1
Anno XI — N. 5.
Ili SERIE
15 Marzo 1862
LA BUONA NOVELLA
giornale della EA^'ANGELIZZAZIONE
-wxAf^3XAAyv^
PRKZZO DI ASeOCUZIONE
Andate per tutto il mondo e predicate l’Evanirclo
(la Buona Novella) ad ogni creatura.
Matteo xvì, 15.
i LE ASSOULAZIONI SI lUCEVONO
l»er il IleKiio rfrauco a destinazione! 3 00 I In Firenze, da Leopoldo Pinelli, via Toruabuoni
j al Deposito dì libri religioai.
^ 26 ^ Xn Livoba'i), via San Francesco, iden.
l’er la Svizzera e Francia, id.......
Per r Inghilten-a, id...............
Per la (leimania id..............
Non si ricevono associazioni per meno di
5 5Q > In Pisa, alla Chiesa Kvangelica.
] In Torino, via Principe Tonuoaao dietro ilTom5 50 \ pio Valdese.
Nelle Provinoib, per mezzo dì franco-bolli po
ut^nno.
stali, che dorranno essere inviati franco in Firenze, via Tomabuoni al Deposito libri religiosi.
----
Be^fcnti indirizzi: Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Rivoli;
Gine;^a^^r signj^ E. Beroud libraio; Inghilterra, dal signor G. F. Muller,
GencStaf^gcbant, 26, Leadenhall Street. E. C.
V fy _
SOMMAEIO
Medliatione biblica: Le opere della carae e dello spirito, ni. —I segni del tempi. — L’Evangeliw
fra li ebrei d’Africa, — Notizie rdigiose: Violenta opposizione al Vangelo in Savoia.. Austria.
Francia. Portogallo. Spagna.
MEDITAZIONE BIBLICA
LE OPERE DELLA CARNE E DELLO SPIRITO
(Continuaz. e fine, V. num. 3 e 4)
Galat. VI, 7, 8.
Se la corruzione è per coloro che seminano alla carne, una punizione sotto il rapporto della degradazione nella quale ella gli fa
cadere, lo è ancora riguardo della pena che l’accompagna. Il corpo
non può corrompersi, li organi non possono alterarsi, senza che
l’uomo ne sia avvertito da un dolore piiì o meno intenso. Lo stesso
è dell’anima: non può corrompersi e deperire senza soffrire; “ Tribolazione ed angoscia, sojirastà ad ogni anima d’uomo che fa il
male” (Eom. ii, 9). La Scrittura attira i nostri sguardi sull’analogia che esiste fra le conseguenze della corruzione del corpo e quelle
2
della corruzione deU’aninia, quando ci dice; “ L’invidia è il tarlo
delle ossa ” (Prov. xiv, 30); “ la parola dei profani rode come la
gangrenà ” (2 Tim. ii, 17). Sì, vi è un tarlamento e un rodimento
di spirito interno ovunque domina il peccato, ovunque si semina
alla carne. Le violenti passioni sono come una ardente febbre che
consuma celeremente con pena e delirio. Le carnali inclinazioni, le
più moderate e regolate, sono come una lenta febbre che consuma
gradatamente, dando un mal essere, e una sempre crescente debolezza. L’orgoglio, l’ambizione, l’amore delle ricchezze, e tutte le passioni, quando si sono impadroniti con forza dell’anima, cagionano il
rodimento di spirito, del quale parla l’Ecclesiaste, dicendo; “ che
cosa ha un tal uomo di tutta la sua fatica, e del tormento del suo
spirito, con che egli si affatica sotto il sole? conciossiachè tutti i
suoi giorni non sieno altro .che dolori, e le sue occupazioni altro che
molestia; anche non pur di notte il cuor suo non riposa’' (Eccl. ii,
22, 23). Quanti tormenti di spirito non nascono dall’orgoglio umiliato, dalla ambizione ingannata, dalla gelosia inasprita dai buoni
eventi altrui, dalla ansiosa inquietudine di un’anima che - corre
dietro al bene, dicendo: “ Che accade di un’anima che noa dice mai;
basta;” o che dipingendosi l’avvenire con neri colori, dice; “Che
mangeremo, che beveremo, o di che saremo vestiti? ” Qual contrasto e conflitto penoso fra varie passioni che non possono accordai si,
e che tutte vorrebbero soddisfarsi! Qual irritazione o dispetto,
quando le circostanze, li uomini, o la potente mano di Dio, contiariano i nostri gusti e le carnali nostre inclinazioni, mettono ostacoli
all’adempimento dei nostri desideri, e conducono crudeli disinganni,
nei quali si trova la umiliazione, là ove si era cercato la soddisfazione
deU’orgoglio, i dispiaceri ed il dolore là ove si era cercato il piacere, e
dei rovesci della fortuna là ove si era creduto trovare dei grandi
vantaggi. Quai momenti di vuoto, di sazietà, qualche volta di malcontento e rimorsi, dopo le soddisfatte passioni! “ Il malvagio è come
il mare sospinto il quale non può 'quietare, e le cui acque cacciano
fuori pantano e fango ” (Isaia lvii, 20). Egli è come donna che
ha tutti i giorni i dolori del parto. Grida di spavento percuotono le
sue orecchie. Non crede potere uscire dalle tenebre, la spada lo incalza, Sa che il giorno delle tenebre è vicino, lo tocca con mano.
L’angoscia, le avversità lo spaventano, e ognuno lo opprime, come
un re preparato al combattimento. “ Non vi è niuna pace per gli
empi, ha detto l’iddio mio ” (Isaia Lvii, 21).
Si potrebbe supporre che tali dichiarazioni della Parola, non sono
3
proprie che per i grandi delinquenti, e che coloro che seminano alla
carne, in modo moderato e decente, sono esenti dalle inquietudini
che abbiamo enunciato. Senza dubbio, le più grandi passioni eccitano grandi calamità. Ove il fuoco è più vivo, la bruciatura è più
dolorosa: ma, è pur vero che vi è più o meno dolore, ove vi è più
0 meno corruzione. “ Se non sono sollecitudini divoranti, vivi rimorsi, violenti contrasti che straziano l’anima, vi è sempre un interno
mal essere, malcontento, noia, inqiiietiuline , vaga tristezza, apprensione, di cui non si sa render conto, in modo che spesso, di
troppo ridere duole il cuore, e la fine della allegrezza è dolore ”
(Prov. XIV, 13). I j)eccatori, non dicono tutti i loro cattivi momenti.
Li nascondono sotto l’apparenza della leggerezza, o dell’aHegria.
Sjiesso anche non si rendono bene conto del mal essere, e della pena
interna che soffrono, in punizione di una vita nella quale, sebbene
sotto decenti esteriorità, seminano alla carne e non allo spirito. Attribuiscono alle tentazioni, alle circostanze, a tutto quello che gli
circonda, alla loro salute, forse alla loro età, o naturai carattere, la
causa dcìl’agitazione interna che li molesta, e della pace che li
manca; loppurc dicono, che siccome questo mondo non è il luogo
della perfetta felicità, ne hanno tutta quella porzione che può aversi
sulla terra.
Ma quando l’uomo spirituale che giudica di tutte le cose, è in
grado di osservare qualcuno da vicino, che vive secondo la carne
e non secondo lo spirito, vede bene che non è felice come pretende
esserlo, nè in pace come vorrebbe far credere, e vede ancora meglio
che la causa del malcontento e delle pene che confessa, è differente
da quella che gli si assegna. Seguiamo da vicino coloro che non
hanno la felicità di essere sotto la influenza dello Spirito di Dio, vediamoli neU’interno delle loro famiglie, nelle abitudini di una vita
domestica, nelle prove, nelle malattie, nella vecchiaia, nei pericoli,
nella solitudine, per giudicare la {)oca o punta tranquillità interaa,
che godono. E tristo, profondamente tristo, vedere come turbano l’allegria con le loro agitazioni, il malcontento, vaghi desideri di quello
che non hanno, o per il timore di perdere quello che hanno. È tristo
vederli perseguitati da una vaga inquietudine, che si potrebbe dire
cupo dolore di un anima che a poco a poco si corrompe e deperisce.
Eassomigliano a coloro, che attaccati da un male interno, lentamente
consumante, e che senza cagionar loro grandi pene, li pone abitualmente in uno stato di mal essere, nel quale non possono in modo
alcuno gustare i ))iaceri della vita.
4
Coloro che hanno già cominciato a recuperare la salute spirituale,
e che sanno rendersi conto del mal essere e della pena che soffrono,
riconosceranno questa verità, che quando si semina alla sua carne,
si raccoglie della carne i dolori inseparabili della corruzione. Bono
coloro che possono dire: “ È una mala ed amara cosa, lasciare il
Signore Dio tuo, e lo spavento di lui non sia in te” (Gerem. ri, 19).
Sono costoro che possono dichiarare: “ La tua malvagità ti gastigherà, ed i tuoi sviamenti ti condanneranno: che se facciamo il male
il peccato ci trova, e la punizione è alla porta. ” Sono coloro che
sanno per esperienza, che il peccato ò come un colpo che riceve
l’anima, e che è sempre accompagnato da contusioni e da dolori.
Sono coloro che mettendo il dito sulla piaga, possono dichiarare che
non è in alcuna esterna circostanza che bisogna cercare la vera causa
del mal essere dell’anima, ma che si trova nell’opera della carne,
cioè nel peccato. Sanno d’onde vengono le tristezze, sanno quello
che manca alla loro felicità, o ciò che la interrompe. Sanno che
quando l’anima sta male, tutto va male, e quando l’anima sta bene,
tutto va pur bene. Paolo e Sila, con le spalle tutte piaghe, per essere
stati battuti con le verghe. Paolo e Sila avendo i piedi incatenati in
fondo della prigione; Paolo e Sila passando una parte della notte in
tale stato, senza aver mangiato, erano felici e contenti, e cantavano
le lodi del Signore. Perchè? perchè soffrivano per il Signore, che
dava loro la sua allegrezza. Avevano seminato allo spirito, e mietevano dello spirito la vita eterna. Avevano già nel loro cuore la certezza
della celeste eredità. La vita del cielo era già in loro, e nella gioia
della speranza potevano dire: “ Non facciamo conto di nulla, e la
nostra propria vita non ci è cara, appresso all’adempiere con allegrezza il nostro corso, e il ministerio che abbiamo ricevuto dal Signore Gesù, che è di testificare l’evangelo della grazia di Dio.” All’opposto, vedete David. Era sul trono, circondato da tutte le dolcezze
della vita, e non pertanto le sue ossa si erano indebolite e rotte: la
sua forza era cangiata in arsura di estate; era curvato e piegato
grandemente, e ruggiva di gran fremito nel suo cuore, diceva: “ Il
mio cuore è agitato, la mia forza mi lascia ” (Salm. xxxviii, 10).
Aveva scontrato angoscia e cordoglio. E perchè? perchè aveva seminato alla carne, e mietuto della carne corruzione. Egli stesso lo confessa, dicendo: “ Non vi è nulla di sano nella mia carne, per cagion
della tua ira: le mie ossa non hanno requie alcuna per cagione del
mio peccato. Perciocché lo mie iniquità trapassano il mio capo; sono
a guisa di grave peso, son pesanti più che io non possa {»rtare. Le
5
... co ...
mie posteme putono e colano, per la mia follia” (Salm. xxxvin,
vers. 3, 4, 5). _ _ ,
Iila la vergogna e la [iena che accomj)agnano qui in terra la corruzione, e che sono i tristi frutti che miete colui che semina alla sua
carne, non sono nulla in confronto di quello che saranno un giorno
“ nel quale Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere, ” e in cui
ciascuno mieterà ampiamente e per sempre, come avrà seminato.
In quel giorno, “ coloro che avranno fatto male risusciteranno in
resurrezione di condannazione ” (Giov. v, 29), “ si risveglieranno a
vituperi, e ad infamia eterna ” (Dan. xn, 2), “ il verme loro non
morrà, e il fuoco loro non sarà spento, e saranno in abominio ad
ogni carne ” (Isaia Lxvi, 24). Allora quelli che avranno seminalo
alla carne “ periranno del tutto nella loro corruzione, ricevendo il
pagamento dell’iniquità ” (2 Piet. ii, 12). Mieteranno della carne la
corruzione. Queste parole sono forse le più spaventevoli di quelle tutte
nelle quali la Scrittura ci parla delle pene dell’altra vita: imperocché la corruzione è la più terribile punizione che possa figurarsi la
immaginazione dell’uomo.
Supponiamo, come ci dicono i passi sopra citati, e che parlano di
di una risurrezione per l’obbrobrio e l’infamia, di una risurrezione
che attira il disprezzo generale; supponghiamo, ciò che ci pare probabilissimo, che le tracce delle passioni alle quali ci siamo dati sulla
terra, debbano svilupparsi in tratti schifosi, e fortemente pronunziati,
sul corpo di coloro che avendo seminato alia carne, resusciteranno
per la condannazione. Qual vergogna, qual dolore per costoro di
vedersi rivestiti per l’eternità, di un corpo che indicherà all’occhio di
tutti, nel modo il più ributtante, la memoria delle vili inclinazioni,
alle quali si dettero su questa terra! Allora il peccato non si nasconderà più sotto le apparenze della nobiltà e della grandezza, sotto
graziosi sorrisi, le seduzioni del buon tuono e della mondana amabilità, sotto l’apparenza di una letizia graziosa e condita. Il peccato
non si mostrerà più adorno di brillanti colori, e abbigliato di esterne
attrattive di cui suole ornarsi. Non sarà più la tigre nascosta nell'antro, il di cui ingresso è coperto di fiori e foglie. Allora, secondo
un’espi’essione della Scrittura, il peccato sarà estremamente peccaute: si mostrerà al naturale, abietto, schifoso, disgu.stevole, come
api)arisce a Dio tre volte santo, i di cui occhi sono troppo puri per
vedere diversamente, che con il profondo disprezzo di un sovrano
sdegno. In quel giorno, tutto ciò che vi è di disgustante nell’orgoglio,
di abietto nella gelosia, di ignobile nella sensualità, di riprovevole
6
nella falsità e ipocrisia, di dispregevole neiregoismo, si dipingerà
con schifose pennellate sul viso di coloro che avendo seminato alla
carne, raccoglieranno della carne la corruzione. Allora, mentre coloro
saranno resuscitati in gloria, porteranno la immagine di colui che è
celeste, coloro che saranno resuscitati per l’obbrobrio e l’infamia,
porteranno la immagine di colui che hanno servito su questa terra,
del principe del mondo, del padre di menzogna, di colui, la sorte del
quale divideranno neH’eternità. “ Eterno, dice David, quando tu ti
risveglierai, tu sprezzerai la lor vana apparenza ” (Salm. lxxiii, 20).
A questa vergogna inerente ad un corpo resuscitato con disonore,
si uniranno i tormenti di un anima, nella quale la corruzione uscita
dai limiti, si svilupperà in modo spaventevole, senza avere alcun alimento da soddisfare. Si immagini un uomo eminentemente orgoglioso, che si vedrà rigettato da Dio, lontano dalla sua gloria, e per
sempre, nell’infame società delli spiriti delle tenebre, non avendo
innanzi a sè che la vergogna e un’eterna infamia, e un obbrobrio
che non si scancellerà giammai. Si immagini la disperazione di colui, che nella sua opinione, e forse in quella delli altri; sarà stato
innalzato fino al cielo, e che si vedrà abbassato fino aU’inferno. Si immagini quello che sentirà colui che avrà riempiuto, o almeno avrà
voluto riempire del suo nome tutto il mondo, colui che per i suoi
talenti, la sua bellezza, o per le sue ricchezze era attorniato da molti
adulatori, colui che si compiaceva delli omaggi dei suoi simili,
quando si vedrà disprezzato da tutti, segnato dal dito di Dio di una
incancellabile marca d’infamia, e obbligato a soffrire i pungenti insulti delli spiriti delle tenebre, i quali con una infernale allegrezza,
si compiaceranno di rammentargli lo stolto orgoglio, causa della sua
dannazione, e l’accoglieranno con amari motteggi: “La tua alterezza è stata posta giù uell’inferno al suon de’ tuoi salteri: e si è
fatto sotto te un letto di vermini, ed i lombrici sono la tua coverta.
Come sei caduto dal cielo, o stella mattutina, figliuol dell’aurora ?
come sei stato reciso ed abbattuto in terra! E pur tu dicevi nel cuor
tuo: Io salirò in cielo, ed innalzerò il mio trono sopra le stelle di
Dio; io salirò sopra i luoghi eccelsi delle nuvole, io mi farò somigliante all’Altissimo ” Isaia xiv, 11-14. Si immagini colui che avrà
vissuto nei piaceri sensuali, divorato dalle impure passioni che non
potrà soddisfare: colui che avrà trattato con tutti i riguardi la
carne, e amato vivere nelle sue delizie, privo di tutti i gusti dei
sensi, e non avendo più che il corjx) per soffrire. Si immagini colui
die nemico di Dio e dei Santi, il di cui odio sarà allora sviluppato
7
al più alto grado, perchè sentendo la mano di Dio, che egli odia, e
vorrebbe distruggere, pesare sa lui come una mano di ferro che lo
comprime e lo ammacca senza schiacciarlo. Si immagini un tal
uomo potente verso il cielo, dal quale è stato escluso, proferendo
bestemmie che non giungono al trono di Dio, ma i-icadono su lui,
con la vergogna d’averle proferite, e la disperazione di sentire che
non sono altro che la espressione di una impotente rabbia. Si immagini, in una parola, che tutte le opere della carne, alle quali si è
dato sulla terra, producano allora i suoi frutti, per uno spaventevole
sviluppo di corruzione, e divorante l’anima come la fiamma, la
quale non trovando alimento al di fuori, coutinuamente si avvolge
in se stessa, bruciando eternamente l’essere che la contiene, senza
mai consumarlo e distruggerlo. Si immagini colui che sarà gettato
nell’abisso di dolori, potendo dire: Io sono causa della mia dannazione. Kaccolgo quello che ho seminato. Se avessi seminato allo spirito, raccoglierei dello spirito la vita eterna. Ah sarà pur colà il
verme che non muore, e il fuoco che non si spegne. Sarà allora, che
si potrà applicare a tutti i desideri della carne, la terribile dichiarazione dello Spirito Santo, diretta ai ricchi, avari e ingiusti: “ L’oro
e l’argento vostro è arrugginito, e divorerà le vostre carni a guisa di
fuoco ” (Griac. V, 3). E allora che i dispiaceri, i rimorsi, le passioni
sempre eccitate, ma mai soddisfatte, saranno per l’anima un verme
ohe continuamente rode, in guisa che non avrà riposo nè giorno, nè
notte. Allora la rabbia mescolandosi alla disperazione: “ vi sarà
pianto e stridor di denti, per coloro che vedranno Abramo, Isacco e
Giacobbe, e tutti i profeti nel regno di Dio, e loro ne saranno cacciati fuori ” (Luca xni, 28).
A, R,
I SEGNI DEI TEMPI!
Una predicazione sui segni, sui pericoli dei tempi attuali e dei doveri
che impongono ai crhliani, venne raccomandata per la seconda domenica
dello scaduto mese di gennaio, dal Comitato dell’Alleanza Evangelica. Onde
richiamare l’attenzione d’un maggior numero di persone su quell’argomento tanto opportuno e grave, vogliamo dare un cenno in questo articolo,
delle principali profezie del Vangelo, che per l’appunto servono di criterio
per di.scernere i tempi ;
8
1° « Guerre e rumori di guerre, una gente contro all’altra, un regno
contro all’altro; pestilenze, fami e tremoti in ogni luogo: 'principio di dolori » (Matt. xxrv, 6, 7).
2° (( Molti dicono d'essere il Cristo, o parlano in suo nome; molti sedotti; molti scandalizzati; la carità di m.olti raffreddata» (ibid.^
3° « Il giorno di Cristo non verrà, che prima non sia venuta Tapostasia, e non sia manifestato l'uomo del peccato, il figliuol della perdizione,
queiravversario e quel ohe s’innalza sopra chiunque è chiamato dio o divinità, talché siede nel tempio di Dio come dio, mostrando se stesso, e dicendo ch’egli è Dio... del quale l’avvenimento sarà secondo l’operazione di
Satana con ogni potenza e prodigi e miracoli di menzogna » (2 Tess. ii).
4° « Lo Spirito dice espressamente, che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, attendendo a spiriti seduttori ed a dottrine diaboliche
d’uomini che proporranno cose false per ipocrisia, cauterizzati nella propria
coscienza, che vieteranno il maritarsi, e comanderanno di astenersi dai cibi
che Iddio ha creati... Or sappi che negli ultimi tempi sopraggiungeranno
tempi difficili. Perciocché gli uomini saranno amatori di loro stessi, avari,
vanagloriosi... amatori della voluttà anziché di Dio, avendo apparenza di
pietà, ma avendone rinegata la forza » (1 Tim. iv; 2 Tim. in).
5° Fra tanti segni tetri, uno lietissimo è da notarsi : cioè che « l’evangelio del regno sarà predicato in tutto il mondo, in testimonianza a tutte le
genti, cd allora verrà la fine ». Ma quella ridente prospettiva stessa ha il
suo lato oscuro ; poiché Gesù Cristo domanda ; « Ma quando il Figliuol dell’uomo verrà, troverà egli pur la fede in terra ? — Chi ha creduto alla nostra predicazione? » (Luca xviii, 8 ; Giov. xii, 38.
6° Molti altri segni più determinati ma che non si potrebbero così comunemente intendere, trovansi nell’Apocalisse, ove però sta detto ; « Beato
chi legge, e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia, e serbano le cose che in essa sono scritte • perciocché il tempo è vicino » (Apocalisse i, 3).
Il primo segno non indica che un cominciamento di dolore, e può ripetersi più volte; nè mai è indifferente, perchè le conseguenze delle guerre e
delle calamità si fanno pur sempre sentire nell'ordine religioso; se non altro
si ridesta più viva nei fedeli la speranza del regno di pace, di gioia e di
prosperità che è predetto, s’innalzano più fervide lo loro supplicazioni al
Padre Celeste.
Il secondo segno è quello dell’anticristianesimo, il quale latente in seno
alla chiesa apostolica medesima, non potè apparire subito, ma poco a poco,
con inganni e miracoli di menzogna, sorse occupando posto maggiore del
cristianesimo vero. Quei molti anticristi e vicarii di Cristo non dovettero
manifestar^ simultaneamente, ma successivamente; poiché venendo vari
ad un tempo non sarebbero stati creduti, e non sarebbero stati molti i se-
9
dotti. Quando papa e antipapa protendono di essere il vicario di Cristo,
trovano ancora ambedue chi presti fede, come più volte se veduto; ma se
invece di due fossero parecchi, chi si lascerebbe ancor sedurre? Una lunga
successione di vicaiù di Cristo con moltissimi aderenti era una fatalità, c
quando sia ricolma la misura di cotante iniquità commesse sotto il nome di
Cristo, i tempi si faranno più che mai gravi.
TI terzo segno che è quello dell’apostasia non è che una modificazione del
precedente, li’anticristianesimo vi è personificato in un tale che riunisce
gli eccessi deU’empietà colle più esorbitanti pretensioni religiose, ed in siftàtta guisa riesco a trarre dietro a sè maggior numero di seguaci, non
avendo, gli empi, motivi di separarsi da lui, e quelli che credono ciecamente essendo abbagliati dalle apparenze.
L’apostasia è poi nel quarto sopraccennato segno, definita dal carattere
dei suoi ministri e dei suoi membri: quelli sono dottori di cose false, i quali
imponendo vani precetti, nutrono la superbia, e questi, se non sono del
tutto corrotti, hanno l’apparenza, anziché la \ùrtù della pietà. Siffatti cristiani non differiscono dai Gontili che per il nome che portaao, e por le
loro pretensioni maggiori.
Tuttavia che le porte deU’inferno non prevalgano mai contro alla Chiesa
vera, ne abbiamo un segno nella predicazione dell’Evangelio fra tutte lo
nazioni; e niun segno è forse di così evidente attualità come questo, poichò
al nostro secolo appartiene la fondazione di cotanti istituti missionari, di
società bibliche, di comitati d’evangelizzazione, di chiese nuove fra i Gentili, che non aveano ancora udito il nome di Gesù.
Fa d’uopo osservare, che tutti quei segni profetici paiono avere un doppio
fine ; uno primario, che è sempre lo stesso, cd uno secondario, che varia. Anzitutto, servono ad ammonire ogni generazione della venuta di Colui che deve
giudicare i vivi ed i morti, ed a mantenere i credenti in continua vigilanza.
Secondariamente sono forieri di solenni avvenimenti, di gravi sconvolgimenti in seno all’umanità. Quale dei due casi sta per succedere l’apparizione
di Cristo in gloria, o soltanto qualche manifestazione della sua potenza? Quistione di mera curiosità è quella, e perciò rimane insolubile, poiché propensi
a vedere le cose sotto colori più o meno oscuri, secondo i nostri sentimenti
non siamo in grado di giudicare se i segni profetici già si avverano pienamente. Ed ecco uno o due esempi in proposito. La distruzione di Gerusalemme fu preceduta da segni che poievano far credere prossimo il ritorno di
Gesù Cristo. Invece che cosa accadde? La sentenza divina fu eseguita per
opera dei Romani ; Cristo si glorificò nell’adempimento di quanto egli aveva
dichiarato. — Un gran rinnovamento fu operato, Israele disperso, la Chiesa
universale sostituita al medesimo, un mondo finisce e ne comincia un nuovo. — Quando verso l’anno mille si sparse qualche timore che già il
mondo volgesse al suo termine, non avvenne pur altro che un mutamento
10
gravissimo nelle condizioni della Chiesa; oppressa rimase la spirituale e
dispersa per vivere più positivamente di fede, ed essere nudrita colla celeste manna della parola di Dio, e la materiale saE superba al trono degli
antichi Cesari, e cintasi di due spade, con una ferì le anime, e coll’altra
percosse, o fece percuotere dai principi milioni di vite, non d’altro colpevoli che di non esserle soggette.
Ora quei tempi stanno per cessare; ma non pare che debbano finire pacificamente; e quei saggi e potenti che s’adoprano a risolvere per la meglio
il nodo fatale della confusione dello spirituale e del temporale, meritano
lode pel loro buon volere forse più che riusciranno ad averne per buon
successo.
P. G.
L’EVANGELIO FRA LI EBREI D’AFFRICA
Escursione del missionario Ginshurg a Tehessa.
Tebessa antica città dei Numidi è a 60 leghe da Costantina: situata in
bella e fertile vallata in vicinanza del confine della Reggenza di Tunisi; ha
un muro di cinta lungo circa 500 metri, largo da 10 a 12, e alto 3. Poche
case vi esistono che datano l’epoca romana. Un arco di trionfo, e il tempio
di Minerva sono quasi intatti. Una volta abitata da 100,000 anime ora non
ne conta che 1,200, e fra queste circa 250 europei e da 12 ebrei. Il dragomano, o interpetre è un ebreo. Andai a visitarlo, racconta il Missionario:
la moglie mi domandò se ero un Rabbino. Sono un Israelita, gli risposi, che
ha. fede alle promesse fatte ad Abramo, che hanno avuto il loro adempimento in Colui che iniqui hanno fatto morire sulla croce, e che Dio ha risuscitato dai morti or sono 1860 anni; sviluppai quindi i punti principali
della fede in Gesù Cristo. Moussa, l’interpetre, mi domandò se vi era un
libro che egli potesse leggere e nel quale queste cose fossero spiegate, e
che io convincesse a credere alla venuta del Messia, restando Ebreo.
Eccolo, gli dissi, mostrandogli la Bibbia; questo libro risponderà a tutte le
vostre domande, dissiperà tutti i vostri dubbi, vi istruirà completamente. Bla
bisogna studiarlo con preghiera, e con la ferma intenzione di fare la volontà
di Colui che vuole la felicità di tutti. Mi mostrò desiderio di averlo e glielo
donai. Fu riconoscente e andò a riporlo nella sua camera, quindi ritornò o
mi domandò. Veramente sono molti quelli che credono come te? e fu maravigliato quando gli dissi che in Europra, America, Asia , vi, sono molti
11
... /o ...
adoratori del vero Dio, e che credono in Cristo Gesù, il Messia promesso
dai Profeti.
Fui condotto da un Ebreo sarto chiamato Schalem: appena entrai nella,
stanza, la moglie ne usci subito; credei che fuggisse la mia visita, ma presto
ritornò seguita da tutti li Ebrei loro amici. Dopo aver parlato di una cosa o
l’altra, tonni loro un discorso ad un dipresso come Stefano, e mostrai, non
con la medesima fede ed energia, come il Cristo si era presentato, in qual
modo ed in qual tempo, e nel più perfetto accordo con le profezie che annunziavano la sua venuta: e stabilii che Gesù era apparito nel compimento
dei tempi, non solamente d'accordo con le Scritture, m;i che a datare da
quella apparizione stessa, nessun altro Messia e profeta non si era presentato per loro. Alle mie parole successero una quantità di domande, la maggior parte puerili e fuori del caso. Risposi a tutte e li lasciai scongiurandoli
a non perder tempo e pensare alla loro eterna salvazione.
A Tebessa non vi sono scuole per li Ebrei; sono obbligati mandare i
loro figli a scuola dal curato: ma Egli vedendo che i genitori di quei ragazzi non vogliono farli cattolici romani (Edomiti) ha recusato di istrmr
gli; mi hanno pregato mandargli un maestro cristiano. Moussa mi ha dato
speranza che non invano possederà tutta la Bibbia.
BOTNA
E una città costruita dai Francesi, a 100 miglia da Costantina: oltre
una forte guarnigione ha da circa 500 Mussulmani, 1400 Europei, e da
3 o 4 cento Ebrei, fra i quali una ventina di famiglie di Cabaili, ebrei poligami.
Il missionario racconta il colloquio che ebbe con il Rabbino di Botna.
Lo trovai, egli dice, in mezzo ad una quarantina di ragazzi ai quali inse •
gnava leggere il Vecchio Testamento. Licenziati i suoi scolari cominciammo
a leggere le profezie su Cristo. Come Cabbalista , cioè adepto di Cabbaia,
cioè a dire della tradizione orale, concedeva volentieri ohe il cuor dell’uomo
è cattivo, e che la prima maledizione per causa della caduta di iVdamo, non
poteva essere redenta che per il cruento sacrifizio del Messia, ma non volle
mai ammettere l’idea di una espiazione del nostro glorioso Salvatore. Li
scritti rabbinici, la storia della Chiesa, la Bibbia, non poterono convincerlo : non .volle persuadersi che la verità non è che in Cristo : nel lasciarci
mi chioso una Bibbia, promisi dargliela la prima volta che ci saremmo riveduti.
BISKRA
L’antico nome di questa città è Veskra, distante da Costantina 200 miglia: è situata in una vasta Oasi, circondata da sette villaggi; vi si enume
12
rano da 120 mila palmizi; nel 1844 fu occupata dai Francesi. Ha circa
4000 anime: 700 Arabi, 200 Europei, 50 Ebrei. Racconta il Missionario:
Faceva il giro della città, e mi imbattei con tre che distesi sull’erba leggevano un libro : fui sorpreso nel vedere stendermi da uno, la mano, e dirmi
avere avuto da me un Nuovo Testamento; che cosa vi hai imparato, gli
domandai; ad amare il mio prossimo come me stesso, mi rispose subito.
Benissimo, replicai, ma questo comandamento, è pure nell’Antico Testamento; È vero soggiunse, e la Gemarra (1), ce lo da pure, ma la differenza è grande nell’Antico Testamento, come nella Gemarra, la parola
prossimo non comprende che li Israeliti, mentre secondo il N. T. ogni
uomo a qualunque religione appartenga, deve esser considerato come
nostro prossimo.
E vero aggiunsi, ma vi è un altro comandamento, che vien prima, e
che tu mi sembri aver dimenticato: Tu amerai il Signore tuo Dio, con
tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, e con tutta la tua mente. Rispose
¡’Ebreo: Oh tutti lo sanno, e lo fanno. Ti inganni grandemente replicai.
Guarda solamente intorno a te e in te, e ti convincerai essere nella più
completa illusione. Se amate Dio, amereste la sua parola, prestereste fede
alle parole di Mosè e dei Profeti,.e a quelle di Gesù Cristo, il Figlio di
Dio vivente. Credi a Gesù? L’ebreo rispose. Credo che sia stato un
grand’uomo e un gran profeta, e che è venuto al mondo ed è morto come
tutti li altri uomini.
Allora aprii la Bibbia per mostrargli che dietro le profezie messianiche
che si hanno in Isaia, Daniele, ed altri, era evidentemente mostrato che il
Cristo sarebbe venuto al mondo come tutti li uomini, ma in modo soprannaturale e misterioso, morto come tutti li uomini, ma che resusciterebbe
secondo le profezie.
Allora egli cercò dare un diverso significato alle profezie, ma lo richiamai ad uno scrupoloso esame e confronto dei’due Testamenti, e tutti giorni
progrediva nella cognizione delle verità che il Nuoyo Testamento, gli rivelava.
(1) La seconda parte del Talmud.
13
I t
NOTIZIE RELIGIOSE
VIOLENTA OPPOSIZIONE AL VANGELO
IN SAVOIA
A San Giovanni di Maurienne, nelle montagne che circondano quella
popolosa città, viveva P. convertito all Evangelo: solo in mezzo alla popolazione ostile alla buona nuova, non aveva altro conforto e compagno nella
sua fede, che la Bibbia. Si ammalò: saputosi da un suo compagno nella fede,
andò a trovarlo : egli fu testimone di una violenta opposizione al Vangelo,
che racconta in questi termini: « Verso le undici del mattino giunsi a casa
del mio amico : grande fu la sua allegrezza nel ‘ rivedermi : era da molti
mesi in letto, e soffriva molto: era tisico. Entrato in casa vidi due donne;
una era sua sorella, l’altra la serva. Appena fui al letto del malato, cominciai a consolarlo e fortificarlo nelle promesse e speranze che ci sono assicurate nella parola di Dio; mentre confortava il povero malato, la sorella faceva un rumore terribile, facendo il burro; credendo che lo facesse per me,
gli dissi che non lo avrei preso, che smettesse pure.
Allora mi caricò d’ingiurie e maledizioni, non risparmiando il fratello,
dicendogli che era dannato, che andrebbe a bruciare Hell’infemo, e che
già vomitava fiamme. Cessato che ebbe d’ingiuriarmi, suo fratello mi disse,
con le lagrime agli occhi; « Non gli dar retta, non è lei che parla, ma è il
nostro nemico per la sua bocca, ma io riterrò quello che ho, e nessuno
me lo rapirà. Colui che vincerà lo farò sedere sul mio trono con me, come
ho vinto e sono assiso col Padre mio sul suo trono ». E alzandosi a sedere
sul letto, diresse alla sua sorella parole piene di carità e amore per calmarla; ella non rispose che con ingiurie, e lo minacciò di tirargli un
tizzone acceso. Non gli rispose, e non ostante U rumore che faceva, noi
parlavamo della nostra salvazione.
Ma ad un tratto cominciò ad urlare, a gridare, a piangere : uscì precipitosa della casa, e chiamò gente perchè mi scacciassero.
Un momento dopo, ad uno ad uno vidi entrare nella camera molti individui : alcuni con aria minacciante, altri maravigliati, curiosi, o indifferenti.
Era un po’ inquieto, ma non mi persi d’animo. Tutti conservavano il silenzio]; ma entrata in casa la sorella del malato, con le sue grida e improperi
ruppe quel silenzio. Allora uno disse; «Colui che non ha la Chiesa per
madre, non ha Dio per padre. Fuori della Chiesa non vi è salvazione, rispose un altro. Chi non crede alla Vergine immacolata, non può esser
salvo esclamava un terzo. Ubi Pelras, ibi lioma, ripeteva un quarto, che
14
pareva l’avvocato del paesetto». Non risposi a tutte queste proposte, e
quando si fu fatto silenzio, annunciai loro il Salvatore e la salvazione per
grazia. A mano a mano che parlava, il viso di ciascuno diveniva meno minaccioso ; la mano di Dio toccava i loro cuori. Allora trassi fuori la Bibbia
per provare con tanti passi quello che aveva detto : al vedere il libro sacro,
la sorella del malato cominciò di nuovo a gridare, dicendo: « Uscite, uscite,
è un demonio, v’ingannerà: uscite subito, uscite subito! » Tutti uscirono,
eccetto due o tre, e specialmente un vecchio di 80 anni; scusate, mi
disse: « Voi credete essere nella verità, credo di esservi anch’io, Dio ne è
il giudice: •» Usciron tutti, uscì la sorella: ci restò un solo, che mi disse:
« Io non sono vostro nemico, ho la Bibbia che mi dettero a Lons-le-Saulnier ». Mi rallegrai con lui, e gli raccomandai il povero malato. Dissi
alcune parole di consolazione al malato, e mi disposi a partire: voUi però
prima raccomandarlo alla sorella; non mi rispose nulla. Partii; a pochi
passi di distanza dal villaggio, mentre scendevo la salita, veggo la sorella
del malato dietro a me con in mano una grossa pietra. « Che intenzione
hai tu di fare, disgraziata, grido appena la veggo : la tua azione sarà punita
da Dio e dalli uomini, e sarai messa in prigione ». Pare che il timore della
prigione la ritenesse dal commettere un delitto che meditava: quando fui
ad una certa distanza, ella scagliò la sua pietra, ma ero troppo lontano perchè potesse colpirmi.
Austeu. — Libertà religiosa. — Se l’Austria è stazionaria nella libertà
politica, non lo è però nella libertà religiosa: eccone un esempio. Era legge
ingiusta, che nei matrimoni misti, si esigesse l’obbligo da uno delli sposi, di
educare i figli nella dottrina della Chiesa di Eoma. Dal 1842, anno in cui
fu promulgata quella legge, 18,000 figliuoli furono obbligati di seguire il
culto cattolico, non ostante la contraria volontà del padre. Ultimamente
questa odiosa prescrizione è stata tolta, e ciascun genitore è nella piena
libertà di educare i propri figli a seconda delle proprie convinzioni. Oh se
l’Austria si persuadesse a lasciare che i Veneziani scegliessero il re loro a
seconda delle proprie inclinazioni! Quanto sangue sarebbe risparmiato!
«
Francia. —Progresso dell'Evangelo. — Dall’Annuario ecclesiastico protestante, pubblicato nel 1807, resulta che a queU’epoca la Chiesa Riformata di Parigi aveva tre pastori e due luoghi di culto, nei quali ogni domenica si faceva una predica. Due prediche nella domenica; ecco tutto il
culto protestante a Parigi nel 1807! Nel 1819, la Chiesa Luterana aveva
sei pastori, tre luoghi di culto, tre predicazioni per domenica.
Oggi, 1861, ha 48 pastori, 31 luogo di culto, 83 predicazioni per settimana (49 in francese 12 in tedesco, 22 in inglese) delle quali, 59 la doiiicuica, e 24 nella settimana, la sera. Vi sono inoltre numerose riunioni di
15
preghiere, di studio sulla Parola di Dio, di edificazione reciproca, che si
possono calcolare da 50 per settimana.
La prima scuola della domenica fu aperta a Parigi nel 1822 settembre 22,
con 15 a 20 alunni; oggi le scuole sono da 25 a 30, e ricevono da 2,500 a
3,000 alunni.
Nell'anno 1807 vi erano in Francia i51 ministri, 227 per le Chiese
riformate, 224 per le luterane; e nel 1861 ve ne erano per la Chiesa riformata 653, per la Chiesa luterana 290, e 102 pastori indipendenti; ciò che
formano in tutti 1,045; 594 più dell’anno 1807. È questa una prova che il
protestantismo non è morto.
Portogallo. — Si raddoppiano li sforzi per la evangelizzazione del
paese : in principio i progressi erano rapidi assai, ma in oggi sono più lenti :
se ne attribuisce la causa alla installazione delle Suore di carità e dei Lazzaristi. Nondimeno quà e là l’Evaiigelio è annunziato e letto. In una città
assai considerevole esiste una scuola evangelica frequentata da 30 alunni,
e va prosperando non ostante la viva opposinione del curato cattolico.
Spagna. — I lettori sanno già che soffrono dura prigione i nostri fratelli
in Cristo, Matamoros e Alhama. Diamo notizie di altre vessazioni, alle quali
quei fedeli servitori di Cristo furono sottomessi.
Nel luglio decorso, dopo la insurrezione di Loia, Matamoros fu levato
dalla sua cellula, e posto, o per dir meglio, seppellito in una tomba, la più
remota della orribile prigione di Granata, appestata da infetti miasmi,
e iUuminatji da una luce artificiale. Alhama fu pure chiuso in una stretta
cellula, e solo. Tali rigorose misure furono adottate dal governo, perchó i
i Gesuiti avevano fatto credere, che il moto politico di Loia, era un movimento protestante, e che i prigionieri ne erano a parte. Per ottenere le prove
necessarie della loro complicità, un compagno di prigione, condannato a
sette anni di reclusione, fu chiamato dal governatore capitano Junial, il
<|uale gli offrì la libertà e 8,000 reali, se s’impadroniva delle carte e documenti che supponeva aver nascosti Matamoros, e credeva contenessero la
prova della sua reità, e di quella del suo compagno Alhama. H prigioniero,
pagato dai preti per falsamente testimoniare contro i detenuti cristiani,
rubò a Matamoros una lettera che aveva ricevuta dai suoi amici di Dublino,
la risposta a questa lettera, due lettere della sua famiglia, e una del pastore
evangelico R.
La sera del 7 luglio, queste lettere furono consegnate all’autorità; la
mattina dell’S, i prigionieri furono separati. Il giorno dopo, quel miserabile
fu liberato, e per otto giorni continui esaminò tutti li oggetti che spettavano
ai due prigionieri, per vedere se poteva scuoprire qualche cosa che li rendesse colpevoli. Un giorno rubò un fazzoletto a Matamoros e si portò dalla
16
moglie dì AUiama, chiedendole, a nome di Matamoros, le sue carte, e mostrandole il fazzoletto come prova della sua missione. Essa rispose non
averne alcuna, aggiungendo che Matamoros non glie ne aveva data, nè
lasciata nessuna. Non ostante, il falso spione referì alle autorità che le
carte esistevano, e tutta la famiglia fu messa in prigione. Dopo 15 giorni la
moglie di Alhama fu posta in libertà, ma la madre, vecchia di 72 anni, fu
ritenuta. Matamoros, in una lettera diretta ad un suo amico in Inghilterra,
dico : “ La prigione è malsana, il mio stato di salute deplorabile, la dolorosa memoria della mia famiglia, queste ed altre cause hanno diminuite le
mie forze. Una violenta febbre mi abbatte. Per tre giorni resistei senza domandare soccorso ; ma la notte del 13 luglio stetti tanto male, che chiesi
del medico. Il regio Procuratore me lo recusó: domandai ima medicina, e
mi fu pur recusata. Per otto giorni stetti sdraiato in terra senza potermi
alzare, divorato dalla febbre; la bontà del Signore credè liberarmi. Seppi
l’ingiusto imprigionamento della famiglia di Alhama. Il tredicesimo giorno
fui esaminato da una commissione militare. L’esame durò undici ore, e dalle
domande che mi furono dirette, indovinai quello di che era accusato. ”
La Spagna è un esempio parlante della intolleranza della Chiesa di Eoma.
Matamoros e Alhama, dopo 15 mesi di carcere preventiva, sono stati condannati a sette anni di galera, e Trigo a quattro anni; il loro delitto è
aver letto e fatto leggere ad altri la Parola di Dio. La Spagna è forse il
solo paese del mondo ove si pronunziano tali condanne. Che Dio voglia
trarre da queste abominevoli persecuzioni il trionfo della sua Parola. Che i
cristiani nel leggere tali incredibili fatti, preghino per i loro fratelli di Spa
gna, e per i ciechi conduttori di ciechi, i quali nel paose della superstizione e della incredulità perseguitano Gesù Cristo nei suoi discepoli.
A Malaga sono imprigionati per il Vangelo otto individui, e sette a Seville. Cinquanta sono fuggiti. Uno spionaggio che rammenta i floridi tempi
della Inquisizione, si è organizzato a Barcellona, a Cordova, a Gaen, ed
altrove. Molti, specie di Paolotti, con la scusa di portar soccorso ai miserabili, s’introducono nelle case, e la prima visita che fanno, è alla cucina, per
vedere se nei giorni di venerdì e sabato è al fuoco la carne.
L’Inghilterra e la Prussia hanno chiesto alla Spagna, a nome del Dio di
misericordia, la liberazione dei condannati, ma il Governo spagnuolo ha
negata la scarcerazione a nome del Dio delle vendette. Egli è sempre così,
il cattolico romano fanatico ed ignorante, grida e griderà sempre : Crocifiggilo, crocifiggilo.
Leopoldo Pinelli gerente
»
ÍIR1SNZE - Tiput'rafia CLAUDIANA, iliretta ila Kaffaelc Trombetta.