1
Roma, 18 Dicembre 190t^
Si pabbllea ogni Sabato
ANNO li - N. 51
LUCE
Propugna grinieressi sociali, morali e religiosi in Italia
5
I
I
ABBONAMENTI
Semestre L. 1,50
« » 3)00
Italia : Anno L. 3,00
Estero; » » 5,00 — «
I Un numero separato Cent. 5
I manoscricti »en si restitaisoeno
INSERZIONI
Per linea o spazio corrispondente L. 0,15
€ t da 2 a 5 Tolte 0.10
* c da 6 a 15 Tolte 0,05
Per colonna intera, mezza colonna, qnarto di colonna e
per avvisi ripetati prezzi da convenirsi.
Direttore e Arrmiiiiistratore : B. Celli, Via Magenta 18, Boma
O I
a
SS
O
O
•S
«
Is
o
o
ss
6
Quglielmo Darcooi!
Gli è stato assegaato >ua preinio Nobel, äii vii
lui più degno? Ci fa specie cèe ronòrificenza non
.gli sia venuta assai prima.
Noi cristiani evangelici itaMari andiamo giiistaI mente alteri di GagUolmo Marconi:; lo consideriamo
. come gloria nostra. Egli é infatti italiano come noi ;
„ma non è soltanto italiano. Non potremo mai dimea, ticare la commozione provata (e ae parUmmo già
.probabilmente ai Lettori della Lace) neU’aprire per
la prima volta il registro die racchinde i nomi dei
cristiani evangelici appartenenti alla nostra Chiesa
Waldese di Livorno. Vi stanno scritte, in mezzo a
¡nomi cari, ma... per lo più modesti, Queste parole ;
« ; Mitrconi Guglielmo studente
.Era- studente infatti allora il giovane Marconi,
»quando — compita presso uno dei nostri ppstori, il
■■signor «Giuseppe Quattrini, die regge al ipresente
ila congregazione di Lucca, la propria intruakine reiligiosa — chiedeva di venir ammesso a far parte
■della nostra comunità cristiana evangelica <di Livorno
■e vi celebrava insieme con qne’ fratelli appartenenti
.alle .più svariate classi sociali —■da la signora coL
itissìma, al,»milionario, al barchettaìóìo — la S. Cena
lO comunione, simbolo e sorgente ■di intima comumione 4eU’ankna col Salvatore adorarle. Allora (Gaglielmo Marconi non avea ancora scoperto il telegrafo senza filo, ma aveva già scoperto per sé, commoventemente, un ben altro mezzo di eomnnicazione
con un mondo apparentemente assai più lontano e
in ogni modo assai più bello che non siano le varie
parti di questa terra, attraverso le quali egli doveva lanciare le sue onde eteree apportatrici d’un
pensiero rapido come la luce : Guglielmo Marconi
aveva scoperto la preghiera, nel senso più vero e
più sublime di questa parola : Ja preghiera, cioè il
modo di parlar con Dio, come il bimbo parla col
proprio padre terreno.
E sappiamo che, com’egli era pio in quel tempo,
ha continuato ad esser tale fino ad oggi. Fede e
scienza mai cosi giovanilmente gloriose si associarono in un’anima più grande.
Umile, cortese, affabile, egli è grande — non
solo come inventore — ma come uomo.
Il suo nome è già scritto incancellabilmente su
le pagine della storia. I lontani nostri nipoti parleranno di Ini con la stessa venerazione con la quale
noi parliamo di Volta, di Newton, di Galileo. E noi
___alteri di poterlo chiamar fratello nostro in fede
— lo additiamo ad esempio ai giovani, airitalia, agli
increduli più o meno sapienti, a tutti.
Ci pare quasi che il premio di Stoccolma sia un premio conferito alla Chiesa Evangelica Valdese, delia
quale Gaglielmo Marconi è il più illustre rappresentante. Se quest’nltima 'idea non vi garba, sappiateci
compatire ; nei nostri panni, voi parlereste come noi
probabilmente 1
Genio e^Eede
Carlo H. Sporgeon
lintellétto radioso ed eroico, mente esuberante e
-sovrana, cuore dolce, vibrante nelle eccelse ar■monie dell’amore, poeta della lace e della bellezza,
filosofo della religione e del pensiero, drammaturgo
della forza e del sentimento, pittore sereno, luminoso, della frase, ecco Ja suberba, grandiosa figura
■ieratica di Carlo Hadden Spurgeon, il « Demostene
■deiringhilterra » ed il « S. Paolo » del secolo decimonono.
Nacque a Kelvedon, nella patria severa di Cromwell
■e di Milton, nel 1834, questo profeta del vecchio Vangelo d’amore,' queU’anima impetuosa di cristiano pri mitivo che possedeva due occhi profondi per sognare
la pace e il bene, che possedeva un tesoro ioesanTÜbite di iingennità e di gagliardia per realizzare le
soc gloriose visioni. Vibrò i suoi primi fulgori nella
serena solitudine del tranquillo prebisterio di Stamboorne., ammaliando di poi, con lo splendore dell’ingego.0 e con l’elevatezza del carattere, maestri e
discepoli, precettori ed allievi a Cholchester, e Maidstone, a Nefwmarket e a Cambridge. Umile e modesto pastore di campagna, dal fondo del suo piccolo campo idi azione si alzò ad esplorare la condizione delln sua terra natale, e in quella dilatazione
di mente vide tutto il mondo che si agitava e fremeva nella sua isola forte, e come divinatore e come
evangelista disse ; « Bisogna rinnovare la faccia
della terra, bisogna trasformare le anime ; dove è
fango mettere oro, dove odio infondere amore, dove
ingiustizia penetrare con la verità ! », e dall’oscuro
villaggio di Waterbeach, a vent’anni, passa sulle
rive del Tamigi, nei seno immenso di Londra, regno
di tutte le grandezze e di tutte le miserie, accordo
di fatte le contraddizioni.
Un giorno del 1854 corse per Londra una notizia. Nel tempio di New Park Street predicava un
giovane pastore che commoveva i cuori e soggiogava
le menti con il fascino del suo dire sobrio e strin?
gato, convinto e persuasivo. Nella sua voce armo-,
niosa palpitava un’anima che mandava vampe d’amore.
I suoi sermoni riboccavano di passione e di sentimento ; tradotti in concetti alti e nobilissimi, rivelavano una cultura vasta ed una mente acuta che
aveva saputo sottrarsi alle pastoie del dogmatismo
e ricondurre la religione alle pure fonti del Vangelo, oppngnante l’errore con la dimostrazione e non
con l’anatema.
A questa inaudita novella il tempio, ogni domenica, è gremito, ed il nome del giovane pastore risuona come squillo di tromba. L'nditorio cresce ed
aumenta, la folla si moltiplica... è mestieri sloggiare
da New Park Street, dalla sala gigantesca di Royal
Snrrey Gardens, capace di diecimila persone, ed
inalzare un nuovo tempio : ed ecco il « Taberna •
colo ì>, la chiesa meravigliosa, il « Vaticano » di
Londra, che dal 1861 fino alla morte dello Spnrgeon écheggerà delle voci ispirate del Vangelo, e
intorno 'a cui fioriranno i miracoli più belli dell’amore, della carità e della fratellanza cristiana.
Quando il nostro oratore saliva sul pergamo del
« Tabernacolo », tutto ciò che la vasta metropoli del
Tamigi possedeva di più scelto per nascita e per
censo, per posizione sociale e per dottrina, accorreva
all’ombra del tempio di Dio, sorto per volere dello
Spurgeon.
Erano studenti e professori, avvocati e giudici, artisti e popolani, poveri lavoratori e giornalisti, il bel
mondo delle sale dorate e l’nmile mondo ignorato e
miserabile della Capitale brittanica. Ed era in tutti
ed in ciascuno un vivo desiderio buono di udire una
nova eloquenza d’ordine superiore, nella quale si
fondevano armoniosamente la grandiosa semplicità
della pura linea greca e la ricchezza esuberante dell’ornamento orientale, di intenerirsi, di fremere e di
godere il refrigerio delle consolazioni durature del
Cristo di Nazareth.
Potente è la parola sulle labbradi un uomo profondamente cristiano, più potente l’esempio ! E lo
Spurgèon fu nn lavoratore instancabile nella mistica
vigna del Padre di famiglia. Tntta ia sua vita fu il
più eloquente e sincero commento della sentenza del
Grande di Tarso : « Molto volentieri spenderò, anzi
sarò speso per le anime vostre » (II Co. 12, 15).
Basti dire che dngentoqnaranta furono gli scritti
sapienti che uscirono dalla sua penna feconda, e
circa una trentina le istitnzioni di evangelizzazione
e di beneficenza a cui diede vita ed incremento colla
cooperazione amorosa di nna gentile creatura, Susanna Thompson, di colei che per 36 anni gli fu moglie fedele ed amante.
Pieno d’amore al passato, indulgente ai suoi tempi,
fiducioso nell’avvenire ; a Mentone, all’ombra dei
pallidi j uliveti che incoronano l’incantevole golfo
della ihia Liguria, cadeva sotto .i colpi di un morbo
ostinato come la spiga matura piega sótto la falce
del mietitore, il 31 gennaio 1892. Contava 58 anni
di età.
Figlio di nn secolo di prosa e di un difficilissimo
periodo egli ha saputo rinnovare la vita cristiana
e le svariate attitudini, e ripetere i bellissimi gesti
degli Apostoli che vissero sotto gli sguardi di
Gesù !
________ Edeloueiss
(1) La Vita di Carlo Haddon Spurgeon narrata al
popolo ed ai fanciulli da Benvenuto Celli, pagine
296, Firenze. Tipografia e Libreria Claudiana (Via
dei Serragli, 51), 1906.
La Lucejn^merica
Il rappresentante della Chiesa Valdese
negli Stati Uniti, Sig- Prof. Past. Alberto
Clot {86, Romeyn St., Rochester N. Y)
è anche incaricato di ricevere abbonamenti
alla Luce. — Inviargli fin d’ ora L. 5 per
abbonamento 1910.
2
2
LA LUCE
L’on. (nurrl a firenice
Nella sala della biblioteca Teosofica, davanti ad un
pubblico numeroso e scelto, l’on. Murri parlò U 6
dicembre sul tema ; « Le forme spirituali della democrazia, e ricordato che nei suoi inizii la religione cristiana ebbe un indirizzo democratico e che fu quello
che la rese potente e vincitrice, combatte il concetto
materialistico della vita, sia al punto di vista scientifico che sociale. Sostenne che la democrazia dovesse
evolversi con concetto spirituale, ed accettare il Cristianesimo, facendo astrazione da tutte le sue forme
attuali.
Espresso in un modo spigliato ed elegante, il discorso dell’on. Murri, per troppe definizioni filosofiche
don riesci chiaro o, se si vuole non s’impose per chiarezza d’idee... o di principii. Vi ènell’on. Murri il pensatore profondo, l’uomo dotto, l’oratore onesto, sincero,
convinto, ma non v’è in lui nulla dell’oratore popolare,
di quella eloquenza calda comunicativa, che con parole
ferventi scuote un’assemblea, porta la convinzione nei
cuori, e vi pianta il suo vessillo.
Finito il discorso, si rimane incerti, e a questa incertezza, a questo dubbio, contribuisce altresi la sua veste
talare, la sua ormai tipica frase: Sono cattolico fino
ad un certo punto ! e il suo uditorio separandosi deve
essersi chiesto: Quid faciendnm?
Giovanni Rochat
Bineviamo su lo stesso argomento quanto segue ;
« Lunedi 6 e. m. alle 9 pom. nella sala della Biblioteca Filosofica l’on. Murri tenne davanti a un numeroso e colto uditorio l’annunziata conferenza su < le
forme spirituali della democrazia ».
Dopo aver detto che l’Italia attraversa una crisi morale, che è anche crisi della democrazia — indice d’uno
speciale momento del dominio dell’ uomo sul mondo
esterno — entra subito nell’ argomento ponendo e affrontando il problema. La democrazia sin dalle origini
doveva essere un movimento spiritualista, e il cristianesimo — prima estrinsecazione deH’ideaie democratico
— sorse dal sentimento dell’amor fraterno, che ìfu per
molto tempo il suo programma. Ma a poco a poco esso
venne meno a tale programma, finché nei secoli XVII
e XVIII il cattolicismo divenne la negazione 4^ cristianesimo, privo com’era d’interiorità.
Qui accenna alla casistica formatasi per conciliare
l’antitesi sorta tra le idee democratiche e la Chiesa e
per paralizzare la libera critica che sarebbe stata necessariamente demolitrice. Eileva come la democrazia
venne a innestarsi sul ceppo cristiano riproducendone
le idealità e gli scopi e insegnando all’uomo eh’ egli
ha una sua missione in terra fuori ed oltre alla rassegnazione nell’attesa dell’al di là.
Ma come mai la democrazia, che pur si riallaccia
per le sue finalità all’idea cristiana e che deve avere
contenuto idealista, appare materialista ?
L’on. Mnrri nota che ne fu Causa, almeno principale,
la coincidenza dello sviluppo della democrazia con l’applicazione delia scienza alla vita.
Senza risolvere il problema se la filosofia Hegeliana
fosse stata o no adattabile alla democrazia ; afferma che
la filosofia Marxista, mantenendo e perpetuando ildissidio
tra l’individuo e le leggi sociali, è in antitesi con la
ragione d’essere della democrazia. Ed è stata quella
pseudo filosofia della vita che cogli opuscoli e coi giornali è scesa nel popolo ed è divenuta la filosofia dei
partiti popolari.
Additando i rimedi a eptesta antinomia tra democrazia e materialismo, dice che la democrazia deve allargare l’ideale della vita facendo della giustizia, della
bontà e della bellezza le finalità dell’ attività umana.
Inoltre non bisogna dimenticare che la democrazia
non deve disperdere, ma deve accumulare delle energie.
Da qui la necessità d’nna filosofia della vita che custodisca e sviluppi quel che c’è di buono nel popolo
nostro. Or facendo incamminare il proletariato per una
via di pmri godimenti materiali non si fa altro che
borghesizzarlo. Finalmente la democrazia ha bisogno
di porre le finalità della vita oltre la vita stessa e
oltre il mondo interno, additando al popolo ideali assoluti, universali. Or questi ideali universali son precisamente gl’ideali spiritualisti di giustizia, di bontà,
di bellezza, che, pur essendo posseduti dallo rspirito
individuale, non cessano d’essere universali. Mentre gli
antichi greci e romani cercavano di raggiungere l’ideale
del godimento a scapito degli altri, noi dobbiamo far
si che tutti gli uomini vengano elevaci verso gli ideali
della vita che noi stessi cerchiamo di raggiungere. E
per ottenere questo risaltato non basta l’ideale pratico.
Altra condicione della democrazia è la santità della
vita, perchè santo è l’avvenire, secondo l’espressione
del nòstro poeta.
E’ questione, dice, molto dibattuta ai nostri giorni
se la vita umana debba chiudersi qui o realizzarsi nell’immortalità. L’oratore accetta giustamente la seconda
ipotesi, poiché crede che non si lavori per nulla e perchè tutto perderebbe valore se non si sentisse la trascendenza dell’ayvenire sul presente. Mostra che la filosofia delia democrazia deve essere spiritualista. A
questo punto dice : Voi sapete la rottura che si è manifestata tra me ed altre persone di parte cattolica.
Ebbene ! io son cristiano e cattolico sino a un certo
punto. (Ilarità generale).
E dopo aver affermato che la divinità concepita come
amore è il concetto più alto del cristianesimo, dice
che la religione deve essere sincerità, interiorità ed in
questo senso accetta il cristianesimo. Accetta pure il
cattolicismo, che avrebbe dovuto chiamar meglio romanesimo, nel senso che la chiesa creò i sacramenti e la
gerarchia come espressione dei bisogni dello spirito
umano, ma in modo da restarne superiore e poterli riformare, man mano che i cristiani si sarebbero evoluti.
La chiesa ha valore in quanto è uno strumento del
quale ci possiamo servire.
Or io comprendo che si possa essere cattolico sino
ad un certo punto perchè il cattolicismo o meglio il
romanesimo è una delle forme in cui si è estrinsecato
il cristianesimo, ma non credo che si possa essere cristiani sino' ad un certo punto. 0 completamente cristiani 0 niente.
Inoltre avrei voluto domandare all’on. Murri perchè
non sia giunto ad accettare quella forma di cristianesimo che vien praticata dalle Chiese evangeliche, sapendo che la religione di queste chiese è tutta interiorità. Crede che i cristiani non siano ancora abbastanza evoluti da poter fare a meno di certi sacramenti
e di certa gerarchia? Mi ha detto di non credere ch’io
abbia compito la mia evoluzione spirituale passando da
la Chiesa romana a una chiesa evangelica. Ma è logica
la sua, on. Murri, voler restare nella chiesa romana
quando non crede più alla istitu¿lono divina dei sacramenti e della gerarchia? Se vuole aavvero, come ci
diceva dopo la conferenza diffondere lo spirito religioso
nel popolo italiano, e lo vuole davvero perchè La so
abbastanza sincero, si stacchi completamente da chi
del cristianesimo — religione di sincerità e di interiorità — ha fatto un vano formalismo di cerimonie, e
aiuti coloro che tentano con tutte le proprie energie
di far vivere il cristianesimo puro e seuiplice al proletariato borghesizzato da una pseudo democrazia.
Salvatore Morello »
Un autorevole giudizio in materia eoloniale
Sotto al simpatico titolo / figli neri dell'Impero
il numero del 6 Novembre u. s. del grande giornale
inglese illustrato The Graphic contiene un articolo
sul libro recentemente pubblicato sui Bassnto da Sir
Godfredy Lagden che per diciasette anni fece parte dell’amministrazione inglese del Basntoland (Africa Australe) e per otto anni ne occupò il più alto grado essendo « Eesident Commissioner », ossia Governatore, di
quel paese.
Mentre anch’io mi trovavo oolà, come missionario,
vi cominciava la sna brillante carriera, quale segretario
del Governatore di allora, sir Marshall Clark, ed ebbi
campo di conoscerlo da vicino e personalmente ed apprezzarne le alte doti, e posso dire che il suo libro
non può ispirare che la massima fiducia e destare il
più vivo inceresse. Ma, non avendo sott’ occhi che il
titolo del libro, la riproduzione di quattro delle sue
illustrazioni e la pagina che vi dedica il Graphic, non
posso entrare nel merito di esso, nè giudicare la parte
che vi viene fatta all opera missionaria, l'articolo non
essendo una recen.sione propriamente detta, ma un semplice accenno alla sna importanza, sotto all’aspetto politico, ed alla parte che, sotto quell’aspetto, ebbe, nella
formazione e nei destini del suo popolo, il re Moshesh.
Ma ecco la traduzione della fine di ognuno dei due
capitoli, coi quali sir Godfrey Lagden chiude il suo
libro, e dei quali uno riguarda al passato e l’altro all’avvenire :
€ Una lezione da ritenersi è che poco savio è il va« gare per i sentieri degli sperimenti colle ¿razze di
€ colore, che possono essere tratte ad imprudenze, od
« a follia, da violenti cambiamenti, j eziandio quando
« hanno questi per motivo il loro miglioramento...
« I maestri, del pensiero (leaders of thonght) hanno
« abbandonato il concetto antico di considerare le razze
« assoggettate come articoli di commerciò, e sono ve« nnti a riconoscere che un equo trattamento ed il ri« spetto dei diritti ad esse razze inerenti sono non
« soltanto il dovere di coloro che agli altri hanno im« posto il proprio volere, ma pur anche i mezzi più
« sicuri di fare progredire il più debole nella via de« stinata a promuovere la causa della prosperità dello
* stato ».
Cosi scrive un rappresentante della più grande potenza coloniale del mondo. Avviso a chi tocca 1
In quanto alle missioni, nell’ignoranza di ciò che ne
può dire nel suo libro l’egregio autore, mi proverò dì
far parlare le quattro illustrazioni che di quel libro
ho sott’occhi.
Glaeomo ^Weitzeekei«
Il T^ìsveglio in ñus fraila
Abbiamo già parlato delle adunanze tenute in Melbourne dal dott. Chapman e dai suoi compagni.
Eitorniamo un po’ indietro e seguiamoli nel loro
viaggio daH’America in Australia. Eiunioni di risveglio furono tenute a Minneapolis (U. S. A.), a Winnipeg, nel dominio del Canada, ed a Vancouver, nella
Columbia britannica.
Una prima fermata, di poche ore però, fu effettuata
ad Honolulu (nelle isole Sandwich), ove furono tenute
due riunioni piene di entusiasmo. Come già alla partenza da Vancouver, cosi anche qui gli evangelisti
dovettero promettere di tornare al più presto possibile.
Seconda fermata a Suva (nelle isole Fidgi). Il piroroscafo « Makura » essendo in ritardo, non arrivò che
alle 9 della domenica sera ; e nondimeno la grande chiesa
fu presto piena di uditori che cantavano inni ed udirono poi il messaggio dei nuovi missionari. Il di seguente, nuova adunanza per gl’indigeni ed un’altra per
i bianchi. I viaggiatori visitarono ancora la città ammirando i progressi dell’Evangelo in quelle isole dove,
poco più di 60 anni or sono, la popolazione era tutta
selvaggia e cannibale, mentre ora, degli 80,0C0 abitanti
del gruppo, i nove decimi appartengono alla Chiesa cristiana.), e viipge.lica. ,
Il viaggio da Vancouver a Sydney durò tre settimane e mezzo; ed anche cotesto tempo fu consacrato
all’evangelizzazione : riunioni furono tenute giornalmente per i passeggieri come per la ciurma. Il signor
Alexander pubblicò ogni giorno, a sue spese, un giornaletto di quattro pagine da distribuirsi a tutti. Il
« Makura News » usciva a più di 500 copie e recava
una meditazione familiare del dott. Chapman, un inno
del signor Alexander e le notizie di bordo.
Il primo numero conteneva una poesia « La vostra
missione intorno al globo » in cui Miss Fanny Crosby,
l’autrice di « Sicura in man di Cristo », dava il saluto
inaugurale agli evangelisti. Furono altresì arruolati
molti nuovi membri della Lega del Testamento tascabile sia nelle isole Sandwich che nelle Fidgi ; 126 furono iscritti a bordo del « Makura », fra i quali il caricaturista e celebre conferenziere John Bengough. Anche
il maggior generale Hoad, comandante dell’esercito australiano prese un vivo interèsse nell'opera del risveglio.
Giunti in Australia, gli evangelisti tennero adunanze
u, Brisbane, Adelaide, Ballarat, ecc., ecc„ oltre che a
Melbourne delle quali abbiamo già fatto discorso.
Diremo ancora alcunché di quelle tenute a Sydney.
Un corrispondente, che deve conoscere l’ambiente, descrive lo stato di corruzione in cui si trovava la città.
Durante il giorno, il via vai degli uomini intenti a far
quattrini e delle donne intente a spedirli.
La notte, i teatri spalancati e illuminati a giorno attiravano le migliaia dei cercatori di piaceri ; altri gaudenti riempivano i caffè, le taverne ed altri luoghi
posti sulla via della perdizione.
Le chiese sole, in mezzo a quello splendore e quella
confusione, rimanevano al buio ed accuramente chiuse.
€ La chiesa è in fallimento », dicevano gli schernitori.
— L’onesto cercatore chiedeva ; « Chi ci farà veder
del bene? Voi dite che la chiesa ha bisogno di un risveglio ; che cosa fate per prepararlo ? ». — « Preghiamo il Signore », si risponde. — « Si, è vero, riprende l’altro, pregate. Sono andato nella chiesa Tale,
il centro delle riunioni di preghiere, e vi ho trovato 25
persone. Venticinque!
Dieci giorni dopo, i 25 erano diventati 1200, ed il
numero cresceva, cresceva ogni giorno. Chiese indiffe-
3
LA LUCE
renti ritornarono al loro primiero amore; molti credenti deboli e vacillanti trovarono la sorgente della
forza e della fede ; e qua e là qualche anima errante
fu spinta a far la gran confessione prima ancora che
la campagna cominciasse, — « Oh ! è soltanto ^nn’accolta di devoti in ginocchio », ripeterono i heffeggiatori.
Intanto il dott. Chapman cominciava la sua campagna
con le sue « ore quiete » frequentate da una folla ognor
crescente, le sue adunanze ove, sulle prime, prevaleva
l’elemento femminile ; ma, ben presto, bisognò aver riunioni per gli uomini d’affari, per gl’impiegati, per i
giovani, per le donne, per il gran pubblico. — « Sono
i collitorti e le beghine che vanno a coteste riunioni »,
sobillavano gli empi : « amano un po’ di eccitamento.
Quello è il loro teatro, il loro luogo di divertimento ;
e quando cesseranno le adunanze, ritorneranno come
prima! ». — Ma dopo tre settimane di predicazione^
ninno avrebbe più potuto negare l’importanza del movimento.
Da tutte le parti della città si accorreva come mossi
da una forza arcana alla quale era inutile resistereFuron visti di quelli che, prima, deridevano tutto quanto
sapeva di risveglio, aspettare delle ore alla porta dei
locali per assicurarsi un posto ; persone alto locate, i
re della finanza, gente d’una condotta irreprensibile tacevano a gomitate coll’operaio, colla feccia della società,
pur di riuscire ad entrare.
La stampa sparse ovunque le notizie del risveglio ;
le chiese si sentirono rinfrancate e rinnovarono lo zelo
per la salvezza dei peccatori ; la Lega del Testamento
Tascabile arruolò migliaia di nuovi membri ; il signor
Norton preparò un nucleo di operai consacrati ; i signori
Asher tennero delle riunioni fra gl’impiegati nelle fattorie e negli alberghi, mentre il signor Ottman radunava i cristiani per la lettura e la meditazione della
Bibbia.
Il dott. Chapman ed i suoi collaboratori son partiti ;
ma ben si può dire che, anche assenti, continuano a
parlare da cento pulpiti i cui predicatori sono stati scossi,
rianimati, rinfrancati.
Un altro corrispondente descrive l’opera in Australia
nel suo assieme.
La campagna evangelica ha durato 16 settimane ;
ed in quel tempo, i nostri fratelli hanno percorso in
ferrovia 5000 miglia, hanno visitato centinaia ditiittà
e villaggi sempre spargendo il seme della Paròla. Chi
giudichi superficialmente dirà che la Missione del dottore Chapman e dei suoi compagni è chiusa; ma chi
considera le cose attentamente sa ch’essa ha appena
cominciato. « Conoscete il Tal dei tali? », chiedeva un
signore al suo vicino, nella tramvia. « Ogni settimana
egli ha ammesso dei nuovi convertiti nella sua chiesa ;
domenica ne ha ammessi trentasette ». E il pastore Tal
dei tali non è un’eccezione; in ogni locale di culto
continua il risveglio, ed in ogni giorno Dio aggiunge
.alla sua Chiosa coloro che sono salvati.
F. Grill.
Profili di riformati italiani
Pier Martire Vermigli
Nacque a Firenze l’anno 1500, ed è considerato
come il nostro principale riformatore. Uno storico
illustre, il Bonnet, dice persino che potè contendere
fra i riformatori la gloria a Calvino. Riprodurremo
in seguito il lusinghiero giudizio di un autore non
sospetto, cioè di Cesare Cantù.
Pietro Martire entrò in età assai giovine nel chiostro a Fiesole, e diventò canonico regolare dell’ordine degli Agostiniani. Trasferitosi in un convento
vicino a Padova, studiò in qneU’università. Cominciò
a predicare a Brescia, e quindi, di città in città,
rendendosi celebre quale oratore sacro. A Napoli
s’incontrò con Giovanni Valdes, il grande apostolo
della Riforma in quella città : e questo incontro fu
decisivo, poiché il Vermigli aderì con tutto il suo
entusiasmo alle dottrine evangeliche. Fu ben presto
sospettato. Allora lasciò Napoli per trasferirsi a
Lucca, dove occupò l’nfficio di priore del convento
di S. Frediano, (anno 1546) >
Lucca già conosceva le idee dei riformatori. I cittadini più cospicui dediti al commercio della seta,
come i Micheli, i Balbiani, gli Arnolfinì, facevano
frequenti viaggi al di là delle Alpi, venendo in con
tatto quindi con il movimento della Riforma. Pertanto i lucchesi ritornavano in patria, con nuove
idee e con gli scritti dei riformatori. L’autorità stessa
politica ne fu sgomenta, e un decreto dèi Magnifico
Consiglio, fin dal 1525, proibì l’introduzione degli
scritti eretici, ordinando la consegna e il sequestro
di quelli che già vi erano penetrati. Ma, come sempre suole accadere in casi simili, questo editto non
fece che moltiplicare i lettori delle opere ereticali
proibite. Pietro Martire trovò dunque un terreno
assai propizio per svolgervi l’opera riformatrice. Vi
creò per le famiglie patrizie e per i monaci un collegio resosi famoso, nel quale insegnavano maestri
eletti, come il conte Celso Martinengo di Brescia,
Girolamo Zanchi di Bergamo, Celio Secondo Cnrione,
tutti nomi celebri nella storia della Riforma italiana. In
quel collegio specialmente gli scritti di Paolo furono
oggetto di studi profondi. Il vescovo di Lucca non
tardò a denunziare il Vermigli e i suoi compagni
quali eretici, e la scuola di S. Prediano come nido
di eresia.
Riuscirono tutti a fuggire. E Pietro Martire ebbe
la consolazione di celebrare la S. Cena insieme con
la congregazione evangelica di Pisa, prima di avviarsi alla volta della Svizzera. (1542) Dopo avere
visitato Zurigo e Basilea, si fermò a Strasburgo,
donde scrisse subito una lettera alla sua diletta
Chiesa di Lucca per riaffermarla nella fede. Passò
quindi in Inghilterra, e lasciò « piena del suo nome
la riforma di quella nazione ». Di nuovo ritornò a
Strasburgo, che lasciò ben presto per trasferirsi
definitivamente a Zurigo. Mentre era quivi, Teodoro
de Beza lo volle compagno al famoso colloquio di
Poissy (anno 1561), dove «'parlò italiano e con
molto effetto », onde persuadere la regina Caterina
dei medici, sua compatriotta. Mori a Zurigo nel 1562,
compianto da tutti, anche dai cattolici, « solo dolenti che si fosse da loro scostato ».
Cesare Cantù cosi giudica il nostro riformatore :
« Non ebbe il fuoco di un Farei, non contribuì
quanto Lutero, Calvino, Bullinger a formare la
Chiesa ; ma la sua moderazione non gli tolse di
sacrificare tutto l’essere suo al Vangelo, e con la
sua rara superiorità sviluppò l’insegnamento e l’interpretazione delle Scritture. E’ anche convenuto
che nella dogmatica e nella esegesi ha reso grandi
servizi per lungo tempo in tutte le Chiese riformate, in ogni parte di Europa ».
Pier Martire Vermigli si distinse dunque per la
sua pietà, eloquenza, cultura teologica, e il suo nome
è, senza dubbio, il più celebre fra tutti quelli che
hanno illustrata, in Italia, l’opera della Riforma
evangelica. Enrico OQeyniet»
Importantissimo !
Ogni persona che ci procuri, prima del
31 dicembre, almeno cinque abbonamenti nuovi, ne otterrà uno per sè
gratis.
L’abbonamento, prima del 31 dicembre,
non costa che L. 2,50 ; dopo sarà di L. 3.
A tutti gli abbonati — che ci avranno
mandato il prezzo d’abbonamento prima
del 31 dicembre, — cediamo la Storia
del Cristianesimo del Dr. Meynier (grande
volume, in commercio a L. 3,00) per una
sola lira e il libro Nuova Aurora
tradotto dal prof. Enrico Rivoire (libro, che
fu messo in vendita a L. 2,50) per soli 75
centesimi.
Cominceremo col primo numero
di gennaio la pubblicazione del nuovo
lavoro del prof, ex padre Giorgio Bartoli,
facendolo precedere — in questo prossimo
numero — da una delle sue attraentissime novelle.
Nel prossimo numero comparirà pure la
prima puntata del promesso racconto
0 romanzo.
Ai nuovi abbonati si concedono
gratis i numeri del dicembre corrente.
Mandateci subito L. 2,50.
Amore, tu sei il riassunto della Divinità, tu ne
sei la spiegazione.
Che cosa è questo mondo, questo immenso mondo,
se non una parola d’amore ?
Se la loro voce arrivasse fino a noi, le stelle ci
parlerebbero d’amore ; se noi potessimo capire il
linguaggio dei flutti, noi li udremmo mormorare i
« Amore » ; se noi potessimo cogliere tutti i fiori,
distillarne tutte le essenze, non ne risulterebbe che
un profumo : l’amore. Ma volete voi conoscere « l’altezza. la profondità, la lunghezza e la larghezza dell’amor di Dio, chesopravvanza ogni conoscenza? ».
Andate ai piè della Croce.
(Versione di Q. A. Hiigori).
Spurgeon.
Buona usanza
Leggevasi giorni sono nella Stampa di Torino :
■ Il (Ministro Cocco Ortu ai funerali di Fortis, scor« gendo i fiori delle magnifiche corone infrante nella
« ressa enorme della folla, lanciava una sua proposta
« eminentemente pratica, quella di destinare ad un
« istituto di beneficenza le somme che si spendon»
« in "corone destinate ad avvizzire entro qualche
« ora ».
Giriamo la proposta dell'On. Cocco-Ortu ai nostri
fratelli evangelici. Peccato davvero che non si voglia
con offerte generose specie per la nostra opera dì
evangelizzazione avvivare la rubrica « Buona usanza » I
|(cHa yeiiisola t atlU jsole
Torrepellice.
Il Pastore comm. C. A. Tron vicemoderatore assumerà col primo di gennaio la direzione dell’Acro des
Vallées ; che da allora in poi pubblicherà una volta
il mese un notiziario in francese, oltre il solito foglio
settimanale. Così la « Sentinella Valdese » cesserà le sue
pubblicazioni e sarà come sostituita da detto notiziario,
che imi ci- proponiamo di saccheggiare regolai mente e
senza... misericordia.
Al neodirettore e all’opera cui pone mano i più cordiali auguri!
' -f-:
S. Germano Chisone.
Ci è grato d’apprendere che il pastore, Sig. Pietro
Giraud, quantunque obbligato al riposo, si sente meglio
e accenna a ricuperare la salute alquanto scossa.
Milano,
Abbiamo ricevuto il Rapporto della seconda chiesa —
come vien chiamata — retta dall’arzillo e attivissimo
pastore Damiano Borgia, coadiuvato da uqa corona di
collaboratori zelanti.
Il Rapporto reca una veduta del nuovo tempio dì
Via Fabbri e un somigliatissimo ritratto deU’iustancabile e sempre giovane pastore summentovato, come pure
un cenno « per la storia dell’evangelizzazione in Milano » dovuto a membri del ConsigliOi del Comitato di
Beneficenza e del Circolo Missionario.
— Il pastore Borgia tenne ultimamente una conferenza su c S. Ambrogio e la sua dottrina ».
— Abbiamo pure ricevuto il programma del Circolo
Missionario Evangelico per il mese in corso. Vediamo
con piacere che lo « studio biblico » vi occupa un posto
ragguardevole.
Salle.
Domenica scorsa, 12 corrente, fu inaugurato solennemeute, con l’intervento del pres. del Comitato d’evangelizzazione signor Arturo Muston, il nuovo locale
per chiesa e scuole. Speriamo di poter pubblicare nel
prossimo numero una più ampia relazione del pastore
sig. G. Bertinat intorno a questa lieta festa cristiana.
Grotte.
(Vittorio P. Trobia ) — Abbiamo avuto la graditissima visita della nobil donna Mrs. Colgate e della figlia
di lei, accompagnate dalla instancabile Signora Ange-\
lini. Visitarono le Scuole e la Chiesa, alle quali riesci- '
rono di prezioso incoraggiamento ; e, dopo di aver prese
parecchie istantanee, ripartirono alla volta di Caltanissetta, lasciando in tutti i nostri cuori vivo rammarico
per la brevità della loro permanenza in questo paese.
Che il Signore le accompagni sempre e dovunpue e faccia
splendere su di loro il suo sorriso d’amore e di letizia !
4
4
LA LUCE
CORRIERE^ILANESE
Domenica, 12 dicembre, ebbe luogo l’inangurazione
della nuova sede del Circolo Missionario Evangelico
della Chiesa Valdese di Via Fabbri, 9.
La nuova sede che si compone di un’anticamera, di
un grande salone capace di 200 persone, d’una saia di
lettura e di un’altra riservata a « bnfiPet » (dal qual»
saranno escluse le bevande alcooliche), si presenta nella
sna semplicità attraente ed allegro.
Per la circostanza dell’inaugurazione il Consiglio direttivo volle che partecipassero anche tutti i membri
della chiesa sorella di Piazza S. Giovanni, ed il pastore
Costabel accettò di buon grado l’invito sia intervenendo
personalmente, sia invitando caldamente tutti i membri
della sua chiesa ad intervenire ed allietare la modesta
festicciuola. Fu pure invitato il pastore Revel di Como,
membro del Comitato, che durante la sua permanenza
a Milano aveva sempre incoraggiato in modo speciale
l’opera del Circolo. Non potendo intervenire, il signor
Revel mandò una lettera di adesione coi migliori augurii per la prosperità del Sodalizio.
*
* *
Alla cerimonia si trovò presente buon numero di fratelli e di sorelle, oltre ad un buon numero di estranei.
Il pastore Borgia, fondatore del Circolo e presidente
del medesimo, improvvisò un breve discorso inteso a
«volgere il programma di lavoro del Circolo ed a riassumere di volo il lavoro compiuto fin qui. Esortò i presenti ad aiutare l’opera del Comitato Missionario Evangelico ricordando a tutti quale debba essere la loro missione nel momento attuale, affinchè l’opera d’Evangelizzazione nel nostro paese progredisca sempre di più.
Il pastore Costabel con indovinate parole s’associò
alla letizia della seconda Chiesa Valdese di Milano,
esprimendo vivi angurii per l’opera che il Circolo compie
ed incoraggiando i suoi membri a perseverare nell’opera
intrappresa.
Dopo il canto di un inno ed una preghiera innalzata dal fratello Giovanni Giiot, gl’intervenuti passarono a visitare la nuova sede.
Ora che il Circolo Missionario Evangelico possiede una
sede propria, io non ho che da augurare dal profondo
del cuore che esso lavori sempre più vittoriosamente,
nel vasto suo campo di attività.
*
* *
In questi ultimi tempi, tre soci del Circolo, i nostri
fratelli Papaleo, Alberti e Clerici, sono riusciti in un solo
giorno a vendere, in borghi diversi, 2 Bibbie, 52 Nuovi
Testamenti, e vari Vangeli.
Il Circolo, oltre che all’opera missionaria, penserà all’istruzione ed all’educazione dei giovani, provvedendo
una Biblioteca di buoni libri, di giornali e di quanto
occorre per oneste ed istruttive ricreazioni, e aprirà al
pubblico un deposito di Sacre Scritture e Trattati religiosi nello stabile di Via Fabbri, 9.
A raggiungere questi scopi importanti, occorre la
simpatia e l’appoggio per parte di molti benefattori.
Chi ci verrà in aiuto?
Ed ora, terminando, un grazie di cuore a nome di
tutti i soci al Comitato (fEvangelizzazione, alla Chiesa
di S. Giovanni in Conca, al suo Pastore e a tutti coloro
che ci hanno sostenuto fino a questo momento. E un
grazie speciale al signor Daniele Borgia per l’opera disinteressata prestata per l’arredamento della nuova sede
ed all’amato pastore e presidente del Circolo signor Damiano Borgia.
Gaspare Gandini.o
P. 8. — Domenica scorsa, al Circolo, ci fu una conferenza del pastore Calvino sul tema : « Un viaggio in
Norvegia », avvivata da belle proiezioni luminose.
Corriere ¿/cw/o
Ecco un covoncino di notizie.
A Pachino le scuole rigurgitano di alunni. I banchi
che ne devono contenere 2 ne hanno 3 e quelli di 3
posti sono occupati da 4 bambini. Con tutto ciò ne abbiamo dovuto respingere 20 per mancanza di spazio.
Non c’è vìa del paese ove passando non incontriamo
alunni o parenti di alunni della nostra scuola che ci
salutano sorridendo come per dirci : « Noi oramai siamo
buoni amici e vi siamo riconoscenti ».
A Caltaniss-tta una serie di conferenze su argomenti
di carattere apologetico-sociale annunziate da un gior
naie cittadino che esce il sabato hanno attirato nella
sala di Vìa Maida molto pubblico. Sì ebbero delle vere
piene. Quale frutto immediato parecchie iscrizioni dii
catecumeni.
A Vittoria si è iunaugurata una nuova sala di evangelizzazione nel quartiere di S. Biagio. Gran gente la
prima sera che andò naturalmente diminuendo alqnanto
in quelle successive. Sappiamo tuttavia che quelle adunanze continuano in modo rallegrante.
Da Grotte molti fratelli, ad attenuare gli effetti
della crisi zolfifera che perduta assai acuta, sono partiti per Messina e Reggio ove il lavoro è più abbondante. Malgrado tali partenze, la vita di quella chiesa
si mantiene attivissima ; i culti domenicali sono imponenti pel numero e sempre edificanti pel contegno non
sólo dei fratelli ma dei molti estranei che vi intervengono. Gli alunni della scuola sono oltre 200 e frequentano quasi in massa la scuola domenicale ; 40 alunni
della scuola serale frequentano pure le lezioni di catechismo.
A Trapani assistiamo ad un risveglio. Le conferenze
apologetiche con cui il sig. Zuliani ha iniziato la campagna invernale hanno suscitato il fanatismo della studentesca atea che pretenderebbe di turar la bocca a chi
lotta pel trionfo della verità. Più d’una volta il locale
di culto si è mostrato insufficiente a contenere la folla
degli uditori, che facevano coda alla porta e fuori nella
strada ». Il sig. Zuliani, assistito con amore e simpatia dai fratelli, prosegue impavido nella « buona guerra »
e di cuore gli auguriamo il meritato trionfo.
— I lettori si ricorderanno deU’invìto fatto allo scrivente dal presidente della Cooperativa agricola di Sancipirrello di dare nella sede del sodalizio una conferenza evangelica. La domenica 21 novembre mi vi recai
accolto con segai manifesti di contento da quei buoni
paesani molti dei quali avevano già avuto nozioni evangeliche per mezzo di conversazioni coi nostri colportori e dei libri da loro acquistati.
Particolare attività vi aveva esplicata il giovane colportore G. La Scola. Ma desideravano udire un pastore.
Avevano per la circostanza sgombrato il grande magazzino di deposito della Cooperativa. Senza entrare
in dettagli dirò che fu per me una serata indimenticabile, poiché ebbi l’opportunità di porgere il messaggio
d’amore e di salvezza a più di 300 persone che durante
2 ore stettero in piedi ad ascoltarlo con un raccoglimentb e un’attenzione emotiva quale raramente si può
osservare nelle chiese. Nel separarci il saluto di tutti
fu : « Arrivederci ».
E’ indubitabile che vi è nell’anima siciliana, specialmente in quella del contadino, un fondo di sana religiosità sia pure materiata di ignoranza e di superstizione che fa contrasto con l’ambiente di altre regioni
e che apre l’adito a speranze non illusorie per l’avvenire dell’opera nostra.
Luigi Rostagno.
J nostri morti
Mercoledì 8 dicembre un numeroso stuolo di fratelli e sorelle, amiche e conoscenti, accompagnava al
cimitero la salma della sorella
Lazzarini Qiu5cpt>ina
chiamata a miglior vita nella giovine età di 19 anni.
Colpita tempo addietro da morbo inesorabile, durante il corso della lunga malattia la giovane nostra
sorella diede un raro esempio di fedele testimonianza
alla Parola di Dio, innanzi alla quale testimonianza
tutti rimasero commossi ; sicché la nostra giovane
sorella si acquistò le simpatie anche di molti cattolici
romani.
Rassegnata, nell’attesa del giorno da passare a miglior vita, ella non desiderava altro che le parlassero
della Parola di Dio, della vita futura e di tutto quanto
era atto ad edificarla.
Nell’ultima fase della malattia trasportata all’Ospedale Fatebenesorelle (diretto, come si sa, da suore cattoliche) diede una testimonianza tale, che suore, infermiere ed ammalate rimasero profondamente colpite,
a segno da gareggiare di cure e delicatezze d’intorno
alla nostra sorella, rispettando, al tempo stesso, caso
strano, la fede sua.
La testimonianza resa dalla Lazzarini serva di vivo
conforto in special modo alla madre ed alla sorella,
private dell’affetto della loro amatissima Giuseppina.
I servizi religiosi alla camera mortuaria ed al cimitero furono diretti dal Pastore Damiano Borgia,
che rivolse agli intervenuti ispirate parole, presentando la fedele testimonianza della sorella defunta,
come esempio di un’anima che si confidò unicamente
nel nostro salvatore Cristo Gesù. O. G.
Corriere germanico
Anche Berlino commemorò Giovanni Calvino nella
gran sala della Filarmonia, manco a dirlo, strapièna»
Ganti a coro e soli vennero eseguiti con quella perfezione cui sono avvezzi i Berlinesi, ma la parte più importante fu il discorso del Dr. Kaverau, membro del
supremo consiglio ecclesiastico e Professore all’Universitài. L’illustre uomo seppe con impareggiabile maestria
ed obbiettività fare un paragone fra i due grandi Riformatori e mettere in rilievo i pregi dell’uno e dell’altro : il francese, molto più giovane di Lutero, risenti
Pinfluenza benefica degli scritti di costui; m3ntre per
contro la Germania fu beneficata dalló spirito che emanava dall’umile gabinetto di studio di Calvino e che,
mediante i forti caratteri temprati a quella scuola, fu
la salvezza del Protestantesimo in Germania quando
maggiormente imperversava la bufera della Controriforma. Anche la costituzione della chiesa di Ginevra
ebbe la sua importanza grande più che non paia all’osservatove superficiale, nel consolidamento dell’organizzazione delle chiese luterane, consolidamento che Lutero
ad onta deíl’immenso lavoro da lui fatto non aveva potuto condurre a compimento.
Non ostante le diversità che osservansi fra le varie
chiese evangeliche uscite dalla Riforma del secolo XVI,
il fatto ch’esse tutte sono in grado di apprezzare al
loro alto valore i due grandi Riformatori, costituisce
la prova più lampante della vera unità del Protestantesimo il quale deve considerare come suo compito non
soltanto la lotta contro gli errori della chiesa romana,
bensì anche la lotta contro tutte le tendenze antireligiose del momento presente.
* *
* •
I giornali di Berlino parlano coll’a dovuta simpatia
dell’attività che i gesuiti spiegano nella Capitale. Il
loro centro è naturalmente la chiesa di S.te. Edwidge
e la loro speranza di cattolizzare adagio, adagio, la Germania va aumentando ogni giorno e colla loro speranza
la loro imprudenza a segno che il concistoro superiore
di Strasburgo si vede costretto di rimbeccare a dovere
quel Vescovo Benzer che nella sua pastorale sui matrimoni misti considera i matrimoni non celebrati cattolicamente come altrettanti concubinati.
Bella ricompensa riceve il buon Kaiser per tutte le
sue premure e i suoi atti di deferenza verso « quel di
se stesso autico prigionier »! Io, al suo posto...
«
* •
Evolazìone. In Germania, come altresì nella Scandinavia, sono numerosi assai i socialisti che senza essere ascritti al partito detto cristiano sono credenti in
Dio, nella Provvidenza e nell’immortalità dell’anima..
Ma numerosi altresì sono ì dotti che senza essere darvinisti professano una certa simpatia per la teoria della
evoluzione. Un di costoro è il Dr. Hauser medico a
Charlottenburg che in una pubblica conferenza testé
colà tenuta dimostrò bensì come quella teoria faciliti
la spiegazione di molti fatti che osservansi nella natura e che non sanno spiegarsi diversamente ; tuttavia
di fronte ai monisti Häckelliani atei egli mette i puntini sugl’i dimostrando come questa teoria a lui cara
come scenziato, è ben lungi dall’esser provata matematicamente, ma altro non è se non una comoda teoria
che lascia perfettamente impregiudicata la questione
della fede nella potenza creatrice e direttrice del Dio
invocato e adorato dai monoteisti.
I veri dotti son sempre modesti.
Ma non oltremodo modesto è il Dr. Joh. Müller che
a Berlino in un altro locale tiene conferenze per provare ai buoni berlinesi che com’essi discendono in via
retta, sebbene lunga lunga, dalle scimmie, così percorrendo un’altra lunghissima via giungeranno a produrre
il superuomo intravvisto da Nietzche nei grandi uomini
che furono il suo ideale, ma che però non realizzarono
il vero superuomo.
Quante cose sanno certi dottori semi profeti e semimatti 1 !
Lorena. Cose incredibili. Se fanatico e imprudente è
il vescovo di Strasburgo non meno fanatico è il clero
nella Lorena, che a sua volta eccita il fanatismo dei
papisti contro,gli Evangelici dispersi in piccol numero
in mezzo a quella popolazione.
I papisti sono ostinati a non voler permettere che
al cadavere ^i un Evangelico, venga data onorata sepoltura nei cimiteri comunali e cosi è accaduto nell’anno di grazia 1909 che una fanciulla evangelica
morta dodicenne ha dovuto venir tumulata in nn giardino privato e sì citan parecchi casi in cui i parenti
di un defunto han dovuto trasportarne la salma a due,
tre, sei ore, e anche più, di distanza per poterla turna-
5
lare senza contrasto-.. Generalmente quando un convoglio funebre che trasporta un Evangelico, giunge alla
porta del Camposanto, la cbiave non si trova, il becchino è sparito, il Bürgermeister é assente salvo quando
poi capita che un coraggioso gendarme vada a scovarlo
nascosto dietro il letto.
Si vede in che modo vengon trattati gli Evangelici
dispersi nella parte cattolica di un paese dove però la
maggioranza è Evangelica. Cosa sarebbe se in tutta la
Germania la maggioranza fosse cattolica ramana ? —
La risposta è semplicissima ; mai l’Italia sarebbe entrata per la breccia di Porta Pia e se per isbaglio vi
fosse entrata, una gran crociata (Gesta Dei per Germanos) ne l’avrebbe da un pezzo ricacciata fuori magari
sino a Torino.
* •
Il Sinodo Generale prussiano testé chiuso a Berlino ha dato al pubblico di tutta la Germania e di fuori
l’occasione di sentire altamente proclamata e dalle varie tendenze accettata la base inconcussa della fede e
dell’insegnamento in seno alle chiese Evangeliche. Lo
■ dichiarò nella seduta plenaria del 9 Novembre l’illustre
Dr. Kahl Prof, di giurisprudenza aU’Università, di fronte
ad una petizione di pretesi « Amici della libertà Evangelica » che per contro vorrebbero che ogni dottrina per
quanto strana sia, possa essere insegnata e predicata
dal pulpito evangelico. « La chiesa protestante, egli
dice, non è una istituzione nella quale ad ogni singolo
individuo sia lecito insegnare o negare quello ch’ei
vuole, il fondamento irremovibile sul quale questa chiesa
stà è la Parola di Dio. Su questo punto tanto la destra quanto la sinistra deU’assemblea sinodale sono (l’accordo. » « La Eiforma non è un evento passato e chiuso
per sempre. Essa è un continuo ed intenso lavorio tanto
per parte di ogni singolo credente quanto per parte
della chiesa onde ognor più inoltrarsi nell’intelligenza
della Parola di Dio. »
Siffatte dichiarazioni uscenti non dal labbro di un
teologo bensì di un Professore di giurisprudenza e accolte coll’unanime applauso dell’imponente assemblea
sono un segno consolante dello spirito di libertà e di
verità che anima la maggior chiesa evangelica del continente. Ed è questo anche lo spirito che anima la piccola chiesa Valdese, nonché le sue chiese sorelle all’opera in Italia.
Membro nato del Sinodo generale é anche l’imperatore qual Ee di Prussia, Summus Episcopns della chiesa
Nazionale, ma egli si accontenta di farsi rappresentare
da quella distinta persona ch’é il dottor Dryander che
gode l’alta stima di tutti i partiti. Più volte già i predecessori dell’attuale monarca segnatamente Federigo
Guglielmo IV hanno cercato il modo di liberarsi da
. quella dignità che non par loro compatibile colla libertà della chiesa evangelica, ma le difficoltà sono tali
che esigerebbero mutamenti radicali nella costituzione.
In teoria il principio cavouriano di libera chiesa in
libero Stato gode grandi simpatie anche in Germania
e sebbene, finora il sommo episcopato sìsn de jare
alla persona del monarca, de facto non é mai accaduto
che un Ee di Prussia lo abbia esercitato in modo da
intralciare la libertà della Chiesa. I tempi però vanno
maturando le questioni e insensibilmente preparando
la separazione della chiesa dallo Stato la quale separazione, al momento opportuno si effettuerà non in modo
catastrofico, com’é accaduto in Francia bensì pacificamente e amichevolmente senza sconvolgere la compagine della chiesa nazionale che vuol restare unita in
tutto il Eegno. Pensieri elevati e spiranti intensa carità cristiana espresse il Sovrintendente generale Faber
sulla necessità dell’esercizio della disciplina in seno
alla chiesa nell’interesse della dignità di essa e della
salvezza delle anime. Potesse queU’nomo di Dio far
sentire una volta la sua voce autorevole anche in seno
alla modesta assemblea sinodale valdese.
• •
A quelli dei nostri lettori che conoscono la lingua
tedesca raccomandiamo caldamente per Natale, un
nuovo volume ; « Durch die Wùste zum Sinai » (traverso il deserto sino al Sinai) dovuto alla penna impareggiabile del Dr. L. Sneller, nativo di Geiusalemme
poi pastore a Betlemme, quindi a Colonia. L’autore che
«ora’é noto ha visitato e descritto tutti i luoghi visitati dall’apostolo Paolo ha por seguito passo passo tutte
le traccie dei figliuoli d’Israele dall’Egitto traverso il
deserto fino al Sinai, fino al monte Nebo e sa descrivere ed illustrare, da par suo, luoghi persone e circostanze.
Eiccamente illustrato il volume è in vendita a Lipsia
4a Wallmann per M. 6,20
P. Calvino
LA LUCE
Leggendo e aoootando
il Avanti ! ritorna sulla cotanto dibattuta quistione
se i socialisti cristiani debbano o no essere ammessi
a far parte del socialismo militante, per mezzo di un
collaboratóre, mi pare occasionale, il quale si mostra
contrario (mentre altri compagni si sono dimostrati
pienamente favorevoli), nella considerazione che questi « cristiani socialisti • si troverebbero a disagio in
un partito!, di otti uno dei compiti deve pur sempre
essere la propaganda antireligiosa. Questa va intesa
non nel senso di perseguitare chi liberamente professa
la religione, ma nel senso morale e filosofico, storico
e scientifico. L’argomentazione dello scrittore socialista ci sembra fondata, quando per davvero ì socialisti cristiani, una volta ammessi nel partito socialista,
si preoccupassero unicamente della propaganda i’eli
giosa, determinando quindi l’urto di due propagande,
l’una all’altra opposta, il che certo non favorirebbe il
progresso del partito.
Questo ei avverte che è molto meglio considerare i
partiti politico-economici come estranei alle idee religiose, nel senso che i componenti quei partiti possano e debbano professare le idee religiose che meglio
loro garbano. E questo pure intende lo scrittore delVAvanti !, quando dice che i cristiani potrebbero entrare nel partito, nel caso che si presentassero come
semplici cristiani, « rimanendo, liberi nelle credenze
religiose, senz’altra qualifica ». Benissimo! Ma allora
perchè lo stesso non è detto riguardo ai socialisti
tout court, uno dei caratteri dei quali continuerebbe
invece ad essere l’anticlericalismo ateo? Mi sembra
qui evidente la contraddizione.
♦
l • *
L’on. Giovanni Rosadi, in una conferenza tenuta a
Firenze, ha parlato splendidamente del poeta degenerato Oscar Wilde, descrivendone, il temperamento
e l’opera di scrittore. Il Rosadi ha pure accennato
alla vita licenziosa del poeta, che pure nella sua umiliazione, nella rovina di tutta la sua vita, ha visto lo
sfrenato paganesimo che ribolliva nella sua fantasia
e nel suo sangue, trrsformarsi, lasciandoli posto alla
meditazione sull’ umiltà, sulla sofferenza, sul dolore.
Secondo l’esimio conferenziere, il poeta pagano si
avvicinò àd un misticismo che gli permise di intuire
la poesia del cristianesimo. Nell’uomo di Nazaret egli
vide il consolatore di ogni sventura ed il riparatore
di ogni disastro morale ; sentì che la parola di Gesù
era benevola più per il peccatore che per l’uomo felice e sereno. A questa forma singolare di conversione si ispirarono le ultime opere, le ultime pagine
di Oscar Wilde, ohe, secondo il Rosadi, mediante una
crisi profonda psicologica per la quale passò l’anima
sua, si trasformò in un uomo di indefinibile tristezza
e di nobilissima elevatezza morale, divenendo così un
seguace, un interprete di Cristo.
* «
Guglielmo Quadrotta contesta n&WAvanti! l’esattezza del giudizio intorno al Newmann che Enrico
Carrara ha formulato in un articolo intitolato Letteratura eterieate (titolo inopportuno, poiché vi si discorre dii opere storico-religiose di insigni maestri)
affermando « la perfetta ortodossia dell’ex protestante ». Il Quadrotta stima tale giudizio fondamentalmente ¡ errato, e lo dimostra citando una frase del
celebre sèrittore inglese che è « padre del modernismo », la! quale sintetizza efficacemente il suo concetto della infallibilità pontificia. In una lettera al
Gladstonè, col quale egli era in polemica, scrisse il
Newmanù : « Papa o Regina, chiunque mi chiede
un’obbedienza assoluta esce dal diritto comune. Io
non voto obbedienza assoluta a nessuno ». E terminava la stessa lettera così: « Se fossi obbligato a introdurrei tra i brindisi di un banchetto la religione,
10 berreil so vi piace, al Papa, ma prima alla coscienza,
e poi al Papa ».
È proplrio vero che chi è stato educato nella religione evàngelica non può averne dimenticato del tutto
i principili. E il Newmann e il Tyrrel hanno, volere
0 no, conservato, nella concezione loro del Cristianesimo, idée del tutto protestanti e individialiste.
; ♦ •
Il Modernismo nostrano subisce un’altra sconfitta,
o, per lo meno, un momento di sosta con la sparizione
del Rinnovamento di Milano, la Rivista critica di idee
e di fatti. Su ciò il noto letterato G. A. Borgese scrive
un lung|) articolo nella Stampa, in cui si duole che
11 RinnO(vamento abbia dovuto cessare le sue pubblicazioni, avversato com’era, da una parte, dai cattolici
ortodossi, e dall’altra, dai filosofi appartenenti alla
scuola di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile, per
1 quali ¡I modernismo, e non senza ragione, si dibatte
in mezzii a continue contraddizioni.
Anche! a noi sinceramente rincresce che una Rivista
valorosa^ quale era. senza dubbio, il Rinnovamento,
abbia divuto morire. — Ed ora, quale altra Rivista abbiamo ii Italia che, sia pure neH’ambitò del cattoli
cismo, ma con nobili intendimenti, si occupi del problema religioso ? Pressoché nessuna. E questo è troppo
poco, in verità, e dimostra le tristi condizioni in cui
da noi versa la mentalità religiosa cattolica.
Giuseppe Mazzini, già sono trascorsi molti anni,
scrivea : « Il pensiero religioso dorme, aspettando sviluppo nel nostro popolo : chi saprà suscitarlo avrà
più fatto per la Nazione che non con venti sètte politiche ». Ora, volere o no, coloro che hanno cercato e
tuttora cercano di risvegliare nelle coscienze il sentimento religioso, specialmente presso le nostre popolazioni, sono precisamente quelli che sono ignorati
o dimenticati, anche dai modernisti, cioè gli evangelici. Sarà sempre così? Speriamo di no, per l’onore
della nostra nazione (1).
«
La Vita, interessante rivista mensile d’azione per
il bene, nel suo ultimo numero contiene alcuni articoli degni di particolare menzione, perchè vi sono
trattati argomenti in intima relazione con le attuali
preoccupazioni di ordine morale e sociale. Fra gli
altri mentoviamo quello sul celibato del clero : questione questa che è dibattuta già da parecchio tempo
nei fogli modernisti cattolici, sebbene qui vi sia dissenso, poiché è noto che all’on. Murri ciò sia perfettamente indifferente.
L’articolista della Vita, dopo un lungo ragionamento, non giunge a nessuna conclusione, nè in uh
senso, nè in un altro ; ma sembra preoccuparsi del
fatto che se la maggioranza dei sacerdoti non « furono degnamente, illuminatamente, capacemente ed«cati al celibato... sono forse educati alla vita matrimoniale ? » La risposta è data negativamente, e forse
non senza ragione. Ma ci pare che lo scrittore vada
un po’ oltre, quaùdo afferma che per l’esperienza di
alcuni centri protestanti (quali ?), si deve concludere
che la soluzione matrimoniale sopprime il problema
sacerdotale non risolvendolo punto: « mentre la soluzione celibataria — se non lo risolve sempre — lo
pone ; almeno sempre e lo afferma ». Fa qui capolino
l’idea eminentemente cattolica (nel senso religioso ecclesiastico) della superiorità del celibato sul matrimonio, idea erronea che non corrisponde a quella che
si desume dalle primissime tradizioni cristiane.
A noi sembra che le Chiese protestanti abbiano risolta la quistione, col riconoscere ai ministri loro gli
stessi diritti che spettano naturalmente a tutti gli
uomini. E generalmente il matrimonio e le cure di
una famiglia non si sono mai dimostrate di ostacolo
. alla missione sacerdotale. L’una cosa non impedisce
l’altra. Non ci nascondiamo però il fatto che la quistione si presenta piuttosto ardua nella Chiesa cattolica. Ma non deve preoccupare altresì il dilagare continuo della corruzione, della scostumatezza di cui
dànno esempio individui che certo non erano preparati al celibato, e che quindi sono doppiamente pessimi sacerdoti ?
La Voce pubblica un importantè studio su Davide
Lazzaretti e sul movimento religioso da lui originato
ohe ancora oggidì ha i suoi seguaci ed aderenti. Vi
si discorre pure delle credenze religiose dei Lazzarettisti. Riproduciamo questo periodo.
« Rigettano la confessione auricolare adottando quella di emenda, in uso presso alcune comunioni cristiane, ma dai protestanti divergono per tutti gli altri
punti di fede che si trovano, ed essi accettano, nel
credo cattolico. Considerata nelle sue linee essenziali
la religione lazzarettista, sebbene informe, accenna
ad essere una separazione con intenti modernistici
dalla vecchia fede cattolica. Davide Lazzaretti, senza
saperlo, fu in certo modo per i fini del suo apostolato cristiano aspirante alla riforma della chiesa in
una più ampia cattolicità, un modernista in Italia
quando di modenrismo non si parlava. Idealmente egli
si ricongiunge alla tradizione degli antichi millenari
ed a Giovacchino da Fiore, mostrandosi tuttavia più
vicino all’apostolato di S. Francesco d’Assisi che al
terrorismo apocalittico del profeta silano »,
1 lettori sanno che sul profeta di Àrcidosso ha
scritto un importante volume il prof. Barzellotti, di
cui presto uscirà una nuova edizione.
Anche dal punto di vista protestante è stato studiato questo strano movimento religioso, o ancora oggidì si legge con profitto quanto ne scrisse il pastore
Augusto Malan nella Rivista Cristiana del 1878.
♦
» (•
La stessa Voce dà addosso, in un opportuno articolo, a tutti quelli che hanno esaltato oltre misura
Cesare Lombroso e l’opera sua, ed esamina con pungente ironia i giudìzi espressi dal Ferri, dal Sighele.
Riproduciamo questo periodo :
• Sempre cosi: in tutti gli sproloqui di tutti quei
discepoli si ripete la visione megalomane di grandi
conquiste compiute, di grandi battttglìe combattute,
(1) Questa prima parte del « Leggendo e Annotando ►
doveva comparire la volta passata ; ma le bozze — corrette da l’Autore -s- ei giunsero in ritardo.
(N. d. D).
6
6
LA LUCE
•di lotte titaniche con la vittoria in fronte e le ban
diere ai venti, quasi essi fossero la grande armata o
fossero saliti con Deodato Schiaffino sull’altura dlOalatafimi. C’è da dubitare che tra tanti lampi digeniq,
fasci di luci, intuizioni, divinazioni, abbacinamenti,
accensioni dello sguardo, lotte vittorie e implacabili
vicende, rosse bandiere e tumulti di mischie resti un
po’ di luogo alla ragione e alla verità scientifica ».
La stessa Voce si riserba di rispondere senza amori
e senza odi a questi quesiti': Che cosa c’è di vero in
•queste visioni di grandezze titaniche, galileiane e michelangiolesche ! Che cosa ha fatto questo morto o
che rimane dell’opera sua ?
*
* •
Il filosofo e sociologo Fouillée continua la sua
campagna contro gli errori della democrazia in sociologia e in morale. Così egli fra i più grandi pericoli provenienti dalle democrazie popolari pone l’attentato alle diverse libertà, specialmente a quelle di
ordine intellettuale e morale. A che si deve questo ?
Il Fouillée risponde : c Ciò si deve al fatto che il popolo non può apprezzare le libertà che gli sono quasi
sconosciute, e di cui non ha l’opportunit-à idi esperimentare. Che cosa è la libertà delle opinioni filosofiche per chi non sa neppure che cosa sia filosofia ?
Che cosa è la libertà dell’arte per chi non ha che un
senso grossolano del dilettevole?... « E la libertà di
parlare per chi è incapace di prendere la parola in
una riunione qualsiasi, e che, d’altronde, non vuole
ascoltare quelli che non hanno le sue idee ? Si è
sempre visto il popolo applaudire ai colpi di Stato
che sopprimono la libertà degli oratori e degli scrittori ...
« La libertà di pensiero, di stampa, così essenziale
in regime democratico, ha per complemento necessario la libertà di insegnamento, sotto le comuni garanzie di capacità e di moralità •. « Il fanciullo ci
si dice, ha diritto alla verità ». Ma chi dunque ha il diritto di dire che la possiede, la verità ? ». '
Honico ivreyniei*
LA (ELLllLA dONIO
Nel nostro articolo del numero scorso abbiamo rimproverato all’Amico di essersi troppo diffuso intorno
al concetto deH’nmanìtà, trascurando alquanto l’essenziale. L’Amico — per rispondere a tono, per confutare il
nostro articolo dell’agosto passato — avrebbe dòvuto occuparsi non tanto d’umanità quanto del regno di Dio, e
dimostrare sperimentalmente che il regno di Dio non
va — diciamola alla buona — da l’individuo all’organismo, ma viceversa.
4!
Veramente nella terza ed ultima parte del suo scrìtto —
la quale precede immediatamente la conclusione — egli
tenta tale dimostrazione sperimentale, ma con esito compassionevole.
^ Egli si vale dello stesso argomento analogico da noi
usato (delle cellule q dell’organismo fisico) appropriandoselo, e sostenendo ch’esso è un argomento non a favor nostro, ma « uno splendido argoménto » invece
a favor suo. « Perchè il corpo stia bene dice l’avversario della nostra tesi », (così egli scrive) « occorre
che prima stia bene la cellula: dunque l’individuo è
alla base... Strano oblio della realtà! »
Secondo l’Amico la realtà è tntt’altra, è l’opposto. Il
benessere dell’organismo non dipende dal benessere
della cellula, o delle cellule; ma viceversa.
E come se la cava l’Amico nella sua dimostrazione
«... scientifica? Non dimenticate, di grazia, ch’egli
parla in nome della « scienza ».
Sarà bene — per amor di chiarezza — che riportiamo
qui a lettera l’argomentazione dell’Amico: ' i ”
€ strano oblio della realtà I » egli esclama. « Ecco
qua un uomo che da vent’aùni è affetto da un malanno cronico. In questo lasso di tempo, tutte le cellule del suo organismo si sono ricambiate più di una
volta. Le cellule che esistevano nei primi anni della
malattia non esistono più ; le attuali sono tutte altre
da quelle. Eppure, l’organismo continua nel medesimo
«tato d’infermità. Oli è che le cellule di un organismo
non esistono bell’e fatte fuori dell’organismo per poscia darsi rendez-vous a costituire questo. Esse non
esistono che nell’organismo. E le cellule nuove, ctié‘
man mano sopraggiungono a prendere il posto delle
invecchiate, non vengono, no, dal mondo della luna,
ma sono elaborate dall’organismo e determinate da
questo. La cellula ha per sostrato l’organismo che la elabora e la determina, cosi come i centri di coscienza che
chiam iamo individui hanno per sostrato la unità viva
da cui emergono. Sicché, se l’organismo è affetto da
morbo, le nuove cellule verranno all'esistenza affette
dallo stesso morbo dell’organiamo che le elaborò e
determinò. E così si spiega come il corpo rimanga
malato, sebbene tutte le cellule che esistevano all’inizio
della malattia sieno state rimosse e sostituite da altre.
Così la solidarietà è il sostrato delle individualità; è
essa che crea queste. Alla base v’è un’anima più vasta I
di quella individuale, ed è da essa che emergono le
personalità singole •.
»
« •
Ed ora alcune osservazioncelle :
!• Dal punto di vista evoluzionistico che (nonostante il Loeb, il Vries ecc.) è tuttora quello della
fisiologìa moderna, come pure — se non erriamo —
quello deH’Amipo medesimo, la cellula in origine, precedette 1 organismo. Non fu dunque nè « elaborata »
nè « determinata » da l’organismo, perchè allora non
esistevano organismi.
Le cellule dunque, in origine, non vennero dal mondo
della luna (sebbene E. Richter abbia sostenuto press’a
poco questo, nella sua teoria dei Cosmozoi) ma è certo
che secondo la Fisiologia moderna.— le cellule primitive non furono elaborate nè determinate da un organismo. Da allora sono mutate le cose? — L’Amico
non 1 ha dimostrato, e sarebbe certo impacciato a dimostrarlo.
Quel che la Scienza insegna è che la cellula precedette l’organismo, e non viceversa. L'individuo precedette la collettività.
2‘ « Le cellule di un organismo non esistono bell’e
fatte fuori dell’organismo per poscia darsi rendez-vous
a costituire questo. Esse non esistono che nell’organismo ».
Sicuro ! Le cellule di un organismo già constituto si
formano nell’organismo stesso, perchè derivano da le
cellule preesistenti in detto organismo. Sono prodotte
neH’organismo, ma non da l’organismo. ^
Esageratissima poi, anzi falsa addirittura — secondo
la Fisiologia moderna — l’ultima delle frasi or ora ricitate. La Fisiologia moderna insegna infatti che, per ciò
che concerne certi organismi inferiori almeno, le cellule
possono staccarsi da l’organismo a cui appartengono
e continuare a vivere benissimo, separate da l’organismo, fuori delForgauismo. Quest’è il trionfo^ dell’individualismo !
E’ noto poi che in natura — anche oggi, s’intende —
non tutte le cellule sono aggregate a formar degli organismi, ma ve ne sono che conducono vita a sè —
come dei Robinson —avulse da le altre cellule con le
quali pure avrebbero potuto consociarsi a crear nuovi
organismi. Queste stravaganti cellule solitarie rappresentano, nel mondo della natura, gl’individnalisti puri,
nel senso da noi dato a questo termine, cioè que'
pazzi con cui se la pigliava l’Amico nostro con tanto
ardore, ve ne rammentate?
3' Un’altra amenità. « Se l’organismo è affetto da
morbo » dice l’Amico « le nuove cellule verranno all’esistenza affette dallo stesso morbo dell’organismo che
le elaborò e determinò »,
Questa è marchiana!
Può egli darsi un organismo affetto da morbo, le cui
cellule siano sane e robuste da la prima fino all’ultima?
L’organismo malato ha cellule ammalate. Ora — chi
non lo sa ? — le nuove cellule nascono e in modo abbastanza semplice da le vecchie cellule. Se queste vecchie
cellule son malate, godranno di perfetta salute le povere loro figliole ? Le nuove cellule vengono all’esistenza
affette da morbo, perchè devono la loro vita non a babbo
organismo, ma a mamma cellula che è affetta da morbo.
4* Abbiamo serbato per ultimo il clou dell’argomento...
scientifico. Rileggete di grazia le prime parole dell’Amico : « Un uomo che da vent’anni ecc. » ; e poi correte
con l’occhio verso la fine del documento : « E cosi si
spiega come il corpo rimanga malato ecc. »
Vént’anni fa un Tizio cadde ammalato. Non è mai
più guarito da allora; il suo male s’è fatto cronico.
Vefit’anni di sofferenze ! Tizio è malato oggi come allora.
Le cellule che constituivano vent’anni fa il suo organismo sono esse tuttora in vita ? Neppur una ! E nondimeno, esclama trionfalmente l’Amico, l’infermità perdura, dunque.... Dunque è l’organismo che l’ha mante
nuta questa infermità, appiccicandola via via alle cellule che sì sono andate succedendo durante i vent’anni
nel mede.simo corpo?
Quest’è il colmo, o Amico carissimo. Esiste, è mai
esistito, domandiamo ancora una volta, un organismo
malato con tutte le cellule di cui è constituito perfettamente sane? — No!
Dunque vent’anni fa all’ « inizio, della malattia »
alcune cellule almeno deU’organismo di Tizio erano
malate.
Furono « rimosse ?» Ma come? d’un subito ? Qualcnno
avrebbe detto loro, a un dato momento : « Andate tutte
a quel paese », ed esse avrebbero tutte obbedito ?
Via! l’ingenuità è una buona cosa, ma non dev’essere
troppa, dicono i Francesi.
Le cose non sono certamente seguite cosi alia sem
plice. Le cellule non avranno tutte voluto obbedire : la
ribellione s’infiltra anche nel mondo delle cellule!
'Se ne fossero pur andate tutte insieme e ad un tratto^
è beh certo che non se ne saranno andate prima di aver
regalato a babbo Organismo un qualche bamboccio, vogliarn dire una qualche cellula figlia. Sono molto prolifiche le mamme cellule, a quanto si dice ! E quelle
cellule figlie di mamme poco sane non mi farà mai
credere l’Amico che siano venute alla... luce esuberanti
di forza e dì salute. La legge dell’eredità vale purtroppo anche per le cellule ! Oh dunque ? Di madre in
figlia, di madre in figlia, l’infermità nelTorganismo s’è
protratta fino ad oggi : ecco perchè Tizio anche oggi
è in cattive condizioni dì salute : deve ringraziarne non
l’organismo, ma le cellule.
Lo stato di salute deH’orgauismo dipende da lo stato
di salute delle cellule. Perchè il corpo stia bene occorre
che prima stia bene la cellula: dunque l’individuo è
alla base... Questa è la realtà !
Supponga l’Amico che in un dato organismo, a un
dato momento, mille cellule (tanto per fissar un numero)
siano malate ; e che queste mille cellule siano tutte
in una volta, e prima che abbiano generata prole malata, « rimosse » da l’organismo, per adoperar il termine dell’Amico, il quale termine non potrebb’essere
più inesatto fisiologicamente parlando ; supponga questo
TAmico, e poi dica : qneH’organismo da cui furon « rimosse » tutte le cellule malate, e in cui non c’è più
alcuna cellula, nè figlia nè nipote nè pronipote, affetta
da ereditario germe di malattia, come sarà quell’organismo ?
Malato ? ! — Cominceremo a crederlo, quando l’Amico
ci'avrà presentato un certificato o del prof. Lucianidi
Roma 0 del prof. Golgi di Pavia, in cui alle suesposte
domande di proprio pugno di uno di que’ due maestri —
segua un sì chiaro e tondo con tanto di firma anch’essa
autografa. In attesa che questo certificato sia redatto, noi
continueremo a credere che la fisiologia dell’Amico stia
alla fisiologia vera, come un romanzo di fantasia sta
a un... trattato di algebra.
Della conclusione dell’Amico parleremo la prossima
volta, se piace a Dio.
Resta intanto, per analogia, il nostro concetto individualistico-sociale a base individuale del regno di
Dio. L’argomento delle cellule e dell’organismo era
un &rgomento, diciamo pur « splendido, » non a favore
della teoria deH’Amico, ma a favore della nostra teoria.
A conferma, una sola citazioncella. Il Verworn, nella
sua classica opera di Fisiologia Generale, edita dai fratelli Bocca ben noti anche all’Amico, attribuisce —
non che le malattie —la morte istessa delTorganismo
alle singole cellule ! Ecco le sue precise parole, che si
leggono a pagina 325 : « La morte (1) degli organismi,
coi loro organi e tessuti differenziati, si fonda sulla
morte delle singole cellule che compongono lo strato
cellulare dell’organismo ».
E questo fia snggel !
(1) Tutte le sottolineature son nostre.
IN SALA DI LKTTURA
La Parola del Giorno e la Lettura Quotidiana delle
Sacre Scritture per l’anno 1910. Traduzione delle Losungen dei Fratelli Moravi. "Ventiduesima edizione italiana pubblicata per cura della signora Hilda Padelletti- '
Zumpt. — Prezzo Cjnt. 35 la copia, franco di porto.
— Rivolgersi alla Tipografia « La Stella », Montalcino
(Provincia di Siena).
ir
4! 4c
Sta per essere pubblicata, fra pochi giorni, la ventiduesima edizione annua italiana della « Parola del
Giorno » dei Fratelli Moravi, tradotta ed edita a cura
dell’esimia signora Hilda Padelletti-Zumpt.
E’ una raccolta di brevi passi delle Sacre Scritture,
accuratamente scelti per ogni giorno dell’anno, e segniti da una strofa di cantico appropriata ai versetti
citati. Sparso in varie lingue, a milioni di copie nel
mondo intiero, quest’aureo libretto merita di essere meglio apprezzato e conosciuto dai membri delle nostre
Chiese. Lo raccomandiamo vivamente ai cristiani di
ogni denominazione, persuasi che come è stato ed è in
benedizione a tante anime cristiane, cosi lo sarà ancora
nella nostra patria.
G. P.
SvizzuFa, Eepnania, Staadinatia ^
stali si ricevono anche presso il Pastore P. Calvino, Lugancr
(Svizzera),
OÌ ’ ^*’^®riteci, ve ne preghiamo, molti indirizzi di
Hi UBilUlla persone a cui mandare numeri di saggio dell»
Lwx, E grazie fin d’ora.
7
LA LUCE
7
IL TRAMONTO DI ROMA
Studio di slorla e di pslcolo
ji9 dei Prof. G. Bartoli.
— Vostra Santità, permetterebbe ? — chiese umilmente il cardinale.
— Dica pure. Eminenza, dica!
— Le altissime ragioni sarebbero le seguenti. Il
poter temporale era in altri tempi una fonte perenne
di ricchezza, di antorità e potenza materiale : or tutto
ciò era messo dalla Santa Sede a servizio della fede,
la quale, in conseguenza fioriva...
— Sia lodato Iddio ! Finalmente, anche IjCì, Eminenza, concede la mia frase... no, mi correggo, la frase
di D. Sinibaldl. Ivoi per miserabili interessi temporali
perdiamo ogni nostra autorità spirituale.
— Non mi pare — obbiettò il cardinale.
— Ma sì ! ma sì 1 non è altro ! A che serve cavillare? I quattrini in tasca di chi andavano ai tempi
beati del poter temporale? In tasca dei cardinali,dei
monsignori di Curia e delle loro famiglie. E le cariche, la potenza, l’influsso politico, gli onori, i piaceri, eco., ecc., erano l’appannaggio di un certo numero di famiglie romane e non romane, che vivevano
e scialavano nelle ricchezze del Vaticano. È chiaro
che alla caduta del poter temporale tutte queste famiglie sono rimaste a denti asciutti, e allora... Ella mi
capisce... Ma torniamo a bomba. Ho detto che quanto
all’asserzione di D. Ottavio rispetto alla continua diminuzione della nostra autorità spirituale, non credo
nè discredo alla sua parola. Ma credo tuttavia alle statistiche che egli mi ha recate, e tutte di fonte catto
■ lica. Ebbene, queste dimostrano che 1 non cattolici,
ora, superano i cattolici di ben diciotto milioni e sono
di continuo sul crescere, laddove i cattolici, comparativamente, vanno diminuendo. L’indifferenza, il razionalismo e il protestantesimo decimano le nostre
file in modo spaventoso. La maggiore e miglior parte
del mondo è in mano di nazioni protestanti, le quali
anche godono del primato nella potenza politica, nella
prosperità commerciale, ed in gran parte anche nelle
arti, nelle scienze e nella civiltà.
— Non creda. Santo Padre — supplicò il cardinale.
— Non creda un corno! Vuole Lei che contraddica
alla verità conosciuta? L’Inghilterra, la Germania,
gli Stati Uniti e le nazioni del Nord sono o non sono
nazioni* in tutto o in massima parte protestanti 7 E
non è in mano loro il mondo moderno ?
— Il piccolo Belgio.
— Sì, sì, quello ci fa onore... ma Ella sa. Eminenza :
il Belgio è cattolico liberale fino all’osso : la libertà
di stampa, il divorzio, le scuole giudaiche ed eterodosse sussidiate al pari delle cattoliche, la libertà dei
culti...
— La prosperità temporale e anche la stessa civiltà non è un segno di prdestinazione — sentenziò
il direttore,
— Vero, verissimo: ma quelle nazioni protestanti
hanno anche qualche cosa di più. D. Sinibaldi mi ha
dimostrato che presso di loro il Decalogo è un po’ più
osservato che da noi. E infatti il riposo festivo, la moralità pubblica, l’aperta professione da parte del Governo della religione cristiana, la quasi totale immunità dal vizio della bestemmia, la proibizione di libri
o spettacoli osceni, e cento altri usi pubblici apertamente cristiani sono cose belle e buone che si vedono
nolo nei paesi e nelle naziani protestanti. Finalmente
D. Sinibaldi mi ha dimostrato con irrefutabili argomenti che fra gli stessi cattolici, a noi devoti quelli
che accettano il credo integrale romano, sono pochissimi e diminuiscono ogni dì più. 11 liberalismo e il
radicalismo trionfano un po’ da per tutto, e l’uno
e l’altro sono la negazione espressa del oattolieismo romano.
— Io non concederei così di leggeri le affermazioni del Sinibaldi — osservò il direttore. — Noi abbiamo dimostrato...
— Che tutto il modo è cattolico, non è vero I -- continuò ridendo il Papu. — E ohe cosa non siete capaci
di dimostrare voi altri Papi di Via Pomari ? Tic,
tac ! Quattro sentenze in stile enfatico: un gran fiume
4i rettorica e un paio di pronomi maiestatici, e la
pappa è fatta. « Noi revisori dello studio di Padova... ».
Il corpulento direttore della Scienza e Fede fece
l’aria brusca brusca. Il Papa se ne accorse e voltò discorso.
— Non voglio offedervi. Siete gente dotta, voi altri
di Via Pomari — e vi fo tanto di cappello. Ma convenite meco che il mondo non crede più... crede Lei,
signor cardinale a tutto il credo romano ?
— Certamente ! — osservò l’altro con grande enfasi.
— Anche al Sillabo ? anche al divino diritto dei
He? anche alla inquisizione e al rogo degli'eretici ?
nche...
— E perchè no ? credo, credo, credo, se occorre, mille
volte.
— Beato Lei ! Io spesso mi domando se a certe cose
ci credo io stesso... Ma già io, come Papa, me ne posso
dispensare... Per esempio, ch’io sia proprio infallibile... Cari miei... Io conosco un pochino Giuseppe
Sarto ! Che Giuseppe [Sarto sia proprio infallibile...
ehm !
— Vostra Santità ci scandalizza — disse sottovoce il
cardinale.
— Non le dico io queste cose, sanno? Riferisco solo
quello che mi diceva ieri sera quell’impiastro.
— A che scopo?
— Vengo subito al fine inteso da quel giovanotto.
— Da quell’eretico! sbottò brutto in faccia il direttore corpulento.
Il Papa gli lanciò un’occhiataccia. Il panciuto cagliò
sotto lo sguardo papale.
— Dunque — continuò. — Tutto il mondo è liberale ora, diceva D. Sinibaldi e i cattolici intransigenti, quelli cioè che credono al credo integrale di
Roma som) pochissimi e vanno sparendo. Dunque —
egli conchiuse — s’impone una revisione di quel
credo.
— Ha detto proprio così ? — domandò inorridito il
cardinale.
— Sono proposizioni ereticali queste — osservò con
enfasi il corpulento.
— Disse proprio così, e quasi quasi mi convinse di
aver ragione.
— Oibò ! — fecero i due in coro.
— Lemme ! lemme ! Sono Papa o non sono ? Sono
infallibile o non lo sono?
— Quando sentenzia ex cattedra — ribattè rapidamente il direttore.
— Be ! be I monterò in cattedra. Se non volete altro,
di cattedre si abbonda qui in Vaticano. È una prigione che non manca di tali comodità. Ma io scherzo ;
torno a bomba. D. Ottavio, dunque, mi ha proposto
una riforma deUa religione, e debbo confessare che
le sue idee hanno del bello assai.
— Una riforma della religione ? — ripetè inorridito
il cardinale.
— E perchè no ? Che c’è da scandalizzarsi ? Perchè
quegli occhiacci? E Lei, padre, chè mi sta lì, con
quel muso, lungo un braccio ? Se Lutero ha potuto fare la riforma, non la potrebbe fare Giuseppe
Sarto ?’
— E in che consisterebbe questa riforma? — domandò con voce melliflua il cardinale.
— Ecco! L’esporrò per summa capita. Rinunciare
alle rivendicazioni temporali ; uscire dal Vaticano ;
smettere il fasto semi orientale e quasi regale che circonda ora il papato ; mandare a casa loro le guardie
nobili e gli altri cortigiani ; restituire ai vescovi i loro
diritti antichi ; discentralizzare il maneggio degli affari ecclesiastici ; permettere ai patriarchi, ai primati
e agli arcivescovi di esercitare sui vescovi a sè soggetti il loro potere di giurisdizione ; lasciare che ciascuna nazione preghi nella propria lingua, togliendo
il latino; abolire il celibato obbligatorio per gli ecclesiastici ; ricondurre il cristianesimo, non meno nei
dogmi che nella morale, alla semplicità antica;’ imporre a credere ai fedeli quei soli articoli di fede,
che secondo la formala di Vincenzo di Lerino furono
creduti * sempre, da tutti, e da per tutto » ; stringere
amicizia e vivere in pace e communione con tutte le
Chiese, anche con quelle che ora sono da noi separate
per articoli non sostaziali ; tenere per vero e genuino
cristiano chiunque crede alla divinità di Cristo ed osservi i precetti della sua religione ; finalmente, far convergere tutto Tinfìusso della religione e gli sforzi del
clero affinchè il popolo cristiano osservi esattamente i
dieci precetti della legge di di Dio.
Il cardinale si levò in piedi tutto concitato.
— Santità, mi perdoni — disse — non posso ascoltare più oltre gli spropositi di quell’uomo. D. Ottavio Sinilbaldi è un eretico. Vado subito ad accusarlo formalmente al Santo Uffizio perchè sia scomunicato.
— Ella non farà tal cosa — gridò il Papa, levandosi anch’egli ih piedi alla sua volta. — Non lo voglio,
non glielo permetto.
— Ma... guardi Santità...
__Non c’è ma che tenga. Sono io Papa, sì o no ?
Il cardinale si morse le labbra e chinò il capo.
____Ebbene ? — disse il corpulento direttore della famosa Rivista.
— Nlent’altro. Il Sinibaldi mi disse molte altre cose,
ma, come vedo, non sono pane pei loro denti. Badino
bene ; io non accetto già tutte le opinioni di quell’impiastro. No 1 no 1 Prendano nota di questo, perchè non
vorrei che mi andasser ad accusare di modernismo odi protestantesimo alla c Unità Cattolica », al « Borico », o al < Cittadino di Genova ». Tutto è possibile a questi lumi di luna. Io, dunque, non accetto
certamente tutto le opinioni di D. Ottavio. Se le accettassi... allora.
— Allora, che cosa ? — chiese mellifluamente il cardinale.
— Allora, lo farei cardinale — sbottò il Papa, con
un sorriso franco e gioviale.
I due interlocutori diedero un guizzo di ribrezzo,,
come se avessero pestato una serpe.
— Sì, lo farei cardinale. Ma torniamo a bombu, o
non divaghiamo. Quello che ammiro e accetto della
dottrina di quell’impiastro è il concetto che il cristianesimo^ è, prima di tutto e sopra tutto, più che fede
speculativa, una vita praticamente buona, cioè, informata alla esatta osservanza dei dieci comandamenti
della legge di Dio. Abbraccio anche con lui l’idea che
nella lotta contro l’infedeltà è assolutamente necessario che tutti i cristiani credenti nella divinità di
Gesù Cristo, si stringano insieme, lasciando da parte,
i punti non.essenziali di dottrina che li dividono fra
loro, e tacciano un solo grande sforzo per salvare l’essenza stessa del cristianesimo, ormai pericolante per
opera dei malvagi negatori della divinità di Nostro Signore.
— Fin qui, non è dottrina del tutto ereticale —
disse con profonda degnazione il direttore corpulento.
— Grazie del suo avviso, Padre — ripigliò sorridendo il Papa. — È vero che non essendo seduto
in cattedra, ma in piedi, ora non sono infallibile.
— Ebbene? — domandò il cardinale.
— Nient’altro perora. Vadano pure, ma raccomando
loro tre cose. Prima di tutto, acqua in bocca sulla visita a me fatta da D. Sinibaldi e del colloquio avuto.
In secon&o luogo, meditino un poco sul programma
religioso di D. Ottavio, e poi mi vengano a dire le
loro idee in proposito. Forse, riaprendosi il Concilio
Vaticano... ma basta ! In terzo iuogo mi aiutino a
metter fine, quanto prima, alla farsetta della mia prigionia. Non ho altro.
I duelìèologi, rosso e nero, lasciarono rannuvolati
in viso lo studio del Papa. Per loro, quella mattina,
il Papa non era di certo infallibile.
La sera stessa, il cardinale si recò a villeggiare a
Castel Gandolfo. Ma quando stava per entrare sulla
strada ombrosa che mette a quell’ameno paesello, una
dimostrazione villana si formò contro di lui. Urla,
fischi, imprecazioni e qualche sasso ancora furono scagliati contro la vettura cardinalizia, e la forza pubblica dovette intervenire per disperdere quella folla,
ubbriaca di odio e di livore contro il rappresentante
del Papa.
Perchè tutto ciò ? Di che cosa era reo il cardinale ?
Perchè una parte di ex sudditi pontificii lo riceveva
in quella maniera ostile ? Questi pensieri volse il cardinale per la >nente tutta la notte, e arrivò alla stessa
conclusione alla quale la notte prima era arrivato
il Papa.
Una parte del mondo moderno odia la Chiesa Romana. E non sono solamenre i tristi, gli empi, gli
irreligiosi. L’odiano anche molti buoni. E allora egli
si propose la questione : perchè odia il mondo la Chiesa?
L’odia pei divinò sempre nuovo ch’essa contiene certamente in sè, o per l’umano troppo vecchio, troppo
antiquato che la disfigura? Se la Chiesa a poco a poco
si vestisse a nuovo, se deponesse gli stracci antichi che
le pesano addosso, più che non l’omino, se rigettasse
da sè il quasi infinito bagaglio di cui essa carica le
spalle e le menti dei, fedeli in nome di Dio Onnipotente, non sarebbe presto fatta la pace fra la Chiesa e
il mondo moderno ? Perchè è fuori di dubbio : la vera
religione non può perire, non perirà mai. Come la
pulsila umana cerca inconsciamente la luce, così le
anime degli uomini istintivamente vanno a Dio. E
questo cammino verso Dio dell’umanità, condotta per
mano del suo Cristo, è la religione cristiana. E perirà questa luce, questa consolazione, questa via, questa
vita ? Oh 1 perchè la Chiesa non porge la destra amica
alla generazione presente, così assetata di verità, cosi
desiderosa di giustizia, così amante di libertà, cosi disdegnosa di severità?
Non può far la tanto desiderata pace? Perchè?
perchè ? Forse perchè nel mondo moderno è ormai
spenta ogni scintilla di fede, ovvero perchè è giunta
anche per Roma papale l’ora inevitabile del suo tramonto? FINE.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
8
8
LA LUCE
NOVITÀ LIBRHRJE
Prof. Giorgio Cartoli:
n Cristianesimò e le Chiese Cristiane voi. dì 220
pag. edito da Od. dalla, 51 Via dei Serragli, Firenze.
Erof. Giorgio Bartoli:
The primitive Church and the Primacy of Rome
V0.1. di 284 pag. con due indici, edito da Hodder
and Stoughton, Londra.
Klara Paulsen :
Im Tal Luserna, historischer roman, voi. di 360
pag. edito da Martin Warneck, Berlino.
illHEHICaH DEHTIST
l^l*" JOHN BIAVA, 2 Quintino Sella, Milano.
Diplomato in Italia, Svizzera e New York
UGnti senza, placche. Otturazioni, Borane
in oro. Dentiere. Estrazione senza
■ I • • • ' ‘ .
, dolore.
La Tipografia Claudiana
di FDjFìENZE evia de* Serragli
offre ridotti del 50 OjO, ai seguenti prezzi netti, questi
libri del prof. Emilio Comba ;
Storia della Riforma in Italia . . .
Valdo e i Valdesi avanti la Riforma .
Histoire des Vaudois, idem. ....
» » • voi. I .
» > » . Il- .
I Nostri Protestanti voi. I............
II
L. 1,25
» 0,75
» 1,50
. 1,75
. 2,50
» 1,75
» 2,50
Lezioni di Storia della Chiesa, 3 fascicoli . » 1,50
Claudio di Torino................ » 0,75
Pagamento anticipato.
Ims
IL Cf DEI cncño
ILCTiCñO oeifie
ütMDlTfi,PBtSOTUTTl 1 COnFeTTIERI EDaOGHltRI >.
______ArU
<>
OOCCOWTO
vñ-QtLñnpz nfiQcn imunnTV
OefiPlTfl patino TUTTI iCOfimiltRi tDPOCHlfcRi
PlRRniDl'^
IL, CACAO TAL.MONE è riconosciuto Palimento ricostituente più nutritivo e tacile a
digerirsi.
Qrand« Hedaglia
d’Oro
del MINISTERO
di Agricoltura, ^
w Industria
e Commercio
20 Diplomi d'Onore
e Medaglie d’oro
9IÌPB specialità delio Stabilimento
WOHE :
Colazioni Istantaoce High lite
Cianduja Tairoooe
Cioccolatinc Talmone
Pej^crt de Reine
Bouchée de Pame.
Friaodijej
eusiEKA
iiS
B
I
Povero figaro - Che confusione
Col suoi specifici - Porta Migonea
Spazzole e Pettini - Bastare un
Ma il lor servizio - Ora fini
Che al par di vergini - Foreste raré
La barba agli uomini - Adesso appare.
E sol si accomoda - Barba e Capelli
Usando o figaro - Falce e rastrelli.
^ L’Accana CHIMIHJI MGONE preparata con sistema ^reeiale e con materia di primis«
sima qualità, possiede le migliori rùt& terapeutiche, le quali soltanto sono un possente e
tenace rigeneratore del si.stema capillare. Essa è un lìquido rinfrescante e limpido ed interamente composto di sostanze vegetali Non cambia il colore dei capelli e ne impedisce la
caduta prematura. Essa ha dato risultati immediati e soddisfacentissimi anche quando la caduta giornaliera dei capielli era fortissima.
Depoilto Geaenl* da UUSOSC < O. • Via Tarino, n • eSIUUiO — Fabbrica di Profumarlo, Saloni,
• artlonli par la Taiatta a di Ohiaeagllarla par Farmaalsti, Oroshiari, Ohinaasiiari, Prnfumlarl,
Mari, Basar.
La Tip. e Libpan'a Xlaudiana
FIRENZE - 61, Via Serragli
offre per fine d'anno 1909 e Capodanno 191D
1. Calendari 1910 :
AMICO DI CASA, 68 pag. ili...............L. 0,10
MESSAGGER DI PACE, 48 pag. ill.,ver. bib. quot. > 0,15.
» » per parete .... » 0,15
Strenna dei fanciulli, in 4°, riccamente illustrata > 0,25
Calendrier E. Saillens av. móditation p. chaqué
jour et 52 poésies pour Dimanches...» 1,50
2. Testi biblici per parete :
Argentati : cm. 30 per 12 - 4 passi bibl. dif., eias. » 0,60
» » 15 per 19-4 » bibl. dif., cias. » 0,10
» » 12 per 15-4 » bibl. dif., cias. » 0,40
» » 9 per 19-4 » bibl. dif., cias. » 0,30
Colorati » 30 per 44-5 » bibl. dif., cias. » 0,50
» » 17 per 24-8 » bibl. dif., cias. » 0,25
» >20 per 25- 7 » bibl. dif., eias. » 0,15
Testi francesi argentati, da cent. 30, 60 e da lire
1, 1,20 1,50 1,80 2.
3. Cartoline postali bibliche :
60 varietà italiane, ciascuna ...... L. 0,60
» » > » da 20 copie in su > 0,08
» > . > .» > 50 > » » 0,07
> > > > » 100 > > • 0,06
» » francesi > > 100 » » > 0,15
20 > > carte d’augurio da cent. 5 a
cent. 20 ciascuno.
Nuove pubblicazioni del 1909:
Pierre. — Così va la vita. Bozzetti di vita moderna scritti da un osservatore caustico e profondo. 200 pagine, dal francese . . . . L. 2,—
Bartoli G. — Il Cristianesimo e le Chiese . » 2,—,
Moreno O. — Compendio di controversie . > 1,—
Stretton A. — I fanciulli di Margherita, ili. > 0,75
Linea dopo linea, storia sacra, voi. !....> 0,60
» voi. II. ... > 0,60
Longo P. — Biografia di E. Naville, c. appendice e ritratto...........................» 0,60
Cenni biografici di J. D. Sankey, col ritratto. > 0,30
Blackstone E. S. - Satana e il suo regno. > 0,50
Stagnata L. — Ricordi del terremoto, con ili. > 0,50
Baci A. — Cori inediti, 4 fas. (42 cori) complessi > 2,—
Fantued S. — La mia conversione . . . > 0,20
Catechismo evangelico (il migliore) . . . . > 0,20
Rochat O. — La questione, dell’alcool. . . > 0,10
•Stanganini G. —Difficoltà dell'evangelizzazione • 0,10
Veronese G. — La religione dei vero italiano » (1,05
Galassi L. M. — Perchè non credi ? . . . > 0,05
Manuel Matamoros...........................> 0,05
Pension de fainiue
— INTERNATIONALE —
CASA DI FBIM’OBDINE
5, Via Ospedale - TORINO
Rocentemente ampliata di un altro piano
confoeFmodìrno
Luce elettrica in tutte le camere
Prezzi Modici
Propr. Mademoiselle J. Prenleloup
TORRB PBLLICB
y allées Taiidoises, Italie.
Pension Bôtel Bei llir
Villa Olanda
8 minutes de la gare de Torre Pellice
et à 20 » > » > a Lnserne St. Jean
Grand pare ombragé de sapins — Grand Jardin,
et nlus belle position de la Vallée. — Eaux de
seuree — Bains — Lumière électrique. — Grands
la petits appartements — Arrangements pour familles — Lawn Tennis — Ouvert toute V année
— On parle les langues principales.