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Roma, 20 Gingno 1908
Si pobblin ogal Sabato
ANNO 1-N. 25
L A.
Propugna gFìnteressi sociali, morali e religiosi in Italia
ABBONAMENTI
«
§
I:
8
Italia : Anno L. 2^50 — Semestre L. 1,50
Estero: » » 5,00 — . . 3,00
Un numerò separato Cent. 5
I manoseritti non si restituiscono
8
a
PIREZIOnC : Via fOagenta, 18
INSER:ZIONl
o
a
Per linea o spazio corrispotìdente L. 0,15
« « da 2 a S volte 0,10
* « da 6 a'iS volte 0,05
Per colonna intera, mezza colonna, quarto di colonna e
per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
8
O
«3
«
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AMnmiSTRAZIOME : Via WazioDale, 107
IL NOSTRO DIRETTORE
Grazie a Dio sta meglio. Ma é probabile
ch’egli si prenda un poco di meritato riposo, per
la convalescenza.
Durante la malattia del direttore
E fino a nuovo avviso, dirìgere ogni cosa al sig.
£. Celli, non in Via Salaria 95, come ad alcuni Amici fu chiesto, ma in Via Magenta 18, Roma.
8
(S
AI NOSTRI COLLABORATORI
Vivamente si pregano i signori Collaboratori di
scrivere sur una sola facciata della cartella. Ciò facilita grandemente il lavoro di composizione.
Qesìi ìq campagna
B Gesà andava attorno per tutte le
città e per le castella, insegnando
nelle lor Sinagoghe, e predicando
l’Evangelo del Regno...
Matt. IX, 35.
e per la salute del popolo ; e se in Gerusalemme non nacque, in Glerusalemme conviene Ch’Egli muoia !
La mirabile figura di Gesù non sarebbe
stata completa senza questa sua poteute
attrazione verso la Gran Città, la città di
Dio — senza la consacrazione' che la sua
autorità ricevette in virtù delle sofferenze
e della morte patite in essa.
Ma — e Dio ne sia ringraziato ! —
Gesù amò del pari le campagne, i colli, |
monti, i piani fertili, i deserti' squallidi, i
i laghi lucenti, le solitudini mute ! Egli
ammirò le messi biancheggianti, gli anemoni
delle convalli, e trovò ch’eran vestiti più
gloriosamente di Salomone ; osservò gli
augelli e C0:-lk-ad4itò<:ff& quando gì
tiam solleciti per la dimane.
■ mma tina. nìpititudine coi
%
♦ d*
Gesù soggiornò di freguente in Gerusalemme : Egli vi salì, come voleva la legge,
in età di dodici anni, stupì nel tempio i
dottori per l’assennatezza delle sue domande e dimenticò Giuseppe e Maria per
attendere « alle cose del Padre suo ».
Non v’ha dubbio che poi Egli tornò nella
Santa Città insieme coi pellegrini di Nazaret, durante tutto il tempo della sua giovanezza. Fattosi adulto e maturo per la
missione che avea a compiere, volle cominciar da Gerusalemme i viaggi suoi per
la Palestina, inaugurando il regno della
Buona Novella con il cacciare i mercanti
dal Tempio !
Più tardi, alla festa di Purim, Gesù fa
ritorno alla Metropoli e vi guarisce il paralitico di Betesda ; più tardi ancora, alla
solennità dei Tabernacoli egli rivede la capitale e schiude gli occhi al cieco nato.
Mosso da santa ispirazione, egli tien fiso
lo sguardo sopra Sion, la città di Davide
e dei profeti ; Egli sente ardere in sè la
viva fiamma dello zelo per la Casa di Dio
Il Salvatore, non solo apprezzò la Natura, ma ebbe stima per l’uomo dei campi,
per il villano, per l’artigiano. Egli stesso
nacque in un albergo da poveri, e primi
a visitarlo non furono i magi d’Oriente,
ma i pastori di Betlemme. Fu allevato in
una borgata della Galilea dei Gentili ; imparò r arte del falegname ; scelse i suoi
primi discepoli tra i pescatori, non isdegnò
un pubblicano. Fu Pamico del popolo, non
il suo adulatore ; e per teatro della sua
attività, per cattedra della sua dottrina,
non fece difierenza tra le rive apriche del
lago e i portici ombrosi di Salomone. Le
città provinciali lo interessavano non meno
della metropoli ; visitò Samaria come Gerusaleiyme, Nain, Cana, Capernaum, Gerico, Emaus, Betania.
Non basta. Gesù ragionò coi dottori
della legge, con gli Scribi e i Farisei, ma
rivolse le s\ie più cortesi e sublimi parol-e
a una peccatrice, a una donna ch’ebbe cinque mariti, e il sesto non era suo marito !
Percorriamo rapidamente il ciclo delle
borgate in cui Gesù, non solo fu di passaggio 0 si fermò un giorno a riposare,
ma vi fece più o meno lunga dimora —
e vedremo con che zelo egli evangelizza
il popolo rozzo ed ignorante, che « non sa
la legge » e‘ ùon l’osserva ; che è simile
pochi pani e pesci di un ragazzo di que’
I -contorni. . • »
Dov’era Gesù, -sfe non in campagna,
quando chiàrtiava. i suoi primi ‘ apostoli,
quando ammaestrava le turbe 0 d’in sul
.monte o d’in sui lago, seduto sopùa un
-masso 0 dentro una navicella,? Quante
campagne Egli percorse andando « per
tutta la Galilea », o passando lungo il Giordano, 0 salendo per la lunga, erta, sassosa
strada da Gerico a Gerusalemme ! E pensare che in queU’orrido borro pronunziò
le grandi parole e parabole ohe si leggono
in Matteo XIX e XX, e Luca X !
5*f
% ^
I Forse, in qualche villaggio renioto de’
nostri Appennini bavvi una nascente chiesa evangelica ; forse, in qualche valle dell’Alpi bavvi una parrocchia — a capo della
quale è un evangelista, o un pastore gio.vane, proclive a pensare che i suoi studi,
-la sua scienza, il suo eloquio, le sue attitudini meriterebbero di esplicarsi in un più
vasto campo, in un ambiente più intellettuale, in una città per esservi giustamente
.apprezzate... — Riguardino essi a Gesù
— a Gesù che spiega tutte le risorse della
sua divina parola, che spande a profusione
i doni del suo intelletto sovrano a prò di
pescatori, di coltivatori, di artigiani, di
servitori, e trova modo di andare « di
luogo in luogo facendo il bene I »
iv:
a pecore senza pastore » e se ne va
errante fuor dei pascoli erbosi.
Gesù fu un gioviale compagno nelle
brigate campestri. Invitato ad uno sposa^izio^in Cana, quandcnon ban più vino
eglii tramuta Facqua in vino, dando, con
questo « principio ;dì: miracoli » un colpo
mortale all’ascetismo e legittimando le gioie
sante, pure ed anche materiali della vita.
A Capernaum, città' fiorente pel commercio di transito, ':^gli guarisce un paralitico calatogli col letto nel cortile affollato
dove egli ammaestra la plebe, e non rifiuta di guarire il servo di un centurione
romano, la cui fede ci è proposta a modello. A Nain Egli ridona la vita al figlio
j .„.j.-,. , "tire;
-■ii
2
LA LUCE
0 voi che avete la fortuna di abitare
in campagna, o in villaggi campestri : imitate Gesù — quel Gesù che dwete annunciare ad ogni anima - traete"'ammaestramenti dalla Natura come faceva Eglk e
richiamate chi pena e lavora dalle cose
che si vedono a quelle che non si vedono,
dalle cose create al loro Creatore ! — 0
voi che avete intorno una popolazione del
genere di quella che circondava Gesù, non
vi preoccupate de’ vostri meriti, non vi
dolete di qualche disagio ; ma fate sì che
quella gente non sia simile « a pecore
senza pastore ! » — Y.
Questo volumetto, che ha avuto al suo apparire
una cosi lusinghiera accoglienza, è posto in vendita per L. 1,75 la copia ; IO copie per L. 12,50
La spedizione è a carico de’ committenti.
il proposito di Riccardo Owen
I socialisti inglesi celebrarono nei giorni scorsi
il cinquantenario della morte di Riccardo Owen, il
quale, nei suoi grandi stabilimenti industriali fondati in Iscozia e in America, cercò di attuare il
collettivismo, il comunismo più puri. Ma fu un tentativo disgraziato, poiché fallì, come già erano falliti
tentativi consimili, fatti precedentemente, a Megara,
a Sparti, in Cina, Fa dunque 1’ Owen un utopista,
in quanto immaginò una società, in cui dominando
un sentimento di benevolenza e di abnegazione di
sé per il bene del coi^^zip umano, ogiiuno fosse
sottoposto alla regola córnuné stabilita ^al potere
centrale, il quale finisce sempre per trasmodare ed
esagerare i suoi poteri.
Dunque l’ideale comunistico mai potè essere attuato, perchè in perfetta antitesa con la tendenza
dell’umana natura. La quale tendenza consiste nel
far prevalere il bisogno individuale e il suo soddisfacimento, agli interessi della collettività. Questa
tendenza è certo precipua causa di ogni perfezionamento della Società, agisce potentemente sugli individui, desta in essi alacrità di azione materiale,
di stadio e di applicazione mentale.
Perciò l’individuo si mostra propenso ad accumulare più di quello che non sia richiesto dai bisogni
e dalle necessità della vita ; escogita nuovi mezzi
di produzione, accresce le sue cognizioni, trae dall’esperienza del passato gli ammaestramenti per il
presente e le cautele per 1’ avvenire. Insomma, gli
individui muovendosi, agendo per conto proprio^
spingono tutto l’organismo sociale versò una maggiore complessità di vita ed una maggiore solidarietà di rapporti sociali. Cosi ne viene che gli sforzi
che gli individui vanno facendo nel proprio interesse, ritornano a totale vantaggio della comunità
sociale. Perciò la società non può, se vuole avanzare
sempre sulla via del perfezionamento, rinunciare all’azione divisa e coordinata degli individui, per passare ad una azione unicamente coordinata e sistematica di individui in cui siano soppresse le energie particolari di ogni membro e le sue speciali
tendenze.
Di qui l’instabilità di ogni assetto sociale in cui si
voglia attuare l’idea comunista, cioè il Comunismo,
che, secondo il Vandervelde e il Ferri sarà 1’ evoluzione ultima della Società ; dopo che il Collettivismo avrà raggiunta la sua completa attuazione.
(Vedi : Il Collettivismo e l’evolasione industriale
del Vandervelde, e Socialismo e Sciensa Positiva
de! Ferri). Anche qui si casca nella pura utopia.
Ma un efietto curioso deU'utopia; comunista delrOwen è questo, che dalle sue dottrine e dai suoi
falliti tentativi industriali, sgorgarono i principii
della cooperazione ; i quali saranno sempre il più
valido ostacolo all’avvento di una organizzazione sociale, che voglia attuare l’idea collettivista e comunista.
E perciò i principii della cooperazione, come
quelli che traducone nel campo economico sociale il
grande ideale di fratellanza umana, quale inculca il
Cristianesimo, facilmente avranno il sopravvento, e
devono trovare nei discepoli del Cristo i loro più
caldi iiifensori.
Enfieo CQeynlet*.
Cronaca dd iKoVincnto rdigioso
ITAUIJi.
Documenti di paganesimo... cattolico
Circola fra le pie mani di candide suore, o tra i
gruppi di certe signore freqnentatrice di sagrestie una
collana di preghiere, edite dalla tip. Ranzini, S. Sisto
4, Milano. A titolo di pura e semplice documentazione,
diamo il tasto dell’orazione N. 26-A, < sulla passione
di N. S. Gesù Cristo ritrovata nel sepolcro di Gerusalemme, e conservata da Sua Santità e da Carlo V
nei loro oratori, in cassa d’argento ».
« Desiderose santa Elisabetta regina d’ Ungheria,
< santa Metelite e santa Brigida di saper alcune cose
« della passione di Gesù Cristo, fecero particolari o« razioni ; alle quali Sante apparve Gesù Cristo, fa« vellando cosi : Serve mie dilette, sappiate che i solc dati armati furono 125. Quelli che mi condussero
« legati furono 33.1 pugni che mi diedero nella testa 30.
« Preso nell’orto per levarmi da terra mi diedero 150
« colpi. Colpi nelle spalle 80. Fui trascinato con e
« pei capelli 23 volte. Sputi nella faccia 30. Battiture
« 6666. Nel corpo 100 piaghe. Nella testa 10(> buchi.
« Mi diedero un urtoue mortale. Sopra la croce stetti
« in alto per i capelli due ore. A un tempo mandai
c 129 sospiri. Fui trascinato e tirato per la barba 23
f, volte. Puptuje di spiad nella testa 100. Spine mor« tali nella fronte 3. l'iàghe che mi furono fatte da
« 1000 soldati che mi condussero furono 508. Quelli
« che mi guidarono furono 3. Le goccio di sangue
* sparso 4380 ».
« Chi ogni giorno reciterà' 7 Pater Noster e 7 Ave
« Maria per lo spazio Ili 12 anni continui per com« pierò il numero di gocce di sangue che sparsi, e
c che viva da buon cristiano, gli concedo 5 grazie :
« V Indulgenza plenària e remissione di tutti i pec« cati.
« 2- Sarà libero dalle pene del purgatorio.
« 3‘ Se morisse prima di compiere i dodici anni,
« sarà come li avesse compiti.
» 4‘ Sarà come se fosse martire o spargesse il sangue per la santa fede.
€ 5' Verrò io dal cielo in terra per 1’ anima sua e
« per quella dei suoi parenti, sino alla quarta genera€ zione.
« Chi porterà seco quest’orazione non morirà anne« gato, nè di morte improvvisa, sarà libero dal conc tagio dalla peste, dalle saette e non morirà senza
« confessione, sarà libero dai suoi nemici, dal potere
« della giustizia, e da tutti i malevoli e falsi testimoni.
« Le donne in istato di pericolo della vita, tenen€ dola addosso, gli sarà di gran giovamento.
« Nelle case ove sarà questa orazione non vi sa« ranno tradimenti, né altre cose cattive, e 40 giorni
« avanti la morte si vedrà la Beata Vergine Maria.
« Un certo capitano viaggiando vide una testa recisa
« dal corpo ; parlò quel capo reciso e disse : Giacché
« vi recate, o passeggierò, in Barcellona conducetemi
« un confessore acciò mi possa confessare, essendo tre
« giorni che dai ladri sono stato aggredito ed ucciso,
« nè posso morire se non mi confesso. Condotto in
c quel luogo dal capitano, la tèsta vivente si confessò,
» quindi spirò, e gli fu trovato addosso quest’orazione.
c Si reciteranno dunque 7 Pater Noster e 7 Ave
« per le anime benedette, e si possono applicare per
« quell’anima che sta più a cuore » (1).
Settimo T.
(Dalle Battaglie doggi)
(1) Pubblichiamo questa preghiera,^con le sue scorrezioni,
perchè somiglia ad altre preghiere che circolano nel Mezzogiorno, e nelle quali a chi non osserva il comando, si predicono sventure.
Un intero paese in'Subbuglio per un prete
Tortona, 12 giugno.
La popolazione di Alzano, un piccolo comunello in
quel di Castelnuovo, che appena conta cinquecento
anime, è da vari giorni in preda ad una viva agitazione che trae la sua origine dal recente trasferimento
del curato.
Risedeva da circa un anno in passe, colle funzioni
di vice-parroco, e ultimamente in sostituzione del defunto don Giuseppe Rodi, il sacerdote don Francesco
Milanesi, giovane poco più che trentenne, il quale pare
tenesse una condotta privata così riprovevole da richiamare più volte su di lui l’attenzione delle autorità
ecclesiastiche. Ciò malgrado il giovane prete, che però
nella vita pubblica si mostrava assai liberale ed aveva
anzi recentemente fondata una Società armonica, sì era
cattivata la simpatia dell’intera popolazione.
Senonchè il venerdì della scorsa settimana, ritenuto
che le censure e le ammonizioni mosse al don Milanesi
non sortivano alcun effetto, il vescovo credette opportuno allontanarlo dal paese e trasferirlo in altra sede.
Tale annunzio doveva certo riuscire sgradito a quei
di Alzano, i quali, aizzati, pare, dallo stesso sacerdote
come si erede dalle autorità civili, improvvisarono una
grandiosa dimostrazione di simpatia intorno all’abitazione del prete, dichiarando clamorosamente di non
volere altro parroco all’infuori di lui.
E la volontà popolare cominciò ad avere la suà
prima applicazione pratica il mattino della domenica
quando, partito il don Milanesi per la nostra città, i
più faciùorosi, fra cui si distinguevano le donne, inchiodarono con apposite assi la porta della chiesa, per
impedirne l’ingresso ad ogni altro sacerdote che avesse
potuto eventualmente giungere.
Per buona ventura nessuno venne. Tuttavia il tempio rimase chiuso alle abicuale funzioni e l’agitazione,
malgrado l’interveuto del tenente dei reali carabinieri,
continuò invariata fino alla sera di mercoledì scorso,
quando si recò sul luogo 1’ egregio signor Pozzi, delegato-capo di pubblica sicurezza. Vi si portò pure il
sacerdote don Giovanni Balduzzi, il cui intervento era
peraltro reso necessario dalla dolorosa circostanza che
una morente invocava la somministrazione del viatico.
All’annunzio dell’arrivo del funzionario vengono fatte
suonare.'la.;Campape,e.;,in.br^ve una folla numerosa
stipa la piccola piazza Si calcolano oltre quattrocento
persone, e che è a dire tutto il paese.
Si rinnovano le grida di protesta contro il trasferimento del vice parroco e si impedisce al sacerdote
di entrare in chiesa e adempiere alla volontà della
moribonda. A nulla valgono le preghiere del rappresentante la legge ed i buoni uffici interposti dal sindaco cav. Torti, dal signor Megardi e da altri autorevoli personaggi, cosicché si è costretti a rinunziare
per il momento.
Ieri mattina infine il delegato e il tenente dei reali
carabinieri, che nel frattempo avevano provveduto al
concentramento di agenti nel paese, rientrarono in Alzano accolti questa volta, in mancanza delle campane,
di cni era stato, per ordine superiore, vietato l’uso, da
una folla numerosa, che accompagnava le grida col
rumore assordante di... latte da petrolio 1
La resistenza a che fosse riaperta la chiesa ricominciò ostinata, finché, alla comparsa di 15 carabinieri
e in seguito alle minaccie dei funzionari, si venne a
più miti consigli. La porta del tempo fu aperta e il
Balduzzi potè dire messa e somministrare il viatico
alla morente. Dopodiché la chiesa fu nuovamente chiusa
per ordine delle autorità.
Ha cosi avuto fine senza funeste conseguenze l’incresciosa agitazione nel minuscolo paese, salvo però
a ripetersi al prossimo anivo del nuovo parroco, ove
non si sappiano prendere le opportune disposizioni.
(Dalla Gazzetta del Popolo)
FRANCIA
Monsignor Lacroii vescovo dimissionario di Tarentaise, sospetto di modernismo, è stato dal Ministero
dell’Istruzione francese nominato professare di Storia
Ecclesiastica alla Scuola degli Alti Studii. Egli ha 53
anni.
Professore di rettorica, dottore in lettere, egli diresse
per quattro anni un periodico importante, la Revue du
Clergé.
Parigi. — E’ stata inaugurata una nuova opera
a favore dei preti desiderosi di abbandonare la chiesa
del papa.
3
LA LUCE
— Nei giorni 18, 19 e 20 di questo mese si aduna
nella capitale francese un congresso promosso dall’Associazione evangelica per lo studio pratico dei problemi
sociali.
Eelatori : il signor F. Challaye, presidente della lega
francese per la protezione degl’indigeni nel bacino del
fiume Congo, e il signor G. Bianquis, segretario generale delle Missioni di Parigi, i quali parleranno sui
« doveri della schiatta incivilita verso la razza indigena » ; il signor Elia Gonnelle, pastore a Parigi, il
quale svolgerà il tema : « Perchè e come siam divenuti cristiani sociali ». E si avrà un discorso dell’illustre Prof. Enrico Bois della facoltà teologica di Mon
tauban, e un altro dell’Avv. Barbey sul tema : « Quel
che facciamo e quel che non facciamo. »
— Mercoledì 24 giugno, radunanza alla Società degli
studenti evangelici. 11 pastore W. Monod terrà una
conferenza su « ciò che lo studente deve attingere
nella Bibbia ». Mercoledì 1® di luglio conferenza del prof
E. de Faye su « Cristo e la persona umana ».
GEFIMA.NIJL
Aimover. — La Conferenza generale evangelica
luterana terrà il suo 12“ congresso dal 1517 Settembre ad Annover. Siamo sicuri che la sessione di quest’anno non susciterà meno interesse che i congressi
di Snnd nel 1901 e di Eostock nel 1904. Saranno trattati argomenti di altissima importanza e parleranno
oratori eminenti. Il programma verrà pubblicato prossimamente.
Il Segretario della Allgemeine Evang-Suth Conferenz
si trova a Miltitz presso Meissen (Sassonia) e darà volentieri tutte le informazioni.
SPAGNA.
Togliamo dalla Revista Cristiana di Madrid: « La
cosidetta questione del modernismo cattolico ha avuto
uno smacco in questi ultimi giorni. Una pubblicazione
annunziata a suon di tromba è morta — certo per
mancanza di simpatie — al terzo numero ! »
EGITTO
La missione della Chiesa Unita Presbiteriana
Questa missione che lavora nell' Eggitto centrale,
manda buone notizie ai suoi amici. Lo Spirito di Dio
opera con amore e con potenza sopra gli Evangelisti
indigeni, e sopra l’opera loro. Durante l’ anno scorso
126 persone furono convertite e si unirono alla Chiesa
ùi Menhari, 6 neg]\ ultimi mesi, varie altre chiese
furono riccamente benedette. Nella estate scorsa il Dr.
Watson visitò l’isola di Sharona, e 42 nuovi membri
vennero aggiunti più tardi. In un’altra città vicina,
sull’orto del Nilo, 37 nuovi membri confessarouo la
loro fede in Cristo, e 8 ricaduti poterono essere ristaurati nella comunione fraterna. Poco tempo dopo,
14 altri furono ammessi, e una trentina hanno domandato di essere istruiti nel Cristianismo.
Altre stazioni mandano notizie simili, assicurando
che non solo si accresce il numero dei fedeli, ma che
si domandano in varii luoghi, altri pastori e evangelisti.
In Manciuria la chies libera unita della Scozia ha
una delle sue stazioni a Liao-Iang la quale sta godendo
un risveglio spirituale direttamente collegato con quello
che si manifesta in Corea. Uno dei missionari che visitò la Corea, tenne al suo ritorno una serie di servizi per i cristiani, in Febbraio, preceduti da varie adunanze di preghiera adino-Iang, come nelle stazioni
vicine. L’anziano della chiesa, Chang, che aveva anch’egli visitato la Corea, fece una preghiera così fervente che tutta l’adunanza, commossa fino alle lagrime,
continuò a pregare un membro dopo 1’ altro, domandando il battesimo dello spirito Santo.
Un giorno dopo l’altro 3 o 400 persone continuarono a riunirsi e a pregare. Molti confessavano i loro
peccati, ascoltavano con avidità le promesse del perdono, alle quali credendo, ricevevano l’influsso dello
Spirito di Dio, che rendeva testimonianza al loro cuore,
che erano ricevuti quali figli di Dio. I missionari dichiarano che tutti riconobbero essere stato quello un
tempo Solenne e santo, nel quale la presenza di Dio
si fece sentire in modo speciale riempiendo di gioia il
loro cuore.
Un membro della chiesa, uscendo dall’adunanza esclamava: « Quanto facilmente girano le ruote, quando
lo Spirito di Dio muove il carro ».
Anche in Magden le ossa secche si animarono sotto
al soffio di Dio.
Nella China Occidentale, a Chenta, vi fu in Gennaio una conferenza missionaria^ composta di 150 missionari, che rappresentavano 9 diverse Società, lavoranti in una ragione di 60.000.000 d’abitanti. Tutti
votarono unanimi la proposta di formare una sola
chiesa protestante, in quella regione, che ciascuna
chiesa, riceverà come fratelli, i membri delle altre, i
quali vengono ad abitare nelle sue vicinanze : Episcopali Battisti, Metodisti, Quackeri, Presbiteriani, sotto
la direzione d’un Comitato, composto di un rappresentante di ogni Denominazione. Per le scnole, l’unione è
già compiuta. Una stamperia serve per tutte le denominazioni. Vi sarà presto a Chentu una Università
per tutti. Quest’esempio dato dai missionari dovrebbe
essere seguito da tutte le missioni Evangeliche, acciocché fosse esaudita la domanda della preghiera Sacerdotale « Sieno una stessa cosa, come noi siamo una
stessa cosa. Giov. 17|22. D. F.
ASIA
Trionfi delle missioni Evangeliche
classi superiori, non solo del Giappone ma di tutti ì
paesi. Vi sono più di mille maestri giapponesi nella
Cina, é il fiore della gioventù chinese viene ad istruirsi nel Giappone, come pure la gioventù della
Korea, anche dell’India e delle Filippine. Gli è cosi
che il Giappone esercita la sua influenza sopra tutto
1 estremo Oriente, e tutte le chiese evangeliche devono pregare perchè quelli influenza sia sempre più
cristiana. q j) p
Fj^ffrÉlpEE
La “ -Parola Fraterna
rDoderriista !
non era
Il Signor Mott, segretario della federazione degli
studenti Cristiani racconta ciò di cui egli fu testimone
in una sua visita nell’estremo Oriente. Nella Korea. il
risveglio spirituale si manifesta presso le varie parti
nella nazione con una influenza trasformatrice. C’è tal
corpo di cristiani che ha ottenuto l’anno scorso, 10.000
nuovi membri. Un altro ne ha ottenuto un numero
quasi eguale. Un gran meeting fu proposto a la capitale, Seoul, al quale furono invitati, in modo speciale
le classi superiori, senza però escludere le altre classi.
Si prese in affitto 1’ aula più grande che si potesse
trovare, un po fuori della città, chiamata Aula dell’Indipendenza. L’ adunanza doveva tenersi alle due,
pom. ma fin dalle 9 della mattina, si vide come un
fiume di gente che si dirigeva da quella parte, aspettando sul piazzale che le porte dell’aula si aprissero.
Era un giorno di gran freddo in Gennaio, quel freddo
non si misura a Seoul col termometro, ma col numero
delle vesti che uno deve mettersi addosso. Interrogato
un uomo a quel riguardo, ci rispose : ne ho 5. L’aula
poteva contenere 2,.500 uditori, e si riempì in brevissimo tempo.
Più di 3500 persone esseòflìi'’rimaste fuori, si prese
un tempio Buddista, che fu sùbito pieno, mentre molti
ascoltavano dalle porte tenute aperte.
Gli oratori cristiani parlarono colla potenza dello
Spirito Santo, e 200 giovani s’inginocchiarono per la
prima volta in quel giorno davanti al Signore e Sài
vatore Gesù Cristo, consacrandosi al suo serviziò; Se
-quella missione potrà continuare, la Eorea sarà la
prima nazione non cristiana, dell’Estremo Oriente, che
potrà chiamarsi cristiana.
Nella Cina si fecero pochi progressi nei primi anni
delle missione. Si dovétte Studiarè la lingua,' tradurre
la Bibbia e varii altri libri.
Dieci anni or sono, non vi erano ancora che 50 chi
nesi convertiti e ricevuti membri della chiesa. Nel
1896 erano già 80 mila. Oggi, se ne contano 180.000,
senza tenere conto degli aderenti numerosi, che non
hanno ancora avuto il coraggio di fare il passo decisivo. Con essi i cristiani sarebbero un milione. In varie provincie si domandano ministri e maestri di scuola
C’è dappertutto un ardente sete d’istruzione, non più
letteraria e confusionaria ma scientifica, come nei
paesi Occidentali e nel Giappone. Non solo il numero
dei cristiani va ogni giorno aumentando, ma il tipo
morale e religioso è ammirabile. Quei cristiani rima
sero fermi contro le più crudele persecuzioni, e mostrano uno spirito d’indipendenza e d’iniziativa, di zelo
per il progresso della santa causa che rallegra il cuore
del popolo, di Dio.
Nel Giappone, molti si rammentano ancora del
tempo in cui il governo offriva danaro e favori a coloro che scovavano e rivelavano le adunanze Evangeliche.
La persecuzione era feroce e molti cristiani subirono
il martirio. Ora se domandate a un Giapponese quale
è la religione del popolo, vi risponde « Alcuni sono
Battisti, altri cristiani. La religione cristiana fa mag
giori progressi che tutte le altre. Vi sono più di
60.000 cinesi nel Giappone, membri delle chiese Evangeliche. L’associazione dei giovani si distinse nella
guerra contro la Eussia nelle cure che diede a tutti
i malati Enssi o Giapponesi ; e fu essa che convocò a
Tocchio la federazione di tutti i giovani cristiani del
mondo, attirando cosi rattenzìone del governo e delle
Abbiamo fatto cenno in uno dei numeri scorsi di
questa nuova Associazione sorta nel campo cattolico, ritenendola per modernista, secondo le indicazioni forniteci dalla stampa. Ora, dopo poche settimane, dalla sua fondazione, la « Parola Fraterna »
non esiste più, perchè si è disciolta volontariamente.
Tale annunzio dà il gruppo promotore in una letterina diretta al Corriere della Sera, nella quale
ci vien detto pure che esso stava già per pubblicare
l’elenco delle prime pubblicazioni che a cominciar®
dai Vangelo e da tratti dei Padri della Chiesa, intendeva diffondere.
Ma ecco intervenire la suprema autorità ecclesiastica, la quale, avendo scorti nel programma, della
« Parola Fraterna » secondi fini di propaganda modernista, fece riprovare adetta opera. «Per
cui scrive il gruppo promotore — profondamente
addolorati, ma perfettameute tranquilli nella nostra
coscienza di cattolici, sciogliamo la nostra associazione, fidenti « in Lui che ci conforta ».
Francamente la sottomissione, cosi subitanea, di
un distinto gruppo di la,ici eminenti, ai voleri dell’autorità ecclesiastica, in cose che non toccano punto
la fede, ma che hanno rapporti con un’ opera di
pura rigenerazione sociale,'non si comprende!
E cosi, nell’ambito del titolicismo, non sono neppure tollerate iniziàtive^^fideiiti a combattere innanzi tutto « 1’ alcoolismo in alto e in basso, e il
vizio in tutte le sue manifestazioni », il che era
pure uno dei punti del programma della « Parola
Fraterna » se dette iniziative si fanno senza il beneplacito della Chiesa!
Evviva la libertà cattolica, apostolica, romana !
Enfieo IWeyniep
LEGGENDO L’EVANGELO
Questa è l'opera di Dio, ohe voi
crediate in colui ch'egli ha mandato,
Giov. VI, 29
Una grande moltitudine aveva cercato
Gesù, e l’aveva trovato di là dal mare di
Tiberiade, verso Capernaum. Quelle turbe
erano rimaste assai impressionate dal miracolo della moltiplicazione dei pani operato precedentemente. Di qui il desiderio
di rivedere Gesù, onde essere spettatori
di un nuovo simile miracolo. Ma il Salvatore rimprovera i giudei per questa curiosità malsana, perchè falsa e carnale. Invece di mirare in quei pani moltiplicati un
segno di beni maggiori e spirituali, essi
non vi avevano visto altro che pace, e perchè avevano mangiato ed erano stati ben
pasciuti, non chiedevano più altro, simili
a quella plebe romana che urlava ai suoi
padroni : Panem et circenses ! E perciò il
Maestro li ammonisce di non adoperarsi
intorno al cibo che perisce. Lo stesso pane
miracolosamente moltiplicato il giorno innanzi, non era che un cibo passeggierò.
Devono quindi essi cercare quel cibo che
4
è principio eterno di vita : questo cibo lo
dà il Figliuol dell’uomo, che il Padre ha
consacrato per la grande missione affidatagli.
E Gesti, continuando, pronuncia una
grande parola, che é il principio fondamentale del Cristianesimo: Questa è l’opera
di Dio che voi crediate. In altre parole,
il dono di Dio non può essere guadagnato,
ma vuol essere ricevuto per mezzo della
fede che è l’opera unica e suprema.
È noto che questo grande principio è
stato rimesso in onore dalla Riforma, e
specialmente da Lutero. Questi considera
sopratutto la fede come un abbandono del
cuore al Cristo vivente e al suo sacrifìcio.
Una comunione così intima ristabilisce tra
il Redentore e l’anima umana che questa
discese dal celeste amico oltre il perdono
dei peccati, tutti i beni che ne derivano,
non già di una maniera immediata e magica, ma mediante una progressione lenta
e continua. Lutero ritrova già nella fede
che giustifica l’amore e le buone opere,
queste ultime almeno in principio. Si opera quindi una trasformazione radicale nel credente, che per i suoi nuovi
rapporti con Dio, si sente penetrato da un
principio fecondo di vita nuova. Qui è tutta
la differenza tra il cattolicismo e il Protestantesimo. Il primo ha lasciato sussistere
una dualità tra l’uomo e Dio, ed uno spazio intermedio che esso si affatica a riempire con un sistema complicatissimo di
mediazioni, senza che vi si raggiunga la
compenetrazione dell’umano e del divino.
Invece il protestantesimo l’unione con Dio
in Cristo come unica condizione della vita
e della esistenza spirituale.
Per fede in Cristo, l’uamo è di Dio.
. e. m.
La colonia italiana è numerosa. Vi abbondano i lavoratori ; i parasiti non mancano, ma son pochi, grazie a Dio. Ahimè, i nostri concittadini vanno al Cairo,
come vanno dovunque, col loro bagaglio di tradizionali supestizioni, sicché non è meraviglia se si lasciano facilmente accalappiare dai frati cattolici romani.
Una sola famiglia italiana s’era mantenuta fin qui
fedele all’ Evangelo, in mezzo a quella baraónda, in
mezzo a quell’emporio mondiale di tutte le religioni.
Ma adesso un’opera è stata iniziata, un umile opera
di colportore ; e il lavoro — incominciato or sono sei
mesi — ha già dato qualche buon frutto ; ed altri
frutti saporiti si spera di cogliere in avvenire.
L’operaio guadagna ; e quindi non lesina una piastrina (moneta egiziana) quando si tratta di far acquisto d’un libro, d’un opuscolo. Non lesina, abbiamo
detto ; ma dobbiamo aggiungere : se... sa leggere !
Quanti analfabeti infatti tra quei nostri cari concittadini, in buona parte meridionali 1 Ma chi sa leggere
compra la Bibbia, il Nuovo Testamento, o, almeno almeno, VAmico di Casa. È più facile vendere una Bibbia che un Nuovo Testamento 1
Ed ecco un episodietto abbastanza caratteristico. Il
Colportore offre la Parola di Dio a un tale (a un italiano, s’intende). Questo tale la respinge, e inveisce
contro di essa.
« Faccia a mio modo » gli dice bonariamente il
venditore di libri cristiani evangelici : « ha mai visto
il pozzo di Giuseppe alla Cittadella ? Ci vada 1 » -E queiraltro va, e torna, e si fa raccontare la storia
autentica, evangelica, e compra la Bibbia, e non se la
lascia più strappare !
Ma non sono tutti simili a questo burbero... arrendevole e tenace al tempo stesso.
Un calzolaio ha avuto la dabbenaggine di mostrar
la sua Bibbia al prete cattolico-romano, che là, come
dovunque, se ne sta ad occhi spalancati ; e il prete
gliel’ha presa e bruciata santamente...
Povera società di S. Girolamo !
In ogni modo, la Parola di Dio corre, ed è. e certo
sarà sempre più glorificata a piè delle Piramidi quaranta volte secolari !
Pittsburg (America) — Si pubbliha due volte il
mese un periodico illustrato dal titolo italiano (j.. ape
Evangelica) e scritto per tre quarti in inglese e per
un quarto in italiano. E’ Tunico foglio religioso di
Pensiivania destinato ai nostri connazionali.
I documenti, che hanno sopravvissuto fino ai di
nostri attraverso a tanti secoli, a rovine, sacccheggi
ed incendi, non rappresentano che una parte delle
opere dovute alla pietà dei barbi valdesi del medio
Evo. Sono tutti conservati lungi dalle Valli alpine,
specialmente nelle biblioteche universitarie di Dublino, Cambridge e Ginevra. Trattano unicamente
argomenti religiosi, tranne qualche manuale di grammatica ecc. che serviva nell’ antico collegio dei
Barbi. Sono versioni bibliche, commenti, prediche,
lettere esortatorie, brani storici o polemici, catechismi, poemi. Si possono dividere in tre serie, appartenenti a tre diverse età. I più antichi scritti, dovuti ai primi discepoli di Valdo, rivelano autori
appena usciti dal papismo ; anzi, parecchi non sono
altro che traduzioni o tutto al più raffazzonamenti ed
imitazioni di ben note opere di San Bernardo o di
altri autori cattolici del Medio Evo. Non hanno pertanto alcuna importanza se non in quanto sono una
prova ài più del fatto che i valdesi pervennero solo
gradualmente alla piena conoscenza della verità evangelica.
Gli scritti della spconda età sono segnatamente
poetici, denotano una vera ispirazione religiosa e
poetica e descrivono la vita del Valdese come irta
di pericoli, tra atroci persecuzioni. Quei poemi, fra
cui sonvi veri gioielli, possono, con molta probabilità, attribuirsi a quei Barbi, che enumerammo nel
N. precedente e che vivevano sullo scorcio del 14*
secolo, quando il famigerato Borrelli ed altri inquisitori inondavano di sangue valdese i bacini della
Duranza e del Chisone. E fu appunto il parossismo
della persecuzione che provocò questo rigoglio poetico, come avviene in ogni età e sotto ogni cielo,
quando è giunta al colmo l’oppressione religiosa o
politica di un popolo. Di taluni di quei poemi riparleremo prossimamente.
Gli ultimi manoscritti valdesi appartengono al
15* secolo e sono, in maggior parte, ispirati dalla
letteratura religiosa e polemica che fiori in Boemia
dopo l’iniquo supplizio inflitto a Giovanni Hnss dal
Concilio di Costanza. Sono però originali una lettera
del Barba Bartolomeo Terziano, di Meana, un racconto storico sulle origini del movimento valdese
e qualche altro brano.
OioV. Jnila
italiani fuori il’Jtalia
Zurigo (Svizzera). — Si scrive al Semenr Vandois,
giornale della Chiesa Nazionale svizzera :
Di comune accordo con la maggior parte dei pastori
ed evangelisti italiani che risiedono in Isvizzera, noi
pubblichiamo da due anni in qua un piccolo periodico
mensile intitolato La Fiaccola. E La Fiaccola si occupa d’evangelizzazione e propugna le quistioni morali
Vivamente desideriamo di stendere una mano soccorrevole agli operai italiani, di illuminare con un
lampo di luce divina il loro faticoso sentiero, di far
loro un po’ di bene, specialmente in quei luoghi dove
non c’è nessun pastore italiano. »
Cairo. (Egitto) — Dal signor Salvatore Ferro colportore al Cairo e dal Prof. G. Giusti riceviamo due
piacevoli lettere intorno all’ opera d’ evangelizzazione
tra gl’ Italiani di quella grande città egiziana, delizia
degli Inglesi freddolosi.
Il Prof. Giusti — che vorrà certo favorirci molte
notizie in avvenire — esprime la soddisfazione provata
nell’assistere a una conferenza del sig. Ferro, nelle
sale M\'American Mission. L’uditorio piuttosto numemeroso era quasi tutto costituito di operai italiani.
. Il Cairo è una città cosmopolita, e, come nota il
sig. Salvatore Ferro, fa un curioso effetto l’incontrare
a ogni passo europei vestiti alla moda di Parigi o di
Londra, i quali camminano disinvoltamente a fianco
degli arabi gravi, dal viso abbronzato e col berretto
rosso in capo e la sottanella in luogo di calzoni. Come
sono mutati i tempi 1 Avrebbe Maometto tollerato la
vista degli infedeli ?
INVITO
Saremo grati ai nostri Amici che lavorano all’evangelizzazione fuori d Italia, se vorranno mandarci copiose notizie per la rubrica : Italiani
fuori di Italia.
PREGHIERA
Domenica 21 Giugno
Dio Onnipotente, noi ti benediciamo, perchè tu
hai scritto un libro nella vita umana. I capitoli
sono gli eventi, le sentenze sono i fatti salienti di
ciascun giorno. Deh possiamo noi avere occhi pronti
a leggere, menti alacri nella ricerca della conoscenza,
cuori ubbidienti a tutte le ammonizioni celesti. Cosi
noi vivremo in mezzo alla rivelazione di Dio, e
il tuo libro e la tua storia saranno la nostra rivelazione : beati coloro i quali la comprendono !
Mantienici sensibili al fatto, pieno di grazia, della
tua sovranità ; e rendi il nostro cuore capace di dire,
eziandio quando l’aere si oscura: « Il signore regna ».
Amen.
pjvqiHE PI STORIA
Il liltintira ViMisi i il Rnliii In
La letteratura medievale valdese ha fatto e fa
tuttora versare fiumi d’inchiostro da parte di dotti
filologi inglesi, tedeschi, francesi, italiani. Essa ha
suscitato numerosi dibattiti su vari punti : in che
lingua sono state scritte quelle opere ? quando ?
dove ? da chi ? A nessuna di queste domande può
darsi una risposta categorica, ma solo nna più o
I meno probabile.
Informazioni
Roma — Nel mese venturo il Sig. Lodovico
Paschetto, impalmerà la gentile Signorina Davio,
figlia del pastore Metodista di Padova. Cordiali an
guri
La Diresione
Firenze — Stamane alle Cascine la Casa Alberti faceva le prove di un nuovo automobile di 40
cavalli. AH’incrocio d’un altro viale, colla velocità
di 90 km. all’ ora, s’incontrò colla motocicletta di
Sebastiano Cecchi, socio della Banca Haskand, e
cassiere da anni del Comitato della Chiesa Evan.
Ital., della Chiesa Scozzese locale.
Uomo di 50 anni, Cecchi era un grande amico e
sostenitore della missione di tutte le chiese italiane.
! , Od. dalla
Muralto Locamo — Venerdì 12 Giugno
alle ore 4 pom. una modesta comitiva di un centinaio di persone tra le quali sventolavano tre bandiere italiane seguivano un carro funebre che partendo dal villino dei fiori dirigevasi verso la graziosa chiesa. Colà giunti tutti entrarono in chiesa, non
escluse le bandiere italiane, rispettate più assai in
chiesa evangelica in territorio estero, che non in
tante chiese dette nazionali, in terra italiana.
Presiedevano la mesta funzione due pastori vaidesi amici del defunto e secondo il suo desiderio espressamente invitati : il Pastore Armand - Ugon
dopo la consueta invocazione e la lettura di alcuni
passi della Bibbia seppe interessare al sommo grado
5
LA LUCE
l’uditorio raccontando brevemente i fatti più salienti
della vita del defunto Severo Croff, nato a Milano
nel 1823, zelante membro della giovine Italia, valoroso garibaldino, impiegato governativo altamente
stimato dai superiori, cittadino intemerato, coscienza
delicata alla quale sempre ei prestò assoluta ubbidienza, e fu per esser fedele alla propria coscienza
che 25 anni or sono trovandosi a soggiornare a
Torre Pellice colla diletta sua consorte, venendo a
contatto con Evangelici di specchiate virtù egli abbracciò la religione evangelica alla quale rimase
fedele sino all’ultimo respiro.
L’ amore alla patria terrestre fu in lui nobilitato
dall’amore alla patria celeste nella quale egli è entrato e alla quale noi tutti siamo invitati.
Prese quindi la parola il P. Calvino, accennando
alla risurrezione del figlio della vedova di Naìn e presentando Gesù qual consolatore di ehi piange e qual
sorgente di nuova vita per gl’ individui e per le
nazioni. Alle quali egli rivolge la sua parola. Anche a
tutti noi cari connazionali s’indirizza l’invito di Gesù :
Levati ! Dopo una preghiera di P. Calvino, si riformò il corteo e si diresse verso il campo Santo
dove il S. Roncoroni Presidente la Società italiana
di Locarno-Muralto lesse un bellissimo discorso patriottico e cristiano in cui spiccava la nota della
gratitudine verso l’estinto la cui beneficenza verso
i connazionali era inesauribile. P. Calvino recitò il
Padre nostro e diede la. benedizione.
A quella degnissima donna che per 44 anni fu
sposa fedele e in ultimo infiermiera instancabile
deH’istiuto l’espressione di tutta la nostra simpatia
e del nostro cristiano affetto. Degni di nota sono i
fatti seguenti : Tanto mentre il corteo s’ avviava
verso la chiesa quanto sul percorso verso il cimitero le campane suonarono a distesa, un prete che
a distanza vide passare il convoglio protestante si
levò rispettosamente il berretto, la popolazione tanto
in chiesa che fuori e sul campo sauto ebbe un contegno lodevolissimo.
Quanto progresso in 25 anni ; quando il fanatismo voleva escludere gli evangelici dell’ uso del
Campo Santo Centrale.
‘ ' P. Calvino
Distretto Lombardo
V eneto-Emilia
La conferenza annua di questo distretto si radunerà. I). V. il 7 Luglio p. V. a Mantova, nella nostra Cappella Via Bacchio 5, e si aprirà alle ore
9 del mattino, con un culto presieduto dal Sig.
Paolo Calvino di Lugano.
I pastori ed i delegati che v’ interverranno sono
pregati di farlo conoscere, alcuni giorni prima, al
Sig. Stefano Revel pastore, Via Dottrina Cristiana,
2, Mantova, il quale gentilmente s’incarica di assicurare gli alloggi.
B. Bevel
Coazze — Sono ora sette mesi da che mi
venne affidata la direzione di quest’ opera, di coi
tante volte avevo udito parlare con vera soddisfazione e, direi quasi, con entusiasmo, e che sono
stato quindi ben lieto di conoscere un po’ davvicino.
Ebbene, posso dirlo con gioia : « Non erano esagerazioni ».
Certo non bisogna credere che quassù si smuovano mari e monti ! Nell ora presente, non troppo
benigna per l’Evangelizzazione, è abbastanza che
un’opera si mantenga, e che ne sia dato cogliere
qualche frutto soave a gloria di Dio. Coazze è una
di quelle opere benedette, e il Signore ne sia ringraziato.
La prima cosa che colpisce chi visita questa
chiesa è la buona, l’ottima frequentazione dei culti
e l’attenzione vivissima dei membri. Qui non si
va ai culti per dormire, ma per ascoltare e per edificarsi, perchè l’Evangelo interessa come « Parola di vita », e se ne vede il buon frutto nelle
famiglie, generalmente * religiose e pie » e nell’amor fraterno che regna a consolazione di tutti. Il
canto procede bene : si canta con brio, con entusiasmo, e tutto ciò, è incoraggiante.
Nella settimana santa ebbi la gioia di essere richiesto dai cattolici di due borgate, la Raffinera e
la Rua damount, a parlare sopra la « Passiona di
Cristo ». Nella 2“ località erano presenti circa 120
persone che ascoltarono con avidità e commozione
vivissima quel racconto cosi atto, nella sua semplicità, a smuovere i cuori. La sera del Venerdì santo
nel nostro Tempio parlai sullo stesso tema ad un
pubblico numeroso, composto specialmente di donne.
Il giorno di Pasqua avemmo la consolazione di
una di quelle visite che fanno tanto bene, quella
cioè del Pastore, Sig. Peyrot.
Quattro nuovi membri furono ammessi alla Santa
Cena, due dei quali provenienti dal papismo. Ci
stiamo occupando dell’ istruzione religiosa di altri
cinque catecumeni, sperando che fra breve essi pure
entreranno a far parte della chiesa.
La Domenica 17 Maggio avemmo il privilegio di
una visita del Pastore Sig. C. A. Tron di Torre
Pellice.
La scuola domenicale e la chiesa serbano il più
grato ricordo dei buoni discorsi che volle regalarci
in quella circostanza.
Alle tre dello stesso giorno con la bandiera tricolore a capo e con gli alunni della scuola domenicale, una trentina circa, ci recammo in un ameno
castagneto per la « festa delle uova ». Trovammo
il Sig. Tron con parecchi fratelli della chiesa che
ci avevano preceduti, nonché un buon numero di
cattolici che ci attendevano. Saranno stati circa 120
persone che ascoltarono con raccoglimento le parole
di affetto e di esortazione cristiana loro rivolte. Entusiasmo per gl’inni e i canti scolatici. Giornata indimenticabile !
La scuola procede bene. Non l’ho invero trovata
troppo numerosa, per gli ostacoli locali che tutti conoscono, essendo una 25® di alunni, ma in compenso
comprende sei classi, dalla 1®, in due sezioni, alla
5®, e il lavoro non manca. Alla scuola domenicale
tutti, anche i più piccini, ripetono correttamente
i loro versetti. È un piacere !
Avvenimenti recenti ed importanti per la scuola
furono la visita dell’Ispettore scolastico e glissami
di compimento.
L’ispettore fu con noi gentilissimo. Volle, fra le
altre cose, ch’io facessi leggere gli alunni, e trovò
che non avevano al monotona cantilena di altre scuole.
Gli esami di compimento, sortirono esito felicissimo. Il Presidente della Commissione esaminatrice
governativa, un maestro provetto e venerando che
ha più di 50 anni d’insegnamento, nonché gli egregi colleghi delle comunali furono oltre ogni dire
gentili e cordiali, e ad ogni costo vollero eh’ io entrassi a far parte della commissione stessa. Anche
il Sindaco, collega nel Consiglio Provinciale di Pinerolo dell’ Ill.mo Avv. Comm. PoSt, ch’io ebbi
luogo di ricordargli in quell’occasione, fu con me
quanto mai cortese e garbato. Ciò è incoraggiante !
In conclusione abbiamo motivo di rallegrarci e di
ringraziare di cuore il Signore per le benedizioni
ottenute. Oh ! ch’egli ci fortifichi, e continui ad essere con noi anché per l’avvenire.
D. Rosati
Sanremo (Matusio) — La Domenica di Pentecoste fu una bella festa per la nostra chiesa di
Sanremo. I fratelli accorsero numerosi al culto, cosicché — sebbene parecchi di essi sieno già partiti per l’estate e manchi l’elemento avventizio, e
.sebbene non si fossero fatti, come a Pasqua, inviti
ad estranei — avemmo una bellissima ed incoraggiante Assemblea. In detto giorno, venne impartito
il Santo Battesimo ad un bambino alunno delle nostre scuole il cui padre è stato attratto dalla potenza salvatricH dell’Evangelo e nello stesso giorno
anche il padre fu ricevuto nella Chiesa partecipando
con noi al Sacramento dell' Amore, Venne anche
impartita la Confer mas ione ad una giovanetta della
Chiesa che poscia partecipò alla Santa Comunione.
La Domenici di Pentecoste venne iniziata una innovazione nel modo di distribuire gli elementi eucaristici : abbiamo cioè sostituito al calice unico il
calice individuate. La riforma s’imponeva da tempo,
ma esitammo a proporla finché non avessimo trovato una maniera di praticarla che facesse esulare
dall’augnsto rito ogni pericolo di volgarità estrinseca. Questa maniera l’abbiamo finalmente trovata,
e la riforma, anziché diminuire, ha accresciuta la
dignità e la serietà esterne del nostro Culto. Essa
incontrò il generale entusiastico plauso da parte dei
fratelli ed ebbe l’approvazione del Consiglio e del
l’Assemblea di Chiesa.
Nel pomeriggio vi fu l’annua Assemblea di Chiesa.
Venne discusso ed approvato il rapporto del Consiglio che verrà pubblicato tra poco. Notiamo che
i nuovi comunicanti ammessi quest’ auno per professione di fede sono nove, di cui quattro sono figli di fratelli presentatisi alla confermazione, e gli
altri cinque sono adulti che hanno fatto confessione di fede evangelica rinunziando all’indifferenza
religiosa o alla miscredenza, o alla superstizione.
La dottrina cristiana spiegata al popolo
Che fare ?
D. — Conchiudeste la precedente lezione dicendo che
il nostro più urgente bisogno è di ottenere ad un tempo
la liberazione dal peccato ea il perdono di Dio... Dite
ora : che cosa implica il liberarci dalla dominazione
del peccato ?
E. — Trattasi di arrestare quella inclinazione al male
che portiamo con noi nascendo e che si svolge cogli
anni. La nostra volontà schiava dev’ essere trasformata in una votontà libera. I pensieri, gli affetti i
desideri nostri devono sottomettersi alla legge di Dìo.
Una vita di obbedienza, di fedeltà, di purezza dee prender il posto di una vita di peccato, di egoismo o di
rivolta.
D. — Che posso fare per compiere ciò ?
R,—Posso vigilare, volere, sforzarmi. Ciò è cosa buona.
And, è cosa necessaria ; proichè solo colui che vorrà
con tutte le sne forze vedere spezzate le sue catene,
le vedrà cadere.
D. — Ma basta questo ?
R. — No. Con la vigilanza, con gli sforzi soltanto
non giungerò mai a cambiare il mio cuore, quel cuore
che la Scrittura qualifica insanabilmente maligno, (^er.
XVII. 9)
D. — È esso indispensabile il cambiamento del
cuore ?
R. — Finché il cuore non è cambiato, finché esso
rimane quello che esso é naturalmente, cioè amico del
peccato, nulla è ancora fatto. L’odio contro le proprie
passioni, i propositi di rinunziarvi non impediscono di
cadere ogni volta che la tentazione si presenta. L’opera
della nuova vita, senza il cambiamento del cuore, non
é neppure cominciata. Il peccato é sempre il padrone,
e l’impero di questo padrone manda a vuoto tutte le
nostre risoluzioni. Concludendo : noi non possiamo liberarci dal peccato soltanto cogli sforzi nostri ; poiché,
sebbene questi sforzi sieno necessari, pure da soli 'non
bastano a cambiare il cuore.
D. — Che cosa deriva da ciò ?
R. — Ne risulta che é inpossibile sollevarci con lo
sole nostre forze che, viceversa, sono debolezze.
D. — Che fare dunque ?
R. — Vi é, pel raggiungimento di cosi elevato fine,
un mezzo preparato da Dio, rivelato da Lui, e che Egli
c’invita ad adoperare. Si, Dio ha tutto preparato per la
salvazione del mondo, e l’Evangelo é la buona novella
del suo amore che si manifesta per la nostra redenzione.
Passiamo dunque a studiarlo, e vedremo in qual modo
la salvazione ci è offerta.
a. i.
per jli ornici
Agli amici Collaboratori ci facciam lecito di ràCcomandare ancora, con l’insistenza della vedova della
parabola, quanto segue :
1) scrivete chiaro chiaro ; '
2) scrivete sur una soia facciata delle cartelle.
3Ì se avete la fortuna di possederla, servitevi della
macchina da scrivere. E tantissima scuse !
6
6
LA LUCE
E IL Divej^io ?!
Tocco questo soggetto, già tanto dibattuto, perchè
mi pare che al presente sia posto troppo a tacere,
ed è un male ; ma più che altro lo tocco per un
caso recente, che’mi è occorso, e che é degno di
essere segnalato. Ecco di che si tratta : Un nomo
di circa 35 anni si inscrisse parecchi mesi or sono
come catecumeno nella Chiesa Evangelica di Catania ; si dimostrò fin da principio esemplare nel non
abbandonare mai la nostra comune radunanza ; sia
al culto della domenica mattina, sia alla conferenza,
allo Studio Biblico ed al Catechismo egli era sempre presente ; studiava la Bibbia e quanti libri re
ligiosi potevano capitargli fra mano ; insomma di
mostrò zelo e spirito religioso non comune ; talché
il Pastore pensò di ammetterlo alla Comunione la
Pasqua scorsa, e glielo disse. Egli non rispose di
no subito per il desiderio che aveva di entrare a
far parte della fratellanza ; ma la mattina seguente
venne in casa del Pastore, palesandogli che non
aveva potuto dormire tutta la notte per timore
d’ingannarlo ; e volle raccontargli quanto segue
qualche anno addieti’o egli era partito perla Toni
sia in cerca di lavoro, e di tanto in tanto mandava
quel denaro che poteva alla moglie a Catania. Ma
un brutto giorno egli si ammalò gravemente, e fu
costretto a rimpatriare. A Catania il medico curante
gli disse che per lui non c’era speranza di guari
gione, e che poco gli sarebbe rimasto da vivere
Appena la moglie sentì questo, lo abbandonò nella
sua grave malattia e fuggi...
* Il fatto sta che il nostro giovane non mori ; anzi
si ristabilì completamente, e si prese una stanza e
pensione presso una famiglia. Quivi si trovò a con
tatto con la figlia della padrona, e si uni a lei maritalmente talché già ne à avuto due figli. Egli sarebbe disposto e contento di divorziare dalla moglie
e sposare la madre dei suoi figli ; ma come fare,
se in Italia non v’è divorzio ?... Avuta questa rivelazione, il Pastore a malincuore fu costretto a
non ammetterlo alla Comunione, persuaso però
in fondo che costui era forse, per la sua sincerità
e religiosità più degno che non fosse qualcun altro
di appartenere alla Chiesa.
Per simili casi il divorzio s’impone ! Il matrimonio potrebbe essere indissolubile, qualora gli uomini e le donne fossero tutti buoni, tutti costanti,
tutti capaci di mantenersi strettamente e lealmente
fedeli alla parola data; il che in pratica non è!...
Ma con questo vento di clericalismo che spira, con
tutti quei deputati che si fanno un dovere di andare a baciare la SS. mano in Vaticano, dove il
divorzio é guardato come un diavolo nero, altro che
divorzio ! Non approviamo però che la cosa sia messa
in tacere : manteniamo 1’ agitazione viva per ottenere la legge sul divorzio, e faremo opera civile
ed umanitaria !
Gius, pasulo
DIBLIOQRAñA
La Conversione di Giovanni Wesley, — con illustrazione. Firenze — Tipografia diretta da Od. dalla
1908.
Graziosissimo opuscoletto da 10 centesimi dovuto
alla penna del ben noto scrittore popolare sig. M. Gelassi. Lo raccomandiamo vivamente a tutti coloro che
con ansia cercano bnoni libri da mettere in mano ai
non evangelici e agli.... evangelici.
Che splendida figura è mai quella del Wesley! E
che profonda conversione 1 « Divenir santo » sia anche il nostro ideale_e il nostro intento costante !
Carlo Simoni
. :
E tudes religieuset et’ sociales — psT GsBton Frommel — Saint Blaise (NéuchàteB — Foyer Solidariste
— 1908 — L. 3,50.
A poco a poco il « Foyer Solidariste » ci viene
presentando « tutto » Frommel, questa personalità così
distinta e poderosa che occupò cosi degnamente una
cattedra dell’ Università di Ginevra. Dico « tutto »
perchè un primo, volume ci presentò gli studi letterari e morali del valente professore ; un secondo, gli
studi morali e religiosi ; questo terzo, i religiosi e sociali.
Il libro è formato con una ventina di articoli comparsi fra il 1890 ed il 1804. In ragione della sua costituzione il libro presenta come tanti piccoli studi separati. Un filo però li unisce l’uno all’altro, e l’autore
viene a considerare via via la società in relazione coll’Evangelo, poi l’Evangelo in relazione col Cristianesimo, infine il Cristianesimo in relazione colla chiesa.
L’indicazione degli argomenti trattati varrà a far comprendere quanto interessante sia la lettura di questo
libro ; ecco i titoli dei vari paragrafi :
— Lezione di cose — La crisi del liberalismo —
Nuovi soffi — Un letterato moralista — Crimiualisti
e moralisti — Una grande crociata (quella di Giuseppina Butler) — Un problema mal posto — Da Ginevra a Eoma — La religione di Calvino — Pedagogia sociale e religione — Dne culti a Londra — Cristianesimo sociale — La fine di un cristianesimo —
Il cristianesimo dell’avvenire — La chiesa e il problema sociale — Il problema sociale e la chiesa —
L’autonomia religiosa — La posizione cristocentrica —
La cattolicità Cristiana — La costituzione delle chiese
nel secolo XX® — La chiesa e la crisi della umanità.
M. Falchi
« Nous les pasteurs » per Hermann Kutter
Saint Blaise (Neuchâtel; — Foyer Solidariste — 1908
— L. 3.
In uno degli ultimi numeri del « Rinnovamento »
ho dato notizia dell’ altro libro dello stesso Kutter,
quello che cronologicamente ed ideologicamente precede questo, cioè del libso « Dieu les méne », E mentre colgo qui r occasione per additare di nuovo qnel1 ottimo scritto a quelli che ancora non l’avessero
letto, desidero presentare quest’altro studio dove il
Kutter, mentre risponde qua e là agli appunti mossigli per la prima pubblicazione, si fa ad esaminare
la posizione delle chiese, e specialmente dei conduttori
di essi e di quanti sentono in sè la responsabilità di
aver ricevuto in deposito il messaggio del Cristo, di
fronte al problema sociale ed al movimento del proletariato. Si rivolge solo ai pastori, in apparenza, ma
in realtà parla ad ogni organo vivente del corpo di
Cristo.
Piacerà a tutti ? Non lo penso ; cattivo segno quando
si esprimono delle idee e si riscuote 1’ approvazione
universale. Quel che parmi indubitaoile è che nessuno
può rifiutarsi di conoscere le idee che sono il frutto
del disagio attuale delle chiese e che sono un tentativo di ritorno al fuoco ed alla potenza dei primi tempi
della chiesa.
Ecco che ne dice Paul Gonnelle nella prefazione all’edizione francese.
« Una fede ben positiva, una passione contagiosa
pel Vangelo di Gesù Salvatore « che fa ogni cosa
« nuova » arde in queste pagine. Ogni voce che s’ at€ tenti a parlare del Dio vivente è insufficiente, e l’au« tore non si presenta come uomo che sa, » ma come
« uno che cerca. Sotto pena di non capire questo libro,
« bisogna leggerlo « colla sua coscienza » e non disco« noscerne l’ispirazione fondamentale per qualche tesi
« contestabile che vi si potesse riconoscere ».
M. Falchi.
Furio Lenzi — Introduzione del Cristianesimo nelVllliria — Firenze Tip. Claudiana 1908.
E’ la riproduzione sotto forma di elegante opuscolo
dell’articolo dall’Autore pubblicato noWa Rivista Cristiana. — Pochi giovani sono'forniti di un'attitudine
così multiforme com’è quella del sig. Lenzi. Gli auguriamo cordialmente di divenire l’apostolo laico,
non dell’Illiria, ma dell’Italia 1
Bice
*
4. 4
La Rivista Cristiana — Giugno 1908.
Sommàrio :
O. Lazzi — La sostanza della fede alleata con la
scienza (Catechismo di Oliver Lodge) — A. PonsSull’insegnamento della Morale nella scuola secondaria. — O. Rostagno : Brevi considerazioni sul fallimento della Riforma in Italia. — U. Janni ; A pro
posito del problema dell’Evangelizzazione (Lettera al
Direttore della « Rivista Cristiana ») — E. Senàrega .I principi etici della « Bhagavad-gità. — G. Lazzi,
E. Coniba, R. Revel, E. Bosiox Pagine Omiletiche. —
U. Janni, — Cronaca del Movimento religioso —
Dalle Riviste ,,e dai Giornali.
Dì Cantuccio dei poeti
Nuova Aurora
Tutto è pace e dolcezza! Sulla terra deserta, tutto
è in fiore e brilla nell’aria Primavera !
Una luce soave azzurrina si spande lenta
daU’orlente e ricopre la terra.
Lievi vapori in alto la quieta spiaggia abbandonata
mirano, e Tacque immensamente calme
brillano, come specchio, ai raggi del sole. D’un trattorisuona un canto da lungi, un dolce canto
armonioso, e pare un inno di gloria, fra suoni
di trombe d’oro. E s’avvicina il canto !
S’apron le nuvolette, come fatato roseo velo,
lente nel cielo e sorridon di gioia !...
Oh ! bellezza ! Oh ! bellezza !.. Bellezza infinita, divina 1
Iddio discende !,.. Una bianca falange
d’angeli Lo circonda !... Ei posa snl verde tappeto
e la Sua veste si distende e riluce
siccome Toro e odora siccome un fiore primaverile !
E dietro scende, con in mano la lanc'a
de la vittoria, il Duce e presso a Lui uno stuol dj
spirti
beatamente irraggiati di gioia ;
stuolo biancovestito, gloriosamente unito, sotto
la gloriosa asta, rossa di sangue.
Ed il Duce discende e siede alla destra del Trono....
Ma, ecco gente che viene a capo chino,
e Satana di dietro la sospinge : avanza e, lungi,
s’adagia mesta... Iddio cantando parla :
« L’ora è venuta ! I vostri corpi mortali seminati
in corruzione, ora risorgeranno
corpi spirituali incorruttibili in eterno »
Poi, dolcemente si spegno quella voce
e un coro giubilante suona di trombe d’oro e cetre.._
... La terra s’apre, il mare s'inabissa
e sorgon dalla terra e sorgono dal mar gli antichi
morti e sorgendo cantan inni di gioia
ed inchinau la fronte innanzi al Trono del SupremoRe !... Ma Iddio lesse nel Libro de la Vita
e la folla ristette attenta ad udir la sentenza
che da la diva bocca sorgea sonora.
Dio chiamò per nome gli eletti ; e nel mare di fuocofuron gettati i nemici del Cristo...
Oh qual delirio allora vinse la tenebrosa schiera !
Nulla s’udiva che pianto e grida !... Pure
incominciò allora l’Eterna canzone di pace
ed i parenti e gli amici, che un giorno
furono sulla terra, legati in amplessi esultanti
venner al Trono di pace a córre Tacque
della Vita ed arbusti di palme ! — Durò quel gaudioeternamente fra dolcissimi canti
d’Eterna gloria immensa: « 0 Inferno, ov’è la tua
vittoria ? ►
e d’alta pace : « 0 Morte, ov’è il tuo dardo? ».,—
Eueole di Doto
7
LA LUCE
APPB^NDICK
EROINE VALDESI
MONOLOGHI DI TEOPILO GAY
XIII
Susanna fr-aschia
Donna di Angrogna, la quale, fuggendo il 22 Aprile 1656 per la Vacherà inseguita dai soldati di
Pianezza,, salvò la vita ai pastori Legero e Michelino,
nascosti in un casolare, avvisandoli dell’incalzar dei
nemici a tempo per poter scampar colla fuga. ( V.
Léger II, 865). Ce la rappresentiamo qualche giorno
dopo, quando i fuggiaschi son giunti al sicuro in
rinasca, e Legero, tenuto un Sinodo, è partito per
Parigi.
*
« re
Alfin siamo salvi in Val Porosa, che « terra del re >,
ove non possono raggiungerci gli efferati soldati di
Pianezza ; che il ministro del re Luigi, il cardinal
Mazzarino, ha negato alla nostra Duchessa Madama
Cristina il favore chiestogli di rifiutare asilo ai Vaidesi negli stati di Francia.
Oh ! le vie di Dio sono pure misteriose ! Una donna,
una figlia di Enrico IV, ci perseguita ; ed è un prelato della Chiesa Romana che ci dà asilo e rifugio !
Ah ! il braccio del Signore non s e raccorciato. Quali
prodigi ha oprati in questi pochi ultimi giorni in
prò dei suoi fedeli! Si direbbe che, come più cresce
la nequizia dei suoi avversari, più si manifesta glorioso il suo intervento pei Valdesi. Le meraviglie da
Lui oprate in favor dei nostri padri al tempo del
duca Filippo e poi nella guerra del Conte della Trinità, mi sembravan già oltrepassare quanto l’uom
può immaginare di portentoso, ma quello ch’egli ha
fatto e va facendo per noi ora, è più ammirando
ancora.
Egli ha dato a me, povera donna-»inerme, di poter
sfuggire alle orde feroci che m’inseguivano. Che dico ?
Mi ha concesso di compiere un salvamento che potrà
aver pel nostro popolo tutto le più benefiche conse,guenze.
Sì, Egli fu che diresse i miei passi, mentre fuggivo
sulla Vacherà, a quel povero casolare ove, ignari del
periglio, erano appiattati il mio pastore ed il nostro
moderatore, appunto in tempo per farli fuggire incolumi. Oh Dio ! ti benedico.
Resteran famose, indimenticabili nella nostra storia
le dieci giornate or trascorse di questo Aprile 1655.
Sabato 17, mentre i nostri due deputati, Davide
Bianchi e Francesco Manchón, si presentano al palazzo di Pianezza a Torino, giusta l’appuntamento
dato loro, il Pianezza, partito già coll’esercito nella
notte, arriva alla Torre improvvisamente e vi si insedia senza lotta, perchè i nostri aspettavan pacificamente l’esito delle trattative dei nostri deputati.
L indomani. Domenica delle Palme, i soldati ducali
sorprendono e fugano a Torre e a San Giovanni i
nostri raccolti nei templi pel culto, e s’impadroniscono
di tutti i posti della pianura.
Lunedì 19, comincian gli assalti in Collina e si
incendia il tempio dei Oopperi.
Martedì 20, i soldati si spingono fino al Tagllarétto
di Torre e ed al castelluzzo di San Giovanni, e tentan
rovinar il Chiabazzo ; ma i nostri, guidati dall’intrepido
.lahier, li sconfiggono interamente.
Mercoledì 21, Pianezza impensierito da tal disfatta,
chiama à Torre i nostri delegati, fa loro belle promesse, li trattiene, a pranzo e li persuade di alloggiare
in tutti i villaggi le truppe ducali per pochi giorni,
pel servizio di S. A. R.
Ah ! perchè furon sì creduli i nostri da far tal
promessa contrariamente aH’avviso dei pastori più
esperti dell’astuzia papale?
Noi donne, avremmo capita l’insidia.
Giovedì 22 l’inganno si fa palese subito mercè l’im,prudenza dei soldati, i quali appena messisi in marcia
per Angrogna, appiccano il fuoco al Chiabazzo. A tal
vista i nostri, già rifugiati in gran numero in Angrogna, comprèndendo il tradimento, si danno alla fuga.
Mi rivedo ansante inerpicarmi su per la Vacherà
sprofondando nella neve e gridando a Dio: soccorrimi I
Oh ! Ei mi diè forze che non avevo mai avute. C’inseguivano i soldati, e sparavan gli archibugi, ma
anche per loro era ardua la salita e troppo indietro
di noi rimanevano per poterci colpire. Fu in quella
corsa che passando per un casolare senza porta vidi
che due uomini vi stavano rifugiati, e gridai loro:
Fuggite che il nemico c’incalza! Ratti sorsero e meco
nell’alta neve s’affannarono a raggiunger la vetta.
Erano i pastori Legero e Michelino. Li cercava il
nemico senza dubbio, e tentò raggiungerli colle schioppettate, ma Dio ci salvò. Giunti sulla vetta, presto
sfuggimmo alla vista dei soldati, e scivolando sulla
neve in brev’ ora fummo a Peumian, onde dopo
un po’ di riposo siam venuti a Rinasca su « terra
del re ». E quanti altri per grazia di Dio ci han raggiunti in quest’asilo, e vi arrivano ogni giorno, narrandoci singhiozzanti gli orrori cui son scampati !
Venerdì 23, i vari reggimenti di Pianezza giungono
ai villaggi cui sono destinati e vi si alloggiano nelle
case dei particolari.
Si dice che un capitano francese, visto lo scopo di
questa spedizione, labbia lì per li lasciata la sua truppa,
ritirandosi indignato. Sabato 24, lo scopo si è visto
chiaro, poiché a un segnale dato all’alba da Casteiluzzo, i soldati han massacrato quanti han potuto
dei Valdesi nelle cui, case erano alloggiati, ed han
fatto prigioni gii altri. E’ stato un macello quale mai
prima s’era visto nelle Valli. Oh Dio ! tremo verga
a verga pensando alle scene di sangue che descrivono
i nostri poveri fuggiaschi.
Solo a Rorà, l’eccidio non potè aver luogo, perchè
Gianavello, visti salire 400 soldati mandati dal conte
Cristoforo di Lùserna, appostatosi a Ramer con soli
sei per compagni, li sbaragliò completamente.
Domenica 25, giorno di Pasqua, mentre noi giungevamo qui, e Messer Legero vi ritrovava la sposa e
i figli, a Rorà Gianavello respingeva a Cassnlet con
16 compagni un nuovo attacco di 600 soldati.
Ltinedì 26, terzo assalto di Rora da 800 soldati ;
terza vittoria di Gianavello a Damassere a;Piamprà.
Martedì 27, ultima e più gloriosa delle 10 giornate,
Gianavello ha respinto il 4» assalto a Rorà dato questa volta da Mario di Bagnolo ; e qui a Pianezza il
nostro moderatore ha raunato un sinodo dei pastori
e degli anziani superstiti della nostra chiesa.
Ahimè ! quanti mancavano all’appello ! E ancor non
sappiamo se morti saranno o prigioni ! E quelli che
eran presenti sembravan più morti che vivi. Mai ci
fu sinodo simile a questo; e voglia Iddio che non ci
sia mai più ! Non eran che singhiozzi e pianti !
Un solo in mezzo a tanto sfacelo sembrava aver
tal fortezza d’animo da frenare il dolore evi confortava tutti : era il moderatore Legero. Gli altri tutti
erano accasciati tanto da non. poter xeagire. Lo stesso
Francesco Guarini, pastore del Roure, dichiarava esser giunta la fine della Chiesa Valdese ed essersi
spento il candeliere del suo stemma.
Ma Legero con accento ispirato rinfrancò tutti, e
rievocando ricordi della storia di Israele e della storia nostra, fece rinascere in tutti la l^ducia e la speranza.
Seduta stante venne scritta ai fidi amici di Berna
una lettera, la quale non matìchei-à di commuover
profondamente quei provati nostri protettori, e li
farà agire in nostro pro’, ed il sinodo si chiuse delegando Legero a partir per l’estero onde ottener dalle
potenze d’ Europa che intervengano per far cessar
l’orrenda carneficina e procurarci di nuovo pace.
E Legero l’indomani è partito a cavallo per la via
del Pragelato e del Monginevro. Va’ messaggero dell’oppresso Israele delle Alpi, con te vanno le preghiere e le speranze d’un popolo morente. Iddio ti
protegga, t’ispiri e tocchi i cuori dei grandi al suon
della tua voce, e ti riconduca a noi nunzio di soccorsi e di resurrezione.
Io resto qua colla sposa sua, la cara Madama Maria, la quale non mi vorrebbe lasciar mai, perchè
dice che io sono la sua eroina ; siamo in due a pregar più ardentemente di tutti per lui, perchè, anch' io lo sento un po’ mio dappoi che ei mi deve la
vita.
Oh Dio ! é dunque vero che anche una povera
donna può far cose grandi, quando compie umilmente
il suo dovere guidata e sorretta da te!
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Margbera 2, Roma
BI rpDrn Per l’Asilo Professionale Evangelico
111 LIlllLH in Firense Giovane maestro evangelico. Deve essere scapolo e abiterà nell’asilo dove
riceverà tatto trattamento e stipendio mensile ; avrà
la responsabilità morale di nna famiglia e darà lezioni in scuola.
Dirigere la^ domanda, non più tardi del 1 Luglio
p. V., al Cav. Bianciardi, Direttore delle Scuole,
Via Aretina 8 A, unendo la fede di nascita, il certificato di buona salute; e indicando inoltre i posti
finora tonati.
^5iio per i Vecchi
Evangelici in Sicilia
Siccome il sig. A. Deodato, benemerito
promotore di una colletta per erigere,
quando sarà possibile, un Asilo per i Vecchi Evangelici in Sicilia, scrisse sull’ultimo
numero della defunta « Italia Evangelica »
un articolo, invitando i contributori a mandare l’obolo al sottoscritto, talché un fratello piemontese mandò la sua contribuzione ; il sottoscritto crede proprio dovere
dichiarare che, per ragioni indipendenti
dalla propria volontà, egli deve a malincuore rinunziare a cooperare per una tale
benefica opera; perciò egli ha et andato al
sig. Deodato a Torino la contribuzione ricevuta, e d’ora innanzi chi vorrà contribuire è avvisato di mandare al sig. Deodato e non al sottoscritto.
Giuseppe Fasulo
I signori Collaboratori sono pregati di
scrivere da un solo lato delle cartelle e
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piccoli, facilmente leggibili.
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