui è possibile tenersi aggiornati su quanto sta
avvenendo nel mondo protestante e nei più diversi settori
di attività (vita delle chiese,
teologia, educazione, ecumenismo, missioni, ecc.).
Per la consultazione e la
lettura in loco da parte del
pubblico sono stati fissati
due giorni della settimana,
martedì e giovedì, dalle ore
15 alle 18. E possibile, eventualmente, accordarsi per altri giorni e altro orario mediante appuntamento. 11 servizio di biblioteca sarà sospeso per ferie dal 15 luglio
al 15 settembre. La biblioteca, come lo stesso Centro
culturale protestante, è ospitata nei locali della libreria
Claudiana, via Francesco
Sforza 12/a; tei. 02-76021518.
Tra Firenze e Regge Ilo
Settimana della libertà
con falò presso Casa Cares
ANTONELLA SCIUMBATA
I
1 sabato «prima del 17» è
ormai consolidata tradi
zione un pomeriggio-sera a
Casa Cares a Reggello. Una
inattesa ostruzione stradale
ha rallentato l’afflusso, comunque un bel gruppo interessato ha seguito e poi discusso con forte partecipazione la vivace presentazione
che Debora Spini ha fatto del
libro di Giorgio Tourn Italiani e protestantesimo, sottolineandone il valore e il carattere stimolante e indicando
qualche aspetto a suo giudizio più discutibile o parziale.
La discussione ha coinvolto
un po’ tutti e si è protratta a
lungo, quando già si chiamava a tavola per il cosiddetto
buffet, che in realtà è sempre
una cena deliziosa e abbondante, in fraterni conversari.
Poi, sotto il cielo stellato, il
falò che, quest’anno particolarmente maestoso e preparato a opera d’arte; ha brillato
a lungo, fra canti che pian
piano si smorzavano con lo
smorzarsi delle fiamme. Ore
molto belle, per cui siamo
grati: in particolare alla sempre ospitale Casa Cares e ai
suoi animatori, così come a
Debora Spini, che non ha solo parlato, ma ha dato anche
uno slancio vigoroso al canto.
Domenica 15, nel corso dei
culti, si è naturalmente tem
ta presente la ricorrenza d
150° anniversario deU’emji
cipazione. È sempre un iZ
mento di gioia, di ricoM
scenza, ma anche un mn
mento in cui domandarci;!
me viviamo la libertà cona
guita, che cosa abbiamo fai
di questo dono, e se lo ricj.
viamo continuamente com
un compito...
Appuntamento quindi m
salone di via Manzoni peti
pranzo comunitario, che ri
nisce ogni anno evangeli
delle varie comunità, a sem
che la ricorrenza è davveti
avvertita come dono e fesii
comune. Alcuni, in specie i
cune, ci avevano molto lavorato, e l’esito è stato vivamente apprezzato. Siamo stati liej
di avere fra noi una rappresentanza degli studenti e sin
dentasse del Centro di formazione diaconale: due di loros
sono brevemente presentate e
vorremmo che fra questi studenti e le nostre comunità!
rapporti fossero più frequenti,
anche se sappiamo che sono
assai «presi» fra la preparazione professionale e quella diaconale. Poi Paola Reggiani ha
presentato l’avvio, assai rallegrante, del volontariato domiciliare, la nuova attività organizzata e preparata nel quadro del Gignoro.
(da «Diaspora evangelim)
l
Casa Cares ha ospitato la serata di gioia
-ALBANO — Il culto del 15 marzo si è svolto a Ariccia, in comune con la locale chiesa battista e con l’animazione musicale di Carlo Leila e Marta D’Auria. Ringraziamo gli studenti
in teologia Alessandro Spanu e Paolo Morlacchetti che
hanno presieduto alcuni culti.
• Il gruppo giovanile ha svolto un riuscito seminario sui temi dell’etica familiare a Santa Severa il 21-22 marzo. L’incontro del 26 marzo è stato dedicato al tema del volontariato internazionale con la presenza della nostra Stefania
Cuozzo, attualmente volontaria in un ospedale evangelico
a Strasburgo, e di Babul Miah, volontario inglese presso il
Servizio rifugiati e migranti della Fcei.
• 11 13 marzo è mancata la sorella Santa Troiani Mollica:
1 Evangelo della resurrezione è stato annunciato sabato H
nella chiesa battista di Ariccia. Esprimiamo ancora una volta la nostra simpatia cristiana ai parenti tutti.
C.AMPOBASSO — Domenica 8 febbraio, al culto, abbiamo rivisto e salutato il fratello Rabke, sua moglie e la sorella di
lei, che hanno portato alla comunità il proprio pensiero
fraterno e i saluti di Frank e Maria Gibson, che ricordiamo
sempre con molto affetto. Nella stessa circostanza abbiamo ricevuto un gradito messaggio da parte del pastore Am
tonio Casarella, coordinatore delle Chiese libere in Italiasiamo lieti di averlo rivisto fra noi.
• Il 14 e 15 febbraio abbiamo avuto il piacere di ospitare H
prof. Paolo Ricca per una conferenza pubblica sul tema«La libertà degli altri» sabato 14 e poi per il culto del 15i a
cui ha fatto seguito un’agape fraterna.
RIPABOTTONI — Il lavoro della comunità si svolge con regO'
larità. Il rapporto con il paese continua a essere intenso a
proiettato nello sviluppo del progetto di rilancio. Gli studi
biblici proseguono ora con una lettura degli evangeli sin()F
tici. Nell’ambito della catechesi il discorso si sviluppa nella
presa di consapevolezza della propria identità e della ptO'
pria dignità di fede
MACCHIA VALFORTORE — Gli incontri si svolgono ogni set
timana. altornaniinsi fr;i nrpHim-rìnnii p ctiiHin. Gli
tirnana, alternandosi fra predicazione e studio, vj**
quindicinali sono temporaneamente sospesi per l’assenza
di alcuni fratelli che sono impegnati durante la settimana
FRALI — I candidati al battesimo e alla confermazione, previ'
sti durante il cunlto del Venerdì Santo, sono rispettivamente Denis Richard e Daniele Genre.
Una
al/'.
DOM
com
sa ha voi
Febbraic
ziata co
presiede
chard cc
della co
un nutr
provenii
nel corsi
la confei
vane soi
to tocca
zione d
culto si
tradizioi
diSibau
che han
mito la (
Dopo
si sono 1
dove nt
avuto lu
tema «1
berta li
venuti
storico
preside
Fubini,
ca di T
chard,
valdese
mons. I
co, Ger
egregia
conféré:
stagno,
tro culti
l
Gì
Orr
osi
Ci ha la
cordian
glie del
lo Gras
diviso i
Bologn
lenze, I
ti anni I
zata tn
domen
ratrice
dei fan
ti, versi
strume
cava ir
rio i st
gioia, i
alla na
schiud
sorriso
che re
giorna
espriii
buona
fronte
nato.C
corda'
nianzi
Ornelli
te figui
I
■ore
■rid
■SO!
■sei
■cur
inte
Pei
13
ín¿i95
aprile 1998
res
‘enteten,
'rrenzad,
deU’emaj
're un no
li ricono,
'e un no,
indurci co
■rtà conso
damo fan
se lo rico
ente con,
quindi ni
zoni petj
0. che ri»
jyangelii
tà, a segni
è daweii
no e festi
I specie aitolto lavot vivamen10 stati liej
la rapprelenti e sin) di formae di loro j
resentatet
questi stuomunitài
I frequenti,
) che sono
ireparazioquella diaeggianiha
assai ralleiato domiività orgaa nel qua
’angelica»}
Vita Delle Chiese i
La comunità valdese di Susa ha ricordato gli eventi del 1848
Il cammino della libertà
Una bella giornata comunitaria iniziata con il culto e dedicata successivamente
all'approfondimento storico, sulle tracce di un passato di fede e persecuzione
PAG. 9 RIFORMA
IVO BLANDINO
Domenica s febbraio la
comunità valdese di Suca ha voluto ricordare il XVII
Febbraio. La mattinata è iniziata con un solenne culto
oresieduto dal pastore Bouchard con la partecipazione
della corale di Prarostino e
un nutrito gruppo di fedeli
urovenienti da diverse parti;
nel corso del culto si è avuta
la confermazione di una giovane sorella, momento molto toccante come la celebrazione della Santa Cena; il
culto si è poi concluso con il
tradizionale canto del Giuro
di Sibaud eseguito dai fratelli
che hanno letteralmente greuiito la chiesa.
Dopo l’agape fraterna, tutti
si sono trasferiti al municipio
dove nell’aula consiliare ha
avuto luogo la conferenza sul
tema «Il cammino della libertà 1848-1998». Sono intervenuti il prof. Luca Patria,
storico della valle di Susa e
presidente del Cerca; Guido
Fubini, della comunità ebraica di Torino; Giorgio Bouchard, pastore della Chiesa
valdese, il vescovo di Susa
mons. Bernardetto e il sindaco, Germano Bellicardi; ha
egregiamente presieduto la
conferenza la prof. Anna Rostagno, presidente del Centroculturale «Piero Jahier».
Il sindaco Bellicardi con il pastore Bouchard e alcune sorelle nel tipico costume valdese
Il numeroso pubblico presente è stato molto attento a
quanto è stato detto dai diversi oratori e lunghi applausi hanno sottolineato e confermato l’interesse dei presenti. Poiché per la prima
volta si è svolta in Susa una
conferenza di così alto livello
culturale e oso dire di testimonianza per la città, penso
non sia azzardato e male ricordare in modo molto succinto e semplice come sia nata in Susa la Chiesa valdese.
Alla fine del 1500 esistevano nell’alta valle di Susa numerose comunità di valdesi e
riformati, ma a causa di terribili persecuzioni nel giro di
poco tempo furono completamente cancellate; il pastore della grande comunità
di Meana, allora valdese, fu
condotto sulla piazza di Susa
e bruciato vivo; era un provenzale di Nîmes. I «sopravvissuti» dovettero per costrizione andare in Svizzera o in
Germania; quindi, spento il
candeliere valdese in seguito
alla revoca dell’Editto di
Nantes nella nostra valle,
non si può più parlare di
opera valdese fino al 1866.
Un protestante inglese, l’ing.
John B. Peli, costruttore della
ferrovia del Moncenisio, a
sue spese per la vita spirituale dei suoi dipendenti fece
venire un colportore evangelico il quale percorse la valle fino a Avigliana. Nel giro
di pochi anni si formarono
gruppi di credenti a Bussoleno e Borgone, mentre in Susa
si formò un nucleo di valdesi,
si affittò una sala e così nella
seconda metà del 1867 troviamo sui registri i cenni di
una comunità ben organizzata. Nel 1908 si acquisterà uno
stabile che diverrà l’attuale
tempio. In questo periodo
giungono dalla Germania e
dalla Svizzera industriali protestanti quali Abegg, Widemann e Leumann per dirigere e costruire stabilimenti cotonieri: in quegli anni la comunità conobbe un periodo
di grande prosperità.
Le conseguenze della guerra del 1915-18 diedero un duro colpo ai vari gruppi che si
erano formati nella valle. Nel
1949 la tavola valdese mandò
nuovamente un pastore a Susa e oggi ci sono valdesi in
tredici paesi della valle, da
.Bardonecchia fino a Almese.
■ Una colonna delle chiese metodiste
Ci ba lasciati la sorella
Ornella Chambeyront Grassi
VALDO BENECCHI
in comue musica;
i studenti
;hetti che
ORNELLA Chambeyront
Grassi non è più fra noi.
Ci ha lasciati a 93 anni. La ricordiamo non solo come moglie del caro pastore Pier Paolo Grassi, con cui aveva condiviso il ministero a Trieste,
Bologna, Busio, Palermo, Firenze, Roma: Ornella per molti anni è stata amata e apprezzata monitrice della scuola
domenicale e assidua collaboratrice del giornale «L’amico
dei fanciulli». Poesie, racconti, versi sparsi, saggi, erano gli
stmmenti con i quali comunicava in un modo straordinario i suoi sentimenti, la sua
gioia, il suo stupore di fronte
alla nascita di un figlio, allo
schiudersi di una gemma, al
sorriso di un bambino, al sole
che rende lieta anche una
giornata mesta e triste. Così
esprimeva il valore di una
buona parola, la sua pena di
honte a un gattino abbandonato. Come Maria Vingiani ricordava nella sua testimonianza durante il funerale,
Ornella e Pier Paolo sono stale figure significative dell’ecu
menismo quando esso non
era ancora diffuso come oggi
ma era limitato a un certo numero di appassionati e coraggiosi pionieri del dialogo. Ornella è ricordata nelle nostre
chiese metodiste come una figura di grande statura spirituale e, proprio per questo,
un grande esempio di umiltà
dietro la quale c’era una ferma fiducia nel suo Signore.
Abbiamo salutato Ornella
riflettendo sul Salmo 23, lo
stesso che lei ha letto al marito Pier Paolo negli ultimi
istanti della sua vita. È il Salmo che contiene l’essenziale
per la nostra fede: «Il Signore
è il mio pastore. Nulla mi
mancherà». Mentre esprimiamo il nostro affettuoso
saluto ai figli Emmanuele,
Giovanni, Gaio, Italo e alle loro famiglie, ringraziamo il Signore per aver suscitato nelle
nostre chiese questa testirnone dell’Evangelo che ha aiutato molti di noi, compreso il
sottoscritto, a crescere nella
fede e il cui ricordo ci aiuterà
a orientare la nostra vita spirituale in un tempo di disorientamento e smarrimento.
Chiesa battista di Miglionico
Il punto sull'ecumenismo
nello spirito di Graz
ELIZABETH E. GREEN
:on regointenso e
Gli studi
»eli sinotppa nella
iella prò
ogni set;
Gli studi
l’assenza
ttimana.
le, previ
spettiva
Ri
ITALIA
ABBONAMENTI 1998
ESTERO
■ordinario £ 105.000 -ordinario £ 160.000
■ridotto £ 85.000 -viaaerea £ 195.000
■ sostenitore £ 200.000 - sostenitore £ 250.000
■semestraie £ 55.000 -semestraie £ 80.000
■cumulativo Riforma + Confronti £ 145.000{so\o Italia)
Per abbonarsi: versare l’importo sul ccp n. 14548101
intestato a Edizioni Protestanti s.r.l., via S. Pio V15 bis, 10125 Torino.
IN un recente articolo apparso su Riforma, Giuseppe Platone si è chiesto a che
punto sia oggi, dopo l’Assemblea ecumenica europea di
Graz, l’ecumenismo. Per rispondere a questa domanda
e toccare con mano il tema
dell’ecumenismo, la Chiesa
evangelica battista di Miglionico ha organizzato il 20
marzo un incontro con due
testimonianze. La prima è
stata data dal prof. Franco De
Vincenzis, docente di patrologia all’Istituto superiore di
studi religiosi di Matera,
l’unica persona della zona,
per quanto ci risulta, a essere
stata a Graz. Con semplicità e
franchezza il prof. De Vincenzis ha esposto la sua esperienza dal basso, di ecumenismo del popolo, di preghiera insieme a persone
unite dalla loro fede in Cristo
Gesù. Ci ha esortato a scoprire la ricchezza in ogni tradizione cristiana e ha dato un
cenno suggestivo al silenzio
come modo di comunione
con Dio e con il prossimo.
Per la pubblicità su
tei. 011-655278
fax 011-657542
La seconda testimonianza
è stata data dal pastore Martin Ibarra della Chiesa battista di Bari, delegato ufficiale
all’Assemblea.
La sua era chiaramente
una visione diversa: ha spiegato ai presenti l’andamento
dell’Assemblea, ha accennato al documento conclusivo,
ha parlato deU’ecumenismo
a due velocità e all’importanza delle relazioni bilaterali.
Insieme ai relatori siamo riusciti a dare un quadro della
situazione in cui è emersa
per alcuni versi la lentezza
della Chiesa cattolica, lentezza (indifferenza, diffidenza?)
che la piccola comunità di
Miglionico ha toccato con
mano. Nonostante l’attività
ecumenica svolta nel paese
una decina d’anni fa, essa
stenta a decollare di nuovo.
L’incontro, infatti, era inizialmente promosso insieme
alla locale parrocchia cattolica che però all’ultimo momento ha dato forfait. Nonostante ciò, l’incontro è stato
di interesse e di stimolo per i
partecipanti, determinati a
proseguire il discorso.
Agenda
TORINO — Alle ore 21, nella chiesa battista di via Viterbo,
si tiene il culto del Venerdì Santo, celebrato in comune fra
le chiese evangeliche torinesi.
MARCHERÀ — Alle ore 18, nella chiesa battista, si tiene il
culto interdenominazionale delle chiese evangeliche del
territorio in occasione del Venerdì Santo.
15 aprile
MILANO — Alle ore 18, nella sala attigua alla libreria Claudiana (via Francesco Sforza 12/a), il Centro culturale protestante organizza un incontro con il prof. Pietro Bolognesi, direttore della rivista «Studi di teologia» di Padova, sul
tema: «Che cos’è l’evangelicalismo. Origini, sviluppi e
aspetti di un movimento del mondo protestante, tanto vasto e rilevante quanto poco conosciuto da noi». L’incontro
avviene in occasione della pubblicazione del libro curato
dal prof. Bolognesi; «Dichiarazioni evangeliche. 11 movimento evangelicale 1966-1996» (ed. Dehoniane).
16 aprile
TORINO — Alle ore 16 e alle ore 20,45, nella sala valdese di
via Pio V 15, I piano, il pastore Giorgio Bouchard tiene la
prima di sei conversazioni dedicate ai profeti ebrei. Tema
del primo incontro è; «I profeti contro l’idolatria».
17 aprile
NUORO — Alle ore 18, all’Auditorium della biblioteca «Sebastiano Satta», si tiene un incontro pubblico sul tema;
«L’attualità del pensiero di Martin Luther King a trent’anni
dalla morte». Intervengono Bruno Gambardella, coordinatore del Centro culturale protestante M. L. King («La Parola che libera: Martin Luther King»); Marina Moncelsi, insegnante («L’intolleranza del diritto: le leggi razziali»); Herbert Anders, pastore battista («Nessun razzismo in Italia?
Gli esclusi della società del benessere»). Moderatore
dell’incontro Piero Pili.
NAPOLI — Alle ore 20,30, presso la Comunità evangelica
luterana (via Lontano IL il prof. Paolo Gamberini, gesuita,
parla sul tema; «Lo spirito di torpore e la libertà», nell’ambito del ciclo di incontri su «La libertà-Dio e l’uomo». Per
informazioni Ilka Sobottke (tei. 081-7430386).
UDINE — Alle ore 18, nella sala della Chiesa metodista (p.
D’Annunzio 9), Andreas Kohn, candidato al ministero, parla sul tema: «Libertà sofferta-1 valdesi in Calabria», per l’organizzzione del Centro culturale evangelico «G. Gandolfo»
18 aprile
CATANZARO — Alle ore 17, nella sala concerti del Comune, (via Jannoni), le chiese valdesi di Catanzaro e Vincolise
e il Segretariato per l’ecumenismo e il dialogo dell’Arcidiocesi Catanzaro-Squillace organizzano un incontro ecumenico dal titolo; «La mia libertà è la tua libertà. Indivisibilità
del diritto di cittadinanza nella nuova Europa». Interverigono il prof. Sergio Rostagno, la prof. Ada Cavazzani (Università della Calabria) e il prof. Gianni Mazzillo, docente di
Teologia fondamentale allo Studio teologico calabro.
19 aprile
VARESE — Alle ore 15,30, nella Chiesa battista (via Verdi
14), il pastore Giorgio Bouchard tiene una relazione sul tema: «Gli evangelici e l’Unità d’Italia» nell’ambito dell’annuale convegno evangelico delle chiese battiste lombarde.
VICENZA — A partire dalle ore 16, nella chiesa metodista
(via San Faustino 10) si tiene il bazar di primavera organizzato dal gruppo di attività femminile.
21 aprile
TORINO — Alle ore 21, nel tempio valdese di corso Vittorio
Emanuele 23, per la seconda stagione organistica, l’organista Alessio Corti esegue musiche di Pachelbel, Buxtehude e
]. S. Bach. Ingresso lire 15.000.
Radio e teleoisione
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul
primo programma radiofonico della Rai, predicazione e
notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di Raidue a cura
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne alle 23,40 circa. Domenica 19
aprile andrà in onda «Riscoprire Martin Luther King; Otto
per mille; Chiaroscuro; Un fatto, un commento». La replica andrà in onda lunedì 27 aprile alle ore 9 circa.
Graz. Vitali Kulikov, direttore del «Messaggio fraterno», giornale dei
battisti russi
9e
gioventù evangelica
SOTTOSCRIZIONE 1998
normale....................L. 45.000
sostenitore................... 90.000
estero........................ 60.000
«3 copie al prezzo di 2»...... 90.000
cumulativo GE/Confronti........90.000
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica
via Porro Lambertenghi, 28 - 20159 Milano
14
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 10 APRILE^flj VENERDÌ
La sentenza Papon
Jean-Jacques Peyronel
Dopo 6 mesi e 94 udienze, il più lungo processo della
storia giudiziaria francese del dopoguerra si è concluso
giovedì 2 aprile con la condanna a dieci anni di reclusione
per Maurice Papón, 88 anni, alto funzionario dello stato
che nel 1942, durante il regime di Vichy, era segretario generale della Prefettura della Gironda. Dopo un’istruttoria
durata 17 anni. Papón era accusato di complicità in crimini contro l’umanità per avere fatto deportare 1600 ebrei
francesi da Bordeaux al campo di smistamento di Drancy,
vicino a Parigi, in direzione di Auschwitz. Ogni paragone
con il processo Priebke sarebbe improprio: il suo «processo Prlebke», la Francia lo ha avuto nel 1987 con Klaus Barbio, ex ufficiale tedesco, capo aggiunto della Gestapo di
Lione; e successivamente, nel 1994, con il francese Paul
Touvier, ex membro della Milizia. Ambedue i processi si
erano conclusi in due mesi con la condanna all’ergastolo.
Con Papón, la Corte di Bordeaux non era chiamata a
giudicare un ex ufflciale nazista né un ex miliziano, bensì
un ex alto funzionario dello stato francese, impersonato
allora dal maresciallo Pétain, l’eroe della prima guerra
mondiale. Per questo la condanna inñitta, anche se inferiore di 10 anni a quella richiesta dal PubbUco Ministero,
è stata generalmente accolta come storica. Per la prima
volta infatti, un «grand commis» dello stato è stato riconosciuto non solo responsabile ma anche colpevole. Nel
1942, Papón era un uomo «normale» che, come tanti altri,
intendeva far carriera nella professione che aveva scelto e
per questo aveva bisogno di stare dalla parte del potere,
qualunque esso fosse. E così è stato: l’ex segretario generale della Prefettura della Gironda divenne poi viceprefetto, quindi Prefetto di Parigi sotto de Gaulle negli Anni 60 e
infine ministro sotto Giscard d’Estaing.
Il processo Papón, svoltosi davanti a una Corte formata da persone che all’epoca dei fatti non era ancora nata,
ha fatto piazza puiita di due tabù: quello della «intoccabilità» dei funzionari pubblici e quello della storiografia
ufficiale del regime di Vichy, ossia la famosa «teoria dello
scudo» secondo cui Pétain non avrebbe fatto altro che
«custodire la casa in attesa della Repubblica». Per questo
il processo ha appassionato la Francia, rivelando ancora
una volta 1’esistenza di quelle «due Francie» che da oltre
due secoli si confrontano: quella erede dell«Ancien Régime» che oggi si riconosce nelle tesi ultranazionaliste, xenofobe, razziste e antisemite del Fronte Nazionale, e
quella erede della Rivoluzione del 1789.
Del resto è sintomatico che il processo che ha messo a
nudo la «vergogna» della Francia di Vichy si sia concluso
pochi giorni dopo lo scoppio dello scandalo deUe «vergognose» alleanze elettorali tra centro-destra e estrema destra, denunciate dallo stesso Chirac. Grazie a questo processo è stato sfatato il mito gollista di una Francia massicciamente resistente nonché quello mitterrandiano di
Vichy come una «parentesi» nella storia deila Repubblica. Fra tutti i presidenti deila V Repubblica, Chirac è stato il solo ad aflFermare pubblicamente: «Sì, la follia criminale dell’occupante è stata assecondata da francesi, dallo
stato ft’ancese». Anche il tabù della non perseguibilità dei
funzionari dello stato è saltato. Alla tesi della «ubbidienza» agli ordini superiori sostenuta da Papón, ha risposto
lapidariamente Jean Kahn, presidente del Concistoro
israelitico di Francia: «Per non avere saputo disubbidire
ad ordini immorali, Maurice Papón meritava la pena
esemplare dell’ergastolo».
In quegli anni funesti, un altro ex prefetto seppe disubbidire: Jean Moulin, eroe della resistenza, che poi fu tradito e ucciso da Barbio, il «Priebke» francese. In quello
stesso anno 1942, mentre Papón firmava il pezzo di carta
che mandava nelle camere a gas di Auschwitz 220 bambini ebrei, il pastore protestante André Trocmé e i membri
della sua comunità di Le Chambon-sur-Lignon richiavano la loro vita per salvare quella di altri 1.000 bambini
ebrei. La sentenza del processo Papón ha pertanto una
seconda valenza, storica e attuale: quella di ricordare ai
tanti elettori di Le Pen che le camere a gas non sono state
affatto un «dettaglio» della storia di questo secolo.
Riforma
E-Mail (Torino): riforma@alpcom.it
E-Mail (Napoli): riforma.na@mbox.netway.it
Uri: http://www.aipcom.it/riforma
ViaS. PioV, 15- 10125 Torino-tei. 011/655278-fax 011/657542
Via Feria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille, 1 -10064 PInerolo - tei. 0121/323422 - fax 0121/323831
DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani. Marta D'Auria, Emmanuele Paschetto. Jean-Jacques Peyronel, Pietvaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli) Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia. Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo. Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio
Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro.
Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE:Stelio Armand-Hugon: GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia: ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l.-via S. Pio V, 15 bis -10125 Torino.
PtMicaMtm mMmmtìe con L'Eco dello valli valdesi;
non paò asme vendutiisepaiÈlammte
Associato alla
Unione stampa
periodica italiana
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000.
Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176 del 1' gennaio 1951. Le modifiche
sono state registrate il 5 marzo 1993,
Il numero 14 del 3 aprile 1998 è stato consegnato per l'inoltro postale airUfficio CMP Nord, via Reiss Remoli 44/11 di Torino mercoledì 1» aprile 1998.
Le celebrazioni del 150° dell'Emancipazione
Ci fu anche l'evangelizzazione
Del 1848 non si devono ricordare solo le libertà politiche
e i diritti civili ma anche la libertà dell'incontro con Cristo
MARIO CIGNONI
Leggo spesso su Riforma i
resoconti delle celebrazioni per il 150° anniversario
del 1848 nel quale vengono
intrecciati due problemi diversi; quello con lo stato e
quello con la Chiesa cattolica.
Ho l’impressione che secondo alcuni relatori con la concessione dei diritti civili ai
valdesi, e la conquista di una
certa libertà, anche il problema con la Chiesa cattolica sia
praticamente finito. E se il
problema fosse tutto qui, se
fosse solo un problema di diritti negati e concessi alle minoranze, ci sarebbe in effetti
ormai poco da dire: il problema sembra chiuso. E i cattolici gentilmente partecipano
con noi alle celebrazioni e
con noi si rallegrano per gli
eventi del 1848. A Roma in
piazza Cavour è stato addirittura autorevolmente ricordato (il 17 febbraio 1997) che il
clero piemontese sarebbe stato tra i promotori degli eventi
del 1848. È da notare tuttavia
che, in quella stessa sede, non
è stata fatta menzione della
posizione ufficiale nettamente avversa dell’episcopato
piemontese del tempo e delle
forti pressioni contrarie che
fece sul Parlamento.
Si dimentica, o comunque
si tace, che la libertà fu inter-*
pretata in funzione dell’evangelizzazione che portò diverse conversioni, cioè a cambiamenti di chiesa, a passaggi da una chiesa a un’altra. Di
qui il permanere e addirittura
il diffondersi dei contrasti
con la Chiesa cattolica prima
nel regno di Sardegna e poi
in tutta Italia. Le due questioni vanno collegate e distinte
al tempo stesso. Uno è il problema della libertà e certamente ci impegneremo e lotteremo per la libertà nostra e
per quella degli altri, per il
pluralismo in tutti i campi, e
lo faremo da cittadini, da cives, certo informati dai principi cristiani, ma essenzialmente da laici, perché la libertà di tutti sia affermata e
salvaguardata dalla legge dello stato. Altro è il problema
col cattolicesimo, che è di natura diversa, e che non si risolve superando i problemi
giuridico-istituzionali del
passato: in questo campo,
concessi i diritti civili, la contrapposizione di fondo rimane la stessa di prima.
A causa deH’unificazione di
due momenti diversi, è stato
messo bene in evidenza il tema della libertà, ma non è altrettanto in rilievo il grandissimo evento dell’evangelizza
ESATTAMENTE trent’anni
fa, la sera del 4 aprile
1968, a Memphis negli Stati
Uniti, un bianco dall’anima
nera uccideva un nero dall’anima bianca. Questo nero
si chiamava Martin Luther
King, pastore battista, leader
indiscusso del movimento
per i diritti civili della gente
di colore in America, apostolo della lotta nonviolenta.
Premio Nobel per la pace. È
stato ucciso a 39 anni.
Il messaggio che M. L. King
ci ha lasciato è di una forza
straordinaria. Per lui il concetto e la pratica della nonviolenza sono strettamente legati
a quello dell’amore cristiano,
l’wagape». Non un semplice
astenersi dalla violenza, ma
un amore attivo, positivo. Diceva: «Un amore sovrabbondante che non si aspetta nulla
in risposta. Agape è l’amore di
Dio operante nel cuore umano (...). Noi amiamo i nostri
Un colportore alla fine del secolo scorso
zione valdese: durante il Risorgimento centinaia e migliaia di italiani accolgono la
fede evangelica e si «convertono»; perciò quando si parla
di valdesi dopo il 1848 il discorso non si può assolutamente esaurire in una diffusa
accademica della libertà o
dei diritti civili, ma si deve
necessariamente completaré
con il ricordo e la testimonianza dei primi convertiti,
precursori coraggiosi delle
chiese che si andavano formando in tutta Italia. Abbiamo parlato di emancipazione, ora è venuto il momento
di parlare, anche in sede storica, di evangelizzazione e
ancora più di Evangelo. Di un
Evangelo vivo e vivificante
per amore del quale molti, afferrati dalla predicazione, abbandonarono le dottrine della Chiesa di Roma, accolsero
la fede evangelica ed entrarono a far parte di un altro tipo
di chiesa. In quell’epoca delle
persone mandate da Dio a
diffondere la Bibbia e ad annunciare la salvezza si incontrarono con altri destinati,
anch’essi da Dio, ad accoglierla. 11 problema non fu
tanto la morale o il rapporto
con lo stato, quanto il rapporto con Cristo, e con un
Cristo conosciuto direttamente dagli evangeli tradotti
in italiano, senza commento
e senza imprimatur. La scoperta della «verità» fu per alcuni rivoluzionaria e per loro
la vera liberazione non fu
quella legata alle Lettere Patenti, fu l’incontro con Cristo.
Il discorso dei valdesi sarebbe potuto divenire un te
ma interessante da dibattere
nei salotti,, nelle università o
nei convegni storici e magari
anche nelle aule di tribunale,
e a volte rischia veramente di
essere così. Ma alcuni accolsero la proposta evangelica di
una chiesa riformata e tutto
cambiò. Essi rappresentarono
il frutto di una promessa divina e diedero un significato
particolare e un senso nuovo
a tutta la storia passata.
Quel seme nascosto nei
monti a un certo punto, per
la grazia di Dio, fiorì alla luce del sole e portò frutto. Il
1848 segna una svolta fondamentale nella storia della
Chiesa valdese perché da allora in poi valdesi si può anche diventare, perché i vaidesi del futuro non sarebbero stati più solo i «figli della
carne», ma anche e soprattutto «i figli della promessa».
Tutto questo va detto quando si parla del 1848, certo
con sobrietà e umiltà, ma va
detto a chiare note, senza
equivoci e senza cercare necessariamente spiegazioni o
legittimazioni di tipo psicologico o socio-politico, e va
detto anche in tempo di ecumenismo: alcuni hanno accolto la proposta valdese di
vivere la fede in una chiesa
riformata, perché hanno creduto di rispondere così a
una chiamata da parte di
Cristo. Ricordiamo il passato
e l’evangelizzazione ottocentesca, non per chiuderci in
una gabbia ma perché la conoscenza di quell’evento divenga coscienza e motore
per il presente e per il futuro
delle nostre chiese.
/<1,GcUc' I
j'jJy/iJjJ LüiiJîii' ÎÎÎiJçJ
PIERO bensì
avversari, non perché siano
amabili, ma perché Dio li
ama. Amiamo l’uomo che fa il
male, anche se odiamo il male
che fa». L’amore cristiano
quindi per M. L. King non è
un sentimento più o meno
mieloso, è un fermo appello
alla volontà, è un comandamento chiaro di Gesù che trasforma la vita e ci fa agire
contro il nostro quieto vivere
in favore della giustizia. I «facitori di pace» di cui parla Gesù nelle Beatitudini non sono
i pacifici (come alcuni tradu
cono), non sono quelli che
cercano la propria pace o che
vogliono essere lasciati in pace, ma sono quelli che lottano
perché abbiano pace con giustizia quelli che pace non
hanno mai avuto.
In un suo famoso sermone
M. L. King predicava: «Ai nostri più accaniti oppositori
noi diciamo (...) fateci quel
che volete e noi continueremo ad amarvi. Noi non possiamo in buona coscienza
ubbidire alle vostre leggi ingiuste (...) Metteteci in prigio
IL MATTINO
Tra Gadda e Barth
Il numero del 21 marzo
contiene un’interessante Iq.
tera di un sacerdote, dont
zio Calabrese di Napoli, cht
affronta il problema della solitudine, alla quale la religio,
ne può essere supremo conforto. Essa «ci aiuta e cifj
trovare una compagnia che
non inganna mai; Dio. Rileo.
gendo Carlo Emilio Gadda
(...) che certamente è stato
uno dei grandi narratori europei di questo secolo trovo
questa simpatica affermazione: “La solitudine ti consente
di dialogare con una persona
davvero amica, che ti capisce, ti sopporta, ti sostiene: te
stesso”. Il grande teologo
protestante Karl Barth, mutando il celebre detto cartesiano “Cogito, ergo sum'
[Penso quindi esisto, nda],ha
scritto: “Cogitor, ergo sum”,
proprio perché sono pensato
da Dio e amato da lui, io esisto. Dobbiamo avere questa
consapevolezza, anche quando il morso della solitudine ci
attanaglia, anche quando il
rimorso ci fa disperare».
1
La moglie di Chang
La settimanale rubrica ii
Enzo Biagi (26 marzo) dedica
un capitoletto alla vedova di
Chang Kai-shek, «generalissimo» della rivoluzione cinese,
la quale ha compiuto cent’anni. Biagi ricorda un incontro
che ebbe con la celebre cf
pia nel lontano 1967. «lui
avanzava - scrive Biagi - dando il braccio a madame; lei
sfoggiava un costume che
conciliava la tradizione nazionale, gonna con spacco, eia
moda americana: scarpe dal
tacco alto, occhi truccati, unghie laccate, spilla con perle
autentiche». «Si chiama Sung
Mei-ling - prosegue l’articolo
-, che vuol dire “spirito di bellezza”. Con lei, che ogni giorno gli leggeva un brano della
Bibbia e gli suggeriva qualche
mossa politica, dicevano che
Chang aveva trovato “la pace
del cuore” e la fede nella dottrina dei protestanti metodisti». Chissà se è per questo
che Chang previde la crisi del
regime di Mao, individuandone le radici, scrive Biagi nella
«lotta all’interno del partito» e
nei «metodi delle Guardie rosse». Nei ricordi del giornalisti,
il generalissimo citò un proverbio: «“Nessun banchetto
sotto il cielo è eterno”».
Non av
trovare pv
ma una h
ma devo r
settimana
sapere ch(
se c’è chi <
cezione s
vangelo. Il
«cristiani i
finiti nella
battista <
marzo. Po
dicendo cl
Bagnoli se
talisti, ma
be al diba
quanto he
una conce
ra che de
Invece la
Dei, non i
Dio, non ]
essipurtre
Certo pi
teo 7,12,1
a non giu
la trave c
chio, ecc.
gioverebt
tosto vot
concezio
Scritture
Bagnoli :
22, estrap
sto allo se
propria te
questo ce
non è alti
leggi di ui
Medio Or
pene relai
ne di quei
quelle di t
Israele (i
Hammui
prendono
zione del
vetsieilp:
occhio de
mi pare e
tsitfaltrae
Evident
cui si dice
le italiano
ratea fasi
del tutto
tempi, si
codice pi
pittarlo.,
perché n
tutto? Ne
al verseti
pena ai t:
nazione
popolo»
l’Evangeh
lettera so
dare con
Non v(
criticare
biblico, p
be scrivei
volevo di
tito ferite
me cristi;
done avi
(Rubrica «Un fatto, un cote
mento» della trasmissione a
Radiouno «Culto evangeUe
curata dalla Federazione del
chiese evangeliche andata
onda domenica 5 aprile).
Nella
ne e noi vi ameremo ancoraLanciate bombe sulle nostre
case e minacciate i nostri figh
e noi vi ameremo ancora (-)■
Batteteci e lasciateci mezzi
morti e noi vi ameremo an;
cora. Ma siate sicuri che vi
vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno
noi conquisteremo la liberta,
ma non solo per noi stessi
(...), conquisteremo anche
voi e la nostra vittoria sara
una duplice vittoria». N°”,stato concesso a M. L. King di
veder coronato il suo sogno
meraviglioso annunziato pO'
chi mesi prima di venire ucciso; ma il seme da lui gettato, con la parola e con fazione, ha portato e sta portando
frutti indistruttibili.
Unod
ni ha
cialis
scient
tarlo (
impori
le. A I
primi
9uirà
dente
mente
miliari
zione
rivista
15
PAG. 1 1 RIFORMA
1 marzo
sante let.
e, don E.
‘poli, cht
i della so.
la religio,
smo conta e ci fj
ignia che
>io. Rileg.
0 Gadda
e è stato
ratori cuoio trovo
fermazioconsente
1 persona
e ti capiistiene:te
teologo,
irth, mutto cartego sum"
, nda],ha
go sum”,
3 pensato
ui, io esire questa
:he quanitudineci
luando il
re».
JÌÀ
m
hang
§ Chi parla male
pensa male
Non avrei mai pensato di
trovare pubblicata su Riforma lettera del genere,
ma devo ringraziare il nostro
cettiinanale per averci fatto
caoere che nelle nostre chieL f’è chi ancora ha una concezione sessuofoba dell’Evangelo. Io sono uno di quei
cristiani nominali», così definiti nella lettera della chiesa
battista di Bagnoli del 13
marzo. Potrei concludere qui
dicendo che i nostri fratelli di
Bagnoli sono dei fondamentalisti, ma ciò non gioverebbe al dibattito. Comunque a
auanto ho capito essi hanno
una concezione della Scrittura che definirei letteralista.
Invece la Bibbia è Verbum
Dei, non verta Dei; Parola di
Dio, non parole di Dio, come
essi'purtroppo hanno capito.
Certo potrei ricordare Matteo 7,12, dove Cristo ci invita
a non giudicare e a guardare
la trave che è nel nostro occhio, ecc., ma anche ciò non
gioverebbe al dibattito. Piuttosto vorrei partire da una
concezione letteralista delle
Scritture. I nostri fratelli di
Bagnoli citano Levitico 18,
22, estrapolandolo dal contesto allo scopo di difendere la
propria tesi. E allora vediamo
questo contesto. Il Levitico
non è altro che un codice di
leggi di una civiltà dell’antico
Medio Oriente. Le norme e le
pene relative alla trasgressione di queste sono analoghe a
quelle di tutti i popoli vicini a
Israele (si potrebbe citare
Hammurabi). Quasi tutte
prendono come base di soluzione delle proprie controversieil principio «occhio per
occhio dente per dente». Ma
mi pare che ì’Evangelo sia
Mt’altra cosa.
Evidentemente, in tempi in
cui si dice che il codice penale italiano promulgato dal gerarca fascista Rocco, non è
del tutto adeguato ai nostri
tempi, si vuole riesumare un
codice plurimillenario e applicarlo. Allora se vogliamo,
perché non lo applichiamo
tutto? Nello stesso capitolo,
al versetto 29, si pone come
pepa ai trasgressori «l’eliminazione per mezzo del loro
popolo». Allora è questo
l’Evangelo che gli autori della
lettera sono spinti a «annunciare con maggiore zelo»?
Non voglio continuare a
criticare la lettera sul piano
biblico, perché se ne potrebbe scrivere un libro. Piuttosto
''elevo dire che mi sono sentito ferito, come uomo e coroe cristiano, dalla considerazione avuta dai nostri fratelli
di Bagnoli sul «folle gesto
dell’omosessuale che si è dato fuoco a piazza San Pietro».
Anzitutto non c’è alcun rispetto della disperazione che
pervadeva lo spirito di questa
persona. Questa disperazione non nasceva dal nulla, ma
dal fatto che la sua chiesa
non gli ha annunciato l’Evangelo (e come al solito i mass
media hanno glissato su questo piccolo particolare), ma
solo la discriminazione e il
senso di colpa perché la sua
natura era diversa dalla natura della maggioranza delle altre persone. Inoltre gli autori invece di scrivere il «folle
gesto dell’omosessuale», potevano scrivere «il disperato
gesto di una persona, discriminata dalla sua chiesa in
quanto omosessuale». Sembrerebbe che sto cercando
appigli sulle espressioni utilizzate. Ma ciò non fa che
confermare ciò che pensano i
nostri fratelli di Bagnoli. Le
parole sono importanti, come dice Nanni Moretti in un
suo film: chi parla male, pensa male.
Peter Giaccio - Roma
Il vero pericolo
in Italia
Caro direttore,
mi sia consentita una breve
replica non polemica, ma integrativa, ai rilievi del fratello
Beltrami espressi in Riforma
del 20 marzo. D’accordo che i
conti non si fanno solo con i
numeri dei morti, come pure
sulla confessione di peccato.
Vorrei tuttavia solo richiamare quanto scriveva Calvino
nei suoi Commentari: «Dio
vuole che ci siano tra di noi
analogia e uguaglianza tali
che ciascuno sovvenga agli
indigenti, secondo quanto
può, affinché gli uni non abbiano il superfluo, e gli altri
non siano nel bisogno» (2
Cor. 8, 13-14). Sottolinea giustamente Visser’t Hooft che
«se le chiese avessero preso
sul serio tale insegnamento,
non troveremmo oggi questo
pensiero, profondamente biblico, avulso dal suo contesto
cristiano e trapiantato in un
contesto materialista e totalitario» (il riferimento è al noto
slogan marxista: «A ciascuno
secondo le sue necessità, da
ciascuno secondo le sue capacità»).
Bonhoeffer, a chi gli chiedeva come mai un pastore
evangelico avesse aderito a
un complotto per eliminare il
Fiirher, rispondeva con l’esempio dell’autista ubriaco
che sta per avventarsi con la
sua auto su un gruppo di persone e falciarle: compito del
pastore non è quello di preoccuparsi di fare il funerale
alle vittime e di consolare i
un com'
ssione ai
ingelico!
Ione del]^
ndata i“
le).
Nella collana «Parola per I
C.E.B.
’uomo d’oggi» è uscito il n. 11
Cranfield
La lettera di Paolo
ai Romani
(Capp. 1-8) - voi I
pp. 264, L. 36.000
dei massimi esperti mondiali della Lettera ai Romani ha ridotto ad un livello accessibile anche al non specialista la sua grande opera
scientifica nel presente commen|ano che è probabilmente il più
‘deportante attualmente disponibii®- A questo volume che copre i
primi 8 capitoli della Lettera, se9ulrà presto il secondo comprendente i capp. 8-16 a completamento dell’opera, «...una pietra
miliare nella storia dell’interpreta2ione biblica», F. F. Bruce sulla
divista «Expository Times».
m mmedHrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98,04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
http:/Awww.arpnet.lt/-valde8e/clauelian.htm
C. K, D. Crmfíeid
^,ì|TTERa
WPAOLO
Ai romani
parenti, ma di impedire che
l’ubriaco arrechi danno alle
persone. ■
Personalmente sono giunto alla conclusione che il protestantesimo contenga in sé
tutti gli elementi per affrontare e risolvere i problemi degli indigenti. Si tratta di riscoprire il pensiero dei grandi
riformatori del ’500-600, anziché ricorrere a altre estranee e contrastanti ideologie.
È vero che l’etica puritanocalvinista è diventata «lassista» e permissiva su questi temi etico-economici, permettendo il non rispetto dei valori cristiani, come voluto e sostenuto da Calvino, ma allora
il problema è quello di un recupero di quei valori nel contesto odierno (vedi banche
etiche, attività no-profit,
ecc.), anche per non lasciarne l’esclusivo monopolio alla
Chiesa cattolica.
Sul secondo punto, io credo che un credente cristiano
coerente debba seguire l’esempio di Bonhoeffer, nel
senso che se è a conoscenza
di fatti criminosi, suo compito sia quello di agire per contrastarli, o quanto meno denunciarli, indipendentemente dal fatto che chi le compie
sia di destra, di sinistra o di
centro, perché il cristiano ubbidisce (o dovrebbe) solo al
comando e alla volontà di
Cristo, pur nella consapevolezza di essere comunque
sotto il segno del peccato.
Ciò non toglie, tuttavia, the il
credente debba assumersi la
«responsabilità» di ciò che fa
0 non fa, come appunto sosteneva lo stesso Bonhoeffer.
Altrimenti, con la scusa che
siamo tutti peccatori, si finisce per assolvere sempre tutto e tutti e per non condannare più nessuno.
Per il resto, oggi non credo
che in Italia il pericolo sia costituito da qualche miliardario che, sceso in politica, ha
dimostrato tutta la sua insipienza e incapacità in questo
settore e su questo terreno. A
mio sommesso avviso, oggi il
vero pericolo in Italia è costituito dall’invasività e pervasività del cattolicesimo nella vita civile, politica, culturale e
religiosa del nostro paese, e
dalla sostanziale acquiescenza di tutte le forze politiche e
culturali, in primis della sinistra che si riconosce nell’Ulivo, di opporsi e contrastare
questo disegno egemonico
della Chiesa cattolica, a cui è
stato concesso l’insegnamento della religione nelle scuole
pubbliche, il pagamento a carico dello stato dei relativi insegnanti nominati dai vescovi, il finanziamento delle
scuole private, l’assenso alla
richiesta d’insegnamento della teologia cattolica nelle università statali italiane, per
non parlare della visibilità e
dello spazio televisivo concesso a preti, vescovi, suore,
madonne che piangono, viaggi papali e via dicendo. Sperare di vedere difesi e tutelati
1 diritti e la libertà delle minoranze religiose e non religiose
in questo contesto e in questa
situazione politica e culturale
dalle forze che detengono attualmente il potere in Italia
non mi sembra molto realistico. Come pure sperare che la
militanza o l’appartenenza a
partiti di sinistra (Pds) costituisca uno scudo sufficiente.
La votazione, a suo tempo,
dell’art. 7 della Costituzione e
i fatti sopra ricordati dovrebbero pur averci insegnato
qualcosa in proposito.
Di qui la necessità, da me
sostenuta, di una formazione
politica autonoma e indipendente, di ispirazione protestante, ma aperta anche a tutte quelle forze laiche, liberali,
democratiche e progressiste
esistenti in Italia, per la difesa
della libertà e dei diritti civili,
politici e religiosi di tutti coloro che non si riconoscono
in questo sfasciume e degrado politico, culturale e etico
che affligge il nostro paese.
Arturo Cericola - Troia
Dieci anni fa moriva Vittorio Subilia
Un teologo «scomodo» per tutti
ANTONIO SAMPIETRO
QUEST’ANNO ricorre il decimo anniversario della morte di Vittorio Subilia, avvenuta il 12 aprile 1988. Sono certo che Riforma, Protestantesimo e l’editrice Claudiana
sapranno onorare degnamente la figura di
questo teologo, che fu anche docente alla Facoltà valdese nonché direttore di Protestantesimo dal 1948 al 1988. Io non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Subilia,
tuttavia posso dire di avere di lui un’immagine «viva» per merito, credo, di più fattori interagenti: in primo luogo grazie alla lettura di
gran parte della sua produzione scritta, così
carica di passione e vitalità, appunto; poi per
merito della frequentazione, talvolta solo telefonica o epistolare, con persone che a lui
furono e sono legate: non ultimo per una sorta di naturale e istintiva simpatia verso questo autore da cui, secondo i parametri normali, dovrei essere distante per ragioni culturali, confessionali e generazionali.
Sono sempre più convinto che i risultati
del percorso subiliano siano utili e attuali e,
diversamente da altri, non penso proprio
che «le formule di Subilia, prese tali e quali,
sono legate agli anni in cui è vissuto» (Aaw.,
Il pluralismo nelle origini cristiane, Claudiana, 1994, p. 7). Non condivido neppure
respressione «formule di Subilia». Il modo di
procedere di Subilia non ebbe formule: il
teologo, ben lungi da esprimersi per formule, ebbe sempre la modestia evangelica di
prospettare problemi, anzi di problematizzare tutta l’esistenza umana in ogni suo
aspetto senza imporre «formule» risolutive
care alle mode del suo tempo. Fu protestante fino nel più profondo e, proprio per questo, fu protestante oltre il protestantesimo
(si veda il suo splendido Solus Christus), eppure non fu anticattolico, come molta tradizione evangelica italiana. Al contrario volle
conoscere il cattolicesimo a fondo.
L’analisi del Vaticano II condotta da Subilia nel suo La nuova cattolicità del cattolicesimo (Claudiana, 1967) non cede mai né alla
polemica né al facile conformismo del tempo, vuoi cattolico, protestante o laico. Subilia analizza il cattolicesimo criticamente,
tuttavia studia per capire e non per affermare pregiudizi; del resto il nostro autore non
ha pretese di porre il protestantesimo come
la «verità» contrapposta alle altre confessioni. Piuttosto ha dato deU’«essere protestante» una definizione che va ben oltre il proprio confine ecclesiale e che dovrebbe appartenere a tutti i cristiani: «“Protestare” (...)
equivale a confessare di credere soltanto in
Cristo e di orientare i problemi della vita e
della storia in conformità al suo Evangelo»
(Solus Christus, Claudiana, 1985, p. 12).
Per tutto questo Subilia è un teologo scomodo: sostenitore della necessità di una «teologia teologica», non piacque ai conformisti
del suo tempo, gli stessi che oggi, dopo aver
messo in soffitta gli abiti di moda allora, sfoggiano nuove (?) palandrane e vorrebbero archiviare le coscienze critiche. Concludo ricordando che Subilia, con tutta la sua passione
teologica, ha indicato l’unica certezza del cristiano: la croce, scandalo per gli apparati clericali (religiosi, culturali e politici) e pazzia
per tutti coloro che si credono sani e furbi.
Mancanza di
convinzione?
Da qualche tempo negli articoli di Riforma si conferma
la necessità di fare penetrare
il pensiero e la cultura protestante nella società italiana:
mi trovo perfettamente d’accordo; quello che non mi trova consenziente invece è che
si continuino a propagandare
le mitiche esperienze dell’evangelizzazione durante il Risorgimento senza un’opportuna valutazione storico-critica. Si parla inoltre del valore
della testimonianza portata
dalla casa editrice Claudiana,
valore indiscutibile anche se
gli strumenti per diffondere le
sue opere sono ancora insufficienti: quattro sole librerie
sono ancora poche. È vero
che ci sono molti volontari in
questo settore, ma manca
una vera metodologia sistematica per una diffusione più
capillare.
Sarebbe veramente necessario che si prendesse seriamente in considerazione di
investire una cifra più consistente per l’opera di evangelizzazione. Forse si è troppo
titubanti in questo settore
quando si tende a precisare
sul resoconto spese dell’otto
per mille che per questo scopo non si spende alcuna lira.
Avevo presentato nel 1995
alla Tavola valdese, insieme
ad altri 16 firmatari, un progetto per diffondere capillarmente le opere della Claudiana in Italia, provincia per
provincia. Dopo un’iniziale
entusiasta approvazione, da
parte dei nostri dirigenti si è
poi lasciato cadere il tutto.
Bisognerebbe chiedersi perché, visto che questo progetto avrebbe potuto coinvolgere fresche forze giovanili e
dare così fiducia ai nostri giovani invece delle inutili promesse fatte da diverse parti,
per un lavoro che non arriverà mai.
Ma forse il vero impedimento è quello di una mancanza di convinzione da parte di molti riguardo ai contenuti della nostra fede e di una
teologia attuale che troppo
spesso si esprime in forme
troppo dubitativa e ha smarrito le certezze dell’epoca
della Riforma protestante.
Forse si pensa anche che la
diffusione dell’Evangelo e
dell’etica protestante non
siano un’opera umanitaria
per un’Italia attuale contrassegnata dalla logica del «si
salvi chi può», 0 peggio della
cultura maliosa o camorrista
che produce vittime e disoccupazione, o ancora degli interessi «particolari» dei vari
clan politico-clientelari, mentre per uscire dal marasma
che ci circonda sarebbe necessaria un’autentica rivoluzione morale quale indiscutibile conseguenza di un’autentica conversione cristiana.
La religiosità formale e retorica delle celebrazioni giubilari, della Sindone o dei vari
centenari non servono a risolvere le questioni che coinvolgono la società civile.
Mario Alberione
Luserna San Giovanni
Un nodo
da chiarire
Da alcuni anni è presente
in Venezia il Consiglio cristiano delle chiese, da poco
costituito anche a Milano,
mentre altre diocesi sono «in
lista d’attesa». Troppo presto
per fare bilanci anche perché,
come qui a Venezia, manca
un Consiglio delle chiese
evangeliche, presente invece
in altre località. Ma un punto
dovrebbe essere messo all’ordine del giorno sia dei Consigli già costituiti sia in quelli
in via di formazione: il dibattito della chiesa, cattolica,
ovviamente. Come è possibile parlare di parità tra chiese
quando una di esse pretende
di avere dei diritti su tutto e
su tutti? Ecco un esempio eclatante tratto da Apostolicani actuositatem (uno dei
documenti del Concilio): «La
Santa Chiesa (...) mentre gode delle iniziative altrui, rivendica le opere di carità come suo dovere e diritto inalienabile».
Sono pienamente consapevole che la chiesa (comunità
dei credenti in Cristo) ha il
dovere sacrosanto di essere
vicina, anzi di patire-con chi
si trova in stato di prostrazione fisica e morale, o in fase
terminale, o a dover vivere
una vita del tutto particolare
con effetti giornalmente devastanti come per i colpiti
dalTHiv (Aids) con oltre tutto
la sofferenza dell’isolamento
sociale. Ma da ciò a arrivare
al diritto inalienabile da rivendicare la strada è lunga e
non mi sembra correttamente evangelica, in quanto, nel
Nuovo Testamento, si accenna solo ai «diritti nella chiesa», mai a quelli della...
Se questo nodo non sarà
posto presto in chiarimento,
credo che tra non molto, in
nome di un diritto inalienabile, anche questi organismi
ecumenici, partiti con tanto
entusiasmo e sincera buona
fede, finiranno per essere
stravolti, se non asserviti al
più forte.
Giovanni L. Giudici
Mestre
Errata
Nell’articolo «Donne e violenza», pubblicato a pag. 8 del
numero 12, invece di «assertività» è stato scritto «asservità», cosa che altera eviden' temente il senso della frase.
11 numero di telefono del
Servizio rifugiati e migranti
della Fcei che compare sul
calendario «Valli Nostre» è
errato. Il numero esatto è:
06-48905101.
RINGRAZIAMENTO
«Il Signore è il mìo pastore
nulla mi mancherà»
Salmo 23, 1
Dopo lunga malattia è mancato
il dottor
Gioacchino Venturi
Lo annunciano la moglie Liliana, i figli Danilo e Myriam Marcheselli con Gianni, i nipoti Stefano con Elisabetta, Emanuela con
Roberto, e le pronipotine,
I familiari ringraziano i dottori
Paola Grand e Danilo Mourglia, il
personale tutto e i collaboratori
del Rifugio Re Carlo Alberto per
la valida e affettuosa assitenza.
Torre Pellice, 5 aprile 1998
SPECIALE PROTESTANTESIMO
DOMENICA 12 APRILE
Culto evangelico di Pasqua
Diretta in Eurovisione dalle ore 10 alle 10,45 su Raidue
dalla chiesa protestante di Watermael-Boitfort (Belgio).
Predica la pastora Judith van Vooren.
Interventi musicali di Patrick Surmont (organo), André
Thome (tromba), Olivier van den Berghe (flauto).
16
PAG. 1 2
RIFORMA
VENERDÌ 10 APRILE 19Q«
Impressioni di viaggio nell'Argentina di fine secolo - 7
In attesa di una giustizia che non arriva mai
ADRIANO BOANO
Lì ITALIA attuale e TArgenI tina si assomigliano, ma
il paese sudamericano conosce contemporaneamente il
disagio di vivere in un’atmosfera simile al nostro dopoguerra, quasi che qualsiasi fascismo, a qualunque latitudine, lasci fatalmente l’identica
eredità di sottosviluppo; stesse lotterie truffaldine, simili
borseggiatori, medesimo degrado sociale, ma soprattutto
uguale disorientamento e
scollamento della comunità;
benché socievoli, gli autoctoni si trovano a lottare con una
struttura mirata a trasformare
volutamente a tappe forzate e
nel profondo le abitudini e i
gusti degli argentini, punitiva
verso qualunque forma di solidarietà; l’intento principale
dei giustizialisti è produrre
cittadini occupati a passeggiare tra Florida e Corrientes,
passando da uno Shopping
Center all’altro (i ricchi sempre più ricchi), o a sopravvivere nell’indigenza (la maggioranza). Come mai ancora
molto tempo dopo il rientro
da un paese condannato allo
sfruttamento delle sue risorse
da parte dell’Occidente avanzato colonialista rimane nelle
orecchie, straziante, la richiesta dei ragazzini che vivono
nella periferia latinoamericana? È un’implorazione uguale
a tutte le latitudini, in ogni
nazione; «Solo una moneda,
por favor».
In Buenos Aires Viceversa di
Agresti, film comprensivo di
tutto ciò che è Capital Federai, il retaggio di infanzia vilipesa è incarnato da Bocha,
un ragazzino di nove anni,
che chiede cinque pesos per
interpretare il ruolo di un
bambino spensierato; poi
aiuterà la ragazza a riconoscere la città da riprendere
nel video commissionato, dividerà con lei il suo mondo e
morirà cercando di impadronirsi di una cinepresa (forse
per regalargliela), ucciso da
uno sceriffo di uno Shopping
Mali, che si è già distinto
nell’intreccio come torturatore, in un’evidente metafora
della condizione della nazione, non ancora in grado di
colpire i colpevoli e di individuare il grado di tortura inflittole: infatti la donna che
egli tortura è cieca ed egli si
produce in torture psicologi
Buenos Aires: il teatro di Tucuman
che come in La Morte e la
Fanciulla di Polanski, la differenza è che in quel caso la
vittima riconosceva il carnefice, mentre l’Argentina nonostante le sue madri coraggio (Ebe Bonafini in testa)
non può, pur volendo, aprire
gli occhi sull’orrore.
Per spiegare questa incapacità Agresti sceglie di interpretare nel film il ruolo del
compagno cieco della ragazza
nonvedente che, pur disperatamente innamorato, la abbandona perché non c’è futuro per una coppia di due incapaci di vedere; infatti egli
ha scelto di vivere in Olanda,
lasciando la cieca Argentina,
ma riconoscendo la propria
difficoltà nella messa in scena
critica della sua patria, di
fronte alla quale va a tentoni
sentendo oscurate le sue facoltà nella rappresentazione
di una realtà così complessa.
Soltanto il finale lascia speranze: il giovane, che per tutto il film non interviene di
fronte a tutti gli episodi di
prevaricazione sparsi metaforicamente nell’intreccio, finalmente si fa forza e, pur titubante, consola la giovane
disperata per la morte del
bambino.
La complessità deriva dalla
serietà con cui gli argentini
vivono se stessi e dall’inquietudine che filtra attraverso
l’apparente calma, che esplode nel frenetico movimento
di Buenos Aires: il fervor, ovvero l’applicazione individualmente parossistica, che
finisce sempre con il risultare
inefficace nei risultati collettivi, ma che produce civilissime e caparbie dimostrazioni:
gli insegnanti (categoria missionaria in Argentina, per i
disagi e le condizioni in cui
opera) in sciopero della fame
davanti al Parlamento sono
altrettanto degni di rispetto
delle madri di Plaza de Mayo,
ogni giovedì pronte a rinnovare la loro testimonianza
disperata, eppure serena,
consapevoli della definitiva scomparsa dei loro cari,
incarnano l’anima argentina
perennemente in attesa che
sia resa un po’ di giustizia,
puntualmente disattesa. Una
nazione complessa perché
alterna simbolismi coltissimi
a espressioni di estrema naturalezza adottate dalla sua
gente dal portamento elegantissimo, che stanzia negli innumerevoli bar della moderna capitale, dove avviene la
vita, quella stessa difficile da
credere possibile nelle provincie più lontane.
(fine)
A dieci anni dagli Accordi negoziati da Michel Rocard
Nuova Caledonia, alla vigilia del referendum
ANANI KUADJOVI-AYÉDÉWOU
1988-1998: dieci anni durante i quali il popolo caledoniano ha cercato di trovare il
modo migliore di vivere il riequilibrio e la condivisione nel
territorio, in vista dell’indipendenza. Che ne sarà del referendum sull’autodeterminazione previsto per quest’
anno e che segnerà la fine degli accordi di Matignon? In
quali termini verrà posto il
quesito referendario e come
la chiesa sta vivendo questi
momenti?
Quale indipendenza?
Le posizioni rimangano
ferme ma evolvono verso la
ricerca di un consenso. Optare per l’indipendenza ad ogni
costo in un contesto mondiale di interdipendenza non
sembra più essere l’obiettivo
principale di tutti i canachi.
La maggior parte di loro temono i termini del quesito
referendario e soprattutto di
non poter riunire dalla loro
parte tutte le condizioni per
sviluppare correttamente il
paese. I canachi hanno la
sensazione che il referendum
non cambierà nulla alla si
Veduta di Nouméa, capoluogo dell’isola della Nuova Caledonia
tuazione se, tra l’altro, non
verrà dato loro un minimo di
garanzia circa l’accesso alle
risorse naturali. I negoziati si
sono arenati sulla questione
dello sfruttamento dei giacimenti minerari di nichel nella Grande Terra.
Lo stato, principale aziona
Sarebbero 156 i «desaparecidos»
Tre uruguaiani chiedono
l'apertura di un'inchiesta
Le famiglie di uruguaiani
«scomparsi» durante il regime militare (1973-1985) hanno deciso di lanciare una
campagna internazionale per
tentare di persuadere il governo ad aprire un’inchiesta
sui rapimenti.
Viene stimato a 156 il numero di uruguaiani scomparsi durante quel periodo. Molti di loro sono stati sequestrati mentre si trovavano in Argentina. A quell’epoca, molti
paesi dell’America Latina
erano diretti da governi repressivi che cooperavano tra
di loro; ma mentre alcuni di
questi paesi hanno istituito
commissioni per fare luce su
quelle scomparse o hanno
aperto i loro archivi dopo il
ripristino della democrazia, il
governo uruguaiano ha deciso che l’argomento era chiuso. Nel 1986, il Parlamento
uruguaiano ha promulgato
una legge che scarta ogni
azione legale contro i responsabili di quei rapimenti. Nel
Ma molte chiese evangeliche hanno invitato i loro membri ad astenersi
Hong-Kong; eletti i 7 protestanti della commissione elettorale
Sette membri della comunità protestante di HongKong sono stati eletti nell’ambito del complesso processo elettorale in base al
quale verranno scelti i membri del Consiglio legislativo
(LegCo) di Hon-Kong. A maggio, gli 800 membri della
commissione elettorale del
LegCo, tra cui i sette protestanti eletti il 15 marzo scorso, sceglieranno 10 dei 60
membri del nuovo Consiglio
legi.slativo di Hong-Kong. In
quell’occasione, 30 membri
del LegCo verranno scelti
dalle circoscrizioni elettorali
fra rappresentanti del mondo
degli affari e delle professioni. Solo 20 membri verranno
eletti direttamente dalle circoscrizioni geografiche della
nuova regione sotto amministrazione speciale (Rsas). 40
seggi della commissione elettorale vengono assegnati alle
sei grandi comunità religiose
della R.sas: protestanti (7 seg
gi), cattolici romani (7 seggi),
buddisti (6 seggi), taoisti (6
seggi), confucianisti (7 seggi)
e musulmani (7 seggi). Fra
tutti questi gruppi, solo la comunità protestante ha eletto
i propri rappresentanti.
I sette protestanti eletti sono: Tik Chi-yuen, luterano e
democratico influente; Li
Ping-kwong, presidente della
Chiesa metodista di HongKong; Luk Fai, segretario generale della Chiesa del Cristo
di Hong-Kong in Cina; Alice
Yuk Tak-fun, segretario generale delle Unioni cristiane
femminili di Hong-Kong;
Chan Sze-tong, segretario
generale di World Vision
Hong-Kong; Cecil Chan Shuon, presidente della Convenzione battista di Hong-Kong;
Cbeung Ang Siew-mei, segretario generale dell’Azione cristiana.
In tutto, 144 chiese hanno
partecipato al «voto cristiano
della Rsas» del 15 marzo, or
ganizzato dal Consiglio cristiano di Hong-Kong. Benché
tutti i membri adulti di queste
chiese potessero votare, soltanto 8.967 voti sono stati registrati. Sembra che la mancanza di interesse per la politica e le critiche nei confronti
del processo elettorale e dell’impegno delle chiese abbiano dissuaso molti membri di
chiesa. Eppure, l’organizzatore, il pastore Lo Lung-kwong,
si è dichiarato soddisfatto dei
risultati. Pur ammettendo
che la commissione elettorale
è un organismo «ristretto e
non democratico», non è il
boicottaggio, ha detto, bensì
la partecipazione che permette di giungere al progresso democratico.
Dopo aver annunciato a
gennaio che la comunità protestante avrebbe scelto i suoi
rappresentanti per la commissione elettorale, il Consiglio cristiano di Hong-Kong
aveva pubblicato una dichia
razione nella quale rimprovera alla commissione di essere
«troppo ristretta» e «di mancare di spirito di democrazia
popolare». Tuttavia, precisava la dichiarazione, il Consiglio ha deciso che rappresentanti protestanti sarebbero
stati scelti con voto popolare
al fine di «cooperare con le
autorità per accelerare il processo della democratizzazione». Ma due grandi chiese,
l’Alleanza cristiana e missionaria (89 chiese e oltre 17.000
membri) e la Chiesa evangelica libera (42 chiese e 6.400
membri), hanno invitato i loro membri ad astenersi.
La diocesi cattolica romana
di Hong-Kong ha scelto i suoi
sette rappresentanti fra 21
cattolici nominati dal clero,
dalle organizzazioni diocesane e dai laici, e ha precisato
che questo arrangiamento
era stato deciso in vista di assicurare una cooperazione
passiva e discreta. (eni)
1989, la legge ha ricevuto
l’appoggio degli elettori.
All’inizio del mese di marzo tre uruguaiani, due donne e un uomo, con parenti
scomparsi durante il regime
militare, sono andati negli
Usa per mobilitare l’opinione
internazionale su questo problema. La visita è stata organizzata dal Consiglio nazionale delle chiese degli Usa, di
cui fanno parte 34 chiese
protestanti e ortodosse.
Intervistati dall’agenzia Eni
a New York il 13 marzo scorso, i tre uruguaiani hanno
espresso la speranza che le
chiese di tutto il mondo «avrebbero inserito questa questione nella loro agenda» e
avrebbero aiutato a sensibilizzare l’attenzione della comunità internazionale su
queste scomparse. Molte famiglie, frustrate, hanno abbandonato la lotta, ma i tre
uruguaiani si dicono decisi a
portare avanti la loro azione
e a fare luce su quello che è
successo. Vogliono inoltre ritrovare i resti degli scomparsi
e organizzare funerali.
Uno dei tre, Javier Miranda,
un giurista che fa da portavoce, ha dichiarato che aveva 11
anni quando, nel novembre
1975, un gruppo di uomini,
alcuni con la divisa militare e
altri in borghese, fecero irruzione nella loro casa alle tre
di notte. Suo padre, Fernando, venne rapito per «interrogatorio», e da allora nessuno
sentì più parlare di lui.
Sabina Arigon ha ricordato
che aveva 12 anni quando,
nel giugno 1977, un gruppo
di militari e di civili bussò alla porta della loro casa a notte fonda. Suo padre, Luis Eduardo Arigon, comunista
che lavorava in una libreria,
venne rapito e la famiglia
non ebbe più notizie.
Hortencia Pereira ha spiegato che suo marito, Leon
Duarte, capo sindacalista
che lavorava in una fabbrica
di pneumatici, era stato torturato due volte durante i tre
periodi che aveva trascorso
nelle carceri uruguaiane, era
poi partito per l’Argentina. In
quel paese è stato visto per
l’ultima volta il 13 luglio
1976, mentre veniva caricato
su un camion. (eni)
rio della Società «Le nickel»
insieme a Eramet, e il Sud
(più sviluppato e abitato in
maggioranza dai caldoche)
non sembrano pronti ad accettare la richiesta del Flnks
(Fronte di liberazione nazionale canaco e socialista) di
creare una fabbrica di trattamento nel Nord. Un’evoluzione significativa si sta però verificando su questo punto. A
ciò si aggiunge il problema
della formazione quadri, anche se grazie agli accordi di
Matignon la missione dei 400
quadri ha permesso di colmare una parte di questo bisogno. Tutto ciò rimette in discussione le posizioni dei diversi protagonisti nel processo in atto. Il Flnks si pronuncia sempre di più per un periodo transitorio di indipendenza associata che porti a
un’emancipazione della Nuova Caledonia.
La chiesa sceglie
la mediazione
Si sapeva che la Chiesa
evangelica in Nuova Caledonia e nelle Isole della Lealtà
era chiaramente orientata
verso l’indipendenza del paese fin dal 1979, prima ancora
dei fatti dolorosi verificatisi a
Ouvea (1988-1989). Questa
posizione, che la chiesa mantiene pur lavorando all’instaurarsi di una migliore
comprensione tra i differenti
gruppi etnici (melanesiani,
caldoche-europei della Nuova Caledonia, canachi) che la
compongono, sta evolvendo
verso la mediazione. Secondo Pierre Ngaiohny, «la lotta
per l’indipendenza rimane
fra le preoccupazioni della
chiesa ma essa chiede a tutti i
gruppi etnici di lavorare insieme per una soluzione consensuale rispettosa dell’emancipazione del popolo caledoniano e in particolare dei
canachi in vista di una partecipazione più ampia ai vari livelli e nei vari settori della società. (infoCevaa)
Stati Uniti
Un quarto del
cibo finisce
nella spazzatura
Secondo uno studio dei
ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti oltre un quarto
di tutti i generi alimentari d^e^
paese viene gettato via.
maggior parte di questi ci
va a male nelle case private
finisce quindi nella spazzato
ra. Nei ristoranti il cibo vieti
spesso buttato perché I®
zioni sono troppo abbondanti mentre nei fast-food spess
avanza del cibo che non
mette più in circolazione.
(Reformierte
LA
«La i
gnore»
QW
^str
forze e
Ci sen
Paolo,
tico di
«Vanii
Che Vi
sua fai
le?» (E
ginare
dura e
del sol
stati i
quotici
sempr
provoi
che m
tecnol
una fi
miglic
zioni i
lo sire:
rebbe
nità»,
M<
anche
vita tr
nostra
ma ar
miso
co ci c
mino
Caino
Adami
terra
fare i
sto spi
(adan
sotto i
za? L’.
ha vis
sposto
consti
Il veci
SOfO Si
giudk
pecchi
fede i
Lo ca,
do ci I
servai
questi
L’Eccl
da Di
vino,
(3,11
no un
a
Dio. 1
na se
te. Di
incon
rispo;
anchi
süél
stre c
Eva-i
megli
tutti
rispo,
rima:
sione
e a ei
rtffan
siastí
rneni
crede
di og
nella
Dio c
Eigni
15,5
«nel
mom
chies
d’am
Dio ,
non;
no p(