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TORRE PELLICE. 10 Settembre UH«
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ELLE VALILI VALDESI
SETTIMANALE DELLA
Comunque sia...
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...Cristo è annunziato
Comunque sia, o per
pretesto o in sinceri/
tà. Cristo è annua/
xiato : e io di questo
mi rallegro, e mi mi'
legrerò ancora.
(Filippesi 1 vers. 19
\llora si può comprendere il valore commovente ed eroico dell’affermazione apostolica;
« Comunque sia. Cristo è annunziato ».
Non e’è in questa parola nessuna esaltazione
dell’uomo, tanto è vero che l’apostolo mette appunto in evidenza la malafede dei suoi avversari,
che si servono della predicazione per fini personali. Però la potenza dell’annunzio di Gesù Cristo è tale da manifestare la sua efficacia, anche attraverso l’indegnità dei suoi messaggeri.
Per quel che ci riguarda, non abbiamo nessuna intenzione di glorificare la nostra Chiesa e i
nostri uomini. Altre chiese potranno vantarsi di
cattedrali maestose, di organizzazioni potenti, di
spiriti illustri. Noi no(n abbiamo nulla di tutto
questo ; ma se qualcuno oggi ci domandasse di presentare i bilanci morali di un secolo, e se volesse
concludere alla inutilità della nostra fatica, in base ai risultati ottenuti, allora potremmo rispondere umilmejnle, ma vittoriosamente^: » Comunque sia, Cristo è stato annmtziato ». E’ perchè tre
generazioni di credenti hanno saputo ispirarsi al
((.comunque sia » dell’ubbidienza e della fede,
ohe noi possiamo oggi celebrare questo centenario
senza troppo arrossire.
E poiché questo culto non vuole essere una
stenle commemorazione storica, ma piuttosto un
punto di partenza per l’awenire, noi dobbiamo' domandarci quale sia il sentimento odierno della nostra Chiesa riguardo alla sua missione.
\on possiamo dilungarci a esaminare tutte le
risposte, che ptire presenterebbero grande interesse. c forse ci umilierebbero per la mancanza di
ampie visioni.
Nessun dubbio però ohe oggi c’è un imperativo
che predomina, ed è quel medesimo indicato cento
anni or sono da Beckwith, ma che oggi ha una urgenza particolare: quello che, comunque sia, Cristo venga annunziato.
Questione di vita e di morie
In questi ultimi tempi il problema evangelistico si è imposto all’attrizione della Chiesa come
Una (juestione di vita o di morte. Con preoccupazione e spavento, attraverso e dopo due giierre
mondiali, la Chiesa ha dovuto constatare in (piale
abisso di paganesimo le nazioni cosidette cristiane
sono cadute. Siamo arrivati al punto che un recente volume del prof. Jacques Ellul, porta per
sottotitolo : ((Problemi della civiltà post-cristiana».
In questa civiltà post-cristiana la Chiesa deve
ritornare all’ubbidienza della sua vocazione, quella di annunziare puramente e semplicemente Gesù
Cristo.
Questo può sembrare una banalità, ma non lo
è se pensiamo quante volte la Chiesa ha ceduto alla
tentazione di u annunziare la testimonianza di Dio
con eccellenza dii parola o di sapienza » (1 Cor. 2:
1). Qualcuno ha sostenuto l’ipotesi ohe quando S.
Paolo si servì di questa espressione, avesse in mente l’esperienza fatta in Atene. Qui egli aveva voluto parlare da filosofo a filosofi, si era messo sul
loro terreno, partendo da premesse da (pielli accettate. per elevarsi insensibilmente, logicamente all’annunzio di Cristo, Ma davanti ai risultati quasi
del tutto negativi, l’apostolo comprende che l’Evangelo non è, come le altre, una dottrina da es
....... ................ I '.. II.
sere presentata con u discorsi ptrsuasivi 5 di sapienza umana », ma che l’Evangelo è anzitutto
la fedele e umile proclamazione di una Persona,
Si è molto discusso di teoniear^angel|Btica ; la
Chiesa è stata solennemente avvertita chi non si
può predicare al mondo senza tener conto dei suoi
problemi attuali e concreti. Non mancano neppure
(jtielli ohe vorrebbero (jhe la Chiesa scendesse decisamente nell’agone delle contese politichi, come
una delle tante forze democratiche, fianco, a fianco dei partiti, per far trionfare la propria idea.
Ma forse è stato questo lo sbaglio della- Chiesa, quello di presentare delle tenrie, delle idee, a
un mondo che ha un solo e supremo bisogno, quello di scòprire il vero volto di Gesù Cristo.
Ricordiamoci che oggi sono più numerose di
quello die crediamo le anime che custodiscono gelosamente nel Cuore l’antica domanda : « Vorremrro veder Gesù ». *
J/ volto di ^esù
- g
Ma dov’è il vero volto del Signore? ^
Vi siete senza dubbio rivolto, questa domanda,
~ osservando le immagini di Gesù, come cì sSho presentate dalla storia dell’arte. Voi potete ammirare
dal punto di vista artistico le rappresentazioni del
bambino in, braccia alla Vergine, o' gli strani Gesù
dei mosaici bizizantini, ovvero il giudice che maledice i riprovati, o ancora quelle crude figure di
morenti sulla croce.
Ma, dopo tutto, rimanete insotTdisfatti, perchè
nessun artista è riuscito ad esprimere il Gesù della
vostra visione interiore, e meno ancora il Gesù
dei Vangeli.
Però è più grave, e più tragico, quando il mondo non crede più perchè nessuno si è preoccupato
di fargli vedere il volto di Gesù Cristo, o perchè
questo volto è risultato sfocato come un’immagine
guardata attraverso un apparecchio fotografico
non messo a fuoco.
Dov’è infatti il volto di Gesù nella vita della
Chiesa, nella testimonianza cristiana, nel nostro
spirito di sacrifizio? Il mondo non lo vede, e quello ohe ha visto attraverso le nostre teorie e le nostre
dottrine, ha spesso servito a iSame una visione che
ha piuttosto respinto le anime.
Perciò non è una banalità quella di ricordare
alla nostra Chiesa che, comunque sia, per quanto
gravi sieno le sue limitazioni e gli ostacoli esterni.
Cristo deve essere annunziato.
E’ il messaggio che ci è trasmesso attraverso le
fatiche e la fede del passato, e che noi affidiamo
alla Chiesa, come un viatico solenne, e come un
privilegio glorioso.
Possiamo quindi riassumere il nostro pensiero
con le stesse parole di Jean Pierre Benoit, in quell’aureo volumetto (( Protestantismo et évangélisation » recentemente pubblicato in Francia : a La
Chiesa vive soltanto della testimonianza resa a
Cristo. Di qui risulta che essa non ha tanto bisogno
di sapere quali sono i bisogni del mondo moderno, le sue correnti di pensiero o di mancanza di
pensiero; le esigenze della sua morale, o mancanza di morale, e con quali accorgimenti riuscirà a
pulire e tagliare il diamante grezzo dell’anima umana... In (piesto mondo instabile, in questa umanità errante e sempre ansiosa di qualcosa di nuovo... l’azione degli apostoli rimane fondata sopra
una roccia incrollabile, perchè è fondata sopra
una persona vivente: Gesù Cristo, lo stesso ieri,
oggi e nei secoli dei secoli ».
(Dal sermone di apertura del Sinodo, 0„redicato dal
Pastore Roberto Nishet).
CHIESA VALDESE
T)el ministero femnjinile
Non c’è bisogno di dimostrare che
nel Nuovo Testamento la donna occupa un posto uguale o quasi a quello dell’uomo, sia al seguito di Gesù
(accanto ai d,isoepo)li c’erano delle
discepole che seguivano il Signore,
almeno una mezza dozzina: Luca 8:
2-3; Marco 15: 40-41), sia al lavoro
accanto o comunque insieme all’apostolo Paolo: Prisca o Priscilla (Atti
18: 18; Rùm. 16: 3), Evodia e Sindiche (Filip. 4: 2), Febe (Rom. 16:
1-2), Maria (Rom, 16: 6), Trijena,
Trifpsa e Perside (Rom. 16: 12),
tanto per citare alcune di quelle sorelle ohe si affaticavano per il Signore e per la sua Chiesa. Se questi
esempi non bastassero si può vedere il pensiero dell’apostolo Paolo al
riguardo, espresso nel passo di Calati 3 : 28 : (( Non c’è qui nè Giudeo,
né Greco; non c’è nè schiavo nè libero; non c’è nè maschio nè femmina; poiché voi tutti siete uno in
Cristo Gesù ».
Se poi viene citato il passo' in cui
l’apostolo Paolo rac(mmanda ai Corinti di far velare le loro donne e di
non farle parlare in Chiesa, si risponde che questo ordine è spiegabile dato l’ambiente corrotto di
quella città, per non dar motivo ai
maligni di parlare contro la Chiesa
di Oisto. Se non fosse così, l’Apostolo sarebbe caduto in contraddizione con sè stesso, cioè con quanto
scrisse ai Calati e colla pratica del
suo lavoro missionario in cui egli si
servì pure della collaborazione delle donne.
I diaconi e le diacxmesse (queste
ultime venivano chiamate a ministrai christianae » o serve del Signore) già nei tempi apostolici e subapostolici erano al lavoro senza alcuna differenza : Atti 6 e Rom. 16.
Ora come il diacono Filippo, si trasformò in evangelista, compiendo
un meraviglioso lavoro missionario,
così ci furono pure delle (( diacsonesse »(nel senso primitivo di ministre di Cristo) ohe si trasformarono in collaboratrici, coadiutrici nel
ministero propriamente detto della
predicazione e della preghiera (Atti 6: 4).
Non occorre dimostrare come verso l’ottavo secolo sparissero le diaconesse cristiane che otamai avevano un’azione limitata alla sola assistenza nelle opere di pietà per la
preponderanza del clero nella chiesa romana e come poi siano apparse nel secolo scorso (1836), a Kaiserswerth con le attività a tutti note.
A (pieata limitazione si va ovviando
da noi ooll’eleggere le diaconesse di
chiesa; da tempo si è d’altronde ovviato eoi riconoscere le vocazioni
femminili nel campo missionario,
ma in paesi lontani. All’estero questo problema ha già avuto una migliore soluzione coi ministeri femminili e anche con le pastoresse vere e proprie titolari di chiese, come
tra i Luterani. In Italia abbiamo
invece ancora dei dubbi - solo .perchè ciò non è previsto nei nostri regolamenti - se accoglierle o m^o
nelle Conferenze Distrettuali, come
per es. in <piella del Terzo distretto
a Genova ! Ma è logico che se le donne possono eleggere nelle assemblee
di chiesa hanno per conseguenza il
diritto di essere elette! Come sempre la pratica va avanti e oltre i regolamenti. Ebbene si dia alle nostre
sorelle la possibilità di espletare la
loro vocazione: Dio chiama anche le
donne a fare le apostole, le missionarie, le evangeliste e le pastoresse.
Infatti le quattro figlie dell’evangilìsta-diacono Filippo a Cesare i erano «profetesse» (oggi potremmo
chiamarle pastoresse o predicatrici)
e l’apostolo Paolo certo non vietò loro dì parlare durante la sua sosta in
casa del padre loro (Atti 21: 8-9).
Sì, ci sono delle obbiezioni, e ne
abbiamo sentite diverse alla oonfetfcna distrettuale di Pachino e nelle
.conversazioni, ma dinanzi alla realtà della pratica della Chiesa primitiva e delle odierne chiese protestanti estere, esse («idono. Si finirà anche noi, se non vogliamo essere tradizionalisti ed arretrati, col riconoscere anche alle nostre sorelle in fede il loro diritto di partecipare direttamente alle conferenze distrettuali,
al Sinodo e di consacrarsi al servizio
del Signore come (joadiutrici, almeno per ora, sempre quando la chiesa
constati in esse una reale vocazione
del Signore. Se ammettiamo parità
di diritti e di doveri degli uomini e
delle donne - e.il N.T. l’ammette
chiaramente - non. possiamo negare
ad una sorella (ìhe vuole prepararsi
a servire Dio in modo totalitario,
l’entrata^ in una scuola biblica o teologica, adducendo che ciò non è possibile perchè... è una donna. Si rivedano i regolamenti, se occorre, ma
apriamo le porte alle nostre, sorelle
che ci chiedono dì poter servire anch’esse il Signore. Prima di tirtto
valga la Parola di Dio, poi la prassi
della Chiesa primitiva e infine quella delle chiese protestanti odierne.
Quanto ai regolamenti della chiesa
riformata e riformantesi, non c’è che
da riformarli! E’ semplice e chiaro.
L. N.
IL TALENTO
DELLA LIBERTA'
Anche tra i cristiani, come tra gli
uomini, chi non fa niente non fa mai
male, e chi fa qualcosa si attira sempre noie, dispiaceri, calunnie. Comunque, per noi deve aver sempre
torto il servitore della parabola che
avvolge il suo talento in un fazzoletto; perchè ciascuno si deve considerare un libero servitore cui è affidato un deposito da trafficare come
crede e come può, di cui non deve
render conto a nessuno se non al suo
Signore al suo ritorno.
Anche questa libertà che Cristo ci
ha lasciato è un talento, ed anche di
essa saremo chuimati a render conto. Ma noi possiamo sttare certi che
se tra coloro che se la sono presa
qualcuno s<trà trovato mancante, ben
più severamente giudicati saranno le
legioni di infingardi che non ne avranno fatto nulla o l’avranno barattata per la quiete.
Il tempo, diet ha distrutPa tante
bagatelle che una volta sembravano
enormi cose, ha anche ingrandito
quello che allora sembrava piccolo.
Il tempo ha dispiegato ogni giorno
più il sublime spirituale senso delVEvangelo di Cristo, Le parole, i
dogmi degli apostoli, deif vescovi e
delle sette, sono caduti uno dopo
l’altro, ma le verità eterne emergono come stelle e prendono il loro posto per sempre nel firmamento.
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La première Assemblée du Conseil Oecuménique des Eglises a été
inaugurée le dimanche 22 août à 15
h. par un culte solenuiel d’ouverture,
qui a eu lieu en la «Nieuwe Kerk»
près du Palais Royal, dans l’Eglise
déjà aménagée pour la cérémonie de
l’accession au trône de la princesse
Juliana. C’est que le Congrès Oecuménique a précédé de quelques jours
les grandes fêtes qui se sont déroulées
à Amsterdam lors du jubilé de 'la reine actuelle des Pays-Bas, Wilhelminia, qui a décidé d’abdiquer au bout
de 50 ans de règne bien remplis.
Toute la ville est pavoisee. Des
milliers de portraits de la reine et
de la princesse ornent les magasins
et les façades des maisons. De grandes Oriflammes jaune orange (la
couleur le la Maison d’Oiange) descendent des toits jusqu’aux trottoirs
et viennent se mêler aux innombrables fleurs de la même couleur qui
ont été placées avec une profusion
jamais vue sur toutes les devantures
des fenêtres. La nuit les rues principales et les canaux qui sillonnent la
ville (Amsterdam est à juste titre
appelée la ((Venise du Nord» ) sont
illuminés à jour par des miriades de
lampes et de réflecteurs. L’aspect est
des plus féeriques !
C’est dans ce cadre de fête el de
réjouissement national qu’a lieu le
plus grand rassemblement des Eglises Chrétiennes connu dans l’histciie.
Aux 1450 délégués, suppléants et
visiteurs vernis de 40 pays différents
et représentant plug de 145 Eglises
parsemées dans le monde entier, se
joignirent un grand nombre de personalités d’Amsterdam et de protestants hollandais, de sorte que l’Eglise, gui récemment a été agrandie
prononça l’invocation et la confession dès’^clyes'“ (Isaie LIX, 1-2; 9;
12;19-i0, et II Corinth. IV, 6), puis
l'Archevêque de Canterbury, Fisher,
le Pasteur Boegner, Président de la
Fédération Pnotestante de Frange et
l’Archevêque Eidem d’Upsala firent
la lecture de la liturgie en anglais,
français et suédois (prière selon la
liturgie de l’Eglise Réformée d’Amérigue, collecte selon la liturgie de
l’Eglise anglicane, lectures bibliques
Jean XVII, 18-26 et Apocalypse V,
1-14).
Dans 'a deuxième partie du culte
on entendit tout d’aborel le récit du
eloveloppement du mouvement oecuménique fait par un de se& vétérans,
le Dr. John R. Mott des Etals Unis,
lauréat du Prix Nobel de la paix et
l’mi des 5 présidents du Comité provisoire du Conseil,
Le discours de John Moti
Dans son discours, intitulé d'Edimbourg à Amsterdam, le Dr. Mott
rendit hommage aux mouveiaents
qui sont h la base du mouvement oecuménique, - les missions. Foi et
Constitution, ainsi que Vie et Travail,
les U. C. J. F. et U. C. J. G. ainsi
que la Fédération Mondiale des Etudiante chi>2tiens. Parmi les dates importantes, il releva en partiouliei' la
réunion d’Utiech (Flollaude) en 1938
qui créa le Conseil oecuménique. Il
rendit aussi un hommage tout spécial
au Conseil inteimaîional des Missions
dont la c»llabo_ation rendit possible
la participation des Eglises anciennes (Etsrope et Amérique), e; des
jeunes Eglises (Orient et Afiique)
à la réunion d’Amsterdam.
qui a cherché à détruire l’Eglise et
qui lui demande aujourd’hui de construire la puix mais sans iui fournir
les matériaux ir Jispensables, la repentance et la fai.
Niles invita les chrétiens à rendre
téimoigDiage à,ltur foi, même si l’avenir apparaissait extrêmement sombre ;
«Le témoignage chrétien - continua t-il ne cannait aucune barrière et ne
permet uveune partialités. Il continua
en disant; (xNous avons à rendre témoignage aux Noirs de la même manière qu'aux Blancs. Nous sommes
des témoins au sein des démocraties
occidentales comme au sein des républiques orientaléis. Nou\s sommes
dos témoins parmi les peuples de tou
te religim èt même de ceux qui n en
ont point. Nous sommes témoins parmi ceux qui sont rejetés, parmi les
Réfugiés, les personnes déplacées,
témoins jusqu’à, l'extrémité de la
terre.ï)
Le culte termi? a par la bénédiction, qui fut donnée, selon le rite
grec, par l’archevêque de Tliyalire
Mgr. Germanos du patriarcat orthodoxe de ConslaiilirC'ple.
2. La séance d’ouvertuPe du
Congrès.
Le dimanehe soir, le centre d’intérêt de l’Assemblée se déplaça dans
la grande salle du Concertgebouw
où les Seances pléniaires et les réunions d’études ont lieu pendant les
deux semaines de la Conference. Ce
fut rArchevêque Eidem de Suède qui
présida la réunion du dimanche soir
dont le sujet a été: ^Comment Dieu
nous a conduits)). Les principaux
orateurs ont été l'évêque de Chichester, George H. Bell, Vévêque Brilioth
un suédois; le Dr. John Mackay, président de la Faculté de Tlieolcgie de
Prineetomi. U. S. A. cl le pasteur
Mure Boegner, qui donna une conclusion générale, qui fut en même
temps une introduction aux travaux
futurs de la Conférence.
De ces différents rapports se dégagea une ligne générale très nette
montrant l’interdépendance de problèmes qui se posenit à l’attertion de
l’Assemblée o< etiménique. Or: ne
jM.nit sur (l(*s (joi'its connrets travailler
ensemble pour annoncer un certain
ordre du monde, une certaine conception de l’homme, sans être d’accord sur les coîTo'plions fondameu;
taies concernant révélation, bomme
et monde. Si bien que le «Chri&tianisme pratique», qui essaya de se..dé.
finir à Stockholm en 1925 et dans les
travaux successifs du Comité de Continuation, a été obligé de se tourner
vers l’organisation ((Foi et Conistitutionspour y cliereher ses fondements
doctrinaux. Ainsi les deux organisa*
tio'ns similaires, parties dépeints dif.
férejits, découvrirent qu’il leur était
impossible de travailler chaorme de
son côté. Enfin une Eglise qui veut*
s’affirmer dans un message concret
et en même temps être au clair sur
scg bases fondamentales ne peut le
faire que dans l’esprit missionairê.
D’autre part le travail des missions
a en comme conséquence indirecte,
irais très profitable, une union des
Eglises différiefUrii toavaillant dans
v*n même champ de mission.
Après un culte célébré à la mémoi1 ' des pionniers et des chefs du mouvement oecuménique qui sont morts
eirtret rrps, le Dr. Samuel MacCaven
P ' sonta un rai port sur le programme de ¡’Assemblée et sur le travail
qu’elle allai} avoir à accomplir dans
le.s sesîiü'Bs suivantes. Ensuite.lepré*
sident Boegner lut les résolutions sur
!a ccnstitulion de l’Assamblée.
Le Di'. Mott insista .sur le fait que
pour contenir 3000 persoimes assises,., la main de Dieu était visible dans
semblait trop petite pour l’occasion. l histoire du Mouvement oecumeni
Le Culte d’ouverture
A 3 b., tandis que tous les assistants
se lèvent et que les orgues monumentales retentissent sous les quatre nefs
à croix grecque de l’Eglise, les 450
déleguéis officiels font leur entrée en
une procession riche de couleurs ;
archevêques et évêques anglicans et
orthodoxes en haute tenue et pasteurs
en togue, prêtres vieux-catholiques, laïques écossais en leur caractéristique costume, ecclésiastiques
jaunes et noirs venus des plus lointaines contrées de l’Asie, de l’Afrique et de l’Amérique, tout le folklore et toutes les traditions qui sont
nées au sein de la chrétien.té étaient
présentes à Amsterdam avec la richesse inaccoutumée des plus divers
accoutrements pastoraux !
Après le chant processione! du
Cantate Domino n° 3 (Vous qui sur
Ja terre habiiez....), le Dr. K. H. E.
Gravemeycr, pasteur et délégué de
l’Eglise Réiformee NéerlandaisF,
que. Il exprima sa certitude que la
détresse de l’homme était l’cceasion
dont Dieu se servait et que le Christ
vivant était prêt à aider l’Eglise devant laquelle se trouvait un nombre
de problèmes importants à résoudre
rlug grand que cela n’avait jamais
été le cas encore.
La prédication de Niles
La prédication fut assurée par le Rev
Daniel T, Niles, pasteur méthodiste
de Ceylan, l’un des Présidents du Département de Jeunesse du Conseil
diants chrétiens.
Niles prêcha sur ce texte : «Qui
suis-je pour aller vers Pharaon?»
(Ex. III; 2). Il invita les Eglises, qui
redoutaient comme Moise une tâche
imjïossible, à regarder en face la sitnation. mondiale avec une foi nouvelle.
C’est un monde - déclara-t-il - où
la foi chrétienne cesse d'exercer une
influence profonde sur les lois morales de res habitants, c'est un monde
AMSJI'.KDAM ~ (jn a,sf>ect (lu parterre du Concertgeôonw pendant la séance d'onvertnre
de l Assemblée, dirnnnclte soir 22 août, à 20h,30, sous la présidence de l’A relieve que d'L/psula
Le rapport de Visser’t Hooft
En troisième lieu le Dr. Visser’t
Hooft présenta le rajiporl du Comité
j.oT.visoiie. Voici l’analyse succinte
et quelques extraits «le cet important
rajiport.
Hooiî
precise
Le (loti. Visscr’t
d’abord que
le Conseil ne veut absolument
pas devenir un centre d’autorité
ecclesiastique contrôlant les
Eglises membres- l| ne poursuit
aucunement des fins politiques,
mais sa véritable fonction est
d’être un Conseil DES EGLISES;
ce titre marque à la fois ses limites pour notre humiliation,
mais aussi le travail qu’il doit
entreprendre pour manifester la
Sainte Eglise universelle.
Nous citons iu: exUnso u-g di ux
passages dans lesquels le Dr. Visïcr l
Hooft aborde la question du relus de
Moscou et du Vatican de paiiicipcr
aux travaux du Conseil.
ne serait pas celle de l’unité de l'Egiise mais bien plutôt d'acquérir une
influence politique et sociale.))
ail doit être fait rneniion aussi de
l'Eglise catholique romaine. Le Comité provisoire connaissant parfaitement les raisons qui empêchent cette
Eglise de participer au mouvement
o' cuméniquc, celle-ci n'a pas été
im itée à envoyer des délégués offi‘
ciels à la première Assemblée. Mais
AMSTERDAM Une de nefs de la "NUeuive Kerk,, pendant le culte solennel d’uuver/
tare de la première Assemblée du Conseil Oecuménique des Eglises, qui a eu lieu le dimanche
22 août à 15h, à la présence de plus de 2000 personnes.
aD'uutres Eglises ont décliné^ l’in
vitution de se joindre à la formuiion
de ce Conseil. Nous nous réjouissons
de lu présence ici des délégués officiels de plusieurs Eglises orthodoxes
très unciennes et d'autres Eglises orienlales. Mais nous sommes coscients et avec un grand regret de l’absence de ptusieui’s autres grandes
Eglises orthodoxes orientales. Le Coinilé provisoire avait fait connaitre
d^unc lag'm ¡mrjaitemenl claire à
l'Eglise Orthodoxe de Russie que sa
participation serait la hienvenue.
Des communwations regues de cetle
Eglise faisaient espérer une réponse
favorable. La Conférence tenue récemment à Moscou en m décidé autrement. Une résolution y a été adoptée
décrivant qj-rtre niouvemenl'i comme
un organisme dont la préoccupatinn
dès le début de la préparation, en
1939-, il fut décidé d'informer le. Saint
Siège des projets en cours. Ayant reçu de nombreuses demandes de renspignemenis de la part de catholiques
romains, le Comité provisoire décida
en ¡947 d'inviter à VAssemblée, a
titre officieux, un nombre lestreint
d'obseriuteurs de cette Eglise, Gependu:i!, bien (¡ne bon nombre des,
persomudilés invili'es aient exprimé
le vif désir de se rendre à Amsterdumi,
et cela un si de leurs supérieurs di-^
rects, le éWhit Office dévida en jtiih
que personne ne recevrait FauUrrb
sation d’aller à Amsterdam.
Il faudra voir si le ’’veto" du Saint
Office reut vraiment dire (tue ces
nouvelles et heureuses tentatives de
rapprochement sont par In même con-.
damnées ou si les conversations pourront'être ponrstiivies. Du côté du
Conseil oecuménique nous ne pptC
vons qu'espérer que des occasions de
contact pourront se maintenir et prier,
j)our cela.)) (Applaudissemeaits) 1
Enfin, abordant les tâches du Con-j
seil. il les'c'numèrc dans l’ordre sni*" „j
vant
£>■*:
't
a.i Oiganiser des ronférences dalli
lesqiiellcs les Eglises prenani eons
3
.:TTfe
V V /Vi-L/COr
'cience de leurs différences en matière de foi s’attachent à les surmonter.
b) Rechercher le langage selon lequel le message de l’Eglise sera
compréhensible dans le monde mo
' derne.
c) Stimuler, coordonner l’aide à
fouirnir aux Eglises, faibles et éprou■ vées.
d) -Créer un centre d’information
et de contact oecuménique pour les
mouvements de leurs églises.
e) S’intéresser activement à la formation d’une élite oecuménique et
tout spécialement à la préparation
des laiques au travail dans les Eglises. En ce gens l’Institut oecuménique de Bossey représente un élé
ment très important de l’activité du
Conseil.
f) Etudier l’action que les Eglises
peuvent avoir sur le plan international. Si les Eglises ont été jusqu’à présent désésj^rém'ent impuissantes sui
ce plan, elles sont cependant appelées à témoigner dans ce domaine si
vraiment elles veulent affirmer le
dessein de Dieu dans le désordre du
monde.
g) Trouver des méthodes appropriées d’inforrration et de propagande. iLa revue oecunnenique, dont
le premir numéro vient de paraître,
est une première réalisation dans
ce dornaine.
Ces tâches multiples supposent
d’importants concours à la lois sur
le plan financier et sur le plan spirituel, elles nous dépasseraient certainement si nous n’étions assurés
qu’un Autre se sert de nous pour les
menea’ à bien.
lum Dlioiéie du luodi apiès-miili U aoil
mièrement le Royaume de Dieu. A
partir du désordre du monde nous
n’aboutirons pas au dessein de Dieu.
Le chemin part d’en haut.
Celle séance a été honorée par la
présence de son Altesse Royale et du
prince Bernharl, auxquels le Président Boegncr souhaita la bierivenue
les remerciant de l’intérêt qu’ils portent à l’Assemblée et assurant la prinicesse Juliana des prières de l’Eglise
à l’Occasion de son accession au trône.
Puis le président donna la parole
au Prof. Kari Rart/i, dônt le rapport
portait le même titre des délibérations générales de l’Asiseniblée : \(Le
désordre de l’homme et le dessein de
Dieur>. Son exposé a oeitainement été
l’évènement majeur de ces premières
journées de l’Assemblee. Ce fut une
sorte de prédication parfaitement
simple, aussi peu tliéologique qu’il
est possible, parfqis assez brutale par
son contenu, mais toujours mesuré
flans les termes. Rien d’un discours
officiel, mais au contraire un entretien familier, qui aurait presque été
accessible à des enfants etix-mêmes.
Voici quels en sont les points principaux:
1) La proposition gui sert de thème
à l’Assemblée: le désordre de l’homme et lé dessein de Dieu, doit être abordée dans le sens iniverse et pour
ainsi dire par la fin. Cherchez pre
2) Le dessein de Dieu c’est son
plan, son règne déjà présent. Ce n’est
j>ag l’ejiistence des Eglises dans, le
monde ni leur activité, ni le succès
final qu’elles pourraient rencontrer,
ce n’est pas de nous-mêmes que l’humanité doit attendre son salut.
3) Nous devrions donc renoncer à
penser que «l’Eglise et le monde dépendent de nous et deg soucis qu’ils
nous inspirent».
4) Quelques exemples: a) les Eglises encore séparées ne peuvent prendre la Sainte-Cène ensemble. Dès
lors nous aurions dû avoir le courage
de ne célébrer aucun service de communion. Nous n’avions pas le droit
d’organiser à Amsterdam deg services de communion séparés; b) le double refus de Rome et de Moscou ne
doit pas être l’occasion de regrets et
moins encore d’indignation. Karl
Barth suggère «que nous acceptions
dé louer Dieu précisément parce que
U lui plaît bouleverscir nos plans,
de nous empêcher de construire ici
une tour dontr le sommet touche le
ciel». ,
5) Nous ne Jjouvons mimer à bien
par nous-mêmes la tâche de la j>nédication au monde de l’Evangile.
Dieu seul le peüt, nous sommes ses témoins, non pas ses avocats ni ses messagers ni ses chefs d’administration.
«Comment en sommes-nous venus à
nous appraprie^ sans atitre cette affirmationi, formulée pour la première
fois par mi national-socigli^te allemand et selon. laquelle nous serions
entrés désormais dans une ère nomchrétienne ou post-chrétienne?»
6) En face du désordre du monde,
nous ne devons pas essayer de fixer
une sorte d’itinéraire chrétien, mais
chercher simplement à obéir d’une
manière concrète à notre Seigneur.
Notre progranune n’est pas le programme d’un parti.
Après Barth, ce fut le tour du Rev
C. S. Dodd, professeur de théologie
de l’Université de Cambridge. Il a
fait un très prenant et lucide exposé
sur le fondement biblique de l’unitié
chrétienne et en particulier sur les
rélations Bible-Eglise. Dans une très
large mesure, il a réussi à renouveler
notre vision de l’Ecriture Sainte en
nous rappelant sa véritable portée.
<(Rien- n’empêchers), a-t-il dit notam
ment, (tqiu’aujourd’hui dans cette Assemblée nous puissions entendre la
Parole du Seigneur, Rien n empêche
que ce moment que nous vivons apparaisse comme Un moment de la plus
haute signification dans VhistoiTe de
l’Eglise et dans celle, du monde parce que Dieu aura parlés^. Définissant
la Parole de Dieu dans les Ecritures,
il remarque gn’elle ne se présente
pas comme un monologue mais comme un dialogue; c’est une conversation. La meilleure manière d’en pénétrer le senis c’est de se joindre à
la conversation,.
Sur toute la surface de la terre,
a-t-il conclu “les peuples nourrisent l’espoir qu’à cette Assemblée une parole sera prononcé e
à propos de la misere désespérée
des nations^ Dans ce cas, ce doit
être une parole de Dieu et non
la nôtre. II faut donc tâcher de
l’entendre,,. JEAN SONNET
Campi di neve
eppofi
’’L’Inghilterra” • scrisse.un giorno
il Primo Ministro Baldtoin - ’’non è
un impero e non è un’isola^; è il profumo deirultimo carro di fieno che
passa al crepuscolo per una strada
di campagna sotto i rami di una
quercia...,.
Piu’ un paese ha segnato i passi
della storia, e più ho si ama per le
piccole cose che rimangono quando
la storia è passata. Le Valli Valdesi
hanno visto la sfilata del Medio - Evo in armi; nelle ore di martirio
hanno fatto salire dalle nere dorsali
il fumo acre dei roghi; nelle ore liete
hanu2 acceso di vetta-in vetta i fuochi della gioia. Ben rimangono per
i loro figlioli il ’’gentil paese d’Israele,, del canto antico, dove ’’sugli alti luoghi giacciono le ossa degli uccisiMa le Valli Valdesi sono qualche cosa di più intimo; stono il campo
di neve che si scioglie silenziosamente al primo sole dell’anno; sono
il sospiro del vento che porta lungo
il torrente l’eco della montagna; sono il profumo delle roccie al mese
d’agosto mentre si sente lo scampanare del bestiame ; sono il prato che
è ancora verde mentre le Alpi sono
già di ttuovo bianche.
Questa hanno cercato di esprimere
i pittori che hanno esposto i loro
quadri alla mostra del paesaggio'valdese; lo hanno espresso con delicato
sentimento a con piacevole sincerità di intenti.
I laostri artisti
La pittura di PatjSo Pàsichetto ha
subito una evoluzione da vent’anni
a questa parte; allora il pittore cercava di dominare il paesaggio e di
stilizzarlo; oggi è il paesaggio che
ha vinto il pittore, e perciò si spargono sulle tele tutta l’aria, tutto il
vento, tutta la luce e tutte le nuvole
del Val Pellice. Il paesaggio è vivo e
vero; la neve di quel quadro col
Bolide in fondo è stata veramente
calpestata da zoccoli; altrove, dove
una casa sola ha per sfondo solo il
(La mostra del paesaggio valdeaef
DEL CIABAS
Nei giorni 31 agosto e 1° settembre ri sono svolle, al tempio del Ciabais. le ormai tiadizianali giornate
tcologiclre, e le discussioni pomeridiane ebbero luogo, come di consueto. nel giardino della Casa Valdese. Il tema generale delle giornate è stato : Cento anni di proiestantesiino ili Italia. Presiedettero i
culli mattutini; il pastore A. Deodato clic predicò sul te.sto Atti 3: 6,
cil il pastore E. Ayussot che predicò std testo Marco 8; 27, e lesse inohre un messaggio del Moderatore.
Nella prima giornata parlarono
il doti. Roberto Joitvetial sulla situazione giuridica della Chiesa Valdese
dal 1848 al 1948, ed il prof. Francesco L"Bue sulla situazione spirituale del protestantesimo italiano dal
1848 al 1948. Nella seconda giornata [jarlarono il prof. Giorgio Peyronel sulla attualità delVazione protestante ili Italia, ed il prof. Bruno
Rcvel sul Protestantesimo italiano e
l’ecumenismo.
Nel pomeriggio' di ogni giornata
si ebbero lunghe ed appassionate discussioni che culminarono in una
riiìiiione serale dove si procedette
a'Ia stesura di due ordini del giorno
da i resentarsi al Sinodo. Il primo di
questi ordini del giorno invila i
membri di chiesa a saldare la pro|)i ia fede alle opere nella coscienza
che l’obbedienza alla Parola di Dio
deve tradursi anche in amore oltre
che per il prossimo, per le proprie
Valli in tutti i loro aspetti. (Si è accennato fra l’altro, all’esigenza di
risolWere, come conseguenza della
propria fede, i problemi economico-sociali diventati oggi dì scottante
attualità per la coscienza più viva
che il credente deve avere di appartenere ad una comunità e sì è accen
nalo, fra l’altro, al disinteresse per le
loro terre erose del Pellice e della
Germana sca).
Il secondo ordine del giorno
richiama i credenti alla loro responsabilità di cristiani che la gravità
della situazione intemazionale pone con urgenza alle loro coscienze e
li in . ita in conseguenza a mf ditare
le conclusioni della conferenza di
Amsterdam o, qualora la Chiesa
Valdese non potesse condividerle,
le conclusioni che il Sinodo trarrà
sulla codferenza ecumenica stessa.
In complesso lo spirito di queste
giornate teologiche è stato pessimistico, forse per reazione alle esaltazioni centenarie, nei donfronti di
ciò che gli uomini hanno fatto, ma
ottimistico per la fiducia in Dio che
rimane fedele anche se il suo Israele
delle Alpi gli è spesso infedele.
Buona la frequenza del pubblico,
specie nella seconda giornata, anche se la affrettata preparazione e
la poca diffu.sione data si so:: fatte
un po’ sentire. Si è concluso auspicando per l’anno prossimo una più
razionale preparazione, una maggiore diffusione, tramite anche pic
coli ((pliants» ed una, più grande apertura d’ambiente con invito a
personalità protestanti non valdesi.
Non vi parliamo del contenuto dei
singoli studi perchè per esso vi rimandiamo ad una pubblicazione
speciale che uscirà, speriamo, pre. sto e che ecntcrrà tutto il materiale
di queste giornate.
Nella seconda giornata fu fatta,
all’uscita dal Tempio del Ciabas, lina colletta prò Protestantesimo, che
fruttò più dì seimila lire: cogliamo
l’occasione per invitarvi a sostenere
questa coraggiosa rivista che è l’unica del genere a difendere la cultura
protestante in Italia di fronte al
Cattolicesimo. Roberto Jouvenal
Celebrazioni Centenarie
A POMARETTO
Con il presente annunzio intendiamo conumioare agli interessati i
dettagli del programma che sarà seguito nel corso della giornata del
19 SETTEMBRE corrente.
1) CORTEO per le vie cittadine,
con il seguente ordine ; Prima Banda niu.sicale. Bambini con bandiere.
Cosliiini femminili valdesi. Divise di
combai lenti valdesi deli’epoca antica. S: conda Banda musicale. Autorità. Organizzazioni giovanili. Popolazione.
NB. I partecipanti provenienti
dalle parrocchie dell’alta Val Balziglia devono trovarsi alle ore 8 30 al
villaggio dei Masselli donde proseguiranno per il ponte del Setificio
Gutcrniann dove si incontreranno,
per formare il vero corteo, con i
partecipanti delle parrocchie della
Bassa Valle del Chisone i quali pure alle ore 8.30 devono trovarsi alla
Borgata Fleccia di Inverso Pinasca
donde proseguiranno per il medesimo ponte del Setificio Gutermann.
2) CULTO nel tempio di Pomaretto alle ore 10.30 con la partecipazicffi'e della Corale di Torre Pellice.
3) VISITA alla Mostra Valdese
preceduta da una cerimonia di inaugurazione nel tempio alle ore 14.30,
presieduta dal Moderatore della
Chiesa Valdese. Oratore ufficiale il
prof. A. Jalla, presidente della Società di Studi Valdesi. Concerto vocale e strumentale organizzalo dalla
Corale di Torre Pellice.
4) FIACCOLATA verso le ore 20.30
cui potranno partecipare tutti coloro ohe saranno muniti o di fiaccola
o di lanterna veneziana.
NB. Un modesto „servizio di ristoro a mezzogiorno e la sera come
pure un servizio di buffet nel pomeriggio saranno organizzati dall’U .G. V. di Pomaretto.
Un tram speciale sarà in partenza
da Porosa per Pinerolo' alle ore
22.30 e a richiesta servizi di camion
per l’alta Val Germanasca.
Non è improbabile un documentario cinematografico di tutta la roani’^estazione.
Ci auguriamo che tutto si svolga
nel migliore spirito possibile e che
la manifestazione assurga al suo alto signiiÌicato contri,buendo ad ima
efficace azione spirituale in mezzo
alla nostra popolazione valdese.
Il Comitato.
Domenica 12 Settembre, alle
ore 15,30 nei Tempio Valdese
di San Oermano
Grande riunione
evangelistica
del Centenario
Parleranno i Pastori :
CARLO LUPO di Como su:
“Il dono che è in noi,,.
G. E. CASTIGLIONE di Taranto su : “Si va avanti,,.
ELIO EVNARD di Torino su :
“Roma e Amsterdam,,.
Canteranno le corali di Torre*
Pellice e di San Germano Chisone
INVITO a tutta la popolazione e ai Valdesi delle parrocchie vicine.
dolo, il vento spinge veramente le
nuvole a ventaglio ifi faccia' a chi
guarida; la neve alta due palmi slitta
per davvero dal tetto di queU’altra
casa, sotto il sole della primavera e
cadrebbe tutta in una volta se il fred-"
do della notte non la facesse ghiacciare di nuovo. Le case dei pastori
del Prà appaiono due vòlte, fra grigiori che sono diversi pèrche là è la
luce diffusa uella nebbia del mattino
da un sole tanto pallido che forse non
ce la farà a spuntare, mentre qui il
grigiore è dato dalla cappa della notte che scende ed è rotto soltanto con supremo effetto artistico - dal
piccolo punto rosso del fuoco acceso
per il pasto della sera, L’Inverso è
veramente Inverso perchè ci si vede
solo ua angolin o di cielo ; il fóndo
del Pellice è tutto fatto di fronde e di
vento e si indovinano più che si vedano le montagne. La pittura di
Paolo Paschetto è divenuta cessai arir
J|f,ocr!a;tica, nella, perfetta armofiia
del paesaggio col suo pintore.
Giovanni Hurzeler espone Valli
Valdesi che paiono viste da uno Svizzera, e traduce certi effetti di luce
con toni di ametista che piaceranno
a molti, come pure certi sfondi che
paiono dipinti per il teatro. La natura lo prende però dite volte per
mano, quando lo porta nella pace
dei castagni secolari; la storia è andata via e ha lasciato gente che riposa, erba e foglie morte;
Marco Subiliai ricercatore ostinato di infiniti ritocchi, ha frugato certi paesaggi con la insistenza di quei
fiamminghi che si appassionano per
un particolare e vi attiravano lo
sguardo del visitatore. Il paese si
compone per lui di cose che esistono
di vita propria e che egli dipinge separatamente, con paziente amore.
Isabella Cbauvie dipinge da professionista libera da esitazioni e da
macchie di dubbia interpretazione.
La luce chiara delle ciolline si riflette piacevolmente s;d muri della
chiesa di San Giovanni. Lassù invece, nella conca del Pra, si adunano
le nuvole della pioggia e gli abeti del
fondo valle sono- già pronti a riceverla. Un altro quadretto delle case del
Pra, distrutte dalla guerra, esprime
un tormento.
Diana Perrelli ha dipinto con forti
toni i contrasti del paesaggio di collina; sono le strade incassato che
vanno dalla Bialera ai Bellonaiti,
le svolte impreviste dove la luce è cóme una sorpresa dietro case buie e
fra rami dove il sole filtra appena.
Emilio Comba, in quattro quadri,
è una promessa per l’avvenire. Si
metterà egli sulla via di Paschetto?
Un paesaggio di prati con lo sfondo
di Piamprà rivela colori riposanti da
pittore dell’ottocento; ma si sente
che Partisto! andrà oltre.
Pietro Quaranta ha espo.slo la vita
delle quiete fattorie là dove ha inizio In pianura, e Michi Turbil quella dei chalet dovè comincia la montagna. Il primo apre l'orizzonte oltre
la casa sulla strada; la seconda lo
cfiiude al disopra del tetto rustico.
E’ la valle, dove comincia e dove finisce, e più oltre vi fo;io solo le ”altg
valli,, che sono rappresentate dalla
chiesa di Massello, vista da Teo Beri.
AU’ultim’ora, Giuseppe Bosio ha
mandato una serie di visioni della
Valle San Martino. Il villeggiante
non le riconoscerà forse sempre',
ma chi ha vissuto in quella valle le
comprenderà e ne apprezzerà il
chiaro romanticismo; ritroverà le
ùnte pastose delTauluntio avanzato,
quando le nebbie strisciano sui penda bagnati e il fumo delle piccole case si perde sUflla sfondo che odora
di larice bruciato; risentirà la lenta
malia della lunga valle sempre chiusa, dove l’ottobre è dolce come un
canto irlandese che dice di chi resta
mentre cè chi se ne deve andare...
Andate dunque a vedere la mostra; se possibile andate soli e resta-
4
N
..•EOO PaLE VAm-VALpESI
tevi a lungo e quieti. Cè tutto il paese che conoscete e il paese vi parlerà. E, se lo potete, leggete i versi'jbU
quel grande poeta inglese che tornò
in patria ’’quasi come straniero, ma
ehe il paese presa a siè ed e^i vi resto come figlio, perchè il paese gli
dissei ”Io ti farò capire il significato profondo, dei miei mille e mille
tenti - e liemjùrò il tuo cuore della
mia conoscenza mentre i tuoi. occhi
si riempiranno di pianto,, ... e se
qualche tela vi comamoverà, pensate
al primo ministro, quando chinò il
capo sulla scrivania dove si accatastavano gli intrighi di sette imperi,
e scrisse : ”i/ mio paese... è il profumo délVultimo carro di fieno che
passa al crepuìtcolo,,.....
Guido R. Miegge
abbonamenti a
l’EtI IIEUE mil lllDESi..
ANNUA1Æ SEMESTR.
Italia ,
Estero
L. 500
L. 900
380
500
Ogni cambiamento d’indirizzo
costa Lire DIECI
^craa
E’ tradizione di non sappiamo
quanti anni che il tempio di Torre
Pellice si apra nel pomeriggio della domenica pre-sinodale per offrire
un concerto di musica sacra al pubblico vtddese e oseremmo dire cosmopolita che è convenuto elle Valli
in vista delle nostre annuali assise.
Quest’anno si é voluto inserire
anche questa manifestazione nel
quadro delle celebrazioni centenarie dell’Emancipaàone. e difatti il
programma si è aperto con V”Inno
del Centenario,, della Signora Ada
Melile eseguito dal Complesso delle
Corali di Torre Pellice e di Lusema
S. Giovanni sotto l’energica direzione dell’autore, M.o Ferruccio Rivoir.
Tale esecuzione costituiva una ’’Parte introduttiva,, mentre la ” Parte
prima,, si apriva con ’’Preludio e
fuga in sol maggiore,, di Giov. Seb.
Bach (organo), cui è seguita la para
Ü Voce delle Conoflitì
S. GERMANO CHITONE
Hanno rioevuto il H. Batt^ìino in
queste ultime domniche : Benx £ral.
do di Emilio e di iSoulier iSimone, delie
liuesie, Vinçon Edina di Eli e di Ribeit
Adele, dei Gondini ; Giordano Andrei*
na di Emilio e di Long Ilda, delle Oor*
biere; Cardon Bianca, Bruno, Franco
di Aldo e di Balmas Ida, dei Ghiabrandi ; Rivoira Luciana di Aldo e di
Maartinalj Paolina, del Ponte Paleistro;
Gilli Edmondo. Grazidlla, Margherita
«d Emilio di Cario e di Soulier Giulia, del Saniile; Avondet Franco di Alberto e dì Long Yvonne, dei Bondhì
8up. ; Bert Mirella di Davide e di Maria di Salvo, di Sessa Aurunoa.
La Comunità, lieta di vedere tanti
bimbi consacrati al Signore, invoca su
di essi e sulle loro ifamigHie le benedizioni dell’AltisBìmo,
* Dopo alcune settimane di malattia
si è spento nella sua casa dei Gondini
Germanet Giovarmi di anni 76, simpa.
tjea figura di cittadino, frequentatore
assiduo ed iatelligente dei culti e dell»
rìuniìoni.
Al Villino Fede ha terminato il suo
lungo pellegrinarlo Clara Hess Pe.
drirvi, da molti anni reclusa a letto.
Ella poteva, mediante la oontemplazio.
ne delle « cose ohe sono di sopra »,
vincere e dimenticare le sofferenze della carne.
Mentre lavorava ad una teleferica,
colpito da Un pezzo di legno, è deceduto, dopo poche ore idi agonia, Bocchiar.
do Edvy di anni 43, del Pian delle
Chianaviere.
Alle famiglie visitate dal lutto e dalla prova esprimisano la nostra fraterna simpatia e indichiamo in Cristo le
consolazioni vere e profonde.
* Ringraziamo vivamente i Pastori
sigg. R. Nìsbet e Cipriano Toum per
i culti da essi presieduti nelle domeniche 16 e 29 Agosto.
frasi del Corale di Lutero da ’’Gli
Ugonotti,, di Meyerbeer, cantata dal
basso Albino Marone, con accompagnamento d’organo. Dopo il ’’Largo,, di Veracini Corti eseguito dal
violinista Giorgio Malacrida, (sempre con accompagnamento d’organo), la prima parte si è chiusa con
un poderoso coro di Bolzoni, su parole di Giovanni Niccolini; ” La
persecuzione,,.
Il pastore Ipccde, dott. Ernesto
Ayitósot, ha prima opportunajnente
illustrato l’architettura musicale e
là concezione poetica del lavoro: utile fu tede commento preventivo,
dato che la complicatissima concatenazione delle varie voci rendeva
meno agevole la comprensione delle
parole. L’ammirata attenzione con
la qpale il numeroso pubblico ha seguito l’esecuzione ha già detto alla
Corale di Torre Pellice ed alla sua
direttrice (sig.na Dora Revel, la
quale, in una parte in cui una sóla
voce di soprano domina, ha egregiamente sostituito la signora Nora Anseimo, assente all’ultimo momento)
quanto sia stata apprezzata l’immane fatica che deve essere costata la
preparasdone di un coro <he dura
dieci minuti ed in cui le quattro voci non sono quasi mai concomitanti.
Bravi dunque; ma... per il suo valore intrinseco, è probàbile che il
lavoro ricada nell’oblio da cui è stato cosi eroicamente esumato per
V occasione.
Nell’intervallo fra le due parti del
concerto, il pastore Ayassot ha vivamente ringraziato esecutori e inter
venuti, ed ha raccomandato la col
letta da farssi all’uscita, per soppe
rire alle spege delle manifestazioni
del Centenario e per provvedere td
le urgenti riparazioni di cui necessi
tono molte delle nostre modeste ma
gloriose scufolette di quartiere.
Seconda parte
La ’’Parte seconda” con una variazione rispetto al programma a
stampa, si è iniziato con un ”No'él,„
(di cui non si sono indicati gli autori), cantato dalla Corale di Lusema
S. Giovanni, diretta con la consueta
finezza da Gustavo Albarin. Peccato
che la valorosa compagne sengianina mancasse al momento di alcuni
buoni elementi, che avrebbero opportunamente aumentato la potenza
necessarie per il ’’Credo,, di Ganter. Questo coro, in certo qual modo, ha fatto da pendant a ”La per
secuzione,,: superiore il merito del
sarto al valore della stòffa': ‘
Si sono poi avuti; j^éhtrambi di
Haendel, ’’Larghetto,; (violino e
organo) e ’’Largo,, (organo e basso)
cui ha fatto seguito la cólehie ’’Preghiera,, dal ”Mosè„ di .Rossini, per
opera della corale di Torre Pellice,
con organo, e con la partecipazione
del basso Marone, di cui, come nei
due assolo, è stato ammirato l’eccezionale volume di voce. Ma è quasi
impossibile, per una corale un po’
numerosa, non calere un briciolino
quando canta con l’organo. La sapiente esecuzione è stata seguita, a
solenne chiusura dèlia manifestazione, dal corale ”In dolci iubilo,, di
Bach, all’organo, tenuto in tutti i
numeri - salvo per pochi lettori, è
superfluo ricordarlo - dal prof. A.
dolfo Tron, a cui, come organistaorganizzatore, va il plauso del pubblico che ha petssato un’ora di intenso godimento artistico e spirituale.
mi e ti.
Conclasionì delle
Manifestazioni
Centenarie
Le Celebrazioni. Centenarie saranno
concluse a Torre Pellice con una solenne funzione che avrà luogo al
TEMPIO VALDESE domenica prossima 12 corr. alle ore 16,30, con una
breve esposizione dello scolamento e
dei valore delle celebraòrnU, fatta
dai Pastori Roberto NISBET, Presiderite del Comitato, Ermanno RO^AN e dal prof, Attilio JALLA', e
cot^ un Concerto d’organo e d’orchestra ad archi (direttori M.i Ferruccio
Corsani e Ferruccio Rivoir).
L’ingresso è libero.
Tutto il pubblico vi è cordialmente
invitato.
DONI RICEVUTI
DAL CASSIERE
DELLA TAVOLA VALDESE
Per Orfanotrofio di Torre PelMce;
Buffa Cesarina, Angrogna, 100 —
Giulia e Adedina Palanca, fiore in
mem, zia Mariannina, 150 — Chiesa
di Milano, 3.000 — Chiesa di Ivrea,
1.000 — Chiesa di Ooa^se 1.000 — Chiesa di Sampierdarena, 4.000 — Chiesa
di Ferrerò, 1.000 — Ugo e Viola Bert,
Ohiabrano, in mem. soreUa Vera, 250
— Luparcllo Antonio, 200.
Per Istituto di Vallecrosia;
Chiesa di Villaseooa 1.000 — Giaiero
Valdo e Evelina, 100.
Per Istituto Femminile di Firenze-.
Chiesa di Coazze, 1.000 — Chiesa di
Slampierdarena, 2.500— lOhiesa di Na.
polli, 1.102 — Chiesa di Forano, 500 —
Unione Femminile di Forano, 450.
Per Orfanotrofio dd Pomaretto;
Chiesa di Milano, 2.500 — Chiesa di
Sampierdarena, 2.000 — Chiesa di Per.
rero, 2.000 — Ugo e Viola Bert, in
mmn. sorella Vera 250.
Per Asilo di San Germano-,
Giulia e Adelina Palanca, fiore in
mem. zio A Giannom, 100 — Chiesa
di Ivrea, 2.000 — Chiesa idi Ferrerò,
1.000 — Chi^a di Ooazze, 1.000 — Ghie,
sa di iSamipierdarena, 4.000.
Asilo Italia; —
Chiesa di Coàzze, 1.000 — 'Chiesa di
Ferrerò, 1.000 — Boceafusco Rosalia,
100.
Per Asilo di Vittoria
B. 'M. 1.000 — Chiesa di Carunchio,
500 — id., Lentellla, 300 — id.. San
Giacoma, 900 — id., CoazzeH.OO — Sam.
pierdarena, 2.000 — id., Forano, 600 —
Unione Femtìiiniie di Forano, 450 —
Bnicoafuaoo Rosalia, 100.
Per Asüo di Sa nGiovarmi; ^ ,
Chiesa di Coazizei, 1.000 —
Per Bifugio Carlo Alberto;
Chiesa di Ivrea, 2.000 — id., Ooazze, 1.000 — id., Sampierdarena, 3.000
— id., Perrero, 1.000
Per Ospedali Valdesi:
Chiesa di Perrero, 2.000 — Emanuele
Peyran e figlia. Maniglia, 600 — Enriohetta Pey'rajn Pons, Bessè, in mem.
marito, 300.
Per Ist. Ospedalieri Valdesi;
Chiesa di Villasecca, 18.084 — Chiesa di Rorà, 1.000.
Per Opera Diaconesse;
Chiesa di Villaseooa, 1.000 — id. Rorà, 1.000 id., Ooazze, 1.000 — Bonci
Virginia, 2.000 •
Per Artigianelli Valdesi;
Chiesa di Coazze, 1.000.
Fiori in memoria del Pchstore Pietro
Chanvie, la Famiglia;
Per Emeriti, 2.000 — Per Orfanotrofii di Torre Pellice, 2.000 — Per Orfanotrofio di Pomaretto, 2.000 — Per Istituto Gould, 2.000 — Per Istituto
Femminile Evangeilico di Firfaize 2.000.
ZHmzione! Via dei Mille, - Pinerolo
Telefono 409
' AmminUtriiMionei.Vim Carlo Alberto
1 bii - Pellice
Dir. Uesp. Ermanno Hostan
ARTI GRAFICHE "L’ALPINA,,
7 arre Pellice
Le famiglie LONG, SAPPE’, BOUNOUS e parenti ringraziano vivamente tutti coloro che, con parole, con
scritti e con la presenza hanno pi-esoparte al loro dolore in occasione della
dipartenza del loro caro
LONG ALESSIO
di anni 75
Un ringraziamento particolare ai Pa.
stori sigg. Paolo Marauda e Gustavo
Bertin per le buone parole di conforto, ed al dott. Alberto Goucourde per le
cure prestategli.
Tournins di Pramollo 30 - 6 - 1948.
IN MEMORIAM per onorare la Memoria del compianto sig. Erico Rollier : Lisli Basso L. 5000 . Barzaghi
Alina 500 - Ferrante Benedetto 200 Luzzani dott. Angelo 1000 - Peyronel
prof. Giorgio l'500 . Revel prof. Bruno
1000 - Zaza Francesco 200 - N. N- 100.
lE H Ufi H
Lettere L. 15 - Cartoline postali,
L. 12 - con risposta (L.. 24 - illustrate
con 5 parole L .6 .
Raccomandate L. 35 - Espressi L.
35 - Manoscritti primi 200 grammi
L. 20; successivi 50 gr. o frazione 5.
Biglietti da visita con non più di 5
parole L. 6.
Fatture commerciali IL. 12 .
Partecipazioni di nascita, morte, matrimonio, eoo. L. 6.
Estratti conto giornali L. 6.
Stampe spedite di seconda mano' L.
5 ogni 50 grammi.
Campioni merce, per i primi 100
grammi L. 10, per ogni 50 gr. o
frazione L 5. .
PER L’ESTERO:
Lettere L. 40; cartoline con corrispondenza L .25; Cartoline illustrate e biglietti visita con non più di
cinque parole di convenevoli L. 8.
Diritti di raccomandazione e quello di espresso L. 80 oltre la tassa di
francatura.
OERCASI per piccola famiglia (3 signore) ragazza fidata., educata e sana, di carattere sereno, per i lavori
Lavoro facile, ben organizzato. Ambiente evangelico, famigliare.
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n. 36 — ALA saio —
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prato irriguo, in Prarostino.
Rivolgersi a: Gardiol Lea, presso
ved. Borno - Via Vittorio Veneto n. 4 . S. SECONDO DI PINEROLO.
PIANOFORTE per Orfanotrofio di
Pomaretto, cercasi.
Scrivere alla Direzione.
La, famiglia GRILL, esprime la sua
sentita riconoscenza a tutti coloro che,
durante la malattia ed in occasi-one del.
la dipartenza della cara
ÈVA
hanno attestato da vicino e da ìontanola loro cristiana solidarietà nell’immenso dolore.
Frali, 7 settembre 1948.
im[[[|ll»!lllSO»BflHl
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tutti i venerdì dalle
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dr. Gardiol Tel. 77
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